PRESIDENTE. La seduta è aperta.
CLAUDIA MANNINO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Dorina Bianchi, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Capelli, Carbone, Coppola, Dambruoso, Dellai, Ferranti, Fontanelli, Laforgia, Locatelli, Losacco, Marcon, Mazziotti Di Celso, Piepoli, Pisicchio, Portas, Realacci, Sanga, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge, approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato, n. 1039-1138-1189-2580-2737-2786-2956-B: Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate.
PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame della questione pregiudiziale Sarro ed altri n. 1 .
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. È un grande onore prendere la parola in difesa dalla Costituzione, in difesa dei diritti dei cittadini, in difesa del rispetto delle regole fondamentali che fanno dell'Italia un Paese assolutamente democratico. Un tentativo, quello di oggi, che dovrebbe fare arrossire di vergogna coloro che ritengono di poter sovvertire, in nome di non bene qualificati interessi di carattere pseudo investigativo, i pilastri di questo sistema. E coloro che si vestono di anti-mafiosità sotto l'usbergo dei numeri del Parlamento non meritano che una profonda riflessione dell'Aula, capace di sovvertire questo disegno eversivo a matrice normativa, che non può fare altro che conferire a questo Paese un'immagine che non ha mai avuto: il travolgimento dei principi fondamentali di personalità, di legalità, che hanno sempre fatto dell'Italia un Paese rifugio dal punto di vista del rispetto, della certezza che si risponda e si possano subire pene soltanto in presenza di condotte che meritano questa sanzione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Chiarelli. Non lo vedo in Aula, quindi si intende che vi abbia rinunciato.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, era dove stava prima, quindi guardavo inutilmente dall'altra parte! Prego.
FABIANA DADONE. Non c'è problema. Grazie, Presidente. Il provvedimento che è oggi in esame prevede, tra le altre misure, l'ampliamento della platea dei soggetti ai quali si applicheranno le misure di prevenzione personali e patrimoniali, includendo tra questi anche gli indiziati, come ha ricordato in maniera piuttosto fantasiosa il presidente Sisto, per reati di associazione a delinquere finalizzati a numerosi reati contro la pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI. Grazie, Presidente. Ovviamente non compete a me e a noi in questa sede rappresentare l'importanza di questo provvedimento, altri lo hanno già fatto, meglio di me, prima di me, io mi limiterò a ricordare che si tratta di un provvedimento che è l'approdo di un lungo iter, iniziato con la presentazione di un progetto di legge d'iniziativa popolare che ha avuto un iter di 4 anni nelle Aule parlamentari, due letture e che si propone un obiettivo molto ambizioso, quello di migliorare e aggiornare una normativa essenziale per il contrasto alla criminalità organizzata. Dobbiamo sapere che o si approva in quest'Aula, in questi giorni, o verosimilmente non sarà mai approvato questo provvedimento ed è questo il motivo per cui, lo ricordo, associazioni ed enti che si occupano meritoriamente di questi temi di contrasto alla criminalità organizzata ci chiedono pressantemente l'approvazione di questa norma, di questa legge e mi riferisco ad Avviso Pubblico, a Libera a Legambiente e ad altre ancora.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, io credo di non avere mai votato, in questa legislatura e forse anche in quelle precedenti, nessuna proposta di dichiarare la incostituzionalità di una legge prima di discuterla, perché le considero per lo più pretestuose; si possono fare molto sciocchezze anche senza essere incostituzionali.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale di costituzionalità.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge, recanti le modifiche apportate dal Senato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DAVIDE MATTIELLO, . Grazie, Presidente. Su tutti gli emendamenti c'è un invito al ritiro, oppure il parere è contrario.
GENNARO MIGLIORE,. Esprimiamo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, al primo emendamento, che è l'1.1, a firma dell'onorevole Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Su questo emendamento, Presidente, noi operiamo secondo un principio, quello che è stato per la verità - scusate se è poco - sponsorizzato non soltanto da Forza Italia, che avrà dei giuristi di medio calibro e dei parlamentari di livello ancora inferiore, ma, se io faccio riferimento a Luciano Violante, se faccio riferimento a Sabino Cassese, se faccio riferimento a Raffaele Cantone, che qualche cosa conterà, almeno per la maggioranza, io penso che qualche perplessità sui volti di chi, nell'emiciclo, adesso, sostiene questo provvedimento ci debba essere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Proviamo a leggere l'emendamento al contrario. L'emendamento dice: coloro che, operando in gruppi o isolatamente, pongono in essere atti preparatori obiettivamente rilevanti diretti a sovvertire l'ordinamento dello Stato. Allora, se noi votiamo contro questo emendamento, vogliamo forse dire che coloro che pongono in essere atti irrilevanti, senza la commissione di uno dei reati, sono assoggettati alla sanzione o alla misura di prevenzione? Mi pare che l'emendamento tenti di riportare nell'ambito della eccezionalità, delle misure che non possono entrare nella normalità.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Buttiglione. Diamo un mi rivolgo al Governo e mi rivolgo ai colleghi: per favore, il banco del Governo deve essere libero, se ci sono dei membri del Governo che devono parlare con dei colleghi, si alzano e lo fanno fuori. Il banco del Governo deve essere libero e chi è lì ascolta chi parla, grazie.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Molto brevemente: io non sono contrario a norme di eccezione; norme di eccezione sono previste dall'ordinamento quando si tratta di affrontare situazioni di eccezione. Carl Schmitt ha teorizzato, appunto, la distinzione fra lo stato di necessità o lo stato di eccezione e la normalità della vita dell'ordinamento giuridico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Ritengo che questo emendamento, su cui abbiamo chiesto il voto segreto, sia un emendamento decisivo per il futuro giudiziario di questo Paese. E l'apparente, come posso dire, drammaticità del termine che ho utilizzato non è affatto una superfetazione lessicale, non è un modo per attirare l'attenzione, non è una scelta dialettica perché chi mi ascolta possa dare a quello che dico maggiore peso formale; no, questo è un punto decisivo del nostro futuro, cioè se qualcuno potrà applicare una misura personale o patrimoniale fino alla confisca sulla scorta di un semplice sospetto. Non un sospetto afferente a reati mafiosi, su cui, grazie a Dio, il doppio binario ha già tracciato un percorso chiarissimo, e i binari debbono essere tenuti paralleli e lontani, se è un doppio binario, perché altrimenti non vi sarebbe stata ragione della deroga, in nome della mafiosità, se poi il fine era quello di riportare l'ordinarietà sul binario dell'eccezione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, come membro della Commissioni giustizia di Civici e Innovatori, pur nella consapevolezza e nella conoscenza dettagliata della distinzione tra indiziato ed indagato, e pur apprezzando anche il contenuto di quanto detto da chi mi ha preceduto con un eloquio assolutamente coinvolgente dal punto di vista della memoria che dobbiamo sempre avere ferma sul mantenimento dei diritti a garanzia degli indagati e di chi è sottoposto a indagini, dico che, però, qui stiamo parlando - e di questo si è parlato specificatamente in questo emendamento - di indiziati di terrorismo, non di corruzione, non di mafia. In questo caso, stiamo parlando di indiziati di terrorismo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Presidente, soltanto per riportare un attimo il dibattito a quella che è la realtà del procedimento legislativo, soprattutto delle norme che stiamo cercando di valutare. Il termine “indiziati”, che equivale sostanzialmente al termine “indagati” nel processo penale - qui siamo nella fase del processo delle misure di prevenzione - non è un nuovo conio di questa legge che stiamo valutando, ma in realtà già fa parte del codice antimafia, quel codice antimafia che fu proposto dall'allora Ministro Maroni, nel 2011, e votato quasi all'unanimità, perché ricordo che anche il gruppo del Partito Democratico votò questo codice, ma anche la forza politica dell'onorevole Sisto, che era al Governo. Quindi, un termine che non è la legge del sospetto, è un termine tecnico-giuridico che vale per il procedimento di prevenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, è chiaro che abbiamo vedute diverse. È chiaro che il provvedimento in esame richiede tutta l'attenzione possibile immaginabile, ma il problema vero è estendere in maniera così generica di dare la possibilità ai pubblici ministeri di ulteriore discrezionalità, e non me ne vogliano i pubblici ministeri che sono intervenuti in quest'Aula, Donatella Ferranti e l'altro collega, il nostro questore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.
RICCARDO NUTI. Presidente, solamente per direi ai colleghi che mi hanno preceduto, tranne l'ultimo, che la riflessione del collega Sisto non ha trovato risposte nei vostri interventi, perché il collega Sisto, al di là di quello che ognuno di voi può pensare correttamente, per carità, ha sollevato un argomento e ha detto: si può sequestrare un patrimonio solamente perché si è indiziati? E lui propone in questo emendamento di sostituire la parola “indiziati” con “indagati”. Tutto quello che avete detto non c'entra nulla con la proposta del collega Sisto. Poi, si può essere contrari, ma almeno rispondete nel merito di quello che ha detto il collega Sisto, non altre cose che non c'entro nulla sull'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ah, sull'ordine dei lavori?
FRANCESCO PAOLO SISTO. Accetto volentieri il suo…
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Sisto, c'è un intervento sull'ordine lavori. Le chiedo scusa. Prego, onorevole Bianconi.
MAURIZIO BIANCONI. Presidente, prima di lasciare quest'Aula per fine mandato, avrei voluto vedere che il voto segreto fosse veramente segreto. È da quando sono deputato che chi si astiene si vede. Non si può mica, eh! Non è mica lecito! Viene sempre il bianco, quando uno si astiene. Questo non è un voto segreto! È un voto parzialmente segreto e non va bene! Allora, io chiedo se, per piacere, prima di andare via, mi fate grazia di vedere che un voto segreto almeno è voto segreto .
PRESIDENTE. Ovviamente io, intanto, onorevole Bianconi, mi auguro che lei potrà portare avanti questa sua battaglia anche nella prossima legislatura. Però, detto questo, siccome sta con me in quest'Aula da un certo numero di legislature, questo problema è stato sollevato nel tempo più volte e se ne è occupata la Giunta per il Regolamento. Il Regolamento prevede così. Finché non è cambiato il Regolamento, il Regolamento rimane questo. Grazie, onorevole Bianconi.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. La richiesta di soppressione della lettera ) comma ) non è distante dalla battaglia che Forza Italia sta conducendo, in difesa dei diritti dei cittadini e contro i pubblici ministeri, che anche nell'Aula intervengono in difesa del provvedimento, per carità, legittimamente e con argomentazioni che vanno comunque rispettate, indipendentemente dal consenso o dal profondo dissenso, quale quello che io manifesto a nome del mio gruppo.
PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. L'articolo 640 è una norma odiosa, è una truffa di particolare rilevanza, che merita certamente tutti gli strali del giudice penale, allorquando si accertino le responsabilità. Mi rendo conto che, in quest'Aula, parlare di accertamento di responsabilità oggi è fuori moda, perché non c'è bisogno neanche di ipotizzarla una responsabilità fino all'iscrizione, per legittimare queste barbare misure di prevenzione estese ai reati comuni.
PRESIDENTE. Il tavolo del Governo deve essere lasciato libero di ascoltare. Grazie.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Come sempre, la libertà è sinonimo di maggiore disponibilità all'ascolto, ma questo è un provvedimento che conculca queste libertà, le conculca, cioè le esclude, ci chiude, dà anche ai già tremebondo comportamenti della pubblica amministrazione un ulteriore aggravio. Ecco, io credo che dobbiamo pensarci bene. Il 640- è un reato odioso, ma dall'odiosità del reato a consentire la misura di prevenzione nei confronti di chiunque partecipi, anche per un piccolo alle istruttorie, che poi possono condurre a quei risultati, a me sembra che ce ne passi. Un gesto di civiltà vi porterà a votare favorevolmente questo emendamento.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Illustre Presidente, il diritto penale è un po' come la medicina, è una scienza che ha le sue regole, per cui il populismo, il richiamo di casi di cronaca, il tentativo di scuotere le coscienze in modo giustizialista per legittimare un voto tecnico, è sbagliato. È sbagliato perché, quando noi chiediamo di abrogare il riferimento all'articolo 416 ai delitti contro la pubblica amministrazione, come più o meno gli esponenti di Forza Italia cercano di fare, sappiamo quello che chiediamo all'Aula e perché parliamo. Perché - dirò ai colleghi dell'Aula che per loro fortuna non hanno dimestichezza con le vicende che si agitano nelle aule penali - che il 416, l'associazione per delinquere, ha dei parenti stretti molto delicati: ha il concorso di persone nel reato continuato, cioè soggetti che si mettono d'accordo per commettere un determinato numero di reati e non una serie indeterminata di reati; ha il favoreggiamento, cioè chi in qualche modo si adopera per ottenere un determinato risultato di tipo illecito in favore di altri; ha il concorso esterno, una fattispecie, mai troppo vituperata, di creazione puramente giurisprudenziale.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare.
