PRESIDENTE. La seduta è aperta.
EDMONDO CIRIELLI, legge il processo verbale della seduta del 12 maggio 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Bratti, Catania, Cicchitto, Coppola, Epifani, Fico, Gentiloni Silveri, Giorgis, Grassi, Guerra, Mannino, Mazziotti Di Celso, Meta, Piccoli Nardelli, Scanu e Schullian sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bargero ed altri n. 3-00836 .
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signor Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo, gli onorevoli interroganti sollevano una serie di perplessità in ordine alla vicenda giudiziaria di una minore, nel cui interesse sarebbe iniziato, soltanto nove giorni dopo la sua nascita, un procedimento di volontaria giurisdizione, ai sensi degli articoli 333-336 del codice civile, innanzi al tribunale per i minorenni di Torino, successivamente sfociato in un procedimento in primo grado, concluso in data 4 agosto 2011 con sentenza che dichiarava lo stato di adottabilità della bambina.
PRESIDENTE. L'onorevole Bargero ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
CRISTINA BARGERO. Presidente, io ringrazio il sottosegretario Migliore per la risposta esaustiva che mi è stata data e perché ha sottolineato anche la delicatezza del tema trattato dalla mia interrogazione. Questa è un'interrogazione datata che però torna attuale per i recenti fatti di cronaca, perché anche se la vicenda non è stata direttamente richiamata nell'interrogazione, è ben chiaro che la vicenda da cui l'interrogazione ha tratto ispirazione è quella dei coniugi a cui è stata tolta la bambina e che ha avuto diverse vicende processuali, l'ultima delle quali è la sentenza della Corte di appello di Torino (dopo una serie di annullamenti tra cui l'ultimo annullamento dalla Corte di cassazione). La bambina è stata tolta a questa coppia di coniugi considerati inidonei per l'elevata età anagrafica in seguito anche a un provvedimento dell'autorità giudiziaria, un provvedimento penale, per cui poi i coniugi sono stati assolti.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Covello e Magorno n. 3-01859 .
GENNARO MIGLIORE,. Grazie Presidente. Con gli atti ispettivi in esame, gli onorevoli interroganti prendono spunto dall'episodio riportato dalla stampa di manifestazioni di esultanza da parte di alcuni detenuti presso l'istituto penitenziario di Rossano una volta appresa la notizia degli attentati terroristici compiuti a Parigi il 13 novembre 2015, chiedendo di conoscere quali siano le misure di sicurezza adottate presso la stessa casa di reclusione.
PRESIDENTE. L'onorevole Covello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
STEFANIA COVELLO. Intanto ringrazio il sottosegretario Migliore, perché è sempre molto puntuale e preciso nei dettagli, e, benché questa mia interrogazione, in realtà, sia a questo punto datata, mai come in questo momento, invece, resta di grandissima attualità, intanto perché sottolineo, signor sottosegretario e signor Presidente, che proprio ieri tre agenti di Polizia penitenziaria sono stati feriti proprio nel carcere di Rossano. Quindi, lancio un urlo di dolore proprio perché mi rendo conto benissimo che il Governo e lo Stato ci sono, ci sono e lo dimostrano tutti i giorni anche con la lotta contro le mafie e contro la che si sta in collaborazione facendo, però, naturalmente, tutto ciò ancora non basta.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Pellegrino ed altri n. 2-01745 . Chiedo all'onorevole Pellegrino se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
SERENA PELLEGRINO. Sì, grazie, Presidente. Sottosegretario, lo scorso 15 marzo il giudice del lavoro di Gorizia, Barbara Gallo, ha ordinato alla Fincantieri - cantiere navale di Monfalcone il reintegro in servizio di quattro operai, un saldatore e tre carpentieri, che nell'ottobre scorso erano stati licenziati dopo essere stati trovati a riposare durante una pausa nel turno di notte. I fatti oggetto della sanzione della Fincantieri - cantiere navale di Monfalcone non risultano completamente chiari. Secondo i sindacati, i licenziamenti riguarderebbero dei lavoratori con un fino ad allora cristallino, senza alcun richiamo, che sarebbero rimasti invischiati in un episodio colmo di malintesi sul fronte delle pause.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Gennaro Migliore, ha facoltà di rispondere.
GENNARO MIGLIORE,. Signor Presidente, la questione che è stata evidenziata con il presente atto parlamentare verte sul dibattuto tema del mancato adempimento da parte del datore di lavoro dell'ordine di reintegrazione del lavoratore, disposto dal giudice, in relazione al profilo dell'effettiva riammissione in azienda e della sua eventuale coercibilità. Al riguardo, secondo l'interpretazione giurisprudenziale prevalente, la condanna alla reintegrazione del posto di lavoro del lavoratore illegittimamente licenziato ha ad oggetto un “infungibile” e, come tale, non può essere coattivamente eseguita. Diversamente, il reinserimento del lavoratore nel libro paga o matricola, il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e il pagamento della retribuzione rientrano tra le prestazioni cosiddette “fungibili” che sono, invece, suscettibili di esecuzione coattiva.
PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Purtroppo, non posso, ovviamente, dichiararmi soddisfatta, anche perché io mi attendevo una presa di posizione chiara e inequivocabile da parte del Governo, nei confronti di una azienda che è un'azienda di Stato. Attendevo una risposta da parte del Ministro del lavoro che prendesse le nette posizioni e la netta posizione nei confronti degli operai che sono, di fatto, operai di Stato, sottosegretario. Purtroppo, in questo caso, la sentenza c'è già stata, perché è stato ordinato alla Fincantieri il reintegro in servizio dei quattro operai che erano stati licenziati nell'ottobre scorso. Fincantieri non avrebbe dovuto permettersi di licenziare questi quattro operai. E le sentenze vanno rispettate e lei ci ha indicato che è proprio di ieri questa notizia, ma per mesi e mesi noi abbiamo disatteso la sentenza di un tribunale dello Stato. Fincantieri, ovviamente, deve rendere esecutiva la sentenza di quel tribunale di Gorizia.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Boccia, Ferrara, Fraccaro, Lorenzo Guerini, Lauricella, Molea, Piepoli, Francesco Saverio Romano, Rossomando, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Brescia ed altri n. 1-01439, Palese ed altri n. 1-01603, Binetti ed altri n. 1-01606, Andrea Maestri ed altri n. 1-01611, Carnevali, Alli ed altri n. 1-01612 e Rondini ed altri n. 1-01613 relative al funzionamento dei cosiddetti centri per i migranti .
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni e la risoluzione presentate.
GIANPIERO BOCCI,. Grazie, Presidente. Allora, per quanto riguarda la mozione dell'onorevole Brescia ed altri, n. 1-01439, vi è un parere contrario sul preambolo e si propone, semmai, una riformulazione...
PRESIDENTE. Una riformulazione del dispositivo, onorevole sottosegretario?
GIANPIERO BOCCI,. Esattamente.
PRESIDENTE. Prego, la legga.
GIANPIERO BOCCI,. Sulla mozione...
PRESIDENTE. No, scusi, onorevole sottosegretario, mi deve leggere la riformulazione del dispositivo della mozione Brescia ed altri.
GIANPIERO BOCCI,. Si propone il seguente impegno: “a proseguire le iniziative finalizzate a rendere realmente effettivo il meccanismo di ricollocazione, nonché a modificare il regolamento (UE) n. 604/2013, in applicazione delle previsioni dell'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea sul principio di solidarietà tra gli Stati membri”.
PRESIDENTE. La premessa...
GIANPIERO BOCCI,. ...il parere è favorevole, mentre si propone la seguente riformulazione del primo capoverso dell'impegno: “a valutare l'opportunità di definire una regolamentazione delle modalità di accoglienza, al fine di garantire l'omogeneità degli standard e della tipologia dei servizi da assicurare in coerenza con gli indirizzi normativi nazionali ed europei;”; sul secondo capoverso dell'impegno il parere è favorevole; sul terzo capoverso dell'impegno si propone la seguente riformulazione: dopo la parola “iniziative” sopprimere la parola “normative”.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole sottosegretario. Chiederei ai colleghi che sono alla nostra sinistra, alla mia sinistra, onorevole Nicchi, scusate, ma qui è impossibile seguire quello che sta dicendo il sottosegretario, perché rimbomba moltissimo, scusate. Prego, continui.
GIANPIERO BOCCI,. Sul secondo impegno, il parere è favorevole previa riformulazione, sostituendo l'impegno con il seguente: “a valutare l'opportunità di implementare il numero degli operatori con un profilo culturale idoneo a favorire il dialogo e la collaborazione con i migranti presenti negli ”Sul terzo impegno parere favorevole, ma previa riformulazione, sostituendo l'impegno con il seguente: “a valutare l'opportunità di prevedere che, nell'ambito dell'hotspot, operino anche specializzati mobili al fine di assicurare lo svolgimento delle funzioni nei luoghi di sbarco ove non sono presenti tali strutture”.
PRESIDENTE. Sia sulla premessa che sul dispositivo?
GIANPIERO BOCCI,. Esatto.
PRESIDENTE. Anche nel caso della mozione Andrea Maestri ed altri n. 1-01611, parere contrario sia sulla premessa che sul dispositivo?
GIANPIERO BOCCI,. Esattamente.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Purtroppo, come testimoniano anche gli ultimi dati sui flussi diretti verso il nostro Paese, il problema dei migranti appare destinato a crescere, almeno nell'immediato futuro. Gli arrivi nei primi quattro mesi e mezzo dell'anno sono aumentati del 44 per cento e questo autorizza a pensare che, nel 2017, verrà ben superata la cifra di 200 mila arrivi. La situazione è poi complicata dai rischi connessi alla gestione delle risorse, come testimonia l'ultima inchiesta sul centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e dalle polemiche sorte attorno alle dichiarazioni del procuratore Zuccaro sull'opera di alcuni esponenti di singole ONG; fenomeno limitato. La riforma del Regolamento di Dublino poi è ancora di là da venire e siamo di fronte al fallimento pressoché totale del programma di ricollocamento.
PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti, che però non vedo in Aula.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Non c'è dubbio che l'agenda europea sulla migrazione presentata il 13 maggio 2015 dalla Commissione europea per fronteggiare e migliorare la gestione dei migranti prefigura l'istituzione di un nuovo metodo basato sui punti di crisi, gli hotspot, collocati nei luoghi stessi dello sbarco. Costituisce quindi questo nuovo strumento il fulcro della nuova strategia europea sui flussi migratori e sono strutture in cui le forze dell'ordine nazionale, coadiuvate dai funzionari dell'agenzie europee Frontex, Europol ed Easo, sottopongono i migranti ad operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico e, al contempo, forniscono informazioni sulla procedura di protezione internazionale, sul programma di ricollocazione in altri Stati membri dell'Unione europea e sulla possibilità di ricorso al rimpatrio volontario assistito. L'accordo sulla creazione dei punti di crisi è stato raggiunto in occasione del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 2015 e, a settembre 2015, il Governo italiano ha presentato una individuando 6 distinte sedi di : Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Trapani, Augusta e Taranto (quattro quelle attive alla data odierna, ossia Lampedusa con 500 posti di capienza, Taranto, Trapani e Pozzallo, con 400 posti). Alla luce di tutto ciò, rileviamo che purtroppo, soprattutto in quest'ultimo periodo, nel periodo estivo, i flussi migratori aumentano notevolmente in tutti i sensi. Noi riteniamo cioè che la discussione che oggi il Parlamento affronta, e che ha già affrontato nella discussione generale, ovvero la proposta di queste mozioni, serva in particolare a fare assumere iniziative da parte del Governo per fornire un quadro normativo di riferimento per le strutture stesse degli per fronteggiare tutta la situazione potenzialmente critica ed emergenziale del fenomeno migratorio e a valutare anche l'opportunità di implementare il numero stesso degli da dislocare sul territorio nazionale. In coerenza con quanto previsto dalle procedure operative, a valutare l'opportunità anche di assumere iniziative normative, a prevedere che l' possa essere non solo fisso, inteso come luogo fisico stabile, ma anche mobile, costituito da un specializzato che, lavorando in mobilità, garantisca il funzionamento degli anche nei casi di sbarchi avvenuti in porti distanti dagli specifici centri già operativi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente, colleghi deputati e, in modo particolare, colleghi deputati che sostengono questo Governo, colleghi della maggioranza, Governo e chi lo rappresenta, cercherò di effettuare una riflessione pacata, perché intendo, viceversa, dire sul piano dei contenuti delle cose molto pesanti, e quindi non le voglio troppo appesantire utilizzando elevati toni, ma la misura è davvero colma. Sono ormai oltre tre anni che ci troviamo, a intervalli regolari, a discutere di questi flussi migratori eccezionali e dobbiamo ricordare a noi stessi che qui non siamo in lavanderia, non è consentito dire tutto e il contrario di tutto. Le affermazioni che ciascuno di noi lascia a verbale di questo Parlamento sono atti di responsabilità. Ciò che si dice e, ancor di più per chi ha responsabilità amministrative e di Governo, ciò che si fa lo si fa in nome e per conto del popolo italiano e ha una ridondanza e delle conseguenze.
PRESIDENTE. Onorevole, Rampelli, mi scusi, ma non ho capito se accetta le riformulazioni proposte dal Governo.
FABIO RAMPELLI. Noi chiediamo la votazione per parti separate, rispetto alle correzioni proposte dal Governo.
PRESIDENTE. Quindi, non accetta le riformulazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Dal maggio 2015, con l'Agenda sulla migrazione, il documento della Commissione europea, si è cominciato a parlare di con alcune proposte per cambiare il modo in cui gli Stati europei hanno gestito o gestivano il fenomeno dei migranti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Signora Presidente, il Parlamento si sta occupando, a ritmi doverosamente crescenti, dei temi che riguardano i flussi migratori e il compito delle Camere deve essere non solo limitato ad intervenire puntualmente sugli aspetti di maggior criticità, ma anche rivolto a facilitare una logica di sistema dei singoli interventi, per politiche organiche che mirino ad uscire da quell'affanno emergenziale imposto soprattutto dall'incalzare esponenziale degli eventi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, sottosegretario, colleghi, queste mozioni ci offrono la possibilità di discutere del ruolo, del numero e della necessità degli ma prima ancora di ragionare con compiutezza dell'immigrazione, cercando di fare sintesi tra diverse sensibilità, diverse interpretazioni dell'accoglienza, rapporti di forza con l'Europa, scenari internazionali da cui non possiamo sottrarci. Un fenomeno, quello migratorio, che da troppo tempo stiamo gestendo cercando di trovare delle risposte all'emergenza; un'emergenza che deriva da molteplici ragioni, visto che i flussi sono continui e con numeri che, pur già definiti da esodo, sono in costante crescita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.
ANDREA MAESTRI. Grazie, signora Presidente. Con la nostra mozione siamo tornati ad occuparci del sistema italiano d'accoglienza per migranti e richiedenti asilo, un'eterna incompiuta dal punto di vista giuridico e politico. Sì, perché, dal punto di vista politico, il modello sposa coerentemente la linea tracciata dal decreto-legge Minniti-Orlando che si può compendiare nelle azioni contenere, chiudere, allontanare, segregare e con la linea europea del Migration Compact che certifica l'incapacità dei dell'Unione di disegnare un nuovo diritto d'asilo europeo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Sono costretto a riprendere ciò che ho avuto già modo di esporre nel mio intervento in discussione generale per motivare, da un lato, la nostra posizione di rifiuto nei confronti di tutto il sistema d'accoglienza e, dall'altro, per annunciare che comunque voteremo contro tutte le mozioni che sono state presentate, ad esclusione di quelle Gregorio Fontana ed altri n. 1-01635 e Rampelli ed altri n. 1-001631.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. Ne ha facoltà.
PAOLO ALLI. Grazie, signora Presidente. È sempre un tema molto complesso, questo dell'immigrazione. Io ho sentito, negli interventi che mi hanno preceduto, alcune cose molto condivisibili, a partire dall'ottimo intervento della collega Vezzali, che sottoscrivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roberta Agostini. Ne ha facoltà.
ROBERTA AGOSTINI. Grazie, Presidente. La migrazione è un aspetto normale nella vita e nella storia delle persone e ce lo ha detto la storia, la storia del mondo e la storia dell'Europa. Ci sono fenomeni strutturali all'origine delle migrazioni: certamente le guerre, il mancato sviluppo, gli sconvolgimenti climatici che affliggono tanta parte dell'Africa e dei Paesi del Mediterraneo, ma anche ragioni demografiche che ci riguardano: infatti, mentre in Germania, in Spagna, in Italia, in Polonia la popolazione sta diminuendo - l'Italia sta subendo un vistoso calo demografico - l'Africa raddoppierà la sua popolazione entro il 2050. In Italia l'età media è di 46 anni e presto arriverà a 50 anni; in Africa ci sono Paesi in cui l'età media è di 17-18 anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giammanco. Ne ha facoltà.
GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. L'Agenda europea sulle migrazioni del 13 maggio 2015 ha introdotto il cosiddetto approccio per l'identificazione, la registrazione e il rilevamento delle impronte digitali dei migranti in arrivo sulle nostre coste, prevedendo che i funzionari europei e le autorità nazionali instaurino una proficua collaborazione al riguardo. L'obiettivo della Commissione europea, nel predisporre lo sviluppo del metodo basato sugli sta nella volontà di fornire un sostegno agli Stati membri che sono in prima linea nell'affrontare le fortissime pressioni migratorie alle frontiere esterne dell'Unione europea, mediante una stretta collaborazione sul campo tra una serie di organismi, in particolare tra l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, l'Agenzia dell'Unione europea per la gestione delle frontiere, l'Agenzia di cooperazione di polizia dell'Unione europea, l'Agenzia per la cooperazione giudiziaria dell'Unione europea e le autorità dello Stato membro, proprio per aiutare lo Stato ad adempiere agli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione Europea e a svolgere con rapidità le operazioni di identificazione, registrazione e rilevamento delle impronte digitali dei migranti in arrivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Allora, nella tabella di marcia che il nostro Paese ha pattuito nel maggio del 2015 con l'Europa per fronteggiare il fenomeno migratorio è stato previsto che l'Italia istituisse sul proprio territorio i cosiddetti mentre l'Europa, dal canto suo, avrebbe dovuto ricollocare 160.000 migranti che arrivano in Italia e in Grecia verso gli altri Stati europei.
PRESIDENTE. Saluto insegnanti e studenti dell'Istituto comprensivo Crucoli, in provincia di Crotone, che stanno assistendo ai nostri lavori dalla tribuna.
ELENA CARNEVALI. Signora Presidente, Governo, onorevoli colleghi, con questa mozione ritorniamo sul tema degli già frutto di discussioni in quello che chiamiamo comunemente “decreto Minniti” ma che dovrebbe obbligarci ad una discussione più ampia, che va dal contrasto al traffico di esseri umani al rapporto con le politiche europee sul salvataggio, agli accordi bilaterali con alcuni Paesi africani, alle politiche di prima e di seconda accoglienza, ai tempi di verifica per il riconoscimento dello di rifugiato, alle inadeguate politiche europee in tema di immigrazione, agli accordi inattuati di alla proposta italiana sul .
PRESIDENTE. Deve concludere.
ELENA CARNEVALI. Per tale ragione dichiaro il voto favorevole sulla nostra mozione Carnevali, Alli ed altri n. 1-01612 e sulle altre sulla base delle indicazioni del Governo
PRESIDENTE. Passiamo ora ai voti. Come da prassi le mozioni e la risoluzione saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti. Avverto che i presentatori della mozione Brescia ed altri n. 1-01439 non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e pertanto il parere deve intendersi contrario alla mozione nella sua interezza.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01525 Palese ed altri n. 1-01545, Sorial ed altri n. 1-01546, Franco Bordo ed altri n. 1-01548, Allasia ed altri n. 1-01550 e Marcon ed altri n. 1-01555 concernenti iniziative volte all'estensione dei cosiddetti poteri speciali del Governo al fine di salvaguardare gli assetti proprietari delle aziende italiane di rilevanza strategica .
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.
ENRICO MORANDO,. Grazie, signora Presidente. Preliminarmente la formulazione di due giudizi di carattere generale che rendono chiaro qual è la ragione per i pareri, che poi formulerò puntualmente.
ENRICO MORANDO,. Sui poteri speciali dello Stato sulle imprese operanti…
PRESIDENTE. Mi perdoni, Viceministro Morando. Colleghi, per favore! Magari c'è qualcuno che ha presentato una mozione ed è interessato a capire il Governo che parere dà. Gli altri colleghi che invece hanno bene in mente di continuare a parlare possono farlo fuori. Per cortesia, colleghi. Prego.
ENRICO MORANDO,. Dicevo che per le imprese operanti nei settori strategici dell'economia nazionale bisogna prima di tutto rilevare che la legislazione oggi vigente in proposito ha esteso l'ambito della sua applicazione dalle sole imprese pubbliche, così come era un tempo (prima del 2012), a tutte le imprese, purché operanti nei settori della difesa, della sicurezza nazionale, dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Possiamo abbassare il tono della voce? Per favore, non mi costringete a sospendere la seduta. Prego.
