PRESIDENTE. La seduta è aperta.
CLAUDIA MANNINO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Baldelli, Matteo Bragantini, Capelli, Catania, De Menech, Dellai, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Giorgis, Locatelli, Losacco, Manciulli, Marcon, Marotta, Mazziotti Di Celso, Monchiero, Picchi, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Sottanelli, Tabacci, Tidei, Turco e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata in un testo unificato, dal Senato n. 4410: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario; e delle abbinate proposte di legge nn. 1123-3339-3485-3486-3499-3508-3616-3799-3882-4053-4217-4428-4429.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Oggi c'è una consapevolezza generale di fronte all'evidenza dei fatti: il sistema finanziario vigente non funziona, intanto perché controllore e controllati spesso coincidono e anche perché i giochi di potere e di Palazzo - detto in termini spiccioli - si ripercuotono, in modo violento, su correntisti e risparmiatori. Istituire una Commissione d'inchiesta che indaghi sulle enormi falle del sistema è un atto doveroso al quale siamo arrivati con molto ritardo; doveva essere una priorità per iniziare a restituire sovranità al Parlamento che è comunque, per Costituzione, il luogo più alto della rappresentanza popolare. Proprio il Parlamento si è trovato in passato a subire la ratifica di trattati internazionali devastanti in nome del “ce lo chiede l'Europa” e per rispondere fintamente allo spettro di una recessione creata dal libero dominio di potentati finanziari e di apparati burocratici nemici della democrazia, dei diritti e dell'economia reale, della salvaguardia del risparmio, della libertà di impresa e della funzione dello Stato come garante supremo del contratto sociale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Signora Presidente, onorevoli colleghi, è molto opportuna l'istituzione di questa Commissione bancaria. Mi auguro però che essa venga svolta in modo serio e rigoroso, non per dare spazio a una vuota retorica, la quale immagina che l'economia di un Paese si possa reggere sul debito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, era il dicembre del 2015 allorquando il presidente del nostro gruppo propose l'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario italiano. Ci sono voluti diciotto mesi per arrivare a questa seduta d'Aula nella quale noi desideriamo con grande determinazione che il provvedimento venga approvato. Per questo motivo io annuncio sin da ora non soltanto il ritiro dei miei due emendamenti 3.7 e 3.6, di cui poi però dirò il significato, ma anche che, qualora non fossero altrettanto ritirati gli altri emendamenti, noi voteremo in senso contrario, non per il merito, perché la legge istitutiva meriterebbe una serie di correzioni, quanto perché vogliamo evitare che la navetta costringa questo provvedimento a tornare di nuovo in Senato e a perdere ulteriore prezioso tempo per fare chiarezza sulle tante questioni opache e poco trasparenti che si sono verificate in questi anni in diversi segmenti del settore bancario, e sulle quali è opportuno, anzi necessario, vorrei dire urgente che il Parlamento indaghi coi poteri della Commissione parlamentare di inchiesta.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MAURIZIO BERNARDO, . Presidente parere contrario su entrambi gli emendamenti, 1.1 Turco e 1.10 Rampelli.
PIER PAOLO BARETTA,. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
MAURIZIO BERNARDO, . Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PIER PAOLO BARETTA,. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Turco.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, se non fosse la considerazione prioritaria a tutto, che comunque bisogna procedere all'approvazione di questo provvedimento oggi, visto il ritardo con cui peraltro si sta istituendo questa Commissione, questo emendamento sarebbe meritevole di grande attenzione. Non fosse altro per le responsabilità che bisogna non solo verificare, ma anche accertare e finalizzare rispetto a quanto previsto dall'istituzione stessa della Commissione, sia per quanto riguarda quelle giuridiche sia per quelle politiche, in riferimento alla gestione di tutto quello che hanno rappresentato le crisi del sistema finanziario: non solo le crisi dovute a situazioni di carattere internazionale e di carattere esclusivamente finanziario, di speculazione, ma anche quelle in riferimento a responsabilità di natura penale, su cui sono note alcune vicende e alcune situazioni. E, al di là di quanto già è stato evidenziato sul come e il perché, il nostro Paese nel 2012, pur contribuendo al Fondo «salva Stati» per salvare le altre banche, non ha ritenuto di dover procedere. Non si riesce a capire ancora questo aspetto abbastanza oscuro del perché noi non abbiamo ritenuto, come Paese, già all'epoca, di entrare senza che potesse poi entrare in vigore il e tutto il resto che è entrato in vigore. Detto questo, penso che anche sulle responsabilità in riferimento alle riforme proposte da parte del Governo Renzi, in particolare in riferimento sia alla riforma sulle popolari e sia anche e soprattutto sulle BCC, debba esserci piena luce e debba essere fatta una verifica sia sulle responsabilità giuridiche sia sulle responsabilità politiche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Per Forza Italia, fermo restando quanto ha osservato puntualmente il collega Laffranco, noi abbiamo interesse che la Commissione venga, ovviamente, licenziata quanto prima. Osservo che, però, la prospettiva di questo emendamento, cioè la compatibilità fra il sistema del credito e quello economico-nazionale e le misure europee adottate in questi anni, è certamente uno dei temi cruciali per comprendere il perché vi sia stato uno scambio di nessi causali fra quella che è la nostra situazione economica e quello che è, invece, l'effetto domino di quelli che sono stati i provvedimenti europei. Quanto meno per segnalare che la Commissione dovrà tener conto di tutte queste tematiche e farne tesoro, perché poi, ovviamente, uno spicchio, un quadrante, non è capace di essere letto nella sua interezza e nella sua dinamicità, se non è calato in un contesto più ampio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Anche su questo emendamento, purtroppo, siamo costretti a votare contro, ma questo è un emendamento importante, forse è quello che interessa di più alla gente, ai risparmiatori. Infatti, alla politica e alla magistratura interesseranno sicuramente le responsabilità, interesseranno altri aspetti e altri profili; ai risparmiatori interessa la congruità e accessibilità dei risarcimenti disposti in favore di quelli che sono stati danneggiati, e la Commissione ha il sacrosanto dovere di fare piena luce, da questo punto di vista, in riferimento a quella che può essere la congruità e lo stato dell'arte, perché dalle notizie che vengono assunte è fin troppo evidente che è un sistema troppo farraginoso già per quelli che hanno diritto rispetto all'accesso della possibilità di essere risarciti e ai rimborsi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, a me pare evidente che siamo in presenza di un atteggiamento da parte dell'Aula che, da un lato, ed è un fatto positivo, vuole determinare le condizioni affinché il provvedimento venga rapidamente votato, in maniera tale che si possa velocemente costituire la Commissione d'inchiesta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. La ringrazio, signora Presidente. Innanzitutto intervengo per dire che rispetto all'ultimo problema posto, che era un emendamento all'articolo 1, naturalmente siamo tutti d'accordo. Io credo, però, che questo punto sia regolato dalle norme che regolano le Commissioni bicamerali di inchiesta di Camera e Senato. Credo che all'esordio della nuova legislatura dovrà essere rivotata una legge di prosecuzione dell'attività e penso che su questo non ci siano posizioni e problemi. Potremmo anche magari approvare un ordine del giorno su questa vicenda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CRISTIAN IANNUZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRISTIAN IANNUZZI. Grazie, Presidente. Condivido il proposito di licenziare al più presto la legge. Per cui, ritiro l'emendamento e presenterò sullo stesso tema un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Va bene; allora è ritirato.
MARCELLO TAGLIALATELA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, noi vogliamo assolutamente evitare, come gruppo di Fratelli d'Italia, che qualcuno pensi che i nostri emendamenti siano ostruzionistici, che creino condizioni per rallentare i lavori della Commissione e dell'Aula in ragione della costituzione della Commissione stessa. E, quindi, ritiriamo questo emendamento così come ritiriamo anche i successivi, tenendo conto che è stato bocciato il nostro primo emendamento che, come ho detto nel mio precedente intervento, puntava ad ottenere la garanzia che la Commissione d'inchiesta potesse proseguire i suoi lavori anche se non avesse concluso gli stessi entro la fine della legislatura. Quindi ritiriamo gli emendamenti ma poniamo un problema che è stato raccolto dal collega Corsaro e anche dal collega Tancredi.
PRESIDENTE. Sta bene. Quindi i presentatori hanno ritirato l'emendamento 3.15 Rampelli.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
MAURIZIO BERNARDO, . Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 7.1 Turco.
PRESIDENTE. Il Governo? Prendo atto che il rappresentante del Governo, sottosegretario Baretta, esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
PIER PAOLO BARETTA,. Grazie. Sull'ordine del giorno n. 9/4410/1 Cristian Iannuzzi si propone la seguente riformulazione: fermarsi a “soggetti vigilati” ed espungere “con particolare riferimento”, eccetera, fino alla fine. Sull'ordine del giorno n. 9/4410/2 Nesi, il parere è favorevole; sul n. 9/4410/3 Laffranco il parere è contrario; sul n. 9/4410/4 Fabrizio Di Stefano si propone la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di avviare una specifica analisi in merito”, eccetera e fermarsi alla parola “risparmi” ed espungere “a seguito dell'applicazione delle nuove norme sul e delle pratiche scorrette”. Sugli ordini del giorno n. 9/4410/5 Palese, n. 9/4410/6 Marzano e n. 9/4410/7 Carrescia, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. La ringrazio. Allora, deputato Cristian Iannuzzi, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/4410/1? Va bene. Vado avanti.
PIETRO LAFFRANCO. Non so perché, Presidente, non sono stupito del fatto che il Partito Democratico non voglia indagare sulle banche popolari, non l'ha voluto mettere nella Commissione d'inchiesta e non accetta neppure un ordine del giorno. Questo - lo dico al sottosegretario, verso cui c'è grande stima, nonostante sostenga queste folli posizioni politiche, che evidentemente non so di chi siano, ovvero forse lo so - non ci fermerà nella ricerca della verità sulla situazione opaca e poco trasparente che c'è stata sulla vicenda della riforma delle banche popolari, sia chiaro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Sì, per dichiarare il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia e per richiamare l'Aula alla verità. Siamo in presenza di un provvedimento che non solo non prevede la possibilità, come chiedeva giustamente il collega Laffranco, di indagare anche sulle banche popolari, ma che potrebbe - e ripeto il ragionamento espresso poc'anzi - non determinare alcun tipo di risultato, in ragione della bocciatura dell'emendamento da noi presentato, che prevedeva la possibilità che, anche nel caso in cui la Commissione non avesse concluso i suoi lavori entro la fine della legislatura, potesse comunque prevedersi la proroga della Commissione stessa per continuare il lavoro iniziato.
PIER PAOLO BARETTA,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA,. Solo per chiarezza reciproca, l'ordine del giorno è impostato su una premessa che fa una esplicita, legittima, critica a tutto l'intervento governativo sulle banche popolari e, come se non bastasse, nel dispositivo richiama la premessa come oggetto dell'impegno del Governo. Francamente, che il Governo accetti un ordine del giorno dove dice che ha sbagliato tutto in questi tre anni, erano già chiare all'onorevole Laffranco le ragioni per le quali il “no” arrivava e non sono, però, quelle che ha detto lui adesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Io non chiedo al Governo di accettare un ordine del giorno in cui condanna se stesso - è evidente che non lo può fare -, ma credo che sia possibile riformulare l'ordine del giorno, chiedendo che ci sia un esame attento della questione delle banche popolari, perché anche lì ho sentito molte cose assolutamente non condivisibili da parte di colleghi, in particolare del MoVimento 5 Stelle - l'Europa ci ha imposto -, l'Europa non ci ha posto nulla, quello è un provvedimento che abbiamo fatto noi e, se ci sono degli errori in quel provvedimento - ed è probabile che ci siano -, sarà bene che indaghiamo come e perché li abbiamo fatti.
