PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta del 22 giugno 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aiello, Alli, Amendola, Amici, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Blazina, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Centemero, Antimo Cesaro, Cimbro, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Faraone, Fava, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Galati, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Kronbichler, La Marca, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes, Pisicchio, Portas, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Santerini, Scalfarotto, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali e Zampa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 25 giugno 2017, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze):
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 22 giugno 2017, la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli, già iscritta al gruppo parlamentare Democrazia Solidale-Centro Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente.
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di giovedì 22 giugno 2017, la II Commissione (Giustizia) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge:
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 3012-C: Legge annuale per il mercato e la concorrenza.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
ANDREA MARTELLA, Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghi, giunge finalmente in Aula uno dei provvedimenti più complessi dell'intera legislatura, più difficili dal punto di vista dell'iter parlamentare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione Finanze, onorevole Silvia Fregolent.
SILVIA FREGOLENT, . Grazie, signor Presidente. Molto di quanto volevo e dovevo dire è stato già accennato dal mio collega Martella. In questi giorni, si è molto parlato di concorrenza, con un'ansia di approvazione di un provvedimento; probabilmente l'ansia è dovuta al fatto che dal 2009 si attende un provvedimento del genere. Questa legislatura, da molti criticata, da molti anche un po' avvilita, talvolta, nei commenti, evidentemente, ha avuto più coraggio di altre, perché una legge sulla concorrenza è dal 2015 che viene esaminata da questo Parlamento. Noi l'approvammo nell'ottobre 2015, il Senato ce l'ha restituita soltanto qualche settimane fa e noi ci siamo trovati di fronte ad un bivio: far finta che alcune storture che c'erano e che, secondo me, non andavano, secondo noi, come relatori non andavano bene, per l'interesse che questo provvedimento ha, cioè quello di rendere il mercato della concorrenza più aperto e, quindi, più utile ai consumatori, ecco, secondo noi questo obiettivo non veniva raggiunto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, onorevole Crippa.
DAVIDE CRIPPA, . Grazie, Presidente. Ci ritroviamo dopo due anni dall'approvazione del passaggio alla Camera e quella che dovrebbe essere una legge annuale della concorrenza oggi viene sollecitata dai relatori come un qualcosa che è indispensabile e serva e nessuno si ricorda che teoricamente è un collegato alla legge finanziaria 2015. Ed essendo un collegato, ci sono tutte le complicazioni legate anche alle possibilità emendative, per cui devono avere delle coperture legate sempre alla finanziaria, che in questo caso è evidentemente superata. I temi che oggi ci ritroviamo qui a discutere, dopo le modifiche fatte al Senato, sono sempre i soliti. Peccato che in questi due anni la logica del consumatore, aggredito da parte delle società di fornitura di energia, è stata una logica di aggressione vera e propria, nel senso che ci sono ormai agli atti telefonate che evidenziano come la maggior tutela fosse già finita due anni fa. E invece, ancora oggi, stiamo parlando che, se il provvedimento dovesse essere licenziato oggi dalla Camera così come è scritto, ci sarebbe ancora un passaggio tale per cui la maggior tutela ancora non avrebbe la certezza di essere abolita rispetto a quanto preventivato due anni fa. Questo cosa ha comportato? Ha comportato un pasticcio di natura, se vogliamo, interpretativa da parte dei consumatori, che spesso non sono troppo informati su questi temi, che si vedono costantemente ricercati al telefono per cambiare la propria fornitura di energia e passare al famoso e auspicato mercato libero.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.
