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Domenica 27 Dicembre 2020 ore 10:00
AULA, Seduta 446 - Approvata la Legge di Bilancio 2021
Resoconto stenografico
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La Camera ha approvato il disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 (C. 2790-bis-A/R ) e la Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. I provvedimenti passano ora all'esame del Senato.
XVIII LEGISLATURA
446^ SEDUTA PUBBLICA
Domenica 27 dicembre 2020 - Ore 10
Seguito della discussione del disegno di legge:
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. (C. 2790-bis-A/R)
Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
Relatori: FARO e FASSINA, per la maggioranza; MANDELLI, LUCASELLI e GAVA, di minoranza.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 (A.C. 2790-bis-A/R); Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 (Seguito della discussione ed approvazione)
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputato BERARDINI Fabio (MISTO)
- Deputato TRANO Raffaele (MISTO)
- Deputato GUSMEROLI Alberto Luigi (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato OSNATO Marco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BATTILOCCHIO Alessandro (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata LAPIA Mara (MISTO)
- Deputata LOSS Martina (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato GALANTINO Davide (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata FREGOLENT Silvia (ITALIA VIVA)
- Deputata PORCHIETTO Claudia (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato RIZZONE Marco (MISTO)
- Deputato LUCENTINI Mauro (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato MOLLICONE Federico (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato ZUCCONI Riccardo (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato TASSO Antonio (MISTO)
- Deputato COMENCINI Vito (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata BUCALO Carmela (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata FERRO Wanda (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato PATERNOSTER Paolo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato TURRI Roberto (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata BARTOLOZZI Giusi (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata MONTARULI Augusta (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato ROSSINI Roberto (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato SILVESTRONI Marco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata MANTOVANI Lucrezia Maria Benedetta (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato FOTI Tommaso (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata ALBANO Lucia (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato D'ETTORE Felice Maurizio (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato CAON Roberto (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato ROTELLI Mauro (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato DEIDDA Salvatore (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BIANCHI Matteo Luigi (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato PATASSINI Tullio (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato PAOLINI Luca Rodolfo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata CAVANDOLI Laura (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato CIRIELLI Edmondo (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato DONZELLI Giovanni (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato SASSO Rossano (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato FURGIUELE Domenico (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata TRIPODI Elisa (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato VIVIANI Lorenzo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato CAIATA Salvatore (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato PRISCO Emanuele (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato RAMPELLI Fabio (FRATELLI D'ITALIA)
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- In ricordo dell'onorevole Enrico Ferri
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputato ANZALDI Michele (ITALIA VIVA)
- Deputato DONZELLI Giovanni (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato PROVENZA Nicola (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato RUSSO Paolo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato LACARRA Marco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LOLINI Mario (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato TABACCI Bruno (MISTO)
- Deputato FORNARO Federico (LIBERI E UGUALI)
- Preavviso di Votazioni Elettroniche
- Si riprende la discussione
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Deputata GIANNONE Veronica (MISTO)
- Deputata MURONI Rossella (LIBERI E UGUALI)
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Deputata GIANNONE Veronica (MISTO)
- Deputato DEIDDA Salvatore (FRATELLI D'ITALIA)
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Deputata BELLUCCI Maria Teresa (FRATELLI D'ITALIA)
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Deputato DE TOMA Massimiliano (MISTO)
- Deputato RUSSO Paolo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Deputato RUSSO Paolo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Deputato BERARDINI Fabio (MISTO)
- Deputato FASSINA Stefano (LIBERI E UGUALI)
- Deputato BERARDINI Fabio (MISTO)
- Deputato LOLLOBRIGIDA Francesco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato ZANGRILLO Paolo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Deputata AIELLO Piera (MISTO)
- Deputato GARAVAGLIA Massimo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato TRANO Raffaele (MISTO)
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Vice Presidente SPADONI Maria Edera
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Deputata GIANNONE Veronica (MISTO)
- Deputata BOLDRINI Laura (PARTITO DEMOCRATICO)
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Deputato ANGIOLA Nunzio (MISTO)
- Deputato TASSO Antonio (MISTO)
- Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze BARETTA Pier Paolo
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Deputato FRATOIANNI Nicola (LIBERI E UGUALI)
- Deputato D'ATTIS Mauro (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato GARAVAGLIA Massimo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato COLUCCI Alessandro (MISTO)
- Deputato D'ETTORE Felice Maurizio (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato FASSINA Stefano (LIBERI E UGUALI)
- Deputato FOTI Tommaso (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato ROSPI Gianluca (MISTO)
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Sull'ordine dei lavori
- Si riprende la discussione
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Sull'ordine dei lavori
- Si riprende la discussione
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Sull'ordine dei lavori
- Si riprende la discussione
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 18,45
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Si riprende la discussione
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Esame ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R
- Esame della Nota di variazioni - A.C. 2790-bis/I
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- La seduta, sospesa alle 18,55, è ripresa alle 19
- Seguito della discussione del disegno di legge:
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2790-bis-A/R
- Presidente FICO Roberto
- Deputato TASSO Antonio (MISTO)
- Deputato ROSPI Gianluca (MISTO)
- Deputato COSTA Enrico (MISTO)
- Deputato TABACCI Bruno (MISTO)
- Deputata ROSSINI Emanuela (MISTO)
- Deputato LUPI Maurizio (MISTO)
- Deputato PASTORINO Luca (LIBERI E UGUALI)
- Deputato DEL BARBA Mauro (ITALIA VIVA)
- Deputato LOLLOBRIGIDA Francesco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata GELMINI Mariastella (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato PAGANO Ubaldo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MOLINARI Riccardo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato BUOMPANE Giuseppe (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Dichiarazioni di voto finale a titolo personale - A.C. 2790-bis-A/R
- Coordinamento formale - A.C. 2790-bis-A/R
- Votazione finale - A.C. 2790-bis-A/R
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2790-bis-A/R
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.(C. 2790-bis-A/R) e nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
- Sui lavori dell'Assemblea
- Interventi di fine seduta
- Sull'ordine dei lavori
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
SILVANA ANDREINA COMAROLI, legge il processo verbale della seduta del 23 dicembre 2020.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boschi, Buffagni, Cancelleri, Casa, Cirielli, Davide Crippa, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Frusone, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Iovino, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lupi, Melilli, Molinari, Nardi, Paita, Perantoni, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Tasso, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2790--A/R: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023; Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
Ricordo che nella seduta del 23 dicembre si è concluso l'esame degli emendamenti e degli articoli.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che, per un mero errore tipografico, l'ordine del giorno n. 9/2790--AR/209 risulta a prima firma Fragomeli, anziché Dal Moro.
Ha chiesto di parlare per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2790--AR/54 la collega Fitzgerald Nissoli, che tuttavia non è presente in Aula.
Ho una decina di iscritti per illustrare gli ordini del giorno, dopodiché toccherà anche ai colleghi che stanno chiedendo ora di parlare. Si prenda nota cortesemente.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà. Lasciamo il Governo lavorare. Ripeto: lasciamo il Governo lavorare! Prego, onorevole Berardini.
FABIO BERARDINI(MISTO). Grazie, Presidente. Illustro l'ordine del giorno n. 9/2790--AR/22, a mia prima firma, che riguarda appunto l'annoso e dibattuto tema dei . Questo perché - lo ricordo a me stesso e lo ricordo ai colleghi - durante la discussione sulla legge di bilancio è stato presentato un emendamento a prima firma del collega del MoVimento 5 Stelle, Cominardi, il 68.05, il quale chiedeva e quindi imponeva la proroga dei fino al 31 dicembre del 2022. Successivamente, a causa della compressione dei lavori parlamentari e della posizione della questione di fiducia, questo tema non è stato nemmeno dibattuto in Aula, ossia nessun membro del Governo, a partire dal Ministro Luigi Di Maio è venuto in Aula a dirci qual era l'intenzione del Governo su questi lavoratori; ricordiamo: lavoratori. Perché questi 2.700 ragazzi io penso abbiano una dignità e, quindi, siccome sono dei lavoratori precari, in quanto ricordiamo che il contratto scade il 30 aprile del 2021, io mi sarei aspettato che chi ha inventato questa nuova e futuristica figura dei - avendo voluto l'inventore dei Mimmo Parisi, a capo dell'ANPAL - almeno venisse in Aula a dirci perché non voleva prorogare i contratti dei .
Ma leggiamo, invece, un'intervista del Ministro Luigi Di Maio a dell'11 gennaio 2019; parlando appunto dei diceva testualmente: “Il nostro obiettivo è dar loro un contratto a tempo indeterminato nei prossimi anni. Si andrà verso la stabilizzazione: questo è un impegno che prendo con tutti i ”. Lo assicura l'allora Vice Premier, Luigi Di Maio. Tante persone sono state a questo punto illuse, con la speranza di questo futuristico progetto e soprattutto, se i erano e sono la colonna portante del reddito di cittadinanza, una volta che non ci saranno più, perché il contratto scadrà appunto il 30 aprile e non si sono trovate le risorse per prorogare questo contratto, cosa ne sarà del famoso reddito di cittadinanza e di queste colonne portanti?
Quindi, io mi aspetto che, con questo ordine del giorno, si apra una discussione in merito a cosa dovrà essere il reddito di cittadinanza e soprattutto dire con chiarezza - ripeto: con chiarezza - se queste persone saranno prorogate oppure no, anche perché un giovane che si dovesse trovare in questa condizione vorrebbe sapere se chiaramente deve trovarsi un'altra occupazione, oppure se lo Stato ha intenzione di prorogare questo contratto. Io penso che sia dovuto dare a queste persone una risposta e, quindi, con l'ordine del giorno chiedo appunto se è intenzione del Governo trovare queste risposte, oppure no; quindi, chiedo chiaramente una risposta chiara e definitiva su questa problematica.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790--AR/136 Gusmeroli: l'onorevole Gusmeroli non è presente.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790--AR/243 Trano.
L'onorevole Trano intende intervenire sul suo ordine del giorno? Sempre presente, prego.
RAFFAELE TRANO(MISTO). Grazie Presidente. Gentili colleghi, lo scorso 2 dicembre la organo dell'Onu, si è espressa in favore della rimozione della cannabis dalla tabella 4 della Convenzione unica del 1961. A distanza di sessant'anni, 27 Paesi su 53 hanno accolto le raccomandazioni dell'OMS e l'hanno posizionata nella tabella 1, riconoscendone in pratica le proprietà medicinali. Perché? Perché la cannabis ad uso terapeutico può essere utilizzata da pazienti con molteplici patologie, dall'epilessia al morbo di Parkinson, passando per la sclerosi multipla, dolori cronici, glaucoma e un'infinita lista di altri disturbi e malattie gravi. Pertanto, è diventata una pietra miliare, che oggi deve porre dei seri interrogativi su come la politica nazionale sta gestendo il settore della canapa industriale, che, ripeto non ha nulla a che fare con la canapa droga. Anzi, la produzione di canapa è stata per decenni il fiore all'occhiello della produzione agricola nazionale: l'Italia è stata a lungo il secondo produttore al mondo di canapa, posizionamento che è rimasto fino agli anni Cinquanta e si pensi già che nel 1913 si contavano coltivazioni per oltre 100.000 ettari. Mentre però in Italia ci si inviluppa ancora con questo tipo di ragionamenti (canapa sì, canapa no), ci sono altre nazioni del mondo che hanno tratto un enorme vantaggio in termini fiscali ed occupazionali dal ripristino della produzione. Il mercato mondiale sta attraversando un vero e proprio boom: da 4,6 miliardi di dollari fatturati nel 2019, si stima che nel giro di sei anni si arriverà a 26,6 miliardi di dollari, al ritmo di un tasso di crescita annuo del 34 per cento. Ma a cosa è dovuto tutto questo? Gli esperti lo attribuiscono proprio ad un aumento della legalizzazione nella coltivazione della canapa industriale e la decisione della Commissione ONU va proprio in questo senso: le proprietà funzionali dei semi di canapa e dell'olio di semi di canapa e il loro maggiore uso in diverse applicazioni alimentari e un numero crescente di malattie croniche. Poi c'è il segmento della fibra di canapa, con l'utilizzo nell'industria tessile della carta, della cellulosa, grazie alle sue fibre lunghe e resistenti rispetto al cotone, nell'edilizia, nell'agricoltura, nel settore delle automobili, nei mobili, nelle costruzioni. Insomma, in un futuro, un forte impulso al suo utilizzo potrebbe esserci anche nel settore dei biocarburanti e delle bioplastiche. Insomma, quanto basta per capire che questa pianta dai mille usi ha tante potenzialità quanti nemici. I Paesi a noi vicini, come la Francia, la Germania e il Regno Unito, hanno già compreso le opportunità che il settore offre e stanno aumentando rapidamente la produzione. La canapa industriale ha fatto segnare in Europa una produzione di 50.000 ettari, di cui 18.000 in Francia, dove attualmente vige una legislazione molto restrittiva. Ma perché rimanere indietro? Se oggi si tornasse a coltivare gli stessi 120.000 ettari coltivati in passato, sarebbero circa mezzo milione di posti nuovi di lavoro diretti ed ulteriori 120.000 posti relativi all'indotto manifatturiero e di trasformazione. D'altro canto, se solo si applicasse all'infiorescenza di canapa priva di efficacia drogante un'accisa, un'imposta sul consumo del 10 per cento, avendo quest'ultima un irrilevante impatto sulla salute umana, si avrebbe un gettito fiscale di circa 950 milioni di euro, che assolutamente farebbero bene alle casse dello Stato. E adesso arrivo all'ordine del giorno: qui veniamo a un oggetto specifico, che fa riferimento a un emendamento, il 117.016, che è stato appena approvato e che è recante risarcimento economico degli imputati assolti con sentenza penale passata in giudicato che, così come riformulato ed approvato in Commissione bilancio, prevede l'introduzione nel codice penale e dell'articolo 177-. Con l'introduzione di questo articolo nel processo penale, all'imputato assolto con sentenza divenuta irrevocabile perché il fatto non sussiste e altre fattispecie analoghe, è riconosciuto un rimborso delle spese legali nel limite massimo di importo pari a 10.500 euro. La totalità dei procedimenti penali a carico dei rivenditori di infiorescenze di canapa light priva di efficacia drogante, secondo quanto disposto dalla sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite penali del 30 maggio 2019, si sono conclusi con l'assoluzione piena degli indagati e, a quanto mi costa, parliamo attualmente di altri 200 tra procedimenti giudiziari o di applicazione di misure conclusisi a favore degli imputati, a cui andranno ad aggiungersi altri in futuro.
Ora, in considerazione del fatto che la soglia limite di efficacia drogante è stata recentemente individuata dalla bibliografia nel limite dello 0,5 per cento di principio attivo di THC, così come peraltro esplicitato nel parere scientifico rilasciato dal Dipartimento di chimica dell'Università di Roma La Sapienza lo scorso 30 ottobre, si chiede di variare una modifica al DPR n. 309 del 1990 ed adeguarlo a tale limite scientificamente riconosciuto, evitando così gravosissimi costi di rimborsi delle spese legali ingiustamente sostenute dagli indagati successivamente assolti e generando un risparmio di spesa da dedicare ad altre iniziative in favore del potenziamento del sistema giustizia, attualmente non efficiente, tant'è che la Commissione europea l'ha inserito nelle sue raccomandazioni al Paese Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). Grazie Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, mi dispiace dirlo, perché è la nostra Italia, però questo è un Governo senza idee, senza progettualità e oggi, con questo ordine del giorno, cerco di fornire delle idee a questo Governo, che in questo momento sta facendo tantissimi danni. Abbiamo ieri sentito la notizia, dalla CGIA di Mestre: 420 miliardi di euro persi dalle piccole e medie imprese quest'anno e solo il 7 per cento ristorato. Perché? Perché non possiamo più parlare di ristori, ma dobbiamo parlare di risarcimenti danni e soprattutto di rilancio dell'economia. Attività che chiudono, 500.000 posti di lavoro persi, ma un 2021 purtroppo ricco di tantissime incognite. Avete deciso o state decidendo di riaprire le scuole, ma non avete fatto piani relativi ai trasporti, quindi, in assenza di piani tecnici sui trasporti: parlo delle metropolitane, dei treni, dei pendolari, dei pullman, pullman privati che sono negli sono nei vari garage, ma non vengono utilizzati per aumentare diciamo la forza dei nostri trasporti. Avete spostato scadenze delle tasse di tre mesi in tre mesi, anche qui senza progettualità: pensiamo soltanto al fatto che non avete pensato minimamente ad aiutare i comuni per non far pagare ai cittadini la tassa rifiuti. Pensate che, dal 1° di gennaio del 2021, entrerà in vigore per tutta Italia un nuovo conteggio della tassa rifiuti, per cui, per assurdo, le famiglie numerose, che in questo momento soffrono di più, pagheranno di più, quindi saranno meno aiutate. Un'impreparazione anche nella gestione dei vaccini: negli altri Stati stanno pensando di utilizzare strutture private, centri commerciali dove fare i vaccini, noi pensiamo alla Primula di Boeri, pensiamo alle siringhe diverse, perché noi dobbiamo essere diversi, perché noi dobbiamo sempre dimostrare la nostra impreparazione. Ebbene, adesso, dal 1° di gennaio, dopo una ulteriore proroga di tre mesi, scadono 31 milioni di cartelle esattoriali, che colpiranno famiglie, cittadini, attività economiche e allora, per una volta - una volta - fate qualcosa di strutturale. Strutturale cosa vuol dire? Vuol dire qualcosa che risolva di per sé il problema, perché qui non parliamo di evasione fiscale, ma di persone che non sono riuscite a pagare le tasse perché questo è un periodo terribile, dove ci sono attività chiuse, che non guadagnano e ci sono anche attività aperte che non guadagnano. Non possiamo pensare che dal 1° di gennaio, tutto un tratto, questa situazione scompaia. Quindi la proposta, con questo ordine del giorno, è sostanzialmente quella di rinviare e rateizzare questi 31 milioni di cartelle che colpiranno quasi tutti i cittadini italiani, in 15 anni. Rateizziamole in 15 anni senza parametri o condizioni, senza l'ISEE, rateizziamo in 15 anni e sistemiamo per una volta strutturalmente un problema di questo Paese.
Nel corso del 2021 affrontiamo insieme, ma questa volta con il Parlamento, non come nel 2020, anche la questione dell'enormità del peso fiscale e della complicazione fiscale italiana, che non ha eguali al mondo.
Chiedo che venga approvato l'ordine del giorno della Lega a mia prima firma sulla rateizzazione a 15 anni delle cartelle esattoriali che arriveranno dal 1° gennaio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli: non è presente in aula.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.
MARCO OSNATO(FDI). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno tratta un argomento, direi, più che un argomento, un diritto essenziale riconosciuto anche dai valori fondanti della nostra Repubblica, che è il diritto alla casa, e lo tratta in un aspetto ancora più peculiare, che è quello dell'edilizia sociale. Vede, nella nostra nazione succede una cosa abbastanza curiosa, che porta anche una disparità di trattamento tra cittadini e cittadini e tra enti pubblici di diversa accezione.
L'alloggio popolare cosiddetto, ovvero l'alloggio di edilizia sociale, in Italia, di solito, è un patrimonio demaniale del comune o delle regioni, secondo quanto prevede anche la nostra Costituzione. Gli ex IACP si sono divisi, appunto, tra comuni e regioni. E, per esempio, nella nostra Lombardia, nella nostra Milano, succede una cosa particolare: il comune di Milano gestisce i propri immobili di edilizia sociale - sono circa 28 mila - e, ovviamente, non paga l'IMU, non paga l'IMU a se stesso. La Regione Lombardia, attraverso le aziende lombarde per l'edilizia residenziale, per esempio quella di Milano, gestisce, tra la città e la provincia, circa 65 mila alloggi, poco più di 65 mila alloggi e, per esempio, paga, soltanto al comune di Milano, circa 10 milioni di euro. Quindi, lo stesso oggetto tutelato dalla nostra Costituzione viene penalizzato se è di proprietà della regione e non viene invece, giustamente, penalizzato se è di proprietà del comune. Allora, io chiedo se su questo paradosso il Governo voglia lavorare. Io credo che un alloggio di edilizia sociale non debba essere soggetto a una tassazione come quella dell'IMU.
Succedono dei paradossi ulteriori, cioè, se l'immobile è occupato abusivamente, l'azienda che gestisce l'alloggio, pur avendo fatto tutte le procedure per ottenere l'estromissione dell'occupante abusivo e non ottenendo l'escomio, perché, magari, le autorità non concedono questa possibilità, è costretta a pagare l'IMU anche sull'alloggio occupato abusivamente. Ecco, io credo quindi che, anche in un momento in cui ci sono difficoltà ad incamerare i canoni da parte di queste aziende, difficoltà a reperire fondi - perché sappiamo che, dai tempi dell'abolizione della Gescal, non esiste una tassazione che vada direttamente ad aiutare con risorse l'edilizia sociale, l'edilizia residenziale pubblica -, in un momento in cui siamo in difficoltà, penalizzare così delle aziende sia abbastanza inopportuno, uso un larghissimo eufemismo.
Quindi, chiedo al Governo che ragioni affinché l'IMU sulle case popolari non venga più prevista e soprattutto, visto che ormai è tardi per cancellarla per quest'anno, che le risorse derivanti dall'IMU sull'edilizia sociale, invece, vengano destinate, dai comuni che introitano tale imposta, a contributi di solidarietà per gli inquilini stessi o, addirittura - ed è il caso, ripeto, molto importante quest'anno, vista l'emergenza COVID - per la copertura dei minori ricavi dovuti alla morosità incolpevole, in modo da non compromettere ulteriormente i bilanci degli enti gestori. Quindi, ripeto, stiamo parlando di un diritto fondamentale, che è quello della casa, stiamo parlando di risorse pubbliche, dunque non stiamo parlando di avvantaggiare aziende private, stiamo parlando dell'edilizia sociale che, da anni, non vede un piano strutturato e stiamo chiedendo di non tassare un bene pubblico rispetto a una differenziazione di trattamento che c'è tra i comuni e le regioni.
Mi sembra assolutamente possibile, quindi, che il Governo condivida questo ordine del giorno e, soprattutto, si adoperi affinché appunto l'IMU sulle case popolari non ci sia più, una volta per tutte
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI). Grazie, Presidente. Illustro l'ordine del giorno n. 9/2790--AR/18, a mia prima firma, partendo dalla premessa che il territorio di Civitavecchia rappresenta un'area particolarmente nevralgica nell'assetto economico del nostro Paese, con la presenza del primo porto italiano, oltre 2 milioni e mezzo di crocieristi nel 2019, con la presenza del polo energetico dell'alto Lazio che ha rilevanza nazionale, di enti militari strategici per l'intero comparto della Difesa del nostro Paese. Quindi, risultano evidenti le servitù di portata generale ricadenti sull'intero territorio, che sono, tra l'altro, risalenti nel tempo. Un territorio che da decenni contribuisce in maniera grande, forse anche un po' sproporzionata, all'interesse generale e superiore del nostro Paese. Ebbene, i comuni di questo territorio, con deliberazioni formali unanimi dei rispettivi consigli comunali, tra l'altro di differenti colori politici, hanno evidenziato la necessità di potenziare l'assistenza sanitaria per i cittadini e, in particolare, hanno richiesto l'istituzione urgente di un servizio di radioterapia presso l'ospedale di Civitavecchia. L'assenza di un centro di radioterapia presso la struttura ospedaliera di Civitavecchia, infatti, impatta enormemente sulla qualità assistenziale dei pazienti oncologici dell'intero territorio comprensoriale.