GIULIO MARCON. Vogliamo dire questo, che noi, come gruppo di Sinistra Italiana-Possibile, non abbiamo presentato emendamenti e voteremo contro tutti gli emendamenti, anche se alcuni emendamenti, tra cui quelli del MoVimento 5 Stelle, potrebbero essere votati, perché sono migliorativi, ma noi abbiamo scelto di sostenere l'approvazione in via definitiva qui alla Camera per impedire che il testo torni al Senato, con il rischio che non venga approvato. Siccome è un testo voluto fortemente da associazioni come Libera, le ACLI, l'ARCI e ed è un testo di cui il Paese ha effettivamente bisogno, noi voteremo sempre contro. Quindi, annuncio sin da adesso che voteremo contro tutti gli emendamenti e limiteremo i nostri interventi per permettere che il testo venga approvato il prima possibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Soltanto per un chiarimento, perché nessuno pensi che Forza Italia sia, nelle sue scelte, favorevole al peggioramento di questa situazione. Ma noi, pur di cambiarla questa legge, pur di fermarla, pur di dare la possibilità di un ripensamento su queste cose, non esitiamo a votare qualsiasi possibilità di fermare questa slavina verso l'antidemocrazia.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Quindi, noi voteremo tutti gli emendamenti che possano essere capaci di arginare quello che noi riteniamo il peggior danno di questa legislatura al nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. La ringrazio, Presidente. Nell'ambito delle proposte di difesa, vi è una principale e vi sono le subordinate: poiché la principale ha vissuto un momento di assoluta appartenenza fideistica ai gruppi, non, a mio avviso, una scelta di coscienza nell'interesse del Paese, proviamo con le subordinate.
PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Su questo emendamento è opportuno aprire una riflessione, perché, in sostanza, qui, si ripropone la questione che è stata già sollevata con i precedenti emendamenti, a proposito della necessaria correzione della formulazione della norma, sostituendo al termine: “indiziati” quello di: “indagati”; questo, al fine di rendere minimamente - lo ripeto: minimamente - prospettabili delle garanzie e dei controlli, indipendentemente anche dal tipo di reato di cui stiamo parlando, che è quello relativo agli atti persecutori, il cosiddetto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santanchè. Ne ha facoltà.
DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie, Presidente, anche se il voto è segreto, voglio dire che voterò contro questo emendamento. Capisco le motivazioni del mio gruppo, ma in un momento in cui c'è un' di violenza nei confronti delle donne, io credo che bisogna andare avanti, anche se, forse, da un punto di vista del diritto, lo ripeto, le motivazioni che ho appena sentito dal collega Sarro hanno un senso. Ma ha più senso, dal mio punto di vista, l'attualità che stiamo vivendo nei confronti delle donne ed è per questo che io voterò contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, ho condiviso lo spirito con cui la collega Santanche' ha chiarito che Forza Italia è un partito che ha scritto lo ; lo è dovuto all'impegno dell'allora Ministro Carfagna che fece scrivere dal Parlamento una norma estremamente importante che, mettendo in collegamento una serie di piccoli reati, stabilì come questi piccoli reati, tra di loro, potessero non sommarsi in modo aritmetico, ma moltiplicare l'effetto negativo di questa connessione, andando ad incidere sulla quotidianità delle abitudini dei nostri cittadini per un comportamento persecutorio. Ma questo non significa che si debba derogare a principi fondanti del sistema; esiste una fattispecie incriminatrice estremamente efficace, importante, applicata e probabilmente meritevole di maggiore attenzione sul monitoraggio delle condotte di perché tanti episodi si verificano non perché manchino i reati, parliamoci chiaro, ma perché il livello di attenzione verso questi reati non è sufficientemente cioè si pensa che siano comuni reati di molestie o comuni reati bagatellari; credo che questo sia il segnale più chiaro che noi, magari, in qualche altra proposta dobbiamo dare, cioè la necessità di intervenire immediatamente su denunce che prospettino questi dati, però vi sono i principi generali. Con questo emendamento noi diciamo soltanto questo e mi rivolgo anche al Governo: ma si può mai applicare una misura di prevenzione personale e patrimoniale per una querela, cioè affidare all'iniziativa di un privato la possibilità di applicare una misura di prevenzione? È paradossale, quasi comico; facciamo finta che non sia per lo ma sia per un altro qualsiasi reato: si può legare alla querela di un privato cittadino l'applicabilità di una misura di prevenzione? Questo vi fa capire - è una cartina di tornasole - l'assurdità di questo provvedimento; qui siamo di fronte al sovvertimento dei principi minimi di ragionevolezza. La querela, come diceva il mio maestro, è quella che consente al cavallo di saltare l'ostacolo della procedibilità; bene, noi possiamo affidare al privato la scelta se legittimare una misura di prevenzione? Ma insomma io credo che siamo veramente alla irrazionalità, quasi alla follia normativa. Allora io credo, Presidente, che questo emendamento, che, ovviamente, esaltando la necessità di dare peso allo esaltando questa necessità, voglia portare un po' di ordine ed evitare che in questo provvedimento si faccia veramente di tutto e di più, che si travolgano le più elementari logiche del rapporto fra meritevolezza di una punizione e presupposti perché vi possa essere una punizione. Voi immaginate quali possono essere? Oggi è lo domani potrà essere qualsiasi altro reato procedibile a querela, magari ritenuto meritevole di una misura di prevenzione, cioè inneschiamo un circuito perverso che non sappiamo dove ci porterà. Una volta affermato il principio da quest'Aula, le conseguenze sono imperscrutabili e drammatiche. Ecco perché con molto rispetto, dico veramente con molto rispetto, della fattispecie, ma credo che intervenire sui caratteri generali del sistema penale, per evitare che l'Aula si trasformi in una sorta di corrida giudiziaria in cui non si capisca bene chi è il torero e chi è il toro, e chi sia il pubblico che applaude al matador, io credo che recuperare un pochino di razionalità non sia sbagliato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Per annunciare il mio voto in dissenso dal gruppo su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Garnero Santanchè. Ne ha facoltà.
DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Sì, grazie Presidente, anch'io voterò contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DAVIDE MATTIELLO, . Grazie, Presidente. Invito al ritiro su tutti gli emendamenti, altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. La relatrice di minoranza, la deputata Sarti... se deve esprimere i pareri, deve andare al banco del Comitato dei Nove, deputata. Non dà i pareri? Non ha voce e, quindi, non esprime i pareri? Va bene, e allora chiederei al rappresentante del Governo di esprimere il parere.
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello reso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Nella definizione di sommarietà non credo sia previsto il travolgimento dei diritti di difesa, ignorando gli articoli fondanti della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, oltre che i principi costituzionali. Noi proponiamo, con il collega Costa, in questo emendamento, quanto è, Presidente, nei minimi - nei minimi! - del diritto di difesa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Presidente, ovviamente ognuno è legittimato a rappresentare le proprie idee, però, quando queste idee parlano di un altro testo, cioè di un altro provvedimento, che non è questo, francamente da presidente ritengo che sia istituzionale riportare il dibattito a quello che è questa riforma. Questa riforma, rispetto a quello che è stato varato nel 2011 con la riforma del codice antimafia del Ministro Maroni, proprio tiene conto di quei principi che sono stati anche affermati dalle Corti europee e dalla nostra cultura estremamente garantista, quindi proprio giurisdizionalizza, crea proprio tutte quelle garanzie di difesa, di contraddittorio, addirittura di contestazione formale, che oggi non ci sono. Le crea con questa riforma, che è stata studiata dalla Commissione antimafia attraverso una lunga indagine conoscitiva, che ha preso a riferimento le prassi più virtuose e le ha tradotte in normative. Ci sono stati poi approfondimenti con indagini conoscitive in Commissione giustizia alla Camera e al Senato, quindi è tutto l'opposto! Siamo di fronte a un procedimento garantito, avremo dei giudici specializzati, quindi, professionalmente, sezioni distrettuali che riguarderanno in primo grado e in appello solo le misure di prevenzione, quindi dei giudici particolarmente attenti a valutare queste misure, non sulla base di mere richieste, sia pure corroborate anche dalle forze di polizia, ma proprio quando vi sia quella pericolosità, laddove vi siano un'associazione mafiosa, condotte di terrorismo, organizzazioni criminali volte a commettere reati gravissimi di corruzione, tutto ciò sarà il presupposto che vaglierà un giudice, con tre gradi di giudizio - tre gradi di giudizio! -quindi con pieno apporto da parte dell'accusa ma anche e soprattutto della difesa. Quindi, credo che la verità del procedimento legislativo, del lavoro di tre Commissioni, non solo quindi della Commissione giustizia ma anche di quella antimafia, vada riportato, il Parlamento poi valuti obiettivamente quello che si sta riformando .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, l'Aula è troppo distratta questa mattina, e corre il rischio di prendere gli interventi del collega Sisto come un fastidioso rumore di sottofondo, senza entrare nel merito di quello che Sisto dice. L'emendamento è chiaro. La presidente Ferranti può dire quello che vuole, ma qui si vuole porre rimedio a uno stato evidente di disparità, e l'emendamento, nella sua chiarezza, che chiunque, anche chi, come me, ha fatto giurisprudenza per una sola settimana e poi cambiato facoltà, può capirne la fondatezza. Non mettiamoci nelle mani della discrezionalità altrui, di magistrati e di giudici, alcuni dei quali hanno dato mostra, negli ultimi vent'anni, di cosa significa questo loro potere. Quindi, l'invito è veramente a prendere per buono e nel merito l'emendamento proposto e a votarlo tutti insieme .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Presidente, la presidente di Commissione ha fatto un intervento a dir poco allarmante, perché se è vero che l'avvocatura porta dalla parte della difesa, e quindi può avere dei margini di rischio quando riflette, certo è che fare il pubblico ministero non è che porta in direzione diversa. In uno Stato di diritto siamo garantiti dalla norma, dalla legge, che si capisce quello che dice e io mi sento garantito, non è che mi garantisce quello che dice la presidente della Commissione: “giudici particolarmente attenti”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Presidente, devo dire che richiamo, essendo firmatario di questo emendamento, le considerazioni svolte dal collega Sisto. Qua non si tratta di appesantire il procedimento, si tratta semplicemente di consentire di esprimersi alla difesa, semplicemente questo. È una norma che ovviamente va in una direzione, in una direzione di rafforzamento, dal punto di vista normativo, di alcune procedure, però è necessario, secondo me, che ci sia un rafforzamento anche del diritto della difesa, che non deve assolutamente allungare, che non deve assolutamente affievolire altre garanzie. Voglio semplicemente ricordare alcuni numeri a quest'Aula, in termini generali: lo sapete che dal 1992 ad oggi sono state indennizzate per ingiusta detenzione, cioè persone che sono state arrestate e sono poi state indennizzate dallo Stato in seguito al provvedimento della Corte d'Appello, 25.000 persone? Più di mille persone l'anno! Più di mille persone l'anno! Vi rendete conto di quello che significa la vita rovinata di queste persone, di queste famiglie?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, non ci siamo davvero: questa legge è già un grande scandalo per il fatto di equiparare mafia e corruzione, ed è uno scandalo che resterà come sigillo su di voi, su una sinistra che ci avete raccontato essere divenuta liberale e garantista tra una Leopolda e l'altra, invece rimane “manettara” quando si votano questi provvedimenti indegni. Ma peggio di questa legge, signora Presidente, è l'intervento della presidente Ferranti, intervento che non sarebbe dispiaciuto al procuratore Vyšinskij. Ma come, signora presidente Ferranti, noi dobbiamo affidarci alla bontà dei pubblici ministeri o dei giudici? Noi dobbiamo semmai premunirci dinanzi al fatto di avere il peggior pubblico ministero e il peggior giudice, e la legge deve essere scritta in modo tale da proteggerci anche rispetto a quella eventualità! Noi crediamo nell'Occidente, voi credete ancora a Vyšinskij e a quel metodo! Noi crediamo che esistano cittadini innocenti e che, al limite, potranno dimostrarsi colpevoli dopo il terzo grado, voi credete che esistano solo colpevoli che forse, dopo un lungo calvario, dopo avere la vita rovinata… Lei scuote la testa, ma, come nella canzone di De André, bisognerebbe fare la prova di stare dall'altro lato, caro pubblico ministero Ferranti! State molto attenti a quello che votate, perché la ruota gira, e può capitare a tutti !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI. Signora Presidente, io ho sentito. Si sono alzati un po' i toni. Ed è ovvio che, quando si toccano questi argomenti, le argomentazioni siano anche molto sentite. Io vorrei fare un ragionamento molto semplice. Fino ad ora, il provvedimento non era garantito; con questa norma il provvedimento viene garantito: c'è spazio per le impugnazioni, c'è spazio per la difesa; fino ad oggi questo spazio non c'era. Allora, quest'emendamento, che incide esclusivamente su questa parte della legge, è un articolo che dà maggiori garanzie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Io voterò a favore di quest'emendamento, come di tutti degli emendamenti che cercheranno di impedire quest'obbrobrio dell'estensione delle misure preventive su base indiziaria anche ai reati contro la pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
DAVIDE MATTIELLO, . Presidente, sull'emendamento 3.1 Costa, parere contrario.
