PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta del 6 ottobre 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Alli, Artini, Baretta, Cimbro, Coppola, Damiano, Epifani, Galati, Mazziotti Di Celso, Meta, Pes, Francesco Saverio Romano, Scanu, Schullian, Sereni, Sottanelli, Turco e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza all'ordine del giorno Kronbichler n. 2-01820 .
FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente, sottosegretari. Il sottoscritto, con questa interpellanza, si rivolge al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'ambiente, al Ministro della salute e al Ministro delle politiche agricole, per avere informazioni sul problema dell'uso dei prodotti fitosanitari da parte di privati.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Salute, Davide Faraone, ha facoltà di rispondere.
DAVIDE FARAONE,. Grazie, Presidente. La crescente richiesta di attenzione della società civile sui temi della tutela ambientale e della salute ha impegnato da tempo il legislatore nella definizione di regole finalizzate ad un'agricoltura cosiddetta sostenibile, che contribuisca a migliorare la qualità della vita sia degli agricoltori che dei consumatori.
PRESIDENTE. Il collega Kronbichler ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, se ho capito bene, lei ha elencato alcune cose che sono state fatte in questa direzione, ha elencato tanti propositi che si faranno, adesso mi prenderò la cura di leggerlo attentamente e intanto la ringrazio.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Salute, Davide Faraone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Incecco ed altri n. 3-03068 .
DAVIDE FARAONE,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti, poiché con l'atto ispettivo in esame mi consentono di fornire ulteriori aggiornamenti in merito alla tematica sulla quale c'è grande attenzione da parte del Ministero della salute e che, peraltro, ha già formato oggetto di discussione proprio in quest'Aula.
PRESIDENTE. La deputata D'Incecco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione. Prego, ha cinque minuti.
VITTORIA D'INCECCO. Grazie, signor Presidente. Grazie, signor sottosegretario, io mi dichiaro soddisfatta dell'attenzione che il Ministero dichiara in questa sede per quanto riguarda questo tema, perché, come detto, questa sindrome è tra le più frequenti nel neurosviluppo ad esordio in età evolutiva e permane qualche volta e molto spesso anche in età adulta.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Pili n. 2-01909 . Chiedo al deputato Pili se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, ha quindici minuti.
MAURO PILI. Presidente, rappresentante del Governo, è evidente che questa interpellanza non vuole essere derubricata ad una mera questione didattica di docenti e di strumenti da insegnare in quello o in quell'altro plesso scolastico, ma punta invece a porre in evidenza una questione sostanziale: l'importanza dell'educazione musicale nel sistema scolastico italiano, non soltanto rispetto all'aspetto formativo, ma anche a quello più complesso dell'apporto sociale che questo tipo di educazione musicale può fornire al sistema delle agenzie, del sociale e della formazione. Vi è quindi una partita che riguarda certamente un'azione che è mancata da parte del Ministero su un caso specifico, quello della Sardegna, ma che riguarda in maniera più generale la questione sostanziale dell'insegnamento della musica e del ruolo che questo può avere nella crescita dei giovani, nella crescita della società, e anche l'apporto sul piano sociale che ciò può dare.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca, De Filippo, ha facoltà di rispondere.
VITO DE FILIPPO,. Grazie Presidente. In merito a quanto rappresentato dall'onorevole interpellante, si riferisce innanzitutto che l'ufficio scolastico regionale per la Sardegna, pur in presenza di un calo degli alunni iscritti verificatosi nel corrente anno scolastico 2017-2018, è riuscito a garantire l'organico necessario per l'aumento del tempo pieno nelle scuole primarie, per le classi in più autorizzate nei passati anni scolastici, e per le classi di liceo musicale di nuova istituzione, senza peraltro aumentare la media alunni-classi.
PRESIDENTE. Il deputato Pili ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. Le ricordo che ha dieci minuti.
MAURO PILI. Grazie, Presidente. Auspicavo una risposta politica ed è arrivata, nel peggiore dei sensi, perché il Governo non solo non ha accolto quell'indirizzo che si proponeva nella mia interpellanza, ma ha aggiunto una valutazione di una gravità politica che non ha precedenti. La sintetizzo, il Governo ha detto: o la Sardegna taglia le scuole dei piccoli centri, e quindi razionalizza, perché la parola razionalizzazione si traduce con tagli, quindi negando quel valore che è legato, intrinseco, all'aspetto fondamentale, cioè quello della insularità, dell'articolazione antropica della Sardegna, della visione demografica della regione, o taglia, oppure non c'è possibilità di far crescere indirizzi culturali che possano, quelli sì, tentare di arginare la dispersione scolastica. Vi ponete il problema che la Sardegna ha una elevatissima dispersione scolastica, ma fate un ragionamento algebrico, dicendo: potevamo tagliare 200, abbiamo tagliato soltanto 100.
PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Crivellari n. 3-03174 .
GIANPIERO BOCCI,. Grazie, Presidente. L'amministrazione dell'interno, pur in presenza di ripetute manovre di contenimento della spesa pubblica, ha dedicato in questi ultimi anni una particolare attenzione al rafforzamento delle dotazioni organiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, da un lato, con iniziative legislative di incremento dell'organico teorico di circa 2.500 unità, dall'altro, con il rafforzamento delle presenze effettive presso le strutture territoriali, anche attraverso il ripristino del al 100 per cento a decorrere dal 2016.
PRESIDENTE. Il deputato Crivellari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
DIEGO CRIVELLARI. Grazie, Presidente. Dico subito che mi dichiaro soddisfatto per gli elementi forniti dal sottosegretario Bocci di cui, peraltro, conoscevamo già la sensibilità e l'impegno su questi temi. Non possiamo far altro che ribadire l'importanza di un'attenzione e di un rafforzamento anche del Corpo dei vigili del fuoco per questioni, ovviamente, ampiamente note che hanno a che fare con recenti e meno recenti emergenze che hanno colpito il Paese. Dunque, auspichiamo e crediamo che questa sia la linea giusta, scelta dal Governo nell'invertire la tendenza e nel tornare a fare assunzioni e, soprattutto, nel dare i giusti segnali che questo Corpo sicuramente merita. Continueremo a seguire questa vicenda. Ci conforta anche la risposta che è pervenuta in merito all'assorbimento della graduatoria del concorso del 2008 a 814 posti e fa ben capire, insomma, come il tentativo, evidentemente, sia quello di rinnovare e mostrare un'attenzione vera rispetto a questi problemi e a queste esigenze. Quindi, nel dichiararmi soddisfatto aggiungo che continueremo a seguire questa vicenda e ringraziamo, intanto, il Governo per questa risposta e per gli elementi che ha saputo fornirci.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Ferrara, Lorenzo Guerini, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Noi volevamo riportare, all'interno di quest'Aula, un tema secondo noi cruciale e fondamentale, prima del prosieguo dei lavori programmati per la seduta di oggi, ovvero che le deliberazioni fatte da questa Assemblea non possano essere modificate in alcun modo dalla Commissione competente. Abbiamo già segnalato la questione con una lettera formale a cui ci è stata data una risposta, a nostro avviso, un po' veloce e superficiale, per cui chiediamo di portare all'interno di quest'Aula questo tema.
PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Crippa. Onorevole Fioroni, grazie!
DAVIDE CRIPPA. Noi vorremmo che venisse investita la Giunta del Regolamento del compito di questa valutazione precisa, perché è la prima che capita all'interno di quest'Aula ed è un tema, secondo noi, molto delicato per la tenuta democratica di questa istituzione, che, a nostro avviso, deve essere ben analizzato, il fatto che un voto della Commissione non possa andare a modificare in alcun modo il voto dell'Assemblea. Pertanto, sul parere che ci è stato dato, Presidente, dal presidente Mazziotti Di Celso, vorrei ricordare che lui fu l'artefice di un'arringa contro la pregiudiziale di costituzionalità presentata dal MoVimento 5 Stelle e da altri gruppi sull'Italicum; per cui, visto quello che poi è stato l'iter dell'Italicum e la sentenza della Corte, noi riteniamo inaccettabile che, all'interno di quest'Aula, venga sbandierato un parere di un presidente di Commissione che è legato mani e piedi all'andamento della maggioranza . Possiamo provare a sollevare anche questo tema, credo che la Presidente Boldrini lo debba fare, anche per togliersi dall'imbarazzo di prendere una carta del presidente di Commissione e trasferirla senza un grande approfondimento, a nostro avviso, e dare alla Giunta del Regolamento il compito di rivedere questi aspetti in maniera puntuale. So che, peraltro, è una richiesta che è stata avanzata anche nei giorni precedenti da altri gruppi di opposizione, pertanto, le chiediamo veramente di approfondire il tema, perché noi vorremmo, prima di intraprendere la giornata di oggi, che la Giunta del Regolamento si esprima su questo punto .
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi siamo qui, oggi, per continuare la discussione di un provvedimento che è già arrivato in Aula ed è stato rimandato in Commissione. Ma il provvedimento che oggi arriva, chiaramente, non è quello che è stato rimandato in Aula e non è quello che è stato oggetto dei precedenti lavori di Commissione. Questo provvedimento arriva in Aula per la votazione senza essere passato per la discussione generale. Mi domando: quanto è regolare questo procedimento? Non stiamo andando, chiaramente, contro una prescrizione regolamentare che tutela il diritto di ogni parlamentare di esprimere la sua opinione su di un provvedimento sostanzialmente nuovo? Io non so in che modo, formalmente, si possa riuscire a presentare questo testo come una variante, una rielaborazione del testo precedente - e questa, oltretutto, non è una cosa segreta, sono intervenuti accordi fra le forze politiche, si è svolta una negoziazione fra le forze politiche, al di fuori della Commissione - poi, questo testo è approdato in Commissione ed è un testo diverso, che non ha avuto una discussione generale.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signor Presidente, volevo associarmi alle obiezioni sollevate dal rappresentante del MoVimento 5 Stelle che propone, effettivamente, una questione fondata, su cui io inviterei la Presidenza a riflettere. Voglio anche evidenziare che noi, come gruppo MDP Articolo 1, sia io che il collega D'Attorre, membri della Giunta del Regolamento, ma con la firma del nostro capogruppo Laforgia, avevamo posto il problema che la Giunta del Regolamento esaminasse le vicende che si potevano creare dopo che l'Aula aveva espresso delle valutazioni su cui, poi, la Commissione è tornata ad esaminare, con un testo completamente diverso e avevamo posto un problema, che vorrei sollevare in Aula, sulle pregiudiziali di costituzionalità. Quando un testo va in Commissione e viene completamente modificato, instaurando una normativa molto diversa, bisogna riaprire il termine per consentire ad ogni singolo parlamentare di sollevare legittimamente una questione di costituzionalità. Oggi, ho letto un articolo del costituzionalista Valerio Onida che solleva, per esempio, un problema molto delicato in merito al testo che noi ci apprestiamo a discutere.
GIULIO MARCON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, signor Presidente. Ci associamo ai rilievi, alle valutazioni e alla richiesta fatta dagli altri esponenti dei gruppi di opposizione. Noi pensiamo che serva una riflessione approfondita rispetto alla contraddizione, io direi al che si è creato, perché noi abbiamo discusso in Commissione un testo radicalmente diverso da quello che era stato votato prima dell'estate e ci troviamo con una situazione nuova, radicalmente nuova, per cui non aver ammesso la discussione sulle pregiudiziali su un testo che è radicalmente nuovo, non aver ammesso una discussione sul complesso degli emendamenti, non aver ammesso una discussione su un testo che, ripeto, è radicalmente nuovo ci sembra una ferita molto grave inferta al Parlamento e alla Camera dei deputati. Per cui noi riteniamo che vada investita la Giunta per il Regolamento.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole La Russa... bene, prego.
IGNAZIO LA RUSSA. Che è successo?
PRESIDENTE. Stavo chiedendo al Governo di ascoltare.
IGNAZIO LA RUSSA. Sarebbe un miracolo, Presidente. Lei è importante, ma i miracoli ancora non li può fare...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole La Russa. Scusi, forse non mi sono spiegato... bene.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, comunque, Presidente, della buona intenzione. Io ero assolutamente convinto, venendo in Aula, prima dell'apposizione del voto di fiducia che abbiamo letto sulle agenzie - il Governo ha già deciso, lo stesso Governo che aveva detto che non si sarebbe minimamente occupato della legge elettorale -, ero sicuro che la protervia non arrivasse a impedire addirittura al Parlamento di parlare, prima dell'apposizione del voto di fiducia, sulla discussione generale.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
IGNAZIO LA RUSSA. Ho finito, Presidente. Quindi, se noi in una legge votiamo che è vietato possedere i cani - così ci sono i nuovi movimenti animalisti dell'1 per cento che ascoltano - e noi ci ribelliamo, andiamo in Commissione e poi, invece, votiamo che è obbligatorio avere un cane, siccome era tornato in Commissione che era vietato avere un cane e ritorna che è obbligatorio avere un cane, noi non possiamo neanche discutere se è costituzionale o no l'obbligo di avere il cane in casa. Questo lei ci sta dicendo oggi!
PRESIDENTE. Le relazioni di minoranza sono in distribuzione, quindi il tema è risolto.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 2352-2690-3223-3385-3986-4068-4088-4092-4128-4142-4166-4177-4182-4183-4240-4262-4265-4272-4273-4281-4284-4287-4309-4318-4323-4326-4327-4330-4331-4333-4363-A/R: Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica …
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge, nel testo della Commissione, e degli emendamenti presentati.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole D'Attorre.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, io, nelle considerazioni che le ho fatto prima, le ho fatto una richiesta, che mi sembra dalla sua risposta non sia stata evasa, nemmeno con una risposta affermativa o negativa. Le ho chiesto di dirmi quali siano i precedenti all'interno della Camera di votazioni analoghe a quelle che sono state compiute, le quali sono state poi oggetto di modifica contestabile - a mio avviso, ma credo che anche le questioni sollevate dagli altri gruppi testimonino come ci sia una divergenza di opinioni - e sulle quali non credo lei abbia risposto in alcun modo sui precedenti.
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, questo già ce l'ha detto…
DAVIDE CRIPPA. Presidente, io le ho chiesto delle motivazioni sui precedenti che non mi sono state date.
DAVIDE CRIPPA. Per cui, sulla base di quello io le sto dicendo: non possiamo permetterci di andare avanti soltanto in virtù di una forza di maggioranza che gestisce anche la presidenza della I Commissione, che formula un parere…
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, però non ritorniamo… L'ho già ampiamente illustrato. Va bene.
DAVIDE CRIPPA. …di costituzionalità estremo, tale per cui ad un certo punto le modifiche che sono state richieste non sono modifiche secondo lui formali.
DAVIDE CRIPPA. A noi sembra evidente che qui non è inutile che perdiamo anche del tempo: la Giunta per il Regolamento ci metta un'ora ad esprimersi, qual è il problema di esprimersi nel merito?
PRESIDENTE. Onorevole Crippa… Onorevole Crippa, lei sta ritornando… Io ho capito quello che lei sta dicendo.
DAVIDE CRIPPA. Altrimenti citi i precedenti, Presidente. Lei magari mi faccia finire, poi può intervenire; o, altrimenti, andiamo avanti così. Però, se mi parla sopra…
PRESIDENTE. Sì, però, io non le dovevo… Se lei ripete quello che ha detto prima, non le dovrei proprio dare la parola. Quindi, io la interrompo perché lei sta ripetendo quello che ha detto prima.
DAVIDE CRIPPA. Lei mi dica i precedenti. Io le ho chiesto i precedenti.
PRESIDENTE. Lei ha parlato dei precedenti e io le ho risposto come penso che…
DAVIDE CRIPPA. Sui precedenti non mi ha risposto.
PRESIDENTE. Io le rispondo come ritengo di rispondere La ringrazio .
ALFREDO D'ATTORRE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Il Presidente risponde come ritiene e come può rispondere, ma sarebbe il caso che si rispondesse alle questioni che sono state poste, per quanto ci riguarda anche con atti formali e scritti indirizzati alla Presidente Boldrini.
ALFREDO D'ATTORRE. Si torna in Commissione, il Partito Democratico sostiene che il vincolo che quell'emendamento crea sul Trentino Alto Adige costituisce un impedimento assoluto a procedere col testo del “Tedeschellum”.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole D'Attorre. Io penso che su questo tema il vicepresidente Giachetti abbia già presentato le motivazioni a quest'Aula sulla pregiudiziali. Io le ho scritto una lettera e questa è la mia posizione .
CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. In realtà, il mio intervento viene sollevato da questa sua ultima affermazione, quella che lei definisce una risposta del Presidente Giachetti, che è stata la seguente, la cito: io rispondo come ritengo opportuno rispondere.
PRESIDENTE. Ma prima c'è stata qualche altra cosa.
CARLO SIBILIA. Mi perdoni, c'è una richiesta precisa. Io voglio riportare questa discussione dal binario politico al binario squisitamente regolamentare e di buon senso, se vuole. Ci sono delle discussioni in corso, penso che la nostra sollevazione in punta di Regolamento abbia trovato anche il favore di altri gruppi politici, quindi significa che non è campata in aria, non è una strumentalizzazione politica. Ed è per questo che riteniamo di assoluto buonsenso la convocazione della Giunta per il Regolamento che possa deliberare nel tempo congruo altrimenti ci dovete dire, se questa cosa non dovesse avvenire, quali sono i precedenti che le spingono a rifiutare questa richiesta che viene avanzata da più gruppi politici. Credo che siamo in democrazia ancora per il momento e credo che sia dovere di tutti, tanto più della Presidenza della Camera, garantire le prerogative dei gruppi parlamentari, visto che, con ogni probabilità, non ci sarà la possibilità di discutere quella che è una legge elettorale sulla quale verrà posta la questione di fiducia. Quindi, ci rimettiamo alla sua decisione, motivata possibilmente .
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa, deputato Buttiglione? Sul Regolamento?
ROCCO BUTTIGLIONE. Sì, sul medesimo tema, signor Presidente. Noi siamo qui davanti ad una situazione un po' difficile. Io comprendo le ragioni del dotto documento che il Presidente Giacchetti ci ha illustrato e che è stato evidentemente redatto dagli uffici. Vorrei però far notare che esistono ragioni meramente formali ed esistono ragioni che toccano la sostanza della vicenda: formalmente noi siamo dentro una procedura iniziata, la quale ha già ha avuto la tappa della discussione generale e della presentazione delle pregiudiziali di costituzionalità. Sostanzialmente ci troviamo, invece, davanti a un provvedimento totalmente nuovo che l'Aula non ha mai avuto occasione di discutere e che, dato che il Governo ha preannunciato che presenterà la questione di fiducia, l'Aula non avrà mai occasione di discutere, né nella forma della discussione generale, né nella formula della discussione del testo con la presentazione di emendamenti. È una situazione che merita una qualche riflessione più approfondita.
PRESIDENTE. Bene, allora, brevemente, riguardo a quanto da lei detto, lei si ricorderà che, con la legge sui vitalizi, noi eravamo in un'altra fase del procedimento, non eravamo entrati nella votazione. Comunque, il Presidente Giachetti ha già dato tutte le spiegazioni su questo . Io cerco di interloquire, colleghi. Dunque, su questo eravamo in una fase diversa del procedimento. Qui eravamo già entrati nella votazione, in quel caso no, comunque è stata data la spiegazione; ora qui non si tratta di una questione di precedenti in merito alla convocazione della Giunta, colleghi e colleghe.
PRESIDENTE. E adesso, se mi permettete, ha chiesto di intervenire la Ministra per i Rapporti con il Parlamento, senatrice Anna Finocchiaro .
DANILO TONINELLI. Presidente, Presidente!
PRESIDENTE. Colleghi, scusate, ho dato la parola alla Ministra. Avete espresso le vostre obiezioni e ho dato la risposta; consentite alla Ministra di parlare. Per favore, colleghi, mi pare che sia stato ampiamente dibattuto il tema che è stato sollevato. Prego, Ministra.
ANNA FINOCCHIARO,. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, degli articoli 1, 2 e 3 del testo unificato delle proposte di legge n. 2352 ed abbinate recante: “Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali”, nel testo predisposto dalla Commissione comprensivo dell' a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea Vergogna! Vergogna! “legge elettorale #hablamos?”).
PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata tra quindici minuti presso la biblioteca della Presidente per definire l'articolazione del dibattito fiduciario. La seduta riprenderà al termine di tale riunione. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico che, nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sull'approvazione degli articoli 1, 2 e 3 del testo unificato delle proposte di legge concernenti “Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali” (A.C. 2352 ed abbinate), nel testo della Commissione, i lavori saranno organizzati secondo il seguente schema: domani, mercoledì 11 ottobre, prima fiducia riferita all'articolo 1, alle ore 13,45 si svolgeranno le dichiarazioni di voto e alle ore 15,45 l'appello nominale; seconda fiducia riferita all'articolo 2, alle ore 17,30 si svolgeranno le dichiarazioni di voto e alle 19,30 l'appello nominale; giovedì 12 ottobre terza fiducia riferita all'articolo 3, alle ore 9 si svolgeranno le dichiarazioni di voto e alle ore 11 l'appello nominale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, volevo soltanto ricordare che oggi, 10 ottobre, è la Giornata mondiale della salute mentale, e quest'anno il tema scelto per il dibattito a livello internazionale è il rapporto tra lavoro e depressione, con una riflessione particolarmente attenta sulla reciproca relazione che c'è tra questi due concetti: da una parte, la depressione rende il proprio lavoro molto meno produttivo; dall'altra parte, invece, un ambiente di lavoro ostile, fortemente competitivo, stressante, rende più facile che una persona vada incontro a una depressione. L'aspetto più interessante degli studi fatti anche in ordine a questa giornata dall'OMS è che le donne risultano le più colpite nella doppia direzione, sia nel caso in cui lo cui sono sottoposte nel lavoro professionale, sommato allo familiare e casalingo, crei davvero una condizione di disagio profondo sia, viceversa, nel caso in cui la difficoltà psicologica cui le donne possono andare incontro induca a un minore rendimento nel mondo del lavoro. Nella legislatura in corso, anche grazie all'interessamento della Presidente Boldrini, abbiamo fatto molte cose a favore delle donne e soprattutto contro la violenza: questa mi sembra una forma di violenza molto sottile che pregiudica anche il livello di soddisfazione naturale che ognuno di noi dovrebbe ricavare dal proprio lavoro ma che ci mette in condizioni di essere meno efficaci. Volevo ricordarlo semplicemente, perché da questo possono scaturire azioni ed operazioni concrete a tutela e difesa specifica del lavoro femminile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Domani, 11 ottobre, celebriamo la Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze, una giornata per i loro diritti e per dire no alla violenza di cui sono vittime. Il nostro messaggio non può che essere tolleranza zero per le mutilazioni genitali e per i matrimoni delle bambine: due odiose forme di violenze che colpiscono le bambine nei loro primi anni e le cui tragiche conseguenze segneranno però tutta la loro vita. Abbiamo sperato che queste odiose pratiche potessero essere progressivamente sconfitte: non è così. I matrimoni delle bambine stanno aumentando, specialmente tra i rifugiati, in particolare nella comunità siriana: è la loro scommessa per garantire protezione e sicurezza economica alle bambine. Anche le mutilazioni genitali sono in aumento, perché si stanno diffondendo in Paesi e comunità dove tale crudele pratica era sconosciuta: nella diaspora europea, nello Sri Lanka, nel Caucaso settentrionale, e aumentano numericamente anche nei Paesi in cui la pratica è da secoli una realtà, per effetto della coincidenza tra credenza religiosa senza fondamento, povertà, crescita demografica, scarsa scolarizzazione femminile. Sono bambini e adolescenti che, proprio per la loro età, non hanno possibilità di proteggersi, di difendersi, non hanno voce. Alziamo noi la voce per loro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bueno. Ne ha facoltà.
RENATA BUENO. Grazie, Presidente. Voglio portare a conoscenza di questo Parlamento la volontà del popolo brasiliano di rimandare Cesare Battisti nel suo Paese d'origine. Noi abbiamo sempre lavorato sul tema, nonostante l'opinione negativa dell'ex Presidente Lula per mantenerlo in territorio brasiliano: il popolo brasiliano non ha mai accettato la sua permanenza lì. Noi abbiamo fatto un incontro, non solo io personalmente ma tutta la collettività italiana, nei primi mesi del mandato del nuovo Presidenti Temer, per chiedere a lui la decisione di annullare il decreto dell'ex Presidente Lula e di riconsiderare la richiesta di estradizione in Italia. Le autorità diplomatiche italiane ovviamente hanno già fatto le loro azioni, ma noi abbiamo già la conferma del fatto che alle autorità brasiliane spetta la decisione definitiva. La decisione politica è presa, però abbiamo ancora intoppi giuridici che dobbiamo affrontare, purtroppo. La cosa che un po' ci lascia sconforto è il fatto che il gruppo dell'ex Presidente Lula, che ha negato all'Italia di rimandare qui questo assassino, è stato sempre ricevuto con le braccia aperte in Italia, da tanti gruppi politici, dalla sinistra alla destra, e a lui non hanno mai detto le parole che dovevano essere dette, nel senso che lui ha causato un disagio gravissimo nel rapporto tra Italia e Brasile e noi ancora cerchiamo di riparare questo grave danno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Menech. Ne ha facoltà.
ROGER DE MENECH. Presidente, ieri, 9 ottobre, ricorreva l'anniversario, il cinquantaquattresimo, della tragedia del Vajont, a cinquant'anni dall'inizio della ricostruzione del paese di Longarone. Questa mattina, proprio a Longarone, un convegno dedicato alla ricostruzione di tutte le nostre comunità che hanno subito, nel corso di questi cinquant'anni, disastri e momenti di lutto gravissimi. Un convegno che ridà speranza, ridà speranza alle comunità; la speranza si è sollevata proprio cinquant'anni fa nel momento in cui Longarone riprendeva vita. Ricordo a tutti che nel 2011 veniva istituita da questo Parlamento la Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'incuria dell'uomo. Due considerazioni velocissime. Il termine incuria non è aderente alla realtà del Vajont, il Vajont è stato provocato dall'uomo, non dall'incuria rispetto alle tematiche ambientali, ma dall'aver messo davanti il profitto rispetto al benessere delle comunità della mia provincia, la provincia di Belluno. Ma se oggi abbiamo una sfida da compiere, è quella di riempire di contenuti il 9 ottobre come Giornata nazionale. Riempire di contenuti vuol dire coinvolgere il mondo della scuola, vivere nelle scuole con convegni e approfondimenti il momento del 9 ottobre, non solo per ricordare il disastro del Vajont ma soprattutto perché da questo disastro possiamo contribuire a una comunità che ha un maggior rispetto dell'ambiente e che dell'ambiente fa un valore e non, quindi, un solo motivo di profitto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Incà. Ne ha facoltà.
FEDERICO D'INCA'. Presidente, 54 anni fa, il 9 ottobre 1963, alle 22,39, un'enorme frana staccatasi dal Monte Toc cade nel bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont. La caduta sollevò un'onda che provocò la morte di quasi 2.000 persone, tra le quali 487 bambini. La diga, quel tempo, era la più alta del mondo; supportò il violento impatto e oggi ci ricorda l'immane tragedia. Il Vajont ha segnato un prima e un dopo per le comunità colpite dal disastro, lasciando una ferita che non si potrà mai più rimarginare. Longarone, completamente distrutta, è stata ricostruita sulle macerie del vecchio paese, che vive ancora oggi nel ricordo dei superstiti. Il paese di Erto e Casso ha perso per sempre la sua valle, che gli abitanti non riescono più riconoscere a causa dello sfacelo portato dalla caduta di 260 milioni di metri cubi di roccia nel lago artificiale. Il nome Vajont unisce il Veneto e Friuli-Venezia Giulia in un unico abbraccio di dolore, un dolore che, nonostante sia passato più di mezzo secolo, non può essere cancellato. Quello che hanno provato queste comunità non può e non deve essere dimenticato, non c'è niente che gli possa restituire perché questa ferita non si rimarginerà mai. C'è però una cosa che può aiutare i sopravvissuti e i loro discendenti ad affrontare questo immenso dolore: la memoria, e con essa l'impegno solenne a non dimenticare mai, a non far dimenticare mai ciò che è successo quella notte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signor Presidente, anche a nome della collega Maria Amato, vorrei evidenziare la drammaticità di una vertenza che riguarda una fabbrica di Atessa, in provincia di Chieti, che occupa 420 lavoratori di una grande multinazionale, la Honeywell, che nei fatti ha deciso di delocalizzare questa azienda in attivo, che ha un mercato, che produce e che sta in buona salute, dal punto di vista dei risultati aziendali.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.