PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA ROSSOMANDO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Bernardo, Bindi, Bonafede, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Brunetta, Caparini, Capelli, Carbone, Cicchitto, Dambruoso, Damiano, Faraone, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Ginefra, Giancarlo Giorgetti, Laforgia, Lupi, Marcon, Marotta, Nicoletti, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rosato, Sanga, Sani, Turco, Simone Valente, Valeria Valente, Venittelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3225-A/R: Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali; e delle abbinate proposte di legge nn. 495-661-1093-1137-1958-2354-2409-2446-2545-2562-3140-3276-3323-3326-3789-3835-4100-4131-4235-4259.
MATTEO RICHETTI, . Grazie, Presidente. Il Comitato dei nove ha presentato un emendamento all'articolo 13, che assorbe la questione dell'emendamento accantonato sull'articolo 1, per cui sarei in grado di riprendere dall'articolo 1, proponendo il ritiro di quello, perché sull'articolo 13 puntualmente la questione viene assorbita.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Richetti.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, io sono sceso e non è in distribuzione.
PRESIDENTE. Mi dicono gli uffici di sì.
ROCCO PALESE. Adesso mi recherò di nuovo per andare a vedere se esiste questo emendamento preannunciato.
PRESIDENTE. Allora, il testo, se volete, lo leggo. Articolo 13, dopo il comma 4 aggiungere il seguente: 5. In considerazione della difformità tra la natura e il regime giuridico dei vitalizi e dei trattamenti pensionistici comunque denominati dei titolari di cariche elettive e quelli dei trattamenti pensionistici ordinari, la rideterminazione di cui al presente articolo non può in alcun caso essere applicata alle pensioni in essere e future dei lavoratori dipendenti e autonomi.
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, accogliamo la riformulazione.
PRESIDENTE. E quindi ritira l'emendamento 1.14 D'Attorre. Perfetto, è formalmente ovviamente un emendamento della Commissione. A questo punto possiamo tornare all'articolo 1, che ieri non avevamo votato.
EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Sì, mi scusi Presidente, non ho capito, ma c'è un emendamento della Commissione sempre sull'articolo 1?
PRESIDENTE. No, è sull'articolo 13, è quello che ho appena letto, è un comma aggiuntivo dell'articolo 13, un comma 5 all'articolo 13. Accenda il microfono.
EDMONDO CIRIELLI. Volevo fare una dichiarazione di voto quindi sull'articolo 1.
PRESIDENTE. Prego, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Colgo anche l'occasione per commentare questo emendamento della Commissione, che mi sembra incommentabile, nel senso che fa ridere scrivere in una norma: nel futuro questa norma non potrà mai essere estesa ad altri. Ma chi lo dice che un Parlamento tra cinque, dieci anni, tra un anno, tra sei mesi, non faccia una norma che cambia questo o piuttosto il vostro emendamento? Veramente, che è la Bibbia che uno dice: non potrà mai essere modificato? È la conferma dell'ipocrisia di fondo che muove questa riforma, se così vogliamo chiamarla, e serve soltanto come strumento di campagna elettorale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà, per tre minuti.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Signora Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento di cui discutiamo è inutilmente ipocrita e dà un pessimo esempio di legislazione. Nessuno pensa che questa norma…
PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, solo per correttezza nella procedura, siete in dichiarazione di voto sull'articolo 1, perché l'emendamento è all'articolo 13. Quindi, ora stiamo per votare l'articolo 1.
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo scusa. Tornerò sull'argomento quando passeremo a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Grazie, signora Presidente. Vengo a conoscenza di questa riformulazione che ovviamente coinvolge tutto l'andamento della legge e, anche se non sono un giurista, la cosa mi fa sorridere. Con una norma di legge ordinaria, noi diciamo che la stessa norma che stiamo modificando non può essere in nessun caso applicata alle pensioni in essere e alle future pensioni dei lavoratori dipendenti e autonomi.
PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, sto ascoltando. Scusi un attimo, lei è in dichiarazione di voto sull'articolo 1…
RENATO BRUNETTA. Certamente!
PRESIDENTE. Quindi, la richiamo all'articolo 1. Prego.
RENATO BRUNETTA. Parlo dell'articolo 1, parlo dell'articolo 13, parlo del complesso degli emendamenti! Mi fa specie che l'amico D'Attorre, che è un fine giurista, possa accettare una stupidaggine di questo tipo, talché noi stiamo preparando un emendamento che dice: “salvo che non sia previsto diversamente da altra norma di legge”, e andiamo avanti all'infinito. Perché se noi modifichiamo una legge, ma diciamo che nel futuro non si possono modificare altre leggi, io aggiungo “salvo che non sia modificato da altre leggi”, e andiamo avanti all'infinito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sull'articolo 1 il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Noi sull'articolo 1 voteremo contro perché, come già ho anticipato ieri, l'articolo 1 afferma il principio su cui si basa tutta la norma, principio su cui noi siamo fermamente contrari, lo ripeto, rispetto a quello che ho detto ieri. Io non credo che il deputato sia uguale a un altro cittadino o a un altro impiegato pubblico: è uguale nel momento in cui c'è la possibilità di esercitare l'elettorato passivo per tutti e due, poi chi diventa deputato è diverso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie. Intanto, per sapere il tempo di scadenza del subemendamento, signora Presidente, e poi, poiché avevo sottoscritto l'emendamento 1.14, a prima firma D'Attorre, e però il primo firmatario ha accettato la riformulazione, ha poco conto. Io penso che, però, signora Presidente, che il rimedio trovato, pasticciato, sia molto peggio dell'errore che è stato fatto in questo provvedimento da questo punto di vista; non scapperà dalle responsabilità, il Governo, perché io formalizzerò un ordine del giorno - lo preannuncio - in cui impegno il Governo a che non legiferi - per il tempo che durerà, chiaramente, questo Governo - in merito. Perché, con le notizie riportate ieri dalla Ragioneria generale dello Stato, cioè su gobbe contro gobbe sul sistema previdenziale nei prossimi anni e quant'altro, non c'è mica nessuna certezza, c'è la certezza del principio, cioè soprattutto il Governo deve assumere l'impegno a non legiferare e non proporre decreti-legge e quant'altro in merito a questo, è fin troppo evidente. Lo faremo con un ordine del giorno e cercheremo di smascherare che cosa c'è veramente come decisione da parte della maggioranza del PD in questo senso.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese, erano state stabilite le 10,30 per eventuali subemendamenti.
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, approfitto anche per rispondere alle osservazioni, per suo tramite, che qui ha fatto l'onorevole Brunetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
MATTEO RICHETTI, . Grazie, Presidente. Per le vie brevi, sono tutti inviti al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Turco?
TANCREDI TURCO, . Emendamento 4.5 Marcon, mi rimetto all'Aula. Emendamento 4.50 D'Alia, contrario. Emendamento 4.3 Menorello, contrario.
LUIGI BOBBA,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.5 Marcon.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, questi emendamenti mettono in rilievo un problema di una portata molto importante su questo provvedimento, sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista finanziario, e mettono anche in evidenza un grave errore che c'è stato dal punto di vista del procedimento. Infatti, signora Presidente, è fin troppo evidente che questo provvedimento avrebbe avuto la necessità, quantomeno, di essere esaminato dalle Commissioni congiunte, ci sarebbe dovuto essere, a pieno titolo, il coinvolgimento della Commissione lavoro. I rilievi della Commissione lavoro all'interno dei pareri espressi sono stati molto, molto pesanti, molto circostanziati.
PRESIDENTE. Onorevole Palese, lei ha goduto di un privilegio perché, in realtà, l'onorevole Marcon mi ha appena detto che ritira il suo emendamento. Intendo il privilegio di parlare su un emendamento che, in realtà, il proponente adesso mi ha fatto sapere che ritira. Ovviamente lei ha parlato su un emendamento che però non c'è più, perché l'onorevole Marcon lo ha ritirato, ma dopo che le avevo dato la parola. Io, però, colgo l'occasione per ricordare all'Aula e, quindi, a tutti i gruppi, che c'è stato un accordo per concludere questo provvedimento entro la mattinata di oggi. Quindi, vi prego di regolarvi negli interventi, solo perché quell'accordo non può essere messo in discussione.
PIERO LONGO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. No, non può essere messo in discussione, onorevole Longo, perché, in quest'Aula i gruppi hanno convenuto che, oggi, entro la mattinata, questo provvedimento si conclude.
PIERO LONGO. Intervengo sul Regolamento. Vorrebbe indicarmi, per cortesia, qual è la regola del Regolamento secondo la quale noi dobbiamo, tutti e ciascuno, attenerci ai tempi che sono dettati dai gruppi?
PRESIDENTE. Onorevole Longo, è chiarissimo. È chiarissimo, onorevole Longo, io penso che noi dobbiamo dare fiducia all'organizzazione dei gruppi, che sono previsti nel Regolamento quali organismi indispensabili al funzionamento dell'Aula. Per quanto mi riguarda, mi è stato comunicato un accordo, un'intesa tra tutti i gruppi e io sono tenuta a far rispettare quell'intesa. Poi, i singoli deputati si regolano come vogliono, ovviamente; ogni deputato è libero di fare quello che vuole, però, sapendo che i gruppi, compreso il suo, hanno preso un'intesa, ieri.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
MATTEO RICHETTI, . Presidente, sugli identici emendamenti 5.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, e 5.6 Giacobbe, necessariamente parere favorevole.
PRESIDENTE. Perfetto. Onorevole Turco?
TANCREDI TURCO, . Presidente, mi rimetto all'Aula su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Compresi gli emendamenti 5.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, e 5.6 Giacobbe?
TANCREDI TURCO, . Compresi quelli.
LUIGI BOBBA,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, e 5.6 Giacobbe.
ROCCO PALESE. L'emendamento 5.100 è stato necessario nell'espressione del parere della Commissione bilancio, signora Presidente, perché siamo in assenza di relazione tecnica. La storia della relazione tecnica è stata ricostruita, perché, su richiesta della Commissione, così come per tutti i provvedimenti legislativi che arrivano in Commissione bilancio, deve esserci la relazione tecnica. Qui si è fatta, c'è un'eccezione, perché il MEF ha chiesto al Ministero del lavoro, e il Ministero lavoro ha chiesto all'INPS, dopodiché, Ministero del lavoro ed INPS, non avendo prodotto nulla, dal punto di vista delle richieste che erano state effettuate, necessarie per la relazione tecnica, per la quantizzazione della spesa, della copertura finanziaria, in applicazione di quanto previsto dall'articolo 81 della Costituzione, l'ufficio legislativo del MEF ha detto che vi era mancanza dei dati di base necessari per predisporre la relazione tecnica. Questo ha detto il MEF: mancanza dei dati di base necessari per predisporre la relazione tecnica! Dopodiché, si è andati in base a quella che era la convinzione di ognuno, e la Commissione bilancio è stata costretta a chiedere la soppressione dell'articolo principale, cioè dell'articolo intorno al quale girava la possibilità del mantenimento del funzionamento di questa legge con il coinvolgimento dell'INPS, che è l'articolo 5, che viene soppresso in virtù della mancata quantizzazione prevista dall'articolo 81 della Costituzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Presidente, intervengo solo perché questa storia della relazione tecnica è diventata la barzelletta di questo Paese, in più perché questo Partito Democratico, che così ancora si fa chiamare, ha pensato bene di evitare, all'organo che di solito fa la relazione tecnica per capire esattamente come si spendono i soldi dei cittadini e delle loro tasse, di fare appunto una relazione tecnica, di fare uno studio su quanto potesse costare, non costare o quanto andassimo a risparmiare con questa legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signora Presidente, voteremo a favore della soppressione dell'articolo 5, perché ci sembra che questo punto, che era abbastanza centrale, sistemico, nella versione originaria di questa proposta di legge, non stesse in piedi, e giustamente ne è stata proposta la soppressione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Indubbiamente la norma, così come è scritta e per le questioni che va a toccare, muove diversi profili, dalla costituzionalità alla questione economico-finanziaria e, in particolare, di copertura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Presidente, bisognerebbe evitare di far diventare quest'Aula un teatrino. L'onorevole Castelli sa benissimo quali sono le ragioni per cui il Governo ha proposto l'abolizione dell'articolo 5 e non ha presentato la relazione tecnica. Lo sa benissimo per il semplice fatto che è intervenuta dopo in Commissione bilancio, dopo che il Vice Ministro Morando aveva spiegato le ragioni. Quindi, o è intervenuta a sua insaputa oppure sapeva benissimo le ragioni, che sono ragioni molto semplici.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate .
MATTEO RICHETTI, . Purtroppo no, Presidente. La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti 6.14 Luigi Di Maio, 6.19 Cecconi e degli identici emendamenti 6.5 Russo e 6.16 Menorello. Il parere è favorevole sull'emendamento 6.13 Marcon. Sugli emendamenti 6.50 Melilla, 6.17 Menorello, 6.4 Russo, 6.15 Marotta e 6.55 Marchi c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il subemendamento successivo è stato ritirato prima della seduta.
MATTEO RICHETTI, . Subemendamento 0.6.200.4 Francesco Saverio Romano, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 6.200 della Commissione, parere favorevole. Emendamenti 6.18 Cecconi, 6.21 e 6.20 Marotta, 6.3 Sisto, 6.11 Marchi e 6.1 Giorgia Meloni, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Turco, prego, a lei la parola.
TANCREDI TURCO, . Sugli emendamenti 6.14 Luigi Di Maio e 6.19 Cecconi, parere favorevole. Sugli identici 6.5 Russo e 6.16 Menorello, parere contrario. Sul 6.13 Marcon, parere favorevole. Sugli emendamenti 6.50 Melilla, 6.17 Menorello, 6.4 Russo, 6.15 Marotta, 6.55 Marchi, parere contrario. Sul submendamento 0.6.200.1 Dadone, parere favorevole. Sui submendamenti 0.6.200.3 Francesco Saverio Romano e 0.6.200.4 Francesco Saverio Romano, parere contrario. Sugli emendamenti 6.200 della Commissione e 6.18 Cecconi, parere favorevole. Sugli emendamenti 6.21 Marotta, 6.20 Marotta, 6.3 Sisto, 6.11 Marchi, parere contrario. Sul 6.1 Giorgia Meloni, mi rimetto all'Aula.
LUIGI BOBBA,. Si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Grazie, allora passiamo alla votazione dell'emendamento 6.14 Luigi Di Maio.
LUIGI DI MAIO. Grazie, Presidente. Questo emendamento ripropone, anche in questa proposta di legge che stiamo esaminando oggi, un tema che portiamo avanti da anni in questa legislatura, cioè l'applicazione della legge Fornero a tutti i parlamentari della Repubblica.
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, vi prego. Vi prego, ognuno ha potuto parlare in quest'Aula tranquillamente.
LUIGI DI MAIO. Signori, il Ministero dello sviluppo economico lo dirigete voi; andate a vedere il conto corrente del Fondo del microcredito e vedete che ci sono 22 milioni di euro versati dai parlamentari del MoVimento 5 Stelle, 22 ! Stavo portando avanti una discussione molto pacata, ma, come vedete, il Partito Democratico poi deve sempre avvelenare il clima in Aula.
PRESIDENTE. Onorevole Di Maio, concluda.
LUIGI DI MAIO. Per concludere, Presidente, io la ringrazio che li ha richiamati…
PRESIDENTE. Ha un minuto.
LUIGI DI MAIO. Vorrei concludere. Un minuto, l'utilizzo per dire soltanto un'ultima cosa. Chiederei al collega Richetti di cambiare il parere su questo emendamento. Votiamolo, perché ieri, soprattutto dai banchi del centrodestra, venivano lanciate una serie di accuse al Partito Democratico, dicendo: state inseguendo Grillo e il MoVimento 5 Stelle, ma sarà sempre troppo poco quello che farete con questa legge. Ebbene, noi vi chiediamo di fare di più con questa legge, applicando anche la legge Fornero ai parlamentari, perché altrimenti sarà comunque un passo avanti, ma sempre troppo poco e troppo tardi .