PRESIDENTE. La relatrice di minoranza non dà il parere. Allora, il rappresentante del Governo?
GENNARO MIGLIORE,. Conforme.
PRESIDENTE. Allora, siamo all'emendamento 3.1 Costa, i pareri sono contrari.
FRANCESCO PAOLO SISTO. È proprio vero, e vi è coerenza perversa in questo provvedimento: il sospetto legittima l'applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale per reati comuni, senza neanche garanzie di iscrizione modello 21. Vi è un procedimento sommario, in cui, ancora una volta - una caratteristica di questo Governo e di questa maggioranza -, l'efficienza è uguale a demolizione della difesa: si diventa efficienti, demolendo le garanzie difensive. Complimenti, straordinario: mi sembra una conquista di civiltà meravigliosa. Ciò per fare prima: beh, la difesa a che serve? Mi sembra un ostacolo assolutamente superabile, un apporto secondario. Ma tanto vale farsi un bel processo in cui il pubblico ministero e la polizia giudiziaria possono demolirti prima che il gallo canti. Basta il sospetto, basta il semplice indizio e ti tolgo tutto, ti applico la misura di prevenzione personale. Difendersi? Ma perché? Che motivo c'è? Abbiamo ascoltato della fiducia nel pubblico ministero, come a intendere: la procura come la casa degli italiani. Mi sembra veramente spettrale questa definizione che nella procura si debba trovare la fiducia nella giusta sentenza. Vedete come il sistema prende veramente una forma da specchi deformati? Si propone, illustre Presidente, una lettura della democrazia giudiziaria fuorviante, in cui il punto di riferimento non sono più il giudice e la difesa, ma il pubblico ministero diventa il fulcro, diventa il baricentro della giustizia. Noi stiamo scrivendo questo, stiamo alterando il sistema tripartito in cui il giudice è in cima e in basso ci sono accusa e difesa in condizioni di parità, ed è questo ciò che dice la Costituzione. Queste parole in quest'Aula sono scomparse, abrase, cancellate, dall'intervento buonista del collega Ermini, come sempre, ma il buonismo non serve sempre. Lui, che è un avvocato, dovrebbe rivendicare la dignità della toga e riferire le cose come stanno, perché capisco i pubblici ministeri - ognuno di noi è quello che è, anche in Aula - e capisco chi ha a cuore l'accusa, ma chi difende i cittadini difende i cittadini che ci scelgono perché ci danno un mandato. Io credo che prima di dire che questo è un sistema garantista si dovrebbe pensare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI. Signora Presidente, grazie. Questo è il chiaro esempio di come, in realtà, si voglia affossare il provvedimento, perché, come ha detto giustamente il presidente Sisto, è un emendamento che sposta soltanto di venti giorni un termine, e quindi è evidente che il fine è quello di volere rimandare al Senato il provvedimento per affossarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vito. Ne ha facoltà. Deputato Vito, intende intervenire?
ELIO VITO. Certo, signora Presidente.
ELIO VITO. Solo per invitare i colleghi, tramite lei, a non utilizzare più l'argomento che ho sentito anche dai banchi - credo - ancora dell'opposizione, da Sinistra e Libertà, che qualunque modifica fatta da questo ramo del Parlamento è per affossare il provvedimento, perché ne impedirebbe definitivamente l'approvazione, anche se quella modifica la si ritiene giustamente migliorativa.
PRESIDENTE. Deputato Laffranco, ha rinunciato?
PIETRO LAFFRANCO. No, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Non rinuncio perché sono solo pochi secondi. Intervengo per dire questo, signora Presidente suo tramite, al collega, che molto stimo, Ermini. Ha ragione lui: qui non siamo né avvocati, né medici, né altro, ma solo rappresentanti dei cittadini. Sarebbe dunque il caso che il collega Ermini, o chi lo ritengo opportuno, ricordi ad altri colleghi che qui sono appunto rappresentanti dei cittadini e non pubblici ministeri o magistrati e ricordi, soprattutto, in tali altri casi ai magistrati che sono tali e non soggetti politici .
PRESIDENTE. Prima di dare la parola ulteriormente, ho il dovere di informare l'Aula che il gruppo di Forza Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame e che la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
ENRICO COSTA. Grazie, Presidente. Io sono firmatario anche di questo emendamento ma vorrei porre una questione che è già aleggiata molto in quest'Aula e devo dire la porrei anche al rappresentante del Governo, perché in molti casi anche le cronache giornalistiche hanno lasciato intendere che questo provvedimento comunque non sarebbe pienamente soddisfacente e la condivisione dell'insoddisfazione sarebbe anche del Governo, tuttavia non si accoglierebbero gli emendamenti proprio per evitare un ulteriore passaggio al Senato e si accoglierebbe, però, un ordine del giorno che impegnerebbe il Governo a non si sa bene fare che cosa.
ENRICO COSTA. Oggi - e chiedo scusa, Presidente - mi pare che su un provvedimento di questa portata sia piuttosto sbagliato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Non vorrei entrare in disquisizioni, ma non siamo avvocati - questo lo voglio dire anch'io al collega Ermini e anche al collega Sisto - ma siamo rappresentanti dei cittadini e poiché siamo rappresentanti dei cittadini bisogna ricordarsi che la tutela del cittadino sta nella norma, nella parità dei diritti, nella difesa dei diritti costituzionali e non nelle contingenze, perché un vero Stato democratico si riconosce quando mantiene il suo assetto di difesa dei diritti proprio nelle difficoltà, perché dare la libertà quando tutto va bene sono capaci in diversi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DAVIDE MATTIELLO, . I pareri sono contrari.
GENNARO MIGLIORE,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DAVIDE MATTIELLO, . Grazie, Presidente. I pareri sono contrari.
GENNARO MIGLIORE,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.3 Sarti. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DAVIDE MATTIELLO, . Grazie, Presidente. I pareri sono contrari.
GENNARO MIGLIORE,. Conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 13.1 Nuti.
RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Si è detto per tanto tempo che l'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla mafia ha il problema di avere pochi dipendenti e che con questa legge si risolve questo problema dando più risorse. Però cosa si fa? Si introduce la possibilità che i dipendenti dell'Agenzia possano essere nominati anche amministratori giudiziari: quindi, da un lato, diamo risorse per aumentare il personale e, dall'altro, però, lo stesso personale può essere impiegato come amministratore giudiziario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. È veramente una legislatura singolare, in cui si ipotizzano incompatibilità di tutti i tipi e di tutti i generi, anche quelle affidate ad un minimo segmento in comune fra cariche “A” e cariche “B”, addirittura fra competenze pregresse - il “provvedimento Madia” - e competenze che si andrebbero ad affrontare addirittura dopo il pensionamento, e qui addirittura i dipendenti dell'Agenzia possono essere amministratori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Lo scandalo Saguto a Palermo, probabilmente, non ha insegnato nulla, in quanto sono stati introdotti alcuni limiti nelle nomine degli amministratori giudiziari, ma nessuna sanzione. Ebbene, se viene fatta una nomina illegittima di un amministratore giudiziario, nulla avviene, se non, forse, un provvedimento disciplinare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DAVIDE MATTIELLO, . I pareri sono contrari.
PRESIDENTE. Allora, aspetti, c'era anche l'articolo aggiuntivo. Tutto contrario, quindi, anche l'aggiuntivo?
DAVIDE MATTIELLO, . Sì, sì, tutto contrario.
GENNARO MIGLIORE,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Questa è una battaglia che stiamo portando avanti, su questo provvedimento, fin dall'inizio e, sinceramente, non si capiscono le ragioni per cui la maggioranza non vuole dire un “sì” chiaro rispetto alla possibilità di aiutare e dare un segnale importante alle Forze di polizia di questo Paese, che si ritroverebbero, semplicemente - visto che spesso non ci sono i soldi per poter ristrutturare le case, per esempio, confiscate alla mafia - con la possibilità di ristrutturarsele sulla base delle loro spese, cioè a spese proprie, dei poliziotti stessi. Avrebbero la possibilità di ristrutturarsele e di viverci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento per illustrarlo e ne approfitto, anche, per illustrare il successivo che, sostanzialmente, è simile, pone cioè la stessa questione. Infatti, noi riteniamo davvero incomprensibile - questo è accaduto nel passaggio al Senato - come questa norma, già contemplata nella stesura del testo votato dalla Camera, in prima lettura, sia stata poi soppressa. In realtà, noi, qui stabiliamo che i beni acquisiti al patrimonio dello Stato, attraverso l'applicazione degli istituti di contrasto alla criminalità organizzata, possano ricevere una destinazione specifica rispetto agli appartenenti alle forze dell'ordine e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e agli appartenenti alle Forze armate, che possono utilizzare questi immobili anche per finalità alloggiative. Peraltro, l'articolazione del nostro emendamento, in particolare, rimodella sostanzialmente e ripropone quello che è il modulo applicativo già oggi vigente rispetto ai beni demaniali, sia per quanto riguarda la durata dei contratti, sia per quanto riguarda l'incidenza delle spese eventualmente anticipate dall'interessato per la ristrutturazione e messa in sicurezza dell'immobile. Per cui, a diritto vigente, questo oggi già è possibile rispetto a tutto il patrimonio demaniale e non si comprende per quale ragione, rispetto a questi beni, che dovrebbero viceversa avere una destinazione dedicata, ciò non sia possibile; il che si tradurrebbe anche in un vantaggio dal punto di vista economico per lo Stato, perché, a costi sostanzialmente invariati, verrebbe condotta anche un'ampia e diffusa attività di manutenzione e di conservazione del patrimonio acquisito alla mano pubblica .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ELIO VITO. Signora Presidente, come ha già detto bene il collega Sarro, intervenendo sulla proposta emendativa precedente di tenore analogo, non si capiscono le ragioni, se non una pervicace volontà di non apportare modifiche migliorative a questo provvedimento, per le quali la maggioranza e il Governo hanno dato parere contrario a questa norma, che era già contenuta nel testo licenziato precedentemente dalla Camera. Quindi, null'altro che non avesse già trovato questo ramo del Parlamento favorevole. Di cosa si tratta? Della possibilità di destinare al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e della Guardia di finanza gli immobili confiscati. È evidente che questa è una finalità in più, una possibilità in più, che la legge verrebbe a consentire all'Amministrazione, che detiene la gestione dell'immobile, ed è evidente che è una finalità che corrisponde, da una parte, alle esigenze del personale che più merita l'assegnazione di questi immobili, perché è il personale che ha contribuito con il proprio sacrificio e il proprio lavoro all'attività investigativa che ha determinato la confisca di quell'immobile, e, dall'altra parte, questo consentirebbe anche che di quell'immobile si faccia un uso che corrisponda alle finalità complessive della nostra collettività e del nostro sistema sociale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Siccome, sa, Presidente, c'è un atteggiamento anche omertoso da parte di chi, nella maggioranza, preferisce stare lì, guardare il proprio cellulare, stare magari ai banchi del Governo, non rispondere e non alzare lo sguardo, allora farò nomi e cognomi delle persone a cui mi rivolgo, che, avendo un ruolo importante, possono dare una risposta, perché non chiediamo di essere d'accordo, chiediamo una risposta e credo che questa risposta debba essere data non tanto al MoVimento 5 Stelle, ma, faccio l'elenco, alle Forze di polizia, alle Forze armate e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Grazie, Presidente, telegraficamente, aggiungendomi alle considerazioni che sono state già espresse da chi mi ha preceduto: come ha ricordato l'onorevole Vito, questa iniziativa sarebbe un'iniziativa onesta, un'iniziativa giusta, un'iniziativa anche nobile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI. Grazie, signora Presidente, deluderò il collega Bonafede, si dovrà accontentare della risposta di un semplice componente della Commissione giustizia. So che da futuro Ministro della giustizia, potrà parlare con i Capi di Stato e di Governo, oggi si dovrà accontentare di me.
