PRESIDENTE. La seduta è aperta.
DAVIDE CAPARINI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Carbone, Centemero, Fraccaro, Mannino, Piepoli, Francesco Saverio Romano, Venittelli e Zampa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del progetto di legge, approvato, in un testo unificato, dal Senato n. 4368: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
PIA ELDA LOCATELLI. Scusi, Presidente, ma è irrilevante che non ci sia nessuno del Governo?
PRESIDENTE. Se ne fa richiesta, la Presidenza sospende la seduta in attesa che il Governo arrivi. Se lei non mi pone la questione formalmente, io vado avanti.
PIA ELDA LOCATELLI. Io non ho …
PRESIDENTE. A questo punto sospendiamo la seduta. La seduta è sospesa. Grazie.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa, con la presenza stavolta del Governo. L'onorevole Locatelli ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, i socialisti ritengono che la questione di fiducia posta dal Governo sul disegno di legge delega di riforma del processo penale sia un atto di responsabilità politica che nelle condizioni date - e ribadisco, nelle condizioni date - diviene condivisibile. Cogliamo volentieri l'intento generale di dare maggiore efficienza al processo penale senza sacrificare le garanzie difensive. Ne registriamo pure l'intento deflattivo con l'estinzione del reato per condotte riparatorie, la nuova disciplina in tema di impugnazione, il recupero dell'istituto del patteggiamento in appello, le modifiche previste in tema di disciplina delle indagini preliminari del procedimento di archiviazione, la delega per la riforma del casellario giudiziario, le misure concernenti il nodo degli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari, e delle REMS, le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Artini. Ne ha facoltà.
MASSIMO ARTINI. Presidente, mi scuso ma non avevo sentito assolutamente la chiamata. Mi perdoni.
PRESIDENTE. Prego, ci mancherebbe.
MASSIMO ARTINI. Presidente, un Governo in carica da sei mesi, che non ha fatto ancora nulla per dare risposte ad un Paese con quasi 13 milioni di poveri, non può permettersi di chiedere la fiducia a questo Parlamento. Ricordo al Presidente del Consiglio che, al momento delle consultazioni che hanno portato alla nascita dell'Esecutivo, abbiamo sperato in un cambio di passo nelle politiche di lotta alla povertà, ma così ancora non è stato. Per questo motivo Alternativa Libera, nel rimarcare il suo profondo disappunto per il disinteresse manifestato dal Governo nei confronti di chi vive in stato di indigenza, non le accorderà la fiducia neanche questa volta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD. Grazie, Presidente. La riforma del codice penale e di procedura penale richiede il voto della Camera. Non riteniamo giusto che tale provvedimento subisca un ennesimo rinvio, perché ciò sarebbe l'atto di resa di un Parlamento che non sa decidere le riforme. È, in primo luogo, coerente con i principi del giusto processo, con l'esigenza di restituire certezza di diritto, operando contestualmente per uno snellimento dell'attività processuale e con l'obiettivo di introdurre nuove disposizioni in ordine all'uso delle intercettazioni che configurano un più efficace sistema di garanzia, con l'esigenza di rivedere e ampliare i tempi della prescrizione. La revisione del codice penale non intende attenuare l'importanza dei reati contro la persona e il patrimonio quanto l'opposto; consente, infatti, l'estinzione del reato esclusivamente nel caso in cui vi sia stato il pieno risarcimento del danno; si diminuiscono così, in realtà, i casi di denegata giustizia. Condividiamo anche l'aumento delle pene minime per furti e rapine, è un modo di restituire sicurezza ai cittadini giacché, con questo provvedimento, si attribuiscono più efficaci poteri alle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Intervengo per annunciare il voto contrario alla richiesta di fiducia su questo provvedimento da parte del Governo. Parliamo di un provvedimento complesso, di modifiche al Codice penale, al Codice procedura penale e all'ordinamento penitenziario. Sono disegni di legge e varie proposte di legge che sono stati accorpati: da un punto di vista procedurale, rispetto al merito, un vero e proprio colpo di Stato, né più né meno.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Quindi, la decorrenza è da questo momento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io non amo le amplificazioni retoriche, non ripeterò quello che ha detto l'onorevole Rocco Palese sul fatto che questo provvedimento è una vergogna. Mi limiterò a dire sommessamente che è del tutto inusuale che si ponga la fiducia su di un provvedimento che riguarda la libertà dei cittadini, un provvedimento in materia di legge penale. Si pone la fiducia su di un provvedimento che riguarda il diritto penale e la procedura penale, per di più in un momento in cui recentemente il Governo è stato sconfitto in Aula con il voto segreto su un provvedimento di grandissima importanza, quello che riguarda la legge elettorale. Si dà l'impressione che questo Governo non si fidi della sua maggioranza, non si fidi dei voti segreti ed espropri il Parlamento delle sue prerogative su di un tema che ha una rilevanza costituzionale, perché qui noi andiamo a decidere della libertà dei cittadini.
ROCCO BUTTIGLIONE. Ci sarebbero molte altre cose da dire, io mi atterrò al richiamo della Presidenza, esprimendo le gravi perplessità che non ci permettono di votare né la fiducia, né il provvedimento, tanto meno, la fiducia sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. È complicato esprimere un giudizio univoco su questo provvedimento, perché le intenzioni sicuramente non erano negative, non erano cattive, perché mettere mano al sistema giudiziario italiano è imprescindibile, è necessario e io apprezzo anche lo sforzo di chi ha voluto cercare di inserire alcune novità significative. Certo, è la direzione degli sforzi che non sempre ci ha convinto: in particolare, si è cercato di intervenire sui tempi della prescrizione, poi il Senato l'ha cambiata e, invece, noi avremmo preferito che si fosse intervenuti in maniera più decisa sui tempi del processo, cosa che si è fatta per quanto riguarda, forse, soltanto la primissima fase delle indagini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzo Dellai. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Grazie, Presidente. Voglio dichiarare il voto positivo del gruppo Democrazia Solidale-Centro democratico su questa richiesta di fiducia. Fiducia che, certamente, può suscitare, nel metodo, qualche perplessità, come prima è stato detto. Peraltro, va ricordato che siamo alla fine di un lungo iter, che ha visto le Camere impegnate, e va anche ricordato che certamente c'è un qualche cosa di patologico nel sistema, posto che proprio la mancata modifica dei Regolamenti parlamentari e, più in generale, la mancata innovazione del modo di lavorare delle nostre istituzioni rende, talvolta, certamente eccessivo l'uso della decretazione, l'uso dello strumento della fiducia, pur legittimo naturalmente, ma il tutto credo vada ricondotto, appunto, alla necessità di un riordino del nostro modo di lavorare, più che non ad una scorretta volontà da parte del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. A me è capitato, varie volte, in questa legislatura, di fare la dichiarazione di voto sulla questione di fiducia e devo dire che questa è probabilmente la volta in cui la faccio con più disagio, perché in materia penale, credo, sarebbe meglio evitare di ricorrere alla fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parisi. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, nel tempo che mi è concesso non dedicherò che pochi appunti al merito di questo disegno di legge, perché sarà più preciso e specifico il collega del mio gruppo che interverrà sul provvedimento nella dichiarazione di voto finale. Cercherò, dunque, di limitarmi a una panoramica sull'impianto di queste disposizioni in materia di processo penale; e, però, qualcosa, anche in questo dibattito sulla fiducia al Governo, sento il dovere di dirlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.
ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo in ritardo, ci risiamo: come un ladro incallito e mai pentito di democrazia parlamentare, questo Governo torna per l'ennesima volta a chiedere la fiducia su provvedimenti che riguardano materie costituzionalmente sensibili. Mi sia consentito, dato l'argomento, un'amara metafora penalistica: siamo di fronte a un caso di recidiva specifica infraquinquennale. Sì, perché il Governo Gentiloni contende il primato negativo del maggior rapporto percentuale delle fiducie poste rispetto al numero di provvedimenti approvati con il Governo Monti: ne ha fatto insomma un metodo inaugurato il 14 febbraio con la conversione del decreto-legge salva banche, proseguito il 21 febbraio con il mille-proroghe, continuato il 10 aprile con la conversione del decreto-legge Minniti-Orlando, completato provvisoriamente il 30 maggio scorso con la cosiddetta manovrina. Si tratta di un reiterato, disinvolto, spregiudicato e sfrontato abuso della questione di fiducia che appare ancora più grave quando tocca materie di stretta competenza parlamentare; quando riguarda temi legislativi di particolare rilevanza e complessità come oggi in cui la discussione involge modifiche significative al codice penale, al codice processuale penale e all'ordinamento penitenziario. Le recentissime elezioni amministrative ci consegnano la fotografia di un paesaggio politico ingrigito da un processo di progressiva e inesorabile desertificazione democratica e partecipativa. Dovremmo essere allora tutti impegnati ad allargare, anziché a restringere, il perimetro della partecipazione dei cittadini alla vita politica del Paese. Dovremmo essere tutti impegnati, almeno in questo Palazzo di Montecitorio, a difendere le prerogative del Parlamento, a compiere una quotidiana, meticolosa, appassionata manutenzione ordinaria degli ingranaggi su cui poggia la democrazia rappresentativa. E invece? Invece accettiamo che l'amministratore di condominio che ha sede nel Palazzo qui a fianco imponga la sua agenda e sottragga pezzo dopo pezzo sovranità e dignità a questa Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Presidente, grazie. Noi neghiamo, Presidente, convintamente e votiamo convintamente contro la fiducia a questo Governo; votiamo contro il provvedimento di riforma del processo penale che è una riforma dannosa e pericolosa per il Paese e per la giustizia dei nostri cittadini. Presidente, questo Governo non gode più della fiducia all'interno di questo Parlamento dove c'è una maggioranza raffazzonata, divisa e litigiosa ma soprattutto questo Governo non gode più della fiducia del Paese, non gode più della fiducia di quel Paese perbene che lavora, guadagna, paga e che non vede un Governo all'altezza della situazione. Presidente, viviamo in un Paese invaso. Viviamo in un Paese dove il tema della sicurezza è stato cancellato dall'agenda politica di questo Governo; viviamo in un Paese dove il Governo stanzia quasi 5 miliardi di euro per garantire vitto e alloggio agli immigrati e si dimentica delle nostre Forze di polizia; un Paese attento ai bisogni delle vittime e che se ne frega dei bisogni delle persone oneste e perbene. E in un Paese civile e democratico la civiltà e la democrazia di un Paese si misura sul grado di funzionamento della giustizia: un Paese che ha un sistema giustizia che non funziona è un Paese che non è civile e oggi il nostro Paese sul tema della giustizia vive un grave democratico. Questo progetto di legge ne è la conferma: approvare una riforma del processo penale che non è né organica né strutturale con deleghe, delegando un Governo non legittimo e soprattutto un Governo non eletto dal popolo e approvando una riforma attraverso una fiducia votata in quest'Aula, è un segno di inciviltà e di giustizia. Pensate cosa sarebbe accaduto se una cosa del genere fosse stata fatta da un Governo di centrodestra? Provate a immaginare cosa sarebbe accaduto se un Governo di centrodestra avesse tentato soltanto lontanamente e minimamente di toccare il tema delle intercettazioni telefoniche. Lo abbiamo fatto attraverso un disegno di legge ed è saltato il mondo; l'avesse fatto un Governo di centrodestra avremmo migliaia di persone intorno a questo Palazzo. Voi lo state facendo nel disinteresse totale e generale da parte dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole alla fiducia richiesta dal Governo, voglio anche precisare che noi come Alternativa popolare avevamo sostenuto che questo provvedimento poteva seguire il corso normale e, quindi, si poteva anche evitare di chiedere la fiducia, però la fiducia è una scelta del Governo, è una strategia che il Governo pone in essere e sulla quale noi siamo portati poi a considerare gli elementi che hanno portato a questa scelta. Evidentemente gli elementi c'erano e c'erano tutti, invitiamo il Governo Gentiloni, per quello che riguarda la nostra forza politica, a continuare nel suo percorso, avrà sempre il nostro impegno e la nostra fiducia in maniera seria e responsabile. Anzi, riteniamo che questo tempo, intervallo, che ci separa dalla fine della legislatura possa essere riempito da un'attività governativa e consequenzialmente parlamentare ricca di provvedimenti che la gente si aspetta, a cominciare, per quello che riguarda questo settore che ci interessa, con il portare a termine il processo civile e tutta la normativa antimafia.
