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Lunedì 12 Maggio 2025 ore 15:00
AULA, Seduta 478 - Decreto elezioni e referendum
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna si è svolta la discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025 (Approvato dal Senato) (C. 2362).
XIX LEGISLATURA
478^ SEDUTA PUBBLICA
Lunedì 12 maggio 2025 - Ore 15
Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
S. 1425 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025 (Approvato dal Senato). (C. 2362)
Relatore: IEZZI.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Disegno di legge: S. 1425 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025 (Approvato dal Senato) (A.C. 2362) (Discussione)
- Ordine del giorno della seduta di domani
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ROBERTO GIACHETTI, legge il processo verbale della seduta del 5 maggio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 84, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2362: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Igor Iezzi.
IGOR IEZZIGrazie, Presidente. Se possibile, lascerei agli atti la relazione che, poi, vi consegnerei a mano; vorrei però sottolineare un aspetto di questo provvedimento che credo si possa considerare, tutto sommato, ordinario e di dettaglio, ma c'è un aspetto che, invece, rappresenta una forte novità, che riguarda il voto per i fuori sede. Come sanno tutti i membri della I Commissione, ma anche i colleghi di quest'Aula, su questo tema si dibatte da tempo, da anni direi, qui in Parlamento e anche fuori, con associazioni che si sono occupate della questione.
Già a luglio del 2023 (se non erro e se non mi fa difetto la memoria) questo ramo del Parlamento aveva deliberato in proposito, ipotizzando una serie di misure fattibili, partendo dal presupposto che qui stiamo parlando di un diritto, quello del voto, di un dovere civico, ma anche di un tema abbastanza complicato che non si può esaurire con alcuni slogan. Da quel momento sono stati fatti passi in avanti, tanto che nel 2024 è stato permesso agli studenti fuori sede di votare alle elezioni europee in via sperimentale e, oggi, si compie un ulteriore passo in avanti in vista dell'appuntamento referendario, permettendo non solo agli studenti, ma anche ai lavoratori e alle persone in cura di votare fuori sede. Quindi, sempre in via sperimentale, ma registriamo un ulteriore passo in avanti.
Io credo che questa sia la dimostrazione di come il Parlamento, quando lavora e lavora seriamente su un tema, possa portare benefici alla collettività.
PRESIDENTE. Sicuramente è autorizzato a depositare la sua relazione. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, che si riserva.
È iscritta a parlare la deputata Enrica Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Sono contenta di vedere la presenza della Sottosegretaria che ha seguito, tra l'altro, i lavori in Commissione continuamente; l'abbiamo più volte vista in Commissione e torno a ringraziarla per la sua presenza.
Discutiamo oggi dell'ennesimo decreto-legge oggetto di conversione. Ripetiamo quello che è già stato detto più volte: non si riesce più a rammentare quante volte si sia fatto ricorso, nel corso di questa legislatura, alla decretazione d'urgenza. Personalmente ho perso il conto, non mi ricordo più quante volte: sicuramente tantissime e sicuramente per le materie più importanti. Però, questo - mi preme sottolinearlo - è un caso particolare perché si parla di materia elettorale e, come tutti sappiamo, l'articolo 72, quarto comma, della Costituzione, inibisce il ricorso alla decretazione d'urgenza in materia elettorale e vi è un perché. Il perché risiede nella tutela del sistema democratico: il Costituente ha voluto evitare che si potessero modificare le regole del gioco dalla maggioranza del momento, massimamente in prossimità di appuntamenti elettorali.
Vi sono stati sicuramente, Presidente, altri casi in cui si è legiferato anche in questa materia con la decretazione d'urgenza, ma, secondo quello che ha più volte sottolineato la Corte delle leggi - parlo della Corte costituzionale -, non si dovrebbe intervenire nel sistema elettorale con la decretazione d'urgenza quando si toccano disposizioni sostanziali. A disposizione dei colleghi vi è un fatto dagli uffici della Camera, molto pregevole, che riporta vari arresti della Corte costituzionale su questo tema.
E, infatti, la Corte costituzionale ha sottolineato che possono essere incisi dalla decretazione d'urgenza aspetti di carattere procedimentale, organizzativo, il procedimento elettorale dunque, ma non si possono modificare le disposizioni che determinano la rappresentanza politica in ragione dei voti ottenuti e, dunque, anche in relazione alla base elettorale: quello che, purtroppo, invece, viene fatto con questo decreto-legge.
Mi riferisco a una norma che è stata inserita in questo provvedimento nel corso dell'esame al Senato e mi riferisco a quella norma che regola le elezioni amministrative che si svolgeranno nel 2025 nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, in caso di ammissione di una sola lista. Sembra parva materia, ma questo, a parer mio, rappresenta un pericoloso precedente. Come dire al legislatore dell'urgenza: puoi intervenire anche in materia elettorale; cosa che è in contrasto, come dicevo prima, con le disposizioni della Carta delle leggi.
