PRESIDENTE. La seduta è aperta.
GIULIO CESARE SOTTANELLI, legge il processo verbale della seduta del 15 settembre 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amoddio, Artini, Baretta, Chaouki, Cicchitto, Coppola, Damiano, De Menech, Manlio Di Stefano, Epifani, Fico, Meta, Pes, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Scanu e Schullian sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo la deputata Annagrazia Calabria in sostituzione della deputata Lorena Milanato, dimissionaria.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Tacconi n. 3-03239 .
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Grazie, Presidente. Razionalizzare le proprietà immobiliari dello Stato all'estero è una delle priorità che la legge ha assegnato alla Farnesina, una priorità che comporta obiettivi impegnativi che coinvolgono il MAECI nel raggiungimento dei previsti saldi di finanza pubblica e nella riduzione del debito, imponendo esplicitamente una revisione della politica sugli immobili demaniali.
PRESIDENTE. L'onorevole Tacconi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ALESSIO TACCONI. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Della Vedova per l'esauriente risposta. In effetti la nostra domanda al Governo e al Ministero andava proprio nella direzione della continuazione della razionalizzazione di cui parlava anche il sottosegretario. Noi ci siamo sempre espressi favorevolmente sulla razionalizzazione dei beni demaniali dello Stato e quindi ci pareva giusto anche che questa azione fosse messa in pratica in terra ellenica, dove, come ha spiegato anche il sottosegretario, la situazione è abbastanza complessa. Ci sono due città in cui ancora il demanio - quindi lo Stato italiano - ha degli interessi: Salonicco, con l'ex sede del consolato italiano non più utilizzata, e Atene, dove la situazione è più complessa. In merito a questo vorrei ringraziare anche l'ambasciatore Marras, perché sin dal primo giorno della sua permanenza ad Atene ha sempre dimostrato, da una parte, una straordinaria vicinanza alla comunità italiana residente in Grecia, ma anche un deciso impegno per mettere ordine alla complessa situazione demaniale di cui stiamo parlando.
PRESIDENTE. Il Vice Ministro dell'Interno, Bubbico, ha facoltà di rispondere alle interrogazioni Crivellari ed altri n. 3-03152 e Cimbro ed altri n. 3-03241 . Le interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
FILIPPO BUBBICO,. Grazie, signor Presidente. In relazione all'episodio da cui traggono spunto le interrogazioni all'ordine del giorno, presentate rispettivamente dall'onorevole Crivellari ed altri e dall'onorevole Cimbro ed altri, rappresento che, a seguito dell'articolo di stampa apparso il 9 luglio scorso su un quotidiano a tiratura nazionale, personale della DIGOS ha effettuato un apposito sopralluogo presso il lido balneare Playa Punta Canna per le verifiche e gli accertamenti del caso. Sul posto è stata accertata la presenza di diversi cartelli, tra cui uno con la riproduzione di immagini di Benito Mussolini e altri con frasi del signor G.S., dipendente del citato lido, che invitavano gli ospiti all'ordine, alla pulizia e alla disciplina. Ulteriori verifiche effettuate sulla rete Internet hanno permesso di individuare anche un video della spiaggia, che riproduceva la voce dello stesso G.S., mentre pronunciava frasi contro la democrazia.
PRESIDENTE. L'onorevole Crivellari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
DIEGO CRIVELLARI. Grazie, Presidente. Dico subito che mi dichiaro soddisfatto e ringrazio il Vice Ministro Bubbico per la risposta articolata. Quella di Chioggia è una vicenda che ha destato particolarmente scalpore, non solo sul territorio di Chioggia e dintorni, ma a livello nazionale, quest'estate. Devo dire, insomma, che si è fatta giustamente luce e, quindi, gli elementi che ci hanno fornito, anche in termini di risposta, ci rendono - lo ribadisco - soddisfatti. Qualche considerazione a margine, comunque, va fatta perché, rispetto a questi episodi, dovremmo ricordare che troppo spesso viene derubricata, quasi a goliardia, questa forma, anche reiterata, di apologia di fascismo e c'è, evidentemente, anche, a nostro avviso, una sottovalutazione di questi fenomeni.
PRESIDENTE. L'onorevole Cimbro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
ELEONORA CIMBRO. Grazie, Presidente, ringrazio anche il Vice Ministro per essere intervenuto qui, oggi, in Aula, su un tema così importante. Peraltro, ricordo l'attenzione che il Vice Ministro ha sempre avuto rispetto a questi temi: un paio d'anni fa c'è stato un incontro qui, alla Camera, con tanti amministratori locali del territorio che rappresento, che è quello di Milano e provincia, per esprimere una forte preoccupazione per la crescita di questi movimenti, che, quotidianamente, purtroppo, sul nostro territorio, tentano di imbrattare anche la memoria storica di questo Paese, organizzando manifestazioni, cercando di coinvolgere anche i più giovani rispetto a un revisionismo storico che ci preoccupa molto.
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Schirò n. 3-03159, Burtone e Schirò n. 3-03178 e Albanella ed altri 3-03179 che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente .
FILIPPO BUBBICO,. Signor Presidente, in relazione alle interrogazioni poste dagli onorevoli Schirò, Albanella, Berretta e Burtone, che si discutono, come già da lei annunciato, congiuntamente, in quanto vertenti su analoga questione, informo che, effettivamente, nei mesi scorsi alcuni sodalizi del circuito identitario europeo, Generazione Identitaria, avevano avviato una mobilitazione con l'asserito fine di difendere l'Europa dall'invasione di centinaia di migliaia di clandestini, a loro dire agevolata dalle organizzazioni non governative che prestano attività di soccorso dei migranti nel Mar Mediterraneo.
PRESIDENTE. L'onorevole Schirò ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alle sue interrogazioni.
GEA SCHIRO'. Grazie, Presidente; signor Vice Ministro, grazie di essere qui. Mi dichiaro parzialmente soddisfatta dalla ricostruzione storica di come possa essere avvenuto il noleggio e in ogni caso di come questi ragazzi, questi ventenni tedeschi siano arrivati a scegliere di noleggiare una barca per compiere un gesto simile. Questo perché mentre gli storici hanno bisogno di fatti emblematici, cioè di un grande fatto che venga spiegato, i sociologi hanno bisogno di fenomeni di massa; noi qui siamo di fronte a due fenomeni di massa che si contrappongono, da una parte, la crescente intolleranza, rappresentata come massima espressione da questo fatto e, dall'altro, il fenomeno migratorio e, quindi, questa migrazione verso il nord del Mediterraneo che, davvero, è diventata la nostra maggiore preoccupazione.
PRESIDENTE. Il Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Carella ed altri n. 3-03142 .
