PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARIA CAROLINA VARCHI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 85, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1324: “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali” e dell'abbinata proposta di legge n. 746.
Ricordo che è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità Magi e Della Vedova n. 1.
PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame di tale questione pregiudiziale . A norma del comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento, la questione pregiudiziale di costituzionalità può essere illustrata per non più di 10 minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di 5 minuti.
L'onorevole Riccardo Magi ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale di costituzionalità n. 1.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Il disegno di legge in esame introduce il divieto di vendere, importare e produrre la cosiddetta carne coltivata. La disposizione di cui all'articolo 2 si pone in evidente contrasto, prima di tutto, con il principio di iniziativa economica privata. È una libertà costituzionalmente protetta che può essere limitata solamente in caso di contrasto con l'utilità sociale, la salute, l'ambiente, la sicurezza, la libertà o la dignità umana.
Dal punto di vista della salute, autorevoli realtà della ricerca e della medicina italiana - citiamo, per tutte, la Fondazione Veronesi - hanno chiarito che il prodotto non rappresenterebbe un rischio per la salute umana, anzi, si ridurrebbe anche il rischio di malattie di origine animale, senza necessità di impiegare antibiotici. Da un punto di vista nutrizionale, non vi sono aspetti negativi da considerare. In ogni caso, trattandosi di cosiddetto , la normativa dell'Unione europea, che è fonte di diritto sovraordinata a quella interna, stabilisce che lo stesso debba sottostare a rigidi controlli di sicurezza alimentare da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, prima di essere immesso sul mercato unico dell'Unione.
Per quanto riguarda i profili di utilità sociale, la giurisprudenza costituzionale ha ritenuto che la stessa debba essere intesa nel senso di interesse della collettività, da leggersi in contrapposizione all'interesse materiale e particolare dei singoli.
Ora sorge una domanda, che vorremmo rivolgere allo stesso Governo e al Ministro Lollobrigida che hanno proposto questo disegno di legge: a quale utilità risponde il divieto di vendita, di importazione e di produzione finalizzata all'esportazione della carne coltivata? In caso di approvazione del prodotto da parte dell'EFSA, i divieti contenuti nel provvedimento in esame finirebbero per porsi a tutela di un interesse che è estremamente particolare, ovvero quello di una corporazione, bloccando lo sviluppo di un nuovo settore economico, quindi, anche di nuovi posti di lavoro. Vietare la vendita, l'importazione e la produzione, in assenza di evidenze empiriche e comprovati dati scientifici, significa, inoltre, bloccare la ricerca e, quindi, di nuovo, violare la nostra Costituzione, un principio, quello di tutela e promozione della ricerca scientifica, tutelato dall'articolo 9.
C'è poi un altro profilo di evidente incostituzionalità, derivante dalla violazione del diritto dell'Unione europea. Vietare l'importazione e l'esportazione di un prodotto in Italia, quando non vi sia stata una disposizione comunitaria in questo senso, si pone in contrasto con il principio di libera circolazione delle merci all'interno del mercato comune dell'Unione, che è un pilastro su cui si regge l'integrazione europea. Ibridazione intraspecifica tra varietà distanti, ibridazione intraspecifica fra varietà addomesticate e selvatiche, selezione fenotipica di piante, ricombinazione genetica, sono termini che indicano le tecnologie, colleghi, di selezione genetica dei grani applicate con enorme successo in Italia nei primi del Novecento. Se questi termini fossero stati utilizzati per spaventare i consumatori e i decisori politici, come in questi mesi stanno facendo il Ministro Lollobrigida, il Governo tutto e Coldiretti, agitando lo spauracchio di un bioreattore (ricordiamo che un tino è un bioreattore, così come lo sono la yogurtiera e ogni recipiente controllato in cui avvengono reazioni di fermentazioni), se fosse stato fatto quello che sta avvenendo in questi mesi da parte del Governo, Nazareno Strampelli, il genetista italiano tanto caro al ministro Lollobrigida - che gli ha dedicato interi spazi del suo Ministero per una mostra permanente a magnificarne vita e opera - non avrebbe potuto applicare queste tecniche innovative e selezionare così specie di grano più produttive e resistenti a siccità e malattie. Le 65 specie e varietà selezionate da Strampelli - denominate oltre a Edda, il Balilla, il Fanfulla, il Littorio, il Senatore Cappelli, l'Ardito, Mentana, Villa Glori - contribuirono in modo significativo ad aumentare la resa delle produzioni e delle culture di grano, non solo in Italia, ma nella ex Jugoslavia, in Ungheria, in Slovacchia, in Bulgaria, in Romania, in Francia, in Spagna, in Portogallo, così come in Australia, in Cina e in Russia. Ma il Ministro deve avere dimenticato in fretta il valore del genetista e della ricerca italiana, perché nemmeno 15 giorni dopo il tributo a Strampelli, ha emanato il disegno di legge oscurantista contro la carne coltivata, che è un vero e proprio sabotaggio per la ricerca italiana e per le aziende intenzionate ad aprirsi al futuro mercato del settore.
Concludo, Presidente, invitando tutti i colleghi a valutare bene il contenuto di questa pregiudiziale e a votare a favore, ma il Ministro Lollobrigida dovrebbe sapere che anche all'epoca Strampelli fu oggetto di numerose critiche provenienti dall'associazione degli agricoltori da lui stesso fondata nel reatino, perché - così sostenevano gli esponenti di quella associazione - i nuovi grani venivano visti come una minaccia al grano Rieti originario, diffuso fra tutti i coltivatori e fra i più apprezzati. Ma, con il tempo e con gli anni, furono apprezzate ancora di più le varianti che Strampelli aveva selezionato utilizzando quelle tecniche che furono demonizzate, così come voi oggi demonizzate quello che, in realtà, non volete conoscere e non volete che si sperimenti e su cui non volete che avvenga la ricerca.
Quindi, questo provvedimento è non solo antiscientifico, antieuropeo, antitaliano, è anticostituzionale. Colleghi, votate e pensate bene a votare a favore di questa pregiudiziale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Signor Presidente, colleghe, colleghi, io vorrei intervenire facendo alcune considerazioni, che sono assolutamente fondamentali rispetto a questa proposta di legge, che noi, ovviamente, appoggiando la pregiudiziale che è stata proposta, riteniamo prima di tutto anticostituzionale, in secondo luogo, antiscientifica e, in terzo luogo, potentemente a rischio di procedura di infrazione europea. Io direi che queste tre cose sono più che sufficienti per dire che questa proposta di legge è assolutamente da respingere.
Chiaramente, Presidente, quando il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha cambiato nome in Ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste ho pensato: vuoi vedere che sostituiranno il caffè arabico e il con il glorioso e patriottico orzo italico? Poi mi convincevo che non sarebbe mai successo. C'è stata magari una e, invece di sostituire il caffè, voleva fare la sostituzione etnica, però è stata giustificata con un po' di ignoranza. Poi ci sono stati anche altri aspetti e sfondoni particolari da parte di questo Ministero, tipo quello che i poveri mangiano meglio dei ricchi, ma anche questo ci ha un po' preoccupato (. Però, quando, nero su bianco, mi sono letto questa proposta di legge, sinceramente, Presidente, mi sono cadute le braccia. Qui siamo, al di là di qualsiasi immaginifico Medioevo; siamo alla preistoria tecnologico-scientifica e direi che, con questa proposta di legge, la stessa concezione aristotelico-tolemaica dell'universo è più scientifica; con questa proposta di legge, ci si ferma alla preistoria, qualunque ipotesi evolutiva del pensiero viene bloccata, anche in chiave costituzionale. Pensi, Presidente, che si riesce, in una sola proposta di legge, a pregiudicare ben quattro articoli della nostra Costituzione e, come pare evidenziato anche dal Quirinale, si rischia di esporre il nostro Paese a costose procedure di infrazione. E tutto questo per compiacere evidenti meccanismi lobbistici, portatori di consensi elettorali (.
Quindi, si tratta di boicottare il progresso, fatto che comporterà danni inimmaginabili e violazione di diritti e valori costituzionali. Per esempio, l'articolo 9 che recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica (…)”. Ebbene, in questa proposta di legge la ricerca scientifica viene frenata, viene bloccata, di fatto. Allo stesso tempo, l'articolo 9 dice quanto è importante - e, devo dire, anche grazie a lei, abbiamo introdotto questo principio in Costituzione - la tutela dell'ambiente. Gli allevamenti intensivi industriali sono tutto tranne che ecologici e rispettosi degli animali, alla faccia della sostenibilità, sia ambientale, con elevatissimi costi, consumi e inquinamento, che etica, negando ogni idea di tutela degli animali, considerati solo beni economici e produttivi.
Con la possibilità di sviluppare la ricerca in termini di carne coltivata si farebbe un grande favore a questo Pianeta; sarebbe una cosa fondamentale proprio in termini di sostenibilità. In realtà, qui si sta bloccando tutto, con questa proposta di legge e, quindi, l'articolo 9 viene leso e violato, in tutto il suo sistema. Viene violato l'articolo 33, per cui la scienza e l'arte sono libere. In questa proposta di legge la libera scienza è violata, perché viene contrastata dal divieto di produzione e immissione sul mercato di alimenti coltivati di tipo cellulare. Qui c'è anche un aspetto semantico: la chiamano carne sintetica. Da un punto di vista biologico, non esiste nessun tipo di carne sintetica: si parla di carne coltivata e non mi soffermo su questo, perché ho poco tempo. Si lede l'articolo 41 della Costituzione “L'iniziativa economica privata è libera (…)”; si tratta di una libertà costituzionalmente protetta e non può essere limitata con legge ordinaria.
Infine, c'è la lesione del primo comma dell'articolo 117, secondo cui la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Su questo si sta esprimendo anche il Quirinale per il rischio di una procedura di infrazione che dovremmo pagare tutti quanti.
Allora, io dico: “no” al ritorno al medioevo, “sì” al voto per questa pregiudiziale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(A-IV-RE). Presidente, grazie. Intanto, annunciamo il voto di astensione del gruppo Azione-Italia Viva. Sono temi, questi, sui quali ci si confronta, c'è necessità di analizzare i dati, di fare valutazioni. Ci sono in gioco molti elementi da considerare, molti aspetti su cui riflettere, molti valori da contemperare. Innanzitutto, ovviamente, la salute, con dati scientifici da considerare, da elaborare, da acquisire, senza sbandierare acquisizioni empiriche e non scientificamente provate. Poi, c'è da considerare la libera iniziativa economica, il contemperamento del valore della tutela dell'ambiente e del rispetto delle indicazioni europee con i patti intergenerazionali da non disattendere. Su questi argomenti il legislatore deve intervenire sempre con attenzione, nei tempi giusti, alla luce di momenti di ascolto e previa valutazione di tutti gli elementi in proprio possesso, anche quelli che vanno acquisiti. Sono argomenti sui quali il dibattito parlamentare deve ritrovare una centralità. L'impressione, invece, è sempre che questo Governo voglia utilizzare i provvedimenti legislativi per un impatto mediatico, per finalità demagogiche e populistiche, con la posizione delle cosiddette bandierine. È un errore e noi siamo convinti che questo tema non lo meriti affatto. Ovviamente, non sto entrando nel merito, non entro nel merito perché lo faremo nella sede opportuna, cioè nelle valutazioni del provvedimento; sto solo esprimendo una serie di perplessità, una serie di rapide valutazioni.
Perché ci asterremo? Perché, Presidente, a noi piace considerare le questioni pregiudiziali come un'eccezione rispetto ai percorsi procedurali. In quest'Aula, anche il numero delle questioni pregiudiziali sta diventando esagerato, per non dire patologico, con esiti, peraltro, per nulla capaci di incidere poi sul percorso dei provvedimenti. Allora, proviamo a evitare l'automaticità, proviamo a evitare automatismi, perché ne abbiamo già troppi, ed evitiamo di farli anche con le questioni di pregiudizialità costituzionale. Pertanto, il gruppo Azione-Italia Viva si asterrà .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Davide Bergamini. Ne ha facoltà.
DAVIDE BERGAMINI(LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, onorevoli colleghi, riteniamo che la questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dai colleghi Magi e Della Vedova non abbia ragione di essere. L'articolo 2, infatti, del disegno di legge prevede il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati, divieto basato sul principio di precauzione di cui all'articolo 7 del Regolamento (CE) n. 178/2002. Governare i rischi, agire preventivamente e in precauzione è la dell'articolo 7 del Regolamento europeo, la cui finalità è quella, nel medio e nel lungo periodo, di prevenire il verificarsi di danni in situazioni di incertezza su rischi e possibili eventi avversi per la salute e la sicurezza, soprattutto dei consumatori. Il citato articolo 7, infatti, prevede proprio la possibilità di adottare delle misure provvisorie di gestione del rischio necessarie a garantire un livello elevato di tutela della salute, in attesa di ulteriori informazioni scientifiche per una valutazione più esauriente del rischio. Infatti, la stessa FAO e un gruppo di esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità hanno denunciato, lo scorso aprile, in una pubblicazione gli aspetti di sicurezza alimentare degli alimenti a base cellulare, con ben 53 rischi potenziali per la salute umana che potrebbero derivare dalla produzione alimentare basata sulle cellule. In base a questa pubblicazione, infatti, una particolare attenzione dovrebbe essere posta al meccanismo di proliferazione cellulare nei bioreattori, utilizzando componenti biologici come fattori di crescita e ormoni provenienti dal siero animale e di origine non animale proprio per innescare e accelerare la coltivazione cellulare. Queste molecole biologicamente attive potrebbero interferire con il metabolismo ed essere collegate allo sviluppo di alcuni tumori. Pertanto, gli effetti potenzialmente cancerogeni di questi prodotti potrebbero essere particolarmente gravi per la salute umana.
Dunque, è vero che dobbiamo imparare a vedere nelle nuove tecnologie un'opportunità ma proprio per questo, già nella fase iniziale, destinata a pochissimi consumatori e - aggiungo - con costi elevatissimi, dovrebbe esserci una maggiore attenzione ai rischi per la salute individuale e collettiva, anche nelle fasi di produzione. La finalità del disegno di legge in esame, pertanto, è proprio quella di non permettere che venga commercializzato sul mercato un nuovo prodotto senza che ci sia un'oggettiva e documentata evidenza scientifica su ogni possibile rischio ed è bene tenerlo sotto controllo per un lungo periodo - si propone almeno un periodo di 10 anni - fino a quando non si sia raccolto un numero significativo di dati e di informazioni sufficienti e necessarie per valutare la sua incidenza sulla salute dei consumatori, secondo il principio della precauzione.
Non comprendiamo, infatti, perché la pregiudiziale di costituzionalità vada a invocare la violazione dell'articolo 41 della Costituzione, relativo alla tutela dell'iniziativa economica privata che non può essere limitata con una legge ordinaria, considerato che tale violazione è ravvisabile solo laddove le disposizioni contenute nella legge ordinaria si pongano in contrasto diretto e immediato con i parametri costituzionali che si asseriscono violati. Nessuno mette in dubbio la libertà di iniziativa economica, la tutela dell'ambiente, la garanzia della libera circolazione delle merci all'interno del mercato comune. Sicuramente, sono tutti interessi che vanno tutelati, ma credo che nessuno, all'interno di quest'Aula, possa omettere di considerare, nel bilanciamento tra i vari diritti coinvolti, che il diritto alla salute rappresenta sicuramente un interesse primario o prevalente, perché la sua tutela è una finalità indefettibile e incondizionata dello Stato nei confronti della collettività e non di certi, più o meno identificati, portatori di interesse.
È proprio in questo senso che il disegno di legge in discussione rappresenta un chiaro esempio di attuazione dei principi non negoziabili dall'articolo 32 della Costituzione che espressamente impone alla Repubblica italiana di tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività , alla cui tutela questo Parlamento non può sicuramente abdicare. Ben venga, allora, questo disegno di legge, che passerà alla storia per essere il primo provvedimento legislativo che vieta la produzione, l'utilizzo, l'importazione e la vendita di prodotti realizzati . La salute degli italiani va difesa, soprattutto all'interno di quest'Aula. Per queste motivazioni il gruppo Lega-Salvini Premier voterà contro sulla questione pregiudiziale di costituzionalità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Cerreto. Ne ha facoltà.
MARCO CERRETO(FDI). Onorevole Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, in relazione alla questione pregiudiziale proposta dagli onorevoli Magi e Della Vedova di non procedere all'esame del disegno di legge n. 1324, mi limito a introdurre alcune osservazioni circa la non fondatezza dei motivi evidenziati con riguardo alla salute umana e all'impatto ambientale dei prodotti derivanti da colture cellulari e da tessuti.
Con particolare riguardo alla questione relativa alla salute e alla sicurezza alimentare, occorre ricordare il ventisettesimo colloquio scientifico che l'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha dedicato agli alimenti e agli ingredienti derivati da coltura cellulare nei giorni 11 e 12 maggio dell'anno in corso, dal quale è emerso, senza mezzi termini, che le nuove tecnologie, quali la biologia sintetica o la coltura cellulare, non sono esenti da rischi e richiedono valutazioni approfondite.
Sul piano degli impatti ambientali non corrisponde al vero che il nostro modello zootecnico sia ad alte emissioni climalteranti. Nella pregiudiziale si evoca, con strumentale enfasi, il contributo all'inquinamento degli allevamenti, con un'approssimazione tale da rendere insostenibile l'insinuazione che la carne vera rappresenti oggi uno dei settori più impattanti dal punto di vista ambientale. Dall'ultimo rapporto ISPRA, non di Fratelli d'Italia, Presidente, emerge che le emissioni di gas serra in Italia da parte del settore agricolo - il titolo della ricerca è: “Obiettivi di riduzione e scenari emissivi” - hanno un impatto assai modesto, pari al 7,8 per cento.
Appare, pertanto, un azzardo procedere a semplificazioni relative all'incidenza diretta del comparto zootecnico sull'inquinamento atmosferico. Diversamente, è vero che, secondo un recente studio condotto da un gruppo di scienziati della Oxford Martin School, gli impatti ambientali della carne coltivata, cui è associato un intenso consumo di energia, potrebbero essere maggiori rispetto agli allevamenti.
In ogni caso, al di là di queste considerazioni in fatto, le contestazioni appaiono del tutto infondate anche sul piano del diritto. Con riguardo al principio di precauzione, che costituisce l'architrave del disegno di legge, si obietta agli onorevoli colleghi autori della questione pregiudiziale come l'anticipazione del divieto riguardi il dubbio intorno alla nocività dei prodotti, in attesa che si consolidino in oggettive acquisizioni scientifiche alcuni rischi, rischi dei quali, nel caso dei prodotti a base cellulare, non si ha ancora sufficiente chiarezza, ma che destano ragionevoli timori in ragione del successivo consumo, dato che la tutela della salute non sembra rispondere a un approccio puramente e meramente risarcitorio. Si cita, tra l'altro, la richiesta formulata dalla senatrice Cattaneo di fondare le precauzioni su basi empiriche; ma non hanno forse oggettiva consistenza, fattuale e scientifica, gli effetti dannosi per la salute derivanti dall'utilizzo di una combinazione di fattori di crescita delle cellule ad azione ormonale? In realtà, da tempo, nell'Unione europea - ricordiamolo, Presidente - vige il divieto di tali sostanze per la promozione della crescita degli animali da allevamento, risalente a un acceso contenzioso, ricordiamolo, tra Stati Uniti e Canada. Si ritiene, forse, meritevole utilizzare i cittadini consumatori quali cavie per la sperimentazione nel campo alimentare dei prodotti a base cellulare? O, forse, è meglio dare spazio alla ricerca che, voglio sottolinearlo, non viene assolutamente toccata da questo decreto e che, quindi, evidentemente, non viola il principio dell'articolo 9 della Costituzione?
A rimuovere queste e altre, più numerose, incognite che rimangono aperte sul piano scientifico serve, appunto, il principio di precauzione, attraverso l'adozione di misure appropriate e necessarie in un confronto tra rischi e benefici. Ricordiamo, in questa sede, quando la Corte di giustizia è intervenuta nelle cause C-78/16 e C-79/16 per limitare, appunto, la Xylella; ricordiamo le sentenze del Consiglio di Stato, intervenuto anche sulla questione della libera circolazione delle merci, nel 31 maggio 2023, con la sentenza n. 5377; ancora, il tribunale dell'Unione europea nella famosa causa Malagutti, con la sentenza del 10 marzo 2004, Causa T-177/02, consolidata dalla giurisprudenza amministrativa in Italia; Consiglio di Stato - ricordo - Sezione V, 10 settembre 2014, n. 4588 e 11 luglio 2014, n. 3573; e, ancora, sezione IV, 11 novembre 2014, n. 5525; sezione III, 6 febbraio 2015, n. 605.
Tanto basti, Presidente, per annunciare il voto convintamente contrario di Fratelli d'Italia alla questione pregiudiziale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefano Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, discutiamo questa mattina di un tema fondamentale e importante per il nostro Paese, che riguarda il rapporto intrinseco tra l'uomo e la natura, che ha plasmato l'identità stessa del nostro Paese. In questo contesto, è importante porre particolare attenzione alle eccellenze alimentari che fanno parte del nostro patrimonio culturale e gastronomico, unico al mondo. Si tratta di un patrimonio che, solo poche settimane fa, l'Europa ha riconosciuto all'interno del nuovo testo unico sulle produzioni di qualità DOP e IGP, delle quali noi italiani siamo i maggiori interpreti.
In questo dibattito è, quindi, fondamentale sottolineare come il nostro Paese debba sostenere e promuovere ulteriormente, e diversamente da come sta facendo il nostro Governo, il settore agricolo di qualità e certificato, anche perché, leggendo la manovra finanziaria, non sembra una priorità per questo Governo.
È, quindi, più che comprensibile la preoccupazione rispetto ai nuovi prodotti alimentari, sia sotto il profilo della salute sia sotto quello della difesa della produzione interna sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale…
PRESIDENTE. Il Governo, per cortesia…
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Dobbiamo, tuttavia, evitare facili semplificazioni, la ricerca del capro espiatorio, gli schieramenti aprioristici, le trovate propagandistiche. Quest'oggi, siamo a discutere di un provvedimento che, qualora l'Autorità europea sulla sicurezza alimentare, che ancora non si è pronunciata, dovesse dichiarare la sicurezza sulla carne coltivata e autorizzarne l'immissione in commercio, pone il tema a tutti gli Stati membri della possibile entrata nel mercato europeo e del conseguente possibile acquisto. In termini di costituzionalità, vi sono pertanto almeno due importanti punti da sottolineare: il primo, è che vi è un'evidente incompatibilità costituzionale in relazione all'articolo 117, comma 1, riguardo alla violazione del diritto dell'Unione europea, poiché il provvedimento in esame, vietando l'importazione e l'esportazione di un prodotto in Italia, qualora ne sia consentita la commercializzazione, si pone in netto contrasto con il principio di libera circolazione delle merci, pilastro fondamentale su cui si regge l'Unione europea stessa. La direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio, recepita dal decreto legislativo n. 22 del 2017, ha istituito la procedura TRIS, che consente alla Commissione e agli Stati membri di esaminare le regolamentazioni tecniche che intendono introdurre, per garantirne la compatibilità. È un'ottima opportunità per svolgere un confronto tra Stati e valutare collettivamente gli aspetti controversi legati a questi nuovi prodotti. Purtroppo, il Governo italiano ha ritenuto di non utilizzare questa possibilità, ritirando la procedura e privandosi di uno strumento che avrebbe potuto aiutare a intervenire in tempo per evitare di approvare una norma in contrasto con il diritto dell'UE e generatrice di un'eventuale procedura di infrazione per l'Italia. In coerenza con il principio di precauzione che regola l'istruttoria, a monte delle decisioni comunitarie, è previsto che, in caso di dubbi, uno Stato possa procedere convocando un tavolo di esperti, con il compito di valutare se, a tutela della salute, fossero necessarie e ammissibili o meno talune restrizioni sul prodotto. Non ci risulta che questa opzione sia stata percorsa.
Il secondo profilo su cui va posta l'attenzione, in relazione alla compatibilità rispetto al dettato costituzionale, riguarda il grande tema della ricerca. Stiamo parlando di un argomento che ancora non ha concluso la sua fase di studio e di approfondimento e a privare la ricerca scientifica italiana di tale possibilità è innanzitutto la compressione di un principio tutelato dall'articolo 9 della nostra Costituzione, per non parlare del danno materiale generato a carico delle nostre aziende del comparto alimentare e delle biotecnologie, delle nostre università, dei centri di ricerca e delle , che vedono sfumare la possibilità e vedono, altresì, allargarsi il nei confronti della ricerca svolta all'estero.
Siamo, quindi, in presenza di un atteggiamento irresponsabile del Governo, volto a piazzare, per l'ennesima volta, una bandierina tramite un provvedimento inconsistente, che si basa su un presupposto infondato. Infatti, cari colleghi, i casi sono pochi. Prendiamo l'ipotesi che l'EFSA ammetta domani il commercio di carne coltivata: è evidente che questo atto si porrà in contrasto con l'ordinamento comunitario, mentre se l'EFSA non dovesse ammetterne l'immissione in commercio questo atto sarebbe semplicemente superfluo.
Infine, non voglio nascondere le riserve sul cibo sintetico che tanti hanno, perché siamo sostenitori delle nostre eccellenze agroalimentari , ma riconosciamo, tuttavia, l'importanza di non ostacolare la ricerca scientifica, nel suo percorso di esplorazione e innovazione in questo settore. La continua evoluzione della scienza richiede una valutazione equilibrata e non preconcetta delle nuove iniziative.
Per questi motivi, il nostro voto sarà a favore della pregiudiziale presentata dai colleghi Magi e Della Vedova, per ragioni di metodo, dato che le posizioni del Governo e della maggioranza in favore di questo provvedimento sono principalmente utilizzate per alimentare l'eroica narrazione che vede contrapporre la buona Italia alla perfida Europa, senza tenere affatto in considerazione che non vi è ancora una posizione europea in merito alla produzione e alla commercializzazione della carne coltivata e, qualora vi fosse, il diritto UE è prioritario sul diritto nazionale, cosa che questa norma pare ovviamente ignorare.
Per questa ragione noi voteremo a favore della pregiudiziale di costituzionalità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. La pregiudiziale in esame individua esattamente almeno due motivi di incostituzionalità del disegno di legge in trattazione. Vi è, anzitutto, una palese incostituzionalità con riferimento sia all'articolo 41 sia all'articolo 117 della Costituzione. L'articolo 41 della Costituzione riconosce il diritto di iniziativa economica privata, proprio quell'iniziativa economica privata che il centrodestra utilizza generalmente per giustificare uno sfruttamento insostenibile del nostro territorio in nome del profitto. Qui, invece, viene clamorosamente negata. Secondo la Costituzione, l'iniziativa economica privata non può essere limitata con legge ordinaria, se non nel caso di contrasto della stessa con l'utilità sociale, la salute, l'ambiente, la sicurezza, la libertà e la dignità umana.
Dal punto di vista della salute, della sicurezza alimentare, dal punto di vista nutrizionale, trattandosi di - di nuovi alimenti -, la normativa dell'Unione europea, che è fonte di diritto sovraordinata a quella interna, stabilisce che lo stesso debba sottostare a rigidi controlli di sicurezza alimentare da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, prima di essere immesso nel mercato unico dell'Unione. Dal punto di vista ambientale, in particolare, la produzione di carne coltivata avrebbe un effetto positivo, ad esempio, anche a livello di emissioni atmosferiche, perché porterebbe a una diminuzione di quegli allevamenti intensivi che sono causa prevalente di produzione di ammoniaca e, quindi, infine, di particolato ultrafine PM2,5. Penso, ad esempio, alla Lombardia dove si trova oltre la metà degli allevamenti intensivi d'Italia.
Il secondo profilo di evidente incostituzionalità deriva dalla violazione del diritto dell'Unione europea. Gli obblighi derivanti dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, infatti, assumono nell'ordinamento interno valore di parametri di costituzionalità, con riferimento all'articolo 117, primo comma, della Costituzione. Quindi, vietare importazione ed esportazione di un prodotto in Italia si pone in netto contrasto, anzitutto, con il principio di libera circolazione delle merci all'interno del mercato comune dell'Unione, che è un pilastro su cui si regge l'integrazione europea stessa.
Oltretutto, il principio di precauzione viene impropriamente richiamato dall'articolo 2 del disegno di legge, storpiato ad uso e consumo. La stessa senatrice a vita Elena Cattaneo usa queste parole, ha affermato che: “Il principio di precauzione non può essere usato o sbandierato come una clava, come uno strumento retorico per sollevare paure irrazionali o guidate da gruppi di interesse”. Ha, quindi, colpito in pieno i due punti: paure irrazionali, antiscientifiche e gruppi di interesse. Se dovessimo applicare il principio di precauzione, come la destra lo sta applicando in questo provvedimento, dovremmo chiudere almeno la metà delle attività produttive che, invece, in certe regioni, come in Lombardia, la destra sostiene e incentiva.
