PRESIDENTE. La seduta è aperta.
CATERINA PES, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Baldelli, Stella Bianchi, Blažina, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Capelli, Carbone, Coppola, D'Alia, Dambruoso, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Fico, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Losacco, Lupi, Marazziti, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4373: Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2017, n. 25, recante disposizioni urgenti per l'abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
PATRIZIA MAESTRI, Buongiorno Presidente, grazie. Io darei il mio parere su tutti gli emendamenti. Quindi esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti del decreto.
PRESIDENTE. Va bene. Passiamo agli altri colleghi. Vi dico come vi ho segnati, MoVimento 5 Stelle, Lega Nord e Fratelli d'Italia. Quindi chiamerei prima l'onorevole Tripiedi. Articolo aggiuntivo 01.01.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Identici 1.1 Simonetti, 1.33 Palese, 1.38 Rizzetto, 1.67 Catalano.
DAVIDE TRIPIEDI, . Contrario.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.35 Ciprini.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Mi rimetto all'Aula.
WALTER RIZZETTO, . Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.40 Zanetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Mi rimetto all'Aula.
WALTER RIZZETTO, . Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.101 Carfagna.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.93 Polverini.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.92 Polverini.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.41 Zanetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.23 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.100 Russo.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.127 Mucci.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.31 Rizzetto.
DAVIDE TRIPIEDI, . Contrario.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.87 Baldassarre.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Mi rimetto all'Aula.
WALTER RIZZETTO, . Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.45 Rizzetto.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.134 Altieri.
DAVIDE TRIPIEDI, . Contrario.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.49 Catalano.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.62 Catalano.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.76 Catalano.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Contrario.
WALTER RIZZETTO, . Contrario.
PRESIDENTE. 1.83 Catalano.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.189 Ciprini.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Mi rimetto all'Aula.
WALTER RIZZETTO, . Mi rimetto all'Aula. Presidente, chiedo scusa; vorrei cambiare il parere sull'emendamento 1.76 Catalano: mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. 1.3 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.43 Zanetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.2 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
DAVIDE TRIPIEDI, . Contrario.
ROBERTO SIMONETTI, . Contrario.
WALTER RIZZETTO, . Contrario.
PRESIDENTE. 1.42 Zanetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.6 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.7 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.8 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.9 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.12 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.13 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.15 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.32 Rizzetto.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Identici 1.19 Simonetti e 1.119 Russo.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.20 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.025 Zanetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Mi rimetto all'Aula.
WALTER RIZZETTO, . Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. 1.01 Ciprini.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Mi rimetto all'Aula.
WALTER RIZZETTO, . Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. 1.02 Ciprini.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.0100 Carfagna.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.012 Latronico.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 1.0101 Catalano.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
DAVIDE TRIPIEDI, . Mi rimetto all'Aula.
ROBERTO SIMONETTI, . Mi rimetto all'Aula.
WALTER RIZZETTO, . Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Identici 2.5 Palese, 2.9 Simonetti e 2.10 Brunetta.
DAVIDE TRIPIEDI, . Contrario.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 2.100 Tripiedi.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Identici 2.6 Prataviera e 2.8 Simonetti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Contrario.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
PRESIDENTE. 2.0102 Tripiedi.
DAVIDE TRIPIEDI, . Favorevole.
ROBERTO SIMONETTI, . Favorevole.
WALTER RIZZETTO, . Favorevole.
LUIGI BOBBA,. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo 01.01 Catalano. Intanto, prego i colleghi di prendere posto.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Questo è il primo degli emendamenti presentati dal nostro gruppo che hanno tutti in comune la caratteristica di voler salvare l'istituto dei pure introducendo una disciplina più limitativa e dei sistemi di controllo, perché noi riteniamo che sopprimere questo strumento semplicemente per andare incontro alla presunta sconfitta - ripeto: presunta - in un referendum sia sbagliato. Pensiamo che sia sbagliato perché è uno strumento sul quale ci sono stati indubbiamente degli abusi, dei quali abbiamo tutti preso atto, e una parte di questi abusi sono stati commessi anche da chi il referendum l'ha promosso, ma questo non è sicuramente un motivo per gettare il bambino con l'acqua sporca, soprattutto se l'acqua sporca è una parte limitata. Noi pensiamo che questo sia un istituto che ha svolto una funzione e svolge una funzione, che viene utilizzato molte volte per rispondere a esigenze reali, che è sostanzialmente necessario per l'assenza di altre soluzioni per evitare lavoro nero e che ha consentito l'emersione di lavoro nero. Per tali ragioni questo primo emendamento introduce una serie di limitazioni alle attività per le quali può essere utilizzato lo strumento, facendo riferimento alle attività di natura occasionale, ai piccoli lavori domestici, all'insegnamento privato supplementare, alle attività occasionali svolte presso imprenditori e professionisti, all'esecuzione di piccoli lavori in agricoltura, insomma tutto riferito ad attività che tradizionalmente sono state fatte in nero per moltissimo tempo e che sono emerse grazie a questo istituto.
PRESIDENTE. Chiederei ai colleghi di abbassare il tono della voce - vedo che qualcuno ha capito - perché veramente è molto complicato.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Rinnovo l'invito ad abbassare il tono della voce, a parte l'onorevole Simonetti.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie. L'emendamento è molto semplice sia nella sua lettura che nella comprensione, che è la soppressione dell'articolo, perché, Presidente, non è facendo un'abrogazione totale dei della legislazione che disciplina il lavoro accessorio, che si risolve il problema dell'abuso dell'utilizzo dei . Questi nacquero nel 2003 su una felice intuizione dell'allora Ministro Maroni, coadiuvato dal collaboratore Biagi, dal consulente Biagi,
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente. Buongiorno, sottosegretario. Dunque, Presidente, vorrei ringraziare pubblicamente, comunque, il sottosegretario Bobba, perché si è sempre reso disponibile, anche in Commissione, per un ampio confronto rispetto a questo tema, ma ricordo al sottosegretario Bobba, sicuramente persona esperta e preparata in materia, che avremmo preferito anche avere in qualche occasione, sia in Commissione sia in Aula, il Ministro Poletti. Non lo so se il Ministro Poletti sia impegnato a fare qualche altra dichiarazione fantozziana in giro per il mondo, ma il Ministro Poletti, su di un tema sicuramente importante, gravoso come questo - ieri l'ho definita una vera e propria porcheria, Presidente, quella che è stata fatta da parte del Governo e, di fatto, da parte dell'Esecutivo -, avrebbe dovuto avere il coraggio di essere in Aula a metterci la faccia, come, lo rinnovo, l'ha messa, e per questo lo ringrazio, il sottosegretario Bobba.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
WALTER RIZZETTO. Le ricordo, Presidente e sottosegretario, non smetterò mai di ricordarlo, che noi ci siamo impegnati in Commissione lavoro, assieme a tutti i commissari, per svolgere un ampio ciclo di audizioni, per ascoltare le cosiddette parti sociali, per ascoltare i sindacati: nessuno ci aveva chiesto di abolire completamente questo strumento! E se è vero che nei pareri che le altre Commissioni ci hanno fornito, ad esempio la I Commissione ci fornisce un parere favorevole con un'osservazione, ovvero quella di disciplinarne l'uso ed applicare i buoni nel periodo transitorio (dopo parleremo anche di periodo transitorio), ma se è vero anche che le altre Commissioni ci hanno dato dei pareri con delle condizioni rispetto alla…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Rizzetto, ha parlato quaranta secondi in più.
WALTER RIZZETTO. …rispetto sicuramente non alla decapitazione completa, terribile e assolutamente insufficiente - e chiudo, Presidente - è stata la risposta del Ministro Poletti ieri in Aula, che ci ha parlato di fatto di accordi e di paura del referendum.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Presidente, anche noi voteremo favorevolmente rispetto a questo emendamento soppressivo. Consideriamo il decreto-legge che arriva oggi in conversione un preoccupante segno di resa da parte del nostro Governo, che prende di mira uno strumento, i che ha dimostrato di essere uno strumento importante per quanto riguarda l'emersione del lavoro nero, per quanto riguarda la possibilità di avere comunque una quota di contribuzione da parte dei lavoratori per quanto estemporanei, che ha introdotto degli elementi di flessibilità e di dinamismo del mercato del lavoro che aiutano sicuramente un Paese come il nostro in profonda crisi strutturale. Qualcuno dice che ci sono stati problemi di tracciabilità: bene, io credo che un Governo che avesse intenzione davvero di dare un segnale positivo a questo Paese si sarebbe concentrato sulla necessità di dare tracciabilità allo strumento dei laddove questa fosse stata opaca. Invece quello che noi stiamo dando oggi come immagine del Paese è l'immagine di un Paese immobile, che oggi vota un decreto-legge che ha come obiettivo soltanto quello di evitare un referendum: un referendum in cui c'è la forzatura di quella parte di Paese che pensa ancora che sia possibile difendere l'occupazione e il lavoro senza porsi il problema di come fare a creare l'occupazione e il lavoro, cioè una parte di Paese che è nemica dell'innovazione e del progresso civile di questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Presidente, ci sono delle verità che la polemica politica tende a stritolare; allora io brevemente provo a proporre pochi ragionamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Colgo l'occasione di questo emendamento per un ragionamento di carattere generale in quattro punti. Il primo, che la CGIL sia la CGIL e faccia la CGIL non ci sorprende. Purtroppo da parte della Cgil c'è un grave errore non solo politico, ma anche culturale: pensare di abbattere i e ritenere che, grazie all'abbattimento dei piovano contratti a tempo indeterminato o anche solo contratti a termine brevi, è una illusione che oggi solo un sindacato fuori dalla storia può ancora perseguire. Ma, e vengo qui alla seconda osservazione, se il comportamento della CGIL addolora, ma non sorprende, sorprendono altre cose. In primo luogo, la confusione culturale del centrodestra che oggi ha gioco facile a indicare le contraddizioni e la retromarcia del Governo, ma fino a qualche giorno fa in Commissione il centrodestra aveva a sua volta dimenticato ogni approccio liberale, fatta salva la commemorazione rituale di Marco Biagi, poi nel concreto della Commissione anche il centrodestra ha operato in direzione opposta alla lezione riformatrice e, voglio dire, liberale, di Marco Biagi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI. Grazie Presidente. Il problema sa qual è Presidente? Che il professor Marco Biagi non ha pensato che questo strumento sia utile alle imprese; i Governi, anche tramite il hanno modificato queste norme, per far sì che i lavoratori non abbiano più un contratto, ma lavorino con questo tipo di sistema. Se a voi piace questo tipo di sistema di schiavitù del lavoratore fate come vi pare. A noi questo sistema non ci piace e voteremo contro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.