ELIO VITO. Vergognati! Le forze dell'ordine non hanno niente!
DAVID ERMINI. Io dico questo: noi siamo così attaccati e vogliamo così bene alle Forze dell'ordine, che lo avevamo già votato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.
RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente, purtroppo ho sentito delle incoerenze nell'ultimo intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie Presidente, per rilevare come sia stato assolutamente epifanico l'intervento del collega Ermini, quando ci ha detto che in corso di fine legislatura i provvedimenti e gli interventi vengono fatti a misura dei .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Presidente, rubo pochi secondi proprio perché il tema è importante, il tema è delicato, è sentito ed è probabilmente condiviso e le parole del collega Ermini ne sono probabilmente la conferma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, invero il contenuto dell'emendamento è già stato ampiamente illustrato, in maniera egregia, dal collega Sarro. Io voglio solo sottolineare come in realtà - e lo ha detto e argomentato correttamente il collega Sarro - quest'emendamento non necessitasse affatto della copertura finanziaria e come, dunque, il parere della Commissione bilancio sia un parere soltanto politico, con il quale si è voluta trovare una giustificazione tecnica all'affossamento politico di una proposta emendativa presentata. Null'altro. Infatti, è di tutta evidenza che le coperture o necessitavano anche nel precedente passaggio parlamentare o non necessitano neanche oggi. Non necessitano. State buttando giù la maschera, in realtà, di questa questione, come conferma il mancato intervento del Governo, che non prende alcun impegno. come dicono a Roma.
PRESIDENTE. Beh, adesso, lasciamo stare come si dice a Roma.
MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente. In realtà, il parere della bilancio ci vuole, ma è un parere che dovrebbe andare posto il fatto che c'è l'anticipazione delle spese da parte degli agenti. Ma, siccome io non ho da questo viaggio, vorrei mettere le cose in chiaro. Se è un buon emendamento, si vota. Se è un buon emendamento, il Governo esprime parere difforme dal relatore e dice che è a favore. Se è un buon emendamento, ci si adopera per andare al Senato e spiegare che il parere della bilancio, che qui dovrebbe essere corretto, deve essere dato in un altro modo, perché non c'è spesa. Nella realtà, voi non lo volete fare questo provvedimento, perché il provvedimento non è teso alle forze dell'ordine: il provvedimento è teso esclusivamente a ingraziarsi il buon viso di certi pubblici ministeri, l'hanno capito anche i sassi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
DAVIDE MATTIELLO, . Emendamento 24.1 Sarti, parere contrario.
GENNARO MIGLIORE,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DAVIDE MATTIELLO, . Presidente, pareri contrari.
PRESIDENTE. Tutti contrari. Il Governo?
GENNARO MIGLIORE,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
DAVIDE MATTIELLO, . Grazie, Presidente. I pareri sono tutti contrari, anche sull'articolo aggiuntivo.
GENNARO MIGLIORE,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DAVIDE MATTIELLO, . Grazie, Presidente. I pareri sono contrari.
GENNARO MIGLIORE,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 al quale non sono state presentate proposte emendative.
RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Prendo atto che si possono fare gli interventi a caso, perché, se si alza la mano esattamente nel tempo in cui si sta per dichiarare il voto e, quindi, fare la dichiarazione di voto sull'articolo 29, lei, nonostante questo, dice: non l'ho vista. A questo punto io, sull'articolo 30, parlo relativamente all'articolo 29, perché lei mi ha impedito di fare la mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e la Ministra per i Rapporti con il Parlamento.
PRESIDENTE. Il deputato Vignali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi n. 3-03266 di cui è cofirmatario. Le ricordo che ha un minuto. Prego.
RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente, sarò velocissimo. Nella legge di bilancio 2016, un nostro emendamento ha precisato che il PON 2014-2020 relativo all'istruzione si riferisce a tutto il sistema di istruzione, cercando di porre fine a un'evidente discriminazione che a noi risulta ingiustificata. Infatti il sistema nazionale di istruzione comprende tutte le scuole, sia quelle statali che quelle paritarie, siano esse private o degli enti locali.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, ringrazio gli onorevoli Lupi e Vignali che, con la presente interrogazione, consentono di illustrare i recenti sviluppi su questa vicenda, su cui era già intervenuta la Ministra Fedeli in quest'Aula nella seduta del 27 aprile scorso.
PRESIDENTE. Il collega Vignali, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, signor Ministro. Sono soddisfatto della risposta. Abbiamo trovato strano che nell'Accordo di partenariato, fra l'altro, si usasse anche una terminologia non conforme alla norma italiana, perché la legge n. 62 del 2000, la nota “legge Berlinguer”, parla di scuole paritarie, private e degli enti locali, mentre, invece, si continuano ad usare talvolta termini anacronistici, non solo per una questione culturale; noi pensiamo che pubblico sia il servizio, non chi lo gestisce, soprattutto se sottostà a tutte le regole che, evidentemente, riguardano i pubblici. Allo stesso tempo, ci auguriamo che l'Accordo di Partenariato possa essere modificato in tempi rapidi, che consentano anche, evidentemente, di non essere penalizzati, poi, dall'inoperatività che, nella primavera prossima, per tante ragioni, dovrà necessariamente riguardare anche il Governo per il cambio di legislatura.
PRESIDENTE. Il deputato Galati ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03267 per un minuto.
GIUSEPPE GALATI. Grazie, Presidente. Ministro, in un momento così delicato per la crescente sperequazione economica tra le diverse aree del Paese, appaiono meritevoli di attenzione alcune notizie che sono apparse sui media nazionali, proprio relative ai costi di funzionamento dell'Agenzia. Due sono i punti sostanziali: da una parte, una proliferazione di incarichi di consulenza di durata settennale, con conseguente lievitazione dei costi, dall'altro, profili di scarsa trasparenza sull'effettivo numero di collaboratori. Ovviamente, la questione di fondo, Ministro, è se lei è a conoscenza, pur nell'autonomia dell'Agenzia, di queste informazioni, ma, soprattutto, se ritiene che il rapporto tra il costo del funzionamento della struttura e i livelli della - se noi pensiamo ai dati, si parla soltanto sul sito della Commissione dell'1,2 per cento della spesa dei fondi - sia coerente rispetto agli obiettivi della politica di coesione del nostro Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, De Vincenti, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, come è noto l'Agenzia per la coesione territoriale ha ereditato alcune delle funzioni e delle competenze che in precedenza facevano capo al Ministero dello sviluppo economico. La legge istitutiva, nel disporre che non dovessero derivare ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato, ha dotato l'Agenzia di autonomia amministrativa, contabile e di bilancio. La medesima norma istitutiva, inoltre, ha fissato in 200 unità la pianta organica, in conseguenza dei trasferimenti delle risorse umane strumentali e finanziarie all'Agenzia per la coesione e alla Presidenza del Consiglio dei ministri e ha corrispondentemente ridotto le analoghe strutture e risorse del Ministero dello sviluppo economico.
PRESIDENTE. Concluda, Ministro.
CLAUDIO DE VINCENTI,. E questa è considerata dalla Commissione europea, in una nota ufficiale del luglio scorso, una delle migliori in Europa.
PRESIDENTE. Il deputato Galati ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIUSEPPE GALATI. Ministro, la sua risposta rende parziale soddisfazione alle questioni poste, perché se è vero che le Agenzie costituiscono enti pubblici strumentali dotati di autonomia, sono comunque soggette all'indirizzo e al controllo. Ma, soprattutto, perché intorno a questa partita dei fondi, si gioca una partita delicata, cruciale per la ripresa del Mezzogiorno del Paese, se ricordiamo che anche gli ultimi dati sulla distribuzione dei redditi dei lavoratori e dei profitti delle imprese non sono affatto incoraggianti. Tanto per fare un esempio che rende bene l'idea della sperequazione, il centro studi Confcommercio dà il valore medio del PIL in Calabria a 17.000 euro annui a fronte dei 39.000 euro del Trentino. Questi numeri dicono una cosa sostanziale, che per tutti i soggetti e le strutture coinvolte nella politica di coesione è arrivato il momento della responsabilità. E le Agenzie nascono - questo dovrebbe essere il fine - con la finalità di abbattimento della filiera burocratica, ma anche di efficienza e di efficacia, con maggiori spazi per la pianificazione e il controllo di gestione.
PRESIDENTE. Il deputato Pisicchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03268 .
PINO PISICCHIO. Onorevole Presidente, onorevole Ministro, il decreto legge n. 91 del 2017, poi convertito con la legge n. 123, ha istituito le zone economiche speciali, in acronimo ZES. Si tratta di zone geograficamente limitate, comprendenti almeno un'area portuale, con caratteristiche stabilite da un regolamento europeo del 2013, all'interno delle quali le aziende potranno fruire di speciali condizioni fiscali ed amministrative per gli investimenti e per lo sviluppo nel Sud, con modalità e criteri da definire con un DPCM, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della stessa legge.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, De Vincenti, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Presidente, onorevoli deputati, come evidenziato dall'onorevole Pisicchio, il decreto-legge “Mezzogiorno” ha introdotto per la prima volta un quadro normativo organico in merito alla possibilità di istituire, anche nel nostro Paese, le zone economiche speciali. Consentitemi di sottolineare in questa sede l'importanza del risultato raggiunto, grazie ad un fattivo lavoro di collaborazione tra Governo e Parlamento.
PRESIDENTE. Il collega Pisicchio ha facoltà di replicare. Ha due minuti.
PINO PISICCHIO. Grazie. Apprezziamo la risposta del Ministro, così come abbiamo apprezzato il fatto che un riferimento al Mezzogiorno, in questo Esecutivo, è tornato a rendersi visibile nell'azione del Governo e, mi si consenta, anche nel lessico, visto che, solo dopo ventiquattro anni, ritroviamo un Ministero che fa esplicito riferimento al Sud. Da due decenni almeno, infatti, era assente dalle azioni di politica economica dei Governi uno specifico intervento per il Mezzogiorno, assenza spezzata dal decreto n. 91, che ha istituito le zone economiche speciali.
PRESIDENTE. Il deputato Paolo Russo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03269 . Le ricordo che ha un minuto.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Ministro, il divario tra Nord e Sud ha raggiunto ormai livelli non tollerabili ed al storico si aggiungono nuove forme di discriminazione e di ingiustizia. Il modello di riparto dei fondi di solidarietà comunale ha prodotto un risultato che è paradossale, per non dire beffardo. Il riparto di queste risorse dovrebbe garantire asili e mense in modo eguale sull'intero territorio nazionale, mentre invece due terzi di queste risorse vanno al Nord e solo un terzo al Sud. Il risultato è che questo riparto, che dovrebbe essere perequativo, garantisce 138 euro a Bologna, 59 euro a Napoli, 32 euro a Palermo e 17 a Giugliano. Come ritiene, questo Governo, rimediare a questa ingiustizia, passando dalla discriminante spesa storica alla più logica spesa sulla base delle vere esigenze?
PRESIDENTE. Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, De Vincenti, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, in merito al Fondo di solidarietà comunale, di cui alla legge di stabilità 2013, fornisco una serie di elementi acquisiti dal Ministero dell'Interno, presso il quale è istituito il suddetto fondo e le cui risorse sono ripartite annualmente con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, predisposto previo accordo da raggiungere in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie.
PRESIDENTE. Il collega Paolo Russo ha facoltà di replicare.