PRESIDENTE. Però il parere è contrario e non è stata richiesta una riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, purtroppo, ormai, dalle due ultime posizioni del Governo è abbastanza chiaro che non voglia, come ha raccontato a dicembre 2015 il Presidente del Consiglio, e non è vero che si vuole fare chiarezza, perché il decreto sulle banche popolari è strettamente legato almeno alle crisi delle quattro banche: Etruria, CariFerrara, Banca Marche e CariChieti. Quindi, andare ad analizzare ciò che è successo e perché è stato emanato quel decreto, secondo me, è molto importante all'interno di una Commissione d'inchiesta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. È evidente che, come ha sottolineato il sottosegretario Baretta, il Governo non potrebbe dare parere favorevole ad un ordine del giorno che esprime un giudizio negativo sul suo operato, ma a me pare che questo non sia il caso. La premessa all'ordine del giorno che abbiamo in discussione è molto fattuale, richiama eventi che si sono verificati a cavallo dell'emanazione del decreto delle banche popolari. Ci sono pochissime parole che potrebbero essere cancellate senza perdere alcunché e confermare il dispositivo. Il Governo sa bene che si è verificata un'attività speculativa nei giorni immediatamente precedenti all'emanazione del decreto. Ci sono indagini giornalistiche serie che individuano anche alcuni responsabili. Ovviamente si tratta di ricostruzioni fatte da giornalisti seri, non di conclusioni di procedimenti penali, e tuttavia è un punto sul quale sarebbe utile approfondire. Quindi, chiedo al sottosegretario Baretta o di far votare l'ordine del giorno per parti separate, così da salvare il dispositivo, oppure proporre all'Aula una riformulazione che espunga dal testo un periodo e la conclusione di un altro periodo al centro della premessa, così da poter votare un testo e dare un segnale di serietà a quest'Aula su un passaggio che è stato un passaggio estremamente problematico per la credibilità del Governo e per la credibilità del Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie Presidente. Io credo che le richieste che stanno arrivando da tutti gruppi, da tutte le parti di questo Parlamento, siano sicuramente condivisibili. Già questa è una Commissione che oggettivamente avrà una vita molto breve, perché se fosse per Renzi la legislatura finirebbe domani mattina, quindi avremmo davvero poche settimane per lavorare. Ma comunque, anche se andasse a scadenza naturale, abbiamo pochi mesi. Quindi, già l'effetto di questa Commissione sarà estremamente limitato, perché opporsi anche a una riformulazione che giustamente, come diceva chi mi ha preceduto, deve andare a espungere secondo la sensibilità del Governo dei passaggi che possono apparire critici nei confronti dell'attività stessa del Governo, mantenendo però il fulcro della richiesta, cioè quello di mettere sotto attenzione anche una parte importante del sistema creditizio che indubbiamente - non lo diciamo noi, ma lo dicono un po' tutti gli osservatori di settore - va monitorato per quello che c'è stato e per quello che ci potrebbe ancora essere. Allora ci può essere una riformulazione così come nell'ordine del giorno successivo a mia firma (mi si chiede di riformulare, ma su questo ne riparleremo). Se si può riformulare l'ordine del giorno successivo, si può riformulare anche questo, per cercare almeno di dare un senso alla Commissione, visti i tempi limitati e visto anche i tanti interventi che si sono succeduti prima sugli emendamenti che sarebbe stato opportuno inserire, ma che per questioni di contingentamento del tempo, conviene invece respingere; evidentemente almeno con un ordine del giorno si recupera in parte a questo. Quindi, io, sottoscrivendo l'ordine del giorno Laffranco, invito il Governo a rivedere la posizione e a riformulare l'ordine del giorno, per evitare di porlo in votazione e permetterci di accettarlo.
PIER PAOLO BARETTA,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA,. Presidente, se vogliamo accantonarlo io provo a fare quest'operazione con due premesse. La prima è che l'attività speculativa sulla quale si vuole indagare non dipende dai provvedimenti. Questo deve essere chiaro, perché altrimenti c'è un equivoco politico dal quale non usciremmo. Siccome dal testo si evince un rapporto per il quale l'attività speculativa sulla quale si chiede di analizzare in parte dipende dal provvedimento sulle popolari, è chiaro che questo è impossibile che venga accettato. La seconda premessa è che francamente si impegna il Governo su un'attività che dovrebbe competere soprattutto alla Commissione d'inchiesta. Quindi lo possiamo riformulare, ma con queste premesse. Io ci lavoro un attimo, Presidente, se lei è d'accordo, mentre andiamo avanti.
PRESIDENTE. Sì, certo. Va bene, allora, intanto andiamo avanti poi, casomai, sospendiamo qualche minuto.
PRESIDENTE. Invito il sottosegretario Baretta ad esprimere il parere sull'ordine del giorno Laffranco n. 9/4410/3.
PIER PAOLO BARETTA,. Presidente, la proposta è di espungere completamente la premessa, altrimenti dobbiamo riscriverla tutta; di andare direttamente al dispositivo, che verrebbe così: “impegna il Governo ad approfondire, parallelamente all'attività della Commissione d'inchiesta, eventuali azioni speculative svolte sui titoli delle banche popolari interessate alla trasformazione in società per azioni prima dell'emanazione della normativa di riferimento, chiarendo altresì se fossero interessate banche d'affari estere o fondi europei o americani allo scopo di acquisire il controllo delle banche popolari trasformate”.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Laffranco? C'è il cenno di riscontro positivo. Benissimo.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, che qualcosa non abbia funzionato a dovere nel sistema finanziario e creditizio del nostro Paese, soprattutto in relazione al trauma della crisi del 2008, è indiscutibile. Ne sono prova evidente quanto avvenuto con alcuni istituti di credito, finiti sull'orlo del e le conseguenze subite dagli investitori, anche per la concomitante entrata in vigore del . Inutile ricordare il disastro del Monte dei Paschi di Siena, di Banca Etruria e delle popolari venete, e quanto tutto ciò potrebbe costare alle finanze pubbliche, oltre che ovviamente ai risparmiatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Artini. Ne ha facoltà.
MASSIMO ARTINI. Presidente, a 556 giorni dalla dichiarazione dell'allora Presidente del Consiglio, Renzi, sull'urgenza di dover arrivare a questa Commissione d'inchiesta, annuncio il voto favorevole di Alternativa Libera rispetto a questa legge. Il punto preoccupante, Presidente (vado direttamente alla questione), è quale sarà l'ambito e la capacità d'azione di questa Commissione d'inchiesta, perché nell'anno e mezzo che ci separa da quella dichiarazione cui facevo riferimento prima, la situazione è andata ancora a peggiorare e a deteriorarsi nei confronti di tutte le banche che riguardavano il decreto-legge cosiddetto Banca Etruria e le altre banche afferenti a quel decreto-legge; ma in particolare la situazione più preoccupante, per la quale ho sviluppato almeno cinque proposte di legge, e che mi preoccupa di più, per l'ammontare della situazione finanziaria che potrebbe impattare su tutto il sistema, è quella del Monte dei Paschi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, voteremo a favore di questo provvedimento, perché negare una Commissione d'inchiesta sul sistema bancario oggi come oggi è un po' come dire che non si vuol bene alla mamma. Ma, al di là di questa circostanza, esprimiamo una serie di elementi di forte criticità, alcuni dei quali sono già stati enunciati nel corso del dibattimento sugli emendamenti; a partire dalla circostanza che la misura temporale cui è circoscritta l'agibilità di questa Commissione, ovvero da qui alla fine della legislatura, oggettivamente non renderà alla Commissione stessa alcuna potestà di conseguire i risultati per definire i quali si dà il via alla sua istituzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, colleghi, anche Fratelli d'Italia voterà a favore del provvedimento in esame per la costituzione di una Commissione d'inchiesta sul sistema bancario, e lo fa sul principio che ho richiamato nel corso del mio precedente intervento: il risparmio degli italiani è sacro, ma è altrettanto evidente che, così come è sacro il risparmio degli italiani, dovrebbe essere assicurata la credibilità della Camera e del Parlamento in ordine alla Commissione che con questo atto verrà costituita. Abbiamo già evidenziato il rischio che la Commissione stessa possa svolgere inutilmente i suoi lavori, se non arriverà alla conclusione entro la fine della legislatura. Abbiamo assistito al voto contrario dell'Aula rispetto al nostro emendamento, presentato dal collega Rampelli, con il quale si chiedeva che la Commissione potesse continuare ad avere vita anche dopo la fine della legislatura, immaginando che la durata della stessa fosse di diciotto mesi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signora Presidente, signor sottosegretario, dispiace non poter convenire su questa decisione di istituire una Commissione bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario. In questo senso, il gruppo parlamentare Democrazia Solidale-Centro Democratico si asterrà nel voto finale e certo non ci peserà la solitudine di questo voto; sarebbe bastata una normale Commissione d'indagine parlamentare, come accadde nel 2003, partendo dal caso Cirio-Parmalat, che si concluse con il testo di un elaborato legislativo che fu trasmesso al Parlamento con l'obiettivo di un'ampia tutela del risparmio e dei risparmiatori anche con una più adeguata corresponsabilizzazione delle autorità indipendenti, Banca d'Italia, Consob e Antitrust.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Signora Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, è davvero necessaria una Commissione d'inchiesta sul sistema bancario? La questione dipende dalla risposta a un'altra domanda: le banche sono semplici realtà imprenditoriali private? Se è vero che in molti casi, seppur con l'affascinante eccezione delle realtà mutualistiche, il fine degli istituti di credito è l'utile dei soci, è altrettanto vero che il servizio è rivolto alla collettività e riguarda la gestione del risparmio, frutto del lavoro di cittadini, famiglie, imprenditori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetti. Ne ha facoltà.
ENRICO ZANETTI. Grazie, Presidente. Scelta Civica ha chiesto, sin dal primo momento, l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario. Lo ha fatto nella convinzione che questa sia la sede giusta nella quale dibattere, approfondire e confrontarsi su quello che è successo, qualcosa di enorme rispetto al quale non è possibile che il Parlamento si sottragga al proprio ruolo nel nome del mandato popolare. Ciò non per fare una caccia alle streghe rispetto ad altre istituzioni del Paese, che vanno assolutamente preservate nel loro prestigio, ma proprio perché, di fronte ad accadimenti così significativi e che hanno coinvolto in modo così forte l'intero Paese, una difesa a scatola chiusa delle istituzioni diventa dannosa per le istituzioni stesse, almeno quanto dannosa è anche l'accusa a scatola chiusa. La scatola va aperta e la scatola si apre nelle sedi corrette e non soltanto - e anzi possibilmente mai - nei dibattiti televisivi extraparlamentari, dove c'è veramente la gara a dare il peggio di sé.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Innanzitutto è fondamentale valutare il quadro nel quale si colloca, si collocherà…
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, è possibile… grazie.
STEFANO FASSINA. …l'attività della Commissione che il Parlamento sta per istituire. Il quadro bancario del nostro Paese, senza voler solleticare allarmismi dei quali non c'è davvero bisogno, è preoccupante non tanto per la sua stabilità: infatti sono stati fatti passi avanti significativi per garantire la stabilità dei sistemi bancari, delle banche in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Presidente, noi non faremo mancare il nostro voto favorevole all'istituzione di questa Commissione d'inchiesta, di cui, anzi, lamentiamo il ritardo con cui è stata istituita; ritardo in questa occasione e in altre che hanno caratterizzato il Governo nell'affrontare la crisi del sistema bancario, e che non hanno fatto altro che ingigantire il problema e rendere ancora più drammatica la situazione. L'Italia ha subito in questo settore una vera e propria Caporetto, che non ha riguardato solo il settore creditizio, ma ha investito l'intero sistema Paese. È stato ricordato giustamente che la nostra economia è in qualche modo definibile “bancocentrica”, cioè dipende essenzialmente, nella possibilità di investire e nella possibilità di incrementare la domanda interna, dalla capacità di erogare credito del sistema bancario. È quindi logico che, se non si risolve o non si dà un punto di svolta a questa crisi, è impensabile immaginare una qualsiasi prospettiva di recupero del nostro sistema economico e di crescita del Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Signora Presidente, devo innanzitutto dire, come detto più volte, che il mio gruppo è stato il primo, già nel novembre del 2015, allorché ci fu l'intervento, nella legge di stabilità 2016, sulla risoluzione delle quattro casse di risparmio, a sposare e a proporre l'idea di una Commissione d'inchiesta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zoggia. Ne ha facoltà.
DAVIDE ZOGGIA. Signora Presidente, onorevoli colleghi, il mio gruppo considera molto importante il passaggio di oggi. Dopo infinite discussioni, e ingiustificati ritardi, quest'Aula si appresta a varare la proposta di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Grazie, signora Presidente. Finalmente, finalmente oggi approviamo definitivamente il testo di legge per la istituzione della Commissione bicamerale parlamentare d'inchiesta. Finalmente, perché sono diciotto mesi, diciannove mesi, che se ne parla. Posso rivendicare di averlo fatto per primo io, ma è poca cosa, questa, rispetto al troppo tempo che abbiamo impiegato per dare questa risposta al Paese.
PRESIDENTE. Scusate… Sì, prego, presidente Brunetta. Prego.
