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Giovedì 11 Dicembre 2008 ore 09:30
Seduta di assemblea numero 102 della XVI legislatura
Resoconto stenografico
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Seduta di assemblea numero 102 della XVI legislatura del 11/12/2008
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 172 del 2008: Emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania (A.C. 1875-A) (Seguito della discussione)
- Sull'ordine dei lavori
- La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 9,50
- Ripresa discussione - A.C. 1875-A
- Preavviso di votazioni elettroniche.
- Ripresa discussione - A.C. 1875-A
- La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,10
- Ripresa discussione - A.C. 1875-A
- Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.(1875-A) (FAS)
- Ripresa esame articolo unico - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento, a titolo personale - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento, a titolo personale - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento- A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento, a titolo personale - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare MENIA Roberto
- Presidente FINI GIANFRANCO
- Relatore GHIGLIA Agostino
- Presidente FINI GIANFRANCO
- Deputato EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI)
- Presidente FINI GIANFRANCO
- Deputato GHIGLIA AGOSTINO (POPOLO DELLA LIBERTA')
- Presidente FINI GIANFRANCO
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.(1875-A) (FAS)
- Sull'ordine dei lavori
- Ripresa discussione - A.C. 1875-A
- Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.(1875-A) (FAS)
- Ripresa esame articolo unico - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento- A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamenti - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento- A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento, a titolo personale - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento, a titolo personale - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamenti - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamenti - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.(1875-A) (FAS)
- Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo
- La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15,15
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Ripresa discussione - A.C. 1875-A
- Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.(1875-A) (FAS)
- Ripresa esame articolo unico - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1875-A
- Esame emendamento - A.C. 1875-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1875-A
- Comunicazione - A.C. 1875-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1875-A
- Vice Presidente BINDI ROSY
- TASSONE Mario (UdC)
- ZAMPARUTTI Elisabetta (PD)
- REALACCI Ermete (PD)
- ESPOSITO Stefano (PD)
- MARTELLA Andrea (PD)
- BOCCI Gianpiero (PD)
- MOSELLA Donato Renato (PD)
- VICO Ludovico (PD)
- BORGHESI Antonio (IdV)
- IANNUZZI Tino (PD)
- POMPILI Massimo (PD)
- ROTA Ivan (IdV)
- MIOTTO Anna Margherita (PD)
- FARINONE Enrico (PD)
- QUARTIANI Erminio Angelo (PD)
- Vice Presidente BINDI ROSY
- Deputato QUARTIANI ERMINIO ANGELO (PARTITO DEMOCRATICO)
- Vice Presidente BINDI ROSY
- Deputato QUARTIANI ERMINIO ANGELO (PARTITO DEMOCRATICO)
- MOTTA Carmen (PD)
- VIOLA Rodolfo Giuliano (PD)
- CIMADORO Gabriele (IdV)
- MARGIOTTA Salvatore (PD)
- BRAGA Chiara (PD)
- FORMISANO Anna Teresa (UdC)
- MISIANI Antonio (PD)
- RIA Lorenzo (PD)
- MAZZARELLA Eugenio (PD)
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1875-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1875-A
- Parere del Governo sugli ordini del giorno - A.C. 1875-A
- Dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno - A.C. 1875-A
- Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.(1875-A) (FAS)
- La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 17,55
- Interpellanze urgenti (Svolgimento)
- Sull'ordine dei lavori
- Ripresa svolgimento interpellanze urgenti
- Intendimenti del Governo in merito all'esposizione universale che si svolgerà a Milano nel 2015 - 2-00242
- Rinvio interpellanze urgenti Iannaccone n. 2-00246 e Delfino n. 2-00247
- Criteri e modalità di assegnazione della cosiddetta social card - 2-00248
- Proposta di legge (Approvazione in Commissione)
- Ordine del giorno della seduta di domani
, legge il processo verbale della seduta del 5 dicembre 2008.
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bongiorno, Brugger, Caparini, Casini, Cicchitto, Cota, Donadi, Gibelli, Giro, Jannone, Lamorte, Lo Monte, Lucà, Milanato, Ravetto, Romani, Soro, Stucchi, Vito e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantatrè, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale. Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Realacci 6.14. Ricordo inoltre che, sempre nella seduta di ieri, era stato accantonato l'emendamento Piffari 2.9. Tale proposta emendativa è stata ritirata dal presentatore prima dell'inizio dell'odierna seduta e la Commissione ha presentato l'emendamento 2.101. Colleghi, devo constatare l'assenza del Governo. Sospendo quindi la seduta per cinque minuti, in attesa che il Governo arrivi in aula per il prosieguo dei nostri lavori.
. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge diconversione nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione . Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione . Chiedo al relatore se intenda passare sin d'ora all'emendamento 2.101 della Commissione o proseguire con gli emendamenti riferiti all'articolo 7.
, . Signor Presidente, possiamo iniziare i nostri lavori dall'emendamento 2.101 della Commissione, considerato anche che è il primo per ordine.
. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta fino alle ore 10,10.
. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 2.101 della Commissione.
, . Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 2.101 della Commissione.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei intervenire sulla proposta di riformulazione dell'emendamento Piffari 2.9 da cui è scaturito l'emendamento in esame. Ieri, nel corso di un intervento avevo sottolineato il fatto che, a nostro avviso, fosse ridondante, pleonastico e, quindi, inutile introdurre in una legge la previsione di un monitoraggio in senso proprio, che non soltanto avrebbe appesantito il testo, ma avrebbe costituito un'ulteriore sovrapposizione rispetto alle previsioni recate dalle leggi esistenti che regolano la materia e rispetto ai controlli che anche sulle acque dovrebbero essere sistematicamente svolti dalle ARPA regionali e delle ASL locali. Queste ultime, infatti, hanno una competenza propria e diretta in questo tipo di controlli. Inoltre, creare una nuova forma di monitoraggio, non soltanto avrebbe appesantito il testo ma avrebbe determinato ulteriori oneri a carico dello Stato, producendo - lo ribadisco - un meccanismo istituzionale che sarebbe stato un doppione rispetto a funzioni, competenze ed enti già esistenti. Nel corso del dibattito è emersa, invece, l'esigenza - questa sì condivisibile - di rendere pubblici per i cittadini i dati relativi ai controlli effettuati. Il testo adottato dal Comitato dei nove, che ha visto attori i colleghi Bonciani, Piffari ed altri, ha poi ulteriormente precisato i contorni della formulazione medesima, nel senso che i dati in possesso delle autorità rispetto al monitoraggio delle acque di falda delle aree interessate e delle acque potabili, rilevati e periodicamente aggiornati presso la rete esistente, verranno pubblicati in modo da renderli disponibili ai cittadini. Con questa formulazione, a mio avviso, pur non creando aggravi economici, abbiamo contribuito e contribuiremo a responsabilizzare le autorità locali competenti. Ieri in aula un collega - credo fosse l'onorevole Libè - si è alzato e ha detto: sì, è vero, l'hai detto tu: le ARPA dovrebbero fare i controlli, le ASL dovrebbero fare i controlli, ed è molto grave se non li hanno fatti.
, . Ebbene, in questo modo, inserendo nella legge la previsione secondo la quale saremo obbligati a rendere pubblici i dati per i cittadini, obbligheremmo le ARPA e le ASL, in caso di loro inazione, ad agire. Quindi, grazie a questa riformulazione, obbligheremo l'ARPA della regione Campania ad effettuare controlli periodici e sistematici e a diffonderne e a renderne pubblici gli esiti. Obbligheremo le ASL del territorio di Napoli ad esaminare periodicamente e sistematicamente i dati sulle acque ad uso umano. Obbligheremmo, altresì, queste ASL a pubblicizzare e, quindi a rendere noti a tutta la popolazione gli esiti di queste rilevazioni. Quindi, la formulazione adottata dalla Commissione non costituisce, in questo caso, un appesantimento, perché è venuta meno la parte relativa al monitoraggio e, cioè, ad un'ulteriore forma di controllo, che non si sa neanche da chi dovrebbe essere eseguita. Si torna, invece, alle funzioni proprie degli organismi competenti, che già oggi svolgono, o - come qualche collega suggerisce - dovrebbero svolgere, i controlli. Tali organismi, dunque, dovranno effettuare i citati controlli, anche perché la legge impone la pubblicazione degli esiti di quelli che, eventualmente, saranno svolti. Da questo punto di vista, quindi, la Commissione, stante tutto ciò fin qui sostenuto, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.101.
. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 2.101 della Commissione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'emendamento 2.101 della Commissione, che ha testé illustrato il relatore, peraltro, con dovizia di particolari, è aggiuntivo di ulteriore comma rispetto al comma 2- dell'articolo 2 del provvedimento in esame. Tale comma è stato introdotto nel corso dell'esame nella Commissione di merito e dispone che il sottosegretario di Stato, che coordina le azioni dirette a fronteggiare le emergenze in Campania, in collaborazione con l'Agenzia regionale per la protezione ambientale, avvii un progetto pilota per garantire la piena tracciabilità dei rifiuti, al fine di ottimizzare la gestione integrata dei rifiuti stessi. È evidente, che ciò rappresenta un elemento fondamentale nell'economia generale di un decreto-legge come quello che stiamo affrontando, perché la tracciabilità dei rifiuti significa capire da dove essi provengano, il percorso che fanno e dove finiscano per essere smaltiti. Tutto questo si trova in un decreto-legge che fa seguito ad un primo decreto-legge, nato per gestire l'emergenza iniziale (o, addirittura, il ritardo iniziale). Ricordo che nel gennaio di quest'anno (mi sembra, forse, il 5 gennaio), in quest'Aula, eravamo pochissimi e proprio il mio gruppo, ed io in particolare, sollevammo la questione dell'emergenza rifiuti in Campania, chiedendo un'informativa urgente al Governo su questa vicenda. Ci si trovò a dover gestire una situazione che chiamare di emergenza, in un Paese in cui le emergenze sono all'ordine del giorno, «suonava» quasi ridicolo. Si trattava di una situazione di estremo ritardo, in relazione alla gestione di una questione che era aperta e all'ordine del giorno da tempo, le cui dimensioni e le cui evidenze diventavano insostenibili, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista politico, dell'immagine interna dell'Italia e delle città interessate all'esterno. Addirittura, si palesava la necessità di interventi diretti e forti che, poi, hanno trovato concretizzazione all'interno del primo decreto-legge. In questo secondo decreto-legge, si provvede sostanzialmente a perfezionare l'intervento, garantendo l'avvio e la conclusione dello smaltimento importante che è stato realizzato di una quantità assai rilevante di rifiuti, l'apertura di alcune discariche e la normazione sanzionatoriadi alcuni reati, e, per altri versi, di alcuni costumi, di alcune abitudini negative, di alcune distorsioni della normativa e delle pratiche che riguardano lo smaltimento dei rifiuti stessi. Si parla, in questo caso, dell'abbandono di rifiuti sul territorio e della loro gestione, prevedendo, altresì, in questo senso, l'avvio della raccolta differenziata, a cui una quantità (anche questa importante) di comuni della Campania sta già aderendo. Si parla, quindi, dell'apertura di nuovi impianti di smaltimento. Quindi, da questo punto di vista, si tratta di un decreto-legge che, da un lato, va a completamento e a rafforzamento della «normalizzazione normativa» del primo intervento, dall'altro conferisce poteri ancora esecutivi, in una fase di stabilizzazione della cosiddetta emergenza, in capo al sottosegretariato destinato dallo stesso Governo, a questo specifico compito. Ritengo che siano state assai ingenerose le critiche rivolte in quest'Aula per l'assenza del dottor Bertolaso che sta svolgendo con grande serietà, capacità e competenza il compito che gli è stato affidato con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Colgo l'occasione anche per ringraziare il sottosegretario Menia per la competenza, la costanza e l'attenzione con cui ha seguito il provvedimento, non solo in Aula, ma anche in Commissione. Ho motivo di ritenere che sono stati offerti dei segnali dal relatore, dalla maggioranza e dal Governo nei confronti dell'opposizione su determinate questioni su cui esisteva un contenzioso politico su questo provvedimento. In particolare, signor Presidente, mi riferisco alla normativa introdotta dall'articolo 3 e alle richieste che l'opposizione ha avanzato in ordine all'eventuale modifica di questo articolo.
. La prego di concludere.
. Concludo, signor Presidente. Ritengo che sia stato fatto un grosso passo avanti nel senso di lanciare un segnale verso alcune richieste specifiche. Da questo punto di vista, pur nella dinamica di maggioranza e opposizione, pur nella comprensione di tante dinamiche parlamentari, sembra assai singolare che, in questo momento, si stia per assistere...
. Deve concludere, onorevole.
. ... ad una non partecipazione dell'opposizione al voto parlamentare.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, innanzitutto vorrei dichiarare il voto favorevole del gruppo della Lega Nord sulla proposta emendativa in discussione anche se si entra nel merito di competenze regionali. Dal momento che, per l'economia dei lavori, occorreva accettare suggerimenti di gruppi dell'opposizione, qualcosa è stato fatto anche se, personalmente, ho l'impressione che sia un qualcosa di ridondante. Comunque va da sé; ciò che soprattutto mi interessa è segnalare l'atteggiamento del Partito Democratico relativamente ai lavori in corso. A parte il fatto che ora, legittimamente, cercano di verificare se abbiamo il numero legale o meno - e su ciò non ho nulla da dire - vorrei, però, segnalare che da martedì l'Aula è impegnata (e si è impiegata un'intera settimana di lavoro) a convertire in legge un decreto-legge nato per risolvere i disastri politici che, nella regione Campania, sono frutto di uomini del loro partito ! Pertanto dovrebbe esserci un minimo di comprensione da parte di chi si assume delle responsabilità che anche se non sono dirette del gruppo parlamentare del Partito Democratico, riguardano comunque persone che sono una loro emanazione territoriale . Va da sé che questa puntualizzazione serve (ed è la seconda volta in questa settimana che mi rivolgo a lei, signor Presidente) anche per chiarire un aspetto, cioè il fatto che in merito al mancato contingentamento dei tempi di esame dei decreti-legge abbiamo una disposizione transitoria nel nostro Regolamento da tre legislature. Lei, non avevo dubbi, è informato sull'andamento dei lavori, comunque è giusto ricordare che storicamente il Governo è costretto ad emanare, se non uno, almeno due o tre decreti-legge la settimana e se noi continuiamo con l'andamento dei lavori di queste ore non riusciremo a far altro che a convertirne uno solo in legge. Ciò vuol dire privare il Parlamento di qualsiasi possibilità di intervenire con proposte di legge, di iniziativa singola o di gruppo, e non aver tempo neanche per discutere i progetti di legge di iniziativa governativa. Un riesame complessivo è quindi necessario per l'andamento dei lavori perché, in questo periodo, il Paese non ha bisogno di soffermarsi sui disastri, resi pubblici a livello mondiale, causati dalla cattiva amministrazione della regione Campania guidata da un uomo di Veltroni. Abbiamo piuttosto la necessità di dare risposte a chi sta perdendo sistematicamente il posto di lavoro, con prospettive ancora più nere di quelle che abbiamo vissuto negli ultimi periodi. Se io torno a casa e qualcuno mi chiede che cosa abbiamo fatto questa settimana e aspetta risposte in tempo reale a problemi che lui vive in tempo reale e se rispondo che abbiamo perso una settimana per parlare dei rifiuti di Napoli lascio a lei intendere quale possa essere la reazione. Una cosa nel merito devo anche riferirla: il potere sostitutivo, che è garantito dalla Costituzione al Governo per fare in modo che ai cittadini, in determinate aree del Paese, siano garantiti diritti essenziali (e mi sembra che a Napoli questo sia stato clamorosamente disatteso), non è materia da discutere ma sulla quale intervenire direttamente. L'intervento diretto è stato realizzato. È un consiglio che do al Governo, quando si emanano decreti-legge che siano complessivi e soprattutto univoci: è inutile ritornare con altre normative e altri decreti, per risolvere un problema che è all'evidenza dei fatti, a livello globale, per affrontare il quale si è in ritardo assoluto e, inoltre, quando si è già intervenuti una volta. Ho anche sentito delle lamentele da parte del gruppo del PD riguardo alle sanzioni che non sono omogenee a livello territoriale.
. La prego di concludere.
. Ma se è proprio la Costituzione che ci garantisce di intervenire localmente con il potere sostitutivo, è logico che questa norma serva a risolvere problemi contingenti. Quindi è inutile, se da una parte si sbaglia, penalizzare tutto il territorio del Paese. Mi sembra che anche questa sia «aria fritta».
. La prego di concludere.
. Invito quindi - e ho concluso, signor Presidente - chi, a livello territoriale, è responsabile del disastro cui abbiamo accennato finora, ad assumersi le proprie responsabilità e mi auguro che i lavori si svolgano con la celerità della quale le problematiche discusse necessitano .
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 della Commissione, accettato dal Governo.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, mi pare evidente che a questo punto la maggioranza non è in grado di avere il numero legale. Dico la maggioranza perché in Aula c'è il numero legale grazie alla presenza mia e di altri colleghi dell'opposizione e non certo di tutta l'opposizione. Vorrei, signor Presidente, che almeno il senso di responsabilità che dovrebbe essere proprio dei presidenti di gruppo della maggioranza, li portasse ad avvisare il Presidente del Consiglio che, questa mattina, la maggioranza ha adottato un comportamento parlamentare che si potrebbe definire «ostruzionismo della maggioranza»: essa sta, infatti, facendo ostruzionismo per poter garantire che lentamente, alcuni colleghi della maggioranza, possano raggiungere i banchi dell'aula, perché probabilmente sono indaffarati a fare altro. Bisognerebbe avvisare il Presidente del Consiglio che il ruolo dell'opposizione nella Costituzione della Repubblica non è sancito in forma tale per cui si possa pensare che l'opposizione sia l'esercito di riserva di una maggioranza assenteista che da mesi non è in grado di lavorare in questo Parlamento con una presenza tale da garantire che i trentuno decreti-legge emanati dal Governo in questi primi sei mesi possano effettivamente essere convertiti in legge senza la presenza dell'opposizione, ovvero senza contare i voti dell'opposizione. Signor Presidente, l'opposizione non è certamente orientata - come si è visto in questi sei mesi - ad un atteggiamento di disprezzo verso il Parlamento, tutt'altro. Abbiamo cercato fino in fondo di fare il nostro dovere, abbiamo cercato di colloquiare con la maggioranza e abbiamo cercato non solo in quest'Aula, ma anche in Commissione, i luoghi, le forme e i tempi per garantire che i provvedimenti di legge proposti dal Governo (sono tutti decreti-legge i provvedimenti che abbiamo discusso in quest'Aula) trovassero il modo di essere discussi complessivamente non solo da una parte del Parlamento, ma da tutto il medesimo. Ieri abbiamo appreso, invece, dal Presidente del Consiglio - e lo ha ribadito oggi - che non solo questo atteggiamento viene considerato inutile ai fini del funzionamento della democrazia italiana, ma addirittura egli ha dichiarato che, finché avrà la responsabilità di governare questo Paese, non intende sedere in alcuna parte, né discutere con l'opposizione su provvedimenti di legge e sulle proposte che il Governo vuole avanzare sulle diverse questioni all'ordine del giorno, a cominciare da quelle in materia di crisi economica fino ad arrivare alla giustizia e alla riforma della Costituzione. Egli ha anzi sostenuto che deciderà nei prossimi giorni di indicare un meccanismo che consenta alla maggioranza di attuare da sola la riforma della Costituzione . Io credo, signor Presidente, che questo sia un atteggiamento grave e lesivo delle prerogative di questo Parlamento, credo che sarebbe opportuno che il Presidente del Consiglio, una volta tanto, presenziasse all'attività del Parlamento e lo considerasse alla stregua di come è consentito al Governo considerarlo, cioè come il luogo nel quale il Governo si confronta e non il luogo nel quale il Governo ordina alla propria maggioranza di varare decreti-leggee leggi che calano sulla testa degli stessi parlamentari della maggioranza. Signor Presidente, come sappiamo il Presidente del Consiglio ha partecipato a una sola votazione in quest'Aula, non ha mai partecipato al è assente dai lavori del Parlamento e si permette di sostenere che da solo, con la sua maggioranza, attuerà la riforma della Costituzione su questioni importanti che riguardano la prima parte della Costituzione stessa. Ritengo che a questo punto occorra aprire una riflessione seria di carattere istituzionale e costituzionale non solo con il Governo, ma con tutte le forze che in questo Paese intendono tenere alto il livello e le capacità di confronto e di presenza delle istituzioni
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, credo che questo Paese, come noi abbiamo sempre sottolineato, abbia bisogno più che mai di una maggioranza che governi e di una opposizione che faccia bene l'opposizione, al pari di quanto dovrebbe fare la maggioranza. Non voglio entrare nel merito dei singoli atteggiamenti, ma devo dire che per l'ennesima volta - se fosse necessario lo sottolineiamo di nuovo - l'Unione di Centro si è comportata con coerenza nel rispetto di questo Parlamento e nel rispetto dei problemi del Paese e anche oggi è presente in Aula, come lo è sempre stata nella passata legislatura, a fronte di situazioni come quelle odierne. Riteniamo più che mai che in Parlamento, fino a quando questa Repubblica sarà una Repubblica parlamentare, si debbano discutere e approfondire i problemi veri del Paese. Però, per farlo occorre che la maggioranza e il Governo lo permettano. Infatti, voglio sottolineare che questa mattina, alle ore 9,30, in concomitanza con la convocazione dell'Assemblea è stato convocato anche il Comitato dei nove, sull'atto Camera n. 1936, che è al secondo punto dell'ordine del giorno della seduta odierna. Non ho partecipato alla riunione di quel Comitato dei nove, del quale pure faccio parte, perché non è possibile che si continui a far diventare un'eccezione la regola. Infatti, a fronte di un'eccezione necessaria si può anche passare sopra, ma nelle Commissioni non si lavora più, non vi è il tempo per sentire e ascoltare le persone che vengono chiamate per le audizioni, né per leggere i provvedimenti e, in più, si forza la mano convocando, in concomitanza, Comitato dei nove e Assemblea. Signor Presidente, a fronte della dimostrata serietà, della coerenza ma anche della determinazione del nostro gruppo rispetto ai lavori parlamentari, le chiedo di fare in modo che questo non avvenga più e, per quanto attiene al secondo punto dell'ordine del giorno, non mi si venga a dire, allorché inizieremo a discuterlo, che il Comitato dei nove ha preso alcune decisioni, perché, a mio avviso e a norma di Regolamento (e questa volta non si può pretendere sia un'eccezione perché è diventata una regola), quel Comitato dei nove se pure ha prodotto qualche iniziativa, questa non è valida. Per tale ragione, signor Presidente, continueremo a fare seriamente questa nostra opposizione repubblicana, all'interno di quest'Aula e sui provvedimenti al nostro esame. Tuttavia, le chiediamo che ci tuteli perché si possa discutere e approfondire gli argomenti sia in Aula sia in Commissione .
. Onorevole Compagnon, il problema che lei ha posto, come sa, non è nuovo. Comunque, condivido quanto da lei espresso e prego i presidenti delle Commissioni di far sì che l'eventuale convocazione, in pendenza dei lavori dell'Aula, dei Comitati sia esclusivamente un fatto eccezionale perché, come diceva l'onorevole Compagnon, non può essereuna circostanza ordinaria altrimenti verrebbe meno uno dei requisiti del lavoro delle Commissioni medesime. Passiamo alla votazione dell'emendamento De Biasi 7.30. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, desidererei, se possibile, un po' di attenzione da parte del Governo. Non è presente in Aula il sottosegretario competente, né il Ministro. Desidererei almeno un po' di attenzione!
. Onorevole De Biasi, il Governo è comunque presente.
. Signor Presidente, questo primo emendamento che esaminiamo relativo all'articolo 7 del provvedimento in esame riguarda il tema della campagna informativa sui rifiuti e della sensibilizzazione della cittadinanza sulla raccolta differenziata e, più in generale, il tema del civismo in questa materia ed è, dunque, importante. Tuttavia, in questo articolo vi sono elementi che rendono il testo molto pericoloso per diversi motivi che illustrerò in un successivo intervento che svolgerò sull'emendamento seguente. Il primo aspetto che mi preme sottolineare è che in questo articolo si parla di programmi televisivi e radiofonici dedicati alla enogastronomia. Ritengo che ciò sia abbastanza stravagante, perché non si può svolgere la compagna informativa sui rifiuti solo nei programmi di enogastronomia. Inoltre, si parla del ruolo della RAI e, successivamente, si stabilisce che «le iniziative di informazione sono attuate dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche in collaborazione con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. Alle relative attività si fa fronte con gli ordinari stanziamenti di bilancio delle amministrazioni coinvolte». Chiediamo che all'espressione «amministrazioni coinvolte» venga aggiunta la parola «suddette», in modo che sia chiaro che sono iniziative determinate dal Ministero e dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria, senza il coinvolgimento economico degli enti locali. Diversamente, sarebbe una stesura del tutto incomprensibile perché non capiamo - e nessuno mi ha fornito una risposta in Commissione - se le amministrazione sono quelle dello Stato o quelle locali. Dunque, mi pare corretto specificare che si tratta delle amministrazioni dello Stato, e segnatamente del Ministero e dei dipartimenti coinvolti.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, come ha fatto poc'anzi la collega che è intervenuta, denuncio la gravità dell'assenza in Aula del sottosegretario Bertolaso su un provvedimento che riguarda la materia di cui è competente. È gravissimo. Ma forse la sua assenza è meno grave di quanto sta succedendo nella cava di Chiaiano, dove sta realizzando dei lavori. Infatti, il 20 e il 21 ottobre scorsi sono stati notati all'improvviso dei frenetici movimenti di uomini e mezzi meccanici che lavoravano all'impazzata. Il 29 ottobre scorso vi è stato un esposto minuzioso sui fatti presentato da alcuni cittadini di comitati civici di Chiaiano che denunciavano la presenza dell'amianto. Nello stesso giorno in cui questi comitati civici hanno esposto alla procura della Repubblica di Napoli i fatti perveniva all'ARPAC ed ai carabinieri da parte della struttura di Bertolaso una segnalazione analoga sulla presenza nella cava di Chiaiano di una quantità di amianto per 300 metri cubi. Non molti giorni dopo, il 3 novembre scorso, il generale Giannini, il vice di Bertolaso, a Conchita Sannino di dichiarava che nella cava di Chiaiano non vi erano 300 metri cubi di amianto, bensì un quantitativo di gran lunga maggiore,vale a dire circa 10 mila tonnellate, e precisava che non si trattava di amianto allo stato solido (quello che conosciamo solitamente in eternit impastato con il cemento), ma - circostanza ancor più grave - in fibre. Il fatto era allarmante, perché l'amianto era in fibre libere e volatili, contenute in sacchi di amianto. Dopo pochi giorni, il 16 novembre, il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, dottor Alessio, comunicava tramite un'intervista a che erano state scoperte quattro vasche nella discarica di Chiaiano, il che fa presupporre che, poiché in ogni vasca ci sono 2 mila tonnellate di materiale, fosse più veritiera la dichiarazione di Giannini che quella di Bertolaso: quattro vasche, che sono poi diventate cinque, presuppongono la presenza di 20 mila tonnellate di amianto o di materiale inquinante. Quindi, non era vero quanto dichiarato da Bertolaso nella sua denuncia iniziale di 300 metri cubi. Successivamente, il 17 ottobre, si era dato incarico alla IBI Spa che, a sua volta, in subappalto, affidava alla Edilgen un piano di lavoro per la bonifica dell'amianto all'interno della costruenda discarica di Chiaiano. Era stato presentato il solito piano all'ASL per avere le solite autorizzazioni di rito. Vi è, pertanto, una discrasia fortissima (ovvero quasi un'omissione, ed ho il dubbio che si tratti di un'omissione terribile) tra la dichiarazione sull'amianto scoperto nella cava di Chiaiano agli inizi di ottobre da parte della struttura di Bertolaso, il quale ha dato incarico ad alcune ditte di fare lavori di manutenzione e di movimentazione dell'amianto, e la denuncia successiva, avvenuta probabilmente solo perché c'è stata la denuncia dei comitati civici. Pertanto, un comportamento così omissivo, attraverso il quale si cercava di nascondere quello che stava succedendo a Chiaiano, ci lascia molto preoccupati, perché significa che non si vuol fare un accertamento né un'attività di carotaggio per vedere se a Chiaiano esista un disastro ambientale, quindi perseguibile articolo 434 del codice penale. Non si vogliono tutelare la vita e la salute dei cittadini di Chiaiano, di Marano, di Mugnano, e si sta scherzando sulla pelle della gente. Perciò, caro Presidente Fini, chiedo che venga subito il Governo a darci immediatamente spiegazioni su quello che sta succedendo a Chiaiano.
. Onorevole Barbato, la prego di concludere.
. Infatti, a Chiaiano - eventualmente continuerò dopo - c'è un disastro ambientale in corso. Il Governo venga a darci spiegazioni e delucidazioni.
. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, nell'emendamento De Biasi 7.30 viene affrontato il problema di chi pone gli stanziamenti di bilancio per le campagne informative. L'aggiunta della parola «suddette», in effetti, chiude il cerchio e indica il Ministero dell'ambiente e la Protezione civile, e non eventuali altre amministrazioni coinvolte, che, per esempio, potrebbero essere quelle comunali. Pertanto, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento.
. Il relatore?
, . Signor Presidente, convinto dai colleghi e dal sottosegretario, esprimo parere favorevole.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 7.30, accettato dalla Commissione e dal Governo.
. Signor Presidente, questo emendamento è molto serio, perché la stesura del comma 4 dell'articolo 7, a mio avviso, si presta ad un ricorso all'Autorità delle comunicazioni. In questo comma, c'è scritto in modo molto chiaro che il Ministro dello sviluppo economico è autorizzato a modificare il contratto di servizio della RAI, che è un atto parlamentare vagliato e approvato dalla Commissione bicamerale di vigilanza RAI. Tale contratto è stato approvato nella scorsa legislatura all'unanimità dalla citata Commissione. In detto contratto ci sono tutte le opportunità di inserire le campagne informative di cui si parla nei commi precedenti: non si capisce per quale motivo siamo arrivati al punto vergognoso che un Ministro modifichi un atto parlamentare. Si tratta di una cosa gravissima, soprattutto nel campo dell'informazione! A ciò si aggiunga che si dice un'altra cosa, e cioè che si modifica il contratto non per fare campagne informative, ma per produrre - lo sottolineo - anche con il coinvolgimento anche della sede RAI di Napoli. Vorrei sapere se arriveremo a fare, dopo «Il posto al cassonetto», perché è inevitabile che venga il piccolo dubbio che vi sia un accordo fra case di produzione e che vi sia, ancora una volta, l'obiettivo di favorire una parte della produzione televisiva italiana rispetto alle altre. Milano non ha lo smaltimento dei rifiuti? Non può produrre anche la sede RAI di Milano? Cari colleghi della Lega, sveglia! Voi dormite su questo! Siete tanto federalisti e poi vi fate fregare da questi articoli ! Quindi, signor Presidente, dico con grande chiarezza che è illegittimo questo emendamento. Un Ministro che modifica un atto parlamentare: ma stiamo scherzando? A questo siamo arrivati? Bonaiuti non si presenta in Commissione e manda le lettere, un Ministro modifica i regolamenti parlamentari: mi pare che abbiamo superato i limiti della decenza .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.
. Vorrei rivolgermi al Presidente della Camera, intanto per ringraziarlo per l'estrema sensibilità con la quale ieri lei e gli uffici avete chiarito una questione delicatissima che riguardava proprio l'editoria, rispondendo ad una questione posta dai colleghi del centrodestra e dal gruppo del Partito Democratico, relativa all'autonomia della Camera, che in questa materia aveva votato la centralità del voto delle Commissioni e della Camera rispetto alle modalità di discussione della legge sull'editoria. Spero che il sottosegretario Bonaiuti voglia tener conto della sua osservazione, ma, signor Presidente, si legga le considerazioni qui svolte dall'onorevole De Biasi e, nei giorni scorsi, dall'onorevole Levi. Questo testo, così com'è formulato, credetemi, è sbagliato, apre un precedente molto rischioso. Io sono tra i più convinti del fatto che si debba usare la campagna di Pubblicità progresso, di promozione, di coinvolgimento non solo della RAI, ma delle varie emittenti, anche per segnalare attenzioni, per creare coscienza civica. Non si tratta, quindi, solo di un problema di rapporto tra Governo e opposizione, main questo testo, signor Presidente, scompare il ruolo e la funzione del Dipartimento per l'editoria: che cosa c'entra il Ministero dello sviluppo economico? Perché introduciamo altre fattispecie, altre convenzioni? È sbagliato! In una materia così delicata - non mi riferisco solo al tema dei rifiuti, che già è delicato in sé, ma anche alle modalità della campagna istituzionale - rischiamo di introdurre precedenti utilizzabili, colleghi, da qualsiasi Governo: si introduce un precedente sbagliato. Signor Presidente, esiste già una convenzione tra lo Stato e la RAI che, come è stato ricordato dagli onorevoli De Biasi e Levi, prevede già la trasmissione dei messaggi di pubblica utilità, ossia già interviene su questa materia, ed è prevista anche la possibilità di convenzioni in sede regionale. Perché, allora, mettiamo la questione in capo al Ministero dello sviluppo economico? Perché introduciamo una forma surrettizia e sbagliata di controllo, rispetto alla tradizione? Colleghi, questo non ha senso comune e inserire addirittura in una norma, signor Presidente, un riferimento alla televisiva o ai programmi di varietà, significa che noi stiano affermando che è possibile dare indicazioni di palinsesto. Ciò può essere assolutamente fondato, ma allora lo dovrebbe valutare la Commissione di vigilanza o si dovrebbe presentare un ordine del giorno alla Camera. Non si crea un precedente di questa natura, non si dà un'indicazione di questo tipo, che è sbagliata nel metodo e nel merito, e rischia anche di essere inefficace. Allora, signor Presidente, sarebbe molto più incisivo coinvolgere non solo la RAI, ma compiere un'altra operazione, persino con la Presidenza della Camera: si convochino in via straordinaria i rappresentanti delle grandi imprese italiane per realizzare una grande campagna di promozione. Ma scusi, signor Presidente, perché poi introduciamo la questione sul tema specifico, mentre quando abbiamo affrontato tutti insieme, ad esempio, con il Ministro Damiano, il grande tema delle stragi sul lavoro è stata una fatica persino progettare e programmare uno che andasse in onda ogni tanto? Qual è la scala delle emergenze? In ogni provvedimento introdurremo un passaggio che richiami il servizio pubblico o l'emittente ad una campagna straordinaria? Secondo quale gerarchia, secondo quale gradualità? Ha ragione l'onorevole De Biasi: perché con riferimento alla Campania diciamo «sì», mentre domani diremo «no» su alcune grandi emergenze di altre regioni di questo Paese? Mi permetto di dirlo con passione, ma senza spirito polemico: credo che questo testo vada congelato, vada ritirato e non votato, o quanto meno che sia necessario modificare la ragione e il punto di coordinamento di questo progetto, che va riportato agli interlocutori naturali (in questo caso il Dipartimento per l'editoria), ma eviterei qualsiasi riferimento che non sia già contenuto nelle norme vigenti in materia di rapporto tra la RAI, e in generale l'emittenza, e il Parlamento. In questo caso, ogni modifica surrettizia potrebbe essere salutata con favore dicendo che faremo una cosa di questo tipo, brevemente; quando si crea, invece, un precedente, l'ebbrezza di maggioranza è pericolosissima, perché si innescano precedenti che oggi sembrano meravigliosi, ma dopodomani si capirà che si è innescato qualcosa di profondamente sbagliato dal punto di vista del metodo e del merito. Pertanto, come è stato detto già da altri colleghi, chiederei di ritirare questo testo; mi pare la via migliore per questo Parlamento .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zampa. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei intervenire anch'io sulla questione e vorrei anche che la maggioranza ascoltasse, perché il tema dell'informazione è cosa davvero importante, alla quale credo che tutti dobbiamo prestare attenzione. L'articolo in esame, se non fosse gravissimo, sarebbe semplicemente ridicolo;lo potremmo titolare sostanzialmente «gravissimo, se non ridicolo», perché infatti vi si prevede che persino le ispirate dal Governo, in particolare quelle realizzate a Napoli, raccontino agli italiani dei rifiuti. A questo proposito, mi domando come si pensa di cambiare l'immagine di Napoli, visto che la si continua a legare (e la si vuole legare anche nelle sempre ai rifiuti.
. Deve concludere, onorevole Zampa. Le ricordo che sta intervenendo per dichiarazione di voto a titolo personale e ha solo un minuto a disposizione.
. Signor Presidente. Questo tema è gravissimo, perché rileva quale concezione questo Governo abbia delle relazioni con un'azienda autonoma. Voi dovete ricordarvi che l'autonomia della RAI non consente di fare propaganda.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, dopo l'intervento esauriente, preciso e puntuale dell'onorevole Giulietti, ribadisco gli stessi concetti testè affermati dall'onorevole Giulietti stesso, invitando al ritiro del testo del comma 4. Anzi, ove mai ciò non avvenisse, in linea di principio gradirei apporre la mia firma all'emendamento De Biasi 7.31, proprio perché è una proposta ben calibrata e ben impostata, e per tale ragione la condivido. In primo luogo naturalmente chiedo che il testo del comma 4 venga ritirato, proprio perché su una materia così importante e così sensibile come l'informazione, di cui l'onorevole Giulietti con l'Associazione «Articolo 21» è un decano e un faro, spero che ci ascoltiate, e che si dia ascolto ai nostri suggerimenti.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, siccome questa non è una norma essenziale nel testo, credo sia importante accogliere la proposta dell'onorevole Giulietti di ritirare il comma, in quanto queste possibilità vi sono già nell'ordinamento attuale. Il senso di questa disposizione è un po' come reintrodurre l'agenzia Stefani, di ben nota memoria, nel periodo contemporaneo; esiste soltanto una fonte che fa propaganda e dà informazioni al Paese e questa è il Governo. Credo che sarebbe molto pericoloso questo principio che, tra l'altro, è gratuito, perché già con il contratto di servizio attuale si può fare ciò che voi volete fare. Credo, quindi, che ciò che hanno sostenuto l'onorevole Giulietti, gli altri intervenuti e la proponente onorevole De Biase sia fondato. Proporrei, quindi, al relatore di riformulare l'emendamento in termini sostanzialmente soppressivi di questo comma.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intendo ringraziare i colleghi De Biase e Giulietti per aver posto ancora una volta una questione di grande serietà. Da relatore del contratto di servizio RAI-Ministero delle comunicazioni 2007-2009 posso confermare che il contratto contiene tutte le misure per prevedere qualsiasi campagna informativa che il Governo, per l'utilità pubblica, decida di svolgere. Anch'io credo che sarebbe un grave precedente se una legge si permettesse di dettare i contenuti alla RAI: non abbiamo bisogno di questo, pertanto anch'io mi appello al Governo affinché questa parte del provvedimento sia stralciata.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, mi dispiace avere solo minuto a disposizione, perché avrei bisogno di un'ora perle cose che ho da dire. Lancio un appello, in particolare alla collega Bergamini, che siede dall'altra parte dell'emiciclo e che conosce bene la RAI. Finora, a mio avviso, è stato fatto un gioco abbastanza sporco sull'informazione relativa ai rifiuti: in campagna elettorale non mancavano immagini di cassonetti, anche quando a Napoli in certi giorni erano vuoti, e si vedevano sempre le stesse immagini d'archivio di cassonetti pieni. Ora, da un po' di tempo, tutto quello che c'è in provincia di Napoli non si vede più, anche se di immondizia da filmare ce ne sarebbe ancora. A Catania nessuna telecamera ha filmato un cassonetto pieno. È segno che dietro vi è un disegno anche propagandistico. A mio avviso, per la dignità della RAI e dell'informazione pubblica, non è tollerabile che si continui a dire che la propaganda è il mezzo migliore per informare i cittadini. Con la Commissione di vigilanza RAI non ci state dando una grande lezione, speriamo che in Parlamento possiate rimediare ai vostri errori.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, credo che attribuire al Ministro dello sviluppo economico anche il compito di dettare i modi e i tempi delle campagne governative che, invece, dovrebbero inerire al contratto tra lo Stato e chi esercita il servizio pubblico, ossia la RAI, costituisca un precedente che ci riporta indietro a tempi in cui l'informazione era a senso unico ed era controllata in modo diretto dalla politica. Non credo che ciò vada bene: se non si può ritirare l'emendamento in esame, invito, quanto meno, ad accantonarlo, per prendere un po' di tempo e consentire al Governo e al Comitato dei nove di valutare meglio la situazione.
, Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei svolgere una precisazione. Si parla del Ministero dello sviluppo economico semplicemente perché non c'è più il Ministero delle comunicazioni e, nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico, vi è un sottosegretario con delega alle comunicazioni. Questa è la prima questione: non vi è una strategia secondo la quale il Ministero dello sviluppo economico diventa il occulto del contratto di servizio. Vi è un sottosegretario delegato alle comunicazioni nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico. Evidentemente qui si cita il Ministero e non il sottosegretario. In secondo luogo, ritengo che le campagne divulgative ed informative debbano prevalentemente avvenire attraverso i mezzi radiotelevisivi e telematici previsti dal comma 4 dell'articolo 7, anche perché sono i più funzionali. Ritengo anche, peraltro, che il richiamo al centro di produzione di Napoli (uno dei quattro, cinque centri di produzione nazionali) abbia un valore anche simbolico, considerato che parliamo di un decreto-legge che affronta un'emergenza e che ha una scadenza, perché fissa una data certa per la fine della sua cogenza (di conseguenza, non si tratta di previsioni che, per gli anni a venire, incidono in maniera generalista anche su questo tipo di attività informativa) e per il fatto che il decreto-legge in esame, affrontando «l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania», ha, ripeto, un valore anche simbolico. Inoltre, la «e» inserita prima delle parole «di con particolare riguardo ai programmi realizzati presso la struttura di produzione RAI di Napoli» è una congiunzione. Stante tutta questa premessa, sinceramente non comprendo il motivo dello scandalo, perché si tratta dello stesso soggetto che se ne sarebbe occupato, qualora il Governo precedente non avesse ridotto il numero dei Ministeri. Non capisco, quindi, la polemica. Ritengo che, se si vuole precisare meglio il contenuto - che peraltro, colleghi, è stato lungamente dibattuto in Commissione(mentre in sede di Comitato dei nove non ha suscitato alcun tipo di clamore né di sospetto né di dubbio) -, si possa utilmente presentare un ordine del giorno, nel quale precisare meglio i contorni dell'uso del contratto di servizio, da parte del sottosegretario per lo sviluppo economico con delega alle comunicazioni, rispetto alla produzione di questi elementi divulgativi.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Merlo. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'onorevole Ghiglia non è sufficientemente informato - e prego, su questo aspetto, di tenere conto della proposta avanzata dall'onorevole Giulietti -, perché tutte le campagne di pubblica utilità sono state programmate, pianificate e gestite dal Dipartimento editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e ad esso sono riconducibili. Non è mai successo che un Ministro dell'economia venisse incaricato di organizzare eventi di questo genere. Qui si parla addirittura di . Prego veramente gli uffici della Camera di tenere conto di questa anomalia contenuta nel provvedimento in esame, che rischia di innescare un precedente denso di equivoci. Concludo, signor Presidente: che cosa faremmo se, ad esempio, nel Piemonte il fenomeno delle morti bianche sul lavoro dovesse diventare un'emergenza nei prossimi tempi? Appalteremmo il problema al centro di produzione RAI del Piemonte? Qui c'è un problema di fondo: non possiamo alterare le prerogative degli organismi preposti. Il centrodestra è stato lestissimo nell'occupare la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Oggi rispetti le prerogative di quella Commissione
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, sento ancora parlare a sproposito del problema della vigilanza RAI, che credo ormai sia solo un problema all'interno della compagine di opposizione, all'interno del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori. Vi assicuro che ai nostri concittadini non interessa assolutamente nulla di questo problema. Poi, vorrei rassicurare l'onorevole Barbato, che prima ha parlato dei lavoratori napoletani che si stanno agitando per raccogliere i rifiuti, che se ogni tanto si agitano non gli fa male, ve lo assicuro
. Razzista!
. Onorevole Bossa, cosa c'è?
. Signor Presidente, sono veramente indignata per le parole del collega che mi ha preceduto. Che ne sa dei lavoratori napoletani, di cosa parla?
. In ogni caso, non è legittimata ad esprimersi come ha fatto prima. Quindi, la prego di non insistere. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melandri. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, credo che siamo di fronte ad un vero e proprio scivolone, nel migliore dei casi ad un contenuto totalmente superfluo e, nel peggiore dei casi, ad un atto profondamente improprio. Le parole del relatore non hanno affatto tranquillizzato, anzi. Credo che tutta l'Aula dovrebbe rendersi conto che si tratta di una materia molto sensibile, come il pluralismo e la trasparenza nell'informazione, in più applicata al dominio dell'uso strumentale. Abbiamo visto cosa è successo nel nostro Paese circa l'uso dell'informazione sul tema dei rifiuti durante e dopo la campagna elettorale. Innanzitutto, vorrei ringraziare gli onorevoli De Biasi e Giulietti, per aver sollevato in quest'Aula con forzaun tema che dovrebbe stare a cuore a tutti. Esiste già il contratto di servizio ed è totalmente improprio affidare al Governo, pur nella competenza del Ministero dello sviluppo economico...
. Onorevole Melandri, la ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landolfi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, non entro nel merito della questione sollevata dall'emendamento dell'onorevole De Biasi, ma intendo solo ricordare che il contratto di servizio non è un atto del Parlamento, ma è un contratto stipulato tra il Ministero delle comunicazioni e la RAI, sul quale la Commissione parlamentare di vigilanza, cioè il Parlamento, esprime un parere, sicuramente autorevole, ma, come tutti gli altri, obbligatorio e non vincolante. Quindi, non ci troviamo di fronte ad un atto di prevaricazione del Governo rispetto ad un atto del Parlamento, ma ad un contratto tra le parti, stipulato appunto tra la RAI e il Ministero, che ha ricevuto un parere obbligatorio, ma non vincolante.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo per dire che, se un comico in televisione in questi giorni facesse una lettura del comma 4 dell'articolo 7 che stiamo discutendo, verrebbe immediatamente accusato di insultare la maggioranza, di essere fazioso nei confronti del Presidente del Consiglio e di essere denigratorio. Se in un film alla Nanni Moretti, ad un certo punto, venisse mostrata una scena nella quale appare l'incredibile anomalia di un Ministro dell'economia che diventa responsabile dei programmi della RAI, immediatamente la reazione sarebbe: esagerati, non è possibile! Si possono avere dei dissensi politici, ma non così drammaticamente accusatori. Qui siamo di fronte al ridicolo, se non fosse che siamo di fronte al potere. Il nostro collega, poco fa, ci ha detto che ai cittadini non interessa nulla. Signor Presidente, purtroppo è vero, perché i nostri colleghi giornalisti, in questo momento, hanno avuto istruzioni di non occuparsi della discussione su questo punto. I telegiornali non apriranno con questo argomento; per questa ragione ai cittadini non interessa ed una vergogna di più sarà compiuta .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, al di là del merito di questo emendamento, che ha una certa importanza nei profili del rapporto tra l'informazione, l'informazione pubblica, la libertà di stampa e così via, intervengo per osservare che i colleghi della Lega, che fanno parte della stessa maggioranza alla quale mi onoro di appartenere, dovrebbero rendersi conto che vi sono, nella maggioranza che essi condividono, delle sensibilità che possono essere diverse dalle loro su molti problemi ed essi non possono non tenerne conto. L'Italia è una e non è possibile considerare con discorsi ironici o sarcastici le condizioni dei lavoratori di Napoli o della Sicilia o del Mezzogiorno Lo dico perché, nella sensibilità di far parte della stessa maggioranza, serve un rispetto per i sentimenti di ciascuno di noi, perché, altrimenti, i nostri rapporti diventerebbero impossibili, se ciascuno di noi dovesse considerare di rappresentare soltanto uno spicchio o una piccola fetta del Paese. Pregherei, quindi, il capogruppo della Lega di voler rettificare, quando è necessario, gli interventi di alcuni suoi colleghi, che non sono rispettosi, come dovrebbero essere, dell'unità nazionale .
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, l'intenzione del Governo è di arrivare comunque e presto alla soluzione della vicenda intera e di chiudere velocemente anche questo decreto su Napoli. Credo che da parte di diversi esponenti della maggioranza e da parte del relatore fossero state date sufficienti informazioni, che potevano comunque chiudere il discorso, ma vi sono ancora alcune zone d'ombra; pertanto, per dimostrare una certa apertura da parte del Governo, a differenza di quanto fino ad oggi si è detto, potremmo anche approvare la riformulazione che viene sostanzialmente proposta di questo comma con l'emendamento in esame. È un emendamento che, evidentemente, sostiene le stesse cose in termini più generici. Posto che la finalità espressa, tanto nel testo originario, quanto nell'emendamento, è la stessa, direi che possiamo accogliere questo emendamento e procedere con i lavori.
. Chiedo al relatore se condivida il parere del rappresentante del Governo.
, Signor Presidente, lo condivido, fermo restando quello che ho detto prima.
. Credo che sia necessario a questo punto che il Comitato dei nove si riunisca per modificare il parere precedentemente espresso, anche perché c'è un parere contrario della Commissione bilancio. È necessario, quindi, che la Commissione si riunisca per cinque minuti per verificare se vi siano oneri di spesa.
, Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, Signor Presidente, se aggiungessimo le parole: senza maggiori oneri a carico dello Stato, probabilmente potremmo evitare la sospensione e procedere con le votazioni.
. Onorevole De Biasi, credo che sia una richiesta più che opportuna quella di inserire nel suo emendamento: «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»; poi la Presidenza valuterà.
. Va bene!
. Possiamo quindi porre in votazione l'emendamento De Biasi 7.31 nel testo modificato, aggiungendo le parole: «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica», per cui il problema è superato. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 7.31, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
. Con l'articolo in esame si introduce in realtà un elemento che a noi pare abbia sapore meramente propagandistico. Nella scuola l'educazione ambientale si fa da molti e molti anni: pregevolissimo è stato il lavoro che si è fatto nelle scuole in sinergia con le associazioni ambientaliste, con Legambiente, con il WWF, con il FAI. L'educazione ambientale, però, con l'articolo 7- introdotto dalla Commissione sembrerebbe assumere il carattere di una vera e propria disciplina. Su questo molti interrogativi ci poniamo: in un momento in cui si prova a tagliare, anzi si è programmato un secco taglio, lo ricordiamo, di 7 miliardi e 832 milioni in tre anni, che passa attraverso la riduzione dell'orario scolastico, e quindi attraverso la riduzione delle discipline e l'accorpamento delle classi di concorso degli insegnanti, che si introduca addirittura una nuova disciplina, sembra quanto meno in contraddizione. La Commissione bilancio ha aggiunto poi il comma 2 nel quale si prevede che ciò avvenga senza ulteriori oneri per lo Stato: a noi sembra che, mentre è assolutamente auspicabile che venga rafforzato ciò che nelle scuole già si fa, cioè l'educazione ambientale, l'educazione al riciclo, l'educazione al riuso e alla raccolta differenziata, al guardare all'ambiente come un patrimonio ad esaurimento e quindi che è necessario tutelare e valorizzare, inserire una materia, una vera e propria disciplina qual è l'«educazione ambientale» abbia ben poco senso, se fatto in questo modo. Nel nostro emendamento che sto illustrando, timidamente proviamo almeno a delimitarne i contorni, e a prevedere quindi che ciò avvenga nel primo ciclo di istruzione, nell'ambito delle materie scientifiche. Rimaniamo convinti che l'educazione ambientale sia un'educazione trasversale, che si possa fare educazione ambientale, trattando di storia, di lingua italiana, di lingua straniera, di matematica, ma è chiaro che nel momento in cui si vuole introdurre una nuova disciplina, questa deve essere inserita nell'ambito delle materie scientifiche. Ci poniamo però il problema che in questo momento si carica sulla scuola, già provata da tagli straordinari ed indiscriminati, da tagli che non prevedono l'individuazione del profilo in uscita e degli obiettivi di apprendimento relativi a quel profilo, ma che colpiscono indiscriminatamente tutti gli ordini di scuola; a ciò si aggiunga il fatto che si intende introdurre addirittura una nuova disciplina, senza segnalare chi la insegnerà, in quale ambito di insegnamenti viene introdotta e quale sarà il carico, gli orari. Rispetto a ciò, l'appello che rivolgo è di guardare alla scuola per quello che è, un sistema comunque complesso che ha bisogno di attenzione e non di essere sovraccaricato di tutti i problemi del Paese, soprattutto in questo momento in cui, in realtà, essa è sovraccaricata di tagli e di penalizzazioni .