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Venerdì 25 Febbraio 2022 ore 10:30
AULA, Seduta 646 - Conflitto tra Russia e Ucraina, informativa Presidente Draghi
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi ha svolto una informativa urgente del Governo sul conflitto tra Russia e Ucraina. E’ seguito un dibattito al quale ha partecipato un oratore per gruppo.
XVIII LEGISLATURA
646^ SEDUTA PUBBLICA
Venerdì 25 febbraio 2022 - Ore 10,30
Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sul conflitto tra Russia e Ucraina.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sul conflitto tra Russia e Ucraina.
- Svolgimento
- Introduzione
- Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri
- Interventi
- Presidente FICO Roberto
- Deputato CRIPPA Davide (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato FONTANA Lorenzo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato LETTA Enrico (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BARELLI Paolo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato LOLLOBRIGIDA Francesco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato ROSATO Ettore (ITALIA VIVA)
- Deputato MARIN Marco (CORAGGIO ITALIA)
- Deputato FORNARO Federico (LIBERI E UGUALI)
- Deputato COLLETTI Andrea (MISTO)
- Deputata MURONI Rossella (MISTO)
- Deputato LUPI Maurizio (MISTO)
- Deputato DORI Devis (MISTO)
- Deputata SURIANO Simona (MISTO)
- Deputata ROSSINI Emanuela (MISTO)
- Deputato MAGI Riccardo (MISTO)
- Svolgimento
- Interventi di fine seduta
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA RITA TATEO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Berlinghieri, Carelli, Cavandoli, Colletti, Comaroli, Gebhard, Giacomoni, Lapia e Pastorino sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei Ministri sul conflitto tra Russia e Ucraina, che, come convenuto, avrà luogo con ripresa televisiva diretta.
Dopo l'intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri, interverranno i rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica e con i tempi stabiliti in occasione della riunione della Conferenza del presidenti di gruppo del 24 febbraio.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.
MARIO DRAGHI,. Signor Presidente, onorevoli deputati, nella notte tra mercoledì e giovedì la Federazione Russa ha lanciato un'offensiva imponente nei confronti dell'Ucraina. L'aggressione è avvenuta subito dopo un messaggio con cui il Presidente Putin ha annunciato un'operazione speciale mirata in Ucraina orientale ed è stata preceduta da un attacco cibernetico capillare, che ha paralizzato i siti governativi ucraini.
L'invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente. Le forze terrestri russe sono entrate in territorio ucraino da nord-est, nord, sud-est e dalla costa sud ed è stato chiuso alla navigazione il mar d'Azov, isolando i porti di Mariupol e Berdyansk.
Abbiamo registrato esplosioni diffuse, anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l'Unione europea. Forze anfibie russe sono sbarcate a Odessa, la principale città portuale dove vi sono notizie di almeno una ventina di vittime. L'esercito russo prosegue con lanci di missili sulle principali città, anche quelle dell'Ucraina centro-occidentale. Una pioggia di missili è caduta la scorsa notte su Kiev, mentre l'esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città. L'esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl. L'Ucraina conta finora 137 soldati uccisi, 316 feriti dall'inizio dell'attacco, e parla di 800 uomini persi dalle forze russe; fino a stamattina non erano usciti i dati sulle vittime dell'invasione.
L'offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina; il Ministero dell'Interno ucraino registra vittime civili; le immagini a cui assistiamo, di cittadini inermi costretti a nascondersi nei e nelle metropolitane, sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea. Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l'Unione europea. È possibile immaginare un ingente flusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi.
Il Presidente ucraino Zelensky ha affermato la determinazione delle autorità ucraine a resistere e a rispondere al fuoco russo e a rompere le relazioni diplomatiche con Mosca. Ieri sera, ha emanato un decreto che dispone una mobilitazione generale di tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni di età, ai quali è stato fatto divieto di lasciare il Paese. Le operazioni rischiano di prolungarsi fino alla distruzione del sistema difensivo ucraino. Il Governo russo ha avanzato la proposta di trattative dirette con il Governo ucraino e confermato che l'obiettivo è neutralizzare, demilitarizzare o - come è stato detto - denazificare l'Ucraina.
Non risulta al momento un riscontro ucraino. L'ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. L'ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro. Ai circa 2.000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando, in coordinamento con le principali ambasciate dell'Unione europea, un'evacuazione in condizioni di sicurezza.
Voglio ringraziare l'ambasciatore, Pier Francesco Zazo, e tutto il personale dell'ambasciata per la professionalità, la dedizione e il coraggio che stanno dimostrando in queste ore e voglio ringraziare il Ministro Di Maio, i diplomatici e tutto lo della Farnesina per il loro incessante impegno .
L'Italia condanna con assoluta fermezza l'invasione, che giudichiamo inaccettabile. L'attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno Stato libero e democratico, una violazione dei trattati internazionali e una violazione dei più fondamentali valori europei.
Voglio esprimere, ancora una volta, la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky , , .
Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato, ma dobbiamo essere consapevoli che l'agenda della Russia e del suo Presidente è, però, vasta, complessa e a lungo premeditata. Ho la sensazione di essere solo allo stadio iniziale di un profondo cambiamento nelle relazioni internazionali che ci hanno accompagnato nei 70 anni che sono passati - più di 70 - dalla fine della Seconda guerra mondiale.
L'Italia a questo conflitto ha reagito subito e ha convocato, già nella mattinata di ieri al Ministero degli Affari esteri, l'ambasciatore della Federazione russa. Abbiamo richiamato Mosca a cessare l'offensiva, a ritirare le forze in modo incondizionato e abbiamo ribadito il pieno sostegno italiano all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina. Sempre nella mattinata di ieri, ho parlato con i vari europei, il Presidente Macron, il Cancelliere tedesco Scholz, il Presidente del Consiglio europeo Michel e la Presidente della Commissione europea von der Leyen. Con loro ho condiviso la ferma condanna di un attacco ingiustificato e non provocato ai danni dell'Ucraina.
Nel primo pomeriggio ci siamo riuniti insieme agli altri leader del G7 e abbiamo adottato una dichiarazione di ferma condanna dell'aggressione russa, di richiamo alla cessazione delle ostilità e un invito al ritorno alle trattative.
In serata, ho partecipato a un Consiglio europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il Presidente Zelensky. È stato un momento veramente drammatico quello della connessione con il Presidente Zelensky: è nascosto in qualche parte di Kiev, ha detto che lui non ha più tempo, che l'Ucraina non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l'obiettivo delle forze d'invasione russa. È stato veramente un momento drammatico, che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio europeo. Oggi, stamattina, prima di venire qui, mi ha cercato: abbiamo fissato un appuntamento telefonico per le 9,30, ma non è stato possibile, poi, fare la telefonata, perché il Presidente Zelensky non era più disponibile .
Come dicevo, a questo Consiglio europeo ha preso parte anche il Presidente Zelensky, a cui l'Unione europea ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia, perché la Bielorussia è a tutti i titoli , pieno dell'invasione .
Nel pomeriggio di oggi, parteciperò a un vertice della NATO per coordinare il rafforzamento del fianco orientale e ribadire i principi alla base della nostra posizione. Per quanto riguarda il piano bilaterale, stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro per aiuti finanziari all'Ucraina, a scopi umanitari e a scopi di stabilizzazione macrofinanziaria, perché, qualunque sia il risultato di questo conflitto già di per sé drammatico, un risultato è stato certamente ottenuto: sostanzialmente quello di distruggere le fondamenta dell'economia e della società ucraina. I capitali sono ormai andati via tutti, non c'è nessuno che possa investire, pensare solo di investire in Ucraina, il personale è scappato: quindi, l'intero tessuto sociale del Paese si è disgregato.
Nell'ambito della difesa, si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare, nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione.
Il Governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e, soprattutto, utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo, nei fatti, impossibile. La nostra priorità, oggi, deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati.
Dal punto di vista militare, la NATO si è già attivata. Ieri si è riunito il Consiglio Nord Atlantico, sulla base di quanto previsto dall'articolo 4 del Trattato di Washington, e ha approvato 5 piani di risposta graduale che, in questa prima fase, puntano a consolidare la postura di deterrenza a Est. Le fasi successive, vincolate ad un'evoluzione dello scenario, prevedono l'assunzione di una postura di difesa e, in seguito, di ristabilimento della sicurezza.
I piani prevedono due aspetti fondamentali: l'incremento delle forze dispiegate in territorio alleato, con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del Comando supremo alleato in Europa, e l'utilizzo di regole d'ingaggio predisposte per un impegno immediato.
Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni - circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, assieme a forze navali e a velivoli in Romania - e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando alleato.
Per queste siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica e con ulteriori 2.000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell'area di responsabilità della NATO e non c'è alcuna autorizzazione implicita all'attraversamento dei confini. L'Italia e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa Ucraina e di difesa dell'architettura di sicurezza europea.
Voglio ringraziare il Ministro Guerini e le nostre Forze armate per la loro prontezza e preparazione .
Per quanto riguarda le sanzioni, l'Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell'Unione europea, primi tra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi. Mercoledì sono state formalmente approvate le prime misure restrittive verso la Russia, in relazione alla decisione di riconoscere l'indipendenza dei territori di Donetsk e Lugansk (qui siamo nella fase iniziale). Queste misure consistono nel bando alle importazioni e alle esportazioni da entità separatiste, sul modello di quanto fatto nel 2014, in occasione della Crimea. Consistono anche in sanzioni economiche e finanziarie alla Russia, come il divieto di rifinanziamento del debito sovrano nel mercato secondario e il congelamento di di tre istituti bancari. Vi sono anche sanzioni mirate nei confronti di individui ed entità, come gli oltre 300 membri della Duma che hanno proposto il riconoscimento dei territori separatisti e che hanno votato a favore.