PAOLO RUSSO. Ministro, le assicuro, sono colpito e imbarazzato per il fatto che lei, in parte, come dire, conferma la nostra perplessità. Insomma, l'assenza di un servizio in un comune si traduce in uno “zero” proprio per quel comune, in quanto a fabbisogno. Il tema che noi abbiamo posto è questo. Noi abbiamo chiesto perché quel criterio, che penalizza chi non ha e dà vantaggi a chi ha, una sorta di Robin Hood al contrario, ma non mi meraviglio se, nello “Sblocca Italia” per i trasporti dei 5 miliardi, 4,7 miliardi per il nord e solo 60 milioni per il sud: è evidente che siamo di fronte ad una palese ingiustizia.
PRESIDENTE. Il deputato Roberto Capelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03270 . Ha un minuto.
ROBERTO CAPELLI. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, è un'interrogazione datata, per cui io spero che lei possa in qualche modo cambiare o rassicurare, con la sua risposta, rispetto al problema che ho sollevato mesi fa, riguardante i gravi ritardi nella predisposizione delle procedure informatiche necessarie alla presentazione della domanda per l'istruttoria prevista dalla direttiva dell'attuazione del “Pacchetto giovani”, il programma di sviluppo rurale della regione Sardegna, e ovviamente sviluppo e formazione delle graduatorie delle domande ritenute ammissibili. È un problema che si è presentato, è un problema legato alla SIAN, al portale nazionale, è un problema che spero, in questi mesi, si sia potuto quantomeno affrontare, se non del tutto risolvere. È un problema che deve dare risposta a 3 mila giovani che attendono di comprendere quale potrà essere il loro futuro.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
MAURIZIO MARTINA,. Signor presidente, onorevoli deputati, noi siamo consapevoli di alcune criticità poste dagli interroganti, che ringrazio, e proprio su questo l'organismo pagatore Agea si sta adoperando.
PRESIDENTE. Il collega Capelli ha facoltà di replicare.
ROBERTO CAPELLI. Signor Ministro, io dovrei dichiararmi soddisfatto o meno della sua risposta. Io sono perfettamente a conoscenza della procedura, di quando è stata aperta, nel 2015, per la presentazione delle domande, ma la mia richiesta era di chiarire quando arriveranno le risposte: è questo il problema fondamentale.
PRESIDENTE. Il deputato Gallinella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03271 per un minuto.
FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. Ministro, come sa, il MoVimento 5 Stelle si opporrà alla ratifica del CETA, perché riteniamo che oramai il mercato va in una direzione sbagliata: bisogna mettere un freno alla globalizzazione, che ci ha reso evidentemente tutti più poveri.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere.
MAURIZIO MARTINA,. Signor Presidente, io credo sia importante aver avviato sul Trattato un dibattito, un confronto pubblico per approfondire meglio gli aspetti, non solo economici, di un Trattato di così ampia portata; un percorso che, come ricorderete, è iniziato nel 2009, che ha visto l'approvazione del Parlamento europeo nel febbraio 2017 e che adesso è in corso di ratifica da parte di tutti i Paesi membri. Entrando nel merito delle questioni poste dall'interrogante, credo sia necessario sottolineare che il CETA rappresenta un primo passo soprattutto a difesa delle nostre piccole e medie imprese. È per loro che abbiamo bisogno di regole giuste, di mercati aperti, e io reputo un avanzamento positivo il venir meno di dazi, di burocrazia e di barriere che sono collegate allo sviluppo di queste attività produttive agroalimentari italiane.
PRESIDENTE. Il collega Gallinella ha facoltà di replicare, per due minuti.
FILIPPO GALLINELLA. Presidente, è chiaro che non ci possiamo ritenere soddisfatti, per un semplice motivo. Innanzitutto, le due questioni poste da noi chiedevano quali sono le basi sulle quali si prevede un guadagno per l'Italia, ma non ce le ha mostrate, ha solo teorizzato le tutele. Sicuramente qualcuno ci guadagnerà, questo è evidente. Nella globalizzazione solitamente pochi diventano più ricchi e molti diventano tanto poveri, e probabilmente avremo questo risultato, ahimè. Soprattutto, la seconda questione: se le cose che lei dice, signor Ministro, fossero vere, può anche essere che non funzioni, come dice lei. E se non funziona, che facciamo? Qual è la clausola di uscita? A questa seconda domanda lei continuamente non ha risposto. Ha solo citato alcuni dati, ma questi si potranno trovare sui giornali, su Wikipedia, queste cose le sapevamo già. Volevamo sapere qualcosa di più, ma lei non ci ha fornito le risposte. La globalizzazione - lo ripeto qui - e tutte queste politiche liberiste senza controllo, che tolgono agli Stati la propria sovranità, ci hanno reso più poveri. L'abbiamo visto con il riso, con il riso importato dal Vietnam. Che fanno i produttori del riso? Sono arrabbiati. E lei non ha fatto nulla, l'Europa non ha fatto nulla. L'olio tunisino è un altro esempio di come una politica commerciale sbagliata fa un danno all'Italia. Continuiamo. Fra poco avremo il MES, che vorrà fare la Germania o l'Europa? Vorremo combattere contro questa globalizzazione? Noi siamo preoccupati, vogliamo rimettere in discussione tutte le politiche commerciali. L'Italia, purtroppo, ha delegato, oltre la sovranità monetaria, anche la sovranità sugli accordi commerciali. E chi ne risponde? Chi ne paga le conseguenze? I produttori più piccoli, che non hanno possibilità, magari, di difendersi dai grandi volumi di merci, che arrivano qua senza controllo, perché - lo vogliamo ricordare - le nostre dogane non sono tutti efficienti in Europa e questo fa un danno commerciale soprattutto all'Italia, che è un Paese trasformatore e produttore. E, soprattutto, i consumatori non ci capiranno più nulla, perché l'etichettatura è un'altra materia, come la tutela del che l'Europa non vuole sapere. Quindi, noi vogliamo mettere un freno e, per questo, ci opporremo al CETA in tutte le sedi. Secondo me, lei fa un grande errore, perché non vuole tutelare e risolvere i problemi dell'agricoltura italiana. Abbiamo sentito di Agea, ma c'è il sistema allevatoriale, i piani cerealicoli, olivicoli, c'è la tutela del biologico. Ecco, su queste cose lei dovrebbe lavorare, non sulla globalizzazione
PRESIDENTE. Il deputato Melilla ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-03272 .
GIANNI MELILLA. Grazie signor Presidente. Signor Ministro, quest'estate, un numero impressionante di incendi ha scatenato l'inferno in tante regioni italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere.
MAURIZIO MARTINA,. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di tutto ritengo doveroso esprimere, anche qui, una forte condanna degli atti dolosi, che hanno portato a una delle più gravi emergenze sul fronte degli incendi degli ultimi anni, una situazione aggravata dalla siccità eccezionale di quest'anno, ma che ha visto nell'assoluta maggioranza dei casi, purtroppo, la mano colpevole dell'uomo. Voglio ringraziare le Forze dell'ordine e i tanti volontari, che hanno lavorato in maniera straordinaria, per lo spegnimento e l'individuazione dei responsabili dei roghi.
PRESIDENTE. Il collega Melilla ha facoltà di replicare.
GIANNI MELILLA. Signor Ministro, al di là della cortesia con cui ha voluto rispondere alla mia interrogazione, i punti che io ho voluto mettere al centro della mia interrogazione non sono stati oggetto di alcuna risposta concreta.
PRESIDENTE. La deputata Palma ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliverio n. 3-03273 di cui è cofirmataria.
GIOVANNA PALMA. Grazie. Premesso che i dati del Censimento agricoltura 2010 hanno mostrato la grande difficoltà di ricambio generazionale nel settore agricolo, dovuto, da un lato, al processo di senilizzazione, che ha determinato un freno alla competitività, e, dall'altro, ai rischi di carattere ambientale, legati all'abbandono e alla conseguente riduzione della gestione del territorio, tuttavia dobbiamo dire che, nel 2015, si è registrata un'inversione di tendenza, che ha praticamente aumentato del 35 per cento gli agricoltori al di sotto dei 35 anni, che tra imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperative agricole sono arrivati a superare le 70 mila unità. Si tratta di una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori, che non si sono limitati soltanto a produrre alimenti ma che stanno contribuendo a difendere la cultura e la bellezza del nostro Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere.
MAURIZIO MARTINA,. Signor Presidente, onorevoli deputati, ringrazio gli interroganti, perché ci danno la possibilità di trattare un argomento decisivo, come il ricambio generazionale in agricoltura.
PRESIDENTE. Il collega Zanin, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIORGIO ZANIN. Grazie, Ministro. Sono particolarmente soddisfatto della risposta che attesta quanto il Governo sia consapevole dell'importanza di politiche che assicurino il necessario ricambio generazionale, rendendo così protagoniste le giovani generazioni di una nuova fase dell'agricoltura italiana. Anche lei ha riconosciuto che il Parlamento ha accompagnato questo percorso che ha, peraltro, nel Paese un'attestazione di largo interesse da parte dei giovani, a dimostrazione anche del fatto che l'attività in campo agricolo è un fattore tradizionale ma che ha futuro nel nostro Paese.
GIORGIO ZANIN. …il patrimonio acquisito. Io credo che sia necessario proseguire su questa strada per restituire al nostro Paese questa forza .
PRESIDENTE. La deputata Barbara Saltamartini ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03274 .
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Signora Ministro, la Lega Nord fin dallo scorso 10 agosto - quindi, ben prima che poi autorevoli esponenti delle istituzioni locali esprimessero le loro perplessità - aveva denunciato la poca chiarezza circa l'utilizzo e, soprattutto, circa i criteri che avevano determinato l'utilizzo dei fondi raccolti tramite i canali degli sms solidali in occasione, in particolare, dei gravissimi eventi sismici che hanno riguardato il centro Italia a partire dallo scorso 24 agosto, ritenendo che ognuno dei milioni di cittadini italiani, che in maniera volontaria ha donato i propri 2 euro, avesse e ha il diritto di sapere, con estrema trasparenza, dove sono finiti i suoi soldi.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO,. Grazie, Presidente. Rispondo ai quesiti che sono stati posti sulla base degli elementi forniti dal Dipartimento della protezione civile e preciso che, grazie alla raccolta solidale svolta attraverso il numero appositamente istituito, gli operatori della telefonia hanno versato ad oggi 23.020.963 euro. A tali somme si aggiungono gli 11.511.670 derivanti dalle donazioni ricevute tramite il conto corrente dedicato, che è stato aperto presso il Monte dei Paschi di Siena.
PRESIDENTE. La ringrazio…
ANNA FINOCCHIARO,. A tale proposito segnalo, infine, che gli interventi richiesti dal comune di Amatrice risultano coperti a valere sul Fondo per la ricostruzione e, comunque, da specifiche risorse a tale comune destinate e derivanti da donazioni dirette.
PRESIDENTE. La collega Saltamartini ha facoltà di replicare.
BARBARA SALTAMARTINI. Io la ringrazio, Ministro, però purtroppo la sua risposta non dà conto della necessità di massima trasparenza, anche perché lei giustamente ha fatto riferimento al sito della Protezione civile da cui si possono evincere quali sono i progetti decisi dal comitato dei garanti, comitato dei garanti - ricordo - che deve essere formato da personalità di indiscussa e riconosciuta moralità e indipendenza, così come previsto ovviamente dal protocollo. Dunque, diciamo, fa un po' sorridere che tra le persone di indiscussa indipendenza risultino nominati dalla regione Lazio Vincenzo Gagliani Caputo, che, come sappiamo, è stato segretario generale del comune di Roma con la giunta Veltroni e poi oggi è segretario generale della giunta del Lazio a guida Zingaretti, perché, ovviamente, di solito il presidente della regione, piuttosto che un sindaco, cercano persone di fiducia, quindi, insomma, in qualche modo vicine anche magari politicamente. Così come la regione Marche, sempre a guida Partito Democratico, ha nominato, tra questi autorevoli e indipendenti esponenti del comitato che deve decidere dove mandare i fondi, un ex parlamentare del Partito Democratico, sulla cui indipendenza, sicuramente come persona ce n'è tanta, ma politicamente sicuramente ce n'è meno.
PRESIDENTE. Deve concludere.