ANTONIO PLACIDO. Presidente, soltanto per dire in maniera sintetica ciò che ieri abbiamo detto in maniera un po' più analitica. Noi voteremo contro tutti quanti gli emendamenti che saranno presentati, in maniera convinta, poiché non riteniamo che questo strumento, e unici abbiamo presentato una proposta di abrogazione secca, non concorrendo allo sforzo anche interessante svolto in Commissione lavoro, sia riformabile ed emendabile da nessun punto di vista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Grazie Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento soppressivo e voteremo contro il decreto proposto dal Governo. Questo perché riteniamo che il meccanismo dei andasse sì riformato per le storture a cui avevamo assistito noi, i lavoratori, il Paese, ma questo decreto non affronta questo tema, anzi questo decreto si limita ad abrogare lo strumento, peraltro senza che il Governo e la maggioranza ricordino che la Camera dei deputati, solo qualche settimana fa, aveva approvato una mozione che impegnava il Governo a rivedere il sistema dei evitando che l'abolizione dei determinasse poi un'abolizione di ogni forma di flessibilità nel mercato del lavoro. Avevamo approvato all'unanimità una mozione in questa direzione, ora il Parlamento attraverso la maggioranza e il Governo, se ne dimentica, propone un decreto che si limita ad abrogare i . Questo decreto per noi è semplicemente un espediente del Governo e della maggioranza per evitare il referendum, non fa onore questo decreto né alla maggioranza, né al Governo: c'è il referendum alle porte, il referendum pone un problema, la maggioranza e il Governo che fanno? Affrontano il problema, si pongono davanti alla necessità di rivedere le forme di flessibilità nel nostro mercato del lavoro senza abolire però i magari regolamentandoli? No, davanti al problema maggioranza e Governo scappano, fanno un decreto che si limita semplicemente ad abrogare i . Credo che questo atteggiamento non faccia onore, appunto, né alla maggioranza, né al Governo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Noi diamo un voto contrario a questa proposta emendativa, perché, tutto sommato, poteva anche esserci una razionalità in questa proposta che ricordo essere uguale, copiata, fotocopiata, da quella del Partito Democratico, a prima firma del presidente Damiano. È la stessa roba, anche le virgole, gli interspazi sono gli stessi, ma fa peggio questa proposta che legittimamente il MoVimento 5 Stelle ha presentato, perché all'articolo 1-, ovvero a “Sanzioni”, ebbene il 5 Stelle fa una cosa che, probabilmente, neanche il Partito Comunista Italiano sarebbe arrivato a fare, ovvero dice che quando e laddove si andasse a verificare un abuso, e per abuso si può intendere anche un errore, di una piccola impresa, di una famiglia, di un imprenditore agricolo, nella comunicazione preventiva, ad esempio, che non è così semplice, ebbene, questo cosiddetto datore di lavoro dovrà assumere, laddove c'è un abuso o un errore, a tempo indeterminato, con un contratto subordinato, la persona che sarebbe stata invece pagata con i buoni lavoro. Questa roba qui è una roba che, lo rinnovo, simpaticamente, attenzione, è oltre tutto quello che ci siamo detti prima e, quindi, voteremo assolutamente contrari, non tanto perché non ci troviamo d'accordo con la prima parte della proposta emendativa, ma perché non ci troviamo d'accordo sulle cosiddette sanzioni.
WALTER RIZZETTO. Dove andranno queste persone? Dopo, vorrei replicare, Presidente, al collega Placido, quando parla di sindacato, e dice che il più grande sindacato italiano ha raccolto un milione di firme. Collega Placido, Presidente, il più grande sindacato italiano che è la CGIL, oltre a raccogliere un milione di firme, è stato il primo ad utilizzare i buoni lavoro per pagare le collaborazioni dei pensionati che andavano a dare loro una mano. Questa è la CGIL che, da una parte, usa i buoni lavoro, i e, dall'altra, propone un referendum.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Non è una posizione favorevole quella del nostro gruppo a questo emendamento, perché porta a quello che ha già ricordato l'onorevole Rizzetto. La sanzione se è data squisitamente da un obbligo di assunzione a tempo indeterminato, non è una sanzione, di fatto, perché con le modifiche all'articolo 18, a legislazione vigente, è chiaro che un'impresa sotto i 15 dipendenti, che sono quelle che solitamente utilizzavano i ha la possibilità, il giorno dopo, di licenziare. Quindi, trovo molto particolare che non sia stata inserita nell'articolato delle sanzioni anche una quota pecuniaria che questa, ovviamente, avrebbe interessato molto di più il datore di lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Chiaramente voteremo contro questo emendamento e contro il provvedimento. Signora Presidente, mi consenta di fare una piccola notazione, una piccola riflessione su quello che ho ascoltato da parte di alcuni colleghi in riferimento al fatto che non c'è uno scontro ideologico. Dobbiamo essere onesti, signora Presidente, e corretti. Sulla situazione delle procedure di attuazione delle modalità di acquisizione delle procedure e sulle regole che regolamentano il lavoro, c'è stato e continua a esserci ancora lo scontro ideologico. È passato qualche anno, ma noi abbiamo assistito anche a chi ha pagato con la vita: D'Antona, Biagi; che cos'era, se non uno scontro ideologico, uno scontro culturale fino alle estreme conseguenze?
PRESIDENTE. Grazie onorevole Palese, deve concludere.
ROCCO PALESE. …È una delle condizioni essenziali, perché ci potessero essere gli investimenti e la ripresa economica in un contesto di garanzia e di disciplina. Forse è meglio il lavoro nero? Perché questo accadrà. Forse è meglio che avvenga tutto nell'illegalità?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Poiché nessuno fa riferimento all'emendamento, voglio farvi riferimento io. L'emendamento 1.35, dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, stabilisce che qualora si abusi dei buoni - voi dite i io li chiamo i buoni, perché mi hanno detto che corrisponde alla parola inglese - il contratto di lavoro diventerebbe a tempo indeterminato. È questo un principio sacrosanto - in caso di abuso i contratti dovrebbero diventare a tempo indeterminato - fissato già nella legge n. 230 del 1962, all'articolo 2. Quando c'erano tanti contratti a tempo determinato che si succedevano - e ciò avveniva in frode alla legge - in ogni caso i contratti si trasformavano a tempo indeterminato. Quindi una sanzione non penale, come qui qualcuno avrebbe preferito, ma una sanzione che colpisce proprio il portafoglio, perché quella è la cosa più dolente che i capitalisti sentono.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI. Grazie, Presidente. Ne ho sentite dire tante dentro quest'Aula e volevo rispondere a Sannicandro. Se non è questo il modo, come si fa? Dove possiamo proporre un sistema diverso di tutelando anche il principio con cui sono nati? Io ho sentito dire “lavoro, occupazione”, ma come si fa a definire occupato un ragazzo che lavora con i un'ora alla settimana ? Ma è una follia!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Rapidissimamente per rispondere al collega Sannicandro. La Corte costituzionale ha detto molte cose in materia di conversione dei decreti-legge, ma sicuramente non ha detto che, se un decreto-legge sopprime una norma, non si possono fare emendamenti per modificarla invece di sopprimerla, anche perché, se così fosse, vorrebbe dire che in un decreto-legge con una norma di soppressione l'unico emendamento possibile è la soppressione della soppressione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente…
PRESIDENTE. Ho aperto la votazione, onorevole Sannicandro. Mi dispiace; chiedetelo prima.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, io voglio ritornare su quanto detto in precedenza, non per polemica con qualcuno, ma perché questo è un argomento delicato, che attiene ai rapporti tra Parlamento e Governo, e noi, almeno dopo quattro anni, dovremmo avere acquisito una certa consapevolezza di quelli che sono i nostri poteri e di come difenderli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, vorrei, per suo tramite, ricordare al collega Sannicandro, che giustamente fa il suo lavoro parlamentare, che in Commissione lavoro le proposte c'erano. Erano esattamente undici proposte per quanto riguarda la revisione del cosiddetto “mercato dei buoni lavoro”: allora, è inutile che noi andiamo in quest'Aula giustamente anche - me lo lasci dire - a fare discorsi quasi come fossimo ad un comizio elettorale da una parte - e mi riferisco al MoVimento 5 Stelle - quando giustamente rivendicano una loro proposta, e poi tecnicamente non vanno a votare l'abrogazione totale del decreto e della proposta e dopo vanno ad emendarla. Allora, delle due l'una.