In seguito all'invasione russa dei giorni scorsi, nel Consiglio europeo di ieri abbiamo approvato misure molto più stringenti e incisive che erano in preparazione da settimane. I relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles e per questo non posso ancora renderne conto in modo esaustivo. Saranno finalizzati e adottati in tempi rapidissimi e martedì ritornerò sul tema. Intanto, posso dire che queste sanzioni includono: misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell'Unione europea; misure nel settore dell'energia mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate, usate soprattutto per la raffinazione del petrolio, misure nel settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie e i servizi destinati al settore aereo, un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni, la sospensione degli accordi di facilitazione e dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi. Prevediamo inoltre un secondo pacchetto che includa membri della Duma non ancora sanzionati.
In questi giorni, l'Unione europea ha dato prova della sua determinazione e compattezza. Siamo pronti a misure ancora più dure, se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti.
Le sanzioni che abbiamo approvato e quelle che potremmo approvare in futuro ci impongono di considerare con grande attenzione il loro impatto sulla nostra economia. La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è stato già colpito dai rincari di questi mesi. Circa il 45 per cento del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27 per cento di circa dieci anni fa. Le vicende di questi giorni dimostrano l'imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni .
In Italia, abbiamo ridotto la produzione di gas italiano da 17 miliardi di metri cubi all'anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi oggi, a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante, tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi. Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità ed evitare il rischio di crisi future.
Il Governo segue in modo costante i flussi di gas, in stretto coordinamento con le istituzioni europee; abbiamo riunito diverse volte il Comitato di emergenza gas per regolamentare e analizzare i dati operativi e gli scenari possibili. Gli stoccaggi italiani beneficiano dall'aver avuto, a inizio inverno, una situazione migliore rispetto a quella di altri Paesi europei, anche grazie alla qualità delle nostre infrastrutture; il livello di riempimento aveva raggiunto il 90 per cento alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75 per cento; gli stoccaggi sono stati poi utilizzati a pieno ritmo e, nel mese di febbraio, hanno raggiunto il livello che hanno generalmente a fine marzo.
Questa situazione, che sarebbe stata più grave in assenza di infrastrutture e politiche adeguate, è simile a quella che vivono altri Paesi europei, tra cui la Germania. La fine dell'inverno e l'arrivo delle temperature più miti ci permettono di guardare con maggior fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni.
L'Italia è impegnata, inoltre, a spingere l'Unione europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune che aiutino tutti i Paesi a fronteggiare momenti di riduzione temporanea delle forniture e ci auguriamo che questa crisi possa finalmente accelerare una risposta positiva su questo tema.
Il Governo è, comunque, al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica. Ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati.
Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale, regole sui consumi di gas del settore termoelettrico, dove pure esistono misure di riduzione del carico.
Il Governo è al lavoro, inoltre, per aumentare le forniture alternative; intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte come gli Stati Uniti; il Presidente americano Joe Biden ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati, con maggiori rifornimenti, e voglio ringraziarlo per questo; tuttavia, la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto di rigassificatori in funzione. Per il futuro è quanto mai opportuna una riflessione anche su questo punto .
Il Governo intende poi lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico, come il TAP dall'Azerbaijan, il Transmed dall'Algeria e dalla Tunisia e il GreenStream dalla Libia. Potrebbe essere anche necessaria la riapertura delle centrali a carbone per colmare eventuali mancanze nell'immediato .
Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell'energia, ove questo fosse necessario; beh, sì, è necessario .
Per il futuro, la crisi ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica e ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture.
Voglio ringraziare il Ministro Cingolani, per il lavoro che svolge quotidianamente su questo tema, così importante per il nostro futuro .
Ho parlato del gas, ma sappiamo che la risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti, come stiamo facendo, nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili ; anche, direi soprattutto, con una maggiore semplificazione delle procedure per l'installazione degli impianti A questo proposito, vorrei notare che gli ostacoli a una maggiore speditezza su questo percorso non sono tecnici, non sono tecnologici, ma sono solo burocratici Tuttavia, il gas resta essenziale come combustibile di transizione: dobbiamo rafforzare il Corridoio Sud, migliorare la nostra capacità di rigassificazione, aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni, perché il gas prodotto nel proprio Paese e più gestibile ed è meno caro
La crisi, di portata storica, che l'Italia e l'Europa hanno davanti potrebbe essere, come ho accennato prima, lunga e difficile da ricomporre, anche perché sta confermando l'esistenza di profonde divergenze sulla visione dell'ordine internazionale mondiale; divergenze che non sarà facile superare.
Il Governo intende lavorare senza tregua, in stretto coordinamento con gli alleati, per dare ai cittadini le risposte che cercano, in questo momento di grave incertezza: per farlo, è essenziale il vostro appoggio, della maggioranza e dell'opposizione .
In queste ore mi sono arrivate dichiarazioni di sostegno da tutti i gruppi politici e dai loro e vorrei ringraziarli e ringraziarvi, tutti Vi sono sinceramente grato, perché il Parlamento è il centro della nostra democrazia la casa di tutti gli italiani e la sua vicinanza esprime la vicinanza del Paese.
Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere uniti con l'Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti tra noi. Grazie .
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà. Prego, colleghi… silenzio per favore.
DAVIDE CRIPPA(M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, le immagini che giungono dall'Ucraina sono strazianti; sono immagini di morti, feriti e distruzioni. Nel 2022 è inaccettabile scatenare una guerra in Europa, tanto più dopo una drammatica pandemia e una durissima crisi economica. Innanzitutto, dobbiamo condannare con fermezza le operazioni militari della Russia di Putin e pretendere l'immediata cessazione delle ostilità, nonché il ritiro delle forze fuori dai confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina.
Il pensiero va al popolo ucraino, vittima dell'invasione, che oggi è sotto un inaccettabile bombardamento e che va sostenuto economicamente e non va lasciato solo .
Siamo preoccupati per questo bagno di sangue, per il fatto che la guerra torni a devastare una parte del continente europeo. Le guerre attivano sempre un potenziale effetto domino, scegliere la guerra abbandonando la via maestra della diplomazia e del dialogo è un errore imperdonabile di Putin. Per settimane si è provato con la via della diplomazia a scongiurare questa guerra nel cuore dell'Europa, eppure la via dei negoziati è stata spazzata via da Putin, che ha optato per un attacco militare ingiustificato. Questo non può e non deve restare impunito. Sono necessarie nuove sanzioni mirate e ferme, in maniera da colpire Mosca e cercare quanto prima di costringerla a tornare a nuovi negoziati. Questo va detto con forza e con convinzione, le armi devono tacere, ma per centrare questo obiettivo c'è bisogno della responsabilità di tutti i partiti dell'arco costituzionale. Come per affrontare la pandemia ci siamo appellati sempre ai princìpi di adeguatezza e responsabilità, di fronte allo scenario bellico non possiamo permettere divisioni. Serve sostegno al Governo, affinché vada in Europa per proporre una risposta, ferma e coesa, dell'Unione europea all'invasione di Putin. L'Europa deve essere protagonista dello scenario internazionale. Come ci ricorda l'Eurocorps, sarebbero stati elementi utili per scongiurare l' di violenza la realizzazione dell'Unione dell'energia e, soprattutto, dell'Unione della difesa. La Russia ha un PIL inferiore a quello italiano, una spesa militare pari a meno della metà di quella dei 27 Stati membri, ma con una capacità molto maggiore, perché ha una difesa unica, e non 27 difese nazionali. Per evitare future aggressioni agli Stati europei è indispensabile procedere rapidamente verso l'Unione della difesa e l'Unione dell'energia . Sì, perché questa guerra avrà delle ripercussioni, indirette. Parliamo di una situazione che preoccupa tutti gli italiani. Pensiamo, per un attimo, al lato economico: le forniture di gas; già caratterizzato da una crescita, rilevante nelle ultime settimane, solo ieri è arrivato a 135 euro a megawattora, un prezzo esorbitante. Per Coldiretti il blocco russo all' agroalimentare dell'Unione europea, deciso nel 2014, è già costato all'Italia un miliardo e mezzo, mentre in una nota pubblicata da Confindustria si precisa che la portata dell'interscambio commerciale, energetico e degli investimenti tra Italia e Russia ha una portata enorme, a livello economico. Per questo, come già detto in quest'Aula, bisogna prevedere un meccanismo solidaristico, tra tutti i Paesi membri dell'Unione europea, dei rischi economici sottesi a queste sanzioni, nei confronti della Russia. L'Italia, essendo uno dei Paesi più esposti, non può farsi carico, da sola, di queste sanzioni. L'approccio è: azioni comuni dell'Unione europea e conseguenze comuni, suddivise proporzionalmente in base ai danni che queste sanzioni possono comportare ai Paesi
L'Unione europea deve proseguire sulla strada intrapresa sul fronte del COVID, un vero approccio solidaristico e unitario, e dobbiamo seguirlo proprio in questo caso. Dobbiamo impegnarci a livello europeo per realizzare un processo di . Serve un approccio energetico chiaro, servono gli . Con i prezzi che oggi ci sono in Europa serve un approccio unitario e servono risorse comuni distribuibili ai Paesi; serve un percorso di stoccaggi comuni, di acquisti comuni dell'energia, perché la diversificazione che oggi andiamo a contrattualizzare ha prezzi enormi rispetto a quelli che ipotizzavamo e potevamo ipotizzare. Però attenzione, Presidente: lei ha giustamente citato il 45 per cento di importazione del gas. Attenzione, quello è il criterio del solo libero mercato, non è che sono stati stipulati contratti di approvvigionamento al 45 per cento di importazione sulla base di una scelta politica; è una scelta di natura meramente economica, di convenienza . Quindi, mettiamo in piedi dei criteri di diversificazione e anche l'Europa deve mettere in campo misure che ci consentano di non andare incontro a una singola contrattualizzazione sulla base del solo criterio del libero mercato.
PRESIDENTE. Concluda.
