PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
STEFANO VACCARI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1744: Riconoscimento del relitto del regio sommergibile "Scirè" quale sacrario militare subacqueo.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Essendosi riunito il Comitato dei nove, chiedo alla relatrice e alla rappresentante del Governo, nel silenzio dell'Aula e nell'attenzione che il momento pretende, di esprimere nuovamente il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1. Onorevole Chiesa.
PAOLA MARIA CHIESAGrazie, Presidente. Il Comitato dei nove si è riunito questa mattina e propone la seguente riformulazione dei tre emendamenti presentati all'articolo 1. Al comma 1 premettere le parole: “Al fine di onorare i marinai italiani che hanno perso la vita in un conflitto mondiale per responsabilità dei regimi nazionalsocialista e fascista”. Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la parola “Scirè” aggiungere le seguenti: “decorato di medaglia d'oro al valor militare”.
Il testo dell'articolo 1, quindi, con la riformulazione dei tre emendamenti, è il seguente: “Al fine di onorare i marinai italiani che hanno perso la vita in un conflitto mondiale per responsabilità dei regimi nazionalsocialista e fascista, il relitto del regio sommergibile “Sciré”, decorato di medaglia d'oro al valor militare, affondato il 10 agosto 1942 nella baia di Haifa nel territorio dello Stato di Israele, è riconosciuto come sacrario militare subacqueo”.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo il parere.
PAOLA FRASSINETTI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Onorevole De Maria, accetta la riformulazione? Sì, bene. Onorevole Pellegrini, accetta la riformulazione?
MARCO PELLEGRINI(M5S). Sì, Presidente. Volevo fare un breve intervento.
PRESIDENTE. Dopo, dopo. Un attimo solo. Onorevole Zanella, accetta la riformulazione? Sì, bene.
Passiamo quindi agli identici emendamenti 1.1 De Maria, 1.100 Pellegrini e 1.101 Zanella, nel testo riformulato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Volevo annunciare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva e, non facendo parte della Commissione, la sottoscrizione da parte del gruppo dell'emendamento.
PRESIDENTE. Dei tre emendamenti, sono tre che diventano uno.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Sì, grazie, Presidente. Noi siamo soddisfatti che si sia giunti a questa riformulazione, che, in sostanza, accoglie il cuore degli emendamenti che sia il MoVimento 5 Stelle sia il PD sia AVS avevano presentato. Questi emendamenti avevano come obiettivo l'inquadramento storico dei fatti che qui tra l'altro si ricordano. Quindi, noi ritenevamo assolutamente necessario questo corretto inquadramento storico, proprio per evitare interpretazioni sbagliate di questa proposta di legge, interpretazioni - magari al di fuori di quest'Aula - di chi vuole riscrivere un pezzo di storia del nostro Paese.
Invece, grazie, ripeto, a questa diversa scrittura della proposta di legge, segnatamente dell'articolo 1, noi crediamo, siamo sicuri, anzi, che questo tentativo è scongiurato. Anche perché con questa proposta di legge non si deve celebrare o ricordare l'ardimento, l'eroismo, le capacità tecnologiche della Marina militare italiana e, in particolare, del sommergibile “Scirè”, perché queste capacità erano già state riconosciute dopo l'affondamento, e infatti fu conferita allo “Scirè” la medaglia d'oro al valor militare.
Quindi, in questo momento, non si deve fare altro che ricordare le vittime di quella sciagurata guerra di aggressione che l'Italia fece a Francia, Inghilterra, Stati Uniti e altri Paesi. È questo il cuore della riformulazione che le opposizioni avevano richiesto, è stata accolta anche dalla maggioranza. Noi ne siamo soddisfatti, e quindi voteremo a favore .
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole De Maria, onorevole Giachetti, non per un problema di estetica, ma anche dal punto di vista politico, intende sottoscrivere tutti e tre gli emendamenti 1.1 De Maria, 1.100 Pellegrini, 1.101 Zanella?
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Presidente, vorrei sottoscrivere quello del Comitato dei nove, che di fatto riforma tutti e tre gli emendamenti.
PRESIDENTE. Quindi tutti e tre.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). C'è una riformulazione, ovviamente tutti e tre. È la riformulazione del Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Va bene.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io sono soddisfatto del punto che abbiamo raggiunto nel Comitato dei nove, perché corrisponde al tema che avevo posto ieri, insieme ad altri colleghi dei gruppi di opposizione, e cioè la necessità di essere chiari sul contesto storico in cui quei militari italiani persero la vita, che era appunto quello di una guerra di aggressione, scatenata dal regime nazista, a cui si è unita l'Italia fascista.
Per noi questo punto era molto importante perché una cosa è ricordare doverosamente quei militari caduti - peraltro ricordo che fra i militari che sono caduti nel sommergibile “Scirè” una parte maggiore ha già trovato l'ultima dimora nel sacrario militare di Bari, quindi si tratta di rendere omaggio alle ultime 16 salme che invece sono rimaste nel sommergibile “Scirè”, che non sono recuperabili -, altra cosa è esaltare, in qualche maniera, la partecipazione italiana a una guerra sbagliata accanto ai nazisti contro quegli alleati che poi liberarono l'Italia insieme ai partigiani e al nuovo esercito italiano.
Quindi, per noi era assolutamente necessario fare questa chiarezza e vincolammo, se vi ricordate, a questa chiarezza il voto sul provvedimento. In questo modo chiarezza si fa, e quindi voteremo a favore dell'emendamento e anche del provvedimento .
PRESIDENTE. Nel dare notizie che il gruppo Azione-Renew Europe sottoscrive gli emendamenti, do la parola all'onorevole Zanella. Prego.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Anch'io dichiaro la soddisfazione per avere raggiunto questa mediazione e anche perché potremo dire che oggi è chiara la condivisione della memoria storica di un periodo rispetto al quale ci sono e ci saranno sempre differenti letture. Ecco, un oggi si è aggiunto. Nel mio intervento in dichiarazione di voto spiegherò meglio le nostre motivazioni. Volevo sottolineare, però, che, rispetto ai sommergibili, ai battelli marini di quell'epoca, noi oggi onoriamo i caduti dello “Scirè” e spiegheremo anche perché.
Lo ha ben spiegato d'altronde la relatrice nella sua prefazione, nella sua illustrazione. Però ricordo che la Marina militare all'epoca si avvantaggiava di ben 115 sommergibili, e alla fine del 1943, prima cioè dell'armistizio, i battelli erano arrivati a essere 185. Di questi, la maggior parte furono inabissati, non tornarono ai loro porti, quindi ci furono moltissimi morti. Credo che dovremmo onorare la memoria anche di tutti gli altri caduti.
Fossi stata io, avrei presentato un progetto di legge differente. Tuttavia, annuncio il mio voto favorevole anche rispetto a quello presentato dalla collega, che ringrazio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Presidente, per sottoscrivere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI(PD-IDP). Grazie, Presidente, per avermi concesso la parola. Era solo per affermare la soddisfazione che il Parlamento abbia trovato un punto di equilibrio. Ieri, il collega Pellicini ha fatto riferimento alla figura di Luigi Durand de la Penne, deputato per 5 legislature, prima con la DC e poi con il Partito Liberale, Sottosegretario alla Marina mercantile nel II Governo Andreotti. Va ricordato, per evitare che si facciano sfregi inutili e gratuiti alla storia, che Durand de la Penne, dopo l'8 settembre 1943, partecipò attivamente alla guerra di liberazione nel Gruppo Mezzi d'Assalto contro la Repubblica di Salò e gli invasori tedeschi del regime nazista, a conferma del giudizio severo e negativo che molti militari leali al nostro Paese diedero, con le loro scelte, di quella guerra, ponendo così le basi per la rinascita dell'Italia .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 De Maria, 1.100 Pellegrini e 1.101 Zanella, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà. Colleghi, silenzio, per favore. Prego, onorevole.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente, anche per la raccomandazione. Presidente, colleghi, siamo oggi chiamati a discutere della possibilità di rendere sacrario militare i resti del sommergibile “Scirè”, a più di 80 anni di distanza dall'inabissamento. Però, molti lati della vicenda - come abbiamo visto anche nella discussione che ha riguardato gli emendamenti - risultano oscuri. Diverse sono le ricostruzioni dell'affondamento, ma molte circostanze utili a ricostruire la vicenda restano senza risposta. Lo “Scirè”, impostato il 30 gennaio 1937 nel cantiere Muggiano di La Spezia e varato il 6 gennaio dell'anno successivo, non fu solo un mezzo bellico, ma un vero e proprio palcoscenico su cui si consumarono imprese che ebbero - a ben vedere - la ribalta anche grazie alla propaganda del Ministero della Cultura popolare.
Sotto il comando di uomini come Junio Valerio Borghese e Bruno Zelik, ultimo comandante, l'imbarcazione divenne protagonista di azioni eroiche per l'artefatto immaginario collettivo, che lo portarono a essere decorato con la medaglia d'oro al valor militare. L'ultima impresa - fatale - fu quella che lo condusse all'affondamento, a poca distanza dal porto di Haifa, alle 10,30 del 10 agosto 1942. Scoperto dalla corvetta inglese , fu bombardato con bombe di profondità, che lo costrinsero a emergere. Sotto il tiro dei cannoni del reggimento costiero anglo-palestinese, si inabissò a 33 metri, alla distanza di 5 miglia dalla costa e perirono, con il sottomarino, 60 persone.
Eppure, non è tutto oro quello che luccica: se, per una faccia della medaglia, lo “Scirè” è simbolo indubbio di coraggio indomito, dall'altro lato, il legame del sommergibile con la Xa MAS, un'unità speciale della Marina italiana, alimenta dibattiti sulla legittimità delle azioni condotte, minimizzando gli aspetti più tragici di questa vicenda. Il relitto dello “Scirè” è un simbolo: un simbolo certamente discusso e che, come tale, dovrebbe essere visto e interpretato. È sì, la tomba - e non c'è dubbio - di uomini caduti nell'adempimento del loro dovere, ma è anche un monumento alla storia e un testimone muto di un'epoca che non dovrà più tornare. Riconoscere il relitto dello “Scirè” come sacrario militare significa certo onorare la memoria dei caduti, ma, per quel che ci riguarda, deve anche significare la necessità di preservarne la memoria storica, la necessità di educare le future generazioni e di promuovere lo studio della storia di pagine buie del nostro Paese. Sia chiaro: noi siamo assolutamente d'accordo sul fatto di onorare la memoria dei caduti - di quei caduti mossi dalla convinzione di agire nell'interesse e in difesa della propria Patria - e di quegli uomini che, forse (almeno lo vogliamo pensare), scelsero di obbedire agli ordini, anche se non li condividevano; tuttavia, bisogna anche essere realisti ed è necessario preservare la memoria storica e non permettere che quanto accaduto si perda nella sola retorica delle pagine buie. Il ventennio non deve essere negato e, con esso, tutto ciò che ha comportato, compreso l'affondamento dello “Scirè”, ma deve essere ricordato per essere preso come esempio da non ripetere. Il riconoscimento a sacrario, mosso sotto la stella giusta, è certamente uno strumento utile per l'educazione delle future generazioni. Lo “Scirè” è sicuramente patrimonio dei nostri nonni, patrimonio nostro e delle future generazioni; è sicuramente patrimonio della Nazione e della sua ingegneria, nonché dell'audacia di chi è caduto credendo, erroneamente, di combattere per idee figlie di un contesto storico e politico che, forse, essi stessi ignoravano.
