PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 102, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta in corso .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Questa notte, all'una meno dieci, nelle acque internazionali a 40 miglia da Creta, le imbarcazioni della sono state attaccate. Riporto quanto mi ha comunicato l'onorevole Benedetta Scuderi, eurodeputata. All'una meno dieci, 13 droni hanno sorvolato imbarcazioni italiane, preceduti da un attacco acustico che ha mandato a tutto volume le radio degli equipaggi con la musica degli Abba. Dopo alcuni secondi sono esplosi ordigni - dicono bombe sonore, ma io non sono un esperto - che hanno danneggiato profondamente le imbarcazioni, tra cui l'imbarcazione dove c'è la nostra eurodeputata Benedetta Scuderi.
Ebbene, questo è un vero e proprio atto di pirateria e di terrorismo internazionale . Penso e mi auguro che da parte di questo Parlamento ci sia la consapevolezza della gravità di quanto sia accaduto e, in primo luogo, quello che chiediamo, come Alleanza Verdi e Sinistra, e vogliamo sapere, e non possiamo credere che il Governo non sappia, anche perché dispone di un' abbastanza preparata in merito, chi ha dato il supporto logistico per mandare questi droni e sferrare questo attacco ?
Da dove è arrivato il supporto logistico? Ci ritroviamo in acque internazionali e delle imbarcazioni italiane, dove ci sono parlamentari italiani, sono adesso in pericolo. Abbiamo letto la dichiarazione del Ministro degli Affari esteri Tajani, questa notte, che ci ha lasciato interdetti. Ci ha lasciato interdetti perché, sostanzialmente, il Ministro ha comunicato al Governo israeliano di procedere con moderazione. Cosa significa procedere con moderazione? Noi chiediamo che il Governo italiano non solo chieda ad Israele di non procedere per nulla, ma chiediamo che il Governo italiano garantisca sicurezza !
Deve garantire la sicurezza ai nostri equipaggi delle barche italiane e ai nostri parlamentari. A tal proposito, signor Presidente, noi chiediamo formalmente che il Presidente della Camera dei deputati, Fontana, chiami e si metta in contatto con il Presidente del Parlamento europeo perché ci sono parlamentari italiani e ci sono europarlamentari, e non può assolutamente essere tollerato che il diritto internazionale sia continuamente calpestato. A chi dice che ci sono altri strumenti per poter far arrivare gli aiuti a Gaza, mente sapendo di mentire ! Perché a Gaza non entra nulla, e quei luoghi dove arriva il cibo sono stati trasformati, volutamente, dal Governo israeliano in trappole mortali , dove vengono mitragliate le persone che chiedono cibo perché sono affamate.
Allora, signor Presidente, ancora una volta noi ci troviamo di fronte a un qualcosa che dovrebbe vedere il Parlamento della Repubblica italiana, di fronte a questa pagina orribile che si sta scrivendo nella storia contemporanea, ad essere unito, e invece troviamo chi continua a rendersi complice di una politica criminale che sta sterminando il popolo palestinese. Ancora una volta noi chiediamo al Governo e alla Premier Meloni di non fuggire dal Parlamento.
Si reca a a parlare di pasticcini, ma non viene nel Parlamento della Repubblica italiana a dire qual è la posizione di fronte a una pagina orribile , di fronte allo sterminio di un popolo ! Lo troviamo assolutamente inaccettabile! Quindi noi chiediamo che la Premier Meloni venga in Aula a dirci perché non vuole revocare l'accordo di cooperazione militare.
Signor Presidente, è falso che l'Italia non sta dando armi dopo il 7 ottobre 2023, perché le forniture precedenti sono in essere e continuano ad essere date armi, e qualunque parlamentare, qui, in quest'Aula, dovrebbe indignarsi di fronte a questo fatto. E noi dovremmo costruire un'unità della Repubblica per dire “no” all'orrore di Gaza , ma Meloni scappa!
Allora, noi su questo siamo irremovibili: vogliamo che la Premier Meloni venga in Aula e alla prossima comunicazione o informativa non ci mandi il Ministro Tajani, con il massimo rispetto, ma venga la Premier a dirci perché il Governo italiano continua ancora con questa drammatica ipocrisia
PRESIDENTE. Prendo atto della sua richiesta e riferirò al Presidente della Camera.
Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Voglio ricordare a quest'Aula, anche a chi sembra distratto, che questa notte 11 barche della sono state attaccate mentre si trovavano in acque internazionali (erano nelle vicinanze di Creta). Ricordo che la è in missione umanitaria, è una flotta civile, pacifica e del tutto legale. Le barche sono state attaccate con droni, con bombe sonore, con gas urticanti e le comunicazioni radio sono anche state interrotte per un certo periodo. È stato un attacco strutturato, pensato, voluto per danneggiare questa missione. Sono state colpite le barche di tre Paesi: l'Italia, il Regno Unito e la Polonia, che non potranno più usare le vele, Presidente. Questo è un attacco a questi tre Paesi, tra cui l'Italia. Lo scopo di questo attacco evidentemente è intimidatorio, specialmente perché si vogliono scoraggiare queste persone ad andare avanti. La barca su cui ci sono i due colleghi, Benedetta Scuderi e Marco Croatti, è stata particolarmente danneggiata, invece l'altra, quella dove c'è il collega Scotto e la collega Corrado, non è stata sfiorata.
Ricordo bene che quando ci furono gli attacchi alla missione UNIFIL in Libano - in quella missione c'è personale militare italiano - il Governo usò i toni duri e una postura assertiva verso quell'attacco che c'era stato, esigendo - esigendo, non pietendo - sicurezza per quella missione. Noi vorremmo vedere la stessa determinazione a sostegno della . Il Governo italiano come garantirà la sicurezza? Perché non basta chiedere. Vorrei ricordare che la nostra segretaria, Elly Schlein, il 3 settembre ha inviato una lettera alla Presidente del Consiglio, una lettera in cui chiedeva di garantire sicurezza e tutela alla missione. La Presidente Meloni rispose a questa lettera dicendo che: “Il Governo italiano” - cito, leggo testualmente - “assicura che saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all'estero”. Quali sono queste misure? Presidente, noi vogliamo sapere quali sono queste misure, al di là delle esortazioni del Ministro Tajani che, evidentemente, non sortiscono alcun effetto. Noi vogliamo sapere quali sono queste misure. La ha lo scopo di rompere l'assedio illegale di Gaza e di portare aiuti umanitari a una popolazione stremata . Quella missione ci rappresenta tutti e tutte e noi esigiamo che venga tutelata. Dunque, ci aspettiamo di avere chiarimenti dalla Presidente del Consiglio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori e sullo stesso argomento, la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Quello che è successo questa notte è aberrante ma soprattutto è inaccettabile, perché delle navi umanitarie, cariche di cibo, di aiuti di ogni tipo, sono state attaccate in acque internazionali da droni, bombe acustiche, urticanti ed è stata interrotta la comunicazione. Ma questo è normale? Vi sembra normale? È gravissimo ! È gravissimo! Ed è ancora più grave sentire dichiarazioni di un Ministro della Repubblica, il Ministro degli Affari esteri Tajani, che dice che chi è a bordo della se l'è cercata e la sicurezza è di Israele. Di Israele? Di uno Stato terrorista di uno Stato terrorista, terrorista, che attacca in acque internazionali persone e cittadini, che stanno facendo quello che avreste dovuto fare voi : mandare degli aiuti a una popolazione inerme, che sta morendo di fame e di sete sotto i bombardamenti e per le infezioni. Stanno lottando per l'umanità, l'umanità che oggi è in un baratro totale - totale - e quindi si lascia la sicurezza a questo Stato terrorista, a cui è consentito tutto.
La violazione del diritto internazionale non esiste, perché sapete cosa fa questo Stato terrorista? In acque internazionali, quindi non di competenza di Israele, ferma le navi, le ferma, le porta in Israele, fa un processo farsa a tutte le persone che hanno partecipato a questa missione umanitaria per dare un divieto di ingresso a Tel Aviv, in Israele, ma soprattutto un divieto di ingresso permanente in Cisgiordania e a Gaza, in sfregio totale di ogni legge e di ogni diritto. Adesso basta! Il Ministro Tajani, Crosetto, la Presidente Meloni devono intervenire. Avete già sulla coscienza 20.000 bambini, 20.000 bambini ammazzati , 70.000 persone ammazzate, ma in realtà si parla di 200.000 persone. Tutto questo è disumano, è disumano! Dovete ritornare ad essere umani e vi avvisiamo - vi avvisiamo fin da ora - che l'Aula non va avanti , non va avanti fino a quando non si interviene per dare sicurezza e tutela. Crosetto deve venire in Aula subito ! Crosetto deve venire in Aula subito! Noi non consentiremo di andare avanti. Va garantita sicurezza e tutela a tutti i cittadini e alle cittadine della , ai nostri colleghi, per l'umanità, per il rispetto del diritto internazionale. Adesso basta !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Lei, Presidente, si rende conto che continuare i lavori in questa situazione è davvero complicato. Noi, come Alleanza Verdi e Sinistra, e io, come presidente di questo gruppo, chiediamo che venga convocata subito la Conferenza dei presidenti di gruppo per verificare la disponibilità del Ministro Crosetto e del Governo di venire in Aula, perché la situazione, prima che diventi drammatica e ingestibile, deve essere assolutamente affrontata
Qui parliamo di uno Stato che non ha esitato ad attaccare civili, bambini, bambine, donne, donne incinte, persone anziane, fragili, ospedali, giornalisti e insegnanti. Pensate che esiterà a usare tutti gli strumenti per bloccare la ? Io credo di no. Personalmente sono preoccupata e politicamente sono convinta che sia necessario prendere provvedimenti prima che sia troppo tardi
PRESIDENTE. Onorevole Zanella, prendo atto della sua richiesta. Ovviamente, nell'immediatezza sarà informato il Presidente della Camera, che deciderà.
Nel frattempo, l'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge… No, no.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io mi unisco alla richiesta della collega Zanella, perché quanto è avvenuto questa notte, che i colleghi hanno denunciato, credo che necessiti di un momento di assunzione di responsabilità del Parlamento.
Noi sappiamo che quello che è avvenuto non è una semplice opera di intimidazione, lo consideriamo un attacco a rappresentanti anche istituzionali, ma la nostra attenzione è rivolta a tutti i volontari che sono impegnati in questa grande operazione umanitaria dal basso. Le chiediamo anche noi di farsi parte attiva nel chiedere la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo che possa consentire di rappresentare al Presidente della Camera delle richieste esplicite e un'iniziativa che veda protagonista anche il Parlamento.
Non possiamo essere silenti e pensiamo che la sede della Conferenza dei presidenti di gruppo sia quella più opportuna per poter sviluppare, anche con gli altri colleghi, ci auguriamo, della maggioranza, un'iniziativa comune ed efficace in questo senso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Per unirmi alla richiesta di convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, come è già stato annunciato in precedenza dalla mia collega Ascari nell'intervento. Il MoVimento 5 Stelle non solo non parteciperà ai lavori d'Aula e di Commissione finché non verrà Crosetto e finché non sarà garantita veramente la protezione ai patrioti, i patrioti occidentali che sono sulla ma farà in modo anche di bloccare i lavori con tutto quello che ne consegue, perché è un attacco anche all'Italia, è un attacco all'Italia in acque internazionali.
Capiamo che per Tajani chi si metteva su quelle barche andava a rischio e pericolo, capiamo che per il Ministero degli Esteri israeliano quella è la di Hamas, però vorremmo avere un momento di chiarimento per capire come andare avanti, perché per noi tutto questo è completamente inaccettabile, non ci sono più aggettivi per definire quello che sta accadendo .
PRESIDENTE. Allora, colleghi Zanella, Braga e Riccardo Ricciardi, il Presidente della Camera, come sapete, ha già convocato una Conferenza dei presidenti di gruppo per oggi pomeriggio, al termine dei lavori della seduta … Se mi fate finire di parlare e avete la cortesia di ascoltare, bene, se mi venite addosso sulla voce, non ho modo di finire.
Il Presidente della Camera mi ha comunicato che, ovviamente, accogliendo le vostre richieste, può anticipare la richiesta di convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, però al termine dei lavori della seduta di questa mattina. Questo è quello che mi è stato comunicato e questo è quello che vi comunico. Quindi, con l'intendimento di anticipare e fare in modo che al più presto, quindi intorno alle 13,30, ci sia la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, quello sarà il luogo in cui si deciderà come andare avanti. Nel frattempo, proseguiamo con i lavori, questo è quanto.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2570-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia.
Ricordo che nella seduta del 22 settembre si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
La I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere Un attimo, onorevole Dondi… Allora, colleghi, capisco la protesta politica che state inscenando, però vi devo pregare di avere rispetto per i lavori dell'Aula e delle decisioni che la Presidenza della Camera ha assunto e fare in modo che i lavori della Camera dei deputati possano andare avanti, così come stabilito, senza alcuna forzatura. Quindi, prego i colleghi che hanno occupato l'emiciclo o che sono seduti per terra di liberare l'emiciclo e di fare in modo di far andare avanti ordinatamente i lavori… Colleghi, vi prego! Vi ho comunicato che il Presidente della Camera ha anticipato - ha anticipato! - la Conferenza dei presidenti di gruppo (… Collega Iaria, per cortesia. Onorevole Iaria, per favore, non occupate i banchi del Governo e fate in modo di far andare avanti i lavori.
Colleghi, io vi invito per la seconda volta a liberare l'emiciclo e fare in modo, ripeto, di andare avanti ordinatamente. Onorevole Dondi, intanto cominciamo con i pareri. Onorevole Dondi, i pareri? I pareri agli emendamenti, prego.
DANIELA DONDI, Grazie, Presidente. Per tutti gli emendamenti invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Sisto?
FRANCESCO PAOLO SISTO,. Conforme ai relatori.
PRESIDENTE. Bene. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 10. Nel frattempo, per favore, a seduta sospesa inviterei i Questori a fare in modo di adoperarsi per liberare l'emiciclo e ricominciare ordinatamente i lavori, grazie.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Allora, colleghi, ascoltate le richieste arrivate da vari esponenti dei gruppi di opposizione, la Presidenza della Camera si è immediatamente attivata con la Presidenza del Consiglio e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento per dar seguito alla richiesta che è stata avanzata in Aula, vista la situazione di gravità che è stata sottolineata.
Il Governo ha dato immediata disponibilità per venire a riferire alla Camera e, come ho avuto modo di comunicare per le vie brevi, dopo essermi consultato con il Presidente della Camera, il Ministro Crosetto, che oggi si trova in Lettonia, domani mattina verrà nell'Aula della Camera dei deputati per riferire sui fatti oggetto delle vostre richieste. Definiremo il calendario e la programmazione dei lavori in una Conferenza dei presidenti di gruppo, che originariamente era convocata nel pomeriggio, come sapete, al termine dei lavori, e che, invece, viene anticipata al termine dei lavori antimeridiani della Camera.
Questo ho avuto modo di comunicare per le vie brevi, poco fa, ai capigruppo dei gruppi di minoranza e questo è quello che comunico adesso all'Assemblea. Quindi, procediamo con i nostri lavori fino alle ore 13,30, subito una Conferenza dei presidenti di gruppo e domani, per come verrà definita nel calendario, l'informativa o le comunicazioni, vedremo, del Ministro della Difesa Crosetto.
Allora, colleghi, a proposito del provvedimento in esame, avevamo acquisito il parere della relatrice Dondi, che era contrario su tutti gli emendamenti, e il Governo aveva dato il parere conforme. Quindi, a questo punto, passerei ai voti.
Passiamo all'emendamento 1.1 Dori. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.2 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.3 D'Orso. Chiede di intervenire? No.
Indìco la votazione nominale… chiedo scusa. Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si chiede di sopprimere quanto si afferma nel comma 2. Perché? Perché l'articolo 110, comma 6, dell'ordinamento giudiziario, prevede che il Consiglio superiore della magistratura possa disporre applicazioni, ma nello stesso collegio e nello stesso tribunale non possano intervenire più di due magistrati applicati. E perché questo?
Perché si è voluto salvaguardare un principio fondamentale, che è quello del giudice naturale precostituito per legge, e questo principio vuole anche la territorialità dei magistrati, cioè l'appartenenza a quel tribunale o a quel collegio. Pensare che il collegio venga modificato e che uno dei componenti venga da altro tribunale, da altra corte d'appello, da un luogo totalmente diverso e che non fa parte, quindi, della tabella… sapete bene che la tabella costituisce la distribuzione dei magistrati ai fini della decisione, ai fini dell'appartenenza a un collegio che dovrà decidere un certo processo, un certo procedimento civile.
Ebbene, tutto questo avviene secondo regole predeterminate, che individuano anche la composizione dei collegi. E, allora, prevedere che non si applica in questo caso, proprio nel caso in cui vogliamo andare ad affrontare i temi della definizione dei procedimenti, in ossequio al PNRR, significa voler ribaltare quel principio costituzionale, non osservarlo e rendere possibile la costituzione di collegi con 2 giudici applicati. E questo è veramente fuori dalle disposizioni generali che determinano quel principio del giudice naturale precostituito per legge.
Quindi, non è una banalità quello che si dice all'emendamento 1.3 D'Orso, è un valore fondamentale rispettare il giudice naturale precostituito per legge. Quel principio costituzionale determina anche una rispondenza esattamente alla legge, secondo le regole dell'ordinamento giudiziario e secondo le indicazioni del Consiglio superiore della magistratura. Non osservare questo principio, addirittura metterlo da parte, significa voler violare volutamente un principio della Costituzione .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.4 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, con questo emendamento a mia prima firma chiedo una cosa semplicissima, ma assolutamente risolutiva per un problema che ora metteremo a fuoco. Chiedo di sopprimere la previsione che, in modo scellerato, questo Governo prevede con questo decreto-legge, cioè di applicare i giudici onorari di pace per la supplenza dei giudici professionali in caso di vacanze di organico di giudici professionali. Cosa vuol dire? Vuol dire che il Governo sta pensando di spostare i giudici di pace onorari dalla giustizia di pace, quindi di prossimità, ai tribunali che sono in affanno.
Ora, cosa dire si direbbe? Che probabilmente negli uffici del giudice di pace c'è personale in esubero, ci sono giudici in esubero. Non è così, non è così perché vi scontrate con la fotografia del Paese reale. Ve lo ha detto qualche mese fa che non è così, tra l'altro, l'Organismo congressuale forense, che sarebbe la maggiore assise rappresentativa dell'avvocatura. Cosa ha fatto l'Organismo congressuale forense? Un monitoraggio e ha scoperto che negli uffici del giudice di pace c'è una scopertura di organico di quasi il 70 per cento.
Do qualche numero, perché così fate i conti con quella che è la realtà: se andiamo a Roma, in pianta organica l'ufficio del giudice di pace dovrebbe avere 210 unità e, invece, in servizio ce ne sono 58; a Napoli sono in servizio in 37 su una pianta organica di 250; a Milano 39 su una pianta organica di 180; a Torino 7 soltanto i giudici onorari in servizio su 139 e a Palermo 18 in servizio su una pianta organica prevista di 99.
Ora, cosa ha comportato tutto questo? Quindi, la fotografia del Paese reale è questa. Ha portato al collasso la giustizia di pace, la giustizia di prossimità, che prima era un fiore all'occhiello. Perché tu cittadino ottenevi un decreto ingiuntivo in un mese per riscuotere un credito, tu cittadino potevi vedere definita la tua causa in un arco temporale di circa un anno e mezzo di media. E, invece, adesso cosa succede? Succede, ad esempio, che nel 2023 il giudice di pace di Prato ha congelato l'emissione di decreti ingiuntivi per ben un anno; succede che a Busto Arsizio il giudice di pace fa rinvii al 2031; a Brescia fanno rinvii e dopo 2 anni devono ancora fissare la prima udienza dopo il deposito del ricorso; a Venezia una collega, che mi scrive, mi dice che non ha ancora ottenuto un decreto ingiuntivo dal giudice di pace dopo 7 mesi; a Roma qualche giorno fa un'altra collega mi scrive che la prima udienza le è stata fissata tra 2 anni; a Catania rinvii di un anno e mezzo; a Venezia rinvii al 2030 e così via.
Questa è la fotografia reale. Se voi aveste contatti con le aule di giustizia, vi rendereste conto che questa è la fotografia della giustizia di pace. Allora, voi che cosa state facendo? State dicendo, praticamente, che la giustizia davanti al giudice di pace si deve fermare per decreto-legge, lo state codificando questo. Diciamolo ai cittadini fuori: cari cittadini, se avete delle cause pendenti davanti agli uffici del giudice di pace, fatevi il segno della croce, perché saranno rinviate alle calende greche. Questo state dicendo. Ed è questa la giustizia con cui la maggioranza dei cittadini si confronta quotidianamente ed è questo il tipo di giustizia che impatta nella vita quotidiana dei cittadini.
Ma tant'è. Sapete perché fate tutto questo? Sapete perché fate il gioco delle tre carte? Io l'ho definito così questo decreto-legge e me lo sentirete dire fino alla fine degli interventi. Fate il gioco delle tre carte semplicemente per un motivo: perché la durata dei processi davanti al giudice di pace non è un parametro che fa statistica ai fini degli obiettivi del PNRR. Quindi, voi state dicendo questo. State dicendo che siccome quella giustizia lì non la guarda nessuno, l'Unione europea non la andrà a guardare… con buona pace dei cittadini che hanno, invece, delle controversie che vorrebbero vedere definite il prima possibile o che hanno dei crediti da riscuotere, che vorrebbero riscuotere il prima possibile, perché, se non vengono riscossi i crediti, voi che siete tanto a difesa delle imprese forse non sapete che le imprese falliscono, se accumulano dei crediti e non li riescono a riscuotere, falliscono. Ecco, diciamo tutto questo, diciamo tutto questo .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Ascari. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento è un emendamento, oserei dire, di buonsenso e fondamentale, perché affronta in modo concreto e immediato la gravissima - ripeto, gravissima - carenza di organico nei tribunali, in particolare negli uffici del giudice di pace. La soluzione che si propone con questo emendamento non richiede tempi lunghi, né nuovi stanziamenti di risorse. Parliamo di idonei dei concorsi che ci sono già e sarebbero già pronti per iniziare a lavorare.
Parliamo veramente di persone che hanno superato le selezioni, che hanno dimostrato la loro preparazione e attendono solamente di essere chiamate in servizio. Scorrere le graduatorie significa proprio poterli immettere immediatamente negli uffici, colmare almeno in parte il vuoto drammatico di organico - perché è così, è drammatico, un vuoto drammatico di organico - e dare respiro a una giustizia di prossimità che oggi rischia la paralisi. È importante sottolinearlo e ricordarlo in quest'Aula del Parlamento.
Non si tratterebbe di nuove assunzioni straordinarie o di spese aggiuntive per lo Stato, ma di mettere semplicemente e finalmente a frutto un patrimonio già pronto e disponibile. E vorrei ricordarvi che ogni giorno che passa senza lo scorrimento delle graduatorie è un giorno perso, un arretrato che cresce, un cittadino o una cittadina che restano senza risposta, mandando letteralmente in tilt il sistema di giustizia, ma soprattutto di risposte dalla stessa. Con il PNRR c'è proprio l'impegno a ridurre del 90 per cento l'arretrato civile e del 40 per cento i tempi dei processi entro il 2026.
Senza però uomini e donne da destinare subito agli uffici questi obiettivi resteranno sulla carta. Per questo motivo lo scorrimento delle graduatorie non è solo una misura di giustizia verso chi è già risultato idoneo, ma anche una scelta di efficienza e responsabilità verso il Paese. Per questo motivo, lo voglio ricordare, questo emendamento è cruciale, ma soprattutto dà la prova di quanto effettivamente questo Governo voglia fare per porre rimedio alle lungaggini e alle inefficienze del sistema giustizia e della mancanza quotidiana di risposte e di udienze che veramente non arrivano o sono prorogate a termini lunghissimi. Questo, a volte, provoca veramente dei danni irreparabili.
Per questo motivo questa è una soluzione concreta e una soluzione veramente a costo zero. È una soluzione che consente di usare, e lo ripeto, immediatamente le risorse che già abbiamo, senza nuovi costi, per dare risposte prima di tutto ai cittadini e alle cittadine e garantire che la giustizia sia all'altezza delle sfide veramente che la attendono. Quindi, quello che stiamo chiedendo con questo emendamento è veramente un atto di responsabilità e una presa di coscienza, utilizzando da subito le graduatorie esistenti per dare respiro ai tribunali a cui manca letteralmente l'ossigeno.
E lo dico da avvocata, visto che ci sono ancora oggi cancellerie che devono fare dei turni limitati per la carenza di personale o la difficoltà anche di andare in udienza con un ruolo infinito, che mette in difficoltà gli avvocati, i giudici e ovviamente le parti in causa, senza alcuna garanzia di avere una giustizia rapida ed efficiente. Ci tengo a chiudere dicendo, Presidente, che in data 16 settembre 2025 si è tenuto inoltre uno sciopero nazionale, proclamato dalla Funzione pubblica della CGIL, che ha coinvolto tutto il personale precario PNRR del Ministero della Giustizia.
Parliamo di 12.000 lavoratori e lavoratrici precari che attendono una risposta e una stabilizzazione, e soprattutto un grazie per il supporto e il lavoro che stanno svolgendo per smaltire l'arretrato .
PRESIDENTE. Prima del voto, salutiamo chi assiste ai nostri lavori dalla tribuna: sono i frequentatori del di II livello in “Rappresentanza di interessi: Lobbying&Advocacy” de La Sapienza, cioè l'università di Roma. Benvenuti alla Camera dei deputati .
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Nel frattempo l'onorevole Casu sottoscrive l'articolo aggiuntivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.1 Gianassi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Farò un intervento che riguarda più in generale l'articolo 2, nel quale ci sono diversi emendamenti, perché vorrei prima di tutto spiegare quello che stiamo facendo e che in qualche modo è la sintesi di questo provvedimento. Nella sostanza, questo decreto Giustizia sancisce il fallimento della spesa e del finanziamento dei fondi che erano previsti per la giustizia, che, ricordo, era il secondo pilastro del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ne sancisce il fallimento, perché questo Parlamento, questo Governo, in questi 3 anni avrebbe dovuto coinvolgere tutte le corti d'appello, i tribunali e tutti gli operatori del diritto nell'impiego di quelle risorse che, ricordo, erano quasi 4 miliardi di euro e che, tra l'altro, erano anche il motivo per cui nella scorsa legislatura - e suo tramite lo ricordo al Vice Ministro Sisto, che ringrazio per la presenza, perché devo dargli atto che ha seguito anche allora tutta la parte sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, e in effetti, pur essendo un Governo diverso, era sempre Vice Ministro - in quella sede noi abbiamo fatto diverse riforme organiche spinti proprio dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Si tratta di riforme che sono state fatte per la prima volta nella storia senza la previsione, che oggi purtroppo è usata e abusata, dell'invarianza finanziaria, perché facevamo appunto delle riforme organiche in presenza di risorse. Quelle risorse però ci sono state date, o restano nella nostra disponibilità, soltanto se noi abbattiamo l'arretrato e abbattiamo la durata dei processi, affinché il processo in Italia abbia una ragionevole durata. Mi riferisco al processo penale e al processo civile.
Oggi con questo decreto sanciamo il fallimento di quegli impegni, cioè noi non siamo riusciti ad impegnare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Del resto, invece di portare a compimento e attuare le riforme della scorsa legislatura, noi oggi stiamo dando atto, con delle piccole pezze che ovviamente non riescono a chiudere il buco, che quella spesa è fallita. È fallita anche perché, quando si è insediato questo Governo, ed era il 2022, il cosiddetto cioè il tempo di durata dei processi sia nel civile che nel penale, era oggettivamente molto, molto buono.
Tant'è che addirittura nel penale avevamo raggiunto già il e nel civile ci stavamo avvicinando a quel che ci consentiva appunto di impegnare e spendere quelle risorse. Oggi che cosa viene fuori? Viene fuori che noi stiamo spostando magistrati che già sono pochi e che già hanno molti posti vacanti. Li stiamo semplicemente spostando da un tribunale a una corte d'appello e da una corte d'appello ad un'altra corte d'appello, oppure prendiamo addirittura i giudici onorari e li facciamo trasformare improvvisamente in giudici professionali e li mettiamo a decidere procedimenti maturi.
In un successivo intervento che farò spiego che cosa sono i procedimenti maturi, anche perché questa è un'Aula dove ci sono molti avvocati e forse varrebbe la pena che prestassero attenzione a quello che c'è scritto in questo decreto. Noi stiamo, nella sostanza, dando atto che in questi 3 anni non vi siete occupati minimamente delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la giustizia. Quindi, non avete fatto i concorsi straordinari che erano necessari, non avete fatto neanche quelli ordinari, non avete neanche previsto uno scorrimento delle graduatorie.
Avete fatto una cosa che sta causando danni enormi alla giustizia italiana. Siccome tutto quello che viene fatto dai giudici di pace non rientra nel computo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, semplicemente state dando tutto il possibile delle controversie giudiziarie ai giudici di pace. Voglio ricordare che oggi i giudici di pace, che sono già pochi, che prendono pochi soldi e che non sono stati tutti stabilizzati, stanno rinviando le udienze al 2030, al 2031 e al 2032.
Il che significa non solo che è fallito quel processo di abbattimento dei costi e dei tempi, ma è fallito il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Voglio precisare che non è colpa di quelli che c'erano prima, ma è responsabilità totale e completa di questo Governo .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.2 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento mi dà la possibilità di intervenire proprio sull'articolo 2 anche nel suo complesso, perché l'emendamento è chirurgico in qualche modo per correggere quella che io vedo come una distorsione, però è problematico tutto l'impianto di questo articolo 2. Perché come risolve il problema delle corti d'appello che sono più in affanno? Il Consiglio superiore della magistratura ha stilato e individuato un elenco di corti d'appello che sono gravemente in ritardo - potremmo dire - nello “smaltimento”, anche se è una parola veramente molto brutta, dell'arretrato e nell'abbattimento del cioè la durata del processo.
Quindi ci sono degli uffici che sono più in affanno rispetto ad altri. E allora cosa fa il Governo? Sposta dei magistrati, in numero di 20, che probabilmente è anche un numero assolutamente insufficiente per andare a dare una mano reale alle corti d'appello in affanno, da alcuni uffici giudiziari a quelle corti d'appello. Quindi - sentite bene - non mette una risorsa umana in più, ma va a spostare, in questo caso fisicamente (poi vedremo che l'articolo 3 va pure oltre e fa uno spostamento virtuale), dei giudici che appartengono a un ufficio in altre corti d'appello.
Trasferimento però - badate bene - che è un trasferimento strutturale, nel senso non è che c'è scritto nero su bianco, nell'articolo 2, che sarà un trasferimento fino al 30 giugno 2026, ma ci sono, anzi, tanti elementi che fanno comprendere che questi trasferimenti saranno strutturali. Non c'è una data, non c'è un arco temporale. E allora non si comprende neanche come ci sarà questa scelta di questi giudici da spostare da un posto a un altro. Sicuro è che verranno comunque destinati ad altre sedi quei giudici in cui, nella sede di appartenenza, non c'è una criticità.
Intanto bisognerebbe capire quali sono quelle sedi che, addirittura, possono vantare, tra virgolette, del personale togato in esubero, perché non mi sovviene neanche un esempio di queste sedi. E poi c'è da dire un'altra cosa, che viene assolutamente sganciato quello che è un requisito previsto sinora della valutazione di professionalità. Sinora possono sedere in corte d'appello coloro che hanno raggiunto almeno la seconda valutazione di professionalità, e invece voi qui prevedete che possano andarsi a sedere anche coloro che hanno raggiunto la prima valutazione di professionalità.
Ora, se il giudizio di appello è stato introdotto è perché dà delle garanzie in più ai cittadini, che sono due, sostanzialmente: la collegialità della decisione, quindi in questo differisce prevalentemente dal primo grado, e la maggiore esperienza e professionalità dei giudici che compongono il collegio che deciderà sulla loro causa. Ebbene, se uno di questi requisiti viene meno, come sta venendo meno strutturalmente, quindi fino a data da destinarsi, perché non è una misura emergenziale, io mi chiedo se non sta venendo meno anche una delle garanzie che danno anche un significato allo strumento dell'appello.
Quindi, per questo noi siamo fortemente critici riguardo a questa soluzione, perché non è una soluzione. È spostare da un posto all'altro le criticità, perché, se questi nuovi giudici andranno ad aiutare le corti d'appello in affanno, sicuramente andranno a danneggiare, per dir così, le sedi di appartenenza, laddove evidentemente non c'era un grave arretrato perché quell'ufficio funzionava. Quindi, questo voi state facendo, voi state soltanto spostando i problemi da un posto a un altro.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.1 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, questo emendamento è un emendamento soppressivo, secco, per la soluzione che state introducendo all'articolo 3, stavolta per andare a risolvere - dite voi, ma non risolverete niente e ve lo spiegheremo - il problema dei tribunali in affanno. Anche qui c'è un elenco, tra l'altro un elenco anche nutrito, dei tribunali che non potranno mai assolvere a questi obiettivi che il PNRR in qualche modo impone, che la tabella di marcia impone.
E qui c'è tutto il fallimento di questi 3 anni di Governo, perché avete sciupato tempo, energie e risorse a concentrarvi su tutt'altro. Invece, quello che c'era da fare, ed è certificato da questo decreto-legge, è solamente una cosa: questo articolo 3, praticamente, sposta virtualmente dei giudici da un tribunale a un altro, quindi da tribunali che funzionano un po' meglio, ma io direi che sopravvivono un po' meglio nonostante le vacanze in organico, a quei tribunali che, invece, proprio non ce la fanno.
Ecco, se avete notato questo - e lo potevate fare in tre anni di Governo che siete seduti in quel Ministero - solo una soluzione dovevate portare avanti: quella di una mappatura, evidentemente attuale, evidentemente aggiornata, del fabbisogno reale. Fabbisogno reale di cosa? Di magistratura togata, di magistratura onoraria, di personale amministrativo. Voi dovevate soltanto rendervi conto della fotografia reale degli uffici giudiziari e assumere risorse nuove, nuovi magistrati, nuovi magistrati onorari, nuovi magistrati togati, nuovo personale amministrativo. Magari dovevate, già da subito, cominciare a fare una programmazione seria anche sulla stabilizzazione degli addetti all'ufficio per il processo, perché stanno dando buona prova, buon supporto; e ve lo hanno detto tutti i presidenti di corte d'appello all'inaugurazione degli anni giudiziari dello scorso anno e, forse, anche dell'anno precedente.
Questa era l'unica cosa che dovevate fare: mettere risorse su nuove assunzioni. Ed invece no. Invece, state tre anni a pensare alla separazione delle carriere. E vi dico già una cosa: con la separazione delle carriere e la moltiplicazione degli organi di autogoverno voi state ipotecando 72 milioni di euro all'anno per andare poi a fare funzionare il secondo CSM e l'Alta Corte disciplinare. Io ho fatto il conto: con 72 milioni di euro andavamo ad assumere 600 magistrati togati, 600 magistrati che, guarda un po', sono proprio quel numero che ci vorrebbe per potenziare gli organici nelle corti d'appello in affanno e nei tribunali. Perché non vi sfuggirà che questo piano straordinario, di cui all'articolo 3, prevede 500 magistrati - 500 - che da un posto dovete virtualmente assegnare in un'altra sede o applicare in un'altra sede. Quindi, avevate la soluzione, perché se state trovando - se non è una buffonata questa, diciamolo ai cittadini che sarà una buffonata -, 72 milioni di euro all'anno per campare gli altri due organi, che state introducendo con la separazione delle carriere, allora potevate mettere quei soldi per assumere nuovi magistrati e nuovo personale. Diciamolo a tutti, questo. Detto questo, cosa fate? Perché è esplosiva questa norma? Perché farete decidere - e solo decidere, quindi solo scrivere la sentenza - a un giudice che non ha seguito il procedimento. Un giudice che sarà seduto, che ne so, a Trieste, deciderà, arriverà a decidere una causa che è stata seguita da un giudice a Palermo; e faccio solamente l'esempio della mia città. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che il giudice che scriverà la sentenza sarà diverso da quello che ha assunto le prove; sarà diverso da quello che ha deciso quali prove ammettere e quali prove ritenere superflue e non ammettere; sarà diverso da chi ha guidato, indirizzato tutto il procedimento civile facendo scelte anche solo di natura procedurale, perché anche quelle contano e indirizzano fino all'esito di un procedimento. Voi questo state facendo. State causando, praticamente, il fatto che sarà una russa l'esito di un procedimento civile in questo Paese. Altro che prevedibilità delle pronunce! Altro che certezza del diritto che servirebbe, nelle vostre dichiarazioni di principio, anche come deterrente rispetto al contenzioso! Tutto questo verrà meno.
Se un avvocato di Palermo si è convinto, perché sa di un certo orientamento del proprio tribunale, ad incardinare una causa, adesso si vedrà decisa quella causa magari da un tribunale di merito di non so dove, che ha un orientamento che può legittimamente essere non del tutto sovrapponibile.
Voi state giocando con i diritti dei cittadini…
VALENTINA D'ORSO(M5S). …perché i diritti i cittadini li hanno anche nel processo civile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Devo dire che ho ascoltato l'intervento della collega D'Orso e mi pare che non tenga conto di un profilo: dell'eccezionalità di questo provvedimento e di questa situazione. Ci sono obiettivi da raggiungere e gli obiettivi si raggiungono con il contributo di tutti.
L'intervento dell'onorevole D'Orso ha una caratteristica: quella di affrontare questo tema come se fosse una riforma organica del processo civile. Questa non è una riforma organica del processo civile, ma occorre affrontare una situazione di emergenza con provvedimenti di emergenza; questo è il tema.
Vorrei però fare anche un invito al Governo per una riflessione, poi, su altri provvedimenti. Perché questo provvedimento riguarda un emendamento che Forza Italia aveva presentato in Commissione e poi ha ritirato, ma, come spunto di riflessione, vi è il tema del rapporto con i magistrati fuori ruolo. I magistrati fuori ruolo sono quelli che stanno nei Ministeri, nelle Commissioni parlamentari, un po' in giro.
Questo provvedimento ha previsto l'applicazione a distanza di un numero di 500 magistrati e ha ricompreso, nell'applicazione a distanza, anche i magistrati fuori ruolo. Quindi, oggi, il magistrato fuori ruolo che si trova al Ministero o si trova nella Commissione parlamentare potrà decidere e deliberare delle cause, se aderirà all'intervento. Quindi, secondo me, è da affrontare il tema di cosa significhi fuori ruolo. Perché se un magistrato è fuori ruolo della magistratura, perché deve lavorare per il potere esecutivo, che è un potere diverso da quello giudiziario, non può diventare ibrido e, con una mano, servire il potere esecutivo o quello legislativo e, con l'altra, servire il potere giudiziario; non è più fuori ruolo, potrà essere un incarico extragiudiziario. Secondo me, se si decide di andare su questa strada, ossia che il magistrato fuori ruolo può fare le due cose - faccio un esempio: può prendere l'indennità di diretta collaborazione di un Ministro e, come è scritto nella norma, può prendere anche l'indennità per aver assolto queste cause -, sono due cose che, secondo me, devono essere affrontate in modo organico.
Secondo punto importante: il magistrato fuori ruolo che svolge le cause. Noi sappiamo che si possono svolgere da remoto con collegamenti audiovisivi, ma abbiamo sempre conosciuto i collegamenti audiovisivi nell'ufficio del giudice: il giudice, nel suo ufficio, svolge il collegamento audiovisivo. Ora, mi suona strano pensare che un magistrato, applicato alla Commissione antimafia, se aderisce all'interpello, svolga dalla Commissione antimafia l'udienza civile per il tribunale, che so… di Caltanissetta, faccio un esempio. Anche questo, secondo me, è un tema di sistema che va affrontato, non su questo provvedimento, che è urgente e deve rispondere a certe tempistiche, ma per il futuro.
Se capitasse di nuovo, io penso che questo profilo debba essere affrontato. Lo dico: noi respingeremo l'emendamento della collega D'Orso, perché ha fatto un discorso di ordine generale che non tiene conto dell'eccezionalità. Proprio perché privilegiamo l'eccezionalità, voteremo questo decreto e voteremo contro l'emendamento, evidenziando che ci sono temi da affrontare in modo organico.
PRESIDENTE. Non vedo altre richieste di intervento, anzi, chiedo scusa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per suo tramite anche al collega Costa. Effettivamente, sono solo tre anni che governate e pensare che, dopo tre anni che governate, c'è ancora l'emergenza mi pare una cosa abbastanza rilevante da segnalare
In effetti, questo Governo e questo Parlamento si sono occupati solo di riforma costituzionale, si sono occupati di prescrizione, si sono occupati di più reati, si sono occupati di , si sono occupati di tutto tranne che del Piano nazionale di ripresa e di resilienza e di come spendere bene le risorse che mettessero la giustizia italiana nella possibilità di essere efficiente ed efficace.
E sui fuori ruolo, Presidente, vorrei ricordare al collega che c'è una riforma organica, che riguardava anche i fuori ruolo, che è stata fatta dalla Ministra Cartabia; e una delle prime cose che avete fatto è stata proprio quella di ridurre il numero dei fuori ruolo che potevano ritornare in servizio. Ne avete fatti rientrare, se non ricordo male, 17.
Dovreste soltanto avere un po' di cortesia quando parlate e non prendere in giro non tanto noi, che ormai considerate dei passacarte…Almeno, voi siete dei passacarte, noi ancora amiamo fare le cose fatte bene e approfondite. E allora, quando sento delle idiozie, mi perdonerete, ma non posso non prendere la parola e ricordare la presa in giro che, sulla giustizia, questo Governo e questa maggioranza stanno attuando nei confronti degli italiani ai quali spiegheremo…quando voi avvocati dovrete spiegare che ci sono giudizi civili, maturi per la decisione, che sono stati interamente istruiti a Trieste, nella mia circoscrizione, ma verranno decisi da un magistrato che riceverà le carte, senza neppure una telefonata, e lo farà da Palermo - e voi magari dovrete spiegare al vostro cliente che ha perso la causa, perché quello di Palermo non ha capito niente di quello che ha fatto quello di Trieste -, allora direte che siamo nell'emergenza. Peccato che, nel frattempo, sarete al Governo da più di tre anni e l'emergenza, come scusa, non regge più .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.4 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Apro l'intervento per controbattere, per il suo tramite, al collega Costa, dicendo una cosa: sì, state presentando questo provvedimento come emergenziale, come misura emergenziale; peccato, però, che in questo Paese ciò che è emergenziale diventa poi strutturale. E guardate, non lo dico io, ma ce lo hanno raccontato anche in audizione tutti gli esponenti dell'avvocatura, che vi hanno detto una cosa, ad esempio: che sono stati spinti fuori dalle aule di tribunale perché la trattazione scritta o la trattazione dell'udienza da remoto sono diventate la normalità, non l'eccezione, ma la normalità. Quindi, è una misura che era stata prima correttamente individuata come emergenziale, in un periodo che realmente era emergenziale, ma non in questo periodo perché - lo diceva bene la collega Serracchiani - non siamo in emergenza.
