PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 98 come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00164 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro del Turismo, Daniela Garnero Santanche' .
Ricordo che nella seduta del 3 aprile si è conclusa la discussione generale ed è intervenuta in sede di replica la Sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento.
Per dare ordine ai nostri lavori procedo all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
La chiama avrà inizio dalla deputata Forattini.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente e Signora Ministra che non c'è, e dispiace perché sarebbe stato divertente vedere la regina della richiesta di dimissioni, in questa Camera. Se ne contano - quelli che hanno ricostruito - una ventina, di richieste di dimissioni da parte dell'onorevole Santanche'. Si ricordano quelle a Speranza, a Di Maio, alla Boschi - che non era neanche indagata e che è venuta in Aula e ha preso anche la parola, perché c'è anche un certo stile quando ci si trova in determinate condizioni -, ma anche alla Ministra Azzolina. Insomma, sarebbe stato divertente vedere colei che ha chiamato sul banco degli imputati, chiedendo le dimissioni, un'infinità di Ministri, venire qui e chiedere alla Camera di votare contro le proprie dimissioni.
D'altra parte, signor Presidente, ho guardato la mozione e ho anche discusso col gruppo perché d'impatto ho detto: dobbiamo assolutamente votare a favore di una mozione di sfiducia al Ministro Santanche', atteso che pensavo fossero in discussione le politiche del Ministero del Turismo. E, per quanto ci riguarda, le politiche del Ministro del Turismo sono totalmente fallimentari. Se avessimo avuto una fiducia che faceva riferimento, come prevedono la Costituzione e i Regolamenti, all'attività propria del Ministro del Turismo, certamente avremmo votato a favore, esattamente come ieri abbiamo votato a favore - e abbiamo anche spiegato perché non abbiamo firmato quella mozione, ma poi essere intesi non è necessariamente un fatto condivisibile e comune, l'importante è spiegarlo -, perché era una mozione che chiaramente interveniva su un fatto politico.
Quella che ci troviamo di fronte oggi è una mozione, a firma del MoVimento 5 Stelle ma poi variamente commentata e sottoscritta idealmente anche da altre forze politiche, che riguarda tutt'altro. Addirittura gli estensori della mozione, il MoVimento 5 Stelle, chiamano in causa, nella prima frase di questa mozione, neanche più le questioni giudiziarie, ma le inchieste giornalistiche. La mozione si apre dicendo: “sono ormai noti i contenuti delle inchieste giornalistiche che hanno coinvolto la Ministra Santanche' (…)”, e così via. Poi ci sono anche le questioni giudiziarie. E ieri io ho visto alla televisione e poi anche sui siti che è intervenuta la collega Appendino in discussione generale, dicendo che c'era questa mozione di sfiducia perché la vicenda non è solo giudiziaria, ma politica. Ora, io pensavo che ci fosse un'altra mozione. Leggetevi questa mozione: la vicenda è totalmente giudiziaria, con qualche inserto di inchieste giornalistiche. Ma poi, la domanda retorica che si fa l'Appendino è la conferma di quello che dico, perché dice: l'accusa di truffa aggravata non basta per le dimissioni? Quindi, è del tutto evidente che il contenuto di quella mozione sia totalmente costruito sulle inchieste giornalistiche che muovono da alcune indagini, ovvero da alcune indagini che muovono da inchieste giornalistiche, ma che non hanno nulla a che vedere con il merito dell'attività - che il Parlamento deve controllare e su cui può esprimersi - del Ministro.
Ora, però, ci sono un po' di contraddizioni che si manifestano, perché io, quando ho visto che parlava la collega Appendino, sono rimasto un attimo colpito. Voglio fare una premessa, Presidente, e la voglio fare ai colleghi. Io ritengo che la condanna a 1 anno e 6 mesi nei confronti della sindaca Appendino sia una cosa fuori dalla grazia di Dio, esattamente come la condanna che c'è stata per Fuortes l'altro giorno, per un operaio che è morto al Teatro dell'Opera.
Io penso sia una cosa fuori dalla grazia di Dio. Però a intervenire per mettere in mora un Ministro e chiedere le dimissioni di un Ministro è una collega, la quale non è che è rinviata a giudizio, non è che è stata condannata in primo grado. È stata condannata in secondo grado, condanna, confermata in appello, a un anno e sei mesi per disastro colposo, lesioni e omicidio colposo plurimo. Per me è aberrante, lo dico, e per me l'auspicio è che la collega Appendino, al terzo grado di giudizio, possa finalmente essere assolta rispetto a quest'accusa, ma trovo davvero singolare che l'arringa, che l'accusa da parte del gruppo MoVimento 5 Stelle venga da una persona che è condannata in secondo grado, che è diventata vicepresidente del MoVimento 5 Stelle e che, in base al regolamento delle candidature del MoVimento 5 Stelle, non avrebbe dovuto essere candidata. Trovo veramente che tutto questo sia singolare, ma c'è di più, perché c'è l'adesione a questa mozione anche del Partito Democratico. Lo citerò spesso, c'è un articolo che ha scritto Massimo Adinolfi su di ieri che è proprio lo specchio della situazione nella quale si trova il nostro Paese. Metteva in evidenza quelli “garantisti sì, ma”, “sì, però” e mette alla luce del sole alcune dichiarazioni della segretaria del Partito Democratico, che dice: Noi, sì, siamo garantisti, ma davanti a un'accusa così grave non si può aspettare l'esito del processo. Caspita! E questo che cosa comporta? Che, senza che ci sia neanche una richiesta di rinvio a giudizio per la Ministra Santanche', sulla base di accuse così gravi, vengono chieste le dimissioni.
Vorrei rivolgermi ai colleghi di Fratelli d'Italia, perché poi entreremo anche nel campo del garantismo a targhe alterne. Sono altrettanto basito, e mi dispiace che non ci sia qui la collega Santanche', che - lo dico ai colleghi di Fratelli d'Italia - il garantismo un tanto al chilo porti a dire che fino adesso non si deve dimettere, ma, se arriva il rinvio a giudizio, allora la Ministra Santanche' si deve dimettere. E che principio di garantismo è questo?
Questa è l'inversione, perché noi ormai siamo portati, cari colleghi, a sostenere - lo sentiamo in continuazione - che è l'imputato che deve dimostrare di essere innocente, e non, come prevedono la Costituzione e lo Stato di diritto, che è l'accusa che deve dimostrare che tu sei colpevole e quindi il presupposto di base è che, finché non c'è un dato definitivo, una sentenza definitiva, sei innocente. E allora che serietà c'è, che coerenza c'è a dire che, se arriva il rinvio a giudizio, allora si deve dimettere? E che differenza c'è tra adesso, il rinvio a giudizio, il primo grado e il secondo grado? Il presupposto dell'innocenza dove sta, ammesso che si accetti che comunque una questione giudiziaria possa intervenire sulle dimissioni di un Ministro? E d'altra parte le targhe alterne le abbiamo notate anche di recente, perché, giustamente, difendiamo la Santanche' da tutte le cose e via dicendo, e dentro quest'Aula, soltanto qualche settimana fa, si è prodotto un dibattito sul sindaco di Bari e su tutto quello che è costruito lì intorno che dimostra chiaramente che qui dentro una cultura trasversale non esiste dal punto di vista garantista.
Ma c'è la terza posizione, perché ci sono quelli che dicono le cose giornalistiche, quelli che dicono le cose giudiziarie, e abbiamo infarcito questo straordinario dibattito anche di quelli che si pongono il tema dell'etica. Si chiedono le dimissioni del Ministro Santanche' - cito il senatore Calenda -, le dimissioni sono dovute non perché è indagata o eventualmente rinviata a giudizio, ma perché i comportamenti di cui abbiamo evidenza non sono compatibili con la carica di Ministro. Quindi, abbiamo il tribunale dell'etica. Adinolfi ricordava, l'altro giorno, su una celebre frase di Andreotti, che diceva: distinguerei le persone morali dai moralisti, perché molti di coloro che parlano di etica, a forza di discuterne, non hanno poi il tempo di praticarla. Ma che noi ci troviamo in un'Aula parlamentare a dover dibattere e decidere una mozione di sfiducia sulla base di principi etici, sarei molto interessato a sapere quali sono le regole dell'etica alle quali bisogna attenersi per cui un Ministro sia compatibile con la sua carica oppure no. È molto interessante aggiungere questo a tutti gli elementi che distorcono il senso delle dimissioni.
Ho finito, signor Presidente. Noi siamo gli unici, cari colleghi, siamo gli unici che possiamo in ogni occasione avere la stessa posizione; anzi no, Presidente, devo dire che siamo gli unici, accompagnati da qualcuno che casualmente oggi non è in Aula, e mi riferisco al collega Enrico Costa, perché siamo gli unici che, prima di pensare a essere non garantisti, ma vicini alla Costituzione, applicare la Costituzione e chiedere l'applicazione della Costituzione, lo facciamo con gli altri. Lo facciamo oggi con loro, lo abbiamo fatto con tante altre persone, e noi pensiamo che per essere credibili bisogna esserlo innanzitutto con gli avversari. Vorrei chiudere perché - mi consenta veramente un minuto, Presidente - quello che stiamo vivendo oggi, cari colleghi di tutte le forze politiche, lo abbiamo vissuto in quest'Aula in tante occasioni. Lo abbiamo vissuto, nel 2006, con Francesco Storace, Ministro della Salute, che si dimette per l'inchiesta e nel 2012 è assolto perché il fatto non sussiste. Lo abbiamo vissuto, nel 2007, con Clemente Mastella, indagato dalla procura di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta per abuso d'ufficio; viene archiviato nel 2008 con la seguente motivazione: non vi erano neanche gli estremi per poter iscrivere Mastella nel registro degli indagati. Nel 2008 viene accusato, con la moglie, di concorso esterno in associazione a delinquere dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, si dimette e cade il Governo Prodi; nel 2017 viene assolto con formula piena. Nel 2011, Francesco Saverio Romano, Ministro dell'Agricoltura, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, poi assolto nel 2012. Nel 2014 Nunzia De Girolamo, neanche indagata, si deve dimettere, e poi ovviamente nel 2022 è assolta. Nel 2015 Lupi, Ministro delle Infrastrutture, si dimette a seguito alla pubblicazione di intercettazioni, e chiaramente non ci poteva essere che assoluzione perché non c'era niente, ma si è dovuto dimettere. La Guidi, nel 2016, perché il fratello aveva parlato, e ovviamente non c'era niente e si è dimessa. Non si è dovuto dimettere, ma chiedete a Fassino che cosa ha passato per 10 anni per la questione del Salone del libro, e non voglio parlare di Oliverio, il presidente della regione Calabria, che è stato perseguitato.
Ho veramente chiuso, Presidente. Non voglio parlare di due perseguitati noti, che si chiamano Matteo Renzi, la persecuzione giudiziaria è arrivata sulla famiglia e sui genitori, e Silvio Berlusconi, la cui persecuzione giudiziaria prosegue anche dopo la morte, questa è la realtà nella quale ci troviamo. Ci sono altre due persone, e ho chiuso, che sono Simone Uggetti, sindaco di Lodi, che è stato arrestato nel 2006 per turbativa d'asta. Il 1° agosto si dimise, arrivò il vicesindaco, il commissario. Nel 2017 alle elezioni cambia la maggioranza, una maggioranza di centrodestra, per la prima volta governa la Lega e nel 2023 viene totalmente prosciolto. Fatta saltare una maggioranza per un'inchiesta da cui poi è stato prosciolto. E la stessa cosa, per rimanere, con Gianbattista Fratus della Lega, che nel maggio del 2019 va agli arresti domiciliari per corruzione elettorale, nel 2020 viene condannato a due anni in primo grado e a gennaio 2024 viene assolto in appello. Intanto, nel 2019, commissario, elezioni e sindaco di centrosinistra. Ma non vi basta tutto questo per capire che non possiamo farci condizionare nell'attività politica dalle vicende giudiziarie, che devono avere il loro corso ? E la politica, tanto più quando riguarda gli avversari, deve difendere la sua funzione, che non ha nulla a che vedere con le inchieste giudiziarie, che sono inchieste, e deve essere provata la colpevolezza delle persone, e non sono le persone che devono provare la loro innocenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavo. Ne ha facoltà.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, mi sia consentito di iniziare in maniera irrituale. Vorrei partire con una domanda. So di non poter ricevere risposta, non potendola rivolgere direttamente ai colleghi dell'opposizione, ma forse, ponendola ad alta voce in quest'Aula, potrà indurre qualche riflessione. Abbiamo impiegato bene il nostro tempo? Nelle ore che abbiamo utilizzato per discutere di vicende che al momento sono oggetto di indagine da parte della magistratura avremmo piuttosto potuto affrontare temi che riguardano i cittadini, le famiglie, le imprese, le tensioni internazionali. Temi su cui anche l'opposizione, di tanto in tanto, incalza il Governo, sollecita risposte e propone soluzioni. O meglio, dovrebbe, perché si può fare opposizione costruttiva, ne beneficiano non solo il Paese, ma la credibilità delle forze che la esercitano e la fiducia nelle istituzioni.
E, invece, no: siamo qui a discutere di questioni amministrative relative alla gestione di un'impresa riconducibile a Daniela Santanche' nella qualità di imprenditrice, non di politico, né tantomeno di esponente del Governo in carica, vicende che oltretutto risalirebbero a un'epoca precedente all'insediamento di questo Governo e nulla avrebbero a che vedere con la sua attività ministeriale, questioni che la magistratura valuterà.