Proprio a tal fine, in ambito locale, si è insediato di recente un tavolo , sotto l'egida della Fondazione CaRiCiv, con la partecipazione degli enti locali, della ASL, della curia vescovile e dei rappresentanti del volontariato, in particolare dell'Associazione ADAMO ONLUS, con i suoi volontari, da anni impegnati in questo servizio di assistenza, veri eroi del nostro tempo, angeli laici a disposizione costante della comunità, soprattutto dei più fragili, ai quali ogni giorno dovremmo rivolgere un sentito, non formale, ringraziamento. Ebbene, questo tavolo è stato istituito al fine di promuovere, anche in sinergia ed in collaborazione con la Regione Lazio, un'azione risolutiva per giungere a colmare questo vuoto nell'assistenza sanitaria locale, che costringe un numero enorme di malati oncologici a lunghi, difficili, spesso impervi spostamenti verso le città di Roma, Viterbo e Grosseto.
Quindi, con questo ordine del giorno, il Governo si dovrebbe impegnare a garantire supporto, anche attraverso l'attivazione di risorse specifiche, all'azione promossa dalle istituzioni del territorio indicato per l'istituzione di un servizio di radioterapia presso l'ospedale di Civitavecchia. Sarebbe, signor sottosegretario, un messaggio atteso, un messaggio chiaro, dovuto, incoraggiante e positivo ad un territorio in cui i cittadini, compattamente, si stanno battendo per questa causa, nella speranza che le istituzioni tutte possano ascoltare la loro voce
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà. Funziona il suo microfono? No? Riprovi, senza toccare. Prego.
MARA LAPIA(MISTO). Presidente, colleghi, in questa legge di bilancio, condizionata dalla pandemia e dall'emergenza, non si sono affrontati i nodi strutturali della nostra società. Il nostro Servizio sanitario nazionale si è mostrato vulnerabile e debole di fronte alla pandemia. Era ora di assumere iniziative per rafforzarlo per i prossimi vent'anni e così non è stato.
Bisognava sostenere le figure professionali sanitarie, a partire da quella dell'operatore sociosanitario, che è stato impegnato per mesi in prima linea di fronte alla pandemia. Questa figura professionale trova origine nella sintesi dei diversi profili professionali degli operatori dell'area sociale e di quella sanitaria e risponde in modo più adeguato all'evoluzione dei servizi alla persona e in intesa con la globalità dei suoi bisogni alla salute. Gli OSS sono tutte quelle persone desiderose di sperimentare le proprie capacità, andando a ricoprire quei bisogni delle persone in ambiti ospedalieri ed extra ospedalieri, e tra le nuove realtà sia territoriali, assistenziali, domiciliari, emergenti. L'OSS è l'operatore che svolge attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona nell'ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario, al fine di garantire il benessere e l'autonomia dell'utente quando questa viene a mancare.
Gli OSS che operano nel nostro Paese, secondo una recente stima, sono circa 330 mila. Per la loro formazione professionale, questi devono accedere a corsi regionali o a corsi privati. La formazione dell'operatore sociosanitario è di competenza delle regioni e delle province autonome, che provvedono all'organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche. Negli ultimi anni, l'inserimento dell'OSS nel mondo del lavoro e, in particolare, nei contesti di assistenza sanitaria e sociale del nostro Paese, ha fatto emergere diverse problematiche e specifiche mancanze di diversa natura. Il fabbisogno formativo non è bilanciato al fabbisogno occupazionale e la formazione in molte regioni è stata affidata ad enti privati, che hanno effettuato corsi a pagamento e inflazionato il mercato nelle regioni dove si tengono corsi all'interno delle regioni, e in altre regioni i giovani che intendono affrontare questa professione sono costretti a recarsi fuori dalla regione stessa.
Il mio ordine del giorno, oggi, mira a chiedere al Governo delle misure per uniformare il percorso formativo, per migliorare le attività e le competenze previste per la figura dell'operatore sociosanitario, istituendo corsi di istruzione nazionali, al fine di agevolare sia il percorso formativo, che l'inserimento nel mondo del lavoro, per chi intende affrontare questa formazione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loss. Ne ha facoltà.
MARTINA LOSS(LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo su un tema che ho già affrontato in quest'Aula in precedenza riguardo all'azione delle api, che è conosciuta per la produzione di miele, di polline e di pappa reale, sostanze importanti nella nostra alimentazione. Tuttavia, c'è un'altra funzione, su cui oggi chiedo l'attenzione del Governo, forse meno conosciuta ma di gran lunga più importante per l'intero pianeta: si tratta dell'azione di impollinazione, il processo indispensabile per la riproduzione delle piante, alla base della sopravvivenza di molte specie sulla Terra, uomo compreso.
L'impollinazione è il trasporto di polline da parte delle api e rappresenta il principale meccanismo di riproduzione di quasi la generalità delle piante che ci danno nutrimento con i frutti o i semi che ne derivano. Moltissime specie vegetali, infatti, dipendono, per la loro impollinazione, proprio dagli insetti cosiddetti pronubi, come le api, e la maggior parte di quelle coltivate a fini alimentari. Il valore economico globale generato, quindi, dalle api con la loro attività pronuba, ovvero con l'impollinazione, è di gran lunga superiore rispetto al valore semplice derivante dalla vendita dei prodotti dell'alveare. Durante le fioriture nelle coltivazioni, gli allevatori di api si mettono al servizio dei coltivatori fornendo le loro api per consentire l'impollinazione dei frutteti e delle altre colture. Questo servizio di impollinazione, così svolto, rappresenta spesso la prima fonte di reddito per gli apicoltori, seguito poi della vendita del miele e degli altri prodotti apistici.
La metà degli apicoltori pratica il nomadismo per la produzione del miele e del polline, cioè sposta gli alveari per inseguire le fioriture di piante spontanee o coltivate in alcuni casi; e quando gli apicoltori portano gli alveari negli agrumeti o nei campi di sulla, girasole o trifoglio per la produzione del relativo miele, svolgono in contemporanea anche un servizio di impollinazione per quelle colture: un servizio che spesso non è retribuito, purtroppo, anzi in alcuni casi è l'apicoltore stesso a dover regalare qualche vasetto di miele ai proprietari di fondi a titolo di riconoscenza per aver potuto usufruire del terreno su cui sono collocate le arnie.
L'impollinazione è un processo di fondamentale importanza nelle specie frutticole, molti sono gli alberi e le piante che usufruiscono di questo servizio di impollinazione, dal mandorlo, all'albicocco, al susino, al pesco, al melo, al pero, agli agrumi, alla vite e così via. Attualmente, tuttavia, il servizio di impollinazione, ovvero l'azione di affitto delle arnie per il periodo della fioritura, ha una aliquota ordinaria al 22 per cento. Data quest'IVA sfavorevole, gli apicoltori, invece di affittare le arnie con così poco ricavo, piuttosto le vendono ai frutticoltori, ma questi, una volta finita la stagione della fioritura, non avendo interesse a proseguirne l'allevamento, le abbandonano o, ancora peggio, bruciano le api, con arnie e tutto: una pratica assurda e contro ogni logica ecologica e di tutela del benessere delle api, causata solo da questa percentuale dell'IVA.
Durante la discussione del decreto-legge n. 124 del 2019, il cosiddetto “decreto fiscale”, era stato accolto un mio ordine del giorno, con il quale si chiedeva di prevedere, in un futuro provvedimento di natura fiscale, la riduzione dell'IVA sul servizio di impollinazione, ma ad oggi a questo ordine del giorno non è stato dato seguito.
In aggiunta, anche alla pappa reale viene applicata l'aliquota del 22 per cento, in quanto questa non è riconosciuta come un prodotto agricolo, non essendo inserita in una tabella adeguata, che contiene però il miele, la cera d'api, il polline, la propoli, le api e l'idromele. Quindi, con questo ordine del giorno chiedo al Governo di dare seguito al precedente ordine del giorno, già accolto da quest'Aula, prevedendo la riduzione al 10 per cento dell'attuale aliquota IVA relativa al servizio di impollinazione, nonché quella relativa alla pappa reale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.
DAVIDE GALANTINO(FDI). Grazie, Presidente. Lo scorso 16 dicembre, in Puglia, è stato presentato il progetto “Caserme Verdi”: non è altro che un ambizioso programma del Ministero della Difesa con il quale, nei prossimi vent'anni, vedremo la realizzazione di basi militari di nuova generazione, che servono ad incentivare anche l'interazione tra caserme e territori, a renderle disponibili per l'utilizzo di asili e di strutture sportive, come già avviene in quelle caserme all'avanguardia della Difesa; parliamo, quindi, di caserme di fatto aperte al pubblico.
Il progetto nasce dalla necessità di ammodernare le attuali caserme, dato che alcune sono state costruite addirittura nell'Ottocento e allo stato attuale la gestione e la manutenzione di queste palazzine sono, evidentemente, troppo onerose; e, infatti, l'obiettivo è anche limitare i costi a carico dell'amministrazione della Difesa stessa.
Ad oggi, sull'intero territorio nazionale sono state individuate, per una prima fase, ventotto caserme, in accordo con le amministrazioni comunali e regionali e con i colleghi Deidda e Ferro, in Commissione difesa, abbiamo subito sostenuto questo programma, quando il Capo di Stato maggiore dell'Esercito italiano, Salvatore Farina, è venuto in audizione per la presentazione, anche perché proveniamo da quelle regioni del Sud che vedono la maggioranza dei nostri militari impegnati per la sicurezza nazionale. In Puglia sono state previste tre differenti sedi, le quali saranno riammodernate, rese funzionali ed efficienti anche dal punto di vista energetico e saranno aperte ai cittadini che potranno godere di alcuni servizi.
Quindi, direi che, anche in ragione dell'ottimo lavoro svolto dai nostri comandanti di brigata, i comandanti di reggimento, durante l'operazione “Strade sicure”, oltre ai vari impegni nei vari scenari internazionali, sembrerebbero a mio avviso diversi i reggimenti che meriterebbero l'attenzione del Governo sulle diverse strutture abitate normalmente dai militari.
Allo stato attuale, il parco infrastrutturale della Forza armata è costituito, nella maggioranza dei casi, da immobili realizzati da più di 70 anni, che, oltre a non essere più rispondenti alle esigenze di una difesa moderna, di una difesa efficiente, presentano uno stato di degrado generalizzato, che comporta un rischio altissimo per l'incolumità del personale militare che quotidianamente opera all'interno delle strutture.
Abbiamo diverse caserme che vivono forti disagi in termini alloggiativi, anche a causa dell'impossibilità di poter accedere in diverse palazzine e non vorrei mai che possa accadere qualcosa ai nostri militari, solo perché non abbiamo preso in tempo i giusti provvedimenti, considerando che parliamo di un progetto ventennale, quindi, immagino un risparmio ammortizzato negli anni a venire, i posti di lavoro che si verrebbero a creare, l'efficientamento energetico delle strutture.
Mi pare che questo Governo abbia proprio questa linea di indirizzo, chiedo, quindi, espressamente un impegno del Governo e faccio notare al sottosegretario che nell'impegno del Governo è inserita la dicitura: “a valutare l'opportunità di”, perché davvero vorrei che il Governo prenda questa mia richiesta come un'opportunità e perciò chiedo di assumere delle iniziative per l'istituzione di un fondo dedicato al progetto “Caserme Verdi”, anche al fine di inserire nello stesso le caserme che ho citato nell'ordine del giorno, con l'obiettivo di dare finalmente una risposta ai nostri militari, costretti a vivere situazioni che possono diventare seriamente preoccupanti.
Io spero che il Governo, come me, prenda a cuore la questione; in questo caso, nei prossimi mesi, avremo una battaglia comune da portare avanti nell'interesse dei nostri militari e della nostra Nazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT(IV). Signor Presidente, vorrei illustrare brevemente il mio ordine del giorno n. 9/2790--AR/224 che, devo dire, è simile, non uguale, ad un ordine del giorno della collega Porchietto, il n. 9/2790--AR/6. Con questo ordine del giorno vogliamo porre all'attenzione del Governo la situazione che stanno vivendo le montagne, gli impianti di risalita, le strutture ricettive: ne è stata prevista la chiusura a Natale, ciò vuol dire il 70 per cento dell'introito di tutto l'anno. È un lavoro stagionale particolare, quello degli impianti di risalita e dei gestori degli impianti sciistici, perché, a differenza di altri lavori stagionali, ha un elemento di costo molto vivo che è l'impianto stesso e la sua manutenzione; anche da fermo, la manutenzione dell'impianto, è costosa; non dico, poi, quando devono fare quello che stanno facendo in questi giorni, cioè usare il gatto delle nevi per ammassare e pigiare la neve in attesa che le stazioni sciistiche vengano aperte; sono soldi che vengono utilizzati appunto dagli impiantisti. Per adesso, i vari “decreti Ristori” hanno previsto, se non in minima parte, un ristoro alle categorie, minimo, perché è stato considerato solamente un ristoro a coloro che svolgono attività sportive e un ristoro a coloro che hanno impianti e ristoranti, ma senza considerare invece l'attività economica nel suo complesso. In Francia, io detesto parlare sempre dei modelli stranieri, perché penso sempre che l'Italia sia un grande Paese e ce la possa fare da sola, però, in Francia, per esempio, hanno previsto il 50 per cento della ristorazione agli impianti e alle strutture montane valutato nei tre anni precedenti.
Dico al Governo di valutare attentamente questo ordine del giorno e quello della collega Porchietto, di pensare a una riformulazione per unire i due ordini del giorno, perché nei giorni scorsi noi, a breve mano, abbiamo sentito sia i colleghi della maggioranza che delle opposizioni che sono disposti a firmare in maniera trasversale questi due ordini del giorno, perché in tutti i gruppi parlamentari c'è l'esigenza di porre l'attenzione su questo tema, appunto, quello della montagna. Abbiamo avuto da parte di tutti i colleghi, sia io che l'onorevole Porchietto, l'assenso a firmare i nostri ordini del giorno e se il Governo facesse una riformulazione unitaria potrebbe essere una bella pagina quella di unire questi due ordini del giorno per un'approvazione unanime di tutto il Parlamento. Perché, vede, le montagne sono molto avvilite, sono territori che non sempre sono nel cuore e nelle menti dei legislatori; tutti noi ci riempiamo le parole dicendo di resistere in quei posti, ma se si toglie l'economia sportiva sciistica quei posti diventano desolati e isolati.
Quindi, io chiedo un'attenzione particolare al Governo e mi fa molto piacere che ci sia il sottosegretario Baretta, perché, pur venendo da una città bellissima e unica come Venezia, mi ha appena fatto vedere la foto delle Dolomiti innevate in lontananza e soltanto lei, sottosegretario, può capire la bellezza e l'importanza di un'economia, come per la sua regione, per la mia, il Piemonte, il suo Veneto e la Lombardia, basata su quelle montagne innevate. Il destino ha voluto che negli anni in cui si poteva sciare, la neve non c'era, quest'anno che non si può sciare la neve cade copiosa, ma speriamo che quella neve venga utilizzata e che i ristori a questo punto non soltanto più , ma in maniera più coordinata e scientifica, vengano dati agli operatori montani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Porchietto per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2790--AR/6. Ne ha facoltà.
CLAUDIA PORCHIETTO(FI). Presidente, se mi permette, ringrazio la collega Fregolent, perché la correttezza della collega va sottolineata perché c'è un lavoro che si sta facendo tutti quanti insieme che non ha appartenenza partitica, ma che ha un unico oggetto, quello di riuscire a trovare delle soluzioni per un sistema che, come tanti altri, è vero, soprattutto in questi giorni, sta chiedendo un'attenzione particolare, perché, giustamente, come ha ricordato la collega Fregolent sta guardando fortunatamente la caduta della neve, ma contestualmente non può immaginare di far partire le attività economiche ad essa collegate.
Sono mesi che lavoriamo tutti insieme, sottosegretario Baretta, io so che lei è particolarmente attento rispetto a questi temi, ma ci tenevamo a sottolineare come ci sia una condivisione di intenti in questo momento. Sappiamo che il 7 gennaio è vicino, ma non siamo certi che si potrà dare il via alle attività economiche della montagna; dobbiamo dare dei segnali forti a questo sistema, perché è un sistema che il 70 per cento dei costi li ha già sostenuti, mentre i ricavi, solitamente, e quest'anno sarà ancora peggio, si riescono ad ottenere in soli quattro mesi. Quest'anno probabilmente la contrazione sarà addirittura superiore, magari, forse, molte stazioni sciistiche non apriranno e il fatturato perso non sarà solo quello degli impianti di risalita, ma sarà quello di tutto il sistema montano.
Allora, noi quello che chiediamo oggi al Governo è di dare un segnale forte, un segnale in un momento estremamente difficile per aree che vanno dalle Alpi agli Appennini e arrivano fino alla Sicilia. Non è soltanto un'economia legata alle principali regioni del Nord, ma è un'economia che tocca tutta la nostra penisola, soprattutto in aree che hanno come unico…
PRESIDENTE. Onorevoli, cortesemente… Mi scusi, onorevole.
Chiederei veramente maggior rispetto per chi interviene, anche perché sono temi assolutamente condivisi e mi sembra interessante per tutti. Prego, onorevole Porchietto.
CLAUDIA PORCHIETTO(FI). Grazie, Presidente. Quindi, quello che chiediamo al Governo oggi è di avviare un percorso, insieme alle Camere, di costruzione di un modello simile a quello francese. Il governo francese ha fatto una scelta importante, ha già detto come risarcirà il sistema della montagna e ha già dato una sicurezza a quel sistema. Ecco, il nostro sistema è simile a quello francese, ma addirittura è più importante di quello francese, perché il numero di impianti e il numero di addetti è molto superiore rispetto a quello della Francia. Allora, diamo un segnale forte e lo possiamo fare oggi, in Aula, possiamo riformulare e noi siamo assolutamente tutti d'accordo, sappiamo che i colleghi sono estremamente disponibili, io parlo per l'opposizione, i colleghi di Fratelli d'Italia e i colleghi della Lega erano disponibili a sottoscrivere questo ordine del giorno, ci siamo fermati un attimo, perché potrebbe essere importante far pervenire dagli scranni del Governo una riformulazione unica e il Governo ci vedrebbe tutti pronti a votare questa riformulazione. Auspichiamo che ci sia un impegno e non soltanto una valutazione di opportunità, perché, ribadisco, il segnale deve essere dato oggi, preso seriamente, per far sì che poi si possa lavorare immediatamente nel mese di gennaio, per dare un segnale sui risarcimenti e sui ristori a questo sistema. Abbiamo intere famiglie che hanno il coraggio di vivere in montagna che stanno aspettando una risposta; sono persone che vorrebbero non andar via dalla montagna, sono persone che vorrebbero continuare a lavorare e a vivere in montagna. È per questo che è fondamentale un segnale da parte del Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzone. Ne ha facoltà.
MARCO RIZZONE(MISTO). Grazie, Presidente. Sono qui, oggi, insieme ai colleghi che hanno voluto sottoscrivere questo ordine del giorno, per portare la voce delle associazioni dei consumatori e in particolare di Assoutenti. Presidente, questa crisi economica che stiamo vivendo rischia di protrarsi, ahimè, a lungo e di diventare insostenibile per tutte quelle persone, quei cittadini che si trovano in condizioni di sovraindebitamento.
Visto che non vogliamo che queste persone in difficoltà finiscano nelle grinfie di usurai o della malavita - anzi, vogliamo che trovino la forza di rialzarsi, di riprendersi -, considerato che anche nel “decreto Liquidità” avevamo ottenuto l'inserimento di una proroga di sei mesi dei termini di adempimento dei piani omologati di ristrutturazione dei debiti del consumatore e degli accordi di composizione delle crisi, chiediamo al Governo due cose. In primo luogo, di prorogare di sei mesi anche i termini di adempimento dei piani aventi scadenze comprese tra il 1° settembre 2020 e il 30 marzo 2021. In secondo luogo, di istituire un Fondo per il pagamento delle spese legali e burocratiche destinato a coloro, che, proprio per impossibilità finanziarie, non potrebbero accedere a tutti quegli istituti previsti dalla legge 27 gennaio 2012, n. 3. Speriamo che questa non sia una “valutazione dell'opportunità di” da parte del Governo, ma un impegno concreto per venire incontro a questi cittadini in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucentini. Ne ha facoltà.
MAURO LUCENTINI(LEGA). Presidente, colleghi presenti, signor sottosegretario. Questo non è un ordine del giorno politico. È un ordine del giorno tecnico - sono qui, sottosegretario -, perché quando parliamo di aziende che abbassano la serranda e portano i libri in tribunale e licenziano gli operai, non ci sono colori politici, né divisioni e distinzioni partitiche. Se vogliamo e, soprattutto, se volete, voi che siete maggioranza in questo palazzo, e nel Senato, adottare una misura di buonsenso, approvate questo ordine del giorno, che va a difesa delle aziende, ma, ancora prima, della classe operaia, che una volta anche la sinistra difendeva. Nel “decreto Agosto”, in pratica, ci sono per assunzione giovani. Ci sono esoneri addirittura previdenziali per il personale altamente qualificato e una decontribuzione del 30 per cento degli operai. Cosa succede? Succede che va a toccare le Regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e, in questa legge di bilancio, si proroga fino al 2025 lo sconto del 30 per cento sui contributi e di tutti i lavoratori già attivi. Poi altre misure dal 2026 al 2029. Solo che c'è un problema: attigue all'Abruzzo ci sono le Marche, e ci sono ben tre aree di crisi complesse. C'è quella del distretto calzaturiero fermano-maceratese (pelli, calzature, abbigliamento), 42 comuni, e non lo dico solo perché sono di Montegranaro, che è il paese più industrializzato con la calzatura. C'è anche l'area di crisi interregionale del Piceno, la Valle del Tronto, la Val Vibrata, altri 40 comuni, che qualcuno, qualche sottosegretario, erroneamente aveva pensato che fosse presente in questa legge o in qualche emendamento. Non è così. Poi c'è l'ex area Merloni, Ancona, Macerata, Pesaro, Urbino, 56 comuni, più le aree del sisma 2016-2017, le aree del cratere che interessano tutte le province, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. In più c'è una nota della Regione Marche, Presidente, che il 10 agosto 2020 chiede ai Ministri competenti di estendere i benefici della decontribuzione anche alle aziende delocalizzate nelle aree di crisi complessa della Regione Marche.
Che cosa che chiediamo, in pratica? Chiediamo due punti, semplicissimi: l'introduzione dei benefici della misura decontributiva anche alle aziende localizzate nel cratere del sisma 2016 e in tutte le tre aree di crisi industriale complessa della Regione Marche e di prevedere, per il 2020, che una parte dei residui degli ammortizzatori sociali, pari a circa 26 milioni di euro, già certificati dall'INPS, possano essere utilizzati per la proroga della mobilità in deroga e della NASpI per i lavoratori delle aree di crisi complesse della Regione Marche.
A chi lo chiediamo (così nessuno potrà dire, domani, non l'avete detto)? Io lo chiedo a nove onorevoli della regione Marche. Lo chiedo agli onorevoli dei 5 Stelle, Roberto Cataldi, Maurizio Cattoi, Mirella Emiliozzi, Paolo Giuliodori, Martina Parisse, Roberto Rossini, Patrizia Terzoni, e poi a quelli del PD, Mario Morgoni e Alessia Morani, che è la sottosegretaria marchigiana, addirittura allo Sviluppo economico. Però, volendo, ci sono anche sei senatori: cinque senatori dei 5 Stelle, Rossella Accoto, Donatella Agostinelli, Mauro Coltorti, Giorgio Fede e Sergio Romagnoli; e c'è un senatore del PD proprio della provincia di Fermo, che è il senatore Verducci, che è di Servigliano. Ecco, voi non potete dire, cari senatori e cari onorevoli, che poi non ve l'avevamo detto, perché noi verremo nei territori e vi ricorderemo che quel giorno, quella domenica di dicembre – ok? - c'era un manipolo di uomini della Lega, Lucentini, Andrea Crippa, Toccalini e Marchetti, che vi hanno sottoposto questo ordine del giorno, che è un ordine del giorno di buonsenso. Ed essere persone di buon senso e parlamentari che fanno l'interesse del popolo va dimostrato. E va dimostrato, Presidente, qui, adesso, con l'approvazione di questo ordine del giorno. Non va dimostrato né su , né sui , né sulle televisioni, dove spesso si fanno passerelle. La buona politica si dimostra con i fatti, e non va raccontata né nei salotti, né nei palazzi
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Grazie, Presidente L'ordine del giorno che ho presentato è il n. 9/2790--AR/95. Potremmo descriverlo come un parafrasando da questa legge di bilancio, ma, in realtà, affronta i temi strutturali della VII Commissione, quella Commissione che, vedete, si occupa dello spettacolo dal vivo, dell'editoria, della innovazione, dello sport, dell'istruzione, su cui poi interverranno anche i miei colleghi.