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Dichiarando nuovamente un voto favorevole all'emendamento Carfagna, noi non supportiamo la tesi che un decreto-legge non possa essere modificato con testi sostitutivi, interamente sostitutivi, perché, altrimenti - e mi fa specie che questo lo dica un parlamentare di esperienza come l'onorevole Sannicandro - questo Parlamento perderebbe la sua funzione costituzionale, che è quella legislativa. Infatti, se la tesi di Sannicandro è quella che ogni decreto-legge non è modificabile dal Parlamento, allora qui entriamo in un nuovo compito costituzionale del Parlamento, che è quello confermativo, ma non è quello legislativo, che mi pare, ovviamente, un'assurdità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie. Questa proposta emendativa, interamente sostitutiva del decreto, va a normare, di fatto, l'utilizzo dei senza la possibilità che se ne provochi un abuso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, in modo quasi telegrafico: per quanto ci riguarda è un voto favorevole rispetto a questa proposta emendativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PAOLO RUSSO. Presidente, se c'era uno degli argomenti che poteva essere trattato guardando al sistema delle imprese agricole senza preliminarmente ragionare viceversa di tattica politica, se volete tattica politicante più che politica; ebbene, se c'era un argomento che andava guardato con un profilo assolutamente diverso, questo è quello che riguardava i utilizzati, utilizzati in modo corretto, utilizzati dal sistema delle imprese agricole italiane che utilizzano questo istituto e questo strumento per peculiari attività, partendo dalla vendemmia per finire alle semine, e che rappresentano uno dei vanti, uno dei valori aggiunti, una delle attribuzioni di qualità del nel mondo. Ebbene, con una protervia senza ragione, con una misura che non ha logica si colpiscono, e si colpiscono in modo duro, quelle imprese, quei lavoratori; ma si colpiscono, Presidente, non soltanto quelle imprese e quei lavoratori: si colpisce la credibilità di un Paese e di chi vuole investire in questo settore utilizzando strumenti ordinari, e soprattutto non violando le norme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. L'emendamento della collega Mucci intende sostituire la disciplina degli attuali strumenti riformulandola con un istituto diverso, dei buoni orari, per i quali il valore verrebbe fissato con un decreto del Ministro del lavoro che tiene conto della media delle retribuzioni rilevate per le varie attività lavorative e provvisoriamente alza il valore a cui siamo stati abituati con gli strumenti inopinatamente abrogati dal Governo, fissando in 12 euro per i committenti non imprenditori o professionisti e in 17 euro per imprenditori e professionisti nel settore agricolo. Poi, ai commi - come potete vedere - 4 e 5, si stabilisce l'esenzione dall'imposizione fiscale e viene fissata la contribuzione in misura pari al 13 per cento del valore nominale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE TRIPIEDI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI, . Presidente, per cambiare il parere in favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Questo di fatto è il cuore della proposta del gruppo parlamentare Fratelli d'Italia ovvero si va a fare un riferimento innanzi alla cosiddetta totalità dei committenti a dieci giornate lavorative al mese. Se è vero che in Commissione abbiamo ascoltato - e i colleghi della Commissione lo sanno - che le aziende, che coloro che utilizzano i buoni lavoro, non andavano a più di un tot di giornate al mese che erano nove, allora noi abbiamo messo un in più e siamo arrivati a 10.
WALTER RIZZETTO. Quindi, volevamo legare questi 7,50 euro quantomeno ad un'idea di salario minimo garantito oltre che a dire che rispetto a tutto questo percorso i compensi percepiti dal lavoratore sono computati ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno. Abbiamo aperto anche sotto questo punto di vista, considerato che purtroppo in Italia gli italiani sono i primi a non avere un lavoro e lo rinnovo: 35,7 per cento di disoccupazione giovanile, 11,7 per cento di disoccupazione globale generale, dati Istat di qualche giorno fa. Abbiamo aperto ovunque, abbiamo cercato la collaborazione. Quindi chi voterà contro questa proposta emendativa, voterà contro la occasionalità dello strumento e voterà contro un diritto fondamentale dei lavoratori italiani, che è quello di essere pagati con una paga dignitosa e decente almeno per un'ora di lavoro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Brevemente, per giustificare il nostro voto in termini di astensione. Poteva andare bene la proposta emendativa, tranne l'ultimo periodo, il 2-, ovvero quando i colleghi Baldassare, Artini, Bechis, Segoni, eccetera, citano che le imprese e le pubbliche amministrazioni non possono utilizzare prestazioni di lavoro accessorio rese da un numero di lavoratori superiore, per ciascun anno, a un terzo del numero medio. Questo, Presidente, significa che le aziende molto grandi, ad esempio le aziende che hanno 5 mila dipendenti, possono continuare ad utilizzare lo strumento, però, rispetto ad un terzo della forza lavoro che loro hanno già in pancia, già in seno, ma le aziende più piccole, ovvero le aziende da 5-6 dipendenti, hanno questa possibilità sicuramente in modo molto, molto inferiore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Presidente, a costo di essere pedante, io vado a risottolineare una frase, un periodo di questa proposta emendativa, il capoverso 4- nello specifico - e vorrei un minimo di attenzione rispetto all'Aula -, che dice che le organizzazioni sindacali non possono ricorrere a prestazioni di lavoro accessorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
TRIFONE ALTIERI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è indubbio, come si apprende dai numeri, il successo di questo strumento, dei ; successo che è dovuto alla bontà dello strumento rispetto alle specificità di lavori temporanei, lavori stagionali e di lavoratori che possono occupare in questo tipo di prestazioni parte del loro tempo. Il successo di questo strumento ha creato molti posti di lavoro, molto lavoro e molti occupati: proprio per questo viene completamente cassato. Perché viene completamente cassato? Perché - permettetemi un po' di malignità - questo strumento ha prodotto molto lavoro, molti posti di lavoro, ma zero tessere alla CGIL perché i posti di lavoro creati dai come quelli che identifichiamo in questo emendamento, non sono posti di lavoro o lavoratori che hanno bisogno di tesserarsi a un sindacato per accedere ad una serie di prestazioni che il sindacato consente. Per esempio, sono i giovani studenti, i giovani universitari, gli occupati gli occupati, per esempio, in agricoltura, visto che, tra qualche giorno, comincerà la campagna della raccolta delle ciliegie: il nostro territorio è fatto di piccoli e medi proprietari che hanno bisogno di venti persone, trenta persone per tre giorni, per quattro giorni. Questi sono lavoratori che rispondono a questa esigenza specifica di lavoro flessibile, stagionale, temporanea e anche loro hanno questa esigenza. Vi sembra giusto che da domani questi lavoratori non potranno essere retribuiti con questo strumento?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Per noi Civici e Innovatori, lo strumento del non solo è riformabile, ma può essere innovato e, secondo noi, è questo che fa paura a certi colleghi - mi riferisco specialmente a sinistra -: è proprio l'innovazione che voleva portare lo strumento.
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Faccio un intervento solo per questa serie di emendamenti, che sono, bene o male, simili e hanno come obiettivo quello di escludere dall'abrogazione dell'uso del alcune categorie di lavoro, che secondo noi sono importanti.
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire. Passiamo ai voti.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo sostanzialmente dare una cornice normativa e legislativa valida al periodo transitorio, perché non va bene come è stato scritto il comma 2, che rileggo: “I buoni per prestazioni di lavoro accessorio richieste alla data di entrata in vigore del presente decreto possono essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017”. Ma se il comma 1 abroga gli articoli 48, 49 e 50, che disciplinano le modalità di utilizzo dei è chiaro che la norma transitoria di proroga non ha più le modalità operative per poter, appunto, essere se stessa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO SIMONETTI. Presidente, l'emendamento 1.42 parla ovviamente della proroga. Noto che l'emendamento 1.26 Lupi è stato ritirato, Presidente.
PRESIDENTE. Sì, è stato ritirato, deputato.
ROBERTO SIMONETTI. Parlando della proroga, voglio dire che anche il ritiro dell'emendamento precedente porta a dire: “qui casca l'asino”, nel senso che, se è vero come è vero che questo decreto è servito esclusivamente a eliminare la possibilità di fare svolgere dei referendum abrogativi, è altresì vero che molto probabilmente - e il ritiro lo certifica e le dichiarazioni del Ministro Poletti lo certificano - si sta consumando una presa in giro parlamentare e anche nei confronti dei sottoscrittori del referendum e dei proponenti, perché, se ieri il Ministro ci dice al che vogliono modificare la legge sui a valle dell'abrogazione, se il capogruppo di una forza di maggioranza, firmatario dell'emendamento ritirato, ci dice che entro il 15 maggio il Governo deve ristabilire una sorta di normativa sui io allora dico: perché non sfruttiamo questo decreto, questo spazio parlamentare, questo spazio legislativo per normare già la nuova veste dei se veramente al Parlamento interessa risolvere il problema dell'abuso dei .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marotta. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, potete abbassare un po' il tono della voce?