RENATO BRUNETTA. Se si facesse uno sulla fiducia, le banche italiane ne uscirebbero male, molto male. Storie di prestiti facili, storie di familismo politico, di familismo partitico, di familismo - mi consenta - familiare. Strumentalizzazioni: pensiamo alla lunghissima storia del Monte Paschi di Siena, banca egemonizzata da un partito politico, PCI-PDS-DS-PD, e utilizzata non per la crescita economica, lo sviluppo economico di famiglie e di imprese, ma per comprarsi il consenso . Non è più possibile, non è più possibile avere di questo tipo! Controlli inadeguati, signora Presidente, controlli inadeguati da parte di chi era preposto a controllare: anche qui, nessuno sconto, nessuno sconto per chi doveva controllare e non ha controllato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessio Villarosa. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Non posso che iniziare questo intervento con un “che vergogna!”. Siete arrivati fino a fine legislatura, avete tirato per le lunghe questo provvedimento, che è stato depositato nel 2013, che arriva in Aula, anzi, in Commissione il 4 maggio 2017, e dal 4 maggio lo portate in Aula proprio solo oggi, il 21 giugno. Di solito ci vuole una settimana per passare dalla Commissione all'Aula, ma qui ci avete messo ben sette settimane. Che vergogna! Ma sappiate che, nonostante i tempi ristretti, direi più che dimezzati, visto che questa Commissione non inizierà a lavorare prima di metà settembre, almeno, noi qualcosa la scopriremo. Avete trasformato queste banche nelle vostre lampade magiche, che strofinate, e via i mutui per tutti i vostri amici, tanto poi vengono impacchettati, nessuno scopre, e paga chi è fuori dal vostro giro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Petrini. Ne ha facoltà.
PAOLO PETRINI. Grazie. Signora Presidente, signor sottosegretario, colleghi, dopo quello che abbiamo ascoltato sembra un'impresa ardua affrontare il compito dei prossimi mesi e, cioè, produrre verità, basandoci su false verità, produrre verità su una visione del mondo che si basa sull'eterna rincorsa tra guardie e ladri, una rincorsa tra guardie e ladri che, però, vorrei segnalare al momento dal loro punto di vista produce solo processi mediatici mentre nella realtà, quella vera, i processi veri li rischia il sindaco Raggi. Il sindaco Raggi rischia i processi veri …
PRESIDENTE. Adesso tolga questo giornale, per favore!
PAOLO PETRINI. …e questa mi pare la situazione. Voi inveite contro i vostri avversari con questa rivoluzione morale falsa con cui cercate di affrontare e semplificare una realtà complessa, ma quella realtà vi sta superando, mettendo a rischio anche i personaggi maggiori che avete messo in campo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO PETRINI. Ho finito, Presidente. Abbiamo puntato a garantire maggiore trasparenza nei rapporti tra banche e clienti e potenziato gli strumenti a tutela dei consumatori; abbiamo avviato un deciso processo di riforma del sistema bancario nazionale, supportato anche attraverso il recepimento della disciplina europea al fine di salvaguardare i creditori e tutelare l'investitore delle banche poste in liquidazione. La Commissione è un'ulteriore tappa di questo percorso: un percorso virtuoso che, senza di noi, non sarebbe mai neanche iniziato
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4220-A: Disposizioni in materia di delitti contro il patrimonio culturale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
GIUSEPPE BERRETTA, . Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 1.14, 1.16 e 1.15 Palmieri. La Commissione invece esprime parere favorevole sull'emendamento 1.10 Ferranti. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 1.12 e 1.13 Palmieri. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.51. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 1.11 Ferranti e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.50 della Commissione.
ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA,. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.14 Palmieri.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente, mi spiace questa sequenza di pareri contrari da parte del relatore Berretta perché noi condividiamo lo spirito del provvedimento e anche in qualche modo la lettera di esso ossia il fatto che la Commissione giustizia abbia trasformato un'ennesima delega al Governo in una norma immediatamente esecutiva e condividiamo la finalità di tutelare, da un lato, e di reprimere nel modo adeguato, mettendo a regime il sistema del codice penale, coloro i quali usano male e attuano reati nei confronti del patrimonio culturale. Tenuto conto che siamo tutti d'accordo, per cercare di stabilire la migliore norma possibile e immediatamente efficace, abbiamo presentato una minuscola serie di emendamenti che aiutano a scrivere meglio il testo. Ad esempio, in questo primo emendamento 1.14, interveniamo sul tema del riciclaggio perché è evidente che, non essendo i beni culturali beni fungibili, è molto complicato riciclarli nel senso tradizionale del termine, giusto per fare un esempio. Dunque, il nostro invito è al relatore, alla presidente della Commissione e alla maggioranza a fermarsi trenta secondi, rivedere il merito dei nostri emendamenti e cogliere le opportunità che noi offriamo per stabilire, come ho detto, una norma che sia più efficace e più immediatamente efficace. Il nostro intento è questo. Spero che il nostro appello non cada nel vuoto
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, ritengo che la fretta che contraddistingue il provvedimento e la voglia quasi di arrivare quanto prima possibile a ora di pranzo non siano degne di una ulteriore della Commissione giustizia sul modo di gestire i reati in modo assolutamente spropositato e con pene che sono incredibilmente alte, scambiando il furto, la ricettazione, il riciclaggio di quello che non si può riciclare con veri e proprie pene da omicidio. Ritengo che questo sia un dato che non può essere digerito così facilmente. Mi meraviglia molto che sia iniziato questo provvedimento adesso, quasi a sancirne la irrilevanza. C'è molto da dire. Chiedo di sottoscrivere tutti gli emendamenti del collega Palmieri, di farli miei e mi riservo, emendamento per emendamento, di discuterli approfonditamente.
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, io mi meraviglio che lei si meravigli del fatto che andiamo avanti nel senso che è previsto che i lavori vadano avanti; non concluderemo il provvedimento ma, come sempre accade, si inizia un provvedimento quando è l'una e dieci e la seduta, come previsto, va avanti. Tutto qui.
MARISA NICCHI. Intervengo per esprimere il voto favorevole del gruppo Articolo 1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Anche i parlamentari dell'UDC voteranno a favore dell'emendamento 1.14 Palmieri.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, questo provvedimento parte dall'erroneo convincimento che gli articoli 9 e 42 della Costituzione, dando indubbia rilevanza al patrimonio culturale, chiudano questa rilevanza nella semplice differenziazione dal punto di vista sanzionatorio. Cioè, come se la differenza fra il patrimonio culturale e gli altri beni dovesse essere letta soltanto in termini di pena. Qual è l'operazione che ha fatto la Commissione giustizia? Anziché seguire più felicemente l' della delega, che avrebbe consentito una riflessione non affrettata, come sarebbe necessaria per questi provvedimenti che a fine legislatura si vogliono spingere e far passare a tutti i costi e senza nessuna riflessione di tipo giuridico, non ultimo quello di qualche tempo fa, ha preso lo schema dei delitti contro il patrimonio, lo ha applicato ai reati contro il patrimonio culturale e ha - uso un termine esagerato - praticamente decuplicato le sanzioni previste per il patrimonio. Questo è tutto!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo brevemente, in maniera tale da non intervenire successivamente su ogni singola fattispecie. Come è già stato ricordato, questo progetto di legge era una legge di delega, che purtroppo - devo dire al collega Sisto - si muove nella stessa direzione in cui con efficacia si è mossa la Commissione giustizia. Cioè ha fatto tanto male quanto voleva fare il Governo, diciamola così.
ARCANGELO SANNICANDRO. Non avevo dici minuti?
ARCANGELO SANNICANDRO. Sulle case trovate scritto che è vietato affiggere manifesti eccetera, e per il deturpamento le pene vanno da tre mesi a un anno; oppure, per il danneggiamento, da sei mesi a tre anni: noi qui andiamo da uno a cinque anni, quindi vi rendete conto con quanta disinvoltura si sono aumentate le pene. Ripeto, ciò in sintonia con il Governo. La Commissione giustizia è stata esecutrice fedele - più o meno - della volontà del Governo, il che la dice lunga su tutta la cultura che ormai domina e spadroneggia in quest'Aula.
GIUSEPPE BERRETTA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BERRETTA, . Presidente, per suo tramite mi inserisco in questo derby pugliese, per dire che in realtà mi stupisce quanto afferma l'onorevole Sisto, perché basterebbe guardare il testo disponibile a tutti i parlamentari, nel quale viene riportata la proposta di delega elaborata dal Governo e il testo normativo per come deliberato dalla Commissione, per verificare che proprio in tema di illecita detenzione di beni culturali noi abbiamo inteso limitare la pena, e rispetto a una potenziale pena fino a otto anni abbiamo deciso di limitarla a cinque anni e prevedere una multa fino a 20.000 euro.
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire. Passiamo quindi ai voti.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, nell'ottica appunto di aiutare a fare un testo che sia immediatamente efficace, noi qui proponiamo una rimodulazione della pena, che prende in parola quello che ha appena detto il relatore, cioè a dire che noi proponiamo di togliere quello che diceva l'onorevole Sannicandro prima, questo eccesso di abuso della carcerazione, che sembra un tratto caratteristico di questa maggioranza e di questo Governo…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Palmieri. Onorevole Ghizzoni! Onorevole Ghizzoni! Grazie.
ANTONIO PALMIERI. …e sostituirlo, proprio perché mettiamo nel mirino l'importanza del valore del bene culturale, non con una multa standard fino a 20 mila euro, perché magari si tratta di bene culturale di valore molto superiore a 20 mila euro, la nostra proposta, assolutamente pragmatica e coerente con la nostra impostazione, è quello di dire: diamogli una multa che è pari a tre volte il valore stimato del bene culturale detenuto e inoltre obblighiamo a cederlo allo Stato, qualora non sia possibile risalire al legittimo proprietario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. L'emendamento del collega Palmieri, sottoscritto anche da me, è un emendamento che tende disperatamente ad evitare quella che sarà la inevitabile scelta dalla Corte costituzionale di ritenere del tutto irragionevoli queste sanzioni coniate sullo dei reati contro il patrimonio. È evidente, certo, si può anche non esercitare la delega, ma nella riscrittura non ci si può ispirare alla non delega della semplice riproduzione dei reati contro il patrimonio, questo non vuol dire esercitare una delega, vuol dire disattenderla dal punto di vista metodologico. Quindi, io credo che questo emendamento assolutamente ragionevole, troverà poi, se non fosse, come io ritengo, approvato dall'Aula, la sua eco nella sentenza della Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che ci troviamo davanti a una situazione difficile, perché veramente questa norma sembra essere scritta molto male e lo dico con grande simpatia per le intenzioni di chi l'ha scritta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Continuando nella illustrazione del catalogo dei reati, articolo 518- “devastazione e saccheggio di beni culturali”, qua viene mutuata la norma di cui all'articolo 285 del codice penale, che è una norma relativa ai delitti contro la personalità interna dello Stato, è una norma cioè che fu inventata dal fascismo, come tante altre norme, a difesa della personalità dello Stato, sia interna che esterna, per le ipotesi praticamente del colpo di Stato, di saccheggi, devastazioni, di rivolte, e lì è prevista addirittura la pena dell'ergastolo. Ora, qui chiunque, fuori dei casi preveduti dall'articolo 285, commette fatti di devastazione e di saccheggio aventi ad oggetto beni culturali è punito con la pena da dieci a diciotto anni. E non c'è una modulazione …
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sannicandro. Onorevole Ferranti, lei non ci crederà, ma il Presidente sa quello che deve fare. Bene, allora la ringrazio. Prego, onorevole Sannicandro.
ARCANGELO SANNICANDRO. Dicevo, questo è un altro degli esempi, potrei continuare per la contraffazione, per esempio, di opere d'arte: attualmente la pena è da tre mesi a quattro anni, viene portata da uno a sei anni. Ora, con quale criterio – domanda - è realizzato l'intento, che è contenuto nella relazione, a giustificazione di questa normazione? L'intento è il seguente: favorire la coerenza sistematica del quadro sanzionatorio penale, attualmente ripartito tra codice penale e codice dei beni culturali.
PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, la pregherei di seguirmi un attimo: io l'ho fatta parlare perché pensavo che lei avesse bisogno, per parlare dell'emendamento, di un'introduzione generale. Lei ha fatto, per la seconda volta, l'intervento che si fa normalmente sul complesso degli emendamenti. Quindi, io le darò la parola nelle prossime occasioni nelle quali lei me la chiederà, però la prego di parlare nel merito dell'emendamento, come prevede il Regolamento. Il suo è un ragionamento molto largo, onorevole Sannicandro, almeno due parole sull'emendamento bisogna dirle, altrimenti è un problema.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, sono contento della presenza del Ministro che, nel momento in cui aveva redatto la delega o aveva comunque pensato e valutato quella delega, certamente non aveva immaginato che la Commissione giustizia di sua iniziativa potesse trasformare la delega in una mera trasposizione delle formule previste per i reati contro il patrimonio, ai beni appartenenti al patrimonio culturale, semplicemente incrementando le pene. È un'operazione assolutamente scorretta sul piano metodologico, un'operazione intollerabile sul piano costituzionale, che finge che gli articoli 9 e 42 abbiano come differenza semplicemente un aumento di pena, come se la rilevanza del bene culturale fosse soltanto un problema di sanzione. Il dettaglio, la specificità, la conoscenza, i particolari, la prevenzione, i meccanismi amministrativi, tutto questo avrebbe dovuto essere letto prima, invece di operare questa operazione robespierriana, mi si faccia passare questo termine, in cui vi è soltanto un becero e cieco incremento di pena a fronte di beni che, invece, meriterebbero un approfondimento - scusate la parola - culturale. Laddove il bene culturale non è un bene qualsiasi, è un bene che va studiato, va approfondito, non è un bene da procure, è un bene da studiosi, che poi deve passare all'approfondimento delle procure.