ANDREA OLIVERO,. Presidente, onorevoli colleghi, con riferimento al sistema antifrode a tutela della mozzarella di bufala campana DOP, ricordo che il nostro decreto-legge n. 911 del 2014 ha introdotto strumenti che rendono più trasparente l'utilizzo della materia prima nelle fasi di produzione. La norma, infatti, rende obbligatoria la comunicazione dei quantitativi prodotti e lavorati da parte degli allevatori dei caseifici e degli intermediari, per la maggior tracciabilità dell'intero comparto produttivo. È resa, inoltre, obbligatoria la separazione fisica degli spazi di lavorazione del latte proveniente da allevamenti inseriti nel sistema di controllo della mozzarella di bufala campana DOP da quelli dove avviene la lavorazione di latte di altra provenienza. È stata istituita la piattaforma informatica “tracciabilità della filiera bufalina”, dove devono registrarsi allevatori, caseifici e intermediari. Circa poi la modifica del disciplinare della DOP mozzarella di bufala campana, si precisa che ogni modifica deve essere ampiamente giustificata e deve essere in linea con quanto previsto dal regolamento comunitario, mentre assume significativa rilevanza altresì il parere offerto dalle regioni competenti per il territorio, come pure l'evidenza pubblica della proposta di modifica. Il Mipaaf ha ricevuto in data 1° giugno 2017, dal Consorzio di tutela riconosciuto, la richiesta di modifica del disciplinare della mozzarella di bufala campana DOP, e al momento è in attesa dei pareri delle regioni competenti, come previsto dal decreto interministeriale succitato.
PRESIDENTE. L'onorevole Carella ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
RENZO CARELLA. Presidente, onorevole Olivero, sono parzialmente soddisfatto della risposta, e voglio continuare a rappresentare le preoccupazione degli agricoltori, degli allevatori di bufale e dei componenti della filiera della mozzarella DOP, che riguarda il Lazio, la Campania, la Puglia e il Molise, i quali continuano a denunciare alle autorità competenti come il latte di bufala prodotto in Italia sia nettamente inferiore alla mozzarella commercializzata. Devono essere attivati ulteriormente i controlli da parte delle ASL e dei nuclei antisofisticazione, per controllare la filiera della mozzarella DOP. Il prezzo di un chilogrammo di mozzarella, in alcuni supermercati, addirittura costa meno del quantitativo di latte necessario per produrlo. La cosa grave, a mio avviso, è la delibera che lei richiamava, del maggio 2017, del Consorzio per la tutela del formaggio mozzarella di bufala campana, che chiede la modifica del disciplinare della predetta mozzarella, allo scopo, tra l'altro, di prevedere la possibilità di introdurre nel metodo di preparazione il confezionamento e la commercializzazione a temperature di meno 18 gradi di paste. Questo vuol dire che si cerca di introdurre materiale non riferibile al territorio della DOP.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Elvira Savino n. 2-01652 e all'interrogazione Latronico n. 3-02941, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente . Chiedo all'onorevole Savino se intenda illustrare la sua interpellanza. Prego, onorevole.
ELVIRA SAVINO. Sì, grazie Presidente. Questa interpellanza, signor Vice Ministro, risaliva allo scorso 9 febbraio, ed era relativa allo schema di decreto legislativo che il Ministro Martina, il 20 dicembre 2016, aveva trasmesso alle autorità di Bruxelles per una verifica circa l'iter autorizzativo per configurare un nuovo modello di etichettatura che indicasse con chiarezza se la pasta secca fosse prodotta in Italia o in un altro Paese. Questo schema di decreto è diventato poi, come lei sa, un decreto ministeriale pubblicato in lo scorso 17 agosto. Questo decreto prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia indichino obbligatoriamente in etichetta le diciture sul Paese di coltivazione del grano e del Paese di molitura, e se queste fasi avvengono in Paesi diversi. Per indicare questo possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: “Paesi UE e “Paesi non UE”. Se il grano duro è coltivato almeno per il 50 per cento in un solo Paese, come potrebbe essere, ad esempio, l'Italia, si potrà usare la dicitura “Italia e altri Paesi UE e non UE”. Queste indicazioni sull'origine del grano dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente nello stesso campo visivo, in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili e indelebili. In merito a questo decreto ministeriale, i delle principali aziende pastaie italiane, per esempio Barilla o Voiello, hanno già avanzato forti dubbi e perplessità, in quanto l'indicazione in etichetta dell'origine della materia prima della pasta confonderebbe i consumatori e indebolirebbe la competitività della filiera. Inoltre, l'origine da sola non sarebbe sinonimo di qualità, e questa è una valutazione che proviene anche dalla Commissione europea.
PRESIDENTE. Il Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, ha facoltà di rispondere.
ANDREA OLIVERO,. Grazie Presidente. Considerata l'analogia delle questioni rappresentate, rispondo appunto congiuntamente.
PRESIDENTE. L'onorevole Elvira Savino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
ELVIRA SAVINO. Vice Ministro, a me pare che sia quasi più forte di voi: non riuscite a fare dei provvedimenti che si prefiggano come obiettivo quello dell'interesse generale. Voi riuscite a legiferare solo nell'interesse di qualche categoria per ragioni, per così dire, elettorali o interessi di parte. Tra l'altro, nella sua risposta, lei sostanzialmente ha evidenziato anche tutte le contraddizioni che sono presenti in questo decreto. Infatti, questo provvedimento, che poteva anche partire con delle buone intenzioni e non aveva neanche delle fortissime contrarietà - e si figuri se io, che sono peraltro pugliese, che è un territorio che, come ho detto e illustrato, provvede in maniera sostanziale all'approvvigionamento di grano in Italia, non sarei favorevole a tutelare gli agricoltori e i coltivatori pugliesi -, però ha finito col diventare un obbrobrio, che ha messo in serissima difficoltà l'industria pastaria italiana e che probabilmente non servirà neanche agli agricoltori. Infatti, questo provvedimento sostanzialmente rafforza il pregiudizio secondo il quale l'origine di una materia prima determina la qualità di un prodotto finale - non è così e in questa direzione vanno anche le indicazioni della Commissione – e, soprattutto, non ha una logica. Essendo stato scritto in una visione, per così dire, di favorire qualcuno, è del tutto privo di visione, perché quando si fanno gli interessi di una categoria, non ci si rende conto poi dei danni che si possono procurare a tutto il sistema.
PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
COSIMO LATRONICO. La ringrazio, Presidente, e ringrazio il Vice Ministro per le informazioni che ci ha fornito. Naturalmente, si tratta di una questione così complessa e speriamo che questo non sia un capitolo chiuso ma sia un capitolo aperto, perché è un tema che incrocia interessi consolidati e relazioni internazionali. Vero è che c'è un mondo che vive attorno al grano nella nostra terra: 5 milioni di tonnellate, 2 milioni e mezzo di ettari, insomma c'è un mondo che però realizza in questi anni, come sa il Vice Ministro, delle perdite importanti. Ricordo che le quotazioni del grano destinato alla produzione della pasta hanno perso il 43 per cento del loro valore - si è dimezzato il valore del grano - mentre il grano tenero, quello destinato alla panificazione, ha perso il 20 per cento. Quindi, c'è un settore agricolo che produce grano, che rappresenta un pezzo importante del che va assolutamente protetto.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Binetti e Pisicchio n. 2-01933 .
PAOLA BINETTI. Tra le grandi difficoltà a cui può andare incontro una persona quando si ammala è quella di ammalarsi di una malattia rara. Nel caso di una malattia rara, come per esempio è la fibrosi cistica, la difficoltà sta nel trovare, con la tempistica opportuna, quei farmaci che permettono di contenere la malattia. In genere non si riesce a guarire di queste malattie, tutt'al più si riesce a cronicizzarle e a ridurne l'impatto negativo e evitare quelle che sono le conseguenze della sintomatologia che si producono: è quella che si chiama una sorta di prevenzione terziaria.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone, ha facoltà di rispondere.
DAVIDE FARAONE,. Grazie, Presidente. Desidero ringraziare gli onorevoli interpellanti per l'opportunità offertami in questa sede di fornire i dovuti e necessari chiarimenti sulla delicata vicenda della carenza del farmaco Creon, il quale, come ricordato dai medesimi interpellanti, è di fondamentale importanza per tutti coloro che sono affetti da fibrosi cistica.
PRESIDENTE. Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore “Luca da Penne-Mario dei Fiori” di Penne, in provincia di Pescara, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna.
PAOLA BINETTI. Intanto io ringrazio, perché so che l'essere stato presente qui e aver accettato la mia sollecitazione a risponderci proprio prima dell'incontro tra l'associazione e l'AIFA non è stato facile per il sottosegretario, quindi la ringrazio davvero - lo dico sinceramente - di essere qui e di essersi fatto carico di questo problema.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Braga, Cominelli, Ferrara, Lorenzo Guerini, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Piccoli Nardelli, Speranza, Tofalo, Turco, Vignaroli e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 3960-A: Modifiche al decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali, e al decreto legislativo 27 febbraio 2017, n. 43, in materia di limiti al rinnovo delle cariche nel Comitato italiano paralimpico (CIP), nelle federazioni sportive paralimpiche, nelle discipline sportive paralimpiche e negli enti di promozione sportiva paralimpica.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, su cosa?
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, chiedo l'inversione dell'ordine del giorno, per invertire il provvedimento in esame con il secondo punto all'ordine del giorno della seduta odierna, che ritengo più urgente dell'attuale.
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, io per la verità avevo già aperto questo punto dell'ordine del giorno... ci sono altri interventi? Onorevole Coscia, prego.
MARIA COSCIA, Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare al collega e a lei, Presidente, ma già lo sa perfettamente, che noi stiamo trattando un provvedimento che abbiamo già esaminato la settimana scorsa e che sta nella fase di voto finale; siamo, quindi, arrivati alle dichiarazioni di voto finale, dopo che la scorsa settimana abbiamo votato sia gli emendamenti che gli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Visto che comunque ci sono cinque minuti di attesa, ne approfitto per segnalare che, nel momento in cui lei riceve una richiesta, come in questo caso dal collega La Russa, e decide di dar seguito e, quindi, fa intervenire un esponente contrario rispetto alla proposta, doveva già annunciare i cinque minuti del tempo necessario per la chiamata al voto, invece ha aspettato l'intervento della collega del Partito Democratico per allungare oltre i cinque minuti ed arrivare, complessivamente, a dieci minuti come termine di preavviso. Io credo che, veramente, magari possiamo evitare di fare questi giochetti per garantire un numero alla sua maggioranza.
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, mi dispiace per lei, ma non è stata così macchinosa la mia decisione. Ad essere precisi, per essere sincera, l'onorevole La Russa mi aveva anticipato questa intenzione; io, però, pensavo che ci sarebbe stato prima un altro intervento e, quindi, non ho dato la parola all'onorevole La Russa prima di leggere l'ordine del giorno; gliela ho data, facendo una forzatura, dopo la lettura dell'ordine del giorno, perché, per la verità, l'onorevole La Russa me lo aveva anticipato e pensavo che l'intervento dell'onorevole Coscia sarebbe stato molto più veloce. In ogni caso, a questo punto, i cinque minuti sono passati e, quindi, non facciamo la sospensione, votiamo subito e non c'è nessun problema. Prego i colleghi di prendere posto.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Voglio darle atto che quello che ha detto è assolutamente vero e, quindi, ritiro la richiesta di inversione dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Allora andiamo avanti perché in ogni caso ci sono le dichiarazioni di voto, consideriamo che stiano andando avanti i 20 minuti.
PIA ELDA LOCATELLI. Noi Socialisti voteremo a favore di questo provvedimento, che limita il numero di mandati per tutti gli organi elettivi delle Federazioni sportive del CONI, così come limita il rinnovo delle cariche nel Comitato italiano paralimpico, nelle federazioni, nelle discipline e negli enti di promozione sportiva paralimpica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.
SALVATORE MATARRESE. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, il gruppo Direzione Italia dichiara voto favorevole all'approvazione di questa legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molea. Ne ha facoltà.
BRUNO MOLEA. Signora Presidente, nell'annunciare il voto favorevole della componente Civici e Innovatori, voglio sottolineare come questo provvedimento, che è stato all'attenzione della VII Commissione, che lo ha fortemente dibattuto e modificato, porta di fatto un importante cambiamento all'interno di quella che è la disciplina che regola i termini di elezione dei presidenti del CONI, delle Federazioni, delle discipline associate, degli enti di promozione sportiva, in particolare stabilendo quanti sono i limiti del mandato di cui ogni presidente può usufruire. Il fatto che si sia portato a tre il limite dei mandati è sicuramente una fatto di grande attenzione al mondo dello sport. Infatti, tre mandati sono il limite necessario che consentono a un presidente di prendere coscienza, nel primo mandato, del suo ruolo, e mettere in campo le sue strategie innovative e funzionali allo sviluppo della Federazione, dell'ente di promozione o della disciplina associata per il futuro; il successivo mandato è quello della realizzazione dell'impianto che si è messo in campo, e contestualmente anche quello in cui si cerca, soprattutto per quanto riguarda le Federazioni, di capire se ci sono possibilità, al di fuori dei confini italiani, per assumere ruoli all'interno del CIO; il terzo viene di conseguenza: è naturale, se uno assume un ruolo all'interno del CIO, quando si candida non può non essere il rappresentante di una Federazione, da qui la necessità di avere a disposizione un terzo mandato. Quindi, un tempo congruo, che consente, da una parte, di individuare finalmente le condizioni di un naturale ricambio che deve esserci all'interno del mondo dello sport, dall'altra, però, anche la garanzia che consente di costruire in prospettiva un futuro non soltanto di livello nazionale ma anche internazionale in termini di rappresentanza del nostro Paese all'estero all'interno del Comitato olimpico internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Presidente, rappresentante del Governo, Ministro, colleghi deputati, nel corso della discussione generale abbiamo potuto già anticipare alcune nostre perplessità in ordine a questa legge, soprattutto perché intempestiva, in buona sostanza: un provvedimento eccezionale ha una logica e un senso se viene calato - dal momento che si tratta appunto di una proroga di termini, di stabilire comunque un tetto di mandati superiore a quelli che vengono fin qui ricoperti dagli attuali vertici sia del CONI sia delle Federazioni sportive - se c'è un grande evento internazionale, come poteva essere un'Olimpiade, che ahimè il MoVimento 5 Stelle ha negato non tanto a Roma capitale ma all'Italia intera. Ma in assenza di qualcosa di eccezionale, come può essere per il CONI la gestione dei Giochi olimpici, occorre tornare all'ordinaria amministrazione, che prevede anche degli interventi di scenario che possano rimettere ordine a una materia che prevede anche una delega di Governo, che evidentemente il Governo ha deciso di esercitare in misura molto limitata fin qui, perché non ci sono grandi tracce strutturali della presenza del Governo nelle politiche sportive italiane, questo va detto.
PRESIDENTE. Concluda, grazie.
FABIO RAMPELLI. Chiedo scusa e concludo e dichiaro il voto di Fratelli d'Italia. Per queste ragioni noi, non avendo nulla contro il presidente Malagò e contro i presidenti delle federazioni, anzi apprezzandone le attività, certamente non voteremo contro, ma non possiamo sostenere questa pagliacciata di una discussione unicamente mirata a stabilire la durata del mandato di un presidente
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Questo provvedimento ha degli obiettivi limitati, ma non per questo meno importanti. Più che altro sono obiettivi utili che il mondo dello sport ha atteso e su cui hanno lavorato tutti e due i rami del Parlamento e, in particolare, ha lavorato con attenzione e con concentrazione anche la VII Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Ministro, colleghi, in questa legislatura si è parlato molto di sport e, altrettanto, si è fatto in concreto per questo mondo che molte opportunità ha dato e dà al Paese, sia a livello nazionale che internazionale. Troppo spesso lo ricordiamo e lo celebriamo solo in occasione di eventi di grande impatto mediatico, come i giochi olimpici e paralimpici, o lo riduciamo a tifoseria calcistica. Lo sport, invece, è fatto di tante federazioni, di tanti sport cosiddetti minori, che poco spazio trovano sui mezzi di comunicazione, ma che coinvolgono milioni di persone, non solo atleti, ma anche volontari, famiglie, istruttori, preparatori atletici, massaggiatori, tecnici e così via. Un segnale importante di attenzione si è avuto con l'istituzione di un Ministero ad esso dedicato e con le tante iniziative che il MIUR e il CONI hanno avviato per promuovere l'attività motoria fin dalla scuola primaria, perché lo sport è insieme educazione alla salute, impegno, disciplina, consapevolezza delle proprie potenzialità, condivisione e valorizzazione delle attitudini personali, opportunità. Quindi, per tutto ciò che lo sport rappresenta, si impone un appoggio strategico alla materia. I dirigenti nazionali del CONI e le istituzioni devono trovare sinergie a tutto vantaggio del buon funzionamento del sistema, della trasparenza, della gestione dei finanziamenti, dell'individuazione di risorse per lo sviluppo del mondo sportivo italiano che è fatto di professionisti e di dilettanti, donne e uomini che ci mettono l'anima e che meritano la giusta attenzione. Infatti, va ricordato che lo sport non è solo un gioco con delle regole, ma un settore strategico per l'economia nazionale, un mezzo di integrazione, un sistema complesso che si fonda su buone regole e sana alimentazione, sul quale scommettere per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Interveniamo solo per iscrivere questo provvedimento tra i tanti provvedimenti che possono essere descritti come un'occasione persa, un'occasione sciupata dalla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi, che non vedo in Aula: s'intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Scopelliti. Ne ha facoltà.
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, oggi parliamo di sport e sappiamo bene che lo sport è destinato ad avere un ruolo sempre maggiore nel Paese perché è portatore di valori fondamentali per lo sviluppo della nostra società ed è giusto che, proprio per questa sua importanza, segua dei percorsi e delle regole fondamentali per lo svolgimento e l'interpretazione corretta della sua attività. Per questo oggi parliamo di questa proposta di legge, peraltro già approvata dal Senato, che dispone in materia di limiti al numero dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale, delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate negli enti di promozione sportiva e reca, inoltre, delle disposizioni relative agli organi del Comitato italiano paralimpico, definendo nuovi limiti al rinnovo dei mandati degli stessi, di quelli delle federazioni sportive paralimpiche e degli enti di promozione sportiva paralimpica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fossati. Ne ha facoltà.
FILIPPO FOSSATI. Presidente, noi interveniamo sulla legge che disciplina i principi statutari del Comitato olimpico nazionale e disegna la sua struttura. C'è bisogno di una legge che intervenga su questo punto, su questo tema? Eccome! Eccome ci sarebbe bisogno, di un intervento sulla dello sport italiano, sulla sua struttura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, gentile Presidente. Ministro Lotti, annuncio subito il voto favorevole di Forza Italia al provvedimento. Abbiamo seguito i lavori in Commissione, abbiamo apprezzato le modifiche che sono state introdotte e abbiamo apprezzato anche il fatto che la maggioranza abbia, per una volta, rinunciato al classico atteggiamento di chiusura sui provvedimenti che ha caratterizzato il Governo Renzi da un lato e anche, in parte, l'attuale Governo Gentiloni. Per questo motivo abbiamo focalizzato i nostri emendamenti unicamente sul punto che ha segnalato l'onorevole Fossati nella chiusura del suo intervento, cioè nell'immettere in questa normativa una dose maggiore di pari opportunità e di presenza femminile all'interno delle dirigenze delle federazioni. Tutto questo però, nonostante appunto che i nostri emendamenti non siano stati apprezzati e quindi approvati, non ci impedisce di pensare che con questo provvedimento si faccia un passo in avanti, si pongano limiti che prima non c'erano, ci si allinei a quelli che sono i mandati dei grandi organismi internazionali. Queste per noi sono ragioni più che sufficienti per confermare il nostro voto favorevole, come già era stato fatto, peraltro, al Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.