ANTONIO GENTILE,. Poche battute. Innanzitutto, grazie Presidente, grazie onorevoli deputati. Questo disegno di legge comincia ad essere un risultato importante, sino a quando non si chiude, sia per gli investimenti che per l'occupazione nel nostro Paese. Quindi, ci sono elementi nella programmazione nazionale di riforma del Governo che con questo provvedimento, se anche con notevole ritardo, vengono rispettati.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Leggendo il testo di questo provvedimento mi sono imbattuto, e tanti di noi si sono imbattuti, in un comportamento schizofrenico, strabico del Governo e del PD. Un PD sordo? Un PD distratto? Un PD abulico, apatico, inconcludente, incerto, autolesionista a tratti, miope, incline alla ingiustizia ed illogicità? Può darsi, ma vorrei essere certo di tutto questo. Vorrei, insomma, essere persuaso che di incapacità e sciatteria si tratta. E, invece, la vicenda RC-auto, con la cancellazione al Senato della norma “salva automobilisti virtuosi” - vicenda che andrebbe più correttamente appellata come “la tassa sul Sud” -, è una vicenda dai troppi aspetti opachi ed incomprensibili, che lascia piuttosto sottendere la connivenza di maggioranza, PD e Governo con il sistema lobbistico, affaristico delle compagnie di assicurazione.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Scuvera. Ne ha facoltà.
CHIARA SCUVERA. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, come hanno detto i relatori Fregolent e Martella, che ringrazio veramente per il lavoro così paziente e così approfondito su questo provvedimento dall'iter così difficile, questa è la prima proposta di legge annuale per il mercato e la concorrenza e questo provvedimento - lo dico all'onorevole Russo per tramite suo - è stato per la prima volta realizzato, presentato e concretizzato da un Governo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 14,45.
PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il presidente Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente; signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, oggi, torniamo a parlare di concorrenza, dopo moltissimo tempo; è un argomento raro in queste Aule di cui si parla, soltanto, quasi soltanto, in occasione della discussione della legge sulla concorrenza. In questo senso, ho sentito dire molte volte che questo istituto non serve, che sarebbe meglio avere interventi più settoriali, liberalizzare i mercati uno per volta, regolamentarli e liberalizzarli; sarebbe meglio, è indubbio che sarebbe meglio. La realtà è che, quando vediamo gli interventi settoriali, questi sono quasi sempre, lo ripeto, quasi sempre promossi con degli obiettivi opposti, ossia regolamentare i settori per consolidarli. Se io penso ad esperienze passate, fin da altre legislature, dalla legge forense - io faccio l'avvocato - ad altre leggi, adesso abbiamo in discussione quella sulla riforma, ad esempio, degli stabilimenti balneari, vi è una serie di norme di settore che, in realtà, sono quasi sempre gestite in via anticoncorrenziale, non concorrenziale.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Esaminandole rapidamente, la prima riguarda gli interventi sul passaggio dalla maggior tutela al mercato libero. Ecco, qui si è detto: bisogna tutelare i consumatori, perché c'è il rischio che vadano in salvaguardia e c'è il rischio che, all'esito della liberalizzazione, i prezzi possano aumentare. Benissimo, a luglio 2019, stiamo dicendo che è urgente intervenire e se non si interviene in un prossimo provvedimento - ad esempio, con riferimento alla disciplina che riguarderà la strategia energetica nazionale, nella prossima legge di stabilità e chissà in quanti altri provvedimenti che ci saranno - stiamo dicendo che tra oggi e luglio 2019 non c'era tempo di intervenire. Tra l'altro, la modifica non è che ha eliminato la vera sostanza e cioè che il passaggio al mercato libero sarà regolamentato da un decreto del MISE, che potrebbe benissimo riproporre le aste e tutti questi meccanismi, perché non è che la legge lo vieti, oggi; quindi, si sta dicendo che questo intervento è fondamentale oggi, però, poi, si lascia una delega assoluta al Ministero dello sviluppo, quello stesso Ministero dello sviluppo che aveva garantito che nei prossimi provvedimenti avremmo cambiato la legge. Allora, delle due l'una, o ci si fida sul cambiamento o non ci si fida del Ministero dello sviluppo che avrà discrezionalità assoluta nel decidere se si faranno le aste oppure no, tutto in vista di un provvedimento di luglio 2019, nel nome dei consumatori, poi, negli interventi di chi ha parlato in questi giorni, si è visto che i consumatori erano strani rappresentanti, perché se si legge, ad esempio, la recente presa di posizione dell'onorevole Brunetta di Forza Italia