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Giovedì 13 Giugno 2019 ore 09:30
AULA, Seduta 190 - Decreto “sblocca cantieri”, approvazione definitiva
Resoconto stenografico
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Nella seduta pomeridiana la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato) (A.C. 1898?).
XVIII LEGISLATURA
190^ SEDUTA PUBBLICA
Giovedì 13 giugno 2019 - Ore 9,30
Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato). (C. 1898)
Relatori: LUCCHINI e TRAVERSI.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Preavviso di Votazioni Elettroniche
- Sull'ordine dei lavori
- Disegno di legge: S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato) (A.C. 1898) (Seguito della discussione ed approvazione)
- S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato).(C. 1898)
- Ripresa esame - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Deputata PINI Giuditta (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato UNGARO Massimo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato ZARDINI Diego (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LACARRA Marco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BORGHI Enrico (PARTITO DEMOCRATICO)
- Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri CRIMI Vito Claudio
- S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato).(C. 1898)
- La seduta, sospesa alle 10,25, è ripresa alle 10,45
- Disegno di legge: S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato) (A.C. 1898) (Seguito della discussione ed approvazione)
- S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato).(C. 1898)
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Sull'ordine dei lavori
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato).(C. 1898)
- La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 14
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Si riprende la discussione
- S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato).(C. 1898)
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Esame ordini del giorno - A.C. 1898
- Votazione ordine del giorno - A.C. 1898
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1898
- Vice Presidente CARFAGNA Maria Rosaria
- Deputato FUSACCHIA Alessandro (MISTO)
- Deputato TASSO Antonio (MISTO)
- Deputata LORENZIN Beatrice (MISTO)
- Deputato PLANGGER Albrecht (MISTO)
- Deputato LUPI Maurizio (MISTO)
- Deputata MURONI Rossella (LIBERI E UGUALI)
- Deputato BUTTI Alessio (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato CORTELAZZO Piergiorgio (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata BRAGA Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DELRIO Graziano (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata PEZZOPANE Stefania (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato PATASSINI Tullio (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato RICCIARDI Riccardo (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato FATUZZO Carlo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 1898
- S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato).(C. 1898)
- Modifica nella composizione di gruppi parlamentari
- Sui lavori dell'Assemblea
- Interventi di fine seduta
- Vice Presidente CARFAGNA Maria Rosaria
- Deputato FATUZZO Carlo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata OCCHIONERO Giuseppina (LIBERI E UGUALI)
- Deputata FRATE Flora (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata SPADONI Maria Edera (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata BRAGA Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Vice Presidente CARFAGNA Maria Rosaria
- Deputata QUARTAPELLE PROCOPIO Lia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO AMITRANO, legge il processo verbale della seduta del 7 giugno 2019.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Bianchi, Billi, Bitonci, Bond, Borghese, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Castiello, Colletti, Colucci, Corda, Covolo, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Ehm, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Galli, Gallinella, Gallo, Gariglio, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Maggioni, Maniero, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Parolo, Pastorino, Picchi, Rizzo, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Sisto, Stumpo, Tofalo, Vacca, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Signora Presidente, intervengo perché ritengo sia giusto stigmatizzare il comportamento irrispettoso e sabotatore dei lavori di una Commissione di garanzia, com'è la Bicamerale sulla vigilanza RAI di questa mattina. Questa mattina erano all'ordine del giorno le risoluzioni presentate dal PD e dal MoVimento 5 Stelle sul doppio incarico del presidente della RAI, Marcello Foa, nel suo ruolo di presidente di garanzia, previsto dalla legge, e, una successiva nomina, sempre di Foa, di presidente nella società controllata Rai Com, società operativa che si occupa di tutta la distribuzione commerciale dei prodotti RAI, votazione che faceva seguito a diverse riunioni della Commissione in cui, con atteggiamenti dilatori, non si addiveniva a un voto finale, ma questa mattina, come dicevo, la maggioranza ha fatto mancare il numero legale. Non solo è irrituale, ma credo sia anche irrispettoso; pertanto, ritengo sia giusto che anche quest'Aula ne sia messa a conoscenza, e, per il suo tramite, ne venga messo a conoscenza anche il Presidente della Camera. Io credo che ci sia necessità, anche tra di noi, di un minimo di rispetto delle istituzioni e - lo risottolineo - di un ruolo di garanzia di una Commissione, come quella di Vigilanza RAI, che ha ovviamente tra gli argomenti e i temi da tutelare quello della garanzia del pluralismo del servizio pubblico gestito dalla RAI. Credo che questo sia un episodio da stigmatizzare e che necessiti, quindi, anche di un intervento da parte del Presidente della Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Anzaldi. Ne ha facoltà.
MICHELE ANZALDI(PD). Presidente, stamattina, per la seconda volta, alle 8 del mattino si è convocata la Commissione bicamerale di Vigilanza per discutere del secondo incarico di Foa. È una cosa che va avanti dal 16 aprile, un argomento che si discute dal 16 aprile, quando in sede di audizione del Presidente Foa i senatori Primo Di Nicola e Paragone hanno detto pubblicamente che era illegale il doppio incarico di Foa, e da lì poi il PD ha presentato una risoluzione. Da due giorni le agenzie titolano “manca il numero legale”, ma in realtà sia i 5 Stelle che la Lega erano lì, dietro la porta a discutere; non manca il numero legale perché era troppo presto o c'erano degli assenti, non c'era accordo politico. Le forze di maggioranza hanno umiliato le istituzioni, perché due volte di seguito hanno fatto convocare la Commissione ma poi non sono entrati, e non entravano perché non trovavano un accordo. È un calpestare le istituzioni, calpestare i colleghi parlamentari, i funzionari, ma soprattutto giocare con un'azienda che ha un bilancio di 2 miliardi di euro che vengono consegnati con il canone da tutti i cittadini. Io la prego di riferire al Presidente di questo comportamento, che umilia tutti, ma soprattutto gioca con i risparmi e con i soldi degli italiani.
PRESIDENTE. Ovviamente in questo momento la Presidenza non può che prendere atto di ciò che è stato sollevato e chiaramente lo trasmetterò al Presidente della Camera, così come richiesto dai colleghi Fornaro e Anzaldi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1898: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici.
Ricordo che nella seduta di ieri è iniziato lo svolgimento degli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Riprendiamo, quindi, l'esame degli ordini del giorno. La deputata Giuditta Pini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1898/60.
GIUDITTA PINI(PD). Presidente, noi anche oggi stiamo cercando di illustrare gli ordini del giorno su questo decreto perché è l'unica cosa che, come sempre più spesso accade, possiamo fare davanti ai provvedimenti del Governo. Questo, in particolare, è un provvedimento che è arrivato proprio al limite temporale della sua approvazione anche perché la maggioranza ha aspettato che finissero le elezioni europee per poi dopo fare cassa e fare i conti al suo interno, ovviamente attraverso non un dibattito politico, come sarebbe più che normale, ma attraverso una serie di scambi e contro scambi all'interno delle leggi dello Stato: questo ormai è prassi e ne prendiamo atto. All'interno di questo decreto c'è, come in ogni decreto fatto dal Governo gialloverde qualunque cosa. In particolare, in questo caso, come in altri casi, quelli che poi ci rimetteranno di più saranno i lavoratori, in particolare i lavoratori più deboli. Lo dico perché ieri sentivo, durante l'illustrazione da parte dei miei colleghi, quasi uno stupore nel vedere come il Governo non si interessasse della sicurezza dei lavoratori - d'altronde il Governo non si interessa neanche dell'illustrazione degli ordini del giorno, perché chiacchiera, si figuri se gli può interessare la sicurezza dei lavoratori -, ma una delle prime cose che fece il Ministro del lavoro, Di Maio, tutto contento, fu quello di tagliare i premi INAIL, circa mezzo miliardo in tre anni. Lo annunciò tutto contento addirittura con un ma indovinate un po' dove sono stati tagliati questi soldi? Questi soldi sono stati tagliati ai fondi per incentivare la formazione e gli investimenti per la sicurezza sul lavoro. Ovvio, tanto in questo Paese muoiono centinaia di lavoratori ogni anno mentre svolgono il loro lavoro, siamo uno dei peggiori in Europa, quindi qual è la cosa migliore da fare, onorevoli colleghi? Tagliare i fondi e poi dopo vantarsene via . La stessa cosa accadrà attraverso questo decreto, che si chiama in modo furbino “sblocca cantieri”, in realtà ovviamente ci sono una serie di regalie e di prese di posizione politiche che soprattutto una parte di questo Parlamento ha sempre - almeno su questo bisogna dargliene atto - senza vergogna rivendicato. Per esempio, ci sono le gare al massimo ribasso - si aumenta ancora il limite per i casi in cui si possono fare -, e indovinate un po' dove si andrà a risparmiare? Nei materiali e nei contratti dei lavoratori. Si parla, poi, visto che siete abbastanza bravi a fare propaganda, di una pubblicata dal MEF il 30 maggio - ma ieri è tornata in auge, perché lo “sblocca cantieri” è arrivato qua - in cui si dice che finalmente il Governo sblocca le grandi opere e c'è una mappa, fatta molto male, in cui si vedono le opere che teoricamente questo decreto dovrebbe sbloccare, ma sono opere che questo decreto in realtà non sblocca, perché non funziona così, infatti dovrebbe essere il Ministro Toninelli a dirci che cosa vuole fare da grande, visto che fa il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Per queste opere, - questo è molto interessante - il Governo del cambiamento, che ha addirittura creato - giustamente, se vogliamo - un Ministero per il Sud, che ha preso moltissimi voti nel Meridione di questo Paese - dico anche, per carità, meritatamente - fa questa , di cui si vanta e che addirittura viene ricondivisa - va be', insomma, abbiamo capito che avete un problema con i in questo periodo, anche se è strano, però -, in cui vengono indicate otto opere sbloccate al Nord, zero nelle isole e 30 chilometri in Calabria. Questa è esattamente la visione che voi avete del Paese, di come volete questo Paese, e non avete neanche ascoltato le conclusioni finali del Governatore della Banca d'Italia, che ha detto che il 70 per cento delle opere incompiute in questo Paese è nel Meridione, e che nel Meridione ci va solo il 30 per cento soldi.
Anzi adesso voi li avete proprio tolti tutti. Allora, voi vi chiederete: perché, se tu sei di Modena e ti interessi, non sei contenta delle cose? No, perché, prima di tutto, qua noi dovremmo rappresentare il popolo e il Parlamento della Repubblica italiana e, se vogliamo far crescere questo Paese, dovremmo smetterla di fare i regalini ai nostri amichetti, che hanno magari qualche ditta da qualche parte e iniziare a pensare in modo costruttivo al futuro del nostro Paese .
PRESIDENTE. Il deputato Massimo Ungaro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1898/88.
MASSIMO UNGARO(PD). Grazie, Presidente, buongiorno. Come evidenziato dall'ANCI, durante lo svolgimento delle audizioni per questo provvedimento, il più grande cantiere da sbloccare è quello relativo alla ricostruzione a seguito del terremoto che ha afflitto questo Paese negli ultimi anni. Nel provvedimento si introduce una serie di disposizioni finalizzate a prevedere che le istruttorie per il rilascio delle concessioni di contributo e di tutti gli adempimenti conseguenti possano essere curate dai comuni, d'intesa con l'Ufficio speciale per la ricostruzione. Si prevede quindi un passaggio di competenze dagli uffici speciali per la ricostruzione ai comuni. Questa è una scelta che, se pur condivisibile, rischia di rimanere del tutto inattuata, uno strumento vuoto per un limite di impostazione contenuta nel provvedimento. La cessione di funzioni, per diventare davvero operativa, deve sempre essere accompagnata da un robusto passaggio di risorse umane e finanziarie, cose di cui i comuni, soprattutto i comuni piccoli, non dispongono. In questo senso appaiono del tutto inadeguate le disposizioni dell'articolo 22 del provvedimento, che consentono in particolare al commissario straordinario e ai comuni di stipulare ulteriori contratti di lavoro a tempo determinato per gli anni 2019 e 2020 per sole 200 unità. Vede, Presidente, l'attuale Vicepremier Di Maio, nel 2016, durante una visita nei territori colpiti dal sisma, dichiarava. “Il sindaco di Accumoli non ha neanche il segretario generale del comune. è una figura importantissima per verificare la legittimità degli atti e il funzionamento della macchina amministrativa. Nessuno fino ad ora ha dato la disponibilità a ricoprire quel ruolo. C'è qualche segretario comunale che voglia rendersi disponibile per il comune di Accumoli? È urgente. Contattate il sindaco”. Questo fu l'appello postato via dall'allora Vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. Si era appunto recato ad Accumoli ed aveva incontrato il primo cittadino, Stefano Petrucci. E diceva: “In questi giorni, nelle zone colpite dal sisma delle Marche, dell'Umbria e del Lazio, sto conoscendo quelli che da queste parti veramente tirano la carretta. In prima fila, ci sono sicuramente i sindaci, che sono in seria difficoltà con il personale del comune, decimato dal terremoto e ridotto all'osso già da prima”. Una chiara indicazione affinché il Governo dia parere favorevole al mio ordine del giorno, di cui sono appunto primo firmatario. Non lasciate soli i comuni, a cominciare appunto dal comune di Macerata e dai comuni della regione delle Marche, perché rischiate di paralizzare i lavori di ricostruzione con questa disposizione contenuta nel provvedimento. Infatti, in questi ultimi anni, a fronte di una legislazione nazionale che ha talvolta preso in considerazione lo stato dei comuni, vi sono state spesso leggi che invece hanno fortemente messo in discussione le basi stesse della vita amministrativa, sociale ed economica delle piccole realtà più marginali. Nel corso degli ultimi anni, il solco che separa grandi città e comunità locali sembra essersi accentuato sempre di più. Si impone quindi con estrema urgenza il tema della capacità operativa dei comuni, quindi comuni che hanno bisogno appunto di soluzioni complesse e diversificate, ancorate alla cultura del territorio, ma aperte alle innovazioni più ardite, per non ampliare ulteriormente appunto il solco che li separa dalle aree più sviluppate del Paese. Occorre quindi consolidare le realtà locali ed offrire loro strumenti efficaci ed appropriati appunto per uscire dalla crisi e dall'emergenza del terremoto in cui versano e cercando di scongiurare il pericolo di estinzione a cui sono inesorabilmente destinati. Nell'attuale situazione occorre fornire indicazioni chiare, capaci di sollevare da una situazione di precarietà e di continua preoccupazione le popolazioni che vivono nei centri del cratere del terremoto e vanno date risposte certe e concrete a coloro che investono in attività economiche, alle famiglie che vivono ed operano per sostenere un domani sereno per le generazioni future .
PRESIDENTE. Il deputato Diego Zardini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1898/82.
DIEGO ZARDINI(PD). Grazie, Presidente. Preliminarmente, prima di passare all'illustrazione del mio ordine del giorno, io vorrei fare un rispetto anche a come si sono svolti i lavori per l'approvazione di questo decreto. Nella scorsa legislatura, era quasi quotidiana la critica puntuale, precisa, ligia rispetto a come si svolgevano i lavori con la precedente maggioranza: quelli che oggi appunto hanno l'onere del governo del Paese allora erano minoranza e ci accusavano frequentissimamente dell'utilizzo della decretazione d'urgenza e anche dell'apposizione della fiducia per l'approvazione dei decreti. È evidente che mai forse, come in questo caso, ci sia stata una soppressione delle prerogative del Parlamento per la possibilità di intervenire su un provvedimento così importante, tra l'altro con un titolo ambizioso come quello di decreto “sblocca cantieri”. L'apposizione della fiducia, in una condizione così limitante come l'interruzione della discussione generale, l'impossibilità di intervenire anche con il più piccolo degli emendamenti ci costringe ovviamente a intervenire soltanto grazie a questi ordini del giorno. Da questo punto di vista quindi il nostro biasimo è totale rispetto alla possibilità del Governo di andare avanti con queste modalità.
PRESIDENTE. Chiedo di liberare i banchi del Governo, per cortesia. Collega Fatuzzo.
DIEGO ZARDINI(PD). Grazie, Presidente, grazie onorevole collega. Quindi, sostanzialmente questi ordini del giorno ci consentono di entrare anche nel merito di alcune critiche che noi consideriamo assolutamente fondamentali. Per esempio questo “sblocca cantieri” rischia di sbloccare ben poco e rischia sostanzialmente, diciamo così, di intervenire su una delle maggiori critiche rispetto al Governo e alla sua attività, ovvero le divisioni che hanno veramente bloccato i cantieri del Paese; le non scelte di questo Governo hanno bloccato i cantieri di questo Paese, mentre questo decreto rischia di sbloccare l'illegalità (con la sospensione del codice degli appalti, che è stato accusato, come un capro espiatorio, di essere responsabile di una serie di lungaggini, cosa non vera e i dati lo dimostrerebbero, solo se avessimo la volontà di andare a guardarli); questo decreto, in sostanza, crea un vuoto legislativo, crea confusione rispetto agli operatori e quindi rischia di non andare assolutamente nella direzione auspicata. Da questo punto di vista, noi riteniamo che questo sia un grave errore da parte del Governo. Arrivando poi al concreto del mio ordine del giorno, qui si emancipa tutta la falsità delle promesse dei partiti di maggioranza, dei due Vicepremier, del Governo tutto, rispetto a territori che sono stati colpiti duramente alcuni anni fa da terremoti devastanti, nonostante il Governo precedente avesse fatto una serie di interventi sostanzialmente per rilanciare l'economia e per cercare di far ripartire la ricostruzione, che è uno dei punti fondamentali. Questo provvedimento rischia di essere soltanto un involucro vuoto, un involucro vuoto senza norme adeguate che riescano a far ripartire la ricostruzione. Da questo punto di vista, noi riteniamo che anche l'appello dell'ANCI debba essere ascoltato ed è per questo che chiediamo l'approvazione dei nostri ordini del giorno riguardo ai territori terremotati, in particolare, quelli della provincia di Macerata che sono oggetto dell'ordine del giorno che reca la mia prima firma.
Per quanto riguarda l'intervento che io chiedo, la ragione è che la disposizione dell'articolo 22 sostanzialmente comporta maggiori competenze degli uffici speciali per la ricostruzione dei comuni e, se la scelta può essere anche ritenuta condivisibile da parte nostra, come dicevo prima, la norma rischia di essere un involucro vuoto se non si consente a quei comuni di poter aumentare la capacità assunzionale; è per questo che chiediamo l'impegno esplicito del Governo, senza remora alcuna, affinché si possano aumentare le risorse nel prossimo provvedimento utile, per ampliare appunto la capacità assunzionale dei comuni di Pieve Torina, San Ginesio e Sant'Angelo in Pontano, che sono appunto in provincia di Macerata. Per questo chiediamo il voto favorevole su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il deputato Marco Lacarra ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1898/109.
MARCO LACARRA(PD). Grazie, Presidente. Ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto, intitolato con uno ma credo che questo rappresenti forse l'esplicazione peggiore di quella che è stata l'attività del Governo in quest'anno e dimostra il totale asservimento che una forza che compone la maggioranza sta piano piano rappresentando rispetto alla forza che la sta fagocitando, in buona sostanza, alludo al MoVimento 5 Stelle.
E questo provvedimento ne è l'esemplificazione più chiara, perché tutti i principi fondanti del MoVimento 5 Stelle vengono calpestati in modo brutale: addio alla legalità e alla trasparenza. La famosa scatoletta di tonno che sarebbe stata aperta in questo Parlamento va a farsi benedire; e lo dico a ragion veduta quando si parte dal primo articolo del provvedimento che addirittura introduce un principio di legislazione creativa, perché parlare di un provvedimento a prova, perché di questo si parla, è veramente un principio giuridico che è ai limiti del surreale e del grottesco. Si dice, infatti, a un certo punto all'articolo 1 “a titolo sperimentale” alcune norme del codice degli appalti, cioè di una struttura normativa che è fondamentale per garantire legalità e trasparenza, vengono sospese “a titolo sperimentale”. Ma che cosa vuol dire? Vuol dire che si fanno le leggi a prova? Se vanno bene, le teniamo e, se non vanno bene, poi le abroghiamo? Credo che mai nella storia di questo Parlamento si sia assistito a una simile abnormità e il contenuto del provvedimento non fa che essere coerente con lo stravolgimento dei principi a cui facevo riferimento innanzi.
Un anno fa in quest'Aula si discuteva della delicata questione del Palagiustizia di Bari e quando, da questi banchi, fu fatta la proposta di immaginare la nomina di un commissario che potesse rapidamente trovare una soluzione con poteri straordinari, vista l'eccezionalità della situazione, ebbene ci fu una ferma risposta del Ministro Bonafede che disse: no, assolutamente, noi non siamo disponibili a spendere soldi pubblici per i commissari, per cui è finita l'epoca dei commissari che girano l'Italia per risolvere i problemi. Ebbene, voi state introducendo una norma che, invece, stabilisce che il commissario è un organismo che viene nominato, per così dire, con una tale ordinarietà che offende tutti i principi che tutti noi siamo stati abituati ad osservare finora. Di fatto, state introducendo la possibilità che, per ciascuna opera pubblica, ci sia una gestione peraltro demandata al Ministro dell'Interno, quindi a una delle due forze di maggioranza e questo non fa che confermare quanto dicevo innanzi in ordine al totale asservimento che ormai il MoVimento 5 Stelle ha nei confronti della Lega.
