PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
CLAUDIA MANNINO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Caparini, Carbone, Antimo Cesaro, Costa, D'Alia, Dambruoso, De Menech, Dellai, Di Lello, Epifani, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Guerra, Marazziti, Nicoletti, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Sani, Schullian e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 10.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2798-A: Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena; e delle abbinate proposte di legge Ferranti ed altri; Ferranti ed altri; Ferranti ed altri; Caparini ed altri; Fratoianni e Daniele Farina; Di Lello; Ermini ed altri; Gullo; Gullo; Bruno Bossio ed altri nn. 370-372-373-408-1285-1604-1957-1966-1967-3091.
Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo approvato l'articolo 14 e che sono stati accantonati l'emendamento Sarti 8.200 e la votazione dell'articolo 8, nonché gli articoli 9, 11 e 12 e le proposte emendative ad essi riferite.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 28.600 e 30.600 che sono di distribuzione.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 8 e della proposta emendativa precedentemente accantonata
Invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere sulla proposta emendativa Sarti 8.200.
DONATELLA FERRANTI, Grazie, Presidente. Si è riunito il Comitato dei nove e da parte mia c’è stata una rivalutazione del parere. Quindi, esprimo parere favorevole sull'emendamento Sarti 8.200 che prevede l'abrogazione del comma 1, dell'articolo 5, del decreto del Presidente della Repubblica 14 novembre 2002, n. 313, che prevede la cancellazione dell'iscrizione nel casellario giudiziario per chi ha compiuto 80 anni e per chi è deceduto.
Se mi consente, darei una spiegazione, poiché si tratta di un principio di delega. Riteniamo di accogliere questo emendamento, che prevede l'abrogazione di un comma specifico di un articolo perché, in realtà, vogliamo dare, nel principio di delega, un messaggio: dato anche il cambiamento delle previsioni di vita che ci sono nella società attuale, questo termine di 80 anni (quindi con una purificazione totale al maturare dell'età di 80 anni), ci sembra non più attuale, un controsenso, che può creare incertezza nel sistema giuridico, anziché certezza. Certo, il Governo dovrà poi considerare, nell'attuazione della delega, come risolvere il problema della cancellazione di ogni precedente penale, di ogni condanna per il defunto, alla luce anche di un sistema coordinato, con riferimento, ad esempio, anche alle misure di prevenzione patrimoniale che vanno a colpire anche gli eredi. Quindi, a questo punto, credo che la norma potrebbe essere abrogata, però il Governo dovrà valutare contestualmente come risolvere questo coordinamento laddove dovrà rivedere la disciplina del casellario giudiziario, secondo un criterio direttivo che tenga conto della normativa nazionale, ma anche, e soprattutto, del diritto dell'Unione europea in materia di protezione dei dati personali.
Quindi, da parte nostra, c’è sicuramente un accoglimento di questo principio, ma credo che il Governo, poi, nell'attuazione della delega, terrà conto di queste mie brevi parole, che rimangono agli atti.
ENRICO COSTA, Il Governo aveva consentito all'accantonamento, nella giornata di ieri, dell'emendamento Sarti 8.200, e si sente di accogliere le valutazioni e le considerazioni della relatrice, aderendo, quindi, anche al parere favorevole.
PRESIDENTE. Devo ritenere che il parere espresso dal relatore di minoranza non sia mutato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie Presidente. Questo emendamento, su cui viene dato un parere favorevole, noi lo giudichiamo emblematico e paradigmatico di un certo modo di ragionare. Siccome c’è un procuratore della Repubblica, un qualche procuratore della Repubblica, che si sveglia una mattina e ci dice che Totò Riina o colpevoli di altri reati gravi, non necessariamente di mafia, usufruiscono di questo, per così dire, beneficio, allora questo beneficio deve essere in qualche modo eliminato.
Quindi, addirittura, noi arriviamo al fatto che soprassediamo alla cancellazione e all'eliminazione dell'iscrizione al casellario giudiziario e, per così dire, l'abroghiamo, non soltanto al compimento di ottant'anni, ma perfino in caso di morte. Allora, se si voleva puntare direttamente a questa tipologia di reati, c'erano molti veicoli, che tra l'altro vengono usati abitualmente da questa Commissione giustizia e dall'Aula, quando si tratta di escludere qualcuno da qualche beneficio: sono nel codice di procedura e stanno nell'ordinamento penitenziario e questa è l'estrema sintesi.
Ricordo che, a fianco della saponificatrice, del capomafia e di Jack lo squartatore, c’è qualche milione – non qualche migliaia, ma qualche milione – di italiani, che nel corso della loro vita, sono arrivati a ottant'anni e hanno commesso dei reati, a volte di lieve entità. Ecco, io credo che, a parte quelle qualche migliaia di casi, dovremmo guardare anche a quei milioni di italiani, che forse hanno diritto, all'età di ottant'anni o quando sono morti, ad avere questo tipo di cancellazione e di eliminazione dell'iscrizione. Noi la vediamo da questo punto di vista. Capiamo i motivi di chi la vede da altri punti di vista ma, se proprio si voleva fare, c'era un'infinità di strumenti con cui si poteva intervenire. Quindi, voteremo contro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 8.200, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . La Commissione esprime parere contrario sulle proposte emendative riferite all'articolo 9.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Ferraresi ?
VITTORIO FERRARESI, . Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Santelli 9.1 e Sarti 9.2, nonché sull'emendamento Santelli 9.201.
ENRICO COSTA, . Il Governo esprime parere contrario sugli emendamenti riferiti all'articolo 9.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Santelli 9.1 e Sarti 9.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Abbiamo presentato due emendamenti soppressivi a firma Santelli, che testimoniano la coerenza di Forza Italia nell'opporsi a deleghe che siano generiche e che non consentano al Parlamento di definire esattamente i paletti su cui il Governo dovrà esprimersi.
Credo che l'incertezza sull'esito della delega costituisca la prova, assolutamente incontrovertibile, di come una delega ampia non sia altro che una sorta di delega in bianco nei confronti dell'Esecutivo, correndo il rischio così di trasformare la nostra democrazia parlamentare in una democrazia, invece, affidata alle scelte del Governo. Mi sembra che questo non sia ammissibile e Forza Italia voterà contro questo articolo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Occhiuto 0.11.601.7 e sul proprio emendamento 11.601. La Commissione esprime parere favorevole anche sugli emendamenti Ermini 11.150, Turco 11.155 e Ermini 11.151 e sul proprio articolo aggiuntivo 11.0600. Sulle restanti proposte emendative, la Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza ?
VITTORIO FERRARESI, . Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 11.1 e 11.162, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Santelli 11.10 e 11.11. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Colletti 11.12, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Santelli 11.13. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Turco 11.152, Ferraresi 11.163, Marzana 11.301 e Brescia 11.302, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Parisi 11.15 e Santelli 11.16. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Simone Valente 11.303, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Molteni 11.17, Santelli 11.158, 11.19, 11.20, 11.21, 11.23 e 11.22. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 11.164, Simone Valente 11.304 e Turco 11.153, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Ermini 11.150. Esprimo parere contrario sul subemendamento Occhiuto 0.11.601.1, mentre esprimo parere favorevole sui subemendamenti Ferraresi 0.11.601.2, 0.11.601.3 e 0.11.601.4. Esprimo parere contrario sul subemendamento Occhiuto 0.11.601.5, mentre mi rimetto all'Assemblea sui subemendamenti Occhiuto 0.11.601.6 e 0.11.601.7. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Ferraresi 0.11.601.8, 0.11.601.9, 0.11.601.10 e 0.11.601.11 e sugli emendamenti 11.601 della Commissione, Brescia 11.305 e D'Uva 11.306, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Santelli 11.159. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Turco 11.154, Colletti 11.28, Ferraresi 11.45, Colletti 11.30 e 11.29, Ferraresi 11.165 e 11.166, Marzana 11.307 e Simone Valente 11.308, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Santelli 11.160 e 11.161. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Colletti 11.34 e 11.35, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Turco 11.155. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Turco 11.156, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Molteni 11.43. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 11.44, 11.168 e 11.167, D'Uva 11.309, Brescia 11.310, Ferraresi 11.46, Santelli 11.49, Ermini 11.151 e sull'articolo aggiuntivo 11.0600 della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI, . Signor Presidente, mi scuso ma devo rivedere un parere contrario che avevo espresso, invece vorrei modificarlo in favorevole con riformulazione nel senso che la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Turco 11.156, a pagina 10, purché alla fine, alle parole: «o dichiara l'opposizione inammissibile», si aggiunga «salvo i casi di inosservanza dell'articolo 410, comma 1», come avevamo già detto in Comitato dei nove.
ENRICO COSTA, . Grazie Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Collega Ferraresi, lei conferma il parere favorevole anche sulla riformulazione appena letta dalla presidente ?
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 11.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Questo è un emendamento a cui noi teniamo in particolare. Infatti l'articolo 11, che poi è diventato articolo 12 in questione, abroga l'articolo 421- del codice di procedura penale, precludendo l'integrazione delle indagini quando il giudice non può decidere allo stato degli atti e modifica l'articolo 422 ma questa modifica è stata successivamente abrogata. Nella relazione si specifica che l'eventuale incompetenza dell'indagine sarà sanzionata addirittura dall'emissione della sentenza di non luogo a procedere con cui il giudice disattenderà la richiesta di procedere al giudizio, formulata dal pubblico ministero. Ebbene proprio simili meccanismi permetterebbero l'esercizio di azioni penali apparenti nate proprio per essere fatte naufragare in udienza preliminare, senza che il giudice possa fare assolutamente nulla. Ciò con evidenza si pone in insanabile contrasto con l'articolo 112 della Costituzione. Infatti, al cospetto di un'indagine del tutto lacunosa magari anche dolosamente lacunosa, il GUP non potrebbe ordinare nuove indagini, essendo abrogato l'articolo 421-, né potrebbe direttamente no, siamo all'articolo 12.
PRESIDENTE. Siamo all'emendamento Ferraresi 11.1.
VITTORIO FERRARESI. Va be’ allora... anticipo...