BARBARA SALTAMARTINI. Ecco, vede, qui c'è un problema di fondo, Ministro, e il problema di fondo riguarda la preoccupazione che molti cittadini hanno che, in carenza di fondi necessari che lo Stato dovrebbe mettere su alcuni interventi, si utilizzino i soldi dei cittadini e non le risorse già stanziate dallo Stato. Ecco perché crediamo che su questa vicenda occorra andare fino in fondo, anche perché qui non è soltanto il problema di Amatrice, sarebbe povero chiudere il ragionamento solo ad Amatrice, come alcuni giornali hanno tentato di fare. Il sindaco giustamente denuncia le difficoltà del proprio territorio. Qui ci sono più comuni…
BARBARA SALTAMARTINI. …che stanno denunciando la carenza di fondi per mettere in sicurezza o riavviare la ricostruzione. Ebbene, su questo il nuovo commissario dovrebbe interrogarsi.
PRESIDENTE. Il collega Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03275 .
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Signora Ministro, la vicenda Ryanair rileva su almeno due grandi profili: quello dei consumatori, sui quali c'è stata giustamente grande attenzione e ce ne deve essere ancora di più, perché è di queste ore la notizia di ulteriori centinaia di cancellazioni di voli che riguardano circa 400 mila passeggeri. C'è stata meno attenzione sulle condizioni del lavoro. Quanto si è verificato non è stato dovuto a un cattivo del personale e a una cattiva programmazione delle ferie, ma è dovuto all'abbandono da parte di centinaia di piloti per le condizioni contrattuali insostenibili, l'assenza di diritti sindacali, a loro volta conseguenza di direttive europee. Allora, le chiediamo quali misure intenda prendere il Governo per migliorare gli standard sociali che assistono il mercato interno.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO,. Grazie, Presidente. Rispondo ai quesiti posti sulla base degli elementi forniti dal Ministro Delrio, che è impossibilitato a partecipare a questa seduta.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANNA FINOCCHIARO,. Per gli aspetti giuslavoristi, il Ministero del lavoro ha informato che alcune organizzazioni sindacali nei mesi scorsi hanno richiamato l'attenzione su criteri e modalità di gestione del proprio personale da parte di Ryanair, richiedendo l'intervento degli organi di vigilanza. In particolare, vengono lamentate condotte elusive degli istituti contrattuali nazionali, trattandosi di lavoratori assunti con contratto di lavoro irlandese, ma stabilmente operativi presso le diverse basi di Ryanair sul territorio italiano. Le suddette organizzazioni sindacali hanno lamentato la violazione della disciplina…
ANNA FINOCCHIARO,. …del distacco dei lavoratori. Consegno, comunque, la risposta che…
PRESIDENTE. Non si può consegnare. Magari avrete modo di confrontarvi.
ANNA FINOCCHIARO,. Avremo modo di confrontarci.
PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di replicare. Cerchiamo di stare nei tempi, per favore.
STEFANO FASSINA. La ringrazio, signora Ministro. Spero che nella parte che non è riuscita a leggere ci sia qualche indicazione rispetto ai quesiti che abbiamo posto, perché, come ho detto, noi abbiamo voluto centrare l'attenzione sulla questione lavoro. Sulla questione passeggeri c'è attenzione e la continuiamo a seguire, e abbiamo chiesto che cosa intenda fare il Governo, non la descrizione dei procedimenti avviati da alcune organizzazioni sindacali. Qui siamo di fronte all'evidente risultato di principi fondativi dei trattati europei, di principi fondativi del funzionamento del mercato unico, che evidenziano come la concorrenza sia giocata sulla pelle dei lavoratori, delle lavoratrici e sul sociale. La direttiva Bolkestein, la direttiva sui che lei ha richiamato, la direttiva sui servizi professionali giocano sulla svalutazione del lavoro.
PRESIDENTE. Il collega Murgia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-03276 di cui è cofirmatario, per un minuto.
BRUNO MURGIA. Signor Presidente, Ministro, nell'ambito dell'inchiesta “Chiamata alle armi”, lunedì 25 settembre, la Guardia di Finanza ha disposto trenta misure cautelari a carico di docenti universitari tutti accusati di corruzione per concorsi universitari truccati e assegnazione fraudolenta di cattedre, sette dei quali sono stati arrestati mentre altri sono stati interdetti dall'esercizio delle funzioni. L'inchiesta nasce, come abbiamo letto dai giornali, da una coraggiosa denuncia di un ricercatore italiano, Philip Laroma Jezzi, che ha raccontato le oscene proposte che gli venivano fatte. Le indagini, come ha affermato la Guardia di Finanza - ma non sono certamente delle novità - hanno consentito di accertare i sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario. Vorrei capire che cosa il Ministero intenda fare riguardo a tali questioni.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO,. Grazie, Presidente. Rispondo ai quesiti sulla base degli elementi forniti dalla Ministra Fedeli che è impossibilitata a partecipare.
PRESIDENTE. Il collega Murgia ha facoltà di replicare.
BRUNO MURGIA. Grazie Ministro, lei certamente è un personaggio politico molto autorevole tuttavia sono convinto che a questa interrogazione avrebbe dovuto rispondere il Ministro in persona perché i fatti sono così rilevanti che ci fanno pensare che non venire in Aula sia un fatto grave di per sé.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Gioacchino Alfano, Amici, Baretta, Biondelli, Bobba, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Capelli, Causin, Dambruoso, De Micheli, Dellai, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Gozi, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Manciulli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Migliore, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Tabacci, Valeria Valente e Velo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 1039-B ed abbinate.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
GENNARO MIGLIORE,. Presidente, ordine del giorno Palese n. 9/1039-B/2, parere favorevole. Ordine del giorno Carrescia n. 9/1039-B/3, proponiamo una riformulazione del dispositivo che illustro rapidamente, ed è la seguente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità:”; poi il primo capoverso, di assumere azioni incisive così come è scritto, e il secondo capoverso, “di attrezzare, salvi i limiti della finanza pubblica, le competenti amministrazioni (…)”, e poi continua come è scritto l'ordine del giorno stesso. Quindi, sostanzialmente introduce l'espressione: “valutare l'opportunità” per entrambi i capoversi, e introduce il criterio dei limiti della finanzia pubblica sul secondo punto del dispositivo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Marotta n. 9/1039-B/è stato, dunque, ritirato.
GIULIA DI VITA. Questo ordine del giorno prevede semplicemente ulteriori sanzioni, anche di natura pecuniaria, a carico degli amministratori giudiziari in caso di nomine illegittime. Queste sanzioni aggiuntive possono essere di carattere economico o, per esempio la sospensione o la cancellazione dall'albo degli amministratori giudiziari, oppure ancora la revoca degli incarichi di amministrazione giudiziaria illegittimamente ricevuti e la non liquidazione dei relativi compensi maturati: perché chiaramente prevedere delle norme senza la sanzione, abbiamo visto purtroppo con dei casi eclatanti, per esempio il caso Saguto al tribunale di Palermo, che non serve assolutamente a niente. Quindi, chiediamo all'Aula di votare a favore di questo ordine del giorno, che, alla fine, è un semplice impegno; poi il Governo vedrà come porlo in essere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
RICCARDO NUTI. Nel mondo delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia oltre il 95 per cento fallisce. Anche la “relazione Gratteri”, così come questa proposta, ha previsto l'introduzione dello strumento della destinazione anticipata, quantomeno la possibilità della destinazione anticipata, cioè la possibilità di vendere l'azienda prima che questa venga spolpata o venga, diciamo, portata al fallimento da amministratori giudiziari che probabilmente o non sono in grado, o eventualmente, come nel caso di Palermo, si sono dimostrati veramente scarsi, per essere gentili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Nel chiedere di sottoscrivere comunque l'ordine del giorno Gregorio Fontana, osservo che quanto proposto in questo ordine del giorno è assolutamente inaccettabile perché significa ulteriormente anticipare gli effetti di un provvedimento che, in qualche maniera, noi abbiamo cercato disperatamente in Aula di evitare che potesse essere collegato a dei segnali non in linea con i principi costituzionali. Questo addirittura pretenderebbe di impegnare il Governo a destinare direttamente i beni ad attività irreparabili o a destinazioni irrecuperabili, prima che vi possa essere una garanzia giurisdizionale. Pertanto, voteremo contro questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Collega Sisto, interveniamo dopo magari; interverrà dopo sull'ordine del giorno n. 9/1039-B/24 Verini.
FRANCESCO PAOLO SISTO. La prego di darmi la parola poi.
PRESIDENTE. Sì, dopo, le darò la parola.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, collega, ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Come si suol dire, colgo l'occasione di questo ordine del giorno del collega Ferraresi, che invita a prevedere sanzioni specifiche a carico degli amministratori giudiziari, per segnalare come la logica di questo ordine del giorno vada in rotta di collisione con l'ordine del giorno n. 9/1039-B/24 che sarebbe l'ordine del giorno che il Governo vorrebbe indicare all'Aula come impegnativo - impegnativo - ad eliminare la screanzataggine, se si potesse dire, di reati comuni puniti come indiziati, con misure di prevenzione personali e patrimoniali. Questo sarebbe l'impegno del Governo assunto pubblicamente dal Ministro: provvedere con un emendamento alla finanziaria o con un decreto-legge (e io vorrei che questo impegno fosse ribadito in quest'Aula dal Governo) per intervenire immediatamente, pur di avere l'immediata approvazione del codice antimafia, secondo gli inviti di Cantone, di Violante, di Cassese, di chi più ne ha più ne metta, che hanno ribadito l'assurdità di questa disciplina.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Nel corso dell'iter legislativo al Senato, il testo di questo provvedimento ha subito, anche per il contributo dei socialisti, modifiche migliorative sostanziali, come quella che prevede che l'applicazione delle nuove norme sia conseguente al reato di associazione a delinquere, e non solo di corruzione, per delimitare e restringerne il campo di applicazione ai casi più gravi.
PIA ELDA LOCATELLI. …meritava, secondo noi, una migliore definizione. Con questo testo, infatti, si finisce per estendere l'applicazione di misure speciali - diciamolo pure - sostanzialmente di polizia, anche al di là dei confini dei reati strettamente connessi all'attività mafiosa e terroristica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Segoni. Ne ha facoltà. Ricordo che ha tre minuti.
SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Alternativa Libera voterà favorevolmente al provvedimento, recante modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Buttiglione. Ne ha facoltà, per tre minuti.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi siamo in grande imbarazzo perché abbiamo sempre sostenuto tutte le misure contro la mafia, da un lato, e contro la corruzione, dall'altro, e sappiamo che c'è una forte spinta della pubblica opinione per adottare nuove misure ancora più severe. Tuttavia, abbiamo l'impressione che una classe politica diligente debba avere il coraggio di spiegare alla popolazione che ci sono delle misure le quali in primo luogo sono poco efficaci perché hanno in parte l'effetto delle famose grida manzoniane e, dall'altro, sono anche molto pericolose perché noi stiamo estendendo il campo di applicazione di misure eccezionali, di misure di guerra, perché abbiamo fatto la guerra contro la mafia e stiamo estendendo tali misure in tempo di pace ad aree nelle quali ci sarà certamente l'infiltrazione mafiosa in una certa misura ma nelle quali non si può presumere che a priori esista un contesto mafioso, cioè non si può dire che ogni amministratore pubblico in Italia sia sotto il sospetto di essere un mafioso o sotto il sospetto di essere così intimidito dalla mafia da non essere in grado di svolgere la propria funzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Gianfranco Chiarelli. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, ritengo necessario in premessa ribadire quanto già altri colleghi hanno segnalato anche nel corso dell'esame di questo provvedimento che torna in Aula dopo circa due anni per un nuovo esame, però torna in Aula con l'accordo del Governo e della maggioranza di non poter assolutamente incidere nel migliorare questo testo che a nostro parere, a parere di Direzione Italia, è uno degli ennesimi provvedimenti pasticciati fatti da questo Governo e non produrrà nessun effetto positivo.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Per questo motivo - e concludo - la componente Direzione Italia si asterrà dal votare su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Stefano Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Eccoci qui, caro Presidente, la ringrazio. Noi di Civici e Innovatori abbiamo seguito con attenzione l'iter di questo provvedimento e siamo davvero convinti che ci troviamo di fronte ad una misura assolutamente migliorativa dell'attuale legislazione di contrasto alle mafie e di contrasto ai patrimoni acquisiti con l'attività illegale delle mafie. È per questo che non riteniamo davvero utili le critiche, rispettabilissime e legittime dal punto di vista di chi le ha fatte, fondate dal loro punto di vista, ma che sono molte volte scivolate in non condivisibili attacchi all'operato della magistratura in quanto tale, quando qui stiamo parlando, prevalentemente ed esclusivamente, di contrastare le mafie e il terrorismo e non di bloccare l'azione di sconsiderati e importanti uomini al servizio delle istituzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, colleghi, questo è un Parlamento strano. È un Parlamento che vota provvedimenti legati all'amnistia, all'indulto, allo sconto di pena, quindi in qualche modo mettendo in discussione la certezza del diritto per quello che riguarda l'applicazione della pena, e, contemporaneamente, continua a varare provvedimenti che danno alle misure di prevenzione uno spazio che è già stato osservato da parte della Corte europea in ordine agli eccessi attraverso i quali la legislazione italiana si muove. E di questo parliamo fondamentalmente, questo è un provvedimento che mette nelle condizioni i giudici di utilizzare, in un contesto molto più ampio di quello precedente, misure di prevenzione, mettendo in moto un meccanismo che, diceva bene il collega Buttiglione, vuole replicare elementi che sono stati utilizzati quando lo Stato italiano aveva in atto una vera e propria guerra nei confronti della mafia e cercando di intervenire per ovviare ad altre negligenze, ad altre difficoltà del sistema giudiziario, che troppo spesso non è in grado di punire sul serio i colpevoli, e quindi si abitua, si accontenta di intervenire preventivamente alla condanna, utilizzando misure di prevenzione. Questo è uno dei motivi per i quali noi voteremo contro il provvedimento come Fratelli d'Italia, tenendo conto che siamo, ovviamente, in prima linea per fare in modo che la giustizia abbia i suoi effetti nei confronti di chi delinque, che vi siano procedure che mettano nelle condizioni chi corrompe, chi commette reati nella pubblica amministrazione, di essere perseguito nella maniera più dura possibile, ma quello che, dal nostro punto di vista, è assolutamente intollerabile è che si utilizzino sistemi che sono sostanzialmente delle scorciatoie giuridiche che alla fine prestano il fianco a possibili ricorsi nei confronti della costituzionalità del provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.
LUCA D'ALESSANDRO. Grazie, Presidente. Oggi, dopo nove anni, Ottaviano Del Turco è stato assolto in appello dal reato associativo. Aveva subito il sequestro dei beni, a dimostrazione che era già possibile farlo senza ricorrere a questo nuovo provvedimento liberticida. Se fosse stata in vigore questa norma, i sequestri cautelativi, anche per i soli indizi, si sarebbero rivelati infondati dopo quasi un decennio. Per questo, la legge che vi apprestate a approvare è inutile, inopportuna, perfino controproducente; e, badate bene, non sono io ad esprimere il giudizio attraverso questi tre aggettivi, ma è il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. Li ha usati per bollare la modifica al codice antimafia, che prevede l'estensione della possibilità di effettuare sequestri preventivi dei beni, ad ora possibile solo per reati di mafia, anche agli indiziati di fenomeni di corruzione, concussione, terrorismo e . Ripeto, per chi non avesse capito bene: indiziati, non imputati, né tanto meno condannati con sentenza definitiva, ma indiziati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Giulio Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, colleghe e colleghi, noi voteremo a favore del provvedimento. Sulla riforma del codice antimafia le Camere hanno lavorato ormai da molto tempo. È uno degli obiettivi più importanti della legislatura in corso e oggi abbiamo il dovere di rispondere tempestivamente in tempi molto rapidi, prima che la legislatura finisca, alle associazioni Libera, all'ARCI, alle ACLI, al Centro di studi Pio La Torre che hanno presentato la proposta di legge di iniziativa popolare e alle due proposte di legge sul tema elaborate dalla Commissione antimafia. Si tratta, quindi, di un lavoro corale e complesso al quale dobbiamo dare una risposta positiva. È questo il motivo per cui non abbiamo presentato emendamenti in questa sede, alla Camera, e abbiamo votato contro tutti gli emendamenti che sono stati presentati per permettere un'approvazione in via definitiva e per non ripassare la palla al Senato con il rischio di un rinvio ulteriore e di una mancata approvazione del testo. C'è urgenza di varare un nuovo codice e di dare il tempo al Governo di esercitare la delega su alcune misure da definire a sostegno dei lavoratori delle imprese sequestrate e giudicate capaci di competitività sul mercato. Noi dobbiamo il voto e dobbiamo il testo soprattutto alle cooperative che a fatica cercano di svolgere la propria attività nella legalità e nella trasparenza: troppa solitudine, troppe minacce, troppe difficoltà intorno a loro in questi anni e, se tutto ha inizio con una delle migliore leggi della storia della Repubblica, la legge Rognoni-La Torre, sappiamo che le mafie nel tempo tendono a mutare e ad adattarsi ai nuovi scenari, ad aggirare le leggi esistenti e allora il Parlamento deve seguire questi mutamenti e stare al passo, anzi stare un passo avanti. Oggi, infatti, siamo convinti che l'estensione della confisca ai reati di corruzione contro la pubblica amministrazione sia indispensabile, fondamentale perché la commistione tra criminalità organizzata, criminalità politica e criminalità economica è di una dimensione, di un'entità così importante che solo con un codice modificato e rinnovato si possono colpire gli intrecci tra mafie e corruzione. Numerosi sono i punti qualificanti della riforma e li enucleiamo ricordandoli molto sinteticamente. Il primo è l'ampliamento dei destinatari delle misure di prevenzione personali e patrimoniali agli indizi del reato di assistenza agli associati e di associazione a delinquere finalizzata a numerosi reati contro la pubblica amministrazione. Secondo, la trattazione prioritaria del procedimento di prevenzione patrimoniale. Terzo, il passaggio della competenza per l'adozione delle misure di prevenzione dal tribunale del capoluogo della provincia al tribunale del distretto e poi l'istituzione in sede distrettuale di sezioni o collegi giudicanti che siano specializzati per le misure di prevenzione e ancora l'introduzione di limiti di eccepibilità dell'incompetenza territoriale e della competenza dell'organo proponente la misura; le modifiche procedimentali alla disciplina delle misure di prevenzione; la revisione della disciplina dell'amministrazione giudiziaria; la dettagliata disciplina del controllo giudiziario delle aziende; le norme sulla trasparenza nella scelta degli immobili sequestrati; le forme di sostegno volte a consentire la ripresa delle aziende sequestrate e la loro continuità produttiva e le misure a tutela dei lavoratori. Inoltre ricordiamo la revisione della disciplina sulla tutela dei terzi di buona fede; la riorganizzazione e il potenziamento dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati con competenza nell'amministrazione e destinazione dei beni solo dalla confisca di secondo grado; l'estensione della cosiddetta confisca allargata, la sua assimilazione a disciplina della confisca di prevenzione antimafia. Comunque alcuni miglioramenti sono stati apportati dall'altra Camera, dal Senato, come la soppressione della modifica del comma 6 dell'articolo 27 del codice che prevedeva la perdita immediata di efficacia del provvedimento di confisca in caso di appello. Il bene, quindi, non avrebbe potuto essere stato destinato rimanendo tuttavia soggetto a sequestro; ed è ormai ampiamente dimostrato come i beni sottoposti a sequestro e confisca alle mafie possono essere una risorsa per il Paese perché, quando il bene è confiscato all'interesse di pochi per diventare di interesse collettivo, interi territori possono riscattarsi e creare sociale, economico ed educativo.
GIULIO MARCON. Concludendo, signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: un voto che ci dà un ulteriore strumento ed anche un'ulteriore responsabilità, ma che ci permettere di svolgere sempre di più un ruolo efficace nella lotta alle mafie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Angelo Attaguile. Ne ha facoltà.
ANGELO ATTAGUILE. Signora Presidente, cari colleghi, questa modifica del codice antimafia che dovevamo elaborare ed approvare, avrebbe dovuto essere uno strumento veramente efficace e non opinabile. Quello che è dispiaciuto è che in questo dibattito siano intervenute delle considerazioni che provengono dall'esterno di quest'Aula, che arrivano però sicuramente da delle fonti autorevoli, che hanno sollevato dubbi, considerazioni e valutazioni gravissimi sul provvedimento che stiamo oggi esaminando e che dovremmo adesso votare.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, potete liberare l'emiciclo? Deputati, per favore, potete lasciare l'emiciclo, così può riuscire a svolgere il suo intervento il deputato Attaguile? Prego, deputato.
ANGELO ATTAGUILE. All'affinamento delle professionalità va accompagnato un adeguato potenziamento degli organi: fra le altre, creare uffici specializzati presso i tribunali e le corti d'appello appare utile, anzi necessario; ma purtroppo permangono i dubbi di costituzionalità sottintesa all'estensione dei comportamenti corruttivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Signora Presidente, voglio subito qui riaffermare quello che abbiamo sostenuto per tutto l'iter di questa normativa: per noi di Alternativa Popolare, sia chiaro a tutti, è assolutamente insostenibile l'equiparazione, che purtroppo in questo provvedimento c'è, tra reati di mafia e reati nei confronti della pubblica amministrazione. Il voto finale, che poi sarà sostanzialmente positivo, potrebbe ingenerare una confusione; però di qui a un momento spiegheremo anche perché. Questo resta un punto fermo rispetto al quale non accettiamo lezioni né da altre forze politiche di opposizione né da altri, perché noi riteniamo che l' su cui si costruisce la misura di prevenzione nei confronti della mafia o dei reati associativi di natura delinquenziale è diverso da quello nel quale opera il pubblico amministratore. Basta qui fare solo delle precisazioni, per capire come sia impossibile che questa normativa resti così com'è nei confronti dei pubblici amministratori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bossa. Ne ha facoltà.
LUISA BOSSA. Grazie Presidente. Colleghi parlamentari, siamo di fronte a un provvedimento molto complesso e articolato, una normativa che, come è stato ampiamente ricordato, conta ben trentotto articoli. Alcuni di questi articoli riguardano anche reati contro la pubblica amministrazione. Questi articoli hanno tenuto banco nel dibattito e poco spazio hanno avuto invece i temi importanti come il terrorismo, i di cui pure il provvedimento si occupa con determinazioni quanto mai necessarie, o gli indiziati del delitto di atti persecutori, il cosiddetto che come sappiamo spesso annuncia in qualche modo il femminicidio e chiede esattamente quelle misure precauzionali che a volte possono salvare la vita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'avere riordinato e collocato in un unico corpo normativo tutta la legislazione antimafia ha rappresentato un importante traguardo nella lotta al crimine organizzato e ciò, non solo perché una definizione sistematica della materia agevola il compito di quanti, a diverso titolo, misurano con tali norme la loro azione istituzionale, ma anche perché un fenomeno complesso ed in continua evoluzione, come quello della mafia, richiede una lettura anche di tipo normativo unitaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alfonso Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Faccio una piccola premessa: l'unico motivo per cui la dichiarazione di voto per il MoVimento 5 Stelle la faccio io e non la collega Giulia Sarti e perché un problema di voce glielo impedisce. Lo dico perché lo ritengo doveroso, visto l'impegno che la collega ha profuso in questi tre anni in cui abbiamo lavorato su questa normativa.
ALFONSO BONAFEDE. …la lotta - ho finito - alla mafia e alla corruzione. Il problema rimane, che i cittadini onesti da una parte e i criminali dall'altra dovrebbero sentire una sola voce dello Stato, che è la voce della lotta all'illegalità, dell'onestà e della determinazione, e quella, purtroppo, vi manca .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI. Grazie, Presidente. Noi pensiamo che questa giornata sia tra le più importanti della legislatura. Approvare il nuovo codice antimafia significa dare una spinta più forte al contrasto contro le mafie e il crimine organizzato, significa condurre una lotta senza quartiere sul terreno percorso trentacinque anni fa con la legge che porta il nome di Pio La Torre e Virginio Rognoni, e sul terreno che ci indicò poi anche Giovanni Falcone . È il terreno nel quale colpire davvero le mafie, certo sul piano giudiziario, certo sul territorio, certo con l'azione di polizia e carabinieri, ma anche su quello dei patrimoni illeciti, dei beni frutto delle attività criminali, dei narcotraffici, delle tratte di uomini e donne, di tante altre forme di illegalità criminale e mafiosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.
RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Intanto si sta approvando un codice antimafia proprio mentre la Commissione antimafia non c'è perché è in missione e già questo è quanto dire. Andiamo nel merito: avete dato la gestione delle grosse aziende sequestrate alla mafia ad Invitalia, un carrozzone pubblico inappropriato, ed inoltre abbiamo scoperto che, tramite un cavillo normativo, avete permesso agli amministratori giudiziari che saranno anche dipendenti di Invitalia di accedere al Fondo per la crescita sostenibile di oltre un miliardo di euro senza alcun controllo e alcun limite. Infine, quando vi abbiamo proposto di inserire sanzioni in caso di nomine illegittime di amministratori giudiziari, avete detto no; quando vi abbiamo proposto l'incompatibilità per gli imprenditori che dovranno affiancare gli amministratori giudiziari, avete votato in maniera contraria e, infine, avete fatto un plauso al conflitto di interessi perché avete inserito un comitato di indirizzo e tavoli provinciali nei quali i destinatari dei beni sono presenti all'interno del comitato. Questo è quanto avete combinato, negando qualunque possibilità di trasparenza di questi lavori. Dunque, a mio avviso, è evidente che voi…
RICCARDO NUTI. Certo, Presidente. È evidente che voi dallo scandalo Saguto e dalle cronache che hanno riguardato vari associazioni antimafia in tutta Italia non avete voluto imparare nulla.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
DAVIDE MATTIELLO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE MATTIELLO, . Presidente, grazie, stiamo per votare un provvedimento che segna la fine di oltre quattro anni di lavoro. Vorrei ringraziare i consulenti e i funzionari della Commissione parlamentare antimafia, i funzionari della Commissione giustizia e le centinaia di migliaia di cittadini che hanno sostenuto il nostro lavoro e anche i gruppi di partito fuori dall'area di maggioranza che hanno deciso di sostenere con il loro voto il provvedimento
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3083: Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo dell'Aja concernente la registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
TRIFONE ALTIERI. Presidente, per dichiarare il voto favorevole di Direzione Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole e consegno l'intervento.
PRESIDENTE. È autorizzato a consegnare.
GIANLUCA PINI. Presidente, noi, come ha visto anche dai voti sugli articoli, siamo l'unico gruppo che chiaramente non si oppone alla ratifica dell'esecuzione di questo accordo: si astiene perché lo ritiene abbastanza superato. Sono 18 anni che c'era l'attesa su questioni delicatissime come quella dei brevetti, la ratifica è di un accordo del 1999. Oltre ad essere tardivo, chiaramente le evoluzioni che ci sono state da un punto di vista tecnico e dal punto di vista scientifico, l'introduzione di tutte quelle che sono le nuove tecnologie anche per la tutela dei brevetti, dei marchi e tutto il resto, ci pareva necessario introdurre delle correzioni che non sono avvenute; e per questo ovvio motivo, richiamando quelle che sono già le motivazione della relazione di minoranza, noi non ci opponiamo, ma per un fatto di coerenza ci asterremo nel voto finale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Piras. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Del Grosso. Ne ha facoltà.
DANIELE DEL GROSSO. Presidente, solo per dichiarare il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Scuvera. Ne ha facoltà.
CHIARA SCUVERA. Presidente, chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo. Osservo soltanto che anche questa protezione della proprietà intellettuale - qui si tratta di una revisione dell'Accordo dell'Aja, che prevede il deposito unico dei modelli e disegni industriali - va a rafforzare il quadro normativo, che soprattutto in questa legislatura abbiamo costruito a sostegno dell'innovazione: con il brevetto unitario europeo, e adesso lo faremo con la legge di delegazione con il marchio europeo ed anche con la tutela del segreto commerciale. Quindi con questo dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4224: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Croazia sulla cooperazione transfrontaliera di polizia, fatto a Zagabria il 5 luglio 2011.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo del Senato.
MARIA CHIARA CARROZZA, . Emendamento 3.1 Gianluca Pini, parere contrario. Emendamento 3.2 Gianluca Pini, parere contrario.
PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere.
GIANLUCA PINI, . Parere favorevole su entrambi.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/4224/1 Carrescia e n. 9/4224/2 Marzano.
PRESIDENTE. Bene, andiamo avanti.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
TRIFONE ALTIERI. Grazie Presidente. Annuncio il voto favorevole di Direzione Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Voto favorevole e chiedo il permesso di consegnare il testo.
GIANLUCA PINI. Non essendo stati accettati gli emendamenti che rafforzavano, di fatto, il sostegno economico all'esecuzione di questo Accordo, ritenendolo comunque valido, noi coerentemente ci asterremo, perché non è stato tenuto in debita considerazione quello che è lo sviluppo di questo partenariato, soprattutto legato al contrasto dei flussi migratori clandestini. Però, per altri aspetti, ritenendolo valido, non ci opporremo al via libera definitivo di un testo che è già stato approvato dal Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Cimbro. Ne ha facoltà.
ELEONORA CIMBRO. Grazie, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Articolo 1-MDP.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.
DANIELE DEL GROSSO. Per annunciare il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Arlotti. Ne ha facoltà.
TIZIANO ARLOTTI. Annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico e chiedo di poter consegnare l'intervento.
PRESIDENTE. La ringrazio.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4227: Ratifica ed esecuzione del Protocollo recante modifiche alla Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica delle Filippine per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione fiscale del 5 dicembre 1980, fatto a Manila il 9 dicembre 2013.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge.
GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI, Grazie, signor Presidente, il parere è contrario.
GIANLUCA PINI, Naturalmente favorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Concorde con il relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato .
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Sì, Presidente, parere favorevole.
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
TRIFONE ALTIERI. Presidente, per annunciare il voto favorevole di Direzione Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Presidente annuncio il voto favorevole e le chiedo di consegnare il testo.
GIANLUCA PINI. Richiamando integralmente i punti della relazione di minoranza, dichiariamo la nostra astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cimbro. Ne ha facoltà.
ELEONORA CIMBRO. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo Articolo 1-MDP.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grande. Ne ha facoltà.
MARTA GRANDE. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedi. Ne ha facoltà.
MARCO FEDI. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni di legge, già approvati dal Senato, nn. 4638 e 4639: Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016; Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2017.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali.
MARCO MARCHETTI, . Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghe e colleghi, il Rendiconto generale dello Stato, come è ben noto, è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica, adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.
PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce. Se non sentite il bisogno di stare in Aula, potete sempre allontanarvi. Però, se state qui, dovete abbassare il tono della voce. Prego.
MARCO MARCHETTI, . …e che sulla base delle previsioni del DEF 2017 dovrebbe ulteriormente consolidarsi nell'anno in corso.
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente.
TEA ALBINI. Grazie, Presidente. In questa sede ci limitiamo a prendere atto di quanto posto alla nostra attenzione dal rendiconto 2016 e dall'assestamento 2017, probabilmente in assenza di tutta l'attenzione che questi meriterebbero. È vero che siamo in presenza di un atto tecnico, ma è altrettanto vero che un attento esame aiuterebbe a capire meglio anche l'evolversi nel tempo dei progetti e dei programmi inizialmente previsti. Vi sono da evidenziare alcuni dati positivi, come diceva prima il relatore: la crescita del PIL pari all'1,6 per cento, la riduzione dello 0,3 per cento del rapporto fra indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e PIL, il miglioramento dell'avanzo primario, una riduzione della spesa per interessi anche grazie a molte circostanze favorevoli esterne, circostanze che possono non ripetersi o diminuire nel prossimo futuro creando oggettive difficoltà di gestione e vedremo nella prossima legge di bilancio come verrà affrontato il tema e che prospettiva individuerà il Governo per sostituire, se del caso, quelle che abbiamo definito “circostanze favorevoli esterne”. Auspichiamo di trovare interventi strutturali più incisivi rispetto ad alcuni grandi temi: investimenti pubblici, soprattutto a tutela del territorio, sanità e sociale, soprattutto per la parte più fragile del nostro Paese, riequilibrio fiscale e, in ultimo ma non per ultimo, politiche a sostegno degli enti locali che, di fatto, consentirebbero la messa in moto di economia e lavoro non solo a livello locale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il collega Marco Brugnerotto. Ne ha facoltà.
MARCO BRUGNEROTTO. Grazie, Presidente. Come previsto dall'articolo 35 della legge n. 196 del 2009, il Ministro dell'economia e delle finanze presenta alle Camere, entro il mese di giugno, il rendiconto generale dell'esercizio scaduto il 31 dicembre dell'anno precedente, articolato per missioni e programmi. Con l'esame del predetto documento il Parlamento controlla la gestione delle risorse pubbliche da parte del Governo e si assicura che essa sia stata effettuata nel rispetto di quanto fissato dalla legge di bilancio annuale approvata.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Fanucci. Ne ha facoltà.
EDOARDO FANUCCI. Grazie, Presidente. Questo è un provvedimento che ritengo molto importante, un provvedimento che ci consente di fare una sorta di fotografia dello stato dei conti relativi al 2016. È una fotografia che vale certamente per il Parlamento, vale per tutti i soggetti esterni che dialogano con il Parlamento e che hanno relazioni anche con il nostro Paese, vale certamente per l'Europa, vale in termini di credibilità, soprattutto tenuto conto, in termini positivi, dei risultati evidenziati.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Vorrei riprendere alcune considerazioni che avevo già svolto in sede di dibattito in Commissione al fine di raccogliere alcuni spunti interessanti che i colleghi hanno appena portato in quest'Aula. Innanzitutto vorrei ribadire, come già avevo rappresentato, che il dibattito sul documento al nostro esame, il Rendiconto generale dello Stato e le Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome, è un dibattito a mio avviso che non ha avuto, per congiuntura e per circostanze, la giusta attenzione da parte di tutte le forze politiche: perché il valore, che, a mio avviso, è non solo di merito ma anche di ordine politico, dei due documenti è la premessa più importante rispetto alla sessione di bilancio che si sta per aprire e che porterà il Paese verso il momento elettorale. Quindi, a maggior ragione, i documenti al nostro esame hanno un valore politico che credo debba essere sottolineato in modo adeguato.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione congiunta sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore. Si riserva.
ENRICO MORANDO,. Grazie, signor Presidente. Ringrazio prima di tutto il relatore e tutti coloro che hanno partecipato a questa seconda parte della nostra discussione, perché la prima parte io considero sia stata quella in Commissione, a mio giudizio molto utile. Cercherò di essere rapidissimo, voglio riprendere alcuni degli aspetti più significativi della discussione che si è svolta anche in questa sede.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha proceduto in data odierna alla propria costituzione. Sono risultati eletti: presidente, il senatore Pier Ferdinando Casini; vicepresidenti, il senatore Mauro Maria Marino e il deputato Renato Brunetta; segretari, i senatori Karl Zeller e Paolo Tosato.
PRESIDENTE. Avverto che nell'al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicato lo schema recante l'organizzazione dei tempi per il seguito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 76-A/R, recante disposizioni concernenti la coltivazione e la somministrazione della ad uso medico .
CLAUDIA MANNINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. In coerenza con quanto votato due anni fa, ieri mi sono recata alla Corte costituzionale per seguire la costituzione in giudizio della “causa Lorenzoni”, un giudizio che si deve esprimere rispetto ai principi di autodichia. In quella sede, mentre il Quirinale e il Senato hanno tenuto atteggiamenti più prudenti, la difesa della Camera ha avuto tratti per me veramente sorprendenti. Ho appreso, infatti, che l'autodichia è ritenuta la proiezione di un'autarchia praticamente illimitata e per di più senza alcuna possibilità di controllo esterno in tante materie, finanche dinanzi alla Corte dei conti. Questa tesi confligge, a mio avviso, con la stessa decisione dei giudici domestici di portare in Corte Costituzionale il fantomatico taglio alle pensioni degli ex dipendenti. Ma mi chiedo - e mi preoccupa - se anche altri adempimenti previsti da leggi esterne, come il codice degli appalti, la selezione del personale nella pubblica amministrazione, il sostituto d'imposta o le aliquote di legge e altri provvedimenti appunto potrebbero essere derogati, alterati o addirittura aboliti all'interno di questo palazzo.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.