GIUSEPPE BERRETTA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BERRETTA, . Presidente, per rivendicare invece l'assoluta ragionevolezza delle scelte operate, scelte operate senza nessuna preoccupazione per il cosiddetto (il collega Sisto utilizza questa terminologia che ovviamente può essere anche attraente, ma che non conduce a nessuna considerazione davvero sensata) e nemmeno con nessuna bava alla bocca. Non abbiamo sentito magistrati, non abbiamo sentito procure, ci siamo limitati a rispettare e naturalmente seguire una traccia che era stata, peraltro, già segnata nella scorsa legislatura dal lavoro parlamentare che non era sfociato, però, nell'esame del disegno di legge da parte dell'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Egregio relatore, qui il problema è di tecnica giuridica. Il problema è della mancanza di quella sistematicità di cui si parlava nella relazione, perché il 518- su cui insiste l'emendamento dice: “chiunque trasferisce all'estero beni culturali, senza attestato (…), è punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa (…). La pena è della reclusione da due a cinque anni se il delitto ha ad oggetto beni culturali di rilevante valore”. Quindi, questa è la fattispecie principale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, prendendo le mosse da un vero e proprio mostro giuridico per dare l'idea di come questo modo di legiferare sia intollerabile, una sorta di specchi deformanti che modificano la struttura intima del sistema penale; e, quindi, partendo dalla assurda, assurda sanzione dell'articolo 518-, da 10 a 18 anni di reclusione: meglio ammazzare qualcuno! Meglio ammazzare qualcuno! Da 10 a 18 anni di reclusione: l'esperienza ci insegna che questa è una pena che rende più conveniente un omicidio rispetto alla devastazione e il saccheggio di beni culturali. Se questo vuol dire gestire in modo equilibrato il sistema penale, io non mi chiamo Francesco Paolo, ma in modo completamente diverso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'Interno, il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e la Ministra per i Rapporti con il Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Santerini n. 3-03092.
MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, oggi, 21 giugno, è la Festa della musica; si svolge in tutta l'Italia, è una manifestazione di carattere europeo, che comincia oggi, tra l'altro sicuramente proseguirà per altre giornate, e quest'anno ha per tema “La strada suona”. Noi riteniamo che questa sia un'iniziativa importante non solo per il valore artistico, ma anche per il valore sociale, mi permetta di sottolineare questo aspetto, appunto, legato alla strada. Sappiamo che saranno coinvolti molti luoghi diversi, da luoghi alti, potremmo dire, ad altri, ma anche i parchi, i musei, gli ospedali, le carceri e così via, e vorremmo sapere quali sono gli eventi più significativi che lei ci possa anticipare per confermarci che la Festa…
PRESIDENTE. Deve concludere.
MILENA SANTERINI. …ha tra gli obiettivi quello di portare, appunto, la musica in strada, quindi fruibile da tutti i cittadini.
PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
DARIO FRANCESCHINI,. Grazie all'onorevole Santerini perché ci consente di portare - e credo sia non soltanto simbolicamente ma anche concretamente importante - l'evento Festa della musica in Aula e in Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà di replicare per due minuti.
MILENA SANTERINI. Grazie, Ministro. Eravamo già convinti dell'importanza della Festa della musica. Volevamo effettivamente avere dei dettagli, che lei ci ha dato; in particolare, vorrei sottolineare questo aspetto, per esempio, sulle zone terremotate. La musica è già popolare, non bisogna fare un grande sforzo per renderla popolare, però deve essere aiutata, dobbiamo diffonderla meglio, ed è questo che spetta, appunto, anche al Ministero e al Governo. In particolare, direi, va resa più sociale; quindi, deve illuminare i luoghi anche più nascosti, come quelli che lei ha citato, penso agli ospedali e alle carceri. E, in questi giorni in cui stiamo cercando di approvare, perlomeno io vorrei, la legge sulla cittadinanza ai nuovi italiani, ecco che questo è un altro aspetto che dovremmo valorizzare.
PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03093 per un minuto.
COSIMO LATRONICO. Grazie, signor Presidente. L'interrogazione pone un tema assai serio per una piccola regione, e cioè, secondo le informazioni fornite dalla Commissione europea, sono 44 i siti che rappresentano ancora una minaccia per la salute e l'ambiente; il 52 per cento di questi siti è collocato nel territorio della Basilicata. La domanda è quali iniziative il Governo è in condizioni di assicurare perché questo grave problema, che minaccia, ovviamente, l'ambiente, e non solo l'ambiente, in una regione che ha tante criticità, possa essere affrontato.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIAN LUCA GALLETTI,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Latronico perché mi permette di affrontare una tematica rispetto alla quale è forte e continua l'attenzione del mio Ministero.
PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di replicare per due minuti.
COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, la ringrazio. Ringrazio il signor Ministro per la risposta e anche per lo sforzo che sta compiendo per provare a portare fuori l'Italia da questa condizione di infrazione che è assai datata, perché l'Italia era tenuta entro il 16 luglio 2009 e, quindi, stiamo parlando di 8-9 anni trascorsi senza che questi interventi di messa in sicurezza del territorio - quindi della messa in sicurezza e della bonifica delle discariche, comprese quelle in Basilicata - si siano potuti compiere.
PRESIDENTE. L'onorevole Daga ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03094 .
FEDERICA DAGA. Grazie, Presidente. Oggi è il primo giorno di estate e siamo messi così: 40 per cento di perdite di acqua nei tubi, siccità con danni alla cittadinanza e all'agricoltura, eccessive captazioni da sorgenti per usi non fondamentali, acque marine costiere inquinate per mancanza di depurazione e fognature e, quindi, scarichi a mare più pesanti nel periodo turistico e quindici anni di procedure di infrazioni europee che né il Governo né i gestori sono riusciti ancora a risolvere. Con lo “sblocca Italia” del 2014 avete nominato commissari straordinari che sono stati rimossi d'imperio nel “decreto Mezzogiorno” del 2017, a favore di un supercommissario che gestirà da solo 2 miliardi di euro e centinaia di interventi necessari per superare le infrazioni e magari rendere l'Italia un Paese degno di partecipare al G7.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIAN LUCA GALLETTI,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Daga per l'interrogazione che ci dà la possibilità di fare il punto su una situazione molto importante. Con riferimento alle criticità dei sistemi di collettamento, fognature e depurazione delle acque reflue nelle aree del Mezzogiorno, occorre innanzitutto premettere che le competenze per la realizzazione degli interventi necessari erano state assegnate, nella quasi totalità dei casi, ai commissari straordinari. Per superare le problematiche riscontrate e per riportare a unitarietà la situazione commissariale, si è optato per una scelta di auspicata formalmente dalla Commissione europea.
PRESIDENTE. L'onorevole Villarosa, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Come volevasi dimostrare, alla fine da quattro mesi ad oggi non è stato fatto niente, ovvero sono state fatte le operazioni preliminari che avevano fatto i quattro commissari che avevate messo prima. È inutile che ci venga a dire il Ministro che i quattro commissari non hanno lavorato; chi li aveva scelti quei quattro commissari? Il Ministro. Quindi, alla fine è una reale presa in giro, Presidente. Ad oggi siamo al primo giorno d'estate e, come le estati passate degli ultimi - quanti anni sono? 15 anni - 15 anni, noi ci troveremo con depuratori che scaricano a mare l'impossibile.
PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03095 .
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Ministro, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che ha la caserma di Vallemiano in ristrutturazione, effettua da due anni una partenza temporanea dall'aeroporto Sanzio di Falconara, con una media di mille interventi per anno in un'area fatta di piccoli comuni, zone industriali, autostrada, superstrada e criticità ambientali.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
MARCO MINNITI,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, l'attuale modello organizzativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco riconosce ai comandanti provinciali la facoltà di rimodulare la ripartizione sul territorio del personale a loro disposizione in presenza di comprovate esigenze, anche di carattere temporaneo. Facendo leva su tale elemento di flessibilità, nell'agosto 2015 il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Ancona ha disposto, in occasione dell'avvio dei lavori di costruzione della nuova sede del comando di Ancona, la delocalizzazione presso il distaccamento aeroportuale di Falconara della seconda squadra terrestre della sede centrale.
PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARIA VALENTINA VEZZALI. La ringrazio Ministro per la risposta e, sulla base delle argomentazioni da lei esposte, mi ritengo parzialmente soddisfatta. Conosco quelle aree e so bene quanto tempo si perderebbe se le partenze avvenissero da Jesi, da Senigallia, o peggio ancora dal capoluogo.
PRESIDENTE. L'onorevole Covello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03096 .
STEFANIA COVELLO. Grazie, signor Presidente. Onorevole signor Ministro Minniti, credo che tutti, e in particolare chi onestamente sta a casa, abbiano sentito parlare nelle ultime settimane del fenomeno balena blu, in particolare quelle famiglie di bambini, di ragazzi, di adolescenti, che vanno dalle scuole elementari fino all'età adolescenziale che devono fare i conti con forti preoccupazioni su un gioco assurdo che ha assunto dimensioni virali in pochissimo tempo. Video diffusi che poi abbiamo saputo non essere veritieri, ma che avevano già creato danni tra i giovani. Si tratta di una di perversione che rischia di portare al suicidio: su questo, è di qualche giorno fa la notizia anche di un primo indagato.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Minniti, ha facoltà di rispondere.
MARCO MINNITI,. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in questi ultimi mesi la Polizia postale e delle comunicazioni è impegnata tanto d'iniziativa, che sulla base di specifiche segnalazioni, a valutare attraverso il monitoraggio della rete Internet l'effettiva portata del fenomeno del che desta allarme sociale e ha avuto una vasta eco sugli organi di informazione. Tale pratica avrebbe come obiettivo per chi la conduce in rete, in qualità di curatore, di coinvolgere i partecipanti in atti di autolesionismo, inducendo comportamenti sempre più pericolosi fino a determinare nelle vittime intenzioni suicide. L'attività della Polizia postale e delle comunicazioni mira a identificare persone, o gruppi di persone, eventualmente coinvolti in tale fenomeno, per prevenire l'esposizione di bambini e ragazzi ad un rischio per la loro incolumità connesso alla frequentazione della rete.
PRESIDENTE. L'onorevole Covello ha facoltà di replicare, per due minuti.
STEFANIA COVELLO. Grazie. Nel ringraziare il Ministro Minniti che, come sempre, ci delucida in maniera esaustiva, chiara e nei dettagli, anche a nome del gruppo parlamentare del PD e dei colleghi firmatari insieme a me di questo voglio ringraziare quanti quotidianamente lavorano per contrastare i pericoli che vengono dalla rete, in particolare gli uomini della Polpost, una specialità che merita attenzione.
PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta n. 3-03097 di cui è cofirmatario.
ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, ci risulta che nei giorni scorsi, ai sindaci di province italiane, i prefetti abbiano inviato una comunicazione nella quale si annuncia che l'intensificazione degli sbarchi ha reso necessario innalzare a 210 mila unità l'originaria pianificazione della ripartizione dei richiedenti asilo nei comuni d'Italia, quindi ben 10 mila unità in più. Nella nostra interrogazione io e il presidente Brunetta le chiediamo su quali atti e soprattutto su quali dati il Governo abbia fondato questa sua comunicazione, quali siano i territori interessati, soprattutto quali sono i criteri adottati e se il Ministro, insieme al Governo, non vogliano intraprendere iniziative per coinvolgere più compiutamente i sindaci italiani.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Minniti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
MARCO MINNITI,. Presidente, onorevoli deputati, il Ministero dell'interno è attualmente impegnato nell'attuazione di una pianificazione nazionale imperniata sul criterio dell'accoglienza diffusa, concordata lo scorso dicembre con l'ANCI. Tale pianificazione fissa la quota di accoglienza a 200 mila unità, parametro tuttora vigente: non vi è stata alcuna iniziativa finalizzata all'innalzamento della quota che ho indicato. Ovviamente qualunque variazione si renda in futuro eventualmente necessaria, non potrà che conseguire da un'apposita intesa fatta dal Ministero dell'interno con l'ANCI. È pertanto evidente che l'iniziativa a livello locale cui si fa cenno nell'interrogazione, che lei ha qui riferito, è del tutto autonoma, e da considerarsi non rispondente alla linee strategiche predisposte dal Ministero dell'interno.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARCO MINNITI,. È autorizzata a tal fine la spesa di 150 milioni di euro per l'anno 2018, 50 milioni in più rispetto alla spesa precedente, che si tradurrà in uno specifico contributo economico per ciascun comune commisurato al numero dei migranti effettivamente accolti. Nel medesimo contesto si interviene con una deroga ai limiti assunzionali fissata per garantire le medesime attività.