Mi lasci concludere ringraziando il collega Fornaro, che ieri ha chiesto l'accantonamento degli emendamenti presentati e, ovviamente, anche il collega Foti, che ha accettato l'accantonamento e che ha consentito, a conclusione di questo dibattito, di poter portare anche noi e, penso, anche gli altri gruppi - che chiaramente erano a favore del sacrario, ma volevano che fosse rimarcato il contesto storico nel quale sono avvenuti determinati eventi - a contribuire, una volta tanto, a raggiungere un obiettivo, votando tutti unitariamente su una proposta del genere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, in questi giorni, il dibattito parlamentare della proposta di riconoscimento del relitto del regio sommergibile “Scirè” quale sacrario militare subacqueo, ha consentito a tutti noi, deputati della Repubblica, di ripercorrere e - a questo punto - anche di confrontarci in maniera costruttiva su alcune pagine importanti della storia del nostro Paese. È stato un esercizio di memoria che dovrebbe essere compiuto più spesso, affinché lo spirito degli uomini che hanno scritto con il loro sacrificio questa storia possa essere tramandato alle future generazioni. D'altronde, Presidente, la storia è fatta di eventi, di svolte, di idee e di strategie, ma è anche fatta di fatalità e, se ci facciamo caso, la maggior parte di esse viene richiamata alla memoria da un simbolo: può essere una data, può essere un personaggio, può essere un luogo. La memoria di una Nazione ha bisogno anche di luoghi, di riti e di oggetti: servono a testimoniare i sacrifici e gli atti che hanno segnato la storia. Non ripercorrerò le imprese dello “Scirè”: basti ricordare che sono talmente straordinarie da essere tuttora oggetto di studio nelle accademie militari.
Vorrei, tuttavia, soffermarmi su due aspetti. Sicuramente il primo è attualissimo ed è quello dell'eccezionale modernità tecnologica. Questo è un tema, colleghi, particolarmente attuale e sensibile nella fase di profonda trasformazione dovuta all'introduzione, purtroppo, di nuove tecnologie dirompenti, anche e soprattutto in campo militare. Con l'intelligenza artificiale e l'espansione della dimensione digitale della vita sociale e produttiva stanno emergendo nuove minacce e anche nuovi strumenti di sicurezza. La è diventata uno dei fronti più importanti su cui una difesa moderna deve essere impegnata e ricordare oggi che nella prima metà del Novecento l'Italia era capace di realizzare un gioiello di tecnologia come lo “Scirè” deve essere da sprone per investire sempre di più nella capacità di generare innovazione, innovazione sana, di svilupparla e di applicarla. La sovranità tecnologica, almeno a livello europeo, deve essere un obiettivo centrale delle politiche industriali dell'Unione.
Un secondo passaggio vorrei, però, dedicarlo oggi al luogo del suo affondamento, dove risiederà, appunto, il sacrario, se quest'Assemblea deciderà, come credo, di approvare la proposta. Il 10 agosto 1942 il regio sommergibile “Scirè”, battello di appoggio dei reparti d'assalto della Regia Marina italiana, durante una missione di attacco al porto di Haifa, nell'allora Palestina britannica e oggi Stato di Israele, venne affondato a poche miglia dall'imboccatura del porto. Oggi questi stessi luoghi rischiano di trasformarsi nuovamente in una polveriera; non sono luoghi lontani, Presidente, e il Medio Oriente non è qualcosa che non ci riguarda, perché lì c'è parte della nostra storia; ma ci deve anche essere un futuro per i popoli che vi risiedono. Allora consentitemi di stravolgere, in parte, il senso di questo voto, perché un sacrario militare non serve solo a congelare il passato, a osannare gesti e successi, battaglie vinte, sacrifici, atti eroici e sconfitte; un sacrario militare dovrebbe anche essere un monito per tutti noi e per tutte noi. Viviamo una strana fase storica, in cui i carri armati sono tornati a solcare il cuore dell'Europa; un esempio di guerra tradizionale di trincea, qualcosa che ritenevamo totalmente superato in tempi di guerra ibrida. Allo stesso tempo, resta presente la minaccia del terrorismo internazionale di matrice fondamentalista ed emergono anche sempre più i rischi di attacchi .
Poi la nuova frontiera, in attesa, forse inimmaginabile per molti, di una guerra invisibile, che può colpire anche attraverso i dispositivi obsoleti e utilizzati proprio perché ritenuti sicuri per la loro obsolescenza, per il non essere connessi al digitale, come cercapersone e che si trasformano in esplosivi controllati a distanza. Si superano così anche i confini della guerra ibrida, trovandoci dinanzi a tre livelli di conflitti, tutti attivi a poca distanza dai nostri confini. Un sacrario militare dovrebbe essere un punto di non ritorno, perché non ci deve essere necessariamente la guerra per avere la pace. Vorrei che il sacrario militare dello “Scirè” diventasse un simbolo del mai più. Lo dico perché è facile citare azioni di guerra e parlare di successi, sapendo che vogliono dire morti di soldati, o di sconfitte, sapendo di aver così mandato a morire dei ragazzi italiani quando sono confinati nel passato, quando fanno parte di una storia che ormai si è raffreddata nella carta dei libri. È molto più complesso, invece, parlare di guerra e di luoghi che oggi sono nuovamente teatro di conflitti efferati, di morti e feriti, civili, bambini e donne.
Non ho l'ingenuità di pensare che il riconoscimento del sacrario militare subacqueo dello “Scirè” possa fermare le ostilità nel Medio Oriente, ma con i simboli e la memoria, Presidente, non si ricorda solo il passato, ma si può anche scrivere il futuro. È per questo, Presidente, che annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Come già ho cercato sinteticamente di rappresentare nel mio breve intervento sull'articolo che abbiamo poi votato insieme, che abbiamo modificato convergendo su un emendamento, io credo che ricordare lo “Scirè” e il suo affondamento debba essere fatto all'interno del contesto più ampio delle tante morti di giovani militari, di giovani marinai che persero, appunto, la propria vita, sacrificarono la propria esistenza nell'affondamento dei sommergibili che attraversarono, di fatto, le acque non solo del Mediterraneo, ma anche dell'Atlantico e di altri mari. Si tratta di migliaia di marinai, si tratta di decine e decine di sommergibili.
Mi sono chiesta, quando ho iniziato l'esame della proposta di legge sull'istituzione di questo nuovo sacrario, perché fosse stato scelto lo “Scirè” e ho cominciato anche ad approfondire lo studio della storia che riguarda questo simbolo - tra l'altro, la documentazione è veramente enorme - che, evidentemente, per la proponente e i firmatari della proposta di legge è particolarmente denso e significativo.
Allora, come già abbiamo detto, nell'affondamento dello “Scirè” perirono il comandante Zelik, altri 6 ufficiali, 15 sottoufficiali, 2 sottocapi e 3 marinai incursori della Xa MAS. Il sommergibile “Scirè” aveva svolto ben 14 missioni, percorso 14.375 miglia in superficie e 1.590 in immersione. Il battello - leggo nei documenti della Marina - è senza dubbio il battello maggiormente legato ai successi degli incursori della Xa Flottiglia MAS nel Secondo conflitto mondiale. Come altri sommergibili realizzati dalla Regia Marina negli anni 1937 e 1938, il nome “Scirè” viene attribuito in ricordo delle battaglie in Etiopia, in questo caso della battaglia dello Scirè, i cui drammatici effetti furono ben narrati dall'ufficiale medico Manlio La Sorsa nel suo diario, dove descrive l'aggressione dell'Italia fascista e i massacri compiuti in nome della presunta superiorità razziale e della italica missione civilizzatrice. Ovviamente, in questa PdL di questa terribile relazione con una delle pagine più vergognose della nostra storia non c'è traccia.
Nell'estate del 1940, lo “Scirè”, sotto la supervisione del comandante Junio Valerio Borghese, fu interessato da lavori di trasformazione per migliorarne le caratteristiche mimetiche. Sotto il comando di Borghese lo “Scirè” effettuò 5 missioni, 4 contro Gibilterra. Ma ciò che rese immortale il nome “Scirè” fu quella legata all'impresa di Alessandria d'Egitto, dove furono messe fuori combattimento due navi inglesi e danneggiate altre due.
Secondo le testimonianze dell'ammiraglio Virgilio Spigai nel suo libro , i mezzi d'assalto della Marina italiana hanno subito perdite percentuali elevatissime.
Cito le sue parole: “Hanno inflitto duri colpi al nemico in momenti particolarmente critici della situazione navale nel Mediterraneo, ma non hanno ucciso praticamente nessuno”. Questa mi sembra una nota importante. Il comandante Borghese, promosso capitano di fregata, assunse il comando della Xª Flottiglia MAS e il comando dello “Scirè”, a quel punto, fu assunto da Bruno Zelik che perì nel suo affondamento.
Il 10 agosto radio Rodi perse il contatto con il battello diretto verso il porto di Haifa, Palestina inglese all'epoca, per un attacco al porto stesso e all'importante petrolifero; ma venne intercettato, nonostante la grande tecnologia che fu applicata a questa imbarcazione, dalla difesa inglese e affondato.
Noi, Presidente, ci inchiniamo di fronte alla morte prematura, inutile, ingiusta dei 60 giovani periti in quella circostanza drammatica, ma non è isolando questo terribile evento dal contesto in cui si è svolto e avvenuto che rendiamo giustizia al loro sacrificio, al sacrificio di tutti e tutte coloro che persero la vita nel corso della guerra.
Noi restituiamo verità storica, non onoriamo soltanto la memoria. Anzi, non la onoriamo affatto se rimuoviamo come l'Italia entrò in quel conflitto, il periodo precedente in cui si radicano le premesse della Seconda guerra mondiale, con l'enorme carico di sofferenze e di distruzione connesse, gli stermini di massa, i 6 milioni di ebrei morti nell'Olocausto e il carico di sofferenze che si prolungarono per anni, anni e anni, e quanto accadde dopo, con la lotta della Resistenza e la liberazione dal nazifascismo.