Non siamo nella fase del rinvio a giudizio, siamo ancora nell'ambito di un'indagine. Daniela Santanche' è indagata, non rinviata a giudizio, non giudicata. A fronte della sua iscrizione nel registro degli indagati, però, si alza dall'opposizione il grido “dimissioni”. Devo ammettere - e questo ritengo faccia onore, almeno a livello personale, a coloro che non si uniscono al coro - che si tratta di un coro ben poco armonioso: ci sono voci più convinte, altre meno e chi tace.
In questi giorni, i quotidiani e le agenzie erano pieni di titoli della serie: “Le opposizioni cercano di compattarsi sulla sfiducia alla Santanche'”. Davvero questa è la proposta politica, la vostra proposta politica? Questa è l'alternativa che proponete al Paese? Tra i sofismi che ho sentito esprimere in queste ore i più acrobatici erano quelli che puntavano a sostenere che fosse un atto politico chiedere le dimissioni di un Ministro perché indagato. Non mi interessa utilizzare l'argomento della giustizia a orologeria; ritengo che la magistratura sappia fare il suo dovere, valuterà i fatti e si esprimerà con gli atti che riterrà più opportuni.
Opportunità: mi soffermo un momento su questa parola richiamata spesso in casi come questo: si solleva la questione se sia opportuno o no che un esponente politico ricopra un determinato incarico nel caso in cui rientri in qualche modo nell'occhio di bue della magistratura. Su questo punto, ritengo che l'opportunità sia soggettiva e non oggettiva, perché altrimenti si vanno a ledere severamente le garanzie costituzionali volte a tutelare le fondamentali libertà dei cittadini nei confronti del potere giudiziario.
Le dimissioni ora, in questa fase, senza una condanna, creerebbero un pericoloso precedente e - come ha dichiarato ieri in Aula la Sottosegretaria Matilde Siracusano (dichiarazioni che condividiamo) - rischierebbero di attribuire alla magistratura la funzione di comporre e scomporre i Governi. Da un lato, si getta via il principio di presunzione di innocenza, un nonnulla, qualcosa di così superfluo da poterlo ignorare; dall'altro, si grava la magistratura di una responsabilità e di un onere che non deve avere e che, a mio avviso, non chiede nemmeno di avere. Un magistrato inquirente non può porsi il problema che, da una propria indagine, possa derivare un caso politico - anche questa è indipendenza della magistratura - e, dando una lettura politica ad ogni fascicolo di ogni inchiesta e di ogni atto, siamo noi che intacchiamo quell'indipendenza e politicizziamo la giustizia. Ritengo sia fondamentalmente sbagliato attribuire significato politico a questioni giudiziarie: danneggia la vita politica, segna la vita degli individui coinvolti, influenza il lavoro della magistratura e soprattutto compromette le garanzie fondamentali sancite dalla nostra Costituzione. Sia chiaro che, nel momento in cui un principio, come la presunzione di innocenza, non viene riconosciuto a un solo individuo o a una categoria di individui, viene pregiudicato in assoluto. I princìpi e le garanzie fondamentali esistono perché universali. Il tema oggi è proprio questo, il garantismo, un nodo che ancora una volta è la nostra Costituzione a sciogliere, scegliendo di garantire la persona fino a prova contraria, basandosi sulla presunzione di innocenza e non di colpevolezza.
Ho sentito ieri mattina, in discussione generale, evocare la Costituzione, in particolare proprio l'articolo 27, che cito, per ricordarlo, prima di tutto, a me stessa: “La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Ecco, la tesi dell'onorevole Pavanelli in quest'Aula è che questo articolo non deve valere per la Ministra Santanche', non deve valere per chi ricopre cariche istituzionali. Si chiama Stato di diritto, invece, ed implica che tutti i cittadini abbiano le stesse tutele e garanzie dinanzi alla legge. Io temo che nulla di tutto quanto si è discusso, dai dettagli giudiziari alle garanzie costituzionali, sia davvero al centro degli interessi di coloro che hanno presentato la mozione di sfiducia contro la Ministra. Forse non ci si è nemmeno posti il tema delle implicazioni: si è scelto di cogliere un'occasione, l'occasione per aggregare campi e campetti, per compattare ciò che, evidentemente, non trova un altro motivo per stare insieme: unirsi “contro”, invece che “per” è un grande segno di debolezza, ma soprattutto di inconsistenza politica. Lo dico con rammarico, perché un'opposizione debole non fa bene al Paese, ma nemmeno al Governo. È dal dibattito, anche acceso, che nascono nuove idee.
Invece, ho sentito proporre con acredine, come fossero una colpa tale da richiedere le dimissioni, valutazioni politiche della Ministra e senatrice Santanche' che non riguardavano, dunque, né la vicenda giudiziaria richiamata a pretesto, né la sua attività di governo. Non ho sentito parlare dei numeri del turismo, in crescita dell'8,1 per cento nel 2023 rispetto al 2022, superando, per la prima volta, i livelli pre-COVID, oppure i dati di questa Pasqua, che segnano un altro più 8 per cento rispetto al 2023 (11 milioni di turisti, 4 miliardi di fatturato), non ho sentito un dibattito sulla sua adeguatezza a fare il Ministro del Turismo. Ho sentito, invece, da molti colleghi in discussione generale ripetere le opinioni espresse come senatrice sul reddito di cittadinanza. Il collega Scotto del PD ha ricordato le sue esternazioni contro la paghetta di Stato.
Ancora, la collega Pavanelli ha citato le sue ripetute comparse in TV contro il reddito di cittadinanza e la collega Appendino ha aggiunto che lo faceva con la sfacciataggine di chi aveva la verità in tasca. Daniela Santanche', comunque, dovrebbe dimettersi su mozione del MoVimento 5 Stelle, perché ha combattuto il reddito di cittadinanza: sì, siamo contrari alle paghette di Stato, abbiamo sostituito il reddito con tutele dedicate a chi davvero aveva bisogno, come previsto nel nostro programma di Governo, su cui abbiamo ottenuto la maggioranza in Parlamento e di cui risponderemo di fronte al nostro elettorato. Non potete chiedere le dimissioni di un Ministro per valutazioni politiche legittime, anche se non le condividete. Avremmo potuto dedicare questo tempo al dibattito su temi che riguardano l'economia, la società, le politiche del turismo; avremmo potuto ragionare sulla nuova linea politica data dalla Ministra, che non badi solo al numero dei turisti, ma alla ricchezza che il turismo deve portare al territorio. Penso, per esempio, alla polemica di questi giorni riguardante le Cinque Terre, all'aumento delle tariffe dei treni per garantire la gratuità agli studenti liguri. Finalmente ho sentito dire da un Ministro del Turismo che non contano solo i numeri dei turisti, ma anche quanto spendono nel nostro Paese. Avremmo potuto guardare insieme al futuro, a ciò che accade fuori da questo Palazzo, alle nuove generazioni e, invece, abbiamo offerto al Paese, ancora una volta, uno spettacolo deludente, abbiamo messo un mattoncino in più su quel muro che spesso divide la gente dalle istituzioni. Però è possibile che in realtà l'obiettivo di chi ha proposto questa mozione fosse un altro, quello di creare una frattura nella maggioranza, di provocare divisioni e instabilità, una strategia sottile, ma fallimentare.
Cari colleghi, trovate nuovamente dinanzi a voi, oggi come ieri, una coalizione compatta, coesa, forte e unita, perché il centrodestra è costruito su una condivisione di valori, di idee e di visione per il futuro del Paese e fa fronte comune rispetto alla squadra di Governo scelta per portare avanti quanto proposto nel programma elettorale.
Noi Moderati rappresenta una forza politica garantista, che considera sempre valido l'insieme delle garanzie costituzionali atte a tutelare le fondamentali libertà dei cittadini nei confronti del potere politico e giudiziario: noi non siamo garantisti a corrente alternata a seconda del momento o dell'indagato; lo siamo sempre e lo siamo anche questa volta nei confronti della Ministra Santanche'. Per questo esprimo, a nome mio e del gruppo che rappresento, di Noi Moderati, il voto contrario sulla mozione di sfiducia contro la Ministra Santanche'. Rinnoviamo come Noi Moderati la fiducia a questo Governo e a un modo diverso di fare politica.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, Ministri, Sottosegretari, Ministra che non c'è. “Ci fidiamo dei nostri alleati”, ho appena sentito e così dichiara la Lega oggi; la mozione nei confronti di Daniela Santanche' “sarà l'ennesima sconfitta della sinistra”, tuona Forza Italia. E ancora: “Il Centrodestra si mostrerà unito”, abbiamo sentito dalle parole di Fratelli d'Italia. Ma vedete, fa piacere - lo dico a chi è presente - che siate fiduciosi, che facciate quadrato e anche che vi sentiate più uniti dopo queste mozioni, il problema però, Presidente, è di chi vi fidate e per cosa vi unite.
La risposta è breve e pesante, come il potere, ma il potere logora chi non lo ha e rende chi lo detiene avidamente cieco. Vi sblocco un ricordo: l'ex Sottosegretario Sgarbi ha dovuto, finalmente, dopo mesi, ammettere la sua incompatibilità con la dignità delle istituzioni. Perché è di questo che stiamo parlando.
Non c'è alcuna Santa inquisizione - lo diciamo al capogruppo Foti -, si tratta di tutelare l'autorevolezza e la dignità delle istituzioni. Il fatto che serriate i ranghi contro tale principio è inquietante, per noi.
Ignazio La Russa fa girare la sua foto pasquale insieme a Santanche', al Twiga, e il gesto parla da solo. Auguri. La questione, infatti, è politica: questo Parlamento non intende certo sostituirsi alle prerogative delle procure - lo diciamo alla Sottosegretaria, che ieri ci ha accusato anche di questo -, ma sono la gravità dei reati ipotizzati e l'atteggiamento tenuto dalla Ministra a imporre un passo indietro dal ruolo, in attesa del giudizio.
La procura di Milano ha notificato la conclusione delle indagini su un caso in cui Santanche' è indagata per truffa ai danni dell'INPS, truffa aggravata nei confronti dell'ente, per una presunta gestione irregolare della cassa integrazione in deroga COVID. Si tratta di oltre 126.000 euro, per un totale di oltre 20.000 ore, versati dall'ente pubblico nelle casse di due società, che li avrebbero indebitamente percepiti; 13 dipendenti messi in cassa integrazione, a zero ore, a loro insaputa, mentre continuavano l'attività lavorativa. Sempre la procura di Milano ha affidato alla Guardia di finanza il compito di fare accertamenti bancari sulla compravendita della famosa villa in Toscana. In questo caso, gli indagati sarebbero accusati di riciclaggio. Altre indagini sulla gestione di aziende riconducibili alla Ministra, come nel caso di Visibilia, concernerebbero bancarotta e falso in bilancio. La vicenda è molto semplice: in ballo c'è il denaro, c'è il fisco, c'è l'INPS e c'è l'Agenzia delle entrate. Ci sono, insomma, le risorse pubbliche di tutti noi e il tentativo di non contribuirvi o, peggio, di approfittarsene.
Questa vicenda è emblematica di una piaga del Paese, ossia la diffusa convinzione che le tasse e gli obblighi imprenditoriali siano un ostacolo a lasciar fare chi vuole fare, lo dite sempre. D'altra parte, chi ci schernisce dichiarando “non dirò mai che le tasse sono bellissime” non ha certo in mente una società equa. Abbiamo capito che, per questo Governo, “fisco amico” significa amico di elusori ed evasori e nemico della gran parte dei contribuenti, che si sentono, anche questa volta, fregati da voi . Rottamazioni, condoni, riduzione delle sanzioni, depenalizzazioni: ne avete fatti 18 in 18 mesi. Questa è la vostra ricetta per gestire l'evasione fiscale in Italia. Come potreste, quindi, non spalleggiare una Ministra accusata di aver spezzato - parole vostre - “qualche catenella fiscale”? Un Governo che considera le tasse un pizzo di Stato e non ha mai neanche ipotizzato forme di redistribuzione della ricchezza - noi lo diciamo - dal capitale accumulato verso l'aumento dei salari, del . Ma qui siamo un gradino sotto alla lotta di classe: altro che conflitto, qui siamo alla frode di classe. Che cosa ci dovremmo aspettare? Lo dico a chi continua a mischiare i piani.
Ci sono due cose gravissime su cui non c'è alcun giudizio da attendere.
La prima: la Ministra Santanche' ha mentito spudoratamente nell'Aula del Senato e di fronte al Paese , e di questo non c'è secondo e terzo grado.
La seconda: la Ministra Santanche' non ha pronunciato parole di scusa verso i suoi dipendenti, ma, soprattutto, nel momento in cui poteva scegliere tra il loro stipendio e i suoi emolumenti, ha scelto. E lo chiedo all'Aula, lo chiedo al Paese: che cosa ha scelto? A me pare che la risposta sia chiara, e non ha nemmeno versato loro il TFR. Il fatto è che c'è chi adora non solo sorseggiare i sul proprio privato, ma anche poter gridare “ciao povery” verso la riva, possibilmente verso quelli che gli hanno pagato quel , gli hanno pagato quello . C'è chi ritiene la furbizia la più grande virtù e si sente un dio comprando e rivendendo una villa in un'ora, mentre i dipendenti e i fornitori non vengono pagati. È questa l'accusa che dovreste dire al Paese e che dovreste rigettare al mare e, invece, state zitti. Purtroppo, il ventennio berlusconiano ha costruito questo tipo di immaginario. Ecco il “fare” di cui andate parlando, ma non è che una miserabile truffa.