che sosteneva la stessa linea, ha detto sì, sì, ce l'hanno detto anche l'Enel e le che così si avvantaggiano i concorrenti nostri. Ora, sicuramente l'Enel e le sono affezionate ai loro consumatori, ma, magari, non sono proprio il punto di riferimento tipico di chi vuole occuparsi di tutela dei consumatori in un mercato sostanzialmente monopolizzato. Quindi, questo intervento era inutile, si poteva benissimo rinviare, non lo si è fatto e per ragioni che non sono davvero chiare. Si è deciso di sopprimere le norme sul telemarketing; anche lì, adesso, arriveranno le telefonate a casa da parte degli operatori; c'era la disciplina sul registro degli operatori che era in discussione al Senato in legislativa, all'inizio di questo mese, e tutti i gruppi avevano detto: lo risolviamo lì; poi, i partiti se ne sono dimenticati, in particolare il Partito Democratico che su questa legge ha un ruolo particolare per aver approvato questi emendamenti, perché li ha votati con l'opposizione, perché il resto della maggioranza era contrario. Quindi, un conto è l'alleanza lodevole con le opposizioni, lodevole non nel merito, perché ero contrario, ma lodevole nel metodo, sulla legge elettorale e un conto è l'alleanza contro il Governo, sulla legge sulla concorrenza con i 5 Stelle e Forza Italia, misteri di questa legge che sollecita spesso atteggiamenti strani da parte del Partito Democratico.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Simone Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente Di Maio. Noi stiamo svolgendo una discussione generale su un provvedimento collegato alla manovra per il 2015, giusto per ricordarlo anche all'Assemblea, seppur non gremita, ma certamente tutte le migliaia, decine di migliaia, forse centinaia di migliaia di cittadini che hanno la facoltà di ascoltarci almeno dal canale dalla Camera possono prendere atto di questo dato e, soprattutto, del dato che sembra in qualche modo sfuggito anche al presidente Mazziotti Di Celso e che, diciamo per dovere d'appartenenza, è stato ovviamente non sottolineato dai due relatori che hanno affrontato questo provvedimento in questa lettura alla Camera: non è che in questi due anni e mezzo il Senato abbia lavorato alacremente sulle possibili modifiche normative, tra l'altro peggiorative, che sono state introdotte dal Senato, e basta; su questo testo si è perso tanto tempo - ricordando come la legge sulla concorrenza sia un elemento che dovrebbe almeno nella teoria essere ciclico e annuale - perché, da quando è stata varata questa norma e approvata da questa Assemblea, è cambiato il Presidente del Consiglio, è cambiato il Ministro delle attività produttive e, se non ricordo male, è cambiato anche il sottosegretario alle attività produttive; io ricordavo, seduta su quei banchi parlando di temi molto inerenti al disegno di legge sulla concorrenza che oggi esaminiamo, la sottosegretaria Vicari; oggi c'è il sottosegretario Gentile con le stesse deleghe, tra l'altro, anche molto importanti, ai consumatori.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, onorevole Crippa, ha già comunicato che rinuncia a replicare.
SILVIA FREGOLENT, . Grazie, signor Presidente. Solo per fare una precisazione, tramite lei, al collega Mazziotti Di Celso: i relatori non hanno contravvenuto a nessuna indicazione contraria del Governo e non sono contro il Governo. Il sottosegretario si è rimesso alle Commissioni e le Commissioni hanno votato gli emendamenti. Questo, perché dal discorso dell'onorevole Mazziotti Di Celso sembrava che i relatori fossero addivenuti ad una decisione contraria rispetto a quella ricevuta dal Governo. Tutti i Ministri, a partire dalla Ministra per i rapporti con il Parlamento per finire al sottosegretario, hanno dato via libera a queste modifiche, quindi nessuno dei relatori è contrario all'azione di Governo. Era una precisazione, perché poteva sembrare, per chi ci ascolta da casa, che, ad un certo punto, i relatori fossero impazziti e avessero deciso di andare in minoranza rispetto al Governo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore per la maggioranza per la X Commissione, deputato Martella, e il rappresentante del Governo rinunciano alle repliche.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 913-2983-3115-3483-3490-3555-3556-A: Istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE, . Presidente, dopo un significativo dibattito in Commissione, dopo un confronto molto importante con il mondo scientifico e il mondo accademico, attraverso le audizioni, arriva in Aula un provvedimento delicato per la nostra comunità: il provvedimento che prevede la Rete nazionale dei registri tumori e il referto epidemiologico dello stato di salute dei nostri territori.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Baroni.