In particolare, vorrei porre l'accento sulle richieste di questo ordine del giorno, che vanno nella indicazione prevista dalla Commissione, all'unanimità, su proposta spesso di Fratelli d'Italia, a cominciare dalla famosa risoluzione di sette pagine che venne approvata prima dei decreti del Ministro Franceschini e che diede degli indirizzi, fino, purtroppo, agli ultimi emendamenti, che sono quelli, i quattro emendamenti di Commissione, che riguardavano appunto l'editoria, lo spettacolo, la cultura e l'istruzione. Ebbene, in particolare, sullo spettacolo dal vivo, bisogna rilevare che non è ancora stato istituito un registro per gli attori, battaglia storica che noi sosteniamo e condividiamo, i sostegni e i ristori per chi vive di spettacolo dal vivo; un indotto che arriva a 15 milioni di italiani, come affluenza, di fatto non è stato garantito. Stiamo ancora aspettando strumenti di deduzione parziale o totale del reddito dei consumi culturali, battaglia storica di Fratelli d'Italia dal 2013, condivisa da Federculture, AGIS e da tutte le associazioni di categoria, condivisa addirittura dall'ex Ministro Melandri, che, quando era Ministro della Cultura, non lo fece, però, adesso che è presidente del MAXXI, la sostiene.
Andando oltre, abbiamo fatto istituire il tavolo MiBACT - a dimostrazione che gli ordini del giorno, se sono sensati e se sono articolati poi servono a qualcosa – dove, però, siedono 75 organizzazioni. Quindi, l'invito al Ministro Franceschini è di organizzare i lavori per temi, per le imprese di teatro e dello spettacolo dal vivo, poi i teatri nazionali privati di tradizione in crisi, poi le compagnie teatrali, le compagnia di danza, i circhi, che stanno facendo la fame, lo spettacolo viaggiante: andare per temi, in modo da ridurre e rendere efficace il tavolo.
Su questo c'è poi il macrotema della riforma del Fondo unico per lo spettacolo, che già dal titolo inquieta un po', sembra di stare in Unione Sovietica. Ebbene, finalmente, pare che il MiBACT si è deciso a rivederlo, a riorganizzarlo, a riformularlo. Ecco, noi proponiamo un Fondo nazionale per le arti e lo spettacolo dal vivo che si liberi dalla mediazione delle cosiddette commissioni consultive – che, in realtà, poi decidono i progetti – e che sia più meritocratico, più aperto e più organico, senza più distinguere tra FUS e FUS, creando discriminazioni.
Arriviamo all'innovazione, all'innovazione pure sui parchi tecnologici. Questo ordine del giorno impegna il Governo, cosa che è stata fatta con gli emendamenti.
Sull'editoria. Fatemi spendere qualche parola in più sull'editoria. Vedete, c'è una crisi strutturale del settore; l'editoria autorevole, che dà informazione con il lavoro dei giornalisti - 1.500 sono già in cassa integrazione - di fatto è in profonda crisi. Avevamo costruito un emendamento e più ordini del giorno, affinché almeno venissero confermate le iniziative sul credito d'imposta per la carta e per la forfettizzazione delle rese.
Ebbene, abbiamo presentato emendamenti, come Fratelli d'Italia e poi come Commissione: incredibilmente, questa legge di bilancio ha ignorato e spazzato via come uno gli emendamenti di Commissione, come se non avessero le firme di tutte le forze politiche, di tutti i capigruppo. E questa è la dimostrazione appunto che non c'è, da parte del sottosegretario Martella, la vera sensibilità per intervenire a sostegno dell'editoria nazionale, dei giornalisti, della rete delle edicole che Fratelli d'Italia sostiene fin dall'inizio della legislatura, e anche prima. Lo stesso con i contributi diretti per le grandi famiglie del Novecento dei giornali ideologici, cosiddetti ideologici, o quelli della Chiesa; anche lì c'è una grave previsione di crisi.
Concludo con un appello al Governo ad accogliere questo ordine del giorno, perché è una sorta di promemoria operativo delle cose rimaste inusitate da questa legge di bilancio che, come dice non Fratelli d'Italia, ma l'ufficio parlamentare di bilancio, di fatto è fatta da micro interventi settoriali. Avete perso - o forse non avete mai avuto, colleghi - la visione, che è la cosa fondamentale in un momento di crisi della nazione per governare l'Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Grazie, signor Presidente. Per illustrare l'ordine del giorno n. 84 che riguarda ancora una volta l'annosa questione delle concessioni demaniali perché, come sappiamo, è arrivata la lettera di messa in mora dell'Italia da parte dell'Unione europea e si procrastina - ancora per anni probabilmente - una incertezza che ha colpito le aziende di questo settore che, ricordiamo, sono 30 mila in Italia, di cui circa 8 mila dedicate al settore della balneazione.
Ecco, noi ne facciamo una questione di diritto, oltre che di merito, perché siamo schierati, come Fratelli d'Italia, a fianco di tutte le imprese e, in particolar modo, in questo caso a fianco delle imprese che svolgono la loro attività su concessione demaniale. Ne facciamo una questione di diritto perché è vigente la legge n. 145 del 2018, a cui però questo Governo non sta dando applicazione in alcun modo.
Ora, ci sono Paesi in Europa che sono riusciti a bypassare la strettoia - che poi si attaglia malissimo all'Italia - della direttiva Bolkestein, prorogando le concessioni addirittura di 75 anni, cioè escludendo l'applicazione della Bolkestein nei loro Paesi. Spagna, Portogallo, Croazia hanno levato dal regime di incertezza assoluta i concessionari demaniali; noi, non solo non siamo riusciti a fare questo, ma non stiamo neppure riuscendo a far applicare una legge dello Stato, che era appunto la n. 145. Ancora una volta, quindi, lo Stato italiano non tutela le aziende, in questo caso le aziende del settore della balneazione e dei concessionari demaniali.
Allora, a fronte di questa situazione di incertezza - rispetto alla quale il gatto e la volpe, cioè il sottosegretario Bonaccorsi e il Ministro Franceschini, non stanno facendo assolutamente niente, lasciando passare colpevolmente il tempo -, a seguito di sentenze giurisprudenziali che mettono in discussione la legge n. 145, a seguito del fatto che in molti comuni ancora non si sono adottate le misure contenute nella legge n. 145, noi chiediamo degli impegni precisi al Governo. E non ci si può rispondere che, siccome è in corso una procedura di infrazione dell'Europa, non si può entrare nel merito; appunto perché c'è questa inusitata, incredibile procedura di infrazione da parte dell'Europa, il Governo italiano, per una questione anche di dignità e decoro, si dovrebbe attivare per rimuovere gli ostacoli all'applicazione di una propria legge, cioè appunto la n. 145.
Allora, cosa chiediamo? Intanto, di riformulare o abrogare l'articolo 49 del codice della navigazione che costituisce un pericolo per le aziende che svolgono la loro attività su concessione demaniale e poi di garantire, attraverso le necessarie risorse finanziarie, la sopravvivenza del comparto balneare, emanando velocemente una circolare ministeriale che indichi ai comuni l'obbligo di applicare la legge, perché in qualche comune purtroppo si contesta anche l'applicabilità della legge. Poi, chiediamo di sollevare, mediante atti normativi, da responsabilità civili e penali, i funzionari comunali che dovrebbero operare quest'adozione, cioè adottare la legge n. 145.
Guardate, questo è un altro aspetto del settore del turismo che noi sappiamo essere fra i più colpiti da questa crisi, che veramente dimostra tutta l'inettitudine di un Governo che non solo non tutela le aziende, ma addirittura, come sta facendo nei confronti di quelle della balneazione, le danneggia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO(MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Vorrei portare all'attenzione del Governo gli ordini del giorno che, con il collega Borghese, abbiamo presentato alla legge di bilancio in discussione. Il n. 38 riguarda le imprese dei settori zootecnico ed agricolo delle zone montane e svantaggiate del Paese, che si trovano a fronteggiare maggiori difficoltà dovute ai fenomeni siccitosi straordinari dei mesi settembre, ottobre, novembre, dicembre 2020 ed anche ai maggiori costi causati dall'emergenza epidemiologica. In particolare, mi riferisco ai codici Ateco che afferiscono agli allevamenti bovini, bufalini, caprini e ovini, sia per le produzioni di latte crudo che di carne, alle coltivazioni agricole associate all'allevamento di animali e alle coltivazioni di frutti oleosi, quindi per l'olio extravergine e per le olive da tavola.
Naturalmente parlo per conoscenza acquisita del mio territorio, la Capitanata, quindi parlo delle zone montane del Gargano, dei monti Dauni, ma facilmente estensibili a tutto il Paese, ed è nota l'eccellenza di questi prodotti. Ora, io riconosco che nel testo che andremo oggi ad approvare vi siano diverse misure in favore dell'agricoltura, a testimonianza di un concreto interesse per i settori zootecnico ed agricolo in generale, e non si tratta - mi permetto di fare questa osservazione - di mancette distribuite qua e là come ho ascoltato da parte di qualche rispettabile collega, ma di attenzione a mio parere verso settori dove ognuno di noi ha una diversa sensibilità. E quindi per quelli che ho elencato, che non hanno usufruito di alcun contributo finora, auspico fortemente l'accoglimento di questo ordine del giorno, in modo che rimanga agli atti che il Governo intende approfondire la valutazione di quanto ho illustrato, in modo che a partire dai prossimi provvedimenti - magari dal “Ristori-” - si possa offrire un concreto aiuto a questi imprenditori, che creano buona economia, realizzando prodotti sani e genuini, di qualità, che nulla hanno a che vedere con quelli generati da allevamenti intensivi, che poi hanno tutto un altro tipo di problemi.
Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno n. 39, che riguarda i lavoratori fragili, io rilevo che con l'articolo 81- - Disposizioni in favore dei lavoratori fragili - che è inserito nel testo in approvazione, vi siano due criticità, o meglio si vada a creare una duplice discriminazione tra lavoratori fragili. perché vi sono quelli impossibilitati a svolgere il proprio lavoro in modalità - penso agli operatori sanitari, agli operai, agli addetti alle mense e ai servizi, ai cassieri, ai trasportatori - in quanto o per la loro mansione non è possibile o perché non è concessa dal datore di lavoro la modalità in quanto non resa obbligatoria dalla normativa vigente, ma solo raccomandata. Quindi, questi lavoratori sono, a mio parere, maggiormente esposti al rischio di contagio, sia durante il lavoro in presenza o magari per l'utilizzo dei mezzi di trasporto per raggiungere il posto di lavoro, e pertanto possono subire le complicanze del contagio proprio per le loro precarie condizioni di salute.
La seconda discriminazione si verifica quando questi lavoratori hanno necessità di doversi assentare per motivi precauzionali o di salute legati alla patologia di cui soffrono. Tale assenza è equiparata al ricovero ospedaliero e da alcuni contratti di lavoro non è esplicitamente esclusa dal calcolo del periodo di comporto, cioè quel periodo che assomma le assenze superato il limite delle quali si giunge al licenziamento del lavoratore, dopo la progressiva decurtazione dello stipendio, man mano che i giorni di assenza si accumulano.
Perciò, in sostanza, con questo ordine del giorno - il n. 9/2790--AR/39, lo ripeto - si sollecita l'attenzione del Governo per rendere obbligatoria la concessione della modalità del lavoro, ove è possibile. E, poi, le esclusioni delle assenze/ricovero ospedaliero dal computo del periodo di comporto ove i contratti non lo prevedono e la retroattività di questa normativa. È necessaria, sono necessarie entrambe le condizioni per evitare che questi lavoratori fragili rimangano senza tutela in questo periodo pandemico e per evitare che debbano scegliere se essere licenziati e, quindi, di morire di fame o per l'aggravarsi dei loro problemi di salute o per il contagio da COVID-19. Pertanto, come detto, Presidente, auspico l'accoglimento di questi due ordini del giorno e intanto la ringrazio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comencini. Ne ha facoltà.
VITO COMENCINI(LEGA). Grazie, Presidente. La legge di bilancio prevede delle norme con esoneri contributi per sport dilettantistici e tra le discipline sportive in cui gli italiani a livello internazionale conseguono importanti risultati, soprattutto nei giochi olimpici, ci sono le discipline sportive con armi da fuoco. Per questo, con questo ordine del giorno chiedo degli incentivi alla pratica del tiro a volo, come la riduzione dei prezzi delle carte valori, gli stampati, i libretti di licenze per porto d'armi, quindi delle riduzioni su questi prezzi, ma soprattutto chiedo che si superi un problema burocratico, un problema giuridico che riguarda la libera vendita delle armi da fuoco, corte, semiautomatiche o a ripetizione 9x19 parabellum. È un problema che si porta avanti da diversi anni, è un problema che, come dicevo, riguarda semplicemente il rimuovere un anacronismo giuridico e burocratico che impedisce in questo momento a molti sportivi che sono appassionati, appunto tiratori sportivi, di poter acquistare e utilizzare questo tipo di armi da fuoco. Ebbene, queste armi vengono utilizzate in ambito sportivo in tutto il mondo, quindi è permesso in tutto il mondo e non si capisce perché in Italia, invece, si debba continuare a impedire questo e impedire, quindi, anche un commercio, una vendita e - ripeto - un'attività sportiva di molti appassionati.
Quindi, chiedo di rimuovere questo cavillo burocratico e, al contempo, con l'ordine del giorno n. 9/2790--AR/191, che ho sottoscritto, chiedo di rimuovere un'ingiustizia, invece, da un punto di vista in questo caso di indennità economica per quello che riguarda le Forze armate. Mi riferisco al 4º Reggimento Alpini paracadutisti che sono corpi speciali - i cosiddetti “” - e però, pur essendo a tutti gli effetti corpi speciali, che agiscono anche su fronti molto caldi, molto delicati e in situazioni di grande pericolo, purtroppo non hanno un'indennità pari a quella delle altre forze speciali. Quindi, da tempo chiedono questa parificazione, chiedono che venga data un'indennità supplementare mensile che vada a parificarli e a eliminare questa ingiustizia, questa, appunto, sperequazione. È una questione che ho molto a cuore perché sono di stanza, tra l'altro, nella caserma “Duca d'Aosta” di Montorio, a Verona, la mia città, e sono consapevole e siamo onorati del grande servizio che fanno per il nostro Paese, come dicevo, su molti fronti molto difficili, mettendo a rischio la propria vita e la propria incolumità per difendere la nostra sovranità, per difendere gli interessi del nostro Paese, per combattere il terrorismo islamico, ma anche per intervenire in certi casi di soccorso in altura, perché hanno, appunto, questa specializzazione che gli permette anche di intervenire in casi estremi in cui serve un soccorso che solo loro, attraverso le loro capacità e la loro preparazione, possono dare.
Ricordo che loro, tra l'altro, sono gli eredi di combattenti, di alpini che hanno combattuto su tanti fronti anche nel passato, dal fronte russo alla Jugoslavia e all'Abissinia, tanti fronti dove hanno dimostrato grande valore. Ancora oggi dimostrano questo grande valore e sono sempre più specializzati e all'altezza delle sfide che si trovano di fronte e, quindi, ritengo assurdo che non abbiano l'indennità che meritano come le altre forze speciali. Quindi, mi auguro che il Governo accetti questi ordini del giorno semplicemente di buon senso, mirati a eliminare burocrazia e ingiustizie dal punto di vista delle indennità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.
CARMELA BUCALO(FDI). Grazie, Presidente. Con questa legge di bilancio non si è riusciti, ancora una volta, a risolvere le gravi problematiche relative alla stabilizzazione del personale della scuola. Drammatica è stata e continua ad essere la gestione. Il Governo e la Ministra hanno speso soldi e tempo per creare, di fatto, solo un'emergenza nell'emergenza e solo i nostri alunni, tutto il personale scolastico e le famiglie, nonostante le vostre scelte sbagliate, non si sono arresi, non hanno mollato. Nonostante continuiate a parlare di priorità per gli alunni disabili, di fatto avete proposto solo misure insufficienti. Solo briciole di posti per l'organico di sostegno, niente stabilizzazioni dei tantissimi docenti precari di sostegno, niente stabilizzazione nei ruoli dello Stato degli assistenti all'autonomia e alla comunicazione, figure professionali specializzate e importantissime senza le quali il processo di inclusione di alunni con disabilità non avrebbe alcun senso. Ed è l'impegno che chiedo al Governo con l'ordine a mia prima firma, il n. 9/2790--AR/99, di avviare la stabilizzazione di questo personale con almeno 36 mesi di servizio anche non consecutivo e svolto nelle scuole sia statali che paritarie di ogni ordine e grado, per potere, quindi, realizzare quel progetto di inclusione richiamato dalla legge n. 104 del 1992. La stabilizzazione porterebbe certamente minori costi, in quanto per le modalità in cui è organizzato oggi il servizio di erogazione, gestito dagli enti locali tramite delle gare di appalto o un sistema di accreditamento di cooperative, il costo è maggiore rispetto a quello che spetterebbe a ogni singolo lavoratore se venisse stabilizzato all'interno dei ruoli del Ministero e, soprattutto, il beneficio è quello per gli alunni disabili, perché avrebbero l'assoluta certezza di avere al loro fianco, all'inizio di ogni anno stabilmente, queste elevate e specifiche risorse professionali, in quanto ogni ritardo e ogni insufficienza nell'assegnazione di queste figure si ripercuotono in modo drammatico sul processo di inclusione dell'alunno stesso e, indirettamente, sulle famiglie. E, allora, chiedo al Governo: non lasciamo tra i dimenticati della scuola anche questa categoria di lavoratori. Con l'approvazione di questo ordine del giorno si può iniziare un percorso importante per il riconoscimento di una dignità sociale, professionale ed economica a dei professionisti che aspettano da troppo tempo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno ancora una volta Fratelli d'Italia sollecita il Governo, in piena pandemia e mentre l'Italia è in ginocchio, a trattenere ogni risorsa in patria per curarne le ferite sanitarie ed economiche, scongiurando l'insano, il malsano, il lunare, il marziano e a tratti immorale proposito di destinare 5 miliardi e 300 milioni, in piena pandemia, alla cooperazione internazionale. Il Presidente del Consiglio, simulando malamente e senza successo il cipiglio dello statista e con atteggiamento grave, ha evocato, nei mesi scorsi, la potenza di fuoco per stare al fianco della nostra economia reale. Dopo mesi, Fratelli d'Italia ha intravisto al più una pistoletta ad acqua scarica: intere categorie chiuse senza preventivi ristori, imprenditori e commercianti che non sanno se riapriranno. Il Presidente del Consiglio ha fatto qualcosa di più, scimmiottando Draghi, senza successo e per darsi un tocco internazionalista che non guasta mai in queste occasioni, e ha ripetuto, come un disco rotto, “”.
Non so se sapesse cosa si intende, ma si intende tutto il necessario, tutto il necessario per la nostra economia, salvo approvare in questa legge di bilancio 3,8 miliardi per il Fondo emergenziale per il sostegno delle attività maggiormente colpite dalle vostre restrizioni per il COVID e, contestualmente, 5 miliardi e 300 milioni per la cooperazione internazionale. È sicuro il Presidente Conte? Siete sicuri, voi della maggioranza, di aver fatto tutto il necessario per le nostre PMI che voi avete chiuso? Per bar e ristoratori chiusi? Per la filiera del turismo flagellata? Per agenti di commercio chiusi, inginocchiati e senza paracadute sociale? È sicuro, Presidente Conte, e questa maggioranza, di poter guardare negli occhi queste categorie senza avvertire vergogna e dire “abbiamo fatto tutto il possibile”, se nel bilancio 2021 destina a queste categorie - che ha chiuso improvvidamente - 3 miliardi e 800 milioni, mentre destina nel medesimo bilancio 5 miliardi e 300 milioni per la cooperazione internazionale? E, ancora, ha ripetuto il Presidente del Consiglio, ormai più attento alla retorica roboante che agli atti di governo: nulla sarà come prima dopo la pandemia. Peccato che gli italiani hanno scoperto che una cosa è rimasta invariata: lo strabismo solidaristico di quella sinistra che antepone sempre gli interessi degli stranieri agli interessi degli italiani! È un difetto genetico il vostro, un marchio di fabbrica che trova una traccia vergognosa all'interno di questo bilancio, ed è quella traccia per cui ci sono 3 miliardi e 800 milioni per le PMI, che avete chiuso e, contestualmente, 5 miliardi e 300 milioni per la cooperazione internazionale, dimenticando decine e decine di migliaia di PMI chiuse, inginocchiate dai vostri provvedimenti prima ancora che dalla pandemia, che fino a ieri hanno costituito l'ossatura economica e occupazionale dell'Italia, che oggi bussano, chiedono, ma a cui a voi rispondete: non ce n'è, perché 5,3 miliardi sono per le PMI tunisine, egiziane o srilankesi! Scegliete voi, le baciate tutte, tranne quelle italiane. Come fate a mostrare tanta incredibile sordità, tanta glaciale indifferenza al grido disperato di dolore dei produttori italiani, inginocchiati prima dal COVID e poi dalla vostra inadeguatezza, al punto da destinare risorse essenziali alla cooperazione internazionale? E, ancora, avete detto: siamo in guerra, ma il nemico è invisibile. Forse sì, il nemico è invisibile, ma la trincea dove si combatte è ben visibile a noi di Fratelli d'Italia ed è quella della Patria, dell'interesse nazionale, della difesa della produzione e dell'occupazione nazionale. Noi siamo lì, anima e corpo, in quella trincea ma non vi vediamo, vi vediamo che siete fuggiti per la cooperazione internazionale. Vi sollecitiamo: fermatevi, trattenete queste risorse in patria! Perché, vedete, la condanna - e termino, Presidente - per la vostra incredibile, devastante, disarticolante inadeguatezza ad affrontare lo tsunami economico che si è abbattuto sulle nostre imprese e sulla nostra occupazione, l'avete già! Ma fermatevi, perché se disertate la trincea dell'interesse nazionale, la condanna morale sarà quella di diserzione nel momento più buio della patria !
