PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta del 12 aprile 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Baretta, Bindi, Buttiglione, Cicchitto, Coppola, De Menech, Luigi Di Maio, Epifani, Fontanelli, Guerra, Marcon, Mazziotti Di Celso, Meta, Pes, Piccoli Nardelli, Piepoli, Rossomando, Rostan, Scanu e Sottanelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettere pervenute in data 18 aprile 2017, i deputati Giulia Di Vita e Riccardo Nuti hanno dichiarato di essersi dimessi dal gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle per aderire al gruppo Misto, cui risultano pertanto iscritti.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Propongo un'inversione dell'ordine dei lavori per passare al punto 9 iscritto all'ordine del giorno ovvero l'atto Camera n. 3785 in materia di legittima difesa.
PRESIDENTE. Quindi, ho una richiesta di inversione dell'ordine del giorno e a questo punto la devo porre in votazione, dando la parola a un oratore contro e a un oratore a favore.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Chiedo se vi siano interventi a favore o contro la proposta di inversione dell'ordine del giorno. Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Ermini. Prego, onorevole Ermini, ha cinque minuti.
DAVID ERMINI. La ringrazio, signor Presidente. Noi, oggi, siamo qui per votare, per cominciare a votare il testo sulla legittima difesa. Il Partito Democratico è assolutamente pronto a votare il testo, discuterlo, valutare gli emendamenti, parlare sugli emendamenti e dare una risposta a chi ci sta chiedendo di lavorare su questo tema. È altrettanto vero che abbiamo iniziato, ed è all'ordine del giorno, il testamento biologico, che è una materia che i cittadini italiani ci stanno chiedendo da tempo. Siamo entrati da pochi mesi, forse da troppo pochi mesi, anche nel tema dei diritti delle persone e credo che il tema dei diritti, che noi abbiamo sviluppato in questo periodo con tante belle leggi che abbiamo fatto, non possa essere interrotto e quindi è opportuno, credo, terminare il lavoro sul testamento biologico.
PRESIDENTE. La ringrazio. L'onorevole Molteni ha facoltà di parlare a favore dalla proposta.
NICOLA MOLTENI. Presidente, prendo atto delle parole del collega Ermini. Proprio perché la legittima difesa viene ritenuta un'emergenza e una priorità per la sicurezza del Paese, il Partito Democratico non avrà alcun problema a discutere subito e immediatamente, Presidente, di una proposta di legge che ormai giace da oltre due anni.
PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto, essendo abbondantemente superati i cinque minuti di preavviso … Onorevole Palese, su che cosa? Hanno parlato sia a favore che contro, quindi, a questo punto, io pongo in votazione la richiesta, non prima di aver salutato studenti e insegnanti dell'Istituto Comprensivo Statale di Torre de' Passeri, in provincia di Pescara, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DONATA LENZI, . Grazie, Presidente. Ricominciamo dall'inizio del fascicolo.
PRESIDENTE. Sì, per i pareri sugli accantonati, d'accordo? Legge lei i numeri?
DONATA LENZI, . Io ho l'emendamento 1.257 Palmieri come primo emendamento.
PRESIDENTE. Sì, alla prima pagina. Prego.
DONATA LENZI, . Sull'emendamento 1.257 Palmieri, parere contrario, così come sull'emendamento 1.251 Gigli, parere contrario. Sull'emendamento 1.550 della Commissione, parere favorevole.
PRESIDENTE. Aspetti, l'emendamento 1.279 non è segnalato.
DONATA LENZI, . Ero all'emendamento 1.278.
PRESIDENTE. Gli emendamenti Palmieri 1.277 e Mantero 1.278 sono identici.
DONATA LENZI, . Sì, parere contrario. Sugli identici emendamenti 1.279 Nicchi e 1.352 Gregori, parere contrario, così come sull'emendamento 1.281 Mantero, parere contrario. Al comma 7, sugli emendamenti 1.295 e 1.315 Silvia Giordano, parere contrario.
PRESIDENTE. Ci sono tre subemendamenti.
DONATA LENZI, . Sui subemendamenti 0.1.551.2 e 0.1.551.1 Fedriga e 0.1.551.3 Pisicchio, parere contrario. Sull'emendamento 1.551 della Commissione, parere favorevole, mentre sugli emendamenti 1.341 Gigli e 1.343 Mantero, parere contrario. Sull'emendamento 1.552 della Commissione…
PRESIDENTE. Aspetti, c'è un altro subemendamento. 0.1.552.1 Fedriga.
DONATA LENZI, . Parere contrario. Emendamento 1.552 della Commissione, parere favorevole. Articolo aggiuntivo 1.01 Marazziti, parere favorevole con riformulazione.
PRESIDENTE. La legga, per favore.
DONATA LENZI, . Allora: “Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente: ART. 1-. . Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico. A tal fine, è sempre garantita un'appropriata terapia del dolore, con il coinvolgimento del medico di medicina generale e l'erogazione delle cure palliative di cui alla legge 15 marzo 2010, n. 38. Nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati. In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua, in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente. Il ricorso alla sedazione palliativa profonda continua o il rifiuto della stessa sono motivati e annotati nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico”.
PRESIDENTE. Relatore Calabrò, mi dà i pareri, per favore?
RAFFAELE CALABRO', . Grazie, Presidente. Emendamento 1.257 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.251 Gigli, parere favorevole. Emendamento 1.550 della Commissione, parere favorevole. Emendamento 1.253 Binetti, parere favorevole. Emendamento 1.373 Miotto, parere negativo. Emendamento 1.273 Mucci, parere negativo. Emendamento 1.274 D'Incecco, parere negativo. Emendamento 1.276 Locatelli, parere negativo. Identici emendamenti 1.277 Palmieri e 1.278 Mantero, parere negativo. Emendamento 1.279 Nicchi…
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.279 Nicchi e 1.352 Gregori.
RAFFAELE CALABRO', . Parere negativo. Emendamento 1.281 Mantero, parere negativo. Emendamento 1.295 Silvia Giordano, parere negativo. Emendamento 1.315 Silvia Giordano, parere negativo.
PRESIDENTE. Adesso abbiamo i tre subemendamenti. Quindi, subemendamento 0.1.551.2 Fedriga.
RAFFAELE CALABRO', . Parere negativo.
PRESIDENTE. Poi abbiamo il subemendamento 0.1.551.1 Fedriga.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Poi, a seguire, il subemendamento 0.1.551.3 Fedriga.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Andiamo avanti.
RAFFAELE CALABRO', . Emendamento 1.551 della Commissione, parere favorevole.
PRESIDENTE. C'è il subemendamento 0.1.552.1 Fedriga.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole, anzi, no, scusi, richiesta di ritiro… invito al ritiro. Emendamento 1.552 della Commissione, parere favorevole. Articolo aggiuntivo 1.01 Marazziti, riformulato, parere favorevole.
DAVIDE FARAONE,. Il Governo si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Il Governo si rimette all'Aula. La ringrazio.
FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Grazie, Presidente, solo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, buongiorno a lei e ben ritrovati a tutte e a tutti quanti. Riprendiamo come abbiamo cominciato, cioè proponendo lo stesso metodo che vi abbiamo proposto instancabilmente le scorse settimane, cioè guardiamo il testo degli emendamenti, guardiamo la proposta e non il proponente. In questo caso il testo dice: “Il medico deve accertarsi che il paziente abbia ben compreso che la sospensione della nutrizione e della idratazione gli comporterà disagi aggiuntivi e avrà come esito la sua morte”. Allora, se vogliamo - e credo che tutti lo vogliamo - che ogni decisione di questo tipo sia presa in modo davvero libero, libero perché consapevole, mi è difficile capire il “no” a questo emendamento che, come avete potuto sentire, specifica unicamente le conseguenze - e chiudo - stante che, come avete detto, siete contro il suicidio assistito e contro l'eutanasia omissiva.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LORENZO DELLAI. Solo per dire, Presidente, che su questo emendamento del collega Gigli il gruppo lascia libertà di coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. C'era un romanzo, un tempo, che, se non ricordo male, si intitolava . Ecco, qui dobbiamo chiederci, in una legge che sembra voler insistere sull'informazione del paziente, in modo che sia pienamente consapevole delle sue scelte e sia in grado di autodeterminarsi, chi ha paura che il medico spieghi al paziente esaurientemente e si accerti che abbia compreso che la sospensione di idratazione e nutrizione artificiali causerà inevitabilmente la sua morte e renderà meno agevole la somministrazione di cure palliative e di sedazione del dolore. Allora, qualcuno davvero ha paura che il medico, se tenuto a far questo, possa far qualcosa di contrario all'interesse del paziente? Assumetevene la responsabilità. Noi riteniamo che la piena informazione sia un diritto del paziente e votiamo a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amato. Ne ha facoltà.
MARIA AMATO. Grazie, Presidente. Solo per ricordare che - nessuna paura - dopo la riformulazione dell'emendamento Abrignani, al comma 5, l'articolo suona nella sua parte conclusiva in questo modo: “Qualora il paziente esprima la rinuncia o il rifiuto di trattamenti sanitari necessari alla propria sopravvivenza, il medico prospetta al paziente, se questi acconsente, e ai suoi familiari le conseguenze di tale decisione e le possibili alternative, e promuove ogni azione di sostegno al paziente medesimo, anche avvalendosi dei servizi di assistenza psicologica.”
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Per chiedere di aggiungere la mia firma a questo emendamento.
PRESIDENTE. Va bene. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Sull'ordine dei lavori, Presidente, siccome dovrei spiegare l'emendamento 1.550 della Commissione, prima di iniziare la spiegazione, se fosse possibile avere i subemendamenti che sono stati presentati, su questo della Commissione, a prima firma Pagano...
PRESIDENTE. No, no, non ci sono subemendamenti...
ALESSANDRO PAGANO. ...più 32 firme.
PRESIDENTE. Quale subemendamento? A questo non c'è subemendamento.
ALESSANDRO PAGANO. No, sono stato poco chiaro. Adesso io dovrò spiegare l'emendamento 1.550 della Commissione, ma a seguire ci sono i subemendamenti presentati da 33 firme, la mia è la prima, che riguardano proprio questo 1.550. Se è possibile avere questi subemendamenti da me presentati.
PRESIDENTE. Allora, io ritengo che lei debba attenersi solamente a questo emendamento, perché sui subemendamenti, poi, avrà modo di leggere la nota. Faccia l'intervento solo sull'emendamento 1.550 della Commissione.
ALESSANDRO PAGANO. Assolutamente, Presidente, però mi serviva per avere completezza di informazione all'Aula, da qui a poco.
PRESIDENTE. Certamente. Prego.
ALESSANDRO PAGANO. Allora, riteniamo di dare il nostro parere contrario a questo emendamento della Commissione, perché il disposto di questo emendamento, più l'emendamento 1.551 - naturalmente la seconda parte la spiegherò da qui a breve -, smaschera chiaramente le intenzioni dei proponenti di questa proposta di legge che si vuole approvare: una proposta di legge - è un che diciamo dal primo minuto - che è una legge liberticida ed è una legge eutanasica, checché se ne dica, checché si voglia negare, checché si voglia minimizzare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Il collega Pagano pone un problema che credo meriti qualche chiarimento. La ragione per cui la formulazione originale del testo è stata, poi, rivista in Commissione e nel Comitato dei nove, tra l'altro su mio suggerimento, è che quella norma, posta nell'articolo 1 e rivolta alla generalità delle fattispecie di incontro e di cura fra medico e paziente, creava un problema tecnicamente e praticamente del tutto irrisolvibile.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
MATTEO MANTERO. Presidente, questo emendamento, che adesso si trova orfano dell'articolo di cui era e ritengo che sia ancora più importante di quando lo avevamo pensato, perché di fatto va a supplire, nella prima parte, nell'articolo 6-, a una mancanza che c'è nella proposta emendativa dell'onorevole Marazziti che, come abbiamo appena visto, ha parere favorevole, e quindi andrà di fatto a sostituire l'intento dell'intero comma 6, perché nella prima parte della proposta emendativa Marazziti, in cui si parla della sospensione delle cure - in questo caso della rinuncia, dell'interruzione di cure appunto di malati che sono nella fase terminale della loro vita o che hanno malattie inguaribili con prognosi infausta e così via -, parliamo sì di cure palliative, ma ci dimentichiamo di specificare che a questi malati ci sarà il diritto anche della sedazione palliativa profonda continua.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.
RENATA POLVERINI. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, come abbiamo detto, noi guardiamo le proposte e non i proponenti. In questo caso, questo emendamento, nella sua doppia articolazione, coglie un punto mancante, come il collega Mantero ha appena ricordato. A testimonianza del fatto che non siamo per la sofferenza a tutti i costi, che siamo per la libertà, siamo contro il dolore inutile, ma al tempo stesso siamo a favore del fatto che vengano evitate sofferenze inutili, riteniamo che questo emendamento meriti di essere sostenuto, perché appunto è il completamento della proposta emendativa riformulata dell'onorevole Marazziti, che voteremo di qui a poco.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Presidente, l'intenzione, il tema dell'emendamento illustrato dal collega Mantero va in convergenza con il futuro articolo aggiuntivo che porta il mio nome e che tocca il tema della terapia del dolore, appunto del divieto di ostinazione ragionevole nelle cure e di dignità nella fase finale della vita. Ma vorrei chiarire che vi è il problema di evitare sofferenze inutili e di garantire sempre, anche in caso di rifiuto di trattamenti o di cure da parte del paziente, un'adeguata terapia del dolore, addirittura prevedendo anche il caso in cui questo porti magari a non essere più in una struttura pubblica o in una struttura ospedaliera ma a tornare a casa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Presidente, i due estremi citati adesso dal presidente Marazziti non sono presenti neanche nel nostro emendamento, tanto che è una parte quella che poi è confluita nella proposta emendativa dell'onorevole Marazziti, che appunto porta la sua prima firma, ma ci sono tante altre proposte all'interno. Ma è fondamentale il secondo comma di quel 6-, perché chiediamo, infatti, di poter fare la sedazione continua palliativa profonda quando necessaria e nei casi previsti anche presso il proprio domicilio. Non diciamo che già accade così, perché purtroppo non è esplicito e non è chiaro, in quanto non è esplicito e non è chiaro neanche nella legge sulle cure palliative, perché non si fa esplicito riferimento alla sedazione palliativa continua profonda, motivo per cui lo puntualizziamo anche nell'articolo aggiuntivo “Marazziti”. Quindi, perché non sottolineare anche di poterlo fare presso il proprio domicilio, dove una persona potrebbe essere sedata in modo continuo profondo e sereno presso il proprio domicilio con i propri cari e in tranquillità? Quindi, a questo punto, chiederei di accantonare almeno quest'ultimo periodo, per completare, visto che c'è una comunione di intenti, l'articolo aggiuntivo dell'onorevole Marazziti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, ho accolto volentieri l'invito della relatrice a ritirare il mio emendamento 1.276, perché quell'emendamento chiedeva di fare menzione esplicita della sedazione continua e profonda. Siccome questo riferimento esplicito è stato assunto nell'articolo aggiuntivo presentato dal presidente, volentieri l'ho ritirato, perché mi ritrovo in quella proposta emendativa. Però, perché avevo chiesto che queste parole venissero esplicitate? Perché succede che la sedazione continua e profonda in alcune parti del nostro Paese viene fatta e in altre parti no, e non mi pareva opportuno che venisse affidata alla fortuna di abitare a Bergamo piuttosto che in un'altra realtà italiana la possibilità di avere questo trattamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Grazie, Presidente. Anche noi come Movimento democratico e progressista siamo favorevoli all'emendamento 1.281 Mantero che, secondo noi, è molto importante e richiama un emendamento che anche noi abbiamo presentato e che ora è precluso, ed è importante proprio per i due motivi che venivano richiamati. Uno, il fatto che, nel caso in cui il paziente chieda di interrompere i trattamenti sanitari in corso, sia davvero accessibile la sedazione palliativa continua. Questo come veniva detto prima in alcune realtà del Paese viene fatto e in altre no. È una possibilità prevista ma non esplicitata nella legge sulle cure palliative.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Quello che di questo emendamento non convince è il fatto che il paziente, nel momento in cui chiede la sospensione delle cure, automaticamente chiede la sedazione profonda, senza tener conto che tra la sospensione delle cure e l'applicazione delle cure palliative, di cui la sedazione profonda costituisce in un certo senso il momento terminale, c'è un'infinita gamma di altre terapie del dolore che possono essere applicate secondo il criterio della progressività nel controllo del dolore perché la sedazione profonda fa riferimento proprio ad un dolore refrattario. L'abuso della sedazione profonda potrebbe diventare francamente un ulteriore motivo di complicazione nella gestione di questi pazienti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, credo che questo emendamento e quello del presidente Marazziti che discuteremo dopo diano una risposta piena all'assistenza che non deve mai mancare anche di fronte al rifiuto e vorrei anche fare una riflessione: il collega Mantero chiede che la sedazione profonda si faccia anche a domicilio. Credo che ci sia un problema tecnico perché fare la sedazione profonda significa avere in alcuni casi, non sempre, la necessità anche del respiratore automatico e di intervenire. Quindi, mi permetto di dire, l'impostazione della terapia del dolore e delle cure palliative non può non vedere un impegno anche a domicilio. Tuttavia, sulla sedazione profonda credo che un appunto lo si debba fare e credo che sia importante farlo in una sede attrezzata perché potrebbero porsi anche alcune complicazioni che credo sia giusto evitare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, per esprimere con maggiore chiarezza il voto contrario dato a questo emendamento. Noi siamo di fronte ad una scelta che abbiamo fatto, ossia di accompagnare questi malati, dove vi fosse la necessità, con la terapia del dolore e, dove ve ne fosse ancora necessità maggiore, con la sedazione profonda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario del gruppo della Lega Nord a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Intervengo a titolo personale, Presidente. All'inizio pensavo di non intervenire su questo emendamento tanto era evidente e chiaro l'intento ipocrita di volere nascondere una volontà di eutanasia: siccome il malato sta male, sta malissimo poi alla fine vi diamo anche tutte le cure palliative possibili e immaginabili in maniera tale che non possa sentire il dolore, addirittura con una sedazione palliativa profonda e continua presso il proprio domicilio.
PRESIDENTE. Adesso sono concluse le dichiarazioni di voto, ma la deputata Giordano mi aveva chiesto l'accantonamento. Dunque, vorrei capire se vuole formalizzare tale richiesta… Prendo atto che la deputata Giordano formalizza la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.281 Mantero.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . Il parere è contrario perché abbiamo discusso a lungo e il tema viene affrontato successivamente con un articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento il deputato Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Intervengo a favore della richiesta di accantonamento perché, come ho detto prima e come cercherò di spiegare meglio, riteniamo che nell'articolo aggiuntivo Marazziti il tema in realtà non sia affrontato in maniera completa. Primo, perché al comma 1 dell'articolo aggiuntivo Marazziti, quando si parla dell'interruzione dei trattamenti sanitari, non si fa specifico riferimento alla sedazione palliativa continua profonda, che non è un'invenzione che abbiamo fatto qua ma è una tecnica ben conosciuta e ben definita anche dal Comitato nazionale per la bioetica, ma si fa riferimento solo alle cure palliative e, come ripeto, penso che sia stata una dimenticanza, una svista perché riteniamo che vada specificato.
PRESIDENTE. Allora, a questo punto, passiamo ai voti.
SILVIA GIORDANO. Sì, Presidente. Ho capito il perché del parere contrario e ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Ritira l'emendamento. Allora procediamo.