SIMONE VALENTE. Grazie Presidente. Quando si parla di sport in quest'Aula si trovano tutti d'accordo a descriverne il grande valore sociale, educativo e salutistico; e su questo devo dire che nessuno può obiettare. Ma quello che queste belle parole nascondono è una sportiva dove lo Stato ormai da anni si è fatto da parte, in favore di un'esclusiva gestione del CONI di tutte le attività sportive. Il Governo statale è venuto meno a ogni compito di vigilanza sull'ente a cui tutti gli anni eroga più di 400 milioni di euro, lasciando spazio a una gestione alquanto discutibile dei denari pubblici. Non è stato un caso, ma una precisa volontà politica, avviata con l'ex Premier Matteo Renzi che ha tenuto per sé la delega allo sport, ed è continuata con l'attuale “non Ministro” Luca Lotti. Su questo il Partito Democratico ha una precisa responsabilità ed è una responsabilità grandissima, visto che avete deciso di abbandonare totalmente lo sport scolastico, e la buona scuola ne è la dimostrazione perché non ha concluso nulla. Avete deciso di non dare delle linee guida precise con una visione a lungo termine e avete abbandonato le migliaia di associazioni sportive che ogni giorno si trovano a combattere contro la mancanza di risorse e di impianti sportivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Coccia. Ne ha facoltà.
LAURA COCCIA. Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, con questa proposta di legge interveniamo sulla disciplina che regola il funzionamento del mondo dello sport, con particolare riguardo ad un aspetto circoscritto, ma cruciale per la sana e corretta gestione di un organismo pubblico, cioè il sistema di rinnovo della dirigenza e la garanzia dell'effettività del ricambio degli organi direttivi apicali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, può anche darsi che la proposta di legge non sia peggiorativa di quella che sostituisce ma quello che non va è il contesto. C'è una specie di che si gioca la politica e le poltrone dello sport al gioco dei quattro cantoni: ora io qua, te là, dopo di te là, lui qua, e io laggiù e così via. Le deficienze e le manchevolezze sono veri e propri baratri sia nel settore agonistico sia in quello sociale sia in quello promozionale sia nel mantenimento e nella conservazione del patrimonio impiantistico e monumentale. Tutti piangono per la mancata competizione a sede olimpica per Roma. Io, invece, penso che sia stata una decisione sacrosanta. Non abbiamo soldi; inoltre, la giustizia penale è già ingolfata ed in crisi e …
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MAURIZIO BIANCONI. …le chiedo trenta secondi… a Torino poi c'è già e abbiamo già fornito un villaggio olimpico in modo che sia occupato da chi di dovere ma soprattutto manca una classe dirigente sportiva, capace di garantire un futuro degno di questo millennio. Per tutti questi motivi, non potendo criticare la proposta di legge in sé, io mi asterrò.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
MARIA COSCIA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA COSCIA, . Grazie, Presidente. Proprio come diceva lei, intervengo per ringraziare rapidamente gli uffici, in modo particolare gli uffici a sostegno dell'Aula e gli uffici della Commissione VII che ci hanno supportato in questo lavoro che credo sia stato molto positivo e rivolgo un ringraziamento anche a tutti i membri della Commissione e a tutti i gruppi di quest'Aula.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Marcon, Duranti ed altri n. 1-01662 e Corda ed altri n. 1-01663 concernenti la situazione di crisi nello Yemen, con particolare riferimento all'emergenza umanitaria e all'esportazione di armi verso i Paesi coinvolti nel conflitto .
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni e la risoluzione presentate. Prego, sottosegretario Della Vedova.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere contrario sulle mozioni Marcon, Duranti ed altri n. 1-01662 e Corda ed altri n. 1-01663. Il Governo invece esprime parere favorevole sulle mozioni Quartapelle Procopio, Alli, Marazziti, Locatelli ed altri n. 1-01695; Archi ed altri n. 1-01696 e Vezzali ed altri n. 1-01697. Il Governo esprime parere contrario sulla risoluzione Pili n. 6-00348.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Siamo ormai a tre anni dall'inizio della guerra civile in Yemen, nel settembre 2014. La guerra è iniziata con un colpo di Stato vero e proprio che ha interrotto un processo di transizione democratica ma nei fatti si tratta di una contrapposizione tra sciiti e sunniti, una contrapposizione che ha un'etichetta religiosa, non certamente un contenuto religioso. In ballo ci sono gli interessi e le lotte per il dominio della regione, non della religione. Noi tuttavia siamo qui a discutere mozioni che affrontano due aspetti legati in modi diversi al conflitto yemenita. Il primo riguarda la situazione umanitaria nel Paese: un disastro che le diverse mozioni hanno illustrato nei loro tragici numeri. Il secondo: la produzione italiana di armi e la vendita di esse a Paesi coinvolti nel conflitto. Noi, il nostro Paese, deve continuare a sostenere la mediazione delle Nazioni Unite e i negoziati per il cessate il fuoco; ad attivarsi per promuovere iniziative volte a far rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani; a favorire le condizioni per una soluzione negoziata del conflitto per la stabilizzazione del Paese, per la costruzione di una pace duratura ed inclusiva di tutte le risorse disponibili, compreso il contributo che le donne possono dare come previsto dalla risoluzione ONU n. 1325 del 2000 e seguenti. Per gli aspetti umanitari ricordo che, alla Conferenza dei donatori di Ginevra, il Governo italiano ha annunciato un contributo pari a 10 milioni di euro per il biennio 2017-2018. Per quanto riguarda il tema della produzione e vendita di armi, ricordo che l'Italia si muove in stretto raccordo con i dell'Unione europea con i quali vi sono incontri periodici di coordinamento e anche in un quadro di stretto coordinamento con i nostri principali alleati. Chiediamo infine il rispetto delle norme vigenti nazionali, europee, internazionali anche nel raccordo con i dell'Unione europea. I socialisti voteranno secondo l'indicazione del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, l'intervento militare voluto dal Governo sunnita dello Yemen di Mansur Hadi ha portato a una situazione umanitaria disastrosa che è stata definita dall'ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari come la peggiore crisi del mondo con 17 milioni di persone che soffrono di grave insicurezza alimentare. Siamo di fronte a un conflitto interno al mondo musulmano che ha già ucciso oltre 10.000 persone con 4.000 feriti. Non solo, vi sono pesanti ricadute anche sull'accesso dei bambini all'istruzione che ha sostanzialmente smesso di funzionare per quasi 2 milioni di minori con la chiusura di oltre 3.500 scuole.
DOMENICO MENORELLO. La situazione dello Yemen comporta inoltre gravi rischi per la stabilità della regione in tutto il Corno d'Africa, nel Mar Rosso e in ampie parti del Medioriente. Segnaliamo poi come ormai è noto che Al Qaida e lo Stato islamico Daesh hanno approfittato, stanno approfittando del deterioramento dalla situazione politica e di sicurezza nello Yemen per espandere la propria presenza e aumentare il numero e la portata dei propri attacchi terroristici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Constato che non è in Aula, allora andiamo avanti.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie Presidente, sottosegretario e colleghi, se serviva un esempio da citare per dimostrare quali disastri può portare un conflitto, lo Yemen è quello che ci vuole: un Paese ricco di storia, ma diviso tra dinastie rivali e gruppi tribali, che non ha saputo fare tesoro del processo democratico, che pure aveva conosciuto e che oggi è attraversato da miserie terribili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie e mi scusi Presidente, ma noi abbiamo presentato e depositato ormai prima dell'estate questa mozione e abbiamo chiesto che l'Aula ne discutesse, perché da troppo tempo assistiamo in questo Paese a una guerra inaccettabile, con l'inerzia e la complicità della comunità internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli, che prima era assente. Ne ha facoltà per due minuti, deputato Cirielli. Prego.
EDMONDO CIRIELLI. Grazie, Presidente. Chiedo scusa per il contrattempo. Il gruppo di Fratelli d'Italia, pur apprezzando lo spirito umanitario che contraddistingue entrambe le mozioni, ritiene però sbagliate innanzitutto le prese di posizione finali, gli impegni per il Governo, l'idea che l'Italia possa intromettersi in questa vicenda senza avere un ruolo chiave in quell'area specifica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guglielmo Picchi, che non è però presente in Aula: si intende che vi abbia rinunziato.
DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, il voto su queste mozioni, sulle mozioni di oggi sulla crisi umanitaria dello Yemen, era un voto molto atteso: è stato ricordato che già alcune associazioni umanitarie hanno preso posizione rispetto a come sta andando la discussione e il voto su queste mozioni. Era un voto molto atteso anche perché l'Europarlamento - ma ci tornerò dopo, sul contenuto della risoluzione dell'Europarlamento - ha votato a larga maggioranza qualche giorno fa, il 13 settembre, una risoluzione che prevede l'embargo delle armi verso lo Yemen, e che soprattutto chiede di interrompere il conflitto. Lo dico così: non è comprensibile neppure per noi l'atteggiamento del Partito Democratico, che è quantomeno incoerente rispetto a quello che è accaduto nell'Europarlamento; e voglio ricordare che la Commissione esteri dell'Europarlamento il 12 settembre scorso ha proposto la risoluzione che poi è stata votata il giorno seguente, e quella proposta di risoluzione è stata approvata da tutti i gruppi, dal gruppo dove sono presenti i socialisti e il Partito Democratico fino al MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie, signora Presidente. La guerra che stiamo oggi a discutere si protrae da oltre due anni e ha causato ben oltre 16.000 vittime, fra i quali molti civili, ridotto almeno 7 milioni di persone alla fame, tra i quali 2 milioni di bambini, provocando una grave carestia e un epidemia di colera. La situazione di caos che si è determinata a seguito del conflitto, soprattutto in alcune aree dello Yemen, ha favorito nel corso di questo periodo il radicamento di gruppi terroristici, quali ISIS e Daesh, e Al-Qaeda nella penisola arabica, che costituiscono una minaccia rilevante per la sicurezza dell'Europa e dell'Occidente, un elemento di destabilizzazione trasversale per tutti gli Stati. Sono questi tutti ingredienti che ci fanno gridare da un lato alla catastrofe umanitaria, dall'altro anche, come sostengono i giornali, forse anche giustamente, al fatto che si tratti di una delle solite guerre dimenticate. Allora vediamo di evitare di continuare a dire che si tratti di guerre dimenticate, proponendo anche al Governo di attivarsi, di farsi promotore nelle sedi competenti, nelle quali noi svolgiamo un'azione rilevante - in ambito Nazioni Unite, in ambito Unione europea, in ambito del G7, laddove siamo presenti in via permanente e costante - di continuare a dibattere del problema e fare in modo che esso non venga assolutamente accantonato, e, laddove stiamo per passare il testimone, mi riferisco alle Nazioni Unite e al G7, ad altri Paesi, di avviare una forma di concertazione, nel passare il testimone, nel passare le consegne, affinché il Governo possa lavorare in questi mesi restanti, da qui al 31 dicembre, per lasciare il segno e dare un segnale forte alla comunità internazionale. A tale proposito, proprio in questi giorni, domani, come ripeteva un collega, interverrà il Presidente Gentiloni nell'ambito dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Sono questi i tre fori, quelli più importanti, dove l'Italia può giocare un ruolo. Siccome ci ripetiamo in continuazione che ci spetta il ruolo che ci compete, che ci deve essere dato quasi per virtù divina, e allora vediamo di guadagnarcelo, in questi mesi. Cerchiamo di lavorare attivamente affinché possa essere fatto qualche cosa di concreto in questa direzione. D'altro canto, tutto lascia intendere che questa sia l'unica direzione possibile, perché sappiamo che di fronte a questa catastrofe umanitaria che si sta verificando nello Yemen, noi abbiamo tutto il diritto anche di intervenire, avendo una parte attiva e una voce in capitolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. In via del tutto eccezionale, ne ha facoltà.
PAOLO ALLI. Grazie Presidente. Mi scuso per l'inconveniente per cui non ero presente quando lei mi ha chiamato. Molto brevemente, il tema dello Yemen è un tema che si inserisce in una situazione molto complessa del Golfo, che deve stare costantemente alla nostra attenzione. È chiaro che la penisola araba è cruciale per gli equilibri dell'intero Medio Oriente non soltanto per il tema del petrolio, ma per la situazione geopolitica molto complessa che si è venuta a creare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Basilio. Ne ha facoltà.