ANTONIO MAROTTA. …e altri che ritenevano il contrario. Questa è una sintesi. È chiaro che noi siamo contrari, come principio, al sistema delle prescrizioni che allungano il processo in maniera determinante…
PRESIDENTE. Onorevole Marotta, ha citato testé la parola “sintesi”, la invito a concludere.
ANTONIO MAROTTA. Sì, grazie, chiedo scusa. Concludo, dicendo che per quando riguarda la fiducia non c'è alcun problema: noi voteremo la fiducia al Governo Gentiloni in questa e in altre occasioni nelle quali, responsabilmente, il Governo si impegna a risolvere i problemi dei cittadini
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zoggia. Ne ha facoltà.
DAVIDE ZOGGIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento sul processo penale sarà approvato oggi dopo tre passaggi parlamentari. Questa riforma è un po' la cifra di questa legislatura: mesi e mesi di blocco causati da feroci discussioni all'interno dalla maggioranza, in particolare, da quella forza politica che non voleva l'aumento della prescrizione. Blocco causato anche da discussioni avvenute all'interno di una stessa forza politica, e mi riferisco ovviamente al maggior partito della coalizione di Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Grazie signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, Forza Italia valuta molto negativamente questo provvedimento e soprattutto contesta in maniera ferma e decisa la scelta del metodo attraverso il quale si pone il provvedimento all'esame all'approvazione dell'Assemblea, cioè l'apposizione della questione di fiducia, perché, su un provvedimento che, appunto, riguarda la disciplina del codice penale e del codice di procedura penale e dell'ordinamento penitenziario, dovrebbe essere sovrano il Parlamento e soprattutto dovrebbero essere assolutamente liberi la discussione e l'apporto che ciascuna forza politica può dare rispetto al all'elaborazione del quadro normativo di riferimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.
GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Siamo alla novantatreesima fiducia e possiamo ufficialmente scritturare il PD per “Lo show dei record” di Canale 5, dato che ormai questo Parlamento non ha più la possibilità di discutere nulla; questa però non è una fiducia come le altre, perché stiamo parlando di riforma della giustizia. Non è una fiducia come le altre, perché, dopo aver già posto la questione di fiducia in Senato, scrivendo un maxiemendamento con un unico articolo e 95 commi, anzi, 94 commi, oggi, venite qui, sullo stesso testo, quindi, sostanzialmente, annientando la possibilità di questa Camera di poter ancora dire qualcosa, di poter raccontare ai cittadini grazie a quest'Aula, grazie al dibattito, che cosa state combinando, venite qui e ponete, di nuovo, la questione di fiducia. A parte i discorsi legati all'importanza della materia che stiamo trattando e che non dovrebbe, mai, essere oggetto di questioni di fiducia, ma dovrebbe, altresì, essere un momento di confronto limpido e chiaro in questo Parlamento, lasciamo perdere, tanto ormai avete messo la fiducia addirittura sulle leggi elettorali che poi vi boccia la Corte costituzionale quindi, possiamo aspettarci qualsiasi cosa, qualsiasi cosa da questi governicchi che si succedono da cinque anni, da quattro anni e mezzo. La gravità di aver posto, ieri, la questione di fiducia è che siamo di fronte ad una maggioranza che ha paura, paura! Siete dei codardi, perché, se aveste avuto un minimo di coraggio, in quest'Aula sarebbero stati votati, oggi, tutti gli emendamenti, uno per uno, magari anche con qualche voto segreto, per cercare di capire chi è che la vuole veramente questa schifosa riforma della giustizia e chi, invece, magari, ha qualche perplessità, manifestata non in una giornata, ma nel corso di questi tre anni, perché è da tre anni che stiamo discutendo di questa roba, dal 23 dicembre 2014, quando venne emanato questo disegno di legge governativo, da parte del Ministro Orlando e dai suoi sodali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI. La ringrazio, signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, vorrei che ci fosse in quest'Aula almeno il buongusto di evitare di vendere prodotti ai propri clienti. Non siamo dei bottegai, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, siamo dei parlamentari. Noi siamo dei parlamentari che dovrebbero rispondere alle esigenze di un popolo, di una cittadinanza, non ai nostri clienti, che poi, magari, si spera di portare in Parlamento prima o dopo la pensione. Noi dobbiamo rivolgerci all'intera collettività, e questo è un provvedimento che si rivolge all'intera collettività, perché è un provvedimento di sistema, è un provvedimento che molti non hanno letto, perché si vanno a toccare soltanto alcuni punti in questi pochi minuti, e li abbiamo sentiti.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
PRESIDENTE. Come convenuto dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,15 a partire dall'esame e dalla votazione degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per i rapporti con il Parlamento, il Ministro della Giustizia e il Ministro dell'economia e delle finanze. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Laforgia ed altri n. 3-03070.
ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente. Signora Ministra, 3 milioni di italiani hanno chiesto un referendum, su iniziativa della CGIL, per abolire i Il Governo Gentiloni, per evitare la celebrazione del referendum e probabilmente ricordandosi di cosa accadde il 4 dicembre scorso, varò un decreto per abolirli integralmente. Tre settimane fa, un emendamentino alla manovra di correzione dei conti pubblici li reintroduce per le imprese sotto i cinque dipendenti, per il lavoro domestico e persino per la pubblica amministrazione, senza nessun confronto con il sindacato. Avete aggirato la volontà dei cittadini e l'articolo 75 della Costituzione. Come volete riparare a questo torto a 3 milioni di persone?
PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO,. Signora Presidente e onorevoli deputati, il quesito posto dagli onorevoli interroganti richiede una ricostruzione degli eventi al fine di introdurre un po' di chiarezza. Ricordo preliminarmente che la Commissione lavoro della Camera era già impegnata, sino al marzo 2017, nella redazione di nuove norme per contrastare gli abusi relativi all'utilizzo dei cosiddetti pervenendo all'adozione di un testo unificato risultante da undici proposte di legge, e questo mentre la Cgil completava la raccolta delle firme necessarie a promuovere il referendum abrogativo.
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare.
ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, signora Ministra, la democrazia è una cosa seria ed è anche sacra e i corpi intermedi non possono essere vissuti come un fastidio, e nemmeno tre milioni di persone che hanno firmato un referendum e avevano diritto a votare il 28 maggio; dovevate ascoltare le parti sociali prima.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ARTURO SCOTTO. …contro le parti sociali e contro milioni di cittadini. Noi, il 17, saremo in piazza a manifestare contro questo schiaffo alla democrazia
PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03071 .
FABIO RAMPELLI. Di solito, Ministro, i Paesi che ospitano i vertici internazionali portano a casa un risultato in più degli altri: a Taormina, l'Italia di Gentiloni è stata capace di infrangere anche questa consuetudine. I temi a noi cari? Nessun impegno per fronteggiare l'immigrazione, nessuna iniziativa per contrastare concorrenza sleale di Paesi che sfruttano il lavoro minorile; ritiro da parte degli USA dal Trattato di Parigi sul contrasto ai mutamenti climatici. A questo punto, come intende reagire l'Italia visto che tali argomenti per noi sono strategici?
PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO,. Grazie, signora Presidente. Onorevoli deputati, la Presidenza italiana del G7 è riuscita ad ottenere risultati assolutamente non scontati, come è riconosciuto anche dagli altri del G7, malgrado la congiuntura particolarmente complessa nella quale si è svolto il Vertice.
PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di replicare.
FABIO RAMPELLI. Ministro, siamo insoddisfatti e anche preoccupati. Questa tecnicamente - quella che ha dato - si chiama risposta diversiva: ha parlato di tutto, fuorché delle obiezioni fatte nel che abbiamo depositato. Voi vi affidate all'Unione europea, alla comunità internazionale, ma queste istituzioni se ne fregano, evidentemente, dei nostri problemi. A questo punto, un cittadino italiano qualunque pensa che il suo Governo, proprio perché lasciato da solo, sarà più deciso, più risoluto, batterà i pugni sul tavolo, provvederà autonomamente. No, niente di tutto questo. Il Governo a guida Partito Democratico è fermo: lo schiavismo cinese, trasferitosi anche a casa nostra, agisce indisturbato in barba all'Organizzazione mondiale del commercio che lo ospita e porta alla chiusura migliaia di aziende italiane; gli immigrati irregolari sono un numero ingestibile per le nostre città: se ne è accorto perfino Beppe Grillo, guarda caso, il giorno dopo aver preso una “legnata” elettorale, ma meglio tardi che mai.
PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03072 per un minuto.
ADRIANA GALGANO. Grazie, signora Presidente. Buongiorno, Ministro Orlando, la Corte costituzionale, a novembre 2016, ha di fatto dichiarato incostituzionale la norma nella parte nella quale non consentiva ai coniugi di attribuire anche il cognome materno ai figli all'atto della nascita. Oggi, quindi, è possibile attribuire il doppio cognome, però un vuoto regolamentare e normativo lo rende veramente molto difficile. Perciò noi chiediamo al Governo cosa intenda fare per garantire ai genitori il diritto costituzionale di attribuire il doppio cognome ai figli e per garantire al minore il diritto alla costruzione di un'identità personale che tenga conto di contributi paritari di entrambi i genitori.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ORLANDO,. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in discussione l'onorevole interrogante rileva l'urgenza di un pronto adeguamento del nostro sistema ordinamentale alla recente sentenza della Corte costituzionale 8 novembre 2016 n. 286 affinché trovino piena ed effettiva realizzazione il diritto del minore all'identità personale e il principio di eguaglianza dei coniugi rispettivamente sanciti agli articoli 2 e 3 della Costituzione. Com'è noto, il giudice delle leggi è stato chiamato a valutare della legittimità della norma sull'automatica attribuzione del cognome paterno laddove non consente ai genitori che ne facciano concorde richiesta al momento della nascita di attribuire al figlio anche il cognome materno. Nel ripercorrere la giurisprudenza della CEDU in materia nonché precedenti pronunce della stessa Corte, ha rilevato come l'attuale ordinamento pregiudichi il diritto di identità personale del minore e al contempo costituisca un'irragionevole disparità di trattamento tra i coniugi che non trova alcuna giustificazione nella finalità di salvaguardia dell'unità familiare. In particolare, la Corte Costituzionale ha evidenziato come il diritto all'identità personale trovi nel nome il suo primo ed immediato riscontro, riconoscendo così il diritto del figlio ad essere identificato sin dalla nascita attraverso l'attribuzione del cognome di entrambi i genitori che concordino in tal senso. Su tali premesse ha dunque dichiarato l'illegittimità costituzionale della norma desumibile dalle disposizioni del codice civile in materia di filiazione legittima e naturale e di adozione nella parte in cui non consente ai coniugi di comune accordo di trasmettere ai figli al momento della nascita anche il cognome materno. Mi preme rilevare che il tema è oggetto di dibattito parlamentare ancor prima della pronunzia in parola e conferma la necessità di un intervento riformatore della materia con l'obiettivo di una definizione di nuovi criteri di attribuzione dei cognomi ai figli rispettosi dell'uguaglianza dei coniugi e del diritto alla piena identità personale del minore. In tale prospettiva si inserisce infatti il disegno di legge n. 1628 recante disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli attualmente all'esame della II Commissione giustizia del Senato. Il provvedimento infatti prevede che i genitori all'atto della dichiarazione di nascita del figlio possano attribuirgli, secondo la loro volontà, il cognome del padre o quello della madre o quelli di entrambi nell'ordine concordato e che, in caso di mancato accordo tra i genitori, al figlio siano attribuiti i cognomi di entrambi i genitori in ordine alfabetico. Intendo rassicurare l'onorevole interrogante che il Governo e il Ministero che rappresento, nel condividere gli obiettivi del provvedimento, assicureranno il massimo contributo al dibattito parlamentare per una rapida definizione dell'iter legislativo.
PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di replicare.
ADRIANA GALGANO. Grazie, Ministro, per averci assicurato che parteciperà ai lavori parlamentari ma chiaramente, per tutta la parte che riguarda il Parlamento, ero già abbondantemente aggiornata, poiché il disegno di legge, di cui lei parla, è stato approvato dalla Camera nel 2014, l'anno nel quale poi la Corte di Strasburgo ci ha punito proprio sul tema. Quindi mi aspettavo di sapere invece da parte sua cosa intende fare il Governo - era questa la domanda - perché la circolare fatta dal Ministero dell'interno all'inizio del 2017 per dare delle indicazioni non si è rivelata assolutamente sufficiente. Esistono molti problemi pratici che possono essere risolti solo da un tavolo interministeriale al quale partecipano il Ministero dell'interno e il Ministero della giustizia e mi aspettavo di sentirle dire questo. Ora quindi capiamo che c'è bisogno di un ulteriore intervento, un'azione di spinta nei confronti del Governo affinché prenda atto che questo tavolo interministeriale è assolutamente indispensabile perché non è giusto che i genitori siano sottoposti a una situazione di incertezza nell'esercitare tale loro diritto e, come Civici e Innovatori, assicuriamo che daremo un grande impulso perché il tavolo ministeriale venga finalmente organizzato.
PRESIDENTE. La deputata Binetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03073 .
PAOLA BINETTI. Intervengo su un tema su cui altre volte siamo intervenuti ossia il tema dell'allontanamento di un bambino dalla sua famiglia. Nel caso specifico il 24 maggio una bambina di tredici anni sola in casa è stata raggiunta da una costituita da macchine della polizia, dai vigili del fuoco, da un'autoambulanza e da molte altre figure che sono penetrate in casa attraverso la scala dei vigili del fuoco perché la bambina, essendo sola e spaventata, non apriva, creando quindi una condizione di ancora più forte per prelevarla e portarla in una casa famiglia. Anzitutto non esistevano ragioni necessarie e sufficienti che giustificassero un intervento di questo tipo, su cui però lascio ad altri la possibilità di giudicare, ma questo tipo di dispiegamento di forze, anche a fronte - devo dire onestamente - di costi complessivi per la comunità che sono inauditi sul piano economico, è soprattutto di una violenza veramente molto grave sul piano psicologico.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ORLANDO,. In risposta all'onorevole Binetti va in linea generale premesso che i provvedimenti di allontanamento dei minori costituiscono anche nella prassi giurisprudenziale un' nell'esclusivo e prevalente interesse del minore. La legislazione italiana è una delle più evolute e sensibili anche in tema di ascolto, assicurando il diritto del minore ad esprimere in maniera libera ed incondizionata la propria volontà nell'ambito dei procedimenti aperti a tutela. Quanto alle modalità con cui deve essere eseguito l'allontanamento, insuscettibili di una rigida procedimentalizzazione, va rilevato come le stesse esigano un'attenta e specifica valutazione della realtà su cui il provvedimento è destinato ad incidere e non possono pertanto essere rimesse al prudente apprezzamento della magistratura. L'estrema delicatezza del tema è comunque oggetto di continui approfondimenti volti alla definizione di vere e proprie linee guida o di indirizzo sulle procedure di allontanamento come quelle recentemente approvate su iniziativa dell'Associazione italiana dei magistrati per i minorenni della famiglia. Con riferimento al caso riportato nell'interrogazione, rappresento come dalla relazione trasmessa dall'autorità giudiziaria procedente risulta che il tribunale di Viterbo ha disposto l'affidamento della minore ai servizi sociali e la sua collocazione presso una casa di accoglienza nell'ambito di un procedimento di separazione giudiziale in considerazione della ritenuta gravità del quadro complessivo familiare e di conseguenza della necessità di misure idonee a tutelare l'integrità psicologica nel lungo periodo a fronte dell'accertata impossibilità di procedere ad adeguate forme di sostegno infra-familiari e a causa del rifiuto della madre sottrattasi per lungo tempo all'esecuzione dei provvedimenti giudiziari. Risulta peraltro che i procedimenti penali iscritti su denuncia della madre a carico del padre siano stati archiviati dall'autorità giudiziaria procedente. Il provvedimento adottato il 21 dicembre 2016 è stato eseguito solo il 24 maggio quando la minore è stata localizzata grazie alle indagini della procura della Repubblica di Roma avviate in seguito a denuncia di sottrazione di minore a carico della madre ed eseguite attraverso personale della sezione di PG presso la citata procura, proprio in considerazione delle precedenti e ripetute condotte ostruzionistiche della madre. Il procedimento è peraltro in corso ed è fissata una prossima udienza per il 28 giugno 2017 con convocazione del personale del servizio sociale e del municipio competente e del consulente tecnico nominato. La vicenda è stata attentamente seguita anche dalla competente articolazione del Ministero che allo stato, svolti i necessari approfondimenti in seguito agli esposti formalizzati dalla madre, ha escluso profili di rilievo disciplinare a carico dei magistrati procedenti che risultano aver assunto decisioni ampiamente motivate e aderenti ai risultati in sede processuale. Il Ministero continuerà comunque a seguire con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda in linea con l'impegno prioritario rivolto alla tutela dei minori.
PRESIDENTE. La deputata Binetti ha facoltà di replicare.
PAOLA BINETTI. Credo che le valutazioni siano sempre molto complesse quando di fatto riguardano i casi singoli. Nel caso specifico della risposta del Ministro tutte le responsabilità sono messe in carico alla madre e si ignorano totalmente quelle che sono le responsabilità gravi, gravissime della figura paterna e questo già di per sé costituisce in qualche modo una perplessità non di poco conto da parte mia. Ma la premessa che ha fatto il Ministro e che in principio e in linea di massima mi trova d'accordo, che il sistema giudiziario italiano è uno dei più avanzati e che il minore rappresenta un soggetto che viene posto al centro dell'attenzione, il cui ascolto è un ascolto che viene seguito con grande delicatezza da parte di tutte le persone coinvolte nel processo di presa in carico del minore stesso, devo dire che il minore non è stato ascoltato - questo consta agli atti - nonostante il minore abbia scritto ripetutamente al magistrato, chiedendo di essere ascoltato. Ora, mi chiedo: se per un nucleo, un grumo di formiche - cosa, peraltro, abominevole quella che è successa all'ospedale di Napoli -, si manda un'ispezione a valutare la situazione, a valutare il contesto, a prendere atto dei fatti, in questo caso, Ministro, chiedo veramente che lei, siccome ha giustamente detto che il Ministero sta seguendo il caso con grande attenzione, predisponga anche, se è possibile, un'ispezione per valutare una valutazione di fatti che di per sé è quanto meno parziale, perché veramente trovo incredibile che tutta la colpa sia messa sulle spalle della madre, laddove, invece, mi risultano responsabilità molto più gravi anche a carico della figura paterna.