Uno dei principi introdotti è l'aggiudicazione al massimo ribasso: ma voi sapete che cosa vuol dire aggiudicare una gara sulla base della più bassa offerta presentata? Significa che in un contesto economico di grave difficoltà per le imprese, come quello che stiamo vivendo, un'offerta al massimo ribasso – e ciò ve lo posso dire dall'alto della mia esperienza di amministratore locale, ed è la ragione per cui noi evidenziamo il dato dell'approdo in Parlamento senza aver affrontato le difficoltà tipiche che vive un amministratore locale ogni giorno nell'amministrare la propria città - significa che le imprese, che ovviamente sono ormai con l'acqua alla gola, che presentano un'offerta soprattutto per aggiudicarsi l'opera e per poter accedere, attraverso l'aggiudicazione, anche al credito bancario finiranno per avviare l'opera per poi, a un certo punto, interromperla, perché non saranno in grado di far fronte, con il prezzo che hanno offerto, all'esecuzione dell'opera e troveranno l' tipico, che viene utilizzato in questi casi, ossia la presentazione delle riserve e, quindi, l'utilizzo dello strumento della perizia di variante. Ciò significherà bloccare l'opera e significherà soprattutto fare sì che le imprese risparmino, attraverso l'offerta che fanno,…
PRESIDENTE. Concluda.
MARCO LACARRA(PD). …un po' sulla materia prima, sul materiale utilizzato, ma soprattutto sulle maestranze. È questa, quindi, la ragione per cui noi abbiamo presentato questo ordine del giorno, vale a dire per fare in modo che almeno le maestranze siano tutelate attraverso l'applicazione dei contratti collettivi perché, altrimenti, queste ci rimetteranno dall'applicazione del provvedimento, quei lavoratori…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
MARCO LACARRA(PD). …che voi dite di difendere e per i quali, invece, non ci sarà possibilità di difesa con questo strumento normativo.
PRESIDENTE. Il deputato Enrico Borghi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1898/97.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, signora Presidente. Con l'ordine del giorno n. 9/1898/97 da me presentato intendiamo sollevare un tema contenuto all'interno della normativa in esame che riteniamo debba essere ulteriormente ripreso con riferimento in particolare ad alcune questioni che riguardano i collegamenti internazionali del nostro Paese. Ci riferiamo al tema del commissariamento e alla esigenza che, nel momento in cui la Camera ha espresso un voto di fiducia e quindi si accinge a varare una normativa che, come abbiamo avuto modo di esprimere in diversi interventi, non ci convince, non riteniamo sia adeguata, va in una logica di deroga che alla fine non consente neanche la possibilità di realizzare gli interventi, perché immaginare…
PRESIDENTE. Chiedo di liberare i banchi del Governo, collega Cunial.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, signora Presidente.
PRESIDENTE. Collega, Cunial. Le chiedo di liberare i banchi del Governo.
ENRICO BORGHI(PD). Capisco che oggi è una giornata difficile per il sottosegretario Crimi…
PRESIDENTE. Prego, collega, prego.
ENRICO BORGHI(PD). …ma dovrebbe avere la pazienza di ascoltare, grazie. Naturalmente…. Va beh, se il Governo intende anche…
PRESIDENTE. Chiaramente è il deputato che viene richiamato ovviamente, visto che si è avvicinato al sottosegretario.
ENRICO BORGHI(PD). …sindacare l'operato anche della Presidenza…
PRESIDENTE. Collega, vada avanti.
ENRICO BORGHI(PD). …possiamo anche sospendere i nostri lavori, ci interrompiamo.
PRESIDENTE. Collega, vada avanti e non si preoccupi. Vada avanti… nessuno… vada avanti.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, posso recuperare il mio tempo, immagino? Grazie. Dicevo che c'è un elemento che non funziona all'interno della normativa, cioè il fatto che si dispone un generico commissariamento in totale deroga a tutte le normative per non meglio precisati interventi di carattere infrastrutturale. In questo modo, cioè, il Parlamento sta dando una sorta di delega in bianco al Ministro il quale disporrà - non si capisce bene sulla base di quali criteri, di quali indirizzi, di quali priorità - il commissariamento, cioè l'espropriazione delle competenze delle autorità competenti per la realizzazione di una serie di infrastrutture. Il commissario avrà il potere di deroga di tutte le normative esistenti. Possiamo facilmente immaginare quale possa essere il groviglio di carattere amministrativo, interpretativo e probabilmente, possibilmente anche di carattere penale, che una normativa oggettivamente criminogena come questa innesca ma tant'è: è una scelta che avete fatto e da domani, se il provvedimento tra pochi minuti diventerà legge, il prode Ministro Toninelli avrà il potere di commissariare il Paese dalle Alpi alle Piramidi o quasi. Detto tutto questo, occorre comunque stabilire una serie di principi ai quali informare la normativa perché altrimenti rischiamo di vedere il commissariamento per la realizzazione della circonvallazione del paesino di Roccacannuccia e non vedere magari l'accelerazione dei provvedimenti per quanto riguarda opere di una certa rilevanza. L'ordine del giorno in esame fa emergere un tema di carattere generale all'interno del quale vi sono due elementi di una certa particolarità ma che impongono l'esigenza di un'accelerazione. Il primo è il tema di stabilire che i collegamenti internazionali del nostro Paese abbiano una priorità, perché abbiamo l'esigenza di recuperare un infrastrutturale nei confronti dei Paesi con noi confinanti; abbiamo già stanziato nelle pieghe dei bilanci dell'Anas risorse importanti ma non sono ancora stati attivati e, nel caso specifico, l'ordine del giorno richiama due aspetti in particolare, che sono la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza della strada statale 34 del Lago Maggiore e la realizzazione delle opere di allargamento e di completamento viario della strada statale 337 della Val Vigezzo, nel tratto compreso tra il comune di Re e Ponte Ribellasca, opere che sono già state finanziate e per le quali l'Anas sta traccheggiando, per le quali vi è già un accordo di programma.
PRESIDENTE. Concluda.
ENRICO BORGHI(PD). Noi chiediamo - concludo, signor Presidente - con questo ordine del giorno, vedo che non mi ha fatto recuperare il tempo, prendo atto…
PRESIDENTE. Sì, collega, abbiamo stoppato il timer.
ENRICO BORGHI(PD). Prendo atto: ho il timer anch'io qui.
PRESIDENTE. Ha dieci secondi.
ENRICO BORGHI(PD). Dieci secondi. Noi chiediamo con questo ordine del giorno che l'Aula impegni formalmente il Governo nella direzione che ho esposto
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 9/1898/123 il deputato Emanuele Fiano, che, se non è presente in Aula, si intende che vi abbia rinunciato. Sono così esauriti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/1 Cunial, parere favorevole, mentre sui successivi ordini del giorno n. 9/1898/2 Occhionero, n. 9/1898/3 Fornaro e n. 9/1898/4 Muroni, parere favorevole, se riformulato nel senso di inserire le parole: “a valutare l'opportunità di introdurre, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/5 Federico Conte, parere favorevole a condizione che, prima della parola: “prevedere”, siano inserite le parole: “valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/6 Epifani, parere favorevole, se riformulato nel modo seguente: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l'istituzione di un Fondo”, sopprimendo le parole delle ultime tre righe da: “destinando” fino alle parole: “del Fondo stesso”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/7 Pastorino, parere favorevole, condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità che, per gli interventi infrastrutturali (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/8 Fratoianni, parere favorevole, condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità di”, prima della parola: “autorizzare”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/9 Speranza, parere favorevole, condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità di”, prima della parola: “adottare”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/10 Stumpo, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1898/11 Rostan, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/12 Fassina, parere favorevole, condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità di”, prima della parola: “assumere”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/13 Palazzotto, parere favorevole, se riformulato nel senso di premettere le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/14 Saltamartini, parere favorevole.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/1898/15 Cenni è inammissibile.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/16 Plangger, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/17 Tombolato, parere favorevole, condizionato all'introduzione delle parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”, dopo le parole: “a valutare l'opportunità”. Sugli ordini del giorno n. 9/1898/18 Bubisutti, n. 9/1898/19 Raffaelli, n. 9/1898/20 Lucchini e n. 9/1898/21 Marchetti, parere favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/1898/22 Valbusa e n. 9/1898/23 Piastra, parere favorevole, se riformulato nel senso di premettere le parole: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/1898/24 Badole risulta ritirato.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Sugli ordini del giorno n. 9/1898/25 Parolo, n. 9/1898/26 Cavandoli, n. 9/1898/27 Giarrizzo, n. 9/1898/28 Giuliodori, n. 9/1898/29 Lapia e n. 9/1898/30 Liuzzi, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/31 Alberto Manca, parere favorevole, se riformulato premettendo le seguenti parole: “nell'ambito della ridefinizione dell'ordinamento e dei compiti della componente volontaria del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a valutare l'opportunità di rendere operative le sedi citate in premessa”. Il resto rimane identico.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/32 Martinciglio, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/33 Paxia, parere favorevole, se riformulato nel senso di introdurre, dopo le parole: “a valutare l'opportunità”, le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1898/34 Perantoni risulta ritirato.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/35 Terzoni, parere favorevole, se riformulato nel senso di espungere le parole: “a valutare l'opportunità”, sostituendole con le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1898/36 Tripodi, n. 9/1898/37 Zolezzi, n. 9/1898/38 Barbuto, n. 9/1898/39 Bella e n. 9/1898/40 Ciprini, parere favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1898/41 D'Uva risulta ritirato.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Sugli ordini del giorno n. 9/1898/42 Ilaria Fontana e n. 9/1898/43 Gallinella, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/44 Rospi, parere favorevole, se riformulato nel senso di premettere a tutti gli impegni: “a valutare l'opportunità di assumere iniziative normative volte a (…):” e, poi, i quattro impegni.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/45 Boschi, parere favorevole, se riformulato nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di aumentare le risorse (…)”. Il resto rimane invariato, a parte la seguente correzione: “del comune di Teramo” e non “dei comuni di Teramo”: probabilmente, nel fare gli ordini del giorni seriali è scappata una “i” e qualcuno se ne è dimenticato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/46 De Maria, parere favorevole, se riformulato nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di aumentare le risorse (…)”. Il resto è invariato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/47 Fassino, parere favorevole, se riformulato nel senso di premettere le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di aumentare le risorse (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/48 Franceschini, parere favorevole, se riformulato nel senso di premettere le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di aumentare le risorse (…)”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1898/49 Marattin, n. 9/1898/50 Madia, n. 9/1898/51 Orfini, parere favorevole, se riformulati nel senso di premettere le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica di (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/52 Martina, parere favorevole, se riformulato nel senso di inserire, prima della parola: “aumentare”, le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/53 Benamati, parere favorevole, se riformulato nel senso di premettere le parole: “a valutare l'opportunità di prevedere”.
Sull'ordine del giorno De Micheli n. 9/1898/54, il parere favorevole è condizionato a questa riformulazione: “impegna il Governo ad assicurare che la ricostruzione in Emilia-Romagna venga completata”, e qui rimane invariato, aggiungendo: “dalle strutture preposte,” rimane invariato; devono essere espunte le parole: “senza disperdere il patrimonio professionale acquisito in questi anni”.
Sull'ordine del giorno Vazio n. 9/1898/55, parere favorevole condizionato a premettere le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Siani n. 9/1898/56, parere favorevole condizionato a premettere le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce? Colleghi!
VITO CLAUDIO CRIMI,. Sull'ordine del giorno Topo n. 9/1898/57, parere favorevole condizionato al premettere le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Incerti n. 9/1898/58, parere favorevole condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima del testo dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Pagani n. 9/1898/59, parere favorevole condizionato a che siano inserite le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Pini n. 9/1898/60, parere favorevole condizionato a che siano introdotte prima dell'impegno le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Rizzo Nervo n. 9/1898/61, parere favorevole condizionato a che siano inserite le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Campana n. 9/1898/62, parere favorevole condizionato alla riformulazione: introdurre prima dell'impegno le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Mancini n. 9/1898/63, anche in questo caso parere favorevole condizionato alla riformulazione: prima dell'impegno introdurre le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Mor n. 9/1898/64, il parere è favorevole a condizione che siano introdotte prima dell'impegno le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Noja n. 9/1898/65, anche in questo caso, Presidente, il parere è favorevole, condizionato ad una riformulazione: prima dell'impegno introdurre le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Colleghi, però facciamo veramente fatica ad ascoltare i pareri: vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi! Colleghi!
VITO CLAUDIO CRIMI,. Sull'ordine del giorno Del Barba n. 9/1898/66, parere favorevole, condizionato ad una riformulazione: prima dell'impegno introdurre le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Colaninno n. 9/1898/67, il parere favorevole è condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Bonomo n. 9/1898/68, il parere è favorevole, condizionato alla riformulazione: prima dell'impegno introdurre le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Portas n. 9/1898/69, il parere favorevole è condizionato alla riformulazione: introdurre prima dell'impegno le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Ubaldo Pagano n. 9/1898/70, parere favorevole condizionato alla riformulazione: introdurre prima dell'impegno le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Gavino Manca n. 9/1898/71, parere favorevole condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Frailis n. 9/1898/72, parere favorevole condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Ordine del giorno Osnato n. 9/1898/73, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno Prisco n. 9/1898/74, parere favorevole condizionato alla riformulazione: dopo le parole “a valutare l'opportunità” introdurre le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”
Ordine del giorno Rizzetto n. 9/1898/75, parere favorevole. Ordine del giorno Silvestroni n. 9/1898/76, parere favorevole. Ordine del giorno Trancassini n. 9/1898/77, parere favorevole. Ordine del giorno Varchi n. 9/1898/78, parere favorevole. Ordine del giorno Ciaburro n. 9/1898/79, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno Cardinale n. 9/1898/80, parere favorevole condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Nardi n. 9/1898/81, parere favorevole con l'introduzione delle parole: “a valutare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Zardini n. 9/1898/82, parere favorevole a condizione che sia riformulato: prima dell'impegno introdurre le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Carè n. 9/1898/83, parere favorevole condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Navarra n. 9/1898/84, parere favorevole condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Dal Moro n. n. 9/1898/85, il parere è favorevole a condizione che sia riformulato: prima dell'impegno introdurre le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Melilli n. 9/1898/86, il parere può essere favorevole se il presentatore accetta la riformulazione seguente: prima dell'impegno introdurre le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno Schirò n. 9/1898/87, anche in questo caso il parere è favorevole, a condizione che il presentatore accetti la riformulazione che preveda l'introduzione delle parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno Ungaro n. 9/1898/88, parere favorevole a condizione che il presentatore accetti la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” introdotta prima dell'impegno.
Ordine del giorno Paita n. 9/1898/89. Questo è un parere favorevole condizionato ad una riformulazione un po' più complessa, Presidente: “impegna il Governo ad attivarsi nei confronti del commissario straordinario affinché valuti l'opportunità di individuare, nell'ambito dei poteri ad esso attribuiti, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, misure di sostegno in favore dei cittadini”, e il resto invariato.
Sull'ordine del giorno Bruno Bossio n. n. 9/1898/90, parere favorevole condizionato all'introduzione, dopo la parola “velocizzare”, di “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”; e prima dell'impegno, introdurre le parole “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno Rotta n. 9/1898/91, invito al ritiro o parere contrario.
Sull'ordine del giorno Raciti n. 9/1898/92, il parere è favorevole a condizione che il presentatore accolga la richiesta di riformulazione con l'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di istituire”, ed il resto invariato.
Sull'ordine del giorno Pizzetti n. 9/1898/93, parere favorevole condizionato alla riformulazione seguente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/94 Fragomeli il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/95 Losacco il parere è favorevole, condizionato a che siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/96 Anzaldi, il parere favorevole, condizionato all'introduzione delle parole “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/97 Enrico Borghi il parere favorevole, a condizione che siano introdotte le parole “a valutare l'opportunità di” prima dell'impegno.
Sugli ordini del giorno nn. 9/1898/98 Pellicani e 9/1898/99 Gariglio c'è un invito al ritiro o parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/100 Pezzopane, il parere favorevole, a condizione della seguente riformulazione: al primo impegno “impegna il Governo a procedere alla ricostituzione” - anziché restituzione - “delle risorse del Fondo per la ricostruzione materiale che il DL in esame ha dirottato verso la ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 2018”; al secondo impegno, espungere le parole “a prevedere misure di”, quindi “a potenziare il personale dei comuni ricadenti nei territori colpiti dal sisma e armonizzare i trattamenti salariali ed accessori”; al terzo impegno, espungere le parole da “ad aprire un tavolo” fino alle parole “al fine di”, e introdurre le seguenti: “ad adottare ogni iniziativa utile volta alla stabilizzazione del personale impegnato nella ricostruzione del terremoto del 2009 secondo le norme vigenti”; al quarto impegno, sostituire le prime parole con “ad attivarsi presso la Commissione europea affinché per i beneficiari delle misure (…) e poi il testo rimane invariato; sull'ultimo impegno, il parere è favorevole senza alcuna riformulazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/101 Morgoni il parere favorevole è condizionato a una riformulazione un po' più complessa: inserire, in premessa dell'impegno, le parole: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica:” e poi, a seguire, i primi tre impegni rimangono invariati; il quarto impegno: “ad attivarsi presso la Commissione europea affinché per i beneficiari delle misure (…)” eccetera, eccetera, e dopo le parole “24 agosto 2015” introdurre le parole: “avvenga limitatamente al riconoscimento della franchigia”; l'impegno successivo: “ad assumere ogni iniziativa utile al fine di garantire l'obbligo (…)” e il resto invariato; l'impegno successivo: parere favorevole senza riformulazione; il successivo: “ad assumere ogni iniziativa utile volta ad incrementare le risorse a favore della riduzione dei contributi previdenziali e assistenziali (…)” fino alla fine; il successivo: “a valutare l'opportunità di istituire un Fondo per lo sviluppo (…)”; il successivo: “a valutare l'opportunità di prevedere l'affidamento a società in (…)”; il successivo: dopo le parole “ad intervenire” introdurre le parole “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”; il successivo: premettere le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”; e l'ultimo: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/102 D'Alessandro il parere è favorevole, condizionato a che siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/103 Carnevali il parere è favorevole, anche se il tema è già stato affrontato nel decreto Calabria.
Sugli ordini del giorno nn. 9/1898/104 De Menech, 9/1898/105 Serracchiani, 9/1898/106 Gribaudo, 9/1898/107 Carla Cantone, 9/1898/108 Mura, 9/1898/109 Lacarra, 9/1898/110 Viscomi, 9/1898/111 Zan e 9/1898/112 Lepri, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1898/113 Scalfarotto è inammissibile.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Presidente, io le chiedo la possibilità di avere una sospensione di dieci minuti per definire gli ulteriori pareri, se è possibile.
PRESIDENTE. D'accordo. A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,40.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Chiedo al sottosegretario Crimi se è possibile riprendere con i pareri. Eravamo all'ordine del girono n. 9/1898/114 Quartapelle Procopio.
VITO CLAUDIO CRIMI,.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/114 Quartapelle Procopio, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/115 Ascani il parere è favorevole, condizionato all'introduzione delle parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”, dopo: “altresì”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/116 Piccoli Nardelli il parere è favorevole, condizionato all'introduzione prima dell'impegno delle parole: “a valutare l'opportunità compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/117 Di Giorgi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/118 Ciampi il parere è favorevole condizionato all'introduzione delle parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/119 Rossi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/120 Prestipino il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/121 Rosato il parere è favorevole se condizionato all'introduzione, dopo la parola: “corpo”, delle seguenti parole: “ove l'analisi del rischio ne rilevi la necessità, nelle aree a forte rischio di dissesto idrogeologico”. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/122 Migliore il parere è favorevole a condizione che dopo la parola: “corpo”, sia introdotto: “ove l'analisi del rischio ne rilevi la necessità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/123 Fiano il parere è favorevole, condizionato all'introduzione, dopo la parola: “corpo”, delle parole: “ove l'analisi del rischio ne rilevi la necessità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/124 Di Maio Marco il parere è favorevole, condizionato all'introduzione, dopo la parola: “corpo”, delle parole: “ove l'analisi del rischio ne rilevi la necessità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/125 Ceccanti il parere è favorevole, condizionato all'introduzione, dopo la parola: “corpo”, delle parole: “ove l'analisi del rischio ne rilevi la necessità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/126 Giorgis il parere è favorevole, condizionato all'introduzione, dopo la parola: “corpo”, delle parole: “ove l'analisi del rischio ne rilevi la necessità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/127 Pollastrini il parere è favorevole, condizionato all'introduzione, dopo la parola: “corpo”, delle parole: “ove l'analisi del rischio ne rilevi la necessità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/128 Librandi il parere è favorevole, condizionato all'introduzione, dopo la parola: “corpo”, delle parole: “ove l'analisi del rischio ne rilevi la necessità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/129 Buratti, identico all'ordine del giorno n. 9/1898/165 Fidanza, il parere è favorevole, a condizione che siano espunte le parole da: “al fine”, fino alla fine del periodo. Quindi che si fermi alle parole: “articolo 26”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/130 Braga il parere è favorevole, condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/131 Del Basso De Caro il parere è favorevole, condizionato all'introduzione, dopo: “impegna il Governo”, delle parole: “a valutare l'opportunità di:” e poi, a seguire, gli impegni.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/132 Orlando il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/133 Gadda, il parere è favorevole, condizionato all'introduzione delle parole: “a valutare l'opportunità di”, prima dell'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/134 De Filippo, il parere è favorevole a condizione che prima di: “intervenire tempestivamente”, siano introdotte le parole: “a valutare l'opportunità di”, per poi proseguire con: “intervenire tempestivamente nel caso in cui (…)”
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/135 Critelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/136 Miceli il parere è contrario su tutte le premesse ed è favorevole all'impegno, a condizione che siano espunte le parole: “anche normative”.