Qui il tema non sono nemmeno le indagini che coinvolgono Santanche', ma il suo disprezzo nei confronti delle persone che lavorano nelle sue aziende e che, loro sì, le tasse le pagano, le pagano tutte, Presidente, il disprezzo, in ultimo, del bene comune e della collettività e di ciò che ciascuno dovrebbe fare per contribuirvi. Perché ciò che conta è il profitto e meno siamo a goderne, più possiamo ridere di chi si affanna per poco, più riusciamo a far fesso lo Stato, più ci sentiamo eroi. Peccato che Daniela Santanche' sia accusata di truffa aggravata nei confronti dello Stato, che dovrebbe, invece, rappresentare.
Noi, oggi, sfiduciamo Daniela Santanche' anche per dare un segnale a chi vive del proprio lavoro e a chi fa impresa, investendo, studiando, garantendo paghe giuste e diritti . No, Ministra che non c'è, non ci rappresenti, il tuo banco è vuoto e lo rimarrà per tanto. Vediamo, però, la pitonessa impegnatissima a rilanciare l'aeroporto, anzi, per precisione, l'Elitaxi di Cortina, perché il traffico dei SUV è un inferno. Guardi, l'unico inferno in Italia è quello di chi non può lavorare perché non ha opportunità, di chi lavora e rimane povero, di chi deve fare due o tre lavori perché, a fine stipendio, mancano ancora troppi giorni del mese. Questo è l'inferno. E lei dice che, per una cattolica come lei, il problema non sono i fascisti, è il diavolo: peccato che il diavolo veste Prada e non paga i suoi dipendenti . Questo è il problema. È l'avidità che rende ciechi, è l'avidità che vi rende ladri.
Noi pensiamo che nessuno in Italia dovrebbe lavorare per meno di 1.200 euro l'ora , per meno di 1.200 euro al mese, che sotto i 9 euro sia sfruttamento... sì, scusate, 1.200 euro non è neanche un centesimo o un millesimo di quello che ha guadagnato la Santanche' in un'ora . Noi pensiamo che sotto i 9 euro sia sfruttamento. Sì, noi siamo quelli del salario minimo legale . E vi chiedo: voi chi siete? Difendete quel banco vuoto, ma, presto o tardi, non potrete più difendere nemmeno quello .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Partiamo da un rammarico, che è un doppio rammarico, con quello di ieri rispetto al Ministro Salvini, per cui si discute una richiesta di sfiducia senza la presenza dei Ministri in oggetto. Quest'Aula ha visto tante mozioni di sfiducia, ma ha visto anche tanti Ministri metterci la faccia, venire qui, rispondere e chiedere al Parlamento di non votare quella sfiducia. A noi spiace che oggi la Ministra Santanche' non sia qui.
Parto con una premessa. C'è una ragione per cui il nostro gruppo non ha firmato questa mozione di sfiducia: non l'ha firmata perché non condivide come è stata scritta e non condivide le premesse, che sono un resoconto di un processo giudiziario che non deve entrare, essere in quest'Aula.
L'inchiesta giornalistica e quanto si sente riguardo a tutto ciò che sta accadendo sul piano giudiziario non compete a quest'Aula. Non siamo noi a dover giudicare la colpevolezza o l'innocenza del Ministro Santanche'. Quando si è garantisti, si ribadisce - l'avremmo voluto ribadire anche al Ministro, se fosse stato presente in Aula in questo momento - che al momento Daniela Santanche' è non colpevole e non sarà quest'Aula a giudicare sulla sua colpevolezza. Non solo, il nostro gruppo le augura anche di potersi, in caso, difendere nelle aule competenti e dimostrare la sua innocenza.
Non è questa la questione per cui oggi c'è una mozione di sfiducia. Non è il processo giudiziario, non è la colpevolezza o l'innocenza ma è una questione di opportunità politica. Alcuni interventi prima del mio hanno un po' confuso le cose sul garantismo. Non si può infatti essere garantisti senza la possibilità di dare un giudizio politico rispetto ai fatti che stanno accadendo, non si può. Arriviamo quasi a un paradosso perché abbiamo chiesto la sfiducia per tantissime ragioni che non comportano neanche la menzione di reato ma non possiamo farlo laddove comporta un reato, perché bisogna essere garantisti. Quindi, conviene a un Ministro di ricevere un avviso di garanzia così, fino a prova contraria, non si può fare un giudizio politico. No, il giudizio politico si fa ed è anche un giudizio di opportunità, perché dovete spiegare a questo Parlamento come può il Ministro del Turismo, il lunedì, vestirsi da Ministro della Repubblica, andare nel suo Ministero e prendere provvedimenti per tutelare lo Stato e, il martedì, da cittadina imprenditrice, doversi difendere per truffa ai danni dello Stato. C'è una ragione di opportunità e di etica ancora in questo Parlamento ? C'è un ragionamento da fare di opportunità politica? Ci sono dei Ministri che si sono dimessi per molto meno, per rappresentare l'etica e l'onorabilità del ruolo che hanno, perché il Ministro della Repubblica rappresenta tutti noi e il Ministro del Turismo lo fa quando gira per il mondo. Come può girare per il mondo a rappresentare l'Italia e, nello stesso tempo, doversi difendere dall'accusa di truffa ai danni dello Stato. Allora, c'è un giudizio politico? Sì, anche, c'è un giudizio politico che riguarda questo conflitto continuo tra la Ministra del Turismo che fa gli interessi del Paese e la Santanche' imprenditrice che fa gli interessi privati. No, questo non va bene. Noi crediamo semplicemente che non si sarebbe dovuti neanche arrivare a questa mozione di sfiducia. Come hanno fatto altri Ministri, avrebbe dovuto dare le dimissioni lei, nel rispetto del ruolo che ricopre, perché deve spogliarsi della sua veste pubblica per potersi difendere nei processi da privata, processi che dovranno essere affrontati fuori da quest'Aula ma che comunque devono garantire l'onorabilità di quel Ministro.
Poi c'è una cosa grave, ancora più grave. La Ministra ha mentito al Senato e io credo che questa sia semplicemente una ragione per chiedere le dimissioni di un Ministro. La Ministra ha mentito due volte, ha mentito quando ha dichiarato al Senato di avere partecipazioni irrisorie nelle società coinvolte, cosa che è palesemente non vera con i ruoli che manteneva in quelle società, ma ha mentito anche, ed è la cosa ancor più grave, quando ha detto che tutti i lavoratori sarebbero stati risarciti, e questo, ad oggi, non è successo. Anzi, non solo non è successo ma, essendo stata respinta la richiesta di fallimento della società, oggi quegli stipendi e quelle liquidazioni verranno pagati con il fondo TFR dello Stato. Allora, abbiamo un Ministro che deve difendere i diritti dello Stato e che, allo stesso tempo, da imprenditrice, usa lo Stato per pagare quello che non ha pagato lei.
C'è un ultimo punto, con cui concludo. Come ha ben detto il collega prima, la Ministra Santanche' è la protagonista delle più grandi richieste di dimissioni a chiunque. L'elenco è lunghissimo e i giornali si stanno divertendo: dal Ministro Lamorgese al Ministro Speranza, dal Presidente Conte, a Giuseppe Provenzano, Nicola Morra, Lucia Azzolina, Pasquale Tridico, Manlio Di Stefano, Carlo Borghesi, Alfonso Bonafede, Lorenzo Fioramonti e l'onorevole Boschi. Le ha chieste praticamente a tutti. Però, bisogna avere anche coerenza e onorabilità rispetto ai fatti. Ha chiesto dimissioni per fatti molto meno gravi e oggi forse dovrebbe farlo. Tuttavia, c'è una richiesta di dimissioni che mi ha colpito nel rileggere i che vengono pubblicati ed è quella alla Ministra Josefa Idem. Quando la Ministra Santanche' si riferisce a quella vicenda dice: quelle cose che ha fatto o non ha fatto, lo dimostrerà, non sono una mancanza pazzesca, sono una leggerezza, ma quella leggerezza è del tutto incompatibile quando un Ministro rappresenta la Repubblica italiana. Ecco, ha ragione la Ministra Santanche', la pensiamo come lei ed è la ragione per cui voteremo questa richiesta di sfiducia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, non di donne e uomini oggi discutiamo ma di principi, principi che superano di gran lunga il perimetro delle ideologie, della battaglia politica e della lotta parlamentare, per quanto aspra possa essere. Principi che sono nel DNA di Forza Italia e che dovrebbero rappresentare patrimonio comune di tutti i presenti, oltre che l'architrave della nostra architettura costituzionale. Principi che sono non idee astratte ma valori concreti che regolano la vita democratica del nostro Paese e la disciplinano offrendo garanzie e tutele a tutti, a prescindere dai ruoli e dai nomi. Dirò subito che Forza Italia voterà, con convinzione, contro la mozione di sfiducia firmata dalle opposizioni nei confronti del Ministro Santanche' e lo farà coerentemente con i suoi principi fondamentali, quelli che un grande statista, di nome Silvio Berlusconi, ha trasfuso nel nostro codice genetico, avendoli dolorosamente provati sulla sua pelle. La nostra bussola è stata, è e sempre sarà il garantismo, una tradizione per noi sacra nel contesto della giustizia e della politica che, purtroppo, in questi anni ha perso diritto di cittadinanza nel nostro Paese e che stiamo faticosamente, con questo Governo e con questa maggioranza, recuperando ai valori non negoziabili dell'agire politico. Una posizione che non nasce dalla difesa aprioristica di una componente del Governo ma che Forza Italia può orgogliosamente rivendicare come della sua condotta lunga un trentennio, una linea che abbiamo mantenuto costante nel tempo, indipendentemente dalla nostra posizione nel panorama politico, sia che ci trovassimo al Governo sia che fossimo all'opposizione sia che si dovesse giudicare un avversario politico sia che si dovesse giudicare un alleato. E sfido chiunque a dimostrare il contrario. Il rispetto del principio di presunzione di innocenza fino a prova contraria è un baluardo della democrazia, sancito non solo dai codici etici e dalla consuetudine politica ma anche dalla nostra Carta costituzionale, precisamente all'articolo 27. Questo principio non è negoziabile e rappresenta un caposaldo della nostra azione politica che mira a garantire che nessun individuo sia prematuramente giudicato colpevole fino al passaggio definitivo di una sentenza, circostanza questa che, nel caso del Ministro Santanche', non solo è avvenuta ma è anche lungi dal verificarsi. La distinzione tra lotta politica e giudiziaria è un pilastro fondamentale che guida la nostra scelta di votare contro la mozione di sfiducia. La politica è l'arena in cui si confrontano idee, progetti e visioni per il futuro del nostro Paese. Le questioni giudiziarie, invece, seguono un percorso ben diverso, basato su indagini, processi e prove concrete che non si formano né con le interviste sui giornali tantomeno con le arringhe sui o con le suggestioni da cronisti di giudiziaria. Confondere questi due ambiti o tentare di dissimularne l'incompatibilità significa non solo compromettere la chiarezza e l'efficacia dell'azione politica ma anche minare i principi di equità e giustizia su cui si fonda il nostro sistema legale. Crediamo fermamente che le vicende giudiziarie debbano essere risolte nelle sedi appropriate, senza che tali questioni influenzino indebitamente il dibattito e le decisioni pubbliche. La nostra contrarietà alle mozioni di sfiducia individuali basate su accuse di natura giudiziaria è una diretta conseguenza di questi principi. Non vogliamo che il Parlamento diventi teatro di strategie e di manifestazioni volte a colpire avversari politici attraverso strumenti giudiziari più o meno chiari, più o meno definiti. È una pratica che ha già causato notevoli danni al tessuto politico e sociale del nostro paese e che anche i colleghi delle opposizioni conoscono, purtroppo, per averle vissute in prima persona.
La storia del nostro Paese è piena di nomi, di casi giudiziari che si sono conclusi con assoluzioni eclatanti, ma con vite distrutte. Il nostro obiettivo resta sempre il confronto politico, per quanto possa essere aspro, duro, arcigno, ruvido, ma politico, con la P maiuscola, focalizzato dunque su idee, progetti e programmi e non costretto ad assumere posizioni ancillari rispetto a questioni legali che seguono e dovranno seguire il loro percorso nelle sedi competenti.
Il nostro “no” alla mozione di sfiducia contro l'onorevole Santanche' non è soltanto una scelta politica ponderata e coerente con la nostra storia, ma una vigorosa, chiara e forte affermazione di principi e valori che riteniamo fondamentali. Per Forza Italia, la difesa della presunzione di innocenza, la separazione tra politica e giustizia e il rifiuto di strumentalizzazioni giudiziarie in ambito politico sono pilastri irrinunciabili che guidano la nostra azione ogni giorno e, a maggior ragione, se l'obiettivo dichiarato di questa indebita commistione tra politica e giustizia ha doverosamente e chiaramente offerto in una propria informativa tutti i chiarimenti ritenuti utili in questa fase del procedimento a dissipare i dubbi o a tacitare i sospetti. Continuare a brandire e a strumentalizzare la giustizia per sconfiggere l'avversario di turno non è solo eticamente e politicamente sbagliato, ma è anche un'offesa all'alta funzione che proprio la giustizia ricopre nel nostro Paese, un Paese in cui, per fortuna, non esistono, come qualcuno vorrebbe, presunti colpevoli, ma innocenti fino a prova contraria .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, non vedo la Ministra Santanche' tra i banchi del Governo, spero onestamente che sia un presagio .