ANTONIO MAROTTA. Intervengo per preannunciare il voto contrario del mio gruppo all'emendamento che ci occupa e anche per giustificare il perché, visto che siamo stati chiamati in causa, il ritiro dell'emendamento precedente e di qualche emendamento successivo. Noi siamo stati i primi a sollevare il problema che veniva fuori da questo decreto-legge con l'eliminazione dei ; ce ne siamo fatti carico e continuiamo a farcene carico e già oggi presentiamo un disegno di legge che in va in questa direzione, che faccia proprio il contenuto di questi emendamenti che abbiamo ritirato e sul quale c'è un accordo già in maggioranza e di Governo per portare avanti subito una normativa che intervenga rispetto a questo decreto, che tutti sappiamo perché sia maturato rispetto alla possibilità di un referendum, e quindi recuperare la normativa che interessa - interessa i cittadini - attraverso questo nuovo provvedimento del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Resto sconvolto dalle affermazioni che ho appena ascoltato. Insomma, mi scusi, Presidente, il collega Marotta ci sta dicendo che c'è già un accordo tra un gruppo politico, il Presidente Gentiloni e, probabilmente, con l'avvallo di qualcuno della maggioranza, su quello che si andrà a fare nel prosieguo dei lavori rispetto allo strumento dei buoni lavoro. Ma, dico, stiamo scherzando? Dopo due mesi, tre mesi, di ampio, corposo e trasversale lavoro in Commissione lavoro, dopo ore di audizioni, dopo - mi passi il termine - aver fatto uscire tutto questo casino per cui le persone, le aziende, le famiglie, con un vuoto normativo, ad oggi non riescono più a sapere che cosa devono andare a fare e andranno a pagare a nero i loro collaboratori, le persone che andranno a casa loro a dare una mano o la piccola e media impresa o gli agricoltori, che non sanno, ad esempio, a chi rivolgersi per alcune giornate, alcune ore di lavoro durante la settimana, ad esempio per la raccolta o per il lavoro nei campi - lo rinnovo, 50 mila occasioni di lavoro perse, questo è un dato da parte delle organizzazioni degli agricoltori rispetto alla decapitazione dello strumento - e voi, tranquillamente, area filo maggioranza o maggioranza silente - oggi non c'è nulla da dire, a quanto pare, da parte della maggioranza, non c'è stato un intervento, se non quello della collega Titti Di Salvo, che, probabilmente, dopo è stata silenziata dal suo stesso gruppo - ci venite a dire che c'è un accordo.
PRESIDENTE. No, si esprima correttamente, deputato.
WALTER RIZZETTO. Lo buttiamo dove dobbiamo buttarlo, Presidente. E succede che avete già fatto l'accordo, perché, dopo undici proposte di legge, dopo un'ampia e corposa discussione in Commissione e in Aula, ci state dicendo che c'è già l'accordo tra un gruppo di maggioranza o di filomaggioranza, la maggioranza e il Presidente Gentiloni, che, se non ricordo male, sulla base delle agenzie che abbiamo letto, ha incontrato i rappresentanti di questo gruppo ieri. Quindi, tutto a posto? Non lo so, siamo veramente alla follia!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
IGNAZIO ABRIGNANI. Signora Presidente, senza nulla togliere agli altri settori, ritengo che nel settore turistico, ricettivo e di ristorazione i hanno avuto un grande merito: quello di far emergere un sommerso che indubbiamente era alla base delle attività in questo settore. La loro abolizione comporterà un ritorno al sommerso. Per cui semplicemente confermando il voto favorevole delle nostro gruppo, chiedo a nome del gruppo di sottoscrivere questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ADRIANA GALGANO. Presidente, inizio con una precisazione importante: i Civici e Innovatori sono per il rispetto delle regole. D'altra parte crediamo fortemente nella concorrenza, e chi non rispetta le regole concorre in maniera sleale. Quindi non potrete trovare delle persone più convinte del rispetto della regole; vogliamo però combattere un male atavico della legislazione italiana, ovvero quello che per evitare comportamenti scorretti si creano problemi a tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. In riferimento al dibattito che è emerso nell'ultimo intervento dell'onorevole Galgano, è già stato bocciato purtroppo il nostro emendamento, l'emendamento a mia firma 1.15 che trattava l'argomento. Siamo alle solite! La risposta che ha dato il Governo e soprattutto l'INPS alla problematica del rilascio dei - che tra l'altro sono prorogati fino al 2018, cioè ci sono i fondi fino al 2018, ma sono state cancellate le modalità operative per poter utilizzare questi fondi - porta il Governo nuovamente sulla solita posizione di prima: basta un comunicato stampa, questa volta non del Governo ma del presidente dell'INPS. Io immagino che non si debba andare avanti a comunicati stampa, per definire delle norme legislative e dei vuoti di interpretazione giuridico-legislativa. Questo è un emendamento che non stabilisce altro che di salvaguardare una norma, che tra l'altro è stata votata da questa maggioranza, che dà la possibilità alle neomamme di usufruire di una prestazione economica che può essere utilizzata o attraverso un contributo diretto per coloro che utilizzano gli asili nido, o un contributo indiretto attraverso appunto i per chi vuole utilizzare le . Io credo che non ci fosse nulla di particolare già nell'emendamento sul quale prima non ero intervenuto, ma sono intervenuto adesso su sollecitazione della collega; e non capisco proprio perché il Governo voglia andare avanti a legiferare a colpi di comunicati stampa, piuttosto che di norme legislative pure.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Tinagli. Ne ha facoltà.
IRENE TINAGLI. Presidente, intervengo solo per tranquillizzare i colleghi: la norma che viene citata in questo emendamento non viene abrogata, non c'è bisogno di questo emendamento. Il raccordo tra la norma in cui viene istituito il e la norma sui è stato garantito da una circolare dell'INPS. Siccome in questa fase transitoria sono stati espressi dubbi, anche dalla collega, sull'applicabilità o sulla chiarezza della circolare INPS, l'unica cosa che si può chiedere al Ministero e l'abbiamo fatto (l'ho fatto con un ordine del giorno, non c'è bisogno di un emendamento al decreto) magari è quella di aggiungere alla circolare un decreto ministeriale, anche perché il raccordo tra la legge che istituiva i e la legge dei lavoro era effettivamente un decreto ministeriale. Quindi, magari lo strumento del decreto ministeriale potrebbe essere più cogente, più tranquillizzante per l'opinione pubblica, rispetto alla circolare INPS. Questo può essere un intervento che fuga ogni dubbio, però oggettivamente questo emendamento non ha nessun fondamento, non ce n'è bisogno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Patrizia Maestri. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MAESTRI. Grazie, Presidente. Ma ha già risposto la collega Tinagli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente, sarò breve. Ha risposto sino ad un certo punto la collega Tinagli, perché è vero che non è stato abrogato nulla, ma è stata abrogata la modalità rispetto ai . Allora per rispondere brevemente all'emendamento della collega Galgano che prima è intervenuta, attraverso il suo tramite, Presidente: il problema è un problema di fondo in questa Italia che non può andare avanti soltanto attraverso comunicati stampa interpretabili o altrettanto interpretabili - noi della Commissione lavoro sappiamo quanto possono essere interpretabili - circolari dell'Inps; è un Paese che non può andare avanti con comunicati stampa o lettere, circolari, dell'INPS, piuttosto interpretabili. Serve un dettato normativo che ricada in uno steccato altrettanto normativo chiaro per queste persone. Rispetto alla domanda e alla risposta stessa che la collega Gargano si è data in questa Aula pochi minuti fa nel suo intervento (esiste un altro strumento per poter pagare queste persone, il servizio di ?), purtroppo in queste ore, in questi mesi, e dopo l'approvazione di questo pessimo passaggio di legge, l'unico strumento sarà - purtroppo devo dire - pagare in nero queste persone. Quindi vi sarà un ulteriore emersione del nero. Innanzi alla proposta emendativa invece Galgano, per quanto ci riguarda, esprimiamo un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parisi. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Grazie, Presidente. Per esprimere il nostro voto favorevole a questo emendamento e per esprimere la volontà del gruppo di sottoscriverlo. Noi ovviamente ne condividiamo lo spirito, non ci bastano i ragionamenti che abbiamo ascoltato sulle circolari, siamo il Parlamento della Repubblica, siamo a fare leggi, non vedo quale sarebbe il problema ad approvare un punto, un momento di chiarezza, su questo tema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Catalano. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Noi Civici e Innovatori siamo per soluzioni semplici e con questo emendamento noi chiediamo semplicemente una certezza per le neomamme, non possiamo aspettare un decreto ministeriale e quindi la burocrazia per l'emissione di un decreto o attenerci a delle circolari dell'Inps che, come è stato già detto, possono essere interpretate in diversi modi. Noi vogliamo un intervento che sia immediato, che sia ora e con l'approvazione del nostro emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Sorprendentemente un collega che ha contestato questo decreto-legge che poi si sta affannando a disciplinare la materia, si è sorpreso ad ascoltare il collega Marotta il quale diceva: noi dopo provvederemo a legiferare sul punto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Questo emendamento è un bell'esempio che mostra come il provvedimento, in qualche modo, abbia finito, anche involontariamente, per buttare insieme all'acqua sporca anche il bambino, e qui di bambino stiamo parlando. Stiamo parlando dei per le che sono un modo non solo per far emergere il lavoro nero, non solo un modo per dare garanzie che non potrebbero essere date altrimenti ad un lavoro come questo, ma sono un modo che è utilizzato in tanti altri Paesi. Voglio solo ricordare che in Francia non solo esistono i per le ma sono addirittura dati come alle famiglie, che possono detrarli dall'imposizione fiscale.
WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, soltanto una correzione rispetto a quanto ho detto prima. Non era l'emendamento a prima firma Galgano, ma l'emendamento 1.66 a prima firma Mucci. È giusto che io lo dica.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Soltanto per riportare all'Aula quanto è stato discusso all'interno della X Commissione e, quindi, rendere un po' edotti anche quei colleghi del PD che cercano di difendere a spada tratta tutto questo provvedimento senza accettare alcun tipo di proposta emendativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
WALTER RIZZETTO. Capisco gli orari, Presidente, ma intervengo veramente in modo telegrafico. Noi dichiariamo un voto di astensione a questa proposta emendativa che ci sembra giusta sino al fatto che si dice: “all'ispettorato territoriale del lavoro competente”, ovvero la nostra proposta era quella di inviare eventuali comunicazioni, anche la comunicazione preventiva tanto decantata, sia all'ispettorato territoriale del lavoro competente - che, però, ha difficoltà ad eseguire i controlli per mancanza di mezzi, per mancanza di uomini, spesso, anche, Presidente, per mancanza di benzina da metter dentro i mezzi - sia all'INPS, che ha una struttura reticolare di un certo livello sul territorio, per poter portare a termine i cosiddetti controlli tanto decantati o non decantati dalla politica, perché sappiamo che il vero punto di caduta, uno dei punti di caduta rispetto a questo strumento, è effettivamente quello dei controlli. Quindi, dare una via duplice sia all'ispettorato territoriale del lavoro competente che, parallelamente, all'INPS - basta semplicemente aggiungere un indirizzo mail alla comunicazione -, ci sembrava una cosa giusta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
TIZIANA CIPRINI. Intervengo di nuovo in materia di per i perché ritengo che, presi dal panico di evitare il referendum, vi si è annebbiato il lume della ragione, evidentemente, e, quindi, cito un po' di fonti normative che ci arrivano proprio dal dossier della Camera, quindi, dal servizio studi. Allora, c'è un decreto ministeriale del 2014 che disciplina i criteri di accesso e le modalità di utilizzo dei per i che sono stati introdotti a loro volta dalla legge n. 92 del 2012 in via sperimentale fino al 2015 e prorogati fino al 2018. Questo decreto ministeriale ha stabilito che il contributo per il servizio di venga erogato attraverso il sistema dei buoni lavoro utilizzato per il lavoro accessorio. Quindi, cancellando di con un colpo di spugna, i viene a decadere parte della normativa attuativa dei per i compromettendone, quindi, l'applicabilità. Con questo emendamento, semplicemente di buon senso, dal punto di vista normativo, si va a sanare questa cosa che, lo ripeto, è evidentemente sfuggita all'attenzione, perché è scattato un panico da referendum. Almeno, ragionate sulle cose di buonsenso e votate favorevolmente ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, io credo che la Presidenza, prima o poi, debba porsi il problema dell'uso della lingua italiana nelle leggi e negli emendamenti. Le norme sulla legiferazione stabiliscono che bisogna parlare e scrivere in italiano. Ora per fortuna il decreto-legge correttamente parla di: buoni per prestazioni di lavoro, non dice: e altrove si parla di attività di custodia dei bambini.
PRESIDENTE. Deputato Sannicandro, ha ragione quando dice che non dovremmo fare riferimento, troppo spesso, a una lingua che non è la nostra. Nel linguaggio comune è entrato così prepotentemente l'utilizzo di espressioni più sintetiche che le adottiamo anche nei provvedimenti. Però, ha ragione, dovremmo evitarne l'uso diffuso.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, Presidente. Anche questo emendamento riteniamo che vada verso una corretta interpretazione di ciò che un Governo può fare a favore, soprattutto, delle famiglie e di chi lavora in quelle famiglie. Per cui riteniamo che chi, come ha detto prima il mio collega, dice di volersi occupare e impegnare a favore delle famiglie debba guardare con attenzione a questo emendamento. Per cui, velocemente, solo per dire che, a nome del mio gruppo, intendiamo sottoscrivere questo emendamento e daremo, chiaramente, voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento cerchiamo di introdurre una disciplina transitoria, in quanto chiediamo, finché non viene approvata dal Parlamento una nuova disciplina sul lavoro occasionale, di trattare questa modalità di lavoro come viene trattato il lavoro autonomo occasionale. Ci sembra che il trattamento economico che viene dato a fronte di un lavoro autonomo occasionale e la procedura con cui viene retribuito siano abbastanza agevoli e che un'analogia con il lavoro accessorio può essere sostenuta. L'unica differenza è che nel lavoro autonomo occasionale non c'è una contribuzione, né previdenziale né per quanto riguarda l'assistenza infortunio, quindi la possibilità di rendere, nelle procedure, analogo al lavorato autonomo occasionale il lavoro accessorio consente di permettere di pagare, invece che la fiscalità generale, i contributi INPS e INAIL, per dare una tutela al lavoratore. È una disposizione transitoria, che chiediamo all'Aula di valutare e di approvare. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE TRIPIEDI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo migliorare e dare una garanzia in più al lavoratore. Cosa voglio dire? Nella precedente norma, che è stata modificata dalla legge Fornero, le associazioni sindacali potevano individuare clausole di maggiore favore verso il lavoratore ed è quello che, penso, il sindacato volesse introdurre, quindi dare delle garanzie in più. Oggi questo viene eliminato, è vero, e dà la possibilità comunque all'azienda appaltante di avere delle garanzie in più. Quindi, avere la possibilità di tutelare maggiormente i lavoratori è una norma di buonsenso, che vuole dare una garanzia in più al lavoratore, come era nata all'inizio la norma. Noi abbiamo anche individuato dei problemi sulla garanzia che il lavoratore venga retribuito, se il subappaltante non garantisce e non paga lo stipendio al lavoratore. È una clausola che va ad aumentare il diritto verso il lavoro e verso i lavoratori e non ci sembra una norma che possa andare a ostacolare il diritto del lavoro. Quindi è una norma di buonsenso e chiediamo che l'Aula l'approvi in questo modo. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE TRIPIEDI. Grazie, Presidente. Anche questo emendamento vuole cercare di dare una garanzia in più al lavoratore e all'impresa. Cosa succede? Io faccio l'esempio del cantiere. Per entrare in un cantiere, abbiamo bisogno del DURC, ma cosa succede l'abbiamo vissuto sulla nostra pelle, quando siamo andati a verificare cosa succedeva nei cantieri di Metropolitana Milanese: i lavoratori avevano il DURC, quindi il datore di lavoro gli pagava i contributi, ma allo stesso tempo non gli pagava lo stipendio, quindi erano legittimati ad andare a lavorare. Noi cosa vogliamo fare con questo semplice emendamento? Vogliamo che l'appaltatore abbia un controllo sul committente. Quindi, cosa significa? Significa che, se io Davide Tripiedi dò l'appalto al sottosegretario, io Davide Tripiedi devo verificare se il sottosegretario mi paga lo stipendio ai dipendenti. Nel momento in cui il sottosegretario non mi paga lo stipendio ai dipendenti, dopo che io ho versato il pagamento dei soldi, io impresa possono revocare l'appalto a questi personaggi, che non pagano lo stipendio ai dipendenti. Quindi è un atto di controllo, che è il CRO bancario, di verifica se i dipendenti ricevono oggettivamente lo stipendio. Non è una cosa che nasce a caso, è una cosa che abbiamo vissuto sulla nostra pelle e i lavoratori che adoperavano il proprio servizio verso Metropolitana Milanese, nei cantieri di Metropolitana Milanese. Abbiamo imparato da loro che ci vuole una garanzia in più, quindi la verifica del committente sull'appaltatore: verifichiamo se i datori di lavoro, e chi prende l'appalto, veramente paghino i dipendenti, oltre ad avere un controllo su chi prende l'appalto. Molte volte ci sono persone e aziende che prendono l'appalto e che hanno due dipendenti, quindi manca la forza di fare il lavoro. Bisogna cercare di evidenziare a chi diamo l'appalto e come lo diamo. È un emendamento di buonsenso, che vuole tutelare sia l'azienda che il lavoratore. Veramente, ci vuole poco a fare una roba del genere, a dare dei diritti che purtroppo qui si stanno cancellando mano mano. Grazie .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
LUIGI BOBBA,. Ordine del giorno n. 9/4373/1 Nesi, favorevole; n. 9/4373/2 Gribaudo, accolto come raccomandazione; n. 9/4373/3 Gnecchi, favorevole; n. 9/4373/4 Gebhard, accolto come raccomandazione…
PRESIDENTE. Un attimo, sottosegretario. Facciamo così: le leggo i nomi degli ordini del giorno, così i colleghi seguono meglio.
LUIGI BOBBA,. Su questo ordine del giorno propongo una piccola riformulazione. Anziché: “circoscrivere”, “(…) prevedere l'utilizzo dei buoni lavoro in particolare alle famiglie”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/6 Airaudo.
LUIGI BOBBA,. Favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/7 Placido.
LUIGI BOBBA,. Favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/8 Dell'Aringa.
LUIGI BOBBA,. Favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/9 Carra.
LUIGI BOBBA,. Su questo ordine del giorno propongo la seguente riformulazione: “di prevedere una modalità di lavoro accessorio anche per il settore agricolo”. Questa riformulazione varrà per tutti gli ordini del giorno che vertono sul settore agricolo, che sono tutti uguali sostanzialmente.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/10 Fiorio.
LUIGI BOBBA,. Uguale come prima.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/11 Invernizzi.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/12 Saltamartini.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/13 Busin.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/14 Castiello.
LUIGI BOBBA,. Propongo una riformulazione: “a valutare l'opportunità di rimodulare il periodo di vigenza della responsabilità solidale in materia di appalti”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/15 Grimoldi.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/16 Simonetti.
LUIGI BOBBA,. Favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/17 Allasia.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/18 Guidesi.
LUIGI BOBBA,. Favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di un'alternativa normativa allo strumento dei anche in agricoltura”. Vale come per gli ordini del giorno n. 9/4373/10 Fiorio e n. 9/4373/9 Carra.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/19 Marti.
LUIGI BOBBA,. Anche qui: “a valutare l'opportunità di una disciplina normativa anche nel settore turistico recettivo”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/20 Altieri.