Insomma, la scienza e la tecnologia avanzano, mentre la politica tiene lo sguardo indietro, come accade quando si negano i cambiamenti climatici, anziché abbracciare la scienza che sarebbe anche, tra l'altro, la scelta più conveniente, perché crea anche opportunità d'impresa. Mentre altri Paesi, da questo punto di vista, in questo settore, aumenteranno, noi, invece, rimarremo indietro e, quindi, si preferisce mascherare gli interessi economici di una parte dell'industria zootecnica con la paura irrazionale e antiscientifica . Vorremmo, quindi, anche evitare all'Italia il pagamento di sanzioni per procedure di infrazione che sicuramente si apriranno con l'entrata in vigore di questo disegno di legge. Quindi, fermiamoci, finché siamo in tempo, e votiamo, come faremo noi di Alleanza Verdi e Sinistra, a favore di questa pregiudiziale per non procedere all'esame del disegno di legge .
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale di costituzionalità.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di costituzionalità Magi e Della Vedova n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per segnalare all'Aula quello che è accaduto, nelle scorse settimane e nelle scorse ore, rispetto all'ordine dei lavori che era inizialmente programmato, ovviamente anche con l'intesa del gruppo del Partito Democratico, da tempo.
Noi avremmo dovuto discutere oggi di un provvedimento estremamente importante, che è il disegno di legge di delegazione europea che, come sapete bene, è un provvedimento creato sin dal 2012 per recepire nel nostro ordinamento alcuni atti, direttive e regolamenti, affinché abbiano piena attuazione in Italia. Non si tratta di un provvedimento… Presidente, se posso avere un minimo di…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, colleghi, per favore, ascoltiamo il collega De Luca.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). …anche il Governo…
PRESIDENTE. Prego, onorevole.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Presidente, non si tratta di un provvedimento di natura meramente tecnica, ma di un provvedimento con un valore e un contenuto sostanziale molto, molto importanti, perché in questo specifico atto erano e sono contenute norme di recepimento di direttive, di regolamenti, di atti dell'Unione europea estremamente importanti, che non sono volte a far rispettare o a far fare i compiti a casa all'Italia rispetto ad imposizioni che l'Europa cattiva - visto che prima si è parlato anche di questo - chiede all'Italia, ma sono volte a dare attuazione a diritti da riconoscere ai nostri cittadini, alle nostre imprese, alle nostre famiglie, ai nostri lavoratori. In questo provvedimento, che è slittato anche con l'accordo unanime del Partito Democratico, perché mancano, ancora oggi, i pareri del Governo, erano inserite norme volte a recepire il salario minimo per i lavoratori di tutta l'Unione europea e del nostro Paese, volte ad adeguare le retribuzioni tra uomo e donna nel nostro Paese, volte a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori rispetto all'esposizione a danni cancerogeni, volte a migliorare la parità di genere e la rappresentanza di genere nelle società quotate, volte a rafforzare la tutela rispetto alla fiscalità e all'imposizione fiscale di società multinazionali, volte, insomma, a creare un quadro di maggiori tutele, maggiori diritti, maggiori garanzie per i cittadini, per le famiglie, per le imprese e per tutti i nostri cittadini italiani.
È successo, però, che il Governo ha presentato un disegno di legge di delegazione europea già in profondo ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge, che prevede il termine di febbraio. Questo disegno di legge è stato presentato il 28 luglio, è in corso di esame alla Camera da mesi. Dopo che le Commissioni di merito si sono pronunciate sugli emendamenti che sono stati depositati, con i previsti pareri del Governo, siamo arrivati, la scorsa settimana, in XIV Commissione e si è scoperto che, rispetto ai provvedimenti e agli emendamenti che avevamo presentato, il Governo aveva, miracolosamente o magicamente, perso i pareri. Quindi, mancano ancora oggi e manca la posizione del Governo rispetto a questo provvedimento che contiene norme essenziali.
Vi è anche un'altra questione su cui stiamo facendo una battaglia forte, che è quella legata al rafforzamento della cybersicurezza all'interno dei comuni, delle province, delle regioni e degli enti locali. Abbiamo visto quanto sia complessa e quanto sia facile bucare anche la rete telefonica della Presidenza del Consiglio dei ministri. Forse sarebbe utile accelerare sulla definizione di un quadro di e di sicurezza nazionale , anche per i nostri enti locali, per difendere i nostri cittadini. Almeno una norma, forse, dovrebbe interessarvi su questo e, invece, nulla. Il Governo è in clamoroso ritardo, in colpevole ritardo, ha rallentato i lavori della Commissione e, quindi, del Parlamento.
Ringrazio il presidente Giglio Vigna perché, a nome del Partito Democratico, con estrema correttezza, ha accolto la nostra richiesta di non procedere, perché il Governo aveva chiesto di andare in Aula, ritirando gli emendamenti e affidandoci alla sorte e al caso, se fossero mai arrivati i pareri. Ancora oggi i pareri non sono arrivati, il Governo non si è pronunciato, il Governo non ha un'idea su quello che vuole fare rispetto a questo provvedimento, e quindi è in colpevole ritardo rispetto al riconoscimento di diritti, di tutele e di garanzie che i nostri cittadini aspettano nei prossimi mesi.
Allora chiediamo che questi pareri previsti arrivino il prima possibile e che questo provvedimento venga calendarizzato il prima possibile alla Camera, perché poi ci dovrà essere un ulteriore passaggio parlamentare al Senato e non possiamo permetterci ulteriori ritardi.
Non ce lo chiede nessuno, ce lo chiedono i nostri cittadini, questo è un qualcosa che dovrebbe entrare in testa alla maggioranza e al Governo. Ci sono norme che interessano i cittadini italiani qui dentro e che voi state negando, rinviando la calendarizzazione, la discussione e il voto di questo provvedimento in Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per richiamare, suo tramite, anche oggi, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento all'esercizio corretto del suo ruolo e delle sue funzioni di raccordo tra Governo e per l'appunto Parlamento. Infatti, Presidente, apprendiamo stamattina, da notizie di stampa, che ieri in Consiglio dei ministri si sarebbe licenziato un disegno di legge in tema di sicurezza che ha al suo interno disposizioni in materia di truffe agli anziani e di occupazione arbitraria di immobili.
Cari colleghi e care colleghe, dovete sapere che entrambe queste tematiche sono all'attenzione, o dovrebbero essere all'attenzione, della Commissione giustizia di questo ramo del Parlamento. Per quanto riguarda il tema delle truffe agli anziani, ricordo a me stessa che è stata già approvata una proposta di legge, tra l'altro a prima firma del senatore Romeo, capogruppo della Lega al Senato, che ci è stata trasmessa all'inizio di settembre. Ebbene, di questo provvedimento però non abbiamo traccia, non abbiamo mai iniziato l'esame in Commissione.
Sull'occupazione arbitraria di immobili è bene che quest'Aula sappia che in Commissione giustizia avevamo intrapreso - ed eravamo in stato molto avanzato - l'esame di una proposta di legge a prima firma della collega Bisa, cui erano state abbinate ulteriori proposte di legge, e che siamo arrivati addirittura alla fase degli emendamenti. Noi, a fine luglio, abbiamo depositato gli emendamenti e ancora oggi aspettiamo i pareri del Governo su quegli emendamenti.
E allora, Presidente, qui c'è un cortocircuito non indifferente, perché il Governo è veloce quando dice lui, per esautorare il ruolo e la funzione costituzionale che è stata attribuita al Parlamento, ma non è veloce, invece, per svolgere il ruolo che gli è proprio, cioè dare i pareri nelle occasioni in cui gli viene richiesto.
Allora dico che non si può più tollerare questa situazione. Chiedo, suo tramite, ai colleghi di maggioranza - perché parliamo di provvedimenti di maggioranza, tra l'altro - un rigurgito di orgoglio e di dignità. Sì, di dignità , perché ci vuole dignità anche a coprire questo ruolo, e non la vedo.
Dico pure un'altra cosa: noi la voglia di lavorare ce l'abbiamo, noi le competenze per lavorare ce le abbiamo. Mi chiedo, a questo punto, se qualcuno non abbia né voglia né competenze per lavorare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Sì, Presidente, sullo stesso argomento della collega Valentina D'Orso. Se fosse vero quanto riferito dagli organi di stampa, cioè il fatto che ci sia un disegno di legge governativo che andrebbe a disciplinare materie e temi che noi in Commissione giustizia stiamo trattando da mesi, anche con audizioni, emendamenti e quant'altro, sarebbe un altro esempio di espropriazione, di scippo da parte del Governo nei confronti del Parlamento. Quindi, altro che procedure o regolamenti vecchi e procedure lente.
Ciò che non entra, quindi, in un decreto-legge sostanzialmente lo si inserisce in un disegno di legge che funge da asso pigliatutto e cancella, di fatto, il lavoro parlamentare di mesi. Quindi, in atto, evidentemente, c'è una riforma costituzionale che non è quella del premierato. Evidentemente quella è una foglia di fico per nascondere altre riforme costituzionali, che fanno diventare, però, in questo modo, il Parlamento un vero e proprio orpello.
Quindi mi rivolgo davvero anch'io alla maggioranza perché abbia un sussulto di orgoglio, anche perché molte di queste proposte di legge sono di iniziativa della maggioranza parlamentare. Pertanto, davvero auspico che ci sia una riflessione generale, anche nel contesto della Commissione giustizia, per vedere effettivamente se questi temi sono stati portati via e ci vengono, sostanzialmente, calati dall'alto e scippati dal Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come gruppo del Partito Democratico ci associamo alle sollecitazioni che hanno avanzato la collega D'Orso e il collega Dori.
Nei giorni scorsi il Ministro Ciriani è intervenuto per stigmatizzare la pretesa lentezza del Parlamento, eppure leggiamo sui giornali che il Governo sarebbe intervenuto su tematiche che sono oggetto di lavoro da parte del Parlamento, che pendono in Commissione da mesi, su proposte legislative di iniziativa della maggioranza, sulle quali però è il Governo stesso che ha omesso per mesi di fornire i pareri sugli emendamenti e sul testo.
Dunque, in relazione a quei provvedimenti sui quali il Governo interviene si registra una lentezza che è del Governo rispetto a quella del lavoro parlamentare. In più, se il Governo interviene su tematiche rispetto alle quali c'è un lavoro della maggioranza parlamentare, probabilmente lo fa perché non c'è il consenso tra le forze di maggioranza in Parlamento.
Dunque la critica che Ciriani ha rivolto è mal posta: non è al Parlamento, ma è alle difficoltà e alle divisioni, ad esempio sui temi della giustizia, che ci sono all'interno della maggioranza, che si replicano, peraltro, anche all'interno del Governo. Per l'appunto, ieri il Ministro Nordio annunciava che occorre perseguire la strada della riduzione della cultura carcerocentrica e oggi leggiamo sui giornali che il Governo, di cui Nordio è Ministro della Giustizia, si sarebbe mosso per allargare ancora una volta le porte del carcere, in questo caso per le donne incinte. Evidentemente i problemi sono tutti dentro la maggioranza; possiamo, credo, segnalarlo al Ministro Ciriani perché sia più cauto nei suoi prossimi interventi, quando stigmatizza il Parlamento .
PRESIDENTE. Essendo stata respinta la questione pregiudiziale di costituzionalità, passiamo al seguito della discussione del provvedimento.
Ricordo che nella seduta del 6 novembre si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MATTEO ROSSO(FDI). Grazie, Presidente. I pareri sono contrari su tutti gli emendamenti.
MARCELLO GEMMATO,. Grazie, Presidente. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 1.2 Zanella e 1.3 Magi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare brevemente questo emendamento, che, come potete vedere, chiede di sopprimere l'articolo 1. In realtà l'intento da parte nostra è di cancellare e di sopprimere l'intero provvedimento, e spiego brevemente il motivo. Se, come si propone questo provvedimento, l'intento è quello di assicurare la tutela della salute, degli interessi dei cittadini, nonché preservare il patrimonio agroalimentare, non è con le azioni seguenti, previste agli articoli 2 e 3, che raggiungiamo questo obiettivo.
Non è introducendo un divieto di produzione e di vendita di prodotti realizzati attraverso l'agricoltura cellulare, non è vietando l'uso di denominazioni tipiche della carne per i prodotti vegetali che noi tuteliamo la salute umana e il nostro patrimonio agroalimentare.
Se il Governo fosse davvero sincero e coerente e volesse davvero tutelare la salute umana, forse sarebbero altre le cose da mettere in campo; dovrebbe, ad esempio, rendersi conto che, in tema di zootecnia, a oggi, gli allevamenti intensivi sono i principali responsabili delle emissioni di ammoniaca in atmosfera, che - sappiamo bene - si trasforma in polveri sottili che hanno un impatto devastante, quelle sì, sulla salute umana e creano oggi una serie di problematiche che va appunto ad impattare sulla salute delle persone, in particolar modo in quei territori e in quelle aree del nostro Paese dove, peraltro, siamo continuamente sotto procedura di infrazione perché non riusciamo a rispettare i limiti.
Se questo Governo fosse coerente e sincero nel tutelare la salute umana, forse potrebbe iniziare a parlare di riduzione del consumo di carne e di promozione di diete vegetali, questo sì, perché questa sarebbe una strada più coerente per mettere al centro la tutela della salute. Se fosse coerente con queste finalità, s'impegnerebbe, ad esempio, a limitare e a ridurre davvero - per poi arrivare a una loro eliminazione -, l'uso di fitofarmaci e di pesticidi nell'agricoltura, quando, invece, oggi abbiamo un uso e un abuso di queste sostanze, che finiscono, peraltro, nei piatti e nel cibo che mangiamo.
Se fosse coerente, interverrebbe ad esempio sul tema della resistenza agli antibiotici, su questo fenomeno che, a detta dell'OMS, diventa una delle principali frontiere su cui lavorare, perché è un problema di sanità pubblica enorme, su cui si continua a fare troppo poco e proprio in Italia l'uso e l'abuso di antibiotici negli allevamenti è un problema per i conti, che continua a essere sottaciuto e ignorato.
Ecco, ci dovrebbe essere coerenza e sincerità nel perseguire le finalità dell'articolo 1. Ripeto: non sono quelle degli articoli seguenti le azioni che dovrebbero essere messe in campo, ma ben altre .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.2 Zanella e 1.3 Magi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.8 Caramiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Presidente, membri del Governo, Ministro e colleghi, oggi sono un po' in difficoltà in quest'Aula: praticamente, stiamo vietando qualcosa che è già vietato dall'Unione europea. Chiedevamo di modificare, con questo emendamento, l'articolo 1, che vado a illustrare brevemente, che contiene “disposizioni concernenti lo studio di alimenti coltivati”.
Al fine di assicurare - è il primo punto - la tutela della salute umana e preservare il patrimonio agroalimentare, nonché garantire la sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare e il benessere animale, questo emendamento chiede al Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di istituire progetti di ricerca finalizzati allo studio di alimenti coltivati, con particolare riguardo alla sicurezza alimentare - non mi aspetto che questo Governo sia contro la sicurezza alimentare -, e che si faccia un'analisi degli impatti sulla salute umana e non mi aspetto che questo Governo sia contro la salute umana. Chiaramente, l'obiettivo è di istituire progetti di ricerca che possano verificare effettivamente se questo alimento possa essere commercializzato anche in Europa, anche perché, se domani l'EFSA dovesse dichiarare che questo alimento è sicuro e commercializzabile, per il libero scambio euro unitario, non potremmo vietarne la commercializzazione.
Perché, invece, non istituire progetti di ricerca, affinché anche questo prodotto, che non sostituisce la carne tradizionale, ma si aggiunge a essa, possa essere commercializzato? Perché non aggiungere un nuovo alimento alla nostra catena alimentare?
Per suo tramite, risponderei anche al presidente della Commissione Carloni, che teme che emerga un problema per la carne tradizionale: no, questo emendamento - come vi dicevo - aggiunge un nuovo alimento e, anche in questo caso, potremmo parlare di , perché sarebbe prodotto in Italia. Risponderei, sempre per suo tramite, al collega Trancassini, il quale a un'agenzia dichiara che, nel suo ristorante di famiglia, non sarà mai inserita la carne coltivata: sicuramente nei menu del suo ristorante di famiglia potrà decidere cosa inserire, ma se l'EFSA dovesse dichiarare - come dicevo prima - che l'alimento è commercializzabile, perché vietare a milioni di cittadini un domani di mangiare questo alimento, nel momento in cui si dichiara che è un alimento sicuro?
Contestualmente, vorremmo sostituire l'articolo 2 con il seguente: “Istituzione della Commissione nazionale per l'analisi ed impatto sulla salute umana e valutazione degli effetti salutistici e nutrizionali degli alimenti coltivati e disposizioni concernenti la ricerca. Linee guida per la valutazione ed analisi di impatto sulla salute umana degli alimenti coltivati”. Si va a valutare la sicurezza alimentare e i parametri per una sana ed equilibrata nutrizione e a stabilire le procedure di controllo durante il processo di produzione.
Chiedo al Ministro se mi può smentire anche in merito a ciò che diceva in discussione generale in risposta sul CREA. Oggi non mi sembra che ci siano progetti di ricerca, sarebbe bene finanziare progetti di ricerca perché, visionando il sito del CREA, Stefania Ruggeri, che è la prima ricercatrice CREA, Alimenti e Nutrizione, illustra a Casa Italia le questioni aperte relative alla carne prodotta, quindi alla carne coltivata. Questi prodotti di laboratorio, che tecnicamente non possono essere definiti “carne” - si tratta di un altro alimento -, presentano micronutrienti simili a quelli contenuti nella carne naturale. L'obiettivo - come dicevo - è aggiungere un nuovo alimento a quelli già esistenti, che non sostituisce la carne tradizionale, ma potrebbe essere aggiunto alla catena alimentare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Io colgo l'occasione della scontata presenza del Ministro dell'Agricoltura per far presente al Ministro un elemento che, tra l'altro, smonta la sua narrazione nel motivare quanto, dal suo punto di vista, sia stato e sia importante approvare un provvedimento di questo genere. La prima motivazione, quella principale, è quella, signor Ministro, che lei ha detto: bisogna tutelare la salute degli italiani. Ebbene, signor Ministro, ma lei come pensa di tutelare la salute degli italiani nel momento in cui il suo Ministero, di concerto con il Ministero della Salute, che è rappresentato di fronte a lei, continua a derogare l'uso di pesticidi dannosi in questo Paese, che l'Unione europea ha messo al bando? Se vuole, gliene cito alcuni: ad esempio, la cloropicrina, messa al bando dall'Unione europea. Voi continuate a derogare all'uso di queste sostanze altamente tossiche per la salute umana. Come pensa di tutelare la salute in questo Paese, dal punto di vista della garanzia della sicurezza alimentare in Italia e quindi ai cittadini e alle cittadine italiane, nel momento in cui l'Italia fa il maggior uso di fumiganti in agricoltura? È prima in Europa, con il 16 per cento, seguita poi dalla Spagna, con il 10 per cento.
Sono contraddizioni che evidenziano la demagogia e la propaganda di questo provvedimento, perché voi non intendete tutelare la salute; voi intendete fare una campagna politica, anche in virtù delle prossime elezioni europee, ponendovi come coloro i quali vogliono tutelare la salute. Sappiano, gli italiani e le italiane, che non state facendo nulla per tutelare la sicurezza alimentare, diminuendo l'uso di pesticidi altamente dannosi, in virtù del fatto che lei e il rappresentante del Ministero della Salute, che ha di fronte, prevedete continue deroghe all'uso di pesticidi altamente dannosi per la salute degli italiani in questo Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Volevo solo aggiungere una considerazione all'intervento del collega di pochi minuti fa, ossia portare anche le preoccupazioni del mondo produttivo, delle aziende e dell'economia nazionale rispetto alle conseguenze di questo provvedimento, che forse è stato assunto con troppa fretta sulla spinta dell'impeto. C'è da considerare che, secondo il Ministero degli Affari esteri britannico, per esempio, per citare uno studio, si è stimato, a livello mondiale, che questo potrebbe raggiungere addirittura i 1.000 miliardi di dollari nell'economia americana, creando fino a 10 milioni di posti di lavoro. Già adesso una parte importante del nostro tessuto economico opera in questo settore e si ritrova, chiaramente, interdetta la possibilità di sviluppo. Questo provvedimento ha la potenzialità di generare un grave svantaggio competitivo per il Paese nei confronti delle grandi economie europee, le quali già da anni investono nel settore della carne coltivata e vegetale, ovvero causare ingenti danni alle imprese italiane e al mercato del lavoro.
Io mi chiedo come questo provvedimento possa essere coerente con un Presidente del Consiglio che viene qui a presentare il proprio programma di legislatura dichiarando di voler lasciar fare e lasciar libere le aziende di operare, e poi mettiamo loro lacci e lacciuoli .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.9 Di Lauro.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Come premessa, volevo sottolineare il fatto che i nostri emendamenti sono tutti di contenuto, sono tutti di merito, non entriamo su aspetti ideologici. Peraltro, è stato detto in maniera molto chiara e molto precisa anche dal collega Caramiello che questo disegno di legge, per assurdo, sta vietando ciò che è ancora vietato in Europa. Immaginate la follia di vietare ciò che è vietato, perché finché l'Autorità europea sulla sicurezza alimentare non si esprimerà, tutto ciò che va a riguardare questo provvedimento non sarà possibile realizzarlo. Quindi, da questo punto di vista, noi stiamo facendo un'operazione di divieto preventivo. È una cosa veramente incredibile: una sorta di divieto a prescindere. E questa, ovviamente, è una riflessione che quest'Aula dovrebbe fare, anche in virtù di quello che abbiamo detto rispetto alla stessa capacità di violare diversi articoli della nostra Costituzione, fra cui proprio quello che prevede che ci siano vincoli di rispetto dei trattati internazionali di commercio a livello europeo.
Rispetto all'emendamento che, invece, in questo momento, vogliamo proporre all'Aula, chiediamo sostanzialmente di smetterla di essere, come dire, ipocriti rispetto all'idea della tutela della salute umana. Vi chiederei di smetterla di essere ipocriti, perché in quest'articolo si legge che: “questa legge reca disposizioni dirette ad assicurare la tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini, nonché a preservare il patrimonio agroalimentare quale insieme di prodotti (…)”, eccetera, eccetera. Allora, sull'idea di preservare il nostro patrimonio agroalimentare siamo tutti d'accordo, non ci sono assolutamente dubbi. Ma è una truffa ipocrita pensare che si possa assicurare la tutela della salute con questo disegno di legge. È ipocrita. Se vogliamo tutelare la salute umana, allora si cominci a ragionare in termini di eliminazione dei contaminanti ambientali, si cominci a ragionare in termini di bloccare tutti gli inceneritori. Basta incenerire ! Se si vuole davvero fare un ragionamento di tutela della salute umana, si vada a ragionare sui fitofarmaci, sul glifosato, si vada a ragionare sui diserbanti in agricoltura, si vada a ragionare anche sul fatto che noi abbiamo il record a livello nazionale di resistenza agli antibiotici, perché vengono dati gli antibiotici negli allevamenti.
Viceversa, per quanto riguarda la possibilità di fare un lavoro sulla carne coltivata e sull'allevamento cellulare, perché di questo si tratta, non c'è niente di sintetico. In realtà, tutta la ricerca dovrebbe essere fatta - e non lo dice il MoVimento 5 Stelle, lo dice la Fondazione Veronesi, lo dicono diversi soggetti accreditati dal punto di vista scientifico a livello mondiale - in camere sterili, non c'è bisogno di antibiotici. Si va a lavorare sulla sicurezza, non c'è più neanche il rischio di , si va a tutelare l'ambiente, si vanno a tutelare gli animali, si va a lavorare in un'ottica completamente diversa. Allora, bloccare la ricerca in quest'ambito, oltre a un danno economico, ci recherà anche un danno in termini di ricerca e di possibilità di competizione a livello internazionale. Quindi, io dico: già c'è un'Autorità a livello europeo che in qualche modo garantisce la sicurezza alimentare, fare divieti preventivi non serve assolutamente a niente.
In questo senso, per eliminare qualsiasi ipocrisia, suggeriamo di eliminare semplicemente il fatto di voler assicurare la tutela della salute con questa legge, perché sarebbe decisamente ipocrita
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Cherchi. Ha un minuto.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Sì, un minuto solo. Signor Presidente, mi stavo facendo una domanda, perché l'onorevole Quartini diceva che questo disegno di legge vieta una cosa che già vietata, ma in italiano due negazioni affermano, quindi, paradossalmente il disegno di legge del Ministro dovrebbe essere un'affermazione. Quindi, dovrebbe accettare quello in pratica che sta negando, per cui se dico non è vero che non vengo, vuol dire che vengo. Anche in matematica, meno per meno fa più. Quindi, due negazioni affermano. Questo disegno di legge paradossalmente ci dà la possibilità di andare avanti nella ricerca. Questo volevo dire
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Di Lauro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.4 Caramiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Signor Presidente, questo emendamento sostituisce l'articolo 2 in questo modo: norme per l'immissione di nuovi alimenti sul mercato nazionale; obblighi di monitoraggio ed etichettature.
Come dicevo prima, l'obiettivo è di finanziare anche progetti di ricerca in Italia, in modo da creare nuovi posti di lavoro. Tra l'altro, la carne coltivata che, ripeto, non sostituisce quella tradizionale, ma aggiunge un nuovo alimento, è già prodotta negli Stati Uniti e Singapore. Se domani, ribadisco, l'EFSA dovesse dichiarare che questo alimento è commercializzabile e sicuro, saremo costretti ad importare, anche in Italia, questo prodotto, quando, invece, potremmo produrlo in Italia e poi esportarlo. Quindi, vi chiedo di pensare a ciò che vi sto dicendo in merito anche a questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Di Lauro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Quartini.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Signor Presidente, mi rendo conto che, da un punto di vista di rispetto dei lavori delle Aule parlamentari, questo Governo blocca tutte le occasioni di dialogo, le dialettiche. Dunque, si va a bloccare qualunque tipo di emendamento. Ormai, ci siamo abituati fra decreti-legge e proposte di legge blindate e, tra l'altro, anche la legge di bilancio sta uscendo blindata e addirittura neanche la maggioranza può fare emendamenti: siamo veramente all'apice della svalutazione e sottovalutazione dell'importanza della partecipazione democratica alle scelte. Tuttavia, questi emendamenti, i due precedenti e questo che stiamo proponendo ora, sono assolutamente di buon senso, se ci pensate un attimo, perché si tratta di non tarpare le ali della ricerca, della possibilità della ricerca e dello sviluppo, che può produrre qualcosa di virtuoso, perché finalmente può produrre la possibilità di un rispetto profondo nei confronti del pianeta e degli animali. C'è questa grande potenzialità, questa grande possibilità, questa grande occasione di sviluppo e ricerca che consentirebbe di dare una mano all'intero pianeta. E noi cerchiamo di bloccarla.
Non chiediamo un libera tutti. Chiediamo, rispettando tutti i regolamenti e tutte le norme UE, di precedere questa possibilità di fare ricerca. Chiaramente, per fare ricerca e sviluppo occorre lavorarci, anche in termini di sicurezza. Noi vorremmo andare in quella direzione. Se davvero si vuole tutelare la salute del pianeta e la salute umana, bisogna cominciare a pensare che tutta quest'ammoniaca cancerogena prodotta negli allevamenti intensivi va eliminata. Dobbiamo ragionare in questi termini. Tutta questa CO2, che fa l'effetto serra, bisogna cominciare a ridurla. È una possibilità. C'è un'occasione di ricerca e sviluppo in questo senso che consentirebbe il rispetto degli animali. Questo non vuol dire che si deve eliminare questa possibilità: è una scelta, è libertà. Il fatto che un giorno possa esistere un da allevamento cellulare, non significa che si deve mangiare per forza quell', significa che posso scegliere di mangiare quell' o la bistecca alla fiorentina. Io, da toscano, probabilmente, continuerò a preferire la bistecca alla fiorentina, ma il dato è questo. Si tratta di trovare un equilibrio per la difesa del pianeta, invece, stiamo andando verso un Medioevo assolutamente inaccettabile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Forattini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Naturalmente noi voteremo contro su quest'articolo, innanzitutto perché c'è una contraddizione in termini, signor Ministro: “(…) il patrimonio agroalimentare, quale insieme di prodotti espressione del processo di evoluzione socio-economica e culturale dell'Italia (…)”. Voi semplicemente questo processo volete arrestarlo qui e se fosse stato per voi si sarebbe fermato a cento anni fa. L'agricoltura italiana e l'agroalimentare italiano sono diventati quello che sono oggi perché c'è stata la ricerca scientifica, l'evoluzione e l'innovazione e, come sempre, l'innovazione viene vista dai reazionari con sospetto.
Poi c'è il secondo punto, e lo dico ai colleghi del PD, di Italia Viva e di Azione. Qui fuori c'è la Coldiretti pronta a festeggiare i propri interessi economici - e poi arriveranno altri sussidi, altri tagli di tasse - ma perfino Coldiretti ha fatto un sondaggio - lo dico ai colleghi del PD, di Azione e di Italia Viva - da cui risulta che solo il 76 per cento di italiani è contro la carne coltivata. Quindi, c'è un 26 per cento che è a favore. Abbiate un po' di coraggio, perché pur sommando +Europa, Alleanza Verdi e Sinistra e il MoVimento 5 Stelle arriviamo al 21 per cento. C'è ancora almeno un 5 per cento di rappresentanza di italiani che vogliono l'innovazione, che non vogliono obbligare nessuno a fare niente, ma che vogliono l'innovazione e la ricerca, che non sono reazionari, che vogliono la modernità e l'innovazione e che sono fuori, alla ricerca di rappresentanza. Per cui, un po' di coraggio.
Naturalmente - e chiudo - la Coldiretti ci mette di mezzo le immancabili multinazionali, esattamente come i no-vax. Poi arrivano le multinazionali che ci hanno salvato dalla pandemia. Ma, signor Ministro, io ne vorrei un po' di più di multinazionali dell'agroalimentare, in Italia, altro che fare la guerra alle multinazionali, perché poi arrivano quelle francesi, arriva la Danone, arriva la Lactalis. “Galbani vuol dire fiducia”: ormai è un marchio francese. A furia di fare la guerra alle multinazionali in modo miope, pensando che oltre l'orto, che piace a tutti noi, non si debba andare, poi arrivano gli stranieri, per di più francesi, cioè quelli che a voi sono meno simpatici.
Voteremo contro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MATTEO ROSSO(FDI). Grazie, Presidente. Il parere è contrario su tutte le proposte emendative presentate all'articolo 2.
PRESIDENTE. Anche sugli articoli aggiuntivi?
MATTEO ROSSO(FDI). Anche sugli articoli aggiuntivi.
MARCELLO GEMMATO,. Grazie, Presidente. Parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 2.1 Marianna Ricciardi, 2.3 Castiglione e 2.4 Magi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi vogliamo sopprimere l'articolo 2, che è il cuore nero di questo provvedimento, cioè quello in cui si introduce il divieto per la cosiddetta carne coltivata. Lo si fa richiamandosi abusivamente al principio di precauzione. Il principio di precauzione è introdotto nell'ordinamento - nel diritto europeo e, quindi, nell'ordinamento italiano - dal regolamento (CE) n. 178 del 2002. Qualora, in circostanze specifiche e in seguito a una valutazione delle informazioni disponibili, venga individuata la possibilità di effetti dannosi per la salute, lì si interviene con misure provvisorie per gestire il rischio. Qui non c'è alcun rischio, in primo luogo perché questo prodotto non è stato ancora autorizzato all'immissione sul mercato e, in secondo luogo, perché, anche qualora lo fosse, non vi è alcuna informazione in merito ai rischi per la salute.
Ma non solo. Io qui voglio richiamare l'attenzione del Ministro Lollobrigida sull'opera del genetista italiano Nazareno Strampelli. L'ho fatto illustrando la pregiudiziale, ma il Ministro non ci aveva, purtroppo, ancora raggiunti, all'inizio di questa seduta. Negli anni in cui fu attivo il genetista - e il Ministro lo sa, perché gli ha dedicato una parte delle sale del Ministero, proprio per glorificarne l'opera -, attraverso non solo l'ibridazione, ma anche attraverso le tecniche di ricombinazione genetica, Nazareno Strampelli produsse quelle varietà di grano che ho ricordato - sono chiamate Edda, il Balilla, il Littorio -, che hanno consentito di moltiplicare la produzione per ettaro. All'epoca, l'associazione di coltivatori a cui Nazareno Strampelli aveva dato vita gli si rivoltò contro, dicendo che quelle tecniche, che lui aveva utilizzato, andavano, in qualche modo, a colpire le colture tradizionali.
Se, all'epoca, si fossero utilizzati, per spaventare i coltivatori e i cittadini, gli stessi argomenti che voi, oggi, utilizzate contro la ricerca, non vi sarebbero state quelle colture, non vi sarebbe stato quell'avanzamento nell'agricoltura italiana ed europea .
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1 Marianna Ricciardi, 2.3 Castiglione, 2.4 Magi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.5 Sportiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Presidente, anche quest'emendamento, in realtà, cerca in qualche modo di dare importanza all'idea del principio di cautela e di precauzione. Questo principio viene richiamato in maniera spropositata in questo ambito, perché all'articolo 2, quando si parla di principio di precauzione, lo si porta alle estreme conseguenze, in realtà. Detto in soldoni banalissimi, se si porta il principio di precauzione alle sue estreme conseguenze, noi non troveremo mai più un chirurgo che voglia operare neanche un'appendicite. Questa è la vita, un minimo di elementi di valutazione tra benefici e rischi va preso in considerazione. Bloccare la ricerca e lo sviluppo in quest'ambito vuol dire arrivare al divieto preventivo. Non è un principio di precauzione, è un divieto a prescindere. Davvero, è una posizione retriva, medioevale, parlare in questi termini. Noi non facciamo altro che proporre un sistema di monitoraggio o un sistema di valutazione ulteriore. Tra l'altro, lo stesso principio di precauzione è già previsto dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Ma di che cosa stiamo parlando? Siccome l'articolo 2 è il cuore di questo disegno di legge, il fatto di proporre di sostituirlo in maniera sobria, contenutistica, senza atteggiamenti ideologici, credo che vi dovrebbe far riflettere, per arrivare a questo. Poi, capisco benissimo che per tutti quelli che votano a favore o che si astengono ci sia una pressione lobbistica fuori, che interessa loro. Però, questo vuol dire che non vi interessa l'Italia .
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Sportiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di passare oltre, salutiamo i docenti, le ragazze e i ragazzi della scuola secondaria di primo grado Padre Nicolò Vaccina, di Andria. Grazie di essere qui .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.7 Caramiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Come dicevo prima, in egual modo chiediamo adesso di sostituire l'articolo 2, inserendo questo articolo: “Norme per l'immissione di nuovi alimenti sul mercato nazionale, obblighi di monitoraggio successivo all'immissione sul mercato ed etichettature”. È inutile che ripeta sempre la questione dell'EFSA. Nel provvedimento si parla del principio di precauzione, ma tale principio giustifica limitazioni riguardanti, ad esempio, un certo alimento, dove vi siano dati che attestino la possibilità di effetti dannosi per la salute. Tuttavia, noi oggi questo non lo sappiamo e stiamo, quindi, bloccando a prescindere una ricerca scientifica che potrebbe fare immettere delle aziende italiane in un comparto, come dicevo prima, per generare nuovi posti di lavoro.
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Castiglione, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 2.12 Forattini e 2.13 Caramiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Forattini. Ne ha facoltà.
ANTONELLA FORATTINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Approfitto della presenza del Ministro per sottoporre alla sua attenzione questo emendamento, che era già stato presentato in Commissione. È un emendamento che valuta il principio di precauzione e, quindi, chiede l'istituzione di un tavolo presso il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, formato da operatori del settore, da componenti anche del Ministero, al fine di valutare l'andamento di questo processo e, quindi, l'avanzamento della tecnologia e della ricerca in materia di carne coltivata. Quindi, non un emendamento che chiede un impegno di spesa, ma semplicemente una valutazione del principio del rischio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. Non entrerò nel merito di questo emendamento. Intervengo esclusivamente per stigmatizzare che, ancora una volta, in Commissione bilancio, il Governo ha dato un parere negativo, per potenziali oneri, a un tavolo tecnico che non ha assolutamente alcun onere, per cui bastava una riformulazione in cui dicesse che non ci dovevano essere oneri. Abbiamo istituito tavoli tecnici per la settimana sulle STEM quasi andando ben oltre quelli che potevano essere gli importi dati a quel progetto di legge. Il Governo è intervenuto dando un parere contrario, utilizzando la Commissione bilancio, ancora una volta, per questioni politiche. Se questa maggioranza ha tutto il diritto di bocciare un emendamento nella Commissione di merito, lo deve fare nella Commissione di merito e non in Commissione bilancio. Quindi, il mio intervento, Presidente, è perché venga riportato al Presidente della Camera che questo utilizzo improprio della Commissione bilancio deve finire .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.12 Forattini e 2.13 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.14 Castiglione, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, voi non vietate un prodotto che non c'è che, non esiste ancora, che magari nemmeno arriverà, voi vietate un'idea, che era l'idea di Winston Churchill - lo dico per i tanti apprezzatori dallo statista britannico - nel dicembre del 1931, che diceva: riusciremo a sfuggire all'assurdità di allevare un pollo intero per mangiarne solo il petto o le ali, facendo crescere queste parti separatamente, in un ambiente adatto. Lo diceva nel 1931. Questa è l'idea: produzione di proteine animali senza passare dalla macellazione, rispettando l'ambiente e mettendole a disposizione di tutti, se ci riuscirà.
Voi parlate di principio di precauzione, ma quello che io ho capito - probabilmente, voi ne sapete molto più di me - è che stiamo discutendo della produzione, su scala industriale e alimentare, di tessuti che oggi già sono prodotti in laboratorio, nei bioreattori, per sanare drammatiche ferite ai tessuti delle persone, dei soldati che vengono colpiti dalle mine antiuomo. Lì, quegli stessi tessuti vengono impiantati - magari, assieme al microchip, direbbero i no-vax -, vengono messi per sanare parti del corpo. Questo è quello di cui stiamo parlando. Quindi, metterli dentro una persona va bene e mangiarli no? Non lo so, non so se ci si arriverà, ma voi vietate un'idea, per questo siete dei reazionari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro questo articolo perché, signor Ministro, spero che lei interverrà e darà un suo contributo a questo dibattito e non lo dia solamente nelle assemblee di Coldiretti, che sono fuori a festeggiare una cosa che, in realtà, è inesistente, lo dovete dire agli italiani. Infatti, nel momento in cui le autorità europee dichiareranno che il prodotto di carne coltivata sarà commerciabile, in base all'articolo 117 della nostra Costituzione e ai nostri Trattati, lei e il suo Governo non potrete porre alcun veto all'entrata di quelle merci. È inutile che scuote la testa. Se, invece, scuote la testa, mi deve dire sulla base di quale norma della nostra Costituzione, del Trattato europeo che vincola il nostro Paese a rispettare le direttive europee, lei potrà opporre un diniego.
Vede, lo dico sempre con grande rispetto, perché quello che sto per dire non è certamente un'offesa: c'è una profonda ipocrisia, che è intrisa di propaganda, in questo disegno di legge. Lo ribadisco, ci risponda, signor Ministro, non stia in silenzio, perché, oltre alle questioni che le ho appena posto, in questo articolo voi parlate di sicurezza alimentare. Ma, allora, mi spiega perché lei pone la sua firma a continue deroghe per l'uso di pesticidi altamente tossici nel nostro Paese? Come lo spiega? E come lo spiegano anche coloro i quali si accingono a festeggiare fuori, quando nei piatti degli italiani voi consentite che sostanze chimiche altamente tossiche - tra l'altro, sostanze tossiche bandite dalla stessa Unione europea -, attraverso la deroga che lei firma insieme al Ministero della Salute , continuino ad arrivare nei piatti degli italiani, entrando nel sangue degli italiani e, da questo punto di vista, rappresentando un problema? Con quale onestà intellettuale lei riesce a sostenere una posizione che non regge sul profilo del diritto europeo, sul profilo della Costituzione, dell'articolo 117, primo comma, della nostra Costituzione? Con quale posizione, faccia, voi potete sostenere che questa è una norma che garantisce sicurezza alimentare, quando consentite, ogni anno, che una quantità enorme di pesticidi venga irrogata nelle nostre terre, consentendo all'agricoltura di andare avanti in quella maniera, per noi assolutamente insostenibile? Ce lo può spiegare, per favore, signor Ministro ?
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bonelli. La prego sempre di rivolgersi al Presidente, per cortesia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo solo per portare un'esperienza recente che abbiamo avuto io e altri parlamentari, anche di maggioranza, in Piemonte, ospiti della Coldiretti piemontese, dove abbiamo parlato di temi che sono legati veramente ai problemi di questo settore. La mia domanda, la mia richiesta è la seguente.
La carne coltivata, di per sé, è diventata un problema minore, anche perché è stato raccontato da voi maggioranza, in maniera profondamente sbagliata, chiamandola “carne sintetica”, l'abbiamo già detto più volte, creando questa paura di mangiare carne di plastica, cosa non vera, quando si parla di una ricerca scientifica, si parla di un alimento che arriverà forse nei mercati fra 30 anni, e quindi non è in diretta concorrenza con le nostre carni autoctone.
In quell'occasione, e faccio un invito alla maggioranza, è stata consegnata a tutti una proposta di legge da parte di Coldiretti Piemonte che riguardava, invece, il tracciamento delle carni di razza, in quel caso razza piemontese, tracciamento obbligatorio fatto anche per ristoranti e società di catering, eccetera. Quindi, secondo me, se volete veramente lavorare sul tema dell'aiuto agli allevatori di carne, dovete lavorare su tutti altri settori, senza fare queste leggi, che non servono assolutamente a nulla, ma che vanno anche a bloccare, come giustamente ha detto il collega prima, una ricerca scientifica importantissima, che riguarda la possibilità di trovare nuove fonti di cibo per il futuro.
Perché non parlate mai di futuro, voi parlate al passato remoto, avete una concezione del mondo che forse nell'Ottocento era ancora più moderna della vostra per quanto riguarda tutto, transizione ecologica, e anche in questo caso. Mi aspetto fra un po' che ci sia anche la caccia alle streghe, se qualcuno magari fa una ricerca scientifica verrà tacciato di stregoneria e poi magari viene bruciato sulla pubblica piazza. Quindi, da questo punto di vista, il vostro atteggiamento è molto chiaro, demagogico, dal punto di vista comunicativo l'avete spacciata in questa maniera di difesa.
Però vi lancio una sfida veramente concreta: andate a questi incontri e sentite i problemi degli allevatori italiani quali sono. Non è sicuramente il pericolo della carne coltivata. Lavorate su quello piuttosto che lavorare su un tema che è semplicemente una propaganda, che tra l'altro sarà anche probabilmente bocciato dalla Corte europea .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Pongo un'altra questione, che non è soltanto l'approccio bizantino, se vogliamo usare i termini utilizzati dal Governo, rispetto a un'idea e all'innovazione, ma è ciò che può derivare da questo divieto, che contrasta, oltre che con le direttive dell'Unione europea, con il principio fondamentale della libera circolazione delle merci, che è una delle quattro libertà fondamentali su cui si regge il mercato unico europeo. Questo che cosa determinerà? Un contenzioso e una probabile procedura d'infrazione per il nostro Paese.
Per questo, oltre all'aspetto preistorico con cui questa maggioranza si accinge a disciplinare una materia innovativa, c'è proprio il rischio di esposizione a infrazione per il nostro Paese. Quindi, siamo estremamente preoccupati per questa situazione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Prima di andare oltre, avverto che la componente del gruppo Misto +Europa ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari a un terzo del tempo originariamente assegnato alla componente medesima dal contingentamento.
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.01 Quartini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Riflettevo su due aspetti nel presentare questo emendamento. Il primo è che, quando si parla di rischio di carne sintetica, facendo intendere che si potrebbe mangiare la carne con la plastica, come suggeriva il collega Iaria poco fa, in realtà mangiamo più spesso la plastica proprio dalla carne allevata dal pesce allevato, altro che dalla carne coltivata! A causa dell'inquinamento! È lì che si dovrebbe intervenire.
Allora, ecco che questo emendamento va proprio anche in questa direzione. Infatti, possiamo anche vietarla nel nostro Paese, ma la libera circolazione delle merci che ci impone l'Europa vorrà dire che, una volta che viene autorizzata dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare, non potremo opporci all'importazione di questa novità. Al di là del danno per l'economia e per la ricerca che subiremo, ci toccherà, comunque, ospitare questa carne coltivata, questi allevamenti cellulari, ci toccherà importarli.
In questo emendamento, chiediamo che si istituisca - tra l'altro potrebbe essere anche coerente con lo stesso impianto della legge - una commissione nazionale che vada a fare un monitoraggio, esprima un livello d'attenzione con compiti molto specifici: valutare la qualità e il benessere degli alimenti prodotti dagli allevamenti cellulari, valutare la sicurezza alimentare e i parametri per una equilibrata e sana nutrizione, stabilire le procedure di controllo durante i processi di produzione, esaminare le tecnologie, eccetera, eccetera.
Non vi sto a dire tutto quello che potrebbe fare questa commissione, ma avrebbe un senso anche per la carne coltivata importata.
Allora, se bocciate un emendamento come questo, vuol dire che proprio della salute non ve ne importa niente .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.02 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.03 Di Lauro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MATTEO ROSSO(FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, i pareri sono contrari su tutti gli emendamenti.
MARCELLO GEMMATO, . Grazie, Presidente. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.150 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.1 Marianna Ricciardi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, prima ancora di pensare alla questione della crudeltà verso gli animali e, quindi, alla questione degli allevamenti intensivi, vorrei fare un'altra riflessione e cioè considerare che le stime dell'ONU ci dicono che, nel 2050, saremo oltre 9 miliardi di persone. L'attuale modo di produrre la carne sta diventando rapidamente insostenibile, per il riscaldamento globale, per il consumo di energia, per le malattie degli animali ma, soprattutto, per la prevista scarsità di cibo che avremo quando saremo oltre 9 miliardi. Sono questioni che dobbiamo affrontare oggi, prima che sia troppo tardi; sono questioni che vanno affrontate dando slancio alla ricerca, perché la ricerca comunque richiede i tempi per arrivare a soluzioni e sicuramente, con tutti questi divieti, rallenteremo in maniera inaccettabile la ricerca.
Colleghi, quindi, l'invito che voglio farvi è quello di volare alto, al di sopra dei particolarismi e degli interessi personali e al di sopra dell'ideologia, perché soltanto così riusciremo a dare slancio alla ricerca e a dare un'opportunità a questa carne coltivata, questo è l'unico modo per poterci immaginare ancora qui oggi in questo pianeta .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Marianna Ricciardi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Saluto gli studenti e i docenti della IV A dell'ITIS Nullo Baldini, di Ravenna, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Castiglione, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Sportiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Castiglione, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie Presidente. Se non fosse un tema straordinariamente serio, potremmo alleggerire la discussione dicendo che - se ho letto bene - avete salvato la spinacina - poi bisogna capire la percentuale di spinacio e di pollo - e avete salvato anche - se ho capito bene - il latte di soia, il latte di mandorle e il latte di riso, per cui non si potrà più parlare di bistecca di soia, ma continueremo, fortunatamente, a poter dire: latte di soia. Rido perché è l'unica cosa che mi resta. A proposito di latte di riso, visto che una grande azienda italiana, la Granarolo, lo produce, perché vietare a una grande azienda che fa carne - io non la mangio, ma è una grandissima azienda, che si chiama Cremonini, tanto per fare pubblicità -, laddove volesse farlo, di investire nella carne coltivata, perché magari vede i concorrenti nel mondo che lo fanno perché questo può essere un modo per produrre proteine, in prospettiva, a basso costo, da esportare nei mercati emergenti? Che senso ha questo divieto? Solo questo vi chiedo: che senso ha vietare un'idea o un progetto?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MATTEO ROSSO(FDI). Anche in questo caso i pareri sono contrari su tutti gli emendamenti.
MARCELLO GEMMATO,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.2 Forattini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è l'ultimo dei tre emendamenti che noi abbiamo presentato a questo disegno di legge, che aveva un filo conduttore molto chiaro e cioè il richiamo all'Europa e alla normativa europea che sovraintende al tema della sicurezza alimentare. Lo abbiamo fatto richiamando il regolamento europeo e, in particolar modo, chiedendo che questo provvedimento facesse riferimento anche all'articolo 1, non solo agli articoli 2 o 3, perché nell'articolo 1 si istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, alla quale si deve ogni valutazione rispetto all'incidenza, diretta o indiretta, sulla sicurezza alimentare e dei mangimi. Allora, abbiamo chiesto anche che, successivamente, nell'emendamento illustrato dalla collega Forattini, si facesse riferimento per valutare l'impatto di questo provvedimento, a una commissione di esperti che, in qualche modo, supportasse un'analisi sull'insieme del provvedimento.
E, infine, con questo emendamento, noi chiediamo espressamente di far riferimento all'EFSA, secondo il Regolamento (CE) n. 178/2002, quale primo riferimento di ogni Stato membro per ciò che riguarda le valutazioni sulla sicurezza alimentare e di qualsiasi alimento. Infatti, come anche i rilievi, apparsi sulla stampa, da parte del Quirinale e di altri soggetti, hanno fatto notare, questa sarà una delle questioni sulle quali l'Unione europea, inevitabilmente, chiederà conto al Governo italiano e allo Stato italiano per essere andati contro una normativa europea, sulla quale ancora non ci sono pronunciamenti chiari e definiti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Forattini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5, cui risulta riferito un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, e articoli aggiuntivi .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MATTEO ROSSO(FDI). Grazie, Presidente. I pareri sono contrari su tutte le proposte emendative.
MARCELLO GEMMATO,. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Essendo stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 5, a norma dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Sportiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.02 Caramiello, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Non avevo dubbi sull'andamento di oggi e su come avrebbe votato la maggioranza in merito, tant'è che anche in Commissione sono stati bocciati i 27 emendamenti del MoVimento 5 Stelle. Chiaramente, questo provvedimento diventerà legge e dovremo poi verificare se il Presidente della Repubblica la promulgherà, visto che l'Italia è a rischio infrazione, essendo stata adottata la procedura TRIS, inviando prima la notifica e poi ritirandola a un mese dalla votazione di quest'atto. Quindi, potrebbe succedere anche che il Presidente della Repubblica non promulghi la legge e che l'Europa, dopo, mandi l'Italia in infrazione.
L'articolo 5-, che noi vogliamo introdurre, recita: “Rifinanziamento fondo nazionale per la suinicoltura”. Noi, in Italia, importiamo circa il 35-40 per cento dei suini: al di là della sovranità alimentare o del di cui parliamo, la maggior parte dei bovini che mangiamo sono francesi. Quindi, l'obiettivo, della proposta emendativa è il seguente: “Al fine di migliorare le condizioni dei suini negli allevamenti, promuovendo il benessere animale e metodi innovativi di trattamento, di incrementare quindi i livelli di biosicurezza, di migliorare la misurabilità e l'incremento delle condizioni di sostenibilità nelle aziende zootecniche del settore, di potenziare le attività di informazione e di promozione dei prodotti suinicoli (…)”. Almeno su questo, io vi chiedo di votare a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Sempre su questo tema, vorrei tornare al iniziale di questo disegno di legge, ossia mettere in contrapposizione i nostri allevatori nazionali, di carne bovina, suina, eccetera, con la carne coltivata. In precedenza, ho detto che la carne coltivata non è un pericolo per i lavoratori, ma sapete anche perché? Sapete quanto costa la carne coltivata, dove già si vende? Dai 400 agli 800 euro al chilo. Può essere, dunque, un fattore di protezione non fare ricerca su questo tema per salvaguardare la nostra carne, quando si parla di una ricerca scientifica e di una carne che arriverà, come ho detto prima, fra 20-30 anni sul mercato e che ha il compito primario di trovare altre fonti di sussidi e sostentamento e altre fonti di cibo meno impattanti dal punto di vista ambientale? Io ribadisco sempre la richiesta di prima: volete veramente essere patriottici, salvare i nostri allevamenti e aiutare i nostri allevatori? Lavorate su quello che spendono in energia. Lavorate sulla proposta emendativa del collega. Approvate quest'articolo aggiuntivo, perché è così che si fa la vera attività nel settore dell'agricoltura e valutate il discorso della protezione delle nostre carni autoctone. Questo è il percorso, tutto il resto è fuffa, tutto il resto è slogan La carne coltivata la potranno comprare solo quelli che vanno al Twiga, perché costa 400 euro al chilo. Avete capito? Quindi, non è una concorrenza con la nostra carne. I nostri allevatori hanno bisogno di altro, non di essere difesi per un pericolo che non c'è .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.03 Marianna Ricciardi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.04 Caramiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Signor Presidente, per il rafforzamento di quanto detto prima, rispetto a quest'articolo 5-, si chiede l'istituzione del Fondo per gli allevamenti sostenibili. L'obiettivo è di sostenere gli allevatori del settore zootecnico che perseguono metodi di produzione rispettosi dell'ambiente, del clima, specificatamente per l'aspetto del benessere animale e che, nel contempo, custodiscono e valorizzano territori e ambienti ecosistemici. È istituito nello stato di previsione del Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste il Fondo per gli allevamenti sostenibili con una dotazione pari a 10 milioni di euro per l'anno 2024. Questo è l'obiettivo di quest'articolo aggiuntivo e spero che almeno in questo caso votiate a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.04 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.05 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6, cui sono riferiti solo articoli aggiuntivi .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi.
MATTEO ROSSO(FDI). Signor Presidente, il parere, anche in questo caso, è contrario su tutti gli articoli aggiuntivi.
MARCELLO GEMMATO,. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 6.01 Forattini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Signor Presidente questo è l'ultimo nostro articolo aggiuntivo il cui contenuto è stato trasfuso anche negli ordini del giorno che vedremo successivamente. Questa era una proposta che la maggioranza avrebbe dovuto raccogliere come una nota di salvaguardia per questa legge che molto probabilmente incontrerà tanti problemi nel rapporto con la Commissione europea e con l'Europa, perché consentiva di subordinare l'efficacia di questa legge, sulla quale abbiamo già avuto modo di discutere, alla conclusione delle procedure previste dalla direttiva (UE) 2015/1535, ossia a una verifica se questa legge entrasse o meno in contrasto con la normativa europea.
Allora, ci siamo permessi di suggerire - e lo continuiamo a fare - al Governo di mettere in salvaguardia questo provvedimento, se proprio ci tiene tanto a questa legge, rispetto al rapporto con l'Unione europea, proprio perché riteniamo che invece questa procedura porterà una serie di problemi e quasi inevitabilmente a una procedura di infrazione per il nostro Paese che si andrà a sommare a tutte le altre sulle quali già il nostro Paese deve rendicontare all'Unione europea.
Per questa ragione, anche negli ordini del giorno ritroveremo questo contenuto, proprio perché - abbiamo visto che anche i colleghi del centrodestra lo hanno riscontrato nelle loro proposte di ordine del giorno - riteniamo che fosse una di quelle azioni utili a mettere in salvaguardia il nostro Paese nel rapporto con l'Unione europea (
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01 Forattini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.07 Di Lauro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'aggiuntivo 6.08 Quartini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Signor Presidente, ci dispiace constatare che, di fatto, pur di compiacere, ai fini del consenso elettorale, una categoria, questo Governo e questa maggioranza sono disposti a far pagare a tutti gli italiani un eventuale procedura di infrazione europea. Questo è il dato di fatto. Infatti, queste proposte emendative, da quella dal collega Vaccari a quelle successive, sono tutte di buonsenso. Almeno, facciamo in modo che questa legge sia operativa non prima che l'Europa autorizzi, per un discorso di sicurezza alimentare, tutte le procedure per la coltivazione cellulare. Questo è il dato di fatto.
L'impressione di fondo è che, in realtà, da parte del Governo e della maggioranza ci sia solo demagogia e propaganda nei confronti di una pressione lobbistica su cui c'è un livello di compiacimento per fini di consenso. Semplicemente questo, perché è assolutamente di buon senso pensare che si debba sottostare alle norme che ci vincolano, anche in base all'articolo 117 della nostra Costituzione, al rispetto delle normative UE.
Oltretutto, non potremo nemmeno fermare tutto quello che avverrà in Europa. Quindi, il buonsenso ci dovrebbe dire: cerchiamo perlomeno di non incorrere in costosissime procedure di infrazione. Io dico che è assolutamente inaccettabile che per compiacere - lo ripeto - una , una corporazione, noi facciamo pagare il prezzo a tutti gli italiani .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.08 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.06 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7, cui risulta riferito un unico emendamento interamente soppressivo di tale articolo .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MATTEO ROSSO(FDI). Anche in questo caso, Presidente, il parere è contrario.
MARCELLO GEMMATO,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 7, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo quindi alla votazione dell'articolo 7.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Io voterò contro il mantenimento dell'articolo 7 e, quindi, a favore del soppressivo, perché è un'ipocrisia. Tale articolo dice che dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Invece, qui li stiamo creando gli oneri per la finanza pubblica. L'agricoltura è un settore importante e ci siamo tutti affezionati. Rappresenta il 2-3 per cento del PIL, il 3 per cento, o poco più, dell'occupazione, ma con questo tipo di provvedimenti, che sono provvedimenti contro la crescita economica, contro l'innovazione, contro la ricerca scientifica, avremo una crescita più bassa, avremo meno investimenti dall'estero e, quindi, per il bilancio pubblico questo provvedimento porta un segno meno che si riverbererà anche sulle altre attività, le attività a più alto valore aggiunto, gli investimenti delle grandi aziende che vedranno l'Italia come un Paese antiscientifico, con una maggioranza che basa il proprio consenso sulla paura dell'ignoto, quando non c'è da avere alcuna paura. Quindi, questo tipo di provvedimenti e questo provvedimento, in particolare, sono contro la crescita e contro le finanze pubbliche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARCELLO GEMMATO,. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1324/1 Vaccari, n. 9/1324/2 Andrea Rossi, n. 9/1324/3 Forattini, n. 9/1324/4 Marino, n. 9/1324/5 Marianna Ricciardi, n. 9/1324/6 Di Lauro, n. 9/1324/7 Sportiello, n. 9/1324/8 Quartini e n. 9/1234/9 Scutella'.