Voi siete seduti al Ministero da tre anni e il problema è che non avete neanche fatto un provvedimento sulla giustizia civile. Il problema è che, dopo tre anni, vi svegliate e dite: “Guarda caso c'è anche il processo civile”. No, vi siete occupati solamente del penale e solamente di alcuni settori del processo penale e di alcune platee del processo penale! Questi sono i risultati e io ve l'ho detto anche nell'intervento in discussione generale. E mi dispiace che non c'era nessuno del Ministero della Giustizia, perché, Vice Ministro, io la ringrazio per la sua presenza qui, oggi, ma in discussione generale ho parlato da sola praticamente; o, meglio, ringrazio il Sottosegretario Gemmato, che era presente per il Governo, ma non poteva replicarmi; non poteva rispondere alle domande di chiarimento che ho fatto durante la discussione generale. Vediamo se oggi, invece, possiamo interloquire. Ma io vi comprendo, perché, dopo tre anni, aver distrutto la giustizia civile, anzi, non averla neanche guardata chiaramente vi mette in imbarazzo.
Comprendo l'imbarazzo, caspita se lo comprendo! Però noi volevamo anche essere costruttivi e collaborativi e qui parte tutta una serie di emendamenti in cui, in qualche modo, vi diamo suggerimenti per affrontare questo momento, che voi chiamate emergenziale ma che emergenziale non è. Era un disastro annunciato - più che annunciato - anche da noi in varie occasioni.
La prima soluzione sarebbe a costo zero tra l'altro - vi veniamo in aiuto incredibilmente - perché riguarda una maggiore valorizzazione delle professionalità degli addetti all'ufficio per il processo. Volete fare questa benedetta ricognizione dei fascicoli che sarebbero maturi per la decisione, cioè hanno già visto espletata l'istruzione e c'è stata già la raccolta delle prove e quant'altro? Benissimo, allora io vi dico una cosa semplice. Vi faccio due proposte, proprio come metodo di lavoro. Facciamo sì che gli addetti all'ufficio per il processo facciano questa ricognizione e sottopongano ai giudici delle bozze di proposta conciliativa con cui definire il giudizio e il giudice possa formulare questa proposta conciliativa, assegnando un termine alle parti per aderire o meno. Il processo finirebbe lì e lo sapete quanto tempo guadagneremmo? Guadagneremmo almeno, come minimo, un anno e mezzo, perché, come minimo, è un anno e mezzo quello che passa tra la fissazione dell'udienza di precisazione delle conclusioni, che è l'ultima udienza, la rimessione in decisione, appunto, e la scrittura della sentenza. Il tempo stimato è almeno un anno e mezzo. Hai voglia ad abbattere il !
E ancora: un'altra attività che si può far fare all'ufficio per il processo dove siedono tutte persone qualificatissime (siedono per lo più colleghi avvocati che già questo lo fanno di mestiere): la ricognizione di tutti quei procedimenti civili dove le parti hanno formulato eccezioni preliminari di merito o di rito. Cosa sono le eccezioni preliminari? Sono quelle che, se vengono accolte, definiscono già il giudizio, lo paralizzano, perché dicono: no, ci fermiamo qui, non c'è più bisogno di andare avanti perché ti accolgo l'eccezione. In questo momento storico, proprio perché i tribunali sono ingolfati e i giudici hanno un carico di lavoro incredibile, spesso e volentieri queste eccezioni vengono - si dice così - decise insieme al merito, cioè, a sentenza, uno scopre che praticamente il suo processo poteva finire anche tre anni prima. Di questo che si tratta. Chiaramente il cittadino subisce anche un problema di denaro in più per pagare gli avvocati, i consulenti se c'è la consulenza tecnica. Tutti questi fascicoli potrebbero essere portati all'attenzione del giudice da parte dell'ufficio per il processo e potrebbe essere convocata un'udienza in cui discutere e definire solo quelle eccezioni che, ripeto, se accolte, fermano il giudizio; e il giudizio… anche lì, vedi come si va ad abbattere il !
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.5 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.3 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.2 Giuliano. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento, a prima firma della collega Giuliano, non fa altro che recepire quanto vi è stato proposto e suggerito in audizione dall'avvocatura istituzionale, in particolare dall'organismo congressuale forense che ha depositato anche una memoria scritta su questo. Partiamo da una premessa: tutta l'avvocatura, sia istituzionale che associativa, i cui esponenti sono stati sentiti in audizione in Commissione giustizia, vi ha detto che l'articolo 3 prevede una soluzione incostituzionale. Perché? Perché va a minare il principio, di cui all'articolo 25 della Costituzione: il giudice naturale precostituito per legge.
Vi hanno anche raccontato un'altra cosa, ossia che c'è un problema pure sulla competenza territoriale e lo abbiamo già illustrato, penso anche a sufficienza, sia io sia la collega Serracchiani, facendo anche qualche esempio, per cui un giudice di Palermo decide quello che è stato istruito a Trieste e viceversa. Ora, a fronte di tutto questo, però, anche l'avvocatura che vuole collaborare vi ha detto: non facciamo questa misura dell'applicazione dei magistrati ordinari a distanza, ma prendiamo i magistrati ausiliari, che per ora siedono in corte d'appello, per aiutare le corti d'appello. Ma attenzione: già la Corte costituzionale vi ha detto che è una misura incostituzionale, la cui proroga non poteva più essere tollerata. Perché? Perché non è previsto, non è legittimo che vada a sedersi un magistrato onorario in un collegio di corte d'appello, anche questo lo dice la Costituzione. Benissimo, è stato fatto per un arco temporale circoscritto, ma la Corte costituzionale ha detto: basta, non è più possibile continuare oltre. Ma allora prendiamo quel patrimonio di professionalità, che comunque si è speso nello scrivere sentenze in corte d'appello, e, quantomeno, applichiamolo al rinforzo degli uffici di tribunale che sono in affanno.
Questo, tra l'altro, non comporterebbe problemi di competenza territoriale, problemi di diversi orientamenti, perché noi andremmo a prendere i giudici ausiliari della corte d'appello di Palermo e li andremmo ad applicare nel tribunale di Palermo; quindi è chiaro che c'è uniformità di orientamenti di merito e quant'altro; non c'è alcun scardinamento della competenza territoriale; competenza territoriale, tra l'altro, che, per come scrivete voi, è lasciata alla mercé anche delle parti, se mai riusciranno a convincere un giudice.
Perché vi dico questo? Perché prevedete un meccanismo - ed è buono comunque che si preveda - per cui le parti possono anche chiedere che l'udienza si faccia, diciamo, in modalità ordinaria, in presenza. E allora il giudice di Trieste che non può venire a Palermo a fare l'udienza in presenza deve in qualche modo rinunciare a quella causa, a quel procedimento, se accoglie questa richiesta. Io dubito che accolga la richiesta, anche perché c'è un'altra cosa grave di questo provvedimento: introducete il cottimo; introducete il cottimo per la magistratura togata e, se non fa 50 procedimenti, praticamente, se non definisce 50 procedimenti, il magistrato non vedrà un euro; questa pure è una criticità assurda, poco dignitosa ed è il motivo per cui ad esempio… - ma il Vice Ministro Sisto sta ascoltando, guardate, si è spostato ma sta ascoltando - questo interpello è stato un .
Infatti, non vi sfuggirà che soltanto 212 magistrati hanno dato disponibilità per far fronte a questo tipo di applicazione, 212 su 500 posti che avevate messo a bando. Ora questo cosa vuol dire? Vuol dire, da una parte, che giustamente c'è chi non sta accettando un arretramento anche culturale, perché noi abbiamo spazzato via il cottimo per i magistrati onorari e lo stiamo reintroducendo per i magistrati togati. E poi un'altra cosa certifica: che chi fa funzionare bene il proprio ufficio giudiziario presso la propria sede ha già l'acqua alla gola e non si metterà mai a fare altre 50 sentenze, che provengono, tra l'altro, da giudice diverso, e quindi con la responsabilità di scrivere una sentenza su tutto un lavoro impostato da un giudice diverso. Avete sbagliato su tutti i fronti pensando questa misura e, ripeto, questa è una prima soluzione, anche alternativa: magistrati ausiliari, invece di questa scelleratezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente, giusto per sottolineare come questa che avrebbe dovuto essere la misura è una misura che è risultata un vero e proprio . Innanzitutto perché in tutto ci sono state 212 domande rispetto ai 500 magistrati che si attendevano; non per una scarsa collaborazione, ma soltanto perché i magistrati hanno capito che non serve a nulla questa misura, in quanto essa avrebbe determinato soltanto la definizione di 25.000 processi, mentre in realtà i processi civili pendenti che devono essere risolti sono 200.000. A questo numero non si arriverà mai con queste misure, Presidente .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.6 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, anche questo è un emendamento che tende a darvi delle soluzioni alternative rispetto a questa, assolutamente inadeguata, dell'applicazione dei magistrati a distanza, se non dannosa e incostituzionale per tutte le ragioni che già abbiamo spiegato. Cosa vi diciamo noi? Vi diciamo una cosa che, tra l'altro, anche l'avvocatura vi ha suggerito durante le audizioni e anche il Consiglio superiore della magistratura vi ha suggerito, essendo stato interpellato, ovvero di andare a richiamare in qualche modo, sempre su base volontaria, i magistrati in pensione da non più di 3 anni che, negli ultimi 4 anni di esperienza, avevano delle funzioni giudicanti.
Ora, non vi sfuggirà tra l'altro che, insieme ai magistrati in pensione, noi teniamo e anzi rafforziamo anche la chiamata alle armi - passatemi il termine, anche se oggi come oggi è brutto - dei magistrati fuori ruolo. Per cui è inutile che il collega Costa - per suo tramite glielo dico - si spertica di nuovo sempre nelle sue battaglie contro i fuori ruolo ed evidenzia sempre questa criticità per lui, se poi non va a votare degli emendamenti che, in qualche modo, rafforzerebbero, invece, il reingresso nelle funzioni giudiziarie dei magistrati fuori ruolo.
Ma tant'è, la coerenza non vi appartiene e questo lo vediamo in ogni occasione e in ogni giorno. Andiamo quindi avanti: cosa risolverebbe l'applicazione dei magistrati in pensione in questo arco temporale tra l'altro assolutamente limitato? Eviterebbe quello che abbiamo detto prima, eviterebbe un'applicazione tra sedi diverse, un'applicazione eventuale di orientamenti di merito diversi, perché, chiaramente, i magistrati verrebbero inseriti in un ufficio giudiziario, fisicamente inseriti, e andrebbero a prendere un ruolo nuovo.
Perché io questo penso, che bisogna assegnare loro un ruolo nuovo, quindi tutte le sopravvenienze che con le vostre, per esempio, scelte legislative avete incrementato, perché se siete anche - questo ancora non lo abbiamo evidenziato - giunti con l'acqua alla gola oggi è anche per le scelte legislative che avete fatto, perché ci sono delle materie esplosive, tipo quelle sull'immigrazione, che, avendo sbagliato su tutta la linea le scelte proprio legislative, hanno moltiplicato le sopravvenienze. Questo è successo. Quindi, non solo non avete fatto nulla per 3 anni, ma avete fatto in quei 3 anni scelte legislative che hanno aggravato la situazione.
E non scaricate più sulla magistratura anche questo tipo di considerazioni. Perché dico sempre una cosa, Vice Ministro Sisto, dico sempre che sul tavolo di un magistrato, sul tavolo di un giudice, le carte arrivano perché c'è un avvocato che gliele presenta, c'è un avvocato che difende i diritti di tutti, di ogni persona che, non appena vede pregiudicato un diritto, presenta una richiesta di tutela davanti a un magistrato. Quindi, non ci provate nemmeno a scaricare le sopravvenienze sui magistrati, ma non provate neanche a scaricarle sugli avvocati, perché, se si legifera in un certo modo, si subiscono le conseguenze di quel modo di legiferare.
E vado avanti. Quindi, se volevate governare le sopravvenienze, oltre ad evitare certe scelte legislative scellerate, dovevate prevedere questo, che rientrassero - forse non volete forze nuove perché non volete metterci un euro - delle forze che, fino all'altro ieri, erano sedute a scrivere in modo impegnato e in modo appassionato sentenze. Ci sono tanti magistrati in pensione che vi darebbero la disponibilità: fateli rientrare, assegnate loro il ruolo delle sopravvenienze, così andate a liberare le energie di quelli che hanno l'arretrato e i giudici si possono concentrare soltanto sul loro arretrato.
Questa era un'altra misura da fare, non questa fantasiosa russa di chi decide cosa, che state introducendo voi. Ripeto, il gioco delle tre carte. Ma il gioco delle tre carte è tipico dei bari, purtroppo. È quello con cui, di solito, il cittadino viene truffato, se viene così intercettato da chi fa il truffatore. Ecco, questo state facendo, state barando, e a perdere saranno solamente la qualità della giustizia e i diritti dei cittadini .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 D'Orso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.8 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, con questo emendamento, che è chirurgico - e, a questo punto, mi chiedo perché non venga accolto - io faccio un unico correttivo quanto meno: elimino la distorsione più grave che c'è in questo articolo 3. Cioè vi dico: volete applicare un magistrato a distanza per scrivere una sentenza? Perlomeno eliminate dall'assegnazione quei procedimenti civili che hanno avuto un'istruzione orale della causa. Cosa voglio dire? Mi riferisco a quei procedimenti per cui ci sono state le prove testimoniali, sono state raccolte prove testimoniali.
Ora, io mi rivolgo ai penalisti, agli avvocati penalisti che sono seduti qua e che sono sicuramente in numero superiore ai civilisti, perché i civilisti qua oggi si strapperebbero i capelli e anche di quelli di maggioranza io non ne vedo uno intervenire su questo. Ebbene, allora parliamo di un principio che è sacrosanto e che io difendo nel penale, ma lo difendo anche nel civile, che è quello per cui chi raccoglie, chi assume le prove, e, quindi, ha un contatto diretto con quell'assunzione di prove testimoniali, debba essere anche il giudice che decide, che poi scrive la sentenza.
Allora, io vi dico di fare questo: quanto meno, quando fate assegnare i fascicoli al magistrato a distanza, non fate assegnare quelli dove c'è stata un'istruzione orale. Assegnate soltanto quelli con l'istruzione documentale, quelli per cui l'esito del processo si basa esclusivamente su documentazione fornita dalle parti, ma che non siano stati sentiti i testimoni. Perché il principio di immutabilità del giudice e di coincidenza del giudice tra la fase istruttoria, quella soprattutto di raccolta delle prove testimoniali, e quella della decisione è un principio che deve valere anche nel processo civile.
Non potete fare i garantisti solo nel processo penale. Torno a dire, le garanzie sono state scritte anche nel processo civile, e io veramente sono indignata per come state trattando il processo civile, per l'arretramento di tutte le garanzie dei cittadini. E ripeto, la pagherete, perché tutti i cittadini hanno a che fare con la giustizia civile, perché tutti hanno una bega condominiale, tutti hanno un credito da riscuotere, tutti hanno un risarcimento del danno da ottenere, tutti hanno una separazione o un divorzio da affrontare.
Ecco, parliamo, ad esempio, di separazioni e divorzi. In quelle più conflittuali, più problematiche, ci sono tante prove orali che vengono assunte e noi avremo un giudice, che è da un'altra parte, che non ha sentito niente, che non ha avuto quella percezione di sentire le parti, di sentire i testimoni, che andrà a decidere. Questo state facendo: cartastraccia di questa garanzia, cartastraccia di questo principio.
Ma che ci state a fare qua seduti? Ma pure i penalisti che si stracciano le vesti! Ma guardate che il processo civile non è la Cenerentola, il processo civile è quello con cui si confrontano tutti i cittadini .
PRESIDENTE. Prima di votare, salutiamo chi assiste ai nostri lavori dalle tribune: una proiezione dell'Italia di domani. Sono le studentesse e gli studenti dell'Istituto comprensivo “Via Pietro Antonio Micheli”, plesso “Guido Alessi”, di Roma. Benvenuti alla Camera dei deputati .
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.9 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.10 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Con questo emendamento non facciamo altro che introdurre un principio legittimo, anzi, sacrosanto: che, nella misura in cui il Governo decide di introdurre, con questo decreto, questa applicazione dei magistrati a distanza, almeno ciò avvenga secondo un principio, un criterio di priorità rispetto al maggior arretrato. Arretrato che, come sappiamo, è grave ovunque, ma almeno che questa applicazione a distanza, che il Governo ha inteso inserire all'interno di questo decreto, avvenga secondo questo criterio, quindi del maggior arretrato. Non capiamo il motivo per il quale non debba essere accolto.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.11 Dori. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.01 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Questo è un articolo aggiuntivo, non è sostitutivo. Vi presento lo stesso tipo di soluzione che vi ho detto prima su una maggiore valorizzazione e coinvolgimento degli addetti all'Ufficio per il processo con una individuazione di mansioni chiare, precise e qualificanti da assegnare in questo momento particolare di emergenza, così come lo chiamate voi. Questo faccio, a costo zero, perché ve l'ho già sottolineato. Quindi, in realtà, sono delle indicazioni - potremmo dire - anche di metodo di lavoro, ma, credetemi, che potrebbero avere un impatto assolutamente positivo sull'abbattimento della durata dei processi e sulla definizione accelerata dei processi, e vi ho spiegato precedentemente perché. Si parla di bozze, di proposte di conciliazione da portare subito all'esame delle parti e alla decisione delle parti o di definire le eccezioni preliminari. È aggiuntivo, non è lesa maestà. È a costo zero. Io chiedo l'accantonamento per far approfondire al Governo se non sia il caso di accoglierlo. Chiedo formalmente l'accantonamento.
PRESIDENTE. Chiediamo alla relatrice, per favore, a verbale, sulla richiesta di accantonamento. Onorevole Bisa?
INGRID BISA, . No, Presidente.
PRESIDENTE. È contrario. Onorevole D'Orso, insiste per la votazione?
VALENTINA D'ORSO(M5S). A questo punto, sì. La facciamo tutta.
PRESIDENTE. Allora, a questo punto, chiedo se qualcuno si vuole pronunciare a favore o contro.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 3.01 D'Orso.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 41 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.02 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche con questa proposta emendativa suggeriamo, chiediamo all'Aula - e lo abbiamo fatto anche interloquendo con il Governo in Commissione - di procedere alla stabilizzazione del personale dell'Ufficio per il processo, che opera, ormai da alcuni anni, presso il Ministero della Giustizia, in un numero molto importante. Si tratta di più di 10.000 unità che, però, sono contrattualizzate con contratti a termine, il che produce, ovviamente, effetti molto negativi sulle prospettive, in primo luogo perché si tratta di figure che hanno un orizzonte limitato presso il Ministero della Giustizia. E, sostanzialmente, qualora quel termine giungesse a conclusione, il Ministero della Giustizia si troverebbe privato di migliaia e migliaia di figure di alta professionalità che, in questi anni, hanno saputo dimostrare di raccogliere la sfida che era stata loro proposta e, cioè, innalzare il livello della qualità amministrativa del Ministero, l'efficientamento del Ministero, che, per l'appunto, grazie al lavoro anche di questo personale, ha raggiunto risultati che difficilmente, anzi, sarebbe stato impossibile altrimenti raggiungere.
Il tema ormai si conosce, è noto da anni. Il Governo è intervenuto solo molto parzialmente rispetto a questo contingente e, quindi, molte migliaia di unità di personale oggi sono obbligate a guardarsi intorno, anche rispetto ad altre opportunità che si aprissero nella pubblica amministrazione, ma non nel Ministero della Giustizia. Consideriamo che oggi portiamo in approvazione un decreto in via d'urgenza, perché il Governo ha riconosciuto quello che noi dicevamo da molto tempo e, cioè, che ci sono gravi rischi rispetto al raggiungimento, nel comparto della giustizia, degli obiettivi PNRR, e quindi seri rischi di perdita di miliardi che l'Unione europea ha concesso al Ministero della Giustizia, in presenza già di una situazione molto critica, lo ha detto prima la collega Serracchiani: udienze del giudice di pace rinviate al 2032, migliaia e migliaia di precari - abbiamo assistito alla protesta di 12.000 persone che, nelle settimane scorse, sono scese in piazza per denunciare il precariato presso il Ministero -, carenze di organico. Insomma, è una situazione veramente difficile. Credo che nessun cittadino della Repubblica o impresa della Repubblica possa definirsi soddisfatto sul livello di qualità che la giustizia oggi ha in Italia. Sarebbe gravissimo disperdere queste professionalità che per tutti - per la magistratura, per l'avvocatura, per il Ministero - hanno ben lavorato.
In Commissione è intervenuto il Vice Ministro Sisto, che ha riconosciuto - non voglio fare interpretazione autentica del suo pensiero, ma mi sembra di poterlo dire - l'importanza del tema e l'esigenza di procedere, laddove possibile, alla stabilizzazione. È sul “laddove possibile” che noi muoviamo un'obiezione di tipo politico, perché pensiamo che debba essere fatto, con un investimento che è economico, ma che è giusto fare, perché è una priorità per la giustizia in Italia, per il comparto della giustizia e per l'efficientamento della giustizia.
Proponiamo, quindi, a tutte le altre forze politiche, non solo a quelle dell'opposizione che hanno sollevato molto spesso il tema, ma anche a quelle di maggioranza, di condividere insieme in quest'Aula, con questo articolo aggiuntivo - e, se non sarà possibile con questo articolo aggiuntivo, nei prossimi atti - l'esigenza di procedere alla stabilizzazione e, quindi, conseguentemente, anche nella manovra di bilancio che il Parlamento dovrà votare, considerare l'inserimento di queste risorse che servono, da un lato, ripeto, a stabilizzare - ed è già un fatto molto importante - personale, lavoratori e lavoratrici molto qualificati e, dall'altro, ad aiutare il Ministero della Giustizia, in una fase molto difficile, a raggiungere alcuni obiettivi che, se non verranno raggiunti, determineranno la perdita delle risorse del PNRR .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.02 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.03 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.03 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.04 Gianassi. Nessuno chiede di intervenire.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.04 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.05 D'Orso.
Chiede di intervenire l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo articolo aggiuntivo chiediamo una cosa semplicissima, ma che potrebbe, tra l'altro, avere anche un impatto, un beneficio, per la situazione carceraria.
Chiediamo di applicare, anzi istituire l'ufficio per il processo anche presso i tribunali di sorveglianza, presso la magistratura di sorveglianza. Questa è una misura chiesta tante volte dalla magistratura di sorveglianza: vi hanno detto quanto bisogno di personale amministrativo a supporto vi sia in quegli uffici per stare al passo, per smaltire - anche qua, un termine brutto, però questo è - tutte le istanze che vengono presentate dai detenuti, con la possibilità di accelerare le risposte di giustizia in materia, ad esempio, di concessione di benefici, di permessi premio, anche in materia di liberazione anticipata.
Ci sono detenuti che hanno maturato i requisiti per benefici penitenziari, per permessi premio, per la liberazione anticipata, ma che non vedono esaudita la loro richiesta nei tempi utili. Perché? Perché manca il personale, manca il personale che possa istruire, perché comunque c'è anche un'istruttoria, una raccolta di pareri da fare. Occorre anche, per esempio, verificare l'idoneità o meno di un domicilio e motivare questo.
In tutto questo lavoro propedeutico, in questa istruttoria propedeutica, anche con lo studio di tutto il materiale che arriva dai funzionari giuridico-pedagogici, dalla direzione delle carceri, dalla Polizia penitenziaria, con tutti i pareri delle varie autorità giudiziarie che a volte si devono esprimere, noi pensiamo che in questa raccolta, nello studio di tutta questa documentazione, gli addetti all'ufficio per il processo potrebbero dare una grandissima mano. Non lo pensiamo solo noi, ripeto: è la magistratura di sorveglianza che lo ha chiesto.
Non vi sfuggirà che, spesso e volentieri, il motivo di alcune tensioni nelle carceri è proprio nello sconforto, nello scoramento che vive il detenuto che, pur sapendo di avere maturato un diritto, si vede quel diritto negato, perché anche il silenzio, il non rispondere è una denegata giustizia.
Non vi sfuggirà allora che, certe volte, è anche questo che alimenta tensioni nelle carceri, è anche questo; e occorre gestire questo aspetto che rende la vita più complicata al personale di polizia penitenziaria e a tutti coloro che, in qualche modo, poi risultano essere il , realmente, nella pratica, di quelle istanze: poche volte è il magistrato di sorveglianza, di solito è la Polizia penitenziaria o il funzionario giuridico-pedagogico che deve avanzare o aiutare a scrivere la cosiddetta domandina. Domandina? Ma è l'esercizio di un diritto spesso e volentieri e, però, c'è pure questo gergo della domandina per chiedere un beneficio, per chiedere un permesso premio.
A fronte di tutto ciò, secondo noi, il fatto di istituire l'ufficio per il processo darebbe un supporto a tutto questo. Anche se voi non vedete una ricaduta immediata e diretta anche rispetto alle condizioni di vita e di lavoro nelle carceri, vi dico: guardate che, invece, quella ricaduta positiva, se si dà spazio e se si dà voce alle istanze dei detenuti, c'è sempre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Voteremo a favore di questo articolo aggiuntivo e ringrazio anche la collega D'Orso per averlo presentato.
Le ragioni che sono state all'origine del suo intervento sono molto serie e, soprattutto, rivolgendomi alla maggioranza, sono ragioni che dovrebbero essere prese in considerazione da chi non ha mai voluto affrontare il tema del sovraffollamento carcerario attraverso misure come la liberazione anticipata o anche altre misure, e che ha fatto nel corso del tempo - l'anno scorso - un decreto sul nulla, che serviva semplicemente per trovare una poltrona a un commissario straordinario che non ha concluso nulla. Anzi sì, ha concluso che ha sbagliato una gara, quella dei prefabbricati, che adesso ha dovuto rifare e che porta il costo per ogni posto da 85.000 a 102.000 euro: questo è il grande lavoro del commissario di cui sentivamo necessariamente bisogno.
Ma ha ragione la collega D'Orso quando dice che, spesso e volentieri, accade che dei detenuti che hanno maturato lo sconto di pena, in base all'attuale legge che prevede la liberazione anticipata - la notizia che dovremmo dare a tutti i colleghi della maggioranza che gridano alla disfatta dello Stato, al fatto che c'è lo “svuota carceri”, è che la liberazione anticipata è una legge che già esiste, che vige nel nostro Paese e che prevede uno sconto di pena di 45 giorni ogni 6 mesi, condizionato a un comportamento positivo all'interno del carcere -, escano dal carcere senza averne potuto usufruire, perché i magistrati di sorveglianza, che sono pochi e che sono intasati, ovviamente, da mille questioni che riguardano anche la vita dei detenuti, non riescono a esaminare e a dare risposta a questi detenuti, che quindi restano di più in carcere, anche se avrebbero diritto a uscirne prima.
Voi, nell'ultimo disegno di legge che avete presentato - un altro manifesto che non servirà a nulla - ci avete spiegato di aver fatto la norma per fare in modo che i tossicodipendenti possano uscire dal carcere e andare nelle strutture di accoglienza e via dicendo, e avete ottenuto la rivolta dei magistrati di sorveglianza, perché tutto l'iter preparatorio eventualmente di quella norma è in carico ai magistrati di sorveglianza.
Allora, non volete fare nulla: non volete fare gli “svuota carceri”, la resa dello Stato, mettiamoli in quindici nelle celle così si controllano meglio. Vero, onorevole Sisto? Così non si suicidano, perché se sono in quindici in una cella è più facile che si controllino e non si suicidano. Perché non c'è nessun collegamento tra i suicidi e il sovraffollamento.
Non fate niente, ma perlomeno utilizzate questo articolo aggiuntivo per rendere un po' più semplice la vita dei magistrati di sorveglianza nell'adempienza di quello che già adesso devono fare e, di conseguenza, magari anche alleviare minimamente le sofferenze di chi continua a restare in carcere, anche se potrebbe essere già fuori .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Forse qualche numero, giusto per capire di cosa stiamo parlando. In Italia ci sono 189 istituti penitenziari. In questo momento, alla data del 30 aprile, ci sono 62.445 detenuti; al 30 aprile. Siamo ovviamente alla fine di settembre: saranno aumentati, certamente non diminuiti. In Italia ci sono 236 magistrati di sorveglianza in servizio per 29 tribunali di sorveglianza. Credo che basti poco per capire che, col sovraffollamento che c'è, con lo scarso numero di magistrati di sorveglianza, con la difficoltà di organico che c'è in qualunque tribunale - compresi i tribunali di sorveglianza - applicare ai tribunali di sorveglianza l'ufficio per il processo sarebbe, se non altro, quella pezza all'emergenza, come la definite voi, che in questo decreto sembrerebbe essere l'ordinarietà.
Ma neanche questo va bene, per cui neanche a questo - che è un articolo aggiuntivo dei colleghi, ma c'è anche un emendamento del Partito Democratico - avete dato una risposta positiva.
Ora, noi vorremmo che almeno rifletteste sul fatto che il decreto che è stato fatto precedentemente, lo ricordava il collega Giachetti, cioè quello del luglio del 2024, non ha avuto nessunissimo risultato, nessunissima conseguenza.
Addirittura, ci risulta che nelle comunità terapeutiche - che oggi sarebbero in grado di accogliere alcuni di quei detenuti tossicodipendenti che non dovrebbero stare in carcere, anche in base a quello che dite voi e che ha detto il Ministro Nordio - vi sono dei posti liberi che non vengono utilizzati.
Allora, delle due l'una: non vi va di far uscire detenuti perché non volete svuotare le carceri; non vi va di prendere più magistrati perché i magistrati sono tutti brutti e cattivi; non vi va di stabilizzare i ragazzi e le ragazze, i lavoratori e le lavoratrici dell'ufficio per il processo perché comunque non servono; non vi va di metterli nei tribunali di sorveglianza.
Fate pace con voi stessi, dite cosa volete fare e non diteci però, come fa il Ministro Nordio, che ci vuole il sovraffollamento per evitare i suicidi in carcere, perché questo offende l'intelligenza - credo - di chiunque .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà per un minuto.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Sì, intervengo per chiedere un supplemento di riflessione, dal momento che il nostro sistema penitenziario vive una emergenza cronica ed è in condizioni veramente disumane: sovraffollamento, carenza di personale, ritardi enormi nelle decisioni. Ci sono detenuti che hanno maturato i benefici di legge, ma, a causa dell'arretrato e della carenza di magistrati di sorveglianza, sono costretti a rimanere all'interno di una cella sovraffollata. Stiamo parlando di vite umane. Si chiede di utilizzare il personale dell'ufficio per il processo anche nei tribunali di sorveglianza, anche per rispettare l'articolo 27 della Costituzione.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.05 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.06 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Torniamo a parlare degli addetti all'ufficio per il processo. Abbiamo sentito in Commissione giustizia il Vice Ministro prendere la parola su questo tema e assicurare che il Governo sta facendo il possibile per un piano di stabilizzazione, purché sia graduale, perché occorre trovare ingenti risorse per stabilizzare tutti i precari del PNRR, i precari della giustizia del PNRR, di cui gli addetti all'ufficio per il processo rappresentano la parte più determinante, circa 10.000.
Questo articolo aggiuntivo va incontro all'esigenza di gradualità che ha prospettato il Vice Ministro. Per questo l'ho ripresentato, perché ho raccolto questa disponibilità. Quindi, lo metto a disposizione del Governo. Cosa prevedo io? Vado a incidere esclusivamente, tra l'altro, sul provvedimento che proprio il Governo ha predisposto, quindi su quel meccanismo, anche col colloquio selettivo e quant'altro, che il Governo ha previsto per questo percorso di stabilizzazione e vado soltanto ad aumentare la platea chiaramente, perché questo prevede la gradualità.
Quindi, laddove prevedevate - se ricordo bene, sì, era la scorsa legge di bilancio - di stabilizzare 2.600 addetti per l'ufficio per il processo, vi chiedo di stabilizzarne 6.000, per quanto riguarda il profilo di funzionari, mentre chiedo di stabilizzarne 1.000 invece che 400, quindi in aumento, per il profilo di assistente giudiziario. Però, ripeto, non vi sto dicendo di stabilizzare l'intera platea. Raccogliendo l'invito, forse anche alla collaborazione, alle opposizioni su questo tema, credo di averlo fatto e di aver prospettato una gradualità assolutamente condivisibile, che il Governo può affrontare.
Per cui, chiedo l'accantonamento per un supplemento di riflessione o almeno la motivazione per cui il Governo non possa affrontare nell'immediatezza questo tipo di gradualità che suggeriamo. E ripeto: non siamo pretenziosi, ci siamo tenuti anche bassi.
PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire. Chiedo, a questo punto, se insiste sull'accantonamento, se il parere del relatore sull'accantonamento sia favorevole o contrario. Onorevole Bisa?
INGRID BISA, . Contrario.
PRESIDENTE. Onorevole D'Orso, insiste?
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento, avanzata dall'onorevole D'Orso, dell'articolo aggiuntivo 3.06 D'Orso.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 37 voti di differenza.
A questo punto, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.06 D'Orso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.07 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.07 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.08 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.08 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.010. Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Anche noi, con questo articolo aggiuntivo, poniamo il tema degli addetti all'ufficio per il processo. Come sappiamo, hanno avuto un ruolo fondamentale in questi anni per ridurre l'arretrato. Hanno avuto, davvero, un'efficacia notevole. Quindi, da questo punto di vista, anche per evitare la fuga verso altre amministrazioni, altri Ministeri, ad esempio verso il MEF, dove trovano una maggiore stabilità, anche il Ministero della Giustizia ha bisogno di dignità, con lavoratori che chiaramente si sentano garantiti anche rispetto al loro futuro, quindi, dal punto di vista non solo retributivo, ma anche della stabilità, oltre all'esperienza che, nel corso di questi anni, hanno accumulato. Quindi, da questo punto di vista, non chiediamo altro che la proroga e la loro stabilizzazione .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.010 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.1 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, con questo emendamento, chiedo di sopprimere una previsione, ossia la codificazione di un nuovo arretrato.
Perché cosa prevedete voi all'articolo 4? Prevedete che i capi degli uffici giudiziari, dopo aver fatto una ricognizione dei fascicoli, dopo aver fatto assegnazioni, riassegnazioni, movimentazione di questi fascicoli tra un giudice ed un altro, facciano un piano di smaltimento straordinario dei fascicoli da definire e autorizzino (perché di questo si tratta) i giudici assegnatari di quel piano di smaltimento, che riguarda soltanto macroaree, anzi materie che rientrano in fantomatiche macroaree a noi non note. Ecco, prevedete che coloro che saranno assegnatari di quelle materie potranno - così c'è scritto - trascurare e mettere in un cassetto i fascicoli, quindi i procedimenti, che riguardano materie diverse da quelle comprese nelle macroaree che hanno la corsia preferenziale, perché sono rilevanti, per statistica, ai fini del PNRR (quindi, nel raggiungimento degli obiettivi).
Quindi, anche qui, si tratta del gioco delle tre carte. Cioè, per eliminare un arretrato, state codificando e autorizzando la realizzazione di un arretrato in materie diverse rispetto alle altre.
Questo volete fare? Bene, per trasparenza, diciamolo ai cittadini. Il legislatore, anzi il Governo che propone questa norma, si assuma la responsabilità di dire ai cittadini: cari miei, se avete un procedimento che è compreso nelle materie che rilevano, ai fini della statistica, per gli obiettivi al PNRR, adesso avrete un'improvvisa accelerazione presumibilmente nella definizione di quel procedimento. Tutti gli altri, tutti quei poveri disgraziati che, invece, non avranno la fortuna di avere un procedimento incardinato su una materia rilevante - che, ripeto, non sappiamo quale sia, quindi chiedo anche un'operazione di trasparenza e di verità da parte del Governo di dire ai cittadini quali sono queste materie -, tutti quelli che non avranno un procedimento pendente su quelle materie si facciano, anche loro, il segno della croce. Infatti, state codificando che, siccome non vi sarà alcun tipo di conseguenza in relazione ad un ritardo nella definizione di quei procedimenti, praticamente tutti quei procedimenti verranno messi in un cassetto. Ci saranno rinvii d'ufficio, d'udienza a data da destinarsi, e questo è.
Torno a chiedervi, così come ve l'ho chiesto in Commissione, un'operazione trasparenza. Dite ai cittadini cosa li aspetta, cioè quali materie rientrano nelle macroaree e avranno la corsia preferenziale e quali materie diverranno il nuovo arretrato del comparto giustizia in questo Paese.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.2 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 5.1 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 5.2 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.3 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.3 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.4 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.5 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.5 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.6 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.6 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.7 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Cambiamo per un attimo argomento. Diciamo che anche qui avete le idee poco chiare e ben confuse. Parliamo dell'istituzione, che noi quantomeno auspicavamo nel più breve tempo possibile, degli ordini professionali delle professioni pedagogiche ed educative.
Ricordo a me stessa che questa è una legge che abbiamo tutti votato all'unanimità, se non sbaglio, lo scorso anno: la legge n. 50 del 2024. Quando è stata votata (io sono particolarmente coinvolta perché ero la prima firmataria di una delle proposte di legge che sono state abbinate su questo argomento e che hanno dato poi vita ad un testo unificato che è poi quella legge che è stata approvata) tutti abbiamo dichiarato che questo provvedimento era utile, era assolutamente condivisibile perché voleva valorizzare le figure dei pedagogisti e degli educatori socio-pedagogici. Tutti abbiamo sostenuto che la formazione di albi professionali e, prima ancora, l'istituzione di un ordine professionale avrebbe garantito una maggiore credibilità, autorevolezza, una maggiore forza contrattuale - potremmo dire così perché anche quella è legittima ed è anche una delle ricadute positive di questa legge - per queste figure professionali che tutti, ripeto, all'unanimità, ci siamo sperticati nel dire che, oggi, più che mai, sono centrali rispetto alla cura, ai compiti di cura e di sviluppo del benessere psicofisico dei nostri soggetti più vulnerabili della società. Parliamo dei bambini e delle bambine, di adolescenti; parliamo di giovani, parliamo di persone con disabilità, parliamo di anziani, perché questi sono spesso e volentieri i beneficiari dell'apporto professionale di queste figure.
Ecco, su questo eravamo tutti d'accordo e improvvisamente però cosa succede? Succede che c'è un momento di criticità perché i commissari straordinari, che dovevano far fronte al cosiddetto primo popolamento dell'albo professionale per fare la fotografia di quello che doveva essere l'elettorato attivo e passivo rispetto ai costituendi ordini professionali, arrancano, perché sono magistrati (stiamo proprio parlando delle carenze che ci sono, dell'affanno che c'è in alcuni uffici giudiziari) che si sono trovati anche questa incombenza; quindi non sono riusciti a svolgere ancora questo adempimento, ossia fotografare il primo albo nei vari distretti di corte d'appello, dove sono chiamati a farlo, per dare vita poi all'elezione e far partire quindi, far funzionare, con le loro gambe, questi ordini professionali.
Cosa succede? Che, siccome questa è la criticità, voi non dovevate continuare a prorogare, a differire i termini entro cui presentare le domande per essere iscritti nell'albo. Dovevate, invece, mettere un punto a questo termine e dovevate dare un supporto - così come ve lo sto chiedendo io con quest'emendamento - ai commissari straordinari; un supporto che potrebbe avvenire tranquillamente, anche stavolta, con qualche unità dell'ufficio per il processo, che c'è negli uffici giudiziari, che anche di questo si stanno occupando. Credo che potrebbe essere formato l'albo, il primo albo, in qualcosa come non più di due settimane. Perché, vedete, il punto è questo. Il punto è che sono tanti i pedagogisti, tanti gli educatori socio-pedagogici e, quindi, sono arrivate sul tavolo di questi commissari 250.000 domande. Però, differendo sempre in avanti l'orizzonte temporale entro cui presentare la domanda e non dando un supporto, un ausilio di personale amministrativo a questi commissari straordinari, il problema non lo risolviamo, lo aggraviamo. Lo aggraviamo. Non funziona così.
Voi state boicottando la vostra stessa legge e mi fa specie perché una delle proposte di legge era a prima firma della collega Varchi, che però non so se è qui in Aula. Perché boicottare la vostra stessa legge? Perché boicottare il decollo degli ordini professionali? Noi invece siamo coerenti. Noi ci crediamo ancora che gli ordini professionali delle professioni pedagogiche ed educative debbano decollare il prima possibile e funzionare con le loro gambe.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Ed è per questo che vi stiamo dando una soluzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Colgo l'occasione dell'esame dell'articolo 6 per toccare un tema assolutamente molto particolare - e, mi rendo conto, di nicchia - che, durante l'esame in Commissione, mi ha lasciato sbigottita perché, per la prima volta in tre anni, un mio emendamento è stato accolto senza riformulazione e senza che venisse fatto proprio dai relatori o dal Governo.
Da una parte, volevo ringraziare della cortesia, perché, francamente, che questo avvenga dopo tre anni devo dire non mi ha fatto dormire la notte; però, ovviamente, vorrei anche dire di cosa si tratta e ringraziare anche il collega Schullian perché il mio emendamento è uguale al suo ed è stato approvato dalla maggioranza e riguardava il sistema tavolare. In una delle iniziative di questo Governo il sistema tavolare, che è un sistema particolare che interessa, mi rendo conto, alcune regioni (il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia in diverse aree)… riguardava il trasferimento al giudice di pace della competenza specifica, molto puntuale e molto particolare, del sistema tavolare che viene affidato soltanto ad alcuni giudici, neppure a tutti, dei tribunali di competenza perché è talmente specifico e talmente puntuale che richiede una competenza, un'esperienza e una pratica molto puntuale. Per cui noi avevamo fatto un emendamento che chiedeva di togliere questa previsione e, quindi, di non affidare il sistema tavolare ai giudici di pace onorari, non perché non ci fidassimo, ma perché per queste persone significava dover ricominciare da capo, studiare il sistema tavolare, vedere come funzionava il sistema tavolare, avere una competenza molto specifica e, ripeto, anche molto complessa; peraltro, oggi funziona perché tra questi giudici, che se ne occupano in via quasi esclusiva, c'è un rapporto diretto anche con i registri dove il sistema tavolare ovviamente poi viene inserito.
Questo è un fatto credo molto importante e molto utile per i cittadini e le cittadine che hanno a che fare con compravendite di proprietà o con qualunque atto che abbia a che fare con la proprietà, perché ovviamente significava mettere in crisi il sistema tavolare. Per cui volevo, da una parte, ringraziare le colleghe relatrici per l'attenzione riservata a questi emendamenti, ringraziare il collega Schullian perché abbiamo sottolineato lo stesso tema e, ovviamente, ringraziare anche l'audita, la presidente del tribunale di Bolzano, che aveva molto puntualmente sottolineato e segnalato quanto fosse importante che il trasferimento non avvenisse
PRESIDENTE. Colleghi, salutiamo la selezione dei componenti dell'associazione “All Around” dell'Università LUISS Guido Carli di Roma, che assiste ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti alla Camera dei deputati.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.7 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.7 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.7 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 8.1 Gianassi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Grazie, Presidente. Adesso siamo chiamati a votare una serie di emendamenti che intervengono sull'articolo 8, che per noi sono fondamentali. Già prima abbiamo avuto la possibilità di discutere della vicenda del carcere e della necessità di rafforzare la magistratura. All'articolo 8 affrontiamo in maniera puntuale proprio quello che è il rafforzamento della magistratura di sorveglianza. Questi emendamenti naturalmente sono diversi tra loro e si distinguono perché, se da una parte chiediamo che vengano aumentate le risorse stanziate per la magistratura di sorveglianza, dall'altra chiediamo anche, così come faremo negli emendamenti seguenti - e mi riferisco all'8.2 e seguenti -, che vengano banditi nuovi concorsi per un corpo che è fondamentale.
