PRESIDENTE. La seduta è aperta.
GIULIO CESARE SOTTANELLI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Brambilla, Bratti, Catania, Cicchitto, Coppola, Dambruoso, Damiano, Epifani, Gregorio Fontana, Fontanelli, Merlo, Meta, Pannarale, Scanu, Schullian, Vignali e Zoggia sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza all'ordine del giorno Elvira Savino n. 2-01640 .
ELVIRA SAVINO. Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, l'interpellanza in oggetto, riferita appunto allo scorso gennaio, era relativa all'ondata di maltempo che aveva colpito il Centro e, in particolare, il Sud Italia, stringendolo in una pesante morsa di neve e gelo. La stima dei danni era stata calcolata intorno ai 14 miliardi di euro. Secondo le valutazioni di Confartigianato i danni alle produzioni agricole e pugliesi erano stati sostanzialmente irreparabili: collassati 350 ettari di uva da tavola tra Bari e Taranto, isolate le aziende zootecniche della Murgia con danni gravi per produttori e consumatori, ingenti danni ad agrumeti, vigneti ed animali, che si abbeveravano con l'acqua che poi è risultata ghiacciata, molti dei quali sono morti negli allevamenti pugliesi, ed al dramma della perdita dei capi di bestiame, per gli allevatori, si era aggiunto quello dello smaltimento delle carcasse, una vera calamità naturale.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE CASTIGLIONE,. Grazie, Presidente, onorevoli deputati. Premetto che gli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale per il sostegno alle imprese agricole danneggiate dalle avversità meteorologiche si possono attivare solo quando le avversità, le colture, le strutture agricole non siano comprese nel piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi con polizza assicurativa agevolata. Come sa l'onorevole Savino, infatti, gli agricoltori hanno la possibilità di stipulare dette polizze, agevolate peraltro da un contributo, coperte con un contributo unionale che è pari al 65 per cento della spesa sostenuta.
PRESIDENTE. L'onorevole Savino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
ELVIRA SAVINO. Grazie, Presidente. Sottosegretario, io sono sufficientemente soddisfatta della sua risposta, per quanto tardiva, perché appunto questi eventi si sono verificati nel mese di gennaio scorso. Io credo che si possa, e sono lieta che si possa, attingere al Fondo di solidarietà nazionale rispetto a questo fenomeno che ha interessato la Puglia l'inverno scorso, perché è stato di un'eccezionale gravità ed evidentemente solleciterò anche le autorità regionali al fine di completare la valutazione dei danni che sono stati sofferti dalla regione e auspico, ovviamente, che poi i tempi per gli stanziamenti siano rapidi. Ovviamente i danni restano, sono gravi, per le produzioni agricole, arboree e soprattutto per gli allevamenti; hanno messo in evidenza la fragilità del sistema agricolo e credo che rendano, a mio avviso, necessaria l'attivazione di una strategia normativa e tecnica che sia utile al ripristino produttivo di queste imprese così gravemente colpite.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione all'ordine del giorno Romanini ed altri n. 3-03182 .
GIUSEPPE CASTIGLIONE,. Presidente, onorevoli colleghi, come correttamente rilevato dall'onorevole Romanini, il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali è in procinto di emanare il decreto ministeriale concernente la diciassettesima revisione dell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, definiti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, ed inserite nei rispettivi elenchi.
PRESIDENTE. La ringrazio, anche per la sintesi.
GIUSEPPE ROMANINI. Presidente, ringrazio il sottosegretario Castiglione, che con una risposta laconica, ma molto positiva, tranquillizza non il sottoscritto, ma un settore importante dell'economia emiliano-romagnola, perché ricordo che lì abbiamo l'aceto balsamico tradizionale di Modena, l'aceto balsamico tradizionale di Reggio, e poi l'aceto tradizionale di Modena come marchi riconosciuti di protezione.
PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Incà e Brugnerotto n. 3-03035 .
SILVIA VELO,. Presidente, con il decreto direttoriale n. 29 del 2017 è stato compiuto un avanzamento molto significativo nel campo della tutela ambientale dei corpi idrici, in quanto per la prima volta a livello nazionale sono stati fissati criteri omogenei e scientificamente avanzati per effettuare la valutazione ambientale delle richieste di derivazione d'acqua. Tali criteri, che estendono la metodologia di valutazione ERA (esclusione, repulsione, attrazione) già in uso nei distretti idrografici dell'Appennino settentrionale e del fiume Po, si basano su una valutazione integrata del rischio ambientale generato da una derivazione sui corpi idrici interessati.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Incà ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
FEDERICO D'INCA'. Sono solo in parte soddisfatto, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per l'analisi tecnica. Sono convinto che al tavolo tecnico nazionale devono partecipare anche alcuni comitati che nel corso del tempo hanno sempre portato all'attenzione questa problematica come acqua bene comune.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alli, Bonafede, Luigi Di Maio, Ferrara, Fico, Galati, Lorenzo Guerini, Guerra, Lauricella, Piepoli, Quartapelle Procopio, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3225-A/R: Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali; e delle abbinate proposte di legge nn. 495-661-1093-1137-1958-2354-2409-2446-2545-2562-3140-3276-3323-3326-3789-3835-4100-4131-4235-4259.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame delle questioni pregiudiziali Cicchitto ed altri n. 1 e Brunetta e Sisto n. 2 .
ANTONIO MAROTTA. Grazie, signora Presidente. La nostra questione pregiudiziale di costituzionalità è con riferimento alla proposta di legge che mira a modificare l'istituto dell'assegno vitalizio. È chiaro che è una questione squisitamente…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore prendete posto, consentendo al collega Marotta di fare il suo intervento. Per favore…. Prego, collega.
ANTONIO MAROTTA. Come dicevo, è una questione squisitamente tecnica, che attiene all'iter scelto dai deputati, che hanno presentato questo disegno di legge, che oggi è all'esame della Camera.
PRESIDENTE. La ringrazio.
ANTONIO MAROTTA. Noi vogliamo continuare a vivere in uno Stato di diritto, e per vivere in uno Stato di diritto dobbiamo rispettarne le regole .