TATIANA BASILIO. Presidente, colleghi presenti in Aula, finalmente oggi ci troviamo, dopo mesi, a discutere della terribile questione dello Yemen, dello Stato dello Yemen, e di questa terribile tragedia che stanno vivendo le popolazioni yemenite. Negli ultimi mesi la situazione è degenerata, completamente degenerata: i bombardamenti sono incessanti, la crisi sanitaria continua a colpire vittime innocenti. Siamo dinanzi ad una delle più gravi catastrofi umanitarie della nostra storia recente. Da oltre due anni alla guerra civile interna tra ribelli sciiti Houthi e le milizie sunnite fedeli al Governo di Mansur Hadi si è sostituita una guerra per procura sulla pelle del popolo yemenita. Da un lato l'Iran, che si erge a paladino della difesa degli sciiti, e dall'altra la coalizione sunnita guidata dall'Arabia Saudita. La guerra fratricida ha finito per rafforzare le tendenze fondamentalistiche e settarie, con la comparsa sul terreno di terroristi sunniti di Al Qaeda che alimentano ancor più il terrore e la morte tra la popolazione civile.
PRESIDENTE. Concluda, deputata.
TATIANA BASILIO. …e vi garantisco che le immagini di ciò che accade nello Yemen sono agghiaccianti. Non voteremo nessuna mozione che non abbia preso in carico quanto meno le bombe che partono da Domusnovas
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicoletti. Ne ha facoltà.
MICHELE NICOLETTI. Grazie, Presidente. Mi spiace che si pensi che il Parlamento e la maggioranza sia insensibile rispetto all'elemento centrale della mozione che noi stiamo discutendo cioè l'aspetto umanitario. Giustamente tutti i colleghi che sono intervenuti sia pur rappresentando punti diversi hanno sottolineato la drammaticità della situazione.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi, le mozioni e la risoluzione saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Basilio ed altri n. 1-01081 Marcon ed altri n. 1-01673 e Gianluca Pini ed altri n. 1-01674 concernenti iniziative in materia di dislocazione, trasporto e acquisizione di armi nucleari in Italia .
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire esprimendo, altresì, il parere sulle mozioni presentate.
DOMENICO ROSSI,. Mozione Basilio ed altri n. 1-01081 parere contrario. Mozione Marcon ed altri n. 1-01673, parere contrario. Mozione Gianluca Pini ed altri n. 1-01674, parere contrario. Mozione Vezzali ed altri n. 1-01698, parere contrario. Mozione Moscatt, Alli ed altri n. 1-01699, parere favorevole. Mozione Duranti ed altri n. 1-01700, parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Quando il 15 giugno 1976 Enrico Berlinguer, in un'intervista a Giampaolo Pansa sul riconobbe la necessità dell'Italia di non uscire dalla NATO diede prova quanto meno di senso della realtà. L'Alleanza atlantica, con il Patto di Varsavia, erano alla base dell'equilibrio tra Est ed Ovest e sarebbe stato temerario creare i presupposti per una rottura di questo equilibrio. Penso anche di non sbagliare se affermo che il segretario dell'allora PCI era al corrente, con milioni di concittadini, che nei pressi della frontiera di nord-est fossero dislocate armi nucleari tattiche speculari a quelle del blocco sovietico. Sono convinta delle buone intenzioni dei colleghi, ma francamente la discussione sulle armi nucleari presenti in Italia mi pare quantomeno lunare, così come allo stesso modo mi sembra pretestuoso utilizzare il tema per rimettere ancora una volta in discussione la partecipazione al programma dell'F-35. Ritengo pure sbagliata la scelta dei tempi, non solo per gli esperimenti nordcoreani ma perché da tempo l'unico trattato in vigore, quello di non proliferazione nucleare, è stato già violato dal Pakistan e non viene più implementato mentre la proposta di una messa al bando dell'arma atomica, adottata da 122 Paesi, rischia di ottenere l'effetto opposto o, quanto meno, la più assoluta irrilevanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Grazie mille, Presidente. Onorevole Presidente, illustri colleghi, onorevole sottosegretario, il tema oggi in esame è purtroppo tornato di grande utilità in quanto la politica degli ultimi decenni orientata al controllo e alla non proliferazione delle armi nucleari, biologiche e chimiche e di altri strumenti di distruzione di massa ha fatto un enorme passo indietro nei tempi più recenti, portando grande instabilità nell'ordine internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Valentina Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Governo, colleghi, il tema del nucleare è uno dei pochi sul quale il richiamo alla responsabilità è imprescindibile. Sono consapevole del fatto che sia un argomento divisivo perché porta con sé le posizioni pacifiste, che lo contrastano senza “se” e senza “ma”, e l'approccio di chi governa e che è chiamato a decidere, che cerca di gestirlo pragmaticamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signora Presidente, colleghi e colleghe, signori del Governo, questo tema che affrontiamo con le mozioni che discutiamo questa sera è un tema molto importante; ed è molto importante anche a seguito degli avvenimenti di queste settimane, di questi mesi: faccio riferimento alla vicenda dei lanci missilistici dal Nord Corea, dalla Corea del Nord, ma anche faccio riferimento a quello che è successo negli ultimi anni, al rischio di un' nucleare soprattutto relativamente ad alcuni Paesi, alle vicende dei contenziosi con l'Iran, con altri Paesi che hanno intrapreso la strada della costruzione di bombe e missili nucleari.
PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Picchi, ma non è in Aula. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. Ne ha facoltà.
PAOLO ALLI. Grazie Presidente. Le recenti vicende nella penisola coreana, che ho avuto l'opportunità la scorsa settimana di visitare con una importante delegazione dell'Assemblea parlamentare della NATO, hanno riportato all'attenzione della comunità internazionale il tema degli armamenti nucleari. In realtà, questo rischio non è mai venuto meno, perché stiamo parlando di una Corea del Nord che secondo gli esperti è dotata di alcune testate nucleari, quando le due grandi potenze, Stati Uniti e Russia, hanno 7.000 testate ciascuno e questo non è certamente un fatto ignoto. Eppure, è chiaro che l'emozione dell'attività che il dittatore nord-coreano Kim Jong-un sta svolgendo ha colpito molto l'immaginario collettivo occidentale e quindi, giustamente, ha rilanciato all'attenzione della nostra opinione pubblica questo rischio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Anche queste mozioni sono per noi di straordinaria importanza soprattutto in questo momento in cui appunto la deterrenza nucleare è diventata di nuovo all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signora Presidente, credo che il dibattito sulle armi nucleari sia di grande attualità e di grande importanza ma chiariamoci su quali armi nucleari. Infatti questo disvela un po' l'atteggiamento di ambiguità e di contraddizione: non stiamo parlando dell'allarme che c'è oggi nel mondo per la minaccia nucleare che proviene da Paesi che sono al di fuori del Trattato riconosciuto internazionalmente sulla non proliferazione delle armi nucleari. Faccio riferimento ad esempio ai recenti esperimenti della Corea del Nord. No, le mozioni proposte dai colleghi del MoVimento 5 Stelle e dai colleghi della sinistra fanno riferimento, quasi come se fossimo negli anni Cinquanta o negli anni Sessanta, alle armi nucleari nel nostro Paese. Quindi ripropongono un tema che temevamo e speravamo fosse definitivamente superato riguardante la nostra collocazione atlantica, i nostri rapporti con gli alleati che legittimamente detengono anche un potenziale armamento nucleare che naturalmente tutti ci auguriamo non debba essere mai utilizzato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca Frusone. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Grazie Presidente, in questa mozione prima di tutto, prima di parlare di nucleare, F-35 e via dicendo, si dovrebbe parlare un attimino di coerenza, perché di questo in fin dei conti si tratta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonino Moscatt. Ne ha facoltà.