Presidente, quante volte, anche nei suoi discorsi, ha sentito dire: l'Italia potrebbe vivere di sole opere d'arte e turismo? Poi, arriva il Governo Meloni e, in questi settori strategici del Paese, nomina una persona come Sgarbi e una come la Ministra Santanche', uno accusato di sottrazione fraudolenta e l'altra indagata per falso in bilancio ai danni dell'INPS. E meno male che volevate fare una Commissione d'inchiesta su Tridico e sull'INPS! Voi su Tridico .
Il punto vero, politico, è che, secondo noi, oggi, non dovremmo proprio essere qui, perché per quanto ci riguarda, la Ministra Santanche' non avrebbe dovuto essere Ministra fin dall'inizio per tutta la marea di conflitti di interessi che ha. L'avete nominata, non lo so, per competenza? Spero di no. L'avete nominata per le sue capacità manageriali? Quello che tocca diventa debito. Allora, avendo un conflitto di interessi incredibile, mi chiedo come mai l'abbiate nominata proprio Ministro del Turismo. Non lo so, lo dico per assurdo, sarebbe come nominare Ministro della Difesa una persona che ha a che fare con la vendita delle armi. Una cosa pazzesca ! Ah, già, in realtà, è così.
La vicenda Santanche', come ho già detto, è piena di conflitti di interessi e brutti esempi per il Paese, dalle sdraio del Twiga al suo ruolo in Ki Group, per non parlare del trattamento dei dipendenti di Visibilia, a cui va, ovviamente, la nostra solidarietà, ma ce ne sono due che sono davvero pesanti: vedere un Governo che tace davanti a una speculazione, davanti al fatto che il compagno di una Ministra, insieme alla moglie della seconda carica dello Stato, facciano la compravendita di una casa, guadagnando un milione nel giro di un'ora, è una cosa che, in questo momento storico, fa accapponare la pelle , soprattutto, se a farlo è un Governo che ha negato l'aiuto a centinaia di migliaia di cittadini che sono sull'uscio proprio di un immobile a cercare di difendere la propria casa, perché, probabilmente, una banca o l'Agenzia delle entrate gliela vuole portare via, mettendola all'asta, visto l'aumento delle rate dei mutui, aumenti a cui questo Governo non ha voluto minimamente prestare attenzione, nonostante la proposta del MoVimento 5 Stelle, che quantomeno chiedeva di tassare quegli extraprofitti che le banche stanno facendo sulla pelle delle persone per cercare di aiutarle. Ma fin qui non c'è stato alcun tipo di risposta.
Ma non basta, perché state difendendo la signora Santanche' da un'accusa intollerabile: aver utilizzato i fondi COVID alle spalle di un Paese di persone stremate da una pandemia mondiale , togliendoli dalla disponibilità delle persone. Ora, va bene che la soluzione, nel momento più buio della storia del Paese, ce l'avesse la Meloni all'opposizione: bastava un clic. Signori, era facile! A voi, che, durante quel periodo, siete stati lì, con i codici Ateco, per cercare di trovare tutte le soluzioni per il Paese, dico che era facile, poiché bastava puntarsi una telecamera e dire: signori con un clic, con questo dito, diamo 1.000 euro a tutti quanti. Pensate, se fossero vere le accuse sulla Santanche', praticamente il dito così le sarebbe diventato come quello di “E.T.”.
La cosa assurda è che questa maggioranza, che salverà, a breve, la poltrona della Ministra Santanche' per le accuse sui fondi COVID, è la stessa maggioranza che è arrivata in Aula e ha approvato una Commissione d'inchiesta vergognosa, patetica, sulla gestione del COVID in questo Paese da parte del Presidente Conte , solo per fare un processo politico, solo per rompere quella connessione sentimentale che si è creata tra un Presidente, che ha dato tutto se stesso insieme al suo Governo, e il Paese.
Ci tengo anche a ricordare, mentre dai banchi della maggioranza sento tanti interventi sul fatto che le mozioni di sfiducia siano un atto di debolezza dell'opposizione, che state parlando di una Ministra che, di mozioni di sfiducia e di dimissioni, ne ha chieste e votate 18, addirittura ne ha chiesta una per un'ICI non pagata, dicendo: è un peccato veniale, ma è giusto lasciare. Lei, che era l'alfiere di un di partito condannato per evasione fiscale! Siamo all'ipocrisia più totale.
La Ministra, tra l'altro, è anche coerente con l'azione di questo Governo, perché alla fine voi cancellate il reddito di cittadinanza perché volete punire i poveri, chi non riesce a farcela, chi non arriva a fine mese, poi, un membro del Governo è sospettato proprio di aver truffato l'INPS che, per paradosso, è proprio l'ente che eroga il reddito di cittadinanza. Quindi, possiamo dire che ne avete colpiti 400.000 per salvarne una! Complimenti, ottima idea .
Presidente, voglio farle una confidenza. Molti parlano del fatto che una mozione sulle dimissioni ricompatti la maggioranza. Ora, a parte che a noi di ricompattare o scompattare la maggioranza non importa assolutamente nulla, noi facciamo azioni politiche in base ai principi del MoVimento 5 Stelle , ma, tolto questo, le faccio anche una confidenza. Quando abbiamo presentato la mozione di sfiducia, fra i banchi delle opposizioni e anche da parte di qualche mio collega, ho sentito dire: bah, secondo me, stavolta la votano. Io, questo, sinceramente non l'ho mai pensato, non ho mai pensato che questa maggioranza avesse la libertà di votare la sfiducia alla Ministra Santanche' e sono sicuro che, senza i di partito, molti, tra i banchi della maggioranza, la manderebbero a casa con il primo treno domani mattina, lo ripeto, domani mattina, sono solo indicazioni di partito .
Tuttavia, l'azione vera di questa mozione non era compattare o scompattare, oltre che far dimettere la Ministra Santanche', ma era anche un'operazione di verità, cioè mostrare al Paese che questa maggioranza è disposta a votare l'invotabile, a difendere l'indifendibile, pur di mantenere la sua posizione e sa perché abbiamo fatto questa operazione? Perché abbiamo capito una cosa. In questo Paese, c'è sempre - giustamente, è la democrazia - l'alternanza, una volta c'è un consenso verso i 5 Stelle, poi verso la sinistra, adesso nei confronti della destra, spero che meriteremo di tornare ad avere la fiducia degli italiani, come ho detto, è la democrazia. Ma c'è una cosa che gli italiani proprio non tollerano ed è l'arroganza del potere, è la spocchia, è chi viene qui dentro e difende una speculazione, come quella dei familiari della Ministra.
Una Ministra che è in politica da trent'anni e io personalmente non ho mai capito una sua idea a favore di una famiglia . È chi oggi viene in Parlamento e dice a 4 milioni di italiani, che vogliono un salario minimo, che possono aspettare, mettendo su un teatrino imbarazzante, a sentire l'opinione di Brunetta, per poi tornare qui e garantire al signor Brunetta uno stipendio di 240.000 euro , a lui che ha detto che il salario minimo non è necessario in questo Paese. Non è tollerabile il fatto che arrivi qui un Primo Ministro e si metta a fare facce e faccette quando si parla di quello che sta avvenendo in Palestina, della tragedia che sta avvenendo, quando si parla della politica fallimentare che l'Occidente sta portando avanti con l'Ucraina e che sta conducendo a un' militare. Mentre l'opposizione fa le sue proposte, lì davanti abbiamo un Primo Ministro che fa espressioni, sorrisi e smorfie per dire che in Russia li fermiamo dandogli il reddito di cittadinanza. Questo non è tollerato.
Siamo al dodicesimo mese di calo industriale, abbiamo la povertà che sta avanzando e persone che non riescono ad arrivare a fine mese. Non c'è uno straccio di politica economica, non c'è uno straccio di politica estera e non c'è nemmeno la capacità di comprendere, da questa destra, che oggi avrebbe dovuto fare un atto politico nei confronti della Santanche'. Perché non ci riesce? Perché questa destra ormai si è imborghesita e lo sto dicendo da mesi. Stiamo parlando oggi di una destra da ZTL che non riesce a capire che bisogna prendere un Ministro, che sta in politica da 30 anni, e dirgli: guarda, noi rispettiamo la tua azione, ma oggi c'è un'accusa pesantissima nei tuoi confronti, di distrazione di fondi dell'INPS durante la pandemia. Forse è il caso che chiarisci la tua posizione e poi si prenderanno tutte le decisioni. No, non si riesce a fare questo, perché quello che è importante è dare messaggi di impunità e di tutela, a prescindere dal punto di vista politico, da qualsiasi tipo di accusa.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Io vi auguro davvero - concludo, Presidente - che questa storia si concluda bene per un semplice fatto: se le accuse verranno confermate, accuse così pesanti di distrazione di fondi dell'INPS, vi garantisco che voi non dovrete chiedere alla Ministra di dimettersi ma di andare a nascondersi e chi l'ha difesa dovrà fare lo stesso. Quindi, io non solo ribadisco il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle, ma anche l'orgoglio di aver presentato una mozione politica che, in un qualche modo, smaschera quello che è l'atteggiamento che dall'inizio della legislatura c'è in quest'Aula .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico “Francesco Severi” di Frosinone, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Davide Bellomo. Ne ha facoltà.
DAVIDE BELLOMO(LEGA). Grazie, signor Presidente. Con molta pacatezza, perché credo che una mozione di sfiducia nei confronti di un Ministro meriti pacatezza e non slogan che definirei elettorali, faccio presente che sono molto deluso dalla mozione presentata per le forme in cui la stessa viene presentata, perché più che una mozione politica di sfiducia nei confronti di un Ministro appare un'annotazione di servizio della Guardia di finanza quando si concludono le indagini. Come ogni annotazione della Guardia di finanza, è priva di quelli che sono gli argomenti della difesa ed è priva di un minimo vagito di confronto con l'altra parte. Queste critiche provengono - e in discussione generale ho sentito il componente del MoVimento 5 Stelle parlare di inopportunità politica quando, però, la stessa mozione di tutto parla tranne che di politica, ma parla di indagini, di pezzi delle indagini, di pezzi di avvisi di garanzia e di pezzi di considerazioni su quello che l'avviso di garanzia conterrebbe - da una persona che oggi, ricordiamo, ha subito una condanna addirittura in secondo grado e nessuno di noi - dico nessuno di noi - si è sognato minimamente di interrompere quella garanzia istituzionale che si deve a un imputato fino a quando non si ha una sentenza definitiva di condanna. Nessuno del centrodestra ha mai mosso un dito o detto che era inopportuno che sedesse nei banchi del Parlamento chi è stato condannato in secondo grado per gravi reati contro la pubblica amministrazione.
Quindi, questo garantismo per se stessi, che non vale per gli altri, credo sia quantomeno inopportuno. Poi noi vediamo che ci sono altri affetti da garantismo, perché dagli stessi banchi - per il suo tramite, Presidente - ho sentito anche l'intervento di Sinistra italiana. Ricordo che, però, aveva addirittura dimostrato garantismo nei confronti di Cesare Battisti, colui il quale ha commesso gravissimi reati di sangue nei confronti di cittadini italiani , così come oggi non dobbiamo dimenticare i documenti o coloro i quali sono andati da un ergastolano per conoscere le condizioni carcerarie - e mi riferisco a Cospito - mentre oggi, invece, ci troviamo di fronte a una mozione che, appunto, appare esclusivamente un atto di annotazioni di servizio della Polizia giudiziaria.
Poi sono meravigliato anche dal tema politico. Ma la Ministra Santanche' - il Ministro Santanche' direi io, perché la funzione è quella - ha compiuto quegli atti per i quali oggi si chiedono le dimissioni o si chiede una sfiducia nell'esercizio delle sue funzioni? Assolutamente no! Si fa tutta una disamina analitica di quello che è lo sviluppo imprenditoriale di un'azienda che, a loro dire, sarebbe di fatto amministrata dalla stessa senatrice Santanche', però nulla si dice perché politicamente un Ministro della Repubblica non dovrebbe continuare a esercitare le sue funzioni . Non si ricorda un atto del suo Ministero che non sia stato conforme a quella che doveva essere l'attività di Governo, non si dice un atto per il quale il Ministro non ha rispettato il programma di Governo che il centrodestra ha fatto prima delle elezioni e che, ahimè per loro, sta rispettando nel corso di questo anno e mezzo di Governo. Questo avrebbe dovuto fare un'opposizione, cioè dire politicamente il perché è inopportuno che continui a svolgere le sue funzioni e dirci se c'è stato un atto per il quale ella non ha adempiuto a quello che è un compito del suo ufficio. Questo avrebbero dovuto fare le opposizioni in una mozione di sfiducia. Invece, si ripercorrono date, si ripercorrono fatti a soggetto, senza che questo sia stato preceduto da un contraddittorio tra le parti e si scambia la massima assise nazionale come se fosse una tribuna politica, come se fosse un tribunale senza, però, il contraddittorio.