MASSIMO ENRICO BARONI, . Grazie, Presidente. Facciamo una breve premessa. L'istituzione relativa alla disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori, dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione risponde a una palese inefficienza della sanitaria, che si è rivelata negli anni come un male cronicamente attivo, difficile da invertire per mancanza proprio di elementi minimi conoscitivi per poter investire efficacemente in prevenzione primaria. Prevenzione primaria, signor Presidente, significa evitare che le persone si ammalino. Questa colpevole e dolosa assenza di una programmazione, che risponde ad un ordine di priorità ben preciso, crea una filiera di inefficienze e di sprechi nel tentativo di porre rimedio al fatto che lo Stato, in assenza di questi strumenti o in presenza parziale o eterogenea di tali strumenti, sia fortemente depotenziato nella sua possibilità di intervenire con politiche sanitarie efficaci a beneficio della salute dei cittadini italiani.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo. Prendo atto che si riserva di farlo nel prosieguo. È iscritta a parlare l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Presidente, le malattie oncologiche, nonostante si sia ridotta la mortalità, rappresentano un aspetto rilevante nella domanda di assistenza cui il nostro Sistema sanitario deve far fronte. Per questo, particolarmente nell'ultimo decennio, abbiamo assistito ad un impegno delle istituzioni statali e regionali, sul versante innanzitutto della programmazione, di grande rilievo. Per affrontare innanzitutto la questione strategica della prevenzione, passando poi alla continuità di cura in fase diagnostica e terapeutica, compresa l'assistenza domiciliare e le cure palliative, si è reso necessario predisporre un Piano oncologico nazionale, allo scopo di offrire standard diagnostico-terapeutici sempre più elevati, riducendo nel contempo il divario esistente fra le diverse aree del Paese. La pianificazione nazionale si è avvalsa del lavoro di qualificati gruppi di lavoro, che hanno prodotto documenti tecnici di indirizzo, l'ultimo, relativo al periodo 2014-2016, con lo scopo di individuare priorità di azioni ed obiettivi comuni nel rafforzamento dei compiti del Ministero e delle regioni; in particolare, nella costituzione delle reti oncologiche regionali, nel buon uso delle risorse in oncologia e nel ricorso all'.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Labriola. Ne ha facoltà.