MATTEO RICHETTI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI, Grazie, Presidente. Quando si hanno tutti gli occhi degli italiani puntati addosso, soprattutto se si ricopre il ruolo di Vicepresidente della Camera, la cosa richiederebbe un di serietà maggiore, perché non pretendo che lo sappia il mio collega, l'onorevole Di Maio, e nemmeno il mio collega Di Battista, che lui sì ieri sera era a reti unificate a vendersi il provvedimento, mentre io ero qua insieme ai colleghi a votarlo . Ma il provvedimento del quale si dice: siamo pronti a votare la legge Richetti, vediamo se il PD fa sul serio, ora devo comunicare, suo tramite, all'onorevole Di Maio, che ha scoperto che il relatore vuole portare la Fornero solo dalla prossima legislatura, che bastava chiederlo ai suoi colleghi, perché la legge esce dalla Commissione con una età di accesso al beneficio della pensione, come tutti. Il contributivo, secondo Fornero, scatta da subito, il beneficio dell'assegno scatta a 65 anni, età scritta, con valore assoluto, nella legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente, mi dispiace per il collega Richetti, ma noi non pensiamo che lui abbia la credibilità e la serietà e, soprattutto, nella vicenda specifica si intende, la coerenza di poter rinfacciare ad altri colpe reali: quando si vuole essere coerenti lo si deve essere fino in fondo. Hanno ragione i 5 Stelle, ha ragione Di Maio, a dire che è sospetto, è anomalo, è strano che una legislatura voglia disporre solo per l'avvenire per certe cose: se c'è una legge che vale per tutti gli italiani, che è la “legge Fornero”, deve valere anche per i parlamentari. Certo, è strano, fino a qualche giorno fa ricordo una battaglia dei 5 Stelle per impedire lo scandalo e la vergogna per cui dopo soli cinque anni e sei mesi si aveva la pensione, dopo una sola legislatura. Nessun cittadino italiano la prende solo dopo cinque anni: non sarà che tutti i parlamentari dei 5 Stelle hanno solo cinque anni, anzi, adesso, forse, cinque anni e sei mesi?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Presidente, se nella legge, che si scrive Richetti, ma si legge MoVimento 5 Stelle, è apparsa scritta la parola “Fornero” è esclusivamente merito del MoVimento 5 Stelle con un recepimento riformulato dal primo firmatario Richetti dell'emendamento Di Maio. La proposta del MoVimento 5 Stelle, ovviamente, era di applicarla sin da subito e a tutti, ma, purtroppo, apprendiamo che il Partito Democratico non è in grado, ma abbiamo anche la forza di dire che è comunque migliorata, anche se loro cercano sempre e comunque di salvare qualcheduno. La verità è che applicare la legge Fornero è esclusivamente il recepimento di una richiesta del MoVimento 5 Stelle perché il Partito Democratico sapete che cosa avrebbe fatto? Avrebbe applicato la media dell'età pensionistica attuale, che è di circa 59 anni. Avete capito il risultato che portavano a casa ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Ieri, il deputato Marotta di Alternativa Popolare-NCD sosteneva che toccare i vitalizi fosse qualcosa di irragionevole perché le loro famiglie si erano calcolate il modo in cui avrebbero potuto vivere negli anni successivi. Una domanda vi faccio, perché lo ricorderò sempre: la Meloni ha votato la legge Fornero, Bersani ha votato la legge Fornero, Forza Italia ha votato la legge Fornero poi dite che c'era stato il colpo di Stato; l'avete votata tutti la legge Fornero la Lega non l'ha votata è vero. Ebbene, quando in questo Parlamento, da destra a sinistra, avete votato la legge Fornero, avete pensato che fosse irragionevole toccare i diritti di quelle famiglie? L'avete pensato? Sì o no? Richetti: ci accusate che diciamo sempre “no”, è chiaro abbiamo detto “no” alle vostre indecenze con orgoglio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, credo che anche il dibattito su questo emendamento testimonia il registro di questa discussione. Francamente non credo, come dice l'onorevole Richetti, che qui stiamo assistendo ad una sfida tra populismo e riformismo: stiamo assistendo ad una sfida tra demagogia e demagogia a bassa intensità, in cui naturalmente chi si trova a rincorrere, poi, non rincorre mai abbastanza. Sì, la sua è quella della demagogia a bassa intensità, che, evidentemente, viene travolta da chi questa posizione l'assume più compiutamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Grazie, Presidente. Devo dire che trovo questa discussione surreale, perché non c'è solo chi l'ha votata e chi non l'ha votata la legge Fornero, c'è anche chi ci ha scioperato contro quella legge e ha cercato di impedirla, come ha fatto il sottoscritto insieme a molti metalmeccanici e non solo. Noi lo voteremo questo emendamento, perché così la facciamo finita con l'ipocrisia, ma lo votiamo non perché siamo entusiasti della legge Fornero, ma perché non lo è la maggioranza degli italiani e a questo esercizio masochistico - il masochismo è quello fatto sugli italiani, non su questo Parlamento - noi non partecipiamo. Quindi, votiamo perché finisca questa ipocrisia e vi aspettiamo per cambiarla per tutti la legge Fornero e per abbassare l'età pensionabile. In questa legislatura non ci si è riusciti, vediamo se in questa campagna elettorale gli italiani sceglieranno chi la vuole abbassare l'età pensionabile, a partire dagli italiani, magari, dopo, si correggerà per i parlamentari
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Grazie, signora Presidente. Povero Partito Democratico, povero collega Richetti, in quale guaio vi siete infilati ad inseguire demagogicamente il MoVimento 5 Stelle ! Voi non siete bravi come loro: i colleghi del MoVimento 5 Stelle sono molto più bravi e, consentitemi, sono anche molto più coerenti di voi. Vi siete infilati in un guaio che vi distruggerà: distruggerà la vostra credibilità, distruggerà il vostro onore. Leggo dalle cronache del vostro dibattito all'interno del gruppo di ieri: vi siete spaccati, perché ci sono quelli che conoscono la materia e che non hanno l' demagogico del vostro segretario Renzi, che hanno fatto rilevare l'incostituzionalità di tutta questa storia, di tutta questa vicenda.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Forza Italia ha esaurito il tempo. Chiedo ai colleghi di Forza Italia di ascoltare perché sto leggendo una cosa che li riguarda. Avverto che il gruppo Forza Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
DAVID ERMINI. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi. Oggi abbiamo di fronte a noi il ritorno del proporzionale: auguri! Tutti contro tutti! Felicità a questo sistema Italia! Ho scoperto anche oggi che l'onorevole Gelmini è stata iscritta d'ufficio al Partito Democratico: sbaglio, o ho letto l'intervista sul in cui si dice che Forza Italia è divisa? Non ho visto, ieri, sul voto delle pregiudiziali nessun vuoto del Partito Democratico contrario all'indicazione del gruppo, eppure si vede che o il capogruppo di Forza Italia non sa cosa succede nel gruppo, e questo è possibile, oppure il capogruppo di Forza Italia si è scordato di leggere i giornali stamani! Questa è demagogia? La demagogia forse ne fa di più chi cerca di difendere un privilegio. Qui abbiamo una grande differenza, veramente, signora Presidente, fra riformismo e populismo. La demagogia si fa in tanti modi, la demagogia si fa anche cercando di difendere degli interessi. Noi abbiamo fatto una norma, che è una norma equilibrata, credo che l'Italia abbia bisogno di persone equilibrate; e oggi, da Di Maio a Brunetta, ci hanno fatto vedere, a noi italiani, come l'equilibrio non è nelle loro corde...
DAVID ERMINI. ...e invece noi abbiamo bisogno di un sistema che dia equilibrio a tutto il Paese
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, solo per sostenere, ovviamente, il nostro emendamento 6.5 e rammentare al sempre cortese collega Ermini, tramite la sua autorevole Presidenza, che il pluralismo nell'ambito di un gruppo e il rispetto delle singole opinioni è esattamente il contrario di quello che egli vorrebbe far passare. Forza Italia ha assunto un atteggiamento chiarissimo sul piano costituzionale, ha motivato puntualmente le proprie ragioni, mi sembra che, invece, guardare in casa d'altri è uno sport, diciamo così, non consentito. Credo che il collega Ermini, tramite la sua autorevole mediazione, debba essenzialmente guardare in casa propria, e non è facile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Il 28 giugno del 2012, e questa è una storia a cui molti di voi hanno partecipato, questo Parlamento ha approvato la famosa legge Fornero e milioni di cittadini italiani, fuori da questo Parlamento, da un giorno all'altro, si sono visti passare l'età pensionabile che, ormai, era prossima, il loro riposo era ormai arrivato, si sono visti allungare il tempo del pensionamento da un anno o qualche mese a cinque anni o a dieci anni di distanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Di Maio. Ne ha facoltà.
LUIGI DI MAIO. Grazie, Presidente. Su questo emendamento la domanda è quella che mi ponevo prima, ma perché dalla XVIII legislatura? Allora, facciamolo dalla XIX, dalla XX, perché dalla XVIII? Qual è il criterio che si applica per cui si prende questa pensione privilegiata che vale per la XVII e non vale più dalla XVIII in poi, una nella quale, magari, i parlamentari potranno riunirsi per dire: allora, varrà dalla XIX. Voi, oggi, avete istituito il “milleproroghe” dei privilegi dei parlamentari con il quale nei prossimi anni si potranno ancora rinviare questi privilegi. O lo si fa adesso o non lo si fa più. L'ultima cosa, Presidente, una cosa che ci rincuora è: allora si poteva fare, si poteva applicare la legge Fornero ai parlamentari, cosa che qui c'è sempre stato detto: non si può fare è demagogia. Prendiamo atto che si può fare, ma non lo fate come vogliamo noi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.
RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Intervengo, perché questo emendamento è il classico emendamento truffa, Presidente, di una legge truffa, così come quella della finta abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, non so se i colleghi del PD la ricordano. In pratica cosa dice? Dice che la legge Fornero si applica, ma dopo, per altri e non per i parlamentari di questa legislatura. Davanti agli emendamenti truffa io voto in maniera contraria, perché semplicemente non voglio prendere in giro i cittadini. Non c'è nulla di buono in questo emendamento, se non quello dell'aspetto mediatico, cioè poter dire che sì, si applicherà la legge Fornero, forse, ma chissà quando e per chissà chi. Allora, siccome penso che davanti ai cittadini bisogna avere la possibilità di continuare a guardarsi allo specchio, e siccome davanti alle leggi truffa come quelle sul finanziamento finto ai partiti il sottoscritto ho votato contro, con coerenza continuo a votare contro anche a queste leggi, che non aboliscono assolutamente nulla .
MATTEO RICHETTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI, . Presidente, vorrei solo riportare il dibattito sul punto, perché se andiamo sul tema della legge truffa, temo di non poter competere, perché è materia per me complicata. Noi stiamo facendo una trasformazione in atto che porta i colleghi che sono stati citati dal collega Cecconi, il collega Marchi e la collega Di Salvo, a intervenire su di loro ricalcolando immediatamente un diritto che avevano già acquisito. Quando arriverete a questo punto, potremo discutere e conversare insieme, perché di questo stiamo parlando. Non rinviamo di nuovo, onorevole Di Maio, la Fornero, l'applichiamo subito. C'è un tema sull'età. Io non so più a cosa ricorrere, perché le non c'hanno portato bene, i grafici così così: le sto spiegando che oggi l'età è di 65, e da qui si comincia a crescere, in maniera graduale e progressiva, come sta accadendo per tutti gli italiani. Come sta accadendo per tutti gli italiani! Dopodiché, c'è un punto, perché il PD è il partito più diviso, ma Forza Italia la lasciamo stare, e Nuti e Cecconi, uno vota contro e l'altro si astiene, su un emendamento che è della Commissione. Non è un emendamento del sottoscritto o del PD, ma arriva in Aula come emendamento della Commissione, come punto di sintesi del lavoro di tutti, e sono contento che anche i vostri sguardi siano rivolti a questo lavoro, perché è un punto che in Commissione non ha trovato l'opposizione di nessuno. Per cui, noi andiamo avanti, e andiamo avanti con convinzione. È a questa domanda che dovete rispondere: porta più in prossimità agli italiani o meno, rispetto al testo uscito dalla Commissione? Questo è quel miglioramento a piccoli passi che, articolo su articolo, sta avvenendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Miccoli. Ne ha facoltà.
MARCO MICCOLI. Presidente, a parte che fa abbastanza sorridere ascoltare i protagonisti della truffa delle firme false parlare di legge truffa e della truffa che si sta facendo delle finte sospensioni dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, però vorrei entrare nel merito, nelle cifre di questo privilegio. Infatti, sono andato a farmi fare i conti dall'INPS, o meglio ho fatto - lo spiego all'onorevole Di Maio e all'onorevole Di Battista - l'estratto contributivo, per chi, come me, ha lavorato 34 anni, di cui 27 passati a fare l'operaio. Quindi, sono andato all'INPS e mi sono fatto fare il calcolo della mia pensione, che scatterà a 67 anni, indipendentemente da quello che voteremo qua. Che cosa succede? Succede che però, a 65 anni, prenderò per due anni 950 euro al mese, che è la pensione di parlamentare che scatta in questa legislatura. Quindi, per due anni prenderò 950 euro al mese, e per i successivi anni, a 67 anni, ne prenderò 1.750. Questo è il privilegio di cui parlano gli esponenti del MoVimento 5 Stelle, quelli che dicono che questa è una legge truffa, e che fanno le firme false per essere qui in Parlamento !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente, solo per annunciare il voto contrario per quello che, come abbiamo detto, è inammissibile, cioè che i parlamentari, a differenza di tutti gli altri cittadini, solo dopo cinque anni, anzi quattro anni e sei mesi, maturino il diritto a una pensione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
MATTEO RICHETTI, . Presidente, sull'emendamento 7.200 della Commissione, parere favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Turco?
TANCREDI TURCO, . Mi rimetto all'Aula.
LUIGI BOBBA,. Mi rimetto all'Aula
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.200 della Commissione.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Noi voteremo favorevolmente sull'emendamento 7.200 della Commissione non ritenendolo comunque esaustivo. Cioè, qui c'è stato un problema, rilevato dalla Ragioneria dello Stato e recepito dalla Commissione, di indeterminatezza di questa norma in molti suoi passaggi. Il più clamoroso è quello all'articolo 13; non si capiscono i metodi e i principi del ricalcolo e nemmeno gli emendamenti della Commissione li chiariscono. Anche qui la faccenda del passaggio al contributivo, come abbiamo detto anche ieri, si presta a diverse interpretazioni che, in un senso o nell'altro, possono portare a risultati diversi. Ad esempio, questo passaggio al contributivo e al metodo usato per i lavoratori dipendenti imporrà anche ai lavoratori dipendenti di pagare un'indennità aggiuntiva per la reversibilità, cosa che oggi i parlamentari fanno? Oppure eviterà ai parlamentari di pagare questa contribuzione aggiuntiva? Sapete benissimo che mentre un lavoratore dipendente per la reversibilità paga l'8,8 per cento noi invece, a seguito di questo provvedimento, verremo a pagare il 13 per cento. Quindi, delle due l'una. Si dovrebbe fare un'equiparazione, perché anche il contributo per la reversibilità è sottoposto a tassazione per i parlamentari. Ma questo è solo un esempio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Questo articolo 7, sulla determinazione del trattamento previdenziale con il sistema contributivo, è un altro dei punti cardine di questa proposta di legge. Vorrei che fosse chiaro che in Italia ci sono decine di fondi di gestione previdenziale, molti separati e alcuni accorpati nell'INPS, e di questa miriade di fondi separati, se escludiamo i commercianti, che hanno un attivo di 600 milioni l'anno, e i lavoratori dello spettacolo, con un attivo di 422 milioni di euro l'anno, c'è solo il Fondo dei parasubordinati che ha un attivo consistente di 7,2 miliardi. Il resto è veramente uno sfacelo dal punto di vista del rapporto prestazioni-contribuzioni. Infatti, abbiamo il Fondo clero per i sacerdoti e maestri di culto, i quali hanno uno sbilancio in percentuale più ampio perché versano il 32 per cento di quello che ottengono. Il Fondo dipendenti pubblici ha un passivo di 29 miliardi, quello dei ferrovieri di 4 miliardi, quello degli artigiani di 3 miliardi 600 milioni, quello dei contadini di 3 miliardi 100 milioni, quello dei trasporti, escluso il Fondo volo aereo sul quale stendiamo un velo pietoso, è di un miliardo. Il saldo tra i contributi e le prestazioni, tolti i soli tre fondi attivi di cui però quello veramente attivo è il Fondo parasubordinati, è di 26 miliardi e mezzo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Melilla.
GIANNI MELILLA. Quindi, prima di parlare mettiamo in relazione i polmoni con un altro organo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
MATTEO RICHETTI, . Grazie, Presidente. Sull'emendamento 9.1 Turco, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Turco?
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
LUIGI BOBBA,. Il Governo si rimette all'Aula.
TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. Ci tengo particolarmente ad illustrarlo, questo emendamento, perché lo trovo migliorativo del testo. Questo emendamento prevede che, qualora un membro del Parlamento, già cessato dal mandato, sia rieletto membro del Parlamento nazionale o membro del Parlamento europeo o consigliere regionale ovvero se nominato componente del Governo nazionale o assessore regionale, l'erogazione del trattamento previdenziale in godimento resti sospesa per tutta la durata dell'incarico. Questo per evitare il cumulo di più pensioni, di più stipendi. Lo trovo di buon senso e io spero che venga votato da questo Parlamento. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate
MATTEO RICHETTI, . Sull'emendamento 10.200 della Commissione, parere favorevole. Sull'emendamento 0.10.201.1 Dieni, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 10.201 della Commissione, parere favorevole. Sull'emendamento 10.50 Civati, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Turco?
TANCREDI TURCO, . Sull'emendamento 10.200 della Commissione, mi rimetto all'Aula. Sull'emendamento 0.10.201.1 Dieni, parere favorevole. Sull'emendamento 10.201 della Commissione, mi rimetto all'Aula. Sull'emendamento 10.50 Civati, parere favorevole.
LUIGI BOBBA,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Grazie. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
MATTEO RICHETTI, . Sull'emendamento 11.1 Turco, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Turco?
TANCREDI TURCO, . Parere favorevole.
LUIGI BOBBA,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Grazie. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
MATTEO RICHETTI, . Sull'articolo aggiuntivo 12.02 Giorgia Meloni, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Turco?
TANCREDI TURCO, . Mi rimetto all'Aula.
LUIGI BOBBA,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 12, successivamente vi è l'articolo aggiuntivo.
EDMONDO CIRIELLI. Grazie, Presidente. A noi sembra un articolo aggiuntivo non solo di buonsenso, ma anche di equità: pretendere che questa normativa sia comunque soggetta alla revisione automatica rispetto a quello che accade agli altri dipendenti, almeno a quelli del pubblico impiego, volendo assimilare l'esercizio della funzione legislativa al lavoro di un dipendente pubblico. Atteso che per questi altri dipendenti negli ultimi anni è scattata una serie di riforme, se mi passate il termine, che definirei addirittura coercitive, nel senso di estendere in maniera peggiorativa ai dipendenti pubblici ogni modifica che è avvenuta ai lavoratori privati, riteniamo giusto che i parlamentari, avendo un trattamento di fondi pubblici, debbano avere gli effetti negativi di riforme negative, appunto, che colpiscono gli altri dipendenti pubblici. Visto che c'è questa voglia almeno sbandierata da parte del PD e, in qualche maniera, coerente da parte dei Cinque Stelle di far sì che non ci siano privilegi per i parlamentari, questo articolo aggiuntivo dovrebbe trovare l'accoglimento da parte di tutti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate .
MATTEO RICHETTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Richetti. Onorevole Morani, se lascia in pace un attimo il relatore.
MATTEO RICHETTI, . Presidente, la Commissione ha bisogno di una rapida sospensione per un Comitato dei nove sui subemendamenti. Quindi, una sospensione di dieci minuti al massimo.
PRESIDENTE. Va bene. È accordata una sospensione di dieci minuti.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione.
CESARE DAMIANO. Ho chiesto di intervenire sull'articolo 13, perché lo considero l'architrave di questa legge. È un intervento che non avrei voluto fare, perché è in dissenso dal mio gruppo. Io vorrei chiarire un punto: per quello che mi riguarda, il problema dei vitalizi e del loro ridimensionamento, del loro taglio, non si pone. Io sono d'accordo, non è questo il punto. Il punto del mio dissenso è sul fatto che si sia utilizzata una modalità, quella del ricalcolo retroattivo dei contributi, che io giudico una modalità sbagliata. Si sarebbe potuto fare diversamente, la tecnica parlamentare consente molte altre strade. Perché è sbagliata? Intanto, c'è un dubbio che verrà reso concreto rapidamente dai ricorsi di costituzionalità di questo modo di ricalcolare la pensione, ma soprattutto io penso che ci sia un punto, per me essenziale e politico, per me questo è il punto di questo provvedimento, e cioè che in questo modo si apre un varco, si apre un precedente pericoloso per il sistema pensionistico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula, dichiarandomi subito d'accordo, al 100 per cento, con quanto affermato, adesso, dal collega Cesare Damiano. Qui, noi non stiamo - lo debbono sapere i cittadini italiani e lo debbono sapere anche i pensionati italiani - istituendo l'introduzione del contributivo, quello c'è già, l'abbiamo fatto insieme alla Fornero; io mi ricordo che quando la Fornero chiese a questo Parlamento di approvare la sua legge, si recò dai Questori e dagli uffici e dal Presidente della Camera per dirgli: se noi approviamo questa legge, non possiamo non introdurre, per quanto riguarda i parlamentari, il contributivo, e così si fece. Già, oggi, il vitalizio non c'è più, c'è il sistema contributivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, un famoso libro di George Orwell, diceva, a un certo punto, che, su questo nuovo mondo che si era creato nella fattoria, comparve una scritta: gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Oggi, apparentemente, stiamo, con l'emendamento 13.202, riproponendo una situazione di questo genere. Dice infatti l'emendamento: “La rideterminazione di cui al presente articolo non può in alcun caso essere applicata alle pensioni in essere e future dei lavoratori dipendenti ed autonomi”. Quindi, i parlamentari sono più uguali degli altri, eppure sappiamo tutti che questa è una finzione, così come era una finzione la scritta nella fattoria degli animali. L'onorevole D'Attorre, che ha giustamente ritirato il suo emendamento dopo la riformulazione del relatore, l'ha chiarito bene, ha chiarito bene il valore sia del suo emendamento che della riformulazione: una mera petizione di principi, la quale non ha altro che, al massimo, un valore simbolico, puramente simbolico. E allora il rischio è quello che l'onorevole Cesare Damiano ha appena paventato, cioè che, poiché il Parlamento, per quanto delegittimato, per quanto gettato in pasto alla gogna, resta comunque l'organo sovrano, dal punto di vista della legislazione, un altro Parlamento possa in futuro ritornare su questo tema, e ritornarci sotto la spinta di un dato evidente e di fatto, che è la sempre più difficile tenuta del sistema previdenziale, che è messo a rischio certamente dalla denatalità ma anche dall'invecchiamento della popolazione. Allora, accettare oggi questo principio di retroattività, sia pure per una categoria minoritaria, numericamente poco consistente, sia pure una categoria di animali speciali, più speciali degli altri, appunto come sono i parlamentari, significa aprire domani le porte all'estensione di questa rottura del principio di irretroattività verso platee ben più ampie, numericamente più consistenti, e molto più deboli, però, dal punto di vista della tenuta, che vedranno messe a rischio inevitabilmente, per analogia, le loro pensioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Presidente, ho già detto che noi avremmo preferito, per fare equità, un sistema diverso. Tra l'altro, personalmente ho molto condiviso una petizione che è stata lanciata alcuni mesi fa - non so chi la ricorda - da un giornalista, Primo Di Nicola, che ha proposto un tetto ai vitalizi e una serie di condizioni che adesso non ripeto. Il tetto, o il contributo di solidarietà, poteva essere una risposta che non avrebbe messo in discussione, come si fa con questo articolo 13, il principio del ricalcolo delle pensioni in essere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Molto mi separa…
PRESIDENTE. Che succede? Prego, onorevole Corsaro.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Molto mi separa dal collega Damiano, eccetto la grande stima che ho avuto l'opportunità di maturare nei suoi confronti ed il rispetto per la sua schiettezza e per la sua capacità di esprimere, al di là di ogni convenienza, le sue posizioni. Ma per davvero, Presidente, il collega Damiano ha centrato il tema di un provvedimento che è, a tutta evidenza, un provvedimento bandiera, che cerca di trovare delle soluzioni mediatiche sapendo fin dall'inizio che le stesse sono e saranno inapplicabili e che addirittura prevede al proprio interno le modalità che renderanno inevitabile l'inapplicabilità del provvedimento, perché il tema della retroattività, che con questo articolo andiamo a sancire in questo caso nei confronti degli ex parlamentari, è il tema che non solo rappresenta l'elemento certo di non costituzionalità ma rappresenta anche il motivo per il quale seriamente anche chi voterà a favore su questo provvedimento e su questo articolo dovrà sperare, ammesso e non concesso - e io lo dubito fortemente - che questo provvedimento venga poi a definizione del suo iter parlamentare con l'approvazione dell'altro ramo del Parlamento, che per davvero qualcuno impugni il testo e che chi ha competenza giuridica determini il decadimento degli effetti di questo testo. Voglio dire non solo in risposta alle argomentazioni del collega Damiano, ma anche per proseguire il ragionamento anticipato dal relatore Richetti con la presentazione dell'emendamento 13.202, che non ha alcuna valenza tecnica perché anche scrivere che è una cosa che non può avere un effetto diverso non impedisce, ammesso e non concesso che questa cosa non venga impugnata e non venga cancellata, che un altro Parlamento, con un'altra formazione, se vuole perseguire un intendimento opposto dovrà semplicemente aggiungere una norma diversa, una norma di una riga che dice: “È abrogata la norma di cui all'articolo della legge del 2017”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, io credo che sia l'emendamento della Commissione, con il quale è stato riformulato il nostro emendamento, sia il precedente intervento dell'onorevole Damiano, presidente della Commissione lavoro, indicano qual è il problema che è di fronte a noi: quell'emendamento, che – ripeto - non costituisce una soluzione giuridica compiuta, indica un problema più che risolverlo, ed è per questa ragione che noi manteniamo un giudizio fortemente critico ed è per questa ragione che non voteremo questa legge, non parteciperemo al voto su questo articolo. Naturalmente vediamo un filo di coerenza tra questo, stiamo ragionando del cuore della legge, del suo punto centrale, è evidente che i problemi che questo articolo apre determinano il giudizio complessivo sull'intero provvedimento. Abbiamo avuto, come dire, una toppa che è stata messa, ma è evidente che non è quella la soluzione. Noi, per questo, ribadiamo un giudizio critico che ci porterà a non partecipare al voto su questo articolo, che è l'articolo centrale, e a esprimere un voto non favorevole sull'intero provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Parisi. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Grazie, Presidente. Intervengo sul complesso degli emendamenti all'articolo 13 e per l'importanza ovviamente di questo articolo, dei relativi emendamenti, e per lo sviluppo del dibattito a cui abbiamo assistito in questi due giorni in quest'Aula, un dibattito bello, appassionante, a tratti anche emozionante per chi considera la politica una cosa bella e importante, un dibattito che ha avuto anche accenni surreali talvolta. Mi riferisco a interventi, che ho ascoltato poco fa in quest'Aula, di deputati autorevoli e stimati, per quel che mi riguarda, del Partito Democratico, che hanno detto, a proposito di questo dibattito: è tornato il proporzionale, auguri!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente, intervengo anche poi in maniera cumulativa sull'emendamento della Commissione, oltre che sull'articolo 13. Innanzitutto, leggo all'articolo 1, perché si fanno leggi con i piedi e lo si dimostra da quello che è scritto. All'articolo 1, comma 2, c'è scritto: “Le disposizioni della presente legge si applicano agli eletti in carica alla data di entrata in vigore della medesima legge, a quelli eletti successivamente a tale data, nonché a quelli cessati dal mandato precedente”. Già c'è scritto che non si applica se non a coloro che sono parlamentari o hanno fatto i parlamentari. Quindi, veramente è incredibile sul piano della tecnica giuridica la norma che vuole essere introdotta da parte del PD. Senonché è furberia di bassa lega quella di immaginare, con questo di coprire una norma che è fatta sul piano tecnico malissimo.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Presidente, io intervengo sull'ordine dei lavori e dico che mi pare chiaro che si stia facendo ostruzionismo che i vecchi partiti stiano facendo ostruzionismo e stiano violando - e la reazione di alcuni esponenti del Partito Democratico mi pare che sia una conferma - l'accordo in base al quale alle 14 di oggi il provvedimento sul taglio dei vitalizi sarebbe diventato legge ! Mi pare chiaro che sempre più parlamentari dei vecchi partiti stiano intervenendo a dire la qualunque in maniera offensiva per rimandare a settembre il vitalizio . Mi pare che la volontà sia questa e che l'accordo sia stato violato, con il silenzio e la connivenza del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il capogruppo del PD, Ettore Rosato. Prego, ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Grazie, Presidente. La faccia tosta deve avere una certa dimensione, perché quando diventa troppo grande, poi, diventa imbarazzante . E l'ostruzionismo che ci ha fatto stamattina il MoVimento 5 Stelle intervenendo in continuazione ? Lo testimonia il tabulato dei tempi. E questo intervento che viene fatto adesso, quando tutti diciamo: facciamo solo gli interventi sul complesso degli emendamenti, per poi arrivare a votare? No, loro devono riaprire la discussione, perché, evidentemente, chi non vuole votare sono loro, non siamo noi Per noi - per noi - questo provvedimento va votato oggi! Smettetela di fare ostruzionismo, smettetela di fare ostruzionismo! Grazie Toninelli !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il capogruppo onorevole Fedriga. Prego, ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, io penso che in questa discussione non dobbiamo dire chi è più bravo dell'altro, chi vuole abolire i vitalizi più dell'altro, dobbiamo raggiungere una soluzione. E la soluzione che noi proponiamo, sapendo che purtroppo - e diciamo purtroppo - con l'approvazione di quest'Aula il provvedimento non diventerà legge perché dovrà passare al Senato, però, noi siamo disponibili, se c'è l'accordo dell'Aula, a soprassedere al e proseguire, così da poter approvare entro le 16 questo provvedimento e penso che in questo modo riusciamo ad agevolare l'iter dei lavori.
PRESIDENTE. Colleghi, io sono in contatto con la Presidente, perché è del tutto evidente che noi abbiamo ancora 25 voti da fare, più gli ordini del giorno, dunque sono in contatto con la Presidente perché, nel momento in cui arriviamo alla dichiarazione di voto finale, la Presidenza non può che garantire, al di là delle scelte soggettive dei gruppi, che tutti i gruppi possano avere il tempo stabilito dal Regolamento per fare la dichiarazione di voto finale.
MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Sarò breve, ma una cosa la vorrei dire su questo tema. Io sono a favore, ovviamente, di questa proposta di legge, però stiamo parlando molto delle pensioni in essere. Ho ascoltato con attenzione il collega Damiano e mi viene da dire che ogni tanto bisognerebbe pensare anche alle pensioni future, a quei ragazzi che hanno la mia età e che in pensione, magari, ci vorrebbero andare, posto che ovviamente la mia condizione è differente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, oggi approveremo questo provvedimento, domani tutti i giornali diranno che è il giorno in cui si è posto fine al privilegio dei parlamentari. Non vorrei che di qui a qualche tempo, invece, dei giornali titolassero, ricordando questo giorno, come il giorno in cui si è posto fine al regime dei diritti acquisiti. Infatti, non ha molto senso approvare un emendamento che dice una cosa ovvia: questa legge si applica ai parlamentari e non si applica agli altri lavoratori dipendenti, posto che i parlamentari siano lavoratori dipendenti, come sembra che adesso tutti quanti vogliamo. Non ha senso, perché questo è ovvio. Ed è altrettanto ovvio che, nel momento in cui il Parlamento afferma che i diritti acquisiti possono essere toccati e la Corte costituzionale accetta la decisione del Parlamento, da quel momento in poi i diritti acquisiti sono liberamente disponibili e voi tutti sapete che esistono e sono numerosi i progetti volti a riformare radicalmente il sistema pensionistico - facendo una macelleria sociale? No, diciamo toccando profondamente i diritti acquisiti - magari cominciando con delle pensioni più alte e poi con quelli delle pensioni più basse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Anticipo gli interventi che avrei svolto sull'articolo 13 e sull'emendamento della Commissione.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sul complesso. Adesso, possiamo dare la parola al relatore Richetti per i pareri sugli emendamenti.
MATTEO RICHETTI, Emendamento 13.60 Sisto, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 13.70 Turco, è nel fascicolo, a pagina 14.
MATTEO RICHETTI, Porti pazienza, Presidente. Invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.5 Damiano, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.2 Zaratti, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.14 Sisto, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.62 Sisto, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.3 Zaratti, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.200 della Commissione, favorevole. Emendamento 13.201 della Commissione, parere favorevole. Identici emendamenti 13.52 Luigi Di Maio e 13.55 Giacobbe, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 13.56 Gnecchi, Questo è ritirato, ma non me lo avevano detto.
MATTEO RICHETTI, Emendamento 13.15 Marcon, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.16 Russo, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.18 Menorello, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.21 Marcon, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 13.20 Marcon, invito al ritiro o parere contrario. Subemendamento 0.13.202.1 Brunetta, invito al ritiro contrario. Emendamento 13.202 della Commissione, parere favorevole.
PRESIDENTE. Facciamo anche gli articoli aggiuntivi.
MATTEO RICHETTI, Articolo aggiuntivo 13.011 Zaratti, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Questo è stato appena ritirato, mi scusi. Articolo aggiuntivo 13.04 Cecconi.
MATTEO RICHETTI, Invito al ritiro o parere contrario. Articolo aggiuntivo 13.07 Galgano, invito al ritiro o parere contrario. Articolo aggiuntivo 13.06 Galgano, invito al ritiro o parere contrario. Articolo aggiuntivo 13.050 Luigi Di Maio, invito al ritiro o parere contrario. Articolo aggiuntivo 13.02 Luigi Di Maio, invito al ritiro o parere contrario. Articolo aggiuntivo 13.022 Misuraca, invito al ritiro o parere contrario. Articolo aggiuntivo 13.017 Sisto, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Turco.
TANCREDI TURCO, . Emendamento 13.60 Sisto, contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 13.70 Turco.
TANCREDI TURCO, . Presidente, lo ritiro. Emendamento 13.5 Damiano, mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. L'emendamento 13.2 Zaratti, è stato ritirato ora. Emendamento 13.14 Sisto.
TANCREDI TURCO, . Parere contrario. Emendamento 13.62 Sisto, parere contrario. Emendamento 13.3 Zaratti, parere contrario.
PRESIDENTE. È ritirato, scusi.
TANCREDI TURCO, . Emendamento 13.200 della Commissione, mi rimetto all'Aula. Emendamento 13.201 della Commissione, parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 13.52 Luigi Di Maio, perché il 13.55 Giacobbe è stato ritirato.
TANCREDI TURCO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Il successivo è ritirato. Emendamento 13.15 Marcon.
TANCREDI TURCO, . Favorevole. Emendamento 13.16 Russo, contrario. Emendamento 13.18 Menorello, contrario. Emendamento 13.21 Marcon, favorevole. Emendamento 13.20 Marcon, favorevole. Subemendamento 0.13.202.1 Brunetta, mi rimetto all'Aula. Emendamento 13.202 della Commissione, contrario.
LUIGI BOBBA,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.60 Sisto, parere contrario dei due relatori.
PAOLO TANCREDI. Presidente, noi voteremo favorevolmente all'emendamento soppressivo 13.60 Sisto e Brunetta. L'articolo 13 è sostanzialmente l'unico pilastro rimasto di questa norma, dopo la cancellazione dell'articolo 5, insieme all'articolo 1, che stabilisce il principio, che noi contestiamo, dell'equiparazione del parlamentare a un dipendente pubblico. Sull'articolo 13 è stato detto molto anche dal nostro gruppo per nome dell'onorevole Pizzolante, quindi non mi ripeterò su molte questioni. Quello che invece voglio brevemente far notare è che su questo articolo si era addirittura, nelle intenzioni iniziali dei proponenti, concentrata l'ipotesi di copertura. A fronte del fatto che questa legge è palesemente scoperta, e noi abbiamo mitigato questa scopertura abrogando l'articolo 5, è chiaro che quella equiparazione al principio contributivo porterà a un onere a carico dello Stato; adesso, se non sarà per il conferimento al fondo all'INPS, una qualche altra soluzione si dovrà trovare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
CESARE DAMIANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole, non può però fare un intervento, perché ha già parlato sul complesso degli emendamenti, ma credo ci debba fare una comunicazione.
CESARE DAMIANO. Presidente, volevo solo dire che ritiro l'emendamento e, in coerenza con quanto ho detto, non parteciperò al voto dell'articolo 13.
ALFREDO D'ATTORRE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, sottoscriviamo l'emendamento, lo facciamo nostro, per metterlo in votazione.
