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Martedì 01 Agosto 2017 ore 13:00
AULA, Seduta 846 - Decreto sul mezzogiorno, approvazione definitiva
Resoconto stenografico
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La Camera, dopo aver votato, con 318 voti favorevoli e 153 contrari, la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge già approvato dal Senato di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (C. 4601) nel testo della Commissione, identico a quello licenziato dal Senato, ha approvato in via definitiva il provvedimento.
XVII LEGISLATURA
846^ SEDUTA PUBBLICA
Martedì 1 agosto 2017 - Ore 13
Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 2860 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (Approvato dal Senato). (C. 4601)
Relatore: GIAMPAOLO GALLI.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Modifica nella composizione di gruppi parlamentari
- Disegno di legge: S. 2860 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (Approvato dal Senato) (A.C. 4601) (Seguito della discussione ed approvazione)
- S. 2860 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (Approvato dal Senato).(C. 4601)
- Ripresa esame - A.C. 4601
- Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 4601
- Vice Presidente GIACHETTI Roberto
- Deputato PASTORELLI Oreste (MISTO)
- Deputata BINETTI Paola (MISTO)
- Deputato LATRONICO Cosimo (MISTO)
- Deputato MONCHIERO Giovanni (MISTO)
- Deputato TAGLIALATELA Marcello (FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE)
- Deputato CATANIA Mario (DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO)
- Deputato GALATI Giuseppe (SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE)
- Deputato PLACIDO Antonio (SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE)
- Deputata CASTIELLO Giuseppina (LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI)
- Deputato TANCREDI Paolo (ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD)
- Deputato FORMISANO Aniello (ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA)
- Deputato OCCHIUTO Roberto (FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato VALENTE Simone (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato MARCHI Maino (PARTITO DEMOCRATICO)
- Vice Presidente GIACHETTI Roberto
- S. 2860 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (Approvato dal Senato).(C. 4601)
- La seduta, sospesa alle 14,30, è ripresa alle 15,05.
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Si riprende la discussione
- Preavviso di Votazioni Elettroniche
- La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,30.
- Su un lutto del deputato Giulio Marcon
- Si riprende la discussione
- S. 2860 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (Approvato dal Senato).(C. 4601)
- Esame degli ordini del giorno A.C. 4601
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno DE VINCENTI Claudio
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Deputato COLLETTI Andrea (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno DE VINCENTI Claudio
- Deputato COLLETTI Andrea (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato PALESE Rocco (FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Deputata DI BENEDETTO Chiara (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Deputata GALGANO Adriana (MISTO)
- Deputato MURGIA Bruno (FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE)
- Deputato SANNA Francesco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno DE VINCENTI Claudio
- Deputato MOLTENI Nicola (LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI)
- Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno DE VINCENTI Claudio
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Deputato SISTO Francesco Paolo (FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno DE VINCENTI Claudio
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno DE VINCENTI Claudio
- Deputato CIRACI' Nicola (MISTO)
- Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno DE VINCENTI Claudio
- Deputato CIRACI' Nicola (MISTO)
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4601
- Vice Presidente DI MAIO Luigi
- Deputato PASTORELLI Oreste (MISTO)
- Deputato BALDASSARRE Marco (MISTO)
- Deputato BUTTIGLIONE Rocco (MISTO)
- Deputato LATRONICO Cosimo (MISTO)
- Deputata GALGANO Adriana (MISTO)
- Deputato RIZZETTO Walter (FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE)
- Deputato TABACCI Bruno (DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO)
- Deputato AUCI Ernesto (SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE)
- Deputato PASTORINO Luca (SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE)
- Deputata SALTAMARTINI Barbara (LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI)
- Deputato MAROTTA Antonio (ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD)
- Deputato MELILLA Gianni (ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA)
- Deputato RUSSO Paolo (FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato CARIELLO Francesco (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata COVELLO Stefania (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato ZAPPULLA Giuseppe (ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA)
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 4601
- Esame degli ordini del giorno A.C. 4601
- S. 2860 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (Approvato dal Senato).(C. 4601)
- Interventi di fine seduta
- Vice Presidente GIACHETTI Roberto
- Deputato GRASSI Gero (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato RIBAUDO Francesco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MURGIA Bruno (FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE)
- Deputato MARROCU Siro (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BURTONE Giovanni Mario Salvino (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata LOREFICE Marialucia (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Annunzio di una informativa urgente del Governo
- Ordine del giorno della seduta di domani
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amoddio, Artini, Bindi, Castelli, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, D'Ottavio, Damiano, De Menech, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Gandolfi, Gasparini, Mannino, Martelli, Merlo, Miccoli, Morassut, Pannarale, Piso, Schullian e Sottanelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 31 luglio 2017, il deputato Pierdomenico Martino, già iscritto al gruppo parlamentare Partito Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4601: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi. Il decreto che oggi siamo chiamati a convertire presenta un importante complesso di misure, che hanno per filo conduttore il sostegno e la ripresa del Mezzogiorno. Chiare a tutti sono la necessità e l'urgenza del provvedimento: i nuovi problemi del Meridione si aggiungono ai vecchi e questo Governo sta cercando di affrontarli in modo intelligente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà. Ha due minuti.
PAOLA BINETTI. Presidente, illustre sottosegretario, questo disegno di legge aveva, a nostro avviso, tre parole chiave: giovani, Meridione, contrasto positivo alla povertà attraverso l'attivazione di risorse, dell'intelligenza, della genialità e della creatività, che sono tra le caratteristiche forse più facilmente attribuibili ai giovani del Sud.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Latronico. Ne ha facoltà. Ha tre minuti.
COSIMO LATRONICO. Grazie, signor Presidente, rappresentante del Governo. Direzione Italia non darà la fiducia a questo Governo e voterà contro questo provvedimento. A noi pare che manchi, sulla questione del Mezzogiorno - una grande questione -, sia l'analisi, la visione sulla situazione reale del Mezzogiorno che un quadro concreto di misure che servano ad incentivare i settori del Mezzogiorno, a mettere in moto lo sviluppo.
PRESIDENTE. Concluda.
COSIMO LATRONICO. … il senso dell'ennesima occasione sprecata e di tempo perduto, non daremo la fiducia al Governo. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà. Ha tre minuti.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. I colleghi che mi hanno preceduto hanno ricordato i molti problemi del Mezzogiorno e le soluzioni che questo decreto cerca di portare per migliorare la situazione di quell'area del Paese, che davvero non deve essere riconosciuta come il luogo dove si cammina con una diversa velocità. Fra l'altro, ci sono anche segni positivi di sviluppo del Mezzogiorno; proprio nei giorni scorsi, presentava un dato incoraggiante sul numero di imprese dotate di particolare capacità di sviluppo e di crescita, che nel Mezzogiorno rappresentano un terzo di quelle del Paese, e quindi una cifra che è in linea con le dimensioni dell'area interessata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, rappresentante del Governo e colleghi, questo Governo si avvia con grande forza a raggiungere la quota cento voti di fiducia in Aula. E il fatto che lo faccia per l'ennesima volta su un decreto dimostra l'improvvisazione dei lavori; e il fatto che lo faccia, ancora, su un provvedimento che riguarda il Mezzogiorno, è una ennesima dimostrazione di una totale superficialità nell'approccio al problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catania. Ne ha facoltà.
MARIO CATANIA. Grazie, Presidente. Dirò subito che non è semplice esprimersi su un testo nella stesura in cui esso ci è pervenuto dal Senato. Rispetto alla impostazione originale del provvedimento, rispetto al decreto-legge che il Governo aveva licenziato, il testo che esce dal Senato si presenta come un testo estremamente eterogeneo, dove sono state aggiunte una congerie di disposizioni, a volte nemmeno riconducibili con facilità al tema del Mezzogiorno e che danno al provvedimento quella caratteristica di classico provvedimento che tante volte abbiamo criticato ma che, purtroppo, continua a costituire una prassi costante dell'attività parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galati. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE GALATI. Grazie, Presidente. L'ormai consolidata prassi dell'apposizione della questione di fiducia su un provvedimento d'iniziativa del Governo, oggi, porta l'Assemblea a votare sulla conversione in legge di un decreto che, però, tradisce, nei contenuti e nelle previsioni d'impatto, la sua stessa denominazione. Avendo analizzato i contenuti e l'impianto ci si rende conto che, pur se il Governo ha fatto certamente degli sforzi, sembra improprio parlare di crescita economica del Mezzogiorno, di fronte a questo pacchetto di misure; misure che risultano eterogenee e rispondenti, molto spesso, a finalità emergenziali e, quindi, non in grado di incidere in maniera sostanziale sull'economia del Mezzogiorno, né di agire da stimolo per supportarne lo sviluppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.
ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. Negheremo la fiducia al Governo, perché, per la seconda volta in due anni, si interviene sulle questioni del Mezzogiorno, facendo ricorso alla decretazione d'urgenza, come se le questioni del Mezzogiorno non fossero questioni di politiche ordinarie, come se potessero essere rinviate a provvedimenti e misure estemporanei che, tutt'al più, intervengono a tamponare emergenze. Siamo, in altri termini, dentro la solita logica, e queste sono le ragioni di merito per le quali negheremo la fiducia al Governo e voteremo contro il provvedimento, che è un provvedimento che rimastica, in maniera, peraltro, disordinata, inefficace e priva di risorse, tutto quanto ha costituito nell'ultimo quindicennio la narrazione propinataci intorno alle questioni del Mezzogiorno. Da un lato il localismo virtuoso, il piccolo è bello, che richiama, molto vagamente e fuori tempo massimo, la nuova programmazione del Ministro Barca, dall'altro, un orientamento neo-centralista che, da un lato, forse, opportunamente, velocizza la spesa, dall'altro, rivela il solito non detto che è riferito alla incapacità e alla inefficienza delle regioni meridionali e alla loro inadeguatezza rispetto alla necessità di qualificare ed accelerare la spesa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, Ministro, colleghi, è con un certo imbarazzo che, come gruppo, interveniamo oggi in quest'Aula, perché ci troviamo di fronte all'ennesima questione di fiducia, di fronte all'ennesimo decreto-legge che questo Governo porta in quest'Aula. Pensate, li abbiamo contati: siamo praticamente a circa 71 decreti, tra il Governo Renzi e quello Gentiloni; e abbiamo ormai perso il conto delle fiducie poste, sia alla Camera che al Senato. Grazie a questa maggioranza, ormai i passaggi parlamentari sono diventati atti di pura formalità, una sorta di passaggio burocratico che svilisce l'attività legislativa, ma svilisce anche il ruolo che ogni parlamentare dovrebbe avere in quest'Aula. Inoltre, bisogna dirlo, questa attività viene svolta da un Governo assolutamente delegittimato. Questo Governo, lo ricordiamo, era nato in conseguenza dell'insuccesso e della sconfitta del Governo Renzi - un Governo fortemente bocciato attraverso un'azione referendaria plebiscitaria voluta dal Presidente Renzi nel dicembre scorso - e che doveva durare pochi mesi, il tempo necessario per varare la legge elettorale e arrivare poi alle elezioni. Invece, questo Governo e questa maggioranza stanno facendo tutt'altro: tirano a campare con provvedimenti privi di contenuti, come quello che stiamo oggi esaminando in quest'Aula, e stanno trascurando l'unico compito che dovevano realmente svolgere, quello di dare la possibilità ai cittadini di tornare finalmente alle elezioni dopo oltre, ormai, circa sei anni, potere eleggere un Presidente del Consiglio e una maggioranza che ci governassero legittimati, pienamente nei loro ruoli. Questo, purtroppo, non è accaduto. E lo sconcerto e l'imbarazzo aumentano se pensiamo che stiamo esaminando un decreto che riguarda un problema fondamentale, quale appunto la crescita del Mezzogiorno. Il nostro gruppo non ritiene questo provvedimento assolutamente in grado di rispondere agli scopi e agli obiettivi prefissati. Per quanto ci riguarda, infatti, la crescita del Mezzogiorno, il superamento del divario fra le regioni del Sud e quelle del Nord non si possono risolvere con provvedimenti di simile portata. Il Governo propone un provvedimento disomogeneo, con una serie di interventi e finanziamenti a pioggia, che hanno l'unica correlazione di essere applicati soltanto in alcune zone del Sud. Noi non siamo d'accordo né sul metodo né selle condizioni con le quali viene esaminato oggi il provvedimento. Si ripropongono quelle che sono misure vecchie, come quella dei finanziamenti a fondo perduto, a tasso zero, che hanno già ampiamente dimostrato in passato la loro inefficienza, poiché finiscono la propria portata proprio nel momento in cui finiscono i finanziamenti a pioggia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Noi di Alternativa Popolare siamo molto legati al dibattito sullo sviluppo del Mezzogiorno e crediamo - e lo abbiamo detto in più sedi - che vada affrontato con un approccio diverso rispetto a quello che è stato negli ultimi decenni e anche rispetto al tono lagnante di molti interventi che mi hanno preceduto in quest'Aula. L'Italia ha bisogno del Mezzogiorno per diventare in Europa come la Francia e la Germania. È quello che ci manca: ci manca uno sviluppo armonico anche di quest'area del Paese. Le dico, Presidente, che qualche mese fa il nostro gruppo ha organizzato un importante convegno a Bari su questi temi e prima di arrivare ai punti di dettaglio del provvedimento citerò molte parti degli interventi del convegno di Bari, soprattutto l'intervento del mio collega Pizzolante.
PRESIDENTE. Onorevole Trancredi, le devo chiedere una cortesia. Non qui, ma nell'audio che va fuori, attraverso il circuito, non funziona il microfono. Quindi, le dovrei chiedere, se è possibile, di spostarsi in un altro microfono. La ringrazio. Prego.
PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, non ci sono problemi. Quindi, come dicevo, non si può continuare a descrivere il Sud come lo stereotipo di un'area depressa e dipendente dallo Stato, ma di una realtà economica, sociale e culturale di assoluto rilievo perché lo è. È forte di un'economia reale e di storia, cultura e competenze intellettuali di primissimo piano, con una logica industriale e una cultura di impresa in ogni campo, anche se con diffusione ridotta.
PRESIDENTE. Concluda.
PAOLO TANCREDI. Devo finire, Presidente?
PRESIDENTE. Ha finito.
PAOLO TANCREDI. Voglio dire una cosa negativa soltanto: al comma 8 dell'articolo 4, alla fine delle ZES, c'è un comma che dice…
PRESIDENTE. Deve concludere.
PAOLO TANCREDI. …che le imprese che - ho finito - partecipano alle ZES devono rispettare le norme nazionali ed europee. A me sembra che continuiamo a fare normative assurde. Ma perché, dove non ce lo scriviamo che devono rispettare le norme nazionali ed europee si possono non rispettare le norme nazionali ed europee? Credo che dobbiamo scrivere qualcosa solo quando possiamo dire che non si possano rispettare le norme.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formisano. Ne ha facoltà.
ANIELLO FORMISANO. Grazie Presidente, grazie signora del Governo. Discutiamo di un provvedimento recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno. Dal titolo si capirebbe qualche cosa di diverso da quello che è, però veniamo piano piano a qualche argomentazione che ci spiega perché ho fatto questa considerazione. Io sono alla relazione del Presidente Renzi, all'epoca segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio, del 7 agosto 2015, Direzione nazionale sul Mezzogiorno. Dal nostro punto di vista, un momento importante, un momento nel quale, finalmente, nell'analisi politica italiana, si dissero alcune verità. Il Presidente Renzi ebbe a dire che, al momento della unificazione, il Mezzogiorno era all'avanguardia come patrimonio industriale e non era una landa desolata da civilizzare, contrariamente a quanto leggiamo ancora sui libri di scuola. Qualcuno dovrebbe pur correggere questo modo di fare cultura in Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia non voterà la fiducia al Governo. Questa volta però, sul decreto Sud, abbiamo una ragione ulteriore per negare la fiducia: questo provvedimento, sul quale l'Aula si esprimerà oggi, è pieno di non contiene niente di strutturale o di decisivo per il Mezzogiorno, dimostra l'assenza, da parte del Governo e della sua maggioranza, di qualsiasi idea innovativa per lo sviluppo del Sud, dimostra che non c'è alcuna visione o strategia, a meno che non si ritenga davvero che un'area di 20 milioni di abitanti, che presenta squilibri macro-economici consolidati, si possa davvero sviluppare con interventi forse suggestivi mediaticamente, ma irrilevanti, come per esempio la Banca delle terre abbandonate o incolte o come i 40.000 euro di incentivi previsti per la misura “Resto al Sud”. Ancora una volta si utilizzano le risorse già disponibili per il Mezzogiorno: lo diceva, nel corso della discussione in Commissione, l'onorevole Palese; si utilizzano le risorse dell'Europa e quelle nazionali del Fondo di coesione, ma non c'è un solo euro aggiuntivo rispetto alle risorse già nella disponibilità delle regioni del Sud. È questa la vostra idea di Mezzogiorno? Governate tutte le regioni del Sud, è possibile che non sia chiaro che occorrono interventi nazionali ed europei strutturali profondamente diversi da quelli degli ultimi anni? È possibile che i vostri governatori non abbiano capito o non vi abbiano detto che senza dotazioni infrastrutturali adeguate, capaci di colmare il deficit accumulato negli anni, continueranno ad esistere barriere all'entrata che rendono del tutto inutili iniziative come “Resto al Sud”, per esempio?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.
SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. È facile fare ironia sul modo di legiferare del Governo e su questo cosiddetto “decreto del Sud”, ma è un'ironia amara perché la condizione del nostro Meridione è una tragedia infinita, che non trova sollievo alcuno. Spesso la etichettiamo come emergenza, ma in Italia, si sa, non c'è nulla di più ordinario delle emergenze. E, intanto, il divario con il resto del Paese si fa sempre più evidente. Lo Svimez, ovvero l'Associazione per lo sviluppo dell'industria del Mezzogiorno, ci ricorda che circa 10 meridionali su 100 sono in condizioni di povertà assoluta, contro poco più di 6 nel Centro Nord. Nelle regioni del Sud il rischio di povertà è triplo rispetto al resto del Paese e con gli attuali ritmi di crescita il Mezzogiorno recupererà i livelli pre-crisi nel 2028, 10 anni dopo il Centro Nord. È una situazione per noi inaccettabile e l'Esecutivo cosa fa? Tira fuori l'ennesimo decreto che si carica, via via, di norme che nulla hanno a che fare con il Sud. Così vediamo milioni di euro pubblici elargiti all'università di Trento, all'area metropolitana di Milano o all'Accademia nazionale Santa Cecilia di Roma, oppure fondi alla pur meritoria causa delle celebrazioni della figura di Antonio Gramsci, che, peraltro, aveva approfondito la questione meridionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, il gruppo del Partito Democratico voterà la fiducia al Governo. Comprendo le critiche sull'aver posto la fiducia e sui tempi di esame del decreto, ma in un sistema bicamerale perfetto, con i tempi dei decreti-legge - e nei tempi ci stanno anche le chiusure di agosto, in questo caso decise all'unanimità dalla Conferenza dei capigruppo -, è del tutto evidente che una sola Camera riesce a fare un lavoro approfondito di esame e di intervento correttivo; e il bicameralismo perfetto non l'abbiamo certo difeso noi, non credo che sarebbe diverso con altri Governi, soprattutto se fossero Governi che non governano, come quello dei 5 Stelle a Roma.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ferrara, Fraccaro, Gelli, Lorenzo Guerini, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
PRESIDENTE. Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Giulio Marcon è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
CLAUDIO DE VINCENTI,. Grazie, Presidente. Ordine del giorno n. 9/4601/1 Oliaro: non è accettato il primo impegno e il secondo è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/4601/45 Di Lello è ritirato.
CLAUDIO DE VINCENTI,. L'ordine del giorno n. 9/4601/46 Mongiello viene riformulato con: a valutare l'opportunità di. L'ordine del giorno n. 9/4601/47 Tino Iannuzzi viene riformulato con: a valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, di ulteriori interventi a sostegno di città metropolitane e province. L'ordine del giorno n. 9/4601/48 Carrescia è accolto. L'ordine del giorno n. 9/4601/49 Pastorelli viene riformulato con: a valutare l'opportunità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, di dare continuità al sostegno economico per gli operatori dei territori interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. L'ordine del giorno n. 9/4601/50 Vargiu è accolto. Sull'ordine del giorno n. 9/4601/51 D'Agostino invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/4601/52 Giovanna Sanna invito al ritiro. L'ordine del giorno n. 9/4601/53 Carra è accolto con la riformulazione: a valutare l'opportunità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica.
PRESIDENTE. Quindi c'è un invito al ritiro?
CLAUDIO DE VINCENTI,. Ce li ho segnati. C'è un invito al ritiro, o meglio, c'è una riformulazione che è identica a quella al Senato.
PRESIDENTE. Ci legga la riformulazione.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Leggo: a valutare l'opportunità di escludere dalle disposizioni di cui all'articolo 16 gli insediamenti e accampamenti abusivi e non autorizzati, compresi gli immobili pubblici o privati occupati abusivamente, nonché di quelli non in regola con le vigenti disposizioni in materia urbanistica, che devono essere invece oggetto di azioni di sgombero immediato, al fine di ripristinare e garantire le condizioni igienico-sanitarie, di sicurezza e legalità nelle zone interessate dalla loro presenza e in quelle limitrofe. L'ordine del giorno n. 9/4601/73 Molteni è accolto con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, anche nell'ambito dei piani di intervento adottati dai commissari straordinari, le più opportune e tempestive iniziative al fine di individuare tutti gli stranieri presenti nelle aree interessate e il cui ingresso o soggiorno sia irregolare e di garantire l'immediata espulsione e rimpatrio degli stessi o il loro trattenimento nei centri di cui all'articolo 14 del decreto legislativo n. 286 del 1998”.
PRESIDENTE. Quindi le premesse scompaiono e…
CLAUDIO DE VINCENTI,. Le premesse scompaiono e restano gli impegni nella formula che ho appena letto. L'ordine del giorno n. 9/4601/74 Attaguile è accolto con l'espunzione dell'ultimo capoverso delle premesse e poi: a valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica. L'ordine del giorno n. 9/4601/75 Lupi è accolto. L'ordine del giorno n. 9/4601/76 Famiglietti è accolto con la riformulazione: a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica. L'ordine del giorno n. 9/4601/77 Fratoianni è accolto come raccomandazione, però togliendo la frase: “anche attraverso la partecipazione alla proprietà della Cassa depositi e prestiti”. Sull'ordine del giorno n. 9/4601/78 Costantino invito al ritiro.
PRESIDENTE. È accantonato?
CLAUDIO DE VINCENTI,. Se lo possiamo accantonare un momento, ve la dico.
PRESIDENTE. Va bene.
CLAUDIO DE VINCENTI, . L'ordine del giorno n. 9/4601/93 Mariano è accolto. Ordine del giorno Sgambato n. 9/4601/94, viene proposta una riformulazione: “a valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica”. Ordine del giorno Manfredi n. 9/4601/95, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Venittelli n. 9/4601/96, invito al ritiro. Ordine del giorno Ciracì n. 9/4601/97, invito al ritiro. Ordine del giorno Latronico n. 9/4601/98, viene proposta una riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Distaso n. 9/4601/99, viene proposta una riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Ghizzoni n. 9/4601/100, viene proposta una riformulazione: “a valutare la possibilità”.
PRESIDENTE. Dobbiamo recuperare quello che abbiamo accantonato. Ha bisogno di tempo, oppure…
CLAUDIO DE VINCENTI,. Le chiedo solo un minuto, Presidente.
PRESIDENTE. Se vuole possiamo cominciare questi qui, e intanto lei può redigere la riformulazione.
ANDREA COLLETTI. Vede, Ministro, io vorrei sapere come è possibile per il suo Ministero richiedere la riformulazione di questo ordine del giorno. Premesso che noi stiamo regalando dei soldi a Strada dei Parchi Spa, quindi è una Spa privata, concessionaria delle autostrade A24 ed A25, che si sa arricchendo grazie ai pedaggi tra i più alti d'Italia di quelle autostrade; e noi la finanziamo, anzi diamo un contributo di 250 milioni di euro aggiunto ad uno di 110 milioni di euro come oneri concessori non pagati che saranno corrisposti intorno al 2029-2030: in totale siamo sui 360 milioni di euro. Ebbene, questi contributi sono stati donati, per così dire, proprio perché si sono verificati dei problemi riguardanti la staticità dei viadotti della medesima A24-A25, che è considerata autostrada di montagna.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Semplicemente dico all'onorevole Colletti che le verifiche sono un dovere del concedente, non c'è bisogno di un ordine del giorno Colletti per fare le verifiche sul concessionario. Sono un preciso dovere del concedente .
PRESIDENTE. Prego, onorevole Colletti.
ANDREA COLLETTI. Quindi, logica vorrebbe che il Ministro debba accogliere questo ordine del giorno, visto che non deve fare nessuna attività in più. Allora, lo accogliesse immediatamente, visto che non …
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
ANDREA COLLETTI. Sì, scusi, un po' di scimmie che parlano…
PRESIDENTE. Può intervenire, perché il Governo ha riaperto e ha due minuti e venti secondi ancora per intervenire sugli ordini del giorno. Conosciamo bene tutti le regole. Prego.
ANDREA COLLETTI. Siamo in fase di prossime elezioni, quindi devono far vedere chi abbaia più forte, i colleghi del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Prego.
ANDREA COLLETTI. Vorrei allora spiegare al Ministro che, visto che secondo lui queste verifiche le fa ugualmente, ciò vuol dire che questo ordine del giorno può essere accolto precisamente con l'elisione della parte in premessa, che il Ministro non vuole accettare. Quindi due sono le cose: o il Ministro e il Ministero non fanno queste verifiche, e quindi non può accogliere questo ordine del giorno, o c'è qualcos'altro sotto, tra Ministero, Anas e concessionario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Presidente, per aumentare la sicurezza stradale c'è stato un articolo specifico aggiuntivo a questo decreto-legge, e ritengo insomma che sia di buonsenso. Nonostante che il Ministro abbia, signor Presidente, chiarito anche la titolarità rispetto alla situazione dei controlli, non mi sembra che questo ordine del giorno non possa essere accettato. Per questo motivo noi lo sottoscriviamo e lo votiamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CHIARA DI BENEDETTO. Grazie, Presidente. Io vorrei chiedere al Governo di rivedere il parere contrario al mio ordine del giorno perché questo ordine del giorno è assolutamente di buonsenso: chiede un impegno, tra l'altro, al Governo che non è così grande e oneroso. Banalmente chiede di intraprendere una verifica della sussistenza dell'interesse pubblico alla realizzazione dell'attuale progetto di ammodernamento dell'asse Palermo-Agrigento, nella tratta della SS 189 all'altezza di Lercara Friddi, dato lo stato in cui versa questo tratto che collega Palermo e Agrigento, e che nello specifico collega moltissimi paesi che sono anche molto popolosi, e che viene percorso ogni giorno da tantissimi pendolari, molti dei quali sono anche ragazzi che studiano al di fuori del proprio comune e quindi sono costretti a spostarsi su questa strada che è pericolosissima. Non è un impegno così grande, anche perché uno dei problemi che sono stati riscontrati circa l'avanzamento dei lavori di questo tratto autostradale è relativo al monitoraggio dei lavori. Una parte che riguarda le premesse di questo ordine del giorno infatti si riferisce proprio al problema che non si riduce semplicemente allo stanziamento delle risorse per l'esecuzione dei lavori ma anche al monitoraggio degli stessi lavori. Infatti le risorse che sono state stanziate per il progetto di ammodernamento approvato nel 2001 se le è aggiudicate Anas S.p.A. per la realizzazione dei lavori. Per questo, una delle richieste, uno degli impegni di questo ordine del giorno, è chiedere di rispettare gli obblighi di manutenzione ordinaria, nonché straordinaria ad Anas S.p.A. in quanto soggetto aggiudicatore. Questo è l'impegno che stiamo chiedendo perché è una necessità che i cittadini siciliani vivono ogni giorno ed è un disagio enorme per la loro quotidianità e per la loro sicurezza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ADRIANA GALGANO. Chiedo di metterlo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
BRUNO MURGIA. Grazie, Presidente. Non capisco, signor Ministro, perché lei mi inviti al ritiro per questo ordine del giorno, a meno che voi non abbiate una strategia sulla Sardegna o a meno che io nel decreto abbia letto male. Voi parlate di zone economiche speciali, per cui suppongo e pensavo che voi poteste accettare questa proposta, ma va in linea con il niente che state facendo per la mia isola. Lei, in particolare, signor Ministro, spesso e volentieri dice dei “no” e non c'è un'alternativa di sviluppo o di proposta di idee. Ecco, perché, ovviamente, non posso ritirare la proposta per la mia isola di zona economica speciale e chiedo la votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SANNA. Presidente, quest'ordine del giorno - mi spiace per il collega Murgia - richiama degli interventi alla fine del periodo elettorale della precedente giunta, presieduta dall'onorevole Cappellacci, che sono stati, come dire, ritenuti da tutti, appunto, azioni da campagna elettorale e che, quindi, addirittura sono stati dimenticati dallo stesso centrodestra. Riproporli qui è stupefacente.
PRESIDENTE. Collega… collega!
FRANCESCO SANNA. …che stanno lavorando già con le autonomie locali e con i soggetti, che il decreto afferma debbano prendere l'iniziativa, per realizzare quanto il decreto-legge stesso afferma. Quindi, lo voglio dire al collega Murgia tramite lei: è un piccolo espediente che serve semplicemente a dividere le forze e non serve.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Può essere accolto con: “valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Va bene? Sì.
NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, intervengo sull'ordine del giorno n. 9/4601/57, a prima firma Fedriga, ma le stesse considerazioni valgono per l'ordine del giorno n. 9/4601/58 a firma Grimoldi, a cui aggiungo anche la mia firma.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Sono molto stupito dell'intervento dell'onorevole in questo momento, perché la riformulazione è esattamente quella che il gruppo della Lega ha accettato al Senato e vale per tutti gli ordini del giorno successivi.
PRESIDENTE. Quindi, chiede di metterlo in votazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Si ha la netta impressione in questo provvedimento che se c'è un argomento che non suscita interesse da parte del Governo è il Mezzogiorno cioè tutto quanto riguarda problemi endemici - in questo caso parliamo non di una città qualsiasi ma di una città martoriata come Taranto - tutto quanto riguarda il Mezzogiorno, ahimè, va incontro ad un non cale inspiegabile soprattutto quando, come nell'ordine del giorno da me stilato insieme alla collega Labriola, si chiede semplicemente che questa ZES, una zona economica speciale, possa riguardare una città diseredata - fatemi passare questo termine - dal punto di vista ambientale, dal punto di vista quindi anche economico, anche dal punto delle prospettive, dell'appetibilità, della capacità attrattiva riguardo ad una città come Taranto che ha non un problema, ma una patologia nell'ambito del suo tessuto connettivo. Noi chiediamo nell'ordine del giorno in esame che vi sia una priorità nei confronti di Taranto per la creazione di una zona economica speciale. È una delle regole fondamentali della clinica, ossia quella di privilegiare situazioni con maggiore difficoltà: il maggiore carico di farmaci, di sostanze curative va prestato proprio nei confronti di chi ha più bisogno. Se non nel Mezzogiorno, dove dovremmo segnalare con un ordine del giorno, cioè con una prospettiva, con un segnale di attenzione che può essere anche formale ma che significa commisurare l'intervento del Governo alle effettive necessità? Perché non dire che vi è una priorità di una zona come Taranto? Infatti, se noi dovessimo leggerlo e capovolgere questo parere negativo che dobbiamo dire? Che nei confronti di Taranto non vi è una disponibilità ad un trattamento privilegiato, nel senso di trattamento a parità di condizioni? Cioè, noi dovremmo dire che vi è disgrazia nell'allocazione logistica, geografica e speculativa di certi investimenti, oppure dire che l'Ilva è soltanto un e non è anche la necessità di un intervento.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Grazie, Presidente. Voglio dire all'onorevole Sisto che naturalmente Taranto è al centro dell'impegno del Governo, come l'onorevole naturalmente sa molto bene. Infatti, ci sono il contratto istituzionale di sviluppo, gli investimenti infrastrutturali proprio sul porto, oltre a quelli ambientali e di riqualificazione della città. L'invito al ritiro era dovuto al fatto che per un verso il testo della norma implica che sia molto logico che Taranto sia una ZES, dato che ci sono tutte le condizioni già nella norma; e, in secondo luogo, l'iniziativa di proporre la ZES deve venire dalla regione.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione del Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/4601/89 Sisto.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Accolto come raccomandazione, Presidente.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/4601/92 Capone, accolto come raccomandazione; va bene.
NICOLA CIRACI'. Presidente, io non riesco a capire questo Governo cosa ha contro la mia regione, la Puglia. Cioè, non fate passare un ordine del giorno nel quale noi chiediamo che venga sperimentato in pieno campo l'uso di semenzali tipici della varietà Cellina di Nardò e Ogliarola Salentina, che sono le più resistenti al disseccamento rapido, cioè un'arma per combatterla la . Stiamo chiedendo di destinare una parte di questi soldi, che destinate voi alla solo a parole, per fare qualche cosa che tuteli le varietà autoctone del nostro territorio, salvaguardi la biodiversità, coinvolga gli olivicoltori del territorio e, soprattutto, rivaluti gli istituti scientifici pugliesi, che sono stati i primi a studiare e a individuare queste semenze.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Presidente, nel testo del decreto, come modificato dal Senato, lo stanziamento riguarda tre tipologie di malattie e, quindi, la è una delle tre. Nell'ordine del giorno si impegna il Governo a dedicare metà delle risorse non solo alla ma a due specifiche manifestazioni della . A noi non sembra corretto e crediamo che sia meglio affidare ai ricercatori e al Ministero delle politiche agricole il compito di definire come affrontare la ricerca sulle tre tipologie di malattie che vengono affrontate con l'emendamento approvato al Senato e, per quanto riguarda la non necessariamente solo su quelle due specifiche tipologie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare di nuovo il collega Ciracì. Ne ha facoltà.
NICOLA CIRACI'. Presidente, non sono due aspetti della ma sono due semenze che combattono la . Il problema è che c'è qualche multinazionale o qualche interesse diverso, perché non si riesce a capire per quale motivo non rispettate il territorio e non rispettate le nostre biodiversità ma pensate di violentarle ancora con scelte che sono veramente irrazionali e illogiche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signor Presidente. Signor Viceministro, onorevoli colleghi, il decreto-legge sul Mezzogiorno interviene in moltissimi ambiti tra loro diversissimi perseguendo, però, un unico obiettivo di carattere generale: creare le condizioni per la ripresa economica e sociale del Mezzogiorno. Nell'ambito di questo complesso intervento a sostegno del Sud Italia, rilevo come alcuni degli strumenti più innovativi e convincenti fossero già stati da noi proposti nel dibattito parlamentare. Il tempo sembrerebbe, dunque, aver confermato la bontà di quella linea politica. Mi riferisco, in particolare, al settore dell'agricoltura dove, accanto alle classiche e importantissime misure di incentivazione dell'imprenditoria agricola giovanile, compare l'idea di affidare a giovani agricoltori terreni dei comuni abbandonati o incolti, così come di istituire nel meridione le zone economiche speciali per far sì che chi investe in quei territori possa essere agevolato sul piano fiscale e amministrativo. Allo stesso tempo, però, dispiace che il Governo non abbia voluto istituire le stesse ZES nei territori colpiti dai recenti terremoti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baldassarre. Ne ha facoltà.
MARCO BALDASSARRE. Grazie, Presidente. Parlando di questo decreto, inizierò da una breve analisi sulla disomogeneità dello stesso, in contrasto con l'articolo 77 della Costituzione, grazie anche ad alcuni articoli inseriti al Senato che hanno stravolto l'originalità del decreto stesso, del decreto iniziale. Per citarne sono alcuni, troviamo all'articolo 9 l'abrogazione della classificazione dei rifiuti pericolosi stabilita da una legge del 2014. All'articolo 11 viene stanziato un milione di euro per il 2017 e 2018 agli istituti per sordi di Roma, Milano e Palermo. Solo che quello di Palermo ha chiuso la propria attività, come evidenziato dalla relazione tecnica allegata al provvedimento. Quindi, nel decreto Mezzogiorno troviamo altri contributi che niente hanno a che fare con il Sud Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, noi ci troviamo in una posizione un po' paradossale: non abbiamo votato la fiducia a questo Governo. Non l'abbiamo votata perché non condividiamo la formula politica che esso esprime; non l'abbiamo votata perché, dopo il fallimento del referendum sulla grande riforma, ritenevamo che la maggioranza avesse il dovere di indicare un percorso al Paese per uscire dalla difficoltà, e abbiamo visto una maggioranza la quale, invece, si è disfatta, si è tirata indietro, il Presidente del Consiglio si è dimesso, ha favorito la nomina di un nuovo Presidente del Consiglio, che governa, facendo della ordinaria amministrazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROCCO BUTTIGLIONE. Il Mezzogiorno è arretrato perché la rivoluzione industriale… Ho già finito?
PRESIDENTE. Ha un minuto.
ROCCO BUTTIGLIONE. Un minuto. La rivoluzione industriale si è fatta al Nord, nel triangolo Genova-Torino-Milano; adesso la rivoluzione postindustriale, la rivoluzione dell'economia della conoscenza, chiede infrastrutture nuove: localizzare al Sud una parte adeguata di queste infrastrutture è decisivo per lo sviluppo del Mezzogiorno, potrebbe essere finalmente l'occasione di un grande riscatto. Se ne parla, si sta facendo qualcosa, forse non tanto quanto necessario, ma diamo atto volentieri al Governo che qualcosa in questo ambito avviene; ci spiace che non siano stati sottolineati egualmente altri ambiti importanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cosimo Latronico. Ne ha facoltà.
COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, abbiamo già detto in occasione del voto di fiducia, che Direzione Italia ha negato a questo provvedimento, e lo ribadiamo nel merito del provvedimento: l'impegno politico per il Mezzogiorno non può avere le risposte che sono contenute in questo decreto-legge. L'analisi sulla situazione economica e produttiva del Sud risulta inadeguata, come risultano inadeguate le misure che vengono proposte. Non debbo ricordare al signor Ministro, che è persona accorta, la condizione in cui vive il Mezzogiorno, dove pure c'è l'accenno di timidi segnali di ripresa; sono però segnali, inutile dirlo, insufficienti, con numeri che non reggono al confronto con la parte più avanzata del Paese. 3 milioni di imprese nel Sud, oltre 15 milioni in Italia; un fatturato di 400 miliardi nel Sud, su 3.000 miliardi nel Paese; investimenti lordi pari a 15 miliardi nel Sud, 85 miliardi su base nazionale: per raccontare la condizione di difficoltà, di scarto produttivo che c'è nel Mezzogiorno, e che dà il segno della diseguaglianza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie Presidente. Signora sottosegretaria e onorevoli colleghi, noi Civici E Innovatori voteremo a favore di questo decreto, perché uno dei nostri obiettivi è sostenere chi ha capacità e competenza e vuole investire le sue energie e la sua passione per sviluppare il proprio territorio. Apprezziamo il cuore di questo provvedimento: la misura resta al Sud a sostegno dell'autoimprenditorialità giovanile, essa offre un'opportunità concreta a tanti giovani con un'idea di impresa, ma che non dispongono di mezzi per farla partire. È inoltre una misura pluriennale con un finanziamento tale da assicurare stimolo all'economia meridionale nel corso dei prossimi anni, perciò la promuoviamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fabio Rampelli. Rizzetto al posto di Rampelli? Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Se non è un problema, sì, grazie Presidente. La ringrazio nuovamente. Dunque, Presidente, sottosegretaria, per l'ennesima volta - noi non abbiamo neppure più fiato per dirlo – per l'ennesima volta, anche rispetto a questo provvedimento, che recita crescita economica per il Mezzogiorno, ebbene, viene posta un'altra volta la questione di fiducia, come se fosse qualcosa di urgente. Però, possono sembrare strane le mie parole quando parlo di “urgenza” per quanto riguarda il Mezzogiorno d'Italia. L'urgenza. Presidente, non è delle ultime ore. L'urgenza nel Mezzogiorno d'Italia è degli ultimi decenni e poco si è fatto per andare incontro a questa emergenza.
WALTER RIZZETTO. Dove stanno le misure per i giovani e l'occupazione dei giovani nel Mezzogiorno d'Italia? Punte sino al 60 per cento di disoccupazione giovanile. Sono dati drammatici. Poi voi, il Governo in questo caso, va ad esultare, perché ieri c'è stato un incremento del lavoro a tempo determinato, venduto alla pubblica opinione come se fosse un risultato del . Non è un risultato del Terminati gli incentivi, il ha chiuso - come fosse un metadone temporaneo - la sua funzione e adesso si continuano a fare i contratti a tempo determinato. Significa fare precarietà rispetto al mondo del lavoro.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Rizzetto.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Vi dicono che piuttosto vanno via da questo bellissimo ma disgraziato Paese dentro il quale viviamo. E quindi voi, secondo noi, non capite il Mezzogiorno; non fate nulla di serio per l'ennesima volta innanzi al dramma che, lo ripeto, non è degli ultimi mesi ma è un dramma di decenni in Italia. Ritengo, Presidente - e mi avvio a concludere dichiarando il voto convintamente contrario sul provvedimento - che la pazienza del Mezzogiorno è assolutamente finita nei vostri confronti e posso dire tranquillamente che anche la nostra pazienza è finita nei confronti di un Esecutivo molle, di un Esecutivo debole, di un Esecutivo che non applica alcuna misura scioccante per quanto riguarda l'economia, per quanto riguarda la logistica, per quanto riguarda il turismo, per quanto riguarda la piccola-media impresa, per quanto riguarda il per quanto riguarda le aziende, l'occupazione stabile (non quella che voi vendete come occupazione stabile). Prima ricordavano che in agricoltura si sono persi soltanto con la scellerata abolizione dello strumento 50.000 posizioni possibili per i giovani del Mezzogiorno d'Italia: 50.000 posizioni! Queste posizioni sono sulle vostre coscienze: anche per questo, ma non solo, noi voteremo convintamente no a questo passaggio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, l'onorevole Mario Catania è già intervenuto alcune ore fa in sede di dichiarazione di voto sulla fiducia al Governo per conto del nostro gruppo e ha annunciato il nostro voto favorevole che vale anche per il provvedimento nel suo complesso. L'onorevole Catania non ha mancato di rilevare una certa carenza di visione complessiva nelle politiche del Mezzogiorno, oltre alla eterogeneità del provvedimento così come licenziato dal Senato. Purtroppo non è un limite imputabile solo al Governo. È pur vero che il decreto-legge è l'ultimo di una serie di misure che sono state decise per favorire la crescita e conseguentemente la creazione di posti di lavoro nelle regioni meridionali. Possiamo ricordare il per il Sud, i patti, il credito di imposta per gli investimenti, il prolungamento della decontribuzione per le nuove assunzioni, i grandi investimenti infrastrutturali, il risanamento ambientale e di valorizzazione dei beni culturali nelle regioni del Mezzogiorno. Qualche risultato è stato ottenuto, come se si fosse determinato un promettente risveglio. Nel 2016 le regioni del Sud hanno consolidato segnali positivi di ripresa conseguendo, per il secondo anno consecutivo, una crescita superiore alle regioni del centro nord. Anche i dati occupazionali segnalano un recupero reale. Tali segnali non sono purtroppo tali da indurre un'inversione di tendenza percepibile nei livelli di disoccupazione, di povertà e di esclusione sociale delle nostre popolazioni del Mezzogiorno. Il divario con il resto del Paese resta pesante. Nel primo trimestre di quest'anno il tasso di disoccupazione è del 21 per cento; quasi il 35 per cento dei giovani sotto i 29 anni nel Meridione non studia, non lavora e non cerca occupazione. Lo scorso anno il 10 per cento della popolazione del Sud viveva in condizioni di povertà assoluta: molti giovani laureati hanno dovuto lasciare le loro regioni. È un quadro drammatico che evidenzia ombre storiche ma accende luci nuove sulle quali si aggancia la nostra speranza. Il riscatto delle regioni meridionali è questione vitale per tutto il Paese: è giusto puntare sulla capacità imprenditoriale dei ragazzi del Sud i quali devono credere nella possibilità di valorizzare le straordinarie potenzialità di quei territori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Auci. Ne ha facoltà.
ERNESTO AUCI. Grazie, Presidente. Signora sottosegretario, mi sia consentito un ricordo personale. Quando lavoravo a di Napoli, ormai più di trent'anni fa, scrissi una serie di articoli per sostenere la tesi che Napoli e il Meridione erano il nostro futuro e questo nei due sensi. Da un lato perché c'era il rischio che l'Italia intera sarebbe potuta diventare come il nostro Sud, avviandosi ad una stagnazione o al sottosviluppo oppure, al contrario, per le potenzialità che il nostro Mezzogiorno poteva esprimere, sospingendo anche la crescita dell'intero Paese. Da allora il Sud è entrato in una fase di oblio, specie durante i Governi Berlusconi e della Lega, non solo nelle concrete politiche economiche ma anche nel dibattito corrente in quest'Aula e nel Paese. Prese il sopravvento al Nord la noia e il fastidio anche solo a sentire parlare del Sud e tra gli stessi meridionali si diffuse un sentimento di scetticismo e di rassegnazione tanto che alcuni amici economisti come Viesti e Lo Cicero scrissero libri intitolati oppure Ed invece non è retorica dire che è proprio lì che ci giochiamo il futuro. Non possiamo pensare di crescere come il resto dell'Europa lasciando indietro 20 milioni di nostri concittadini ma, per farlo, dobbiamo capire bene come agire senza farci distrarre da falsi miti e senza dar retta a quelli che Francesco Saverio Nitti già un secolo fa chiamava: i qualchecosisti, cioè quelli che chiedono solo sostegni e sussidi pubblici. È chiaro infatti che il destino del Sud non dipende tanto dalla quantità della spesa pubblica ma dalla sua qualità. Le analisi dimostrano che, nei decenni passati, gli investimenti sono stati in percentuale del PIL superiori a quelli delle altre aree del Paese ma i risultati non si sono visti e le ingenti risorse destinate alle regioni meridionali sono svanite come acqua nel deserto e questo perché manca una rete sociale ed economica in grado di trattenere questa acqua e farla fruttare. Questo non vuol dire ovviamente che non si devono fare investimenti pubblici ma che essi devono essere mirati ad incrementare la produttività delle imprese e del lavoro specie nella logistica, come qui è stato citato più volte. In questo senso, il decreto che stiamo discutendo rappresenta un significativo cambio di passo. Altri interventi dovranno seguire da parte del Governo ma nella stessa direzione e con la stessa logica. Del resto, non c'è alcuna giustificazione economica e tanto meno una tara antropologica che impedisce al Mezzogiorno di innalzare la produttività ai livelli del resto del Paese, che pure non è un granché come sappiamo. Lo stabilimento di Pomigliano della FIAT, per esempio, che è FCA, ha raggiunto il primato tra gli stabilimenti del gruppo nel mondo quanto a quantità e qualità della produzione. Questo è il risultato di investimenti ben fatti e di accordi sulla produttività del lavoro siglati da sindacati lungimiranti contro l'arrocco ideologico e politicamente perdente della FIOM di Landini. L'alto premio di produzione assegnato alle maestranze sta lì a dimostrare che la produttività non solo non comprime i diritti ma consente aumenti salariali rilevanti. Peraltro, come dimostrano gli studi della Svimez, la buona crescita del Sud in questi ultimi due anni si concentra nella Campania e nella Basilicata. Ad essa non è certo estranea la ripresa del settore mentre in altre regioni, come la Puglia, dove domina la demagogia populista, la crescita rimane ancorata a modesti zero virgola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO. Grazie, Presidente. Siamo, come ricordava qualcuno, a pochi mesi di distanza di nuovo di fronte a un decreto che tratta del Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Noi stiamo votando la conversione di un decreto che nel proprio titolo dice “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”. Se ci fosse stata data la possibilità, in Commissione e in Aula, di poter ampiamente dibattere su questo decreto, vi avremmo dimostrato, punto per punto, che questo decreto, rispetto a quelle disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno che reca nel proprio titolo, in realtà, è semplicemente un decreto concepito come un contenitore di norme disparate. E, purtroppo, non abbiamo potuto dibattere nei punti specifici del provvedimento perché, come al solito, per l'ennesima volta, il Governo ha deciso di porre in questo ramo del Parlamento la questione di fiducia, di fatto togliendo qualsiasi opportunità per tutti i parlamentari di tutti i gruppi politici di migliorare il provvedimento e, di fatto, permettendo che il provvedimento rimanesse, così come approvato dal Senato, un grande contenitore, dove noi troviamo tutto e il contrario di tutto.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
BARBARA SALTAMARTINI. E allora vedete, il Sud di non ha certamente bisogno: avrebbe bisogno di una grande strategia. E guardate, chi come me è qui in quest'Aula da più di una legislatura, qualcuno molto più di due legislature come la sottoscritta, credo (e chiudo) che non si possa esimere dal rimpiangere quelle grandi discussioni parlamentari e quei testi normativi che venivano discussi in queste Aule, e che davvero davano un segnale di forte cambiamento per il Paese: un forte cambiamento che noi ci auguriamo possa arrivare presto, con le prossime elezioni, quando vi manderemo a casa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Presidente, voglio subito anticipare che il gruppo di Alternativa Popolare voterà a favore…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Marotta. Colleghi, possiamo complimentarci un po' più a bassa voce? Grazie. Prego, onorevole Marotta.
ANTONIO MAROTTA. Non ho neppure ancora cominciato, e già… Dicevo che voglio subito annunciare che il gruppo di Alternativa Popolare voterà a favore del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno. Il provvedimento, già approvato dal Senato, contiene una serie di norme destinate ad incidere positivamente sul tessuto economico, sociale e produttivo del Sud del Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. Nel 2016, nel Sud, il PIL è cresciuto dell'1 per cento, ma la situazione economica permane gravissima. Agli attuali ritmi di crescita Svimez segnala che il Mezzogiorno recupererà i livelli pre-crisi del 2007 solamente nel 2028, ovvero dieci anni dopo le regioni del Nord. I mali da sconfiggere sono noti: la disoccupazione, i bassi salari, la bassa produttività. Il prodotto per addetto nel Mezzogiorno è calato nel periodo 2008-2016 del 6 per cento, mentre del 4 per cento nel resto del Paese. C'è una bassa competitività, una ridotta accumulazione e, in generale, un minor benessere con il consolidamento di aree estese ormai di povertà, di disagio e di emigrazione. È un divario che si è ormai radicato profondamente fino all'attuale disparità strutturale di dotazioni effettive e di servizi. I treni sono più vecchi e più lenti, la rete ad alta velocità costituisce solo il 5,6 per cento della rete complessiva, la presenza turistica per abitante, nonostante il Sud sia definito un grande giacimento culturale, è pari a 3,7 contro i 7,9 del centronord. La distribuzione dell'acqua è irregolare per il 18,3 per cento delle famiglie a fronte del 4,9 nel centronord. I comuni che dispongono di strutture per l'infanzia sono meno della metà del centronord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie Presidente. Altro che decreto per il Sud! L'ultimo regalo al Sud lo avete fatto qualche giorno or è, con il provvedimento salva banche. 20 miliardi per il fallimento, come dite, “” delle banche che avevano consentito e garantito credito alle imprese e alle famiglie del Nord, avevano consentito lo sviluppo di quei territori, molto meno al Sud. Quei 20 miliardi, invece, ora li paghiamo tutti e li paga anche il Sud. Il salvataggio è a carico del Mezzogiorno per quelle stesse banche che poi provvedono a licenziare i propri dipendenti, prevalentemente proprio in quei territori del Sud, dove avevano raccolto risparmio, senza sostenere le imprese. Danno e beffa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Non ripeterò quanto già detto da tutti i colleghi perché fare la carrellata degli articoli significa fare e decantare quanto secondo la maggioranza è contenuto nel provvedimento. Lo lascerò fare alla collega Covello del partito di maggioranza: sicuramente lo farà meglio di tutti quanti. Ma vorrei soffermarmi su uno di quegli articoli che tanto ha destato interesse per i fondi stanziati a province e città metropolitane: è un esempio che voglio prendere per spiegare la nostra posizione sull'intero provvedimento. Il contributo alle province e alle città metropolitane è stato coperto - pensate un po' - recuperando le somme della carta per i diciottenni, pari a 290 milioni di euro, che l'allora Presidente del Consiglio Renzi nella legge di bilancio 2016 aveva stanziato.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cariello, dobbiamo abbassare il tono della voce.
FRANCESCO CARIELLO. …in cui si fa ancora ordine tra le risorse destinate all'edilizia scolastica. Ma non lo avevate risolto con la buona scuola, è una domanda che si pongono i cittadini? Non si era andati in giro per il Paese a dire che ormai i tetti delle aule in cui studiano i nostri figli sono al sicuro? Non si è fatto il sito “Italia sicura” che avete vantato ogni volta che sta funzionando? Perché nel provvedimento si pongono ancora in essere azioni che mettono ordine a tutto questo? Quindi, è l'ennesima dimostrazione di un provvedimento che riprogramma quanto già stanziato da norme CIPE, da delibere CIPE, da patti per il Sud. I soldi sono sempre gli stessi, anzi parte di questi vanno a finire nella gestione malsana e collusa della pubblica amministrazione con la quale i cittadini devono avere a che fare per avere qualche spicciolo . Questa è la realtà. Poco fa mi chiamava un imprenditore e mi diceva: “Diglielo chiaramente; non ci sono più appalti”. Il codice degli appalti ha ormai bloccato la pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione non paga le imprese. Vogliamo parlare dei ritardi con cui vengono pagate le imprese, le imprese che chiudono per crediti verso la pubblica amministrazione? Ma questo è l'assurdo. Cosa volete rilanciare al Sud?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Covello. Ne ha facoltà.
STEFANIA COVELLO. Presidente, intanto il voto su questo provvedimento non può non tenere nella dovuta e imprescindibile considerazione ciò che è avvenuto in questi ultimi anni e, in particolare, dal 7 agosto 2015 fino ad arrivare ad oggi. A fine luglio 2015 la Svimez, nel suo consueto appuntamento di anticipazione del rapporto, facendo riferimento ai dati del 2014 evidenziò una criticità della condizione del Mezzogiorno tale da animare molto il dibattito politico. Sulla scorta di quel dibattito Matteo Renzi convocò nell'immediatezza una direzione nazionale per affrontare, appunto, queste problematiche. Fu in quella sede che fu pensato e lanciato il per il Mezzogiorno e sdoganato politicamente un tema che era diventato tabù per l'agenda di governo del Paese.
PRESIDENTE. Colleghi!
STEFANIA COVELLO. …con il tutto ammantato da velleità ideologiche neoborboniche antiunitarie, come dimostra il caso della mozione sulle vittime meridionali dell'Unità d'Italia avanzata dal MoVimento 5 Stelle presso il consiglio regionale della Puglia.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassiamo il tono della voce, grazie.
STEFANIA COVELLO. Tanto continuo lo stesso, Presidente. …alla questione meridionale. Credo che questo sia incontestabile. Quando questa legislatura si è insediata, solo il 15 per cento delle risorse comunitarie veniva speso; oggi non solo abbiamo impiegato il 100 per cento delle risorse per la programmazione al 2013, ma siamo nel pieno rispetto del cronoprogramma della programmazione 2014-2020. Non più microinterventi polverizzati, coriandolizzati, ma concentrazione delle risorse sulle grandi direttrici di investimenti. Quando Beniamino Andreatta, ad inizio degli anni Novanta, coraggiosamente soppresse la Cassa del Mezzogiorno, c'erano tanti malumori, c'era chi non ci credeva e c'era chi temeva quella chiusura. Quella soppressione evidenziò che dietro la parola “straordinaria” si nascondevano tanti alibi e che la spesa per il Sud era inferiore a quella ordinaria delle altre regioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zappulla. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ZAPPULLA. Presidente…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
GIUSEPPE ZAPPULLA. …pur ritrovandomi perfettamente nella dichiarazione del mio gruppo, non posso ugualmente votare il provvedimento a causa di una norma che viene inopinatamente inserita all'articolo 16, ovvero nello stesso articolo si riconosce il diritto al rimborso teoricamente, ma praticamente lo si nega. Si conferma, infatti, positivamente il diritto al rimborso anche ai lavoratori dipendenti delle province di Siracusa, Catania e Ragusa in quanto a tributi versati oltre il 10 per cento nel periodo dicembre 1990-dicembre 1992, ma si prevede, qualora l'ammontare delle istanze di rimborso ecceda le risorse stanziate, che i rimborsi stessi saranno effettuati applicando la riduzione percentuale del 50 per cento delle somme dovute.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE ZAPPULLA. Cioè, e finisco, in altre parole, dopo circa vent'anni di interpretazione strumentale e decine e decine di sentenze, buone ultime quelle della Cassazione, nel momento in cui viene fugato ogni dubbio e si accerta il diritto al rimborso, con una norma capestro e civetta, di fatto si riduce del 50 per cento il reale rimborso. Considero questa…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Zappulla, altrimenti le tolgo la parola.
GIUSEPPE ZAPPULLA. …un'operazione sbagliata, ingiusta, paradossale, forse anche con tratti di incostituzionalità.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
GERO GRASSI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, siccome ci sono gli interventi di fine seduta, vi pregherei, gentilmente, di uscire, se dovete farlo, in silenzio, e chi rimane di restare in silenzio.
GERO GRASSI. Grazie, Presidente. A nome del gruppo del Partito Democratico, voglio esprimere sentimenti di solidarietà ed amicizia ai colleghi Mariano, Capone e Vico che qualche giorno fa sono stati ingiustamente perseguitati per avere espresso soltanto un diritto di libertà. Il Partito Democratico è contro ogni forma di violenza, ma la violenza, molte volte, non passa solo dai gesti teatrali o dalle pistole; passa anche dalla bocca e, qualche volta, anche dalla poca intelligenza di chi ritiene di poter e dover criminalizzare l'esercizio del diritto di voto che la Costituzione garantisce.
FRANCESCO RIBAUDO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO RIBAUDO. Grazie, Presidente. Il 30 luglio scorso è morto Nicola Cipolla, storico sindacalista e senatore…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Ribaudo. Colleghi del gruppo del PD, ovviamente, vale lo stesso discorso di rispetto per gli altri, non so se è chiaro.
FRANCESCO RIBAUDO. Aveva 95 anni, era nato a Agrigento e l'ultimo anno di scuola superiore si trasferì con la famiglia a Palermo. I suoi compagni di classe del liceo erano Napoleone Colajanni, Enzo Sellerio e Nino Sorgi. Allora cominciò a conoscere il marxismo; caduto il fascismo, Cipolla aderì al Partito Socialista. È stato uno dei fondatori del Fronte del lavoro, così si chiamava prima ancora di essere la Federterra, di essere la Camera del Lavoro di Palermo, che fondò insieme a Cesare Sessa nel 1944; due anni dopo lo strappo con il Partito Socialista e aderì al Partito Comunista, insieme a Napoleone Colajanni e ad altri. Nel 1947 venne eletto segretario responsabile della Federterra, e le lotte contadine del 1949 e del 1950 del Corleonese delle quali fu protagonista assieme a Pio la Torre, lo distinsero per l'impegno, per la responsabilità, ma anche per il coraggio, per quel periodo storico.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCESCO RIBAUDO. Divenne senatore della Repubblica nel 1963, e per tre legislature consecutive fu rieletto, fino al 1972. Cipolla fu anche un rappresentante del Parlamento europeo dal 26 ottobre 1972.
PRESIDENTE. Deve concludere.
FRANCESCO RIBAUDO. Per tanti di noi giovani - e concludo, Presidente - fu fonte di ispirazione per interpretare un periodo storico complesso, spiegandoci con lucidità nei ricordi le radici della storia moderna del nostro territorio. È una ricchezza averlo conosciuto per i siciliani,…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
FRANCESCO RIBAUDO. …è una ricchezza averlo avuto a fianco nelle lotte .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Murgia. Ne ha facoltà.
BRUNO MURGIA. Signor Presidente, a nome del gruppo Fratelli d'Italia voglio parlare dell'incendio che c'è stato ieri in Sardegna, in particolare nella zona del Medio Campidano, tra Arbus e Gonnosfanadiga, per portare la nostra solidarietà alle popolazioni, raccontare quello che è avvenuto, che avviene in queste ore, con ettari di territorio bruciati, con animali morti, agriturismi che sono andati in malora, una situazione economica disastrosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marrocu. Ne ha facoltà, per un minuto e mezzo.
SIRO MARROCU. Presidente, intervengo sullo stesso argomento che ha portato il collega Murgia: gli incendi che hanno devastato la comunità della Sardegna, in particolare quelle di Arbus e di Gonnosfanadiga. È sempre difficile intervenire da parte della politica su fatti così gravi: l'intervento del giorno dopo spesso infastidisce le comunità interessate, infastidisce la polemica, infastidisce lo scaricarsi le responsabilità, infastidisce spesso anche l'ipocrisia che c'è nell'intervento del giorno successivo; e quindi ero incerto se intervenire oppure no. Non potrei farlo nel rispetto di quelle comunità, non potrei farlo nel rispetto di quegli amministratori, di quei volontari, non potrei farlo nel rispetto di quel ragazzo ricoverato nel Centro grandi ustioni di Sassari, che è un mio amico e che ha rischiato la vita per salvare il proprio gregge.
PRESIDENTE. Concluda.
SIRO MARROCU. Sto finendo… a quegli animali che si sono salvati, perché non c'è fieno e non c'è pascolo. Occorre ripristinare subito quelle aree e bonificarle e occorre soprattutto garantire alla giustizia terrena i responsabili, sia che siano incendi dolosi sia che siano incendi colposi…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Marrocu. Grazie.
SIRO MARROCU. …prima - e finisco - che arrivi la giustizia divina .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà. Onorevole Burtone, ha un minuto: tenga conto di questo.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, per sollecitare l'ennesima interrogazione che abbiamo presentato sulla tragica vicenda che sta vivendo il Venezuela.
PRESIDENTE. Concluda.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiediamo però che venga potenziata l'attività dell'ambasciata, perché vengano seguiti i nostri connazionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, io stasera voglio portare alla sua attenzione le difficoltà che stanno vivendo in realtà da qualche anno ormai le ex province siciliane, le quali si trovano ad essere soppresse, ma in realtà sono enti che continuano ad esistere, che continuano a dover assolvere a tutta una serie di funzioni, però a farlo senza le risorse necessarie. Ci troviamo di fronte a bilanci che sono al collasso, all'impossibilità di pagare i dipendenti delle ex province, all'impossibilità di garantire servizi essenziali, come quelli per le scuole, per le strade, per i disabili.
PRESIDENTE. Avverto che nella seduta di domani, mercoledì 2 agosto, alle ore 15,30, avrà luogo un'informativa urgente del Governo, con la presenza del Ministro per lo sviluppo economico, sulla vicenda dell'acquisizione da parte di Fincantieri dei cantieri navali STX Saint-Nazaire. Conseguentemente, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, previsto per domani, a partire dalle ore 15, non avrà luogo.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.