VINCENZA LABRIOLA. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento in esame istituisce la Rete nazionale del registro di tumori e dei sistemi di sorveglianza. Si tratta di un tema di particolare rilevanza e delicatezza sul quale ritengo doveroso fare una premessa. Negli ultimi anni si è venuta sempre più consolidando l'idea che la metodologia biostatistica ed epidemiologica possa rappresentare un approccio razionale quantitativo alle decisioni strategiche del Sistema sanitario nazionale. L'informazione epidemiologica, per lungo tempo focalizzata sulla quantizzazione dei fenomeni sanitari emergenti nell'ambito del quadro nosologico generale, con il precipuo scopo di orientare i processi di prevenzione e di assistenza, ha più di recente ampliato i suoi ambiti di fruibilità sia nel campo della programmazione sanitaria, sia della valutazione dei servizi e degli esiti, consentendo un'impostazione della programmazione basata sulla realistica lettura dei bisogni sanitari della popolazione piuttosto che sulla domanda espressa. L'epidemiologia, dunque, ha oggi il ruolo di pilotare le scelte strategiche del Sistema sanitario nazionale non più verso l'efficienza dei servizi, ma verso obiettivi di salute misurabili.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Il provvedimento in esame istituisce e disciplina la Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e per di più inserisce una riflessione del tutto nuova sul referto epidemiologico. Appariva del tutto paradossale che in Italia, dove esiste da tempo un Istituto nazionale dei tumori, non esistesse ancora un registro nazionale dei tumori mentre si potevano trovare diversi registri regionali costruiti con parametri di riferimento solo in parte uguali o convergenti, con l'ovvia difficoltà quindi di aggregare i dati in modo significativo ed efficace sia per l'attività di ricerca sia di assistenza. Il testo unificato oggi in discussione, oltre a rappresentare un punto di sintesi tra tutti i testi presentati, tiene conto di quello che è il recente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri approvato il 3 marzo scorso. In esso si definiscono i criteri con cui elaborare i sistemi di sorveglianza e i registri di mortalità dei tumori e di altre patologie e quindi evidentemente lo stesso registro nazionale. Si tratta, come è stato detto già dai colleghi, di un sistema molto articolato che comprende 31 sistemi di sorveglianza istituiti presso l'Istituto superiore di sanità, a cui si aggiungono altri sistemi che fanno capo invece direttamente al Ministero della salute. Ci sono inoltre altri 15 registri di patologie di rilevanza nazionale. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri stabilisce chiaramente il tipo di dati che si possono raccogliere; chi può avervi accesso; le misure necessarie per garantirne la sicurezza indispensabile per prevenire possibili attacchi informatici. Con i registri costituiti in modo uniforme e condiviso sarà possibile avere una raccolta sistematica di dati anagrafici, sanitari ed epidemiologici trattati tutti nel rispetto della riservatezza. Il problema diventa particolarmente complesso poi quando ci si occupa di tumori rari. Soltanto nel 2013, su sollecitazione dell'allora Ministro della Salute Roberto Balduzzi, venne istituito un tavolo di lavoro per affrontare le principali problematiche riguardanti i tumori rari. Tra gli obiettivi del gruppo di lavoro c'era anche quello di stabilire criteri e metodi per la classificazione nosologica dei tumori rari in modo da poter creare una sorta di registro nazionale. Solo in tal modo diventava possibile formulare proposte per il pieno raggiungimento degli scopi della Rete dei tumori, raccogliendo informazioni sul suo effettivo funzionamento, sullo sviluppo degli strumenti necessari a favorire gli scambi tra i nodi della Rete, per condividere i percorsi diagnostico-terapeutico e assistenziali attraverso le reti informatiche. L'inclusione dei tumori rari nel Registro nazionale tumori supporrà quindi un grande aiuto per medici e pazienti sia sotto il profilo della ricerca sia dell'assistenza. I dati da inserire nel registro nazionale devono essere validati scientificamente secondo gli standard qualitativi previsti in sede internazionale dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'OMS relativi ai casi che sono stati diagnosticati proprio come neoplasia e devono essere trattati esclusivamente allo scopo di individuare misure sull'incidenza, la mortalità, la sopravvivenza, la tipologia e la prevalenza dei tumori. Servono a descrivere il rischio della malattia per sede e per tipo di tumore, per età, per genere: in questo modo diventa possibile contribuire attraverso i dati prodotti alla rilevazione di eventuali differenze nell'accesso alle cure erogate al paziente oncologico in relazione alle condizioni socio-economiche e all'area geografica di provenienza per poter identificare cause di malattie derivanti da inquinamento ambientale e in questo modo si potranno effettuare analisi statistiche-epidemiologiche anche con riferimento a situazioni finora non perfettamente messe a fuoco. Due sono in definitiva le caratteristiche principali del registro nazionale: il suo rigore scientifico e l'esclusivo interesse dei pazienti in fatto di diagnosi e cura.
PRESIDENTE. Deve concludere.