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
MARCO MINNITI,. Ho finito, Presidente. Di cittadini stranieri, è previsto che possono essere nominati commissari straordinari del Governo, deputati ad adottare un piano di interventi per il risanamento delle aree in questione, anche al fine di favorire la graduale integrazione dei cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio, coordinando le realizzazioni in stretto raccordo con gli enti locali e territoriali e con tutte le amministrazioni interessate. L'obiettivo, infine, è quello di ripristinare la legalità in ambiti territoriali che vedono emergere forti criticità di varia natura, contrastando nel contempo con determinazione il fenomeno del caporalato, nel solco delle finalità perseguite dalla recente legge a tal uopo approvata dal Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO OCCHIUTO. Signor Ministro, non ho difficoltà a riconoscere che siamo confortati dal fatto che lei ci dica che la comunicazione cui facevo riferimento è un'iniziativa personale di una prefettura, che non è concordata col Ministero; ci preoccupa il fatto però di aver riscontrato che nelle ultime settimane molti prefetti hanno svolto un'azione - come dire? - di nei confronti di più sindaci d'Italia, avente ad oggetto lo stesso contenuto della comunicazione che le ho citato. Siamo confortati perché invece eravamo preoccupati che si volesse continuare a procedere col solito modo approssimativo a cui siamo stati abituati negli ultimi anni: perché guardi, Ministro, quando non c'è chiarezza sui criteri che si adottano nel piano di riparto, sulle regole, si espongono i sindaci a delle difficoltà davvero importanti, perché non hanno modo di esprimersi con chiarezza davanti ai loro cittadini, e soprattutto si svilisce anche il ruolo dei prefetti.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO OCCHIUTO. Ma è compito dei prefetti trovare le camere d'albergo per i migranti? Ecco, noi vorremmo che questo Governo ripensasse la del sistema, e anche il ruolo dei prefetti; anche perché questo è un fenomeno destinato ad aumentare.
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
ROBERTO OCCHIUTO. Chiudo ricordando i numeri degli ultimi due anni: nel nostro Paese sono sbarcati 505 mila migranti, solo 9.900 sono stati rimpatriati .
PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Allasia ed altri n. 3-03098 di cui è cofirmatario, per un minuto.
MARCO RONDINI. Presidente, abbiamo appreso dalla stampa di un bando del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per concedere contributi ad imprese di neo-costituzione, purché straniere. Il bando del Ministero è rivolto a giovani di età compresa fra i 18 e i 30 anni purché stranieri, cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione europea. Chiediamo al Governo quali siano le motivazioni che hanno indotto il Ministero a questa decisione, se ci sia un monitoraggio dell'esito dalla cosiddetta posto che il finanziamento è a fondo perduto, e dunque i soldi non devono essere restituiti, nonché se sia intenzione del Ministero prorogare ulteriormente, come ha già fatto, il termine perentorio di richiesta del contributo e per quali motivi.
PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO POLETTI,. Presidente, onorevole, l'azione citata rientra fra i vari progetti pilota ideati e concordati tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed Anpal Servizi, finalizzata alla messa a punto di linee di intervento nell'ambito della programmazione dei fondi comunitari rivolti esclusivamente a cittadini extracomunitari, e pertanto finanziati con il Fondo nazionale politiche migratorie. Questo progetto è in linea con gli obiettivi fissati dal Piano d'azione “Imprenditorialità 2020” della Commissione europea.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIULIANO POLETTI,. Al termine dell'analisi delle proposte di impresa da parte della commissione di valutazione, sono stati selezionati 82 progetti per un totale di 173 beneficiari. Al 31 maggio 2017 hanno presentato la rendicontazione e richiesto l'erogazione 30 progetti e 68 beneficiari.
PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARCO RONDINI. Presidente, vede, noi non siamo soddisfatti della risposta del Governo: intanto perché, se è vero come dice il Governo che di fatto le vengono finanziate attingendo a un fondo europeo, è altrettanto vero che è difficile secondo noi non rintracciare un carattere discriminatorio in iniziative come questa. Ripeto: un bando del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per concedere contributi ad imprese di neo-costituzione purché straniere.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Rondini.
MARCO RONDINI. Come al solito il prezzo del vostro buonismo lo fate pagare ai cittadini italiani.
PRESIDENTE. L'onorevole Zappulla ha facoltà di illustrare l'interrogazione Laforgia ed altri n. 3-03099 di cui è cofirmatario, per un minuto.
GIUSEPPE ZAPPULLA. Signor Presidente, grazie. Mi rivolgo al Ministro: il 15 giugno 2017 il Senato della Repubblica ha approvato la legge di conversione del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, all'interno del quale è stata inopinatamente e scorrettamente a nostro avviso inserita una nuova disciplina sul lavoro occasionale. Sul tema dei infatti, grazie ai 3 milioni di firme raccolte nella CGIL, era stato indetto un referendum abrogativo che si sarebbe dovuto svolgere nella giornata del 28 maggio. La consultazione è stata in seguito cancellata per via dell'intervento del Governo che ha varato un decreto-legge totalmente abrogativo della disciplina sui Sabato 17 giugno a Roma la CGIL ha organizzato una manifestazione di protesta che ha registrato una straordinaria partecipazione dei cittadini e dei lavoratori…
GIUSEPPE ZAPPULLA. …con un messaggio forte da noi condiviso. Ciò detto, ho concluso, chiediamo al Governo di aprire immediatamente un tavolo di confronto con la CGIL o con le altre forze sindacali e quelle datoriali al fine di raggiungere una soluzione condivisa e al contempo di sanare una gravissima ferita inferta al rispetto delle elementari norme democratiche del Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIANO POLETTI,. Grazie, Presidente. Grazie onorevole, già al momento dell'abrogazione dalla precedente disciplina del lavoro accessorio il Governo aveva annunciato l'intenzione di procedere tempestivamente ad una nuova regolamentazione del lavoro accessorio meramente occasionale allo scopo di colmare il vuoto normativo e regolamentare la prestazione di lavoro a rischio di lavoro nero.
PRESIDENTE. L'onorevole Giorgio Piccolo, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.
GIORGIO PICCOLO. Grazie, Presidente. Ministro, non ci sentiamo per niente soddisfatti. Con l'azione di raggiro per evitare lo svolgimento del referendum avete mancato di rispetto a 3 milioni di firme di cittadini raccolte dalla CGIL, con un'azione discutibile sia sul piano democratico sia su quello costituzionale.
PRESIDENTE. L'onorevole Mazziotti Di Celso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03100 per un minuto.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, l'interrogazione riguarda il fenomeno dei distacchi sindacali. La disciplina dei distacchi sindacali retribuiti, cioè con compensi e contributi a carico dei lavoratori, prevede che, quando il sindacato versa una contribuzione aggiuntiva sui compensi aggiuntivi versati dal sindacato, questa incida sul trattamento pensionistico del rappresentante sindacale incidendo sulla quota A, per intenderci quella calcolata sulla base dell'ultimo stipendio, e non sulla quota B che è quella calcolata sulla media. Questo determina il fenomeno abbastanza anomalo per il quale è sufficiente una contribuzione sull'ultimo stipendio per determinare un significativo aumento che l'INPS ha quantificato in media, sui casi che ha verificato, nell'ordine del 27 per cento. L'INPS ha proposto due circolari di cui, da quello che si apprende, la prima è stata respinta dal Ministero del lavoro. La seconda è in corso di esame e la richiesta al Ministro è di avere informazioni sullo stato di questo esame.
PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIANO POLETTI,. Grazie, Presidente. Grazie onorevole, il decreto legislativo n. 564 del 1996 attribuisce all'organizzazione sindacale la facoltà di versare in favore dei lavoratori in aspettativa o in distacco sindacale una contribuzione aggiuntiva da calcolare sulla differenza tra le somme corrisposte ai lavoratori collocati in aspettativa o in distacco per lo svolgimento dell'attività sindacale e la retribuzione di riferimento previsto dai contratti collettivi di categoria sulla cui base viene effettuato l'accredito dei contributi figurativi. Il motivo per il quale è stata a suo tempo prevista la facoltà di versare questa contribuzione aggiuntiva è evitare che i lavoratori in aspettativa o in distacco sindacale vedano pregiudicata la loro posizione previdenziale dallo svolgimento dell'attività sindacale.
PRESIDENTE. L'onorevole Mazziotti Di Celso ha facoltà di replicare.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Presidente, esprimo la mia soddisfazione, soprattutto su due aspetti: il primo, la promessa di esaminare rapidamente la questione; il secondo, il fatto che lo stesso Ministro ha definito abuso del diritto quello in base al quale in passato è accaduto che sia stata erogata una contribuzione aggiuntiva al solo scopo di alzare, magari in maniera molto significativa, la pensione (l'INPS ha parlato di media del 27 per cento con punte del 66 per cento). Credo che in questo momento, in cui il tema pensionistico è particolarmente sentito, in cui ci sono grandissime differenze di trattamenti, in cui ci sono differenze anche tra generazioni - io ho presentato una proposta per introdurre il principio di equità generazionale nell'articolo 38 della Costituzione - in questi casi, credo che si debba intervenire sul sistema attraverso la circolare, ma che si debba magari agire subito nei confronti di chi ha commesso abusi di diritto, come quelli che ha indicato il Ministro, perché lì si è già fuori dall'ordinamento, a prescindere da qualsiasi circolare. Quindi, mi aspetto che iniziative in questo senso vengano prese al più presto.
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03101 per un minuto.
WALTER RIZZETTO. Presidente, Ministro, la cosiddetta aspettativa di vita è un parametro che di fatto innalza, come lei sa, i requisiti temporali per poter accedere alla messa a riposo, ovvero alla pensione. In questo contesto, si svincolano ambiti quali pensioni di vecchiaia, i precoci, i famosi “quota 41”, le donne che vogliono accedere alla messa a riposo in modo volontario ed anticipato, “opzione donna”, ovvero tutto quello che gravita attorno al sistema pensionistico italiano. Quindi, Ministro, le chiedo ufficialmente - e non ufficiosamente, evidentemente - quali sono le sue indicazioni rispetto ad un parametro che a me sembra vetusto, ingiusto, iniquo, anacronistico, e di cui, tra l'altro, hanno parlato anche illustri esponenti della maggioranza che sostengono il suo Governo in termini di abrogazione.
PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO POLETTI,. Presidente, l'adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita costituisce un meccanismo in forza del quale i requisiti richiesti per il diritto a pensione vengono aumentati periodicamente sulla base degli incrementi della speranza di vita accertati dall'Istat. Questo meccanismo, originariamente introdotto dal IV Governo Berlusconi con una disposizione del 2009 che prevedeva che l'adeguamento decorresse dal 1° gennaio 2015, è stato modificato dal medesimo Governo con una disposizione del 2010, che ha fissato una cadenza triennale per l'adeguamento secondo con le rilevazioni effettuate dall'Istat. La normativa in questione è stata ancora modificata dallo stesso Governo, con il decreto-legge n. 98 del 2011, che ha anticipato al 2013 l'entrata in vigore del meccanismo di adeguamento. Successivamente, il decreto-legge “Monti-Fornero” ha esteso questo meccanismo anche ai requisiti contributivi per l'accesso alla pensione anticipata, stabilendo altresì che, a decorrere dal 2019, l'aggiornamento dei requisiti sarebbe dovuto avvenire con cadenza biennale anziché triennale. La normativa vigente, quindi, prevede che l'eventuale revisione dei requisiti, con effetto dal 2019, debba essere effettuata entro il 31 dicembre 2017 con decreto direttoriale del Ministero dell'economia e con il consenso del Ministero del lavoro, sulla base dei dati forniti dall'Istat, che, secondo le informazioni avute, saranno disponibili non prima del prossimo autunno.
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare, per due minuti.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Ministro. Bene per quanto riguarda i cosiddetti lavori usuranti, cosa che era già nell'aria rispetto a qualche notizia che è uscita da parte del suo Ministero. La invito, Ministro, considerato che oggi di fatto non mi ha risposto, a riconsiderare l'aspettativa di vita, e spero mi risponderà a questo punto in autunno, quando ha appena affermato che arriveranno dei nuovi dati. Allora, il concetto è molto semplice, Ministro, lei lo sa perfettamente: l'aspettativa di vita, come prima detto nel mio è un parametro assolutamente ingiusto, tant'è vero che la cosiddetta aspettativa di vita non si sta alzando, perché sulla base anche di uno studio dell'Osservatorio nazionale sulla salute, presentato il 26 aprile 2016, l'aspettativa di vita sta calando. Quindi, per le persone, per un difetto anche in termini di cure mediche - le persone purtroppo non hanno neanche i soldi per andare a curarsi -, l'aspettativa di vita sta calando. Quindi, la prego, Ministro, di prendere in estrema considerazione questa nostra richiesta, da potersi sviluppare nei prossimi mesi attraverso anche un'indagine che possiamo evidentemente fare, perché questo - lo rinnovo - ci sembra un parametro assolutamente anacronistico ed ingiusto. Chiudo, Ministro, dicendo che, sotto questo punto di vista, non potete dimenticarvi di quelle persone che prima abbiamo citato: i lavori usuranti, i giovani, che soffrono di una disoccupazione - lei lo sa - al 35 per cento. Vorremmo che rimanesse il fondo per “opzione donna”, i 2 miliardi e mezzo…
WALTER RIZZETTO. Chiudo, Presidente. Poi, gli esodati, che è un capitolo ancora non chiuso; i precoci di “quota 41”, cioè persone che dopo quarantun anni di contributi e di lavoro devono andare in pensione senza dover aspettare ancora molti anni. Noi non molliamo, sotto questo punto di vista, cerchi nei prossimi mesi di darci una soddisfazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03102 per un minuto.
VINCENZO GAROFALO. Presidente, signora Ministro, signori Ministri, la banda larga è considerata da tempo ormai una delle infrastrutture più importanti per lo sviluppo delle imprese e della gente. È considerata anche un obiettivo fondamentale dell'attuale e del precedente Governo, e proprio per questo sono state messe in campo sinergie pubblico-private ed interventi interamente pubblici per garantire a tutti i cittadini, in tutte le parti d'Italia, lo stesso tipo di servizio. In questi giorni abbiamo però assistito sui giornali a uno scambio di opinioni tra rappresentanti del Governo e imprese sul fatto che c'è la volontà di un'impresa di intervenire dove già lo Stato ha deciso di farlo. Rispetto a questo, poiché l'intervento di capitali privati a nostro avviso è sempre un segnale positivo, vorremmo capire se il Governo intende riaprire un tavolo di discussione, o perlomeno affrontare il tema con uno spirito assolutamente di coinvolgimento.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANNA FINOCCHIARO,. Presidente, onorevoli deputati, il piano “banda ultra larga” è stato definito sulla base di un'ampia consultazione, che si è conclusa un anno fa. Al suo esito, il Governo ha individuato le aree di intervento pubblico e ha dato avvio alla gara. Peraltro, al termine di questo processo di consultazione era previsto che ogni partecipante rilasciasse le dichiarazioni circa le proprie intenzioni di investimento nei successivi tre anni, in modo da evitare investimenti pubblici nelle aree in cui i privati fossero già presenti o intendessero esserlo nel breve periodo. A inizio giugno dello scorso anno gli operatori hanno potuto comunicare eventuali modifiche ai rispettivi piani di investimento. La correttezza del processo di consultazione è stata riconosciuta dalla Commissione europea nella sua decisione di autorizzazione del piano, nella quale è stabilita che eventuali ulteriori, modifiche degli investimenti privati potevano essere prese in considerazione solo laddove non avessero riguardato aree già interessate dalle procedure di gara. TIM, dopo aver partecipato a tutte le consultazioni pubbliche, senza alcuna contestazione, ha partecipato al primo bando presentando proposte per tutti i lotti, con ciò, di fatto, confermando di non poter intervenire con risorse proprie nelle aree bianche.
PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di replicare, per due minuti.
VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Intanto, prendo atto delle ultime dichiarazioni della Ministra che, appunto, il Ministero ha intenzione di fare una consultazione con le imprese sul tema.
PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03103 per un minuto.
STEFANO FASSINA. Grazie Presidente, signora Ministro, come lei sa, l'acciaieria ex Lucchini, oggi Aferpi, è in amministrazione straordinaria. Due anni fa, il gruppo Cevital ha rilevato gli e ha presentato un piano industriale giudicato adeguato, in termini di salvaguardia dell'occupazione e di attività siderurgica oltre che agro industriale e logistica.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANNA FINOCCHIARO,. Presidente, onorevoli deputati, l'amministrazione straordinaria della Lucchini ha ceduto, come ricordato, in data 30 giugno 2015, il complesso industriale siderurgico di Piombino alla società Aferpi. A seguito di tale acquisizione la società cessionaria ha, inoltre, aderito all'accordo di programma per la disciplina degli interventi per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino, sottoscritto nel luglio 2014 e nell'ambito del quale si è impegnata, in particolare, a mettere in sicurezza le aree private e demaniali in concessione.
PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di replicare, per due minuti.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente, grazie, signora Ministro. Siamo parzialmente soddisfatti, nel senso che è evidente che il Governo segue la vicenda, sebbene avremmo voluto che ci fosse una chiusura di un accordo soddisfacente, prima di arrivare a ridosso della scadenza. Tuttavia, continueremo anche noi a monitorare affinché siano esercitate le facoltà che il Governo ha, che il commissario straordinario ha e che l'articolo 8 del decreto cosiddetto Mezzogiorno che lei ha richiamato consente.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Artini, Baretta, Bernardo, Borletti Dell'Acqua, Matteo Bragantini, Brunetta, Castelli, D'Alia, De Maria, Dellai, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Lorenzo Guerini, Laforgia, Locatelli, Losacco, Mazziotti Di Celso, Merlo, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 22 e 23 giugno 2017.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni Silveri.
PAOLO GENTILONI SILVERI,. Signora Presidente, colleghe e colleghi, il Consiglio europeo che si svolge domani e dopodomani, si svolgerà esattamente ad un anno di distanza da quel voto del 23 giugno dell'anno scorso, che ha portato la maggioranza dei cittadini britannici a decidere l'uscita dall'Unione europea, aprendo in qualche modo - se pensiamo all'atmosfera, alle cronache, alle discussioni di quelle settimane di un anno fa - quello che sembrava dover essere un anno orribile per l'Unione europea. E in effetti le cose sono andate in un modo diverso, quindi un anno dopo possiamo, credo, ragionare su un andamento diverso da quello che in quelle settimane si era immaginato.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri. È iscritto a parlare il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.
ANDREA ROMANO. Presidente, grazie al Presidente del Consiglio per queste comunicazioni, che hanno descritto, io credo con molta precisione, non solo il contributo che l'Italia si appresta a dare al Consiglio europeo, ma anche quanto è accaduto in quest'anno, appunto, un anno non insignificante per la vicenda comunitaria.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.
MANLIO DI STEFANO. Presidente Gentiloni, buongiorno. In questo teatro chiamato Parlamento ci troviamo, ogni tre mesi, a discutere di ciò che lei, figurante della maggioranza, dovrebbe sostenere al Consiglio europeo un capolavoro…
PRESIDENTE. Deputato, la prego di usare un linguaggio rispettoso verso il Presidente del Consiglio; si può fare, la esorto a farlo. La ringrazio.
MANLIO DI STEFANO. Presidente della maggioranza, allora… un capolavoro di ipocrisia da parte di chi sa perfettamente di non aver alcun peso politico in Italia, in attesa del ritorno dello sceneggiatore di Rignano, figuriamoci in Europa.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, devo esprimere il mio consenso di fondo alle linee che lei ha espresso su crescita, immigrazione, clima, superamento del patto di Dublino, politica estera e difesa comune: un approccio che contemporaneamente ci colloca dentro l'Europa ma in una posizione critica, in modo tale da far valere delle posizioni diverse da quelle che l'Europa ha affermato nel corso di questo periodo, e di farlo senza atteggiamenti gladiatori, che lasciano il tempo che trovano, misurandosi con i problemi di fondo con i quali noi ci dobbiamo misurare. Aggiungo anche che - ho sentito poco fa l'intervento dell'onorevole Di Stefano a nome della Lega ... No, non ho sbagliato, ho sentito l'intervento dell'onorevole Di Stefano a nome della Lega . L'esistenza di posizioni populiste e frontalmente contrarie all'Europa rischiano di porci in un vicolo cieco. Fortunatamente questo Governo segue una linea diversa da quella che poco fa abbiamo sentito. Devo dire anche, per chiarezza, che di fronte a queste spinte assolutamente deflagranti rispetto alla tenuta dell'Italia nell'Europa, ma anche - devo dirlo - alla permanente crisi di nervi che caratterizza il Partito Democratico, oggi la stabilità e la tenuta di questo Paese ha due punti di riferimento: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il suo Governo e la sua figura di Presidente del Consiglio. Questa è la ragione per cui noi le rinnoviamo non solo la nostra fiducia in termini politico-partitici, ma di fronte alle difficoltà e alle crisi di sistema.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Laura Ravetto. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO. Presidente, Presidente del Consiglio, il Consiglio europeo che si apre domani è anche l'ultimo che si tiene durante il semestre di presidenza maltese; non è questa la sede, nonostante il periodo, per dare le pagelle all'operato del Governo maltese nel semestre, mi sia, però, permesso rilevare che in tema di accoglienza dei barconi dei migranti ci saremmo aspettati un cambio di passo da parte dei nostri vicini. I dati parlano chiaro, seicentomila sbarchi durante i vostri Governi, 77.000 migranti e rifugiati entrati in Europa attraverso le rotte del Mediterraneo, dall'inizio dell'anno fino al 14 giugno scorso, dei quali più di 65.000 sbarcati sulle coste italiane, il 17,72 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2016 e, purtroppo, è già attorno alle 2.000 unità il numero delle persone che hanno perso la vita nell'attraversare il Mediterraneo.
LAURA RAVETTO. ...e che vede già in primo piano nella trattativa la tutela di interessi transalpini e renani.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, ringrazio anch'io il Presidente del Consiglio per la relazione. Non tocco il tema dell'immigrazione, sul quale abbiamo sentito gli interventi, come quello del MoVimento 5 Stelle, che è inutile commentare perché magari al prossimo Consiglio la posizione sarà cambiata un'altra volta, e credo che saremo anche illuminati, poi, dall'intervento dei colleghi della Lega, di cui segnalo le solite magliette alla Presidenza, non so se dobbiamo aspettare l'esibizione o si può intervenire prima.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Ernesto Auci. Ne ha facoltà.
ERNESTO AUCI. Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, lei ha detto con chiarezza che il vento in Europa è cambiato. La fase peggiore della crisi, sia economica che politica, appare superata. L'instabilità internazionale, la nuova politica americana e l'aggressività della Russia tornano a far considerare la costruzione europea un luogo rassicurante per molti cittadini che in passato avevano cercato, invece, rassicurazioni in una chiusura nazionalistica. Le elezioni in vari Paesi europei e, in particolare, quelle francesi hanno visto un netto arretramento dei sovranisti, mentre anche i sondaggi di opinione confermano che i cittadini europei tornano a guardare con maggiore speranza alle potenzialità del vecchio continente unito.
ERNESTO AUCI. ...e ho finito, che sia il Presidente francese Macron che molti esponenti tedeschi hanno esplicitamente detto di volere l'Italia al tavolo delle trattative. Il Presidente francese ha vinto contro le chiusure nazionalistiche con un progetto esplicitamente Europa e suscitando l'orgoglio dei francesi dicendo che, appunto, il mondo e l'Europa hanno bisogno della Francia.
ERNESTO AUCI. Noi dobbiamo fare la stessa cosa: avere il coraggio di dire che l'Europa ha bisogno di noi, che dobbiamo stare in Europa, che non ci sono alternative, ma dobbiamo giocare la partita come giocatori attivi e non assistervi da bordo campo
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, l'ottimismo fa bene al cuore ed è una qualità importante, soprattutto, quando si deve affrontare un Consiglio europeo così delicato con un menù così imponente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fedriga. Ne ha facoltà. Inviterei, però, i colleghi a socchiudere quella giacca, perché, come è noto, non si possono portare le magliette con le scritte. Quindi, ringrazio per la collaborazione, se potete allacciare la giacca.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, farò del mio meglio. Presidente, la ringrazio intanto. Ringrazio il Presidente Gentiloni per il quale devo dire che ho difficoltà, Presidente, a replicare dopo il suo intervento, ho difficoltà perché oggi ho sentito semplicemente la riproposizione di quanto il suo predecessore, Renzi, ci ha ripetuto per quattro anni, senza alcun tipo di soluzione o di proposta.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Abbiamo esempi come Alternativa Popolare di Alfano, che sulle loro battaglie storiche come unioni civili, fine vita…
PRESIDENTE. Deve concludere deputato.
MASSIMILIANO FEDRIGA. …ha calato le braghe su tutto, su tutto . Qua l'unica battaglia che ha fatto è quando si è parlato di legge elettorale, sulle poltrone quindi.
PRESIDENTE. No, ma deve concludere, la prego.
MASSIMILIANO FEDRIGA....sulla poltrona, perché su quella hanno svenduto tutto, perché hanno detto: “Qua casca la maggioranza se non ci garantite la poltrona”. Quindi l'invito, l'unica cosa responsabile: date le dimissioni, andate a casa e ridate voce al popolo di questo Paese - !
