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Lunedì 19 Novembre 2007 ore 15:00
AULA, Seduta 245
Resoconto stenografico
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AULA, Seduta 245 del 19/11/2007
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Disegno di legge finanziaria e disegno di legge di bilancio (Assegnazione alla V Commissione)
- Gruppi parlamentari (Modifica nella composizione)
- Gruppo misto (Annunzio della formazione di una componente politica)
- Petizioni (Annunzio)
- Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 159 del 2007: Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale - (A.C. 3194-A) (Seguito della discussione)
- S. 1819 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (Approvato dal Senato).(3194-A) (FAS)
- La seduta è sospesa
- Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 159 del 2007: Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale - (A.C. 3194-A) (Seguito della discussione)
- S. 1819 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (Approvato dal Senato).(3194-A) (FAS)
- La seduta è sospesa, riprenderà alle 19.45
- Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 159 del 2007: Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale - (A.C. 3194-A) (Seguito della discussione)
- La seduta è sospesa
- Sull'ordine dei lavori
- Ordine del giorno della seduta di domani
, legge il processo verbale della seduta del 12 novembre 2007.
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Amato, Bafile, Bersani, Bindi, Boato, Boco, Bonelli, Bonino, Bressa, Brugger, Capotosti, Casini, Castagnetti, Cento, Chiti, Colucci, Cordoni, D'Alema, D'Antoni, Damiano, De Castro, De Piccoli, De Simone, De Zulueta, Del Mese, Di Pietro, Di Salvo, Donadi, Duilio, Fabris, Fallica, Fioroni, Folena, Forgione, Galante, Gasparri, Gentiloni Silveri, Giancarlo Giorgetti, Giovanardi, La Malfa, Landolfi, Lanzillotta, Letta, Levi, Lion, Lucà, Marcenaro, Maroni, Mattarella, Mazzocchi, Melandri, Meloni, Meta, Migliore, Minniti, Morrone, Mussi, Osvaldo Napoli, Oliva, Leoluca Orlando, Pagliarini, Palumbo, Parisi, Pecoraro Scanio, Pinotti, Piscitello, Pisicchio, Pollastrini, Prodi, Ranieri, Razzi, Realacci, Rigoni, Rutelli, Santagata, Scajola, Sgobio, Soro, Stucchi, Tremonti, Villetti, Violante, Visco, Elio Vito, Volontè e Zeller sono in missione a decorrere dalla seduta odierna. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna.
. A norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del Regolamento, i seguenti disegni di legge sono assegnati alla V Commissione permanente (Bilancio), in sede referente, con il parere delle Commissioni I, II, III, IV, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali: S. 1817. - «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)» (3256); S. 1818. - «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010» ( (3257) e relative Note di variazioni (3257- e 3257-.
. Comunico che, con lettera del 5 novembre 2007, il deputatoMarco Pottino, iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha chiesto di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia. La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 16 novembre 2007, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
. Comunico che è stata autorizzata, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, del Regolamento e sulla base della richiesta in data 15 novembre 2007, la formazione, nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, della componente politica denominata «Socialisti per la Costituente», cui aderiscono i deputati Fabio Baratella, Franco Grillini e Valdo Spini.
. Invito l'onorevole segretario a dare lettura del sunto delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
, legge: LANFRANCO PEDERSOLI, da Roma, chiede norme di natura privatistica per regolamentare le convivenze di fatto ; MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede: che i minori che delinquono abitualmente vengano sottratti ai genitori e affidati a idonee strutture di recupero ; nuove norme in materia di retribuzione e trattamento vitalizio dei parlamentari ; VINCENZO FESTA, da Siracusa, chiede nuove norme in materia di pagamento dell'ICI per le aree edificabili e di plusvalenze realizzate sulle medesime aree ; MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede: modifiche alle leggi per l'elezione di Camera e Senato con l'introduzione di soglie di sbarramento con conseguente riduzione del numero dei partiti politici e che la regione siciliana assuma la denominazione di Nazione Sicilia ; interventi per favorire la ristrutturazione del sistema politico italiano con la costituzione di un «polo» di centro ; il ripristino del servizio militare obbligatorio ; SALVATORE GIUSEPPE CRISAFI, da Roma, chiede modifiche alla normativa sul falso in bilancio ; SALVATORE ACANFORA, da Roma, chiede: misure per la riduzione degli stipendi dei manager delle aziende partecipate dallo Stato ; provvedimenti per vietare alle persone che si siano rese responsabili di reati di terrorismo di assumere incarichi nelle pubbliche amministrazioni statali ; misure per estendere al sabato l'attività parlamentare della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica ; l'innalzamento dei requisiti per l'accesso al trattamento vitalizio da parte dei membri del Parlamento ; misure per promuovere l'orgoglio di patria tra i cittadini della Repubblica italiana ; interventi per assicurare un comportamento più rispettoso delle istituzioni da parte dei parlamentari ; che venga intitolata in ogni comune d'Italia una strada all'onorevole Bettino Craxi ; l'istituzione di un ente di vigilanza sulla produttività dei dipendenti pubblici ; misure per assicurare il pieno rispetto da parte dell'Italia degli obblighi derivanti dalla sua partecipazione alla NATO ; provvedimenti per favorire la circolazione nel traffico cittadino delle autoambulanze ; BENITO SCUCCHIA, da Siena, chiede interventi per la tutela del paesaggio nell'area senese ; RODOLFO ROMANO, da Napoli, chiede il riconoscimento della qualifica di patriota ; GIUSEPPE CATANZARO, da Tricesimo (Udine), chiede modifiche alle norme di formazione del bilancio dello Stato ; RAFFAELE PIZZOLA, da Trezzano sul Naviglio (Milano), ed altri cittadini, chiedono interventi per ridurre i costi della politica .