Ma veniamo adesso all'esame del testo. Siamo in sede di discussione generale. Nel preambolo - come ricorderemo noi tutti che siamo stati in Commissione e abbiamo seguito questo provvedimento - vengono delineate le ragioni di necessità che sono alla base del presente provvedimento di cui adesso chiediamo la conversione in legge, e si dà atto della necessità di garantire una maggiore partecipazione dei cittadini al voto - cosa che ovviamente condividiamo tutti in quest'Aula - rivolta, però, alle consultazioni elettorali e referendarie del 2025. Questa è la prima obiezione che si può opporre a questo provvedimento. Già si interviene sulla materia elettorale con la decretazione d'urgenza - e, come dicevo prima, ciò quantomeno pone dei dubbi di costituzionalità -, ma poi si limita l'efficacia di alcune norme ad un solo anno.
A questo punto, cari colleghi, dobbiamo aspettarci che, per ogni consultazione elettorale, avremo una legge diversa, laddove invece le regole dovrebbero essere certe e stabilite, non dico una volta per tutte, ma per un congruo lasso di tempo.
Torno, a questo riguardo, al punto di cui dicevo prima e alla disposizione che è prevista dall'articolo 1-, quella disposizione inserita nel corso dell'esame al Senato, che prevede una modifica sostanziale della legge elettorale per le elezioni nei comuni sino a 15.000 abitanti, che poi non sono pochi: abbiamo tante piccole realtà comunali, in virtù sia della geografia del nostro Paese, ma anche in virtù delle tradizioni storiche dei nostri territori, nel caso in cui - questa è una precisazione che occorre fare - venga presentata una sola lista per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale.
Bene, si modifica la percentuale degli elettori abbassandola al 50 per cento del corpo elettorale, escludendo gli elettori iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, affinché l'elezione risulti valida, ferma restando la percentuale dei voti validi al 50 per cento dei votanti, come è attualmente previsto. Si abbassa, invece, la percentuale al 40 per cento del corpo elettorale che deve recarsi al voto.
Attenzione: questa modifica interviene solo per le consultazioni del 2025 e anche la temporaneità della modifica, ovviamente, suscita più di una perplessità. Non se ne comprende la logica, visto e considerato che - come dicevo prima - la materia elettorale necessiterebbe di una maggiore stabilità.
E con riferimento alla temporaneità - e mi riporto anche a quello che diceva prima il collega Iezzi che ha fatto un inciso proprio sulle votazioni dei fuori sede, tra l'altro una disposizione caldeggiata anche dal Movimento 5 Stelle - veniamo, a questo punto, alla disciplina dei votanti fuori sede: anche in questo campo, di fatto, si prevede che questa disciplina sia sperimentale e temporanea.
Veniamo dunque all'articolo 2, a cui prima accennava il collega. Veramente, noi del Movimento 5 Stelle, che - lo ripeto - abbiamo sempre caldeggiato questa iniziativa, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Ci saremmo aspettati che non fosse limitata al 2025 e non fosse limitata alle consultazioni referendarie. Avremmo voluto qualcosa di più, avremmo voluto che non si trattasse e non si fosse trattato solo di una disciplina sperimentale.
Sicuramente, l'iniziativa di estendere il voto ai fuori sede, come dicevo prima, è meritoria. Noi siamo concordi su questo. Però, di fatto, viene vanificata in concreto dal testo della norma di cui stiamo parlando, perché viene imposto un termine, di cui il collega Iezzi, però, non ha parlato. Il termine per presentare la richiesta al comune di domicilio temporaneo è di 35 giorni prima delle votazioni. Un termine che è già elasso, Presidente, già non vi è più. Adesso, mentre stiamo discutendo della conversione del decreto-legge, già questo termine è scaduto, e questa è la prima criticità.
Tra l'altro, la domanda dovrebbe essere corredata da idonea documentazione ma, per l'appunto, noi già adesso siamo fuori termine. E io mi chiedo e vi chiedo: ma la gente lo sa? I fuori sede che vogliono votare nel comune di temporaneo domicilio sanno che possono farlo e sanno che, purtroppo, il termine è già elasso?
Abbiamo mosso una prima critica, però adesso, con il dovuto equilibrio - che spero di avere - voglio venire anche alle cose positive di questo provvedimento. Qualche cosa positiva c'è. Poche, per il vero, ma comunque ci sono.
È da accogliere, sicuramente con favore, la disposizione stabilita all'articolo 1, che prolunga a lunedì le operazioni di votazione per le consultazioni elettorali e referendarie - relative sempre, però, al presente anno, siamo sempre nel solco della temporaneità - al fine ovviamente di garantire la maggiore partecipazione possibile dei cittadini al voto.
Così come è da salutare con favore la disposizione fissata all'articolo 2-, che sopprime la distinzione delle liste elettorali in base al genere.
E ancora, è da considerare positivamente l'eliminazione per le donne del riferimento, nelle liste elettorali, del cognome del marito.
Ancora, è da considerare con favore la norma prevista all'articolo 4 che consente all'elettore, che risulti impossibilitato ad apporre la firma autografa per grave impedimento fisico o che si trovi nelle condizioni di esercitare il voto domiciliare, di effettuare la sottoscrizione di una lista di candidati da sottoporre al voto mediante modalità digitale.
Ovviamente, sono delle innovazioni che salutiamo con favore. Del resto, con quest'ultima disposizione, si dà seguito a quanto rilevato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 3 del 2025 e si sana una discriminazione lampante, esistente nei confronti delle persone che, pur risultando pienamente capaci, sono impossibilitate ad apporre una firma autografa.
Continuiamo con le ombre. Abbiamo sottolineato le luci, continuiamo però a parlare delle ombre di questo provvedimento.
Desta perplessità la previsione dell'articolo 3, che configura l'istituzione di un fondo, nello stato di previsione del Ministero dell'Interno, destinato al potenziamento delle prestazioni dei servizi erogati dal sistema informativo elettorale, al cui onere fa fronte il fondo perequativo degli squilibri di fiscalità locale. Ahimè, Presidente, è il solito gioco delle tre carte: si spostano risorse da un fondo a un altro, purtroppo, anche in questo caso, penalizzando chi più ha bisogno.
Così come desta perplessità la disposizione di cui sempre all'articolo 3, che prevede l'incremento della dotazione organica del Ministero dell'Interno di un'altra poltrona, ossia di una unità dirigenziale di seconda fascia, che costerà al contribuente la modica cifra di circa 180.000 euro all'anno.
Infine, Presidente - e ciò noi non possiamo che stigmatizzarlo e guardarlo con sfavore, ma, purtroppo, è una circostanza che viene consentita dal testo in esame -, è assolutamente da bollare negativamente il fatto che la consultazione referendaria, tanto voluta solo a chiacchiere, ma non nei fatti, si svolgerà, in virtù di una deliberazione del Consiglio dei ministri, alla medesima data del secondo turno delle elezioni amministrative, dunque in concomitanza con gli eventuali ballottaggi, lì dove si terranno. Ma lì dove non si terranno i ballottaggi, gli elettori dovranno ritornare a votare una seconda volta e solo per i quesiti referendari. Questa è un'operazione che sicuramente determinerà un abbassamento del , rappresentando l'ultimo tentativo per far naufragare i referendum, che, per chi lo sa ovviamente - ma non sono in molti, purtroppo - sono estremamente importanti, perché, oltre al tema della cittadinanza, è il mondo del lavoro ad essere interessato dai quesiti referendari. Quindi, sono quesiti che impattano sulla vita di milioni di cittadini.
Voglio rammentare, Presidente, che con il raggiungimento del e l'auspicabile vittoria del “sì”, si potrebbe porre nuovamente un argine ai licenziamenti illegittimi, si darebbe un limite al lavoro precario, si riconoscerebbe una maggiore protezione ai lavoratori in caso di infortunio sul luogo di lavoro. Con questi quesiti, Presidente, si guarda al mondo del lavoro, al mondo della gente, al mondo dei cittadini che ogni giorno combattono per vivere in questo Paese. Cittadini che dovrebbero essere debitamente informati, perché, se lo fossero - e speriamo che lo siano -, si recherebbero alle urne per votare. Io, però, purtroppo, non posso che constatare con amarezza che, ancora una volta, il legislatore dell'urgenza ha agito sotto l'auspicio o lo spettro - come vogliamo chiamarlo - della propaganda. Sì, anche questo è uno propagandistico, perché si promette in modo molto ipocrita di ampliare la partecipazione dei cittadini al voto, ma, nella sostanza, si va in senso diametralmente opposto. Vogliamo citare una prova? Le dichiarazioni recenti del Presidente del Senato, che invita i cittadini a non andare al voto. Noi del MoVimento 5 Stelle, invece, non vogliamo una democrazia a bassa intensità: confidiamo che i cittadini si rechino alle urne e ci auguriamo che, andando a votare, scelgano consapevolmente per il proprio futuro.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MURA(FDI). Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, Sottosegretario Ferro, gentili colleghi, il provvedimento che oggi siamo chiamati a discutere rappresenta un passo significativo nel percorso di modernizzazione e razionalizzazione del nostro sistema elettorale. Si tratta di un decreto-legge che interviene con pragmatismo su nodi concreti emersi nel corso delle tornate elettorali più recenti e che intende rafforzare la partecipazione democratica - al contrario di quanto sostenuto da chi mi ha preceduto -, garantire il buon funzionamento delle consultazioni e razionalizzare la spesa pubblica.