Voglio ricordare a me stesso che siamo nella massima assise legislativa e di questo tutti quanti ne dobbiamo prendere atto. Quindi, non deve essere il luogo in cui si svolgono slogan elettorali o, peggio, addirittura accuse nei confronti di chi - ricordo - non è stata neanche rinviata a giudizio, ma per quanto mi riguarda anche se fosse stata condannata in secondo grado meritava di svolgere le sue funzioni, perché non si può essere per se stessi in una maniera e per gli altri in un'altra maniera. Ricordo che addirittura il MoVimento 5 Stelle aveva messo nei suoi paradigmi che nessuno doveva essere rinviato a giudizio per poter accedere in Parlamento e che lo stesso Grillo aveva detto: io non posso sedere in Parlamento perché ho subìto una condanna per omicidio colposo. Invece, oggi assistiamo al fatto che coloro che siedono in Parlamento, contravvenendo a quelli che sono stati i loro elettorali, addirittura vogliono che qualcuno non sieda più nei banchi del Governo solo perché ci sarebbe un'indagine nei suoi confronti e per fatti non compiuti nell'esercizio delle proprie funzioni. Quindi, io credo davvero, Presidente, che non si abbia scampo alcuno nel non voler e non poter votare una mozione di sfiducia fatta in questa maniera, del tutto sgangherata e priva dei principi basilari del diritto, cioè che una persona deve svolgere le sue funzioni, ha diritto che il processo si svolga nelle aule dei tribunali e non nella massima assise legislativa del Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Chiara Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Una tesi di laurea copiata, una vacanza nel bel mezzo di un'alluvione, l'assunzione di una in nero, un comportamento aggressivo nei confronti dei propri collaboratori: questo è un elenco sommario delle ragioni che hanno spinto Ministri di Governi europei a rassegnare le proprie dimissioni. Parliamo di democrazie avanzate, Governi di tutti i colori politici, dell'efficiente Europa del Nord o delle dolenti sponde del Mediterraneo. Ovunque, chi commetta una leggerezza lascia. Ovunque tranne qui, tranne qualcuno, meglio se si è del giro stretto di amici e sodali della Premier della settima potenza mondiale, anche se le accuse sono ben più gravi e per le quali è impossibile, inopportuno addirittura, parlare di faciloneria.
Qui, in Italia, nel luglio scorso, anzi, al Senato, la Ministra Santanche', in una lunga requisitoria, tentò di dimostrare di essere vittima di una persecuzione politica, di una campagna di stampa e di un uso distorto e manipolato della magistratura. In quell'afosa giornata d'estate, la Ministra Santanche' ha cercato, con tutta la retorica a disposizione, di rispondere a gravi accuse, negando un coinvolgimento personale, attribuendo errori a soci, a terze persone, banalizzando l'accaduto e, soprattutto, descrivendosi come la vittima di un'assurda vicenda e di un'assurda macchinazione. Sono passati 8 mesi, quelle accuse sono ancora tutte lì e, anzi, dove la magistratura ha già indagato le accuse si sono fatte più circostanziate e precise, come sull'utilizzo della cassa COVID, sul mancato pagamento del TFR ai lavoratori e alle lavoratrici e sui contenziosi con il fisco. Quindi, grazie alle indagini, ma non solo per quelle proprio perché esse rappresentano solo una parte, un aspetto di questa desolante vicenda, noi oggi non siamo qui a giudicare una persona che potrebbe essere rinviata a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato. Noi siamo qui prima che tutto ciò possa accadere, per impedire che le istituzioni siano coinvolte in un processo che vede una Ministra accusata di avere sottratto denaro pubblico in una fase così difficile per il Paese .
Lo abbiamo detto molte volte, lo avete detto anche voi, dai banchi della maggioranza, in quella che abbiamo chiamato l'ora più buia della nostra storia recente: qualcuno approfittava di finanziamenti pubblici e, al tempo stesso, sfruttava lavoratrici e lavoratori. Cosa può esserci di più grave e di più deprecabile da parte di una donna che oggi ricopre un incarico pubblico dentro il Governo del nostro Paese? Negare questa evidenza significa non guardare in faccia la realtà, ammettere che in queste Aule si può dire il falso senza timore, che si può continuare a ricoprire un incarico pubblico anche avendo mentito al Paese, anche se di questo Paese si è un Ministro del Turismo e quel Paese lo si rappresenta nel mondo .
In questi mesi è accaduto qualcosa di grave. Non solo le indagini sono andate avanti ma è venuto meno quel rapporto di fiducia che dovrebbe sempre esserci tra l'istituzione parlamentare e un componente del Governo. Ha iniziato, la Ministra, con la ricostruzione fantasiosa della sua vicenda ma ha continuato colpevolmente, in questi mesi, la Presidente del Consiglio: in 8 mesi, pensate, non ci ha regalato nemmeno una faccina , non ha detto nemmeno una delle sue parole e quelle poche che ha detto sono servite solo a ribadire che un avviso di garanzia non implica automaticamente le dimissioni di un Ministro. Fatto strano, lo hanno ricordato i colleghi, singolare da parte di chi in passato aveva chiesto le dimissioni per molti avvisi di garanzia e anche quando questi non c'erano nemmeno. Una Presidente del Consiglio che è costretta a schivare il coinvolgimento di più di un componente del suo Governo in questioni giudiziarie, dal furto di un quadro all'uso politico di informazioni riservate e all'uso spavaldo di un'arma a una festa di capodanno. Una Presidente del Consiglio che non coglie come qui stiamo affrontando non una questione giudiziaria ma una questione politica e morale .
Nei comportamenti della Ministra Santanche', nell'uso disinvolto del suo ruolo, nelle accuse costantemente rivolte alla stampa e nella ricostruzione fallace dei fatti si è aperta una crepa nella fiducia e nel rispetto che si deve a un Esecutivo che mette in difficoltà la stessa Presidente del Consiglio, chi guida il Governo. Lei, prima di chiunque altro, dovrebbe avere la preoccupazione di vagliare l'opportunità di affidare un Ministero a chi assume questi comportamenti e se non lo fa, come sta accadendo, è giusto e inevitabile che sia il Parlamento a porre la questione e a intervenire con una mozione di sfiducia.
Quando una Ministra mente in maniera spudorata al Parlamento e al Paese ed è motivatamente accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato, non è più solo una questione di opportunità. In questo caso è urgente che lasci il suo incarico . Altrimenti, questo diventa il Governo che affonda il reddito di cittadinanza e dice di no al salario minimo ma, se non paghi i lavoratori, se fai fallire i piccoli investitori, se ti appropri di quasi 3 milioni di euro di fondi per le piccole imprese, diventi Ministro e continui a stare lì, comodamente al tuo posto, anche se la Banca d'Italia segnala come sospetta compravendita, nel giro di 24 ore, quella di una villa in Versilia da parte del tuo compagno, in affari con la moglie del Presidente del Senato. Altro che dimissioni per una tesi di laurea copiata !
Va bene che questo è il Governo che ha fatto 18 condoni in 18 mesi, ma come si può accettare che possa rimanere al suo posto una Ministra che ha a che fare con accuse come falso in bilancio, bancarotta, utilizzo improprio della cassa COVID, contenziosi con il fisco? Daniela Garnero Santanche' deve lasciare il Ministero. Se non ci è arrivata da sola, allora è la Presidente del Consiglio che avrebbe dovuto da tempo chiederle di farlo. Deve lasciare per proteggere le istituzioni, prima ancora che se stessa, e deve lasciare perché - questa è la verità - troppi interessi personali la legano allo svolgimento delle sue funzioni e perché la responsabilità politica precede di gran lunga quella giudiziaria. Una responsabilità che avrebbe dovuto imporle di essere in Aula in questi giorni, per rispetto delle opposizioni ma non solo, mi viene da dire anche dei suoi colleghi di maggioranza che sono costretti ancora una volta a difenderla Invece, ha preferito disertare, forse su consiglio dei propri avvocati, gli stessi, immagino, che l'avevano rassicurata sull'inesistenza di indagini a suo carico. In questi giorni ha detto alla stampa: preoccupazioni zero. Non proprio, visto che evita l'Aula e si chiude dentro al Ministero a distribuire altri incarichi che fanno irritare la sua Presidente del Consiglio e, forse, dimostrando che tutta la compattezza proclamata non è poi così certa.
Colleghi di Forza Italia, mi rivolgo a voi che vi dite patrioti e dite di voler difendere la Patria: noi vogliamo difendere la Repubblica ma entrambi credo che ci rifacciamo a quell'articolo 54 della Costituzione a cui tutti dovremmo rendere onore. La verità, invece, è che la Ministra Santanche' non si è attenuta né alla disciplina né all'onore prescritti dalla nostra Costituzione e per questo motivo, noi voteremo a favore della mozione che ne chiede le dimissioni
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tommaso Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, colleghi, non chiedo che vi sia un'informativa di un qualche Ministro rispetto a quanto sta capitando nella regione Puglia né chiedo dimissioni del presidente della regione Puglia per quanto sta capitando nella regione Puglia . Ma se dovessi rifarmi all'articolo 54, secondo comma, della Costituzione, così tanto bene evocato, dovrei farlo. Mi limiterò, invece, ad alcune riflessioni. Innanzitutto, non è vero che questa mozione pone problematiche di ordine politico. Questa mozione è scritta interamente sotto il profilo giuridico o, meglio, sotto il profilo di una mancata conoscenza giuridica, nonostante sia sottoscritta da uno che si è definito l'avvocato dei cittadini ! Dico questo perché, com'è noto, l'articolo 415- del codice di procedura penale non rappresenta un elemento che dovrebbe essere valutato quasi alla stregua di una preventiva condanna ma rappresenta la fase in cui, per la prima volta, attraverso la e l'accesso alla l'indagato - che non è imputato, come qualcuno, erroneamente, dolosamente e non colpevolmente, asserisce - ha la possibilità di far valere le proprie ragioni, portando documenti a sua difesa, chiedendo l'interrogatorio se del caso, rendendo deposizioni spontanee.
Signor Presidente, penso che già questa fase sia una fase sbagliata rispetto alla mozione, perché questa non è una fase nella quale si possano già trarre degli elementi di ordine giuridico nell'ordine della colpevolezza o meno. Ma dico di più. Qui ci si dimentica che, anche nel caso di una richiesta di rinvio a giudizio, la richiesta, di per sé, non assolve la domanda, ma ha una successiva fase, che è quella dell'udienza preliminare, che, in primo luogo, è una verifica giurisdizionale dell'operato del pubblico ministero, e, in secondo luogo, rafforzato da quella legge Cartabia, che hanno voluto i sottoscrittori di questa mozione, prevede che si possa procedere solo ed esclusivamente se vi sono ragionevoli condizioni di eventuale colpevolezza !
L'articolo 54, secondo comma, della Costituzione, che è un articolo importante, mi dispiace che qualcuno lo dimentichi, è anche oggetto di grande dibattito all'interno del mondo giuridico, perché vi sono interpretazioni varie, da quelle giuspositiviste e liberali ad altre meno, in alcune parti si è addirittura richiamato Kant, quest'articolo 54, secondo comma, della Costituzione, quando si dice che i cittadini, che sono affidatari di funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, è un articolo che, evidentemente, in quest'Aula vale a persona alternata. Infatti, ho assistito - forse sono uno dei pochi - a tutto il dibattito che si è sviluppato su questa mozione di sfiducia e anche alle dichiarazioni di voto rese.
Nella giornata di ieri, la collega Appendino ha detto che in un Paese normale la Ministra Santanche' si sarebbe già dimessa di sua spontanea volontà. E, allora, le chiedo scusa, signor Presidente, se faccio un passo indietro e cito una dichiarazione, che, peraltro, personalmente, ritengo sia del tutto corretta sia sotto il profilo politico, che sotto il profilo giuridico: “Naturalmente rispetto questa sentenza ma, una volta rese note le motivazioni, presenterò ricorso in Cassazione, sicura di poter far valere le mie tesi difensive nel prossimo grado di giudizio. Come sapete, mi sono sempre difesa dalle accuse all'interno dei processi, senza timore e a testa alta e continuerò a farlo”.
Signor Presidente, chi ha fatto questa dichiarazione, con le premesse di valutazione che ho fatto in precedenza, sapete chi è? L'onorevole Chiara Appendino, dopo la condanna da parte della corte d'assise di appello di Torino a 18 mesi per omicidio colposo relativo ai fatti di Torino del 2017 ! E, allora, non può essere possibile, scusatemi, che l'articolo 54, secondo comma, della Costituzione, quasi come una freccia, va bene se lo si deve applicare alla destra e non va bene se si deve applicare alla sinistra. O vale per tutti o vale per nessuno.
Ma non è l'unico caso, perché mi chiedo: questo articolo vale per la Ministra Santanche', indagata, e non vale per l'onorevole Appendino, condannata? Vale per la Ministra Santanche', indagata, e non per l'onorevole Laus, indagato?
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Non è un Ministro!
TOMMASO FOTI(FDI). E dirò di più: questo articolo 54, secondo comma, della Costituzione non era in vigore anche quando la procura della Repubblica di Bergamo ebbe ad indagare - ripeto ebbe ad indagare - l'allora Presidente del Consiglio Conte e l'ex Ministro della Salute Speranza per reati dai quali, poi, altro tribunale ha dato il non luogo a procedere, e cioè ha ritenuto, giustamente, secondo la pronuncia di quel tribunale, che non vi fosse ragione per andare oltre?