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale. Ricordo che nella seduta del 15 novembre scorso si è conclusa la discussione sulle linee generali e hanno avuto luogo le repliche del relatore e del Governo. La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati: tutti gli emendamenti presentati dai deputati iscritti al gruppo Italia dei Valori, ad eccezione dell'emendamento Borghesi 16.5; tutti gli emendamenti presentati dai deputati iscritti al gruppo La Rosa nel Pugno. Ricordo che, a norma dell'articolo 123-, comma 3-, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili dalla Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea (e - ove ripresentati - non sono pubblicati). Avverto che non sono stati pubblicati, in quanto non ricevibili, i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa. Avverto che nel fascicolo sono pubblicati gli emendamenti presentati dal Governo lo scorso 14 novembre, nonché i subemendamenti ad essi riferiti. Tali proposte emendative sono tutte ammissibili. A tale riguardo desidero precisare che la Presidenza ha ritenuto di valutare ammissibile l'articolo aggiuntivo 7.0500 del Governo. Devono ritenersi ammissibili per l'esame in Assemblea le analoghe proposte emendative Zorzato 11.11 e Crisafulli 20-.01, già dichiarate inammissibili per carenza di compensazione presso la Commissione bilancio. Ad una più attenta valutazione, sulla base dei nuovi elementi forniti dal Governo, il Comitato dei nove ha avuto modo di prendere atto - dandone comunicazione per le vie brevi alla Presidenza - che tali proposte emendative, che recano una disposizione interpretativa delle regole del patto di stabilità interno relativo alle regionie alle province autonome, risultano in realtà dotate di compensazione. Esse peraltro, appaiono finalizzate a scongiurare il rischio che si determinino rilevanti effetti negativi per l'economia nazionale e, conseguentemente, per la finanza pubblica in ordine alla mancata realizzazione di interventi di conto capitale cofinanziati dall'Unione europea. Con particolare riferimento all'articolo aggiuntivo presentato dal Governo, la Presidenza rileva che esso risulta corredato di una clausola di salvaguardia diretta a stabilire l'obbligo del recupero, nell'anno 2008, degli eventuali scostamenti che dovessero determinarsi nell'anno in corso con riferimento alle spese relative ai suddetti interventi. Quanto alle altre due proposte emendative, che devono pertanto ritenersi ammissibili, la Presidenza le porrà in votazione su richiesta dei presentatori. Prima di passare all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti presentati, ha chiesto di parlare il presidente della V Commissione. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, intervengo solo per comunicare che il Comitato dei nove si è riunito poco fa e ha unanimemente ravvisato l'opportunità di chiedere una sospensione dei lavori dell'Assemblea per poter approfondire talune questioni emerse. Chiedo, quindi, una sospensione della seduta della durata di circa un'ora e mezzo.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo solo per confermare che in seno al Comitato dei nove il nostro gruppo - e per la verità anche gli altri gruppi dell'opposizione - ha aderito alla richiesta che giunge dalla presidenza e quindi dalla maggioranza. Il mio intervento è dunque finalizzato anche a chiarire che tale richiesta fa capo alla maggioranza e non all'opposizione o ad un accordo preventivo con l'opposizione: non abbiamo nulla in contrario, perché qualsiasi elemento possa servire a discutere - cosa che fino ad ora non si è mai verificata - questioni riguardanti il provvedimento in esame, è da noi ben accetto. Inoltre, signor Presidente, vorrei chiarire una questione: è stata diffusa da un'agenzia la notizia che il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Chiti, chiede alle opposizioni cosa vogliano fare del decreto-legge in esame. Io non ho più capelli, ma mi si sarebbero potuti rizzare, perché mi sembra che costituisca una stranezza enorme il fatto che il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, quindi un rappresentante del Governo e dell'attuale maggioranza, chieda all'opposizione cosa intenda fare del decreto-legge in esame. In sede di Conferenza dei presidenti di gruppo il Governo ha chiesto l'ampliamento dei tempi per l'esame del provvedimento in esame ed è stato concesso: non è servito a nulla, perché non abbiamo discusso nulla in seno alla Commissione. Abbiamo offerto la nostra disponibilità a ridurre significativamente tutti gli emendamenti che abbiamo presentato (che tra l'altro non sono neanche numerosi) e dunque non vedo perché si stia ancora «traccheggiando», come si dice a Roma. Accediamo alla richiesta testé formulata pur non cogliendone le motivazioni. Siamo disponibili ad andare avanti e a discutere nel merito tutta una serie di questioni in Aula, come non è stato consentito di fare in Commissione. Siamo disponibili - torno a ripetere - per una riduzione del numero degli emendamenti. Dovremmo poi cominciare il dibattito; aspettiamo quindi di conoscere l'orario che la Presidenza stabilirà per riprendere i lavori in tutta serenità e senza alcuna volontà di ostruzionismo.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, ricordo all'Assemblea che, durante la preparazionedel calendario dei lavori per il mese di novembre, si era previsto in maniera abbastanza precisa di dedicare le prime due settimane del mese alla riforma costituzionale e a partire dalla terza, questa, si sarebbe dovuta cominciare la discussione del disegno di legge di conversione del decreto in esame. In vista della scadenza del provvedimento prevista per il primo dicembre il Governo ha chiesto e ottenuto una anticipazione dell'esame di qualche giorno, attraverso un impegno non scritto a confrontarsi in Commissione e in Aula sul merito del provvedimento. Noi non abbiamo alcun pregiudizio sulla necessità di affrontare alcune materie, ma ricordo che il percorso in Commissione è stato particolarmente sofferto all'interno della maggioranza del centrosinistra. Chiederci conto delle nostre intenzioni - come ha fatto il Ministro Chiti - vuol dire sostanzialmente domandare all'opposizione se avrà un atteggiamento che porterà al voto di fiducia. È una vecchia questione che in questo caso non riguarda tanto l'opposizione ma gli equilibri interni della maggioranza. La richiesta che facciamo al Governo è di affrontare realmente nel merito una serie di questioni che interessano il Paese e di abbandonare qualunque tipo di tatticismo. La richiesta da parte del Governo di anticipare la discussione non consente di spostare l'esame sul complesso degli emendamenti alla giornata di domani perché questa sarebbe stata la posizione prevista nella prima ipotesi di calendario per il mese di novembre. Non si capisce, quindi, perché prima si chiede di anticipare la discussione sul complesso degli emendamenti e poi le vie parlamentari ci portano a iniziarla probabilmente nella giornata di domani ritornando alla prima ipotesi di calendario. Questo avanti e indietro ci lascia perplessi; non abbiamo chiaramente nulla in contrario ad anticipare la discussione ma ci auguriamo che si passi dal tatticismo di «palazzo» ad affrontare realmente le problematiche. La risposta che ci può venire dal ministro Chiti o dagli autorevoli rappresentanti di Governo ci deve indicare cosa vuole fare la maggioranza di questo decreto. Noi segnaleremo - come abbiamo sempre fatto - le questioni che ci stanno a cuore, che sono note e che sono state già segnalate in queste settimane dai nostri parlamentari in Commissione. La Lega ha affrontato in Commissione delle questioni e pretende delle risposte sul merito; al di là delle legittime richieste che un Governo può avanzare, secondo noi la questione è tutta qui. Questa vicenda parlamentare che ha visto la Conferenza dei presidenti di gruppo avanzare una richiesta sconfessata poi nei fatti ci sembra abbastanza singolare sul piano politico. Accettiamo tuttavia la nuova proposta con un'opposizione non pregiudiziale ma di merito; non vi è alcun problema da parte nostra in tal senso; vi è soltanto la richiesta trasparente di affrontare le specifiche questioni nell'ambito dell'esame degli emendamenti.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, abbiamo diverse questioni di fronte a noi. Innanzitutto vi è, come accade normalmente, una richiesta del Comitato dei nove che ha manifestato l'esigenze di svolgere un approfondimento. Come è accaduto in tante altre occasioni considererei tale esigenza come una necessità tecnico-parlamentare e quindi non vi è alcun motivo da parte nostra di opporci. Per quanto riguarda le altre considerazioni ovviamente ciascuno di noi, come sempre accade, può interpretare i comportamenti anche parlamentari come meglio crede. Non vi è dubbio però che abbiamo un impegno, sappiamo che si tratta di un decreto molto importante che ha una scadenza, dovendo essere convertito entro il primo dicembre. Si tratta di un provvedimento - se, come abbiamo spesso affermato, vogliamo consentire a questo ramo del Parlamento di discutere e modificare i provvedimenti licenziati dal Senato - da approvare entro termini utili affinché lo stesso possa tornare all'altro ramo del Parlamento, modificatonel modo in cui intendiamo correggerlo, ed essere approvato definitivamente entro la sua scadenza. Sappiamo perfettamente come funziona il Regolamento della Camera (su questo aspetto forse potremmo essere anche un po' più sinceri tra noi) e - considerato che vi sono state alcune avvisaglie la settimana scorsa, con i due giorni di discussione sulle linee generali e le decine di interventi, sicuramente legittimi, in funzione di un atteggiamento parlamentare che tende ad allungare i tempi - riteniamo che si potrebbero determinare tutte le condizioni affinché la discussione (qualora si estremizzasse l'ostruzionismo di cui vi è stato appunto qualche sentore già la settimana scorsa) si svolga in tempi non più utili per la conversione del decreto-legge in esame. L'approvazione del disegno di legge di conversione in esame rappresenta un fatto decisivo, e riteniamo che, per rispetto del Senato, ciò debba avvenire in tempi tali che, ove fossero apportate modifiche da parte di questa Camera, al Senato sia comunque possibile convertire il decreto-legge in esame. Ritengo altresì che la possibilità che intervengano decisioni da parte del Governo, in un senso o nell'altro, dipenda anche molto dal comportamento che sarà tenuto dall'opposizione. In questo senso credo vi sia stata una legittima, ed anche sana, richiesta da parte del Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, in presenza di centinaia di emendamenti che ancora non sono stati né ritirati né ridotti da parte delle opposizioni (sappiamo perfettamente cosa comporti tutto ciò). Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali ha semplicemente chiesto alle opposizioni di far sapere all'Assemblea, e magari anche al popolo italiano, se intenda consentire, pur dando vita ad una battaglia di merito, l'approvazione del disegno di legge di conversione nei termini prescritti, oppure no. In questo ultimo caso, essendo noi la maggioranza, ed avendo la responsabilità di condurre in porto il provvedimento in esame, ritengo sarà inevitabile prendere i provvedimenti necessari, attraverso tutti gli strumenti parlamentari, affinché ciò accada.
. La Presidenza intende concentrarsi esclusivamente sulla proposta avanzata dal presidente della V Commissione, onorevole Duilio, il quale ha chiesto una sospensione della seduta per svolgere alcuni approfondimenti in sede di Comitato dei nove. Per quanto riguarda i colleghi intervenuti, prendo atto che il collega Giachetti ha aderito alla richiesta del presidente della V Commissione, e che i colleghi Leone e Gibelli non si sono opposti alla richiesta in sé. Pertanto la Presidenza ritiene di accogliere la proposta di sospensione. Sospendo dunque la seduta, che riprenderà alle 17.
. Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, consegno alla Presidenza, per l'esame di ammissibilità, l'emendamento del Governo interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge n. 3194, di conversione del decreto-legge n. 159 del 2007, su cui il Governo ha intenzione di porre la questione di fiducia. Vorrei fare alcune brevi considerazioni a questo proposito. La prima considerazione riguarda il fatto che il testo dell'emendamento, che ora le consegno, è quello della Commissione con poche integrazioni che, del resto, erano oggetto di emendamenti già presentati alla Commissione stessa. La seconda considerazione è che non esiste un problema della maggioranza: lodimostrano il dibattito, il confronto e i voti che ci sono stati al Senato su questo decreto-legge e sulla stessa legge finanziaria. Il problema - se si vuole fare una valutazione oggettiva e forse anche offrire un contributo in questa direzione, che varrà anche per i governi delle prossime legislature - credo sia quello di una disciplina del Regolamento della Camera, che in relazione ai decreti-legge presenta aspetti non proprio convincenti, vale a dire tempi che non sono contingentabili e conclusioni che non sono prevedibili, a differenza di quello che prevede, al riguardo, il Regolamento del Senato, che è del tutto opposto. Abbiamo un bicameralismo paritario con regolamenti opposti - autonomamente e legittimamente - e questo sistema fa sì che per l'esame dei decreti-legge, che, se non convertiti, decadono entro sessanta giorni, qui alla Camera, a differenza dei disegni di legge, non si preveda un contingentamento dei tempi e una fissazione certa della loro conclusione. Non faccio nessuna polemica, perché è chiaro che sul Regolamento vigente non voglio sollevare altre questioni: ciascun ramo del Parlamento gestisce il proprio Regolamento in piena autonomia e in piena legittimità. Abbiamo cercato la possibilità di un'intesa procedurale, per via politica, che non è stata possibile raggiungere in modo convincente. Questo decreto-legge è importante per il Governo e per la sua maggioranza per le scelte in esso contenute, dal sostegno ai ceti meno abbienti, al tema dell'ICI, all'emergenza sfratti, a misure per il rinnovo dei contratti, per il sostegno allo sviluppo e per la ricerca. Si tratta di uno degli elementi cardine dell'insieme della manovra finanziaria del Governo e della maggioranza di centrosinistra. La prossima settimana, poiché le proposte da noi avanzate contengono delle modifiche, questo decreto-legge dovrà tornare al Senato - è necessario in quanto scade il 1o dicembre - e questa è un'altra ragione che ci impone di assumerci la responsabilità di porre la questione di fiducia in presenza di queste carenze che, a nostro giudizio, presenta il Regolamento della Camera. Come i colleghi sanno, oltre a questo decreto-legge, la Camera dovrà esaminare, nei prossimi giorni il protocollo sul (che dovrà essere trasmesso al Senato), la legge finanziaria (trasmessa dal Senato) e un decreto-legge sulla sicurezza. Questo insieme di scadenze fa sì che il Governo, per assicurare la conclusione di questi provvedimenti e l'espressione di un voto in tempi certi, debba necessariamente porre la questione di fiducia su questo decreto-legge, che accompagna la legge finanziaria, sul testo dell'emendamento che sarà ritenuto ammissibile dalla Presidenza della Camera.
. Prendo atto della presentazione, da parte del Governo, dell'emendamento Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 159 del 2007, nonché del preannunzio da parte del Ministro per i rapporti con il Parlamento dell'intenzione del Governo di porre la questione di fiducia sull'approvazione di tale emendamento.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vedo sui volti dei colleghi della Commissione bilancio e del suo presidente la gioia per questa dichiarazione del Ministro Chiti. Signor Presidente, forse dovrebbe intervenire sulle motivazioni che il Ministro Chiti ha rappresentato prima a lei e, poi, ai membri di questa assise, nel momento in cui ha spiegato la necessità di arrivare al voto e alla posizione della questione di fiducia perché così è dettato dal calendario del Senato. Voglio ricordare ai colleghi che questo decreto-legge ha avuto uno spazio enorme per essere discusso ed essere portato all'attenzione dell'Assemblea, ma la discussione non è mai cominciata. Addirittura, il Governo, nel momento in cui era previsto l'arrivo in Aula del provvedimento, non il 13 novembre, ma il 19 novembre, hachiesto nella Conferenza dei presidenti di gruppo, attraverso il sottosegretario D'Andrea, di ampliare le giornate per l'esame di questo provvedimento. La Conferenza dei capigruppo accolse quella richiesta e venne anticipata di due giorni, a discapito - lo ricordo ai colleghi - dell'esame della riforma costituzionale, la fine dell'esame dei primi articoli (2 e 3) della riforma stessa, per passare a questo decreto. Quando questo decreto è arrivato in Commissione, è stata svolta la discussione generale ma non abbiamo mai discusso un solo emendamento. Sa perché, signor Presidente? Non potevamo andare avanti a causa di una serie di convulse riunioni della maggioranza, che hanno fatto slittare nei giorni di lunedì e martedì scorsi l'inizio delle operazioni all'interno della Commissione bilancio, costringendo le opposizioni ad aspettare che finisse la riunione della maggioranza: stavamo seduti sui divani davanti all'aula della Commissione in attesa di cominciare i lavori, che non sono mai cominciati. Mai! Non abbiamo visto un solo emendamento, salvo quando, dopo che di notte abbiamo abbandonato i lavori, vi è stato il passaggio tecnico per le «scoperture» prodotte per colpa della maggioranza del Senato (gli emendamenti Rossi, Turigliatto e tutta una serie emendamenti che sono stati approvati dal Senato, ma erano scoperti). Per poter modificare quelle disposizioni alla Camera, si è passati all'esame, senza di noi, di tre emendamenti tecnici. Nient'altro: tutto il resto è stato respinto automaticamente per poterlo esaminare in Aula. Quando il provvedimento è arrivato in Aula, ossia oggi, tanto per cominciare il presidente Duilio ha chiesto lo slittamento dell'inizio dell'esame dalle 15 alle 17. Sa perché, signor Presidente? Perché, evidentemente, i conti ancora non erano stati pareggiati all'interno della maggioranza. Signor Presidente, il fatto che lei abbia accolto la richiesta le fa onore, perché è una richiesta del Governo, ma non trovo accettabile che lei abbia riunito una Conferenza dei presidenti di gruppo perché il Ministro Chiti le ha chiesto di farlo per poter chiedere alle opposizioni di ritirare gli emendamenti e avere tempi certi sul decreto - arriviamo a ciò che ha detto il Ministro Chiti -, ossia per sapere il minuto, l'ora e la giornata precisa in cui avremmo concluso l'esame del decreto: in altre parole, egli chiedeva alla Conferenza dei presidenti di gruppo, a lei, signor Presidente, e a noi componenti della stessa, di contingentare i tempi di un decreto-legge, praticamente stracciando e mettendo sotto i piedi il Regolamento di questo ramo del Parlamento, perché al Senato, essendo i tempi contingentabili, si può tranquillamente tornare per portare a compimento l'operazione, senza che la Camera dei deputati possa cambiare una sola virgola del decreto in esame, salvo quei tre emendamenti che dicevo, e mettere «lingua» sul decreto! Mi avvio verso la conclusione. Se questo è un comportamento corretto da parte del Governo nei confronti del Parlamento, lo lascio non solo alle sue valutazioni, signor Presidente, che dovrebbe essere il primo garante della possibilità di legiferare da parte di questo ramo del Parlamento, ma anche alle considerazioni e alle riflessioni dei colleghi della maggioranza, con i quali si era giunti, in sede di Commissione bilancio, a un percorso che non avrebbe comportato nessuna idea di ostruzionismo.
. La invito a concludere.
. In conclusione, signor Presidente, il gruppo di Forza Italia si è dichiarato disponibile a diminuire gli emendamenti e a portarli all'osso: parlo di trenta-trentacinque emendamenti. Complessivamente, con gli altri colleghi dell'opposizione, potevamo passare da 560 emendamenti, di cui 16 del Governo, 41 da maggioranza, 30 già ritirati dall'Italia dei Valori...
. La prego di concludere.
. Signor Presidente, non mi paiono questioni da non tenere in debito conto. Abbia pazienza! Siamo rimasti riuniti nella sede della Conferenza dei presidenti di gruppo per due ore senzagiungere a un chiarimento sul provvedimento in esame: ritengo che ciò debba essere fatto in Aula.
. La prego, concluda.
. Torno a ripetere che abbiamo la possibilità di ridurre all'osso gli emendamenti, entrando nel merito di alcuni emendamenti e questo Governo non ce lo vuole consentire. Lei ci deve tutelare, signor Presidente, perché non può accedere alle richieste del Governo - parlo di quanto è avvenuto alla Conferenza dei presidenti di gruppo - mettendo sotto i piedi il Regolamento e la nostra potestà di legiferare!
. La prego, deve concludere.
. Se non siete in grado, con 82 voti di differenza, di portare a casa un decreto che scade il 1o dicembre, mentre siamo ancora al 19 novembre, visto che non siete al Senato e che non siete in grado di barattare e di comperare i dissidenti, allora vi diciamo di andarvene a casa! Questo significa che non sapete governare .
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, anche noi della Lega ci associamo a questo giudizio di carattere politico su un atteggiamento del Governo che vorrei rimanesse nella memoria parlamentare. La Lega Nord non ha accettato la richiesta di autoriduzione dei propri emendamenti, non per una volontà ostruzionistica, ma per una questione di merito. In Commissione bilancio non si è mai affrontato il merito degli emendamenti: il presidente Duilio sa che la Lega aveva segnalato una serie di emendamenti di merito di carattere irrinunciabile, che sono al di sotto del numero complessivo degli emendamenti consentiti. Il Presidente sa che, durante il mio intervento nel corso della Conferenza dei presidenti di gruppo, ho ben distinto i due pacchetti di emendamenti in attesa di una risposta del Governo che, evidentemente per motivi diversi dal merito e, quindi, del rapporto con le opposizioni, non è arrivata. La questione di fiducia è chiaramente tutta interna alla maggioranza. La Lega Nord non si sarebbe mai sottratta alla discussione, anche per i numeri che contraddistinguono il rapporto tra maggioranza e opposizione in questo ramo del Parlamento. Ci sconcerta che, al di là delle richieste che il Governo avanza, in ragione dell'obbligatorietà di affrontare la legge finanziaria e i collegati in maniera veloce, con dei tempi certi, anche questo ramo del Parlamento venga completamente esautorato della facoltà e della possibilità, sul piano teorico, di affrontare un percorso emendativo. Chiedere alla Lega di ridurre i suoi emendamenti alla luce di un diniego completo sulla richiesta di modificare questo decreto è assolutamente troppo, è inaccettabile: né si può giustificare con un ostruzionismo che non abbiamo mai annunciato e che in Commissione non è mai stato praticato. Si è sempre fatta una questione di merito. Rivolgendomi a lei, signor Presidente, mi auguro che non vi siano più riunioni della Conferenza dei presidenti di gruppo di questo tenore e legate ad una richiesta unilaterale ed incondizionata che, per quanto riguarda l'opposizione che la Lega rappresenta, non può essere accettata in alcuna sede. Riteniamo che il merito sia sempre il metodo da seguire: ciò è stato negato a noi e soprattutto a quei partiti della maggioranza che - legittimamente - volevano entrare nel merito del provvedimento. Peraltro, la Lega ha ben saputo distinguere, consapevole del proprio ruolo di opposizione, fra gli emendamenti ostruzionistici e quelli di merito che si potevano comprendere. Alla luce di tutto questo, non è accettabile una seduta della Conferenza nella quale - in maniera pregiudizievole e preventiva -era già pronta la cartella del Ministro Chiti per chiedere di affrontare il percorso della questione di fiducia, che era già previsto poiché all'interno della maggioranza non esiste la praticabilità democratica per affrontare il merito della questione. La responsabilità di tutto ciò, ancora una volta, è tutta della maggioranza e, grazie a questo atteggiamento, ci comporteremo di conseguenza.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo solo per due brevi considerazioni, anche per fare giustizia rispetto alle valutazioni - che sono rispettabili, ma che non condivido - dei colleghi Gibelli e Leone. Non ci troviamo nel mezzo di una disputa circa il primato dell'uno o dell'altro ramo del Parlamento: non vi è alcuna gerarchia che ci impone di essere ossequiosi rispetto ad un'agenda che altri hanno scritto. Il punto, invece, è che siamo all'interno della sessione di bilancio e stiamo esaminando un decreto-legge collegato alla manovra finanziaria e che ne è parte integrante, il cui procedimento - come accade ed accadrà nella democrazia italiana, fino a quando essa non verrà riformata - si articola in una navetta che comporta un incrocio dei tempi. Non dobbiamo dunque approvare questo decreto-legge perché ce lo impone il Senato, ma perché altrimenti decade: se questo decreto-legge decade, vuol dire che viene meno la manovra economica sulla quale il Governo ripone evidentemente, a ragione, molta fiducia. Il punto è dunque questo: noi abbiamo chiesto all'opposizione - nel rispetto delle sue prerogative, alle quali non vorremmo mai che si venga meno, né da parte nostra, né da parte loro - di illustrare le sue intenzioni. Ciò, peraltro, è accaduto, poiché ricordo che, in sede di discussione sulle linee generali, si sono iscritti a parlare settanta deputati dell'opposizione. Dunque, non è vero che non vi è stato un momento di discussione: vi è stata una discussione nella quale sono intervenuti settanta deputati o poco meno. Allo stesso modo, in Commissione vi è stato un tempo - in base al programma ordinario di attività - che è vero che è servito forse a fare poche riunioni formali, ma che ha comunque consentito molti contatti: dall'intervento dell'onorevole Gibelli, infatti, mi pare di intuire che i contatti e gli scambi di valutazioni nel merito non sono stati superficiali, ma veri, rispettabili, corretti ed onesti. Ciò detto, noi riteniamo che non si possa prescindere dal fatto che alla Camera esiste un Regolamento che - contrariamente a quel che accade al Senato - stabilisce che tutte le volte che vi è una disposizione veramente urgente non si possa contingentare il tempo del suo esame, esattamente al contrario di quel che si fa per le disposizioni che urgenti non sono. Si tratta di una forma di anacronismo regolamentare fra le più insopportabili in vista dell'ordinario funzionamento di un Parlamento che vuole svolgere una funzione attiva ed avere la certezza di stare al tempo con le sfide degli altri poteri. Peraltro, si tratta di una previsione che - lo ricordo poiché, Presidente Bertinotti, credo che nelle prossime settimane vorremo discuterne - fu adottata in via transitoria: in altri termini, è solo in via transitoria che si ritenne che non si dovevano applicare al procedimento di conversione dei decreti-legge le previsioni di contingentamento che venivano normalmente previste per tutti i disegni di legge. E per effetto di una norma transitoria - che è transitoria, credo, da quindici anni - noi continuiamo a trovarci nelle condizioni per cui sui decreti-legge dobbiamo negoziare nel merito in una forma sostanzialmente consociativa, o affrontare l'ostruzionismo che mette a repentaglio il decreto-legge, oppure, ancora, porre la questione di fiducia e ricorrere, cioè, ad un istituto - quello della fiducia - che non è estraneo alla nostra Costituzione. Dico ciò perché ogni tanto, in questi giorni, si fa un po' di retorica sul fatto chesi ponga o meno la fiducia: la questione di fiducia è un istituto previsto dalle leggi dello Stato - dai nostri Regolamenti -, che corrisponde ad un equilibrio complessivo delle forme che regolano il processo legislativo. Credo che il Governo abbia fatto bene ad utilizzare tale istituto in questa sede ed in questa occasione, come tutte le volte in cui il Governo in questa legislatura riterrà di dover ricorrere alla fiducia (come è avvenuto correttamente e legittimamente per molti anni e per molte legislature, qualunque fossero i Governi che si sono alternati in Parlamento). Il Governo ha, quindi, fatto ricorso ragionevolmente ad un istituto che assicura che il decreto-legge al nostro esame - che costituisce una parte fondamentale della manovra economica del Governo - abbia tempi certi di approvazione .
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, richiamo l'attenzione su un punto che, credo, riguarda tutti i parlamentari: quando si operano forzature alle regole, esse poi restano anche quando cambiano le maggioranze. Anzitutto, sottolineo l'anomalia della procedura, dal momento che il Ministro non illustra in Aula l'emendamento, né spiega le ragioni per le quali porrà la questione di fiducia nel caso in cui esso verrà dichiarato ammissibile. A me pare una procedura senza precedenti, in quanto l'emendamento - così come i motivi in base ai quali si pone la questione di fiducia - deve essere illustrato. Noi ci troviamo in una fase di intervallo: il maxiemendamento, infatti, non è a disposizione dei deputati, onorevole Presidente. Abbiamo o no il diritto di conoscere qual è il maxiemendamento del Governo, prima ancora che il Governo ponga la questione di fiducia? Questo maxiemendamento può essere prerogativa solo della Presidenza della Camera, mentre noi dobbiamo ignorarlo? In questa circostanza non si pone la questione di fiducia per un'emergenza che può essere determinata da parte di un'opposizione, pur se legittima, nel momento in cui il Governo vede l'impossibilità di approvare per vie ordinarie un suo provvedimento e, appunto, in emergenza - anche se ciò mai deve essere condivisibile - pone la questione di fiducia. Si viene, piuttosto, a dare uno schiaffo in faccia al Parlamento: si viene a chiedere la fiducia prima ancora che inizino le votazioni! Il Governo, come ha fatto adesso il capogruppo del centrosinistra, fa il processo alle intenzioni. Quante volte in Aula gli emendamenti sono stati ritirati? Quante volte in Aula si è trovato un punto di sintesi, un'intesa? Quante volte in Aula sono rimasti in piedi soltanto gli emendamenti politicamente significativi? Allora, onorevole Presidente, le chiedo di far distribuire il testo del Governo, perché noi ancora non lo abbiamo. Siamo in attesa che la Presidenza ne dichiari l'ammissibilità o meno, ma il Governo non può venire preventivamente a riferire ai deputati di aver presentato un maxiemendamento e - qualora la Presidenza lo accetti - di voler porre la fiducia. Ma che sistema è questo? La questione di fiducia si pone su un provvedimento che trova un ostacolo insormontabile da parte del Parlamento contro un provvedimento del Governo. Noi questo provvedimento non lo abbiamo! Chi dice che il centrodestra, di fronte a quel testo, non potesse avere un atteggiamento diverso o, comunque, più disponibile ad evitare che venga posta la fiducia? Si entra, infatti, in una fase parlamentare difficile, nella quale saranno affrontati la riforma del e la legge finanziaria e, pertanto, non possiamo assolutamente accettare che il Parlamento sia escluso da una fase così importante. Credo che il centrodestra dovrebbe valutare di uscire dall'Aula. Non possiamo essere complici di un Governo che si presenta alla Camera ad offendere il Parlamento!Vogliamo discutere di un provvedimento reale e non di un qualcosa che non c'è. Il centrodestra farebbe bene ad abbandonare l'Aula e a mostrare ai cittadini italiani che si è di fronte ad un Governo arrogante, non rispettoso del Parlamento e che pensa di fare ciò che vuole perché non è sicuro della sua maggioranza. Non si tratta - concludo - del conflitto con l'opposizione. Non abbiamo votato, né esaminato neanche un solo emendamento! Ritengo, signor Presidente, che pur sapendo che è la Conferenza dei presidenti di gruppo a stabilire l'ordine dei lavori dell'Aula, la Presidenza, dopo la consegna agli uffici del testo, avrebbe dovuto chiarire se il maxiemendamento sarebbe stato accettato o meno e, successivamente, dare la parola al Ministro sulla base di un dato certo. Invece, stiamo parlando...
. La invito a concludere.
. ...di un testo che non c'è!
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, ho partecipato, per il mio gruppo, alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo e ritengo sia giusto riportare, a mio avviso in maniera più corretta, lo svolgimento di detta riunione. In questi giorni vi è un noto settimanale che sta riproponendo le cassette dei vecchi e, quindi, mi verrebbe da dire «siamo alle solite, Calimero», ricordando una vecchia pubblicità. Il Governo è costretto a porre la questione di fiducia, ma vuol far passare il messaggio mediatico che sia colpa dell'opposizione se è costretto a farlo. Vorrei sottolineare alcuni passaggi che ritengo importanti affinché gli Italiani comprendano quanto sta avvenendo. Mancano ancora dodici giorni alla scadenza del decreto-legge in esame, fissata, come sappiamo bene, al 2 dicembre e, quindi, vi è tutto il tempo per poter discutere. Inoltre, signor Presidente, vorrei aggiungere che non mi è sembrato un atteggiamento di grande apertura o di grande confronto democratico il fatto che, mentre eravamo nella riunione dei presidenti di gruppo, è arrivata notizia da parte del Comitato dei nove della Commissione bilancio che tutti gli emendamenti presentati dall'opposizione venivano puntualmente bocciati. Pertanto, vorrei tentare di fare un ragionamento. Per quanto riguarda il gruppo dell'UDC il nostro atteggiamento non è cambiato, né in Commissione, né in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, né tantomeno in Aula. Da parte del Ministro Chiti è stato chiesto di garantire - non usiamo il «politichese» e parliamo in modo comprensibile - l'approvazione entro giovedì o venerdì di questa settimana per permettere al Senato di procedere all'approvazione del provvedimento martedì. Ci si è anche - passatemi il termine - «coccolati» con la diretta televisiva (non richiesta da noi) e, ovviamente, è stato chiesto, da parte del Governo, di ridurre il numero degli emendamenti. Ebbene, abbiamo dato prova di grande maturità, signor Presidente, perché abbiamo comunicato il numero degli emendamenti che intendevamo mantenere (non in modo approssimativo, ma con precisione). Avevamo già consegnato l'elenco degli emendamenti attraverso i nostri rappresentanti nel Comitato dei nove della Commissione bilancio. Quindi, signor Presidente, il nostro è un atteggiamento coerente fino alla fine, anche perché vorrei sottolineare che la maggioranza degli emendamenti presentati all'UDC non ha una rilevanza finanziaria di maggiore spesa; a nostro avviso, si tratta di emendamenti che tendono soprattutto a migliorare il testo del Governo. Ciononostante, la risposta è stata una chiusura totale. Abbiamo presentato emendamenti relativi agli incapienti, al settore della sanità e al 5 per mille, perché lo ritenevamo e lo riteniamo giusto. Abbiamo formulato,inoltre, proposte emendative sugli strumenti derivati di finanza per gli enti locali perché siamo preoccupati per la situazione di tali enti. Vorrei rimarcare anche un altro aspetto, ripreso da qualche collega: non credo che la Camera dei deputati possa essere soltanto chiamata a ratificare ciò che ha già deciso il Senato, perché oggi ci troviamo in questa situazione!
. La invito a concludere.
. Concludo, Presidente. I cittadini devono sapere che questo Governo ha presentato un testo blindato e ha chiesto all'opposizione di ridurre gli emendamenti; l'opposizione ha dato certezza di ridurne il numero, ma la risposta è stata una chiusura totale. Non si venga, allora, a scaricare oggi sulle opposizioni l'obbligo e la necessità da parte del Governo di chiedere, ancora una volta, la fiducia !
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo brevemente per esprimere il rammarico da parte di Alleanza Nazionale per la decisione del Governo di porre la questione di fiducia e di rendere praticamente vana la possibilità di dibattere e di modificare, magari migliorandolo, uno dei provvedimenti più importanti della vita parlamentare. Mi rammarico anche del fatto che oggi, devo dire con una certa dose di buona fede, avevo assicurato la disponibilità da parte di Alleanza Nazionale a tenere un atteggiamento responsabile; forse sono stato un po' ingenuo perché ho immaginato che tra il Ministro Chiti e le opposizioni vi fosse un rapporto franco. In realtà, la posizione della questione di fiducia non è un atto deciso contro l'opposizione, ma contro la maggioranza. È evidente che la dimostrazione odierna sia la prova più lampante che già esiste un cortocircuito tra il Governo e la maggioranza, perché è il Governo stesso a ritenere, nonostante lo scarto significativo tra la maggioranza e l'opposizione che si registra in questo ramo del Parlamento, di non avere più il pieno controllo politico delle decisioni e, quindi, anche delle valutazioni sull'attività del Parlamento. Credo che su questo una riflessione vada fatta e, soprattutto, che i colleghi della maggioranza dovrebbero rendersi conto del comportamento del Governo.
. Sospendo la seduta al fine di procedere al vaglio di ammissibilità del testo consegnato dal Ministro per i rapporti con il Parlamento. All'esito di tale vaglio sarà cura della Presidenza trasmettere il testo ai gruppi e alla Commissione bilancio. La seduta è sospesa.
. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha depositato l'emendamento Dis.1.1 interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 159 del 2007, preannunziando l'intenzione del Governo di porre la questione di fiducia sulla sua approvazione La Presidenza ha svolto il vaglio di ammissibilità su tale proposta emendativa, verificando che essa ricomprende, oltre al testo approvato dalla Commissione per l'Assemblea, il testo di alcuni emendamentigià presentati e valutati ammissibili per l'esame in Commissione o in Assemblea. L'emendamento, pertanto, deve ritenersi ammissibile.
. Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, come già annunciato prima della sospensione della seduta, a nome del Governo, a ciò autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'emendamento del Governo Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge n. 3194-A, di conversione del decreto-legge n. 159 del 2007.
. A seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata immediatamente nella sala dei Ministri, per l'organizzazione del seguito del dibattito. La seduta dell'Assemblea riprenderà subito dopo la conclusione di tale riunione. La seduta è sospesa.
. A seguito della riunione nella Conferenza dei presidenti di gruppo, le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia inizieranno alle ore 17,15, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. La votazione avrà luogo dalle ore 19,55. Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato per le ore 12 di domani.
. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.