PRESIDENTE. Quindi è una riformulazione nel senso di espungere le premesse…
VITO CLAUDIO CRIMI,. Espungere tutte le premesse, lasciare solo l'impegno: “nell'ambito delle sue proprie prerogative ad adottare tutte le necessarie iniziative e misure, al fine di evitare (…)”, e così via.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/137 Bazoli il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/138 Verini il parere è favorevole, a condizione che siano espunte le premesse e siano tolte nell'impegno le parole: “anche normative” e siano espunte le parole, nelle ultime due righe, da: “ripristinando”, fino a: “gara”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/139 De Luca, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Collega Borghi, siamo nella fase dei pareri… Non ha sentito? Richiede il parere di quale ordine del giorno? Bene, sottosegretario Crimi, se riesce a ripetere il parere dell'ordine del giorno n. 9/1898/137 Bazoli... a noi risulta favorevole.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Sì, sull'ordine del giorno n. 9/1898/137 Bazoli, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/140 Bordo il parere è favorevole, a condizione che siano espunte le parole da: “al fine”, fino al termine dell'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/141 Annibali, il parere è favorevole a condizione che siano espunte le parole da: “al fine”, fino a: “progettazione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/142 Mauri, il parere è favorevole a condizione che siano espunte le parole da: “al fine”, fino alla fine dell'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/143 Morassut, il parere è favorevole, a condizione che siano espunte le parole da: “al fine”, fino alla fine dell'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/144 Berlinghieri, il parere è favorevole a condizione che siano espunte le parole da: “al fine”, fino alla fine dell'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/145 Sensi, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/146 Moretto, il parere è accoglibile come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/147 Spena il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/148 Fatuzzo il parere è favorevole Sull'ordine del giorno n. 9/1898/149 Mulè, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/150 Sozzani, il parere è favorevole, a condizione che siano espunte le parole da: “al fine” fino alla fine.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1898/151 Cortelazzo risulta inammissibile.
Ordine del giorno n. 9/1898/152 Ruffino ed altri.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Parere favorevole condizionato a che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica di”.
Ordine del giorno n. 9/1898/153 Elvira Savino: parere Favorevole, a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità compatibilmente con i vincoli europei di”.
Ordine del giorno n. 9/1898/154 Gelmini: parere favorevole condizionato a che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di assumere iniziative volte a sostenere le imprese” eccetera.
Ordine del giorno n. 9/1898/155 Giacometto: parere favorevole a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità” e che siano espunte le parole da: “utilizzando” fino alla fine.
Ordine del giorno n. 9/1898/156 Mazzetti: parere favorevole a condizione che siano espunte le parole da: “anche al fine” fino al termine.
Ordine del giorno n. 9/1898/157 Gagliardi: parere favorevole a condizione che sia premesso: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/1898/158 Mandelli: parere favorevole a condizione che siano introdotte le parole, dopo “a valutare l'opportunità”: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/1898/159 Siracusano: invito al ritiro o parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/1898/160 Marrocco: parere favorevole condizionato alla premissione delle parole: “a valutare l'opportunità compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/1898/161 Battilocchio: parere favorevole se premesse le parole: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/1898/162 Acquaroli: parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/1898/163 Butti: parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/1898/164 Caretta: Presidente, il parere è favorevole alla condizione che sia riformulato nel seguente modo: “a valutare l'opportunità di estendere le misure previste dalle lettere e del comma 2 dell'articolo 11- del decreto-legge n. 135 del 2018 anche ai figli delle vittime decedute a causa degli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016 nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria”.
PRESIDENTE. Poi, c'è l'ordine del giorno n. 9/1898/165 Fidanza, che è identico all'ordine del giorno n. 9/1898/129 Buratti.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Parere favorevole a condizione che siano espunte le parole da: “al fine” fino alla fine dell'impegno.
Ordine del giorno n. 9/1898/166 Foti: parere favorevole a condizione che siano espunte le parole da: “al fine” fino alla fine.
Ordine del giorno n. 9/1898/167 Gemmato: parere favorevole condizionato all'introduzione delle parole, dopo “a valutare l'opportunità”: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1898/168 Lollobrigida risulta ritirato.
Ordine del giorno n. 9/1898/169 Mollicone.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Parere favorevole, a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/1898/170 Morani: parere favorevole, a condizione che nel primo impegno siano espunte le parole da: “al fine” fino al termine del periodo e che nel secondo impegno ci si fermi a: “ricorso ad interventi emergenziali.” e che la parte successiva sia espunta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA(FI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Io voglio evidenziare una questione di competenza della Commissione giustizia. Il 20 giugno è calendarizzato per l'Aula un provvedimento in quota opposizione in materia di ingiusta detenzione. Ebbene, era prevista per la giornata di oggi la votazione degli emendamenti, per poi trasferire il testo alle altre Commissioni e dare il mandato al relatore. La Commissione questo punto lo ha cancellato dall'ordine del giorno con la motivazione che oggi il Governo non sarebbe disponibile ad essere presente in Commissione.
Quindi, tutto è stato rinviato a martedì e martedì, ovviamente, saremo a due giorni dalla fissazione del provvedimento in Aula. Io penso che la Presidenza della Camera debba farsi interprete del disagio di fronte all'assenza del Governo, anticipata, tra l'altro, il giorno prima, cosa mai successa in questo anno e mezzo di lavori della Commissione e, guarda caso, capita in vista di un provvedimento in quota opposizione.
Ecco, non vorremmo semplicemente che questa fosse l'anticamera per uno slittamento del provvedimento la cui discussione sulle linee generali in quest'Aula è già prevista per il 20 giugno.
PRESIDENTE. Collega, ovviamente trasmetterò la sua segnalazione al Presidente della Camera.
Ordine del giorno n. 9/1898/1 Cunial, favorevole.
Ordini del giorno n. 9/1898/2 Occhionero, n. 9/1898/3 Fornaro, n. 9/1898/4 Muroni, n. 9/1898/5 Federico Conte, n. 9/1898/6 Epifani, n. 9/1898/7 Pastorino, 9/1898/8 Fratoianni e n. 9/1898/9 Speranza, parere favorevole con riformulazione; prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.
Ordine del giorno n. 9/1898/10 Stumpo, contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Muroni. Ne ha facoltà.
ROSSELLA MURONI(LEU). Grazie, Presidente. In questo ordine del giorno noi vi chiediamo una cosa molto semplice, direi elementare, viste le mostruosità contenute in questo decreto-legge. Vi chiediamo di verificare in tempi rapidi e di riferire alle Camere l'andamento degli effetti del decreto…
PRESIDENTE. Scusi, collega. Colleghi, c'è una collega che sta intervenendo; vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi! Prego.
ROSSELLA MURONI(LEU). Dicevo, Presidente, che si cerca di riportare il ruolo delle Camere e del Parlamento con un ordine del giorno che chiede al Governo semplicemente di anticipare i tempi della verifica degli effetti di questo decreto così controverso e così dannoso (e abbiamo avuto modo di spiegarlo in mille modi).
Stamattina su in un articolo di Giorgio Santilli, si svela anche perché c'è timore di verificare fino in fondo gli effetti anche immediati di questo decreto. In realtà, questo è un decreto ingestibile: lo “sblocca cantieri” non solo non sbloccherà i cantieri ma complicherà ancora di più la macchina burocratica e organizzativa dello Stato e forse sarà necessario poi fare un decreto per sbloccare lo “sblocca cantieri”. Si è calcolato che servono 18 decreti attuativi che il Ministro Toninelli dovrebbe emanare rapidamente per dare seguito alle decisioni presenti nel decreto “sblocca cantieri”.
Abbiamo visto l'operatività del MIT in questi mesi e abbiamo visto anche - io credo - la mancanza di autorevolezza e di coerenza del Ministro Toninelli, quindi siamo molto preoccupati perché, non solo nel merito questo è un decreto dannoso ma anche nel metodo, nei tempi e nella gestione questo è un decreto assolutamente ingestibile per la macchina dello Stato. Quindi, non solo torniamo indietro rispetto alle regole, alla legalità e alla trasparenza, ma si torna indietro anche rispetto all'operatività.
In Commissione è stato detto di sbloccare le firme e, quindi, di dare avvio ai lavori più rapidamente, ma avete totalmente fallito l'obiettivo - e questo ve l'abbiamo già spiegato - e state anche peggiorando la situazione rispetto all'assetto attuale ed è per questo che temete di venire a riferire in Aula gli effetti controversi di questo decreto in maniera rapida .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/10 Stumpo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/11 Rostan il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/12 Fassina il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/13 Palazzotto il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/14 Saltamartini il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/16 Plangger il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/17 Tombolato il parere è favorevole con riformulazione: va bene.
Sugli ordini del giorno n. 9/1898/18 Bubisutti, n. 9/1898/19 Raffaelli, n. 9/1898/20 Lucchini e n. 9/1898/21 Marchetti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/22 Valbusa il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/23 Piastra il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sugli ordini del giorno n. 9/1898/25 Parolo, n. 9/1898/26 Cavandoli, n. 9/1898/27 Giarrizzo, n. 9/1898/28 Giuliodori, n. 9/1898/29 Lapia e n. 9/1898/30 Liuzzi il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/31 Alberto Manca il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/32 Martinciglio il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/33 Paxia il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1898/35 Terzoni il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sugli ordini del giorno n. 9/1898/36 Elisa Tripodi, n. 9/1898/37 Zolezzi, n. 9/1898/38 Barbuto, n. 9/1898/39 Bella, n. 9/1898/40 Ciprini, n. 9/1898/42 Ilaria Fontana e n. 9/1898/43 Gallinella il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/44 Rospi il parere è favorevole con riformulazione: va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/45 Boschi il parere è favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(PD). Grazie, Presidente. Non accettiamo la riformulazione perché con questo ordine del giorno chiedevamo un impegno molto semplice al Governo: innanzitutto, di ricordarsi che esistono ancora delle popolazioni che sono state duramente colpite dal terremoto del Centro Italia e che sono state completamente dimenticate da questo Governo, così come è stato completamente abbandonato il tema della ricostruzione. In questo provvedimento si sono date, come al solito, piccole e parziali risposte, compresa quella di estendere la possibilità di affidare direttamente ai comuni, anziché agli uffici speciali per la ricostruzione, la possibilità di svolgere alcuni adempimenti perché possano arrivare i contributi ai soggetti che ne hanno diritto per la ricostruzione privata.
Noi, però, crediamo, pur condividendo la responsabilità in capo ai comuni, che i comuni debbano essere dotati anche di risorse e, soprattutto, di personale sufficiente ad affrontare questi nuovi impegni e questi nuovi adempimenti. Riteniamo, quindi, che l'impegno del Governo in termini di risorse sia del tutto insufficiente; ma, del resto, è insufficiente l'impegno del Governo fin dall'inizio del suo mandato su tutto il tema del terremoto, purtroppo.
E lo diciamo davvero con amarezza, dopo aver visto molte vetrine e sfilate di esponenti della Lega e del MoVimento 5 Stelle in campagna elettorale nelle zone colpite dal terremoto, salvo poi essersene completamente dimenticati dal giorno dopo; e non lo diciamo soltanto noi, lo dicono soprattutto gli abitanti di quei territori, che non mancano di levare la propria voce di protesta anche fuori da questi palazzi. Ma, del resto, è l'abitudine di questo Governo quella di fare provvedimenti a costo zero, non mettere risorse su niente: non le mettono sul terremoto, ma non le mettono, in generale, in un provvedimento, questo dello “sblocca cantieri”, che dovrebbe, insieme al decreto-legge “crescita” che stiamo discutendo in Commissione, far ripartire l'economia del nostro Paese e portare ad una crescita in un momento in cui, per colpa di questo Governo, siamo sostanzialmente in stagnazione, se non addirittura peggio.
MARIA ELENA BOSCHI(PD). E quante risorse mettono complessivamente per i due provvedimenti? Irrisorie. Tanto è vero che, per stessa ammissione del Governo, i decreti-legge “sblocca cantieri” e “crescita” insieme, ad essere particolarmente ottimisti, porteranno ad un impatto dello 0,1 per cento del PIL sulla crescita del nostro Paese, e quindi sostanzialmente niente .
Sono misure a costo zero, e quindi cosa si fa per cercare di dare l'illusione agli imprenditori, alle imprese e ai lavoratori che, in realtà, ci sia un Governo che si preoccupa per loro, che dà delle risposte? Si cambiano le regole, perché cambiare le norme comunque non costa niente, o almeno apparentemente non costa niente, perché i costi riflessi dell'incapacità e dell'incompetenza di questo Governo poi si fanno sentire pesantemente per le imprese e per i lavoratori. E, del resto, l'incapacità di questo Governo a sbloccare i cantieri, a far ripartire le opere, a dare davvero la possibilità agli investimenti di essere effettuati nel nostro Paese è dimostrata anche dalla totale assenza del Ministro Toninelli, non soltanto questa mattina in Aula, ma durante tutto l'esame di questo provvedimento, sia al Senato che alla Camera; ed è una forte mancanza di rispetto da parte del Ministro per i lavori di questo Parlamento.
Non credo che la presenza del Ministro avrebbe portato a un miglioramento nel testo, a fare scelte più sagge, sono sincera, quindi non ne sento la mancanza; credo solo che l'assenza del Ministro dal Ministero avrebbe evitato altri problemi che la presenza del Ministro lì, invece, ogni giorno determina. Per sbloccare i cantieri in questo Paese basta semplicemente cambiare ministro, perché, grazie al Ministro Toninelli, abbiamo quasi 50 miliardi di opere pubbliche, di investimenti già previsti, bloccati. Questo è un Governo che riesce soltanto a bloccare i cantieri, che riesce soltanto a dire “no” a TAV, “no” alle grandi opere, o, al massimo, a rinviare senza data. E, allora, cosa si fa per dare la colpa sempre ad altri, per scaricare ad altri? Si cambiano le regole, si fa il gioco delle tre carte e si cambiano in peggio, come avviene in questo provvedimento. Si limitano i poteri dell'ANAC, si ridà la possibilità di alzare il subappalto, la possibilità, addirittura, poi di concedere in subappalto alle ditte che hanno partecipato alla gara senza aggiudicarsela i lavori.
Scelte gravissime, che vanno a portare indietro le lancette dell'orologio, ma, soprattutto, le lancette della legalità, della trasparenza e della correttezza nel nostro Paese. Credo, quindi, che questo Governo debba farsi un esame di coscienza serio, perché sta mettendo a rischio la legalità, sta mettendo a rischio la trasparenza e sta mettendo a rischio, con la propria incapacità e inettitudine, tanti posti di lavoro, continuando a bloccare le opere e continuando a non ridurre le tasse, a non puntare sugli investimenti, per utilizzare le poche risorse a disposizione esclusivamente per misure di carattere assistenziale. Se vogliamo sbloccare le opere nel nostro Paese, l'unica cosa che possiamo fare è cambiare Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.
STEFANIA PEZZOPANE(PD). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di apporre la mia firma sull'ordine del giorno presentato dalla collega Boschi; voglio firmarlo perché lo condivido parola per parola, come condivido l'intervento che ha or ora fatto a sostegno di questo ordine del giorno. Noi avevamo presentato, come Partito Democratico, sulla problematica del personale, delle carenze di personale dell'area sottoposta ai terremoti del 2016 e 2017, degli emendamenti puntuali, anche con le coperture, ma questi emendamenti sono stati tutti bocciati, nemmeno discussi.
In particolare, il comune di Teramo, che è uno dei comuni facenti parte del cratere sismico dei terremoti 2016-2017, è un comune con un altissimo numero di pratiche da gestire e purtroppo con un bassissimo numero di addetti che hanno la competenza di esaurire le pratiche, quindi con questo emendamento si andava a colmare una lacuna, lo stesso sindaco di Teramo nelle audizioni aveva chiesto l'approvazione dell'emendamento. Chiediamo almeno di mantenere la formulazione con cui la collega Boschi aveva proposto il tema .
VITO CLAUDIO CRIMI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Presidente, intervengo semplicemente su questo ordine del giorno, anche se il mio intervento poi si intende chiaramente su tutti gli ordini del giorno che sono praticamente identici se non cambiando il nome del comune, per precisare, perché rimanga agli atti, che con questo decreto, al fine appunto delle condivisibili - come hanno scritto anche i presentatori dell'ordine del giorno - scelte di delegare ai comuni alcune attività legate alle pratiche per la ricostruzione, c'è una previsione di ulteriori 200 unità di personale. Quello è un dato di fatto. Ne servono ancora altre? Sicuramente ne serviranno ancora altre, ma adesso ci sono già in questo decreto 200 unità di personale in più, che si aggiungono alle 700 che sono state di volta in volta, con vari decreti, aumentate in modo graduale. Ricordo appunto che in prima battuta erano 350, poi sono state aumentate di altri 350 un anno e mezzo circa dopo, oggi le aumentiamo di altre 200, e così faremo progressivamente, man mano che le esigenze si vanno manifestando. Se i comuni che aderiranno a questa opzione saranno tali da necessitare di ulteriori unità di personale, saranno presi in considerazione, ovviamente; se un solo comune su 140 dovesse chiedere la possibilità di seguire le pratiche, in teoria potrebbe anche avvalersi di 200 unità solo quel comune, detto in termini un po' paradossali, per spiegare la di questa norma. Quindi, ci tenevo a precisare, per ripristinare un po' la correttezza delle informazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO(PD). Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Boschi n. 9/1898/45.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boschi n. 9/1898/45, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno De Maria n. 9/1898/46: c'è una proposta di riformulazione del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD). Presidente, anch'io rifiuto la riformulazione proposta e chiedo che l'ordine del giorno venga messo in votazione, devo dire anche in modo ancora più convinto dopo aver sentito le parole del Governo. È vero, anche quest'ordine del giorno pone il tema di dotare i comuni che ricevono nuove funzioni del personale, delle risorse umane necessarie per poterle espletare. Lo diceva già con molta efficacia la collega Boschi prima di me: si sono dette tante parole sul sostegno alle aree terremotate, lo stesso Presidente Conte ha motivato l'urgenza di questo provvedimento parlando delle aree terremotate, in realtà nel provvedimento c'è pochissimo, e appunto quel poco che c'è, questo trasferimento di alcune funzioni ai comuni, non viene adeguatamente sostenuto sul piano delle risorse finanziarie e delle risorse umane.
Peraltro, in questo stesso provvedimento è prevista l'istituzione di una nuova Spa presso il Ministero delle infrastrutture prevedendo 200 nuove assunzioni, quando già in legge di bilancio per quello stesso Ministero erano state stanziate già altre risorse nella stessa direzione. Ci pare che si costituiscano le condizioni per assunzioni discrezionali da parte del Ministro, che non so quanto realmente poi potranno servire all'attività della pubblica amministrazione, dello Stato. Forse, per esempio, quelle risorse, quelle 200 unità si potevano già destinare in aggiunta ai comuni per affrontare queste nuove funzioni che vengono loro delegate. Quindi noi abbiamo presentato un insieme di ordini del giorno - è vero, articolati in diverse aree del territorio, il mio riguarda tre comuni della provincia di Macerata - per mettere in evidenza questo problema, cioè la necessità che i comuni vengano messi in grado di svolgere davvero le nuove funzioni a cui vengono chiamati con questo provvedimento.
In generale ricorriamo allo strumento dell'ordine del giorno perché il Governo, come sappiamo, ha deciso di mettere la fiducia su questo decreto, c'è un ricorso continuo al voto di fiducia da parte di questo Governo, crediamo anche perché il grado di conflittualità interna alle forze di maggioranza porta a trovare tutte le modalità per impedire il più possibile la discussione parlamentare. Noi questi temi avremmo voluto porli con emendamenti, quindi in un modo più stringente, ma appunto, di fronte al fatto che è stato posto il voto di fiducia, ricorriamo all'unico strumento possibile, che appunto sono gli ordini del giorno. E continueremo in questa iniziativa - lo facciamo ora e lo faremo in ulteriori provvedimenti -, per far sì che le aree terremotate vengano dotate di tutti gli strumenti, di tutte le condizioni per poter affrontare i problemi che sono ancora aperti in quelle realtà del nostro territorio. Questi ordini del giorno, poi, sono dentro una valutazione nostra complessivamente molto negativa di questo decreto: si parla di sblocca cantieri, in realtà - veniva anche questo detto con molta efficacia - i cantieri sono fermi per l'insipienza del Governo, del Ministero competente. Ci sono quasi 50 miliardi di risorse che non vengono impegnate, bisognerebbe muoversi a impegnare le risorse che ci sono, piuttosto che trovare la scorciatoia di un'azione sulle regole che non aumenterà in nessun modo la possibilità di realizzare opere pubbliche nel nostro territorio ma toglierà dei controlli, aumenterà il rischio di malaffare e corruzione, metterà a rischio la salute dei lavoratori. È quindi un provvedimento che non porterà nessun beneficio, ma che, anzi, comporterà rischi molto seri per il Paese. Quindi, dentro un giudizio complessivamente negativo sul provvedimento, speravamo - mi pare che non sia così - che ci fosse dal Governo, almeno per le aree terremotate, un qualche gesto di attenzione e di sensibilità. Ovviamente, da parte nostra, da parte del Partito Democratico, non rinunceremo a sollevare in questa sede e in ulteriori provvedimenti questo tema così importante .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Maria n. 9/1898/46, con il parere contrario del Governo, non essendo stata accettata la proposta di riformulazione del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Fassino n. 9/1898/47: prendo atto che non viene accettata la proposta di riformulazione del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT(PD). Signor Presidente, innanzitutto vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno Fassino n. 9/1898/47, e illustrarlo. Come ha ben inteso il sottosegretario Crimi, che ci ha anche risposto, questi sono ordini del giorno che riguardano i comuni, tutti i comuni dell'area terremotata, io ne elenco alcuni della provincia di Macerata.