PRESIDENTE. D'accordo. L'emendamento 13.5 Damiano è fatto proprio dal gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista.
PAOLO TANCREDI. Presidente, noi ci asterremo sull'emendamento 13.5 Damiano, anche se lo consideriamo una soluzione enormemente più equa, giusta e anche ragionevole di quella proposta all'articolo 13. È un emendamento che, insomma, pone un problema di equità, e mette quindi un limite ad alcuni scompensi, cioè fissa all'80 per cento – poi, giustamente, tiene aperta anche la possibilità a una modifica successiva - il tetto rispetto alle retribuzioni attuali delle Camere di provenienza. È un fatto episodico, che rientra dentro il dettato della Corte costituzionale, cioè non sancisce la negazione di un diritto acquisito ma ha un senso di equità che può essere accolto. Quindi, ci asterremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, in coerenza con l'intervento effettuato prima, durante la discussione sul complesso degli emendamenti, desidero chiedere, a coloro che hanno rilevato l'emendamento, il permesso di sottoscriverlo anch'io, a titolo personale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il nostro voto contrario su questo emendamento perché questo emendamento è una finzione, è una foglia di fico, è un semplice manifesto. Una volta sancito il principio della retroattività del ricalcolo, nulla può mettere al riparo questo emendamento, quand'anche fosse approvato, da una successiva abrogazione. Ricordo, fra l'altro, che l'articolo 3 della Costituzione - e ricordo anche che i numeri degli articoli della Costituzione non sono estratti a sorte ma hanno un ordine di priorità, evidentemente - dice che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Quindi, una volta approvato, è fatto il danno, perché è sancito in legge un principio che noi abbiamo giustamente detto essere incostituzionale, perché la retroattività è sempre incostituzionale in uno Stato di diritto - sempre che si possa ancora parlare di stato di diritto in Italia - e questo, però, i legislatori dovrebbero saperlo (almeno questo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Sarò brevissimo per non essere accusato di ostruzionismo (difficile per il nostro gruppo). Questo emendamento è stato criticato da molti colleghi dicendo che è inutile, e lo è oggettivamente. Qualcuno si è persino spinto ad accusare questo emendamento di ipocrisia. Io direi di più; questo emendamento non è affatto ipocrisia: questo emendamento è la manifestazione esplicita della cattiva coscienza della Commissione che, rendendosi conto che si sta legiferando una cosa pericolosissima ci dice: “Ma state tranquilli che non l'applicheremo più a nessun altro”. Ecco, io credo che in una legge, a prescindere dal contenuto - questa osservazione che faccio non è riferita al contenuto della legge, è riferita alla tecnica legislativa -, è del tutto insensato dire, mentre si approva una norma: state tranquilli non l'applicheremo a nessun altro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Vorrei capire, nello specifico, perché il mio ordine del giorno, che riguarda, di fatto, delle pensioni che sono state elargite a manica larga a politici e anche ad ex sindacalisti, comunque anche a politici, non è ammissibile. A me sembra veramente una follia: quanto meno discutere, all'interno di un ordine del giorno, della cosiddetta legge Mosca per cui nessuno vuole fare nulla. È veramente una inammissibilità che non riesco a comprendere.
PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, l'ordine del giorno risulta estraneo rispetto al tema oggetto della Commissione all'atto della predisposizione del testo e delle conseguenti dichiarazioni di ammissibilità degli emendamenti, i cui criteri sono stati confermati dalla Presidenza dell'Assemblea. Quindi, non è ammissibile.
SESA AMICI,. Presidente, tutti gli ordini del giorno, fatta esclusione per quelli dichiarati inammissibili, vengono accolti come raccomandazione, anche in coerenza con l'atteggiamento che il Governo ha avuto rispetto ad una proposta di legge parlamentare, in cui si è rimesso all'Aula su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Grazie, sottosegretaria. Quindi, se nessuno dei proponenti ha da ridire…
PIERPAOLO VARGIU. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Io, invece, chiederei che l'ordine del giorno che vede me come primo firmatario venga posto in votazione e spiego brevemente il motivo per cui faccio tale richiesta. Si tratta di un ordine del giorno in cui si chiede al Governo di impegnarsi, sia con risorse che con attività di comunicazione, perché venga spiegato ai cittadini, che oggi sono frastornati dal senso e dal contenuto di questa legge, che la legge che noi approviamo incide esclusivamente sui diritti acquisiti dei parlamentari, ma non incide in nessun modo sui diritti acquisiti dei pensionati italiani.
PRESIDENTE. Poiché l'onorevole Vargiu chiede che, comunque, l'ordine del giorno venga posto in votazione, chiedo al Governo se intenda esprimere un parere sull'ordine del giorno diverso dall'accoglimento come raccomandazione. Prego, sottosegretaria.
SESA AMICI,. Credo che a questo punto, proprio perché è un elemento che non era estraneo alla cosa e la premessa era proprio quella di evitare il merito, questo ordine del giorno può essere anche accolto favorevolmente dal Governo.
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, ovviamente è una decisione della Presidenza, le faccio però presente che la nostra proposta di sospendere per oggi il indipendentemente dalle volontà, non potrà a prescindere essere discussa perché il inizia, comunque, alle 15 .
PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, mi dispiace, ma non c'era l'unanimità dei gruppi su questa ipotesi, quindi non si poteva fare.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Ho capito, ma l'unanimità dei gruppi si verifica durante…
PRESIDENTE. Non apriamo una discussione su questo, però.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Mi scusi, faccio solo presente che l'unanimità dei gruppi si verifica in sede di Conferenza dei capigruppo, che poteva essere convocata antecedentemente l'inizio del .
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per i rapporti con il Parlamento, la Ministra per l'istruzione, l'università e la ricerca, la Ministra della salute e il Ministro dell'economia e delle finanze. Invito gli oratori ad un rispetto rigoroso dei tempi, visto che siamo in diretta televisiva.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Lacquaniti ed altri n. 3-003192.
LUIGI LACQUANITI. Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra per i rapporti con il Parlamento, che oggi viene qui a dare risposta a questa interrogazione, che fa riferimento alla decisione assunta dall'amministrazione comunale del comune di Prevalle, in provincia di Brescia, di aprire uno sportello cosiddetto o all'interno del palazzo municipale - con fondi pubblici, riteniamo - per dare consulenza sulle teorie che sarebbero oggetto di insegnamento nella scuola pubblica e nella scuola primaria.
PRESIDENTE. La ringrazio anche per la puntualità. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO,. Signor Presidente, onorevoli deputati, onorevoli interroganti, circa la questione posta, concernente l'apertura di uno sportello presso gli uffici del comune di Prevalle, in provincia di Brescia, ricordo che l'UNAR è stato istituito presso il dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri con il decreto legislativo n. 215 del 2003, in attuazione della direttiva 2000/43 del Consiglio europeo del 29 giugno 2000. Tale direttiva, all'articolo 13, determina l'obbligo, da parte degli Stati membri, di istituire uno o più organismi per la promozione della parità di trattamento di tutte le persone e della lotta alle discriminazioni, precisando che tali organismi fanno eventualmente parte di Agenzie, incaricate a livello nazionale, della difesa dei diritti umani e della salvaguardia di diritti individuali.
PRESIDENTE. L'onorevole Lacquaniti ha facoltà di replicare.
LUIGI LACQUANITI. Grazie Presidente, grazie Ministra, devo dire che siamo soddisfatti, in quanto nella sua risposta, nella sua replica, lei fa riferimento effettivamente a quell'atteggiamento discriminatorio che noi riteniamo si stia realizzando nel comune di Prevalle e fa riferimento, quindi, ad una istruttoria che è stata avviata.
PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03193 . Ha un minuto.
BRUNO MURGIA. Grazie, Presidente. Ministra, è un'interrogazione molto concreta, questa, e secondo me molto sentita, in particolare dal mondo dell'agricoltura, ma non solo. La siccità di questo periodo è nota, in questa interrogazione noi abbiamo indicato una serie di temi fondamentali e importanti: due terzi dei campi coltivati sono praticamente spariti, la produzione di latte è crollata, come la produzione di fieno, la siccità è una sorta di flagello. Circa dieci amministrazioni regionali hanno chiesto lo stato di calamità, per non parlare poi del tema che abbiamo dibattuto in Aula in altre occasioni sugli incendi. E poi, anche a partire dalla riforma Galli, la questione che riguarda la gestione del servizio idrico. Ci sono molte aziende - privatizzate, tra l'altro - che oggi si dimostrano non capaci. Noi vogliamo capire quali sono le iniziative concrete, reali, veloci che il Governo intende intraprendere.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO,. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo al quesito posto sulla base degli elementi forniti dal Ministro Martina, che è impossibilitato a partecipare alla seduta.
PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di replicare, per due minuti.
BRUNO MURGIA. Sarò anche più breve, Presidente. Non sono particolarmente soddisfatto, anche se vedo che c'è un impegno da parte del Ministero. Credo che in tanti anni di Governo e di Ministero dell'onorevole Martina, probabilmente, qualche cosa in più, soprattutto per quanto riguarda la gestione del sistema integrato idrico, si sarebbe potuta fare. Prendo atto che la situazione è monitorata, che vengono attivati i cosiddetti fondi di solidarietà, però, è chiaro che se aspettiamo, per risolvere i problemi, il prossimo G7 siamo molto in ritardo. Per cui noi con la nostra azione di opposizione, vigileremo concretamente su ogni atto che questo Governo vorrà proporre.
PRESIDENTE. L'onorevole Sottanelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03183 per un minuto.
GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signor Presidente, signora Ministra, ricordo molto bene quando, a febbraio 2017, lei, a pochi giorni dal sisma, e a pochi giorni, anche, dal suo giuramento è venuta in quei territori - territori in quel momento molto sofferenti - e ha incontrato una comunità di rappresentanti delle istituzioni, della scuola - una comunità ferita - e ricordo bene l'impegno che lei ha assunto per la ricostruzione, ma anche la ripartenza di tutto il sistema scolastico, fortemente messo a rischio.
PRESIDENTE. Grazie, non le elenchi tutte per favore.
GIULIO CESARE SOTTANELLI. Chiediamo al Governo quali iniziative stia prendendo.
PRESIDENTE. La Ministra Fedeli, ha facoltà di rispondere.
VALERIA FEDELI,. Grazie, Presidente. Onorevole Sottanelli, la ringrazio, in quanto, con il suo quesito, mi permette di rendere noto che, anche per il prossimo anno 2017-2018, i dirigenti degli uffici scolastici regionali dei territori colpiti dalle recenti crisi sismiche che hanno interessato l'Italia centrale, potranno avvalersi di tutte le misure che prontamente il Governo aveva adottato per garantire la regolare prosecuzione dell'anno scolastico 2016-2017.
PRESIDENTE. L'onorevole Sottanelli ha facoltà di replicare, per due minuti, con la preghiera di stare nei tempi.
GIULIO CESARE SOTTANELLI. Ministro, sono molto soddisfatto della sua risposta. Penso di interpretare anche il sentimento della comunità locale per le sue parole e la sua sensibilità che è stata confermata, qui, oggi, rispetto a quello che è stato promesso a febbraio 2017. Il popolo abruzzese è un popolo resiliente, è un popolo forte, è un popolo che non si abbatte, però, ha bisogno di segnali forti, come quello che lei ci ha annunciato e che si materializzerà nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Uva ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vacca ed altri n. 3-03184 di cui è cofirmatario.
FRANCESCO D'UVA. Grazie, Presidente. Il Movimento per la dignità della docenza universitaria coordinerà azioni di protesta sottoscritte da oltre 5.000 docenti. per far saltare dal 28 agosto al 31 ottobre la sessione autunnale degli appelli. Questo per chiedere che vengano sbloccati gli scatti stipendiali. A questo va aggiunto che l'università e, in generale, il mondo alla ricerca sono colpiti dal problema del precariato universitario e dal blocco del turnover; se a questo aggiungiamo il fatto, signora Ministra, che il fondo di finanziamento ordinario, ovvero il fondo principale da cui attingono gli atenei, è diminuito, dal 2009 ad oggi, di 600 milioni di euro, perché passiamo da 7,5 miliardi a 6,9, beh, capite tutti che questa è una situazione drammatica.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Grazie, Presidente, grazie, onorevole. Cerco di rispondere puntualmente a tutte le questioni da lei poste. Relativamente al preruolo universitario, ritengo che sia necessario semplificare il percorso, intervenendo sulla filiera contrattuale che precede l'ingresso al ruolo di professore. Ciò sia per favorire l'ingresso alla docenza di una minore età per coloro che dimostrano di avere i requisiti scientifici richiesti, sia per consentire a coloro che non li possiedono di individuare tempestivamente percorsi di carriera alternativi. Intendo predisporre delle proposte che, nel confronto con il sistema accademico, a cominciare dalla Conferenza dei rettori, con cui sono già in corso riflessioni, si traducano in iniziative concrete, in vista della prossima legge di bilancio. Per sostenere, come lei ha auspicato, l'ingresso di giovani professori e ricercatori nelle università, ricordo anche i più recenti interventi adottati dal Governo: l'investimento di circa 50 milioni di euro a regime per l'assunzione di 861 ricercatori di tipo B, nonché l'esclusione, dai limiti del delle assunzioni di ricercatori di tipo A, per le università con indicatori di bilancio positivi.
PRESIDENTE. L'onorevole Vacca ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Purtroppo non possiamo ritenerci assolutamente soddisfatti, anche perché continuate a sbandierare dati e cifre che non corrispondono, poi, alla realtà dei fatti e, soprattutto, continuate a non dare delle vere risposte, ma promesse vaghe che ovviamente verificheremo.
PRESIDENTE. L'onorevole Piepoli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03185 per un minuto.
GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. Premesso che, sulla base dei regolamenti europei, noi sappiamo che la soia può essere un contaminante accidentale del frumento e, quindi, delle semole, tecnicamente non eliminabile nonostante l'adozione delle migliori e più moderne tecnologie e di tutte le possibili ed idonee misure di controllo da parte dell'industria molitoria; premesso l'intervento dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare e, soprattutto, considerato che nei singoli Stati dell'Unione europea per la determinazione e la quantificazione degli allergeni vengono usati metodi diversi, con conseguenti possibili risultati non univoci e che lo stesso accade nel documento “Allergie alimentari e sicurezza del consumatore” del Ministero della salute; mancando un indirizzo univoco molte aziende sono orientate all'utilizzo di metodi di rilevazione assai differenti che possono non tutelare il consumatore, si chiede di sapere quale sia il metodo standard utilizzato nei sistemi di controllo ufficiali per la rilevazione della soia nella pasta e, di conseguenza, utilizzabile dalle aziende per la rilevazione della stessa nella pasta, nei sistemi di controllo interno, chiarendo, nel contempo, se, in caso di probabile presenza di soia dovuta a contaminazione accidentale, debba essere riportato in etichetta e con quale dicitura.
PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Rispondo a questa interrogazione, scusandomi fin da adesso per il carattere particolarmente tecnico della risposta che darò, ma che dipende dalla natura stessa del quesito.
PRESIDENTE. L'onorevole Piepoli ha facoltà di replicare, per due minuti.
GAETANO PIEPOLI. Io mi auguro che il Ministero non solo segua, ma determini anche una specie di cronoprogramma, perché la definizione di questi limiti massimi di tollerabilità sono necessari sia per la tutela della salute del consumatore, ma anche per mettere le aziende stesse in grado di poter essere adeguate al rispetto della tutela del consumatore. È possibile sognare, in un certo qual modo, che si possa fare presto e bene e si dia certezza sia al consumatore che alle aziende? È un sogno: noi speriamo di sì.
PRESIDENTE. L'onorevole Carnevali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03186 per un minuto.
ELENA CARNEVALI. Ministra, noi abbiamo salutato con molto apprezzamento l'approvazione e poi la pubblicazione dell'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e l'abbiamo considerato un traguardo per la sanità pubblica di cui siamo fortemente orgogliosi. Tra i contenuti, in particolare, l'interrogazione si riferisce proprio all'articolo 64, cioè agli appositi accordi che poi devono essere sanciti nella Conferenza Stato-regioni per la definizione dei criteri uniformi, l'individuazione dei limiti e le modalità delle erogazioni. Sono un po', li nomino semplicemente; quindi, oltre che all'accordo con la Conferenza Stato-regioni, i criteri dei comportamenti prescrittivi, le tariffe massime specialistiche per la protesica e le linee di indirizzo per l'integrazione socio-sanitaria. Quindi, il quesito è per conoscere qual è lo stato di attuazione di tutti questi atti previsti.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti, perché mi consentono di tornare su un argomento, quello dell'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, che rappresenta un risultato straordinario conseguito dal Governo in materia di tutela della salute. Basti ricordare che il precedente aggiornamento risaliva al 2001, ovvero a ben sedici anni orsono.
PRESIDENTE. L'onorevole Capone, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
SALVATORE CAPONE. Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta e anch'io voglio sottolineare proprio quanto sia stato storico il provvedimento dei LEA, innanzitutto; penso che l'attenzione che questo Parlamento e il gruppo del Partito Democratico gli hanno voluto dare sia stata il massimo. Penso, però, che un giudizio definitivo, anche per quanto riguarda il provvedimento della definizione delle tariffe, non possa essere dato in questa sede.
PRESIDENTE. L'onorevole Mottola ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03187 per un minuto.
GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Grazie, Presidente. Signora Ministra, come lei sa, dal 29 luglio viene minacciato un razionamento dell'acqua nel comune di Roma, un comune in cui sono presenti numerosi ospedali, strutture sanitarie di ogni tipo, ospedaliere ed altro, e tale provvedimento suscita grande preoccupazione, in quanto può concretamente mettere a rischio la salute umana e degli animali e le coltivazioni.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti, poiché mi consentono di affrontare in questa sede la problematica dell'emergenza idrica a Roma, che, anche per le possibili ricadute sul sistema di tutela della salute umana e animale, suscita in queste ore grande preoccupazione.
