PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
SILVANA ANDREINA COMAROLI, legge il processo verbale della seduta del 4 giugno 2020, proseguita nelle giornate del 5 e 6 giugno 2020.
ENRICO BORGHI(PD). Chiedo di parlare sul processo verbale.
PRESIDENTE. Prego, a lei la parola.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, signor Presidente. Sul processo verbale, per far constare, signor Presidente, che vi è un'imperfezione, in quanto, sull'ordine dei lavori di venerdì 5 è intervenuto il sottoscritto, Enrico Borghi, e non il collega Claudio Borghi, prima della collega Prestipino. Grazie, vorrei che venisse fatto constare.
PRESIDENTE. La ringrazio. Si tratta di un refuso, evidentemente, e diamo immediata correzione. Con la seguente precisazione, si intende corretto, approvato.
Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Maria, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Rosato, Rospi, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
SILVANA ANDREINA COMAROLI, legge:
Ettore Maria Bartolucci, da Pesaro, chiede modifiche all'articolo 57 della Costituzione, in materia di elezione del Senato della Repubblica ;
Dario Bossi, da Montegrino Valtravaglia (Varese), chiede:
l'installazione di telecamere in ogni cella e in ogni spazio comune dei penitenziari italiani ;
modifiche all'articolo 410 del codice di procedura penale in materia di opposizione alla richiesta di archiviazione ;
Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede:
misure urgenti in materia economica al fine di dare sostegno alle famiglie, alle imprese e al comparto sanitario in relazione all'emergenza legata al virus COVID-19 ;
la chiusura delle frontiere e dei porti in relazione all'emergenza legata al virus COVID-19
il potenziamento del sistema sanitario nazionale e la costruzione di nuovi ospedali autonomi regionali in relazione all'emergenza legata al virus COVID-19 ;
di effettuare tamponi a tutti i cittadini al fine di verificare l'eventuale positività al virus COVID-19
la sospensione temporanea dell'adozione della tecnologia 5G in attesa delle risultanze degli studi sulla eventuale nocività alla salute umana ;
Salvatore Malafronte, da Sona (Verona), chiede una riforma complessiva del mercato del lavoro a partire dall'abolizione delle norme concernenti la tutela dei lavoratori dipendenti in caso di licenziamento senza giustificato motivo o giusta causa introdotte dai decreti legislativi di attuazione del cosiddetto ;
Leonardo Valentini, da Bedizzole (Brescia), chiede che le vittime del COVID 19 siano commemorate ogni anno, nel giorno della scomparsa definitiva del virus, con un minuto di silenzio
Massimo Bianca, da La Spezia, chiede l'ammissione diretta all'orale per tutti i candidati che hanno sostenuto le prove scritte dell'esame di abilitazione per l'esercizio della professione forense
Leonardo Chiarella, da Girifalco (Catanzaro), chiede:
modifiche all'articolo 2229 del codice civile per permettere ai laureati magistrali l'iscrizione negli albi per l'esercizio delle professioni intellettuali
modifiche all'articolo 26 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 in materia di imputazione dei redditi fondiari
nuove norme fiscali in materia di locazione immobiliare
l'istituzione di un sussidio cosiddetto di necessità per le famiglie che si trovano in condizioni di grave disagio economico
l'istituzione di un reddito di sostegno per favorire l'inserimento nel mondo del lavoro
Enzo Falasca, da Montesilvano (Pescara), chiede l'istituzione, per la giornata del 2 maggio, della Giornata nazionale della pizza fatta in casa quale simbolo dell'unità nazionale
Duilio La Tegola, da Palmanova (Udine), chiede interventi urgenti per consentire la ripartenza in sicurezza del settore delle discipline bionaturali e del massaggio bionaturale
Pasquale Ierardi, da Roma, e altri cittadini chiedono l'estensione ai dipendenti pubblici del beneficio di cui all'articolo 1, comma 8, del decreto legislativo n. 503 del 1992 in materia di accesso al trattamento pensionistico anticipato per i lavoratori con invalidità superiore all'80% in presenza di determinati requisiti
Alessandro Pilato, da Caltanissetta, chiede interventi urgenti in materia economica per affrontare l'emergenza legata alla pandemia da COVID 19
Sergio Cornacchione, da Milano, chiede che il governo italiano dia avvio alle procedure per il recesso dell'Italia dall'Unione europea
Gianluca Pontalto, da Torino, chiede una campagna di prevenzione al virus COVID-19 che preveda il monitoraggio volontario di tutti i cittadini italiani attraverso tamponi faringei e test sierologici da effettuarsi a cadenza settimanale e gratuitamente
Nicola Russo, da Taranto, chiede l'adozione delle opportune procedure parlamentari autorizzative e di indirizzo in merito all'adesione dell'Italia agli strumenti di prestito finanziario a livello europeo
Enrico Migliardi, da Roma, chiede misure eccezionali per favorire l'acquisto di dispositivi informatici da parte delle scuole di ogni ordine e grado e delle università italiane
Francesco Maria Meduri, da Gioiosa Ionica (Reggio Calabria), e altri cittadini chiedono interventi urgenti a sostegno del settore del commercio ambulante di cibo da strada - ;
Dario D'Ascoli, da Napoli, e altri cittadini chiedono di velocizzare le procedure relative alla erogazione del bonus da 600 euro per gli imprenditori con partita IVA previsto dal decreto n. 18 del 2020, cosiddetto “Cura Italia”
Stefano Fuschetto, da Gallarate (Varese), chiede:
la possibilità di sottoscrivere proposte di legge di iniziativa popolare e petizioni anche ;
un documento unico per la carta d'identità, la patente di guida, il passaporto e la tessera sanitaria
che anche in Italia sia possibile l'adozione di minori da parte di coppie dello stesso sesso ;
l'introduzione delle uniformi nelle scuole italiane e l'abolizione dell'ora di religione
Silvano Delonghi, da Treviso, chiede modifiche al codice della strada per consentire la guida di autotreni con massa complessiva fino a 44 tonnellate anche dopo il raggiungimento dei 68 anni di età previo accertamento di idonee condizioni psicofisiche ;
Ettore Salvatori, da Roma, chiede il conferimento della medaglia d'oro al valore civile a tutte le persone decedute a causa del virus COVID-19 prestando servizio pubblico per la comunità e riconoscimento di una pensione mensile ai familiari delle vittime
Augusto Cusinato, da Castelfranco Veneto (Treviso), e numerosi altri cittadini chiedono la regolarizzazione degli stranieri privi di permesso di soggiorno presenti in Italia
Paolo Maddalena, da Roma, e numerosi altri cittadini chiedono interventi urgenti in materia di politica economica nazionale basati sull'emissione di "moneta di Stato", con corso legale nel territorio italiano
Valentina Troiani, da Roma, chiede disposizioni per l'individuazione di zone "ad alta densità turistica" e misure a tutela delle piccole e medie imprese ivi operanti (516) -
Giuseppina Rita Allievi, da Meda (Milano), chiede l'esenzione dal pagamento dell'IMU per quelle attività economiche che hanno dovuto sospendere l'attività in seguito alle misure di contenimento dell'epidemia da COVID 19 (517) -
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine del lavori il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Signor Presidente, con questo intervento sull'ordine dei lavori desidero portare all'attenzione dell'Aula e della Presidenza un fatto grave che si è verificato e che purtroppo sta conoscendo una recrudescenza nel corso di queste ore, e che ha interessato e sta interessando un membro di questa Camera. Mi riferisco alle minacce antisemite di origine nazista e volgarmente anonime nei confronti del collega, compagno ed amico Emanuele Fiano .
Per il rispetto di quest'Aula io, Presidente, non riporto qui le frasi vergognose che abbiamo avuto modo di leggere. Credo di dover rappresentare, a nome di tutti i democratici, la solidarietà, l'amicizia nei confronti del collega, ma anche, signor Presidente, il nostro ringraziamento nei confronti della Presidenza, del Presidente Fico e nei confronti di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che in maniera pubblica hanno voluto stigmatizzare la gravità di questo fatto e hanno voluto offrire solidarietà al Partito Democratico e al collega Fiano: mi riferisco, fra i tanti, in particolare, agli interventi del presidente Tajani e della presidente Giorgia Meloni.
Noi vogliamo, in questo momento, dire tre cose molto semplici e due fatti concreti, signor Presidente. Chi minaccia un deputato, minaccia la libertà dei cittadini .
Chi attacca un nostro compagno di gruppo sappia che attacca indistintamente ciascuno di noi democratici . Ma soprattutto chi pensa in questo modo di spaventarci si rassegni perché otterrà esattamente l'effetto opposto. Guardi, spero che gli autori di questi gesti efferati abbiano modo nei prossimi giorni di entrare in una libreria perché ci sarà la storia della famiglia Fiano e credo che, se avranno modo di leggere quella storia, avranno anche modo di pentirsi della leggerezza con la quale hanno condotto queste azioni. Però la politica non è solo sottolineatura, non è solo denuncia, non è solo retorica e per questo noi annunciamo, anche in coincidenza con i fatti che sono avvenuti sabato scorso in questa città, due iniziative che chiediamo vengano portate ad una condivisione di tutte le forze politiche. Noi presenteremo una interrogazione per chiedere per quale motivo sia stato possibile che la Capitale d'Italia sabato sia stata messa a ferro e fuoco da una minoranza facinorosa che ha messo a repentaglio la sicurezza di tutti e che ha vergognosamente attaccato gli operatori della stampa, della comunicazione e i giornalisti e, anche come conseguenza di questo proprio per le motivazioni a cui fatto riferimento in precedenza, il Partito Democratico ripresenterà la proposta di legge contro l'apologia e la propaganda nazifascista e chiederà alle altre forze politiche di poterla condividere perché qui non è in discussione la libertà di qualcuno, qui è in discussione il diritto di ciascuno
PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Borghi. Anche questa Presidenza si associa nell'espressione dei sentimenti di solidarietà verso il collega Emanuele Fiano. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 13,45.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2471-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020.