Sottosegretario, nel momento in cui lei ci dà il parere favorevole con la riformulazione “nei limiti della finanza pubblica”, dimostra che non ha inteso il grido d'allarme che l'ANCI, non il Partito Democratico, nelle audizioni ha posto in essere, perché, nel momento in cui ai comuni vengono date nuove competenze e poi di fatto non vengono trasferite risorse umane e risorse finanziarie, capisce che questo trasferimento di competenze in più rischia di essere, innanzitutto, un aggravio per quanto riguarda quei sindaci, che hanno già paura di eventuali ricorsi e di eventuali denunce (sappiamo quanto è complicato il mestiere del sindaco) e, dall'altro, non gli vengono neanche date quelle risorse umane e finanziarie che fanno sì che le nuove competenze effettivamente si traducano in attività concreta per la ricostruzione. In questo provvedimento, come nel “decreto crescita”, che stiamo discutendo adesso nelle Commissioni Finanze e Bilancio, quando volete fare dei favori ai vostri amici, le risorse le trovate, quando avete voluto fare il favore al Ministro Toninelli di sistemare 200 persone attraverso una società all'interno del MIT le risorse si trovano e quindi il pareggio di bilancio, che vi ricordate solamente quando dovete dare i pareri al Partito Democratico, lo mettete da parte. Poi, quando improvvisamente invece dovete dare delle risposte, non soltanto al Partito Democratico - che si fa portavoce in questo caso delle richieste dell'ANCI, che, essendo qualcosa che riguarda i comuni è apartitico, per definizione – ma anche all'ANCI, ai cittadini, che vi hanno anche votato in passato e forse oggi vi voterebbero con meno entusiasmo (anzi le europee hanno dimostrato che vi votano con meno entusiasmo), non date le risposte e dite che c'è la necessità “entro i limiti della finanza pubblica”. La clausola “entro i limiti della finanza pubblica” in questo decreto, come nel “decreto crescita” determina lo 0,1 per cento del PIL, quindi vuol dire che questo Paese è fermo e uno dei modi per farlo ripartire è proprio dare ai comuni la possibilità di spendere, cosa che voi non fate, né in questo provvedimento, né – lo ripeto – con il “decreto crescita”, dove ci dovrebbero essere altri provvedimenti che riguardano quello che è l'altro pilastro per la crescita, cioè consentire alle imprese di crescere e di investire, ma neanche lì lo fate. Quindi, con il suo parere favorevole con riformulazione è come se ci dicesse “no”, perché in realtà tutti questi ordini del giorno dovevano essere accolti così come sono e questa riformulazione “entro i limiti della finanza pubblica”, quindi entro i limiti di bilancio, è una riformulazione che voi fate per pararvi, ma in realtà determina il blocco della possibilità per i comuni di provvedere veramente perché avranno bisogno di personale e avranno soprattutto bisogno di risorse, che non prevedete né in questo provvedimento né nel “decreto crescita” .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Ho aspettato il quarto intervento da parte dei colleghi del Partito Democratico per spiegare loro e dire loro che il gruppo di Fratelli d'Italia voterà a favore, e aveva già votato a favore di questi ordini del giorno finalizzati al potenziamento del personale nei comuni, anche se avete dimenticato molti comuni e alcune dimenticanze sono sospette rispetto ai vostri ordini del giorno, che avrebbero dovuto riguardare 138 comuni e non parte di essi, però vorrei ricordare ai colleghi del Partito Democratico che noi stiamo cercando di convincere - noi di Fratelli d'Italia forse più di tutti - questo Governo, il commissario Farabollini e il sottosegretario Crimi a portare la ricostruzione su un altro binario. L'ANCI non dice esattamente quello che dite voi, l'ANCI chiede una svolta nella ricostruzione e, se tutti quanti chiedono una svolta, se tutti quanti chiedono un cambio di marcia è perché la ricostruzione che avete immaginato voi, la ricostruzione che avete impostato voi si è rivelata totalmente fallimentare. Io credo che il vostro ragionamento dovrebbe partire da una sana autocritica. Noi abbiamo detto ad Errani, alla prima riunione, che il modello della ricostruzione così come era stato immaginato, era fallimentare perché voi avete applicato la peggiore burocrazia alla ricostruzione, cioè avete applicato a una macchina che aveva urgenza di correre la burocrazia che ne limita ogni possibilità di corsa.
Ecco, io credo che, se vogliamo fare un dibattito serio - lo dico ai colleghi che parleranno successivamente del Partito Democratico -, dobbiate metterci una parola di autocritica; ne guadagnerà il dibattito e ne guadagnerà anche molto la vostra credibilità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/47 Fassino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'onorevole Franceschini non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1898/48.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/48 Franceschini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Chiedo ai presentatori se accettano la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1898/49 Marattin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN(PD). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno richiama l'attenzione su un tema cruciale, spesso frainteso, cioè su cosa serva veramente per aumentare le capacità di investimento da parte dei comuni, in questo caso fra l'altro ci rivolgiamo a comuni del cratere sismico nei terremoti che hanno colpito il centro Italia qualche tempo fa, quindi la valenza è ulteriormente rafforzata. Quando parliamo di incrementare le capacità di realizzazione degli interventi infrastrutturali dei comuni, spesso c'è la tentazione di ricorrere al solito vecchio adagio, vale a dire ci vogliono più soldi, ci vogliono più risorse e bisogna aumentare gli stanziamenti di bilancio. Abbiamo avuto numerose occasioni nel passato e nel presente di capire come questa, in realtà, non sia una condizione, sicuramente necessaria, ma certamente non sufficiente. Nel corso degli ultimi quattro anni, i vincoli di finanza pubblica degli enti locali sono stati progressivamente allentati fino a essere di fatto azzerati con le sentenze della Corte costituzionale, in particolare la n. 101 del marzo 2018, vale a dire quella che nei fatti cancella ogni vincolo di finanza pubblica, a parte l'equilibrio di bilancio. Eppure, anche in quel caso - questo è un tema di cui bisognerebbe parlare meglio e andare oltre gli come spesso non riusciamo a fare - la capacità di realizzare investimenti da parte dei comuni non sta aumentando, così come non è aumentata quando il Governo di centrosinistra ha eliminato il patto di stabilità per passare al pareggio di bilancio, poi ulteriormente cancellato dalla Corte Costituzionale. Ma non abbiamo visto in questi anni riprendersi in maniera sostanziale la spesa in conto capitale.
Se ci fosse bisogno di citare qualche dato, cito il rapporto di finanza pubblica della Corte dei conti, presentato qualche giorno fa in Senato, che lo dimostra. Dunque, cosa voglio dire? Bisogna ridurre gli stanziamenti per investimenti negli enti locali? Sicuramente no. Sto dicendo che non è lì l'inghippo del meccanismo: l'inghippo del meccanismo, secondo noi, è in una serie di questioni nella cosiddetta fase di attraversamento degli investimenti, cioè quella che parte dallo studio di fattibilità fino al pagamento dei SAL, degli stati avanzamento lavori; è una filiera lunga con un sacco di cose dentro. In questo ordine del giorno che, ripeto, ha una valenza ulteriormente rafforzata dal fatto di riferirsi ai comuni sismici, che come sappiamo hanno un così impellente e drammatico bisogno di migliorare le proprie capacità di intervento infrastrutturale, ci concentriamo e parliamo della parte della filiera riguardante la capacità dei comuni di avere uffici tecnici all'altezza del compito…
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUIGI MARATTIN(PD). …studi tecnici, uffici tecnici all'altezza del compito significa rafforzare le capacità assunzionali dei comuni non Noi non siamo, per lo meno io sicuramente non sono, a favore di un liberi tutti, di tutte le assunzioni, di tutti i comuni, di ogni tipo di figura professionale, ma so per certo che, nei comuni, vent'anni di vincoli di finanza pubblica probabilmente non del tutto necessari - infatti rivendico la scelta nel 2016 del Governo Renzi di abolire il Patto di stabilità interno - hanno fatto appassire le capacità di progettazione e, all'interno degli uffici tecnici dei comuni, hanno fatto appassire tali capacità. È evidente che, alla fine, il fatto di non poter pagare gli investimenti rendeva inutile iniziare una cospicua attività di progettazione ha reso necessario, come chiediamo in questo ordine del giorno, in particolare per alcuni comuni in provincia di Macerata, incrementare le capacità assunzionali di figure tecniche al fine in particolare di permettere l'avvio, ma non sono d'accordo con il collega che ha parlato poco prima di me, perché non è vero che sulla ricostruzione del terremoto del Centro Italia non si è fatto nulla; è vero invece che occorre accelerare la ricostruzione e, a nostro modo di vedere, questa si può accelerare soltanto dotando i comuni delle figure tecniche e professionali in grado di assumere tale sfida e di portarla a compimento come meritano i comuni di quelle zone .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/49.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/50 Madia con proposta di riformulazione da parte del Governo, che non è accettata dal presentatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/50 con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1898/51 Orfini, con proposta di riformulazione del Governo. Non ci sono richieste di intervento, pertanto passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/51 Orfini, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1898/52 Martina, con proposta di riformulazione del Governo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/52 Martina, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1898/53 Benamati con proposta di riformulazione da parte del Governo, che è accettata dal presentatore.
Ordine del giorno n. 9/1898/54 De Micheli con proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI(PD). Presidente, in questo caso intervengo per non accettare invece la riformulazione dell'ordine del giorno in esame. Ieri, Presidente, giusto per la cronaca, abbiamo discusso molto in quest'Aula - lo hanno detto anche i colleghi - della desolante incapacità dei due decreti-legge, n. 32 e n. 34, cosiddetti crescita e sblocca-cantieri, di rimettere in moto l'Italia. Nell'ambito della discussione avevo sollevato anche il tema delle grandi opere, fra cui il movimento del passante di mezzo di Bologna, ferme non perché lo sblocca-cantieri le fermasse ma perché non c'era la volontà del Governo. Apprendo oggi dalla stampa che invece sarebbe intenzione del Ministro Toninelli, che ieri ha incontrato i comitati, far procedere l'opera. Presidente, già il fatto che cito qui, nell'attesa che si convochi la conferenza dei servizi, ci dice un po' della confusione in cui versa il Governo. Con questi due ordini del giorno, n. 9/1898/53 da me presentato, di cui ho accettato la riformulazione del Governo, e n. 9/1898/54 De Micheli, nel quale insieme alla collega De Micheli chiediamo invece il voto nella versione originale, vogliono sottolineare proprio l'ipocrisia che c'è in quest'Aula da parte del Governo. Di cosa stiamo parlando, Presidente? Stiamo parlando del destino di 135 giovani professionisti che lavorano per Invitalia nel quadro di un accordo di programma con la regione Emilia-Romagna per l'assistenza alle pratiche di ricostruzione del post-sisma.
Una situazione che, in condizioni di vigenza del decreto cosiddetto dignità, impedisce un rinnovo dei loro tempi determinati e richiede una soluzione, per noi la stabilizzazione, ma comunque una soluzione per consentire a quelle importanti risorse umane non solo di avere una certezza personale, professionale, nella loro vita privata ma per impedire che, su un territorio, ci sia la scure dello delle attività ricostruttive. Allora, con l'ordine del giorno n. 9/1898/53, il Governo ci ha detto sostanzialmente che valutando l'opportunità, nelle more delle disponibilità di bilancio, si può prevedere, nel primo provvedimento utile, la possibilità di dare continuità lavorativa a questi professionisti.
Io l'ho accettato, pur in forma dubitativa, per non lasciare alibi al Governo. Ci stanno parlando di duecento nuove assunzioni, ci stanno parlando di una società centrale che deve lavorare su queste cose, però quando vado all'ordine del giorno n. 9/1898/54 a prima firma De Micheli, e mia, mi trovo una riformulazione che francamente, signor sottosegretario, ha dei contenuti kafkiani. A parte l'aggiunta, per le proprie competenze, delle strutture preposte, tese a non far rallentare la ricostruzione in Emilia Romagna - e voi aggiungete “sorvegliando anche le strutture preposte” -, però nell'ultimo capoverso, laddove si dice di questa esigenza di mantenere questa velocità di ricostruzione, che è un esempio per il Paese, ci cancellate “senza disperdere il patrimonio professionale acquisito in questi anni”. Delle due, l'una: o ci stiamo prendendo in giro oppure non capisco, non c'è la volontà. Ma se non c'è la volontà è meglio dirlo. Signor sottosegretario, mi rivolgo a lei per il tramite del Presidente, metta anche qui una formula dubitativa, dica: “cercando di mantenere le professionalità costituite”, ma non può in questo caso, di fronte ad una situazione di questo genere, espungere una frase di questo tipo, perché qui siamo in confusione.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
GIANLUCA BENAMATI(PD). Concludo, Presidente. Io ve lo dico: fate questo passo, dimostrate di avere un'omogeneità di pensiero anche su queste situazioni .
VITO CLAUDIO CRIMI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITO CLAUDIO CRIMI,. Presidente, con una formula dubitativa, comunque, anche valutando la possibilità di non disperdere il patrimonio professionale acquisito, può essere accoglibile. Non c'è nessuna volontà di disperdere il patrimonio acquisito esperienziale.
Vorrei solo fare una precisazione in questo senso: l'ordine del giorno serve ad assicurare che la ricostruzione prosegua con gli stessi standard. Questo è quello che conta fondamentalmente, anche, eventualmente, non disperdendo quelle professionalità già acquisite che, comunque, non saranno disperse, perché, come lei stesso ha più volte citato, sono tante oggi le opzioni possibili anche per non disperdere quella professionalità in vari ambiti. Voi sapete che sono stati aperti nuovi gruppi di lavoro e altre attività in cui giovani ingegneri potranno trovare il loro sbocco, magari anche un po' più stabile rispetto a quello che oggi fanno in maniera precaria. Quindi, altre opportunità sicuramente ci sono da quel punto di vista.
In merito al modello della ricostruzione positiva sicuramente in Emilia Romagna, si è svolto tutto con una certa celerità rispetto ad altre regioni. È pur vero, però, che sul mio tavolo io ricevo centinaia - lo ripeto: centinaia - segnalazioni di esposti in procura relativi alla ricostruzione in Emilia Romagna. Quindi, forse, anche lì, andrebbe aperto un po' quel vaso di Pandora per cercare di superare quell'immagine un po' edulcorata del “va tutto bene”, perché, anche lì, forse, qualche cosa da rivalutare ci sarebbe. Non ha nulla a che vedere, ovviamente, con il personale, ma, complessivamente, sul tipo di scelta per quella regione.
PRESIDENTE. Deputato Benamati, telegrafico, perché ha praticamente esaurito il tempo. Prego.
GIANLUCA BENAMATI(PD). Ovviamente il Governo riapre, in questo caso, la discussione sull'ordine del giorno. Io non farò un intervento lungo, Presidente, capisco la sua posizione. Io accetto la riformulazione, perché in questo intendo cogliere la questione d'onore del sottosegretario che, sulle 135 persone, c'è un impegno morale di questo Governo alla soluzione.
Dopodiché, per quanto riguarda la ricostruzione in Emilia Romagna, abbiamo due idee completamente differenti, e questo è lecito in politica. Se ci sono, però, fatti che attengono alla materia giudiziaria di cui il sottosegretario è a conoscenza, è invitato a recarsi nelle sedi preposte; ove abbia segnalazioni vaghe, questo è un altro discorso e attiene alla sua persona. Sulla valutazione politica è un'altra questione. Io, comunque, accetto l'ordine del giorno concludo così come riformulato, e concludo, Presidente, con un impegno d'onore di questo Governo.
PRESIDENTE. Diamo, quindi, per accolto l'ordine del giorno n. 9/1898/54 De Micheli.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/55 Vazio, sul quale c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vazio. Ne ha facoltà.
FRANCO VAZIO(PD). Grazie, Presidente. Ho ascoltato la proposta di riformulazione e mi ha un po' stupito, quindi tento di chiedere al sottosegretario Crimi di valutare di rimuovere l'integrazione che lui propone, cioè “valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”, perché ritengo che non c'entri assolutamente nulla. Noi cosa chiediamo? Chiediamo, al fine di salvaguardare la continuità delle operazioni portuali - stiamo parlando del disastro del crollo del ponte Morandi e, quindi, delle ricadute sul porto di Savona e di Vado Ligure -, di estendere le disposizioni di cui all'articolo 9- della legge n. 130 del 2018.
Stiamo parlando, in buona sostanza, di salvaguardare la continuità delle operazioni portuali che sono già esistenti presso il porto di Genova. Quindi, non mi pare che vi sia un impegno economico finanziario richiesto aggiuntivo rispetto a quello che è già previsto: si tratta, in buona sostanza, di un allargamento, di una estensione della norma già esistente.
Ma la cosa mi stupisce, sottosegretario, perché, parliamo di un decreto dove derogate a ogni tipo di norma, violando quei principi e quei criteri fondamentali che presidiano la legalità e l'ambiente, nelle ore in cui noi ascoltiamo da parte di autorevoli membri del Governo, nella fattispecie il Ministro dell'interno, proporre il condono del contante contenuto nelle cassette di sicurezza, che sono oggettivamente riferibili ad attività criminose, ad attività delle associazioni criminali, nelle ore in cui è stato arrestato un consulente, preteso consulente, della Lega. Ebbene, quando queste persone vengono arrestate, si propongono di derogare a norme di qualsiasi tipo, a fronte di una richiesta di estensione di una previsione normativa al porto di Savona, mi si viene a dire che, sotto questo profilo, si ritiene di resistere e di non estendere questa norma, salvo nei limiti di finanza pubblica, cosa che, in realtà, non c'entra assolutamente niente. Onorevole Crimi, per l'onestà intellettuale che le si può riconoscere, può valutare l'opportunità di rimuovere questo tipo di obiezione? Perché non c'entra assolutamente nulla. E sotto questo profilo, chiedo al Governo di modificare il parere, seppur favorevole, togliendo questa limitazione .
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Vazio. Il rappresentante del Governo non è d'accordo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/55 Vazio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Siani n. 9/1898/56, con proposta di riformulazione da parte del Governo. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Siani n. 9/1898/56.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Topo n. 9/1898/57, con proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Topo. Ne ha facoltà.
RAFFAELE TOPO(PD). Presidente, aggiungo una riflessione alle cose che sono state già dette a proposito di questo ordine del giorno e della richiesta formulata al Governo.
Intanto, diciamo che è giusta la previsione, cioè quella di attribuire ai comuni i compiti istruttori che si riferiscono all'esame di pratiche su edifici privati. Teniamo conto che la ricostruzione è, tra l'altro, un grande cantiere da sbloccare. Ora, i comuni si prendono un carico se c'è, in contemporanea, l'attribuzione di una dotazione organica: bisogna guardare il numero di pratiche, il numero di attività da svolgere e non si può far riferimento ad un numero generico ed indistinto. La norma o è una norma puntuale, oppure rischiamo, contrariamente a quello che dice il sottosegretario, che nessun comune, se non ha certezza del personale, si prenda questo carico: altrimenti la bloccano loro, la ricostruzione.
Che diciamo noi nell'impegno? Aumentare la dotazione, aumentare le risorse, quindi un impegno preciso: perché? Perché questo permetterà ai comuni, di fronte ad una decisione del Parlamento, di valutare con cognizione di causa: sanno benissimo che se è necessario assumere altro personale, il Parlamento nel primo provvedimento utile provvede e questo è tutto! Una cosa elementare, altrimenti la norma, come segnaliamo nell'ordine del giorno, diventa di difficile applicazione. Nessuno si prenderà questa responsabilità se non c'è certezza della dotazione organica, sapendo che poi dovrà provvedere ad ottemperare a questi compiti.
Io invito quindi a rivedere il giudizio perché possiamo accettare un impegno, ma non possiamo accettare una valutazione a farsi: diventa una norma assolutamente inapplicabile .
PRESIDENTE. Non accettando quindi la riformulazione, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Topo n. 9/1898/57.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno Incerti n. 9/1898/58, sempre con proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Incerti. Ne ha facoltà.
ANTONELLA INCERTI(PD). Signor Presidente, non accetto questa riformulazione. Innanzitutto vorrei ribadire che - lo dico al sottosegretario Crimi tramite la sua persona - siamo costretti agli ordini del giorno, perché ormai in questo Parlamento sono l'unico strumento che abbiamo, visti i ripetuti voti di fiducia, per esercitare il nostro ruolo di rappresentanza. Inoltre, ciò è ripetitivo non perché non sappiamo scrivere gli ordini del giorno, ma semplicemente perché toccano un tema serio: quello delle risorse attribuite ai comuni che devono gestire le fasi di emergenza nelle calamità naturali. “Valutare l'opportunità” non può bastare ad un sindaco che si trova a gestire queste fasi: lo sa chiunque ha fatto l'amministratore. La regione Emilia-Romagna, durante le fasi emergenziali immediate, chiese a tutti quei sindaci che si erano rivolti, immediatamente, come primo elemento, di rafforzare le risorse umane, perché il personale è lo strumento principale con cui dare immediate risposte durante le fasi di ricostruzione. La regione Emilia-Romagna dette immediatamente delle risposte in tal senso.
Colgo l'occasione, sempre per ricordare al sottosegretario Crimi che si assuma le responsabilità delle parole che ha detto rispetto alle valutazioni sulle fasi ricostruttive della regione Emilia-Romagna. Bene, allora, anche in questo caso, in questo ordine del giorno, che non fa altro che sottolineare le necessità dei comuni, siamo di fronte a norme che sono anche condivisibili, come ad esempio quella dell'articolo 23, ma che di fatto rimangono delle scatole vuote. Se siamo d'accordo che queste disposizioni consentano il passaggio di competenze dagli uffici speciali ai comuni, cosa che noi vediamo in modo favorevole e condividiamo, è chiaro che questa cessione di funzioni non può che essere accompagnata che da un robusto passaggio di risorse umane e finanziarie. In questo senso, quindi, continua ad essere inadeguata la risposta che ci viene data, anche rispetto ad ulteriori assunzioni, perché di fatto non c'è un impegno vero. Allora, a nome anche di tutti quei sindaci di quei comuni (io ne cito qualcuno della provincia di Ascoli Piceno), noi chiediamo, con questo ordine del giorno, che chiedo di mettere ai voti, un impegno serio ad aumentare le risorse nel prossimo provvedimento utile .
PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento. La proposta di riformulazione è stata respinta dalla deputata Incerti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Incerti n. 9/1898/58.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Intanto salutiamo studenti ed insegnanti di Istituto comprensivo Anzio IV “Giovanni Falcone” di Anzio, in provincia di Roma, che sono qui ad assistere ai nostri lavori .
Passiamo all'ordine del giorno Pagani n. 9/1898/59, con proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Manca. Ne ha facoltà.
GAVINO MANCA(PD). Presidente, prima di tutto per chiedere al collega Pagani di apporre la firma all'ordine del giorno, e per dire che non accettiamo la riformulazione.
E prima di andare a spiegare l'argomento di questo ordine del giorno, Presidente, mi consenta di svolgere una brevissima riflessione, che io penso in quest'Aula stia sfuggendo, penso debba essere ricordata, e penso debba essere ricordata da tutti i colleghi che interverranno: ovvero che questa è l'undicesima fiducia che pone questo Governo, ovvero che questa è l'ennesima volta in cui non viene data a questo Parlamento l'opportunità di un confronto serio e democratico su temi importanti, Presidente. Penso che questo sia un elemento che non debba essere dimenticato e debba essere messo in evidenza, perché questa capacità di portare avanti una democrazia del genere sicuramente non aiuta.
Fatta questa piccola premessa, signor Presidente, ed in riferimento all'ordine del giorno che vado ad illustrare, e facendo riferimento anche ai diversi contributi avvenuti durante le audizioni, specialmente quello dell'ANCI che evidenzia che il più grande cantiere da sbloccare è quello della ricostruzione, proprio in riferimento a questo e più precisamente alla ricostruzione dei luoghi dove sono avvenuti gli eventi sismici, chiediamo con questo ordine del giorno che non sia reso vano il passaggio di competenze dagli Uffici speciali per la ricostruzione ai comuni. Non basta una semplice cessione di funzioni, se questa non viene accompagnata da un cospicuo passaggio di risorse finanziarie ed umane, soprattutto, queste ultime, molto limitate ed individuate in circa 200 unità. Quindi, Presidente, maggiori risorse nel provvedimento, utili per ampliare la capacità assunzionale dei comuni colpiti.
Per concludere, voglio dire a questa maggioranza che non basta uno “sblocca cantieri” se non si mette mano a una vera e propria programmazione del settore. Occorre combattere la stagnazione degli investimenti pubblici ed un anno di Governo gialloverde, più rivolto a provvedimenti assistenzialistici che a provvedimenti di crescita, non fa ben sperare. Nelle audizioni è stato evidenziato da tutti, anche dalla Corte dei conti. Il decreto, infatti, si pone solo l'obiettivo di rendere più veloce la spesa pubblica, nel tentativo disperato di questo Governo di raggiungere quella crescita dello 0,1 per cento che non si raggiunge e non si riesce a raggiungere. Ma per il futuro e per una crescita costante non sembrano esserci ancora indirizzi chiari su come selezionare gli interventi da finanziare; programmazione e selezione che sono, invece, in grado di influenzare la crescita di lungo periodo. Per il momento abbiamo assistito a dei grandi “no” alle grandi opere e permettetemi di evidenziare in queste ore, per l'ennesima volta, un po' di ansia, vista la presenza in queste ore, nella mia città, del Ministro Toninelli, che in campagna elettorale verrà a fare le ennesime promesse senza mantenere alcun impegno di quelli assunti fino a questo momento .
PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Manca.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/59 Pagani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/60 Pini, così come era stato formulato originariamente, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/61 Rizzo Nervo, con il parere contrario del Governo in quanto la riformulazione non viene accolta.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/62 Campana, con il parere contrario del Governo in quanto la proposta di riformulazione non viene accolta.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/63 Mancini, con il parere contrario del Governo in quanto la proposta di riformulazione non viene accolta.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/64 Mor, con il parere contrario del Governo in quanto la proposta di riformulazione non viene accolta.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/65 Noja, con il parere contrario del Governo in quanto la proposta di riformulazione non viene accolta.
Dichiaro aperta la votazione.
Contrordine… revoco l'indizione della votazione.
Aveva chiesto di parlare la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.
STEFANIA PEZZOPANE(PD). Grazie, Presidente. Solo per apporre la mia firma sugli ordini del giorno nn. 9/1898/65 Noja e 9/1898/66 Del Barba.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/65 Noja, con il parere contrario del Governo in quanto la proposta di riformulazione non viene accolta.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/66 Del Barba.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Barba. Ne ha facoltà, per 5 minuti.
MAURO DEL BARBA(PD). Grazie, Presidente. Signori del Governo, sbloccare i cantieri significa prendere in considerazione l'intero processo attraverso cui si snoda un cantiere e, quindi, ci sono nel provvedimento anche degli aspetti che potrebbero concorrere positivamente a questa indicazione, ma che denotano, come nel caso di questo ordine del giorno, una certa miopia nell'abbracciare l'intero procedimento.
È il caso dell'ordine del giorno in cui si chiede di rafforzare lo stanziamento di risorse umane e finanziarie, affinché il passaggio di consegne ai comuni possa diventare effettivamente operativo e non rimanere uno slogan. Sottosegretario Crimi, non si tratta solo di fare più uno, lei si è in qualche modo lamentato di questi ordini del giorno, volendo puntualizzare come delle risorse siano state allocate; questo, l'ordine del giorno non lo vuole certo smentire, ma, in questa circostanza, non si tratta solo di dire che se ne potevano mettere di più, ma di osservare come, se non vi è uno stanziamento adeguato, non vi è uno sblocco del cantiere, non vi è uno sblocco dei provvedimenti che riguardano i comuni interessati dall'ordine del giorno. Allora, anche ascoltando la sua risposta, il dubbio che sorge è che forse non sia davvero nel vostro interesse o, comunque, non sia nella vostra cultura di Governo, probabilmente, visto che ci si ostina a voler mantenere questo stanziamento insufficiente, anche secondo ANCI; l'obiettivo è quello di poter annunciare gli slogan, poter proseguire con gli annunci, forse non si vuole nemmeno risolverli i problemi, ammesso di esserne capaci o, comunque, non lo si vuole fare troppo velocemente.
Ne emerge una perversa cura del mantenimento del bisogno, più che uno sblocca cantieri. Ecco, questo è l'obiettivo di questo ordine del giorno; l'insistere, anche rispetto alla sua riformulazione, vuole proprio stimolarvi a passare dall'annuncismo ai fatti, perché, anche il voler ribadire così minuziosamente che l'ordine del giorno è accettato, però, laddove vi siano le disponibilità finanziarie, con una formulazione del tutto inutile e superflua, è davvero indice, dal nostro punto di vista, di un disimpegno. Se, come lei ha detto, e io sono assolutamente convinto della sua personale buona fede, quando lo afferma in quest'Aula, la volontà è quella di mettere più soldi e più risorse, allora questo impegno prendetevelo chiaramente nel prossimo provvedimento utile, non nascondetevi dietro formule che, in realtà, non possono essere accettate nemmeno da chi presenta questo ordine del giorno.
La realtà è che per voi è impossibile farlo, perché vi manca la cultura dello sviluppo e dell'investimento, non vi mancano i soldi, vi manca la cultura dello sviluppo e dell'investimento; soldi ne avete a miliardi, li avete presi dalle tasche dei giovani, accendendo sul loro futuro dei mutui pesantissimi che, forse, non potranno nemmeno più ripagare, e vi piace bruciarli al bar, sparando la cavolata del giorno che fa salire lo . Quindi, il problema non è un problema di soldi, il problema è un problema di priorità, di scelte e di cultura di Governo. Per questo motivo, non è possibile accettare nemmeno la vostra pretestuosa riformulazione .
PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/66 Del Barba, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/67 Colaninno, con una proposta di riformulazione da parte del Governo. Bene, si insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/67 Colaninno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/68 Bonomo, con una proposta di riformulazione da parte del Governo. Bene, si insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/68 Bonomo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/69 Portas, con una proposta di riformulazione da parte del Governo. Bene, si insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/69 Portas, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/70 Ubaldo Pagano, con una proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
UBALDO PAGANO(PD). Grazie, Presidente, questo ordine del giorno colma una grave lacuna del testo che cede funzioni ai comuni colpiti dai terremoti, senza stanziare fondi per esercitarle, ma è evidente che di ciò che c'è scritto nel testo importa a pochissimi tra i banchi del Governo, l'importante, per qualcuno, era mettere mano al codice degli appalti e, a quanto pare, per cambiare a proprio piacimento le norme sugli appalti senza destare alcun sospetto è sufficiente licenziare un decreto che porti il titolo di “sblocca cantieri”, poco importa se il provvedimento fa tutto tranne che sbloccare i cantieri. L'importante è poter esporre sui un bel cartello con la scritta grande: “sblocca cantieri”.
Il principale motivo per cui si è deciso di produrre questo decreto che stiamo convertendo in legge è l'intenzione di velocizzare la realizzazione delle opere pubbliche, questo è l'incipit della relazione di accompagnamento, così ci è stato detto per settimane, il che, mi permetta la battuta, fa un po' ridere, visto che da un anno si tengono in cantina 50 miliardi di fondi pubblici già stanziati e si mantengono fermi 49 cantieri per la realizzazione della TAV.
Ma, al Governo gialloverde non interessano i fatti, a loro interessano i titoli e, allora, lasciamo a voi, che siete campioni della disciplina, il compito di inventare i titoli, noi vi esponiamo i fatti. Ad esempio, è un fatto o no che nel primo trimestre di quest'anno si è registrato il 20 per cento in più di opere avviate e che proprio nel momento in cui il codice degli appalti stava dando il meglio di sé, entrando pienamente a regime, si sceglie di cambiare un'altra volta le regole, creando confusione e incertezza? È un fatto che l'approvazione di questo provvedimento rischia di bloccare i cantieri per mesi se non per anni, oltre che creare confusione e incertezza tra gli operatori del settore. È un fatto o no che ci potrebbero volere almeno mesi, se non anni, per approvare il nuovo regolamento attuativo che voi preconizzate in questo provvedimento ed altri decreti attuativi per far diventare operative le nuove norme? È un fatto che l'ANAC venga quasi completamente estromessa ed espropriata di qualsiasi funzione di vigilanza; è un fatto che si riabilitano gli appalti integrati, sì, quelli forieri di varianti e di lievitazione dei costi, perché vi è una commistione assoluta tra controllore e controllato; è un fatto o no che si reintroduce la logica del massimo ribasso, a danno della qualità delle opere pubbliche e, soprattutto, fregandosene totalmente della sicurezza dei lavoratori?
È un fatto, infine, che si aprono le porte a un'orda di commissari che potranno fare il bello e il cattivo tempo con milioni e milioni di euro dei cittadini italiani, quando, solo qualche settimana fa, urlavate contro la politica dei commissariamenti e lasciavate, ad esempio, che situazioni incancrenite, come quella del Polo della giustizia di Bari, in realtà fossero senza una soluzione ancora oggi. Insomma, oggi fate un clamoroso autogol, un'imperdonabile passo indietro sul fronte della trasparenza e della legalità.
Se fossero presenti in tutte le loro facoltà politiche e animate i parlamentari del MoVimento 5 Stelle, oggi avremmo assistito a grandi iniziative di protesta contro se stessi, evidentemente, ma forse loro non sono presenti o sono semplicemente controfigure che stanno partecipando a un lavoro che, in realtà, è stato portato avanti esclusivamente dai leghisti, cioè la parte che è uscita forte dal risultato elettorale e da questa campagna elettorale.
Allora, in conclusione, voglio ricordarvi che soltanto qualche giorno fa è uscita sul sito del Ministero dell'Economia e delle finanze una cartina, una grafica pubblicata che elogiava gli stravolgimenti che sarebbero stati occasionati dallo “sblocca cantieri”. Ecco, in quei punti, a parte le bugie conclamate, tralasciando l'evidente cartina dove Padova è finita in Trentino e sta per essere annessa alla Svizzera, avete notato che dieci di quelle undici opere strategiche per il nostro Paese sono tutte collocate da Firenze in su. Insomma, mi rivolgo ai deputati del MoVimento 5 Stelle, che solo un anno fa hanno preso il voto di circa un meridionale su due: vi rendete conto che con questa iniziativa in realtà nulla viene fatto per la parte che avrebbe più bisogno…
PRESIDENTE. Concluda.
UBALDO PAGANO(PD). …di politiche di coesione e di sviluppo per l'intero Paese?
Allora, almeno per le aree colpite dal terremoto provate a fare qualcosa di concreto e non semplicemente promesse su 200 funzionari in più che non si sa neanche come possano essere distribuiti, come ricordava anche il collega di Fratelli d'Italia, su 188 comuni .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/70 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prendo atto che il presentatore non accetta la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1898/71 Gavino Manca e insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/71 Gavino Manca, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1898/72 Frailis, accolto dal Governo purché riformulato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frailis. Ne ha facoltà.
ANDREA FRAILIS(PD). Grazie, Presidente. No, non aderiamo alla proposta di riformulazione di questo ordine del giorno perché riteniamo che per soddisfare le esigenze e il grido d'aiuto delle popolazioni colpite dai terremoti ci voglia ben altro rispetto alle - anche generiche - rassicurazioni da parte del sottosegretario Crimi.
La verità è che su questo argomento e su questo decreto la maggioranza e il Governo hanno soltanto granitiche certezze e hanno davvero poca voglia di ascoltare le posizioni che arrivano un po' da ogni parte, sindacati, imprenditori e non soltanto. Ieri c'è stata la presa di posizione chiara, molto chiara e netta, da parte della rete delle professioni tecniche, vale a dire gli addetti ai lavori, ingegneri, geometri, geologi e quant'altro insomma, che hanno detto che così non va e lo hanno detto molto chiaramente. Tra l'altro, hanno messo in guardia la maggioranza e il Governo dal riesumare l'appalto integrato, perché affidare allo stesso soggetto progettazione ed esecuzione, dicono, alimenta il ricorso alle varianti in corso d'opera, fa lievitare i costi e dilata i tempi di realizzazione e tutto questo con tanti saluti al risparmio e allo snellimento dei tempi, questi ultimi elementi che soltanto voi avete nella vostra fervida immaginazione. E, poi, la sospensione temporanea e la riduzione del 40 per cento della soglia del subappalto, che è una misura rischiosa; ve lo hanno detto chiaramente e, peraltro, ve l'ha detto con passione e con molta più competenza ed esperienza di me la collega Carla Cantone, che è qui al mio fianco.
Ma io vorrei, Presidente, per un attimo rassicurare un po' tutti. La collega Boschi nel suo intervento si è chiesta dove fosse il Ministro Toninelli, che non è qui in Aula (d'altra parte, ci ha un po' abituati alla sua assenza); il Ministro Toninelli attualmente è in Sardegna, non per vacanze, ovviamente, ma perché ad Alghero si vota domenica per il rinnovo del consiglio comunale. Il Ministro Toninelli, ovviamente, nel suo comunicato, diffuso in mattinata dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ci dice che è lì per incontrare ANAS e le amministrazioni locali in merito ai lavori della superstrada Sassari-Alghero. Per carità, noi non sottovalutiamo l'importanza di questo incontro e il Partito Democratico non potrà sicuramente essere tacciato di non essersi occupato di questi temi in passato e anche in tempi molto più recenti, però questa concomitanza in qualche modo è anche sospetta.
E poi il Ministro Toninelli, questa sera, a Roma, alle 17, era atteso a un vertice per il futuro drammatico dei lavoratori del porto canale di Cagliari: ci sono 700 posti di lavoro a rischio e ci sono 700 famiglie che rischiano di finire sul lastrico. Il Ministro Toninelli, però, tutto questo non lo ha considerato: il Ministro Toninelli è in Sardegna, ad Alghero .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/72 Frailis, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1898/73 Osnato, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/1898/74 Prisco, parere favorevole con proposta di riformulazione da parte del Governo; prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione e accolgono la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1898/74.
Ordini del giorno n. 9/1898/75 Rizzetto, n. 9/1898/76 Silvestroni, n. 9/1898/77 Trancassini, n. 8/1898/78 Varchi e n. 9/1898/79 Ciaburro, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/1898/80 Cardinale, accolto con proposta di riformulazione da parte del Governo.
Prendo atto che la presentatrice non accetta la proposta di riformulazione del Governo e insiste per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/1898/80 Cardinale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/80 Cardinale, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'odine del giorno n. 9/1898/81 Nardi, sul quale vi è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nardi. Ne ha facoltà.
MARTINA NARDI(PD). Presidente, sbloccare i cantieri è un proponimento che noi condividiamo, è un proponimento giusto, e quindi l'annuncio da parte del Governo dell'intenzione di mettere mano per affrontare i vari temi e le varie questioni che riguardano i cantieri, primo fra tutti il più grande cantiere che noi abbiamo nel nostro Paese, cioè quello della ricostruzione dai sismi, dai grandi drammi che sono avvenuti nel corso degli anni scorsi, ci ha visto, diciamo così, propositivi, perché noi - e lo dico con umiltà, rispondo al deputato di Fratelli d'Italia che prima ci ha in qualche modo rimproverato - con umiltà ci abbiamo provato, abbiamo provato ad aggredire e ad affrontare le tante questioni che stanno dietro un problema evidente del nostro Paese, cioè quello che troppo spesso i cantieri sono in ritardo, ci mettono anni e non finiscono mai, e le abbiamo in qualche modo anche elencate, le conosciamo, i problemi sono conosciuti. E, allora, c'è un problema che è legato alla corruzione, perché, quando si parla di cantieri, spesso, troppo spesso, purtroppo si parla di corruzione. Si parla di progettazione, cioè una difficoltà nel progettare, a volte anche una carenza di progettazione, che poi comporta ritardi, varianti in corso d'opera che in qualche modo appesantiscono. In assoluto su tutti la burocrazia, cioè il fatto che comunque una pluralità di enti concorrono alla fase preliminare dei cantieri, che in qualche modo rallenta, porta una serie di ritardi nella progettazione. Il personale: come in questo caso, come nell'ordine del giorno che oggi espongo, insomma, il personale, la qualità del personale, ma anche la capacità di avere una dotazione organica che oggettivamente renda possibile l'espletamento di tutte le competenze, che sono molte e molteplici, perché, come dicevo prima, le questioni legate ai cantieri sono di tanta natura.
Per non dimenticare - e non lo voglio dimenticare, ma è bene che ce lo diciamo -, uno degli altri temi che rallenta i cantieri è dato dal fatto che c'è una quantità enorme di contenziosi: contenziosi in fase di gara, contenziosi in seconda battuta, quando i cantieri sono in essere. Tutte queste questioni sono conosciute e noi ci saremmo aspettati un provvedimento - lo ripeto, lo dico con grande umiltà - che, come noi, provasse a mettere mano alla pluralità delle questioni in campo, per provare a snellire i procedimenti, per provare a dare una risposta seria alle città, prima di tutto quelle che hanno subito i sismi, ma in generale a tutto il Paese. Nella realtà, invece, abbiamo trovato pezzi e bocconi, solo propaganda, solo , come ormai è chiaro che questo Governo propone a ogni piè sospinto, tra l'altro con un'antipatica presa di posizione e, Presidente, glielo dico proprio con molta rabbia, ma le nostre prerogative di parlamentari, la mia prerogativa di parlamentare di poter intervenire su un provvedimento sono negate da questo Governo. Voglio capire chi è che ci metterà mano, se è il Presidente della Camera, se è il Presidente del Senato, se è il Presidente della Repubblica, ma è intollerabile che ci sia sempre e costantemente una negazione di un diritto dei parlamentari, che è quello di intervenire sui provvedimenti, perché ognuno di noi ha e deve dire delle cose. Siamo stati eletti per questo, questo non è un postificio, questo non è un votificio: questo è un luogo in cui si discute, si dibatte, ci si confronta e poi si decide. La maggioranza chiaramente deciderà maggiormente e sarà aiutata dalle minoranze, questa è la democrazia, per lo meno come l'hanno indicata i nostri padri costituenti. Però, siccome siamo nella fiera dell'ipocrisia, siamo anche qui nella fiera dell'ipocrisia, mi consenta, Presidente, perché si boccia il referendum costituzionale, però poi, in maniera ipocrita, si fa funzionare una Camera a senso unico, in maniera alternata. A chi tocca? Tocca alla Camera o tocca al Senato? Come se ci fosse un monocameralismo imperfetto.
Questa cosa è intollerabile e incostituzionale . Credo e chiedo alla Camera che si ponga rimedio, perché andiamo contro i dettati costituzionali. Così come è ipocrita, come in questo ordine del giorno, dire che vanno bene, che bisogna dare ai comuni più competenze, quando parliamo di comuni che hanno cinquecento, mille abitanti, e che hanno uno o due dipendenti. E come fanno? Questa è la fiera dell'ipocrisia! E come fanno ad affrontare le centinaia di pratiche sulla ricostruzione? Gli si dice: ma vi abbiamo messo a disposizione, vi metteremo a disposizione - li scegliamo noi presso l'unità di missione - una serie di personale, senza sapere effettivamente quando queste persone entreranno, quante saranno comune per comune, quali saranno le esigenze. E voi pensate di sburocratizzare il Paese così? Pensate di dare una risposta alle tante domande, alla domanda di fare presto e bene nel nostro Paese? Beh, vi sbagliate, questa è l'ipocrisia di un Governo e non è più tollerabile. Mi auguro che anche le popolazioni colpite dal sisma, che da tanto, troppo tempo aspettano le risposte, possano e debbano alzare la testa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO(FDI). Grazie, Presidente. Per il suo tramite un po' mi rifaccio a quanto detto dal collega di Fratelli d'Italia, onorevole Trancassini, che è stato ripreso dalla collega che ha appena parlato, dove noi abbiamo condiviso e stiamo votando a favore di questi ordini del giorno presentati dal PD; però, se tutto quello che oggi viene detto, viene contestato, in qualche modo fosse stato fatto da chi ha preceduto questo Governo, forse voteremmo con maggiore enfasi e sicuramente con maggiore consapevolezza. Riscrivere le regole era la cosa più semplice, riscrivere le regole per gli appalti, evitare che i subappalti ormai arrivassero a quel famoso cartello per cui in alcune zone, come diceva la collega, sui tanti cantieri si rallenta per problemi di criminalità. Il famoso massimo ribasso, che ormai vede gare aggiudicate con un 44 per cento di ribasso e con, ovviamente, le conseguenze del caso sui materiali utilizzati. Per fare una battuta, invece di cemento, latte di mandorla. Sui contenziosi, su tutto ciò che riguarda, per esempio, la certificazione antimafia e che non ha visto nelle prefetture il rafforzamento di unità che potessero espletare in tempi ragionevoli per gli enti locali le aggiudicazioni quando la gara veniva espletata, piuttosto che la riforma fatta sulle province, che credo sia una riforma “aborto”, che andrebbe rivista, soprattutto per quello che riguarda una nazione che sulla viabilità provinciale spesso ha sicuramente basato il proprio sviluppo. Sicuramente non siamo soddisfatti di questo provvedimento, ma non siamo soddisfatti neanche dei provvedimenti che lo hanno preceduto. Noi continuiamo a votare rispetto a quello che in qualche modo riteniamo giusto per i nostri territori. Sono stata presidente di provincia quando le province erano tali, insieme alla collega Pezzopane. Ricordo di essere stata lì ospite in occasione del terremoto de L'Aquila. Sono passati tanti anni, forse tanti lustri, per poter oggi puntare il dito e non dire che cosa abbiamo fatto noi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/81 Nardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine giorno Zardini n. 9/1898/82 vi è una proposta di riformulazione da parte del Governo: prendo atto che non si accetta la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zardini n. 9/1898/82, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno Carè n. 9/1898/83 c'è una proposta di riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carè. Ne ha facoltà.
NICOLA CARE'(PD). Presidente, non accettiamo la riformulazione, semplicemente perché dare un parere favorevole all'ordine del giorno e porre delle condizioni ben precise - la condizione è quella che se ci sono le risorse finanziarie o umane si possono sbloccare i cantieri - mi sembra un po' eccessivo. Il così chiamato “sblocca cantieri”, Presidente, secondo il Governo, si prefigge di semplificare e accelerare le procedure di gara, l'apertura del mercato degli appalti pubblici alle piccole e medie imprese e realizzare con maggiore flessibilità, volta alla promozione della concorrenza, misure per la ricostruzione dei comuni colpiti dai terremoti del 2016 e 2017, però, con quelle condizioni, con questa riformulazione, naturalmente non si fa altro che accrescere l'ansia, la confusione e l'incertezza della comunità o delle comunità e dei comuni che sono stati colpiti da questi eventi sismici. Quindi credo che saranno inevitabilmente le popolazioni di questi comuni che hanno creduto ancora una volta nelle promesse di ricostruzione fatte da questo Governo a dover subire l'ennesimo duro contraccolpo dovuto naturalmente alla frenata e ai paletti che sono stati posti per questo ordine del giorno. Ci sono delle misure giuste non più rinviabili che chiediamo: abbiamo chiesto da tempo le assunzioni del personale, tutti i miei colleghi ne hanno discusso già prima, le assunzioni del personale per i comuni, per gli uffici speciali della ricostruzione, il prolungamento della busta paga pesante, la scelta diretta dei piccoli lavori sulla ricostruzione privata. Ebbene, secondo me, comunità, lavoro e sicurezza sono le parole chiave per la rinascita di questi territori.
Io mi rifaccio all'ordine del giorno, signor Presidente, anche perché i territori come Ussita, un piccolo comune, ma importante, in Italia, di 409 abitanti, nella provincia di Macerata, Visso, un comune italiano di mille abitanti, o ancor di più Sarnano, di 3 mila abitanti o poco più, situato nel cuore dei Monti Sibillini, fanno parte dei borghi più belli d'Italia e riflettono il ricchissimo e variegato patrimonio storico-culturale italiano che tutti quanti nel mondo ci invidiano. Per questo motivo ci dobbiamo effettivamente dare una mossa e non porre paletti, ma mettere a disposizione dei numeri ben precisi per iniziare questa ricostruzione. Credo che un coinvolgimento democratico che venga dal basso, con una base di informazioni scientifiche e storiche, sia necessario nei mille luoghi a rischio sismico, con un'altra idea di sviluppo che coniughi progettualità, sostenibilità al lavoro, soprattutto per i giovani tecnici, laureati, maestranze da impegnare in quella che a parole è la nostra grande ricchezza: il paesaggio, la bellezza, l'arte, i centri storici, i siti archeologici, il cibo, i beni immateriali, la tradizione alta di cui noi italiani possiamo essere fieri, non soltanto in Italia ma in tutto il mondo. È per questo che io chiedo al Governo, al sottosegretario, attraverso di lei, signor Presidente, che provveda a dare dei numeri ben precisi per sbloccare queste risorse e non soltanto un numero .
Quindi credo che per aiutare tanti comuni come Sarnano, Ussita e Visso in Italia bisogna effettivamente sbloccare i cantieri, e per sbloccare i cantieri bisogna dare dei numeri precisi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carè n. 9/1898/83, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno Navarra n. 9/1898/84 vi è una proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Navarra. Ne ha facoltà.
PIETRO NAVARRA(PD). Presidente, col presente provvedimento, denominato “sblocca cantieri”, il Governo si prefigge la semplificazione delle procedure di gara e lo snellimento dei percorsi burocratici per la progettazione e la realizzazione delle opere pubbliche. Nel nostro Paese il cantiere che richiede l'intervento più urgente è rappresentato dalla ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016 e 2017. Sui ritardi della ricostruzione post-terremoto potremmo stare a parlare qui per ore, ma quella della polemica è una strada che ormai interessa poco, perché di fatto non porta nulla di costruttivo per le comunità del cratere sismico. La gente vuole fatti concreti, è stanca di ascoltare le promesse del Governo e lo scaricabarile del commissario straordinario. C'è un solo dato di fatto sul quale riflettere: il terremoto è un fatto straordinario, con conseguenze straordinarie, la conseguenza più logica, dunque, è pensare e legiferare in modo straordinario ed efficace, per dare finalmente risposte a una comunità stanca e disillusa. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vito Crimi da quasi un anno si ripete nell'annunciare un decreto per le emergenze, afferma che occorrerebbe uno shock per velocizzare la ricostruzione, ma lo shock per le comunità colpite dal sisma è rappresentato dall'incapacità di un Governo che ha trattato in numerosi decreti il tema terremoto senza riuscire a mettere in campo alcun intervento organico che affronti con sistematicità le esigenze della ricostruzione. Gran parte delle misure adottate sono proroghe e pochissime sono le novità, nemmeno operative. È passato un anno e i territori colpiti dal sisma sono letteralmente stati abbandonati. Siamo fermi, ci sono commissioni inutili, procedure avviluppate ed inesistenti. Il Governo aveva promesso un cambio di passo, il commissario ha lasciato le comunità colpite dal terremoto in un silenzioso stallo. Aveva giurato che sarebbe stato sempre tra gli amministratori e in contatto con i cittadini, ma non lo sta facendo. Nel territorio colpito dal sisma sono bloccati i trasferimenti per gli stipendi del personale dei comuni e così i trasferimenti per la rimozione delle macerie. Nei comuni mancano i vigili, mancano i segretari, non si possono rinnovare i contratti a termine, e i funzionari, se dovessero vincere un concorso pubblico o privato che sia se ne vanno altrove. Il Commissario straordinario si è chiuso a riccio dentro la sua struttura e in compagnia di regole e procedure spesso farraginose. Bisogna fermare il metodo degli emendamenti pro-ricostruzione infilati nell'ultimo decreto utile, serve un testo unico per la ricostruzione coerente e partecipato. Per accelerare la ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto sono state introdotte una serie di disposizioni al fine di garantire una maggiore efficienza nell'adempimento delle procedure burocratiche connesse alla ricostruzione, tra queste è stata prevista una maggiore sinergia tra l'ufficio speciale per la ricostruzione e i comuni attraverso un passaggio di funzioni e competenze a questi ultimi. Tuttavia, il trasferimento di funzioni e competenze ai comuni è irrilevante in assenza di risorse umane adeguate che possono svolgere e attuare le nuove competenze ed esercitare le nuove funzioni.
Si tratta di un impegno amministrativo enorme perché enorme è il numero di cantieri e di procedure amministrative da avviare, seguire e portare a compimento. È necessario, pertanto, accompagnare i provvedimenti già esistenti con ulteriori interventi legislativi che prevedano un significativo investimento in risorse umane e finanziarie per i comuni, al fine di ampliarne la capacità assunzionale e dare risposta alle domande di concretezza espresse da una comunità che, sempre più sfiduciata, aspetta risposte per una ricostruzione non solo di interi edifici, ma anche per una rinascita sociale che, purtroppo, con le indecisioni e la colpevole inerzia del Governo, stenta a ripartire.
Per queste ragioni, ritengo insufficiente l'impegno del Governo, così come previsto dalla riformulazione proposta, e dichiaro il mio voto contrario .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/84 Navarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Il deputato Dal Moro non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno.
Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/85 Dal Moro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1898/86 Melilli, riformulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/86 Melilli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Deputato Melilli, mi scusi, accetta la riformulazione? Allora, revoco l'indizione della votazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/87 Schirò, accettato dal Governo con riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Schirò. Ne ha facoltà.
ANGELA SCHIRO'(PD). Grazie, Presidente. Io non accetto la riformulazione e chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno. Il parere favorevole con riformulazione, così come suggerito dal Governo, non è sufficiente a garantire le richieste precise provenienti dal territorio che quell'ordine del giorno ha inteso interpretare. La riformulazione è di fatto una neutralizzazione della richiesta avanzata dal mio ordine del giorno e significherebbe per me accettare in qualche modo di essere uno strumento di propaganda di questo provvedimento, che non condivido per le sue gravi ricadute in termini di legalità, tutela dei diritti dei lavoratori, salvaguardia dell'ambiente e dei cittadini, come abbiamo detto tante volte in questi giorni. Dunque, al di là degli schieramenti di maggioranza e di minoranza e delle posizioni dei singoli gruppi parlamentari, invito i colleghi a votare favorevolmente su questo ordine del giorno, che riguarda una questione di vitale importanza, con evidenti implicazioni di carattere etico, riguardando la ricostruzione delle zone colpite dal sisma degli anni 2016 e 2017. Si tratta di esigenze provenienti dal territorio e da coloro che ogni giorno devono misurarsi con le esigenze, talvolta drammatiche, delle popolazioni, richieste che l'ordine del giorno ha cercato soltanto di interpretare e di raccogliere. La questione nodale in sostanza è questa: la concreta applicabilità delle misure, che in alcuni punti lo stesso provvedimento prevede, dipende dalla possibilità del commissario straordinario e dei comuni di disporre di risorse sufficienti a consentire l'assunzione del personale necessario ad adempiere alle incombenze loro assegnate. Nessuno può pensare che i comuni, nello stato in cui in generale versano, in particolare i comuni in provincia di Macerata colpiti dal sisma, possano affrontare a mani nude gli impegni complessi e gravosi che la ricostruzione comporta. Il voto favorevole, quindi, non rappresenta un riconoscimento dato ad una forza parlamentare o ad un singolo deputato, quanto un segnale di attenzione rivolto alle istituzioni locali che sono in prima linea nella difficile opera di ricostruzione.
È un segnale di speranza per gli amministratori che, a prezzo di sacrifici e comunque in modo generoso, sono chiamati ogni giorno a dare risposte ai loro amministrati. Mi auguro che possa prevalere il senso di responsabilità di fronte ad esigenze obiettive e giuste.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/87 Schirò, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 14. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Borghese, Brescia, Colletti, Colucci, Corda, Covolo, Daga, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Lupi, Maggioni, Micillo, Molinari, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Scoma, Sisto, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 9/1898/88 Ungaro, sul quale il rappresentante del Governo ha espresso parere favorevole, subordinatamente a una proposta di riformulazione. Risulta alla Presidenza che tale proposta non sia stata accettata dal presentatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cantini. Ne ha facoltà.
LAURA CANTINI(PD). Sì, grazie Presidente, sottoscrivo l'ordine del giorno a prima firma Ungaro ed intervengo perché riteniamo necessario sfruttare ogni spazio residuo di discussione su questo decreto. Dopo che ci siamo visti negare, ancora una volta, la possibilità di contribuire a migliorare questo provvedimento, sia in Commissione che in Aula, non potendo apportare alcuna modifica rispetto al testo già approvato dal Senato e dopo che abbiamo avuto così poco tempo anche solo per esprimere le nostre perplessità, noi non ci rassegniamo e cerchiamo, stando nel poco tempo concesso e soprattutto stando al merito, di rimettere in guardia voi parlamentari distratti e soprattutto i cittadini su quelle che saranno le conseguenze nefaste di questo provvedimento.
Lo abbiamo fatto con i nostri interventi e anche con gli ordini del giorno che abbiamo presentato e in particolare sui tanti che riguardano le zone colpite dal sisma e il tema della ricostruzione, come appunto quello su cui sto intervenendo. Purtroppo, tutto questo avviene in un'Aula distratta e dedita più a parlare del futuro di questo Governo e delle decine e centinaia di parlamentari di maggioranza che rischiano la poltrona, che interessata davvero alle sorti del Paese. Del resto, già con i provvedimenti economici fin qui approvati avete dimostrato incapacità e irresponsabilità, riportando il Paese, in un solo anno di Governo, in crisi e in recessione e oggi, con questo provvedimento, cercate di completare l'opera minando un altro pilastro dello sviluppo e dell'economia, qual è, appunto, il settore degli investimenti pubblici e degli appalti. Avevate bisogno di un capro espiatorio per nascondere la vostra diretta responsabilità sullo stallo e sul blocco in cui versano innumerevoli opere pubbliche, avete incolpato il neonato nuovo codice di mali antichi del nostro sistema amministrativo, mali antichi quali la burocrazia, la scarsità di personale preparato, l'eccessiva parcellizzazione delle stazioni appaltanti e alla fine, con questo provvedimento, avete colpito a morte il malato e non certo curato la malattia.
Sì, perché asserire che si velocizzano le opere pubbliche reintroducendo il massimo ribasso e abbassando la qualità delle progettazioni messe a base d'asta è davvero un controsenso, per non parlare del fatto di quali rischi si producono per tutto il sistema, dando la possibilità, così come previsto nel decreto, di operare senza gara e con affidamenti diretti nella stragrande maggioranza dei lavori pubblici.
Per dare, ancora una volta, l'idea di avere il pugno duro si dà luogo alla istituzione di Commissari straordinari, potenzialmente per ogni opera che il Ministero ritenga utile o semplicemente perché, magari, è di un comune politicamente amico, ma nel frattempo si spalancano le porte al malaffare e alle infiltrazioni mafiose.
Tutti sappiamo che per il settore degli appalti l'Italia purtroppo detiene un triste record negativo, però voi, con questo provvedimento, anziché provare a combattere e a sradicare il malaffare, lo incentivate, quasi portandolo a sistema.
Se poi affrontiamo, infin, il tema della ricostruzione delle aree terremotate, la cosa si fa ancora più grave ed è per questo che non accettiamo le riformulazioni, perché che i comuni delle aree terremotate abbiano bisogno e necessità di supporti reali e non solo dichiarati è un dato di fatto, a maggior ragione dopo questo decreto, che affida loro molte funzioni sulla ricostruzione. Dopo le passerelle elettorali dei vari Ministri serve perciò che ora il Governo si assuma la piena responsabilità, senza ulteriori rinvii a danno delle popolazioni.
Accettare questi ordini del giorno era credo il minimo che il Governo poteva e doveva fare rispetto a questo ennesimo provvedimento blindato, approvato, ancora una volta, con la fiducia. Per questo decidiamo di votarlo, perché rimanga agli atti questo ennesimo diniego e rinvio rispetto alle richieste che tramite noi giungono da tutti i comuni colpiti dal sisma .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/88 Ungaro. Ricordo il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Colleghi, le prossime votazioni saranno più rapide, lo dico per chi esce adesso a prendere un eventuale caffè.
ENRICO BORGHI(PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Volevo chiedere scusa al collega Penna, perché non lo avevo visto, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/89 Paita. Prego, onorevole Paita.
RAFFAELLA PAITA(PD). Accolgo la riformulazione.
PRESIDENTE. Accoglie la riformulazione e, quindi, l'ordine del giorno 9/1898/89 Paita si considera accolto. Passiamo all'ordine del giorno 9/1898/90 Bruno Bossio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno Bossio.
VINCENZA BRUNO BOSSIO(PD). Vorrei chiedere al sottosegretario Crimi, che però non vedo, allora al sottosegretario Santangelo, se può ripetere la proposta di riformulazione.
PRESIDENTE. Siamo sull'ordine del giorno n. 9/1898/90 Bruno Bossio, sottosegretario Santangelo, se ce l'ha sottomano.
VINCENZO SANTANGELO,. Sì, signor Presidente, allora, la riformulazione consiste nell'inserimento tra gli impegni della formula, più volte ripetuta anche in altri ordini del giorno, “a valutare l'opportunità di inserire, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”, non vedo altre riformulazioni.
PRESIDENTE. Grazie, signor sottosegretario. Onorevole Bruno Bossio.
VINCENZA BRUNO BOSSIO(PD). Grazie veramente, me la sono fatta ripetere perché pensavo di non aver capito bene e soprattutto volevo sapere sempre per suo tramite, signor Presidente, se il sottosegretario e il Governo hanno capito di cosa tratta l'ordine del giorno. Lo sa il signor sottosegretario che questa opera pubblica è l'unica inserita dal Governo tra quelle da completare nel Mezzogiorno? Non l'abbiamo fatta noi quella cartina veramente brutta, dove c'è solo un'opera nel Mezzogiorno: eppure si tratta della seconda tratta del terzo megalotto della strada statale ionica, la famigerata 106, sulla cui pericolosità si sono spesi fiumi di inchiostro e di parole ma che, dopo dieci anni, solo i Governi del PD con il Ministro Del Rio hanno finalmente sbloccato. Questa strada è una delle più pericolose di tutto il Paese, come ha sempre denunciato, l'associazione “Basta vittime sulla SS 106” e le amministrazioni locali. Lo sa il signor sottosegretario che il progetto definitivo di questa prima tratta della strada è stato pubblicato nell'agosto 2017 e sono state intraprese le attività propedeutiche? Lo sa il signor sottosegretario che il 17 luglio 2018 la Corte dei conti ha registrato la delibera CIPE n. 3 del 2018 e che sono disponibili 1 miliardo e 300 milioni di euro per investimento? Allora perché riformulare l'ordine del giorno con le parole “compatibilmente alle disponibilità di finanza pubblica? Vi abbiamo lasciato 1 miliardo e 300 milioni sbloccati dai nostri Governi: che fine gli avete fatto fare ? Qual è la compatibilità di finanza pubblica di cui parlate? La verità è che, in questo caso come in generale su questo disegno di legge come su tutte le proposte fatte finora dal Governo del fallimento, la narrazione non coincide mai con la realtà dei fatti. Volete riformulare il mio ordine del giorno secondo la vostra narrazione? Scrivete adesso un impegno cogente, preciso su un cronoprogramma di lavori che sarebbero dovuti partire già da marzo. Francamente quello che indigna di più è il silenzio dei colleghi calabresi: ben dodici deputati del MoVimento 5 stelle che stanno zitti. Di loro rimane agli atti di questa iniziativa politica sulle infrastrutture una foto scolorita sulle scale del Ministero con Toninelli, pronti all'assalto della Calabria per portare i treni veloci e strade sicure. Smettetela con queste narrazioni false; ditelo che lo sblocca-cantieri non sbloccherà un bel nulla; diciotto decreti attuativi! E chi li fa? Chi li fa? Questo Governo e questa maggioranza che litigano su tutto? Oggi su due punti non c'è stata convergenza fra Lega e 5 Stelle e allora francamente forse ha ragione il giornalista Santini quando dice oggi, su : va a finire che bisognerà sbloccare lo sblocca-cantieri .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO(FDI). Grazie, Presidente. Intanto intervengo per aggiungere la mia firma a quella dell'onorevole Bruno Bossio che credo abbia stigmatizzato con grande chiarezza l'attenzione verso il Mezzogiorno d'Italia attraverso l'inserimento solo e soltanto di un'opera nel Sud che vede insomma tante presenze, tanti Consigli dei ministri, tante autorevoli figure arrivare e chiedersi come si arriva nel Mezzogiorno, quindi dei treni che in qualche modo sono pochi, poco efficienti e poco all'avanguardia. È arrivato un Frecciarossa e pensavamo fosse atterrata una navicella spaziale: c'è stato sempre detto che il Frecciarossa non poteva arrivare sotto Salerno. Stiamo vedendo quello che un po' è chiamata la strada della morte, la famosa SS 106, ancora una volta dimenticata. Ci sono tante opere che dovevano essere inserite dalla trasversale delle Serre ad un ulteriore lotto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, ma ancora una volta credo che, benché abbiate fatto incetta di voti alle politiche, perché si è ridimensionato, gli elettori alla fine sono un po' più avanti rispetto agli impegni assunti e non onorati e alle battaglie fatte in precedenza, credo che questo passerà come lo sblocca-cantieri che ha deciso che l'Italia non sia più un'Italia a due velocità ma che sia un'Italia che purtroppo velocità non ne avrà, perché non c'è uno sblocca-cantieri, c'è soltanto un blocco dei cantieri .
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/90, Bruno Bossio con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1898/91 Rotta: è stata formulata una richiesta di ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà.
ALESSIA ROTTA(PD). No, non lo ritiro e non accetto, come avevo capito, neanche la riformulazione. Vorrei, invece, dire qualcosa in merito all'ordine del giorno. Abbiamo capito dalla discussione di questi giorni, pur una discussione contingentata dalle scelte della maggioranza, che lo sblocca-cantieri non sblocca evidentemente nulla ma complica diversamente, propone deroghe, non semplifica nulla. Soprattutto, come si evince dall'ordine del giorno in esame rispetto ad un aspetto in particolare, stiamo cioè parlando dell'interporto di Isola della Scala a Verona, capiamo che il Governo manca completamente di una visione strategica, di una programmazione rispetto ad un settore che, nonostante voi, nonostante il Governo, va ancora molto bene nel nostro Paese. Stiamo parlando della logistica, stiamo parlando in particolare del Quadrante Europa, del Consorzio ZAI, uno dei principali poli della logistica, uno dei principali evidentemente di collegamento tra due assi strategici, quello che va dalla Scandinavia fino a Malta e quello del Mediterraneo che va cioè dalla Spagna all'Ungheria. Evidentemente sarà il primo che si incontrerà una volta completato il del Brennero, che lo ricordiamo non è ancora stato completato e percorribile, lo vorremmo ricordare anche all'assente Ministro Toninelli. Stiamo parlando di un centro così importante. Do qualche numero per far capire l'entità e il volume di affari, la ricchezza che porta al Paese, i lavoratori coinvolti: 13 mila addetti, 16 mila treni tutti i giorni, 28 milioni di tonnellate di merci che passano tutti i giorni. Ebbene questo importante centro di sviluppo della logistica e del lavoro dell'infrastruttura del nostro Paese rischia di essere messo a repentaglio nel suo funzionamento, nella sua prospettiva futura dalle scelte del Governo, scelte che noi chiediamo con questo ordine del giorno, che evidentemente non viene accettato, di riporre in discussione offrendo già una soluzione: la soluzione era stata trovata precedentemente, dal precedente Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, in particolare con il protocollo del 14 gennaio 2016 che qui citiamo e nel quale diciamo che per non mettere a rischio il Consorzio ZAI - voglio ricordare che proprio in questi mesi è stata firmata un'intesa con RFI: vuol dire che la mano destra non sa quello che fa la sinistra, ovvero Toninelli non sa che cosa fa quando scrive lo sblocca-cantieri o quando si occupa di Ferrovie, se se ne occupa - ha firmato un accordo per realizzare un nuovo terminal per ospitare anche infrastrutture o treni da 750 metri. Ora siamo già in fase di progettazione: quindi c'è un investimento, ci sono dei lavori per lo sviluppo di questo importante centro della logistica. Ebbene che cosa fa il Governo invece nello sblocca o, meglio, complica cantieri? Dà 150 milioni ad un altro interporto che sta appena a venti chilometri a sud da qui ed evidentemente questo non è un reato, perché noi siamo coerentemente sempre e non a giorni alterni per una maggiore sviluppo della rotaia anziché del trasporto su gomma.
Noi chiedevamo semplicemente - ciò infatti mi rende particolarmente così stupefatta della non accettazione dell'ordine del giorno - chiedevamo un coordinamento dei lavori, cioè che lo sviluppo dell'interporto di Isola della Scala avvenisse concordemente con quanto avviene nel centro principale appunto del Consorzio ZAI. Ebbene, neanche questo. Noi vi diamo dei suggerimenti, vi diciamo: coordinatevi almeno. Quando investite delle risorse, di cui mi sembra che questo Paese non largheggi, ebbene, si investono 150 milioni così a caso, diciamo a caso, quando c'è un importante sviluppo già previsto altrove.
Allora, noi vi chiediamo ulteriormente, e chiedo al sottosegretario che vedo, di riconsiderare, perché vi diciamo semplicemente: è già scritta la soluzione. Era stata individuata precedentemente, almeno concordate e sappiate quello che fa la destra con la sinistra, in un territorio che altrimenti rischia di essere messo a dura prova dal punto di vista logistico e di trasporto per le vostre scellerate scelte .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rotta n. 9/1898/91, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Raciti n. 9/1898/92.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raciti. Ne ha facoltà.
FAUSTO RACITI(PD). Credo che il Governo abbia proposto una riformulazione, Presidente…
PRESIDENTE. Sì, ha proposto una riformulazione.
FAUSTO RACITI(PD). Che respingo, per la semplicissima ragione che è lo stesso Governo che a gennaio si impegnava a fare un decreto di ricostruzione per febbraio, e siamo a giugno; si impegnava a fare un decreto “ricostruzione” che prevedesse lo stanziamento di 300 milioni di euro, sono poco più di 230. Era un Governo che si è impegnato ad una ricostruzione nell'arco di tre anni, sono cinque. Se questi sono gli impegni pubblicamente assunti dal Governo, figuriamoci quando dovranno valutare l'opportunità di dare seguito ad un ordine del giorno. Ragione per cui chiedo il voto sull'ordine del giorno così com'è nella sua formulazione originaria .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Raciti n. 9/1898/92, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Pizzetti n. 9/1898/93. C'è una proposta di riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzetti. Ne ha facoltà.
LUCIANO PIZZETTI(PD). Grazie, Presidente. Rivolgo un appello al Governo affinché accolga integralmente l'ordine del giorno che ho presentato, anche per non smentire il Ministro Toninelli. Noi stiamo parlando di un'infrastruttura che collega la Lombardia all'Emilia-Romagna, che due anni fa venne chiusa a causa dello stato di pericolosità. Grazie al Governo precedente sono stati individuati rapidamente i finanziamenti per il ripristino, l'azione è stata svolta, il ponte pochi giorni fa è stato riaperto; ma tutti hanno la consapevolezza che questo ripristino è un ripristino di fatto di durata parziale, nel senso che il tempo di vita di quella infrastruttura sta giungendo al termine, e tutti i tecnici dicono che entro dieci anni quel ponte andrà chiuso e un nuovo ponte andrà costruito.
Il Ministro Toninelli è venuto più volte a ribadire l'importanza della nuova infrastruttura e il suo impegno. Cito. È venuto il 25 aprile annunciando che, appunto, ci sarebbe stato a breve lo stanziamento, o comunque l'impegno per quanto riguarda la costruzione del nuovo ponte.
Poi è andato il 18 maggio lì dove c'è l'infrastruttura, e ha dichiarato: “Ringrazio per il lavoro fatto, ma adesso pensiamo subito al nuovo ponte. Ci siamo rotti le scatole della vecchia politica, che una volta riparata la struttura sarebbe rimasta a guardare. Lo Stato pagherà subito la progettazione del nuovo ponte, io mi impegno”. Questo concetto è stato ulteriormente ribadito l'11 giugno in videoconferenza con l'Associazione provinciale degli industriali.
Allora, io chiederei, come ho chiesto poco fa, nella seduta mattutina, al sottosegretario Crimi, se questa dicitura seriale “valutare l'opportunità di” non fosse il caso venisse tolta, perché a fronte di queste dichiarazioni del Ministro competente diretto in materia che si impegna, se poi l'ordine del giorno reca “a valutare l'opportunità dell'impegno” in sostanza, mi pare che il Governo smentisca in modo significativo l'operato del Ministro. Inviterei il Governo a non smentire l'operato del Ministro, e ad accogliere integralmente l'ordine del giorno .
VINCENZO SANTANGELO,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINCENZO SANTANGELO,. Grazie, signor Presidente. Il Governo, analizzando nuovamente il parere su questo ordine del giorno, accoglie favorevolmente, senza la riformulazione, sottolineando che le motivazioni non possono essere ricavate dalle argomentazioni addotte dall'onorevole Pizzetti: effettivamente questo ordine del giorno può essere semplicemente accoglibile così per come è scritto.
PRESIDENTE. Se non ci sono ulteriori richieste, l'ordine del giorno si considera quindi accolto.
Ordine del giorno Fragomeli n. 9/1898/94, parere favorevole. Va bene, onorevole Fragomeli? Benissimo.
Ordine del giorno Losacco n. 9/1898/95, c'è una riformulazione. Onorevole Losacco o onorevole Fiano o Borghi… Si vota.
Se non ci sono richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Losacco n. 9/1898/95.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Anzaldi n. 9/1898/96. C'è una riformulazione, che viene accolta?
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anzaldi. Ne ha facoltà.
MICHELE ANZALDI(PD). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame prevede, all'articolo 5, norme in materia di rigenerazione urbana. Sappiamo che è un tema importante, che nella scorsa legislatura ha visto una particolare attenzione da parte dei Governi e della maggioranza di centrosinistra. È purtroppo triste, però, constatare che oltre il titolo c'è ben poco nel provvedimento. È una nota strategia comunicativa, quella di cercare di vendere il nulla che si nasconde dietro questa maggioranza.
Del resto, non ci si poteva attendere cosa diversa, considerato che l'attuale Esecutivo porta la responsabilità politica di avere fortemente rallentato il processo di riqualificazione posto in essere con le misure adottate dai Governi Renzi e Gentiloni, per il recupero e la messa in sicurezza delle zone degradate nelle aree urbane, anche nei piccoli e medi centri. È stato il primo atto politico con il quale avete mostrato il vostro vero volto: una maggioranza che prende i voti in periferia, e poi si accanisce contro le stesse periferie. Le misure previste nel testo sono marginali e non funzionali ad un reale processo di rilancio delle suddette aree.
Nella scorsa legislatura vi fu anche un importante lavoro posto in essere da una Commissione speciale sulle periferie, che produsse un documento conclusivo molto bello e molto dettagliato, che merita ancora di essere attenzionato e di avere delle risposte. È grave che in questa legislatura si sia deciso di non dare seguito a quell'esperienza, a quel lavoro, e che invece sarebbe stato molto utile. Non volete in alcun modo occuparvi di queste questioni. Alla componente basta alimentare le paure per la sicurezza, poi, passate le elezioni non ci si fa più vedere. In quel lavoro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie era emerso come, in molte realtà urbane, interi quartieri legati a processi industriali necessitano di interventi di recupero e riqualificazione, quartieri che sono simbolo di un pezzo di storia del nostro Paese, di fenomeni di inurbamento, di dinamiche di sviluppo, quartieri che oggi non sorgerebbero a ridosso di nuclei industriali. Così, a processi di dimissione industriale si sono accompagnati anche processi di degrado urbanistico e, con esso, di declino sociale per gli stessi abitanti. Eppure, quelle esperienze vanno tutelate anche dal punto di vista storico e culturale. Interi quartieri che hanno simboleggiato una speranza, una forma di riscatto, poi sono poi precipitati in oblio o peggio. Penso, ad esempio, ai quartieri Eni nelle varie città, da Gela, a Manfredonia, a Ravenna, a Pisticci, penso a quartieri ex Montedison, a quartieri siderurgici, che nel nostro Paese sono lì, tuttora abitati ma con grandi difficoltà, che invece costituivano anche un per dislocazione, servizi, attenzione agli stessi abitanti.
Questo ordine del giorno punta a impegnare il Governo a prevedere la creazione di un fondo e di un corrispondente commissario per il recupero e la riqualificazione di quartieri nati a seguito di processi di sviluppo industriale, con l'obiettivo di salvaguardare questo pezzo di storia del nostro Paese e riqualificare le condizioni abitative e di vita negli stessi contesti. Per questo io spero in un ripensamento del Governo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/96 Anzaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/97 Enrico Borghi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Enrico Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, signor Presidente. Vorrei chiedere, attraverso questo intervento, al Governo di riconsiderare la riformulazione che ha avanzato rispetto a questo testo e cerco di spiegarne anche le motivazioni. Vede, signor sottosegretario, per il tramite del Presidente, com'è noto, l'inserimento del distico “a valutare l'opportunità di” è una formula molto generica, che di fatto consente all'Esecutivo di mantenersi le mani assolutamente libere e di poter fare esattamente quello che vuole. Questo è un Esecutivo che - lo abbiamo già visto anche nei giorni scorsi - non intende molto spesso in alcun modo tenere in considerazione indicazioni che sono state fornite dall'Aula del Parlamento in maniera abbastanza stringente, figuriamoci quindi una generica affermazione di valutazione.
Perché a nostro avviso è opportuno eliminare questo testo e quindi chiediamo che il Governo dia il parere favorevole alla proposta integrale? Perché, signor sottosegretario, non stiamo parlando di una questione generica. Sono note le nostre questioni relativamente all'istituto del commissariamento - lo abbiamo detto in sede di discussione -, ma qui stiamo parlando di un tema specifico, che peraltro è stato oggetto anche ieri di un incontro dell'intergruppo parlamentare di amicizia italo-elvetica, retto con capacità dal nostro collega Romaniello, che ha avuto modo di interloquire con l'ambasciatrice della Confederazione elvetica, che ha incontrato la nostra delegazione. Noi qui stiamo parlando di due arterie internazionali, che hanno - sì - una competenza della Repubblica italiana, ma che hanno anche un servizio di collegamento nei confronti di uno Stato estero, di uno Stato che non fa parte dell'Unione europea, di uno Stato che, in un sistema di relazioni internazionali e di amicizia, ha più volte chiesto all'Italia di intervenire su queste due strade, che sono la strada statale 34 del lago Maggiore e la strada statale 337 della Val Vigezzo, le quali non solo sono arterie che servono una parte importante del nostro territorio nazionale, ma che, con la loro posizione geografica, mettono in collegamento gli abitanti del Canton Ticino con gli abitanti del Canton Vallese, assumendo quindi una assoluta peculiarità. Non si può sostenere la tesi, come è stata adombrata, che non inserire un elemento di questa natura significherebbe mantenere, come dire, in maniera omogenea questi interventi con tutti gli altri, perché - l'ho detto questa mattina e lo voglio ripetere - non stiamo discutendo della circonvallazione di un piccolo paese, ma stiamo parlando di arterie internazionali, sulle quali, peraltro, segnalo al rappresentante del Governo che sono già vigenti fondi che sono stati stanziati: 60 milioni per la SS 34 e 70 milioni per la SS 337, con degli accordi di programma e dei protocolli di intesa che sono stati sottoscritti. Questo provvedimento, signor sottosegretario, lo avete ribattezzato voi “sblocca cantieri”: voi avete detto che con questo strumento ripartono i lavori, si fanno gli interventi che erano stati bloccati, si mette in circuito tutta quella mole di interventi che sono stati mantenuti fermi. Sa qual è la conseguenza rispetto ad una inerzia dell'Esecutivo sotto questo profilo? Che siccome queste competenze vengono mantenute in capo ad ANAS, la quale ha le note problematiche di efficienza e di capacità, la lettura che verrà data da quella stazione appaltante sarà molto semplice, ovvero che non c'è una priorità per questi interventi. Se non si dice in maniera molto chiara, con un provvedimento formale del Parlamento, che vi è una esigenza di accelerazione nei confronti di queste opere, il risultato, la lettura al contrario delle burocrazie, sarà che il Governo non intende spingere in questa direzione. Siccome - non mi faccia entrare in una polemica spicciola fin troppo facile - fino nelle scorse settimane siete venuti sui territori a raccontare che avreste sbloccato, che avreste appaltato, che avreste risolto tutti i problemi, non ci vuole tanto a dare un segnale di buona volontà in questa direzione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/97 Enrico Borghi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/98 Pellicani, su cui c'è un invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellicani. Ne ha facoltà.
NICOLA PELLICANI(PD). Grazie, Presidente. Con questo parere negativo, io ringrazio il Governo di aver fatto chiarezza e di aver gettato finalmente la maschera, il Governo e, in particolare, il Ministro alla confusione, Toninelli, in quanto in un provvedimento finalizzato a smontare un sistema di regole improntate alla trasparenza e alla legalità, voi avete introdotto due elementi - che pongo in questo ordine del giorno - in un provvedimento che si è caratterizzato, oltre che per contenere norme che dicono esattamente il contrario del titolo del decreto, ovvero non è uno sblocca cantieri, ma un blocca cantieri, anche per ambiguità; certo, dopo averlo scritto e riscritto decine di volte, non c'era da aspettarsi qualcosa di diverso.
Ma venendo al punto dell'ordine del giorno, io pongo due questioni molto chiare sul capitolo dei commissari che, come abbiamo avuto modo di dire nel corso della discussione e del dibattito generale, si caratterizzano per essere nominati in modo arbitrario, per dover intervenire su opere prioritarie, ma senza capire quali siano queste opere prioritarie su cui intervenire. Un commissario preciso è previsto, invece, per concludere le opere connesse al MOSE. Ora, sappiamo, l'abbiamo detto anche altre volte in quest'Aula, che si tratta di un'opera che probabilmente non si sarebbe mai dovuta realizzare, ma siamo giunti al 94 per cento dei lavori, i soldi per concluderla ci sono, sono già stati spesi 6 miliardi, per cui i lavori vanno finiti; voi individuate un commissario che non dovrà avvalersi della collaborazione dei 250 lavoratori delle imprese che hanno lavorato fino ad oggi alla progettazione e alla realizzazione dell'opera, mi riferisco ai dipendenti del Consorzio Venezia Nuova, di Thetis e di Comar, bensì delle strutture non ben identificate, ovvero, società controllate dallo Stato e dalle regioni. E questi lavoratori che stamattina sono stati convocati dal prefetto non si sa bene che fine faranno e voi, con questo ordine del giorno, avevate l'opportunità di ribadire e di precisare che fine faranno questi lavoratori di queste società che non sono citate nel decreto.
Un'altra questione importantissima è la questione che riguarda il Comitatone. Allora, il Comitatone è un comitato interministeriale, aperto alla partecipazione delle istituzioni locali nato con una legge speciale nel 1973; all'epoca ci fu un dibattito su questo punto, ma fu un fatto importante che Venezia e i problemi della salvaguardia della città e della laguna fossero stati dichiarati di preminenza nazionale e su questo, in modo democratico, furono coinvolti il Governo nazionale e le istituzioni locali per governare le decisioni relative alla salvaguardia e per la distribuzione delle risorse. Per la prima volta dopo cinquant'anni, voi ci dite che non convocherete più il Comitatone, che le risorse le ripartite per decreto, con un successivo decreto, poi, nemmeno col decreto attuale, e che il Comitatone non volete convocarlo. Non lo volete convocare - e di questo ne risponderanno anche i deputati parlamentari veneti della maggioranza - perché avete paura di confrontarvi con la città sul tema del MOSE, sul tema delle grandi navi, su tutti i temi connessi e state dimostrando un'improvvisazione e una superficialità su temi così complessi che fanno davvero paura. Fermatevi, finché siete in tempo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/98 Pellicani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/99 Gariglio. C'è un invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gariglio. Ne ha facoltà.