Sull'ordine del giorno n. 9/1324/10 Caramiello il parere è favorevole con le seguenti riformulazioni. Nella parte delle premesse espungere, nel considerato, dalle parole “la dedicata consultazione” fino alle parole “produzioni alimentari”; espungere, inoltre, dalle parole “rilevato quindi che” fino alle parole “scientifiche disponibili”. L'impegno, invece, è riformulato nel senso di espungere, dopo le parole “impegna il Governo”, la preposizione “ad” e di inserire le parole “a valutare l'opportunità di”.
Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1324/11 Caretta, n. 9/1324/12 Cerreto e n. 9/1324/13 Mattia.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1324/14 Magi e n. 9/1324/15 Evi.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1324/1 Vaccari c'è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/1 Vaccari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/2 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/3 Forattini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/4 Marino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di procedere oltre, saluto le ragazze, i ragazzi e i docenti dell'Università di Bologna e del liceo Guglielmotti di Civitavecchia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Sull'ordine del giorno n. 9/1324/5 Marianna Ricciardi c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno chiedevamo di sostenere l'istituzione di un sistema, nel Ministero della Salute, per poter fare ricerca sulla carne coltivata. Va sempre nella direzione, appunto, di sostenere, oggi, la ricerca per avere, domani, qualcosa che ci permetterà di contrastare l'indisponibilità di alimenti, perché continuare a sostenere gli allevamenti intensivi, con una popolazione che continuerà ad aumentare, arriverà a, un certo punto, a essere insostenibile. Quindi, dispiace molto questo parere contrario a quest'ordine del giorno e spero che si possa valutare un accantonamento, magari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/5 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1324/6 Di Lauro, con il parere contrario del Governo. Onorevole Di Lauro? Passiamo ai voti, bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/6 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1324/7 Sportiello, con il parere contrario del Governo. Onorevole Sportiello? Passiamo ai voti, bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/7 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1324/8 Quartini, con il parere contrario del Governo. Onorevole Quartini?
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente non ci meravigliamo delle bocciature anche degli ordini del giorno da parte di questo Governo, che mostra una vera e propria capacità di essere antiscientifico, incostituzionale, di mettere l'Italia a rischio di infrazione, cosa, fra l'altro, che è stata detta anche dal Quirinale. Addirittura, anche rispetto al fatto che lo stesso Quirinale paventi un rischio reale di procedura di infrazione, questo Governo se ne frega, pur di avere il consenso, evidentemente, di alcune corporazioni. È una cosa veramente incredibile, eppure, nonostante l'atteggiamento aristotelico-tolemaico di questo Governo, gli italiani sono un po' più evoluti. Un recente sondaggio dice che il 50 per cento degli intervistati è interessato ad assaggiare la carne non convenzionale; una percentuale che, pensate, sale al 72 per cento nella fascia di età più giovane. I nostri giovani non temono il futuro, lo temete voi il futuro!
Non solo, questa ricerca supporta anche il fatto che la carne non convenzionale, che è il risultato di un processo assolutamente più sostenibile e meno inquinante rispetto agli attuali allevamenti intensivi, potrebbe favorire una riduzione importante del gas a effetto serra. Solo in Europa, se tutto l'attuale consumo di carne fosse sostituito dall'allevamento cellulare, l'uso del suolo e dell'acqua sarebbe ridotto del 98,8 per cento. Siamo veramente davanti a livelli di possibilità, di potenzialità degli allevamenti cellulari di dare un contributo all'ambiente, oltre a un contributo anti-crudeltà nei confronti dell'allevamento intensivo.
Date queste premesse e dato che esiste un'Autorità europea per la sicurezza alimentare, in quest'ordine del giorno noi volevamo semplicemente chiedere, con sollecitudine, il parere di questa Autorità in merito alla sicurezza della cosiddetta carne coltivata o non convenzionale e a porre in essere ogni idonea azione sospensiva dei divieti e delle conseguenti sanzioni previsti nel provvedimento in esame, qualora il parere dell'Autorità per la sicurezza alimentare fosse positivo.
Io credo che davvero stiate andando contro corrente, contro l'evoluzione, contro la ricerca, contro la possibilità di uno sviluppo, anche all'interno del nostro Paese, di nuove opportunità di lavoro, anche per i nostri giovani .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/8 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1324/9 Scutella', con il parere contrario del Governo. Onorevole Scutella'? Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Presidente, intervengo per sottoscrivere, quindi, fare mio, quest'ordine del giorno, che impegna il Governo, visto che sarà approvato questo disegno di legge, a trasmettere con urgenza alla Commissione europea, nel rispetto della direttiva (UE) 2015/1535, la notifica TRIS, visto che è già prevista, precedentemente ritirata, inerente alle conseguenze derivanti dal divieto di vendita, importazione e produzione della cosiddetta carne coltivata, contenuto nel disegno di legge in esame, che quindi sarà approvato, in termini di limitazione della libera circolazione delle merci e del mercato interno, al fine di scongiurare l'apertura di una potenziale procedura di infrazione a carico dell'Italia per violazione del diritto euro-sanitario.
Quindi, io chiedo di rivedere il parere su quest'ordine del giorno e di votare a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/9 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1324/10 Caramiello, con parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Caramiello, accetta?
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Accetto, ma chiedo il voto.
PRESIDENTE. Bene, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/10 Caramiello, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1324/11 Caretta: parere favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1324/12 Cerreto è stato ritirato.
Ordine del giorno n. 9/1324/13 Mattia: parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1324/14 Magi, su cui vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Arrivati a questo punto dell'esame di questo disegno di legge di iniziativa governativa, io chiedo davvero, con forza, al Ministro Lollobrigida di intervenire per chiarire un punto, che è quello che noi poniamo con quest'ordine del giorno.
Noi chiediamo che venga rassicurato questo Parlamento, che vengano rassicurate tutte le istituzioni fino ai massimi livelli del nostro Paese, nonché le istituzioni europee, nonché il mondo produttivo, nonché tutti i cittadini, l'opinione pubblica, i consumatori, il sistema produttivo del nostro Paese sul fatto che, qualora l'EFSA dovesse autorizzare l'immissione, l'ingresso sul mercato europeo del prodotto in oggetto, il Governo intervenga tempestivamente sulla normativa in esame, che a breve, di tutta evidenza, questo Parlamento approverà, al fine di evitare violazioni del diritto europeo. In altre parole, noi abbiamo compreso che voi intendete ideologicamente tirare dritto, ma, a parte la propaganda, poi ci sono gli effetti concreti e gli effetti di violazione del diritto, che rischiano di ricadere sulle tasche di tutti gli italiani con procedure di infrazione. Quindi, Ministro, è un appello accorato: prenda la parola e ci dica cosa intendereste fare in questo caso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Rispondo sempre volentieri agli appelli accorati, anche a quelli meno accorati, per la verità. Il mio intervento, visto che posso intervenire questa sede, è per ringraziare per il dibattito e gli interessanti spunti. Non entro nel merito di tutte le questioni, avremo tante occasioni per parlarne, perché ho colto argomentazioni molto rilevanti. Il collega Bonelli richiamava - però, lì c'è un elemento di confusione dialettica - il principio della sicurezza alimentare e della cioè della salute, che non c'entra niente con la sicurezza alimentare, come garanzia che noi chiediamo di buon cibo per tutti, e non solo di cibo per tutti.
Ho colto tanti spunti interessanti, compreso quello della necessità di notificare all'Europa questa norma, ovviamente lo faremo, com'è stato, negli anni, prassi in Italia, con una serie di eccezioni, che abbiamo richiamato anche nell'ultima seduta di , che non hanno notificato, pur dovendolo; però, si trattava di altri Governi ed è inutile commentare questo tipo di passaggio. Noi lo faremo, perché riteniamo che non ci sia nulla da temere. Però, voglio chiarire, noi siamo il Parlamento italiano ed è per questo che normiamo per quello che riguarda il nostro popolo, che è esattamente l'unica corporazione, consorteria che io riconosco come soggetto a cui dare risposte . Dopodiché, mi permetto di sottolineare, senza alcuna polemica, che, salvo +Europa, non c'è un partito che siede in questo Parlamento che non abbia avuto autorevolissimi esponenti che hanno sottoscritto una petizione nella quale c'era scritto “no al cibo sintetico”, non coltivato . Non c'è un partito che non abbia fatto questa scelta, quindi, diciamo, una forte base istituzionale ha portato alla richiesta di normare, poi vi sono un Governo e una maggioranza, anche con qualche adesione - è un mio punto di vista - di persone che hanno coerentemente assunto, come principio quello che nell'articolo 1 è contenuto, di scegliere, in Senato, di sostenere questa iniziativa di Governo, che è diventata, se venisse approvata definitivamente, anche ampiamente rappresentativa della volontà popolare che, nella nostra Repubblica, si esprime attraverso il voto del Parlamento.
In ultimo, in Europa noi vorremmo convincere tutte le altre Nazioni a fare la stessa scelta dell'Italia. Quindi, noi non ci vogliamo proprio arrivare. Qualora qualcuno dovesse chiedere - cosa che non è stata ancora fatta - la certificazione di queste procedure per trasformare il cibo coltivato, sintetico, finto, lontano dalle nostre tradizioni, in qualcosa di utilizzabile nel nostro continente, ci porremo il problema. Oggi è poco sensato porcelo, anzi, io contesto addirittura - lo dico con chiarezza - la procedura EFSA come modello, perché ritengo che sia, invece, un processo farmaceutico quello da applicare. Se, poi, l'Unione europea dovesse scegliere l'EFSA come soggetto di riferimento per le coltivazioni cellulari, che, a mio avviso, in medicina hanno un'utilità - lo dico con chiarezza - e, quindi, cambiare la procedura, cioè avere un doppio canale di procedura, noi siamo nell'Unione europea e adempiremo queste scelte. Ma sa che cosa mi conforta molto, collega Magi? Noi abbiamo un Parlamento europeo e io spero che il Parlamento europeo sia sempre più forte. E, in questo Parlamento europeo, tutti gli emendamenti che tendevano ad autorizzare le produzioni cellulari di questo tipo in Europa sono stati bocciati a larga maggioranza e con il voto abbastanza compatto di tutta la delegazione italiana.
Quindi, io auspico e spero che riusciremo nella nostra battaglia di avanguardia ad essere quelli che nel continente europeo, come è già avvenuto con gli OGM, difendono il nostro modello di produzione e anche la salute dei nostri cittadini. Quindi l'auspicio è questo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Per dichiarare il voto favorevole sull'ordine del giorno illustrato dal collega Magi. Ho ascoltato le parole del Ministro; non so se si sia reso conto di ciò che ha detto. Temo che gli sia scappata leggermente la frizione, nel senso che, signor Ministro, lei dice che riconosce solo il Parlamento italiano - siamo tutti d'accordo -, e non altre consorterie: guardi che il Parlamento europeo - ha detto “consorterie”, c'è la registrazione, ha parlato di fronte agli italiani - non è una consorteria, firmare i trattati dell'Unione europea non è una consorteria ! Io capisco che voi abbiate sempre questa resistenza…
PRESIDENTE. Per cortesia….
ANGELO BONELLI(AVS). … a non riconoscere l'Unione europea. Io non so se avete ancora nel vostro, diciamo, ὄντος, quasi un riflesso condizionato nel dire “andiamocene dall'Unione europea”, questa sorta di sovranismo mascherato. Però, andiamo al tema, perché il sovranismo…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
ANGELO BONELLI(AVS). Io non capisco perché mi si debba parlare sopra, signor Presidente, perché sono nel merito…
PRESIDENTE. Per questo sto chiedendo la cortesia. Ascoltiamo il collega Bonelli.
ANGELO BONELLI(AVS). Quando si definiscono “consorteria” organismi internazionali, parola pronunciata da un Ministro della Repubblica, per me è un fatto grave e penso che dovrebbe essere anche stigmatizzato .
Detto questo, però, se si parla di sovranismo alimentare e ci viene a fare la lezione il signor Ministro, quando il suo gruppo, al Senato, ha votato l'emendamento per dire di “sì” agli OGM nuovi, ma che lezione ci viene a dire, signor Ministro ? Siete voi che avete votato quella roba, non noi, chiaro? E quando lei viene qui a fare la differenza tra la sicurezza alimentare e il , quando lei, continuamente, firma deroghe per pesticidi che sono fortemente dannosi per la salute , è qui tutta la vostra profonda ipocrisia e propaganda. Perché lei l'ha detto chiaramente, e concludo: voi vi state accingendo, con questo provvedimento, a fare la campagna elettorale per le europee, danneggiando e prendendo in giro anche i cittadini italiani, perché, nel momento in cui questa carne coltivata sarà dichiarata legittima, lei non potrà far nulla, non potrà impedire la libera circolazione delle merci nell'Unione europea, a meno che lei non voglia portare l'Italia fuori dall'Unione europea .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il signor Ministro Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Siccome credo che il collega Bonelli, che considero una persona dall'onestà intellettuale indiscussa, sappia rileggere gli atti nella maniera puntuale, è evidente che la mia affermazione non riguardava l'Unione europea…
PRESIDENTE. Cortesemente, in silenzio.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. …nei confronti del sottoscritto e del nostro Governo, di soggiacere alle indicazioni di consorterie o corporazioni; si riferiva, il collega che ha citato le parole, a una associazione di coltivatori. Detto questo, noi abbiamo grande rispetto - ho detto esattamente l'opposto di quello che lei mi imputava - dell'Unione europea e io dico che in Agrifish, cioè nella Commissione competente, abbiamo già proposto questo tema, consegnato questa proposta di legge a tutti i colleghi, affinché possano riflettere, all'interno dei loro Parlamenti, se dare una indicazione simile a quella dell'Italia - perché oggi l'Italia è la prima Nazione e non è detto che non ne seguano altre - nell'ambito di un'Unione europea sempre più forte.
Ho richiamato ancora di più le istituzioni parlamentari nel mio intervento precedente, in cui ho chiarito che i nostri parlamentari italiani, per la maggior parte, insieme ai colleghi parlamentari di altre Nazioni, hanno bocciato tutti gli emendamenti che tendono ad arrivare all'autorizzazione di produzioni di questa natura, il che mi fa presupporre, se la democrazia resta un valore indiscusso tra noi, che si possa arrivare in Europa addirittura ad avere - io lo spero, sinceramente - un divieto che non ci ponga di fronte al tema a cui lei fa riferimento. Qualora, invece, le autorità europee, che noi riconosciamo, ci dovessero porre di fronte a questo tema - ma la vita non è fatta di “se” - ci porremo il problema nell'ambito di questo Parlamento. Nel frattempo, credo che noi ci possiamo sentire tutti in dovere di fare le nostre proposte come Italia, tenendo conto, in maniera proporzionale, del peso specifico dei partiti presenti in Parlamento, perché questo ce l'hanno conferito gli elettori.
In ultimo, non richiamo - credo che i colleghi condivideranno - le tecnologie evolutive avanzate che abbiamo sostenuto in Parlamento, i nuovi OGM, perché, proprio con riferimento all'esperienza di Nazareno Strampelli, a cui il collega Magi si richiamava, sono due processi totalmente diversi. Noi abbiamo, in questo processo delle tecnologie evolutive avanzate, un'accelerazione evolutiva, non una modifica delle specie di riferimento. Per questo riteniamo che i due effetti siano e portino a un risultato estremamente diverso. Anzi, le dico di più rispetto ai pesticidi. Noi, come tutti, vogliamo eliminare quelli che vengono chiamati pesticidi ma possono essere chiamati anche agrofarmaci. Sono quelli che aiutano oggi a respingere le fitopatie, e anche le deroghe a cui fa riferimento lei servono ad affrontare in modo speciale alcune situazioni di emergenza che cancellerebbero il sistema produttivo di alcune aree della nostra Nazione . Questa è la ragione delle deroghe consentite dall'Unione europea.
Ma noi speriamo di arrivare il prima possibile all'eliminazione degli agrofarmaci, perché è normale che un agrofarmaco, come una medicina, abbia delle controindicazioni spesso abbastanza importanti, ma ci si può arrivare se avremo colture resistenti alle fitopatie vecchie e nuove e al cambiamento climatico , altrimenti cancelleremo la nostra produzione, e questo sarebbe devastante per il nostro ecosistema oltre che per la nostra alimentazione e per le nostre imprese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per condividere l'ordine del giorno presentato dai colleghi Magi e Della Vedova, ma anche per provare a interloquire con il Ministro e con le parole che ci ha rappresentato, dicendogli che lo abbiamo contestato in quest'anno di legislatura perché il Ministero della Sovranità alimentare per noi non è l'autarchia, non è il chiudersi in casa rispetto a ciò che sta accadendo in giro per il mondo e difendere in modo propagandistico il nostro Paese, com'è stato fatto in tante occasioni.
Soprattutto, questo provvedimento ci mette nelle condizioni, nei confronti dell'Unione europea, di rischiare una procedura di infrazione che si sarebbe potuta evitare se ci fosse stata un'assunzione di responsabilità diversa da parte del Governo. Se il dettato costituzionale ci richiama a un comportamento diverso, non capiamo perché il Governo abbia scelto questa strada se non per ragioni di propaganda, come ha fatto con la siccità, come ha fatto con le emergenze che sono capitate all'agricoltura. Soprattutto, questo Governo sull'agricoltura sta procedendo per , senza dare risposte strutturali ai problemi che in modo strutturale stanno attanagliando l'agricoltura nel nostro Paese. Allora, se vogliamo dare una mano alla cultura del cibo nel nostro Paese, dobbiamo dare risposte adeguate e strutturali ai temi e alle questioni che le aziende agricole, i produttori dei nostri prodotti DOP e IGP, stanno affrontando da anni ormai. Lo dobbiamo fare attraverso strumenti adeguati, non attraverso strumenti propagandistici come quello che ci avete sottoposto in questi giorni. Crediamo che lo si possa fare anche attraverso un dialogo diverso sia con le associazioni di categoria, che stanno rappresentando sulla legge di bilancio una carenza strutturale di risposte rispetto al mondo agricolo, sia con un Parlamento che ha dimostrato una risposta positiva rispetto ad alcune questioni che ci sono state sottoposte. Stiamo parlando di un provvedimento, quello che ci accingiamo a votare in via definitiva, che non cambierà nulla rispetto al mondo agricolo e ai problemi che il mondo agricolo sta affrontando in questi giorni.
Quindi, chiediamo e abbiamo chiesto a più riprese che il Governo ci ripensi, perché questo provvedimento ci esporrà a una figura internazionale di dubbia moralità, soprattutto per le conseguenze che questo provvedimento porterà rispetto alle azioni che si dovranno poi adottare per la procedura di infrazione. Davvero abbiamo voluto essere responsabili fino in fondo, e lo saremo anche attraverso il voto che esprimeremo in quest'Aula, perché riteniamo che il mondo agricolo abbia bisogno di risposte diverse in questo momento. Soprattutto, per difendere la cultura del cibo nel nostro Paese, non servono provvedimenti propagandistici come quello che ci avete sottoposto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Preciso che, poiché la componente politica del gruppo Misto +Europa ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi, la Presidenza consentirà lo svolgimento di un intervento della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Prego, onorevole Magi.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente, e ringrazio il Ministro Lollobrigida perché, prendendo la parola, ci dà l'occasione di un dibattito che è anche chiarificatore per l'Aula e per il Paese. Ritengo che le parole del Ministro Lollobrigida abbiano espresso una cultura politica molto precisa relativa alle autorità indipendenti che regolano alcuni settori e che sono state costruite faticosamente nella storia delle democrazie rappresentative proprio perché alcuni ambiti tenessero in massimo conto la verità scientifica, l'evidenza scientifica, e non potessero essere travolti dall'ideologia.
La vostra decisione si poggia su una petizione di Coldiretti di cui abbiamo fatto fatica - lo scrive la senatrice Cattaneo - a trovare il testo. È un volantino in cui sono rappresentate graficamente, come nei fumetti, delle falsità. Ma la cultura politica che abbiamo ascoltato oggi credo debba servire a orientare il voto di quest'Aula, a chiarire che cosa si sta votando, perché è una cultura politica totalitaria. È una cultura politica che dice …
PRESIDENTE. Onorevole, chiuda.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). …che le autorità indipendenti non contano se ci sono i voti, che se voi avete il 2 o 3 per cento, ma tutta la comunità scientifica sostiene una cosa, questo non conta, perché il popolo è con voi . Colleghi…
PRESIDENTE. Onorevole, per favore, concluda, grazie, grazie, grazie.
Ha chiesto di parlare il Ministro Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Purtroppo, collega Magi, nonostante tutto, vivendo fortunatamente in una Nazione che ha una sua Costituzione, le regole non ce le diamo da soli e quindi non abbiamo possibilità di far influire l'una o l'altra delle forze rappresentative del nostro contesto sociale per indirizzare, perché c'è il Parlamento, e quindi questo modello ci mette nella condizione di fare il nostro dovere.
Ringrazio tutti i colleghi, ripeto, che hanno non solo partecipato al dibattito, ma hanno animato un dibattito che, sì, parte anche dalla petizione di Coldiretti, firmata da tanti, che chiedevano “no al cibo sintetico”; c'era scritto così. Poi, però, mi perdoni, collega Magi, se vuole le rispondo, altrimenti…
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Se riesce a farlo in un minuto come me...
PRESIDENTE. Per cortesia, facciamo parlare il signor Ministro, per cortesia.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Ma, dopo la petizione a cui lei fa riferimento, ci sono anche 3.000 comuni, che lei riconoscerà come espressione democratica del nostro Stato, che hanno approvato ordini del giorno che chiedevano di vietare il cibo sintetico e poi ci sono venti regioni, che lei riconoscerà in qualche modo rappresentative del consenso.
Ma le dico di più, anche per precisare il nostro atteggiamento rispetto alle autorità terze che esistono e che noi, non solo rispettiamo, ma anzi valorizziamo. L'EFSA, come lei ricorderà, ha sede a Parma, nel nostro cuore pulsante della gastronomia e delle produzioni di eccellenza italiana, quindi ci mancherebbe altro che non la rispettiamo. Però, prima di arrivare a un “se qualcuno dovesse chiedere”, che è il presupposto, “di far diventare questi ”, e quindi doverli assegnare all'EFSA, possiamo provare, insieme alla comunità scientifica, perché questo stiamo facendo, a chiedere che il processo e la procedura a cui si fa riferimento di coltivazione cellulare passi per un altro .
Mi sono confrontato con persona ben più autorevole di me a trattare questi temi, il professor Schillaci, Ministro della Salute, e questa è una strada che possiamo immaginare di percorrere, quindi chiedendo che la valutazione sia espressa sul tema della ricerca, sul tema della coltivazione cellulare, non per forza legata ai cibi. Perché quella questione è già in essere e quindi le coltivazioni cellulari finalizzate alle vicende mediche esistono; per quanto riguarda la vicenda alimentare, oggi questo problema non si pone perché nessuno l'ha chiesto. Noi abbiamo intenzione - e lo abbiamo chiarito - di rispettare ogni tipo di principio europeo, a partire però - ripeto - dall'indicazione popolare del confronto con la comunità scientifica, che non è rappresentata da una senatrice piuttosto che da un singolo altro soggetto, ma è rappresentata da un insieme di soggetti - ripeto -, compreso il nostro Ministro della Salute, che è un tecnico e da lì viene, e comprese altre decine di professori, medici e ricercatori. Facevo riferimento l'altra volta all'ex sindaco di Bari: l'ex sindaco di Bari sottoscrive la petizione, a cui faceva riferimento Coldiretti, di Europa Verde, ed è un ricercatore del CNR. Come possiamo dire che le persone che hanno firmato siano un gruppo di ignoranti? Sono anche loro persone molto autorevoli professionalmente che hanno scelto di prendere una posizione. Poi, da qualche parte, bisogna iniziare e io credo che in Parlamento vi sia sempre l'inizio di ogni procedura che ci mette nella condizione di rappresentare la volontà complessiva del nostro popolo, con maggioranze e minoranze .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per precisare alcuni elementi su cui non possiamo tollerare confusione in quest'Aula. Nel rispetto di tutte le posizioni in campo, ci sono però limiti e principi che vanno riaffermati e che rischiano di essere messi in discussione da un pezzo dell'intervento del Ministro. Qui non si sta discutendo di tutelare produzioni tipiche o di tutelare la nostra economia, né si sta discutendo di cavilli procedurali o regolamentari di soggetti terzi, di burocrati o di tecnocrati. Si sta discutendo in questo emendamento di rispettare una delle quattro libertà fondamentali dell'Unione europea, un pilastro e un caposaldo dell'Europa e dell'integrazione europea, che non può essere messo in discussione in modo così grossolano e approssimativo dal suo intervento. Questo non ha nulla a che vedere con la tutela, cui lei faceva riferimento. Voi state rischiando di mettere in discussione la stessa appartenenza dell'Italia all'Europa con il metodo e con l'atteggiamento che lei ha ( …
PRESIDENTE. Per cortesia!
PIERO DE LUCA(PD-IDP). …tenuto e con le parole che ha espresso, che noi stigmatizziamo e dalle quali prendiamo le distanze, perché in Europa ci si sta appieno e si combatte lì dove è necessario combattere. Voi dovreste farlo nei Consigli europei, dove continuate ad essere assenti e a non ottenere le risposte che dovreste ottenere . Dicevate di voler battere i pugni sui tavoli, ma non avete ottenuto nessuna risposta a nessuna delle questioni che avete posto in questi mesi, perché non vi ascoltano, perché non riuscite a tessere le alleanze giuste. E vi ricordo e vi rappresento che è di queste ore la notizia dell'avvio della procedura d'infrazione sui balneari, che non è una buona notizia per il nostro Paese, né per il comparto balneari né per gli operatori del settore che continueranno a soffrire (…
PIERO DE LUCA…dell'incertezza giuridica determinata dalla vostra posizione demagogica e propagandistica sul punto, che non porterà a nessuna soluzione positiva per gli operatori del settore. Allora, vi invitiamo davvero a battervi lì dove dovreste essere presenti e non ci siete, lì dove dovreste impegnarvi e non riuscite a ottenere risultati, invece di immaginare di trovare scorciatoie, su cui peraltro si può ragionare in modo maggiormente coordinato e in modo più sereno anche in quest'Aula, ma non si può rimettere in discussione l'appartenenza dell'Italia all'Europa ed i principi fondamentali: ci si batte in Europa per modificare le regole o per creare il diritto, ma quel diritto poi va rispettato, caro signor Ministro, altrimenti noi rischiamo di uscire dall'Europa e non è quello che possiamo immaginare per l'Italia, che è un grande Paese, un Paese fondatore dell'Unione europea e noi siamo orgogliosi di far parte di questa grande organizzazione che è la nostra casa comune, da migliorare, da rafforzare, ma non da indebolire e dalla quale non dobbiamo immaginare di uscire o di fare passi indietro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Grazie, Presidente. De Luca, scusami, mi permetto di intervenire veramente solo per due fatti, perché almeno la verità la facciamo emergere. Io ho avuto occasione peraltro di ringraziare il presidente De Luca, perché la sua regione fu la prima a chiedere il divieto di carni coltivate e quindi colgo l'occasione anche, tramite lei, di ricordare la sua regione per questo fatto.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Si rivolga al Presidente!
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Quanto alla seconda questione, la presenza, il nostro Governo, durante quest'anno, non è stato assente nemmeno in una riunione dell'Agrifish e devo dire che, nella prossima riunione dell'Agrifish, l'Italia capeggerà un gruppo di Nazioni che presenteranno un documento ampiamente condiviso - a cui aderiscono Austria, Finlandia, Francia, Grecia, Lettonia, Polonia, Romania ed altri Stati - per trattare i temi dell'agricoltura e una modifica dell'approccio all'agricoltura, come avversaria dell'ambiente, ma compatibile con l'ambiente, in un quadro europeo che vogliamo rafforzare; perché quello che la storia ci ha insegnato in questa fase è che, se l'Europa non comincia a fare davvero l'Europa e a far precedere alle vicende ideologiche delle vicende pragmatiche possiamo trovarci ostaggio una volta di Putin sull'energia, altre volte di qualcun altro che può minare la nostra libertà.
Noi siamo consapevoli, confidiamo nell'Europa come modello, non abbiamo mai negato questa appartenenza, che nasce dai padri fondatori, ma vogliamo un'Europa diversa rispetto a quella che abbiamo visto in questi ultimi anni che, anche dai vostri banchi, qualcuno ha definito degna di riforma (, perché utile…
PRESIDENTE. Per cortesia!
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. … rafforzarla in materia di politica estera e di politica produttiva. Mi scuso di aver parlato verso i vostri banchi, mi rivolgevo al collega De Luca con tutto il rispetto dovuto.
