PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 63, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 730: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, recante misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi e signori del Governo, il voto di fiducia che ci apprestiamo a dare al Governo Meloni accompagna un provvedimento in conversione molto atteso dagli italiani e che ha già dispiegato i suoi primi effetti, in quanto efficace nella forma di decreto-legge.
Sin dal suo insediamento, il Governo ha dovuto affrontare diverse e numerose emergenze che - come abbiamo già sottolineato in questa sede - da urgenti sono diventate anche prioritarie. Infatti, il provvedimento in esame, in combinato con l'ultima legge di bilancio, rappresenta il modo con il quale, seppur tra tante difficoltà, il Governo è riuscito a trovare risposte per i settori maggiormente colpiti, senza tralasciare la visione strategica del modello di società da realizzare, al contempo aderente alle domande salite dal bisogno sociale. Non abbiamo mai avuto dubbi nel sostenere una impostazione che, nel suo necessario aspetto economico e finanziario, è riuscita a preservare una visione tesa allo sviluppo attraverso la coesione sociale. Non sfugge alla nostra valutazione la necessità di affrontare ben presto questioni di spessore e rilevanza primari per accorciare il divario Nord-Sud e ancora di più quello ricchi-poveri.
Non facciamo come gli struzzi - non siamo in Parlamento per intonare peana -, sappiamo quanto sia ancora lunga la strada da percorrere, con la consapevolezza che non tutto sarà possibile subito, ma, al contempo, ci piace salutare i primi 80 giorni di questo Governo con la soddisfazione di chi sa che sta sostenendo provvedimenti giusti e incisivi, come quello in esame, che hanno la forza di misurarsi con le necessità e soddisfarle. L'accordo raggiunto sul in sede europea, l'intervento massivo a sostegno delle imprese energivore e delle famiglie per contrastare il caro bollette e la messa a terra di progetti relativi al PNRR sono solo alcuni aspetti che vogliamo sottolineare e che abbiamo auspicato, prima ancora che condiviso. Abbiamo fatto un altro passo avanti e ve ne saranno ancora tanti altri da fare, ma sappiamo pure quali errori evitare, perché vogliamo metterci alle spalle, definitivamente, una stagione. Non ci saranno raffiche di , banchi a rotelle o altre fantasie dei Governi precedenti, cosicché finalmente, nei prossimi cinque anni, sarà possibile affrontare ogni problema e superarlo.
Per queste ragioni, voteremo con convinzione la fiducia richiesta dal Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(AVS). Grazie, Presidente. Poco più di un anno fa, il capogruppo di Fratelli d'Italia in questa Camera, Lollobrigida, all'opposizione del Governo Draghi, diceva: “Per noi il Parlamento è importante. C'è la necessità di migliorare i provvedimenti”. E ancora: “Il ricorso alla fiducia distorce il processo legislativo naturale. Ricorrere a questo strumento significa saltare il popolo, significa segnare un disprezzo per il popolo e delegittima il sistema democratico”. Parlava, quindi, di disprezzo per il popolo, di delegittimazione del sistema democratico. Ma esattamente quindi cosa si sta facendo adesso? Improvvisamente, quindi, la svolta, tutti i fiumi di parole di un anno fa spazzati via in un lampo: fiducia sulla legge di bilancio, fiducia sul decreto fiducia sul decreto Aiuti-. A poche settimane dall'avvio di questo nuovo Governo di destra-destra, la questione di fiducia è già un nuovo record negativo: una raffica di questioni di fiducia. Altro che “il Parlamento per noi è importante”. Su questo decreto in particolare non abbiamo toccato palla: è arrivato blindato dal Senato e ogni sforzo emendativo della Camera è stato vano. La cosa che ha davvero del surreale, per quanto è ipocrita, è che era tanta prima l'indignazione per l'abuso della decretazione d'urgenza e della questione di fiducia, quanta oggi è stata la fretta e la velocità con cui questo nuovo Governo ha proseguito, drammaticamente peggiorandole, queste pessime abitudini, che sviliscono la democrazia; è davvero paradossale.
Questo decreto, Aiuti-, nella sua sostanza, è un controsenso. Nel momento storico drammatico che viviamo, in cui servirebbe ragionare di soluzioni coraggiose, lungimiranti e reali al tempo stesso, per affrontare la crisi sociale, da un lato, e la crisi climatica e ambientale, dall'altro, questo decreto esattamente cosa aiuta? Sostanzialmente, aiuta a perpetrare un modello di sviluppo fossile e iniquo, quel modello fossile che ha causato i problemi che stiamo vivendo, che sta distruggendo il clima, ma anche l'economia - e continuate a non volerlo riconoscere -, quel modello che aumenta le diseguaglianze sociali, la concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi, a discapito di tanti, quel modello fossile che, per sua natura, è sfruttamento, inquinamento, devastazione, che è il passato, che ci ha portato ad avere oggi bollette dagli importi stratosferici, quel modello che ogni organismo scientifico, a livello globale, sta ormai implorando di terminare. Su scala globale, ci stiamo avvicinando sempre di più ai punti di non ritorno climatici. Anche l'ultimo rapporto dell'OECD, dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, spiega perché i rischi climatici sono in forte aumento in tutto il mondo. Secondo la letteratura scientifica più recente rischiamo di superare alcuni punti critici di non ritorno già con i livelli attuali di riscaldamento terrestre. Figuriamoci cosa ci aspetta in un futuro, visto che le emissioni continuano ad aumentare e si rischia un aumento di 3-4 gradi.
Il rapporto OCSE dice quindi una cosa sola in estrema sintesi: bisogna correre. Bisogna correre e installare fonti rinnovabili con grande rapidità, integrandole con sistemi di accumulo energetico e produzione di idrogeno verde, ad esempio, per eliminare gli usi di carburanti fossili in ogni settore, dall'elettricità ai trasporti e alle industrie.
Davanti a tutto questo il Governo Meloni propone, invece, la ricetta più assurda: ancora le trivelle! Com'è possibile che non vedete? Com'è possibile che non capite? Ma il punto è che capite benissimo, ma fingete di non capire. Cercare di estrarre briciole di gas dai fondali marini italiani - che non servono a coprire nemmeno il 2 per cento del fabbisogno del Paese, ma allo stesso tempo hanno rischi e impatti gravissimi sull'ambiente, sul clima, sulla stessa economia del Paese - è da criminali ! E non esagero nei termini! Ricordo che la giustizia climatica ha iniziato il suo corso e sempre più Stati vengono trascinati nei tribunali, accusati di inazione climatica, che si configura come una vera e propria violazione dei diritti umani, in particolare nei confronti delle prossime generazioni. Come è successo in Francia, peraltro, con la causa , che ha condannato lo Stato francese a mettersi in regola entro la fine del 2022, altrimenti paga. E ora, infatti, probabilmente dovrà pagare.
Vi siete fatti beffe dei rilievi che le opposizioni hanno sollevato sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità, arrampicandovi sugli specchi con argomenti fantasiosi, richiamando sentenze della Corte costituzionale antecedenti alla modifica dell'articolo 9 e dell'articolo 41 della Costituzione. Con questo decreto vi fate beffe delle regole europee, del e della legge europea sul clima, che punta alla neutralità nel 2050, e degli impegni internazionali sul clima.
Ecco, quelle soluzioni coraggiose, lungimiranti e concrete al tempo stesso abbiamo cercato di proporle, perché, cari colleghi, esistono. Si può e si deve lavorare già oggi per costruire l'indipendenza energetica e, per farlo, è urgente spingere l'acceleratore sulle rinnovabili e sull'efficienza energetica, sulle comunità energetiche, almeno una in ogni comune d'Italia, ad esempio, e mettere al centro della discussione il tema della redistribuzione della ricchezza. Evidentemente è un argomento scomodo per voi, ma non può più essere ancora ignorato, per fare una cosa semplice ma doverosa: aiutare davvero chi è più in difficoltà, per dare corpo alle parole di giustizia sociale e giustizia ambientale.
Abbiamo cercato di intervenire con emendamenti che andavano in questa direzione, ad esempio estendendo la possibilità della rateizzazione delle bollette non solo per le imprese, ma anche per le famiglie con ISEE fino a 20.000 euro, o riportando la dotazione del fondo trasporti a livello originario, visto che era stato tagliato in modo sconsiderato di 50 milioni di euro. Un inciso su questo tema: da noi si taglia sul trasporto pubblico; in Germania e in Spagna i mezzi sono gratis o i biglietti a prezzi bassissimi In Spagna, pensate, dopo i treni, ora anche gli autobus interurbani diventano gratuiti per tutto il 2023. La decisione arriva, infatti, dopo il successo dell'iniziativa che prevedeva trasporti ferroviari regionali a costo zero e uno sconto del 50 per cento sul servizio ad alta velocità. E tutto ciò - pensate che marziani questi del Governo socialista di Sánchez - serve per ridurre i consumi energetici (mi pare sia prioritario in questo momento), ridurre le emissioni, ridurre l'inquinamento, considerato che questo è un enorme problema sanitario e di salute pubblica, soprattutto, nelle città, e consentire a tutte e a tutti di accedere a un servizio di trasporto pubblico. Da noi no! Da noi guai a fare questi pensieri perversi, quindi introdurre misure che possano aiutare davvero le cittadine e i cittadini, materialmente e concretamente nella loro vita quotidiana di tutti i giorni. No, guai! Da noi si taglia.
Inoltre, abbiamo riproposto, per l'ennesima volta, una tassazione seria - ripeto seria - degli extraprofitti, aumentando l'aliquota dal 25 al 100 per cento, per fare un'operazione di vera giustizia sociale: restituire alle famiglie e alle imprese, agli italiani e alle italiane quanto è stato loro sottratto ingiustamente e - pensate un po' - generare al contempo maggiore gettito erariale, pari quasi a 40 miliardi di euro, da destinarsi, quindi, sì, finalmente, a serie misure di compensazione al carovita per lavoratori e pensionati e a misure di sostegno per le rinnovabili. Guai anche qui a pensare a pretendere un passo in più, a introdurre misure che possano aiutare a combattere la disgustosa e ignobile corsa delle diseguaglianze sociali.
Per tutti questi motivi il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra non voterà questa fiducia, l'ennesima fiducia, ad un Governo che punta tutto sul passato, che calpesta la Costituzione, recentemente faticosamente ammodernata con l'introduzione della tutela dell'ambiente. Il nuovo comma 3 dell'articolo 9 della Costituzione finalmente prevede che la Repubblica e, dunque, tutti gli enti della Repubblica tutelino l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell'interesse delle future generazioni. Il nuovo comma detta un criterio generale di azione dei poteri pubblici, improntato sulla protezione dell'ambiente, vincolando direttamente le istituzioni nazionali e ribadendo sul piano interno il principio di integrazione delle esigenze ambientali nelle scelte pubbliche. È un Governo questo che, al contrario, si fa beffe della crisi sociale e climatica in atto, propone e ripropone senza remore nuove ricette fossili e alimenta ingiustizia. Per questo motivo il nostro voto sarà ancora una volta un forte e chiaro “no”
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(A-IV-RE). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, oggi siamo chiamati ad esprimere un voto di fiducia al Governo per il decreto Aiuti-, l'ennesima fiducia, la quinta in pochi mesi, che il Governo chiede alle Camere, l'ennesimo schiaffo al Parlamento, che in questo caso ci lascia ancora più attoniti. Siamo attoniti perché è fatto da un Governo il cui o la cui ricordiamo proprio per le battaglie contro l'uso e l'abuso dello strumento della fiducia. In questa particolare occasione, peraltro, lo strumento è ancora più inutile, perché non si è palesata alcuna volontà, quantomeno da parte del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe, di azioni ostruzionistiche a un decreto chiamato proprio “Aiuti”, che ritenevamo importante potesse essere discusso e convertito. Semplicemente pensavamo che si potesse migliorare e implementare un provvedimento attraverso un limitato numero di emendamenti nell'iter parlamentare, così come abbiamo fatto al Senato con emendamenti per nulla ideologici, per migliorare il provvedimento ascoltando le istanze delle categorie, delle associazioni e del Terzo settore. Anche al Senato, nonostante la disponibilità delle opposizioni, nonostante questa disponibilità a ritirare parte degli emendamenti, avete deciso di tagliare il confronto e porre, anche lì, l'ennesima fiducia. Rimane quella labile speranza di poter discutere i provvedimenti in almeno una delle due Camere, ma in questo caso lo schiaffo è stato doppio. Presidente, - devo dirlo - mai ci saremmo aspettati, in così pochi mesi di Governo, che le funzioni parlamentari sarebbero state così indebitamente compresse e sminuite, una scelta, la vostra, di cui dovrete assumervi la responsabilità, anche nei confronti di coloro che avete illuso dicendo che, con voi al Governo, finalmente il Parlamento sarebbe diventato centrale e tornato ad esercitare il proprio ruolo.
L'atteggiamento del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe voleva essere genuinamente costruttivo, non ostruzionistico, rigoroso e pragmatico come sempre, per indirizzare le risorse di questo decreto Aiuti-verso i settori che ne avevano maggiore necessità, tentando di risolvere i problemi reali delle famiglie e delle aziende. Dovete spiegare agli italiani perché avete ritenuto di non avere un confronto col Parlamento, dovete spiegare perché avete ritenuto di non discutere gli emendamenti che dalle opposizioni e anche dalla maggioranza sono arrivati. I nostri affrontavano tanti temi molto importanti: gli incentivi alla produzione di energia elettrica da impianti solari e fotovoltaici, l'importantissima compensazione degli F24 per sbloccare la questione dei crediti fiscali alle imprese edilizie, la modifica delle garanzie SACE per le piccole e medie imprese, gli aiuti al settore sportivo ed in particolare a quello dilettantistico.
Presidente, noi non dimentichiamo le critiche di chi, ora al Governo, ha definito i precedenti “decreti Aiuti” deboli e incapaci di rispondere al Paese. Parole che oggi fanno sorridere, se non riflettere, davanti a un vostro decreto che nulla contiene delle tante promesse elettorali fatte, nulla di nuovo rispetto ai decreti precedenti che tanto avete criticato. Il non voler discutere le proposte del Parlamento nasconde un Esecutivo di pura propaganda populista, un Esecutivo di distrazione di massa che cerca sempre di identificare nemici inesistenti: prima l'Europa, poi i burocrati, prima ancora i , poi la speculazione internazionale e oggi il nemico sono i benzinai. Il tutto per nascondere la vostra incapacità di portare avanti le tante promesse elettorali fatte. Un Esecutivo che palesa un cronico disturbo dissociativo dell'identità, alternando dichiarazioni pompose in conferenza stampa ad atti parlamentari che nulla di ciò contengono. Un Esecutivo composto da forze politiche che, durante la scorsa legislatura, hanno criticato il Governo Draghi per mancanza di coraggio negli aiuti alle famiglie e alle imprese e che, ora, si dimentica di intervenire su ambiti fondamentali, quali i giovani, la sanità, l'istruzione e il Terzo settore. Ma anche in questo caso abbiamo già trovato un colpevole: la mancanza di fondi. Quei fondi che le stesse forze di maggioranza si sono dimenticati di citare quando facevano promesse elettorali per più di 100 miliardi durante la campagna elettorale. Una trasformazione camaleontica, degna di Charles de Talleyrand.
A subire le conseguenze di questo carente operato di Governo sono gli italiani e le italiane che, dallo scorso 1° gennaio, si sono visti aumentare i prezzi della benzina e dei pedaggi autostradali per effetto dello stop allo sconto delle accise, che il Governo non ha potuto prolungare, guarda caso, per mancanza di fondi; fondi che sembrano mancare per far fronte al caro benzina e al caro gasolio ma che non mancano mai, invece, per salvare le società di serie A . Dopo anni di guerra ai , per rimediare a questo disastro economico spunta dal Consiglio dei Ministri il benzina per i dipendenti. Un capolavoro, perché non si capisce perché i giovani e i liberi professionisti non possano invece avere diritto a un sconto sulla benzina.
Poche certezze abbiamo in questo Paese, ma sicuramente sappiamo che gli italiani avranno le tasche più vuote; ma, grazie al vostro operato e all'aumento del tetto, potranno sicuramente pagare gli aumenti in contanti. Dubitiamo che ne saranno felici. Se i fondi sono quelli che mancano, davvero è inspiegabile come questo Governo abbia deciso di non fare uso della linea di credito del MES per spese sanitarie, dirette e indirette, MES che ci consentirebbe di beneficiare di prestiti fino a 37 miliardi per dieci anni a tassi agevolati . Fondi indispensabili per interventi sul sistema sanitario, ad oggi la principale emergenza nazionale a causa delle infinite liste di attesa della sanità pubblica che costringono gli italiani a spendere più di 41 miliardi di euro l'anno per usufruire della sanità privata ed evitare le lunghe attese.
Presidente, penso di avere elencato abbastanza motivi di natura formale e sostanziale per comprendere perché il gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe voterà “no” alla fiducia richiesta dal Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi deputati, il decreto-legge Aiuti-, proseguendo la scia dei precedenti decreti-legge in tema di sostegno alle imprese e alle famiglie, prevede uno stanziamento di circa 9 miliardi di euro, provenienti dall'extragettito fiscale, che sono finalizzati al contenimento e al contrasto dell'aumento del costo dell'energia e dei carburanti in seguito alla guerra russo-ucraina. Il provvedimento è stato esaminato dal Senato in parallelo con la legge di bilancio alla Camera e diverse iniziative con esso avviate sono state poi trasferite nel testo della manovra. Dal momento che l'improvviso e imprevedibile incremento dei costi dell'energia ha portato ad una situazione di forte disagio le famiglie e le imprese italiane, il Governo italiano ha ritenuto necessario dedicare, con questo decreto-legge, la maggior parte delle somme disponibili al problema energetico.
Buona parte degli articoli, quindi, riguarda proprio la possibilità di avere aiuti fiscali per contrastare il costo dell'energia. Sappiamo bene quanto le nostre imprese abbiano sofferto prima la pandemia e oggi la crisi energetica; sappiamo bene quanto le famiglie italiane stiano soffrendo a causa dell'aumento del costo del gas, che ha velocemente indotto tutte le fonti di energia ad uguali aumenti.
Il decreto-legge Aiuti- è quindi la nuova risposta all'esigenza di ridurre l'impatto dell'aumento del costo dell'energia e della crisi sulle imprese e sui cittadini. Sono aiuti insufficienti, lo sappiamo, ma, come ricorda Platone, non scoraggiare mai qualcuno che si sta impegnando per fare dei progressi. Non importa quanto lentamente stia migliorando, l'importante è che migliori per un futuro di speranza, speranza economica e sociale. Il provvedimento in discussione, oltre a riproporre alcune misure a sostegno per la crisi energetica dei precedenti tre decreti-legge Aiuti, come, ad esempio, la proroga a fine anno del contributo straordinario, sotto forma di credito d'imposta, a favore delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas, contiene diversi interventi rilevanti, quali la possibilità per le imprese di rateizzare in 36 mesi le bollette elettriche per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023, le misure per incrementare la produzione di gas nazionale o, in generale, la possibilità di intervenire in modo più efficace sull'autoproduzione.
Su questo punto il decreto-legge introduce una serie di modifiche alla disciplina dell'approvvigionamento per contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, tra cui il metano, rispettando l'impegno volontario dell'Italia al Global Methane Pledge, rilanciato anche con il vertice COP 27. Si proroga, altresì, al 31 marzo 2023 il termine entro il quale il GSE potrà cedere il gas naturale a prezzi calmierati. Degne di menzione sono anche le misure finalizzate a un maggiore utilizzo dei combustibili alternativi al gas nella conversione degli impianti, anche attraverso una deroga ai limiti delle emissioni in atmosfera, nonché una semplificazione delle procedure burocratiche per le autorizzazioni ambientali, sempre nel rispetto dei limiti previsti dall'Unione europea.
Altre misure in materia energetica contenute nel provvedimento riguardano la proroga del termine del regime di tutela del prezzo per i clienti domestici nel mercato del gas dal 1° gennaio 2023 al 10 gennaio 2024, proroghe di termini nel settore del gas naturale e disposizioni sull'installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili sui beni del demanio militare o comunque in uso al Ministero della Difesa, interventi per la promozione dei biocarburanti utilizzati in purezza, in particolar modo per il settore dei trasporti. Tra le altre disposizioni introdotte nel provvedimento per fronteggiare i costi energetici vi sono le misure straordinarie in favore degli enti locali, quali l'incremento del contributo straordinario per garantire la continuità dei servizi erogati dagli enti locali in relazione alla maggiore spesa per utenze di energia elettrica e gas derivante dalla crisi energetica, e sappiamo quanto gli interventi degli enti locali siano direttamente incidenti sulla vita della popolazione e dei cittadini.
In tema di energia va anche sottolineato l'importante risultato conseguito lo scorso mese dal Governo italiano mediante l'accordo in Unione Europea sul a 180 euro per megawattora a partire dal prossimo 15 febbraio. Sebbene tale risultato sia rilevantissimo e rappresenti un primo passo per calmierare il progressivo aumento del prezzo del gas, da solo certamente non basta. Bisognerà fare di più, soprattutto in Europa, fermando così la corsa delle speculazioni nel mercato dell'energia.
Dopo l'energia, altro tema rilevante nel provvedimento è quello del superbonus e dei crediti incagliati. Tale strumento, introdotto con i precedenti Governi in un momento straordinario, dopo la pandemia, per far crescere il PIL del nostro Paese, puntando sull'edilizia e sulla ristrutturazione degli edifici condominiali, anche privati, ha presentato nel tempo diverse criticità, facendo emergere più volte la necessità di rivedere la normativa.
A fronte dei limiti di questo strumento, che ha prodotto diverse storture di mercato, sono stati apportati alcuni miglioramenti alla disciplina vigente. Basti citare, per esempio, la possibilità di aumentare di un passaggio la cessione dei crediti fiscali derivanti dai edilizi, che potrebbe sbloccare o, quanto meno, facilitare la circolazione di tali crediti all'interno del settore bancario, in modo tale da ottenere un ulteriore alleviamento dei problemi di chi in questo momento si trova in una situazione molto difficile, derivante da un eccesso di crediti fiscali non vendibili e non smaltibili. Si prevede, infine, che SACE possa concedere garanzie in favore di banche, istituzioni finanziarie e soggetti abilitati al credito per finanziamenti a favore di imprese che realizzino interventi edilizi rientranti nella disciplina del superbonus, al fine di sopperire alle esigenze di liquidità di queste ultime.
Questo prestito ponte per imprese con garanzia pubblica tramite SACE Spa è un sostegno rilevante per le imprese in gravi crisi e a rischio di fallimento.
Sul tema dei lavori pubblici, andando incontro alle istanze poste da numerosi enti locali, in particolare a quelli in difficoltà, sono stati prorogati i termini per l'affidamento dei lavori per le opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio, al fine di evitare che importanti risorse del PNRR vadano perdute o, addirittura, siano revocate a causa di ritardi di modesta entità nell'affidamento dei lavori.
Come Forza Italia, siamo intervenuti a migliorare il decreto in diversi aspetti: l'aumento del personale incaricato delle verifiche di impatto ambientale e della commissione tecnica di verifica del PNRR, attraverso il coinvolgimento di personale idoneo delle Forze armate; la questione delle minusvalenze per gli assicurati; la proroga, da giugno a settembre, dei termini per l'utilizzo e la cessione dei crediti di imposta per l'acquisto di gas naturale da parte di imprese non gasivore; la rimodulazione della curva temporale di promozione di biocarburanti utilizzabili in purezza, senza miscelazione.
Altre nostre proposte emendative sono state trasformate in ordini del giorno e alcune confluite nella manovra di bilancio, come la proroga per la presentazione della CILAS riguardante il superbonus 110 per cento al 25 novembre. Sul tema del superbonus, è nota la battaglia fatta da Forza Italia per ottenere questa proroga, stante il repentino passaggio dal 110 per cento al 90 per cento che ha lasciato in mezzo al guado imprese, professionisti, amministratori di condominio e condomini e stante il lungo percorso che il condominio deve intraprendere dalla prima assemblea con l'incarico al professionista. L'inserimento di questa proroga nella legge di bilancio ha dato la possibilità ai professionisti, che, nel frattempo, avevano perfezionato le pratiche CILAS, di presentarle e di conservare il diritto al 110 per cento.
Oltre agli aiuti economici, il decreto Aiuti- sottolinea un grande principio che il Governo, nella sua interezza, vuole sottolineare, quello di dare speranza al futuro delle famiglie e delle imprese, in un momento difficile del nostro Paese e in sintonia con quello che sosteneva Martin Luther King: “Anche se avrò aiutato una sola persona a sperare non avrò vissuto invano”. Sappiamo che fra i tanti contributi straordinari ci sono aiuti anche per servizi sociosanitari, per le persone fragili, disabili e anziani; aiuti di grande importanza simbolica, come segno di grande attenzione e speranza nel futuro per questi cittadini, per queste persone.
In conclusione, il gruppo Forza Italia voterà la fiducia sul decreto Aiuti-, che non si limita a prorogare misure già previste da precedenti Governi, quali il mantenimento del credito d'imposta per le imprese energivore e non energivore e dello sconto sulle accise, ma è un'ulteriore tappa, nel breve periodo, sulla strada delle politiche di sostegno alle famiglie e alle imprese in un momento di grave crisi energetica ed economica e, soprattutto, nel lungo periodo, va nella direzione di aumentare l'autonomia energetica dell'Italia, prevedendo misure per l'incremento della produzione naturale del gas. Questo provvedimento ha, infatti, un duplice obiettivo: da un lato, quello di fornire strumenti e risorse utili, che consentiranno, nel breve termine, di mitigare gli effetti del caro energia e dare una prima risposta ai problemi contingenti delle imprese e delle famiglie italiane e, dall'altro, quello di impostare un percorso chiaro per rendere il nostro Paese più indipendente dal punto di vista degli approvvigionamenti energetici e di diversificazione delle fonti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ida Carmina. Ne ha facoltà. Carmìna, mi scusi. Prego, onorevole.
IDA CARMINA(M5S). Sbagliano tutti l'accento.
PRESIDENTE. Adesso impareremo.
IDA CARMINA(M5S). Va bene. Presidente, colleghi, siamo qui per analizzare il decreto Aiuti-. Al netto del cattivo costume di utilizzare in malo modo la decretazione d'urgenza per introdurre norme che difettano dei requisiti di cui all'articolo 77 della Costituzione e che si occupano di materie disomogenee che nulla hanno a che fare con misure di sostegno riconducibili al titolo ingannevole del decreto Aiuti-, nel merito, tale decreto si pone in perfetta continuità con la legge di bilancio approvata appena 2 settimane fa e regola, in modo maldestro, importanti misure, rendendo palese l'inganno, perpetrato dalla maggioranza, al popolo italiano, perché, soprattutto, si consuma il massimo tradimento delle promesse elettorali, la più grande delle giravolte del Governo Meloni.
Invero, lungi dall'essere l'anti-Draghi che, dai banchi dell'opposizione, si scagliava contro le scelte del suo predecessore, anche contro una contestata ossequiosità nei confronti dell'Unione europea, l'attuale Governo si pone in perfetta continuità con il Governo Draghi - 10 miliardi dei 14 che vengono impegnati nell'attuale decreto vengono ereditati dal precedente Governo -, china il capo e, pavido, aderisce ai dell'Unione europea - come dice il Ministro Giorgetti occorre “dare all'Europa e ai mercati un segnale di grande serietà e senso di responsabilità” -, incapace di formulare proposte confacenti agli interessi degli italiani e limitandosi a portare avanti scelte di in politica economica. Si tratta, peraltro, di un'Agenda che non è altro che una sbiadita fotocopia dell'Agenda dello stesso Governo Draghi, ancor più dannosa per gli italiani, come dimostra la scelta scellerata di eliminare lo sconto delle accise deciso da Draghi - 18 centesimi al litro sulla benzina -, che ha portato a superare il costo della benzina di 2 euro, con punte di 2,50 euro in autostrada e che determinerà, oltre a un aumento del costo dei trasporti privati e pubblici, anche l'effetto indiretto dell'aumento a cascata di tutti i beni (si dice con allarme che l'88 per cento dei beni in Italia vengono trasportati su gomma), aggravando con ciò il fenomeno inflattivo in atto, che svuoterà di valore gli euro in tasca degli italiani, dei pensionati, dei lavoratori.
E il Governo continua, su questo fronte, ad ingannare gli italiani, giocando a scaricabarile, invece di assumersi le proprie responsabilità e dire la verità, perché l'aumento della benzina non è determinato da una speculazione, ma, piuttosto, dalla scelta politica di questo Governo di non continuare in ciò che persino Draghi aveva inteso fare e, cioè, evitare che l'aumento del costo della benzina determinasse gli effetti che oggi vediamo e aggravasse la situazione inflattiva in atto. Ma era troppo costoso, perché si tratta di un miliardo al mese. Questa è la verità! È inutile che mandino la Guardia di finanza o espongano il cartello in autostrada sul prezzo medio o tengano per soli 3 mesi - 3 mesi! - l'aumento di 200 euro in busta paga ai dipendenti. Tre mesi dice quanto vuole durare questo Governo, quanto vogliono durare le sue manovre, a cosa mirano!
Ebbene, questo decreto si chiama “Aiuti”: si trova qualche agevolazione per le imprese, per il pagamento delle bollette di luce gas, e un nuovo credito d'imposta per bar, ristoranti e piccole attività artigianali, che, però, per la validità temporale breve, non faranno in tempo a usarle ed essere effettivamente ristorati. Gli aiuti vengono erogati con strumenti inadeguati, insufficienti, con condizioni capestro come decadenze, in modo non equo, tralasciando interi settori o categorie degni di attenzione: un esempio per tutti, il trasporto turistico su gomma, con le inevitabili conseguenze nei confronti dell'intero settore turistico nelle zone carenti di adeguate infrastrutture. Ma, in particolare, pare bizzarro l'inserimento di un punto in un decreto denominato “Aiuti”: quello del grave depotenziamento e smantellamento del superbonus 110 per cento, misura all'avanguardia in termini di difesa dell'ambiente e sostenibilità e che ha mostrato straordinari effetti benefici in economia, rilanciando il settore dell'edilizia, da tempo asfittico, ed essendo determinante alla crescita del PIL, nel 2022, del 6,7 per cento, con più di 900.000 posti di lavoro stimati a novembre del 2022. Ma chi pensate di aiutare così? Le imprese edili, i professionisti, l'indotto e i beneficiari?
Per non parlare del fatto che, quanto al superbonus, la limitazione dei beneficiari in base ai requisiti reddituali e l'impossibilità della cessione del credito d'imposta determinano un freno degli investimenti, una mancata riqualificazione degli edifici e compromettono gli obiettivi della transizione ecologica portata avanti con questa misura.
Peraltro, si andranno proprio a penalizzare le fasce con minori possibilità economiche e che grazie al superbonus potevano riqualificare i propri immobili e ottenere un risparmio immediato e concreto sulle bollette dell'energia elettrica, perché chi ha un ISEE di 15.000 euro difficilmente potrà sostenere l'importo a suo carico previsto dalla nuova norma.
Tuttavia, un aspetto che segna l'assoluta contrarietà e la distanza del MoVimento 5 Stelle da questa maggioranza è la più scandalosa retromarcia del Governo Meloni: il rilancio delle trivellazioni in mare . Basti dire che i due dell'attuale maggioranza si schierarono fortemente contro le trivellazioni in mare. La Meloni: basta alle trivellazioni, basta all'inquinamento del mare, basta alle ! E Salvini, di rincalzo: difesa dal rischio incidenti, non svendete il mare a qualche petroliere, distrugge l'economia, la pesca, il turismo e la balneazione! E avevano ragione, lo ripeto, avevano ragione, ma perché hanno cambiato opinione ? Adesso, invece, cosa propongono? Sembrano le sbiadite controfigure di loro stessi; folgorati sulla via dell'ossequio a quei gruppi industriali da cui durante la campagna referendaria prendevano le distanze, consumano un ulteriore inganno al popolo italiano, proponendo come una sorta di panacea dei problemi energetici italiani le trivelle in mare, perché è risaputo che i giacimenti sono in via di esaurimento ed estrarre il gas residuo avrebbe costi proibitivi, senza considerare i danni irreversibili all'ambiente e all'ecosistema marino e ciò senza cambiare di una virgola la dipendenza economica energetica dell'Italia, che avrebbe bisogno di massicci interventi e investimenti, quelli sì, ma sulle rinnovabili, sul vento. Occorre utilizzare il vento, il sole, le comunità energetiche, energie per le quali non c'è bisogno di fare guerre, perché sono a disposizione di tutti.
Invero, ecco il ricorso a trivellazioni assolutamente inutili: le risorse sono irrisorie e trascurabili; come ammette lo stesso Governo, il fabbisogno italiano è di 75 miliardi di metri cubi l'anno e solo 15 sarebbero ricavabili dalle estrazioni in mare, in dieci anni, e non solo, perché sarebbero utilizzabili fra svariati anni, durante i quali si potrebbe benissimo sopperire con una politica energetica differente e sostenibile. Poi, naturalmente, è dannoso per l'ambiente - ciò lo ammette la stessa normativa - e, soprattutto, in violazione dei principi costituzionali, in particolare dell'articolo 9, secondo cui la Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell'interesse delle future generazioni, perché clima e ambiente sono valori assoluti, da cui dipende il futuro dell'umanità . Non si comprende come chi si richiama tante volte a Papa Francesco e, magari, ci va anche in visita, disattenda l'intero magistero della Chiesa, la visione di Teilhard de Chardin, ciò che viene espresso nel Concilio Vaticano II e nella prima enciclica di Papa Francesco, laddove la questione ambientale veniva correlata alla mancanza di giustizia sociale. Che visione abbiamo dell'Italia, se solo penso alla mia Sicilia, con già 101 trivellazioni in terraferma, 28 in campo e altre svariate concessioni pronte a partire? Ma che visione abbiamo di terre bellissime, sfregiate e sfigurate? Questo è il bene che vogliamo all'Italia ? Ebbene, noi non saremo mai da questa parte e il MoVimento 5 Stelle oggi voterà contro la fiducia, appunto, per sottolineare quanto sia stata diversa …
PRESIDENTE. Deputata, dovrebbe concludere…
IDA CARMINA(M5S). Concludo a breve, Presidente. Cito la stessa Meloni: non avevamo scelta, per un fatto di coscienza e per un fatto di serietà. Esattamente come nessuno si fiderà di qualcuno che sottoscrive un contratto e, poi, non lo rispetta, io penso che, allo stesso modo, i cittadini debbano diffidare di partiti che non mantengono la parola data .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ottaviani. Ne ha facoltà.
NICOLA OTTAVIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Io credo che questo decreto si ponga sulla scia e, quindi, in linea di continuità, non soltanto ideale, ma soprattutto pratica e finanziaria, rispetto alla manovra finanziaria che abbiamo licenziato nottetempo all'interno di quest'Aula. Questo perché, quando scelse, il Ministro dell'Economia e delle finanze, insieme a tutto il Governo, comunque, di portare avanti una manovra finanziaria di carattere emergenziale, tenuto conto del tempo che veniva scandito e, soprattutto, dei 40 giorni appena che sono stati messi a disposizione per evitare l'esercizio provvisorio, ebbene, quell'intento che era stato fissato, è stato poi successivamente adeguato per con l'approvazione dei decreti successivi, che rientrano all'interno, però, di un quadro finanziario di carattere generale.
Ora, saltiamo a piè pari tutta la materia della quale ci siamo occupati anche nel corso delle ultime ore e che riguarda l'utilizzo della decretazione d'urgenza; ricorda, questo parlamentare, a se stesso, che la decretazione d'urgenza è una previsione costituzionale che, mai come in questo caso, può essere adottata e può essere invocata laddove ci siano condizioni particolari che il Paese vive, e mi sembra che, a seguito di quelli che sono gli interventi, soprattutto delle minoranze, la giustificazione di questa decretazione sia , venga direttamente dalle loro conclusioni. Quindi, evitiamo di portare avanti un approccio farisaico sulla materia della decretazione, perché non è che i decreti-legge sono interpretabili e sono azionabili in un modo quando si è in maggioranza e sono azionabili o reprimibili nel modo assolutamente contrario, quando si è in minoranza; quando è in gioco, quando è in ballo l'interesse del Paese si può essere non d'accordo e, quindi, si può esprimere la propria nel merito, ma che non ci vengano a fare lezioni di diritto costituzionale, perché le respingiamo al mittente .
Per parlare del merito di questo decreto, io credo che, ancora una volta, l'intento del Governo sia quello - centrato, tra l'altro, non solo nella manovra finanziaria ma anche con questo decreto - di arrivare a dare risorse non in modo indifferenziato, ma dare e ridistribuire risorse a chi le merita davvero, a chi, soprattutto in questo momento, necessita di quelle risorse, perché il tutto a tutti, il qualunquismo di carattere finanziario, il qualunquismo di carattere ideologico ha portato alla situazione che è sotto gli occhi di tutti. Infatti, se si parla, tanto per essere chiari e per andare , di affrontare quello che è un tema importante, di tutela dell'ambiente e, poi, dall'altra parte, ci si viene a dire: ma, in questi giorni, abbiamo una dipendenza energetica da Paesi che sono fuori addirittura dalla Comunità europea, beh, mettiamoci d'accordo con noi stessi, non con gli altri; delle due l'una, o si tende, una volta tanto, potremmo dire, non , ma in questo caso , a valorizzare le risorse che abbiamo nel nostro sottosuolo o è inutile fare il giro del mondo con il piattino in mano, per chiedere agli altri aiuti che noi stessi possiamo, invece, amministrare .
Certo, potremmo andare su considerazioni diverse e l'auspicio è che il Governo, in modo più generalizzato e, soprattutto in modo più completo, vada ad affrontare, da qui a breve, la materia energetica sotto il punto di vista delle risorse di cui si può disporre o delle risorse che si possono attivare, perché questa discussione, che rischia la banalità in queste ore, fa con l'altra discussione che riguarda la rivisitazione o, perlomeno, la riflessione forte, che mai come in questo momento deve essere fatta, sull'utilizzo dell'energia nucleare, perché, sempre in rispetto di questi famelici, non famosi, principi di tutela dell'ambiente, ricordo che l'articolo 9, terzo comma, riformato, della Costituzione va letto e va interpretato, non va soltanto sfogliato. Ecco la differenza tra noi, che andiamo nel merito e chi, invece, si accontenta degli slogan.
Ebbene, quel profilo di tutela non riguarda la tutela dell'ambiente ascrivibile o circoscrivibile ai nostri confini nazionali, ma, se si parla di tutela dell'ambiente, come di tutela della vita e di altri beni inseriti nei principi fondamentali della nostra Costituzione, allora, non vediamo per quale motivo, fuori dai nostri confini, a Ventimiglia, o magari dall'altra parte dell'Adriatico, stiano per sorgere centrali che, insieme a quelle già sorte e già in funzione, utilizzano l'energia atomica, mentre noi continuiamo, comunque sia, a ritenere che questa sia un tabù.
Certo, davanti alla prospettazione di eventuali abusi di quel tipo di energia e, soprattutto, alle sottovalutazioni dei criteri di sicurezza ed efficienza, tutti dobbiamo svolgere una riflessione. Tuttavia, se oggi diciamo che le nostre coste - tra l'altro, stiamo parlando di profili che vanno oltre le nove miglia - non possano essere utilizzate per le risorse che hanno nel sottosuolo e, quindi, non si tenta neppure di valorizzare quello che fa parte del patrimonio pubblico del Paese, allora, ancora una volta, portiamo avanti un approccio che, sicuramente, è una rispetto all'indipendenza di carattere economico che questo Paese deve acquisire, grazie a questo Governo, nei prossimi anni, soprattutto in materia energetica .
E, allora, , e non di più, perché i colleghi del gruppo che, in questi giorni, si sono occupati di questa materia, l'onorevole Comaroli, all'interno di quest'Aula hanno già evidenziato gli elementi essenziali attorno ai quali ruota questo decreto, ci sono elementi di novità assoluta che vanno in controtendenza rispetto al passato. Stiamo parlando, ad esempio, delle valutazioni semplificate in materia di VIA e di VAS. Quando si chiede alle imprese di mettere a disposizione i propri capitali, evitando di fare ricorso al credito bancario, quindi, di investire su loro stesse, e poi non si rimuovono alcuni ostacoli in materia di VAS e di VIA, sostanzialmente si sta dicendo a queste imprese di morire e questa non è la nostra scelta, non è il nostro approccio ideologico e culturale !
Credo che, in questo decreto, ci siano già quelli che possiamo definire i prolegomeni della riforma di carattere amministrativo che va nella direzione di valorizzare il silenzio nella pubblica amministrazione. Laddove la pubblica amministrazione è silente rispetto alle richieste da parte delle imprese o le richieste anche del singolo cittadino , allora il silenzio dev'essere la regola dell'accettazione dell'istanza proposta alla pubblica amministrazione, tranne, naturalmente, casi di vincoli assoluti, inderogabili davanti ai quali il periodo di della pubblica amministrazione può portare a una rivisitazione del provvedimento. Ma se non si passa all'utilizzo del silenzio come regola di carattere generale nel rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione, avremo sempre uno squilibrio in questo rapporto, che non sarà mai armonico ma sarà oppressivo !
È questo il motivo per il quale riteniamo che, sempre in materia di sviluppo e soprattutto di approccio di novità in materia energetica, la promozione degli idrocarburanti come riconversione rispetto alle raffinerie tradizionali costituisca un altro elemento importante di questa materia, perché incidere sulla semplificazione del procedimento di riconversione significa mettere queste aziende nelle condizioni di un'effettiva parificazione rispetto ad altri che, nel mercato internazionale, la fanno da padrone.
C'è un ultimo elemento, Presidente, che mi permetto di sottolineare. Per tanti anni, abbiamo ascoltato, all'interno di quest'Aula e anche fuori, l'esaltazione del mondo della scuola, ma non veniva speso nulla, perché probabilmente faceva comodo continuare a coltivare le differenze tra chi poteva permettersi l'accesso al settore scolastico e chi ne rimaneva fuori. Per la prima volta, vediamo un investimento di 85 milioni per il personale docente e di 14,5 milioni per il personale ATA . Questo significa investire sui giovani, su quelle generazioni di cui abbiamo sentito parlare in questi giorni, ma che rischiavano di rimanere una mera chimera e che, invece, vogliamo garantire come diritto di sviluppo di identità culturale e soprattutto formativa all'interno di questo Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silvio Lai. Ne ha facoltà.
SILVIO LAI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, questo decreto è pericoloso per le norme che vi sono scritte e inadeguato per quelle che non ci sono e ci sarebbero dovute essere. Lo segnalo, colleghi: ancora una volta, in poche settimane, il Parlamento è chiamato a esprimersi sulla fiducia a questo Governo ed è la quinta volta; su cinque voti su provvedimenti del Governo, cinque richieste di fiducia (e siamo solo all'inizio). Faccio una profezia facile: già a fine gennaio, il contatore delle richieste di fiducia, come minimo, raddoppierà.
Vedete, è da tempo che i Governi, quelli tecnici, o le coalizioni che non si sono presentati unite prima delle elezioni scelgono di chiedere al Parlamento un atto di fiducia, dopo gli accordi tra le forze politiche che le sostengono, piuttosto che fare una discussione legislativa. Questo è il frutto avvelenato dello stare insieme tra opposti, dell'obbligo di governabilità, ed effetto anche della fragilità di una politica che insegue la quotidianità, anziché guidarla.
Ma questa volta no! Questa volta gli elettori hanno fatto una scelta chiara: siete minoranza nel Paese, ma netta maggioranza in Parlamento e non solo per un vostro merito, ma anche per colpa nostra, per nostra responsabilità, per la mancata alleanza delle formazioni oggi alternative, oggi all'opposizione, pur essendo maggioranza nel Paese. Di questo, dell'essere minoranza nel Paese, dovreste anche tenere conto nelle vostre scelte e nelle vostre azioni.
Questa volta no, non ci sono scuse. C'è una maggioranza politica, perché c'è ancora, è vero? Lo chiedo, perché non potete proporre scuse per quello che fate. Nonostante un atteggiamento da debuttanti, siete una maggioranza politica di lungo corso, nata ormai quasi trent'anni fa, e molti di voi erano già al Governo 14 anni fa, nel 2008 (ormai 15 anni fa). Siete una maggioranza che ha resistito alle proprie divisioni nella scorsa legislatura, con forze al Governo, variamente, unite oggi a un partito cresciuto di consensi stando all'opposizione, che così ha consentito una narrazione che ha convinto gli elettori di una sorta di discontinuità meritevole di essere messa alla prova. Ma la vostra è una narrazione che era solo tale, molto diversa dalla realtà che state proponendo, metodo compreso.
Partiamo da questo, partiamo da queste richieste di fiducia di cui state ampiamente abusando. Altro che farisei, come qualche collega ha detto prima, perché l'avete detto voi. Guardate, lo ha detto la Presidente del Consiglio, tuonando ripetutamente, anche pochi mesi fa, in quest'Aula, dall'opposizione, che con una maggioranza politica certa e coesa (lo ha detto e poi ripetuto in campagna elettorale), mai più richieste di fiducia a getto continuo. La realtà, invece, dice che, nonostante questa maggioranza politica così ampia sulla carta, l'abuso di fiducia mette in dubbio quanto questa sia certa e coesa o quanto la realtà fosse più complessa di quella che avete pensato di raccontare.
Poca competenza, allora, o poca coesione? Se non fosse così, perché non scegliere di dare voce al confronto parlamentare come da vostro impegno? La verità è che non c'è una coesione vera tra di voi, perché non c'è una visione comune. Troppo differente una destra liberale europea da una destra sovranista; troppo distante l'idea federalista feroce di chi ha le radici in una parte della provincia del ricco Nord da chi si intesta la difesa dell'unità della patria e del Mezzogiorno che soffre. Potrei ricordare molte differenze di opinioni tra di voi su cose importanti: la guerra, il rapporto con la Russia, la gestione del COVID e della vaccinazione, emersa fragorosamente nelle settimane scorse; oppure posso ricordare le esagerate difficoltà sulla manovra finanziaria, con posizioni che, a fatica, siete riusciti a domare e solo portando alle ultime 48 ore le vere decisioni, difficoltà superate solo con l'imposizione del partito che comanda nella vostra coalizione e umiliando il Parlamento: oppure con una tecnica del rinvio, che usate spesso, che è una roba da Governi balneari: si confida nello stellone, nella fortuna, come se eventi complessi, come la guerra, l'inflazione, il caro energia, la crescita della povertà, il ritardo nel Mezzogiorno, la crisi climatica, possano sparire dall'orizzonte per miracolo. Lo avete fatto sulla copertura delle bollette sino al 31 marzo, per esempio.
E ad aprile che cosa succederà? Oppure sul reddito di cittadinanza, che scadrà il 31 luglio. E ad agosto cosa succede a quelle persone? Oppure ieri, in Consiglio dei Ministri, su 2,2 miliardi di sanitario, con la scadenza spostata, prima, al 15 gennaio e, adesso, al 30 aprile. E dopo? Cosa devono fare quelle aziende e cosa devono fare le regioni, che hanno da coprire i costi della sanità con quelle risorse? Cosa dovrebbe succedere nel frattempo? Ci saranno miracoli evangelici, oppure nuove risorse calate da chissà quale nuovo condono , magari per poi fare danni profondi alla credibilità dello Stato? Oppure nuovi furti al futuro dei giovani, come per pagare le pensioni anticipate di pochi e, tra l'altro, neanche di quelli che avrebbero più bisogno, come avete dimostrato sulla questione Opzione donna ?
Una cosa vi unisce, però, forse due: in primo luogo, il cemento del potere e, poi, la direzione di marcia. Una direzione di marcia che mi ricorda il titolo di un album di Fabrizio De André, “ostinata e contraria”, solo che per quell'artista quelle parole richiamavano finalità impegnative, rimarcavano la necessità di uscire allo scoperto, di essere coraggiosi, a costo di essere anche voce fuori dal coro, di assumersi le responsabilità. Voi, invece, in questi mesi di Governo avete chiarito che la direzione di marcia che avete intrapreso è una direzione ostinatamente contraria al bene del Paese, per privilegiare il bene di pochi e senza rimorsi. Una manifesta ostilità verso un Paese che avrebbe bisogno di scelte e non di rinvii, di misure coraggiose fatte di verità e non di promesse già scordate e tradite con la scusa delle risorse che mancano. Ecco, questa ce l'avete sempre. Ma scusate, che mancassero le risorse, che fossimo nel mezzo di un'economia di guerra, non era chiaro anche a voi, forse? Solo mentendo e alterando la realtà si potevano fare le mirabolanti promesse che avete fatto in campagna elettorale e anche prima. Questo Paese non è cambiato dal 25 settembre in poi. È lo stesso Paese al quale avete raccontato, poche settimane fa, che una condizione migliore, scegliendovi, sarebbe stata possibile, e che con un Governo con un forte mandato politico si sarebbe potuto fare quello che i Governi tecnici non volevano fare. E invece? Invece emerge quanto sia differente urlare dall'opposizione e poi confrontarsi con la realtà del Governo, promettere l'abbattimento delle accise sulla benzina e poi diventare protagonisti per scelta del loro aumento , promettere l'aumento generalizzato delle pensioni in campagna elettorale e poi annullare quello che era già previsto come dovuto adeguamento, essere la prima donna Premier e intervenire maldestramente peggiorando Opzione donna. Insomma, come ci si sente a fare cassa sulle fasce più deboli, su quelle che - lo dicevate - è facile tartassare?
Questa è una destra che ha deciso, per esempio, in un periodo pazzesco, di abolire il reddito di cittadinanza senza prevedere alcuna norma che potesse sostituirlo e di ridurre le risorse disponibili contro la povertà di oltre il 20 per cento. La recessione e, soprattutto, le vostre scelte produrranno più disoccupati e più poveri e la strada che voi scegliete è quella di un azzardo. La vostra è una destra degli spiriti selvaggi e sregolata, quella che prevale, altro che destra sociale a cui dite di richiamarvi: tagli alla sanità, alla scuola e alla ricerca, nessun sostegno ai comuni e alle politiche del lavoro, rimossa dall'agenda la sfida della riconversione ecologica, della lotta ai mutamenti climatici. Anzi, in questo decreto decidete di rilanciare l'attività di estrazione degli idrocarburi in aree vietate, anche sfidando la Costituzione novellata. Una scelta incomprensibile perché, viste le esigue riserve di gas recuperabili, non sono assolutamente evidenti i benefici reali degli interventi che sono stati autorizzati, superando i vincoli definiti dal Piano di transizione energetica approvato a marzo dell'anno scorso, e alcuni vincoli aggiuntivi, come le aree CNAPI, quelle dei depositi e delle scorie nucleari, oppure le aree umide della Convenzione di Ramsar o quelle di Rete Natura 2000, ed è già tanto. Addirittura arrivate a superare vincoli assoluti, come quelli delle aree tra 9 e 12 miglia, oppure quelle del Golfo di Venezia, ed io non riesco a capire quale sia il motivo per cui l'avete fatto. Quali interessi avete voluto coprire per rischiare così tanto? Non siamo solo noi a dirlo. Cito una autorevole opinione: gli esiti della subsidenza in seguito alle trivellazioni degli anni Cinquanta sono stati imponenti e devastanti nel Veneto. Peraltro, l'Adriatico è un mare che in larga parte presenta le caratteristiche di un lago e quindi, accanto ai probabili danni ambientali, se ne sommerebbero di devastanti per il futuro e la balneazione, in caso di ulteriori trivellazioni. Ora, questo non l'ha detto il presidente di Lega Ambiente del Veneto ma l'attuale presidente della regione Veneto. Non vi sembra che ci sia qualche contraddizione tra quello che dite e fate e quello che, invece, anche i vostri, nei territori, pensano? In questo decreto sarebbero dovute essere presenti misure a sostegno delle regioni per realizzare quei megawatt di fonti rinnovabili, indispensabili per accompagnare la transizione. Invece, il messaggio che date è di una centralità delle fonti fossili e dei loro padroni. Fonti necessarie se limitate nel tempo, all'interno di una transizione energetica, e se si procede decisamente verso la sostenibilità ambientale e le energie rinnovabili.
In conclusione, com'è possibile che non sentiate la responsabilità di rilanciare la crescita con uno sviluppo equo e sostenibile e all'insegna della giustizia sociale? Com'è possibile che non sentiate vostro il compito di affrontare il tempo che segue la pandemia, che ci trova dentro una guerra in Europa, tra libertà delle Nazioni e dei popoli e, dall'altra parte, le autocrazie, che ci pone in una economia bellica e postbellica nella quale servono risorse economiche ma anche valori condivisi e comunità? Le scelte di questo decreto vanno in direzione opposta. Avete ottenuto una maggioranza parlamentare raccontando un'esperienza di opposizione e che meritavate quest'occasione di discontinuità. Non apparteneva a tutti quest'opposizione e, invece, l'avete avuta questa fiducia. Avete proposto, però, anche conservazione e ritorno al passato, ammiccando a una nostalgia per un passato più lontano.
PRESIDENTE. Concluda, grazie.
SILVIO LAI(PD-IDP). Ma dovreste saperlo, il passato non torna. Rassegnatevi perché, se torna, ha un aspetto mostruoso. Per questo noi non ve lo permetteremo e non voteremo la questione di fiducia al Governo su questo decreto e sui prossimi provvedimenti, che non proteggono il futuro del Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Messina. Ne ha facoltà.
MANLIO MESSINA(FDI). Grazie, Presidente. Colleghi. Io devo dire, Presidente, che le opposizioni, secondo me, comunque vanno ringraziate, perché in quest'ultima seduta, ma anche nelle scorse - io sono al primo mandato - credo che ci facciano vivere delle sensazioni quasi extrasensoriali. Lo dico sinceramente, lo dico con cognizione di causa. Sento parlare i 5 Stelle di giravolte del Governo Meloni, forse dimenticando che hanno ricoperto e hanno fatto alleanza con tutto l'arco costituzionale italiano sono passati da pro immigrazione a contro l'immigrazione, da “no” TAP a “sì” TAP, hanno cavalcato qualsiasi bandiera e qualsiasi battaglia pur di accaparrare qualche punto percentuale; e parlano a noi di giravolte! Abbiamo sentito parlare anche il PD. Anche qui sono emozioni extrasensoriali, quando sentiamo parlare l'onorevole del PD di cemento del potere. Siete stati cementificati in queste poltrone per dieci anni senza che il popolo vi abbia votato! Con l'aggravante, Presidente, che hanno il coraggio anche di fare le battaglie sullo . Ma è incredibile. È davvero surreale quello che viviamo in quest'Aula. Avete fatto 80 nomine a Camere sciolte Le Camere e il Governo erano già praticamente decaduti e hanno fatto 80 nomine degli amici degli amici, e vengono a raccontarci la favoletta, a noi del centrodestra, che stiamo occupando le poltrone. Ma con quale coraggio si può affrontare un tema? Non è serietà.
Certe volte mi sembra davvero di vivere su Marte, in una realtà parallela. Per fare una citazione, Presidente: lei ricorda la DeLorean? Lei è più giovane di me, probabilmente non la può ricordare e gliela ricordo io, mi consenta di fare questo. La DeLorean era quella macchina su cui Michael J. Fox saliva e tornava al futuro, la DeLorean. Ecco, sembra quasi che tra non molto vedremo spuntare Conte, Renzi, Letta, in questa macchina, perché parlano del Governo Meloni come se fosse in carica da 5 anni. Sono profeti, lo diceva prima l'onorevole del PD. Ma profeti di cosa? Raccontano cosa? Siamo al Governo da 60 giorni e parlate come se, da 10 anni a questa parte, al Governo ci fosse stato un altro Presidente del Consiglio. Parlate come se la Meloni fosse al Governo da 5 anni. Invece siete stati voi inchiodati qui per 10 anni a governare, anzi a sgovernare questo Paese
Non lo dicono i parlamentari di Fratelli d'Italia; lo dicono gli italiani perché vi hanno bocciato e, se nei dieci anni precedenti li aveste fatti votare, vi avrebbero bocciato anche nei dieci anni precedenti . Avete dimostrato di essere scarsi al Governo - lo dicono, lo ribadisco, gli italiani - ma al peggio, Presidente, non c'è mai fine perché state dimostrando di essere ancora più scarsi come opposizione, attaccando un Governo in carica da sessanta giorni, quando parlate di energia, dimenticando forse che il Copasir qualche anno fa ricordava a voi, che eravate al Governo, che l'Italia aveva un grande deficit dal punto di vista energetico e lo metteva nero su bianco con una relazione. Ma avete fatto finta di nulla, vi siete dimenticati probabilmente di leggere ciò che un organo importante come il Copasir vi ha messo per iscritto; avete dimenticato in maniera palese quello che stava accadendo, ancor prima della guerra tra Russia e Ucraina, Presidente, perché si fa finta che il problema dell'energia nasca con il problema dell'Ucraina e della Russia, mentendo, sapendo di mentire. Potremmo parlare del tema del mercato delle licenze in Europa, anche in questo caso sollevato da Fratelli d'Italia, che, già nel settembre del 2020, portava rincari sull'energia: e anche in questo caso avete fatto finta di niente, con rincari di più del 20 per cento.
Oggi ci venite a raccontare che non siamo in grado di recuperare il tempo perso, il tempo che voi avete perso. Invece stiamo dimostrando, ancora una volta sul campo, che noi siamo capaci di fare quello che voi non siete stati capaci di fare , che noi siamo capaci di avere una politica che guarda al futuro
Presidente, mi deve consentire anche questo passaggio perché, se il problema dell'energia fosse stato affrontato con serietà dai Governi precedenti, a cominciare dal Governo Conte, dal Governo Renzi, piuttosto che dal Governo Draghi, probabilmente, oggi non saremmo stati costretti a destinare 21 miliardi al caro energia, 21 miliardi che vengono a mancare perché siete stati incapaci di gestire la politica energetica di questo Paese . Anche questo lo dicono i fatti: negli ultimi dieci anni, il gas estratto in Italia è passato da 13 miliardi di metri cubi a 3 miliardi. Negli ultimi dieci anni c'eravate voi al Governo, non c'eravamo noi. Allora, potete non condividere le trivellazioni, potete non condividere nulla, potete fare tutte le battaglie che volete, ma noi facciamo le battaglie per cui ci siamo impegnati con gli italiani, cosa che a voi probabilmente sembra assurda, ma che per noi è un principio sacrosanto: quello che si dice in campagna elettorale si fa e noi continuiamo in questo percorso di risanamento di un Paese ridotto assolutamente a un colabrodo.
Allora, anche su questo, Presidente, credo dovremmo fare un'analisi più dettagliata e al riguardo vorrei consegnare al nostro Governo un'analisi che credo sia importante. Questo Paese ha vissuto gli ultimi cinquanta o sessant'anni - mi sono permesso di fare anche un elenco - con Governi che, nella maggior parte dei casi, duravano uno o due anni (1964-1965; 1954-1955; non mi metto a elencarli tutti perché ci vorrebbero altri dieci minuti) e questo dà il senso della grande instabilità che ha vissuto. Se non abbiamo regole certe e se questo Parlamento vota sempre Governi – com'è accaduto soprattutto negli ultimi dieci anni - che sono un'accozzaglia di idee e di posizioni (quando ce le hanno: molto spesso le cambiano strada facendo), questo Paese non avrà mai la possibilità di esprimere un Governo forte, certo, concreto e di porre al centro dell'azione leggi strutturali che ci consentiranno di guardare davvero al futuro con obiettivi diversi.
Allora, la riforma presidenziale che il Governo Meloni sta mettendo in campo credo faccia solo bene a questo Paese perché va proprio nella direzione di dare finalmente regole certe, in base alle quali nessuno può andare al Governo senza il voto degli italiani - come accaduto negli ultimi anni - e, soprattutto, ci consente in maniera chiara di attivare politiche serie e riforme strutturali.
Parlando di energia, vi ricordo che il Governo Draghi è caduto, dopo l'ennesimo litigio, con quella pseudo maggioranza, tra il MoVimento 5 Stelle e il PD sul termovalorizzatore di Roma. Quello è stato il tema che ha fatto cadere il Governo Draghi, perché non si può mettere in piedi un Governo fatto da anime completamente diverse. La dimostrazione plastica di questo risiede in ciò che raccontavo proprio poc'anzi: non c'è mai stata un'azione concreta dal punto di vista della politica energetica.
Allora, come dicevo prima, senza Governi stabili non si potranno avere azioni strutturali per guardare al futuro ed è questo il motivo per cui occorre procedere - e mi avvio alla conclusione, Presidente - con tutte quelle riforme strutturali che daranno a questo Paese la forza e la certezza di andare avanti. È una cosa che probabilmente dispiacerà alle opposizioni, ma vi assicuro che noi andremo avanti come treni per rendere questo Paese forte, ottimista, capace di accogliere e di custodire i propri giovani con le proprie idee, affinché possano guardare al futuro con la voglia e l'orgoglio di essere italiani e di restare a vivere in questo Paese.
Oggi i giovani vanno via, scappano, perché abbiamo consegnato a queste generazioni un Paese debole, che non dà futuro e noi siamo convinti ancora di più oggi, vedendo l'azione di questo Governo in questi sessanta giorni, che questo Paese saprà rinascere grazie all'azione concreta del Presidente Meloni, di tutto il Governo e di un Parlamento che non farà mai mancare il sostegno, anche oggi. Quindi, per questo motivo voteremo favorevolmente la fiducia. Viva l'Italia !
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 13,30, sospendo la seduta fino a tale ora.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dalla deputata Lia Quartapelle Procopio.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute,
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltose le operazioni di voto.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: .………………… 350
Votanti: ………………….. 346
Astenuti: …………………… 4
Maggioranza: ……………. 174
Hanno risposto : ……….. 205
Hanno risposto : ………. 141
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Albano Lucia
Almici Cristina
Ambrosi Alessia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Arruzzolo Giovanni
Bagnai Alberto
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Bellucci Maria Teresa
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Bof Gianangelo
Bordonali Simona
Brambilla Michela Vittoria
Buonguerrieri Alice
Caiata Salvatore
Calderone Tommaso Antonino
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Carloni Mirco
Caroppo Andrea
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Cattaneo Alessandro
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colosimo Chiara
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Crippa Andrea
Dalla Chiesa Rita
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Fitto Raffaele
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassini Rebecca
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gava Vannia
Gemmato Marcello
Giaccone Andrea
Giagoni Dario
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Iaia Dario
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Loizzo Simona
Lollobrigida Francesco
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Morrone Jacopo
Mule' Giorgio
Mura Francesco
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polidori Catia
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Ravetto Laura
Rixi Edoardo
Rizzetto Walter
Roccella Eugenia
Romano Francesco Saverio
Roscani Fabio
Rossello Cristina
Rossi Angelo
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sala Fabrizio
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schifone Marta
Semenzato Martina
Siracusano Matilde
Squeri Luca
Stefani Alberto
Sudano Valeria
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Toccalini Luca
Tosi Flavio
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Tremonti Giulio
Urzi' Alessandro
Varchi Maria Carolina
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Appendino Chiara
Ascani Anna
Auriemma Carmela
Bakkali Ouidad
Baldino Vittoria
Barzotti Valentina
Benzoni Fabrizio
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonelli Angelo
Bonifazi Francesco
Borrelli Francesco Emilio
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Bruno Raffaele
Cafiero De Raho Federico
Cantone Luciano
Cappelletti Enrico
Caramiello Alessandro
Care' Nicola
Carfagna Maria Rosaria
Carmina Ida
Carotenuto Dario
Caso Antonio
Castiglione Giuseppe
Casu Andrea
Cherchi Susanna
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Conte Giuseppe
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
D'Alessio Antonio
D'Alfonso Luciano
De Luca Piero
De Micheli Paola
De Monte Isabella
Del Barba Mauro
Della Vedova Benedetto
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
Evi Eleonora
Faraone Davide
Fassino Piero
Fede Giorgio
Fenu Emiliano
Ferrari Sara
Fontana Ilaria
Forattini Antonella
Fornaro Federico
Fossi Emiliano
Fratoianni Nicola
Furfaro Marco
Gadda Maria Chiara
Gallo Francesco
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Giachetti Roberto
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Gnassi Andrea
Graziano Stefano
Gribaudo Chiara
Grimaldi Marco
Grippo Valentina
Gruppioni Naike
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
Iaria Antonino
Lacarra Marco
Lai Silvio
Laus Mauro Antonio Donato
Letta Enrico
Lovecchio Giorgio
Madia Maria Anna
Magi Riccardo
Malavasi Ilenia
Mancini Claudio
Manzi Irene
Marattin Luigi
Mari Francesco
Marino Maria Stefania
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Onori Federica
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Pagano Ubaldo
Pastorella Giulia
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Pellegrini Marco
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Porta Fabio
Provenzano Giuseppe
Quartapelle Procopio Lia
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Ricciardi Toni
Richetti Matteo
Roggiani Silvia
Rosato Ettore
Rossi Andrea
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Sarracino Marco
Scarpa Rachele
Schlein Elly
Scotto Arturo
Scutella' Elisa
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Simiani Marco
Sottanelli Giulio Cesare
Soumahoro Aboubakar
Speranza Roberto
Sportiello Gilda
Stefanazzi Claudio Michele
Tabacci Bruno
Todde Alessandra
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tucci Riccardo
Vaccari Stefano
Zan Alessandro
Zanella Luana
Zingaretti Nicola
Gebhard Renate
Manes Franco
Schullian Manfred
Steger Dieter
Cecchetti Fabrizio
Colucci Alessandro
Frassinetti Paola
Freni Federico
Giorgetti Giancarlo
Gusmeroli Alberto Luigi
Leo Maurizio
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Nordio Carlo
Pichetto Fratin Gilberto
Rampelli Fabio
Scerra Filippo
Silvestri Rachele
Tajani Antonio
Zaratti Filiberto
PRESIDENTE. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che l'esame del provvedimento riprenderà a partire dalle ore 16, sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della Giustizia, il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento.
Invito tutti gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Laus ed altri n. 3-00085.
Il deputato Laus ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.
MAURO ANTONIO DONATO LAUS(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministra, Governo, aumentano sempre di più le difficoltà delle famiglie italiane, chiamate a fronteggiare non solo il caro carburante, perché ormai è aumentato tutto. Non c'è un solo bene, che non sia aumentato, oltre ai servizi chiaramente, con un'inflazione che ormai corre a due cifre, l'11,6 per cento a dicembre. In questo contesto, esplode anche il dramma del mancato rinnovo dei contratti collettivi: dei 13 milioni dei lavoratori privati, circa la metà lavora con contratti scaduti; il tempo medio di attesa è passato dai 28,7 mesi del settembre 2021 ai 33,9 mesi del 2022. Il record lo detengono i vigilanti (da sette anni non rinnovano). Noi crediamo sia indispensabile attivare forme di incentivazione e penalizzazione per affrontare questo tema e, comunque, chiedo a lei, Ministra, al Governo, come pensa di risolvere tempestivamente questo drammatico tema sociale.
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, ringrazio gli onorevoli interroganti, perché il tema della contrattazione collettiva che sollevano rappresenta una questione di rilevante interesse in materia di tutela delle condizioni di lavoro. In Italia, la contrattazione collettiva di qualità ha garantito, nel tempo, una serie di misure che, negli anni, sono state introdotte a tutela dei lavoratori. È evidente poi che il primo obiettivo di una efficace contrattazione collettiva sia assicurare livelli salariali adeguati rispetto alla prestazione lavorativa e al contesto socioeconomico in cui viene svolta. Certamente, sul tema, un campo di azione sarà rappresentato, nel prossimo futuro, dal recepimento della direttiva europea sul salario minimo, alla quale gli Stati membri si dovranno adeguare entro il 15 novembre 2024, anche se la direttiva è finalizzata a garantire ai lavoratori dell'Unione europea condizioni dignitose, ma non fissa una soglia europea di salario, rinviando alla contrattazione collettiva, quale strumento per l'individuazione dell'importo minimo.
Nel nostro ordinamento, la determinazione di una adeguata retribuzione non è oggi rimessa alla legge, ma è demandata alla libera negoziazione delle parti sociali attraverso lo strumento della contrattazione collettiva. Sono dunque i singoli contratti di settore a definire, in base al livello di inquadramento dei lavoratori, le condizioni normative ed economiche agli stessi applicabili. Tuttavia, a causa della mancata attuazione dell'articolo 39 della Costituzione, le clausole retributive dei contratti sono, in linea di principio, prive di efficacia La giurisprudenza ha ovviato a questo vuoto di tutela, utilizzando l'articolo 36 della Costituzione, con il principio della retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato. Il richiamo a questo principio ha consentito ai giudici di fare riferimento, come parametro per l'individuazione della retribuzione sufficiente, alle clausole retributive dei contratti collettivi, estendendole a tutti i lavoratori. Questa premessa è solo per evidenziare che la complessità dell'ordinamento italiano fa sì che debba essere approfondito con estrema attenzione e cautela il tema sollevato dagli onorevoli interroganti.
Quello dei ritardi nei rinnovi contrattuali, anche di diversi anni, è purtroppo un tema noto, come riconosciuto dagli stessi interroganti. Su questa materia si sono cimentati, anche in recente passato, i Governi che ci hanno preceduto, senza particolari esiti. La direttrice per l'aumento dei salari è la contrattazione collettiva, che, nello sviluppo delle dinamiche retributive, deve mantenere la sua centralità. Per questo motivo il Governo e il mio Ministero in particolare si attiveranno per fornire ogni utile forma di assistenza e supporto, per agevolare la celere definizione dei rinnovi contrattuali, ove sia necessario e opportuno, pur non potendo sostituirsi alle parti contrattuali medesime. Assicuro, in questo senso, la prossima convocazione al Ministero delle parti sociali interessate al rinnovo dei contratti scaduti da maggior tempo, al fine di stimolare, supportare e sollecitare la loro attività.
Con gli uffici del Ministero stiamo valutando le modalità con cui adottare strumenti normativi che facilitino l'efficace soluzione di una questione come quella del rinnovo, che, in alcuni casi, si protrae da anni. Mi riferisco, in particolare, alla riaffermazione dell'impegno a ridurre il cuneo contributivo e fiscale di 5 punti percentuali nel corso della legislatura - percorso già iniziato con gli interventi nella manovra di bilancio -, ma anche al sostegno alla contrattazione decentrata e al aziendale, oltre che all'estensione ai rinnovi contrattuali e alle relative clausole in materia di aumenti reddituali di forme di tassazione sulla scia e a implementazione di quanto già fatto recentemente con la citata legge di bilancio.
PRESIDENTE. Il deputato Laus ha facoltà di replicare.
MAURO ANTONIO DONATO LAUS(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministra, io sono molto dispiaciuto, perché lei, in rappresentanza del Governo, scappa dalla domanda, dal quesito. È un tema sociale veramente drammatico. E non posso nemmeno dire che lei non ha le competenze. perché lei è un Ministro competente. Infatti, abbiamo avuto Ministri competenti e Ministri che hanno avuto difficoltà nell'assolvere alle loro funzioni. Quindi, lei ha la competenza e non mi ha dato e non dà risposte. Lei non è un notaio, non è possibile. La direttiva europea non risolve il problema, nel nostro Paese. Lei sa benissimo che due sono le strade per affrontare il tema: una è il salario minimo e l'altra è la legge sulla rappresentanza. Lei, come Governo, ha escluso il salario minimo e l'unica via maestra è la legge sulla rappresentanza, di modo che i contratti possano esplicare una efficacia .
Io le ho chiesto cosa può fare e cosa vorrà fare il Governo tempestivamente, oggi, e lei mi parla della direttiva europea, perché lei sa benissimo che la direttiva europea non risolve alcun problema. In aggiunta, oltre a quanto le ho detto prima, ricordo a lei - ma tanto già lo sa – che l'Italia è l'unico Paese dell'OCSE nel quale dal 1990 al 2020 il salario annuale è diminuito, meno 2 per cento, contro il 33,7 per cento in più in Germania e il 31,1 in più per cento della Francia. Se non volete introdurre il salario minimo, dobbiamo tassativamente licenziare da questo Parlamento – e il Governo si deve fare parte attiva - una legge sulla rappresentanza. Inoltre, vi è il drammatico problema del rinnovo dei contratti! Non si può non rinnovare un contratto da sette anni, il contratto dei vigilanti. Le ho detto in precedenza che il 50 per cento di 13 milioni di lavoratori vedono il loro contratto collettivo in scadenza.
Lei non è un notaio: deve intervenire. Ma deve intervenire soprattutto perché ha le competenze e lei sa, quando diciamo queste cose, quali sono le vie per affrontare definitivamente il tema. Un'inflazione all'11,6 per cento, a doppia cifra…
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
MAURO ANTONIO DONATO LAUS(PD-IDP). …crea ancora più disagi alle famiglie, che si impoveriscono giorno dopo giorno.
Ministra, le chiedo veramente, con le mani giunte: intervenga sulla legge della rappresentanza
PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi e Romano n. 3-00086 che ha sottoscritto in data odierna.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il mondo delle carceri in Italia sta affrontando un momento particolarmente delicato e drammatico.
Nel 2022 abbiamo avuto 81 casi di suicidio nelle carceri. Secondo quanto scrive di Napoli del 28 dicembre 2022: “Mai da quando si rileva il dato, e probabilmente nella storia della Repubblica, era accaduto che così tanti detenuti avessero posto fine alla loro esistenza”. Altro aspetto drammatico è la vetustà delle carceri italiane e la drammatica situazione di sovraffollamento che, oltre a rendere difficile la vita, crea situazioni di lavoro impossibili. Signor Ministro, le chiediamo quali urgenti iniziative normative intenda mettere in atto il Governo per affrontare e porre rimedio alla situazione descritta, tenuto conto anche che sono passati dieci anni, era il 2013, dalla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti dell'uomo, che, con decisione presa all'unanimità, ha condannato l'Italia per la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, per il sovraffollamento delle carceri italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO,. Grazie, signor Presidente, e grazie all'onorevole collega. Che questi fenomeni di suicidio rappresentino un intollerabile fardello di dolore è stato enunciato già nel discorso programmatico della nostra Presidente del Consiglio, quando ha rilevato questo numero impressionante di suicidi. Le cifre lei le ha già descritte, io le avevo qui e quindi guadagno tempo non ripetendole. Noi intendiamo agire in vari modi, prima di tutto sul piano relativo ai luoghi di esecuzione della pena e su quello relativo agli operatori penitenziari tutti e anche su quello dei detenuti, per i quali lo Stato assume il carico di dovere di tutela degli incomprimibili diritti alla salute fisica e psichica.
Da un punto di vista del personale, continuerà ad essere implementata, oltre alla doverosa e costante formazione, l'azione di incremento della dotazione organica, portando a termine le procedure concorsuali già iniziate. L'implementazione riguarderà il personale appartenente al Corpo della polizia penitenziaria, quello del comparto funzioni centrali, con attenzione alle figure del funzionario giuridico pedagogico, dei mediatori culturali e dei tecnici, nonché delle qualifiche dirigenziali, la cui carenza organica rappresenta una nota criticità.
Poi interverremo in maniera incisiva per il miglioramento della qualità della vita del personale di Polizia penitenziaria in termini di idoneità e di vivibilità degli ambienti lavorativi a mezzo di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle caserme e degli alloggi di servizio e attraverso la dotazione di moderni equipaggiamenti. Per il triennio 2022-2024 è stata anche stanziata la somma di un milione di euro destinata al supporto psicologico a favore del personale del Corpo di polizia penitenziaria. Come detto, l'attenzione alla sanità penitenziaria sarà massima, anche se il problema è complicato da una serie di interferenze di competenze tra regioni e Stato nell'ambito della gestione sanitaria. Questi interventi saranno rivolti alla tutela della salute sia in generale dei soggetti fragili, quali i tossicodipendenti, sia delle persone che hanno un certo disagio fisico.
Per quanto riguarda il sovraffollamento, il dato è in linea con quello richiestoci dall' Unione europea e dagli organismi internazionali. Voglio dire che il nostro indice di affollamento è del 117,71 per cento, cioè abbiamo 56.000 persone, di cui 55.000 presenti in istituto, a fronte di una capienza regolamentare di 51.295 posti. È stata prevista la realizzazione di 8 padiglioni da 80 posti detentivi, da realizzarsi entro l'anno 2026. Vorrei finire dicendo che tra poco risponderò a un'altra interrogazione relativa al costo delle intercettazioni. Trovo abbastanza irrazionale che il nostro Stato spenda centinaia di milioni all'anno per intercettazioni molto spesso inutili, quando non troviamo i soldi per pagare il supporto psicologico a queste persone che, vivendo in questo stato di disagio, purtroppo tante volte commettono questo gesto finale.
PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di replicare.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringraziamo e siamo estremamente soddisfatti della sua risposta, che dimostra come il Governo - e lei, in prima persona - su questi temi così delicati e così importanti abbia un atteggiamento politico serio, di chiarezza e soprattutto di scelta.
Lo ha detto anche alla conclusione della sua replica: bisogna anche scegliere come spendere i soldi destinati alla giustizia, questo è molto importante. La ringraziamo, soprattutto, perché ci ha annunciato il potenziamento del personale carcerario, soprattutto dei mediatori culturali. In carcere, purtroppo, nell'ultimo anno solo 19 detenuti sono riusciti a laurearsi, è un tema importante. Ricordiamo che il carcere è un momento anche di recupero delle persone alla comunità e alla civiltà; se falliamo lì, ha fallito tutta la società. Crediamo che bisogna fare qualcosa di più, però, sulle misure alternative. Ci sono ancora troppi minori in carcere con le mamme, ci sono troppe ingiuste detenzioni. Troppe volte viene usata la custodia cautelare come forma di detenzione.
Ci sono tante misure alternative, può essere anche questa una soluzione. Quindi la ringraziamo, soprattutto perché ci ha dato risposta anche sull'organico degli educatori. Crediamo che comunque la strada, come lei più volte ha detto, non in questa sede, ma altre volte, ce la indichi la Costituzione, perché le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso dell'umanità e devono soprattutto tendere alla rieducazione del condannato.
PRESIDENTE. La deputata Scutella' ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00087 .
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente. La riforma della geografia giudiziaria è stata attuata con il fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza. Ad oggi possiamo dire tranquillamente che questi obiettivi non sono stati raggiunti. Questa riforma è stata un disastro, lo sanno bene i cittadini e lo sanno bene gli addetti ai lavori, soprattutto in quelle zone dove non vi sono infrastrutture, dove vi è un'alta densità di criminalità organizzata. Vi porto un esempio per tutti, il caso di Rossano, tribunale calabrese chiuso e accorpato al tribunale di Castrovillari; ci sono addirittura 120 chilometri da percorrere per poter arrivare al tribunale accorpante. C'è poi il caso dell'Abruzzo: qualora dovessero essere chiusi gli altri quattro tribunali, metà Abruzzo resterebbe senza garanzia di giustizia e, nonostante le rassicurazioni del governatore, ad oggi non c'è alcun riferimento nel “decreto Milleproroghe”. Potrei portare tantissimi altri esempi, come la Puglia, la Sicilia ed altre zone d'Italia dove c'è bisogno di tribunali e c'è bisogno del diritto alla giustizia. Tutti i cittadini, da Nord a Sud, devono avere lo stesso diritto.
Concludo, Presidente, dicendo una cosa. Riporto le dichiarazioni del Sottosegretario alla Giustizia di questo Governo, in quota a Fratelli d'Italia, che si trova a concordare con la mia versione e afferma che questa riforma è stata fallimentare. Allora le chiedo, signor Ministro: che intenzioni avete? Molto semplicemente, questi tribunali li volete riaprire, sì o no ?
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO,. Grazie, signor Presidente, e grazie a lei, onorevole collega. In effetti, questa riforma parte da lontano, dal 2011, quando la razionalizzazione della dislocazione territoriale degli uffici giudiziari di primo grado doveva essere attuata garantendo la permanenza dei tribunali nei comuni capoluogo di provincia e assicurando la permanenza di almeno tre tribunali, e delle relative procure della Repubblica, in ogni distretto di corte di appello. Vi sono stati alcuni successivi interventi nel 2012 e nel 2014 attraverso vari accorpamenti e attraverso varie soppressioni. È noto che, ogniqualvolta si tocca una struttura giudiziaria di una città, emergono critiche da una parte e dall'altra, da parte di chi vuole mantenere lo e da chi, invece, ritiene che sia più razionale e più efficiente per la giustizia accorpare, come si fa nei grandi ospedali e così come si dovrebbe fare nei grandi tribunali, tutti gli uffici giudiziari.
Personalmente, anche per la mia esperienza giudiziaria, ritengo che questa riforma non abbia dato gli esiti sperati. In gran parte sono d'accordo con lei che occorre una profonda revisione della riforma che è stata fatta.
In questo momento, tenuto anche conto della giovinezza di questo Governo e di questo Ministro, non siamo assolutamente in grado di dare dei numeri concreti e precisi, però vi posso assicurare che questo Dicastero sta affrontando la tematica della revisione della geografia giudiziaria al fine di trovare le soluzioni più idonee per la problematica che lei ha sollevato. Stiamo costituendo proprio di gruppi di lavoro per vedere come si possa conciliare l'efficienza della giustizia attraverso la razionalizzazione, anche la digitalizzazione, l'informatizzazione, la costituzione degli uffici di prossimità, senza, però, togliere quella doverosa risposta - che lei ha richiamato - di giustizia territoriale che lo Stato deve dare, soprattutto, nei confronti delle sedi più disagiate, dove la soppressione degli uffici giudiziari, tante volte, ha portato dei disagi e degli svantaggi maggiori dei vantaggi che si potevano supporre.
PRESIDENTE. L'onorevole Cafiero De Raho ha facoltà di replicare.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Ministro, grazie della risposta che, parzialmente, è proprio nella direzione che noi indichiamo. In realtà, la razionalizzazione della geografia giudiziaria che è stata attuata è stata in gran parte fallimentare. Perché? Perché ancora una volta, si è adottato un criterio burocratico, quello del numero dei magistrati, quello dei carichi pendenti o dei carichi processuali e non si è guardato, invece, ai territori, all'esigenza di giustizia che hanno i territori, all'esigenza, cioè, che si intervenga in quei territori laddove mafia, quarta mafia, camorra sono presenti.
Le sedi giudiziarie sono presidi di legalità, sono luoghi ai quali i cittadini guardano con fiducia, guardano come la presenza dello Stato e, insieme ad un presidio di legalità del tribunale o della sezione distaccata, di volta in volta, abbiamo presidi di polizia, che aiutano a contrastare le mafie sul territorio. Vede, a Lucera abbiamo avuto una soppressione, così come per le sezioni distaccate di Cerignola, Manfredonia, San Severo, proprio i luoghi in cui la quarta mafia è più forte; e, poi, il tribunale di Rossano, anche lì, in Calabria. Come è pensabile che in quei luoghi venga sottratta la presenza della giurisdizione, di un giudice, che non solo è una presenza fisica, ma è lo Stato nell'esercizio della giustizia, è ciò a cui guardano i cittadini con fiducia?
Dobbiamo restituire fiducia, Ministro, e la sua revisione sicuramente andrà in quella direzione. Guardiamo con fiducia a quella revisione, ma, soprattutto, con urgenza. Non solo, chiediamo anche che il Ministro guardi al contrasto alle mafie con tutti gli strumenti necessari, intercettazioni e collaboratori di giustizia, mentre, invece, vediamo che, di volta in volta, questi strumenti sono indeboliti. Anche su questo, attendiamo una risposta importante .
PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00088 .
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il 6 aprile 2020, in piena emergenza pandemica, 283 agenti della polizia penitenziaria, muniti di caschi e manganelli, alcuni a volto coperto, entrano nel reparto “Nilo” del carcere di Santa Maria Capua Vetere, irrompono nelle celle e prendono a calci, pugni, schiaffi i detenuti; alcuni vengono rasati a forza. Il pestaggio dura 4 ore, prosegue nei corridoi e lungo le scale: una vera e propria mattanza di Stato.
A distanza di oltre 2 anni da quella giornata di sangue, botte e umiliazioni, nel luglio scorso è iniziato il processo, nel quale decine di agenti sono imputati per vari reati, tra cui il reato di tortura. Tuttavia, recentemente, esponenti del Governo di cui lei fa parte, Ministro, hanno ipotizzato delle modifiche al reato di tortura, tali da rendere l'articolo 613- del codice penale di più difficile, se non impossibile, applicazione.
Sono pertanto a chiederle, Ministro, di chiarire se il Governo intenda effettivamente modificare il reato di tortura, depotenziando di fatto l'articolo 613-, provocando, quindi, un preoccupante allontanamento dell'Italia dalle norme internazionali e dalla Carta dei diritti dell'Unione europea e un suo avvicinamento a Paesi che non garantiscono pienamente i diritti umani.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO,. Grazie ancora, Presidente. Grazie a lei, onorevole collega, in effetti, i fatti che lei ha enunciato, sono fatti di estrema gravità. L'Amministrazione, a mezzo del DAP, già a suo tempo, ha provveduto alla doverosa attivazione delle procedure disciplinari previste dalla legge, adottando i consequenziali provvedimenti a carico degli operatori coinvolti. Ad oggi, 70 appartenenti al Corpo della polizia penitenziaria, nonché 3 dirigenti penitenziari, in ragione della gravità dei reati contestati, risultano ancora cautelativamente sospesi dal servizio, secondo l'articolo 7 del decreto legislativo del 1992. Altrettanto celere fu la promozione di un'apposita commissione ispettiva, che fermi gli accertamenti dell'autorità giudiziaria procedente, ebbe il compito di comprendere a fondo la genesi della vicenda e le disfunzioni organizzative dei sistemi di controllo, con il preciso obiettivo di evitare che episodi similari potessero ripetersi.
Pertanto, non vi è stato nessun cedimento, nessuna indulgenza da parte di questa amministrazione, assolutamente ferma a sanzionare secondo la legge i dipendenti infedeli che pongono in essere condotte illecite e antitetiche al dovere di giuramento. Questo non solo a doverosa tutela delle vittime, ma anche della restante e stragrande maggioranza del Corpo della polizia penitenziaria, al quale va il nostro ringraziamento, e di tutti gli operatori che quotidianamente svolgono questa opera meritoria nelle carceri in condizioni, com'è noto, molto, ma molto difficili. Per quanto riguarda il reato di tortura, è ovvio che esso rimarrà. Esso è un reato che è stato introdotto a seguito dell'esecuzione della Convenzione di New York, che nel nostro Paese è stata ratificata nel 1988.
Vi sono delle questioni tecniche, che in questo momento non è il caso di affrontare, ma che affronteremo, magari, in un'altra sede di dibattito, per quanto riguarda molte norme che difettano di tipicità e specificità. Voi sapete che la norma penale deve essere strutturata in un modo tale che sia assolutamente di facile applicazione proprio perché individua tutti gli elementi psicologici e oggettivi della struttura del reato. Secondo noi, questo reato di tortura difetta in alcune parti di queste condizioni, ma questo non significa affatto che debba essere abolito o che debba essere attenuata quella che è l'attenzione nei confronti dello Stato nella repressione di condotte illecite che possono essere riferite sotto l'ambito della citata Convenzione di New York.
PRESIDENTE. L'onorevole Dori ha facoltà di replicare.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, un depotenziamento del reato di tortura significherebbe, nei fatti, un'abrogazione implicita del reato di tortura nel nostro Paese, perché risulterebbe, di fatto, inapplicabile in concreto. Tale reato, però, è stato introdotto, come lei ha ben ricordato, nel nostro codice penale in forza di obblighi assunti a livello internazionale, in particolare la Convenzione ONU contro la tortura, ratificata dall'Italia nel 1988. Quindi, l'arretramento ipotizzato da alcuni membri di questo Governo rappresenterebbe un inquietante avvicinamento dell'Italia a Paesi non democratici.
Il testo attuale, tra l'altro, è già un risultato al ribasso rispetto anche alle direttive della Convenzione ONU. Lei, adesso, ha fatto riferimento a delle modifiche che intende, comunque, operare, questioni tecniche per difetto di tipicità: il problema è se c'è un depotenziamento, non un rafforzamento. Quindi, io auspico che la sua intenzione sia di potenziarlo e di sistemare alcune questioni tecniche, perché comprenderà che alcune affermazioni, invece, dei membri del Governo non sono esattamente in quella direzione. Quindi, io le chiedo proprio di impedire affermazioni, delle fughe in avanti di alcuni membri esponenti di questo Governo. Addirittura ricordo un Sottosegretario del suo Ministero che, nel 2020, proponeva il conferimento dell'encomio solenne al Corpo di polizia penitenziaria proprio per gli episodi del 6 aprile 2017, perché - parole sue - avevano mostrato spiccate qualità professionali e non comune determinazione operativa. Non vorremmo, quindi, che questo Governo si concentrasse a criminalizzare dei ragazzi per aver gettato della vernice lavabile e, dall'altro lato, sottovalutasse episodi gravi, come quello di Santa Maria Capua Vetere .
PRESIDENTE. La deputata Bisa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00089 di cui è cofirmataria.
INGRID BISA(LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, buongiorno. In audizione in Commissione giustizia, lo scorso 10 dicembre, ha riferito che le intercettazioni sono pilotate, selezionate, spesso arbitrarie e che in tale utilizzo vi è un difetto di vigilanza. Devono essere strumento di ricerca della prova, come prevede il codice, e non strumento di prova. Sappiamo che vi sono intercettazioni scritte nei brogliacci, mai certificate, che, a volte, hanno errori che emergono solo nel corso del dibattimento, a fronte di perizie e controperizie, ma intanto è applicata una custodia cautelare o vengono divulgate sui giornali.
In Giunta per le autorizzazioni continuo a vedere intercettazioni palesemente dirette, che non dovevano essere svolte e che vengono addirittura spacciate per indirette pur di essere usate. Tutto questo non è più tollerabile in uno Stato in cui la legge è uguale per tutti. Queste intercettazioni, ovviamente, hanno costi esorbitanti per le casse dello Stato e per i cittadini.
Le chiedo, quindi, quali siano stati i costi negli ultimi cinque anni di queste intercettazioni e cosa voglia fare il suo Dicastero per evitare l'abuso dell'utilizzo di tali intercettazioni e per evitare costi inutili.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, onorevole Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole collega. L'opinione di questo Ministro sulle intercettazioni è già stata ampiamente espressa nella relazione davanti alla Camere, al Senato, che lei, collega, in questo momento ha avuto la cortesia di rievocare.
Per quanto riguarda le cifre, esse oscillano, ma queste sono per difetto, tra i 160 e i 180 milioni di euro l'anno, euro che sono spesi per queste intercettazioni.
Dico subito - lo specifico e lo riaffermo per la millesima o milionesima volta – che, quando intendo riferirmi alla necessità di cambiare la disciplina e i costi delle intercettazioni, non mi riferisco minimamente ai reati di grave allarme sociale, come la mafia e il terrorismo. Ogni volta che si tocca questo argomento, si viene ingiustamente accusati di voler favorire la mafia, attraverso un depotenziamento di queste indagini. Lo dico ancora una volta: per quanto riguarda le indagini di mafia e di terrorismo, la disciplina resterà inalterata. Questo non toglie il fatto che una grandissima parte di queste intercettazioni, che ha costi non solo enormi, esorbitanti, ma addirittura disomogenei in tutto il territorio nazionale, abbia la necessità di compensazione o meglio di pagamento, che sfugge a ogni forma di controllo, perché sono determinate dalla magistratura, non vi è un per ogni procura, non vi è un per ogni ufficio giudiziario e, quindi, ogni pubblico ministero ed ogni GIP possono disporne quante ne vogliono e, alla fine, vengono pagate secondo criteri sui quali - e qui rispondo alla prima parte della sua domanda - stiamo costituendo tavoli di lavoro, quantomeno per rendere omogenee le liquidazioni di queste costosissime parcelle.
Per quanto riguarda, però, la strategia più globale, lo ripeto ancora una volta, non soltanto queste intercettazioni sono risultate molto spesso fallaci e ingannevoli, non soltanto si è detto che, dopo la riforma Orlando, questi episodi non si sono più verificati; non è vero, in questi giorni, in Veneto, proprio nel nostro Veneto, sono state diffuse ampiamente intercettazioni di conversazioni di persone non indagate, non imputate, che sono state esposte al pubblico ludibrio, senza alcuna necessità, senza alcuna giustificazione e, soprattutto, violando l'articolo 15 della Costituzione.
Quindi, in conclusione, fermo restando - lo ripeto ancora una volta - che non si toccheranno i reati di mafia e di terrorismo, l'auspicio di questo Ministro, che, in questa direzione, intende dirigersi, è che vengano limitati i costi di queste intercettazioni attraverso l'omogeneizzazione delle parcelle che possono essere richieste dalle aziende dalle quali queste prestazioni vengono effettuate e, soprattutto, in prospettiva, che venga affidato a ogni ufficio giudiziario un che non possa essere superato annualmente nella gestione di questa forma di indagine che, altrimenti, sfugge economicamente a ogni forma di controllo.
PRESIDENTE. Il deputato Morrone ha facoltà di replicare.
JACOPO MORRONE(LEGA). Grazie Presidente, grazie Ministro. Apprendiamo con soddisfazione che il Governo si sta muovendo nella direzione auspicata dagli interroganti sul piano dell'armonizzazione delle tariffe vigenti sul territorio nazionale, che finora sarebbero state applicate in maniera così difforme e disomogenea da ogni singola procura. Altrettanto positivo è il fatto che il Ministero si stia interfacciando con la Commissione europea rispetto alla cosiddetta procedura di infrazione. Non è meno importante, in primo luogo, che, nella legge di bilancio 2023, sia stata prevista un'allocazione più coerente dei fondi destinati alla copertura delle spese per le intercettazioni preventive dei servizi di informazione per la sicurezza, in secondo luogo, che si preveda di insediare un cosiddetto tavolo tecnico permanente per il monitoraggio dell'intero sistema delle prestazioni e delle relative tariffe, anche in considerazione dell'evoluzione tecnologica del settore delle telecomunicazioni e delle variazioni dei costi e dei servizi.
Detto questo, mi permetta un'ultima valutazione, che parte dalla constatazione che, da anni, l'Italia è da considerarsi il Paese più intercettato, rispetto alle altre democrazie europee o anglosassoni, con i gravi effetti che ne derivano - gravi effetti distorsivi, naturalmente, e che tutti conosciamo - sulla sfera privata e sul diritto delle persone alla cosiddetta riservatezza dei propri dati personali e alla propria onorabilità.
Non possiamo che concordare sulla necessità di un ripensamento dell'utilizzo di questo strumento, indispensabile - e lo ha detto anche lei poco fa - come mezzo di ricerca delle prove, in particolare nell'ambito delle attività di criminalità organizzata, terrorismo e sicurezza della Nazione, ma che non può e non deve trasformarsi in un mezzo di delegittimazione personale e politica con la diffusione impropria, arbitraria e, purtroppo, anche pilotata dei contenuti delle intercettazioni per obiettivi tutt'altro che collegati alla ricerca della verità e della giustizia .