PRESIDENTE. Invito i colleghi, con un'operazione semplice, a mettere la mascherina bene sul naso; se hanno difficoltà ci sarà qualcuno che viene a mostrare come si fa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO(FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno spero che trovi l'attenzione del rappresentante del Governo, perché è un ordine del giorno che parla di Mezzogiorno d'Italia, che parla, in un importante provvedimento come quello che oggi si sta qui a dibattere, di una cifra, di 39 miliardi, per la quale ciò che andrò a chiedere può essere in qualche modo incluso nella parte che riguarda i settori del fisco, del lavoro, dell'economia e della sanità. Sottosegretario, la ringrazio per la sua attenzione. Qui si parla, ovviamente, del sistema portuale, si parla di tutto ciò che, in qualche modo, nel nostro Paese ha inciso nell'ultimo studio del 2017 e ha contribuito per una cifra importantissima, 34,3 miliardi, con un aumento di volumi anche abbastanza consistente, che in qualche modo ha riguardato l'arrivo delle merci tramite i porti italiani. Credo che una delle sfide, guardando al futuro, dovrebbe essere proprio quella di investire e di rendere la nostra Nazione protagonista di tutto ciò. Certamente questo non avrebbe soltanto una ricaduta per quanto riguarda il punto di vista commerciale in sé e per sé, ma anche in ottica, ovviamente, di geopolitica. La consapevolezza, in qualche modo, è che ci voglia un investimento, un investimento che vada sempre a diminuire quello che troppe volte sentiamo in termini di proclami, cioè un enorme tra le infrastrutture del Nord Italia e quelle del Sud, che è stato anche ribadito dal Presidente Conte in occasione della sua venuta a Gioia Tauro, parlando del Piano del Sud 2030. Il rilancio del Sud non può non passare attraverso l'adeguamento delle infrastrutture, non può non passare in qualche modo attraverso l'adeguamento di porti, interporti, assi ferroviarie e retroporti piuttosto che approdi. Questo consentirebbe alle tante aziende del Mezzogiorno d'Italia di poter in qualche modo esportare i propri prodotti, di farlo, ovviamente, con una qualità maggiore, ma anche abbattendo dei costi non di poco conto. Quindi, uno sviluppo che in qualche modo possa mettere in condizioni di avere un'efficiente traffico di merci, non soltanto ovviamente in quanto regione che guarda al Mediterraneo. Ed è proprio un interessante rapporto della SACE SIMEST del 2018 che parla di questo che riguarda la logistica, non soltanto di questa parte della nostra Nazione ma dell'Italia tutta, rispetto alla Germania. Questo costa alla nostra Nazione oltre 70 miliardi di mancato. Una valutazione importante dovrebbe far sì che tutte le risorse statali fossero guidate anche da un principio importante, che è il principio del riequilibrio territoriale in favore del Mezzogiorno. Allora, chiediamo al Governo - chiedo - la possibilità di prendere in considerazione una richiesta di buonsenso, che non riguarda soltanto un fatto regionalistico, anche se in questo bilancio più volte gli emendamenti sono stati esclusi proprio perché una fattispecie riguardava un territorio circoscritto; per alcuni argomenti questo è valso, per altri argomenti certamente non è servito come principio. Quindi, come dicevo, noi chiediamo 10 milioni per la possibilità di ammodernare, potenziare e riqualificare un importante porto come quello di Vibo Valentia e 5 miliardi per il porto di Catanzaro, in modo anche da poter ripristinare le zone ZES, le famose risorse che in qualche modo potrebbero nuovamente trovare un'allocazione fondamentale per l'abbattimento di tutta la parte della semplificazione burocratica e del credito di imposte, per poter consentire alle aziende di venire a investire nel Mezzogiorno d'Italia. Io mi auguro che il Governo dia un parere favorevole per poter smentire la famosa favola di un Mezzogiorno che vede ogni volta l'attenzione di questo Governo, mai nella sostanza ma soltanto nelle parole, e, soprattutto, tante passerelle di cui faremmo certamente a meno
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paternoster. Ne ha facoltà.
PAOLO PATERNOSTER(LEGA). Grazie, Presidente, signor sottosegretario Baretta, parliamo dell'ordine del giorno n. 9/2790--AR/164, a mia prima firma, che riguarda il CAV, le Concessioni Autostradali Venete, una azienda costituita nel 2008, un'azienda completamente pubblica, partecipata al 50 per cento dalla Regione Veneto e al 50 per cento da ANAS, quindi dal Ministero dei Trasporti. Ebbene, questa azienda ha come scopo, come attività principale la concessione del Passante di Mestre, la Padova-Venezia, la Tangenziale di Mestre e il raccordo autostradale che, dalla Tangenziale di Mestre, porta all'aeroporto Marco Polo.Questa azienda termina la sua attività nel 2032, quando probabilmente sarà terminato il pagamento del passante di Mestre, quella via fondamentale per la nostra viabilità in Veneto, che ha dato sollievo ogni anno a milioni di persone che prima affollavano la tangenziale di Mestre e ora passano tranquillamente quel raccordo, quel tratto di strada in tutta sicurezza, senza tante perdite di tempo, come purtroppo avveniva una volta, pagando una tariffa autostradale che viene incassata da CAV. Ora questo ordine del giorno mira a far diventare CAV una vera concessione autostradale, che quindi può tranquillamente vivere e lavorare oltre il 2032, e quindi una concessionaria autostradale vera e propria che potrebbe gestire nel futuro anche altre tratte autostradali.
Una concessionaria autostradale completamente pubblica, come predilige il Governo attuale, e quindi l'ordine del giorno mira appunto a far rivivere questa azienda, in parte veneta, per i prossimi anni, fino al 2060. È già stato presentato un piano di investimenti importantissimo di un miliardo e 200 milioni di euro, che fa parte del piano di investimenti di CAV, già approvato dall'assemblea dei soci e che verrà sottoposto al Governo nelle prossime settimane, nel prossimo periodo. Questo miliardo e 200 milioni di investimenti sarà naturalmente effettuato, svolto e praticato nelle principali autostrade venete, quindi Padova-Venezia, ma anche il raccordo di Mestre, per cercare di mettere in sicurezza quelle strade che oggi sono affollate da tantissime auto, ma soprattutto anche autotrasportatori che vengono un po' da tutta Europa, perché è una via fondamentale che collega l'Est con l'Ovest dell'Europa.
Quindi, noi chiediamo al Governo l'approvazione di questo ordine del giorno perché ci sembra che sia fondamentale avere una concessionaria del nostro territorio che possa investire bene nel Veneto, dove stiamo aspettando l'autonomia ormai da tre anni da questo Governo, e che sia completamente pubblica, come vuole il Governo, e quindi ci prefiggiamo che il Governo accetti questo ordine del giorno e lo metta sicuramente in pratica nel prossimo futuro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.
ROBERTO TURRI(LEGA). Grazie, Presidente. Utilizzerò questi cinque minuti per illustrare brevemente due ordini del giorno che ho sottoscritto, cui tengo particolarmente, su cui spero che il Governo possa dare il parere favorevole. Sono ordini del giorno di buonsenso e, a mio avviso, molto utili per il nostro territorio, e la loro utilità l'ho sperimentata direttamente dalla mia esperienza di amministratore, di sindaco di un piccolo comune e oggi di vicesindaco.
Il primo ordine del giorno è il n. 9/2790--AR/153, a mia prima firma. Con questo chiedo che venga istituito un fondo che possa servire per andare a finanziare la messa in sicurezza dei territori pedecollinari dove insistono dei corsi d'acqua con delle forti pensilità: è evidente che è contro il rischio di rotture arginali. Tra l'altro, in quest'ultimi anni, dove assistiamo sempre ad eventi atmosferici molto irruenti, con dei quantitativi di piogge elevati, abbiamo già visto e sperimentato sulla nostra pelle che queste rotture possono creare veramente dei danni; dei danni non solo economici, ma anche alle persone, perché abbiamo assistito anche nel nostro territorio, in provincia di Verona, a dei morti. Si tratta di interventi che i soggetti che devono gestire queste opere, generalmente il servizio forestale o comunque i vari consorzi di bonifica, non riescono a fare, perché ovviamente le risorse sono ridotte al minimo e a volte riescono anche difficilmente a fare i meri interventi di ordinaria amministrazione; occorrerebbero dei finanziamenti importanti per spensilizzare, quindi togliere gli argini, ed evitare e scongiurare il rischio di queste rotture. Molte volte questi corsi d'acqua attraversano anche centri abitati, e quindi immaginiamoci cosa potrebbe succedere e cos'è successo già anche in alcune parti del nostro Paese quando ci sono stati questo tipo di eventi, quindi devastazione e morte.
Ho anche parlato con qualcuno della maggioranza che condivideva il mio ordine del giorno, che prima era un emendamento. Si diceva, come al solito, “nel prossimo provvedimento prevedremo di inserirlo”. Mi auguro che sia quanto prima, perché questi interventi non possono più essere rimandati.
L'altro ordine del giorno, che riguarda sempre gli enti territoriali, a mia seconda firma, è il n. 9/2790--AR/235. Qui chiedo che sugli interventi che gli enti locali fanno sui propri edifici pubblici per la ristrutturazione, quindi manutenzione ordinaria e straordinaria, possa essere applicata l'IVA agevolata al 10 per cento, e non, come succede oggi, al 22 per cento, soprattutto tra l'altro in questo periodo di crisi importante. Tra l'altro, IVA agevolata che già viene applicata al 10 per cento per quanto riguarda gli edifici che hanno destinazione in prevalenza ad uso abitativo per i privati; quindi, non si capisce come mai questo stesso principio e lo stesso ragionamento non possano essere estesi anche agli enti locali. L'IVA è un mero costo; quindi, si vanno a togliere risorse che potrebbero essere investite nell'opera in sé e quindi nell'utilità al cittadino; invece, devono essere soldi buttati sull'IVA al 22 per cento anziché al 10.
Sappiamo che oggi gli enti locali pagano l'IVA al 10 per cento sulle nuove realizzazioni e sulle nuove strutture, e invece, quando si parla di manutenzione e ristrutturazione, si deve applicare l'IVA al 22 per cento. Quindi, sarebbe molto più ragionevole ridurla e renderla agevolata al 10 per cento anche per questo tipo di intervento. Cosa che salta maggiormente all'occhio - è successo personalmente nel mio territorio - dopo le catastrofi che ci sono state nella provincia di Verona il 23 e 29 agosto: distruzione di un palazzetto dello sport nel comune limitrofo al mio e indennizzo dell'assicurazione di 500 mila euro. È evidente, però, che l'intervento di ristrutturazione dovrà buttar via 50 mila euro per l'IVA, invece che poterli spendere per l'intervento in sé, che è nell'utilità dei cittadini. Quindi, mi auguro che anche su questo ordine del giorno possa essere dato un parere favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Presidente Rosato, Vice Ministro Misiani, sottosegretario Baretta, relatori, colleghi, di cosa parliamo? È l'ordine del giorno n. 9/2790--AR/132 sul personale precario che, senza soluzione di continuità, ha prestato lavoro presso gli enti locali della regione siciliana, quindi comuni ed ex province, e che non è ancora stato stabilizzato.
Vice Ministro, per la prima volta - anzi è la seconda, perché lo abbiamo già fatto quando abbiamo parlato nel “decreto Immigrazione” dei PIP, altro personale precario - ma per la prima volta non sento il dramma che sentivo quando, da giudice, non potevo stabilizzare questo personale, perché c'è un disposto normativo che me lo impediva.
Oggi, invece, provo a fare lo sforzo, superando quell'angoscia che poi un po' venne recuperata quando fu riconosciuto il danno comunitario, quindi il risarcimento per questo personale che non è stabilizzato; superando quell'angoscia, vi rivolgo un appello. Il dato storico è che negli enti locali della regione siciliana - parliamo per lo più, rispetto a quelli che sono rimasti fuori, del bacino degli enti in dissesto finanziario con il piano di riequilibrio - vi sono tantissime persone che hanno prestato nel ventennio, senza soluzione di continuità, servizi pubblici essenziali, attività lavorativa. Ora, cosa ha tentato di fare la regione siciliana? Con una legge, che è la n. 21 del 2018, hanno cercato di stabilizzare, cioè di garantire un percorso che, oltre a esplicare lavoro per la cittadinanza, gli garantisse di avere le garanzie che ha il pubblico impiego.
Purtroppo, lo sappiamo, è una competenza che non è della regione, ma è dello Stato, per cui l'assessore Grasso della regione siciliana ha tentato un'interlocuzione, e da qui l'attivazione di un tavolo tecnico con il Ministero dell'Interno e il Ministero per la pubblica amministrazione. L'ultima riunione è del 3 dicembre ultimo scorso: in quella riunione è stato presentato un disegno di legge, una PDL, che è volta proprio alla stabilizzazione di questo personale, con una particolarità: la copertura degli oneri scaturenti dalla stabilizzazione sono interamente posti a carico della regione siciliana. Quella PDL ha già una relazione tecnica, Vice Ministro Misiani, quindi, da questo punto di vista, sulle coperture non c'è nessun problema e nessun dubbio. Relazione tecnica, coperture, e quindi tutto a carico non della finanza pubblica, ma della regione siciliana.
Il problema rimane normativo. E allora, se il problema è semplicemente normativo, una strada la dobbiamo individuare d'accordo e in comune, uno sforzo reciproco che facciamo da questo lato del Parlamento, cercando la condivisione da parte del Governo.
Occorre trovare il cappello normativo, Vice Ministro. In che modo? Impegnandosi con una normativa, con una nuova iniziativa che potrebbe venire dal Governo, ma che potrebbe trovare nel primo provvedimento economico utile anche un emendamento predisposto anche da tutti i parlamentari in forma congiunta, che sia volto alla stabilizzazione di questo personale.
Abbiamo i numeri, Vice Ministro, perché la relazione tecnica che è già stata depositata, come dicevo, nella riunione del 3 dicembre ultimo scorso, individua comune per comune, sono 30 comuni in dissesto e 45 quelli che hanno il piano di riequilibrio; individua per i 75 enti, quindi comune per comune, tutte le posizioni che avrebbero diritto alla stabilizzazione, individua i costi e individua le coperture. Si tratta semplicemente di trovare lo strumento normativo idoneo per garantire ciò che aspettano da vent'anni questi lavoratori.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Ripeto, io l'ho vissuta con molta sofferenza, allorché da giudice del lavoro del tribunale di Palermo mi trovavo a - concludo, Presidente - dover licenziare in maniera negativa la richiesta di stabilizzazione, e a riconoscere solo una forma di risarcimento.
Oggi si impone. Si impone, Vice Ministro, anche perché i nostri sindaci, i nostri amministratori locali, a seguito delle svariate pronunce che ci sono state, che ci sono e che ci saranno da parte dei giudici del lavoro, andranno sicuramente incontro a quella che è una pronuncia della Corte dei conti in termini di danno erariale. Delle due l'una: o li aiutiamo con una norma per fare quello che è giusto fare, oppure esponiamo non solo il personale, ma anche i nostri amministratori locali. Credo che veramente una strada si possa trovare!
Nell'ottica della collaborazione io le chiedo allora unicamente, come sicuramente lei avrà fatto, ma di prestare particolare attenzione. Stavolta, com'è successo l'ultima volta quando ci siamo trovati ad esaminare un ordine del giorno, non cercherò formule d'impegno pieno in parte dispositiva, però conto di trovare un impegno del Governo volto a superare il problema. Ripeto: le coperture ci sono, c'è la relazione tecnica, il tavolo tecnico a livello governativo è già in essere; si tratta semplicemente di enunciare un impegno che nei prossimi provvedimenti possa trovare concretezza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Vicepresidente Rosato, io mi rivolgo a lei non soltanto in relazione alla funzione che esercita oggi alla Camera dei deputati, ma come esponente di Italia Viva: non solo l'unico qui presente, ma anche esponente autorevole che ha partecipato alle consultazioni con il Presidente Conte, di ultimo, in relazione alla cosiddetta fantomatica crisi di Governo. Perché su un tema voi avete posto alla vostra maggioranza una questione che ritenevate rilevante, cioè quella della del .
Ora, il mio ordine del giorno spero verrà da lei condiviso, e spero che la maggioranza darà, la maggioranza di Governo, il Governo darà un parere favorevole quindi a questo ordine del giorno, perché nulla altro fa che ripercorre esattamente le richieste che gran parte del Parlamento ha rivolto a questo Governo proprio sulla gestione del fondi europei che dovrebbero arrivare. Ed in particolare questo ordine del giorno chiede a questo Governo di rendere palesi le proprie intenzioni in relazione all'utilizzo dei fondi del e alla relativa , ma non si ferma a questo: dice di riconoscere solo e soltanto al Parlamento il potere di decidere circa le dettagliate modalità di destinazione dei suddetti fondi e la selezione dei progetti con essi finanziati prima della loro presentazione alla Commissione europea prevista entro l'aprile 2021; e chiede altresì di relazionare mensilmente al Parlamento circa lo stato di avanzamento dei medesimi progetti e di conferire ad un'eventuale struttura amministrativa già esistente o da creare (noi riteniamo già esistente) il solo ed esclusivo compito di monitorare: cioè di escludere ogni potere decisorio a qualunque tecnico, o quant'altro voi riteniate. Strutture che, ovviamente, non devono portare costi aggiuntivi per lo Stato.
Ora, la centralità del Parlamento è ciò che più ci sta a cuore per quanto riguarda la decisione di come ripartire le risorse e quali progetti finanziare: in particolare, perché riteniamo che il Parlamento non possa essere esautorato da qualunque decisione che si prospetterà da qui al futuro, con riferimento alle risorse necessarie a questa Italia per riprendersi dalla pandemia; mi riferisco anche ai provvedimenti che questo stesso Governo ha adottato nell'intento auspicato e dichiarato di arginare gli effetti della pandemia, ma di fatto con conseguenze devastanti per intere categorie di lavoratori, per intere strutture, filiere, tessuto lavorativo di questa nazione, imprese, partite IVA, ma anche dipendenti, che oggi aspettano risposte più chiare per il futuro dell'Italia.
Non credo dunque, se davvero i problemi di questa maggioranza sono stati risolti con “non esiste nessuna , saranno conferiti agli amministrativi soltanto poteri di monitoraggio”, e qui ripercorro le parole del Ministro Bellanova; non credo che questo Governo avrà difficoltà, quindi, a dare un parere favorevole al mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Non credo, se davvero i vostri problemucci di maggioranza sono stati dissipati, non credo che questo Governo mi darà un parere contrario. Io mi aspetto un parere favorevole, lo auspico. Lo auspico per l'Italia; lo auspico anche perché si metta per una volta chiarezza su quello che è successo a questo Governo, che nella vigilia di Natale ci ha tenuto appesi e ha tenuto l'Italia appesa nel far credere che ci fosse una crisi che poteva addirittura portare ad elezioni, visto che autorevoli esponenti della maggioranza hanno detto: se c'è una crisi l'unica soluzione è andare al voto. Bene: vediamo se i vostri problemi sono stati risolti. Presidente Rosato, io spero che lei sia oggi disponibile anche a sottoscriverlo, questo ordine del giorno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roberto Rossini. Ne ha facoltà.
ROBERTO ROSSINI(M5S). Presidente, colleghi, prendo la parola per illustrare a quest'Aula e al Governo l'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/2790--AR/248 sulla trasparenza dei dati sanitari. Una proposta che in questo momento difficile assume un'importanza cruciale e che rappresenta l'ultimo atto di una battaglia sacrosanta, che stiamo portando avanti ormai da molte settimane insieme ad alcuni colleghi deputati e senatori degli intergruppi “Innovazione” e “Intelligenza artificiale”. Una battaglia che abbiamo affrontato cavalcando anche l'onda positiva della campagna “Dati bene comune” per la trasparenza dei dati, lanciata il 6 novembre 2020 e che ha visto il sostegno di 160 tra organizzazioni, imprese e testate giornalistiche, con una petizione che ha raccolto quasi 40 mila firme.
L'ordine del giorno che ho presentato ha raccolto ben 50 firme, sottosegretario: firme provenienti da colleghi di diverse forze politiche, maggioranza e opposizione, fra cui tre presidenti di Commissione, lavoro finanze e cultura, segno inequivocabile della grande condivisione sul tema, diffusa e trasversale sia dentro che fuori dal Parlamento. Provo a spiegare meglio le motivazioni di questa iniziativa, e faccio una doverosa premessa.
La grave pandemia che ha colpito il nostro Paese e il mondo intero in questi mesi ha costretto tutti i Governi ad attuare politiche anche molto drastiche, di contenimento e limitazione delle libertà personali, al fine di bloccare la diffusione del virus, cercando di gestire sia la grave emergenza sanitaria sia la grave crisi economica che ne è derivata. Le politiche attuate dal nostro Governo, lo sappiamo, sono strettamente necessarie e ovviamente anche impopolari.
Hanno provocato non pochi disagi ai cittadini, suscitando anche diverse critiche, con il rischio di compromettere il clima di solidarietà e collaborazione, nonché la stessa fiducia che i cittadini hanno riposto nei confronti del nostro Governo e della sua azione al contrasto dell'epidemia. Ma, vista la complessità e la delicatezza della situazione economica e sociale che stiamo vivendo, è urgente e necessario rivedere le modalità di raccolta e diffusione dei dati sul COVID-19, per renderli completi, totalmente pubblici e accessibili a tutti, favorendo un meccanismo di monitoraggio più trasparente, pieno ed efficace della diffusione del virus. Considerate la grande importanza strategica di avere dati centralizzati, standard per tutto il territorio nazionale, di avere dati più approfonditi, disgregati a livello locale, di avere a disposizione i dati per la ricerca scientifica, per grafiche statistiche, per analisi e comparazioni, o anche semplicemente per informare il cittadino. Sarebbe un vantaggio per tutti: per il Ministero della Salute, per tutto il Governo, che ne guadagnerebbero moltissimo a livello di immagine e di autorevolezza, di anche a livello europeo; sarebbe un vantaggio per la ricerca, un vantaggio per chi si occupa di dati e statistiche, come l'Istat, e sarebbe un vantaggio per tutti i cittadini, che potranno avere pieno accesso alle informazioni, comprendere meglio certe decisioni e, di conseguenza, assumere comportamenti più consapevoli e responsabili. Chiediamo quindi al Governo tutto di fare un sforzo, di fare tutto il necessario per realizzare un monitoraggio integrato, pieno ed efficace sull'andamento del contrasto al virus, innanzitutto con dati più approfonditi e dettagliati, e che questi dati siano aperti, pubblici e liberamente accessibili a tutti i cittadini. Sarà fondamentale, in questo, il rispetto di alcuni criteri che ho inserito nell'ordine del giorno: dati disgregati a livello territoriale, almeno per comune, a livello di anagrafica almeno per sesso ed età; metodologie e procedure di raccolta dati centralizzati e standard comuni su tutto il territorio nazionale, con descrizione delle fonti e la data di aggiornamento; formato e modalità di pubblicazione e licenza aperta liberamente scaricabile da chiunque.
Concludo, Presidente, con una riflessione. Ciò che chiediamo non è altro che maggiore trasparenza, un concetto che non riguarda ovviamente soltanto l'ambito sanitario o il COVID - che anzi spero che riusciremo a superare molto presto, visto che oggi è anche il - ma riguarda tutti gli aspetti della nostra società. Il libero accesso ad informazioni dettagliate e comprensibili è un diritto fondamentale dei cittadini. Ora, magari, sottosegretario, non riusciremo a farlo in tempi brevi, non riusciremo a ottenere subito risultati importanti e forse non si riuscirà ad avviare il nuovo sistema prima della fine della pandemia - mi auguro che finisca il prima possibile -, ma è importante iniziare un percorso, un percorso che metta al centro l'importanza del dato, la cultura del dato, che - lo ricordo - è l'elemento fondante delle società moderne (non per niente è chiamato anche “il petrolio del nuovo millennio”). Iniziamo a lavorare, sottosegretario, in questa direzione e potremo fare enormi passi avanti per il futuro del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.