SILVIA GIORDANO. Sì, grazie Presidente. Su questo emendamento, invece, insistiamo, e non poco, nel senso che ci siamo lasciati, l'ultima volta che abbiamo votato gli emendamenti sulle DAT, proprio su questo punto. Vi era stato anche un intervento della deputata Carnevali del PD, che appunto affermava che anche lei, in Commissione, aveva presentato l'emendamento, dicendo di non basarsi su evidenze scientifiche, ma che poi, visto che venivano esclusi, ad esempio, gli oppure le cure palliative, allora era stato il caso di riformularlo, in una riformulazione che però, purtroppo, quando è stata data dalla relatrice, aveva poco a che fare solo con le evidenze scientifiche, ma ha preso altro, ossia la deontologia professionale, su cui noi più volte ci siamo espressi in modo del tutto contrario, nel merito legale e non nel merito della deontologia professionale, inserendo poi le buone pratiche clinico-assistenziali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Io ricordo che al comma 7 di questo articolo, al primo periodo, noi parliamo del fatto che debba essere rispettata la volontà del paziente di rifiutare un trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo. Quindi già aggiungiamo al comma 2 una parte che non c'entra nulla con il comma 1, ovvero che il paziente non possa pretendere trattamenti sanitari contrari alla norma di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali, che sono appunto cosa che non c'entra nulla con la prima parte. Il fatto di aggiungere questa seconda parte e aggiungere all'emendamento successivo della Commissione il fatto che in questo caso il medico può esimersi dagli obblighi professionali, a nostro avviso è un chiaro modo per dare la possibilità al medico di svicolare al rispetto delle volontà del paziente, perché qualsiasi medico potrà dire che quel paziente gli ha chiesto di interrompere quel determinato trattamento sanitario, ma l'interruzione del trattamento sanitario è contraria alle buone pratiche e, di conseguenza, io non le interrompo. È ovvio che l'interruzione di qualsiasi trattamento sanitario è contraria alle buone pratiche e quindi, di fatto, in questo modo stiamo dando la possibilità a qualsiasi medico di andare in contrasto alla volontà del paziente. Con questo emendamento, invece, noi andiamo a specificare, riducendo il campo di azione in cui il medico può esimersi dal rispettare la volontà del paziente. Sostituire le buone pratiche con la contrarietà a …
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
MATTEO MANTERO. …ci sembra più chiaro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, questo è uno dei punti che abbiamo trattato più volte nella discussione sull'articolo 1, perché questo mette in rapporto la libertà del paziente, l'autodeterminazione del paziente con la professionalità del medico. Noi non possiamo mettere in contrasto queste due realtà: da una parte, c'è l'autodeterminazione del paziente che va assolutamente rispettata nelle sue scelte, dall'altra parte, c'è un medico con la sua esperienza professionale basata sulle buone pratiche: il concetto di “buone pratiche”, infatti, è un concetto molto chiaro non solo per chi viene dal mondo inglese - non c'entra niente -, ma è riportabile in qualsiasi contesto clinico e si basa anche sulle evidenze scientifiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Lo aveva già detto la relatrice in fase di discussione generale: la contrarietà di alcuni di noi all'introduzione di questa parte finale del comma 7 nasce dall'esperienza dell'applicazione della legge n. 194, la legge sull'interruzione della gravidanza. Ancora una volta, non possiamo non ricordare che è assolutamente impossibile rispettando il diritto all'obiezione di coscienza, è statisticamente impossibile che il 70 per cento dei medici italiani sia obiettore di coscienza e, che, in alcune realtà, l'obiezione di coscienza arrivi al 100 per cento dei casi. Allora, il riferimento alla deontologia professionale a me pare che costituisca una sorta di offerta su un piatto d'argento dell'invito ad obiettare. Per questa ragione noi ci opponiamo a questa parte finale del comma 7.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, non possiamo però leggere ogni volta il provvedimento pezzo per pezzo e non guardare complessivamente. Noi abbiamo definito il consenso informato, abbiamo definito la possibilità di revoca, abbiamo puntualizzato molti aspetti che riguardano le terapie e l'obbligo per il medico di rispettare l'autodeterminazione. Non c'è dubbio che va precisato che non si può chiedere al medico di fare una pratica che non abbia nulla a che vedere con l'evidenza scientifica, in questo caso, ma anche con quelli che sono gli obblighi di legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, io ho assistito con molto piacere a quello che è stato il dibattito precedente, però non ho capito ancora, alla fine, come dobbiamo interpretare questa norma. Perché se fosse vero quello che ci è stato detto, cioè che il medico può effettivamente opporre un rifiuto in considerazione della sua deontologia professionale, non vedo perché al subemendamento Pisicchio sia stato dato parere negativo, in quanto specificava solo meglio che, a fronte di tali richieste o di rifiuti di analogo significato, il medico non ha obblighi professionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie. Per corroborare la richiesta fatta dal collega Gigli, cioè di capire bene quali sono gli intenti della proposta che parte della maggioranza, della Commissione fa rispetto a questo comma, questo comma, lo ricordo, è il frutto del lavoro che abbiamo fatto in Commissione. Quindi, da un lato, siamo riusciti con la nostra presenza a migliorare un testo che schiacciava il medico e, di fatto, rendeva impossibile al medico di svolgere la propria attività, però, dall'altro lato, è stato fatto, per così dire, un ircocervo. Da un lato - e concludo, Presidente - si va in questa direzione, cioè riequilibrare la situazione, ma, dall'altro lato, non si ha il coraggio di farlo fino in fondo. Da qui la perplessità di fondo su questo comma e la richiesta del collega Gigli che invito a tenere nella più assoluta considerazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, questo provvedimento passerà un po' alla storia per una serie di ambiguità che vi sono contenute: cioè, il detto ed esplicito assume delle posizioni che, poi, attraverso una terminologia francamente molto ambigua, non sembra garantire che potranno essere mantenute le cose così come sono state annunciate.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, solo perché in questo caso noi ribadiamo quella motivazione al contrario che ci ha messo nelle condizioni di dire “no” all'emendamento della Commissione e ovviamente la rafforziamo con questo subemendamento, che come vede è corposamente sostenuto, in maniera tale che il medico ha degli obblighi professionali garantiti e tutelati dallo Stato. Quindi, di fatto, significa che noi siamo passati da una fase precedente dove lui poteva fare solo l'esecutore testamentario e, invece, noi proponiamo, con questa norma, ovviamente, che venga garantita la figura del medico dallo Stato in quanto tale. E questo, ovviamente, che significato vuole avere? Che se verrà bocciato, significa che il medico sarà un esecutore testamentario. Quindi, di fatto, nella gerarchia il paziente viene molto prima… anzi, il medico viene molto dopo il paziente e, in altre parole, non può più intervenire per la salvezza della vita, nonostante, magari, delle decisioni che da un punto vista medico-scientifico potrebbero reggere. Su questo emendamento, quindi, diamo parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Chiaramente, è un subemendamento paradossale, Presidente. Solo trenta secondi per dire che, addirittura, il medico dovrebbe essere nelle condizioni di denunciare i vertici aziendali qualora volessero imporre a lui delle decisioni che vanno contro la deontologia, contro la sua missione, contro il suo essere medico. Quindi, è un subemendamento chiaramente provocatorio, ma nel senso nobile del termine.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, stavolta, invece, è un intervento forte che mira a sensibilizzare l'Aula. Noi col comma 7 ci siamo veramente lamentati in Commissione, ma non solo, anche nei perché sostanzialmente il medico, nella versione originaria, era tenuto a rispettare la volontà del paziente di rifiutare i trattamenti sanitari e in forza di ciò era esente da responsabilità civile o penale. Cioè, della serie: caro medico, dimenticati le cose che hai studiato, tanto sei esentato da qualsiasi responsabilità, ammazzalo tranquillamente. Già ci lamentavamo di questo. Con l'emendamento della Commissione andiamo anche oltre, perché la riscrittura che ha fatto il Comitato dei nove è che il medico non ha obblighi professionali; è una follia, se non ha obblighi professionali che cosa ci sta a fare lì? Deve essere soltanto un ubbidiente a quello che è stato detto anche in tempi remoti, quando la salute del paziente era al massimo, quando c'erano le condizioni per poter esprimere il meglio di sé stessi? No, è evidente che per noi, da questo punto di vista, il medico continua a essere l'angelo della vita e non è un fatto casuale che interventi in questa sede sono venuti proprio dal punto di vista scientifico da più parti, proprio in questi giorni, ripresi da tutti i media. Quindi, siamo assolutamente contrari a questa nuova formulazione della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Per annunciare il voto di astensione di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Signora Presidente. Non ha senso; l'emendamento proposto dalla Commissione è in realtà privo di ogni significato. Il medico ha sempre obblighi professionali, nessuna norma può decidere che egli non abbia obblighi professionali. Nel caso concreto, l'obbligo professionale che gli rimane a carico è quanto meno l'obbligo di informazione, allora vogliamo proprio dire che non ha neanche quest'obbligo? Quindi, esce e va via? No, no, non si può fare così; questa è barbarie giuridica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente; per dichiarare il nostro voto contrario a questo emendamento della Commissione che, oltre ad essere tecnicamente sbagliato, come ci ha ben spiegato il collega Longo, secondo noi va a insistere su un errore concettuale che abbiamo fatto fino da principio. Come dicevo, nel comma 7, noi prevedevamo che il medico dovesse rispettare la volontà del paziente esclusivamente quando questi decideva di rifiutare o di rinunciare e, quindi, di interrompere un determinato trattamento sanitario. Nella seconda parte del comma 7 abbiamo voluto inserire anche le richieste che il paziente non doveva fare; sono cose assolutamente, a nostro avviso, fuori luogo, inutili, lapalissiane, se vogliamo, perché è evidente che già ora, senza bisogno di scriverlo in questa legge, non cambia nulla rispetto alle richieste del paziente di cose contrarie alle norme di legge o alla deontologia professionale, quindi, non vediamo perché sia necessario specificarlo. Abbiamo ritenuto di specificarlo, va bene, anzi va male, ma, comunque, con questo subemendamento della Commissione andiamo ancora a rafforzare di più, assolvendo appunto il medico dagli obblighi professionali, la facoltà del medico stesso, proprio alla luce del fatto che noi diciamo che il paziente non può richiedere cose contrarie alle buone pratiche (e di fatto il paziente non è titolato a sapere, quando non lo può sapere, probabilmente, neanche il medico, cosa siano le buone pratiche, quali siano le richieste che fanno parte delle buone pratiche né della deontologia professionale) di rispondere, a qualsiasi richiesta del paziente, appunto, di rifiutare o di rinunciare al trattamento, che quelle richieste sono contrarie alle buone pratiche. Voi mi potete dire che non è così? Se io sto facendo la chemioterapia e dico che voglio interromperla, il medico non mi può dire che è contrario alle buone pratiche interrompere la chemioterapia? Se io sono tenuto in vita da una respirazione artificiale, da una ventilazione artificiale, e voglio interromperla perché non riesco più a sopportare le sofferenze che quella condizione mi porta, il medico non mi può dire: è contrario alle buone pratiche, perché di fatto è contrario alle buone pratiche, e quindi in questo modo noi andiamo a dare al medico la possibilità di non rispettare la volontà del paziente e di interrompere i trattamenti sanitari. E quindi, di fatto, stiamo rendendo praticamente inefficace o stiamo in qualche modo trovando una scappatoia, una sorta di obiezione di coscienza su questo tipo di trattamenti, cosa alla quale, come abbiamo già detto, noi non siamo necessariamente contrari. Si può anche stabilire, così come noi non riteniamo che sia opportuno imporre la nostra volontà ad un malato, che deve continuare per forza trattamenti che non vuole, non riteniamo che sia neanche obbligato, quello specifico medico, ad andare a staccare il respiratore o a interrompere l'idratazione e la nutrizione di un malato se è contro la sua etica, ma è necessario che la volontà del paziente sia, comunque, rispettata. E quindi, se noi vogliamo andare a mettere con questo giro di parole una sorta di obiezione di coscienza, a questo punto dobbiamo inserire nella norma l'obbligo per la struttura sanitaria di rispettare comunque la volontà del paziente, anche se il medico decide di non rispettarla. Questo noi non lo facciamo e, quindi, rischiamo di lasciare un buco, che rischia di rendere di fatto inefficace tutto l'impianto della legge. Non capisco perché dobbiamo andare a rischiare di compromettere un lavoro durato un anno e tre mesi, siamo usciti con un buon testo, non capisco perché adesso dobbiamo rischiare di metterlo in forse con degli emendamenti, a nostro avviso, assolutamente impropri.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . Questo è sicuramente uno dei punti più difficili della legge, perché noi non abbiamo a che fare con dei bottoni da spingere, abbiamo a che fare con delle persone, e, come abbiamo scritto nel comma 2, nella relazione di cura si incontrano due autonomie: l'autonomia del paziente sulle proprie convinzioni, la propria volontà, il proprio modo di vedere la vita, ma, dall'altra parte, l'autonomia professionale del medico. Siamo continuamente nel dibattito - si sente - spinti, da una parte o dall'altra - ad accentuare una delle due. C'è chi ritiene che l'autonomia del medico professionale debba prevalere e, quindi, sia il suo giudizio clinico - nel nome del bene del paziente, per carità - a dover essere quello che impone la propria decisione e chi ritiene che la decisione del paziente debba essere sempre quella prevalente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. A me dispiace vedere proprio la relatrice un po' confusa, perché in realtà al comma 7 si parla esplicitamente di rifiuto e rinuncia, quindi si parla di interruzioni di trattamenti e in più si parla anche di fine vita, cara relatrice, perché noi questo comma lo richiamiamo all'articolo 3 delle DAT, dicendo “fermo restando quanto previsto all'articolo 1, comma 7”, ed è esattamente questo! Quindi, in realtà, noi parliamo di interruzione e, sì, noi parliamo anche di fine vita, perché questo bel malloppo qui di intrecci incasinati ce lo riportiamo anche all'articolo 3, perché ne eravamo così fieri che lo abbiamo voluto richiamare anche all'articolo 3.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Io ringrazio dell'approfondimento fatto dalla relatrice, che convince il nostro gruppo a votare favorevole all'emendamento della Commissione. E la ringrazio anche perché, con le motivazioni che ha dato, ha detto chiaramente che stiamo parlando di eutanasia e di obiezione di coscienza. Ha parlato, la relatrice, esplicitamente di coscienza. Ha detto chiaramente che un medico può vedere che una determinata pratica va contro la sua etica, perché sta di fatto sopprimendo una vita. Quindi, quanto ci è stato raccontato per la giornata e mezza che questa legge non parla di eutanasia, qui siamo in presenza esplicita, ormai riconosciuta anche dalla relatrice, di eutanasia passiva, e stiamo introducendo, senza nemmeno il coraggio di scriverlo in modo esplicito, come sarebbe dovuto, però, l'obiezione di coscienza da parte dei medici.
RAFFAELE CALABRO', . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO', . Presidente, penso che sia stato molto chiaro l'intervento della relatrice Lenzi, ma vorrei precisare una cosa ulteriore, perché non ci siano dubbi in quest'Aula anche dopo l'intervento del collega Fedriga. Qui abbiamo, come è stato detto, i due temi, lo ripetiamo ogni tanto: libertà del paziente, autodeterminazione; libertà del medico, capacità di rispondere a quelle che sono le proprie competenze professionali, la propria professionalità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, non sarà facile spiegare a tante generazioni di medici che differenza c'è tra una coscienza etica e una coscienza professionale, dopo che abbiamo sempre considerato che nella professionalità del medico la dimensione della coscienza etica è parte integrante dei suoi obblighi professionali. Comunque, fatto sta che vi è complessità e ambiguità dei termini che ricorrono in questa legge. A me ha sorpreso - voglio sottolinearlo davanti a tutta l'Aula - la dialettica forte e aspra che si è creata tra la relatrice e la collega Silvia Giordano. Loro rappresentano l'asse forte di difesa di questa legge in quest'Aula, purtuttavia l'una ha messo in contrasto rispetto all'altra l'intrinseca ambiguità di quello che si dice, di ciò a cui ci si riferisce. Mentre la collega Lenzi sottolinea che questa è la parte del consenso informato in automatico, la collega Giordano dice: no, questa è anche la parte del fine vita, perché poi all'articolo 3 lo faremo riportandoci a questo comma. Questa legge è costruita su una terminologia confusa, pericolosa, che aprirà un enorme contenzioso a livello dei magistrati, a livello dell'esercizio professionale, a livello anche del vissuto e delle richieste possibili dei pazienti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.
GIULIA GRILLO. Presidente, stupisce questo intervento dell'onorevole Binetti, che vuole buttare in caciara una cosa che è molto più delicata. In realtà, appunto, l'onorevole Binetti ha contraddetto l'onorevole Calabrò, perché questa distinzione che si fa tra coscienza etica e professionale francamente è un po' ridicola. Inserire qui questa frase sugli obblighi professionali è un'obiezione di coscienza camuffata; poi lo possiamo dire in mille modi, ma è così. Peraltro, rispetto a quello che diceva la relatrice, al comma 10, in realtà, si dice che la struttura sanitaria garantisce l'attuazione dei principi della legge, ma non dice - anche perché era stato fatto prima di aggiungere, evidentemente, se passerà questo comma - come deve garantire l'autonomia decisionale del paziente nel momento in cui questa si scontra con l'autonomia decisionale del medico. Quindi, per evitare di trovarci in situazioni come quelle che abbiamo visto sull'interruzione volontaria di gravidanza, per cui non si trova neanche a peso d'oro il medico che la voglia fare in una struttura ospedaliera, vorrei capire come adesso dovrebbe essere modificato questo comma 10 per dare seguito alla modifica adesso introdotta, se passa con quest'ulteriore comma .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, ci sono diverse parti della proposta di legge presentata non condivise, quindi non cambio giudizio, eccetto, però, il comma 7, così come integrato dall'emendamento della Commissione e soprattutto come illustrato dalla relatrice, perché sono gli atti parlamentari poi che hanno un valore. Se questa proposta di legge verrà approvata in via definitiva, signora Presidente, necessiterà quantomeno di linee guida applicative concordate con le regioni, con il servizio sanitario regionale e anche con gli ordini professionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, di seguito all'intervento della relatrice Lenzi, Forza Italia voterà a favore di questo emendamento. Vota a favore di questo emendamento perché il medico può scegliere, questo è il dato che noi recepiamo in questo emendamento della Commissione. Allorquando stabilisce che il medico non ha obblighi professionali, pone il medico, prima che possano accadere le eventualità previste dal comma 7, nella facoltà di scegliere. Questo noi lo consideriamo sicuramente una conquista, dal punto di vista del provvedimento, dando al medico quindi la facoltà di chiedersi se o meno adempiere a quello che è un compito professionale. Poiché questo è in perfetta linea con la tradizione del nostro partito, cioè la libertà di scelta, noi voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Presidente, il nostro movimento voterà contro la proposta della Commissione, questo perché già avevamo proposto degli emendamenti all'articolo 7 dove ritenevamo utile che si arrivasse a dire che il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, ma non volevamo fosse aggiunta la deontologia professionale o le buone pratiche clinico-assistenziali. Aggiungere che, a fronte di tale richiesta, il medico non ha obblighi professionali, secondo noi è errato. Mi pare che anche l'onorevole Longo, dal punto di vista giuridico, parlava della perfetta inutilità di questo richiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, desidero anch'io ringraziare la relatrice Lenzi perché oggi, per la prima volta, abbiamo ascoltato una parola di chiarezza su questo tema. Lei ci ha detto che se un medico fosse richiesto di staccare una macchina e non se la sentisse, sarà libero di rifiutarlo: lo abbiamo ascoltato tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI. Grazie, Presidente. Intervengo nel minuto che ho a disposizione per annunciare il voto favorevole anche del gruppo di Alternativa Popolare a questo emendamento. Lo ha spiegato bene l'onorevole Calabrò: la nostra posizione su questo provvedimento è nota ma abbiamo sempre chiesto e detto che l'Aula era il luogo dove poterci confrontare e, laddove possibile, migliorare il testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, non mi stupisco che su una normativa così complessa come questa si possa anche assistere in Aula al fenomeno delle geometrie variabili. Non credo che questo sia un difetto, anzi potrebbe anche essere un pregio: significa che stiamo discutendo tutti serenamente, liberi da vincoli e da pregiudizi politici e soprattutto da vincoli di opportunità o da banali scopi di propaganda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Intervengo a titolo personale per dichiarare il mio voto di astensione su questo emendamento. Chi parla è, com'è noto, un favorevole al provvedimento e alla possibilità di scelta individuale. Sarebbe facile per me, sostenitore dei sistemi di rispetto ai sistemi di ricordare che proprio nei sistemi anglosassoni questi problemi non ci sono perché lì il diritto si curva sul caso singolo e quindi lì è l'interprete, è il giudice che dovrà assicurare che ci sia un medico che possa rispettare la volontà del paziente. Se invece andiamo al diritto scritto, ecco il caos. Ma siamo in un sistema di e occorre dunque fare una legge. Avreste dovuto, colleghi favorevoli come me al provvedimento, fare una cosa semplice. Numero uno, garantire in modo assoluto la libertà del singolo, la mia libertà di decidere sulla mia vita; numero due, garantire l'obiezione di coscienza; numero tre, garantire che tuttavia il legittimo esercizio dell'obiezione di coscienza non vanifichi la mia libertà individuale. Temo che stiate una volta di più pasticciando e creando una zona grigia che consentirà di ostacolare a chi vorrà ostacolare.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
DANIELE CAPEZZONE. Concludo per davvero, signora Presidente. Già siamo alla fine di una legislatura…
DANIELE CAPEZZONE. …già tutti sappiamo che il provvedimento al Senato farà la fine che farà, inserire queste zone grigie e queste ambiguità non rende un buon servizio a chi attende il provvedimento.
PRESIDENTE. Per me questo è l'ultimo intervento, dunque dichiaro aperta la votazione… no, no, revoco l'indizione della votazione.
SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Presidente, scusi, ma nell'intervento del collega Monchiero, se non sbaglio, è stata avanzata una richiesta di accantonamento che penso sia formale e, se non l'ha fatta formalmente, la facciamo noi formalmente e chiediamo l'accantonamento.
PRESIDENTE. Chiedo della relatrice di esprimere il parere su tale richiesta di accantonamento.
DONATA LENZI, . Presidente, l'emendamento 1.551 della Commissione è l'esito di un lavoro in Commissione, quindi il parere è contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Monchiero, insiste per la richiesta di accantonamento?
GIOVANNI MONCHIERO. Insisto per la richiesta di accantonamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Non volevo abusare, avrei gradito che intervenisse qualcun altro. No, la mia richiesta - ripeto - è del tutto esente da qualsiasi pregiudizio di tipo politico e ci mancherebbe: questo testo unificato l'abbiamo pensato e ho sempre apprezzato moltissimo il lavoro fatto dalla relatrice e il lavoro fatto dalla Commissione. Qui però ci è stata fatta un'obiezione anche tecnica su una fase che, a mio umile parere, è quasi priva di senso sotto il profilo strettamente giuridico-formale. Chiedo che, di fronte ad un'obiezione di questo genere, che finisce per stravolgere il comma 7 che è il cuore del testo, sia indispensabile un momento di riflessione. Insisto nella richiesta di accantonamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. Come ricorderete questo emendamento era stato accantonato la scorsa volta e allora vale la pena ripercorrere un minimo di cronistoria. Qui siamo partiti con questa legge negando che la sospensione dell'idratazione e della nutrizione assistite potessero costituire una forma di suicidio assistito o di eutanasia omissiva. Al tempo stesso, ci siamo tutelati, nel caso qualche magistrato avesse avuto dei dubbi, procedendo a specificare poco dopo che le condotte poste in essere con il consenso del paziente sono prive di responsabilità penale e civile. Non è stato riconosciuto il diritto all'obiezione di coscienza per il fatto che ovviamente non era eutanasia e suicidio assistito. Oggi però abbiamo appreso, l'abbiamo fatto poco fa, l'abbiamo appena votato, che il medico potrà comunque far valere le sue ragioni professionali, nelle quali è sempre ricompresa la coscienza, dicendo di rifiutare eventualmente di collaborare proattivamente a richieste che comunque mettono in moto i suoi professionali; torno a ripeterlo: chiudere un respiratore, tirar via una cannula e quant'altro. Allora mi sembra che alla fine stiamo continuando a girarci attorno ai problemi in nome di una antilingua - diciamo così - che pensa che possa essere cambiato il significato delle cose semplicemente cambiando ad esse il nome. Ma non è così, io invito a leggere tutti i giornali di questa mattina perché gli ospedali cattolici ai quali si fa riferimento principalmente con questo emendamento, anche se non solo, non se la sono bevuta e sanno benissimo che di eutanasia si tratta.
PRESIDENTE. Adesso devo dare una comunicazione: il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame, ma essendone stata fatta la richiesta, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo, pari alla metà di quello originariamente previsto.
PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputata Binetti, non la posso fare intervenire perché lei è intervenuta sul complesso ed è firmataria, quindi essendo firmataria ed essendo già intervenuta sul complesso, come lei ben sa, non posso darle la parola. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Sorprende che proprio per quel principio di libertà a cui si ispirano gli estensori di questa legge, si voglia invece obbligare determinate strutture, che penso sia legittimo anche in materia sanitaria abbiano una propria etica e un proprio modo di operare, a procedere con delle pratiche contrarie ai loro principi cardine. L'intervento che ha fatto l'onorevole Capezzone antecedentemente su altra materia però ricalca proprio quel principio di libertà. Sorprende che più volte personalmente mi sono trovato d'accordo con l'onorevole Capezzone pur partendo da punti di vista e finalità totalmente diverse. Però, quel principio di libertà a cui si richiamava l'onorevole Capezzone, ovviamente per quanto riguarda la libertà del singolo medico, non può prescindere dalla libertà della singola struttura: una cosa è garantire un servizio, una cosa è obbligare il privato ad agire in quella direzione a prescindere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.
RAFFAELLO VIGNALI. Grazie Presidente. Già nella scorsa seduta quando si è discusso e richiesto l'accantonamento avevo sottolineato il fatto che trovavo fortemente ingiusto che si obbligassero delle strutture che sono nate ben prima, secoli prima, di quelle dello Stato a comportarsi in un modo che ha un preciso indirizzo anche etico, che è contrario all'etica per cui sono nate, contrario allo scopo per cui sono nate. Io invito tutti i colleghi anche a cogliere l'opportunità del voto segreto, perché intanto sarebbe una violenza credo inaudita rispetto a realtà che sono nate da sempre, da quasi mille anni ormai in alcuni casi, per curare, e non per altro, per assistere, e non per altro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, ha detto bene il collega Vignali: qui stiamo dentro una grande storia di sussidiarietà, siamo dentro una storia millenaria di chi è andato incontro alla sofferenza ben prima che lo Stato ci pensasse, ben prima che la sofferenza fosse ritenuta un destino ineluttabile, che è andato incontro, e continua ad andare incontro spesso a persone giudicate inguaribili ma non per questo incurabili, e offre un servizio che è pubblico, nonostante chi lo eroga sia una struttura privata. Quindi stiamo dentro questo alveo; e per questo noi chiediamo ancora una volta un sussulto di ragionevolezza alla relatrice e al Partito Democratico, perché cambino il loro parere, e accettino e votino l'emendamento Gigli 1.341.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Anch'io invito i colleghi ad un sussulto di ragionevolezza, perché se noi accettiamo l'obiezione di coscienza di una istituzione, a me pare che manchiamo di ragionevolezza. Queste istituzioni sanitarie sono convenzionate con il Sistema sanitario, ricevono dei finanziamenti, sono impegnate a fornire un servizio, e però consentiamo a queste strutture di non applicare una legge approvata dal Parlamento: a me pare che questa sia mancanza di ragionevolezza! All'interno di ogni singola struttura, il singolo medico, il singolo operatore sanitario può avere la sua coscienza, ma l'obiezione di coscienza di struttura mi sembra assolutamente inaccettabile. Voteremo contro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Questo è il ricatto di una certa cultura di sinistra della parlamentare Locatelli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, vorrei riprendere concetti che sono stati espressi per aggiungere un dato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, anche per consentire a qualche collega del mio gruppo di intervenire sostenendo magari una tesi diversa dalla mia, io nella geometria variabile rientro nella geometria che sin qui ha “tri-torno”, nella geometria che sin qui ha proposto questa norma di legge. Ci ritorno un po' più preoccupato di prima, perché l'insistenza e gli argomenti utilizzati a favore di questo emendamento sono, ahimè, almeno nell'intenzione di chi si è espresso sinora, avvalorati dall'infausta formulazione precedente, che sembra introdurre l'obiezione di coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casati. Ne ha facoltà.
EZIO PRIMO CASATI. Signora Presidente, io sono abbastanza colpito da una serie di interventi che si stanno susseguendo e che mi pare puntino a marcare il territorio, a voler quasi difendere quello che è patrimonio proprio di cultura. Da questa posizione come gruppo vogliamo allontanarci, ribadendo il concetto che non esiste obiezione di coscienza personale e non esiste obiezione di coscienza delle strutture. Cioè, le strutture private convenzionate col sistema sanitario pubblico devono avere chiaro che, se vogliamo rispettare la Costituzione e la legge italiana, devono essere ossequiose rispetto a quello che sottoscrivono: non possono decidere di fare una cosa o un'altra, altrimenti la cosa che possono fare è diventare delle strutture private a tutti gli effetti!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente, per parte sua e per ringraziare il collega Fedriga per le parole gentili di stima che, come sa, io assolutamente ricambio nel consenso molto spesso o, come in questo caso, nel dissenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.
FILIPPO FOSSATI. Io, nel rapporto tra le strutture private che hanno convenzione con il Servizio sanitario nazionale, non riesco a prefigurare una sorta di accordo sul piano uomo morale e etico che rappresenti per alcune di queste strutture una sorta di evasione dalla legge nazionale, anche perché, molto più prosaicamente, il rapporto deve rimanere un rapporto contrattuale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Io credo che ritenere che vi sia un'obiezione di coscienza di struttura è un falso ideologico chiarissimo. Una struttura è fatta di uomini, di persone, di idee, di principi, quindi non c'è un'obiezione di coscienza della struttura. È scritto in questo emendamento: “Carta dei valori su cui fondano i propri servizi”. Vogliamo dire che questo è un provvedimento che comporta il disconoscimento dei propri valori? Io penso proprio di no. Va lasciato a chi ha un valore, che è umano, ovviamente non è legato ai muri, ma è legato alle persone, il diritto di mantenere questi valori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. A favore di questo emendamento, perché credo che sia del tutto sbagliato inserirlo nei tipi dell'obiezione di coscienza, così come non è in discussione l'applicazione del comma 2 dell'articolo 32. Qui è in discussione se vogliamo garantire o meno un pluralismo culturale, perché questo impianto normativo di cui ci stiamo occupando ha un'opzione antropologica, ha delle opzioni culturali; lo vediamo, ad esempio, nella nutrizione e nell'idratazione assistite, che non vengono più trattate come funzioni vitali, ma come terapie. Bene, vogliamo consentire che ci possa essere anche un'altra matrice culturale, posto che, invece, senza questo emendamento, il comma 10 dell'articolo 1 impone anche alle strutture esclusivamente private di assumere questo modello antropologico? Crediamo che questo sia assolutamente necessario per i valori costituzionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Grazie, Presidente. Io mi rivolgo ai colleghi che hanno scomodato i valori. Questo emendamento parla di soggetti privati e nei soggetti privati che esercitano l'attività sanitaria per conto del sistema sanitario ci sono quelli ma ce ne sono anche tanti . Tutti legittimi - sia chiaro -, tutti legittimi, ma è sintomatico che siano state usate le strutture sanitarie religiose per difendere i privati, tutti, a 360 gradi: prima osservazione.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Passiamo dunque ai voti.
MATTEO MANTERO. Sì, molto brevemente, per chiedere un attimo di riflessione alla relatrice. Come hanno detto molti colleghi, negli interventi precedenti, il comma 7 è un po' il cuore di questo provvedimento: nella prima parte del comma 7 abbiamo previsto la facoltà del paziente di rifiutare o interrompere un trattamento sanitario; nella seconda parte prevediamo che il paziente non possa andare a chiedere cose che sono contro la norma di legge, la deontologia professionale o le buone pratiche clinico-assistenziali e diamo facoltà al medico di non fare queste pratiche se vanno in questa direzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, l'emendamento Mantero è esattamente l'omologo del precedente emendamento, nel senso che qui si fa obbligo alle strutture di accogliere in ogni caso la richiesta del paziente. Delle due, l'una: o nel precedente non era necessario questo obbligo o nell'obbligatorietà sottolineata in questo momento c'è qualcosa che ci era sfuggito. Quello che è certo è che non c'è nessuna intenzione di assumere la responsabilità di tutela del medico come persona che esercita la sua obiezione di coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia e per dire, avendo sentito gli interventi dei colleghi Miotto e Casati, che, in realtà, la maggioranza dovrebbe accogliere questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Questo emendamento è dettato da buona volontà, ma, in realtà, non dice quello che dovrebbe dire. Dice che sono responsabili le strutture sanitarie: sotto che profilo? Politico? Ideologico? Culturale? Certamente no.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Pagano, prego.
ALESSANDRO PAGANO. È ritirato.
PRESIDENTE. Ritirato, passiamo quindi all'emendamento 1.552 della Commissione.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente, intervengo solo per fare un'osservazione. L'articolo 1, così come è stato riformulato attraverso le varie aggiunte che, secondo noi, sono state del tutto sbagliate o, meglio, portano a confusione, valuterebbe un voto diverso da quello che poi daremo, nel senso che su alcune cose siamo stati totalmente contrari e, a nostro avviso, potrebbero svuotare di molto l'articolo 1 e, di conseguenza, anche l'articolo 3, perché il fulcro della legge e, quindi, il comma 7, verrà richiamato anche all'articolo 3 e, quindi, nelle disposizioni anticipate di trattamento. D'altronde però, per fortuna, le leggi in questo Parlamento non si fanno per posizioni politiche - almeno in questo campo, in questa materia - e per equilibri politici, ma per cercare di dare delle leggi che possano migliorare la vita delle persone e tutelare la loro dignità. È per questo motivo che, comunque, consideriamo questo articolo un passo avanti: certo, poteva essere fatto in modo migliore e molto meno confusionario, ma, comunque, è un decisivo passo avanti e, quindi, voteremo a favore
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, intervengo per esprimere il voto non favorevole all'articolo 1 da parte del gruppo. Nel processo che ha avuto il lavoro su questo articolo è stato fatto un grosso passo avanti sul ruolo del medico e di questo io e tutto il gruppo siamo grati alla relatrice Lenzi, al presidente, per una serie di attenzioni al tema che ci sono state e, quindi, per la possibilità di capire bene quale deve essere il ruolo del paziente e quale deve essere il ruolo del medico. C'è un all'interno dell'articolo 1 che è quello di aver stabilito l'idratazione, l'alimentazione e la nutrizione artificiale come terapie; noi abbiamo più volte sottolineato che possono essere terapie se sono veicoli di sostanza, non sono terapie se, invece, rappresentano solamente il sostegno vitale di queste persone. È proprio per questo motivo che noi riteniamo di non poter dare il nostro voto favorevole all'articolo 1, riteniamo che questo rappresenti un punto negativo della legge che non può convincerci a dare un voto positivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Grazie, Presidente. Anch'io voglio annunciare il voto favorevole del nostro movimento, rimarcando, però, un'amarezza per le modifiche che sono state introdotte, oggi, e che, a nostro avviso, depotenziano il testo per come era stato elaborato dalla Commissione. Quindi, il nostro è un voto favorevole per fare un passo in avanti nei confronti dei cittadini e delle persone che possono usufruire della legge, ma con delle perplessità che rimangono rispetto ad alcuni paragrafi di questo articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, anche il gruppo Socialista voterà a favore dell'articolo 1. Se mi chiedessero se sono soddisfattissima del contenuto di questo articolo, beh, direi, non proprio al 100 per cento; però, in altre occasioni abbiamo detto che il meglio è nemico del bene. Ecco, noi pensiamo che con questo articolo abbiamo fatto un passo avanti. Certo ci sarebbe piaciuto che un paio dei nostri emendamenti venissero accolti, così come li avevamo formulati; ciò non è stato, però, riteniamo che, davvero, con questo articolo, e poi, alla fine, con questa legge, il nostro Paese farà un passo avanti verso una sorta di civiltà laica che vorremmo vedere affermata con maggiore convinzione nel nostro Paese. È comunque un passo avanti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SILVIA GIORDANO. Brevemente, Presidente, solo per spiegare il voto di astensione che il MoVimento 5 Stelle darà a questo emendamento, perché è un passo importante il fatto di scrivere esplicitamente: la “sedazione palliativa continua profonda”, l'avremmo voluto scrivere in modo ancora più esplicito con gli emendamenti che sono stati proposti da, oltretutto, più parti politiche, ma, purtroppo, abolendo il comma 6 dell'articolo 1, sono decaduti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Grazie Presidente, come ha detto la collega Silvia Giordano, penso che siamo a un passaggio importante della legge. Questo articolo 1- è maturato nel corso dei lavori come una necessità. C'era incertezza, perché non solo ci sono posizioni diverse, ma perché si toccano punti chiave: il tabù della morte e il tabù del dolore, il problema di come umanizzare il morire senza accelerare il morire, garantendo dignità. E tutto questo, nel consenso informato che riguarda tutte le situazioni, creava delle difficoltà e delle confusioni. Per questo, io ho provato a entrare in questo tema, raccogliendo delle esigenze che maturavano man mano nelle nostre difficoltà di portare avanti questo lavoro; questo lavoro, che evidentemente non contiene sempre un'affermazione che va bene a uno o all'altro, cerca un difficile punto di equilibrio che non è mai ambiguità, ma che è sempre il tentativo di raggiungere la soluzione migliore nel bene comune e per garantire il rispetto delle persone. Allora, proprio perché volevamo combattere e vogliamo combattere il dolore che si impadronisce di tutto il corpo, proprio perché dobbiamo uscire da quelle caricature che ho citato prima, per cui sembra che ci sia chi è appassionato del dolore fino all'accanimento terapeutico e chi, invece, pur di evitare il dolore, vorrebbe sempre accelerare la morte di chiunque, due caricature, ho lavorato a lungo, parlando con i colleghi, cercando soluzioni e cercandole assieme alla relatrice. Io credo che questo articolo 1- aiuti molto la qualità di questa legge, terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita. Vuol dire che, sempre, si rifiuta di abbandonare la persona malata, il paziente, anche quando si rifiutassero le cure, vuol dire che si chiede anche al medico generale, al medico di base, e che si garantiscono le erogazioni delle cure palliative. Penso che sia molto importante il secondo comma, quando si dice che nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati; in presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Sì, Presidente, vorrei un po' di attenzione, perché c'è un'Aula un po'...
PRESIDENTE. L'attenzione non gliela posso garantire, però posso cercare di fare in modo che i colleghi stiano un po' più in silenzio.
MARISA NICCHI. Allora, noi ci asteniamo su questo emendamento molto importante, che introduce una garanzia, un diritto che noi abbiamo considerato fondamentale, tant'è che abbiamo presentato degli emendamenti in questo senso. E quindi è un passo in avanti ma non completo, tant'è che gli emendamenti presentati erano molto più chiari e anche quelli dei colleghi del MoVimento 5 Stelle completavano. Qui siamo di fronte ad un'ambiguità, ad una non completezza, che, però, non ci fa non riconoscere un passo in avanti, cioè si introduce la possibilità del ricorso alla sedazione continua e profonda per attutire una sofferenza fisica, ma anche una sofferenza psichica, che è legata a quelle condizioni di vita considerate terminali, senza scampo, segnate da una dolorosa perdita del senso umano della vita, perché qui tutto si basa su che cos'è il senso umano della vita. Questa è una legge che è molto in contatto, che vuole essere in contatto con il rispetto del senso umano della vita. È un primo passo, ripeto, continuerò a dire che è un primo passo per un diritto a poter alleviare le sofferenze, anche quelle sofferenze successive all'interruzione o al rifiuto dei trattamenti sanitari che alimentano e idratano meccanicamente. Sono quei trattamenti che fanno dono di una vita, che però si può ritenere - questa è una possibilità - non più degna di essere vissuta e, quindi, noi siamo per riconoscere questa libertà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Anche noi Socialisti avremmo preferito una maggiore decisione...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Mi perdoni, onorevole Locatelli. Colleghi, per favore.
PIA ELDA LOCATELLI. ...avremmo preferito forse maggiore coraggio, forse minore prudenza - non so dire - rispetto al menzionare esplicitamente l'erogazione delle cure palliative che dovessero comprendere anche la sedazione continua e profonda. Abbiamo presentato un emendamento e insistito perché ci fosse menzione esplicita di questa erogazione e questo è nel nell'articolo aggiuntivo ad opera del nostro presidente della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Per annunciare il nostro voto favorevole. È stato fatto dal presidente Marazziti un lavoro di cesello, c'erano nostre proposte che andavano in questa direzione e, quindi, per questo, lo votiamo convintamente. Peccato che questo sia, in qualche modo, anch'esso un emendamento palliativo e non riesca a medicare interamente il complesso dell'articolo 1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli, con la preghiera ai colleghi davanti a lui e agli altri colleghi di abbassare il tono della voce. Prego, ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente a titolo personale...
PRESIDENTE. Poi non ho altri interventi.
GIAN LUIGI GIGLI. ...semplicemente per ringraziare, anche da parte mia, la relatrice, per aver accolto l'emendamento dell'onorevole Marazziti e mio, seppur riformulato.
PRESIDENTE. La ringrazio non ho altri interventi, passiamo dunque ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra della Salute, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'Economia e delle finanze. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Roccella n. 3-02959. La deputata Roccella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.