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie signora Presidente, l'agenda del prossimo Consiglio europeo affronta temi pesanti, che coincidono con le emergenze europee: le migrazioni nella loro complessità, la sicurezza e quindi il terrorismo…
PRESIDENTE. Mi scusi deputata. Deputata Castiello, allora io l'ho detto: o voi coprite queste magliette o io la devo richiamare all'ordine. Può chiudere la giacca per favore, perché non è consentito l'utilizzo delle magliette con scritte in Aula. Grazie. Allora, prego deputata Locatelli, mi scusi per l'interruzione.
PIA ELDA LOCATELLI. Parlavo appunto di emergenze europee e vorrei dire subito che condivido le linee illustrate dal Presidente nella sua comunicazione. Mi soffermo brevemente su di un tema: le migrazioni e le relative regole per governarle. È difficile fare distinzioni tra categorie di migranti e sfido chiunque a segnare una demarcazione netta tra migranti economici, migranti ambientali, rifugiati, ma le difficoltà non esonerano dai doveri che abbiamo: governare il fenomeno che, essendo molto complesso, richiede politiche complesse e ancor più importante politiche solidali. Le istituzioni europee sono impegnate su molti fronti: a cooperare con i Paesi di origine e di transito, a contrastare le attività legate al traffico di migranti, a rafforzare le frontiere esterne della UE, a riformare il sistema europeo comune di asilo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie signora Presidente, signore e signori del Governo, colleghe e colleghi, apprezziamo il tono dialogante e non roboante delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, dichiarazioni diverse da quelle che abbiamo ascoltato in passato, che cedevano molto, per così dire, alla propaganda e alle semplificazioni inaccettabili. Però, non condividiamo l'ottimismo di maniera - anche se è un cauto ottimismo - e il giudizio così positivo sulle evoluzioni delle politiche europee e del contesto comunitario, come si è composto negli ultimi mesi. C'è un tono consolatorio, nell'intervento del Presidente del Consiglio, che si scontra con la dura realtà di un'Europa, come quella che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni, che non riesce a trovare la strada di una politica diversa, un'Europa in crisi ormai da 8-9 anni. E il Consiglio europeo di domani sembra non essere in grado di affrontare i veri temi che dovrebbero essere affrontati.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, un vento nuovo spira oggi in Europa. I populisti e i sovranisti hanno perso le elezioni in Olanda e poi in Francia. In Germania hanno perso in Saarland, nello Schleswig-Holstein, in Nordrhein Westfalen e si avviano a perdere anche le elezioni tedesche.
ROCCO BUTTIGLIONE. È necessario offrire all'Europa certezze politiche. Serve qualcuno che dica con chiarezza che nelle prossime elezioni la scelta vera è quella per o contro l'Europa, e sia capace di coprire un fronte ampio per l'Europa, come ha fatto Macron in Francia, come ha fatto Merkel in Germania .
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Buttiglione, la devo interrompere, purtroppo. Mi spiace, ma è fuori tempo. È iscritto a parlare il deputato Dellai. Ne ha facoltà. Vi prego, colleghi, di stare nei tempi.
LORENZO DELLAI. Signora Presidente, membri del Governo, noi apprezziamo e condividiamo le comunicazioni del Presidente del Consiglio. Non esiste alternativa ad un'Europa sempre più unita sul piano culturale, economico e politico.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Latronico. Ne ha facoltà.
COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, rappresentanti del Governo, il Consiglio europeo del 22 e del 23 giugno dovrà valutare tra gli altri dossier l'efficacia delle politiche di immigrazione, da Mare Nostrum a Frontex, con il carico di problemi che ne sono derivati, che sono stati citati in quest'Aula più volte, e il capitolo Brexit.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi, deputati, la consuetudine di questi incontri è sicuramente particolarmente interessante, ma sarebbe ipocrita non far presente che in questi anni in cui ci siamo dedicati alla preparazione dei Consigli europei e abbiamo approvato le varie decine e decine di risoluzioni non è accaduto assolutamente nulla. Men che meno sulle materie che ci accingiamo a trattare anche oggi secondo la consuetudine del protocollo e il cerimoniale.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
FABIO RAMPELLI. La relazione del Presidente del Consiglio - un po' soporifera, devo dire - che purtroppo non è presente, quindi parlo al suo fantasma in questo momento…
PRESIDENTE. C'è il Governo.
FABIO RAMPELLI. …non solo non è stata convincente, è stata estremamente debole e deludente .
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Locatelli e Buttiglione n. 6-00325; Cimbro ed altri n. 6-00326; Marcon ed altri n. 6-00327; Fedriga ed altri n. 6-00328; Latronico n. 6-00329; Artini ed altri n. 6-00330; Francesco Saverio Romano ed altri n. 6-00331; Rampelli ed altri n. 6-00332; Battelli ed altri n. 6-00333; Brunetta ed altri n. 6-00334 . I relativi testi sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Sandro Gozi, per la replica e l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.
SANDRO GOZI,. Presidente, mi limiterò soprattutto a dare i pareri sulle risoluzioni, ma anche a commentarli e a spiegarne le ragioni. Parere favorevole alla risoluzione Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Locatelli e Buttiglione n. 6-00325.
SANDRO GOZI,. Parere favorevole alla risoluzione Cimbro ed altri n. 6-00326, se riformulata, e mi riferisco in particolare agli impegni. Riformulare l'impegno 1) in questo modo: “per quanto attiene ai temi della migrazione, ribadire la necessità di riaffermare il sostegno”, anziché “attivarsi per allargare il consenso”; poi togliere, nella seconda riga dell'impegno 1), le parole: “sulla necessità di prevedere una nuova misura emergenziale”.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, la risoluzione presentata dalla maggioranza, che ho convintamente sottoscritto, affronta diversi temi, e delinea la politica europea del nostro Paese in questa fase difficilissima, sia con riferimento alle questioni europee - la Brexit - sia per il mutato contesto internazionale: penso ovviamente alle relazioni transatlantiche, che sono state rese complicate dalla nuova Presidenza USA. Il prossimo Consiglio europeo non sarà facile: il tema delle migrazioni; la riforma del sistema comune di asilo, ormai improrogabile, se non vogliamo che la situazione ci scoppi fra le mani; finalmente l'avvio delle procedure di infrazione, con la messa in mora di tre Paesi; l'attuazione del con una richiesta da parte nostra di compatibilità tra investimenti nei Paesi di origine e rispetto dei diritti umani; un'attenzione speciale al tema della tratta, che vede coinvolte soprattutto giovani donne; e poi la sicurezza, che avrà un'attenzione particolare dopo i ripetuti tragici fatti nelle capitali europee, non ultimo quello di ieri a Bruxelles. Ecco, tutti temi caldissimi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Artini. Ne ha facoltà.
MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Nell'accettare la riformulazione fatta dal sottosegretario rispetto alla nostra risoluzione, io volevo porre l'accento su alcuni temi, molto brevemente, in questi pochi minuti che mi permettono di fare la dichiarazione, due in particolare; il punto primo, che non è stato neanche riformulato e di questo sono decisamente contento, riguarda la possibilità di proporre al Consiglio europeo l'uso di strumenti, nel Trattato, articoli 44 e 46, che riguardano la creazione di due cooperazioni strutturate permanenti, sia per quanto riguarda l'ambito dell'est Europa, sia per quanto riguarda la parte più importante nell'area di nostra più vicina competenza, che è la parte del sud dell'Europa e del Mediterraneo. Questo è un passaggio che sarebbe fondamentale, riuscendo a costruire questo tipo di percorso, perché sarebbe un'introduzione di un tema che va a trattare sia la parte finanziaria sia la parte organizzativa, anche nell'ottica di rendere effettiva la cooperazione civile e militare nel tema della cooperazione europea e, soprattutto, anche nella costruzione di una difesa europea concreta.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MASSIMO ARTINI. Mi avvio a concludere, Presidente; effettivamente dare questo spunto, farlo partire da ora per il futuro è un passaggio indubbiamente robusto e necessario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD. Grazie, Presidente. Apprezziamo le comunicazioni del Presidente del Consiglio che ribadiscono e confermano la validità delle posizioni sostenute dall'Italia sui temi oggi prioritari: politiche di sicurezza e lotta al terrorismo, governo comune del problema migranti, fermezza nel negoziato sulla Brexit. Vi è un comune denominatore che è indicato: maggiore è lo spazio geopolitico dell'Europa, più complesse e più condivise devono essere le sue responsabilità. Condividiamo pienamente la linea del Governo, l'Italia ribadisce il carattere strategico dell'Unione e ritiene, nel contempo, che per essere rafforzata, l'Unione europea debba riconoscere l'esigenza di profonde riforme, riforme che sappiano imprimere una fase di sviluppo e di cambiamento del modello europeo. Ne esistono le opportunità, purché il processo di cambiamento abbia tempi e scelte adeguati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà, per due minuti.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo Consiglio europeo nei prossimi giorni dovrà affrontare una proposta innovativa in tema di difesa, è positivo che ci sia e noi l'appoggeremo, mentre qualcosa di importante si sta muovendo sul tema dell'immigrazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Latronico che, però, non vedo in Aula: si intende che vi abbia rinunziato.
WALTER RIZZETTO. Presidente, sottosegretari, dispiace che non ci sia il Primo Ministro Gentiloni ad ascoltare le dichiarazioni di voto, perché è del tutto evidente che dopo la figura, come ricordava prima il collega Rampelli, un po' soporifera, permettetemi, che il Primo Ministro Gentiloni ha fatto in quest'Aula, tant'è vero che neanche da parte della maggioranza, mi pare, si siano levati grandi applausi, possiamo dire che il Primo Ministro Gentiloni non ha parlato, di fatto, di temi fondamentali, di temi italiani fondamentali rispetto all'agenda che lui dovrà andare, non a condurre, ma a subire, per l'ennesima volta, in Europa.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Rizzetto.
WALTER RIZZETTO. ...di non deluderli ulteriormente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie, Presidente. I temi posti all'attenzione dei dell'Europa riguarderanno, tra l'altro, la gestione del fenomeno dell'immigrazione, la sicurezza, la difesa, l'economia e i negoziati sulla Brexit. Si tratta di temi di grandissima rilevanza, che certo non è possibile vengano risolti in tempi rapidi una volta per sempre. Si può, tuttavia, osservare come questa discussione risenta sempre più di una discrasia radicale tra le parole e i fatti, tra i temi trattati e le soluzioni ottenute. Non si tratta di essere euroscettici, anzi, chi crede di andare ognuno per proprio conto, chiudendoci in patrie sempre più piccole, semplicemente non ha capito in che mondo vive. Le questioni che vediamo ogni giorno sotto i nostri occhi sono troppo grandi, troppo veloci, troppo forti perché noi si sia in grado di affrontarle da soli. Terrorismo, clima, finanza: come potrebbe l'Italia, ma anche la Germania o la Francia, andare da sola? Che possibilità avrebbe di giocare una partita di tale portata?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Librandi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi, il Consiglio europeo che si riunirà il 22 e il 23 giugno a Bruxelles prevede all'ordine del giorno una serie di tematiche strategiche di grande urgenza ed attualità: la sicurezza, l'immigrazione, la difesa, il superamento della crisi economica. Temi che investono con forza l'Europa intera, ma che, soprattutto per quanto riguarda i flussi migratori, toccano molto da vicino il nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, Presidente. Membri del Governo, onorevoli colleghi, il prossimo Consiglio europeo si preannuncia essere un appuntamento importante, sia per i molti argomenti in agenda che per il periodo in cui cade: un anno esatto dalla decisione da parte del popolo britannico, assunta democraticamente, di lasciare l'Unione europea. Un dato è certo: l'Europa che abbiamo conosciuto per tanti anni non esisterà più. L'Unione del futuro dopo l'uscita del Regno Unito potrà essere migliore o peggiore: dipenderà da noi, da come i Governi e i Parlamenti affronteranno questa nuova situazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie signor Presidente, direi che l'ottimismo della volontà non basta in questo caso. Brexit e migrazioni sono due facce della stessa medaglia ovvero due facce della stessa crisi incontro cui va l'Unione europea e dalle risposte che l'Europa saprà dare a queste crisi dipenderà il futuro stesso dell'Unione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, siamo a rimarcarlo con forza, anche in alcuni casi come quello che stiamo vivendo adesso. Il momento che stiamo vivendo adesso è di noia, noia perché ci troviamo con cadenza quasi trimestrale a ripetere, più e più volte, i medesimi discorsi, non perché non abbiamo abbastanza fantasia come parlamentari, ma semplicemente perché quest'Europa, esattamente come parecchie, per non dire tutte, le altre istituzioni sovranazionali nel mondo, a partire dall'ONU, si ripresenta sempre con la medesima faccia.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CRISTIAN INVERNIZZI. Mi avvio alla conclusione. Vi sono alcuni che fanno una politica che si richiama ai temi del sovranismo, altra parola che a voi fa orrore. Cosa significa sovranismo? Sovranismo significa semplicemente che vi sono comunità che ancora ritengono di essere sovrane a casa loro; ci sono alcune comunità che, secondo voi, sbagliando e, secondo noi, in modo assolutamente naturale ritengono di essere sovrane, cioè di poter autodeterminare il proprio futuro e queste comunità che voi guardate sprezzatamente - concludo veramente - sono quelle comunità che purtroppo per voi oggi decidono la storia del mondo. Onorevole Presidente, concludo dicendo che le risoluzioni presentate dalla maggioranza che, scusate, sono panna montata, continuamente rimontata, ma che, prima o poi, crollerà miseramente, riceveranno il voto contrario dalla Lega Nord
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli. Ne ha facoltà.