LUIGI BOBBA,. Anche in questo caso: “a valutare l'opportunità di prevedere, dopo il 31 dicembre, strumenti normativi che consentano alle mamme di veder riconosciuto, anche attraverso prestazioni di servizio, il contributo previsto dalla legge n. 92 del 2012”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/21 Palese.
LUIGI BOBBA,. Favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/22 Agostini Luciano.
LUIGI BOBBA,. “ad emanare nuove normative per regolare il lavoro accessorio anche nel settore agricolo”, come per gli ordini del giorno n. 9/4373/10 Fiorio e n. 9/4373/9 Carra.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/23 Vignali.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/24 Rondini.
LUIGI BOBBA,. Propongo la seguente riformulazione: “a garantire adeguate forme di remunerazione delle prestazioni di lavoro accessorio”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/25 Molteni.
LUIGI BOBBA,. Favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/26 Pastorelli.
LUIGI BOBBA,. Favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/27 Marzano.
LUIGI BOBBA,. Favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/28 Polverini.
LUIGI BOBBA,. Propongo la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità (…)” solo fino alle parole: “lavoro accessorio”, alla seconda riga, “individuandone l'ambito oggettivo e soggettivo di applicazione”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/29 Occhiuto.
LUIGI BOBBA,. Favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/30 Carfagna.
LUIGI BOBBA,. “a confermare, come già è avvenuto, la piena ed effettiva applicabilità della normativa relativa al contributo del servizio di di cui (…) ed eventualmente intervenire con nuove forme di utilizzo del contributo”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/31 Russo.
LUIGI BOBBA,. “a valutare gli effetti applicativi del provvedimento in esame, e ad adottare ogni iniziativa volta a disciplinare il lavoro anche (…)” così come gli ordini del giorno n. 9/4373/10 Fiorio e n. 9/4373/9 Carra.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/32 Pagano.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/33 Borghesi.
LUIGI BOBBA,. Propongo la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di inserire tra le varie tipologie di lavoro accessorio anche quella dell'insegnamento supplementare”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/34 Tinagli.
LUIGI BOBBA,. Favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/35 D'Agostino.
LUIGI BOBBA,. Favorevole, però con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di varare per i vari settori produttivi una nuova disciplina del lavoro accessorio”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/36 Galgano.
LUIGI BOBBA,. “a valutare la possibilità di introdurre strumenti adeguatamente remunerati per le prestazioni saltuarie al fine di soddisfare le esigenze delle famiglie e delle imprese”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/37 Mucci.
LUIGI BOBBA,. “a valutare l'opportunità di garantire, dopo il 31 dicembre 2017, misure adeguate per l'erogazione del per tutto il 2018”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4373/38 Catalano.
LUIGI BOBBA,. “a valutare l'opportunità di poter pagare, anche per le prestazioni di lavoro accessorio, anche con modalità telematiche”.
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che è arrivato entro il termine anche l'ordine del giorno n. 9/4373/40 Vargiu, su cui il Governo potrà esprimere il parere alla fine.
LUIGI BOBBA,. L'ho già detto.
PRESIDENTE. Sì, mi scusi. Su questo ordine del giorno c'è una riformulazione.
PRESIDENTE. È favorevole?
PRESIDENTE. Adesso la invito ad esaminare l'ultimo ordine del giorno n. 9/4373/40 Vargiu, su cui deve esprimere il parere. Se ha subito il parere, altrimenti possiamo cominciare con gli altri ordini del giorno…
LUIGI BOBBA,. Favorevole.
RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Prendo atto che al Governo va bene questa norma che esce dal decreto in termini di responsabilità solidale, che è una norma veramente incredibile, perché non si può chiedere a un'azienda di essere responsabile del mancato versamento di contributi e stipendi di un'altra, è fuori da qualunque principio di responsabilità. Prendo atto, purtroppo, di questo, perché tante volte si tratta di imprese che non riescono a pagare stipendi e contributi perché è la stazione appaltante che non li paga, e almeno, quando sono della pubblica amministrazione, vanno in sospensione di IVA; ma, quando sono di società, come le Ferrovie, come le varie società pubbliche che non pagano mai, come fanno a pagare?
LUIGI BOBBA,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI BOBBA,. Cambio parere e lo accolgo.
PRESIDENTE. Va bene, è cambiato il parere. Sull'ordine del giorno n. 9/4373/24 Rondini c'è una proposta di riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/4373/25 Molteni c'è una proposta di riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/4373/26 Pastorelli c'è una proposta di riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/4373/27 Marzano il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/4373/28 Polverini c'è una proposta di riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/4373/29 Occhiuto il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/4373/30 Carfagna c'è una proposta di riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/4373/31 Russo c'è una proposta di riformulazione: va bene.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, come è noto, questo decreto-legge anticipa gli effetti abrogativi del referendum sui del prossimo maggio. Il Governo ha, dunque, assecondato le intenzioni del comitato promotore della consultazione, cancellando dal nostro ordinamento l'intera disciplina del lavoro accessorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, il provvedimento in esame costituisce, a nostro avviso, un assurdo passo indietro nel processo volto a dare flessibilità al mercato del lavoro nel nostro Paese, provvedimento che nasce per seguire le linee dettate da un sindacato legato a vecchi schemi e logiche come la CGIL.
PRESIDENTE. Scusi. Onorevole Meloni e onorevole Manciulli, si sente… Onorevole Manciulli e onorevole Meloni, abbiate pazienza, ma è veramente… State parlando con un tono un po' alto. Prego.
ROCCO PALESE. …e i percettori di ammortizzatori sociali. Facile dedurre che la maggior parte, i due terzi del totale dei percettori di li utilizzi per lavoretti accessori e per mansioni emerse in tal modo dal nero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, sottosegretario, siamo arrivati al dunque, siamo arrivati alla fine di questa farsa, tra - lo voglio dire - messaggi subliminali da parte della maggioranza, che doveva chiudere entro la mattinata questo passaggio, eccetera, eccetera: insomma, tutta questa fuffa politica qui, che sotto un certo punto di vista lascia anche l'amaro in bocca. Siamo arrivati alla peggiore delle soluzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baradello. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. Il nostro gruppo, Democrazia Solidale-Centro Democratico, voterà a favore di questo decreto, pur avendo delle rilevanti perplessità al riguardo. Lo facciamo solo a fronte degli impegni che il Governo ha ufficialmente assunto con il Presidente del Consiglio e, anche durante il che si è svolto di ieri, con il Ministro Poletti per l'introduzione urgente di misure alternative ai .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catalano. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Premetto che il gruppo Civici e Innovatori è fortemente contrario all'abolizione dei . Non si può abolire uno strumento di per sé utile per rispondere alle esigenze di un sindacato che, invece di accettare che la natura del lavoro ha avuto un'evoluzione negli anni, la rifiuta e mette la testa sotto la sabbia. Come al solito, una certa politica sindacale, vedendo il proprio consenso calare, ha dovuto attaccare qualcosa che funzionava.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetti. Ne ha facoltà.
ENRICO ZANETTI. Grazie, Presidente. Il decreto 17 marzo 2017, n. 25, con cui viene disposta l'abolizione integrale dei costituisce, oggettivamente, una pagina politica pessima e, per certi versi, anche imbarazzante. Pessima, perché, in modo palese, manifesto, quasi dichiarato, si toglie di mezzo uno strumento utile per molte famiglie, imprese e anche per molti lavoratori che preferiscono attendere un impiego stabile, cogliendo, comunque, nel frattempo, alcune occasioni di lavoro per l'appunto occasionale o che, comunque, sono talmente attivi da fare anche prestazioni aggiuntive rispetto al loro lavoro principale, e lo si toglie di mezzo in modo, appunto, manifesto, per delle esigenze di carattere politico, in particolar modo di una parte politica. È imbarazzante, perché avviene a cura di un Governo che oltre, nelle dichiarazioni, a porsi in piena continuità con il precedente, che, sul punto, aveva, invece, una visione assai diversa, è anche, nei fatti, composto, al 99 per cento, effettivamente, da quegli stessi interpreti che quelle cose, fino a qualche mese fa, le dicevano e lo afferma chi rappresenta semmai quell'1 per cento che non è rimasto nel cambiamento di Governo e che in giornate come queste si rallegra della sua intuizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Grazie, Presidente. Vede, Presidente, in quest'Aula abbiamo assistito a una rimozione e a un'ipocrisia, dal mio punto di vista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. In un Paese normale che ha la necessità di attrarre investimenti, risorse, avere maggiore credibilità all'estero, sburocratizzare, insomma ammodernarsi, che cosa si fa? Non si perde del tempo. Un Paese normale, con un Governo normale, non viene in Aula proponendo un decreto soppressivo avendo già fatto un accordo di maggioranza per avere un decreto sostitutivo, perché un Governo normale in un Paese normale viene in Aula e prende il testo della Commissione lavoro, che ha lavorato per almeno un anno sulla riforma dell'abuso dei e porta al Paese, nell'immediatezza, una soluzione concreta all'abuso dell'utilizzo di una formula contrattuale che nacque per il lavoro meramente occasionale. In un Paese normale il Governo, sorretto da una maggioranza, non viene a dire che è colpa di qualcun altro quando tutti i provvedimenti legislativi che hanno portato ai 134 milioni di staccati provengono dalla sua legislazione; è una legislazione che non arriva neanche dalle legislature precedenti ma da questa. Quando il Presidente Letta, che sedeva su quei banchi, ha tolto, appunto, la definizione di meramente occasionale allargando a tutti i settori, e quando Renzi, da quei banchi, ha prodotto l'aumento della possibilità di utilizzo dei da 5.000 a 7.000 euro attraverso il quando da quei banchi, con il decreto legislativo n. 81 del 2015, si è allargata la maglia delle possibilità di utilizzo dei è stato lì che si è prodotto il che ha comportato un passaggio da 500 mila nel 2008 a 134 o 136 milioni dell'anno scorso. È questo il punto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Potrà sembrare paradossale, ma sono d'accordo con alcune affermazioni che ha fatto qui, oggi, in Aula, e che fa di consuetudine nei nostri lavori in Commissione lavoro il collega Giorgio Airaudo, quando parla del problema, del dramma della svalutazione del lavoro, dell'impoverimento del lavoro stesso, dell'impoverimento dei salari, come uno dei grandi problemi che abbiamo nel nostro Paese. Però, se questo è vero, se questa affermazione è vera, come è vera, sono incomprensibili gli strumenti, le iniziative, le azioni che adottano il partito dell'onorevole Airaudo, la loro organizzazione di riferimento, la CGIL, una parte consistente della sinistra italiana, e non soltanto della sinistra italiana, anche una parte della destra italiana, la cosiddetta destra sociale, che vive in partiti di destra, ma è anche purtroppo dentro Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Epifani. Ne ha facoltà.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI. Signora Presidente, confermo qui il voto favorevole del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista al decreto-legge presentato in Aula dal Governo, così come le confermo che avremmo votato “sì” al referendum, qualora, invece, si fosse tenuto, per lo stesso motivo, perché riteniamo che i due aspetti oggetto di questo decreto e oggetto del referendum siano in realtà elementi sui quali va fatta un'abrogazione totale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, come vogliamo dire, da dove vogliamo cominciare? Vogliamo indicare che questa è un'operazione truffaldina? Vogliamo dire che è un furbesco atteggiamento, che è un imbroglio, che è una finzione, che è un modo inquietante di considerare…
PRESIDENTE. Colleghi, scusatemi, potete felicitarvi fuori? Colleghi? Prego.