EUGENIA ROCCELLA. Presidente, signora Ministro, abbiamo letto sui giornali che c'è, si sta avviando una sperimentazione, di cui però non conosciamo i criteri né le procedure, nel Lazio, per la pratica di aborti farmacologici nei consultori regionali. Ricordiamo che la legge n. 194 non nomina assolutamente i consultori come luoghi per effettuare aborti, in particolare parla di ospedali, case di cura e poi di poliambulatori adeguatamente attrezzati; attrezzati,peraltro, per il ricovero, perché ci sono tre pareri del Consiglio superiore di sanità in cui molto chiaramente si danno indirizzi per la sicurezza dell'aborto farmacologico nominando esplicitamente il ricovero.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Presidente, rispondo all'onorevole Roccella riferendo, innanzitutto, quanto ci è stato comunicato dalla regione Lazio. Quest'ultima ha chiarito che, per ciò che riguarda la sperimentazione per la somministrazione di farmaci per l'interruzione volontaria di gravidanza nei consultori, i tecnici partecipanti al gruppo di lavoro regionale appositamente costituito procederanno ad elaborare un'ipotesi progettuale per la sperimentazione della durata di diciotto mesi di un protocollo operativo sull'IVG farmacologica presso un consultorio familiare, in collegamento funzionale con il reparto di ostetricia e ginecologia di una struttura ospedaliera di primo livello dotata di strumentazione idonea all'assistenza degli utenti.
PRESIDENTE. La deputata Roccella ha facoltà di replicare, per due minuti.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Ministro, io la ringrazio per aver ricordato i pareri del Consiglio superiore di sanità e le linee di indirizzo che sono state elaborate in seguito a quei pareri e sulla base di quei pareri e per aver ricordato che la legge n. 194 appunto non prevede come sede idonea per fare le IVG, farmacologiche o non che siano, i consultori.
PRESIDENTE. La deputata Mucci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02960 per un minuto.
MARA MUCCI. Presidente, Ministra, con il decreto-legge 24 gennaio 2012, detto “Cresci Italia”, era stato previsto il potenziamento del nostro sistema farmaceutico con l'apertura di oltre 4 mila nuovi esercizi. Bene, ad oggi sono stati fatti i bandi, sono stati fatti i concorsi, sono stati fatti solo alcuni interpelli, ma sono pochissime le nuove farmacie che hanno trovato reale apertura. Quindi, chiediamo che cosa lei intenda fare proprio per favorire l'accesso alla titolarità delle farmacie da parte di un più ampio numero di aspiranti aventi i requisiti di legge, proprio come dice questo decreto-legge che è stato approvato dalla Camera e dal Senato, nonché garantire una più capillare presenza sul territorio del servizio farmaceutico, perché ad oggi la situazione assolutamente non corrisponde a quanto previsto dalle leggi.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Presidente, gli onorevoli interroganti hanno giustamente richiamato l'attenzione sulle criticità che ha incontrato in questi anni il processo di potenziamento della rete di distribuzione farmaceutica avviato nel 2012 e tuttora in corso. Al riguardo, desidero rassicurare subito gli onorevoli interroganti che è stato già adottato il provvedimento normativo che ha protratto il termine di validità delle graduatorie del concorso straordinario dagli iniziali due anni a ben sei anni decorrenti, peraltro dalla data del primo interpello effettuato per l'assegnazione delle sedi oggetto del concorso straordinario.
PRESIDENTE. La deputata Mucci ha facoltà di replicare.
MARA MUCCI. Grazie. Gentile Ministra, lei ci ha detto cose che effettivamente noi già conosciamo perché la proroga a sei anni, per quanto riguarda la validità delle graduatorie, è effettivamente in essere ma questo non ha contribuito per ora a risolvere il problema, se pensiamo che, ad esempio, l'Emilia Romagna ha saltato l'interpello di fine aprile che è stato quindi rimandato ad ottobre e questo già all'interno quindi della proroga; ci immaginavamo una risposta più efficace se non altro dal punto di vista del controllo perché è vero che questi concorsi sono stati indetti dalle regioni, sono concorsi di tipo regionale ma ricordiamo anche che sono stati fatti attraverso servizi quindi sia tutto il percorso, l'emissione della graduatoria, le richieste per i vari interpelli venivano anche compilati tramite questo servizio che doveva in teoria facilitare il compito sia dei candidati farmacisti sia la compilazione delle graduatorie stesse e quindi l'assegnazione dei posti perché tutto si basava su un meccanismo automatico. Ebbene, anche se sono stati utilizzati questi stratagemmi che dovevano semplificare ed efficientare il sistema, le farmacie non sono ad oggi aperte. È vero che è stata prorogata di sei mesi la validità della graduatoria. Spero che ci sarà un attento e corretto monitoraggio rispetto ai prossimi passaggi perché, al di là dei ricorsi al TAR, al di là dei ritardi delle commissioni regionali che evidentemente sono un grosso collo di bottiglia e che invece dovevano facilitare il compito, ci ritroviamo in una situazione in cui dovevano essere aperti 4.000 nuovi esercizi e a tutt'oggi non sono aperti. In più sono moltissimi gli aspiranti farmacisti. Lei ha detto giustamente una cosa ovvero che questo sistema è stato fatto proprio per facilitare i giovani affinché potessero affacciarsi alla gestione del servizio farmaceutico piuttosto che i soliti noti e chi aveva alle spalle un capitale superiore, però a tutt'oggi questo non ha portato ai risultati auspicati. Ci permettiamo quindi di consigliare un monitoraggio attento perché non è accettabile che una legge dello Stato datata 2012 non sia attuata. Questo non è il primo esempio me ne son capitati diversi: c'è un evidente problema tra la norma che viene evasa e che il Parlamento approva e l'effettiva attuazione della norma stessa. Questo è un fatto grave.
PRESIDENTE. La deputata Martelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02961 .
GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signor Presidente. Sull'applicazione della legge n. 194 del 1978 l'Italia torna alla clandestinità. Dal nord a sud l'80 per cento dei ginecologi e oltre il 50 per cento di anestesisti e infermieri non applica più la legge n. 194. La conseguenza è che le donne respinte dalle istituzioni sono costrette a rivolgersi a chi pratica illegalmente l'aborto con grossi rischi per la salute e per la vita stessa delle donne. Il Ministero dalla salute stima 20.000 aborti clandestini nel 2008; 40.000-50.000 probabilmente quelli reali; 75.000 sono gli aborti spontanei nel 2011 dichiarati dall'Istat ma un terzo di questi frutto probabilmente di interventi casalinghi finiti male. Il Comitato per i diritti dell'ONU ha espresso preoccupazione sulla situazione italiana, sottolineando il fenomeno del ricorso all'aborto clandestino, oltre a sottolineare quale dovrebbe essere il ruolo dello Stato. Quindi, chiediamo quali iniziative intenda porre in essere il Governo per garantire la piena applicazione della legge n. 194 così come sottolineato dal Comitato dei diritti umani dell'ONU e contrastare la pratica illegale degli aborti, contribuendo in questo modo anche a combattere il fenomeno delle organizzazione criminali.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi consentono di ribadire ancora una volta che i principali indicatori della piena ed effettiva applicazione della legge n. 194 dettagliati nella relazione al Parlamento del 7 dicembre 2016 mostrano che a livello nazionale il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è di 1,6 aborti a settimana su 44 settimane lavorative, numero che risulta dimezzato rispetto alla media nazionale del 1983.
PRESIDENTE. La deputata Nicchi ha facoltà di replicare all'interrogazione, di cui è cofirmataria.
MARISA NICCHI. Grazie, Ministra. Lei verrà ricordata o per le sue dannose macchinazioni che ha orchestrato o per la sua dannosa inerzia che abbiamo rilevato anche nelle risposte che, da sempre, dà, le stesse, come una sorta di quando la interroghiamo su questo tema. Lei continua a non ricordare l'obbligo che la legge n. 194 prevede per assicurare in ogni struttura l'espletamento delle procedure. Lei ancora non dimostra la gravità dei dati che sono molto più gravi nel reale di quanto siano già sconcertanti sul piano ufficiale. Lei continua a non intervenire per evitare che l'affermazione del principio di libertà delle donne nella riproduzione sia affermato sempre insieme al loro diritto alla salute. Continua a non tutelare la professione e la libertà del personale non obiettore perché anche questo è un problema: la tutela del personale non obiettore che, malgrado i carichi di lavoro e le penalizzazioni di carriera, continua ad assicurare il servizio con grandi incertezze per il futuro. Continua a non mostrare un'adeguata preoccupazione per il pericolo di ritorno alle forme di clandestinità. Ancora le relazioni al Parlamento usano modelli antichi, modelli superati per la rilevazione di un fenomeno che è in continua evoluzione.
PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02962 .
MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, Ministro, circa dieci anni fa, la sanità in regione Campania, quella pubblica, è stata commissariata per effetto della sciagurata gestione finanziaria di quello che, all'epoca, era il presidente della regione, l'onorevole Bassolino. Quel commissariamento ha determinato il blocco delle assunzioni e l'impedimento del almeno questo fino a qualche mese fa.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Ringrazio gli onorevoli interroganti, perché mi consentono di illustrare in questa sede le diverse misure che, come Ministro della salute, ho fortemente voluto per pervenire al definitivo superamento delle condizioni di precariato in cui ha operato per troppi anni il personale sanitario a causa dei ben noti vincoli assunzionali. Mi riferisco, innanzitutto, alla legge di stabilità per il 2016, che ha previsto un piano straordinario di assunzioni nel Servizio sanitario nazionale, riservate nel limite massimo del 50 per cento, fissato dalla giurisprudenza costituzionale, al personale precario.
PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di replicare.
MARCELLO TAGLIALATELA. Ringrazio il Ministro, tenendo conto che quello che è accaduto sostanzialmente negli ultimi dieci anni in Campania con il blocco delle assunzioni ha costretto tantissimi professionisti, pur di trovare lavoro, a fare concorsi e a trovare una sistemazione lavorativa professionale fuori regione, lontano da casa. Questo mentre contemporaneamente, attraverso il lavoro interinale, si praticavano, e si continuano a praticare purtroppo, interessi di tipo clientelare.
PRESIDENTE. Il deputato Capelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02963 per un minuto.
ROBERTO CAPELLI. Signora Ministra, come ricorderà, tra il maggio e l'agosto del 2014, attraverso il provvedimento “Sblocca Italia” si intervenne per consentire alla Qatar Foundation, attraverso la sottoscrizione di un protocollo di intesa Stato-regione-Qatar Foundation, l'acquisizione, il rilancio e il recupero dell'ex San Raffaele di Olbia.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Rispondo all'onorevole interrogante, evidenziando preliminarmente che la riorganizzazione della rete ospedaliera della regione Sardegna, resasi necessaria in conseguenza dell'entrata in vigore del noto regolamento degli standard ospedalieri, di cui al DM n. 70, non è stata ancora completata.
PRESIDENTE. Il deputato Capelli ha facoltà di replicare.
ROBERTO CAPELLI. Signora Ministra, mi sembra che siamo di fronte a un caso in cui la deroga è più che opportuna, perché i termini del protocollo citato non sono stati sicuramente rispettati. Ricordo che prevedevano l'apertura, appunto, il 1° di marzo del 2015, della nuova struttura, apertura rinviata poi al dicembre 2015, al giugno 2016, al dicembre 2016, al giugno 2017 e, da ultimo, a fine 2018.
PRESIDENTE. Il deputato Rondini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02964 .
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Vi è un dato che emerge da una ricerca condotta dai ricercatori dell'Istituto di fisiologia clinica del CNR, Espad Italia, che è preoccupante, assolutamente preoccupante. Stando alla ricerca che ha coinvolto un campione di studenti italiani compresi nella fascia tra i 15 e i 19 anni, sarebbero 650 mila gli studenti delle scuole superiori che nell'ultimo anno hanno fatto uso di droghe, dalla cannabis fino alla cocaina, all'eroina e agli allucinogeni, evidenziando, fra l'altro, la ricerca, un aumento del numero di italiani che consuma abitualmente hashish - ammonterebbero a 3 milioni, tra gli under 35-, mentre la cocaina sarebbe in diminuzione, utilizzata da 430 mila persone.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN,. Cari colleghi, rispondo molto volentieri a questa interrogazione, perché, ovviamente, è un tema che mi sta particolarmente a cuore, ma di cui, però, voglio ricordare, non ho assoluta competenza, infatti, come sapete, il dipartimento per le politiche antidroga è incardinato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Ritengo, però, utile poter dare delle informazioni e per rispondere alla vostra interrogazione ho chiesto al dipartimento preposto le informazioni che voi ci avete, appunto, chiesto.
PRESIDENTE. Il deputato Rondini ha facoltà di replicare.
MARCO RONDINI. Sì, grazie, Presidente. Non siamo completamente soddisfatti, nel senso che noi riteniamo che le azioni poste in atto dal Dipartimento antidroga non abbiano prodotto quegli effetti che si erano posti quale obiettivo, e questo alla luce della denuncia che trova riscontro nella ricerca dell'Espad che ho registrato. La denuncia arriva dalle comunità terapeutiche che ogni giorno si misurano col fenomeno della tossicodipendenza, quelle che hanno il vero polso della situazione e quelle che ci dicono che, negli ultimi anni, si è assistito ad un riavvicinarsi a una droga che si sperava non dovesse più trovare lo stesso spazio che aveva trovato, ad esempio, negli anni Ottanta, il riemergere del problema del consumo di eroina.
PRESIDENTE. La deputata Spessotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02965 per un minuto. Prego, onorevole.
ARIANNA SPESSOTTO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, oggi pretendiamo una risposta chiara dal Governo sugli accordi di sottoscritti dalle società di gestione con i vettori aerei, un vero e proprio sistema di finanziamenti pubblici mascherati da incentivi che varrebbe - secondo fonti giornalistiche, visto che fonti governative non ne abbiamo - circa 100 milioni di euro e che ha permesso in questi anni di far arrivare direttamente i soldi pubblici alle compagnie . Si parla di circa l'80 per cento di questi soldi che vanno alle compagnie senza passare per le gare d'appalto, eppure esistono precise linee guida nazionali e comunitarie da rispettare in tema di trasparenza e competitività per lo sviluppo delle rotte aeree. Vogliamo sapere, signor Ministro, una volta per tutte, se esiste o meno un elenco aggiornato dei finanziamenti elargiti negli ultimi anni da soggetti pubblici e partecipati sotto varie forme a favore delle compagnie aeree e quanti soldi prendono sistematicamente i vettori dagli aeroporti italiani a titoli di accordi di .
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie Presidente, grazie onorevole. Conosco bene le linee guida, avendole emanate, e anche la legge che lei ha citato, essendo stato parte di quel Governo, quindi so bene di cosa parliamo. Noi abbiamo chiesto e preteso maggiore trasparenza, maggiore pubblicità, sia per la ricerca dei vettori aerei, sia per l'analisi e qualificazione degli accordi di co-marketing che lei ha citato.
PRESIDENTE. La deputata Spessotto ha facoltà di replicare. Prego, onorevole.
ARIANNA SPESSOTTO. Grazie Ministro, ma non mi ritengo soddisfatta assolutamente, in quanto, visto che questa storia si protrae da anni ormai, credo che il Governo avrebbe dovuto pretendere già da tempo chiarezza e maggiore trasparenza su questa questione così importante. Infatti, secondo la nostra opinione, siamo di fronte a un finanziamento pubblico camuffato e a un raggiro anche probabilmente della normativa sugli aiuti di Stato. Infatti, i fondi vengono fatti passare dalle amministrazioni locali come spese per lo sviluppo di nuove rotte, a pagare sono le regioni, le province e i comuni, mentre le compagnie godono di contributi pubblici stanziati dagli aeroporti italiani. Come ricordavo prima, le compagnie che più hanno goduto di questi contributi sono proprio le e hanno anche fatto rimanere aperti aeroporti che altrimenti non sarebbero rimasti aperti perché non si sostenevano. Su questo c'è da fare una riflessione da parte del Governo, ivi saputo di una programmazione infrastrutturale.
PRESIDENTE. Il deputato Rabino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02966 .
MARIANO RABINO. Grazie Presidente. Signor Ministro sono a chiederle - vado al punto - se e come il Governo sia intenzionato a sostenere, nei limiti delle proprie competenze, in sinergia con Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, e la regione Piemonte, la riapertura della tratta ferroviaria Alba-Asti. Questo perché ogni giorno in Piemonte sono oltre 160 mila i pendolari che prendono il treno per spostarsi per ragioni di lavoro o di studio, il 9,5 per cento in meno rispetto al 2011. Si tratta del rapporto Pendolaria di Legambiente, secondo cui è questa la più evidente e diretta conseguenza dei tagli al servizio ferroviario regionale che, dal 2010 ad oggi, hanno portato alla soppressione di intere linee, con un taglio complessivo del servizio pari all'8,4 per cento. Tra queste linee anche la tratta ferroviaria Alba-Asti.
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie Presidente e grazie all'onorevole Rabino. Sono molto d'accordo con lei che dobbiamo stimolare il trasporto pubblico locale e in quest'ottica, come lei sa, sono aumentati nelle ultime tre finanziarie proprio gli investimenti per i treni regionali, sono stati stipulati contratti di programma, con il Ministero dell'economia abbiamo preparato i contratti di programma di Rfi che hanno dato nove, più nove, più nove miliardi, da ultimo, di investimenti, la gran parte dei quali sulle reti regionali ed è stato preparato un protocollo per la sostituzione dei treni regionali quasi completamente. Quindi, condivido con lei che bisogna avere più attenzione assolutamente al tema dei pendolari che deve essere centrale.
PRESIDENTE. Il deputato Rabino ha facoltà di replicare.
MARIANO RABINO. Signor Ministro la ringrazio, naturalmente. Lei ha citato la regione nell'ultima fase del suo intervento, infatti avevo informato e coinvolto l'assessore regionale Balocco sul tema, così come l'assessore comunale di Alba, Rosanna Martini, così come i sindaci, gli amministratori, gli esponenti del territorio (il nostro territorio come sa è diventato patrimonio mondiale dell'UNESCO), e Roberto Cerrato, il presidente del comitato di gestione. Noi per tanto tempo, come Piemonte sud, come provincia di Cuneo, ancora di più come Langhe e Roero, ci siamo vantati di essere un'isola felice. Noi vorremmo continuare a essere felici, ma essere ad un po' meno isola e lei sa bene, perché l'abbiamo interpellata più volte sui temi dell'Asti-Cuneo dove, come lei sa, proprio ieri è avvenuta una disgrazia, una spiacevole disgrazia sulla tangenziale di Fossano che ha visto crollare un cavalcavia. Insomma abbiamo bisogno della massima attenzione, della massima mobilitazione, degli enti e del Governo centrale.
PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02967 .
ELENA CENTEMERO. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, è da quando ci conosciamo che io lotto proprio per questa tranvia che collega Milano a Limbiate. È una realtà molto importante per il nostro territorio, più volte ne abbiamo parlato, più volte abbiamo presentato ordini del giorno che il Governo ha approvato proprio per sottolineare l'importanza della riqualificazione della metrotranvia che collega il comune di Limbiate alla città di Milano. È un percorso molto importante per i nostri pendolari che si recano al lavoro a Milano. La necessità di metterla in sicurezza risale a ben prima del 2008 e ancora oggi, pur la regione avendo stanziato dei fondi, ben 13 milioni e 20 milioni, non sappiamo che intenzioni abbia il Governo. Quindi, chiedo a lei cosa intendiate fare.
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie Presidente. Grazie onorevole, come lei sa, e come ho appena detto, scusandomi per l'accento del fiume, assolutamente il trasporto pubblico locale, soprattutto il trasporto rapido di massa all'interno delle aree urbane, è una delle priorità del Governo che a questo scopo ha approvato proprio recentemente un piano da oltre un miliardo e trecento milioni esattamente per potere servire soprattutto le città metropolitane e le aree metropolitane, la loro accessibilità.
PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di replicare.
ELENA CENTEMERO. Grazie Ministro per questa attenzione che ha voluto dare al mio territorio, il territorio di Monza e Brianza, e soprattutto alla riqualificazione della tranvia appunto che collega Milano-Limbiate che, come sottolineato da lei, per le cittadine e i cittadini non solo di Limbiate, ma anche dei comuni tra Limbiate e Milano, è estremamente importante come mezzo di collegamento. Tanti comitati di cittadini si sono attivati e quindi porterò con grande piacere questa notizia, del fatto che è stata rifinanziata, anche grazie al finanziamento che ha messo la regione.
PRESIDENTE. Il deputato Lauricella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02968 per un minuto.