Ricordo che, nella seduta del 28 maggio, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.
La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-, comma 7, del Regolamento, gli articoli aggiuntivi 1.04 e 1.05 Sisto, non segnalati per la votazione, già dichiarati inammissibili in sede referente.
Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-, comma 7, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'articolo aggiuntivo 1-.0300 Paolo Russo, che interviene, con modifiche a regime della legge n. 56 del 2014, sui requisiti per l'eleggibilità a presidente di provincia, sui casi di decadenza di quest'ultimo e sulla durata in carica dei consigli provinciali.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo in particolare a votazione per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, i gruppi Forza Italia, Fratelli d'Italia e la componente politica Centro Democratico-Radicali Italiani-Più Europa del gruppo Misto sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.700, che è in distribuzione.
Avverto, infine, che fuori dalla seduta, gli emendamenti 1-.303 e 2.300 Iezzi sono stati ritirati dal presentatore.
PRESIDENTE. Ha alzato la mano il deputato Formentini? Intende parlare su cosa? Prego, diamo voce al deputato Formentini.
PAOLO FORMENTINI(LEGA). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, per esprimere solidarietà al collega, deputato Fiano, per l'attacco disgustoso antisemita subito
Con l'onorevole Fiano lavoriamo tutti i giorni nel protocollo di collaborazione Knesset e Camera dei deputati che ha, tra i propri obiettivi, anche quello sicuramente di combattere queste forme d'odio. Ricordiamo che la Lega, sin da gennaio, si è battuta perché fosse recepita - come poi ha fatto il Governo italiano - la definizione dell'IHRA di antisemitismo, che include, tra le forme di antisemitismo, quelle classiche, ma anche quelle nuove, che si sostanziano nell'odio contro Israele. Come ha detto Matteo Salvini, chiunque neghi il diritto a esistere di Israele è un nostro avversario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mulè. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE'(FI). Grazie, Presidente. Sempre sull'ordine dei lavori, per esprimere quello che è un atto dovuto, ma dovuto dalla civiltà, da chi vuole godere della cittadinanza della civiltà nei confronti dell'onorevole Fiano e di chiunque, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, è oggetto di attacchi di insulti o di minacce, addirittura nel nome di una ideologia che è stata spazzata via dal tempo e che il tempo non può vedere rinascere in nessuna forma, neanche come rigurgito di quella violenza che è stata, prima ancora che fisica, violenza non solo verbale, ma, soprattutto, interiore. Su questo Forza Italia non ha alcun dubbio ed è compattamente a fianco di chiunque - ripeto, dentro e fuori quest'Aula - è oggetto di questi insulti, spesso veicolati anche da nei quali, purtroppo, politici di ogni parte li ricevono e li irradiano.
Quindi, nei confronti dell'antisemitismo, nei confronti di ogni forma disgustosa che respingiamo con forza, Forza Italia è convintamente dalla parte della civiltà. Questo è qualcosa che non appartiene a nessuna legge, a nessun : è qualcosa che attiene direttamente alla dignità di ogni uomo, che si può dire tale soltanto se si riconosce in quei principi democratici e di libero confronto che mettono al bando qualsiasi forma di denigrazione o, peggio, razziale e razzista nei confronti di qualsiasi soggetto della Repubblica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, anche il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia si associa alle espressioni di condanna per quanto è stato detto nei confronti dell'onorevole Fiano. Noi non abbiamo dubbi nel riconoscere non solo l'esistenza dello Stato di Israele, ma, soprattutto, come non si possa, neppure nella battaglia politica, cercare di voler riproporre modelli sconfitti dalla storia e, soprattutto, che offendono il genere umano, come l'hanno offeso in passato . Sì che questa non è soltanto un'affermazione di principio, è una solidarietà vera, autentica e profonda .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.
MARCO DI MAIO(IV). La ringrazio, Presidente. Vogliamo aggiungere anche, come abbiamo già fatto informalmente, la voce di Italia Viva allo sdegno e alla solidarietà nei confronti del collega Fiano per ciò di cui è stato oggetto, non è la prima volta. Credo sia importante che questo Parlamento, in maniera unitaria oggi, si unisca nella reazione sdegnosa a questa ennesima minaccia e, soprattutto, si unisca nell'impegno ad abbassare i toni, a riportare il confronto politico a livello civile e, soprattutto, a contrastare qualsiasi forma di violenza, di violenza verbale, di violenza tramite i anche perché quelle offese non offendono solo il collega Fiano, ma offendono la nostra storia, la nostra identità, i valori comuni che stanno alla base della nostra Repubblica. E come abbiamo detto in più occasioni, non c'è nulla che possa venir prima di questi valori, nemmeno qualsiasi differenza politica.
Quindi, vogliamo ribadire la nostra vicinanza al collega Fiano e vogliamo ribadire, soprattutto, anche in questa circostanza, il nostro impegno per contrastare ogni forma di antisemitismo, che, come purtroppo abbiamo registrato nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, è tutt'altro che sradicato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico. Ne ha facoltà.
ANTONIO FEDERICO(M5S). Grazie Presidente, è un momento importante per dare la solidarietà al collega Fiano anche da parte del MoVimento 5 Stelle. Ho avuto la possibilità di farlo in privato qualche giorno fa e sono felice di farlo pubblicamente qui in quest'Aula, perché, come ha detto giustamente anche il collega Borghi prima, l'attacco che ha ricevuto il collega Fiano è un attacco alla democrazia, che noi rappresentiamo qui dentro a tutti gli italiani, quindi è importante che tutta l'Aula, così come ha fatto questa mattina, si stringa intorno all'onorevole Fiano, per dare un segnale distensivo a tutto il Paese, dicendo che questo clima d'odio noi lo possiamo superare tutti insieme, grazie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Grazie, abbiamo già avuto modo, nei giorni scorsi, di esprimere, a nome di tutto il gruppo, solidarietà al collega Fiano e un abbraccio fraterno, che si unisce alla condanna degli atti di antisemitismo rivolti contro la sua persona e la memoria dell'Olocausto e non posso che apprezzare che la condanna sia avvenuta in maniera chiara, netta, inequivocabile e corale da questo Parlamento e credo che però occorra responsabilmente fare un passo in avanti: è quello che bisogna, a nostro giudizio, isolare e consegnare alla giustizia i mandanti e gli esecutori di questi gesti, che si ripetono con inquietante e intollerabile periodicità. Non possiamo chiudere gli occhi rispetto a una crescita, a una diffusione, anche con l'ausilio dei di questi fenomeni e la risposta dello Stato deve essere una risposta in linea con la Costituzione. Dobbiamo il prima possibile applicare la legge e mettere fuori legge le associazioni, i movimenti e i soggetti che si richiamano all'ideologia neonazista . Questo è il passaggio che credo vada fatto, vada fatto presto. Non bisogna sottovalutare assolutamente la situazione in questo brodo di cultura, che cerca di sfruttare una rabbia, una rabbia sociale, una rabbia che deriva da una difficoltà oggettiva di una parte significativa del Paese, di sfruttarla per cercare di iniettare e di inquinare la vita politica e il dibattito pubblico con le ideologie antisemite e neonaziste. Credo che da qui, con questo spirito corale, debba presto uscire una legge che vada in questa direzione e comunque un invito al Governo e al Ministero degli Interni, in particolare, perché vi sia massima sorveglianza e soprattutto alla magistratura, perché compie gli atti, che sono già possibili con le leggi vigenti, per isolare e consegnare alla giustizia questi soggetti .
PRESIDENTE. Ringrazio il deputato Fornaro. I deputati Marco Di Maio e Bendinelli rinunziano ad intervenire sul complesso degli emendamenti. Il deputato Francesco Forciniti ha chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti. Sta raggiungendo la postazione, volentieri lo attendiamo. A lei la parola, deputato Forciniti, ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI(M5S). Grazie, Presidente. Sono essenzialmente due i nodi che ci troviamo a dover sciogliere in sede di conversione di questo decreto. Il primo riguarda ovviamente l'ampiezza della finestra temporale nella quale collocare poi le elezioni, che a suo tempo sono state rimandate; e il secondo nodo da sciogliere, fondamentalmente, riguarda invece l'opportunità o la non opportunità, a seconda ovviamente dei vari punti di vista, di accorpare tutti i tipi di consultazione che dovranno tenersi in questo scorcio finale di 2020, in un'unica diciamo soluzione, quindi in un'unica data: individuare quindi, sia per le elezioni regionali sia per quelle amministrative, sia anche per il voto sul referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, un'unica data.
Prima ovviamente di entrare nel merito, io vorrei rivendicare una scelta coraggiosa che è stata fatta da parte del Governo, che è quella chiaramente di seguire il solco dell'articolo 32 della Costituzione, quindi di riconoscere come bene primario la tutela del diritto alla salute dei cittadini.
Oggi, ci sembra scontato pensare che le elezioni che avrebbero dovuto tenersi a maggio siano state rinviate, eppure si è trattato di una scelta che costituisce un tassello di una strategia più ampia, che ha seguito, che si è informata appunto ai principi della prudenza, della gradualità anche; una scelta che comunque - oggi possiamo dirlo - ha pagato, perché è una scelta che ci ha permesso - ovviamente non solo il rinvio delle elezioni, ma proprio tutto, anche la serie di misure restrittive, con il , che sono state comunque prescritte - ci ha permesso oggi di far schiantare la curva dei contagi, di portarla quasi a zero e speriamo che il prosegua in questa direzione.
Una scelta, ripeto, che è stata fatta anche in un momento difficile, pur sapendo che sarebbe stata una scelta probabilmente fraintesa o strumentalizzata da qualcuno, perché poi ci sono stati anche cittadini e anche varie figure autorevoli che hanno parlato di sospensione della democrazia e anche di deriva autoritaria. Tutto questo anche in un momento in cui altre realtà europee e internazionali vaneggiavano di immunità di gregge e quindi ostentavano normalità, sottovalutavano il rischio.
Quindi, a maggior ragione, secondo me oggi bisogna apprezzare la scelta fatta dal Governo, sostenuta dalla maggioranza parlamentare e direi anche da tutto l'arco parlamentare, perché il primo decreto fu convertito in legge con un voto quasi unanime. E bisogna apprezzare appunto questa scelta, perché ci ha permesso comunque di arrivare a un risultato, che oggi possiamo sicuramente riconoscere come un risultato positivo.
Ebbene, quindi, oggi secondo me c'è da proseguire sul solco di questa strategia, che ci parla appunto di prudenza, di gradualità e di responsabilità nell'assumere determinate decisioni.
Questo ci deve quindi ispirare anche nello scegliere, nell'individuare la finestra temporale nella quale collocare le elezioni, che a suo tempo abbiamo ovviamente rinviato.
Il compromesso individuato dal Governo prima e confermato sostanzialmente dai lavori di Commissione è un compromesso che io trovo equilibrato, che contempera quelle che sono due esigenze entrambe legittime, ma che in questo caso sono andate un po' a contrapporsi: da una parte, c'era l'esigenza di non dilatare eccessivamente i tempi della democrazia, quindi di non andare troppo alla lunga con il voto e, dall'altra, però l'esigenza, che secondo me è anche più importante, di non votare troppo presto e quindi di non esporci nuovamente a dei rischi derivanti da un voto che si sarebbe tenuto probabilmente in condizioni di non certa sicurezza sanitaria.
E dunque, aver individuato questa finestra, che va a partire dal 15 settembre, dal 20 settembre, che potrebbe essere quindi la data anche ventilata per un ipotetico , secondo me è una scelta responsabile, ripeto, che viene anche incontro e bilancia richieste anche in questo caso di senso contrapposto, che sono giunte, da una parte, dai governatori uscenti, i quali avrebbero addirittura voluto votare a luglio, e dall'altra di alcune forze parlamentari, che spingevano, anche in questo caso in maniera più che legittima, affinché il voto venisse slittato il più in avanti possibile.
Secondo me abbiamo tutti vinto, nel momento in cui abbiamo rinunciato a fare di questo voto o di questo tema comunque un tema politico, perché non è un tema politico e perché comunque votare il 20, piuttosto che il 27, piuttosto che la prima settimana di ottobre, concretamente e realisticamente non potrà alterare e incidere sull'esito della tornata e delle varie tornate elettorali che si terranno.
Questo atteggiamento, secondo me, deve spingerci anche nell'affrontare - e vado a concludere - la questione dell', perché io ho ascoltato con molto rispetto e con molta attenzione le argomentazioni, fondate da un certo punto di vista, di chi teme e ha temuto che concentrare nello stesso giorno dei voti a connotazioni chiaramente politica, come sono quelli per esempio per le regionali e come è quello amministrativo nei comuni, con un referendum costituzionale, avrebbe potuto magari rischiare di confondere eccessivamente l'elettore o addirittura di non garantire né, da una parte, una buona qualità della campagna elettorale, né, dall'altra parte, una buona qualità della campagna referendaria.
Sono argomentazioni, ripeto, che hanno fondamento e a cui io avrei riconosciuto anche maggiore rispetto, se fossimo stati in condizioni normali; però, trattandosi di un momento particolare, ancora emergenziale, e dovendoci ancora, secondo me, rifare a quei criteri di prudenza e di gradualità con cui stiamo gradualmente rimettendo in piedi questo Paese, secondo me, in un'ipotetica bilancia dei pro e dei contro, noi dovremmo prendere in considerazione il fatto di concentrare tutto in un'unica data, perché da una parte massimizziamo gli sforzi organizzativi, concentrando tutto in un , dall'altra minimizziamo il rischio sanitario, perché facciamo tutto in un'unica data e quindi evitiamo di dover richiamare i cittadini a votare magari per tre volte in tre settimane, se contiamo anche i ballottaggi; dall'altro lato, risparmiamo anche qualche soldino, che per me è un argomento secondario quando si parla di Costituzione, però in questo caso, in un momento di difficoltà per il nostro Paese, ha comunque, anche questo argomento, una sua dignità.
Si tratta, quindi, ripeto, di argomentazioni, secondo me, che andavano affrontate, una discussione che si è fatta e che, secondo me, ha raggiunto anche in questo caso la soluzione migliore.
Anche a chi sostiene che i cittadini possano confondersi o possano, comunque, non capire in maniera approfondita il quesito del referendum costituzionale e, quindi, votare in maniera non consapevole, si può anche rispondere che non si tratta di un quesito molto articolato o tecnicamente particolarmente complesso, perché si tratta solo di un intervento chirurgico mirato e puntuale, che quindi non va a stravolgere l'assetto fondamentale della Carta costituzionale.
E poi vi è un'altra cosa che io, in conclusione, volevo sottolineare a chi, comunque, mantiene ancora delle riserve sull'. Volevo ricordare, a me stesso e a tutti voi, che è vero che mai si è tenuto un in questo Paese di una portata così ampia, però, se ci pensiamo bene, è anche vero che la nostra Repubblica in fondo nasce da un : il 2 giugno 1946, che noi abbiamo celebrato meno di una settimana fa, una data in cui in contemporanea i cittadini votarono e scelsero la forma di Stato, quindi scegliendo fra monarchia e repubblica, e dall'altra elessero con metodo - apro e chiudo parentesi - in maniera interamente proporzionale i membri dell'Assemblea Costituente. Quindi, da quella sorta di uscì fuori la Repubblica italiana, uscirono fuori i vari Mortati, di cui mi onoro di essere concittadino, Iotti, Togliatti, De Gasperi, Moro, e potrei andare avanti così all'infinito, e uscì, in un certo senso, in maniera indiretta anche la Costituzione repubblicana, che tutto il mondo, se vogliamo, in un certo senso ci invidia.
Ecco, io penso che sia un precedente incoraggiante e che, quindi, ripeto, la soluzione di compromesso che si è raggiunta sia una soluzione che fa onore a questo Parlamento, che ha discusso, ha ragionato e alla fine ha individuato una soluzione ottimale per garantire, da una parte, il diritto di voto dei cittadini e, dall'altra, il diritto di voto in sicurezza, senza dimenticare gli enormi sacrifici fatti fino a questo momento, che non vanno comunque dilapidati, prendendo rischi che non siano più di quelli strettamente necessari .
PRESIDENTE. Se nessun'altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere sugli emendamenti segnalati per la votazione.
ANNA BILOTTI, Grazie, Presidente. Sull'emendamento 1.300 Formentini c'è un invito al ritiro, oppure parere contrario; dopodiché, c'è l'emendamento 1.700 della Commissione, in distribuzione, su cui c'è parere favorevole; poi c'è una proposta di accantonamento dall'emendamento 1.1 Sisto, a pagina 2 del fascicolo, all'emendamento 1.349 Baldelli, a pagina 25 del fascicolo; quindi, si prosegue con gli emendamenti: 1.11 Silli, su cui c'è parere contrario; 1.650 Sisto, su cui c'è parere favorevole; 1.651 Sisto, su cui c'è un invito al ritiro in virtù dell'assorbimento dell'emendamento 1.650 Sisto; 1.13 Sisto, su cui c'è parere contrario; e poi si proporrebbe di ritornare all'esame a partire dall'emendamento 1.1 Sisto.
In ogni caso, riassuntivamente, i pareri sono tutti contrari, eccezion fatta per l'emendamento 1.650 Sisto e per l'1.700 della Commissione.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, per gli articoli successivi, sono tutti contrari, cioè dall'emendamento 1.20 Silli in poi, a pagina 27?
ANNA BILOTTI, Sì, tutti contrari.
ACHILLE VARIATI,. Presidente, il Governo esprime un parere conforme su tutta la manovra emendativa testé annunciata dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'emendamento 1.300 Formentini… deputato Prisco ha chiesto di intervenire?
EMANUELE PRISCO(FDI). No, non sull'emendamento ma sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO(FDI). Io non comprendo quale sia la la relatrice non è stata in grado di esprimerla, rispetto alla necessità, in un provvedimento che va per fasi consecutive nella sua elaborazione, sono tre articoli, di dover accantonare una serie di emendamenti, se non quella di estromettere dalla discussione gli emendamenti di certi gruppi politici che li hanno presentati, perché non vi è altra motivazione di tipo logico, né di approfondimento possibile su questo genere di emendamenti, che consentano o giustifichino l'accantonamento degli stessi e, quindi, la posticipazione della discussione degli stessi. Io chiedo che si possano discutere con l'ordine cronologico di presentazione, come è giusto che sia, visto che non vi sono motivazioni alcune - o almeno non ce le hanno spiegate, né in Comitato dei nove, né nell'intervento sui pareri - che obblighino a rivedere i pareri o ad esprimere i pareri su questi emendamenti, che sono stati strumentalmente accantonati.
PRESIDENTE. Appena arriveremo agli emendamenti da accantonare, deputato Prisco, valuteremo la proposta della relatrice e, se lei permarrà in questa sua convinzione, eventualmente procederemo anche alla votazione sulla proposta di accantonamento.
Intanto torniamo all'emendamento 1.300 Formentini.
Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI(LEGA). Il nostro emendamento, come Lega, è volto a far sì che quella che è stata indubbiamente una conquista di civiltà, quale il voto degli italiani all'estero, non sia più inficiato o infangato da abusi e truffe, purtroppo documentati, ma riacquisti quella dignità che aveva in origine, consentendo ai cittadini residenti permanentemente all'estero, iscritti all'AIRE, e a chi risiede all'estero per almeno tre mesi, di votare tramite voto elettronico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, deputata Bilotti. Ne ha facoltà.
ANNA BILOTTI, Volevo soltanto specificare che, non a caso, inizialmente ho invitato i colleghi firmatari ad un invito al ritiro e in subordine soltanto c'era un parere contrario, perché in realtà non si contesta il merito, ma si tratta di un emendamento che è tecnicamente inapplicabile nell'immediato, solo per questo. Quindi, eventualmente, se potesse essere considerata l'ipotesi di una presentazione di un ordine del giorno, altrimenti sussiste il parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR GIANCARLO IEZZI(LEGA). Rubo solo pochi secondi, perché l'emendamento è già stato presentato dal mio collega. Io non capisco, però, la necessità dell'invito al ritiro, nel senso che siamo oramai a poche ore dall'approvazione di un provvedimento che, comunque, matura i suoi effetti da subito e che prevede un voto tra pochi mesi; cioè, non riesco a capire cosa voglia dire invito al ritiro: o si è favorevoli, o si è contrari, oggettivamente l'invito al ritiro non ha molto senso. Tra l'altro, questo emendamento andava proprio nella direzione di un rinnovamento anche tecnologico del sistema di voto, e mi sembra strano che da una relatrice del MoVimento 5 Stelle invece si voglia ancora usare il solito sistema che ha creato parecchi problemi nelle situazioni passate. Rimaniamo basiti proprio dalla metodologia. Ripeto, uno può essere favorevole oppure essere contrario, ma l'invito al ritiro non ha alcun senso. È un provvedimento che tra breve maturerà già i suoi effetti. Che senso ha invitare al ritiro? Per fare che cosa? Tra l'altro credo che, quando uno dice invito ritiro, dovrebbe anche chiarirci la motivazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO(FI). Presidente, il gruppo di Forza Italia, pur prendendo atto dell'esigenza nobile che sorregge questo emendamento, avendo sempre avuto geneticamente poca fiducia, allo stato, negli strumenti di voto elettronico e non apparendo, allo stato, ripeto, questa modalità di voto rassicurante in ordine alla certezza della corrispondenza fra chi vota, l'espressione, il controllo e le verifiche, si asterrà su questo punto. Ripeto, non è un'astensione che non dà atto della legittima esigenza che muove questo emendamento, ma gli strumenti ad oggi non ci sembrano idonei a dare quella certezza unica che deve accompagnare l'espressione del voto con la raccolta certificata del consenso. Soltanto per questo e non perché non siamo, ripeto, vicini alla giusta esigenza che muove questo emendamento, noi storicamente e culturalmente ci asterremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo convinti che, quando si va a votare, debbano essere garantite alcune peculiarità, cioè che il voto deve essere segreto, che deve essere libero e che deve essere certo nella sua espressione. Ovviamente il voto elettronico lascia alcuni dubbi da questo punto di vista, perché non si vota in presenza di testimoni, ovviamente non abbiamo la certezza che il voto sia libero, non abbiamo la certezza che il voto sia corretto. Quindi normalmente noi condivideremmo le perplessità di Forza Italia sul voto elettronico da questo punto di vista, ma purtroppo sappiamo come funziona il voto all'estero per corrispondenza: è ancora meno sicuro del voto elettronico, perché con il voto per corrispondenza non c'è la possibilità di verificare che chi vota stia votando senza un controllo, perché non viene visto il momento del voto, non c'è certezza che chi vota voti in piena libertà, non c'è certezza della sicurezza della segretezza del voto e, ahimè, purtroppo non c'è certezza nemmeno, come abbiamo visto troppe volte, che le persone abbiano votato davvero quando si parla di voto all'estero.
Quindi si arriva al paradosso che sul voto all'estero ci siamo trovati in molti casi anche a votanti non esistenti, a voti inseriti in condizioni particolarmente dubbie e delicate. Diciamo che quello che ci porta ad avere dei dubbi sulla correttezza del voto elettronico viene superato dalle certezze della poca correttezza che abbiamo nel voto attuale per gli italiani all'estero. Quindi, pur volendo e condividendo la necessità di difendere questa particolarità degli italiani, del voto all'estero, della scelta fatta a suo tempo con grosso impegno da Tremaglia, che fece una grande battaglia per dare la possibilità agli italiani all'estero di votare ed esprimere il voto, noi, pur avendo questa consapevolezza, siamo convinti che sia necessario, con i tempi che sono migliorati, provare a migliorare il voto. Non sappiamo se lo strumento del voto elettronico sia la strada migliore in assoluto, ma sicuramente può essere migliore della fase attuale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV). Presidente, ne approfitto, anche perché la Giunta delle elezioni ha potuto sicuramente verificare che, se una certezza abbiamo, è che sul voto degli italiani all'estero ci sono tanti problemi; e quindi, come Giunta, sicuramente daremo delle indicazioni, ovviamente, poi alla Commissione affari costituzionali, che eventualmente dovrà decidere.
Però vorrei suggerire, se fosse possibile, all'onorevole Formentini: credo che la ragione che la relatrice ha addotto per la quale chiedeva il rinvio motivava dal fatto che siamo tutti consapevoli che sul voto degli italiani all'estero bisogna metterci mano perché ci sono tanti problemi, e questo lo posso garantire anche in relazione alle cose che ho ascoltato, perché lo abbiamo verificato nella Giunta e, come dicevo, faremo anche qualche proposta oggettivamente, ma i tempi obiettivamente per mettere in moto un meccanismo che dovrebbe garantire più certezza di quanta non ne abbiamo adesso obiettivamente sono dei tempi che non consentirebbero in questo momento con un emendamento messo nella legge, anche perché - non so se lei lo sa, onorevole Formentini - qualora venisse bocciato questo emendamento, non si può neanche presentare un ordine del giorno, che pure è un atto di indirizzo al Governo. Allora suggerirei - ma, ovviamente, valutatelo questo -, siccome l'argomento c'è e siccome è un argomento che indubbiamente dovremo affrontare, forse effettivamente ritirare l'emendamento, che non sarebbe applicabile nell'immediato, ma trasformarlo in un ordine del giorno di indirizzo al Governo e, vorrei dire, in modo lato anche al Parlamento, perché effettivamente si metta mano, trovando la soluzione migliore che dia più certezza rispetto al voto degli italiani all'estero, raggiungerebbe un obiettivo che è utile per tutti. Diversamente, la bocciatura dell'emendamento lascerebbe appeso un problema che invece esiste, è vero, è reale, e che dobbiamo affrontare, però, nel modo migliore e non possiamo affrontare rispetto a un'elezione che è tra due mesi, praticamente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Grazie, Presidente. Due parole soltanto per ribadire l'impegno da parte del MoVimento 5 Stelle su questo tema. Abbiamo approvato durante la scorsa legge di bilancio una misura che stanziava un milione di euro per il 2020 per la sperimentazione sul voto elettronico; quindi questo Governo si è già impegnato a lavorare in materia. Purtroppo lo stop forzato che si è avuto per la pandemia, che ci ha costretti a rinviare tutta una serie di approfondimenti che stavamo facendo in materia, non ci permette in questo momento di essere in grado tra pochi mesi di assicurare proprio tutte quelle prerogative di cui si stava parlando, che sono materia costituzionale.
Quindi non è permessa alcun tipo di approssimazione in questa materia, però volevo ribadire il concetto che da parte del Parlamento e, a questo punto, mi sembra che ci sia una volontà che va anche oltre la sola maggioranza, perché l'emendamento è presentato da un gruppo di opposizione, c'è la volontà di approfondire questa materia seriamente. Questa deve essere anche un'occasione per ribadire questo impegno anche da parte del Governo e nei prossimi mesi avviare quel tavolo che deve esserci tra il Ministero della digitalizzazione e il Ministero dell'Interno per portare a dei risultati concreti sulla sperimentazione che si deve tenere entro il 2020, per arrivare, magari, poi alle prossime politiche con qualcosa di veramente concreto e spendibile per quella tornata elettorale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, quando Mirko Tremaglia si batté per tanti anni per ottenere il voto degli italiani all'estero, di una cosa non si sarebbe mai dato pace: di vedere un voto che non fosse personale, segreto, non manipolabile. Noi purtroppo abbiamo assistito nel corso dell'applicazione di quella norma costituzionale ad alcune vicende, che hanno interessato anche le Giunte delle elezioni di Camera e Senato, che dire poco commendevoli è essere generosi. E allora non si può non pensare di introdurre comunque una norma che disciplini correttamente l'esercizio del voto anche per gli italiani all'estero, perché sono voti che, come abbiamo visto in seguito, possono determinare anche l'elezione e la fiducia a questo o a quel Governo. Tragiche esperienze al riguardo sono puramente testimoniate dagli atti del Parlamento, alla Camera come al Senato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO(FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per alcune considerazioni che sono state svolte proprio su questo emendamento, che introduce un tema importante di garanzie, soprattutto in un momento particolare, per cui, per la nostra nazione, è anche complesso capire quello che accade nel resto del mondo e tenere monitorate le garanzie a supporto dei diritti anche degli italiani all'estero che furono una grande conquista politica costituzionale che la destra italiana rivendica con orgoglio, ma con altrettanto orgoglio, lo hanno detto bene i colleghi che mi hanno preceduto, bisogna garantire che questo voto avvenga nelle migliori condizioni possibili e che sia un voto - tra virgolette – “garantito”.
Per queste ragioni, credo che il tema proposto dal collega Formentini meriti se non altro un approfondimento rispetto alla possibilità di introdurlo in questa stessa disciplina.
EMANUELE PRISCO(FDI). Suggerirei, magari, di poterlo trattare nuovamente in seguito, accantonandolo; suggerisco alla relatrice di accantonare questo emendamento per poi ridiscuterlo successivamente, perché penso che meriti un ragionamento serio, se ovviamente il collega Formentini è d'accordo.
PRESIDENTE. La proposta è chiara. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà. Nel frattempo, invito tutti i colleghi a tenere la mascherina sul volto, che comprenda sia il naso che la bocca. Prego, a lei la parola, deputato Bignami.
GALEAZZO BIGNAMI(FDI). Presidente, la proposta che perviene dai colleghi della Lega è una proposta di cui comprendiamo la ma di cui, evidentemente, non possiamo condividere la finalità, perché anche chi ha preceduto chi ora interviene ha rammentato come l'onorevole Tremaglia, che fu proprio Ministro degli italiani all'estero e che fu il primo propulsore per l'approvazione di questa legge, tutto avrebbe voluto tolto che vi fosse un coniugio tra modalità di voto, su cui purtroppo gravano anche diverse ombre, rispetto a quello che poi abbiamo visto essere l'espletamento del diritto di voto laddove le modalità di voto elettronico si sono svolte, e quella segretezza del voto stesso che, d'altronde, è uno dei precetti costituzionalmente garantiti che deve necessariamente informare il voto medesimo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GALEAZZO BIGNAMI(FDI). In questo contesto, con ciò non volendo in alcuna maniera contaminare la posizione che Fratelli d'Italia e la destra nazionale storicamente hanno nei confronti di questo istituto, non possiamo che, evidentemente, ribadire quanto già affermato dai colleghi che mi hanno preceduto in ordine al posizionamento su questo emendamento.
PRESIDENTE. Nel frattempo chiederei alla relatrice Bilotti il suo parere sulla richiesta di accantonamento, tanto per darci un'organizzazione.
ANNA BILOTTI, . Presidente, il parere sull'accantonamento è negativo, semplicemente perché qui c'è stato un parere contrario anche della Bilancio, quindi, non ha senso accantonarlo per discuterne oltre durante il dibattito odierno.
PRESIDENTE. Dobbiamo procedere, mettendo in votazione la richiesta di accantonamento del collega Prisco. Un intervento a favore e uno contro. Il deputato Mollicone chiede di intervenire; a favore, immagino? Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo a favore dell'accantonamento perché riteniamo che questo emendamento vada a garantire la trasparenza, ma anche l'innovazione nel sistema elettorale. Ricordo che ci sono diverse nazioni che applicano il voto elettronico e ricordo che questo emendamento prevede un doppio crittografia e nazionali, a tutela del voto elettronico. Ricordo anche che gli italiani all'estero rappresentano l'8 per cento dell'elettorato, con ben 18 seggi parlamentari espressi ed esprimibili, per cui, la questione non è di poco conto e ricordo, ancora, la polemica che ci fu all'epoca del referendum, quando un allora Matteo Renzi, segretario del PD, mandò 4 milioni di lettere a tutti i residenti all'estero, andando ad alterare di fatto anche l'indicazione di voto.
Quindi, penso che questa sia un'occasione per tutto il Parlamento per modernizzare e garantire la trasparenza del voto e usare gli italiani all'estero come test nazionale per il voto elettronico.
PRESIDENTE. Nessuno parla contro, quindi, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.300 Formentini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge.
Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 1.300 Formentini.
Ha chiesto di parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.
GUGLIELMO PICCHI(LEGA). Grazie, Presidente. Registro ancora una volta come il problema del funzionamento del voto all'estero non si voglia, nella sostanza, affrontare. Io sono uno di quei 18 che entrarono in Parlamento il 28 di aprile del 2006 e ho vissuto sulla mia pelle ben tre elezioni al limite del surreale. Ad ogni legislatura, si discuteva su come migliorare il voto, ma nessuna maggioranza, nei fatti, si è mai voluta impegnare: quattro elezioni politiche, due referendum costituzionali, due referendum ordinari e il voto all'estero non è mai stato toccato. A fine settembre andremo a votare, ancora una volta, per un altro referendum costituzionale e avremo il solito sistema di voto che non funziona. Prendiamo atto che la maggioranza, ancora una volta, non vuole affrontare il problema della modalità di svolgimento del voto all'estero che avrà un impatto diretto nel referendum costituzionale tra tre mesi.
Gli italiani all'estero, ancora una volta, ringraziano per non essere messi nelle condizioni di poter votare al meglio e avere un voto certo che avrà effetti importanti sull'assetto costituzionale italiano. Grazie per non affrontare il voto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.
MARCO OSNATO(FDI). Grazie, Presidente. Io credo sia molto opportuna questa riflessione sulle modalità del voto degli italiani all'estero, perché evidentemente, come ha già detto chi mi ha preceduto, in passato non sempre la trasparenza e l'efficacia di queste modalità sono state proprio il fiore all'occhiello di questo diritto, che è un diritto che noi abbiamo rivendicato, lo abbiamo rivendicato per tanti anni ed è stata una conquista importante, appunto, del compianto Mirko Tremaglia. È una conquista importante, perché è un voto, in tempo di “uno vale uno”, che, secondo me, invece, ha un peso superiore, il peso di chi ha sulle spalle anche la responsabilità di rappresentare la dignità nazionale in altri Paesi e ha la responsabilità di far vedere quanto gli italiani, anche fuori dai confini nazionali, possano dare lustro al nostro Paese. È una chiara modalità, insomma, di evidenziare come l'Italia sia un Paese, una nazione che sa rappresentarsi nel modo migliore anche, appunto, nei Paesi che ospitano gli italiani stessi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO(FDI). Grazie, Presidente. Questo uesto emendamento - che riteniamo ponga un problema importante e reale, con riferimento anche alla segretezza del voto -, non mette nelle condizioni di chiarire quali realmente sarebbero le ulteriori procedure per garantire la maggiore trasparenza possibile, anche perché non è sufficiente la parte che riguarda l'identificazione del PIN piuttosto che il portale al quale l'elettore si deve rivolgere.
Pertanto, riteniamo che ci voglia un maggiore approfondimento rispetto a quanto espresso all'interno dell'emendamento 1.300 Formentini e solleviamo, ovviamente, tutte le criticità del caso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Grazie, Presidente. Sugli italiani all'estero si è già ricordato come Mirko Tremaglia fece una battaglia storica della destra per garantire il diritto di voto, ma qui oggi non parliamo del diritto di voto degli italiani all'estero quanto dell'introduzione, di fatto, del voto da casa, perché il testo è ben delineato. Infatti, si parla di voto all'interno delle sedi consolari soltanto laddove il cittadino è privo degli strumenti necessari, ovvero del computer e degli strumenti per registrarsi ed esprimere il diritto di voto. Questo, quindi, per esclusione apre alla possibilità di votare da ogni postazione possibile e immaginabile e creerebbe, peraltro, un precedente grave anche per chi, invece, non si trova all'estero ma si trova in territorio nazionale, perché mi dovete spiegare…
AUGUSTA MONTARULI(FDI). …nel momento in cui si apre questa possibilità per chi sta all'estero con quale criterio, in nome del principio di uguaglianza, non dovrebbe essere applicato in Italia. Ovviamente, questo non può essere ammissibile. Non può e non deve .
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO(FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo già più volte illustrato in passato la delicatezza e l'importanza del voto degli italiani all'estero che, peraltro, anche quando non era prevista la procedura del voto elettronico, che viene meglio precisata con questo emendamento proposto, ha portato, anche in passato, diverse questioni interpretative e diversi dubbi anche sulle modalità con cui talvolta viene effettuata la campagna elettorale e la raccolta delle schede cartacee di chi vota all'estero. Quindi, a maggior ragione, visti i precedenti numerosi, la proposta di questo emendamento introduce un elemento di buonsenso, che va incontro alla valorizzazione del diritto di voto dell'italiano residente all'estero…
CIRO MASCHIO(FDI). …o che si trovi all'estero, senza per questo togliere nulla alla segretezza del voto stesso.
Quindi, non comprendiamo - e concludo - perché chi vota qualunque cosa tranne le cose fondamentali della nostra democrazia…
CIRO MASCHIO(FDI). …si rifiuti di accogliere un emendamento del genere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà. Poi ascoltiamo il sottosegretario Variati, che ha chiesto di intervenire.
PIERO FASSINO(PD). Solo per dire che intanto il progetto di legge che introduce il voto degli italiani all'estero fu fatto da Tremaglia e da Fassino - e, quindi, non è soltanto una prerogativa della destra - e raccolse un consenso larghissimo in Parlamento nel momento in cui la legge fu approvata.
Naturalmente, l'esperienza risollecita a verificare il funzionamento del voto all'estero e ci sono molte ragioni per sottoporre a verifica le modalità con cui il voto all'estero viene espresso. Tuttavia, non credo…
PRESIDENTE. Deputato Fassino, la cortesia di usare la mascherina.
PIERO FASSINO(PD). Finisco subito, finisco subito.
PRESIDENTE. No, lei ha cinque minuti e, quindi, può parlare quanto vuole ancora. Insomma, almeno per quattro minuti e venti secondi. Quindi, il tempo ce l'ha, però deve coprirsi con la mascherina.
PIERO FASSINO(PD). Avevo equivocato. Grazie, Presidente.
Tuttavia, non è assolutamente confermato che ricorrere al voto elettronico metta al riparo da rischi o problemi che sono stati qui evocati, anzi vi sono molte esperienze di utilizzo del voto elettronico in altri Paesi che sono sottoposte a dura critica, perché anche il voto elettronico può essere manipolato, alterato o condizionato esattamente come altre forme di voto. Quindi, non c'è nessuna modalità che garantisca in principio da tentativi o rischi di alterazione della volontà dei cittadini.
Quindi, io credo che occorra confermare le modalità di voto che fin qui abbiamo utilizzato. Se ci sono, come probabilmente si sono verificati, dei problemi verifichiamo come li si può affrontare ed evitare che possano nuovamente manifestarsi, ma io non credo che sia il taumaturgico ricorso al voto elettronico che ci risolve problemi che, invece, vanno risolti ancora di più sollecitando una partecipazione attiva degli elettori e forme di controllo democratico del voto che, peraltro, il nostro sistema elettorale prevede attraverso gli scrutatori e i rappresentanti di lista e, per il voto all'estero, la responsabilità delle strutture consolari.
Per questo io credo che non possa essere accolto l'emendamento che viene proposto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Variati. Ne ha facoltà.
ACHILLE VARIATI,. Presidente, voglio portare all'Aula un contributo del Governo e un chiarimento. Innanzitutto, il voto all'estero, così come concepito da questo emendamento, è francamente inattuabile e spiego il perché.
Ricordo ai parlamentari che i residenti all'estero o i temporaneamente presenti all'estero non votano per i collegi uninominali istituiti nel territorio nazionale ma per la circoscrizione estero, nella quale non sono previsti collegi uninominali ed elezioni suppletive ma uno scrutinio, come loro sanno, proporzionale di lista. Quindi, pensando alle elezioni suppletive politiche che avremo nei prossimi mesi, questo emendamento genererebbe un'incertezza nell'individuazione dell'elettorato attivo che potrebbe essere assai pericolosa.
Però, assicuro che il Governo e, in particolare, il Ministero dell'Interno stanno facendo delle verifiche proprio sul funzionamento del voto all'estero. Vi è un fondo di un milione di euro che è stato inserito in legge di bilancio, come ricordava prima l'onorevole presidente Brescia, e, quindi, sicuramente presto, con tutte quelle verifiche tecniche, tecnologiche e metodologiche per garantire efficienza, segretezza eccetera, il Ministero potrà proporre un'idea progettuale proprio di voto elettronico; ma in questa fase, per le ragioni che ho detto, francamente sarebbe inattuabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI(FDI). Anch'io, come i miei colleghi precedentemente, penso, invece, che ci siano varie problematiche da rilevare per quanto riguarda le votazioni all'estero. Una di queste è proprio la trasparenza e non si parla in maniera astratta perché concretamente abbiamo un riscontro di elezioni avvenute con dei procedimenti incerti, dove fino all'ultimo non era possibile verificare l'equivalenza del voto e l'appartenenza del voto all'elettore.
Quindi, direi che l'emendamento è di buon senso e si innesta in una tematica di riflessione sulla democrazia e sul fatto che queste persone, una volta ottenuto il diritto a votare, devono, però, essere messe anche nelle condizioni di poter esprimere questo voto in maniera chiara e in maniera trasparente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI(FI). Grazie, Presidente. Io non so se sia questa la sede nella quale affrontare il tema del voto degli italiani all'estero, meglio ancora delle modalità di voto degli italiani all'estero. Mi permetto, però, di approfittare di questo emendamento per portare all'attenzione dell'Assemblea due circostanze: la prima è che con l'accorpamento, che è stato introdotto da un emendamento del MoVimento 5 Stelle, della tornata amministrativa con il referendum, ci sarà anche il voto degli italiani all'estero, non su elezioni suppletive per il Parlamento, sottosegretario, ma per la consultazione referendaria sulla proposta di legge costituzionale della cosiddetta riduzione del numero dei parlamentari.
A tal proposito - e qui è la seconda riflessione - mi permetto di sottolineare a tutti i difensori della rappresentanza degli italiani all'estero in questo Parlamento, che anche quella sarà tagliata di un terzo: noi passeremo da 18 a 12 componenti del Parlamento italiani eletti nelle circoscrizioni estero, e segnatamente 8 alla Camera e 4 al Senato, rispetto ai 12 alla Camera che abbiamo oggi e ai 6 che abbiamo al Senato. Per cui forse una riflessione, più sul merito che sul metodo, sarebbe stata da fare magari prima.
Io continuo a ritenere, come qualcuno potrebbe averla definita in altri tempi, una “porcata” l'abbinamento tra referendum costituzionale, che serve a chiedere ai cittadini italiani che cosa pensino sulla riduzione del numero dei parlamentari, se siano a favore o se siano contro, con una tornata elettorale che serve ad eleggere consiglieri comunali, sindaci o magari consiglieri regionali e presidenti di regione. Questa cosa non c'entra niente, è una porcata ed è stata fatta su ricatto di un partito della maggioranza, che ha imposto a tutti gli altri, quelli che presentavano la pregiudiziale sulla riduzione del numero dei parlamentari, ha chiesto ed ha imposto questa porcata alla maggioranza, che l'ha votata in Commissione. Di questo dovreste vergognarvi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Presidente, ho soltanto un minuto: mi prendo dieci secondi per ricordare all'onorevole Fassino che, insomma, cercare di raccontare una storia diversa rispetto a quella che è una battaglia storica di Mirko Tremaglia, condotta in solitaria, condotta davvero in una maniera anche stoica… Che poi alla fine sia riuscito a convincere lei e anche parte del suo partito, io credo che non abbia rilevanza, nel momento in cui si sottolinea lo spessore ed anche la straordinaria caparbietà dell'uomo.
Per quello che riguarda invece la considerazione che ha svolto il sottosegretario, io capisco la vostra allergia alle elezioni, che, voglio dire, stiamo verificando ogni giorno, ma pensare che si crei confusione tra chi ha il diritto di votare o meno con un emendamento, io veramente mi smarrisco e non la seguo. Io non credo che il popolo italiano, anche quello residente all'estero, si smarrisca se noi approviamo un emendamento che cerca di far luce e cerca di dare più trasparenza al voto. Questo non è quindi un tema; mi sarei aspettato, quando si è alzato in piedi, che avesse accolto la proposta di buonsenso di accantonare questo emendamento, perché accantonarlo e approfondire questo argomento io credo sia un esercizio di buonsenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Signor Presidente, brevemente, per evitare giudizi su questo emendamento, conoscendo le problematiche che si sono avute per i voti all'estero, e sottolineando però che questa direzione non può essere aprioristicamente scartata. Ricordiamo che ci sono Paesi in Europa, come l'Estonia, che votano regolarmente, a qualsiasi consultazione con sistemi ibridi; la Svezia stessa aveva fatto un esperimento di questo tipo, poi l'ha abbandonato; regione Lombardia, nel 2017, tentò un esperimento di un parziale voto elettronico. E quindi le difficoltà che noi stiamo incontrando, per esempio con la previsione delle prossime elezioni regionali e comunali, sulle quali abbiamo posizioni ben diverse da quelle della maggioranza, peraltro ci dicono e ci starebbero ad indicare che la previsione di sistemi ibridi…
RICCARDO ZUCCONI(FDI). …per il futuro non è del tutto da scartare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO UNGARO(IV). Presidente, avendo votato la maggior parte mia vita dall'estero volevo un attimo rispondere al collega Trancassini, dando comunque atto del fatto che è stato Mirko Tremaglia sicuramente uno dei primi a combattere per il diritto di voto degli italiani all'estero, e dando atto anche che sicuramente il voto italiano all'estero è perfettibile, ma non esiste una soluzione semplice: anche in via cartacea è perfettibile, ci sono Paesi che votano da decenni in via cartacea, come la Svizzera, senza avere problemi.
Il problema di votare questo emendamento come è scritto adesso, in queste tempistiche, è che rischia veramente di aggravare il problema: abbiamo solo tre mesi. Io vi ricordo che la Repubblica francese, per dare il diritto di voto ai propri cittadini all'estero, implementò nel 2012 il voto elettronico e fu un fallimento, perché ci furono delle enormi infiltrazioni e degli enormi problemi di sicurezza, tant'è vero che la Francia dovette togliere il diritto di voto elettronico.
Volevo quindi veramente reiterare questo punto. Questa maggioranza non è indifferente a questo tema, è un tema importante; ma così, in questo modo, con questo testo, si rischia veramente di peggiorare il problema invece di risolverlo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300 Formentini, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.700 della Commissione.
Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO(FI). Presidente, chiedo scusa, una curiosità: non è questo l'emendamento su cui ci sono i subemendamenti fino alle 14,20?
PRESIDENTE. Ma sono le 15…
FRANCESCO PAOLO SISTO(FI). Sono arrivati i subemendamenti?
PRESIDENTE. L'ho chiamato perché è ampiamente scaduto il termine.
FRANCESCO PAOLO SISTO(FI). Non ci sono subemendamenti? E allora…
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.700 della Commissione, con il parere favorevole del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ora la relatrice Bilotti ci ha gentilmente segnalato che tutti gli emendamenti, dall'1.1 Sisto a pagina 2 all'1.349 Baldelli a pagina 25, sarebbero a suo giudizio accantonati.
Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO(FDI). Come ho già preventivamente anticipato, mi pare obiettivamente strumentale che si proceda senza motivazione, come vi sarebbe stata in attesa dei subemendamenti per esempio in quello che abbiamo appena votato; e a dimostrazione dell'approccio che Fratelli d'Italia ha, non ultimo sull'emendamento precedente sul quale abbiamo votato favorevolmente, continuiamo a porre un tema di metodo.
Questo decreto-legge ha l'obiettivo di scrivere le regole del gioco. Qui addirittura non solo si vogliono dare le carte sulle regole del gioco ma addirittura sulle regole che devono scrivere le regole del gioco e mi sembra francamente un po' troppo. Non vi è un motivo perché questo blocco di emendamenti sia accantonato e rinviato nella discussione se non di eliminare scientificamente dalla discussione gli emendamenti proposti da Fratelli d'Italia. Noi chiediamo che si possano discutere in ordine o che ci vengano fornite motivazioni oggettive e non confutabili che motivino perché si debba spostare un intero blocco di provvedimento alla fine dell'esame del provvedimento oggi in aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice deputata Bilotti. Ne ha facoltà.
ANNA BILOTTI, . Grazie, Presidente. Provo a rispondere al collega Prisco partendo da lontano, ossia dall'iter del provvedimento in Commissione. Già in Commissione io stessa, dopo aver presentato l'emendamento che riguardava l'apertura della finestra con le amministrative, l'ho ritirato perché siamo tutti consapevoli della necessità che stiamo trattando in questo momento, come poc'anzi il collega Forciniti ha anticipato nel suo intervento nella discussione sul complesso degli emendamenti, un tema che ci riguarda tutti e sul quale è importantissimo, è fondamentale che si raggiunga la più ampia convergenza. La motivazione per cui credo di accantonare gli emendamenti che pure lei ha poc'anzi menzionato e di andare direttamente all'1.650 a prima firma del collega Sisto è che, in quest'ottica di collaborazione, si è deciso di accogliere la proposta del collega Prisco. Faccio solamente una piccolissima precisazione: né a me né al gruppo parlamentare a cui appartengo viene minimamente in testa - e non solo perché non rientra nelle mie prerogative - soltanto di pensare di limitare in qualche modo la possibilità e il sacrosanto diritto di tutti i colleghi di esprimersi. Quindi tale motivazione, ci tengo a precisarlo, è lontana anni luce da me e l'unica motivazione risiede in quella che ho poc'anzi espresso .
PRESIDENTE. Rispetto alla proposta di accantonamento della relatrice rispetto a cui già il deputato Prisco si è espresso in senso contrario, c'è qualcuno che vuole prendere la parola per sostenerla? No. Quindi passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento della relatrice riferita agli emendamenti legati alla lettera quindi dall'emendamento 1.1 Sisto fino all'emendamento 1.349 Baldelli.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva per 91 voti di differenza.
Quindi a questo punto passiamo all'emendamento 1.11 Silli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.
MANUELA GAGLIARDI(M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Dunque su questo emendamento chiederei un'ulteriore riflessione al Governo e alla relatrice perché si tratta di un emendamento complesso. Venivano inseriti all'interno dell'emendamento più temi partendo dalla data, quindi da un anticipo della data per la tornate elettorali, riguardo alle quali naturalmente noi abbiamo sempre sostenuto che fosse più opportuno votare prima che non dopo per due ordini di ragioni. La prima dovuta al fatto che il diritto di voto è un diritto costituzionalmente garantito che riteniamo che possa essere sospeso solo per casi stra-eccezionali.
L'emergenza sanitaria lo è, però di questo non ci si deve approfittare anche in considerazione del fatto che il comitato tecnico-scientifico ha espresso un parere sull'inopportunità di andare a votare in autunno, quindi nel mese di ottobre, e ancora del fatto che a settembre riprenderanno le scuole e quindi naturalmente, già dopo questo lungo periodo di sospensione delle scuole, i ragazzi avrebbero diritto di rientrare in classe e di non essere più costretti a risospendere per un'ulteriore settimana la loro attività scolastica. Ma detto questo, l'emendamento in esame, oltre alla parte relativa all'anticipo del voto, chiedeva anche che si procedesse all'esenzione dall'obbligo di raccolta delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste per una serie di tipologie di soggetti a partire dai partiti che sono rappresentati nelle due Camere sino ad arrivare a partiti i cui rappresentanti erano già presenti all'interno dei consigli regionali. E su tale esenzione, mi sento di insistere anche con il Governo perché tutti sappiamo che, nonostante l'emergenza sanitaria in questo momento sia un po' attenuata, naturalmente però raccogliere le firme può significare in qualche modo una concentrazione di persone, un assembramento e può portare ovviamente a far sì che le persone si incontrino, si riuniscano. Non riusciamo a comprendere, quindi, quale sia la del parere negativo almeno su questa parte dell'emendamento che esonera, come dicevo prima, una serie di tipologie di soggetti. Per cui mi permetto di insistere affinché venga rivalutata la possibilità perché, se lavoriamo tutti nella stessa direzione, lavoriamo anche per limitare il più possibile le possibilità di contagio.
PRESIDENTE. Concluda per favore.
MANUELA GAGLIARDI(M-NI-USEI-C!-AC). Allo stesso modo dicasi anche per il comma 1- che prevede che i vari documenti necessari per la presentazione delle liste possano essere inviati via PEC e possano avere la stessa validità di quelli timbrati e vidimati dagli uffici pubblici. Pertanto mi rifaccio alla richiesta iniziale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO(FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo già in qualche modo trattato e sviscerato l'emendamento in esame in sede di Commissione ed esso pone il tema dei temi che abbiamo poi sollevato e sul quale abbiamo discusso lungamente anche in Commissione in discussione generale, cioè l'indeterminatezza delle scelte; la discrezionalità che si tenta di dare alle scelte da parte di chi dà il mazzo delle carte e pretende di distribuirle in modo tale che la partita torni. E questo è il concetto che merita censura e sul quale anche il Presidente della Repubblica è più volte intervenuto non ultimo ieri nel rapporto tra Stato e regioni ovviamente con il garbo che si conviene a quella istituzione. Laddove non è possibile, da un lato, che ogni singolo governatore si autodisciplini le elezioni se non in funzione di una regola che però è cedevole e mi spiego. Il Governo è venuto portandoci le motivazioni del decreto-legge dicendo che il comitato tecnico-scientifico della Presidenza del Consiglio avrebbe ritenuto con una serie di condizioni dubitative che abbiamo letto, riletto e discusso in Commissione e in quest'Aula, il comitato preferirebbe che si votasse - non la politica che decide le regole del gioco - che si votasse in una finestra temporale nel mese di settembre.
Quindi noi che non siamo scienziati, ma che abbiamo invece il rispetto degli scienziati, abbiamo posto un tema di logicità, cioè, se mi si dice che settembre è un mese sicuro per votare, allora non vi sono le condizioni per addivenire a deroghe rispetto alle regole già previste per il voto. Se, invece, vi è la non certezza, come è giusto che sia, che si possa votare in sicurezza, tanto a settembre quando a ottobre, allora mi si deve spiegare qual è il motivo per cui si insiste, si è insistito, con date specifiche in cui fissare l', addirittura, andando ad alterare quello che è il normale svolgimento dell'attività rappresentativa, che non è fatta solo del giorno del voto, ma è fatta anche di campagne elettorali, di presentazione delle liste, di presentazione delle firme, di possibilità per i candidati - presidenti, sindaci, consiglieri - di spiegare le ragioni della propria candidatura, i propri programmi e non doverlo fare sotto l'ombrellone, perché a questo le norme che così andiamo ad approvare ci spingono. Questo emendamento del collega Silli ha il pregio di riportare, da una diversa prospettiva, la discussione sul tema che abbiamo toccato sia in Commissione che nella discussione generale. Su questo nessuno è riuscito a darci una spiegazione e, quindi, ce la siamo fatta da soli, cioè che chi deteneva il mazzo voleva, in qualche modo, dare le carte, in modo che la partita gli tornasse a favore. Questo non è ammissibile perché, a casa mia, le regole del gioco si scrivono insieme e, poi, chi ha più benzina la usa e vince le elezioni, se saprà convincere, con quello che ha fatto o con i programmi che propone, gli elettori del proprio territorio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Silli, con il parere contrario della Commissione di merito, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Ci siamo? Aspettiamo il via libera di una delle due zone del Transatlantico.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.650 Sisto, sul quale c'è un parere favorevole da parte della Commissione. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO(FI). Grazie, Presidente. Vorrei chiarire la le ragioni di questo emendamento, unitamente anche all'1.651, che è meramente esplicativo, dal punto di vista numerico, del contenuto dell'1.650. Che cosa abbiamo voluto evitare con questo emendamento? L'incertezza. Questo è un provvedimento che apriva il fianco ad una serie di arbitri da parte di chi poteva decidere il voto regionale e, in qualche modo, andare di diverso avviso l'uno con l'altro sì da creare un disorientamento da parte dell'elettore, intollerabile in un momento come questo, difficile del Paese, in cui siamo stati fustigati da una disgrazia che nessuno, certamente, poteva neanche immaginare. Allora, questo egoismo della politica, che poteva diventare un modo per ulteriormente vessare l'elettore nelle diverse regioni e con diversi contenuti, con questo emendamento, almeno, ha un punto di partenza certificato. Voglio essere chiaro, noi non abbiamo affatto condiviso il riparare dietro un parere del comitato scientifico, che definire ondivago è riduttivo. I condizionali si rincorrevano, si è fatto riferimento ad un periodo - entro il mese di settembre -, che non aveva nessuna capacità persuasiva dal punto di vista dei dati e appariva più un rifugio politico, anziché la scienza che determina la politica, la politica che, in qualche modo, induceva la scienza ad assuefarsi a determinate caratteristiche.
Forza Italia ha voluto fare chiarezza da questo punto di vista e dire che, con certezza, non si può andare al voto, alle regionali, prima del 15 di settembre: poiché si può votare una domenica e un lunedì, come abbiamo votato l'1.700, è evidente che la prima data utile sarà quella del 20 e 21 di settembre. Questo è un punto di incontro che, in qualche modo, cementa le varie posizioni all'interno del Parlamento e consente di evitare quel balbettio sulle date e anche quella pressione che non era utile dal punto di vista parlamentare, restituendo alla legge elettorale una caratteristica, l'ha detto anche il Presidente Mattarella: la necessità di trovare su questi temi dei punti di intesa.
Noi ci auguriamo che, su tutti i vagiti di legge elettorale, ci possano sempre essere soltanto intese: non si scrivono le leggi elettorali, se non con un accordo che possa essere, in qualche modo, significativo di tutte le componenti del Parlamento. Da questo punto di vista, noi ci auguriamo che questo possa essere il viatico perché non ci siano prove di forza, non ci siano bracci di ferro, che nessuno pensi di fare il furbo sulla legge elettorale, ma si cerchi, come in questo caso, un necessario consenso che possa dare al cambiamento delle regole del gioco, il cambiamento delle regole, ma perché tutti vogliono cambiare le regole. Noi voteremo convintamente a favore di questo emendamento; l'1.651 di seguito a questo voto, ovviamente lo ritireremo, ove la Presidenza non lo ritenga assorbito con il voto dell'1.650. Riteniamo che questo possa essere un passo avanti non soltanto per questo provvedimento, ma per le future strategie di chi, volendo eventualmente riscrivere le regole delle leggi elettorali, sappia fare tesoro di questa disponibilità delle opposizioni a trovare questa intesa
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Normalmente, mi trovo d'accordo con il collega Sisto, ma, in questo caso, mi permetto di dire che non condividiamo la scelta di dire che è un buon compromesso il 20 settembre. Il 20 settembre per noi è una scelta sbagliata; la data del 20 settembre è una scelta sbagliata per andare a votare, che non tiene conto di tre fattori fondamentali. Il primo: la presentazione delle liste il 18, 19, 20 di agosto la reputiamo una follia. Lo reputiamo sbagliato, perché è una mancanza di rispetto nei confronti degli italiani e lo reputiamo sbagliato anche nei confronti del mondo del turismo, che è stato sfiancato da questa crisi, che avrà difficoltà a ripartire e che troverà moltissime persone che, magari, sceglieranno di fare le vacanze a settembre e non le potranno fare perché c'è la campagna elettorale o che, magari, avranno difficoltà a farle; se prendiamo in considerazione le regioni dove si vota, le famiglie dei candidati, le persone coinvolte nella raccolta delle firme delle liste civiche, le persone coinvolte, comunque, nella strutturazione delle liste, non potranno nemmeno svolgere le vacanze. E anche i cittadini normali che si troveranno in vacanza a fine agosto e si troveranno, magari, in regioni importanti per il turismo - penso al Veneto, alla Toscana, alla Liguria, alla Puglia - che, in piena stagione turistica, si ritroveranno la campagna elettorale in pieno svolgimento. Non è rispettoso nei confronti delle famiglie che, magari, quella settimana di ferie - chi avrà la fortuna di potersela prendere - non potranno stare serene, ma avranno, comunque, la campagna elettorale in quel territorio e non è rispettoso nei confronti degli operatori turistici che, dopo tanti sacrifici, si troveranno ancora in difficoltà. E poi, soprattutto, non è rispettoso nei confronti delle famiglie e delle scuole, che si ritroveranno, i primi giorni tornati da scuola, a rivedere nuovamente chiuse le scuole dopo pochi giorni: rientreranno a scuola e sarà nuovamente interrotta l'attività didattica appena riaperta. Non sappiamo quanti giorni serviranno per sanificare i luoghi prima e dopo il voto e, quindi, non sappiamo nemmeno quanti giorni rimarranno chiuse le scuole dopo essere state appena riaperte.
Dopo questo periodo, questa parentesi disastrosa della didattica a distanza, che non ha portato i risultati che il Governo pensava di sbandierare, dopo le difficoltà che hanno avuto i nostri bambini e i nostri ragazzi nell'approccio scolastico, per cui non hanno avuto la possibilità del confronto diretto con le maestre e con i compagni di classe, torneranno a scuola, uno o due giorni, tre, una settimana, non sappiamo quanto e poi torneranno a casa, perché così la macchina di potere del Governo e della maggioranza ha deciso che votare un paio di settimane dopo magari gli faceva perdere qualche punto di consenso e allora pazienza se i bambini vengono traumatizzati e dopo essere tornati a scuola devono tornare immediatamente a casa, ma la macchina del Governo e la macchina del consenso PD-5 Stelle ha paura di perdere un po' di consenso, rimandando di qualche giorno. Dispiace che sia stata fatta, a quanto pare e a quanto viene detto, anche una riflessione con alcuni dell'opposizione. Fratelli d'Italia non è d'accordo, Fratelli d'Italia aveva detto che, come minimo, era il 27 settembre, meglio ancora ottobre, per dare la possibilità di affrontare con serenità il rientro. Non condividiamo nemmeno la giustificazione sanitaria, perché non c'è un solo documento, certamente non quello che avete sbandierato come tecnico scientifico, ma che è solo politico, che dice che non si può votare in autunno: non c'è un solo documento che dice che, in autunno, tornerà l'emergenza del COVID, anzi si dice: “per il COVID non ne sappiamo niente, per altri Coronavirus hanno stabilito che (…)”, quindi, per eccesso di precauzione, possiamo ipotizzare che, forse, sarebbe meglio (…). Praticamente, anche il documento tecnico-scientifico, e concludo, dice: “Votate quando pensate che sia giusto votare” e i 5 Stelle e il PD scelgano di umiliare il turismo, umiliare le famiglie, umiliare i ragazzi e le scuole, sperando così di non perdere troppi voti. Bene, noi chiediamo che si prendano in considerazione prima le esigenze degli italiani e poi dei partiti, della Casaleggio, del dei 5 Stelle, del PD, di Renzi. Prima devono essere presi in considerazione gli interessi degli