PRESIDENTE. l'onorevole Mottola ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. La ringrazio, Ministro, sono rassicurato per quanto riguarda la sua parte, un po' meno per quello che in generale riguarda questo povero comune, che viene travolto ciclicamente da emergenze sempre nuove.
PRESIDENTE. L'onorevole Labriola ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03188 per un minuto.
VINCENZA LABRIOLA. Grazie, Presidente. Conosciamo tutti l'importanza del servizio sanitario di urgenza ed emergenza medica, che si rifà al numero telefonico 118; tuttavia, oggi, Ministra Lorenzin, vorremmo sottoporle due necessità dello stesso servizio. Siamo consapevoli che non esiste una norma che disciplini il numero delle autoambulanze con medici e infermieri a bordo e siamo consapevoli che il servizio prestato sul territorio nazionale sia difforme, ma siamo anche consapevoli dell'enorme necessità di avere mezzi con personale medico specializzato per dare una pronta e mirata assistenza.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Rispondo all'interrogazione, evidenziando preliminarmente che la rete delle centrali operative del 118, ovvero il sistema di assistenza sanitaria alla popolazione dal quale dipende l'efficacia e la tempestività del soccorso medico di urgenza, rientra, secondo la vigente previsione costituzionale, nelle competenze organizzative delle singole regioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Labriola ha facoltà di replicare, per due minuti.
VINCENZA LABRIOLA. Grazie, Presidente. Il punto è: saremmo tutti più tranquilli se ad ogni richiesta di intervento ci fosse sull'autoambulanza un medico? Evidentemente sì. La stessa domanda, signora Ministra, le è stata formulata dall'ordine dei medici, che, sostanzialmente, le chiedono che, in condizioni valutate critiche o potenzialmente tali, deve essere attivato il medico, che deve essere presente di persona per valutare con proprie diagnosi il da farsi.
PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03189 per un minuto.
EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Ministro, la storia e le vicende disastrose di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza sono note a tutti, perlomeno in Veneto; sono note a tutti le enormi responsabilità degli artefici della gestione malefica che ha provocato un vero e proprio disastro nel territorio dal quale provengo, come sono note a tutti, e a mio avviso è anche evidente, anche se non è così per le cronache, anche le falle degli organi di controllo e di vigilanza.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie, Presidente. Gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere se non si ritenga opportuno che gli amministratori colpevoli dei comportamenti che hanno portato al dissesto di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza siano puniti adeguatamente; inoltre, chiedono di sapere se non si ritenga opportuno tutelare nel miglior modo possibile i correntisti e i piccoli azionisti danneggiati dal dissesto delle stesse banche, nonché i lavoratori.
PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di replicare per due minuti.
EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Vede, Ministro, esattamente un mese fa Zonin è stato fotografato per le vie dello di Milano libero di girare nonostante sia stato accusato dalla stessa Banca Popolare di Vicenza di oltre 2 miliardi di euro di danni. Mentre il danno a carico degli ex dirigenti di Veneto Banca è stimato in 2,3 miliardi.
PRESIDENTE. L'onorevole Invernizzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Guidesi ed altri n. 3-03190 di cui è cofirmatario per un minuto.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signor Presidente. Buongiorno, signor Ministro, siamo ancora una volta a chiedere giusto per chiarezza, perché è giusto che gli italiani sappiano quanto costa la solidarietà, quanto costa il buon cuore, quanto costano tutte le iniziative che ricevono il plauso dei nostri europei che subito dopo si girano dall'altra parte.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie, Presidente. Io potrò rispondere solo in misura sintetica a questa serie di domande considerata la complessità del tema e i limiti di tempo.
PRESIDENTE. L'onorevole Invernizzi ha facoltà di replicare per due minuti.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Intanto non dovrei essere io a farlo, ma la informo che gli scenari di cui parlava, lo scenario costante e lo scenario in crescita, ci fanno pensare che ci sia il secondo: c'è uno scenario di forte crescita.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CRISTIAN INVERNIZZI. Lei ha parlato di parecchi miliardi di euro: se non vi svegliate, questi miliardi di euro, 10 miliardi sicuri (e mi avvio alla conclusione) solo negli ultimi due anni, sono destinati a crescere. Purtroppo, il costo non lo pagate voi, lo pagano i cittadini .
PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03191 per un minuto.
GIOVANNI PAGLIA. Presidente, signor Ministro, dal 2010 in Italia, come è noto, è possibile compensare, per chi abbia crediti nei confronti della pubblica amministrazione, le cifre a credito con eventuali richieste da parte di Equitalia, quindi da parte dell'amministrazione finanziaria. Con il decreto-legge n. 193 del 2016, che ha aperto la cosiddetta rottamazione delle cartelle, si è reso possibile ai contribuenti regolarizzarsi evitando di pagare gli interessi di mora e le sanzioni, sostanzialmente.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Gli onorevoli interroganti rappresentano la necessita di un'iniziativa volta a consentire la possibilità di compensazione dei crediti inseriti e certificati nell'apposita piattaforma MEF, vantati dalle imprese fornitrici della pubblica amministrazione, con i debiti delle stesse imprese risultanti in esito alla presentazione dell'istanza di definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2016, di cui all'articolo 6 del decreto-legge n. 193 del 2016.
PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di replicare.
GIOVANNI PAGLIA. Da un lato, mi devo ritenere soddisfatto, nel senso che, se ho interpretato bene la risposta del Ministro, ci si adegua di fatto a quanto già interpretato dalla commissione tributaria di Catania: sarà possibile portare in compensazione questi crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione rispetto alle cartelle portate in rottamazione.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alli, Bobba, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Brunetta, Caparini, Capelli, Cicchitto, Cirielli, Dambruoso, Damiano, Epifani, Fedriga, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Laforgia, Lupi, Marcon, Mazziotti Di Celso, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Rosato, Sanga, Sani, Turco, Simone Valente, Valeria Valente, Venittelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che le dichiarazioni di voto finale e il voto finale della proposta di legge n. 3225 e abbinate A/R - Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali avranno luogo immediatamente. Al termine, avrà inizio l'esame del disegno di legge n. 4595 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale (– scadenza: 6 agosto 2017), previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali presentate.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, in data 26 luglio 2017, la seguente lettera: “Onorevole Presidente, La informo che il Presidente della Repubblica con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dal senatore dottor Massimo Cassano dalla carica di Sottosegretario di Stato al lavoro e alle politiche sociali. Firmato Paolo Gentiloni”.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 3225-A/R: “Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali” e delle abbinate proposte di legge. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PINO PISICCHIO. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, questo provvedimento riguarda poco i parlamentari in carica, già in regime contributivo dal 2012, la platea dei destinatari è fatta dagli ex, ex deputati e consiglieri regionali, ultraottantenni in grandissima parte. E qui il primo aspetto almeno un po' strano dell'intervento: a parte l'obiezione costituzionale grande come una casa sulla retroattività della riforma che apre la porta ad interventi analoghi su tutti i pensionati d'Italia, ciò che suscita più di una perplessità sul piano dell'etica politica è il fatto che quasi il 70 per cento, forse anche più, dei deputati che oggi si ornano delle piume splendenti di questo provvedimento lo fa non rimettendoci nulla. Ci si fa belli a danno esclusivo di chi non è in Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, noi socialisti non siamo per nulla a favore dei privilegi alla classe politica. Condividiamo pienamente la parte della legge che riguarda il trattamento pensionistico per gli attuali e i futuri parlamentari. Pensiamo che sia un passo importante, che andava compiuto prima che si sollevasse l'ondata dell'antipolitica e del disprezzo per le istituzioni, e non adesso per tentare di raccogliere voti inseguendo il malcontento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turco. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. Questa legge temiamo sia una delle maggiori prese in giro che un'Aula parlamentare abbia mai inflitto al popolo italiano. La norma che ci apprestiamo a votare punta a disciplinare con legge ordinaria una materia come quella dei vitalizi degli ex parlamentari che è sempre stata regolata con delibere dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati; l'ultima, la più importante quanto meno, è quella del 2012 sotto la Presidenza di Gianfranco Fini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Con l'approvazione di questa proposta di legge gli italiani avranno una preoccupazione in più: infatti, l'applicazione della norma che prevede la retroattività al sistema pensionistico contributivo ai vitalizi degli ex parlamentari offre una tagliola allo Stato di poter usare lo stesso sistema e in qualsiasi momento nei confronti dei pensionati di qualsiasi categoria, che sono quasi venti milioni. Un salasso giunto in piena estate, una tegola che si poteva evitare vista, tra l'altro, la disponibilità dei parlamentari a trovare le soluzioni più opportune. La norma che verrà approvata ammazza lo stato di diritto e i diritti acquisiti e introduce la retroattività, ridicolizza la funzione del parlamentare e lo riduce a meno di un medio funzionario dello Stato. Inoltre, peggiorerà il reclutamento dei parlamentari stessi e aumenterà la corruzione. Mi piacerebbe conoscere in proposito il parere di Cantone.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Distaso. Ne ha facoltà.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Nel dibattito di questi due giorni su questa proposta di legge in questo primo passaggio alla Camera dei deputati è stato detto molto a partire dalla motivazione delle eccezioni di incostituzionalità. Ci si deve anche chiedere alla fine, per le critiche che sono piovute su questo provvedimento anche da coloro che preannunziano di votare a favore - e io parlo a nome della componente Direzione Italia e preannunzio il nostro voto di astensione, che naturalmente mi accingo a motivare - perché si sia fatta una proposta di legge di questo tipo, fatta appunto in questo modo, con questa simil-urgenza a fine di luglio, su un argomento che tocca sì le prerogative dei parlamentari ma che, come si è visto anche oggi in modo eccellente dall'intervento del collega del PD Damiano, ha dei risvolti sul sistema contributivo di carattere più generale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, questo dibattito è stato caratterizzato da una serie di affermazioni, molto e molto secche, di tutti quelli che erano contrari. Tutte non vere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI. Grazie, Presidente. Il gruppo di Fratelli d'Italia voterà convintamente a favore di questa legge. Non potrebbe essere diversamente e condividiamo sostanzialmente lo spirito della norma.
PRESIDENTE. Sì, però, adesso…
GIORGIA MELONI. Va bene, Presidente, facciamo un po' di…
PRESIDENTE. Lasciamo stare, via.
GIORGIA MELONI. È per renderlo più chiaro. C'è una possibile fregatura in questa vicenda, c'è una possibile fregatura in questa vicenda. Se il PD avesse voluto chiudere questa cosa subito e dimostrare che, per una volta, faceva una cosa seriamente, avrebbe proposto questa iniziativa in Ufficio di Presidenza della Camera; noi l'avremmo votata, molti colleghi l'avrebbero votata, sarebbe già passata e non sarebbe stata oggetto di un pronunciamento della Corte costituzionale. Invece, serve una legge, perché ci sono ottime possibilità che non riusciamo a portarla a casa entro questa legislatura. Spero che Matteo Renzi voglia dichiarare da ora la sua disponibilità a mettere il voto di fiducia al Senato su questo provvedimento. Hanno messo il voto di fiducia su certe porcate, che, obiettivamente, non si devono vergognare a farlo su questo; dopodiché, è possibile anche che abbiano fatto una legge perché sperano che la Corte costituzionale la dichiari incostituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Questo provvedimento ha la pretesa di disciplinare con legge ordinaria una materia introdotta da fonti primarie, quale, appunto, l'autodichia, fonte soggetta solo alle norme di rango costituzionale, e pretende di farlo con la consapevolezza di farlo abusivamente; tanto abusivamente che ci si guarda bene dal generalizzare il provvedimento ai casi simili riguardanti altri organi istituzionali, come la Presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale. Da un'altra prospettiva, invece, il provvedimento mantiene profili di incostituzionalità per la pretesa di estendere le sue disposizioni agli eletti e ai portatori di cariche di governo delle regioni, invadendo il campo delle competenze regionali, senza che la materia sia stato oggetto di intese preventive con le regioni a statuto ordinario o di accordi di carattere pattizio per la modifica degli statuti delle regioni a statuto speciale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetti. Ne ha facoltà.
ENRICO ZANETTI. Grazie, Presidente. Il gruppo di Scelta Civica voterà a favore del disegno di legge Richetti che ricalcola con il metodo contributivo i vitalizi dei parlamentari delle passate legislature e che equipara l'età pensionabile per il futuro a quella che risulta applicabile per tutti i cittadini sulla base delle ultime riforme previdenziali. Votiamo a favore non perché pensiamo che sia buona cosa inseguire l'antipolitica, essendo anzi semmai pessima cosa, ma perché pensiamo che sia invece importante contrastare il populismo dei troppi movimenti politici che raccontano ai nostri concittadini che è possibile prendere le recenti riforme pensionistiche e buttarle nel cestino senza che ciò determini di nuovo daccapo una situazione di totale insostenibilità dei nostri conti pubblici e una situazione di ulteriore aggravio proprio per le generazioni più giovani che, per rendere quadrabile una situazione già così difficile, avranno in futuro trattamenti peggiori di quelli che ci sono oggi ancorché decurtati con i sacrifici che sono stati richiesti. Questo è il motivo per cui noi votiamo a favore del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Civati. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CIVATI. Grazie, signora Presidente. Noi voteremo sì senza dubbio alla proposta di legge. Devo rilevare tuttavia che ci pare che la discussione, che si è dimostrata curiosamente molto analitica forse più che in qualsiasi altra occasione ci siamo trovati ad affrontare, abbia avuto troppa enfasi da una parte e dall'altra. Lo dico con rispetto per i colleghi, però citare la poesia-sermone di Martin Niemöller che dice … per parlare della nostra condizione, ecco io l'avrei lasciata ad altre discussioni e ad altre categorie, storie e situazioni per esempio ad un razzismo e ad una discriminazione che vedo tornare popolare in questo Paese. Mi sembrerebbe più appropriato parlarne in quel contesto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Presidente, annuncio ovviamente il voto favorevole dalla Lega Nord alla proposta di legge in discussione: una proposta di legge che ci trova favorevoli sotto ogni punto di vista, prima ancora che legale, dal punto di vista politico. Guardi, nell'ascoltare le discussioni di questa giornata, di questi due giorni mi è tornato alla mente, signora Presidente, un romanzo che ha avuto anche un certo successo, da cui poi hanno tratto anche un bel film, un romanzo dallo scrittore John Grisham, . Un romanzo che trattava sostanzialmente la storia di una famiglia di basso reddito, che dopo avere sottoscritto un'assicurazione sanitaria veniva sostanzialmente truffata da questa assicurazione, che respingeva continuamente richieste da parte dalla famiglia per curare il figlio che si trovava in una situazione di malattia in fase terminale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, io parto dal punto finale dell'intervento di ieri dell'onorevole Adornato che ha ritenuto che questa sia una giornata molto triste e grave, perché l'antipolitica penetra nel Parlamento e si traduce in anti-Parlamento. Però, diversamente da lui, non mi rivolgo a coloro che hanno vinto, che sono chiaramente il MoVimento 5 Stelle, mi rivolgo agli sconfitti che sono il Partito Democratico. Sconfitti, questo è il punto grave, non dal punto di vista numerico, dal punto di vista culturale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianni Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Noi del Movimento Democratico e Progressista non contestiamo certamente la necessità di un intervento di equità anche sui vitalizi. Chi parla ha sottoscritto, ad esempio, una petizione lanciata dal direttore di un quotidiano, Primo De Nicola, che prevedeva un tetto per i vitalizi. Ma in alternativa al tetto si potrebbe anche prefigurare un contributo sostanzioso di solidarietà…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore…
GIANNI MELILLA. …che può essere di misura analoga, sul piano economico, al provvedimento che si prefigge la proposta di legge Richetti. Quindi, io voglio sgombrare il campo dall'accusa che si vuol far rimanere tutto come è. No, e vedremo anche tra qualche giorno, in sede di discussione di bilancio interno della Camera, come noi proseguiremo l'iniziativa di risparmi qui alla Camera che abbiamo iniziato da molti anni e che ha prodotto molti risultati. Qui nessuno ne ha parlato e quando c'è stata la discussione l'altro giorno c'erano pochissimi parlamentari, ma noi abbiamo risparmiato in cinque anni, grazie al lavoro positivo della Presidente della Camera, della Segretaria generale della Camera, del Collegio dei questori, dell'Ufficio di Presidenza, qualcosa come 350 milioni di euro in minori dotazioni e in risparmi. Quest'anno risparmieremo 80 milioni di euro. Quindi, cari cittadini italiani è a voi che mi rivolgo: non è vero che non si faccia niente in quest'Aula; si fanno molte cose, solo che noi non siamo in grado, per limiti nostri, di valorizzarle e anche perché - diciamo le cose come stanno - da anni nel Paese c'è uno Stato inquisitorio verso la politica, i partiti e il Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Parto dalla situazione di quest'Aula. Parto da chi non c'è. Non c'è Matteo Renzi, che insegue Beppe Grillo su questo terreno dell'antipolitica, un mostro che, più lo si alimenta, più cresce e più ha fame. Non c'è Beppe Grillo, che stava seduto in tribuna, ma non è un componente di quest'Assemblea. Non c'è Berlusconi, che avete pensato bene di buttare fuori dal Parlamento. E, guardate, il fatto che non ci sia né Beppe Grillo, né Berlusconi, né Renzi e che non ci sia neanche Salvini, è un problema grosso per questo Parlamento, perché dà la percezione che questo Parlamento non sia il luogo dove vengono decise le cose, dove si fanno le scelte politiche. Dà la percezione che questo sia un luogo dove le scelte politiche vengono ratificate. E questo non è un bene.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Di Maio. Ne ha facoltà.
LUIGI DI MAIO. Grazie, Presidente. Oggi è un giorno storico segniamola in rosso sul calendario questa data, perché, finalmente, quest'Aula, che si è macchiata di tanti voti vergogna, sta per votare una legge che abolisce i vitalizi. C'è voluta quasi un'intera legislatura, quattro anni e quattro mesi, per l'esattezza, di pressioni del MoVimento 5 Stelle per giungere al punto in cui siamo oggi. Perché, diciamocelo chiaro: come lo hanno detto colleghi di altri partiti, questa legge è una vittoria del MoVimento 5 Stelle . Ed è ancora di più una nostra vittoria perché non solo abbiamo portato la maggioranza di voi a votare per togliervi il privilegio, ma abbiamo, addirittura, portato il PD a presentare questa legge. È stata dura trascinarvi fino a qui, ma alla fine avete ceduto. Quattro anni e mezzo per questo risultato, dieci anni di battaglie con migliaia di attivisti; oggi viene ristabilita la giustizia.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUIGI DI MAIO. Concludo, Presidente. Il MoVimento Cinquestelle continuerà a dare il buon esempio dentro e fuori il Parlamento e, in Sicilia, se avremo la fiducia dei siciliani e governeremo, la prima cosa che faremo sarà eliminare i vitalizi dei deputati dell'Assemblea regionale.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
LUIGI DI MAIO. …cancelleremo pensioni e stipendi d'oro con un tratto di penna. Il resto del tempo e delle nostre energie li impiegheremo per risarcire gli italiani di quello che avete loro tolto
PRESIDENTE. Ci tengo a dire una cosa: nessuna richiesta da parte del Governo è arrivata alla Presidenza della Camera per la relazione tecnica. Quanto affermato non risponde al vero Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Grazie, signora Presidente, molte cose non corrispondono al vero a cominciare dai tagli della sanità. Però lasciamo perdere e restiamo sul merito perché il merito di questa seduta non mi sembra essere il PD come alcuni interventi hanno caratterizzato ma essere altro. Sul resto vorrei provare a fare una riflessione. Qui in questa sede, signora Presidente lei lo sa bene, ogni giorno decidiamo del destino degli altri; decidiamo del destino dei nostri concittadini su temi della quotidianità, su temi importanti - la salute, il lavoro, l'ambiente, la giustizia - e assumiamo decisioni che ricadono su tutti. Oggi ad un osservatore superficiale potrebbe sembrare che, invece, questa sia una discussione su noi stessi: sui parlamentari e sulla politica. Invece ritengo che non sia così. Oggi facciamo una discussione e una riflessione che riguarda il nostro popolo, che riguarda i nostri concittadini e riguarda profondamente il legame e il rapporto che c'è tra la politica e i nostri elettori. Qualcuno a sinistra potrebbe dire che noi dobbiamo ricucire con la nostra gente. Io dico più semplicemente che i nostri concittadini ci vogliono più sobri ma sono i concittadini normali, non quelli che passano la giornata ad attaccare su : sono quelli normali che chiedono alla politica maggior sobrietà e noi di questo ci stiamo occupando oggi. Per la politica non è abbassare la testa: oggi è alzare la testa . Infatti oggi noi siamo chiamati a fare questo: a fare alzare la testa alla politica. La politica è fatica; chi fa la politica sul serio sa che è fatica: lo sanno le nostre famiglie e lo sanno i nostri amici. Sanno che stare qui è faticoso come lo è fare i sindaci, fare gli amministratori: è un impegno a servizio della comunità. Ma a questa fatica non possono corrispondere privilegi, devono corrispondere garanzie. Chi fa politica nel nostro campo - ma non voglio fare distinzioni penso a chi fa politica e sta qui - lo fa perché ha un ideale, ha dei valori, pensa al suo Paese, pensa a come aiutare il suo Paese, a come far crescere il suo Paese. Non siamo qui a difendere privilegi. Questa è retorica? Guardi non è retorica: la retorica magari è quella di altri che tagliano i privilegi agli altri. Noi qui siamo a tagliare i nostri privilegi. Noi oggi tagliamo i nostri privilegi; altri stanno facendo la campagna sui privilegi degli altri ma i loro non li hanno toccati. Lo dico al collega Di Maio - solo questo mi permetto sempre riferendomi a lei - l'abbiamo già dimostrato che lui ha uno stipendio più alto del mio perché con gli scontrini, i rimborsi, le indennità lui ha uno stipendio più alto del mio e io mantengo con orgoglio il mio partito; loro il partito non ce l'hanno, hanno un capo e un ed è tutto facile: chi non si adegua al viene espulso . Noi abbiamo un partito e siamo orgogliosamente legati al nostro partito perché il partito è democrazia. Ripeto: il partito è democrazia. Non stiamo sminuendo il ruolo del parlamentare; non stiamo intaccando le prerogative dei parlamentari; non è un passo indietro della politica quello che facciamo oggi.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
ETTORE ROSATO. …ma Rossi è andato in televisione dicendo: non bisogna rivedere solo le pensioni dei parlamentari, ma di tutti quelli che prendono alte pensioni, le pensioni d'oro . Lì sì che si introduce il concetto del ricalcolo, lì sì che si interviene sul ricalcolo dei pensionati! Noi non vogliamo toccare nessuna pensione: vogliamo occuparci dei vitalizi, e solo dei vitalizi, e lo facciamo con uno strumento adeguato.
PRESIDENTE. Non è previsto fare riprese in Aula, per favore. Grazie.
ETTORE ROSATO. Presidente, non fa niente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bonafede. Grazie. Se può evitare di fare le riprese. Può evitare di fare le riprese ?
ETTORE ROSATO. Presidente, non fa niente.
PRESIDENTE. Lo sa che non si possono fare riprese, quindi la prego di attenersi al Regolamento. Grazie.
ETTORE ROSATO. No, non c'è problema. Lo fanno da quattro anni, ma da ieri pomeriggio sull'argomento . Quindi penso che non è per noi è un problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rosanna Scopelliti. Ne ha facoltà.
ROSANNA SCOPELLITI. Presidente, io voterò a favore di questo provvedimento, perché chi era convinto che il vitalizio e un sistema pensionistico diverso fossero un bene prezioso, e lo sono, forse avrebbe dovuto difenderli da chi in questi anni invece li ha sviliti. Un bene così prezioso andava tutelato, e invece si è permesso che se ne abusasse facendo venire meno la fiducia necessaria tra cittadini e istituzioni. Questo e altri abusi delle prerogative parlamentari le hanno trasformate in privilegi, e le rendono indifendibili di fronte all'opinione pubblica e ai cittadini, che sono gli unici ai quali dobbiamo rendere conto. Distinguere prerogative da privilegi, separare, come ci insegna il Vangelo, il grano dal loglio aiuta a difendere le prime; e questa legge invece, contrariamente a quanto si è detto qui oggi, è un estremo atto d'amore per la democrazia rappresentativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Maria Stella Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Presidente, chiedo la parola con dispiacere, ma con profonda convinzione, per esprimere un voto in dissenso rispetto al mio gruppo, un voto favorevole a questo provvedimento. Per due ragioni molto semplici: la prima è che ho sottoscritto il provvedimento in esame, essendo profondamente convinta della necessità di dare un segnale nella giusta direzione al Paese; e secondariamente, perché non ritengo questo provvedimento un cedimento all'antipolitica, al populismo, al qualunquismo, ma un tentativo, forse tardivo ma indispensabile, per restituire dignità e forza a quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Garnero Santanchè. Ne ha facoltà.
DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie Presidente. Anch'io voterò a favore, il mio voto a favore è assolutamente convinto ed è un voto anche a difesa della politica e del Parlamento. Io non ritengo che difendere i privilegi voglia dire difendere la politica, ritengo che in questo momento che stiamo vivendo tutti quanti, un momento economico difficile, questo lo dobbiamo agli italiani. Dobbiamo votare a favore perché questo è quello che sentono gli italiani che non capirebbero perché questo Parlamento voglia mantenere dei privilegi in un momento in cui i privilegi nessuno li ha .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
MATTEO RICHETTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI, . Solo per ringraziare, Presidente, vista la complessità della materia, il lavoro e il supporto degli uffici dell'Aula, della Commissione e delle Commissioni, perché ha interessato il lavoro di diversi di noi .
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4595: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame delle questioni pregiudiziali. A norma del comma 4, dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire oltre ad uno dei proponenti, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti, e al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-, comma 3, quarto periodo del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAMPI. Signora Presidente. Solo per segnalare che nella dei colleghi, una delle colleghe ha fatto due dita medie, dimostrando oltre che una certa finezza, anche un mancato rispetto delle istituzioni. Tra l'altro ciò è filmato per la solita logica dell'illegalità che il MoVimento 5 Stelle…
PRESIDENTE. Io non ho visto questo, ma lo verificheremo.
ROBERTO RAMPI. Dirò anche il nome della collega che porta un nome significativo, visto che è lo stesso del di quel movimento ().
PRESIDENTE. Allora io invito i deputati e le deputate a defluire… per favore deputata Grillo… di questo si occuperà eventualmente l'Ufficio di Presidenza (), eventualmente, ho detto. Adesso possiamo continuare.
DALILA NESCI. Grazie Presidente. Colleghi, l'articolo 1 del provvedimento in esame dispone per i minori fino a 16 anni - attenzione - l'obbligatorietà di 10 vaccini; entriamo nel Guinness dei primati e con uno strumento legislativo che si può utilizzare soltanto, dice la Costituzione, in casi di necessità ed urgenza. C'è un'epidemia di 10 malattie che giustifichino un simile decreto-legge? La risposta è secca: non c'è. L'ha confessato il Presidente del Consiglio Gentiloni proprio all'atto della presentazione del decreto di cui discutiamo, dichiarando che non sussiste alcuna emergenza nazionale.
PRESIDENTE. Il deputato Rondini ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Il decreto-legge in esame è privo assolutamente dei requisiti minimi previsti dal vigente ordinamento, sia sotto il profilo della legittimità sia del merito. Per quanto attiene al profilo della legittimità, il decreto-legge viola l'articolo 77 della Costituzione in quanto in Italia, allo stato attuale, non sussiste alcuna necessità né tanto meno alcuna urgenza di intervenire nel campo della prevenzione vaccinale, non rinvenendosi casi, né ordinari né straordinari, di emergenze sanitarie nemmeno in previsione. Il continuo riferimento fatto dal Ministro della salute ad una presunta quanto inesistente emergenza morbillo in Italia contrasta con i dati epidemiologici ufficiali che indicano come il morbillo abbia un andamento ciclico e come nell'ultimo decennio in almeno quattro casi vi siano stati valori di molto superiori agli attuali, mentre nel decennio precedente sono stati rilevati valori superiori anche di venti volte a quelli attuali senza che si fosse mai gridato all'emergenza. Lo stesso Presidente del Consiglio, in sede di conferenza stampa successiva all'approvazione del decreto da parte del Consiglio dei Ministri, ha candidamente ammesso non sussistere alcuna emergenza né epidemia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scopelliti. Ne ha facoltà.
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie Presidente. Il decreto-legge in esame ha tutti i requisiti costituzionali, di cui all'articolo 77 della Costituzione, i presupposti di necessità e urgenza, nonché l'omogeneità di contenuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fabbri. Ne ha facoltà.
MARILENA FABBRI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, le questioni pregiudiziali che siamo chiamati ad esaminare riguardano il decreto-legge cosiddetto Lorenzin in materia di vaccinazioni obbligatorie per i minori e modifica del sistema delle sanzioni in caso di inadempimento. Si tratta di una materia delicata, che attiene alla salute individuale e collettiva, rispetto alla quale sono stati sollevati rilievi di costituzionalità relativi agli articoli 117, 77, 32 e 34 della Costituzione. Per quanto riguarda la competenza legislativa fra Stato e regioni di cui all'articolo 117, va evidenziato che il decreto-legge Lorenzin attiene alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni dei diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, alla profilassi internazionale, materie rientranti nella potestà legislativa esclusiva dello Stato, nonché alla materia di tutela della salute, rientrante nella potestà, invece, concorrente con le regioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Catalano. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Dichiaro, a titolo personale, il mio voto favorevole alle pregiudiziali per molte ragioni, prima fra tutte quella legata al fatto che non si ravvede alcuna emergenza e tanto meno alcuna urgenza che giustifichi l'imposizione di un trattamento sanitario obbligatorio di tale portata. Voterò a favore perché ricordo che il diritto alla salute di tutti, di coloro che sono nelle condizioni fisiche per vaccinarsi come di coloro che non lo sono, è costituzionalmente garantito, mentre con questo decreto non viene tutelato in egual misura. Il testo non contiene, infatti, alcun riferimento agli esami pre e post vaccinali, né l'obbligo di utilizzo di vaccini monovalenti monodose. Il testo è discriminatorio, perché solo le famiglie con disponibilità economica potranno accedere, a loro spese, agli esami specialistici, nel caso vogliano accertare se i propri figli siano o meno nelle condizioni di essere vaccinati ed abbiano o meno diritto all'esenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bechis. Ne ha facoltà.
ELEONORA BECHIS. Grazie, signora Presidente. Chiedete al Parlamento di convertire in legge un decreto palesemente in violazione della Carta costituzionale. Primo fra tutti, viene violato l'articolo 77 della nostra Costituzione, che richiede requisiti di straordinaria necessità e urgenza, previsti, ma al momento il Governo non ha reso nessuna dichiarazione nel merito, o meglio, mi correggo, lo stesso Presidente del Consiglio, in sede di conferenza stampa per presentare il decreto-legge sui vaccini, ha dichiarato e ammesso che non sussiste alcuna emergenza o epidemia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Io avrei una domanda preliminare che servirebbe a tutti: la domanda è dove sia l'epidemia non quelle immaginaria, ma quella attuale, in corso perché credo che se non si risponde positivamente a questa domanda, cioè se epidemia non c'è, dovrebbe essere spiegato allora in cosa consistano i requisiti di straordinaria eccezionalità e urgenza che hanno spinto il Governo a intervenire con decreto-legge. Intervenire con decreto, badate bene, ha significato e significa per quest'Aula dover approvare un disegno di legge molto importante, per le ragioni che proverò a spiegare, senza nemmeno avere avuto il tempo di dibatterlo minimamente. Le Commissioni competenti non hanno potuto lavorare sul disegno di legge; il Parlamento non può lavorare su esso se, come accadrà, verrà posta a breve la fiducia e noi stiamo parlando di una norma che si situa a cavallo di questioni fondamentali; ha a che fare con la libertà individuale; ha a che fare con i limiti che alla libertà individuale possono essere posti in nome dell'utilità collettiva e certamente la salute è una delle prime utilità collettive; ha che a fare con il diritto dei bambini ad avere un'istruzione e a non essere discriminati in uno dei punti fondamentali, in uno dei centri fondamentali della crescita cioè la scuola e non si può fare una distinzione francamente - lo dico con la massima calma - tra quella che è la scuola dell'obbligo, elementari e medie, e la scuola materna e l'asilo nido. In particolar modo sulla scuola materna credevo che ormai avessimo assunto tutti o almeno largamente - penso in particolar modo ai colleghi del Partito Democratico - l'elemento che ormai la scuola materna, anche se non è formalmente dell'obbligo, appartiene a tutti gli effetti al percorso di formazione di un bambino. Penso a mio figlio, penso ai nostri figli: se per colpa, per responsabilità dei suoi genitori avesse dovuto ad un certo punto essere tolto dalla scuola materna, magari dopo due anni che vi era inserito, cosa ne sarebbe stato dei suoi diritti che dovrebbero essere il nostro punto di interesse fondamentale? Noi parliamo di queste cose che, come capite, non sono marginali e ne parliamo con fretta. Sono abbastanza certo anche per il tipo di dibattito che ho potuto seguire al Senato e che credo ci sarà qui, anche se molto limitato, che non ci sarebbero state grandissime difficoltà a costruire un provvedimento su cui ottenere l'unanimità o quasi del Parlamento perché qui dentro, badate, non credo ci sia nessuno che contesti l'utilità dei vaccini dal punto di vista della prevenzione dell'epidemia: la scientificità di questa utilità non la contesta nessuno. Pur tuttavia non possiamo nemmeno dimenticare e dovremmo chiederci per quale motivo fuori da quest'Aula il Paese è diviso e il provvedimento in esame ha una responsabilità molto grave: ha diviso ulteriormente il Paese perché ha costretto ad un dibattito tutto forzato ed ideologico, fuori dai tempi, della comprensione dei fenomeni. Ma a voi sembra possibile che quest'Aula sia chiamata a votare il provvedimento senza aver potuto confrontarsi con la comunità scientifica, confrontarsi con il mondo dell'istruzione che dovrà poi di fatto applicare questa norma, senza poter dibattere nemmeno tra di noi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Non è indifferente quanto si afferma che qui dentro nessuno dubita dell'efficacia dei vaccini perché è la premessa indispensabile. Fuori c'è ancora qualcuno che sui vaccini costruisce teorie che sono antiscientifiche rispondendo a quel criterio di relativismo culturale per cui tutto è uguale e le opinioni di tutti possono essere messe sullo stesso piano. Qualcuno si è scandalizzato di un'affermazione secondo cui la scienza non è democratica perché risponde non a criteri di verità per alzata di mano ma risponde a criteri che hanno il loro fondamento scientifico. Questa è la premessa per cui noi riteniamo che il decreto-legge vada convertito perché i vaccini sono efficaci e servono. Se fossimo davvero in presenza di un'epidemia e la richiesta dei vaccini rispondesse a un criterio di urgenza-emergenza, noi protesteremo moltissimo non solo nei confronti del Ministro, nei confronti degli assessori alla sanità, nei confronti dell'intero sistema. Guai se un Paese occidentale come il nostro dovesse interagire con il problema solo davanti all'esplosione di un'epidemia: è buona norma che il principio di precauzione ci aiuti ad intervenire prima. Quindi questa non è una critica. Noi voteremo ovviamente contro le pregiudiziali anche se condividiamo, con quello che i colleghi hanno detto, l'osservazione che ricorrere così sistematicamente alla decretazione d'urgenza toglie davvero a tutti noi la possibilità di intervenire con un dibattito sereno, costruttivo e condiviso.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
FEDERICO GELLI, . Presidente, colleghi, come è noto questo provvedimento è un provvedimento molto sentito nel Paese.
FEDERICO GELLI, . Ha prodotto una grande attenzione, e siamo qui per discutere in questa Assemblea per poter togliere gli eventuali dubbi e critiche…
PRESIDENTE. Mi perdoni, collega Gelli, mi perdoni. Colleghi, per favore! Stiamo in una fase dell'esame del provvedimento, la discussione generale, c'è una relazione in corso… Prego i colleghi che intendano agire di farlo in silenzio. Se riusciamo a fare questo esodo in maniera un po' più tranquilla, il collega Gelli nel frattempo fa il suo intervento; altrimenti mi costringete a sospendere la seduta, per favore! Prego.
FEDERICO GELLI, . Grazie, Presidente. Dicevo, sono convinto che questo esame in Assemblea possa costituire un'ulteriore occasione per chiarire i diversi aspetti e riportare il dibattito sui binari della correttezza, pur nella legittima diversità di opinioni tra i vari gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Non si dilunghi in genere, collega Gelli, perché ha esaurito il suo tempo e abbiamo una lunga lista di iscritti a parlare.
FEDERICO GELLI, . Concludo, Presidente. Dicevo che non mi dilungo in queste altre cose. L'altro punto importante è quello dell'anagrafe nazionale di vaccinazione, che ci darà la possibilità di censire meglio chi si vaccina e chi non può vaccinarsi.
PRESIDENTE. Comunico che la collega Fitzgerald Nissoli è stato colpita da un grave lutto: la perdita del padre.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore Rondini, che non vedo in Aula.
VEGA COLONNESE, . Grazie, Presidente. In realtà noi stiamo cercando di riempire ogni spazio di questo dibattito possibile perché per noi la discussione non era conclusa anche perché questo decreto, in realtà, per noi resta irricevibile anche dopo le modifiche fatte al Senato, perché è proprio il metodo che è sbagliato oltre che anche il merito. Perché il metodo è sbagliato? Perché noi in realtà sul merito delle vaccinazioni - e lo torno a ripetere e l'ho detto nel lungo dibattito in Commissione che ci ha tenuto impegnati la domenica - eravamo già partiti due anni fa alla Camera con una risoluzione e avevamo già segnalato il problema della mancata informazione e della mancata fiducia dei cittadini verso le istituzioni, del fatto che si doveva fare in modo di far ritornare i cittadini ad avere fiducia, a capire che ci si poteva aspettare dallo Stato e dalle istituzioni competenti un maggiore ascolto.
PRESIDENTE. Il Governo? Il Governo non intende intervenire.
VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Ministro, ci troviamo oggi in discussione sulla conversione in legge del decreto, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, disposizioni urgenti.
PRESIDENTE. Collega, tutto bene?
VITTORIA D'INCECCO. Scusate, ho perso il filo.
PRESIDENTE. Può succedere. Intanto ricordo che le manca poco più di un minuto, quindi, se nel frattempo recuperiamo il filo, è cosa buona e giusta; se, invece, dovesse essere un problema strutturale, che manca qualche foglio, lei può anche avvalersi della facoltà di consegnare.
VITTORIA D'INCECCO. No, lo voglio specificare. Già tutto questo tempo ho sprecato, signor Presidente? Va bene, vado avanti.
PRESIDENTE. Lei ha parlato una decina di minuti, ecco, quindi può continuare a parlare; non è un problema, non per me, perlomeno.
VITTORIA D'INCECCO. Allora, vado davanti. Numerosi studi, comprese le indicazioni espresse dalla stessa Organizzazione mondiale della Sanità, hanno evidenziato come in molte realtà l'uso di vaccini combinati, quello di cui stavo parlando, abbia permesso il raggiungimento di elevate coperture vaccinali. Per esempio, in Finlandia il vaccino combinato MPR è stato usato quasi esclusivamente per oltre vent'anni e c'è stato un risultato eccezionale, perché il morbillo è stato eliminato nel 1996 e l'anno dopo sono state eliminate sia la parotite che la rosolia. Di fatto, garantiscono minori disagi per il bambino e per la famiglia, perché c'è un minore numero di accessi al presidio e maggiore accettabilità, perché ci sono meno iniezioni sul bambino e meno effetti collaterali.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Mantero. Ne ha facoltà. Ricordo che quello che viene indicato dai gruppi è un'autodisciplina; in realtà, il decreto prevede che il tempo sia di 30 minuti, e quindi, una volta che lo segnalo, non è che posso togliere la parola a un collega che decide di utilizzare più tempo. È un rapporto che riguarda il proprio gruppo e la disciplina di gruppo, però ha facoltà di intervenire. Onorevole Mantero, non le tolgo altro tempo, ha aspettato abbastanza.
MATTEO MANTERO. Grazie Presidente, buonasera signor sottosegretario, buonasera signora Ministro, che adesso è un attimo impegnata in un colloquio. Volevo, tra l'altro, informarla che ho fatto due rapidi conti e, se non sbaglio, con questa sera è la sesta volta in cinque anni che ho la possibilità di interloquire con il mio Ministro, quindi, insomma, raggiungiamo già una media considerevole. Sono un po' emozionato, in effetti. Allora, non siamo qui per discutere quale sia la validità dei vaccini nella prevenzione delle malattie infettive; la loro validità è indubbia, come è indubbio il loro ruolo storico nella eradicazione di alcune malattie, come, ad esempio, il vaiolo, o nel ridurre la mortalità di altre malattie infettive.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MATTEO MANTERO. Quanto manca? Un minuto? … e vantarsi di questa cosa. In realtà sarà il naturale abbassamento dei casi di infezione.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Ministro, io parto forse con un pregiudizio, perché purtroppo per alcuni, per fortuna per me, provengo dalla regione campana: sono campana, quindi ha già avuto modo in questi quattro anni di offendermi abbondantemente perché lei è venuta nella nostra regione, nel mezzo della Terra dei fuochi, tra un'emergenza, quella sì, sanitaria e l'altra, a dire che se i campani muoiono di cancro è perché mangiano male. Quindi per me ha già perso tutta la credibilità che poteva minimamente avere. Però adesso voglio fare finta che non abbia accettato col voto anche lei di nominare De Luca commissario della sanità, e voglio fare finta che tutto questo non sia mai successo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.
FILIPPO FOSSATI. Presidente, il nostro gruppo ha presentato poche settimane fa al Senato e alla Camera una proposta di legge per definire strategie e atti operativi che potessero andare nella strada di rafforzare in questo Paese le coperture vaccinali. Quindi, non solo siamo per i vaccini (questa storia del per e contro è anche abbastanza strana, abusata nel dibattito politico e mediatico), ma siamo perché il nostro Paese si dia l'obiettivo di raggiungere un'eccellenza nelle strategie di diffusione delle vaccinazioni in ragione della capacità delle campagne vaccinali di prevenire ed affrontare i temi relativi a patologie importanti e pericolose.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
FILIPPO FOSSATI. Mi prenderò qualche minuto in più del tempo del mio gruppo, rispetto ai quindici che avevo preannunciato. Non li consumo, arrivo alla fine, ma qualche minuto mi ci vuole. Anzi, sono elementi costitutivi di quel rapporto di fiducia che dovrebbe instaurarsi tra il cittadino e il medico. Ed è solo dentro questa relazione che è possibile dialogare serenamente anche della questione dei vaccini e favorire una decisione consapevole e responsabile.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà. Fermo restando che, ricordo ai colleghi, c'è una sorta di intesa a rispettare i tempi, fermo restando la libertà di ciascun oratore di cui sopra, ho ricordato già prima. Se, invece, ci fossero colleghi interessati a consegnare, lo facciano presente alla Presidenza, perché, in quel caso, non gli facciamo aspettare il loro turno, ma li liberiamo subito. Prego, collega Pagano.
ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente, signor Ministro, signor sottosegretario, questo importante decreto, che certamente ha destato l'attenzione da parte dell'opinione pubblica nazionale e tanto la continuerà a destare anche in futuro, deve essere, secondo il parere della Lega-Noi con Salvini, adeguatamente sviluppato. Quindi, all'interno dei pochi minuti che sono stati messi a disposizione rispetto a un tema così importante, cercheremo di essere perlomeno essenziali nel ragionamento, che ci fa dire, in maniera molto chiara, in premessa, che non accettiamo - ma lo dico con grande rispetto - l'introduzione che ha fatto il relatore, onorevole Gelli. Dal suo percorso, devo dire anche ben strutturato, sembrerebbe che esistano o possano esistere solo due categorie, e cioè, da una parte, quelli che sono per i vaccini, e che quindi sono la civiltà, quelli che più di ogni altro hanno diritto all'ascolto e al rispetto, e poi ci sono quegli altri, i poveracci, che, invece, non sono per niente d'accordo su questa tesi, che sono contro i vaccini, e quindi, come tali, sono da vedere con distacco, per non dire peggio.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, so quello che vuole dire, però mi consenta di fare l'ultimo ragionamento, e poi, magari, se è il caso, lascio le carte. Noi siamo convinti di avere fatto un ottimo lavoro, noi della Lega, perché l'obbligo vaccinale che attraverso l'eliminazione e la definizione di nuovi piani vaccinali più sostenibili li abbiamo sostenuti al Senato. Sulle sanzioni siamo stati protagonisti dell'eliminazione di queste sanzioni, di questo scempio, di questa vergogna che era stata prevista. E non ci fermeremo, perché il fatto che sia stata portata la sanzione oggi da 100 a 500 mica ci consola.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ALESSANDRO PAGANO. Ma il parallelo ci sta tutto perché, Presidente - negli ultimi novata secondi chiudo - si è passati in questi ultimi tre mesi ad una visione radicalmente opposta. Andiamo in ordine. Avevamo prima, nei decenni precedenti, una visione che era quella della supremazia del medico: il medico che determinava la vita del paziente, la cosiddetta visione paternalistica come tutti i medici sanno. La radicalizzazione di questo concetto ha portato al nazismo, agli esperimenti eugenetici in quel contesto, in quegli anni tremendi. Dalla visione paternalistica, cioè dalla supremazia del medico, per fortuna si è arrivati all'alleanza terapeutica cioè medico e paziente che stabiliscano insieme cosa fare. È durata troppo poco questa vicenda, questa storia, pochi decenni, e si è passati con la legge sull'eutanasia (come è, mentre qualcuno continua a chiamarla ancora DAT, con l'acronimo che non vuole significare nulla) alla supremazia della persona che decide della propria vita. Anziché l'alleanza terapeutica, fare le cose insieme con il medico, il soggetto fa tutto da solo. Pensavamo che avessimo trovato la chiusura del cerchio. No, il processo rivoluzionario che per definizione è rivoluzionario e, quindi, giram trova un altro giro. Adesso ritorna di nuovo nella volontà del medico, anzi di più, dello Stato perché con la decisione di oggi, con il decreto-legge con cui si decide che la popolazione deve ubbidire ad un che è stabilito da un decreto-legge con fiducia, è evidente che è stata data assolutamente la precedenza e la volontà assoluta di decidere allo Stato. E questo ovviamente non ci può trovare d'accordo e questo ovviamente noi lo condanniamo: è in ultima analisi il motivo per cui noi diciamo e lo continueremo a sostenere fino alla fine che, per quanto la Lega sia pienamente d'accordo con il ragionamento dei vaccini, per come è stata gestita ed è stata proposta la questione non può che essere condannata apertamente a tutti i livelli.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Credo che miei tempi dichiarati, Presidente, siano di dieci minuti e verranno assolutamente rispettati…
PRESIDENTE. La ringrazio molto.
MASSIMO ENRICO BARONI. …come su questo decreto non credo che dobbiamo intervenire con questa fretta e con questa pressione. Infatti con il mio intervento voglio puntare un faro sull'aspetto oscuro del disegno di legge e della vicenda. L'esame del decreto vaccini al Senato non ha chiarito quali siano i vaghi e aleatori obblighi assunti a livello europeo e internazionale al comma 1 dell'articolo 1.
PRESIDENTE. Onorevole Baroni, per cortesia.
MASSIMO ENRICO BARONI. …nel momento in cui viene annunciato un decreto sull'obbligatorietà dei vaccini…
PRESIDENTE. Onorevole Baroni, lei mi deve stare a sentire.
MASSIMO ENRICO BARONI. …da parte del Ministro della salute italiano.
PRESIDENTE. Onorevole Baroni! Grazie. Onorevole Baroni, lei mi deve stare a sentire quando io prendo la parola, non è che continua sopra di me. Lei non può utilizzare questi termini, e le ricordo che è già un minuto oltre.
MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo scusa: incacchiare.
PRESIDENTE. Io confidavo nelle sue promesse, però la devo invitare a concludere.
MASSIMO ENRICO BARONI. Io mi fermo qui. Sappiamo… Io mi fermo qui: credo di aver detto molto, e rinvio alla lettura di questo documento, che ovviamente ci riporta la fondazione dell'IFIM, che è della Goldman Sachs; e c'è la citazione di quanti prima di lei hanno portato avanti questo tipo di possibilità da parte dei Governi di riuscire a finanziare, pur non finanziando, degli strumenti che in realtà dovrebbero essere messi un pochino visto che l'Italia finanzia questi strumenti finanziari per il 48 per cento delle proprie erogazioni .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE. Presidente,…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Lorefice. Chiedo ai colleghi…
MARIALUCIA LOREFICE. Gentile Presidente, tempo fa Renzi, parlando del decreto-legge cosiddetto vaccini, disse che sarebbe stato la Banca Etruria del MoVimento 5 Stelle. Il Ministro Lorenzin non ha mancato occasione per tacciare il MoVimento 5 Stelle di appoggiare delle posizioni “no vax”: l'ha fatto fino a ieri mattina quando, mentre noi eravamo in Commissione a lavorare sugli emendamenti al suo decreto-legge, lei era in televisione, e anche in quella occasione sembra abbia insinuato che avremmo alimentato delle campagne anti-vaccinali. Naturalmente sono delle accuse che noi rimandiamo al mittente: l'unica verità è che questo decreto-legge è uno dei vostri più grandi fallimenti.
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, così evitiamo almeno in tutto questo quadro d'insieme il battibecco personale.
MARIALUCIA LOREFICE. Sì, mi rivolgo a lei, Presidente, per riferire al Ministro. Le perplessità che abbiamo risollevato sono tante naturalmente e a nessuna di queste abbiamo avuto una risposta chiaramente da parte del Governo, né da parte del Ministro Lorenzin, né da parte della maggioranza che non ha nemmeno avuto un confronto decente con noi in Commissione e non interveniva se non messa alle strette; forse questo gli aveva imposto il partito di fare. Abbiamo spiegato più e più volte perché non è l'obbligo lo strumento migliore per aumentare le coperture vaccinali. Abbiamo parlato dell'importanza degli esami preclinici, dell'anamnesi familiare, dei vaccini monovalenti, del fatto che non sarà la sanzione ad indurre a vaccinare, anzi questa allontanerà il cittadino dalle istituzioni nei confronti delle quali oggi non ripongono alcuna fiducia, e lo sappiamo bene sia io che lei.
PRESIDENTE. Per favore, ricordo di riuscire a stare nei tempi. L'unica precisazione è sulla pubblicità dei lavori dell'Aula; ovviamente, c'è il circuito e ci sono i resoconti. Evitiamo le riprese personali, che sono invece proibite.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, prima di esporre i miei ragionamenti, che sono anche un po' diversi dai discorsi sino ad ora ascoltati, io voglio esprimere la mia personale solidarietà perché non riesco a condividere che ogni disparità di vedute venga inevitabilmente trasformata in un attacco personale. Così desidero esprimere solidarietà a Walter Ricciardi, della cui amicizia mi onoro da qualche anno, che è considerato uno dei maggiori esperti mondiali di sanità pubblica e che occupa più che degnamente - e passatemi il termine appropriatamente - il posto di presidente dell'Istituto superiore di sanità e che mi dispiace sia stato attaccato sul piano personale in questo contesto.
ADRIANO ZACCAGNINI. Vergogna!
PRESIDENTE. Onorevole Zaccagnini, lei ci dà dei segni della sua presenza che pure è gradita, ma permetta agli oratori di intervenire senza ulteriori manifestazioni, diciamo, peraltro belluine di presenza. Prego.
GIOVANNI MONCHIERO. Detto questo, signor Ministro, io invece voglio fare qualche considerazione in parte di senso anche fermo rispetto a questo decreto. Questo decreto affronta due grandi temi fra di loro separabili e che riterrei che sarebbe stato più opportuno separare. Un tema è strettamente giuridico ed è un tema di straordinaria rilevanza giuridica. In quest'Aula qualche mese fa abbiamo approvato una proposta di legge di iniziativa parlamentare lungamente sofferta su un tema delicatissimo che è quello del fine vita, del rapporto medico-paziente… scusate: del rapporto medico-paziente, del fine vita e della possibilità di definire prima le tipologie di cura che il singolo vuole avere nel caso, appunto, del fine vita. Questa delicatissima materia era difficile da ancorare ad un punto fermo che valesse sia sul piano etico sia su quello giuridico. Noi abbiamo trovato con qualche dissenso - e il più clamoroso e costante era proprio quello dell'onorevole Pagano che, invece, abbiamo scoperto anche questa sera essersi improvvisamente convertito alle ragioni dell'individualismo esasperato e della libertà assoluta - in quel contesto, la maggioranza della Commissione prima e di questa Assemblea poi, ritenuto giusto ancorare le decisioni sul fine vita alla volontà della persona, del diretto interessato.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie signor Presidente. Nel contesto dell'attività dell'impegno politico istituzionale, bisogna fare qualche considerazione preliminare. Esistono alcune vicende e alcuni strumenti, che hanno un valore istituzionale. Faccio un esempio. Gli strumenti contabili non sono, o signor Presidente, di Palese, di Forza Italia, del PD, eccetera. Sono del Paese, della Repubblica. La salute è un bene primario, previsto cioè dalla Costituzione, ed è sicuramente da considerarsi un grande valore istituzionale. E su questo tema e sui temi che riguardano la salute sarebbe veramente un segnale importante se il mondo istituzionale, politico e quant'altro non si dividesse, meno che mai c'è sulla vicenda, che riguarda uno strumento importante per la salute, una grande conquista della scienza, checché se ne dica, una conquista che ha apportato nel mondo intero - e ahimè, magari, ci fosse la possibilità oggi nel Terzo mondo, in Africa in particolare, a fare delle vere e proprie campagne di vaccinazioni - per salvaguardare dalle malattie, dall'infezione e dalla morte tante e tante persone.
ROCCO PALESE. …della Conferenza dei presidenti di gruppo, signor Presidente, però qui, se non ci sarà una campagna di informazione, questo sì, su questo io sono d'accordo con i colleghi che mi hanno preceduto: qui occorre una campagna di informazione serissima, questo è l'impegno che il Governo deve avere. Perché, altrimenti, questo decreto finirà con il fallire gli obiettivi che si pone proprio nel contesto della sua attuazione, proprio perché non ci sono le strutture necessarie deputate a poter erogare queste prestazioni di vaccinazione nella maniera corretta, nei tempi previsti; e anche perché c'è una grande carenza, perché non è possibile fare un intervento d'urgenza in questa maniera. Dopodiché, per un altro problema che noi abbiamo, che è direttamente collegato al bene della salute del nostro Paese, mi riferisco agli immigrati: allora, fino a una certa età gli immigrati li dobbiamo vaccinare e da quella età in poi no.
PRESIDENTE. La ringrazio, non per la sintesi, ma comunque la ringrazio. Sospendiamo qualche minuto la seduta e la riprendiamo alle ore 22,10.
PRESIDENTE. La seduta, come promesso, è ripresa.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, a mio parere il decreto-legge viola in maniera importante anche l'articolo 3 della Costituzione quando si parla di necessità della partecipazione dei lavoratori alla vita sociale ed economica del Paese. Molti lavoratori vedono violate le loro prerogative dal decreto, a partire dagli operatori sanitari per spostarci poi anche agli stessi parlamentari e anche a tutti i genitori che lavorano. Lo parla della raccomandazione per aumentare la copertura vaccinale e non di obbligatorietà. L'esempio vaccinale del Veneto non è stato capito, non certo l'esempio forse perché è una regione che non tutela la salute visto che in Veneto ancora oggi è attiva la fabbrica dei pfas. L'Organizzazione mondiale della sanità fornisce dati che parlano del 93 per cento di copertura vaccinale media in Europa negli scorsi due anni, con il continente americano al 91 per cento, visto che lo prendiamo sempre ad esempio. Nonostante queste premesse di raccomandazione e di informazione, volete creare uno stato di polizia vaccinale con l'obbligo per dieci vaccinazioni dalle quattro preesistenti, con quanto ne potrebbe conseguire in termini di caos burocratico degli operatori sanitari al collasso. Recentemente, per fare un esempio locale, il pronto soccorso dell'ospedale di Mantova è stato devastato dalla furia di una persona che ha perso lavoro e non c'era personale sufficiente per contenerlo grazie al vostro . Quindi è impossibile utilizzare personale sanitario per controllare che tutti siano vaccinati per la varicella. Per non parlare del personale scolastico: i provveditorati stanno chiudendo, Mantova compresa. Il Governo ha disciolto il Corpo forestale dello Stato con chiare conseguenze sugli incendi. Forse potreste creare il corpo vaccinale dello Stato, potreste metterci per esempio il maresciallo Marco Mazzi neopromosso che controlla al momento gli ecoreati in Transatlantico e nel cortile della Camera. Il decreto-legge svilisce i lavoratori del Ministero della salute: nella formulazione originale conteneva l'obbligo per il meningococco B e C nonostante che si sappia che ci sono criticità importanti soprattutto per il meningococco B. Nel 2015 l'Istituto superiore sanità stesso nel suo parlava di necessità eventuale per focolai epidemici o gruppi ad alto rischio ma parlava anche di complicanze forse superiori ai benefici; parlava di rimpiazzamento ecologico dei ceppi di meningococco e adesso ci si è trovati di fronte ad un testo base che prevede l'obbligatorietà. Dal punto di vista scientifico non è stata fatta fare una bella figura ai molti sicuramente validi lavoratori del Ministero della salute. La farmacovigilanza può diventare anche attiva se si vuol cambiare la strategia vaccinale: dovrebbero esserci ricerche indipendenti sui rischi e benefici e comparazioni fra coorti. Tra i lavoratori violati dal decreto-legge ci sono i parlamentari. Un parlamentare del PD, Scanu, è presidente della Commissione d'inchiesta che si occupa di uranio impoverito. La relazione intermedia della Commissione parla di dati importanti: sono dati comunque del Parlamento italiano che, non essendoci stata la possibilità di discutere appropriatamente il decreto per modificarlo, chiaramente non sono stati portati all'attenzione. Parla di possibili danni da vaccini con gli esiti del Progetto Signum del professor Nobile sui militari della Brigata Folgore che affermano un significativo incremento della frequenza di alterazioni ossidative del DNA di cellule micronucleate per vaccinazioni in numero superiore a cinque. Tale limite numerico, secondo la relazione, deve diventare prescrittivo nella somministrazione dei vaccini adottata nelle linee guida. È un testo parlamentare, non è un testo scientifico come del resto lo è questo decreto; però il confronto parlamentare poteva affrontare anche quello che è scritto nella relazione di pochi giorni fa e si parla in questo testo proprio della necessità di una somministrazione di vaccini monocomponente. Per il morbillo chiaramente il lavoro avrebbe dovuto essere molto diverso puntando al solo dato di urgenza del morbillo, senza mescolarlo con altre realtà.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Lupo. Ne ha facoltà.
LOREDANA LUPO. La ringrazio, Presidente. In questa Aula è stato detto quasi tutto direi sul decreto-legge. È evidente che non ci siamo trovati davanti a un decreto fatto in modo scientifico ed è anche giusto che non sia così perché in realtà qui dobbiamo parlare di politica e di decisioni politiche, tuttavia per poterlo fare abbiamo bisogno di dati, quindi non di ricerche scientifiche incredibili ma semplicemente di dati, di costi e benefici di una qualsiasi azione che noi dobbiamo scegliere per questo Paese. Ci è stato detto che dovevano darci il dato dell'epidemia del morbillo ma il morbillo non è in epidemia in questo momento in questo Paese, non è la nostra priorità a quanto pare. C'è un'urgenza e allora la domanda è la seguente: perché stiamo parlando di una decretazione d'urgenza su tutti questi vaccini quando in realtà non c'è alcuna epidemia in questo Paese? Diciamolo chiaro: non c'è alcuna epidemia nel Paese Italia ad oggi perché, se no, il nostro Ministro sarebbe corso qui veramente in modo veloce ad informarci, dentro questa importantissima Aula, e a dirci che c'era un'epidemia e che dovevamo correre subito ai ripari, cosa che non è accaduta. Differentemente ci siamo trovati un decreto-legge che assolutamente non è costituzionale, che va contro le nostre prerogative costituzionali. Ci siamo trovati a dover decidere all'interno di quest'Aula su un argomento che materialmente non ha potuto vedere audizioni, tempi tecnici necessari per poter studiare realmente l'argomento; c'è stata castrata ogni possibilità di incidere sul decreto nonostante scada il 6 agosto - quindi noi potremmo tranquillamente fare le dovute modifiche, rimandarlo al Senato e vederlo approvato - quindi ogni azione legittima su questo decreto è stata impedita da questo Governo e perché? Semplicemente per evidenti interessi personali perché è l'unica spiegazione che riusciamo a darci. C'è una campagna elettorale in corso; c'era un tentativo di far credere che tramite queste misure d'urgenza improvvise dovevamo salvare la sanità italiana, dovevamo salvare tutti gli italiani ma non è così, non è assolutamente così.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.
GIULIA DI VITA. Presidente, questo è praticamente uno dei pochi spazi che è stato concesso ai deputati di questa Camera per poter parlare - e sottolineo: solo parlare - di questo folle decreto-legge sui vaccini obbligatori. Infatti, prima di entrare nel merito del decreto-legge, vorrei ancora una volta stigmatizzare quello che, a mio avviso, è un uso ingeneroso di questa Camera del Parlamento: si è di fatto stabilito, con l'accordo dei partiti, che la Camera non conta quanto il Senato, e che non ha il diritto di esaminare e modificare il testo.
PRESIDENTE. La ringrazio anche per essere stata nei tempi.
GIULIA GRILLO. Grazie Presidente. Ministro, quando ho ascoltato il suo intervento l'altra volta in Commissione, l'unico che ho potuto ascoltare per intero, sono rimasta colpita perché ha detto delle cose che mi hanno lasciato veramente preoccupata, perché io ho visto che lei credeva veramente in quelle cose, probabilmente in assoluta e totale buona fede. Le cose che mi hanno preoccupata sono state due. Lei ha parlato della scienza e dell'Organizzazione mondiale della sanità, come se fossero dei assoluti che dovessero decidere in maniera acritica nel ricevente con quelle informazioni, in maniera critica e assoluta sulla nostra vita. Premesso che io che sono un'appassionata di scienza, per cui la invito quando vuole a confrontarsi su qualunque tema, dallo spazio, all genetico, avremo sicuramente di cui parlare, però credo che la politica debba fare il suo lavoro e non debba strumentalizzare né la scienza, né la ricerca, né il progresso che fa la scienza, perché la scienza studia tante cose. Per esempio, forse lei non lo sa, ma gli studi sugli embrioni sono stati fatti durante il periodo nazista, dai ricercatori nazisti. Oggi tutti quanti conosciamo come è avvenuto e come avviene lo sviluppo di un embrione, però questo è stato fatto superando certi limiti etici che oggi noi facciamo difficoltà ad accettare. Quindi quando si parla di scienza bisogna stare sempre molto attenti, perché gli scienziati fanno il loro lavoro, ma loro non fanno i politici, i politici li facciamo noi, stabiliamo delle regole, stabiliamo dei limiti ed è giusto che sia così. Peraltro, sempre parlando di scienza, ci sono diversi scienziati che su riviste internazionali hanno posizioni diverse, io ne cito alcuni, per esempio Peter McIntyre, direttore del National Centre of Immunisation Research and Surveillance che in un articolo sul Medical Journal of Australia ha evidenziato alcune criticità su un provvedimento che ha fatto il Governo australiano che si chiama No Jab, No Pay, che vincola l'erogazione di sussidi economici all'effettuazione delle vaccinazioni. E anche ricercatori di differenti università negli Stati Uniti, in un articolo il cui ultimo autore è Walter Orenstein per molti anni direttore del programma di vaccinazione degli Stati Uniti, presso il Center for Disease Control and Prevention, su Jama Pediatrics, in cui invitavano a valutare con molta attenzione e cautela l'eventuale rafforzamento delle misure coercitive. E anche il BMJ, noto giornale antivaccinisista nei giorni scorsi ha riportato la discussione che c'è stata tra i rappresentanti della British Medical Association durante la quale discutevano proprio dei nostri provvedimenti, del provvedimento italiano e francese, sull'obbligo vaccinale riportando i pareri sui determinanti delle situazione vaccinale di Andrea Ammon, direttrice dell' European Centre for Disease Prevention and Control, il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie e di Robb Butler, program manager dell'Ufficio europeo dell'organizzazione mondiale della sanità. Quindi vede gli scienziati, quelli che lei chiama a sproposito in causa in una decisione che è di tipo politico, non sono tutti unanimi, anzi al contrario ci sono molte voci di critica sull'uso dello della coercizione dell'obbligatorietà in una pratica vaccinale, perché di questo si parla. Ritornando all'Organizzazione mondiale della sanità anche quello mi fece impressione quando lo disse, perché mentre diciamo nel nostro Paese, come in molti Paesi europei, si è sollevata una protesta nei confronti dei famosi trattati TTIP, del famoso CETA, nessuno era venuto a conoscenza di un Trattato che imponeva a tutti i Paesi l'obbligatorietà sui vaccini, perché di fatto l'Organizzazione Mondiale della Sanità non dice questo, dà dei goal, degli obiettivi di politica sanitaria, su cui peraltro io personalmente avrei qualcosa da dire, ma semplicemente perché il dubbio è il sale della vita quindi bisogna sempre chiedersi, farsi le domande e dare delle risposte convincenti. Ma in realtà però l'Organizzazione mondiale della sanità non ha mai detto che bisognava utilizzare la strategia coercitiva; né l'OMS, ne l'ECDC in quell'articolo che riportavo prima raccomandano l'obbligatorietà vaccinale e non vi è alcun evidente associazione tra vaccinazioni obbligatorie, senza altre misure, e l'aumento della copertura vaccinale. Sempre la dottoressa Ammon direttrice delle ECDC.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Purtroppo, ci troviamo a dover discutere celermente di un provvedimento importantissimo e delicatissimo che ci saremmo aspettati potesse essere affrontato con un iter parlamentare e non attraverso un decreto-legge. Soprattutto ci dispiace dover ribadire quanto per noi lo strumento delle vaccinazioni non sia in discussione, ma è necessario farlo nel momento in cui si tratta di politica sanitaria e nel momento in cui il dibattito generato e promosso anche dallo stesso Governo e da esponenti del Governo è stato un dibattito ideologico e inquinato da posizioni di parte ed interessate.
ADRIANO ZACCAGNINI. Prendo ancora qualche minuto, Presidente, e vado a chiudere celermente, cercando di tagliare l'intervento e rispettare i tempi concordati.
PRESIDENTE. Rispetto ai quali, collega Zaccagnini, mi corre l'obbligo di sottolineare che siamo già oltre due minuti e mezzo fuori.
ADRIANO ZACCAGNINI. La ringrazio della comprensione e vado a concludere.
PRESIDENTE. A questo punto, abbiamo terminato gli interventi; ma c'è un'ultima iscritta, l'onorevole Binetti. Era per vedere se stava attenta, ma io ero quasi tentato di dire che si intendeva avesse rinunciato, se non chiedeva la parola, ma ovviamente…
PAOLA BINETTI. Presidente, lei immagina che avrei rinunciato ad intervenire?
PRESIDENTE. …pensavo fosse rimasta per un intervento di fine seduta. Ma ho capito che è sua ferma intenzione intervenire, quindi ha diritto alla parola, prego.
PAOLA BINETTI. Le devo dire che, quando ho visto che ero l'ultima iscritta, un paio d'ore fa, francamente mi sono molto dispiaciuta, sono stata anche tentata di andare a casa.
PRESIDENTE. Anche io avevo la stessa tentazione, onorevole Binetti; mi perdoni, era troppo facile.
PAOLA BINETTI. Dopodiché sono molto contenta di essere rimasta l'ultima, perché veramente mi è sembrato che, nella collezione di tutti gli interventi che ci sono stati, ci sia stata una grande ingiustizia nei confronti dei vaccini. Vorrei distinguere, in questo momento, il modo del decreto da quella che è l'importanza, non solo storica, sanitaria, ma anche l'importanza aperta verso la ricerca in questo campo. Non so quanti dei miei colleghi sanno che sono attive delle ricerche importanti che riguardano la tubercolosi, l'Aids, il virus di Ebola, alla ricerca dei vaccini per sradicare completamente queste patologie, così come c'è tutto un filone di persone che è particolarmente attento ad una distinzione, che è stata fatta in molte occasioni da alcuni colleghi, tra vaccinazione e immunizzazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLA BINETTI. Finisco subito, tanto potrei non finire mai. Quindi, dobbiamo fare in modo che giri anche un minimo di bibliografia positiva, fondata, intelligente, organica, che la gente se la porti anche in vacanza. Domani se avrò un attimo di tempo, sulla posta elettronica di tutti i miei colleghi manderò un po' di bibliografia ma per il piacere anche di leggere, per il piacere di capire da che parte stiamo. E' un fatto che l'obbligatorietà ci punga tutti, francamente ci piacerebbe fare a modo nostro, : veramente la storia dell'umanità comincia con questo gesto, quindi figuriamoci. Si capisce tutto, si tiene tutto. Il fatto che il decreto-legge poteva essere scritto meglio pure vale e soprattutto che poteva essere scritto forse con un po' più di rispetto per quest'Aula del Parlamento ma, con tutto ciò, i vaccini fanno bene.
PRESIDENTE. A questo punto veramente non ci sono altri iscritti a parlare e dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori di minoranza, onorevole Rondini e onorevole Colonnese, non intendono replicare. L'onorevole Gelli, relatore per la maggioranza, ha finito il tempo, quindi prendo atto che non intende replicare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Ministra per i rapporti con il Parlamento, senatrice Finocchiaro. Ne ha facoltà. Cortesemente siamo quattro, evitiamo di far intervenire la Presidenza anche per fare silenzio.
ANNA FINOCCHIARO,. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti e articoli aggiuntivi dell'articolo unico del disegno di legge n. 4595 di conversione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73 nel testo della Commissione identico a quello già approvato dal Senato.
PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo testé avvenuta, la successiva articolazione d'esame del provvedimento avrà luogo nei termini già convenuti all'unanimità in occasione dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi mercoledì 26 luglio 2017, la I Commissione permanente (Affari costituzionali) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: Santerini ed altri: “Istituzione della Giornata in memoria dei Giusti dell'umanità” (2019).
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.