PRESIDENTE. Sì, per carità, signor Ministro, ma la prego di rivolgersi sempre alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà, per un minuto.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). A titolo personale, ringrazio il Ministro per questa interlocuzione con il Parlamento, devo dire rarissima da parte della maggioranza, e lo dico senza alcuna ironia, però lei ha usato una parola che non ci si può più permettere di utilizzare dopo tutta la discussione che abbiamo fatto: ha riparlato di “carne sintetica”. Lei fa la caricatura di una cosa seria, perché la carne sintetica, che è solo nella vostra testa, è quella che vi consente di aizzare la paura delle persone . Stiamo parlando di tessuti coltivati e, infatti, lei, nel suo intervento, ha cominciato a fare una piccola marcia indietro molto significativa. Ha detto: “Magari non all'EFSA, chiederemo alle autorità mediche”; perché nel frattempo è arrivato il Ministro della Salute a cui avrei voluto chiedere se vuole vietare - perché tutto quello che è stato detto è scritto in questa legge e va in quella direzione - anche le tecniche mediche che si basano esattamente sulla tecnica e sulla tecnologia in discussione, che alcune aziende vogliono estendere per la produzione di proteine animali senza passare dalla macellazione. Quindi, ho capito che - quando è arrivato il Ministro - le ha detto di non esagerare.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Mi auguro che, almeno sul fattore della salute, non vogliate abolire o vietare queste tecniche. Chiudo con una precisazione: lei ha detto che vuole esportare questa cultura in Europa, ma per me è una cultura reazionaria e antiscientifica. Ricordo all'Aula che, quando l'Italia ha provato a esportare in Europa culture politiche, non è andata benissimo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà per 1 minuto e 40 secondi.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Giusto per dare un senso anche al dibattito in termini culturali, vorrei sottolineare, visto che c'è anche il Ministro Schillaci, che la cellula è un organismo vivente e ad oggi questa opportunità di creare la vita è appannaggio solo di Dio, per i credenti, o della natura per i laici. Per fortuna ancora non è appannaggio della scienza. Allora, io ritengo sia davvero inaccettabile che ancora si utilizzi la locuzione “cibo sintetico” .
Non va assolutamente bene e mi meraviglia che lo stesso Ministro della Salute accolga questo tipo di locuzione, perché è un medico e un collega come me. Si tratta di cellule, quindi si tratta di organismi viventi. Si tratta di cellule, si tratta di carne coltivata, che serve assolutamente, in maniera importante, per la ricerca clinica e per la ricerca medica, e ha la potenzialità di dare un contributo importante al Pianeta per il futuro, rispetto alla crescita esponenziale dei cittadini che si troveranno in carenza di proteine. Sono elementi che fanno prevedere, in qualche modo, un futuro migliore per l'umanità e invece, qui, si continua a ragionare in maniera preistorica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(AVS). Grazie, Presidente. Io intervengo perché dalle parole del Ministro, in realtà, non vedo alcun tipo di chiarimento rispetto a questa interlocuzione che stiamo avendo. Mi spiego meglio. Intanto, un'osservazione: la famosa petizione di Coldiretti, che pare sia stata firmata da così tante persone, si basa su tutta una serie di bugie e di menzogne, che sono state ampiamente smentite e ampiamente criticate. Faccio alcuni riferimenti al fatto che queste carni coltivate possano contenere, ad esempio, antibiotici o prodotti chimici in generale, dei quali non si abbia contezza. È qualcosa di completamente falso. Semmai, a contenere antibiotici sono, purtroppo, le carni che vengono prodotte dagli allevamenti intensivi, dove c'è un abuso di queste sostanze. Quindi, quello che voglio dire è che la petizione a cui si faceva riferimento è piena zeppa di imprecisioni e di vere e proprie mistificazioni della realtà.
Detto questo, a creare ancora più confusione nel dibattito - ed è il motivo per cui io ho apprezzato e ho votato favorevolmente ad alcuni ordini del giorno, che chiedono anche di fare un dibattito basato su evidenze scientifiche e su informazioni corrette, per avere questa discussione anche all'interno del nostro Paese, ma veramente su qualcosa che sia chiaro e basato sulla scienza, non su mistificazioni -, il Ministro, oggi, viene qui e ci dice che si sta pensando di proporre e di far approvare questo tipo di prodotti non passando attraverso EFSA, ma passando attraverso, immagino, EMA o ECHA, ossia l'Agenzia per i medicinali e l'Agenzia europea per le sostanze chimiche. Ma che senso ha, se abbiamo un organismo europeo, un'Agenzia per la sicurezza alimentare, che lavora espressamente per garantire la sicurezza dei prodotti approvati a livello europeo e che, peraltro, ha avuto, nel periodo recente, una revisione del regolamento che la istituisce e che garantisce, ancora di più, trasparenza e la possibilità di prendere in considerazione studi scientifici pubblicati, quindi sottoposti a , e quindi garantire un processo di approvazione delle nuove istanze fatte dai produttori davvero trasparente? Di questo dobbiamo parlare. Che senso ha, oggi, venire in Aula e dirci che si sta pensando di proporre un'altra strada? In che modo si propone questo? È assolutamente incomprensibile. E aggiungo, come è stato richiamato da molti colleghi, che questo atteggiamento non farà altro che portare il nostro Paese sempre più vicino a procedure di infrazione. Forse è quello che volete, in vista della campagna elettorale per le prossime europee? Dare, ancora una volta, la colpa all'Europa, brutta, matrigna e cattiva? Non è questo che stiamo facendo. Non è questo che dovete fare. È, invece, assolutamente fondamentale tutelare quegli organismi, che ci sono oggi a livello europeo e che garantiscono la nostra salute e la sicurezza alimentare, e non alimentare la propaganda con interventi, come quello del Ministro, di oggi, e con provvedimenti come quello che stiamo votando.
E aggiungo brevemente, rispetto anche all'ordine del giorno, così intervengo solo una volta su questo tema: perché un parere negativo su un ordine del giorno che chiede semplicemente di non limitare l'attività di studio e ricerca anche nel settore dell'agricoltura cellulare? Perché un parere negativo? Non ha alcun senso pensare di limitare la ricerca. Peraltro, in Italia vi è una che collabora con un'università. È evidente, però, che porre divieti alla produzione e alla commercializzazione di questi prodotti è un deterrente enorme anche per la ricerca scientifica, perché mi domando che tipo di ricerca potranno portare avanti i nostri centri di ricerca e le nostre università, se nel nostro Paese introdurremo divieti scellerati, come quello in discussione oggi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Io farò un intervento nel quale non si capirà cosa penso del merito del provvedimento. Ma sa perché? Perché voglio intervenire sull'ordine del giorno che stiamo discutendo, che non è il n. 9/1234/15, mi sembra, ma è il n. 9/1234/14…
PRESIDENTE. Confermo, è il n. 9/1324/14 Magi.
LUIGI MARATTIN(A-IV-RE). Volevo rivolgermi al Ministro, ma non c'è più, quindi mi rivolgo al Ministro Schillaci. E ripeto, schermando completamente cosa pensiamo, il dibattito c'è stato, è stato anche un bel dibattito, molto chiaro nelle posizioni, ma io torno sull'ordine del giorno n. 9/1234/14 Magi, ricordando a me stesso e all'Aula che molti di noi pensano che gli ordini del giorno non servano assolutamente a nulla - e io sono fra questi -, però non è detto che quello che votiamo in quest'Aula, anche su un pezzo di carta che non significa nulla, non sia osservato da chi sta fuori da questo Paese. Allora, io mi chiedo, dando per scontato che voi farete di tutto per evitare che questo prodotto venga autorizzato dalle autorità europee, e dando anche per scontato che non è che si possono approvare ordini del giorno su tutti gli scenari futuribili, come fate a mettere nero su bianco che, qualora l'Unione europea ne autorizzasse la messa in commercio, non interverremo su una legge nazionale che vieta la messa in commercio? Perché votare contro quest'ordine del giorno, indipendentemente da come la pensiamo, significa disconoscere il diritto dell'Unione europea . Quindi, io vi chiedo: se c'è da scrivere ‘faremo di tutto per evitarlo', mettetelo, ma non approvate un pezzo di carta - che è veramente un pezzo di carta, essendo un ordine del giorno - in cui si dice che, se l'Unione europea, nell'ambito delle sue competenze, autorizza l'immissione in commercio di un prodotto, voi ve ne fregate, perché è una posizione che potrebbe fare danni a questo Paese. Ripeto, se necessario, riformulate dicendo: fino all'ultimo istante, il Governo farà in modo di evitarlo. Ma se, invece, succede, come personalmente credo succederà, non lasciate agli atti parlamentari una posizione che dice: io disconosco l'ordinamento giuridico dell'Organizzazione internazionale della quale facciamo parte. Provate, cortesemente, a pensarci, perché, a volte, le azioni hanno conseguenze indesiderate, e non sarebbe il caso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei intervenire a titolo personale. Io penso che, se a Singapore la carne coltivata, come leggo, si compra in macelleria, volerla vietare è come fermare il mare con le mani, cioè ormai è andata. Mi piace questo signore che ha una macelleria e vende il pollo coltivato accanto alla carne tradizionale e dice: questo è il cibo del futuro e non è in contrasto con la tradizione. Ma, visto che la popolazione mondiale della Terra è in continuo aumento, le risorse non saranno sufficienti. Quindi, è necessario avere, semplicemente, alternative. Io trovo che sia una cosa giusta, questa. Non è obbligatorio comprarla, però ormai è andata. È un po' come l'intelligenza artificiale: è andata. Bisogna gestirla, questo sì, però ormai la carne coltivata esiste, in un mercato globale e arriverà anche da noi.
Se non la facciamo noi, ci arriverà da fuori, tutto qui .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/14 Magi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Signor Presidente, siccome vedo che il Ministro si è assentato, e prima ha partecipato attivamente alla discussione con il Parlamento e ha detto di rispettare il Parlamento più di tutte le altre “corporazioni”, mi auguro che non abbia lasciato il Parlamento per andare fuori, a piazza di Monte Citorio con la Coldiretti, perché non sarebbe accettabile ().
PRESIDENTE. Per cortesia, andiamo avanti.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1324/15 Evi. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1324/15 Evi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Essendosi registrata un'intesa tra i gruppi a proseguire i nostri lavori fino alla conclusione dell'esame del provvedimento, senza dar luogo alla sospensione della seduta, passiamo, sin d'ora, alle dichiarazioni di voto finale. Seguirà poi la votazione finale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Signor Presidente, attendo che almeno il Ministro Schillaci possa essere libero di ascoltare…
PRESIDENTE. Il tavolo del Governo, per cortesia…
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Vede, signor Ministro, certamente il provvedimento che voi avete proposto e vi apprestate a votare ha una sua popolarità, è indubbio, ma quando si usano argomenti falsi, quando si spinge sulla paura - lo abbiamo visto con i no vax -, quando si dice che questo di cui stiamo discutendo è cibo sintetico magari si riesce anche a essere popolari. Innanzitutto, Ministro Schillaci, questo è un provvedimento antiscientifico e mi consenta di dire che io trovo incomprensibile vedere la sua firma, la firma del Ministro della Salute, su questo provvedimento antiscientifico, perché lei sa benissimo che non solo nel campo della salute e della farmacia si usano prodotti di sintesi, ma si utilizzano questo tipo di prodotti e tessuti coltivati a fini terapeutici…
PRESIDENTE. Il tavolo del Governo, per favore. Onorevole Michelotti, la prego.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Signor Ministro, mi auguro che voglia ascoltare e magari, in prospettiva, rispondere sull'antiscientificità di questo provvedimento. Il prossimo provvedimento arriverà a vietare, con la stessa logica, anche le terapie utilizzate per curare le persone malate che si basano esattamente sulla stessa tecnologia e questo diventerà un Paese antiscientifico, se nemmeno persone come lei hanno il coraggio di opporsi, anzi firmano un provvedimento di questo tipo sapendo benissimo che è antiscientifico.
È un provvedimento anti-italiano e noi abbiamo bisogno di un'Italia che non abbia paura della modernità e del futuro; abbiamo bisogno di un'Italia che rimanga sulla frontiera dell'innovazione, della ricerca scientifica e della produzione agroalimentare.
Ci volete chiudere in un recinto che guarda al passato, mentre la forza anche dell'agroalimentare italiano è stata l'innovazione e ciò è stato reso esplicito anche in questa discussione. Siete reazionari perché volete tener fuori l'innovazione e la modernità dall'economia italiana e questo sarà un danno per tutta l'economia. Chi ci guarda da fuori dice: ma io vado a investire in Italia, Paese in cui poi hanno paura?
La classe dirigente non può essere antiscientifica, signor Ministro, non può cavalcare le paure, perché altrimenti spaventeremo gli investitori, spaventeremo chi vuole semplicemente produrre proteine animali in modo sicuro, senza passare, senza inquinare, con un'impronta carbonica minore, senza passare attraverso la macellazione. Se mai dovessero riuscirci, qual è il problema? E perché volete impedire che accanto agli orti, alle tradizioni, alle produzioni tradizionali, l'Italia possa avere la di essere protagonista anche su questo settore, se dovesse rivelarsi promettente, come alcuni dicono. Perché volete vietare un'idea, ciò che oggi non è un prodotto, ma un'idea?
È un provvedimento antieuropeo, l'abbiamo capito chiaramente, non esportate questa cultura reazionaria in Europa. Lasciate almeno gli altri Paesi europei liberi di innovare, di cavalcare la modernità di essere competitivi con i cinesi e gli americani. Vi riempite la bocca che servono soldi per competere con i cinesi e gli americani. Abbiamo i cervelli, abbiamo i talenti, abbiamo la ricerca scientifica. Voi non solo volete vietare in Italia, volete esportare il divieto in Europa, e questo è essere antieuropei, contro il destino di un'Europa che, per essere protagonista nei decenni di questo secolo, deve investire sull'innovazione, sulla scienza, e non sulla paura.
PRESIDENTE. Prima di andare oltre, salutiamo i docenti, le ragazze e i ragazzi, del liceo statale Gaio Valerio Catullo, di Monterotondo. Grazie di essere qui
Ha chiesto di parlare l'onorevole Franco Manes. Ne ha facoltà.
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, signor Ministro, egregi colleghi, siamo oggi qui a contribuire al dibattito sulle disposizioni in materia di divieto di produzione o di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da culture cellulari o di tessuti derivati, nonché il divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. È una materia che sembra innovativa, ma di cui, in realtà, si parla sin dal 2013, una materia che si presta enormemente al dibattito e allo scontro ideologico tra visioni diverse che, spesso e volentieri, sfociano in populistici dibattiti. Basti pensare alla diatriba su quale sia la più corretta denominazione da usare: carne artificiale, carne sintetica, carne edibile, carne coltivata; materia articolata e complicata da analizzare, in quanto rientrante all'interno di competenze scientifiche e ingegneristiche di altissimo livello e che si inserisce all'interno della più ampia tematica del mercato libero.
Alla politica, però, corre l'obbligo di sintetizzare i concetti e salvaguardare, innanzitutto, il patrimonio agroalimentare italiano e settori, come quello dell'agricoltura e dell'allevamento di eccellenza, che sono da sempre un fiore all'occhiello del nostro Paese. Ha fatto bene la Coldiretti a promuovere una raccolta di firme tra la cittadinanza, un anno fa. Più di 2 milioni di persone hanno espresso chiaramente la propria posizione, più di 2.000 comuni hanno deliberato. Un segnale questo di cui la politica tutta non può non tenere conto. Segnali territoriali che evidenziano bene l'attenzione dei cittadini.
I cibi artificiali, come accennato precedentemente, appaiono la prima volta in maniera organica nel 2013, con l'approvazione di un primo prototipo di tessuti cellulari prodotto in bioreattore a partire da cellule staminali animali. Un'evoluzione scientifica in continuo divenire, che si sta allargando a diverse aree produttive dell'agroalimentare. Nel 2019, ad esempio, in Danimarca una israeliana ha avviato la sperimentazione e la creazione di una fabbrica di latte prodotto in laboratorio che sostituirà 50.000 vacche l'anno. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha già approvato prodotti alimentari artificiali. È un'evoluzione scientifica che ha evidenti interessi commerciali e lobbistici e altri obiettivi, secondo noi più o meno veri, come la promessa di garantire a tutta l'umanità risorse alimentari illimitate soprattutto per quelle aree del nostro Pianeta in estrema difficoltà.
Come membri della componente Minoranze linguistiche del gruppo Misto siamo consapevoli che lo sviluppo scientifico e la sperimentazione sono attività da sostenere e incentivare, ma crediamo anche che tali sviluppi non possano, però, inficiare interi settori vitali come, ad esempio, il nostro agroalimentare e i nostri allevamenti: tradizioni e modalità diverse di questi allevamenti, che rappresentano quella diversità ambientale e produttiva che è il nostro punto di forza.
Facile parlare di eccellenze e di biodiversità presente in ampie porzioni del nostro territorio nazionale, gridando ad alta voce la necessità di salvaguardarle, e poi, però, sostenere disposizioni normative europee che sembrano voler annientare la diversità produttiva storica, tradizionale e regionale di settori di assoluta eccellenza.
Siamo seri: la politica dovrebbe essere coerente sempre e non solo a comparti stagni o a favore di questa o quell'ideologia o di questa o quella tematica. Ci piacerebbe comprendere, infatti, la posizione di coloro che ritenevano, ad esempio, i vaccini contro il COVID il male assoluto, un obbrobrio da laboratorio rispetto all'argomento che stiamo trattando e la sperimentazione e creazione in laboratorio per arrivare a un prodotto alimentare - diciamolo pure - chiaramente artificiale. Ci piacerebbe sapere come la pensano quelli che da sempre si sono giustamente schierati a favore del benessere animale contro gli allevamenti intensivi senza regole, rispetto alle azioni scientifiche e sperimentali che prevedono, tra le varie tecniche, i prelievi fetali di cellule animali per arrivare al prodotto finito. Non possiamo, infatti, non considerare che da qualche anno gli impatti ambientali e sanitari sulla produzione di alimenti sintetici sono oggetto di accesi dibattiti accademici e ideologici tra varie associazioni di settore, consumatori, ad esempio, da una parte, e coloro che sono attirati da una consapevolezza ambientalistica che - possiamo dirlo -, in alcuni casi, è anche radicale.
Con riferimento, poi, alla cosiddetta carne, la produzione di questo prodotto avviene e muove da un insieme di tecnologie sfruttate da anni nell'ingegneria tissutale, il ramo della medicina che si occupa di rigenerare e riparare i tessuti. Questo prodotto, che non vogliamo definire carne, viene creato in laboratorio - ripeto: in laboratorio - e non all'aria aperta, in mezzo ai pascoli e alle erbe alpine, estraendo cellule staminali dai muscoli di animali adulti viventi o cellule staminali pluripotenti da embrioni animali, pratica, questa, tra l'altro anche molto cruenta. Queste sono operazioni che, come affermano gli studiosi, si possono tentare, per assurdo, con qualunque specie vivente, anche se, per ora, è stata sperimentata solo con bovini, maiali, tacchini, polli, anatre e pesci. Ci domandiamo, però, cosa succederà quando la sperimentazione in laboratorio incontrerà la cosiddetta intelligenza artificiale. Ci domandiamo quale sarà il limite da non oltrepassare.
Crediamo, quindi, che la discussione qui oggi in Aula avrebbe dovuto concentrarsi, in maniera preponderante, non solo sull'atto in approvazione, ma soprattutto sul comprendere quali siano le indicazioni future di una commercializzazione dei cibi artificiali. È ottuso non ritenere che il rapporto tra l'uomo, il cibo, l'ambiente e la natura sia un rapporto ancestrale che ha forgiato non solo il nostro modo di essere, a qualsiasi latitudine, ma ha anche plasmato culture e disegnato paesaggi. Un rapporto, questo, che quando era prioritario nel nostro sistema economico e sociale ha sempre garantito anche la salvaguardia degli ecosistemi dell'ambiente naturale e agrario, ha garantito il mantenimento dei nostri territori e ha limitato i dissesti geomorfologici che ormai sono all'ordine del giorno.
Crediamo che il cibo artificiale e la sperimentazione fine a se stessa o, peggio, legata troppo a dinamiche economiche e corporative possa spezzare definitivamente quel legame tra cibo, natura e territorio che è un'assoluta eccellenza di tutte le nostre regioni. Mettere in crisi un tale sistema vuol dire mettere in crisi il 70 per cento dei comuni italiani, quei comuni sotto i 5.000 abitanti in cui si concentra più del 90 per cento delle eccellenze enogastronomiche italiane. Mettere in crisi il sistema vuol dire mettere in crisi e svilire la nostra diversità ambientale e produttiva, nonché la nostra biodiversità alimentare attraverso semplificazioni comportamentali dei consumatori, con l'obiettivo di un'omologazione degli atteggiamenti e delle scelte, per l'appunto dei comportamenti, senza contare, inoltre, che tali pratiche sperimentali rischiano di svilire, da una parte, il lavoro di tanti produttori e aziende agricole dell'allevamento nazionale, mentre, dall'altra parte, non potranno che favorire gli interessi delle grandi , che potrebbero non solo monopolizzare il mercato e l'approvvigionamento alimentare nel mondo, ma rischiare anche di mettere in discussione la stabilità economica, sociale e politica di intere aree geografiche, con inevitabili dinamiche geopolitiche difficilmente prevedibili.
Francamente, un'Europa che non tutela le specificità produttive, la territorialità, le eccellenze agroalimentari e le tradizioni locali non può essere l'Europa dei popoli, non può essere l'Europa delle minoranze. L'identità culturale di ogni Paese e di ogni popolo passa anche attraverso la tradizione alimentare.
Da sempre, come Minoranze Linguistiche, ci spaventano i tentativi di sopprimere le specificità di un popolo, qualsiasi esse siano.
La diversità culturale, storica, sociale ed economica è un valore aggiunto. L'omologazione e la globalizzazione appaiono, in questo contesto, dei pericoli. Spostare il valore del cibo, quindi, dalle campagne, dalle montagne e dal mare al laboratorio appare un controsenso economico, sociale, culturale e storico senza precedenti.
Francamente, come rappresentanti di territori in cui le tradizioni, l'agricoltura e l'allevamento sono enormemente radicati, siamo preoccupati di questa deriva europea, che, ad esempio, con il Nutri-Score, diretta conseguenza della tematica in discussione, sembra premiare di più non chi produce piccole nicchie di eccellenza locale, i nostri agricoltori e allevatori, ma chi è più capace di manipolare il cibo e le produzioni.
Crediamo, quindi, che l'atto in discussione definisca con chiarezza gli obiettivi nazionali e territoriali e i mezzi per arrivarci. Non ci sembra assolutamente che il disposto metta, invece, dei bavagli alla ricerca e alla sperimentazione, elementi, questi, importanti per qualsiasi Paese al mondo e che riteniamo prioritari. Riteniamo però, al di là degli schieramenti politici o delle diverse visioni ideologiche, che essere contrari a tale atto sia essere, comunque, contro la nostra storia millenaria del cibo, essere contro il mondo degli agricoltori, dei nostri allevatori e dei nostri pescatori, essere contro i comuni.
Concludo. Pertanto, signor Presidente, come rappresentanti di territori di montagna, in cui il rapporto tra l'uomo, l'ambiente e il cibo è da sempre un'imprescindibile forza delle nostre vallate, tenuto conto, come specificano diversi studi del Parlamento europeo, che l'agricoltura e l'allevamento di montagna sono attualmente i settori più a rischio di scomparsa, come le terre alte sono a rischio di abbandono e di desertificazione, come Union Valdôtaine voteremo a favore sul provvedimento .
PRESIDENTE. Saluto le bimbe e i bimbi dell'Istituto comprensivo “Ennio Galice” di Civitavecchia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, la filiera agroalimentare dal campo alla tavola vale quasi il 32 per cento del PIL italiano. In 10 anni, l' è esploso del 60 per cento, secondo il primo rapporto Federalimentare-Censis del maggio 2023.
Con 179 miliardi di euro di fatturato annuo, 60.000 aziende, 464.000 addetti e oltre 50 miliardi di in valore in un anno, il settore agroalimentare è al secondo posto in Italia per numero di imprese, per lavoratori e per valore delle esportazioni. Soltanto nell'ultimo decennio, il comparto ha messo a segno un aumento del fatturato del 24,7 per cento, che ha portato con sé anche un incremento dell'occupazione del 12,2 per cento.
Signor Presidente, perché parto dai numeri e dai dati? Perché sono numeri che parlano da soli e mostrano quanto determinante e strategico sia il comparto agroalimentare per il sistema Paese, un comparto che, in una situazione congiunturale assai difficile, complicata ulteriormente da uno scenario internazionale totalmente instabile e scosso da continue crisi di varia natura, sta mostrando una capacità di resilienza, che è uno dei tratti identitari dei nostri territori, del nostro Paese.
Il provvedimento oggi in esame in quest'Aula, che ci accingiamo a votare, ha come primo obiettivo proprio quello di valorizzare strenuamente questo patrimonio, valorizzare perché, in genere, ciò che è bello e buono per sua natura non ha bisogno di essere difeso. Valorizzare i prodotti significa, al contempo, preservarli e distinguerli da tutte quelle che possiamo definire a chiare lettere derive alimentari e il divieto di produrre, diffondere e impiegare le cosiddette carni sintetiche rientra pienamente in tale casistica.
Come gruppo di Noi Moderati, abbiamo denunciato, sin da subito, questa deriva, rivolgendo proprio un anno fa a lei, signor Ministro, un sul tema. Una deriva iniziata con la finta carne della società Beyond Meat e che oggi, soprattutto negli Stati Uniti, sta diventando un settore di investimenti cospicui da parte dei colossi dell' e della finanza mondiale.
È una dimostrazione, questa, che dietro al fenomeno delle carni sintetiche c'è il mondo del a livello globale. Infatti, ci arriva un rapporto di McKinsey secondo cui chi sta lavorando sugli investimenti e sul cibo sintetico ha riservato 25 miliardi di dollari non per la ricerca ma per la comunicazione, per abbassare i toni sul tema, per far sì che dell'argomento non si parli, per far sì che non ci sia informazione. È una dinamica che, chiaramente, va contro ogni logica di trasparenza e se fosse confermata in tutte le sue parti creerebbe un vero paradosso: si chiedono decine di certificazioni, ricostruzioni delle filiere, massima attenzione alla nutrizione degli animali al pascolo e di allevamento, anche con complicazioni burocratiche a volte farraginose, per poi far calare il silenzio su una pratica a dir poco discutibile su più versanti.
L'Europa, in tal senso, non può stare a guardare, giustificando tutto in nome della sostenibilità ambientale oppure sostenendo chi ritiene che la produzione della carne sintetica possa assicurare più cibo anche ai Paesi più poveri, circostanza, quest'ultima, che tiene poco conto delle conseguenze sulla salute, oltre a non considerare, invece, come sia possibile fornire tecnologie e mezzi per poter coltivare e far rendere al meglio gli appezzamenti di terreno presenti sui vari territori nazionali.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). È bene, dunque, che siano ascoltate e vagliate fino in fondo le ragioni che ci portano a dire quanto possano rappresentare un rischio la diffusione e la produzione di tali alimenti e non è un caso, signor Presidente, che circa 3.000 comuni italiani abbiano approvato, nella maggioranza dei casi all'unanimità, ordini del giorno contro la diffusione di carni sintetiche, così come non è un caso che diverse regioni, anche di colori politici differenti, abbiano manifestato la loro contrarietà, appoggiando di fatto la battaglia del Governo. A questi - non lo dobbiamo dimenticare - dobbiamo aggiungere i 2 milioni di firmatari della petizione della Coldiretti, quindi, la voce dei territori e la voce del Paese, una voce che l'Europa non può certamente ignorare; invece, deve farsene carico e valutare tutti gli aspetti in gioco.
Signora Presidente, non sosteniamo tali posizioni per ragioni politiche, né tantomeno per intraprendere una battaglia contro l'Europa, issando una bandiera ideologica a sostegno del nostro patrimonio agroalimentare. Sosteniamo tale posizione per valorizzare la nostra filiera agroalimentare ma anche e soprattutto perché diverse istituzioni internazionali su tali tematiche non hanno dato riscontri del tutto positivi. Secondo la FAO e l'Organizzazione mondiale della sanità, esistono almeno 53 potenziali pericoli per la nostra salute legati al possibile consumo di carne artificiale e, al contempo, mancano gli studi necessari che dicano che il consumo di questo prodotto, addizionato di ormoni, antibiotici, antimicotici, necessari appunto per farlo crescere, non comporti rischi. È evidente, signora Presidente, che non siamo di fronte a un riscontro positivo, a un giudizio che ponga in rilievo il secondo principale obiettivo del provvedimento in esame, cioè la tutela dei cittadini, la salvaguardia della salute dei cittadini.
Dunque, nessun oscurantismo e, soprattutto, nessuna preclusione o pregiudizio nei confronti della ricerca che, come ha avuto modo, in discussione generale, di specificare anche il Ministro Lollobrigida, non viene in alcun modo vietata attraverso il provvedimento in esame, anzi, diviene l'occasione per approfondire ulteriormente tutti gli aspetti tra loro interconnessi. Si tratta di un invito a investire nella ricerca su tale campo che rinnoviamo a tutte le parti in causa, incluse le istituzioni europee.
Quindi, come gruppo Noi Moderati siamo pronti a lavorare in ogni sede per una sovranità alimentare che deve garantire a ogni popolo la scelta sul consumo e sulla produzione dei propri generi alimentari e per valorizzare ancor di più i nostri territori e le loro specialità culinarie ed enogastronomiche. Non giochiamo a difendere, bensì a promuovere ancor di più le nostre eccellenze ed è su questo che intendiamo batterci, perché è questo che ci chiedono i territori, è questo che ci chiedono le imprese, è questo che ci chiede l'Italia. Per tutte queste ragioni, signora Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati al provvedimento in esame .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(AVS). Grazie, Presidente. Con questo provvedimento volete vietare la carne sintetica, termine assolutamente improprio e sbagliato, la brutta e cattiva “carne Frankenstein”, come l'avete chiamata, che danneggia irrimediabilmente, secondo voi, il prodotto di eccellenza italiano, quella carne mostruosa fatta con chissà quali antibiotici e ormoni che quei guastafeste vegani volevano far trangugiare a forza a tutti gli italiani. Ho un po' esagerato ma, in realtà, nemmeno troppo. Questo è quello che il Governo vuole far credere alle persone, questa è la propaganda che volete diffondere per ingannare e prendervi gioco dei cittadini. Tante bugie e una grande mistificazione: sembra una barzelletta e, invece, è la realtà di questo Governo.
Intanto, questo divieto, questo ennesimo nuovo divieto di questo Governo, che, tra nuovi reati e nuovi divieti, persegue la sua azione repressiva e liberticida, è un inganno. Pensare di vietare un bene o un servizio, se questo è approvato e definito sicuro dagli organismi europei preposti alla verifica della sicurezza alimentare, è semplicemente inutile, perché facciamo parte di un mercato unico europeo dove vige la libera circolazione delle merci. Dunque, come spiegato durante la discussione di questo provvedimento e come richiamato anche, durante l'analisi degli emendamenti, da più parti, ci mettiamo nelle condizioni di ricevere l'ennesima procedura di infrazione dall'Europa, come se non ne avessimo abbastanza. La colpa non è di Bruxelles, dell'Europa matrigna, come sono certa vorrete far credere anche in questo caso, come quando, ad esempio, non riusciamo a rispettare i limiti sullo smog, mettendo a rischio la salute delle persone, o ad allacciare alla fognatura e depurare le acque in tanti i comuni italiani. La responsabilità è nostra e anche in questo caso il Governo sta facendo tutto da solo, impone un divieto per un prodotto che ancora non esiste sul mercato e che, quando e se lo sarà, potrà circolare in tutta Europa in tutta tranquillità. Gli unici a rimetterci saremo noi, noi italiani, le aziende italiane, le università italiane che stanno facendo ricerca. Sì, perché, voglio ribadirlo ancora in modo chiaro, il divieto italiano avrà come unica conseguenza quella di soffocare le iniziative imprenditoriali del nostro Paese ma non potrà fare nulla per bloccare alla frontiera l'ingresso in Italia di questi prodotti che verranno comunque venduti anche nel nostro Paese. Quindi, la produzione sarà in Francia, in Germania, in Spagna, in tutto il resto d'Europa tranne che da noi, ma il prodotto circolerà anche in Italia. Dunque, gli unici a rimetterci saranno gli italiani, saranno quelle aziende italiane che potevano affacciarsi su un nuovo mercato ricco di possibilità e che verranno impedite a farlo, alla faccia della difesa del .
Pertanto, siamo di fronte a una legge inutile e dannosa, che ha il solo scopo di terrorizzare le persone, fermare i processi innovativi e fingere di difendere il buon cibo italiano. Su questo, alcune brevi considerazioni. La carne coltivata non è e non sarà in competizione con il prodotto di eccellenza italiano. Quindi, smettetela di alimentare questa narrazione tanto cara a Coldiretti.
Poi, una parentesi, la domanda da porsi qui dovrebbe essere: ma dove sono finite le eccellenze italiane, se anche nel nostro Paese il settore zootecnico è diventato prevalentemente industriale ed intensivo, si usa e si abusa di farmaci antibiotici, i mangimi sono OGM, l'allevamento in gabbia è una costante, le condizioni igieniche sono terrificanti? Sappiamo tutto questo solo perché inchieste giornalistiche e l'attività di associazioni animaliste ci fanno vedere quello che di solito è ben nascosto dietro lunghe file di capannoni.
Come dicevo, Coldiretti e le associazioni di categoria hanno lanciato la crociata contro la carne coltivata in nome della difesa del buon cibo italiano e hanno redatto un bigino, perché di fatto è un bigino, a cui tutti, per primo lei, Ministro Lollobrigida, hanno attinto a piene mani, pieno zeppo di falsità, di dati storpiati come quelli che dovrebbero convincerci che produrre carne coltivata in realtà abbia un impatto ambientale significativo. Per farlo, citano studi che, in realtà, se li si va a leggere, affermano che l'impatto ambientale della carne coltivata dipenderà dalle fonti energetiche che verranno utilizzate - se saranno fonti fossili, potranno avere un impatto, se saranno fonti rinnovabili, non vi sarà questo impatto - e non contraddicono tutti gli studi fatti finora che, invece, dichiarano che il consumo di acqua e di energia sarà inferiore anche del 90 per cento rispetto alla carne di allevamento. Per non parlare del fatto che le emissioni sono immensamente inferiori, che non esistono deiezioni e che la biodiversità non è minimamente intaccata con questa nuova tecnologia. Tutte le Agenzie che si occupano del tema dell'alimentazione, compresa la FAO, quelle che si occupano di clima, i centri studi più prestigiosi del mondo, da anni mettono in evidenza gli indiscutibili vantaggi ambientali della coltivazione cellulare, che ha un suo impatto, perché ce l'avrà, come ogni cosa, ma estremamente più sostenibile di quello degli allevamenti.
Fare , storpiature i contenuti degli studi scientifici serve solo a confondere le idee ed è una tecnica degna dei peggiori complottisti.
Per non parlare della bugia sul fatto che la carne coltivata conterrebbe chissà quali antibiotici, l'ho sentito anche in quest'Aula poco fa. Questa è davvero bella: non servono gli antibiotici nella carne coltivata, semmai - e questo si continua a volutamente a tacerlo -, ogni anno, in Europa, la resistenza agli antibiotici provoca 33.000 decessi e una spesa sanitaria di 1,5 miliardi. A detta dell'Organizzazione mondiale della sanità è, lo dico tra virgolette, una “delle maggiori minacce per la salute globale”. E una delle cause di diffusione dell'antibiotico-resistenza sono proprio gli allevamenti intensivi e, in Italia, circa il 70 per cento degli antibiotici venduti è destinato agli animali. Il 70 per cento. Siamo il terzo maggiore utilizzatore di antibiotici negli animali da allevamento in tutta Europa. Il nostro uso è più alto di quelli di altri Paesi di simili dimensioni: il triplo della Francia, il quintuplo del Regno Unito. Negli ultimi decenni, a causa dell'intensificazione degli allevamenti, gli antibiotici sono diventati uno strumento utilizzato dall'industria della carne per mantenere, di fatto, in vita gli animali che, una volta portati al di sopra delle loro possibilità, si ammalano con estrema facilità. Ma questo non viene detto.
Parlare di ridurre il consumo di carne, di ridurre il numero di capi allevati, di come rendere l'agricoltura e l'allevamento davvero sostenibili dovrebbe essere materia di discussione e di azione. Invece no, si preferisce insistere con azioni di propaganda, come questa, e tentare in tutti i modi di negare la realtà dell'industria della carne e dei suoi impatti devastanti sul piano climatico, ambientale, della salute e anche economico, perché sappiamo bene, tra l'altro, che il sistema oggi sta in piedi solamente perché è pesantemente sussidiato con soldi pubblici.
Infine, un accenno anche all'altro divieto che imponete con questo provvedimento, ovvero quello di usare denominazioni tipiche della carne per i prodotti vegetali. Va detto, era proprio un'urgenza per il Paese quella di vietare, ad esempio, l'uso di parole come “”, “bistecca”, “cotoletta” per i prodotti che non contengono carne, vero? Anche qui, fate solamente un danno a consumatori e aziende italiane del settore , che sono, in realtà, in crescita, è un settore in crescita, e che, invece, dovranno ora rifare tutti i dei loro prodotti per questo sciocco divieto. Tra l'altro, è un divieto che si applicherà, anche qui, solo alle aziende italiane, perché prodotti di questo tipo, prodotti in altri Paesi d'Europa, potranno continuare a circolare anche nel nostro Paese.
Guardate, non lo potremo più chiamare “ di soia”, lo chiameremo “disco di proteine vegetali”, ma la realtà è che il cambiamento della società verso abitudini più salutari, verso anche diete vegetali, che eliminano la sofferenza di altri esseri viventi dal piatto, è un processo inarrestabile, che non si fermerà davanti a leggi propagandistiche come questa. Per tutti questi motivi, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro questo sciagurato provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Castiglione. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CASTIGLIONE(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, anche per aver partecipato a questo dibattito e, quindi, aver dato lustro a questo momento particolare. Devo dire che è la seconda volta in una settimana che torna al centro il tema dell'agricoltura, dell'impresa agricola, di un'impresa sempre più competitiva, come noi la immaginiamo. La ringraziamo, però oggi siamo profondamente delusi, perché questa poteva essere un'occasione per parlare di agricoltura, per parlare di zootecnia.
Caro Ministro, non ci vedrà mai da un'altra parte rispetto alle imprese zootecniche italiane che fanno mercato, che sono competitive, che hanno fatto innovazione, che hanno fatto, conquistato nuovi mercati. Noi non saremo mai dall'altra parte. Avete introdotto in Parlamento questa discussione che riguarda questo disegno di legge che introduce un divieto di produzione, il quale fa il paio con l'altro disegno di legge: ad un divieto proposto dal Governo e, quindi, da Fratelli d'Italia, c'è un altro divieto, che, successivamente, è stato portato dalla Lega; quindi, avete messo insieme i due disegni di legge. E, oggi, abbiamo il disegno di legge per eccellenza, il disegno di legge dei divieti. Ma era così urgente questo divieto? Era così urgente questo disegno di legge, signor Ministro? Era così urgente nel momento in cui nessuna richiesta è pervenuta all'EFSA per produrre carne coltivata?
Oggi, allo stato attuale, ancora nessuna richiesta. E, allora, noi ci chiediamo: perché il Governo, addirittura, anticipa un divieto su una richiesta che non esiste ancora all'EFSA? Lei, poco fa, ha detto che riconosce l'Autorità indipendente, riconosce l'autorevolezza scientifica dell'EFSA. Lei ha detto che quest'Autorità indipendente, autorità scientifica, si esprimerà. Ma io mi chiedo: dopo il dibattito di oggi, dopo il voto di oggi, un imprenditore italiano, un ricercatore italiano potranno presentare richiesta all'EFSA per fare produzione di carne sintetica? A mio avviso sì, non cambia nulla. Oggi, con questa legge, con questo divieto che stiamo introducendo non cambia nulla, perché, certamente, oggi, in maniera autonoma, un ricercatore, un'impresa possono fare richiesta di produzione e, quindi, d'immissione in commercio di carne coltivata.
Ma noi non saremo dall'altra parte, dicevo. Noi attendiamo da tempo, caro Ministro, che si possa discutere su un piano zootecnico nazionale, in quanto è sempre più penalizzato, depauperato, il patrimonio zootecnico, in particolare del Mezzogiorno. Lei conosce le polemiche di questi giorni, quanto oggi sia veramente, giorno dopo giorno, depauperato il patrimonio zootecnico nazionale. Vorremmo parlare di filiere zootecniche - quelle che lei più volte ha richiamato -, vogliamo parlare di tutte le filiere zootecniche, del latte, della carne, delle uova, vogliamo valorizzare la qualità della nostra carne, delle nostre produzioni, con tutti i processi di certificazione e lei sa quanto l'innovazione sia importante oggi in questi processi. Sulla qualità dei prodotti, noi vorremmo lavorare assieme a lei per fare emergere la qualità dei nostri prodotti, ma oggi il tema è assolutamente diverso.
Certo, siamo particolarmente emozionati: sapere che ci sono 2 milioni di italiani che hanno firmato - almeno così dicono alcune fonti, ormai l'abbiamo assunto come un dato -, che hanno chiesto, conoscendo bene il tema. Perché il tema è anche questo: se ad un italiano dici “vuoi la carne sintetica o vuoi la carne DOP, IGP del nostro territorio?”, chiaramente esprimeranno un “no” alla carne sintetica e, sicuramente, “sì” alla nostra carne, alla nostra qualità. Invece, se agli italiani dici: “oggi è possibile, possiamo ripartire, possiamo andare avanti su una sperimentazione assolutamente necessaria, assolutamente importante, su una ricerca? E possiamo penalizzare i nostri ricercatori? Possiamo penalizzare quegli imprenditori che vogliono guardare ad una coltivazione - certamente, non a un cibo “Frankenstein” -, che vogliono guardare avanti, che vogliono andare in direzione dell'innovazione, della ricerca, che vogliono, soprattutto, attenersi a regole e procedure? Perché noi oggi diciamo che questa procedura andrà avanti, che sarà possibile immetterla sul mercato italiano e sul mercato europeo allorquando ci sarà il parere positivo. Allora, perché il principio di precauzione? Perché invocare il principio di precauzione, caro Ministro, quando questa preoccupazione non è stata avvistata nemmeno nell'ultimo rapporto FAO che dice che non c'è alcuna preoccupazione di carattere sanitario ?
Allora, caro Ministro, oggi quella che voi mettete in campo è una norma manifesto, è una norma propaganda - forse all'esterno staranno anche aspettando -, addirittura si è parlato di una legge storica.
Caro Ministro, penso che non ci sia nulla di storico in quello che stiamo approvando in questo momento. Non c'è nulla da comunicare all'esterno, non ci sarà da applaudire, perché, addirittura, hanno fatto un per verificare le attività del Parlamento all'esterno di quest'Aula. Io ricordo a me stesso quando si manifestava sul CETA, quando alcune organizzazioni manifestavano contro il CETA e, oggi, tutti abbiamo contezza di cosa sia il CETA per le imprese italiane, per le imprese che guardavano a quell'Accordo con il Canada. Ieri, per esempio - e questo potrebbe essere anche un altro grande dibattito, caro Ministro - è stato fatto, tra un'organizzazione agricola e Italgas, un accordo sui biocarburanti, addirittura sul biometano.
Siccome il primo decreto l'ho firmato io, le dico che bisogna andare avanti, bisogna utilizzare le risorse del PNRR, bisogna andare avanti per decarbonizzare il nostro sistema produttivo. Quello è un bel segnale perché utilizzeremo i reflui degli scarti delle aziende zootecniche, ridurremo questo impatto mediatico che le aziende zootecniche oggi hanno nella comunicazione esterna. Allora, in quel momento, anche alcune organizzazioni, soprattutto una organizzazione agricola, che oggi firma i protocolli, allora non convinta della bontà della realizzazione di quel decreto, della procedura che avevamo messo in campo per varare quel decreto.
Allora, caro Ministro, non ci sono i buoni e i cattivi, da questa parte non ci sono coloro che vogliono un cibo Frankenstein, ma dall'altro lato noi dobbiamo riportare il dibattito in quest'Aula, il dibattito sull'impresa agricola, il dibattito sulle grandi questioni che attengono l'impresa agricola, sulla difficoltà che oggi le imprese dell'agroalimentare hanno avuto di approvvigionarsi sul mercato delle materie prime. Noi dobbiamo riportare il dibattito su un settore che è trainante: un pilastro.
Alcuni colleghi hanno ribadito alcuni numeri e anche noi li ribadiamo. Quindi per noi questo divieto è una norma propaganda. Caro Ministro, per questo ci opporremo. Non voteremo contro perché il settore è a noi particolarmente caro, ma certamente noi oggi non possiamo condividere questa scelta del Governo, che dice no alla ricerca, che dice no ai nostri ricercatori. Questo certamente non è il provvedimento che difenderà il .
Noi aspettiamo, ci auguriamo che insieme in questo Parlamento si possa avviare veramente una nuova stagione, quella del dialogo e del confronto, e che accanto a questo divieto addirittura non si introduca anche l'altro, perché in questo dibattito, purtroppo, è stato penalizzato anche l'altro grande divieto che viene introdotto con questa legge, il divieto di utilizzare l'evocazione della denominazione “carne” per le proteine vegetali. C'è un mercato che cresce, caro Ministro, che è quello dell'utilizzo delle proteine vegetali.
Oggi il 75 per cento della gente è esattamente consapevole, attraverso tutti i dati che noi abbiamo, tutte le informazioni, di quello che consuma, quindi quest'ulteriore divieto fa un danno alle nostre imprese, perché devono cambiare il , perché lei sa tutto quello che ne verrà fuori, ma abbiamo contezza e siamo certi che l'80 per cento della popolazione considera chiare le etichette, perché è giusto che ci sia un'etichettatura molto chiara.
Il 71 per cento addirittura è favorevole all'uso della denominazione, purché sia informato, cioè di una denominazione che può essere hamburger di piselli, polpette di soia, polpette di ceci, perché quello è il futuro dell'impresa anche agroalimentare. Quindi da un lato le carni che noi sosteniamo, dall'altro lato la ricerca, su cui continuiamo e vogliamo investire, dall'altro lato anche l'utilizzo delle proteine vegetali, a cui guarda una platea, un mondo di consumatori sempre più informati, che vogliono chiarezza, che vogliono trasparenza, ma che non vogliono penalizzare la nostra ricerca. Quindi, per quanto ci riguarda, caro Ministro, il nostro è un voto di astensione, auspicando che su questi temi si possa aprire un grande confronto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gatta. Ne ha facoltà.
GIANDIEGO GATTA(FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, oggi, anche oggi direi, ci troviamo di fronte a una decisione di vitale importanza per l'Italia e per il nostro patrimonio agroalimentare. Il tema in discussione riguarda il divieto della produzione e della distribuzione di alimenti e mangimi prodotti da colture cellulari e di tessuti derivanti da animali vertebrati, nonché il divieto dell'uso della denominazione “carne” per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali.
Sintetizzo, ma non banalizzo: oggi dobbiamo decidere se consentire che nei supermercati, nei ristoranti, sulle tavole degli italiani vi siano prodotti che qualcuno pretende di definire carne, ma che carne non sono. Questa decisione riguarda non solo la regolamentazione del nostro sistema alimentare, ma incide profondamente sulle nostre tradizioni culturali, sull'innovazione, sulla coerenza europea. Sì, perché mi è stato concesso l'onore di rappresentare in questo momento un partito tradizionalmente e convintamente europeista, pronto a discutere e a collaborare, ma l'Unione europea deve comprendere che l'agroalimentare italiano è un pilastro fondamentale del nostro Paese e che il nostro Paese è un pilastro fondamentale dell'Europa.
D'altra parte lo ha già detto lei, signor Ministro: tutti gli emendamenti che tendevano ad autorizzare le produzioni cellulari di questo tipo sono stati bocciati a larga maggioranza con il voto compatto di tutta la delegazione italiana. E allora, se è vero com'è vero che la cucina italiana è conosciuta in tutto il mondo per la sua eccellenza, le tradizioni culinarie secolari, la passione che mettiamo nel cibo, la difesa di questo patrimonio è non solo una priorità economica, ma anche una questione culturale e identitaria.
La nostra dieta è parte integrante della nostra storia e del nostro modo di vivere. E allora la nostra battaglia a difesa delle nostre radici non può vederci isolati, le istituzioni europee devono convintamente sostenere le nostre posizioni. Sarà una dimostrazione che il cittadino di Roma, di Milano, di Bari, di Napoli, di Palermo e di Manfredonia non sarà più un cittadino italiano, ma potrà sentirsi un cittadino europeo, perché al suo fianco potrà sentire non più solo i politici del territorio, ma l'intera Unione.
Conosciamo bene il contenuto del regolamento n. 178 del 2022, che stabilisce norme sulla legislazione alimentare e la sicurezza alimentare dell'Unione europea, e sottolinea - ripeto, sottolinea - l'importanza della tracciabilità degli alimenti e dei mangimi in tutte le fasi della produzione e della distribuzione. Proprio perché sappiamo anche che l'Europa è un mercato unico e che la coerenza normativa tra gli Stati membri è essenziale per il suo funzionamento, abbiamo coscienza del fatto che qualsiasi decisione presa in Italia debba essere attentamente valutata anche in questo contesto.
La questione centrale in discussione riguarda la carne sintetica prodotta attraverso colture cellulari o tessuti derivanti da animali vertebrati. La coltivazione in laboratorio di proteine è una tecnologia che promette una produzione alimentare sostenibile, riducendo l'impatto ambientale e la sofferenza degli animali. Tuttavia è innegabilmente ancora in fase di sviluppo e di studio, e ci sono troppe questioni cruciali che devono essere affrontate. Da una parte ci sono preoccupazioni legate non solo alla protezione delle tradizioni culinarie italiane, ma anche alla sicurezza alimentare, e conseguentemente alla salute umana. La petizione di alcune autorevoli organizzazioni di categoria contro i cibi sintetici e il sostegno di migliaia di comuni rappresentano una voce significativa nelle preoccupazioni dei cittadini italiani.
Se questi timori sono legittimi, l'applicazione corretta del principio di precauzione ci obbliga ad essere particolarmente cauti. D'altra parte dobbiamo considerare i due aspetti dell'innovazione e del libero mercato. La ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie sono fondamentali per affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico e la crescente domanda di cibo. Bisogna, però, chiedersi se davvero le proteine coltivate in laboratorio possano avere il potenziale per contribuire a una produzione alimentare più sostenibile.
Siamo davvero sicuri che non si tratti di un'operazione di , che sia la vera alternativa rispetto alla carne, quella vera, e che non sia solo un modo per invadere una porzione di mercato con messaggi ingannevoli e a scapito di consumatori che, per una loro particolare sensibilità, rischiano di essere maggiormente influenzabili? Confesso che non mi appassiona la questione terminologica, e quindi rifletto solo per un attimo ad alta voce sulla questione della denominazione.
L'uso del termine “carne” per prodotti contenenti proteine vegetali ha sollevato dibattiti, in Italia e in tutto il mondo, ma dobbiamo definire chiaramente cosa intendiamo quando parliamo di “carne”, questo è ciò di cui oggi stiamo discutendo, se debba essere consentito cioè chiamare carne questi prodotti alternativi. Ma davvero c'è qualcuno che può avere dubbi sul punto? Ho sentito diversi interventi, che mi hanno francamente sconcertato. Davvero si è conservatori, retrogradi o reazionari se si difendono le radici e le tradizioni di un Paese ricco di storia e di cultura ? E per appuntarci sul petto la spilla di avanguardisti, di uomini del nuovo o di uomini del futuro dovremmo consentire che i consumatori vengano ingannati con appellativi che nulla hanno a che vedere con la scienza e con il progresso, ma che rappresentano solo una spregiudicata operazione di strategie di vendita, volte a sfruttare un nome, quello di “carne”, che non ha alcun senso ricollegare al prodotto? Sì perché, se io voglio vendere un lingotto di ferro, non posso venderlo con il nome di oro metallico; per lo stesso principio, se voglio vendere un prodotto di laboratorio, non posso definirlo “carne” e .
Tutto ciò premesso, è chiaro che questa decisione è complessa e richiede un bilanciamento serio e attento tra le esigenze di protezione delle tradizioni italiane, l'innovazione, l'incentivo alla ricerca, la sicurezza alimentare e la salute dei consumatori. Forza Italia, considerato il più ampio quadro dell'Unione europea, intende dare una risposta concreta alle preoccupazioni degli imprenditori, degli allevatori, degli agricoltori, ma, , dei cittadini italiani. Pertanto, alla luce delle volontà espresse e delle opportunità presenti in questo provvedimento che oggi è all'esame di quest'Assemblea, Forza Italia voterà a favore del divieto proposto. Riteniamo che sia necessario - ripeto: necessario - porre un freno a questa potenziale invasione del mercato, fino a quando non avremo ulteriori informazioni scientifiche, fin quando non avremo regolamenti adeguati in atto. La salute dei nostri cittadini - e saluto il Sottosegretario Gemmato - e la tutela del nostro patrimonio agroalimentare sono e devono essere le nostre priorità e , tuttavia, poiché non siamo massimalisti, ortodossi, né estremisti anche nelle definizioni concettuali, siamo sicuri che questa decisione, che ci accingiamo oggi ad assumere, farà parte di un dibattito molto più ampio sul futuro dell'innovazione alimentare e della produzione sostenibile. Il nostro impegno sarà, fino alla fine di questa legislatura, volto a fare dell'Italia un modello, sia nel settore dell'agroalimentare e della pesca sostenibile, che nella lotta allo spreco alimentare. L'Europa deve affrontare insieme a noi queste sfide e sviluppare un quadro normativo coerente per garantire un futuro alimentare sostenibile. Non è pensabile utilizzare denominazioni incoerenti per i prodotti. Se e quando avremo dati certi, i prodotti sintetici non potranno mai essere proposti con nomi ingannevoli.
Allora - e concludo - il nostro impegno è, e rimane, quello di proteggere i nostri cittadini e il nostro patrimonio e di contribuire a un futuro alimentare sostenibile per l'Europa. Questo è il senso e il significato del nostro voto a favore del provvedimento in esame, per gli italiani, come sempre sarà .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, signora Presidente. Subito un inciso: leggo, da alcune agenzie, che due colleghi sarebbero stati aggrediti all'esterno di Montecitorio da alcuni componenti di una corporazione. Se fosse così, noi diamo, come MoVimento 5 Stelle, la nostra solidarietà a questi due colleghi, che sembrerebbero essere Magi e Della Vedova .
Grazie, Presidente e membri del Governo, annuncio da subito il voto contrario da parte del MoVimento 5 Stelle e vi spiego i motivi, che non sono ideologici o di una specifica parte politica, ma sono frutto di considerazioni per il bene e per lo sviluppo del nostro Paese.
Colleghi, spiace constatare che questa maggioranza - anziché occuparsi dei gravissimi problemi che investono il nostro settore agricolo, messo in ginocchio dalla siccità, dai cambiamenti climatici, dalla peronospora, dalla brucellosi, dalla xylella fastidiosa, dalla peste suina africana, dal granchio blu e da altre criticità che hanno causato la perdita di migliaia di posti di lavoro -, da mesi, sta perdendo tempo per normare qualcosa che verrà regolamentato dall'Europa solo nei prossimi anni, e cioè il consumo di carne coltivata.
Onorevoli colleghi, la verità è che l'Italia non potrà - come già ho detto, in discussione generale e nell'esame degli emendamenti - impedire la vendita e la commercializzazione di prodotti realizzati in altri Paesi europei. Parliamoci chiaro: cosa accadrebbe se questo disegno di legge venisse approvato? Che il divieto si abbatterebbe solo sui produttori italiani, negando loro oggi fette di mercato e la possibilità di commercializzare carni coltivate in Italia, spalancando le porte alle multinazionali straniere.
Colleghi, entriamo nel merito e facciamo chiarezza sulla miriade di cortocircuiti che si sono susseguiti in merito al disegno di legge sulla carne coltivata. Presidente, questo Governo, rispetto al disegno di legge, ha dapprima inviato la notifica TRIS alla Commissione europea, così come previsto dalla procedura, salvo poi, a meno di un mese dalla scadenza del periodo di non adottabilità della legge, ritirare la suddetta notifica. Presidente, tale dietrofront sarebbe stato giustificato perché era in corso la discussione parlamentare nelle Commissioni e quindi il testo avrebbe potuto subire modifiche. Per quanto riguarda la forza politica che rappresento, cioè il MoVimento 5 Stelle, in Commissione, ma anche oggi, in Aula, ci avete bocciato tutti gli emendamenti e approvato soltanto un ordine del giorno. Con queste scelte, politicamente scellerate, se questo Parlamento dovesse votare questo disegno di legge, l'Italia rischierebbe seriamente una nuova infrazione europea ed un'illegittima limitazione del mercato interno, normato dal diritto eurounitario.
Presidente, con questa politica inconcludente, si rischia di generare un ritardo irrecuperabile rispetto a un mercato globale che corre veloce e che di certo non aspetta un'Italia che arranca, a causa di un'arroganza politica e di un'incapacità di giudizio , di una politica figlia soltanto di una continua propaganda a reti unificate. Le uniche voci rimaste libere, come la trasmissione , sono continuamente sotto attacco, insieme al cognac e alle carote asfittiche che il senatore Gasparri si porta in giro nella giacca . Insomma, è stata una sceneggiata quella che il senatore ha fatto in Commissione Vigilanza Rai, per cercare di mettere il bavaglio a un giornalista che per anni ha fatto inchieste importanti. Presidente, tra l'altro, visto il tipo di carote che porta in giro il senatore Gasparri, spero che non siano .
Onorevoli colleghi, la verità è che, con le vostre scelte politiche per una battaglia ideologica, state bloccando l'innovazione, la sostenibilità, la tutela e il benessere animale e, soprattutto, lo sviluppo e la ricerca scientifica e tecnica, tutelata dall'articolo 9 della nostra Costituzione. Colleghi, ma voi come lo vedete il futuro dell'Italia? In discussione generale, tra l'altro, ho ascoltato attentamente tutti gli interventi e mi ha colpito un passaggio del collega Mattia di Fratelli d'Italia. Durante il suo intervento, raccontava che suo figlio in una domenica, durante un pranzo, gli chiese: “Papà ma l'agricoltura ha un futuro”? Io avrei risposto, senza se e senza ma, di sì, ma, colleghi, dopo che questo Governo ha stravolto anche la proposta di legge sull'imprenditoria giovanile in ambito agricolo, che inizialmente era stata condivisa da tutta la Commissione agricoltura, beh, io credo che il comparto agricoltura sia in pericolo.
Ma tornando al collega Mattia, in quella domenica a pranzo di sei anni fa, affermava che stava mangiando carne di bovino. E, quindi, Presidente, per suo tramite, potrebbe chiedere al collega Mattia, che oggi non vedo in Aula, e a tutti i colleghi di Fratelli d'Italia, in merito alla carne, se siano a conoscenza del fatto che siamo autosufficienti con il mercato interno solo con la produzione del pollame? Se siano a conoscenza del fatto che importiamo per il 35-40 per cento i suini e che i bovini che mangiamo per la stragrande maggioranza sono francesi ? Molto probabilmente, in quella domenica, il collega Mattia stava mangiando carne francese. Quindi, colleghi, ma quale sovranità alimentare e quale state difendendo ?
Colleghi, se domani quest'alimento venisse prodotto in Italia, con tutti gli standard di sicurezza che è capace di mettere in campo il nostro Paese, non potremmo parlare, anche nel caso di specie, di ? Presidente, anch'io amo mangiare una bistecca fiorentina e bere un buon vino italiano, meglio per noi meridionali se proveniente dal Sud Italia, così da difendere il . E rispetto, senza “se” e senza “ma”, chi ha fatto altre scelte, cioè chi è vegano, chi mangia cibo biologico, chi è vegetariano, ma anche chi vuole mangiare la farina di grillo. E quindi, anche per quanto riguarda la carne coltivata, se l'EFSA - che è l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, con sede a Parma, oggi l'ho detto più volte - dovesse affermare che la carne coltivata è sicura e commercializzabile anche in Europa, in nome di chi vi arrogate il diritto di bloccare tutte quelle imprese italiane che oggi vogliono investire in un comparto che potrebbe creare indotto e posti di lavoro nel nostro Paese e non la pensano come voi? In nome di quale potere autoritario togliereste la libertà a un cittadino di scegliere in autonomia cosa mangiare? Onorevoli colleghi, in un contesto globale in cui abbiamo il dovere civico e politico di arginare la crisi climatica, che è anche frutto del vergognoso sistema degli allevamenti intensivi, la carne coltivata - che ormai è già realtà in molti Paesi e che, ci piaccia o no, colleghi, è un dato di fatto - potrebbe essere a supporto per ridurre l'impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Sarebbe un nuovo alimento che non sostituisce, ma si aggiunge alla nostra catena alimentare. E vi fornisco, in merito agli allevamenti intensivi, alcuni dati: l'allevamento tradizionale è responsabile del circa 14 per cento di emissioni di gas serra e del 32 per cento di emissioni del gas metano prodotto dall'uomo. Onorevoli colleghi, questo nuovo alimento, come ho già detto, non sostituirebbe, ma si aggiungerebbe.
Detto questo, a ogni buon conto, vado a concludere. Presidente, colleghi della maggioranza, vi chiedo di ascoltarci. Ma già so che, dopo che avete abolito il reddito di cittadinanza, abbandonando al proprio destino le famiglie in difficoltà e facendole mangiare con 1 euro al giorno, dopo che avete affossato il salario minimo, lasciando un milione di lavoratori con una paga da fame, dopo che avete ridotto i fondi destinati alla sanità pubblica, costringendo i cittadini a decidere se mangiare o curarsi, dopo che molto probabilmente con questa legge di bilancio - e spero di essere smentito - aumenterete l'IVA su pannolini, assorbenti e alimenti per bambini, e dopo che il Ministro dell'Agricoltura ha dichiarato che i poveri mangiano meglio dei ricchi, siete sicuri di voler continuare con lo sfascio di una società che, a causa vostra, è sempre più in difficoltà?
Colleghi, fermatevi, perché con queste scelte politiche prive di senso rischiate di farci diventare ultimi in Europa. E in un mondo che corre, non possiamo permetterci il continuo impoverimento del nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Bergamini. Ne ha facoltà.
DAVIDE BERGAMINI(LEGA). Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghi, oggi siamo in quest'Aula per approvare questo disegno di legge, relativo a disposizioni per il divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti da colture cellulari e il divieto di denominare “carne” tutti quei prodotti che sono trasformati con proteine vegetali, non animali, la cosiddetta “carne sintetica”.
Pur riconoscendo tutti gli sforzi scientifici e tecnologici che hanno portato a questo risultato, ritengo sia necessario fare un approfondimento e avere un approccio molto cauto, considerando tutte le implicazioni che la carne sintetica potrebbe portare alla nostra società.
Uno dei motivi principali per cui votare questo disegno di legge sicuramente è dato dalla preoccupazione che riguarda la potenziale minaccia per la salute dei nostri cittadini, poiché, non avendo ancora dati statistici completi e non avendo una storicità sugli effetti del consumo umano, la carne sintetica potrebbe proprio nascondere insidie e, soprattutto, risultare dannosa nel lungo periodo, se assunta quotidianamente o con una frequenza importante all'interno dei nostri usi e consumi alimentari.
Dobbiamo, pertanto, essere prudenti nell'introdurre un prodotto nel nostro sistema alimentare senza aver prima completato tutte le analisi e avere i dati sull'impatto che potrebbe avere sulla salute pubblica.
Una mancanza di storicità di questo prodotto si va, inoltre, a contrapporre in modo netto con la nostra cultura, strettamente intrecciata con la produzione tradizionale della nostra carne, che ha radici profonde all'interno della nostra storia.
La carne sintetica, assente all'interno della nostra cultura alimentare, potrebbe mettere veramente a rischio anche l'identità gastronomica che ci contraddistingue da anni. Dobbiamo, pertanto, considerare l'impatto economico che potrebbe avere l'inserimento della cosiddetta carne sintetica all'interno della nostra economia. Consideriamo che le produzioni tradizionali di carne rappresentano, per il nostro Paese, non solo una fonte di sostentamento per molti, ma anche un patrimonio economico e culturale che ci rappresenta all'interno del mercato internazionale del settore agroalimentare, e che la carne sintetica potrebbe creare un mercato di concorrenza addirittura sfrenato, minacciando l'esistenza di questa attività e mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro.
Proprio per questo, vorrei ricordare, Presidente, che il settore zootecnico vale il 15 per cento di tutto il comparto agroalimentare italiano, con un fatturato di circa 30 miliardi, e solo gli addetti del comparto carne e latte rappresentano 180.000 addetti e 120.000 aziende agricole che lavorano all'interno del settore.
Il comparto delle nostre produzioni tradizionali è un importante bacino di lavoro e di occupazione. Dobbiamo, pertanto, proteggerlo per preservare la stabilità economica delle nostre comunità. Sostenere oggi la carne sintetica, senza valutare anche gli impatti economici, potrebbe portare a conseguenze negative profondamente importanti su tutto il nostro tessuto sociale ed economico. Riteniamo, pertanto, che questo sia un disegno di legge che va a tutelare non solo le aziende, ma anche tutti i consumatori, poiché al suo interno, specificatamente all'articolo 3, introduce il divieto di denominazione di “carne” a tutti quei prodotti che derivano da proteine vegetali. Questo proprio per evitare che ci sia confusione all'interno del mercato dei consumatori e prevenire anche quella che potrebbe diventare una vera e propria - mi permetta il termine - truffa per chi va ad acquistare, perché, magari, pensando di acquistare una bistecca o una bresaola, andrebbe ad acquistare un altro prodotto. Questo, ovviamente, porterebbe anche a una concorrenza sleale da parte di quelle aziende che si andrebbero a consolidare sul nostro mercato interno e causerebbero danni facilmente identificabili all'interno del mercato italiano. Diciamocelo chiaramente, Presidente: il nostro Paese, sicuramente, con l'introduzione della carne sintetica o con prodotti con nomenclature fittizie, potrebbe risultare sicuramente il Paese più penalizzato all'interno dei mercati internazionali e all'interno del sistema del mercato europeo, proprio perché le nostre eccellenze sono riconosciute a livello internazionale e una concorrenza sleale da parte di prodotti che nulla hanno a che fare con i prodotti della nostra tradizione, ai quali siamo abituati da sempre, porterebbe sicuramente la maggior penalizzazione del mercato italiano all'interno di quello globale.
Voglio ribadire, inoltre, che questo disegno di legge va sicuramente nella direzione corretta, poiché permetterà di adottare un approccio prudente verso un qualcosa che non ha la storicità e andrà a preservare sicuramente la salute dei cittadini.
Infatti, tiene in considerazione tutti quegli effetti che oggi non conosciamo, ma che potrebbe produrre sull'intera collettività nel caso in cui non ci fosse un'analisi approfondita con un dibattito ponderato, che permetta di prendere decisioni e plasmare anche il futuro alimentare e economico del nostro Paese.
Sinceramente, Presidente, non capisco certe prese di posizione da parte di alcuni componenti dell'opposizione e faccio riferimento all'intervento che l'onorevole Bonelli ha fatto stamattina in Aula. Non si perde occasione all'interno di quest'Aula di prendere e sostenere, con puntualità, tutte quelle innovazioni che, guarda caso, andrebbero sempre a penalizzare la nostra agricoltura, utilizzando come ambiente ricerca. Qui qualcuno probabilmente ha dimenticato all'interno di quest'Aula che siamo nel Parlamento italiano, non siamo qui a rappresentare i poteri forti, le grandi multinazionali ma siamo qui ogni giorno perché abbiamo il dovere e l'onere di preservare le nostre aziende, che hanno portato il Paese Italia ad essere conosciuto nel mondo . Qualcuno, probabilmente, l'ha dimenticato e probabilmente ha deciso che sarebbe meglio piegarsi all'Europa, piegarsi ai poteri forti, contro le nostre aziende.
Si cerca addirittura di confondere la materia perché stamattina, sempre dalle parole dell'onorevole Bonelli, ho sentito parlare nei confronti del ministro di continue deroghe per l'utilizzo delle molecole dei fitofarmaci, che non riguardano il nostro settore, quello cui stiamo facendo riferimento oggi in Aula. Vorrei ricordare proprio a quella parte di opposizione che il nostro è uno dei Paesi più attenti con una maggior qualità all'interno del settore agroalimentare che tutti ci invidiano e proprio se non ci fossero queste deroghe da parte di un Governo attento che sta cercando di preservare la nostra economia nazionale e di tutelare i nostri prodotti, che sono eccellenze riconosciute all'interno dell'intero ciclo economico internazionale, si darebbe spazio proprio quei prodotti che metterebbero a repentaglio la salute dei nostri cittadini, perché darebbero spazio all'introduzione di prodotti provenienti da mercati internazionali che non sappiamo ancora come possano utilizzare molecole in agricoltura e coltivare prodotti che, invece, non utilizzando nel nostro paese, mettono a repentaglio continuamente le nostre produzioni.
Quindi, ben venga - voglio sottolineare - l'attenzione di un Governo che fino al momento in cui non andrà ad identificare prodotti sostitutivi che permettano alle nostre imprese e ai nostri agricoltori di produrre utilizzando meno molecole all'interno dei fitofarmaci, di continuare ad erogare, poiché il nostro prodotto italiano è riconosciuto con la maggior qualità la maggior sicurezza agroalimentare a livello internazionale.
Voglio aggiungere, Presidente, che nessuno qui vuole bloccare la ricerca, come ho sentito dire sempre stamattina, perché la ricerca può continuare e può continuare senza per forza dover penalizzare le nostre aziende. La ricerca e la scienza possono tranquillamente continuare anche in campo agricolo, abbiamo già dimostrato che per alcuni settori non siamo contrari. Qui voglio nominare le classiche pratiche TEA, sulle quali il nostro Governo comunque è attento e ha cercato di condividere un percorso per permettere alle nostre aziende di avere un'arma aggiuntiva contro il cambiamento climatico e rendere la nostra agricoltura più pronta alle nuove sfide che il mercato impone. In ambito medico poi voglio aggiungere che non si deve creare confusione perché la ricerca, come è stato detto anche dai banchi del Governo stamattina, può tranquillamente continuare. Quindi, credo che sia un alibi continuare a giustificare o nascondere i problemi che potrebbero invece celarsi proprio dietro la commercializzazione della carne sintetica. Non nascondiamoci poi dietro al fatto che si potrebbe risolvere il problema della fame nel mondo, perché io credo che all'interno di quest'Aula, se vogliamo essere onesti, nessuno possa pensare che la carne sintetica poi possa essere utilizzata per sfamare quei Paesi che oggi fanno fatica a nutrirsi. Credo che sia probabilmente una grande bugia che qualcuno vuole portare avanti e che vorrebbe utilizzare per riuscire a far passare questo messaggio.
Noi non temiamo il futuro - e qui voglio rispondere all'onorevole Quartini -, ma temiamo chi vorrebbe imporci scelte pericolose di cui non conosciamo gli effetti e soprattutto vogliamo tutelare gli italiani e la nostra economia. So che a qualcuno può sembrare strano.
PRESIDENTE. Deve concludere, collega.
DAVIDE BERGAMINI(LEGA). Concludo Presidente, ma in quest'Aula dovremmo fare fronte comune per difendere la nostra economia e per difendere la salute dei nostri italiani . Dall'Europa nessuno vuole uscire, ma ben venga sicuramente un'Europa differente che difendono le nostre economie nazionali e i nostri cittadini e proprio per questo, Presidente, a fronte di quanto detto, voglio dichiarare a nome mio e di tutto il gruppo Lega Salvini premier il voto favorevole a questo disegno di legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Forattini. Ne ha facoltà.
ANTONELLA FORATTINI(PD-IDP). Signor Presidente, colleghe e colleghi, Governo, prima di iniziare vorrei anch'io esprimere a nome del Partito Democratico la piena solidarietà ai colleghi Magi e Della Vedova e auspico che anche il ministro prenda le distanze da questi comportamenti, anche perché il dibattito in quest'Aula deve essere tutelato.
Nelle scorse settimane in quest'Aula si è articolata una discussione difficile, complicata, l'abbiamo visto anche stamattina, intorno ad un provvedimento, quello sulla cosiddetta carne coltivata - e qui un richiamo al collega Bergamini - che dopo un primo passaggio al Senato ci vede impegnati ad esprimerci in modo chiaro e netto di fronte ad un grave errore, perché è del tutto evidente che questa iniziativa della maggioranza ricalchi per lo più quell'attitudine al populismo legislativo di cui larga parte di questa stessa maggioranza proprio non riesce a fare a meno.
Spiace constatare che resti vittima di questo populismo anche il dibattito che spesso riguarda la filiera dell'agroalimentare. Sono ancora incredula se penso, ad esempio, ad una settimana fa, quando abbiamo dovuto commentare le grandi priorità di questo Governo per il tramite di un'iniziativa del Ministro Lollobrigida finalizzata - sentite bene -- all'istituzione di un premio dell'arte culinaria, un premio di 2000 euro con una medaglia di bronzo per chi ha esaltato il prestigio della cucina italiana e illustrato la Patria. Da un lato, quell'iniziativa del Ministro e più in generale del Governo, sembra il modo per far nascondere l'assoluta incapacità di fronte a temi molto più seri, come la siccità, l'esigenza di sconfiggere i parassiti che colpiscono le nostre produzioni, come la crisi climatica che devasta i territori, dall'altro, questo provvedimento sulla cosiddetta carne coltivata, è l'ennesima, pomposa bandierina da sventolare per distrarre gli elettori a cui avete promesso cose che non stavano in piedi prima e continuano a non stare in piedi oggi Non ne vedo altre e l'unica giustificazione che riesco a dare ad un provvedimento che nasceva già falsato nella sua terminologia, ma che grazie anche al lavoro dei colleghi del Partito Democratico al Senato, oggi almeno parliamo di carne coltivata e non di carne sintetica, una scelta quella iniziale non casuale, ma pienamente in linea con il tentativo di confondere e strumentalizzare. Un provvedimento, Presidente, che incredibilmente vieta ciò che a legislazione vigente è già vietato
A beneficio di chi la scorsa settimana ha ascoltato i nostri lavori è bene infatti specificare e chiarire che in Europa la carne coltivata, come tutti i , è soggetta per ogni singolo profitto a una valutazione del rischio di condotta dall'Agenzia per la sicurezza alimentare, l'EFSA. Tale agenzia dal proprio nulla osta solo se e quando accerta che il profilo nutrizionale e quello di rischio sono analoghi rispetto ai prodotti che vanno ad affiancare. In caso ciò sia riconosciuto la Commissione può autorizzarne sia il commercio, che il consumo. Questo significa semplicemente due cose. La prima, ad oggi, non serve una legge per vietare il commercio e il consumo di carne coltivata; la seconda, qualora l'EFSA decidesse di autorizzare il commercio e il consumo della carne coltivata, nessuna legge, nessun provvedimento, neanche quello che stiamo discutendo oggi in quest'Aula, potrà vietare che in territorio europeo si consumi o si commercializzi la carne coltivata. Aspetti che io credo il Governo conosca molto bene. Non si spiegherebbe altrimenti il ritiro della notifica alle istituzioni europee celata dietro una generica possibilità che il provvedimento potesse subire modifiche in quest'Aula. Semplicemente, come ha scritto e denunciato magistralmente la senatrice scienziata Cattaneo e come hanno fatto altri scienziati, sapete benissimo che questo provvedimento verrà bocciato dall'Unione europea, ma prima che ciò avvenga ci vorrà del tempo e allora meglio passare all'incasso con un po' di fumo negli occhi agli italiani. Aspetti sui quali anche il Quirinale pare nutrire qualche dubbio in quanto aprirebbe una procedura di infrazione a Bruxelles.
Ecco perché, allora, parlo di populismo legislativo: perché io credo che di fronte alle legittime preoccupazioni di mondi importanti del nostro Paese - e penso a quello della filiera agricola e della filiera delle carni - la serietà delle istituzioni si manifesti anche in un'assunzione di responsabilità che si traduca con parole di verità. A quei mondi io sento innanzitutto di dover dire che il Partito Democratico c'è, che c'è la volontà di affrontare ogni dubbio, paura e preoccupazione, di elaborare sia soluzioni immediate che soluzioni a lungo termine, perché sempre più spesso siamo chiamati a cercare soluzioni per problemi complessi e articolati, ma la stessa serietà - voglio dire a chi ci ascolta - è che qualsiasi tentativo di fermare il vento con le mani cadrà nel vuoto e questo noi dobbiamo tenerlo presente, come dobbiamo, però, tener presente il sistema che abbiamo costruito e su cui si fondano le nostre filiere produttive e agroalimentari, perché spetta a noi, allo stesso tempo, sostenere le aziende agricole che intendono restare fedeli a un'idea di rispetto e di rigenerazione delle risorse naturali. Stava qui anche il senso del manifesto a favore della cultura del cibo di qualità e contro il cibo artificiale di laboratorio lanciato da molte organizzazioni agricole, e ne cito alcune: le ACLI, Slow Food, Federparchi, Kyoto Club, passando per CNA. Un manifesto che cercava di sottolineare la necessità di accompagnare le aziende affinché fosse garantito il diritto a un cibo di qualità per tutti, affinché fosse garantita una produzione più sostenibile che tenesse insieme il benessere ambientale, animale e umano, ma - lasciatemelo dire - niente di ciò viene previsto in questo provvedimento. Quelle istanze, però, restano. Resta la necessità di investire in un nuovo modello di sviluppo sostenibile, che non danneggi e non ostacoli il lavoro della filiera agroalimentare italiana .
Noi, oggi, signor Presidente, confermeremo in quest'Aula l'astensione già espressa nell'altro ramo del Parlamento e lo faremo perché, sebbene restiamo convinti dell'inconsistenza e del populismo su cui poggia questo provvedimento, siamo altrettanto consapevoli che il percorso di innovazione e la scienza che lo ha avviato devono essere calati opportunamente nella nostra società, devono tener conto delle esigenze e anche delle preoccupazioni di chi tutti i giorni porta avanti le produzioni del nostro . Sia chiaro, però, un punto, lo ripeto: non è pensabile e non siamo in grado di provare a fermare i progressi della scienza; non ci è concesso farlo per il timore e la miopia di qualcuno; non ci è concesso farlo, se questo significa arroccarsi in una posizione ideologica.
Allora, cari colleghe e colleghi, superato questo provvedimento faccio un appello affinché si inizi da subito, con serietà e responsabilità, a costruire le condizioni perché l'Italia possa farsi trovare pronta di fronte ai progressi che la scienza può fare in questi settori e in questa materia, e lo faccio insieme a quelle filiere e a quei soggetti che subiranno in prima persona gli effetti del progresso scientifico. Non farlo produrrebbe semplicemente l'esclusione del nostro Paese dalla possibilità di stare al passo dei progressi che compiranno altre Nazioni europee. Se vietiamo la possibilità di studiare, ricercare e fare scienza, non facciamo altro che determinare un arretramento del nostro Paese rispetto a quelli europei. La conseguenza, anche qui, rischia di essere molto chiara: se e quando l'EFSA approverà il commercio e il consumo, quei Paesi che hanno lavorato per accompagnare il processo di transizione saranno del mercato, cercheranno di conquistare fette di mercato anche nel nostro Paese, e le nostre filiere saranno costrette a inseguire. Rischieranno di subire totalmente questo processo anziché gestirlo. Insomma, colleghe, colleghi, signor Presidente, Ministro, assisteremo al paradosso per cui il Ministero della sovranità alimentare sarebbe causa della distruzione di quella stessa sovranità.
Ecco perché credo che serva siglare un patto tra noi e tra quanti sono interessati e stanno seguendo quello che in queste Aule viene deciso. La nostra astensione passa da lì, dall'impegno a una maggiore serietà nel trattare il tema, dall'impegno ad accantonare il populismo legislativo che cerca consenso, insomma - e chiudo, Presidente - dall'impegno a governare con serietà quella complessità che molto spesso il futuro e il progresso scientifico possono rappresentare e che le istituzioni sono chiamate a trasformare in opportunità, occasioni e possibilità di progredire e migliorare la società, i mercati, l'ambiente e i lavoratori .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, signor Ministro, se, come risulta da alcune agenzie, è comprovato che si siano verificati episodi di violenza verbale o fisica al di fuori di quest'Aula rivolti a esponenti delle istituzioni o di quest'Aula, agli stessi va la nostra solidarietà, come identica solidarietà - però, voglio dirlo - va certamente a quel sindacato oggetto oggi, in quest'Aula, di una valutazione che, a mio avviso, non fa onore all'Aula stessa, né a chi l'ha pronunciata, cioè di perché un sindacato, che sia degli agricoltori o che sia dei lavoratori, rimane un'organizzazione sindacale, e non una . Questo lo dico anche in relazione a coloro i quali spesso ci ricordano l'articolo 40 della Costituzione, ma solo riferito al diritto di sciopero e non anche al fatto che si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.
Ciò detto, signora Presidente, oggi è il 16 novembre ed esattamente il 16 novembre 2010 vi era stata l'iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale. Sono passati 13 anni - non so se sia felice coincidenza o ripetizione dei cicli della storia cari a Vico - e devo dire che, con estrema soddisfazione, il gruppo di Fratelli d'Italia sostiene il disegno di legge presentato dai Ministri Lollobrigida e Schillaci che, primo in Europa, vieta il cibo sintetico e la carne sintetica all'interno del nostro Paese . Lo dico perché già, quanto al merito, i colleghi Cerreto, Montaruli e Mattia, nella discussione generale, hanno avuto modo di esaminare dettagliatamente i principi di questo disegno di legge. Ma io ho cercato di ascoltare le tante osservazioni e i tanti distinguo che oggi si sono alzati in quest'Aula. Devo dire che ho trovato anche contraddizioni palesi, perché è stato detto che non si può vietare ciò che è già vietato e, al tempo stesso, è stato detto che ci sono tanti Paesi che già utilizzano la carne sintetica. Allora, è evidente che se già è tutto vietato non vi può essere l'utilizzo e se vi è l'utilizzo vuol dire che tutto non è già vietato .
Allora, preferisco andare alle fonti del diritto e dire che . Cosa vuol dire questo? Che, a mio avviso, è giusto che vi sia una norma specifica che va a chiarire un divieto, perché, vedete, chi viene da una concezione liberale dello Stato sa bene che è il divieto che impedisce l'esercizio di un'attività, perché se non vi è il divieto tutto ciò che non è vietato è consentito , per la ragione che non consente contraddizione. E qui si apre subito il discorso “ce lo vieta l'Europa”. Io consiglierei, prima della fine della legislatura, di cambiare disco, se è possibile, perché non era ancora firmato l'accordo tra Italia e Albania e ci è stato detto che ce lo vieta l'Europa. Peccato che mi pare che fonti europee abbiano decisamente smentito la questione, dicendo che era perfettamente legittimo quell'accordo .
Oggi, siamo in una situazione dove ci viene ripetuto, per l'ennesima volta, che ce lo vieta l'Europa, ma - se vado a leggerlo - l'articolo 4 del Trattato dell'Unione europea prevede che l'Europa rispetti l'identità nazionale degli Stati membri come si manifesta nelle leggi e cioè pare evidente che, persino a livello di fonte primaria, sia già chiaro che è possibile legiferare in quest'ambito, certo, poi, procedendo con la notifica. E, a proposito di notifiche, anche qui, sgombriamo il campo, perché è stato detto: avete ritirato la notifica, quasi fosse un reato di lesa maestà. Vorrei far presente che, solo nel 2023, 32 volte alcuni Stati europei hanno ritirato la notifica. Vorrei far presente, a proposito sempre di agricoltura, che nel 2020 fu il Ministro Martina che ritirò la notifica effettuata in materia di utilizzo di fertilizzanti in agricoltura. Quindi, anche sotto questo profilo si apre un fronte che non sussiste, in fatto e in diritto.
Tuttavia, andiamo a quello che è stato detto, a mio avviso, di più pesante, perché ovviamente si è spostata la questione in campo ambientale e si è detto che la carne sintetica è meno inquinante di quella proveniente da allevamenti. Anche sotto questo profilo, io non metto in dubbio la libertà di opinione, però, se si riferisce un'opinione a studi scientifici che ci sono stati e sono pubblici risulta, invece, per contro, che l'anidride carbonica emessa per un chilogrammo di carne sintetica prodotto è da 4 a 25 volte superiore rispetto a quella della carne bovina - .
PRESIDENTE. Collega Quartini, per cortesia, non ha la parola…
Prego, collega Foti.
TOMMASO FOTI(FDI). Presidente, capisco benissimo, perché chi fa l'apologia della scienza, tradizionalmente, poi, contraddice la scienza nel momento in cui la scienza non gli dà ragione. Capita, ma bisogna accettare le regole del gioco .
A proposito di scienza, è stato detto che questo è un provvedimento antiscientifico. Ebbene, mi scusi il Ministro Lollobrigida, che è uno dei due firmatari e presentatori del disegno di legge, ma io penso di dover dire che si dà una valutazione di questo tipo a un disegno di legge che reca la firma, non solo del Ministro della Salute, ma del professor Orazio Schillaci, il cui è lo specchio di uno scienziato . Perché noi qui la possiamo buttare in politica, ma ci sono anche persone che hanno un , che ovviamente prescinde dalla politica e che io penso che, quantomeno, meriterebbe di essere letto, non pretendo capito, perché quello non è obbligatorio .
Aggiungo che questo disegno di legge oscurantista, così com'è stato definito, non vieta assolutamente la ricerca, è una di quelle cose che sono state dette appositamente per voler distrarre l'opinione pubblica da quanto contiene questo testo. Aggiungo che il fatto che questo disegno di legge governativo abbia come stella polare il principio di precauzione dovrebbe essere salutato da tutti come un principio di altissimo valore scientifico , perché se così non fosse ci sarebbe da preoccuparsi.
Ultimo, ma non certo per minore importanza, vorrei aggiungere che il primo rapporto FAO-OMS individua in 53 i potenziali rischi per la salute derivanti dalla produzione e dal consumo di carne sintetica.
Ecco, questa è la differenza tra la scienza e lo scientismo . Per aggiornamenti consiglio la lettura del libro di Giuseppe Sermonti .