Consentitemi di dire, c'è una faziosità in questa mozione che è del tutto scandalosa, perché, a un certo punto, si evoca l'articolo 93 della Costituzione, laddove si dice che la Ministra Santanche' ha giurato, ed è vero, ma non si dice quando questo giuramento debba essere effettuato . Viene effettuato, secondo l'articolo 93 della Costituzione, non all'epoca dei fatti contestati, ma quando, nominata Ministro, prima di assumere le funzioni, giura nelle mani del Presidente della Repubblica
E, allora, c'è la prova provata che si vuole indebitamente allargare, anche sotto il profilo politico, l'applicazione di un articolo, in modo da indurre, soprattutto le persone che non passano la loro vita a leggere codici e costituzioni, a ritenere che l'onorevole Santanche' sia una spergiura. In realtà, che i fatti di cui oggi si parla e di cui nella mozione si parla in modo dettagliato non abbiano nulla a che fare con la posizione di Ministro del Ministro Santanche' lo dimostra soltanto un fatto inequivocabile: la procura competente è e rimarrà quella di Milano, e non verrà trasferito alcunché al Tribunale dei ministri, così come dovrebbe essere, se quei fatti fossero stati compiuti all'interno del Ministero, per le ragioni del Ministero !
E, allora, consentitemi di dire che forse non aveva torto quel filosofo che tanto ci ha turbato, a volte, nella fase di studio, quando diceva: il capolavoro dell'ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo. È il caso di questa mozione e quel filosofo è Platone .
Ma dirò di più. Vi sono state alcune frasi, ad esempio nel corso della discussione generale, dell'onorevole Scotto, il quale ci ha ricordato del significato proprio del merito all'interno della Costituzione. Mi dispiace dover dire che è causa di demerito suo ignorare l'articolo 27, primo comma, della Costituzione, laddove si dice non che l'indagato, ma che l'imputato è da considerare non colpevole fino alla condanna definitiva!
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Quando mai! Chi lo nega!
TOMMASO FOTI(FDI). In questa mozione, si viola questo principio come intenzione, anche perché fuori si parla, in modo perentorio, ma la mozione è scritta tutta al condizionale, chissà perché, chissà per come .
E dirò di più. All'onorevole Piccolotti, che, nella sua discussione, ha ricordato le 50.000 firme raccolte per chiedere le dimissioni dell'onorevole Santanche', al di là del fatto che rappresentino il 5 per cento dei voti che ha preso il suo schieramento politico alle elezioni politiche - e, quindi, il 95 per cento del suo schieramento politico neppure si è schierato al riguardo - devo dire che ha già risposto, nella dichiarazione, il collega Giachetti, quando ha fatto l'elenco di tutti quei Ministri che si sono dimessi, per poi essere assolti dopo anni e anni di processi.
E, allora, vado alla conclusione. Signor Presidente, dico che bisogna stare attenti a non confondere la politica con la giustizia penale. In questo modo, l'Italia, pretesa culla del diritto, rischia di diventarne la tomba. Non sono parole mie, che sottoscrivo, ma di Giovanni Falcone .
E, in ragione di tutto questo e di tutte queste considerazioni, chiedo ai colleghi dell'opposizione non di voler dare testate contro quel muro che la maggioranza è costretta ad alzare per difendere le sue prerogative, ma di utilizzare la testa nelle battaglie politiche, quella testa che, con queste mozioni, dimostra di non aver voluto utilizzare.
Con questo modo di fare l'opposizione - state tranquilli, colleghi - starete all'opposizione per i prossimi 30 anni .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Indico la votazione per appello nominale sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00164 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro del Turismo, Daniela Garnero Santanche'.
Ricordo che l'oggetto della deliberazione della Camera è la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro del Turismo. Pertanto chi intende esprimere un voto di fiducia nei confronti del Ministro deve votare “no”, mentre chi intende esprimere un voto di sfiducia deve votare “sì”. Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti: ………………....337
Votanti: …………………334
Astenuti: ………………..3
Maggioranza: …………...168
Hanno risposto : ………121
Hanno risposto : ……..213
La Camera respinge.
sì
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Appendino Chiara
Ascani Anna
Ascari Stefania
Auriemma Carmela
Bakkali Ouidad
Baldino Vittoria
Barbagallo Anthony Emanuele
Barzotti Valentina
Benzoni Fabrizio
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Bonetti Elena
Borrelli Francesco Emilio
Braga Chiara
Bruno Raffaele
Cafiero De Raho Federico
Cantone Luciano
Cappelletti Enrico
Caramiello Alessandro
Care' Nicola
Carmina Ida
Casu Andrea
Cherchi Susanna
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Conte Giuseppe
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
D'Alessio Antonio
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Micheli Paola
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Di Lauro Carmen
Di Sanzo Christian Diego
Dori Devis
D'Orso Valentina
Evi Eleonora
Fede Giorgio
Fenu Emiliano
Ferrari Sara
Fontana Ilaria
Forattini Antonella
Fornaro Federico
Fossi Emiliano
Fratoianni Nicola
Furfaro Marco
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Graziano Stefano
Grimaldi Marco
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Guerra Maria Cecilia
Iaria Antonino
Lai Silvio
Laus Mauro Antonio Donato
Malavasi Ilenia
Mancini Claudio
Manzi Irene
Mari Francesco
Marino Maria Stefania
Mauri Matteo
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Pagano Ubaldo
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Porta Fabio
Provenzano Giuseppe
Quartapelle Procopio Lia
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Ricciardi Toni
Richetti Matteo
Roggiani Silvia
Rossi Andrea
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Sarracino Marco
Scarpa Rachele
Scerra Filippo
Schlein Elly
Scotto Arturo
Scutella' Elisa
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Simiani Marco
Sottanelli Giulio Cesare
Soumahoro Aboubakar
Speranza Roberto
Sportiello Gilda
Stefanazzi Claudio Michele
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Traversi Roberto
Tucci Riccardo
Vaccari Stefano
Zan Alessandro
Zanella Luana
Zaratti Filiberto
Zingaretti Nicola
no:
Albano Lucia
Almici Cristina
Ambrosi Alessia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Arruzzolo Giovanni
Bagnai Alberto
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Bellucci Maria Teresa
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Bof Gianangelo
Bonifazi Francesco
Bordonali Simona
Boschi Maria Elena
Brambilla Michela Vittoria
Bruzzone Francesco
Buonguerrieri Alice
Calderone Tommaso Antonino
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Caroppo Andrea
Casasco Maurizio
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colosimo Chiara
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Dalla Chiesa Rita
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Monte Isabella
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Del Barba Mauro
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Maggio Grazia
Di Mattina Salvatore Marcello
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Faraone Davide
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Freni Federico
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gava Vannia
Gemmato Marcello
Giaccone Andrea
Giachetti Roberto
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgetti Giancarlo
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Iaia Dario
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Loizzo Simona
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marattin Luigi
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Morrone Jacopo
Mule' Giorgio
Mura Francesco
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Nordio Carlo
Orsini Andrea
Osnato Marco
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pichetto Fratin Gilberto
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pizzimenti Graziano
Polidori Catia
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Rizzetto Walter
Roccella Eugenia
Roscani Fabio
Rossello Cristina
Rossi Angelo
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Rubano Francesco Maria
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sala Fabrizio
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Semenzato Martina
Silvestri Rachele
Siracusano Matilde
Sorte Alessandro
Squeri Luca
Stefani Alberto
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Toccalini Luca
Tosi Flavio
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Urzi' Alessandro
Varchi Maria Carolina
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zoffili Eugenio
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
Gebhard Renate
Schullian Manfred
Steger Dieter
Caiata Salvatore
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Carfagna Maria Rosaria
Carloni Mirco
Cecchetti Fabrizio
Cirielli Edmondo
Fassino Piero
Fitto Raffaele
Gribaudo Chiara
Gusmeroli Alberto Luigi
Lacarra Marco
Letta Enrico
Lollobrigida Francesco
Madia Maria Anna
Magi Riccardo
Manes Franco
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Onori Federica
Pella Roberto
Pellegrini Marco
Pittalis Pietro
Rixi Edoardo
Romano Francesco Saverio
Rosato Ettore
Sudano Valeria
Tajani Antonio
Tremonti Giulio
A questo punto sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 12,05 con il seguito dell'esame del disegno di legge in materia di Terzo settore.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1532--A: Disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del Terzo settore .
Ricordo che nella seduta del 18 marzo si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti articoli aggiuntivi aventi contenuto analogo a quello di articoli aggiuntivi già dichiarati inammissibili in Commissione: Malavasi 4.01000, che reca disposizioni in materia di trasparenza del 5 per mille, con specifico riferimento alla conoscibilità, per gli enti beneficiari, dei dati dei contribuenti; Malavasi 4.01001, ad eccezione del comma 1, capoverso lettera , specificatamente riferito agli enti del Terzo settore.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Grazie, Presidente. La Commissione formula un invito al ritiro - altrimenti il parere è contrario - degli emendamenti 1.1 Gadda, 1.3 Marianna Ricciardi, 1.4 Di Lauro e 1.2 Sportiello.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1 Gadda. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.3 Marianna Ricciardi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, con questo emendamento proponiamo di aumentare il contributo destinato ai comuni per poter assumere assistenti sociali. Con questo emendamento si prevede che, qualora i comuni non riescano ad adempiere a tale compito, lo faccia poi il Ministero, con misure idonee.
Sappiamo tutti ciò che svolgono gli assistenti sociali, che rivestono un ruolo fondamentale per contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono precoce, nonché per prevenire processi di emarginazione sociale. Quindi, è fondamentale investire in capitale umano, motivo per cui vi invitiamo a cambiare il parere in favorevole e votare con noi questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Con l'assenso della collega Ricciardi, chiedo di poter sottoscrivere questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che apprezzo questo emendamento e chiedo, con il permesso della collega Ricciardi, di poterlo sottoscrivere. Pone un tema rilevante alla nostra attenzione, che riguarda la capacità economica dei nostri enti locali di potenziare il personale per i servizi sociali, ben sapendo come, essendo cresciute tanto le fragilità e in un momento anche difficile per le famiglie, al fine di contrastare disuguaglianze, ma anche abbandono e dispersione scolastica, e di prevenire processi di emarginazione sociale, sia importante dare una mano comunque ai nostri enti locali.
Quindi. sottoscrivo questo emendamento. Voteremo a favore perché crediamo che sia un intervento importante da sottolineare e anche da porre all'attenzione della Vice Ministra. Al di là del fatto che ci sia un parere diverso, credo che sia giusto tenere alta l'attenzione su questo tema proprio perché la rete dei servizi sociali è una rete preziosa per la tenuta della coesione delle nostre comunità.
PRESIDENTE. Gli onorevoli Morfino e Carmina sottoscrivono. Scusi, onorevole Malavasi, sottoscrive a nome suo o del gruppo? Perfetto, a nome di tutto il gruppo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Con il permesso della collega, a nome del gruppo, sottoscrivo l'emendamento, sottolineando il fatto che si tratta di uno dei nodi della questione. L'insufficienza di assistenti sociali è nota non da oggi; anche le rappresentanze nazionali e locali degli assistenti sociali, a ogni livello, hanno rappresentato questa problematica nel corso non soltanto dei momenti istituzionali di incontro, ma anche all'interno dei convegni e delle iniziative da loro stesse promosse.
Quindi, si tratta di investire in questo ambito e non sperare che i problemi si risolvano senza prevedere ulteriori risorse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. A nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, intendo sottoscrivere questo emendamento, atteso che cerca di sanare una questione fondamentale che parte proprio dal divario territoriale e dalle carenze che si registrano in determinate zone del Paese, consentendo una lotta efficace alla dispersione scolastica ed incrementando il numero di assistenti sociali e, quindi, il Fondo di solidarietà comunale, che servirebbe a tutti i comuni, da Nord a Sud, e, comunque, a quelli in maggiore difficoltà, per sanare questa annosa questione. Quindi, sottoscrivo questo emendamento, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Pescara 5” di Pescara, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Passiamo all'emendamento 1.4 Di Lauro.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.
CARMEN DI LAURO(M5S). Grazie, Presidente. Continuiamo a parlare degli assistenti sociali, perché, a fronte delle numerose situazioni difficili e, purtroppo, anche diffuse sui nostri territori - penso alle famiglie che vivono situazioni complesse come condizioni di disabilità, indigenza, solitudine e alle famiglie con minori a rischio di dispersione scolastica -, queste figure risultano proprio fondamentali per intercettare le vere e proprie situazioni drammatiche.
In Campania, pochi giorni fa, gli assistenti sociali si sono recati anche dal prefetto proprio a causa dell'altissimo numero di pratiche da lavorare relative all'assegno di inclusione. Quindi, per tutelare queste figure fondamentali per la tenuta sociale delle nostre città e delle nostre comunità, con questo emendamento, chiediamo che i comuni possano utilizzare fino al 40 per cento del Fondo di solidarietà comunale per l'assunzione in deroga, a tempo indeterminato, degli assistenti sociali da parte dei comuni. Crediamo che questa sia una proposta di assoluto buonsenso. Abbiamo visto che anche da parte dell'Aula c'è una certa sensibilità in merito e, quindi, chiediamo al Governo un'ulteriore riflessione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Apprezziamo anche questo emendamento e chiediamo di sottoscriverlo. È abbastanza in linea con la discussione che abbiamo fatto in precedenza. Non c'è dubbio che i nostri enti locali, i nostri comuni, con i loro servizi sociali, siano il primo punto di riferimento per le fragilità e per i cittadini.
Le famiglie sono sempre più sole e abbiamo bisogno di sostenerle, soprattutto in questo momento in cui devono sostenere costi ingenti legati alle bollette e al carovita e in cui il loro potere d'acquisto non è certamente aumentato, anzi. Rispetto a queste preoccupazioni e alla paura anche di non farcela e di non arrivare alla fine del mese, i servizi sociali sono il primo punto di riferimento per i nostri cittadini. E' una rete preziosa, ricca di professionalità e di competenze - sono certa che, su questo, la Vice Ministra sia assolutamente d'accordo - e ha bisogno di essere sostenuta, di avere maggiori risorse, ma anche maggiori risorse umane per evitare anche il molto pesante che si realizza all'interno dei nostri comuni legato a un carico di lavoro molto oneroso.
Crediamo che utilizzare maggiori risorse in deroga rispetto ai tetti e all'utilizzo del Fondo di solidarietà comunale sia importante per sostenere un'azione dei nostri territori. Del resto, la coesione sociale è un patrimonio importante per i territori di tutti i comuni, indipendentemente dalle loro dimensioni, e la rete dei servizi sociali, anche in collaborazione con il Terzo settore e tutto l'associazionismo del Terzo settore, diventa davvero una rete strategica per supportare le famiglie in questo momento.
Crediamo che questo sia un emendamento importante. Invitiamo la Vice Ministra a riflettere su questa proposta e sottoscriviamo, come gruppo, l'emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Condividiamo pienamente la di questo emendamento, sento però di potervi rassicurare nella misura in cui, per quanto di competenza, si rivela proprio che le risorse, di cui al comma 791, richiamate anche dal comma 792, sono già utilizzabili per l'assunzione di assistenti sociali a tempo indeterminato. C'è, quindi, la possibilità per i comuni di addivenire ad un ampliamento della pianta organica degli assistenti sociali, ovviamente - come avete scritto anche voi - sempre nel rispetto degli obiettivi del pareggio di bilancio. Oggi, questo è possibile per i servizi sociali, poi, certamente, il Governo si sta impegnando per ampliare ulteriormente la pianta organica con un'iniziativa che prevede un' multidisciplinare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Anche alla luce delle parole or ora esposte dal rappresentante del Governo, credo sia importante sottoscrivere l'emendamento per dare più forza anche all'iniziativa governativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto “Giovanni Battista Cerletti”, Scuola enologica di Conegliano Veneto, in provincia di Treviso, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Passiamo all'emendamento 1.2 Sportiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Noi andiamo ad emendare questa parte del disegno di legge, perché quella relativa al potenziamento delle assunzioni delle assistenti e degli assistenti sociali, in deroga ai vincoli del contenimento della spesa, è una norma che - ci tengo a sottolineare - è stata voluta e approvata, nello scorso Governo, dal MoVimento 5 Stelle, grazie al lavoro dell'allora presidente della Commissione affari sociali Marialucia Lorefice, che tanto ha lavorato a questo obiettivo.
Il problema però qual è? Voi, oggi, con questo disegno di legge, ampliate la possibilità di deroga però - c'è un “però” grosso come una casa -, nella relazione tecnica al presente disegno di legge, si sottolinea che questo potenziamento in deroga avviene ad invarianza finanziaria e, di fatto, questo diminuisce la capacità assunzionale dei singoli comuni. Ora, bella l'intenzione di ampliare le assunzioni degli assistenti sociali di cui i nostri comuni hanno tanto bisogno, ma, se non si investono le giuste risorse, di cosa stiamo parlando?
Allora noi, con questo emendamento, vi stiamo dicendo che va bene, che appoggiamo - e siamo pionieri - questa proposta, ma, se non stanziamo risorse incrementate in maniera proporzionale al fabbisogno degli ambiti comunali, come pensiamo di assumere questi assistenti sociali? Di quale potenziamento stiamo parlando? Quindi, chiediamo di emendare e ci auguriamo che il Governo voglia ascoltare e realizzare un reale potenziamento dei nostri comuni per gli assistenti sociali che sono oberati di lavoro. Sappiamo quanto bisogno c'è di assumere assistenti sociali all'interno dei nostri comuni, quindi, investite le risorse e fate davvero qualcosa che serve a questo Paese !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Apprezziamo che con questo articolo venga estesa alle forme associative dei comuni la possibilità di effettuare assunzioni a tempo indeterminato - cosa che prima non era possibile -, in deroga ai vincoli di contenimento della spesa pubblica per il personale previsti dalla normativa vigente, ma credo che le riflessioni fatte dalla collega Sportiello siano corrette. Se lo facciamo a invarianza di risorse, credo che sia un po' un gatto che si morde la coda, cioè il fabbisogno di assunzioni che hanno i nostri comuni e le loro forme associative è lo stesso se viene fatto a invarianza di risorse.
Tra l'altro, sappiamo bene che le associazioni dei comuni non sono organizzate in tutto il Paese, ci sono molte differenziazioni, ma vanno a tutelare soprattutto i comuni più piccoli, quindi quelli che hanno maggiori fragilità e anche, magari, minori competenze interne. Ci sono comuni che hanno poche unità di dipendenti. Pertanto, le forme associate vanno assolutamente tutelate per garantire equità di diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dal comune di residenza, e una presa in carico uguale in tutto il territorio nazionale, nelle periferie come nelle grandi città capoluogo.
Quindi, io credo che sostenere questo emendamento, che chiediamo di sottoscrivere, possa essere un'attenzione che il Governo dà, in linea, ovviamente, con quello che ha già provato a fare con questo provvedimento, in cui realizza questa apertura importante; ma farlo a invarianza di risorse, certamente, mette i comuni nella difficoltà di dover compiere delle scelte: dove assumere, come assumere e quante persone assumere. Sappiamo bene come il fabbisogno sui servizi sociali sia importante anche all'interno delle forme associate dei comuni, quindi vanno sostenute con maggiore convinzione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Sugli identici emendamenti 2.1 Zanella e 2.1000 Quartini, parere favorevole.
Sui successivi emendamenti 2.9 Zanella, 2.20 Gadda, 2.22 Alfonso Colucci, 2.23 Quartini, 2.24 e 2.26 Sportiello, invito al ritiro o, altrimenti, parere contrario.
Sugli articoli aggiuntivi 2.01 Auriemma e 2.02 Gadda, invito al ritiro o, altrimenti, parere contrario.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1 Zanella e 2.1000 Quartini, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto che, a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti 2.1 Zanella e 2.1000 Quartini, che aggiungono, dopo le parole “tavolo di lavoro”, la parola “nazionale”, nell'emendamento 2.9 Zanella il riferimento al “tavolo di lavoro” deve intendersi al “tavolo di lavoro nazionale”.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.22 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.23 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.24 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.26 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Auriemma, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.02 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Sugli emendamenti 3.1001 Malavasi, 3.1002 Bonetti e 3.1000 Malavasi, invito al ritiro o, altrimenti, parere contrario.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1001 Malavasi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere, come abbiamo già fatto in Commissione, alla presenza della Vice Ministra, le nostre perplessità rispetto all'istituzione di questa Giornata nazionale dell'ascolto dei minori. Lo dico non perché non ci interessi questo tema dell'ascolto, ma perché crediamo che sia una scelta propagandistica e non coerente, in realtà, con molte altre cose che sta facendo questo Governo.
Mi pare sia una scelta ideologica e simbolica per agitare una conquista ulteriore rispetto al tema dei minori, in realtà trovando molte incongruenze rispetto ad altre scelte fatte anche su altri decreti. Abbiamo espresso anche in Commissione le nostre perplessità, soprattutto perché esiste già una Giornata nazionale, prevista dalla Convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che mette al centro i bisogni dei bambini e delle bambine. Tra l'altro, abbiamo contestato, anche insieme alla collega Bonetti, l'uso del termine “minori” che poi ritroviamo anche in un emendamento successivo. Questa misura, che prevede l'istituzione della Giornata, crediamo che non sia un passo avanti rispetto al coinvolgimento del pensiero dei bambini e delle bambine nelle politiche educative e sociali e anche non in linea con le linee guida previste in materia di partecipazione emanate nel luglio del 2022.
Sinceramente, non abbiamo ben capito quale sia la vera di questa decisione quando, come già ricordato anche in Commissione, la già mette comunque al centro i bisogni dei bambini e addirittura prevede parte di partecipazione di ascolto, mettendo risorse preziose pari a 635 milioni proprio per supportare i processi anche di ascolto e di partecipazione dei bambini e anche in quel caso degli adolescenti. Tra l'altro, abbiamo anche discusso in Commissione - qui di fianco a noi c'è il Presidente della Commissione -,anche perché legato ad una discussione che stiamo facendo sul decreto sul bullismo, che torna alla Camera dopo il passaggio al Senato, e dove viene tolta una parte che dice “sentiti i minorenni”. Quindi, troviamo anche poca coerenza tra gli strumenti legislativi che sono in corso di discussione e crediamo che il tema dell'ascolto non vada certamente valorizzato attraverso una Giornata nazionale. Lo dico perché abbiamo visto scelte diverse, potremmo parlare del decreto Caivano o anche del decreto che riguarda i profughi minorenni. Troviamo un po' di propaganda e poca coerenza rispetto a questa Giornata. Ci interessa il tema dell'ascolto, ma crediamo che questo non sia il modo migliore per dare comunque voce ai minorenni, ai bambini e alle bambine che, devo dire, sono già tutelati da una legislazione internazionale. Il 20 di novembre, tutti gli anni, tutte le nostre città danno voce ai diritti dei bambini e il diritto dell'ascolto e già previsto anche nella Convenzione dell'ONU che giustamente mette al centro i diritti e i bisogni dei bambini e delle bambine. Crediamo che sia una Giornata nazionale un po' propagandistica, una bandierina nella quale non ci riconosciamo, perché ci interessa il contenuto e non aggiungere l'ennesima Giornata nazionale per propagandare un pensiero non coerente nell'azione del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie Presidente, noi abbiamo - lo faccio notare all'Aula - respinto tutti gli emendamenti che si proponevano di ascoltarli sul serio i bambini, attraverso un sistema di assistenza sociale adeguato a fare questa operazione di ascolto. L'abbiamo detto anche durante il decreto Caivano, noi vorremmo non un esercito militare ma un esercito di educatori, educatrici e assistenti sociali per ascoltare i nostri bambini e i nostri adolescenti rispetto al loro disagio ambientale e al loro disagio sociale. Questi emendamenti che noi abbiamo proposto per favorire davvero l'ascolto sono stati tutti respinti. Cerchiamo poi di lavarci la faccia con una Giornata di propaganda dell'ascolto sui minori, tra l'altro attraverso una deformazione semantica, perché noi dobbiamo parlare di bambini e adolescenti, non di minori. Sono persone, non sono soggetti o ma si tratta di fare un'operazione davvero importante per garantire a tutti i nostri bambini, a tutte le situazioni di disagio sociale un ascolto reale. Da questo punto di vista, è evidente che c'è un tentativo di lavarsi un attimo la coscienza attraverso l'istituzione di una Giornata nazionale.
Come ho detto in Commissione, ci sono più giornate dedicate che santi nel calendario ormai, non basta una giornata. Sicuramente è importante l'ascolto ma questo si fa nei presidi territoriali, dappertutto, tutti i giorni, non allestendo una Giornata per farsi propaganda: questo è fuori discussione. Quindi, è chiaro che contestiamo almeno in parte questa proposta, pur apprezzando l'idea di rendere il Paese un minimo sensibile rispetto al disagio esistenziale. Da questo punto di vista, annuncio il voto di astensione del Movimento 5 Stelle a questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Signor Presidente, anche a nome del nostro gruppo, intendo sottoscrivere la proposta emendativa. Anche noi in Commissione abbiamo espresso perplessità sulla scelta di istituire l'ennesima Giornata dedicata in questo caso all'ascolto, nemmeno all'interlocuzione all'ascolto, che dice tutto e nulla. Soprattutto, ricordo all'Aula che questa proposta è stata avanzata attraverso un articolo aggiuntivo arrivato all'ultimo momento, che non era nemmeno nel corpo iniziale del provvedimento. Ho apprezzato l'intervento del collega Quartini laddove ha sottolineato che la dizione “minori”, che pure è presente nel nostro lessico giuridico, com'è noto, dovrebbe essere modificata perché dal punto di vista simbolico, effettivamente, rimanda ad una minorità che ovviamente la minore età non comporta. Quindi, esiste anche la parola “minorenni” che potrebbe essere utilizzata e che copre meglio, a nostro giudizio, la valenza di quello che intendiamo definire. Credo che questa Giornata - per carità, male non farà - ma certamente non può coprire invece il problema già espresso negli emendamenti precedenti delle risorse, ancora insufficienti, e soprattutto dell'insufficienza organizzativa e gestionale nei territori di questa importantissima emergenza e urgenza che il Paese ancora esprime .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1001 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1002 Bonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.1000 Malavasi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo ammettere che non capisco il parere contrario né della Commissione, né del Governo, proprio perché, come nell'emendamento precedente, qui si chiede l'utilizzo di un lessico differente, come ricordava prima anche la collega Zanella.
Al posto di utilizzare “minori” si propone di introdurre la dicitura “bambine e bambini, ragazze e ragazzi”, perché lo riteniamo più coerente con le linee guida nazionali elaborate dall'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, approvate nel luglio 2022, anche nel rispetto proprio delle linee guida sulla partecipazione dei bambini e delle bambine, che sono una legge dello Stato, e adottate, poi, con il successivo decreto del Ministero per le Pari opportunità e la famiglia, sempre nel luglio 2022. Ciò ovviamente non comporta alcun costo aggiuntivo, è semplicemente un modo per essere più coerenti e più in linea con le linee guida e con quanto rilevato ed elaborato anche dall'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e in linea anche con la , che prevede, al centro delle proprie azioni, proprio i bisogni dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.
Pertanto, non comprendiamo, sinceramente, questa scelta del Governo e della sua maggioranza e chiediamo, ovviamente, una maggiore attenzione, anche per non snaturare il lavoro fatto in precedenza. Come sempre, le amministrazioni e i Governi cambiano, ne cambiano i colori politici, ma gli atti dello Stato sono importanti, perché dietro c'è tanto lavoro che viene fatto insieme alle forze politiche, alle associazioni e ai soggetti intermedi. Quindi, crediamo che il lavoro vada portato avanti con coerenza, per non svilire quello fatto in precedenza e, soprattutto, in questo caso, per non svilire il ruolo che possono svolgere i bambini e le bambine, di cui dobbiamo riconoscere l'identità e anche la valenza, insieme a quello delle ragazze e dei ragazzi, proprio nel ruolo, anche, di ascolto, che voi volete riconoscere loro.
Quindi, chiediamo davvero una riflessione su questo emendamento, che non comporta alcuno stravolgimento, anzi, aiuta a dare maggiore forza a una scelta che il Governo ha fatto, nell'istituzione di questa Giornata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1000 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Sull'emendamento 4.1009 Porta, invito al ritiro o parere contrario. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 4.500, che assorbe i successivi…
PRESIDENTE. Ci dia comunque i pareri. Ci dia il parere su tutti gli altri emendamenti.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Nel senso che l'emendamento 4.500 della Commissione riformula, chiarendo alcuni aspetti e superando il parere contrario del MEF e della Commissione Bilancio, i successivi.
PRESIDENTE. Me li deve dire lo stesso.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Allora, sugli identici emendamenti 4.1003 Gadda e 4.1006 Malavasi, invito al ritiro. Sull'emendamento 4.1007 Girelli, invito al ritiro. Sugli emendamenti 4.1011 Schullian, invito al ritiro. Sull'emendamento 4.1008 Furfaro, invito al ritiro. Sull'emendamento 4.1000 Quartini, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 4.1012…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole. Sull'emendamento 4.1004 Gadda? Non l'ha nominato.
LUCIANO CIOCCHETTI, . L'ho saltato. Sì, perché identico all'emendamento 4.1007 Girelli, quindi, invito al ritiro.
PRESIDENTE. L'emendamento 4.1005 Gadda, identico all'emendamento 4.1008 Furfaro, pure è saltato.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Invito al ritiro, sempre con la stessa logica precedente.
Sugli emendamenti 4.1012 Schullian, 4.1001 Quartini, 4.11 Zanella, 4.14 Gadda, 4.1010 Barzotti, 4.1002, 4.102, 4.103 e 4.104 Quartini e 4.105 Di Lauro, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Abbiamo anche alcuni articoli aggiuntivi. Il primo, l'articolo aggiuntivo 4.01000 Malavasi, è inammissibile. Il secondo, l'articolo aggiuntivo 4.01001 Malavasi, per la lettera è ammissibile, quindi, ci dovrebbe dare il parere.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Sull'articolo aggiuntivo 4.01001 Malavasi, per la parte ammissibile, il parere è contrario.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1009 Porta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.
FABIO PORTA(PD-IDP). Presidente, colleghi, ieri, in quest'Aula, emozionati, abbiamo ricordato la figura di Michele Schiavone, Segretario generale del Consiglio generale degli italiani all'estero, scomparso recentemente, dopo una lunga malattia. Ci siamo commossi, emozionati, come spesso, con i colleghi, facciamo quando incontriamo le nostre collettività all'estero, le nostre associazioni regionali, locali, una ricchezza di associazionismo che addirittura, storicamente, precede l'Unità d'Italia. Le società di mutuo soccorso all'estero erano esistenti quando ancora non lo erano nel nostro Paese.
Ebbene, questo afflato, questo affetto esiste, è forte, ma, poi, guarda caso, ci dimentichiamo dei 6 milioni di italiani che vivono all'estero, della loro realtà, della loro ricchezza quando andiamo a legiferare.
Questo emendamento è molto semplice, ma tutte le cose semplici, spesso, in quest'Aula, sono destinate a morire. L'emendamento chiede, semplicemente, di estendere alle associazioni italiane che hanno sede anche all'estero tutte le prerogative e i diritti del Terzo settore. Ecco, io chiedo all'Aula, chiedo ovviamente al rappresentante del Governo, al Vice Ministro, di riconsiderare il parere, come anche al relatore, perché, se dobbiamo essere un Paese coeso, un Paese unito, un Paese che si avvale anche della risorsa straordinaria che il Terzo settore ha nei suoi connazionali all'estero, dobbiamo farlo non soltanto a parole, ma anche con i fatti e questo è uno di quei casi .
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1009 Porta, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.500 della Commissione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Presidente, vorrei sottoscrivere, se possibile, e fare un intervento, per dire che questo emendamento che riassorbe i nostri successivi, evidentemente, non può che essere apprezzabile, a questo punto. Il Partito Democratico ha lavorato molto sul codice del Terzo settore, per valorizzare il ruolo del Terzo settore, appunto, all'interno della società, nel suo significato di attività di interesse generale e collettivo, che genera e produce cittadinanza attiva.
Dunque, noi riteniamo importante agevolare queste realtà aumentando la partecipazione ma anche la trasparenza e cercando contemporaneamente di semplificare la parte burocratico-amministrativa di loro competenza.
Quindi, con gli emendamenti che andavamo proponendo, che, appunto, sono stati qui riassorbiti, l'intenzione era quella di agevolare soprattutto le piccole e piccolissime associazioni con interventi di semplificazione sulle modalità di presentazione del rendiconto economico, là dove si parla di una soglia sotto i 60.000 euro. Si tratta, appunto, di un aiuto rispetto a piccolissime realtà di paese o di quartiere che hanno la caratteristica di essere fortemente partecipate dal volontariato. Quindi, viste le soglie di cui stiamo parlando, lo sforzo è quello di permettere ai volontari di redigere un rendiconto associativo con la maggiore facilità di mantenere, però, contemporaneamente, la correttezza, perché sostanzialmente possano fare una rendicontazione per cassa.
Riteniamo che questo sia un modo anche per promuovere quell'associazionismo a portata di tutti, che è prezioso e che, quindi, non sia ostacolato da una qualche forma di disincentivo tecnico all'esercizio di quello che è un diritto all'associazionismo, che è una ricchezza del nostro Paese.
PRESIDENTE. Preciso, a beneficio dell'Aula, che gli emendamenti della Commissione non sono sottoscrivibili. Si possono fare le dichiarazioni di voto, ovviamente, ma per Regolamento non sono sottoscrivibili.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto l'Assemblea che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 4.500 della Commissione, risultano assorbiti gli identici emendamenti 4.1003 Gadda e 4.1006 Malavasi, gli identici emendamenti 4.1004 Gadda e 4.1007 Girelli, l'emendamento 4.1011 Schullian e gli identici emendamenti 4.1005 Gadda e 4.1008 Furfaro.
Passiamo direttamente all'emendamento 4.1000 Quartini, a pagina 9 del fascicolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1000 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'emendamento 4.1012 Schullian è ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1001 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'emendamento 4.11 Zanella è ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.14 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1010 Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1002 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.102 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.103 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.104 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.105 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Ricordo che l'articolo aggiuntivo 4.01000 Malavasi è stato dichiarato inammissibile.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01001 Malavasi, solo per la parte ammissibile, che è la lettera , con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
LUCIANO CIOCCHETTI, . Sull'emendamento 8.1000 Malavasi invito al ritiro o parere contrario.
Sugli identici articoli aggiuntivi 8.01000 Gadda e 8.01001 Girelli, invito al ritiro o parere contrario.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1000 Malavasi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 8.01000 Gadda e 8.01001 Girelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci tengo ad illustrare questa proposta emendativa, che pone il tema delle risorse destinate al Terzo settore. Credo che in quest'Aula siamo tutti ben consapevoli dell'importanza delle attività e dei servizi che svolge il Terzo settore, in tutte le sue forme, culturali, sociali ed economiche, sul tempo libero e sulla cultura. Il senso di questa proposta emendativa, identica a quella della collega Gadda, è quello di chiedere un'attenzione maggiore e una rimodulazione delle risorse destinate al Terzo settore che credo rappresenti un patrimonio preziosissimo. Ogni giorno sono milioni i volontari che erogano servizi in modo sussidiario e complementare rispetto a quelli che vengono messi a disposizione dei cittadini dai nostri enti pubblici e credo che vada maggiormente riconosciuto. Abbiamo bocciato molti emendamenti anche in precedenza, che prevedevano… Presidente…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ascoltiamo la collega Malavasi. Stiamo terminando.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Abbiamo bocciato molti emendamenti prima, che prevedevano anche risorse straordinarie, ad esempio per sostenere le attività che svolgono le associazioni del Terzo settore, impegnate - e cito appositamente questo emendamento bocciato - a sostenere e a offrire sostegno psicologico ai bambini che sono in fuga da Paesi in guerra. È un tema, ahimè, molto urgente. Abbiamo bocciato temi importanti, compreso il sostegno, ad esempio, per i bambini con patologie oncologiche. Quindi, credo davvero che ci voglia più attenzione.
Non è sufficiente semplificare la norma, garantire maggiore partecipazione e favorire la massima trasparenza in questo settore. Questo settore chiede attenzione e risorse aggiuntive, proprio perché svolge un ruolo importante. Forse, lo Stato, con i suoi enti locali, in tutte le sue declinazioni, non sarebbe in grado di fornire gli stessi servizi senza il Terzo settore. Aumenterebbero le fragilità, le disuguaglianze, le solitudini, le paure e le preoccupazioni. Quindi, credo che questa proposta di rimodulazione possa essere valutata positivamente perché ne va, secondo me, dell'operatività e della tenuta delle finalità, soprattutto sociali, legate al Terzo settore. Dunque, è un invito alla riflessione, sia alla maggioranza che al Governo, perché, davvero, un conto è approvare qualche emendamento che non cambia la posta in gioco, un conto è dare maggiori risorse che valorizzino maggiormente il Terzo settore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.01000 Gadda e 8.01001 Girelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Si è così concluso l'esame degli emendamenti.
Dovremmo ora passare all'esame degli ordini del giorno. Chiedo alla rappresentante del Governo se sia in grado di esprimere il parere sugli ordini del giorno.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. No.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di martedì 9 aprile, a partire dalle ore 14, per l'esame degli ordini del giorno, lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e il voto finale.
Secondo le medesime intese, anche il seguito dell'esame della proposta di legge n. 851-A è rinviato alla prossima settimana, a partire dalla seduta di martedì 9 aprile, dopo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1532--A.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Torno a parlare a quest'Aula della vicenda scandalosa che ha riguardato la Terra dei fuochi in Campania. Voglio ricordare a tutti che, pochi giorni fa, con una sentenza della Cassazione, sono stati restituiti 222 milioni di euro alla famiglia Pellini, condannata con sentenza passata in giudicato per aver avvelenato le terre di Acerra e delle zone limitrofe, la cosiddetta Terra dei fuochi. Hanno riavuto indietro questi soldi non perché sono stati riconosciuti innocenti, ma perché il tribunale di secondo grado, a Napoli, doveva, entro 18 mesi, confermare il sequestro di 222 milioni di euro, frutto delle loro azioni criminali. Hanno fatto passare quattro anni. Domani mattina, fuori dal tribunale, ci sarà una manifestazione pubblica dei comitati delle famiglie che hanno perso i loro parenti, degli agricoltori che hanno perso la loro attività, degli allevatori che hanno visto morire i propri animali .
Ebbene, noi abbiamo chiesto e insistiamo nel chiedere a questo Governo di fare un intervento, nel pieno rispetto della magistratura, ma non si può far passare una cosa del genere. Questa vicenda è inaccettabile ! Dobbiamo sapere perché sono stati fatti passare quattro anni, invece dei 18 mesi previsti dalla legge.
E infine - e concludo l'intervento -, la nostra domanda è: bisogna intervenire di nuovo, perché proprio ieri, visto che non è stata fatta alcuna bonifica, quei soldi non sono stati dati. Anche lei, Presidente, è intervenuto su questa vicenda in modo determinato. Quei soldi non sono stati utilizzati per bonificare o per indennizzare le vittime. La zona inquinata è ancora nelle stesse condizioni e ieri sono intervenute di nuovo le Forze dell'ordine facendo un sequestro, perché stavano continuando a inquinare. Noi domandiamo pubblicamente, tramite la sua persona, che il Parlamento e il Governo intervengano. Bisogna fare un nuovo sequestro, un nuovo intervento e chiedere ed avere giustizia non solo per le vittime della Terra dei fuochi, ma per tutto il Paese. Altrimenti, la credibilità di tutti quanti noi sarà meno di zero !
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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