ENRICO MORANDO,. Come dicevo, sulla mozione Lupi ed altri n. 1-01525 il parere è favorevole; sulla mozione Benamati ed altri n. 1-01632 il parere è favorevole;
PRESIDENTE. Sì, la mozione Rampelli ed altri n. 1-01633. Poi, ci dovrebbe precisare, quando ha finito di esprimere il parere su questa mozione, il parere sulla premessa delle mozioni Allasia ed altri n. 1-01550 e Marcon ed altri n. 1-01555. Cioè, ci deve dare anche il parere sulle premesse.
ENRICO MORANDO,. Sì, sì. Il parere sulle premesse si intende positivo, correlato con il parere sulla parte impegnativa.
PRESIDENTE. Tecnicamente il parere è positivo. Poi “correlato con la parte impegnativa” diciamo che è una valutazione di tipo politico che fa lei. Noi lo consideriamo positivo. Se lo devo mettere in votazione, io lo pongo in votazione con il parere positivo, con il parere favorevole del Governo?
ENRICO MORANDO,. Ho detto: il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Perfetto e tanto basta.
ENRICO MORANDO,. Stavo cercando di spiegare perché, ma comunque se non lo si può fare, non fa niente.
PRESIDENTE. No, no, va bene alla Presidenza. Poi lei ha fatto un lungo cappello, nel quale ha anche motivato questa cosa, però, ecco, tecnicamente, lei me lo deve dire, perché io ne prendo atto.
ENRICO MORANDO,. Per quello che riguarda la mozione Rampelli ed altri n. 1-01633 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Quindi, sostanzialmente, diciamo che c'è una proposta di riformulazione nell'espungere questi due punti. Va bene. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ah, no, ci sono altre due mozioni, su cui mi dicono che non ha dato il parere, Viceministro Morando. Ci sono le mozioni Alberto Giorgetti e Occhiuto n. 1-01636 e Abrignani ed altri n. 1-01637.
ENRICO MORANDO,. Sinceramente, non mi sono state fornite.
PRESIDENTE. E giustamente, pure lei, se non ha la mozione, è difficile che possa dare il parere. Ho capito, le mozioni sono distribuite, però, a questo punto, dobbiamo sospendere inevitabilmente, perché, se cominciamo le dichiarazioni di voto, non è che poi possiamo dare il parere successivamente, anche perché poi, magari, ci sono colleghi che sono chiamati a parlare. A questo punto, sospendo la seduta per cinque minuti e riprendiamo, esattamente, alle ore 17,55.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo l'esame delle mozioni sui poteri speciali del Governo con riferimento alle aziende di rilevanza strategica.
ENRICO MORANDO,. Mi lamenterò con chi di dovere, signor Presidente…
PRESIDENTE. La ringrazio.
ENRICO MORANDO,. Per quello che riguarda la mozione Alberto Giorgetti e Occhiuto n. 1-01636, di Forza Italia, il parere è favorevole a condizione che al terzo impegno del dispositivo, dopo le parole: “ad adottare”, al numero 3, si aggiunga: “anche in sede comunitaria opportune iniziative” e segue il testo.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, i deputati dell'UDC voteranno la mozione Lupi e anche quella presentata dall'onorevole Bordo, unicamente per la riformulazione che ne è stata fatta. Devo dire che leggendo le mozioni, tutte le mozioni, sono stato preoccupato, spaventato. C'è un'ondata di protezionismo alla maniera di Trump e del populismo che sta invadendo questo Parlamento. Guardate che quando un'azienda straniera compra in Italia, paga e offre la possibilità di fare investimenti in Italia, reinvestendo il prezzo che è stato pagato. Se questo prezzo non viene reinvestito, forse è perché non riusciamo a creare le condizioni che attraggano gli investimenti, nemmeno quelli italiani; è un problema nostro che non si risolve costringendo le aziende a non vendere. In tutte le mozioni c'è un principio giustissimo, il principio di reciprocità, cioè il rischio che imprese italiane vengano comprate da aziende che al Paese loro non solo contendibili, creando in questo modo sistemi di monopolio o semi-monopolio internazionale gravemente lesivi per il bene nostro e anche per il bene di altri Paesi. Questo è un principio giustissimo, che io a suo tempo ho introdotto nella direttiva 2004/25/CE contro l'opposizione di tutti, anche in Italia, facendo l'unanimità dei Paesi contro la Commissione di allora. Su questo sì, c'è un motivo vero di preoccupazione, ma l'ordinamento europeo già ci offre la possibilità di agire per realizzare un in cui tutti possano competere alle medesime condizioni. Che esistano settori strategici, è giustissimo, che vadano salvaguardati altrettanto, attenti a non estendere troppo l'area di quello che consideriamo strategico, perché rischiamo in questo modo di ingessare un'economia che è già abbastanza ingessata di suo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, non c'è dubbio che il decreto-legge 15 marzo 2012 n. 21, convertito con modificazioni dalla legge n. 56, abbia introdotto norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nel settore della difesa e la sicurezza nazionale nonché per le attività di rilevanza strategica nel settore dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, quindi, senza entrare troppo nel merito di questo decreto, c'è la determinazione da parte di molti Paesi, nel contesto europeo ma solo in esso, di cercare, per quanto possibile, di salvaguardare ciò che è ritenuto prettamente strategico all'interno del Paese dalle eventuali scalate cosiddette “avverse”. Capisco le liberalizzazioni, capisco la libertà del mercato, ma purtroppo nel mondo della globalizzazione e del mercato si va sempre in maniera spinta oltre misura. Tuttavia, ho visto anche che in molti Paesi delle salvaguardie ci sono, ci sono delle tutele, dei confini. Penso che le mozioni che sono state presentate, al di là delle sensibilità che ogni gruppo esprime in maniera diversa, in