PRESIDENTE. Il deputato D'Incà ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03074 .
FEDERICO D'INCA'. Grazie, Presidente. Buongiorno, Ministro. Vi sono circa 3 mila esposti e denunce presentate da circa 100 mila azionisti di Veneto Banca nei confronti di esponenti della stessa banca questi sono stati trasferiti dalla procura di Treviso alla procura di Roma, ai fini di riunirli, per filoni di inchiesta, per le ipotesi di aggiotaggio e di ostacolo alla vigilanza bancaria, e poi di nuovo riassegnati alla procura di Treviso. I reati contestati sono, appunto, la truffa e l'estorsione relativa alle modalità di collocamento e sottoscrizione delle azioni della stessa Veneto Banca. Il trasferimento degli atti processuali tra la procura di Treviso e quella di Roma, e poi il ritorno ancora a Treviso, ha implicato un infruttuoso decorso dei tempi. Oltre a questo, sembrerebbe che la procura di Treviso sia impreparata ad esaminare, in quanto ha una mancanza di organico che, di fatto, costringe più volte lo stesso procuratore ad esporsi anche sui locali.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ORLANDO,. Con l'atto di sindacato ispettivo in trattazione è stata posta la questione dell'urgente necessità di copertura degli organici della procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso, in ragione dell'esigenza di pronta trattazione di un notevole numero di denunce ed esposti presentati dagli azionisti di Veneto Banca, i quali rischierebbero di veder disattese le loro aspettative in termini risarcitori ove dovessero spirare i termini di prescrizione dei reati ipotizzati. Interpellato in merito, il procuratore della Repubblica di Treviso ha comunicato che, a partire dal febbraio 2015, è stato trasmesso alla procura della Repubblica di Roma, su sua richiesta, ogni procedimento collegato ai fatti emersi in seguito all'ispezione della Banca d'Italia su Veneto Banca.
PRESIDENTE. Il deputato D'Incà ha facoltà di replicare.
FEDERICO D'INCA'. Ministro, noi crediamo che, praticamente, un magistrato per 3 mila denunce per truffa, o anche la che è stata messa in opera di Polizia tributaria, non possa bastare. Se il suo Dicastero non può fare nulla, allora veramente siamo in grandissima difficoltà nel poter affrontare queste problematiche sul territorio che, di fatto, fanno sì che lo Stato non sia presente in una delle parti più importanti del nostro Paese per quanto riguarda la parte economica e si dimostri assente in quella che è la parte economica che, di fatto, è portata ad avere una richiesta continua da parte dello Stato per quanto riguarda la tassazione, ma si vede molto probabilmente mettere in discussione la possibile giustizia nei confronti dei cittadini stessi.
PRESIDENTE. Il deputato Zanetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03075 .
ENRICO ZANETTI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, apprendiamo da fonti di stampa che, mentre viene perfezionata la nomina del nuovo direttore dell'Agenzia dell'entrate, Ernesto Maria Ruffini, il direttore uscente, Rossella Orlandi, convoca il comitato di gestione dell'Agenzia da essa presieduto ancora per pochi giorni, si nomina vicedirettore e pone in essere ulteriori nomine nell'ambito delle strutture dell'Agenzia. Chiediamo, pertanto, perché tale determinazione non sia stata rimessa alla valutazione del nuovo direttore e del nuovo comitato di gestione, evitando così un increscioso caso di vera e propria autonomina in zona Cesarini, che contribuisce ulteriormente a gettare ombre sull'immagine di un'Agenzia delle entrate con percorsi di carriera dirigenziali che sono ormai da anni al centro di polemiche di ogni tipo, soprattutto dopo la nota sentenza della Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie, Presidente. L'onorevole Zanetti chiede se corrispondano al vero le notizie di stampa secondo cui la dottoressa Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle entrate il cui mandato è scaduto il 12 giugno 2017, abbia avuto l'incarico di vicedirettore dell'Agenzia stessa, previa delibera del comitato di gestione dell'Agenzia delle entrate. Al riguardo, acquisita la delibera n. 20 del 9 giugno 2017 del comitato di gestione dell'Agenzia delle entrate, si riferisce quanto segue: innanzitutto, come risulta dal verbale di cui trattasi, la dottoressa Orlandi, essendo presidente del comitato di gestione, si è allontanata dalla riunione e non ha partecipato alla discussione e alla votazione, ai sensi dell'articolo 9 del regolamento per il funzionamento del comitato stesso. Il comitato, preso atto dell'imminente scadenza dell'incarico di direttore della dottoressa Rossella Orlandi, ha espresso parere favorevole alla nomina della stessa a vicedirettore per le funzioni relative a catasto, cartografia e pubblicità immobiliare e all'osservatorio del mercato immobiliare e dei servizi estimativi dell'Agenzia, considerando che fin dal 2000 la dottoressa ha ricoperto incarichi di responsabilità dirigenziale e di vertice. Infatti, la dottoressa Orlandi è da anni dirigente di ruolo di prima fascia presso l'Agenzia delle entrate e, conseguentemente, è stata ricollocata presso gli organi di vertice della struttura di appartenenza. Il procedimento di nomina si è svolto, quindi, nel pieno rispetto delle norme che lo disciplinano e del suo avvio è stato, preventivamente, informato il direttore designato.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Zanetti.
ENRICO ZANETTI. Grazie, signor Ministro per la risposta. Devo, però, dire che non la trovo soddisfacente. Il tema non era il rispetto formale delle regole, che davo per scontato, anche perché, se no, saremmo di fronte a dei veri e propri abusi di ufficio, vi è, però, un tema sostanziale, un tema di evidenza, un tema di apparenza: è del tutto evidente che questo tipo di decisione, fatta a pochi giorni dalla scadenza del mandato, per quanto ci sia stata, come lei ci riferisce, la comunicazione al direttore entrante, sia una scelta veramente con pochi precedenti e che getta, lo ribadisco, delle ombre forti su un modo di gestire l'Agenzia delle entrate che, del resto, lo abbiamo toccato in questi anni, ha visto delle resistenze costanti a qualsiasi ipotesi di concorso pubblico, in quell'ente, per le posizioni dirigenziali, anche intermedie, e reiterati tentativi, assolutamente avallati dai vertici uscenti dell'Agenzia, di pure e semplici stabilizzazioni nei ruoli di coloro i quali avevano degli incarichi che erano stati dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Il deputato Brunetta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03076 .
RENATO BRUNETTA. Signor Ministro, stiamo parlando del più grande scandalo della storia della Repubblica, 4,1 miliardi di euro alla Morgan Stanley, e stiamo parlando di un atto di citazione che recentemente la Corte dei conti ha recapitato ai più alti dirigenti del Tesoro, attuali ed ex, a cui è stato contestato il 30 per cento di questo danno erariale di 4,1 miliardi, da condividere, questo danno erariale, con Morgan Stanley, per aver stipulato contratti speculativi, lo ripeto, speculativi, che, quindi, non avrebbero mai, e dico mai, potuto essere sottoscritti. Morgan Stanley è ancora lì, signor Ministro, fra gli specialisti che gestiscono il nostro debito pubblico. Maria Cannata è ancora lì, a capo del dipartimento. Lei ha niente da dire, signor Ministro, a questo riguardo? Finora, in tutti gli atti di sindacato ispettivo, lei ci aveva detto che tutto andava bene, che tutto era trasparente, ma non aveva dato l'accesso agli atti. È ancora di quell'idea, signor Ministro? Ha niente da dire a questo riguardo?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PIETRO CARLO PADOAN,. Innanzitutto, in relazione all'interrogazione scritta, vorrei dire all'onorevole Brunetta che non sussistono situazioni a rischio per le casse dello Stato, in quanto della spesa per strumenti finanziari derivati si è tenuto e si tiene conto negli stanziamenti richiesti nel bilancio dello Stato medesimo. La spesa correlata a tali strumenti è attentamente considerata, altresì, in tutti i documenti di finanza pubblica. A tale riguardo si fa anche presente che, in coerenza con quanto previsto all'articolo 10, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, modificata dalla legge 4 agosto 2016, gli effetti sulla spesa per interessi e sugli altri flussi di cassa, dovuti a strumenti finanziari derivati, sono stati ulteriormente evidenziati, sia in termini consuntivi per il periodo 2014-2016, che in termini previsionali per il periodo 2017-2020 nella seconda parte del Documento di economia e finanza 2017.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Brunetta.
RENATO BRUNETTA. Prendo atto, signor Ministro, che lei è connivente rispetto all'opacità che io ho denunciato. Io le ho chiesto se lei avesse letto l'atto di citazione della Corte dei conti; lei non mi ha risposto a questo riguardo.
PRESIDENTE. Il deputato Paglia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03077 .
GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, signor Ministro, a me dispiace dover tornare per l'ennesima volta, in questa legislatura, sull'argomento derivati e, in particolar modo, sull'ormai famoso o famigerato contratto Morgan Stanley, quello che, appunto, ci è costato 4,1 miliardi di euro, a causa dell'imperizia, viene detto, di chi, dall'interno del Ministero del Tesoro, l'ha sottoscritto, ma, soprattutto, di pratiche forse legate alla frode fatta da Morgan Stanley stessa, in qualche modo, o almeno questo dice, oggi, la Corte dei conti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Presidente, in relazione all'interrogazione scritta e con particolare riferimento alla premessa, vorrei precisare innanzitutto che non esistevano clausole che attribuissero ai dirigenti del Tesoro la facoltà di annullare i contratti con Morgan Stanley, alcuni dei quali peraltro hanno avuto origine prima del 2000.
PRESIDENTE. Il deputato Paglia ha facoltà di replicare.
GIOVANNI PAGLIA. Presidente, signor Ministro, io credo francamente che non dovrebbe essere tollerato - lo dico con molta pacatezza - che lei venga qui e, anziché dare risposta ai quesiti che un deputato le pone, parli d'altro.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIOVANNI PAGLIA. 4,1 miliardi per questo Paese sarebbero stati di una qualche utilità: per esempio, per quei 12 milioni di italiani che hanno qualche difficoltà a curarsi. Per esempio, per le infrastrutture fatiscenti...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Paglia.
