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Martedì 09 Febbraio 2010 ore 11:00
Seduta di assemblea numero 280 della XVI legislatura
Resoconto stenografico
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Seduta di assemblea numero 280 della XVI legislatura del 09/02/2010
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Interrogazioni (Svolgimento)
- Situazione occupazionale dello stabilimento della Lmt di Pignataro Interamna (Frosinone) - n. 3-00569
- Iniziative per completare la ricostruzione nei territori della provincia di Catania colpiti dall'evento sismico ed eruttivo del 29 ottobre 2002 - n. 3-00659
- Intendimenti del Governo in merito agli interventi di bonifica dei siti inquinati, con particolare riferimento ai siti di Torviscosa e Trieste - n. 3-00461
- Iniziative per contrastare lo stato di crisi finanziaria della società Nerviano medical sciences Srl e per la salvaguardia dei posti di lavoro - n. 3-00676
- Iniziative per impedire l'accesso al mercato italiano di prodotti pericolosi per la salute provenienti dai Paesi asiatici - n. 3-00766
- Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo
- La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 15,05
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Sull'ordine dei lavori
- Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 1 del 2010: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali (A.C. 3097-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Preavviso di votazioni elettroniche.
- La seduta, sospesa alle 15,20, è ripresa alle 15,40
- Ripresa discussione - A.C. 3097-A
- Conversione in legge del decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa. (3097-A) (FAS)
- La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,15
- Ripresa discussione - A.C. 3097-A
- Conversione in legge del decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa. (3097-A) (FAS)
- Ripresa esame - A.C. 3097-A
- Esame emendamento - A.C. 3097-A
- Votazione Emendamenti - A.C. 3097-A
- Esame emendamento - A.C. 3097-A
- Votazione Emendamenti - A.C. 3097-A
- Esame emendamento - A.C. 3097-A
- Votazione Emendamenti - A.C. 3097-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 3097-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 3097-A
- Conversione in legge del decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa. (3097-A) (FAS)
- La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 16,50
- Ripresa discussione - A.C. 3097-A
- Conversione in legge del decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa. (3097-A) (FAS)
- Ripresa esame - A.C. 3097-A
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 3097-A
- Parere del Governo sugli ordini del giorno - A.C. 3097-A
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3097-A
- Dichiarazioni di voto finale a titolo personale - A.C. 3097-A
- Coordinamento formale - A.C. 3097-A
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 3097-A
- Conversione in legge del decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa. (3097-A) (FAS)
- Inversione dell'ordine del giorno
- Seguito della discussione dei progetti di legge:
- Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese concernente la mutua assistenza in materia penale, fatto a Roma il 28 ottobre 1998. (2934-A)
- Ripresa esame - A.C. 2934-A
- Esame articoli - A.C. 2934-A
- Votazione Articolo 1 - A.C. 2934-A
- Votazione Articolo 2 - A.C. 2934-A
- Votazione Articolo 3 - A.C. 2934-A
- Votazione Articolo 4 - A.C. 2934-A
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2934-A
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 2934-A
- Coordinamento formale - A.C. 2934-A
- Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativo alla non imponibilità dell'imposta sul valore aggiunto dei pedaggi riscossi al traforo del Gran San Bernardo, fatto a Roma il 31 ottobre 2006. (2935-A)
e dell'abbinata proposta di legge: NICCO ed altri. (1608)
- Ripresa esame - A.C. 2935-A
- Esame articoli - A.C. 2935-A
- Votazione Articolo 1- A.C. 2935-A
- Votazione Articolo 2 - A.C. 2935-A
- Votazione Articolo 3 - A.C. 2935-A
- Votazione Articolo 4 - A.C. 2935-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 2935-A
- Parere del Governo sugli ordini del giorno- A.C. 2935-A
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2935-A
- Coordinamento formale - A.C. 2935-A
- Votazione finale ed approvazione - 2935-A
- S. 1828 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno di Norvegia, per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali, con Allegato, fatto a Oslo il 16 giugno 2004 (Approvato dal Senato). (3071)
- Ripresa esame - A.C. 3071
- Esame articoli - A.C. 3071
- Votazione Articolo 1 - A.C. 3071
- Votazione Articolo 2 - A.C. 3071
- Votazione Articolo 3 - A.C. 3071
- Votazione Articolo 4 - A.C. 3071
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3071
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 3071
- S. 1829 - Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dominicana, fatto a Santo Domingo il 14 agosto 2002 (Approvato dal Senato). (3072)
- Ripresa esame - A.C. 3072
- Esame articoli - A.C. 3072
- Votazione Articolo 1 - A.C. 3072
- Votazione Articolo 2 - A.C. 3072
- Votazione Articolo 3 - A.C. 3072
- Votazione Articolo 4 - A.C. 3072
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3072
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 3072
- S. 1830 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla collaborazione nel settore del turismo, fatto a Roma il 7 dicembre 2006 (Approvato dal Senato).
(3073)
- Ripresa esame - A.C. 3073
- Esame articoli - A.C. 3073
- Votazione Articolo 1 - A.C. 3073
- Votazione Articolo 2 - A.C. 3073
- Votazione Articolo 3 - A.C. 3073
- Votazione Articolo 4 - A.C. 3073
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 3073
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3073
- Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese concernente la mutua assistenza in materia penale, fatto a Roma il 28 ottobre 1998. (2934-A)
- Proposte di legge: Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma (A.C. 975-2513-A) (Seguito della discussione ed approvazione del testo unificato)
- BRANDOLINI ed altri; RAINIERI ed altri: Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma.(975-2513-A) (FAS)
- Ripresa esame - A.C. 975-2513-A
- Esame articoli - A.C. 975-2513-A
- Esame articolo 1 - A.C. 975-2513-A
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 975-2513-A
- Votazione Emendamento - A.C. 975-2513-A
- Votazione Articolo 1 - A.C. 975-2513-A
- Votazione Articolo 2 - A.C. 975-2513-A
- Esame articolo 3 - A.C. 975-2513-A
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 975-2513-A
- Votazione Emendamento - A.C. 975-2513-A
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 975-2513-A
- Votazione Emendamento - A.C. 975-2513-A
- Votazione Articolo 3 - A.C. 975-2513-A
- Esame articolo 4 - A.C. 975-2513-A
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 975-2513-A
- Votazione Emendamenti - A.C. 975-2513-A
- Votazione Articolo 4 - A.C. 975-2513-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 975-2513-A
- Parere del Governo sugli ordini del giorno- A.C. 975-2513-A
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 975-2513-A
- Coordinamento formale - A.C. 975-2513-A
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 975-2513-A
- BRANDOLINI ed altri; RAINIERI ed altri: Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma.(975-2513-A) (FAS)
- Ordine del giorno della seduta di domani
, legge il processo verbale della seduta del 4 febbraio 2010.
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Brancher, Brugger, Cirielli, Dozzo, Leone, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Molgora, Nucara, Pescante, Sardelli, Scajola, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna.
. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Anna Teresa Formisano n. 3-00569, concernente la situazione occupazionale dello stabilimento della Lmt di Pignataro Interamna (Frosinone) .
, . Signor Presidente, con riferimento all'atto parlamentare presentato dall'onorevole Formisano, inerente la situazione aziendale della società Lmt di Pignataro Interamna (Frosinone), passo ad illustrare i dati informativi trasmessi dai competenti uffici dell'amministrazione che rappresento, dall'INPS, dalla regione Lazio e dal Ministero dello sviluppo economico. La predetta società, che opera nel settore dei rimorchi e semirimorchi, è stata posta in liquidazione dal tribunale di Cassino, in data 1o dicembre 2008, e successivamente il 12 gennaio 2009, con provvedimento della stessa autorità giudiziaria, ne è stato dichiarato il fallimento con contestuale nomina del curatore fallimentare. I lavoratori della società hanno fruito di cassa integrazione in deroga per il periodo 1o gennaio 2009-17 luglio 2009. Al riguardo l'INPS, da notizie assunte presso la propria sede di Cassino, ha comunicato che, dopo la conclusione dell' amministrativo dei vari procedimenti di riconoscimento dei trattamenti di integrazione salariale, i lavoratori risultano pagati regolarmente. I lavoratori risultano attualmente in cassa integrazione guadagni straordinari per procedura concorsuale, così come convenuto tra le parti, nell'ambito dell'accordo siglato presso la regione Lazio, lo scorso 4 agosto. In particolare, il predetto trattamento di CIGS è stato concesso con decreto ministeriale 1o dicembre 2009 n. 48471, per il periodo dal 18 luglio 2009 al 17 luglio 2010. L'INPS è stata autorizzata ad erogare, direttamente ai lavoratori sospesi, il trattamento integrativo e gli assegni familiari, qualora dovuti. In proposito, faccio presente, con riferimento a quanto accennato nell'atto ispettivo dall'onorevole interrogante, che, nel 2009, sono stati assegnati alla regione Lazio 90 milioni di euro ai fini della concessione, in deroga alla vigente normativa, di trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e di disoccupazione speciale; sicché non vi erano problemi di risorse per il sostegno al reddito dei lavoratori. Aggiungo che non vi saranno problemi di risorse nel corso del 2010 allorché saranno assegnate alla regione Lazio risorse sicuramente congrue rispetto alle esigenze di interventi relativi alle crisi occupazionali e, quindi, anche alla vicenda che stiamo affrontando. Nel corso del 2010, pertanto, sarà possibile, con l'attenzione dovuta nel seguire l'evoluzione della vicenda, affrontare sia i temi della prospettiva dell'area, sia la questione occupazionale, per verificare, nel caso non dovessero concretizzarsi iniziative utili alla ricollocazione dei lavoratori, la possibilità di intervenire con gli strumenti necessari per continuare, come è doveroso, a garantire il sostegno al reddito dei lavoratori stessi. Sicché l'impegno che il Governo assume è quello di continuare ad intervenire nel settore anche attraverso un ampliamento degli incentivi rivolti ad altri settori del trasporto su gomma (oltre a quelli che già godono di questo beneficio) con le ricadute che auspicabilmente si potrebbero determinare anche sulla vicenda in questione. In ogni caso, il Governo si impegna a seguire la vicenda con la disponibilità, nel corso del 2010, se richiesto, ad aprire tavoli di confronto con le parti e con i soggetti interessati, comunque, con la certezza di poter garantire anche nel 2010 ammortizzatori sociali e strumenti di tutela per i lavoratori interessati.
. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Viespoli, ma vorrei fare alcune puntualizzazioni che ritengo utili. Intanto stiamo parlando di un'interrogazione che ho presentato nel lontano 24 giugno 2009. Credo che questo fatto si commenti da sé, perché quello era il momento in cui i lavoratori erano oggettivamente preoccupati, anche perché - come l'onorevole Viespoli ha appena affermato - la cassa integrazione è scattata dal mese di luglio 2009. Pertanto, se un parlamentare, che vive il territorio quotidianamente, si occupa di un problema, che in quel momento rappresenta un'emergenza, ma la risposta viene fornita dopo otto mesi, capite bene che poi non ci si può lamentare che vi sia distanza tra politici e cittadini. Se questi sono i tempi, vi sarà sempre molta più distanza. Fatta questa parentesi, accolgo favorevolmente le osservazioni e le indicazioni del collega Viespoli e, se possibile, nel dichiararmi parzialmente soddisfatta, voglio lanciare una provocazione. Diamoci un appuntamento operativo, perché il mese di luglio è alle porte e non vorrei che poi ci trovassimo a correre in affanno, come al solito, arrivando così alle situazioni, cui assistiamo in questo periodo ogni giorno, riportate dalle televisioni e dalla stampa. Non credo che questa sia la mia volontà, tanto meno quella dei rappresentanti del Governo. Diamoci un appuntamento a maggio per monitorare la reale situazione di questa azienda. Parliamo - la cosa mi sta particolarmente a cuore - di operai, di maestranze che sono fuori in termini di età rispetto a giovani in cerca di prima occupazione. Parliamo di padri di famiglia che hanno oltre 45, 50 anni e che non troverebbero una facile collocazione in altre aziende. Pertanto, se ho capito bene e credo di aver capito bene, mi pare che vi sia grande disponibilità da parte del collega Viespoli, al quale - approfittando anche della presenza del sottosegretario per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, che non è esente dall'interessarsi a queste problematiche - propongo un monitoraggio della situazione da effettuare insieme a maggio. Verifichiamo se vi è la possibilità di aprire un tavolo per individuare le criticità o gli interventi necessari per rilanciare questa struttura che vive un momento di crisi particolare, perché parliamo di un territorio - voi lo sapete meglio di me - dove troviamo la FIAT come prima azienda; ciò, anche per fornire una risposta a questi lavoratori che, ormai da due anni, non sanno come sarà il futuro per le loro famiglie e per loro stessi. Quindi, ritenendomi parzialmente soddisfatta (e ringrazio i colleghi per la loro attenzione), propongo un monitoraggio più attento di tale situazione ai primi di maggio.
. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Burtone n. 3-00659, concernente iniziative per completare la ricostruzione nei territori della provincia di Catania colpiti dall'evento sismico ed eruttivo del 29 ottobre 2002 .
, . Signor Presidente, il 31 dicembre 2008 è cessato il periodo di vigenza della dichiarazione dello stato di emergenza sia per i gravi fenomeni eruttivi connessi all'attività vulcanica dell'Etna nel territorio della provincia di Catania, sia per gli eventi sismici verificatisi nella medesima area nel 2002. Tuttavia, a causa del permanere dello stato di criticità, è stata emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3735 del 22 gennaio 2009, non derogatoria, finalizzata ad adottare ogni iniziativa utile per assicurare la continuità amministrativa, il monitoraggio sull'attuazione delle attività poste in essere in regime straordinario e il completamento degli interventi per il ritorno alla normalità, anche in un contesto di necessaria prevenzione da una possibile situazione di pericolo per la pubblica e privata incolumità. Con tale provvedimento è stato conservato il regime commissariale al presidente della regione, fino al 31 dicembre 2009, mantenendo in servizio, tra i vari disposti dell'ordinanza, il personale precario assunto dai comuni e il finanziamento per l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari non ancora rientrati nelle proprie abitazioni. Successivamente, al fine di consentire al commissario delegato di proseguire, in regime ordinario, le iniziative volte a fronteggiare le conseguenze dell'evento calamitoso, con l'articolo 2 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3829 del 27 novembre 2009, il suddetto regime commissariale è stato prorogato al 31 dicembre 2010. In particolare si evidenzia che l'importo complessivo finanziato dallo Stato per l'opera di ricostruzione è pari a 186.713.756 euro suddiviso nel modo seguente: 20 milioni di euro, come fondi diretti disposti con l'ordinanza n. 3254; 92.435.054 euro, tramite mutui accesi in base al disposto delle ordinanze n. 3277 e n. 3311; 22 milioni euro, sui fondi CIPE erogati in base all'accordo di programma quadro n. 17 del 2003; 45.773.390 euro, tramite mutuo acceso in base al disposto dell'ordinanza n. 3464; 4.505.311 euro, tramite attualizzazione su 15 anni dell'importo annuale erogato in base al disposto dell'ordinanza n. 3534; 2 milioni di euro, a valere sui fondi recati dalla legge n. 433 del 1991. Per quanto riguarda il grado di realizzazione degli interventi, si fa presente che per il 93 per cento delle attività, ricadenti nel patrimonio edilizio privato in prima priorità - fabbricati oggetto di ordinanza di sgombero - i progetti sono stati approvati, con un sensibile progresso rispetto al dato di fine 2007 pari al 50 per cento circa, e il 90 per cento delle famiglie sono rientrate nelle proprie abitazioni. Inoltre, entro il mese di dicembre 2010, tutte le pratiche ricadenti nella prima priorità - residenti con ordinanza di sgombero - saranno completamente evase. Relativamente all'aspetto finanziario sono stati impegnati circa 50 milioni di euro per le opere pubbliche e, al 31 dicembre 2008, si è esaurita la quasi totalità dei finanziamenti a disposizione mentre, per la ricostruzione/riparazione del patrimonio edilizio privato in prima priorità, è stato previsto un importo di circa 126/130 milioni di euro. Pertanto con nota del 10 marzo 2009 il Dipartimento della protezione civile ha invitato il commissario delegato a «(...) non procedere ad ulteriori impegni di spesa per le opere pubbliche, ponendo a rischio il completamento della ricostruzione del patrimonio edilizio privato, ricostruzione ormai giunta al 75 per cento per quanto riguarda le competenze finanziarie, con ben il 90 per cento delle famiglie rientrate nelle proprie abitazioni. Inoltre, il contenzioso che ne deriverebbe sarebbe certamente notevole e con esito probabilmente sfavorevole.» Tale richiesta si è resa necessaria in quanto il commissario delegato, con propria rimodulazione del luglio 2008, ha trasferito alcuni interventi riguardanti le opere pubbliche dalle seconde priorità (ed in qualche caso dalle terze) alla prima, accettando anche interventi in comuni non dichiarati danneggiati dal sisma e aumentando l'importo necessario, per la prima priorità, da 60 milioni a oltre 100 milioni di euro. Il Commissario delegato ha, comunque, proseguito parallelamente gli interventi, sia quelli relativi alle opere pubbliche che quelli attinenti alla prima priorità del patrimonio edilizio privato, impegnando circa 90 milioni di euro per le opere pubbliche. In tal modo si è reso necessario un ulteriore finanziamento di 32/35 milioni di euro per completare la riparazione degli interventi attinenti il patrimonio edilizio privato. Al riguardo, è in corso di predisposizione, da parte del suddetto dipartimento, un'apposita nota finalizzata a richiedere, al competente Ministero dell'economia e delle finanze, l'integrazione del Fondo della Protezione civile con la somma suindicata, mediante corrispondente riduzione del Fondo per le spese impreviste del Ministero stesso, fermo restando che tale importo sarà destinato esclusivamente al completamento degli interventi relativi al patrimonio edilizio privato.
. L'onorevole Burtone ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, rimango insoddisfatto della risposta del sottosegretario rispetto alle esigenze e alle richieste che provengono dalle comunità che otto anni fa - lo voglio qui ricordare - vennero colpite da diverse calamità naturali. Infatti, in un'area vasta, che ebbe come epicentro Santa Venerina ed Acireale, furono colpiti anche tanti altri comuni e, oltre all'evento sismico, subirono anche l'eruzione lavica e la caduta di cenere lavica, che portò grandi problemi soprattutto nella città di Catania, con il blocco di tante iniziative economiche. Vi fu un immobilismo per tanti giorni, per troppi giorni, tanto che arrivò il Presidente del Consiglio, allora l'onorevole Berlusconi, che fece la promessa di una legge di solidarietà per Catania. Di quella legge, signor Presidente, non abbiamo neanche l'ombra: mai presentata come disegno di legge e mai discussa, però promessa ai catanesi in quel dicembre in cui il Presidente del Consiglio venne a fare visita alle abitazioni che erano state colpite. Ma non voglio ritornare a ciò, signor Presidente: voglio dire che vi furono danni notevoli e vennero colpiti anche settori produttivi. Si disse, quando questa Camera operò nella realizzazione della legge per la ricostruzione, che i fondi sarebbero stati sufficienti per la ricostruzione. Signor Presidente, questo però non è vero: vi è stata una gestione - e qui prendo atto delle cose gravi che il sottosegretario ha detto - discutibile dei fondi per la ricostruzione. Il commissario che ha operato, in questa fase il presidente della regione Lombardo, ha fatto alcune variazioni nell'utilizzazione di queste risorse certo non per completare le opere importanti che erano in quell'area, ma addirittura per spendere quelle risorse fuori dall'area che aveva subito danni. Credo che il Governo dovrebbe fare una verifica attenta, anche perché, signor sottosegretario, attualmente vi sono 1.434 pratiche di ricostruzione di edifici privati per un importo di oltre 66 milioni di euro; vi sono altrettante opere pubbliche nel territorio interessato al sisma, non fuori da quell'area, e quindi vi è la necessità di avere queste risorse, anche perché per ragioni di equità, signor sottosegretario, non possono pagare i cittadini, specialmente quei cittadini onesti che non hanno presentato una condizione assai grave della propria abitazione. Sono quelli che non sono stati messi nella priorità 1, avevano la propria casa parzialmente agibile, ma lo era solo parzialmente. Vi sono perizie che sono state compiute dagli uffici che evidenziano che anche queste abitazioni necessitavano e necessitano degli interventi per la ricostruzione. Ecco perché, signor Presidente, noi sollecitiamo il Governo affinché individui queste aree e richiami alla correttezza il presidente della regione, anche perché non possono subire sempre i siciliani. Noi abbiamo casi come il Friuli, in cui la ricostruzione è stata completata e non vorremmo avere un nuovo Belice. Lo Stato ha fatto una legge, i fondi si utilizzino correttamente. Vi sono dei Governi che sono chiamati alle proprie responsabilità: facciano il proprio dovere .
. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Strizzolo n. 3-00461, riguardante intendimenti del Governo in merito agli interventi di bonifica dei siti inquinati, con particolare riferimento ai siti di Torviscosa e Trieste .
, . Signor Presidente, il decreto legislativo n. 152 del 2006 ha definito le procedure per l'attuazione di programmi di intervento di riconversione industriale e sviluppo economico e produttivo dei siti industriali inquinati. Al fine di disporre di uno strumento di finanziamento e di attuazione della sopradetta normativa, la delibera CIPE n. 166 del 2007, relativa all'attuazione del quadro strategico nazionale 2007-2013, ha, tra l'altro, previsto la definizione del «programma straordinario nazionale per il recupero economico-produttivo dei siti industriali inquinati». In particolare, per tale programma, la cui attuazione è affidata al Ministero dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministero dell'ambiente, era stato previsto, dalla citata delibera del CIPE n. 166 del 2007, uno stanziamento complessivo di circa 3 miliardi di euro a valere sui fondi FAS 2007-2013. I fondi sarebbero stati necessari per l'attivazione degli interventi di riqualificazione ambientale e di rilancio economico produttivo dei territori del Paese che ricadono in aree di interesse sia nazionale che regionale. Il comitato di sorveglianza e il comitato tecnico di coordinamento, sulla base delle anzidette risorse assegnate dal CIPE, condividendo i criteri di ammissibilità e di ripartizione territoriale definiti dal Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente, hanno individuato, tra i 60 siti risultati ammissibili al finanziamento - su complessivi 116 siti segnalati dalle Regioni - 26 siti prioritari, di cui 18 di interesse nazionale, nei quali rientrano la Laguna di Grado e Marano (ove è ubicato il complesso industriale chimico di Torviscosa) e il sito di Trieste. Si aggiunge, tuttavia, che date le stringenti esigenze di bilancio pubblico e la grave situazione di crisi economico-finanziaria a livello mondiale, il CIPE, con successive delibere, adottate nella seduta del 6 marzo 2009, ha riprogrammato le risorse nazionali disponibili del FAS, in funzione anticrisi, assegnandole a tre Fondi: Fondo sociale per occupazione e formazione; Fondo infrastrutture; Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Quest'ultimo Fondo, in particolare, costituisce una riserva da utilizzare per una serie di interventi a sostegno dello sviluppo del Paese (ivi compresi gli interventi per la bonifica di siti industriali inquinati) e aveva, all'atto della sua istituzione, una dotazione complessiva pari a circa 9 miliardi di euro (in gran parte già preallocati da disposizioni di legge come, ad esempio, la ricostruzione de L'Aquila). Con delibera n. 4 del 6 marzo 2009, il CIPE ha stabilito, in particolare, le procedure e i criteri da seguire nell'utilizzazione delle predette risorse. In attuazione delle predette procedure, il Ministero dello sviluppo economico ha già fatto richiesta alla Presidenza del Consiglio, tra l'altro, di un'assegnazione di 50 milioni di euro per il progetto di bonifica di siti industriali inquinati, a valere su detto Fondo strategico per il Paese. Tale richiesta, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, dovrà essere, poi, portata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri all'esame del CIPE. Riguardo alla particolare situazione di crisi della società Caffaro di Torviscosa, in amministrazione straordinaria, si fa presente che il Ministero dello sviluppo economico sta verificando la possibilità di proporre al Ministero dell'ambiente soluzioni tecniche capaci di contenere i costi della messa in sicurezza e della bonifica del sito Caffaro di Torviscosa, con l'obiettivo di favorire l'ingresso di possibili investitori e, quindi, la conservazione dei posti di lavoro.
. L'onorevole Strizzolo ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, devo dichiararmi totalmente insoddisfatto, perché quanto esposto dall'onorevole sottosegretario rappresenta un quadro già abbastanza noto. Infatti, la mia interrogazione risale al 31 marzo dell'anno scorso (quindi, è passato quasi un anno) e fa seguito a dichiarazioni ed impegni assunti dal Ministro dello sviluppo economico nel corso di una visita nella regione Friuli Venezia Giulia, con riferimento anche al problema della crisi dell'azienda chimica Caffaro di Torviscosa. Nel ricordare che il polo chimico di Torviscosa, per l'importanza, è il terzo polo chimico italiano, sottolineo, ancora una volta, l'inadeguatezza e l'insufficienza degli indirizzi e delle politiche assunte, fino ad oggi, dal Governo per rilanciare l'intero settore chimico nel nostro Paese. Si tratta, infatti, di un settore strategico per il futuro del nostro Paese, non solo dal punto di vista dell'occupazione - e, quindi, con ricadute rilevanti dal punto di vista sociale - ma anche come scelta strategica di supporto alle attività industriali. Credo, infatti, che il Governo abbia il dovere di riconfermarsi ancora impegnato a sostenere politiche di sviluppo ed economico, che riguardino i settori più avanzati del comparto dell'industria. Rispetto a questa risposta, non solo non vi è alcuna novità sostanziale e concreta, ma, addirittura, con un'impostazione sostanzialmente di tipo burocratico, non si dà risposta neppure alle iniziative intraprese da alcuni commissari - il commissario, dottor Cappelletto, che è stato nominato per la Caffaro in stato di crisi, e il commissario per la bonifica della Laguna di Grado, il dottor Menchini - i quali si stanno impegnando e stanno lavorando per portare avanti alcune proposte da sottoporre sia al Ministero dell'ambiente, sia al Ministero per lo sviluppo economico. Mi sembra che, purtroppo, tali iniziative non troveranno grande attenzione né grande e concreta accoglienza da parte dei due Ministeri: ciò metterà ancora una volta in difficoltà una realtà che, tra diretto e indotto, alimenta circa mille posti di lavoro (tra l'altro, una parte di questi sono già in cassa integrazione). Pertanto, ribadendo la mia totale insoddisfazione, rinnovo ancora una volta l'invito al Governo, al Ministero dell'ambiente e al Ministero per lo sviluppo economico, a riprendere l'iniziativa di intervento e di bonifica nei siti inquinati di interesse nazionale, di cui alle decisioni del Governo Prodi del 2006, in quanto, come abbiamo registrato in questo anno e mezzo, quasi due, di Governo Berlusconi, con il gioco delle «tre carte», molti fondi sono stati spostati da un capitolo ad un altro, cercando di tamponare situazioni di emergenza, appunto temporanee. Tuttavia, con il gioco delle «tre carte» non si va da nessuna parte. Non si può continuare ad andare in giro per l'Italia a promettere e a dire che si risolverà tutto, mentre poi, in concreto, ripeto, si continua a fare il gioco delle «tre carte». Dopo aver sottolineato ciò...
. La prego di concludere.
. Concludo signor Presidente, ricordando che sul problema del recupero della crisi del complesso chimico Caffaro di Torviscosa, vi è un impegno congiunto dei diversi livelli istituzionali, dal comune, alla provincia, alla regione, al consorzio Aussa-Corno, ma anche del mondo del lavoro e dei sindacati, che hanno assunto fino ad oggi un atteggiamento di grande responsabilità. Mi auguro che, da parte del Governo, prossimamente, vi sia un'iniziativa concreta a favore della soluzione della crisi della Chimica Caffaro .
. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Volontè n. 3-00676, concernente iniziative per contrastare lo stato di crisi finanziaria della società Nerviano medical sciences Srl e per la salvaguardia dei posti di lavoro .
, . Signor Presidente, il Ministero dello sviluppo economico, pur non essendo stato sin qui coinvolto nella questione illustrata nell'atto di sindacato in esame, segue gli sviluppi della situazione del centro di ricerche Nerviano medical sciences, nell'ambito delle attività del tavolo permanente per il settore farmaceutico, istituito presso lo stesso Ministero. Nel maggio 2009 è stato ultimato l'iter di ricapitalizzazione della Nerviano medical sciences. Ciò è avvenuto mediante la cessione del credito, di 30 milioni di euro, di Unicredit verso NMS alla proprietà, Congregazione dei figli dell'immacolata concezione. Quest'ultima, a sua volta, ha provveduto a ricapitalizzare NMS per lo stesso importo. La regione Lombardia, dove è stato istituito un tavolo di confronto, sta portando avanti gli impegni presi a favore della Nerviano medical sciences, a seguito della suddetta ricapitalizzazione, e sta promuovendo un percorso finalizzato allo sviluppo strategico del centro di ricerca. In particolare, è tuttora in corso lo svolgimento di una serie di incontri presso la regione con azienda, rappresentanze sindacali e istituzioni locali, per la condivisione del piano industriale che è stato presentato in data 10 novembre 2009. Le organizzazioni sindacali hanno valutato positivamente il valore strategico del piano di sviluppo presentato, che da un lato non presenta alcun rischio di licenziamento per i lavoratori, poiché contiene i presupposti, alcuni dei quali dovranno essere consolidati, per un rilancio competitivo sul mercato del centro stesso, dall'altro non prevede l'attivazione di alcuna procedura di mobilità. Tra i punti qualificanti del piano è prevista la nascita di un centro universitario che potrebbe garantire una stabile con la regione, favorendo l'occupazione. I prossimi passaggi sono, quindi, relativi, da un lato, al proseguimento della trattativa con la Pfizer, che sta procedendo nei tempi programmati, e, dall'altro, all'attivazione di nuove per le quali occorre, però, che sia definitivamente approvato il piano industriale. Risulta, inoltre, che il centro NMS, proprio al fine di favorire, accanto agli aspetti scientifici e di anche l'ambito finanziario fortemente connesso ai programmi di rilancio del centro ricerche, ha recentemente rinnovato i propri organi sociali. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali comunica, infine, che allo stato attuale non risulta pervenuta alcuna domanda di cassa integrazione straordinaria relativa al Nerviano medical sciences. Il Ministero dello sviluppo economico è totalmente a disposizione per ogni supporto possa essere necessario per la migliore definizione degli interventi del nuovo piano industriale, così come a convocare un tavolo di confronto con tutte le parti interessate, qualora fosse richiesto.
. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, mi dichiaro parzialmente soddisfatto di questa risposta, che dimostra quanto anche al Governo stia a cuore, con attenzione, lo sviluppo di quello che è il più importante centro di ricerca farmaceutica del nostro Paese, il Nerviano medical sciences. Nella sua risposta il sottosegretario ha ricordato anche gran parte delle premesse della nostra interrogazione, vale a dire che esiste un'attenzione - e di questo ci compiacciamo - da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali; che la regione Lombardia ha attivato un percorso di sviluppo strategico con la proprietà e con i ricercatori, oltre che con le maestranze; che il piano di sviluppo è stato presentato all'attenzione delle parti sindacali e ha ottenuto un'importante condivisione, infine, che non ci sono pericoli per i ricercatori e per i dipendenti. Tuttavia, la disponibilità del Governo e l'attenzione dimostrata dallo stesso sottosegretario e dal Ministero per lo sviluppo economico ritengo debbano essere proattive, perché il Nerviano medical sciences è una punta di diamante della ricerca italiana in campo farmacologico ed è tra i centri più importanti presenti nel nostro Paese. È giusto ed è opportuno che si segua con attenzione la trattativa con la Pzifer e che venga approvato il piano industriale, ma ritengo opportuno anche che il Ministero dello sviluppo economico segua da vicino la prospettiva positiva che si può dare a questo importante centro di ricerca del nostro Paese, affinché, non essendo presenti nel nostro Paese molti centri di avanguardia in grado di dedicarsi ad una ricerca molto precisa e all'avanguardia anche in questo campo, si possa considerare il Nerviano medical sciences come un'opportunità non solo per la regione Lombardia, ma anche per l'intero sviluppo della ricerca sul piano nazionale. Da questo punto di vista, con attenzione e con soddisfazione prendiamo atto che, anche in collaborazione con la regione, il piano prevede anche lo sviluppo di un centro universitario. Accanto al Nerviano medical sciences, sono pochi i centri di ricerca così all'avanguardia nel nostro Paese, dove i giovani talenti italiani e internazionali possono compiere una ricerca applicata di altissimo valore, come dimostra la trattativa con la Pfizer. Per queste ragioni essi devono essere considerati positivamente e valorizzati il più possibile, non solo dalle strutture amministrative regionali, ma anche e soprattutto dal Governo nazionale. L'attenzione che lei ha dimostrato, signor sottosegretario, e di cui ci ha parlato, così come l'attenzione dei Ministeri del lavoro e dello sviluppo economico, dal nostro punto di vista, va bene, ma deve essere ancora più indirizzata verso uno sviluppo positivo della situazione e del Nerviano medical sciences.
. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Mistrello Destro n. 3-00766, riguardante iniziative per impedire l'accesso al mercato italiano di prodotti pericolosi per la salute provenienti dai Paesi asiatici .
, . Signor Presidente, gli interroganti chiedono verifiche sulle massicce importazioni di prodotti asiatici spesso contraffatti, che vengono immessi sul mercato senza alcun tipo di controllo. L'azione del Ministero dello sviluppo economico è sempre improntata alla massima e costante vigilanza del mercato per monitorare il fenomeno della contraffazione. La cosiddetta legge sviluppo - la legge n. 99 del 2009 - ha introdotto nuove disposizioni, volte a rendere più efficace l'azione di prevenzione e di contrasto alla contraffazione. In particolare, è stato previsto un inasprimento delle sanzioni penali in materia di contraffazione di prodotti industriali, di cui un'importante porzione del mercato è costituita dai materiali elettrici, l'introduzione del reato, procedibile a querela di parte, di usurpazione di titolo di proprietà industriale, nonché della fattispecie penalmente rilevante di contraffazione o alterazione di indicazione geografica o denominazione d'origine. È stata anche riformulata la sanzione amministrativa per chi acquista beni contraffatti per favorirne l'applicazione generalizzata sul territorio, in un'ottica di contrasto alla domanda di tali prodotti. Sono stati quindi attribuiti maggiori poteri alle forze di polizia, attraverso l'estensione delle cosiddette operazioni speciali (operazioni sotto copertura o acquisto simulato), oggi previste per i reati di mafia, nel caso di associazione per delinquere finalizzata a reati di contraffazione, oltre alla confisca dei beni provenienti dal compimento dei reati di contraffazione. Per quanto riguarda l'invasione di prodotti asiatici, va detto che qualora il flusso di importazione da un Paese terzo sia talmente anomalo da causare un danno alla produzione nazionale o europea o qualora i prodotti importati vengano messi in vendita sui mercati a prezzi inferiori al prezzo di vendita sul mercato di origine della merce, è possibile far ricorso agli strumenti di difesa commerciale previsti dalla normativa comunitaria. Il Ministero dello sviluppo economico si è, in più occasioni, attivato e continuerà ad adoperarsi a livello di Commissione europea, per richiedere l'introduzione di misure o di salvaguardia, in relazione a importazioni dai Paesi asiatici, specialmente dalla Cina, e tale azione ha portato, più volte, all'incisiva applicazione di misure a difesa dei nostri comparti produttivi. Il problema della contraffazione della marcatura CE è certamente importantissimo. Il controllo alle frontiere da parte delle autorità competenti è, allo stato attuale, il mezzo più efficace per combattere tale pratica sleale. Tuttavia, l'adozione di un'indicazione obbligatoria dell'origine - il cosiddetto - è il provvedimento che più di tutti potrebbe garantire il consumatore, soprattutto in caso di provenienza della merce da uno dei Paesi asiatici menzionati nell'interrogazione. Infatti, la presenza di un marchio metterebbe immediatamente l'utente finale a conoscenza della reale provenienza di un determinato prodotto. L'adozione del decreto-legge n. 135 del 2009 rappresenta un importante passo in questa direzione, ma ancora più importante sarebbe l'introduzione di un regolamento comunitario . Al riguardo, si evidenzia che l'indicazione obbligatoria del marchio di origine per i prodotti importati da Paesi extraeuropei è uno dei temi cui il Ministero dello sviluppo economico si è dedicato con particolare impegno negli ultimi anni, sia nei confronti della Commissione europea sia mediante contatti diretti con quei Paesi dell'Unione europea ostili all'idea. Infatti, l'adozione di un qualsiasi regolamento da parte del Consiglio dell'Unione richiede una maggioranza di voti favorevoli che finora, come nel caso dell'etichettatura obbligatoria, è sempre mancata. Sempre sul problema della contraffazione, si ricorda che sono attivi presso le sedi estere dell'Istituto del commercio con l'estero, i di assistenza alle imprese, per la tutela della proprietà intellettuale, con l'obiettivo di offrire alle imprese italiane all'estero un insieme di servizi di assistenza e consulenza in materia di proprietà intellettuale. Attualmente tali sono undici e sono operativi presso quei Paesi nei quali più intensa è la diffusione del fenomeno della contraffazione, sia sotto il profilo della produzione di beni contraffatti, sia di quello della loro distribuzione (Cina, India, Corea del Sud, Vietnam, Emirati Arabi, Turchia, Russia, Stati Uniti e Brasile). I prodotti contraffatti importati sono, spesso, anche pericolosi per la salute perché utilizzano anche sostanze, come, ad esempio, il biocida in uso nelle aree monsoniche come anti-muffa e che può determinare reazioni allergiche e dermatiti eczematose. A tal proposito il Ministero della salute ha attivato, sul proprio sito istituzionale, una specifica pagina per i prodotti pericolosi sequestrati in Italia. Dal suddetto sito si accede alla pagina «RAPEX», sistema di allarme rapido per i prodotti pericolosi, con l'esclusione dei prodotti alimentari, farmaceutici e i dispositivi medici, coperti da altri meccanismi. Tale sistema agevola lo scambio rapido di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione sulle misure adottate per prevenire o limitare la commercializzazione o l'uso di prodotti che presentano un rischio grave per la salute e la sicurezza dei consumatori. Infine, nel Lazio e a Roma, il Ministero per lo sviluppo economico ha promosso, in collaborazione con il comune, una campagna di sensibilizzazione e di informazione rivolta a residenti e turisti, per contrastare il fenomeno del commercio illegale, con specifico riferimento alla vendita di prodotti contraffatti. La campagna, già avviata questa estate, con particolare attenzione alle località del litorale romano, è stata di recente ripresa, al fine di dare continuità di azione, in un periodo di particolare contrazione degli acquisti. Infine, il Ministero per lo sviluppo economico si attiverà, come già in passato, affinché la Commissione europea riesca a far inserire nell'Accordo di partenariato e cooperazione attualmente in negoziazione con il Governo cinese specifiche disposizioni che tutelino adeguatamente i diritti di proprietà intellettuale. Operativamente sulla materia in esame, il Ministero per lo sviluppo economico coordina una serie di tavoli di lavoro, che coinvolgono sia le istituzioni, sia le associazioni imprenditoriali e dei consumatori maggiormente rappresentative, in un'ottica di piena e fattiva collaborazione tra pubblico e privato. Recentemente, inoltre, è stato definito un protocollo di intesa con l'università degli studi di Roma La Sapienza ed è di prossima sottoscrizione un ulteriore accordo con l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, al fine di individuare lo stato di applicazione delle norme sulla tracciabilità e rintracciabilità dell'origine dei prodotti e realizzare un progetto pilota volto a offrire alle imprese un nuovo strumento di tutela della proprietà industriale. Infine, il prossimo avvio del Consiglio nazionale anticontraffazione, istituito con la legge n. 99 del 2009, consentirà di condurre ad unità l'elaborazione di indirizzi e strategie in materia di lotta alla contraffazione, con una azione tesa a ricercare le necessarie sinergie anche con le politiche e le azioni in materia di sicurezza dei prodotti e tutela del .
. L'onorevole Mistrello Destro ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, sono soddisfatta della risposta del sottosegretario e, in modo particolare, per l'impegno che il Ministero ha manifestato su un tema particolarmente importante per il sistema economico e soprattutto per quanto sta succedendo in alcune zone del Paese. Voglio ricordare che, proprio per un'opera di sensibilizzazione su questa situazione, la prefettura di Padova, in collaborazione stretta con la Guardia di finanza e il sistema delle piccole imprese, sta sviluppando in maniera molto importante un controllo mirato sia sulla contraffazione, sia sui prodotti nocivi. Sono soddisfatta in modo particolare per le iniziative relative alla Comunità europea, perché credo che dobbiamo particolarmente impegnarci e far sì che un regolamento comunitario sia portato avanti con determinazione proprio per salvaguardare i prodotti che vengono realizzati nel nostro Paese e che rispettano tutte le norme di sicurezza e per riconoscere l'impegno del sistema delle imprese italiane, nonostante la difficoltà del momento. Ringrazio, pertanto, il sottosegretario della risposta.
. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, ho chiesto la parola per sollecitare il Governo a dare una risposta ad un'interrogazione che ho presentato da molto tempo e che riguarda la situazione dei rifiuti solidi in Sicilia. Vi è una grave crisi ambientale in Sicilia: per settimane non vengono raccolti i rifiuti ed è una condizione che si trascina ormai da tempo. Soltanto per pochi giorni si risolve il problema, però ripetutamente si entra in una condizione di difficoltà, con i rifiuti che non vengono ritirati e una situazione grave in tutte le province siciliane, in modo particolare nella provincia di Catania, ma anche nella provincia di Palermo. Nella città di Palermo stanno fallendo queste realtà «mangia-soldi», che sono state le ATO: esse hanno avuto il significato di fare un grande sui rifiuti, nel contempo hanno portato clientela e consenso al centrodestra, ma lo stato di degrado ambientale è ormai evidente e grave in Sicilia. Siamo stupiti, tra l'altro, perché su questa vicenda il Governo nazionale ha adottato due pesi e due misure: in Campania con grande enfasi è stato adottato l'intervento con la Protezione civile. In Sicilia, invece, c'è stata una omissione da parte del Governo, tra l'altro con un'aggravante. Infatti, il Ministro dell'ambiente Prestigiacomo è siciliana e non poteva non sapere che la situazione era grave in Sicilia. Finalmente, però, proprio stamattina da un quotidiano siciliano leggo che la Prestigiacomo prende posizione. Infatti, dice testualmente: «Sul problema dei rifiuti non siamo ancora ai livelli della Campania, però è urgente che il governatore siciliano Raffaele Lombardo dia presto delle risposte». Allora, vogliamo dire che il Ministro Prestigiacomo ha ragione: il presidente Lombardo, voluto da lei, deve fare la propria parte. La faccia presto per risolvere la grave crisi ambientale che è presente in Sicilia per lo stato di degrado delle nostre città, dal momento che non vengono ritirati i rifiuti. Tuttavia, il Ministro dell'ambiente ha un ruolo non secondario. Faccia il proprio dovere: inviti il Governo ad intervenire e ad utilizzare la Protezione civile: come è stato fatto per la Campania si faccia per la Sicilia !
. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Caparini, Casini, Evangelisti, Gregorio Fontana, Lombardo, Lusetti, Menia e Migliavacca sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. La ringrazio, signor Presidente. Intervengo a norma dell'articolo 10, comma 1, del Regolamento e in qualche modo con un richiamo anche all'articolo 8, comma 1. Nella giornata di ieri, ho appreso dalle agenzie di stampa, così come l'avranno appreso anche i colleghi che hanno potuto leggerle, che esiste in qualche modo un regime differenziato all'interno della Camera dei deputati riguardo agli accessi al Palazzo. Nella fattispecie, nella giornata di ieri le agenzie riportavano la notizia, che poi è stata confermata da non ben identificati uffici della Camera, secondo la quale il signor Bruno Vespa avrebbe un accesso particolare, che non transita attraverso quel canale che normalmente usano tutti i giornalisti per intervenire, per partecipare ai lavori e anche per essere presenti alla Camera dei deputati, cioè quello degli accrediti stampa, ma che ha una sorta di permesso speciale che ha validità di due anni. Leggo testualmente quanto arriva da ambienti della Presidenza della Camera: «La tessera di accesso alla Camera a Bruno Vespa è stata rilasciata dal comitato per la sicurezza di Montecitorio "in base ad una norma che consente di rilasciare tesserini a personalità che ne facciano richiesta"». Signor Presidente, non intendo in questo momento coinvolgere direttamente la Presidenza, anche se presumo che il Presidente della Camera, così come sovraintende in senso lato a tutta la buona amministrazione della Camera, probabilmente avrà una lontana competenza anche in questo; tuttavia, si legge ancora sulle agenzie di stampa che questa sarebbe attribuita ad un ufficio della Camera, che è il Servizio per la sicurezza, ma previa «liberatoria da parte del Vicepresidente delegato Maurizio Lupi e dei Questori, che danno il loro assenso al rilascio di questi permessi speciali». Signor Presidente, innanzitutto vorrei sapere, e la pregherei di fare in modo che si abbiano notizie al riguardo nelle forme che lei riterrà possibili, quante sono queste «personalità» che hanno un diritto particolare per accedere ai Palazzi della Camera. È una mia curiosità, ma credo che probabilmente potrebbe abbracciare anche qualche altro collega. Vorrei sapere se esiste un registro di queste personalità particolari che usano, diciamo così, una procedura diversa da quella ordinaria. Inoltre, signor Presidente, sarebbe anche utile conoscere, credo anche in termini di trasparenza e di chiarezza, quali sono le motivazioni attraverso le quali vengono avanzate queste richieste, salvo il fatto di avere poi anche informazione - questo è particolarmente interessante - di quali sono i criteri attraverso i quali vengono individuate queste personalità. Signor Presidente, lei capirà, infatti, che è una strada impervia quella di trovare una forma, un modo e dei criteri attraverso i quali stabilire che un soggetto è una personalità che, in quanto tale, ha qualcosa in più rispetto ad altre persone per avere, diciamo, un vantaggio, una facilitazione, un qualcosa che dura anche nel tempo, perché questi tesserini durano due anni, a differenza degli altri, perciò sarebbe molto interessante saperlo. Credo che sarebbe anche interessante sapere se esistono delle richieste formali, protocollate, registrate oppure se questo avviene in via amichevole, magari passando per strada o incontrandosi casualmente in una trasmissione che viene gestita in prima serata sulla televisione di Stato, quindi sapere come avviene questa richiesta. Vorrei dunque conoscere come avviene la richiesta, se le richieste sono registrate, se esiste un elenco e anche e soprattutto quali sono le motivazioni, perché lei capisce, signor Presidente, che ciò è particolarmente importante. Qui parlo ovviamente per me, non ho nessuna intenzione di entrare nel merito della mia personale valutazione nei confronti del signor Bruno Vespa perché preferisco farlo, come ho fatto in passato, fuori da quest'Aula e non al riparo dell'immunità parlamentare, ho una mia opinione, l'ho già espressa tante volte, tornerò ad esprimerla, ma preferisco farlo fuori di qui, così che non ci sia il problema di avere qualunque tipo di immunità. Se noi pensiamo a tanti settori nei quali il nostro Paese produce personalità, probabilmente potremmo navigare in acque ben diverse da quelle in cui navighiamo. Il Presidente della Camera ha voluto realizzare tante iniziative meritorie di rapporto con il pubblico e di apertura del Palazzo alla conoscenza di tutti i cittadini e, addirittura, forme rivoluzionarie come il voto attraverso le impronte digitali. Credo, dunque, che non sarà difficile comunicare a tutti noi, in termini anche di trasparenza, da chi è formata questa e, soprattutto, quali sono i criteri attraverso cui si definisce e si individua una personalità che ha uno superiore rispetto a tanti altri che sono dei comuni disgraziati giornalisti, i quali si avvalgono di una procedura normale da anni in vigore alla Camera.
. La ringrazio onorevole Giachetti, le sue curiosità sono del tutto legittime, ma purtroppo io non sono in grado di soddisfarle. Provvederò a riferire agli organi competenti le sue domande in vista dei necessari approfondimenti.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1o gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa. Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed ha avuto luogo la replica del rappresentante del Governo, mentre il relatore vi ha rinunciato. Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in Commissione, in quanto non strettamente attinenti rispetto al contenuto del provvedimento e degli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in sede referente: Antonione 4.22, recante l'autorizzazione di spesa per l'attuazione di alcuni istituti connessi allo giuridico ed economico del personale della carriera diplomatica al fine di rendere più efficace, tra l'altro, l'adempimento dei nuovi compiti connessi all'attuazione del Trattato di Lisbona (si tratta di interventi che non appaiano assolutamente connessi alla materia recata dal decreto-legge); Maurizio Turco 6.21, 9.31 e 9.32, in materia di proroga dei componenti degli organismi di rappresentanza militare; Maurizio Turco 7.25, 7.26, 7.27, 7.28 e 7.21, limitatamente alla parte consequenziale, volti ad abrogare, integralmente o limitatamente a singoli commi, l'articolo 4 del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, recante disposizioni in materia di penale; Cicu 7.24, volto ad estendere la disposizione di cui all'articolo 7 del provvedimento, concernente l'applicazione alle missioni internazionali del codice penale militare di pace nonché di altre disposizioni in materia penale, anche alla missione per il soccorso alla popolazione della Repubblica di Haiti; Maurizio Turco 7.22, recante un'interpretazione autentica dell'articolo 223 del codice penale militare di pace in materia di violenza o persecuzione psicologica sui luoghi di lavoro; Ferranti 7.23, volto a novellare l'articolo 260 del codice penale militare di pace al fine di escludere per alcune fattispecie di reato la condizione di procedibilità dell'autorizzazione del Ministro competente; 9.100 del Governo, volto a istituire e disciplinare dei corsi di formazione i cui partecipanti assumono lo stato di militare; Holzmann 9.20, volto ad elevare di un anno l'età di collocamento a riposo dei generali di Corpo d'armata e del generale del ruolo normale delle armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni dell'esercito, nonché dei corrispondenti gradi della marina e dell'aeronautica; Maurizio Turco 9.26, volto a garantire vitto e alloggio gratuiti ai delegati del Consiglio centrale della rappresentanza militare; Maurizio Turco 9.27, volto a novellare il decreto del Presidente della Repubblica n. 691 del 1979, per individuare le categorie di personale ai fini della rappresentanza negli organismi militari. Maurizio Turco 9.28, che detta disposizioni in materia di reclutamento nel ruolo dei marescialli; Cicu 9.47 e 9.48, in materia di reclutamento e transito di personale nei Corpi sanitari; Cicu 9.49, recante disposizioni concernenti il trasferimento nel ruolo del Corpo del genio navale della marina di ufficiali aventi specifiche professionalità; Cicu 9.50, volto ad estendere agli ufficiali con grado di tenente le disposizioni sul transito dai ruoli normali ai ruoli speciali delle Armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio e trasmissioni; Maurizio Turco 9.29 e Maurizio Turco 9.30, volti ad abrogare le leggi n. 42 del 2000 e n. 365 del 2003 in materia rispettivamente di esodo dei piloti militari e del personale addetto al controllo del traffico aereo; Cicu 9.51, concernente le modalità di accesso ai corsi per il conseguimento del diploma di infermiera volontaria; Cicu 9.54, volto a prevedere che gli istituti di formazione dipendenti dal Ministero della difesa possano continuare ad avvalersi dei docenti civili; Cicu 9.55, che detta disposizioni in materia di Difesa Spa; Polledri 9.020, volto ad incrementare la dotazione di un fondo per il rilancio all'adeguamento degli arsenali militari, al fine di consentire, in particolare, assunzioni di personale presso il Polo di mantenimento pesante nord. Avverto che la Presidenza non ritiene altresì ammissibile, ai sensi dell'articolo 96-, comma 7, del Regolamento, in quanto non strettamente attinente al contenuto del decreto-legge, l'emendamento 6.100 del Governo, recante disposizioni concernenti le modalità di nomina e la durata del mandato del comandante generale e del comandante in seconda della Guardia di finanza, nonché in materia di dipendenza funzionale del Corpo della Guardia di finanza dal Ministero della difesa.
. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Anche al fine di consentire al Comitato dei diciotto di concludere i propri lavori, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,40.
. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni . Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni . Avverto altresì che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri . Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Nicco. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signor Ministro, siamo al periodico rinnovo dei nostri impegni nelle missioni internazionali. Tra questi, certamente il più delicato, il più complesso è quello in Afghanistan: è necessario e doveroso, prima di procedere ad una conferma, verificare se vi è ancora coerenza tra gli obiettivi che ci siamo posti e la situazione attuale sul campo. Gli obiettivi sono chiaramente richiamati, nella relazione che accompagna il disegno di legge di conversione del decreto-legge, in tre punti: assistere il Governo afgano nel mantenimento della sicurezza a Kabul e in tutto l'Afghanistan; favorire lo sviluppo delle strutture di governo e l'estensione del loro controllo su tutto il Paese; supportare gli sforzi umanitari di risanamento e di ricostruzione dell'Afghanistan. Si tratta di obiettivi assai impegnativi, che perseguiamo da gran tempo, dall'inizio dell'intervento, nell'ormai lontano agosto 2003 con ISAF, ed ancora prima li perseguono gli Stati Uniti con ; obiettivi tutti lontanissimi, dopo oltre sei anni, non solo dalla loro piena realizzazione ma anche da un effettivo, sensibile avvicinamento. Nel 2003, secondo un recente articolo comparso su i talebani controllavano 30 distretti su 364, e alla fine del 2008 ne controllavano 164, mentre gli attacchi sono aumentati del 60 per cento tra ottobre 2008 e aprile 2009. Pochi giorni prima della recente Conferenza di Londra, i talebani hanno dimostrato di poter colpire nel pieno centro di Kabul. Come ha sottolineato il relatore Stefani, la situazione è sempre più connotata da un deterioramento del quadro di sicurezza. Nel contempo, il massacro di civili sotto le bombe sganciate dagli aerei della coalizione - i cosiddetti danni collaterali - è tragicamente proseguito nell'ultimo anno: dagli oltre 100 morti, tra cui moltissime donne e bambini, in due villaggi nella provincia di Farah, nel maggio scorso, ai drammatici fatti di Kunduz all'inizio di settembre; mentre nelle prigioni, come quella di Bagram, utilizzata dagli Stati Uniti, si torturano cittadini rapiti sulla base di un semplice sospetto, come raccontato in un recente dettagliato da Kabul, per poi scoprire che si tratta di innocenti. Dal canto suo, Hamid Karzai, scelto tra gli Stati Uniti quale traghettatore dell'Afghanistan verso la democrazia, alla prima prova, alle elezioni presidenziali del 20 agosto 2009, si è rivelato gran maestro più che di democrazia, nelle frodi elettorali, tanto estese - oltre un milione di voti - da indurre le stesse Nazioni Unite ad intervenire. In qualche modo confermato, Karzai si trova ora con un Governo dimezzato, non essendo riuscito neppure a far ottenere la fiducia in Parlamento a molti dei membri da lui proposti. Tutto ciò non può che allontanare gli afgani da quella missione internazionale di cui facciamo parte ed accrescere, inevitabilmente, il favore verso i talebani. La guerra è stata e viene giustificata con la lotta al terrorismo. Ma le recenti cronache ci dicono che oggi le basi di più che in Afghanistan sono situate nel Waziristan pakistano, sono in Yemen, sono in Somalia. Che facciamo allora? Con il prossimo decreto estendiamo il campo di azione di ISAF a quei Paesi? A noi pare che le due questioni debbano essere trattate in modo disgiunto. La lotta al terrorismo di ha dato i migliori frutti non con la prolungata occupazione militare di un territorio, ma con azioni mirate frutto di e uso delle più avanzate tecnologie, come a metà settembre in Somalia, che hanno consentito di eliminare numerosi esponenti di spicco di quel movimento. Questa riteniamo sia la strada da perseguire e rafforzare. La questione afgana, nel suo inestricabile, e per noi talvolta incomprensibile, intreccio di questioni etniche e religiose, segnata dall'ingombrante presenza dei signori della guerra e trafficanti di oppio, in un quadro regionale condizionato dall'atavico conflitto tra le potenze nucleari Pakistan e India, non può avere una soluzione esclusivamente militare. Francamente illusoria e contraddittoria ci sembra un' fondata sul massiccio incremento delle forze militari in campo, quale quella delineata recentemente dal presidente Obama, che pure, nel suo primo discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva affermato: «». Aggiungendo: «Ogni popolo deve tracciare una propria via, radicata nella propria cultura, e nessuna è esente da limiti». Forse è da quel punto che occorre ripartire. Augurandoci intanto che il «» deliberato nella Conferenza di Londra serva effettivamente al processo di riconciliazione nazionale in Afghanistan e non ad alimentare ulteriormente la corruzione in quel Paese. Nel frattempo, contrastiamo qui da noi, con maggiore fermezza e determinazione, la penetrazione, palese o velata che sia, del fondamentalismo islamico, intriso da quelle che per noi sono aberrazioni ideologiche, a partire dal ruolo subalterno della donna nella società, ben simboleggiato dal . E facciamolo prima che il fanatismo possa colpire, non solo i contingenti ISAF in Afghanistan, ma direttamente il nostro territorio.
. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore per la IV Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
, Signor Presidente, le Commissioni invitano i presentatori al ritiro degli emendamenti Mogherini Rebesani 1.2 e 2.2, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento Antonione 2.20. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Maurizio Turco 3.20 e 3.21. Le Commissioni invitano i presentatori al ritiro degli emendamenti Maurizio Turco 4.20 e 4.21, mentre esprimono parere contrario sugli emendamenti Maurizio Turco 6.20 e 7.20. Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.22 e Rugghia 9.42. Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.23 e Rugghia 9.43, mentre esprimono parere contrario sugli emendamenti Rugghia 9.44 e Maurizio Turco 9.33. Le Commissioni formulano un invito al ritiro sugli identici emendamenti Fallica 9.21 e Di Stanislao 9.24, nonché sull'emendamento Cicu 9.53. Le Commissioni formulano inoltre un invito al ritiro sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.25 e Ferranti 9.35, nonché sugli emendamenti Maurizio Turco 9.36 e Rugghia 9.46. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Cicu 9.55.
. Onorevole relatore, l'emendamento Cicu 9.55 è inammissibile.
, . Sta bene, valuteremo però l'opportunità di una nuova convocazione del Comitato dei diciotto. Le Commissioni esprimono infine parere contrario sull'emendamento Miotto 10.20.
. Onorevole relatore, ancora una precisazione: l'emendamento Maurizio Turco 7.21 è inammissibile, salvo una parte residua. Qual è il parere delle Commissioni su questa parte residua ammissibile?
, . Le Commissioni esprimono parere contrario sulla parte residua ammissibile dell'emendamento Maurizio Turco 7.21.
. Il Governo?
, Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo all'emendamento Mogherini Rebesani 1.2. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mogherini Rebesani 1.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro aperta la votazione.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, chiederei una sospensione di cinque minuti per riunire il Comitato dei diciotto al fine di decidere sull'emendamento Antonione 4.22 che è stato dichiarato inammissibile.
. Onorevole Stefani, mi sento in vena di generosità, ne concedo dieci.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, senza nulla togliere, ovviamente, alla disponibilità del Comitato dei diciotto di riunirsi, vorrei sottolineare come normalmente il Comitato dei diciotto non può che prendere atto di un emendamento dichiarato inammissibile dalla Presidenza. Non credo che possa cambiare il parere espresso: se un emendamento è dichiarato inammissibile, non capisco bene di che cosa il Comitato dei diciotto debba discutere.
. Onorevole Giachetti, per una prassi consolidata, è possibile riesaminare il parere su un emendamento quando ci sia l'unanimità dei gruppi. Immagino che si voglia fare un tentativo di convincere chi ancora è dissenziente rispetto all'ammissibilità dell'emendamento Antonione 4.22.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, mi rimetto ovviamente alla Presidenza, ma trovo abbastanza problematico che un ufficio, che ha un compito formale e tecnico come quello che assiste la Presidenza, che decide sull'ammissibilità di un emendamento, possa vedere in qualche modo modificato il suo parere da un soggetto politico che non ha alcun tipo di valutazione tecnico-formale sull'ammissibilità; ciò la trovo una cosa abbastanza strana. È vero che la prassi ci ha abituato a tutto, però inviterei a riflettere sul fatto che gli uffici della Camera sono apolitici, sono una garanzia per tutti quanti, ed è difficile pensare che prendano una decisione con leggerezza. Immagino che se hanno preso una decisione sull'inammissibilità è perché vi siano dei motivi; è ben singolare che un organo politico possa, in qualche modo, mutare quella decisione. Comunque, mi rimetto alla Presidenza.
. Onorevole Giachetti, gli uffici della Camera hanno una funzione ausiliaria, ma la decisione della Camera è politica. Sospendo la seduta.
. Ricordo che prima della sospensione della seduta l'Assemblea aveva da ultimo respinto l'emendamento Maurizio Turco 3.21. Abbiamo sospeso la seduta su richiesta del presidente della III Commissione. Onorevole Stefani, vuole prendere la parola?
, . No, signor Presidente.
. Sta bene. Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 4.20. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 4.20 lo ritirano. Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 4.21. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 4.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
, . Chiedo di parlare.
. Ha chiesto la parola l'onorevole Cirielli? Ne ha facoltà.
, . Sì, Cirielli, signor Presidente, è un cognome di cui si parla molto e quindi è bene ricordarlo! Signor Presidente, in merito ai due identici emendamenti che abbiamo appena approvato e quelli successivi, con il Governo e con i colleghi della Commissione ci siamo impegnati a presentare un ordine del giorno perché questi emendamenti consentono ai superstiti delle vittime del servizio del dovere del forze di polizia di partecipare ai concorsi delle Forze armate ma non è prevista la condizione di reciprocità vale a dire che i superstiti delle vittime delle Forze armate possano partecipare ai concorsi riservati alle forze di polizia. Quindi, ovviamente, ci sembrava giusto e presenteremo e abbiamo presentato un ordine del giorno in tal senso .
. La ringrazio, onorevole Cirielli. Avrà notato la popolarità del suo ordine del giorno.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere soddisfazione per l'accoglimento perché abbiamo fatto un buon lavoro in Commissione e vedere che l'Assemblea è disponibile e il presidente l'accoglie significa che diamo soddisfazione a tante persone che vogliono accedere ai concorsi.
. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Stanislao 9.23 e Rugghia 9.43, accettati dalle Commissioni e dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Lo ritiro signor Presidente.
. Onorevole Di Stanislao?
. No signor Presidente, non lo ritiro.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 9.24, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto alla materia trattata dal provvedimento in esame, gli ordini del giorno Maurizio Turco n. 9/3097-A/1, volto all'istituzione di una commissione ministeriale d'inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie, connessi all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito, che hanno colpito il personale italiano che ha svolto il proprio servizio nelle Forze armate e nelle Forze di polizia; Mecacci n. 9/3097-A/2, che impegna il Governo ad attuare la riforma degli organi di rappresentanza militare e Farina Coscioni n. 9/3097-A/3, volto alla ridefinizione delle attività del comitato antimobbing del Ministero della difesa. Nessuno chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
, . Signor Presidente, il Governo ha testé ricevuto gli ordini del giorno. Per esprimere un parere, devo avere il tempo di leggerli, altrimenti dovrei accoglierli come raccomandazione. Tuttavia, prima di esprimere un parere, vorrei almeno leggerli.
. Signor sottosegretario, non ho capito bene: chiede una sospensione dei lavori? Se la chiede, gliela accordo volentieri.
, . Sì, signor Presidente, chiedo una sospensione di cinque minuti.
. Gliene concedo addirittura dieci! Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle 16,45.
. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
, . Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Cirielli n. 9/3097-A/4 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Di Stanislao n. 9/3097-A/5 e Tempestini n. 9/3097-A/6.
. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/3097-A/4, accettato dal Governo e degli ordini del giorno Di Stanislao n. 9/3097-A/5 e Tempestini n. 9/3097-A/6, accolti dal Governo come raccomandazione. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vernetti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di iniziare il mio breve intervento in dichiarazione di voto e cogliendo l'occasione della presenza del sottosegretario Mantica, vorrei chiedere al Governo di relazionare alla Camera dei deputati in merito a quanto è accaduto poche ore fa a Teheran, cioè in merito al tentativo di assalto, da parte di due o trecento miliziani, dell'ambasciata italiana. Da quello che si apprende dalle notizie di agenzia, trattasi di una provocazione che ha prodotto poche conseguenze alla nostra rappresentanza diplomatica, ma io ritengo importante che il Governo comunichi all'Assemblea le notizie in merito all'accaduto. Lo considero - e colgo qui l'occasione per affermarlo - un segno di indurimento e di violenza del regime, ma anche un segno di grande fragilità. Attaccare le ambasciate di un Paese democratico, come il nostro, è sempre un fatto di un'estrema gravità e quindi chiedo al Governo se può relazionare all'Aula. Nel merito del provvedimento, signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che discutiamo oggi e che l'Assemblea si accinge a votare, con voto praticamente unanime, rappresenta l'occasione per fare il punto su uno degli aspetti più importanti della politica estera del nostro Paese, cioè il contributo alla stabilizzazione, alla pace e al contrasto del terrorismo internazionale. Siamo particolarmente soddisfatti che il Parlamento giunga oggi al rinnovo della nostra più importante missione militare con un così ampio consenso. Per una volta, le Camere comprendono appieno il significato dell'interesse nazionale e le forze politiche tutte non compiono l'errore di leggere la politica internazionale attraverso la lente d'ingrandimento della politica nazionale, troppo sovente subordinata alle logiche del consenso del breve e brevissimo periodo. Siamo un Paese importante, membro del G8 e dei più grandi consessi internazionali, e offriamo alla comunità internazionale un contributo di circa 10 mila uomini e donne in Afghanistan, nei Balcani, in Libano e in molte altre aree di crisi, dal Caucaso al Darfur al Corno d'Africa, per affrontare le nuove sfide globali, la lotta contro il terrorismo, la stabilizzazione e la sicurezza internazionale sempre minacciata dal terrorismo integralista e dalla proliferazione nucleare. Con questi obiettivi chiari in mente dobbiamo essere in grado di promuovere una politica estera che inevitabilmente garantisca quella necessaria continuità tra un Governo e un altro sui pilastri fondamentali sui quali si regge la nostra politica internazionale. La nostra politica estera non può essere oggetto di scelte umorali e neanche essere condizionata esclusivamente dai sondaggi o da qualche manifestazione di piazza. Pensiamo, quindi, che sia un fatto positivo la continuità che c'è stata in questi anni su questi provvedimenti e che le forze responsabili di questo Parlamento abbiano espresso un voto favorevole negli anni, a prescindere dai Governi che si alternavano. Nel merito del provvedimento, signor Presidente, in Afghanistan credo che la scelta che ci aggiungiamo a compiere, cioè di potenziare la nostra missione militare con 170 nuovi uomini - ed entro l'anno giungere a un potenziamento di ulteriori mille unità -, sia coerente con le scelte dell'alleanza politico-militare di cui l'Italia fa parte, la NATO, e con la revisione strategica operata dalla nuova amministrazione americana di Barack Obama. Come è noto, gli Stati Uniti d'America invieranno 30 mila uomini in più e il contributo degli alleati della NATO si attesterà fra i 10 e i 15 mila nuovi uomini. Avremo un quadro di maggiori risorse per lo sviluppo e apprezziamo anche la scelta contenuta in questo provvedimento di inserire 22 nuovi milioni di euro in questo semestre per la cooperazione allo sviluppo in delicatissimi settori di quel Paese. Inoltre, va sottolineato un aumento considerevole delle risorse della comunità internazionale per il contrasto del narcotraffico e le maggiori risorse per la formazione della polizia e dell'esercito afgano. Crediamo che ciò sia necessario per combattere con più decisione Al Qaeda e l'insorgenza talebana, ma soprattutto per controllare il territorio e permettere, quindi, a quei settori della politica e della società civile afgana, che hanno scelto la via della legalità e della democrazia, di avere il tempo per avviare concrete iniziative di sviluppo. In Afghanistan, più che altrove, si comprende appieno il nesso inscindibile fra sicurezza, democrazia e sviluppo. Senza condizioni minime basilari di sicurezza non è possibile consolidare istituzioni democratiche e senza credibili istituzioni democratiche affidabili e uno Stato di diritto non è possibile avviare una seria lotta alla corruzione e, quindi, conseguentemente non è possibile garantire un importante sviluppo. Inoltre, credo che l'incremento dell'impegno in Afghanistan sia coerente con la riduzione negli altri teatri. Ricordo la riduzione di 180 unità nell'operazione UNIFIL e di 480 unità nella missione dei Balcani. Due considerazioni merita anche il contributo italiano in Libano. Credo che oggi l'Italia svolga ancora un ruolo importante in quel Paese. Oggi ci accingiamo ad approvare una leggera riduzione di quel contingente, legata anche al e alla presa in carico della missione da parte del contingente spagnolo, ma non viene meno la strategicità di quella missione e qui ne vorrei richiamare gli aspetti salienti. Abbiamo in questi anni - vale a dire quando è stata avviata la missione UNIFIL Plus, nell'estate del 2006 - raggiunto a mio avviso un importante obiettivo. Il primo fra tutti è stato quello di garantire la sicurezza del confine nord di Israele, evitare l'infiltrazione di garantire la stabilizzazione di quel Paese e, ancora, dare un contributo importante alla sovranità libanese, che dopo anni di gravi difficoltà oggi finalmente ha un Governo democratico eletto e guidato da Hariri. Certo la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite che diede il via e che diede la legittimità alla missione militare a guida italiana non è stata compiutamente assolta. Oggi purtroppo c'è una parte di quella ...
. La prego di concludere. Ha superato di molto i termini consentiti.
. Giungo alla conclusione. La risoluzione 1701 non è stata completamente assolta. In conclusione, per tutti questi motivi riteniamo, come gruppo Misto-Alleanza per l'Italia, che i nostri soldati debbano avere un Paese unito per poter operare con serenità nei teatri di grave crisi del mondo. Per questo motivo, il gruppo Misto-Alleanza per l'Italia voterà convintamente...
. Grazie, onorevole Vernetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei fare uno sforzo per individuare alcuni elementi che ci sottraggono dal provincialismo delle riflessioni del confronto per far capire anche che le missioni che ci riguardano rientrano in un'ottica di carattere europeo. In tale sede vanno sviluppate tutte le nostre capacità e le nostre azioni, piuttosto che rinchiuderci in una nicchia tutta italiana per rivendicare dei primati che spesso non abbiamo e, se pure li abbiamo, li dobbiamo a tanti uomini coraggiosi che sono in missione a livello internazionale. Voglio ricordare alcuni aspetti: negli ultimi dieci anni l'Unione europea si è affermata come protagonista politica su scala mondiale e si è assunta crescenti responsabilità, come attestano le operazioni civili e militari sempre più ambiziose e diversificate, al servizio del multilateralismo efficace e della pace. Il documento sottoscritto dal Consiglio europeo con il Segretario generale, l'Alto rappresentante, in concertazione con la Commissione europea, dimostra il persistere delle minacce individuate nel 2003, ma anche l'emergere di nuovi rischi che potrebbero minacciare direttamente o indirettamente la sicurezza dell'Unione europea e che quest'ultima deve affrontare globalmente insieme a tutti i Paesi partner. Il Parlamento europeo rileva che l'Unione europea ha bisogno di sviluppare la propria autonomia strategica mediante una politica estera di sicurezza e di difesa forte ed efficace per difendere i propri interessi nel mondo, proteggere la sicurezza dei propri cittadini, contribuire ad un multilateralismo efficace, promuovere il rispetto dei diritti dell'uomo e dei valori democratici in tutto il mondo e salvaguardare la pace del mondo stesso. Sottolinea, inoltre, che la trasparenza, l'efficacia e l'efficienza in rapporto ai costi, come pure la responsabilità nei confronti delle istituzioni parlamentari, e il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, sono di importanza cruciale per garantirsi il pubblico consenso alla difesa europea. A tal proposito, rileva la particolare importanza di un efficace controllo parlamentare - che qui non facciamo o facciamo «sonnecchiosamente» - sulla politica europea di sicurezza e difesa, sotto forma di stretta cooperazione fra il Parlamento europeo e i Parlamenti degli Stati membri di cui questo Parlamento fa parte, ma non ne vuole prendere atto in nessun modo. Il Consiglio del 17 novembre 2009, in occasione del decimo anniversario della politica europea in materia di sicurezza e difesa, ha segnalato il successo di questa politica che ha dispiegato personale pari a circa 70 mila persone in 22 missioni ed operazioni, di cui 12 attualmente in corso a sostegno della pace e della sicurezza internazionali. Secondo il Consiglio la PESD si è dimostrata uno strumento efficace per l'insieme dell'azione esterna dell'Unione europea. Nel corso della riunione il Consiglio ha effettuato la consueta verifica semestrale degli sviluppi in ambito PESD. In particolare, il Consiglio ha sottolineato il contributo fornito dalla missione EUNAVFOR-Atalanta; ha accolto con favore gli sforzi compiuti dall'EUPM in Bosnia-Erzegovina; ha accolto con favore l'avanzamento dei lavori preparatori per l'eventuale futura evoluzione di Althea; ha accolto con favore il contributo alle missioni EUMM in Georgia; ha espresso soddisfazione per il consolidamento delle priorità strategiche di Eupol in Afghanistan; ha accolto con favore il lavoro svolto dalla missione Eupol COPPS e, nel rallegrarsi per la proroga di altri sei mesi del mandato dell'EUBAM Rafah, nella striscia di confine tra Gaza ed Egitto, ha espresso soddisfazione per il lavoro compiuto da Eupol nel Congo. Nella stessa occasione il Consiglio ha approvato una dichiarazione per i dieci anni dell'istituzione della PESD in cui assume impegni per progredire in una serie di settori cruciali. Vorrei che il Governo e i parlamentari della maggioranza mi stessero ad ascoltare, perché abbiamo a che fare con la politica europea di sicurezza e difesa e non con quella italiana, tutta chiusa nella propria dimensione provincialistica. Tale politica dice di operare per assicurare al titolare della carica di Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza un ruolo dotato di forza, efficacia e visibilità adottando, se necessario, misure per applicare le disposizioni della PESD previste dal Trattato di Lisbona; di perfezionare la coerenza delle attività esterne, rafforzando la capacità di allarme rapido e la capacità di programmare e svolgere politiche coerenti, globali e mirate di intervento rapido di gestione della crisi e di sviluppo post-bellico in regioni dilaniate dai conflitti; di continuare a migliorare la capacità di intraprendere missioni ed operazioni efficaci nell'intera gamma di compiti attinenti alla prevenzione dei conflitti e alla gestione delle crisi per consentire all'Unione europea di svolgere missioni ed operazioni più flessibili, complesse e consistenti; di estendere il margine di impiego e la flessibilità dei gruppi tattici; di migliorare lo spiegamento dell' di risposta civile e il sostegno logistico; di garantire maggiore disponibilità di personale civile e militare e di attrezzature, sondando ulteriori possibilità di mutualizzazione e condivisione delle risorse, specializzazione e magazzinaggio; di intensificare il coordinamento civile e militare, come precisa la dichiarazione, che deve consistere in un potenziamento degli aspetti civili e militari della pianificazione delle operazioni PESD nella promozione delle sinergie tra civili e militari e mezzi a doppio uso. In materia di mezzi la dichiarazione riconosce l'importanza di un mercato delle attrezzature di difesa funzionale fondato sulla concorrenza, l'uguaglianza delle condizioni e la sicurezza di approvvigionamento. La dichiarazione raccomanda, inoltre, di sondare la possibilità di utilizzo della cooperazione strutturata e permanente iscritta nel Trattato di Lisbona che autorizza lo sviluppo della cooperazione in materia di difesa e di sicurezza tra gruppi ristretti di Stati membri. La dichiarazione va a perorare anche: lo sviluppo di legami più stretti tra la PESD e la politica in materia di libertà, sicurezza e giustizia; la promozione del ruolo dell'Unione europea a sostegno dei processi di mediazione e di dialogo in situazioni di instabilità e di conflitto, proprio in quelle aree quali l'Afghanistan; il rafforzamento dell'ottica dei diritti umani in ambito PESD, ponendo l'accento sia su tematiche quali le donne e i principi di pace e sicurezza, sia sul ruolo delle donne quali attrici dell'agenda in materia di sicurezza internazionale; l'intensificazione della cooperazione con i partner principali (NATO, Nazioni unite, Unione africana e altri consessi regionali); il rafforzamento dei contatti con i soggetti non governativi. Nella stessa dichiarazione i ministri riconoscono anche il bilancio della politica estera e di sicurezza che dovrebbe essere adeguato per rispondere ai problemi attuali e futuri. Voglio ricordare, peraltro, quando mi avvio a concludere, che il gruppo di Italia dei Valori, ogniqualvolta si è dovuto confrontare e ha dovuto affrontare il voto sulla proroga delle missioni internazionali, si è sempre responsabilmente assunto l'impegno di sostenerle votando a favore della conversione in legge dei relativi decreti-legge di volta in volta presentati dal Governo «senza se e senza ma», a sostegno dell'operato delle nostre Forze armate e dei tanti civili impegnati nei diversi scenari internazionali al fianco dei nostri militari e dei nostri civili. Concludendo, voglio ricordare anche un aspetto importante sulla frammentazione di questo provvedimento che non aiuta ad avere un quadro unitario così come si ricordava attraverso il Comitato per la legislazione, e credo che questo sia un grave punto di debolezza, perché qualche settimana fa abbiamo approvato unanimemente in questo Parlamento le mozioni in cui si è parlato di contenuti, tempi e procedure che vengono, in questo provvedimento, totalmente svuotate. Voglio ricordare un'ultima cosa ai colleghi della maggioranza con i quali stiamo lavorando con grandi concretezza e qualità nella messa in campo di una legge che assicuri finalmente la strutturazione definitiva delle missioni internazionali e le sottragga alle varie opportunità che di volta in volta si presentano, mettendole dentro ad altri provvedimenti, per cui a volte sono norme intruse, a volte diventano intruse anch'esse all'interno di queste norme. Voglio da ultimo dire che non è più ammissibile l'applicazione di disposizioni inserite di volta in volta nell'ambito dei provvedimenti legislativi con cui si dispone il finanziamento per le missioni internazionali. È necessaria una legge di riferimento sul trattamento economico e normativo del personale militare impegnato sui molteplici e peculiari profili amministrativi che caratterizzano le mozioni stesse. Noi come gruppo di Italia dei Valori, nelle persone in questo caso dell'onorevole Donadi e del sottoscritto, abbiamo presentato un nostro contributo per quanto riguarda finalmente la realizzazione di una legge quadro che dia la possibilità di avere certezza di risorse, di contenuti e di opportunità nella costruzione di un percorso che - lo ricordo e chiudo - non può vedere l'Italia isolata come in una splendida isola felice, ma che deve contemperare ed entrare in un'ottica di livello europeo.
. Onorevole Di Stanislao, la prego di concludere.
. Infatti, credo che la lente di ingrandimento sul dato regionale e nazionale possa essere utile, ma se noi non entriamo nell'ottica europea e della PESD siamo perdenti e alla lunga non riusciremo a dare quel contributo che, per qualità e sostanza, ci ha caratterizzato attraverso i nostri operatori di pace in tutto il mondo, soprattutto nelle situazioni di conflitto dove abbiamo dimostrato che siamo in grado di costruire e realizzare e anche di dare un contributo fondamentale per la ricostruzione e il rilancio di quelle comunità che hanno bisogno di pace, di economia e, soprattutto, di grande sicurezza
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, nella giornata di ieri il Ministro della difesa Ignazio La Russa ha avuto modo di esprimere il suo compiacimento per l'alta qualità dell'impegno dei nostri militari impegnati in missione all'estero. Si tratta di un giudizio che il gruppo Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia condivide in pieno, consapevole di tanti risultati positivi quotidianamente ottenuti in favore delle popolazioni del mondo martoriate da guerre e da conflitti civili. La componente del gruppo Misto, Noi Sud/Lega Sud Ausonia, pertanto voterà a favore del decreto-legge che proroga da una parte la partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali per il periodo dal 1o gennaio al 30 giugno 2010 e che assicura, d'altro canto, la prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo e di sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. In Medio Oriente i nostri uomini impegnati in missioni umanitarie hanno dimostrato di essere garanzia di sicurezza e di sviluppo per le popolazioni vessate dal terrorismo e dal fanatismo religioso che si ripercuotono sulle fasce sociali più deboli, su chi già vive il dramma della fame, della sete, della malattia e della povertà. In questa sede vogliamo ribadire il nostro più sincero ringraziamento ed apprezzamento per il lavoro svolto dai nostri uomini in situazioni di grande difficoltà, molto spesso mettendo a rischio la vita. Solo pochi mesi fa il nostro Paese ha pagato con la vita del sergente maggiore Roberto Valente e del caporal maggiore scelto Massimiliano Randino la scelta di difendere la democrazia e la libertà in Afghanistan e la volontà di ridare una speranza ad un popolo profondamente umiliato da una teocrazia tanto ottusa quanto disumana. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo decreto-legge si rinnova l'impegno dell'Italia che attraverso i suoi uomini continua a garantire la sicurezza e la salute di tante popolazioni. I nostri contingenti si sono distinti per la rapidità con la quale hanno garantito il funzionamento delle infrastrutture e la funzionalità delle strutture sanitarie; in particolare, la presenza italiana in Afghanistan rappresenta la garanzia che questo Paese non ritorni ad essere un territorio vittima del terrorismo talebano. La presenza italiana è richiesta proprio dalle popolazioni locali che hanno dimostrato di volere il consolidamento del sistema democratico, il rispetto dei diritti umani e il pluralismo politico. È il popolo afgano che chiede alla comunità internazionale di continuare a mantenere una presenza cospicua di militari e civili. Siamo convinti che occorra proseguire su questo sentiero non solo in Afghanistan, pertanto Autonomia e Libertà - Noi Sud sosterrà con convinzione l'approvazione di questo decreto-legge
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'onorevole Di Stanislao ha già espresso la dichiarazione di voto per il nostro gruppo, dichiarando che voteremo a favore. Io vorrei segnalare che non sono certo che avremmo potuto farlo ove fosse stato approvato l'emendamento 9.100 del Governo che la Presidenza ha dichiarato inammissibile. In quell'emendamento il Governo prevedeva che le Forze armate organizzassero corsi di formazione aperti a tutti i cittadini allo scopo di istruirli sulla difesa dello Stato. Ora, trattandosi di cittadini adulti, mi chiedo se una cosa di questo genere non assomigli tanto all'istituzione di corpi paramilitari e mi è venuto in mente che così venne fatto quando, novant'anni fa, fu istituita la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale che durante il Ventennio fu il primo passo per la fascistizzazione dello Stato Quando noi dell'Italia dei Valori parliamo di un Governo che ha una tendenza strisciante verso il fascismo non parliamo di azioni teoriche, ma di azioni pratiche come questa: l'idea cioè che si usino strumenti e soldi dello Stato - 6 milioni di euro per tre anni - per scopi come questo quando non ci sono soldi e ci viene detto che non ci sono risorse per le forze dell'ordine. È veramente un atto inaccettabile, soprattutto perché attraverso di esso si può andare davvero verso l'istituzione di corpi paramilitari o di quelli che con il progetto Gladio, che qualcuno fosse qui ricorderà, già si sono svolti in passato. Noi faremo tutta la nostra seria e forte opposizione ad un progetto di questo genere che forse molti nell'Aula non conoscono, ed anzi invitiamo il Governo a dare spiegazioni su una richiesta e su un emendamento di questo tipo
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, prendo la parola su questo provvedimento con un certo sconcerto. Sono esterrefatto dalla disattenzione generale su una materia come questa che ha appassionato l'Assemblea con momenti di tensione e di partecipazione comune negli ultimi dieci anni e che oggi purtroppo, vede, diciamo così, una disattenzione sufficientemente diffusa. Tuttavia, la fase delicatissima dello scenario internazionale richiederebbe anche da parte dell'Aula e dei nostri colleghi una maggiore attenzione al provvedimento di cui stiamo discutendo. È una fase delicatissima, segnata da una ripresa della minaccia terroristica, dall'accendersi di nuovi focolai di tensione nel mondo: dallo Yemen al Maghreb e recentemente, in queste ore e in questi giorni, nella fascia di influenza dell'Iran. L'Italia sta svolgendo un ruolo efficace anche sul terreno diplomatico della cooperazione allo sviluppo e dell'aiuto umanitario in ogni missione a cui sta partecipando, anche se occorre riconoscere che sono presenti elementi di rischi e di tensione e che i militari svolgono un ruolo essenziale per evitare che lo stato della sicurezza peggiori e precipiti. Non a caso, siamo il primo Paese dell'Unione europea fornitore di truppe all'ONU in operazioni di e la proroga delle missioni e della partecipazione italiana alle missioni internazionali è la proroga del nostro impegno in favore di tutti quei processi a sostegno della pace in regioni e territori straziati da guerre e terrorismo, che registrano, purtroppo, migliaia di vittime innocenti. Da parte nostra, onorevole Presidente - che rimanga almeno agli atti della Camera -, vogliamo ancora una volta, come abbiamo fatto negli ultimi quindici anni, mettere in condizione i nostri ragazzi di assolvere al meglio al loro compito attraverso un sostegno pieno e incondizionato, fino a raggiungere il rafforzamento e il consolidamento delle istituzioni locali come, tra l'altro, auspicato, ad esempio, dallo stesso Governo di Kabul, che ha ribadito nella recente Conferenza di Londra di assumere il comando delle operazioni di sicurezza da qui a cinque anni. Si tratta di un processo comune a tutte le situazioni che vedono le nostre Forze armate e le forze di polizia impegnate quotidianamente in Afghanistan, in Pakistan, in Somalia, in Libano, in Sudan, in Kosovo e in tanti altri teatri di guerra. Rimane ancora aperto il problema del meccanismo di finanziamento delle missioni, sollevato anche da altri colleghi. Non possiamo ogni sei mesi occuparci del finanziamento delle missioni all'estero, anche perché questo sistema crea tra i nostri militari una certa precarietà, insicurezza, instabilità, apprensione circa la nostra presenza nelle missioni. Dovremmo, quindi, procedere in tempi rapidi all'approvazione di una legge-quadro sulle missioni internazionali, che da tempo è all'esame della Commissione, per non ritrovarci ogni sei mesi a ripetere questa procedura. In relazione all'Afghanistan, come è noto, a partire dal 2008 c'è un deterioramento del quadro della sicurezza, una più aggressiva azione della guerriglia talebana, la moltiplicazione di attentati e di scontri anche con l'aumento delle vittime. La nuova strategia statunitense per l'Afghanistan in Pakistan mira ad impedire il ritorno di Al Qaeda in Afghanistan e a prevenire che i talebani rovescino il governo di Kabul. Le forze USA, anche con il sostegno degli alleati della NATO e del nostro Paese, saranno affiancati da unità specifiche dell'esercito afgano in un nuovo sforzo di trasformare le forze locali in una vera e propria entità per combattere la forza talebana. In Libano, il nuovo Governo di unità nazionale guidato da Saad Hariri, dopo la fine di un lungo periodo di crisi e di instabilità e a partire dall'assassinio dell'ex Premier e leader sunnita Rafik Hariri (padre di Saad) nel febbraio 2005, ha preso tutto il proprio potere. Purtroppo, sussistono ancora zone di forte influenza di al quale è stato riconosciuto anche l'uso proprio di un arsenale militare. In Kosovo, la nostra presenza delle forze internazionali parte dal 1999 e l'attuale situazione, purtroppo, non consente ancora di poter ipotizzare un prossimo ritiro delle forze. Dopo l'indipendenza dichiarata unilateralmente nel febbraio 2008 e mai accettata dalla Serbia, lo internazionale del territorio rimane controverso, con il riconoscimento solo da parte di un terzo circa degli Stati membri delle Nazioni Unite. In Bosnia-Erzegovina, la Comunità internazionale e, in particolare, l'Unione europea, appare divisa in ordine al mantenimento o meno dell'ufficio dell'Alto rappresentante. Le misure previste consentono al nostro Paese di mantenere una capacità di iniziativa e di dialogo fondamentale e che rimane cruciale per la stabilizzazione dei Balcani e presuppone un forte coinvolgimento della Serbia, che proprio il 22 dicembre scorso ha presentato la propria candidatura per l'adesione all'Unione europea. È necessario altresì, come facciamo con questo provvedimento, sostenere l'impegno della comunità internazionale nelle aree di crisi africane (Sudan, Somalia e altre ancora), attraverso la massima assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche presenti in Parlamento, per stroncare ogni ipotesi e contrastare ogni minaccia terroristica che imperversa anche nel Maghreb. Come noto, il contenuto del provvedimento prevede una proroga fino al 30 giugno 2010, con un finanziamento alla partecipazione italiana ai processi di pace e di stabilizzazione e alle missioni internazionali, e disposizioni in materia di amministrazione della difesa e per l'attivazione del Servizio europeo di azione esterna dell'Unione europea. Vi sono alcune novità importanti sul trattamento economico del personale impiegato nelle missioni ed in materia di disposizioni penali, sono previste disposizioni intese a introdurre misure necessarie all'equiparazione tra le vittime del terrorismo e le vittime del dovere appartenenti alle Forze armate e alle forze di polizia ed è prevista anche una tutela del personale impiegato nelle missioni in caso di violazioni colpose delle disposizioni in materia. Il numero complessivo di unità che prendono parte alle missioni internazionali, in coerenza con l'autorizzazione di spesa, risulta cresciuto a 8.619 componenti, a fronte di 8.288 di cui al decreto-legge n. 152 del 2009. La missione di cooperazione in Iraq ha ulteriore importanza, con l'assistenza alla navigazione per il trasferimento dall'Italia in Iraq di unità di marina; vi è un aumento del contingente italiano impiegato in Afghanistan di circa 170 unità, che rappresenta la prima attuazione della decisione annunciata dal Consiglio dei ministri nel dicembre 2009 di aumentare fino a 1.000 unità il contingente italiano in quel territorio. È diminuita la nostra presenza, altrettanto significativa, nella missione UNIFIL in Libano e vi è anche una diminuzione del nostro contingente impiegato nelle missioni nell'area dei Balcani. Vi è il significativo aumento, invece, delle unità impiegate nelle missioni navali Active Endeavour nel Mediterraneo di contrasto al terrorismo, che passano da 225 a 662 unità autorizzate, e Atalanta, al largo della Somalia, che passano da 2 a 257 unità, così come nella missione UNAMID in Darfur. Pensiamo anche all'importanza di questi aumenti di dispositivi e di missioni in funzione delle recentissime minacce di queste ore nel Corno d'Africa e in quello stretto lembo di terra e di mare tra lo Yemen e la Somalia. L'articolo 10 autorizza, poi, una spesa complessiva di 804 milioni di euro. Ricordiamo anche le altre missioni, più ridotte, ma altrettanto significative: quella ad Hebron, a Rafah, nella Repubblica del Congo, a Cipro, per la formazione delle Forze armate albanesi, in Georgia, nel Corno d'Africa, in Libia e in Palestina. Questo per ribadire esclusivamente l'assoluta attualità e l'importanza fondamentale di discutere e di approvare consapevolmente lo sforzo che unanimemente da sempre il nostro gruppo parlamentare e il nostro partito hanno sostenuto nei confronti della proroga della partecipazione italiana alle missioni internazionali, ancora più importante in una fase, come dicevo prima, assolutamente delicata della crisi internazionale, che in queste ore si sta evolvendo in senso negativo. Mi riferisco a ciò che sta accadendo e si sta percependo della volontà del regime iraniano nei confronti, non solo dell'arricchimento nucleare e della creazione di ordigni atomici, ma anche alla strategia, che deve essere in questo senso assolutamente ripensata, da parte dei Governi occidentali, oltre che dell'ONU, per contrastare questa volontà, che sembra inarrestabile, purtroppo drammaticamente inarrestabile, per i pericoli che la predominanza iraniana può portare nello scacchiere mediorientale e, a partire da questo, nel territorio di Israele. Per queste ragioni, oltre che per un orgoglio di lealtà nei confronti dei nostri militari all'estero, come abbiamo dimostrato negli ultimi 15 anni, voteremo a favore
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gidoni. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, la Lega Nord voterà a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge con il quale il Governo ha autorizzato la prosecuzione delle nostre missioni militari all'estero sino alla prossima estate, oltre, ovviamente, ad una serie di impegni nella cooperazione allo sviluppo sui teatri di crisi ed al contributo nazionale all'attivazione dell'atteso Servizio estero dell'Unione europea, anche se avremmo visto con estremo favore l'inizio di un deciso ridimensionamento di alcuni piccoli interventi che coinvolgono drappelli trascurabili di nostri uomini in uniforme, come nel caso di alcune operazioni in atto in Africa o nella striscia di Gaza, le quali non paiono avere un grande ritorno politico. Venendo comunque al merito del decreto-legge, la missione più importante fra quelle di cui si propone la prosecuzione fino a fine giugno è certamente quella afgana, e non vogliamo nasconderci dietro un dito. La Lega, nel recente passato, ha più volte manifestato dei dubbi circa l'opportunità di mantenere un folto contingente di nostri ragazzi in quelle lande desolate. Il nostro segretario federale, in particolare, era stato criticato e biasimato per aver detto quanto tutti oggi riconoscono, ossia che in Afghanistan il tentativo di instaurare la democrazia all'occidentale era votato al fallimento. Noi non intendiamo certamente rinnegare quanto abbiamo affermato; piuttosto, vogliamo rivendicarlo come un esercizio di preveggenza. Oggi infatti cosa vediamo? Anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna si sono convinti dell'impossibilità di modernizzare quello sfortunato Paese, al punto che sostanzialmente ci propongono di accettare il reinserimento dei talebani nella vita politica afgana, anzi addirittura di finanziarlo. Avevamo dunque ragione; non per questo, tuttavia, chiederemo adesso di ritirare i nostri soldati, perché gli obiettivi sono stati ridimensionati e si può ancora ottenere che gli afgani almeno separino i loro destini da quelli dei terroristi di Al Qaeda, che è il vero motivo per il quale dopo l'11 settembre l'Occidente intervenne militarmente in Afghanistan. È in questo nuovo contesto che al nostro Paese è stato chiesto di fare un ultimo sforzo, prima di avviare il ritiro insieme ai nostri alleati e a queste condizioni abbiamo ritenuto giusto consentirlo, assicurando ancora una volta il nostro sostegno. Potremo lasciare l'Afghanistan senza averlo democratizzato, ma non sconfitti dagli integralisti e dai terroristi, e dovremmo poterci riuscire. La Lega voterà dunque a favore del piccolo italiano, ma anche della prosecuzione a ranghi ridotti delle missioni in atto in Libano e nel Kosovo. Certo, specialmente in Libano la riduzione non sarà così sensibile come avremmo un tempo auspicato; però occorre anche riconoscere che oggi i nostri soldati della missione Leonte non seguono più la medesima politica in nome della quale vennero originariamente mandati laggiù: ne è prova il fatto che la nostra presenza sia oggi considerata preziosa dagli israeliani, che accolgono il Presidente del Consiglio alla Knesset, anziché dagli che vennero «corteggiati» tre anni fa dall'allora Ministro Massimo D'Alema. In Kosovo, invece, la strada di un consistente ridimensionamento del nostro contingente sembra sia stata imboccata con maggior decisione. La sosteniamo, perché riteniamo che non incomba sulla neonata Repubblica balcanica alcuna minaccia serba, e che al contrario l'unico utilizzo ragionevole dei nostri militari in quel Paese sia nella difesa dei luoghi sacri all'ortodossia serba. Per l'insieme di questi motivi preannuncio il voto favorevole della Lega Nord
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, signor sottosegretario, noi voteremo in modo convinto, naturalmente, il disegno di legge in esame, seguendo un orientamento che non è di oggi; lo facciamo perché abbiamo sempre scommesso - e intendiamo continuare a farlo - sul multilateralismo, il quale comporta naturalmente anche assunzione di responsabilità. Le missioni sono uno strumento di pace: sono quindi uno strumento moderno per fare una politica internazionale degna di questo nome, adeguata alle nuove difficoltà e alle nuove crisi che si sono determinate e si determinano sullo scacchiere internazionale. Questo naturalmente però ci porta anche a dire che davvero è giunto il momento, se questa è la situazione, di ripensare lo strumento legislativo con il quale normiamo tale materia. Come lei sa, come sa il Governo, e come soprattutto sa il Parlamento, è stato dato mandato ad un comitato ristretto di «stringere» sulla questione di una legge-quadro per le missioni: mai come oggi, mai come al termine di questo dibattito possiamo uscirne con la conferma della necessità di tale iniziativa di carattere legislativo. Abbiamo bisogno di un quadro di maggiore stabilità, abbiamo bisogno di un quadro che dia maggiori certezze, abbiamo insomma bisogno di dare allo strumento «missioni di pace dell'Italia» una configurazione degna di un Paese moderno, capace di essere sugli scenari internazionali con una maturità «vera». Penso che questo dibattito ci debba, da una parte, spingere in questa direzione, confermare la necessità di fare presto da questo punto di vista; dall'altra parte - e qui vengo più al merito politico della questione -, dobbiamo guardare al contenuto delle missioni senza alcuna retorica, senza alcuna indulgenza alla retorica, ma con un atteggiamento molto responsabile. Mi riferisco anzitutto alla prima missione, la più importante dal punto di vista politico e militare, quella afgana. Quando tra sei mesi ci troveremo - io mi auguro - in un contesto legislativo diverso, ma ci troveremo comunque a riprendere questo tema, penso che sarà giunto il momento di una riflessione politica di carattere generale sull'argomento tale da dare alla tematica e al modo di essere della presenza internazionale in Afghanistan quella necessaria qualità. Oggi in Afghanistan vi sono molte difficoltà, noi siamo impegnati in un aumento del surge, in aumento della nostra presenza, e sempre più appare chiaro che l' che gli americani hanno previsto di qui a due anni deve essere gestita con lungimiranza, intelligenza e guardando con molto senso di responsabilità le cose come stanno. Io penso, quindi, che anche la nostra missione deve irrobustirsi di queste maggiori certezze strategiche sul suo sviluppo e sulla sua possibile e, per qualche verso, inevitabile conclusione. Noi dobbiamo fare in modo che l' dall'Afghanistan sia di successo, ossia un' che consenta l'affermarsi di un Afghanistan più democratico, più libero e più stabile. Ma per fare questo non possiamo non guardare alle difficoltà di oggi e alle necessità che su queste difficoltà si corrisponda con un'iniziativa politico-militare adatta e degna di questo nome. È quindi uno sforzo in più che credo dobbiamo mettere tutti in campo per evitare ogni forma di «normalità» della situazione, che non si presenta così. Penso che altrettanta attenzione e rifiuto di ogni forma di retorica dobbiamo dedicare all'altro comparto importante di queste missioni, che sono i Balcani. I Balcani sono in una situazione di chiaroscuro: per un verso ci sono elementi di positività e si possono registrare certamente dei miglioramenti, ma per altro verso, senza che io faccia riferimento a interviste, a dichiarazioni e a considerazioni di carattere generale che sono emerse anche sulla stampa nel corso di queste ultime settimane, non possiamo non vedere come ancora nei Balcani ci siano elementi di stabilizzazione che vanno conquistati con un'azione molto attenta e molto precisa. Da questo punto di vista, do atto al Governo che in Kosovo l'uscita di una parte del contingente è avvenuta all'insegna di una ferrea disciplina multilaterale - se così posso dire -, cioè stando nell'ambito del contesto multilaterale. Questo è un buon segno. Noi dobbiamo rafforzare questa capacità dell'Italia di stare nei Balcani, nostri vicini di casa, in quella chiave e in quel contesto multilaterale, cioè all'interno di un'azione coordinata della comunità internazionale. Quanto al Libano, anch'io mi associo alle richieste che tanti hanno formulato al Governo, e spero che il senatore Mantica ci potrà dire qualcosa di più preciso rispetto a quanto è accaduto qualche ora fa a Teheran davanti alla nostra ambasciata, dove - come sappiamo - un gruppo di basiji ha tentato un assalto o comunque c'è stata una manifestazione molto violenta e dai toni inequivocabilmente provocatori. Dico questo perché naturalmente, a parte la necessità di sapere, vi è qualcosa di più: ci deve essere, come sappiamo bene, la consapevolezza che la questione Iran si aggiunge ad un contesto di instabilità e di difficoltà di tutta quella regione. Da questo punto di vista, quello cioè della nostra presenza nel Libano, vorrei dire al rappresentante della Lega, che qualche minuto fa ha espresso parole di segno molto diverso, che, grazie all'iniziativa di un Governo italiano, siamo oggi in Libano con una funzione di pace altamente e fortemente riconosciuta, anzitutto dal Governo israeliano. Ma proprio perché quella missione continui ad avere un ruolo strategico (dal momento che essa copre un confine assolutamente delicato e sensibile, quello tra Libano e Israele), credo che al lavoro, per tanti versi egregio, della missione italiana di questi anni, dobbiamo aggiungere una conferma di vigilanza, di attenzione e di cura per l'attività dei nostri militari in quel contesto. Concludo con una notazione non marginale: nel decreto-legge sul rifinanziamento delle missioni vi sono, come sappiamo, anche alcuni riferimenti alla questione del Corno d'Africa, la quale può diventare un elemento esplosivo in una situazione già per molti versi precaria e difficile di tutta la regione.
. Onorevole Tempestini, deve concludere.
. Da questo punto di vista vi è non solo un augurio ma la ragionata speranza che, all'interno delle disponibilità e delle risorse stanziate dal decreto-legge, si possa fare di più e di meglio per poter garantire livelli di sorveglianza e di attenzione nella lotta contro Al Qaeda nella regione. Con questo breve sommario e quadro di insieme - che conferma ad un tempo le preoccupazioni per una situazione fortemente instabile delle regioni nelle quali i nostri uomini sono impegnati e, contemporaneamente, la convinzione che occorre proseguire su una linea di multilateralismo responsabile - ribadiamo il nostro voto favorevole sul provvedimento in questione .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, una ventina di giorni fa abbiamo avuto modo di approfondire in Assemblea con la presentazione di alcune mozioni quale indirizzo, quale strategia, quali nuove esigenze dovessero avere le missioni di pace all'estero. Ne abbiamo anche sottolineato alcuni aspetti che costituiscono le linee direttrici che abbiamo seguito, anzitutto quella della ricerca del raggiungimento di una condivisione all'interno di quest'Aula che ci consentisse di portare un contributo, di individuare i contenuti e lo stato della situazione, di capire che cosa sta avvenendo in Afghanistan e negli altri teatri di guerra, di capire soprattutto i bisogni. Abbiamo avuto modo di comprendere che l'Afghanistan soffre in maniera totale di una guerra che vede soprattutto vittime civili e dell'assenza di una strategia precisa rispetto alla cooperazione civile. Non può assolutamente essere sufficiente, infatti, che si guardi solo ed esclusivamente ad un percorso di ricostruzione: dobbiamo lasciare l'Afghanistan agli afghani, ci dobbiamo preoccupare di costruire un tessuto sociale che guardi alle istituzioni, al riconoscimento ed alla legittimazione di diritti che ancora oggi vengono calpestati. Abbiamo la necessità di formare un esercito che sia in grado di difendersi, di difendere i confini della propria patria, di avere un'identità e di rapportarsi con il proprio popolo anche se diviso tra le diverse tribù e fazioni. Vi è la necessità cioè di un dialogo, di intelligenza politica e della capacità di costruire e superare gli steccati. Abbiamo anche sottolineato un altro grande aspetto, quello della credibilità italiana nel contesto internazionale che, amici e colleghi, non è una credibilità di parte che deriva da uno o da un altro Governo. È una credibilità che proviene, soprattutto, dalla capacità di essere coerenti con la storia di questa Repubblica, con i nostri padri fondatori, con un percorso dell'Occidente che si inserisce all'interno di organismi riconosciuti come l'ONU e la NATO. Allora, è evidente che in seno a questo contesto abbiamo una credibilità che ci deriva soprattutto dalla capacità non dei ragazzi, così come ancora li sento chiamare, ma delle donne e degli uomini che sono formati, che hanno esperienza e competenza, che sono i nostri militari impegnati all'estero che quotidianamente rischiano la vita per garantire la sicurezza al di fuori dei nostri confini, ma anche e soprattutto, dentro i nostri confini. A conclusione dell'esame di questo provvedimento, voglio sollevare anche alcune criticità che attengono, soprattutto, ancora al modo con cui si discute in questa Aula di un argomento così centrale ed importante. Non è più pensabile affrontare questo confronto attraverso lo schema del decreto-legge, perché questo esclude l'attività, la partecipazione del Parlamento e non consente sicuramente di superare quell'incongruenza, signor rappresentante del Governo, che risiede nel fatto che venti giorni fa si è discussa una mozione con il riconoscimento di un indirizzo unanime, mentre oggi discutiamo di un decreto-legge che si occupa solo di risorse finanziarie.
. È evidente che tutto ciò può essere superato solo ed esclusivamente se tutti insieme condivideremo una legge quadro che consenta al Governo e al Parlamento di dare il proprio contributo e la propria impostazione. Due aspetti significativi del provvedimento, certamente, vanno evidenziati. Il primo riguarda l'incremento delle risorse. Lo voglio sottolineare: questo decreto-legge, finalmente, contiene risorse che concretizzano quella fase che si rivolge soprattutto alla garanzia dei nostri militari, ma anche alla cooperazione civile, alla possibilità di un percorso di formazione, di costruzione di infrastrutture, di scuole, di ospedali, di elettricità, destinati soprattutto alla popolazione civile. Il secondo aspetto che mi preme porre alla vostra attenzione riguarda la necessità di prevedere una nuova procedura per l'avvio e il rinnovo delle missioni che possa prescindere dai decreti di rifinanziamento. Si tratta di una procedura che considero ormai superata, perché non consente al Parlamento di svolgere il ruolo che in questa materia dovrebbe essere il più qualificante, ovvero quello di dare indirizzi al Governo sugli obiettivi delle missioni. Prova di questa inadeguatezza è il fatto che la Commissione difesa, che esamina in sede referente il contenuto di questo provvedimento, non ha avuto la possibilità di svolgere approfondimenti o di indicare effettivamente indirizzi e strategie. È evidente, amici, che tutti siamo e dobbiamo essere a sostegno di quello che è il nostro percorso nei teatri in cui siamo impegnati, ma è anche chiaro che vi è la necessità di una riforma che, in maniera concreta, faccia capire a quest'Aula e al nostro Paese che le missioni all'estero sono un punto centrale della nostra politica .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà per due minuti.
. Signor Presidente, proprio perché le missioni internazionali dovrebbero essere un punto centrale della nostra politica - e noi Radicali non siamo contrari alla partecipazione delle Forze armate italiane alle missioni internazionali - non possiamo però accettare, come in questo caso, che le missioni internazionali diventino una scusa per introdurre norme (come vengono introdotte all'articolo 9) che consentiranno alla Difesa di aggirare i suoi stessi decreti in materia di gestione degli organismi di protezione sociale, o che garantiranno la più completa immunità ai militari in tema di reati ambientali o per la mancata osservanza delle norme sulla tutela della salute e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Per dirla in altri termini, stiamo parlando di quelle vittime del dovere e del servizio, che poi, in diversi casi, diventano vittime dello Stato; stiamo parlando di quelle vittime dei vaccini, dell'amianto, dell'uranio, delle polveri sottili, che spesso sono vittime o per incompetenza o per interesse di quei vertici militari che non abbiamo il coraggio di sanzionare, ma anzi adesso gli garantiamo anche l'impunità. Noi non possiamo accettare tutto questo, e, proprio per il rispetto che portiamo alle vittime del dovere, del servizio, dello Stato, ai ragazzi che partecipano a queste missioni internazionali, noi ci asterremo .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà per due minuti.
. Signor Presidente, oltre ovviamente a condividere le espressioni e le valutazioni politiche rappresentate dall'onorevole Cicu, sia in relazione all'incremento delle risorse per le missioni internazionali (e quindi il plauso va al Governo per aver colto l'occasione per adeguare concretamente i finanziamenti per missioni che diventano sempre più pericolose, segnatamente quella dell'Afghanistan), sia in relazione alla necessità di una riforma (da introdurre con una legge quadro che possa disciplinare le missioni internazionali), volevo rappresentare il mio disappunto per un importante emendamento presentato dal Governo volto a diffondere tra i giovani lo spirito militare, ma soprattutto l'importanza delle missioni internazionali; emendamento che è stato dichiarato inammissibile. A tal proposito spero che al più presto il Governo possa intervenire con un diverso provvedimento .
. Chiedo di parlare.
. A che titolo, onorevole Mantini?
. Per dichiarazione di voto a titolo personale.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, in queste ore provocazioni analoghe a quelle compiute nei confronti dell'ambasciata italiana a Teheran sono state compiute anche nei confronti dell'ambasciata dell'Olanda, della Francia e della Germania. Il regime di Teheran è un pericolo serio per tutta la comunità internazionale e non solo per Israele. Noi, nel momento in cui confermiamo l'impegno dell'Italia nelle missioni internazionali di pace, chiediamo al Governo di farsi promotore di una risposta a livello di Unione europea nei confronti dei gravi fatti che accadono a Teheran.
. Onorevole Mantini, il Governo è già stato, con il Ministro Frattini, audito dalle Commissioni e, quindi, si è soffermato ed ha approfondito proprio la questione da lei sollevata. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. .
. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3097-A, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo per chiedere alla Presidenza, ed evidentemente anche ai gruppi, un inversione dell'ordine del giorno nel senso di anticipare l'esame dei disegni di legge di ratifica e del provvedimento concernente la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, ponendo, così, all'ultimo punto dell'ordine del giorno l'esame del provvedimento in materia di rafforzamento della competitività del settore agro-alimentare.
. Se non vi sono obiezioni, la proposta di inversione dell'ordine del giorno, testé avanzata dall'onorevole Baldelli, nel senso di passare all'esame dei disegni di legge di ratifica e successivamente al testo unificato delle proposte di legge n. 975-2513-A in materia di prodotti ortofrutticoli di quarta gamma si intende accolta.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese concernente la mutua assistenza in materia penale, fatto a Roma il 28 ottobre 1998. Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed ha avuto luogo la replica del relatore, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione. Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, credo che già facciamo poco: quello che facciamo però facciamolo bene .
. Onorevole Di Stanislao, si rivolga alla Presidenza. Sarà certamente sintetico.
. Signor Presidente e colleghi (per coloro i quali vogliono ascoltare), le crescenti esigenze di cooperazione nel campo giudiziario, determinate anche dal notevole e sempre crescente interscambio economico e commerciale con Hong Kong, hanno determinato la stipula nel 1998 di un accordo, quello che appunto ci apprestiamo a ratificare, tra il nostro Paese e la regione amministrativa speciale di Hong Kong, facente parte della Repubblica cinese. L'accordo si sofferma sulla necessità di sostenere la mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra i due Paesi, tra i quali infatti è anche in vigore l'accordo sul trasferimento delle persone condannate fatto a Hong Kong il 18 dicembre del 1999 e ratificato l'11 luglio del 2002. A seguito del passaggio di Hong Kong sotto la sovranità cinese si è reso naturalmente necessario ridefinire e perfezionare gli strumenti di cooperazione giudiziaria, anche per colmare il vuoto giuridico creatosi con la cessazione degli effetti, limitatamente al territorio di Hong Kong, dell'accordo italo-britannico fino ad allora vigente. Quello in oggetto è un accordo che ci consente di migliorare l'efficacia della cooperazione tra Italia ed Hong Kong nelle procedure investigative, nell'identificazione e localizzazione di persone, nella convocazione di testimoni, nella notifica di atti giudiziari e nell'acquisizione di prove e documenti necessari alle indagini ed agli atti processuali, scambio che avverrà direttamente tra il Ministero della giustizia italiana ed il segretario per la giustizia di Hong Kong, indicati quali autorità centrali. Il relatore già ieri ha avuto modo di illustrare pienamente le finalità e gli intenti di questo accordo e non ritengo vi sia altro da aggiungere, se non che lasciamo sempre passare troppo tempo tra la stipula di un accordo o di un trattato che sia e la sua ratifica. Quindi ne auspichiamo, garantendo il voto favorevole dell'Italia dei Valori, la più celere approvazione .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, come ha già detto il collega Di Stanislao l'importanza di questo accordo tra il Governo della regione amministrativa di Hong Kong della Repubblica popolare cinese ed il nostro Paese si estende finalmente alla tutela penale reciproca ed all'assistenza giudiziaria tra l'Italia e la regione amministrativa speciale di Hong Kong. Si rende necessario tutto questo perché, dopo il passaggio della regione sotto la sovranità cinese, è venuta meno l'applicazione al territorio dell'accordo italo-britannico fino ad allora vigente in materia. Con questo accordo si sancisce l'obbligo dell'assistenza reciproca, che si esplicherà tanto nelle indagini penali quanto nei procedimenti relativi a tali reati, attraverso una mutua assistenza nella quale sono ricomprese l'identificazione e la localizzazione di persone, la notifica di documenti e l'acquisizione di prove, l'esecuzione di perquisizioni e sequestri, la facilitazione della comparizione personale di testimoni - anche se detenuti - o di periti, la consegna ed il prestito di reperti e di corpi di reato, la confisca di proventi e strumenti di attività criminali. Anche i reati contro le leggi fiscali, tributarie e doganali, con esclusione dei correlati procedimenti di carattere non penale, fanno parte del provvedimento in esame. È importante sottolineare che l'assistenza giudiziaria potrà essere rifiutata qualora gli atti richiesti siano contrari alla sovranità, alla sicurezza, all'ordine pubblico o ad altri interessi vitali per la parte richiesta. Mi sembra importante prestare attenzione a questi provvedimenti, nella disattenzione generale, salvo poi guardare sui titoli di giornale quando parliamo di scandali finanziari e ridestarci ad una preoccupazione del perché o del per come questi provvedimenti possono interessare anche l'attuazione e l'attivazione di queste procedure da parte del nostro Paese. Per queste ragioni ed anche per altre, che depositerò, il nostro gruppo parlamentare è assolutamente d'accordo e voterà favorevolmente questa ratifica . Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
. Onorevole Volontè, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord . Chiedo altresì che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico è favorevole alla ratifica dell'accordo. Ieri ne abbiamo illustrato nei dettagli le ragioni. È inspiegabile - lo ricordo sommariamente - che la ratifica in oggetto avvenga con dodici anni di ritardo dal momento della stipula, avendo lasciato praticamente scoperto il campo della cooperazione giudiziaria per tutto questo tempo, dopo il passaggio della sovranità dalla Gran Bretagna alla Repubblica popolare cinese, ancorché nello statuto della regione amministrativa speciale. Questa collaborazione, invece, è assolutamente necessaria, in ragione dell'importanza e del rilievo di Hong Kong come piazza economica e commerciale, nella quale - ricordo soltanto la realtà italiana - operano oltre 300 imprese in modo stabile (tra di esse, vi sono dieci istituti finanziari ed anche un istituto assicurativo). I colleghi hanno ricordato le modalità di tale cooperazione, che si estende - com'è stato, giustamente, segnalato - anche ai reati di tipo finanziario e tributario. L'Accordo è necessario e utile e poteva essere ratificato prima. Poteva essere scelto diversamente anche il fondo al quale si attinge per la ratifica, visto che, per reperire i circa 30 mila euro identificati per la copertura, si attinge ad un fondo destinato alla lotta contro la desertificazione.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boniver. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei soltanto dire che sono contraria ad una certa ritualità. Infatti, i provvedimenti al nostro esame sono stati già discussi in Commissione e ieri in Assemblea durante i nostri lavori (che sono durati due ore e mezzo) e su di essi - per fortuna, e com'è dovuto - vi è unanimità di voto. Pertanto, prendo la parola questa volta e, poi, non più, per preannunciare il voto favorevole del mio gruppo su tutti i provvedimenti in esame .
. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. .
. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2934-A, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativo alla non imponibilità dell'imposta sul valore aggiunto dei pedaggi riscossi al traforo del Gran San Bernardo, fatto a Roma il 31 ottobre 2006 e dell'abbinata proposta di legge di iniziativa dei deputati Nicco ed altri. Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.
. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione. Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'ordine del giorno Zacchera n. 9/2935-A/2, volto al miglioramento delle condizioni del trasporto ferroviario tra Italia e Svizzera, in quanto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento in esame che, invece, riguarda la non imponibilità dell'IVA dei pedaggi riscossi al traforo del Gran San Bernardo. Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
, . Signor Presidente, se l'ultima formulazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2935-A/1 è quella che recita «impegna il Governo a valutare l'opportunità di predisporre eventuali iniziative al fine di evitare ulteriori disparità di trattamento sul piano fiscale che discendono dalla mancata armonizzazione delle discipline fiscali tra i due Paesi», il Governo esprime parere favorevole.
. Quella è la formulazione dell'ordine del giorno, quindi il parere s'intende favorevole. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2935-A/1, accettato dal Governo. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, in questo caso sono d'accordo con la collega Boniver, perché si tratta di un atto dovuto e dobbiamo equiparare i due ordinamenti, quello italiano e quello svizzero. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo delle mie dichiarazioni di voto.
. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, anche noi siamo favorevoli, perché questo accordo con il Consiglio federale svizzero sulla non imponibilità dell'imposta IVA è un grande vantaggio anche per i nostri commercianti. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del testo della mia dichiarazione di voto.
. Onorevole Volontè, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole su questo e su tutti gli altri provvedimenti di ratifica. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
. La presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, esprimo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questo provvedimento ed anche sui successivi disegni di legge di ratifica, sottolineando la nostra censura al fatto che vengano attinte risorse dal fondo per la desertificazione, rispetto al quale dovremmo destinare un capitolo apposito.
. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. .
. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2935-A, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno di Norvegia, per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali, con Allegato, fatto a Oslo il 16 giugno 2004. Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.
. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. La Presidenza autorizza sulla base dei consueti criteri la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo delle dichiarazioni di voto degli onorevoli Di Stanislao e Volontè, che ne hanno fatto richiesta. Prendo atto che gli onorevoli Pini e Porta hanno già espresso la propria dichiarazione di voto finale nell'intervento precedente. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3071, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dominicana, fatto a Santo Domingo il 14 agosto 2002. Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.
. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Prendo atto che l'onorevole Pini ha già espresso la sua dichiarazione di voto nel precedente intervento e che gli onorevoli Di Stanislao e Volontè hanno chiesto che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della loro dichiarazione di voto. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, confermo il voto favorevole per le ragioni che ho spiegato ieri e non mi soffermo ulteriormente.
. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3072, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla collaborazione nel settore del turismo, fatto a Roma il 7 dicembre 2006. Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.
. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ricordo che hanno già svolto dichiarazioni di voto finale complessive gli onorevoli Di Stanislao, Volontè, Pini, Porta e Boniver. Prendo atto che gli onorevoli Di Stanislao, Volontè e Pini chiedono che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale delle loro dichiarazioni di voto. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3073, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Brandolini ed altri; Rainieri ed altri: Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma. Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.
. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione. Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri . Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Fogliato 3.1 e 4.2 e Di Giuseppe 4.1. Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100, 3.100, 3.101, 3.102, 4.100 e 4.101, che sono in distribuzione .
. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.100.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento presentato dalla Commissione.
. Sta bene. Passiamo dunque ai voti. Chiedo ai colleghi di prendere posto. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 2, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate . Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 3.100, 3.101 e 3.102.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sugli emendamenti presentati dalla Commissione.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 della Commissione, accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Signor Presidente, il gruppo delle Lega Nord voterà contro questo emendamento perché secondo noi è sbagliato eliminare questo comma. Siamo convinti, infatti, che, soprattutto nelle scuole, ai giovani vada data un'educazione sull'alimentazione e che vadano aiutati i produttori di beni italiani. In questo caso, noi non possiamo permetterci, secondo la linea del Ministero, di votare contro un provvedimento che elimina un aiuto diretto agli agricoltori italiani rispetto alle multinazionali che importerebbero prodotti dall'estero sicuramente di scarsa qualità e non di aiuto alle nostre aziende agricole.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 della Commissione, accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate 975-2513-A. Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 4.100 e 4.101.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole su entrambi gli emendamenti.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 della Commissione, accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato . Qual è il parere del Governo?
, . Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Nastri n. 9/975-2513-A/1.
. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/975-2513-A/1, accettato dal Governo. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, questo testo unificato è stato concordato in Commissione ed è scaturito da due proposte di legge, la n. 975 dell'onorevole Brandolini e la n. 2513 dell'onorevole Rainieri. È un testo nato dalla necessità di produrre una norma che disciplinasse la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, perché il mercato dei prodotti di quarta gamma negli ultimi tempi, soprattutto negli ultimi dieci anni, è considerevolmente aumentato. La stessa Italia, quanto a fatturato, è diventata il secondo mercato in Europa. Questi prodotti comunque presentano dei punti di forza ed altri di debolezza: infatti, sono pronti al consumo e rispondono al bisogno del consumatore di ridurre i tempi di preparazione dei pasti; inoltre si può facilmente ricorrere ai che includono diverse varietà. Vi sono, però, dei consumatori che non ricorrono all'utilizzo di questi prodotti, sia per il timore che le verdure vengano trattate con scarsa igiene, sia per il timore che non riescano a trattenere le vitamine contenute nei prodotti stessi. Si lamenta, inoltre, il costo di questi prodotti, che sicuramente è maggiore di quello dei prodotti tradizionali. È certo, però, che oggi i prodotti di quarta gamma raggiungono un fatturato consistente; infatti, secondo l'ISMEA, la vendita di questi prodotti negli ultimi anni è aumentata del 14 per cento. Per questo motivo, vi è l'urgenza di norme che ne garantiscano la qualità...
. Onorevole di Giuseppe, neanche il Presidente riesce a sentirla. Chiedo ai colleghi di fare un po' di silenzio.
. ...soprattutto per evitare l'utilizzo di prodotti che abbiano un'origine incerta e per assicurare e garantire la qualità nutrizionale dei prodotti di quarta gamma e i requisiti igienici del prodotto confezionato. Così com'è stato comunque predisposto e approvato dalla Commissione stessa, questo provvedimento definisce i prodotti di quarta gamma, ne sottolinea le pratiche di lavorazione e ne regola la commercializzazione. L'obiettivo è quindi sicuramente quello di tutelare il consumatore. Il consumo di questi prodotti costituisce anche un modo nuovo di mangiare frutta e verdura, e ne sono la prova - questo è importante - i primi risultati del progetto «Frutta ». Infatti, in cima ai consumi nelle scuole dove si è sperimentato tale progetto, un progetto di educazione al gusto e contro l'obesità dei giovani, che è stato gestito nelle scuole di Roma, Bologna e Bari dal Ministero della salute, vi sono state proprio le merendine dei distributori automatici, che sono proprio un'autentica espressione di questi prodotti di quarta gamma. Vale, quindi, la pena investire - lo vorrei ricordare al sottosegretario, che ascolta poco - per far conoscere ai ragazzi l'importanza di un'alimentazione corretta, basata proprio sul consumo regolare di frutta e verdura. I prodotti di quarta gamma favoriscono proprio l'utilizzo di frutta e verdura. Il nostro voto sarà sicuramente favorevole, come lo è stato in Commissione agricoltura .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo dell'UdC e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
. Onorevole Ruvolo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole del mio gruppo. Seguo il mio collega Ruvolo e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
. Onorevole Negro, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il cambiamento delle abitudini e degli stili di vita sta influenzando anche la definizione di nuove procedure riguardanti l'organizzazione della vita domestica e del lavoro di cura. In particolare, per ragioni di praticità e di risparmio nei tempi di preparazione del cibo si sta diffondendo l'uso di prodotti appartenenti alla sfera dell'ortofrutta, che vengono preselezionati, mondati, lavati e immessi sul mercato in confezioni mono o pluridose. Spesso questi prodotti sono ulteriormente valorizzati dalle caratteristiche del prodotto-base (provenienza geografica, coltivazione a lotta integrata, coltivazione biologica, specie vegetale scelta e quant'altro), o dalle miscele in cui vengono confezionati: insalate miste, macedonie e così via. Di grande rilievo è il fatto che questi prodotti, oltre alla distribuzione attraverso le grandi catene organizzative, arrivano al consumatore anche attraverso i servizi di ristorazione e le mense scolastiche, in particolare delle scuole per l'infanzia, perciò in condizioni di particolare vigilanza qualitativa in considerazione delle caratteristiche dell'utente. Più di recente, inoltre, si va diffondendo la somministrazione mediante distributori automatici collocati nelle scuole primarie e secondarie, nelle università e nei luoghi di lavoro in genere, che offrono prodotti sostitutivi delle ipercaloriche merendine, anche al fine di riequilibrare le diete e di combattere l'obesità. In merito alla progressiva diffusione di prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, è molto importante la definizione di corretti processi di produzione, sia per quanto riguarda il rispetto delle regole della catena del freddo per la conservazione, sia per quanto riguarda la mondatura ed anche, soprattutto, la lavatura, cioè il lavaggio; così come è da segnalare l'importanza della corretta informazione all'utente. Queste sono le motivazioni che mi hanno indotto, assieme ad altri colleghi, alla presentazione della mia proposta di legge A.C. 975, che va appunto nella direzione di un'armonizzazione delle normative ed insieme risponde al bisogno generale del settore ortofrutticolo di definire regole comuni a livello nazionale. Noi, in Commissione, abbiamo preparato questo testo unificato, che è il risultato del mio testo iniziale e di quello del collega Rainieri ed altri. Abbiamo sentito tutto il mondo agricolo e della distribuzione, che ha confermato l'esigenza di una regolamentazione precisa, così come abbiamo ascoltato anche i pareri delle Commissioni e dei Ministeri competenti, che sono stati raccolti attraverso gli emendamenti. Per quanto riguarda il problema che è stato sollevato nel dibattito che ha portato all'unico voto contrario su un emendamento da parte dei rappresentanti della Lega Nord, teniamo a sottolineare e a precisare che la tracciabilità e la provenienza del prodotto saranno oggetto del provvedimento A.C. 2260, che affronteremo domani. In quella sede tali aspetti troveranno (anzi, noi riteniamo che quel provvedimento vada migliorato) la giusta attenzione: noi infatti siamo acché si valorizzino fino in fondo il prodotto e le produzioni locali, e in questo senso vi sia un percorso di tracciabilità che assicuri i consumatori circa la provenienza dello stesso. Nel caso specifico, parliamo di prodotti freschi pronti al consumo e, in quanto tali, sono prodotti a filiera corta, a filiera brevissima: non possono arrivare dall'estero, perché i tempi non consentirebbero il loro consumo. La tipicità del prodotto non richiede in sé una tracciabilità, un'indicazione di provenienza, che è insita nella qualità del prodotto, e quindi, in quanto tale, riteniamo che non fosse necessario quel comma, che peraltro non era nella nostra proposta di legge, che poi il Ministero ha richiesto di cassare per non incorrere in infrazioni comunitarie. Voglio concludere ringraziando, prima di tutto, la relatrice onorevole Beccalossi, il personale della Commissione agricoltura e tutti i colleghi che hanno consentito di arrivare alla definizione e all'approvazione di una piccola legge per il mondo agricolo e per i consumatori, ma uno strumento importante per tutti noi .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dima. Ne ha facoltà.
. Voglio ricordare all'Aula che questo provvedimento sarà approvato dall'intera Aula di Montecitorio ed è un provvedimento finalmente utile per il mondo agricolo (ogni tanto arriva qualche provvedimento per l'agricoltura). Voglio soltanto ricordare che la sintesi di questo provvedimento coglie in modo positivo sia il mondo produttivo, sia i consumatori. Pertanto questo nostro grande Paese agricolo questa volta avrà una grande soddisfazione ed annuncio quindi il voto favorevole del Popolo della Libertà .
. Son così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Vorrei testimoniare che, quando in Commissione si lavora per tempo, i provvedimenti giungono in Aula nel modo più sereno possibile.
. La ringrazio, presidente Paolo Russo, ritengo di poter condividere questa sua affermazione.
. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. .
. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 975-2513-A, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.
. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.