PRESIDENTE. No, non può intervenire sull'emendamento Ferraresi 11.1 ? Allora interverrà successivamente.
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 11.1.
Dichiaro aperta la votazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, questo emendamento cerca di risolvere uno dei problemi più annosi della giustizia penale, cioè la discrezionalità, qualche volta arbitrio, del pubblico ministero nella iscrizione dei soggetti al modello 21, modello su cui si iscrivono i soggetti indagati. Questo emendamento prova, con una scelta che reputo assolutamente corretta, a stabilire il principio che l'aggiornamento dell'iscrizione per il mutamento della qualificazione giuridica o per la diversità di circostanze che attingano al fatto di reato, non deve consentire nuove iscrizioni, perché dalle nuove iscrizioni poi decorrono i termini per poter ripartire con le indagini. Infatti, è scritto al termine di questo emendamento «ai fini del computo del termine vale in ogni caso la prima iscrizione». Qui l'Aula deve decidere se consentire le indagini senza fine che in qualche modo traggono motivazione solo dalle scelte assolutamente discrezionali del pubblico ministero, che può essere punto dalla vaghezza di originalismo su un fatto, di ritenerlo in qualche modo cambiato nel tempo per qualche circostanza accidentale, così – certamente, subliminalmente – riaprendo un termine che magari può essere chiuso. Quindi, indagini senza fine e senza un controllo. Credo che quello dell'iscrizione è uno dei primi temi che possa rendere il processo penale certificato e non ho nessuna difficoltà a segnalare, Presidente, che con un'indagine delle camere penali nazionali, ratificata dal CNF, la maggior parte delle prescrizioni che afferiscono ai procedimenti penali è da rimproverarsi alla lunghezza delle indagini. Quindi, proprio intervenire sul termine di ragionevole durata del processo impone, a nostro avviso, il voto favorevole su questo emendamento e noi su tanto insistiamo.
DONATELLA FERRANTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI, . Signor Presidente, in questa disciplina del processo c’è una grande attenzione – come poi stiamo vedendo da alcune critiche, sicuramente costruttive, che sono state espletate in Aula, ma che vediamo anche molte volte rappresentate nei quotidiani di questi giorni – ai tempi e alla regolarità delle iscrizioni delle notizie di reato, perché da qui nasce poi la prevedibilità dei tempi del processo.
Su questo emendamento c’è un parere contrario della relatrice per la maggioranza perché già oggi il codice – all'articolo 335, secondo comma – già prevede che se nel corso delle indagini preliminari muta la qualificazione giuridica, ci sono delle contestazioni diverse rispetto a quelle iniziali, c’è solo un aggiornamento del nuovo reato che viene attribuito, ma già oggi c’è scritto «senza procedere a nuove iscrizioni». Quindi, il regime è ben delineato nel codice di procedura penale, si tratta di evitare prassi deviate. Su questo c’è una norma specifica, più avanti, che era nel disegno governativo, che è stato implementato anche dall'esame della Commissione, che tiene conto appunto di evitare che la prassi non rispetti le norme. Ma la norma c’è, quindi è inutile inserirne un'altra nuova.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli 11.11, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ALFREDO BAZOLI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Il deputato Bazoli chiede la parola per dichiarazione di voto. Revoco l'indizione della votazione. Prego, ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI. Grazie, Presidente. Era solo per annunciare che, per una minima ragione di coerenza, non parteciperò al voto su questo emendamento, perché avevo presentato in Commissione un emendamento di analogo tenore, analogo contenuto, che ritengo ragionevole e, a mio parere, persuasivo, che punta a cercare di contenere quel fenomeno che poc'anzi è stato anche ricordato, cioè l'eccessiva durata delle indagini preliminari, di cui è difficile mantenere il controllo. Siccome è questo un emendamento che riproduce in maniera esatta e fedele una proposta che è venuta dalla commissione presieduta dal presidente della Corte d'appello di Milano, Canzio, e formata da autorevolissimi giuristi, a me pareva che questa proposta fosse ragionevole e quindi utile per migliorare la situazione del processo. Per questa ragione – ovviamente non mi sento di votare contro la decisione che ha assunto la maggioranza del Governo – ritengo di non partecipare al voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo solo per segnalare, di seguito anche all'intervento preciso della presidente Ferranti – ma la novità della norma era quella del valore dell'iscrizione, come prima iscrizione, rispetto al secondo comma dell'articolo 335 –, che questo è un emendamento, come correttamente ricordato, che consente di dare alle indagini preliminari un senso anche giuridico, perché non si comprende come mai non vi sia nessuna sanzione alla violazione del principio della corretta iscrizione nel modello 21. Se dobbiamo in qualche modo giurisdizionalizzare – come ha detto correttamente la collega Ferranti – anche questa parte del processo, questo è certamente un emendamento che merita di essere votato. Forza Italia lo voterà.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli 11.13 con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, la soppressione del comma 3 fa eco alla necessità seguente. Sussiste la riserva di incidente probatorio, cioè la richiesta di un accertamento nel contraddittorio condotto nell'ambito di un accertamento cosiddetto irripetibile, laddove il pubblico ministero ritiene di dover promuovere un accertamento irripetibile: la parte può fare riserva di incidente probatorio, non ritenendo l'atto irripetibile. Conchiuderlo nel termine perentorio di cinque giorni è un controsenso, perché se l'atto davvero non fosse irripetibile non ci sarebbe la necessità di questi cinque giorni; quindi dare alla difesa questa tagliola dei cinque giorni per promuovere la richiesta di incidente probatorio, io lo trovo contrario al corretto esercizio del diritto di difesa. Se l'atto è irripetibile, bene, l'articolo 360 del codice di procedura penale va avanti con tutto il suo valore; se l'atto non fosse irripetibile, perché devo farlo nei cinque giorni, se posso ripeterlo quanto e quando voglio ? A me sembra che questa è una norma che serve soltanto a dissuadere dalla proposta di riserva di incidente probatorio, e quindi come tale un termine che dissuade dall'esercizio del diritto di difesa credo che sia non condivisibile. Forza Italia voterà a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 11.15, con parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Luigi Gallo, Di Maio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Il tema di questo emendamento è un tema assai delicato, cioè la necessità, dopo un certo numero di proroghe, che il pubblico ministero individui, non con la formula sintetica attualmente vigente, ma con dettaglio, le motivazioni che comportano la richiesta di un ulteriore termine per svolgere indagini nei confronti dei cittadini.
Anche questa è una : nel nostro sistema addirittura arrivano delle richieste di proroghe con termini «già esaurito» prima che l'indagato possa interloquire sulla stessa richiesta, ed è un fenomeno assolutamente quotidiano, perché ? Perché alle richieste di proroga non si dà alcun valore dal punto di vista processuale: arrivano o non arrivano, arrivano prima o arrivano dopo, questo non cambia ai fini, poi, del risultato delle indagini.
Credo che questo vada invertito. Questo è un emendamento che consente, anzi obbliga il pubblico ministero a dettagliatamente indicare le ragioni, con un controllo che poi sarà non solo dell'indagato, ma anche del giudice, e voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi, che sono stati numerosi, in ultimo quello dell'onorevole Sisto, e continuo a dire che sono stati tutti, chiaramente, pertinenti e tutti con una fondatezza tecnica assolutamente apprezzabile.
Evidentemente, ogni tanto, sfugge qualche aggettivo e, in questo caso, l'aggettivo che davvero non me la sento di poter condividere – e per questo ho preso la parola – è quello relativo al numero indefinito di proroghe, ma soprattutto l'assenza di motivazione che viene individuata e indicata dall'avvocato, onorevole Sisto.
C’è un dato molto importante: dopo sei mesi indicare nel dettaglio quello che si vuole fare, in una indagine, per esempio, di tipo economico, dove si deve andare a «beccare» chi fa frodi e chi fa truffe aggravatissime nei confronti di soggetti creditori che non avranno più la possibilità di andare a recuperare quei soldi, ebbene, se ti devo venire a dire che cosa voglio fare nei prossimi sei mesi, evidentemente l'avvocato difensore ha un vantaggio enorme a discapito della ricerca della verità a tutela dei cittadini creditori, che sono davvero molto più numerosi degli indagati e degli imputati che, in questo caso, invece, richiedono giustamente la correttezza della procedura.
Per cui questa posizione, davvero, non è condivisibile, soprattutto perché non corrisponde totalmente al vero quello che è stato preannunziato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la presidente Ferranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Presidente, intervengo perché su questo emendamento c’è un parere contrario della relatrice, in quanto già oggi è previsto che le proroghe «possono essere chieste dal pubblico ministero nei casi di particolare complessità delle indagini ovvero di oggettiva impossibilità di concluderle entro il termine prorogato».
Noi, nell'ambito di questa riforma di sistema, siamo stati attenti a non creare ostacoli alle indagini, perché le indagini nei tempi consentiti e nel rispetto delle regole devono compiersi, perché questo è il compito che viene attribuito allo Stato quando vengono commessi dei crimini.
L'emendamento a firma Santelli, Parisi, D'Alessandro, illustrato dall'onorevole Sisto, in realtà è un cavallo di Troia, perché noi sappiamo che sono indagini segrete, e la proroga viene notificata alle parti.
E, quindi, dire che nella richiesta di proroga bisogna anche dire il canovaccio che si andrà a fare mi sembra che sia rendere inutili e superflue le indagini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli 11.23, su cui i pareri sono contrari.
Dichiaro aperta la votazione.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Questo comma 5 è stato inserito in Commissione durante i lavori e, praticamente, inizialmente metteva una vera e propria pistola alla tempia, un vero e proprio orologio all'attività del pubblico ministero che, una volta chiuse le indagini preliminari, quindi tra la chiusura e la richiesta di archiviazione, aveva tre mesi, pena, appunto, l'avocazione delle indagini.
Successivamente, dopo anche le critiche del MoVimento 5 Stelle e di tante procure, che sono poi uscite sui giornali, c’è stato un duplice passo indietro e si è arrivati a concedere, appunto, tre mesi, prorogabili di altri tre, per le normali indagini, mentre si è arrivati al termine di dodici mesi per quanto riguarda le indagini per mafia e terrorismo.
Crediamo che sia un passo in avanti assolutamente giusto e lo facciamo notare, ma in ogni caso manterremo i nostri emendamenti, che ampliano questo termine e che sopprimono anche questo comma 5. Noi riteniamo che la priorità debba essere mettere le procure e i tribunali prima nell'ordine di funzionare, con adeguate risorse e personale, e poi, successivamente, toccare i tempi che spettano ai pubblici ministeri. Quindi, evidentemente inserire dopo una pistola alla tempia, un orologio, come è stato fatto con questo emendamento, ma prima, appunto, occorre pensare che la macchina della giustizia deve essere fatta funzionare a regime prima di varare nuove normative.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 11.164, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. Ci tengo ad illustrare brevemente questo mio emendamento, che porta da tre a sei mesi il termine che hanno i pubblici ministeri per esercitare l'azione penale o chiedere l'archiviazione. Credo che sia un emendamento molto importante, e infatti mi fa piacere, e Alternativa Libera se ne prende i meriti, che, sostanzialmente, la Commissione abbia accolto il principio di questo mio emendamento.
Infatti, in un emendamento successivo della Commissione, che andremo a breve a votare, vi è, sostanzialmente, la possibilità di una proroga del termine di tre mesi per arrivare fino a sei, e, addirittura, per quanto riguarda i reati di mafia e terrorismo, il termine viene addirittura portato a 12 mesi. Ritengo, comunque, che questo mio emendamento sia sostanzialmente più semplice e più chiaro, perché porta a sei mesi il termine per tutti i tipi di reati; quindi, anche se ho pensato di ritirarlo, preferisco che venga votato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 11.153.
Dichiaro aperta la votazione.
DAVID ERMINI. La ringrazio, signora Presidente. Intervengo su questo emendamento per chiarire un po’ anche la della norma, e quindi cercherò, poi, di non intervenire sugli altri emendamenti che riguardano lo stesso argomento. Necessita un chiarimento soprattutto perché si sono diffuse, e lo leggiamo anche sui quotidiani, notizie che non sono propriamente corrette rispetto alla volontà e a quello che c’è scritto nella norma, e che con questo ed altri emendamenti noi andremo a chiarire.
Che ci possano essere degli equivoci me lo ha, in qualche modo, confermato anche l'intervento del collega Ferraresi, che continua a parlare di indagini, di periodo di indagini. L'articolo 415- previsto dal codice di procedura penale prevede che, prima della scadenza delle indagini, il pubblico ministero trasmetta alle persone indagate un avviso in cui sostanzialmente – lo dico in modo semplice – dice: guarda, sto per chiudere le indagini; se tu hai necessità e ritieni che non abbia compiuto tutte le indagini che dovevo compiere, se vuoi essere ascoltato, se mi vuoi proporre nuovi mezzi di prova, hai venti giorni di tempo per potermelo chiedere.
Il difensore, l'imputato, la persona sottoposta alle indagini chiede, eventualmente, questo e ci sono dei successivi termini entro cui il pubblico ministero svolge ulteriore attività istruttoria. Questo emendamento sta a significare che il periodo di cui si parla, cioè il periodo in cui il pubblico ministero dovrà prendere le proprie decisioni, parte dal termine di tutte le attività istruttorie successive. Il pubblico ministero, cioè, manda l'avviso, successivamente svolge tutte le sue attività e, nel momento in cui chiude le indagini, parte questo periodo in cui potrà decidere se archiviare o se promuovere e andare avanti con l'azione.
Questo è importante, perché continuiamo a leggere – probabilmente perché mi rendo conto che è una materia complessa e qualche volta vengono pronunciate frasi che non sono proprio attinenti a quello che c’è scritto nel testo – frasi per cui si tratterebbe di termini relativi alle indagini, ma siamo completamente fuori. Questo emendamento serve a dire che tu hai 3 mesi di tempo, per alcuni tipi di reato, prorogabili a 6 mesi, e per altri tipi di reato più gravi, hai 1 anno di tempo, per prendere le proprie decisioni.
Questo, signora Presidente, è importante per più ragioni. Innanzitutto, non dobbiamo confondere le esigenze organizzative con quelli che sono i principi del processo. Se ci sono problemi organizzativi nelle procure, in accordo con il tribunale, per la fissazione delle udienze, è compito del Governo e del Parlamento cercare di rimuovere le difficoltà organizzative, ma non possiamo, in qualche modo, mettere i principi del processo in relazione alle necessità organizzative. Il Ministro si è già dichiarato disposto, per gli uffici che ne hanno necessità, a cercare di eliminare velocemente le difficoltà organizzative.
In più, signora Presidente, è da valutare un altro elemento: il tempo che trascorre per la decisione del pubblico ministero è un tempo che va ad incidere sulla prescrizione del reato e, quindi, abbiamo la necessità che il tempo di prescrizione sia minimo, perché non vogliamo che i processi vengano estinti per il decorso del tempo, perché poi andrebbe a finire che, naturalmente, equivarrebbero ad impunità.
Ultima cosa, ma forse la più importante, è che tutti noi, qui, parliamo, parliamo delle vittime del reato, ma quando si tratta di porre dei termini che vanno a vantaggio delle vittime del reato tutti se ne dimenticano. Noi sappiamo che se un soggetto ha la necessità, la voglia, di intervenire nel processo, per ottenere le proprie ragioni, il proprio ristoro, non può vedere passare del tempo senza che lo Stato gli dia contezza e gli dia la possibilità di avere la propria ragione nel processo. Questo vale soprattutto per le vittime, perché spesso da molti sono dimenticate e non possiamo fare in modo che questi diritti non siano tutelati
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Comunico l'astensione del mio gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Velocemente, ho spiegato molto bene e l'ho fatto anche al posto del PD, se mi avessero ascoltato, la scansione del provvedimento che si va ad approvare ovvero dopo la chiusura delle indagini, tre mesi per chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio. Se Ermini mi avesse ascoltato avrebbe evitato inesattezze di questo tipo.
Detto questo, il Governo deve prendere le risorse, ma il Governo deve prendere i provvedimenti per le risorse prima di fare ovviamente nuove norme, perché noi stiamo facendo e continuando a fare decine di norme, molte delle quali inefficaci, senza assolutamente curarci dei deficit di personale, di strutture e di risorse che hanno i tribunali e le procure in questo momento. E in questo momento il Governo non ha messo 1 euro – 1 euro ! – nel risolvere questo problema, non ha messo 1 euro nel risolvere il problema del deficit del personale amministrativo, dei cancellieri degli ufficiali giudiziari, delle risorse che necessitano i procuratori. Allora di cosa stiamo parlando collega Ermini ? Questo provvedimento, invece, va contro gli interessi delle vittime e degli imputati. Evidentemente va contro perché il PM deve in questo tempo, dalla chiusura dell'indagine al rinvio a giudizio oppure all'archiviazione, garantire le vittime dei reati e gli imputati, facendo un quadro più possibile completo e razionale di tutte le indagini che ha previsto. Se gli mettiamo una pistola alla tempia, è evidente, in questo senso, che non lo farà .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo soltanto per preannunciare che Forza Italia, in coerenza con quanto detto fino ad ora in quest'Aula, laddove si tratta di dare certezze di termini e garantire il diritto dell'indagato, e anche delle persone offese (sono d'accordo con il collega Ermini), di avere la certezza del termine entro cui l'azione penale, di seguito alla chiusura delle indagini, può essere esercitata o vi può essere richiesta di archiviazione, valuta favorevolmente questa norma.
È da valutare favorevolmente non solo laddove attribuisce un termine al pubblico ministero. Abbiamo già detto che la spendita di tempo, nella fase delle indagini, è intollerabile: non è tempo utile, ma inutile e, quindi, va evitato che vi sia una spendita di tempo inutile. Ma soprattutto il controllo da parte del procuratore generale, a mio avviso, significa in qualche modo certificare una fluidità dell'esercizio dell'azione penale, obbligatorio nel nostro sistema, ma razionalizzato alla necessità di tempi effettivamente congrui ed accettabili. Forza Italia voterà a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente. Fin dall'inizio della legislatura noi abbiamo fatto una valutazione sulle priorità. Sembra che le priorità del Governo negli interventi in tema di giustizia siano dirette soltanto a sanzionare i magistrati che fanno le indagini e grazie ai quali spesso i cittadini vengono a sapere quanto sia inquinata di criminalità organizzata e di corruzione la casta, che si trova spesso intrecciata con i partiti. E non mi stupisce il fatto che qui Forza Italia e Partito Democratico siano felicemente d'accordo su queste norme.
Voglio specificare che spesso un magistrato e un pubblico ministero, rispetto a reati particolarmente complessi e importanti, hanno necessità di tempo per potere ricostruire e per potere attivare poi quello che è il passaggio successivo alle indagini. È solo questo che noi abbiamo chiesto fin dall'inizio e che in parte abbiamo ottenuto con l'estensione ai sei mesi attraverso passaggi burocratici, che però non ci soddisfano
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 11.150, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
DONATELLA FERRANTI. Presidente, due parole perché dietro questo emendamento della Commissione c’è un lavoro e la presenza di tutti i pareri favorevoli, anche del relatore di minoranza, che ovviamente non fa che confortare un lavoro di grande approfondimento che c’è stato. Questa è una norma che si innesta nel disegno governativo sui tempi ragionevoli del processo penale. È una norma di iniziativa parlamentare, che è stata via via affinata. Voglio ribadire, perché questo è un punto che deve cercare di passare anche nel messaggio all'opinione pubblica, che il fulcro della norma non è assolutamente nessun limite, nessun intralcio, nessun ostacolo alle indagini, ma, anzi, il pieno rispetto di una fase che deve essere comunque limitata nel tempo perché questo prevedono le nostre norme di garanzia dei diritti della difesa, dei diritti dell'imputato, dei diritti delle parti offese.
Però si è voluto anche con questo tassello, insieme ad altri di questo complesso di emendamenti, porre un termine di prevedibilità della fine della fase delle indagini attraverso l'indicazione di un tempo che serve, che è quello di riflessione della pubblica accusa per determinarsi. L'accusa, finiti tutti i tempi delle indagini, dei depositi, degli avvisi, ha un tempo prevedibile e certo per determinarsi e quindi chiedere o il rinvio a giudizio o l'archiviazione e si è voluta fare una distinzione con riferimento ai tempi per i processi di mafia, terrorismo nazionale e internazionale e i reati comuni. L'aspetto importante, che poi ribadiranno anche gli altri colleghi che magari interverranno, è a differenza di altre proposte che ci sono state anche in tempi passati, lo scadere di questo tempo – e quindi rimando al mittente anche alcune affermazioni che ho sentito fare da parte di alcuni deputati della Commissione giustizia, e mi dispiace, mi riferisco in particolare all'onorevole Bonafede che ha avanzato accuse di collelateralismo con la criminalità organizzata –, che vi sia un tempo definito. Le rimando al mittente. Come relatrice, non come presidente della Commissione giustizia, vorrei dire che in questo emendamento c’è il rispetto massimo per chi svolge il lavoro di pubblica accusa, ma sappiamo che tuttavia per arrivare ad un processo che rispetti i canoni della Costituzione, dobbiamo avere dei tempi prevedibili e certi per tutti i cittadini, cittadini imputati e cittadini parti offese, e quindi si è ritenuto di differenziare i tempi in un anno dopo la chiusura delle inchieste per i processi di mafia e terrorismo, e in sei mesi massimo per gli altri reati. Ma, allo scadere di questo tempo, non ci sarà una ghigliottina, una messa al macero dei processi: ci sarà un'avocazione da parte della procura generale. Quindi le determinazioni saranno assunte dall'organo di appello della procura di primo grado, quindi un meccanismo interno agli organi inquirenti, ma con un controllo diffuso e democratico di quello che devono essere ormai i tempi certi e prevedibili della durata di un processo, non solo del dibattimento ma anche della fase delle indagini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Volevo dichiarare l'astensione del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI, . Grazie, Presidente. Come relatore, modifico il parere e mi rimetto all'Aula sull'emendamento 11.601 della Commissione. Inoltre volevo intervenire per dichiarazione di voto a titolo personale per spiegare il motivo.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Ci asterremo perché riteniamo questa modifica, come ho già spiegato in precedenza, un passo avanti, un correttivo dell'inserimento dell'emendamento precedente Rossomando in Commissione. Lo reputiamo un correttivo che è stato fatto solo dopo una grossa spinta del MoVimento 5 Stelle e anche dell'opinione pubblica che ha fatto correggere il tiro al Governo e al Partito Democratico, altrimenti la previsione di tre mesi sarebbe stata veramente una vergogna. Ora, con l'emendamento in esame, si migliora. Continuiamo ad essere contrari perché, come abbiamo già detto in precedenza, prima si mettono risorse e poi si fanno interventi normativi. Crediamo che il PM debba essere in questo senso onorato di fiducia sui tempi per fare un quadro probatorio, per mettere in ordine tutte le informazioni e le indagini per poi chiedere tranquillamente archiviazione o rinvio a giudizio. Credo che questo sia nell'interesse della parte offesa del reato, sia nell'interesse dell'imputato e quindi questa mancanza di fiducia e questo attacco ci preoccupano molto.
ENRICO COSTA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA, . Grazie Presidente, ritengo che questo sia uno dei passaggi importanti e nevralgici del provvedimento e questo passaggio va letto in combinazione con altri interventi normativi che questa Camera ha approvato.
Penso al provvedimento sulla prescrizione il quale, come ricorderanno i colleghi parlamentari, va ad intervenire attraverso l'allungamento dei termini di prescrizione, ma si è anche detto in molte circostanze che questo era un intervento importante e doveroso a condizione che si intervenisse anche sui tempi del processo. Ebbene, intervenire sui tempi del processo significa anche dare delle scansioni temporali. È evidente che in taluni casi vi sono dei termini ordinatori, talvolta vi sono termini perentori, talvolta vi sono dei termini che sono prorogabili, laddove vi siano delle ragioni oggettive per cui non possono essere rispettati.
Questa è la ragione per cui il Governo ha aderito alla proposta della Commissione e apprezzo che il dibattito parlamentare, nell'ambito della Commissione e del Comitato dei nove, abbia portato a trovare una soluzione equilibrata perché, da un lato, il principio che c’è un termine entro il quale è necessario esprimersi per la procura della Repubblica ma è giusto anche che laddove vi sia una certa complessità questo termine venga rimodulato. Vi è un soggetto che deve valutare, vi è una modulazione diversa a seconda della gravità dei reati e io penso che questo sia un modo collaborativo e costruttivo per arrivare a un perfezionamento del percorso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, innanzitutto vorrei ricordare al Viceministro Costa che la legge sulla prescrizione è stata bloccata dall'attuale maggioranza al Senato e pertanto non è ancora in discussione in aula del Senato proprio perché c’è il tentativo di affossarla da parte di NCD e da parte del Partito Democratico. Per quanto riguarda la lunghezza dei processi, in verità, uno dei più grandi problemi è quello delle piante organiche all'interno dei tribunali. Vi è una mancanza in molti tribunali di magistrati e di cancellieri fino al 20 per cento della pianta organica prevista dal Ministero. Prima di mettere dei termini che sono, invero, necessari bisognerebbe fare dei concorsi e prevedere di inserire più magistrati requirenti, inquirenti e giudicanti all'interno del Ministero della giustizia e all'interno dei tribunali. Andando a togliere sempre più magistrati, appare ovvio che le indagini e i processi si allungheranno sempre di più e sempre di più la prescrizione andrà a decorrere per i processi, soprattutto quelli a prescrizione più breve. Purtroppo il Ministero non si rende conto di tutto questo e nonostante alcuni concorsi, che in realtà vanno solo non ad aumentare la pianta organica, ma a cercare di limitare i pensionamenti che ci sono ogni anno, il vero male endemico è questo: i processi penali nei tribunali dal Ministero della giustizia e da questa maggioranza sono assolutamente lasciati da parte, perché non interessano nell'attuale politica di repressione criminale. Fa molto più comodo alla maggioranza che moltissimi processi arrivino alla prescrizione piuttosto che risolvere i problemi alla radice, cioè punire i delinquenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Signora Presidente, vedano i colleghi che questo emendamento ha una sua logica, però si inserisce in un testo che può indurre in gravi equivoci. Il testo, infatti, alla lettera prevede che il procuratore generale dispone l'avocazione delle indagini preliminari. Le indagini preliminari sono chiuse, già definite, tanto è vero che il pubblico ministero, chiuse le indagini preliminari, ha quel tempo per chiedere l'archiviazione oppure il rinvio a giudizio. Si ingenera un grande equivoco perché, vedrete, se votiamo questa legge così come è, questo comma così come è, come è questa lettera l'avocazione delle indagini, con i tempi prorogati, qualcuno li interpreterà come proroga dei tempi per le indagini preliminari, il che non è volontà di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.
MARCO DI LELLO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per esprimere innanzitutto apprezzamento per il lavoro fatto dalla Commissione e dalla collega Rossomando, che è stata la prima firmataria dell'emendamento su cui oggi stiamo ritornando. Considero questa norma un segnale molto positivo, perché va nella giusta direzione. Il processo penale, come è noto, ha una sua complessità, come è giusto che sia, attesa anche la delicatezza dei valori che sono in discussione. Dunque, la domanda che noi, nel momento in cui andiamo a legiferare, abbiamo il dovere di porci è su chi deve gravare questa complessità della procedura: sullo Stato, che se ne deve dunque far carico creando condizioni di un sistema che riesca a superare le difficoltà in tempi celeri, o sui cittadini ? Questa è la scelta che noi dobbiamo fare. C’è chi – l'abbiamo sentito ancora in quest'Aula pochi minuti fa – pensa che tutto debba gravare sui cittadini, allora dilatiamo a dismisura i tempi della giustizia penale, allunghiamo la prescrizione a quindici, vent'anni e lasciamo la ghigliottina pendente per responsabilità non del cittadino ma dello Stato che non riesce a garantire un giusto processo in tempi ragionevoli; oppure, invece, invertiamo il paradigma, e questa complessità, le lungaggini e le difficoltà le facciamo gravare per intero sullo Stato, cioè interveniamo sui tempi morti che oggi ci sono in un processo penale: la fase delle indagini – quella di cui ci occupiamo oggi –, ma penso anche alla fase che intercorre tra il rinvio a giudizio e la celebrazione del processo di primo grado, ai tempi morti che ci sono tra il primo e il secondo grado, ai tempi di deposito delle sentenze, ai tempi di fissazione delle udienze d'appello. È lì che ancora possiamo e dobbiamo intervenire per cercare di accelerare ulteriormente la durata dei nostri processi. Credo che lo Stato debba assumersi fino in fondo la propria responsabilità e qui c’è la piccola ma straordinaria rivoluzione che noi stiamo portando avanti, come abbiamo fatto nel decreto sulla pubblica amministrazione: per la prima volta non facciamo più gravare l'inefficienza del sistema sugli utenti, sui cittadini, ma li portiamo fino in fondo nella responsabilità dello Stato. È la giusta direzione e anche per questo voteremo convintamente a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.601 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Signora Presidente, esprimo il parere favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Signora Presidente, con questo emendamento noi chiediamo una cosa molto semplice: che quando una persona va ad esporre una querela, sia che lo chieda sia che non lo chieda, debba essere avvisata dell'archiviazione del procedimento. Perché ? Perché succede molte volte che se si ha davanti un ufficiale che lo ricorda, o se si ha vicino un legale, questa richiesta verrà sempre fatta, ovvero in caso di archiviazione di darne notizia al soggetto; ma molte volte, chiaramente per ignoranza della legge o per mancanza di qualcuno vicino, un ufficiale, o un avvocato, che suggerisca questa utile dichiarazione alla vittima, per questi procedimenti ci sarà archiviazione senza alcuna notizia per la parte che l'ha fatta.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VITTORIO FERRARESI. In questo senso riteniamo che questo strumento sia uno strumento che tutto sommato non va ad oberare eccessivamente gli uffici, ma dall'altra parte va a garantire il superamento di un pregiudizio del principio di uguaglianza dei cittadini, e quindi un'informazione alla persona offesa dal reato molto utile, se vorrà opporsi alla richiesta di archiviazione. Quindi chiediamo di votarlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 11.45, con parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
DAVID ERMINI. La ringrazio, signora Presidente. Questo è l'ultimo emendamento che ho presentato e voglio rimarcare che questa norma transitoria, che viene inserita, serve proprio a volere dimostrare come l'intento del Parlamento, del Partito Democratico, sia quello di andare incontro alle necessità organizzative degli uffici della procure della Repubblica che hanno maggiori difficoltà e proprio sulla base di questa norma transitoria, come si legge, le norme che approviamo entreranno in vigore soltanto per le nuove iscrizioni di reato.
Ma voglio dire di più. Ci faremo promotori – e chiederò all'intera Commissione di sottoscriverlo e di lavorare con noi – al fine di poter presentare un ordine del giorno con cui impegneremo il Governo proprio a ricercare mezzi, risorse e personale per le procure che hanno maggiori difficoltà di smaltimento di questo lavoro.
Quindi, questa è una norma che, complessivamente, va incontro a tali esigenze e non vuole assolutamente recare alcun tipo di avversità, ma tutt'altro. Vuole essere una norma che va incontro a queste esigenze, perché noi riteniamo, come dicevo prima, che vanno tenuti distinti i principi del processo dalle necessità organizzative. Noi siamo qui per lavorare, insieme alle procure e alla magistratura, per risolvere questi problemi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.
SALVATORE MICILLO. Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Noi voteremo favorevolmente, anche perché ci mancherebbe che questa norma transitoria non ci fosse. Sarebbe veramente un pasticcio immane e ci sarebbero veramente migliaia di avocazioni.
Ma non posso che stigmatizzare le parole del collega Ermini, che dice che presenteremo un ordine del giorno su questo provvedimento per intervenire sulle risorse a favore delle procure. Sono solo due anni e mezzo, collega Ermini, che noi facciamo emendamenti per dare risorse alla giustizia che voi bocciate e vi svegliate adesso a dire che le procure hanno bisogno di risorse. Abbiate almeno la decenza di tacere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, pur concordando con la necessità di offrire le massime risorse agli uffici giudiziari, vera cenerentola nella vettura della suddivisione delle somme necessarie per garantire, nonostante il FUG, una giustizia efficiente, Forza Italia voterà contro questo emendamento e ne spiego le ragioni.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Perché il – ossia una norma processuale che entra in vigore esattamente nel momento in cui viene promulgata – subisce un'inaccettabile deroga che lede il diritto di imputati e di persone offese. Io credo che questa norma, anziché fare decorrere, sia di immediato vigore secondo i principi generali ma, se proprio ci voleva una deroga, la deroga andava indirizzata agli avvisi di cui all'articolo 415- del codice di procedura penale depositati successivamente alla vigenza della norma.
Cioè, l'iscrizione, di cui al «Modello n. 21», non è, secondo me, un discrimine utile per lo spirito della norma. Noi ci preoccupiamo dell'articolo 415-, dell'avviso di conclusione delle indagini. Qualcuno mi deve spiegare perché coloro che hanno ricevuto l'avviso di cui all'articolo 415- del codice di procedura penale successivamente al vigore di questa norma non devono poter usufruire della certezza del termine per la definizione della loro posizione, indagati, imputati o persone offese che siano.
Credo che questo motivo, quindi di ingiustificata disparità di trattamento, sia una più che valida ragione, per quanto – ripeto – di ragione, per cui Forza Italia voterà in modo contrario su questo emendamento, nella speranza che il Senato possa rivedere questa posizione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 11.151, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ANNA ROSSOMANDO. Grazie, Presidente. Colleghi, noi, con questo articolo, ci occupiamo del tempo dei processi, dei tempi della giustizia, e ci occupiamo del tempo per dare risposte ai cittadini, alla collettività, e non per cestinare i processi. Forse qualcuno avrà qualche ricordo di come sia stata usata la questione del tempo nelle passate legislature. Lo dico parlando non soltanto alla Presidente, naturalmente, e ai colleghi dell'Aula: parlo anche a chi ci ascolta fuori da quest'Aula.
Noi vogliamo occuparci del tempo della giustizia per i cittadini normali, quelli che non sono coinvolti in processi che finiscono sui giornali, processi comunque importanti, sia per chi è persona offesa sia per chi è imputato. A noi interessa stabilire un principio: che vi è un diritto a poter sapere e conoscere quando i cittadini e la collettività avranno risposte alla domanda di giustizia; il se, ovviamente, è un dato che diamo per acquisito. Quindi, tempi certi per fare i processi, non per buttarli via.
Da questo punto di vista, voglio subito precisare, ancora una volta, che, quando parliamo di avocazione, parliamo non di una sanzione, ma di avocazione da parte di un magistrato, che è il procuratore generale: non è certo una sanzione. Quindi, quando sarà decorso questo tempo, dopo che sono state chiuse le indagini preliminari – è già stato detto –, si riceve un avviso in cui è descritta la condotta, il fatto e gli addebiti; quindi, è già stata compiuta tutta l'attività di indagine. Noi, a questo punto, stabiliamo un tempo di tre mesi, prorogabile fino a sei per i casi più complessi, e di un anno per i processi di mafia e terrorismo.
È già stato detto e lo ripeto: bisogna distinguere. L'organizzazione della giustizia è compito della politica, è compito nostro. È giusto chiedere più risorse: noi le daremo, ma voglio ricordare che abbiamo stabilito, nella scorsa di legge di stabilità, che 50 milioni – 50 milioni di euro, quindi non uno solo o più euro, ma 50 milioni di euro – andassero specificamente al settore giustizia.
A questo si aggiungono 3 mila assunzioni di personale nel comparto giustizia, già approvate nei vari provvedimenti, e, naturalmente, ancora faremo. Lo vogliamo fare, lo stiamo facendo, ma questo è il nostro compito e non possiamo far gravare sui cittadini dove noi non arriviamo o le inefficienze dell'organizzazione. Vorrei concludere dicendo che è iniziato, io credo, un tempo nuovo per la giustizia in questo Paese; un tempo in cui non si scommette sul fallimento, sulla bancarotta della giustizia, cercando scorciatoie o proponendo cose improponibili e inaccettabili.
Noi scommettiamo sul funzionamento della giustizia per dare risposta, innanzitutto, ai cittadini e alla collettività. Da questo punto di vista, credo che questo sia un grande passo in avanti e questa norma va a cogliere veramente un punto nodale per quanto riguarda le garanzie di giustizia per i cittadini, persone offese o imputati che siano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Tofalo. Ne ha facoltà.
ANGELO TOFALO. Dichiaro il voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Intervengo per rettificare che è vero che sono stati dati 50 milioni di euro, ma in tre anni questo Governo ne ha tolti 300 alla giustizia. Per non parlare del modo in cui li va a reperire, ovvero aumentando il contributo unificato, quindi il diritto del cittadino di accedere alla giustizia con costi decenti. Dunque, questi soldi li fa pagare al cittadino proprio per accedere alla giustizia. A questo non abbiamo parole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo per chiarire che Forza Italia darà un voto favorevole all'articolo 11, ma ferme restando tutte le riserve che sono state formulate nel corso della discussione. Diciamo che è un voto «prevalentemente favorevole».
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice, presidente Ferranti, ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
VITTORIO FERRARESI, . Esprimo parere favorevole su tutti gli emendamenti.
ENRICO COSTA, Il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cirielli 12.2, Ferraresi 12.3 e Santelli 12.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Mi scuso per l'intervento precedente sull'emendamento soppressivo dell'articolo 11...
PRESIDENTE. Questo è l'articolo sul quale voleva svolgere l'intervento ?
VITTORIO FERRARESI. Esatto, sull'articolo 12. Prima, in Commissione, era l'articolo 11 e quindi ho fatto confusione.
Riteniamo molto importante questo emendamento soppressivo e spiego brevemente le ragioni. L'articolo 400 abroga l'articolo 421- del codice di procedura penale, precludendo l'integrazione delle indagini quando il giudice non può decidere allo stato degli atti e modifica l'articolo 422, che poi, successivamente, è stato eliminato.
Nella relazione si specifica, ovviamente, che il punto è l'incompletezza delle indagini con la sanzione dell'emissione della sentenza di non luogo a procedere, con cui il giudice disattenderà la richiesta di procedere al giudizio formulata dal pubblico ministero.
Ebbene, proprio simili meccanismi – come già spiegato, Presidente, anche in audizione dove tutti i relatori si sono pronunciati, appunto, favorevolmente alla mia richiesta di eliminazione di questo articolo – permetterebbero l'esercizio di azioni penali apparenti, nate proprio per essere fatte naufragare in udienza preliminare, senza che il giudice possa fare nulla.
E ciò, con evidenza, si pone in insanabile contrasto con l'articolo 112 della Costituzione. Infatti, al cospetto di un'indagine del tutto lacunosa – lacunosa per motivi di buona fede, ma anche dolosamente lacunosa – il GUP non potrebbe ordinare nuove indagini (essendo abrogato l'articolo 421- del codice di procedura) né potrebbe direttamente assumere prove per capire se l'accusa merita di essere sostenuta. Ma questo è stato successivamente eliminato.
Il pubblico ministero, quindi, se disinteressato (o addirittura segretamente speranzoso nella fine del procedimento, questo ovviamente lo possiamo pensare solo in alcuni casi dolosi), non prenderà alcuna iniziativa né lo farà l'imputato, ovviamente. A questo punto, in definitiva, se il pubblico ministero, per negligenza o malafede, portasse in udienza preliminare un fascicolo del tutto inconsistente, il giudice non avrebbe modo di esercitare una funzione, che certo non è tipica di questa sede, ma di cui ben si avverte la presenza: assicurare ovviamente un processo a fronte di notizie di reato fondate.
Dunque, quando la relazione al disegno di legge collega la sanzione del non luogo a procedere ad indagini lacunose, in realtà non riferisce, come appare, di una punizione imposta al pubblico accusatore negligente, ma di una ferita inferta all'articolo 112 della Costituzione, ovvero all'obbligatorietà dell'azione penale, nonché, a nostro avviso, alla persona offesa dal reato.
Quest'emendamento, quindi, vuole eliminare quest'articolo che va a toccare il 421. La paura è molto semplice, Presidente. Intanto non crediamo che questa eliminazione porti ad una razionalizzazione o una velocizzazione del procedimento, perché non sono casi che ricorrono molto spesso. D'altra parte in quei pochi casi in cui il pubblico ministero, per buona fede o per negligenza, riesce a collezionare un quadro dell'indagine insufficiente o lacunoso, si avrà grave pregiudizio. Non solo in questo caso potrebbe esserci pregiudizio per la persona offesa dal reato, che si vedrà nel processo decadere tutte le iniziative che sono state compiute nelle indagini preliminari per cercare di arrivare alla verità. Si creerà eventualmente anche un pregiudizio per l'imputato. Perché ? Perché ovviamente è interesse di tutti, imputato e persona offesa dal reato, vedersi un'indagine completa, un quadro completo e non lacunoso, con tutti gli elementi che potrebbero essere utili sia alla vittima sia all'imputato in questo senso. Quindi un doppio pregiudizio.
Mentre nei casi, in quei pochi casi – quindi questo intervento non va tanto a risolvere il problema delle lungaggini processuali –, in cui il pubblico ministero magari non ha voglia di andare avanti nel procedimento, fa delle indagini apparenti e quindi, dolosamente, pone in essere un quadro probatorio insufficiente per andare avanti nel processo, la potrà fare franca e il giudice per l'udienza preliminare non avrà più questo potere di controllo.
Ripeto: nessun miglioramento o velocizzazione del processo si avrà. Si avrà solo un pregiudizio non tanto al GUP, ma un pregiudizio nei confronti della persona offesa, della vittima del reato e, quindi, dell'imputato in alcuni casi, e soprattutto anche del principio espresso dall'articolo 112 della Costituzione ovvero dell'obbligatorietà dell'azione penale.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, da parte di Forza Italia gli emendamenti Santelli 12.5 e 12.6...
PRESIDENTE. Non ho capito, deputato Sisto, li ritira ?
FRANCESCO PAOLO SISTO. Sì, Presidente, gli emendamenti Santelli 12.5 e 12.6 vengono ritirati da Forza Italia.
PRESIDENTE. Va bene, non avevamo sentito bene. Mentre l'emendamento Santelli 12.4 rimane e lo mettiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Sì, l'emendamento Santelli 12.4 è confermato.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui tre identici emendamenti Cirielli 12.2, Ferraresi 12.3 e Santelli 12.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferraresi 15.14.
PRESIDENTE. Deputato Ferraresi ?
VITTORIO FERRARESI, . Esprimo parere favorevole sull'emendamento Ferraresi 15.14.
ENRICO COSTA, . Il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Ferraresi 15.14.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 15.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto a questo emendamento, vorrei dire una cosa molto chiara. Ieri sera a fine seduta il nostro gruppo ha posto al Governo una questione molto seria sul comportamento del Governo ungherese alla frontiera con la Serbia e con la Croazia. Si stanno facendo cose gravissime nel cuore dell'Europa ...
PRESIDENTE. Cosa c'entra con l'emendamento ? Cosa c'entra con l'emendamento ?
ARTURO SCOTTO. Chiediamo che Orban vada fuori dall'Europa, perché è una questione molto seria ...
PRESIDENTE. Colleghi, abbassate quei cartelli. Chiedo ai commessi di intervenire. Togliete queste cose . Sospendo la seduta.
PRESIDENTE. Essendo giunti alle ore 12,30, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15,30, per passare all'esame delle dimissioni del deputato Paolo Vitelli.
PRESIDENTE. Comunico che in data 1o luglio 2015 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Paolo Vitelli: «Egregio Presidente, è con infinito rammarico che mi vedo costretto, per motivi di salute, a rassegnare le mie dimissioni da questa Camera alla quale mi onoro di appartenere. Recenti esami medici, infatti, hanno accertato un peggioramento del mio stato di salute per un aggravamento delle discopatie degenerative. I medici mi impongono di sottopormi ad una serie di trattamenti specifici, per evitare un'operazione – colleghi, per favore, un po’ di silenzio – chirurgica sui canali spinali, rischiosa e dagli esiti incerti. I trattamenti cui devo sottopormi mi costringerebbero a lunghe assenze dai lavori parlamentari, con poche possibilità di svolgere la mia attività in modo adeguato e responsabile. La mia storia personale e la mia coscienza mi impediscono di mantenere un impegno quale il mandato parlamentare che deve esser svolto con un investimento pieno delle proprie energie e capacità, e con l'unica finalità di lavorare per il bene del Paese e non già al mero fine di percepire uno stipendio. In questi ultimi tempi, ho provato a svolgere il mio incarico, limitando al minimo le assenze dall'Aula e garantendo la quasi totalità di presenze nella delicata funzione di membro del Copasir. Purtroppo oggi i medici e il dolore fisico mi impediscono di continuare questo sforzo. Vi prego pertanto di accettare oggi le mie dimissioni, dettate dallo stesso senso di responsabilità e coscienza civica con cui ho affrontato l'impegno parlamentare. Colgo l'occasione per ringraziare tutti i colleghi, in particolare coloro coi quali ho sperimentato una costruttiva collaborazione. Un grazie di cuore ai funzionari e allo della Camera e del mio gruppo parlamentare per il loro prezioso aiuto ed alta professionalità. Paolo Vitelli».
Esprimo i saluti e i ringraziamenti della Presidenza. Avverto che ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del Regolamento la votazione sulle dimissioni del deputato Paolo Vitelli avrà luogo a scrutinio segreto mediante procedimento elettronico. Ha chiesto di parlare il deputato Vitelli. Ne ha facoltà.
PAOLO VITELLI. Grazie Presidente, cari colleghi, voglio testimoniare una forte emozione nel dover interrompere, forse per la prima volta nella mia vita, un impegno che mi sono assunto; un impegno professionale particolarmente importante. Come ho scritto nella lettera, lo faccio perché vi sono assolutamente costretto. Se non faccio delle terapie intensive, rischio un'operazione molto delicata. E il mio carattere, che ho sviluppato in 47 anni di lavoro, non è quello di mettermi in malattia, di stare a casa, pagato, quando so che dovrei assolvere un impegno datomi dagli elettori che considero veramente importante e che è stato molto importante in questi anni. Io, infatti, sono entrato in politica perché sono un imprenditore, ma a un certo punto ho sentito la stanchezza di vivere in un Paese dove la produttività era scarsa, la competitività scarsa, la disoccupazione altissima e la burocrazia altissima. Quindi, dopo aver dato una vita all'impresa e all'occupazione, ho voluto provare a dare una testimonianza di quanto ero capace nel dare un contributo al mio Paese. L'ho fatto perché ho iniziato la mia carriera con una gioia infinita, con la passione di creare un'industria che adesso dà lavoro a migliaia di dipendenti e rappresenta il . Avrei voluto e vorrei veramente che i giovani di oggi potessero avere lo stesso sogno, potessero avere la stessa positività che io ho avuto modo di avere 47 anni fa. Questa è la ragione che mi ha portato in politica; questa è la ragione che mi rende particolarmente addolorato di lasciarla oggi, ma assolutamente costretto. Voglio dire che ho conosciuto tantissime persone di qualità, di altissima professionalità e devo dire che sono stato onorato di lavorare a fianco a voi. Forse se fossi stato più giovane avrei reso di più, ma è stata un'esperienza indimenticabile, molto formativa.
Se posso lasciare un piccolo contributo, forse, con la mia cultura di imprenditore, vorrei dirvi che qualche volta questa professionalità altissima è un po’ inficiata dal fatto che la Camera ha un Regolamento arcaico, poco moderno, poco efficace . Quindi come messaggio di imprenditore vi dico: accelerate questa riforma del Regolamento e metteteci dentro l'informatica perché, avendo visitato alcuni altri Parlamenti, l'informatica è uno strumento utilissimo per accelerare e migliorare i lavori Farò il tifo perché questo avvenga.
Torno a casa per curarmi ma, se mi rimarranno delle energie, le impiegherò per due cose importanti ancora. Prima di tutto, per dare continuità garantendo la successione alla mia azienda: ho una responsabilità sociale altissima e vorrei che questo avvenisse in modo che questa possa continuare per la seconda e la terza generazione come è stata di successo per la prima. L'altra cosa che vorrei è che la mia passione politica non morisse, anzi vi garantisco che non muore. Quindi, compatibilmente con le cure che dovrò fare, cercherò di realizzarla sul mio territorio cercando di essere ancora utile alla società in qualche modo. Concludo dicendo che vi ringrazio. Ringrazio il Presidente, ringrazio tutti i colleghi, ringrazio tutte le strutture della Camera e vi dico che è stato un grande onore essere qui con voi a vivere questa esperienza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Capua, che credo sia al fianco del collega Vitelli. Ne ha facoltà.
ILARIA CAPUA. Grazie, Presidente. Per me è stata una grande fortuna e un grande onore essere seduta vicina a Paolo Vitelli per quasi due anni e mezzo. È stato il mio compagno di banco. Oltre ad essere un grande imprenditore e una persona che è stata in grado di portare l'eccellenza del nel mondo, è un uomo di grande saggezza, di grande umanità e di grande generosità e sono certa che molte persone qua dentro che hanno interagito con lui lo sanno e hanno avuto modo di conoscerlo per questo. Le sue dimissioni sono giunte per sopravvenuti motivi di salute che noi possiamo soltanto rispettare. Vorrei tuttavia cogliere quest'occasione per fare una riflessione. Ho raccolto da lui nelle ore e ore che abbiamo passato una accanto all'altro, come raccolgo da molti di voi, una frustrazione profonda per non aver inciso, per non essere stato valorizzato e soprattutto per non essere stato ascoltato. Il mio appello è il seguente: questo Parlamento, che è fatto dal 70 per cento di neofiti della politica, di persone che vengono da fuori il mondo della politica e che hanno una loro storia e hanno una loro professionalità, non può permettersi di perdere e di non ascoltare persone dello spessore, dell'esperienza e della capacità di Paolo Vitelli. Il Parlamento dovrebbe essere luogo di scambio di idee e di confronto per portare un miglioramento al Paese. Non essere in grado di ascoltare e valorizzare le molte persone, le moltissime persone in quest'Aula è una dimostrazione della scarsa attenzione che abbiamo verso le necessità del Paese.
Le dimissioni di Paolo Vitelli ovviamente mi dispiacciono dal punto di vista personale ma le rispetto per le motivazioni che le sostengono. Spero soltanto che le sue dimissioni servano affinché ci si ascolti un po’ di più, con un'apertura mentale diversa, in un confronto costruttivo, perché questo noi lo dobbiamo ai nostri elettori, oltre che a noi stessi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Portas. Ne ha facoltà.
GIACOMO ANTONIO PORTAS. Signor Presidente, saluto un torinese per bene, un imprenditore che è riuscito davvero a portare il nel mondo. Abbiamo parlato in questi giorni, Paolo, se mi conosci, non ero a favore di votare questa tua scelta. L'hai motivata per motivi di salute, lo rispetto, però mi mancherai e le tue discussioni alla Camera sul tuo ottimismo, sul tuo modo di vedere la vita e questo breve saluto da torinese te lo faccio con il cuore. Penso che il tuo modo di vedere l'impresa e come prima missione di rispettare le regole fa onore a te, fa onore all'Italia e fa onore al Parlamento italiano. Grazie Paolo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Causin. Ne ha facoltà.
ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la scelta dell'onorevole Paolo Vitelli non mi ha colto impreparato, ne avevamo parlato anche poco prima della pausa estiva. Con Paolo – così lo preferisco chiamare –, ho condiviso la prima fase dell'esperienza parlamentare e una fase importante anche della vicenda politica del paese. Giorni complessi, in cui la rotta della Repubblica – per usare un paragone della nautica – si era fatta incerta, travolta dalle tempeste della crisi economica e finanziaria e dal crollo soprattutto della nostra credibilità istituzionale sul piano internazionale. So che è proprio in questo contesto che è maturata la disponibilità di Paolo e anche di tante altre persone di varcare il confine e di offrire la propria credibilità insieme alle proprie competenze a servizio della Repubblica. Le dimissioni, lo ricordava Paolo Vitelli, sono una scelta soggettiva, che va rispettata; sono sicuro che vi sono delle ragioni personali, di salute, come ha ricordato, e non da ultimo la necessità di rafforzare il proprio impegno nell'azienda che ha fondato e che oggi è il fiore all'occhiello della nautica italiana e mondiale. Ma so anche che ha inciso la sua frustrazione rispetto ad un sistema parlamentare che non ha saputo cogliere l'opportunità di mettere a frutto l'entusiasmo, la sensibilità e le competenze di uomini che come Paolo rappresentano l'Italia come eccellenza nelle loro professioni.
Nell'accogliere la scelta di Paolo, desidero soprattutto ringraziarlo per le splendide occasioni di confronto che sono certo, anche in futuro, come ha ricordato nel suo intervento, non mancheranno. Desidero soprattutto ringraziarlo per l'amicizia, parola antica che può assumere un grande significato anche nella formalità di quest'aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dellai. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Signor Presidente, a nome dei colleghi del gruppo che presiedo, desidero aggiungere anche io una parola di amicizia, di stima e di augurio a Paolo Vitelli. Devo dire che ho avuto anche nella prima parte della legislatura l'onore di essere presidente del gruppo nel quale lui militava e ho potuto dunque, da collega e da capogruppo, conoscere direttamente le qualità della sua presenza in quest'aula, che sono essenzialmente qualità che parlano di impegno, di serietà, vorrei aggiungere, anche di sobrietà. Devo dire che abbiamo anche tutti molto apprezzato la grande sincerità e la grande dignità con le quali si è voluto congedare per motivi personali che lui ha richiamato da quest'aula.
Sono tra quelli che non credono all'antinomia tra società civile e società politica e, quando questo appare, vuol dire che siamo nel campo della patologia e della difficoltà del sistema. Penso che la testimonianza del collega Vitelli, insieme a quella di tanti altri, abbia concorso a ridurre questa patologia e, dunque, lo ringrazio molto per questo e anche per il messaggio che ci ha voluto lasciare, congedandosi. Gli faccio, a nome dei colleghi, tanti auguri per il suo futuro impegno civile, come lui ha richiamato, ma anche per il suo impegno imprenditoriale, essendo lui responsabile di una delle grandi imprese del nostro paese, che naturalmente è un bene collettivo.
Grazie all'onorevole Vitelli e auguri per il suo futuro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'accettazione delle dimissioni del deputato Paolo Vitelli.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito dell'accettazione delle dimissioni dal mandato parlamentare del deputato Paolo Vitelli, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato – ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del Testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati – che il candidato che, nell'ordine progressivo della lista n. 16 – Scelta Civica con Monti per l'Italia – nella I Circoscrizione Piemonte 1, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Maurizio Baradello.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-, comma 3, del Regolamento, per la I Circoscrizione Piemonte 1, Maurizio Baradello.
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle 13,10, per consentire l'allestimento delle cabine di votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.
Ricordo che a tale elezione si procede a seguito della richiesta formulata dal gruppo Per l'Italia, costituitosi dopo l'elezione dell'Ufficio di Presidenza, e non rappresentato in tale organo.
Avverto che ciascun deputato può scrivere sulla scheda un solo nome.
Le schede recanti più di un nominativo saranno considerate nulle.
Ai sensi del richiamato articolo 5, comma 6, del Regolamento, risulterà eletto il deputato, fra quelli appartenenti al gruppo Per l'Italia, che otterrà il maggior numero di voti.
Indìco la votazione per schede.
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.
Invito i deputati segretari a procedere alla prima chiama.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento:
PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30, con il seguito dell'esame del disegno di legge n. 2798-A.
PRESIDENTE. Colleghi, poiché è in corso la Conferenza dei presidenti di gruppo che ha bisogno ancora di qualche minuto ma non sarà molto, aspettiamo la conclusione della Conferenza dei presidenti di gruppo e riprendiamo la seduta.
Sospendo la seduta.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, i lavori per le settimane dal 21 settembre al 2 ottobre 2015 sono stati così rimodulati:
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Brunetta, Cicchitto, Costa, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Lupi, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Merlo, Migliore, Gianluca Pini, Portas, Rosato, Sanga, Schullian, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 2798-A.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato approvato da ultimo l'articolo 12.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 15 e dell'unica proposta emendativa ad esso riferita
Invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Presidente, sull'emendamento Ferraresi 15.14 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, onorevole Ferraresi, mi deve dare il parere sull'unico emendamento riferito all'articolo 15, che è l'emendamento Ferraresi 15.14.
VITTORIO FERRARESI, . Il parere è favorevole.
ENRICO COSTA, . Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 15.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione...
PRESIDENTE. Abbiamo risolto il problema con il nostro sistema di votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 15.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa soppressiva ad esso presentata
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Sull'emendamento Santelli 16.2 il parere della Commissione è contrario.
ENRICO COSTA, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
VITTORIO FERRARESI, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Poiché vi è un solo emendamento soppressivo, voteremo il mantenimento dell'articolo 16.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 17.
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi ?
VITTORIO FERRARESI, . Esprimo parere favorevole sugli emendamenti: identici Ferraresi 17.3 e Molteni 17.1, Luigi Gallo 17.300, Marzana 17.301, Luigi Gallo 17.302, Brescia 17.303 e Simone Valente 17.304.
ENRICO COSTA, . Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 17.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferraresi 17.3 e Molteni 17.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Grazie, Presidente. Il parere è favorevole sull'emendamento 18.600 della Commissione, a pagina 57 del fascicolo...
PRESIDENTE. Presidente, è a pagina 16 del fascicolo degli emendamenti.
DONATELLA FERRANTI, . Ho sbagliato, Presidente. Si tratta dell'emendamento 18.600 della Commissione, che è a pagina 16.
DONATELLA FERRANTI, . Sugli altri emendamenti la Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza, onorevole Ferraresi ?
VITTORIO FERRARESI, . Presidente, esprimo parere favorevole sul mio emendamento 18.150, mentre tutti gli altri emendamenti sono ritirati.
PRESIDENTE. Dunque, sono ritirati tutti gli emendamenti dei colleghi del gruppo MoVimento 5 Stelle. Controlliamo un attimo se vi sono emendamenti di altri gruppi...
VITTORIO FERRARESI, . C’è poi un emendamento della Commissione...
PRESIDENTE. Sì, c’è l'emendamento 18.600 della Commissione, a pagina 16 del fascicolo.
VITTORIO FERRARESI, . Esprimo parere favorevole sull'emendamento 18.600 della Commissione.
PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, a questo punto dobbiamo votare soltanto due emendamenti (lo dico per chi segue il fascicolo degli emendamenti).
Il Governo ?
ENRICO COSTA, . Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento 18.600 della Commissione.
PRESIDENTE. Ed esprime parere contrario, deduco, sull'emendamento Ferraresi 18.150.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 18.150.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 18.150, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Il parere è contrario su tutti gli emendamenti, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi ?
VITTORIO FERRARESI, . Il parere è favorevole su entrambi gli emendamenti.
ENRICO COSTA, . Parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 19.150, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI. La ringrazio, signor Presidente. Vorrei chiedere ai presentatori di questo emendamento soppressivo di ritirarlo, perché, veramente, non se ne capisce la ragione. Abbiamo cercato di diminuire la somma di conversione per agevolare l'utilizzo del decreto penale di condanna, proprio per avere un effetto deflattivo sui procedimenti; per agevolare le famiglie, perché, poi, quando arrivano le cartelle di Equitalia, si urla perché vorremmo che tali cartelle fossero più eque.
Allora, invece di far pagare 250 euro al giorno di conversione, magari a un ragazzo che ha commesso l'errore, certo, di guidare, magari, avendo bevuto una birra, invece di fargli pagare 20 mila euro, gli possiamo far pagare molto meno; non solo, ma, in questo modo, lo Stato riesce anche ad incassare somme che certamente non incasserebbe. In più, i ragazzi riuscirebbero a non sciuparsi la sospensione condizionale della pena, a cui adesso, invece, spesso ricorrono. Per cui, credo che questa sia, obiettivamente, una norma di buonsenso e, obiettivamente, votare contro mi dispiace. Chiedo veramente che questo emendamento soppressivo possa essere ritirato.
PRESIDENTE. Non vedo manifestazioni di questa volontà.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 19.150, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi ?
VITTORIO FERRARESI, . Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 20.2 e 20.3, sugli identici emendamenti Santelli 20.150 e Ferraresi 20.151, e sull'emendamento Ferraresi 20.6.
ENRICO COSTA, . Il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 20.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . La Commissione esprime parere contrario sulle proposte emendative riferite all'articolo 21.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, Ferraresi ?
VITTORIO FERRARESI, . Parere favorevole sugli emendamenti Turco 21.150, Santelli 21.151 e Ferraresi 21.6. Parere contrario sugli emendamenti Santelli 21.21 e 21.152. Parere favorevole sull'emendamento Turco 21.153.
ENRICO COSTA, . Il Governo esprime parere contrario sugli emendamenti riferiti all'articolo 21.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Turco 21.150. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO. Grazie Presidente. Ritiro quest'emendamento e ho intenzione di trasformarlo in un ordine del giorno. Visto che il Governo e la Commissione hanno dato parere contrario forse, trasformandolo in un ordine del giorno, magari anche con la locuzione «a prevedere la possibilità di», c’è la speranza che venga accolto.
Approfitto magari un minuto per illustrarlo, perché effettivamente è un emendamento abbastanza divisivo, che vuole abrogare il divieto della nel giudizio di appello. Su questo argomento ho ricevuto molte segnalazioni, molte anche da parte di colleghi e avvocati penalisti che mi hanno criticato in questa scelta. Ma la verità è che, se si vuole concretamente porre rimedio a quella che è la situazione della giustizia italiana, in particolare di quella penale, e quindi all'enorme numero di procedimenti che sono ad ammuffire nelle varie corti di appello d'Italia e che spesso e volentieri arrivano alla prescrizione, se non si hanno le risorse per aumentare il numero dei giudici, il numero dei cancellieri, il numero degli ufficiali giudiziari, ebbene, l'unica maniera è provare a limitare il ricorso all'appello. Ripeto che, se la giustizia italiana funzionasse, non ce ne sarebbe assolutamente bisogno, ma in una situazione come questa, a mio parere, come soluzione a costo zero è effettivamente l'unica praticabile. Per cui ritiro il mio emendamento e provo a trasformarlo in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Grosso. Ne ha facoltà.
DANIELE DEL GROSSO. Grazie Presidente. Se è possibile facciamo nostro quest'emendamento.
PRESIDENTE. Onorevole Del Grosso, ovviamente è possibile. Ho solo il dovere di informarla – ma lei lo saprà perfettamente – che, nel momento in cui l'emendamento dovesse venire respinto, non c’è più possibilità per il suo collega di presentare l'ordine del giorno.
Bene, l'emendamento Turco 21.150 è stato fatto proprio dal collega Del Grosso.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 21.150, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
CARLO SARRO. Presidente, quest'emendamento viene ritirato.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo, allora, all'emendamento Ferraresi 21.6.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 21.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
CARLO SARRO. Presidente, gli emendamenti Santelli 21.21 e 21.152 vengono ritirati.
PRESIDENTE. Ovviamente lei parla a nome dei presentatori.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Turco 21.153.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 21.153, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . La Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate all'articolo 22.
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi ?
VITTORIO FERRARESI, . Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 22.1, 22.2, 22.5, 22.6, 22.8, 22.9, sugli identici emendamenti Ferraresi 22.11 e Santelli 22.12, sugli identici emendamenti Ferraresi 22.13 e Santelli 22.151, sugli emendamenti Ferraresi 22.15 e 22.16 e sugli identici emendamenti Santelli 22.152 e Ferraresi 22.153.
ENRICO COSTA, . Il Governo esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 22.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 22.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Il nostro emendamento mira a sopprimere il comma 10 che prevede che nell'articolo 608 del codice di procedura penale – ricordo che l'articolo 608 disciplina il ricorso del pubblico ministero in Cassazione – dopo il comma 1, è inserito il seguente: «se il giudice di appello pronuncia sentenza di conferma di quella di proscioglimento», quindi una doppia sentenza, «... il ricorso per Cassazione può essere proposto solo per i motivi di cui alle lettere e del comma 1 dell'articolo 606» e non per le altre due lettere ovvero la e la . Noi riteniamo che questo sia un metodo di deflazione assurdo perché il legislatore, secondo i principi costituzionali, ha dato la possibilità di ricorrere anche in Cassazione, quindi non si capisce perché questo diritto non sia rispettato, considerato che le norme ci sono e anche in Costituzione ci sono gli articoli. Quindi, secondo noi, questo comma 10 è assolutamente incostituzionale. Detto questo, la norma fa anche una certa differenza su questioni importanti cioè la mancata assunzione di una prova decisiva, la mancanza o la contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione cioè stiamo parlando di questioni per le quali secondo noi tenuto conto che il pubblico ministero non è un avvocato, non ha tutto questo interesse a ricorrere per forza anche in Cassazione. Se lo fa, vuol dire che evidentemente i motivi ci sono. Non è un avvocato di parte che per forza molto spesso ma non sempre ovviamente cerca di tirarla per le lunghe, cerca di ricorrere in Cassazione sempre. Semplicemente, se ci sono i motivi, è giusto che questo diritto sia utilizzato dal pubblico ministero quando appunto la sentenza presenta questi vizi. In questo caso negare le previsioni di quelle due lettere come motivo di ricorso in Cassazione, ripeto, costituisce un provvedimento che assolutamente non andrà a deflazionare, razionalizzare o a velocizzare ulteriormente lo storico del contraddittorio e dei processi attivi. Semplicemente è una garanzia, è una garanzia che si basa su un principio costituzionale, non serve – ripeto – perché non sono tanti i casi in cui il PM addirittura appella e addirittura ricorre in Cassazione. Per queste motivazioni è inutile, incostituzionale e dannoso per i diritti della parte .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Santelli 22.152 e Ferraresi 22.153, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice, nonché presidente della Commissione, ad esprimere il parere della Commissione.
Avverto che l'emendamento Santelli 23.1 è stato ritirato.
DONATELLA FERRANTI, . Signor Presidente, il parere è favorevole soltanto sull'emendamento 23.600 della Commissione.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore di minoranza di pronunciarsi sui pareri.
VITTORIO FERRARESI, . Signor Presidente, il parere è favorevole sull'emendamento Ferraresi 23.150 e 23.600 della Commissione.
ENRICO COSTA, . Il parere del Governo è favorevole soltanto sull'emendamento 23.600 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 23.150.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, intervengo soltanto per ribadire che questa formulazione dell'attuale legge l'abbiamo predisposta in Commissione giustizia con un bel lavoro, a mio avviso, e che è stata approvata in Commissione, quella sulla rescissione del giudicato. Ci siamo impegnati di scrivere una norma che corrispondesse anche agli standard che ci arrivavano dall'Europa, che ci aveva già condannato per questa materia. Credo che, purtroppo, anche se siamo contenti che sia stata approvata – in parte, perché è stata approvata con una riformulazione –, non passi ancora per l'Europa questo concetto in cui si sposta l'onere probatorio. Ecco perché, a mio avviso, da tecnico, non do un giudizio politico, secondo me c’è il forte rischio che ci continuino a condannare per questo motivo. Questo lo dico, in modo contrario a tutte quelle volte che si dice che il MoVimento 5 Stelle è forcaiolo, giustizialista e chi ne più ne metta. In questo senso, noi abbiamo fatto una norma di garanzia per il soggetto, una norma in cui l'Europa ci ha condannato per le precedenti normative e quindi, noi abbiamo riproposto l'emendamento originale, anche se ovviamente apprendiamo con favore l'approvazione dello stesso in Commissione.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 23.150, con il parere contrario della Commissione, del Governo e favorevole del relatore di minoranza
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Melilla 24.0150.
DONATELLA FERRANTI, . Presidente, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
VITTORIO FERRARESI, . Presidente, il parere è contrario.
ENRICO COSTA, . Presidente, il parere del Governo è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Melilla 24.0150, con il parere contrario...
CINZIA MARIA FONTANA. Prima l'articolo !
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Fontana, grazie. Dobbiamo votare prima l'articolo 24, perché questa proposta emendativa è un articolo aggiuntivo. Complimenti all'onorevole Fontana .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
DONATELLA FERRANTI, . Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferraresi 26.2.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
VITTORIO FERRARESI, . Signor Presidente, esprimo parere favorevole.
ENRICO COSTA, . Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che, essendo stata presentata un'unica proposta emendativa interamente soppressiva, sarà posto in votazione il mantenimento dell'articolo 26.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
DONATELLA FERRANTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI, . Signor Presidente, noi abbiamo chiesto, per l'articolo 27 e per l'articolo 29 e, a questo punto lo chiedo anche per l'articolo 28, l'accantonamento. Per gli articoli 27, 29 e 30 ne abbiamo accantonato l'esame in Comitato dei nove; quindi, a questo punto chiedo l'accantonamento anche dell'articolo 28.
PRESIDENTE. Le chiedo scusa: quindi, per comprenderci, lei chiede l'accantonamento dall'articolo 27 all'articolo 30 ?
DONATELLA FERRANTI, . Sì.
PRESIDENTE. Sta bene.
Secondo le intese intercorse, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà, come stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, nella seduta di martedì 22, a partire dalle ore 11; le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta e la votazione finale, avranno luogo nella seduta di mercoledì 23 a partire dalle ore 9,30.
PRESIDENTE. Comunico che il deputato Maurizio Baradello, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Per l'Italia – Centro Democratico.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.