ANTONINO MOSCATT. Signora Presidente, sottosegretario, gentili colleghi, sono già intervenuto sul tema lo scorso luglio all'inizio della discussione in merito alla mozione in oggetto e oggi non vorrei ripetermi, però purtroppo l'attualità di questi giorni, con i continui esperimenti nucleari della Corea del Nord, rende il dibattito su questo argomento nuovo ed urgente. Indubbiamente il tema del disarmo e della non proliferazione delle armi porta con sé un intreccio pesante di passato e presente: il passato è stato la fine della Seconda guerra mondiale, con la corsa agli armamenti della Guerra fredda durante la quale le armi nucleari hanno paradossalmente contribuito, in un perverso e strambo braccio di ferro, a mantenere un quadro di stabilità. Con la fine della Guerra fredda ci troviamo di fronte a un quadro internazionale assolutamente nuovo e nel 1970 è entrato in vigore il Trattato di non proliferazione nucleare, il cosiddetto TNP, che diventa la base del sistema internazionale di non proliferazione nucleare. Si tratta di un accordo che l'Italia ha ratificato fin dal 1975 e, quindi, di un impegno di lungo periodo per il nostro Paese che, soprattutto per quanto riguarda le politiche di difesa e di sicurezza, ha sempre fatto del consolidamento delle istituzioni e degli strumenti multilaterali una delle proprie scelte di fondo irrinunciabili per la tutela della stabilità. Il presente è che ad oggi hanno aderito al TNP 189 Paesi. Si stima che attualmente nel mondo ci siano almeno 15 mila ordigni, in particolare negli arsenali degli Stati Uniti, della Russia, della Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord. Il presente è la minaccia della Corea del Nord, che continua a testare il proprio materiale nucleare in barba alle richieste della comunità internazionale e alle minacce di embargo; il futuro è terribilmente e inevitabilmente incerto.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in sede odierna, il deputato Gianfranco Sammarco, già iscritto al gruppo parlamentare Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente. La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduta l'onorevole Anna Maria Nucci, già deputata della Camera dei deputati dalla IX all'XI legislatura. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
STEFANIA COVELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANIA COVELLO. Signora Presidente, Anna Maria Nucci Mauro: dire che la politica le scorresse nel sangue potrebbe apparire una banalità, ma è stato invece proprio così. Anna Maria Nucci, figlia di Guglielmo Nucci, è cresciuta a pane e politica. Cattolica e di sinistra, è stata eletta nelle file della Democrazia Cristiana, deputata per tre legislature; successivamente ha continuato ad essere impegnata in politica, sposando la causa del Partito popolare italiano e dell'Ulivo. Autenticamente riformista, si è distinta per rigore morale e impegno nel rappresentare ideali e territorio: non si è mai lasciata ghettizzare nelle cosiddette quote, perché da donna lo riteneva avvilente, e perché in realtà era convinta che lo spazio si potesse creare grazie alle capacità di ognuna. Certo non era facile, soprattutto nel contesto da cui proveniva, ma la tenacia e la forza che l'hanno sempre contraddistinta le hanno consentito di esercitare i suoi mandati con grande autorevolezza e assoluta indipendenza.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signora Presidente, dopo anni di calo sono tornati a crescere gli infortuni mortali sul lavoro. L'INAIL ha comunicato i dati dei primi sette mesi del 2017: ci sono stati in Italia 591 morti bianche, il 5,2 per cento in più rispetto all'anno scorso. Aumentano dell'8 per cento tutti gli infortuni sul lavoro, soprattutto aumentano gli infortuni sul lavoro dei lavoratori che hanno più di 60 anni: questa è una realtà sicuramente dovuta non solo all'aumento sproporzionato dell'età pensionabile, ma anche alla caduta dei diritti sindacali sui posti di lavoro. È molto deludente l'avvio dell'Ispettorato nazionale del lavoro; sono stati disinvestiti i servizi di prevenzione, e anche di vigilanza sui luoghi di lavoro: nella prossima legge di stabilità dovremo cercare nuovi investimenti nella prevenzione e nella vigilanza e nel controllo della salute nei luoghi di lavoro, perché non possiamo rassegnarci ad una deriva che aumenta nel nostro Paese l'ingiustizia e le disuguaglianze sociali a svantaggio dei più deboli.
MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Presidente, per la seconda volta in una settimana mi ritrovo a nome del mio gruppo parlamentare a sollecitare la Boschi a riferire in Aula. Questa notte l'ennesima donna, una dottoressa di turno alla guardia medica nel Catanese, è stata aggredita e violentata da un ventiseienne.
PRESIDENTE. Grazie, deputata Spadoni. La ringrazio per avere anche voluto sollevare questo tema che sicuramente è tra le mie priorità e che io cerco sempre di portare avanti: un impegno con tutte le deputate che anche partecipano all'Intergruppo che abbiamo istituito su questo tema.
DALILA NESCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI. Grazie Presidente. Sullo stesso argomento perché è doveroso e necessario che la Ministra Boschi riferisca in Aula. Nella notte un'altra donna, di turno da guardia medica nel catanese, è stata aggredita e violentata da un giovane di 26 anni. Abbiamo già ricordato che purtroppo è scaduto il 17 luglio scorso il Piano nazionale d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Vogliamo che ci sia il nuovo testo al più presto.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signora Presidente. Anch'io sollecito una risposta ad una interrogazione che abbiamo presentato e che ha come riferimento questo episodio così grave di violenza. Ieri notte una donna è stata aggredita e violentata, un medico che prestava la propria azione nella guardia medica di Trecastagni, in provincia di Catania. Purtroppo non è il primo episodio, questi luoghi dell'urgenza e dell'emergenza sono spesso luoghi di violenza. È un paradosso: nel luogo dove viene spesso salvata la vita, viene messa in discussione la vita degli operatori.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.