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, inserire l'educazione ambientale è effettivamente qualcosa di fondamentale ed importante per la crescita ed il rilancio di una regione. Nel momento in cui cerchiamo di formare le nuove generazioni non è giusto,però, che esse assistano a spettacoli indecenti e anche criminali, se vogliamo usare i termini giusti, come sta accadendo nella gestione dell'emergenza rifiuti in Campania. Mi riferisco sempre alla cava di Chiaiano, e ciò malgrado vi abbiamo detto che c'è un utilizzo improprio di mezzi e di lavorazione dell'amianto, che con mezzi satellitari è stato scoperto che il livello di piano della cava di Chiaiano è salito negli anni 2000-2006 a causa dei tantissimi rifiuti tossici e velenosi presenti in quel territorio, e che le ceneri del palazzo di giustizia di Napoli incendiato sono state portate sempre lì, in quel territorio. E ciò, malgrado vi abbiamo detto che vogliamo che vi sia un'attenzione per la cura dell'ambiente, che bisogna sanare quel territorio ferito, la natura, ed evitare che si rischi sulla pelle della gente. È questa la ragione del mio intervento: per quanto gravi, dei conflitti di interesse - sulla RAI o sulla questione di Berlusconi - a me interessa molto di meno! A me interessa invece, questa mattina, preoccuparmi delle ansie e delle paure dei napoletani e dei campani, perché nella cava di Chiaiano si stanno condannando a morte i napoletani ed i campani ma, malgrado vi abbiamo detto queste cose, non c'è, riguardo a questo profilo, nessuna attenzione. Perché vi state accanendo - ve lo abbiamo già detto - a non sanare quel territorio? Tra l'altro, e mi rivolgo a chi non vuole ascoltare, le cave di Chiaiano sono state acquistate dalla Fibe da alcune persone anzianissime probabilmente vicine al clan dei Casalesi, che le hanno acquistate per poche migliaia di euro per poi rivenderle alla Fibe per milioni di euro. Questi sono i grossi interessi che si nascondono e che si vogliono probabilmente coprire, ma noi su questo vogliamo vederci chiaro e vi diciamo che, per quanto mi riguarda, non mi interessa del conflitto di interessi di Berlusconi, quanto piuttosto del conflitto di interessi di Bertolaso ! Mi interessa del conflitto di interessi del sottosegretario Bertolaso, perché non è possibile che chi è delegato alla Protezione civile e a tutelare la vita degli uomini e delle donne metta in moto un meccanismo, con le deroghe che si stanno approvando con il decreto-legge sull'emergenza rifiuti al nostro esame, di attività e di iniziative che nuocciono, sono pericolose, ammazzano i cittadini e possono portare la morte ai napoletani e ai campani. Questa è la ragione per cui intervengo: qui c'è un conflitto di interessi in atto perché il delegato alla Protezione civile è delegato anche a mettere in moto delle procedure che ammazzano i cristiani e che ammazzeranno i napoletani ed i campani! Ecco perché poi viene forte la rabbia o la passione o l'indignazione (chiamatela come volete): non se ne può fare a meno quando si scherza sulla pelle dei cittadini, sulla salute degli italiani e sull'ambiente! Non solo: il conflitto di interessi di Bertolaso deriva anche dal fatto che, se non erro, Bertolaso è il capo del Dipartimento della Protezione civile, è un dipendente pubblico. Dunque, veste contemporaneamente i panni del dipendente pubblico, del dirigente pubblico, e del politico, di sottosegretario di Governo. Ma non solo: Bertolaso è il sottosegretario dell'emergenza rifiuti in Campania e anche il delegato per la bonifica in Campania. Signor Presidente, la nostra insistente domanda è che si bonifichi Chiaiano. Vi abbiamo fornito una serie di elementi precisi sulla base dei quali vi chiediamo di effettuare la bonifica. Non vi chiediamo di non realizzare le discariche, ma di bonificare.
. La prego di concludere, onorevole Barbato.
. Tuttavia, oggi, con il conflitto di interessi di Bertolaso non si risolverà niente, ma si porterà avanti l'omicidio di Stato. Per questo motivo Bertolaso è assente da quella poltrona !
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, colleghi, lo spirito costruttivo della nostra azione politica, dell'Unione di Centro, è posto in essere soprattutto quando i provvedimenti in gioco sono rivolti al cittadino, alla tutela della salute e, soprattutto, a vantaggio dell'ambiente. Pertanto, l'Unione di Centro voterà a favore del provvedimento in esame. Vorrei soltanto sottolineare quanto sia importante, nelle scuole, educare i nostri giovani che nell'ambiente e, soprattutto, dall'ambiente debbono avere la certezza di tutela della propria salute e di una vita migliore. Riteniamo fondamentale l'azione da svolgere nelle scuole come informazione a favore dei nostri giovani, perché non si tratta soltanto del rispetto dell'ambiente, ma di conoscere anche il modo in cui gestire il pericolo proveniente, in particolare, dai rifiuti. Per tali motivi, noi dell'Unione di Centro voteremo a favore dell'emendamento Siragusa 7-.30 e contribuiremo, ancora una volta, ad approvare leggi serie e importanti come riteniamo siano i provvedimenti di questa mattina.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Siragusa 7-.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
. Signor Presidente, l'emendamento 7-.100 della Commissione riprende la considerazione relativa all'insegnamento dell'educazione ambientale nella scuola e rispetto ad esso ci asterremo per un motivo molto preciso. Sia chiaro: non siamo contrari all'educazione ambientale nella scuola, anzi riteniamo che debba essere una materia fondamentale e, proprio per questo, normata da una specifica legge. Ciò che, invece, ci colpisce molto è il fatto che l'emendamento in esame proposto dalla Commissione affronta, a nostro avviso, in modo demagogico la questione dell'insegnamento dell'educazione ambientale, senza poi specificare né legiferare relativamente all'argomento. Mi spiego meglio: sappiamo che oggi è in atto il riordinamento dell'istruzione della scuola elementare, media e superiore. Sappiamo, inoltre, che in questo ciclo di riordino verranno ridotte ulteriormente le ore di lezione per fare cassa, come ci è noto. Ci chiediamo chi debba insegnare l'educazione ambientale e se, qualora sia prevista una materia di educazione ambientale, sarà specifica o verrà insegnata dai professori di educazione civica, di educazione fisica o, ancora, dai professori di letteratura oppure si tratterà di un argomento affrontato all'interno dei processi del sistema educativo. Poiché l'educazione ambientale è un argomento ed uno strumento molto importante di formazione alla cittadinanza, chiediamo che venga disciplinato da una legge specifica, altrimenti - scusateci - a noi sembra soltanto demagogia .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'esprimere il mio voto favorevole sull'emendamento 7-.100 proposto dalla Commissione, intendo rapidamente approfittare per sottolineare un dato, contenuto nel suo precedente intervento, che lei, signor Presidente, ha ritenuto irrituale e che, invece, a nome di tutto il Parlamento riteniamo molto importante. Vorrei, cioè, sottolineare come in alcuni provvedimenti si possa riscontrare con forza da parte del Parlamento una precondizione culturale in relazione alle scelte politiche. Nel provvedimento in discussione abbiamo ritenuto di inserire un articolo concernente un disegno di legge già presentato su analogo argomento. Riteniamo che sia particolarmente curioso ascoltare alcuni interventi dell'opposizione - all'interno della quale so esistere una sensibilità ambientale spiccata e molto ampia - che mettono in discussione questo provvedimento. Esso ha una fortissima valenza simbolica. Si dice che il problema ambientale faccia parte della formazione pedagogica dei giovani e, pertanto, si inserisce all'interno dell'insegnamento delle nostre scuole pubbliche una materia come quella della tutela ambientale e della sensibilità ambientale e si pone al centro del dibattito culturale della nazione e del Paese un tema che, poi, tutti siamo capaci a definire come centrale nelle dinamiche internazionali e nelle discussioni generali sul destino del pianeta. Pertanto, riteniamo fondamentale l'approvazione dell'articolo 7- e dell'emendamento della Commissione in esame. Vorrei fare riferimento ad un'immagine bellissima, utilizzata dal presidente onorario del FAI (Fondo per l'ambiente italiano), la signora Crespi, quando afferma che la bandiera italiana è un mosaico costituito da tasselli, che rappresentano i variegati paesaggi ambientali e culturali dell'Italia. Tale insegnamento crea una condizione all'interno della scuola, che porta i ragazzi italiani ad avere la percezione di questo enorme patrimonio. Ringrazio la Commissione ed il Parlamento per l'articolo in esame che, finalmente, introduce con forza all'interno delle scuole, l'approfondimento necessario a formare giovani che, certamente, abbiano delle cognizioni importanti in termini di istruzione, ma che abbiano anche una grande consapevolezza diffusa di questo enorme patrimonio, costituito dal patrimonio ambientale dell'Italia
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-.100 della Commissione, accettato dal Governo.
. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di sostituire al comma 2 dell'articolo 7- le parole «di concerto con il Ministero dell'ambiente», con le parole «sentito il Ministero dell'ambiente». Riteniamo, infatti, ancora una volta, che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca debba essere autonomo,in particolare in questa scelta, e che tale materia appartenga prevalentemente al Ministero stesso. Ci sembra che, in questo momento e con questo Governo, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sia, in realtà, molto condizionato tutte le volte che opera delle scelte, anche dal punto di vista pedagogico e didattico, quando non dal Ministero dell'economia, come in questo caso, anche dal Ministero dell'ambiente. Pertanto, chiediamo che venga riconosciuto valore, principalmente, alla scelta relativa alla destinazione dell'organizzazione della materia ambientale al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pes 7-.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
. Signor Presidente, questo emendamento mira a realizzare davvero l'articolo 7- in relazione al quale, giustamente, il collega, onorevole Granata, ha da poco sottolineato l'importanza dal punto di vista della formazione e delle coscienze dei giovani. L'articolo 7-, come tutti sapete, introduce l'educazione ambientale nella scuola e, tuttavia, si conclude, al comma 2, con una chiusa che afferma: con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (...) sono definite le modalità attuative delle disposizioni di cui al presente articolo, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. La proposta emendativa che intendo illustrare sostiene il contrario di questa chiusa. Esso chiede di sostituire le parole «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica» con le seguenti: «anche in deroga ai vincoli di bilancio di cui all'articolo 64, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008 n. 133». Tutto ciò implica il contrario di quanto affermato nell'articolo. Se davvero vogliamo introdurre un nuovo argomento nei programmi della formazione scolastica dobbiamo anche sapere che questo avrà un costo. Siamo in un Paese che propone la formazione ambientale, ma vuole che nella scuola (senza specificare le ore o le finanze) essa venga impartita non si capisce bene con quali risorse. Siamo a favore dell'ambiente, tuttavia, essendo al quarantaquattresimo posto della classifica dei 57 Stati a maggior emissione di CO2, abbiamo un Presidente del Consiglio il quale dichiara di essere pronto a porre il veto sull'adesione al Protocollo di Kyoto. Come ho scoperto stamattina uscendo da casa, vi è anche un sindaco che ha tolto le zone blu e ripristinato le zone bianche, con ciò incoraggiando gli automobilisti romani ad uscire con la macchina molto più di prima. Vorremmo una certa coerenza fra i provvedimenti manifesto, che hanno unforte valore ideologico, e la loro realizzazione da parte del Governo. Pertanto, chiediamo che per l'educazione ambientale, che riteniamo un valore, vengano stabilite apposite risorse, anche in deroga alla legge n. 133 del 2008
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bachelet 7-.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
. Signor Presidente, intervengo per illustrare una proposta emendativa a cui teniamo e che riguarda...
. Chiedo scusa, onorevole Rosato, ma lei è già intervenuto sul complesso degli emendamenti, quindi occorre che a parlare sia eventualmente un altro dei firmatari.
. Parlerò subito dopo, signor Presidente, grazie.
. Essendo intervenuto sul complesso degli emendamenti non può parlare su questo emendamento. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rosati 8.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
. Signor Presidente, naturalmente non perorerò la causa dell'approvazione dell'emendamento precedente, sebbene mi dispiaccia che sia stato respinto, perché di fatto depotenzia il Corpo nazionale dei vigili del fuoco in Campania. In sostanza, si prendono 35 persone del Corpo nazionale e vengono destinate a compiere un altro lavoro. Detto ciò, mi auguro che questo emendamento successivo, che è una riformulazione tecnica che hanno presentato alcuni colleghi, venga approvato, ma colgo anche l'occasione per una precisazione che mi sta a cuore. La politica generalmente ha lacapacità e la caratteristica di saper dividere anche sulle cose su cui non deve dividere. Ci tengo a precisare che, da parte mia (ma ritengo anche del mio gruppo), il lavoro di Guido Bertolaso a capo della Protezione civile è un lavoro apprezzato per come lo ha portato avanti prima e per come lo porta avanti oggi. Certo, si possono fare tutti i distinguo sui fatti, sulle modalità operative o sulle scelte politiche, ma al di là di questo c'è un sistema, che è quello della Protezione civile nazionale, che funziona e credo che questo vada riconosciuto. Così come - ed è il tentativo che abbiamo fatto con questi emendamenti, con quello precedente in particolare - è necessario rafforzare il sistema di difesa civile e di soccorso pubblico sul territorio. La scelta del Governo di non destinare risorse a sostegno della spina dorsale di questo sistema di protezione civile, ovvero del sistema dei vigili del fuoco, non è in linea con quelle che sono le necessità del nostro Paese. Mi auguro che questa possa essere una discussione che non si svolga solo, in maniera incidentale, all'interno di un decreto, l'ennesimo, sui rifiuti in Campania ma che sia fatta anche al di là delle situazioni emergenziali che spesso si manifestano nel nostro Paese, affinché esse trovino, da parte di questo di Parlamento e del Governo, l'attenzione a prevenire e non solo ad intervenire quando i disastri si verificano .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, in merito a questo articolo, con il quale intendiamo rafforzare i compiti antincendio al servizio della struttura messa in campo per questa emergenza rifiuti in Campania, volevamo precisare in meglio la questione dell'assegnazione a comando dei trentacinque vigili del fuoco. Ciò affinché si specifichi anche l'assegnazione del personale operativo e vi sia, quindi, una maggiore definizione di quali debbano essere i trentacinque distaccati del corpo dei vigili del fuoco.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 8.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
. Signor Presidente, entriamo nel vivo di un argomento che per l'Italia dei valori è determinante per la valutazione finale del decreto stesso. Abbiamo sempre parlato di decreto per l'emergenza dei rifiuti in Campania: in realtà, in questo articolo, infiliamo nuovamente una cosa che la Comunità europea aveva convinto il Governo a togliere dal provvedimento n. 1441- e cioè i soldi sul CIP6 e, in questo caso, anche i soldi dei certificati verdi. Sappiamo bene quanti miliardi di euro la questione del CIP6 sia già costata alle tasche dei cittadini italiani, attraverso la bolletta. A partire dagli anni tra il 1991 e il 1992, quando è stato istituito il CIP6, siamo ben oltre 15 miliardi di euro assegnati. Ancora in questi giorni stiamo pagando più di 6 miliardi di euro in bollettaper quel CIP6 ancora residuale, ricordando che ci abbiamo infilato di tutto e di più. In realtà, questo CIP6 è stato voluto all'inizio dai petrolieri che in tal modo si sono pagati lo smaltimento dei rifiuti nella propria raffineria attraverso i contributi all'energia rinnovabile. Questa degenerazione del sistema, che si è trascinata da anni, è stata raddrizzata e bloccata da direttive della Comunità europea. Però, ogni volta, noi la riprendiamo, dimenticandoci delle direttive europee e invocando una questione di equilibrio o congruità tra i beneficiari che hanno avuto i contributi prima e coloro che potrebbero ottenerli attraverso questo decreto: è un continuo errore, un'assurdità pensare che se abbiamo lavorato male per dieci anni, a fronte di una questione di compensazione, dobbiamo farlo per i prossimi dieci anni. Non stiamo parlando di poco ma di altri 3 miliardi di euro, 3 miliardi di euro di emergenza sul CIP6: di essi abbiamo già assegnato circa un miliardo con il decreto n. 90 del 2008 (si tratta della quota a carico degli inceneritori per l'emergenza rifiuti in Campania). Qui ci si dice che dobbiamo metterci altri 2 miliardi, destinati agli inceneritori dei rifiuti in Sicilia, perché altrimenti ci ritroveremmo in quella regione con un'altra emergenza rifiuti. Intanto abbiamo sentito più volte che l'emergenza viene richiesta dai presidenti delle regioni e per adesso la Sicilia, al di là della richiesta di contributi quali quelli per Catania, non ci ha mai chiesto di intervenire in termini di emergenza sui rifiuti della regione. Il problema è che ormai esiste una speculazione perché chi ha in mano la concessione di questi inceneritori, come diceva prima il collega Barbato riguardo alle aree campane, di fatto utilizza queste concessioni per fare del commercio sulle autorizzazioni: cose costate poche decine di migliaia di euro vengono, poi, vendute a milioni di euro. Questo sistema, però, altera di fatto quello che è l'obiettivo finale, ossia ottimizzare la raccolta dei rifiuti che, in tutti questi anni, ha visto un'evoluzione in senso positivo: da una raccolta indifferenziata che finiva in discarica abbiamo cominciato a fare raccolta differenziata - con risultati eccellenti in tantissimi comuni d'Italia - e a portare agli inceneritori solo una quota residuale che, stando anche alle direttive europee del 2001 e del 2005, è solo quella parte che, comunque, è da considerarsi rinnovabile ossia quella parte di rifiuti che, purtroppo, ha anche il minor potere calorico. La parte di rifiuto recuperabile ossia gli scarti in cucina, il verde o l'insalata...
. La prego di concludere.
. Devo concludere signor Presidente?
. Ha ancora venti secondi a disposizione.
. Riprenderò dopo perché è interessante capire anche la differenza sul potere calorico e che fine fanno quei rifiuti pericolosi per i quali prevediamo, poi, l'arresto in Campania. Riprenderò l'argomento ma è chiaro che questa situazione è molto pesante.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, anche l'opinione del gruppo Partito Democratico è che questo articolo sia la parte peggiore e per certi versi inaccettabile dell'intero decreto-legge. Voteremo a favore del prossimo emendamento Mariani 9.39, soppressivo del comma 1, e ci asterremo su questo emendamento perché il comma 1- ne attenua la negatività. Comunque il nostro giudizio è di estrema negatività e inaccettabilità dell'articolo nel suo complesso. Intanto, si tenga presente che l'articolo non riguarda l'emergenza dei rifiuti in Campania. Già con il precedente decreto-legge n. 90, anche in quel caso con uno strappo, si è sanata la questione degliincentivi CIP6 per gli impianti di incenerimento in