DAVIDE CRIPPA(M5S). Concludo, Presidente. In questo delicato momento, dobbiamo essere più che mai uniti nel difendere i nostri interessi nazionali e scongiurare l' di violenze. Al Governo diamo pieno mandato affinché operi in favore della tutela degli interessi del Paese e della stabilità economica e geopolitica, per riguadagnare la pace alle porte dell'Europa
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lorenzo Fontana. Ne ha facoltà.
LORENZO FONTANA(LEGA). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, Ministri, colleghi e colleghe, mi permetta innanzitutto di avere il primo pensiero per i civili che soffrono in questa guerra e in particolar modo per le donne e i bambini che più di tutti gli altri patiranno per quello che sta accadendo in questo momento.
È evidente che l'aggressione da parte russa dell'Ucraina merita una ferma condanna. Il diritto internazionale è stato violato e questo precedente potrebbe invogliare altre potenze del mondo a fare altrettanto. Pertanto, una risposta che faccia cessare il fuoco e tornare la diplomazia a primeggiare è necessaria. Ma occorre anche fare una profonda riflessione sul modo nel quale l'Europa e l'Italia sono nella storia o, forse, sarebbe meglio dire fuori dalla storia, tranne rare eccezioni. Non si può certo affermare che aver fatto sentire l'orso in gabbia sia stata una scelta lungimirante, soprattutto dal momento che, a questa azione, corrispondeva una dipendenza energetica, e non solo, sempre maggiore da parte italiana ed europea, con la conseguenza, inoltre, di aver fatto molto avvicinare Russia e Cina, in un'alleanza che potrebbe essere rischiosa come non mai per l'Occidente e per il futuro dei nostri valori.
Un Paese che vuole essere protagonista della storia non può dipendere quasi totalmente dall'estero per la propria energia. Per essere indipendenti dal punto di vista energetico si deve mettere da parte il fanatismo ideologico che crea utopie, diventate quasi una religione, alle quali, se qualcuno tenta di porre obiezioni, capita l'onta di subire discredito da parte di , di avversari politici e pubblica opinione, facendo inevitabilmente il gioco dei nostri competitori esterni, spesso avversari ed ostili.
Un Paese che vuole essere protagonista della storia non può considerare il proprio estero vicino come non parte dei propri interessi e, ancor di più, della sua sicurezza. Il Mediterraneo, la Libia, la Tunisia, l'Albania, i Balcani sono stati progressivamente lasciati dall'Italia a potenze aggressive, fra cui anche la Russia, e tendenzialmente a noi ostili. Forse si pensava che all'Europa si potessero appaltare tutte le nostre preoccupazioni. Non è così. L'Europa è un soggetto soprattutto economico, ma a livello geopolitico conta molto poco. Esistono gli Stati a livello geopolitico, ma per troppo tempo ce lo siamo dimenticati. Forse alcuni pensavano che la sicurezza che ci ha garantito la NATO dopo la seconda guerra mondiale sarebbe rimasta immutata per sempre. Anche qui è stata fatta una valutazione in parte sbagliata: l'assetto, cambiato nel 1989, ha fatto perdere quella centralità che l'Italia aveva precedentemente, facendoci conseguentemente perdere d'importanza.
Non di solo pane vive l'uomo, sta scritto nel Vangelo: ciò significa che il pane è necessario e dobbiamo fare molta attenzione perché la prospettiva economica in questa situazione richiederà, da parte del Governo, interventi forti ed incisivi, ma serve anche altro. Un popolo, una comunità, una Nazione, che vuole vivere da protagonista della storia, deve avere coscienza ed orgoglio di sé .
L'Italia deve svegliarsi dal suo torpore: lo dobbiamo non a noi, ma ai nostri figli, ai quali auguro di vivere in un sogno e non in un incubo. Che questa drammatica situazione, signor Presidente, possa essere per l'Italia anche una spinta per tornare ad essere il Paese nel quale meritiamo di vivere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Letta. Ne ha facoltà.
ENRICO LETTA(PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo qui per ribadire con forza il sostegno al Governo che ci rappresenta in questa delicatissima e difficile situazione. Le sue parole, signor Presidente del Consiglio, ci hanno confermato che questo sostegno è messo in buone mani.
In questo momento il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime, alle vittime innocenti di una innovazione completa nella politica internazionale. Quello che è successo in questi ultimi giorni non si era mai visto. Il Presidente Putin ha preso in giro tutto il mondo occidentale, le cancellerie: ha fatto ciò che nessuno avrebbe immaginato avvenisse; invece, è avvenuto.
Noi vogliamo esprimere solidarietà al popolo ucraino, vogliamo esprimere solidarietà alla comunità ucraina in Italia Lo abbiamo fatto ieri e lo rifaremo anche oggi; incontrerò l'ambasciatore ucraino subito dopo questa nostra seduta della Camera dei deputati. Voglio esprimere solidarietà a tutti i militari e i diplomatici italiani che sono impegnati in questo momento e che fanno grande il nome del nostro Paese .
Ci sono dei momenti in cui contano i Governi. Questi sono i momenti, in particolare, in cui le decisioni sono concentrate nelle mani dei Governi, delle istituzioni, europee e internazionali, delle strutture tecniche, di quelle militari; ma ci sono dei momenti nei quali il Parlamento, come lei ha detto, signor Presidente del Consiglio, è la casa della democrazia, è la casa di tutti gli italiani.
Il Parlamento ha un ruolo unico e insostituibile, il luogo collettivo dove si decide, dove si va tutti insieme, qual è la direzione di marcia, dove si cambia anche la direzione di marcia, perché questo luogo rappresenta 60 milioni di italiani, rappresenta l'Italia. Abbiamo una responsabilità enorme in questo momento e noi dobbiamo cambiare la bussola con cui abbiamo agito fino a oggi su questo tema.
Diciamocelo francamente tutti: eravamo in quest'Aula due giorni fa; abbiamo parlato di fronte al Ministro Di Maio e il dibattito era su temi ben diversi e i toni erano ben diversi rispetto a quelli di oggi. Noi dobbiamo avere chiaro, in questo momento, che il 24 febbraio dell'anno 2022 è il nuovo 11 settembre ! È un momento in cui cambia la storia. Il cambio della storia, il cambio delle relazioni internazionali, il cambio del mondo ci obbliga tutti a cambiare l'approccio con il quale muoverci in questo momento, la bussola con la quale noi dobbiamo dare forza innanzitutto al principio più importante di tutti: difendere la libertà e la democrazia che è il più importante principio che in questo Parlamento deve essere al centro della nostra attenzione.
Ieri, l'approccio di tutti noi - diciamoci la verità francamente - era di limitare i danni il più possibile di una vicenda fastidiosa, difficile, altra rispetto a noi e lontana.
Oggi noi dobbiamo tutti insieme dirci che Putin non deve vincere questa guerra Putin non deve vincere questa guerra, perché questa guerra è una guerra al popolo ucraino, alla libertà, alla democrazia e tutti insieme dobbiamo combattere per la nostra libertà, la nostra democrazia
Putin ha basato la sua scommessa sull'idea che noi occidentali, che noi europei, siamo dei rammolliti, che non siamo in grado di non dividerci e di opporci alle sue azioni. Bene, noi proprio qui dobbiamo invece dimostrare questa unità. Allora, quando dico una nuova bussola, io dico semplicemente, signor Presidente, nell'ultimo minuto che ho a disposizione, innanzitutto nessuna ambiguità sul fatto - come lei ha detto oggi, signor Presidente, e la ringrazio per questa importante chiarezza, che è importante per tutti noi, è importante per chi ci guarda da fuori - che le sanzioni devono essere le più dure possibili per mettere in ginocchio la Russia che ha invaso l'Ucraina .
Queste sanzioni devono trovare, a livello europeo, la possibilità, che noi riteniamo essenziale, attraverso una continuazione della sospensione del Patto di stabilità , di far sì che non colpiscano l'economia italiana e l'economia europea. In secondo luogo, l'unità dell'Europa e l'unità euro-atlantica sono assolutamente fondamentali in questo momento, nessuna divisione. In terzo luogo, lo voglio dire con forza, noi ci chiediamo, vi chiediamo di riflettere seriamente se non sia il caso anche di dare un aiuto più concreto agli ucraini a difendersi rispetto all'aggressione russa , perché non bastano le parole, non bastano le parole. Ancora, l'autosufficienza energetica, a cui lei, signor Presidente, ha fatto riferimento con i discorsi sulla diversificazione e con il lancio dell'unione energetica, rispetto alla quale anche il collega Crippa è intervenuto prima, è un impegno nel quale dobbiamo mettere tutto il nostro sforzo. Poi, l'ultimo punto, però un punto importante: a me ha colpito negativamente vedere che nelle conclusioni del Consiglio europeo, ieri, non si facesse menzione alcuna al tema dei rifugiati e dell'asilo . Credo che il nostro Paese debba mettere in prima fila, a livello europeo, subito un'agenda di corridoi umanitari, perché ne siamo in grado.
Concludo, signor Presidente, dicendole che lei ha una grande autorevolezza sulla scena internazionale. Oggi, da questo Parlamento, unito come non mai, lei riceve la forza intera di tutto il Parlamento italiano, di tutto il popolo italiano; la usi per i principi di libertà, democrazia e di pace .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barelli. Ne ha facoltà.
PAOLO BARELLI(FI). Presidente, colleghe, colleghi. Presidente Draghi, a lei un grazie innanzitutto per avere immediatamente risposto alla richiesta del Parlamento di essere informato sugli ulteriori drammatici sviluppi della situazione in Ucraina in particolare all'esito delle riunioni che si sono susseguite in queste ore e, in particolare, di quella notturna straordinaria del Consiglio europeo, a cui lei ha fatto un riferimento esplicito. È un segnale positivo che i Capi di Stato e di Governo della UE abbiano trovato l'intesa sulle ulteriori misure restrittive contro la Russia. Sono ore difficili e drammatiche, con la situazione sul campo in rapida e continua evoluzione. Mai nella mia vita avrei pensato di dover prendere la parola per commentare un conflitto armato sul suolo europeo. Avevamo sperato, ci eravamo illusi che la storia del XX secolo avesse insegnato qualcosa, che fosse ormai acquisita in modo irreversibile la consapevolezza che con le armi non si risolvono le dispute internazionali. Evidentemente, siamo stati troppo ottimisti. Quello che è accaduto nelle prime ore del 24 febbraio 2022 rimarrà tragicamente nella storia, fra le sue pagine più buie.
Non c'è giustificazione per quanto scientemente messo in atto dal Presidente Putin. Con il suo attacco premeditato all'Ucraina è stato calpestato in modo eclatante il diritto internazionale. Si è innescata una spirale di distruzioni e sofferenze contro una Nazione sovrana, mettendo in pericolo molte vite umane di quello stesso popolo che i russi chiamano “fratello”. Con l'invasione dell'Ucraina, la Russia ha messo in discussione l'ordine pacifico nel nostro continente. Presidente Draghi, l'Italia in modo unitario ha condannato, senza se e senza ma, questa insensata aggressione ed è vicina al popolo ucraino, è vicina in particolare alla comunità ucraina italiana e ai nostri italiani residenti in Ucraina. Bene hanno fatto i Paesi del G7 e l'Unione europea a dirsi pronti a sostenere, con l'assistenza umanitaria, le sofferenze dei rifugiati e gli sfollati a causa dell'aggressione russa.
Permettetemi, quindi, di rivolgere un pensiero affettuoso ancora ai nostri concittadini residenti e un grazie al nostro ambasciatore per la coraggiosa assistenza fornita, come lei ha ben sottolineato . Ma in questo frangente dobbiamo anche rassicurare, signor Presidente, quei nostri connazionali che temono le conseguenze negative che la guerra e le sanzioni possono avere sull'economia e sulla loro vita . Dopo il colpo inferto dalla pandemia, ora vedono addensarsi all'orizzonte ulteriori nuvole minacciose; mi riferisco in particolare all'ulteriore danno che questa crisi porterà alle famiglie e alle imprese per il rialzo dei prezzi, già insostenibili, dell'energia e delle materie prime e, ancor più grave, per l'inflazione. Forza Italia ha già dichiarato di essere impegnata in Europa per una riforma del Patto di stabilità e crescita - anche lei l'ha sottolineato in queste ore - che preveda un allentamento dei vincoli almeno fino al 2024. Su questo, signor Presidente, chiediamo un suo specifico impegno, perché il Governo e l'Europa devono farsi carico di lenire il più possibile le ulteriori ferite causate direttamente e indirettamente dal conflitto e dalle sanzioni che andiamo adottando. Su questo ribadisco che Forza Italia e il Presidente Berlusconi in prima persona stanno lavorando e daranno il proprio costruttivo contributo.
Ora che le truppe russe hanno varcato i confini ucraini è doveroso che l'Unione europea, la NATO e, più in generale, l'Occidente siano all'altezza della situazione, agendo coesi per ripristinare la pace, il diritto e la sicurezza internazionale. Come Forza Italia appoggiamo l'azione del Governo e i passi fino ad ora adottati in seno alle assise internazionali per indurre la Federazione Russa a fermare lo spargimento di sangue e ridurre immediatamente l' militare in Ucraina. Non possiamo, non dobbiamo accettare una guerra nel cuore dell'Europa. Come Unione europea, con l'Alleanza atlantica dobbiamo mostrarci fermi e compatti, come è accaduto in queste prime ore, adottando tutte le ulteriori misure idonee a ristabilire la pace. Il segnale dato dalla NATO, ribadendo di non avere intenzione di entrare direttamente sul suolo ucraino, è stato quello di avviare con gli altri alleati uno stretto coordinamento per potenziare le misure di sicurezza sul fianco Est dell'alleanza e per rafforzare lo spiegamento militare in tutti i Paesi alleati più direttamente esposti.
In questo scenario, signor Presidente, ritengo sia di estrema importanza che in quest'Aula, che deve fungere da esempio al Paese, si riesca a trovare la massima collaborazione, come sono sicuro ci sia, tra maggioranza e opposizione per conferire al Governo il pieno supporto parlamentare. Presidente, solo l'agire in modo coeso all'interno del Paese e con i nostri alleati può darci quella forza e quella credibilità necessaria per far comprendere la nostra determinazione al servizio della pace, per salvare vite umane e arrestare la distruzione in Ucraina e per difendere l'Europa e i cittadini europei dalle possibili conseguenze economiche del conflitto.
Concludendo, Forza Italia ribadisce al Governo e a lei, signor Presidente, il pieno appoggio in questo momento delicato, in cui serve, ora più che mai, la massima unità nazionale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Presidente Fico, colleghi, Presidente Draghi, noi avremmo voluto che questo incontro si fosse svolto qualche giorno fa. Lo abbiamo chiesto il 15 febbraio, con una lettera protocollata al Presidente Fico, lo abbiamo chiesto in ogni Assemblea e l'abbiamo chiesto nelle Conferenze dei presidenti di gruppo come accorato appello per restituire al Parlamento quel ruolo centrale che la Costituzione gli assegna, con un dibattito che spesso viene richiamato come essenziale all'interno di quest'Aula, per evitare che questa perversa logica, che si sta facendo strada in questa Nazione, possa proseguire, logica per la quale il Parlamento non sorregge e indirizza il Governo ma il Governo, pietosamente, tiene in piedi il Parlamento e ne detta i tempi di lavoro .
Presidente, lei in quei giorni ha perso un'occasione, sfuggendo al confronto con quest'Aula e, oggi, il Parlamento ha perso un'occasione.
Noi avevamo chiesto di votare, oggi, un documento che le permettesse di andare nelle assise internazionali, con un indirizzo chiaro ed esplicitato non solo dalle forze politiche della sua ampia e variegata maggioranza, ma anche dall'opposizione, magari con il sostegno unanime delle Camere . Questo era l'obiettivo che Fratelli d'Italia si era posto, chiedendo oggi un voto che le desse questa forza di carattere internazionale; anche questa occasione è stata persa.
Presidente Draghi, quello che la precede è il suo . La sua autorevolezza deriva da quello e non certo da ciò che abbiamo visto in questi giorni, dal modo con cui il suo Governo si è mosso nelle questioni geopolitiche che abbiamo valutato in queste ore.
L'Italia è scomparsa. Abbiamo visto la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania muoversi sul piano internazionale ed essere richiamati a ciò che, con senso di responsabilità, rispetto alle divaricazioni che la storia ci metteva davanti, poteva porre in condizioni di sicurezza, possibilmente la pace, possibilmente le vite umane, possibilmente l'economia degli Stati nazionali che rappresentavano, che si declina nell'interesse dei cittadini che ognuno rappresenta.
Non si è vista l'Italia! Ne abbiamo sentito parlare in spregevoli battute in Europa e dal Ministro russo, che si è permesso di dire che il Ministro Di Maio faceva, invece di colloqui diplomatici, gite di piacere per assaggiare prodotti tipici. Di questo si è parlato! Noi avremmo voluto rispondere a quelle insinuazioni raccontando quello che l'Italia stava facendo, aveva fatto e farà in futuro . Siamo riusciti solo a non ridere a quelle battute disgustose che ci sono state poste davanti.
Però, quel dibattito che noi auspicavamo serviva a ragionare di storia e a ragionare di errori fatti per non ripeterli. Lei prima ha definito “imprudenze” quelle compiute dai Governi degli ultimi 10 anni. Hanno applaudito tutti, ma solo Fratelli d'Italia in quei 10 anni non è stata al Governo . Avrà stupito anche lei quell'applauso fragoroso dei responsabili di quegli errori sul piano energetico.
Ebbene, oggi non è il tempo, però, delle analisi di quello che è stato; è il tempo delle responsabilità e Fratelli d'Italia le sue responsabilità le assume sempre. Oggi, noi ribadiamo che eravamo, siamo e saremo dalla parte dell'Occidente . Noi chiariamo, senza infingimenti e senza equivoci, che condanniamo l'aggressione russa all'Ucraina e che condanniamo un approccio che forse si poteva evitare.
Dagli accordi di Pratica di Mare, da quei colloqui noi speravamo che la Russia cristiana potesse essere attratta nella sfera dell'Occidente democratico. Auspicavamo che quello fosse un percorso possibile, senza consegnarla nelle mani e nell'abbraccio mortale della Cina, che è l'alternativa al nostro sistema di valori, di diritti e di libertà e con la quale colloquiate, sulla Via della Seta, con una disinvoltura che spaventa.
Lei ha parlato - o altri hanno parlato - di un'Europa meno efficace sul piano internazionale rispetto a un'Italia che è scomparsa. L'Europa è stata un nano politico,: un gigante verso gli Stati che la compongono, ma debole sul piano internazionale. Anche l'Europa non ha svolto il suo ruolo. Siamo risultati deboli, siamo oggetto di provocazioni continue e non abbiamo avuto una strategia. È quello che Fratelli d'Italia denuncia da anni.
Noi vorremmo un'Europa più forte, un continente che sia capace di intimorire quelli che possono essere avversari della libertà. Oggi, però, il dado è tratto: 14 mila morti in una guerra a bassa intensità e 30 mila mutilati in Ucraina non ci hanno fatto rendere conto di quello che stava avvenendo.
Si è parlato, in passato, di sanzioni. Avevamo sottolineato che le sanzioni non sarebbero state sufficienti a risolvere il problema e non lo sono state; ma oggi, Presidente Draghi, lei dovrà andare nei consessi internazionali con la forza dell'Italia. Noi siamo stati fieri oppositori dei Governi, del “Conte 1”, che è il Governo che ha ridotto le captazioni di gas in questa Nazione in maniera drammatica . Siamo fieri oppositori delle politiche che il Ministro Speranza ha messo in campo, limitando le libertà costituzionali e danneggiando le nostre imprese. Però, Fratelli d'Italia ha un altro approccio sul piano internazionale: vuole rafforzare il ruolo dell'Italia fuori dai nostri confini, tentando di renderla più forte possibile, perché questo significa rafforzare le possibilità di difendere la nostra comunità nazionale. E, allora, bisogna essere chiari sugli obiettivi strategici che ci dobbiamo porre, perché, sul piano militare, l'Europa è debole perché non ha investito, l'Italia non ha mantenuto gli impegni di spesa sul piano militare previsti dalle nostre leggi . Lo sappiamo anche noi che, con il costo di un F35, si pagano migliaia e migliaia di redditi di cittadinanza ma, se quelli servono a comprare consenso, le armi servono a difendere i confini, le nazioni, la libertà e questo errore lo stiamo pagando. , dicevano i romani e, se non c'è pace, è perché siamo stati militarmente deboli. E, allora, nell'ambito dell'Alleanza atlantica, l'Italia deve avere un ruolo propulsivo in questo settore.
Noi abbiamo la necessità di ragionare serenamente rispetto alle sanzioni: non erano la soluzione, oggi sono l'unico strumento per evitare un conflitto con le armi, ma queste sanzioni vanno ancorate a dei principi saldi. Primo, bisogna che queste sanzioni siano commisurate a interventi puntuali che devastino quella parte del sistema di Vladimir Putin che finanzia l'armamento bellico russo . Questo deve essere il primo elemento.
Il secondo, che queste sanzioni vedano una compensazione tra gli Stati che ne subiranno gli effetti; tra quelli che infliggeranno le sanzioni alla Russia ci sarà chi avrà, più o meno, danni e l'Italia sarà una delle nazioni che ne avrà di più. Il modello è quello della Brexit: lei sa bene che, quando si è attuata la Brexit, alcune popolazioni sono state colpite e l'Europa ha previsto un fondo - in quel caso, di 5 miliardi - che ha avvantaggiato l'Irlanda, la Francia, la Germania, quelle nazioni che venivano più colpite da quel processo. Esattamente in modo analogo, crediamo che si possano vincolare risorse in questa circostanza, chiedendo la solidarietà e il sostegno delle altre nazioni, perché noi subiremo danni enormi.
Abbiamo la necessità oggi - lei lo ha detto, ha riunito la cabina di regia del gas - di dare carta bianca alle idee che si possono mettere in campo nel senso che lei ha annunciato per arginare il disastro dal punto di vista degli approvvigionamenti che ci vede, come minimo, ricattati oggi da Est, ma che ci potrebbe veder piegare la nostra produzione industriale, la nostra economia, financo - lei lo citava prima come allarme - i riscaldamenti e la luce nelle nostre abitazioni.
Bisogna ragionare coinvolgendo le grandi rappresentanze del mondo agricolo e produttivo, che oggi vedono un danno inflitto al loro sistema di produzione, ma, indirettamente, per evitare che i prezzi nei mercati e nei supermercati, che sono già cresciuti del 20-25 per cento, salgano alle stelle e mettano in ginocchio le nostre famiglie.
Bisogna lavorare, non per domani, sullo di rifugiati da concedere immediatamente ai cittadini e alle cittadine ucraini Quando al Ministro Di Maio spiegavamo - perché Fratelli d'Italia lo ha messo per iscritto - che l'Ucraina era un Paese a rischio, lui lo definiva sicuro ed espelleva ucraini e ucraine, rimandandoli a casa loro, a differenza di ciò che avveniva per nazioni che hanno criticità ben inferiori.
Bisogna andare in Europa, Presidente Draghi, per quanto ci riguarda, a spiegare che, se lo Stato di diritto è lo strumento massimo per garantire le nazioni deboli da volontà imperialiste, come quelle che la Russia ha messo in campo in questo momento, lo è ancor di più per l'Italia, che, in questo momento, purtroppo, è uno Stato debole. Ma l'Europa ha attenzionato più alcuni Stati a confine, collega Di Maio, con l'Ucraina, che hanno, forse, un ritardo di democrazia. Ma questo ritardo di democrazia, per spiegarlo bene, forse è frutto di quei 50 anni di comunismo e di imperialismo sovietico a cui l'Occidente li ha consegnati e lasciati negli anni. Oggi, sono il nostro principale alleato, gli Stati cuscinetto per evitare che la Russia travalichi i suoi confini.
Noi, Presidente Draghi, auspichiamo che l'Italia abbia un ruolo, un ruolo di protagonismo sullo scenario internazionale, ed è per questo che resteremo fiera opposizione all'interno dei nostri confini. Resteremo alternativi al suo Governo, a quella melliflua coalizione: anche oggi, quando lei ha detto parole chiare su alcune questioni, pezzi dell'Aula ne applaudivano una e pezzi dell'Aula ne applaudivano un'altra, mugugnando.
La ragione è semplice, perché sulle questioni strategiche che lei ha citato non c'è alcuna possibilità di accordo tra loro . È per questo che noi invitiamo a ricorrere alle urne, per avere qualcuno che governi con la forza di una maggioranza.
Presidente, noi la contrasteremo sempre a viso aperto, da Fratelli d'Italia non si dovrà mai guardare le spalle fuori dai nostri confini perché abbiamo sempre provato disgusto per quelli, di passaporto italiano, che speravano nella sconfitta della Nazione per averne un beneficio di carattere interno. Noi su questo, sulla difesa delle nostre aziende, delle nostre imprese e della nostra gente, saremo con lei. Solo su questo, ma è tanto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(IV). Grazie, Presidente. Grazie, Presidente Draghi, noi ci riconosciamo e ci ritroviamo nelle sue parole, molto nette e molto chiare, che rappresentano l'unità di questo Parlamento e l'unità di questo Paese. Ci riconosciamo e ci ritroviamo nel lavoro che il suo Governo e che i suoi Ministri stanno svolgendo, in questa fase difficile. Consenta anche a noi di ringraziare il personale diplomatico e tutte le Forze armate che sono impegnate in questa fase difficile che l'Italia attraversa .
Ci siamo ritrovati, l'altra notte come si trovarono altri il 12 agosto 1961; svegliandosi, trovarono uomini che costruivano un muro che divideva l'Europa. Stavolta, il muro è molto peggiore, è un muro fatto di cannoni, è un muro fatto di morte, è un muro fatto di un'invasione, quella organizzata dalla Russia di Putin contro un Paese che non aveva fatto alcuna provocazione armata. Rispetto a questo non ci deve essere altro che una fortissima condanna internazionale da parte di tutti noi. E, da parte di questo Parlamento, mi sembra che la voce che si alza sia una voce che consente anche a lei e al nostro Governo di essere molto chiaro, in tutte le sedi.
Le immagini che abbiamo visto in questi giorni e che vediamo in queste ore sono immagini drammatiche, sono le stesse immagini che abbiamo visto negli occhi degli ucraini, ieri, davanti all'ambasciata russa, a protestare in maniera commossa, pensando alle loro famiglie, pensando a quello che sta accadendo nelle loro città che, anche in queste ore, come leggiamo dalle agenzie, sono sotto i bombardamenti. Milioni di civili sono ostaggio di una folle invasione militare, non giustificata da nulla. Ogni azione, signor Presidente, che questo Governo, che questo Paese vorrà fare, anche in termini di solidarietà, trova il nostro appoggio e il nostro convinto sostegno e la determinazione ad andare avanti, con forza .
Noi abbiamo registrato già alcuni atteggiamenti, perché questo non è solo un attacco all'Ucraina, è anche un attacco al nostro sistema democratico, è anche un attacco alla logica dell'autodeterminazione dei Paesi. Le risposte che abbiamo dato, nel 2008 e nel 2014, alla Russia di Putin sono state poco efficaci, bisogna riconoscerlo. Quindi, oggi le risposte che vanno date, a livello internazionale, devono essere durissime ; le reazioni e le sanzioni devono essere durissime. Abbiamo apprezzato lo sforzo che si è fatto, anche ieri sera. Va nella giusta direzione. Chi dice che le sanzioni non bastano deve essere consapevole che, dopo le sanzioni, c'è solo l'intervento armato. Quindi, noi pensiamo che le sanzioni siano lo strumento giusto e sono lo strumento che le democrazie devono usare. Ma devono essere sanzioni che vadano fino in fondo, senza paura dei nostri legittimi interessi che, anche qui, giustamente abbiamo tutti ricordato. Penso anch'io all', penso al gas – dibattito su quest'ultimo che bisogna approfondire, bisogna intervenire sulle nostre fonti energetiche e sulla loro diversificazione - e al danno per le imprese che lavorano in quei mercati. Tuttavia, questo bisogna metterlo da parte, rispetto a una reazione internazionale che deve essere durissima: chi fa la guerra deve sapere che va verso l'isolamento politico ed economico. Questa deve essere la strada che noi dobbiamo percorrere, con grande determinazione .
Presidente, speravamo di aver archiviato una crisi, la pandemia, quella del virus, dove, però, l'umanità era tutta compatta nel combatterlo. Avevamo da una parte l'umanità che combatteva contro il virus e si sentiva anche questa solidarietà internazionale. Noi, oggi, entriamo in una nuova fase, che è quella veramente del rischio, in cui ci sia uno scontro tra regimi e democrazia, ed è un rischio molto pericoloso, abbiamo letto anche noi, oggi, le agenzie di stampa, ad esempio, sull'Iran che giustifica l'intervento russo. È un rischio pericolosissimo e in questo momento serve la politica, la politica come reazione dei Paesi democratici, come reazione delle democrazie che tengono a cuore i destini dell'umanità. La politica deve prendere questo incendio che è scoppiato in Ucraina e lo deve tenere lì, evitando che si espanda, con l'impegno, con l'obbligo, con la forza che dobbiamo mettere nelle nostre azioni perché i russi tornino nei loro confini e all'Ucraina sia lasciata l'autodeterminazione: sono due principi su cui non possiamo transigere; sono due principi che dobbiamo difendere fino in fondo, per la salvaguardia appunto dell'autodeterminazione dell'Ucraina. Altrimenti avremo una nuova Bielorussia con quello che abbiamo visto, un Paese che ha contribuito in maniera importante a questa guerra che stiamo vivendo.
Concludo, Presidente, dicendo che noi siamo rassicurati in questo percorso, pur comprendendo le difficoltà della politica di questo Paese - difficoltà della politica in generale, ma anche oggi con sfumature molto diverse, naturalmente, tra chi sta all'opposizione rispetto a chi sta in maggioranza - in quanto il Parlamento è unito in questo sostegno alla sua azione. Noi siamo contenti di avere mani esperte, che possono aiutare ad affrontare questa crisi non solo il nostro Paese, ma anche l'Europa. Penso che il suo lavoro, quello, ricordato in precedenza, del suo Governo, e quello del Presidente Mattarella, che anche ieri ha dato un segno molto importante, sia il lavoro giusto, con l'approccio giusto per accompagnarci in questa fase difficile, in cui dobbiamo difendere non solo un popolo, quello ucraino - a cui dobbiamo stare vicini -, ma anche i valori della democrazia e della autodeterminazione dei popoli, che sono alla base della nostra Costituzione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marin. Ne ha facoltà.
MARCO MARIN(CI). Grazie Presidente. Signor Presidente del Consiglio, membri del Governo, colleghe e colleghi, le immagini che abbiamo visto tra mercoledì e giovedì notte non le avremmo mai volute vedere. Sono di una violenza inaudita, sono immagini di un attacco proditorio, di un'invasione contro il diritto internazionale a un Paese sovrano che nel 2014 - non molti anni fa - aveva scelto la democrazia. Poi c'è stata l'annessione della Crimea, poi c'è stata questa nuova invasione: è evidente che, da una parte, c'è la democrazia, c'è la libertà, ci sono le idee e, dall'altra parte, c'è l'autocrazia.
Noi, Presidente, le diciamo subito che siamo per una condanna ferma, senza se e senza ma, e siamo con lei, qualunque decisione il nostro Paese prenderà. Voglio anche dire che qualunque membro del nostro Governo venga attaccato, in questo momento noi siamo con i membri di questo Governo: noi difendiamo questo Paese, noi difendiamo l'Italia. In questo momento bisogna assolutamente essere uniti. Le sue parole e le parole del Presidente Mattarella ci tranquillizzano e ci rassicurano in questo.
È evidente che siamo davanti a una storia di vecchia data: nel momento in cui l'Ucraina e altri Paesi scelgono la libertà, chi questa libertà non vuole conoscerla e non è in grado non solo di darla al proprio Paese, ma neanche di riconoscerla, decide di intervenire, e lo fa in un momento molto particolare per l'umanità. Noi, in quest'Aula, Presidente, per due anni abbiamo detto che siamo stati in guerra con il COVID. Era una parola che usavamo tutti, la usavo anch'io; oggi ricordiamo, in Europa, cos'è veramente la guerra. Lei, Presidente, ci ha portato fuori dalla pandemia, ci ha portato fuori da 24 mesi di stato di emergenza e noi salutavamo quel momento con felicità, mentre oggi ripiombiamo in problemi veri, in problemi che riguardano tutti noi, Presidente.
Allora, nella chiarezza e nell'offrire ovviamente la solidarietà al popolo ucraino, ringraziamo i nostri diplomatici per il lavoro svolto; mi fa piacere sapere che l'ambasciata è aperta e operativa, che sta tutelando i nostri interessi nazionali e che lavora a pieno regime. Voglio, dunque, ringraziare tutti gli uomini della nostra ambasciata, Presidente.
È chiaro che noi ci troviamo in una situazione di difficoltà vera. La scelta, è evidente, è quella che lei ha fatto in queste ore e che il nostro Paese fa da molti anni.
Noi stiamo, senza se e senza ma, con i nostri alleati storici, con l'Europa, con chi vince con la democrazia, con la diplomazia, con le idee, e non ha bisogno dei carri armati per imporre le proprie idee. È vero, Presidente, che ci inseriamo, in un momento difficile. Lei ha fatto l'esempio dell'energia e del gas: quanti mesi e quanti decreti, quanto il suo Governo e quanto il Parlamento hanno parlato dell'emergenza energetica? Ieri mi pare che il gas sia aumentato del 30 per cento; secondo questi dati, è in continuo aumento e abbiamo delle difficoltà, quindi lei ha fatto bene a richiamare, Presidente, la necessità di cambiare la nostra politica energetica.
Infatti, anche nelle risposte che l'Europa unita e l'Italia unita daranno alla Federazione Russa e a Putin, è chiaro che ci sono situazioni, anche in questi campi, diverse, quindi veniva richiamata la solidarietà. Noi dobbiamo dare una risposta chiara nei confronti di chi invade e anche una risposta che sia chiara nei confronti della solidarietà che dobbiamo avere all'interno dell'Europa per le risposte che diamo, perché l'Italia, Presidente, è il quinto partner industriale, per scambi commerciali, della Russia; prima di noi ci sono la Cina, le cui dimensioni conosciamo, gli Stati Uniti, la Germania, la Bielorussia, di cui ha parlato lei prima spiegando che addirittura aiuta a invadere un Paese sovrano, e poi c'è l'Italia.
Questi sono temi che, uscendo dal COVID, uscendo da scelte coraggiose che avevano portato a una previsione di PIL per l'Italia al 6,3 per cento, oggi ridotto sotto il 4, chiaramente impattano sul nostro Paese. È evidente che è una difficoltà che si aggiunge e che l'Italia dovrà tenere presente, ma siamo certi, Presidente, che lei lo farà; lo farà perché pensiamo di essere in ottime mani. Allora, vede, Presidente, se questo è il percorso che va segnato, sapendo che le sanzioni colpiscono anche i sanzionatori, è chiaro che la risposta dev'esserci, dev'essere chiara e dura. Coraggio Italia condanna fermamente la violenza e siamo dalla parte dell'Italia e del Governo, senza se e senza ma. Io credo che vada messo in piedi, insieme alle sanzioni, un meccanismo per difendere un Paese - il nostro Paese - che sta ripartendo da una pandemia che, purtroppo, ci aveva piegati. Questo non vuol dire avere debolezze: le debolezze non ce le possiamo permettere perché qui c'è una battaglia fra la democrazia e l'autocrazia. Coraggio Italia e il nostro Governo - e noi la sosteniamo in ogni scelta che lei farà, Presidente, e saremo con lei e con il Governo - stanno senza ombra di dubbio, la nostra storia lo dice, dalla parte della democrazia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Grazie, signor Presidente. Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, innanzitutto intendiamo associarci al ringraziamento al personale diplomatico e al personale militare per il lavoro spesso oscuro, ma assolutamente prezioso, di questi giorni. Il primo pensiero non può non andare ai civili, che in Ucraina stanno pagando e pagheranno il prezzo più alto di questa guerra, come è sempre avvenuto nelle guerre moderne, fatto che ci ricorda, casomai qualcuno se ne fosse dimenticato, che la guerra è una montagna di sterco: la guerra è morte, sofferenza, distruzione, povertà. Un dato, però, oggi è incontrovertibile: l' militare impressa dalla Russia di Putin con l'invasione dell'Ucraina è inaccettabile, è intollerabile; è un'inaccettabile violazione del diritto internazionale che non può trovare alcuna giustificazione.
Viviamo giorni bui, che ci riportano a giorni altrettanto bui del secolo scorso, giorni che pensavamo di non dover più rivivere, dopo quasi ottant'anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. Ma proprio la storia ci può aiutare, perché è la storia a dirci che la politica dell' del 1938, con cui le democrazie europee provarono a rispondere all'offensiva di Hitler, da sola non è sufficiente e non può esserci, quindi, alternativa a una risposta in chiave difensiva dei confini dell'Unione europea e di deterrenza da parte della NATO, secondo quanto prevedono i trattati. Dobbiamo, però, avere consapevolezza che la risposta militare non può essere l'unica. Le sanzioni possono essere utili, perché qui c'è un elemento di novità rispetto a quegli anni del secolo scorso; c'è un livello di interdipendenza economica globale che prima non c'era e, soprattutto, c'è l'Unione europea, che prima non c'era. Da questo punto di vista, quindi, le sanzioni possono essere uno strumento fondamentale per provare a risolvere questa crisi che, come è stato giustamente ricordato, è di portata storica. Mai come quando risuonano le bombe, mai come quando si vedono le immagini che stanno scorrendo sui telegiornali e sui nostri dobbiamo ricordarci che è fondamentale il ruolo della diplomazia. Dobbiamo testardamente credere che la diplomazia possa aiutare a risolvere questa crisi. È evidente che l'equilibrio che ha consentito la pace, il mantenimento della pace in Europa, con la sola eccezione, drammatica, della guerra in Jugoslavia, è saltato: non si torna indietro rispetto a quello e occorre trovarne un altro; occorre trovarne un altro in tempi brevi e il lavoro della diplomazia è assolutamente fondamentale. Un equilibrio che garantisca sicurezza in Europa, nel rispetto del diritto internazionale, dei valori della democrazia e della libertà che sono a fondamento dell'Unione europea. Occorre, quindi, lavorare, lavorare con tenacia, con testardaggine, per scongiurare un'ulteriore militare con conseguenze inimmaginabili. Credo che questo sia il nostro dovere, sia il dovere di chi, nel rispetto dei valori fondanti, lavora anche per rispettare la nostra Costituzione (l'articolo 11), di chi lavora soprattutto perché si possano trovare le condizioni per quella sicurezza e quella pace di cui l'Europa e i popoli europei hanno bisogno. Mi lasci terminare con un pensiero riconoscente per chi, in queste ore e nei prossimi giorni, manifesterà per la pace in tutto il mondo e, in particolare, con quelle piazze russe dove donne, uomini e giovani stanno manifestando per la pace. Presidente Draghi, da parte nostra, quindi, pieno mandato sulla linea da lei indicata oggi nel suo intervento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI(MISTO-A). Grazie Presidente. Colleghi, Presidente Draghi, innanzitutto è necessaria una ferma condanna nostra per l'attacco che la Russia ha portato sul suolo ucraino, che sta implicando la perdita di vittime civili, inermi, innocenti. Su questo, sicuramente, non ci sono e non ci saranno divisioni in quest'Aula, ma dobbiamo anche analizzare ciò che ha portato a questa sfida, a questo attacco.
Noi di Alternativa pensiamo che non debba essere, però, la cronaca di questi giorni a regolare le azioni di noi italiani ed europei. Infatti, il terremoto del sistema ucraino avviene lungo una delle linee di faglia di un confronto strategico planetario. Noi subiamo ancora i nefasti momenti della Guerra fredda, tant'è vero che la NATO, invece di essere smantellata, è stata estesa verso Est. Però, noi stiamo facendo un grave errore di valutazione, che potrebbe portare in realtà il mondo alla catastrofe. Attualmente, la NATO, Stati Uniti e Regno Unito, hanno degli interessi contrapposti rispetto agli interessi dell'Unione europea e, soprattutto, dell'Italia. Infatti, non si possono più prendere decisioni con implicazioni militari nei confronti di Mosca, con l'illusione che d'ora in poi non abbiano un prezzo salatissimo da pagare. Realismo deve essere sapere che la Russia, per difendere la sua posizione strategica, metterà in campo tutto il suo potenziale. Lo schema delle sanzioni, purtroppo, ha una dinamica in cui l'Europa sarebbe una vittima predestinata. Inseguirlo, per noi, sarebbe un suicidio, anche perché nessuna sanzione può, purtroppo, modificare attualmente queste scelte strategiche di sicurezza di Mosca, e una cesura economica fa Europa e Russia comporterebbe un ridimensionamento del nostro tenore di vita. In realtà, Presidente, il problema sul gas è che la crisi energetica non è di oggi né di ieri: in Italia c'è da oltre due mesi. Ma la situazione di oggi, come lei dice, dipende dall'incapacità dei Governi degli ultimi venti anni, che hanno frenato l'utilizzo di fonti rinnovabili di transizione energetica. Forse, dovrebbe anche spiegare perché, ad esempio, nel 2021 noi abbiamo addirittura aumentato l'esportazione del gas.
Oggi paghiamo le conseguenze delle pessime scelte degli stessi partiti che sono oggi al Governo con lei .
Presidente, dal punto di vista geopolitico si può stare in un'alleanza politica e militare senza essere vassalli. Assecondare senza se e senza ma le posizioni della NATO, senza affermare i nostri interessi geopolitici, ci è costato tantissimo negli ultimi anni. Il disastro libico e quello afgano hanno la stessa dinamica di oggi. Anziché inseguire un'unità forzata, a spese dei popoli europei, occorre costruire la nuova architettura di sicurezza; lo diciamo proprio mentre molti indossano, anche oggi, qui, l'elmetto di fronte all'azzardo impresso da Putin, un azzardo dai costi umani e politici ampi e pericolosi.
Presidente, cosa dovrebbe fare l'Italia? Dal nostro punto di vista, l'Italia dovrebbe fare quello che è stata capace di fare sin dalla fine della seconda guerra mondiale: dovrebbe farsi promotrice di iniziative diplomatiche anche fuori dai progetti bellicisti della NATO ed il dialogo, Presidente Draghi, non può mai essere impossibile, mai, Presidente.
In realtà, l'Italia potrebbe anche ospitare una grande conferenza di pace e disarmo per la nuova architettura di sicurezza europea di cui dovrebbe far parte, ovviamente, anche la Russia, che è il nostro vicino.
Presidente, in questo momento l'alternativa e il vero coraggio è la pace .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Muroni. Ne ha facoltà.
ROSSELLA MURONI(M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. In pochissimo tempo, Presidente, sostegno e fiducia nella sua azione in queste ore così drammatiche, perché ora più che mai è necessario essere uniti come Paese, ma anche e soprattutto come Unione europea. Un'Europa di fronte a una sfida che parla di pace e di democrazia, ma soprattutto del proprio futuro, del continuare ad esistere, del senso del suo esistere. Non ci volevano le bombe su Kiev per dimostrare che Putin fosse un dittatore: lo è, è un assassino intriso contemporaneamente di una cultura veterocomunista e di un fascismo tutto moderno, un dittatore del terzo millennio. Questa crisi è l'ennesima dimostrazione che la nostra dipendenza dalle fonti fossili di energia, come il gas e il petrolio, ci rende drammaticamente e inevitabilmente complici di feroci dittature.
Dovremmo dire a Putin “tieniti il tuo gas sporco di sangue”, ma non possiamo permettercelo. Una dipendenza che ci costringe a sussurrare e chiudere gli occhi di fronte alla violazione dei diritti umani in Russia e in Bielorussia, ma anche in Egitto, in Libia, in Tunisia.
Presidente, solo le energie rinnovabili sono energia pulita e possono essere energie di pace e di democrazia. L'ho detto, abbiamo fallito la diversificazione e questo rende il gas essenziale come energia di transizione; basta che non diventi di conservazione. E, Presidente, non è vero che quello estratto in casa costa meno e abbatte le bollette .
Infine, mi permetta un pensiero solidale ai cittadini e alle cittadine ucraini, quelli sotto le bombe e quelli che vivono nel nostro Paese; non lasciamoli soli e facciamo, ad esempio, subito in modo che le famiglie separate possano ricongiungersi in sicurezza nel nostro Paese. Grazie, Presidente, e buon lavoro. Noi parlamentari saremo disponibili a fare la nostra parte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, lei ha e avrà, anche dopo l'intervento che ha fatto qui, in Aula, il nostro sostegno senza se e senza ma.
Nel cuore dell'Europa vi è una guerra, provocata da un attacco ingiustificabile e intollerabile, che distrugge un tessuto sociale di un Paese, che viola qualunque regola internazionale, che costringe famiglie e bambini a rifugiarsi nei sotterranei dopo l'urlo delle sirene. Tutto questo è un colpo al cuore alla nostra responsabilità. La risposta non può che essere forte, nel segno dell'unità, della coesione, senza ambiguità e con grande coraggio. La strada per il dialogo e per la pace - noi vogliamo il dialogo e la pace - non può che essere segnata in questo momento dalla fermezza. Senza fermezza non ci saranno né dialogo né pace. Le sanzioni sono l'alternativa alla reazione militare, ma devono arrivare presto, immediatamente, agire su un ampio ventaglio di interessi e con grande profondità. Lo ha detto anche lei: questo avrà un impatto, certamente, sulla nostra economia, ma sono in gioco il futuro della storia e il futuro della comunità internazionale.
In ogni caso, qualunque iniziativa, la più dura possibile, deve prevedere - e lo ha anche accennato lei - un supporto alle nostre aziende che ne subiranno le conseguenze, che hanno, per esempio, un importante. Si possono trovare gli strumenti per aiutare queste aziende; occorre adottare le sanzioni più dure possibili, ma aiutare queste aziende e, non a caso, lei, come molti colleghi, ha parlato del Patto di stabilità…
PRESIDENTE. Concluda.
MAURIZIO LUPI(M-NCI-USEI-R-AC). Infine, un'ultima considerazione. Questa aggressione cambia lo del nostro continente, dopo la caduta del muro di Berlino. Chi aveva dubbi sulle ragioni d'essere dell'Europa, così difficile da spiegare ai nostri giovani che, da settant'anni, vivono e hanno vissuto nella pace, ora, ha la possibilità di riscoprire che cos'è l'Europa e qual è il suo compito. Questo è il nostro compito ed è questo il nostro dovere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Quante volte l'umanità dovrà ripetere gli stessi errori del passato, quante volte la guerra tornerà a minacciare la libertà e la sicurezza dei popoli? Ci troviamo nuovamente a camminare lungo il confine tra la distruzione della guerra e la mediazione della politica. In questo fragile confine, dobbiamo mettere al centro la forza delle parole: parole che costruiscono ponti di dialogo, parole di ferma condanna nei confronti delle gravissime aggressioni da parte della Russia, parole di solidarietà per il popolo ucraino e per il Presidente Zelenski, parole di sostegno per quella parte del popolo russo e dei giornalisti che prende le distanze da chi la governa; parole che non rispondono alle minacce con minacce, ma con efficaci sanzioni per chi infrange gli accordi internazionali, sanzioni congrue, precise, calcolate e lungimiranti rispetto agli effetti; parole di unità, chiare e non ambigue, qui, in Parlamento e in sede di Unione europea; parole forti e costruttive che si oppongono alla violenza distruttiva delle armi e che non cedono al ricatto rispetto agli approvvigionamenti energetici.
Chiedo al Governo italiano di portare con sé, in ogni sede in cui si troverà ad operare in questa fase delicata, le parole con le quali i nostri Padri costituenti hanno mirabilmente costruito l'articolo 11 della Costituzione, loro che avevano vissuto gli orrori della guerra, ricordandoci che l'Italia non solo condanna la guerra, ma addirittura la ripudia, perché, di fronte alla guerra, non si può rimanere indifferenti, ma è necessario adoperarsi attivamente per allontanarla con tutte le forze.
In questo contesto, quanto ci manca una persona come Gino Strada che, con le sue parole, oggi, ci avrebbe ricordato che la guerra è sempre sbagliata e che rappresenta la più grande vergogna dell'umanità, ma al tempo stesso ci chiederebbe di non abbandonarci allo sconforto, perché non servono né nuove parole né troppe parole per individuare la giusta direzione verso la quale dobbiamo puntare. È sufficiente una parola, una parola che sempre la nostra Costituzione individua come strumento irrinunciabile per garantire, in una democrazia, il bene supremo della libertà e questa parola è, ovviamente, pace .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Suriano. Ne ha facoltà.
SIMONA SURIANO(MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Ci troviamo, oggi, qui, perché un altro conflitto armato bagna di sangue il nostro pianeta. Ci tengo a precisare sin da subito che condanniamo con forza l'intervento russo in Ucraina, ma tengo a precisare anche che urge immediatamente un cessate il fuoco e una soluzione rapida e di pace. Rifiutiamo categoricamente la logica di guerra come strumento di soluzione a nuovi o vecchi attriti tra Stati, ma condanniamo anche quell'imperialismo ed espansionismo della NATO che ci ha portato a vivere oggi tutto questo, una guerra, l'ennesima, sulla pelle dei cittadini.
In questo scenario, l'Italia deve rifiutare qualsiasi coinvolgimento militare e farsi invece capofila nella ricerca di una soluzione pacifica in Europa, quell'Europa che è stata incapace sinora di evitare un' purtroppo annunciata. Io e le colleghe della componente sosterremo il Governo italiano se e nella misura in cui ricercherà ogni strada che porti alla e al ripristino della via diplomatica, unica strada oggi percorribile per far cessare immediatamente i bombardamenti e le sofferenze del popolo ucraino e del popolo russo che ieri ha manifestato per la pace.
L'unica strada percorribile per noi rimane quella del dialogo, del rispetto degli accordi di Minsk che prevedono il riconoscimento delle autonomie e delle regioni russofone e un'Ucraina neutrale. Siamo a fianco dei cittadini ucraini e russi che chiedono di fermare la guerra e le chiediamo un intervento incisivo che vada in questa direzione ai tavoli europei, affinché l'Italia non rimanga come un vaso di coccio tra due vasi di ferro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI(MISTO-MIN.LING.). Nell'esprimere piena solidarietà al popolo ucraino, ci uniamo come componente Minoranze Linguistiche, che qui rappresento, nella condanna di questo attacco ingiustificabile verso l'Ucraina in violazione dei suoi confini e dei diritti umani e con una modalità arcaica e violenta che pensavamo di aver archiviato nel secolo scorso.
Siamo consapevoli della necessità di agire rapidamente e concretamente attraverso sanzioni che possano rendere insostenibile per la Russia ignorarle, sempre con l'obiettivo di fermare l'attacco, evitare ogni allargamento del conflitto e ripristinare la sovranità dei confini ucraini.
Le relazioni economiche interdipendenti tra tutti i nostri Paesi, insieme agli appelli e al lavoro delle comunità scientifiche e culturali transnazionali, possono essere usati, Presidente Draghi, in questo momento come dissuasori potenti per aprire un tavolo e un dialogo negoziale che, se ora ci appare impossibile, non può uscire dallo scenario.
La sfida sarà anche stabilire in che modo e a quali condizioni poter ricreare la convivenza tra le popolazioni russe e ucraine su quei territori di confine, da anni terreno di scontro e di deportazioni che abbiamo anche visto nei giorni scorsi. Qui l'esperienza della mia terra, con l'accordo De Gasperi-Gruber con un ancoraggio davanti all'ONU, ci ricorda che si possono creare forme giuridiche di Governo all'interno di uno Stato per garantire la convivenza e la tutela delle minoranze etniche e linguistiche su terre di confine.
Coinvolgiamo, Presidente Draghi, le figure dei Nobel per la pace. Il Dalai Lama su questa strada c'è. Ne abbiamo già parlato diffusamente anche sul mio territorio.
PRESIDENTE. Concluda.
EMANUELA ROSSINI(MISTO-MIN.LING.). Noi dobbiamo ricreare al massimo le condizioni per esseri uniti e per perseguire la pace. L'Europa nasce su un grande realismo per grandi ideali ed è quando manca la pace che dobbiamo unirci in tutti i modi per ricrearla.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, c'era bisogno di questo tragico esito per ricordare a tutti che il sovranismo è nazionalismo e il nazionalismo è la guerra? Nella tragedia è una fortuna, per l'Italia e per l'Europa, che a guidare il nostro Governo ci sia lei, Presidente Draghi, e non qualcuno che fino a poche settimane fa sosteneva che Putin difende i valori europei e l'identità cristiana. Il punto politico in fondo è questo, al di là degli errori di valutazione e di analisi e dei cronici ritardi. E sarebbe forse il caso di dare uno sguardo, Presidente, alle 22 onorificenze che la nostra Repubblica ha conferito a figure di spicco del regime russo, dal dicembre del 2019 ad oggi. Forse siamo andati un po' al di là della tutela dei legittimi interessi nazionali. Né l'Europa, né la NATO, né tantomeno l'Ucraina hanno mai costituito una minaccia per la Russia. È un falso pretesto per l'invasione di un Paese libero. Quella che per Putin è una minaccia è la legittima aspirazione del popolo ucraino e dello stesso popolo russo alla libertà, alla democrazia e al benessere economico.
Ci siamo stretti ieri alla comunità ucraina in Italia (240 mila persone, di cui l'80 per cento donne). Oggi esprimiamo il massimo sostegno al suo Governo, Presidente, e vogliamo sottolineare, in particolare, un'attenzione che deve essere al centro degli sforzi della comunità internazionale, cioè approntare un piano di accoglienza per i profughi, che in questo momento sono già più di 100 mila. Non possiamo consentire che accada quanto è accaduto con gli afgani nei mesi scorsi . Tutti ci siamo commossi, ma a ciò non è seguita una capacità organizzative e di accoglienza.
PRESIDENTE. Concluda.
RICCARDO MAGI(MISTO-A-+E-RI). Da questo dipenderà se i principi su cui si basano le nostre democrazie riusciremo a farli vivere o resteranno lettera morta e soccomberanno alle dittature .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Bella. Ne ha facoltà.
MARCO BELLA(M5S). Grazie, Presidente. Approfitto anche della presenza del Presidente Draghi, che conosce la nostra comunità di Anzio e Lavinio, per dire che, nella nostra comunità, purtroppo, abbiamo avuto una tragica situazione, la scorsa settimana, con l'arresto di decine di persone per reati molto gravi, come associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
Vede, Presidente, è grave quando la criminalità interviene e fa il suo lavoro - quello che potremmo definire il suo lavoro -, però è molto più grave quando le amministrazioni locali hanno contiguità con la criminalità organizzata e, addirittura, chiedono un sostegno elettorale, perché questo è quello che emergerebbe dalle indagini.
Vorrei ringraziare il prefetto di Roma, il dottor Matteo Piantedosi, che ha appena nominato delle commissioni di accesso per chiarire quanto accaduto all'interno delle amministrazioni comunali e verificare quali possano essere le responsabilità.
Domani, 26 febbraio, alle ore 11, in piazza Pia, ci sarà una manifestazione indetta da associazioni, cittadini, studenti, giornalisti, il cui titolo è “No bavaglio, il silenzio è mafia”, alla quale tutta la nostra comunità di Anzio e di Nettuno spero possa unirsi e far sentire la propria voce contro tutte le mafie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sollecitare l'interrogazione 5-07372, che riguarda la situazione burocratica in cui è immersa la categoria dei lavoratori marittimi. In questo campo professionale, i lavoratori che si sono trovati con le difficoltà della pandemia, per poter continuare a lavorare, hanno dovuto continuamente adoperare processi di certificazione, quindi corsi professionalizzanti a pagamento, seguendo delle indicazioni italiane, che sono diverse da altre indicazioni in altri Stati che accettano le stesse convenzioni. Quindi, noi chiediamo un chiarimento al Ministero dei Trasporti su questa vicenda per evitare che la nostra categoria di lavoratori marittimi sia, in qualche modo, penalizzata nello scenario internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI(PD). Grazie, Presidente. Vorrei ricordare all'Aula Liliana Ferraro che è scomparsa dopo una lunga malattia. Liliana Ferraro è stata, innanzitutto, una donna magistrata, una delle prime donne magistrato in Italia nel 1970. Nel corso della sua carriera, lavorò con il generale Carlo Alberto dalla Chiesa per combattere la mafia e, successivamente, entrò a far parte del di Antonino Caponnetto e collaborò strettamente con Falcone e Borsellino, con i quali condivise - come ha scritto lei in un suo ricordo - “anni indimenticabili, nel lavoro e nella vita privata, perché dividere le due cose era impossibile. Con loro ho condiviso fortune, sfortune, scelte e comportamenti e aver visto morire figure così importanti per la lotta alla mafia mi ha insegnato a trasformare la disperazione in rabbia, la paura in coraggio e, sorretta così, sono andata avanti”.
Liliana Ferraro è stata, poi, chiamata dall'allora Ministro Claudio Martelli a succedere a Falcone, ucciso, come direttrice degli affari penali di via Arenula, del Ministero.
È stata proclamata donna europea dell'anno, segretaria generale della Conferenza mondiale delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata. Infine, decise anche di dare tutta la sua passione, la sua competenza al servizio di questa città, Roma, accettando la proposta di Walter Veltroni, sindaco, di fare l'assessore alla sicurezza. Ho avuto la fortuna di conoscerla e di apprezzarne il carattere, la competenza e la tenacia. Purtroppo, ci ha lasciato ma il suo segno e la sua impronta, che in tutta la sua vita ha dato al servizio della legalità, non saranno certamente dimenticate .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
ORLANDO e FRANCESCHINI: Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 893-B)
Relatrice: PALMISANO.
2.
BRUNO BOSSIO; FERRARESI ed altri; DELMASTRO DELLE VEDOVE ed altri; PAOLINI ed altri: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, al decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e alla legge 13 settembre 1982, n. 646, in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia. (C. 1951-3106-3184-3315-A)
: PERANTONI.