GIOVANNI PAGLIA. …che ormai ci accompagnano da anni. E, invece, qui si danno sull'unghia ad una banca d'affari americana, e come ricompensa, nonostante tutto, si continuano anche a dare incarichi in Italia perché non se ne può fare a meno. Questo non è il modo di gestire un grande Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Busin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03078 per un minuto.
FILIPPO BUSIN. Presidente, Ministro, dopo che questo Governo di fatto ha innescato la crisi delle due popolari venete con il famoso decreto-legge sulle banche popolari, di oltre due anni fa, e lasciando che la situazione degenerasse senza gestirla di fatto per oltre due anni, oggi, proprio oggi è scaduto l'ultimatum che l'amministratore delegato Viola di Banca Popolare di Vicenza ha dato al Governo per scongiurare il della banca e la consegna dei libri in tribunale, rimettendosi quindi poi alla BCE. L'ultimatum è stato congelato da parole rassicuranti che lei stesso ha rivolto all'amministratore delegato, e ha in qualche modo sospeso questa azione estrema da parte del consiglio di amministrazione.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Innanzitutto confermo all'onorevole interrogante quanto ho ufficialmente affermato ieri riguardo allo stato positivo del negoziato e all'assenza di rischio di .
PRESIDENTE. Il deputato Busin ha facoltà di replicare.
FILIPPO BUSIN. Guardi, Ministro, questo Governo ha di fatto innescato e si è reso responsabile di questa situazione, intervenendo con il famoso decreto-legge sulle banche popolari, sbagliando completamente i tempi e i modi dell'intervento: sulla sostanza potremmo anche essere d'accordo, ma di fatto ha sbagliato i tempi e i metodi, e ha lasciato che questa situazione degenerasse completamente, sperando magari che si risolvesse da sola, cosa che non è avvenuta.
PRESIDENTE. La deputata Moretto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03079 per un minuto.
SARA MORETTO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, in queste ore pare possa giungere ad una soluzione la lunga crisi degli istituti bancari veneti, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Crisi che ha avuto e avrà pesanti effetti sul sistema bancario italiano e devastanti conseguenze sul tessuto economico veneto e nelle tante famiglie che hanno creduto di mettere i loro risparmi al sicuro.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Gli onorevoli interroganti richiedono di conoscere quale sia lo stato attuale delle trattative con le autorità europee nella definizione dello schema di ricapitalizzazione precauzionale di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e dei conseguenti strumenti di intervento, anche in relazione all'eventuale soluzione di sistema che prevede il coinvolgimento delle banche nazionali maggiori, al fine di scongiurare qualunque ipotesi di messa in risoluzione tramite ricorso alla procedura di .
PRESIDENTE. Il deputato Ginato ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Moretto ed altri n. 3-03079, di cui è cofirmatario.
FEDERICO GINATO. Signor Ministro, accogliamo con soddisfazione la notizia che il confronto con l'Unione europea sia in una fase molto avanzata. Mi pare di capire che ormai anche in Europa stia maturando la consapevolezza che l'applicazione del alle due banche popolari venete non servirebbe a contenere la crisi del sistema bancario italiano, ma rischierebbe addirittura di ampliare le dimensioni e generare un pericoloso contagio.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Amici, Artini, Baretta, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Matteo Bragantini, Bratti, Brunetta, Capelli, Casero, Castiglione, Antimo Cesaro, Cirielli, Coppola, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Meta, Migliore, Orlando, Pes, Piepoli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Tabacci, Valeria Valente, Velo e Venittelli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del progetto di legge, già approvato in un testo unificato dal Senato, n. 4368: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/2 Nesi.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/3 Carrescia.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie l'ordine del giorno, ma si propone una riformulazione che sottopongo al relatore...
PRESIDENTE. Lei dovrebbe leggerla.
COSIMO MARIA FERRI,. Chiedo di eliminare la prima premessa, dalle parole: “è crescente” fino a: “relazionali”. Per quanto riguarda, invece, il secondo periodo, sostituire nell'impegno le parole: “per punire con pene maggiori delle attuali” con le seguenti: “capaci di fronteggiare efficacemente”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/4 Piazzoni.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/5 Daniele Farina.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/6 Miotto.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/7 Rostellato.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/8 Marazziti.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie l'ordine del giorno, ma si propone una riformulazione dell'impegno, che inizia con la parola: “escludere” e si propone la sostituzione del verbo: “escludere” con le seguenti parole: “limitare per casi eccezionali e transitori”.
PRESIDENTE. Dunque, con questa riformulazione il parere è favorevole.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie come raccomandazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/10 Rostan.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie come raccomandazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/11 Leva.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie come raccomandazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/12 Melilla.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie come raccomandazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/13 Ricciatti.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/14 Fossati.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie l'ordine del giorno a condizione che sia riformulato come l'ordine del giorno n. 9/4368/18 Mattiello, perché ha alcuni punti in comune con l'ordine del giorno n. 9/4368/18 Mattiello e, quindi, se viene riformulato…
PRESIDENTE. Per la parte dispositiva o anche per la parte della premessa? La premessa è accolta?
COSIMO MARIA FERRI,. No, perché l'ordine del giorno n. 9/4368/18 poi ripercorre gli stessi concetti e, quindi, è più semplice dare parere contrario oppure va riformulato interamente come l'ordine del giorno dell'onorevole Mattiello.
PRESIDENTE. Va bene. C'è un parere favorevole se riformulato integralmente come l'ordine del giorno n. 9/4368/18 Mattiello.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/16 Martelli.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole sull'ordine del giorno, previa riformulazione dell' dell'impegno. Si propone la seguente formulazione: “si impegna a valutare se introdurre”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/17 Bolognesi.
COSIMO MARIA FERRI,. Anche questo è come l'ordine del giorno n. 9/4368/14 Fossati. Si accoglie se riformulato nei termini dell'ordine del giorno n. 9/4368/51 Berretta.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/18 Mattiello (ha già detto che il parere è favorevole).
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/19 Rizzetto.
COSIMO MARIA FERRI,. Si invita al ritiro perché ci appare troppo generico l'impegno e, quindi…
PRESIDENTE. Invito al ritiro o parere contrario.
COSIMO MARIA FERRI,. …o parere contrario, a meno che l'onorevole Rizzetto non proponga una…
PRESIDENTE. La riformulazione la può proporre solo il Governo.
COSIMO MARIA FERRI,. Sì, mi scusi.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/20 Artini.
COSIMO MARIA FERRI,. Di questo ordine del giorno non si accolgono le premesse, mentre si accoglie la parte relativa all'impegno analogamente agli ordini del giorno n. 9/4368/21 Turco e n. 9/4368/22 Baldassarre.
PRESIDENTE. Dunque, il parere è contrario sulle premesse e favorevole se l'impegno è riformulato…
COSIMO MARIA FERRI,. Come gli ordini del giorno n. 9/4368/21 Turco e n. 9/4368/22 Baldassarre.
PRESIDENTE. Però, gli ordini del giorno n. 9/4368/21 Turco e n. 9/4368/22 Baldassarre non sono uguali. Quindi, bisogna che controlliamo meglio.
COSIMO MARIA FERRI,. Come l'ordine del giorno n. 9/4368/21 Turco.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/21 Turco. Quindi, a questo punto il parere è favorevole.
COSIMO MARIA FERRI,. No. Non si accolgono le premesse e invece si accoglie, se viene accettato dal proponente, la parte relativa all'impegno.
PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole sul dispositivo.
COSIMO MARIA FERRI,. Non si raccolgono le premesse e si accoglie la parte relativa all'impegno.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/23 Verini.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/24 Agostinelli.
COSIMO MARIA FERRI,. Si propone anche qui la seguente riformulazione: “si impegna a valutare”. Con questa riformulazione si accoglie l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/25 Dadone.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/26 Colletti.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/27 Simone Valente.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/28 Lombardi.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/29 Crippa.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/30 Ferraresi.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/31 Grillo.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/32 Villarosa.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/33 D'Uva.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/34 Baroni.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/4368/18 Mattiello.
PRESIDENTE. Sulle premesse sottosegretario?
COSIMO MARIA FERRI,. No, come prima, integralmente.
PRESIDENTE. Va bene; integralmente.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/36 Bonafede.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/37 Fico.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie, previa riformulazione che propongo. Per quanto riguarda il punto n. 1 della premessa, nel penultimo capoverso vanno eliminate le parole da: “generando così” fino alla parola: “sanzioni”. Al punto n. 2 va espunto l'ultimo capoverso delle premesse nel suo complesso. Con queste riformulazioni si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/38 Nesci.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie, previa riformulazione. Nella penultima premessa vanno eliminate le parole da: “generando così” fino alla parola: “sanzioni” e va espunto l'ultimo capoverso delle premesse nel suo complesso. Con queste riformulazioni si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/39 Frusone.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie come raccomandazione previa eliminazione, nelle premesse, al quarto capoverso delle parole da “generando così” fino alla parola: “sanzioni”, del quinto capoverso nella sua interezza, al sesto capoverso, primo periodo, delle sole parole: “numerosi e stringenti”, del secondo e terzo periodo dello stesso capoverso nella loro interezza e del settimo capoverso nella sua interezza. Se accolte queste riformulazioni, si accoglie come raccomandazione
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/40 Dell'Orco.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie previa eliminazione dell'ultimo capoverso delle premesse.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/41 Tofalo.
COSIMO MARIA FERRI,. Si accoglie previa eliminazione del secondo periodo dell'ultimo capoverso delle premesse.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4368/42 Cominardi.
COSIMO MARIA FERRI,. Parere contrario.
COSIMO MARIA FERRI,. Ordine del giorno Sarti n. 9/4368/43, parere contrario. Ordine del giorno Ciprini n. 9/4368/44, parere contrario. Ordine del giorno Cirielli n. 9/4368/45, parere contrario. Ordine del giorno Rampelli n. 9/4368/46, parere contrario.
PRESIDENTE. Quindi è contrario il parere.
COSIMO MARIA FERRI,. Sì. Ordine del giorno Rondini n. 9/4368/60, parere contrario. Ordine del giorno Molteni n. 9/4368/61, parere contrario. Ordine del giorno Guidesi n. 9/4368/62, parere contrario. Ordine del giorno Laffranco n. 9/4368/63, parere favorevole. Ordine del giorno Sisto n. 9/4368/64, parere contrario. Ordine del giorno Binetti n. 9/4368/65, parere favorevole.