Ogni volta, noi ci troviamo in quest'Aula per denunciare le condizioni di vita all'interno del carcere e sappiamo quanto la magistratura di sorveglianza giochi un ruolo fondamentale proprio rispetto alle condizioni carcerarie.
Questo provvedimento che naturalmente è un provvedimento non organico, che mette dentro un po' di tutto e che ci racconta, purtroppo, quanto voi siate stati latitanti, quanto il Governo sia stato latitante rispetto alla piena realizzazione e attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ci dice anche che le risorse stanziate, purtroppo, non sono sufficienti. Su questo il Partito Democratico ha dovuto non soltanto richiedere che venissero stanziati quei fondi che questo Governo ha deciso di tagliare proprio sul comparto fondamentale della giustizia - parliamo di 500 milioni di euro -, ma ha chiesto di aggiungere delle risorse fondamentali per far sì che le nostre carceri non vivano quell'emergenza rispetto alla quale ormai, purtroppo, non si può più neanche parlare di emergenza.
I 63.000 detenuti presenti all'interno delle nostre carceri, per una capienza pari a 47.000 unità, ci raccontano che ormai in alcuni istituti penitenziari c'è un tasso di sovraffollamento che ha raggiunto addirittura le cifre record del 190 per cento. Non so come si possa non votare gli emendamenti che il Partito Democratico sta proponendo.
Aggiungo che noi, tra l'altro, abbiamo presentato in Commissione tutta una serie di emendamenti per chiedere di finanziare il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità. Anche qui, grandi esternazioni di un lavoro che sarebbe stato fatto, poi però, di fatto, né il DAP, né la giustizia minorile hanno avuto le risorse necessarie. E concludo.
Un comparto, quello della giustizia, che ci sta facendo allontanare, Presidente, non soltanto da quelli che sono gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resistenza… appunto, resilienza: resistenza sarebbe, però, forse più adeguato rispetto a quanto state facendo ; quindi, come dire, ho lasciato questo termine e, mi perdonerete, è uscito fuori al naturale rispetto a quello che penso della vostra azione. Ma, dicevo, ci sta anche facendo allontanare da quegli standard della civiltà giuridica e costituzionale su cui noi continueremo, come ogni giorno, a vigilare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anche in questa occasione noi voteremo a favore di questo emendamento e dei successivi - lo ricordava l'onorevole Di Biase - che hanno tutti lo scopo di cercare di migliorare la situazione degli uffici della magistratura di sorveglianza che, ovviamente, è all'interno del sistema carcerario un punto di riferimento, un punto importante e anche dolente, in gran parte per le inefficienze, per la scarsezza di personale e in parte anche - come spesso accade in qualunque settore del pubblico e del privato - magari per limiti personali. Ma è un segmento importante all'interno del mondo carcerario. Ovviamente non è il solo: ci sono gli educatori, ci sono gli psichiatri, ci sono il volontariato e il Terzo settore, ci sono anche gli agenti della Polizia penitenziaria. Sicuramente i magistrati di sorveglianza, da una parte, e la Polizia penitenziaria, dall'altra, sono due aspetti fondamentali del sistema carcerario.
Ecco, spiace che non c'è il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove che, a ogni piè sospinto, ci spiega che lui entra nelle carceri soltanto per incontrare la Polizia penitenziaria - cioè, dei detenuti non gliene frega niente e questo si vede anche da come si rapporta con tutte le norme che si mettono in campo per cercare di attenuare la vita drammatica dei detenuti - e, ogni volta, ci spiega anche che questo è un Governo che ha particolare attenzione nei confronti del sistema penitenziario, e in particolare della Polizia penitenziaria, e che i veri problemi del carcere si risolvono attraverso il potenziamento della Polizia penitenziaria.
Ecco, diciamo, noi vorremmo ricordare semplicemente - siccome siamo convinti che la Polizia penitenziaria sia un elemento sostanziale all'interno del carcere, anche perché surroga a tante carenze che si realizzano all'interno degli istituti penitenziari - che poi a queste parole non corrispondono i fatti. Mi è capitato di sentire anche l'altro giorno, in un dibattito televisivo, il collega Ostellari che ci spiegava che mai sono state fatte tante assunzioni nel reparto della Polizia penitenziaria. Dimentica, l'onorevole Ostellari, di dire che, come accade in tutti i comparti della pubblica amministrazione, i concorsi e soprattutto le assunzioni vengono fatti in ragione dei pensionamenti.
E, allora, se andiamo a vedere, da quando siete al Governo, rispetto al numero di pensionamenti che ci sono stati nel corpo della Polizia penitenziaria, la differenza attraverso le assunzioni è di 150 persone; piccolo particolare è che i detenuti sono diventati da 52.000 a quasi 65.000, ormai. E, quando qualcuno obietta questo, c'è qualcuno come il Ministro Nordio che cerca di spiegarci che i pensionamenti in realtà non è vero, non sono così. Perché furbescamente il Ministro Nordio - pensando che siamo tutti con l'anello al naso - parla soltanto dei pensionamenti che riguardano l'età; il problema è che il numero di pensionamenti che riguardano invece altre ragioni all'interno del corpo di Polizia penitenziaria è maggiore rispetto ai pensionamenti che riguardano l'età.
Avete fatto dei concorsi e l'ultimo concorso è stato bocciato dal TAR, lei forse lo saprà, onorevole Sisto. Ecco, allora diciamo che voi, su tutta una serie di emendamenti che intervengono semplicemente, senza toccare il detenuto (che, per carità, buttiamolo dentro, chiudiamolo a chiave e buttiamo la chiave), attraverso tutti quei servizi che, quantomeno, consentono all'intero sistema carcerario, dal detenuto all'agente di Polizia penitenziaria, alle associazioni di volontariato, agli educatori, agli psicologi, a tutti quanti, di migliorare la qualità della vita del sistema carcerario, voi non siete disposti neanche a fare un passo in avanti per cose di buonsenso che non impattano contro il vostro blocco ideologico dello “svuota carceri”, ma semplicemente nella gestione di quella porcilaia che sono le carceri italiane.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 8.3 Cafiero De Raho. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Diciamo che il nostro emendamento è in linea con quello che poc'anzi è stato illustrato. Noi chiediamo che l'assunzione prevista non sia di 58, ma di 250.
La motivazione è stata detta, ma va sicuramente qui ripetuta, e va ripetuta, però, non dopo aver sottolineato come la stessa norma, di per sé, non ha alcuna efficacia. Perché? Perché si prevede che il concorso debba essere bandito nel 2025, ma le assunzioni non debbano avvenire prima del luglio 2026; non solo, ma vanno, via via, poi, differite nel tempo.
E allora, rispetto alle tematiche di cui abbiamo parlato, abbiamo un sovraffollamento carcerario di oltre 63.000 detenuti rispetto ai 50.000, e poco più, che le carceri possono ospitare. E credo che i 61 suicidi vadano agganciati anche all'attuale situazione carceraria: il sovraffollamento è uno dei motivi, perché impedisce, peraltro, alla Polizia penitenziaria di controllare, di vigilare adeguatamente e, quindi, anche ciò che avviene nelle carceri non può essere rilevato se non da una Polizia penitenziaria che sia esattamente proporzionata alle esigenze delle carceri e alle esigenze di vigilanza.
Occorre non solo che il numero dei detenuti venga ridotto, ma che ci siano anche dei sistemi e degli edifici carcerari che possano restituire dignità ai detenuti. E cosa si chiede qui? L'aumento dei magistrati di sorveglianza, un aumento che è indispensabile proprio perché, solo attraverso il tribunale di sorveglianza e i magistrati di sorveglianza, possono essere adottate quelle misure alternative alla detenzione che sono qui indispensabili. La liberazione anticipata, il numero dei giorni cui ha diritto ciascun detenuto non possono essere calcolati se non attraverso un lavoro che necessariamente gli uffici dei magistrati di sorveglianza e i tribunali di sorveglianza devono fare. E il numero di 58 è un numero assolutamente sproporzionato rispetto alle esigenze che devono affrontare i magistrati di sorveglianza. Ecco perché non solo il numero deve essere di gran lunga superiore, ma, in più, è necessario che a questa assunzione si provveda con urgenza, non aspettando tempi biblici, mentre continuano a suicidarsi i detenuti, mentre tanti detenuti continuano ad attendere che le istanze che loro hanno proposto - liberazione anticipata o misure alternative alla detenzione - vengano adottate, perché non sono affrontate dai magistrati che ne hanno competenza.
Ecco perché noi chiediamo, con questo emendamento, che si possa provvedere con un numero adeguato e che lo Stato consideri questa - l'esigenza dei detenuti, l'emergenza carceraria - una delle emergenze del nostro Paese sotto il profilo della dignità umana e sotto il profilo della libertà. È necessario che venga riconosciuta libertà al detenuto che ha maturato le condizioni per tornare o a casa o in libertà, mentre questo oggi non avviene o avviene con un notevole ritardo, proprio per la mancanza di quei magistrati di sorveglianza che vi vengono chiesti .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.3 Cafiero De Raho, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Colleghi, gli emendamenti da 8.7 Gianassi a 8.11 Dori sono a scalare. Voteremo, quindi, solo il primo e l'ultimo della serie.
Passiamo all'emendamento 8.7 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.7 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 8.11 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Questo è l'ultimo tentativo per poter aumentare il numero dei magistrati di sorveglianza, come è previsto nel decreto: un loro aumento numerico, quindi da 58, la proposta è di arrivare a 90.
È evidente il motivo per il quale il Ministero, quindi il Governo, non approva questo emendamento, che immagino sa essere assolutamente necessario: perché tutto questo non dovrebbe essere fatto con questo decreto-legge, ma dovrebbe essere fatto con un impegno serio in legge di bilancio. Quindi noi saremo vigili rispetto a questa prospettiva, da qui alla fine dell'anno, quando con la legge di bilancio vedremo effettivamente se il Governo intende investire nel comparto giustizia oppure no. Certamente è sempre una scelta politica quella di non investire in giustizia, ma, piuttosto, investire miliardi, ad esempio, per il ponte sullo Stretto .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.11 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.02 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.02 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.03 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.03 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.04 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.04 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.05 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.05 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 9.1 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 9.2 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 9.3 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 9.4 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 D'Orso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 9.5 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.5 D'Orso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 9.6 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.6 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 9.7 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.7 D'Orso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.04 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.04 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.05 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.05 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, in quanto non recante istruzioni o impegni al Governo relativi a specifiche disposizioni del provvedimento in esame, come invece previsto dall'articolo 88, comma 1, del Regolamento, nel testo in vigore dal 1° gennaio scorso, l'ordine del giorno n. 9/2570-A/1 Berruto, volto a impegnare il Governo nella promozione di un intervento legislativo in materia di funzionamento della giustizia sportiva, materia non trattata dal provvedimento.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
FRANCESCO PAOLO SISTO,. Grazie, Presidente. Sugli ordini del giorno n. 9/2570-A/2 Cafiero De Raho, n. 9/2570-A/3 Giuliano, n. 9/2570-A/4 D'Orso, n. 9/2570-A/5 Perantoni e n. 9/2570-A/6 Ascari, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/7 Palombi invito al ritiro.
PRESIDENTE. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
FRANCESCO PAOLO SISTO,. Sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/8 Gianassi il parere è favorevole se riformulato, escluse le premesse, come segue: “impegna il Governo a valutare la concreta possibilità di proseguire l'attività di stabilizzazione degli addetti all'ufficio per il processo anche ampliandone il numero, compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2570-A/9 Lacarra, n. 9/2570-A/10 Scarpa e n. 9/2570-A/11 Di Biase il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/12 Serracchiani il parere è favorevole se riformulato esattamente come l'ordine del giorno n. 9/2570-A/8 Gianassi. Lo posso rileggere: “impegna il Governo a valutare la concreta possibilità di proseguire l'attività di stabilizzazione degli addetti all'ufficio per il processo anche ampliandone il numero, compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2570-A/13 Simiani, n. 9/2570-A/14 Dori e n. 9/2570-A/15 Zanella il parere è contrario.
PRESIDENTE. Prima di cominciare, salutiamo la rappresentanza, che riconoscete in tribuna dalle magliette blu, dell'Istituto autonomo comprensivo “Dante Alighieri” di Bellona, in provincia di Caserta. Benvenuti alla Camera dei deputati .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/2 Cafiero De Raho, su cui c'è il parere contrario del Governo. Lo vuole porre in votazione? Vuole intervenire. Prego, onorevole Cafiero De Raho.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno si chiedeva semplicemente un impegno del Governo a procedere alle assunzioni di magistrati ordinari, a procedere all'assunzione del personale, di procedere, cioè, a rimettere a posto la giustizia dal punto di vista delle risorse umane, quello che riteniamo sia un dovere dello Stato. Quindi, esprimere il parere contrario su un impegno così ampio, come quello che era stato chiesto, è veramente incomprensibile.
Oggi andiamo ad approvare l'articolo unico di una legge di conversione che ha voluto affrontare il problema dell'emergenza del completamento dell'attività di definizione di procedimenti civili, così come ci è stato chiesto dall'Europa per il PNRR. Ma perché oggi abbiamo l'emergenza? Perché questo tema è un tema che ci era stato presentato già 4 anni fa e che il Governo non ha assolutamente affrontato nel momento in cui ha iniziato ad operare. Non sono stati riempiti gli organici né della magistratura né del personale amministrativo e non si è consentito ai magistrati di svolgere adeguatamente la loro funzione. I magistrati, che nel 2019 mancavano nella misura di 1.100, attualmente mancano nell'organico nella misura di 1.800. Quindi, c'è stato un aumento eccessivo ed esagerato del numero delle mancanze dei magistrati e il personale amministrativo manca per circa il 40 per cento, una misura rilevantissima e straordinaria. Se oggi siamo costretti a correre è perché i concorsi non ci sono stati. Senza poi parlare dei giudici onorari. I giudici onorari sono presenti per il 30 per cento. Abbiamo quasi un 70 per cento di scopertura. Sono numeri elevatissimi rispetto ai quali bisognava intervenire da anni.
Oggi con la conversione del decreto cosa andiamo a fare? Andiamo a chiedere ai giudici onorari di non svolgere più il loro lavoro, ma correre in emergenza per la definizione dei procedimenti civili. Quindi, significa bloccare totalmente quella giustizia di prossimità che i magistrati onorari devono assolvere. Sono gli unici che devono assolvere una giustizia di prossimità che nei vari territori a volte costituisce l'unica giustizia alla quale si può accedere.
Ebbene, questo impegno, che è un impegno di assunzioni e un impegno che è indispensabile perché la giustizia funzioni, è un impegno che si ritiene di non dover assolvere. Allora, io non riesco veramente a comprendere come la giustizia possa funzionare e si ricorre, allora, alla separazione delle carriere, affermando che quella è la misura attraverso la quale si può raggiungere il miglioramento della qualità e dell'efficienza. Ma quale efficienza della giustizia, se la giustizia non ha uomini. La giustizia si fa, innanzitutto, mettendo a posto gli organici e, soprattutto, in un momento come quello attuale questo è indispensabile. E, allora, venir meno a un impegno di questo tipo veramente ci inorridisce, ci stupisce e ci lascia totalmente increduli. La giustizia ha bisogno, innanzitutto, di risorse, di risorse e di risorse. Non riuscirà a svolgere il proprio lavoro se non ci saranno gli organici pieni, gli organici completi, perché è alla giustizia che viene, di volta in volta, attribuito il compito di affrontare numerosissimi problemi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Prego, Vice Ministro Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO,. Ringrazio il collega De Raho per questo accorato intervento a favore delle risorse, ma vorrei rassicurarlo, perché credo che non si sia mai visto -abbiamo già effettuato un ampliamento dell'organico della magistratura e stiamo bandendo concorsi uno dietro l'altro - un investimento così importante sui ruoli e sugli organici della magistratura. Riteniamo di potere, a brevissimo, completare gli organici e, quindi, dare una risposta nei fatti a quello che è stato chiesto. Il parere contrario nasce proprio da questo: avendo già provveduto e avendo già massicciamente investito sui ruoli della magistratura, non possiamo impegnarci a fare una cosa che abbiamo già fatto.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/2 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/3 Giuliano, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà. State al posto.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Anche con quest'ordine del giorno, noi rappresentiamo, ancora una volta, le gravi condizioni disumane esistenti nelle nostre carceri italiane, dove il sovraffollamento carcerario non è una questione astratta, è una emergenza mortale, oserei dire strutturata. Nel 2024 si sono registrati 88 suicidi tra le persone detenute. È un dato record, che denuncia una crisi di civiltà senza precedenti, oserei dire una crisi di umanità. Ogni suicidio rappresenta una sconfitta dello Stato, un fallimento della dignità e della tutela umana.
Queste vite spezzate contano. Sono persone che in uno spazio angusto, senza sosta, in condizioni - lo ripeto - disumane hanno perso la forza di resistere. Questo lo posso testimoniare perché regolarmente, ogni mese, vado a fare delle visite a sorpresa all'interno degli istituti di pena, all'interno delle carceri. Mi trovo davanti celle con 8 persone, in spazi piccolissimi e finestre da cui l'aria non gira. In estate si sfiorano i 40 gradi, ci sono invasioni di zanzare, funghi sulla pelle, le docce che non funzionano, scarafaggi, formiche, materassi marci, fetore, muffa e tutto questo, ovviamente, non rende dignitosa la permanenza di un essere umano all'interno di un istituto di pena.
E, ancora, a rendere di maggior disagio questa condizione è spesso la coabitazione tra detenuti comuni e detenuti psichiatrici, dove c'è una sofferenza, una fragilità, una vulnerabilità, dove per avere una visita psichiatrica o un colloquio con uno psicologo devi aspettare mesi, addirittura un anno. Allo stesso modo i malati oncologici si ritrovano a dover rischiare ancora di più il peggioramento delle proprie condizioni per la mancanza di risorse, purtroppo, ma oserei dire di ascolto.
Ed ancora, ci sono detenuti che hanno maturato le condizioni per uscire dal carcere, che hanno presentato legittimamente l'istanza e potrebbero uscire, ma non possono, perché, visto l'arretrato che si è accumulato, sono costretti a rimanere all'interno di una cella affollata, aumentando il disagio, aumentando la sofferenza. E tutto questo è inaccettabile.
Per questo, in questo contesto aberrante, estendere le mansioni dell'ufficio per il processo ai tribunali di sorveglianza non è più una misura facoltativa, ma è un dovere. È un vostro dovere. Perché ogni ritardo nella decisione non è solo una questione amministrativa, è un altro giorno di detenzione in una cella veramente - lo ripeto - che non è dignitosa. È un altro giorno in cui la sofferenza umana cresce, un altro giorno in cui la giustizia, prima di tutto, perde credibilità.
Il lavoro dell'ufficio per il processo - gli studi, le bozze, il supporto, l'organizzazione, la competenza - non è accessorio. È uno strumento per liberare tempo, per far sì che i magistrati possano decidere, intervenire, alleggerire e non procrastinare.
Se il carcere è diventato un forno, dove ogni ora pesa come un macigno, allora, dobbiamo inserire ogni risorsa possibile per alleviare queste condizioni. Il sovraffollamento, unito ai suicidi record, è un grido di allarme che non possiamo, non potete ignorare.
Quindi, estendere questo raggio d'azione concreto all'ufficio per il processo significa dare ossigeno al sistema penitenziario, ridare speranza alle persone e dimostrare che la giustizia in Italia può cambiare passo.
Vorrei ricordare che purtroppo, oltre agli 88 suicidi, ci sono i suicidi della Polizia penitenziaria che, in assenza di personale sanitario, psichiatrico e psicologico, si trova a dover essere un tutt'uno, a dover accogliere le istanze e a dover essere un familiare, un amico. È il primo approdo. Spesso i turni massacranti, senza nemmeno una pausa, rendono veramente questo lavoro non dignitoso e hanno portato a conseguenze irreparabili.
Quindi, serve un intervento concreto. Non potete voltarvi dall'altra parte .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/3 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/4 D'Orso.
Qualcuno vuole intervenire? Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Vediamo quanto tempo è rimasto. Ne ha facoltà per 2 minuti e 34.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Diciamo che, con quest'ordine del giorno, è stato chiesto di riguardare un po' i contenuti degli emendamenti che sono stati proposti in relazione agli addetti all'ufficio del processo. Perché questo? Perché la normativa che è stata disposta con questo decreto-legge - che noi oggi andiamo a convertire o di cui, comunque, proponiamo la conversione - è evidente che in diversi punti fa acqua, cioè in diversi punti appare poco condivisibile. Ma soprattutto in alcuni punti sembra notevolmente esposta alla questione di illegittimità costituzionale, come nel punto che riguarda l'applicazione da remoto.
Tutti i rappresentanti delle associazioni forensi hanno rappresentato che quella normativa si espone a un giudizio di incostituzionalità. Perché? Perché non solo viola il principio del giudice naturale, ma trasferisce addirittura in un luogo diverso dal tribunale competente la celebrazione del procedimento.
Questo determina sicuramente una violazione di quei principi, secondo quanto ci è stato detto da tutti coloro che sono stati auditi nel corso dell'iter che è stato seguito in Commissione giustizia.
Ebbene, se su quel fronte abbiamo un'esposizione notevolissima, va anche detto, peraltro, che soltanto 212 domande sono state poste per quanto riguarda l'applicazione da remoto. È stato ancora detto che non si raggiungerà mai l'obiettivo che ci si è proposti, perché? Perché i procedimenti da definire sono 200.000, mentre il numero delle cause che si potrebbe definire sulla base dei provvedimenti d'urgenza arriverebbe fondamentalmente a non più di 30.000 e, quindi, abbiamo oltre 170.000 procedimenti civili che andrebbero definiti.
Quest'ordine del giorno, allora, ha un senso. Ha un senso perché vuole evidenziare l'importanza degli addetti all'ufficio del processo, perché attraverso il loro aiuto i giudici, quelli competenti secondo i principi costituzionali, possono fare fronte molto più rapidamente, ma con un sostegno e un modello, qual è quello che l'ufficio del processo sta dando, di preparazione, di studio, di esame e sostegno, attraverso anche la predisposizione di motivazioni che poi i giudici potranno verificare e trasformare in sentenze .
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/4 D'Orso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/5 Perantoni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Perantoni. Ne ha facoltà.
MARIO PERANTONI(M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario su quest'ordine del giorno mi stupisce abbastanza.
Il provvedimento che stiamo esaminando contiene tutta una serie di disposizioni finalizzate a ridurre l'arretrato e le pendenze dei processi civili e raggiungere, quindi, l'obiettivo del PNRR. Tra queste misure che, come è stato illustrato poc'anzi, a nostro parere, non riusciranno comunque a risolvere il problema, ce ne sono alcune che prevedono, ad esempio, l'utilizzo di magistrati che decidono le cause da remoto. Si prevede l'applicazione dei giudici onorari per riempire le vacanze nell'organico dei magistrati togati; l'impiego dei magistrati addetti all'ufficio del massimario presso la Corte di cassazione per la redazione delle sentenze. Si prevedono, quindi, tutta una serie di norme finalizzate allo smaltimento dei processi arretrati e, quindi, al lavoro.
Mi pare che il minimo che il Governo possa fare è rendere conto all'Aula e al Parlamento - all'Aula della Camera e al Parlamento nel suo complesso - di come è andato questo esperimento che loro hanno posto in essere, che risultati sono stati raggiunti e quale efficacia abbiano avuto le norme che, con decreto-legge, con procedura emergenziale, hanno voluto fare approvare.
L'ordine del giorno non reca impegni di spesa, non è politicamente orientato - mi pare perlomeno - né da una parte né dall'altra, perché sostanzialmente che cosa ci dice? Ci dice di prevedere nello specifico una relazione alle Camere sull'andamento e sull'impatto delle richiamate misure entro il 31 gennaio 2026, nonché una relazione al termine del periodo emergenziale al 30 giugno 2026, così da avere evidenza della risposta da parte degli operatori, nonché dei risultati eventualmente raggiunti.
Mi pare che riferire alle Camere quello che è stato o meno il raggiungimento degli obiettivi che il Governo si è prefissato sia non solo legittimo, ma anche doveroso.
Il parere negativo probabilmente è dovuto al fatto che o il Governo è totalmente restio a condividere i risultati della sua iniziativa con le Camere e, quindi, c'è questo rifiuto del confronto, rifiuto di mettere in chiaro quelli che sono stati effettivamente i risultati, oppure, evidentemente, è già consapevole del fatto che questo provvedimento andrà assolutamente a non risolvere i problemi che invece si propone di risolvere. Sappiamo che, ad esempio, a fronte di una potenziale richiesta o potenzialità di adesione alla modalità di lavoro da remoto, tra i magistrati che dovrebbero lavorare da remoto, rispetto a una richiesta di 500 magistrati, mi pare che solamente 100, 150, 170 abbiano finora dato la loro adesione. Se quindi il buongiorno si vede dal mattino, evidentemente queste norme non andranno a risolvere alcunché e, quindi, evidentemente per questo motivo, il Governo non intende relazionare al Parlamento. Mi pare sia un atteggiamento poco collaborativo, istituzionalmente non corretto e, pertanto, insisto affinché quest'ordine del giorno venga votato .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/5 Perantoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/6 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Anche con quest'ordine del giorno, che chiede lo scorrimento delle graduatorie dei giudici onorari di pace, si vuole dare una soluzione concreta e immediata alla gravissima carenza di organico nei tribunali, in particolare, lo ripeto, negli uffici dei giudici di pace.
L'abbiamo detto anche prima: la soluzione che propone quest'ordine del giorno non richiede tempi lunghi, né nuovi stanziamenti, perché gli idonei dei concorsi ci sono già. Parliamo di persone che hanno superato le selezioni, hanno dimostrato la loro preparazione e attendono solo di essere chiamate in servizio. Scorrere la graduatoria significa poterle immettere subito negli uffici, colmare almeno in parte il vuoto drammatico di organico e dare respiro a una giustizia di prossimità che oggi rischia la paralisi.
Ci tengo però anche a ricordare che sono 12.000 i lavoratori precari dell'ufficio per il processo che stanno aspettando una risposta di stabilizzazione da parte di questo Governo. Ci sono state tante mobilitazioni da parte dei sindacati. Sono lavoratori e lavoratrici precari, reclutati con contratto a termine nell'ambito del PNRR, per supportare l'amministrazione giudiziaria - il loro apporto, lo voglio ricordare, è stato fondamentale, determinante nel ridurre l'arretrato -, introdurre innovazioni organizzative digitali e contribuire all'ammodernamento complessivo del sistema.
Questi contratti di lavoro scadranno il 30 giugno 2026 senza che ad oggi risultino stanziate le risorse. A loro va detto “grazie” e va data una risposta di serietà e di stabilizzazione .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/6 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/2570-A/7 Palombi è stato ritirato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/8 Gianassi. Onorevole accetta la riformulazione?
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione, pur ringraziando il Vice Ministro Sisto di aver fatto uno sforzo quantomeno rinunciando a un parere contrario e provando ad avanzare una riformulazione. Apprezzo quindi lo sforzo, ma non lo accetto perché è ancora uno sforzo che sta dentro un quadro di pretesa compatibilità degli impegni finanziari che oggi non sussiste: senza quello sforzo lì, diventerebbe un'enunciazione vuota.
Abbiamo bisogno di fare un passo in avanti per la stabilizzazione, che passa anche dal reperimento delle risorse. Per questo non lo accetto, pur apprezzando la disponibilità che poi, ovviamente, monitoreremo e verificheremo nelle prossime settimane.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/8 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/9 Lacarra. Onorevole Lacarra, accetta la riformulazione? Non la accetta e lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/9 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/10 Scarpa. Mi dite se accetta la riformulazione, per favore? L'accetta? Ok.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/11 Di Biase, parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come dicevo prima, tutti i nostri emendamenti che abbiamo proposto in Commissione sono stati ritenuti non ammissibili, perché chiedevamo di investire risorse sull'assunzione di personale. Ci siamo detti: visto che gli emendamenti sono inammissibili, il Governo vorrà senz'altro dimostrare la propria buona fede appoggiando questo nostro ordine del giorno che chiede di assumere personale rispetto alle mancanze ormai strutturali, di cui voi, in parte, proprio perché non avete garantito la piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dovrete rispondere.
In quest'ordine del giorno, in particolare, chiediamo non soltanto di procedere all'assunzione del personale, che dovrebbe alleviare e gestire la vita negli istituti penitenziari, ma anche di dedicare maggiore attenzione alla giustizia minorile. Questa nostra osservazione deriva dalla valutazione rispetto al fatto che il Governo - con una serie di provvedimenti arcinoti e di cui questa Aula ha più volte dibattuto - ha minato dalle fondamenta, nel profondo, il sistema della giustizia minorile. Lo avete fatto con il decreto Caivano. Abbiamo visto come, oggi, addirittura gli istituti penali minorili vivano e soffrano di una situazione di sovraffollamento che non si era mai constatata fino all'avvento del Ministro Nordio e delle sue norme, che hanno anche determinato condizioni gravissime all'interno degli IPM.
Quindi, rimango molto colpita da questo parere del Governo perché ha perso, a mio avviso, l'opportunità di marcare la differenza rispetto a un tema tanto delicato che riguarda, tra le altre cose, quei ragazzi detenuti che oggi davvero vivono in una situazione che nulla - nulla - ha a che fare con l'articolo 27 della Costituzione italiana e che tutti noi, come parlamentari della Repubblica, saremmo chiamati a onorare.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/11 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Saluto le ragazze e i ragazzi del IV Circolo didattico “Verolino-Verone” di Acerra, provincia di Napoli, che assistono, con la loro magnifica divisa bianca, ai lavori della Camera. Benvenuti! Fra un po' tocca anche a voi .
Poi, il vostro Presidente, dimostrando di essere fallibile, ha fatto un errore … Capita, è capitato, credetemi. Ho fatto un errore sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/10 Scarpa, che non era riformulato, ma aveva il parere contrario. Quindi, lo dobbiamo votare.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/10 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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È successo che anche io sono fallibile… i telegiornali ne parleranno.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/12 Serracchiani. Onorevole Serracchiani, accoglie la riformulazione? Prego.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per gli stessi motivi che poc'anzi ricordava il collega Gianassi, non accettiamo la riformulazione e, quindi, chiediamo che l'ordine del giorno venga messo al voto, perché oggettivamente ci riteniamo un po' presi in giro. Dopo tre anni, dopo aver fatto un'infinità di emendamenti, tutti respinti, e aver detto che c'è un problema sia per l'ufficio per il processo, sia per i precari della giustizia, dopo aver detto che è necessario un piano straordinario e averlo chiesto anche grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza - che non possono essere utilizzati per le spese correnti relative al personale, ma che possono liberare risorse nazionali che potevano essere destinate a questa attività -, siamo sostanzialmente a zero.
È inutile annunciare che sono stati fatti concorsi, eccetera. Infatti, dei concorsi fatti, alcuni sono stati fatti male, sono stati impugnati e sono stati dichiarati illegittimi; altri non hanno tenuto conto di scorrimenti di graduatorie, per cui abbiamo ancora possibilità di assunzione rimaste ferme; altri ancora non sono partiti e altri sono, per numeri, notevolmente inferiori anche ai posti già vacanti e che potrebbero essere coperti con dei concorsi.
Ricordo peraltro - e chiudo su questo, Presidente - uno dei più rilevanti interventi del Ministro Nordio fatto in quest'Aula quando ha presentato le linee guida. Egli ci diceva che per lui, da magistrato, con l'esperienza che aveva avuto, non possono passare tutti quegli anni prima che un magistrato divenga tale e che il concorso non può durare così a lungo, che si sarebbe impegnato ad accorciare i tempi, che si sarebbe impegnato a rivedere la procedura. Bene, nulla di tutto questo. Ma, del resto, ci siamo anche ampiamente abituati .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/12 Serracchiani, che, non avendo accettato la riformulazione, muta il parere del Governo in contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/13 Simiani. Onorevole Simiani, lo mettiamo in votazione? Allora, colleghi, lo poniamo in votazione.
Prima di votare, salutiamo, da par vostro, le studentesse, gli studenti e i professori dell'Istituto statale di istruzione superiore “Francesco Gonzaga”. Arrivano da Castiglione delle Stiviere, quindi siamo in provincia di Mantova. Benvenuti alla Camera dei deputati Sentite l'affetto della Camera.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/13 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/14 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Non si comprende la contrarietà del Ministero della Giustizia rispetto a questo tema. Proponiamo nuovamente il tema degli addetti all'ufficio per il processo, in particolare la possibilità - questo era l'impegno richiesto al Ministero della Giustizia, che tra l'altro era anche in linea con la di questo decreto-legge volto ad ampliare, prorogare, posticipare - che gli addetti vengano impiegati, come previsto lì, negli uffici destinatari proprio anche per redigere l'elenco dei procedimenti civili per i quali risulti conclusa l'attività istruttoria e redigere, per ciascuno dei procedimenti, la bozza di proposta conciliativa sulla base delle risultanze istruttorie, da sottoporre chiaramente al giudice titolare.
Quest'ordine del giorno, secondo me, era perfettamente in linea con gli intendimenti del Ministero della Giustizia. Evidentemente, ha un parere contrario esclusivamente perché arriva dai banchi dell'opposizione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, se il collega lo consente, quest'ordine del giorno, che è assolutamente in linea non solo con gli emendamenti che ho tentato di presentare, ma anche con l'ordine del giorno a mia prima firma, che poi più genericamente sollecitava anche la stabilizzazione degli addetti all'ufficio per il processo, proprio perché ne auspicava una maggiore valorizzazione e ulteriori mansioni ben chiare e precise, quali quella esemplificata in quest'ordine del giorno.
Prendiamo atto che il Governo è sordo a questa istanza. È sordo anche a una soluzione che sarebbe a costo zero, che darebbe finalmente anche un respiro e un futuro a questi professionisti che stanno mettendo tutte le loro energie a servizio della giurisdizione per il sistema giustizia, per far sì che funzioni in modo più efficiente e più celere.
Ecco, prendiamo atto di questa chiusura anche in occasione di quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2570-A/14 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2570-A/15 Zanella.
Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Dovrebbe mutare il parere.
MATILDE SIRACUSANO,. Grazie, Presidente. Intervengo per modificare il parere proponendo all'onorevole Zanella un accoglimento come raccomandazione.
PRESIDENTE. Onorevole Zanella, accetta l'accoglimento del suo ordine del giorno come raccomandazione?
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria anche perché non avevo dubbi sulla sua sensibilità, mentre ero molto meravigliata della negatività rispetto all'ordine del giorno espressa dal Vice Ministro Sisto. Si tratta, cioè, di incentivare e prevedere una formazione, anche all'interno di quella già organizzata dei magistrati, sul tema del contrasto alla violenza e al femminicidio.
PRESIDENTE. Dunque accoglie?
LUANA ZANELLA(AVS). Accetto l'accoglimento come raccomandazione.
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Sospendo, a questo punto, l'esame del provvedimento che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, a partire dalle ore 16,15, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Ricordo che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata tra dieci minuti presso la Biblioteca del Presidente. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alle quali risponderanno il Ministro dell'Università e della ricerca, il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione.
Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02192 .
LUIGI MARATTIN(MISTO). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, signora Ministra. La settimana scorsa, all'ateneo di Pisa, si è verificata una scena che in questo Paese non si verificava dagli anni Settanta. Un gruppo di manifestanti, un gruppo di squadristi per quanto ci riguarda, è andato in un'aula universitaria non per manifestare il proprio pensiero o per dibattere civilmente fra opinioni contrapposte, ma è entrato per interrompere con la violenza la lezione di un professore, il professor Rino Casella, e addirittura per mettergli le mani addosso, visto che il professore è finito al pronto soccorso con un referto certificato.
Io, noi del Partito Liberaldemocratico vorremmo sapere, signora Ministra, che cosa intende fare lei per identificare i colpevoli di quell'assalto squadrista e, soprattutto, per evitare che i nostri atenei, che sono un luogo dove il confronto, il dialogo e la crescita collettiva pacifica dovrebbero essere la norma, diventino un luogo di violenza e prevaricazione, come è accaduto a Pisa.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.
ANNA MARIA BERNINI,. Grazie, Presidente Rampelli e grazie all'onorevole Marattin. Grazie, in particolare, perché quello che lei mi domanda mi consente di fissare, in maniera imprescindibile, irrevocabile, alcuni principi fondamentali per il mondo dell'università, della ricerca e dell'alta formazione artistica.
L'università è il luogo del pensiero critico, non dell'anarchia. La casa del confronto, non del sopruso. Onorevole Marattin, sto pesando le parole perché le parole hanno un senso in questo caso. La libertà di manifestare le proprie idee non può mai trasformarsi in aggressione, minaccia o violenza. Interrompere un pubblico servizio, impedire lo svolgimento delle lezioni a vantaggio degli studenti, che lì sono per imparare e pagano per imparare, aggredire un docente, questi non sono atti di manifestazione di un pensiero democratico, atti di dissenso legittimo: questi sono reati e come tali vanno trattati.
Il nostro compito è doppio, complicato: difendere la libertà di espressione ma, al tempo stesso, garantire il diritto allo studio e la sicurezza di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo.
Nessuno deve avere paura di entrare in un'aula universitaria. Le università non sono terra di nessuno, non sono palcoscenici dove si possono picchiare impunemente professori od occupare spazi destinati a chi studia.
Il Ministero è in campo, al fianco dei rettori che, è bene ricordarlo, sono i primi responsabili dell'agibilità e della sicurezza negli atenei. E noi siamo con loro per garantire che l'università resti un luogo libero e sicuro, in cui le idee si confrontano, anche le idee più radicali, anche le idee più dissenzienti, anche duramente, ma mai - ripeto mai - con la forza.
Il giorno stesso dell'aggressione ho ovviamente contattato il rettore Zucchi e il professor Casella, al quale rinnovo la mia, la nostra, immagino di tutti, vicinanza. L'Ateneo ha reagito attraverso una mozione di solidarietà del senato accademico, con il ripudio netto della violenza. Il professor Casella, invece, ha presentato una denuncia alle autorità competenti. Sono in corso gli accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria anche per eventuali altri reati commessi.
Da parte nostra, la linea è una sola: no alla violenza, fisica o verbale che sia, e, ove esistente, il Ministero non esiterà a valutare ogni forma di azione, anche in sede giudiziaria, per difendere l'università e chi la vive. Perché le università devono rimanere quello che sono: luoghi aperti, sicuri, liberi, in cui le idee si discutono, non si impongono, in cui il sapere nasce dal confronto, mai dalla paura, e su questo impegno non arretreremo di un passo.
PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di replicare.
LUIGI MARATTIN(MISTO). Grazie, Presidente. Grazie, signora Ministra. Vede, qualcuno, magari anche ascoltando da casa, può essere tentato, in questo clima assurdo che si è creato, dal definire la sua una risposta di destra. La sua, secondo me, non è una risposta di destra: è una risposta semplicemente giusta, perché quel gruppo di squadristi è entrato in quell'aula perché aveva saputo che quel professore era un professore vicino agli ebrei, era un professore sionista. E quando noi arriviamo a quel punto del dibattito pubblico, non c'è destra e non c'è sinistra.
E anche se ci saranno altre forze politiche, magari di destra, orgogliosamente di destra, a ripetere quello che sto dicendo io adesso, io dico che, ad esempio, noi non abbiamo bisogno di inneggiare alla Xa MAS per poter dire quello che ho detto in quest'Aula e poterlo affermare orgogliosamente, dicendo che io non sono una persona di destra e il Partito Liberaldemocratico non è un partito di destra.
Ma, secondo me, noi siamo andati un po' troppo avanti con queste classificazioni che ormai, nei tempi complicati che stiamo vivendo, probabilmente non significano più molto.
Noi dobbiamo affermare il primato delle società liberaldemocratiche, quelle in cui è bello, è bellissimo, fare un confronto passionale, forte, civile sulle idee diverse. Quello che ci distingue dai terroristi di Hamas, dalle teocrazie iraniane, dai regimi venezuelani o russi è che da noi dibattere di idee diverse è bello, è bellissimo, è formativo, soprattutto nelle università.
Quando noi neghiamo questo concetto, anche in relazione a quanto sta accadendo in Medio Oriente adesso, quando qualcuno in TV dice che su qualcosa non ci deve essere contraddittorio perché “io vi dico qual è la verità”, noi stiamo negando il fondamento delle società liberaldemocratiche. Questa cosa non è di sinistra, non è di destra, non è di centro: è una cosa di civiltà, a difesa delle società occidentali liberaldemocratiche.
PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ziello ed altri n. 3-02193 di cui è cofirmatario.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Lo scorso 16 settembre un gruppo di attivisti che si autodefiniscono “pro-Pal” ha fatto irruzione all'Università di Pisa, interrompendo una lezione di diritto del professor Rino Casella, che da giorni era già stato fatto oggetto di discriminazione e veniva attaccato sui come professore sionista. Sono entrati, gli hanno strappato un libro, gli hanno tolto il microfono dalle mani, gli hanno procurato un trauma con una prognosi di 7 giorni, perché aveva cercato di difendere un altro studente che aveva la sola colpa di voler seguire una lezione.
Le immagini dell'aggressione, Ministro, poi sono diventate virali in poche ore e, dinanzi alla vasta eco mediatica dell'episodio, purtroppo, il rettore dell'Università di Pisa ha dichiarato che non aveva alcuna intenzione di denunciare gli studenti, ma che anzi l'Università di Pisa aveva già dato un segnale politico contro Israele, come se fosse quella la cosa…
ROSSANO SASSO(LEGA). … più importante. Per la Lega questo è un brutto segnale, è un colpo alla libertà della ricerca e alla democrazia…
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.
ANNA MARIA BERNINI,. Grazie, Presidente Rampelli. Onorevole Ziello, onorevole Sasso, in parte ho già esposto la posizione del Ministero rispetto all'evento occorso a Pisa. Abbiamo ovviamente richiesto al rettore Zucchi un'ulteriore spiegazione degli eventi occorsi.
Una cosa posso certificare: la denuncia è stata fatta dal professor Rino Casella, ovviamente per violenza nei suoi confronti; c'è stata una manifestazione di disponibilità da parte del senato accademico, come dianzi indicato, e una disponibilità del rettore a costituirsi parte civile, ove l'azione giudiziaria dovesse proseguire.
Per quanto mi riguarda, la costituzione di parte civile del Ministero è certa e d'ora in poi questa sarà la nostra linea nel caso in cui la demarcazione, la linea di confine tra la libera manifestazione del pensiero che - ripeto - io presidierò e garantirò sempre, fino alla fine del mio mandato… l'università è un luogo aperto a tutto e a tutti. Si può e si deve legittimare anche la protesta in luoghi autogestiti, ma non si possono interrompere pubblici servizi, non si può togliere all'università la sua natura intrinseca, che è quella di formare, insegnare e trasformare le studentesse e gli studenti in cittadini migliori.
Quindi, la mia risposta alla sua domanda, collega, è certamente quella di continuare a sostenere, supportare e anche stimolare i rettori, che sono i primi custodi dell'ordine pubblico all'interno delle università. Voi tutti sapete - non lo do per scontato, ma voi tutti sapete - che le università sono luoghi autonomi, dove l'autonomia non è solamente quella di valutazione e costruzione della qualità dell'offerta formativa, ma anche di gestione dei meccanismi operativi all'interno delle università e, naturalmente, di gestione delle misure di sicurezza. È il rettore che decide se fare o meno intervenire le Forze dell'ordine, a seconda della gravità e dell'intensità dell'evento occorso.
Per quanto mi riguarda, sarò sempre al loro fianco sia per supportarli sia per spingerli a tenere sempre molto netta quella linea di demarcazione - mai evanescente, ripeto - tra libertà e sicurezza, perché la ricerca vive di libertà e la libertà vive di sicurezza. Non c'è libertà senza sicurezza.
PRESIDENTE. Il deputato Sasso, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie Presidente e grazie Ministro. Quanto accaduto a Pisa al professor Rino Casella è grave ed è sintomatico di un pericolo reale. O lo Stato capisce, insieme a tutte le forze democratiche che sono qui dentro, che deve condannare e sanzionare duramente, con determinazione, dei delinquenti che hanno attentato alla nostra Costituzione, alla nostra democrazia, alla nostra libertà della ricerca, oppure quello che è accaduto a Pisa può rappresentare un pericoloso prodromo di qualcosa che poi potrebbe evolversi. È una stagione che abbiamo già vissuto e non vogliamo che ritorni nel nostro Paese, perché il tribunale dei comunisti pro-Pal ha accusato il professor Casella non di chissà quale colpa, semplicemente quella di non condividere un'azione, che io definisco antidemocratica e comunista, da parte dell'estrema sinistra e per questo l'hanno colpito, interrompendo un pubblico servizio, provocando un trauma al professore e un trauma anche agli studenti, colpendo un bene tutelato dalla nostra Costituzione come la libertà della ricerca e lo hanno fatto in un luogo sacro come un'aula universitaria e tutto questo, Ministro, mi dispiace dirglielo, nel silenzio quasi totale della comunità accademica nazionale e nel silenzio ipocrita di certi professori e di certi intellettuali da salotto, che sono stati sempre pronti a lamentarsi di inesistenti pericoli e di inesistenti fascismi. Qui l'unico pericolo serio, concreto e tangibile, che noi stiamo vedendo nelle scuole e nelle università, ha una chiara matrice politica e non dobbiamo vergognarci a dirlo: è una matrice di estrema sinistra.
Ne sanno bene qualcosa anche i cittadini di Milano, Ministro, che hanno visto la propria stazione devastata da delinquenti che hanno negato il diritto allo studio agli studenti, il diritto al lavoro ai pendolari e li hanno tenuti sotto sequestro nella stazione di Milano. In tutta Italia abbiamo visto quelle immagini. Sono immagini degne di organizzazioni terroristiche degli anni Settanta.
ROSSANO SASSO(LEGA). Dunque, un attentato alla libertà della ricerca e non si risolve certo in questo modo la guerra tra Hamas e Israele, ponendo a ferro e fuoco la città. Solidarietà al professor Rino Casella, solidarietà agli studenti e confido in lei affinché il Ministro, ma anche l'Università di Pisa, si costituiscano parte civile nel processo contro quei quattro delinquenti .
PRESIDENTE. La deputata Tassinari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02194 .
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Grazie, Presidente. La nostra Costituzione riconosce il diritto allo studio e, nel riconoscerlo, attribuisce alla nostra Repubblica il compito di rimuovere quelli che possono essere gli ostacoli sociali ed economici al raggiungimento degli alti livelli di studio, anche per quegli studenti e per quelle persone che, comunque, sono capaci e meritevoli. In questa prospettiva, sappiamo come il nostro Governo si sia impegnato a sostenere le nuove generazioni e, soprattutto, a rafforzare quelle che sono le misure per garantire il diritto allo studio. In questa prospettiva una valenza importante è il diritto all'alloggio, all'alloggio universitario per i fuorisede. Sappiamo come nel passato le politiche messe in atto non avevano raggiunto dei livelli ottimali, in quanto il livello italiano è strettamente minoritario rispetto a quello degli altri Paesi europei.
In questa prospettiva il PNRR ha stabilito, nella Missione 4, la possibilità di riformare l'accesso all' universitario ponendo un obiettivo importante, quello del raggiungimento dei 60.000 posti letto entro il giugno del 2026. I tempi sono piuttosto stretti e, quindi, chiedo al Ministro se può indicarci quello che è lo stato di raggiungimento del piano e, soprattutto, quali misure intenda porre in essere il Governo sotto il profilo delle risorse finanziarie e degli strumenti per raggiungere il .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.
ANNA MARIA BERNINI,. Grazie, Presidente Rampelli, e grazie all'onorevole Tassinari. La domanda mi è molto gradita, perché mi permette di definire il concetto di diritto allo studio, che non è solo una parola - lo abbiamo detto tante volte - ma è un percorso, lo stesso percorso che, a volte, è impedito da chi, esercitando un diritto di manifestazione, va oltre, come è successo, per esempio, oggi a Genova. Tutta la mia solidarietà al rettore Delfino - di cui non si è parlato fino ad ora e mi sembra giusto che lo faccia io -, che ha presentato una denuncia per interruzione di pubblico servizio e vilipendio delle istituzioni, perché gli studenti hanno avuto impedito l'accesso all'interno dell'università di Genova: molto sbagliato, molto inutile. Come prima si ricordava, non è questo il modo per difendere la causa della carneficina di Gaza.
Il diritto allo studio passa anche e soprattutto attraverso l'avere un tetto dignitoso sulla testa. Per questo, il Ministero ha messo a disposizione tutto quello che aveva, 2 miliardi tra fondi statali e fondi PNRR, con un'azione - ripeto - congiunta che viene da un impegno che noi abbiamo preso, a prescindere dalla difficoltà del : 60.000 posti letto sono sicuramente un ambiziosissimo, calcolando che ne sono stati fatti 40.000 in circa trent'anni di storia repubblicana. Non ci siamo arresi e la ringrazio per questa domanda perché sento circolare strani numeri. Proprio ieri sera, grazie alla collaborazione tra regioni, comuni, enti per il diritto allo studio, l'Agenzia del demanio, che è stata fondamentale, tutti i Ministeri, tutto il Governo e, soprattutto, grazie al lavoro del nostro commissario straordinario, l'ingegnere Manuela Manenti, abbiamo raggiunto 63.359 domande - me lo sono segnato in grande, perché non ci vedo, e questo è un numero molto importante che nessuno pensava avremmo mai raggiunto - tra ammesse, ammissibili e protocollate. Il che significa che, oltre agli studentati che noi stiamo continuando a costruire - ogni settimana ne inauguriamo uno o due in diversi luoghi d'Italia -, oltre ad avere sostituito le tende, con cui siamo stati accolti nel 2022, con i cantieri - ora noi siamo sui cantieri; abbiamo smantellato le tende degli studenti protestatari, giustamente protestatari, perché eravamo in affanno rispetto alla media europea -, ora noi stiamo continuando a lavorare per far sì che tutto questo vada oltre il 2025, perché il diritto allo studio è un diritto strutturale che va garantito alle studentesse, agli studenti e alle loro famiglie ben oltre il giugno del 2025. Abbiamo legittime aspettative di ritenere che tutto questo accadrà e che una misura dotata di un termine diventerà una misura strutturale, perché per noi, ripeto, l' è un'assoluta priorità .
PRESIDENTE. La deputata Tassinari ha facoltà di replicare.
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro Bernini per le sue parole e le manifesto la totale vicinanza del nostro gruppo parlamentare a questo percorso, che sta in questo momento vivendo, di garantire la libertà di espressione nelle università e nel reprimere le violenze che non hanno veramente motivo di essere.
Sull'oggetto del permettetemi di dirlo con chiarezza: quando parliamo di diritto allo studio parliamo del futuro del nostro Paese. Non c'è crescita, non c'è uguaglianza e non c'è mobilità sociale se uno studente deve rinunciare ai propri sogni perché non riesce a trovare un alloggio dignitoso. Per troppo tempo l'Italia ha accumulato ritardi drammatici, lasciando intere generazioni a combattere da sole contro affitti insostenibili o contro la mancanza di residenze.
Oggi, finalmente, possiamo dire che qualcosa sta davvero cambiando e i numeri lo confermano: in un anno e mezzo il Governo ha raggiunto risultati che in passato richiedevano decenni. Non è solo un obiettivo centrato, è un cambio di paradigma.
Ma quello che apprezziamo di più è la visione di fondo: il Governo non considera il 2026 un punto di arrivo, ma un punto di partenza, perché il diritto allo studio non ha scadenza e non ha colori politici.
Riguarda tutti noi, riguarda la dignità di ogni studente e di ogni famiglia. Ecco, allora, la sfida che ci attende: trasformare questo slancio in un impegno stabile, duraturo e condiviso perché nessun giovane debba più rinunciare all'università per motivi economici o geografici. Per questo oggi non ci limitiamo a ringraziarla, diciamo con forza che questa è la strada giusta e che va percorsa fino in fondo, perché un Paese che investe nei suoi studenti è un Paese che investe su sé stesso. Grazie, Ministro Bernini .
PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02195 .
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Signora Ministra, per noi sono ore drammatiche, abbiamo gli occhi pieni di orrore. Vediamo ogni giorno corpi straziati, martoriati, mutilati: sono le vittime del genocidio in Palestina, vittime di pulizia etnica, di un'orrenda carneficina che va fermata.
Ecco, allora la nostra domanda è molto semplice: lei pensa che sia giusto che l'Unione europea continui a finanziare delle ricerche in ambito tecnologico con cui vengono prodotti di intelligenza artificiale, di cybersicurezza e anche droni che vengono utilizzati per uccidere esseri umani innocenti ? Noi le chiediamo se sia politicamente e moralmente giusto, a suo avviso, continuare a permettere che Israele possa partecipare a questo programma e le chiediamo, quindi, di esprimere una posizione chiara del Governo italiano, perché è chiamato…
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). …per l'appunto, a prenderla in Europa .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.
ANNA MARIA BERNINI,. Grazie, Presidente Rampelli, grazie onorevole Piccolotti e grazie al suo gruppo parlamentare, cercherò di essere più chiara possibile. Anche noi abbiamo gli occhi pieni di orrore, anche noi stiamo cercando di fare tutto quello che è possibile per far sì che questo orrore finisca quanto prima, e nel frattempo, oltre a generiche declamazioni, noi stiamo facendo cose, parlo del mio comparto: abbiamo predisposto un corridoio umanitario per studentesse e studenti palestinesi, abbiamo predisposto…rispondo anche all'altra domanda. Visto che lei ha cominciato con l'orrore, io rispondo con la soluzione che questo Governo sta cercando di dare a lacrime di orrore che sono molto importanti, perché parliamo di persone, non solamente di petizioni di principio. Parliamo di persone, studentesse e studenti che, grazie a 170 borse di studio, potranno giovarsi di un corridoio umanitario che il Ministro Tajani e tutto il Governo stanno negoziando in queste ore per consentire alle studentesse, agli studenti e alle loro famiglie di venire a studiare in Italia ; un progetto che si chiama per bambini per cui sarebbe stato equivalente a morire il rimanere nella Striscia di Gaza: bambini oncologici, bambini che hanno subito danni di guerra, bambini ustionati, persone malate che sono state trasportate dall'Aeronautica militare italiana in Italia. Io sono stata al porto di Ashdod, non so se qualcuno di voi ha partecipato a qualche missione umanitaria. Io sono stata personalmente al porto di Ashdod insieme al Governo e ho visto medici universitari, medici oncologi, ginecologi, neonatologi, fisiopatologi della nutrizione e infettivologi che sono andati ad aiutare la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
Se ritengo che sia giusto interrompere ? So che è stato chiesto dalla Commissione e il Consiglio l'ha rifiutato. So che c'è una parte specifica di che si chiede di interrompere che si chiama , che è quella che finanzia le israeliane dotate di altissima tecnologia, la cosiddetta tecnologia .
Valuteremo insieme ai nostri europei, però vorrei essere chiara su una cosa: non abbiamo intenzione di dichiarare guerra ai ricercatori israeliani e alle università israeliane. L'unico modo per garantire la pace è fare - lo ha detto il professor Giorgio Parisi oggi - delle nostre accademie e dei nostri luoghi di cultura e di ricerca dei ponti di pace. L'Italia non deve dichiarare guerra a università israeliane e a ricercatori israeliani che si stanno opponendo al Governo Netanyahu, agli errori e agli orrori del Governo Netanyahu . È inutile cercare di fare di ogni erba un fascio. Noi non abbiamo nessuna intenzione di fare di ogni erba un fascio e dichiarare guerra a chi non ha colpa, lasciare soli coloro che, in quei luoghi, si stanno opponendo ad un Governo che compie atti che noi condanniamo e non condividiamo.
Ancora di più, Presidente, dico all'onorevole Piccolotti un'ultima cosa e poi mi fermo. Lei sa che cos'è SESAME? Il SESAME è un'infrastruttura, un acceleratore di particelle favorito dall'UNESCO - si considera un luogo di pace -, favorito dall'Italia, dove sono insieme Egitto, Italia, Cipro, Turchia, Iran, Autorità palestinese, Israele. Si tratta di un'infrastruttura di ricerca dove interagiscono insieme ricercatore di tutte queste nazionalità. Questi sono i ponti di pace di cui io parlo, tutto il resto sono declamazioni di principio o chiacchiere abbastanza inutili .
PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di replicare.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Apprendo oggi che la Ministra sta definendo le giuste richieste di tutti gli altri Premier europei, rispetto alle sanzioni ad Israele, delle inutili chiacchiere . Siamo l'unico Paese, insieme alla Germania, che si oppone a sanzioni che sono giuste e necessarie per fermare un genocidio. Chi, come lei, definisce le sanzioni “inutili chiacchiere” dovrebbe spiegarci perché, invece, le sanzioni contro la Russia non lo sono e non lo sono state ; dovrebbe spiegarci perché abbiamo sanzionato il Sudafrica mentre c'era l' e perché solo in questo caso, invece, vi rifiutate di mettere in campo sanzioni.
E poi, Ministra, non sono chiacchiere le tecnologie che servono ad uccidere persone. Israele sceglie con l'intelligenza artificiale i suoi obiettivi ; Israele usa la cybersicurezza per controllare chi uccidere; Israele usa i droni per uccidere i civili nella Striscia di Gaza e anche per attaccare le navi della . Allora, voi state finanziando non la ricerca in generale - nessuno di noi è contrario a pensare alla ricerca come terreno di dialogo nel mondo -, voi state finanziando tecnologie e ricerche che hanno degli scopi e dei possibili utilizzi militari . È uno scandalo che lei venga qui a far finta di non sapere di che cosa sta parlando. Allora, qui c'è una questione etica e morale. Lei deve scegliere insieme al suo Governo, perché il vostro Governo si sta macchiando di complicità , e questo è davvero pesante perché ci fa vergognare del nostro Paese, che invece è un Paese, come si è visto da quelle meravigliose piazze, in cui ci sono milioni di persone che sono solidali con il popolo palestinese e che chiedono la fine di tutte le atrocità .
PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02196 di cui è cofirmataria.
MONICA CIABURRO(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la risicoltura italiana rappresenta il pilastro della produzione europea, poiché l'Italia detiene il primato sia per la superficie coltivata, pari a quasi il 60 per cento della superficie totale, che per la produzione, quasi 1,5 milioni di tonnellate prodotte nel solo 2024, confermando, appunto, il primato nazionale in un comparto che vale oltre 514 milioni di euro e che, nell'ultimo decennio, è aumentato del 30 per cento. Questi sono i dati emersi e analizzati nei giorni scorsi a Vercelli durante “Risò”, la Conferenza internazionale del riso e, se mi permettete, è stato molto efficace e lungimirante e promuovere questo .
Il Piemonte rappresenta il 55 per cento della produzione nazionale, concentrata soprattutto nella provincia di Vercelli, a cui segue la Lombardia con il 40 per cento. La filiera italiana è composta da 3.531 aziende.
Ministro, ci chiediamo quali ulteriori iniziative intenda assumere per promuovere e sostenere il settore del riso, prodotto simbolo del territorio e della cultura locale, anche alla luce degli importanti risultati raggiunti grazie a “Risò” .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,.
Grazie, ringrazio lei, Presidente, per avermi dato la parola, il gruppo di Fratelli d'Italia e l'onorevole Ciaburro per aver illustrato un'interrogazione che mi permette di sottolineare quanto il Governo sta facendo in difesa del settore del riso.
Come emerge chiaramente dai numeri richiamati dall'interrogante, l'Italia è il indiscusso in Europa per la produzione di riso, il 57 per cento, ed è pure questa caratteristica che ci pone nella condizione e nella responsabilità di assumere una a livello europeo nella conduzione di una difesa di questo settore. L'Italia lo ha fatto già con la tutela del riso, lavorando contro la concorrenza sleale di altre Nazioni che non rispettano gli standard produttivi che vengono imposti ai nostri agricoltori. Un altro successo è stata la difesa delle produzioni nazionali, con l'accoglimento dell'opposizione italiana al riconoscimento del riso basmati pachistano come prodotto a indicazione geografica protetta. Sul fronte nazionale abbiamo incrementato l'attività di ricerca in campo varietale, stanziando, con l'ultima legge di bilancio, 9 milioni di euro per le tecniche di evoluzione assistita, che sono sperimentate all'interno delle università, dove, peraltro, ci sono stati episodi prodotti da “ecoterroristi” - così li chiamo - che hanno distrutto le coltivazioni che la scienza metteva in campo.
La speciale attenzione del settore risicolo è ulteriormente testimoniata dal risultato eccezionale di Risò organizzato a Vercelli, che è un po' la patria italiana del riso avendo il massimo della produzione all'interno della nostra Nazione. In questi giorni c'è un'altra manifestazione a Isola della Scala altrettanto importante di promozione del settore risicolo. A Risò, al di là dei numeri che poi citerò, le rappresentanze dei Governi di Spagna, Grecia, Portogallo, Francia, Romania, Bulgaria e Ungheria, che sono quelle produttrici di riso in Europa, si sono riunite, insieme a noi e su nostra proposta, per creare EURice, l'alleanza per la difesa del riso europeo e della sua qualità. La manifestazione è stata di grande successo e lo testimoniano i numeri: 70.000 visitatori, 100.000 persone che hanno visitato i borghi e le aree di produzione del riso nel Vercellese e migliaia di visualizzazioni sui (si calcola che abbiano superato i 5 milioni di utenti). I rappresentanti degli Stati presenti, le istituzioni italiane, le organizzazioni di settore e gli operatori commerciali sono stati coinvolti in oltre 30 convegni tematici e divulgativi in tre giorni e ci sono stati più di 500 incontri - è molto importante - tra i nostri imprenditori e i internazionali, gli acquirenti che vengono da tutto il mondo per comprare il nostro riso (significa economia e ricchezza).
Lunedì a Bruxelles abbiamo riunito per la prima volta i colleghi di EURice per affrontare da subito i temi dirimenti rispetto ad alcune importazioni. Per esempio, vogliamo eliminare un vantaggio che viene dato alla Cambogia e al Myanmar in nome della solidarietà, che però non tiene conto di un fatto: noi in Italia facciamo rispettare ai nostri imprenditori i diritti dei lavoratori - e ci mancherebbe altro - e i diritti dell'ambiente - e ci mancherebbe altro - e poi importiamo da altre Nazioni e a dazi zero riso che viene realizzato sfruttando i lavoratori , in particolare i bambini e i giovanissimi e non c'è in quelle Nazioni nessuna tutela dell'ambiente .
PRESIDENTE. Il deputato Cerreto, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MARCO CERRETO(FDI). Signor Ministro, noi siamo ampiamente soddisfatti della sua risposta, siamo ampiamente soddisfatti che da Vercelli, per la prima volta, l'Italia diventa capitale europea, se non mondiale, del riso, un di produzione che ormai cresce del 30 per cento rispetto all'ultimo decennio. È una strategia europea che tende a migliorare la produzione di qualità e a tutelare questa produzione, non solo italiana ma anche europea, rispetto alla competizione extraeuropea.
E allora, Ministro, non posso che spronarla, ancora una volta, a ribadire quanto da lei giustamente detto al G20 in Sudafrica, quando, con coraggio, ma con determinazione, con schiettezza e con coerenza, ha dimostrato che, se c'è una parte del mondo che è soggetta alla condizionalità sociale e alla condizionalità economica, ci deve essere qualcuno, dall'altra parte, che deve osservare i principi di reciprocità. Se non c'è questo ovviamente noi saremo sempre costretti a difenderci rispetto a chi usa - come lei giustamente ricordava - regole diverse in spregio a questi principi.
E poi continuare, Ministro, continuare con la posizione che con coraggio ha preso durante il Consiglio agricoltura e pesca dei Ministri dell'Agricoltura l'altro ieri a Bruxelles. Noi dobbiamo assolutamente rivendicare la specificità di un bilancio agricolo che è stato concepito, da quando è nata la politica agricola comune, per dare sostegno agli agricoltori, non privilegi, e per sostenere la sovranità alimentare, di cui ci stiamo rendendo conto, anche alla luce dei teatri di guerra, di quanto sia strategica.
Allora, respingere la proposta che oggi la Commissione europea fa di inserire il bilancio della politica agricola comune nel più ampio quadro pluriennale è assolutamente da sostenere. Siamo al suo fianco. Fratelli d'Italia, Ministro, la sosterrà convintamente in questi passaggi a difesa dell'agricoltura italiana e dell'agricoltura europea .
PRESIDENTE. Il deputato Pisano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02197 di cui è cofirmatario.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'articolo 44 della nostra Costituzione richiama con forza la necessità di un uso razionale del suolo e più equi rapporti sociali a sostegno della piccola e media proprietà agricola. È in questa prospettiva che la PAC sin dal 1962 ha rappresentato un pilastro per l'Unione europea. Durante il recente Consiglio agricoltura e pesca il Ministro ha espresso fondate preoccupazioni rispetto alla proposta della Commissione per la PAC 2027, che rischia di ridurre la capacità europea di esprimere una strategia unitaria.
Per questo chiediamo al Ministro quali ulteriori iniziative intenda promuovere affinché l'Europa continui a dotarsi di una PAC solida, vicina ai produttori, capace di innovare il settore e di garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile per tutti i Paesi membri.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Pisano, di avermi dato la possibilità di rispondere su questo tema che è all'ordine del giorno e impegnerà le strategie europee nei prossimi anni. Come stabilito dai Trattati fondativi dell'Unione, la PAC è uno strumento decisivo e fondamentale per garantire il reddito degli agricoltori e produzioni di qualità accessibili a tutti.
Il Governo Meloni ha fatto la sua parte, risultando nella storia il primo per risorse investite in agricoltura e i dati di crescita del settore, certificati da Istat, lo testimoniano, attribuendo gran parte dei risultati proprio a queste risorse, oltre, ovviamente, al lavoro dei nostri eccezionali produttori. Grazie anche all'impegno del nostro Governo - ringrazio il collega Foti qui presente e il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto - siamo riusciti a ottenere una riserva di fondi destinati alla PAC all'interno del cosiddetto Fondo unico (ipotesi inizialmente preclusa). Questo, però, non è sufficiente, perché la risposta della Commissione prevede, comunque, che ciascuno Stato possa destinare quei fondi a finalità non strettamente legate allo sviluppo della sovranità alimentare europea.
Se questa proposta venisse approvata, potrebbe accadere che le risorse destinate agli agricoltori siano dirottate verso altri settori. Immaginate, allora, un Governo, diverso dal nostro, che decide di utilizzare quelle risorse per altre scelte, magari più convenienti in termini elettorali, nell'immediato, come la follia del reddito cittadinanza, ma che metterebbero a rischio il nostro modello alimentare e la tutela dell'ambiente che i nostri produttori garantiscono.
Per questo motivo, ancora una volta, lo scorso 22 settembre, nel corso dell'Agrifish, ho ribadito che per l'Italia la scelta più coerente rimane quella di distinguere i fondi, evitando l'istituzione di un Fondo unico. Le complesse dinamiche legate ai cambiamenti climatici, la concorrenza globale e le tensioni geopolitiche richiedono oggi più che mai di incrementare e non certo di ridurre il destinato alla politica agricola comune. Non è possibile ridurre gli investimenti a sostegno dell'agricoltura europea, soprattutto a fronte dell'aumento del bilancio europeo. L'attuale proposta riduce, invece, sensibilmente i fondi certi, lasciando all'autonomia degli Stati la determinazione delle risorse da aggiungere. Significherebbe, di fatto, rinunciare a gran parte dell'elemento della pianificazione alla base di un quadro pluriennale di investimenti così immaginato dai padri fondatori dell'Europa e, in particolare, a Stresa, quando si immaginò la PAC proprio per garantire una visione strategica di carattere europeo. È proprio questo rischio il più importante che vediamo e comporterebbe l'Unione europea indietro di 60 anni in termini di pianificazione.
Praticamente, tutti i Ministri dell'Agricoltura degli Stati europei hanno contestato in maniera aperta questa modalità, che segna, quindi, un oggettivo disallineamento tra la volontà popolare, espressa dai Governi di ogni segno e colore politico, e le burocrazie di Bruxelles. Insieme ai tanti parlamentari europei di molte delle famiglie più importanti e anche con molti rappresentanti di quasi tutti i gruppi parlamentari, con i colleghi assessori regionali delle regioni italiane e le associazioni agricole, che ringrazio, lavoreremo per chiedere e ottenere una revisione di questa posizione.
PRESIDENTE. La deputata Cavo, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la sua risposta, che ovviamente ci soddisfa e che condividiamo in ognuna delle parole che ha tracciato.
Intanto, la ringraziamo, ovviamente, anche per avere ricordato i fondi che il Governo italiano ha messo in campo per il settore agricolo, che derivano da una politica, impostata a livello anche comunitario, che si vuole perseguire. E da qui l'appoggio e il sostegno, invece, nella sua critica per quanto si è assistito e per quanto si sta assistendo come prospettiva di un fondo unico della PAC. Lei diceva che siamo riusciti a ottenere che ci sia un Fondo PAC all'interno di un fondo più ampio, ma non è ancora sufficiente.
Siamo d'accordo con lei: non è ancora sufficiente. Riteniamo, insieme a lei, che la distinzione dei fondi riesca a raggiungere gli obiettivi, che poi sono chiaramente gli obiettivi del sostegno agli agricoltori, del sostegno allo sviluppo rurale e di mantenere ovviamente l'equilibrio rispetto anche a quelle che sono le evoluzioni climatiche, le crisi anche climatiche e la necessità, ovviamente, di una gestione sostenibile delle risorse rurali.
Senza distinzione e senza chiarezza si rischia confusione e si rischia di non mettere a segno gli obiettivi. Quindi, concordiamo sul fatto che ci voglia una visione unitaria a livello europeo, e quindi non una delega agli Stati, ma una visione che continui a essere quella originaria, e quindi di strategia unitaria dell'Unione europea. Su questo chiaramente non è solo. Tanti altri Stati, rappresentanti di Governi degli altri Stati, come la Francia, la Germania, l'Austria e la Spagna, hanno esposto e preso posizioni simili alla sua, che poi è la posizione dell'Italia.
Concordiamo anche con l'altra parola che lei ha detto - non è sufficiente, lo ho rimarcato prima -, ossia il disallineamento che altrimenti si rischia tra la volontà popolare, espressa dai Governi, e le scelte che si rischiano di avere in maniera più burocratica da Bruxelles. Lei ha detto, commentando l'ultimo , quello del Consiglio europeo, che è una maratona e bisogna partire sapendo che siamo lontani dal traguardo. Saremo affianco a lei in questa maratona, condividendo gli obiettivi che si è dato per l'Italia .
PRESIDENTE. Il deputato Rosato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02198 . A seguito della comunicazione del Governo, in data odierna, all'interrogazione in oggetto risponderà il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Prego, deputato Rosato.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). La ringrazio, signor Presidente. Grazie, signor Ministro, che risponde. Noi abbiamo posto questa interrogazione per chiedere al Governo se intende utilizzare, oltre allo strumento del SAFE, su cui ha già dato disponibilità a utilizzarlo, cioè accedere a quel tipo di finanziamenti in sede europea per incrementare la nostra spesa militare, anche la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità, che è un altro strumento messo a disposizione dell'Europa in tal senso.
Io ricordo - e potrei fare tante citazioni, ma non sono qui per fare polemica sul nulla - quante volte il Governo italiano, anche questo Governo italiano, ha chiesto che le spese sulla difesa vengano estrapolate dal Patto di stabilità. In tal senso, mi aspetto che ci sia una coerenza o quantomeno vorremmo capire cosa intende fare il Governo italiano.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI,. Grazie, Presidente. Il documento programmatico pluriennale, previsto dall'articolo 536 del codice dell'ordinamento militare, costituisce lo strumento attraverso il quale la difesa illustra alle Camere la propria panificazione in coerenza con le risorse disponibili. Detto documento assicura continuità ai programmi già avviati, integra la pianificazione nazionale con quella della NATO e dell'Unione europea e mantiene l'equilibrio tra le esigenze operative e la sostenibilità finanziaria, valorizzando al contempo la nostra base industriale.
Per quanto riguarda i tempi di presentazione, va considerato che il quadro internazionale tecnologico evolve con una rapidità senza precedenti. Strumenti di offesa e di difesa si rinnovano in pochi mesi, non più in anni, e quindi è fondamentale poter disporre delle valutazioni più aggiornate, così da rendere il documento realmente aderente alla necessità della difesa.
In questo senso, la preparazione del documento si svolge in stretto raccordo con i nostri alleati, con l'obiettivo di garantire al Paese il massimo livello di protezione e di contribuire al tempo stesso alla sicurezza collettiva della NATO e dell'Unione europea. Come evidenziato dagli onorevoli interroganti, diversi Paesi dell'Unione europea hanno già espresso l'intenzione di attivare la clausola di salvaguardia nell'ambito dei loro piani nazionali di finanziamento per la difesa. Lo scorso 8 luglio il Consiglio ha attivato la clausola di salvaguardia nazionale per 15 Stati membri.
Quanto all'attivazione nazionale della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita per la spesa della difesa, essa sarà attentamente valutata, alla luce del quadro macroeconomico e finanziario di riferimento e delle decisioni che saranno assunte, anche in relazione alla chiusura della procedura per disavanzi eccessivi. Preciso al riguardo che, nelle interlocuzioni finora avute con l'Europa, il Governo ha indicato per l'utilizzo dello strumento SAFE solo un tetto massimo, mentre l'entità concreta del ricorso a detto strumento sarà determinata solo successivamente.
PRESIDENTE. Il deputato Rosato ha facoltà di replicare.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Ministro. La sua risposta è naturalmente una risposta da parte del Governo, perché in questi contesti non c'è solo una decisione di un Ministero, ci sono più soggetti che devono contribuirvi. Però prendiamo per punti tre questioni. La prima: il piano sulla difesa. Lei lo ha citato e io penso che sia la sede giusta dove discutere qual è il piano per la difesa di questo Paese. Partirei da una considerazione: il Ministro Crosetto, il Ministro della Difesa ha in più occasioni detto pubblicamente, in maniera molto netta, che noi non possiamo difenderci. Questo ha detto il Ministro della Difesa, che noi non siamo in grado di difenderci.
Rispetto a questa considerazione, il piano per la difesa, che comunque aveva una scadenza del 30 aprile - non è una scadenza perentoria e c'è un percorso che tiene conto anche delle necessità che lei dice, cioè l'innovazione e tutto quello che c'è -, però va presentato. E noi rispetto a un accordo che è stato sottoscritto con i nostri NATO, che dice che arriveremo a un tetto del 5 per cento della spesa, 3,5 più 1,5, entro 10 anni -, dobbiamo capire qual è la progressione. Perché, signor Ministro, su questo c'è la nostra preoccupazione: spendere tanti soldi non è sufficiente, bisogna spenderli bene. Questo vale per l'Europa e vale per l'Italia .
Il tema sulla difesa, che è un tema gigantesco, che vale sulla tecnologia, che vale sulla , che vale sulla sicurezza dei nostri militari che sono impegnati in scenari internazionali, è un tema che è molto connesso con una capacità di programmazione. Per questo noi chiediamo al Governo se decide o non decide di attivare questi strumenti, perché programmare 70 miliardi di spesa nei prossimi 10 anni vuol dire decidere che noi, invece di avere 13 carri armati in Europa, abbiamo bisogno di 3 carri armati, e che, invece di avere 28 obici in Europa, abbiamo bisogno - gli Stati Uniti ne hanno 2 - di averne uno.
Abbiamo bisogno di ottimizzare anche l'industria sotto questo aspetto. Quindi, signor Ministro, la nostra preoccupazione è che: uno, il nostro Ministro della Difesa non sia più costretto a dire che non abbiamo gli strumenti per difenderci; due, che ci sia una ricaduta industriale, occupazionale, in un contesto di sicurezza, in cui noi siamo preoccupati per quello che accade nel mondo, soprattutto ai nostri confini…
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). …con l'Est e ai nostri confini con il Sud .
PRESIDENTE. Il deputato Scerra ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02199 .
FILIPPO SCERRA(M5S). Grazie, Presidente. Ministro, a meno di un anno dalla sua conclusione, preoccupano i ritardi fatti registrare dal Governo nello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti contenuti nel PNRR, nonché il rispetto degli obiettivi prefissati e la messa a terra delle relative risorse. Ricordo bene quando, in quest'Aula, il Ministro Fitto ci rassicurava dicendo che non ci sarebbe stato nessun definanziamento e nulla sarebbe stato modificato. L'ultima notizia è quella dell'ennesima modifica che fra qualche giorno lei ci verrà a proporre qui, in Aula, da quello che sappiamo.
Quindi, è andata diversamente. Siamo preoccupati, Ministro, perché il fallimento nell'attuazione del PNRR significherebbe far perdere al sistema Paese la possibilità di un rilancio importante, significherebbe lasciarsi sfuggire una radicale rivoluzione in termini di investimenti in sanità, scuola, infrastrutture e nella transizione ecologica e digitale nel segno di una maggiore inclusione sociale. Chiediamo quali urgenti iniziative il Ministro intenda intraprendere per accelerare la spesa, raggiungendo tutti i traguardi e gli obiettivi previsti .
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere. A lei la parola, Ministro.
TOMMASO FOTI,. Sì, Presidente. Io prendo atto dell'interrogazione, per come è stata esposta.
Mi consenta di non dare numeri, ma dati. Allora, proprio in relazione ai dati, faccio presente che, ad oggi - potete controllarlo -, sono attivi 447.000 progetti, tutti finanziati - vi è stato un aumento di oltre 130.000 progetti finanziati rispetto alla mia ultima comunicazione - dei quali 294.000 sono stati conclusi, 28.000 sono in fase di conclusione e 109.000 sono ovviamente in fase di esecuzione, in ragione anche alla complessità dei progetti stessi. Quanto ai ritardi, faccio presente che basterebbe consultare le banche dati e si potrebbe facilmente ricavare che, ad oggi, dei 194,4 miliardi, sono impegnati ben 192 miliardi, pari al 99,8 per cento Per i miracoli, poi, ci si può attrezzare, ma mi pare che siano dati abbastanza significativi.
Quanto alla spesa - che è argomento che so essere molto caro a tanti - ad oggi è a 86 miliardi, a cui bisogna aggiungere 8,6 miliardi di . Perché, come lei sa benissimo, secondo la contabilità europea, essi devono essere registrati al termine dei progetti. Ma, secondo il bilancio dello Stato italiano, sono stati erogati a soggetti attuatori che, com'è noto, sono soggetti attuatori terzi, indipendenti dal Governo. Quanto poi a un esame così un po' più dettagliato, il Ministero dell'Agricoltura ha assegnato 6,5 miliardi.
Faccio presente che 1 miliardo e 116 milioni sono già stati puntualmente certificati, ma vi sono 2 miliardi che sono stati trasferiti ad Ismea, proprio in ragione della e che servono a realizzare i contratti di filiera.
Possiamo parlare del Ministero del Lavoro. Il Ministero del lavoro ha assegnato esattamente 8,4 miliardi, dei quali 5,4 miliardi sono il Progetto GOL, che viene gestito, come lei sa, dalle regioni.
A questo punto, faccio presente che le regioni ci hanno dato impegni per 3,2 miliardi, sottoscritti dai presidenti di regione. Vero è che hanno certificato soltanto 350 milioni di euro. Il Governo non può subentrare, se non con un commissariamento per quanto riguarda la certificazione. Abbiamo avuto uno scambio - penso - positivo con le regioni e con il suo presidente, che ringrazio per la collaborazione, il presidente Fedriga, proprio per cercare di trovare le modalità più facili per la rendicontazione, perché, evidentemente, vi sono problemi ad accedere alla piattaforma ReGiS.
In conclusione, le faccio un esempio: per quanto riguarda le grandi apparecchiature, rimanendo in termini di sanità, noi oggi abbiamo esattamente qualcosa come 2.823 apparecchiature collaudate, pari al 91 per cento del …
TOMMASO FOTI,. …ma è stato sfruttato solo il 71 per cento della spesa. Questi sono dati inoppugnabili .
PRESIDENTE. Il deputato Scerra ha facoltà di replicare. Bisognare aspettare qualche secondo prima che il microfono si attivi.
FILIPPO SCERRA(M5S). Sì, sì, ok. Ministro, con il suo intervento, lei, alla fine, non fa che confermare le nostre preoccupazioni perché lei, Ministro - giustamente, non è tutta colpa sua, glielo riconosco, perché Fitto ha fatto molti più disastri di quelli che sta facendo lei -, si arrampica sugli specchi. Infatti, sta cercando di farci capire che non perderà questi soldi. Intanto, sta ammettendo che questi soldi sono importanti: già questo è un dato fondamentale. Le voglio ricordare che questo è lo stesso PNRR contro cui si scagliava una certa Giorgia Meloni, di lotte e di opposizione quando tifava per la sconfitta del nostro Paese in Europa, quando si asteneva nel voto e quando attaccava il Presidente del Consiglio che, allora, lottava contro la pandemia. Tanto per dire che, i toni, li dobbiamo mantenere bassi.
Ebbene, Ministro, i ritardi sono enormi. Lei parlava di spesa. Relativamente alla spesa, lei stesso ha detto: 86 miliardi di euro. Siete riusciti a spendere 86 miliardi di euro in 4 anni. Ora lei ci vuole fare credere che riuscite a spendere più di 100 miliardi di euro in un solo anno? Per giunta avendo spostato tutti i progetti più difficili nell'ultimo anno? Ministro, ma di che cosa stiamo parlando? È ovvio che noi, da questo Governo, non ci possiamo aspettare nient'altro, perché, se non fosse per gli investimenti del PNRR, saremmo a uno zero virgola, anzi saremmo in recessione.
Questo PNRR, quindi, sta salvando il Paese dalla recessione, ma Giorgia Meloni, nel suo , Ministro, può vantare la sottoscrizione di un Patto di stabilità e crescita che ci costerà 60 miliardi di euro per i prossimi 4 anni; può vantare la sottoscrizione di un accordo in sede NATO, che ci costerà 445 miliardi di euro per i prossimi 10 anni, che avete deciso di spostare verso le spese militari, togliendo alle infrastrutture, alla salute, alla scuola. Questa è una vergogna, Ministro!
Per non parlare poi, per chiudere in bellezza, ovviamente, dei dazi, sui quali Giorgia Meloni giustamente non parla, figuriamoci se parla del suo amico Trump, ma addirittura c'è Salvini che festeggia: beato lui che ci capisce poco e che vive felice ! Che volete che vi dica?
Tornando al PNRR, Ministro, lei diceva la Calderone...
FILIPPO SCERRA(M5S). Chiudo. Ma sulla Calderone, Ministro, è un Ministro che sta lasciando 4 milioni di lavoratori con uno stipendio da fame - si deve vergognare - oltre al PNRR che non va bene.
Per concludere, c'era una clausola in cui si diceva che i Ministri che non spendono dovrebbero rispondere. Questa cosa la state portando avanti ...
PRESIDENTE. Le ho dato anche 30 secondi in più, perdoni.
PRESIDENTE. Il deputato Stumpo ha facoltà di illustrare l'interrogazione De Luca ed altri n. 3-02200 di cui è cofirmatario.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Vede, signor Ministro, forse, per una volta, avremmo anche potuto essere d'accordo. Se, oggi, discutiamo sul PNRR, su questi 194 miliardi che avete ereditato, per tenere sopra la linea di galleggiamento il Paese, il merito è di quelli di prima. Per una volta, avreste potuto dirlo, ma non lo fate, perché non riuscite mai a raccontare le cose come stanno.
Vedete, lei ha appena raccontato i dati, ci ha detto. Ci sono 194 miliardi. Ad oggi, a me risultavano 83, ma mi fido dei suoi numeri (86, per cui correggo quello che avrei detto: da 83 a 86 e rotti quelli che sono stati fin qui spesi). Ne mancano circa 106, 107, facendo un calcolo veloce, e lei ci dice: quelli che sono stati programmati. In 12 mesi, ci dice che riuscirete a spendere...
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Sì, mi avvio a concludere. In 12 mesi ci dice che riuscirete a spendere tutti questi soldi che mancano, che sono più del 60 per cento.
Vede, avete cambiato la natura del PNRR, ne avete tolto tutta l'idea sociale, con la quale era nata, e avete fatto tutti i tagli contro il Mezzogiorno . Vi chiediamo, davvero, con questa interrogazione, se intendiate provare a tener fede all'idea …
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI,. Grazie, Presidente. All'onorevole Stumpo voglio ricordare però una cosa. Mi corre l'obbligo, essendo dello stesso partito: non io, ma l'onorevole Gentiloni ha definito il PNRR frutto di un algoritmo quanto all'assegnazione dei 194 miliardi di euro.
Voglio anche ricordare, come lei sa e so bene io, che, di quel Piano, se ne son votati due, perché il primo che era andato a Bruxelles, a firma dell'onorevole Conte, era tornato indietro, perché irricevibile , tanto è vero che venne fatto col Governo Draghi.
Al di là di queste questioni, posso assicurarle innanzitutto una cosa: non so se vi sia stato comunicato, ma ho scritto ai due Presidenti di Camera e Senato per dire che, nelle more della presentazione della relazione per la quale non vi è termine e che verrà presentata successivamente a quella che sarà la decisione del Parlamento in ordine alla riprogrammazione, al 30 giugno 2026, al Sud, sono state assegnate le risorse territorializzate previste dalla legge, superiori al 40 per cento . Non c'è quindi nessun taglio ed è stato certificato da organi terzi. Sotto questo profilo, non c'è non c'è dubbio.
Quanto, invece, ad alcune delle questioni poste, il Ministero delle Infrastrutture aveva assegnato 39,8 miliardi di euro, ne ha certificati, al 30 giugno 2026, 19,2 miliardi, pari ad oltre il 50 per cento. Per quanto riguarda - faccio un altro esempio - il ridimensionamento degli asili, non c'è stato assolutamente, perché i numeri sono rimasti esattamente gli stessi che erano previsti: 150.480. Faccio presente che questo Governo ha messo 1 miliardo per raggiungere l'obiettivo che ho prima citato, sotto il profilo dei fondi della finanza pubblica, e 320 milioni di FOI, quindi ha aumentato le risorse rispetto ai 3,2 miliardi del PNRR.
Posti letto universitari tagliati: non mi risulta. L'obiettivo era 60.000 ed è rimasto 60.000. Questo è l'obiettivo e non è mai stato riprogrammato. Ospedali e case di comunità: qui il ragionamento diventa molto più serio. Se non ho abbastanza tempo, chiedo scusa per i deputati del Partito Democratico, ma essendovi poi il quesito a prima firma dell'onorevole Boschi, posso dare tutti i dati più dettagliati sulla sanità in modo tale di non darli a spizzichi e bocconi .
PRESIDENTE. Il deputato De Luca ha facoltà di replicare.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, di cui ho grande stima, e però, Ministro, lei continua con il gioco delle tre carte, non c'è niente da fare. Tra pochi mesi scade il PNRR e, a causa dei vostri ritardi certificati nell'attuazione della spesa dei progetti, rischiate di realizzare il più grande fallimento politico della storia del Paese . Questa è la realtà! Avevate uno strumento unico da quasi 200 miliardi per rilanciare l'Italia, che è stato ottenuto grazie a un lavoro politico, grazie al lavoro svolto in Italia e in Europa nella precedente legislatura da noi, dalle forze democratiche e progressiste, grazie a figure in Europa come il compianto David Sassoli.
È stato un lavoro politico straordinario quello che è stato fatto per ottenere il e il PNRR.
Voi state dilapidando questo patrimonio. Dovevate attuare il PNRR, invece avete preferito smontarlo, come sa meglio di me, con 5 revisioni che si sono dimostrate finora inadeguate. Perché? Perché il risultato è impietoso. La spesa totale è al 40 per cento di quella complessiva, nonostante il dato aggiornato che recepiamo oggi: sono circa 110 miliardi ancora da spendere di fondi reali. Un terzo delle risorse in sanità sono state utilizzate, mentre due terzi vanno ancora spese, quando abbiamo 6 milioni di italiani costretti a rinunciare alle cure. E lei parla di successo del Piano?
Progetti importanti oggi sono a rischio. Sono progetti importanti per ridurre i divari e le dico che si aggiungono a quelli che sono certificati, e voi li avete cancellati, non c'è niente da fare. I 100.000 posti in asili nido sono saltati, perché il programma iniziale ne prevedeva 250.000. Se lei parla di 150.000 oggi è perché 100.000 sono saltati. Cinquecento case e ospedali di comunità sono state cancellati. Sono stati cancellati pezzi di progetti importanti infrastrutturali, come l'alta velocità in pezzi della Calabria. Migliaia di residenze universitarie sono andate in fumo.
Non capisco allora con quale coraggio lei continui a parlarci di un Piano che procede secondo il ritmo previsto, perché invece il Piano è in ritardo clamoroso. Vi chiediamo, soprattutto, con quale coraggio vi presenterete alle prossime elezioni...
PIERO DE LUCA(PD-IDP). ...nei territori in cui avete bruciato investimenti fondamentali per le famiglie e per le imprese. Voi oggi dovevate dirci come intendete lavorare per non perdere gli investimenti programmati, e invece ci continua a raccontare, come al solito, la propaganda e una realtà che non esiste.
Ci dia risposte concrete, la preghiamo, e continui a lavorare davvero, da oggi, nell'interesse dei nostri cittadini, perché il Piano è un piano decisivo per il futuro dell'Italia e non possiamo permetterci di bruciare questo futuro per la vostra incapacità e la vostra inadempienza .
PRESIDENTE. La deputata Boschi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02201 .
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro, noi siamo seriamente preoccupati per lo stato di attuazione del PNRR, in modo particolare con riguardo alla Missione 6, quella della salute, perché su 19,3 miliardi di euro da spendere, al primo semestre di quest'anno risultavano impiegati il 34,4 per cento dei fondi e realizzati il 38,2 per cento dei progetti. Questa situazione è particolarmente drammatica con riguardo alle case di comunità e agli ospedali di comunità, che sono indietro drammaticamente nella realizzazione, ma soprattutto che rischiano di rimanere inutilizzabili per mancanza di personale medico, infermieristico, sanitario, perché possano operare.
Siamo a 9 mesi dalla scadenza del PNRR e noi ci chiediamo, Ministro, cosa intenda fare il Governo per non perdere le risorse europee e per non rischiare addirittura di dover restituire quelle risorse che non sono spese nel rispetto dei vincoli.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI,. Grazie, signor Presidente. Innanzitutto una premessa: i 194,4 miliardi di euro sono un'assegnazione. Cosa diversa è l'erogazione, perché avviene soltanto con il raggiungimento degli obiettivi e, fino a prova contraria, questo Governo gli obiettivi li ha raggiunti tutti . Dirò di più sotto il profilo della spesa. Vogliamo parlare dei 10 miliardi di spesa, in 2 anni dall'avvio del PNRR, rispetto a quella che è stata la progressione successiva ? Perché noi non abbiamo contabilizzato gli acconti.
Dopodiché, onorevole Boschi, lei è stata molto chiara nella sua domanda ed io cercherò di essere altrettanto chiaro nella risposta. Come lei sa, la Misura 6 dipende quasi in via esclusiva dalle regioni. Non lo dico io, lo dice il Titolo V della Costituzione. Il 6 marzo abbiamo fatto una cabina di regia con i presidenti delle regioni per chiedere a che punto erano sui vari interventi, tra cui case di comunità, ospedali di comunità. Ci è stato detto: non preoccupatevi, gli obiettivi li raggiungiamo tutti.
Il 10 settembre, quindi pochi giorni fa, proprio perché questo è un Governo responsabile e si carica anche di responsabilità che dovrebbero appartenere ad altri, soprattutto ad alcune regioni, per le quali mi auguro che i coordinatori regionali, vecchi o nuovi, si attivino ci hanno ugualmente risposto che raggiungono gli obiettivi. Ora, lei capisce, onorevole Boschi, non è che si possono aprire degli incidenti istituzionali a fronte di presidenti e assessori che con responsabilità si assumono la responsabilità di dire: noi quegli interventi li chiudiamo.
Le dico di più. Per quanto riguarda le case di comunità, lei sa che gli obiettivi - qui dobbiamo essere molto chiari - sono diversi, perché un conto sono gli obiettivi CIS e un conto gli obiettivi PNRR. Gli obiettivi PNRR delle case di comunità sono 1.038. Bene, noi abbiamo aperto 1.274 cantieri, perché questo è un dato facilmente riscontrabile, con 191 cantieri chiusi.
Per quanto riguarda gli ospedali di comunità, essi sono nel PNRR 307. Ne sono avviati 382, ne sono conclusi 52. Questi dati, che io oggi fornisco, li abbiamo forniti, né più né meno, con una analisi regione per regione, ai presidenti di regione e ai loro, ovviamente, direttori generali e agli assessori regionali, e tutti ci hanno detto che per il 30 giugno 2026 gli obiettivi saranno raggiunti. Le dico di più. Se disaggreghiamo quei dati, ne hanno attivati il 94 per cento Lazio, Liguria e Veneto, per quanto riguarda le case di comunità. Se parliamo degli ospedali di comunità e disaggreghiamo quei dati, il 96 per cento è di Abruzzo…
PRESIDENTE. Ministro, concluda.
TOMMASO FOTI,. …Marche, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia e Veneto. Veda lei chi manca all'appello .
PRESIDENTE. L'onorevole Boschi ha facoltà di replicare.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Guardi Ministro, io non sono soddisfatta della sua risposta, ma non da membro delle opposizioni, ma da italiana. Perché noi, al Governo, abbiamo fatto una battaglia vera per avere questi 194 miliardi di euro da spendere nel nostro Paese, nonostante voi, non solo non abbiate sostenuto questa battaglia, ma non abbiate neanche votato a favore. Eppure oggi al Governo ci siete voi e io faccio il tifo perché il PNRR funzioni, anche se al Governo ci siete voi, perché a me interessa il Paese, e se fallite voi fate fallire il Paese.
Dopodiché, i dati che ci ha fornito sono imbarazzanti. Cioè, lei con questa prosopopea e con questo tono è venuto a dirci che su 1.038 case di comunità ne avete oggi aperte 191, e mancano 9 mesi alla scadenza. Agenas, non noi, dice che ci serviranno 5 o 6 anni per completare quei progetti che voi avete in piedi su case di comunità e ospedali di comunità. Peccato che il PNRR scada tra 9 mesi. Dopo chi li mette i soldi?
Questo Governo, che definanzia costantemente in rapporto al PIL la sanità? No, resteranno cattedrali nel deserto e resteranno prive di quel personale che voi non riuscite a finanziare e a trattenere nel pubblico. E questo cosa andrà a significare per i cittadini? Meno servizi, perché le case di comunità dovrebbero ridurre le liste d'attesa che voi non riuscite a ridurre. Gli ospedali di comunità dovrebbero aiutare nel passaggio tra l'ospedalizzazione e il domicilio, e voi non riuscite a farli funzionare. Ha detto che ne avete aperti 50 su oltre 300.
Ma come fa con questo orgoglio a rivendicare dei dati che sono imbarazzanti? Se non ci siete riusciti dal 2023 ad oggi pensate di riuscirci in 9 mesi? E le dico un segreto, il suo scaricabarile, Ministro, non funziona. Perché è uno scaricabarile su regioni che sono guidate dai vostri partiti , perché in Abruzzo sono zero le case di comunità, perché in Molise sono 2, perché in Calabria sono 2, perché in Sicilia sono 9 su 191. Allora, Ministro, trovo imbarazzante che voi scarichiate sulle regioni la responsabilità. Però almeno, almeno, rendetevi conto che sono le stesse regioni che governate voi. Quindi fate un colpo di telefono ai vostri presidenti di regione e soprattutto, Ministro, a me interessa una cosa, che questo è un Paese in cui le persone continuano a potersi curare solo se hanno i soldi per andare nel privato grazie a voi. E chi può aspetta…
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). …chi non può aspettare muore con questo Governo .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,20. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta in corso.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2570-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame delle proposte emendative e degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, Presidente, ma deve esserci qualche problema al suo microfono oppure è un problema di artrosi. Non lo so, però c'è qualcosa che non funziona. Tutto a posto, sì?
PRESIDENTE. Lo fa solo con lei.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Bene. Lo so, c'è sempre stato… La ringrazio, signor Presidente. C'è sempre un momento in cui, signor Presidente e signora Sottosegretaria, i nodi vengono al pettine. Ma quando parliamo di giustizia, in particolare, di giustizia civile, le conseguenze negative colpiscono milioni di persone, migliaia di imprese e, più in generale, il tessuto produttivo del Paese e la sua economia. Basta, d'altra parte, riflettere su quanto la nostra ingiustizia civile rallenti gli investimenti, soprattutto stranieri, nel nostro Paese. Quando questi nodi vengono al pettine, i problemi probabilmente sono più ampi di quanto si cerchi di metterli sotto al tappeto, come state facendo con questo provvedimento. Signora Sottosegretaria, colleghi della maggioranza, mascherandovi dietro la riforma della separazione delle carriere, che per me resta una giusta riforma, nonostante siate riusciti un pochino a sporcarla con le vostre mani, in questi tre anni avete caricato la giustizia penale di decine di nuovi reati, di aumenti di pena, spingendo il panpenalismo a livelli mai visti. In particolare, il Ministro della Giustizia Nordio, che ci ha spiegato per tanti anni e ha raccontato per tanti anni, in ogni contesto, quanto fosse un problema di questo Paese, non solo si è adoperato per arricchire questo canestro di reati, ma li ha anche sempre più giustificati. Ogni giorno avete inquinato il dibattito quotidiano con i decreti i decreti Caivano, riuscendo a sfasciare anche il sistema della giustizia minorile, i decreti Carcere che non hanno avuto alcun effetto se non quello - come ho ricordato oggi nel corso di un intervento su un ordine del giorno e come lei sa perfettamente, signora Sottosegretaria - di aggiungere un posto a tavola, nel senso di trovare un posto anche per un nuovo commissario; un nuovo commissario che si sarebbe dovuto occupare in modo specifico e in particolare della parte che riguarda l'edilizia carceraria e che è stato così bravo e così lautamente pagato per le funzioni che svolge che è stato in grado di toppare la gara sui famosi prefabbricati che dovevano risolvere il problema delle carceri nel nostro Paese.
A metà agosto la gara è stata fatta saltare perché si erano fatti male i conti e questo, da una parte, poteva essere anche un fatto positivo, perché già la gara originaria prevedeva che per ogni posto in quei fabbricati si spendessero 85.000 euro, ma abbiamo scoperto che, invece, ce ne vogliono 112.000. Ma comunque quella gara è stata sbagliata e quel commissario che avete messo lì è servito esattamente a questo.
Sono decreti che ogni giorno fate, quelli in cui ci piazzate un nuovo reato e in cui vi occupate a vostro modo di queste cose. Decreti su decreti che avevano solo l'obiettivo di fare dei manifesti per la vostra propaganda, nell'occupazione ormai totale e monopolistica della TV di Stato, per nascondere la vostra inconcludenza sui problemi veri della giustizia nel nostro Paese; e mi riferisco a quella penale ma, ovviamente, oggi parliamo di quella civile.
E non poteva mancare, appunto, anche nel campo della giustizia civile, il vostro “decreto-manifesto”. Questo decreto, signor Presidente e colleghi, sembra un po' la riedizione aggiornata e corretta della collezione dei regolamenti della Real Marina del 1841, non so se ve lo ricordate. Ve lo ricordate? Non c'è adesso il collega De Luca, ma sicuramente qualcuno di voi se lo ricorda: è il famoso “”. “:” (chiedo venia per la mia pronuncia napoletana) “”.
Voi con questo decreto - qualcuno ha detto che è il gioco delle tre carte, qualcuno ha detto, più educatamente, che non si prendono misure organiche -, di fatto, voi fate questo. Sembra uno scherzo - lo so che sembra uno scherzo - ma, nella sostanza, fate esattamente questo: spostate risorse, personale ed energie umane da una parte all'altra senza aggiungere risorse, come d'altra parte fate in quasi tutti i vostri provvedimenti, senza una vera riorganizzazione, senza potenziare le carenze enormi che esistono in questo settore. Lo abbiamo visto oggi, per esempio, con tutte le proposte che avete respinto rispetto al tema degli uffici dei magistrati di sorveglianza. Anzi, avete fatto peggio perché - e mi dispiace che se ne sia andato il Ministro Foti - in relazione ai fondi del PNRR vincolati a questo settore il rischio vero che corriamo è di non raggiungere gli obiettivi, quindi non solo di non ricevere la restante di 1.200.000.000, ma di dover restituire anche quello che già è stato erogato; e vorrei vedere se, oggi, il Ministro Foti avesse fatto riferimento al settore della giustizia, in particolare a quello della giustizia civile, se questa prosopopea, con la quale ci spiegava che “tutto va bene, viva la marchesa”, sarebbe stato in grado di testimoniarla e documentarla anche con i dati reali sulla giustizia civile.
Voi state nascondendo che il rischio di non raggiungere gli obiettivi fissati dal PNRR sulla giustizia civile è altissimo non solo per la riduzione del 90 per cento delle cause civili pendenti, ma ancor di più per quello che riguarda la riduzione del 40 per cento della durata dei processi e sappiamo bene nel penale, ma ancor di più nel civile, cosa vuol dire anni e anni in attesa di un giudizio.
Questo decreto è quindi una “sòla”, si dice a Roma - lei conosce questa parola, signor Presidente; il Presidente “sì”, perché è romano come me, quindi sicuramente lo sa -, non solo e non tanto perché usate uno strumento legislativo, ancora una volta, in forma impropria. Sono quattro anni che si conoscono gli obiettivi del PNRR e non avete fatto praticamente nulla; e ora vi presentate con un decreto perché ci sarebbe l'urgenza e con la consueta blindatura che respinge a prescindere qualsiasi proposta di correzione da parte delle opposizioni, ma perché ha il solo obiettivo di tamponare le falle senza andare alla radice dei problemi individuando soluzioni strutturali e organiche.
D'altra parte, oggi ci avete negato anche la possibilità di accantonare alcune proposte emendative che cercavano soltanto di potenziare un settore, quello della giustizia civile nella parte che riguarda il personale e la stabilizzazione dei precari, che pure hanno avuto un ruolo così importante. Come al solito, avete messo i vostri scudi e le vostre barriere per impedire qualunque confronto.
Mi avvio alla conclusione. E voi che fate? Di fatto, non andate alla radice dei problemi per individuare soluzioni strutturali e organiche. Lasciate che la stragrande maggioranza delle 12.000 persone che ha garantito la gran parte del lavoro fatto, e cioè i lavoratori precari assunti con i fondi del PNRR - parliamo degli addetti all'ufficio del processo, e funzionari tecnici -, rimarrà a casa. E guardate che questo non è solo un problema occupazionale, ma è anche un irresponsabile sperpero di energie e capacità di grande valore, a detta di tutti, compresi i magistrati che temono la paralisi, qualora non sia data continuità a questo fondamentale contributo.
Come ho detto in altre discussioni su altri temi, oggi torno a confermare che, in fondo, siete davvero dei buoni a nulla e dei capaci di tutto. Con questo provvedimento, non solo non riuscirete a tamponare le falle, non solo ci porterete a non raggiungere gli obiettivi del PNRR, ma ci fate restare fermi, se non addirittura arretrare su un settore, quello della giustizia civile, che incide sulla carne viva di tutti gli italiani. D'altra parte, per una testimonianza della vostra incapacità, come ho ricordato - ci spostiamo sulla giustizia penale -, c'è il tema della gara che ha riguardato i prefabbricati, ma c'è anche quello della tanto sbandierata attività sul tema della Polizia penitenziaria: se riuscite a farvi bocciare dal TAR anche il bando.
Noi, per queste ragioni, voteremo contro questo decreto farlocco, ma ci permettiamo di darvi un suggerimento: state fermi, non fate manco l'ammuina, state fermi, che combinate soltanto guai .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Sì, grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati e consegno il testo.
PRESIDENTE. Autorizzo la consegna della dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Sì, grazie, Presidente. Anzitutto, devo riscontrare nuovamente l'assenza del Ministro, dei Sottosegretari e del Vice Ministro della Giustizia in quest'Aula. Stiamo parlando di un decreto-legge in tema di giustizia e, immancabilmente, con tutto il rispetto per la Sottosegretaria, vorremmo interloquire direttamente con il Ministero della Giustizia. Eppure, lo ricordiamo, qualche giorno fa, il Vice Ministro Sisto ha esultato, da quel banco, con il massimo entusiasmo e la massima energia, per la riforma della separazione delle carriere. Quindi, quando si vuole, quando c'è interesse, quando si crede in una cosa, ci si mette energia. Qui, evidentemente, nemmeno loro ci credono, perché fanno un decreto-legge con cui si cerca di tamponare qualcosa che però doveva essere già fatto e che si dovrà fare anche in legge di bilancio. Invece, in legge di bilancio, non si mettono soldi per la giustizia e non si trovano le soluzioni per rendere più veloci i processi civili, nel caso specifico, e quindi bisogna arrivare con un decreto-legge per tamponare, per trovare soluzioni di emergenza. Però ricordo al Governo che non si sono insediati un mese, due mesi, sei mesi fa, ma tre anni fa. Queste scuse del rinviare, “colpa di chi c'era prima”, non reggono, ma non da oggi, già da un pezzo. Quindi, di fatto, ci troviamo in una situazione nella quale, anche in discussione generale - non volevo rubare, appunto, il alla collega D'Orso, che in discussione generale ha parlato del gioco delle tre carte, -, ho definito questo un “decreto-legge cerotto”, perché il cerotto va a coprire le ferite - ciò che non funziona, ciò che è malato - della giustizia, ma chiaramente non per colpa di chi ci lavora, anzi, bisogna sempre ringraziarli per come cercano di fare tutto il possibile, pur non avendo i mezzi; di fatto, non si risolve il problema che sta sotto. Quindi, si vuole coprire con un cerotto, addirittura fingendo, dicendo “quanto siamo bravi” o “con un decreto-legge interveniamo, aumentiamo”. Di fatto, tutto rimane uguale, in uno spirito alla Gattopardo.
Da questo punto di vista, cosa fa questo “decreto-legge cerotto”? Sposta, mescola, amplia qualcosina, proroga, posticipa, trasferisce, ecco quello che fa. Quindi, si rimescola un po' tutto, fingendo che si stia facendo qualcosa, ma, di fatto, rimarrà tutto uguale. Ed è un peccato, perché davvero abbiamo gli obiettivi del PNRR da raggiungere. Avremmo voluto, anche con l'approvazione di alcuni nostri emendamenti, immancabilmente respinti, migliorare la situazione; ovviamente, ciò non è stato possibile, immancabilmente andrà a finire in questo modo.
Quindi, almeno metteteci la faccia; anche solo un Sottosegretario del Ministero della Giustizia qui in Aula, sarebbe stato davvero un gesto di dignità politica, anche rispetto al Parlamento, visto che, comunque sia, ormai siamo a decine e decine di decreti-legge, che scavalcano il Parlamento, senza approvare nemmeno un emendamento, e arriviamo a queste soluzioni, soluzioni che non troviamo all'interno di questo provvedimento, perché servirebbero fondi, servono i fondi che il nostro Governo sa bene dove destinare: dove è interessato, dove serve qualche , dove bisogna muovere un certo tipo di economia chiaramente lì, sì, si mettono. Ma ricordo che il tema giustizia civile è strettamente connesso con la nostra economia, perché processi veloci significano investimenti sicuri, anche da parte di investitori e imprese straniere, che, invece, arrivano in Italia e si trovano una situazione devastata e devastante, dove ci sono rinvii non solo di mesi, ma anche di anni.
Certo non è una situazione nuova, questa, purtroppo, però adesso non potete trovare alcuna giustificazione, perché siete lì da tre anni e nulla è stato migliorato. Chiaramente qui hanno avuto almeno la decenza di non andare a toccare, per una volta, in maniera finta, alcuni temi e alcuni mali del nostro sistema carcerario, laddove i nostri detenuti sono in una situazione di tale disagio per cui continuiamo a registrare continui suicidi all'interno delle strutture carcerarie.
Questo tema non viene toccato, non perché chiaramente non poteva essere toccato, ma evidentemente perché - come continuiamo a ribadire da tempo - il Ministro Nordio non sa come affrontare queste situazioni.
Tutto ciò è la dimostrazione del fatto che questo Governo non crede al tema giustizia, se non laddove serve a colpire un ipotetico avversario, quale la magistratura. Questa maggioranza ha un obiettivo - come quello che abbiamo visto con l'esultanza anche del Vice Ministro qui in Aula -, che è quello di cercare di sottoporre una parte della magistratura al potere politico, perché ovviamente questo mette in difficoltà, secondo gli intendimenti di questo Governo, il Governo stesso. Chiaramente, tutto questo è dentro un pensiero politico che, evidentemente, nulla ha a che vedere con i veri problemi della giustizia. Avremmo bisogno di assunzioni, tante assunzioni di personale amministrativo. Abbiamo cercato anche con ordini del giorno, immancabilmente bocciati, di intervenire sul tema degli addetti all'ufficio del processo. Nulla.
Invece, con l'articolo 3, si introduce il concetto dell'applicazione a distanza, che può portare, invece, a gravi distorsioni, laddove bisognerebbe intervenire con strumenti definitivi efficaci, che non sono l'aggiramento di un ostacolo. Quindi, concorsi, che latitano e che necessitano - abbiamo parlato anche di magistratura di sorveglianza - di maggiori investimenti.
È chiaro che, alla luce di tutto ciò, come Alleanza Verdi e Sinistra, non possiamo che votare contro ed è un vero peccato, perché, se l'obiettivo era quello - ed è quello - di raggiungere gli obiettivi del PNRR, avremmo voluto contribuire a raggiungerli, ma, di fatto, qui è soltanto un “decreto-legge cerotto” e vi aspettiamo - mi rivolgo al Governo, per il tramite del Presidente - alla legge di bilancio.
Vedremo come nuovamente il comparto giustizia verrà umiliato perché tutti gli altri fondi devono essere riversati verso altri obiettivi politici del Governo, dal ponte sullo Stretto di Messina agli armamenti. Quindi dichiaro il voto contrario di Alleanza Verdi e Sinistra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie Presidente. Esprimeremo anche noi un voto contrario perché non condividiamo il modo poco energico con cui il Governo affronta il tema della giustizia civile. La finalità di questo decreto sarebbe stata quella di inseguire il raggiungimento degli obiettivi, o meglio, questa è la finalità di inseguire gli obiettivi del PNRR in materia di giustizia, ma da questo decreto emerge ancora una volta la totale disattenzione del Governo verso la giustizia civile.
A nostro avviso ci sono delle criticità pesanti ed evidentissime, che, per la verità, non possono essere certamente accollate solo a questo Esecutivo, ma che ovviamente non possono essere affrontate, né risolte attraverso un decreto di questo tipo, presentato come necessario per salvare gli obiettivi, al fine di non perdere i fondi europei, che va anche bene come bersaglio, ma che doveva costituire l'ennesima occasione per affrontare realmente i problemi, con una visione organica, con una riforma strutturale.
E invece, in linea con l'atteggiamento che si ha da parte del Governo anche in altri settori, andiamo sempre nella direzione di soluzioni tampone, emergenziali, temporanee e di rinvio cosiddetto “a data da destinarsi”; mai, mai l'idea, su questa materia soprattutto, di una visione complessiva veramente in grado di affrontare i problemi. È un decreto che si compone di 11 articoli, che offrono, in realtà, una discrezionalità nei trasferimenti, nelle assegnazioni, nelle sostituzioni, ma non implementa le risorse assolutamente.
C'è la possibilità di applicazione da remoto per lo smaltimento dei procedimenti civili, che può essere anche una buona idea, ma ovviamente la coperta si tira da una parte e lascia scoperti altri uffici dall'altra parte. Quindi si conferiscono dei poteri, si diminuisce il tirocinio dei magistrati neoassunti, anche questo può essere condiviso, facendoli entrare subito nelle corti d'appello per accelerare l'operatività, con qualche rischio per un tirocinio ridotto, ma non è questo il modo per affrontare il tema e le criticità della giustizia civile.
Una sequenza di interventi vari per coprire le criticità, per correre a ripari temporanei, ma mai per risolvere i problemi. Eppure abbiamo dei numeri impietosi che rappresentano lo stato degli uffici giudiziari: mancano quasi 2.000 magistrati togati, pari nella pianta organica a quasi il 20 per cento di quanto previsto e necessario, per non parlare del personale amministrativo e tecnico, la cui carenza sfiora percentuali veramente rilevanti. I processi civili durano troppo.
Oggi il Vice Ministro Sisto, in Aula, ha detto che si sta provvedendo velocemente per quanto riguarda le assunzioni e i concorsi di nuovi magistrati, ma bisogna farlo veramente in fretta, perché le sopravvenienze crescono e cresce il numero di procedimenti civili iscritti a ruolo, per lo più in settori veramente delicati. E questo non lo diciamo noi, lo dicono i monitoraggi dello stesso Ministero. È chiaro che bisogna investire.
Poi in questo quadro c'è un'altra criticità molto seria, irrisolta, che non possiamo ignorare, cioè i 12.000 lavoratori e lavoratrici precari assunti con fondi PNRR, i cosiddetti addetti all'ufficio per il processo e i funzionari tecnici. In questi mesi hanno contribuito allo smaltimento dell'arretrato e a favorire il percorso della digitalizzazione, ed è stato il loro un contributo decisivo; se vi si fosse rinunciato, veramente ci sarebbe stato uno stato di decozione totale della giustizia civile. Eppure il Governo su questo non dà risposte.
Solo 3.000 hanno una prospettiva di stabilizzazione, per gli altri c'è una scadenza, che è il 30 giugno 2026, che significa fine rapporto. E quindi anche perdita di , danno per l'amministrazione dello Stato, veramente un danno erariale, perché è chiaro che se investiamo su tante unità e poi c'è la fine del rapporto. Tra l'altro, io non so come si farà, perché chi frequenta un po' le aule giudiziarie sa quanto decisive siano queste figure per lo sgangherato carrozzone giustizia, che sta andando avanti soprattutto nel settore civile. Lo scorso 16 settembre questi lavoratori sono scesi in piazza per chiedere chiarezza, per chiedere delle prospettive.
Dobbiamo ricordare che ci sono delle famiglie alle loro spalle. Noi abbiamo fatto anche delle interrogazioni, a nostra firma, oltre al fatto che ci sono stati degli emendamenti in Commissione nel tentativo di stabilizzarli, ma, naturalmente, il Governo su questo non ci sente. Del resto, con un decreto che non prevede investimenti, non prevede risorse, non contempla assunzioni, non ci sono stabilizzazioni come quella che abbiamo richiamato, non affronta i nodi veri, e che invece si limita a deroghe e soluzioni temporanee, non possiamo sperare che il carrozzone, come l'ho definito poc'anzi, della giustizia civile possa vivere una stagione migliore di quella attuale.
La qualità della giurisdizione è veramente un . La risposta alle domande di giustizia è carente e, tra l'altro, terribilmente tardiva. Allora occorrerebbero concorsi, anziché spostamenti e trasferimenti di magistrati; occorre realizzare stabilità del personale, ripeto, anche per non vanificare delle professionalità che si sono create. Del resto, gli obiettivi del PNRR, per cui oggi si ricorre a un decreto-legge, erano noti da anni. Se oggi siamo costretti a misure straordinarie, evidentemente non c'è stata lungimiranza da parte del Governo, che ha scelto di non programmare, di non investire, e questo è un po' il di un approccio sbagliato da parte del Governo, anche in tante altre materie, con il quale si limita a pezze di appoggio, a colori, evitando invece un discorso strutturale di programmazione, di pianificazione e di investimento.
Qui occorre veramente una riforma organica. Questa è la verità, signor Presidente, che nel settore giustizia non si possono migliorare le cose se non si investe realmente, e se non si investe realmente non si raggiunge l'obiettivo di un Paese che deve essere in grado di dare risposta alle domande di giustizia dei cittadini. Poi lo abbiamo segnalato in tante altre circostanze, è stato richiamato anche dai colleghi prima: gli investimenti che creano una giustizia rapida, veloce e certa favoriscono anche gli investimenti economici da parte degli investitori e dei grandi capitali stranieri.
È chiaro che, se io devo investire, come multinazionale straniera, e da uno studio che faccio vedo che la giustizia è lenta, che se ho un credito non lo recupero, che se mi truffano non ho un ristoro, non ho un risarcimento, che i procedimenti, soprattutto quelli di recupero di crediti civili, a fronte di una normale opposizione, diventano così lunghi per cui c'è il rischio - anzi, tante, troppe volte si verifica - che falliscono delle persone che hanno dei crediti che non riescono a recuperare, e che quindi non riescono ad andare avanti con la loro attività imprenditoriale…
La cosa più clamorosa è che tante volte falliscono per crediti che hanno nei confronti delle pubbliche amministrazioni, nemmeno di altri privati, nei confronti dello Stato. Se io ho 2 milioni di credito nei confronti di un'amministrazione o dello Stato e non riesco a recuperarlo, e ho dei debiti, a mia volta, che invece mi sottopongono a delle esecuzioni, io vado a fallire perché non riesco a recuperare. Perché? Perché i procedimenti sono lenti, perché non ci sono organici di magistrati e quant'altro.
Per non parlare, ovviamente, del fatto che il grado di civiltà di un Paese si misura anche dal livello di giustizia, dalla qualità della giustizia, oltre naturalmente che dai tempi di risposta degli uffici giudiziari, che devono essere dei tempi assolutamente ragionevoli. Da questi obiettivi noi siamo molto lontani, non soltanto da quelli che ci impone l'Europa. Quindi esprimeremo un voto contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Abbiamo oggi in Aula il primo provvedimento che in 3 anni di Governo si occupa della giustizia civile. E guardate, guardate quei banchi del Governo: nessuno del Ministero della Giustizia .
La scorsa settimana erano tutti schierati qua: c'era il Ministro Nordio in persona, c'era il Vice Ministro Sisto; tutti a seguire le ultime battute per la riforma della separazione delle carriere. Oggi il totale disinteresse, la totale disattenzione, l'assenza del Governo in materia di giustizia . Questo certifica il motivo per cui siamo arrivati a questo disastro. È esattamente questo il motivo, perché il Governo si è occupato di tutt'altro in questi tre anni: si è occupato di smantellare i presidi di legalità; si è occupato di introdurre ostacoli su ostacoli procedurali per chi svolge le indagini; si è dedicato anima e corpo a fare la crociata contro la magistratura, invece di pensare alle vere priorità e necessità del comparto giustizia, invece di pensare ai cittadini, a tutti i cittadini che si confrontano con la giustizia. Il Governo ha pensato solo ai suoi feticci, alla propaganda, come la separazione delle carriere. E questi che vediamo sono i risultati della vostra inerzia: 200.000 fascicoli da smaltire nei tribunali, 35.000 nelle corti d'appello per rispettare gli impegni presi con l'Unione europea. Ed è necessario anche un ulteriore abbattimento del , la durata dei processi civili, di circa il 20 per cento.
Ora avete l'acqua alla gola, lo comprendo. E, allora, cosa fate? L'ennesimo decreto-legge, in fretta e furia, spinti da un'emergenza che non è un'emergenza, perché è un disastro più che annunciato, ve lo abbiamo detto in tutte le sedi, in tutte le occasioni, da anni: misure improvvisate, del tutto inadeguate a far fronte a questa situazione drammatica. Un “decreto truffa”: l'ho definito il gioco delle tre carte e ho visto che molti colleghi hanno anche ripreso questa definizione, che è calzante. Non mettete una risorsa umana in più, ma vi divertite a spostare, in modo fisico o virtuale, le stesse risorse umane, gli stessi giudici che ci sono.
Io non so se ci sarà un vincitore in questo gioco, ma sono sicura che a perdere sarà la qualità della giurisdizione, a perdere saranno tutti i cittadini che si confrontano quotidianamente con la giustizia civile. Sì, perché tutti i cittadini, prima o poi, hanno esperienza della giustizia civile e tutti devono affrontare, magari, una separazione o un divorzio, devono recuperare un credito presso i debitori, devono ottenere uno sfratto per morosità - i vostri tanto cari sfratti -, devono ottenere il risarcimento di un danno subito o vengono coinvolti, loro malgrado, in una bega condominiale. Aver sottovalutato la giustizia civile, secondo me, sarà un errore grave che questo Governo pagherà.
Ma andiamo a vedere perché siamo fortemente contrari a questo decreto. Perché prevedete che i giudici di pace onorari possano essere applicati presso i tribunali per colmare le carenze di organico dei giudici professionali. Questa è una norma che finirà per paralizzare definitivamente la giustizia di pace, quella che un tempo era l'unico fiore all'occhiello di questo Paese, perché tu potevi ottenere un decreto ingiuntivo in un mese o vedevi definita una causa civile in un anno e mezzo di media, perché c'erano rinvii di udienza molto ravvicinati. Invece, adesso, la fotografia del Paese reale, quello con cui voi siete totalmente scollegati, è molto diversa ed è questa: nel 2023, il giudice di pace di Prato ha congelato per un anno l'emissione di decreti ingiuntivi; oggi, a Busto Arsizio, ci sono rinvii al 2031, a Venezia, al 2030; si aspettano due o tre anni per avere fissata la prima udienza, sette mesi a Venezia per ottenere un decreto ingiuntivo. Quasi il 70 per cento degli uffici del giudice di pace ha una scopertura di organico. È per questo che non stanno più dietro ai rinvii e quant'altro.
Questa fotografia impietosa ci suggerisce solo una cosa, cioè che i giudici di pace onorari devono stare al loro posto, nella giustizia di prossimità, nella giustizia di pace. E, invece, questo Governo prende e li sposta presso i tribunali. E sapete, cari cittadini, perché lo fa? Perché la giustizia di pace non rientra tra gli obiettivi del PNRR. Diciamolo ai cittadini, siamo trasparenti. Quindi, se avete una causa di competenza del giudice di pace, cari cittadini, fatevi il segno della croce, perché davvero potrebbe finire alle calende greche.
State introducendo una giustizia di serie A e una giustizia di serie B. E lo fate anche con un'altra norma, che creerà cause di serie A e cause di serie B. Perché è espressamente previsto, all'articolo 4, che il giudice a cui venga affidato un piano di smaltimento straordinario relativo alle materie rientranti nelle macroaree rilevanti ai fini degli obiettivi del PNRR sarà autorizzato - così è praticamente scritto nero su bianco - a mettere da parte, invece, in un cassetto, i fascicoli che non riguardano quelle materie. C'è scritto, quindi, che per smaltire un certo arretrato si creerà un altro arretrato, che riguarderà materie diverse: il gioco delle tre carte, per l'appunto. C'è scritto che un cittadino che ha la disgrazia di avere una causa pendente senza la corsia preferenziale si vedrà rimbalzato a data da destinarsi. Allora, perlomeno ho chiesto al Governo massima trasparenza. Ho chiesto di dire ai cittadini quali sono le macroaree rilevanti, le materie che avranno l'accelerazione e quali saranno le materie che, invece, verranno messe nel cassetto. Ma, anche oggi, il Governo non ha dato questa risposta.
E ancora, la disposizione che per noi è più indigeribile e dannosa è quella che stabilisce le applicazioni dei magistrati a distanza nei tribunali, perché questa norma prevede che improvvisamente, al momento della decisione, una causa che, ad esempio, si è svolta a Palermo, viene assegnata ad un giudice di Trieste al solo fine di scrivere la sentenza. Quindi, la sentenza verrà scritta da un giudice che non ha seguito il processo, che non lo ha indirizzato con le sue decisioni procedurali man mano. Un giudice che si trova tutto il lavoro impostato da un altro giudice ed arriva solo per scrivere la sentenza e, magari, abbraccia un orientamento di merito che potrebbe essere diverso dall'orientamento di merito che era del tribunale di competenza, con buona pace del principio di prevedibilità delle pronunce e di certezza del diritto. Ecco, tutto questo, che dovrebbe essere anche un deterrente per incardinare delle cause, lo mettiamo, anche qui, in un cassetto e l'esito della causa diventerà una russa.
Il criterio della competenza territoriale salta con questo meccanismo, così come salta e viene violato il principio del giudice naturale precostituito per legge, che è un principio costituzionale, l'articolo 25 lo sancisce. Viene totalmente scardinato con questa assurda soluzione. E ve lo hanno detto tutti gli esponenti dell'avvocatura in audizione, tutti: una previsione che non può essere neanche giustificata dal carattere emergenziale del momento. Anche perché, signori, il nostro Paese ci ha insegnato, la storia recente ci ha insegnato, che tutto ciò che si introduce come misura emergenziale diventa inesorabilmente strutturale e non se ne esce più.
E ancora, viene violato il principio dell'immutabilità del giudice, quello per cui il giudice che decide deve essere lo stesso giudice che ha raccolto le prove e che ha ascoltato i testimoni. È un principio sacrosanto che con questo decreto viene spazzato via nel processo civile. Voi vi dichiarate tanto garantisti, ma lo siete a convenienza, perché questo è un principio sacrosanto non solo nel processo penale, ma anche nel processo civile, che non è la Cenerentola dei procedimenti.
E ancora, avevamo appena tolto dall'ordinamento il cottimo per i magistrati onorari e adesso, invece, lo introducete per i magistrati togati. Io non lo trovo francamente dignitoso e, forse, come me, lo hanno pensato anche i magistrati, tanto è vero che all'interpello, che prevedeva 500 posti a disposizione, praticamente hanno aderito soltanto 212 giudici. Un vero e proprio , forse perché non è una soluzione praticabile, perché un giudice che è efficiente nel proprio ufficio giudiziario ha già con fatica adempiuto al suo lavoro e, di certo, non si può mettere sul groppone anche 50 fascicoli di altre sedi.
Noi vi avevamo dato tante soluzioni alternative. Avevamo detto: richiamate i magistrati in pensione da non più di 3 anni, prendete i magistrati ausiliari e dalle corti d'appello spostateli presso i tribunali. Avevamo suggerito nuovi metodi di lavoro a costo zero che valorizzassero meglio le professionalità degli addetti all'ufficio per il processo. È proprio di questo che vi voglio anche parlare. Potevate, sin d'ora, stabilizzare la platea degli addetti all'ufficio per il processo, perché la loro presenza deve diventare il prima possibile strutturale negli uffici giudiziari. Le loro mansioni devono diventare chiare, precise e uniformi su tutto il territorio nazionale, in tutti gli uffici.
La verità è una: avete bocciato tutto, pure tutti gli emendamenti costruttivi che, con senso di collaborazione, vi abbiamo sottoposto. Dovevate fare solamente una cosa in questi tre anni: aggiornare la mappatura dei fabbisogni reali di tutti gli uffici giudiziari, fare una revisione delle piante organiche e assumere. E non dite che non ci sono i soldi, perché io ho fatto un conto. Per realizzare la separazione delle carriere, che moltiplica gli organi di autogoverno - da uno diventano tre -, state ipotecando 72 milioni per ogni anno. E sapete quanti nuovi giudici potevate assumere con 72 milioni? Seicento. Questo potevate fare. Proprio quei giudici di cui abbiamo bisogno.
VALENTINA D'ORSO(M5S). La verità è che sulla giustizia state sbagliando tutto: state sbagliando le priorità, state sbagliando gli obiettivi, state sbagliando le soluzioni, state sbagliando dove mettere i soldi, ed è per questo che noi voteremo convintamente contro questo decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bellomo. Ne ha facoltà.
DAVIDE BELLOMO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Mi accingo a consegnare il mio discorso. Dichiaro che il mio partito voterà favorevolmente a questo provvedimento, mantenendo gli impegni del PNRR che, tra l'altro, sono stati assunti non da questo Governo, ma dal Governo precedente.
PRESIDENTE. La ringrazio. È autorizzato a consegnare la sua dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare la deputata Ingrid Bisa. Ne ha facoltà.
INGRID BISA(LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, Sottosegretaria Siracusano, oggi siamo chiamati ad approvare il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 117 del 2025, relativo a misure urgenti in materia di giustizia. Si tratta di un provvedimento complesso e articolato, che tocca aspetti fondamentali del funzionamento del nostro sistema giudiziario e che, al tempo stesso, risponde a tre grandi priorità. Il raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Abbiamo l'impegno di ridurre drasticamente l'arretrato civile e i tempi di definizione dei processi entro giugno 2026. Significa, in termini concreti, dare ai cittadini una giustizia più rapida ed efficace.
Il rafforzamento dell'organico della magistratura, con attenzione alla sorveglianza penitenziaria. È un'esigenza resa urgente dall'emergenza carceraria e dalla tutela dei diritti fondamentali delle persone private della libertà. Il rispetto delle garanzie europee, in particolare attraverso una gestione più efficiente degli indennizzi per la violazione della durata ragionevole dei processi. Il decreto interviene su più fronti. Si favorisce la mobilità dei magistrati, introducendo deroghe temporanee e incentivi per le sedi in maggiore difficoltà. Introduce la possibilità di applicazione a distanza, un'innovazione che sfrutta le tecnologie digitali per smaltire i processi pendenti, mantenendo però il controllo sulla qualità e sulla produttività.
Obbliga gli uffici più in ritardo a predisporre piani straordinari, anche superando i limiti tradizionali dei carichi esigibili. Ridefinisce il tirocinio dei magistrati, estendendolo a 18 mesi e includendo esperienze pratiche presso le corti d'appello e i tribunali. Proroga dei termini con l'entrata in vigore dei tribunali per i minorenni e le famiglie, l'ampliamento delle competenze dei giudici di pace e la permanenza di alcuni uffici giudiziari sul territorio. L'articolo 7 e il nuovo articolo 7- mirano a snellire il contenzioso civile e a chiarire la giurisdizione in materia di cybersicurezza, un settore cruciale per il nostro futuro.
Vi è un aumento dell'organico della magistratura ordinaria di 58 unità, destinandole agli uffici di sorveglianza, e lo stanziamento di 30 milioni per l'utilizzo dei braccialetti elettronici, misura necessaria per alleggerire la pressione carceraria. Vi è una modifica della disciplina degli indennizzi per i processi troppo lunghi, prevenendo ulteriori condanne da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo. Colleghe e colleghi, non stiamo parlando solo di norme tecniche, ma stiamo parlando di fiducia dei cittadini nello Stato di diritto. Una giustizia lenta non è giustizia.
È una ferita che mina l'economia, allontana gli investitori e nega tutela a chi aspetta una sentenza. Con questo decreto affrontiamo sfide concrete: accelerare i processi civili, rafforzare il sistema penitenziario, tutelare i diritti delle persone e allineare l'Italia agli standard europei. Non è un traguardo finale, ma un passo necessario e urgente. Lo facciamo nella convinzione che modernizzare la giustizia non sia un interesse di parte, ma un dovere verso l'intero Paese. Per queste ragioni, Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega alla conversione del decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Presidente, ringrazio ovviamente la Sottosegretaria Siracusano per la sua presenza in Aula. Ovviamente non me ne voglia, non credo che abbia conoscenza diretta di quelli che sono i temi della giustizia che ci occupano ormai da 3 anni. Però mi sono un po' sforzata di spiegare un po' che tipo di decreto stiamo esaminando oggi e l'ho definito il “decreto toppa”, nel caso in cui la toppa è peggio del buco. Ed è effettivamente quello che sta accadendo, perché questo “decreto toppa” serve a mettere una toppa sul buco del PNRR.
Perché dico questo? Perché dopo 3 anni, come ci ha spiegato un illustre collega, siamo di fronte all'emergenza. Dopo 3 anni di Governo siamo di fronte all'emergenza rispetto alle spese e al finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quando la precedente legislatura aveva consentito di fare riforme organiche della giustizia molto importanti, aveva permesso anche di dare un obiettivo e una strategia alla giustizia in termini di efficienza e di efficacia soprattutto del processo e dell'organizzazione del sistema giustizia.
Tant'è che il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevedeva la giustizia come secondo pilastro e i soldi che ci venivano riconosciuti, più di 3 miliardi, servivano, appunto, per abbattere l'arretrato e tornare a quella ragionevole durata dei processi che significa ridurre la lentezza della giustizia italiana. Ora, questo avrebbe dovuto essere, almeno a detta della Presidente del Consiglio e anche del Ministro Nordio, quando si è insediato ed è venuto a portare le sue linee guida all'interno del Parlamento, l'unico obiettivo di questo Governo.
Perché dopo tutti quelli che c'erano stati prima, voi arrivavate ed eravate in grado di farlo e di farlo meglio degli altri. Ora, dopo 3 anni, noi oggi certifichiamo con il “decreto toppa” che c'è un fallimento totale sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tant'è che cosa si fa? Si prendono le solite scorciatoie, cioè, invece di fare assunzioni, si continuano a spostare i magistrati come fossero i carri armati di Mussolini, ma i carri armati di Mussolini sempre quelli erano e anche i magistrati sempre quelli sono.
E chiedete loro di poter giudicare dei processi che sono stati fatti dall'altra parte dell'Italia, che sono stati fatti e istruiti da tutt'altro magistrato, da tutt'altro ufficio giudiziario, che, magari, ha assunto anche le prove e, magari, ci sono anche processi che hanno un contenuto orale, magari ci sono anche avvocati che vi hanno chiesto, nelle tante audizioni di questi 3 anni, di superare l'emergenza COVID, che prevedeva, appunto, di fare le udienze , di farle a distanza, di fare il processo scritto. E voi gli avete sempre detto: certo, noi il tempo dell'emergenza non lo accettavamo allora e non lo accettiamo oggi, torneremo ad avere gli avvocati in tribunale.
Bene, la notizia di oggi è che quegli avvocati prenderanno e metteranno sempre meno piede in tribunale, anche perché non solo gli fate fare il processo documentale, gli fate fare un processo a distanza, addirittura gli cambiate il giudice, per cui quel povero avvocato, magari, da Trieste dovrà andare a Palermo per ascoltare la sentenza di un procedimento che è stato istruito, è stato fatto tutto a Trieste. Dovrà andare a Palermo ad ascoltare le motivazioni, le conclusioni e chissà, magari una sentenza che giudicherà non favorevole, e dovrà poi spiegarlo al cliente.
Ma soprattutto dovrà dire a quel cliente che la decisione di portare la decisione a Palermo non è certamente sua, ma la decisione è di questo Governo, di questa maggioranza, che, pur avendo al proprio interno degli avvocati, finge di non vedere. Finge di non vedere quello che si sta facendo, cioè si sta semplicemente cercando di mettere delle toppe, appunto, ad un buco che è sempre più grande. Per cui non basta spostare i magistrati. Non basta non aderire a richieste puntuali che vengono dall'opposizione, che chiede soltanto di collaborare, come abbiamo fatto anche in questo caso.
Noi non abbiamo fatto ostruzionismo, non abbiamo creato problemi. Abbiamo presentato degli emendamenti che servivano a migliorare la situazione perché noi, più che voi - una parte di voi quel PNRR non lo ha neppure votato -, a quel PNRR ci crediamo e ci crediamo profondamente. Abbiamo lavorato per le riforme con la Ministra Cartabia e le abbiamo approvate quelle riforme. Ci siamo fatti carico responsabilmente di dire di “sì” ad un'Europa che ci dava 191 miliardi di euro, per dirle: riusciremo a spenderli e li spenderemo bene.
Ora, la cattiva notizia è che non solo non li abbiamo spesi, ma c'è il rischio, proprio perché non abbiamo raggiunto il , non abbiamo raggiunto i , non abbiamo raggiunto quelli che erano gli impegni che ci eravamo assunti, che anche quelle risorse che abbiamo speso debbano addirittura essere restituite. Io non lo so se qualcuno ha fatto i conti e pensa a che cosa significhi questo, cioè significa creare il collasso del sistema giustizia in Italia.
Ma, del resto, a voi non interessa risolvere il tema dell'efficacia e dell'efficienza della giustizia. Tant'è che vi disinteressate dei 12.000 precari della giustizia; vi disinteressate dei concorsi, che vengono, infatti, bocciati; vi disinteressate del fatto che vi riempite la bocca degli operatori che devono tornare ad essere attivi sul campo, come, ad esempio, gli agenti di Polizia penitenziaria. Peccato che gli agenti di Polizia penitenziaria che vanno in pensione sono notevolmente di più di quelli che entrano con i nuovi concorsi, e ciononostante questo non vi interessa.
Ma questo è solo un esempio, perché per il resto mancano quelli che si chiamavano cancellieri, mancano gli operatori amministrativi e mancano, lo abbiamo detto, i magistrati, ma manca soprattutto un'idea di giustizia. Anche perché, dopo 3 anni, cercavo di ricordare quali fossero le cose su cui avevate fatto con determinazione quell'azione necessaria non solo a spendere bene le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche a rendere più efficiente il sistema. E allora ho detto: sarà stata la prescrizione? No.
Perché la prescrizione ha costretto le corti d'appello a riaprire i vecchi fascicoli che si erano impegnate a chiudere, su cui avevano fatto un lavoro certosino; e li hanno dovuti riaprire, tra l'altro, manualmente. Infatti, ricordo che in corte d'appello il processo non è ancora telematico, per cui hanno dovuto riaprire tutti i procedimenti, tutti i fascicoli ad uno ad uno, manualmente, per capire quali fossero le scadenze di fronte a una prescrizione. Riforma fondamentale che avete fatto per prima che, lo voglio ricordare, giace ancora nei cassetti del Senato e non sappiamo che fine abbia fatto. Però, nel frattempo, ha bloccato l'attività delle corti d'appello italiane.
Poi ho detto: se non è la prescrizione, sarà stato il decreto che ha cambiato le sorti del Paese. No, neanche il decreto ha cambiato le sorti del Paese.
Allora, ho pensato: sarà il decreto Sicurezza. No, perché neanche il decreto Sicurezza, in questo momento, si può dire che stia funzionando tanto bene. Perché vi era chi diceva che mai avrebbero toccato quei lavoratori e quelle lavoratrici che esprimevano il proprio dissenso e difendevano il posto di lavoro fuori dalle porte e dai cancelli delle fabbriche, che mai nulla sarebbe successo loro: infatti, sono stati denunciati. Perché in base al decreto Sicurezza vengono denunciati coloro che esprimono il proprio dissenso con il loro corpo magari presidiando l'azienda che vuole svuotare i macchinari, perché vuole venderli e liberarsi dei lavoratori. Anche questo è successo.
Quindi, se non è neanche il decreto Sicurezza, ho pensato che potesse essere un qualche atto che il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove aveva tirato fuori per dare, come dire… ecco, stavo per dire una cosa, ma è meglio di no. Pensavo che il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove avesse fatto qualche azione bella, puntuale per il sovraffollamento delle carceri, per fare, come posso dire, qualcosa che aiutasse questo Paese ad essere più decoroso, più dignitoso, che ricordasse che dentro quelle carceri ci sono delle persone. Poi, dopo, insomma, scartabellando, ho capito che non trovavo niente, se non un'intervista nella quale attaccava il Ministro Nordio, di cui è Sottosegretario, dicendo che la riforma costituzionale della giustizia lui non l'apprezzava tanto, che l'avrebbe apprezzata solo quando il potere giudiziario sarebbe finito sotto il potere esecutivo, che è esattamente quello che stiamo dicendo noi di quella riforma. Però, se lo dice lui, evidentemente ha una maggiore credibilità.
Ma torno al punto: questo decreto “toppa” - ed è quello che francamente preoccupa di più - non fa nulla per tutelare e dare maggiori garanzie ai cittadini e alle cittadine italiane, che continuano ad avere una giustizia che ai loro occhi non è giusta. Perché i processi sono troppo lenti, perché vengono rinviate le udienze, perché gli avvocati non entrano più in tribunale, perché sul processo civile - e, anche qua, ha ragione la collega D'Orso che mi consentirà di citarla quando ricordava che il Ministro Nordio ci aveva detto che la priorità delle priorità era il processo civile - noi non abbiamo visto entrare in quest'aula nessun provvedimento che riguardasse il processo civile. Nessuno.
Arriva oggi soltanto questo impegno nel quale diciamo che dobbiamo trasferire dei magistrati che devono occuparsi dei processi civili maturi dall'altra parte dell'Italia. Anche questa non ci sembra un'idea intelligente né particolarmente efficace.
Per cui, Presidente - e concludo -, noi riteniamo che questo decreto “toppa” non solo non contenga soluzioni, ma che addirittura accresca problemi che sono sotto gli occhi di tutti. Insistiamo che questo Governo per tre anni non ha fatto nulla e rifiutiamo di pensare che sia una emergenza perché emergenza non è.
Qui siamo di fronte a un fallimento e il fallimento ha nome e cognome: di questo Governo, del Ministro Nordio, di questo Governo della Presidente del Consiglio e di questa maggioranza che tace anche su un decreto rispetto al quale forse tante cose c'erano da dire, anche con l'opposizione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la deputata Dondi. Ne ha facoltà.
DANIELA DONDI(FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Siracusano, il presente provvedimento introduce, in primo luogo, disposizioni che incidono sull'organizzazione giudiziaria e sul processo civile, anche se in quest'Aula è stato negato, per agevolare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza entro il termine del 30 giugno 2026. Obiettivo che prevede lo smaltimento dell'arretrato civile del 90 per cento per i procedimenti civili pendenti alla data del 31 dicembre 2022.
Lo schema di decreto-legge interviene, inoltre, al necessario fine di adeguare l'organico della magistratura ordinaria alle più gravose attività connesse al controllo dell'esecuzione delle pene e alla tutela dei diritti delle persone detenute o soggette a misure restrittive della libertà personale.
Si dettano, altresì, disposizioni volte a integrare la disciplina degli indennizzi riconosciuti per la violazione del termine ragionevole del processo, il tutto per consentire il più efficiente e rapido smaltimento dei pagamenti e la configurazione di un sistema che, a regime, consenta pagamenti rapidi - ed eviti così ulteriori condanne da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo - ed il risparmio di ingenti somme versate ogni volta a titolo di interessi proprio per i ritardati pagamenti.
Fratelli d'Italia esprime il proprio convinto voto favorevole rispetto a un provvedimento strategico per il completamento delle riforme del sistema giudiziario, in coerenza con gli impegni assunti nell'ambito del PNRR. Un impegno che il Governo Meloni ha scelto di onorare con serietà, visione e determinazione, consapevole che la giustizia è una delle leve fondamentali per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e rendere l'Italia un Paese più giusto e competitivo.
Il decreto interviene, inoltre, su numerosi altri fronti: potenziamento dell'ufficio del processo, consolidamento della digitalizzazione, accelerazione dell'attuazione delle riforme già approvate, razionalizzazione delle risorse e delle strutture.
In questo contesto, non possiamo ignorare un tema spesso oggetto di polemica: quello dell'arretrato giudiziario. Innanzitutto, è bene precisare che c'è un monitoraggio continuo da parte del Ministero della Giustizia rispetto agli obiettivi nazionali di smaltimento dell'arretrato definiti in seguito alla rinegoziazione del di abbattimento dell'arretrato civile e penale.
Dobbiamo poi anche dire che la realtà è ben più complessa di come qualcuno la vuole descrivere: ad esempio, le polemiche e il grande pessimismo talvolta ingiustificato sollevato dall'ANM rispetto alla possibilità di perdere i soldi del PNRR.
Riteniamo che il personale vada valorizzato e messo in condizioni di lavorare al meglio, certo, ma è altrettanto evidente che serve uno sforzo collettivo, una rinnovata cultura del risultato e - diciamocelo con chiarezza - anche la disponibilità a lavorare di più e meglio per recuperare i ritardi accumulati negli anni e che, grazie al Governo Meloni, stiamo procedendo a risolvere.
Non si tratta di criminalizzare nessuno, ma di affermare un principio di responsabilità condivisa. La giustizia non può essere ostaggio dell'inerzia né di modelli organizzativi superati. Serve una nuova mentalità che premi l'efficienza, la qualità e l'impegno.
Fratelli d'Italia rivendica con orgoglio il lavoro svolto in Commissione per migliorare il testo, garantendo il necessario equilibrio tra l'esigenza di celerità e l'irrinunciabile tutela delle garanzie costituzionali. È grazie al contributo di tutta la maggioranza se oggi presentiamo un provvedimento più solido, più coerente con le esigenze del sistema giudiziario, più vicino ai bisogni dei cittadini.
Questo decreto non è un atto isolato, ma si inserisce in una strategia complessa di riforma portata avanti con coerenza dal Governo e dalla maggioranza per costruire, finalmente, una giustizia moderna, efficiente, equa e al servizio delle persone.
Per tutte queste ragioni, Fratelli d'Italia voterà a favore del decreto-legge nella piena consapevolezza che rafforzare la giustizia significa rafforzare la democrazia e rilanciare il ruolo dell'Italia in Europa e nel mondo .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2570-A:
"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia".
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni di legge, già approvati dal Senato, n. 2536 e n. 2537: “Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024”; “Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025”.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea .
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali.
La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Rebecca Frassini: a lei la parola.
REBECCA FRASSINI, . Grazie, Presidente. Si avvia oggi l'esame del disegno di legge che reca l'approvazione del rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024 e del disegno di legge che reca l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025. Nel rinviare, per maggiori dettagli, al testo scritto della relazione, che chiedo di essere autorizzata a depositare, in questa sede mi limiterò a richiamare i principali contenuti dei disegni di legge all'esame dell'Assemblea.
Per quanto attiene all'analisi delle risultanze dell'esercizio finanziario 2024, segnalo che i dati di consuntivo mostrano un generale miglioramento dei saldi in valore assoluto, sia rispetto alle previsioni iniziali sia rispetto alle previsioni definitive per il medesimo esercizio. Rispetto all'esercizio precedente, inoltre, la gestione di competenza, nell'anno 2024, ha fatto conseguire un generale miglioramento di tutti i saldi rispetto ai risultati differenziali registrati nell'anno 2023.
In particolare, segnano un miglioramento il saldo netto da finanziare, l'indebitamento netto, il risparmio pubblico e il ricorso al mercato finanziario. Nel complesso, i risultati ottenuti appaiono ampiamente in linea rispetto ai limiti massimi autorizzati dalla legge di bilancio per il 2024. Da ultimo, segnalo che, anche in termini di cassa, i saldi registrano a consuntivo, nell'esercizio 2024, un miglioramento tanto rispetto ai risultati dell'esercizio 2023, quanto rispetto alle relative previsioni iniziali e definitive.
Nel passare all'illustrazione del disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025, in relazione al nuovo quadro di finanza pubblica, ricordo che il disegno di legge in esame tiene conto delle nuove regole di economica dell'Unione europea, entrate in vigore il 30 aprile 2024. Di conseguenza, gli obiettivi programmatici sono declinati anche in termini di evoluzione della spesa netta.
In questo quadro, la relazione tecnica allegata al provvedimento fornisce le indicazioni utili a verificare che le variazioni di bilancio disposte nel provvedimento di assestamento siano coerenti con il percorso di evoluzione della spesa netta fissato nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029. Quanto agli effetti complessivi del provvedimento, evidenzio come la relazione illustrativa segnali che le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento in esame determinano, in termini di competenza, un miglioramento del saldo netto da finanziare, rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio 2025, di circa 775 milioni di euro in termini di competenza e di 595 milioni di euro in termini di cassa.
Il miglioramento del dato di competenza deriva da un aumento delle entrate finali pari a circa 13,9 miliardi di euro, parzialmente compensato da un aumento delle spese finali che ammonta a circa 13,1 miliardi di euro. Con riferimento alle variazioni alle entrate del bilancio dello Stato proposte dal provvedimento, l'aumento di circa 13,9 miliardi di euro in termini di competenza, a cui fa riscontro un incremento di 15,7 miliardi di euro in termini di cassa, tiene conto del quadro macroeconomico tendenziale riportato nel Documento di finanza pubblica dello scorso aprile.
Per quanto concerne le spese finali, rilevo che le variazioni in aumento proposte dal provvedimento in esame, pari a circa 13,1 miliardi di euro in termini di competenza e a circa 15,1 miliardi di euro in termini di cassa, sono imputabili sul piano della competenza a variazioni in aumento sia della spesa corrente, in misura pari a circa 6,9 miliardi di euro, sia della spesa in conto capitale, in misura pari a circa 6,2 miliardi di euro.
PRESIDENTE. Grazie, deputata Frassini, è autorizzata a depositare la relazione.
Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo: il Sottosegretario Freni rinuncia ad intervenire.
È iscritta a parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio 2024 è il documento contabile attraverso il quale il Governo rende noto al Parlamento i risultati della gestione di bilancio. È visto come un fatto automatico e formale, e invece credo sia la fotografia delle cose che ha fatto e che non ha fatto l'Amministrazione dello Stato, quali siano la visione e le priorità perseguite da questo Governo. Bene, i dati contabili, è innegabile, sono positivi.
Avete svolto bene i compitini imposti dai falchi dell'Unione europea e delle agenzie di cui vi siete inginocchiati, e il rendiconto dimostra la vostra coerenza nel portare avanti quella che è la politica dell'austerità. I conti dicono che questa politica ha funzionato, ma a quale costo? Chi paga il conto? Una scelta prociclica che, in un momento di depressione, di stagnazione, può significare una condanna letale per l'Italia, e sicuramente lo è per tanti italiani abbandonati a sé stessi. Perché, Presidente, alla fine non sono cose di così difficile comprensione.
Lo Stato possiamo assimilarlo ad una grande famiglia composta da tanti cittadini, e nessun padre di famiglia vuol fare debito e pagare interessi. Ma se un padre di famiglia vede che un figlio ha bisogno di una costosa medicina, di un accertamento diagnostico costoso, farà di tutto per curarlo, anche farsi prestare dei soldi, se è necessario. E non dirà “la mia priorità è non fare debiti”, e nel frattempo il figlio muore per mancanza di cure.
Così, se il bambino deve andare a scuola e il padre o la madre non hanno i soldi per comprare libri e il materiale scolastico, farà debito e non lascerà suo figlio nell'ignoranza. Soprattutto perché poi per le armi, il debito lo facciamo e lo faremo. Si prevedono 14 miliardi di euro di prestiti, che graveranno per 12.000 euro sul capo di ogni italiano, compresi i neonati. Ora, l'indebitamento netto è migliorato, ma, soprattutto, c'è un aumento delle entrate e della pressione fiscale.
Il forte aumento delle entrate di solito è un risultato positivo ma il problema è che quando aumentano le entrate e corrispondentemente non aumenta il PIL, cioè il fattore di crescita, quello che aumenta è, in realtà, la pressione fiscale. La pressione fiscale, senza un incremento del reddito, significa due cose: la prima, che c'è qualche problema, che dobbiamo intuire, all'interno del sistema economico; la seconda, che c'è scarsa produttività, sostanzialmente scarsa crescita. E, badate, questo lo dicono anche il Fondo monetario internazionale, le agenzie di che hanno migliorato la stima in Italia da BBB a BBB+, cosa che già aveva preannunciato , perché aveva sottolineato come, in realtà, il dell'Italia fosse basso rispetto alle effettive situazioni italiane.
Per la prima volta, come certifica a giugno l'Ufficio parlamentare di bilancio, abbiamo il tasso di crescita più basso dell'intera area dell'euro, e questo ci preoccupa, perché il nostro è, invece, il Paese che, grazie al Governo precedente, al Governo Conte, ha ottenuto il più grande finanziamento che abbiamo avuto dal dopoguerra ad oggi, un vero e proprio Piano Marshall, che è appunto quello del PNRR, che viene contabilizzato all'interno delle entrate.
Questo significa che, in realtà, se non ci fossero le risorse del PNRR, la crescita italiana sarebbe sotto zero. Guardate che, nell'ultimo trimestre, il PIL era addirittura a meno 0,1, e solo questo trimestre è a zero. Quindi, sostanzialmente, non cresciamo! Per cui, possiamo stringere la cinghia, noi e gli italiani, ma questo dato è allarmante. Significa che questo Governo manca assolutamente di politiche di crescita. Abbiamo un indicatore della pressione fiscale in crescita del 42,6 per cento. Voglio ricordare che la Presidente Meloni, o meglio il Presidente Meloni, così vuole essere chiamata, al maschile, quando era al Governo con Berlusconi, sosteneva che una pressione fiscale superiore al 40 per cento fosse incostituzionale.
Ebbene, rivogliamo la Meloni di prima, perché adesso stanno mettendo le mani nelle tasche degli italiani e senza attuare una redistribuzione. Perché, da un lato, si prendono più soldi agli italiani, dall'altro, agli italiani si dà meno, con una politica di tagli, tagli e tagli : tagli sullo stato sociale, sanità, sulla scuola, persino sui disabili, tagli agli Asacom e tagli ai comuni! E guardate che il taglio ai comuni è una cosa gravissima, perché è l'istituzione più vicina ai cittadini e tagliare le risorse ai comuni significa tagliare i servizi essenziali ai cittadini, tagliare il servizio pubblico, tagliare la possibilità di rifare la manutenzione al manto stradale! Solo due giorni fa, ad Agrigento, è morto un ragazzo - lo chiamo ragazzo -, un cinquantenne, per una buca sulla strada, e questo è inammissibile! È vero che dobbiamo guardare i dati dei mercati finanziari, ma non dimentichiamo la realtà. Eppure queste cose le diceva proprio Giorgia Meloni, ossia che una cosa erano i numeri e i dati contabili, una cosa era l'economia reale, la vita dei cittadini. Dovete passare dai mercati finanziari ai mercati rionali. Andate a vedere quanto è aumentato il costo delle cose, come le persone non riescano ad arrivare a fine mese! Uno Stato deve tenere in giusta considerazione la finanza, ma non può farlo sacrificando i diritti e le necessità dei cittadini. La politica è scelta e coordinamento tra contrapposti interessi.
Mi viene da chiedere: a chi giova che l'operazione sia riuscita, quando escono i medici da una sala operatoria e dicono l'operazione è riuscita, però, purtroppo, il parente morto?
Bene, noi abbiamo ossequiato, stiamo ossequiando i europei, ma, purtroppo, l'Italia sta morendo! Dovete effettuare, dobbiamo effettuare un cambiamento di rotta. E se i conti vanno così bene, se siamo nel mezzo di un nuovo miracolo economico, mi spiegate perché la povertà con Giorgia Meloni è raddoppiata? Ce lo spiegate, colleghi? Abbiamo 5,6 milioni di persone in povertà assoluta, circa 5 milioni di persone che hanno rinunciato a curarsi; 1 italiano su 4 è a rischio povertà o esclusione sociale. L'Istat ha stimato che sono 13,5 milioni le persone a rischio di povertà o esclusione sociale; ci sono 2,8 milioni di famiglie sotto la soglia di povertà e le persone che lavorano sono povere; sono 15 milioni gli italiani che non arrivano ad avere uno stipendio di 1.000 euro al mese. È chiaro che c'è una politica salariale che va assolutamente cambiata. Che cosa è rimasto in tasca agli italiani? Gli stipendi sono ormai i peggiori d'Europa. Voi avete affossato la richiesta di salario minimo, che è una minima cosa per dare un minimo di dignità a chi non arriva alla seconda settimana del mese, ormai. Praticate la moderazione salariale, tante volte l'ha ripetuto il Ministro Giorgetti, ma, se mantenere i salari bassi poteva avere un senso nella logica di un'economia mercantilistica, che ossequiava il del libero mercato e della libertà degli scambi, in un Paese come l'Italia, povero di materie prime, oggi dovrebbe invertirsi la rotta, perché, con la politica protezionistica attuata da Trump, abbiamo bisogno di sollecitare, di valorizzare la domanda interna, e, quindi, di fare in modo che gli italiani possano avere stipendi migliori per spendere di più in Italia. Se non si fa questo, tutto andrà al macero.
Preoccupante è poi la crisi del ceto medio, perché un ceto medio forte è uno Stato forte. Invece, oggi pochi stanno meglio e tanti stanno peggio e questo è un danno per tutti, perché si distrugge non solo l'economia, ma il tessuto sociale della stessa Italia. Connessa a ciò c'è la questione demografica. L'Istat ha detto che quest'anno abbiamo battuto un record negativo: meno 7 per cento delle nascite. Per non considerare l'emigrazione intellettuale: l'Italia si sta svuotando di giovani. Quindi, non facciamo figli, non abbiamo giovani e, poi, Giorgia Meloni è costretta a determinare, con un decreto Flussi, l'ingresso di 500.000 immigrati, lei che si scagliava contro questo tipo di misure, come se si volesse fare una sostituzione etnica, perché noi ne abbiamo bisogno, perché gli italiani, con questa politica, che mira solo a guardare alle esigenze della finanza, stanno scomparendo. Io spero che ve ne rendiate conto.
Si parla di occupazionale. Ci si vanta, guardandosi bene dal dire che questi posti di lavoro sono in aumento, in realtà, dal 2021, un andamento globale in tutta Europa, quindi ben prima che arrivasse la Meloni, ma, soprattutto, che si tratta di posti di lavoro povero e precario e che non alimentano i consumi. Questo fantomatico milione di posti di lavoro in più, che ricorda il miracolismo berlusconiano, è costituito soprattutto da 50, perché, non essendo riusciti e non avendo risposto alla promessa elettorale di riforma della Fornero, ormai la gente non va più in pensione e, quindi, rimangono i posti di lavoro indeterminato dei cinquantenni e oltre. Non è occupazione nuova giovanile, perché i nostri giovani se ne stanno andando tutti; fra salari bassi e scarsa qualità del lavoro, non riusciremo più a trattenerli.
Ma la vera questione drammatica è quella della mancanza di crescita. Avete abolito l'ACE, che era uno strumento di sostegno alle imprese e cubava 4 miliardi; al Sud, avete sostanzialmente svuotato Incentivo Decontribuzione Sud; avete tolto risorse ai comuni; avete tolto il Fondo per la perequazione infrastrutturale. Avete solo tolto all'Italia, non dato, e noi non stiamo a questo gioco
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Nicola Ottaviani. Ne ha facoltà.
NICOLA OTTAVIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Oggi noi siamo qui a discutere di rendiconto. Io, purtroppo, sono costretto a deludere il nostro Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze, perché lui si sta attardando in qualche cosa, che è il rendiconto, che, in realtà, al posto suo già è stato effettuato - pensi un po' - non da enti filogovernativi, ma da enti e istituzioni che sono giudicabili assolutamente e che hanno certificato la bontà dei numeri del 2024, addirittura in situazioni, in posizioni, in proiezioni più rosee rispetto a quelle che il nostro Governo aveva effettuato al momento dell'approvazione del documento di programmazione economico-finanziaria. Quindi, è bene che oggi noi ci andiamo a confrontare su questi numeri, però, ci sono degli istituti e delle istituzioni ai quali faremo riferimento da qui a breve che questi conti li hanno certificati con un'attestazione di estrema positività, scongiurando quelle Cassandre al negativo - potremmo chiamarle in altro modo, ma vogliamo edulcorare il sostantivo - che, fino a qualche tempo fa, invece, si auguravano che questo Paese, indipendentemente poi da chi lo guida, andasse in malora.
E, allora, a che cosa ci riferiamo? Il debito ha avuto un risultato positivo rispetto al PIL, per cui non siamo davanti ad un 135,4 per cento, ma ad un 134,9. Quindi abbiamo un guadagno importante in termini di quello che è il risultato che viene acquisito; risultato, questo, sicuramente insperato fino a qualche tempo fa. La vera discesa - è inutile che però ci prendiamo in giro - potrà esserci soltanto dopo il 2027, perché noi continuiamo a non ricordare e a non sottolineare abbastanza - e questa è una pecca della nostra maggioranza, del nostro centrodestra - che, in questa sorta di gara sui 100 metri (che, poi, in realtà, sono 110 metri, perché 110 era il ), ci siamo trovati con delle zavorre all'interno delle nostre tasche in grado, addirittura, di riportarci indietro e fino al 2027 dovremo, purtroppo, mettere da parte qualche cosa come 40 miliardi l'anno, che potevano essere destinati a maggiori spese e a maggiori investimenti. Peraltro, signor Sottosegretario, vorrei ricordare quello che su questa materia ci ha indicato ENEA, che non credo sia un eroe mitologico, stiamo parlando di un ente pubblico statale. ENEA, a giugno del 2025, ci ha ricordato che, ad oggi, su questa misura sono stati spesi ben 130 miliardi di euro e si presume che, alla fine del 2027, gli italiani - quindi, non terzi soggetti estranei rispetto a quest'Assemblea, ma quelli che sono i nostri deleganti - vadano a spendere qualcosa come 220 miliardi, per meno dell'1 per cento di tutti gli immobili presenti sul nostro Paese. Se questo significa ragionare in termini non di economicità, ma di sviluppo, di impiego oculato delle risorse, a cui faceva riferimento prima qualche rappresentante della minoranza, davvero è una suggestione, è un'interpretazione molto, molto, soggettiva, che rimettiamo poi a quello che è l'apprezzamento degli italiani.
Per quanto riguarda la crescita, non è nostro il dato, ma il dato è quello del Fondo monetario internazionale. La crescita che, secondo noi, si sarebbe attestata allo 0,7, probabilmente, entro la fine dell'anno, arriverà all'1 per cento. Questo che cosa significa? Che quando si arriverà a consolidare il meccanismo della crescita, alimentato - come vedremo a breve - soprattutto da quella che è la nuova occupazione - e, quindi, il numero non solo degli occupati, ma delle ore lavorate -, potremmo far raggiungere quel risultato, tanto agognato, tanto vituperato e tanto bistrattato fino a qualche tempo fa, che è la soglia del famoso 3 per cento, che, probabilmente, riusciremo a raggiungere entro la fine dell'anno, alla faccia - potremmo dire - di coloro che dicevano che il Paese sarebbe fallito, saremmo arrivati a non coprire i nostri debiti a breve, saremmo arrivati ad essere addirittura inaffidabili davanti agli altri europei ed internazionali. Riuscire a segnare quello che è l'obiettivo e raggiungere l'obiettivo del 3 per cento, fissato dal famelico Maastricht: riteniamo che, ancora una volta, stiamo adempiendo alle folli obbligazioni assunte dagli altri per un principio di continuità istituzionale . Non è che noi abbiamo detto: ma siamo subentrati, allora tanto meglio, tanto peggio. Non è che abbiamo detto: mah, ci sono degli obiettivi irraggiungibili per cui, alla fine, facciamo come alcuni enti locali che, quando subentra la nuova amministrazione, dichiarano il dissesto perché dicono: beh, non ce la facciamo a coprire le spese, meglio che ricorriamo al Ministero dell'Interno, poi i debiti li paga Pantalone e, soprattutto, le imprese terze che vadano fallite, insieme al dissesto comunale, poco ci interessa. No, abbiamo detto: continuiamo anche noi a dare, in qualche modo, affidabilità ai interni, che sono i cittadini, ed esterni, gli investitori, perché questi obiettivi riguardano tutti.
Quando si faceva riferimento prima al profilo delle entrate dicendo: ma si continuano a tutelare gli evasori. Ecco, ancora una volta, mi sembra che il dogma di alcuni soggetti della minoranza sia l'eresia, non la falsità, perché l'eresia è qualche cosa che deve essere accepita, accettata, secondo i più, a mo' di dogma religioso, a mo' di verità rivelata, ma di ipostasi, di cui parlava una volta Platone, ossia una sorta di principio indimostrabile. E così non è, perché, se siamo arrivati a 42,3 miliardi in più, che significa 5,7 per cento in più come incremento sulle entrate rispetto allo scorso anno, è perché siamo riusciti ad attuare una sorta di vera e propria rivoluzione copernicana grazie alla della , quindi grazie alla partecipazione del cittadino a quello che è un processo di contribuzione che non vede il cittadino messo sul patibolo, ma che vede il cittadino a cui viene data un'ennesima possibilità, una di contribuire a quelli che sono i bisogni del Paese. Chi non vuole pagare non paga nemmeno se ci sono cento sanatorie, nemmeno se ci sono mille nuove possibilità di condono. Chi viene rimesso nei termini, soprattutto dopo la vicenda del COVID e dopo la vicenda di due guerre che si stanno combattendo, ancora una volta, alle porte dell'Europa, quei soggetti hanno la facoltà, hanno la possibilità di rimettersi in regola con i conti dello Stato e, soprattutto, di rimettersi in regola con i conti della propria esposizione debitoria.
E dicevamo prima, queste maggiori entrate - signor Ministro, signor Sottosegretario - sono certificate dalla Corte dei conti grazie all'aumento dei soggetti dipendenti. Ma questa maggiore occupazione - ci dice l'INPS, smentendo clamorosamente delle false Cassandre che abbiamo ascoltato fino a qualche istante fa - proviene dal maggior numero delle ore lavorate, che è arrivato a pareggiare quello del 2007. Quindi stiamo parlando di interventi che erano assolutamente impensabili fino a qualche tempo fa.
Per non parlare - e andiamo a concludere, da qui a breve - del profilo che ci è stato rappresentato della crescita inferiore ad altri Paesi. Anche questo è un elemento di enorme falsità, perché, rispetto alla Francia - non ne parliamo per quello che è successo nel corso degli ultimi periodi - e rispetto alla Germania, ma prendendo il quadriennio come punto di riferimento, quella crescita, signor Sottosegretario, risulta drogata, non perché lo diciamo noi, ma perché ce lo dicono gli istituti di ricerca, da due elementi fondamentali: la maggiore spesa effettuata da parte dei Governi di riferimento, mentre noi abbiamo ridotto le spese voluttuarie e le spese non necessarie sotto il punto di vista dei consumi governativi, e l'incremento della popolazione che, in altre zone dell'Europa, si è registrata a dispetto dell'Italia.
È chiaro che le politiche sulla famiglia, le politiche sull'occupazione femminile e le politiche sulla tutela di quello che è il concetto dell'unione familiare porteranno anche questo Paese a recuperare punti su questa tematica.
E mi taccio davvero, signor Sottosegretario, chiedendo venia per esserci lievemente dilungati, ma pure all'interno di quello che era il mandato, diciamo così, che ci è stato conferito sotto il punto di vista della brevità e della sintesi, ma siamo stati per anni a frantumarci i timpani quando gli altri ci dicevano: guardate che le agenzie di , in realtà, stanno decretando il vostro dissesto. Adesso Fitch, che la scorsa settimana, venerdì scorso, oltre alla tripla B ha assegnato, per la prima volta, un all'Italia dicendo che il nostro debito pubblico non soltanto è sostenibile, ma è affidabile, diventa uno dei peggiori avversari di tutte le opposizioni presenti all'interno di questo nostro Paese. Mettetevi d'accordo con voi stessi e , anzi, potremmo dire, , cercate di essere almeno coerenti.
Ecco perché riteniamo che questi siano numeri importanti, sui quali il Governo, il Ministro Giorgetti, ha voluto, e avete voluto, lavorare. A voi va il nostro plauso perché siete in linea con le indicazioni del Governo e con le indicazioni del mandato elettorale che avete conseguito nell'ottobre del 2022 .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor Sottosegretario, oggi la Camera è chiamata ad approvare il rendiconto generale dello Stato, quello strumento con cui il Governo, al termine del ciclo di gestione della finanza pubblica, rende conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria. Inizio subito a dire che il nostro giudizio è del tutto negativo, sia per quanto riguarda il rendiconto 2024 sia per quanto riguarda l'assestamento 2025.
Assistiamo da mesi all'imperversante propaganda governativa capeggiata dalla Presidente Meloni, che vorrebbe rappresentare l'Italia come il “Paese di Bengodi”, con un occupazionale senza precedenti, un incredibile incremento del gettito fiscale, la riduzione dell'inflazione, lo ai minimi, salari che crescerebbero più dell'inflazione, spesa sanitaria in vorticoso aumento, contrasto all'immigrazione clandestina, all'illegalità e alla mafia. Una realtà immaginifica, che provate a far emergere anche tra le righe sia del rendiconto che dell'assestamento, che ci costringe in questa sede a fare alcune amare considerazioni sull'economia reale del Paese.
Anche l'OCSE boccia Meloni, smentendo la narrazione secondo cui l'Italia dovrebbe essere la locomotiva d'Europa, con una crescita maggiore della Francia e della Germania, addirittura. Niente di più falso: sia nel 2025 che nel 2026 il PIL italiano aumenterà dello 0,6 per cento, con un ulteriore ritocco al ribasso rispetto allo 0,7 per cento previsto per il prossimo anno, e ancora peggio rispetto al Documento programmatico di bilancio, in cui la previsione era dello 0,8 per cento, a fronte, per di più, dell'1,2 per cento dell'Eurozona.
Anziché autoincensarvi o guardare agli esempi peggiori in Europa o fuori dall'Europa, dovreste prendere ad esempio la Spagna di Sanchez, non solo per i dati economici, a dirla tutta, visto che il Presidente spagnolo sarebbe da imitare anche per quanto sta facendo per Gaza, e noi lo abbiamo sottolineato tante volte in quest'Aula , ma, tornando ai dati economici, la Spagna di Sanchez è volata al 2,6 per cento, con una prospettiva del 2 per cento anche per il 2026.
Ancora una volta, quindi, la narrazione trionfalistica del Governo Meloni si scontra con i dati reali, che voi mistificate in ogni circostanza. L'unica consolazione rimane la conferma di un contenimento del debito pubblico, senza effetti nell'immediato, visto che parliamo ancora di un debito eccessivamente elevato. Senza una strategia di crescita, cosa accadrà nell'economia del nostro Paese quando si esauriranno gli effetti del PNRR? Non ci pare che il disastro che avete causato vi preoccupi, come non vi preoccupa che gli stipendi non aumentino neanche proporzionalmente ai costi della vita.
Al netto della solita stucchevole propaganda, cosa fa la Presidente per migliorare la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini? Cosa fa il Governo? Si rende conto della situazione in cui versa il nostro Paese o la Presidente è troppo occupata ad andare in TV, senza contraddittorio, a parlare delle sue abitudini alimentari e a snocciolare dati falsi? Presidente, io concentrerò le mie riflessioni sul settore manufatturiero, su quello turistico e su quello energetico, ma le stesse considerazioni potrebbero essere fatte per tutti gli ambiti, al netto, ovviamente, della Difesa, su cui avete deciso di investire anche risorse che non abbiamo per obbedire agli ordini di Trump e alla follia di catapultare il nostro Paese in un sistema economico bellicista, contro cui ci siamo sempre battuti e continueremo a batterci con tutte la nostre forze .
Anche se Meloni va in TV a parlare di pastarelle e se ne infischia delle nostre imprese, la crisi del comparto industriale italiano è arcinota. Grazie a Urso il comparto manufatturiero non vede il segno più da quasi 3 anni, esattamente da quando lui occupa quel Dicastero. L'Istat sottolinea che la flessione del fatturato industriale nel 2024, pari a meno 4,3 per cento, è decisamente più marcata rispetto a quella dell'anno precedente, che era già del meno 0,7 per cento. Anche i volumi registrano, nella media annua, dinamiche negative, con un meno 3,2 per cento nel 2024, che segue il risultato, non certo edificante, ma pur sempre migliore, del meno 1,2 per cento nel 2023.
Andiamo sempre peggiorando, quindi. I dati grezzi mostrano un calo del 3,4 per cento in valore e del 2,3 per cento in volume: il calo peggiore dalla crisi del 2008-2009, escludendo gli anni della pandemia. Una crisi non isolata, ma che coinvolge, seguendo un internazionale, i vari settori particolarmente colpiti, come l', il tessile, l'abbigliamento, il calzaturiero, la metallurgia e il legno. Insomma, un fallimento in tutti i settori delle imprese e del , verso il quale a nulla sono valsi i 17,2 miliardi di euro stanziati nel 2024, a cui voi avete sottratto i 4,5 miliardi dal Fondo per l', che erano destinati a favorire politiche di sostegno alle imprese, attraverso una strategia industriale integrata a livello nazionale ed europeo, orientata al perseguimento dell'autonomia strategica e tecnologica nei settori ad alta innovazione, nelle telecomunicazioni, nell'aerospazio, nella sicurezza e nella difesa nazionale, e a razionalizzare e potenziare gli strumenti di incentivazione delle imprese e la gestione delle crisi aziendali, in modo da favorire la riconversione industriale delle aree di crisi.
Niente di tutto questo possiamo oggi constatare. Abbiamo chiesto al Ministro di venire a riferire in Aula su questa situazione disastrosa, ma il destino delle nostre imprese non sembra interessarlo, così come non sembra interessargli informare il Parlamento su cosa ha in mente. Probabilmente nulla, nessuna strategia, ed è per questo che rifiuta il confronto con noi. Per quanto riguarda il settore turistico, non possiamo certo non sottolineare come negli ultimi anni abbia assunto un ruolo di rilevanza strategica per l'economia nazionale, contribuendo in modo significativo alla crescita dell'economia e dei livelli occupazionali, con un impatto positivo sugli investimenti e sulla modernizzazione delle infrastrutture e dei servizi correlati, facendo registrare al nostro Paese livelli di crescita nel settore superiori anche a quelli della media dei Paesi dell'Unione europea; nonostante il Governo, mi verrebbe da dire.