Mi avvio alla conclusione, Presidente. A proposito di politica, è stato detto che questo è un manifesto ideologico della destra: peccato che chi ha pronunciato queste parole in Aula è la stessa persona che ha scritto su un l'apologia di quella che è la proposta che la Coldiretti ha avanzato agli italiani e che in 2 milioni hanno sottoscritto. Ogni allusione all'onorevole Vaccari è volutamente fatta
Infine, e concludo, a proposito di multinazionali, signora Presidente, io penso che non si salverà il pianeta con una dieta senza carne; io penso che, invece, dietro la carne in vitro ci siano - in realtà, ci sono già - 25 miliardi di euro al 2030, ma ci siano interessi poco nobili. Ecco, dietro il negazionismo che qualcuno vuole su questo disegno di legge, dietro l'opposizione che qualcuno fa a questo disegno di legge non c'è più cibo per tutti, ma più profitti per i soliti noti . Ecco, perché il gruppo di Fratelli d'Italia appoggia convintamente questo disegno di legge .
PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto, dovremmo passare alla votazione finale. Tuttavia, ho già anticipato ai gruppi che mi è stato comunicato che è accaduto un fatto molto grave, peraltro, menzionato nella dichiarazione di voto dal presidente Foti, nelle immediate vicinanze di Palazzo Montecitorio. Per questo mi pare assolutamente opportuno consentire al deputato Della Vedova di intervenire sull'ordine dei lavori, per denunciare quanto accaduto.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Mi scuserà l'Aula se ritardo il voto, ma credo che sia una comunicazione importante, non tanto e non solo per me e per l'onorevole Magi, ma per questa Camera.
Durante le dichiarazioni di voto, sono andato, assieme a Magi e a 5 o 6 militanti di +Europa, sotto Palazzo Chigi per fare una foto con un volantino …
PRESIDENTE. Il volantino no, onorevole…
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Il volantino non lo mostro ma dice: carne coltivata, dal Governo un divieto antiscientifico, antieuropeo e anti-italiano; e altri slogan che non richiamavano nessuna associazione, semplicemente testimoniavano la nostra posizione, la stessa che abbiamo espresso in Aula. Quindi, per chi conosce la zona, tutti quanti, noi eravamo sotto Palazzo Chigi, all'altezza del balcone e della colonna. A un certo punto arriva, prima, un signore vestito con le insegne di Coldiretti, e va bene, siamo esperti e conosciamo le piazze; dopo qualche secondo arriva, mi permetto di dire - ma ci sono i video - come un ossesso, il presidente di Coldiretti Prandini che corre verso di me gridando: “delinquente, delinquente!”. Arriva, io non lo so, ci sono i video, si capirà se la violenza è stata effettiva o tentata, perché poi c'erano gli agenti della DIGOS…Vedo il collega Foti che sorride, mi fa molto piacere per lui…
TOMMASO FOTI(FDI). Non sto sorridendo, vedi male!
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Se non stava sorridendo mi scuso, ho colto una smorfia che sembrava un sorriso…
PRESIDENTE. Collega Della Vedova, proceda, per cortesia.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Arriva, continua a urlare: “delinquente, delinquente” e cerca di riaggredirmi. Io metto le mani dietro la schiena e, fortunatamente, gli agenti della DIGOS sotto Palazzo Chigi e altri lo allontanano, poi arriva la Polizia.
Ora, la cosa che io trovo di una gravità assoluta, ma non per me, io ho esperienza, ho visto tante piazze, non mi è mai capitata una cosa del genere, è che non un militante dell'associazione, ma il presidente di una delle più potenti organizzazioni sindacali di questo Paese si senta legittimato, perché si è sentito legittimato, ad attraversare la strada, quindi, non eravamo a contatto, per aggredire fisicamente un parlamentare della Repubblica per le parole che questo parlamentare ha pronunciato, insieme all'onorevole Magi e a qualche altro parlamentare, nell'Aula di Montecitorio.
Io non vedo più il presidente Prandini da quando non sono più Sottosegretario, allora capitavano degli incontri. Questo è successo oggi e io trovo che sia una gravità assoluta. Il presidente di Coldiretti, nella mattinata in cui, peraltro, incassa un risultato storico, per cui i tre quarti del Parlamento - non voglio riaprire la discussione - voteranno o si asterranno su questo provvedimento che la Coldiretti ha così fortemente voluto e promosso, lui, in persona, si sente autorizzato ad andare ad aggredire un parlamentare della Repubblica, dicendo “delinquente, delinquente” per cose che sono state dette pubblicamente, c'è la ripresa della Camera, ci sono i resoconti. Certo, ho attaccato la Coldiretti, ma potrò essere libero di farlo? Ci sono Ministri che attaccano la CGIL, io potrò attaccare in quest'Aula, motivandolo, la Coldiretti?
Noi andremo a fare denuncia, naturalmente, perché non può essere tollerabile, ma invito tutta la Camera, soprattutto la maggioranza e il Ministro Lollobrigida - mi è stato detto che lei oggi incontrerà Prandini, non so se sia vero -, mi auguro che, dopo quanto è successo, Ministro Lollobrigida, lei oggi non vada alla manifestazione di Coldiretti , glielo chiedo da parlamentare a parlamentare. Lei oggi, dopo quello che è successo - ci sono i video -, non può andare a legittimare questa aggressione contro il Parlamento. Lo troverei non solo sbagliato, sarebbe un riconoscimento alla violenza contro il Parlamento .
Cari colleghi, io chiudo qui. Ripeto, ho una certa esperienza, non sono l'unico: una cosa di questo tipo non l'ho mai vista. Il presidente - chiudo - della più grande associazione sindacale degli agricoltori italiani, di una delle più grandi associazioni e agenzie del consenso d'Italia - non chiamiamola - aggredisce fisicamente un deputato della Repubblica per le parole pronunciate in quest'Aula .
PRESIDENTE. Colleghi, com'è ovvio, ho diverse richieste di intervento su quanto il collega ha denunciato. A questo punto, però, noi procediamo alla votazione finale sul provvedimento e, immediatamente dopo, la Presidenza consentirà … guardi, in realtà io ho rispettato il fatto che non c'era un accordo sul fare il dibattito adesso. Se i gruppi vogliono farlo prima della votazione finale, però a me è parso che fosse il contrario. Io mi assumo la responsabilità, dalla Presidenza, di fare il contrario .
Colleghi, per cortesia, mi sono assunta la responsabilità di fare intervenire prima del voto il collega Della Vedova, perché ho ritenuto che ci fosse l'urgenza di farlo. Svolgiamo il voto e, poi, come è giusto che sia, è sacrosanto, apriremo il dibattito.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1324: S. 651 - "Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Dichiaro così assorbita l'abbinata proposta di legge n. 746.
PRESIDENTE. Colleghi per cortesia in silenzio adesso.
Sulla vicenda denunciata dal deputato Della Vedova, ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà. Darò 2 minuti per gruppo, ovviamente, in questo caso saremo un po' più flessibili. Prego, collega Braga. Colleghi, vi chiedo il silenzio assoluto.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto, mi permetto di richiamare l'attenzione dei colleghi di maggioranza e, soprattutto, del Ministro Lollobrigida, che è stato seduto qui, questa mattina, a fare un mezzo comizio su questo provvedimento e, di fronte a quello che le abbiamo chiesto, si sta allontanando dai banchi del Governo . Le chiedo la cortesia di ascoltare la discussione dei gruppi parlamentari, perché quello che è accaduto poco fa qui fuori…
PRESIDENTE. Collega Braga, aspetti un attimo che ripristiniamo il silenzio in Aula. Colleghi, vi chiedo il silenzio assoluto. Chi vuole uscire, uscirà, chi non è interessato a questo dibattito uscirà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Presidente, la prego di richiamare, per cortesia, il Ministro.
PRESIDENTE. Colleghi, pretendo che ci sia silenzio assoluto. Collega Braga, prego.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Il Ministro scappa, devo dire che non è la prima volta che qualcuno di quella parte scappa, quando è il momento !
Scappa di fronte al Parlamento, di fronte alla democrazia! È successo molti anni fa, ce lo ricordiamo tutti.
MANLIO MESSINA(FDI). Gli unici a scappare siete voi, vergognati!
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Scappate sempre quando è il momento di prendervi le vostre responsabilità !
PRESIDENTE. Collega Pietrella, collega Pietrella! Collega Braga, prego. Collega Casu… colleghi, intanto questa non è una fase nella quale…
TOMMASO FOTI(FDI). Il Governo è rappresentato, non può dire queste cose!
PRESIDENTE. Collega Foti, se lasciate parlare il Presidente…
MANLIO MESSINA(FDI). Le spieghi come funzionano le regole!
SALVATORE CAIATA(FDI). Noi non scappiamo!
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi… Ministro Lollobrigida… la Presidente fa la Presidente e lei fa il Ministro, la prego di rispettare i ruoli di ciascuno. Qui nessuno sta insultando nessuno, il Governo non è tenuto in questa fase dei nostri lavori a sedere lì. La collega Braga ha tutta la legittimità, ovviamente, di richiamare quello che vuole. Ora, per cortesia, chi non ha la parola ascolta in silenzio, chi vuole chiede la parola. Collega Braga, proceda.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi limito solo a dire che ho ricordato un fatto di storia e uno di cronaca che stava avvenendo, cioè il Ministro stava abbandonando l'Aula quando i gruppi parlamentari avevano chiesto di potere interloquire, anche però con il Governo, nel condannare il fatto gravissimo che si è verificato, pochi minuti fa, fuori da Palazzo Montecitorio: l'aggressione a due parlamentari della Repubblica, a cui vanno tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza. È stato strano non vedere esprimere, anche plasticamente, questa vicinanza e questa solidarietà da parte di tutta quest'Aula di fronte a un'aggressione fisica per le posizioni che hanno espresso legittimamente, in una libera discussione democratica, dentro le Aule parlamentari.
Quello che è avvenuto è inqualificabile, credo che si debba condannare con forza, in maniera unanime, il comportamento del presidente di una delle più grandi associazioni sindacali agricole di questo Paese. Il silenzio e l'assenza di una chiara presa di posizione da parte di tutte le forze politiche che, qui dentro, lo voglio ricordare, rappresentano il Parlamento e sono anche garanti delle prerogative, della dignità di quest'Aula parlamentare, qualunque sia il proprio ruolo, qualunque sia il proprio convincimento su provvedimenti su cui abbiamo dibattuto, anche aspramente, in quest'Aula . È un dovere che dovremmo sentire tutti. Credo e mi associo alla richiesta del collega Della Vedova che anche il rappresentante del Governo, che più volte nei suoi interventi oggi ha richiamato quella organizzazione, la Coldiretti, dovrebbe sentire il dovere di condannare quel fatto e, forse, anche di dare un segnale di presa di distanza di fronte a un'aggressione fisica di questa natura, che delegittima tutte le istituzioni democratiche .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battistoni. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BATTISTONI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Il mio intervento andrà nella direzione completamente opposta. Io da questi banchi voglio esprimere solidarietà alla Coldiretti e al presidente Prandini …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi!
FRANCESCO BATTISTONI(FI-PPE). Presidente, se mi dà modo …
PRESIDENTE. Pellegrini, Graziano, Donno… colleghi! Mi scusi, collega Battistoni, tanto non riusciamo a sentirla, è meglio che io ripristini un po' di ordine. Colleghi, chi ha la parola parla, chi non ha la parola la chiede e parla successivamente. È una regola di condotta che vale per tutti, vale quando parla il collega Battistoni. Prego, collega, prosegua il suo intervento.
FRANCESCO BATTISTONI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Mi auguro che abbiamo preso nota anche degli insulti, poi, magari, li vedremo insieme.
PRESIDENTE. Io, purtroppo, non ho sentito bene, ma ovviamente mi riferiranno. Io non ho sentito nel caos, quindi mi riferiranno e, se del caso, interverremo.
FRANCESCO BATTISTONI(FI-PPE). Glielo spiego, perché, in quel momento, ero lì anche io e, mentre si svolgeva una manifestazione pacifica dall'altra parte della piazza, qualcuno, e mi dispiace che si nasconda dietro la veste di parlamentare, si metteva davanti Palazzo Chigi con dei cartelli con scritto “coltivate ignoranza”. Credo che questo non sia ammissibile da parte di nessuno anche perché si va…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per cortesia, se volete esprimere il dissenso rispetto alle posizioni del collega Battistoni, avrete tutto il tempo e il modo per farlo. Non mentre parla, però. Collega Pellegrini, per cortesia! Prego, collega Battistoni.
FRANCESCO BATTISTONI(FI-PPE). Questa è una provocazione, ma un insulto anche a quello che è il nostro mondo produttivo. E probabilmente il collega dovrebbe anche riguardare il video e vedere bene chi aggredisce chi perché, forse, voi state parlando, qualcuno sta parlando senza avere visto anche il video. Guardatevi bene il video. Credo che quest'atteggiamento da parte di parlamentari della Repubblica sia inammissibile !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà. Colleghi, di nuovo, vi prego, ascoltiamoci. Chi vuole la parola la chiede e naturalmente faccio parlare tutti, come è doveroso. Collega Silvestri, prego. Se riusciamo anche a sederci, è più facile mantenere l'ordine.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, volevo dire delle cose prima di questo ulteriore intervento che mi ha preceduto. Dopo questo intervento, la prima cosa che mi viene da dire è “povera Italia” perché, dopo che un nostro collega ha detto “guardate, ho manifestato, in una maniera più o meno decisa, le mie idee e sono stato aggredito”, ci dovrebbe essere un giro dei parlamentari dopo un'aggressione. Allora, intanto c'è una forma. Il fatto di vedere tre quarti della maggioranza che non c'è più e se n'è andata è già una cosa orrenda di fronte a questo tipo di dibattito . E' già una cosa orrenda!
E poi c'è una cosa di sostanza. Ma io non ho capito: i ragazzini di vanno condannati, caricati sulle camionette della Polizia , distrutti, denunciati, galera, perché sono dei ragazzi, e di qua, perché si chiama Coldiretti, con cui abbiamo sempre avuto rapporti, chi più o meno è al Governo, allora, perché si chiama Coldiretti, addirittura le solidarietà a Coldiretti, quando ha aggredito un collega? Questa cosa è una vergogna !
ENZO AMICH(FDI). Ma avete visto il video!
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Allora in base a chi è più potente funziona? Vi dico una cosa: gli appelli che noi facciamo qui dentro alla solidarietà, di condanna verso le aggressioni, hanno un senso se li facciamo tutti insieme a prescindere dalla vittima, altrimenti, se ogni volta voi vi astenete dal farli e si fanno da una parte e viceversa, a prescindere da maggioranza e opposizione, i nostri appelli contro la violenza non hanno nessun significato .
E allora è inutile che votiamo le “mozioncine”, tasto verde e ci facciamo l'“applausetto” perché abbiamo votato il tasto verde, e, quando c'è da affrontare invece una condanna verso Coldiretti, ci si nasconde sotto. Non funziona così, perché è facile votare le “mozioncine”. Il punto è che, quando poi queste cose accadono, e accadono nella forma descritta dal collega, bisogna avere la schiena dritta di condannare la violenza a prescindere. Questo è un messaggio che oggi non sta passando per causa vostra, della vostra assenza, perché la sicuramente riprende me, ma non riprende l'Aula, a causa della vostra assenza di forma e di sostanza…
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). … che non avete condannato .
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza. Colleghi, dovete sempre rivolgervi alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signora Presidente. Innanzitutto voglio esprimere, a nome del nostro gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, la più completa solidarietà, la più forte solidarietà nei confronti di Benedetto Della Vedova e di Riccardo Magi per l'aggressione vile a cui sono stati sottoposti. E guardate che non conta niente l'intensità dell'aggressione. Oggi stiamo discutendo di una cosa molto grave, lo ha ricordato in modo molto chiaro Benedetto Della Vedova. Non un militante, magari esasperato, conosciamo le piazze, magari spinto a un comportamento che certamente e comunque non dovrebbe essere tollerato, ma il presidente nazionale di una grandissima organizzazione aggredisce due parlamentari della Repubblica.
Onorevole Battistoni, sono due parlamentari, non due persone che si nascondono dietro le vesti di parlamentari . lo ha detto lei, lo ha detto lei, c'è lo stenografico, stia attento…
PRESIDENTE. Fratoianni, Fratoianni, si rivolga alla Presidenza.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Ha ragione, signora Presidente, era per suo tramite, all'onorevole Battistoni, perché l'uso sorvegliato delle parole aiuta a evitare di sbracare, specialmente quando discutiamo di cose dannatamente serie. Che il presidente di una così grande associazione aggredisca dei parlamentari della Repubblica sotto la sede del Governo della Repubblica e a pochi passi dal Parlamento, e che questo avvenga, badate, questo è ancora più grave, nel momento in cui il Parlamento, legittimamente, dopo un ampio dibattito, anche acceso - a cui, come è stato ricordato, il Ministro della Repubblica ha partecipato, e, come ha avuto modo di dire Della Vedova prima che questo accadesse, ho apprezzato, perché, quando, raramente, c'è un dibattito, bisogna apprezzarlo - ha peraltro approvato la legge, come chiedeva la manifestazione lì convocata, hanno vinto, ha vinto la maggioranza, ha vinto quell'organizzazione, allora che cosa sta succedendo in questo Paese?
Perché, attenzione, se in questo Paese succede che anche quando sei minoranza - e noi siamo la minoranza, siamo l'opposizione - il solo assumere una posizione diversa da quella della maggioranza o di chi sostiene le posizioni della maggioranza, come nel caso di Coldiretti, diventa qualcosa di innominabile, qualcosa che non ha cittadinanza, al punto tale da consentire che a qualcuno possa venire in mente di poter determinare un'aggressione fisica, allora, guardate, siamo non ad un passo, siamo già un poco oltre il limite consentito, molto oltre il limite consentito .
Per questo è necessario non solo che tutta la maggioranza condanni quello che è accaduto, è necessario che il Ministro e il Governo diano un segnale, a cominciare dall'incontro di oggi. Ed è necessario che tutti e tutte recuperino la capacità di riportare il conflitto politico, anche il più aspro, e penso che il conflitto faccia sempre bene alla democrazia, dentro limiti tollerabili, perché oggi si è superato, e di molto, il segno .
PRESIDENTE. Non vedo altri interventi su questo punto, andiamo avanti.
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). Presidente!
PRESIDENTE. Ho fatto un intervento per gruppo, collega Cuperlo, su questo tema. Non posso farla parlare su questo tema; ha parlato l'onorevole Braga.
Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà. Su un altro argomento, naturalmente.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Sì, Presidente, un altro argomento, non meno importante…
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Presidente!
PRESIDENTE. Scusi, aspetti, aspetti, collega Carotenuto. Ministro, le chiedo formalmente scusa, ma non avevo capito.
Ha chiesto di parlare il Ministro Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Non lo avevo detto, quindi non ha nulla di cui scusarsi. Ho espresso, nell'eventualità, non dubitando delle parole del collega, quindi preventivamente, prima dell'inizio di questo dibattito, com'è uscito sulle agenzie, la solidarietà al collega Della Vedova, perché non ho alcun problema a dire che la violenza verbale e fisica deve essere sempre lontana dalla politica e dalle istituzioni in particolare .
Non entro nel merito delle parole usate dai parlamentari, nonostante io lo sia in quest'Aula, rispetto a qualsiasi rappresentante di corpi sociali e dei singoli. Il collega ha correttamente affermato che a rispetto e a tutela della sua posizione sporgerà denuncia, mi pare chiaro che sia un atto non solo legittimo, ma rispetto alle affermazioni è anche ovvio e conseguente. Dopodiché si parla e si fa una richiesta che invece non reputo corretta, nel senso della procedura per quanto mi riguarda, proprio per le affermazioni che sono state fatte…
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Lei legittima la violenza!
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, . Posso?
PRESIDENTE. Collega Della Vedova, per cortesia, adesso facciamo parlare il Ministro.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Collega, io non parlo di correttezza formale, ovviamente, parlo di correttezza di quello che, rispetto alla richiesta, io intendo fare. Perché, come voi avete sottolineato, dietro un'organizzazione, quale essa sia, che si chiami CGIL, che si chiami, CISL, UIL, Coldiretti, Confagricoltura e le tante altre massimamente rappresentative del mondo del lavoro, c'è il rispetto dei lavoratori . E quindi, se c'è l'individuazione eventuale di una responsabilità personale, per quanto autorevole, io credo che gli inquirenti avranno la possibilità di dare soddisfazione, sia se c'è una violenza fisica sia se c'è una violenza verbale, che io reputo grave e inopportuna rispetto all'espressione delle idee. Chiedere di non incontrare i lavoratori credo che sia inopportuno. Quindi, io incontrerò i lavoratori e gli imprenditori agricoli che oggi tengono alla posizione che gran parte del Parlamento, come lei ricordava, ha assunto. Non chiederò loro come votano. Non chiederò loro come hanno votato, nella vita. Io voglio raccontare loro e sarò chiaro anche sulle cose che ho detto in quest'Aula, lo potrò dire anche a loro, anzi, a maggior ragione lo potrò dire a loro: per me, ogni forma di violenza rispetto alle istituzioni parlamentari - fossero pure minoritarie, anzi, più grave se perpetrata nei confronti di una minoranza - va condannata. Lo vado a dire ai lavoratori. Credo che sia inopportuno chiedere a un parlamentare, a un Ministro, a un Governo, a un membro dell'opposizione, di non rapportarsi con i lavoratori. Questa scelta io non la farò mai !
PRESIDENTE. Colleghi, per chiarezza, non è riaperto il dibattito su questo tema. Ho fatto parlare tutti i gruppi che ne hanno fatto richiesta.
Passiamo all'intervento sull'ordine dei lavori del collega Carotenuto. Prego, ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Presidente, mi viene da dire che ci sono varie forme di violenza, c'è anche quella psicologica. Noi chiediamo un'informativa urgente della Ministra Calderone, in quanto apprendiamo, da un lancio di agenzia, che ha definito imperfetta e transitoria la piattaforma SIISL. Noi troviamo inaccettabile la sciatteria del Governo su un tema così delicato, troviamo sadiche queste affermazioni alle orecchie di centinaia di migliaia di cittadini che sono stati lasciati senza un sostegno, senza formazione e senza lavoro. Dopo tutta la propaganda contro il reddito di cittadinanza e le collegate politiche attive, i nodi stanno venendo tristemente al pettine. Si ammette che non si è capaci di fare di meglio e, anzi, tutt'altro, perché abbiamo saputo che le assunzioni per i centri per l'impiego sono ferme al palo. E guardate, lo sappiamo nonostante da quelle tabelle si siano nascoste le colonne degli obiettivi di assunzione. Quindi, veramente, siamo di fronte a un modo piuttosto cialtrone di affrontare questa materia, perché è da cialtroni nascondere i propri fallimenti. La verità è che è stata fatta una corsa per cancellare il reddito di cittadinanza solo per dare un segnale a degli elettori, speculando sulla pelle di persone in difficoltà. Era chiaro a tutti che nessuna piattaforma avrebbe potuto risolvere per magia il problema della disoccupazione nel nostro Paese e quindi si è mentito sapendo di mentire, con premeditazione. Ma ormai è chiaro a tutti che questo Governo vuole diffondere povertà e che questo è un obiettivo politico del Governo di Giorgia Meloni. Lo vediamo anche con l'ostruzionismo alla legge Conte sul salario minimo. Ma ormai agli italiani è chiaro che un lavoro pagato meno di 9 euro lordi è schiavitù. Qualsiasi proposta farete, qualsiasi legge delega o altro, non scalfiranno questa consapevolezza: vi ricordo che state snobbando, in questo modo, centinaia di migliaia di firme che abbiamo raccolto per strada.
Chiudo, Presidente. Chiediamo quindi che il Ministro Calderone venga in Aula a chiarire le sue affermazioni e magari ci spieghi come mai, se da un lato la piattaforma non funziona, invece gli che avvisano della sospensione del reddito di cittadinanza, purtroppo, funzionano benissimo .
PRESIDENTE. Avverto che, nell' al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 1538, recante disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi .
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Intervengo perché ritengo che sia indispensabile, in quest'Aula, portare l'attenzione su quanto sta accadendo a Gaza. Io ritengo che la portata morale di quanto sta accadendo nella Striscia sia enorme.
Ricordo a quest'Aula alcuni numeri: in poco più di un mese, sono state uccise 11.500 persone, di cui 4.609 erano bambini. Sono dati UNICEF. Sono stati uccisi 103 operatori e operatrici dell'Agenzia dell'ONU per i rifugiati palestinesi. Sono stati uccisi 41 giornalisti. Sono stati uccisi 200 operatori e operatrici sanitarie. E questi sono dati dell'OMS. Dall'inizio del conflitto, 25 ospedali, signora Presidente, 52 centri ospedalieri e 55 ambulanze sono stati messi fuori servizio dai bombardamenti israeliani sulla Striscia. Ho lavorato 25 anni per le Agenzie delle Nazioni Unite e non ho mai riscontrato questi numeri. Questi numeri non hanno precedenti. Da questo deriva la gravità morale di quanto sta accadendo.
Signora Presidente, anche in guerra esistono le regole, tra cui il principio di distinzione, il principio di precauzione e il principio di proporzione: regole che sono state completamente violate dall'assedio totale, dalla punizione collettiva e dall'evacuazione forzata in atto, da oltre un mese, a Gaza. Che cos'è Gaza? Gaza è un territorio sigillato, da molti anni, non da ora. Non si può liberamente né entrare, né uscire. È, dunque, una prigione a cielo aperto. Presidente, il rispetto dei diritti umani è un principio universale, non si ferma alle frontiere di Israele e vale anche a Gaza. E, allora, non si possono fare due pesi e due misure, perché le vite umane hanno lo stesso valore, ovunque, Presidente. Adottare un doppio standard è pericolosissimo per tutti e tutte noi.
Questa catastrofe si consuma nella colpevole inazione di chi avrebbe la facoltà di fermare un tale scempio. Benjamin Netanyahu continua nella sua cieca azione di morte e distruzione, di cui ora - ora - fanno le spese migliaia di civili palestinesi, ma che presto, temo, purtroppo, colpirà anche gli stessi israeliani e tutti noi, in un'inesorabile spirale di violenza. L'antisemitismo in aumento in Europa ne è già, purtroppo, un campanello d'allarme. E, allora, bisogna fermare le azioni militari, bisogna trovare una soluzione politica per il rilascio degli ostaggi e per il futuro di Gaza e della Palestina tutta.
Chiudo, Presidente, perché so che i tempi sono stretti, con una nota positiva: la scorsa notte, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stata approvata una risoluzione, la 1721. È una risoluzione che è passata senza il di alcuno, questo è l'elemento positivo. Chiede immediatamente una pausa - pause estese, per la precisione, pause umanitarie estese - e chiede la creazione di corridoi umanitari. Presidente, noi ci auguriamo che questo passaggio rappresenti l'inizio della fine dell'assedio a Gaza e di tanto spargimento di sangue
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Sì, Presidente, sullo stesso tema. Mi ricollego a quanto diceva la collega, perché, proprio dopo l'esito del Consiglio di sicurezza di stanotte, noi a questo punto vogliamo chiedere al Governo di intraprendere ogni iniziativa utile per ottenere un immediato e non più rinviabile cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza. Troviamo francamente inaccettabile che Netanyahu, di fronte a questo voto, si rifiuti di interrompere immediatamente questa strage di innocenti. Nessuno può pensare di agire al di fuori del diritto internazionale.
Colleghi, siamo di fronte a numeri inaccettabili: 103 morti tra i dipendenti delle Nazioni Unite, cito dati UNICEF Italia, oltre 9.000 bambini feriti e 4.609 bambini morti. Ecco perché chiediamo un impegno serio, tempestivo ed efficace del nostro Paese, nel solco di quella tradizione che ci vuole pacificatori in quella zona di mondo. Non è accettabile che un atto terroristico diventi un di un genocidio. La storia ci chiederà conto di quello che avremo fatto e di quello che non avremo fatto. Ed è per questo che, colleghi parlamentari e membri del Governo, dobbiamo assicurarci che ad Israele non arrivi più alcun armamento prodotto sul territorio italiano.
Ed è importante per noi sapere, dunque, quali iniziative il Governo intenda intraprendere per garantire la protezione dei bambini di Gaza, affinché abbiano acqua da bere, medicine per curarsi, un letto sul quale dormire senza paura delle bombe. Quali iniziative, quindi, si intraprenderanno per ottenere un immediato cessate il fuoco
PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 15 novembre 2023, a norma dell'articolo 14, comma 2, del Regolamento, ha deliberato di autorizzare la costituzione del gruppo Italia Viva-il Centro-. Tale gruppo parlamentare è convocato nel pomeriggio di lunedì 20 novembre 2023, per procedere all'elezione del Presidente e degli altri organi direttivi.
Comunico, altresì, che l'Ufficio di Presidenza, nella medesima riunione, ha deliberato di autorizzare, sempre a norma dell'articolo 14, comma 2, del Regolamento, la permanenza del gruppo parlamentare Azione-Italia Viva-, una volta sceso per effetto della costituzione del sopracitato gruppo Italia Viva-il Centro- al di sotto della soglia numerica minima di 20 deputati con la nuova denominazione Azione-Popolari europeisti riformatori-.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
2.
S. 825 - D'INIZIATIVA DEL GOVERNO: Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi (Approvato dal Senato). (C. 1538)
: BAGNASCO.