PAOLO ALLI. Grazie Presidente, il Consiglio europeo è sempre il momento e un elemento di importante riflessione politica, credo che il prossimo lo sia in modo particolare per i temi che sono posti all'ordine del giorno. Nel preannunciare sin d'ora il voto favorevole di Alternativa Popolare alla risoluzione di maggioranza e sottolineando l'eccellente intervento del Presidente del Consiglio che ci trova assolutamente concordi, vorrei evidenziare tra i molti punti che sono all'ordine del giorno due fronti che mi sembrano particolarmente importanti perché su questi si misura la volontà di marciare verso una vera unione politica. È tutto importante, ma ci sono alcune cose che lo sono più di altre. Mi riferisco a due temi, la difesa comune e la migrazione, più un fondamentale corollario di proiezione esterna del tema migratorio, che è la politica per l'Africa. Perché dico che su questi temi si gioca una decisione politica importante sul futuro dell'Unione europea? Perché siamo di fronte a problematiche che richiamano ciascun Paese alla responsabilità nei confronti di una visione politica comune. Parliamo dalla difesa. Alcide De Gasperi più di sessanta anni fa diceva che la costruzione di un sistema di difesa comune europea sarebbe stata la via maestra per la costruzione di un'Europa politica, perché il concetto di difesa comune implica la condivisione di confini comuni: difendere l'Europa significa difendere confini comuni, ma per difendere i confini comuni occorre che noi ci sentiamo tutti cittadini di una stessa entità, di questi Stati uniti d'Europa, di cui molto parliamo ma che sono ancora purtroppo lontani da venire.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Alli.
PAOLO ALLI. Quindi, questi temi vanno ripresi. Ci auguriamo che nei prossimi mesi ci siano posizioni molto chiare su queste tematiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimbro. Ne ha facoltà.
ELEONORA CIMBRO. Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato con grande interesse le comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 22 e 23 giugno, che avrà all'ordine del giorno temi assolutamente cruciali per il presente e per il futuro dell'Europa. Condividiamo l'idea che questa superpotenza tranquilla - come è stata definita -, che è appunto l'Unione europea, debba in questa fase storica governare processi geopolitici, economici, sociali e culturali di straordinaria grandezza, ma se davvero possiamo essere d'accordo nel ritenere che, ad un anno di distanza dalla Brexit, non si possa parlare di una campana a morto per il progetto dell'Unione europea, d'altra parte riteniamo che la sveglia per quel progetto, suonata molto forte, non possa limitarsi ad un'interlocuzione, per quanto paziente, preziosa e costante, con chi in questi anni, per diverse ragioni, ha remato contro il progetto europeo, senza assumere una responsabilità improntata sul principio della solidarietà. Siamo convinti che l'identità dell'Europa non appartenga soltanto al suo passato, ma sia iscritta anche nel suo futuro. Di fatto, l'Europa è il luogo d'origine dei processi di mondializzazione e di occidentalizzazione, affondando le sue radici persino nella tradizione mitologica, ma oggi rischia di diventare una sorta di provincia di un più vasto mondo dove prevalgono chiusure, paure, e una percezione completamente distorta appunto di questa centralità storica e geopolitica. Se dunque l'Europa non è una provincia, è l'Europa che deve affrontare la grande sfida del nostro tempo, che è quella della globalizzazione, non interpretandola esclusivamente nei termini di eccellenza, merito, flessibilità, ma ponendo rimedio al mondo globalizzato delle diseguaglianze, delle fragilità, delle difficoltà che investono decine di milioni di persone al suo interno e miliardi all'esterno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Savino Elvira. Ne ha facoltà.
ELVIRA SAVINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, domani il Presidente del Consiglio Gentiloni tornerà in Europa, quell'Europa che, in particolare negli ultimi anni, ci ha profondamente deluso, anni caratterizzati dalla perdurante crisi economica, finanziaria e occupazionale a cui si è aggiunta una grave crisi migratoria, determinata dall'esodo di massa proveniente dai paesi martoriati da gravi conflitti, e anche una crisi di sicurezza interna all'Europa, conseguente ai ripetuti attacchi terroristici di matrice islamica. Alle immagini degli sbarchi, piuttosto che a quelle degli attacchi vili e violenti del terrorismo islamico, corrispondono sfide di carattere epocale, che rappresentano, oggi più che mai, un banco di prova decisivo per l'Europa.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole. Onorevole Martella... grazie. Prego.
ELVIRA SAVINO. Niente più barconi, niente più scafisti criminali, niente più facilitatori del trasporto illegale che possono essere incriminati, ma gommoni destinati ad affondare, guidati dagli stessi migranti che non riescono ad arrivare molto lontano rispetto alle acque libiche, ma che vengono recuperati dalle navi delle ONG, che hanno moltiplicato la loro presenza nelle acque del Mediterraneo centrale. È, quindi, fondamentale che l'Europa operi un decisivo spostamento dell'asse prioritario di attenzione dell'Unione verso l'area del Mediterraneo, in termini di cooperazione sia politica che economica, con particolare riferimento alla stabilizzazione della Libia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Sottosegretario Gozi, a noi è dispiaciuto veramente ricevere un parere senza una reale motivazione. Sentire un parere contrario quando si va in Europa a rappresentare la posizione di un Paese, e non si cerca nemmeno di fare sintesi e di trovare anche i punti di unione, di sintesi, tra tutte le forze politiche, signori, è già una sconfitta in partenza. Ma vediamo a cosa è stato dato parere contrario, perché a nostro avviso questo è un atteggiamento più politico, che non di merito. Si è detto parere contrario a cosa? Ad un impegno chiaro sul versante istituzionale: noi chiediamo semplicemente maggiore democraticità alle istituzioni europee, una ridistribuzione del sostanziale peso delle istituzioni europee, il Parlamento, rispetto ad una Commissione, che, ormai è chiaro, non rappresenta più la volontà democratica e popolare. E questo, ancora di più, inasprisce i rapporti tra le istituzioni europee e i populismi. Noi siamo una forza che si definisce populista, ma questo, a maggior ragione, se vediamo le istituzioni chiudersi a riccio e non affrontare le situazioni con una maggiore democraticità, anche perché le varie posizioni vanno legittimate e questa legittimazione democratica manca in Europa. E questo era il nostro primo impegno, quindi voi siete contrari a maggiore democraticità in Europa.
PRESIDENTE. Scusi un attimo, onorevole Cariello. Colleghi, sta parlando un vostro collega. Prego.
FRANCESCO CARIELLO. Infine, vi abbiamo anche chiesto, in merito alla Brexit, di assicurare i diritti dei cittadini del nostro Paese affinché questo negoziato sia portato avanti nel rispetto democratico della scelta di un popolo, ma anche nel rispetto di quei diritti sui quali i nostri cittadini hanno basato anche un rapporto con questo Stato membro e di tutelarli fino in fondo.
PRESIDENTE. Colleghi, vi pregherei di abbassare il tono della voce, grazie.
MARCO BERGONZI. Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, all'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo figurano alcune delle questioni non solo più urgenti ed ineludibili, ma, forse, persino cruciali per l'Unione europea: i fenomeni migratori, la sicurezza, la difesa, l'economia ed i negoziati sulla Brexit. È di tutta evidenza, come ciò avvenga in un contesto mondiale profondamente mutato, in particolare per quanto concerne il nuovo corso delle relazioni con gli Stati Uniti, qualora venissero definitivamente confermati dalla Presidenza Trump gli arretramenti rispetto ad alcuni impegni assunti, a partire da quello di Parigi in merito alla lotta ai mutamenti climatici.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bergonzi. Colleghi, vi pregherei di abbassare il tono della voce, grazie onorevole Invernizzi. Prego.
MARCO BERGONZI. …mentre alcuni perseverano nel chiudere le frontiere interne. L'Italia ha inserito tra le proprie richieste prioritarie il ripristino del corretto e normale funzionamento dell'Accordo di Schengen sulla libera circolazione tra gli Stati, principio fondante dell'Unione. Bene, quindi, l'impegno della Commissione europea alla cessazione delle deroghe alla libera circolazione alla fine di quest'anno.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
PRESIDENTE. Adesso siamo agli interventi di fine seduta. Pregherei i colleghi che intendono uscire - cioè la quasi totalità - di farlo in silenzio e consentire, a chi deve intervenire sugli interventi di fine seduta, di farlo nel migliore dei modi.
GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Oggi in Abruzzo è uscita la notizia che…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, vi pregherei di uscire in silenzio, grazie.
GIANLUCA VACCA. In Abruzzo stamattina è uscita una notizia, che domani ci sarebbe dovuto essere un convegno a Teramo, dal titolo “Una valanga di opportunità”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.
DANIELE PESCO. Grazie Presidente. Circa un mese fa, con l'interpellanza urgente n. 2-00183, abbiamo chiesto al Ministro dell'economia e delle finanze…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Pesco. Colleghi, ho chiesto per favore che chi deve uscire esca, ma consenta, a chi deve parlare, di parlare! Prego, onorevole Pesco.
DANIELE PESCO. Abbiamo chiesto dei dati al Ministero dell'economia e finanze precisi, sui derivati stipulati dal Tesoro tra il 2005 e il 2008, per capire quanti derivati sono stati stipulati in quel periodo, in cui vi è stata una chiara, netta manipolazione dei tassi Euribor.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Ieri sera, negli interventi di Aula di fine seduta, è stata posta dall'onorevole Cecconi la questione della relazione tecnica sul provvedimento relativo ai vitalizi.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Marchi.
MAINO MARCHI. …che ci sia quell'atto, che la Commissione bilancio ha chiesto, come per tutti gli altri provvedimenti che arrivano in Aula
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cova. Ne ha facoltà.
PAOLO COVA. Signor Presidente, il 27 maggio di quest'anno si è corsa la “100 chilometri del Passatore”. È una corsa bella e stupenda, per chi l'ha vissuta e anche per chi non l'ha vissuta. Per la dodicesima volta consecutiva è stata vinta da Giorgio Calcaterra. È un che non era mai stato fatto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Arlotti. Ne ha facoltà.
TIZIANO ARLOTTI. Grazie, Presidente. Anche quest'anno, come nei precedenti, gli operatori della pesca sono tenuti ad osservare il fermo biologico, ovvero sospendere le attività di cattura per favorire la riproduzione naturale delle specie ittiche di interesse commerciale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, la ringrazio. Qualche ora fa è stata uccisa un'oncologa di 53 anni, Ester Pasqualoni, nel parcheggio dell'ospedale della Val Vibrata, in provincia di Teramo, per mano di un uomo. Stando a quanto emerso si tratterebbe di un caso di finito tragicamente. Ancora una violenza su una donna, ennesima vittima, che aveva denunciato il suo aggressore. La lista dei femminicidi si allunga tristemente nell'impotenza delle istituzioni che continuano a manifestare solidarietà ma non riescono a porre in atto misure incisive per contrastare gli i mariti o i compagni violenti. Ho presentato la proposta di legge n. 4384 di contrasto a questo fenomeno che prevede l'utilizzo di braccialetti elettronici per impedire che gli aggressori, una volta segnalati, si possano avvicinare alle loro vittime. Allo stesso modo ho proposto di prevedere un fondo che indennizzi le vittime sopravvissute e le loro famiglie in caso di decesso della loro congiunta, considerato che nella quasi totalità dei casi i colpevoli non hanno le possibilità economiche per risarcire le parti lese. Vorrei evitare di dovermi ritrovare in Aula ad esprimere lo sdegno con un ennesimo intervento di denuncia o, peggio, ad esprimere solidarietà a famiglie colpite da questo tipo di violenza. Chiedo che vengano calendarizzati i due provvedimenti affinché si possa giungere alla loro approvazione e adottare misure di sicurezza idonee al fine di tutelare tutte le donne che denunciano casi di violenza domestica o di prima che la situazione degeneri. Alla famiglia della dottoressa Pasqualoni va tutta la mia vicinanza e quella dei colleghi del mio gruppo.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.