maniera più pesante o meno pesante, pongano però un problema di carattere generale, che impegna il Governo a vedere come sia possibile che ci possa essere, soprattutto nel contesto della sicurezza e della difesa, questo tipo di salvaguardia. Infatti, la nostra mozione impegna ad adottare iniziative volte a una revisione, tenendo conto della necessità di contemperare, da un lato, la libertà di impresa, il diritto alla concorrenza, la libertà di iniziativa economica, il diritto di proprietà, e dall'altro le esigenze prioritarie di interesse nazionale che introducono nuovi ed ulteriori obblighi in tema di trasparenza e di comunicazione a carico degli acquirenti, anche al fine di ottenere garanzie alla permanenza in Italia di produttivi strategici, competenze e posti di lavoro, considerando le esperienze maturate in altri Paesi e nell'OCSE; a farsi anche promotore, a livello di Unione europea, dell'introduzione del criterio di reciprocità con gli Stati esteri in materia di acquisizione di rilevanti; a procedere, così come previsto dalla normativa, all'aggiornamento dei regolamenti per l'individuazione delle attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e di sicurezza nazionale. Penso che questo sia compatibile anche rispetto a tutti quelli che sono gli accordi e i trattati europei ed internazionali, ed è un impegno che mi auguro che il Governo non solo prenda, ma che poi realizzi nei fatti e in tempi anche brevi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, Viceministro, siamo qui ancora una volta, ma la politica non si è occupata di questo tema soltanto in questi giorni, nei passaggi parlamentari che ci sono stati in questi giorni e che hanno portato in Aula parecchie mozioni rispetto a quello che prima il collega Palese definiva una cosiddetta difesa rispetto a degli strategici che ci sono in Italia, ovvero la salvaguardia di assetti proprietari di aziende italiane di cosiddetta rilevanza strategica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie, signora Presidente. Le mozioni che sono giunte in votazione dopo un lungo intervallo tra questa fase e la discussione generale del marzo scorso riguardano un tema estremamente serio e rilevante che possiamo francamente chiamare della difesa delle imprese italiane considerate strategiche dall'acquisizione da parte di soggetti non appartenente al territorio nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catalano. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Il gruppo dei Civici Innovatori esprimerà parere favorevole a tutte quelle mozioni che chiedono un impegno da parte del Governo a provvedere ad una revisione delle norme relative al cosiddetto che tenga conto della necessità di rafforzare i poteri speciali nella fase iniziale dei processi di cessione, di estendere la disciplina di tali poteri ad altri settori strategici, come quello dei risparmi di natura bancaria e finanziaria, introdurre nuovi e ulteriori obblighi in tema di trasparenza e di comunicazione a carico degli acquirenti di partecipazioni in società italiane, anche al fine di ottenere garanzie sulla permanenza in Italia di produttivi e strategici, competenze e posti di lavoro.
PRESIDENTE. Sì, autorizzazione accordata.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, gentile Presidente, onorevoli colleghi, i quatto decreti attuativi del emanato nel 2014 in seguito al decreto-legge n. 21, firmato dall'allora Presidente Monti due anni prima, dispongono poteri speciali esercitabili dalla Presidenza del Consiglio nel caso di acquisto di partecipazioni in imprese strategiche oppure di delibere societarie aventi ad oggetto, ad esempio, fusioni, scissioni o trasferimento all'estero delle sedi. Le possibilità di intervento sono più ampie nel settore della difesa, mentre per l'energia, le telecomunicazioni e i trasporti, l'eventuale opposizione all'acquisizione di partecipazioni si può esercitare solo nei confronti di un'azienda extra europea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. È evidente che l'oggetto delle mozioni ha, nei poteri speciali del Governo, soltanto uno degli strumenti - diciamo lo strumento a cui si ricorre in casi estremi - ma la cassetta degli strumenti è decisamente più ampia e prevede politiche di carattere ordinario, alle quali si deve ricorrere sistematicamente per proteggere e valorizzare gli di interesse nazionale. Tuttavia, gli strumenti di cui parliamo, i poteri speciali, che nel corso del tempo e degli anni si sono evoluti e si sono, come dire, adeguati ad una realtà economica e finanziaria sempre più complessa, sono un pezzo importante. Dopo la dopo il siamo arrivati al per provare ad avere strumenti efficaci con i quali intervenire in determinate situazioni che diventano sempre più frequenti, non solo da noi, ma in generale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Governo, colleghi, le mozioni nascono dai fatti degli ultimi decenni a cui abbiamo assistito e dal lento processo di disimpegno dello Stato dalla partecipazione ad imprese pubbliche. È stato un processo se vogliamo discontinuo, su cui ha pesato la profonda crisi economico-finanziaria del 2008 in cui lo Stato è intervenuto nel salvataggio di istituti bancari e di grandi imprese in crisi. La successiva stagione delle privatizzazioni, voluta per ridare impulso all'economia, invece non sempre ha prodotto i risultati sperati, comportando in alcuni casi addirittura effetti di concentrazione e distorsione della concorrenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Signora Presidente, noi siamo stati i primi presentatori di questa mozione e il nostro gruppo ha chiesto di iscrivere all'ordine del giorno quest'argomento, che crediamo un argomento di grande attualità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. La battaglia a difesa dell'italianità in merito alla proprietà delle aziende non mi appassiona e credo sia perdente. Ecco, una frase di questo tipo noi non avremmo mai voluto sentirla pronunciare da un Ministro della Repubblica italiana, in modo particolare se è un Ministro, poi, dello sviluppo economico. Vede, signor viceministro, noi siamo convinti che la capacità di attrarre investimenti esteri si confermi come un'importante leva di crescita, soprattutto per l'Italia, che presenta ampie opportunità di investimento, tuttavia, negli ultimi anni, a causa del perdurare della crisi economica, delle difficoltà di crescita riscontrate nell'area dell'euro zona e della voragine sociale legata all'aumento della disoccupazione nei Paesi europei, la posizione del sistema industriale del nostro Paese si è indebolita, lasciando spazio ad una serie sempre crescente di eventi che, lungi dal rappresentare occasioni di rafforzamento del sistema produttivo e occupazionale, hanno sostanzialmente depauperato il contesto economico italiano. Il da parecchi anni, è negativo; nel 2015 siamo arrivati al top dello sbilanciamento, confermando la supremazia delle transazioni estero su Italia, 201, a fronte di 97 acquisizioni realizzate da aziende italiane all'estero, raggiungendo la cifra record di 32 miliardi di dollari contro l'acquisizione di imprese estere da parte di soggetti italiani per appena 10 miliardi. Anche nel 2016 il saldo ha continuato a essere negativo, pur registrando un lieve miglioramento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Abbiamo deciso di presentare questa mozione in sintonia, ovviamente, con il dibattito parlamentare e gli altri gruppi, perché riteniamo sia importante riaffrontare in chiave politica, economica e dal punto di vista, ovviamente, della prospettiva del sistema Italia, i meccanismi che riguardano la alla luce di un tagliando, Presidente, che noi riteniamo un tagliando “necessario”, che era previsto quando si è cominciato ad immaginare una normativa specifica su questi argomenti e il progressivo passaggio dalla alla e perché riteniamo che dopo questi quattro anni (ormai cinque) di esperimento del decreto “Monti”, che aveva di fatto introdotto, come ricordava correttamente il Viceministro Morando, la vi sia la necessità di una riflessione, alla luce di una serie di elementi che noi vorremmo qui ricordare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.
ANDREA VALLASCAS. Grazie, Presidente. Per il MoVimento 5 Stelle, le misure previste dal hanno una particolare rilevanza, non solo per i risvolti e le implicazioni che possono avere sul sistema di tutela a difesa del nostro sistema economico, delle nostre aziende e del nostro patrimonio brevettuale, ma sono di fondamentale importanza soprattutto per le garanzie che possono offrire alla sicurezza e alla stabilità operativa di tutte le attività che possiamo considerare strategiche per il Paese. Noi abbiamo sempre ribadito che le società che operano in settori nevralgici dovessero essere sottratte all'incertezza sia dei cicli economici sia del mercato. Settori come le telecomunicazioni, i trasporti, le infrastrutture energetiche, la gestione delle risorse pubbliche, la sicurezza e il benessere i cittadini non possono essere oggetto né di speculazioni finanziarie né di vergognosi baratti politici o elettorali. Di fronte all'incalzare di una finanza internazionale sempre più aggressiva e alla crescente influenza che i Governi esercitano nei confronti delle economie nazionali, è diventata oggi una questione urgente la predisposizione di adeguate tutele per le aziende di interesse nazionale. Mentre in tutto il mondo le grandi imprese sono sostenute e difese dai Governi e dalle istituzioni pubbliche, anche con politiche un po' troppo protezionistiche, l'Italia è diventata la meta di chi indisturbato vuole fare delle nostre realtà industriali più importanti. E tutto questo avviene nell'indifferenza dell'Esecutivo, che sembra affannarsi sempre più non già nell'esportare all'estero le eccellenze del ma piuttosto che voglia favorire la vendita delle aziende e dei che hanno fatto la storia dell'industria italiana. Questa tendenza si è accentuata con il Governo del Partito Democratico, i Governi Letta, Renzi, Gentiloni, che di questo approccio spregiudicato alla politica industriale e commerciale hanno fatto quasi un cavallo di battaglia. In pochi anni siamo diventati terra di conquista dei fondi sovrani cinesi, che hanno acquistato buona parte dei patrimoni industriali del nostro Paese, sino a diventare i principali investitori stranieri: quello cinese è uno alla base del quale non c'è null'altro che un interesse speculativo e geopolitico, ossia far sapere al grande avversario, l'America, che la Cina è presente in Europa, a cominciare dall'Italia. Di questo passo, nel 2014, eravamo al primo posto tra i Paesi dell'Eurozona per investimenti cinesi, investimenti che nel 2015 hanno raggiunto i 20 miliardi. Pirelli, Snam, Terna, Telecom, ENI e Banca Intesa sono solo i principali marchi acquistati o nei quali compare una partecipazione cinese. Con Pirelli ha preso la strada all'estero un patrimonio di competenze e conoscenze testimoniato dai tanti brevetti registrati negli anni, brevetti oggi acquisiti dalla nuova proprietà e non più italiani. Sarebbe lungo fare un elenco delle aziende nel nostro sistema economico che abbiamo inesorabilmente perso. Tra l'altro si tratta delle eccellenze tecnologiche italiane, aziende che operano nei settori della componentistica per l'auto e l'elettromeccanica. In questi settori c'è da segnalare il lungo corteggiamento ancora in corso della Samsung per la Magneti Marelli. Di fronte a questa situazione di grave impoverimento del tessuto produttivo italiano, l'atteggiamento del Governo è sorprendente: l'Esecutivo, infatti, è il protagonista e l'ideatore di questa politica scellerata che ha contribuito alla cessione di importanti nazionali. Ricordiamo il clamore e l'ottimismo con cui nel 2014 l'allora Governo Renzi portò a termine la cessione alla cinese State Grid del 35 per cento di Cdp Reti, gruppo che detiene il 30 per cento di Snam e il 30 per cento di Terna. Rispondendo a un mio atto di sindacato ispettivo sulla cessione che, come gruppo, avevamo fortemente criticato, il rappresentante del Governo disse allora che avremmo dovuto essere quasi orgogliosi di questa acquisizione; disse che era la dimostrazione dell'apprezzamento e del riconoscimento internazionale della qualità delle nostre aziende e delle nostre tecnologie. Meno di due anni dopo, in una gara internazionale per la gestione delle reti di trasmissione elettrica della Grecia, Terna è stata scalzata proprio da State Grid, facendo emergere con forza i conflitti di interesse che queste partecipazioni innescano. Avremmo fatto a meno del riconoscimento: avremmo preferito che un'azienda che gestisce le infrastrutture strategiche del Paese restasse nel pieno controllo dello Stato. Ma questo non è un caso isolato, non è il caso di un'azienda che eccezionalmente viene ceduta per una quota parte unicamente per fare cassa: ricordo le grandi organizzate da Cassa depositi e prestiti, attraverso il Fondo strategico italiano, per attirare gli investitori stranieri, in particolare modo i fondi sovrani, tra i quali figuravano anche quelli di alcuni Paesi come la Libia, a forte instabilità politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Intervengo sulla nostra mozione, ma colgo l'occasione anche per una riflessione un po' più ampia perché da quest'Aula, in tutta le discussione che ho seguito con attenzione, ho sentito a volte una lieve brezza protezionistica, che si rischia di trasformare anche in un vento autarchico, ho sentito molte questioni sulla rilevanza o meno degli investimenti stranieri nella nostra economia. Allora, prima di entrare nel merito, vorrei dire che noi considerassimo gli investimenti stranieri nel nostro Paese motore e forza dello sviluppo della nostra economia. Sono realtà che - come ha avuto modo di dire il Ministro dello sviluppo economico, rispondendo a un nostro su queste tematiche - hanno dato risultati anche significativi: ha citato il caso di alcuni grandi gruppi nel settore della moda acquistati da gruppi esteri, che sono stati rivitalizzati e oggi costituiscono punti importanti del ; ha citato la realtà di molte multinazionali che investono in settori avanzati - la farmaceutica, ad esempio - che costituiscono una parte importante della ricerca e sviluppo privata in questo Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Ora ci sono alcuni interventi di fine seduta. Quindi, se riuscite a lasciare l'Aula più in silenzio possibile, io do la parola al collega Nicodemo Oliverio. Onorevole Rampelli, vale anche per lei il richiamo ad uscire o a stare un pochino in silenzio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, è una perdita grande quella di Salvatore Ladu, una perdita per la sua amata famiglia, per la sua terra, la Sardegna, per le istituzioni democratiche del nostro Paese.
PRESIDENTE. Colleghi, scusate, peraltro stiamo anche commemorando un collega che è deceduto, per cui, magari, se potete….
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Lo dico anche interpretando il sentimento forte dei colleghi sardi, che siedono in quest'Aula.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Un uomo d'altri tempi, un maestro che sapeva insegnare senza mai salire sulla cattedra, un compagno di mille battaglie politiche, anche di quelle che si sa che si perdono fin dall'inizio, ma che vale comunque la pena condurre.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Oliverio.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Un amico, che sapeva ascoltare e consigliare e non drammatizzare mai. Con Salvatore Ladu se ne va un politico vero, onesto, trasparente, un vero esempio per quanti vogliono continuare a credere nella buona e sana politica
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Intervengo per sollecitare una risposta del Ministero della giustizia alla mia interrogazione n. 5-11336 e la calendarizzazione in II Commissione (Giustizia) della risoluzione n. 7-00257 del febbraio 2014, più volte sollecitata dai miei colleghi in Commissione giustizia, ma mai calendarizzata nei fatti dalla presidente Ferranti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI. Grazie mille, Presidente. Vorrei solo esprimere la nostra felicità per la liberazione di Cristian Provvisionato, che è stato detenuto in Mauritania per due anni. Vorremmo esprimere tutta la nostra solidarietà e la nostra felicità, perché dopo due anni finisce un'agonia e finalmente Cristian può godersi la libertà. Vorrei ringraziare tutte le persone che sono impegnate nel caso, a partire dal Ministero degli affari esteri. Vorrei ringraziare la Commissione affari esteri, perché anche grazie alle nostre pressioni siamo riusciti a fare qualcosa. Finalmente il Parlamento e il Governo hanno prodotto qualcosa di buono, ed esprimiamo ancora tutta la nostra felicità per la liberazione di Cristian
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Miccoli. Ne ha facoltà.
MARCO MICCOLI. Vorremmo esprimere la solidarietà alla sindaca di Roma Virginia Raggi, perché oggi è stata fatta oggetto di un grave atto, quello di non poter parlare in un'aula del consiglio municipale del XIII municipio di Roma.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.