PAOLO RUSSO. Che è un modo inquietante di considerare le istituzioni? Si inventa, attraverso questo decreto-legge, un altro istituto: una sorta di decreto antagonista, una sorta di decreto gincana anti-referendum. Non si era mai vista una cosa del genere: la promessa di un successivo, di un futuro decreto, cominciando però con un decreto a cancellare ciò che dovrebbe essere reimmesso in norma. La fantasia parlamentare ci aveva abituati a tanto, ma a tanto così mai!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Grazie, Presidente. Voglio rendere omaggio a questo “decreto cancella ”, figlio dell'isteria salta referendum, ripercorrendo brevemente la storia dei in Italia. Era il 2003 quando nacquero i per prestazioni di lavoro accessorio ovvero attività lavorative di natura occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o non ancora entrati nel mercato del lavoro o in procinto di uscirne, come le casalinghe, gli studenti, i pensionati, i disabili e i soggetti in comunità di recupero, i lavoratori extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno, nei sei mesi successivi alla perdita di lavoro. Rientravano nell'applicazione di tale istituto i piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa l'assistenza domiciliare a bambini, alle persone anziane, agli ammalati, l'insegnamento privato supplementare, i piccoli lavori di giardinaggio, di pulizia e manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti, la realizzazione di manifestazioni sportive culturali o caritatevoli, la collaborazione con associazioni di volontariato per lo svolgimento di lavori di emergenza o di solidarietà. Nel corso degli anni sono stati fatti poi ritocchi e ritocchini, ad esempio elevando i limiti economici di utilizzo, allargando ad altre tipologie di attività, come quando nel 2009 se ne è esteso l'utilizzo alle pubbliche amministrazioni per esigenze temporanee ed eccezionali.
PRESIDENTE. Onorevole Berretta, mi scusi.
TIZIANA CIPRINI. Questo è, quindi, in tutta evidenza, un Governo di irresponsabili, che pensa solo a salvarsi per evitare le urne, ben consapevoli che stavolta saranno cinerarie. Avete addirittura messo a rischio l'utilizzo dei per il che erano collegati alla disciplina del lavoro accessorio. Insomma, avete fatto un casino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Arlotti. Ne ha facoltà.
TIZIANO ARLOTTI. Grazie, Presidente. Il decreto-legge in oggetto è un decreto che sopprime
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Arlotti. Colleghi, potete abbassare il tono della voce e far sentire almeno alla Presidenza l'intervento? Grazie. Prego.
TIZIANO ARLOTTI. Non è vero che attraverso il si è variata la situazione per quanto riguarda i . Attraverso il abbiamo fatto un provvedimento che per la prima volta affronta il tema della tracciabilità: è un tema che avevamo posto anche nella modifica del decreto legislativo e nelle integrazioni sul ed è un tema che è stato colto dal Governo ed è stato reso operativo.
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…
TIZIANO ARLOTTI. L'altra cosa che aggiungo è che nelle audizioni che noi abbiamo fatto non c'è stato un sentire comune, non c'è stato un sentire comune nelle organizzazioni sindacali del lavoro, perché la CGIL ha espresso un'opinione, la CISL e la UIL ne hanno espressa un'altra, che era quella di modificare lo strumento, non di cassarlo, era quella di andare avanti, così come faremo. L'altro aspetto ancora è quello che riguarda anche gli imprenditori; quando abbiamo fatto le audizioni, sono venuti imprenditori che dicevano che bisognava lasciarlo così come era e son venuti imprenditori, come i costruttori, che han detto: questo non va bene, noi non lo vogliamo, lo dovete togliere! Allora, io credo che, se vogliamo fare demagogia, ce n'è per tutti, ma, soprattutto, dobbiamo tenere conto di quella che è una situazione che dobbiamo affrontare in modo corretto. C'è stato, a mio avviso, un momento in cui se ne è abusato; io credo che noi dobbiamo dare una risposta tempestiva alle famiglie che hanno usato i ma che non ne hanno abusato, come ho detto prima, che hanno necessità di assistenza, di familiare, asili, badanti, piccoli lavori, come avviene, in Francia, ad esempio coi CESU, uno strumento che dobbiamo, comunque sia, verificare e, soprattutto, noi vogliamo che questo tema distingua anche e favorisca i singoli lavori, credo che debba essere messo in campo uno strumento che dia maggiori garanzie e tutele ai lavoratori, che distingua e favorisca i lavoratori stagionali dai lavoratori a chiamata, dai lavoratori intermittenti e occasionali. Su questo è opportuno che ci sia un confronto appropriato con le forze sociali, perché da qui dobbiamo partire, ma dobbiamo avere anche dei tempi che siano, ovviamente, conformi alle necessità che abbiamo che questo strumento, a partire dalle famiglie, sia rimesso in campo in brevissimo tempo. Questa è la sfida che noi lanciamo come Partito Democratico e per questo dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PATRIZIA MAESTRI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MAESTRI, Presidente, vorrei cogliere l'occasione per poter ringraziare gli uffici legislativi, per ringraziare i colleghi della Commissione lavoro e i colleghi, anche degli altri gruppi parlamentari, che, oggi, hanno partecipato al dibattito, tenendo conto di una cosa: questo decreto affronta non il tema di quello che riguarda il referendum della CGIL, ma affronta due problemi veri, concreti che in questo Paese andavano comunque affrontati .
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione odierna, ha preso in esame l'episodio verificatosi nella seduta del 23 febbraio 2017. Al riguardo, visti gli articoli 12 e 60, comma 3, del Regolamento della Camera dei deputati, ha deliberato di irrogare, con decorrenza immediata, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di quindici giorni di seduta al deputato Carlo Sibilia.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Daniele Farina ed altri n. 1, Molteni ed altri n. 2 e Rampelli ed altri n. 3 presentate al
PRESIDENTE. Illustra la sua questione pregiudiziale n. 1 il deputato Daniele Farina.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Io andrò ad illustrare, sintetizzandola, ovviamente, la corposa questione pregiudiziale con la quale chiediamo all'Aula di deliberare di non procedere all'esame dell'atto Camera 4394 o, meglio, del meglio noto decreto n. 13 del 2017 sull'immigrazione, “decreto Minniti”. Ma, preliminarmente, vorrei osservare che questo provvedimento, questo decreto, ci è stato trasmesso dal Senato in data 29 marzo 2017; oggi, siamo al 6 aprile, la sua scadenza è il giorno 18 aprile o giù di lì. Allora è chiaro il motivo per il quale, nella giornata di ieri, buona parte dell'opposizione ha deciso di interrompere la propria partecipazione ai lavori delle Commissioni congiunte I e II, in quanto sono chiaramente venute meno le condizioni per l'esame del provvedimento. Il relatore, infatti, nella giornata di ieri ha esplicitato il parere negativo su tutti gli emendamenti presentati, non ne ha presentato, a sua volta, nessuno e il Governo ha sostanzialmente assentito sul fatto che questo provvedimento la settimana prossima sarà oggetto di una questione di fiducia.
PRESIDENTE. Il deputato Molteni ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.
NICOLA MOLTENI. Presidente, ovviamente, in una visione completamente opposta rispetto a quella del collega Farina sul tema dell'immigrazione, in modo particolare sulle soluzioni al fenomeno globale dell'immigrazione, credo che le considerazioni preliminari di metodo e di procedura esposte dal collega Farina siano totalmente condivisibili, ovvero quanto si è verificato ieri, Presidente, quanto si verifica oggi e soprattutto quanto si verificherà domani - o meglio la settimana prossima - in merito a questo decreto, quando probabilmente - con una probabile certezza - verrà posta l'ennesima questione di fiducia.
PRESIDENTE. Il deputato Murgia ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Rampelli ed altri n. 3, di cui è cofirmatario.