GIUSEPPE LAURICELLA. Presidente, signor Ministro, il 7 luglio 2014 si è verificato un crollo grave del viadotto Petrulla, che è situato appunto sulla strada statale n. 626 in Sicilia, nel territorio Licata-Ravanusa-Canicattì e Campobello di Licata. Questo crollo ha determinato l'interruzione per tre anni di tutta la viabilità, con gravissime limitazioni per quanto riguarda l'economia del territorio, gravissime limitazioni che si aggiungono alla crisi che già colpisce quel territorio: tranciando tutte le attività che riguardano sia il lato turistico, come tutte le attività commerciali. L'ANAS ha preso subito un impegno nel 2014, e nel 2016 ha proceduto alle gare d'appalto dando inizio ai lavori. Il problema è che, ad oggi, ancora si ha un evidente ritardo, perché c'è solo il 10 per cento dei lavori svolti in avanzamento dei lavori…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
GIUSEPPE LAURICELLA. …e non c'è una data precisa di ultimazione dei lavori. Quindi, questo noi chiediamo, per quanto riguarda l'intervento del Governo stesso.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO,. Presidente, onorevole, come lei ha ricordato, questo è un altro episodio di un crollo di viadotto avvenuto circa appunto tre anni fa, e che fu provocato da un difetto costruttivo nella predisposizione del manufatto. ANAS ha riferito al Ministero che, dopo aver iniziato i lavori l'anno scorso e dopo averli finanziati per complessivi 3,5 milioni di euro, l'intervento si sta svolgendo per la ricostruzione della campata crollata e per la riparazione degli impalcati, e i lavori di consolidamento e ristrutturazione del viadotto riguardano anche la ricostruzione con le travi in acciaio di altre campate, con sostituzione delle parti ammalorate a loro volta; a questo si aggiunge anche un ulteriore intervento di ripristino della pavimentazione dei giunti di dilatazione dei viadotti Lauricella e Perez. Quindi, siccome sono stati aggiunti a seguito di verifica alcuni altri lavori di manutenzione e di ristrutturazione, di consolidamento, l'ANAS ha comunicato che, rispetto all'assicurazione di completare i lavori entro aprile, prevede invece di riaprire tale tratto di strada entro la fine della stagione estiva. Noi abbiamo, però, sollecitato ANAS, per permettere durante la stagione estiva di sfruttare questa arteria di collegamento, di provare ad anticipare ai primi mesi della stagione estiva, quindi entro la fine di giugno, la riapertura finalmente di questo viadotto; e, comunque, sarà mia cura vigilare per valutare e stimolare ulteriormente lo stato di avanzamento lavori, onorevole.
PRESIDENTE. Il deputato Berretta, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE BERRETTA. Presidente, signor Ministro, siamo soddisfatti della risposta, saremo molto soddisfatti quando il viadotto sarà effettivamente fruibile. Ci auguriamo che ciò avvenga al più presto. Prendiamo atto, ovviamente, dell'impegno che ella ha assunto, e assieme a lei vigileremo affinché questo impegno si concretizzi.
PRESIDENTE. Il deputato Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02969 per un minuto.
VINCENZO GAROFALO. Presidente, signor Ministro, esperti, centri studi, fondazioni, politici sottolineano da tempo come l'arretratezza infrastrutturale del Sud sia la causa prevalente del malessere di questa parte importante del Paese: tutti ribadiscono la necessità di investire in infrastrutture per poter rilanciare il Mezzogiorno. Le dichiarazioni che in questi giorni abbiamo letto sui giornali, che anticipavano i contenuti di uno degli allegati al DEF 2017, hanno generato parecchia preoccupazione nel vedere nel Sud invece un rallentamento rispetto alle scelte da fare, per poter appunto andare nella direzione giusta.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO,. Onorevole, intanto la ringrazio perché mette in evidenza il problema delle connessioni nel Mezzogiorno: come lei ha sottolineato, il problema delle connessioni è un problema essenziale per lo sviluppo del Paese. Devo dire che il Governo ha provveduto in questi anni, credo in maniera efficiente, con il precedente, con l'attuale, a provare ad affrontare e a sciogliere alcuni nodi: le ricordo solo, a livello stradale, l'apertura dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, l'autostrada del Mediterraneo, l'apertura dell'autostrada dei Due mari, solo per restare in Calabria, l'apertura recente del primo tronco dell'Agrigento-Caltanissetta, e lo sblocco dei lavori di programmazione della Ragusa-Catania, del Ragusa-Catania che era fermo da anni, l'inizio dei lavori dell'alta velocità sulla Napoli-Bari, con oltre 700 milioni di bandi di gara aggiudicati proprio quest'anno, l'attuale pubblicazione del bando di gara per l'alta velocità in Sicilia; e potrei continuare con una lista anche di opere minori, ma queste sono le principali. La velocizzazione della linea ferroviaria adriatica, la velocizzazione della linea tirrenica, come due elementi essenziali dello sviluppo delle famose quattro direttrici per il Sud, che ho spesso in quest'Aula richiamato come prioritarie, e che si stanno implementando direi in maniera molto efficace; anche perché le risorse messe a disposizione, appunto, permetteranno una programmazione nei prossimi anni dei lavori, e quindi anche speriamo un ritmo di esecuzione dei lavori adeguato.
PRESIDENTE. Il deputato Garofalo ha facoltà di replicare.
VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Sì, è vero che c'è una pianificazione che riguarda tantissime opere stradali ed è anche vero che con la legge del 2014, con lo “sblocca Italia”, sono stati fatti importanti passi in avanti per pianificare e programmare opere fondamentali. Però, è anche vero che proprio guardando l'allegato al DEF “connettere l'Italia”, ci sono alcune considerazioni che vanno invece lanciate al Governo e una fra tutte è quella che riguarda proprio l'alta velocità che, diciamo, è l'ossatura prevalente di un sistema moderno di collegamento e di accessibilità, come lei ha osato dire. Tra l'altro, è uno degli elementi fondamentali per parlare di competitività, perché il Sud non ha chiesto e non chiede oggi di avere fondi ma chiede di avere opere utili. Tra le opere utili noi non possiamo dimenticare che il corridoio Scandinavia-Mezzogiorno e quella parte che ho citato come “corridoio Sud” appaiono in questo momento in una visione minoritaria di investimenti rispetto a quello che è stato fatto al Nord. Sembra, innanzitutto, che di alta velocità ne parliamo in maniera differente, perché parliamo di una velocità ferroviaria che va fino a 200 chilometri orari e vediamo che le opere da Salerno a Reggio Calabria non sono così avanzate, come è fondamentale. Esse sono fondamentali per potere collegare la Sicilia al resto d'Europa e soprattutto il Mezzogiorno al resto d'Europa e, quindi, il Mediterraneo al resto d'Europa.
VINCENZO GAROFALO. Solo così noi potremo dire che facciamo un piano serio di infrastrutturazione del Mezzogiorno e della Sicilia, in particolare.
PRESIDENTE. Avverto che le stime ufficiali di cui al quesito della presente interrogazione devono intendersi del Ministero dell'economia e delle finanze e non del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, come stampato per un mero errore materiale.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, poiché il MIUR intende finalmente, sia pure con ritardo, stabilizzare gli organici del personale della scuola, ampliando il cosiddetto “organico di diritto” attraverso l'inclusione di una sola parte dell'organico di fatto; poiché ancora il Ministro Fedeli ha riferito che le risorse disponibili in legge di stabilità - circa 400 milioni - sono sufficiente a stabilizzare 25 mila posti complessivi, includendo nella stima tutti gli oneri, le quote aggiuntive di luglio e agosto, oltre alla progressione di carriera; poiché la Ragioneria dello Stato contesta le stime del MIUR, sostenendo che per la sola progressione di carriera sarebbe necessario il doppio delle risorse stanziate, le chiediamo una doverosa puntualizzazione circa le stime di calcolo…
PRESIDENTE. Onorevole Pagano, per favore. Scusate, ma si sente molto. Prego.
GIANCARLO GIORDANO. …le chiediamo una doverosa puntualizzazione circa le stime di calcolo alla base delle stabilizzazioni del personale.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie, signora Presidente. L'articolo 1, comma 366, della legge n. 232 del 2016, cioè la legge di bilancio per l'anno 2017, ha previsto l'istituzione di un Fondo, di 140 milioni di euro nel 2017 e di 400 milioni a decorrere dal 2018, da ripartire, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Con il medesimo provvedimento si procederebbe altresì alla determinazione dei posti effettivi dell'organico di fatto del personale docente da consolidare nell'organico dell'autonomia - il cosiddetto “diritto” - per l'anno scolastico 2017-2018, tenuto conto del costo unitario medio contrattuale nonché di quello per ricostruzione e progressione di carriera. Tale parametro, che varia con i diversi gradi di istruzione, incide direttamente sulla determinazione del contingente da stabilizzare, tenuto conto della spesa complessiva autorizzata dalla legge di bilancio.
PRESIDENTE. Il deputato Giancarlo Giordano, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Ministro, dal linguaggio criptico che ha usato in quest'Aula, seppure tecnicamente ineccepibile, si indovina, diciamo così, un modo di calcolare differente tra due Ministeri: uno propagandistico, che lancia numeri enormi e probabilmente impossibili, oltre che illusori per chi in quella condizione di vita si trova, cioè i precari della scuola; uno, invece, tecnico, asettico e realistico. Il suo richiamo alla realtà, di cui la ringrazio, non va rivolto a noi, che le porgiamo una domanda, ma a chi, in queste ore e in questi giorni, sta utilizzando cifre e numeri sproporzionati rispetto alle possibilità reali che abbiamo e che non si vogliono riconoscere e rispetto ai quali si continua, invece, a fare una propaganda che non temo di definire “becera”. Non è certamente sua colpa, ma lei non è esente da colpe in concorrenza - diciamo così - perché è come la condizione di chi, incapace di risolvere una situazione, si trova solo a rincorrere i propri errori. Sono i frutti amari della “buona scuola” che in queste ore sta in qualche modo mostrando la sua faccia vera: ora per i precari; domani saranno le premialità per i dirigenti.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Boccia, Borletti Dell'Acqua, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Capelli, Dambruoso, De Menech, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Ferrara, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofani, Gelli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Lorenzo Guerini, Guerra, Laforgia, Locatelli, Losacco, Lupi, Marazziti, Marcon, Mucci, Portas, Rampelli, Rosato, Sani, Schullian, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.
RAFFAELLO VIGNALI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori? Prego.
RAFFAELLO VIGNALI. Sì, Presidente. Riterrei molto utile che, prima di addentrarci nell'articolo 2, su questo articolo e sui suoi emendamenti il Governo si esprimesse, almeno su questo, perché qui, sostanzialmente, perfettamente in linea con questo provvedimento, si sostiene che, nel caso dei minori, chi ne ha la responsabilità, i genitori o il tutore, possano rifiutare il consenso.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Vignali, questo, però, non è un intervento sull'ordine dei lavori. Allora, le darei la parola…
RAFFAELLO VIGNALI. No, è per chiedere che il Governo prima…
PRESIDENTE. Sì, ho capito. Siccome siamo nella fase dei pareri, comunque il Governo si deve esprimere. Prego, comunque concluda rapidamente, perché questo suo intervento non è esattamente sull'ordine dei lavori.
RAFFAELLO VIGNALI. Vorrei porre un problema: visto che il Governo su questo provvedimento si rimette all'Aula, ma su questo articolo e sui pareri di questo articolo credo che ci sia una forte contraddizione tra l'astensione del Governo sul provvedimento e la polemica che abbiamo anche oggi sui giornali sui vaccini, perché, stante questo articolo, qualunque genitore può rifiutarsi di fare vaccinare i figli. E, allora, vorrei capire come si pone la questione.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Vignali.
RAFFAELLO VIGNALI. Forse è il caso almeno chiarire su questo…
PRESIDENTE. Va bene, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DONATA LENZI, . La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.6 Monchiero con la riformulazione: “La persona minore o incapace ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e di decisione, nel rispetto dei diritti di cui all'articolo 1, comma 1. Deve ricevere informazioni sulle scelte relative alla propria salute in modo consono alle sue capacità per essere messa nelle condizioni di esprimere la sua volontà”.
PRESIDENTE. Sì. I relatori di minoranza fanno ora o facciamo dopo? Onorevole Calabrò: 2.6 Monchiero?
RAFFAELE CALABRO', . Sì, diamo solamente il parere sul 2.6 Monchiero o vuole procedere su tutto l'articolo 2?
PRESIDENTE. No, se siete d'accordo, esprimiamo su ogni emendamento parere di maggioranza e di minoranza e poi sentiamo il Governo.
RAFFAELE CALABRO', . Come crede. Allora, sull'emendamento Monchiero 2.6 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.7 Palmieri?
DONATA LENZI, . Invito al ritiro o parere contrario, in quanto torna sullo stesso argomento.
RAFFAELE CALABRO', . 2.7 Palmieri: parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.8 Gigli?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . 2.8 Gigli: parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.10 Marazziti?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . 2.10 Marazziti: parere contrario.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.11 Mantero?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . 2.11 Mantero: parere contrario.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.12 Palmieri?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . 2.12 Palmieri: parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.13 Fossati?
DONATA LENZI, . Favorevole.
RAFFAELE CALABRO', . 2.13 Fossati: parere contrario.
PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti 2.60 Palmieri e 2.61 Calabrò?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.15 Pagano?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.17 Fossati?
DONATA LENZI, . Parere favorevole.
RAFFAELE CALABRO', . 2.17 Fossati: parere contrario.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.42 Giuditta Pini?
DONATA LENZI, . Parere favorevole.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.21 Palmieri?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.25 Silvia Giordano?
DONATA LENZI, . Parere favorevole.
RAFFAELE CALABRO', . Parere contrario.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.26 Silvia Giordano?
DONATA LENZI, . Invito al ritiro o parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . Parere contrario.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.27 Menorello?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti 2.29 Piccione, 2.30 Palmieri e 2.32 Calabrò?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.38 Mantero?
DONATA LENZI, . Invito al ritiro o parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . Parere contrario.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.550 della Commissione?
DONATA LENZI, . Parere favorevole.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.41 Mantero?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO', . Parere contrario.
DAVIDE FARAONE,. Mi rimetto all'Aula su tutti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti: 2.6 Monchiero, c'è una proposta di riformulazione della relatrice, va bene per il proponente? Sì va bene, è accolta la riformulazione.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, qui siamo in un passaggio che è a mio avviso ancor più delicato di tutto ciò che finora abbiamo discusso riguardo all'articolo 1, più delicato perché voglio ricordare ai colleghi che qui stiamo trattando della persona minore o incapace, rispetto alla quale preoccupazioni molto importanti erano state già sollevate durante il lavoro fatto in Commissione, dove pure è stato introdotto, debbo riconoscerlo, un qualche elemento di salvaguardia, nel senso che l'attuale formulazione, nei diversi commi, prevede che il legale rappresentante del minore possa intervenire prendendo decisioni per suo conto, avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita della persona.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Preside la ringrazio. Proprio perché parliamo di persone incapaci, vorrei ricordare a quest'Aula che è un falso problema occuparsene solo in un momento, quale quello del fine vita, e non pensarvi durante la quotidianità e la vita di queste persone incapaci, che sono completamente abbandonate alla vita e ai loro genitori. Infatti, i servizi sono carenti o assenti. Perché ricordiamo loro e pensiamo di tutelarli nel fine vita e non nella quotidianità? Credo che sia vergognoso pensare che un genitore, che per tutta la vita si sostituisce alla mente mancata del proprio figlio, visto che nessuno lo tutela o l'appoggia, per qualche motivo, a quel punto, non può decidere. Se può decidere come farlo vivere, come non abbandonarlo da solo, così può decidere che il proprio figlio non soffra. E chiunque pensa diversamente, pur nel rispetto pieno, non è perché la vita sia indegna, ma perché la sofferenza è uguale per tutti. Quando si citano l'ONU o le Nazioni Unite, va ricordato che noi parliamo di una tutela per chi ha un deficit fisico. Ed è diverso dal deficit mentale, perché il deficit mentale, comunque, non è una roba che appare a un certo punto e poi scompare. Il problema intellettivo è, comunque, un problema che dura sempre e la sofferenza forse la riconoscono proprio solo il genitore o il tutore, che per questo io credo possano sopperire a qualunque scelta che un figlio non è in grado di fare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo della Lega e per sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente. Noi prendiamo sul serio i nostri interlocutori e, quindi, come ha detto il collega Gigli, continuiamo ad offrire clausole di salvaguardia perché, se l'intenzione è quella di non fare una norma eutanasica - questa mattina per ultima ce lo ha ricordato la collega Miotto, che non c'è assolutamente quest'intenzione -, allora noi, appunto, continuiamo a proporre instancabilmente emendamenti di questo tipo, che consentono a tutti di stare tranquilli, come direbbe Perry Mason, oltre ogni ragionevole dubbio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie signora Presidente, per esprimere, a titolo personale, il mio voto contrario a quest'emendamento e per rivolgermi con rispetto, ma anche con grande stupore, ai presentatori e ai sottoscrittori dell'emendamento.
DANIELE CAPEZZONE. Sto alla conclusione, signora Presidente, mi scusi. Siamo dinanzi a un bivio, qui ci vuole. Gli statalisti siete voi! O la decisione la prende lo Stato, come volete voi - e fate male -, oppure lasciate almeno questi genitori, sofferenti, liberi e responsabili di prendere una decisione drammatica e difficilissima. Ma dove siamo, davvero?
PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e le studentesse dell'Istituto comprensivo “Ugo Betti” di Camerino, in provincia di Macerata, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune
ALESSANDRO PAGANO. Grazie Presidente. Sono state settimane, durante la discussione in Commissione, in cui abbiamo spiegato che con quest'articolo 2, riguardo a minori e incapaci, ci siamo allineati in un colpo solo con la legislazione olandese che, come è noto, è la più avanzata al mondo da questo punto di vista. Per noi è tutt'altro che un vantaggio. C'è un piccolo particolare, che l'Olanda ha impiegato tre leggi per arrivare allo stesso livello di questa. Allora, qui sorge necessario un articolo premissivo, per essere in coerenza, per essere positivi nel ragionamento costruttivo di tanti che sono nella maggioranza. Infatti, non è che voglio dire che sono tutti in malafede, anzi, esattamente il contrario. Allora il premissivo, che desidero ricordare, va esattamente nella logica che il minore deve essere tutelato dal rappresentante sempre e soltanto quando c'è un intervento di tipo terapeutico, soltanto a vantaggio dello stesso. Mi avvio alla conclusione, Presidente. L'onorevole Capezzone dice: ma chi è quel genitore…
PRESIDENTE. È già esaurito il suo tempo, onorevole, proprio deve concludere.
ALESSANDRO PAGANO. Ho finito, proprio gli ultimi secondi. Dice: ma chi è quel genitore che fa esattamente questo? No, Presidente, ci sono! Dico un caso su tutti: Beppino Englaro. Eluana la volevano tutti viva, le strutture, e il padre ha voluto ben altro. Quindi ci sono casi di questo genere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PAOLA BINETTI. Stupisce molto il “no” della relatrice alla più ovvia delle affermazioni: le informazioni devono essere fornite in accordo con i genitori. Qui non si tratta di dire una cosa che è altra dalla situazione reale in cui versa il bambino, oppure in questo caso il soggetto di cui si sta parlando, ma che ci deve essere una condivisione per la conoscenza della situazione interiore del bambino, del suo carattere, del suo modo di essere, del suo modo di fare. Niente di coercitivo sul bambino e invece tutto in una relazione di tra genitori e medici. Veramente risulta ambiguo e contraddittorio questo “no”, laddove non si voglia ancora una volta insinuare una sorta di cultura del sospetto che va nella linea di quello che diceva prima il collega Gigli.
ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, solo per aggiungere la firma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Scusi, signora Presidente, solo per segnalare, sicuramente sarà una contraddizione che vedo soltanto io, tre emendamenti fa, per i presentatori degli emendamenti, i genitori erano - banalizzo - cattivi e andavano ingabbiati. Adesso i genitori vanno assolutamente coinvolti e io sono d'accordo con questo emendamento e voterò a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Anche a me sorprende il parere negativo su questi emendamenti identici. Oltretutto lo dico veramente distante da ogni tipo di interesse, non essendo nemmeno presentatore dell'emendamento stesso, ma non sancire in modo chiaro che l'informazione al minore deve essere concordata preventivamente in accordo con i genitori, mi sembra una cosa assolutamente lontana da un principio di rapporto tra medico e paziente, che in questo caso, si tratta di un bambino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha
LUCA SQUERI. Grazie Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente, per spiegare perché l'emendamento ha una ragionevolezza: il minore va da zero a diciotto anni e quindi è chiaro che nel momento in cui parliamo di ragazzi che possono guidare un motorino, che hanno una capacità di intendere e volere molto, molto accentuata, il fatto del coinvolgimento dei genitori, della famiglia, ci sembra un rafforzativo che va nella direzione giusta, come ha detto il collega Fedriga, senza snaturare l'impianto della legge. Aggiungo a beneficio dei dubbi del mio amico Daniele Capezzone che l'emendamento - tre emendamenti fa - era un premissivo all'intero impianto di questo articolo e quindi lungi da noi ogni tipo di atteggiamento schizofrenico nei rapporti del coinvolgimento dei familiari e della famiglia. Quindi, chiudo, rinnovando l'invito alla relatrice a considerare appunto l'estensione che ha l'età del minore.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . La ringrazio Presidente. Volevo rispondere a questi ultimi interventi. La legge di solito non regola le cose che vanno bene, regola le cose dove ci possono essere dei problemi in generale. Allora, noi abbiamo scritto, accogliendo l'emendamento Monchiero - e nel testo che vi è stato proposto - che deve essere informato il minore e ascoltati i suoi orientamenti a seconda dell'età che ha, perché è ovvio che è diverso un bambino di cinque anni da uno di diciotto. Imporre l'obbligo al medico che l'interlocuzione passi necessariamente attraverso il genitore (“devono essere fornite in accordo con i genitori”) costituisce un problema quando la situazione è conflittuale.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Lega Nord ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Avverto che sono esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale, essendone stata fatta richiesta e, come da prassi, la Presidenza concederà per ulteriori interventi a titolo personale un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, un richiamo all'articolo 8, perché lei ha appena annunciato l'esaurimento degli interventi a titolo personale e l'aggiunta di un terzo. Siccome, come è noto, il provvedimento è contingentato, è stato contingentato per scelta della Presidenza e, come è noto, rispetto agli interventi per i gruppi, l'aumento è stato del 50 per cento, io la inviterei, diciamo così, a non lesinare, ecco, a non avere il braccino corto su un provvedimento che ha la sua rilevanza, e si tratta realmente di una manciata di minuti.
PRESIDENTE. Va bene. Grazie, onorevole Palmieri: sottoporremo la sua richiesta alla Presidente Boldrini. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pagano 2.15.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Rubo 15 secondi per sottoscrivere la richiesta appena giunta alla Presidenza. Presidente, su questo emendamento, se mi permette, colgo l'occasione, perché stiamo facendo una discussione complessiva, anche per far presente alla relatrice, rispetto alla risposta formulata in merito all'emendamento precedente (sul quale non ho potuto rispondere in quanto ero già intervenuto) che va bene tutto, però prenderci per fessi no, relatrice! E anche i colleghi che hanno applaudito, li invito, su temi del genere, dato che vedo poca attenzione, a riflettere cinque secondi.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Perché su questi temi non si fermano - mi scusi! - cinque secondi a riflettere…
MASSIMILIANO FEDRIGA. … e approvano leggi pessime che influiranno in modo pessimo e drammatico sulla vita dei nostri concittadini .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
RENATA POLVERINI. Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, in questo caso, benché il concetto di salute psicofisica non ci entusiasmi, però ci chiediamo perché l'abbiamo messo nei commi precedenti e non lo mettiamo anche in questo. È un assecondare l'itinerario tracciato dalla maggioranza, per dare una completezza e una organicità al testo che loro ci propongono: nuovamente non comprendiamo il perché di questo parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, innanzitutto mi spiace che da parte delle colleghe e dei colleghi del PD si continui a proporre emendamenti che poi vengono ritirati: onestamente, si fa miglior figura a non presentarli nemmeno . E questo non depone del fatto che un partito, che si dice democratico, lasci la possibilità ai propri parlamentari evidentemente di potersi esprimere in piena libertà e coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Presidente, il mio amico, onorevole Palmieri, sa che l'amicizia si nutre di sincerità, altrimenti non è amicizia. E allora anche qui, con grande rispetto ma con grande stupore non per la sua rispettabile battaglia ma per il fatto che l'intero gruppo di Forza Italia sottoscrive questo emendamento, mi congratulo con le firme che non vedo, con le firme assenti. Ma che un partito, che nacque come partito liberale di massa, si schieri ora per derubricare la volontà del singolo, che dovrebbe essere sovrana, da disposizione a mera dichiarazione è la misura, ahimè, di come quel partito liberale di massa abbia fatto la fine che ciascuno può giudicare.
DANIELE CAPEZZONE. Brutta pagina, brutta pagina, colleghi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marguerettaz. Ne ha facoltà.
RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Grazie, Presidente. Intervengo per approfondire questo emendamento, che apparentemente è così blando e chiede semplicemente di cambiare un sostantivo, da “disposizioni” a “dichiarazione”. Voglio ricordare ai colleghi un fatto accaduto una decina di anni fa, che molti magari ricorderanno. Una decina d'anni fa un paziente testimone di Geova, che fu trasfuso in fase di sedazione e che aveva più volte dichiarato la sua contrarietà alla trasfusione che derivava dalla sua religione, una volta guarito fece causa al medico che, appunto, l'aveva trasfuso. Il tribunale - credo quello di Torino - nel dichiarare l'archiviazione del procedimento e, quindi, di fatto ponendo le ragioni per cui non era il caso di procedere da un punto di vista giudiziario, motivava così questa disposizione di archiviazione: “Lo stato di necessità nel nostro ordinamento giuridico consente di effettuare le cure necessarie a salvaguardare la vita sia pure in presenza di opposizione da parte dell'interessato, che - badate bene - non è titolare del diritto di libera disposizione - ecco la parola che ritorna - del proprio corpo se questa determina atti contrastanti con la salute, l'integrità e la vita dello stesso”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, è inutile rammentare, a chi livorosamente prende la parola in quest'Aula, pretendendo di esprimere giudizi sul partito al quale apparteneva e che scambia il dibattito parlamentare come un luogo di controversie personali, come l'articolo 7, primo comma, quando si esprime in termini di volontà e rappresenta quella che è la situazione del medico, fa un chiaro riferimento a dichiarazioni e non a disposizioni. Proprio l'articolo aggiuntivo del collega Marazziti dimostra come è indispensabile tornare su “dichiarazioni” anziché su “disposizioni”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Con la stessa amicizia, che ha citato l'onorevole Capezzone, vorrei però ricordare al collega che la libera scelta di una persona si ha solo attraverso la conoscenza del fatto contingente. Come possiamo pensare che un imperativo così categorico di dichiarazioni, magari fatte molti anni prima, nel tempo in cui non si è manifestata la patologia o la malattia o il grave problema fisico, senza sapere quali sono le cure a disposizione, diventi un imperativo così categorico che noi lo chiamiamo “disposizione”? Non sarebbe cosa più di buon senso parlare di “dichiarazione”, proprio per lasciare quel margine discrezionale poiché uno, quando fa la scelta, non è a conoscenza di quando e di quale sarà la sua condizione? Non vi sembra buonsenso questo? La mia preoccupazione è che si dica “no” a questo emendamento semplicemente per una posizione ormai ideologizzata.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Voi credete veramente che una persona possa dare disposizioni anni prima senza sapere cosa gli accadrà, se gli accadrà qualcosa e quali saranno le cure? Vi state prendendo in giro da soli, vi invito a riflettere, a utilizzare, in questo caso, quel buonsenso richiamato dall'onorevole che mi ha preceduto e firmatario dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Capisco che, essendo molto lontano, non sempre siamo visibili, ma, insomma, avevo chiesto di parlare prima. Allora, a proposito di questo emendamento, ovviamente noi ci auguriamo che, nella relazione di cura tra medico-sanitaria e paziente, ci sia sempre accordo, ce lo auguriamo, lo speriamo, ma non sempre capita. Allora, si pone il problema di quando questo accordo non c'è. Abbiamo cercato di fare una legge che mantenesse come principio di fondo il diritto di una persona di fare una scelta e il rispetto di questa scelta. Questa è la di questa legge. A questo punto, non possiamo rinunciare a questo principio, facendo finta che ci sia scarsa diversità tra disposizioni e dichiarazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.
RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Per sostenere questo emendamento pongo nuovamente il problema che ho posto all'inizio, evidentemente essendo stato ignorato. Allora, se il criterio ultimo è l'arbitrio della persona - perché qui, secondo me, non è libertà, ma arbitrio - con che diritto negheremo ai genitori che non vogliono vaccinare i figli di poterli non vaccinare? Con che diritto? Perché in questo caso c'è una ragion di Stato che è superiore alla libertà che invocate? Ma con che diritto, con che diritto si dirà a un medico, che non fa la trasfusione, che deve fare una trasfusione a uno che per fede dice: no, io non la voglio. Vale il suo criterio, va bene. Forse, questo credo faccia capire i limiti di questa legge in sé, compresa questa parte dove i termini, però, sono rivelatori. Se c'è una disposizione, non si venga a raccontare che c'è una parità tra la libertà del paziente e la scienza e coscienza del medico: c'è una disparità assoluta a favore dell'arbitrio.
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire…
ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. No, non può parlare, perché ha già parlato l'onorevole Fedriga. La Lega adesso non ha minuti, se non a titolo personale; quindi, è uno per gruppo, ha già parlato l'onorevole Fedriga. Lei è dello stesso gruppo, è la regola.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Le regole le stabilisce lei!
PRESIDENTE. Scusate, le regole non le stabilisco io, le stabilisce il Regolamento, e il Regolamento dice che, quando sono finiti i tempi…
MASSIMILIANO FEDRIGA. È inaccettabile!
PRESIDENTE. È inaccettabile, ma è il Regolamento, lo capisco . Allora, per favore, deputato Fedriga, posso parlare senza che lei mi interrompa? Il Regolamento dice che, quando si sono esauriti i tempi, si parla …lei non mi ha fatto richiesta di tempi aggiuntivi.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Come no? L'ho chiesto dieci volte!
PRESIDENTE. Lei non si può esprimere in questo modo! Quando io ho finito, le do la parola. Le sto dicendo che ai banchi della Presidenza non è pervenuta la domanda di tempi aggiuntivi, il tempo di cui adesso dispone il suo gruppo è a titolo personale, un minuto per tutto il gruppo, questa è la regola. Prego, onorevole Fedriga.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, la ringrazio della specifica. Adesso le rivolgo ufficialmente la richiesta di tempi aggiuntivi per il gruppo della Lega, grazie.
PRESIDENTE. Adesso ci stiamo capendo, grazie. La Presidenza, quindi, concederà un tempo aggiuntivo di un quarto rispetto alla metà che già abbiamo aggiunto. Quindi, a questo punto, posso dare la parola per dichiarazione di voto, a titolo personale, al deputato Pagano, che l'ha chiesta. Prego.
ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente. Nel minuto che ho a disposizione continuo nel ruolo che mi sono disegnato e che vedo che dà tanto fastidio, e cioè quello di denunciare il politicamente corretto, che bisogna chiamare ipocrisia. Questo emendamento, qualora venisse rifiutato all'interno della logica del politicamente corretto, è pura ipocrisia, perché è una norma, se non viene corretta dal nostro emendamento, che è di tipo liberticida. Dietro questo acronimo si nasconde una verità per voi terribile - parlo per quelli in buona fede, ovviamente - e cioè il fatto che il medico non ha più la possibilità di decidere e, di conseguenza, diventa subordinato rispetto a mille fattori che possono succedere.
ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Articolo 8 e seguenti del Regolamento. Approfitto del suo ritorno, che saluto con piacere, per rivolgerle la richiesta che ho già posto alla Presidente Sereni: ci è stato comunicato che sono esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale e che la Presidenza ha dato un incremento pari a un terzo.
PRESIDENTE. Sì, è corretto.
ANTONIO PALMIERI. Siccome, però, in precedenza, nei giorni scorsi, quando si sono esauriti i tempi a disposizione dei gruppi, l'aumento è stato del 50 per cento…
ANTONIO PALMIERI. …il mio invito era quello, come dicevo prima, a non avere il braccino corto, cioè a non esseri tirchi. Trattasi di una manciata di minuti su un tema così importante. Siamo all'articolo 2: sarebbe auspicabile che, anche in questo caso, per gli interventi a titolo personale, ci fosse il 50 per cento di aumento.
PRESIDENTE. Va bene, d'accordo, accolgo la sua richiesta, onorevole Palmieri, grazie.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Questa questione non è solo semantica. Voglio ricordare come la sostituzione del termine “dichiarazioni” con “disposizioni” sia avvenuta un pochino alla garibaldina, durante la redazione del testo unico, senza alcuna motivazione. Voglio anche ricordare come siamo andati ben al di là delle convenzioni internazionali a cui l'Italia ha aderito, perché la stessa Convenzione di Oviedo, che io continuo a richiamare come uno dei capisaldi del rapporto etico nell'esercizio della medicina, prevede che vengano tenuti in considerazione i desideri e le preferenze del paziente; non parla mai, appunto, di disposizioni vincolanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie Presidente, ma io credo che su un punto come questo, che è uno dei punti discriminanti della legge, sia anche giusto esprimere la propria opinione con fermezza. Io credo che sia stata una buona scelta quella di usare il termine “disposizioni”. È troppo ovvio che “disposizioni” non è sinonimo di “dichiarazioni” e che “disposizione” ha un significato ben più cogente e ben più vincolante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Presidente, questo è un articolo molto, molto delicato e debbo dire che è stata trattata, questa questione, con molta cautela, prudenza, molto equilibrio, per cui vorrei precisare tre elementi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Questo dibattito su questo punto, su una parola, non è uno di quei dibattiti di linguistico, per cui a qualcuno piace un po' un'espressione piuttosto che un'altra, ma è il vero contenzioso alla base del dissidio che caratterizza questa legge, tra chi una volta di più ha voluto mettere l'accento sul diritto del paziente e ha voluto marginalizzare quella che è responsabilità, competenza, etica professionale e anche etica della competenza da parte del medico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Presidente, a favore dell'emendamento Palmieri, perché è vero quello che afferma l'onorevole Miotto, questa discussione si aggancia all'articolo 3, ma non è vero che l'articolo 3 parla di disposizioni; l'articolo 3 parla di convinzioni e preferenze, sono atti cognitivi che vengono surrettiziamente trasformati in volizioni, in atti volitivi. Ora la differenza fra queste due attività della mente umana è sostanziale. Il legislatore non può pretendere di fare ancora una volta e di dire che preferenze o convinzioni diventano disposizioni, volontà, ovvero, se vuole farlo, lo dica chiaramente e sostituisca a convinzioni, preferenze, locuzioni assolutamente generiche, la parola “disposizioni”: almeno aiuterà l'interprete a capirci qualcosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie signora Presidente, a me pare che questa questione sia veramente una mera questione semantica.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DOMENICO MENORELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Sul Regolamento, Presidente, perché è stato dichiarato precluso qualche minuto fa il mio emendamento 2.27, con il quale si chiede l'eliminazione di una breve perifrasi dal comma 4. È stato dichiarato precluso, perché è stato approvato l'emendamento 2.25 Silvia Giordano. Ma l'emendamento 2.25 utilizza una parte toccata dall'emendamento 2.27, non nel merito, non per chiedere all'Aula se confermi le parole di cui all'articolo 3, che poi sono riprese nell'emendamento 2.27 - e così si dichiara precluso -, ma solo per indicare la localizzazione delle parole: “o il rappresentante legale di persona minore”. Quindi, il 2.25 Silvia Giordano non tocca, in realtà, la sostanza e la forma dell'emendamento 2.27, ma utilizza le stesse parole solo per indicare dove si vogliono inserire le nuove parole del 2.25. Quindi, io mi permetto di chiederle di rivedere questa preclusione, perché ritengo non abbia ragione di essere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, trenta secondi per esprimere, a titolo personale, il voto favorevole per l'emendamento 2.38. Capisco le ragioni che inducono i relatori a esprimere parere contrario, però a me pare, invece, che quest'emendamento faccia uno sforzo, a mio avviso molto apprezzabile, proprio nella direzione del di un diritto che si curva sul caso singolo e che fa carico al sistema giuridico di aderire alla personalità, alla storia, alla volontà e alle dichiarazioni della persona interessata. È un esercizio difficile, ma a mio avviso questo è molto apprezzabile.
PRESIDENTE. Non sono a conoscenza degli insulti. Mi dispiace perché non si dovrebbe mai arrivare a insultare, specialmente in quest'Aula.
MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Con quest'emendamento noi cerchiamo di intervenire in una fattispecie che non abbiamo preso in considerazione in questa proposta, ovvero il caso di assenza di Disposizioni anticipate di trattamento, per una persona che si trovi di non essere più in grado di autodeterminarsi, di non essere più in grado di intendere e di volere senza un legale rappresentante. È una condizione che si può verificare abbastanza di frequente, basti pensare a un anziano con l'Alzheimer, per cui non sia stato chiesta, appunto, la presenza dell'amministratore di sostegno. In questo caso, in presenza di una persona, che non è più in grado di autodeterminarsi e che non ha lasciato disposizioni anticipate, a chi va chiesta la possibilità di un intervento, a chi va chiesto di firmare, per capirci, in caso di necessità di intervento sanitario? Mi pare talmente di buonsenso e pareva di buonsenso anche alla relatrice, tant'è vero che era stato inizialmente accolto con una proposta di riformulazione, che diceva nello specifico che il medico era tenuto a consultare - preciso la parole “consultare” - i familiari della persona, per tener conto delle volontà precedentemente espresse da quella persona.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
GIAN LUIGI GIGLI. Mi dispiace di non essere potuto intervenire prima, per cui dirò ora sull'articolo 2 quello che avrei detto precedentemente. Innanzitutto corre l'obbligo di ringraziare la relatrice per aver espresso parere contrario sull'emendamento proposto dall'onorevole Mantero. Devo dire che, come l'onorevole Mantero ha evidentemente precisato, si apriva attraverso quell'emendamento la possibilità di andare a ricostruire la presunta volontà di un minore o di un incapace. È il caso appunto che si era determinato - il caso di scuola se volete - con la vicenda Englaro, dove fu ricostruita in effetti la volontà di una persona che non aveva lasciato dichiarazioni anticipate di trattamento e fu ricostruita in modo del tutto arbitrario, sulla base di una dichiarazione intervenuta un giorno ascoltata da qualcuno mentre in una chiesa accendeva una candela per una persona che aveva avuto un incidente. Voglio ricordare che in quella vicenda, ed è tutto documentato agli atti processuali, quando la polizia di Stato raccolse altre manifestazioni di volontà tra colleghe di scuola, insegnanti e quant'altro, fu risposto che, trattandosi di un giudizio civile, non avrebbero potuto essere prese in considerazioni queste manifestazioni difformi di volontà e così Eluana Englaro fu lasciata morire e fu lasciata morire nel modo che noi in tutto questo legislativo abbiamo cercato di contrastare: fu lasciata morire per disidratazione e per denutrizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, solo per esprimere il voto favorevole del gruppo Alternativa Popolare. Una serie di osservazioni sono state accolte dalla relatrice, che ringrazio, e credo che questo abbia trovato spunti di miglioramento dell'articolo 2, per cui noi votiamo favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, anche noi voteremo favorevolmente su questo articolo proprio perché siamo fedeli al metodo che ci siamo dati, cioè guardiamo il testo, guardiamo le cose fatte. Questo articolo in Commissione, tutti insieme, lasciatemelo dire, per merito della relatrice, da un lato, ma, dall'altro lato, per merito di coloro i quali hanno portato una serie di argomentazioni, è enormemente migliorato rispetto alla formulazione originaria. Per questo motivo, senza alcun timore, noi voteremo favorevolmente questo articolo.
DOMENICO MENORELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Signora Presidente, avevo proposto un richiamo al Regolamento circa la contestazione di una preclusione dell'emendamento 2.27; se cortesemente posso avere una risposta.
PRESIDENTE. Il fatto è che adesso noi siamo in dichiarazione di voto sull'articolo 2, la questione da lei sollevata diciamo che è stata superata, è un po' tardiva, per cui io sono già in dichiarazione di voto sull'articolo 2. Quindi, questa situazione doveva proceduralmente essere sollevata prima che io entrassi in dichiarazione di voto sull'articolo 2. All momento della dichiarazione della preclusione, in quel momento doveva farmi la l'obiezione.
DOMENICO MENORELLO. Presidente, io l'ho fatta al primo momento utile, perché la Presidenza, giustamente, è passata immediatamente dopo a discutere l'emendamento.
PRESIDENTE. Però ci sono stati diversi voti, deputato, nel frattempo, dal momento della preclusione.
DOMENICO MENORELLO. Uno; poi io ho chiesto la parola subito e non mi è stata concessa.
PRESIDENTE. Dal momento della preclusione alle dichiarazioni…
DOMENICO MENORELLO. Alcuni dirigenti, che ringrazio, sono venuti anche qui a discutere, ma non mi hanno convinto. Io l'ho sollevata appena possibile.
PRESIDENTE. Con gli uffici, ma io quando l'ho saputo eravamo già nella dichiarazione di voto dell'articolo 2 e in ogni caso la motivazione che gli uffici hanno sottoposto alla sua attenzione è la motivazione che io ritengo di confermare in questo momento. Quindi, a questo punto, anche proceduralmente siamo andati oltre, siamo alle dichiarazioni di voto dell'articolo 2.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DONATA LENZI, . Emendamento Pagano 3.2, parere contrario. Emendamento Fucci 3.3, parere contrario. Identici emendamenti Menorello 3.4 e Palmieri 3.188, parere contrario. Emendamento 3.6 Palmieri, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.8, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.9, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.10, parere contrario. Emendamento Menorello 3.14, parere contrario. Emendamento Menorello 3.15, parere contrario.
PRESIDENTE. È ritirato, è ritirato.
DONATA LENZI, . Perfetto, anche il successivo.
DONATA LENZI, . Il successivo, emendamento Bazoli 3.19, vi è un invito al ritiro, perché sarebbe superato da…
DONATA LENZI, . Emendamento Calabrò 3.20, parere contrario. Emendamento Menorello 3.21, parere contrario. Emendamento Mantero 3.24, parere contrario. Identici emendamenti Monchiero 3.25 e Murer 3.26, parere contrario. Emendamento Mantero 3.28, parere contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.400, parere favorevole. Identici emendamenti Piccione 3.240 e Rampelli 3.354, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Palmieri 3.30, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Palmieri 3.173, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Palmieri 3.33, parere contrario. Emendamento Calabrò 3.34, parere contrario.
PRESIDENTE. Un secondo, un secondo. Emendamento Calabrò 3.34?
DONATA LENZI, . Parere contrario. Emendamento 3.35 Palmieri, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.38, parere contrario. Emendamento Binetti 3.39, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.41, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Pagano 3.43, parere contrario. Identici emendamenti Monchiero 3.44 e Mantero 3.45, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.47, parere contrario. Identici emendamenti Palmieri 3.192 e Abrignani 3.193, parere contrario. Emendamento Roccella 3.53, parere contrario. Emendamento Pagano 3.54, parere contrario. Emendamento Pagano 3.56, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.58, parere contrario. Emendamento Piccione 3.61…
DONATA LENZI, . Emendamento Mantero 3.401, parere contrario. Emendamento Mantero 3.62, parere contrario. Emendamento Pagano 3.63, parere contrario. Emendamento Pagano 3.64, parere contrario. Emendamento Pagano 3.65, parere contrario. Emendamento Pagano 3.67, parere contrario. L'emendamento Piccione 3.68 è stato ritirato?
DONATA LENZI, . Emendamento Calabrò 3.69, parere contrario. Emendamento Nicchi 3.70, invito al ritiro, in quanto verrebbe espresso parere favorevole all'emendamento Giuditta Pini 3.183 riformulato togliendo le ultime tre righe, quindi “amministratore di sostegno, ai sensi degli articoli 404 e seguenti del Capo I, Titolo XII, del codice civile”.
PRESIDENTE. L'emendamento Giuditta Pini 3.183 è questo con la riformulazione, va bene.
DONATA LENZI, . Emendamento Palmieri 3.71, parere contrario. Emendamento Calabrò 3.72, parere contrario. Emendamento Pagano 3.74, parere contrario. Emendamento Fucci 3.220, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.191, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.76, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento 3.79 Mantero, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.77, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.81, parere contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.80, parere contrario. Emendamento Calabrò 3.82, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.84, parere contrario. Identici emendamenti Pagano 3.85 e Calabrò 3.86, parere contrario. Emendamento Rampelli 3.185, parere contrario. Emendamento Mucci 3.91, parere contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.92, parere contrario.
PRESIDENTE. È stato ritirato.
DONATA LENZI, . Emendamento Pagano 3.108, parere contrario. Identici emendamenti Murer 3.114 e Casati 3.186, parere favorevole. Emendamento Fucci 3.113, parere contrario. Emendamento Roccella 3.115, parere contrario. Emendamento Calabrò 3.116, parere contrario. Emendamento Rampelli 3.184, parere contrario. Emendamento Fucci 3.118, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.189, parere contrario. Emendamento Gigli 3.122, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.174, parere contrario.
PRESIDENTE. Aspetti, aspetti, che mi sa che ne ha saltato uno.
DONATA LENZI, . Ne ho saltato uno?
PRESIDENTE. L'emendamento Palmieri 3.120.
DONATA LENZI, . Emendamento Palmieri 3.120, parere contrario.
DONATA LENZI, . Quindi io riprendo con l'emendamento Piccione 3.126, che però è stato ritirato.
PRESIDENTE. Questo è ritirato, sì. Quindi passiamo all'emendamento Gigli 3.128.
DONATA LENZI, . Dopo di che, gli emendamenti Gigli 3.128, Palmieri 3.129, Vazio 3.130, Vazio 3.131, Piccione 3.133…
PRESIDENTE. No, questo è ritirato.
DONATA LENZI, . Allora, facciamo così: gli emendamenti al comma 6 li accanto, chiedo l'accantonamento.
PRESIDENTE. Quindi, dall'emendamento Gigli 3.128 fino all'emendamento…
DONATA LENZI, . Fino all'emendamento Palmieri 3.140.
PRESIDENTE. Emendamento Palmieri 3.140. Sta bene, li accantoniamo.
DONATA LENZI, . Sono accantonati.
PRESIDENTE. Anche l'emendamento Menorello 3.141? Perché mi pare che sia identico.
DONATA LENZI, . No, è non segnalato L'emendamento Menorello 3.141 non è segnalato.
PRESIDENTE. No, ma l'emendamento Marazziti 3.142 sì, però.
DONATA LENZI, . Sull'emendamento Marazziti 3.142 vi è un parere contrario della Commissione bilancio, a me risulta.
PRESIDENTE. Sì, però non lo accantoniamo: ha lo stesso…
DONATA LENZI, . No, ha un parere contrario della Commissione bilancio, quindi… Possiamo anche dare il parere contrario, ma… Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, in quanto vi è un parere contrario della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Allora, mi diceva…
DONATA LENZI, . Sono l'emendamento Marazziti 3.142…
PRESIDENTE. Se lei vuole accantonare tutti quelli del comma 6, dobbiamo arrivare fino all'emendamento Vazio 3.146, a pagina 50.
DONATA LENZI, . Va bene, arriviamo fino all'emendamento Vazio 3.146, a pagina 50.
PRESIDENTE. E così abbiamo tolto tutto il comma 6. Va bene?
PRESIDENTE. Aspetti. L'emendamento 3.161 Piccioni è accantonato?
DONATA LENZI, . Sì, l'emendamento 3.161 Piccioni è accantonato.
PRESIDENTE. Va bene. Continui pure, relatrice.
DONATA LENZI, . A pagina 55, sull'emendamento 3.170 Fossati il parere favorevole; sugli emendamenti 3.171 Nicchi e 3.181 Gregori, invito al ritiro o parere contrario; emendamenti 3.172 Nicchi e 3.182 Gregori, invito al ritiro o parere contrario; articolo aggiuntivo 3.02 Murer, invito al ritiro o parere contrario, a causa del parere della Commissione bilancio; articolo aggiuntivo 3.03 Silvia Giordano, invito al ritiro o parere contrario; articolo aggiuntivo 3.05 Silvia Giordano, invito al ritiro o parere contrario, a causa del parere della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Chiedo adesso lo stesso esercizio al relatore di minoranza, deputato Calabrò.
RAFFAELE CALABRO', Presidente, emendamento 3.2 Pagano, parere favorevole; 3.3 Fucci, parere favorevole; identici 3.4 Menorello e 3.188 Palmieri, parere favorevole; emendamenti 3.6, 3.8, 3.9 e 3.10 Palmieri, parere favorevole; emendamenti 3.14 e 3.15 Menorello, parere favorevole; 3.17 Gigli, così come riformulato, parere favorevole; se non sbaglio l'emendamento 3.18 Bazoli è ritirato…
RAFFAELE CALABRO', … così come l'emendamento 3.19 Bazoli.
PRESIDENTE. Sì, anche questo emendamento è ritirato.
RAFFAELE CALABRO', Emendamento 3.20 Calabrò, parere favorevole; 3.21 Menorello, parere favorevole; 3.24 Mantero, parere contrario; identici 3.25 Monchiero e 3.26 Murer, parere contrario; 3.28 Mantero, parere contrario; 3.400 Silvia Giordano, parere favorevole; identici 3.240 Piccione e 3.354 Rampelli, parere favorevole; 3.30 Palmieri, parere favorevole; 3.31 Gigli e 3.173 Palmieri, parere favorevole…
PRESIDENTE. L'emendamento 3.31 Gigli non è stato segnalato; c'è solo l'emendamento 3.173 Palmieri.
RAFFAELE CALABRO', È vero. Dunque, emendamento 3.173 Palmieri, parere favorevole; 3.33 Palmieri, parere favorevole; 3.34 Calabrò, parere favorevole; 3.35 Palmieri, parere favorevole; 3.38 Palmieri, parere favorevole; 3.39 Binetti, parere favorevole; 3.41 Palmieri, parere favorevole; 3.43 Pagano, parere favorevole; identici 3.44 Monchiero e 3.45 Mantero, parere contrario; 3.47 Palmieri, parere favorevole; identici 3.192 Palmieri e 3.193 Abrignani, parere favorevole; 3.53 Roccella, parere favorevole; 3.54 e 3.56 Pagano, parere favorevole. Mi sembra che l'emendamento 3.61 Piccione sia ritirato.
PRESIDENTE. Prima abbiamo l'emendamento 3.58 Palmieri.
RAFFAELE CALABRO', Emendamento 3.58 Palmieri, parere favorevole.
PRESIDENTE. Poi, l'emendamento 3.61 Piccione è ritirato. Quindi, andiamo agli emendamenti successivi.
RAFFAELE CALABRO', Emendamenti 3.401 e 3.62 Mantero, parere contrario; emendamenti 3.63, 3.64, 3.65 e 3.67 Pagano, parere favorevole. L'emendamento 3.68 Piccione è ritirato?
RAFFAELE CALABRO', Emendamento 3.69 Calabrò, parere favorevole; 3.70 Nicchi, parere contrario; 3.183 Giuditta Pini, così come riformulato, parere favorevole; 3.71 Palmieri, parere favorevole; 3.72 Calabrò, parere favorevole; 3.74 Pagano, parere favorevole; 3.220 Fucci, parere favorevole; 3.191 Palmieri, parere favorevole; 3.76 Silvia Giordano, parere contrario; 3.79 Mantero, parere contrario; 3.77 e 3.81 Palmieri, parere favorevole; 3.80 Silvia Giordano, parere contrario; 3.82 Calabrò, parere favorevole; 3.84 Palmieri, parere favorevole; identici 3.85 Pagano e 3.86 Calabrò, parere favorevole; 3.185 Rampelli, parere favorevole; 3.91 Mucci, parere contrario; 3.92 Silvia Giordano, parere contrario; 3.195 Marazziti, così come riformulato, parere favorevole; 3.96 Fossati, parere contrario; 3.97 Calabrò, parere favorevole; 3.98 Silvia Giordano, parere contrario; 3.194 Parisi, parere contrario; 3.99 Brignone, parere contrario; 3.100 Menorello, parere favorevole; 3.102 Murer, parere contrario; identici 3.103 Mantero e 3.180 Gregori, parere contrario; 3.104 e 3.105 Silvia Giordano, parere contrario. L'emendamento 3.106 Bazoli è ritirato.
RAFFAELE CALABRO', . Sul 3.108 Pagano parere favorevole, identici 3.114 Murer e 3.186 Casati parere contrario, 3.113 Fucci parere favorevole, 3.115 Roccella parere favorevole, 3.116 Calabrò parere favorevole, 3.184 Rampelli parere favorevole, 3.118 Fucci parere favorevole, 3.189 Palmieri parere favorevole, 3.120 Palmieri parere favorevole, 3.122 Gigli parere favorevole, 3.174 Palmieri parere favorevole, 3.126…
RAFFAELE CALABRO', . Sul 3.128 Gigli parere favorevole. Qui siamo al comma 6, sono quelli accantonati?
PRESIDENTE. Un secondo, che abbiamo gli accantonati. Allora, qui sono accantonati, quindi andiamo al 3.147 Mantero.
RAFFAELE CALABRO', . Parere contrario. Sul 3.148 Mantero parere contrario. Il 3.150 Piccione è ritirato?
RAFFAELE CALABRO', . Sugli identici 3.151 Mantero e 3.152 Mucci parere contrario, 3.153 Mantero parere contrario, 3.154 Pagano parere favorevole, 3.155 Vazio parere contrario, 3.156 Vazio parere contrario, 3.157 Silvia Giordano parere contrario, 3.196 Mantero parere contrario, 3.190 Palmieri parere favorevole. Il 3.161 Piccione è accantonato?
RAFFAELE CALABRO', . Sul 3.170 Fossati parere contrario, identici 3.171 Nicchi e 3.181 Gregori parere contrario, identici 3.172 Nicchi e 3.182 Gregori parere contrario. Sul 3.02 Murer parere contrario, 3.03 Silvia Giordano parere contrario, 3.05 Silvia Giordano parere contrario. Il 3.04 Roccella non è segnalato.
PRESIDENTE. Basta, ci fermiamo qui. Grazie, deputato Calabrò.
SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Solo per chiedere anche…
PRESIDENTE. Aspetti un secondo, devo chiedere prima il parere al Governo. Prego, sottosegretario.
DAVIDE FARAONE,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. La ringrazio. Allora, adesso mi dica, deputata Giordano. Era sull'ordine dei lavori?
SILVIA GIORDANO. Sì, solo perché l'articolo aggiuntivo 3.05, a mia prima firma, a me risulta non avere avuto parere contrario dalla Commissione bilancio, visto che è stato così detto dalla relatrice.
PRESIDENTE. Sì, non ha avuto parere contrario; lo confermo, non ce l'ho segnalato con il parere contrario della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Avverto che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 1.372 Amato, nel testo riformulato, che, nella parte consequenziale, ha modificato il comma 1 dell'articolo 3, sopprimendo l'inciso “comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”, così modificando il testo di tale disposizione, risultano preclusi, oltre all'emendamento interamente soppressivo dell'articolo 3, 3.2 Pagano, anche gli emendamenti interamente sostitutivi del medesimo articolo 3, quindi 3.3 Fucci, 3.4 Menorello e 3.188 Palmieri, quelli sostitutivi del comma 1, che sarebbero 3.6, 3.8, 3.9 e 3.10 Palmieri, nonché quelli volti ad aggiungere parole direttamente riferite all'inciso soppresso, che sarebbero 3.30 e 3.173 Palmieri. Quindi, ammettere all'esame e al voto un emendamento soppressivo ovvero interamente sostitutivo sarebbe in contrasto con la volontà già espressa dall'Assemblea di modificare, e non già di sopprimere o integralmente sostituire, il testo originario.
LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Adesso entriamo nel merito dell'articolo 3, i cui emendamenti, come avete potuto sentire, sono già stati falcidiati con quanto approvato la settimana precedente. In particolare, uno dei punti salienti che ci vedono contrari a questo articolo è il fatto che le DAT sono descritte in un modo non chiaro. Non è chiarito l'ambito della loro applicazione, non è chiaro il tempo nel quale entrano in vigore, le condizioni del paziente e le modalità attraverso le quali effettivamente esse possono avere l'effetto voluto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, signora Presidente. È un peccato, credo, non aver potuto discutere degli emendamenti sostitutivi, perché avevano la pretesa di offrire una rappresentazione globale delle DAT, che non è un istituto che viene rifiutato a priori, ma in qualche modo questo emendamento consente di riprendere il senso più essenziale, e cioè quando le determinazioni, le disposizioni, chiamiamole così, senza infingimenti, possono essere ragionevoli, cioè quando evidentemente la persona che sta bene, che è lontana da quel momento, dispone per un momento non più reversibile, dispone di sé per una situazione che non avrà ritorno, che non è transeunte, che non è provvisoria, circa la propria capacità di determinarsi, e quindi che va verso una prognosi non positiva, infausta, inarrestabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente e colleghi, questo è un altro dei punti chiave di tutto il disegno di legge: non si capisce esattamente quando entreranno in vigore le DAT, perché l'espressione contenuta nell'articolo e nel comma è talmente generica e vaga che, come abbiamo detto più di una volta, può comprendere interventi come - non so - un incidente qualunque, in cui uno perde la coscienza, può essere un intervento anche di un altro genere, di una patologia infiammatoria a cui va incontro: è generico.
PRESIDENTE. Concluda deputata, grazie. Colleghi, per favore state nei tempi negli interventi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. L'intervento dell'onorevole Menorello non mi ha convinto per nulla: se l'incapacità è transeunte e quando recupera la capacità intellettuale cambia le disposizioni, dov'è il problema?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIAN LUIGI GIGLI. No, era solo per accettare la riformulazione. Ringrazio la relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente. L'emendamento 3.21 Menorello vuole sopprimere l'inciso “le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie Presidente. Vorrei leggere il testo, così come risulterebbe, se venisse accolto l'emendamento. Il testo direbbe che attraverso le DAT una persona può esprimere il consenso o il rifiutò rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche a singoli trattamenti sanitari. Cioè, rimane perfettamente il senso - che io non condivido, ma che la proposta introduce - delle DAT.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Intervengo per dire che effettivamente concordiamo con quanto detto poco fa dal collega Palmieri, ovvero che “convinzioni e preferenze” ci sembrano termini vaghi e non chiari, tant'è vero che nel prossimo emendamento, a mia prima firma, chiediamo di sostituire “convinzioni e preferenze” con “volontà e desideri”, che ci sembrano molto più chiari, proprio perché, come abbiamo detto, le disposizioni anticipate di trattamento esprimono le volontà del malato rispetto ai trattamenti sanitari futuri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. La parola “convinzioni” esprime una visione di carattere generale e astratto. Io dico che questa persona ha convinzioni in generale, su di un tale problema, che sono questo, questo, questo e quello. La parola “volontà” esprime, invece, una decisione concreta e puntuale su quello che va fatto a me, nel momento in cui io mi trovassi in questa situazione. Tra la convinzione e la volontà esiste la stessa differenza che, nell'ambito dell'attività dello Stato, esiste tra il provvedimento legislativo e il provvedimento amministrativo: la legge definisce in generale, il provvedimento amministrativo è sempre un provvedimento puntuale e concreto.
DONATA LENZIChiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZIIo capisco che dire che si esprime il consenso o si esprimano le volontà aiuta dal punto di vista della chiarezza interpretativa di una DAT. Magari ci immaginiamo un bel modulo, con tante crocettine. Vuoi la ventilazione? Sì-no. La nutrizione? Sì-no. Vuoi fare questo? Sì-no.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Penso che l'intervento della relatrice ha chiarito in modo palese la confusione che esiste in questa norma. Ha chiarito la confusione per l'esempio che ha portato. Io posso dire, magari, il caso in cui voglio idratazione e alimentazione, cioè deve fare gli esempi dello scibile umano nel suo ragionamento la persona che non sa quello che avrà, dovrà ipotizzare tutte le cose drammatiche che possono succedere in una vita, ipotizzare tutte le patologie, tutti gli incidenti che possono avvenire in una vita! Da quello, andare a calcolare quando vorrà l'idratazione e l'alimentazione e quando non la vorrà. E a quel punto ci sarà una persona - perché non è più in grado di intendere e volere - che interpreterà. E interpreterà in modi in cui un familiare magari dirà: no, non era proprio quella l'interpretazione, perché in quel determinato caso la pensava in un determinato modo. E magari il medico avrà una terza opinione, rispetto al fiduciario e rispetto al familiare, e dirà: no, perché dal punto di vista medico non si può fare o si deve fare questo trattamento. Allora sarà un giudice che andrà a decidere, se questa persona dovrà proseguire la sua vita o no! Capite su cosa stiamo legiferando? È la follia fatta legge. Fermiamoci! Ragionate cinque minuti. Gli interventi della maggioranza e degli estensori della legge mi convincono sempre di più che questa legge deve trovare un momento di riflessione più approfondita e che si debba fare una norma che abbia un senso e non scrivere queste follie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. Veda, è mio parere che le convinzioni sono una cosa intima che si comunica, ma non hanno un effetto nei confronti degli altri, perché quando qui tutti quanti esprimono delle convinzioni hanno poi effetti modestissimi sulla decisione degli altri, per varie ragioni. Mentre la volontà è il prodotto della intima convinzione nel caso concreto, è la potenza della convinzione che si fa atto, ma se non si fa atto con la comunicazione con i terzi non serve assolutamente a nulla, la convinzione resta fine a se stessa. Va bene la volontà, non va bene la convinzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, signora Presidente. È un passaggio importante questo che ci occupa e l'emendamento proposto mi sembra che vada nella giusta direzione, perché guardate noi qui siamo elaborando un testo legislativo, non è che siamo scrivendo un trattato o un romanzo. Allora il testo legislativo deve avere la forza della chiarezza perché, diciamo, interessa tutti e deve essere facilmente capito non solo da chi lo deve attuare, ma soprattutto dall'attore principale, che in questo caso è il paziente. Quando noi usiamo l'espressione “le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari” diciamo che il paziente potrebbe anche stabilire cure o percorsi terapeutici diversi da quello che la scienza attraverso il professionista, il medico, individua. Se si dice “preferenze in materia di trattamenti sanitari”, ciò significa che poniamo la scelta anche della cura rispetto a quella malattia che in quel momento ha, ma immaginiamo che il paziente non sia un tecnico, un medico, ma sia uno che ha avuto una preparazione sommaria, può avere delle idee, certo, ma non può indicare la strada anche rispetto alla cura da intraprendere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amato. Ne ha facoltà.