MARCO SILVESTRONI(FDI). Onorevole Presidente, grazie. Il comparto aereo rappresenta il 2,4 per cento del PIL mondiale, circa 1.800 miliardi di dollari. L'intera filiera dà lavoro a quasi 29 milioni di persone, tra occupazione diretta e indiretta, e in Italia il trasporto aereo svolge un ruolo di rilievo, rappresentando l'1,8 per cento della produzione e dell'occupazione nazionale; su questo l'impatto del COVID-19 è chiaramente stato imponente. L'Italia ha attualmente una flotta inadeguata per poter concorrere sul lungo raggio, nel momento in cui ci sarà la riapertura del traffico aereo, sostanzialmente per due motivi: il primo è che è una flotta eterogenea, che significa maggiori costi di manutenzione, di formazione dei piloti e di gestione, essendo vettori di case produttrici diverse; il secondo è che non dispone di un numero sufficiente di velivoli atti a coprire il lungo raggio. Ora, la Germania che è presa sempre come faro, come guida da questo Governo, ha già stanziato 1,36 miliardi di euro per gli aeroporti, nella consapevolezza che il sistema aeroportuale - quindi di tutto il comparto nazionale, in questo caso della Germania - è essenziale per lo sviluppo e non solo per il turismo, che è chiaramente correlato, ma anche per la mobilità di cittadini, lavoratori e imprese. Noi non riusciamo a capire come mai il Governo italiano non prenda consapevolezza di questo e non acquisisca, nonostante la rilevanza strategica di un vettore nazionale a presidio delle interconnessioni in momenti particolari di crisi, che questa crisi è globale. Ricordo che è da ottobre che Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, proprio sul turismo chiedono lo stato di crisi del settore del turismo, che è chiaramente correlato anche al trasporto aereo: sono due cose che chiaramente camminano insieme. Tra l'altro, a dimostrazione del fatto che non c'è sensibilità da parte del Governo su ciò, ricordo che ad oggi tutto il comparto aereo ancora non ha avuto da parte dell'INPS tutti quei diritti e quegli emolumenti che praticamente fanno parte del Fondo di riserva e che sono anche autofinanziati dallo stesso comparto aereo. Allora io, con questo ordine del giorno, Presidente, chiedo di scongiurare i licenziamenti e tutelare i lavoratori del comparto aereo e chiedo al sottosegretario presente di valutare in modo favorevole questo ordine del giorno e che si impegni concretamente per la tutela dei lavoratori di tutto il comparto aereo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.
LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI(FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/130, presentato in quello che è l'atto finale di questo ramo del Parlamento nel 2020, la legge di bilancio. Nella manovra si intrecciano in modo disordinato misure emergenziali, elementi di interventi strutturali e indicazioni di massima sull'utilizzo dei fondi europei, una confusione che non infonde molta fiducia in merito alla capacità di questo Governo - nulla di nuovo, peraltro, sotto il sole - di progettare e porre in essere una ripartenza per il nostro Paese, che non sia solo di facciata, ma che rappresenti quella svolta per il futuro, di cui c'è davvero tanto bisogno. Presidente, si chiude un anno difficile, certamente il peggiore dal dopoguerra e i motivi sono a tutti noi noti. È inutile stendere in questa occasione un resoconto, che sarebbe soltanto retorico. Quando l'emergenza pandemica terminerà cominceranno a vedersi e a diventare realmente misurabili gli effetti di questa crisi, che da sanitaria si trasformerà nella più grande crisi economica di sempre. Il blocco dei licenziamenti, che ha giustamente avuto una proroga all'interno di questo provvedimento, non durerà in eterno e questo lo sanno bene, tanto i lavoratori quanto gli imprenditori. Quest'anno secondo Confindustria, con oltre 400 mila posti di lavoro persi, l'Italia è tornata indietro di 23 anni, e preoccupa - non poco - il numero di giovani disoccupati che nel mese di ottobre è tornato sopra quota 30 per cento, ovvero 2,6 punti in più rispetto all'ottobre del 2019. La crisi pandemica e le mutate condizioni economiche e sociali rischiano di trasformare il 2020 ed il 2021 in un dramma generazionale, con la popolazione degli duramente colpita dall'impennata della disoccupazione giovanile. Sono ormai solo un ricordo i dati positivi record del 2012: da allora, per i giovani si è fatto davvero molto poco; troppe tasse, un sistema burocratico e normativo eccessivamente oppressivo e, come conseguenza, tanta disoccupazione.
È tempo di reagire ed è tempo di agire; e attenzione a cedere a facili ricette o soluzioni assistenzialistiche, come il reddito di cittadinanza, il cui fallimento, insieme a quello dei , è ormai parte integrante dell'album delle fantomatiche politiche per l'occupazione promosse dal MoVimento 5 Stelle e che certamente passeranno alla storia come esempio di sprechi da non ripetere più. Miliardi di euro gettati alle ortiche, una montagna di risorse che potevano essere investite in un meccanismo di sgravi e di utili per abbassare il costo del lavoro, rendere il nostro sistema industriale e commerciale più competitivo e di conseguenza garantire alle lavoratrici, ai lavoratori e ai giovani un futuro più sicuro e prospero. Il combinato disposto della crisi macroeconomica, dell'alto costo del lavoro e della futura revoca al blocco dei licenziamenti rischierà, Presidente, di attivare un effetto domino, tanto incontrollabile e drammatico quanto purtroppo facilmente prevedibile e per questo motivo è fondamentale agire subito per sostenere chi produce reddito e occupazione e vanno aiutate assolutamente le imprese. Questo ordine del giorno, Presidente, prende le mosse dalla consapevolezza della necessità di valorizzare e potenziare i benefici che un istituto giuridico come il contratto di apprendistato porta con sé: sgravi contributivi per l'impresa e formazione professionale per il lavoratore, un obiettivo chiaro e da perseguire ancora nel tempo attraverso la proroga per ulteriori dodici mesi degli sgravi contributivi relativi ai contratti di apprendistato, quando il datore di lavoro ha sofferto, nel 2020, una perdita del fatturato superiore al 33 per cento a causa della sospensione o della limitazione della propria attività in seguito alle misure restrittive introdotte per limitare la diffusione del contagio. Inoltre, si propone di superare, per tutto l'anno 2021, l'attuale limite di età fissato per l'assunzione in apprendistato, estendendo tale possibilità a chi ha compiuto trent'anni nell'anno in corso e anche a chi li compirà nel 21, così da ampliare, seppur minimamente e in parte, la platea dei beneficiari .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti, Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Presidente, signor rappresentante del Governo e colleghi - poltrone vuote di questo periodo è strano, ma a quest'ora può anche capitare - il tema che affronta l'ordine del giorno n. 9/2790--AR/85 è un tema che è stato del tutto trascurato dalla legge di bilancio e cioè il tema del turismo. Nel momento stesso in cui noi siamo qui, bar, ristoranti e alberghi sono praticamente chiusi, non possono utilizzare i giorni delle cosiddette vacanze di Natale per poter cercare di recuperare quei fatturati che hanno perso pesantemente e copiosamente nel corso dell'anno. Non a caso, i titolari di bar, ristoranti e alberghi hanno utilizzato una per qualificare la loro situazione, ed è ed effettivamente sono stati dimenticati, i grandi dimenticati di questa crisi, assieme ad altre categorie, che rappresentano quel vasto mondo di non garantiti che sempre più teme per il proprio futuro, che sta perdendo la speranza. Fratelli d'Italia aveva indicato da subito, con la proposta di indire lo stato di crisi nel settore del turismo, quale poteva essere la strada per evitare di trovarsi in una situazione di totale perdita di fatturato da parte di queste aziende. Non siamo stati ascoltati. Non c'è più tempo oggi, ma soprattutto non è più ora della politica degli struzzi, quale questo Governo ci ha abituato.
Seimila alberghi non hanno riaperto dal primo lockdown, oltre 50 mila imprese del settore degli hotel, ristoranti e alberghi rischia di chiudere, un settore che rischia di mettere qualcosa come 50 mila imprese che portano in tribunale i propri libri contabili, con migliaia e migliaia di disoccupati. Che cosa serviva? L'intervento che noi abbiamo chiesto, come Fratelli d'Italia, era quello dell'abbattimento dei costi fissi e poi, a seguire, l'anno fiscale bianco, la eliminazione di ogni possibile tassazione e di oneri per quanto riguarda le bollette di gas, luce, telefono, acqua e infine avevamo chiesto di valutare, questo sì, un sistema virtuoso, che consentisse ai proprietari di immobili locati per questi usi, nel caso in cui accondiscendessero alla possibile riduzione del canone, di avere delle agevolazioni da parte dello Stato. Non siamo stati ascoltati, avete continuato a perpetuare una politica che è quella dell'indifferenza. Vede, signor rappresentante del Governo, probabilmente di qui a poco lei, pronunciandosi sugli ordini del giorno, utilizzerà per fare prima una formula di rito: “a valutare l'opportunità di intervenire”. Il problema è un altro: voi dovete lasciare l'opportunità agli operatori di lavorare e oggi ne sono impediti, è questo il problema . E allora guardate, ve lo dico subito: evitiamo il vacanze, ve lo diamo noi un per una vacanza. Andatevene, è l'unica vacanza di cui l'Italia non sentirà la mancanza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.
LUCIA ALBANO(FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo e onorevoli colleghi, c'è un vuoto in questa legge di bilancio, c'è un vuoto evidente per chi lavora quotidianamente nel nostro tessuto produttivo, un vuoto che Fratelli d'Italia ha voluto evidenziare e ha provato a colmare nella presentazione di un emendamento fra i tanti prodotti in Commissione bilancio e che oggi ripresenta con un ordine del giorno a mia firma, il n. 9/2790--AR/91. Non risulta presente la disapplicazione, per l'anno 2020, degli indicatori sintetici di affidabilità fiscale, i cosiddetti ISA. Ora sappiamo bene che gli indici sintetici di affidabilità, inseriti in sostituzione degli studi di settore, sono lo strumento per la lotta all'evasione fiscale, con cui devono fare i conti, nel vero senso della parola, imprese e partite IVA italiane, nel presentare la dichiarazione dei redditi. Sono quindi lo strumento per dare la pagella all'affidabilità del contribuente, impresa o partita IVA che sia: se è più di sei bene, sei affidabile, anche se puoi ancora essere controllato, se ricevi un voto basso sei rimandato, devi essere attenzionato dall'Agenzia delle entrate e da lì ecco un fiorire di nuovi oneri, in termini di dichiarazioni integrative, adempimenti, istanze di interpello e contenziosi. Ora pare assolutamente inutile approfondire in questa sede la natura anomala dell'anno 2020 e dell'anno 2021 anche, dal punto di vista delle dinamiche economiche, ma allora non resta che domandarci perché, se quest'anno è così anomalo da sconvolgere tutti gli indici di riferimento - e scusate se è poco - se ormai sappiamo che nulla sarà come prima, perché si continua a non voler considerare la seria difficoltà, denunciata a gran voce non solo dai contribuenti, ma anche dai professionisti che li assistono quotidianamente (dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro) anche in audizioni presso le Commissioni parlamentari? Perché non si vuole ascoltare le difficoltà, il dramma delle nostre imprese, dei nostri lavoratori e delle nostre partite IVA e perché non si agisce in modo incisivo e risolutivo per aiutare, sostenere e snellire i problemi di questi nostri soggetti economici? Sì, perché dietro alla mancata approvazione di questo, come di altri emendamenti che oggi ripropongo appunto e quindi nella logica di questa legge di bilancio, si nasconde una visione che tradisce la tendenza a considerare professionisti, partite IVA, piccole e medie imprese come figli di un dio minore.
Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni, ha presentato in ogni sede e in ogni occasione provvedimenti e proposte per riconoscere ai lavoratori, a questi laboratori pari dignità. Da sempre, anche dall'inizio della pandemia, come, ad esempio, nel pacchetto di emendamenti al “decreto Rilancio”, Fratelli d'Italia ha presentato un gran numero di misure per la sburocratizzazione e lo snellimento, tra cui non solo la sospensione degli ISA, ma anche l'abolizione del limite del contante. Le risposte del Governo sono state altre: abbiamo avuto di vario tipo, bocciature di emendamenti richiesti, abbiamo avuto la lotteria degli scontrini, che, al di là del merito, non ha fatto altro che produrre ulteriori problemi a causa dei registratori di cassa da riadattare e anche per la comunicazione dati; e, altro strumento, la lotta al contante, con il faticosissimo lancio del , salvo, poi, chiudere a Natale.
E la visione distorta di cui parlavo è dimostrata dal fatto che per il sono stati stanziati 4,5 miliardi, mentre per tutto il Fondo perduto sul “decreto Ristori” ce ne sono solo 2,7. E, infatti, il Governo è stato bacchettato anche dalla BCE, la Banca centrale europea, che ha asserito la sproporzione dell'intervento alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti, ribadendo ciò che da sempre Fratelli d'Italia sostiene, cioè che il contante è lo strumento di pagamento di tutte le classi sociali, in quanto, quale corso legale, è ampiamente accettato, rapido e agevola il controllo sulla spesa di chi paga.
Bene, noi abbiamo un'altra visione e siamo qui, come Fratelli d'Italia, a dichiarare che continueremo a batterci come sempre, con coerenza e determinazione, per affermare che non esistono lavoratori e operatori economici di serie A o di serie B, perché questo per noi, oltre a essere un significativo contributo al rilancio dell'economia del Paese, è un principio di giustizia sociale e, quindi, è una battaglia di civiltà e, per questo, chiediamo la disapplicazione degli ISA per il 2020, e anche per l'anno 2021
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE(FI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo direttamente ai membri del Governo, sempre con il passaggio tramite il Presidente di rito, ma l'ordine del giorno è un impegno che riguarda un tema di stretta attualità, soprattutto per i medici specializzandi. Il Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 prevede una profilassi vaccinale nella quale ci dovrà essere - almeno il Piano che deve venir fuori già ci dicono che dovrebbe contenere questa previsione - l'impiego dei medici specializzandi nella campagna vaccinale. Quindi, la profilassi vaccinale avrà un punto di riferimento importante in questi medici, i quali saranno fra i primi ad affrontare anche lo sforzo che il Governo ha descritto organizzativo - ora vediamo come sarà realizzato -, con una prima tornata di 11 milioni di dosi da somministrare nel primo trimestre del 2021. È chiaro, quindi, che sarà necessario adottare misure straordinarie anche per i medici da impiegare nella profilassi vaccinale. Mi pare del tutto evidente che non può essere consentita - mi pare che su questo già c'è stato qualche intervento anche del Ministro dell'Università - una valutazione dell'attività dei medici specializzandi nell'ambito della loro formazione; per capirci, una corresponsione di un credito formativo in funzione dell'impegno nella campagna vicinale, ancor più dell'impegno, eventuale, in funzioni ospedaliere da assegnare in via straordinaria, ulteriori.
È evidente che non può considerarsi, il medico specializzando, un semplice studente, al quale affidare dei compiti ulteriori rispetto a quelli propri della sua attività, ai fini della campagna vaccinale, senza alcuna retribuzione o senza alcun equo compenso, perché ciò sarebbe in violazione delle norme stesse sulla formazione universitaria, e il medico specializzando non è uno studente, ma è già un laureato in medicina, come, evidentemente, tutti noi sappiamo, abilitato alla professione medica, e la specializzazione rappresenta una fase di ulteriore formazione di professionisti che sono già inseriti nel Servizio sanitario nazionale. Quindi, se mettiamo ordine nello statuto del medico specializzando e nel diritto a un'equa retribuzione, che è un diritto di rango costituzionale, è evidente che non possiamo non prevedere almeno un compenso, sia per le funzioni ospedaliere ulteriormente assegnate sia per la partecipazione alla campagna vaccinale. La profilassi vaccinale per il COVID-19 è evidente che deve essere un compito aggiunto a quelli che sono propriamente riferibili alla tipicità del rapporto tra il medico specializzando, la struttura ospedaliera e il Servizio sanitario nazionale, di cui è un elemento fondamentale.
Anche nel “decreto Calabria”, ma anche nella legge di bilancio, anche in altri provvedimenti, più volte si è ricordata l'importanza della figura del medico specializzando e, quindi, se lo impieghiamo in questi ulteriori compiti, mi sembra del tutto corretto prevedere quello che è l'impegno, che parte dal riconoscimento anche della difficoltà in cui ci troviamo, ma, se siamo in una situazione straordinaria e se l'emergenza crea diritto, non si vede perché l'emergenza non possa creare un diritto e una tutela della posizione dei medici specializzandi utilizzati in un momento di straordinarietà e di emergenza per la profilassi vaccinale.
Quindi, leggo l'impegno: “pur consapevoli della gravità del momento e della situazione che stiamo vivendo a causa dell'emergenza pandemica da COVID-19” - impegna il Governo - “a garantire apposita ed equa retribuzione per i medici specializzandi che verranno coinvolti nella campagna vaccinale contro il COVID-19 e a prevedere ulteriori provvidenze per gli specializzandi in relazione alle funzioni ospedaliere assegnate”. Sono disponibile anche a una riformulazione, mi sembra un impegno necessario, in questo momento, per portare anche un messaggio positivo agli specializzandi. Tutti sapete, il Governo sicuramente sarà avvertito del fatto che c'è stata una protesta, molto forte, proprio perché non possono essere considerati, come tutti noi sappiamo - chiunque abbia vissuto l'ambiente universitario lo sa -, come dei semplici studenti a cui riconoscere dei crediti formativi. Se li impieghiamo in funzioni ospedaliere e nella campagna vaccinale, bisogna riconoscere loro una equa retribuzione o valutare, comunque, l'opportunità - il Governo - di intervenire in tal senso. E questo, mi permetto di dire al rappresentante del Governo, anche per dare un messaggio positivo e di riconoscimento del ruolo di tanti giovani medici che stanno, in questo momento, dando un contributo decisivo al funzionamento del Servizio sanitario nazionale e alla risposta alla pandemia. Sarebbe, da parte del Governo, un gesto molto apprezzato sicuramente e spero che possa essere accolto questo impegno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAON(FI). Grazie, Presidente. Grazie, Vice Ministro Misiani, grazie sottosegretario Baretta, andrò a illustrare l'ordine del giorno n. 9/2790--AR/73, un ordine del giorno che penso il sottosegretario Baretta abbia ben in mente, perché abita sicuramente a pochi chilometri da questo cantiere, fermo da più di quarant'anni. È la famosa idrovia Padova-Venezia, che io sto chiedendo, da mesi, che venga utilizzata come scolmatore delle acque dello snodo fluviale Bacchiglione-Brenta e che va a mettere in sicurezza esattamente tre province: la terraferma veneziana, tutto il padovano e una parte della provincia di Vicenza, circa 3 milioni di abitanti, con tutte le zone industriali che ad esse appartengono, in quest'area del Nord-Est molto importante, chiamata - o era chiamata, una volta - la “locomotiva del Nord-Est”, ma che, in realtà, se non mettiamo in sicurezza queste attività produttive, diventerà, o può diventare, un problema per tutto il Paese. Perciò io penso che questa opera sia un'opera prioritaria, perché è inutile, sottosegretario, che domani andiamo a sovvenzionare quelle aziende e che quelle stesse aziende, magari, qualche anno dopo o qualche mese dopo, le troviamo inondate o sott'acqua.
Perciò è inutile finanziare un'azienda, mettere a punto il 4.0 o fare qualsiasi altro intervento per cercare di colmare la differenza concorrenziale che abbiamo con altri Paesi, ma poi ci ritroviamo l'azienda piena d'acqua e ce la dobbiamo sovvenzionare due volte.
Questo ordine del giorno proviene anche da una mozione che è stata votata prima delle ferie di quest'anno, esattamente nel mese di luglio, una mozione votata all'unanimità da parte di questo Parlamento, vista l'importanza di completare quest'opera; è un'opera che potrebbe entrare, anzi entra dentro pienamente e risponde ai principi di spesa previsti proprio dalla . Cosa meglio lasciare ai nostri figli che un territorio messo in sicurezza, sottosegretario? Entra dentro a pieno merito e a pieno titolo rispetto a questo tipo di finanziamento. Con tutto ciò, io le chiedo la massima attenzione, di cercare di portare avanti questo ordine del giorno nel miglior modo possibile per avere un altro tassello e per riuscire a completare quest'opera molto importante, come ho illustrato fino adesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.
MAURO ROTELLI(FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno e buona domenica anche al sottosegretario Baretta e al Vice Ministro Misiani. L'ordine del giorno che ho presentato è il numero 100, è l'ordine del giorno nel quale io ho invitato il Governo a impegnarsi a individuare le necessarie risorse finanziarie per incrementare il numero dei commissariati di polizia in Italia, soprattutto nelle aree limitrofe alle stazioni ferroviarie.
Ora, quando si parla di stazioni ferroviarie, in maniera particolare anche di quelle più importanti nel nostro Paese, si pensa soprattutto a quelle che sono relative alle aree più urbanizzate, quindi alle stazioni Termini e Tiburtina, alla Centrale di Milano, a Santa Maria Novella. Eppure, le situazioni delicate - mi permetto di dire, Presidente, anche pericolose in alcuni casi - risiedono in tutti quegli snodi ferroviari fondamentali, importantissimi dal punto di vista della logistica e dei trasporti del nostro Paese, che però sono considerati, in maniera impropria, secondari. Le faccio un esempio di quello che sta succedendo, per esempio, a uno snodo ferroviario che conosciamo un po' tutti, anche perché è uno snodo ferroviario anche autostradale che la maggior parte di noi attraversa nel momento in cui da Roma va verso il Nord, vale a dire lo snodo di Orte. I dati Istat dell'anno scorso parlano di un comune con 9.449 abitanti, di cui 2002 stranieri: il 21,19 per cento della popolazione di questo piccolo comune a nord del Lazio è popolazione straniera; un numero, una percentuale doppia rispetto a quella che c'è nel resto del Lazio e nella provincia e addirittura tripla rispetto a quella italiana. A queste persone, che sono regolarmente residenti e quindi censite, va aggiunto una specie di popolo fantasma, Presidente, che ogni sera ritorna, non registrato, a Orte. Consideri che un biglietto - per chi lo paga, naturalmente - di un regionale costa 5 euro (la tratta Orte-Roma) e permette di vivere a 35 minuti dalla capitale, con evidenti spese e costi di vita quotidiani completamente diversi da quelli della capitale. Quindi, per questo, c'è questo popolo fantasma, che tutte le sere, da Roma, torna con l'ultimo treno a Orte e che, poi, alla mattina, scompare senza alcuna possibilità di controllo: si figuri, non tanto in questo periodo di lockdown ma nel periodo precedente, cosa questo volesse dire dal punto di vista sanitario.
Bene, i sindaci sono lì, schiacciati tra necessità dei comuni e servitù, perché poi una stazione come quella è una servitù decisamente molto importante e anche ingombrante; spesso e volentieri danno la disponibilità, con degli immobili, a poter ospitare una presenza maggiore delle Forze dell'ordine, non soltanto dei militari di “Strade sicure”, ma in questo caso la Polfer, la Polizia ferroviaria non è assolutamente sufficiente per poter far fronte a questa massa enorme di persone che si spostano.
Presidente, mi rivolgo soprattutto al Vice Ministro, perché all'università Bocconi c'è un dipartimento, che è un dipartimento di dinamiche sociali e politiche pubbliche, un dipartimento molto interessante, il cui piano di studi è, come posso dire, da approfondire, e mi sembra che, in questo caso, questo sia proprio il momento di applicare almeno una parte di quelli che sono gli studi di questo dipartimento e di metterli in pratica. Gli studi sono, naturalmente, gli insegnamenti che abbiamo ricevuto durante il periodo universitario, ma a questo punto vanno coniugati con la realtà e con la contemporaneità, che vede proprio completamente modificarsi intere parti del nostro territorio, che magari non sono più proprio le dirette periferie, quello che troviamo nelle aree circostanti, ma anche a 30-40 minuti di treno. Per questi aspetti - e mi rivolgo a lei, Presidente, affinché faccia da tramite con i rappresentanti del Governo - io mi aspetto un accoglimento dell'ordine del giorno, perché, se così non dovesse essere, o non abbiamo avuto buoni docenti nel momento in cui abbiamo studiato, oppure siamo stati noi dei cattivi studenti e, magari, anche semplicemente non dei brillanti amministratori .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Grazie, Presidente. Presento l'ordine del giorno n. 9/2790-AR/89, con il quale chiediamo al Governo di intervenire rispetto a quello che prevede l'ordinamento militare, in special modo per quello che riguarda chi ha prestato servizio militare o chi presta il servizio militare e, in special modo, anche per quelle persone che vengono dalla formazione pluriennale nell'Accademia militare e nelle scuole militari, e che, dopo il servizio militare, passano nella pubblica amministrazione o ad altri tipi di lavori dove il servizio militare non viene contemplato in quella che è l'anzianità di servizio o anche dal punto di vista economico.
Sappiamo bene che il servizio militare viene contemplato in quella che è la previdenza dal punto di vista pensionistico, ma non viene, invece, sfruttato per quello che è il servizio nella pubblica amministrazione. L'ordinamento militare prevede che ci sia, comunque, una valorizzazione di questo tipo di formazione. Sappiamo benissimo che le accademie militari formano del personale, che, oggi giorno, viene assolutamente utilizzato dalle pubbliche amministrazioni e spesso, purtroppo, c'è un problema di inquadramento nella fascia economica di stipendio, della retribuzione.
Questo argomento era stato già oggetto di un'approvazione di un ordine del giorno nella scorsa legislatura presentato dal collega Cirielli, oggi noi lo riproponiamo perché, a distanza di tre anni, non c'è stato un chiarimento di questo aspetto. Le accademie militari e il personale militare sono una risorsa preziosissima, non solo per le Forze armate, ma anche per la pubblica amministrazione, ed è per questo che dobbiamo riconoscere questo prezioso servizio.
Oggi tutti ci stiamo accorgendo di quanto sia importante il ruolo delle Forze armate e di chi, soprattutto, indossa le stellette, smentendo di fatto quella visione che si ha del militare a volte. Qualcuno, con un'uscita infelice, disse ‘più scienziati e meno militari': no, il militare è una persona che studia, che si forma, che impiega la propria vita nel formarsi e che può risultare utile anche nella pubblica amministrazione. Per questo, questo servizio e questa formazione vanno riconosciuti anche nella pubblica amministrazione, ed è per questo che speriamo in un accoglimento. Abbiamo previsto anche, ovviamente, di “adottare ogni più opportuna iniziativa interpretativa”, proprio perché non vogliamo scontrarci col Governo, ma stiamo proponendo delle soluzioni affinché questa formazione venga riconosciuta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bianchi. Ne ha facoltà.
MATTEO LUIGI BIANCHI(LEGA). Grazie, Presidente. Vice Ministro Misiani, sottosegretario Baretta, vorrei porre l'attenzione dei rappresentanti del Governo su questo ordine del giorno, che tratta di zone logistiche semplificate. Il fine ultimo della creazione delle zone logistiche semplificate è quello di incentivare lo sviluppo di reti intermodali di trasporto collegate ad aree portuali in grado di movimentare volumi consistenti di merci e di collegare al meglio il tessuto imprenditoriale del Paese con il resto del mondo.
In Italia abbiamo svariati esempi. In un contesto complesso come quello che stiamo vivendo e con le difficoltà che le imprese italiane registrano nell'accesso al mercato, è necessario consentire anche alle regioni prive di un'area portuale, ma dotate di logistici nazionali e internazionali basati su aree aeroportuali rilevanti, di poter accedere alle agevolazioni previste. È l'esempio di una regione come la Lombardia, priva di sbocchi sul mare, ma con la presenza di uno degli aeroporti più importanti d'Europa come Milano Malpensa. Questa disposizione sembrerebbe utile per il rilancio del tessuto produttivo del Centro-Nord del Paese, ad oggi escluso da qualsiasi previsione incentivante, seppur dotato di snodi intermodali che garantiscono un collegamento diretto tra imprese e mercati.
Pertanto, con questo ordine del giorno chiediamo di consentire anche alle regioni dotate di aree aeroportuali di poter avviare le procedure per la costituzione della zona logistica semplificata, secondo la procedura di istituzione delle zone economiche speciali previste dalle norme vigenti.
Quindi, concludo, rinnovando il mio appello soprattutto a lei, Vice Ministro Misiani, in quanto lombardo come me, per porre all'attenzione di tutto il Governo questa necessità delle regioni prive di sbocco sul mare di poter creare zone logistiche semplificate con i loro aeroporti , per poter meglio ripartire successivamente a questa crisi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.
TULLIO PATASSINI(LEGA). Grazie, Presidente. Con gli ordini del giorno che presentiamo quest'oggi siamo a sensibilizzare la situazione che sta vivendo in questo momento la regione Marche e con questo vorrei sensibilizzare il Governo e i nostri colleghi parlamentari. Si tratta di una regione a forte vocazione manifatturiera, con alcune importantissime eccellenze; una regione che, essendo a forte vocazione manifatturiera, ha subìto ancora di più le crisi che in questi 15 anni si sono susseguite. Mi ricordo la crisi del 2008 dei mutui a cui è conseguita una profonda crisi del settore calzaturiero derivante all'embargo verso la Russia, il terremoto del 2016 e, da ultimo, la crisi del COVID che ha investito purtroppo tutta Italia.
È un momento difficile, è un momento difficile per tutti gli italiani, in particolare per i marchigiani. Questa difficoltà della regione è stata anche riconosciuta a livello europeo perché, nella programmazione 2021-2027, la regione Marche è scivolata da regione sviluppata a regione in transizione, perché la media del PIL è inferiore al 100 per cento della media UE. Quindi, siamo scesi di un gradino, è un gradino che i marchigiani vogliono velocemente recuperare e lo vogliono recuperare con un sostegno alle attività produttive economiche del nostro territorio. Ricordo che all'interno della regione Marche il 60 per cento dei comuni è coinvolto all'interno di una crisi industriale complessa che, lo ricordo, è quella della Val Vibrata e dell'Ascolano, quella del pellettiero e calzaturiero del Fermano maceratese e l'area del bianco ex Merloni, oltre a tutta l'area del cratere del sisma 2016 che coinvolge 138 comuni tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio.
In legge di bilancio abbiamo cercato di migliorare questa legge di bilancio con appositi emendamenti sull'argomento e sul tema, che purtroppo non hanno trovato accoglimento. Come abbiamo presentato un ordine del giorno al “decreto Ristori”, proprio per sostenere una misura importantissima aperta al Sud, che è lo sconto del 30 per cento dei contributi previdenziali, la famosa “Decontribuzione Sud”, affinché la stessa venisse allargata anche alle Marche, perché le Marche sono plurali, ma hanno un territorio che va sostenuto da Gabicce Mare fino a San Benedetto del Tronto.
Cosa abbiamo proposto noi in legge di bilancio? Ormai - mi riferisco e mi rivolgo al Governo - l'anno 2020 volge al termine e queste risposte non ci sono state: abbiamo bisogno del rinnovo del credito d'imposta per i beni strumentali per sostenere il nostro sistema imprese, ma abbiamo ancora bisogno che gli immobili inagibili non siano soggetti al pagamento delle tasse; quindi è importante prevedere la sospensione, ancora per un altro anno, dell'Ires, dell'Irpef e dell'IMU; inoltre, gli stessi immobili non possono essere computati nell'ISEE. Noi non possiamo pensare che la ricchezza di un cittadino ai fini sociali sia data da un immobile distrutto; questa è un'ingiustizia che va velocemente sanata. Lo ricordo, siamo ormai a fine 2020 e aspettiamo risposte: i cittadini aspettano risposte veloci. Oltre a questo, abbiamo fatto anche altre proposte che ancora sono ferme sul tavolo del Governo. Faccio qualche esempio: nel 2016 fu concessa la busta paga pesante per sostenere, in quel momento, dei territori e dei cittadini che erano in difficoltà; oggi è importante, per una questione di equità fiscale, permettere gli stessi benefici di natura fiscale, quindi, con adeguati sconti e rimborsi, anche a coloro che nel 2016 per mille motivi non ne hanno fatto richiesta. È una questione di equità sociale e di giustizia sul territorio. Noi abbiamo bisogno di ricostruire il nostro territorio, abbiamo bisogno di ricostruire le Marche.
PRESIDENTE. Concluda.
TULLIO PATASSINI(LEGA). Abbiamo di bisogno di ricostruire - grazie, Presidente, concludo - il nostro tessuto economico; per questo, le Marche dovrebbero diventare un'importante area a fiscalità agevolata .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.
LUCA RODOLFO PAOLINI(LEGA). Presidente, Vice Ministro Misiani, sottosegretario Baretta, illustro il mio ordine del giorno n. 9/2790--AR/239, che riguarda ancora una volta l'annoso problema del COVID in rapporto alle carceri. Io credo che voi, comunque, per matrice culturale e ideologica, siete sempre quelli che parlano di pene certe e poi, nel 2006, avete fatto un indulto da 25 mila scarcerati e nel 2013 avete fatto un altro indulto da 10 mila scarcerati. Quando si tratta di affrontare il problema carceri vi riempite la bocca di grandi promesse, di grandi principi, ma non fate la sola cosa che qui avreste potuto fare e avete l'occasione di fare ancora, visto che adesso i soldi ci sono, cioè fare la cosa che tutti quelli che operano nel settore chiedono: meno carceri, carceri più grandi. Noi abbiamo 191 istituti, se non ricordo male, che rendono difficilissima la gestione, complicata la vita dei detenuti e del personale, ma, soprattutto, proprio in occasioni come quella purtroppo tragica del COVID che ha colpito il nostro Paese, rendono grave la situazione anche dal punto di vista della sicurezza fisica dei detenuti e del personale che ivi lavora, proprio perché non vi sono spazi, proprio perché non si è avuta quella tempestività di azione che qualsiasi Governo degno di questo nome avrebbe adottato. Ricordiamo i tragici fatti di febbraio, dove, nell'insipienza totale su cosa fare, abbiamo visto 13 detenuti morire e, se non ricordo male, oltre 30 milioni di danni conseguenti a rivolte scatenatesi all'interno degli istituti, a seguito della legittima paura dei detenuti o del personale di rimanere infettati in un luogo dove sono costretti a stare.
Al tempo stesso, l'insipienza è stata dimostrata nell'adottare dopo quello che si sarebbe dovuto fare subito - lo ricordo perché noi abbiamo lo scopo di ricordare al popolo italiano chi ci sta governando - quando sarebbe bastato con poca fatica, come tra l'altro qualche direttore di istituto ha fatto autonomamente, mettere immediatamente a disposizione e sostituire le viste fisiche dei detenuti con i loro parenti tramite connessioni o comunque connessioni video o video contatti con i detenuti, cose che avrebbero alleviato di molto la tensione; invece, avete balbettato, avete fatto sì che questo si facesse dopo.
Ebbene, ancora una volta, in questa occasione, avete perso un'opportunità. Come Bertolaso ha dimostrato, in poco più di un mese o due si possono creare strutture adeguate per contenere il COVID nel mondo civile: figuriamoci se non avreste potuto fin da subito creare all'interno o nelle immediate adiacenze degli istituti di prevenzione e pena degli spazi in cui mettere in sicurezza i detenuti che fossero rischio o il personale che fosse a rischio, quindi riducendo il rischio per tutti, ma anche qui avete balbettato. Quando non c'è unità politica, evidentemente, non c'è neppure chiarezza di idee sul cosa fare. Un emendamento della Lega, a prima firma Turri e anche mia, aveva chiesto, ad esempio, 50 milioni, tratti sempre dal fondo di cui all'articolo 209, per incrementare questa opportunità per ridurre i contagi, che hanno superato già le mille unità, ma, ancora una volta, la vostra lentezza ha portato a ridurre questo fondo della metà.
Quindi, io chiedo che sia accolto questo impegno, questo ordine del giorno che, seppur tardivamente, cerca di emendare gli errori che avete fin qui fatto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Grazie, Presidente. Io vorrei illustrare il mio ordine del giorno n. 9/2790--AR/163. Prima, però, vi dico rapidamente che oggi è il 27 dicembre e che, nel 1947, fu promulgata e pubblicata in lo stesso giorno, la nostra Costituzione, la nostra Carta costituzionale, che è la più bella del mondo, così viene sempre definita. E, invece, nel 2020, il 27 dicembre è il “V-day”, questo giorno utilizzato dal Governo e mediaticamente molto mitizzato, quasi quanto quel “V-day” del settembre 2007, quando a Bologna, Beppe Grillo, il comico Beppe Grillo, iniziò la nascita del partito pentastellato, quindi un partito che nasce sulla lettera “V” evidentemente. Ecco, in questa data così giuridicamente e mediaticamente importante, siamo qui a chiedere al Governo ciò che non è stato accolto dei nostri emendamenti. Spesso sono stati ritirati per una ragione di buon senso, ma soprattutto ci serve attirare l'attenzione del Governo - io parlerò di una infrastruttura essenziale per il mio territorio - su quelle che sono le opere necessarie e che non erano considerate in legge di bilancio. Una legge di bilancio, che è stata criticata, anche dalla stampa più vicina al Governo, ma che addirittura è stata definita dall'Ufficio parlamentare di bilancio come un coacervo di misure senza disegno. Purtroppo, questa mancanza di visione, questa mancanza di unitarietà, questa mancanza di un fine, che possa portare alla ripresa del nostro Paese, la vediamo in tutta la legislazione emergenziale del 2020 e, soprattutto, la temiamo anche per il 2021, come vediamo già nel “decreto Milleproroghe” che, salvo nuove intese, vedrà la luce fra blocco degli sfratti, le attività estrattive, rinvio della lotteria degli scontrini, insomma, anche altre norme molto eterogenee, ma anche di natura sostanziale.
Il mio ordine del giorno, come anticipato, verte su uno degli aspetti meno considerati dalla legge di bilancio, cioè le infrastrutture di collegamento stradale. Forse perché si sta lavorando, fra vari liti nella maggioranza, al le infrastrutture non sono state molto considerate in legge di bilancio. Ma ricordo che il riserva alle infrastrutture e alla mobilità poco più del 10 per cento dell'importo totale, mi sembra 27 miliardi. E ogni anno io sono qui in quest'Aula per la legge di bilancio, a richiamare l'attenzione del Governo, perché c'è un'infrastruttura, che è il nuovo ponte fra Colorno e Casalmaggiore, che deve essere realizzata. Deve essere realizzata perché adesso c'è un'infrastruttura che ha delle problematiche strutturali, perché dal 2018 - io sono qui per dirlo - fu riaperta nel 2019 e il mio è un triste per ricordare la sua necessaria sostituzione. Tengo a dire che questa infrastruttura nel 2018 fu qualificata come da sostituire, perché aveva di fronte una vita di circa sette anni. Ecco, siamo a ridosso del 2021, sono stati stanziati solamente i soldi per il progetto della fattibilità tecnico-economica, ma mancano quegli almeno 62 milioni per realizzarlo. Per la legge di bilancio per il 2019, tramite un emendamento della Lega, fu inserito un fondo di 250 milioni, che serviva proprio per la sostituzione e la manutenzione dei ponti del bacino del Po. Questo fondo fu poi assegnato alle varie strutture. Ma, nonostante la graduatoria prevedesse questo ponte come il primo da essere sostituito per la gravità della situazione e per l'utenza, perché collega due regioni e tre province - e quindi per il numero di utenti che lo utilizzano -, nonostante ciò, quel fondo fu assegnato solamente alla manutenzione di altri ponti del bacino del Po. Quindi, nessun ponte nuovo nascerà da quel fondo, che era però nato per fare nuovi ponti. Quindi, io vi chiedo di valutare e di impegnarvi a un rifinanziamento di questo Fondo del comma 891 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2019 e di assegnare ancora una volta priorità a questo ponte di collegamento fra Colorno e Casalmaggiore, proprio perché queste popolazioni, che hanno subito per quasi due anni la chiusura di questo ponte, non possono pensare di avere un altro fra i loro collegamenti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI(FDI). Signor Presidente, colleghi, componenti del Governo, noi, come Fratelli d'Italia, abbiamo presentato una serie di emendamenti, che cercano di dare complessivamente un'immagine diversa - soprattutto una visione - a questa finanziaria che manca. È una finanziaria che, ancora una volta, nonostante la situazione gravissima della nostra economia, sostanzialmente si riduce a essere un insieme di interventi disarticolati, peraltro disarticolati da tantissimi emendamenti proposti e approvati proprio della maggioranza. Certamente, non erano emendamenti di alta economia industriale, piuttosto che emendamenti che potessero rilanciare il mondo del lavoro o che avessero una visione infrastrutturale, che potesse dare un ampio respiro ciclico alla nostra economia, né interventi mirati e capaci di sostenere le aziende, le partite IVA e tutte quelle categorie che sostengono attivamente la crescita del nostro Stato, che sono prostrate dalle misure di riduzione della mobilità sociale e di riduzione dei contatti sociali, che hanno provocato una vera e propria crisi, che in Italia sta diventando anche ciclica.
Per cui noi abbiamo messo in campo una serie di emendamenti, che cercano invece di andare esattamente in una direzione opposta alla vostra. Abbiamo detto più volte ai nostri colleghi quanto questa finanziaria si sia ridotta a una finanziaria di mancette - qualcuno le chiama più volgarmente “marchette” - ma in questa visione specifica disarticolata, che voi avete voluto ancora una volta, soprattutto in un momento così grave, esprimere, Fratelli d'Italia, invece, si inserisce sui grandi temi.
L'ordine del giorno, che io ho predisposto, secondo me, è un tema di carattere generale. Mai come nei momenti di crisi, provocate magari proprio da una pandemia, è necessario rafforzare la struttura delle Forze dell'ordine, che peraltro è stata duramente colpita. Già abbiamo una serie di problemi di carattere strutturale, che questi dieci anni di governi tecnici di larghe intese, egemonizzati dalla sinistra e dal PD - che pure ha perso sempre le elezioni in questi anni - avevano disarticolato l'organizzazione delle Forze dell'ordine. Da una parte, abbiamo un'età media altissima (45 anni) per le nostre Forze dell'ordine e una grande carenza degli organici e, allo stesso tempo, ovviamente, con la pandemia, oltre il 20 per cento tra ammalati, purtroppo a volte anche deceduti - ci sono stati molti deceduti nelle Forze dell'ordine - e moltissimi in quarantena. Quindi, mai come in questa circostanza sarebbe necessario, anche perché abbiamo i fondi. Noi vi abbiamo autorizzato uno scostamento del bilancio, non certamente per rifinanziare il reddito di cittadinanza, piuttosto che l'immigrazione forzata e spinta che state mettendo in campo dall'Africa, ma, invece, per interventi strutturali, tra cui quelli del ripianamento degli organici delle Forze dell'ordine. Peraltro, lo possiamo fare in tempi rapidi, ci sono decine di graduatorie aperte di concorsi, di idonei non vincitori, peraltro moltissimi sono ex militari, quindi hanno superato già più volte i concorsi pubblici e sono stati idonei non vincitori solo perché avete ridotto i posti a concorso. Quindi, in maniera molto intelligente e rapida, possiamo dare una risposta a questi giovani a rimettere in condizioni le Forze dell'ordine di assicurare l'ordine e la sicurezza pubblica in un momento così drammatico come questo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Quando c'è stata la prima ondata del COVID, inizialmente, nelle settimane iniziali, quelle cruciali per la diffusione del virus, avete iniziato a raccontare che non servivano le mascherine. Proprio in quelle settimane si lasciavano senza mascherine medici, infermieri, Forze dell'ordine, salvo poi subito dopo rendersi conto che questa teoria non funzionava: lo stavate dicendo semplicemente perché mancavano le mascherine in Italia. A quel punto, siete corsi ai ripari e avete chiesto alle aziende italiane di riconvertire la propria attività, di convertirsi e trasformare, chi produceva camicie, calzini, magliette, di convertirsi tutti a produrre mascherine, perché c'era un'emergenza nazionale. Avete chiesto all'imprenditoria italiana: “Datevi da fare, lo Stato ha bisogno di voi”. E gli imprenditori hanno risposto: si sono convertiti, hanno speso soldi, hanno cambiato i macchinari, hanno modificato le proprie aziende, confidando nella serietà dello Stato, confidando in uno Stato che poi di questo se ne ricorda. Invece è arrivato luglio 2020, è finita la deroga per gli acquisti dei dispositivi di protezione e avete ri-iniziato a importare dalla Cina: il 90 per cento delle importazioni delle mascherine viene dalla Cina, quelle che arrivano dall'estero, e il 30 per cento di tutte le mascherine che girano in Italia arrivano dalla Cina, senza nessuna tutela per le aziende italiane a quel punto. Prima gli avete chiesto di dare una mano allo Stato e poi lo Stato ha svenduto le aziende italiane per aiutare i cinesi! Attenzione, tramite un bando che è clamorosamente sbagliato, perché a un'azienda italiana che produce mascherine si chiede, oltre che il controllo del prodotto, il controllo della filiera; a un'azienda cinese che porta le mascherine in Italia, si controlla solo la mascherina, creando quindi inevitabilmente una difficoltà maggiore per le aziende italiane, aziende italiane a cui avete chiesto una mano poche settimane prima, perché c'era bisogno di loro e perché eravamo in emergenza. Ovviamente il controllo solo sul prodotto delle mascherine cinesi e non sulla filiera, oltre a portare una concorrenza sleale, porta una carenza di sicurezza pubblica, perché non si sa con quali materiali, con quali criteri e con quale filiera produttiva sono fatte le mascherine cinesi.
Guardate, una nazione governata di buon senso aiuterebbe prima le proprie aziende e poi le aziende straniere. Voi non lo fate; voi le penalizzate le aziende italiane! E, guardate, parlare di tutela delle aziende italiane non è un'ideologica e un po' nostalgica autarchia, si tratta di un semplice principio di convenienza economica: le aziende italiane pagano le tasse in Italia, le aziende italiane fanno lavorare le famiglie italiane, le aziende italiane che fanno lavorare le famiglie italiane poi quello che guadagnano lo rispendono in Italia. Circola l'economia, circola il denaro, sono più soldi per lo Stato. Lo Stato no. E allora perché lo Stato privilegia le aziende cinesi rispetto alle aziende italiane nelle mascherine? Manca il buon senso? Allora, noi avevamo questo dubbio, poi abbiamo letto le inchieste di alcuni giornali, come , e abbiamo scoperto che, mentre le aziende italiane investivano per riconvertirsi, su vostra richiesta, c'era un tal Mario Benotti, che è stato consulente di tre ministri del PD, che prendeva consulenze e commesse milionarie per acquistare le mascherine dalla Cina. E allora, quando noi con questo ordine del giorno chiediamo di privilegiare e di tutelare le aziende italiane rispetto alla concorrenza sleale straniera nella produzione delle mascherine e voi date un parere contrario, perché lo date contrario? Non è che vorreste forse dare l'immagine di chi tradisce le aziende italiane per favorire i propri concorrenti sleali cinesi, magari per far banchettare gli amici del Partito Democratico come sciacalli, mentre ogni giorno chiudono le aziende italiane, muoiono ogni giorno centinaia di italiani? Perché questa è l'immagine che state dando!
E allora guardate che non è un concetto di una destra pericolosa, irresponsabile. Guardate, un ordine del giorno simile - e concludo - è irresponsabile e pericoloso non per gli italiani; siete voi irresponsabili e pericolosi per gli italiani! Questo è un ordine del giorno pericoloso per i banchetti degli sciacalli che vogliono lucrare sulle morti del COVID! E allora, se noi siamo irresponsabili e pericolosi per chi vuole banchettare in questa situazione, ne siamo orgogliosi. Voi dovreste un attimo servire il popolo italiano e pensare meno ai vostri consulenti che si sono arricchiti durante l'emergenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO(LEGA). Vede, Presidente, quando manca poco più di una decina di giorni al 7 gennaio, che rappresenta il giorno in cui le nostre scuole dovrebbero riaprire, la domanda che da genitore, ancor prima che da deputato, mi pongo e rivolgo a quest'Aula, rivolgo a tutte le colleghe e a tutti i colleghi, è la seguente: ma le nostre scuole sono sicure? Lo ripeto per i colleghi più distratti: le nostre scuole sono sicure?
Pongo due volte questo interrogativo vista la grande sicurezza e sicumera del Ministro Azzolina, che ripete come un “mantra” che tutte le scuole dovranno riaprire a tutti i costi il 7 gennaio, sicumera suffragata dai continui salamelecchi del Comitato tecnico scientifico, che è passato dalle invocazioni di chiusura a tutti i costi delle nostre scuole a maggio, quando l'indice Rt era pari a 0,67, alle invocazioni di apertura delle nostre scuole a tutti i costi a dicembre, quando l'indice Rt è stato superiore ad 1. E mi chiedo nuovamente, da genitore prima che da deputato, e pongo questa domanda ai colleghi distratti; soprattutto per suo tramite, Presidente, mi rivolgo a quelli del Movimento 5 Stelle che esprimono il Ministro dell'Istruzione: ma il 7 gennaio le nostre scuole saranno sicure? Saranno diverse rispetto a quelle che negli ultimi due mesi hanno veicolato decine e decine di migliaia di contagi tra i nostri studenti, il nostro personale docente e il nostro personale non docente? Beh, permettetemi di dire che è legittimo avere qualche dubbio, qualche perplessità. Io la sicumera del Ministro Azzolina non ce l'ho, soprattutto sulla vita dei docenti che purtroppo, Presidente - e per suo tramite informo i distratti colleghi della maggioranza - continuano a morire dopo essersi contagiati di COVID; questo giusto per vostra informazione.
Qui tutti noi vorremmo riprendere la didattica nella sua naturale esecuzione, cioè nelle scuole, qui tutti noi abbiamo figli che vorrebbero tornare a scuola; però in sicurezza, Presidente! Non basta dire: “Riapriamo a tutti i costi”. Noi vorremmo sapere cosa è stato fatto affinché ci possa essere una riapertura in sicurezza, e soprattutto cosa possiamo fare.
Nel 2020, Presidente - e vengo al contenuto dell'ordine del giorno più specifico - non si può pensare di fermare il contagio tramite aerosol del virus - tralascio le invenzioni dell'Azzolina “a rotelle” - tenendo le finestre aperte per cinque ore, magari con una temperatura esterna pari a zero gradi. Si spera che nel 2020 la scienza e l'ingegneria e tante altre discipline consentano soluzioni alternative!
Guardate, non voglio fare il fenomeno, mi è bastato vedere una proposta dell'Ordine degli Ingegneri della Lombardia, vedere quello che hanno fatto in Germania. Esistono i sistemi di ventilazione meccanica - sistemi di ventilazione meccanica; è possibile pensare che anche nella nostra nazione si possa adottare cotanta scoperta scientifica?
Questo ordine del giorno, Vice Ministro Misiani, il n. 183, prevede l'opportunità di stanziare delle risorse proprio per garantire le coperture finanziarie al sistema di ventilazione meccanica, che ovviamente non basta per garantire la sicurezza. Noi, come Lega, avevamo proposto sin dal mese di aprile il dimezzamento del numero degli alunni per classe. Avremmo avuto sei mesi di tempo; purtroppo il Ministro Azzolina non ci ha voluto ascoltare. Con i 10 miliardi di euro previsti per le spese di istruzione del e con oltre il miliardo e mezzo previsto da questa manovra di bilancio, chiedo di recuperare la stessa cifra che avete stanziato per i banchi a rotelle - che non sono serviti a nulla - cioè 400 milioni circa di euro, per mettere in sicurezza le nostre scuole. Vi chiedo di approvare come Governo questo ordine del giorno: fatelo per 8 milioni di studenti ed oltre un milione e mezzo di lavoratori della scuola .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). Questo ordine del giorno, il n. 173, vuole porre rimedio all'ennesimo atto discriminatorio che è stato perpetrato nei confronti della Calabria. Non è possibile, signor Presidente, non è accettabile che un impegno già assunto, un impegno già cristallizzato in normativa venga definanziato. Sto parlando dei lavori che riguardano l'ammodernamento e l'ampliamento dell'importante svincolo autostradale di Rosarno, un'opera fondamentale, strategica per le popolazioni che dovrebbe servire, di un'area che avrebbe meritato ben altra attenzione da parte del Governo.
Oggi, invece, scopriamo che quei lavori, che erano stati anche oggetto di un accordo tra Autostrade ed ANAS, non vedranno mai la luce, lasciando così senza quell'opera importante Rosarno, i cittadini e tutti coloro che vivono sulla piana. Vede, Presidente, non è possibile andare avanti con questa indifferente arroganza nei confronti di un territorio che meriterebbe grande attenzione da parte dello Stato: lo dico a lei, Presidente, lo dico ai colleghi della mia regione che sono anche in maggioranza, lo dico al Governo. Tutti noi sappiamo quanto è importante investire in opere strategiche, soprattutto quando le stesse servono per superare problematiche relative alla viabilità e ai collegamenti. Non ci si può rimangiare la parola presa con i cittadini di Rosarno, non si può, signor Presidente; definanziare un'opera così importante. Poi, se a questo aggiungiamo il modo, Vice Ministro Misiani, di come è stato trattato l'argomento Ponte sullo Stretto di Messina, in modo fumoso, come se si stesse parlando del sesso degli angeli, in modo tale da soddisfare delle esigenze di carattere ideologico, in modo tale da trascinare l'argomento, magari fino alla fine del Governo, fino alla fine di questa legislatura; se a questo aggiungiamo il modo ignobile di come potrebbero essere trattate le provvidenze, soprattutto a fondo perduto, contenute nelle possibilità che arriveranno dal per il Mezzogiorno, con una grave sperequazione che è alle porte; se a questo aggiungiamo, anche e soprattutto, quello che può avvenire per una mancanza da parte del Governo di una visione generale su quello che è l'impegno da porre per lo sviluppo delle infrastrutture, allora, signor Presidente, chiedo al Governo, per il suo tramite, a che cosa servono un Ministro e un Ministero del Mezzogiorno, se non riescono a occuparsi di una parte del Paese su cui dovrebbero impegnarsi di più per le sue esigenze . Allora, signor Presidente, questo ordine del giorno, il n. 9/2790--AR/173, è una duplice possibilità per il Governo: da una parte, dà la possibilità di porre rimedio e di rifinanziare questa opera strategica che è lo svincolo autostradale di Rosarno; dall'altra parte, si dà la possibilità a questo Governo, che già ha sbagliato tanto con la Calabria, di dare un messaggio distensivo a quei territori, di dare un messaggio distensivo a quella Calabria che oggi non si sente più parte di questa Italia. Se doveste scegliere altrimenti, di non impegnarvi, vi posso garantire che ci vedremo in corrispondenza delle prossime elezioni regionali a febbraio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.
ELISA TRIPODI(M5S). Grazie, Presidente. Durante le varie illustrazioni degli ordini del giorno, ma anche durante la discussione avvenuta per l'approvazione del “decreto Ristori”, questo Parlamento è intervenuto più volte sottolineando la necessità di prevedere adeguati e immediati ristori per tutte quelle categorie che lavorano in tutti quei territori che vivono di turismo invernale vacanziero. In questo periodo, tutte queste realtà, che sono molte e sono diverse perché stiamo parlando dei maestri di sci, stiamo parlando del settore alberghiero, dei rifugi, dei bar, dei ristoranti, delle guide alpine, degli stagionali, degli impianti di risalita di sci e di altri ancora, tutte queste attività sono state maggiormente colpite dall'emergenza sanitaria, e ad ora è ancora incerto l'avvio della stagione sciistica nei territori alpini e nelle zone degli Appennini. Questo sta causando un enorme danno economico a queste attività e a tutte le microaziende, che sono tantissime, che vivono di montagna e che sono il fulcro, sono il cuore pulsante di questi territori che necessitano di sostegno e di attenzione. Ne ha parlato prima anche la collega Fregolent e ne ha parlato anche la collega Porchietto, e anche lo stesso Governo, durante l'esame del “decreto Ristori”, accolse positivamente diversi ordini del giorno che chiedevano di andare verso questa direzione, tra cui anche un mio ordine del giorno, un ordine del giorno a mia prima firma.
Con questo ordin e del giorno che ho presentato - è il n. 9/2790--AR/342 – aggiungo, invece, un passo ulteriore, cioè quello di prevedere adeguate risorse finanziarie a valere sul , prevedendo, quindi, misure e interventi a favore delle politiche di coesione sociale e territoriale di tutte le aree di montagna. Chiedo al Governo di tener conto delle realtà di montagna, anche e soprattutto all'interno della pianificazione che darà attuazione al programma di . La ripresa e la resilienza del Paese è imprescindibile da questi territori, che rappresentano un valore altissimo in termini di paesaggio, di cultura e di turismo per tutto il Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Viviani. Ne ha facoltà.
Colleghi, chiederei cortesemente il rispetto alle distanze di sicurezza e anche maggior silenzio in Aula. Prego, onorevole Viviani.
LORENZO VIVIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, n. 9/2790--AR/148, vogliamo impegnare il Governo a eliminare una stortura che, purtroppo, è nata nel “DL Agosto”, cioè l'aumento di 5 volte dei canoni demaniali, che ha coinvolto tutti i settori, soprattutto quelli della pesca e dell'acquacoltura. Vedete, se da una parte siamo soddisfatti, almeno parzialmente soddisfatti, perché è stato riformulato e depotenziato - è stato accolto un nostro emendamento in cui si riesce a creare una parvenza di ammortizzatore sociale per il mondo della pesca - e, quindi, andando a strutturare una richiesta che già avevamo presentato come primi firmatari nel progetto di legge sulla pesca, ora, se da una parte abbiamo quel risultato su cui possiamo dirci soddisfatti, anche perché è stato comunque abbracciato da tante forze politiche (ma è un intervento - fatemi dire - di cui speriamo i pescatori non vadano mai a usufruire, perché parliamo di situazioni di emergenza e quindi di momenti in cui non si lavora, di giornate perse che vanno naturalmente a essere ristorate), dall'altra parte, però, per il 2021 abbiamo una tassa certa, cioè l'aumento dei canoni demaniali.
Avevamo la speranza, dato che c'era stato promesso che questo sbaglio, questo comma 4 dell'articolo 100, venisse risolto - anche tanti colleghi della maggioranza comunque avevano abbracciato questa battaglia -, purtroppo il Governo non ha ascoltato questo grido d'allarme; quindi ci troveremo, col 2021 imminente, con una nuova tassa, con il canone quintuplicato. Parliamo, magari, di piccole imbarcazioni da pesca che si troveranno cinque volte la spesa che devono sostenere durante l'anno.
Perché chiediamo veramente un impegno immediato con questo ordine del giorno al Governo? Perché nel primo decreto si deve subito agire, perché i comuni, ragionevolmente, le autorità di sistema portuale, ragionevolmente, dato che è scritto in norma primaria, devono far rispettare questa legge e stanno già mandando lettere a pescatori e acquacoltori, che non possono in questo momento sostenere una spesa ulteriore; essi stanno già aspettando, purtroppo, i soldi, promessi dal Governo in tanti decreti, che non stanno arrivando al settore della pesca, quindi una nuova tassazione. Ciò sarebbe una stortura ulteriore, in quanto creiamo un Fondo, creiamo comunque un ammortizzatore, creiamo dei fondi per sostenere queste imprese (che comunque hanno garantito - continuo a sottolineare - un prodotto fresco e di qualità sulle tavole italiane, che anche durante la pandemia hanno continuato a lavorare, anche se con dei prezzi sicuramente inferiori, anche con delle flessioni di mercato, continuando a portare un prodotto fresco e genuino sulle nostre tavole), gli promettiamo dei soldi per un'emergenza, che però non arrivano; proprio perché i decreti attuativi non arrivano, gli rendiamo invece certa per il 2021 un'ulteriore tassa. Quindi, spero che il Governo possa accettare questo ordine del giorno ma, soprattutto, dato che sappiamo che gli ordini del giorno molte volte vengono disattesi, nel primo provvedimento possibile del 2021 immetta una proroga o, comunque, cancelli questa stortura che è il comma 4 dell'articolo 100, che ha dato questa nuova tassa per pescatori e acquacoltori (ma anche per tanti altri settori, arrivando in un momento in cui i comuni non erano pronti), con tante concessioni frazionate. Pensate che se uno che pagava 300-400 euro di concessione per dieci concessioni, adesso deve pagare cinque volte tanto, quindi veramente in maniera esponenziale! È una stortura che va corretta il prima possibile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA(FDI). Grazie, Presidente. Siamo a illustrare un ennesimo ordine del giorno ma mi consenta, prima di entrare nel merito, appunto, di questo ordine del giorno numero n. 9/2790--AR/87 a prima firma del sottoscritto, di fare una breve riflessione di carattere metodologico sugli ordini del giorno perché, per noi che siamo in quest'Aula, è un linguaggio di facile comprensione ma, dalla gente che ci guarda fuori da questo palazzo, spesso mi è stato chiesto: ma che cos'è un ordine del giorno? Beh l'ordine del giorno, in realtà, era uno strumento diciamo poco utilizzato, fino a qualche tempo fa. Perché? Perché le forze politiche discutevano a fondo di una legge, di un disegno di legge, si confrontavano con gli emendamenti. Da quando invece questo Governo utilizza lo strumento indiscriminato della fiducia su ogni singolo provvedimento legislativo - abbiamo perso il conto, ormai è un un'estrazione al Lotto: 37, 38, 39 fiducie, non sappiamo più neanche quante siano - l'ordine del giorno è l'unico strumento che noi abbiamo a disposizione. L'ordine del giorno che cos'è? È un impegno che noi chiediamo al Governo di assumere dopo l'approvazione di una legge. E allora, che valore ha questo impegno? Ha un valore legislativo? No, ha un valore di parola, è un impegno che le forze politiche che compongono il Governo assumono. Certo, se le forze politiche sono quelle…
PRESIDENTE. Onorevole Caiata, chiedo scusa. Colleghi!
Prego, onorevole Caiata.
SALVATORE CAIATA(FDI). Grazie, Presidente, questa campanella era quasi natalizia.
Allora dicevo, sul valore dell'ordine del giorno, è un impegno di parola. È chiaro che la parola di chi aveva detto, a suo tempo, mai con i 5 Stelle, o il valore della parola di chi aveva detto mai MES, mai TAV, Ilva chiusa, eccetera, eccetera è chiaro che non lascia ben sperare sul valore concreto di questo impegno.
Entrando nel merito, noi abbiamo presentato un ordine del giorno che impegnia il Governo ad implementare l'organico della Polizia penitenziaria. Siamo sempre troppo bravi, noi italiani, a ricordarci degli eroi solamente nel momento in cui vivono un disagio o solamente nel momento in cui si verifica un disastro. Bene, ricordiamo tutti le rivolte nelle carceri e le difficoltà che hanno avuto tutti gli agenti di polizia penitenziaria per fronteggiare queste rivolte. In quel momento abbiamo espresso tutti solidarietà, vicinanza, affetto, l'impegno a dover incrementare e implementare una pianta organica che ormai è sottostimata da troppo tempo. La pianta organica della Polizia penitenziaria ha 41 mila unità; in effetti, manifesta un deficit di almeno 4 mila unità, per quello che sarebbe un impegno minimo, ma in realtà, secondo alcuni studi, manifesta un deficit di almeno altre 10 mila unità e, quindi, richiede ai nostri agenti impegni e sacrifici costanti per mantenere i turni. Ora, è vero che mi sembra che la politica di questo Governo sia più votata a svuotare le carceri che a rinforzare la Polizia penitenziaria, ma è pur sempre vero che dobbiamo dare un impegno di vicinanza a questo settore e a questo reparto. Per cui, chiediamo al Governo di emanare immediatamente i decreti ministeriali per implementare la pianta organica di questo settore grazie
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.
Onorevole Prisco? Eccolo lì. Sì, prego onorevole Prisco, benissimo lì. Perfetto.
EMANUELE PRISCO(FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno pone all'attenzione di questo Parlamento un tema importante, che poi riguarda la vita di persone, di famiglie, che è quello delle cosiddette imprese minori, che detto così sembrano dei soggetti economici auto tutelati ma che, in realtà, sono persone fisiche, società di persone piccole, con fatturati minori, che poi sono negozianti, barbieri, le piccole società agricole, il meccanico che sta vicino a casa nostra, che sono un'ossatura importante del sistema produttivo nazionale e che sono stati quelli più colpiti, più ferocemente colpiti dall'emergenza sanitaria ed economica. Come è noto a quest'Aula, la legge di bilancio 2019 ha modificato il sistema fiscale anche per questo tipo di imprese, non consentendo di coprire le perdite con l'imposta dell'anno in corso. Questo significa che tu puoi non avere incassato, e non avere incassato per colpa e anche in conseguenza dell'emergenza sanitaria e delle chiusure disposte per decreto, ma le tasse le dovrai pagare lo stesso. Potrai semmai compensarle nelle annualità successive. Peccato che nelle annualità successive queste imprese rischiano di non esserci più. È per questa ragione che Fratelli d'Italia prova a portare all'attenzione di questa Camera la necessità di consentire anche a questo tipo di imprese, piccole imprese, persone che stanno nell'attività economica nazionale e che sono l'ossatura, anche di presidio, delle nostre città e sociale, di poter utilizzare la facoltà, se ritengono, ovviamente, di poter compensare le perdite che hanno avuto.
PRESIDENTE. Onorevole Prisco, mi scusi.
Io penso che l'onorevole Prisco abbia il diritto di poter illustrare il suo ordine del giorno .
EMANUELE PRISCO(FDI). Grazie, Presidente, del richiamo. Dicevo che questo Parlamento - non è stato possibile in questo provvedimento, che è stato, per l'ennesima volta, posto alla votazione di questa Camera con la questione di fiducia - possa introdurre in un prossimo provvedimento normativo anche la facoltà per questa parte importante, quasi il 90 per cento, del nostro settore economico nazionale un regime fiscale che consenta anche di considerare le perdite nel regime fiscale del medesimo anno, così da evitare ai piccoli imprenditori, le persone fisiche o le società di persone che fanno impresa e che dovrebbero avere un sistema semplificato e deburocratizzato, di chiudere per dover pagare le tasse. Io credo che queste persone, che poi sono quelle che vivono accanto a noi, non si meritino questa fine. Credo che qualunque provvedimento, come questo che proponiamo, debba essere posto in essere per salvare quello che è il nostro vicino di casa ma anche, e soprattutto, l'ossatura e una parte fondamentale del nostro sistema produttivo nazionale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Vicepresidente Rampelli. Ne ha facoltà.
Pregherei il rispetto delle distanze di sicurezza.
FABIO RAMPELLI(FDI). Ringrazio il Presidente Rosato. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, diciamo che intorno a questa legge di bilancio più volte è aleggiato il fantasma delle questioni epocali che stanno scandendo la riorganizzazione della società e che si affastellano intorno, in particolare, al come fosse un piccolo campo preso d'assalto da migliaia di api che devono fare rifornimento di nettare. La coperta sembra corta e noi abbiamo intravveduto una scarsa capacità dell'attuale Esecutivo di marcare le priorità. Se la coperta è corta, è fondamentale marcare le priorità.
Tra queste priorità, a nostro giudizio, c'è intanto una questione di carattere culturale generale che va trattata e sottolineata in maniera adeguata proprio perché il COVID sta snaturando alcune filiere. Noi abbiamo comunque l'obbligo morale di conservare quella struttura sociale e di relazioni che contraddistingue il nostro modello occidentale, definiamolo così per facilità di comprensione; il COVID, invece, ha accelerato tutti quei meccanismi che paradossalmente mettono in crisi queste nostre capacità relazionali. Nei nostri ordini del giorno ne abbiamo focalizzati diversi, abbiamo ascoltato diversi oratori sottolineare l'importanza di alcuni passaggi: tra questi c'è la necessità di presidiare le nostre piccole e medie imprese, il nostro sistema produttivo diffuso, le nostre partite IVA, i nostri professionisti.
C'è bisogno di investire sulle infrastrutture, c'è bisogno di puntare sulla promozione del , ma soprattutto, proprio a causa degli strumenti che si sono andati modificando, dell'aggressione - chiamiamola così - del digitale, del , dell', abbiamo una crisi che già era pronunciata prima del Coronavirus e oggi è una crisi che prende al collo letteralmente, per esempio, gli esercizi di vicinato, i negozi di strada, il commercio di prossimità. Attraverso il noi dovremo tentare di dare ossigeno a queste realtà per evitare che ci sia una sorta di desertificazione, che non sarebbe soltanto una desertificazione di carattere economico o commerciale; diventerebbe una desertificazione insopportabile di tipo urbanistico, ci sarebbe un accentuato spopolamento dei borghi intorno alle grandi città, e sappiamo che in Italia i piccoli comuni sono oltre 8 mila.
È un patrimonio importante quello che dobbiamo cercare di salvaguardare da questa trasformazione , e quindi uno degli ordini del giorno che noi abbiamo presentato serve esattamente a questo, a chiedere che ci siano investimenti importanti, finanziamenti adeguati, per evitare che le periferie delle grandi città vengano prese d'assalto, vuoto per pieno, dalla criminalità organizzata; per evitare che tante luci, troppe luci, che già si sono spente nelle realtà della periferia e delle province italiane, non abbiano più un modo, risorse, ossigeno per riaccendersi.
E l'ultimo aspetto tra queste priorità che vorrei trattare è quello che riguarda, e concludo, la capitale d'Italia, su cui c'è un ordine del giorno specifico presentato da noi, a prima firma Giorgia Meloni, e serve non tanto a fare battaglie di tipo campanilistico, che lasciano il tempo che trovano, ma soprattutto a fornire una chiave di lettura per i sistemi complessi.
Se Roma Capitale torna a crescere, in buona sostanza avremo uno strumento in più per dare ossigeno all'economia italiana e in modo particolare all'economia del Centro-Sud. Questi alcuni argomenti trattati nella sessione di bilancio; ne ho riassunti in particolare due, corrispondenti a due ordini del giorno.
PRESIDENTE. È così esaurita la fase di illustrazione degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. . Colleghi, lo scorso 17 dicembre si è spento, all'età di 78 anni, dopo una lunga malattia, Enrico Ferri, padre del nostro collega Cosimo Maria, membro di questa Camera nella XI legislatura, componente del Consiglio superiore della magistratura, deputato al Parlamento europeo, Ministro della Repubblica.
Nato a La Spezia il 17 febbraio del 1942, laureato in giurisprudenza, superò, molto giovane, il concorso in magistratura. Nominato nel 1971 pretore a Pontremoli, strinse con questa cittadina un profondissimo legame, che sarebbe durato per tutta la sua vita e che lo avrebbe portato a diventarne sindaco nel 1990, per circa 15 anni.
Le opere infrastrutturali, i restauri da lui voluti e le numerose iniziative da lui promosse - tra cui i convegni del Centro lunigianese di studi giuridici, che hanno visto la presenza delle più importanti figure del mondo scientifico e delle istituzioni - hanno fatto di Pontremoli un importante centro culturale a livello nazionale.
Ministro dei Lavori pubblici nel Governo De Mita, presentò alle Camere e si impegnò per la definitiva approvazione della legge volta a favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici e fu tra i primi a introdurre nel dibattito pubblico il rilevante tema, tuttora di grande attualità, della sicurezza stradale attraverso importanti misure, quali l'anticipazione dell'entrata in vigore dell'obbligo delle cinture di sicurezza e, soprattutto, l'introduzione del limite di velocità in autostrada a 110 chilometri orari.
Eletto alla Camera dei deputati nel 1992, presidente del gruppo del Partito Socialista Democratico Italiano, nel corso della sua intensa attività parlamentare ha dato un fondamentale contributo, anche attraverso la presentazione di un'iniziativa legislativa a sua prima firma, all'elaborazione e alla definitiva approvazione della legge che ha introdotto nel nostro ordinamento l'elezione diretta del sindaco. Si è trattato di un'innovazione che ha provocato forti cambiamenti nella vita politica delle amministrazioni locali e che ha prodotto effetti anche a livello nazionale, generando una nuova consapevolezza del ruolo degli enti locali e dei loro amministratori e divenendo spesso modello per future proposte di riforma istituzionale.
Con la morte di Enrico Ferri scompare un uomo di profonda cultura giuridica, intelligente e brillante, un politico competente, ma soprattutto generoso, che nel corso della sua attività si è sempre prodigato, con passione e convinzione, per la crescita economica e culturale della sua terra e per il bene del Paese e di cui in molti ricordano la grande umanità e altruismo.
Desidero esprimere, anche a nome di tutta l'Assemblea, al nostro collega e ai familiari la più sentita partecipazione al loro dolore. Invito l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio .
Ha chiesto di intervenire il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.
MICHELE ANZALDI(IV). Grazie, Presidente. Il 17 dicembre ci ha lasciato Enrico Ferri, l'ex Ministro dei Lavori pubblici negli anni 1988-1989, magistrato, membro del CSM, sindaco, politico, deputato al Parlamento italiano e a quello europeo, una lunga carriera impegnata e movimentata. Ma verrà ricordato da tanti italiani per avere adottato il limite di velocità di 110 chilometri orari in autostrada; detto così, ai nostri giovani può sembrare una cosa semplice, uno dei tanti provvedimenti che i Governi adottano, ma in realtà la vicenda fu molto più complessa e rappresentò una vera rivoluzione per i costumi dell'epoca.
Erano gli anni in cui vi era la possibilità di correre liberamente in autostrada. Ho avuto occasione di conoscere il Ministro Ferri nel maggio del 1988. A seguito di una direzione della Legambiente, Ermete Realacci e Paolo Gentiloni avanzarono l'idea di fare una campagna per l'introduzione di nuovi limiti di velocità in occasione dell'imminente esodo estivo di agosto; idea bella, ma ambiziosa e di difficile realizzazione per i costumi del Paese e per i tempi. Si decise così di chiedere un appuntamento al Ministro dei Lavori pubblici Ferri.
C'era poco tempo ed erano gli anni in cui i Ministri, soprattutto quelli dei Lavori pubblici, non davano facilmente appuntamenti. Il Ministro Ferri invece ci diede l'appuntamento, se non sbaglio era il mese di giugno. Ricordo come fosse oggi quell'incontro: il Ministro ci ricevette; dinanzi alla nostra idea di imporre il limite di 110 chilometri orari per l'esodo estivo, che sarebbe stato poche settimane dopo, non ci rise in faccia, ma anzi, rimase pensieroso ad ascoltare e ci disse che l'idea gli sembrava sensata, sia dal punto di vista della tutela delle vite umane sia da quello ambientale. All'epoca l'esodo di agosto era ancora un vero esodo: le città si svuotavano completamente, le fabbriche e gli uffici chiudevano, milioni di macchine si mettevano in strada e gli incidenti si moltiplicavano. E così nacque l'introduzione del limite dei 110 chilometri orari in autostrada, nell'agosto 1988.
Ma non fu un percorso facile, e soprattutto non fu semplice farlo divenire legge, e quindi valido non solo per l'esodo dell'estate del 1988, ma per tutti gli anni a seguire. Ferri fu bravo e risoluto, e non guardò in faccia a nessuno, né alla politica né alle grandi aziende automobilistiche. Qualche mese dopo a giunse una lettera del Ministro Ferri sul dibattito sui limiti di velocità, e qui vorrei ricordare la chiusa: “Per affrontare più serenamente e con maggior rispetto la vita ci vuole coraggio. Anche per mantenere una limitazione della velocità, nella quale crede la maggior parte degli italiani, sembra ci voglia coraggio, anche se dovrebbe essere un comportamento politico scontato”. Ecco, il magistrato, Ministro, politico Enrico Ferri non era un uomo dalle scelte scontate .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Presidente, rispetto all'onorevole Enrico Ferri probabilmente ad occhio potrebbero dividermi tante cose: una generazione diversa, storie politiche e culture politiche diverse. Quando Enrico Ferri in quest'Aula rappresentava il Partito socialdemocratico erano gli anni difficili in Italia del 1992, 1993, 1994, gli anni in cui la mia generazione si avvicinava alla destra perché aveva visto i ragazzi del Fronte della Gioventù che facevano fuori da questa stanza i girotondi, il primo girotondo, “Arrendetevi, siete circondati”. Potrebbero sembrare tante le cose che ci dividono. Invece ho avuto la fortuna di conoscere Enrico gli anni in cui ha fatto una politica nel centrodestra, ma soprattutto tramite i figli: non soltanto Camilla o Cosimo, con cui mi divide qui in quest'Aula un emiciclo e poco più, ma ho avuto la fortuna con Jacopo di dividere i banchi in consiglio regionale della Toscana, conoscere una famiglia, quella anche dell'impegno di Filippo, il miglior poliziotto che si sia mai visto a Firenze. Una famiglia impegnata sul territorio, una famiglia capace di rappresentare una politica vera, una politica che oggi è un po' andata via di moda.
Io credo che per noi toscani Ferri non sia il ministro dei 110: Ferri per noi toscani è la Lunigiana: non soltanto nei 14 anni da sindaco di Pontremoli o nei 2 da vicesindaco, ma è la Lunigiana e non soltanto a Pontremoli. È la Lunigiana a prescindere, perché è quella politica fatta di territorio, di chilometri, di rapporti veri, di sudore e di cervello, di scarpe consumate, di ogni famiglia in ogni casa che ha avuto modo di parlarci, di spiegargli le sue difficoltà, i suoi sogni, le sue aspirazioni. Quella politica che può anche cambiare gli schieramenti: in anni di bipolarismo muscolare, una famiglia, la famiglia di Enrico, che riusciva a parlare tranquillamente con qualsiasi amministrazione pensando al bene della Lunigiana. Ebbene, questo è un tipo di politica che ci unisce, una politica con la “P” maiuscola, non fatta di slogan ma fatta di profondità.
E io quindi sono qui a ringraziare Enrico Ferri e a dare la mia vicinanza e solidarietà a tutta la famiglia, non soltanto per l'impegno istituzionale, ma anche per l'esempio, nonostante le profonde diversità delle idee e magari delle storie che ci appartengono, ma per l'esempio di una politica che dobbiamo riuscire a tramandare anche attraverso le generazioni, perché è una politica fatta di territori e cervello .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.
NICOLA PROVENZA(M5S). Presidente, ricordare oggi in quest'Aula Enrico Ferri non significa soltanto ricordare un deputato, un magistrato e un politico che ha ricoperto, come è stato già ricordato, prestigiosi ruoli, come quello di Ministro dei lavori pubblici, di europarlamentare; direi soprattutto di sindaco di Pontremoli, cittadina che peraltro amò tantissimo, nella quale, come i colleghi stanno ricordando adesso, seppe imprimere…
PRESIDENTE. Onorevole Provenza, mi scusi, deve cambiare microfono, perché… Grazie. Mi scusi.
NICOLA PROVENZA(M5S). Dicevo, seppe imprimere una svolta non solo da un punto di vista politico ma anche da un punto di vista culturale.
Però penso che significhi per me, ma anche per noi qui in quest'Aula oggi, onorare la figura di un gentiluomo della politica, che seppe farsi apprezzare; e per questo dobbiamo ricordarlo con stima, con gratitudine, come un uomo perbene, un uomo serio, che però non rinunciò anche alla leggerezza, all'ironia, che forse, come molti ricorderanno, era testimoniata da questo punto di vista dal Paperino che portava all'occhiello della giacca. Ebbe coraggio nella sua azione politica anche di andare controcorrente, come è stato ricordato, rispetto al rilancio della cultura della sicurezza stradale in Italia, ma direi soprattutto lasciandosi ispirare nella sua azione politico-parlamentare della sua vocazione europeista. Questa è l'occasione, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle e mio personale, di rinnovare la nostra vicinanza al collega Cosimo Ferri e a tutta la sua famiglia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO(FI). Presidente, chi era Enrico Ferri? Era una persona perbene, era un magistrato d'altri tempi, serio, rigoroso, mai feroce persecutore di persone, semmai segugio di reati. Un giurista curioso e raffinato, un uomo buono e naturalmente incline ad aiutare il prossimo. Era un politico eclettico e vulcanico: negli anni in cui ebbi il privilegio di frequentarlo, ne ho sempre colto la grande sensibilità e la sua smisurata disponibilità all'ascolto. Oserei dire che l'ascolto dell'altro era la cifra del suo impegno politico: l'ascolto del debole, del diverso; e ascoltava per conoscere, per comprendere, per capire e poi fare sintesi.
Lo ricordiamo tutti come il Ministro dei 110 all'ora: certo, certo, fu anche questo, ma in realtà fu un vero riformista, un vero riformista moderno e liberale. In quei tempi si occupò insieme di sicurezza stradale e di tutele ambientali. Fu intrepido e valoroso, ambientalista moderno ed anche antesignano di quel pragmatismo di Governo da tutti apprezzato. Non finivano mai quelle lunghe ed appassionante discussioni sui temi a lui cari dei diritti civili, alimentati sul piano tecnico-giuridico in quel cenacolo di giuristi che ogni anno riuniva a Pontremoli, creando il Centro lunigianese di studi giuridici.
Collaborai con lui quando mi volle accanto da Ministro dei lavori pubblici del Governo De Mita. Con lui facemmo un tratto di strada politica importante, io segretario nazionale dei Giovani socialdemocratici, e lui prima deputato del PSDI, poi presidente di gruppo, poi segretario nazionale ed infine parlamentare europeo. Dicevo perché non alzava muri, Presidente, non costruiva steccati, non individuava nemici: semmai lavorava in modo indefesso per costruire ponti, condivisioni, mediazioni di ragionevolezza e di equilibrio.
Alla signora Lucia, ai figli Filippo, Cosimo nostro autorevole collega, al nostro Jacopo, a Camilla, le nostre sentite condoglianze ed il “grazie” del gruppo di Forza Italia per quanto questo marito e questo grande papà ha fatto per il nostro Paese, ed anche per quelli che come me erano giovani, erano socialisti, erano riformisti, erano liberali, ma soprattutto eravamo innamorati della politica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA(PD). Grazie, Presidente. Non mi soffermerò sull'impegno istituzionale e professionale che ha avuto Ferri, anche perché è stato rimarcato e sottolineato da lei e dagli interventi che mi hanno preceduto, farò riferimento all'impegno politico che ha avuto, come preminente esponente del Partito Socialista Democratico, nel quale ho mosso, quale giovane militante, i primi passi del mio impegno politico. All'epoca, fui spinto da mio padre, che era socialdemocratico, fin dal dopoguerra, quando, a seguito della scissione di Palazzo Barberini, l'11 gennaio del 1947, nacque, grazie all'impegno di Giuseppe Saragat, il partito del sole nascente; e fu proprio grazie a mio padre che ebbi la fortuna e l'onore di conoscere Enrico Ferri quando era Ministro, ben prima di poter solo immaginare che un giorno il mio impegno politico mi avrebbe portato alla responsabilità di sedere in Parlamento. Ferri è stato un punto di riferimento politico e umano, come lo è stato Michele Di Giesi, per la mia Puglia e per tanti di noi che, giovani in quegli anni, si andavano formando intorno ai valori della socialdemocrazia e al simbolo del sole nascente. Riformismo e giustizia sociale: questi erano i principi cardine dell'ideologia e dell'impegno politico, che avevano, come principale fautore, Giuseppe Saragat. Ebbene, oggi il Partito Democratico incarna quegli stessi valori, di cui Enrico è stato inflessibile difensore, cercando di essere sempre all'altezza delle grandi tradizioni di pensiero che hanno preceduto e ispirato la formazione della nostra comunità politica. Un grazie, dunque, ad Enrico Ferri e un saluto commosso per la sua scomparsa. Esprimo, quindi, tutto il mio cordoglio alla sua famiglia e un abbraccio affettuoso al collega Cosimo, col quale ho avuto la fortuna di condividere un percorso politico, nella convinzione che i buoni insegnamenti di un padre sopravvivono al dolore e alla tristezza per la sua perdita .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lolini. Ne ha facoltà.
MARIO LOLINI(LEGA). Grazie, Presidente, colleghi. A nome della Lega, desidero porgere ai familiari le nostre più sentite condoglianze. Personalmente ho conosciuto l'allora Ministro Ferri, un uomo che ha potuto e che ha dovuto credere nella sua terra, come conterraneo, nella nostra Toscana; ha creduto nella sua terra ed è diventato, oltre a già Ministro ed eurodeputato, sindaco della città di Pontremoli. Qui abbiamo conosciuto i valori di questo uomo, soprattutto il valore di mitezza, il valore di solidarietà e soprattutto la sua generosità. Per questo, siamo qui a ricordarlo tutti insieme, e ricordiamo la figura di una persona perbene .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI(MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Cosimo sa che con suo papà eravamo amici. Enrico Ferri era una persona colta, gentile, ironica, di grande simpatia umana. Ci eravamo incrociati da colleghi una prima volta nel 1992 alla Camera dei deputati e poi amici nel periodo della mia presidenza all'Autocisa, dal 1998 in poi. Lui era il sindaco di Pontremoli, dov'era molto amato e mi volle, tra l'altro, alla vicepresidenza del premio letterario di Pontremoli, per quella frequentazione così forte che lui aveva con il mondo della cultura.
Sono stato, ovviamente, più volte a Pontremoli, dove il sindaco aveva attrezzato un parco giochi, con una sorta di mini viabilità per educare i bambini all'educazione stradale. Mi fa piacere ricordarlo con grande affetto e amicizia, con un gesto parlamentarmente dovuto, che mi riporta indietro ad un vissuto della politica che merita di essere ricordato e di cui Enrico Ferri è stato un esponente importante .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto esprimiamo la nostra vicinanza al collega Cosimo e alla famiglia per la scomparsa di Enrico Ferri. È già stato detto dai colleghi molto; io aggiungerò alcuni aspetti, che spesso sono considerati secondari, e sono quelli del consenso. Ferri entrò in politica relativamente tardi, a 46 anni, nel 1988, diventando Ministro dei Lavori pubblici nel Governo De Mita, in quota al Partito Socialdemocratico; si candidò al Parlamento europeo e lì dimostrò di essere un uomo molto popolare. La battaglia sui 110 chilometri all'ora divise all'epoca il Paese e lui divenne, diciamo, il rappresentante di una parte significativa dell'opinione pubblica e questo è testimoniato dai dati delle preferenze. Lui fu eletto nel Parlamento europeo nelle liste del PSDI nel 1989, nella circoscrizione del Nord-Ovest, con oltre 34.000 preferenze, e riconfermato poi nel 1994, cosa che non è riportata da tutti, quando il Partito Socialdemocratico ottenne soltanto lo 0,7 per cento nella circoscrizione dell'Italia meridionale con 22.000 preferenze. Nel frattempo, era stato eletto deputato e capogruppo del PSDI - come ha ricordato il Presidente Rosato nella sua prolusione -, eletto a Milano nelle liste socialdemocratiche con quasi 12.000 preferenze. Fu poi segretario del PSDI nel 1993-1994 e quindi dovette gestire la fase del declino, della fine, diciamo, del Partito Socialdemocratico come soggetto politico e, in fondo, la divisione che si compì nel 1989 tra le due anime, che convissero nei socialdemocratici dal 1947 fino al 1989; un'anima più a sinistra e quella più legata alla cultura liberale e socialista moderata, che poi confluì - e non a caso lui fece lo stesso percorso - in Forza Italia.
FEDERICO FORNARO(LEU). Chiudo, ricordando il suo impegno da sindaco e, da questo punto di vista, lui non fu un teorico, ma fu un uomo pratico, attento alle cose concrete. Da questo punto di vista, la testimonianza di affetto che Pontremoli ha dimostrato al suo funerale credo che sia la migliore testimonianza di quanto la sua capacità di stare sul territorio e di essere sindaco della sua città ed espressione della Lunigiana gli sia riconosciuto da tutti, indipendentemente dagli orientamenti politici .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2790--A/R: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 e relativa Nota di variazioni.
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno. Prego, sottosegretario Baretta.
PIER PAOLO BARETTA,. Ordini del giorno n. 9/2790--AR/1 Fioramonti e n. 9/2790--AR/2 Rossini: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/2790--AR/3 Sani, parere favorevole con riformulazione, nel senso di premettere all'impegno la clausola: “a valutare l'opportunità”. Ordini del giorno n. 9/2790--AR/4 Pentangelo, n. 9/2790--AR/5 Saccani Jotti, n. 9/2790--AR/6 Porchietto e n. 9/2790--AR/7 Aprile: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790--AR/8 Longo, la seguente riformulazione sostituisce l'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere modifiche in merito alla ripartizione delle nuove assunzioni, anticipandone, quanto prima, la maggior parte di esse”.
PRESIDENTE. Sottosegretario, le chiedo di indossare correttamente la mascherina.
PIER PAOLO BARETTA,. Mi scusi. Ordini del giorno n. 9/2790--AR/9 Bologna e n. 9/2790--AR/10 Zennaro, parere favorevole.
Per l'ordine del giorno n. 9/2790--AR/11 Lapia, si propone la riformulazione: “valutando di prevedere”, invece che valutando l'opportunità; ordine del giorno n. 9/2790--AR/12 De Giorgi favorevole, premettendo “nei limiti dei vincoli di bilancio”; n. 9/2790--AR/13 Giannone favorevole al primo impegno a condizione che si scriva “valutare l'opportunità di istituire” e siano soppresse le seguenti parole “dal valore di 3 milioni di euro per il biennio 2021 e 2022”, parere contrario al secondo impegno; n. 9/2790--AR/14 Colucci invito al ritiro oppure parere contrario; ordine del giorno n. 9/2790--AR/15 Lupi raccomandazione; n. 9/2790--AR/16 De Maria “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/17 De Toma favorevole se si inserisce “a valutare l'opportunità” e si elimina la quarta premessa; n. 9/2790--AR/18 Battilocchio “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/19 Mazzetti “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/20 Fasano premettere “a considerare la possibilità di prevedere”; n. 9/2790--AR/21 Rospi “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/22 Berardini “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/23 Plangger favorevole; n. 9/2790--AR/24 Piera Aiello “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/25 Incerti “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/26 Novelli “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/27 Magi riformulazione: “impegna il Governo a valutare la predisposizione di un piano per la vaccinazione del personale che opera negli istituti penitenziari e dei detenuti, nel quadro della programmazione nazionale”; n. 9/2790--AR/28 Ciampi favorevole; n. 9/2790--AR/29 Tondo riformulazione: “a considerare la possibilità di adottare tutte le iniziative utili per continuare a dare il giusto rilievo” ed eliminare le parole “in tutto l'ampio spettro della risposta alla grave crisi pandemica ed economica a partire dai prossimi interventi di urgenza”, nonché le parole da “nonché a colmare una grave lacuna” fino alla fine; ordine del giorno n. 9/2790--AR/30 Nitti “valutare l'opportunità”, n. 9/2790--AR/31 Lombardo favorevole; n. 9/2790--AR/32 La Marca favorevole; n. 9/2790--AR/33 Quartapelle Procopio favorevole; n. 9/2790--AR/34 Casciello raccomandazione; n. 9/2790--AR/35 Aprea riformulazione: “al fine di promuovere il nelle scuole”; n. 9/2790--AR/36 D'Ettore “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/37 Angiola “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/38 Tasso parere favorevole; n. 9/2790--AR/39 Borghese favorevole se riformulato espungendo le parole da “porre rimedio” fino a “utile”; n. 9/2790--AR/40 Mura favorevole; n. 9/2790--AR/41 Viscomi favorevole premettendo ad ogni impegno “a valutare l'opportunità, nei limiti dei vincoli di bilancio”; n. 9/2790--AR/42 Carla Cantone “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/43 Lacarra “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/44 Ermellino favorevole; n. 9/2790--AR/45 Siani favorevole; n. 9/2790--AR/46 Rizzo Nervo favorevole; n. 9/2790--AR/47 Bordo riformulazione: “impegna il Governo, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili e della dotazione organica esistente, a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/2790--AR/48 Campana favorevole; n. 9/2790--AR/49 Carnevali espungere il periodo da “finalizzare” fino a “bilancio per”; n. 9/2790--AR/50 Frate “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/51 Pini favorevole; n. 9/2790--AR/52 Giacomoni riformulazione, sostituire l'impegno con il seguente: “impegna il Governo a monitorare gli effetti applicativi della disposizione citata in premessa e conseguentemente, ove dovesse essere necessario, a valutare l'opportunità di individuare le risorse destinate a potenziare le nuove forme di incentivazione fiscale del risparmio, in analogia con quanto previsto per i piani individuali di risparmio, al fine di accelerare l'evoluzione della fase emergenziale del Patrimonio Rilancio in base ai principi del ”; n. 9/2790--AR/53 Cannatelli favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere che l'assenza dal lavoro equiparata a ricovero ospedaliero venga esplicitamente esclusa, sia dal settore pubblico che privato, dal computo del periodo di comporto”; n. 9/2790--AR/54 Fitzgerald Nissoli invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790--AR/55 Mulè accolto; n. 9/2790--AR/56 Zangrillo invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790--AR/57 Polverini invito al ritiro o parere contrario, n. 9/2790--AR/58 Ruffino “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/59 Dall'Osso riformulazione: “valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei limiti di competenza”; n. 9/2790--AR/60 Barelli “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/61 Brambilla “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/62 Paolo Russo “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/63 D'Attis “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/64 Siragusa riformulazione: premettere “a valutare l'opportunità di” e sostituire “entro l'anno 2021” con l'inciso “una volta stanziate le necessarie risorse”; n. 9/2790--AR/65 Conte “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/66 Stumpo favorevole, n. 9/2790--AR/67 Muroni “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/68 Pastorino “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/69 Fratoianni invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790--AR/70 Fornaro invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790--AR/71 Torromino riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le misure necessarie e anche di carattere normativo per la realizzazione della strada statale n. 106 Ionica tra Crotone e Catanzaro, valutando la possibilità di procedere alla nomina del presidente della regione Calabria quale commissario straordinario”; n. 9/2790--AR/72 Cannizzaro “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/73 Caon favorevole; n. 9/2790--AR/74 Spena “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/75 Squeri “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/76 Sandra Savino “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/77 Giacometto favorevole; n. 9/2790--AR/78 Anna Lisa Baroni “valutare l'opportunità; n. 9/2790--AR/79 Polidori invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790--AR/80 Baldini “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/81 Nevi “valutare l'opportunità”; n. 9/2790--AR/82 Piccoli Nardelli favorevole; n. 9/2790--AR/83 Gemmato favorevole; n. 9/2790--AR/84 Zucconi invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790--AR/85 Foti inserire “a valutare l'opportunità” prima di ogni punto del dispositivo; n. 9/2790--AR/86 Cirielli invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790--AR/87 Caiata riformulazione: “impegna il Governo a compiere le attività necessarie per il completamento delle attività concernenti la definizione delle piante organiche della Polizia penitenziaria”; n. 9/2790--AR/88 Lollobrigida riformulazione: “valutare l'opportunità di prevedere, in uno dei prossimi provvedimenti sottoposti all'esame del Parlamento, misure in favore dei professionisti e degli iscritti alla gestione speciale AGO, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e con interventi già previsti in favore degli autonomi e dei professionisti”; n. 9/2790--AR/89 Deidda “valutare l'opportunit