PAOLA BINETTI. …che istituisce - un minuto solo, Presidente - e disciplina il referto epidemiologico, un elemento innovativo di grande interesse. Il referto epidemiologico viene definito, ai fini della presente legge, come il dato aggregato o macrodato corrispondente alla valutazione dello stato di salute complessivo di una comunità. Lo si ottiene attraverso un esame epidemiologico delle principali informazioni relative a tutti i malati e a tutti gli eventi sanitari di una popolazione in uno specifico ambito temporale e in un concreto ambito geografico. La valutazione dell'incidenza delle malattie, del numero e delle cause dei decessi rilevate dalle schede di dimissioni ospedaliere e dalle cartelle cliniche consente di individuare la diffusione e l'andamento di specifiche patologie, e identificare, quindi, eventuali criticità di origine ambientale, professionale e sociosanitaria.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Burtone.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE, . Presidente, per ribadire che lo strumento che si mette in campo….
PRESIDENTE. Ha un minuto, perché avreste finito i tempi.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE, . …è uno strumento che non guarda ai freddi numeri, ma alle persone, alle famiglie che soffrono, e che, grazie anche ai nuovi farmaci che sono in campo, possono essere aiutate a guarire. È una malattia grave, però si può anche guarire. Inoltre, lo strumento è utile per dare risposta a coloro i quali si trovano in territori in difficoltà, e quindi indica anche la strada per superare le differenze che ci sono nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore Baroni e il rappresentante del Governo non intendono intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato, n. 2168-B: Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
FRANCO VAZIO, Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, l'Assemblea si trova oggi ad esaminare un provvedimento atteso ormai da anni, introducendo anche nell'ordinamento italiano il delitto di tortura. Tale proposta torna all'esame della Camera in seconda lettura e complessivamente, per noi, in assoluto si tratta della quarta lettura.
PRESIDENTE. Agli uffici. Grazie, chiaramente è autorizzato.
VITTORIO FERRARESI Grazie Presidente. Siamo, quindi, alla seconda lettura della Camera, la quarta in totale, per questa proposta di legge, l'introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VITTORIO FERRARESI, . E, allora, anche rispetto ai tanti torturati e vittime che stanno nei Paesi del Sud America, che ci chiedevano l'imprescrittibilità: l'imprescrittibilità per estradare dei torturatori nei loro Paesi d'origine; perché il problema è che senza questa norma sull'imprescrittibilità, noi non possiamo rimandare dei torturatori quando ce li chiedono in via diplomatica. È questo il problema!
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
VITTORIO FERRARESI, . Questa è una legge, la tortura, che non va a punire chi fa giustamente il suo dovere: va a punire quelle persone, come ci sono in tutti gli ambiti, politici, magistratura, forze dell'ordine, cittadini, imprenditori…
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, la devo invitare a concludere: siamo fuori già di oltre un minuto.
VITTORIO FERRARESI, . Chiudo, certo. …che delinquono. Questi ci sono dappertutto, in tutti i mondi; e non si deve aver paura, perché i primi che debbono avere la necessità di mostrare la propria buona fede sono proprio gli appartenenti alle forze dell'ordine, che fanno in modo dignitoso e coerente ed efficiente il loro lavoro, e non vogliono assolutamente essere mischiati a quelli che non lo fanno.
PRESIDENTE. Prego tutti di stare nei tempi. Tra l'altro, i colleghi che intervengono in discussione sulle linee generali, quando hanno i tempi, hanno un massimo di 30 minuti, i relatori hanno 10 minuti. Però, se si intende prendere più tempo, si può intervenire nella discussione sulle linee generali normale, anziché in altre vesti.
FABRIZIA GIULIANI. Presidente, il Partito Democratico ritiene necessario introdurre nel nostro ordinamento il reato di tortura, questo è il primo dato che io voglio sottolineare; e darò anche a questo mio intervento un carattere eminentemente politico, perché siamo assolutamente consapevoli che con questo atto si va a colmare non solo un legislativo, ma un vuoto di natura politica, un vuoto di natura morale e un vuoto di natura civile. I dati che mi portano a trarre queste conclusioni sono stati richiamati dal relatore Vazio: sono trascorsi esattamente 29 anni, dico 29 anni, dalla ratifica italiana, avvenuta 4 anni dopo l'adozione della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti adottata dalle Nazioni Unite nel 1984. Un lasso di tempo enorme, un lasso di tempo molto lungo, superiore, tanto per avere un ordine di grandezza condiviso, all'età di alcuni dei nostri colleghi più giovani in questa legislatura. È stato senza alcun dubbio un tempo sufficiente a mostrare a noi, all'Europa e al mondo l'esigenza di colmare un vuoto non tollerabile, data la natura del reato e il suo nesso con la qualità di vita democratica.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, la ringrazio. Dall'ascolto degli interventi che mi hanno preceduto, della rappresentante del Partito Democratico e del rappresentante del MoVimento 5 Stelle, si capisce bene qual è il tono di questo dibattito e un po' anche la ragione di questo dibattito un po' surreale, signor Presidente, che giunge in quest'Aula il giorno successivo ai risultati delle elezioni amministrative che hanno visto pesantemente penalizzati proprio i partiti che rappresentano la maggioranza di Governo, a partire dal Partito Democratico, ma anche quelli che rappresentano l'opposizione fatta dal MoVimento 5 Stelle, non certo quella responsabile e di merito rappresentata da Forza Italia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. “Quello che affrontiamo è l'esito naturale seppur tardivo della ratifica operata quasi vent'anni fa dal nostro Paese della Convenzione delle Nazioni Unite ma è anche un segnale a contrasto di quanti hanno legittimato la tortura in nome di un presunto conflitto di civiltà e della guerra preventiva quasi che Abu Ghraib fosse un prezzo necessario o quanto accade nelle celle di Guantanamo fosse un male minore, segnale in opposizione a quanti non hanno ravvisato nei giorni drammatici di Genova 2001 la creazione di una voragine, di un grave nei diritti fondamentali e nelle libertà costituzionalmente garantite”. Qualcuno, colleghi, avrà notato che date e nomi non tornano e infatti correva l'anno 2006, il mese di dicembre, e le frasi precedenti fanno parte della dichiarazione finale di voto dello stesso tentativo di introdurre nel nostro ordinamento il delitto di tortura.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori rinunciano ad intervenire in sede di replica.
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, Presidente. Intervengo nella discussione che ritengo assai importante per la vita di questa legislatura al fine di introdurre alcuni elementi che possano contribuire anche a definire meglio la posizione del Governo sulla base delle considerazioni che sono state fatte in primo luogo dal relatore Vazio e che poi sono state riprese in sede di dibattito.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della Relazione all'Assemblea sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull'attuazione degli statuti speciali, approvata dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali (Doc. XVI-, n. 11).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
GIANPIERO D'ALIA, Grazie signor Presidente e onorevoli colleghi, la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha avviato una riflessione sullo stato del regionalismo e più in generale sull'assetto degli enti territoriali del nostro Paese, dopo l'esito non confermativo del referendum costituzionale del dicembre 2016.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIANPIERO D'ALIA, . La Relazione ritiene auspicabile che ogni riflessione in proposito non possa non tener conto delle trasformazioni a livello territoriale nel frattempo intervenute, e in particolare della rilevante attività legislativa posta in essere dalle regioni in attuazione della legge n. 56.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Ribaudo. Ne ha facoltà.
FRANCESCO RIBAUDO. Presidente, non scenderò nei dettagli della Relazione, perché il Presidente l'ha fatto bene, e devo dire anche nel dettaglio, su tutta una serie di proposte e di ipotesi. Tocca a me comunque fare anche la mia parte, e per quanto riguarda il Partito Democratico, su quello che si potrebbe e si dovrebbe fare.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la risoluzione D'Alia, Ribaudo, Kronbichler, Parisi, Gigli, Plangger ed altri n. 6-00335 che è in distribuzione.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.