Per questo è indispensabile - come abbiamo fatto approvando unanimemente la proposta di legge, a prima firma Mule', sull'istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi - cercare, come dicevo prima, di condividere l'essenziale almeno della storia. Io credo che oggi uno sforzo in questa direzione l'abbiamo compiuto.
Dobbiamo tenere, cioè, il contesto storico insieme, perché vanno collocate anche le nostre singole iniziative legislative, simbolicamente rilevanti, senza rimuovere la storia comune. Presidente, io credo che dobbiamo anche ricordare, proprio come ha fatto prima la collega Semenzato citando la situazione bellica attuale sia in Ucraina che nel Medio Oriente - e chiudo, Presidente - che la Seconda guerra mondiale, per la prima volta nella storia, coinvolse di più la popolazione civile, fu obiettivo di guerra.
Dobbiamo anche ricordare il sacrificio di tante donne, a cominciare da quelle russe che andarono in guerra in migliaia - giovani, giovanette di 18 anni appena diplomate - il sacrificio delle nostre madri, delle nostre nonne, di mio padre, di mio nonno, dei miei zii. Ecco, noi dobbiamo ricordare tutto questo per avere il coraggio di guardare in faccia il cuore di tenebra di quell'epoca e il cuore di tenebra che ancora esiste nella nostra civiltà europea .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Siamo qui per votare per il riconoscimento del relitto del regio sommergibile “Scirè” quale sacrario militare subacqueo. Votiamo, dunque, per conferire il riconoscimento, quest'omaggio doveroso. Lo “Scirè” è ricordato per l'affondamento delle corazzate inglesi “Valiant” e “Queen Elizabeth” e ricordato, poi, per la famosa azione di Alessandria. Nel tentativo di riparare nel porto di Haifa, la mattina del 10 agosto 1942, venne scoperto da una corvetta inglese che ne provocò l'affondamento. I componenti, l'equipaggio scomparvero, poi il mare ha restituito alcuni corpi.
Presidente, oggi scriviamo, credo, una bella pagina. Anzi, non scriviamo una bella pagina, ne scriviamo due. Infatti, oltre a questo riconoscimento doveroso, significativo e molto edificante per un Paese che rivive la propria storia e tramanda ai posteri i momenti importanti della propria storia, scriviamo un'altra bella pagina perché lo facciamo all'unanimità. È importante, credo sia veramente un bel segnale.
Ieri ho temuto molto che entrassimo in uno stucchevole e ripetitivo dibattito, con toni sempre antipatici, per usare un eufemismo, e proiettati all'indietro. Invece, questa volta ne usciamo bene tutti. Importante l'omaggio, il riconoscimento necessario; necessario nella chiarezza delle circostanze e del contesto storico. Credo che abbiamo trovato una bella sintesi, perché c'è stato uno sforzo unanime. Il sommergibile “Scirè” e tutto ciò che rappresenta non meritavano divisioni.
Rendiamo, dunque, un doveroso omaggio a chi, nell'adempimento del dovere e nell'obbedienza, ha servito il Paese, e lo facciamo nella chiarezza della storia.
Presidente, proviamo a trasferire alle giovani generazioni certezze storiche, ma nella serenità, nel ricordo, nell'unità. Così non ci perderemo in divisivi battibecchi e guarderemo il futuro dei nostri figli con più fiducia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi, oggi siamo chiamati a discutere e votare un provvedimento che racchiude in sé una grande importanza storica e simbolica per il nostro Paese: il riconoscimento del relitto del regio sommergibile “Scirè” quale sacrario militare subacqueo.
Si tratta di un'iniziativa che va oltre l'aspetto formale e che ci invita a riflettere profondamente sul significato del sacrificio, della memoria e della nostra identità nazionale. Lo “Scirè” non è soltanto un relitto affondato nelle profondità del Mediterraneo, è un simbolo, un testimone silente di uno dei momenti più bui della nostra storia: la Seconda guerra mondiale.
Il suo equipaggio è composto di uomini straordinari e mi consentirete una digressione personale, ma ci tengo moltissimo. Ho avuto l'onore, la fortuna, il privilegio di conoscerne uno molto profondamente, l'onorevole ammiraglio Luigi Durand de la Penne. Quindi, mi fa particolarmente piacere, a nome di Forza Italia, fare questo intervento. È un qualcosa che gli devo, anche per quello che mi ha insegnato in anni di collaborazione reciproca. Il suo equipaggio, composto da uomini straordinari, affrontò con coraggio e dedizione missioni pericolose. Si tratta di uomini che scelsero di servire la patria con onore, fino all'ultimo respiro, in uno scontro impari con forze avverse. L'ultimo viaggio dello “Scirè” si concluse tragicamente, al largo delle coste di Haifa, ma la memoria del loro sacrificio resta viva nei cuori di tutti noi.
Riconoscere questo relitto come sacrario militare subacqueo non è soltanto un gesto simbolico, ma un atto di giustizia e di rispetto verso chi ha dato la vita per difendere il nostro Paese e i suoi ideali.
Io ringrazio, ovviamente, tutti coloro i quali hanno contribuito a trovare una soluzione unitaria, a cominciare dalla relatrice, che si è ovviamente impegnata moltissimo in quello che era veramente un fatto importante, che il nostro Parlamento unito prendesse un provvedimento così delicato e importante. Quindi, grazie a tutti, ma soprattutto alla relatrice, evidentemente.
Dunque, quei 46 marinai che persero la vita a bordo dello “Scirè” non sono semplici nomi in un libro di storia, sono eroi, custodi di una eredità morale, che ci ricorda quanto il nostro presente sia frutto dei sacrifici del passato. Rendere lo “Scirè” un sacrario significa cristallizzare, nel tempo, il ricordo di quei valorosi marinai, trasformando il relitto in un luogo sacro e inviolabile, dove il mare custodisce i loro corpi e le loro tragiche storie; significa anche tutelare un patrimonio storico che appartiene non solo alla nostra Marina militare, ma anche all'intera Nazione. In un'epoca in cui la storia rischia di essere dimenticata o trascurata, questo riconoscimento diventa un segno tangibile della nostra volontà di preservare e onorare il passato, affinché le future generazioni possano comprendere e apprezzare il valore della memoria.
In particolare, lo “Scirè” rappresenta un pezzo fondamentale della storia della nostra Marina militare, sì, un pezzo fondamentale della storia della nostra Marina militare, essendo stato protagonista di azioni militari memorabili. Il riconoscimento del relitto come sacrario militare subacqueo ha anche un valore educativo. Attraverso il ricordo di queste gesta, possiamo trasmettere alle giovani generazioni il senso del dovere, del sacrificio, del patriottismo che animavano quei marinai. Non si tratta solo di celebrare un passato glorioso, ma di trarre insegnamenti che possono guidare il nostro futuro. In questo senso, il mare stesso diventa un monumento, un santuario sommerso, che ci parla di vite spezzate troppo presto, ma vissute con l'onore e la dedizione che la Patria richiedeva. Il Mediterraneo, che per secoli è stato crocevia di culture, battaglie e incontri, diviene in questo caso custode della memoria di un atto eroico, un luogo sacro, dove il tempo si ferma e il sacrificio umano trova il suo massimo riconoscimento.
Il nostro voto favorevole, il voto favorevole di Forza Italia a questo provvedimento è, dunque, un atto doveroso, che non solo rende giustizia ai caduti dello “Scirè”, ma riafferma l'importanza della memoria storica come fondamento dell'identità nazionale. Credo che in questo provvedimento abbiamo rispettato totalmente la memoria storica, e anche questo è un fatto di particolare rilievo.
In un'epoca caratterizzata da cambiamenti rapidi e talvolta disorientanti, è essenziale riscoprire e mantenere vivo il legame con il nostro passato, con i valori che hanno forgiato la nostra Nazione e con i sacrifici che ci hanno permesso di vivere in un'Italia libera e democratica.
Per concludere, ritengo che il riconoscimento del relitto dello “Scirè” come sacrario militare subacqueo sia un segno tangibile del nostro rispetto per chi ha servito la Patria con onore e coraggio; è un riconoscimento verso coloro che, senza alcuna esitazione, hanno messo il bene collettivo davanti alla propria vita. Per questi motivi, annuncio con convinzione e anche con orgoglio, evidentemente, il voto favorevole del gruppo politico di Forza Italia a questo importante e doveroso provvedimento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente. Sin dall'inizio dell'esame di questa proposta di legge, quindi sia in Commissione difesa, sia nel Comitato dei nove, sia in quest'Aula in sede di discussione generale, avevamo sottolineato come questa proposta di legge avrebbe potuto essere votata anche dal MoVimento 5 Stelle solo se si fosse modificato l'articolo 1, e cioè se fosse stato chiarito il contesto storico nel quale i fatti si sono si sono svolti e, quindi, che la tragedia dell'affondamento sommergibile “Scirè” accadde appunto in quegli anni. L'avevamo detto sin dall'inizio, diciamo, avevamo esortato i proponenti, la prima firmataria nel fare queste modifiche e, quindi, nell'accettare gli emendamenti che le opposizioni avevano presentato (MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e AVS). In una prima fase, ci era era stato opposto un diniego; personalmente, mi era stato anche detto che dovevo studiare meglio, dovevo approfondire meglio la storia; io credo che il risultato della riformulazione attesti che la storia che io citavo, in Commissione e anche in quest'Aula, è la storia che è condivisa nella nostra Repubblica, è il rifiuto e il ripudio della guerra, è il rifiuto dell'esaltazione della guerra, che è alla base della nostra Costituzione, alla base, quindi, dei nostri principi costituzionali.
Quindi, noi siamo moderatamente soddisfatti della riformulazione; ovviamente, io personalmente preferivo il testo dell'emendamento che avevo proposto, che recitava: “Al fine di onorare i militari italiani che persero la vita nell'affondamento del sommergibile Scirè, rendendo loro omaggio quali vittime della guerra scatenata dal regime fascista e dalla monarchia che trascinarono l'intera comunità nazionale in un conflitto mondiale di aggressione al fianco della Germania nazista”. La riformulazione, che oggi ha proposto il Comitato dei nove, sostanzialmente prende il cuore di questa proposta emendativa e, per questo motivo, noi l'abbiamo accettata e l'abbiamo votata e, quindi, l'articolo 1 di questa legge è stato modificato nel senso che noi auspicavamo.
Quindi, in questo modo, a nostro giudizio abbiamo scongiurato qualsiasi tentativo di riscrittura della storia, ma anche qualsiasi tentativo di esaltazione dell'ardimento, dell'eroismo, della capacità tecnologica della Marina militare italiana di allora, che sarebbe fine a se stessa, se non pericolosa, se non fosse stata accompagnata - come poi, in effetti, accade grazie alla nostra riformulazione - da una precisa indicazione di responsabilità: quei sommergibilisti, che sono morti in quella tragedia, sono vittime esattamente della follia della guerra di aggressione fascista, sono figli di quella ideologia suprematista che credeva che la cosiddetta razza ariana fosse superiore alle altre razze e, quindi, avesse il diritto di muovere guerra alle altre Nazioni, alle altre razze per sottometterle, per purificare il mondo. Anche tanti intellettuali di quel periodo, del ventennio fascista, usavano queste espressioni.