PRESIDENTE. La deputata Pastorella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ruffino ed altri n. 3-00090 di cui è cofirmataria.
GIULIA PASTORELLA(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, oggi siamo a chiedere delucidazioni sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti nucleari radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare. La questione è in mano a Sogin, società statale, che, in venti anni di operato, ha, purtroppo, prodotto più scandali e perdite che risultati, tanto da essere commissariata nel giugno dello scorso anno.
A causa di questa inefficienza, l'Italia incorse in una procedura di infrazione europea, mancando di oltre dieci anni il termine ultimo per presentare una bozza di programma di smaltimento nazionale, che rimane tuttora secretata. Oggi, i rifiuti vengono ancora smaltiti in depositi temporanei e la situazione è diventata assolutamente insostenibile.
Chiediamo, quindi, al Governo come intenda procedere, dato che, nel 2023, potrà nominare i nuovi vertici societari di Sogin e visto che la maggioranza, nel proprio programma elettorale, aveva il ritorno all'energia nucleare.
Come possiamo rilanciare il nuovo nucleare, su cui noi di Azione e Italia Viva siamo d'accordo, se non siamo neanche in grado di effettuare una chiusura ordinata del vecchio, pur consapevoli che finora nessun Governo c'è riuscito?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti. Come è noto, la Sogin ha elaborato la proposta di Carta nazionale delle aree idonee, trasmessa a questo Ministero il 15 marzo 2022, ai sensi del decreto legislativo n. 31 del 2010.
Al fine di poter emettere il provvedimento di approvazione del parere tecnico vincolante sulla menzionata proposta da parte di ISIN, nel giugno 2022, la Sogin, su richiesta dell'Istituto stesso, ha trasmesso una proposta aggiornata di CNAI. Successivamente, nel novembre scorso, con modalità di riservatezza analoghe a quelle utilizzate per la trasmissione della proposta di CNAI da parte di Sogin, l'Istituto ha inoltrato la documentazione al Ministero. Purtuttavia, gli esiti dell'attività di verifica, hanno evidenziato la necessità di integrazione circa l'applicazione di alcuni dei criteri di esclusione o di approfondimento adottati dalla Sogin riguardo ad alcune aree potenzialmente idonee.
Pertanto, a dicembre 2022, è stato chiesto alla Sogin di effettuare gli approfondimenti richiesti al fine di trasmettere a questo Dicastero, nel più breve tempo possibile, un parere tecnico risolutivo e consentire conseguentemente l'approvazione del CNAI. Per quanto concerne la situazione dei diversi siti di stoccaggio di rifiuti radioattivi, si rappresenta che riguardo all'impianto Eurex di Saluggia (Vercelli), che, ahimè, conosco bene, il commissario Sogin ha comunicato che la società, quale stazione appaltante, ha disposto la risoluzione del contratto di lavori e servizi per il completamento della realizzazione dell'impianto per gravi inadempimenti alle obbligazioni contrattuali da parte dell'appaltatore, con il contestuale avvio delle procedure per il recupero delle fideiussioni. Data la rilevanza dal punto di vista della sicurezza nucleare e della salvaguardia della salute pubblica dell'impianto, Sogin ha immediatamente posto in essere le azioni necessarie per il rilancio del progetto, istituendo una aziendale appositamente dedicata alle azioni per la chiusura del cantiere. Inoltre, a seguito di un'azione ricognitiva delle diverse attività e dello stato di avanzamento del Deposito nazionale e, naturalmente, in merito alla dismissione, si segnala che sono stati individuati gli appalti risultanti strategici. Per la realizzazione del suddetto piano di lavoro si fa affidamento alla velocizzazione delle procedure.
In merito al trasferimento alla Francia delle ultime tonnellate del combustibile nucleare dello stoccaggio del Deposito Avogadro, sono in corso nuove interlocuzioni, così come rappresentato dall'organo commissariale.
PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare.
DANIELA RUFFINO(A-IV-RE). Signor Presidente e signor Ministro, speriamo che le date che lei ci ha dato rispondano a qualcosa di concreto. Invero, siamo molto perplessi sull'andamento di Sogin e ovviamente sui vari progetti. Lei ha parlato prima di Francia; oggi leggiamo che ci sono nuove grane con le scorie del nucleare italiano e che pare che la Francia non ritirerà più i nostri rifiuti radioattivi finché non decideremo dove e quando costruire un deposito nazionale. Così il rischio è che in Piemonte si fermi per la seconda volta il cantiere che mette in sicurezza alcuni liquidi irraggianti e pare - io mi auguro che non sia vero - che il Governo pensi di spostare i costi dello smantellamento delle bollette sul fisco generale e che davvero tiri brutta aria sull'ex impianto nucleare Eurex a Saluggia, perché a quasi dieci anni dall'affidamento della prima gara, per sigillare nel cemento le scorie delle lavorazioni compiute tra il 1970, quando l'Eurex ha aperto, e il 1984, anche questo secondo appalto rischia di diventare materia per avvocati. Velocemente, vado al Deposito di scorie nucleari, con un grande interesse sicuramente e il Ministro Pichetto lo sa, perché siamo entrambi piemontesi. Conosco le vicende dei comuni che sono molto preoccupati di questo iter, dato che si sono impegnati in 300 osservazioni, in 20.000 pagine costituite da atti, documenti e studi e sostenendo anche ingenti costi. Oggi sui territori, non soltanto in Piemonte, non c'è più fiducia in Sogin, non c'è fiducia in una società che non è libera dalle vicende che hanno caratterizzato il suo operato in questi anni. I direttori sono gli stessi e non c'è stato nessun rilancio; però, sono stati incassati premi di risultato e il destino di Sogin oggi è nelle mani di chi l'ha affossata. Noi non possiamo, tutto sommato, dichiararci soddisfatti delle risposte fornite perché riteniamo - e concludo - che la chiusura del vecchio nucleare e il rilancio del nuovo ce li possiamo scordare e su questo il Terzo polo non ci sta .
PRESIDENTE. Il deputato Squeri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00091 .
LUCA SQUERI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la nostra interrogazione riguarda un tema caldo, quello delle accise. Ricapitolando i fatti, cosa è successo? Dal 1° gennaio è aumentato il prezzo perché - ricordiamolo - il Governo, condividendolo con la maggioranza, ha ritenuto che i prezzi fossero nettamente inferiori rispetto a marzo, quando fu necessario l'intervento con lo sconto, dedicando la massima attenzione al grande problema delle bollette di gas e luce. Purtroppo, dopo quest'aumento è cominciata una narrazione che di fatto ha introdotto una paventata speculazione di un intero comparto, quando, invece, proprio il Ministero, da lei presieduto, ieri ha chiarito che questa speculazione assolutamente non esiste, tant'è che i prezzi della prima settimana di gennaio rispetto a quella precedente hanno registrato un aumento alla pompa inferiore all'incremento delle accise. Per cui, chiediamo al Governo che cosa intenda fare su questo argomento.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie Presidente e un grazie ai colleghi interroganti. In merito a quanto rappresentato dagli onorevoli interroganti, innanzitutto bisogna spiegare e rivendicare la scelta politica fatta dal Governo e dalla maggioranza durante l'approvazione della manovra. Quando è stato introdotto il taglio delle accise, a marzo 2022, il prezzo del carburante era ben al di sopra dei 2 euro. Pertanto, si è optato per un taglio lineare delle accise, che l'attuale Esecutivo, nel mese di novembre, ha prorogato fino a dicembre 2022. L'abbassamento del prezzo del carburante a dicembre 2022 ha fatto sì che il Governo abbia deciso di dirottare le risorse impiegate per il taglio delle accise, di cui beneficiavano indistintamente tutti, verso le misure destinate a contrastare il caro bollette, a cui sono stati destinati ben 21 dei 30 miliardi della manovra, in particolare a sostegno dei redditi più bassi. È stata, dunque, fatta una scelta puntuale, settoriale e non generalizzata per favorire maggiormente le famiglie e le imprese più in difficoltà.
Considerati gli aumenti disomogenei del prezzo del carburante che si sono registrati a inizio anno in alcuni casi, non tutti strettamente correlati al taglio delle accise, e valutata la necessità di garantire la massima trasparenza ai consumatori finali, nel Consiglio dei ministri tenutosi nella giornata di ieri il Governo ha approvato un decreto che mira ad adottare un'operazione di trasparenza dei prezzi, nonché a rafforzare i poteri di controllo e sanzionatori. In particolare, il decreto prevede che nel periodo gennaio-marzo 2023 il valore dei buoni benzina ceduti ai lavoratori dipendenti non concorre alla formazione del reddito del lavoro dipendente per una quota di 200 euro. Riguardo alle misure di trasparenza, è previsto l'obbligo per gli esercenti di comunicare giornalmente il prezzo di vendita praticato alle autorità competenti e la Guardia di finanza naturalmente vigilerà. Inoltre, sono irrobustiti i collegamenti tra il Garante dei prezzi, che opera presso il MIMI, e l'Antitrust per sorvegliare e reprimere sul nascere eventuali condotte speculative. Viene istituita, infine, una commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi, finalizzata ad analizzare le ragioni dei turbamenti e a definire le iniziative di intervento urgenti. Pertanto, le scelte effettuate dal Governo vanno nella direzione di tutelare il più possibile i cittadini e le imprese e di monitorare costantemente l'andamento dei prezzi, al fine di adottare ogni misura necessaria qualora emergesse la necessità di intervenire tempestivamente.
Infine, la riduzione strutturale delle accise è una misura legislativa da valutare con attenzione sulla base dell'andamento dei conti pubblici e sulla base del riordino complessivo, da parte della maggioranza, delle misure fiscali. Vorrei ricordare, in conclusione, che il prezzo, scontate le accise, all'insediamento del Governo era, per il gasolio, pari a 1,880 euro, mentre il prezzo medio della prima settimana di gennaio, con le accise, era 1,868 euro, quindi inferiore a quello senza accise.
PRESIDENTE. Il deputato Squeri ha facoltà di replicare.
LUCA SQUERI(FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Il decreto annunciato, di fatto, prevede sostanzialmente ulteriori cartelli, oltre al già lungo elenco presente su tutti gli impianti italiani, nonché un inasprimento delle sanzioni in essere che sono già - mi faccia dire - rigorose, perché si parla di mille euro per ogni infrazione, per una comunicazione o non fatta o semplicemente ritardata.
Conosco molto bene questo settore. Mi faccia dire che questo intervento, tra l'altro di dubbia fattibilità, non risponde in maniera puntuale ai problemi che ha questo settore.
Se vogliamo davvero portare avanti un'azione per affrontare la criticità, dobbiamo confrontarci: dobbiamo confrontarci con le società concessionarie delle autostrade e capire come mai ci sono stratosferiche su ogni litro di benzina e su ogni panino che si vende in autostrada; dobbiamo confrontarci con le compagnie petrolifere e con i proprietari privati, che, tra l'altro, rappresentano ormai oltre il 50 per cento della rete distributiva, e capire le scelte delle grandi sigle internazionali come Shell, Total o, l'ultima, la Esso, che dopo 130 anni, il 20 dicembre, ha lasciato in maniera definitiva questo mercato; dobbiamo confrontarci con i gestori e capire la loro criticità, con 3 centesimi lordi di margine; tra l'altro, senza dimenticare il confronto con le associazioni dei consumatori, quelle associazioni costruttive e propositive. Sono 30 anni che questo settore deve essere ristrutturato. Cerchiamo di dimostrare che siamo capaci di farlo. Ci sono troppi impianti con erogati troppo bassi. Abbiamo un fenomeno criminale di evasione di accise e IVA, l'Agenzia delle dogane parla addirittura di 13 miliardi di evasione. Dobbiamo essere capaci di affrontare questo grande tema. C'è il discorso dell'abbattimento delle tasse in generale e delle accise in particolare. Per cui tanto abbiamo da fare, metterò tutto il mio impegno affinché quest'azione governativa possa andare avanti nella maniera più efficace e scevra da pregiudizi, in modo tale da poter sciogliere le criticità che vogliamo risolvere
PRESIDENTE. La deputata Kelany ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00092 di cui è cofirmataria.
SARA KELANY(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il precedente Governo aveva perimetrato le attività che avrebbe potuto porre in essere in attesa dell'insediamento del Governo successivo nel disbrigo degli affari correnti. Che vuol dire disbrigo degli affari correnti? Vuol dire che un Governo dimissionario, che non ha più legittimazione politica, si obbliga a comprimere il suo potere solo entro le attività che servono a non paralizzare l'attività amministrativa. Dalla fine della legislatura sino al nuovo insediamento, il Governo dimissionario ha fatto un centinaio di nomine: 11 nomine il Ministro degli Affari esteri, Di Maio; 3 nomine il Ministro dell'Interno, Lamorgese; 18 il Ministro della Cultura, Franceschini; 16 il Ministro della Salute, Speranza. Non insisto sulle altre, perché dovrei perdere 20 minuti. Sa com'è definito il disbrigo degli affari correnti? Rescigno diceva: il Governo dimissionario deve astenersi, sul piano della correttezza politica, da tutti quegli atti discrezionali che possono essere rinviati al futuro Governo senza apprezzabile danno. Ebbene, Ministro, queste nomine hanno procurato al nuovo Governo, dunque agli italiani che lo hanno legittimamente scelto, più che un apprezzabile danno. Queste nomine hanno tentato di ingessare l'azione politica della nuova maggioranza di Governo e hanno tentato di annullare la sovranità popolare. Dunque chiediamo al Governo se e che cosa intenda fare per verificare quella che noi riteniamo essere una manifesta, patente e arrogante illegittimità di questa condotta.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Kelany. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI,. Grazie, signor Presidente. Colleghi, con riferimento al quesito posto sugli intendimenti del Governo circa le nomine effettuate dal precedente Esecutivo a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere, si ricorda che la circolare del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio del 21 luglio 2022 sul disbrigo degli affari correnti mirava esclusivamente ad assicurare una continuità amministrativa, limitando l'attività del Governo, nel periodo di alla sola adozione di atti urgenti, come i decreti-legge, i decreti legislativi in scadenza, i disegni di legge di ratifica dei trattati, i disegni di legge di delegazione europea o della legge europea, in quanto adempimento ad obblighi internazionali o derivanti dall'appartenenza all'Unione europea. Il provvedimento prevedeva, inoltre, al punto 4, che il Governo uscente avrebbe dovuto procedere soltanto a nomine, designazioni e proposte strettamente necessarie perché vincolate, nei tempi, da leggi o regolamenti, ovvero perché derivanti da esigenze funzionali non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi, per assicurare la pienezza e la continuità dell'azione amministrativa.
Ogni nuova iniziativa al riguardo avrebbe dovuto essere preventivamente sottoposta all'assenso del Presidente del Consiglio, al fine di assicurare uniformità di comportamenti, e ciascun Ministro avrebbe, altresì, dovuto curare che enti, aziende e società dipendenti, vigilati o direttamente controllati, si fossero attenuti a tali criteri, anche con riguardo alle procedure.
Secondo gli interroganti, l'Esecutivo uscente ha disatteso tali indicazioni e ha proceduto, nel periodo di , a oltre 80 nomine e assegnazione di incarichi, cui si aggiungono le 109 tra assunzioni e nomine del Ministero per l'Innovazione tecnologica, nonostante i criteri restrittivi indicati nella circolare.
Il Governo in carica intende avvalersi, in piena trasparenza e nel rispetto del quadro normativo, di professionalità di alto profilo, interne ed esterne alla pubblica amministrazione, per garantire un efficiente esercizio delle funzioni proprie dell'Esecutivo e realizzare gli obiettivi ritenuti prioritari da ciascun Dicastero, secondo le linee programmatiche che ogni Ministro, proprio in queste settimane, sta illustrando nelle Commissioni parlamentari competenti. A tal fine, saranno via via individuate le figure che, in ragione delle esperienze pregresse e delle competenze acquisite, potranno contribuire al meglio al buon funzionamento della macchina dello Stato, supportando il Governo nella realizzazione di un sistema più funzionale ed efficiente per far fronte alle esigenze dell'Italia.
PRESIDENTE. Il deputato Sbardella ha facoltà di replicare.
LUCA SBARDELLA(FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio a nome del gruppo di Fratelli d'Italia il Ministro Ciriani e il Governo per averci dato una risposta chiara. Il fenomeno delle nomine del Governo uscente denota lo stile con cui la sinistra ha gestito il potere in Italia, in questi anni. Del resto, la sinistra ha fatto di tutto per rimanere al potere. Diceva che lo faceva per senso di responsabilità, ma è chiaro che si trattava di semplice attaccamento alle poltrone. Una visione politica che si nutre ormai solo di gestione, di clientele e di apparati, e quindi, nella sua massima espressione, nel nominare amici, più o meno adeguati, nelle varie caselle di Governo e sottogoverno, a tutti i livelli: oltre 100 nomine, tra nomine e assunzioni, effettuate dopo le elezioni, arruolamenti di massa nelle società partecipate. E non è un caso che i Ministri più attivi in quelle ore fossero proprio quelli più esposti politicamente. Si è scambiato il Governo con il congresso di partito. Ora gridano allo scandalo perché qualcuno viene rimosso. È emblematico il caso del commissario per la ricostruzione terremoto: venne nominato un perdente alle elezioni regionali abruzzesi, che aveva fatto tutto il suo rispettabilissimo percorso, prima sindaco, poi parlamentare, poi sottosegretario, poi candidato alle elezioni regionali, quindi non proprio un tecnico. Perse le elezioni, è arrivata puntualmente una nomina governativa. Ora si grida allo scandalo perché, alla sua scadenza - ribadisco, alla sua naturale scadenza -, non è stato confermato, bensì sostituito da un eccellente amministratore di fiducia dell'attuale Governo. Qual è il problema? Il metro di giudizio di questo Governo è chiaro: lo dimostra la conferma, all'Agenzia delle entrate e all'Agenzia del demanio, dei vertici non da noi nominati. Qui si guarda al merito, agli unici interessi che a noi stanno a cuore: gli interessi della Nazione e gli interessi degli italiani. Fatevene una ragione. È finito il tempo in cui gestivate il potere anche se perdevate le elezioni. Gli italiani vi hanno tolto il giocattolo e lo hanno fatto in maniera chiara, chiarissima. Gli italiani ci hanno chiesto di fare meglio del disastro che avete fatto finora e noi non abbiamo intenzione di mancare questo impegno
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 16,10.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 63, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 730.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Avverto che l'ordine del giorno n. 9/730/94 Bof è stato ritirato dal presentatore.
Rammento che in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo si è convenuto di iniziare l'esame degli ordini del giorno a partire dal parere del Governo.
Invito pertanto la rappresentante del Governo, onorevole Vannia Gava, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
VANNIA GAVA,. Grazie, Presidente. Faccio solamente una premessa: in tutti gli impegni di tutti gli ordini del giorno vengono espunte le locuzioni: “al primo provvedimento utile” e “al prossimo provvedimento utile”. Ordine del giorno n. 9/730/1 Furgiuele parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/2 Pastorino, parere contrario. Ordini del giorno n. 9/730/3 Maiorano e n. 9/730/4 Loizzo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/5 Mule', parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/730/6 Furfaro: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/7 Girelli, parere favorevole con la seguente riformulazione: sopprimere il primo e il secondo capoverso delle premesse e sostituire l'impegno con le parole “a valutare la possibilità di adottare, ove necessario, compatibilmente con i vincoli di bilancio e le risorse finanziarie disponibili, ulteriori iniziative a sostegno degli enti del terzo settore, volte a mitigare gli effetti dei rincari energetici registrati nell'anno 2023”. Ordine del giorno n. 9/730/8 Malavasi, parere favorevole con le seguenti riformulazioni: sopprimere le premesse e sostituire l'impegno con “a valutare la possibilità di incrementare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, le risorse dei fondi per la non autosufficienza, il dopo di noi e il quali strumenti necessari per sostenere le famiglie in questo periodo di crisi economica e sociale”. Ordine del giorno n. 9/730/9 Almici, parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/730/10 Manzi, parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la seguente formulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di individuare ulteriori risorse da destinare al rinnovo contrattuale, al fine di dare centralità all'istruzione pubblica ed innalzare le retribuzioni a livello europeo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/730/11 Berruto, parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di reperire risorse a favore dello sport”. Ordine del giorno n. 9/730/12 Stumpo, parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/13 Boldrini: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/14 Peluffo: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/15 De Micheli: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/16 Ghio: sul primo impegno il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; sul secondo impegno il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/17 Serracchiani: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/18 Orlando: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/19 Merola: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di destinare risorse agli enti locali per fronteggiare le maggiori spese derivanti dall'aumento dei prezzi di gas ed energia”. Ordine del giorno n. 9/730/20 Guerra: parere favorevole con la riformulazione “valutare l'opportunità di istituire un tavolo per la regolazione dei pedaggi autostradali anche ai fini del contenimento delle tariffe”. Ordine del giorno n. 9/730/21 Roggiani: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/22 Morassut: parere favorevole con la riformulazione che premette a entrambi gli impegni: “valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/730/23 Stefanazzi: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/24 Toni Ricciardi: parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/25 Ubaldo Pagano: parere contrario. Ordini del giorno n. 9/730/26 Curti e n. 9/730/27 Braga: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/28 Lai: parere favorevole con l'eliminazione delle premesse e con la riformulazione “a valutare l'opportunità di incrementare le risorse al fine di assicurare il diritto all'istruzione per tutte le bambine e i bambini attraverso la promozione del sistema integrato di educazione dalla nascita fino a sei anni, elemento fondamentale per colmare il divario tra Nord e Sud e sostenere le famiglie con azioni concrete, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/730/29 D'Alfonso: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/730/30 De Bertoldi e n. 9/730/3 Deidda: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/32 Gnassi: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/33 Ciani: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/34 Forattini: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/35 Vaccari: parere favorevole, con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione del dispositivo con l'aggiunta della locuzione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/36 Andrea Rossi: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/37 Marino: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/38 Di Biase: parere favorevole con la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/39 Casu: parere contrario sulla seconda e la terza premessa; parere favorevole sull'impegno, con la riformulazione con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/40 Bakkali: parere contrario sulla seconda e sulla terza premessa; parere favorevole sull'impegno, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/41 Sarracino: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/42 Simiani: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/43 Laus, parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”.
Sugli ordini del giorno n. 9/730/44 Gribaudo e n. 9/730/45 Scotto il parere è favorevole con la seguente riformulazione: eliminare la seconda premessa e premettendo negli impegni: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/730/46 Fossi, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità”.
Ordine del giorno n. 9/730/47 De Maria, parere favorevole con la seguente riformulazione: eliminare la seconda premessa; riformulare il primo impegno come segue: “a valutare l'opportunità di prevedere misure per sostenere l'economia delle aree di montagna della regione Emilia Romagna dedicate alle attività economiche e all'indotto collegato agli sport invernali”; premettere, poi, al secondo impegno: “a valutare l'opportunità di”.
Ordini del giorno n. 9/730/48 Giagoni e n. 9/730/49 Comaroli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/50 Tenerini, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/730/51 Arruzzolo, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di individuare soluzioni, anche normative, nel rispetto dei principi costituzionali, volte a contemperare le esigenze determinate dall'affidamento avviatosi per il servizio prestato nell'amministrazione, con il valore costituzionale dell'accesso alle pubbliche amministrazioni attraverso valide procedure concorsuali”.
Ordine del giorno n. 9/730/52 D'Attis, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/730/53 Rubano e n. 9/730/54 Cavandoli, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/730/55 Mancini, parere favorevole con la seguente riformulazione: eliminare la seconda premessa; riformulare il primo impegno come segue: “a valutare l'opportunità di prevedere misure per sostenere l'economia delle aree di montagna dell'Appennino centro-meridionale, dedicate alle attività economiche e all'indotto collegato agli sport invernali”; premettere, poi, al secondo impegno: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/730/56 Antoniozzi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di estendere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordini del giorno n. 9/730/57 Di Giuseppe e n. 9/730/58 Amendola, parere favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/730/59 Porta è accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/60 Morgante, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/61 Vietri, parere favorevole con la seguente riformulazione: eliminata la quarta premessa, riformulare gli impegni come segue: “a valutare l'opportunità di prorogare per le case popolari, intestate sia a persone singole per singole unità abitative, che a cooperative edilizie, le disposizioni in materia di superbonus, di cui all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, anche valutando la riduzione della detrazione”. Ordini del giorno n. 9/730/62 Aiello e n. 9/730/63 Alifano, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/64 Amato, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di provvedere all'emanazione del decreto di cui in premessa al fine di tutelare le legittime aspettative dei soggetti interessati e per evitare possibili problemi e disagi al sistema scolastico derivanti dalla mancanza di personale”. Ordini del giorno n. 9/730/65 Appendino e n. 9/730/66 Barzotti, parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/730/67 Cantone, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di rifinanziare il fondo trasporti”. Ordine del giorno n. 9/730/68 Cappelletti, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/69 Caramiello, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/730/70 Carmina, n. 9/730/71 Caso, n. 9/730/72 Cherchi e n. 9/730/73 Alfonso Colucci, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/74 Dell'Olio, accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/730/75 Sergio Costa, n. 9/730/76 Donno, n. 9/730/77 Fede, n. 9/730/78 Fenu e n. 9/730/79 Ilaria Fontana, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/80 Iaria, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sugli ordini del giorno n. 9/730/81 L'Abbate, n. 9/730/82 Lovecchio, n. 9/730/83 Morfino, n. 9/730/84 Pavanelli, n. 9/730/85 Pellegrini, n. 9/730/86 Raffa e n. 9/730/87 Santillo, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/88 Scerra, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure per calmierare il costo delle materie energetiche per la tutela del settore di tutte le PMI”. Ordini del giorno n. 9/730/89 Todde e n. 9/730/90 Torto, parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/730/91 De Luca, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/92 Zucconi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/93 Morrone, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/94 è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/730/95 Ziello, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/96 Fabrizio Rossi, accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/730/97 Bonafe', n. 9/730/98 Bonelli e n. 9/730/99 Ghirra, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/100 Lucaselli, parere favorevole, anche perché in conformità a quanto previsto dal decreto-legge approvato in Consiglio dei ministri il 10 gennaio scorso. Sugli ordini del giorno n. 9/730/101 Ruffino, n. 9/730/102 Boschi e n. 9/730/103 Pastorella, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/104 Rotelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/105 Mollicone, accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/730/106 Grimaldi, n. 9/730/107 Zanella e n. 9/730/108 Evi, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/109 Mari, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/730/110 Borrelli, n. 9/730/111 Fratoianni e n. 9/730/112 Dori il parere è contrario.
PRESIDENTE. Grazie. Ordine del giorno n. 9/730/1 Furgiuele, parere favorevole, andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/730/2 Pastorino, parere contrario. Onorevole Pastorino? Lo votiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/2 Pastorino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sugli ordini del giorno n. 9/730/3 Maiorano e n. 9/730/4 Loizzo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/730/5 Mule' il parere è favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/730/6 Furfaro è accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la raccomandazione e vorrei spiegarne i motivi. Presidente, onorevoli colleghi, provo a darvi un numero: 135.000 è il numero degli sfratti effettuabili in Italia per morosità incolpevole nel 2022, cioè il 90 per cento di tutte le richieste di sfratto; 37.000 sono le convalide di sfratto. Sono numeri drammatici, parlano di famiglie che finiscono in strada non per colpa loro, non perché non vogliono pagare, non perché fanno i furbi, ma per morosità incolpevole. Vorrei chiedere agli esponenti di Governo e di maggioranza, cioè coloro che, quando si trovavano all'opposizione, ci parlavano ogni santo giorno di quartieri popolari, di italiani che non arrivavano alla fine del mese, se sanno di cosa parliamo quando parliamo di morosità incolpevole. Parliamo di famiglie e persone in carne ed ossa; parliamo di bambini ai margini del vivere dignitoso, che pagano gli effetti di questa crisi più di altri; parliamo di chi ha perso il lavoro; parliamo di chi, a causa del caro energia o dell'inflazione, non riesce più a pagare l'affitto perché la pensione o lo stipendio non bastano più; parliamo delle persone più fragili, quelle di cui nei vostri comizi sguaiati vi siete spesso riempiti la bocca. Sono famiglie che, per colpa della vostra ipocrisia, di chi dice una cosa e poi fa l'esatto contrario, rischiano di finire su una strada. Prima vi siete scagliati contro i più fragili tagliando e abolendo il reddito di cittadinanza; poi, come se non bastasse, avete deciso persino di togliere ogni risorsa sul disagio abitativo, sul Fondo affitti e sul Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli.
Cioè avete deciso di tagliare i fondi destinati alle famiglie sotto sfratto, fondi che hanno consentito, nei due anni più duri della crisi pandemica, di evitare migliaia di persone in strada. Vi state accanendo contro i più poveri. Sapete cosa sta accadendo adesso in Italia, dopo avere azzerato i contributi all'affitto? Che 600.000 famiglie italiane rischiano di finire per strada, grazie a voi rischiano di essere sbattute fuori di casa. Per questo chiediamo il rifinanziamento del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo affitti, e non possiamo accettare che questo ordine del giorno venga accolto come una raccomandazione. Sapete perché? Perché - cito letteralmente - la casa è il bene primario attorno alla quale le persone costruiscono il proprio futuro. Non lo dico io. Sapete chi lo dice? Lo dice Giorgia Meloni il 29 agosto del 2022, a meno di un mese dal voto scorso. Per una volta evitate di tradire le vostre parole e, soprattutto, il diritto degli italiani a non finire su una strada .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/6 Furfaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/7 Girelli, su cui c'è una riformulazione. Onorevole, accetta?
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Presidente, grazie. Non posso accettare questa riformulazione e le spiego brevemente anche il perché. Per quanto riguarda le premesse, posso comprendere la richiesta che siano tolte; è un giudizio politico, possiamo anche toglierle, rimangono e tutti le conosciamo, sia da parte della maggioranza sia da parte nostra. Ma non comprendiamo l'andare a togliere l'impegno ad affrontare in maniera seria la questione del Terzo settore. Noi chiediamo il finanziamento di un settore in grande difficoltà, e si rischia di togliere servizi ai nostri cittadini, alle nostre realtà territoriali. Chiediamo maggiore attenzione soprattutto per le zone interne, quelle che rischiano di pagare ulteriormente questo deficit di risorse finanziarie, e per le associazioni del Terzo settore, che sempre di più sono le realtà cui dobbiamo tutti guardare se vogliamo affrontare seriamente il grande deficit di vicinanza ai cittadini nel momento del bisogno. Senza l'apporto del Terzo settore difficilmente ce la si può fare, chiunque governi questo Paese, sia a livello di Governo nazionale sia di governi regionali. Perché sminuire questo impegno, che dovrebbe essere davvero la caratteristica di tutto il Parlamento nel suo insieme? Chiedo al Governo di rivedere questa posizione. Accetto la soppressione delle premesse, perché, ripeto, ciò comprende un giudizio politico che posso anche risparmiarmi in questo documento, ma non la riformulazione dell'impegno. Su quello vi chiedo davvero di rivedere la posizione e di mantenerlo così come formulato.
PRESIDENTE. Il Governo non cambia valutazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/7 Girelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/8 Malavasi. Onorevole, accoglie la riformulazione?
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). No, non accolgo la riformulazione, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/8 Malavasi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/9 Almici, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione?
CRISTINA ALMICI(FDI). La accetto.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/10 Manzi, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/11 Berruto, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/12 Stumpo, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione.
L'ordine del giorno n. 9/730/13 Boldrini è accolto come raccomandazione. La accetta, onorevole?
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi ero avvicinata prima alla Vice Ministra Gava per avere certezza che questo fosse il parere espresso. Vice Ministra, lei mi dà un parere deludente, una raccomandazione. Io ho il dovere di chiederle di rivedere questo parere, perché parliamo dei comitati della Croce rossa che fanno trasporto d'urgenza - quindi, le ambulanze - e servono, quindi, al servizio sanitario regionale, ma anche alle ASL. Chiedono anche loro un aiuto, chiedono anche loro ristori perché il carburante è aumentato anche per loro. Non posso immaginare che il Governo non voglia prendere atto che c'è una necessità oggettiva, quindi la esorto, Vice Ministra, senza polemica mi creda, a rivedere questo parere, perché è veramente troppo discrezionale la raccomandazione. Lei sa che già l'ordine del giorno non vincola in maniera stringente, ma la raccomandazione men che meno. Come può il Governo non vedere la necessità dei comitati della Croce rossa di continuare a svolgere il loro servizio? Peraltro molte di quelle persone sono volontarie, non sono nemmeno pagate. Vuol dire proprio voltare le spalle a chi, invece, dedica il proprio tempo al bene comune e a dare senso anche all'articolo 2 della nostra Costituzione che riguarda il dovere alla solidarietà. Dunque, veramente, le chiederei di riconsiderare questo parere e di prendere atto della situazione, dando un parere più assertivo, Vice Ministra.
VANNIA GAVA,. Lo accantono.
PRESIDENTE. Dunque, è accantonato.
Ordine del giorno n. 9/730/14 Peluffo, parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/14 Peluffo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/730/15 De Micheli, accolto come raccomandazione, a condizione che sia riformulato nel senso di espungere dal dispositivo il riferimento al primo o al prossimo provvedimento utile, come precisato dalla Vice Ministra Gava all'inizio del suo intervento. Accetta? Ha accettato.
Ordine del giorno n. 9/730/16 Ghio, parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il parere è favorevole con riformulazione sul primo impegno mentre sul secondo c'è un'indicazione di contrarietà. Ci sembra che il respingimento di una parte di quest'ordine del giorno e anche il blando accoglimento, con una valutazione, della prima parte non raggiunga l'obiettivo di sostenere concretamente i bisogni delle famiglie italiane in tema di mobilità e non abbia neanche a cuore le strategie del trasporto pubblico locale. Ci sembrano generiche parole di dichiarazione di intenzione, ma l'unica certezza è che, dai primi di gennaio, le persone, le famiglie, per muoversi, spendono molto di più, sia dal punto di vista dei pedaggi autostradali che del trasporto ferroviario e sia anche rispetto alla sofferenza in cui versano le aziende del trasporto pubblico locale.
Gli interventi messi in campo fino a oggi, sia con la manovra sia con questo decreto che andiamo a valutare oggi, ci appaiono superficiali e non sufficienti, non utili a favorire la ripresa, anzi, rallentandola, anche perché tutto il sistema dei trasporti stima rincari grandissimi che, uniti a quelli dei generi alimentari e dei beni di prima necessità, secondo le stime delle associazioni dei consumatori, implicano una maggiore spesa per famiglie di 2.400 euro all'anno. Quindi, una valutazione e un respingimento di un percorso, anche di riconversione ecologica, di cui davvero non troviamo traccia in nessuno dei provvedimenti rispetto al tema del trasporto, ci sembra non siano sufficienti. Ci aspettavamo davvero misure più concrete a sostegno dei bisogni delle famiglie .
PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/16 Ghio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/730/17 Serracchiani, parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno è la fotografia plastica di cosa significhi essere opposizione e di cosa significhi, poi, ad un certo punto, diventare legittimamente, con un voto popolare, maggioranza e, quindi, governare. Lo dico perché, nel 2019, quando la Presidente Meloni era l'unico capo dell'unica opposizione o, quantomeno, lo è stata per diverso tempo, ci ha allietato con diversi video, anche divertenti, con cui ci diceva che, non appena arrivata al Governo, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di abolire le accise sul carburante. Lo ha detto chiarissimamente, ha detto “aboliremo le accise”.
Ora che cosa succede? Succede che, quando sei opposizione, puoi permetterti di fare i video in cui dici che abolirai le accise, poi, quando diventi legittimamente, con un voto popolare, importante, senza ombra di dubbio, Presidente del Consiglio e sei a capo di un Governo che deve prendere decisioni particolarmente importanti, in un momento di disagio sociale che credo sia sotto gli occhi di tutti, la stessa Presidente Meloni e lo stesso Governo di maggioranza, legittimamente votato, fa un'inversione ad U drammatica per le famiglie; drammatica perché non aver continuato ad applicare lo sconto sulle accise vuol dire che le famiglie e, in particolare, quelle meno abbienti - perché, poi, l'inflazione è una tassa assolutamente ingiusta ed è una tassa che colpisce soprattutto le famiglie meno abbienti - si troveranno a pagare di più. E si troveranno a pagare di più non soltanto i carburanti, la benzina, il gasolio, ma anche i beni di prima necessità, perché questo è un Paese dove - anche a causa dell'incapacità in questo momento di aver fatto, anche in quel caso, un'inversione ad U rispetto alla transizione ecologica, ma torniamo sempre al tradizionale - l'88 per cento delle merci viene trasportato su gomma, il che significa che tutti i beni, anche quelli di prima necessità, subiranno necessariamente un aumento dei prezzi.
Noi riteniamo che oggi il Governo, con questo “no”, dimostri quello che veramente significa prendersi la responsabilità di governare. Ci avete detto che per 10 anni abbiamo governato e che nei 10 anni in cui abbiamo avuto quella responsabilità non abbiamo dato le risposte. Bene, oggi, di fronte alla prima risposta che dovevate dare, ossia quella di continuare ad aiutare le famiglie, i lavoratori e le imprese, riducendo il costo dei carburanti, siete voi, che volevate abolirle, ad averle fatte rientrare di nuovo a pieno regime, togliendo gli sconti che erano stati previsti dal Governo precedente . Questo comporterà, credo, davanti agli occhi di tutti la necessità di giustificare questi aumenti ed è per questo motivo che il Partito Democratico ha chiesto l'audizione del Ministro Giorgetti affinché venga a spiegarci come funziona la tassazione sui carburanti, perché non sono riusciti ad abolire le accise e perché non sono riusciti - o non vogliono, perché la notizia di oggi è che manca anche la volontà politica - a scontare e ridurre le accise. Ce lo dicano, ma, soprattutto, lo dicano agli italiani, non solo a quelli che li hanno votati, lo dicano a tutti gli italiani che pensano che questo sia un Governo del cambiamento, il quale, con questa inversione ad U abolirà le accise. Ebbene, non sono state abolite.