MARIA AMATO. Grazie, Presidente. Faccio parte di quel gruppo di persone che preferirebbe: volontà. Sono molti i tentativi e i moduli utilizzati già sperimentalmente e soprattutto portati in studio in quei corsi di formazione che si occupano della terminalità, ma l'idea è proprio quella di superare il modulo. Moduli che possono essere, se dovessero essere nel dettaglio delle volontà, analitici di tutte le terapie, dei volumi interi. Si chiede l'orientamento, si chiede il desiderio. Il mio desiderio è non morire soffocata. È l'espressione di una paura ed è un'espressione abbastanza diffusa tra coloro che hanno visto i loro cari morire, per esempio, di soffocamento. Questi sono i desideri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Credo che la mia collega che mi ha preceduto sia stata molto esplicita, ma, Presidente, sono qui a dirle che il desiderio non necessariamente spinge alla morte, il desiderio può essere anche un tipo di cura rispetto ad un'altra; che vuol dire questo? Che se io ho, per esempio, la necessità di essere tracheostomizzata, non necessariamente rifiuto la tracheostomia, ma magari rifiuto la PEG, che è un modo di vivere contemporaneamente, perché il mio desiderio è gustare il cibo fino alla fine, mentre invece la possibilità di respirare attraverso un macchinario mi fa meno paura, e quindi desidero che sia posto in questi termini. Non credo che ci sia niente di fittizio o di arrogante in questa richiesta, bensì l'umiltà di scegliere come poter essere avvicinata ad una situazione di qualità migliore della vita.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
GIOVANNI MONCHIERO. Ribadisco il concetto più volte espresso che la materia è delicata, e che le opinioni, mai come in questo caso, sono tutte degne di rispetto. Io però faccio appello alla logica semantica: io vorrei che qualcuno… Come sia possibile concepire una disposizione che esprime convinzioni e preferenze, ecco. Una disposizione può solo esprimere volontà, ma proprio per una questione tecnica: non vedo altra soluzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Presidente, paradossalmente mi sento un po' più, dopo il dibattito che c'è stato anche in Comitato, di appoggiare questi due identici emendamenti, e non il nostro, proprio perché abbiamo voluto escludere anche successivamente la parola “desideri”. Ma per un semplice fatto che appunto, come affermava il collega Monchiero, è logico: se si parla di disposizione, io sto in quel momento affermando una mia volontà; che, come oltretutto ha affermato anche il collega Buttiglione in precedenza, non vuol dire che non può essere convinzione, o comunque non è detto che la mia convinzione riguardo ad esempio un trattamento sanitario sia per forza coincidente con la mia volontà, perché io posso essere convinta che un determinato trattamento sanitario possa fare benissimo, ma io non lo voglio, così come posso essere convinta che un trattamento sanitario possa fare malissimo, ma io lo voglio. Quindi le convinzioni non sono per forza coincidenti con le volontà!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, avete prima bocciato la nostra proposta emendativa, che voleva riportare il testo alla sua formulazione originaria, cioè di dichiarazioni, non disposizioni: una disposizione detta una volontà, è evidente! E siccome, come mi ha sollecitato prima il collega Monchiero a fare, noi siamo coerenti con il metodo che ci siamo dati, sosteniamo questo emendamento e l'emendamento 3.26 Murer, perché è coerente con l'impostazione che voi avete dato al testo. E quindi è l'ennesima prova di un testo confuso: questa parte sulle DAT, Fedriga l'ha detto bene…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANTONIO PALMIERI. Concludo, Presidente. Lo ridiremo ancora più avanti: è una cosa veramente molto molto poco concepibile, davanti a un foglio bianco la persona si esercita dettando così. È veramente una cosa che ci lascia sconcertati!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, il problema emerge perché questo testo vuole vincolare il medico alla volontà del paziente. Se il medico non fosse vincolato alla volontà del paziente, avrebbe senso che il paziente esprimesse convinzioni e desideri, che il medico interpreta a secondo del confronto con la realtà oggettiva. In un mondo invece che è pieno di in cui il paziente può con grande facilità essere suggestionato nei modi più diversi, in cui può anche avere fobie e timori scollegati dalla realtà, qual è il senso che noi diamo alle convinzioni e desideri? Quantomeno, coerentemente con l'impostazione del testo, devono esserci delle volontà! Altrimenti viene meno ogni possibilità di coerente interpretazione logica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Hanno già espresso chiaramente i colleghi precedentemente come “volontà” sia un termine più congruo alle disposizioni anticipate. E quindi, ritenendo che la modifica di questo termine vada semplicemente a uniformare, a rendere più fluido il testo, chiediamo alla relatrice se vuole accantonare l'emendamento per ragionarci un attimo su, ed eventualmente modificare.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . Presidente, visto che c'è una così larga convergenza da tutte le parti sul termine “volontà”, io non ho obiezioni; anche perché ritengo che in realtà nel testo ognuno poi scriverà quello che veramente vuole, e che quindi se vuole articolare delle spiegazioni, non ci sarà un qualche collega che glielo vieti, mi immagino: uno sarà libero di poter scrivere quello che crede in questa indicazione! Quindi cambio il mio parere: do parere favorevole a “volontà”.
PRESIDENTE. Sì, come parere del Comitato… Onorevole Lenzi, mi scusi… Onorevole… Ecco, le chiedevo, onorevole Lenzi, se il suo parere corrisponde all'opinione del Comitato dei nove. Sì. Quindi chiede una sospensione, onorevole Lenzi? Va bene. Onorevole Calabrò, anche lei chiedeva qualcosa; ma a questo punto sospendiamo cinque minuti, per svolgere il Comitato dei nove. Sta bene. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Onorevole Palmieri, onorevole Rosato, riprendiamo i lavori; che ne dite?
DONATA LENZILa ringrazio, Presidente. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. L'onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', Presidente, il parere del relatore di minoranza è contrario perché, come è stato espresso anche in una serie di interventi, la parola “volontà” è corrispondente al concetto di disposizioni. Siccome siamo stati sempre orientati per una corretta espressione all'interno di questo testo di dichiarazioni che esprimessero un desiderio del paziente, ma che poi andasse rivalutato alla luce di una serie di considerazioni del momento perché stiamo parlando di qualche cosa detta ora per allora, dunque noi riteniamo che la parola “volontà” sia una parola eccessivamente vincolante e siamo convinti che deve rimanere l'espressione che preesisteva.
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo si rimette all'Aula, così come precedentemente espresso.
MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Io vorrei farvi riflettere un attimo su questo emendamento - soprattutto la relatrice - perché noi nelle disposizioni anticipate di trattamento diciamo che il paziente può esprimere il consenso o il rifiuto rispetto a un trattamento sanitario, differentemente da quanto facciamo per il paziente in grado di autodeterminarsi rispetto al quale, invece, diciamo che lui può anche esprimere la rinuncia ovvero l'interruzione di un trattamento in corso.
PRESIDENTE. Onorevole Lenzi, onorevole Lenzi, l'onorevole Mantero si rivolgeva a lei. Forse lei ascoltava…
MATTEO MANTERO. Credo che ci sia sfuggita l'importanza di prevedere l'interruzione di un trattamento sanitario anche per un paziente non in grado di autodeterminarsi. Come dicevo prima, si potrebbe iniziare, ad esempio in un reparto di rianimazione, un trattamento di idratazione e di nutrizione artificiale, perché io devo tenere in stato di coma farmacologico il paziente per fare i primi interventi e poi posso capire che il paziente non può recuperare, e quindi è in uno stato irreversibile, oppure il paziente stesso nelle DAT può dire: “Voglio che siano iniziati tutti i trattamenti, ma se vi rendete conto che non posso più tornare indietro interrompeteli”.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LUCA SQUERI. Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Vi invito a leggere il testo dell'emendamento, che dice: le dichiarazioni anticipate di trattamento si applicano dal momento in cui è accertato che l'incapacità di intendere e di volere del paziente abbia carattere di irreversibilità. Uno dei punti dolenti di questa norma, così come finora è stata congegnata, è proprio la sua indeterminatezza, cioè quando entrano in vigore le DAT? Lo abbiamo già detto, lo ripetiamo: nel caso io avessi un evento traumatico che mi causa una perdita di coscienza che sia, appunto, di natura transitoria, ma io abbia scritto in quel famoso foglio bianco, cui faceva riferimento prima la relatrice Lenzi, che non voglio assolutamente in nessun caso essere rianimato qualora ci fosse il pericolo di rimanere menomato, e invece questa possibilità, cioè di guarire completamente, ci sia se l'intervento è fatto in modo tempestivo - e dopo porteremo prove a questo riguardo -, allora per questo noi diciamo che le dichiarazioni anticipate di trattamento si applicano nel momento in cui l'incapacità di intendere e volere sia irreversibile, a tutela della persona malata, per evitare morti inutili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Per esprimere il voto favorevole da parte del gruppo della Lega e sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, Presidente. È un passaggio importante, noi riteniamo di condividere questo emendamento, perché, nel momento in cui si ha la certezza che la malattia abbia caratteri di irreversibilità, allora c'è la possibilità di utilizzare questo sistema che abbiamo introdotto con le DAT. Questo come condizione, direi, quasi di possibilità di rivitalizzare questa dichiarazione, che resta una dichiarazione nella disponibilità della parte, che può in qualsiasi momento ritirarla o modificarla. E, allora, per poter effettivamente far sì che abbia degli effetti - e sappiamo quali sono gli effetti e l'importanza di questi effetti - mi pare giusto che sia valutato questo emendamento che affidi la possibilità di riferirsi al contenuto di quello che il soggetto, il paziente, ha voluto nel tempo indicare solo nel momento in cui veramente ci sia la irreversibilità della capacità di intendere e di volere del soggetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente. Per manifestare la mia soddisfazione perché questo giusto emendamento, che noi sappiamo essere oggetto di grande attenzione, in verità è stato anche sottoscritto da altri parlamentari. Presidente, mi perdoni, chiedo scusa anche all'Aula, ma di quale emendamento stiamo parlando?
PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'emendamento 3.33 Palmieri.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, chiedo scusa, ritiro l'intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. Anche in occasione di questo emendamento abbiamo la possibilità di riportare a ragionevolezza e ad opportunità la norma dell'articolo 3. Il collega Palmieri propone che le DAT si applichino quando vi è una situazione di irreversibilità, cioè l'incapacità di determinarsi sia irreversibile. Se così non fosse - così colgo l'occasione anche per spiegarmi meglio rispetto al precedente intervento, che mi spiace il collega avvocato e mio maestro Longo abbia frainteso - se invece le DAT si applicano lì dove la situazione non è irreversibile, la renderanno irreversibile. Ad esempio, se le DAT chiedono che non ci sia una intubazione e c'è un trauma cranico che fa perdere capacità di determinarsi provvisoria, la mancata pratica terapeutica può determinare la morte, e non la determinerebbe se venisse, invece, effettuata, perché un'intubazione, in quel caso, riporterebbe a coscienza il paziente, e quindi a vita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Penso di non comprendere veramente le motivazioni del perché si sia espresso parere negativo su questo emendamento. Questo è un emendamento che determina un'estrema chiarezza, soprattutto nel contesto della possibilità dell'applicazione, del momento dell'applicazione, dal punto di vista clinico in particolare, in riferimento alla irreversibilità della condizione clinica del paziente o del soggetto interessato. Ora, se non c'è questa precondizione, allora siamo in un altro contesto: siamo nel contesto dell'eutanasia vera e propria. Noi qui stiamo oggi trattando una proposta di legge che ha come presupposto cardine la situazione dell'irreversibilità nei confronti del paziente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese, chiarissimo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, anch'io non comprendo il parere negativo su questo emendamento e dico di più: rispetto alle considerazioni espresse dai colleghi, qui si supera il concetto di eutanasia volontaria, qui c'è un'eutanasia passiva indifferentemente dall'accertarsi della volontà del paziente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, noi non stiamo facendo una legge che renderà obbligatoria la DAT. La DAT viene formulata da un cittadino, liberamente, quando è in grado di intendere e di volere e poi lo stesso chiede che venga applicata quando non sarà in queste condizioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Rapidissimamente, Presidente, un piccolo contributo: io riconosco che le preoccupazioni che stanno a monte di questo emendamento, e magari anche di qualcuno successivo, sono meritevoli di attenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, come sempre l'interpretazione delle norme deve essere sistematica; nel momento in cui, al primo comma, si legge: “un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi”, io credo che non si possa voler dire che si tratta di un'incapacità assolutamente irreversibile, perché se così non fosse si correrebbe il rischio che ad una incapacità transeunte possa corrispondere il momento in cui si applica la DAT, cioè attenzione a questo passaggio.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Sisto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Solamente per dichiarare il voto di coscienza del nostro gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. D'accordo, a titolo personale, mi scusi, era la prima del suo gruppo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, io credo che il dottor Burtone abbia equivocato tra il comma 8 dell'articolo 1, che si riferisce al consenso espresso da una persona capace di intendere e di volere, e appunto le dichiarazioni anticipate di trattamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Grazie Presidente, come le persone che mi hanno preceduto, anch'io ritengo che in qualche modo bisogna rappresentare in una maniera chiara quando è il momento in cui le dichiarazioni anticipate di trattamento - continuo a chiamarle dichiarazioni - abbiano la loro effettiva funzionalità e a questo proposito io vorrei raccontare un aneddoto, un aneddoto che non è mio.
PRESIDENTE. Ha solo un minuto.
RAFFAELE CALABRO'. Ho solo un minuto? L'aneddoto è un po' lungo e allora lo riassumiamo: un paziente operato, che quindi dopo l'intervento non ha capacità di intendere e di volere e deve rimanere in rianimazione senza capacità di coscienza, se all'improvviso ha bisogno di terapie urgenti che deve fare, tipo una dialisi, siccome ha scritto che laddove si fosse trovato in condizioni di non poter capire non gli andava fatto nulla, questo soggetto rischia di non fare la dialisi e di morire, quando invece con la dialisi si sarebbe salvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Anche su questo siamo chiari, abbiamo il dovere di essere chiari, colleghi: la questione dell'attualità della DAT viene trattata al comma 5, non a questo punto, e al comma 5 si prevede: primo, che c'è il fiduciario; secondo, alcune condizioni nelle quali il medico può disattendere ciò che è scritto nella DAT, alla luce delle richieste che vengono formulate, se ritenute incongrue oppure se non tengono conto di innovazioni di natura medico-scientifica che sono intervenute nel frattempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Con i 60 secondi che in qualche modo ho a disposizione, vorrei invece porre il problema di un'altra tipologia di paziente, il paziente con Alzheimer: quando è che il paziente con Alzheimer non è più in grado di intendere e volere? Qual è quel momento chiave critico, rispetto al quale io potrò applicare o dovrò, secondo la questione diciamo coercitiva che sta assumendo l'articolato della legge, potrò in questo momento intervenire, perché lui non debba andare incontro a ulteriori disagi e sofferenze?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Io penso che il nostro provvedimento, quello su cui stiamo lavorando, sia uno sforzo di convergenze, di equilibrio e di risposta saggia e non estrema, su situazioni che possono essere anche molto diverse e molto estreme. Quindi, gli interventi a favore e contro di singoli emendamenti sarebbe sempre meglio farli, avendo presente l'evoluzione del testo nel suo complesso, e anche dove sta andando il testo, cioè i commi successivi e, anche avendo ascoltato i pareri dati dalla relatrice sui vari emendamenti, avendo un'idea di quali dei temi, magari affrontati in uno o in un altro emendamento, potrebbero o forse troveranno - anzi troveranno perché è stato dato un parere favorevole - a un emendamento che arriva più tardi.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
MARIO MARAZZITI. …vengono espressi e risolti all'articolo 5, comma 3, nell'emendamento che ho presentato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
PRESIDENTE. Hanno richiesto alcuni colleghi di intervenire a fine seduta, chiederei pertanto ai colleghi che intendono uscire dall'Aula di farlo con una certa tranquillità e abbastanza in silenzio.
RAFFAELLA MARIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELLA MARIANI. Grazie Presidente. Negli ultimi giorni e anche in queste ore, a Lucca e in molte parti del nostro Paese, sono nate spontaneamente mobilitazioni a favore di Gabriele Del Grande, giornalista trattenuto in Turchia presso il centro di identificazione di Mugla. C'è grande emozione. Da oltre dieci giorni Gabriele è trattenuto lontano dalla sua famiglia e con i colleghi Quartapelle, Moscatt, Fanucci e molti altri, senza clamore, stiamo seguendo l'evoluzione della vicenda, in stretto rapporto con il Ministero degli esteri e la diplomazia.
MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Grazie Presidente. Gabriele Del Grande è un giornalista regista italiano, che si trovava nella zona meridionale della Turchia per fare il suo lavoro. È stato trattenuto, gli è stata tolta la libertà di muoversi. Non è colpevole di niente, se non di avere svolto la sua professione, una professione che ha documentato con il suo osservatorio il fenomeno delle vittime delle migrazioni, delle guerre, dei morti nel Mediterraneo. Ha denunciato l'assurdità delle persecuzioni dei profughi con il film “Io sto con la sposa”, da rivedere in questi giorni, anche come un segno di sostegno al suo prezioso e coraggioso lavoro.
COSIMO LATRONICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, io la ringrazio per questa opportunità. La giunta regionale della Basilicata, venerdì scorso, ha deliberato la sospensione delle attività del Centro ENI di Viggiano, il centro petrolifero più importante d'Europa. In seguito allo sversamento di serbatoi di petrolio - due su tre serbatoi hanno sversato petrolio -, l'inquinamento è arrivato, signor Presidente, a ridosso del fiume Agri, il fiume che alimenta la diga del Pertusillo. Parliamo della diga che alimenta la Puglia e la Basilicata. I volumi di contaminazione, nei punti osservati, superano cinque volte le soglie consentite. Dopo mesi manca la definizione del perimetro interessato allo sversamento, non sappiamo quanto greggio sia stato sversato, quanto siano state interessate le falde acquifere del bacino idrografico del Pertusillo, a conferma che non esiste una rete di monitoraggio credibile.
MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, a Reggio Emilia ci sono quattro cooperative che hanno subito un crac, un crac di un miliardo e mezzo di euro, stiamo parlando della Unieco, della Coopsette, della CMR e della Orion. Con la liquidazione di Coopsette e Unieco e i concordati CMR e Orion, sono stati sbriciolati seicento milioni di euro in tre anni. Ieri ci sono state 400 persone davanti alla prefettura per una manifestazione organizzata da Federconsumatori. Queste 400 persone sono uomini e donne, sono lavoratori e pensionati, che hanno perso tutto. Hanno perso tutti i loro risparmi per colpa di questi crac. Sono soci che hanno creduto nella cooperazione e hanno depositato i loro risparmi per sostenere la collettività.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente. Il codice della strada è impostato in maniera tale da fare in modo che le amministrazioni, i comuni, non siano particolarmente incentivati a fare cassa con le multe, perché devono destinare delle quote molto specifiche di quelle entrate alla sicurezza stradale. Questo riguarda sia le multe in genere, sia le multe in particolare con gli autovelox.
FABIANA DADONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Grazie Presidente, ieri in provincia di Cuneo, per la precisione a Fossano, è crollato un viadotto della tangenziale, avete visto le immagini che sono passate su tutti i giornali. Per fortuna non c'è stata nessuna vittima rimasta schiacciata sotto l'auto dei carabinieri che facevano un posto di blocco e che per fortuna si sono spostati in tempo. Non è la prima volta nella nostra nazione che crolla una strada così, in testa a delle persone. Per fortuna ieri non ci sono state vittime, lo ripeto. In alcuni casi è stato per vizi di manutenzione, invece pare che il crollo di ieri sia addirittura per vizio di costruzione, quindi volendo anche peggio della mancanza di manutenzione.
ERNESTO PREZIOSI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERNESTO PREZIOSI. Gianfranco Sabbatini nasce a Pesaro l'11 settembre del 1932, nella città delle Marche trascorre l'intera sua esistenza sino alla morte, giunta nell'aprile scorso. Laureato in giurisprudenza nell'Ateneo urbinate ha esercitato la professione di avvocato che ha caratterizzato la sua biografia insieme all'impegno politico e al ruolo svolto dal mondo del credito.
PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A del resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicato lo schema recante l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge 3671--A e abb. “Delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza”.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.