PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Alfreider, Alli, Artini, Baretta, Bindi, Brambilla, Catania, Cicchitto, Coppola, Damiano, Manlio Di Stefano, Epifani, Fraccaro, Gelli, Giorgis, Guerra, Merlo, Meta, Pes, Piccoli Nardelli, Piepoli, Rampelli, Scanu, Sereni, Tabacci e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli, in sostituzione del deputato Federico Fauttilli, dimissionario.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all’ordine del giorno Burtone n. 3-02755 .
SILVIA VELO,. Grazie, Presidente. Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente, in via preliminare, che relativamente ai fenomeni di dissesto idrogeologico il Ministero dell’ambiente, poiché è a conoscenza della fragilità dell’intero territorio nazionale, sta affrontando in maniera strutturale e vasta tale problematica.
PRESIDENTE. L’onorevole Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, signora sottosegretaria, io esprimo la mia soddisfazione per la risposta che è stata data dal Governo, una risposta lunga, articolata, dettagliata. Abbiamo presentato questa interrogazione sapendo che in quest’anno e nel precedente anno ci sono state delle avversità atmosferiche molto gravi in altre parti del Paese e noi sosteniamo che la solidarietà dello Stato debba avere questa priorità: dare risposte alle aree che hanno subito danni rilevanti, vittime.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Difesa, Gioacchino Alfano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Romanini e Patrizia Maestri n. 3-02866 .
GIOACCHINO ALFANO,. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, è bene ricordare, rispetto all’interrogazione proposta, che il 25 aprile del 2015, in occasione della ricorrenza del settantesimo anniversario della guerra di liberazione e della Resistenza, il Ministro della difesa ha inteso conferire ai partigiani, agli ex internati nei nazisti, nonché ai combattenti inquadrati nei reparti regolari delle Forze armate ancora in vita, una medaglia commemorativa denominata ‘Medaglia della liberazione’.
PRESIDENTE. L’onorevole Romanini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
GIUSEPPE ROMANINI. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per la risposta, non era certo nostra intenzione, mia e dalla collega Patrizia Maestri, mettere in dubbio il significato, l’importanza, di questo riconoscimento, che, a settant’anni di distanza dai fatti, insieme con tutte le altre iniziative che si sono poste in essere per il settantesimo, aveva proprio il significato di un ringraziamento da parte della nazione a quanti presero in mano il loro destino, non esitarono a sacrificarsi in nome della libertà e poi, ancor di più, come lei ha ricordato, sottosegretario, il significato di ricordare alle giovani generazioni quanto sia costata la lotta di liberazione, quanto sia costato, alle generazioni che ci hanno preceduto, dare un nuovo futuro a questo Paese.
PRESIDENTE. Passiamo all’interpellanza Occhiuto n. 2-01687 e all’interrogazione Rampelli n. 3-02867 .
ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signor Presidente. Sì, come lei ha poco fa affermato, la mia interpellanza verte sul terzo macrolotto della strada statale 106, che, negli ultimi vent’anni, ha provocato 650 vittime della strada. E proprio dall’associazione “Basta vittime sulla strada statale 106” mi faccio aiutare nell’esposizione di quanto ho sollevato nella mia interpellanza, soprattutto in ordine a quello che è successo negli ultimi mesi in Calabria (questa strada è evidentemente situata in Calabria). Il 10 agosto del 2016, al termine di un incontro con il Presidente Renzi, l’ufficio stampa della regione Calabria dichiarava testualmente: il CIPE ha approvato definitivamente il progetto del macrolotto 3 della strada statale 106 Sibari- Roseto Capo Spulico, e, nel corpo di questa dichiarazione alla stampa, c’era anche una dichiarazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che diceva: la scelta più significativa ed importante dell’odierna seduta del CIPE è l’approvazione del progetto definitivo dei primi diciotto chilometri del primo lotto del macrolotto 3 della strada statale 106 e la definizione del finanziamento necessario per il completamento dell’intero intervento.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Gioacchino Alfano, ha facoltà di rispondere.
GIOACCHINO ALFANO,. Grazie, Presidente. Onorevole Occhiuto, vado per ordine. In merito all’implementazione del progetto dei lavori di costruzione del 3° megalotto della strada statale Ionica n. 106 dall’innesto con la strada statale n. 534 a Roseto Capo Spulico, ANAS riferisce che la durata temporale di due mesi tra l’approvazione del progetto definitivo da parte della stessa società, il 27 novembre 2013, e l’invio degli elaborati, agli inizi di febbraio 2014, a tutti i soggetti interessati all’opera, che sono oltre trenta, è motivata dal tempo necessario per la predisposizione delle copie dei documenti progettuali, per il versamento degli oneri istruttori e la pubblicazione degli avvisi al pubblico sui quotidiani a tiratura nazionale.
PRESIDENTE. L’onorevole Occhiuto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ROBERTO OCCHIUTO. No, Presidente, mi dispiace di non potermi dire soddisfatto. Anzitutto perché la risposta non chiarisce la ragione per la quale il Ministero abbia inviato al CIPE solo il progetto relativo alla prima tratta. Questo è stato poi il presupposto perché la Corte dei conti dichiarasse inidonea la delibera del CIPE. Il Ministero doveva saperlo perché il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva avanzato proprio rilievi su questo affermando che l’intervento doveva essere fatto nel suo complesso. Ciò è fondamentale perché, al fine di garantire che i costi del progetto non siano superiori a quelli stanziati, l’intervento, come ho detto in premessa, deve essere realizzato con terra di riporto che deve essere prelevata dalla realizzazione delle gallerie che sono presenti nella seconda parte, nel secondo stralcio. Se viene realizzato in maniera differita nel tempo è evidente che i costi aumentano. Il Ministero non ha risposto a questo ma ci ha detto chiaramente che ora bisogna ricominciare tutto da capo: campa cavallo! Non ho capito bene quale sia stato il problema. Di solito le grandi opere infrastrutturali di viabilità in questo Paese non si fanno per le proteste dei cittadini e per le proteste delle associazioni. Qui è l’esatto contrario: i cittadini si sono addirittura associati per dire basta alle vittime della strada e conseguentemente per chiedere che quest’opera venga fatta in tempi ragionevolmente brevi giacché aspettano quest’opera dal 2001.
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Occhiuto.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4310-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
EMANUELE FIANOGrazie, Presidente. Non mi è chiara un’unica cosa, cioè se devo leggere anche gli emendamenti di questo fascicolo che sono stati dichiarati…
PRESIDENTE. Se vuole glieli leggo io, così…
EMANUELE FIANONo, Presidente. Mi ferma lei se per caso sto per annunciare il parere…
PRESIDENTE. Va bene. Attenda un attimo. Prego, onorevole Fiano.
EMANUELE FIANOEmendamento 1.2 Costantino, parere contrario; 1.50 Altieri, parere contrario; 2.3 Farina, parere contrario; 2.5 D’Alia, parere contrario; 3.6 Costantino, parere contrario; sugli identici emendamenti 3.4 Molteni, 3.7 Vito, 3.8 D’Alia e 3.9 Lombardi, invito al ritiro o parere contrario; 3.2 Quaranta, parere contrario; 3.5 Invernizzi, parere contrario; 3.12 Naccarato, ritirato; 3.3 Molteni, parere contrario.
PRESIDENTE. Ora c’è l’emendamento 3.300 delle Commissioni.
EMANUELE FIANOOvviamente, emendamento 3.300 Commissioni, parere favorevole; emendamento 3.14 Sisto, parere contrario…
PRESIDENTE. No, questi sono inammissibili. Quindi, passiamo all’emendamento 4.4 Daniele Farina.
EMANUELE FIANOEmendamento 4.4 Daniele Farina, parere contrario; 4.3 Simonetti, parere contrario; 4.6 Costantino, parere contrario; 4.2 Molteni, parere contrario.
PRESIDENTE. Gli articoli aggiuntivi 4.02, 4.01 e 4.03 Vito sono inammissibili.
EMANUELE FIANOArticolo aggiuntivo 4.04 Invernizzi, parere contrario; emendamento 5.18 Costantino, identico all’emendamento 5.11 Molteni, parere contrario.
PRESIDENTE. Il prossimo emendamento è inammissibile. Andiamo, quindi, a pagina 11 del fascicolo: emendamento 5.54 Distaso.
EMANUELE FIANOEmendamento 5.54 Distaso, parere contrario; 5.9 Simonetti, contrario; 5.24 Luigi Gallo, contrario; 5.22 Gregorio Fontana, invito al ritiro o parere contrario; 5.21 Gregorio Fontana, accantonato; 5.23 Dieni, contrario; 5.26 Vito, contrario; 5.8 Molteni, parere favorevole con riformulazione, così come l’emendamento 5.27 Vito.
PRESIDENTE. Mi pare di capire, onorevole Fiano, che la riformulazione unisce i due emendamenti 5.8 Molteni e 5.27 Vito; giusto? Quindi, con questa riformulazione per entrambi gli emendamenti, che diventano identici, c’è il parere favorevole.
EMANUELE FIANOSì. Leggo la riformulazione?
EMANUELE FIANOLa riformulazione prevede, al comma 2, lettera di sostituire le parole: “del rispetto” con le seguenti: “e tutela”. Quindi: “promozione e tutela della legalità”.
PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, in questo caso il parere è favorevole con questa riformulazione anche sull’emendamento 5.27 Vito.
EMANUELE FIANOEsatto. La riformulazione comprende gli emendamenti 5.8 Molteni e 5.27 Vito.
PRESIDENTE. L’emendamento 5.53 Losacco è stato ritirato.
EMANUELE FIANOEmendamento 5.50 Costantino, contrario; 5.56 Becattini, contrario; 5.6 Molteni, contrario.
PRESIDENTE. L’emendamento 5.17 Guidesi è inammissibile.
EMANUELE FIANOEmendamento 5.32 Prataviera, contrario; 5.33 Luigi Gallo, contrario.
PRESIDENTE. Poi, gli altri sono inammissibili. Deve darmi il parere sull’emendamento 5.36 Carinelli.
EMANUELE FIANOParere contrario.
PRESIDENTE. L’emendamento successivo è inammissibile. L’emendamento 5.52 Fabbri è ritirato. Passiamo all’emendamento 5.200 della Commissione, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
EMANUELE FIANOFavorevole. Emendamento 5.40 Vito, contrario; 5.39 D’Alia contrario.
PRESIDENTE. L’emendamento 5.45 Menorello è stato ritirato, così come l’emendamento 5.38 Dambruoso. L’emendamento 5.4 Simonetti è inammissibile.
EMANUELE FIANOEmendamento 5.57 Distaso, contrario; articolo aggiuntivo 5.02 D’Alia, contrario; 5.050 Guidesi, contrario; identici emendamenti 6.8 Daniele Farina e 6.5 Gianluca Pini, parere contrario; 6.6 Lombardi, contrario; 6.51 Distaso, contrario; 6.3 Molteni, contrario.
PRESIDENTE. Il 6.16 Dambruoso è ritirato. Siamo all’articolo aggiuntivo Dadone 6.01.
EMANUELE FIANO, . Sugli articoli aggiuntivi 6.01 e 6.02 Dadone: parere contrario; sul 6.051 Distaso: contrario; sul 6.050 Distaso: parere contrario. Sugli emendamenti 7.13 Costantino e 7.9 Lombardi: parere contrario. L’emendamento 7.52 Menorello: accantonato.
PRESIDENTE. Bene, il successivo è stato ritirato, siamo al 7.53 Simonetti.
EMANUELE FIANO, . Sull’emendamento 7.53 Simonetti: invito al ritiro o parere contrario. Sugli identici emendamenti 7.7 Simonetti, 7.23 Sisto e 7.51 Altieri: invito al ritiro o parere contrario. Sull’emendamento 7.2 Leva: invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Bene, adesso sono ritirati i prossimi due, quindi siamo al 7.6 Molteni, che è identico al 7.12 Vito, perché gli altri sono stati ritirati.
EMANUELE FIANO, . Su quali devo darle il parere ora?
PRESIDENTE. Il 7.6 Molteni identico al 7.12 Vito.
EMANUELE FIANO, . Invito al ritiro o parere contrario. Sull’emendamento 7.100 della Commissione: parere favorevole.
PRESIDENTE. Adesso, però, mi deve dare prima il parere sul 7.300 delle Commissioni.
EMANUELE FIANO, . Favorevole.
PRESIDENTE. Siamo all’emendamento 7.44 D’Alia, avendo accantonato il 7.43 D’Alia.
EMANUELE FIANO, . Invito al ritiro o parere contrario. Anche sull’emendamento 7.42 Altieri: invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Sul 7.40 Simonetti?
EMANUELE FIANO, . Parere contrario. Sugli identici 7.8 Molteni e 7.11 Vito: invito al ritiro o parere contrario. Sul 7.26 Vito: parere contrario; sul 7.24 D’Alia: invito al ritiro o parere contrario. Sull’articolo aggiuntivo 7.02 Molteni: invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Sono inammissibili gli altri. Siamo all’8.17 Daniele Farina.
EMANUELE FIANO, . Sull’8.17 Daniele Farina: parere contrario; sull’8.18 Costantino: contrario; 8.13 Dadone: invito al ritiro o parere contrario; 8.4 Molteni: parere contrario; 8.14 Dadone: parere contrario; 8.5 Molteni: parere contrario; 8.21 Prataviera: parere contrario; 8.51 Crippa: parere contrario; sugli identici 8.23 Squeri e 8.53 Bazoli: invito al ritiro o parere contrario; 8.52 Altieri: parere contrario.
PRESIDENTE. Il prossimo è ritirato. Siamo all’8.6 Molteni.
EMANUELE FIANO, . Sull’8.6 Molteni: parere contrario; 8.16 Menorello: parere favorevole; 8.7 Molteni: contrario; 8.2 Causin: contrario; 8.28 Prataviera: contrario; 8.54: contrario; sugli identici 8.15 Squeri e 8.26 Bazoli: invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il prossimo è ritirato. È stato ritirato solo l’8.3 Roberta Agostini, quindi permane l’8.8 Molteni.
EMANUELE FIANO, . Sull’8.8 Molteni: invito al ritiro o parere contrario; parere favorevole sull’8.100 del Governo. Sull’8.1 D’Attorre: parere favorevole, ma con una riformulazione, nel senso di sopprimere, al comma 1, lettera numero 1, capoverso comma 4-, le parole: “le situazioni che favoriscono”. Con questa riformulazione, il parere è favorevole. Sull’8.36 Costantino: parere contrario; 8.10 Luigi Gallo: contrario.
PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile.
EMANUELE FIANO, . Sull’8.01 Causin: invito al ritiro o parere contrario; 8.06 Molteni: contrario; 8.07 Gregorio Fontana: invito al ritiro o parere contrario; 8.08 Vito: invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Siamo all’8.011 Causin.
EMANUELE FIANO, Sull’8.011 Causin: invito al ritiro o parere contrario; 8.012 Vito: invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile, così come quello successivo. Siamo all’8.015 Vito.