Ma vorremmo anche ricordare al Governo, suo tramite, Vice Ministra, che c'è anche una ragione in più su cui prestare la massima attenzione, perché, nella manovra di bilancio, non solo non avete previsto la proroga del taglio delle accise, non solo non avete previsto aiuti, come veniva ricordato, su fondi che sono importanti, ma, soprattutto, avete previsto somme insufficienti per gli enti locali che sono gli stessi enti locali che oggi sopporteranno l'aggravio dei costi dei carburanti e che dovranno scaricare sui cittadini e sul costo dei servizi proprio questo aggravio, nel momento in cui c'è il rischio di una recessione per il Paese. Insomma, dicevate che eravate pronti: pensavamo che lo foste e pensavamo che la prima cosa che sarebbe successa sarebbe stata l'abolizione delle accise. Evidentemente non siete pronti, non lo avete fatto e gli italiani stanno pagando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Presidente, non abbiamo problemi a rispondere agli italiani sui provvedimenti che abbiamo assunto. E non li abbiamo assunti in qualche cantina buia: li abbiamo assunti alla luce del sole, perché facevano parte di un disegno di legge - appunto, il disegno di legge di bilancio - che è stato pubblicato da tutti i giornali e in questa sede è stato discusso più volte … in Commissione, per chi c'era, sì; per chi c'era, sì, in Commissione . E aggiungerò di più: è stato discusso talmente alla luce del sole che, a proposito di video, potremmo anche far girare un video del 2014, magari in quella bella trasmissione che è dove l'allora Presidente del Consiglio in carica, che attualmente è dello stesso partito dell'onorevole Giachetti, diceva che avrebbe azzerato le accise entro la fine dell'anno. E c'è il piccolo particolare che lui era in carica e non è successo quello che è successo, invece, dopo che il video di due anni e mezzo fa è stato registrato, a differenza di oggi. Tra le tante cose, pare che l'anno scorso, in modo imprevedibile, sia scoppiata anche una guerra, ma evidentemente questo è un fattore che non rileva in questo ambiente .
Tuttavia, per tornare, invece, al punto economico, vorrei ricordare che quel provvedimento non era di sistema, perché è stato rinnovato quattro volte con decreti-legge. Quindi, non era un provvedimento di sistema, ma era temporaneo. Noi abbiamo fatto una scelta e la rivendichiamo fino in fondo: si poteva decidere di spendere all'incirca un miliardo al mese per tenere le accise in quello stato e, quindi, non intervenire su bollette e sulle imprese, per consentire a famiglie e imprese di andare avanti, oppure, potevamo preoccuparci in primo luogo del pieno della nostra auto. Tra famiglie e imprese e il pieno dell'auto dei parlamentari, come di altri che potevano permettersi il pieno, abbiamo scelto famiglie e imprese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Presidente, la ringrazio della parola. Voglio dire una cosa: la Presidente Meloni, nel giustificare il mancato rinnovo di questa norma sull'aumento delle accise o, meglio, sul blocco delle accise, ha così motivato in maniera, devo dire, puntuale, ma francamente surreale: per prorogare il taglio delle accise sulla benzina non avremmo potuto confermare o aumentare il taglio del costo del lavoro, aumentare del 50 per cento l'assegno unico per i bambini, aumentare il fondo sulla sanità, aumentare la platea delle famiglie. Mai tanta demagogia e propaganda si erano viste da parte del Presidente del Consiglio. Infatti, nella legge finanziaria che abbiamo approvato, quando si è fatta la norma spalma-debiti sulle società di calcio (850 milioni di euro), queste preoccupazioni la Presidente Meloni non se le è poste ; quando si è trattato di fare i condoni fiscali sulle criptovalute, la Presidente Meloni questo problema riguardo alle famiglie e alle imprese italiane non se lo è posto; la Presidente Meloni non si è posta il problema quando è stato presentato un emendamento che chiedeva alle società energetiche di restituire i soldi che indebitamente sono stati presi agli italiani con una speculazione inaccettabile sul gas (oltre 40 miliardi di euro). Siete stati silenti, onorevole Foti .
Siete stati silenti rispetto alla questione fondamentale dell'ingiustizia sociale che c'è in questo Paese e oggi venite a raccontare che siete dalla parte delle famiglie. Rispetto all'aumento dei generi alimentari, all'aumento del costo della vita, dell'inflazione, oggi, dimostrate da che parte state. Non ci venite a parlare del pieno dei parlamentari: io, per esempio, l'auto non ce l'ho. Fate meno demagogia, fate meno propaganda. Oggi, siete al Governo e state dimostrando inadeguatezza; e, da questo punto di vista, l'inadeguatezza è massima.
A questo punto, le spiegazioni propagandistiche e demagogiche della Presidente Meloni devono solo indicarvi una cosa: che non è più la Meloni dell'opposizione, è la Meloni che governa e continua a governare con grande propaganda.
Ecco, francamente, ci saremmo aspettati che le risorse per i 12 condoni fiscali della legge finanziaria e gli extraprofitti delle società energetiche fossero duramente e inesorabilmente restituiti agli italiani. Avete deciso da che parte stare, avete deciso di stare dalla parte delle grandi società energetiche, avete deciso di azzerare il fondo sul trasporto pubblico, avete deciso di essere contro la modernizzazione di questo Paese, siete contro lo SPID, siete contro il POS, siete contro la digitalizzazione. Francamente, questo è un problema molto, molto serio che questo Paese ha e, comunque sia, noi voteremo a favore di questo ordine del giorno. Anche basta la propaganda di questo Governo !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Signor Presidente, prendiamo atto, dalle parole del presidente Foti, che c'è stata una chiara volontà politica di voltare le spalle alle famiglie e alle imprese, una chiara volontà politica di disattendere le promesse fatte in campagna elettorale.
Non pensiamo che i cittadini italiani siano colti da amnesie, infatti, ricordano benissimo le vostre promesse in campagna elettorale sul fatto che avreste abolito le accise. Ricordiamo benissimo che, mentre noi eravamo qui a prevedere misure che potessero aiutare le famiglie e le imprese in un momento di crisi senza precedenti, come, ad esempio, lo sconto sulle accise che abbiamo approvato nel corso del precedente Governo, l'attuale Presidente del Consiglio si faceva filmare alle pompe di benzina per dire: “Avete visto, ladri! Lo Stato è un ladro. A fronte del pagamento di un pieno, la metà si assume per conto dello Stato, quindi noi appena andremo al Governo taglieremo le accise”.
Invece che cosa avete fatto appena siete andati al Governo? Avete tagliato lo sconto sulle accise e questo avrà degli effetti nefasti non soltanto sulle tasche degli italiani, ma anche sul potere di acquisto, proprio perché avrà degli effetti indiretti sull'aumento del costo dei carburanti e, quindi, sull'aumento delle materie prime e sul carrello della spesa. Possibile che non ve ne stiate rendendo conto?
Proprio per questo, il MoVimento 5 Stelle ha formulato - e la ribadiamo qui, Presidente - la richiesta che la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, venga a rendere un'informativa urgente alla Camera sul tema del caro carburante , perché non può pensare di cavarsela con una diretta , dicendo addirittura delle bugie e disattendendo quello che lei stessa aveva promesso in campagna elettorale. Gli italiani non hanno la memoria corta .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/17 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/730/18 Orlando, favorevole con riformulazione. Onorevole Orlando?
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Signor Presidente, negli altri Paesi europei, a proposito di transizione ecologica e a proposito di crisi energetica, sono state previste misure che prevedono la gratuità dei servizi pubblici per tutte le persone al di sotto di un certo reddito. Il Governo precedente aveva introdotto un per tutte le persone con un reddito inferiore ai 35.000 euro; un provvedimento, ha ragione il collega Foti, come quello sulla pompa di benzina, ma dubito che in questo momento chi non trova più il o trova la benzina più cara alle pompe di benzina discuta della sistematicità dei provvedimenti.
Nella nuova legge di bilancio questa misura era sparita completamente; ora il Governo apre cautamente, con questa riformulazione, alla reintroduzione di questo .
Io voglio ringraziare per questa parziale resipiscenza, però chiedo - perché quest'impegno abbia un po' più di solennità di quello della semplice parola, pure autorevole, dei membri del Governo qui presenti - che sia messo in votazione con la riformulazione proposta dal Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Bertoldi. Ne ha facoltà.
ANDREA DE BERTOLDI(FDI). Grazie, Presidente. Io vengo stimolato a intervenire dalle osservazioni dei colleghi. Vengo stimolato perché davvero, presidente Serracchiani, io comprendo le sue osservazioni però - e mi rivolgo al Presidente, lo so, però mi permetto di citarla con la massima stima, ovviamente -, suo tramite, Presidente, mi rivolgo alla capogruppo del Partito Democratico ricordandole che noi sicuramente terremo impegno alle promesse fatte. Lo faremo nel corso dei cinque anni, nel corso di quello che è un impegno di una legislatura o forse per il Partito Democratico…
PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia, per cortesia! Chiedo scusa, onorevole De Bertoldi. Si riferisca all'ordine del giorno, la prego. Per cortesia!
ANDREA DE BERTOLDI(FDI). Sì, certo, però, Presidente, io vorrei solamente sottolineare…
PRESIDENTE. Siamo sull'ordine del giorno n. 9/730/18 Orlando.
ANDREA DE BERTOLDI(FDI). …che noi non abbiamo le capacità di fare in due mesi quello che altri non hanno fatto, come giustamente ricordato, in dieci anni . Quindi…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Bertoldi. Non è sull'ordine del giorno di riferimento. La ringrazio. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/18 Orlando, così come riformulato dal Governo, il parere è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Mi scusi, Presidente. Lei sa che i rapporti personali non inficiano sicuramente quella che è l'osservazione che mi permetto di farle, però lei ha tolto la parola all'onorevole De Bertoldi dicendo che bisogna attenersi all'ordine del giorno. Mi permetto di farle presente, signor Presidente, che l'ordine del giorno si compone di due parti: le premesse e il dispositivo . Se lei avesse letto le premesse, che potrei leggerle, avrebbe compreso che sono indispensabili per poter arrivare alle conclusioni a cui sul piano politico sarebbe arrivato, in ordine al dispositivo, l'onorevole De Bertoldi. Quindi, la prego. Io posso capire che logicamente, soprattutto in sede di dichiarazioni di voto, di discussione di ordini del giorno o di votazione, ci si debba attenere all'ordine del giorno e lo condivido pienamente, però quest'ordine del giorno non l'abbiamo votato per parti separate, come pure avremmo potuto, cioè espungendo le premesse. Torno a ripetere: io non so se le premesse fossero state escluse, però l'ordine del giorno, in quanto depositato, è un ordine del giorno che nel momento in cui è depositato è tutto criticabile. È il Governo che esprime un giudizio dicendo: “Accettiamo con l'eventuale esclusione delle premesse”, ma è il parere del Governo. L'ordine del giorno, fino a prova contraria, era questo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Io voglio anche manifestare la vicinanza all'onorevole Foti, perché comprendo anche la fatica, quasi fisica, che fa nell'argomentare ciò che non è argomentabile, nel senso che quando abbiamo proposto questo ordine del giorno il Governo ci ha detto che le premesse andavano tolte. In ragione delle premesse tolte, io ho accettato la riformulazione. Quindi, l'onorevole De Bertoldi, intervenendo, è intervenuto su un oggetto che non era più presente all'ordine della discussione .
Pertanto, voglio dire che non solo il Presidente si è comportato opportunamente, ma voglio anche aggiungere un'altra considerazione: noi cerchiamo di costruire una discussione per aiutarvi a rivedere le decisioni che avete assunto. Cercate di cogliere questa buona volontà e questa vicinanza che vi esprimiamo.
PRESIDENTE. Onorevole Orlando, grazie. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/730/77 Fede è stato ritirato dal presentatore. Ordine del giorno n. 9/730/19 Merola, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Merola?
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). Signor Presidente, per cortesia: si può rileggere la riformulazione?
PRESIDENTE. Il Governo può rileggere la riformulazione, per cortesia?
VANNIA GAVA,. Sì. Favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di destinare risorse agli enti locali per fronteggiare le maggiori spese derivanti dagli aumenti dei prezzi di gas ed energia”.
PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, onorevole Merola?
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). Comprendo l'eliminazione delle premesse. Non siamo qui solo per ribadire le nostre posizioni, ma credo anche per cercare di convergere su qualcosa di utile e di necessario al Paese. Stiamo parlando di 8.000 comuni. Chiedo al Governo, tramite lei, signor Presidente, che l'impegno sia: “a destinare le risorse necessarie” e non solo la vaghezza di “valutare l'opportunità”.
PRESIDENTE. Il Governo vuole cambiare la riformulazione? No. Accetta la riformulazione proposta dal Governo, onorevole?
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). No.
PRESIDENTE. Quindi, lo vuole porre in votazione?
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). Sì, in votazione!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/19 Merola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/730/20 Guerra, favorevole con riformulazione. Accetta, onorevole?
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Presidente, chiedo alla Vice Ministra la cortesia di rileggere la riformulazione.
PRESIDENTE. Prego, Vice Ministra.
VANNIA GAVA,. Favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di istituire un tavolo per la regolazione dei pedaggi autostradali, anche ai fini del contenimento delle tariffe”.
PRESIDENTE. Onorevole Guerra, accetta la riformulazione?
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie. Sì, l'impegno è un po' blando, però c'è un riconoscimento del tema, e anche delle premesse di quest'ordine del giorno, che apprezzo. Quindi, accetto la riformulazione, però chiedo che sia messo ai voti per una conferma dell'orientamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/20 Guerra, come riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/730/21 Roggiani, accolto come raccomandazione. Accetta, onorevole Roggiani?
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). No, Presidente, non accetto e chiedo di votarlo, soprattutto dopo tutte le dichiarazioni che sono state fatte da questa maggioranza, sulla manovra e non solo, rispetto a un'attenzione ai comuni, che in realtà non c'è. Anche in questo provvedimento vediamo che è stato istituito - anzi, è stato rifinanziato - un Fondo per la rigenerazione urbana importantissimo per contrastare la marginalità, per riuscire a ridare dignità a dei luoghi, anche sociali, abitativi, dal punto di vista energetico dei quartieri, di attenzione a chi è più fragile, ma solamente per il biennio 2025-2026.
Dopo il pasticcio che avete fatto nella manovra, prima votando fondi per i comuni che poi avete tolto, peraltro senza dare una spiegazione, crediamo sarebbe davvero importante istituire questo Fondo e finanziarlo anche per l'annualità 2023-2024 .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/21 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/730/22 Morassut, il parere è favorevole con riformulazione. La accetta, onorevole? L'onorevole Morassut accetta.
Sull'ordine del giorno n. 9/730/23 Stefanazzi, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, il Partito Democratico intende porre l'attenzione sugli effetti potenzialmente devastanti dell'applicazione dell'articolo 16 del decreto in conversione. Come è noto, il testo unico ambientale ha fissato, quale limite per lo sfruttamento dei depositi di energia fossile, la distanza dalla costa di almeno 12 miglia nautiche, per salvaguardare l'area costiera e le specie marine protette che caratterizzano il mar Mediterraneo. Le attività di trivellazione che il Governo sta autorizzando in deroga a quelle distanze rappresentano un rischio potenzialmente enorme per l'intero ecosistema marino del Mediterraneo, tale da richiedere un'attentissima valutazione.
Per non parlare poi degli obiettivi che il PiTESAI - che, ricordo a tutti noi, è attualmente in vigore - pone rispetto all'ampliamento delle zone marine protette. Credo che nessuno sia in grado di spiegarci come gli obblighi e le prescrizioni del PiTESAI siano compatibili con lo scenario derivante dalla conversione in legge del decreto.
Peraltro, come è ampiamente noto al Governo, ammesso che si partisse domani mattina con le prospezioni preliminari, si arriverebbe all'estrazione e alla produzione di idrocarburi con orizzonti temporali assolutamente incompatibili con le esigenze del momento che viviamo; ciò è evidentemente contrario anche agli interessi di qualche speculatore. Sotto il profilo ambientale ci troviamo, dunque, davanti all'ennesimo atto inutile e pasticciato a cui questo Governo ci ha, purtroppo, in breve tempo, abituati.
Ma c'è, Presidente, un altro elemento che rende, oltre che inutile, addirittura odioso il provvedimento in questione. Infatti, dare il via a questo tipo di attività sconfessa anni e sforzi che le regioni del Mezzogiorno hanno compiuto nel riprogrammare parte della propria economia, puntando su turismo, e ambiente, anche grazie a un efficiente utilizzo delle risorse comunitarie.
In questi anni abbiamo preso coscienza delle reali potenzialità di tante regioni meridionali rispetto a un aspetto centrale della programmazione europea: lo sviluppo sostenibile e la tutela dell'ambiente. Persino il Presidente del Consiglio, nelle poche parole spese per il Sud qui alla Camera, volle ribadire il ruolo che il Mezzogiorno può e deve giocare nello sviluppo delle fonti rinnovabili.
Oggi non solo il Sud produce la metà dell'energia consumata in Italia, consumandone, però, meno di un terzo, ma fornisce materia prima al Nord senza avere alcun ritorno di fatto per le comunità locali. E tuttavia, le regioni del Mezzogiorno hanno, tutte insieme, assunto un impegno a consumare nuovo suolo per produrre più energia pulita nell'esclusivo interesse del Paese.
Sa cosa succederà, nel momento in cui ci sarà la conversione in legge del decreto-legge n. 176 del 2022? Che questi sforzi saranno gravemente messi in discussione. Sarà messo in discussione lo sviluppo di un turismo compatibile con l'ambiente, ma molto, molto di più saranno messe in discussione decine di autorizzazioni in corso per la realizzazione di impianti eolici , bloccati dalla pervasività e vastità delle attività di ricerca in mare. È quello che succederà, Presidente, per esempio, sull'intera costa adriatica pugliese, dove il permesso di ricerca denominato FR 40 NP, che si estende per 900 miglia marine, impedirà il completamento delle autorizzazioni in corso di impianti eolici e, oltre alla mancata produzione di energia, comprometterà l'indotto lavorativo in grado di generare. Questo in un'area in cui le scelte calate dall'alto hanno consentito per decenni alla più grande centrale italiana di produzione di energia elettrica alimentata a carbone, Cerano, di generare danni enormi e certificati alla salute delle popolazioni delle province di Lecce, Brindisi e Taranto.
In più, il Governo cade in un'enorme contraddizione anche rispetto al recentissimo decreto Ilva in cui, per riconvertire la centrale senza ammazzare i cittadini tarantini e producendo acciaio , si fa riferimento alla necessità di utilizzare fonti di energia rinnovabile prodotta da impianti eolici ; gli stessi impianti eolici che l'articolo 16 cancellerà e impedirà di realizzare.
Presidente, l'articolo 16 è un atto ostile nei confronti del Sud, un tuffo nel passato verso le vergognose politiche industriali per il Mezzogiorno portate avanti nel Novecento.
Per questo motivo, chiediamo soprattutto alle deputate e ai deputati meridionali un sussulto di dignità, che porti il Governo a limitare l'applicazione dell'articolo 16 alle sole attività che siano capaci di generare benefici di lungo termine e siano coerenti con il PiTESAI .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/23 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .