PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MIRELLA LIUZZI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Battelli, Benvenuto, Bianchi, Claudio Borghi, Brescia, Caiata, Carfagna, Centemero, Cirielli, Colletti, Colucci, Covolo, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Formentini, Frusone, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lotti, Lupi, Maggioni, Molinari, Picchi, Schullian, Sisto, Villarosa e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Inoltre, è ancora convocata la Commissione Trasporti, che sta finendo un'audizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.
CAMILLO D'ALESSANDRO(PD). Grazie, Presidente. Prendo la parola sull'ordine dei lavori, trattenendo a stento rabbia e dispiacere per quello che sta accadendo in queste ore, all'indomani del risultato elettorale in Abruzzo. Catene di gruppi organizzati sulla rete, in queste ore, in questi momenti stanno pesantemente e violentemente offendendo il popolo abruzzese, reo di non aver votato come loro ritenevano dovessero fare.
Presidente, stiamo parlando non di giudizi politici, stiamo parlando di auguri di morte agli abruzzesi. L'Abruzzo viene descritto con foto sconvenienti, con escrementi, con prostitute, rappresentando una regione che, secondo loro, avrebbe dovuto votare in modo diverso. Lei sa che io faccio parte di un raggruppamento politico che ha perso le elezioni, ma mai si permetterebbe augurare ad un abruzzese, che non ha votato come abbiamo votato noi, sulle posizioni che abbiamo sostenuto noi, addirittura la morte, addirittura un nuovo terremoto. Ebbene, Presidente, io prendo la parola per chiedere che il Ministro dell'Interno venga in quest'Aula perché, attraverso la polizia di Stato, dobbiamo raggiungere queste persone, perché adesso basta con le catene di che offendono l'Abruzzo e gli abruzzesi e , tutti riconducibili ad un movimento politico che ha perso le elezioni e nessuno, né a livello nazionale, dei leader nazionali, né a livello regionale, ha preso le distanze. Anzi, peggio: il leader morale o immorale dei 5 Stelle ieri, quasi come se il voto fosse un voto di scambio, chiede agli abruzzesi di restituire 700 mila euro che il Governo avrebbe dato all'Abruzzo, che tra l'altro, riguardano il firmato con i Governi precedenti, e non certo con questo Governo. Ma non è questo il punto: addirittura chiede all'Abruzzo di restituire le ambulanze che i consiglieri regionali hanno acquistato con le loro restituzioni.
Ci troviamo di fronte ad attacchi violenti; io per rispetto di quest'Aula non oso ridire cosa scrivono e che cosa stanno scrivendo in queste ore sulla rete. Io chiedo a lei, Presidente, e, tramite lei, al Presidente della Camera, di convocare immediatamente il Ministro dell'Interno per fare luce perché siano perseguiti questi responsabili di violenza verbale e non solo e . Purtroppo alla violenza verbale spesso consegue che qualche pazzo poi si arma e fa dei danni. L'Abruzzo – concludo, Presidente, chiedendo scusa all'Aula anche per questo sfogo – è terra di dignità, di lavoro e tra le offese che ci stanno rivolgendo vi è quella che saremmo una terra di pastori, ma noi ne siamo onorati perché da quell'attività abbiamo imparato l'arte del lavoro e del sacrificio. Noi siamo la terra della Brigata Maiella, che ha liberato l'Abruzzo e parte dell'Italia ; noi siamo la terra di Gabriele D'Annunzio, noi siamo la terra di Benedetto Croce, noi siamo la terra delle montagne e del mare vicini, noi siamo una terra di dignità !Non ho visto una smentita dei leader nazionali, non ho visto una smentita da parte dei parlamentari nazionali, che pure siedono in quest'Aula, io credo che non si possa arrivare a tanta bruttura e farla passare come normalità .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Alessandro. Abbiamo già, tramite il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, avvisato il Governo, che provvederà a comunicare, se riterrà, in Conferenza dei capigruppo, al Presidente Fico, quando venire e se venire a dare informazioni rispetto alle sue richieste.
EMANUELE FIANO(PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO(PD). Signor Presidente, per formalizzare una questione della quale ieri abbiamo dibattuto molto, quindi non rientro nel merito, ma è un intervento sull'ordine dei lavori per chiedere formalmente che il Governo riferisca a quest'Aula circa il contenuto della lettera ricevuta dall'Unione Europea con argomento il fondo per il risarcimento dei cittadini coinvolti nella questioni dei fallimenti bancari. Questa è una richiesta formale rispetto a quello che chiedevamo ieri al sottosegretario Villarosa, presente in Aula in quel momento; questa è la formalizzazione di una richiesta che il Governo riferisca all'Aula.
PRESIDENTE. Bene. Ricordo che ne abbiamo credo accennato ieri nel dibattito. Senz'altro, anche questa richiesta verrà presentata al Governo.
Non essendo ancora decorso il termine dei venti minuti, riprenderemo la seduta alle ore 11,30. Sospendo la seduta.
GRAZIANO DELRIO(PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIANO DELRIO(PD). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente, per chiedere l'inversione dei punti all'ordine del giorno, per potere anticipare la discussione sulla mozione TAV, che è già calendarizzata. Come lei sa, come sa l'Aula, è stata consegnata finalmente; dopo essere stata consegnata al Governo francese, dopo essere stata visionata da alcuni parlamentari e da alcuni giornali, finalmente è arrivata all'attenzione di tutto il Parlamento la relazione ufficiale dell'analisi costi-benefici della nuova linea Torino-Lione.
Ora, appare chiaro, per chi non lo sapesse, che questa analisi costi-benefici, una volta assunta dal Governo, determinerebbe di dovere disattendere a degli accordi internazionali ratificati da questo Parlamento, frutto di ben quattro ratifiche di accordi internazionali e richiederebbe, quindi, una legge particolare e un voto del Parlamento. Ci pare indispensabile che questa discussione non avvenga per settimane sui giornali, mentre il Parlamento discute di altro. Sarebbe molto, molto rilevante che il Parlamento determinasse il suo atto di indirizzo immediatamente, visto che, finalmente, ripeto, per grazia ricevuta, siamo stati resi partecipi delle conclusioni di questo studio, che ha molti limiti, ognuno avrà l'occasione per evidenziarli, ma certamente è un fatto nuovo e determina un'accelerazione delle decisioni del Governo. Non possiamo attendere un referendum, che non si capisce perché dovrebbe essere indetto, quando c'è un Governo che governa, teoricamente, ma dobbiamo invece attenderci immediatamente un pronunciamento e un indirizzo preciso dell'Aula, di quell'Aula che ha ratificato l'Accordo internazionale con la Francia e che ha, quindi, votato quell'Accordo e che, sola, ha la facoltà di poter disattendere a quell'Accordo.
Le conseguenze degli annunci di queste ore sono molto rilevanti anche dal punto di vista della credibilità del nostro Paese, Presidente. Se disattendiamo gli accordi internazionali – la prima volta, nella storia d'Italia, verrebbe disatteso un trattato internazionale, la prima volta nella storia d'Italia –, se il Paese disattende un accordo con un Paese membro della comunità europea, quale sarà l'investitore che si fiderà del nostro Paese, di firmare un contratto con il nostro Paese, visto che nemmeno siamo in grado di mantenere gli impegni che prendiamo con lo Stato vicino ?
E, quindi, c'è un grande problema di credibilità del Paese. Noi non vogliamo discutere della tecnicalità di uno dei tanti metodi dell'analisi costi-benefici, perché sono tanti i metodi, questo, peraltro, non è quello usato in Unione europea, è un metodo tutto personale del professore che lo ha proposto; noi vogliamo discutere in quest'Aula della credibilità del nostro Paese, della sua capacità di tenere fede agli impegni che ha assunto e di quale sia il percorso che il Governo intende proporre al Parlamento per revocare questa decisione.
E, quindi, chiediamo che ci si possa pronunciare immediatamente su questa richiesta di inversione di ordine dei lavori .
PRESIDENTE. Sulla richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto 3, ossia alle mozioni concernenti la realizzazione della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, potrà intervenire, ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento, un deputato contro e uno a favore.
DAVIDE ZANICHELLI(M5S). Chiedo di parlare contro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE ZANICHELLI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in merito alla richiesta del collega Delrio di inversione dell'ordine del giorno, spiegando che il tema è già all'ordine del giorno. Per quanto riguarda, invece, l'urgenza acclarata dal collega Delrio, mi preme ricordare che di TAV si parla, in questo Paese, da anni, da molti anni, ma l'urgenza che abbiamo in questi giorni di discutere di questo decreto, del decreto per Carige, è un'urgenza che questo Parlamento non può trascurare, non tanto per questo Parlamento in sé, ma perché i cittadini di Genova, i risparmiatori di Carige, gli imprenditori che con Carige lavorano quotidianamente per quanto riguarda gli affidamenti, per quanto riguarda i quotidiani rapporti con l'istituto bancario, non possono attendere oltre.
Per quanto riguarda il mio gruppo, il gruppo del MoVimento 5 Stelle, riteniamo che questo provvedimento, che ormai sta giungendo al termine, manca solamente la dichiarazione di voto e il voto finale, non possa essere prorogato ulteriormente, manca veramente poco. Perciò, la mia opinione, l'opinione del nostro gruppo è quella di respingere la richiesta di inversione dell'ordine del giorno, perché tale differimento dei lavori provocherebbe, probabilmente, è questa la nostra preoccupazione, danno ai genovesi.
Di TAV, come ha detto anche il collega Delrio, signor Presidente, si è discusso tanto e si discuterà sicuramente anche in quest'Aula, è questa la sede giusta, però dopo tutto il lavoro fatto, e mi viene anche da dire in maniera produttiva e, come anche intenderò ricordare al termine della discussione generale, in maniera anche corretta fra i diversi gruppi che si sono ovviamente confrontati in questi giorni su Carige, ecco, io penso che sia, a questo punto, necessario proseguire i lavori come da ordine del giorno per non ritardare ulteriormente la deliberazione di questo provvedimento.
Quindi, signor Presidente, la mia opinione, l'opinione del nostro gruppo è contraria per quanto riguarda l'inversione dell'ordine del giorno: non vogliamo far tardare ulteriormente il provvedimento, nell'interesse dei risparmiatori di Carige e nell'interesse di quelle imprese che, appunto, con Carige lavorano.
Successivamente ci sarà tutto il tempo, doverosamente, anche in quest'Aula, di discutere del TAV, un tema sul quale noi non ci sottraiamo; è un tema sul quale abbiamo le idee chiare, perché con lo stesso principio che governa questo decreto e che governerà anche la decisione sul TAV, non abbiamo intenzione di utilizzare in maniera impropria il denaro dei contribuenti.
MARIASTELLA GELMINI(FI). Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, maggior silenzio in Aula, cortesemente.
MARIASTELLA GELMINI(FI). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori perché condividiamo la richiesta avanzata anche dal Partito Democratico. Ieri è successo un fatto importante che riguarda la realizzazione di un'opera strategica, su cui l'intero Paese sta discutendo da mesi: il Ministero delle Infrastrutture ha finalmente pubblicato sul proprio sito l'analisi costi-benefici; peccato che questa analisi sia andata ai francesi prima che al Parlamento italiano, alla faccia di chi dice ‘prima gli italiani', mi verrebbe da dire ‘prima i francesi' con questo Governo .
Ebbene, noi non chiediamo il rinvio del provvedimento sui risparmiatori, lo dico perché forse la proposta di Delrio non è stata ben compresa. Noi vogliamo che al termine della votazione sul provvedimento Carige, anziché passare alla riforma costituzionale che avrà un iter lunghissimo, si passi alla votazione sulle mozioni TAV, sulle quali il Governo e la maggioranza si devono esprimere perché questo Paese ha il diritto di avere la TAV, avendo detto “sì” in tantissimi accordi internazionali, avendo partecipato a vertici internazionali, dove l'Italia ha sempre detto di volere la TAV e di volerla fare subito.
Quindi, ci auguriamo che non serva una Conferenza dei capigruppo, che serva un voto di quest'Aula, ma, ripeto, la riforma costituzionale comunque non si finirà oggi, quindi si può tranquillamente, dopo Carige, affrontare il tema TAV .
PRESIDENTE. Capisco e chiedo la collaborazione dell'onorevole Delrio - perché devo interloquire anche con lei - per interpretare bene, alla luce delle cose che diceva l'onorevole Gelmini. È evidente che adesso non possiamo votare una modifica dell'ordine del giorno che non sia cogente.
Quindi, se la richiesta dell'onorevole Delrio è quella di discutere delle mozioni sulla TAV dopo il decreto e considerate le cose che ha detto il relatore del provvedimento sul decreto e cioè che loro sono disponibili a discutere della TAV, ma non sono disponibili a rinviare il decreto, forse, nelle more della dichiarazione di voto, si può trovare un accordo tra i gruppi di votare la mozione della TAV subito dopo l'approvazione di questo decreto. Se quest'accordo ci sarà tra i gruppi ne verrà data conoscenza alla Presidenza, altrimenti procederemo al voto sull'inversione proposto da qualcuno che interverrà nuovamente.
Quindi, se non ci sono obiezioni, lo chiedo in particolare al collega Delrio e alla collega Gelmini, io procederei con le dichiarazioni di voto sul decreto e poi se c'è un'intesa tra i gruppi proseguiremo con la mozione sulla TAV.
SIMONE BALDELLI(FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Bene, ora interviene il collega Baldelli, poi il collega Lollobrigida. Il collega Baldelli si è prenotato alle nove e mezza di questa mattina.
Prego, onorevole Baldelli.
SIMONE BALDELLI(FI). Grazie, Presidente. Prima delle dichiarazioni di voto, intervengo per ricordare e per ribadire la richiesta, che abbiamo fatto già nella giornata di ieri, che il Governo…
PRESIDENTE. Colleghi, chiederei maggior silenzio… colleghi, lo dico ai banchi alla mia sinistra e alla mia destra, chiederei maggior silenzio.
Prego, onorevole Baldelli.
SIMONE BALDELLI(FI). Grazie, Presidente; per ribadire la richiesta che abbiamo già fatto nella giornata di ieri e che è rimasta inevasa, che il Governo informi al più presto il Parlamento sull'esistenza e sui contenuti di una lettera da Bruxelles, dall'Unione europea, relativa alle norme e ai decreti di attuazione di ristoro dei risparmiatori truffati, delle banche. Perché, se questa lettera c'è, così come abbiamo intuito ieri dalle parole espresse dal sottosegretario Villarosa, è giusto che il Parlamento ne sia informato, che il Governo ne tenga conto e che se ne dibatta. Se questa lettera non c'è, è altrettanto giusto che il Governo ponga uno a polemiche, illazioni, discussioni che a questo punto avrebbero il carattere dell'inutilità e della falsità.
Quindi, una parola chiara, da questo punto di vista, intendiamo ribadirla e chiediamo che il Governo se ne faccia carico al più presto, nelle forme e nei modi che ritiene, in Commissione, con un'informativa urgente in Aula, dove crede, ma che ci dica se questa lettera c'è e che cosa c'è scritto e, se c'è e se c'è scritto quello che noi riteniamo, che cosa intenda fare al riguardo.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, la richiesta è stata posta anche dall'onorevole Fiano, precedentemente, in apertura di seduta; quindi, il Governo è informato e sicuramente risponderà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Presidente, io credo che sia opportuno, oggi, che il Parlamento, preliminarmente a qualsiasi discussione, possa stigmatizzare e censurare il dibattito che ieri è avvenuto presso il Parlamento europeo. L'atteggiamento di questo Parlamento, a prescindere dalle posizioni politiche, dovrebbe essere quello di tutela dell'immagine internazionale della nostra nazione. Io voglio esprimere la solidarietà al Presidente Conte in quanto rappresentante all'estero di questa nazione . Io ritengo che le insinuazioni, le accuse, gli atteggiamenti di parlamentari di altre nazioni nei confronti del nostro Capo del Governo debbano essere respinti e censurati.
Io invito la Presidenza della Camera a trasmettere una protesta rispetto al dibattito come si è tenuto ieri; siamo stati, ovviamente, come al solito, anche se condividiamo l'opposizione a questo Governo, infastiditi da un pezzo di sinistra che anche in questa occasione, come avvenne con il Governo Berlusconi, cerca di insinuarsi, cerca di utilizzare alleati stranieri per condizionare la democrazia in Italia , questo a prescindere dal ruolo che, , incarniamo, oggi, noi, di opposizione, domani, speriamo, di maggioranza. Ciò deve essere stigmatizzato e contrastato con tutta la veemenza possibile.
Quindi, io invito lei, Presidente, a farsi latore di questo messaggio e, ovviamente, a condannare atteggiamenti di questa natura, che ledono il confronto e delegittimano anche lo spirito con il quale questa nazione siede al Parlamento europeo.
Ma trasmetta anche un ulteriore invito al Presidente Conte, perché avremmo preferito che ieri, sonoramente – sonoramente – avesse fatto sentire, magari anche abbandonando quella sessione, un'Italia che davvero ha bisogno di rialzare la testa in quei consessi, al contrario di quello che è avvenuto in questi ultimi anni .
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, senz'altro la Presidenza si farà carico delle sue istanze e il Presidente Fico valuterà come porsi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1486-A: Conversione in legge del decreto-legge 8 gennaio 2019, n. 1, recante misure urgenti a sostegno della Banca Carige S.p.a. - Cassa di risparmio di Genova e Imperia.
Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.
Onorevole Tabacci, mi scusi, prima che lei inizi il suo intervento, chiederei cortesemente - e assicuro che comincerò l'elenco delle persone che non mantengono un atteggiamento adeguato - di fare maggior silenzio in Aula, per consentire a chi deve fare le dichiarazioni di voto di farle in serenità.
Prego, onorevole Tabacci.
BRUNO TABACCI(MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Le confesso che non mi piacerebbe proprio essere nei panni del sottosegretario Villarosa; ieri, paladino dei risparmiatori, oggi, al servizio dei banchieri, perché questa è la narrazione che è stata svolta in questi ultimi tempi sul tema delle banche e il sottosegretario Villarosa è stata uno dei campioni di questa narrazione che ha tenuto banco sui giornali e anche nelle Aule del Parlamento.
Quella che scatta oggi, per il sottosegretario Villarosa e per il MoVimento 5 Stelle, è la legge del contrappasso dantesco; ieri, secondo voi, il Governo interveniva in difesa delle banche e dei banchieri e in danno dei risparmiatori, oggi, tocca a voi e non riuscite a rovesciare lo schema, semplicemente perché lo schema resta inalterato e, così, per Carige, siete costretti ad adottare lo stesso impianto predisposto per il Monte dei Paschi, quello della ricapitalizzazione precauzionale, proprio quello che avete contrastato duramente in Parlamento.
Messi alle strette, sparate nel mucchio e siete in sofferenza nei confronti delle Autorità indipendenti; torna, ancora una volta, l'attacco alla Banca d'Italia. In queste settimane l'avete fatto anche con l'ISTAT, qualche tempo fa con il vertice dell'INPS; avete una grande difficoltà a convivere con le critiche, ad accettare il ruolo delle Autorità indipendenti, perché ritenete che il Governo sia sovraordinato a tutti, Parlamento compreso. L'attacco alla Banca d'Italia appare strumentale, perché, nel merito, questo provvedimento su Carige è in piena sintonia con l'intervento della BCE e con le azioni che la Banca d'Italia ha presentato alla Commissione finanze nel corso delle audizioni. Mi viene da dire: com'è duro governare, è più facile riempire le piazze e fare gli strilloni sui . Ovviamente, noi ci auguriamo che per Carige sia possibile…
PRESIDENTE. Onorevole Tabacci, mi scusi. Colleghi, lo dico in particolare ai responsabili d'Aula, di maggioranza e di opposizione; sono costretto a sospendere la seduta se non finisce questa confusione. Colleghi, colleghi… Scusi, sto disturbando qualche conversazione privata, me ne rendo conto. O c'è silenzio in Aula o non proseguiamo con le dichiarazioni di voto.
Prego, onorevole Tabacci.
BRUNO TABACCI(MISTO-+E-CD). Presidente, anch'io non vorrei disturbare le conversazioni private. Ovviamente, noi ci auguriamo che per Carige sia possibile una soluzione di mercato, attraverso l'individuazione di un partner bancario adeguato. Questo è il principio della difesa dei risparmiatori, non la rissa demagogica che, invece che difendere i risparmiatori, crea le condizioni per una messa in discussione della tenuta del risparmio.
Il Vicepresidente Di Maio, nelle settimane scorse, aveva detto che anche se saltavano sei o sette banche non c'era da preoccuparsi: ovviamente erano parole al vento, come le troppe che ha sparato in questi mesi. La difesa del risparmio passa attraverso la difesa e il rafforzamento del sistema bancario del nostro Paese, ; e così sarebbe bene che il Governo, invece di litigare con tutti, raccogliendo la pessima figura di ieri all'Europarlamento, si attrezzasse per un negoziato difficile, ma necessario, in sede europea, per conseguire tutela della stabilità finanziaria e difesa del risparmio nazionale. Certo, non lo farete mettendo Paragone a presiedere la nuova Commissione banche, come se fosse una continuazione di un qualsiasi .
E così va la vostra avventura al Governo, una continua campagna elettorale che ridurrà il Paese allo stremo, in recessione e senza speranza: così l'avete ridotto in pochi mesi. Poi vi nascondete dietro la congiuntura internazionale, ma, in realtà, ci avete messo dal vostro, con grande tenacia, con determinazione.
E che dire delle promesse fatte genericamente ai risparmiatori truffati? E qui Villarosa è stato veramente un campione della demagogia. Avete mischiato azionisti e obbligazionisti, un grande polverone che mette tutti sullo stesso piano, truffati e truffatori. Villarosa era nella Commissione banche, che convocava i banchieri delle “venete” rinviati a giudizio, in modo da dar loro una tribuna impropria; e sono venuti a sfogarsi, a spiegare che le loro tesi della difesa coincidevano esattamente con l'attacco alle autorità di vigilanza. Appunto, questi, per difendersi dalle loro malefatte, mettevano sul banco degli imputati, al loro posto, le autorità di vigilanza; i ladri sullo stesso piano dei carabinieri. Il che non significa che ci sia sempre un coordinamento preciso nell'attività di sicurezza tra i corpi di polizia: magari bisogna migliorarlo. Questo vale anche per le autorità di vigilanza: se l'autorità di vigilanza non è stata precisa va migliorata; ma mettere sullo stesso piano i ladri con i carabinieri, o mettere sullo stesso piano i banchieri che hanno truffato e che sono stati rinviati a giudizio e che sono di fronte al giudizio dei tribunali con quelli che dovevano vigilare in maniera accorta, mi sembra un fuor d'opera. È qui l'errore che voi continuate a portare avanti imperterriti, perché pensate che attraverso questa strada si faccia cassetta elettorale. Vedete che le cose non sono così scontate.
E così continuate con la questione dell'utilizzo del Fondo per i risparmiatori, che credete di aver inventato voi. In realtà, il Parlamento è costretto a subire la propaganda del Governo, senza poter conoscere i tempi e i contenuti del decreto attuativo previsto dalla legge di bilancio (ieri lei ci ha detto “quando sarà possibile”), e senza conoscere i termini del confronto in corso con l'Europa sul punto , perché è evidente che il confronto con l'Europa ci deve essere, ci sarà. Voi fate finta di niente. Avete già attraversato, nei mesi scorsi, il contrasto con l'Europa, e allora dicevate: “Ma chi se ne frega dello ! Tanto gli effetti si vedranno tra dieci anni”. No: gli effetti si sono visti subito, e voi continuate su una linea di questo genere, imperterrita, che dimostra solo che siete totalmente inaffidabili . Questa è la conclusione politica che mi permetto di ribadire con molta precisione. Ma non se ne sono accorti solo gli abruzzesi: prima o poi anche il resto del Paese aprirà gli occhi. Quindi, accorto, sottosegretario Villarosa, che le chiacchiere prima o poi arrivano a concludersi, e allora ci sarà un giudizio che sarà forse più spietato di quello che voi potete attendervi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Villarosa, Noi con l'Italia-USEI voterà a favore del decreto-legge a sostegno della Banca Carige. Siamo sempre stati convinti della necessità di intervenire in queste situazioni di difficoltà del sistema bancario, lo siamo ancora oggi; speriamo di non doverlo essere in futuro, perché ci auguriamo che nessun altro istituto di credito si ritrovi in una simile situazione.
Crediamo sia necessario sostenere questo decreto perché il sistema bancario sostiene le imprese, sostiene i cittadini, sostiene le famiglie, è un volano per la crescita economica e sociale del Paese.
Non ci sorprende più l'atteggiamento, invece, del MoVimento 5 Stelle, che continua a cambiare idea rispetto alle posizioni che aveva nel passato. Perché nel passato ricordiamo quanto gli interventi di salvataggio delle banche siano stati osteggiati, dipinti in numerosi modi e con giudizi molto severi e negativi da parte del MoVimento 5 Stelle; ma non è la prima volta, ed è per questo che non ci sorprende l'atteggiamento del MoVimento 5 Stelle. Perché hanno cambiato idea, e, per tramite del Presidente, lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, avete cambiato idea sulla TAV, non si doveva più realizzare, poi si è varato il progetto; si doveva bloccare l'Ilva e, grazie al cielo, continua ad operare; dovevano essere fermate le trivelle e continuano ad operare. Sono convinto che anche la TAV sarà un progetto che, nonostante le resistenze del MoVimento 5 Stelle, verrà realizzato. Sull'ambito delle banche si è cambiata totalmente idea: oggi si dice che si pensa ai risparmiatori e nel passato, quando si salvavano le banche, si pensava esclusivamente ai banchieri. Io credo che intervenire nel sostenere Banca Carige e le banche in difficoltà sia prima di tutto un dovere per salvaguardare i correntisti e i risparmiatori; poi, se ci sono altre responsabilità, ci sarà la magistratura che le accerterà, ed è giusto che intervenga.
Bisogna, invece, ribadire un concetto importante in quest'Aula: che sul sistema bancario tutti insieme, uniti, abbiamo la necessità di individuare una strada per affrontare i problemi che questo sistema vive. E non di certo la risposta può essere la nazionalizzazione: io credo che queste proposte, che sono sostenute da un Governo a traino 5 Stelle, non ci porteranno ad altro che ad un isolamento. Lo abbiamo già visto in questi giorni sul tema Venezuela, ieri l'abbiamo dibattuto in Aula: nascondendosi dietro il tema della non ingerenza, ci si isola come Italia, la settima potenza economica nel mondo, e si dice che un Paese come il nostro non deve intervenire nel dare un indirizzo internazionale su una vicenda importante come quella del Venezuela. L'abbiamo visto sul tema dei “gilet gialli”: abbiamo importanti leader del MoVimento 5 Stelle che hanno anche ruolo di Governo, che vanno a sostenere chi ha distrutto città in un Paese come la Francia. Io conosco molto bene Milano, mi ricordo il 1° maggio 2015, quando ci fu una distruzione della città di Milano da parte di chi l'ha messa a ferro e fuoco: se avessi visto personaggi stranieri venire a Milano a sostenere quei personaggi, sarei inorridito e non le avrei considerate persone serie per rappresentare un Paese. Ecco, questo isolamento che continua a portare avanti il MoVimento 5 Stelle rischia di non trovare delle soluzioni adeguate a problemi veri.
E, allora, io credo che le dichiarazioni che sono state rilasciate sia in televisione che sui mezzi di stampa nel 2017 sia il caso di rileggerle e di andarle a vedere. Lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: andate a rivedere cosa diceva la senatrice Lezzi, oggi Ministro della Repubblica italiana, il 27 luglio 2017 a quei partiti, quei gruppi politici che hanno sostenuto il salvataggio delle banche. Andate a rivedere, vi invito ad andare a rivedere quel video, e vi renderete conto con che parole violente sono stati considerati colleghi parlamentari per aver votato a favore del salvataggio delle banche; oggi improvvisamente ci si dimentica di quei giudizi. Così come andate a rivedere, nella trasmissione de dell'8 dicembre 2017, l'oggi Vicepremier Di Maio quali formule, quali soluzioni, quali formule fantasiose raccontava per come si poteva intervenire sulle banche che erano in crisi.
Tutte cose raccontate - invito i colleghi dei Cinquestelle ad andarle a rivedere -, ma oggi nel decreto, che è stato presentato, non c'è una virgola di quei suggerimenti e quegli spunti che dava all'epoca Di Maio. Non appaiono perché il decreto è identico, parola per parola e virgola per virgola, a quelli che erano già stati presentati nel passato sul salvataggio di altre banche. In questi giorni abbiamo ascoltato le valutazioni politiche di esponenti del Movimento 5 Stelle, secondo le quali, evidentemente, non è stata capita la politica del MoVimento dagli elettori e questa è la ragione per cui in Abruzzo c'è stata una risposta negativa in termini di voti, in termini di risultato delle urne. Credo, invece, che gli abruzzesi e gli italiani hanno molto ben capito che cosa sta facendo il MoVimento 5 Stelle, cioè si sta contraddicendo rispetto alla propaganda, contraddice se stesso, e non sta trovando soluzioni efficaci per il Paese. Allora siamo convinti che il decreto che è stato presentato alla Camera sia un decreto da sostenere, importante per i risparmiatori, che bisogna lavorare su degli interventi seri sul sistema delle banche. Ma mi appello agli amici della Lega, che credo si stiano rendendo sempre più conto di quanto alcune formule o alcune soluzioni che gli esponenti del Governo dei Cinquestelle stanno portando avanti, sono totalmente inefficaci, dannose per il Paese, atteggiamenti che isolano il Paese. L'invito agli amici della Lega - colgo l'occasione in questo mio intervento - è quello di liberarsi di questo abbraccio pericoloso in chiave politica, perché può veramente continuare a mettere in difficoltà il nostro Paese e in ginocchio l'Italia. Il Paese non se lo merita, non si merita la propaganda, che poi viene smentita il giorno dopo, quando si governa come ha fatto il MoVimento 5 Stelle. Credo sia necessario iniziare a prendere le scelte giuste, senza dare sfogo semplicemente a posizioni ideologiche ma cercando veramente di risolvere i problemi del Paese, come in questo caso il Governo ha fatto con il decreto. Parte del Governo si è contraddetto, ma credo abbia fatto la cosa giusta, contraddicendosi, perché prima di tutto ci deve essere il bene dell'Italia e degli italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO(LEU). Presidente, intervengo a nome del gruppo di LeU per annunciare, come già fatto in altre occasioni, il voto favorevole al provvedimento, che abbiamo apprezzato fin dal primo momento; adesso mi rifaccio anche alle parole del collega Tabacci. Non era scontato che si arrivasse ad un provvedimento l'8 gennaio scorso, non era scontato per le dinamiche alle quali abbiamo assistito nel corso della precedente legislatura, per le quali in effetti ben si può parlare di legge del contrappasso dantesco, così come è stato detto. Nella mia città in quei giorni il dibattito era molto intenso sul tema, ovviamente, perché Carige è veramente la banca del territorio, la banca storica, la banca delle persone sotto casa, ma anche la banca delle piccole e medie imprese. Proprio il giorno prima dell'uscita del decreto ricordo che ebbi una riunione con i sindacati dei lavoratori - perché in questa discussione, lo dico perché è successo, l'assente vero è stato il tema dei lavoratori, per questo il nostro gruppo l'ha tirato in ballo -, e in quella discussione si prefiguravano scenari senza pensare all'intervento dello Stato e del Governo. Invece, il giorno dopo è arrivato, quindi abbiamo preso veramente con soddisfazione questo intervento. Faccio un piccolo inciso, perché la discussione, da parte nostra, è stata molto sincera, decisamente rivolta a finalità costruttive, per cui, sottosegretario Villarosa, come le ho già detto, noi stiamo ancora aspettando da parte sua le scuse per le parole dette in quel video - adesso non ricordo bene quali fossero i contenuti -, perché di sciocchezze non ci sembra di averne dette, così come comunque non è corretto rivolgersi a degli interlocutori suoi colleghi parlamentari in questo modo.
Poi lei mi dirà che è anche stato attaccato, come ha già detto da altre parti, ma credo che le persone debbano essere lungimiranti, devono avere la consapevolezza del ruolo che ricoprono, che è un ruolo importante, e devono prendere atto delle opinioni di tutti, così come noi facciamo nei confronti di chiunque qui. Quindi, le scuse secondo me sono dovute.
Un'altra cosa che è stata detta è che Carige è una situazione nata negli ultimi anni, ma non è così, questo è un altro tema che è aleggiato all'interno della Commissione e dell'Aula. Carige parte da molto lontano: l'ultimo bilancio positivo è del 2011. Faccio questo perché dal 2011 sono passati otto anni, dove, fondamentalmente, al di là dell'intervento su Carige, ci si deve interrogare anche sul funzionamento del sistema bancario in generale. L'ultimo bilancio positivo era del 2011, poi c'è stato un progressivo deterioramento della qualità dei crediti, una diminuzione dei proventi di gestione netti, e Banca d'Italia a quel punto interviene con due ispezioni, a fine 2012 e nel luglio 2013. Cambia il consiglio d'amministrazione presieduto da Berneschi, che negli ultimi mesi è stato condannato per una vicenda che ha stupito un po' tutti in Liguria e non solo. Parliamo infatti di una persona che era vice presidente dell'ABI, non il vicino alla porta accanto che ti porta la posta. Il bilancio consolidato 2013 vedeva addirittura un'incidenza dei crediti deteriorati pari al 20,7 per cento, perdite per 1,7 miliardi di euro e svalutazione crediti per 1 miliardo, questo nel 2013, quindi sei anni fa. Nel 2015 le cose invece erano state messe più o meno a posto, attraverso un aumento di capitale di 850 milioni e soprattutto per la dismissione del ramo assicurativo di Carige. Nel 2017 altri problemi, che portano ad avere 3 miliardi di sofferenze, fino all'intervento della BCE e del Fondo interbancario di tutela dei depositi, intervenuto appunto, come sappiamo, a fine dell'anno scorso, per 320 milioni di euro con un'obbligazione subordinata. Storia recente è l'assemblea dei soci del 22 dicembre scorso, che non ha approvato l'aumento di capitale, e l'8 gennaio interviene il Governo. Interviene in tre modi, con degli strumenti che sono quelli che il Governo aveva a disposizione, e chiudo qui questo minimo accenno alla discussione di questi giorni, perché l'ha fatto con gli strumenti che il Ministro Tria ha detto essere a sua disposizione, ovvero gli strumenti che erano stati utilizzati nella scorsa legislatura per Monte dei Paschi e altre situazioni. Questa è la realtà. Quindi abbiamo apprezzato la garanzia dello Stato su passività di nuova emissione, l'erogazione di liquidità di emergenza e la famosa della ricapitalizzazione precauzionale. In questo quadro, come detto, noi abbiamo sostenuto e apprezzato fin da subito l'intervento del Governo, ma deve essere un intervento che deve anche essere raccontato in termini di fiducia da attribuire ai risparmiatori e al mondo che osserva Carige, perché la situazione di Carige, come ha detto il capogruppo Fornaro in sede di discussione sulle linee generali, è completamente diversa dalle situazioni delle banche toscane o venete o quant'altro, perché è una stazione di difficoltà soprattutto dal punto di vista della liquidità e dei crediti deteriorati che sono ancora all'interno del bilancio, perché le banche, come dicevo ieri, falliscono, quando rimangono in difficoltà di ossigeno e quindi di liquidità.
Quindi gli obiettivi devono essere quelli della fiducia, della tutela dei risparmiatori, i piccoli risparmiatori - ad oggi, lo dico perché ho sentito delle cose non corrette, non ci sono piccoli obbligazionisti che detengono obbligazioni subordinate, ci sono soltanto grandi obbligazionisti, quindi questo è un altro tema, perché vuol dire che quel comparto è stato messo a posto, però ci sono i piccoli azionisti, quindi questa deve essere un'operazione che traguarda anche la soddisfazione di questi piccoli azionisti -, e poi, come dicevo, ci sono i lavoratori, che sono 4.200, che sono tanti, perché ci sono tante filiali, che non sono tutte a Genova o in Liguria, ma anche in altre parti d'Italia, ed è un bene prezioso che va salvaguardato. Quindi ho apprezzato, e ringrazio ancora, l'accoglimento del nostro ordine del giorno sul tema. Lo dico anche perché ci sono indiscrezioni in questi giorni e anche questa mattina c'è un articolo su , che è il nostro quotidiano locale, dove si parla di fondi che sarebbero interessati o gruppi bancari e trattative in corso, e si fa riferimento anche lì a un'operazione di ristrutturazione interna anche in termini di dipendenti e di sedi, che i tre commissari starebbero approntando in vista del famoso nuovo piano industriale da depositare entro il 27 febbraio.
Questo è un tema sul quale noi non cederemo di un millimetro, nel senso che comunque, qualsiasi misura, visto che c'è stato l'impegno del Governo e un interessamento forte, deve essere accompagnata da un'attenzione al mondo del lavoro. Questa è la cosa che chiediamo, è l'unica cosa che abbiamo chiesto, mi sembra, e sulla quale torneremo in caso di difficoltà o in caso di elementi negativi che dovessero intervenire. Come ho detto anche ieri e in discussione sulle linee generali, noi non abbiamo presentato emendamenti perché ci siamo resi conto che gli strumenti erano quelli, e comunque sono molto ben definiti. Abbiamo partecipato al dibattito soprattutto nelle parti emendative che riguardavano la partecipazione e l'informazione da parte delle Camere, eccetera, eccetera, ma non abbiamo, soprattutto, presentato emendamenti perché ci siamo resi conto, nel corso del dibattito, che le questioni che riguardano il sistema bancario sono tante, sono ampie e non riguardano solo Carige.
E, quindi, ci mettiamo a disposizione, insieme al Governo, anche per affrontare tanti temi. Le audizioni hanno dimostrato come comunque il sistema abbia tante difficoltà e tante incertezze. Cito il Ministro Savona, che all'epoca, in audizione nella XIV Commissione, ha parlato di esigenza di interconnessione a livello europeo tra fondo di tutela dei depositi e politiche fiscali, quindi andando ben oltre l'orizzonte italiano. Ha detto che servono investimenti, quindi operazione anticicliche, parlando di nesso, ed è vero, tra recessione e operatività ed efficienza del sistema bancario.
E ha parlato della necessità delle integrazioni tra le funzioni di controllo. Poi ci sono le questioni sollevate in audizione, sulle quali vorremmo che comunque ci fosse una discussione franca e approfondita. Tanto per cominciare, il costo del credito, il costo del credito è una voce che pesa per il 22 per cento, al netto di oneri eventuali quali interessi moratori, e ci si chiede come questo eccessivo costo, specie per piccole e medie imprese, possa essere sostenibile soprattutto in una fase di flessione della domanda come questa.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
LUCA PASTORINO(LEU). C'è il sistema dei controlli da implementare, perché la Carige, come dicevo, viene dal 2011 ed è una situazione che abbiamo conosciuto, nello stupore di tutti, nello stupore anche dei piccoli risparmiatori che vedevano deflagrare la banca sotto casa. Quindi, se da una parte si deve essere sicuramente un affinamento, una riflessione sugli organismi di controllo, perché questo deve essere fatto, anche se la Banca d'Italia è intervenuta nel 2012, sicuramente ci deve essere anche un sistema di monitoraggio delle imprese, e quindi non solo un salvataggio su imprese in crisi, ma, piuttosto, un ricorso a strumenti quali le ispezioni.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
LUCA PASTORINO(LEU). C'è anche la questione dei crediti deteriorati, questo è un tema importante che, secondo me, è sempre stato affrontato in modo molto superficiale, lo dicevo ieri. Ci sono tre categorie…
PRESIDENTE. Lo capisco, però lei ha esaurito proprio il suo tempo.
LUCA PASTORINO(LEU). Mi scusi, pensavo richiamasse l'Aula…
PRESIDENTE. No, richiamavo lei, anche con uno sguardo attento.
LUCA PASTORINO(LEU). C'era un po' di confusione, Presidente.
PRESIDENTE. Erano ovazioni, guardi.
LUCA PASTORINO(LEU). Lo immaginavo. Comunque, ribadendo il voto favorevole del nostro gruppo e ringraziando per l'accoglimento dei due ordini del giorno, quello sui lavoratori e anche il secondo, concludo il mio intervento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.
MARCO OSNATO(FDI). Grazie, Presidente. Lo scenario che abbiamo di fronte è uno scenario che abbiamo già visto, è la trama di un film ormai “ricicciato” tante volte nelle nostre analisi delle crisi del sistema bancario, la trama scritta da una sceneggiatura di uno sceneggiatore sicuramente svogliato. Abbiamo una banca del territorio di una laboriosa città italiana, abbiamo un rapporto che nasce virtuoso in quel territorio per dare respiro a un sistema produttivo e che ha le sue peculiarità, è chiaro, Genova, il porto, tutto quello che rappresenta nel famoso triangolo industriale del nostro Paese, che piano piano perde questa funzione e diventa il bancomat della peggiore politica, diventa il bancomat delle peggiori consorterie economiche, che proprio in quel territorio, invece di pensare allo sviluppo dello stesso, pensano di poter utilizzare queste risorse per accrescere, in modo anche talvolta non propriamente legittimo, le proprie ricchezze.
E, allora, abbiamo uno scenario che la Banca d'Italia dipinge, non solo per la Carige, ma per tutto questo settore, in modo abbastanza impietoso. Abbiamo il 10 per cento della clientela di queste banche, la cosiddetta migliore clientela, che utilizza l'80 per cento della disponibilità di credito di questi istituti, e abbiamo il 90 per cento, invece, della clientela, quella normale, quella non definita migliore, che si spartisce il resto del 10 per cento. E, guarda un po', la Banca d'Italia ci dice che, però, questo 10 per cento rappresenta poi, alla fine, il 75 per cento delle sofferenze di queste banche. È qui che casca l'asino, è chiaro che quanto dicevo poc'anzi, ovvero la scarsa predisposizione alla funzione sociale del credito che queste banche, negli anni, hanno sviluppato, si riduce a un dato che è assolutamente non solo allarmante, ma che ormai definisce la gravità del problema, ovvero che il 10 per cento delle consorterie economiche e degli sponsorizzati dalla peggiore politica provoca le sofferenze di questi istituti di credito. Credo che, però, nella storia l'uomo abbia dovuto imparare dalle esperienze, avrebbe dovuto imparare dalle esperienze e dovrebbe cercare di migliorare le situazioni che in passato sono state negative; e, invece, ancora volta perdiamo, in quest'Aula, l'occasione di prevedere un provvedimento complessivo, un provvedimento generale, un provvedimento che veramente, dopo i disastri delle banche dell'ultimo lustro o dell'ultimo decennio, avevamo auspicato ci fosse, che ci fosse un provvedimento che veramente riguardasse il sistema bancario .
E, invece, non ce l'abbiamo, ci viene annunciato ogni volta, ma non lo vediamo. Non abbiamo visto la famosa separazione tra le banche commerciali e le banche di investimento, non abbiamo visto provvedimenti che stiano lì a inchiodare alle proprie responsabilità i debitori insolventi, i , gli amministratori di queste banche, non per fare quello che anche in questa occasione hanno dimostrato di voler fare i colleghi, per esempio, dei 5 Stelle, cioè la gogna pubblica. A noi non interessa la gogna pubblica, e lo abbiamo dimostrato anche in questa occasione: il collega Rizzetto ha fatto un esercizio di stile, secondo me fantastico, presentando in quest'Aula gli stessi identici emendamenti che il MoVimento 5 Stelle aveva presentato su un provvedimento identico a questo . Voi li avete bocciati tutti e questi erano tutti in favore di una trasparenza, di evidenziare le responsabilità che noi chiediamo a coloro che hanno provocato queste malversazioni. Voi li avete bocciati perché avete adesso il vostro Governo e il manovratore non va disturbato. Credo che questa irresponsabilità incominci a provocare anche qualche evidente risultato, e l'Abruzzo lo sta a testimoniare; l'Abruzzo vi ha spiegato che la politica si fa con coerenza, con linearità e con la responsabilità delle parole che si dicono . Allora, dopo che avete bocciato voi stessi, noi avremmo preferito capire come intendevate, in questo provvedimento, esplicitare l'impegno pubblico che chiedete alle casse dello Stato, perché, con questo impegno a garantire i 3 miliardi di emissione di , con questo provvedimento noi tendiamo a salvare i risparmiatori, soltanto incidentalmente, oppure andiamo verso una migliore collocazione in Borsa? Questo io voglio capire, perché è chiaro che, se i soldi dello Stato, ancora una volta, devono servire a qualcun altro e non ai risparmiatori, non ai cittadini, non al territorio dal quale quei soldi provengono, faccio fatica a capire perché stiamo ancora facendo l'ennesimo decreto “salva banche”.
E permettetemi una non elegantissima autocitazione, ma ho visto che ieri tutti i gruppi, di maggioranza e opposizione, hanno giustamente tenuto l'Aula impegnata sul tema dell'eventuale procedura d'infrazione dell'Unione europea rispetto alle procedure - scusate il gioco di parole - di ristoro dei debitori truffati. Guardate, credo che nessuno si debba arrogare il merito di battaglie che riguardano molti nostri concittadini, però, quando in Commissione, praticamente da soli, Fratelli d'Italia, nella mia persona, ha esplicitato questo rischio, questa eventualità, oltre al Ministro Tria, che ci ha detto che era un'eventualità assolutamente impossibile da verificarsi, ho visto molte risatine tra i colleghi, anche tra i colleghi di alcune forze di opposizione . Non è che ho visto l'attenzione che ho visto ieri su questo tema. Allora, non è che si rincorre il titolo di giornale.
C'era il tempo in Commissione per lavorare su un emendamento, che peraltro il Presidente della Camera ha reso inammissibile, che prevedesse, appunto, un'eventualità di limitazione della prescrizione dovuta a questa procedura di infrazione. E anche in questo caso mi pare che ci voglia coerenza e linearità quando si fa politica in quest'Aula. Neanche i tanto invocati, anche da precedenti interventi, temi importanti che noi avevamo tenuto come faro per eventualmente valutare il provvedimento, ovvero la tenuta del livello occupazionale ovvero le ricadute sul territorio, ci pare che neanche tali argomenti trovino una vera soluzione nel provvedimento: il decreto-legge non dà certezze né sul livello occupazionale, né sulla soddisfazione delle giuste ambizioni dei territori nei quali la banca sostanzialmente lavora e che rappresenta. Dunque tali temi non ci bastano a giustificare un voto favorevole che a noi apparirebbe in gran parte come il tradimento anche di molte forze di Governo rispetto ad un impegno che era stato preso anche in quest'Aula nella precedente legislatura su precedenti provvedimenti che avete scopiazzato in malo modo. È un'abitudine anche di alcune forze di maggioranza scopiazzare provvedimenti e temi di altre forze politiche senza riconoscerlo È un tradimento, ripeto, di impegni precedenti presi sui provvedimenti e sulle battaglie che faceva il Partito Democratico, quando era al Governo, e che oggi voi tradite. Noi restiamo coerenti, restiamo lineari per usare un termine che a lei, sottosegretario, piace e quindi annunciamo il nostro voto contrario
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giacomoni. Ne ha facoltà.
SESTINO GIACOMONI(FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il testo che oggi stiamo esaminando è il decreto-legge n. 1 del 2019, ossia il primo provvedimento del Governo del cambiamento. Dopo una manovra oscena approvata il 30 dicembre, ci aspettavamo che, con il provvedimento in esame, il Governo facesse qualcosa di buono per l'economia italiana; ci aspettavamo che il Governo affrontasse seriamente il problema della crisi del sistema bancario; ci aspettavamo che il Governo si occupasse della tutela dei risparmi degli italiani. Purtroppo, leggendo il decreto-legge, di fatto, abbiamo visto che è identico a quello approvato dal Governo Gentiloni per salvare il Monte dei Paschi di Siena. Quindi, possiamo affermare, senza essere smentiti, che il Governo del cambiamento ha iniziato il 2019 copiando dal Governo precedente, copiando anche male visti gli errori di battitura e i refusi presenti nel testo. Devo confessarvi che, quando l'ho letto, mi sono chiesto: cosa vi è successo, soprattutto a voi, colleghi grillini? Come è possibile che un decreto, che una volta avreste definito decreto “salva-banchieri”, come per magia, si sia trasformato in un decreto “salva-risparmiatori”? Secondo me mentivate quando chiamavate il decreto del PD decreto “salva-banchieri”. Mentite, però, anche oggi quando fate passare il vostro decreto-legge come un decreto “salva-risparmiatori”.
Tutti ricordiamo le vostre dichiarazioni di fuoco in quest'Aula contro i decreti del Governo precedente, in cui sostenevate che il vostro MoVimento non si sarebbe mai adoperato per difendere una banca. Oggi vediamo con piacere che il Governo del cambiamento vi ha cambiati: vi siete trasformati da fustigatori a salvatori delle banche. È proprio il caso di dire: evviva il cambiamento! Ritengo che voi mentivate allora come state mentendo adesso, ma non credo che mentiate in mala fede, credo piuttosto che abbiate ignorato la realtà dei fatti ieri come la state ignorando oggi. La politica dello scontro perpetuo portata avanti da molti esponenti di spicco del Governo e il muro contro muro con l'Europa, il ventilato piano B per uscire dall'euro e arrivare a dire, come qualcuno di voi ha fatto, che potevano non essere restituiti i 250 miliardi di prestiti alla Banca centrale ha provocato l'impennata degli interessi sui titoli di Stato, la contrazione del credito ai lavoratori e alle imprese, la fuga degli investimenti, la perdita in termini di capitalizzazioni delle aziende quotate. Vedete, la vostra politica degli annunci è costata 300 miliardi di euro agli italiani: oltre 3 mila euro a famiglia. Considerato che soprattutto voi, vi vantate tanto che state restituendo una parte delle vostre indennità, noi aspettiamo di capire quando e come restituirete agli italiani quei 300 miliardi di risparmi che con i vostri errori avete fatto perdere a tutto il Paese . Solo il sistema bancario ha perso oltre un terzo della propria capitalizzazione. Banca Carige ha perso l'80 per cento del suo valore. Oggi quello che ci preoccupa non è in sé la situazione di Banca Carige, a noi preoccupa la tenuta del sistema bancario e la tutela del risparmio degli italiani.
Purtroppo gli interventi fatti dal Governo in materia di risparmio, con la manovra di bilancio, hanno finito per aggravare questa situazione. Più volte Forza Italia ha denunciato in Commissione e in quest'Aula che il tanto sbandierato fondo per l'indennizzo dei risparmiatori sarebbe stato bloccato perché le norme introdotte al Senato avrebbero violato la normativa europea sugli aiuti di Stato. Ma avete fatto finta di non sentirci e puntualmente è arrivata la lettera della Commissione europea, lettera che prima avete tenuto nascosta e che ieri volevate farci credere, attraverso il sottosegretario Villarosa, che si trattasse di una lettera d'amore scritta a Tria e per questo la custodivate con molta gelosia. Vedete, a proposito di lettere, il gruppo di Forza Italia aveva scritto una lettera anche al Presidente Fico per rendere ammissibili i nostri emendamenti qualificanti. Purtroppo la Presidenza della Camera ha ritenuto che in questo decreto-legge non si dovesse parlare di crediti deteriorati e non si dovesse parlare della semplificazione dei prospetti che vengono fatti firmare ai clienti. Tutto questo è avvenuto durante il dibattito in quest'Aula.
Purtroppo dobbiamo dirvi che siamo convinti che per i risparmiatori, oltre al danno, arriverà anche la beffa: non solo i risparmiatori truffati non verranno risarciti perché il fondo è bloccato, ma a pagare la procedura di infrazione saranno sempre loro in qualità di contribuenti. Sembra quasi che il Governo, anziché lavorare per risolvere i problemi, abbia pianificato in modo scientifico di non rispettare i Trattati dell'Europa. L'obiettivo è sempre quello incolpare qualcuno: in questo caso incolpiamo l'Europa, quando in realtà è proprio questo Governo ad essere contro gli interessi degli italiani . Il Governo gialloverde ogni giorno cerca nemici da attaccare: attaccate l'Europa, attaccate la Banca d'Italia, attaccate la Consob, le autorità indipendenti, finanche avete attaccato la giuria di qualità del Festival di Sanremo . Vedete è come se per questo Governo un nemico al giorno togliesse i problemi di torno: il clamore sicuramente li copre ma certo non li risolve. Così come per Carige, l'annunciato ristoro dei risparmiatori delle banche venete è solo demagogia. Al riguardo ovviamente non basta dire, come ha affermato il Ministro Di Maio, che il Governo se ne frega e va avanti: occorre trovare soluzioni che consentano ai risparmiatori truffati di avere quello che spetta loro, rispettando però le regole europee visto che dell'Europa, fino a prova contraria, facciamo ancora parte. Ma di tutto questo nel decreto-legge non c'è traccia. Le procedure di ristoro per i risparmiatori truffati non sono le uniche risorse che avete bloccato: con la legge di bilancio avete bloccato un altro strumento per il risparmio, i piani individuali di risparmio. A causa delle modifiche che voi avete apportato tutte le società di gestione sono state costrette a bloccare i piani. In meno di due anni erano stati raccolti 23 miliardi: si calcolava che in cinque anni sarebbero stati raccolti 70 miliardi e in dieci anni 150 miliardi, risorse private che essendo incentivate fiscalmente andavano a finanziare l'economia reale del nostro Paese. Ora, grazie a voi, tutto si è fermato. Cari colleghi della Lega, ma voi vi rendete conto che anche dall'Abruzzo, dove il centrodestra unito ha vinto, è arrivato un segnale chiaro su cosa pensano gli italiani della politica economica di questo Governo che avete appaltato ai grillini? Dal decreto “dignità” al decreto fiscale, alla manovra di bilancio. Vi rendete conto che, annebbiati dai sondaggi, state purtroppo contribuendo a realizzare il programma della decrescita infelice tanto cara ai grillini? Vi assicuro che tra un po' non basterà più la paura degli immigrati né la politica per la sicurezza che anche noi di Forza Italia abbiamo condiviso e votato in quest'Aula. Per vincere insieme le prossime elezioni occorrono risposte serie e credibili sul lavoro, sulle tasse, sull'economia, sulla restituzione del credito alle imprese, sul risparmio: tutti gli indicatori economici ci dicono che l'Italia ha iniziato a decrescere passando dall'1,5 per cento allo 0,2 per cento. Da oggi non si parlerà più di TAV che il Governo ha bloccato, da oggi si parlerà di DAV, decrescita ad alta velocità, dall'1,5 allo 0,2 per cento . Si tratta di una crescita da prefisso telefonico; questo mentre tutti gli altri Paesi crescono più del doppio dell'Italia. Ma è possibile che nessuno di voi si chieda come possiate andare avanti in queste condizioni? Onorevoli colleghi, i risparmiatori truffati lo sanno bene: senza sicurezza economica non c'è alcuna sicurezza e purtroppo la tempesta economica che si sta scatenando presto raggiungerà il suo apice alimentata da una propaganda ben architettata contro l'Europa.
Siete riusciti a dichiarare guerra anche alla Francia che ha persino richiamato il suo ambasciatore senza rendervi conto che l'isolamento, a cui state condannando il nostro Paese, avrà ripercussioni enormi sul nostro , oltre alle ripercussioni sul debito pubblico, spesso nelle mani degli altri Paesi e soprattutto su molte aziende, come nel caso dell'Alitalia. State facendo di tutto per far deragliare l'Italia verso una recessione e una crisi economica senza precedenti. Non sappiamo se lo state facendo per incoscienza oppure lo state facendo per attuare il famigerato piano B per uscire dall'euro e dall'Europa. A pagare, ovviamente, sarà l'Italia che lavora e che produce perché, come accadde nel 1992 quando uscimmo dallo SME, gli italiani si ritrovarono a pagare una patrimoniale sugli immobili come l'ICI, abolita poi dal Governo Berlusconi, e subirono un vero e proprio furto dei loro risparmi, come avvenne con il prelievo sui conti correnti. Questo è quello che spetterà al nostro Paese nei prossimi mesi se non vi fermate subito. Di fronte a tale scenario il Governo purtroppo non sta facendo assolutamente nulla e questo provvedimento si limita ad affrontare il caso Carige senza utilizzare questo tempo per esaminare interventi volti a mettere in sicurezza il sistema bancario né a tutelare i risparmi degli italiani e, anzi, esponendoli ad altri rischi.
Concludo, Presidente. Di fronte a questo disastro annunciato della maggioranza, pur denunciando tutti i limiti di questo provvedimento che non affronta nessuno dei problemi sistemici della crisi del sistema bancario, che non risolve i problemi dei risparmiatori, che non li tutela né li risarcirà e che espone Carige al rischio della nazionalizzazione tanto cara ai grillini, Forza Italia, come sempre, si dimostra una forza seria e responsabile. Noi non voteremo mai contro il salvataggio di una banca, perché la credibilità del sistema creditizio è un bene prezioso , perché i risparmiatori vanno tutelati e una banca come Carige è un patrimonio troppo importante di Genova e della Liguria per metterlo in pericolo . Il nostro voto a favore di questo provvedimento è un gesto di attenzione nei riguardi del territorio, nei riguardi dei lavoratori, nei riguardi dei risparmiatori e non certo nei confronti di un Governo di incapaci che, con la politica degli annunci, ha aggravato la situazione di Carige e del Paese e che non ha mai voluto ascoltare i nostri suggerimenti volti a migliorare il testo. Per questo e solo per questo, per i genovesi e per i liguri, annuncio il voto a favore di Forza Italia sul decreto.
In conclusione, Presidente, lasciatemi dire che questo provvedimento certifica definitivamente che voi siete tutto tranne che il Governo del cambiamento. Non avete cambiato nulla se non voi stessi…
SESTINO GIACOMONI(FI). …avete copiate il testo del Governo precedente…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giacomoni.
SESTINO GIACOMONI(FI). …e oggi state votando come il Partito Democratico .
PRESIDENTE. Prima di passare al prossimo intervento, voglio salutare gli studenti, che sono qui, dell'istituto superiore statale “Antonio Pacinotti” di Fondi di Latina, del liceo scientifico statale “Filippo Lussana” di Bergamo e gli studenti del de che sono anche loro qui oggi con noi a seguire i nostri lavori. Grazie per essere venuti !
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT(PD). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, ringrazio il gruppo del Partito Democratico che mi ha concesso di fare questa dichiarazione di voto visto che negli anni precedenti mi era capitato di farla su tutti i decreti delle banche, allora come forza di maggioranza. In un certo senso è togliersi qualche sassolino dalle scarpe per le sciocchezze sentite negli anni precedenti da Lega e 5 Stelle che, una volta al Governo, hanno fatto esattamente all'opposto. Sono le stesse forze politiche che sul decreto-legge n. 237 del 2016, quello su MPS del Governo Gentiloni, presentarono una questione di legittimità costituzionale perché paradossalmente in contrasto con il principio di risparmio e votarono al 100 per cento “no” su quel disegno di legge e ora, invece, presentano un provvedimento, il decreto-legge 8 gennaio 2019, n. 1, recante misure urgenti a sostegno di Banca Carige - Cassa di risparmio di Genova e Imperia, che è uguale. E questo lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che ieri si sono sforzati di cercare di trovare delle diversità, dicendo che gli importi sono diversi e, quindi, che i provvedimenti sono diversi, argomenti che non meritano neanche di essere considerati. Anzi sì, e rispondiamo con le stesse parole del Ministro Tria in audizione, il vostro Ministro. Il Ministro Tria ha ammesso, infatti, di aver fatto la stessa cosa dei Governi precedenti, perché è l'unica cosa giusta e possibile che si può e si deve fare in questi casi; ripeto: unica cosa giusta e possibile che si può fare in questi casi ! E ha aggiunto: “Se un fatto specifico è simile a un altro la norma è la stessa. Il decreto è uguale. Non vedo come si possa fare un decreto in modo diverso”.
E infatti sembrerebbe di fare quei giochini de del tipo vedi le differenze e vedi cosa è uguale, ma questi due decreti sono veramente uguali. Partiamo dall'articolo 1 ed entrambi dicono: “Al fine di evitare o porre rimedio ad una grave perturbazione finanziaria dell'economia e preservare la stabilità finanziaria, il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato su passività di nuova emissione”. Nel caso del 2016 non riguardava soltanto una banca specifica, nel 2019, nel vostro decreto, riguarda Carige. Gli articoli seguenti sono identici e, quindi, possiamo dire che i due decreti sono uguali. Si tratta di aiutare una banca in un momento di difficoltà dunque, proteggere i risparmiatori, garantire il finanziamento a chi investe e a chi lavora. Questo fa questo decreto e questo abbiamo fatto negli anni passati e non, invece, aiutare gli amici degli amici, non aiutare i banchieri che erano nostri amici. Noi abbiamo messo in sicurezza l'economia quando l'economia non era sicura . Abbiamo fatto questo, esattamente come l'avete fatto voi con il “decreto Carige”.
Si tratta, quindi, di intervenire per il bene comune dentro le regole date in un contesto difficile. Così è stato fatto per il Monte dei Paschi e così va fatto per Carige. Però, se il Ministro e Vicepremier Luigi Di Maio avesse il minimo rispetto per se stesso, per il ruolo che rappresenta e per la parola data agli elettori, dovrebbe scusarsi per gli insulti e le falsità dette esattamente due anni fa quando, in una vera e propria agonistica, criticava il Governo per aver deciso di salvare le banche italiane e disinteressarsi dei cittadini italiani. Spiace anche che non ci sia in quest'Aula quel Di Battista rivoluzionario in giro per le spiagge di tutto il mondo con i soldi in nero di papà . Che direbbe adesso di questo decreto, proprio lui che prometteva che il MoVimento 5 Stelle, una volta al potere, non avrebbe mai dato i soldi alle banche private perché avrebbe nazionalizzato gli istituti di credito in difficoltà? Dove sta la nazionalizzazione? Poi, sempre al Ministro Tria abbiamo chiesto: “State nazionalizzando Carige?” e la risposta è stata: “No” e punto. Concetti peraltro ripetuti meccanicamente da tutti voi. In questi giorni state criticando il governatore della Banca d'Italia Visco, lo stesso, onorevole Villarosa, con il quale lei dialogava per salvare i problemi finanziari di famiglia . Ecco, io penso che le istituzioni vanno rispettate sempre, soprattutto quando si è al Governo.
Ma questo decreto fotocopia non sbugiarda e umilia solo il MoVimento 5 Stelle e questo lo dobbiamo sottolineare. Infatti, questo decreto svela le falsità e le contraddizione dell'altro compagno di avventura di Palazzo Chigi, quella Lega che sulla crisi delle banche venete non disse e non fece niente, memore forse di quando - pochi anni prima - fece addirittura fallire la banca padana Credieuronord a causa di quello che i cronisti attenti dell'epoca definirono ironicamente “analfabetismo finanziario e allegra gestione” . Ecco, in quell'occasione gli stessi azionisti della banca leghista si trovarono sul lastrico e niente è stato fatto per risarcire chi è stato ingannato. Promettere cose che non si possono mantenere a chi perde i propri risparmi in investimenti sbagliati è un atto vile e spregevole che prima o poi si ritorce contro ma credo che oggi se ne siano accorti anche Salvini e Di Maio, duramente contestati dai risparmiatori delusi dalle loro promesse che gli hanno riservato nei giorni scorsi dei sonori fischi.
Vorrei, inoltre, segnalare rispetto all'iter del provvedimento un'ulteriore anomalia. È pervenuta una lettera dell'Unione europea che riguarda la legge di bilancio e che voi non avete voluto rendere nota al Parlamento, rendendo falsata la discussione anche su questo punto, anche su questo decreto che oggi noi andiamo a discutere . Ma sono lontani i giorni dello delle istituzioni casa di vetro, cari colleghi 5 Stelle. Oggi passate il tempo a nascondervi dietro le scorte e a difendervi nelle aule di tribunali portati dai collaboratori imposti da voi, come sta capitando alla sindaca Appendino a Torino . Questo siete voi al Governo!
In questi due mesi, dalla emanazione del decreto alla sua conversione, il testo non è stato modificato minimamente in Parlamento.
Non avete trovato il tempo di inserire le norme per il ristoro dei risparmiatori, cosa alquanto grave, dichiarando i nostri emendamenti, come quelli di altre forze delle opposizioni, estranei per materia. Come dire che nel decreto che riguarda il ponte di Genova una norma che parla delle case abusive di Ischia non ci dovrebbe essere . Anzi, dimenticavo, lì c'è, l'estraneità per materia in quel provvedimento non è stata dichiarata .
Questo tempo è servito per esporre falsità; in queste settimane gli esponenti del Governo e della maggioranza hanno, infatti, continuato a raccontare di ipotetiche, mai realizzate, modifiche al provvedimento così diverso da quello Gentiloni, senza spiegare però quali, se non oggi renderci conto che non ci sono state modifiche, ma sono uguali.
Per commentare questo provvedimento, trattandosi di una copia conforme, basterebbe mettere agli atti gli interventi che nella scorsa legislatura pronunciarono i parlamentari di maggioranza. Eravamo tentati di ripresentare gli stessi vostri emendamenti, quelli ai quali non avete creduto nemmeno voi, facendo l'opposto quando siete arrivati al potere.
Ma è un Paese in cui abbiamo il Ministro dell'interno che non fa altro che postare cosa mangia e che felpa usa ed un Ministro dello sviluppo economico e del lavoro che non trova il tempo di incontrare gli imprenditori e i lavoratori della TAV, ma che invece si relaziona con i gialli. Ci sembra che le istituzioni siano già sufficientemente in sofferenza e il nostro Paese sia già troppo isolato in Europa per permetterci di scherzare su questi argomenti e su temi che riguardano il risparmio dei cittadini.
Per questi motivi, il Partito Democratico voterà a favore del decreto Carige, per due ragioni fondamentali: la prima riguarda le lavoratrici e i lavoratori della banca, i correntisti, le imprese che hanno crediti, le certezze dell'impatto drammatico che avrebbe il suo fallimento, la seconda è la preoccupazione per la stabilità finanziaria dell'Italia, la tutela del risparmio, delle famiglie. La consapevolezza dell'insolvenza di un'importante banca danneggerebbe l'economia. Queste sono le nostre motivazioni, questo è il nostro stile: il Paese prima della propaganda, i cittadini prima degli interessi elettorali, le dignità di una nazione prima delle bugie di regime.
Con la vostra politica economica state mettendo a rischio la crescita del Paese, non siete più credibili, a Taranto non è rimasto nemmeno più un consigliere del Movimento 5 Stelle , per protesta verso un MoVimento che predica bene e razzola male.
Pare che Robespierre, mentre stava per essere portato alla ghigliottina, si domandasse in che cosa avesse sbagliato: fare del terrore e pensare di esserne immune. Avete voi, 5 Stelle, cosparso di odio il dibattito politico di questo Paese. Oggi si sta rivolgendo contro di voi e governare è più difficile che un della Casaleggio Spa. Buon lavoro a tutti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, la storia di Banca Carige è nota: è una banca nata nel 1483, come Monte di Pietà di Genova, una banca operante in un territorio ristretto e caratterizzante della propria attività. È stata quotata in borsa nel 1995.
Il gruppo Banca Carige ha manifestato criticità a partire dal 2012, si sono poi verificati gravi problemi di , di contrasto fra azionisti e vertici aziendali, con pendenze giudiziarie ancora aperte.
Il 22 dicembre 2018 l'azionista principale non ha sottoscritto l'aumento di capitale, aprendo il percorso del commissariamento da parte della BCE e di questo intervento legislativo d'urgenza.
Il decreto-legge contiene misure di sostegno pubblico alla liquidità e al capitale della banca, volte a garantire la stabilità finanziaria e a proteggere il risparmio, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato. È stata così prevista la garanzia dello Stato fino a tre miliardi di euro, da attivare entro il 30 giugno 2019, su specifici strumenti di debito di nuova emissione da parte della banca e su finanziamenti ad essa erogati dalla Banca d'Italia per fronteggiare gravi crisi di liquidità. Ad oggi la richiesta di garanzia ammonta a 2 miliardi di euro ed entro fine febbraio la banca presenterà il suo piano industriale.
L'altra misura prevista come è l'autorizzazione al MEF a sottoscrivere o acquistare le azioni della banca nell'eventualità di una cosiddetta ricapitalizzazione precauzionale. Il limite massimo è di un miliardo di euro e appunto serve al fine di evitare o porre rimedio a una grave perturbazione dell'economia e preservare la stabilità finanziaria, in modo di superare così il cosiddetto rischio contagio.
Come già auspicato dalla BCE, la soluzione da privilegiare per uscire da questa situazione di crisi è il ricorso al mercato, ovvero una soluzione aggregativa, che permetterebbe di preservare i valori della banca, le potenzialità, ma anche di salvaguardare i risparmi di clienti, le famiglie e le imprese finanziate.
Abbiamo sentito tante critiche in questi giorni: c'è chi ha contestato l'intervento legislativo d'urgenza, chiedendo una disciplina completa e organica per tutelare tutte le banche. Certo sarebbe sempre meglio prevenire invece che curare, ma questa prevenzione, che ovviamente rispetta l'articolo 47 della Costituzione, deve rapportarsi all'interno del contesto normativo europeo e internazionale ed evidentemente non può essere affrontata in tempistiche utili per salvare una banca.
E poi si è detto che per risanare le banche sarebbe meglio se ci fosse una ripresa economica: verissimo, ma la crisi bancaria è emersa incontrovertibilmente dal 2013 in poi e - diciamolo - gli interventi economici del Governo precedente hanno avuto tutto il tempo di vedere i loro risultati, che ci hanno collocati sempre in fondo alla classifica dei Paesi europei.
Ora, questo Governo, che ha appena approvato la sua prima manovra sta portando avanti, seppure in un'epoca di decrescita economica, interventi diametralmente opposti rispetto al Governo precedente, che preferiva investire sui migranti piuttosto che sui propri cittadini .
Quindi, dopo il Governo dell'invasione, adesso il Governo del cambiamento sta puntando sulla sicurezza delle persone, sulle opere strutturali e degli enti pubblici, quelle che migliorano immediatamente la vita dei cittadini, sulla per le partite IVA, sul dei pensionati, che con “quota cento” sono stati finalmente liberati dalla legge “Fornero” .
C'è chi ha contestato che alcuni membri del Governo abbiano parlato di nazionalizzazione della banca: evidentemente ci si riferiva al fondo destinato alla copertura degli oneri derivanti dalle operazioni di sottoscrizione per il rafforzamento patrimoniale, per un limite massimo di un miliardo di euro. Questa ricapitalizzazione - abbiamo detto - è una misura estrema, accompagnata da una serie di precauzioni, perché deve ricevere anche il dell'Unione europea, e i soldi pubblici investiti sarebbero comunque inferiori ai ben più ingenti costi economici e sociali che deriverebbero dai fenomeni di instabilità finanziaria e dei mercati conseguente.
Insomma, nessun “abbiamo una banca” di fassiniana memoria .
E, poi, c'è chi ha contestato la conformità testuale del decreto “Carige” con i decreti “salva banche” dei Governi Renzi e Gentiloni: ebbene sì, lo schema non può che essere il medesimo, dovendosi operare nel medesimo scenario della disciplina europea. Peraltro, il controllo della Commissione europea è proprio tenuto a valutare la compatibilità dell'intervento con il quadro normativo dell'Unione in materia di aiuti di Stato, applicabile alle misure di ricapitalizzazione delle banche nel contesto della crisi finanziaria e con l'applicazione delle misure di ripartizione degli oneri, previste dalla normativa sul .
Se non si è visto niente di nuovo dal punto di vista legislativo, diversa invece è l'entità dell'intervento economico in Banca Carige, che è molto più limitato. Attualmente si impegnano 3 miliardi, di cui 2 ora sono richiesti per la garanzia, e non i 5 già previsti per Monte Paschi e Banche venete, oltre ai quali sono stati investiti 15 miliardi per la ricapitalizzazione.
Inoltre, rispetto ai “salva banche” di Renzi e Gentiloni, maggiore è stata l'attenzione del Governo e la tempestività dell'intervento d'urgenza. E qui il merito non è - come sostenuto dalla minoranza - della BCE, perché la BCE, se non ricordo male, c'era anche prima, così come la patrimoniale ICI e il prelievo forzoso appena citato dai conti correnti, che appartengono al 1992, e quindi servirono per restare nello SME, non per uscire.
Quindi, questa non è la prima volta che questo Governo interviene per tutelare i lavoratori e i clienti di banche in crisi. Voglio ricordarlo perché il fondo istituito con la legge bilancio, di un miliardo e mezzo per i risparmiatori truffati delle banche venete dell'Italia centrale, è frutto del Governo del cambiamento e il MEF proprio in questo momento sta lavorando all'emanazione di quei decreti attuativi che serviranno a risolvere queste vertenze.
L'opposizione del PD invece pensa bene di attaccare la Lega, accusandola falsamente di aver avuto responsabilità e interessi diretti nell'esposizione delle Banche venete. Ecco, quando gli esponenti del PD sono gli stessi che si proclamano esperti delle vicende bancarie, io credo che dimostrino di non sapere assolutamente nulla di come si sono sviluppate le criticità di queste banche .
Tornando a Banca Carige, a noi interessa - e mi sembra di capire a quasi tutti in questo Parlamento - che la banca prosegua la sua attività e attendiamo senza pregiudizi il piano industriale, trattandosi di una banca con oltre 4.200 dipendenti, 500 sportelli, un milione di clienti e operante in un'economia importante, seppur limitata, che abbraccia la Liguria, la Toscana, la Lombardia e il Lazio. Ci interessa anche, a tutela dell'investimento pubblico, la massima trasparenza. In merito, è stata prevista questa relazione quadrimestrale alle Camere, relativa alle istanze presentate e agli interventi effettuati, con indicazione dell'ammontare delle risorse erogate e le finalità di spesa. Questo provvedimento dovrà, inoltre, coordinarsi con quello che sarà discusso nei prossimi giorni in quest'Aula, e cioè l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, che auspichiamo porti a risultati più incisivi e concreti di quelli della scorsa legislazione.
Quindi - e concludo - oltre alla BCE, alla Commissione europea, alla Banca d'Italia, alla Consob e alla magistratura, anche questo stesso Parlamento potrà vigilare sull'intera vicenda passata e futura di Banca Carige, facendo particolare attenzione all'effettivo utilizzo dei soldi pubblici, evitando cessioni gratuite di positivi e strategici a favore di investitori compiacenti, nel massimo rispetto della funzione pubblica dei soldi dei contribuenti italiani.
Per questo dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega alla conversione in legge di questo decreto – .
PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'istituto tecnico del settore tecnologico “Kennedy”, di Pordenone, che sono venuti oggi ad assistere ai nostri lavori. Grazie, ragazzi per la vostra presenza
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.
ALVISE MANIERO(M5S). Grazie, Presidente. È difficile dire qualcosa di eclatante riguardo a un decreto che serve a tutelare i risparmiatori, a sostenere una banca in un momento in cui il panorama del sistema bancario vede nove anni – nove anni – di crisi economica. Quale sistema bancario può rimanere indifferente a qualcosa del genere? Ecco, però, la rilevanza di questo decreto, forse più che dal suo contenuto, che pure ha cose interessanti, che dopo vorrei sottolineare, la cogliamo dal contesto, perché in questi nove anni cos'è che si è fatto per cercare di evitare di giungere a questo punto, un punto in cui, sempre più frequentemente, dobbiamo vedere interventi a sostegno delle banche? In nove anni di crisi economica io non so quanti, come adesso, continuavano a sottolineare l'importanza degli investimenti pubblici. Sono nove anni che vengono tagliati: ogni anno, da ogni bilancio, da ogni Governo ! Questo è il primo bilancio che, in tre anni, rilancia di 15 miliardi gli investimenti pubblici! E in realtà, non c'è nulla di straordinario in questo, dovrebbe essere la normalità. Non c'è nulla di straordinario nel cercare di far funzionare, ovviamente, il sistema bancario, può sembrare più difficile da capire perché abbracciare con entusiasmo il sistema del per esempio, con tutte le sue articolazioni, in un momento in cui noi sappiamo che le banche sono fatte anche, e forse soprattutto addirittura, di fiducia, ecco, io abbraccio una normativa per la quale io ingenero profezie autoavveranti e autodistruttive per le banche, per cui il risparmiatore, l'investitore è sempre più terrorizzato, sempre più esposto a un rischio che è sempre più reale e si autoalimenta.
Quindi, non è che ci possiamo stupire moltissimo di arrivare qui; ahimè, mi verrebbe quasi da dire che è un provvedimento umile per certi aspetti, per i numeri che ha dentro, perché qui dentro, in quest'Aula, si sono discussi interventi con ben altri numeri; io ricordo che MPS, che era uno degli interventi citato spesso, ha visto 3,9 miliardi di intervento di rafforzamento di capitale, grazie a Dio, un miliardo e mezzo anche per sostenere gli obbligazionisti subordinati, quanti erano stati azzerati; altre banche non hanno avuto la stessa fortuna, se così possiamo dire, perché peraltro è stato un intervento, persino quello su MPS, tardivo. Io ricordo che siamo stati un anno con la banca sostenuta a ‘pacche sulle spalle' da dichiarazioni di un Primo Ministro che diceva che le banche italiane sono solide. Alla faccia !
Ecco, dopo questo, le “venete” non hanno avuto questa fortuna e questa attenzione, nessuno prima di noi aveva stanziato un miliardo e mezzo per i risparmiatori azzerati in Veneto Io ho ascoltato i colleghi ieri, non vedo l'ora di ascoltarli di nuovo nel momento in cui partono questi finanziamenti; il Governo ci conferma che i decreti escono questa settimana e già domani ci sono qui le associazioni di risparmiatori a incontrare il Governo. Quindi, guardate, cosa devo dirvi? Le bugie hanno le gambe corte, vediamo chi cammina più distante Non c'è niente di straordinario in questo, noi molto di quello che portiamo, in realtà, ha solo lo spirito della normalità, del buonsenso. A volte, è vero, io lo riconosco, magari lo decliniamo, lo reclamiamo con toni vivaci, però, insomma, è anche nostro dovere e dobbiamo farlo sapere.
C'è una cosa, invece, di cui mi devo complimentare, perché tutti, tutte le forze politiche di quest'Aula, hanno firmato quell'emendamento presentato dal collega Currò, che dice una cosa estremamente banale; dice che l'1 per cento dei debitori più importanti di questa banca devono essere oggetto di una relazione, di un'informativa periodica trimestrale a queste Camere, perché dobbiamo sapere – dobbiamo sapere – che ruolo hanno avuto anche questi. Una banca non è che fallisce solo per i furbi, lo sappiamo che non è così, però fallisce anche per i furbi e noi, soprattutto adesso, non ce lo possiamo permettere.
Quindi, vi ringrazio di questa di questa firma che abbiamo messo tutti, mi dispiace che anche quella arrivi solo adesso e con noi, ma, grazie a Dio, è arrivata e noi ne siamo lieti
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
DAVIDE ZANICHELLI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE ZANICHELLI, Grazie, Presidente. Ci tenevo, al termine di questo provvedimento, a ringraziare tutti i colleghi che si sono impegnati, nelle ore scorse, in Commissione, il sottosegretario che è stato sempre presente e gli uffici, sia della Commissione che dell'Aula, tutti i dipendenti che hanno collaborato e sono sempre stati disponibili, anche negli orari più difficili, ma comunque la loro presenza c'è stata sempre, quindi, da questo punto di vista, volevo fare un ringraziamento a tutti quanti.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1486-A: "Conversione in legge del decreto-legge 8 gennaio 2019, n. 1, recante misure urgenti a sostegno della Banca Carige S.p.a. - Cassa di risparmio di Genova e Imperia."
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO(PD). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Faccio seguito alle parole che abbiamo ascoltato prima da lei e quindi mi pareva di aver…
PRESIDENTE. Colleghi, chiederei maggior silenzio, colleghi...
EMANUELE FIANO(PD). …se non ho male inteso…
PRESIDENTE. Un attimo, collega Fiano. Cerchiamo di ottenere un po' di silenzio e poi lei può…
EMANUELE FIANO(PD). …e quindi…
PRESIDENTE. Collega Fiano, attendiamo che ci sia silenzio, anche chi è al centro dell'Aula. Collega, per telefonare deve mettersi al centro dell'emiciclo? Collega, collega Sozzani, per telefonare…Prego, onorevole Fiano.
EMANUELE FIANO(PD). Come dicevo, mi pareva di aver compreso, al termine dell'intervento del collega relatore, che sosteneva, legittimamente e condividendo anche noi questa opinione, che prima si dovesse concludere il dibattito con il voto finale sul decreto Carige, che adesso quindi potremmo procedere all'inversione dei lavori e, quindi, affrontare la discussione sulla mozione sulla TAV. Chiedo se questa sia la prosecuzione dei lavori.
PRESIDENTE. Questo era il punto a cui ci eravamo fermati prima di iniziare le dichiarazioni di voto in relazione al decreto Carige. Se ci sono obiezioni su questo, vedo l'onorevole Zanichelli che chiede di intervenire. Sull'ordine dei lavori, immagino.
DAVIDE ZANICHELLI(M5S). Sì, Presidente, mi pare d'aver capito che non ci sia stata comunque un'intesa fra i gruppi; ci sono stati altri gruppi che chiedono di rinviare questo dibattito sul rinvio della discussione…
PRESIDENTE. Onorevole Zanichelli, lei non interviene più in funzione di relatore e neanche di presidente, quindi, se lei interviene per dire il suo parere…
DAVIDE ZANICHELLI(M5S). Il nostro parere è che questo voto per il rinvio non ci sia. Il parere è contrario sul rinvio.
PRESIDENTE. Onorevole Zanichelli, dica quello che ritiene, prego.
DAVIDE ZANICHELLI(M5S). Il parere è contrario. Sono arrivati dei documenti relativi alla TAV solamente nelle ultime ore che sono a disposizione dei gruppi da poco tempo. A questo punto è intenzione dare a tutti i gruppi il tempo necessario per i dovuti approfondimenti. Lasciamo l'ordine del giorno così come da intese in Capigruppo, sede nella quale mi pare d'aver capito ci fosse stata l'intesa inizialmente da parte di tutti, e proseguiamo con l'ordine del giorno. Ci sono le riforme costituzionali, su cui c'è già stato un buon approfondimento, e lasciamo che proseguano; il punto relativo al TAV è immediatamente successivo alle riforme costituzionali. A questo punto, la nostra proposta è di lasciare l'ordine del giorno così come da intese emerse in Capigruppo.
PRESIDENTE. Mi sembra che non ci sia un'intesa sull'inversione dell'ordine del giorno, se quindi si vuole formalizzare l'inversione, formalizzate e procederemo alla votazione di conseguenza.
SIMONE BALDELLI(FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI(FI). Presidente, visto che il tema è importante, qui, c'è una richiesta di anticipare la discussione delle mozioni sul TAV precedentemente al punto delle riforme istituzionali, e visto che siamo ormai alle ore 13, abbiamo fatto il voto finale sul decreto e, tra l'altro, si è trattato di un voto unanime da parte dell'Assemblea, io credo che potrebbe essere cosa buona e giusta, anche nell'interesse dei colleghi della maggioranza, sospendere qui i lavori, riprendere con il alle 16 andare a fare la votazione procedurale, così come ha chiesto il Partito Democratico, però, Presidente, dando ai gruppi la possibilità di svolgere un intervento a favore e uno contro, poiché, almeno per l'intervento contro, il collega del MoVimento 5 Stelle, che ha parlato, ha parlato, nella sua qualità anche di relatore del provvedimento precedente, adducendo una motivazione che in questo momento è assolutamente superata e cioè che bisognasse fare prima il provvedimento della Carige rispetto alle mozioni sul TAV.
Ora, il provvedimento Carige è chiuso e io credo che se tutti siamo d'accordo, se non ci sono obiezioni, Presidente, ella potrebbe sospendere la seduta e poi riprenderla alle 15 col , alle 16 con la ripresa di questa discussione sull'ordine dei lavori e con un intervento a favore, uno contro e la votazione della richiesta del Partito Democratico che, come ha spiegato chiaramente la presidente Gelmini, Forza Italia sostiene, perché noi riteniamo sia doveroso, a fronte ormai dell'analisi costi-benefici pubblicizzata, pubblicata sul sito, sui giornali, e del dibattito anche che c'è stato in Commissione trasporti, che la maggioranza non si nasconda più dietro a un dito e che finalmente si affronti in questo Parlamento sovrano questo tema così importante.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, naturalmente se c'è un'intesa dei gruppi di posticipare questa votazione alla ripresa, alle ore 16, dopo il non ci sono obiezioni della Presidenza. Mi sembra di aver visto che non ci sono. C'è un'obiezione da parte del suo gruppo, l'onorevole Vito chiede di parlare per un richiamo al Regolamento.
ELIO VITO(FI). Naturalmente, Presidente, non è un'obiezione alla proposta dell'onorevole Baldelli, ma un contributo, un richiamo al Regolamento, appunto, all'articolo 24. L'articolo 24, comma 3, del nostro Regolamento, al primo, secondo, terzo periodo dice: “Gli argomenti diversi dai progetti di legge, inseriti nel calendario su proposta dei gruppi di opposizione sono di norma collocati al primo punto dell'ordine del giorno delle sedute destinate alla loro trattazione”. Basterebbe rispettare il Regolamento e non avremmo bisogno di richieste di inversione, di polemiche in Aula o di intese nella Conferenza dei capigruppo e gli argomenti dell'opposizione sarebbero, fatto salvo il decreto che naturalmente è urgente, di norma, al primo punto. Ora, le modalità con le quali vengono concluse le riunioni della Conferenza dei capigruppo non sta a me sindacarle, non vi partecipo, non sono il Presidente della Camera, anche qui è disciplinata la maggioranza prevista per approvare i calendari, all'unanimità, con il consenso dei gruppi o secondo la disciplina che intende adottare il Presidente della Camera, ma il punto regolamentare, Presidente, è che c'è una cosa piccola riservata alle opposizioni che è la quota di provvedimenti in loro calendario e che la maggioranza naturalmente può bocciare, nel merito, ma non può posporre all'infinito! Le mozioni sulla TAV chieste dai gruppi di opposizione sono da mesi all'ordine del giorno, da mesi e )! Abbiamo atteso il balletto della maggioranza, che anche su questo raggiunse un'intesa, pare, forse, perché poi bisogna vedere i comunicati, i le dichiarazioni ufficiali, ma vediamolo in Parlamento, coi voti, se c'è o non c'è un'intesa. Che poi, come ieri, si può fare la propaganda su tutto, essere a favore di Guaidò, ma quando si vota, si vota contro il riconoscimento di Guaidò, per questo serve il Parlamento, e i voti anche restano.
Allora, Presidente, io le chiedo semplicemente di rispettare il Regolamento della Camera; è una proposta chiesta da mesi dall'opposizione, va messa al primo punto dell'ordine del giorno. Tra l'altro, la riforma costituzionale non ha, in punto di diritto, alcuna precedenza, perché è una prima lettura, perché poi andrà al Senato che la cambierà, perché comunque l'articolo 138 prevede una procedura complessa, non è un atto dovuto.
Quindi, Presidente, io non capisco perché dobbiamo rimettere al potere della maggioranza di bocciare la richiesta di inversione che non dovrebbe essere nemmeno fatta, perché il punto dell'opposizione ha la precedenza, e non possiamo semplicemente, invece, alle ore 16, concluso l'esame del decreto, mettere finalmente in discussione e ai voti le mozioni sulla TAV, argomento del quale tutto il Paese discute, tutti i giornali discutono e l'unica sede che avrebbe titolo e diritto per discuterne e per dare un indirizzo al Governo, il Parlamento, la Camera, da mesi è paralizzata e non lo può fare , ma senza nemmeno che la maggioranza abbia l'onere di decidere di non farlo o di trovare un accordo o un'intesa, ma semplicemente perché lo decide il Presidente della Camera o la Conferenza dei capigruppo e quali capigruppo, se i capigruppo poi d'Aula vengono a chiedere di discuterla prima? C'è una scissione fra la sede della Conferenza dei capigruppo e i capigruppo i quali darebbero un assenso a un calendario che poi contestano in Aula? Non credo.
Ecco perché il richiamo al Regolamento, Presidente, per invitare a riflettere lei e il Presidente della Camera, per fare in modo che direttamente alle ore 16, come prescrive l'articolo 24, comma 3, terzo periodo del Regolamento, l'argomento proposto dall'opposizione, essendo sacro diritto in una democrazia il diritto dell'opposizione, che la maggioranza non può togliere, venga messo direttamente in discussione e ai voti, senza richiesta d'inversione che concederebbe alla maggioranza il privilegio di poterla bocciare e di poter togliere alla minoranza quello che è un diritto riconosciuto dalle regole comuni alle quale apparteniamo .
PRESIDENTE. Onorevole Vito, il suo richiamo naturalmente nulla toglie alla richiesta dell'onorevole Baldelli su cui non ho visto obiezioni e quindi così faremo. Nel merito della sua richiesta e della sua osservazione, come lei bene ha ricordato, c'è un “di norma”, quel “di norma” è stato oggetto di discussione in sede di Conferenza dei capigruppo, evidentemente con una valutazione non unanime, ma si è arrivati alla definizione di un calendario che noi siamo tenuti a rispettare.
Quindi, salvo non vi siano intese prima delle 16 tra i gruppi, vi sarà, alle ore 16, la richiesta di inversione dell'ordine del giorno, che poi verrà messa in votazione.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15, con lo svolgimento del .
Sospendo la seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali e la Ministra per il Sud.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso. Prego anche i colleghi dell'Aula di tener conto che siamo in diretta televisiva.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Molinari ed altri n. 3-00510.
Chiedo al deputato Igor Giancarlo Iezzi se intenda illustrare l'interrogazione di cui è cofirmatario, o se si riservi di intervenire in sede di replica. Ha un minuto.
IGOR GIANCARLO IEZZI(LEGA). Presidente, Ministro, onorevoli colleghi e colleghe, con il decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, sono stati stanziati 37 milioni di euro per l'installazione di sistemi di sorveglianza. Nel novembre del 2018, lei, Matteo Salvini, nella sua qualità di Ministro dell'interno, ha firmato il decreto attuativo che dà il via libera al finanziamento di questi 37 milioni di euro per il triennio 2017-2019, al fine della realizzazione di 428 sistemi di videosorveglianza in altrettanti comuni italiani. Le chiediamo di sapere quale sia lo stato di attuazione delle norme richiamate e quali siano, più in generale, le linee programmatiche del Ministro per tutelare la sicurezza dei cittadini.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie Presidente, collega, un saluto a chi ci segue da casa.
I sistemi di videosorveglianza rappresentano uno strumento essenziale nell'azione di controllo del territorio sia nell'ottica della prevenzione che per l'identificazione degli autori dei reati. Per questo i mezzi offerti dalle nuove tecnologie sono sempre più frequentemente utilizzati dalle amministrazioni locali, che sosteniamo, in stretto collegamento con le forze dell'ordine.
Lo scorso novembre, come ricordato, ho approvato il provvedimento per la distribuzione delle somme stanziate per impianti di videosorveglianza da parte dei comuni per complessivi 37 milioni di euro: questo è un fatto, non è un impegno per il futuro. È stato manifestato un forte interesse da parte delle amministrazioni dei comuni di tutta Italia, i cui progetti, valutati sulla base di punteggi ancorati a parametri oggettivi, hanno consentito a ben 429 comuni italiani di accedere a questi finanziamenti.
Ho ritenuto, pertanto, di prevedere altri investimenti per soddisfare altri comuni italiani. Nel decreto-legge “sicurezza e immigrazione”, infatti - quello che non piace ad alcuni sindaci - c'è uno stanziamento complessivo di ulteriori 90 milioni di euro nel prossimo triennio. Per quanto riguarda l'anno in corso, lo stanziamento di altri 10 milioni di euro è stato incrementato di ulteriori 20 milioni di euro con la legge di conversione del decreto-legge “semplificazione”. Ritengo che tali misure rappresentino uno degli indicatori concreti, reali, oggettivi, insieme a tutte le altre misure previste dai recenti provvedimenti di legge, del lavoro che si sta facendo per garantire un più efficace controllo delle nostre città. Di questo lavoro, ovviamente, è parte l'impegno per il potenziamento degli organici delle forze di polizia, con un piano di assunzioni straordinarie che non ha pari negli ultimi anni.
Queste non sono parole, collega Iezzi: questi sono i fatti che stanno portando ad un miglioramento della qualità della nostra vita, dei cittadini da Nord a Sud, e soprattutto nelle periferie, di cui vado orgoglioso e di cui penso questo Parlamento debba andare orgoglioso .
PRESIDENTE. Il deputato Igor Iezzi ha facoltà di replicare.
IGOR GIANCARLO IEZZI(LEGA). Ministro, noi ci riteniamo soddisfatti della risposta, anche perché, abituati ad anni di chiacchiere, finalmente ascoltiamo dati certi, verificabili e visibili, posto che queste telecamere saranno importanti in tutte le nostre città. La cosa che vogliamo sottolineare con maggior forza è che finalmente la sicurezza urbana diventa centrale nell'operato del Governo. Alcune cose le ha ricordate il Ministro, per esempio, nel decreto-legge “sicurezza” ci sono state norme importantissime proprio sul fronte della sicurezza urbana, per quanto riguarda il potenziamento dei Daspo urbani, per quanto riguarda la possibilità offerta ai sindaci di emettere ordinanze per il controllo dei negozi e degli orari dei negozi che creano disturbi. È stato accennato giustamente ai vigili e alla polizia locale, alla possibilità per i comuni virtuosi di assumere nuovi vigili urbani e alla possibilità di dotarli di Taser, così come di farli accedere alle banche dati. Questi sono fatti concreti, fatti importanti, che aiuteranno i cittadini a vivere più tranquilli.
A questi si può aggiungere, per esempio, l'enorme capitolo di provvedimenti all'interno del “decreto sicurezza” relativo alla lotta alle occupazioni abusive e all'abusivismo nelle nostre città, dove sono state aumentate le pene per chi si macchia di questi reati e sono stati offerti nuovi strumenti - per esempio le intercettazioni - per combattere il di chi gestisce le occupazioni abusive.
IGOR GIANCARLO IEZZI(LEGA). Come dicevo all'inizio, dopo anni di chiacchiere finalmente abbiamo fatti concreti. Dopo Governi che si sono occupati dei diritti degli immigrati, delle banche e di salvare i banchieri, finalmente abbiamo un Ministro che mette al primo posto gli italiani e i loro diritti. Grazie mille, Ministro .
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Fusacchia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00511 .
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-+E-CD). Presidente, Ministro, ci sono più di 330 mila italiani che sono residenti nel Regno Unito; essi votano per le europee, come tutti gli altri cittadini italiani, nei Paesi dell'Unione e in passato hanno sempre votato restando negli altri Paesi europei, come, in questo caso, nel Regno Unito. Sappiamo tutti che c'è una grande questione con la Brexit, che è una grande questione di incertezza perché non sono chiari i termini, i tempi e così via. Questa incertezza si riflette sui nostri concittadini, soprattutto nel caso di uscita del Regno Unito prima delle elezioni europee, perché i nostri concittadini che sono nel Regno Unito dovrebbero tornare in Italia a votare, il che creerebbe un enorme disagio ai nostri concittadini e anche alle strutture amministrative. Vista l'eccezionalità, volevo quindi chiederle se ritiene che ci siano e quali siano le iniziative del Governo per tutelare gli interessi e garantire pienamente il diritto di elettorato attivo di questi nostri concittadini, di questi italiani, che rappresentano l'1 per cento dell'elettorato attivo proprio per le europee, sapendo che la Farnesina, che è poi il Ministero che dovrebbe occuparsi di questo l'ha già fatto in passato, avendo già risposto a delle interrogazioni.
Tuttavia, chiaramente, il Ministero si rimette alla volontà politica di modificare una piccola norma per poter consentire, stante l'eccezionalità e la precarietà della situazione, di permettere in ogni caso, per questa volta, ai cittadini italiani di votare dal Regno Unito alle prossime elezioni europee.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Presidente, come è stato anticipato, ovviamente la competenza è del Ministero degli Affari esteri, però, per quello che è di mia competenza, rispondo dando la massima disponibilità e apertura, anche a rivedere eventuali normative, stante l'eccezionalità della situazione, che non dipende dalla nostra volontà. Infatti, la normativa vigente prevede che gli elettori italiani residenti negli altri Stati membri dell'Unione possano votare per il Parlamento europeo presso i seggi esteri istituiti dagli uffici diplomatici e consolari, come lei ricordava. Tale possibilità non è invece prevista dalla legge per gli italiani residenti negli Stati non appartenenti all'Unione europea e questo è un discrimine che noi, ad oggi, non siamo in grado di stabilire. È ben chiaro al Governo che qualora la Brexit dovesse divenire giuridicamente efficace nel termine dei due anni dalla notifica del recesso, cioè entro la fine del prossimo mese di marzo, si determinerebbero riflessi anche sul procedimento elettorale che riguarderebbe questi 300 mila italiani. Pur tenendo conto di tale eventualità e della situazione di incertezza che si è venuta determinando, il Ministero dell'Interno ha intanto avviato gli adempimenti preliminari previsti dalla legislazione vigente pubblicando sulla il comunicato in cui si rende noto il periodo di votazione fissato dal Consiglio dell'Unione, dal 23 al 26 Maggio, e il termine del 7 marzo 2019, entro il quale gli elettori che si trovano temporaneamente in altro Stato dell'Unione per motivi di lavoro o studio possono fare domanda di voto nei seggi istituiti nei consolati. Mi risulta che anche il Ministero degli Affari esteri, che è competente, pur tenendo conto dell'incertezza di cui sopra, abbia avviato le procedure preliminari per il procedimento elettorale.
In sostanza, pur nell'incertezza, assicuro che il Governo sta affrontando con tutta la possibile attenzione i diversi e delicati temi posti dalla Brexit, anche nell'ipotesi che avvenga senza accordo, condizione che, per quanto riguarda l'esercizio del diritto di voto per l'elezione del Parlamento europeo, vedrebbe applicarsi la disciplina attualmente prevista dalla legge per tutti gli elettori che risiedono fuori dagli spazi europei.
Si tratta ovviamente di una situazione eccezionale, che potrebbe incidere sul procedimento già avviato, ragione per la quale il Governo valuterà la percorribilità di ogni idonea soluzione che possa agevolare i nostri connazionali nell'esercizio del diritto di voto. Penso, spero e sono sicuro del fatto che il Parlamento dovrà essere protagonista di questo processo, che non dovrà dipendere solo dalle scelte del Governo, e la ringrazio a nome di questi 330 mila italiani residenti nel Regno Unito per l'attenzione che ha posto su questo problema.
PRESIDENTE. Il deputato Fusacchia ha facoltà di replicare.
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-+E-CD). Presidente, apprezzo ciò che ha affermato il Ministro; parto da una delle prime frasi che ha detto il Ministro, ossia che c'è una disponibilità. Ovviamente non sfugge che il Ministro Salvini è anche Vicepresidente del Consiglio, quindi, chiaramente, al netto delle difficoltà e delle corrette procedure che sia il Ministero degli esteri sia il Ministero dell'interno, nelle more di quello che potrebbe o non potrebbe succedere, stanno portando avanti correttamente, è una questione di volontà politica. Mi permetto, Ministro, di registrare una disponibilità di massima a ragionare su questo. Chiudo solo su un punto: apprezzo ovviamente che il Governo si ricordi del Parlamento, è una questione di interesse nazionale molto più ampia; sappiamo pure che i tempi sono molto stretti, quindi è chiaro che lo strumento normativo idoneo e ideale per poter intervenire su questo non potrà necessariamente essere un disegno di legge, che magari potrebbe prendere tempi molto lunghi, ma servirà, contestualmente con altre misure, collegate sempre a un'eventuale Brexit, che arriva o non arriva nei tempi che vedremo e che vedrete, richiedere un intervento del Governo. Quindi, mi reputo parzialmente soddisfatto, se non soddisfatto, nella misura in cui sono convinto che il Ministro Salvini darà seguito, al massimo del suo impegno e dei suoi sforzi, per assicurare questo diritto ai circa 330 mila connazionali nel Regno Unito.
PRESIDENTE. La deputata Santelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00152 .
JOLE SANTELLI(FI). Presidente, colleghi, signor Ministro, in Italia c'è un allarme sicurezza. Prendo i dati ufficiali del sito della Polizia di Stato nell'ultimo mese: Arezzo, una donna ultra ottantenne derubata da finti carabinieri; due orafi svaligiati in una notte; Sondrio, raffica di furti nell'ultimo mese, oltre 50; Rimini, periferia assediate dai furti; Milano, in pieno centro un'intera palazzina totalmente svaligiata in una notte; decine e decine di furti nelle farmacia; assalti ai portavalori che hanno portato il 1° e il 2 febbraio ad uno sciopero delle guardie giurate per la loro sicurezza; a Cologno Monzese con i kalashnikov, dinanzi al piazzale dell'Eurospin, hanno fatto un nuovo assalto ai portavalori; Torino, signor Ministro, messa a ferro e fuoco dagli anarco-insurrezionalisti. Parlare di Roma è quasi avvilente, le periferie sono assediate, e l'ultimo caso, il caso Manuel, penso possa produrre l'applauso di tutta l'Aula . Credo che Roma meriti più, l'Italia meriti di più, le città meritino di più, la sicurezza meriti sicuramente di più la sua attenzione.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante, gli stimoli sono sempre i benvenuti, così come le proposte. Aggiungo il fatto che i ladri sono stati quest'estate anche a casa dei miei genitori, così può completare l'elenco della cronaca. L'andamento della delittuosità nel nostro Paese registra un in diminuzione, fortunatamente, non per merito mio ma per merito delle forze dell'ordine che vigilano sulla sicurezza degli italiani. I numeri, che poi sono quelli che fanno la differenza, dicono che, nel 2018, si è registrato un decremento del numero totale dei reati commessi del 5 per cento rispetto all'anno precedente (meno 8 per cento rapine; meno 6,7 per cento furti; meno 3,5 per cento furti in appartamento; meno 23,5 per cento danneggiamenti seguiti da incendio, eccetera eccetera). Sullo spaccio di droga, alla data del 30 novembre 2018, risultano circa 24.000 operazioni concluse con il sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e l'arresto di circa 23.000 persone. Quest'anno, per la prima volta, con investimento modico di 2 milioni e mezzo di euro, con l'operazione “scuole sicure” abbiamo evitato migliaia di somministrazioni di stupefacenti all'ingresso dei nostri istituti scolastici, e sarà un'operazione che ripeteremo in tutti gli anni a venire. La polizia di Stato, tenuto conto che il fenomeno assume nei contesti urbani connotazioni di particolare criticità, sta al proposito realizzando un progetto operativo finalizzato alla disarticolazione delle cosiddette piazze di spaccio, con l'impiego di agenti sotto copertura.
Ringrazio le forze dell'ordine e la procura di Firenze che hanno portato a termine poco fa una bellissima operazione con la contestazione dell'associazione a delinquere, che è l'unico modo per tenere in galera gli spacciatori, che, altrimenti, grazie alle normative depenalizzanti dei Governi precedenti, spacciano, vengono fermati e tornano a spacciare un'altra volta . Il tema della sicurezza urbana è, quindi, centrale nell'agenda di questo Governo. Stiamo lavorando per un piano straordinario, come detto poc'anzi, di assunzione delle forze dell'ordine, 8 mila in strada a far data dall'anno corrente. Penso, poi, al Daspo urbano, alla pistola elettrica in dotazione alle forze dell'ordine, che è già stata usata positivamente in centinaia di occasioni, al potenziamento dei mezzi a disposizione delle polizie locali, alle nuove norme per il contrasto dei fenomeni delle occupazioni abusive e della criminalità urbana, all'estensione dell'uso del braccialetto elettronico e non vi voglio annoiare …
PRESIDENTE. Morani! Deputata Morani, per favore!
MATTEO SALVINI,. …perché sento degli spiacevoli rumori di sottofondo ().
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi del Partito Democratico, per favore! Prego.
MATTEO SALVINI,. Grazie, stavo andando a concludere. Capisco che i numeri possano dare fastidio, però sono arrivato quasi alla fine . Infine, ci tengo in particolar modo a ricordare il rafforzamento dell'operatività in mezzi, uomini, persone e sedi dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie, perché questo Governo applica l'antimafia dei fatti e non delle parole .
PRESIDENTE. La deputata Santelli ha facoltà di replicare.
JOLE SANTELLI(FI). Grazie, signor Ministro. Ovviamente questa interrogazione è di ausilio, un grido di dolore. Ho apprezzato che, nel rispondere al collega Iezzi lei abbia esplicato il progetto relativo alla videosorveglianza, dato importante. Lei sa bene che, durante il precedente Governo, anzi, non il precedente Governo di centrosinistra, ma il precedente Governo di centrodestra, tramite il PON Sicurezza, quasi tutte le città erano state dotate di strumenti di videosorveglianza, alcuni dei quali, purtroppo, andati in desuetudine; là occorre anche fare una puntuale revisione del controllo delle immagini e delle verifiche. Quindi, questo è un piano importante. Sul piano delle assunzioni le dico che è un bene che qualcosa si faccia, ma 6.150 assunzioni, come dice il Ministro Bongiorno, in cinque anni, Ministro, sono poche.
MATTEO SALVINI,. In un anno!
JOLE SANTELLI(FI). Cinque anni ha detto il Ministro Bongiorno. Vedremo.
MATTEO SALVINI,. Sono io il Ministro dell'Interno!
PRESIDENTE. Senza interloquire.
JOLE SANTELLI(FI). Il tempo darà ragione, signor Ministro. Non copriremo neanche il pensionamento. Signor Ministro, per la prima volta, forse, da tanto tempo, il Ministro dell'Interno è, di fatto, l'azionista principale del Governo. Lei ha la possibilità di battere i pugni seriamente sul tavolo di Governo per dare a questo settore attenzione e risorse che, forse, dai precedenti Governi non ha avuto . Quindi, questo è quello che personalmente e il gruppo di Forza Italia le chiediamo: di mettere la sicurezza al primo posto, sicurezza che è intesa come “senza paura”, signor Ministro. Voglio il Ministro non della paura, voglio il Ministro che mi dia tranquillità. Lei è anche il mio Ministro: la prego, abbandoniamo gli stati ansiogeni e cerchiamo di tranquillizzare questo Paese .
PRESIDENTE. Il deputato Epifani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00513 .
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI(LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il cuore della nostra interrogazione, riguarda le preoccupazioni nella crisi economica industriale del Paese del settore forse fondamentale per tanti aspetti, e cioè quello dell'…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio in Aula, anche scendendo.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI(LEU). …e della filiera della sua componente. I dati che arrivano ancora a fine anno - non abbiamo gli ultimissimi - ci dicono di cali tra produzione, fatturato e ordinativi di diversi punti percentuali, da meno 5 a meno 13. È chiaro che non si riprende l'industria italiana se non si riprende anche l'industria dell'auto e della sua filiera di componenti.
In modo particolare, poi, siamo stati mossi a fare questa interrogazione per via della situazione di alcuni ex stabilimenti dove si producevano automobili, a partire da quello di Termini Imerese, dove la situazione delle prospettive, la situazione della fine della cassa integrazione, che finisce per riguardare quasi 900 lavoratori, rende la condizione di questi luoghi davvero drammatica. L'interrogazione è questa: cosa intende fare seriamente il Governo e il Ministro per affrontare il cuore della politica industriale del Paese, avendo fatto un provvedimento che…
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI(LEU). …ha ragione nelle sue prospettive, però rende ovviamente in questi mesi ancora più difficile la competizione e la competitività dell'industria domestica di Fca .
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.
LUIGI DI MAIO, . Grazie Presidente, grazie al collega interrogante. Sono consapevole dell'interesse che riveste il settore dell' per il sistema industriale italiano e per questo voglio innanzitutto sottolineare che le misure adottate da questo Governo hanno previsto un dialogo con i principali operatori economici del settore e le associazioni dei consumatori, con lo scopo di accelerare un modello di mobilità sostenibile, un dialogo che è tuttora in corso. In particolare, la previsione nella legge di bilancio per il 2019 di un per l'acquisto di veicoli elettrici, da un lato ha lo scopo di tutelare l'ambiente e di conseguenza la salute dei cittadini, dall'altro dà il via ad una nuova filiera della produzione di veicoli, sviluppando un nuovo modello di mobilità.
Questa logica si applica anche ai progetti di ricerca e sviluppo finalizzati alla produzione di veicoli ibridi e elettrici con l'utilizzo di nuove tecnologie, attraverso lo strumento di appositi accordi di programma nell'ambito del Fondo per la crescita sostenibile. Relativamente al gruppo Fca, voglio ricordare che a dicembre ho sottoscritto al Ministero dello sviluppo economico un contratto di innovazione in base al quale si potranno confermare in Piemonte i siti produttivi esistenti e si potrà anche mantenere nel tempo il positivo rappresentato dal rilancio del polo di Grugliasco e Mirafiori, rendendo disponibile l'elettrificazione su tutti i modelli Jeep e veicoli . Ci muoviamo, quindi, nella logica di dare continuità alle attività produttive del settore e di assicurare la tutela dei livelli occupazionali, come dimostra anche l'azione relativa alla Blutec di Termini Imerese, di cui ho anche incontrato i lavoratori.
A questo proposito, colgo l'occasione per informarvi : ma quando?…
LUIGI DI MAIO, . …per il prossimo 5 marzo …
PRESIDENTE. Per favore! Per favore! Colleghi!
LUIGI DI MAIO, . Li ho incontrati ai cancelli della fabbrica Blutec. Lei non c'era, ma io c'ero
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, dovete far terminare il Ministro, poi avrete la vostra replica. Non è un modo!
LUIGI DI MAIO, . A questo proposito, colgo l'occasione per informarvi che il prossimo 5 marzo al MISE si riunirà nuovamente il tavolo istituzionale. Tra poco, alle 15,45, incontrerò alcuni sindaci dell'area, guidati dal sindaco di Termini Imerese, per verificare l'avanzamento del piano industriale per la ripresa del sito produttivo, la sottoscrizione degli accordi e dei contratti annunciati dall'azienda, nonché la programmazione del progressivo reinserimento dei lavoratori e degli strumenti a supporto.
Altre proposte di programmi di investimento nel settore dell' sono in corso di negoziazione. Fra questi c'è un progetto che metterà in campo nuovi veicoli elettrici e veicoli a guida autonoma, che prevede lo sviluppo di prodotti e di processi per l'industrializzazione di una nuova gamma di macchine elettriche, e un altro che sintetizza i concetti fondamentali alla base del progetto sostituzione delle batterie con i sistemi di attori che aderiscono al paradigma che ne fa uso. La mobilità elettrica rappresenta, dunque, una nuova opportunità per l'economia italiana ed è una sfida di questo settore che noi vogliamo sostenere e incoraggiare .
PRESIDENTE. Il deputato Epifani ha facoltà di replicare.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI(LEU). Signor Ministro, non posso trovarmi soddisfatto delle risposte che lei ha portato in quest'Aula. Innanzitutto, le voglio ricordare che questa mattina una delegazione di lavoratori e di sindaci si è trovata sotto il suo Ministero e non ha trovato nessuno in grado di riceverli e con i quali parlare Hanno trovato i carabinieri schierati. Credo che davanti a sindaci e davanti a lavoratori …
PRESIDENTE. Deputato Miceli!
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI(LEU). Davanti a sindaci e davanti a lavoratori non credo che questo sia il modo corretto di stabilire un rapporto verso persone che da dicembre hanno finito la cassa integrazione e che, quando si arriverà al prossimo incontro, cioè a marzo, saranno già da tre mesi senza lavoro, senza reddito e senza tutele . Questa è la vera situazione ed è giusto dirlo, perché un conto sono le parole, un conto sono i fatti e, da questo punto di vista, i fatti dicono esattamente questo. Poi, io capisco e condivido - l'ho già detto - la scelta di puntare su ciò anche nel nostro Paese, malgrado i ritardi che Fca ha avuto e la FIAT prima nel passato, ma dobbiamo anche dirci che quando l'amministratore delegato dell'azienda dice che il piano di investimenti previsto per gli stabilimenti italiani di 5 miliardi per il 2019 sarà rivisto alla luce delle decisioni del Governo, è chiaro che una forza politica attenta al cuore dell'industria italiana e al futuro dei lavoratori si preoccupa. Noi sappiamo, infatti, come anche nel passato, che se questi investimenti non si fanno, il futuro dell'auto elettrica ci sarà ma non in Italia! Quindi bisogna, fare d'intesa con i soggetti imprenditoriali e d'intesa con le organizzazioni sindacali e con gli enti territoriali, una politica industriale che sia in condizione, a breve, di rilanciare investimenti e sviluppo. Altrimenti ci troveremo in un anno duro ad affrontare ancora il fatto che, di fronte agli impegni, avremo soltanto impegni disattesi
PRESIDENTE. La deputata Moretto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00514 .
SARA MORETTO(PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il suo tempo è scaduto e non lo dice il Partito Democratico: lo attesta sicuramente la sonora batosta che il suo partito ha preso in Abruzzo domenica scorsa, ma lo dice anche e soprattutto l'Istat, che certifica che l'Italia è entrata in recessione …
SARA MORETTO(PD). Presidente…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi…
SARA MORETTO(PD). Brucia perché so che lunedì il Ministro non si trovava
PRESIDENTE. Colleghi del MoVimento per favore…. Andiamo avanti.
SARA MORETTO(PD). Dicevo che, appunto, lo certifica l'Istat, la quale attesta che l'Italia è entrata ufficialmente in recessione. Se però i numeri non la convincono, Ministro, come più volte ha dichiarato nelle sue uscite stampa, guardi alla piazza che si è riempita sabato scorso, ascolti i lavoratori, le imprese e gli artigiani che si aspettavano misure per la crescita e che si sentono abbandonati. Il suo operato, Ministro, è una collezione di fallimenti: il decreto dignità non funziona, la disoccupazione aumenta e le delocalizzazioni non vengono evitate. Abbia il coraggio di andare dai lavoratori della Pernigotti a dire…
SARA MORETTO(PD). …che il decreto dignità funziona oppure dai lavoratori dei 150 tavoli di crisi aperti al MISE che lei ha abbandonato, compreso quello della Blutec, perché i sindaci sono dovuti venire qui per poterla vedere in faccia .
PRESIDENTE. Concluda, grazie; ha un minuto,
SARA MORETTO(PD). Sto concludendo, un attimo. Concludo. Con la legge di bilancio avete dato il colpo di grazia. La domanda è semplice, signor Ministro: intendete fare qualcosa di vero? Intendete rifinanziare il piano Industria 4.0 ?
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle politiche Sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.
LUIGI DI MAIO,. Grazie, prima di tutto per dire che i dati del decreto dignità in varie regioni d'Italia, tra cui un polo produttivo come il Veneto, testimoniano che raddoppiano i contratti a tempo indeterminato - e calano i disoccupati. Allo stesso tempo, ribadisco, Presidente, che incontrerò i sindaci alle 15,45 al Ministero dello Sviluppo economico su un tavolo complesso come quello della Blutec e avremo modo di confrontarci. Voglio dire anche un'altra cosa: abbiamo già rifinanziato il piano Impresa 4.0 nella legge di bilancio di fine 2018 per il 2019 ma, nello specifico, abbiamo cercato di rimodulare questo piano per le piccole e medie imprese perché abbiamo scoperto che il 99 per cento dei fondi di Impresa 4.0 andavano solo alle grandissime aziende mentre i piccoli e medi imprenditori rimanevano tagliati fuori da un piano che serviva per digitalizzare e incentivare le nuove tecnologie nelle aziende.
Quindi, abbiamo potenziato l'iper-ammortamento con una maggiorazione al 170 per cento per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro. Abbiamo previsto una misura che non esisteva, cioè il contributo per i manager dell'innovazione, perché se vogliamo digitalizzare il nostro tessuto produttivo dobbiamo dare sgravi alle aziende che assumano manager del digitale per digitalizzare le proprie imprese, i propri tessuti produttivi e i propri sistemi di produzione. Sono stati introdotti anche gli sgravi per il perché in precedenza non c'era uno sgravio per le aziende che volevano utilizzare servizi di abbonamento a servizi di ; inoltre abbiamo prorogato e rimodulato il credito d'imposta per spese di ricerca e sviluppo per favorire l'occupazione stabile, cioè finanziamo chi fa contratti stabili e non consulenze, nel pieno spirito di chi vuole dare un po' di certezze a chi viene assunto nelle nostre aziende.
Abbiamo rifinanziato il credito di imposta Formazione 4.0; abbiamo rifinanziato la nuova Sabatini con 480 milioni di euro, che permetterà in tutto, come pacchetto di finanziamenti alle imprese, di immettere nell'anno in corso 8 miliardi di euro nell'economia reale (non solo la nuova Sabatini ma tutti quelli che ho citato più altri).
Poi ci sono le misure per ridurre il carico fiscale; ci sono partite IVA fino a 65.000 euro che entrano nel regime dei forfettari e questo consente ad esse di risparmiare tasse. Inoltre - voglio sottolinearlo - c'è anche il decreto dignità: ma cosa c'entra il decreto dignità con la Pernigotti, che è una situazione che stiamo affrontando tutt'oggi e che non va strumentalizzata , è una situazione delicatissima che non riguarda neanche le delocalizzazioni . Citatemi un'azienda che ha preso soldi dallo Stato…
PRESIDENTE. Deputata Rotta… deputata Rotta…
LUIGI DI MAIO,. Che sta andando via dallo Stato italiano dopo il decreto dignità. Non c'è un'azienda che ha preso soldi dallo Stato e sta andando via dopo il decreto dignità . Sicuramente, Presidente, tutti quanti e per carità - non lo devo dire io - hanno diritto di contestare questo Governo, però non strumentalizziamo le tragedie delle persone per attaccare questo Governo .
PRESIDENTE. Il deputato Martina, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MAURIZIO MARTINA(PD). Grazie, Presidente. Siamo totalmente insoddisfatti dalle parole del Vicepresidente del Consiglio che trova il tempo di andare in gita in Francia ad incontrare i gilet gialli ma non trova il tempo di tornare dai lavoratori che ha preso in giro per settimane in tante crisi aziendali di questo Paese e non solo i lavoratori della Pernigotti. Venga con noi dai giovani lavoratori delle Poste di Genova che abbiamo incontrato e che non hanno i contratti rinnovati in ragione del decreto che lei ha voluto. Venga con noi nel Veneto e potrà rendersi conto che sono le piccole e medie imprese ad essere penalizzate dal modo in cui voi avete ridotto gli strumenti di Impresa 4.0. Venga con noi in giro per il Mezzogiorno a capire che cosa sta succedendo in tante realtà dove lei è passato a fare propaganda elettorale e dove oggi rimangono i sindaci e i lavoratori completamente senza risposte. Venga con noi a discutere di come 100.000 persone in virtù del vostro decretone rischieranno di rimanere senza assegno di ricollocamento . Venga con noi a vedere cosa sta succedendo nella realtà del Paese quando investimenti pubblici e privati vengono bloccati dalla vostra ideologia del no, dalla vostra idea della decrescita infelice . Venga con noi a vedere quello che sta succedendo nella realtà: esca dalla bolla, caro Vicepresidente Di Maio, esca dal racconto che si autoalimenta nell'applauso dei vostri deputati. Venite a confrontarvi con la realtà: ci troverete lì
PRESIDENTE. Il deputato Donno ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00515 .
LEONARDO DONNO(M5S). Grazie, Presidente. Signora Ministro, il decreto n. 91 del 2017 convertito con modificazioni nella legge n. 123 del 2017 ha istituito le zone economiche speciali e la legge di bilancio per il 2018 ha istituito le zone logistiche semplificate. Con le modifiche del provvedimento sulle semplificazioni poi si incide ulteriormente sulle speciali condizioni per l'investimento e lo sviluppo delle ZES e delle ZLS. Il Governo ha voluto renderle davvero operative attuando concretamente la semplificazione burocratica per queste zone per garantirne l'accesso agli interventi di urbanizzazione primaria alle imprese insediate nelle aree interessate. Altri interventi possono però sostenere la ripresa del nostro Sud: penso alla ricognizione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione, al monitoraggio e alla verifica sulla coerenza dei fondi strutturali europei, nonché ai contratti istituzionali di sviluppo con l'obiettivo di dare certezza sull'avvio e la conclusione delle opere. Le chiedo, quindi, signora Ministro per il Sud, quali iniziative intenda adottare il Governo per sostenere la ripresa, l'attrazione di investimenti produttivi, la creazione di occupazione e il recupero di competitività dei territori del sud del Paese
PRESIDENTE. La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.
BARBARA LEZZI,. Grazie, Presidente e grazie all'onorevole interrogante che mi dà l'opportunità di fare un po' il punto sull'attenzione che in questi mesi è stata rivolta da me e comunque dal Governo nella sua interezza alle zone economiche speciali. Effettivamente erano state disposte nel “decreto-legge Mezzogiorno” ma erano subordinate all'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che, però, non avrebbe garantito ampiezza ed efficacia dell'intervento. Così abbiamo presentato, nel “decreto-legge semplificazioni”, una norma che favorisce e innanzitutto accelera l'istituzione delle ZES e garantirà l'accesso agli interventi di urbanizzazione primaria quali gas, energia elettrica, strade e idrico alle imprese insediate nelle aree interessate, con una congrua diminuzione dei tempi procedimentali. Questi interventi chiaramente riguardano esclusivamente le norme di competenza statale.
Faccio subito seguito a diversi articoli di stampa in cui mi chiedono un'accelerazione dell'istituzione delle ZES. Ricordo che deve pervenire un progetto da parte delle regioni e questo deve essere vagliato sia dal MEF che dal MIT e poi potrò - soltanto dopo - istituirle. Ad oggi ne sono state istituite due ed è in corso l'istituzione di una delle due che sono di pertinenza della regione Puglia, attualmente al vaglio del MEF e del MIT dopo che alcune criticità erano state evidenziate proprio dal MEF in relazione al progetto che era stato avanzato. Il 20 di questo mese ho convocato una riunione perché abbiamo istituito una cabina di regia nazionale su tutte le ZES in modo tale che possano entrare in sinergia tra loro e soprattutto per agevolare il dialogo e il confronto tra i comitati di indirizzo, le regioni e gli , al quale chiaramente saranno anche invitati - e anche Confindustria - tutti gli altri che potranno dare il loro contributo per avviare immediatamente le ZES.
Ricordo che nelle regioni del Mezzogiorno, tra l'altro, è garantito il 34 per cento degli investimenti della quota ordinaria e sono stati previsti diversi CIS, contratti istituzionali di sviluppo, in modo tale da poter accelerare tante infrastrutture ferme ormai da decenni. Per quanto riguarda alcune infrastrutture che sono in Puglia, in Sicilia e in Calabria, ho già convocato un tavolo con questi CIS in modo tale che, se sarà necessario, applicherò anche il regime sanzionatorio che è previsto, perché è impensabile che la strada ionica in Calabria venga attesa da decenni così come l'alta capacità Napoli-Bari non veda la luce dopo ben otto anni con le risorse già stanziate . Potrei farvi un elenco enorme…
PRESIDENTE. Concluda, Ministro.
BARBARA LEZZI,. …di risorse già stanziate e di infrastrutture drammaticamente ferme che vedono penalizzate le imprese del nostro Mezzogiorno e tutti i cittadini .
PRESIDENTE. La deputata Maria Soave Alemanno, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MARIA SOAVE ALEMANNO(M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta ai nostri quesiti. Esprimo, a nome del gruppo e dei firmatari dell'interrogazione, estrema soddisfazione per quanto da lei relazionato .
PRESIDENTE. Senza commentare…
MARIA SOAVE ALEMANNO(M5S). Il tessuto imprenditoriale del nostro Mezzogiorno ha bisogno di un'attenzione particolare che questo Governo ha dimostrato, sia grazie all'emendamento sulle ZES, approvato con il “decreto semplificazione” che lei poc'anzi citava, sia grazie alle ulteriori misure che metteremo in campo con l'utilizzo dei fondi strutturali europei e del Fondo di coesione. La congiuntura economica attuale non è delle migliori ma alcune zone del sud Italia ricevono commesse importanti dall'estero continuando in questo modo a dimostrare l'eccellenza dell'impresa italiana. L'auspicio, dunque, è quello di proseguire in questa direzione di sostegno e crescita .
PRESIDENTE. La deputata Lucaselli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00516 di cui è cofirmataria.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, dal convegno “Rapporto SUD - Emergenze e opportunità per far ripartire l'Italia dal Mezzogiorno”, che si è tenuto lo scorso 27 settembre a Reggio Calabria, sono emersi dati davvero preoccupanti. Negli ultimi dieci anni l'area del Mezzogiorno, che copre il 40 per cento del territorio nazionale e in cui vive il 35 per cento della popolazione, ha visto ridursi progressivamente la capacità di spesa e di investimento sempre più debole rispetto a quella del centro-nord. Secondo i dati Eurostat del 2016, la rete autostradale del Mezzogiorno si estende per 2.149 chilometri e rappresenta il 31 per cento di quella nazionale.
È una dimensione che, posta in rapporto alla superficie territoriale, appare sensibilmente inferiore a quella necessaria.
Analoga è la situazione della linea ferroviaria. L'Italia nel 2016, sempre secondo i dati Eurostat, dispone di 16.788 chilometri di rete ferroviaria, distribuita per 7.533 chilometri nel nord, 33.457 nel centro e i restanti 5.700 nel Mezzogiorno.
La chiave di volta per poter ribaltare il divario tra Nord e Sud risiede nella competitività da realizzarsi attraverso la progettazione integrata e in grado di valorizzare le risorse di cui quel territorio è ricco…
YLENJA LUCASELLI(FDI). …e in quest'ottica di integrazione chiediamo di capire quali siano le percentuali da destinare alle regioni meridionali affinché queste possano considerare lo sviluppo infrastrutturale.
PRESIDENTE. La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.
BARBARA LEZZI,. Grazie, onorevole, e grazie Presidente. Onorevole, io sono pienamente d'accordo con lei quando parla di competitività delle regioni del Mezzogiorno e proprio per questa ragione, come ho avuto occasione di dirvi nella risposta precedente, ho attivato un monitoraggio continuo sul Fondo sviluppo e coesione che, come ricordo e come saprete tutti, per l'80 per cento è destinato proprio alle regioni del Mezzogiorno.
Sono moltissime le infrastrutture programmate e anche già finanziate ma che purtroppo sono assolutamente ferme.
Il coraggio che fino adesso non c'è stato, cioè quello, come dicevo prima, di mettere in campo anche delle azioni sanzionatorie a carico sia degli enti - RFI, ANAS - sia di tutti coloro che sono responsabili dei ritardi è la chiave di volta che vorrò utilizzare questa volta per cercare di accelerare l'utilizzo di queste risorse.
Qui la scommessa di questo Governo non è dare ulteriori risorse ma spendere quelle che purtroppo giacciono inutilizzate. Sto, infatti, avviando anche un monitoraggio ed eventualmente una riprogrammazione di queste risorse e, nel momento in cui ci dovessero essere delle amministrazioni che per negligenza non vanno avanti, a questo punto non resterà altro che riprogrammarle, magari sullo stesso progetto, ma accelerandone l'attuazione.
Lei parlava del 34 per cento. Io voglio sottolineare che abbiamo rafforzato quella norma che, seppure già in vigore, non era attuata e questa volta verrà prevista la sua attuazione direttamente nel Documento di economia e finanza. Tra l'altro, è anche estesa proprio ad ANAS e RFI, perché abbiamo una particolare attenzione sulle infrastrutture che penalizzano non soltanto la mobilità del singolo e del semplice cittadino, ma soprattutto il trasporto di merci e, quindi, penalizzano moltissimo le nostre imprese; tant'è che con i nuovi fondi che sono stati erogati a carico del Fondo sviluppo e coesione, che sono 4 miliardi nei prossimi cinque anni, ho chiesto a tutte le regioni che stanno istituendo le ZES di indicarmi le infrastrutture serventi rispetto alle ZES, proprio per mettere in campo, qualora non fossero già programmate, delle infrastrutture per agevolare e accelerare, appunto, l'insediamento di nuovi insediamenti produttivi nelle regioni del Mezzogiorno, che si avvantaggeranno anche di una decontribuzione generosa per i nuovi assunti che arriverà al 100 per cento per il prossimo biennio e che, inoltre, potranno anche ottenere parte del reddito di cittadinanza se verrà assunto un eventuale beneficiario.
Quindi, le imprese che vorranno aprire una nuova unità produttiva al Sud avranno per iniziare sicuramente un buon vantaggio, ma quello che è importante è questa fase di accelerazione delle infrastrutture di cui noi tutti sappiamo - e ce lo ripetiamo da anni - che è carente nel Sud, ma finalmente abbiamo messo mano a una struttura, insieme anche a Investitalia che è la cabina di regia sugli investimenti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
BARBARA LEZZI,. Inoltre, voglio sottolineare un altro aspetto. L'Agenzia per la coesione territoriale adesso per norma dovrà stare più accanto agli enti locali nella progettazione. Inoltre, è stata siglata anche la convenzione per l'area di sistema con Invitalia, che sosterrà tutti gli enti locali nella progettazione lì dove mancan