Allora, noi abbiamo ritenuto fondamentale affermare questo principio, questi princìpi e quindi la responsabilità del regime fascista. In questo modo, siamo, allora assolutamente disponibili a ricordare il sacrificio obbligato, perché erano militari, quindi faceva parte del loro dovere essere impiegati nelle unità a cui appartenevano e pertanto noi ricordiamo volentieri il sacrificio di quei sommergibilisti. Però, Presidente, mi consenta anche di approfittare di questa occasione per ricordare tutte le vittime civili e militari della Seconda guerra mondiale, tutte, milioni e milioni che sono morte a causa della follia di cui parlavo prima .
Penso sia, forse, anche il caso di ricordare altre tragedie che hanno interessato la Marina italiana, per esempio l'affondamento del cacciatorpediniere “Antonio da Noli” - tra l'altro, proprio nei giorni seguenti, nelle ore seguenti l'armistizio dell'8 settembre 1943 - in cui perirono, tra morti e dispersi, più di 200 marinai italiani, quindi un numero addirittura superiore a questo, dello “Scirè”. In questo modo, cominciamo a creare una memoria condivisa, a inquadrare i fatti per come realmente sono successi, a inquadrare le gravissime responsabilità del regime fascista.
L'abbiamo fatto, tra l'altro pochi giorni fa, qualche settimana fa, con la proposta di legge a sua prima firma, Presidente, la proposta di legge Mule', che riguardava gli internati militari in Germania. Anche in quel caso - magari lì è stato più facile, anche grazie alla sua immediata disponibilità nei confronti delle istanze delle opposizioni -, è stato possibile circoscrivere e descrivere esattamente sia il contesto storico, sia l'obiettivo del ricordo, quindi della condivisione della memoria che aveva quella proposta di legge. Siamo soddisfatti del lavoro che è stato fatto. Siamo giunti a questo risultato, come dicevo prima, avendo sopportato anche qualche insulto, però, fa parte del nostro lavoro. Quel che conta è il risultato finale: noi ne siamo soddisfatti. Quindi, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI(LEGA). Grazie, Presidente. È un momento toccante, questo, in cui tutta l'Aula si unisce nel ricordo. Lo dobbiamo alla pazienza dimostrata dalla relatrice, l'onorevole Chiesa, che ha accettato questo emendamento con riformulazione. Dico pazienza, perché la storia è storia, noi siamo parlamentari della Repubblica italiana e quei fatti sono stati studiati, analizzati, criticati ed esaltati per decenni. Fa male vedere che questo Parlamento, ancora adesso, fa fatica a fare i conti con la storia; però, il risultato c'è, quindi, non vogliamo fare polemica eccessiva proprio per onorare quei morti .
Gioverà ricordare che il Presidente della Repubblica Napolitano a uno di quegli uomini che resero famosa la Xa Flottiglia MAS, Emilio Bianchi, donò una medaglia commemorativa. Gioverà, altresì, ricordare che quelle medaglie d'oro compirono atti eroici anche dopo la Seconda guerra mondiale. È questo il caso di un altro di quei palombari di Alessandria, che fu insignito di medaglia d'argento al valor civile per aver sminato i porti italiani dopo la guerra. Quindi, questa tempra eccezionale e questo coraggio hanno superato le epoche e oggi dobbiamo esserne fieramente consapevoli .
Dell'onorevole Durand de la Penne già si è detto molto: onorevole di questa Repubblica, Sottosegretario, e non di partiti in odore di neofascismo, ma della Democrazia Cristiana, del Partito Liberale. Ecco, quindi, davvero, noi, della Lega, amiamo la storia, la conosciamo, sappiamo leggerla, sappiamo criticarla quando è necessario, contestualizzarla e vorremmo che lo stesso venisse fatto quando si parla del marinaio più famoso d'Italia, Cristoforo Colombo. Si avvicina il 12 ottobre, la data della scoperta dell'America, eppure ogni anno non riusciamo a unirci nel ricordo, perché parte della sinistra italiana, affetta dall'ideologia , dalla , non sa difendere un simbolo di orgoglio nazionale, il simbolo del legame transatlantico tra l'Italia e le comunità d'oltreoceano . Queste cose vanno dette, sono scomode, sono difficili, però, davvero, la storia, noi non la cancelliamo. E, quindi, contestualizziamo anche l'affondamento dello “Scirè”, certo, ricordando che già la Repubblica onora quei marinai, perché una parte del relitto dello “Scirè” è già al Vittoriano, nel sacrario delle bandiere. La onorano i nostri comuni, quella storia, perché tante sono le vie, le scuole, la piscina comunale del Lido di Venezia dedicate a quegli eroi. Traiamo giovamento da quegli insegnamenti, da quell'amor di patria e guardiamo avanti, ricordando che uno dei nostri alleati più stretti, la grande democrazia inglese, quegli eroi, li celebrò. Li celebrò, sin dal '45, quando, nel porto di Taranto, fu appuntata al petto di Durand de la Penne la medaglia d'oro al valore militare da Sir Morgan Charles, allora ammiraglio e comandante all'epoca dell'affondamento della corazzata “Valiant” nel porto di Alessandria . E, ancora, l'Inghilterra, esempio di democrazia per tutto il mondo, seppe ricordare, su di Londra, la morte di Antonio Marceglia, che fu uno di quegli uomini dell'impresa di Alessandria, riconoscendo il valore dell'antico nemico.
Noi siamo per la Repubblica, per la democrazia. Noi non andiamo in piazza ad attaccare con violenza chi non la pensa come noi . Lo abbiamo dimostrato nei decenni di esistenza del nostro partito. Noi siamo anche lontani da certe idee che vogliono cancellare le regioni per un eccesso di sinistrismo e di nazionalismo. La Lega nasce dall'autonomia, quindi, da un concetto di libertà. Anche questo voglio sottolineare. Noi rendiamo onore a quegli uomini da parte di un partito, come la Lega, che sa riconoscere gli eroi che combatterono per l'Italia proprio nel momento in cui sta lavorando con la riforma per l'autonomia, perché quel sogno di Italia sia realizzato fino in fondo rendendo le regioni partecipi fino in fondo della vita del nostro Paese .
Mi lasci concludere, Presidente, con un abbraccio agli uomini del COMSUBIN, eredi della Xa Flottiglia MAS , ingiustamente bersagliati e attaccati, proprio perché ne sono gli eredi. Questi sono i simboli dell'orgoglio italiano: lo fu l'innovazione tecnica all'epoca, lo fu il coraggio e, oggi, noi, alleati delle democrazie, con l'Inghilterra, ancora vogliamo continuare a essere Italia, a innovare anche in campo militare, penso al progetto GCAP. Voteremo a favore, convintamente .
PRESIDENTE. Prima di andare avanti, consentitemi di salutare dei graditissimi ospiti oggi alla Camera dei deputati. Saluto i ragazzi della quinta elementare e i docenti dell'Istituto Villa Flaminia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune e ai quali do il benvenuto .
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Riprendo dai ragionamenti che ho fatto per illustrare il voto a favore dell'emendamento che abbiamo condiviso nel Comitato dei nove, in sede di Commissione difesa, per ragionare, prima di tutto, sul tema, per me molto delicato e molto importante, della memoria degli anni più difficili della storia del Paese. Questo riguarda la memoria della storia d'Italia negli anni della guerra, della dittatura, del fascismo: credo che dobbiamo dire con chiarezza che nelle ragioni dell'antifascismo, della Resistenza e di chi combatté il regime fascista ci sono le radici della nostra democrazia e della nostra Costituzione, e anche le ragioni per cui ci troviamo insieme in questo Parlamento a discutere e a confrontarci liberamente.
Di fronte a progetti di legge che riguardano la memoria di quella fase storica, io stesso, ma noi, come gruppo del Partito Democratico, siamo sempre partiti dal fatto che, prima di tutto, bisogna avere molto chiaro questo elemento, cioè che l'antifascismo è alla base della nostra democrazia e della nostra Repubblica.
In questo ambito, un aspetto ancora più delicato riguarda la memoria di quei militari italiani caduti tra il giugno del 1940 e il settembre del 1943, perché, certo, quei militari combattevano per il loro Paese, per l'Italia e hanno perso la vita in tanti, anche compiendo gesti militari eroici, anche con particolare coraggio in situazioni difficili, peraltro in molte occasioni con un armamento inadeguato e disprezzati dai loro camerati tedeschi. In quel momento, quei militari combattevano anche una guerra sbagliata, combattevano una guerra scatenata dal regime fascista e dalla monarchia sabauda, a fianco della Germania nazista. E penso che, ad esempio, se ci riferiamo agli inglesi, che affondarono il sommergibile “Scirè”, tutti noi oggi pensiamo che, per fortuna, sono stati gli inglesi e gli Alleati a vincere la Seconda guerra mondiale, quegli inglesi e quegli eserciti alleati che, insieme ai partigiani e al nuovo esercito italiano, hanno poi liberato l'Italia e le hanno restituito la libertà e la democrazia, sconfiggendo il nazismo e la Repubblica sociale italiana. Quindi, a maggior ragione, in questo caso, la memoria va fatta fino in fondo.
Noi abbiamo subito detto che eravamo per rendere omaggio a quei militari caduti nel sommergibile “Scirè”, sapendo anche, fra l'altro, che, riconoscendo sacrario militare il sommergibile “Scirè”, lo riconosciamo, sostanzialmente, rispetto a quelle 16 salme che ancora trovano lì la loro ultima dimora, perché altre salme sono state, a suo tempo, recuperate e sono nel sacrario militare di Bari. Ma questa memoria, per noi, andava fatta nella chiarezza della lettura del contesto storico in cui quei marinai hanno perso la vita.
Devo dire che anche negli interventi, oggi, in dichiarazione di voto e nella discussione generale eviterei alcuni accenti che esaltano l'efficacia militare dei mezzi militari italiani, le azioni militari condotte in quella guerra sbagliata, perché penso che noi dobbiamo mandare, in particolare alle giovani generazioni, insieme un messaggio di sostegno e rispetto per i nostri militari, per il fatto che il nostro Esercito oggi contribuisce, con le missioni di pace, a costruire un contesto di pace in contesti internazionali complicati, per il fatto che svolge il suo ruolo di difesa del Paese, rispettando i principi costituzionali, ma non dobbiamo esaltare la guerra.