PRESIDENTE. Il deputato Francesco Paolo Sisto ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Brunetta n. 2, di cui è cofirmatario.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, lei non immagina quanto io sia lieto di poter prendere la parola oggi, perché non più tardi di venerdì soltanto un intervento che io considero divino ha evitato che un brutto incidente di motocicletta potesse pregiudicare la mia presenza. Ci sono dei valori che si scoprono soltanto in talune occasioni e io in quell'occasione ho capito quanto importante è il valore della vita e quanto può essere casualmente rimesso alle situazioni e alle circostanze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Il vitalizio parlamentare non è un diritto acquisito né, tanto meno, un trattamento previdenziale. Quando fu introdotto, nel 1954, fu istituito quale rimessa economica riconosciuta ai parlamentari per tutta la durata della propria vita dopo la cessazione del mandato parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SANNA. Presidente, colleghi, il richiamo che la Corte costituzionale ci fa quando trattiamo di temi previdenziali è alla libertà del legislatore, al rispetto di quanto versato dai lavoratori e alla razionalità delle cose che facciamo e delle decisioni che assumiamo. Quindi, razionalità e ragionevolezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, mi rivolgo tramite lei all'onorevole Sanna: ho avuto stima della sua onestà intellettuale, vorrei farle notare che la diversità non è nella dimensione umana, è nella funzione parlamentare. Quindi, se lei lo utilizza in maniera così strumentale e dice “avete il coraggio di andare fuori di qui e dire che voi siete superiori?”, lei non fa onore alla sua onestà intellettuale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, io intervengo per motivare il nostro voto di astensione sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità. Un'astensione che nasce da che cosa? Da una condivisione dell'obiettivo delle motivazioni che potevano essere alla base di questo provvedimento, cioè la riduzione di condizioni di privilegio, di sperequazione, rispetto alle condizioni dei cittadini. Noi su questo terreno ci siamo, e ci saremmo, ma siamo fortemente critici rispetto alla via che si è intrapresa con questa legge.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
ALFREDO D'ATTORRE. …in base al principio dell'equità intergenerazionale. Abbiamo presentato un emendamento che prevede che non si consentirà di fare ai cittadini ciò che in questo momento si fa per i parlamentari e i consiglieri regionali. È l'emendamento 1.14 a mia prima firma: su questo almeno chiediamo a tutti voi - lo chiediamo al PD e al MoVimento 5 Stelle - un pronunciamento chiaro. Prendete l'impegno di non mettere le mani sulle pensioni degli italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Pisicchio. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, non posso non aderire alle pregiudiziali di costituzionalità e lo faccio anzitutto per una ragione di decenza e di dignità delle istituzioni. Non c'è in quest'Aula chi non sappia che il provvedimento in esame è contrario persino ai principi generali dell'ordinamento che vietano la retroattività delle leggi. Ma c'è di più: c'è un aspetto etico chiamato in causa perché questo intervento tocca chi non è più deputato e non provoca il minimo danno, ad esempio, a chi è entrato per la prima volta nella legislatura in corso. E ancora un elemento: è un provvedimento sgangherato, imperfetto, privo persino di un plausibile conto economico sull'entità delle risorse necessarie. Nel merito giuridico sono state dette cose importanti che condivido e ce ne sono ancora molte: il provvedimento è sbagliato perché usa un veicolo improprio, quello della legge ordinaria, per regolare questioni su cui esiste una riserva costituzionale; perché interviene a gamba tesa su altre Assemblee legislative come le regioni; perché si tratta di un intervento pericoloso per gli italiani perché introduce una falla nel sistema: se fosse approvato, come veniva appena ricordato, come si potrebbe evitare di sottoporre tutte le pensioni allo stesso trattamento per mettere mano sui 58 miliardi di risparmi che possono derivare dal ricalcolo contributivo? È privo di valutazioni attendibili sul piano economico ed attuariale: il sistema contributivo prevede l'intervento del prestatore di lavoro per un terzo e del datore di lavoro per due terzi. Quanto dovrà pagare la Camera dei deputati? Potremmo continuare anche se basterebbe rammentare a tutti che, come già avvenuto nelle precedenti pronunce, la Consulta dichiarerebbe incostituzionale un provvedimento fatto con questa malagrazia. Ma forse sono io a trascurare qualcosa: i sostenitori della proposta questo già lo sanno bene ma non interessa. L'obiettivo è solo lo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Erano le ultime ore della campagna elettorale referendaria costituzionale e il Presidente Renzi si appellava ai cittadini in uno stato di grossa difficoltà dicendo: questo referendum abbasserà i costi della politica, scompariranno i vitalizi. Era un appello disperato. La verità, cari amici e caro onorevole Renzi, è che gli italiani vi hanno votato contro; gli italiani sopportano pure che la buona politica, quella che non c'è qui dentro, possa usufruire anche dei vitalizi. Il problema è che purtroppo siamo noi nelle condizioni di farci dire dall'esterno che le cose non vanno nella maniera giusta. Dunque insisto con il dire che gli italiani hanno dato una risposta chiara: non c'è in questa vicenda la rincorsa verso un populismo sfacciato perché gli italiani con il referendum, con il 60 per cento del no, caro amico e collega Richetti, hanno votato no a quella tua nefandezza che non vale la pena nemmeno di citare.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente, in relazione all'inammissibilità dell'emendamento da me presentato. Lo voglio leggere, anche per darne notizia all'Assemblea. Si istituisce il reato di vitalizio …c'è poco da ridere, colleghi. Chiunque maturi per sé vitalizi o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concesse o erogate dallo Stato o da altri enti pubblici, è punito con la reclusione da due a otto anni. Chiunque percepisca vitalizi o altre erogazioni, eccetera, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni, in relazione al periodo di percezione, con restituzione delle somme indebitamente percepite e del danno erariale procurato .
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
SIMONE BALDELLI. Presidente, io ho cinque minuti per motivare il mio ricorso, quindi concludo quando finiscono i cinque minuti, se crede anche perché, Presidente, se mi viene detto che la motivazione è la retroattività, allora, Presidente, intendiamoci, perché anche questa legge ha dei principi di retroattività. E, se vogliamo sottoporre questo principio nel mondo del penale, anche la legge Severino, guarda caso, è retroattiva, e forse è una delle ragioni - una delle, non tutte - per cui ci troviamo in questa situazione, perché in questo Parlamento non siede Beppe Grillo, non siede Silvio Berlusconi, non siede Matteo Renzi, non siede Salvini, non siedono tanti alcuni dei quali non potrebbero nemmeno candidarsi. Trovo questo ignobile perché in questo Parlamento si scarica la demagogia che prende quota fuori di qua, e su questo Parlamento si scaricano battute, uscite nei libri, nelle trasmissioni televisive, che poi si viene costretti a trasformare in leggi incostituzionali qui dentro.
PRESIDENTE. Avevo già spiegato i motivi dell'inammissibilità, che ribadisco. Adesso non vorrei aprire un dibattito sulle inammissibilità.
WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, deputato?
WALTER RIZZETTO. Sullo stesso argomento del precedente intervento del collega Presidente Baldelli.
PRESIDENTE. Ma, se è sulla stessa inammissibilità, no.
WALTER RIZZETTO. No, evidentemente, è su un'altra inammissibilità, nello specifico…
PRESIDENTE. Lei, quindi, contesta i criteri di inammissibilità e vuole la parola per questo.
WALTER RIZZETTO. Sto dicendoglielo. All'articolo aggiuntivo 3.01 Giorgia Meloni.
PRESIDENTE. È già stato dichiarato inammissibile in Commissione, quell'articolo aggiuntivo.
WALTER RIZZETTO. Posso intervenire, Presidente?
PRESIDENTE. Sull'inammissibilità? Prego.
WALTER RIZZETTO. Io sto intervenendo su questo, Presidente, l'ho premesso. Comunque sia, la ringrazio per la parola.
PRESIDENTE. In Commissione.
WALTER RIZZETTO. Sì, da parte della maggioranza in Commissione. Vado a citarlo e a leggerlo, testualmente: “La Banca d'Italia, la Corte costituzionale e la Presidenza della Repubblica, nella loro autonomia organizzativa e finanziaria, adeguano i propri ordinamenti ai principi di cui alla presente legge.”; significa - e noi abbiamo già dichiarato che voteremo a favore di questo provvedimento - adeguare a questo testo normativo, Presidente, Banca d'Italia, Corte costituzionale e Presidenza della Repubblica.
PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, io non ho parlato di proposta emendativa lesiva agli altri organi, ma all'autonomia legislativa e normativa degli altri organi, che è un'altra cosa.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Presidente, vorrei intervenire sull'articolo 85 del Regolamento. Perché noi stiamo creando un precedente che potrebbe avere sviluppi imprevedibili anche nel futuro. Noi abbiamo discusso una legge, un'altra legge, molti mesi fa, che l'Aula ha rimandato in Commissione. La discussione generale si è fatta su quella legge che era di altro genere, non aveva niente a che fare con questa proposta di legge Richetti. In Commissione, i proponenti della legge che aveva esaurito il suo iter come discussione generale, qui, in Aula, hanno praticamente ritirato la proposta e hanno sostituito quella proposta con un'altra proposta di legge. Ciò a prescindere dal fatto che quello spazio era stato attribuito all'opposizione, mentre, in questo caso, si tratta di una legge presentata da esponenti della maggioranza, e questo potrebbe creare in futuro che, anche qualora non ci fosse l'accordo del gruppo di minoranza, la maggioranza potrebbe, in modo autoritario, impedire alla minoranza di esercitare i suoi spazi di dibattito legislativo, qui, in Aula. Ora, noi, su una legge importante, su cui, tra l'altro, ognuno avrà il suo parere, avrà modo di esprimerlo in sede di emendamenti, stiamo rinunciando alla discussione generale su questa legge che, appunto, disciplina i vitalizi; anche il titolo, forse, è sbagliato, perché noi non stiamo abolendo i vitalizi, perché se ci riferiamo ai vitalizi in senso generale, i vitalizi sono stati aboliti nel 2012 e sono stati sostituiti da un altro istituto che li calcola in modo diverso, noi stiamo, con questa legge, sostituendo il calcolo dei vecchi vitalizi. È comunque un argomento importante, senza discussione generale.
PRESIDENTE. Allora, in questo caso, direi che la minoranza è stata d'accordo a cambiare il testo base, quindi, non mi pare che ci sia un problema di prerogative maggioranza - minoranza, poi la discussione generale non si ripete una volta che l'iter è avviato, anche se la Commissione ha cambiato il testo base. Questo è un iter consolidato.
MATTEO RICHETTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori? Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI, . Sì, grazie, Presidente. Per consentire alla Commissione bilancio di formulare il parere sugli emendamenti che lei ha appena elencato, le chiederei quindici minuti di tempo.
PRESIDENTE. Va bene, allora sospendiamo a questo punto la seduta fino alle ore 17, al fine di consentire alla Commissione bilancio di esprimere il parere sugli emendamenti presentati dalla Commissione.
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
ROCCO PALESE. Sull'ordine dei lavori, signora Presidente, perché sarà pure sufficiente per la Commissione bilancio - perché erano stati già depositati e trasmessi un'ora fa - per l'espressione tecnica del parere su questi nove emendamenti, ma io ho l'impressione, siccome alcuni stravolgono completamente il merito della legge, che ci sia forse bisogno, per i colleghi che sono in Aula, di qualche minuto in più per poter consentire loro, almeno, di approfondirli.
PRESIDENTE. Sì, però questi emendamenti sono all'articolo 3, quindi non li andiamo a votare subito; quindi adesso direi di dare la possibilità alla Commissione Bilancio di esprimere il parere e, comunque, questi emendamenti sono riferiti all'articolo 3, quindi c'è tutto il tempo per vederli, deputato Palese.
ROCCO PALESE. Occorre fissare il tempo per i subemendamenti, però un tempo congruo.
PRESIDENTE. È già stato fissato. Allora riprendiamo alle 17. Sospendo la seduta.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito dell'esame del provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DANILO TONINELLI. Presidente, sono decenni - ma soprattutto negli ultimi anni - che gli italiani hanno perso la fiducia nelle istituzioni, hanno perso la fiducia nel Governo e hanno perso la fiducia nelle maggioranze, che, negli ultimi anni, hanno sostenuto i Governi. Le percentuali sono incredibili: si parla di un italiano su dieci che ha fiducia nelle istituzioni governative e ha fiducia nelle maggioranze che sostengono i Governi, Presidente. E hanno ragione! Hanno ragione perché gli ultimi Governi, i Governi che si sono succeduti dei vecchi partiti, negli ultimi anni, anzi negli ultimi decenni, hanno approvato di tutto, hanno approvato leggi hanno salvato parlamentari che dovevano andare in galera, hanno salvato le banche! Questa legislatura, Presidente, ha fatto…non lo so, ho perso il conto dei decreti e di leggi del Governo e di questa maggioranza che hanno salvato banche e banchieri, e messo in mezzo alla strada i risparmiatori. Avete capito perché i cittadini non credono più in voi?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Adornato. Ne ha facoltà.
FERDINANDO ADORNATO. Presidente, la mia generazione sa che uno scoglio non può arginare il mare. In verità, non so se ci sia questo scoglio, ma il mare dell'antipolitica è diventato un oceano. Ormai sparare contro la politica è come sparare contro la Croce Rossa; si dice, con un modo di dire popolare. Ebbene, io credo che oggi sia un dovere difendere la Croce Rossa, sia un dovere difendere la storia della Croce Rossa in Italia, le sue funzioni e le sue prerogative. L'antipolitica è un conto. Anch'io, nella mia storia politica, l'ho praticata diverse volte; attaccare i partiti, il finanziamento, i rimborsi, è legittimo. L'antipolitica non crea un problema; crea un problema culturale, crea un problema di reazione, di difesa, ma non crea un problema alla democrazia, mentre l'antiparlamentarismo sì. E oggi è una svolta storica, perché è la prima volta che l'antipolitica colpisce al cuore il parlamentarismo. L'antiparlamentarismo in Italia si è diffuso negli anni Venti e alla fine degli anni Sessanta: in entrambi i casi, le conseguenze non sono state positive per il Paese, perché superare la soglia che passa dall'antipolitica all'anti-parlamentarismo mette in gioco i valori della democrazia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Grazie, Presidente. Dico subito, anticipando ciò che ripeteremo nella dichiarazione di voto, che noi voteremo a favore del provvedimento, come abbiamo votato contro la pregiudiziale di costituzionalità, ma dico anche che avremmo voluto fare una discussione più seria: avremmo voluto discutere di tutto ciò che sono le prerogative dei parlamentari, di come sono organizzate, di come si danno i rimborsi telefonici nell'era dei telefonini, come se esistesse ancora il telefono fisso, ad esempio, e di quanti soldi si sprecano attraverso quella modalità. Ad esempio, sappiamo tutti, perché lo abbiamo esercitato nei lavori che ci hanno preceduto alla nostra presenza temporanea qua, come privati, che sarebbe possibilissimo, invece che avere i denari, avere il telefonino e avere un contratto collettivo per la Camera e risparmiare molti denari. Avremmo voluto discutere di come sono distribuite le altre parti dell'indennità, perché pensiamo che su di esse si possano fare dei tagli e si possano determinare delle efficienze, anche legate all'evoluzione degli strumenti tecnologici e a ciò che è l'evoluzione del senso comune.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, come già preannunciato, abbiamo votato contro le questioni pregiudiziali. Voteremo, come già preannunciato, anche in questo caso, a favore del provvedimento e, sulla scorta anche di quanto ascoltato dai colleghi, la cosa che ci dà più fastidio in questi giorni, in queste ore, quando leggiamo, come comuni cittadini, i giornali o guardiamo qualche trasmissione televisiva, è, di fatto, la cosiddetta situazione rispetto alla paternità di questo provvedimento, perché - lo anticipo anche in questo caso - a noi frega poco che questo sia un provvedimento figlio di Matteo Richetti, un provvedimento figlio della collega Lombardi; a noi interessa che questo provvedimento vada avanti e vada avanti nel minore tempo possibile, perché è del tutto evidente, colleghi, che ci sono altri problemi che questa Camera e i deputati devono affrontare, ed affrontare in modo serio, ed affrontare in modo risolutivo, così come in questi quattro anni e mezzo non è mai stato fatto.
PRESIDENTE. Con il linguaggio…
WALTER RIZZETTO. Ho detto “casino”, non mi pare che sia…
PRESIDENTE. Non lo ripeta, facciamo così.
WALTER RIZZETTO. Ne ho sentite di molto peggiori in quest'Aula, Presidente.
PRESIDENTE. Questa non è una giustificazione: due torti non fanno mai una ragione.
WALTER RIZZETTO. La ringrazio assolutamente. E, quindi, in questo caso noi abbiamo proposto in Ufficio di Presidenza questo passaggio; ci è stato votato contro, qualcuno si è, come prima detto, astenuto e il nodo vero di questo passaggio è proprio l'autodichia che la Camera dei deputati, attraverso l'Ufficio di Presidenza, avrebbe già dovuto applicare nei confronti di coloro che sono i dipendenti della Camera dei deputati, che siamo noi: noi siamo dei dipendenti pubblici, alla fine, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI. Grazie, Presidente. Penso di dovere qualche risposta, cercando di non deludere né lei, né i colleghi, i quali sono genuinamente convinti che si stia facendo un lavoro che risponde alla volontà del segretario del PD, fuori da qui, eterocomandati, chi da Renzi, chi da Grillo. Devo deludervi; questa proposta di legge, sottoscritta da tanti colleghi del PD, nasce da molto lontano. L'onorevole Rizzetto era ancora nel grembo del “Vaffaday”, quando lavoravamo, in regione Emilia-Romagna, insieme a tutto il Partito Democratico per dare una risposta al contrasto ai costi e ai privilegi, e nemmeno ero in questo Parlamento.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore…
MATTEO RICHETTI. Uno ha visto una serie di colleghi - devo riconoscerlo - intensamente impegnati nella presentazione di delibere che non producevano nulla, su una ridda di dichiarazioni che stancavano gli iPad di chiunque; un altro pezzo si è messo lì, tentando di costruire un provvedimento, che non attaccasse il Parlamento, che non attaccasse il parlamentarismo, perché io non ci sto. Lo dico ai rispettati colleghi Adornato, Tabacci: no, questo non è un attacco alla democrazia, al valore della politica; non mi troverete e non ci troverete mai laddove si disprezza, etimologicamente “si toglie prezzo”, all'impegno politico; non ci avete trovato nel farci chiamare cittadini, piuttosto che onorevoli, non ci avete trovato a vendere 2.000 euro al mese di indennità, non ci avete trovato a togliere prerogative e serietà a questo impegno, ma ci avete trovato su un punto molto preciso ed è un punto controverso.
PRESIDENTE. Colleghi, sono stati fatti tutti gli interventi nel più assoluto silenzio e rispetto. Per favore.
MATTEO RICHETTI. …nel 1985, ai Presidenti del Senato e della Camera dei deputati, oltre che al Presidente del consiglio regionale: “Onorevole Presidente, mi permetto di richiamare la sua attenzione sull'istituto dell'assegno vitalizio, goduto dagli ex parlamentari e dagli ex consiglieri regionali, segnalando, a titolo di esempio, il mio caso. Con trentotto anni di anzianità, come lavoratore dipendente, ho riscosso, nel maggio 1985 dall'INPS una pensione di 969.000 lire. Sono stato deputato per 5 anni, 1958-1963, e quello stesso mese ho riscosso un assegno vitalizio di 1.157.000 lire. Sono stato consigliere regionale per cinque anni, 1970-1975, quando sono nate le regioni, e, sempre nel maggio del 1985, ho riscosso un assegno vitalizio di 901.000 lire. Non pongo il problema della legittimità giuridica di queste prestazioni, ma quello della loro equità sociale, in particolare, sotto due aspetti: del rapporto fra durata della contribuzione e entità degli assegni vitalizi e della cumulabilità degli assegni stessi. Non scrivo per salvar l'anima nella speranza che tutto rimanga come prima. Mi auguro che il riesame di queste prestazioni sia affrontato seriamente e sollecitamente nel quadro di una generale riconsiderazione dei trattamenti in atto in Parlamento e nei consigli regionali, in sintonia con le esigenze di equità nei confronti degli altri cittadini”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signora Presidente, visto che ci sono molti giornalisti, io approfitterei di mezzo minuto per dire che ieri - e non c'era nessun giornalista - c'è stata la discussione generale sul bilancio interno della Camera e vorrei informare che, quest'anno, la Camera risparmierà 80 milioni di euro; in cinque anni, in questa legislatura, sono stati risparmiati 350 milioni di euro, in minori dotazioni e risparmi. È la più imponente operazione di risparmio pubblico nella storia della Repubblica italiana, ma di questo non c'è traccia in nessun giornale e in nessuna televisione. Per il personale della Camera, passato dalle 1779 unità del 2007 a meno di 500 unità perse, quindi fatevi i conti, staremo intorno, credo, ai 1300 lavoratori, noi risparmiamo qualcosa come 67,8 milioni di euro; per i deputati, a seguito del blocco delle indennità di rimborso e dei tanti interventi che sono accaduti in questi anni, a partire dalla decurtazione dell'indennità, nel 2006 del 10 per cento, del 2011 di un altro 10 per cento, e di tanti altri provvedimenti, il risparmio quest'anno, ogni anno, è di 43,1 milioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Civati. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CIVATI. Grazie. Interverrò solo per pochi minuti perché ho l'impressione che a furia di rivendicare la paternità e la maternità di questa proposta di legge non l'approveremo mai. Il tempo potrebbe stringere nei prossimi giorni e sappiamo che “la gita” in Senato non sarà semplicissima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, confesso che prendo la parola con una certa riluttanza su questo tema, perché non essere d'accordo…
PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, mi scusi. Glielo dico subito: il suo gruppo, la sua componente, ha sette minuti complessivamente, così poi sa come gestirseli.
ROCCO BUTTIGLIONE. Eh! Così tanti? Cercherò di limitarmi. Essere contrari significa esporsi all'accusa di colui che difende i propri vantaggi ed i propri privilegi. Lungi da me quest'idea: ho votato volentieri tutti i tagli all'indennità parlamentare che ci sono stati proposti; quando il Paese soffre, la classe dirigente deve dare l'esempio, e quindi deve essere la prima a fare sacrifici. Tuttavia, non posso nascondere una certa ripugnanza davanti ad alcune cose che ho sentito e che sento continuamente: queste cose sono la svalutazione della funzione parlamentare. Si chiede al Parlamento di fare dei sacrifici? Sono il primo a dire di sì. Si dice che il Parlamento non vale i denari che riceve dalla collettività, perché il lavoro del parlamentare vale meno di qualunque altro tipo di lavoro sociale qualificato? Allora mi preoccupo, perché nel giudizio che si dà sul valore del lavoro parlamentare inevitabilmente penetra il giudizio che si dà sulla funzione del Parlamento, sulla dignità del Parlamento, sulle ragioni per le quali vale la pena di avere un Parlamento, perché alla fine si potrebbe anche abolire il Parlamento, sicuramente si risparmierebbero più soldi e forse le cose cambierebbero anche più veloci; guadagneremmo forse in efficienza, almeno così dicevano i fascisti, che questa operazione hanno fatto, ma perderemmo la democrazia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, quanta ipocrisia! È chiara la situazione: noi siamo qui, in quest'Aula, per dare un palcoscenico al Partito Democratico, che vuole eliminare dal dibattito parlamentare e fuori dal Parlamento il corpo contundente dei vitalizi, che sarebbe stato usato, nel caso non si fosse affrontato in Aula in queste modalità, dal MoVimento 5 Stelle nelle prossime scadenze elettorali: Sicilia e politiche.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Brunetta.
RENATO BRUNETTA. Ho finito. Questa è una legge che non merita la nostra storia di democrazia parlamentare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. A me sembra che questo dibattito, che sicuramente è stato caratterizzato, a partire dall'intervento dell'onorevole Toninelli, da accenti inaccettabili nei confronti del Parlamento, della storia di questo Paese, dei parlamentari di questo Paese, però sia viziato, da parte di chi è contrario a questa legge, da una serie di argomentazioni, come posso dire, assolute, inderogabili, che sono semplicemente false, sbagliate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.
MAURO OTTOBRE. Presidente, onorevoli colleghi, credo che nella discussione in Aula, oggi, si parli di tutto e di più, ma non si centri il problema. Io ho sempre creduto che il politico, l'amministratore a disposizione della comunità non sia quanto costa, ma quanto rende. E a vedere l'entità del debito pubblico, insomma, ci sarebbe un po' da dire, eventualmente, sulla resa. Ma credo, invece, che siamo proprio fuori tema, perché qualcuno ha dimostrato che la partita non si gioca qui dentro; qualcuno ha detto che i prossimi anni, qui dentro, si saranno invertiti i ruoli, ossia persone molto intelligenti creano piattaforme virtuali, dove, guarda caso, in discussione non è tanto il loro guadagno, perché due persone con una Srl possono pilotare la mente, i di milioni di italiani e trarne profitto; bene, questo sembrerebbe tutto legale, anche col consenso del Parlamento, quando, magari, il sottoscritto ha ben pensato di presentare un emendamento per non rendere gli utili di siti Internet o blog riconducibili a movimenti di partito o a partiti; no, invece, bisogna speculare sulla politica, bisogna speculare sulla paura degli italiani e chi lo fa non è, a caso, il politico grande, pagato, ma chi è dietro una piattaforma, una Srl che guadagna un sacco di soldi. Lì è tutto lecito, quindi, sono invertiti i ruoli. Noi saremo la classe operaia e gli imprenditori faranno, ovviamente, la politica italiana. Imprenditori che, evidentemente, contiamo sulle dita delle mani.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.
MATTEO RICHETTI, . Grazie, Presidente. Emendamenti 1.11 e 1.12 Misuraca, 1.10 Menorello, 1.50 Civati, 1.17 e 1.52 Sisto, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 1.14 D'Attorre, sulla base del dibattito, Presidente, accantonerei questo emendamento.
PRESIDENTE. Ok, poi c'è l'articolo aggiuntivo 1.01 Turco.
MATTEO RICHETTI, . Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Turco, relatore di minoranza.
TANCREDI TURCO, . 1.11 e 1.12 Misuraca e 1.10 Menorello, parere contrario. Emendamento 1.50 Civati, parere favorevole. Emendamento 1.17 Sisto, parere contrario. Emendamento 1.52 Sisto, parere contrario. Sull'emendamento 1.14 D'Attorre, mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Comunque, il relatore per la maggioranza ha detto che lo accantoniamo.
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
GENNARO MIGLIORE, Grazie, signora Presidente. Il Governo si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. In logica continuità con la questione di pregiudizialità costituzionale che Forza Italia ha presentato, in stretta contiguità con la necessità del rispetto dei principi della Costituzione, farò un unico intervento sugli emendamenti 1.17 e 1.52, perché, sostanzialmente, anzi, formalmente, oltre che sostanzialmente, riproducono la necessità che questa legge, in particolare, sia conforme ai dettati, non soltanto della Costituzione, ma anche della Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
TANCREDI TURCO. Sì, grazie, Presidente, per spiegare brevemente questo emendamento e anche i successivi a mia prima firma. È un emendamento che vuole allargare il raggio di azione di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signora Presidentessa. Allora, Turco, Artini, Baldassarre, Bechis e Segoni, 1500 euro, fino a un massimo giornaliero, settimanale, mensile, bimensile, semestrale o annuale, non saprei, grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Immagino che il professor Longo abbia ragione quando dice che non c'è scritto se giornaliero o mensile, ma mi pare che sia abbastanza ragionevole immaginare che, alla pari di quanto è attualmente il rimborso, sia un rimborso mensile, ma non sta a me spiegarlo all'onorevole Longo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Presidente, secondo noi del Movimento Democratico Progressista, questo emendamento e anche altri che ci sono, non hanno attinenza con la legge, sono estranei alla materia di questa legge, perché noi dovremmo anche attenerci al titolo della legge. La legge recita: “Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali”. Ci sarà una sede opportuna, tra qualche giorno, in sede di discussione del bilancio interno, in cui potranno essere presentati ordini del giorno a proposito di questo argomento: per esempio, io ne ho presentato uno, ma ce ne sono tanti altri, e in quella sede discuteremo. Quindi, noi ci asterremo, come gruppo MDP, su tutti gli emendamenti che sono estranei alla materia definita dal titolo di questa legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
MATTEO RICHETTI, . Presidente, se vuole in via sbrigativa le dico che per me sono tutti inviti al ritiro o parere contrario sulle proposte emendative riferite all'articolo 2.
PRESIDENTE. Onorevole Turco?
TANCREDI TURCO, . Emendamento 2.24 Menorello, contrario; emendamento 2.42 Marcon, favorevole; 2.10 Pisicchio, contrario; 2.41 Marcon, mi rimetto all'Aula; 2.28 Galgano, contrario; 2.1 Sisto, contrario; 2.2 Sisto, contrario; 2.17 Marchi, contrario; 2.30 Cecconi, favorevole; 2.16 Marchi, contrario; 2.25 Menorello, contrario; 2.51 Verini, contrario; 2.37 Mannino, favorevole; 2.27 Menorello, contrario; 2.50 Zaccagnini, contrario; 2.12 Turco, favorevole.
PRESIDENTE. Poi ci sono alcuni articoli aggiuntivi, da pagina 11 del fascicolo degli emendamenti.
TANCREDI TURCO, . Articolo aggiuntivo 2.015 Galgano, favorevole.
PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 2.04 Civati (vedi versione corretta: quindi, è un'altra versione rispetto a quella che è qui).
TANCREDI TURCO, . Favorevole. Il parere è altresì favorevole sugli articoli aggiuntivi 2.08 Turco, 2.01 Cecconi, 2.03 Civati e sugli identici 2.06 Civati e 2.013 Turco. Il parere sull'articolo aggiuntivo 2.02 Menorello è contrario.
GENNARO MIGLIORE,. Il Governo si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.24 Menorello.
DOMENICO MENORELLO. Presidente, il senso dell'emendamento è di eliminare, rispetto alla formula previgente della norma, l'equiparazione dei parlamentari ai lavoratori dipendenti delle amministrazioni statali. Ciò non solo per le specificità costituzionali dei parlamentari, di cui molti colleghi hanno parlato e cito fra tutti l'intervento dell'onorevole Tabacci, ma anche perché questa equiparazione porta un pericolo evidente, in quanto la introdotta retroattività delle norme se vale per i parlamentari, ed essi sono equiparati ai lavoratori dipendenti, può facilmente valere - la breccia è aperta - perché possa in futuro avere vigore questa possibile retroattività nei trattamenti pensionistici anche per i dipendenti. Quindi, l'emendamento è innanzitutto a tutela del fatto che questa misura non possa essere utilizzata dal legislatore futuro come un precedente per incidere negativamente sui diritti di chi è già in pensione fra i lavoratori normali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Noi voteremo favorevolmente su questo emendamento 2.24 Menorello per le ragioni illustrate dal proponente. In realtà, il mio intervento vuole essere un intervento in dichiarazione di voto all'articolo 1, da dove discende, appunto, questo principio di uguaglianza. L'abbiamo saltata ma è lo stesso e lo faccio in questo momento perché credo che sia pertinente. Il problema della proposta di legge è proprio nel fissare questo principio di uguaglianza fra i parlamentari e genericamente i dipendenti pubblici. Io sono assolutamente contrario; io non penso che un parlamentare sia uguale a un dipendente pubblico. Il parlamentare è uguale a tutte le persone e a tutti i cittadini e poi nel momento in cui un cittadino viene eletto parlamentare va ad esercitare una funzione che è quella che traduce la sovranità popolare, che rappresenta la sovranità popolare, e quindi ha un ruolo diverso e ha prerogative diverse. L'uguaglianza sta nel fatto che tutti si possono candidare a essere eletti parlamentari; in quello sta l'uguaglianza.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tancredi…
PAOLO TANCREDI. Questo è il grande dibattito di interesse. Vedremo e già siamo aperti ai…
PINO PISICCHIO. Signora Presidente, questo emendamento si contrappone alla filosofia oclocratica, istintuale, dell'intero impianto di questa proposta che stiamo discutendo, perché tende a mettere in campo un'idea di senso, non un'idea reattiva, ma un'idea di senso. E l'idea di senso è che bisogna mettere un tetto ai cumuli. Credo che questo aspetto abbia una rilevanza significativa anche da un punto di vista della compatibilità etica del tenere insieme tante, troppe voci che concorrono a costruire una pensione, un vitalizio, che va oltre una misura tollerabile. È questa la filosofia che tende a proporre. Credo che quest'oggi, giornata nella quale si ricorderà, oltre che l'avvio di questo provvedimento - storico, secondo alcuni - anche l'avvio del godimento da parte di un grande quasi di Stato di 25 milioni di euro come liquidazione, che questa mia proposta possa avere un senso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ADRIANA GALGANO. Signora Presidente, intervengo per lasciare agli atti di quest'Aula che a questa proposta di legge è abbinata anche la proposta di legge Vitelli, Galgano, Mazziotti Di Celso e altri n. 1958, relativamente alle indennità parlamentari, di cui questo emendamento è un'emanazione. Noi siamo convinti dell'alto ruolo che ricopre il parlamentare, pensiamo però che, in un momento di sofferenza sociale, la dirigenza di questo Paese dovrebbe dare un segnale. Quindi, questo emendamento prevede la decurtazione dell'indennità del parlamentare, che è cresciuta nel tempo, come illustrava il mio collega Mazziotti Di Celso prima, in maniera anomala del 30 per cento, ed equipara la nostra indennità alle indennità dei colleghi francesi e dei colleghi tedeschi, il che ci sembra assolutamente ragionevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, anche in questo caso il mio intervento riguarderà sia l'emendamento 2.1 sia l'emendamento 2.2, da me firmati insieme al presidente Brunetta. Il tema è molto semplice: si tratta di rapportare l'indennità parlamentare a quello che ciascuno di noi era prima di giungere in Parlamento, cioè sostanzialmente riportarla al reddito percepito nell'anno precedente le elezioni, con dei limiti; questo nell'emendamento 2.1, mentre si chiede di riportarla ai redditi percepiti negli ultimi cinque anni, sempre con un limite, nell'emendamento 2.2.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, intervengo per richiamare questo principio appena sottolineato dall'onorevole Sisto, che era oggetto di una delle proposte di legge abbinate a questo provvedimento e che cercava di risolvere il problema dei costi dalla parte piuttosto delle indennità che non da quella delle pensioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Per un attimo ho temuto che anche questo emendamento potesse essere inizialmente considerato dalla Presidenza come provocatorio o ironico. Per fortuna, non è stato così.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Collega Baldelli, c'è poco da stare allegri. La proposta di legge in esame impone il concetto di retroattività; ci spinge tutti quanti, almeno noi, al sistema contributivo e il meccanismo messo in campo apre un'autostrada ai prossimi Governi per aprirsi a tutte le altre categorie e imporre tale modo di agire soprattutto quando ci sarà da fare cassa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, Presidente. Siccome sento ripetere per la terza o quarta volta, prima dall'onorevole Brunetta, adesso dall'onorevole Baldelli e in precedenza anche dall'onorevole Sisto, prima che passiamo da una ad un'appropriazione indebita, vorrei semplicemente dire all'onorevole Brunetta, all'onorevole Baldelli e all'onorevole Sisto che la decisione sui vitalizi non è stata presa dal Governo Berlusconi e dall'Ufficio di Presidenza del Governo Berlusconi, ma è stata presa dopo che il Governo Berlusconi era caduto, quando c'era il Governo Monti, e se vuole le leggo anche l'articolo di giornale che può andarsi a vedere lei, onorevole Brunetta, che dice che “la decisione è stata presa dopo un vertice tra il Presidente del Senato Renato Schifani, quello della Camera Gianfranco Fini e il Ministro del …”- pensi un po' – “…Elsa Fornero”. Quindi, Berlusconi avrà fatto tante cose importanti nella sua vita, questa non l'ha fatta: l'ha fatta la maggioranza che appoggiava il Governo Monti della quale faceva parte anche il Partito Democratico. Rammento ciò per il fatto che io ero segretario di Presidenza e quello accadde esattamente quando Monti era Presidente del Consiglio
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo solo per precisare la precisazione del collega Giachetti, che è del tutto infondata. L'osservazione e l'emendamento dell'onorevole Baldelli fanno riferimento alle riduzioni delle indennità che sono state votate durante i Governi Berlusconi, stabilite e votate dalle leggi finanziarie del Governo Berlusconi. Nell'ultima finanziaria del Governo Berlusconi vi era una norma…
ROBERTO GIACHETTI. Stai inventando!
ELIO VITO. …che poi in seguito fu rimessa alla valutazione degli Uffici di Presidenza di Camera e Senato, con la quale si invitavano gli Uffici di Presidenza di Camera e Senato e i consigli regionali ad applicare il sistema contributivo per il calcolo dei vitalizi di tutti i componenti delle Assemblee elettive. Infine, tale decisione non è stata presa né da Monti né dalla Fornero: è stata presa dagli Uffici di Presidenza di Camera e Senato presieduti dal Presidente Fini e dal Presidente Schifani, composti a maggioranza…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Vito.
ELIO VITO. …dal centrodestra, che aveva vinto le elezioni nel 2008 . Era una nostra maggioranza che aveva vinto le elezioni, l'ultimo Governo scelto dagli italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Ricordo all'amico Giachetti che al Senato, nel 2012, avevamo la maggioranza assoluta noi, assoluta, e alla Camera avevamo 310 deputati; lo ricordo all'amico Giachetti, che ha la memoria un po' obnubilata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MAINO MARCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Innanzitutto, tramite lei, vorrei invitare i colleghi che commentano i resoconti delle Commissioni a non scambiare un paragrafo per l'altro. Non ho mai detto, come hanno affermato i colleghi Toninelli e Rizzetto, che sarebbe macelleria sociale il ricalcolo dei vitalizi dei parlamentari, ma ho detto, come dice il resoconto, che, laddove il provvedimento fosse il grimaldello per procedere in futuro al ricalcolo delle pensioni con il metodo contributivo per tutte le categorie di lavoratori, come, peraltro, vorrebbe una proposta di legge costituzionale presentata, tra l'altro, dal presidente della I Commissione della Camera, verrebbe a determinarsi una vera e propria macelleria sociale poiché ciò comporterebbe praticamente il dimezzamento dei trattamenti pensionistici calcolati con il metodo retributivo. Questo è quello che ho detto, e mi fa piacere che sia stato accantonato un emendamento all'articolo 1 che farebbe chiarezza su questo punto.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.30 Cecconi.
MAINO MARCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Siccome si dice: calcolato in base ai criteri vigenti per i lavoratori dipendenti delle amministrazioni statali, ma poi, di fatto, il modo con cui viene fatto il ricalcolo, o meglio, viene calcolata la pensione, non corrisponde al trattamento dei lavoratori dipendenti delle amministrazioni statali, perché il ricalcolo retroattivo per loro non c'è, perché c'è una distinzione, come per tutti i lavoratori, tra pre e post 1995, lasciare questa dizione, a mio avviso, potrebbe dare spazio per ricorsi. Ma, se questo consiglio non è accolto dal relatore e dal Comitato dei nove, a mio avviso i rischi di ricorso aumenteranno, ma ce ne faremo una ragione. Ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.25 Menorello.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. L'emendamento ha due parti: una propone di ritornare alla competenza degli Uffici di Presidenza per la materia, ma tralasciamola. C'è una seconda parte, che mi permetto di evidenziare all'attenzione del relatore, se volesse anche considerarla in una riformulazione, che riguarda pochi casi, forse, ma reali, in cui i parlamentari che non maturano il minimo per avere il vitalizio, benché anche nelle sue forme attuali e ridotte, non utilizzano per niente le somme accantonate e quindi queste somme vengono letteralmente non utilizzate da nessuno, rimangono nella cassa; faccio presente che, nel mentre si svolge comunque, anche per un breve tempo, il mandato parlamentare, sovente capita che le casse relative di previdenza abbiano delle diminuzioni dei versamenti normali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SIMONE BALDELLI. Presidente, solo per ricordare, attraverso di lei, all'Assemblea, affinché ne possa anche prendere buona nota il collega Giachetti, che la decurtazione del 10 per cento delle indennità è stata realizzata nella legge finanziaria per il 2006, Governo Berlusconi, maggioranza centrodestra, e la successiva quota di decurtazione, nel 2011, è stata realizzata attraverso il decreto-legge n. 138 del 2011, Governo Berlusconi, articolo 13. Per tutti i curiosi e i feticisti della materia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sanna. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SANNA. Per brevissima dichiarazione di voto, Presidente, colleghi, e per confermare, all'esito della discussione sull'articolo 2, come criterio di interpretazione della volontà del legislatore, che, se i criteri per il calcolo del futuro trattamento per i parlamentari cessati dal mandato sono quelli dei lavoratori dipendenti dell'amministrazione statale, questo non significa che noi applichiamo, nemmeno diamo un'intenzione in via analogica, nemmeno facciamo il minimo invito, ad un futuro legislatore, ad usare lo stesso sistema per i lavoratori dipendenti, né dello Stato, né privati, né di qualsiasi altra razza - se si può usare questa espressione, oggi … Non si può usare -, di nessun'altra tipologia, che voi avete, in qualche modo, potuto immaginare. L'abbiamo detto nella discussione generale, l'abbiamo detto nelle dichiarazioni circa la costituzionalità della norma, nel voto di rifiuto delle pregiudiziali, lo diciamo adesso, come, non dico l'ultima volta che questo debba essere affermato in Parlamento, ma, siccome è ritornato ciclicamente, come criterio di una volontà ferma di chi sta votando questo articolo 2. È escluso che ci possano essere intenzioni analogiche nei confronti di qualsivoglia tipologia di lavoratore dipendente, oggi, domani, dopodomani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, condivido l'intenzione dell'onorevole Sanna, ma è una pessima tecnica legislativa. Non si può costituire un precedente e dire che non si costituisce un precedente. Il precedente c'è e, se la Corte costituzionale riconosce che questa norma è costituzionale, è evidente che norme analoghe saranno costituzionali anch'esse e )
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà. Ha parlato già l'onorevole Baldelli, quindi, lei ha un minuto, onorevole Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Meno di un minuto, Presidente, soltanto per annunciare che Forza Italia non voterà l'articolo 2, in virtù dell'incostituzionalità evidente che ritiene caratterizzi questo provvedimento, sicché il non voto è espressione proprio di questo assoluto dissenso in ordine alla conformità costituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Solo per annunciare il nostro voto di astensione, anche su questo articolo, anche, perché, con tutto il rispetto e la considerazione per le autorevoli parole del collega Sanna, non credo che possa essere quello il criterio di orientamento per futuri legislatori. Noi abbiamo presentato un emendamento su questo punto, è stato accantonato, vogliamo capire come evolverà la discussione su questo punto e credo che il voto su quell'emendamento possa offrire un elemento di orientamento in più.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIUSEPPE CIVATI. Presidente, solo per specificare che si tratta di quel tentativo a cui accennavo prima di mettere ordine nella partita dei rimborsi e dare una definizione che ci sembra più corretta e più legittima.
PRESIDENTE. Sì, c'era un refuso, a pagina 11, alla tredicesima riga, il numero 2.000, invece, era il numero 1.200.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. Brevemente, per spiegare che l'articolo 6 della legge n. 1261 del 1965, di cui si chiede l'abrogazione, equipara, cioè applica il trattamento tributario previsto per le indennità parlamentari ai consiglieri solo delle regioni a statuto speciale. Ritengo che, mano a mano che si ha l'occasione, sia il caso di asciugare e ridurre queste differenze normative fra regioni a statuto speciale e regioni a statuto ordinario. Non vedo alcuna ragione per mantenere un doppio binario fra le regioni ordinarie e le regioni a statuto speciale, quanto al trattamento tributario previsto per le indennità e per cui mi sembra una buona occasione per un piccolo passo in avanti verso l'eliminazione di sperequazioni tra queste due tipologie di regione, che sono troppo evidenti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate
MATTEO RICHETTI, . Se me li legge, grazie, Presidente.
MATTEO RICHETTI, . Invito al ritiro o parere contrario.
MATTEO RICHETTI, . Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. 3.5 Menorello.
MATTEO RICHETTI, . Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. 3.50 Giulietti.
MATTEO RICHETTI, . Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. 3.200 della Commissione.
MATTEO RICHETTI, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. 3.201 della Commissione.
MATTEO RICHETTI, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. 0.3.202.1 Cecconi.
MATTEO RICHETTI, . Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. 0.3.202.2 Toninelli.
MATTEO RICHETTI, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. 3.202 della Commissione.
MATTEO RICHETTI, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza? Prego, onorevole Turco. 3.51 Sisto.
TANCREDI TURCO, . Parere contrario.
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. 3.5 Menorello.
TANCREDI TURCO, . Parere contrario.
PRESIDENTE. 3.50 Giulietti.
TANCREDI TURCO, . Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. 3.200 della Commissione.
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. 3.201 della Commissione.
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. 0.3.202.1 Cecconi.
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. 0.3.202.2 Toninelli.
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. 3.202 della Commissione.
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
GENNARO MIGLIORE,. Si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Qualche mese fa, signora Presidente, la Corte costituzionale ha tirato fuori una sentenza, definita dalle regioni e dai presidenti delle regioni storica; riguardava la riforma Madia, nel senso che ormai è patrimonio di tutti che non può essere fatto alcun provvedimento legislativo, men che mai di natura anche amministrativa, senza che vi sia la preventiva intesa con le regioni, sia quelle a statuto ordinario, sia quelle a statuto speciale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, intervengo solo per aggiungere mezza considerazione di carattere politico a quanto affermato correttamente dal collega Palese. Io mi chiedevo se non si potesse, da parte del relatore proponente il provvedimento e degli altri amici che così intensamente lo condividono, trovare qualche altro motivo serio di incostituzionalità, perché mi sembra che si sia fatto l'impossibile per rendere questa proposta di legge assolutamente incostituzionale arrivando persino all'invasione della competenza delle regioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Anche questo subemendamento, che in pratica si aggiunge a quanto già era stato stabilito dal testo base (chiamiamolo così: testo base), è in contraddizione con quanto già stabilito dalla Corte costituzionale, ahimè qui anche in maniera ripetuta rispetto al caso precedente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Presidente, dirò al collega Palese che evidentemente questi svarioni non possono essere casuali ma sono stati fatti apposta. Sono stati fatti apposta perché si possa insabbiare tutto al Senato per manifesta “svarionaggine” o per poi far cassare il tutto dalla Corte costituzionale. Collega Palese, stai tranquillo: hanno fatto apposta tutto questo e lo dice anche la relazione della Commissione bilancio, che vi prego di andarvi a leggere. Per cui, manifesta “svarionaggine” da parte del relatore e da parte della Commissione, per far cassare il provvedimento per incostituzionalità. Inutile anche giocarci perché questo è il tema: stiamo approvando un mostro, un mostro volutamente incostituzionale, il tutto per fare fuffa e per dare un palcoscenico al Partito Democratico per difendersi dal MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole…
RENATO BRUNETTA. Che tristezza, signora Presidente .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, soltanto per ribadire che Forza Italia non voterà gli articoli per le ragioni che sono state già illustrate e per la palese incostituzionalità. Diceva il presidente Brunetta che due distrazioni formano, diciamo, una non distrazione, una scelta precisa. Questa è la nostra idea e comunque, a parte il profilo soggettivo, oggettivamente siamo di fronte ad una norma evidentemente incostituzionale. Non la voteremo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Enrico Costa già iscritto al gruppo parlamentare Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritto.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Mauro Guerra è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta. Siccome sono interventi anche di commemorazione di persone scomparse, chiederei ai colleghi di essere il più rispettosi possibile.
FRANCESCO PRINA. Presidente, con profonda commozione, ieri abbiamo preso la notizia della morte di Giovanni Bianchi. Un grande uomo, grande di intelletto e di cuore, l'uno e l'altro gli servivano per vedere avanti. Generoso, sempre distaccato da ogni possibile o umana ambizione, così l'ha definito Castagnetti. È stato presidente nazionale delle ACLI, presidente del Partito Popolare, deputato questore di quest'Aula, primo segretario del Partito Democratico milanese e presidente dell'Associazione nazionale partigiani cristiani. Dossettiano a tutto tondo, autore di molti saggi, sempre orientati a non disperdere la memoria nell'indicare nuove strade ai giovani, come sanno fare i veri maestri. Un compagno, un un grande amico di tutti quelli che intendono la politica come un servizio e come progettualità per far crescere chi è rimasto indietro e ai margini della società. Per molti aclisti e cattolici democratici e sociali della mia generazione è stato anche un maestro politico ed intellettuale. Giovanni è stato un utopista pratico, come lo furono i padri fondatori dell'Europa contemporanea. L'idea stessa dell'autonomia del Terzo settore nel nostro Paese ha trovato in lui uno dei principali ideatori e artefici. Credeva nei processi di cambiamento costruiti con visione, sapienza e capacità di relazione, sapendo cogliere le opportunità politiche ma non essendo mai schiavo delle logiche di basso profilo. Ha sempre avuto a cuore, e tra le sue priorità, la pace, dalle marce nazionali e nel mondo alle leggi per la remissione del debito estero dei Paesi poveri, da educare e non punire; alla campagna contro i mercanti di morte, dalla Tavola della pace a Libera e alla costituzione della Banca Etica.
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, onorevole.
FRANCESCO PRINA. La teologia della liberazione e la profonda conoscenza dell'insegnamento della Chiesa hanno fatto di Giovanni Bianchi un testimone della bella politica, che in questo momento storico di antipolitica e populismo imperante ha bisogno più che mai dei punti di riferimento di maestri. Sì, lui lo era e lo sarà. Grazie Giovanni, e arrivederci alla casa del padre .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Bobba. Ne ha facoltà.
LUIGI BOBBA. Presidente, voglio aggiungere solo poche parole a quelle ora già pronunciate dal collega Prina. Lo voglio fare perché con Giovanni Bianchi ho condiviso un percorso intenso all'interno delle ACLI, l'associazione di cui è stato presidente e che, qualche anno più tardi, nel 1998, ho avuto altresì l'onore di presiedere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.
MANLIO DI STEFANO. Presidente, oggi di fatto la Francia ha fatto scacco matto, perché dopo aver bombardato la Libia nel 2011 e aver creato la crisi che oggi subiamo è riuscita anche a portarsi a casa, nonostante fosse l'Italia il mediatore UE per la crisi libica, i due grandi esponenti della questione, ovvero il generale Haftar e al-Serraj, per un incontro, una conferenza sostanzialmente di pace, che vede ovviamente, a questo punto, la Francia indiscusso, e quindi, in un futuro, anche quella che avrà maggiori benefici. Peccato che questo Governo, il nostro Governo, sia totalmente incapace di gestire queste dinamiche, altrimenti avrebbe potuto anche semplicemente ascoltare quando il MoVimento 5 Stelle, il 2 febbraio 2017, già chiese una conferenza di pace sulla Libia a Roma, per avere noi come Italia un ruolo centrale in questa questione. Allora, siccome purtroppo siamo nelle mani di gente che non sa cosa fa, e siamo molto preoccupati per quali siano i termini dell'accordo avvenuto oggi a Parigi, visto che l'Italia è tirata totalmente fuori da questo accordo, chiedo qui ufficialmente un'informativa urgente del Ministro degli affari esteri, Angelino Alfano, che possa finalmente venirci a dire quanto meno se l'Italia avrà un ruolo in questa gestione, visto che la Libia è un nostro vicino diretto, oppure se si sono fatti cacciare via come sempre dai tavoli che contano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, riparlo in Aula della questione della lista Fasci italiani del lavoro in provincia di Mantova. È notizia di oggi che è partita un'indagine contro nove persone afferenti a questo gruppo, compresa anche la consigliera comunale eletta. La Presidenza della Camera si era già occupata di questo problema, e ringrazio per questo. È anche in piedi un ricorso al TAR promosso da me e dal mio gruppo politico, ma il ricorso coinvolge tutti, visto che finora il Partito Democratico non ha detto nulla su questa grave situazione, anche perché forse ha il sindaco in quel comune. È l'occasione anche per contribuire. I dati sono pubblici anche sulla mia pagina .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rampi. Ne ha facoltà. Ha un minuto, onorevole perché il suo gruppo ha già usato…
ROBERTO RAMPI. Sì, lo so. Presidente, la ringrazio. In un minuto cercherò lo stesso di ricordare una grande figura del pensiero italiano, quella di Antonio Banfi, che è mio concittadino vimercatese scomparso 60 anni fa. Fu anche collega politico, fu senatore, e fu il padre del razionalismo antidogmatico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà per un minuto.
GIULIA GRILLO. Presidente, intervengo per sollecitare un'interrogazione concernente il fatto che il consiglio comunale di Catania ha approvato in ritardo la rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario: doveva approvarla entro il 31 maggio 2017 e l'hanno approvata il 2 giugno 2017. Adesso, questa sera, è riunito di nuovo il consiglio comunale di Catania in violazione del comma 2 dell'articolo 227 del decreto legislativo n. 267 del 2000, TUEL, perché il rendiconto 2016 è stato trasmesso ai membri del consiglio comunale di Catania non almeno venti giorni prima ma bensì il 18 luglio, tanto che la commissione bilancio del comune di Catania non è stata in grado di esprimere un parere.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.