DAVIDE GARIGLIO(PD). Grazie, Presidente. così Umberto Eco chiude il suo romanzo e io sono sicuro che a questo verso si è ispirato il Governo, a cui va il mio sincero apprezzamento, nello scegliere i nomi per i propri provvedimenti legislativi. Da questo punto di vista mi preme sottolineare che questo Governo è il Governo che, come mai nessun altro nel corso della Repubblica, è riuscito a dare con così tanta cura nomi evocativi ai propri provvedimenti. Questo Governo dà nomi ai propri provvedimenti legislativi con la stessa cura e con la stessa passione con cui i genitori danno i nomi ai propri figli. “Sblocca cantieri”, inchiniamoci di fronte a questa accortezza, e tutti noi nei nostri interventi, i media, la gente fuori di qui, ripetiamo: sblocca cantieri, sblocca cantieri, sblocca cantieri. Ci state portando in giro, ci state conducendo per mano esattamente come il pifferaio di Hamelin portava i bambini fuori dalla città .
Passa e ripassa, il nome resta, passa e ripassa, qualcosa rimane nella mente delle persone. “Sblocca cantieri”, con questo nome voi avete fatto una grande operazione, comunicate al Paese, fate passare al Paese che voi sbloccherete i cantieri, che la vostra volontà è di sbloccare i cantieri, dandovi un alibi: i cantieri sono bloccati, perché le norme di legge, in particolare, le norme fatte del centrosinistra negli anni passati, bloccano le opere, i lavori pubblici sono fermi per colpa delle leggi. Ora, nessuno in quest'Aula, né tanto meno il mio gruppo, nega che le norme del codice degli appalti possano essere modificate e migliorate, ma la verità è un'altra, è che siete voi che avete bloccato i cantieri , voi avete bloccato i cantieri con le vostre scelte: primo, togliendo dalle leggi di bilancio i fondi necessari per gli investimenti; secondo, bloccando persino le opere già finanziate, perfino le opere già in corso di realizzazione. Guardo solo al Nord Ovest, alla parte del Paese dove abito io. Collegamento ferroviario Torino-Lione, completamento autostradale Asti-Cuneo, Variante di Carmagnola, Terzo valico, Gronda di Genova; ebbene, per sbloccare queste opere che sono bloccate non serve nessun provvedimento legislativo e, infatti, in questo provvedimento non menzionate assolutamente queste opere. Per sbloccare queste opere serve che cambiate voi, serve sbloccare voi stessi.
Cito testualmente il Vicepremier Di Maio, comizio di Ortona, in Abruzzo; dice Di Maio: “Alla fine la TAV non si farà. Il tema non è il ridimensionamento dell'opera, è una supercazzola”. Cito testualmente l'acuto Ministro dei trasporti Toninelli: “Chi se ne frega di andare a Lione”. Cito testualmente il Presidente del Consiglio dei ministri Conte che dopo aver scritto a TELT, dando l'autorizzazione a far partire gli avvisi per le manifestazioni di interesse, dice alla società, scrive alla società: “Vi invito ad astenervi da ogni ulteriore azione che possa produrre, a carico dello Stato italiano, vincoli giuridici di sorta, in particolare vi invito a soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara, al fine di evitare che soggetti terzi possano formulare offerte per la realizzazione dell'opera, condizionando per tale via le libere, definitive determinazioni che il mio Governo si riserva di assumere nel prossimo futuro”. Ebbene, il prossimo futuro è adesso; il 28 del mese di maggio sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature.
Rimangono un po' di settimane a disposizione della commissione di TELT e, poi, al vostro tavolo, spetterà la decisione se far partire o no i capitolati di gara. Allora, se volete davvero sbloccare i cantieri e ragionare con la realtà e non con i nomi nudi vi chiediamo di approvare questo ordine del giorno e di dare mandato al TELT affinché l'opera venga realizzata .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/99 Gariglio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1898/100 Pezzopane, accolto dal Governo con riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto all'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.
STEFANIA PEZZOPANE(PD). Grazie, Presidente. Io vorrei chiedere al Governo di riflettere bene sull'ordine del giorno da noi proposto e di cambiare il parere, ovvero di non sottoporre questo ordine del giorno a ulteriori restrizioni e prescrizioni. Perché? Perché in questo ordine del giorno si propone, vista e considerata la bocciatura degli emendamenti, di risolvere delle questioni, alcune delle quali ce le trasciniamo da un anno e altre le avete create voi proprio con questo decreto.
Ora, perché chiedo di approvare l'ordine del giorno così com'è? Perché è già un ordine del giorno che non risolve immediatamente e se voi ci mettete tutti questi orpelli è una presa in giro vera e propria e inaccettabile , perché le questioni che io vi pongo in questo ordine del giorno ve le ho poste già sei volte e ogni volta mi fate approvare un ordine del giorno che poi non rendete operativo.
Vi ricordo che queste questioni hanno fatto parte di un ordine del giorno nel “decreto sisma” di luglio, un anno fa; poi, nel “mille proroghe” di settembre, poi nel “decreto Genova” di ottobre, poi nella legge di bilancio di dicembre e poi nel “decreto semplificazione” di febbraio. Siamo arrivati al decreto - “sblocca niente” - “sblocca tangenti” di giugno e ancora qui mi dite di fare un ordine del giorno pluriedulcorato. Per favore, non prendete in giro gli aquilani e non fatelo nell'occasione del decennale, perché appare ancora di più una cosa odiosa e inaccettabile.
Noi vi poniamo degli obiettivi concreti e anche raggiungibili. Quantomeno ridateci i soldi che togliete alla ricostruzione dell'Aquila con questo decreto. Reinserite il DURC che avete tolto e poi affrontate con decisione la questione delle tasse sospese. Mi chiedete di mettere, in questo ordine del giorno, che si deve aprire una trattativa con l'Unione europea, ma sono già sei volte che fate approvare un ordine del giorno in cui ci dite che si deve aprire una trattativa. Apritela e non diteci ogni volta che si aprirà. Apritela questa trattativa con l'Unione europea!
E, poi, sulla questione della sicurezza delle scuole avevate assicurato grandi risposte e nel decreto in cui sbloccate tante tangenti non siete stati in grado di sbloccare una delle cose che effettivamente va sbloccata: la ricostruzione delle scuole, insieme all'edilizia pubblica nei territori devastati dal sisma. Ve lo chiedo davvero con energia, perché ritornare a casa e dire, per la sesta volta, che il Governo ci ha fatto approvare un ordine del giorno edulcorato che allontana le soluzioni è una cosa vergognosa per voi e non per noi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/100 Pezzopane, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1898/101 Morgoni c'è una riformulazione che lei, onorevole Morgoni, non accoglie.
Dunque, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morgoni. Ne ha facoltà.
MARIO MORGONI(PD). Grazie, Presidente. Ringrazio lei per avermi concesso la parola, ma voglio anche ringraziare i tanti colleghi che sono intervenuti su ordini del giorno che riguardano il tema della ricostruzione nei territori dell'Italia centrale, un tema che per l'entità e la complessità dei problemi ancora aperti non ci consente certamente di abbassare la guardia ed è per questo che sono grato ai colleghi che hanno messo la loro attenzione su questo tema.
Chiedo, comunque, la votazione di questo ordine del giorno perché anche in questo frangente il Governo non smentisce l'atteggiamento che lo ha caratterizzato nel corso dei lavori di conversione del decreto, un atteggiamento non certo riscattato dalle mille cautele e condizioni con le quali si propone di accogliere una serie di ordini del giorno, perché anche in questo passaggio conclusivo di questo decreto prevale l'attenzione a garantire gli equilibri faticosamente raggiunti tra le forze di maggioranza piuttosto che la volontà e la determinazione di cercare soluzioni concrete ai problemi e l'assenza di ogni spiraglio utile ad apportare correttivi umilia questo Parlamento, ridotto a un luogo di ratifica delle decisioni del Governo o costretto a rimettersi alla generosità del Governo, per il quale gli impegni diventano auspici.
L'ostilità pregiudiziale a qualsiasi modifica in questo caso non avrebbe neanche l'alibi di un'opposizione preconcetta esercitata dal Partito Democratico, da chi, comunque, stando all'opposizione dovrebbe essere pregiudizialmente ostile ai provvedimenti del Governo. Non è così, perché si è levato, in queste settimane e in questi giorni, un coro di voci critiche, dissensi, perplessità e timori dal servizio di bilancio del Senato, dall'ufficio parlamentare di bilancio della Camera, dalla Corte dei conti, dall'Autorità anticorruzione, dagli imprenditori dell'Anci e dalle organizzazioni dei lavoratori, dalla CNA all'Alleanza Cooperative.
Non è il Partito Democratico che si oppone; sono le forze vive del Paese, da una parte, e, dall'altra, i soggetti tenuti a salvaguardare l'impianto delle regole per evitare che il sistema si sfasci. La manomissione del codice degli appalti, perché non possiamo parlare di riforma ma di vera e propria manomissione, che nell'immaginifico del Governo dovrebbe, come d'incanto, sbloccare i cantieri porterà solo meno trasparenza, meno concorrenza e meno legalità e il vero dramma è che pagheremo un prezzo salato senza avere alcun beneficio in termini di opere realizzate o di maggiore velocità nell'esecuzione delle opere.
Relativamente alla ricostruzione post-sisma nel Centro Italia, quest'ordine del giorno ne riepiloga alcuni impegni inderogabili rispetto ai quali il Governo si riserva di valutare l'opportunità di darvi seguito, ma ciò è parte integrante dei doveri di un Governo valutare l'opportunità e direi che forse siamo al di sotto del minimo sindacale di chi detiene responsabilità pubbliche. Quindi, il Governo ci garantisce che ci penserà su ma per la ricostruzione nel Centro Italia non bastano più le parole. Di quelle ne avete spese tante, troppe, in campagna elettorale, che hanno lasciato il tempo che trovano perché erano parole ingannevoli. In questo caso, quindi, aspetteremo le riflessioni del Governo sulla proroga dello stato di emergenza, sull'incremento della dotazione del Fondo per la ricostruzione, sulla riduzione della quota di restituzione della busta paga pesante, sui finanziamenti per la zona franca urbana e sull'istituzione di un Fondo di sviluppo strutturale per i piccoli comuni (e mi fermo qui per non dilungarmi troppo).
Su questi temi l'onorevole Trancassini ci chiede di fare un'autocritica, come Partito Democratico. Ci invita a fare un'autocritica, e noi non abbiamo alcuna difficoltà ad analizzare criticamente ciò che è stato fatto dai Governi precedenti, e sicuramente riscontriamo delle criticità in una situazione molto complicata e difficile che è stata affrontata, ma l'esigenza dell'autocritica non può falsare il giudizio su ciò che è avvenuto in questi anni. I Governi precedenti, in poco più di un anno, hanno predisposto strumenti, organizzazione e iniziative per avviare la ricostruzione dopo una fase di emergenza che ha visto la necessità di dare sistemazione a 40 mila sfollati; e le risorse stanziate per la ricostruzione di questo sisma sono risorse in gran parte stanziate dai Governi precedenti, perché questo Governo, in un anno, poco più di nulla ha impegnato come risorse.
E ricordo all'onorevole Trancassini che i nostri sindaci sono abituati a rendicontare le somme ricevute dalle donazioni e non ne fanno oggetto di una contabilità separata e personale. Quindi, il Governo ci dice che non assume questi impegni che noi proponiamo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MARIO MORGONI(PD). Ma il Governo, se ha la facoltà di respingere questi impegni, non ha la facoltà di sottrarsi alle responsabilità che ha assunto di fronte agli italiani e di fronte alle popolazioni dei territori colpiti .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Morgoni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/101 Morgoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/102 D'Alessandro. Onorevole Pezzopane, lei è già intervenuta due volte, non può più. Quindi, non ci sono richieste. Lo sottoscrive l'onorevole Enrico Borghi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/102 D'Alessandro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Prendiamo nota che anche la collega Ferro lo sottoscrive.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ci sono una serie di ordini del giorno su cui il parere del Governo è favorevole. Li cito e si considerano accolti così dal Governo: n. 9/1898/103 Carnevali, n. 9/1898/104 De Menech, n. 9/1898/105 Serracchiani, n. 9/1898/106 Gribaudo, n. 9/1898/107 Carla Cantone, n. 9/1898/108 Mura, n. 9/1898/109 Lacarra, n. 9/1898/110 Viscomi, n. 9/1898/111 Zan e n. 9/1898/112 Lepri. È inammissibile l'ordine del giorno n. 9/1898/113 Scalfarotto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/114 Quartapelle Procopio, su cui il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD). Grazie, Presidente. Durante la discussione sugli ordini del giorno è successa una cosa bizzarra, perché ci siamo accorti che, arrivati a questo ordine del giorno, il Governo ha chiesto una sospensione della seduta e, una volta rientrati, avete dato contrarietà. È una cosa bizzarra perché nella giornata di oggi, forse anche per fluidificare un po' i lavori, il Governo è stato effettivamente molto permissivo nei confronti anche degli ordini del giorno dell'opposizione, e quindi ci domandiamo perché, invece, su questo ordine del giorno si siano bloccati i lavori della Camera e il Governo sia un po' corso ai ripari.
Stupisce la contrarietà, poi, a questo ordine del giorno. Leggo l'impegno, e lo leggo soprattutto a beneficio dei colleghi della maggioranza: l'ordine del giorno impegna il Governo a relazionare annualmente al Parlamento sul numero dei posti necessari per garantire l'ospitalità ai soggetti in attesa di rimpatrio e, in caso, sui costi dovuti per eventuali nuove costruzioni, completamento, adeguamento e ristrutturazione dei suddetti centri, e, laddove si ravvisi la necessità di nuove costruzioni, anche sulle aree previste per la realizzazione.
Ecco, sembra estremamente bizzarro che un Governo che in ogni istante si vanta dei numeri delle migrazioni, arrivando anche ad assumersi la responsabilità di risultati che non sono suoi, ma, probabilmente, di Governi precedenti, invece è contrario ad informare il Parlamento sul numero dei posti necessari per i rimpatri. È davvero bizzarro e viene da pensare che questa contrarietà del Governo derivi dal fatto che probabilmente, come ha dimostrato il Ministro Salvini in una conferenza stampa, il Governo non ha idea del numero di persone che devono essere rimpatriate, e quindi non ha voglia di informare il Parlamento su dei numeri precisi, che sono i numeri necessari, invece, a governare il fenomeno.
O, forse, la contrarietà deriva dal fatto che effettivamente il Governo non sta facendo quello che aveva promesso in campagna elettorale, cioè 500 mila rimpatri, e quindi informare il Parlamento che i numeri dei rimpatri effettivamente effettuati sono molto inferiori, circa 7 mila l'anno, che sono pari a quelli dei Governi precedenti, è effettivamente una brutta figura per questo Governo, che aveva promesso delle cose in campagna elettorale e invece, poi, effettivamente ne fa delle altre. La cosa che, però, più preoccupa - e qui mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle per suo tramite, Presidente - è che il Governo è contrario a un ordine del giorno che chiede trasparenza sul sistema degli appalti per la costruzione di nuovi centri per i rimpatri.
Secondo quanto inserito nel testo del decreto, infatti, al Senato è stato aggiunto il comma 30, che dispone che per la costruzione, il completamento, l'adeguamento e la ristrutturazione dei centri di permanenza per i rimpatri, ecco, in questi casi si può ricorrere alla procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara. Sostanzialmente, quindi, si possono fare degli appalti senza la gara. E qui vi chiedo: ma voi non eravate il Governo che ha annunciato in tutti i luoghi che era finita la mangiatoia sull'immigrazione?
E, nel momento in cui si tratta di fare degli appalti per delle costruzioni di nuovi centri, voi negate al Parlamento la trasparenza su questo tipo di appalti? Complimenti! Quindi, con il “no” a questo ordine del giorno voi fate due cose: primo, nascondete al Parlamento, e quindi agli italiani, i numeri effettivi dei rimpatri che state facendo; secondo, nascondete al Parlamento, e quindi agli italiani, i costi che servono per costruire dei nuovi centri. Complimenti! Io qui mi rivolgo non tanto alla Lega - capisco che il gruppo della Lega debba nascondere i fallimenti del suo Ministro della propaganda più che del Ministro dell'Interno - ma mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: veramente voi volete votare la contrarietà a un ordine del giorno che chiede la trasparenza sui costi degli appalti sul tema dell'immigrazione, quando avete detto, in tutte le occasioni, che su queste cose bisogna essere trasparenti , che su queste cose bisogna mostrare quali sono i numeri e che su queste cose è finita la mangiatoia?
Vi chiedo sinceramente: leggete l'ordine del giorno, pensateci e votate secondo coscienza, e non nascondendo quello che i vostri colleghi della Lega stanno facendo, che è molto diverso dalla propaganda che hanno fatto, con cui hanno preso i voti, e che è molto diverso da quello che alcuni di voi, io so, pensano .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1898/114 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1898/115 Ascani.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI(PD). Grazie, Presidente. In realtà, per capire la di questo ordine del giorno, o meglio, la di questo inserimento a sorpresa nello “sblocca cantieri”, bisogna cominciare da lontano, ossia dall'atteggiamento che questo Governo ha nei confronti della scuola, perché questo è un Governo strano.
È un Governo che si preoccupa di mandare la DIGOS dalla dirigenza scolastica per chiedere che cosa avviene durante un'ora di lezione; è un Governo che si preoccupa di punire un insegnante colpevole di non aver vigilato sulle opinioni dei ragazzi in contrasto con quello che pensa questo Governo, è un Governo che si preoccupa particolarmente di sorvegliare la scuola e molto poco della qualità, invece, del sistema scolastico. È un Governo che addirittura chiede ai dirigenti scolastici l'impronta digitale quando entrano a scuola, è un Governo che, nonostante si sappia che non esiste nel contratto di lavoro dei dirigenti scolastici né un orario né un luogo di lavoro, pretende però di controllarli. Ecco, questo è l'ultimo passo dell'atteggiamento e delle manie di controllo che questo Governo ha sulla scuola. Perché? Perché la priorità dello “sblocca cantieri” non è l'edilizia scolastica, come sarebbe naturale aspettarsi. Avete smantellato l'unità sull'edilizia scolastica, avete tirato lunghi quei fondi che noi avevamo stanziato rischiando di mettere in confusione le amministrazioni comunali e liberandoli soltanto all'ultimo, quando i bilanci stavano per essere licenziati, ora fate uno “sblocca cantieri” che non dice nulla sull'edilizia scolastica ma incredibilmente individua un fondo che serve per installare la videosorveglianza nelle aule delle scuole.
Cioè, la priorità di questo Governo è avere delle telecamere che inquadrino gli insegnanti e i ragazzi mentre si svolgono le elezioni, in un Paese in cui la libertà di insegnamento è costituzionalmente garantita. Allora ci dovete spiegare perché, quando si tratta di trovare i fondi per mettere a posto i controsoffitti delle aule che cadono in testa ai nostri ragazzi, ci dite che i fondi non ci sono, e poi trovate i fondi per mettere le telecamere in tutte le aule delle 8 mila scuole italiane. Questa è una colossale presa in giro! È una colossale presa in giro al mondo della scuola ! E siccome noi qui vi chiediamo soltanto di tutelare la libertà di insegnamento, è inaccettabile che voi ci proponiate una riformulazione che parla di risorse, perché il problema è proprio che le risorse che avete, invece di spenderle per quello che serve ai nostri ragazzi, le spendete per controllare, perché la verità è che voi avete paura della scuola, avete paura di tutto ciò che è libero, avete paura di tutto ciò che può permettere alla gente di pensare liberamente e di esprimere liberamente una critica al vostro Governo. Fermatevi, finché siete in tempo, perché la scuola è la fucina del nostro Paese. Se voi colpite la scuola, continuate a colpire la scuola pensando di controllarla, porterete questo Paese lentamente a morire .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ascani n. 9/1898/115, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno Piccoli Nardelli n. 9/1898/116.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI(PD). Presidente, come la collega che mi ha preceduto, anch'io intervengo su un ordine del giorno relativo all'articolo 5-, quindi quello che crea un fondo che deve assicurare il finanziamento per i sistemi di videosorveglianza a tutela dei minori e degli anziani di cui già più volte si è parlato in quest'Aula, e che naturalmente va a sostenere un provvedimento che è ancora in discussione al Senato, dove sta subendo delle modifiche. Lo dico perché il fondo è naturalmente frutto di una preoccupazione, quella che i comuni si trovino poi di fronte a un'emergenza nel caso di approvazione della legge di cui nel frattempo si sta modificando il testo, e si trovino a dover finanziare con fondi propri un dispositivo di legge che manchi di copertura.
Quello che noi vorremmo sottolineare è che questi 160 milioni - perché sono 160 milioni - andranno in telecamere, Presidente, e in strumenti per conservare le registrazioni di quanto negli asili, nelle scuole di educazione primaria e nelle case per anziani verrà registrato. Ma noi, come molti di voi, ci siamo spesso chiesti perché si interviene dopo mesi di registrazioni. Certo, vogliamo naturalmente che si arrivi a testimoniare la colpevolezza di chi si macchia di maltrattamenti, ma perché non intervenire subito? A noi preme che questi bambini non vengano vessati, preme che non siano tartassati, allora perché non intervenire utilizzando tutti quegli strumenti che una comunità educante ci consente di utilizzare? Ciò perché nell'ordine del giorno che noi abbiamo presentato si tiene conto di un principio basilare, cioè che non serve in questi casi solo la repressione, ma serve soprattutto la prevenzione, e per prevenire voi sapete tutti che non bastano certo le telecamere, che hanno un effetto demagogico immediato ma che non servono a far sì che si possa intervenire per eliminare o per affrontare meglio il problema; laddove si interviene invece preparando, formando continuamente il personale, aggio