EMANUELE FIANO, Sull’8.015 Vito: invito al ritiro o parere contrario; 8.016 Vito: invito al ritiro o parere contrario; 8.017 Lombardi: invito al ritiro o parere contrario, così come sull’8.050 Altieri.
PRESIDENTE. È ritirato anche quello successivo 9.14 Quaranta e quindi siamo al 9.13 D’Attorre.
EMANUELE FIANO, Sul 9.13 D’Attorre: parere favorevole; 9.5 Ferraresi: contrario; sul 9.3 Dadone: contrario; 9.51 D’Agostino: contrario; 9.28 Rampelli: contrario; il 9.27 Fabbri è stato ritirato in Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Lo apprendiamo ora, va bene.
EMANUELE FIANO, Sul 9.51 Invernizzi: invito al ritiro o parere contrario; sul 9.29 Costantino: contrario; 9.60 Farina: contrario; 9.30 Prataviera: contrario; 9.24 Vito: invito al ritiro o parere contrario; 9.4 Ferraresi: contrario; 9.34 Prataviera: contrario; il 9.11 Mazziotti di Celso è stato ritirato al Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Lo apprendiamo man mano, va bene.
EMANUELE FIANO, Sul 9.52 Farina: parere contrario; 9.7 Ferraresi: contrario. Sull’emendamento 9.53 Oliaro: parere favorevole con riformulazione, che le vado a leggere. Al comma 4, primo periodo, dopo le parole “di cui al comma 1” aggiungere le seguenti: “fatti salvi i poteri delle autorità di settori aventi competenze su specifiche aree del territorio”. Sul 9.35 Prataviera: parere contrario: sugli identici 9.16 Molteni, 9.18 Vito e 9.36 D’Alia: invito al ritiro o parere contrario; sul 9.8 Ferraresi: contrario; 9.54 Becattini: contrario; 9.21 Sisto: invito al ritiro o parere contrario; 9.12 Vargiu: invito al ritiro o parere contrario; sul 9.23 Fontana: invito al ritiro o parere contrario; 9.17 Lombardi: invito al ritiro. Ritirato, mi dice il collega, il 9.17 Lombardi.
PRESIDENTE. A me risultava accantonato, è un errore mio?
EMANUELE FIANOMi scuso, l’emendamento 10.7 Invernizzi è accantonato...
PRESIDENTE. E così ovviamente tutti gli altri...
EMANUELE FIANOquindi anche gli identici emendamenti 10.6 Molteni, 10.12 Vito...
PRESIDENTE. Onorevole Fiano, mi pare che lei mi sta dicendo che, avendo accantonato l’emendamento 10.7 Invernizzi, sono accantonati tutti i seguenti, compreso il 10.50 Altieri, quindi dovremmo riprendere dall’emendamento 10.51 Daniele Farina. Ho capito bene?
EMANUELE FIANOEsatto, è corretto, Presidente. Emendamento 10.51 Farina parere contrario; emendamento 10.52 Carfagna invito al ritiro o parere contrario; poi passiamo...
PRESIDENTE. Siamo a pagina 78, articolo aggiuntivo 10.07 Simonetti.
EMANUELE FIANOSugli articoli aggiuntivi 10.07 Simonetti, 10.01 Dadone, 10.02 Lombardi e 10.05 Dadone il parere è contrario.
PRESIDENTE. Attenda un attimo, mi scusi, devo controllare una cosa... ah, scusi, onorevole Fiano, io cercavo l’emendamento 11.40 invece è l’emendamento 11.1 dell’onorevole Quaranta! Prego.
EMANUELE FIANODunque, per essere chiari, sull’emendamento 11.1 dell’onorevole Quaranta il parere è favorevole; emendamento 11.50 Beni parere contrario; l’emendamento 11.7 Menorello è ritirato...
PRESIDENTE. Non mi risulta, però...
EMANUELE FIANOSono stati ritirati in sede di Comitato dei nove gli emendamenti Menorello 11.7 e 11.8.
PRESIDENTE. Quindi anche l’emendamento 11.8 Menorello è ritirato?
EMANUELE FIANOÈ lì, il firmatario...
PRESIDENTE. Mi fido, per carità!
EMANUELE FIANOEmendamento 11.2 Lombardi parere contrario; l’emendamento 11.12 Fabbri è accantonato; emendamento 12.3 Daniele Farina parere contrario; identici emendamenti 12.50 Bazoli e 12.51 Squeri invito al ritiro o parere contrario; sugli emendamenti 12.9 Rampelli, 12.52 D’Agostino e 12.53 Rampelli il parere è contrario...
PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile. Siamo all’articolo aggiuntivo 12.04 Simonetti.
EMANUELE FIANOArticolo aggiuntivo 12.04 Simonetti parere contrario; articolo aggiuntivo 12.050 Rampelli...
PRESIDENTE. È inammissibile. Ed è inammissibile anche l’articolo aggiuntivo 12.051 Rampelli. Quindi siamo all’emendamento 13.13 Costantino.
EMANUELE FIANOSugli emendamenti 13.13 Costantino, 13.7 Ferraresi, 13.14 Costantino e 13.15 Rampelli il parere è contrario; l’emendamento 13.2 Centemero è accantonato; sugli emendamenti 13.16 Rampelli, 13.50 D’Agostino, 13.9 e 13.10 Ferraresi, 13.17 Daniele Farina, 13.1 Molteni, 13.5 e 13.3 Ferraresi, 13.19 Rampelli e 13.11 Vito il parere è contrario...
PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile. Siamo agli identici emendamenti 14.12 Daniele Farina, 14.13 D’Alia e 14.9 Vito.
EMANUELE FIANOParere contrario. Sugli emendamenti 14.14 D’Alia e 14.10 Vito il parere è contrario; sugli identici emendamenti 14.4, Invernizzi, 14.11 Sisto e 14.17 Plangger, c’è un invito al ritiro o parere contrario; sull’emendamento 14.6 Lombardi il parere è contrario; sugli articoli aggiuntivi 14.04 Gianluca Pini, 14.05 Invernizzi, 14.02 Molteni, 14.01 Invernizzi e 14.03 Simonetti il parere è contrario.
EMANUELE FIANOAllora invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Perfetto. Il prossimo è inammissibile, ossia l’articolo aggiuntivo 15.09 Garnero Santanchè, così come l’articolo aggiuntivo 15.050 Rampelli. Quindi siamo all’articolo aggiuntivo 15.01 Causin.
EMANUELE FIANOParere contrario; sugli articoli aggiuntivi 15.04 Causin e 15.05 Gregorio Fontana il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile, così come anche gli articoli aggiuntivi 15.06 Gelmini, 15.08 Gregorio Fontana, 15.051 Rampelli e 15.052 Molteni.
EMANUELE FIANOInvito al ritiro o parere contrario; sull’emendamento 16.50 D’Agostino il parere è contrario; sugli identici emendamenti 16.2 Rampelli e 16.3 Ferraresi c’è un invito al ritiro o parere contrario; sull’emendamento 16.7 Ferraresi il parere è contrario. Sull’emendamento 16.6 Menorello, se non è stato ritirato, e sul 16.5 Vito c’è un invito al ritiro o parere contrario. Sugli articoli aggiuntivi 16.03 Quaranta e 16.033 Sisto, nonché sugli identici articoli aggiuntivi 16.05 Lombardi e 16.039 Invernizzi, c’è un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile, così come anche gli articoli aggiuntivi 16.08, 16.012, 16.035 e 16.09 Molteni, 16.028 Vito, 16.01 e 16.043 Molteni.
EMANUELE FIANOParere contrario.
PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile. Articolo aggiuntivo 16.04 Vito.
EMANUELE FIANOParere contrario. L’articolo aggiuntivo 16.010 Molteni è vivo?
PRESIDENTE. Attenda... sì.
EMANUELE FIANOInvito al ritiro o parere contrario. Poi, sull’articolo aggiuntivo 16.011 Molteni il parere è contrario.
PRESIDENTE. I prossimi articolo aggiuntivi, 16.026 Ferraresi e il 16.015 Naccarato, sono ritirati, però restano il 16.036... attenda un attimo... le chiedo scusa, onorevole Fiano, sull’articolo aggiuntivo 16.026 Ferraresi mi deve dare il parere.
EMANUELE FIANOParere contrario
PRESIDENTE. Mentre invece è ritirato l’articolo aggiuntivo 16.015 Naccarato, quindi mi deve dare il parere sull’articolo aggiuntivo 16.036 Simonetti, che è identico al 16.050 Carfagna.
EMANUELE FIANOInvito al ritiro o parere contrario
PRESIDENTE. Gli articoli aggiuntivi 16.022 e 16.023 Riccardo Gallo, 16.024 Faenzi e 16.057 Rampelli sono inammissibili. Mi deve, dunque, dare il parere sull’articolo aggiuntivo 16.025 Faenzi.
EMANUELE FIANOParere contrarioPoi, sull’articolo aggiuntivo Faenzi 16.025 il parere è contrario, mentre sul 16.052 Carfagna c’è un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. L’articolo aggiuntivo 16.029 Vito è inammissibile, quindi siamo al 16.030 Vito.
EMANUELE FIANOInvito al ritiro o parere contrario
PRESIDENTE. Poi è stato ritirato l’articolo aggiuntivo 16.016 Naccarato, ma rimane il parere da dare sugli identici 16.031 Sisto e 16.037 Molteni.
EMANUELE FIANOInvito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. L’articolo aggiuntivo 16.044 Dambruoso è ritirato, siamo agli identici 16.032 Sisto e 16.038 Invernizzi.
EMANUELE FIANOInvito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Gli articoli aggiuntivi Giammanco 16.034, 16.014 Molteni e 16.051 Rampelli sono inammissibili. Occorre il parere sul 16.040 Molteni.
EMANUELE FIANOParere contrario.
PRESIDENTE. Adesso abbiamo un articolo aggiuntivo che è parzialmente inammissibile, mi riferisco al 16.053 Rampelli, quindi mi deve dare il parere solo per le parti che sono ammissibili.
EMANUELE FIANOE quali sono?
PRESIDENTE. Le abbiamo lette all’inizio.
EMANUELE FIANOComunque, parere contrario. L’articolo aggiuntivo 16.054 Rampelli?
PRESIDENTE. È inammissibile, così come pure gli articoli aggiuntivi 16.055, 16.056 e 16.0558 Rampelli. Passiamo ora all’emendamento 17.1 Costantino.
EMANUELE FIANOParere contrario.
PRESIDENTE. L’articolo aggiuntivo 17.01 Schullian è stato ritirato.
CRISTIAN INVERNIZZISull’emendamento 1.2 Costantino mi rimetto all’Aula. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 1.50 Altieri e sul 2.3 Daniele Farina, favorevole sull’emendamento 2.5 D’Alia, mi rimetto all’Aula sull’emendamento 3.6 Costantino, parere favorevole sugli identici emendamenti 3.4 Molteni, 3.7 Vito, 3.8 D’Alia e 3.9 Lombardi, mi rimetto all’Aula sull’emendamento 3.2 Quaranta, parere favorevole sugli emendamenti 3.5 Invernizzi e 3.3 Molteni, mi rimetto all’Aula sul 3.300 delle Commissioni e sul 4.4 Daniele Farina, favorevole sul 4.3 Simonetti, contrario sul 4.6 Costantino, favorevole sul 4.2 Molteni e sull’articolo aggiuntivo 4.04 Invernizzi. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti 5.18 Costantino e 5.11 Molteni, sul 5.54 Distaso, sul 5.9 Simonetti, sul 5.24 Luigi Gallo e sul 5.22 Gregorio Fontana.
PRESIDENTE. L’emendamento 5.21 Gregorio Fontana è accantonato, lo vediamo dopo.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Mi rimetto all’Aula sul 5.23 Dieni, mentre parere favorevole sul 5.26 Vito.
PRESIDENTE. L’emendamento 5.8 Molteni è stato riformulato dal relatore.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Quindi, diventa identico al 5.27 Vito; presumo il parere sia favorevole anche su questo.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Esprimo parere contrario sul 5.5 Costantino e sul 5.28 Daniele Farina, favorevole sul 5.55 Altieri, contrario sul 5.50 Costantino, mi rimetto all’Aula sul 5.56 Becattini, parere favorevole sul 5.6 Molteni, sul 5.32 Prataviera e sul 5.33 Luigi Gallo. Mi rimetto all’Aula sul 5.36 Carinelli e sul 5.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento. Esprimo parere favorevole sul 5.40 Vito, sul 5.39 D’Alia, sul 5.57 Distaso, sul 5.02 D’Alia, sul 5.050 Guidesi, sugli identici Daniele Farina 6.8 e 6.5 Gianluca Pini e sul Lombardi 6.6, mi rimetto all’Aula sul Distaso 6.51, favorevole sul 6.3 Molteni, contrario sul 6.52 Distaso, favorevole sugli identici 6.4 Molteni, 6.2 D’Alia e 6.7 Vito, e sul 6.11 D’Alia.
PRESIDENTE. L’emendamento 6.50 Beni è stato ritirato.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Mi rimetto all’Aula sul 6.53 D’Attorre e sul 6.54 Distaso, parere favorevole sul 6.01 Dadone e sul 6.02 Dadone, mi rimetto all’Aula sul 6.051 Distaso, parere favorevole sul 6.050 Distaso, mi rimetto all’Aula sul 7.13 Costantino, parere favorevole sul 7.9 Lombardi.
PRESIDENTE. L’emendamento 7.52 Menorello è accantonato, lo vediamo dopo.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Esprimo parere favorevole sul 7.53 Simonetti, sugli identici 7.7 Simonetti, 7.23 Sisto, 7.29 Naccarato e 7.51 Altieri, e sul 7.2 Leva.
PRESIDENTE. L’emendamento 7.43 D’Alia è accantonato.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Esprimo parere favorevole sul 7.44 D’Alia, mi rimetto all’Aula sul 7.42 Altieri, favorevole sul 7.40 Simonetti e sugli identici emendamenti 7.8 Molteni e 7.11 Vito. Parere favorevole sul 7.26 Vito, sul 7.24 D’Alia e sul 7.02 Molteni. Mi rimetto all’Aula sull’8.17 Daniele Farina, contrario sull’8.18 Costantino e sull’8.13 Dadone, favorevole sull’8.4 Molteni, contrario sull’8.14 Dadone, favorevole sull’8.5 Molteni, sull’8.21 Prataviera, sull’ 8.51 Crippa, sugli identici 8.23 Squeri e 8.53 Bazoli, mi rimetto all’Aula sull’8.52 Altieri, favorevole sull’8.6 Molteni, mi rimetto all’Aula sull’8.16 Menorello, favorevole sull’8.7 Molteni, sull’8.2 Causin, sull’8.28 Prataviera e sull’8.54 Squeri, mi rimetto all’Aula sugli identici 8.15 Squeri e 8.26 Bazoli, favorevole sull’8.8 Molteni, mi rimetto all’Aula sull’8.100 del Governo.
PRESIDENTE. L’emendamento 8.1 D’Attorre è stato riformulato.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Parere favorevole. Esprimo parere contrario sull’8.36 Costantino, mi rimetto all’Aula sull’8.10 Luigi Gallo e sull’8.01 Causin. Esprimo parere favorevole sull’8.06 Molteni, sull’8.07 Gregorio Fontana, sull’8.08 Vito, mi rimetto all’Aula sull’8.011 Causin, parere favorevole sull’8.012 Vito, sull’8.015 Vito, sull’8.016 Vito e sull’8.017 Lombardi. Mi rimetto all’Aula sull’8.050 Altieri, sul 9.25 Costantino e sul 9.32 Dadone, parere contrario sul 9.13 D’Attorre, sul 9.5 Ferraresi e sul 9.3 Dadone. Mi rimetto all’Aula sul 9.51 D’Agostino, parere favorevole sul 9.28 Rampelli.
PRESIDENTE. E’ stato rinumerato come emendamento 9.65 Invernizzi.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Quale emendamento diventa 9.65, scusi?
PRESIDENTE. È l’annuncio che ho dato all’inizio che l’emendamento 9.51 Invernizzi è rinumerato in 9.65 Invernizzi.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Esprimo parere favorevole sull’emendamento 9.65 Invernizzi. Esprimo invece parere contrario sugli emendamenti 9.29 Costantino e 9.60 Daniele Farina. Esprimo parere favorevole sull’emendamento 9.30 Prataviera e 9.24 Vito. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 9.4 Ferraresi. Esprimo parere favorevole sull’emendamento 9.34 Prataviera, mentre esprimo parere contrario sull’emendamento 9.52 Daniele Farina. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 9.7 Ferraresi, 9.53 Oliaro nel testo riformulato, 9.35 Prataviera, sugli identici emendamenti 9.16 Molteni, 9.18 Vito e 9.36 D’Alia, 9.8 Ferraresi. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 9.54 Becattini. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 9.21 Sisto, 9.12 Vargiu e 9.23 Gregorio Fontana.
PRESIDENTE. Ricordo che l’emendamento Beni 9.55 è stato ritirato.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 9.04 Guidesi, 9.03 Simonetti, 9.50 Rampelli. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 10.9 Dadone. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 10.19 Prataviera, 10.22 Rampelli, 10.23 Rampelli e 10.5 Invernizzi. Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti 10.1 Ferraresi e 10.3 Sannicandro. Mi rimetto all’Aula sugli emendamenti 10.26 Santerini e 10.15 Ferraresi.
PRESIDENTE. Saltando gli emendamenti accantonati, proseguiamo a pagina 74 all’emendamento 10.51 Daniele Farina.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Esprimo parere contrario sull’emendamento 10.51 Daniele Farina, mentre esprimo parere favorevole sull’emendamento 10.52 Carfagna e sugli articoli aggiuntivi 10.07 Simonetti, 10.01 Dadone, 10.02 Lombardi e 10.05 Dadone. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 11.9 Costantino. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 11.3 Lombardi e 11.1 Quaranta.
PRESIDENTE. Ricordo che sono stati ritirati gli emendamenti 11.50 Beni, 11.7 Menorello e 11.8 Menorello.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 11.2 Lombardi.
PRESIDENTE. Ricordo che l’emendamento 11.12 Fabbri è stato accantonato.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 12.3 Daniele Farina.
PRESIDENTE. Ricordo che è stato ritirato 12.50 Bazoli.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 12.51 Squeri, 12.9 Rampelli e 12.52 D’Agostino. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 12.53 Rampelli. Esprimo parere favorevole sull’articolo aggiuntivo 12.04 Simonetti. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 13.13 Costantino. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 13.7 Ferraresi, 13.14 Costantino e 13.15 Rampelli.
PRESIDENTE. Ricordo che l’emendamento 13.2 Centemero è stato accantonato.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 13.16 Rampelli e 13.50 D’Agostino. Mi rimetto all’Aula sugli emendamenti 13.9 Ferraresi, 13.10 Ferraresi e 13.17 Daniele Farina. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 13.1 Molteni e 13.5 Ferraresi, mentre mi rimetto all’Aula sull’emendamento 13.3 Ferraresi. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 13.19 Rampelli e 13.11 Vito.
PRESIDENTE. L’ultimo 14.17 Plangger è stato ritirato.
CRISTIAN INVERNIZZI, . Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 14.6 Lombardi, mentre esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 14.04 Gianluca Pini, 14.05 Invernizzi, 14.02 Molteni, 14.01 Invernizzi e 14.03 Simonetti. Mi rimetto all’Aula sugli emendamenti 15.3 Costantino e 15.50 Ferraresi. Esprimo parere favorevole sull’emendamento 15.2 Dambruoso e sugli articoli aggiuntivi 15.01 Causin e 15.05 Gregorio Fontana. Mi rimetto all’Aula sugli emendamenti 16.3 Daniele Farina e 16.50 D’Agostino. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti 16.2 Rampelli e 16.9 Ferraresi e sull’emendamento 16.7 Ferraresi. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 16.6 Menarello, mentre esprimo parere favorevole sull’emendamento 16.5 Vito. Mi rimetto all’Aula sull’articolo aggiuntivo 16.03 Quaranta. Esprimo parere favorevole sull’articolo aggiuntivo 16.033 Sisto, sugli identici articoli aggiuntivi 16.05 Lombardi e 16.039 Invernizzi e sugli articoli aggiuntivi 16.02 Molteni, 16.04 Vito, 16.010 Molteni, 16.011 Molteni, 16.026 Ferraresi e sugli identici articoli aggiuntivi 16.036 Simonetti e 16.050 Carfagna. Mi rimetto all’Aula sugli articoli aggiuntivi 16.025 Faenzi e 16.027 Ferraresi. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 16.052 Carfagna e 16.030 Vito e sugli identici articoli aggiuntivi 16.031 Sisto e 16.037 Molteni e sugli identici 16.032 Sisto e 16.038 Invernizzi, sull’articolo aggiuntivo 16.040 Molteni nonché sull’articolo aggiuntivo 16.053 Rampelli per le parti ammissibili. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 17.1 Costantino.
PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti 5.56 Becattini e 9.54 Becattini e 8.53 Bazoli e 8.26 Bazoli sono stati ritirati dal presentatore. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO,. Il Governo esprime parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.2 Costantino. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Questo decreto-legge n. 14 del 2017 è arrivato in quest’Aula a grande velocità. L’esame nelle Commissioni riunite è stato uno dei più veloci e concitati che io ricordo nella mia breve avventura parlamentare. Viaggia in coppia - e si capirà il perché - con un provvedimento che riguarda l’immigrazione, questo della cosiddetta sicurezza delle città, un provvedimento sull’immigrazione, sempre un decreto, che è all’esame del Senato. Questo ci aiuterà a capire, nel corso della nostra discussione, di che cosa stiamo parlando, perché questo decreto ha un articolato iniziale definitorio di un ipotetico nuovo concetto di sicurezza cosiddetta integrata. Peccato che, una volta depurato di questa prima parte dell’articolato, ne emerga una natura completamente diversa.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Farina. Colleghi, possiamo abbassare per favore un po’ il tono della voce? Prego, onorevole.
DANIELE FARINA. Le ordinanze dei sindaci, dicevo, perché di questo si tratta essenzialmente: misure di prevenzione, essenzialmente, in larga parte affidate ai sindaci, che allora si chiamavano, se ricordate, sindaci sceriffi.
PRESIDENTE. Colleghi, pregherei, in particolare al tavolo del Comitato dei nove, di abbassare il tono della voce.
CRISTIAN INVERNIZZI, Grazie, signor Presidente. L’espressione di benevolenza, così come è stato definita dal collega Farina, che sarebbe stata da me rivolta ieri al presente decreto, non è un giudizio di merito - questo tengo a sottolinearlo e a specificarlo, come tra l’altro ho fatto anche ieri - ma ho detto semplicemente che abbiamo guardato con benevolenza il presente decreto perché è l’indice, quanto meno, della presa di coscienza da parte di questa maggioranza e di questo Governo che un problema sicurezza in Italia esiste e c’è, così come diciamo da quattro anni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. È stato fin troppo evidenziato, già negli interventi che mi hanno preceduto, che nel nostro Paese, ovviamente, esiste un problema sicurezza. Il Governo interviene, ma interviene in maniera tardiva rispetto a quelle che sono le emergenze e, per giunta, interviene anche in maniera incompleta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CELESTE COSTANTINO. Grazie, signor Presidente. Proprio qualche minuto fa il Ministro Minniti a Rignano ha dichiarato: un Paese civile non può permettersi ghetti. Sono molto d’accordo con questa affermazione, eppure non riesco a capire la coerenza di questa dichiarazione con i due decreti che ci ritroveremo, quello al Senato, che arriverà qui alla Camera, sull’immigrazione, e quello sulla sicurezza, che stiamo analizzando adesso. Non riesco a capire dove sta la coerenza di questa affermazione, perché è del tutto evidente che il modello che viene proposto nel decreto immigrazione (visto che ci parla da Rignano e quindi fa riferimento allo sfruttamento del lavoro migrante bracciantile) e quello che stiamo analizzando qui alla Camera sullo spazio urbano andranno a determinare esattamente dei ghetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Per amore di verità, io non immagino che siamo Alice nel paese delle meraviglie perché basta vedere tutte le cronache. Purtroppo, alla collega che mi ha preceduto eventualmente sfugge una considerazione: non so esattamente quali siano statisticamente i dati, ma se non ci sono è solamente perché in molte zone, in particolare al sud, la gente non va più neanche a denunciare i furti e tutte le aggressioni che avvengono e gli altri reati che mettono in discussione la sicurezza in tutti i modi e in tutte le maniere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. A me dispiace deludere il collega Palese, ma questo decreto non riguarda i delinquenti in realtà, perché stiamo parlando di misure di prevenzione, sanzioni amministrative e questa estensione del Daspo, di cui adesso parlerò. Quindi, riguarda tutti i cittadini, più che i delinquenti, e quando farò il pezzo che preferite, cioè l’elenco delle ordinanze tra il 2008 e il 2011, ci sarà un po’ da ridere ma anche un po’ da piangere, esaminandole con attenzione.
PRESIDENTE. Ne approfitto per informarvi che assiste ai nostri lavori un gruppo nutrito di studenti universitari dell’università “La Sapienza”, che salutiamo
NICOLA MOLTENI. Presidente, grazie. Intervengo per fare un po’ di chiarezza, perché siamo all’articolo 3 - giusto Presidente? - e l’articolo 3 non parla né di ordinanze da parte dell’amministrazione locale e da parte dei sindaci né, tanto meno, di Daspo. Io credo che si stia facendo una grossissima confusione su questo decreto che, lo dico subito, è totalmente insufficiente nel dare quelle risposte necessarie e opportune che dal basso, dai territori, dalle amministrazioni locali, di qualunque colore politico, destra, sinistra, Lega Nord, Forza Italia, PD, emergono in maniera chiara. Il territorio, i territori, le amministrazioni locali, le comunità locali chiedono alla politica di dare strumenti e, in modo particolare, mezzi e risorse per far sì che i sindaci e le amministrazioni locali possano essere e possano diventare, nel principio di cooperazione, protagonisti della garanzia di sicurezza sui propri territori, insieme alle forze dell’ordine, in un processo di interconnessione tra sicurezza locale e sicurezza nazionale.
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole D’Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Credo che l’intervento dell’onorevole Molteni ci offra la possibilità di chiarire le diverse concezioni che si misurano sul terreno del concetto di sicurezza urbana. La nostra idea è diametralmente opposta a quella che qui ci ha proposto l’onorevole Molteni. Noi abbiamo lavorato in Commissione, stiamo lavorando qui in Aula con un complesso di emendamenti che tendono a caratterizzare il concetto di sicurezza urbana nel senso innanzitutto di sicurezza sociale, di interventi tesi a favorire un maggior grado di coesione, di inclusione e di rimozione delle ragioni che portano a fenomeni di marginalità e poi anche a episodi di criminalità. Si misurano due concezioni. È evidente che il lavoro che noi faremo sarà diretto a evitare qualsiasi scivolamento verso una concezione puramente securitaria e repressiva del concetto di sicurezza urbana, che tra l’altro renderebbe del tutto improprio l’intervento dei sindaci e delle comunità locali, perché - voglio ricordarlo ai colleghi della Lega - la sicurezza, intesa come repressione e come ordine pubblico, è un compito dello Stato. Se c’è un ruolo che i sindaci e le comunità locali possono giocare, è esattamente in questo concetto di sicurezza urbana intesa a partire dal suo contenuto sociale, dai contenuti di ricostruzione di una comunità in tutti i suoi aspetti. Questo è l’ambito nel quale ci muoveremo, nel quale lavoreremo anche per precisare il concetto successivo, quello dell’articolo 4, ed è anche a questo fine che abbiamo presentato poi un successivo emendamento integrativo a questo articolo.
PRESIDENTE. Non mi pare ci siano altri che intendono intervenire.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Sono fortemente sorpreso del parere contrario da parte del relatore di maggioranza e da parte del Governo su questo emendamento, per un motivo molto semplice, perché avrebbe aiutato a rendere maggiormente operativo il PON Sicurezza nazionale, che riguarda anche l’utilizzazione di una serie di risorse con gestione prettamente ministeriale, da parte del Ministero dell’interno in particolare, proprio sulla situazione sicurezza e che riguarda fondi europei in riferimento a questo. Non si capisce perché mai queste risorse in parte, in quota parte - in piccola quota parte! - non vengono utilizzate. Si potrebbe farlo solo approvando questo emendamento, anche per una maggiore formazione e qualificazione, in tutti i sensi, della polizia locale. Ora, se ci sono nuove manifestazioni di reato e se deve essere fatta prevenzione, così come è stato richiamato, occorre pure che ci sia l’aggiornamento professionale. Non è che possiamo andare avanti con la concezione dei vecchi vigili urbani e quant’altro. La polizia locale, se ha nuovi compiti e se deve assolvere nuovi compiti, deve avere la possibilità di essere formata. Siccome ci sono ingenti risorse soprattutto per le regioni dell’obiettivo 1, ma anche sul PON nazionale sicurezza, poteva essere questa una forma, una possibilità di venire incontro alle lamentele del presidente nazionale dell’ANCI, del sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha manifestato pubblicamente questa carenza. Perché mai non si consente l’approvazione di questo emendamento, per poter determinare l’aspetto principale dell’utilizzo delle risorse, raccordato a questa norma e a questo decreto? Perché altrimenti noi ci troveremmo nell’impossibilità di poter utilizzare appieno quelle risorse e anche per l’attuazione effettiva di questo decreto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, . Grazie, vorrei, per il suo tramite, suggerire al collega Palese, per risparmiare il tempo su cose che effettivamente magari ci possono vedere divergenti, la lettura della lettera c) del comma 1 dell’articolo 2, così come risultante dal lavoro fatto in sede referente. Quella lettera c) prevede, negli accordi che sottostanno alla promozione della sicurezza integrata, l’aggiornamento professionale integrato per gli operatori della polizia locale e delle forze di polizia, che proviene da un emendamento del collega Naccarato approvato in sede referente, che rende pleonastici i quattro emendamenti identici che qui sono presentati, perché tutti vogliamo esattamente quel risultato richiesto dal presidente dell’ANCI, sindaco Decaro, e che noi giustamente abbiamo introdotto all’articolo 2
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà. Onorevole Palese, onorevole Palese! Prego, onorevole Invernizzi.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Con questi emendamenti, secondo noi, si entra nel merito di uno dei punti più qualificanti dell’intero decreto, che è il ruolo dalla polizia locale, sul quale poi discuteremo anche in termini di equo indennizzo, di diritto all’accesso alle banche dati, sul quale c’è già stata una discussione, direi non accesa, ma interessata, in Commissione, al Comitato dei nove, che auspichiamo possa essere replicata e portare appunto questi temi a una risoluzione positiva.
CRISTIAN INVERNIZZI. ...e concludo veramente, non in alcuni casi un collega da difendere, ma - e mi spiace doverlo dire - quasi un usurpatore di un ruolo non suo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Lombardi. Ne ha facoltà.
ROBERTA LOMBARDI. Grazie, Presidente. Userò il tempo nel miglior modo possibile. Volevo dire che, partendo da questo emendamento, mi riaggancio agli interventi precedenti dei colleghi delle varie forze politiche di sinistra e di destra, che stanno facendo dei loro interventi un po’ una presa di posizione ideologica secondo, appunto, la loro provenienza storica.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Caparini, Causin, Dambruoso, Ferranti, Ferrara, Gregorio Fontana, Fontanelli, Lorenzo Guerini, Laforgia, Losacco, Manciulli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Piccoli Nardelli, Rampelli, Ravetto, Rigoni, Speranza, Tabacci, Tofalo, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Riprendiamo l’esame dell’articolo unico.
FRANCO VAZIO, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO VAZIO, Presidente, devo comunicarle che la Commissione bilancio non ha ancora reso i suoi pareri sugli emendamenti delle Commissioni e sui subemendamenti presentati e, una volta acquisito il parere della Commissione bilancio, dobbiamo ancora riunire il Comitato dei diciotto, quindi credo che sia ragionevole - salvo poi ulteriori rinvii - un rinvio di 45 minuti della seduta.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, a questo punto sospendiamo la seduta... Prima di sospendere la seduta, ha chiesto di parlare l’onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, per segnalare un’anomalia, cioè che una Commissione di merito venga a dirci che manca un parere della Commissione bilancio: o è la Commissione bilancio stessa che deve venirci a dire che mancano dei tempi opportuni, o credo che non sia possibile altrimenti. Visto che si tratta di un parere obbligatorio previsto dal Regolamento per questa seduta, è la Commissione bilancio che ci deve venire a dire, almeno mettendoci la faccia, il perché non è in grado di dare il parere sugli emendamenti. Poi, possiamo anche comprendere alcune motivazioni, ma magari che qualcuno ci mettesse la faccia sarebbe auspicabile.
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, il tema è il seguente: la Commissione bilancio, che attualmente è riunita anche per accelerare i tempi (… mi faccia parlare, però, se lei reagisce prima che io finisca di parlare… La Commissione bilancio sta esaminando degli emendamenti fatti dalla Commissione di merito adesso, quindi è venuto semplicemente il vicepresidente della Commissione giustizia (la Commissione giustizia sta attendendo il parere della bilancio) per dire che la Commissione bilancio, che attualmente è riunita per dare quei pareri, ha bisogno realisticamente di mezz’ora per gli emendamenti. Poi c’è bisogno, come lei sa, dopo che sono stati fatti gli emendamenti dalla Commissione bilancio, che ci sia l’intervento della Commissione di merito. Per questo ci sono i 45 minuti. Mi pare del tutto indifferente chi ce li chiede, è assolutamente indifferente, onorevole Crippa. Questo lasso di tempo è funzionale al fatto che la Commissione bilancio è riunita per dare i pareri che ci servono per andare avanti. Sospendo la seduta che riprenderà alle 15,45.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, mi trovo nell’imbarazzante situazione che, dopo che avevamo previsto una sospensione di 45 minuti e nonostante i miei solleciti alla Commissione e al Governo di venire in Aula per iniziare i lavori, questo ancora non accade. Sono costretto a sospendere la seduta per altri cinque minuti e a chiedere ai membri della Commissione, alla presidente, ai relatori e al Governo di venire immediatamente in Aula per aprire la seduta.
MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Presidente, ci risulta che non ci sia ancora la copertura per gli emendamenti che si stanno cercando di discutere nella Commissione bilancio perché non riescono a trovare le quantificazioni. Ora, chiedo se c’è qualcuno che riesca a spiegarci come sarà l’andamento dei lavori dell’Aula e come sarà l’andamento dei lavori anche di questa settimana. Visto che abbiamo un provvedimento importante, come quello sul fine vita, magari cerchiamo ed evitiamo di prenderci in giro e abbiamo un’idea più o meno di cosa sarà di noi in questa settimana.
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente, per avermi dato la parola. Intervengo semplicemente per evidenziare che io facevo parte della Commissione bilancio e so che i pareri sono negativi, però onestamente cinque minuti mi sembra che siano pochi - comprendo la sua premura e il suo rispetto nei confronti dell’Aula - perché poi l’Assemblea, per chi non ha fatto parte della Commissione bilancio, ha comunque necessità di vedere questi pareri che ancora non ci sono. Quindi, io propongo e mi permetto di suggerire alla sua sensibilità un quarto d’ora finalizzato all’espressione dei pareri.
PRESIDENTE. Onorevole Palese, la ringrazio. Preciso all’onorevole Spadoni che non ci stiamo prendendo in giro. Evidentemente, ci sono dei problemi in Commissione. Peraltro, la Commissione bilancio si è espressa e, quindi, non è un problema della Commissione bilancio. Il problema è della Commissione giustizia. Però, la presidente e il relatore della Commissione affari costituzionali sono arrivati adesso.
PRESIDENTE. Riprendiamo dunque il seguito della discussione del disegno di legge n. 4310-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Intervengo per un motivo molto semplice, perché avevo avuto una risposta da parte dell’onorevole Fiano, questa mattina, quando ho sollecitato il problema della possibilità eventualmente dell’utilizzo anche dei fondi PON, dei fondi strutturali europei e del Fondo di coesione, ma mi è stato detto: non devi assolutamente preoccuparti, leggi l’articolo, che adesso non ricordo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Presidente, cortesemente possiamo fare chiarezza perché noi ci siamo persi e ci siamo persi anche perché - me lo consenta, perché non l’ho ancora detto e non l’avrei voluto dire - ma secondo me su questo decreto voglio ricordare che le audizioni sono cominciate lunedì scorso, il termine per gli emendamenti è stato mercoledì, oggi è martedì, e dunque lo si è fatto di corsa, senza consentire un approfondimento serio, ragionevole, nel rispetto dell’importanza che questo decreto ha per il tema, ovvero il tema della sicurezza su cui va incidere.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Molteni, se la interrompo.
NICOLA MOLTENI. Presidente, per capire, perché non ci stiamo capendo più assolutamente niente.
PRESIDENTE. Anzitutto, pregherei i colleghi di abbassare la voce. Onorevole Molteni, noi in questo momento stiamo discutendo l’emendamento 3.2 Quaranta. Mi segue?
PRESIDENTE. Stiamo facendo dichiarazioni di voto sull’emendamento 3.2 Quaranta.
PRESIDENTE. Lei fa riferimento all’emendamento 3.300 delle Commissioni, che è stato ritirato.
PRESIDENTE. Quando arriveremo agli altri argomenti io le …
NICOLA MOLTENI. Presidente, per capire, perché l’emendamento 3.300 delle Commissioni, presentato…
PRESIDENTE. È stato ritirato!
NICOLA MOLTENI. …doveva essere alternativo rispetto ad un eventuale parere contrario da parte della Commissione bilancio sull’emendamento, più o meno identico, riferito all’articolo 5. Era semplicemente per capire. Vorremmo avere anche noi gli elementi che hanno il Governo e la maggioranza.
PRESIDENTE. Onorevole Molteni, forse nella confusione il Presidente non si è spiegato.
NICOLA MOLTENI. È per capire, Presidente…
PRESIDENTE. Io ho comunicato che la Commissione bilancio ha espresso i pareri su questi emendamenti. Il fatto che la Commissione giustizia ritiri l’emendamento 3.300 - adesso lo esplicitiamo - è perché presumo che ci sia un parere contrario da parte della Commissione bilancio.
NICOLA MOLTENI. Perfetto. Ecco mancava questo passaggio, Presidente.
PRESIDENTE. Quindi, questa è la ragione per la quale…
NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente, perfetto.
DONATELLA FERRANTI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI, Presidente, avevo chiesto di intervenire prima di questa sua precisazione. Tuttavia, vorrei anche precisare meglio che è vero che è stato ritirato perché il parere della Commissione bilancio era contrario, ma anche perché in realtà il problema della videosorveglianza e del finanziamento della videosorveglianza è stato risolto dall’articolo 5 in Commissione e sostanzialmente riprecisato e rifinanziato alla luce dell’emendamento 5.200 delle Commissioni e del parere della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
NICOLA MOLTENI. Presidente, con questo emendamento, riferito sempre all’articolo 3, si capisce che avete una stranissima concezione di sicurezza partecipata, che è partecipata nelle competenze ma poi delegata, per quanto riguarda le risorse, alle regioni, cioè chiedete che le regioni e gli enti locali in modo particolare contribuiscano. Non citate ovviamente le province, perché per voi sulla carta sono state cancellate, ma vi faccio presente che le province ci sono ancora, e funzionano male, perché avete tagliato risorse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Presidente, la situazione, rispetto agli interventi precedenti in merito all’utilizzazione dei Fondi di sviluppo e coesione si è ulteriormente aggravata, per un motivo molto semplice: noi abbiamo, signor Presidente - e la prego di ascoltarmi con attenzione, perché è veramente incredibile -, questo emendamento di cui si sta discutendo, che è stato ammesso anche dalla Commissione bilancio e bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato nel parere, che dice che, al fine citato, lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano possono attivare forme di cofinanziamento, ivi incluse quelle di derivazione comunitaria. Al di là di tutta la parte che riguarda “conseguentemente, al comma 4, dopo le parole ‘e modalità’ aggiungere le seguenti ‘programmazione è, non si riesce a capire perché, adesso, rispetto all’altro emendamento, sia stato dato un parere completamente diverso.
PRESIDENTE. Onorevole Palese, noi siamo all’emendamento 3.3 Molteni.
ROCCO PALESE. Sul 3.5 Invernizzi.
PRESIDENTE. No, siamo all’emendamento 3.3, per questo le dicevo...
ROCCO PALESE. Io pensavo che fossimo all’emendamento 3.5, ma non cambia la valutazione.
PRESIDENTE. Bene, ma su questo emendamento ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Presidente, solo per aggiungere la mia firma a questo emendamento, che trovo di buon senso, ragionevole, che va almeno in parte a colmare una profonda lacuna di questo provvedimento, ovvero l’assenza di risorse. Credo che includere, dare un sostegno ai comuni maggiormente interessati dai fenomeni di microcriminalità dovrebbe essere un fatto acquisito, invece serve un emendamento per precisarlo. Ci auguriamo che la maggioranza possa votare favorevolmente rispetto ad una richiesta che viene sollevata a gran voce da parte di moltissimi amministratori locali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DANIELE FARINA. Presidente, questo è l’ultimo degli articoli vuoti - in realtà, il penultimo, però diciamo l’ultimo -, cioè di quegli articoli che nulla dicono, nulla contengono, in realtà semplicemente sono costruiti per modificare il concetto di sicurezza urbana. Sono emendamenti di essenzialmente. Il nucleo duro del provvedimento, quello vero, arriverà fra poco, che sono le misure di prevenzione, quindi le misure di polizia, e a conferma di quello che sto dicendo c’è quello che altri colleghi hanno rilevato, cioè che si ha un concetto di sicurezza deprivato di ogni onere per lo Stato, cioè sostanzialmente a costo zero.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Farina, se la interrompo di nuovo: colleghi, bisogna che abbassiamo il tono della voce!
DANIELE FARINA. È abbastanza evidente che così intesa, ogni idea di integrazione, di multidisciplinarità della sicurezza, risulta piuttosto vaga. C’è una differenza che ora fa il padre di questo decreto, cioè il “decreto Maroni” del 2008, e il testo che attualmente discutiamo, e c’è anche una sfasatura interessante: il “decreto Maroni” era dell’agosto del 2008, questo di febbraio. Ho l’impressione che quello di Maroni fosse un decreto balneare, sfruttando la vacanza o l’occhio verso la vacanza del Parlamento, questo invece è un decreto che si colloca al centro dell’attività politica nostra. Ovvero, probabilmente dal 2008 ad oggi la sensibilità è cambiata, e quello che si doveva fare di nascosto oggi può essere palesato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Presidente, ovviamente col collega Farina abbiamo una visione e una lettura diversa del concetto di sicurezza urbana. Ricordo che il pacchetto sicurezza Maroni era composto da un decreto-legge e da un disegno di legge, rispetto al quale il Parlamento all’epoca venne chiamato a un dibattito importante e complessivo, che diede occasione a tutte le forze politiche di presentare emendamenti migliorativi su una strada tracciata, in maniera estremamente chiara, su una chiara definizione di sicurezza urbana. Il fatto che venga ricordato che il concetto di sicurezza urbana fu introdotto dal pacchetto sicurezza Maroni è la dimostrazione - ripeto - che questo è un provvedimento fotocopia in negativo: copia un provvedimento già fatto in passato, rispetto al quale poi sappiamo che sul potere di ordinanza dei sindaci intervenne nel 2011 una sentenza negativa da parte della Corte costituzionale che limitò gran parte di quei poteri.
PRESIDENTE. Grazie. La sua convinzione non era infondata: ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole D'Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, proseguiamo un confronto con l’onorevole Molteni e con i colleghi della Lega e non solo, che è andato avanti anche in Commissione, e che dal nostro punto di vista ha finora consentito di correggere ed evitare alcuni rischi che ci potevano essere, vale a dire di utilizzo di questo provvedimento in una chiave che lo avvicinasse appunto a quanto fatto dal Governo Berlusconi-Maroni qualche legislatura fa. Abbiamo apportato delle modifiche in Commissione che individuano il cuore della sicurezza urbana in interventi che abbiano ad oggetto innanzitutto la riqualificazione urbana, sociale e culturale delle aree interessate, il recupero delle aree e dei siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale. Certo, questo articolo fissa un concetto programmatico, poi nei successivi articoli entreremo negli strumenti più di merito, ma è evidente che qui siamo di fronte al tentativo di delineare un impianto di sicurezza urbana e sociale che è limpidamente alternativo a quello proposto dalla Lega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Presidente, per il suo tramite, per rispondere al collega, perché non passi in quest’Aula un concetto assolutamente sbagliato: evidentemente non ha ben percepito le proposte che stiamo facendo in queste ore, che sono nel solco dell’utilizzo delle armi per difesa privata, nel rispetto delle leggi che ci sono. Piuttosto sarebbero da rivedere le posizioni demagogiche o ideologiche che certi magistrati e certi giudici hanno nel difendere più gli aggressori rispetto agli aggrediti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Presidente, giusto per poter interloquire anche con i colleghi che ho ascoltato: io capisco la posizione della Lega, che chiaramente vuole mantenere un primato su questi temi, però vorrei anche rivolgermi amichevolmente all’onorevole D’Attorre, dicendogli che non basta aggiungere “di qualificazione anche sociale e culturale” per vedere il cambio di passo e lo stravolgimento di questo provvedimento. Perché quando non c’è uno straccio di finanziamento e di investimento su questi temi - e tutto il decreto-legge è così, cioè la prevenzione non esiste e si mette invece in condizioni di poter spostare fisicamente le persone, il disagio sociale dai centri storici alle periferie -, tutto ciò rimane carta straccia: è semplicemente un’indicazione di principio, ma che non ha nessuna valenza pratica.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CELESTE COSTANTINO. E noi questo l’abbiamo già misurato negli anni, perché basta ricordare, e chiudo su questo, le ronde che faceva il sindaco Alemanno in questa città contro le prostitute…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Costantino.
CELESTE COSTANTINO. …in cui veniva semplicemente spostato il problema da una zona all’altra, creando dei problemi alle vittime di tratta, perché questo sono le prostitute che stanno in strada.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, semplicemente per segnalare - e capisco la tecnica in qualche modo provocatoria di questo emendamento - che sopprimere una definizione è estremamente difficile da comprendere nella sua dimensione. Cioè o si propone una diversa definizione, e quindi si offre uno spettro diverso di quello che può essere l’ambito di un intervento legislativo; ma sopprimere il tentativo…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sisto. Onorevole Palese e onorevole Fiano, sta parlando a tre metri di distanza. Prego.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io la ringrazio, ma sono abituato a ben altri disturbi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, con questo emendamento vogliamo cercare di modificare la visione che ha la sinistra storicamente nel campo della sicurezza e della prevenzione, perché se il testo del provvedimento asserisce che è la vivibilità delle città che incute il formarsi di criminalità, significa che la sinistra ha una visione completamente distorta di come si crea criminalità, perché la criminalità è un fattore individuale, non è un fattore collettivo, perché di fatto facendo così, dicendo che è colpa della società, perché c’è il degrado urbano, perché la gente non capisce, perché il comune non mette le panchine, perché il comune non fa l’arredo urbano, perché la società non dà sussidi, perché la società crea povertà, allora si crea criminalità, si va in un’ottica completamente contraria e diametralmente opposta a quella che è la visione liberaldemocratica che in tutti i Paesi del mondo, in tutti i Paesi del mondo civili soprattutto, va a istituire le fondamenta del diritto penale, che è la responsabilità individuale. Comminando, quindi, delle pene al singolo, si cerca di redimere il comportamento del singolo, in modo tale che questo non commetta più reati e in modo tale che il pubblico abbia la possibilità, attraverso la redenzione del singolo, di soddisfare la collettività che ha subito il danno, attraverso l’attività criminale di questi.
ROBERTO SIMONETTI. Allora, con l’emendamento noi vogliamo sostanzialmente sostituire la parola “vivibilità” con il concetto dell’inviolabilità delle persone e dei patrimoni presenti sul territorio, da perseguire realizzando un insieme integrato di misure di dissuasione, tese a scoraggiare, prevenire e reprimere più efficacemente la commissione di crimini contro individui e cose, perché la proprietà è pubblica e privata, nonché a promuovere il rispetto della legalità. Quindi, sostituire la parola “vivibilità” con l’inviolabilità delle persone e dei patrimoni; è oggetto non solo di questo provvedimento l’inviolabilità del patrimonio, è oggetto anche di altri provvedimenti che devono essere poi presi in considerazione e che portano alla sicurezza, perché se quest’Aula vorrà prima o poi degnarsi di discutere anche di legittima difesa, si capirà che il soggetto che sa che se entra in un’abitazione di terzi ha la possibilità di non uscirci vivo, allora la criminalità probabilmente inizierà ad eliminarsi automaticamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie Presidente, noi voteremo contro questo emendamento dei colleghi e con una certa fatica provo a immaginare il mondo secondo gli occhi e i dei colleghi della Lega Nord.
PRESIDENTE. La ringrazio, colgo l’occasione per salutare studenti e docenti dell’Istituto comprensivo “Del Bene” di Maruggio (Taranto), che seguono i nostri lavori .
ARCANGELO SANNICANDRO. Almeno cinque minuti. Io ho l’impressione che ci sia un grande equivoco nell’impostazione della Lega: qui non stiamo discutendo di reati in quanto tali dell’ordinamento penale. In Italia l’ordinamento penale è ben vasto ed è ben grave, perché ci sono pene a iosa, reati a iosa, che difendono le persone e la proprietà. Qui stiamo discutendo di altro: questo decreto-legge, che io non condivido, badate bene, si interessa di quelle situazioni che reato non sono, ma sono situazioni che rendono poco vivibile la vita sociale e indecorose le città, cioè praticamente stiamo parlando del senzatetto che mi pare a Palermo è stato lì a dormire dove non doveva dormire, secondo questa legge. È chiaro? Per cui della sicurezza dovremmo parlare dal punto vista di quel (si dice così, mi pare, voi li chiamate così, io li chiamo senzatetto). Orbene, di questo stiamo parlando: di chi la sera - potete constatare: andate a via della Conciliazione - dorme sotto i portici di via della Conciliazione. Stiamo parlando delle prostitute o di altre situazioni, degli ubriachi e via discorrendo, tutte materie, tutte attività, tutti comportamenti che quando concretizzano un reato, il reato c’è e la pena è prevista dal nostro codice penale. Ma è una situazione diversa questa qui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Invernizzi. Ne ha facoltà, per un minuto.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, giusto per dire, tramite lei, al collega Farina che il mondo da lui tratteggiato è esattamente il mondo in cui noi crediamo, cioè il mondo nel quale, sullo spazio pubblico, un cittadino onesto e tranquillo può sentirsi, appunto, tranquillo. E’ un mondo nel quale, se qualcuno che delinque sullo spazio pubblico - penso al parcheggiatore abusivo che taglieggia senza alcun ritegno la donna che gli capita sottomano o l’anziano che magari ha paura di non dargli 2 euro perché chissà cosa può fare a lui o alla sua macchina - e decide magari di darsi ad un’attività più lucrosa, tipo le rapine negli appartamenti di notte, ecco rischia anche di notte di prendersi una roncolata sulla faccia o un colpo di pistola, senza che il proprietario sia poi magari condannato a pagare centinaia di migliaia di euro alla famiglia di questo delinquente. Il mondo da lei tratteggiato è proprio questo, il mondo nel quale crediamo e per il quale continueremo a batterci .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, è evidente che l’esigenza prospettata dai colleghi della Lega ha una sua meritevolezza e l’espressione utilizzata in questo articolo “prevenzione della criminalità” è leggermente insufficiente, per offrire un panorama che tenga conto anche di questa esigenza. Noi avremmo preferito che questo emendamento non fosse sostitutivo, ma potesse essere aggiunto a quella che è la prospettiva di questo articolo, perché è indubbio che bisogna prevenire, reprimere ed essere attenti alle fattispecie di illegalità diffusa e specifica, ma è anche evidente che, in periferia, una finestra non rotta aiuta comunque in qualche modo a garantire la legalità. Ovvero, nei luoghi di minore attenzione istituzionale, garantire una normalità di vita può essere un validissimo aiuto acché la legalità sia mantenuta. Quindi, voteremo a favore di quest’emendamento, ma soltanto perché sia ben chiaro che l’espressione troppo sintetica utilizzata in quest’articolo ha come esattamente quello che la Lega ha segnalato, cioè la necessità di occuparsi in modo specifico anche della tutela dei diritti dei singoli, che vedono così minata la propria tranquillità da aggressioni di carattere criminale. Quindi il nostro voto sarà a favore, esattamente per questo motivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente noi voteremo a favore di questa proposta emendativa. È del tutto evidente, anche sulla scorta di quanto abbiamo appena ascoltato, che l’, per quanto riguarda quest’articolo e queste proposte, sarebbe evidentemente quello di legare le due proposte, ovvero legare all’articolo 4 anche la proposta fatta dal collega Simonetti. Infatti, non lo so, in quest’Aula, quanti hanno capito esattamente quest’articolo, se è vero quanto prima affermato dal collega della sinistra, il quale ha detto che, fondamentalmente, lui vuole andare a vedere, rispetto alla sicurezza urbana, alla vivibilità e al decoro della città, dove stanno i senzatetto. Ma delle due l’una, collega, nel senso che, se è vero quanto da lei - attraverso il suo tramite, Presidente - appena affermato, è altrettanto vero che ad Aosta, a Venezia, a Taormina, allora, non ci sono i senzatetto? No, probabilmente ci sono anche in quei luoghi i senzatetto. Quanto sto affermando è suffragato dal fatto che, ad un certo punto, ad un certo comma rispetto all’articolo 4, si va a parlare non soltanto di urbanistica sociale e culturale e riqualificazione, ma si va a parlare anche in questo senso, per andare ad eliminare i fattori di marginalità, esclusione sociale, e guarda caso prevenzione della criminalità. È qui l’anello di congiunzione tra quanto recita l’articolo 4 e quanto il collega Simonetti della Lega andava, di fatto, con un emendamento intelligente, a cercare di definire in termini di steccato, in termini di alveo, entro il quale di fatto la criminalità va chiaramente a portare tutto quello che di fatto, sulla base di quest’articolo, non dovrebbe portare, cioè va a nascere la criminalità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
NICOLA MOLTENI. Presidente, con quest’emendamento noi vogliamo specificare, sempre con riferimento all’articolo 4, quali sono e chi sono gli enti locali. Lo specifichiamo, definendoli, tanto i comuni, che sono soggetti partecipi rispetto ai quali questo decreto riversa nuove competenze, ma vogliamo citare anche le province. Le province non sono un ente scomparso nel quadro istituzionale delle autonomie locali, sebbene una legge, che è stata approvata, la legge Delrio, ha svuotato le province di competenza, ma soprattutto ha svuotato le province di risorse. Oggi l’ente provincia, che è un ente che rimane nell’architrave istituzionale e nella definizione delle autonomie locali, non fa parte e non rientra all’interno di questo decreto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Chiediamo di aggiungere con questo emendamento - chiedo scusa, lo sto rintracciando adesso, non avevo la pagina - dopo le parole, che sono al comma primo dell’articolo 5, quindi “nel territorio della città metropolitana è istituito un Comitato metropolitano che riguarda l’ambito territoriale interessato, non solo comunale, ma comprendendo anche - aggiungiamo - le aree, oltre che rurali, industriali e artigianali, anche dismesse”. Perché questo? Sappiamo che, in determinate città, dove vi sono proprio le cosiddette zone industriali, oltre che artigianali e rurali, soprattutto in orari notturni queste diventano luoghi di nessuno e credo che il rafforzamento della vigilanza e quindi dei compiti interconnessi tra le forze dell’ordine e la polizia locale debba riguardare anche questo tipo di territori, che sono appunto interconnessi con il territorio urbano
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, noi voteremo favorevolmente su questo emendamento perché mi sembra che vi sia un rapporto fra e norme. Se la logica di questo articolo 5 è quella di individuare patti per l’attuazione della sicurezza urbana, è evidente che ampliare l’ambito di intervento non possa che essere esattamente in linea e coerente con quello che è lo scopo della norma, quindi anche se sinceramente devo dire che il riferimento alle aree dismesse mi sembra eccessivo, perché è evidente che siamo nell’ambito di tutto quello che può essere utilizzato in questo spirito, mi sembra tuttavia che la specificazione, ampliando, possa essere capace di offrire un miglior servizio normativo agli scopi che il legislatore si propone. Voteremo a favore.
EMANUELE FIANO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, Presidente, vorrei proporre all’Assemblea di cambiare il parere precedentemente espresso, ovviamente in attesa di ascoltare il parere del Governo, su questo emendamento, il 5.54 Distaso. Anche se noi ritenevamo, come abbiamo detto in sede referente, che queste fattispecie fossero già ricomprese nella definizione generale, nulla osta adesso in questo momento al parere favorevole sull’emendamento 5.54 Distaso.
FILIPPO BUBBICO,. Parere conforme, Presidente.
PRESIDENTE. Quindi i pareri diventano tutti e tre favorevoli.
ELIO VITO. Sì, perché, per quanto sia una cortesia non mi chiamo ancora “prego”.
PRESIDENTE. Infatti ho detto anche il suo cognome…
ELIO VITO. Solo per far osservare al collega Fiano che, per quanto apprezzabile la sua decisione, meriterebbe una riunione del Comitato dei diciotto, che noi chiederemo anche per rivedere a questo punto il parere su altri emendamenti all’articolo 5, di cui discuteremo tra poco, ad esempio quelli sulla Taser, perché appunto il parere non è personale del collega Fiano e viene espresso a nome del Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Noi condividiamo la di questo emendamento, però credo, Presidente, che debba essere fatta una riflessione più generale e complessiva, cosa che non è stata fatta sull’emendamento precedente, che mirava a sopprimere l’articolo 5. A sopprimerlo perché? Perché i patti per la sicurezza sono già presenti e vengono già sottoscritti, quindi non c’è alcun elemento di novità attraverso l’articolo 5. Già oggi le amministrazioni locali..tra l’altro qui si cita il sindaco e io credo che sarebbe stato molto più opportuno citare i sindaci; le amministrazioni locali con le prefetture sottoscrivono già i patti per la sicurezza, sottoscrivono delle convenzioni per il controllo del territorio, per il contrasto al degrado, per il contrasto alla criminalità.
EMANUELE FIANO, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. La parola prima al collega Fiano per la richiesta del collega Vito. Prego.
EMANUELE FIANO, Grazie, Presidente. Ritorno sul parere contrario e spero che il collega Distaso ringrazierà l’onorevole Vito il quale contraddicendo la richiesta del suo collega di partito, onorevole Sisto, il quale ha chiesto al relatore di cambiare il parere e il quale relatore, in ossequio alla richiesta di Forza Italia ha cambiato parere, si vede richiesto da Forza Italia di non cambiare il parere, nonostante l’unanimità del Comitato dei nove, senza richiedere al presidente la convocazione del Comitato dei nove. Mi scuserà il collega Distaso; lo ripresenterà al Senato.
PRESIDENTE. Dunque, il parere torna contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Presidente, giusto una battuta. Sono io che ringrazio l’onorevole Vito, perché onestamente ormai rimane agli atti che per una questione evidentemente formale il Partito Democratico non sta dando parere favorevole su questo emendamento, ma rimane la volontà politica che ha espresso l’onorevole Fiano. Io mi domando come si fa a dare un parere favorevole su questo emendamento, che si collega all’articolo 5, cioè interventi per la sicurezza urbana, sebbene qui venga chiesto di individuare anche le aree industriali e artigianali dismesse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Pensavamo che fosse insuperabile il livello di stupore con il quale abbiamo ascoltato l’intervento del collega Vito il quale, in barba ad una prassi assai utilizzata all’interno di quest’Aula, non riconosce la presenza di un rappresentante del suo stesso partito al tavolo dei nove che, come spesso accade, modula i propri pronunciamenti in corso di lavorazione. Viene da pensare che sia la dimostrazione che a proposito di aree dismesse la vera area desolata e dismessa sia rappresentata, ahinoi e purtroppo, dal centrodestra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Veramente anche in un emendamento su un articolo precedente, presentato sempre dai miei colleghi di Distaso e Altieri, questa mattina si era discusso e c’era stato un ripensamento di buonsenso da parte del relatore. Al di là dei formalismi e di quello che è successo, siccome io immagino che il problema molto probabilmente sia sulla situazione di alcuni emendamenti su cui il Comitato dei nove può darsi che debba necessariamente intervenire di nuovo, mi permetto, signor Presidente per suo tramite, di pregare il relatore - e formalizzo la richiesta, visto che il problema era formale - di accantonare questo emendamento e poi, nel proseguo dei lavori, ritornare eventualmente dopo i passaggi formali del Comitato dei nove. Quindi, presento la richiesta formale di accantonamento.
PRESIDENTE. Chiediamo al relatore sulla richiesta di accantonamento. Prendo atto che il relatore non accetta la richiesta di accantonamento. Se insiste la poniamo in votazione, Palese.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, io sono veramente esterrefatto. Il Parlamento cerca di dare un contributo…
PRESIDENTE. No, Palese. Lei ha già fatto l’intervento! Lei ha già fatto un intervento. Mi dica se insiste oppure no, altrimenti…
ROCCO PALESE. Sì, insisto. A questo punto insisto, perché è veramente incredibile. Si accantona tutto. Si chiede l’accantonamento per sanare la parte formale e si dice…
PRESIDENTE. Va bene: insiste.
ROCCO PALESE. Il Governo…
PRESIDENTE. Che Governo, collega Palese? Lei ha fatto una richiesta di accantonamento e io ho chiesto se vi era qualcuno che voleva parlare a favore o contro.
ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, io non ho chiesto di intervenire per richiamo al Regolamento ma avrei potuto farlo, perché nel mio intervento vorrei sollecitare la Presidenza, in questo momento lei, ad intervenire quando capita che un parlamentare, intervenendo, richiami la necessità di rispettare il Regolamento e altri parlamentari commentino questo intervento del parlamentare, che vuole che si rispetti il Regolamento, censurando questo intervento. Non entro nel merito dell’emendamento, ma il collega Vito ha semplicemente posto una questione regolamentare. Mi rivolgo a lei, ma, per il suo tramite, all’onorevole Fiano: se c’è qualcuno, segnatamente l’onorevole Fiano, che ritiene di essere il proprietario del provvedimento, ancor di più dell’Aula, questo non è colpa dell’onorevole Vito . Credo però che la Presidenza, quando, nel corso di una discussione su un provvedimento, accadono questi incidenti, debba in qualche modo segnalarli, secondo me anche stigmatizzarli.
PRESIDENTE. Collega, non avendo visto nessuno del tavolo del Comitato dei nove alzarsi per contestare il cambio di parere del collega Fiano ho inteso che il Comitato dei nove fosse d’accordo all’unanimità, altrimenti avrei detto al collega Fiano che non poteva cambiare il parere in corso d’opera e doveva convocare il Comitato dei nove. Questa obiezione si è sollevata dai banchi della sua forza politica e per questo poi il relatore credo abbia cambiato idea. Si può decidere di convocare il Comitato dei nove oppure no, ma questo lo decide il relatore.
MAURIZIO BIANCONI. Presidente, sottolineo la sua inappuntabile valutazione su quanto è successo. Io penso che Forza Italia debba porsi molti interrogativi nella conduzione di questo centrodestra, al quale secondo me ormai non appartiene più da tempo. Ma volevo dire al collega Fiano, per il suo tramite, che non è che il collega Distaso è dispiaciuto perché lei ha detto “mi dispiace per il collega Distaso, passerà al Senato questo emendamento”; Fiano si deve dispiacere, se ritiene che il suo parere favorevole e quello del Comitato dei nove sia giusto, col popolo italiano, perché, anziché legiferare secondo una convinzione, si legifera secondo una ripicca. Quindi, sono sempre dell’opinione che il parere cambiato non sia nell’interesse di qualche parlamentare, ma del popolo, per il quale legiferiamo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LUIGI GALLO. Presidente, mi chiedo se i bambini hanno diritto di vivere in sicurezza nelle nostre città, perché qui state rigettando due proposte che mirano alla vivibilità dei più deboli, a percorsi sicuri in città e a permettere facili spostamenti tra scuola e luoghi culturali, parchi e spazi pubblici, muovendosi in autonomia e in sicurezza. Voi cosa immaginate, invece, per bambini e ragazzi nella città? Una vita reclusa, scortata, custodita, videosorvegliata, assistita? Questo decreto è vuoto: scrivete di vivibilità, scrivete di riqualificazione e recupero delle aree, scrivete di eliminazione dei fattori di marginalità ed esclusione sociale, ma dove? Come lo fate? Non ci sono strumenti, non ci sono soldi e non c’è nessun intervento concreto, dopo queste parole. Un vago intervento lo scrivete nelle sanzioni di recupero dei beni culturali, ma perché volete che non si interferisca con il dei flussi turistici per i beni culturali, come se i beni culturali fossero un bene per i turisti e non un bene comune che, prima di tutti, devono vivere i cittadini residenti, che devono vivere, guardare e abbracciare i monumenti. Date vita a mini Daspo con un’efficacia prossima allo zero, perché non mettete un euro. E il Daspo per i corrotti, per i colletti bianchi, i banchieri, gli assicuratori che truffano i risparmiatori? Quelli che non deturpano la nostra città? Avete ragione, deturpano la nostra vita, mandano sul lastrico famiglie e città intere. E il Daspo per imprenditori corrotti, per i politici che fanno reati contro la pubblica amministrazione? Il Daspo a Lotti per tenerlo fuori da Palazzo Chigi? Questi non li fate e non li farete mai .
PRESIDENTE. La ringrazio. Saluto studenti e docenti del Liceo scientifico “Giotto Ulivi” di Borgo San Lorenzo, Firenze, che stanno seguendo i nostri lavori dalle tribune .
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, io sono già abbastanza turbato nel leggere l’articolo 5, secondo comma, lettera per il modo come è scritto e per quello che dice: contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, anche coinvolgendo, mediante appositi accordi, le reti territoriali di volontari, per la tutela e la salvaguardia dell’arredo urbano, delle aree verdi e dei parchi cittadini, nonché attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza. Cioè, noi stiamo facendo una legge come se fosse l’anno zero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, sulla scia di quanto il collega Sannicandro ha vivacemente introdotto nell’Aula dal punto di vista concettuale, credo che questo sia un emendamento che dice troppo. È evidente che, benché io non condivida la critica sul contenuto di un patto, se c’è un patto, bisogna pure scrivere qual è il contenuto del patto; potrà anche essere un contenuto essenziale, che ha nella generalità la sua caratteristica, ma proprio perché è un patto su criteri generali, il dettaglio mi sembra che sia ultroneo. Quindi un motivo di tecnica legislativa che ci porta questa volta in senso diverso rispetto al precedente atteggiamento: non è una specificazione che amplia, ma una specificazione che corre il rischio di specificare troppo e quindi di rendere il patto assolutamente inidoneo, e quindi non accettabile. Voteremo contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, questo emendamento è stato oggetto di ampia discussione in Commissione; ringrazio il Governo per i chiarimenti che ha offerto. In pratica questa sperimentazione delle pistole ad impulso elettrico è in corso, e quindi il Governo ha riservato all’esito, ci auguriamo prossimo, di questa sperimentazione, che ormai ha una sua datazione, ogni provvedimento in merito: è evidente che non si può scrivere una norma su uno strumento che è in corso di avviata sperimentazione. Vedo che il Governo assente a questo tipo di prospettiva, cioè l’attesa dell’esito di questa sperimentazione. Noi ne faremo comunque oggetto di ordine del giorno in questo senso, programmatico rispetto all’attesa dell’esito; e quindi con queste rassicurazioni, che mi son venute e mi vengono dal Viceministro Bubbico, ritiro l’emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento Gregorio Fontana 5.21.
EMANUELE FIANO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, . Presidente, come già fatto nel riunione del Comitato dei nove, c’è un parere favorevole all’emendamento Gregorio Fontana 5.21, già accantonato, con proposta di riformulazione, che così reciterebbe: “al comma 2, lettera aggiungere in fine le parole: e favorendo l’impiego delle forze di polizia per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio”.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Ci siamo sentiti con i colleghi: accettiamo la riformulazione.
FILIPPO BUBBICO,. La condividiamo.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, Invernizzi?
CRISTIAN INVERNIZZI, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Siamo all’emendamento Gregorio Fontana 5.21?
PRESIDENTE. Sì. Perché è stato ritirato quello precedente, collega.
ARCANGELO SANNICANDRO. Cioè, laddove si dice che se c’è bisogno si aumenta la dotazione di personale. È così?
PRESIDENTE. No. Se vuole, le faccio…
ARCANGELO SANNICANDRO. “Anche potenziando l’impiego del poliziotto di quartiere, per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio”. In buona sostanza, vi si dice…
PRESIDENTE. Sì. Se vuole le faccio rileggere la riformulazione, se serve.
ARCANGELO SANNICANDRO. Eh sì, perché…
PRESIDENTE. Prego, collega Fiano, se può rileggere la riformulazione.
EMANUELE FIANO, . Su intervento peraltro anche del Governo in sede di Comitato dei nove, il testo dell’emendamento riportava: “anche potenziando l’impiego del poliziotto di quartiere, per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio”. Il Governo peraltro, Presidente, mi corre l’obbligo di dire, ha fatto notare in sede di Comitato di nove che la specifica indicazione del poliziotto di quartiere non è che una delle possibilità di impiego delle forze di polizia, peraltro risalente alla competenza gerarchica del questore; e dunque la formulazione, che indica una delle prerogative di azione di cui all’articolo 5, è: “favorendo l’impiego”… Quindi non è una possibilità di potenziamento diretto, perché non stiamo parlando di una competenza del questore, ma è questo insieme di figure che può favorire l’impiego delle forze di polizia, per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Sannicandro.
ARCANGELO SANNICANDRO. Se ho capito bene, praticamente per esigenze straordinarie di controllo del territorio, si può potenziare il poliziotto di quartiere. Mi sembra talmente rivoluzionario che io voto a favore!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Presidente, noi votiamo a favore; però vorrei far presente agli amici di Forza Italia che oggi come oggi i sindacati di polizia ci dicono: abbiamo una carenza di organico pari a 45 mila uomini in divisa. Di questi 45 mila uomini in divisa, che mancano nell’organico delle forze di polizia nazionale, 18 mila sono poliziotti: mancano 18 mila poliziotti nell’organico complessivo della Polizia di Stato. Adesso io condivido il fatto che ci sia il poliziotto di quartiere, vorrei anche il poliziotto di condominio; però spiegatemi dove andate a prenderli, questi poliziotti, perché non ci sono i poliziotti per garantire la sicurezza generale e nazionale dei territori! Introduciamo nell’articolo 5 la definizione di poliziotto di quartiere: va benissimo, ditemi però dove andate a prendere il poliziotto di quartiere, in un decreto-legge dove non ci sono assunzioni e non ci sono soldi, Presidente! È inutile illudere e prendere in giro i cittadini: con questo decreto-legge non ci sarà più sicurezza, ma rischia di esserci meno sicurezza, Presidente .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ELIO VITO. Stiamo discutendo di un provvedimento che è stato giustamente definito vuoto, generico, privo di risorse necessarie, insufficiente insomma a far fronte a quell’esigenza di sicurezza e legalità che è molto sentita dai cittadini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
TRIFONE ALTIERI. Grazie Presidente e onorevoli colleghi, in questo articolo, dove si parla di patti per l’attuazione della sicurezza urbana, e soprattutto alla lettera dove si invita a fare attività per promuovere la sicurezza urbana e dare la possibilità ai cittadini di utilizzare senza problemi gli spazi pubblici, io ritengo che non possa non farsi riferimento, in questo articolo e in questo testo di legge, ad uno dei fenomeni più tristi che degrada molte delle città italiane e molti degli spazi italiani, che è quello della prostituzione per strada.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Presidente, è degradante quest’intervento che abbiamo ascoltato dentro un’Aula parlamentare, perché, da quello che ho capito dal collega, il tema non è la prostituzione o gli uomini che pagano per fare sesso, il problema è se queste donne stanno in strada o stanno in comodi appartamenti. Quindi, se battono in oppure, magari, come viene scritto nel testo, con abiti succinti, che allora lì effettivamente capisco meglio: occhio non vede, cuore non duole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MARIASTELLA GELMINI. Grazie Presidente, per aggiungere la firma a questo emendamento, che credo rivesta una grande importanza per capire l’approccio che la maggioranza ha nell’affrontare il tema della sicurezza urbana. Infatti, già nel corso della discussione, è emersa la debolezza di questo provvedimento. Sono emerse molte lacune in termini di mancate risorse, di mancato stanziamento anche di risorse umane, per garantire la sicurezza. Si è votato contro, la maggioranza ha pensato di votare contro, l’installazione di nelle stazioni e nelle metropolitane. Probabilmente ha ritenuto questa una spesa superflua. Quest’emendamento rappresenta un piccolo risarcimento, un piccolo aiuto ai cittadini, di fronte ad uno Stato che è deficitario nel garantire la loro sicurezza e che addirittura, con quest’emendamento, semplicemente garantirebbe una detrazione, rispetto a quelle risorse che i cittadini devono versare per auto-garantirsi la sicurezza in casa propria. E, allora, io invito la maggioranza ad un supplemento di riflessione, perché credo che gli italiani, di fronte ad uno Stato che non è in grado di garantire la loro sicurezza, abbiano almeno diritto ad una piccola detrazione. Votare contro quest’emendamento vorrebbe dire dichiarare l’inutilità di un provvedimento, che appare fin dai primi articoli come un pannicello caldo, un tentativo maldestro di pulirsi la coscienza, rispetto ad un tema che la sinistra non è in grado di affrontare
EMANUELE FIANO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, . Grazie, Presidente. Per il suo tramite, vorrei con molta educazione replicare alla collega Gelmini e anche con amicizia. Primo: io non penso che sia competenza del Parlamento scegliere dove vanno messi i metaldetector. Sono fedele alla legge n. 121 del 1981, le cui prerogative indicano nell’autorità tecnica provinciale di riferimento, ovvero il Questore della provincia, la facoltà di scegliere quali mezzi e dove metterli per un’attività, quella del contrasto al terrorismo, che esula dal contenuto di questo decreto e - come lei, Presidente, potrà ben spiegare alla collega Gelmini che lo sa - è stata regolamentata in maniera secondo me molto efficace, peraltro con diversi pareri favorevoli anche del gruppo di Forza Italia, dal decreto-legge convertito sul terrorismo. Secondo punto: vorrei segnalare alla collega Gelmini, per il suo tramite, che non è vero che in questo provvedimento non ci sono coperture; è stata infatti asseverata dalla Commissione Bilancio la copertura per la dotazione di telecamere di video-sorveglianza per i comuni che ne facciano richiesta. Terzo punto: come si vedrà nel prosieguo di questa discussione, onorevole Presidente, su un aspetto molto importante, cioè che questo decreto assegna, per un’idea di sicurezza integrata, nuovi compiti e funzioni alle agenti e agli agenti della polizia locale, si è provveduto con un apposito emendamento per attribuire - cosa richiesta da tutti i gruppi parlamentari nonché dall’associazione di rappresentanza dei comuni italiani - ai comuni italiani nuove facoltà assunzionali di polizia locale, ovvero uno strumento da utilizzarsi per l’appunto per incrementare queste nuove prerogative che sono assegnate ai comuni, di concerto con i prefetti ed i questori. Infine, signor Presidente, con il suo permesso, io vorrei ricordare che, in generale, sulla sicurezza, quella urbana e quella extra urbana, nelle ultime quattro leggi di stabilità, quindi compresi gli stanziamenti dell’ultima legge di stabilità, si è arrivati a 5,6 miliardi di stanziamenti sulla sicurezza. Con l’ultima legge di stabilità a quasi un miliardo e 600 milioni che comprendono i famosi 80 euro per le Forze dell’ordine, il riordino delle carriere e una parte, seppur ridotta, per la contrattazione. Dunque, io sono ovviamente del tutto rispettoso delle critiche nel merito che possono essere fatte a qualsiasi provvedimento, compreso questo, signor Presidente. Non credo che sia una strada facile da percorrere quella del descrivere un Paese dove, nel 2009, 2010, 2011 sono stati tagliati 4 miliardi ai comparti sicurezza e difesa dello Stato e nelle ultime quattro leggi di stabilità ne sono stati stanziati 5,6 miliardi da questo Governo e da quello precedente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto D’Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, prima alcuni colleghi della Lega parlavano di ideologia. Ecco, io credo - lo dico anche con il rispetto che bisogna avere della parola “ideologia” - che l’intervento della collega Gelmini ci abbia offerto una buona sintesi di una ideologia di destra che sta prendendo piede e che - ahimè - ha condizionato anche alcune scelte in questa legislatura di questo Parlamento e del Governo. L’idea qual è? Lo Stato non è più in condizione di garantire la sicurezza dei cittadini, cioè di adempiere a uno dei suoi compiti fondamentali. Che facciamo? Diamo gli sgravi ai privati affinché chi può, chi è in condizione di farlo con le proprie risorse, con lo sgravio, provvede privatamente alla sicurezza. La scuola pubblica funziona di meno? Che facciamo? Diamo gli sgravi affinché le famiglie che possono, le famiglie benestanti finanzino la scuola privata. Non siamo più nella condizione di garantire l’universalità della sanità pubblica? Che facciamo? Apriamo di più alla sanità privata. Ecco, questa è la vera ideologia che è in campo, un’ideologia di destra che credo noi dobbiamo contrastare molto fortemente, riaffermando il ruolo dei poteri pubblici sul e anche sulla sicurezza ed è per questo che, al di là del discorso sulle risorse che ha fatto l’onorevole Fiano, noi esprimeremo un voto convintamente contrario su questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Presidente, innanzitutto mi spiace che il collega D’Attorre, sempre così attento, non abbia colto il significato di questo emendamento, che va esattamente nella direzione contraria a quello che lui diceva. Chi ha le risorse lo fa comunque a proprie spese e quindi non c’è questo problema, ma proprio per evitare la disparità sociale di chi vuole avere queste misure di sorveglianza e non può permettersele, la detrazione fiscale consentirebbe a tutti di potersene dotare. Ma voglio replicare al collega Fiano - e concludo Presidente - nel breve tempo che mi è concesso. Poco fa è stato dichiarato inammissibile dalla Presidenza un nostro emendamento che incrementava, quello sì, le risorse, poche, stanziate dal Governo con la legge di stabilità a favore delle forze dell’ordine, risorse che, tra l’altro, sono anche del tutto insufficienti per poter fare i provvedimenti che sono stati già approvati dal Parlamento: rinnovo dei contratti, riordino delle carriere, il degli 80 euro che è stato richiamato e le assunzioni. Se vi fosse stata una buona volontà di fare quello che il Parlamento ha deciso di fare da parte del Governo, sarebbe bastato approvare quell’emendamento che ha una sua copertura. E ricordo all’onorevole Fiano - e concludo - che il Governo, che più di tutti ha stanziato complessivamente per le Forze dell’ordine, per la sicurezza, i cui decreti sono stati anche richiamati in quest’Aula poco fa, è il Governo Berlusconi. Questo con dati ufficiali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Per il suo tramite, io vorrei fare qualche richiamo dal punto di vista delle leggi in vigore nel nostro Paese, per quanto affermato poco fa dal collega D’Attorre, signor Presidente. I vengono introdotti dalla legge n. 537 del 1993 nel campo dei farmaci e la maggioranza era di centrosinistra, per non parlare di quello che è successo con il primo Governo Prodi e a seguire, perché, con il primo Governo Prodi, noi abbiamo il comma 34 di quell’articolo 1, che cambia i criteri di riparto, penalizzando le fasce più deboli del Fondo sanitario nazionale ed è sempre la sinistra, e per giunta anche con l’approvazione della parte di Bertinotti in quel tipo di situazione. Non solo: chi introduce nell’ordinamento la compartecipazione da parte dei cittadini, oltre le risorse pubbliche per sostenere il Servizio sanitario nazionale, è stato l’articolo 2 della legge n. 229 del 1999 e il decreto legislativo n. 502 del 1992, che passò come “decreto legislativo Bindi”; sono sempre loro. Quindi qual è la cultura di destra rispetto a questo, quando poi tutte le norme e tutto l’ordinamento che è stato fatto in questi termini è solo approvato dalla sinistra e spesso e volentieri anche con la sinistra radicale che votava questi provvedimenti? Lo dico per chiarezza, Presidente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Solo per chiarire che probabilmente nel 2017 sarebbe anche il momento di smetterla di pensare che, da una parte, ci sono i ricchi che vogliono difendersi dai poveri, che magari hanno contribuito a creare, ed è per questo che, chiusi nelle loro splendide ville, circondate da guardie giurate, sono pronti a far sparare il loro esercito privato contro madri di famiglia, giovani o bambini che cercano di assaltare queste ville fantastiche in cerca di un pezzo di pane. All’onorevole D’Attorre, sempre tramite lei, tramite la Presidenza, vorrei ricordare che la necessità di porre le grate alle finestre, la necessità magari di dotarsi nel 2017 di un piccolo antifurto non è di coloro che vivono in queste grandi ville. È di stretta attualità una polemica anche giornalistica sulle dichiarazioni di un noto famoso cantante, Celentano, che appunto si è lamentato di questo rischio. Celentano ha la possibilità di pagarsi guardie giurate, ha la possibilità di pagarsi sistemi di sorveglianza, anche senza che lo Stato provveda a garantirgli magari una detrazione fiscale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Chiediamo con questo emendamento di aggiungere il comma 2- - alla fine del comma 2 aggiungere il punto e, quindi, diventerebbe un punto aggiuntivo - per chiedere, in materia di patti di sicurezza urbana, che entro il 31 gennaio di ogni anno prefetto e sindaco provvedano ad inviare al Ministro dell’interno una relazione sullo stato di attuazione del patto, indicandone i progressi contenuti e le criticità incontrate e, nello stesso tempo e di conseguenza, che entro il 30 marzo di ogni anno il Ministro dell’interno invii al Parlamento una relazione complessiva e dettagliata sullo stato di attuazione dei suddetti patti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Velocemente per dire che questo emendamento è per collegare, in sostanza, la dell’articolo 5 con quella dell’articolo 6, quindi collegare i patti della sicurezza urbana alla funzione del comitato metropolitano e quindi aggiungere le parole: “verifica dell’attuazione dei patti per la sicurezza urbana di cui all’articolo 5 e la valutazione dei risultati ottenuti”, dopo le parole: “città metropolitana”, al comma 1 del primo periodo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
NICOLA MOLTENI. Presidente, credo che sia doveroso - lo chiedo al Governo, ma in modo particolare al relatore - che venga data spiegazione all’Aula sulla funzione e sulle competenze che il comitato metropolitano avrà in materia di sicurezza. Sappiamo benissimo che l’organo che sovraintende e coordina la sicurezza, l’ordine pubblico, la sicurezza urbana e l’incolumità pubblica a livello provinciale è il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, cui partecipano i rappresentanti istituzionali della provincia, che ha funzioni delimitate, specifiche, non generiche e non astratte. Quello è il luogo, da un punto di vista istituzionale, cui partecipano il prefetto, il questore, il comandante forze dell’ordine, i sindaci e le amministrazioni locali invitate; il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza è un organo istituzionale riconosciuto, con competenze e con funzioni determinate, chiare e precise, che interviene nel momento in cui si verificano situazioni di particolare gravità sui territori. Quello è una cosa, mentre voi introducete con l’articolo 6 il comitato metropolitano. È presente il sottosegretario alla giustizia, però credo che il collega Fiano potrà e potrebbe spiegare all’Aula questo comitato, che è evidentemente un comitato politico, che analizza, che studia, che fa riflessioni, ma non abbiamo capito se questo comitato assuma anche delle decisioni, se questo sia un comitato politico, come è stato più volte definito in Commissione, oppure se sia un vero e proprio comitato istituzionale, perché altrimenti stiamo creando un ente inutile, un ente che non ha funzioni, un ente che non ha potere decisorio, un ente che non ha la capacità di intervenire in maniera concreta laddove si verifichino problemi di ordine pubblico e di sicurezza sul territorio.
EMANUELE FIANO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, . Presidente, rispondo brevemente, per cortesia, alla domanda del collega Molteni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO DISTASO. Presidente, avendo ascoltato le considerazioni di carattere generale del collega Molteni sull’istituzione di questo nuovo organismo e tenendo conto anche delle argomentazioni del relatore, noi proponiamo semplicemente, in questo caso - ma tornerò sul punto con altri emendamenti -, vista la presenza nell’organismo del sindaco del comune capoluogo, di affiancargli il comandante del Corpo di polizia locale appunto del comune capoluogo e di aggiungere, però, le parole - forse è una dimenticanza - “il questore o un suo delegato”.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
NICOLA MOLTENI. Presidente, io insisto. Ringrazio ovviamente il collega Fiano, che gentilmente e con rispetto è intervenuto; la risposta del collega Fiano non è assolutamente convincente, perché a questo punto, se è come l’ha spiegata il collega Fiano, il comitato metropolitano è esattamente un doppione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Con un’aggravante, Presidente: che come è scritto nell’articolo 6 - e mi piacerebbe che i dubbi che ho io fossero condivisi anche da qualche altro collega - dicevo nel momento in cui all’articolo 6 si specifica che colui il quale presiede il comitato è esattamente lo stesso soggetto, cioè il prefetto, che presiede il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, ciò conferma il fatto che questo nuovo comitato metropolitano è esattamente la fotocopia del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Con un problema: che mentre il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza decide e assume decisioni vincolanti per la sicurezza e l’ordine pubblico del territorio, questo neocomitato, organismo, organo, chiamatelo come volete, svolge unicamente (ma non perché lo dico io, perché lo dice il testo di legge) funzioni di analisi, di valutazione e di confronto, ma non decide assolutamente nulla.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO DISTASO. Presidente, con questo emendamento, che diventerebbe un articolo aggiuntivo, il 6-, proponiamo una modifica all’articolo 20 della legge n. 121 del 1981, che è quella che istituisce il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, che è poi la questione vera richiamata anche dal collega Molteni prima. Crediamo opportuno che in quest’ottica, di questo provvedimento, che prevede appunto il potenziamento dei compiti sia degli organi elettivi, ma anche della sicurezza locale, il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico venga presieduto non solo dal prefetto come oggi, ma copresieduto dal prefetto insieme al sindaco del comune metropolitano, perché in questo caso il sindaco deve, secondo noi, accentuare i suoi poteri e renderli compatibili con l’organo periferico di Governo a livello locale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente, qui il problema l’ha già ricordato negli interventi precedenti il collega Molteni, che è quello della mancanza di capitale umano all’interno delle Forze di polizia: mancano 45.000 persone che possono dare ulteriore supporto alle Forze di polizia.
EMANUELE FIANO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, . Presidente, nel rispetto delle opinioni che ho appena ascoltato del collega Simonetti, vorrei segnalare a lei e per il suo tramite ai colleghi che hanno presentato gli emendamenti che vanno dall’emendamento del collega Simonetti 7.53 in avanti, fino all’emendamento che voteremo delle Commissioni 7.100, che noi introduciamo, in questo passaggio della conversione del decreto-legge, un punto decisivo, che i comuni che sono stati ascoltati nelle Commissioni congiunte e che hanno riferito, oltre alle organizzazioni sindacali anche di rappresentanza della polizia locale, che evidentemente uno dei temi centrali di questo decreto era quello di ridare ai comuni le facoltà assunzionali che permettano loro di incrementare il personale di polizia locale, l’emendamento 7.100 è per l’appunto una delle novità più significative di questo decreto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Io credo che su questo punto si debba fare chiarezza, collega Fiano. L’emendamento del collega Simonetti chiede l’implementazione delle piante organiche dei comuni, attraverso l’assunzione di nuovi agenti di polizia locale. Evidentemente un intervento di questo tipo comporta oneri per lo Stato. Se questo decreto, conservando l’articolo 17, cioè la clausola di neutralità finanziaria, porta lo Stato a non mettere un euro in questo decreto, significa che le amministrazioni locali, virtuose o non virtuose, non possono assumere nuovi agenti di polizia locale. Cosa avete consentito voi con l’emendamento, ovviamente sollecitato da noi? Che ci possa essere lo sblocco del Oggi c’è il blocco del al 25 per cento: quattro agenti di polizia locale vanno in pensione, il comune ne può sostituire uno.
PRESIDENTE. Concluda, Molteni.
NICOLA MOLTENI. Con l’emendamento presentato, quattro vanno in pensione, quattro vengono sostituiti. Ma non c’è nuova assunzione! Su questo punto, io credo che il Governo, la maggioranza e i relatori devono essere chiari…
NICOLA MOLTENI. Perché non possiamo vendere ai comuni…
PRESIDENTE. Grazie, grazie mille.
PRESIDENTE. Allora, la seduta è ripresa, se potete, liberate i banchi del Governo.
EMANUELE FIANO, . L’emendamento 7.2 Leva è stato ritirato.
PRESIDENTE. No, no, deputato Fiano, l’emendamento 7.10 Lombardi è stato ritirato, il 7.2 Leva resta ancora.
EMANUELE FIANO, . È stato ritirato in Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Però non c’è stato comunicato. Quindi, il 7.2 che stiamo votando, in realtà, risulta ritirato? Allora abbiamo scherzato: revoco la votazione.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Direi che stiamo arrivando al cuore del problema
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signor Presidente. Paradossalmente, quello che è stato dichiarato ora dal collega Farina viene anche sottoscritto dal gruppo della Lega Nord nel senso che quello che viene presentato, magari dalla attuale maggioranza di Governo, dal Ministro Minniti, dal Governo stesso, come qualcosa di necessario o qualcosa di innovativo, altro non è che effettivamente la ripresa di quello fatto a suo tempo dal Ministro Maroni e dal Governo Berlusconi. Ricordo altresì al collega Farina che non venne fatto dall’allora Ministro Maroni sotto le e vacanze estive, quasi per nascondersi all’opinione pubblica.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Io chiedo al relatore di rivedere il parere su questo emendamento perché, di fatto, quello che richiediamo è di permettere ai sindaci di poter intervenire urgentemente in quelle aree che sono diventate, di fatto, delle discariche a cielo aperto e specialmente nelle zone periferiche e, quindi, consentire così delle azioni, specialmente per il risanamento e per quegli interventi che vanno a ridurre in maniera mirata il degrado urbano.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo emendamento cerca di introdurre gli esercizi in cui è utilizzato il gioco con vincite in denaro tra le tipologie di attività commerciali oggetto di ordinanze sindacali. È un argomento che interessa trasversalmente l’intero Parlamento, concernente la famosa libertà per i comuni di impedire o limitare l’accesso alle sale alle sale di vincite in denaro, e quindi la questione legata al gioco d’azzardo. Secondo noi oggi questo deve trovare spazio all’interno di questo decreto sicurezza, perché si sta tramutando ormai in un’emergenza sociale e sanitaria. Chiediamo di valutare seriamente questo emendamento, quindi chiedo al relatore, al collega Fiano, se è possibile accantonare questo emendamento, perché crediamo che su questo punto…
PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, ma il collega Fiano mi fa cenno che è d’accordo ad accantonarlo.
DAVIDE CRIPPA. Perfetto. Interverremo più tardi.
PRESIDENTE. Andiamo avanti.
EMANUELE FIANO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO,. Presidente, chiederei di accantonare, a seguito di un approfondimento da farsi in sede di Comitato dei diciotto sulla lettera del comma 1, numero 2, dell’articolo, gli emendamenti 8.6 Molteni, 8.16 Menorello, 8.7 Molteni, 8.2 Causin, 8.28 Prataviera, 8.54 Squeri e gli identici 8.15 Squeri e 8.26 Bazoli.
PRESIDENTE. L’emendamento 8.26 Bazoli è stato ritirato.
EMANUELE FIANO,. Ok, quindi fino all’emendamento 8.15 Squeri.
PRESIDENTE. Passiamo quindi alla votazione dell’emendamento 8.8 Molteni. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
NICOLA MOLTENI. Presidente, non vi faccio perdere troppo tempo, però inviterei l’Aula a leggere, per curiosità, l’articolo 8 così come è presente all’interno di questo decreto, e ad andare, per curiosità, a prendere il decreto legislativo fatto dal Ministro dell’interno Roberto Maroni nel 2008 con riferimento alla definizione di sicurezza urbana e di incolumità pubblica, visto che - a me viene da ridere, ma vedo che anche al collega Fiano ride - leggendo l’emendamento 8.100 del Governo vi renderete conto che l’operazione che il Governo, la maggioranza ed il relatore hanno fatto è stato esattamente quella di prendere il testo vigente, ovvero il decreto legislativo di Roberto Maroni, di spezzettarlo, di spalmarlo all’interno del decreto che viene oggi portato all’attenzione del Parlamento e di chiedere un voto.
PRESIDENTE. Collega Molteni! Quando concludete un discorso, se dite “grazie” noi spegniamo i microfoni e abbiamo la possibilità di passare avanti, grazie. No, ma per evitare anche queste cose qui.
ROBERTA AGOSTINI. Accettiamo la riformulazione e provo a spiegare la dell’emendamento, il significato, perché con questo emendamento D’Attorre 8.1 facciamo sì che l’intervento con l’ordinanza del sindaco sia sulla prevenzione e sul contrasto dell’effettivo fenomeno criminoso. È un emendamento contro un potere troppo indeterminato di ordinanza, circa la condotta su cui intervenire. In particolare eliminiamo un inciso, dove si dice “le situazioni che favoriscono”, e inseriamo anche la tratta tra le situazioni su cui interviene l’ordinanza.
PRESIDENTE. Si accetta allora la riformulazione.
GREGORIO FONTANA. Presidente, il problema di dotare le forze dell’ordine di armi efficaci e moderne è un punto centrale, che penso debba riguardare le forze politiche. Come è noto, le forze dell’ordine non hanno in dotazione altro che le armi da fuoco, e certamente gli sfollagente; le polizie d’Europa e del mondo hanno anche altre dotazioni, e in particolare l’importanza deve essere rivolta alle armi non letali. Le armi non letali - come ad esempio la più efficace, il cosiddetto taser - consentono di trarre in arresto chi resiste all’arresto, in maniera tale da non utilizzare le armi da fuoco.
PRESIDENTE. I banchi del Governo, per favore!
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente, in quella discussione, che poi dette vita alla sperimentazione, almeno un punto di accordo - non fra tutti - lo avevamo raggiunto: di non classificare le pistole a impulso elettrico, i taser, come armi non letali, perché questo non corrisponde al vero. Sono armi che hanno una letalità certamente minore delle armi da fuoco tradizionali in dotazione alle forze dell’ordine, ma è assolutamente falso che siano armi non letali; tant’è vero che nei Paesi dove esse sono più diffuse i casi hanno una statistica importante di letalità, a fronte dell’uso del .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CELESTE COSTANTINO. Presidente, questo è un articolo che potremmo definire l’articolo della cattiveria, mi verrebbe da dire, perché si chiede di sanzionare da 100 a 300 euro chiunque ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione a determinati luoghi, che sono stazioni ferroviarie e aeroportuali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Prendo la parola per richiamare l’attenzione dei colleghi su quest’articolo, sul successivo e sui commi che ne costituiscono il contenuto. Ognuno di questi articoli e di questi commi comincia sempre così: “Fatto salvo quanto previsto dalla vigente normativa a tutela delle aree interne”, in questo caso delle infrastrutture, ferroviarie, aeroportuali e via dicendo. Poi, terzo comma: fermo restando il disposto dell’articolo “x”, si può fare… e via dicendo. Articolo 9: “Fatto salvo quanto previsto dalla vigente normativa a tutela delle aree interne delle infrastrutture” e via dicendo. Secondo comma dell’articolo 9: “Ferma restando l’applicazione delle sanzioni amministrative previste dagli articoli 688 e 726 del codice penale e dall’articolo 29 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, nonché dall’articolo 7…” e via dicendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Non entro nel merito, perché ovviamente poi ciascuno può ritenere questa norma avallabile o meno dal punto di vista culturale, ma entro nel metodo. Il collega Sannicandro è troppo esperto, per non conoscere che vi è il rischio, quando si legifera sulla stessa materia, della cosiddetta interpretazione abrogativa tacita. È ben possibile che io intervenga sulla stessa materia e che si possa pensare che la norma nuova abroghi, in tutto o in parte seppur tacitamente, la preesistente. Quindi, questa è una tecnica normativa per evitare che qualcuno possa anche soltanto ipotizzare che la nuova norma vada ad intaccare, sia pur parzialmente, il contenuto dalla preesistente. Quindi, si potrà dire nel merito, se si è d’accordo o non si è d’accordo, ma non mi sembra che la tecnica sia indicativa di una superfluità dell’intervento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTA AGOSTINI. Anche qui per provare a spiegare il senso di quest’emendamento, che, tra l’altro, è molto, molto semplice. Tenta di mitigare il campo di applicazione delle sanzioni amministrative, in relazione a una descrizione vaga della condotta a cui verrebbero ricollegate. Quindi, chiediamo di passare da “limitano la libera accessibilità” a “impediscono l’accessibilità”. Quindi, circoscrive, per così dire, il campo di applicazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. A sostegno di quanto ha detto la mia collega poc’anzi, voglio ricordare che i giuristi consultati nella Commissione hanno tutti e due messo in risalto che queste norme erano di una vaghezza intollerabile. Quindi, passare da limitare la libertà con impedire concretamente la libertà di movimento, credo sia un passo avanti verso una determinatezza della situazione, dalla cui violazione, come sapete, poi deriva una sanzione. Quindi, spero che almeno sul piano tecnico ci si metta d’accordo una volta tanto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Anche per il MoVimento 5 Stelle quest’articolo si presta sicuramente a critiche di vaghezza e di indeterminatezza. Infatti, ci sembra che i termini utilizzati - soprattutto il termine “fruibilità”, piuttosto che “accessibilità” - possano prestare il fianco a potenziali critiche e a potenziali utilizzi, da una parte e dall’altra, che potrebbero creare problemi. Non tanto il fatto di accedere a una struttura pubblica, ma nelle strutture grandi, come le stazioni, che hanno più spazi, più ambienti e anche utilizzo di arredo urbano, in questi casi, potrebbero sicuramente essere utilizzati in modo improprio. Infatti, io posso non avere la piena fruibilità di uno spazio, posso non avere la piena fruibilità, per esempio, delle panchine o delle sedie. Quindi, c’è un potenziale di rischio notevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Voglio richiamare l’attenzione di tutti su come questo emendamento sia proprio in contrasto con la regola della certezza dei confini di una norma. Aggiunge, praticamente, a quanto si dice innanzi: “tramite molestie o disturbo delle persone”. È una espressione talmente vaga che la percezione della molestia o del disturbo ovviamente è una cosa molto soggettiva e non credo che si possa stabilire una norma di tale vaghezza. Ho ricordato in una discussione generale che la giustizia europea chiarisce che, non soltanto in campo penale vale la legge, ma anche in tutti i momenti in cui l’ordinamento stabilisce dei divieti, delle limitazioni, delle sanzioni, quindi anche nel campo amministrativo, quindi mi meraviglio del perché il collega abbia fatto questa proposta. Poi, se ci sono delle molestie, c’è già nel nostro ordinamento il reato di molestia, non c’è l’illecito di disturbo delle persone - ripeto - a meno che non si ricada nella contravvenzione di petulanza e molestie, così io mi ricordo dai banchi di scuola, non so se questa contravvenzione esista ancora, ma credo di sì, è chiaro. Quindi non me la sento proprio di votare favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. La proposta emendativa 9.5 Ferraresi si pone in contrasto logico con quanto abbiamo appena votato nell’emendamento 9.14. La Camera ha stabilito di mutare la limitazione della libertà con l’espressione “tale da impedire concretamente”.
PRESIDENTE. L’emendamento 9.14 è stato ritirato; solo per dovere di cronaca.
PIERO LONGO. Se dovessimo limitare il “tramite molestia o disturbo delle persone”, noi avremmo una limitazione nei modi per ottenere una concreta, o anche teorica limitazione della libertà, il che è affatto contrario allo spirito della norma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Per specificare l’emendamento precedente al mio intervento. È ovvio che se qualcuno ha proposte migliori per rendere più praticabile, più identificabile, meno discrezionale l’intervento di questo articolo può benissimo farlo - e se non lo fa, secondo me, si prende poi le sue responsabilità negli interventi che fa - ma da questo punto di vista le parole che io ho inserito, che ho cercato di inserire per limitare appunto questa discrezionalità solo a determinate azioni devono ovviamente, collega Sannicandro e collega Longo, essere ricollegate…
PRESIDENTE. Però deve intervenire su questo emendamento, non su quello precedente, collega.
VITTORIO FERRARESI. Sì, questo emendamento tratta sempre di limitazione alla discrezionalità…
PRESIDENTE. Perché stava citando il caso precedente.
VITTORIO FERRARESI. Certo. Cito il caso precedente, ma poi parlerò anche di questo. E quindi in questo senso, come questo emendamento 9.3 Dadone fa e come il precedente 9.5 Ferraresi fa, non sono limitazioni tramite molestia o disturbo poste in uno spazio a sé stante o manifesta pericolosità per la sicurezza - punto e basta - ma sono ricollegate ovviamente al testo dell’articolo che reca le disposizioni in base alla violazione di alcuni principi, tra i quali appunto quello della fruibilità di questi spazi o della limitazione dell’accessibilità di questi spazi e quindi a queste fattispecie vanno ricollegate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Se ho capito bene, il rappresentante dei 5 Stelle pretende che vi sia per il divieto in questione una manifesta pericolosità per la sicurezza e l’incolumità pubblica di tali condotte. Se invece è una manifesta pericolosità per la sicurezza e l’incolumità privata del singolo tutto è lecito? A me pare che sia che ci sia qualcosa di paranoico, col massimo rispetto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ARCANGELO SANNICANDRO. Praticamente si propone di modificare il testo che è il seguente: “Contestualmente alla rilevazione della condotta illecita” . “Contestualmente alla rilevazione” secondo me è tecnicamente sbagliato perché un illecito si accerta, non si rileva. Il secondo comma, che è il comma citato appunto dal collega D’Agostino, dice di sostituire “l’accertamento” con la parola “rilevazione”. Ora, è proprio esattamente il contrario: la parola giusta è “accertamento”. Guardate che su questa parola proprio c’è stato un preciso rilievo in sede di audizione da parte di un responsabile della polizia, che disse: “Noi non rileviamo gli illeciti, noi li accertiamo”. Quindi per questo motivo - ripeto - credo che dovremmo unanimemente votare contro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Michela Rostan, già iscritta al gruppo parlamentare Partito Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista. La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di avere accolto la richiesta.
MARIA TINDARA GULLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA TINDARA GULLO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Forza Italia a Messina è contraria all’apertura di un . L’annuncio dei giorni scorsi del Capo della polizia, Franco Gabrielli, ha generato allarme fra i rappresentanti delle istituzioni locali, i quali hanno manifestato la loro contrarietà dal momento che l’andrebbe collocato a poche centinaia di metri dal centro cittadino, in una caserma dismessa. Ciò sta determinando un comprensibile allarme sociale, perché si teme che a Messina possa sorgere un nuovo CARA di Mineo, con quasi 3 mila migranti in attesa di identificazione. La questione era già stata sollevata…
PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce per favore!
MARIA TINDARA GULLO. La questione era già stata sollevata lo scorso anno e l’allora Ministro dell’interno, Alfano, sembrava aver recepito le osservazioni di Forza Italia.
MATTIA FANTINATI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTIA FANTINATI. Presidente, colleghi, è notizia di oggi che, secondo una classifica dell’Eurispes e dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, la mia città, Verona, sia nella e arrivi terza. Il fenomeno delle agromafie è cresciuto, negli ultimi anni, di circa il 30 per cento e rappresenta, per i della camorra, circa il 20 per cento. Ora questo è un problema, una piaga molto, molto importante che deve essere combattuta, anche perché si rileva che proprio in questi ultimi periodi ci sono stati, proprio nel veronese, tantissimi furti di macchine agricole.
MATTIA FANTINATI. La contraffazione è una piaga e come tale deve essere combattuta. È un imbroglio.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.