Per questo sono ancora più gravi e rilevanti i rilievi che ha fatto la Corte dei conti nella sua relazione di validazione, che ha obiettato che solo il 13,2 per cento delle risorse del programma “Promozione e valorizzazione strategica dell'offerta turistica nazionale e innovazione” risultano impegnate, con uno scostamento negativo, e quindi il mancato raggiungimento dell'obiettivo della valorizzazione e promozione dell'offerta turistica, al fine di accrescere l'attrattività del Paese sia a livello nazionale che internazionale.
La Ministra Santanche' non è quindi da meno di Urso, visto che ha lasciato fermo l'86,8 per cento delle risorse che aveva a disposizione per un programma che si configura come uno strumento di intervento strategico per sostenere il comparto della ricettività e della promozione turistica. Per quanto riguarda la missione “Commercio internazionale e internazionalizzazione del sistema produttivo” in capo al Ministero degli Affari esteri, mi preme segnalare che è destinatario di un misero 15,35 per cento del bilancio del Ministero, pari a circa 640 milioni di euro.
Eppure a questa missione è assegnato un ambizioso obiettivo strategico, quello di accompagnare le imprese italiane nei mercati internazionali attraverso la valorizzazione del marchio Italia e i prodotti italiani nel mondo, il supporto alle esportazioni, l'attrazione di investimenti esteri e la partecipazione a fiere e missioni commerciali. Quello che nei programmi dei patrioti dovrebbe essere uno degli obiettivi prioritari, credo. Si tratta di risorse per noi esigue, soprattutto in uno scenario internazionale come quello attuale, che è segnato da livelli di incertezza significativi.
Anche sul fronte ambientale ed energetico la capacità di impegno totale delle risorse procede a rilento: 62,2 per cento nel 2024, un po' meglio del 2023. Il MASE, pur avendo conseguito i risultati previsti per 22 dei 26 obiettivi, non sembra essersi particolarmente impegnato nel conseguimento di quelli, per noi imprescindibili e ineludibili, relativi al rafforzamento della ricerca e dell'innovazione tecnologica per la transizione energetica, per l'efficientamento energetico degli edifici pubblici, il miglioramento della capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti o il paradigma dell'economia circolare.
Purtroppo questo testimonia per noi, ancora una volta, che le politiche energetiche non sono affatto una priorità di questo Governo, e non ci ha quindi sorpresi che la Presidente Meloni abbia accolto con grande favore il folle intervento di Trump all'ONU, non solo per l'odio insensato e terribile verso i migranti, ma soprattutto per l'attacco spregiudicato e sprezzante alle politiche per arginare la crisi climatica. Posizioni estremamente preoccupanti, visto che ogni anno il nostro pianeta manifesta gravi segni di sofferenza. Quest'anno la Terra è in debito ecologico dal 24 luglio, una settimana prima dello scorso anno.
Cosa deve accadere perché capiate che non si può continuare così? Pensate che le armi e le bombe servano a rigenerare il pianeta? Voi siete davvero degli irresponsabili !
In ultimo, faccio riferimento a un programma di interesse della X Commissione, di cui faccio parte, in capo al Ministero dell'Università e della ricerca, che riguarda la ricerca scientifica e tecnologica di base, ove risultano iscritti capitoli di spesa relativi al programma nazionale di ricerca aerospaziale e all'ASI, per lamentare in questa sede l'esiguità degli stanziamenti. È inutile che fingiate di essere interessati ad avere un ruolo nell'economia dello spazio, nella gestione dei moderni sistemi di intelligenza artificiale e nell'innovazione tecnologica se poi applicate, anche a settori così strategici, la politica della . Perché non riducete le spese per le armi, anziché tagliare su ricerca e innovazione? Tagliate piuttosto i programmi , i partenariati coi progetti israeliani su sicurezza, difesa e sorveglianza e mettete fine alla complicità per l' e il genocidio del popolo palestinese. Invece, avete ridotto gli stanziamenti iniziali del Ministero di 82 milioni di euro, che incidono in proporzione maggiore proprio sulla missione ricerca e innovazione.
Non potete giustificarvi sostenendo che i tagli saranno compensati dalla quota del 5 per mille dell'Irpef da assegnare agli enti di ricerca scientifica e alle università, perché sapete perfettamente che le risorse sono del tutto insufficienti. Noi continueremo a chiedervi un cambio di rotta già nella prossima legge di bilancio, poiché è sulla base dei finanziamenti alla ricerca che è possibile dare una prospettiva temporale certa ai giovani collaboratori e contrastare la fuga all'estero.
Concludo, Presidente, per ribadire il nostro giudizio totalmente negativo su questi provvedimenti ma, più in generale, sulle modalità con cui questo Governo sta determinando il tracollo socio-economico dell'Italia .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carmen Letizia Giorgianni. Ne ha facoltà.
CARMEN LETIZIA GIORGIANNI(FDI). Grazie, Presidente. Parlare di assestamento e rendiconto sembrerebbe il modo più semplice per far addormentare un'Aula, ma non è così, perché dietro questi numeri, che a prima vista possono sembrare freddi e lontani dalla vita reale delle persone, si nasconde una storia molto interessante, che è quella del nostro Paese: un Paese che cresce, che tiene i conti in ordine e che finalmente convince anche i mercati e le agenzie internazionali. Altro che noia contabile: qui è la dimostrazione che il rigore può andare di pari passo con lo sviluppo.
Il documento, infatti, ha lo scopo di aggiornare a metà esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto. Serve, in poche parole, ad aggiornare le previsioni della legge di bilancio 2025 sulla base di dati concreti nei primi mesi di gestione e delle variazioni già intervenute con atti amministrativi.
Il provvedimento è composto da un solo articolo, ma ha un ruolo cruciale: permette di riallineare entrate e spese con l'andamento reale della finanza pubblica, assicurando trasparenza e solidità dei conti. Ed è un bene che sia così, perché senza questo tipo di allineamento il bilancio rischierebbe di essere un documento vuoto, un documento che non permette - come invece fa - di portare a strumenti concreti per governare gli interessi reali di questo Paese.
Entrando nel merito del provvedimento, le nuove stime mostrano un quadro complessivamente positivo. Il saldo netto da finanziare migliora di 775 milioni di euro rispetto alla previsione iniziale. Certo, considerando anche le variazioni amministrative, il saldo complessivo si attesta a meno 189 miliardi, leggermente superiore rispetto ai meno 186 miliardi fissati con la legge di bilancio. Ma attenzione: questo andamento riflette soprattutto l'aumento delle entrate e della capacità di investimento dello Stato. Quindi, un piccolo segno meno che racconta, in realtà, una grandissima ambizione.
Le entrate finali crescono di 15,8 miliardi di euro: un segnale importante che deriva sia dal gettito tributario, superiore alle attese, che da maggiori entrate extratributarie. Tra i dati più significativi l'arrivo della sesta rata del PNRR dell'Unione europea, pari a 1,5 miliardi di euro, i maggiori dividendi delle società partecipate, i proventi dei giochi e delle scommesse, le risorse destinate al Fondo di risoluzione unico per le crisi bancarie e i versamenti dei gestori dei servizi energetici.
Parallelamente, le spese finali aumentano di circa 18 miliardi di euro, di cui 7,9 miliardi di spesa corrente e 12 miliardi di spesa in conto capitale, cioè investimenti. È importante sottolineare che l'aumento di spesa è destinato in gran parte a sostenere lo sviluppo, con strumenti come i crediti d'imposta e i trasferimenti legati a programmi strategici. In altre parole, non spese a pioggia ma investimenti mirati a creare crescita.
Un altro dato significativo riguarda il risparmio pubblico che, pur restando negativo, migliora di 5,7 miliardi, attestandosi a meno 41,1 miliardi. È un segnale di maggiore sostenibilità nel rapporto tra entrate e spese correnti, segno che stiamo camminando in equilibrio nonostante il peso del debito.
Va poi evidenziato un punto fondamentale: tutte queste variazioni sono pienamente coerenti con gli impegni europei. La relazione tecnica conferma che l'indebitamento netto della pubblica amministrazione migliora di circa 500 milioni di euro e che la crescita della spesa netta è perfettamente in linea con il sentiero programmato nel piano strutturale di bilancio. In altri termini, questo assestamento non solo aggiorna le previsioni in maniera realistica e prudente, ma lo fa nel pieno rispetto delle regole europee e degli obiettivi di finanza pubblica. Non è poco in tempi in cui per guadagnare la fiducia internazionale ci vuole veramente tanto tempo e per perderla ci vuole veramente pochissimo.
Signor Presidente, questi numeri ci dicono che la gestione del bilancio è solida, che il Paese è in grado di attrarre risorse importanti e che si conferma l'impegno del Governo a coniugare rigore e sviluppo. Ma questi risultati sono stati resi possibili da un robusto aumento, come dicevamo, delle entrate finali, pari a oltre 42 miliardi, che hanno più che compensato l'incremento delle spese finali. Nel complesso, quindi, il rendiconto 2024 testimonia una gestione oculata e prudente delle finanze pubbliche, capace di garantire migliori risultati rispetto a quelli previsti.
La Corte dei conti ha dichiarato regolare il rendiconto generale, confermando la solidità della gestione finanziaria dello Stato. A questa valutazione si aggiunge la decisione di pochi giorni fa, come hanno detto anche i colleghi, dell'agenzia Fitch che ha innalzato il del nostro Paese. Una promozione che non arriva per caso, ma che si fonda su motivazioni ben precise: maggiore fiducia nella traiettoria fiscale dell'Italia, conti pubblici più prudenti, impegno serio e credibile nel rispettare gli obiettivi di bilancio. Io poco fa ho sentito dire in quest'Aula che le agenzie di sarebbero compiacenti al Governo, ma questa è un'accusa che francamente fa sorridere. Fitch non promuove per simpatie politiche, ma solo sulla base di dati concreti e trasparenti, gli stessi che chiunque può leggere nei documenti ufficiali. Deficit e indebitamento scendono, le entrate crescono, l'Italia è più credibile. Forse dà fastidio che oggi i mercati ci riconoscono ciò che per tanti anni non eravamo mai riusciti a conquistare . Io direi che l'opposizione, invece che tifare contro, dovrebbe essere contenta ed essere la prima a gioire di questo riconoscimento, perché non è un favore che si fa al Governo ma è un beneficio per tutto il Paese, perché significa minori interessi sul debito e, quindi, più risorse per famiglie e imprese. Vedete, non servono prestigiatori dei numeri, né maghi dei conti. Serviva serietà politica e i mercati, appunto, lo stanno riconoscendo.
Questi risultati ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta: una politica economica fondata sul realismo, sulla trasparenza e sulla serietà che sta restituendo credibilità internazionale all'Italia A.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Silvia Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi discutiamo sul rendiconto e sull'assestamento di bilancio. Ci apprestiamo a un passaggio che sembra molto formale e burocratico, ma in realtà sappiamo benissimo - e chi si occupa di bilancio lo sa ancora meglio, ma lo sa tutto il Parlamento - quanto dietro ai numeri si nascondano scelte politiche profonde, o mancate scelte, e quindi quanto dietro ai numeri ci sia la vita delle persone.
E tra queste cose penso che dovremmo valutare, quando parliamo di numeri, di bilancio, di rendiconto e di assestamento, l'impatto che le scelte politiche, e quindi i tagli o le maggiori spese, abbiano avuto sulla vita delle persone e ci dobbiamo chiedere quanto le scelte di bilancio abbiano contribuito a quell'uguaglianza non formale, ma sostanziale, che l'articolo 3 della Costituzione sancisce, Costituzione su cui questo Governo ha giurato. Quanto noi abbiamo contribuito? Quanto questa legge di bilancio ha contribuito? Quali ostacoli di ordine economico e sociale - quelli che limitano la libertà e l'uguaglianza vera (quella sostanziale e non formale) - avete rimosso?
Purtroppo, la risposta, al netto della propaganda e della comunicazione, su cui siete bravissimi - probabilmente i migliori di tutto questo Parlamento e anche dei precedenti - è davvero vuota e desolante: l'Italia, le italiane e gli italiani non stanno affatto meglio. E, al netto dei racconti che “TeleMeloni” ci propina ogni giorno, la realtà e i numeri - anche i numeri - sono in realtà ben diversi. Non basta nemmeno - lo dico, per suo tramite, Presidente, anche alla collega che mi ha preceduto - il racconto dei conti in ordine, che, da un certo punto di vista, ci sono. Non basta il nuovo , di cui, sicuramente, tutti possiamo essere contenti. Non basta nemmeno l'annuncio dell'uscita prossima dalla procedura di infrazione. Non bastano, perché i numeri invece ci raccontano di una realtà in cui le persone e le imprese fanno fatica. Questi numeri, che ci avete presentato oggi, ci raccontano, ad esempio, di una cassa in profondo rosso e di un saldo che migliora in gran parte, perché c'è l'inflazione, che, però, colpisce le persone. Non basta, perché i numeri del Paese reale, come dicevo, sono altri. Ad esempio, i numeri dei dati Istat ci raccontano che quasi un italiano o italiana su dieci è in povertà assoluta.
Oggi, ce lo ha ricordato anche “Alleanza contro la povertà”, facendo proposte concrete anche in vista della prossima legge di bilancio.
Tra l'altro, di queste persone povere il 14 per cento sono bambini e adolescenti e penso che questo dovrebbe agghiacciare tutte e tutti noi che siamo in quest'Aula. Non potete fare nemmeno il giochino di scaricare sui Governi precedenti le colpe di tutto quello che non funziona che è un vostro mantra, anche perché ormai governate da ben 3 anni. Quindi, è un po' difficile scaricare sui Governi precedenti. Non avete voluto approvare il salario minimo, se non ieri, al Senato, una delega in bianco, cancellando tutto il lavoro delle opposizioni. Il risultato è che l'Eurostat ci dice che il 10,2 per cento dei lavoratori è povero, con un aumento importante, al 9 per cento, di lavoratori poveri a tempo pieno. Quindi, ormai, le persone che lavorano non hanno più una garanzia di uscire dalla povertà e questo è grave. È una di quelle cose di cui quei numeri, che ci avete presentato, avrebbero dovuto occuparsi. Inoltre, 5,8 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi. Le liste d'attesa non ve le devo nemmeno raccontare, ma voi ancora vi vantate che il Fondo sanitario nazionale è cresciuto rispetto ai Governi precedenti, cosa che, come ci ha ricordato in quest'Aula anche la segretaria Elly Schlein, è successo in tutti i Governi, perché ancora non avete capito che la spesa sanitaria si misura su spesa sanitaria rispetto al PIL e, su questo, purtroppo, siamo sotto la media europea e sotto la media OCSE.
E, a proposito di media europea, a giugno, Giorgia Meloni, davanti alla platea di Confcommercio, si vantava, rispetto alla crescita, che l'Italia faceva meglio della Francia e della Germania. Peccato che i dati, ancora una volta, hanno smentito la sua propaganda. Lo ha detto anche la collega Carmina prima. Dopo il meno 0,1 per cento di crescita nel secondo trimestre, oggi siamo con dati che ci raccontano di una crescita inferiore alle aspettative: 0,5 per cento per quel che resta dell'anno e 0,7 per cento nel 2026, il tutto quando abbiamo ancora quella leva del PNRR, che - abbiamo ascoltato anche oggi durante il - purtroppo voi non avete voluto sfruttare appieno.
E qui cito una cosa sulle tante che potrei citare: il numero dei posti nido. Avete tagliato di oltre 100.000 il numero dei posti nido, che, grazie al PNRR, avremmo potuto creare. Questo significa donne che vedranno ricadere sulle loro spalle, e sempre e solo sulle loro spalle, la cura familiare. È un'occasione persa per tutta l'Italia.
Ma ancora, a proposito di numeri che ci raccontano un sogno molto diverso da quello che invece Giorgia Meloni ci propina su “TeleMeloni”, guardiamo alla produzione industriale, che è calata per 25 mesi di fila e a una significativa crescita delle ore di cassa integrazione autorizzate. Avete raccontato anche di aver ridotto le tasse: il vostro pallino da prima, dalla campagna elettorale, e poi in tutte le leggi di bilancio. Peccato che siamo al record, dal 2020, della pressione fiscale: siamo al 42,5 per cento. E qua, i numeri, quei numeri che oggi ci venite a propinare, raccontano una realtà assolutamente diversa.
Voglio dire che, se queste sono le premesse che ci avvicinano alla legge di bilancio, peggio ci sentiamo. Peggio ci sentiamo, perché tra condoni e rottamazioni (siamo alla quarta), oggi, perfino il Vice Ministro Leo ci dà ragione. Oggi, sulle colonne de , il Vice Ministro Leo racconta che la Lega vuole propinarci l'ennesima rottamazione e dice che servono paletti. Cito il Vice Ministro Leo: “Negli anni passati si è riscontrato che la gente, che avrebbe potuto pagare, l'ha usata pretestuosamente”. Sì, “pretestuosamente”, ha detto il Vice Ministro Leo. Noi lo dicevamo da tempo che avremmo dovuto non far pagare sempre agli stessi, a scapito di sempre gli stessi, perché è quello che state facendo. E questo credo sia assolutamente contrario alla Costituzione, che ho citato prima, su cui avete giurato.
Poi, c'è un altro dibattito surreale che anche oggi leggiamo sui giornali e di cui sentiamo parlare da un po'. Mentre le persone fanno fatica e le imprese devono fare fronte ai dazi - ancora non sappiamo le conseguenze e soprattutto non abbiamo visto nessun piano messo in campo dall'Italia -, mentre le nostre imprese pagano il prezzo dell'energia più alto di tutta Europa, Tajani dice “no” a nuove tasse - cito - per cittadini, imprese e banche. Come se le banche fossero equiparabili ai cittadini e alle imprese! E qui gli risponderei con le parole del Ministro Giorgetti che dice che le banche hanno fatto utili stratosferici. Allora, per una volta, mi auguro, che, in vista di questa legge di bilancio, l'abbia vinta il Ministro Giorgetti e chieda davvero quella tassa sugli extraprofitti delle banche, di cui l'Italia ha bisogno e di cui hanno bisogno le cittadine e i cittadini per potersi curare e per vedere rispondere a quei bisogni pressanti che oggi vediamo non dai vostri numeri, ma da altri numeri.
Io credo - chiudendo - che quello che dovremmo fare è riuscire a dare un'anima a questi numeri, un'anima sia al Rendiconto e all'assestamento, sia alla legge di bilancio che oggi, in questi giorni, a inizio ottobre, inizia il suo percorso. Quello della legge di bilancio è il momento più importante per il Parlamento e per l'Italia.
Allora, diamogli un'anima vicina alle persone: l'anima di un Paese che, davvero, con le sue scelte, realizza quell'articolo 3 e rimuove gli ostacoli sostanziali per dare uguaglianza vera a tutte le persone; l'anima di un Paese che si occupa di chi un lavoro non ce l'ha, di chi un lavoro ce l'ha, ma è sfruttato e guadagna troppo poco, di chi non riesce a pagarsi l'affitto; l'anima dei giovani che decidono di andarsene via dall'Italia, perché qui non trovano una vita dignitosa e di quelle donne che vorrebbero fare una famiglia, ma non possono, perché ancora la cura grava solo su di loro.
Ecco, diamo un'anima a questi numeri, perché, in fondo, è questo il vero senso della politica .
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione congiunta sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare, se lo ritiene, la relatrice, deputata Frassini, che rinuncia. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, Sottosegretario Freni, che rinuncia.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame degli articoli del disegno di legge recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024.
Non essendovi emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 6. Se nessuno chiede di intervenire, per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 7. Se nessuno chiede di intervenire, per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato allo svolgimento delle dichiarazioni di voto, concentrandole sulla votazione finale dell'assestamento.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2536:
S. 1566 - "Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo, ora, all'esame del disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025.
Passiamo all'esame dell'articolo unico, con le annesse tabelle.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo al quale non sono stati presentati emendamenti, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
FEDERICO FRENI,. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è contrario su tutti gli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Iniziamo dall'ordine del giorno n. 9/2537/1 Torto, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO(M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo per illustrare un po' questo ordine del giorno e chiedo una riflessione al Sottosegretario Freni che, di solito, è propenso all'ascolto, a differenza di molti altri membri di questo Governo. Allora, ci provo. Voglio porre l'attenzione soprattutto sui profili di competenza della difesa che vengono citati dalla Relazione della Corte dei conti sul rendiconto 2024. Perché voglio intervenire su questo? Perché oggi è una giornata particolare, Presidente. Approfitto per mandare un abbraccio a tutti gli attivisti, a tutti i parlamentari che, in queste ore, fremono per l'inizio di una seconda notte, quella della che potrebbe essere una notte non serena . Quindi, come MoVimento 5 Stelle, ci stringiamo a loro e con questo ordine del giorno io voglio chiedere un atto di sensibilità alla maggioranza, in questo Parlamento. Perché - vedete - gli stanziamenti definitivi, riportati nella Relazione della Corte dei conti, di competenza del Ministero della Difesa, si sono attestati a più di 31 miliardi, un incremento del 4,4 per cento rispetto al 2023. E, comunque, si registra un in crescita degli ultimi anni.
Noi chiediamo, con questo ordine del giorno, che si faccia un piccolo passo indietro: che si possa ridurre la spesa per i sistemi di armamento di questa Nazione e utilizzare quei soldi per far crescere quello di cui l'Italia ha bisogno, ossia il sistema sanitario, che oggi crolla sotto i nostri piedi e su cui vedo che questa maggioranza non è molto interessata, Presidente, e il sistema sociale, che aspetta risorse da anni, da quella ex famosa destra sociale che si strappava le vesti per i più fragili. E, invece, oggi è tutto sparito e tutte le risorse vengono investite per il raggiungimento del 5 per cento in 10 anni: nuovo che Giorgia Meloni offre alla Nazione. Ecco, questa è la spesa che noi non apprezziamo, questa è la spesa che noi non vogliamo.
Voglio terminare citando una famosa canzone. Capisco bene che il contesto non è lo stesso, però, Presidente, io lo ritengo attuale. Quindi la dedico a questo Governo, con la speranza che si sensibilizzi di fronte non alle nostre parole, di fronte al genocidio, di fronte alle tragedie che si stanno consumando in questi mesi. Ebbene: “E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare, verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte, per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti” .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2537/1 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2537/2 Alifano, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. L'esito di questa discussione porterà a una conclusione lapidaria: l'operazione è riuscita, il paziente è morto. I conti pubblici sono apparentemente in ordine, ma, al contempo, l'economia reale del Paese è in grande sofferenza.
E questo lo dicono tutti gli enti che fotografano la realtà italiana: una crescita più che modesta del PIL - la collega Roggiani, che mi ha preceduto, ne ha dato la stima -, molto inferiore alle attese governative che si aggiravano intorno all'1 per cento. L'Italia corre molto meno rispetto alla media UE, molto meno rispetto alla Spagna, che registra una crescita del 3,2 per cento, e meno della stessa Francia. Nel 2024 la produzione industriale - e questo credo che sia il dato più drammatico - si è contratta del 4 per cento rispetto all'anno precedente e in quest'ultimo anno era già calata del 2 per cento.
E non finisce qui. È vero, sono aumentati i posti di lavoro, qualcuno l'ha detto prima di me, ma prevalentemente in settori a bassa produttività e, nel frattempo, i salari sono meno che fermi. Rispetto a 6 anni fa - e questi sono dati Istat - i salari hanno perso in termini reali il 10,5 per cento. L'inflazione oramai è alla portata di tutti, conosciamo questo dato, e sta continuando a erodere pesantemente il potere di acquisto dei lavoratori, mentre non si allenta la pressione fiscale che grava su di loro.
Leggo cosa dice un articolo che è stato pubblicato sul sito di Confesercenti il 4 luglio scorso. Titola così: “Vendite: Confesercenti, 2025 difficile per il commercio, famiglie razionalizzano i consumi al ribasso”. Si tratta, quindi, non solo di una voce che - come diceva la collega prima di me, la collega Carmina - si raccoglie girando per i mercati - forse tanti di voi non lo fanno, noi continuiamo a farlo -, ma anche il sito di Confesercenti ha lapidariamente detto questo. E sempre in questo contributo viene detto: “(…) preoccupante arretramento congiunturale (...) delle vendite al dettaglio. Un andamento che riflette le difficoltà che le famiglie ancora incontrano nel riportare la propria spesa sui livelli precedenti l'impennata inflazionistica del 2022-2023”. Colleghi, il carrello della spesa degli italiani è sempre meno pieno, ce ne vogliamo rendere conto ?
Allo stesso tempo sono 6 milioni gli italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta, oltre un decimo della popolazione: 11 milioni sono a rischio di esclusione sociale. Cito dati forniti da enti che sono deputati proprio all'analisi sociale e economica del Paese.
Non va meglio per i servizi offerti ai cittadini o, meglio, non offerti ai cittadini. La spesa sanitaria pubblica è ferma al 6,3 per cento del PIL, una percentuale che è inferiore sia alla media OCSE, sia ovviamente a quella europea. In questo contesto così difficile - la collega Carmina parlava anche della forte denatalità che continua a registrarsi in questo Paese - bisogna pensare a misure coraggiose. Il carico fiscale non deve continuare a strozzare il ceto medio, non deve continuare a deprimere i consumi e non deve continuare a risparmiare i grandi. Bisogna, allora, pensare che il carico fiscale debba essere spostato verso chi ha goduto di extra-profitti e rendite fuori misura e, tra questi, ci sono le banche che hanno beneficiato dell'aumento dei tassi di interesse nell'ultimo triennio. Vi cito un altro dato: 112 miliardi di euro, secondo i dati FABI. Questo è stato il profitto delle banche.
Sappiamo tutti in quest'Aula come è finita l'idea, ahimè distorta, che è stata attuata in modo distorto ovviamente, di tassare i profitti bancari, così come è stato poi voluto dalla maggioranza. Non ha portato gettito, perché tutte le banche hanno utilizzato una scappatoia che a loro era stata offerta, di destinare le imposte che dovevano allo Stato al proprio rafforzamento patrimoniale. Sappiamo tutti come è finita. Si è detto: banche, pagate le imposte sugli extra profitti, anzi no, non le pagate; versate le somme che dovreste allo Stato a voi stesse, aumentando la vostra riserva. È un favore che non viene offerto al comune cittadino. Certo, non viene riconosciuto alla generalità dei cittadini.
Allora, con questo ordine del giorno che cosa chiediamo? Chiediamo dei punti ben precisi. Innanzitutto, di salvaguardare il livello e la qualità della spesa pubblica. Lo speriamo, ma il registrato negli ultimi tre anni purtroppo non ci lascia essere ottimisti. Si chiede, poi, di prevedere misure atte a conservare il potere di acquisto dei cittadini, anche attraverso un regime fiscale che possa contrastare il , e infine di introdurre, per gli anni 2024-2025, un'imposta straordinaria - questa volta seriamente - sugli extraprofitti bancari, eliminando la facoltà di destinare l'imposta dovuta a riserva patrimoniale.
Ho letto ultimamente delle interviste o, comunque, ci sono voci che girano tra le file della maggioranza, rilasciate da autorevoli esponenti della stessa, che lascerebbero ben sperare, anche se il parere contrario su questo ordine del giorno ha spento qualsiasi speranza. Si sperava che finalmente si facesse strada un'idea che era stata proposta innanzitutto dal MoVimento 5 Stelle, anche in ritardo, seppure in ritardo, quando ormai la pressione fiscale è salita al 42,5 per cento, nell'ultimo anno di oltre un punto percentuale, quando ormai, Presidente, è stato raschiato il fondo del barile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2537/2 Alifano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2537/3 Marianna Ricciardi, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Volevo leggere giusto l'impegno dell'ordine del giorno. Chiedevo un impegno al Governo di intervenire, nel primo provvedimento utile di natura finanziaria, al fine di stanziare risorse adeguate per superare le rilevanti carenze del Servizio sanitario nazionale, aggravatesi in corso d'anno, con riguardo all'assistenza territoriale, alle liste di attesa e alla carenza di personale.
Credo che dovremmo essere tutti concordi sul fatto che c'è una carenza di personale sanitario e le liste d'attesa sono lunghissime. Mi chiedo, però: un parere contrario secco cosa significa? Che non siete d'accordo a farlo nel primo provvedimento utile? Volete farlo al secondo provvedimento utile, al terzo provvedimento utile? Significa che credete che non esista questo problema nel nostro Paese? Guardate che ci sono 6 milioni di persone che stanno rinunciando a curarsi e, di queste, 2 milioni lo fanno per motivi economici , perché manca il personale, perché non c'è posto nel pubblico.
Mi chiedo, allora: forse è una realtà che è nota soltanto a me? È nota soltanto a noi dell'opposizione? Credo sia una realtà del Paese e tutti dovremmo sapere questo, ma evidentemente forse voi, in realtà, consultate i dati dell'Agenas: andate sul portale dell'Agenas dove i dati del pubblico sono uniti ai dati del privato e, quindi, le liste d'attesa sono magicamente cortissime. Forse è questa la verità?
Allora, io chiedo: voglio proprio vedere chi andrà a votare contro questo ordine del giorno, perché significa che voi siete contro la realtà che vivono i cittadini, contro le difficoltà che queste persone incontrano. I pazienti, che devono aspettare mesi e mesi per farsi visitare nel pubblico, poi vanno nel privato e quei dati sono accorpati a quelli del pubblico e risulta che hanno magicamente impiegato due giorni per fare una visita oculistica urgente. Questa è la realtà ed è una vergogna .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2537/3 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2537/4 Di Lauro, con il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2537/4 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2537/5 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2537/5 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione…
Revoco la votazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Molto rapidamente, non ho chiaro se il Sottosegretario Freni abbia letto questo ordine del giorno perché è un ordine del giorno assolutamente innocuo e credo che tutta l'Aula potrebbe essere d'accordo sul fatto che si debba intervenire per garantire, per sostenere risorse adeguate per i farmaci anticancro, per i farmaci essenziali per i bambini. Semplicemente questo.
Questo è un ordine del giorno banalissimo. Non ha neanche provato a riformularlo con la solita frase “a valutare l'opportunità di (…), nel rispetto dei vincoli di bilancio”.
State facendo un'operazione assolutamente indecente da questo punto di vista. Io vi invito a riflettere su questo. È un ordine del giorno assolutamente di buon senso e vi chiede semplicemente di impegnarvi per garantire farmaci anticancro ai bambini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, il Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze, Freni. Ne ha facoltà.
FEDERICO FRENI,. Grazie, Presidente. Possiamo cortesemente tenerlo accantonato e parlarne tra un minuto mentre andiamo avanti con gli altri?
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2537/5 Quartini è accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2537/6 Carmina.
Ha chiesto di parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Una richiesta: lei è andato veloce quando ha chiamato l'ordine del giorno ed io dicevo che volevo intervenire ma non mi ha sentito ed è andato in votazione. Posso invece intervenire o non è ammissibile…?
PRESIDENTE. No, non è andato in votazione…
IDA CARMINA(M5S). …Annullare, revocare e intervenire?
PRESIDENTE. No, non è andato in votazione l'ordine del giorno.
IDA CARMINA(M5S). Il 4. Era il 4!
PRESIDENTE. No, il 4 era l'ordine del giorno n. 9/2537/4 Di Lauro e lo abbiamo votato. L'ordine del giorno n. 9/2537/5 l'abbiamo sospeso, revocandone la votazione, per dare la parola al deputato Quartini. Poi c'è stato l'intervento del Governo e quindi lo abbiamo accantonato. Adesso c'è il suo. Se vuole parlare bene, altrimenti lo pongo in votazione. Decida.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. La questione di questo ordine del giorno è abbastanza complessa e riguarda l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. In che senso? Parliamo di assestamento di bilancio e quindi di correggere gli eventuali errori che vi siano o fare quegli spostamenti necessari nell'ambito del bilancio. Che cosa accade e lo ha segnalato anche ANCI? Che c'è un disallineamento fra le prestazioni erogate dai comuni in favore dei minori stranieri non accompagnati e il fondo previsto dal Ministero dell'Interno per coprire le spese dei comuni. In teoria si parla di contributo ma, nei fatti, dovrebbe essere un rimborso e chi è stato sindaco e chi ha competenza nel Ministero lo sa: sostanzialmente le assegnazioni vengono fatte direttamente dal Ministero dell'Interno. Faccio un esempio per tutti: c'è un comune, Siculiana, di 4.000 abitanti, in cui a volte vengono assegnati 400 minori. Ora, una volta che il fondo non è capiente, evidentemente deve corrispondere queste somme il comune, ma chiaramente non è in grado di poterlo fare. Per cui, in teoria e in pratica, qualora le cooperative, le associazioni e chi ha avuto in carico il minore straniero non accompagnato dovessero richiedere le somme ai comuni, andrebbero fatalmente tutti in dissesto, soprattutto nel Meridione d'Italia dove i bilanci li chiudono a stento. Per cui è una lotta fra poveri. C'è chi ha già lavorato e non è retribuito. Badate che l'ANCI sottolinea che si tratta di 80 milioni di euro nel 2023 dovuti dallo Stato e di 100 milioni di euro per il 2024. Per il 2025, addirittura, è stato erogato per il primo trimestre solo il 35 per cento delle somme dovute dallo Stato e, fra l'altro, in alcuni casi, queste somme non sono state ancora erogate. C'è gente che non è pagata dal 2023. Ora, guardate che questa questione si pone da Nord a Sud. Trieste, i comuni avanzano 10 milioni di euro; i comuni e naturalmente, di riflesso, i soggetti che effettuano queste prestazioni per i comuni.
Ora, oltre al pericolo del dissesto, c'è anche il mancato rispetto dei lavoratori. Naturalmente molti stanno chiudendo; le cooperative, le associazioni stanno riducendo le ore per i lavoratori, stanno licenziando, alcuni continuano a lavorare facendo sacrifici enormi, ma credo che questo non sia degno di uno Stato. E, guardate, 180 milioni di euro non sono poi tanti se noi pensiamo a quanto spendiamo in Albania o al fatto che un F35 costa 280 milioni di euro. Qui è un indotto di persone che prestano e - come dire - accompagnano l'accoglienza dei ragazzi che arrivano soli. Parliamo di bambini.
Un presidente di una cooperativa mi diceva l'altro giorno: “la prefettura mi ha chiamato di notte per un bambino, arrivato dal Bangladesh, di due anni, arrivato da solo”. Dice: “mi devono 5 milioni di euro, io mi sono impegnata tutto, non ho più niente da fare, però gli ho detto che un piatto di riso ad un bambino io non lo faccio mancare”. Io credo che lo Stato debba assolutamente provvedere ed allinearsi rispetto a questo suo debito.
PRESIDENTE. L'onorevole Ferrari sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/2537/6 Carmina.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2537/6 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2537/7 Scerra.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2537/7 Scerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Torniamo all'ordine del giorno n. 9/2537/5 Quartini che era stato precedentemente accantonato.
Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, il Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze, Freni. Ne ha facoltà.
FEDERICO FRENI,. Grazie, Presidente. Sì, rivedendo l'impegno come segue, il parere può essere favorevole; quindi: “a valutare l'opportunità di sostenere con risorse adeguate i farmaci (…)” e segue tutto il resto .
PRESIDENTE. Viene accolta questa riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Steger. Ne ha facoltà.
DIETER STEGER(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Il Rendiconto generale dello Stato e l'Assestamento non sono testi minori, né sono pratiche burocratiche. Qui si misurano la solidità dei conti pubblici, la serietà della politica economica, la credibilità dell'Italia in Europa e nel mondo. Il Rendiconto non inventa nulla, fotografa e la fotografia che ci restituisce del 2024 non è priva di ombre: debito pubblico sempre alto, spesa corrente che continua a crescere comprimendo gli investimenti, riforme strutturali ancora troppo timide. Noi lo diciamo con chiarezza: non c'è libertà senza rigore e non c'è sovranità senza ordine nei conti. Chi minimizza questi numeri non fa un favore all'Italia.
Se il rendiconto fotografa, l'assestamento corregge: è il tentativo di riallineare le previsioni alla realtà, di riorientare risorse, di aggiustare squilibri; è un passaggio tecnico, ma dal valore politico enorme. Perché, colleghi, non basta far quadrare i conti, bisogna scegliere le priorità e qui il Parlamento ha una responsabilità: dire dove si deve risparmiare e dove, invece, si deve investire di più. Noi non nascondiamo le criticità: troppo poca selettività nella spesa; troppi capitoli che si ripetono anno dopo anno, senza efficacia misurabile; troppe resistenze burocratiche che frenano l'attuazione del PNRR. Ma sappiamo anche che in questi due provvedimenti è in gioco la stabilità complessiva del Paese. Il rendiconto ci impone rigore, l'assestamento ci offre la possibilità di correggere la rotta.
Il dato che emerge dai numeri è chiaro: il centro è ancora troppo ingombrante, la macchina statale spende molto, ma non sempre spende bene. Eppure, sappiamo che, quando le comunità locali hanno gli strumenti - penso alle autonomie, ai comuni virtuosi -, la spesa è più efficiente e più vicina ai cittadini. Per questo diciamo: più autonomia e meno centralismo, più responsabilità e meno sprechi. La sussidiarietà non è un dettaglio costituzionale, è la chiave di un'Italia moderna ed europea. Un bilancio sano non nasce dall'austerità, nasce dalla crescita dell'impresa e dal lavoro. E, allora, chiediamoci: quanto spazio si è dato nel 2024 e si dà nel 2025 a ridurre il carico fiscale su chi produce? Quanta burocrazia è stata davvero abbattuta? Quanto è stato investito nell'innovazione, nella ricerca, nell'? La risposta è: ancora troppo poco, ma, nonostante questo, riconosciamo che l'assestamento segna piccoli passi nella giusta direzione.
Ogni numero che approviamo parla anche all'Europa. Un rendiconto poco credibile significa minore forza negoziale; un assestamento che non corregge con serietà significa meno rispetto internazionale. Ecco perché noi sosteniamo, con convinzione, che la serietà dei conti non è una gabbia, ma la condizione della nostra sovranità.
C'è, però, un punto che ci preme sottolineare: i giovani. Troppo poco nel rendiconto e nell'assestamento è dedicato a scuola, università e ricerca; troppo poco all'intelligenza artificiale, alla transizione energetica e alla sostenibilità. Un Paese che non investe sui giovani è un Paese che non investe sul proprio futuro. Qui chiediamo uno scatto ulteriore, che auspichiamo possa arrivare già nella prossima legge di bilancio. In conclusione, signor Presidente, colleghi, noi diciamo: “sì” al rigore, perché senza rigore non c'è libertà; “sì” all'autonomia, perché i territori governano meglio; “sì” alle imprese e al lavoro, perché lì nasce la ricchezza; “sì” ai giovani e all'innovazione, perché lì si decide la competitività di domani. Per tutte queste ragioni, il nostro voto sarà di astensione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franco Tirelli. Ne ha facoltà.
FRANCO TIRELLI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Comunico il voto favorevole del gruppo Noi Moderati-MAIE e consegno il mio intervento .
PRESIDENTE. Perfetto. È autorizzato alla consegna della sua dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, fateci dire, come hanno detto in precedenza altri onorevoli, che, di fronte a quanto sta accadendo in queste ore, ci sembra anche solo assurdo parlare di qualsiasi altra cosa. Lo dico perché la posizione del nostro Governo continua ad essere sempre più grave e insostenibile, soprattutto davanti agli attacchi alla davanti all'assedio di Gaza City, davanti alle prese di posizione dell'ONU sul genocidio, davanti alla scelta tardiva - fatecelo dire così -, ma finalmente giusta, di tanti Governi europei di riconoscere lo Stato di Palestina.
Al cospetto di quei Governi che stanno mettendo in campo sanzioni, questo Governo, insultando e offendendo le mobilitazioni di massa di questi giorni, non riesce più nemmeno a nascondere la sua complicità. Non vi preoccupate, fra un secondo passerò al rendiconto, ma fateci dire che ci hanno offeso le parole del Vicepresidente Tajani, che ci dice che era informato, che aveva già parlato con Gerusalemme, non rendendosi conto che, facendo così, sta mentendo almeno due volte allo Stato, perché, da una parte, dice che non sa chi ha attaccato la , però, poi dice di aver parlato con Gerusalemme, prima bugia. Seconda: ovviamente dice di non sapere nulla di questi attacchi, però, implicitamente, in un comunicato - e l'italiano è una scelta giusta - dice quasi che aveva concordato, aveva detto che tutto si poteva fare, ma nell'incolumità delle persone.
Guardate, mi sembra chiaro che era tutto previsto per qualcuno, non per noi. Domani ascolteremo Crosetto e fateci dire che se una fregata italiana, pagata con le nostre tasse, difenderà la sarà anche con il nostro sostegno. Quei droni vanno fermati . Altro che difesa europea, chiacchierate di difesa europea, ma, poi, non volete difendere i nostri concittadini.
PRESIDENTE. Deputato Grimaldi, dovrebbe attenersi al tema, cortesemente.
MARCO GRIMALDI(AVS). Sto parlando di bilancio dello Stato, e la difesa lo è, Presidente. Non si preoccupi che torno all'assestamento, e qui ci tocca fare i conti con un'altra propaganda del Governo, che racconta che viviamo nel migliore dei Paesi possibili: occupazionale, aumento del gettito fiscale, calo dell'inflazione, ai minimi, salari che crescono. Ecco quello che si legge tra le righe del rendiconto 2024 e dell'assestamento. Ma esaminare l'assestamento non è solo un esercizio di contabilità; per noi è sempre la sede per una riflessione sull'economia reale, peccato che non lo sia per tutti. E la realtà su cui si infrangono le stime del Governo è dura, è fatta di una lunghissima crisi del comparto industriale, come raccontava l'onorevole Ghirra, crisi su cui ora pende la minaccia dei dazi USA e del continente europeo. Ricordiamoci che il nostro è un Paese manifatturiero ed esportatore, e la flessione del fatturato industriale del 2024 è stata del 4,3 per cento, molto più marcata dell'anno precedente, quando era dello 0,7 per cento; i volumi diminuiscono del 3,2 nel 2024, rispetto al meno 1,2 del 2023; i dati grezzi mostrano un calo del 3,4 in valore, del 2,3 in volume. È il calo peggiore dai tempi della crisi del 2008 e del 2009, escludendo gli anni della pandemia. E non è una crisi isolata: sta travolgendo l', il tessile, l'abbigliamento, il calzaturiero, la metallurgia, il legno.
Le imprese e il stanno male, nonostante i 17,2 miliardi di stanziamenti del 2024. Quella era la politica, in teoria, di sostegno alle imprese: doveva realizzare una strategia industriale integrata a livello nazionale ed europeo, giungere all'autonomia strategica e tecnologica nei settori ad alta innovazione, nelle telecomunicazioni, nell'aerospazio, nella sicurezza, rafforzare gli strumenti per rispondere alle crisi aziendali e favorire la riconversione industriale delle aree di crisi. L'unico settore che ha assunto un ruolo strategico e contribuito alla crescita dell'economia, invece, è l'occupazione nel turismo, l'unico in cui si è modernizzata qualche infrastruttura, come diceva l'onorevole Ghirra, l'unico in cui l'Italia cresce più della media dei Paesi europei. Peccato che la Corte dei conti, nella sua relazione di validazione, ci dica che l'86,8 per cento delle risorse del programma “Promozione e valorizzazione strategica dell'offerta turistica nazionale e innovazione” non risultano impegnate: vale a dire che c'è uno scostamento negativo di bilancio; vale a dire che non è stato raggiunto l'obiettivo della valorizzazione e promozione dell'offerta turistica e, quindi, voi non c'entrate quasi nulla con gli unici dati positivi del settore. E che dire dell'impegno delle risorse in ambito ambientale ed energetico? Ancora solo il 62 per cento nel 2024, anche se in aumento rispetto al 2023, e l'esecuzione dei programmi procede a rilento.
Il MASE è stato del tutto inadempiente negli obiettivi di rafforzamento della ricerca e dell'innovazione tecnologica per la transizione energetica, nell'efficientamento energetico degli edifici, nella gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, nella promozione dell'economia circolare. A questo Governo, lo sappiamo bene, interessano le politiche energetiche solo quando si tratta di andare a tutto gas contro il clima, magari per sostituire la nostra politica energetica con quella dell'ENI.
Basta guardare il rendiconto 2024 per capire quali sono le vostre reali priorità: alle imprese sempre di più, 82,3 miliardi, che vuol dire un aumento del 56,6 per cento; sulla sanità ci sono 89 miliardi trasferiti dallo Stato alle regioni per i LEA, ma il Fondo sanitario nazionale complessivo è di circa 134 miliardi. Significa che lo Stato ne copre solo due terzi, il resto è a carico delle regioni e dei cittadini attraverso l'IRAP, le addizionali e soprattutto i , di cui non parlate mai.
Per la previdenza sono 126 miliardi, ovvero più 13 per cento; per scuola e università sempre meno, invece: meno 1,8 per cento all'istruzione scolastica, meno 1 per cento alle università. Invece, come da copione, alla difesa - a proposito del cosa c'entra - vanno altri 29,1 miliardi di euro, un aumento del 4,4 per cento, che non è una semplice variazione di bilancio, ma un segnale politico preciso. L'apparato bellico si espande, mentre i servizi universali si contraggono. Sanità, scuola, trasporti, assistenza, tutto ciò che tiene insieme una società viene lentamente svuotato, mentre si rafforza una macchina che alimenta la guerra e il profitto, oltre che le complicità.
E ora ci si impegna e si parla apertamente di portare la spesa militare al 5 per cento del PIL. Fermiamoci un istante, se potete: significa esattamente triplicare gli investimenti attuali. Non stiamo parlando di qualche miliardo. Se prendete per buona la cifra dei 36 miliardi, vuol dire che ne dovete trovare quasi 70; se volete dire che il valore nominale è già al 2 per cento, allora ne dovete trovare 60. Esattamente, lo dico a lei Sottosegretario Freni, ma dove li trova 60 miliardi? Ma lei lo sa come chiudiamo un bilancio? Se lo ricorda? Le ha fatte le ultime tre leggi di bilancio?
Forse ne ha fatte qualcuna di più. E allora dica qui, dica qui dove taglieremo, quali ospedali chiuderemo, quali scuole chiuderemo. È questo quello di cui poi parleremo nei prossimi anni . E questo è un disegno, un'economia di guerra permanente, dove la difesa non è più una voce tra le tante, ma il centro gravitazionale attorno a cui ruota tutto, dove il bilancio dello Stato diventa un arsenale e la democrazia un simulacro.
Non è solo una questione contabile, è una scelta di civiltà, e chi la compie lo fa sapendo che ogni euro in più in armi è un euro in meno per la vita, la nostra vita, la vita sociale di questo Paese. E intanto alla missione “commercio internazionale e internazionalizzazione del sistema produttivo” va solo il 15 per cento del bilancio, circa 640 milioni di euro. L'obiettivo sarebbe accompagnare le imprese italiane nei mercati internazionali, valorizzare il marchio Italia, i prodotti italiani nel mondo. Come potrebbero bastare questi spiccioli? Arrivo alla fine, il dato peggiore, quello dei 750 milioni dati alle scuole private. Ecco, mentre Meloni e Valditara regalano questi 750 milioni alle scuole private, noi abbiamo deciso di dare una risposta. La nostra battaglia è semplice: restituire dignità…
MARCO GRIMALDI(AVS). …alle scuole pubbliche - ho concluso - con proposte che cambiano davvero la vita nelle aule, classi umane con massimo di 20 studenti, 18 se c'è uno studente con disabilità. Lo diciamo, di fronte a queste scelte, le stesse di sempre, il nostro giudizio su tutti i due atti è negativo, ed è per questo che voteremo contro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, per parlare di questo provvedimento è necessario indubbiamente partire da un punto di principio, cioè che la discussione si inserisce in un quadro di stabilità dei conti pubblici. Lo ha confermato l'Istat, quindi non noi, nei dati diffusi in questa settimana, ma lo riscontrano anche le agenzie internazionali, e questa è la buona notizia, cioè la notizia per la quale diamo conto alla serietà del Ministro Giorgetti.
Non solo nella fermezza che ha portato nel non dare seguito alle richieste sfascia conti che arrivavano e dalla campagna elettorale che vi ha portati al Governo e anche dalle richieste che il suo partito continua a fargli, ma soprattutto a tutte quelle richieste che avrebbero portato a un equilibrio dei conti pubblici che non è quello attuale che abbiamo visto, appunto, dai conti derivanti dall'Istat e dai risultati. Vada avanti sul rigore, diremmo al Ministro, e vada avanti ad ignorare quelle che sono le proposte populiste e costosissime che alcuni partiti di maggioranza continuano a fare.
Ma i dati non sono solo positivi, perché da questo quadro emergono alcuni dati anche preoccupanti. Il PIL cresce dello 0,7 per cento, la previsione era 1 e non avete ascoltato il campanello d'allarme di chi vi diceva che quella previsione era sbagliata. Il rapporto tra l'indebitamento e il PIL è a meno 3,4, è un dato in miglioramento che va riconosciuto, e il saldo primario è più 0,5; era, lo ricordiamo, meno 3,5 per cento nel 2023, un dato sicuramente in miglioramento. Ma c'è un dato su cui il silenzio abbonda in quest'Aula: è la pressione fiscale, che è cresciuta di oltre un punto percentuale, quella pressione fiscale che vi siete vantati invece di avere diminuito.
E allora cosa deduciamo da questi dati oggettivi rispetto alla prossima legge di bilancio? Intanto che abbiamo un problema grosso, che si chiama crescita. La crescita dovrebbe essere l'elemento fondamentale, il paradigma per reggere i conti, e oggi, invece, si reggono senza che la crescita ci sia. E per questo noi chiediamo che non possa essere né rimandata, né rinviata nessuna misura a favore della crescita, in particolare per il sistema produttivo e quello industriale del nostro Paese. Le ricette ci sono, noi abbiamo dato le nostre, le avete anche accolte in alcuni ordini del giorno, ma sono di semplice attuazione.
Noi chiediamo e continuiamo a chiedere che venga reintrodotta Industria 4.0, che era uno strumento utile, adatto alle imprese, che ha fatto crescere il Paese e che si è autosostenuta nei conti; chiediamo di separare il costo dell'energia dal prezzo del gas con lo sdoppiamento, cosa che avete in parte accolto, ma che non avete attuato; chiediamo di accelerare sull'investimento in energia nucleare, per dare alle imprese davvero competitività e permettere di investire ancora di più nella crescita. Servono sicuramente serietà e chiarezza nelle spese strategiche che il Paese richiede.
Noi non ci iscriviamo, lo dico al Sottosegretario, nel becero populismo di chi vuol mettere in competizione i capitoli di spesa, la sanità, la difesa, la scuola, perché non può funzionare così; ma chiediamo, però, chiarezza al Governo rispetto a quanto vuole fare e attuare come necessario per investire in difesa e nella sicurezza dei cittadini. Perché benissimo avere attuato finalmente SAFE, il programma di prestiti per la difesa europeo. Eravamo gli unici a chiederlo e oggi mi pare che non siamo più gli unici, ci domandiamo se la Lega ha compreso a cosa avete aderito.
Ma, detto ciò, questo non basta per capire come il Governo poi intenda attuare questo piano di spese rispetto anche al programma Draghi e agli obiettivi che il piano Draghi ci dà. In tutto ciò, è sinceramente abbastanza paradossale, se non surreale, vedere festeggiare oggi per l'invio di una nave militare a sostegno della coloro che pochi secondi fa hanno presentato un ordine del giorno per diminuire la spesa militare .
È totalmente surreale e paradossale che gli stessi partiti che vogliono diminuire la spesa militare siano quelli che stanno festeggiando per un atto che è tanto doveroso quanto forse in ritardo, ma che sicuramente di spesa militare si occupa. E allora vogliamo ricordare le parole del Ministro Giorgetti: l'inazione non farà soltanto perdere competitività, ma anche sovranità nazionale. Ecco perché la risposta sono gli investimenti e il debito comune europeo. Ci state? È una domanda a cui non troviamo ancora risposta. Lo farete nella prossima legge di bilancio? Soprattutto non capiamo se ci state tutti o solo una parte.
L'ultimo tema, prima di chiudere: la pressione fiscale è aumentata. Lo vorrei ripetere, la pressione fiscale è aumentata. Io questo lo lascerei commentare alla propaganda della maggioranza nei televisivi, dove si nega esattamente il dato che invece organismi internazionali stanno certificando. Siamo in un momento della storia che esige serietà e responsabilità da parte di tutti, noi cerchiamo di farlo anche come opposizioni.
Noi ci asterremo su questo provvedimento, perché al Paese, alle famiglie e alle imprese serve, da un lato solidità e stabilità, dall'altro, una prossima legge di bilancio dove non potrete mettere la testa sotto la sabbia e non potrete evitare di far esplodere la maggioranza su provvedimenti chiari che portino alla crescita del Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donno. Ne ha facoltà.
LEONARDO DONNO(M5S). Grazie, Presidente. Alla vigilia della legge di bilancio, non possiamo che definire disastroso il quadro economico del nostro Paese e questo al di là della propaganda di Giorgia Meloni e dei media amici, perché, da quando è in carica questo Governo, abbiamo assistito a un peggioramento delle condizioni di vita degli italiani e a un aggravamento della situazione in cui versano le nostre imprese. E i fallimenti collezionati dall'Esecutivo guidato da Giorgia Meloni smentiscono un po' tutta la narrazione che, in modo anche imbarazzante, i partiti di centrodestra cercano di portare avanti, pensando, forse, che nessuno si sarebbe accorto di questo grande : dalle TV ai giornali amici, hanno provato a difendere veramente l'indifendibile e a far credere che l'Italia stia crescendo e che vada tutto bene. Ma mi chiedo: con quale faccia, con quale coraggio si può ancora nascondere la verità e mentire in maniera così spudorata agli italiani? Perché, guardate, colleghi della maggioranza, voi siete responsabili di tre leggi di bilancio, che però, nei fatti, non hanno portato ad alcun risultato e gli italiani vi ricorderanno come una classe politica incapace di trovare soluzioni o di mettere in campo nuove misure, perché vi siete limitati a eseguire ordini e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Vado ad elencare alcuni dei vostri risultati: avete accettato un Patto di stabilità che sta già comportando 13 miliardi l'anno di tagli o di nuove tasse; avete firmato il Piano di riarmo europeo, con annesso scorporo dal Patto di stabilità delle spese per la difesa, un bel regalo, praticamente, alla Germania; avete firmato, in sede NATO, l'aumento al 5 per cento del PIL delle spese per la difesa, che per noi italiani significa 45 miliardi di euro in più da qui ai prossimi 10 anni, quindi 45 miliardi di euro sottratti agli italiani che potevano andare sulla sanità, sull'istruzione, sui trasporti, sulle infrastrutture, alle imprese. Invece no, andranno in spese per la difesa.
Siete i responsabili diretti, come dicevo, di tre leggi di bilancio, che però hanno prodotto solamente l'azzeramento della crescita del prodotto interno lordo, che è stimato, per quest'anno, il 2025, a un più 0,5-0,6 per cento, come ha certificato, qualche giorno fa, anche la Banca centrale europea. E, guardate, siete al Governo da 33 mesi, e, su 33 mesi, con voi, abbiamo avuto 30 mesi di calo della produzione industriale, un allarme che praticamente risuona in tutto il Paese, tranne che nelle vostre stanze.
C'è ancora un'inflazione alimentare che galoppa, che non si ferma e che i cittadini non riescono più a sopportare: ad agosto di quest'anno, per esempio, abbiamo registrato un aumento del più 5,6 per cento per carne, pesce e verdura fresca, rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Ancora, i salari reali degli italiani sono a meno 7,5 per cento rispetto a inizio 2021, come ha denunciato l'OCSE, e avete detto anche “no” al salario minimo, una misura che poteva portare beneficio e invece avete negato a milioni di lavoratori la possibilità di respirare.
Con voi al Governo, ancora, un italiano su quattro è a rischio povertà ed esclusione sociale, parliamo di 13,5 milioni di italiani, di persone che sono in difficoltà. State praticamente affamando gli italiani! State ammazzando il ceto medio, al quale avevate promesso anche di tagliare l'Irpef, ma avete mancato anche questo proposito.
E ancora, i ritardi sul PNRR. Pensate, la spesa del PNRR è al 40 per cento sul totale delle risorse e con le Missioni Sanità e Coesione siamo fermi al 30 per cento della spesa: un disastro.
Ancora. Nel 2024, la pressione fiscale è aumentata - anche questo grazie a voi - dal 41,4 dell'anno precedente al 42,6.
Con voi, ancora, il fallimento del concordato fiscale per gli autonomi, sia in termini di adesioni, sia in termini di gettito, perché, pensate, solo il 13 per cento della platea complessiva ha aderito a questa misura, ennesimo vostro fallimento.
Ancora: il taglio del cuneo fiscale, che avete trasformato da contributivo a fiscale, che ha tolto, di fatto, a centinaia di migliaia di lavoratori soldi in busta paga, cioè vi rendete conto dei danni che avete fatto ? Io credo di no.
Ancora: una messa in scena da parte vostra, ossia il contributo fiscale a carico delle banche, annunciato per la prima volta ad agosto 2023 e mai attuato di fatto, visti anche gli interessi - e capiamo bene - di alcuni partiti di questa maggioranza a proteggere, a tutelare e a coccolare le banche, vedasi Forza Italia con Mediolanum. Nel frattempo, però, mentre Forza Italia e i partiti di maggioranza coccolano le banche, proprio queste, che sono tutelate dal Governo, hanno fatto 112 miliardi di euro di utili, pari a quattro leggi di bilancio. Alla faccia delle imprese che falliscono e degli italiani che non arrivano alla fine del mese. Complimenti!
Ancora, avete alzato bandiera bianca davanti alla tassazione dei colossi del , vista anche la genuflessione - diciamo così - di Giorgia Meloni a Trump, Giorgia Meloni che, lo ricordiamo, dall'opposizione chiedeva di aumentare l'aliquota della presente in Italia. Adesso, però, da Palazzo Chigi si nasconde, perché non vuole disturbare il Presidente degli Stati Uniti, altro che patriota. Siete, ancora, responsabili del fallimento del Piano per le imprese Transizione 5.0.
E, ancora, altra presa in giro, quella sulle pensioni. Avevate promesso di aumentare le pensioni minime: avete dato 1,80 euro in più ai pensionati minimi, vi dovreste vergognare solo per questo. Ma alla vostra vergogna si dovrebbe aggiungere anche il fatto che, di contro, avete dato migliaia di euro in più ai vostri Ministri e ai vostri Sottosegretari : siete veramente senza vergogna!
Utile ricordare velocemente - l'elenco sarebbe lungo, servirebbe una mezzoretta - alcune vostre promesse tradite, è utile farlo: avevate promesso di abolire le accise sui carburanti, avevate promesso di abolire la Fornero, avevate promesso di abolire il canone Rai, avevate promesso la al 15 per cento per tutti gli italiani, avevate promesso di portare le pensioni minime a 1.000 euro per tutti. Ma che fine hanno fatto queste promesse? Avete preso in giro i cittadini durante la campagna elettorale! Avete truffato i cittadini con le vostre promesse! Dove sono finite queste promesse? Dove è finito il “diario di Giorgia”? Vi dovreste vergognare per non aver mantenuto la parola data!
Ma, in tutto questo, in questo scenario drammatico e preoccupante, abbiamo un Ministro dell'Economia, Giorgetti, che, da tre anni, continua a dire che i conti pubblici sono in ordine, e lui ne va orgoglioso. Certo, come no, il Ministro prova a nascondersi dietro, magari, una pacca sulle spalle, data da parte di qualche agenzia di , perché ha messo in campo la più classica politica di austerità. Ma dico, ci rendiamo conto? E, per carità, guardate, nessuno nega, magari, l'importanza di uno che diminuisce - anche se va detto che diminuisce un po' per tutti i Paesi europei, e non solo per l'Italia -, o il valore di una promozione delle agenzie di .
Ma il tema non è questo. Il tema è come si arriva a questi obiettivi, a questi risultati, perché Meloni e Giorgetti non provano a conseguire questi obiettivi attraverso la crescita, l'innovazione industriale, il sostegno alle famiglie, ai giovani, ai salari, ma nel modo più spietato e facile possibile: tagli, tasse, moderazione salariale e privatizzazioni. Così è certo, è chiaro che i conti saranno sempre in ordine per Giorgetti e per Fitch, ma non lo saranno mai per le imprese, per le famiglie e per i lavoratori italiani, questa è la realtà! E, tra l'altro, parliamo dello stesso Ministro che ha osservato rigorosamente il Patto di stabilità che comporterà - che sta già comportando - 13 miliardi di tasse o nuovi tagli ogni anno, pur riconoscendo però, il Ministro, che questo è dannoso. Ma, cioè, avete capito? Praticamente, prima ne riconosce la gravità e poi si vanta di averlo rispettato, il Patto di stabilità, ammettendo, quindi, di aver spremuto, a colpi di tagli, di privatizzazioni e di regole tecnocratiche, i cittadini, le imprese italiane e le famiglie italiane.
Presidente, c'è anche un altro punto - e mi avvio alla conclusione - che vorrei affrontare: l'ipocrisia di una classe politica che ha iniziato il triste spettacolo, sempre più imbarazzante, sulle promesse della legge di bilancio, e qui vado a toccare il tema della tassazione del contributo delle banche.
Ebbene, abbiamo ascoltato la Lega, che in questi giorni è tornata a cavalcare questo tema. Veramente siete imbarazzanti, avete veramente la faccia di bronzo, perché è da tre anni che ve lo chiediamo e non siete riusciti a portare a casa questo risultato.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
LEONARDO DONNO(M5S). E allora concludo, Presidente: basta bugie, basta dire che i conti sono in ordine e che le cose vanno bene, perché non vi crede più nessuno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA(FI-PPE). Grazie, Presidente Rampelli. Sottosegretario Freni, cari colleghi, il rendiconto è un documento consuntivo che mette a disposizione di tutti dei dati, dei fatti oggettivi, per il semplice motivo che si sono già conclusi e non sono modificabili. Questo ci consente di formulare un giudizio e di tirare le somme alla luce di quanto è stato fatto e non promesso e si tratta di un giudizio oggettivamente più che positivo, perché questo rendiconto ci dice che con il Governo Meloni i conti non solo sono rimasti in ordine, ma addirittura sono migliorati per quello che riguarda i principali indicatori economici.
In questo scenario internazionale sicuramente molto complesso, sia dal punto di vista politico che economico, questo Governo è riuscito in un'impresa: migliorare i conti pubblici senza rinunciare a realizzare alcune riforme che erano parte del suo programma elettorale. Un esempio su tutti: la riforma delle aliquote Irpef e il taglio del cuneo fiscale, fortemente voluti da Forza Italia. I numeri del rendiconto vanno considerati in una contingenza di guerre militari ed economiche, in contesti geopolitici che hanno portato a una crisi energetica, economica e commerciale, e uno Stato come l'Italia ha mantenuto la barra dritta e ha mantenuto questi numeri, nonostante tutte le difficoltà che hanno messo in condizione di grave crisi l'intero sistema europeo. Vi voglio dire che la Germania e la Francia dimostrano di non reggere questa pressione in questa crisi internazionale.
Le entrate tributarie italiane sono aumentate del 5,7 per cento, raggiungendo nel 2024 oltre 650 miliardi di euro, superando tutte le previsioni. Queste maggiori entrate, che hanno un forte impatto sul bilancio, non sono dovute all'aumento delle tasse, ma il maggior gettito, di cui ha potuto beneficiare questo Governo, è dovuto al fatto, per fortuna e grazie al nostro merito, che è stata migliorata l'occupazione e questo ha portato veri soldi nelle casse dello Stato. Più persone, più lavoro; più persone, più queste contribuiscono a portare gettito all'Irpef. Inoltre, l'altro elemento che ha contribuito ad aumentare il gettito fiscale è il contrasto all'evasione fiscale e l'utilizzo dei sistemi più efficaci di riscossione.
Altro dato di grande rilevanza nel 2024 è il nostro ricorso al mercato finanziario, che è stato inferiore, cari colleghi - anche qui si sono dette tante cose non vere -, di 134 miliardi rispetto alle previsioni iniziali. Che cosa vuol dire? Semplicemente che abbiamo fatto meno debiti - ripeto: meno debiti - di quanto avevano previsto in fase di impostazione della manovra e questo ci mette in una condizione di avanguardia, di concorrenza importante rispetto agli altri mercati, a dispetto di tutti gli altri europei che non tengono oggi il passo rispetto all'Italia.
I risultati positivi della politica economica italiana sono riconosciuti anche da una serie di indicatori oggettivi a livello internazionale e quelli più recenti, riguardo all'apprezzamento del Fondo monetario internazionale nei confronti del quadro rappresentato dalle nostre finanze pubbliche, sono stati definiti resilienti e positivi. Su questo credo che sicuramente il grosso merito lo dobbiamo riconoscere al Governo di centrodestra e, in modo particolare, al Ministro Giorgetti, che ha saputo tenere la barra dritta e soprattutto lavorare in un contesto non facile.
C'è, poi, il dato dello - e anche su questo tutti hanno detto nel passato - che, invece, è stato molto positivo. Pensate che quando il Governo Meloni si è insediato lo era a 250; ora il livello dello è 85. È un ulteriore dato oggettivo che c'è fiducia nei confronti dell'Italia da parte dei mercati internazionali: basta vedere la Borsa italiana, la prima nell'anno scorso e ancora la prima nel 2025 come maggiore rendita nei confronti degli azionisti.
La filosofia economica di questo Governo, quindi, è quella del realismo e, come ci ha sempre insegnato il nostro presidente Berlusconi, sia come imprenditore sia come politico, bisogna fare fughe in avanti, quando è possibile, con slancio e passione, ma anche una strategia difensiva e di salvaguardia nei conti per non perdere la fiducia e la credibilità.
Concludendo, signor Presidente, con questo spirito Forza Italia dichiara il voto favorevole sul rendiconto finanziario 2024 e sull'assestamento 2025 e, a nome del gruppo parlamentare, ringrazio il Governo, i nostri Ministri, in modo particolare quelli di Forza Italia, per il grande lavoro che hanno fatto e per la grande capacità di rispondere, con la concretezza dei fatti e non con le parole, a quelli che sono i bisogni dei cittadini
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Barabotti. Ne ha facoltà.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Grazie, Presidente. Un saluto al Sottosegretario Freni e al Governo. Il centrodestra ha garantito e continua a garantire al Paese ciò che serve di più in questa fase: la stabilità politica. Con la stabilità politica arrivano la capacità di portare avanti le riforme, di mantenere in ordine il bilancio e, quindi, di abbassare i tassi d'interesse. Da qui discende tutto: più alti, più bassi, spazi di spesa che si liberano, maggiori risorse per sostenere le nostre politiche, lo sviluppo, la ricchezza, il benessere e, dunque, la coesione sociale.
Questo è un circolo virtuoso che abbiamo innescato e che stiamo alimentando giorno dopo giorno. Un equilibrio e una lungimiranza che sono rese possibili dal lavoro di politici come il Sottosegretario qui presente, Federico Freni, attento e disponibile, e dal Ministro Giancarlo Giorgetti , che guida con grande equilibrio il Paese nelle scelte strategiche che riguardano il nostro futuro, un equilibrio e una lungimiranza, dicevamo, che mancano totalmente in alcune delle forze di opposizione. Nel dibattito abbiamo ascoltato giudizi miopi, privi di capacità di analisi.
Signor Presidente, dichiarando il voto favorevole e l'intenzione di depositare il mio intervento in forma scritta completa, voglio dire con chiarezza all'opposizione e a chi ci ascolta fuori da qui che, grazie al centrodestra e alla Lega, in Italia non c'è apocalisse, non c'è disastro; ci sono serietà, credibilità e stabilità. I numeri non mentono: l'Italia è tornata a crescere e a contare .
PRESIDENTE. È autorizzato a consegnare la sua dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Silvio Lai. Ne ha facoltà.
SILVIO LAI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, io non so se gli esponenti della maggioranza che hanno parlato sino a questo momento hanno letto effettivamente, oltre al titolo che i giornali più accomodanti hanno fatto del rapporto OCSE pubblicato il 23 settembre, quello che c'è scritto davvero. L'OCSE dice questo per l'Italia: crescita anemica e sotto media dell'area euro; 0,6 per cento contro 1,2 per cento . L'OCSE dice per l'Italia, su questo tema, che è la stretta di bilancio, come in Francia, che deprime la crescita, mentre invece in Germania l'espansione fiscale sostiene l'attività. L'OCSE dice che i consumi sono deboli e segnala il raffreddamento dei consumi privati in Italia, come in Francia, d'altronde, ma non nel resto d'Europa. Quindi, la domanda interna non compensa il freno esterno. L'OCSE segnala stagnante, tariffe e incertezza che pesano. Dice che noi abbiamo le barriere commerciali più alte e c'è l'incertezza che frena gli scambi e gli investimenti; l'Italia, che è manifatturiera, ne risente più della media. L'OCSE dice: inflazione alimentare, pressione sopra la media. Tra i Paesi dove il rincaro del cibo è montante l'OCSE mette anche l'Italia. Poi, erosione del potere d'acquisto e rischio di nuove tensioni sui salari nominali. Nei mercati del lavoro sull'Italia i segnali sono misti: disoccupazione in calo, ma rallentano le ore lavorate e la crescita salariale reale; senza produttività la disinflazione può incepparsi. Sull'Italia l'OCSE dice ancora: rischio fiscale in primo piano; l'OCSE mette in guardia l'Italia dai rischi fiscali e invoca percorsi credibili di aggiustamento a medio termine.
Potrei continuare, perché ci sono almeno dieci segnalazioni di emergenza. Ma soprattutto il dato che viene fuori da quel rapporto dice che quello che c'è scritto dentro i due documenti che oggi stiamo esaminando, cioè il rendiconto e l'assestamento 2025, sono numeri che rappresentano soltanto degli aggiustamenti contabili. La realtà dice altro, perché se sono letti insieme emerge con chiarezza il paradosso.
Il Governo si vanta di avere conti in ordine ma la realtà è un bilancio che regge solo sulla carta, mentre la cassa è in rosso e le priorità di spesa sono rovesciate rispetto ai bisogni del Paese.
Allora, salvo che l'OCSE non sia una pericolosa comunista, quelli sono i dati oggettivi su cui gli investitori internazionali valutano la credibilità dell'Italia. E non è un caso che lo italiano sia uguale a quello francese che è in piena crisi politica. Quindi, altro che stabilità come effetto straordinario di questi conti che sono solo sulla carta.
Per quanto riguarda i dati ufficiali, lo dicono i numeri, c'è, da una parte, la facciata e, dall'altra, c'è la sostanza. Il confronto con i dati OCSE è drammatico. Il risultato che il Governo sbandiera, come segno di virtuosità, in realtà, viene smentito anche dai dati di cassa. Abbiamo 139 miliardi di indebitamento netto (è scritto nel documento), il saldo netto da finanziare è di 151 miliardi, il ricorso al mercato è di 435 miliardi di nuovo debito collocato e i pagamenti sono superiori agli incassi di oltre 30 miliardi. Ecco, qual è la realtà. In competenza c'è un avanzo, sì, 11 miliardi, e in cassa c'è un profondo disavanzo. È lo scollamento tipico di un bilancio che vive solo di artifici contabili.
Ora la maggioranza ci dice che il miglioramento dei saldi è frutto di rigore e di politiche di bilancio serie. In realtà, il saldo migliora soltanto perché le entrate sono gonfiate da un'inflazione e dalla crescita nominale, non certamente per scelte strutturali della spesa, tant'è vero che siamo dentro una pressione fiscale che è ormai al 42,7 per cento: la più alta negli ultimi anni. Siete diventati la coalizione delle tasse , voi che dicevate che eravate quelli, invece, che le avrebbero abbassate!
E non ci state riuscendo - se fosse davvero un risparmio, oggi avremmo meno debito e meno spesa per interessi - perché la dimostrazione è che il debito è il più alto mai in assoluto (siamo sopra i 3.050 miliardi) e la spesa per interessi è in crescita e le voci di spesa sono esplodenti. Crescono quelle che a voi interessano, mentre istruzione, università, ricerca e sanità arretrano. Non lo dico io, lo dice la pericolosa organizzazione comunista dell'OCSE, internazionale comunista evidentemente. Siamo ultimi nei Paesi OCSE per l'istruzione e siamo tra gli ultimi per le spese sulla sanità, perché siamo ritornati al dato nominale del 2010.
Insomma, altro che rigore! Questo è un bilancio che vive di inflazione e che scarica i costi sui cittadini e le famiglie. E sapete perché? Perché il vostro è un sovranismo di facciata. Avete detto di “sì” a tutte le autorità internazionali che vi hanno detto cosa fare e avete detto di “sì” anche agli Stati Uniti quando ci hanno imposto dazi vergognosi e destruenti e il 5 per cento di spesa militare all'anno. Adesso qui ci sarebbe da fare una battuta, ma la rimando a un altro momento.
Un altro dato che emerge dal Rendiconto - giusto per parlare dell'efficienza, dato che da tre anni governate questo Paese - è che lo Stato italiano è il peggior pagatore d'Italia. Forse non l'avete mai guardato, ma basta vedere il della Camera dei deputati e del Senato, a pagina 61. L'indicatore di tempestività dei pagamenti delle amministrazioni non è neanche confrontabile con i dati del MEF sul portale “fatture” e fotografa la realtà di imprese che aspettano mesi per essere pagate dallo Stato. Siamo in pieno PNRR, ma la pubblica amministrazione continua a non saper spendere e a non saper pagare le imprese.
Ora un punto che vorrei, in qualche modo, rappresentare è questo. Da una parte, avete accettato la nuova europea con una serie di regole che potevano essere trattate sicuramente in maniera migliore, ma avevate in qualche modo l'ansia di apparire efficienti e di apparire adeguati con l'Europa. In questo modo state facendo pagare un conto agli italiani piuttosto grave. Ma dentro queste tematiche internazionali c'è una contraddizione politica. Avete sempre detto - l'ha detto la Presidente Meloni, signor Presidente - che gli investimenti in sanità non si misurano con la percentuale del PIL, cosa che invece si fa in tutto il mondo. Però, vi siete immediatamente piegati a valutare gli investimenti in difesa e in armi, invece, con la percentuale sul PIL. Ora, delle due l'una: o vale per una cosa e vale anche per l'altra, oppure non vale per entrambi .
Allora, anche qui c'è una gerarchia: per la salute “no” la percentuale di PIL, per le armi “sì”. E io vorrei, in qualche modo, segnalare altre due questioni. Primo, ci vuole trasparenza sull'operazione bancaria e sull'operazione per la quale avete usato il Monte dei Paschi di Siena, autorizzandolo a fare operazioni bancarie private, sulle quali i contribuenti hanno messo già 7 miliardi per tenere in piedi MPS. Per adesso quelli che ci hanno guadagnato sono soltanto gli azionisti privati che avete accompagnato nell'operazione Mediobanca: Delfin quasi 850 milioni e Caltagirone 400 milioni. Allora, lo schema è molto semplice.
Qui, il rischio è questo: se l'operazione andrà male, pagherà lo Stato, come è successo già una volta per recuperare MPS; se, invece, va bene, quelli che guadagneranno sono i privati che voi avete accompagnato. Insomma, quanto è costata veramente? E quanto costerà questa operazione ai cittadini italiani? Quali sono le garanzie che ci sono? Quali trasparenze ci sono dentro questo tema?
Secondo tema: dentro questo Rendiconto c'è una questione che riguarda gli enti locali.
Voi avete, in questi due anni, fatto pagare i conti non soltanto ai cittadini e alle imprese con le vostre finanziarie, ma soprattutto agli enti locali. Per due anni di seguito. Ma stiamo parlando di miliardi, di miliardi! Ora, che paghino imprese e cittadini non vi frega. Ma per quanto riguarda i sindaci, state scaricando su quelli che sono l'ultima frontiera nel rapporto con i cittadini, e sono anche i vostri, che stanno zitti - che stanno zitti - per accompagnare in qualche modo quello che dice il Governo. Ma, in realtà, stiamo sacrificando le autorità che nei territori ancora hanno la credibilità dei cittadini. Ne vale davvero la pena? Sono loro che devono pagare i vostri disinvestimenti sugli enti locali? Concludo, perché la critica è giusta, ma ci sono anche proposte. Questo Assestamento viene presentato come una manovra tecnica, ma in realtà - come ho detto - fotografa scelte del Governo e anche, in parte, la sua paralisi: rafforza gli stanziamenti per la difesa, gli incentivi, non destina risorse straordinarie alla sanità e congela Poste in attesa della legge bilancio 2026. Sulla legge di bilancio 2026 dico soltanto questo, grazie, Presidente, concludo: i primi segnali che arrivano dalla manovra 2026 sono il tentativo di nascondere ancora la polvere sotto il tappeto. Perché di fronte a un'economia ferma, a un PIL che ristagna, a una produzione industriale che langue, ai dati che danneggiano l' al fatto che lavoriamo di più, ma guadagniamo di meno e che aumentano le disuguaglianze, ancora in questa legge di bilancio, i primi segnali sono che si tenterà di dare ancora spazio a quelli che le tasse non le pagano, che rendono diseguale questo Paese e che rendono impossibile credere al vostro lavoro . Per questo il Partito Democratico voterà contro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per l'ultima dichiarazione di voto, il deputato Tremaglia. Ne ha facoltà.
ANDREA TREMAGLIA(FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio la relatrice e il Sottosegretario che hanno seguito i lavori e oggi il dibattito di questo doppio provvedimento. Tanto è stato già detto sia in discussione generale che in dichiarazione di voto dai colleghi che mi hanno preceduto. Immagino che una particolare brevità sia apprezzata, visto che è l'ultimo intervento della giornata. Quindi, a fronte dei tanti suggerimenti e dei tanti richiami che abbiamo ricevuto dagli amici delle opposizioni, mi sento di fare una veloce sintesi delle nostre politiche economiche rispetto alle loro politiche economiche, Presidente: loro il superbonus, noi i conti in ordine. Loro il reddito di cittadinanza noi il record di occupazione. Loro propongono una patrimoniale, noi abbassiamo le tasse con ogni euro che riusciamo a recuperare. Quindi, speriamo che continuino in questa direzione perché ci fanno un grosso favore dal punto di vista elettorale; noi ringraziamo il Governo per il lavoro che sta facendo e per aver reso di nuovo l'Italia seria e credibile a livello internazionale. Voteremo convintamente a favore .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2537: S. 1567 - "Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti previsti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla prossima settimana, a partire dalla seduta di martedì 30 settembre, sulla base di quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Gianmauro Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. Con la presente, richiediamo che il Ministro Salvini venga a riferire urgentemente in Aula in merito alla bocciatura della delibera CIPESS n. 41/2025, relativa al ponte sullo Stretto.
Il ponte sullo Stretto ha un costo di circa 13 miliardi e mezzo di euro, di cui 4,6 miliardi dal Fondo di sviluppo e coesione e 1,6 dal Fondo sviluppo e coesione della Sicilia e Calabria. È al di fuori di ogni comprensione e logica di buona gestione che, a distanza di un anno e mezzo dall'approvazione del progetto definitivo, e poi dopo il parere favorevole della VIA e della VAS, la Corte dei conti si trovi a dover effettuare rilievi così eclatanti nei confronti di questo progetto a seguito della valutazione di questa delibera. La Corte sottolinea - leggo - “la necessità di acquisire chiarimenti e elementi informativi” sulla delibera, perché nel documento - scrive - “risulterebbe non compiutamente assolto l'onere di motivazione difettando, (...) anche in relazione a snodi cruciali dell'iter procedimentale, una puntuale valutazione degli esiti istruttori”.
Questa delibera è, quindi, più una ricognizione delle attività dei vari attori istituzionali del procedimento che una ponderazione delle risultanze di detta attività. Ricordo che l'Unione europea ha effettuato due richieste di chiarimenti: uno sull'impatto ambientale e uno sulla procedura di appalto.
Ricordo anche che il contratto con Eurolink, il consorzio incaricato, non è stato reso pubblico.
Inoltre, la Corte dei conti fa un richiamo esplicito alla delibera che ha approvato la relazione IROPI, l'atto con cui il Governo aveva dichiarato il ponte infrastruttura di interesse militare. Ricordo che la direttiva permette di effettuare un'eccezione di questo genere, ma solo se non ci sono alternative praticabili e non è questo il caso. Inoltre, sembra che questo atto debba rientrare tra gli atti soggetti a controllo preventivo di legittimità della legge n. 20 del 1994.
Inoltre, stigmatizza ancora la mancata preventiva acquisizione dei pareri del NARS, il nucleo di consulenza per l'Attuazione delle linee guida. Presidente, su questo progetto non risulta che ci sia il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici e, in merito al quadro economico, si segnala il disallineamento tra l'importo deliberato dal CIPESS e quello asseverato dalla KPMG.
Si richiedono chiarimenti su incrementi di spesa e questo va bene. Il problema è che esclude anche l'ART, l'Autorità per la regolazione dei trasporti, e si sollevano perplessità anche su concessioni, accesso infrastrutture, tariffe e condizioni di utilizzo e, soprattutto, sulle stime di traffico alla base del piano economico-finanziario.
Se questa è la maniera con cui vengono approntate le carte per un'opera di tale portata, non farei toccare neanche le carte del condominio da questo Governo. Qui non si tratta di avere i 20 giorni di tempo per rispondere, perché il livello di approssimazione dimostrato è colossale.
Il Ministro Salvini si è lanciato in questa battaglia per il ponte, ben sapendo la complessità della progettazione ingegneristica ed economico-finanziaria. Delle due l'una: o non si è preoccupato di evitare errori marchiani, come quelli sollevati dalla Corte dei conti e, in precedenza, rilevati anche l'Unione europea e dallo stesso MASE (ricordiamo le 239 richieste di integrazioni e le 62 prescrizioni da osservare), oppure non è in grado di gestire un'opera così complessa. In entrambi i casi, il risultato danneggia l'Italia e gli italiani, con o senza ponte.
Il Ministro Salvini deve venire a riferire quanto prima .
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà, per due minuti.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo perché a Torino, purtroppo, sta accadendo un fatto grave: un'azienda storica, peraltro, che opera da più di 25 anni, si chiama Cerence, ha dichiarato un piano di ristrutturazione e non avviene per motivi economici. No, l'azienda sta benissimo. Questo significa la chiusura della sede nella nostra città e il licenziamento, perché di questo si tratta, senza nulla, di 54 persone.
Ora, ho sentito tante volte questo Governo, la destra, riempirsi la bocca anche con leggi sull'intelligenza artificiale, sul tema dell'innovazione. Bene, questa azienda e queste persone fanno proprio quello: si occupano di intelligenza artificiale. Quelli che sono difficili da trovare sul mercato, da reperire.
Ebbene, allora intervengo perché penso che sia inaccettabile che queste professionalità vengano perse, che questo pezzo di ecosistema sparisca. Perché? Perché deve essere trasferito, in qualche modo, in Germania e perché ci interessa il lavoro, e interessa a questa azienda, il lavoro in India e in Cina.
Allora, questo , questa intelligenza artificiale, su cui vogliamo investire, ma può essere almeno la tutela di posti di lavoro, che già ci sono? Allora, il Ministro Urso si attivi. Il Ministro Urso faccia qualcosa, faccia sentire la sua voce, perché Torino, ma l'Italia, non può perdere questo ecosistema.
Torino, l'Italia, non può perdere queste professionalità, che - e chiudo - mancano sul mercato. Pensi, sono quelle persone, per cui tutti si lamentano che non si trovano sul mercato e noi cosa facciamo? Li lasciamo a casa.
Bene, penso sia un qualcosa di vergognoso e ci aspettiamo un intervento. Ho anche presentato un'interrogazione su questo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà per due minuti.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo la parola, a nome del Partito Democratico, per stigmatizzare le violente, indegne, indecenti parole che, da New York, ha utilizzato la Presidente del Consiglio rispetto alla che sappiamo essere un'azione di pace per l'aiuto fattivo a Gaza, dove si stanno impegnando tante e tanti volontari italiani, tra cui anche i nostri colleghi. Bene, la Presidente ha dichiarato che è un'azione irresponsabile, come è irresponsabile utilizzare la sofferenza di Gaza per attaccare il Governo.
La Presidente la deve smettere di considerarsi vittima di chiunque e qualunque cosa accada in questo Paese e intorno al nostro Paese, in Europa e nel mondo , e deve smetterla di non prendere una parola chiara su quello che sta accadendo, su quella tragedia, su quelle morti che stanno accadendo a Gaza e sulla quale osa dire che il problema sono i parlamentari italiani che sono pagati per stare nelle istituzioni! Questa è una parola sulla quale io chiedo che il Presidente Fontana prenda una posizione chiara in difesa dei parlamentari italiani che sono lì, in nome e per conto del nostro Paese, con onore e dignità, in nome della Costituzione! Perché è vergognoso che la Presidente del Consiglio utilizzi, da New York, queste parole, per dire che stiamo facendo, come dice lei, qualcosa solo per attaccare il Governo. Si vergogni !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà, per due minuti.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Tra venerdì 19 e domenica 21 settembre, ci sono state 40 vittime sulle strade italiane per incidenti. Con riferimento al numero di decessi, secondo i dati ASAPS (che, secondo noi, sono i dati più seri in circolazione, cioè l'Associazione sostenitori ed amici della Polizia stradale), c'è un netto aumento rispetto alle vittime dell'anno precedente, che erano 26, oltre al fatto che si dice che settembre è stato un mese tragico, ma anche agosto è stato un mese tragico. E questa associazione, che non fa differenza tra i dati che raccolgono la Polizia stradale, la Polizia municipale, i carabinieri, i ciclisti e i pedoni, raccoglie tutti i dati sugli incidenti che riguardano le nostre strade e fa un calcolo. E questo calcolo ci porta a dire che, da quando è stata approvata la nuova legge sul codice della strada, sono aumentati gli incidenti e anche i morti .
È questo il risultato finale, con un dato. L'altro giorno sono stato alla camera ardente di un ragazzo che è stato investito da un mega bolide, da una persona neopatentata. C'è una nuova moda, Presidente, grazie al fatto che abbiamo levato la possibilità che i neopatentati non potessero utilizzare bolidi: che corrono e ammazzano innocenti . Abbiamo messo siluri e pistole fumanti in mano ai nostri giovani.
Noi faremo di tutto per cambiare un codice che con la strada e la sicurezza dei pedoni non ha niente a che vedere
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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