Voglio innanzitutto sottolineare il lavoro svolto in Commissione dove, grazie a un ampio confronto, si è giunti a soluzioni condivise su temi tutt'altro che secondari. È un segnale importante, pur nella diversità delle visioni: le istituzioni possono convergere quando in gioco ci sono l'efficienza amministrativa e la qualità della democrazia.
Uno dei primi punti affrontati dal decreto riguarda il ruolo degli scrutatori. Era da tempo che si sollevava il problema della difficoltà crescente nel reperire scrutatori, soprattutto in alcune aree del Paese e in occasione di consultazioni complesse. Il decreto prevede due misure: da un lato, un aggiornamento dei compensi, più congruo rispetto all'impegno richiesto, dall'altro, l'innalzamento del limite d'età da 70 a 75 anni. Si tratta di una modifica semplice, ma importante che estende la platea dei cittadini coinvolgibili e valorizza l'esperienza delle generazioni più anziane, ancora perfettamente in grado di contribuire.
Un secondo punto essenziale è l'introduzione di norme che, finalmente, consentono il voto per i cittadini temporaneamente fuori dal proprio comune di residenza. È una battaglia di civiltà, che riguarda migliaia di studenti, lavoratori e persone ricoverate in strutture sanitarie. La possibilità di esercitare il diritto di voto al di fuori del comune di iscrizione rappresenta un progresso concreto verso l'effettiva parità di accesso al voto. Un diritto costituzionale deve poter essere esercitato senza ostacoli logistici o economici. Vorrei ringraziare per questo il Ministero dell'Interno e, in particolare, il Sottosegretario Ferro per il lavoro attento che è stato fatto per rendere operativa questa misura. Non è solo una questione di principio, ma anche di organizzazione tecnica e di affidabilità del processo elettorale.
Il decreto interviene, inoltre, su una questione annosa nei piccoli comuni, quella delle liste uniche. Nei comuni sotto i 15.000 abitanti, infatti, la presenza di un'unica lista spesso generava un rischio concreto del mancato raggiungimento del , con conseguente invalidazione della consultazione. Con il nuovo intervento normativo si introduce una soglia più adeguata, che consente maggiore certezza sull'effettivo svolgimento delle elezioni e tutela la volontà democratica delle comunità locali. Io su questo faccio un inciso: essendo stato per dieci anni sindaco di una piccolissima comunità, so quanto incidano, nei territori dove in passato l'emigrazione è stato un elemento determinante e caratterizzante dell'attuale condizione demografica, gli iscritti all'AIRE rispetto alla capacità in virtù di quelle che sono le consultazioni elettorali che si svolgono con lista unica in un piccolo comune. Ricordo anche che su questo punto si era già avviata una riflessione trasversale nelle scorse legislature. Ringrazio, pertanto, le forze politiche che hanno contribuito con proposte e osservazioni in Commissione, consentendo un intervento puntuale su una criticità concreta.
Altro elemento qualificante del decreto è l'accorpamento delle date elettorali per il referendum e i ballottaggi. La scelta di unificare le date risponde a una logica di efficienza e risparmio: ridurre le giornate di apertura dei seggi significa tagliare i costi amministrativi e limitare i disagi organizzativi, senza per questo comprimere alcun diritto, anzi, al contrario, si favorisce una maggiore partecipazione, evitando che l'elettore sia chiamato al voto troppe volte in un arco di tempo ristretto. È importante chiarire che questa misura ha una motivazione tecnica e non ha nulla a che fare con il merito del referendum oggetto della prossima consultazione.
In conclusione, signor Presidente, questo decreto rappresenta una risposta concreta a esigenze reali, dalla partecipazione giovanile al voto dei fuori sede, fino all'efficienza del sistema elettorale. È un provvedimento equilibrato che non stravolge le regole del gioco, ma le aggiorna con buonsenso, senza rinunciare ai principi democratici che fondano il nostro ordinamento.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Il relatore e la rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
2.
S. 1425 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025 (Approvato dal Senato). (C. 2362)
: IEZZI.
3.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2025, n. 37, recante disposizioni urgenti per il contrasto dell'immigrazione irregolare. (C. 2329-A)
Relatrice: KELANY.
4.
BAGNAI ed altri: Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato, nonché istituzione della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse. (C. 1074-A)
Relatrice: MATONE.
5.
S. 1319 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 31 ottobre 2024 (Approvato dal Senato). (C. 2291)
: CAIATA.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'India sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 9 ottobre 2023. (C. 1915-A)
: FORMENTINI.
S. 1228 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Araba d'Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con l'uso di servizi di traghettamento marittimo, fatto a Il Cairo il 22 gennaio 2024 (Approvato dal Senato). (C. 2101)
: CALOVINI.