Anzi, non a caso, nella nostra Costituzione c'è il ripudio della guerra, proprio perché quella Costituzione è stata scritta dopo gli anni del fascismo e dopo che, invece, il fascismo aveva fatto dell'esaltazione della guerra e della violenza un suo carattere identitario. Se ci pensate, il fascismo prese il potere anche dopo la grande tragedia della Prima guerra mondiale, quell'“inutile strage”, come fu definita da un grande Pontefice, e tanti dei primi fascisti erano ufficiali, quadri, che si erano abituati alla violenza in quella guerra.
E, poi, l'esaltazione della violenza e della guerra ha sempre caratterizzato il fascismo nel suo tratto identitario, nella pratica che ha messo in atto, portando, poi, il Paese alla rovina, perché ricorderete che Mussolini parlò di qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo della pace e l'Italia ha pagato quella guerra con 500.000 morti, con distruzioni terribili e anche con la messa in discussione della sua stessa sovranità nazionale, che, poi, è stata riscattata dal coraggio degli antifascisti e dei partigiani, da chi ha combattuto contro il nazismo e contro il fascismo.
Come disse un grande comandante partigiano, Arrigo Boldrini, combattevamo per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi stava dall'altra parte. E in quella storia ci sono, quindi, le guerre di aggressione scatenate dal fascismo. La collega Zanella ha ricordato con molta efficacia cosa è stata la guerra d'Etiopia, con i massacri dei civili, con i massacri dei monaci copti, con le armi chimiche - che, anche allora, non erano riconosciute dalla comunità internazionale - lanciate sui civili. Ma, prima, le repressioni in Libia e, subito dopo, la guerra in Spagna accanto alla dittatura franchista e, poi, nel frattempo, le leggi razziali, il sostegno a Hitler a Monaco, quando, poi, invase la Cecoslovacchia, la storia che tutti sappiamo. E poi un Esercito - anche qui, lo dico rispetto a una certa retorica che ho sentito anche in alcuni interventi - mandato in guerra del tutto impreparato, perché Mussolini era convinto che i nazisti avessero già vinto; come si disse, pugnalò alle spalle la Francia e intervenne con l'Esercito completamente impreparato, anche per la corruzione del regime. Questa impreparazione militare, fra l'altro, fu una delle ragioni per cui, poi, crebbe in quei militari un sentimento antifascista…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole De Maria. Colleghi, per favore, facciamo silenzio. Prego.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). …che portò tanti militari italiani - lo abbiamo ricordato quando abbiamo approvato la legge sugli IMI - a rifiutare di collaborare con la Repubblica Sociale Italiana e a farsi per questo internare in condizioni difficilissime; tanti militari italiani che combatterono i nazisti dopo l'8 settembre, a Cefalonia o a Corfù, che poi furono i primi protagonisti della costruzione delle prime bande partigiane, dei primi gruppi di partigiani, della Resistenza.
Peraltro, i vertici militari del Paese hanno responsabilità gravissime già nella conduzione della guerra e anche in quei delitti, in quei momenti in cui furono gli italiani a rendersi colpevoli di massacri di civili - c'era la famosa “circolare Roatta” su come dovevano comportarsi in Jugoslavia i nostri militari - e poi, quando, l'8 settembre, quei vertici militari, insieme al re, abbandonarono i soldati a loro stessi nelle mani dei nazisti, abbandonarono il Paese e portarono alla rovina dell'8 settembre.
Per questo, noi abbiamo detto con molta chiarezza - ed è il motivo per cui voteremo a favore, perché è stato approvato un emendamento che questo dice - che i militari italiani caduti tra il giugno del 1940 e il settembre del 1943, anche quei marinai che sono caduti nella battaglia che ha visto l'affondamento dello “Scirè”, sono vittime dell'Italia fascista e della guerra di aggressione che l'Italia fascista ha scatenato accanto alla Germania nazista.
Ecco, oggi, noi voteremo a favore perché quell'emendamento è stato approvato, perché pensiamo che tutte le volte che il Parlamento si unisce in un messaggio chiaro sulla storia del Paese e, cioè, dice chiaramente quali sono le responsabilità del fascismo nella storia d'Italia e richiama il valore fondante dell'antifascismo per la nostra democrazia, noi ci siamo e, anzi, consideriamo un passo avanti quando tutto questo Parlamento, anche per le caratteristiche che ha, vota in questa direzione. Quando si fanno operazioni di revisionismo o di riscrittura della storia, come ci sembrava stesse accadendo in questo caso - e per questo siamo intervenuti anche con molta forza -, noi siamo dall'altra parte. Bene che si possa votare tutti insieme per rendere omaggio a quei militari, certo, ma nella chiarezza del giudizio storico di quegli eventi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Chiesa. Ne ha facoltà.
PAOLA MARIA CHIESA(FDI). Presidente, Sottosegretario, onorevoli colleghi, c'è stato un tempo in cui la storia è stata scritta da un pugno di uomini valorosi; c'è stato un tempo in cui per questi uomini valorosi si voleva non avere, si voleva essere; c'è stato un tempo in cui l'amor di Patria, il coraggio, lo spirito di corpo, l'onore, venivano prima di ogni singola vita.
Il 10 agosto 1942 venne affondato dalla Marina inglese nella baia di Haifa, nell'allora Palestina britannica, oggi Stato d'Israele, il regio sommergibile “Scirè”, la cui storia leggendaria è ancora oggi apprezzata, amata da tutte le Marine del mondo. Fu una vera e propria ecatombe: 60 morti, morti che per noi sono santi, morti che per noi sono martiri, morti che per noi sono eroi. Subito dopo la guerra, la Marina di Israele individuò immediatamente la posizione del relitto del regio sommergibile “Scirè”, che riposava e riposa tutt'oggi a 33 metri di profondità, proprio all'imboccatura del porto di Haifa.
Nel 1984, il Governo italiano diede mandato agli uomini del COMSUBIN, su nave , di organizzare una spedizione nel porto di Haifa, con l'obiettivo di sigillare le vie di accesso del regio sommergibile “Scirè” per evitare che subacquei civili potessero entrare e con l'obiettivo nobile di recuperare i resti mortali di quel valoroso equipaggio. Gli uomini del COMSUBIN, con nave , riuscirono a recuperare i resti mortali di 42 marinai. Riuscirono, inoltre, a rimpatriare i resti mortali di altri 2 marinai che riposavano nel cimitero cristiano di Haifa e che erano stati trovati spiaggiati, il giorno dopo l'affondamento, il giorno dopo l'attacco, dagli inglesi.
Alla gloria del successo, Presidente, si sostituì la gloria del sacrificio. Così scrisse, il 27 luglio 1942, il sergente Lodati, marconista dello “Scirè”: “(…) perché sono certo che questa volta non sarà come le altre e lo “Scirè” non farà ritorno (…). Si parte ugualmente, si deve partire per tener fede al nostro giuramento per compiere un'altra azione che ci è stata ordinata per il bene della Patria (…) si spera solo, se ciò dovesse accadere, che non si venga lasciati in fondo al mare, ma ci si ricordi di quella povera ciurma che ha dato tutta se stessa per un sacro ideale e per un dovere verso la Patria”.
Presidente, quella povera ciurma non l'ho dimenticata, noi, Presidente, quella povera ciurma non l'abbiamo dimenticata, come non l'ha dimenticata la Marina militare, come non l'hanno dimenticata gli uomini del COMSUBIN, animati da quel meraviglioso spirito del Serchio. Fratelli d'Italia voterà a favore di questa proposta di legge, perché votare a favore significa pagare un debito con la storia, votare a favore significa riscrivere una pagina bianca di una storia gloriosa, troppo spesso sporcata da chi, forse, quella storia non l'ha mai voluta conoscere.
Faccio mie le parole dell'ammiraglio Gino Birindelli, medaglia d'oro al valor militare: “Non esistono grandi uomini, ma solo grandi azioni che uomini normali sono chiamati a compiere e che, per imprevedibili circostanze e non per premeditata loro volontà, diventano grandi, diventano eroi”. Cari eroi, scusate il ritardo ma, Presidente, il cerchio della storia si chiude sempre, basta saper aspettare .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1744: "Riconoscimento del relitto del regio sommergibile "Scirè" quale sacrario militare subacqueo".
Dichiaro aperta la votazione.
.
Colleghi, mentre votate, vi ricordo che domani, come sapete, è prevista, in mattinata, la cerimonia per la Rai, quindi vi prego di liberare in tempo utile - quindi, prima di andare via di corsa come siete soliti fare - i cassetti che avete davanti lo scranno, poiché domani abbiamo gli ospiti che occuperanno l'Aula. Vi prego, state attenti prima di andar via, portate via le cose dallo scranno.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva ,
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, lo svolgimento degli altri argomenti, previsti all'ordine del giorno, è rinviato alla prossima settimana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori per richiedere un'informativa urgente della Ministra Bernini. “All'Università di Sassari esiste, da due anni, un corso di studi denominato ‘teorie di genere e ', tenuto da un ricercatore a tempo determinato della facoltà di Scienze Politiche, tale Federico Zappino, filosofo di estrema sinistra e attivista LGBTQIA+. (…) Si è davvero oltrepassato ogni limite: con soldi pubblici si fa espressamente e volutamente insegnamento di ideologia e teoria . Ci auguriamo che il Ministro dell'Università - Anna Maria Bernini - intervenga quanto prima e che tutti gli alleati di centrodestra seguano la Lega. Noi non molliamo di un centimetro”. Presidente, questo è quanto ha scritto ieri, su il collega Rossano Sasso che, non contento di aver promosso la risoluzione contro l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole, approvata lo scorso 22 settembre dalla Commissione cultura della Camera, ora attacca quella che definisce ideologia e il teorico e attivista Federico Zappino. Presidente, Sasso chiede che la Ministra Bernini intervenga quanto prima, noi le chiediamo, invece, di venire qui in Aula a riferire cosa intenda fare per stigmatizzare questi atteggiamenti di esponenti della sua maggioranza e garantire l'autonomia dei nostri atenei
Le università sono i luoghi in cui la conoscenza scientifica si produce, facendo per l'appunto attività di ricerca, senza tesi pregiudiziali o precostituite. L'obiettivo del corso che il deputato chiede di vietare è proprio quello di produrre conoscenza scientifica su un tema, le teorie di genere e , su cui, purtroppo, la comunità scientifica ha lavorato troppo poco negli ultimi decenni, e le parole del collega sono una chiara testimonianza di questo .
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
FRANCESCA GHIRRA(AVS). È chiara la volontà del deputato di interpellare il Governo, affinché interferisca sull'autonomia dell'Ateneo e sulla libertà della scienza e del sapere, che è tutelata dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Tutto questo è gravissimo, perché è un tentativo di ledere il compito di ricercatori e ricercatrici di indagare queste tematiche, nel contesto istituzionale dedicato, che è proprio l'università.
Presidente, noi esprimiamo la nostra solidarietà a Federico Zappino e all'Università di Sassari Stigmatizziamo un atteggiamento che non si vedeva da secoli. Suggerirei al collega di leggere , di Bertolt Brecht, glielo regaliamo perché sappia quanta ingiustizia, quanta cecità e quanto dolore può generare la pretesa, di un'autorità politica o religiosa, di controllare studiosi e studiose. Siamo già a questo? È un interrogativo inquietante e chiediamo che la Ministra venga in Aula a per darci risposte .
PRESIDENTE. Ribadisco che domani, essendo previste nell'Aula…
ROSSANO SASSO(LEGA). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Si deve prenotare prima, non è… Un attimo. Lei, vuole intervenire sull'ordine dei lavori? Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. A questo punto, mi unisco anch'io alla richiesta di informativa urgente al Ministro Bernini. Infatti, vede, Presidente, qui, dietro alla lotta sacrosanta alle discriminazioni, secondo me stiamo, e lo dico con la massima umiltà, oltrepassando i limiti. Qui non si tratta di libertà della ricerca o di autonomia dell'insegnamento, perché, lo dico, per suo tramite, alla collega Ghirra - che dopo mi omaggerà e io gradirò il suo contributo, magari alla fine del mio intervento, grazie collega -: quello che volevo sottolineare è che si possono avere opinioni certamente contrastanti, si possono avere visioni ma qui siamo di fronte non a un convegno, a un seminario, cari colleghi, ma a un esame universitario che è denominato “teoria e di genere”, teoria sostenuta dal professor Federico Zappino, al quale riconosco un merito, e gliene do atto: il professor Federico Zappino non dice che l'ideologia non esiste, ne rivendica l'esistenza, la certifica, la dichiara - glielo riconosco - solo che la eleva a insegnamento universitario. Nella pagina, nel sito istituzionale dell'Università di Sassari, oltre a spiegare che questo esame dà diritto a 6 crediti formativi, com'è giusto che sia per un esame complementare, si suggerisce un testo - oltre ovviamente ai testi dello stesso professore, magari sarà un po' inopportuno, ma è perfettamente legittimo e lo fanno quasi tutti i docenti universitari, che al loro esame suggeriscono il proprio libro di testo -, per arrivare preparati opportunamente a questo esame universitario: lo studio di un libro del 1977 a firma di Mario Mieli. Alla pagina 62 di questo libro, che gli studenti dell'Università di Sassari devono studiare, si scrive testualmente… scusate, problemi di vista: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino…” .
PRESIDENTE. Chiedo scusa, sta facendo esattamente un intervento in cui motiva perché chiede l'informativa urgente. Che problema è? Esatto, no, no, però lo dovete ascoltare.
ROSSANO SASSO(LEGA). Se posso continuare, perché motivo la mia presa di distanza che, perdonatemi, potrà essere legittima o dobbiamo per forza allinearci tutti al vostro modo di pensare ?
ROSSANO SASSO(LEGA). È giusto che gli italiani sappiano che, all'Università di Sassari, un docente che è un assegnista di ricerca, ha un insegnamento in cui si chiede di studiare un libro che, alla pagina 62, recita testualmente: “Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino, che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza”. Beh, Presidente, mi perdoni il turpiloquio, ma a me queste nefandezze fanno schifo ! E non sono degne di essere elevate a rango di materia da studiare all'università!
Per cui chiedo, a nome del gruppo Lega, che il Ministro Bernini venga in Aula a riferire se condivide tutto questo oppure, no .
PRESIDENTE. Sullo stesso argomento, sull'ordine dei lavori, chiede di intervenire l'onorevole Polo. Ne ha facoltà.
BARBARA POLO(FDI). Grazie, Presidente : “Vannacci, esci da questo corpo!”…
PRESIDENTE. Onorevole Iaria! Onorevole Iaria, non si permetta! Onorevole Iaria, la richiamo all'ordine. La richiamo due volte all'ordine! La espello dall'Aula. Lasci quest'Aula immediatamente. È espulso . Prego, onorevole Polo.
BARBARA POLO(FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, soprattutto come deputata della provincia di Sassari. Conosco benissimo il problema che è stato esposto oggi dai miei colleghi in Aula e mi associo ovviamente anch'io alla richiesta di informativa, sulla stessa linea del mio collega Sasso, poiché invito i miei colleghi deputati sardi, che sono venuti a conoscenza di questo argomento, a informarsi su quello che è il corso; qui nessuno discute la legittimità delle teorie varie, variegate e variopinte e siamo tutti pronti, come lo siete voi, ad affrontare gli argomenti nelle sedi e nei modi opportuni. Il passo del libro del signor Mieli, citato dal mio collega, presente proprio nel sito dell'Università di Sassari nella tendina “Testi” (quindi è il testo consigliato), riporta esattamente le nefandezze che sono state lette.
Ora, io sono una mamma, oltre a essere una rappresentante delle istituzioni, e sono anche colei che, per il ruolo, dovrebbe vigilare su queste situazioni all'interno del mio territorio. Sono stata anche allertata circa il fatto che questo professore va in giro, non ho capito bene da chi autorizzato, a fare - a mio avviso - questo tipo di propaganda illegittima nelle scuole elementari, evidentemente con il beneplacito di qualche dirigente scolastico che, sotto il cappello del “tutto è lecito”, si può anche permettere di mandare a fare questo tipo di propaganda molto delicata; perché un conto è affrontare il tema dal punto di vista sociale e un conto è affrontare il tema dal punto di vista sessuale, così come il libro di Mieli palesemente esplicita.
Quindi, mi unisco - e sono intervenuta per questo - alla richiesta di questa informativa. Io ho già parlato con il Rettore dell'Università di Sassari e con il suo Capo dipartimento, che in questo momento stanno verificando la consistenza di questo corso, perché chi conosce il mondo universitario sa perfettamente che uno strutturato presenta il suo corso e viene generalmente autorizzato. Ora, vediamo da chi è stato autorizzato, per quale motivo è stato autorizzato e non nel merito dell'argomento che, come ho già ribadito e lo sottolineo, tutti condividiamo che debba essere portato alla conoscenza il più possibile per essere affrontato nelle modalità giuste, ma è la tipologia di corso che deve essere ben chiarita. Quindi, la ringrazio, Presidente, e come ho detto prima mi unisco alla richiesta di informativa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Anche noi a questo punto interveniamo per unirci alla richiesta di informativa, in quest'Aula, della Ministra Bernini, però, vogliamo che le cose siano chiare su un atteggiamento che sta andando avanti da un po' di tempo da parte di diversi esponenti di questa maggioranza, in realtà, sempre gli stessi. Si vanno strumentalmente a decontestualizzare diverse cose - e lo abbiamo visto in questi mesi - per giustificare un atteggiamento chiaramente transfobico, andando a mettere insieme, in modo maccheronico e raffazzonato, tutta una serie di termini che semplicemente poi portano a un unico risultato: l'offesa verso determinate persone, l'ignoranza che testimoniano a questo punto dichiaratamente diversi esponenti di maggioranza. Andate a trattare questi argomenti come se fossero chiacchiere da bar, ma l'obiettivo è uno: strumentalizzare un qualcosa alla ricerca di un becero consenso.
Però, qui, si sta andando verso una direzione estremamente pericolosa, perché, per andare a fare questa sorta di propaganda becera, si va a minare la libertà delle università, la libertà della ricerca ed è una cosa veramente pericolosa ; una cosa che in passato è andata in un'unica direzione. E non dobbiamo avere paura di dire che questi sono i primi passi, pericolosi, che in passato hanno portato verso le dittature, verso la limitazione del dissenso, perché poi mentre si fa questo si agisce anche in un altro modo; mentre si fa questo, mentre si va ad accusare in pubblica piazza, si cerca di additare la pubblica ricerca, la libera ricerca di un qualcosa che non è; poi, si va ad operare, tramite determinate associazioni, quali ProVita, all'interno delle scuole, con teorie folli, perché mentre siamo qui a parlare di questo, di una giusta ricerca che si vuole portare avanti, all'interno delle scuole c'è chi va a propagandare che l'unica soluzione, ad esempio, per evitare che si contraggano determinate malattie è l'astinenza . Stiamo arrivando a questo e conosciamo benissimo chi, all'interno dei Ministeri, all'interno di determinate posizioni… viene da questa parte, che tutti conosciamo, ora, come tutela della famiglia; no, state andando in una direzione pericolosa e questo non possiamo consentirlo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Signor Presidente, credo che una premessa sia d'obbligo. Personalmente, ma credo di parlare a nome di tutto il gruppo, non condivido, delle parole e del testo che ha letto il collega Sasso riferito al testo di Mieli, neppure la punteggiatura, quindi, non è questo in discussione, però è in discussione l'articolo 33 della Costituzione che dice che l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. Questo è il punto . La questione è questa.
Ci sono organi di cui è garantita l'autonomia, che sono gli organi universitari preposti ovviamente a valutare e organizzare la ricerca e l'insegnamento; a loro e solo a loro spetta, da questo punto di vista, il giudizio sulla correttezza metodologica e di insegnamento di ogni materia. Credo che questo sia il punto vero che, spero, credo, conoscendo anche da questo punto di vista la sua cultura, la Ministra verrà a ribadire qui, perché è una delle fondamenta della nostra idea di Stato, dell'idea di uno Stato di democrazia costituzionale e liberale.
Guai al mondo se, in questa o in altre sedi, iniziassimo, da una parte o dall'altra, a decidere e a sindacare sui contenuti delle materie, sui contenuti dei libri, perché - lo dico da questo punto di vista, ovviamente facendo un esempio - il fatto che si sia portato quel testo, di cui, lo ripeto, non condivido neanche la punteggiatura, non vuol dire che, magari, durante l'insegnamento, non venga usato esattamente per ribaltare quelle affermazioni. Per essere chiari, se domani mattina in un insegnamento universitario ritrovassimo i testi dei discorsi di Mussolini o il di Hitler non per questo immediatamente sarei portato a pensare che quell'insegnante condivida quei testi.
Quindi, credo che occorra riportare i fondamentali e i fondamentali sono rappresentati - in questa sede non può essere altro - dall'articolo 33 della Costituzione. Quindi, da questo punto di vista ribadire in questa sede la piena e completa libertà di insegnamento è fondamentale, perché - lo dico con forza - una caratteristica che differenzia le democrazie liberali dalle democrature e dai sistemi totalitari è proprio il tema dell'insegnamento, il tema della libertà di ricerca, il tema che non può essere il regime a decidere che cosa si può e si deve insegnare nelle scuole. Questo lo fanno solo i regimi autoritari. Noi siamo in una democrazia e, da questo punto di vista, rivendichiamo con forza la libertà di insegnamento .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore Gasparrini-Righetti di Melfi, in provincia di Potenza, che assistono ai nostri lavori dalle tribune
Ha chiesto di parlare la collega Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Io intervengo per aggiungere, alla richiesta di informativa fatta dai colleghi della Ministra Bernini, anche la richiesta di informativa da parte del Ministro Valditara sempre sugli stessi temi, perché, come è noto, questa vicenda va avanti da molte settimane. L'onorevole Sasso si è più volte fatto protagonista di richieste che tendono a limitare la libertà di insegnamento e di ricerca sia nella scuola secondaria di secondo grado sia nelle università . Poche settimane fa ha inteso attaccare l'autonomia dell'Università “Roma Tre”, rea di aver promosso un'attività di ricerca sulle tematiche della sessualità e dell'identità di genere, oggi ha attaccato l'Università di Cagliari e qualche mese fa ha attaccato gli insegnanti che, nelle scuole italiane, si preoccupano di dare informazioni corrette sulla sessualità ai giovani, ai ragazzi e alle ragazze.
Tutto questo è inaccettabile non solo sul terreno dei contenuti, perché noi sappiamo quanto la conoscenza della sessualità e la corretta informazione siano fondamentali nel mondo attuale e per far costruire ai ragazzi e alle ragazze un rapporto sano con il proprio corpo, ma è inaccettabile, come dicevano anche altri colleghi, dal punto di vista del rispetto del dettato costituzionale, che dice che la scienza e il sapere in questo Paese sono liberi , liberi da condizionamenti di ogni tipo e liberi dal condizionamento della politica. Non è il Parlamento a decidere che cosa si può studiare e che cosa non si può studiare. Da qui passa la qualità della democrazia. E come hanno detto anche altri colleghi, quando la politica si permette di additare volumi, libri, tesi, insegnanti, teorie, e di dire che sono da vietare, siamo già dentro un crinale, dentro un declino che ci porta dritti alla fine nella democrazia liberale .
Qualcuno può pensare che sia una questione astratta, ma non lo è. Io ricordo che, in Umbria, a un certo punto, un sindaco si permise di vietare alcuni libri che erano presenti nella biblioteca comunale e di farli sparire . Ricordo che anche il solo comunicato del collega Sasso è orientato a produrre delle pressioni, a creare un clima e a far pensare ai docenti italiani di ogni ordine e grado che trattare alcuni argomenti sia pericoloso, perché la politica può additarti, perché la politica può condannarti, perché la politica può chiedere al Ministro di prendere provvedimenti contro di te. Allora, questo è oscurantismo e non c'entra niente con la democrazia e con la libertà!
E vengo al dunque del merito. Io ho studiato filosofia e lei può immaginare quante nefandezze ho trovato studiando il pensiero politico del Novecento. Le università sono piene di libri in cui si sostengono tesi razziste, che sono delle nefandezze, o tesi di qualsiasi altro tipo, perché, quando si studia la storia, si deve studiare la storia nella sua interezza, anche per le brutture che ha prodotto, per i pensieri a cui abbiamo fatto opposizione e che abbiamo respinto fuori dal nostro spazio democratico grazie alla lotta politica, alla Resistenza italiana e a quello che accadde nel 1945, grazie alle generazioni che ci liberarono dal regime che c'era e dal contesto intellettuale in cui quel regime si era formato. Pensare che ci sia qualcosa che non va studiato è aberrante . Nessuno di noi, da questo lato dell'Aula, si è mai permesso - e ho concluso, Presidente - di chiedere che qualche libro o qualche corso venissero vietati e chiusi perché non erano politicamente conformi alle nostre idee. Questo si chiama regime, questo si chiama comportamento illiberale e questo non può essere accettato in quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Mi unisco alla richiesta di informativa della collega Piccolotti e ribadisco: l'autonomia dell'insegnamento non è in discussione, la libertà della ricerca non è in discussione. Se i colleghi avessero letto il testo della famosa risoluzione per cui sono scesi nelle piazze italiane ad attaccarmi e a insultarmi, avrebbero notato che, nelle prime tre righe di quella risoluzione, io scrivo testualmente: “nel favorire un dibattito sull'educazione sessuale nelle scuole, si chiede di aprire un confronto”. Quello che a me, dal mio punto di vista e da quello del gruppo che rappresento, non va giù è che nel farla abbiamo ascoltato testimonianze, abbiamo audito associazioni e abbiamo delle segnalazioni da parte di genitori che non condividono che venga violato il patto di corresponsabilità educativa. Se qualcuno si permette di dirlo, guardate che possiamo tranquillamente parlarne. Gli insegnanti lo fanno da trent'anni; anch'io ho fatto l'insegnante e ho fatto l'educazione sessuale a ragazzi di 12 e 13 anni. Però, da politico e da padre, ritengo che sia inopportuno farla ai bambini di 5 anni e ritengo che sia inopportuno che a farlo siano degli attivisti ideologizzati, siano essi di destra o di sinistra. Andrebbe fatta in maniera serena, ai fini della prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e della prevenzione di gravidanze indesiderate.
È questo ciò a cui la risoluzione impegna il Governo: ad aprire un dibattito e un confronto. Anche perché, da ultima, anche la Corte costituzionale ha denunciato un vuoto normativo, ad esempio, sulle carriere alias. Qui non c'è alcun oscurantismo, ma c'è la voglia di aprire un dibattito e di giungere a una previsione normativa. Il fatto che qualcuno la pensi diversamente da AVS, dal MoVimento 5 Stelle, dal PD o dall'Arcigay non vuol dire consegnarci all'oscurantismo. Perdonatemi: noi possiamo leggere tutti i testi, ci può essere un professore che declina le storture del . Il problema è che, se quel professore è un attivista neonazista, a me qualche dubbio potrebbe anche venire. Io chiedo semplicemente - l'ho chiesto in quella informativa e lo chiedo anche in quest'altra - che qualcuno mi spieghi in che modo vadano a declinarsi determinate spiegazioni.
È legittimo saperlo, così come è legittimo capire quale provvedimento un senato accademico abbia adottato - se con soldi pubblici - per giustificare l'esistenza di un esame di teoria . Confesso di non essere a conoscenza di questa nuova corrente di pensiero . Vanno bene tutte le sperimentazioni didattiche, vanno bene tutte le innovazioni e sono aperto. Però, se permettete, lo ribadisco: quando, da padre, vedo l'analisi di un libro di testo, molto discusso già all'epoca, in cui si incita apertamente alla pedofilia, io qualche domanda me la pongo e dovreste porvela anche voi, sempre per essere più sereni. Perché questa pagina, nel momento in cui andrà sui giornali, andrà fuori, farà scaturire più di qualche domanda per i genitori di quei ragazzi. E non serve dire che non sono bambini, che sono ragazzi adulti, perché nelle università si formano gli insegnanti di domani, i professionisti di domani, gli avvocati di domani e io voglio essere sicuro e certo che possano sviluppare un'adeguata coscienza critica che li porti a dire che la pedofilia, oltre a essere un reato, è una cosa turpe, è abominevole.
Concludo questo intervento dicendo che siamo più che disponibili ad affrontare questo tema, che assolutamente dev'essere al passo con i tempi. Qui nessuno si trincera dietro posizioni omofobe. Vi chiedo, per favore, di fare un passo in avanti su questo: non è che, solo perché uno la pensa diversamente da voi, diventa automaticamente omofobo. E non tutta la comunità omosessuale condivide queste cose; è giusto che voi lo sappiate e lo sapete. Per cui finisco il mio intervento dicendo che siamo più che aperti a un confronto ma ovviamente senza posizioni ideologiche, perché, altrimenti, andate dagli italiani, chiedete il voto, prendete la maggioranza e fate quello che ritenete più opportuno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, io mi associo chiaramente alla richiesta di informativa che è stata fatta, però vorrei sottolineare la gravità delle parole che sono state dette in quest'Aula. La gravità dell'associare il corso di cui abbiamo parlato nell'informativa precedente, quello sulle teorie di genere e associare quanto è accaduto alla Sapienza, con la denuncia, con le accuse, con le parole assolutamente fuori misura che sono state spese, con un'ingerenza politica assolutamente intollerabile e inaccettabile che è stata lanciata su una libera Università del nostro Stato. Oggi ci troviamo qui e io non so, ma immagino - ovviamente, per come sono abituata a conoscere questa maggioranza - per chiaro calcolo politico, per pura propaganda e non soltanto per confusione personale, a fare una grandissima confusione tra questo e addirittura la pedofilia. Questo non è più accettabile non lo è mai stato e non lo è soprattutto oggi, quando parliamo di università pubbliche, quando parliamo della vita delle persone. Poiché questa maggioranza si sta rendendo autrice di attacchi sempre più pesanti contro le comunità LGBTQIA+, io chiedo che certe cose nell'Aula non possano essere accettate, né dichiarate.
Aggiungo un'altra cosa, sempre per fare chiarezza nella grandissima confusione che forse il collega Sasso ha: mentre noi parliamo di libertà, in questo Stato, delle università, di docenti, di ricercatori, di persone che, con competenza, rivestono quei ruoli, che, con giudizio, con la forza scientifica, con la forza della ricerca portano avanti il loro lavoro, nella scuola noi assistiamo, invece, all'invasione, che si sta verificando con questa maggioranza, di associazioni private ideologicamente orientate, che sono quelle anti-scelta, anti-diritti, che si definiscono - con grandissimi dubbi, da parte mia - Pro Vita.
Allora, se il collega Sesso - Sasso, scusatemi - come ha dichiarato, nutre grandissima preoccupazione per l'ingerenza che nelle scuole si fa delle persone che, ideologicamente orientate, vogliono occuparsi di certi argomenti, allora si scagli contro i Pro Vita, non contro i professori e la libera università !
Io spero che abbiamo messo una fine - e magari, con queste informative che abbiamo chiesto, la scriveremo ancora più chiara la parola fine - però, è veramente inaccettabile il clima che si respira in questo Paese, il clima che vuole eliminare il dissenso. Il clima di chi vuole rendere invisibili certe soggettività, a cominciare dalla comunità , che sta subendo un pericolosissimo attacco su tutti i fronti, anche quello della salute e, soprattutto, degli adolescenti e delle adolescenti.
Allora io dico: mettiamo un punto a tutto questo; cominciamo con la scuola e la salute, perché ci sono limiti che non vanno assolutamente toccati .
PRESIDENTE. Riguardo soltanto a ciò che è stato detto in quest'Aula, ognuno - come sapete - qui dentro esprime liberamente le sue opinioni, affinché tutti possano esercitare il loro diritto, ovviamente con il limite che esso deve avvenire nel perimetro di un Regolamento che - come sapete - proibisce il ricorso a parole sconvenienti o a esercizi che non appartengono al normale confronto dialettico e democratico.
PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che gli assistenti libereranno i cassetti collocati nello scranno per fare in modo che domani si svolga la cerimonia dedicata alla Rai.
Avverto inoltre che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di martedì 15 ottobre, al termine delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, l'assegnazione alla VII Commissione in sede legislativa del disegno di legge n. 1980.
Ricordo altresì che nella giornata di mercoledì 16 ottobre, alle ore 10, avrà luogo la commemorazione dell'ex deputato Francesco Merloni.
Avverto infine che, nell' al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge 1632-A e abbinate, recante “Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità”; della proposta di legge 107-B, recante “Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti”.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Federica Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Questa settimana un tribunale russo ha emesso un mandato di arresto nei confronti dei giornalisti italiani Stefania Battistini e Simone Traini, chiedendone la relativa estradizione in quanto accusati di essere entrati illegalmente in Russia dall'Ucraina per girare un servizio televisivo. Bene, i giornalisti Battistini e Traini hanno fatto quello che fa ogni giornalista di guerra, figura prevista dalla Convenzione di Ginevra. Il giornalista di guerra documenta i fatti, anche durante un'occupazione. Lo deve fare, però, chiaramente nel rispetto di alcune regole ben precise. Ad esempio, non partecipa in alcun modo ad azioni che possano confondere i giornalisti con i militari. Per questo si vestono in maniera diversa e utilizzano la scritta . Bene, tutte cose che Battistini e Traini avevano fatto. Ecco perché questo mandato d'arresto emesso dalla Russia nei confronti di giornalisti italiani è un chiaro atto ostile, a nostro avviso e rappresenta un tentativo di persecuzione della libertà di stampa. Libertà di stampa ricordiamo che è uno dei pilastri della democrazia, perché i giornalisti svolgono un ruolo cruciale nel raccontare i fatti e nel mantenere informata l'opinione pubblica. La loro attività non deve essere in alcun modo ostacolata da intimidazioni o minacce, specialmente in contesti di conflitto.
Allora, bene che siano arrivate, finalmente, parole chiare da parte del Ministro Tajani. Devo aggiungere questo finalmente perché le aspettiamo, invero, da agosto. Il Ministro Tajani aveva annunciato di aver convocato anche l'ambasciatore russo in Italia.
PRESIDENTE. Deve concludere.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Bene, di questa convocazione non si è avuta poi più notizia. Quindi, vorremmo sapere se questa convocazione ha avuto luogo e, nel caso, che esiti ha avuto. Vorremmo anche chiedere al Ministro se esista una ben definita linea di azione strategica del Ministero per tutelare l'esercizio della libertà di stampa degli operatori italiani che operano nelle zone di conflitto a maggiore intensità. Intendiamoci, in tutte le zone di conflitto. Dobbiamo per questo ricordare un altro evento, accaduto sempre questa settimana, quello della del TG3, che in Libano è stata aggredita a seguito di bombardamenti nelle regioni in cui si trovava.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Ecco, avevamo già chiesto queste cose al Ministro Tajani in un'interrogazione, a cui forse non ha avuto ancora il tempo di rispondere. Speriamo davvero lo faccia presto.
PRESIDENTE. Solo per ricordarle, onorevole Onori, che nella cerimonia di domani, dedicata alla Rai, qui in Aula, sarà presente Stefania Battistini, a riprova dell'attenzione e della sensibilità, che peraltro già il Presidente della Camera ha esternato, rispetto a ciò che è accaduto. Quindi, ulteriormente, domani sarà celebrata qui, con un intervento nell'Aula della Camera dei deputati.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Come purtroppo brutta tradizione, vorrei ricordare gli ultimi due decessi e i suicidi in carcere, che portano il numero totale a 75. Si tratta di un quarantacinquenne nel carcere di Termini Imerese - era rientrato in carcere da soli due giorni e si è tolto la vita - e di un quarantenne nel carcere di Vigevano, al quale mancava solo un anno per uscire. È stato, nel mentre, pubblicato il nuovo di Antigone, “A un anno dal decreto Caivano”, sulle presenze negli istituti penitenziari minorili. È record: da febbraio ad oggi, non ci sono mai stati meno di 500 giovani detenuti, contro una media di 392 dell'anno precedente. Un incremento, in 22 mesi, del 48 per cento. Allora, chiudo con le parole di Alberto Custodero, pubblicate su che diceva: “Nel momento in cui una persona entra in cella, è lo Stato, dunque, che diventa responsabile della sua sopravvivenza. O della sua morte (…)”. L'appello perché questo Governo intervenga sull'emergenza carceri rimane sempre più attuale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Presidente, intervengo in Aula ancora una volta per evidenziare le gravi condizioni del sistema ospedaliero calabrese e, in particolare, dell'ospedale di Acri, città dove mi sono recata qualche tempo fa, raccogliendo nuovamente le preoccupazioni dei cittadini. Purtroppo, nel nuovo Piano di riordino della rete ospedaliera, varato dalla regione Calabria, questo nosocomio subirà un ulteriore taglio di personale, pur essendo classificato come ospedale di zona disagiata. Acri è un comprensorio che conta circa 60.000 abitanti e, con il pronto soccorso ridotto al lumicino in termini di personale, i cittadini sono costretti a recarsi nell'ospedale di Cosenza o di Corigliano-Rossano. Entrambi distano circa un'ora, con una viabilità e un sistema dei trasporti veramente molto complesso.
Purtroppo, quello che accade negli ospedali della Calabria e nella sanità è quello che accade un po' in tutta Italia, cioè, un approccio aziendalista che guarda ai costi, alla riduzione dei costi e al profitto, piuttosto che alla salute dei cittadini. Un diritto che rischia di essere sempre di più compromesso, nonostante le roboanti dichiarazioni del presidente, nonché commissario alla sanità, Roberto Occhiuto, che continua a tagliare sulle risorse e a propagandare una ripresa della sanità calabrese, mentre il diritto alla salute di questi cittadini è continuamente appeso a un filo sottilissimo. Che cosa accadrà con l'autonomia differenziata, lo vedremo da qui a breve e, sicuramente, le anticipazioni non sono affatto positive .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. In Basilicata, precisamente a Tito Scalo, esiste una realtà produttiva che potremmo considerare una vera e propria eccellenza, ossia la Favorit Spa, controllata dalla francese Hamelin, che, con il suo sito produttivo lucano, è un punto di riferimento fra i produttori di articoli di cancelleria firmati ; un vero simbolo di innovazione, una realtà dove lavorano 41 operai, tutti del territorio, che, in questi giorni, si sono visti recapitare dalla dirigenza una lettera di licenziamento collettivo, perché ci sarà la chiusura intera dello stabilimento.
Questo lunedì mi sono recato presso lo stabilimento e ho parlato con gli operai per cercare di capire insieme quali fossero i motivi di questa chiusura. Per inciso: gli operai hanno iniziato lo sciopero proprio questa settimana. I motivi sono veramente difficili da comprendere: innanzitutto, perché l'azienda è in attivo; in secondo luogo, perché ha clienti molto importanti - Buffetti, Conad, Amazon - e, anche a detta della dirigenza, quello lucano è il sito più produttivo. Eppure, la francese Hamelin chiude tutto e porta tutto a casa, macchinari compresi. Porta tutto lo stabilimento in Francia. In questo modo, sarà perso anche quel marchio di che viene messo, proprio nero su bianco, insieme alla scritta Favorit. Tra l'altro, Presidente - e mi avvio alla conclusione - quello stabilimento è stato realizzato anche grazie a fondi pubblici.
La dirigenza ha detto che la chiusura dipende da fattori di mercato e ha cercato di tranquillizzare gli operai, dicendo che andranno in cassa integrazione e che lo stabilimento sarà venduto. Ma questo non è un , questo non è un piano industriale, ma è la vendita del sito, è un atto di compravendita, e la cassa integrazione non la decide la dirigenza, ma, al massimo, vi acconsente. Intanto, lasciamo a casa 41 operai: l'età media, Presidente, è di 51 anni. Presidente, faccia attenzione a quello che sto dicendo: l'età media è 51 anni. Cosa fa una persona a 51 anni senza lavoro? È una zona grigia nella quale tutti noi siamo coinvolti colpevolmente, perché, questa situazione, ce la dimentichiamo.
Io ho depositato un'interrogazione per chiedere al Ministro Urso di intervenire. Il Ministro Urso è il Ministro delle Imprese e del . Bene, la Favorit ha il marchio . Chiediamo al Ministro Urso di non girarsi dall'altra parte. Le aziende e i grandi gruppi esteri non possono fare in Italia ciò che vogliono.
Presidente, porto in quest'Aula la voce disperata di quegli operai e dico loro di lottare. Hanno la nostra solidarietà - immagino di tutta l'Aula - e chiedo di garantire loro che non saranno lasciati soli .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Avevo chiesto questo intervento di fine lavori per rendere noto all'Aula di come la mala giustizia possa creare alcuni problemi e costruire concezioni sbagliate nella nostra società. Mi riferisco a un caso particolare. Nel 2018 - all'epoca ero consigliere regionale - denunciai un primario che - pensate - aveva chiuso il proprio reparto per organizzare una festa privata, facendo spostare i suoi pazienti all'interno di altri reparti dell'Ospedale del Mare. Dopo questo episodio - ovviamente denunciato e comprovato -, il primario fu prima sospeso e poi licenziato, com'è giusto che sia. Noi dobbiamo difendere i medici, gli infermieri, i primari e gli operatori medici che operano nel rispetto della legge, non certo chi chiude un proprio reparto per divertirsi.
Ebbene, dopo anni di battaglie (lui fece anche ricorso e denuncia nei confronti di chi l'aveva fatto licenziare, perdendo) fu realizzato un bando per lui, licenziato da una ASL, per spostarlo ad un'altra ASL. Intanto, però, la giustizia continuava. Tuttavia, è avvenuta una cosa incredibile: lui è stato condannato in via definitiva, anche a risarcire i danni che ha creato all'ASL e al sistema sanitario, ma la condanna è arrivata dopo 6 anni e, quindi, in secondo grado già sanno che andrà in prescrizione.
Ebbene, Presidente, è questo quello che i cittadini non vogliono vedere: non vogliono vedere che, se una persona è colpevole di qualcosa, si trovano comunque gli per farle continuare a svolgere la sua attività in una struttura parallela a quella in cui non si è comportato bene e soprattutto che, se sbaglia, deve essere condannata e deve pagare per il suo errore.
Non è successo per questo primario (si chiama Pignatelli, giusto per ricordarlo a tutti quanti noi): è stato condannato, ma, purtroppo, non pagherà. A pagare sono stati i pazienti.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità
: TRANCASSINI ed altri; BRAGA ed altri.
: TRANCASSINI.
CENTEMERO ed altri: Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti .
: CENTEMERO.