PRESIDENTE. Andiamo avanti. Ordini del giorno Minardo n. 9/4368/1 e Nesi n. 9/4368/2, parere favorevole. Ordine del giorno Carrescia n. 9/4368/3: parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno Piazzoni n. 9/4368/4, parere favorevole. Ordine del giorno Daniele Farina n. 9/4368/5, parere favorevole. Ordine del giorno Miotto n. 9/4368/6, parere favorevole. Ordine del giorno Rostellato n. 9/4368/7, parere favorevole. Sull'ordine del giorno Marazziti n. 9/4368/8 c'è una proposta di riformulazione: chiedo all'onorevole Marazziti se accetti la riformulazione.
MARIO MARAZZITI. Presidente, l'onorevole Marazziti l'accoglie. In realtà, limitare per casi eccezionali e transitori l'accesso alle REMS - quindi quello che si vuole evitare è ricreare gli OPG - è una formulazione forte ma non sufficientemente forte, come era nel testo iniziale, ma essendo l'intenzione del Governo chiara di andare in questa direzione, l'accogliamo lo stesso.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Sannicandro n. 9/4368/9 è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno Rostan n. 9/4368/10 è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno Leva n. 9/4368/11 è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno Melilla n. 9/4368/12 è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/4368/13 vi è parere contrario. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente, l'ordine del giorno in questione riguarda il problema della prescrizione. La prescrizione è uno dei mali della giustizia che ormai viene constatato da tutti, da tutti gli operatori del diritto, tranne dal Partito Democratico. Quest'anno, in qualsiasi inaugurazione dell'anno giudiziario, Presidente, nelle corti d'appello d'Italia, in tutte le corti d'appello d'Italia, i presidenti delle corti d'appello chiedevano una normativa sulla prescrizione che permettesse la sospensione dei termini di prescrizione dopo la sentenza di primo grado o dopo l'esercizio dell'azione penale. Noi abbiamo presentato due ordini del giorno, uno che riguardava la sentenza di primo grado, quello appena votato e bocciato dal Partito Democratico, e adesso quello sulla sospensione della prescrizione dopo l'esercizio dell'azione penale e che verrà certamente bocciato dal Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Voteremo contro questo ordine del giorno, il quale così recita - è bene che l'Aula lo ascolti, mi ascolti – “impegna il Governo ad introdurre, nel primo provvedimento utile, una modifica del comma in premessa, tale da prevedere la sospensione senza limiti di tempo della prescrizione all'indomani dell'esercizio dell'azione penale”, cioè significa praticamente che una volta che uno sta sotto processo e venisse condannato in primo grado, può rimanere sotto processo per trent'anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Colleghi, per favore! Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Giusto per una correzione: quando si parla di esercizio dell'azione penale, non riguarda la sentenza di primo grado, bensì riguarda un eventuale rinvio a giudizio, cioè una fase processuale diversa da quella esposta dal collega Bonafede, rispetto a quella che erroneamente ha compreso il collega Sannicandro, quindi forse si è confuso tra le due fasi processuali. Giusto per chiarire, grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Colleghi, per favore! Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. L'esercizio dell'azione penale si ha con la richiesta di rinvio a giudizio. L'osservazione fatta dal collega è assolutamente inconferente rispetto a quanto ha detto il deputato Sannicandro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Sì grazie, voteremo contro per un motivo molto semplice, perché questo sarebbe l'ergastolo giudiziario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.
GIULIA SARTI. Tanto per capirci: noi non solo lo chiediamo, ma diamo atto di quella che è una richiesta che arriva anche dal mondo esterno, perché è il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo che è venuto in Commissione giustizia a dirci che la migliore riforma sulla prescrizione sarebbe la sospensione dopo il rinvio a giudizio, quindi non è che il MoVimento 5 Stelle si inventa le proposte di legge o gli ordini del giorno, semplicemente ci facciamo carico di quello che è il principale problema della giustizia in Italia in questo momento storico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI. Signor Presidente, lo dico adesso, poi tanto non c'è più sordo di chi non vuol sentire, quindi lo spiego una volta e poi spero che lo capiscano. La barbarie sta nel momento in cui si mandano in galera gli innocenti, la barbarie sta quando la giustizia non funziona, la barbarie sta quando si vuole per forza condannare le persone, indipendentemente dalla verità dei fatti e dalla verità che viene fuori dagli atti processuali. Allora, sulla prescrizione il ragionamento è molto semplice: la sospensione della prescrizione dopo il rinvio a giudizio o dopo la sentenza di primo grado può avvenire quando ci sono delle sanzioni, qualora i tempi poi di fase non sarebbero rispettati. Lo dico per chi ci ascolta da fuori: tu non puoi costringere un soggetto a subire un processo per tutta la vita, senza avere mai una sentenza, per cui saresti obbligato, nel caso in cui sospendi la prescrizione, come chiedono quelli del MoVimento Cinque Stelle, a mettere dei termini di fase. Ci sono dei momenti in cui per forza il processo lo devi fare. Loro non li vogliono i termini di fase e pensate in che situazione saremmo, in che Paese, come finirebbe la nostra civiltà, in un momento in cui un cittadino può essere sottoposto a un processo e poi magari è pure innocente, dopo trent'anni o dopo vent'anni. Allora mettiamo i termini di fase. Allora, se non vengono rispettati questi termini cosa succede? Perché loro non ce lo dicono che cosa prevedono? Io vorrei che - sono così attenti - ci spiegassero: se mettiamo un termine entro cui la prescrizione deve in qualche modo concludersi, che cosa succede se i tempi non vengono rispettati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà. Ricordo sommessamente che stiamo esaminando l'ordine del giorno n. 9/4368-A/26 Colletti, che abbiamo circa 65 ordini del giorno e che alle 17,30 abbiamo prevista la diretta e che io, solo su quest'ordine del giorno, ho ancora al momento quattro iscritti a parlare.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Mi fa piacere innanzitutto che in quest'Aula si riesca a discutere di questo provvedimento, ahimè, soltanto accademicamente ed esclusivamente sugli ordini del giorno. Quindi, non comprendo tutto questo scaldarsi su un'attività che tutti quanti sappiamo essere assolutamente poco utile ai fini anche dell'interpretazione della norma, ma che probabilmente l'Aula vede come l'unica di potere discutere di un provvedimento così importante. Questo - lo ribadisco - è vergognoso. Lo dico con grande garbo e grande rispetto, ma è vergognoso che qualcuno si alzi e pretenda di insegnare all'Aula quella che è la lettura delle norme sul tema degli ordini del giorno, avendo rifiutato il dibattito parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. È un vero peccato che questa discussione la facciamo in sede di discussione, appunto, degli ordini del giorno e non sull'articolato. Tra l'altro, la riforma presente nel testo della prescrizione è uno dei motivi - uno dei tanti, devo dire - per cui Sinistra Italiana voterà contro l'intero provvedimento. Infatti, già con quello che accade dentro quel testo, che purtroppo approveremo oggi con queste modalità, si arriva ad un prolungamento dei tempi di tutti i processi, tutti indistintamente e indipendentemente se delitti o contravvenzioni, indipendentemente dalla gravità dei delitti, fino a tre anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, per evitare il politichese. La prescrizione viene allungata dal Governo Berlusconi per salvare qualche soggetto appartenente a quel partito che operava nell'illegalità. È inutile che facciano le verginelle, perché il fondatore di Forza Italia è in carcere per mafia. Quando votavo il PD - perché l'ho votato, ma me ne sono pentito amaramente - questi soggetti avevano detto che avrebbero riformato la prescrizione. Perché non l'hanno riformata? Perché anch'essi hanno all'interno del loro partito soggetti che operano nell'illegalità. Ne hanno arrestati tanti - il sindaco toscano di Pescia la settimana scorsa - e la prescrizione ha salvato poi dei soggetti bipartisan come Verdini, che non si sa più se sia più berlusconiano che renziano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà. Io invito i colleghi a non trasformare …
EDMONDO CIRIELLI. Sì, Presidente…
PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, non l'ho interrotta. …ad evitare linguaggi sconvenienti e a non trasformare … Onorevole Di Battista, sia buono! Onorevole Di Battista! Onorevole Di Battista, io non l'ho interrotta mentre parlava . Adesso la richiamo all'ordine, onorevole Di Battista. Finisce qua, la pianti! Onorevole Cirielli, invito anche lei a rivolgersi alla Presidenza preventivamente. So che non è necessario…
EDMONDO CIRIELLI. Ma io lo faccio sempre: inizio, Presidente, con lei.
PRESIDENTE. Invito tutti quelli che intervengono a rivolgersi alla Presidenza. Prego, onorevole Cirielli.