BRUNO MURGIA. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, questo provvedimento sulla immigrazione illegale contrasta apertamente con l'articolo 77 della Costituzione ma non solo per questo ovviamente non siamo d'accordo, ma per una ragione più generale perché il problema del flusso dei migranti nel nostro territorio nazionale persiste ormai da molti anni, da almeno un ventennio. Basti pensare che il primo decreto-legge per fronteggiare questa massiccia ondata migratoria risale all'ottobre del 1995 ed in larga parte da allora abbiamo adottato politiche assolutamente inefficaci. Il disegno di legge in primo luogo reca la istituzione di sezioni specializzate in materia di immigrazione e di protezione internazionale, anche dettando le qualifiche necessarie e prevedendo la realizzazione di appositi corsi di formazione per il personale che alle stesse sarà destinato. Sempre in materia giurisdizionale il decreto-legge interviene inoltre con procedure per la notificazione degli atti e in numerose parti sul processo amministrativo. Con gli articoli 12 e 13, inoltre, il disegno di legge disciplina le assunzioni di personale da parte dei Ministeri dell'interno e della giustizia, mentre con l'articolo 11 prevede la predisposizione da parte del Consiglio superiore della magistratura di un piano straordinario di applicazioni extra-distrettuali da adottare in deroga alle vigenti disposizioni dell'ordinamento giudiziario. Appare evidente quindi come le norme rivestano carattere ordinamentale e siano lontane da quel requisito di immediata applicazione che sia la legge n. 400 del 1988 sia la giurisprudenza costante della Corte Costituzionale chiedono che formino oggetto di provvedimenti normativi varati dal Governo. Quindi soprattutto ci sono nuovi oneri di spesa e, come abbiamo capito, stiamo parlando certamente non di fondi che vengono presi direttamente ad esempio i fondi per quanto riguarda gli immigrati, in particolare il Fondo sui rimpatri. In questo caso stiamo parlando di fondi che sono legati soprattutto al Fondo di solidarietà per le vittime dell'usura. Si tratta di trasferimenti da una voce di spesa all'altra ma che per noi non sono ragionevoli e non sono accettabili. Dunque, voi state affrontando un problema complesso come questo più generale dell'immigrazione illegale solamente con provvedimenti emergenziali, corretti ancora con la questione di fiducia. Quindi, strozzerete il dibattito solamente agli ordini del giorno, evitando un approccio strutturale complessivo più generale. Peraltro, noi avremmo bisogno, invece, di una legge forte e robusta, che tenga conto delle normative europee e degli accordi internazionali. Voi non lo fate, noi siamo assolutamente contrari e per questo motivo poniamo la pregiudiziale di costituzionalità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, Presidente. Intervengo velocemente perché affrontiamo, ormai quasi per ogni provvedimento, il problema delle pregiudiziali di costituzionalità che sostanzialmente si riferiscono al requisito della urgenza e della necessità del provvedimento. Io l'ho detto altre volte e lo voglio qui ripetere perché secondo me è fondamentale nella scelta di formalizzare queste questioni di costituzionalità: la scelta che fa il Governo, con riferimento alla necessità e all'urgenza, è una scelta politica e non è codificata in una norma di legge; è il Governo che se di fronte a un determinato problema, a una problematica, ritiene che ci sia in quel momento la necessità di porre in essere un'attività legislativa immediata sceglie il decreto-legge, che è previsto dalla nostra Carta costituzionale. Allora, sostenere sempre che c'è una violazione dell'articolo 77 mi pare che sia al di là di quello che è il contenuto dell'articolo 77 stesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Io credo che ci sia un errore concettuale da parte del Governo, che era evidente con il precedente Ministro dell'interno ma che è altrettanto evidente con il nuovo Ministro Minniti. Si tratta del fatto di considerare il fenomeno dei flussi migratori come un evento inaspettato, per cui si richiede una decretazione d'urgenza, ma ciò è sbagliato. È un fenomeno di fatto strutturale, è un'immanenza, e prima ci si mette ad affrontarlo con questa consapevolezza e meglio si riuscirà ad affrontare la situazione. Ecco perché noi voteremo a favore, sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dagli altri colleghi, perché questo provvedimento manca dei profili richiesti dall'articolo 77 della Carta costituzionale, che sono i requisiti di necessità e di urgenza. Perché? Innanzitutto perché si istituiscono al Capo I delle sezioni speciali dei tribunali per quel che riguarda tutte le controversie sulla protezione internazionale, ma che per loro natura e per le tempistiche della Costituzione non possono prevedere dei tempi rapidissimi. Per cui, come si fa a parlare di necessità e di urgenza? All'articolo 21 del decreto si parla addirittura dello stato di attuazione di alcune norme dopo 180 giorni, quindi sei mesi dopo. Allora, che senso ha utilizzare la decretazione d'urgenza? Se il provvedimento è imminente e il fenomeno è imminente, la normativa deve applicarsi il prima possibile e non farla entrare in vigore sei mesi dopo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gasparini. Ne ha facoltà.
DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Signora Presidente, tutte e tre le pregiudiziali presentate ritengono che il decreto-legge violi l'articolo 77 della Costituzione, perché non si ravvisa la straordinaria necessità e l'urgenza che motiverebbe l'adozione di un decreto-legge per accelerare i procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché di contrasto dell'immigrazione. Evidenzio che la relazione illustrativa del disegno di legge di conversione individua le tre ragioni di straordinaria necessità ed urgenza che motivano l'approvazione di questo decreto-legge.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, all'ordine del giorno della seduta di lunedì 10 aprile sarà iscritto l'esame del decreto-legge in materia di immigrazione, in luogo della sola discussione generale prevista dal vigente calendario dei lavori.
PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione odierna, ha autorizzato ai sensi dell'articolo 14, comma 2, del Regolamento la permanenza del gruppo parlamentare Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile, sceso al di sotto della soglia di venti deputati, determinandone così, in presenza dei prescritti requisiti, la continuità a tutti gli effetti giuridici.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle Andrea Cecconi ha reso noto che è stata eletta segretaria del gruppo la deputata Mirella Liuzzi, in sostituzione del deputato Sergio Battelli, a decorrere dalla data del 10 aprile 2017.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro la senatrice Erica D'Adda, in sostituzione della senatrice Linda Lanzillotta, dimissionaria.
CHIARA SCUVERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA SCUVERA. Presidente, “non ho mai saputo quanti fossero comunisti e quanti no, ma so quanti morirono per tutti noi, per la libertà di ciascuno di noi. Questo ci impone di sapere cosa ne abbiamo fatto della nostra libertà, o per lo meno che cosa intendiamo farne”. Così Luchino dal Verme grande protagonista della lotta di liberazione dal nazifascismo, una vita per la memoria. Era ed è il comandante Maino, lui che da cattolico accettò di guidare la divisione Antonio Gramsci della Brigata Garibaldi, tra le prime ad entrare a Milano. È il conte partigiano che si distinse nella battaglia decisiva di Costa Pelata e a Casteggio che scelse, come scrisse Corrado Stajano, di essere uguale tra uguali e poi di dedicare la sua vita alla testimonianza e all'incontro con i giovani.
NICOLA CIRACI'. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA CIRACI'. Questo mio intervento e per ricordare l'onorevole Domenico Mennitti, Mimmo Minniti per noi brindisini, per i suoi amici. Mimmo è scomparso tre anni fa lasciando un vuoto soprattutto in uno spazio politico, quello del centrodestra, di cui è stato un grande protagonista. Vicesegretario del Movimento Sociale, fondatore di Forza Italia, parlamentare per diverse legislature, europarlamentare, Mimmo Mennitti è stato soprattutto, oltre che un politico perbene, un uomo di grande cultura, un giornalista che ha diretto e ha fondato l'ultima vera rivista del centrodestra, . Io penso che questo Parlamento nei prossimi anni dovrà occuparsi di tutti quegli scritti curati da Mimmo, fatti da intellettuali liberi, intellettuali moderni che hanno dato vita in tempi non sospetti a una destra moderna conservatrice ed europea. Penso che il Parlamento, prima o poi, dovrà occuparsi di curare un fondo, di raccogliere i suoi scritti, di raccogliere i suoi interventi parlamentari.
ANGELO CERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie Presidente. Ci giungono voci dalla Puglia che il presidente Michele Emiliano ha avuto la rottura del tendine di Achille. A Michele, al nostro presidente, vadano gli auguri più sinceri e veri da parte mia e soprattutto da parte di tutti i pugliesi che, in questo momento, sono interessati alla sua persona.
ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Presidente, sarà veramente breve il mio intervento, e la ringrazio per avermi permesso di sollevare una questione di cui si parla tutti i giorni ma che, a quanto pare, necessita della verbalizzazione all'interno dell'Aula del Parlamento. Ancora una volta il problema dei parcheggi disabili in tutta Italia diventa una problema che non trova soluzione. Abbiamo normative, abbiamo sanzioni, ma nella città di Roma, con l'ultima giunta, sempre meno si fa, quasi a far sì che il parcheggio disabili sia diventato un privilegio più che un diritto. Per cui necessitavo della voglia di ribadire tutto ciò, visto che ormai sono più di dodici i casi in cui vengono tagliate le ruote delle macchine dei disabili che parcheggiano sulle strisce blu accanto a quelli riservati per i portatori dei disabili; cioè, noi siamo costretti, se abbiamo il cedolino per riconoscere la disabilità, a parcheggiare nei posti per i disabili, perché se parcheggiamo in altri posti ci “sgarrano” - come si dice a Roma, scusatemi - le ruote.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.