EDMONDO CIRIELLI. Grazie per il consiglio, Presidente Baldelli. Io parlo anche a nome del mio gruppo ed evito che ognuno di noi intervenga sul tema. Ovviamente il tema è delicato; ma in maniera sintetica, visto che parliamo di ordine del giorno, noi voteremo contro questo ordine del giorno per una prospettiva esattamente opposta a tutti gli altri: perché invece riconosciamo che uno dei pochi punti positivi di questo decreto, anzi faccio i complimenti al Ministro Orlando, che è riuscito a portare avanti la riforma della prescrizione. È innegabile che dall'esame della storia giudiziaria del nostro Paese, oggi i processi si svolgono in maniera molto lenta; e sebbene il principio della ragionevole durata del processo sia una conquista di civiltà, è altrettanto chiaro che non possiamo consentire a delinquenti di farla franca, ma soprattutto a vedere mortificato il diritto delle vittime, o spesso dei superstiti delle vittime, di fronte a questo istituto garantista della prescrizione. Bene hanno fatto la maggioranza e il PD, lo dico con una grande chiarezza, a prevedere questo allungamento con la sospensione, che ci sembra adeguato a rispondere al problema tecnico che oggi esiste: un affollamento, esiste una carenza di mezzi, una carenza di strutture, un eccessivo bizantinismo del processo, soprattutto in fase dibattimentale; tutte cose che magari ci saremmo aspettati di vedere trattate da questo decreto, nel senso che ci aspettavamo innanzitutto risorse per rendere i processi più veloci.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
ALFONSO BONAFEDE. Presidente, ne occuperò molti meno, e riguarda una valutazione sull'ordine del giorno precedente di cui non si era accorta, e avevo alzato la mano. Soltanto perché sia messo agli atti che nella seduta del 18 di febbraio 2015 il senatore Lumia dichiarava in Commissione giustizia: “Chiarisce che la posizione ufficiale del Partito Democratico sulla riforma dell'istituto della prescrizione è che la prescrizione deve cessare di decorrere dopo l'emanazione del decreto di rinvio a giudizio”; cioè la stessa cosa che noi adesso abbiamo proposto, e che voi avete bocciato. Ermini parla di barbarie: l'unica barbarie che qui sto valutando è quella di essere costretti ad ascoltare le bugie che dice Ermini e le menzogne che dice il suo partito ai cittadini italiani quando si presenta in campagna elettorale quando parla poi all'interno delle Commissioni, ma poi quando viene a votare qui è sempre spaccato, e quando non è spaccato è compatto nel tradire i cittadini e nel mentire loro spudoratamente poi quando va nei . Perché quando ci andate dovete spiegare loro che dicevate una cosa in campagna elettorale, e poi ne votate un'altra qui quando arrivate in Aula! E la durata dei processi, smettiamola di dire delle sciocchezze! La durata dei processi deve pesare sullo Stato italiano: cioè lo Stato italiano deve fare in modo che un processo abbia una durata ragionevole, non deve pesare sul cittadino che chiede giustizia e che va in tribunale a chiedere giustizia ! Ma ditelo ai familiari delle vittime della strage di Viareggio, che è da sette anni che vanno in udienza e che chiedono giustizia e che si presentano lì tre volte a settimana, davanti ad un giudice; e aspettano, aspettano al loro posto che lo Stato dia loro una risposta di giustizia. Al posto di fare sorrisini…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bonafede. Concluda.
ALFONSO BONAFEDE. …perché non vi presentate il 29 giugno, al momento dell'anniversario, e dite loro che state votando questa vergogna ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà. Lo dico a precisazione: l'onorevole Bonafede aveva chiesto la parola durante il voto, non ho revocato la votazione, quindi ha parlato sull'ordine del giorno precedente. Per il momento, no no, va bene, adesso diciamo. Prego. Era solo per chiarire.
DONATELLA FERRANTI. Presidente, io credo che sia importante chiarire, anche perché si è parlato di qual era la posizione del gruppo del Partito Democratico: siccome il gruppo del Partito Democratico ha presentato una proposta, non solo una proposta, ma ne ha sempre parlato nei vari programmi, anche in sede di programmi elettorali per l'elezione del 2008, del 2013; nella proposta che è stata calendarizzata, che tra l'altro aveva la mia prima firma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Signora Presidente, onorevoli colleghi, a me sembra che in realtà il provvedimento che stiamo discutendo soffra di un equivoco di fondo: non stiamo facendo un provvedimento contro la corruzione, stiamo riformando i termini di prescrizione per tutti i reati che vengono commessi in Italia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ADRIANA GALGANO. Presidente, io voglio solo dire a quest'Aula che il mio ordine del giorno chiedeva al Governo di valutare l'opportunità di adottare rapidi provvedimenti finalizzati a rendere più efficiente ed efficace il sistema giudiziario nella protezione delle donne vittime di violenza, per evitare che l'assalitore, scontata la pena e rimesso in libertà, possa tornare ad essere per loro una minaccia mortale.
COSIMO MARIA FERRI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO MARIA FERRI,. Presidente, posso accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione e senza le riformulazioni…
PRESIDENTE. Non c'è la riformulazione, sottosegretario. Il parere era contrario sulle premesse e il dispositivo è stato accolto come raccomandazione.
COSIMO MARIA FERRI,. Lo accolgo come raccomandazione.
PRESIDENTE. Allora, l'ordine del giorno n. 9/4368/52 Galgano viene accolto come raccomandazione, senza riformulazione. Sta bene.
NICOLA MOLTENI. Presidente, avevo chiesto la parola!
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
NICOLA MOLTENI. Io sarò brevissimo. Presidente, con questo ordine del giorno chiediamo che venga semplicemente accolto, da parte del Governo, un provvedimento che la Camera all'unanimità ha approvato e il Senato ha insabbiato. Io mi appello alla presidente della Commissione giustizia. Noi chiediamo che chi commette reati gravi e gravissimi non possa accedere al rito abbreviato, cioè avere uno sconto secco di pena di un terzo. Io credo che il Governo non abbia ben letto questo ordine del giorno, perché sarebbe gravissimo il parere contrario da parte del Governo. Chiediamo che chi commette reati gravi e gravissimi non possa accedere allo sconto di pena di un terzo. Invito il Governo a rivedere la propria posizione.
COSIMO MARIA FERRI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Ferri, ne ha facoltà. Anche lei sia sintetico.
COSIMO MARIA FERRI,. Presidente, in effetti avevamo espresso parere contrario. Propongo questa riformulazione all'onorevole Molteni e, in caso di accoglimento, esprimo parere favorevole: “impegna il Governo ad adottare opportuni provvedimenti e iniziative, anche di natura emergenziale, affinché siano introdotte nel codice di rito limitazioni per l'applicazione del rito abbreviato ai procedimenti per una serie di delitti puniti con la pena dell'ergastolo”. In caso di accoglimento…
PRESIDENTE. Dal gesto dell'onorevole Molteni mi pare che non ci sia accoglimento della riformulazione, quindi lo metto in votazione con il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, quest'ordine del giorno tende a stigmatizzare una delle norme più terribili di questo provvedimento, quella che obbliga – obbliga! – le Sezioni semplici, laddove siano in dissenso con le pronunce delle Sezioni Unite, a non giudicare e a rimettere gli atti alle stesse Sezioni Unite. La giurisprudenza diventa priva di dinamicità: le Sezioni Unite saranno peggio del legislatore, saranno intoccabili, e nessuno potrà violare quei principi. Il diritto vivente di matrice costituzionale è morto! Voi non vi rendete conto, per accontentare le esigenze di una persona, di che cosa state combinando! Quanti giudici hanno diritto di pensarla diversamente dalle Sezioni Unite? E questo fa la differenza fra il nostro processo e quello delle dittature, laddove si può essere di contrario avviso alla giurisprudenza, che non è fonte del diritto! State trasformando questo Paese in un Paese di come i Paesi anglosassoni: la giurisprudenza varrà più delle norme, vi rendete conto? Invito il Governo ad una riflessione. Ho chiesto soltanto di valutare gli effetti di questa, non ho chiesto di cambiarla, ovviamente. Chiedo che il Governo dia la possibilità di valutare gli effetti, per paralizzare il rischio che questo Paese cambi fisionomia per le esigenze di un magistrato che, pur di altissimo livello, ritiene con l'efficienza di poter travolgere le garanzie. Invito il sottosegretario a un parere ragionevole su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, i Socialisti esprimono il loro sostegno a questo provvedimento, che intende dare maggiore efficienza al processo penale. Come abbiamo detto stamattina, il provvedimento esprime un intento deflattivo, che è assolutamente necessario, e fra le numerose misure previste a questo fine citiamo l'estinzione del reato per condotte riparatorie e la disciplina in tema di impugnazione. Inutile dire che condividiamo la necessità di intervenire con urgenza per la riforma dell'ordinamento penitenziario ed il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Per quanto concerne il nodo delle intercettazioni, prendiamo atto che il Governo ha cercato di tener conto di quanto emerso nella fase del dibattito parlamentare per dare garanzie maggiori ed effettive in ordine alla riservatezza delle comunicazioni e delle conversazioni telefoniche. Il nostro giudizio resta invece sospeso per quanto riguarda l'inasprimento delle pene per alcuni reati comuni, ma non per quelli commessi dai cosiddetti colletti bianchi, dalle frodi finanziarie a quelle fiscali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi Turco. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO. Signora Presidentessa, Alternativa Libera, dopo il “no” all'ennesima fiducia, voterà contro anche a questo provvedimento, perché tutti gli organismi internazionali che si occupano di lotta alla corruzione ci fanno presente da anni che l'Italia non ha una legislazione in grado di contrastare efficacemente questo fenomeno. Non ne parlo per una banale questione di principio, ma perché si tratta di un problema che ricade direttamente sulle spalle di tutti i cittadini, perché dove c'è corruzione ci sono i soldi presi con le tasse ai cittadini per fornire loro dei servizi, che invece finiscono nelle tasche dei corrotti senza che i contribuenti ne beneficino in alcun modo, con il bel risultato che i servizi resi dallo Stato sono di pessima qualità e che gli imprenditori onesti falliscono.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, la componente UDC voterà contro questo provvedimento, per ragioni di metodo e per ragioni di contenuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, esprimere nei pochissimi minuti che sono a disposizione le motivazioni del nostro convinto voto negativo su questo provvedimento è un fatto che purtroppo, come dicevo, non ci consente di esprimerci, in quanto è materialmente impossibile in considerazione dei minuti che abbiamo a disposizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, colleghi e componenti del Governo, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà no alla questione di fiducia proposta dal Governo sul provvedimento di riforma della giustizia penale, innanzitutto perché nel metodo riteniamo incredibile che si possa porre, semplicemente per questioni interne alla propria maggioranza, una questione di fiducia su una modifica così rilevante del sistema penale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Signora Presidente, signor Ministro, il provvedimento sulle modifiche al codice penale e all'ordinamento penitenziario arriva oggi all'approvazione definitiva, dopo un iter piuttosto lungo e tormentato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, parlo chiaramente a nome di Civici e Innovatori, un gruppo che avuto un dibattito interno molto sviluppato sull'adesione o meno alla fiducia che è stata posta dal Governo; e che ha raggiunto comunque, dopo un dibattito acceso, una sua conclusione assolutamente adesiva rispetto alla importanza di avallare, e quindi di andare avanti nel lavoro prospettato dopo ben tre anni di discussioni e di lavori preparatori, e che avevano visto la possibilità di procedere in una maniera più svelta, più veloce, e anche più dibattuta sui temi introdotti da questa legge: che è stata già approvata con i voti della fiducia, ma che ha visto l'assenza di un dibattito parlamentare, soprattutto, non esclusivamente ma soprattutto per uno stallo non giustificabile col senno di oggi in Senato, laddove invece tutto quel tempo, oltre due anni e mezzo di blocco di consistenti lavori hanno provocato poi di conseguenza un'alternativa istituzionale difficoltosa da accettare. Lo si è sentito nel contenuto di molti interventi prospettati dai diversi relatori di diversi gruppi parlamentari; ma che, appunto, ci ha posto di fronte all'alternativa: o mandare in fumo un lavoro importante, frutto di dibattito interno fra parlamentari e di audizioni di esperti veri, non di tuttologi che si apprestano a portare il proprio contributo nel corso di lavori di Commissione. Quindi audizioni e lavoro di dialettica in Commissione hanno portato ad un testo, che non solo è assolutamente apprezzabile da parte del gruppo Civici e Innovatori, ma senz'altro contiene degli elementi di miglioramento vero su vari settori del codice penale e di procedura penale e dell'ordinamento penitenziario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.
LUCA D'ALESSANDRO. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, avrei voluto iniziare l'intervento parlando del merito di un provvedimento tanto delicato e importante qual è la riforma di parti rilevanti del codice penale e dell'ordinamento penitenziario, purtroppo però ci troviamo costretti a constatare che la maggioranza non è riuscita a mettersi d'accordo al suo interno e costringe il Parlamento a votare, attraverso la fiducia, un testo blindato sul quale ci viene impedito di discutere, di valutare e decidere il percorso migliore di un settore che riguarda l'ambito dei diritti delle libertà più care e sentite dai cittadini, perché interviene sulla loro pelle e sulla loro carne viva. Quando accade questo, significa che c'è qualcosa che non funziona. Altro segnale d'allarme l'avvertiamo nel modo radicalmente diverso di criticare il ricorso alla fiducia da parte delle opposizioni: i grillini avrebbero voluto discutere perché ritengono il testo troppo debole, oseremmo dire troppo garantista, noi, al contrario, lo avremmo voluto fare perché lo riteniamo esageratamente giustizialista; l'ennesima corsia preferenziale garantita alla magistratura per coprire le evidenti inefficienze e lacune cui mai nessuno ha cercato di mettere mano in modo davvero serio, approfondito e organico, senza ideologie di sorta. Cari operatori del settore non riuscite in dieci anni a terminare una causa o tre gradi di giudizio lasciando sulla graticola un innocente o libero un colpevole? Che problema c'è, vi diamo un più tempo. Così facendo, oltre a contravvenire ai precetti del giusto processo, sanciti dall'articolo 111 della Costituzione, si solleva da ogni genere di responsabilità chi è concausa, non esclusiva perché anche il mondo politico ha le sue colpe anche pesanti, compresa un'eccessiva cedevolezza ai della magistratura associata, di questo scempio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Correva l'anno 2014, il mese di dicembre, il giorno 23, allorquando il Governo Renzi presentò al pubblico un ambizioso disegno di legge, che recava, tra l'altro, il rafforzamento delle garanzie difensive e la ragionevole durata dei processi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente, tramite lei mi rivolgo al Governo, che anche in questa circostanza, anche quando parliamo di giustizia, di certezza della pena, di reati gravi o gravissimi, sia a livello sociale sia per l'incolumità dei cittadini, non riesce a fare altro che prendere in giro questo Paese. Io le voglio portare degli esempi molto concreti, anche a chi magari ha il tempo e la voglia di ascoltarci da casa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferdinando Adornato. Ne ha facoltà.
FERDINANDO ADORNATO. Lo sa, signora Presidente, qual è la parola più abusata oggi in Italia e in quest'Aula, però tradita, poi vilipesa, mortificata? È la parola “responsabilità”. Sono passati pochi giorni da quando uno squadrone di irresponsabili - ne abbiamo sentito qualche eco anche adesso, nell'ultimo intervento - ha provato a mandare in fretta e in furia il Paese al voto, con una legge elettorale che non garantiva, a detta di tutti, nessun tipo di governabilità, con tanti saluti alla legge di bilancio e alla situazione delicata che c'è in Italia e in Europa. Uno squadrone di irresponsabili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Il mio gruppo ha deciso di astenersi. Dopo il dibattito, che si sta svolgendo in quest'Aula da questa mattina, io personalmente sono più che convinto che la posizione del mio gruppo è giusta, perché in effetti c'è bisogno di sottrarsi ad un'attività propagandistica, al populismo penale, che non si riesce ad estirpare, come una mala pianta, soprattutto su argomenti di questa natura, che indubbiamente sono argomenti che sollecitano molto spesso il risentimento dell'opinione pubblica, perché è indubitabile che la macchina della giustizia non è efficace, non riesce a rendere quel servizio che tutti i cittadini si aspettano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente grazie. “Crimine parlamentare”: non ho timore di ripetere e di far tuonare nuovamente queste parole, scatenando - vedo - l'ilarità del banco che è di fronte alla Presidenza. Ma quando i processi saranno allungati indiscriminatamente e in barba alla Costituzione, non credo che gli imputati rideranno, perché questa arroganza nel presentare le norme, con una protervia senza pari, ignorando il marciapiede giudiziario e facendo finta che l'Aula parlamentare sia una sorta di luogo di esercitazione bellica di forze pm-centriche inquisitorie, che debbano dare prova di muscoli, a me sembra una cosa completamente sbagliata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vittorio Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Presidente, l'incantesimo è finalmente giunto al termine. Noi tutti abbiamo sempre visto e discusso di due visioni della giustizia: la visione di chi la voleva distruggere, di chi era il male assoluto, di chi era quello che manifestava sotto i tribunali e attaccava la magistratura e i giornalisti che pubblicavano le intercettazioni; e di chi la voleva difendere, chi faceva i girotondi, chi si metteva il bavaglio, chi scendeva in piazza per dire “no” alle riforme del Governo Berlusconi, alle riforme alle riforme contro la giustizia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI. Grazie, Presidente. In questi giorni abbiamo ascoltato argomenti, ma anche insulti e violenza verbale, l'ultimo intervento ne è un esempio. Io proverò a seguire gli argomenti, perché stiamo parlando della giustizia italiana, dei suoi problemi, che riguardano la vita vera, quotidiana, di milioni e milioni di cittadini, e il cui funzionamento riguarda l'immagine, la sostanza, il futuro di un Paese moderno ed europeo.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! È possibile abbassare il tono della voce? Si fa fatica a seguire l'intervento. Per favore, per favore, per favore . Mi sto rivolgendo a tutta l'Aula, mi sto rivolgendo a tutta l'Aula. Va bene? Mi sto rivolgendo a tutta l'Aula. Prego.
WALTER VERINI. Sul tema della prescrizione, noi approviamo il tema sul quale il Senato ha fatto sintesi. Certo, l'obiettivo di fondo di tutti noi deve essere quello di processi che durino ragionevolmente, che abbiano un tempo ragionevole. Però pensiamo, innanzitutto, ai reati che riguardano la lotta alla corruzione, che non sempre vengono scoperti immediatamente ma che vengono scoperti magari a distanza di anni da quando sono stati commessi. È per questo motivo che su questi reati non si arriva a sentenza di primo grado ed è per questo che i colletti bianchi non vanno in galera molto spesso. Allora, allungare parzialmente - parzialmente - i tempi della prescrizione, in particolare per questi reati, io credo che sia un fatto importante per combattere la corruzione. Però, diciamo parzialmente, perché un cittadino ha diritto di non vedere passare decenni prima che un giudizio su di lui abbia comunque un esito, e questo è un fatto di civiltà. Ma pensiamo anche al fatto che, con le nuove norme, la prescrizione per i reati odiosi e ignobili contro i minori scatterà solo quando questi avranno compiuto 18 anni. Insomma, una norma giusta ed equilibrata.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
WALTER VERINI. …ma noi pensiamo che la presunzione di innocenza non debba mai essere dimenticata, che un avviso di garanzia non è una condanna sommaria ma è un atto a tutela dell'indagato e per questo non troveremo mai un accordo con persone che pensano che un cittadino sia colpevole.
WALTER VERINI. No, un cittadino è presunto innocente. Non crediamo, Presidente, in riforme perfette, ma questa è una buona riforma e come Partito Democratico la voteremo con convinzione .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali era stata disposta la ripresa televisiva diretta.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, ho chiesto di fare questo intervento di fine seduta per il gravissimo ed ennesimo incidente sulla linea delle Ferrovie del Sud-Est, nel Salento, in provincia di Lecce, in Puglia, che è avvenuto ieri per la mancanza di controlli e di sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, anch'io voglio intervenire su quanto occorso nella mia regione, la Puglia, nella giornata di ieri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Presidente, intervengo per rinnovare la richiesta di risposta all'interrogazione n. 4-16258, presentata al Ministero degli affari esteri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Moretto. Ne ha facoltà.
SARA MORETTO. Presidente, il 7 agosto 2015 Stefano Borriello, un giovane detenuto di soli 29 anni, viene trasportato dal carcere di Pordenone presso la struttura ospedaliera della città, dove pochissimi minuti dopo l'arrivo muore per arresto cardiaco.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carrescia. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO CARRESCIA. Presidente, vorrei sollecitare la risposta a una mia interrogazione, la n. 5-09025, che risale al 29 giugno 2016, relativa alle accise sui prodotti petroliferi con emulsioni con acqua, dato che si tratta di una sperimentazione che ha dei positivi impatti ambientali. L'interrogazione chiede ai ministri interessati quali siano i riscontri rispetto a queste iniziative. Quindi, tramite lei, vorrei sollecitare una risposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signora Presidente, nei giorni scorsi il capogruppo dei senatori del Partito Democratico, Zanda, e il costituzionalista Sabino Cassese sono intervenuti per sollecitare una riforma dei Regolamenti parlamentari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Nesci. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI. Presidente, a fine ottobre 2016 l'aeroporto di Crotone ha chiuso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente; stamattina alle 7 - erano le 13 in Italia - in Virginia, in un campo da baseball, si allenava la squadra dei deputati repubblicani. Un balordo fa ingresso in campo, spara oltre 50 colpi d'arma da fuoco. Dopo una intensa sparatoria, questo aggressore viene abbattuto. Rimangono feriti Steve Scalise, frusta repubblicana al Congresso americano, due agenti di polizia e a quanto si apprende alcuni componenti dello repubblicano al Congresso americano.
PRESIDENTE. Ricordo che domani, giovedì 15 giugno, è convocata alle ore 14 la riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai senatori.
PRESIDENTE. Ordine del giorno della seduta di domani: