PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA,legge il processo verbale della seduta del 2 maggio 2023.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo sul Regolamento, articolo 8, comma 1, che riguarda la sua funzione in relazione al buon andamento dei lavori dell'Aula. Apprendiamo dai giornali - su quelli di ieri e poi su quasi tutti i quotidiani di questa mattina - dell'esistenza di un problema. Il problema riguarderebbe la modifica introdotta dal Senato: la riscrittura parziale con emendamento dell'articolo 7- del provvedimento in esame in ordine al tema dell'impugnazione sulla dichiarazione di inammissibilità della domanda d'asilo eventualmente pronunciata dalla commissione territoriale. Leggiamo anche dai giornali che il Comitato per la legislazione, già in data 26 aprile, aveva invitato l'Esecutivo a valutare l'opportunità di specificare se la modifica introdotta al Senato - leggo testualmente - debba essere interpretata nel senso che il ricorso avverso le decisioni di inammissibilità sia realmente precluso o meno, visto che la possibilità di impugnare anche la dichiarazione di inammissibilità è ricompresa nella possibilità di agire in giudizio a tutela dei propri diritti soggettivi. In buona sostanza, vorremmo chiedere come il Governo intenda muoversi.
Leggiamo che sarebbe sufficiente l'approvazione dell'ordine del giorno n. 9/1112/3 - a cui è stato dato parere favorevole - del collega Rotondi, presidente del Comitato per la legislazione, secondo cui ci sarebbe un impegno ad assumere un provvedimento idoneo in un futuro decreto.
Insomma, credo che in quest'Aula abbiamo il diritto di conoscere quale sia l'intendimento del Governo.
Segnalo al Governo, al Sottosegretario Molteni, che avevamo presentato un ordine del giorno sullo stesso tema, l'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, su cui il Governo ha espresso, invece, parere contrario. Credo che, prima di procedere, signor Presidente, abbiamo il diritto di avere chiarezza su questa vicenda e su che cosa andiamo a votare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Sempre lo stesso argomento?
MARCO GRIMALDI(AVS). Su una vicenda che riguarda il resoconto. Ho alzato la mano prima, ma, probabilmente, non mi ha intravisto.
PRESIDENTE. Chiedo scusa.
MARCO GRIMALDI(AVS). È una correzione molto semplice. Nel resoconto stenografico di ieri, alla pagina 69, sugli ordini del giorno nn. 9/1112/77 Forattini - dico il cognome, giusto per velocizzare -, 9/1112/78 Berruto, 9/1112/79 Gianassi, 9/1112/80 Serracchiani, 9/1112/81 Bakkali, 9/1112/82 Zan, 9/1112/83 Dori, 9/1112/84 Borrelli e 9/1112/85 Fratoianni, non c'è l'esito. Credo sia contrario, però vorrei avere conferma anche da verbale.
PRESIDENTE. Per risolvere la questione proposta dall'onorevole Grimaldi, chiedo al Sottosegretario, onorevole Molteni, se, per cortesia, voglia precisare il parere sugli ordini del giorno da n. 9/1112/77 Forattini al n. 9/1112/85 Fratoianni, così ne prendiamo atto, visto che c'è un refuso di battitura.
NICOLA MOLTENI,. Sugli ordini del giorno nn. 9/1112/77 Forattini, 9/1112/78 Berruto, 9/1112/79 Gianassi, 9/1112/80 Serracchiani, 9/1112/81 Bakkali, 9/1112/82 Zan, 9/1112/83 Dori, 9/1112/84 Borrelli e 9/1112/85 Fratoianni, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/86 Grimaldi, il parere è contrario sulle premesse, mentre, per quanto riguarda l'impegno del Governo, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire un'accoglienza in strutture di piccole dimensioni, evitando la concentrazione di persone in grandi centri e investendo maggiormente nell'accoglienza diffusa”.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molteni. Prendiamo, quindi, atto della precisazione. In ordine all'intervento dell'onorevole Fornaro, la Presidenza prende atto che non è propria facoltà, per cui chiedo al Sottosegretario Molteni se intenda intervenire.
NICOLA MOLTENI,. Per ribadire che c'è una segnalazione da parte del Comitato per la legislazione, a fronte della quale è stato presentato un ordine del giorno a firma Rotondi, sul quale c'è il parere favorevole del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Prendo atto della risposta del Governo - ringrazio il Sottosegretario Molteni -, che lascia molte perplessità. Credo che, da questo punto di vista, vada fatta una riflessione comune sul fatto che, ormai, stiamo andando verso un monocameralismo di fatto e talmente velocemente, tra l'altro, da impedire di fare quelle correzioni che consentiva, in passato, un corretto passaggio tra Camera e Senato, un passato lontano onestamente.
Infatti, oggettivamente, la via maestra sarebbe stata quella - com'è stato fatto tante altre volte - di un emendamento del Governo che rimettesse le cose a posto, poiché quello sollevato è un tema di rango costituzionale, non è un intervento minimo su una norma.
Però mi permetto di insistere, signor Sottosegretario, sulla possibilità di rivedere il parere sull'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, perché per coerenza con il n. 9/1112/3 Rotondi ci sono temi assolutamente analoghi. Credo che una riformulazione da parte del Governo e un eventuale parere favorevole sarebbero più coerenti con l'approvazione, da parte vostra, dell'ordine del giorno n. 9/1112/3 del presidente del Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, con riferimento all'ordine del giorno n. 9/1112/3 Rotondi, devo dire che, com'è noto, il Comitato per la legislazione - e, penso, giustamente -, spesso e volentieri, solleva questioni e preoccupazioni che penso servano a tutto il Parlamento, anche a futura memoria. Vorrei ricordare quante volte è stata sollevata l'inopportunità di far confluire un decreto-legge nell'altro decreto-legge, eppure si è andati avanti. Penso che il parere che, ieri, ha espresso il rappresentante del Governo e che, oggi, ha riconfermato sia un atto doveroso rispetto a una preoccupazione interpretativa. Vedrà poi il Governo, ovviamente, se questa preoccupazione interpretativa abbia un fondamento che determinerebbe una improcedibilità di fatto. Infatti, se la norma dovesse collidere con un principio costituzionale, è ovvio che debba essere modificata. Penso che, sotto il profilo dell'economia dei nostri lavori, una volta che l'ordine del giorno è accolto, si possa tranquillamente procedere, perché tanto non vi sarebbe alcuna altra possibilità che quella.
PRESIDENTE. In ordine alla richiesta dell'onorevole Fornaro relativamente all'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, sicuramente, il Sottosegretario Molteni l'ha registrata.
Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 9,30. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1112: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.
Ricordo che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo dello scorso martedì, nella seduta di ieri si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e il rappresentante del Governo ha espresso i pareri.
Sempre secondo quanto convenuto nella medesima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, nella seduta odierna si procederà alla votazione degli ordini del giorno, quindi, alle ore 13, alle dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Alle ore 14,30 avrà luogo, infine, la votazione finale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti degli ordini del giorno presentati .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/1 Sarracino vi è parere favorevole con riformulazione.
Prendo atto che non viene accettata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/1 Sarracino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/2 Candiani vi è parere favorevole. Si insiste per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/2 Candiani , con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Chiedo scusa, onorevole Candiani, l'ordine del giorno è stato votato. A che titolo chiede la parola?
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente, velocissimo, è sull'ordine dei lavori. Ho visto un cambio repentino da parte del Partito Democratico. Capita. È curioso, perché hanno votato contro quello cui avevano votato a favore esattamente un anno e mezzo fa e anche le dichiarazioni di allora dell'onorevole De Luca …
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole, però i voti non si commentano. Mi perdoni, ma non si commentano i voti.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/3 Rotondi vi è parere favorevole: lo diamo per acquisito.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/4 Magi vi è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Molteni, può cortesemente ripetere la riformulazione?
NICOLA MOLTENI,. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)”.
PRESIDENTE. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione, perché è abbastanza curioso che il Governo chieda di modificare il dispositivo, l'impegno di quest'ordine del giorno con la premessa: “valutare l'opportunità di”, perché il dispositivo recita: “a favorire un'accoglienza dei migranti che sia diffusa in centri di piccole dimensioni, anche nel caso di ricorso alle strutture di accoglienza provvisoria (…) in coerenza con le recenti dichiarazioni del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, riportate in premessa”.
Quindi, sostanzialmente, il Governo ci dice che vuole valutare l'opportunità di fare una cosa in coerenza con le dichiarazioni del Ministro dell'Interno, di cui il Sottosegretario Molteni è appunto Sottosegretario nello stesso dicastero. Quindi, non solo chiedo all'Aula di votare favorevolmente all'ordine del giorno così come è stato depositato, ma credo che anche la maggioranza che sostiene questo Governo dovrebbe fare altrettanto, in coerenza con le dichiarazioni del Ministro Piantedosi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/4 Magi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/5 Alfonso Colucci il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, abbiamo già discusso ieri quest'ordine del giorno che introduce un chiarimento nella sua prima parte del dispositivo ed è il chiarimento relativo all'irretroattività della normativa. Questo proprio al fine di escludere che la nuova normativa, che è assai limitativa - e penso in particolare all'istituto della protezione speciale - possa applicarsi retroattivamente a tutti i diritti e alle situazioni attualmente pendenti.
Davvero quella che stiamo sollevando non è una questione di principio, ma riguarda un sistema, un modo che suggeriamo, per evitare il corposo contenzioso che, inevitabilmente, si andrà a determinare nel momento in cui un soggetto, che abbia acquisito il permesso per ragioni umanitarie, si trovi a chiederne il rinnovo e, in ragione della mancanza dell'istituto che, oggi, andrete ad abolire, attraverso il voto e la fiducia, si vedrà respinto il ricorso stesso; quindi, pur avendo acquisito legittimamente il titolo sulla base della normativa vigente al momento della richiesta, si troverà a sprofondare nella posizione dell'irregolarità e del nero.
Vogliamo evitare, da un lato, che si crei un contenzioso che vada a intasare i nostri tribunali, e, dall'altro, che la normativa, che avete pensato e sottoposto oggi alla votazione di quest'Assemblea, possa avere un effetto criminogeno.
La seconda parte, invece, poiché andate ad abolire l'istituto della protezione speciale umanitaria, contiene un impegno al Governo al fine di garantire, comunque, in Italia, attraverso altre forme, il rispetto del diritto della persona, posto dall'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, alla sua vita privata e familiare. Per questo, chiedo davvero al Governo di rivedere il suo parere negativo e confido.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/5 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/6 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/7 Amato, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Chiederei il rappresentante del Governo di ripensare il parere su quest'ordine del giorno, perché, in effetti, si limita la libertà costituzionale dell'individuo a ricorrere anche sui giudizi di inammissibilità. Perché limitare la possibilità del ricorrente alle commissioni territoriali? Per questo - lo ripeto -, chiedo al rappresentante del Governo di modificare il suo parere e di procedere poi alla votazione.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario Molteni non raccoglie l'invito. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/7 Amato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/8 Iaria, c'è il parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Potrei risentire la riformulazione, per favore?
PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, per cortesia, sull'ordine del giorno n. 9/1112/8 Iaria.
NICOLA MOLTENI,. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Onorevole Iaria?
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente, non accetto la riformulazione, perché, secondo me, quest'ordine del giorno doveva essere votato subito favorevolmente. Ho capito perché non lo votate subito favorevolmente, perché ne avete intuito l'aspetto nascosto, recondito e subdolo. Quest'ordine del giorno chiede di attuare misure d'accoglienza anche in piccoli comuni e queste misure di accoglienza, magari, in piccole realtà locali, potrebbero favorire l'integrazione dei migranti. Ma, se favoriamo l'integrazione dei migranti, cosa succede? L'avete detto anche voi, ieri, molte volte: i migranti si prendono le nostre donne e attuano la sostituzione etnica
PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia.
ANTONINO IARIA(M5S). …ed è per questo che non volete votare favorevolmente su quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Per cortesia…
ANTONINO IARIA(M5S). Capisco che vogliate difendere le nostre donne, le donne italiane, e le difendete, vabbè, a parte togliere Opzione donna e il reddito di cittadinanza e non fare gli asili nido con i soldi del PNRR. A parte questo, volete difendere le nostre donne italiane dal fatto che possano procreare figli multicolore. Vi ringrazio per avere difeso la razza italiana: grazie, grazie, perché siete pronti, scaltri e molto attenti
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/8 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/9 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/10 Barzotti, su cui c'è un parere favorevole, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Accettiamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Accettate. Va bene. Quindi, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/1112/11 Tucci: parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/11 Tucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/12 Caso, c'è un parere favorevole, con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Chiederei, con gentilezza, di riascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, per cortesia, sull'ordine del giorno n. 9/1112/12 Caso.
NICOLA MOLTENI,. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. L'onorevole Caso accetta la riformulazione, va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/13 Fede, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/13 Fede, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/14 Cappelletti, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/15 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/16 Ascari il parere è favorevole previa riformulazione. Onorevole Ascari, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?
STEFANIA ASCARI(M5S). Presidente, chiedo gentilmente di sentire la riformulazione.
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.
NICOLA MOLTENI,. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, in ordine ai trasferimenti dei migranti nell'ambito del territorio nazionale, che per le donne vittime accertate di violenza ci sia la possibilità di disporre il trasferimento e l'accoglienza presso la rete dei centri di accoglienza antiviolenza nazionale, ovvero presso strutture in grado di fornire loro assistenza adeguata”.
PRESIDENTE. Onorevole Ascari, accetta la riformulazione?
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Pur riconoscendo, comunque, un impegno da parte del Sottosegretario, non accetto la riformulazione, perché, quando si tratta di donne vittime di violenza, non ci deve essere la possibilità, ma un dovere . Questa è proprio una questione di principio, alla luce del fatto che, nel nostro Paese, viene uccisa una donna ogni tre giorni e che spesso le donne migranti arrivano in condizioni disperate e, soprattutto, hanno subito violenze disumane.
Ci tengo anche a sottolineare, da un lato, che mi fa piacere che il Sottosegretario, durante l'esame in Commissione, abbia riconosciuto la maternità della legge Saman Abbas . Ci tenevo a dirglielo, perché questa è una legge importantissima che riconosce un permesso di soggiorno immediato alle vittime di induzione o costrizione al matrimonio. Quello che mi dispiace è stata la modalità di assorbimento e di recepimento di questa legge che non meritava questo esito, anche se, ovviamente, questa legge andrà a beneficio di tutte le Saman, purtroppo, che esistono ancora oggi in Italia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/16 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/17 Penza il parere è favorevole con riformulazione.
Onorevole Penza, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?
PASQUALINO PENZA(M5S). Accetto la riformulazione, ma chiedo di porre in votazione l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/17 Penza, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'ordine del giorno n. 9/1112/18 Torto è accolto come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accettano la raccomandazione o insistono per la votazione dell'ordine del giorno.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Accettiamo la raccomandazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/19 Carotenuto c'è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/19 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/20 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/21 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/22 Onori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/23 Carmina c'è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Carmina? Vuole riascoltare la riformulazione.
Sottosegretario Molteni, per cortesia.
NICOLA MOLTENI,. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di riconoscere un contributo ulteriore per l'anno 2023 a ciascuno dei comuni interessati dal fenomeno migratorio e dai problemi relativi alla prima accoglienza, in particolare con riferimento a Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle, Pozzallo, Caltanissetta, Messina, Siculiana, Augusta, Pantelleria e Trapani”.
PRESIDENTE. Onorevole Carmina, accetta la riformulazione?
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Io accetto il parere, la riformulazione, però la considero un primo passo verso il riconoscimento del peso che costituisce per gli enti locali l'impatto del fenomeno migratorio. È auspicabile che venga considerato bene anche con riferimento all'ampliamento della rete dei centri di permanenza per i rimpatri, i CPR, di cui è previsto, appunto, l'ampliamento. La loro dislocazione è affidata ai presidenti di regione, mentre dovrebbe spettare ai sindaci - e faccio questo appello anche ai colleghi della maggioranza, soprattutto agli ex sindaci, perché chiedano il riconoscimento del loro ruolo -, perché, secondo me, solo i sindaci conoscono veramente le difficoltà e le esigenze del territorio.
Mi dispiace che si sia eliminato l'inciso…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole. Quindi, ha accettato?
IDA CARMINA(M5S). Sì. … Mi dispiace che si sia eliminato l'inciso del riferimento alle regioni del Sud, ma comprendo che i CPR potranno essere fatti anche al Nord e, quindi, comprendo la ragione dell'eliminazione di questo inciso.
PRESIDENTE. Quindi, prendiamo atto che i presentatori accolgono la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1112/23 Carmina proposta dal Governo.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/24 Quartini c'è il parere favorevole del Governo con riformulazione.
Prendo atto che l'onorevole Quartini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno.
L'ordine del giorno n. 9/1112/25 Marianna Ricciardi è accolto come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Marianna Ricciardi accetta la raccomandazione del suo ordine del giorno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/26 Sportiello c'è un parere contrario.
Onorevole Cappelletti, lo mettiamo in votazione?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/26 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di continuare con le votazioni, saluto l'Istituto comprensivo Parco della Vittoria - Scuola Giuseppe Gioachino Belli con i ragazzi che sono in tribuna .
Proseguiamo con l'esame degli ordini del giorno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/27 Di Lauro vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Di Lauro? Lo poniamo in votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/27 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/28 Scutella' vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Scutella'? Lo poniamo in votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/28 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/29 Riccardo Ricciardi vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Riccardo Ricciardi? Lo pongo in votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/29 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1112/30 Cafiero De Raho, parere contrario del Governo. Onorevole Cafiero De Raho?
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Presidente, chiedo che il Sottosegretario riconsideri questa valutazione. Avevo anche omesso l'illustrazione di tale ordine del giorno, perché mi sembrava pacifica la richiesta: era semplicemente l'impegno del Governo a presentare alle Camere annualmente una relazione sull'andamento del contrasto del reato di cui all'articolo 12-, inserito con l'articolo 8 del decreto, nonché sugli effetti dell'extraterritorialità del reato e, quindi, sulla capacità del nostro Paese di contrastare questi reati. Si trattava di fornire dei numeri, accompagnati da una relazione.
In realtà, da questo “no” desumiamo, ancora una volta, che il Governo non vuole avere alcuna condivisione con il Parlamento, con le Camere , non vuole portare alcunché alla nostra attenzione, alla nostra valutazione. Questo è gravissimo perché sui decreti pone continuativamente la fiducia e su questo non vuole dare relazioni, ma allora non dobbiamo conoscere nulla? Vuole operare soltanto il Governo? Chiedo che il Sottosegretario ci dica se, effettivamente, mantiene fermo questo parere o se, invece, ritiene che debba accogliere questo impegno, che il Governo dovrebbe soltanto condividere, nei numeri e nella relazione di accompagnamento .
PRESIDENTE. Sottosegretario? Proseguiamo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/30 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/31 Zanella vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Zanella?
LUANA ZANELLA(AVS). Chiedo al Governo, al Sottosegretario se sia possibile riprendere in considerazione quest'ordine del giorno, perché si tratta di avere veramente la visione di quello che succede quando queste persone vengono salvate, cosa accade in concreto.
L'ordine del giorno chiede semplicemente che si tenga in particolare attenzione la categoria delle vittime di trauma o tortura, le donne che, come è stato già sottolineato da altri colleghi e colleghe, sono spesso vittime di violenza, i minori, le vittime di tratta, le persone affette da disabilità, le persone anziane, le persone LGBTQ+. Non appare prevista alcuna esclusione esplicita dalla procedura in frontiera di queste persone particolarmente vulnerabili e con esigenze specifiche.
Quindi, noi chiediamo al Governo che si metta una mano sulla coscienza e che, coerentemente, riveda il parere negativo espresso.
PRESIDENTE. Sottosegretario, riconsidera il parere? No.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/31 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/32 Zaratti vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Zaratti? Onorevole Grimaldi?
MARCO GRIMALDI(AVS). Ovviamente chiediamo che sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/32 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/33 Bonelli vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Bonelli? Lo poniamo al voto, grazie onorevole Grimaldi.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/33 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/34 Cuperlo vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Cuperlo?
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. È abbastanza incomprensibile questo parere contrario del Governo e vorrei motivarne le ragioni. L'ordine del giorno impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa volta a garantire il pieno rispetto delle norme costituzionali e internazionali a tutela dei diritti fondamentali della persona. Questo è il testo, affermazione che in sé potrebbe apparire anche pleonastica, però se noi qui sentiamo il dovere di un richiamo così esplicito è per una ragione. Fino al 2018, il nostro Paese contemplava tre forme di tutela per chi giungeva in Italia fuggendo da guerre, violenze, carestie, cataclismi: lo di rifugiato, la protezione sussidiaria e la protezione umanitaria. Tre forme di tutela consolidate nel tempo da norme interne e internazionali e sempre convalidate dalla Corte costituzionale.
Poi, dal 2018, le cose cambiano e si entra in una fase di instabilità legislativa, prima con i decreti Salvini, che cancellano la protezione umanitaria, creando al suo posto una ridotta protezione speciale per cure mediche e calamità. A seguire, la Ministra Lamorgese, accogliendo alcune osservazioni del Quirinale, estende quella protezione speciale anche a quanti, allontanatisi dall'Italia, potevano vedere violato il rispetto della loro vita privata e familiare o della protezione della salute.
Questa forma di protezione speciale allargata di fatto si avvicinava alla precedente protezione umanitaria, offrendo una terza via di tutela ai tanti che non rientrano nello di rifugiato o nella protezione sussidiaria.
Bene, colleghi, a questo punto, siete arrivati voi. Con questo decreto, tornate a una restrizione della protezione speciale, in particolare, nella parte che riguarda la tutela della vita privata e familiare. Il punto dov'è? Sta nel fatto che, nel nostro ordinamento, il diritto di asilo è sancito direttamente dalla Costituzione della Repubblica, al comma terzo dell'articolo 10, ragione che, all'epoca del primo decreto Salvini, spinse il Presidente Mattarella, con una nota, a richiamare il Governo al rispetto - cito testualmente - degli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato. Per capirci, la nostra nozione costituzionale di asilo è decisamente più ampia di quella contenuta nella stessa Convenzione di Ginevra, ed è stata concepita e formulata consapevolmente con questo spirito e questo respiro.
Colleghi, un ordine del giorno non salva alcuna vita e tanto meno cambia la storia ma, in questo caso, serve a motivare un principio relativamente semplice ed è questo: con il decreto che avete scritto, superate i limiti che il Governo, che ogni Governo dovrebbe sempre rispettare, tenendo conto dell'impossibilità di abrogare norme di stretta attuazione costituzionale.
Il punto è, precisamente, che tali sono: norme costituzionali, come quelle sulla protezione umanitaria o sulla protezione speciale allargata, che offrono piena attuazione all'articolo 10, terzo comma, della Costituzione repubblicana. Ecco il senso di quest'ordine del giorno.
Non vi chiediamo di rivolgere un segno di attenzione alle ragioni delle opposizioni, questo - mi rendo conto - sarebbe chiedere troppo. No, la richiesta è più modesta ed è rivolgere la vostra attenzione e anche la vostra cautela al dettato della nostra Costituzione, quella alla quale, pochi mesi fa, avete giurato lealtà dinanzi al Capo dello Stato. Piero Calamandrei definiva la nostra Costituzione “presbite”. Era una formula elegante per dire che compito del legislatore sarebbe stato, nel tempo, la capacità di guardare lontano. Purtroppo, con questo decreto, non siete riusciti neppure a guardare 200 metri al largo della spiaggia di Cutro. Negando un dramma pensate di guadagnare, forse, qualche consenso in più. Non credo accadrà ma, pure se dovesse accadere, varrà, comunque, per voi, la morale di quel verso lontano: anche se, allora, vi crederete assolti, sarete per sempre coinvolti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/34 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/35 Lacarra, sul quale il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA(PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo decreto è un'altra inutile bandiera del Governo in carica. È l'ennesimo elettorale che non riesce a portare alcun progresso concreto al tema dell'immigrazione, anzi, peggiora sensibilmente il quadro normativo. È un decreto che nasce da una tragedia e getta le fondamenta per ulteriori tragedie. Sì, perché, da un lato, si ha la presunzione di fermare un fenomeno globale senza tempo con la decretazione d'urgenza e, dall'altro, si smantella quel poco di buono che c'è nel sistema di accoglienza e si cancella un istituto giuridico di civiltà come la protezione speciale. Nel frattempo, mentre arginate i flussi migratori con la forza del pensiero e con quella della legge, inspiegabilmente, gli sbarchi aumentano a dismisura e anche i morti in mare, purtroppo.
Mentre nel DEF elencate, con puntualità, i benefici che apporterebbe l'immigrazione al benessere del Paese, a sirene spiegate criminalizzate le ONG e non muovete un dito per promuovere i corridoi umanitari o qualsiasi altra misura per soccorrere la gente che ha la guerra in casa propria. Anche in tema di lavoro, non possiamo che giudicare raffazzonate e inique le decisioni che sono state prese, scelte frutto di un'ideologia escludente , più che di un sano bilanciamento di principi e opportunità.
Con l'articolo 2 di questo decreto, si mette a regime una nuova forma di controllo dei requisiti che il datore di lavoro deve avere per il rilascio del nulla osta al lavoro per gli extracomunitari. Se, fino ad ora, questo controllo spettava, giustamente, all'Ispettorato del lavoro, adesso diventerà appannaggio di alcune categorie di professionisti. Su di loro, graverà il compito di asseverare la capacità finanziaria del datore di lavoro sulle previste assunzioni. Ciò vuol dire demandare una valutazione molto complessa che deve tener conto delle capacità patrimoniali, dell'equilibrio economico-finanziario, del fatturato, del numero dei dipendenti e del tipo di attività svolta dall'impresa. Se l'intento era semplificatorio, siamo lontanissimi dal centrare l'obiettivo. Piuttosto, il risultato di questa modifica, in assenza di parametri precisi cui i professionisti devono attenersi, è andare incontro al rischio che l'asseverazione avvenga a seguito di valutazioni non adeguate, nei migliori casi, o sulla base di considerazioni più o meno compiacenti, nei casi peggiori.
Riteniamo che questo sistema non sia né equo né giusto e, con quest'ordine del giorno, chiediamo al Governo un impegno per reinserire il parere dell'Ispettorato nazionale del lavoro, affinché ci sia una garanzia vera di valutazioni adeguate su tutto il territorio nazionale .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/35 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/36 Mauri, con il parere contrario del Governo. Onorevole Mauri, lo mettiamo in votazione? Va bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/36 Mauri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/37 Peluffo, con il parere contrario del Governo. Onorevole Peluffo, lo mettiamo in votazione? Va bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/37 Peluffo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/38 Boldrini, sul quale il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno si intende richiamare l'attenzione dell'Aula e anche del Governo. Ci abbiamo provato a lungo, ma senza esiti, e ci riproviamo anche in Aula.
Si tratta di uno degli aspetti più gravi del decreto, la vera e propria mutilazione della protezione speciale. Migliaia di persone che, oggi, hanno un permesso di soggiorno, Presidente, che vivono e lavorano regolarmente e che pagano le tasse, diventeranno irregolari e saranno lasciate ai margini. Dunque, possiamo dire che l'essenza dei provvedimenti della destra sull'immigrazione è questa: in nome della lotta a quelli che l'Esecutivo chiama clandestini, non si fa altro che crearne di nuovi.
È accaduto già, in passato, non è una novità. È accaduto con la Bossi-Fini, è avvenuto con la cancellazione della protezione umanitaria voluta dall'allora Ministro dell'Interno Salvini e accade, Presidente, oggi, con questo decreto. Non si dica, come ha fatto la Presidente del Consiglio, che la protezione speciale sarebbe qualcosa che non esiste negli altri Paesi, anzi, ha specificato, negli altri Paesi europei, perché questa è una vera e propria falsità.
Basta andare su Internet, è facilissimo: ci sono almeno 18 Paesi europei che hanno una misura di questo tipo. Ed è grave, poi, che il permesso di soggiorno per protezione speciale non possa più essere trasformato in permesso di lavoro. Dunque, nuovi irregolari. Ma questa è l'essenza dei provvedimenti del Governo. E così, quando a una persona che lavora regolarmente scadrà questo permesso di soggiorno per protezione speciale, che le succede, Presidente? Che le succede? Non potendo più lavorare regolarmente, o sarà disoccupata, oppure sarà un lavoratore a nero! E per fortuna è stato lasciato, dopo varie e note insistenze, il richiamo agli obblighi internazionali. Questo vuol dire che si conferma la piena e totale validità dell'articolo 8 della Convenzione CEDU, il quale stabilisce che “Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza”. Quindi, una persona che abbia un radicamento familiare in Italia, nonostante i vostri tentativi maldestri, non potrà essere espulsa. E questa, Presidente, dovrebbe essere anche per loro una buona notizia, perché loro si ergono a difensori della cosiddetta famiglia tradizionale. O questo vale solo per chi risponde a certe caratteristiche, a un certo colore della pelle.
Il secondo tema dell'ordine del giorno è quello che riguarda il sistema di accoglienza, Presidente. I richiedenti asilo non potranno essere più inseriti nei circuiti della rete SAI - costituita da piccoli centri che favoriscono l'integrazione, anche perché non hanno l'impatto pesante, incisivo e invasivo sul territorio - e potranno, invece, essere trattenuti nei centri di detenzione, negli e addirittura nei CPR, non solo nel corso della prima fase dell'identificazione, ma anche durante la procedura d'asilo, durante la domanda d'asilo.
Questo è contro ogni principio di giustizia, perché stiamo parlando di persone vittime di regimi dittatoriali, vittime di guerre, vittime di violazione dei diritti umani. E che cosa fa questo Governo? Li mette in prigione, in galera, come delinquenti! Dove sta il garantismo del Ministro Nordio? Ma che hanno fatto, Presidente, al Ministro Nordio, mi viene da chiedere.
Questo decreto cozza, attacca almeno tre articoli della Costituzione: l'articolo 10, diritto d'asilo; l'articolo 113, diritto di ricorrere contro gli atti della pubblica amministrazione; l'articolo 24, che dice che tutti possono agire in giudizio per tutelare i propri diritti. E ora, Presidente, devono anche correre ai ripari. Ma veramente pensate di gestire un fenomeno strutturale come questo, facendo multe alle ONG oppure con l'arresto di chi guida i barchini? Ma per favore: è veramente qualcosa di incomprensibile. Oppure scaricano la responsabilità sull'Europa: un giorno è colpa dell'Europa, un altro giorno, grazie a Meloni, questo tema è al centro dell'interesse europeo.
In conclusione, Presidente, io vorrei dire a questo Governo: basta con la disinformazione e con le menzogne, basta minare il diritto d'asilo, basta indebolire il sistema dell'accoglienza. Siete veramente il Governo dell'improvvisazione, del caos e della disumanità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/38 Boldrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/39 Gnassi, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.
ANDREA GNASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come è stato detto, la strage di Cutro è qui, è ancora qui, che parla al Paese di morti, di drammi, di speranze, di incredibile senso di commozione, di pietà e di sgomento rispetto anche ai piccoli corpi che poi venivano restituiti nelle settimane successive. Sono stati giorni di dibattito nel Paese, c'è stata indignazione, ci sono state poi evocazioni, intenzioni. E oggi giungiamo ai fatti concreti, definiti da questo decreto che non tutela affatto le vittime di traffici illegali di esseri umani, non riconosce i diritti garantiti sul piano costituzionale, su quello del diritto europeo e del diritto internazionale. Questo decreto, da questo punto di vista, è chiaramente un veicolo per l'ennesima operazione politica che si vuole far passare come svolta repressiva nei confronti dei migranti, in massima parte peraltro in fuga da guerre e persecuzioni.
Ma c'è un altro punto che mette gli enti locali, ad esempio, di fronte alle conseguenze di questo decreto. Questo provvedimento è inefficace e inutile: certamente, da una parte, è cinico, è voluto, è pensato, è gridato ma, dall'altra, è davvero inefficace e inutile. All'atto del risvolto pratico, provate a chiedere agli enti locali, ai comuni di qualsiasi colore politico. Perché, è evidente a tutti, che questa stretta prevista sulla protezione speciale cosa produrrà nelle città? Produrrà un nuovo esercito di persone presenti sul nostro territorio, prive di diritti, prive di tutele. Comporterà un'accresciuta conflittualità sociale a danno, sì, dei migranti in arrivo, ma anche dei nostri cittadini. Basti considerare che, anche sul piano dell'accoglienza, allo stato attuale, i servizi di accoglienza e integrazione (SAI) continuano a rappresentare una parte limitata del totale dei posti di accoglienza. Bisogna guardare i numeri concreti, cosa avviene nel nostro territorio mentre, com'è noto, è di gran lunga più ampio il sistema gestito dalle prefetture, anche con riferimento ai centri di accoglienza straordinaria (CAS), che dovrebbero, invece, rappresentare in qualche modo la risposta a situazioni, appunto, straordinarie e non, come spesso avviene, la risposta ordinaria.
È così che, puntualmente e cinicamente, questo decreto, con il combinato disposto di un accresciuto esercito di persone che si troverà nell'illegalità e di un insufficiente numero di posti idonei ad accogliere dignitosamente le persone nella legalità, non potrà che accrescere drammaticamente la conflittualità nelle nostre città e nei nostri territori. Ed è così che, invece di lavorare, come peraltro è stato anche dichiarato persino nel DEF, su processi di integrazione dei cittadini stranieri per condizioni di vita dignitose in un contesto sociale che non determini fenomeni di discriminazione o, peggio, di ghettizzazione, si favoriranno situazioni assolutamente fuori controllo. Tra qualche settimana o tra qualche mese - ne siamo sicuri -, purtroppo, saremo costretti a tornare in quest'Aula e il Governo sarà costretto a provvedere.
In ragione di questo, chiediamo alla Camera che impegni il Governo ad adottare ogni iniziativa utile atta a favorire lo sviluppo di politiche attive di integrazione, peraltro necessarie e indispensabili, ad esempio, a soddisfare la domanda di lavoro sul nostro territorio, con particolare riferimento - tanto perché ci accingiamo alla stagione estiva - alle esigenze del settore del turismo. Chiediamo, quindi, che la Camera impegni il Governo in questo senso .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/39 Gnassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/40 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1112/41 Furfaro, parere contrario del Governo: onorevole Furfaro?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/41 Furfaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1112/42 De Micheli, parere contrario del Governo: onorevole De Micheli?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/42 De Micheli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Sull'ordine dei lavori?
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Sì, per velocizzare, per quel che riguarda gli ordini del giorno del gruppo del Partito Democratico: quando c'è parere contrario, chiediamo sempre di metterli in votazione.
PRESIDENTE. Senza intervenire, cioè salvo interventi.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/43 Casu.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/43 Casu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/44 Vaccari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/45 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/46 De Maria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/47 Malavasi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1112/48 Morassut.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo decreto, spingete migliaia di persone nella condizione di invisibilità e di clandestinità. Questo sarà l'esito tragico di un provvedimento, un nuovo orizzonte di sofferenza e di instabilità nei territori provocato dalla vostra incultura carceraria.
L'annullamento delle misure di protezione sociale, la destrutturazione definitiva di ogni residua organizzazione per l'accoglienza, con la reintroduzione di grandi strutture di parcheggio, grandi recinti transitori da una schiavitù all'altra spingeranno le persone a disperdersi nei territori, senza alcun controllo reale e senza alcun progetto efficace di integrazione.
È un salto nel vuoto quello che state proponendo, in un momento in cui si presenta drammatico l'aumento degli sbarchi, generati dall'instabilità sempre più grave dei Paesi del Centro e del Nord dell'Africa, e per l'isolamento dell'Italia, costretta ad affrontare, pressoché in solitudine, questa nuova emergenza, per il perdurare di una condizione di assenza di coordinamento internazionale al fine di superare i regolamenti del Trattato di Dublino.
Il Governo non ha la volontà e nemmeno l'autorevolezza per porre il tema di Dublino in sede europea. La Presidente Meloni ci disse qui, alla Camera, che il problema non è Dublino, che tanto preoccupa i Governi sovranisti dell'Est Europa, i cui legami con questo Governo non volete rompere, ma impedire che ci siano gli arrivi.
Con questo ragionamento avete inventato la follia del blocco navale, per poi passare alla farsa del Piano Mattei e, per finire, tra il decreto Sbarchi di febbraio e questo di oggi, per costruire un sistema normativo che, come è stato detto, qui, dalla Lega, non vuole affrontare il problema dell'immigrazione, ma generare una deterrenza, colpire le ONG, rendere impraticabile la loro azione umanitaria, sfuggire all'esigenza di un'azione coordinata di pattugliamento del Mediterraneo e, oggi, fare in modo che l'arrivo in Italia si traduca in morte e clandestinità.
Siete stati sordi, cinicamente sordi, non solo e non tanto alle nostre proposte e alle nostre proteste, ma agli appelli di larghi strati della società civile, del volontariato laico e cattolico, alle parole accorate ed esplicite della Chiesa cattolica e dello stesso Pontefice.
Ma la conseguenza di tutto ciò sarà esattamente il contrario di quello che voi dite di voler combattere, perché avremo il rischio di maggiore criminalità, innescata dall'emarginazione e dalla disperazione, che costringono le persone a consegnarsi alle reti criminali. Ed avremo più lavoro nero, più sfruttamento, più lavoro sottopagato, più insicurezza del lavoro, più morti bianche, in particolare nell'edilizia, dove il nuovo codice degli appalti riapre le porte ai subappalti a cascata, riapre le porte alle imprese irregolari, che operano comprimendo i costi dei materiali, la sicurezza e i salari.
Noi, con quest'ordine del giorno, vi chiediamo, invece, di mettere in campo tutte le misure necessarie e indispensabili per favorire un'integrazione delle persone, agendo, in primo luogo, sulla cittadinanza e sul lavoro regolare e anche sul lavoro qualificato, dal momento che coloro che fuggono dai Paesi in dissesto sociale non sono solo persone portatrici di manodopera elementare ma, molto spesso, persone qualificate, che possono dare un grande contributo alla modernizzazione del nostro Paese, al rafforzamento dei ranghi tecnici o ingegneristici delle nostre amministrazioni, che ne hanno bisogno, e delle nostre imprese, in particolare nel campo della digitalizzazione anche grazie ai progetti del PNRR. Perché una giusta politica per l'immigrazione è anche guardare a queste opportunità.
Quindi, signor Presidente, noi chiediamo al Governo un'inversione di rotta: più coordinamento internazionale nell'accoglienza e nel pattugliamento dei mari e delle coste, più organizzazione nell'integrazione sociale e nell'inserimento lavorativo, una lotta al traffico e al commercio degli esseri umani, che non sia il vano e criminale tentativo di agire con respingimenti mascherati.
L'Impero di Roma iniziò a crollare proprio per un'errata politica dell'immigrazione, per l'arroganza di considerare i Goti della carne umana a cui si poteva chiedere tutto senza nulla dare e per la follia di ritenere che nessuno di essi fosse degno di ricoprire i ranghi più alti della scala sociale, che non quelli di coltivare la terra. Ma, ad Adrianopoli, nel 378 dopo Cristo, questa arroganza fu travolta. La storia qualche cosa, a volte, insegna .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/48 Morassut, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/49 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/50 Ciani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/51 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/52 Madia, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/53 Merola, il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). Presidente, colleghi, con quest'ordine del giorno, continuiamo a chiedere al Governo di impegnarsi ad adottare ogni iniziativa utile per lo sviluppo di reali politiche di integrazione.
Il parere del Governo è contrario, lo sottolineo, mentre chiediamo che sia favorevole, perché il decreto è destinato ad aggravare la vita quotidiana delle nostre comunità locali, destinando alla clandestinità persone fino ad oggi accolte con l'applicazione della protezione speciale umanitaria. Questo, mentre il sistema di accoglienza, come sappiamo, continua ad essere accentrato nei CAS, a scapito di una più efficace accoglienza diffusa assicurata dal sistema SAI.
Noi, con quest'ordine del giorno, cerchiamo di indicare anche una strada per avviare un processo di accoglienza e integrazione che è necessario e indispensabile, quello delle carenze dei lavoratori disponibili in diversi settori della nostra economia. Per fare fronte alla necessità di lavoro delle nostre imprese e dei nostri servizi, la regolazione e l'accoglienza legale degli immigrati è un'opportunità, non può essere solo un problema da affrontare con la repressione, come si fa con questo decreto. È un'opportunità, perché è dimostrato che non ha senso, nella situazione demografica attuale del nostro Paese, in relazione anche all'evidente crisi della natalità, scommettere sul fatto che, oggi, non sia opportuno, nonché giusto dal punto di vista del diritto generale, avere politiche mirate, rispetto alle esigenze della nostra economia.
Quindi, siamo di fronte a un decreto che si vuole dettato da una logica di emergenza, che nei fatti è inesistente, ma che è destinato, invece, ad accrescere le difficoltà, i conflitti e i problemi di sicurezza, lasciando, ancora una volta, nei fatti, da soli i nostri sindaci e le loro comunità ad affrontare le conseguenze di un inevitabile aumento di illegalità, di esclusione sociale, in assenza continua di politiche nazionali di efficace integrazione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/53 Merola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/54 Provenzano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/55 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/56 Manzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/57 D'Alfonso il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Presidente, grazie. Faccio un tentativo, consapevole del fatto che, in democrazia, ci sono soltanto le argomentazioni per far cambiare opinioni e idee. Prima della democrazia, c'erano le spade, ci si avvicinava attraverso l'uso della forza fisica e l'aiuto della tecnica per fare cambiare opinione.
Provando con le argomentazioni, domandando attenzione all'Aula, rivolgendomi, attraverso la Presidenza, al rappresentante del Ministero dell'Interno, attivo questa riflessione: la strage di Cutro ci convoca tutti, la norma per la quale siamo convocati dovrebbe essere nutrita dalla consapevolezza intervenuta.
Le migrazioni delle persone che partono portano con sé il bisogno di fuggire e l'urgenza di un progetto di vita. Governo e Parlamento possono mettere in campo una legge funzional-deliberativa, diceva Norberto Bobbio, che aumenta la legalità, ma debilita la legittimità. Che rapporto c'è tra legalità e legittimità? La legalità si fa carico della forma, della correttezza procedurale, della convocazione in un orario, in un giorno, con un esatto ordine del giorno, ma può anche sacrificare i valori della cultura dell'umano. Invece la legittimità, come ha richiamato il collega Cuperlo, affonda le radici e le ragioni, per esempio, nel nostro caso, nella Carta costituzionale. E quali sono gli elementi che consentono la distinzione tra legalità e legittimità in riferimento alla Carta costituzionale e soprattutto a quale contenuto? Alla cultura della vita, alla promozione della cultura della vita. Potrebbe accadere che una maggioranza convochi il Parlamento, magari spinta anche dal Governo, per stabilire che tutti i nati di mercoledì perdano i diritti, perdano la cittadinanza. Quella legge approvata soltanto rispettando criteri funzionali-deliberativi entrerebbe nel novero delle leggi pubblicate sulla e sarebbe legalità, ma nulla avrebbe a che fare con la promozione della cultura della vita, che è il contenuto della legittimità. Sappiamo che questa legge ha nodi che si distanziano dalla cultura della legittimità, poiché non c'è la cultura della vita che fa la differenza. Dobbiamo sapere che questa legge è costruita su un'idea dei rapporti tra gli Stati tutta caratterizzata dall'esperienza del confine, del limite invalicabile del confine.
Noi abbiamo avuto una lezione da quella rottura di civiltà che è stata la pandemia, che ci ha dimostrato come non ci siano confini invalicabili, addirittura, in quel caso, da parte di una patologia odiosa e distruttiva, ma il progetto di vita della persona, quando ha bisogno di salvarsi, di tutelarsi, di coltivare il suo progetto di vita che supera i confini. Le vite umane non sono zolle di carne, sono progetti di vita che, a volte, cercano speranza e portano disperazione. È per questa ragione che si prova con gli ordini del giorno a scuotere, a richiamare le attenzioni, a fare in modo che non ci sia solo una postura burocratica. L'ordine del giorno è questo, e non è un caso che, sulla materia della domanda di vita che viene posta dai migranti, la competenza ovunque prevalente sia del Ministero dell'Interno, che è un Ministero dalla veduta ampia, che si nutre delle competenze anche di altre articolazioni dello Stato.
Eppure, c'è un atteggiamento burocratico, velocista, che tende alla conclusione di un , negando il valore del dolore che abbiamo appreso, da ultimo a partire da una lettura sensibile del dolore che si è consumato, sanguinante, sulla vicenda di Cutro. Per questa ragione, chiedo al rappresentante del Governo, titolare del Ministero dell'Interno, di fare una riflessione.
Questa legge non aumenta la nostra cultura dell'umano e della legittimità, al massimo, si colloca, come carta stancante, nel patrimonio delle leggi che non aiutano e non promuovono la nostra umanità
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/57 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/58 Amendola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/59 Stumpo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo decreto, che porta il nome della cittadina di Cutro, luogo della tragedia avvenuta tra il 25 e il 26 febbraio (94 morti, 11 dispersi a tutt'oggi, 80 sopravvissuti), avete utilizzato il nome del luogo del disastro per combinarne un altro dopo.
Il 9 marzo, avete fatto una comparsata a Cutro, senza dire una parola su quanto era successo, senza incontrare nessuno. Avete aspettato ancora qualche settimana per ricevere, a porte chiuse - e poi essere smentiti nella ricostruzione -, alcuni dei sopravvissuti. In quella giornata, a Cutro, avete litigato tra di voi su questo decreto, con la Premier, che provava a tenere una linea che non ci portasse a una rottura con l'Europa, avendo rivisto, come già ci ha detto in Aula, la sua idea di blocco navale, e il Ministro Salvini, capofila, che spingeva per una linea più dura e - bisogna essere onesti - non si capisce più dura con chi. È un decreto che toglie il diritto alla protezione speciale e mette un po' di fumo negli occhi con l'aumento delle pene per gli scafisti. Nel Paese di Beccaria, l'idea di aumentare le pene come forma per evitare i reati pensavo fosse superata da tempo, più o meno 250 anni, ma non per voi.
Siete poi riusciti a peggiorare la situazione, rendendo incostituzionale il provvedimento, come da voi stessi ammesso, anche questa mattina, con il parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1112/3 del collega Rotondi.
È un decreto inutile e dannoso, anche ai fini della vostra idea di contrasto all'immigrazione. A voi non interessa affrontare il fenomeno. Voi pensate, anche dal Governo, che possiate lucrare qualche voto sulle paure, come avete fatto dall'opposizione. Togliendo la protezione speciale, volete gli invisibili, senza diritti e tutela e in balia dell'illegalità. Questa è la vostra proposta sull'immigrazione! Non è affrontare un tema che riguarda milioni di persone che fuggono dalla fame e dalla disperazione, per voi è soltanto un tornaconto elettorale. Poiché dovete rivedere questo decreto, per vostra ammissione di manifesta incapacità, per renderlo costituzionale, vi chiediamo: provateci! Quando dovrete renderlo costituzionale nel prossimo intervento che dovrete fare, provate a rivederlo, anche per renderlo più umano e più efficace
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/59 Stumpo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/60 De Luca. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci troviamo a discutere oggi sul secondo decreto su fenomeni migratori, adottato, in questi primi mesi, dal Governo. Avevate promesso, in campagna elettorale, di risolvere, con la bacchetta magica, un tema di carattere strutturale, epocale, purtroppo, e avevate paventato blocchi navali, porti chiusi e soluzioni miracolose. Oggi, quest'ennesimo decreto dice, invece, una cosa chiara, ossia che avete raccontato bugie, che avete preso in giro gli italiani. Avete raccontato ricette irrealizzabili, che, ovviamente, non avete potuto portare avanti. E, ironia della sorte, da quando siete al Governo, gli sbarchi sono aumentati del 300 per cento e non avete idea di come gestire questa situazione, né sapete cosa inventarvi per uscire da questa . Per di più, la vostra incapacità di tessere relazioni sta facendo aumentare la tensione con i nostri europei e internazionali.
Allora, cosa avete pensato di fare? All'indomani - pochi giorni e poche ore dopo – del drammatico naufragio, avete pensato bene di adottare un ultimo decreto, in esame oggi, per lanciare un messaggio diretto alla pancia del vostro elettorato, utilizzando, peraltro, una denominazione che evoca morte e dolore, per costruire un'operazione di demagogia e propaganda pura. Questo è un decreto sbagliato, che strumentalizza un fenomeno complesso, drammatico e delicato sulla pelle dei più deboli e dei più indifesi, trovando un capro espiatorio per distogliere l'attenzione dal disastro della vostra azione di Governo sui temi economici e sociali.
Le misure assunte finora - vi diamo una notizia - sono non solo inefficaci, ma anche profondamente disumane ed illegittime. Su questo, è bene essere chiari e netti. Come hanno ricordato gli altri colleghi intervenuti in questo contesto, anzitutto, la limitazione radicale della protezione speciale è una scelta gravissima e sbagliata, che lede i diritti fondamentali, tutelati dalla Convenzione europea dei diritti umani e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Non si affronta o risolve il tema rendendo invisibili e privi di diritti, di tutele e di garanzie minime decine di migliaia di migranti, già presenti, peraltro, sui nostri territori. Queste scelte creano solo maggiori tensioni e più insicurezza. E non è vero che la protezione speciale e la protezione umanitaria non esistono in Europa: la maggior parte degli Stati europei ha una forma di protezione simile. Basta raccontare bugie, come state facendo da settimane a questa parte! Avete persino provato a togliere il riferimento agli obblighi internazionali e costituzionali dell'Italia! Avete provato a fare un colpo di mano contro la credibilità internazionale del nostro Paese e contro la nostra Costituzione! Fortunatamente, non ci siete riusciti e, al Senato, questo vostro tentativo è stato bloccato.
Allo stesso modo, vi ricordiamo che non si affronta o risolve il tema dell'immigrazione con soluzioni sbagliate, come quelle che avete messo in campo a Catania, qualche mese fa, con sbarchi selettivi e sequestri collettivi a bordo per poche centinaia di migranti, giunti sulle nostre coste, mettendo a rischio la loro incolumità e la loro salute. Soprattutto, non si affronta il tema, dichiarando guerra alle ONG, che, nel Mediterraneo, salvano vite umane, o lasciandole in mare a circumnavigare per giorni il nostro Paese, con naufraghi a bordo, in attesa non di un porto sicuro, ma di un porto situato in un comune, semmai di un colore politico a voi più gradito, semmai diverso dal vostro.
I responsabili da colpire e da contrastare sono gli scafisti e le reti di trafficanti di esseri umani, non chi salva vite umane nel Mediterraneo e in mare! Continuate, anche con questo provvedimento, a dare prova di essere forti con i deboli e deboli con i forti. Diciamo la verità: il vero , che voi avete denunciato, non sono assolutamente le ONG, i cui numeri, peraltro, rispetto agli arrivi sono assolutamente irrilevanti, come è stato ricordato nel corso del dibattito. Il vero sono la vostra incompetenza, disorganizzazione e disumanità!
Senza considerare, infine, i danni che state producendo sul sistema dell'accoglienza e, quindi, dell'integrazione, rispetto ai quali vi invitiamo a tornare indietro, come indicato nel nostro ordine del giorno.
Il SAI, il sistema di accoglienza diffusa, va rafforzato e strutturato sempre di più, non va smantellato, come state facendo. Privilegiare strutture enormi, centri di accoglienza che dovrebbero essere straordinari, trasformare tutto in un grande crea solo maggiore disumanità, tensione e rischi di conflittualità all'interno del nostro Paese.
Certo - e concludo - ci vuole un'assunzione di responsabilità politica europea, ma siete voi che, per anni, avete detto che era necessario fare da soli, alzare muri e barriere e isolarsi. In questo settore, invece, state riscoprendo anche voi il fatto che le politiche nazionali sono del tutto inadeguate e inefficaci.
Per tutte queste ragioni, allora, vi chiediamo di tornare indietro, di cambiare direzione rispetto all'indirizzo che avete seguito e messo in campo con questo provvedimento, perché l'Italia, il nostro Paese, ha bisogno di ben altro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/60 De Luca, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/61 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/62 Orfini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/63 Ghio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/64 Quartapelle Procopio, c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Non illudetevi - e mi rivolgo, per suo tramite, Presidente, alla maggioranza e al Governo - che, con questo decreto, avrete più strumenti per far fronte alle migrazioni, perché vi state togliendo alcuni strumenti. Lo sappiamo: governare le migrazioni è un'azione di Governo complessa che richiede tante azioni e, con questo decreto, fate esattamente il contrario.
Nell'ordine del giorno a mia prima firma, chiediamo che vengano adottate tutte le iniziative possibili per rafforzare il sistema SAI, cioè il sistema di accoglienza diffusa a livello locale, che voi, con la scelta di abolire la protezione speciale, sostanzialmente, rendete meno utile e meno efficace.
Governare le migrazioni vuol dire avere azioni pronte di politica estera, vuol dire avere una visione del ruolo dell'Italia nel mondo, in particolare con riferimento al continente africano e rispetto ai nostri alleati europei, e vuol dire avere un'idea di accoglienza e di integrazione che questo decreto sostanzialmente cancella, rendendo molto meno efficaci tutte le azioni quotidiane che vengono fatte nelle scuole, dalle associazioni di volontariato, dal Terzo settore e dai nostri sindaci per affrontare la grande questione del nostro tempo, ossia la questione dell'accoglienza e dell'integrazione di centinaia di persone.
So che a destra questo discorso è liquidato con la formula: voi siete dalla parte di chi lucra sull'immigrazione. No, noi non siamo dalla parte di chi lucra sull'immigrazione, siamo contro tutti coloro che sfruttano il lavoro e le forme poco pulite di accoglienza, ma siamo dalla parte della fatica quotidiana di chi si addossa il lavoro difficile dell'accoglienza.
Dicendo di no a quest'ordine del giorno, dicendo di no alle tante e serie proposte di emendamento che abbiamo portato nella discussione in Commissione e in Aula, state dicendo di no alla possibilità di governare l'immigrazione. Pensate che basti qualche ? Pensate che basti qualche titolo roboante di decreti che non hanno prodotto alcun risultato concreto? Pensate, soprattutto, che gli italiani, in questa vostra retorica, ci caschino. Purtroppo - lo ripeto -, purtroppo, per tutti noi il fenomeno è molto più grande della vostra propaganda, dei vostri e delle vostre tre parole in croce che riuscite a mettere su questo fenomeno, che, invece, è un fenomeno da gestire con equilibrio e lungimiranza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/64 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/65 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/66 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/67 Ubaldo Pagano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.
UBALDO PAGANO(PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Governo ha messo in campo l'ennesima messa in scena propagandistica senza alcun piglio risolutivo rispetto a un dramma e a un problema che sicuramente meriterebbero maggiore attenzione. Del resto, come si fa a credere alla serietà di un Governo che parla impunemente di sostituzione etnica?
Vede, in questo provvedimento non c'è né la tutela delle vittime dei traffici di esseri umani, né la garanzia per le persone disperate che arrivano di far valere quei principi che sono a fondamento della nostra Carta costituzionale, che spesso dimentichiamo nei suoi principi fondamentali. In questo decreto, c'è solo il riflesso di un'ideologia cieca, che, ancora una volta, sceglie di affrontare una questione strutturale come se fosse un'emergenza - qui, evidentemente, per fare arricchire qualcuno - e che, ancora una volta, ignora gli aspetti umanitari e finanche le esigenze economiche di un Paese per alzare la sua propaganda, il tutto mentre gli sbarchi sono quadruplicati rispetto allo scorso anno e i dispersi, nel mar Mediterraneo, superano, purtroppo, ogni record a memoria d'uomo.
Di fronte a questa tragedia quotidiana, voi, il Governo, fate scelte molto precise, non nella direzione di un più stretto coordinamento tra istituzioni centrali e amministrazioni locali, ma esattamente nel segno opposto: smantellate, pezzo per pezzo, il sistema di accoglienza pubblica gestito dagli enti territoriali contro il parere dei sindaci e degli amministratori, questi sì, di ogni colore politico; togliete ogni possibilità per un richiedente asilo di essere inserito nel sistema SAI, precludendogli, in questa maniera, qualsiasi percorso di integrazione e di reale occasione di inclusione nelle nostre comunità. Al contrario, potenziate gli e i centri di accoglienza provvisori, spendendo inutilmente un sacco di soldi pubblici per creare più miseria e più insicurezza. Questo causerà una stretta alle forme di protezione speciale.
Un nuovo esercito di persone invisibili, illegalmente presenti sul nostro territorio, prive di diritti e di tutele, che, lontane dai percorsi di integrazione, potranno solo accrescere la conflittualità sociale, la disperazione, l'insicurezza e la povertà. Dite, chiaro e forte, che per l'Italia chi arriva con i barconi non esiste e non merita né protezione né tutele. Noi, guardate, crediamo che questi errori - che, ripetiamolo, sono frutto solo di ideologia furiosa e insensata - non faranno che peggiorare la percezione di sicurezza delle nostre città; tutto questo mentre siete voi stessi, nel DEF, a dire che il nostro Paese, il nostro sistema economico avrebbero, invece, urgente bisogno di migliaia di immigrati, per continuare a crescere e a sostenere il sistema produttivo.
Noi crediamo che questo decreto sia il peggio che poteste partorire e, con quest'ordine del giorno, proviamo a indirizzare un ripensamento del Governo su alcune questioni che dovrebbero essere dirimenti, prima di tutto per le coscienze umane, ma evidentemente il Governo è troppo impegnato a sottolineare una diversità coscienziosa, umanitaria, ontologica, prima che politica. Vedete, noi vi chiediamo di raccordarvi con il sistema degli enti locali e le organizzazioni della società civile impegnate nel settore dell'accoglienza, perché per ridurre, progressivamente, il ruolo dell'accoglienza straordinaria, finché questa possa diventare una gestione ordinaria, serve il potenziamento del sistema di accoglienza e integrazione che voi, invece, con questo provvedimento, state smantellando .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/67 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di proseguire con l'esame degli ordini del giorno, salutiamo l'Istituto comprensivo di Tolfa, Roma . Grazie ragazzi di essere qui.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/68 Lai c'è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/68 Lai, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/69 Marino vi è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/69 Marino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/70 Fossi vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, Governo questo decreto per noi è inaccettabile, per vari motivi che, in queste ore, abbiamo provato a rappresentare, ma io mi voglio soffermare principalmente su due.
Il primo è che questo atto, grave, è privo di qualsiasi forma di sensibilità umana. Il secondo è che è mancante di ogni capacità politica di gestione di un fenomeno così complesso. È disumano perché è ideologico, volto ad alimentare la ricerca del nemico, del capro espiatorio, perché è caratterizzato da una ulteriore svolta repressiva nei confronti delle persone migranti che sono in fuga da guerre, da persecuzioni, da carestia, da povertà, da difficoltà economiche e perché, come hanno ripetuto molti colleghi e colleghe prima di me, fa saltare la protezione speciale che, invece, esiste in ben 18 Paesi europei.
Quindi, le persone, perché di questo si tratta, non sono più protette e sono a rischio di trattamenti disumani nei loro Paesi di provenienza. Tutto ciò è inaccettabile, perché costringerà chi fugge a entrare nell'irregolarità, senza alcuna speranza di accoglienza, di convivenza e di possibilità di integrazione, alimentando così il conflitto sociale, il conflitto tra persone che versano in situazione di difficoltà, alimentando il conflitto tra poveri, tra chi vive in situazioni di marginalità, di difficoltà, di complessità.
E, allora, tutto ciò ci mostra il lato disumano di questo atto, ma ci mostra anche l'incapacità di fatto, politica, istituzionale e amministrativa, di governare questo fenomeno, perché, come hanno ripetuto tanti, viene smantellato, con questo passaggio, quell'elemento centrale in ogni politica di accoglienza che è il sistema di accoglienza diffusa, in modo più violento - se fosse stato possibile - dei decreti Salvini. Tutto ciò, in prima battuta, crea e creerà quel conflitto sociale che citavo poc'anzi, e, magari, su questo si proverà a speculare anche politicamente ed elettoralmente, ma io sono certo, noi siamo certi che poi, alla fine, tutto ciò si ritorcerà inevitabilmente contro chi questo conflitto l'ha alimentato credo anche in maniera scientifica e deliberata e, quindi, contro di voi.
Invece noi crediamo, e lo diciamo anche con quest'ordine del giorno che reca la mia firma, che è fondamentale credere - e quindi chiediamo che si rafforzi l'impegno in merito - in ogni iniziativa che vada verso il rafforzamento di quel processo di collaborazione virtuosa tra regioni, enti locali, associazionismo, Terzo settore - ossia chi si prodiga veramente per l'accoglienza, tutti i giorni, in maniera disinteressata - e che si lavori quindi per potenziare e sostenere il sistema di accoglienza e integrazione, il SAI. Lo dico anche facendo riferimento in particolar modo alla regione da cui provengo che dell'accoglienza diffusa ha fatto sempre un modello, un elemento centrale. Ricordo che i porti toscani, nelle ultime settimane - da ultimo, il porto di Livorno - hanno accolto più volte persone che provenivano da situazioni di difficoltà: migranti, persone, uomini, donne, bambini, soprattutto con quell'elemento dell'accoglienza che è il tratto caratteristico delle nostre terre, dei nostri territori. E, allora, il sistema dell'accoglienza diffusa e dell'integrazione, il sistema SAI è quello che crea e può creare le condizioni per una gestione più attenta, inclusiva e meno conflittuale del fenomeno, perché si basa su una dimensione che è quella di comunità, che fa e può fare la differenza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/70 Fossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 8/1112/71 Girelli vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non mi dilungo, ovviamente, a parlare dell'ordine del giorno - l'ho già fatto ieri nell'illustrazione - però, chiedo al rappresentante del Governo se, sinceramente, il Governo dice “no” a un ordine del giorno che, semplicemente, fa la fotografia della situazione esistente; raccoglie quanto 38 sindaci di comuni, di colore politico diverso, hanno denunciato con riferimento ai 200 milioni del PNRR che sono destinati a risolvere la situazione abitativa di lavoratori stagionali immigrati che vivono in condizioni pietose. Faccio davvero fatica a comprendere come il Governo - me lo voglio sentire dire ancora una volta - dice “no” a utilizzare fondi che ci sono per risolvere situazioni denunciate da ogni parte politica, che sono una vera vergogna per quanto riguarda le situazioni evidenti.
Invito il Governo a ripensarci, perché, sinceramente, uscire con un comunicato stampa, in cui dico che il Governo dice di “no”, senza avere nemmeno la capacità e la pazienza di ascoltare, a quanto pare … Mi rendo conto della sensibilità verso questi temi, ma non verso una parte politica, verso amministratori locali che hanno denunciato con forza una situazione vergognosa .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/71 Girelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/72 Ferrari, con il parere favorevole, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione che, però, vorrei gentilmente riascoltare, per sicurezza.
PRESIDENTE. Onorevole Molteni, prego.
NICOLA MOLTENI,. Grazie, Presidente. La riformulazione è: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di reperire, compatibilmente con la sostenibilità finanziaria, le risorse necessarie (…)”. Poi segue tutto il resto.
PRESIDENTE. Onorevole Ferrari?
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e chiedo di mettere in votazione il mio ordine del giorno. Vorrei però anche spiegare.
PRESIDENTE. Non può avere più di 20 secondi. La votazione?
SARA FERRARI(PD-IDP). Sì.
PRESIDENTE. Perfetto, allora. Chiedo scusa. Prego
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. In un decreto che avete avuto l'impudenza di chiamare decreto Cutro, in un falso omaggio ai morti, ma che prevede norme punitive per quelli che a Cutro, invece, si sono salvati; in un decreto che avete intitolato contrasto all'immigrazione irregolare, ma che, invece di contrastare, fa esplodere per legge l'irregolarità, creando disperazione, forza alla malavita e instabilità sociale; in un decreto che avete intitolato flussi di ingresso legale, ma che non istituisce alcun nuovo strumento di ingresso legale, vi chiediamo con quest'ordine del giorno di sostenere almeno nuovi corridoi umanitari, che lo stesso Ministero degli Affari esteri definisce come le uniche via di accesso legali e sicure per soggetti vulnerabili. Si tratta di una italiana di successo ma, fino ad oggi, questi corridoi sono organizzati, gestiti e finanziati da soggetti privati e chiese, pur con il supporto logistico del Ministero degli Affari esteri. Vi chiediamo allora con quest'ordine del giorno di provare a modellizzare questo strumento come politica pubblica e di provare a promuoverlo anche nel contesto europeo. Rispetto all'accoglimento di questa proposta, Ministro, voglio sperare che questo parere favorevole, seppure con la riformulazione del tipo “a valutare l'opportunità, se troviamo i soldi”, avrà come conseguenza, nei prossimi mesi, una reale e tempestiva valutazione di opportunità che non potrà che risultare positiva, perché già sperimentata.
Quindi, sono certa che ne garantirete anche la sostenibilità finanziaria, come vero strumento di politica pubblica, perché non succeda, come con la cooperazione internazionale, che tagliate 40 milioni mentre dite, contemporaneamente, che volete investire sull'Africa.
Infine, Ministro, ci aspettiamo anche che vi facciate carico di provare a promuovere questo strumento in sede europea, come mezzo di collaborazione comunitaria .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/72 Ferrari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/73 Scotto sul quale c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Faccio fatica a comprendere il “no” a quest'ordine del giorno. Capisco la fretta del Sottosegretario di smaltire un po' di carte, ma chiederei un supplemento di riflessione a Governo e Parlamento. È ormai opinione comune, in antropologia fisica, biologica e culturale, che l'idea delle razze non abbia alcun fondamento scientifico. Nessuno, con un minimo di onestà intellettuale, può affermare in quest'Aula che le differenze fisiche tra gli individui abbiano qualche relazione con la loro capacità cognitiva e con il loro comportamento morale. Le nuove conoscenze sul DNA, suffragate anche nel nostro Paese dagli studi dell'Istituto italiano di antropologia nel 2015, mostrano che gli esseri umani condividono il 99,9 per cento del patrimonio genetico e che lo 0,1 per cento restante non rimanda a distinzioni particolarmente significative tra gruppi di persone di diversa nazionalità. Vede, signor Presidente, attorno a quello 0,1 per cento si sono scatenati, nei secoli, i peggiori incubi della specie umana, le guerre, i genocidi, le leggi razziali, i campi di sterminio, le pulizie etniche e l'. La storia è stata scandita dal sonno della ragione, che ha spinto l'uomo a promuovere, programmare e pianificare tragedie inenarrabili, attorno alla contesa su quella maledetta parola, razza. Ancora oggi ne portiamo addosso tutte le cicatrici e le vediamo tuttora proiettate nella nostra attualità. Qualche settimana fa, il Ministro Francesco Lollobrigida, in un'intervista sull', forse per mitigare la gravissima dichiarazione sulla sostituzione etnica, ha dichiarato: io sono per togliere la parola razza dalla Costituzione. Parlando di una proposta di legge, presentata da me e altri colleghi, che vuole sostituire il riferimento alla parola razza con il termine nazionalità in tutti i documenti e gli atti della pubblica amministrazione, il Ministro si è detto pronto a votarla subito. Una notizia che abbiamo accolto positivamente. Ci interessa poco se ha origine dalla necessità di compiere un atto riparatorio o se è frutto di una convinzione maturata nel tempo. Presidente, chiediamo dunque al Governo un passo in avanti unitario per superare questa vecchia e odiosa impostazione nella pubblica amministrazione, che non ha a che fare con l'aridità delle scartoffie della burocrazia ma con la sostanza di una democrazia inclusiva. Le parole possono diventare anche muri invalicabili, marchi d'infamia che segnano il percorso di vita di un essere umano, sin dalla nascita. Cambiamo quella parola, colleghe e colleghi, non è una parola qualsiasi, togliamo insieme la parola razza dalla storia di questo Paese
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/73 Scotto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di passare al successivo ordine del giorno, saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo statale Sinopoli Ferrini di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui, ragazzi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/74 Iacono, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà. Lo chiede anche il rappresentante del Governo? Allora chiedo scusa, onorevole Stefanazzi, interviene prima il Sottosegretario Molteni.
NICOLA MOLTENI,. Sì, Presidente, per cambiare il parere del Governo, che diventa favorevole, con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di un approfondimento della disposizione (…)”, eccetera eccetera.
PRESIDENTE. Onorevole Stefanazzi?
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Accetto la riformulazione, chiedo di intervenire in dichiarazione di voto e poi, al termine, che l'ordine del giorno venga posto al voto.
PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Presidente, innanzitutto grazie al Governo che, mette una pezza a questo pastrocchio giuridico a cui aveva dato vita, Governo che, nella necessità di dare vita a provvedimenti normativi di distrazione di massa, ci ha abituato spesso a dimenticarsi delle procedure normative. Il provvedimento in esame, com'è stato ricordato, è l'ennesimo propagandistico…Vi prego, vi prego…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ascoltiamo l'onorevole Stefanazzi.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). …che per una questione di coscienza dovrebbe essere dissociato definitivamente dalla tragedia di Cutro. È un nuovo decreto Sicurezza, una sorta di Salvini-, buono per i comizi di piazza, ma assolutamente incapace di gestire un fenomeno complesso come quello migratorio. È un decreto securitario che non genera e non crea sicurezza. Ed è un decreto legalitario solo sulla carta, perché, in realtà, favorisce emarginazione, disagio e criminalità. Ed è un decreto - e veniamo all'ordine del giorno - che tradisce chiaramente molti dei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale. Lo fa implicitamente, perché smantella un sistema di accoglienza vero e diffuso per favorire un modello che crea invisibilità e vulnerabilità, ma lo fa anche esplicitamente, perché contraddice quanto previsto dall'articolo 46 della direttiva 2013/33/UE.
Andiamo con ordine. L'articolo 7- del provvedimento in esame interviene sulla procedura di esame della domanda di protezione internazionale, svolto dalle commissioni territoriali per il diritto di asilo. Alla lettera circoscrive il diritto di ricorso all'autorità giudiziaria ordinaria avverso la decisione della commissione territoriale esclusivamente nei confronti delle decisioni di rigetto e non anche a quelle di inammissibilità. Oggi, com'è noto, avverso la dichiarazione della decisione della commissione territoriale e di quella nazionale è ammesso, appunto, ricorso all'autorità giudiziaria ordinaria. E sa perché è così, Presidente? Banalmente, perché esiste una norma comunitaria che ci chiede che sia così, che ci chiede di tutelare il diritto del richiedente ad avere un ricorso effettivo a un giudice in diversi casi, tra cui, appunto, quello in cui ci sia una pronuncia avverso la domanda di inammissibilità.
Pertanto, con l'ordine del giorno vi chiediamo di mettere riparo a questa decisione sbagliata e incostituzionale che contrasta, come detto, col diritto europeo e con l'ordinamento interno, ma ciò che è peggio, molto peggio, tradisce il principio garantista che è alla base dei nostri valori costituzionali .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/76 Bonafe', con parere favorevole con riformulazione del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE'(PD-IDP). Grazie, Presidente. Posso chiedere al Governo di riascoltare la riformulazione, per cortesia?
PRESIDENTE. Onorevole Molteni, per favore.
NICOLA MOLTENI,. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire (…)”.
PRESIDENTE. Onorevole Bonafe'?
SIMONA BONAFE'(PD-IDP). Presidente, no, non accetto questa riformulazione e chiedo di metterlo al voto. Non l'accetto perché qui non si tratta di “valutare l'opportunità di”. Qui si tratta di decidere cosa si vuole fare, cioè se si vuole continuare a far prevalere una logica propagandistica dell'emergenza, quindi andare nella direzione dei centri d'accoglienza straordinari e centralizzare tutto o, invece, se si vogliono fare scelte precise che vanno nella direzione di integrare persone che sono già qui, lo ricordo. Da questo punto di vista, se questa è la scelta, non si possono che potenziare i centri d'accoglienza diffusa, in accordo con gli enti locali e con i nostri comuni, in accordo con la società civile che si sta occupando di accoglienza e non si può che andare in questa direzione.
Del resto, sono le parole che ha detto anche il Ministro Piantedosi. Ripeto, non credo che qui si tratti di valutare un'opportunità, ma si tratta di decidere. Quindi, chiederei di porlo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/76 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/77 Forattini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/78 Berruto, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io sono alla prima esperienza qui, quindi spesso ragiono ancora da semplice cittadino. E un cittadino potrebbe legittimamente chiedersi: perché. Perché il Governo esprime un parere contrario a una richiesta di sostegno ad associazioni di volontari che aiutano e soccorrono persone migranti che vogliono lasciare il nostro Paese. Perché? Quest'attività di aiuto e di soccorso la fa un'associazione che si chiama Linea d'Ombra, in piazza della Libertà, a Trieste: medica i piedi massacrati di persone che hanno camminato per mesi o per anni lungo la rotta balcanica, che sono arrivate in Italia, ma che vogliono uscire dall'Italia. Lo fa la Caritas, a Ventimiglia, sotto un ponte della ferrovia. Lo fa il Rifugio Fraternità Massi, a Oulx, vicino Bardonecchia, dove, in un comune di 3.200 abitanti, passano 16.000 persone migranti all'anno, che vogliono andare verso il nord Europa. Le persone che ho citato, tutte, a Trieste, a Ventimiglia e a Bardonecchia, vogliono uscire dal nostro Paese. Quindi, ci si chiede perché. Soprattutto, un cittadino chiede perché questo Governo - guidato da una donna che urlava di essere madre e cristiana, con un Vicepremier che sventola e bacia rosari e si mostra in televisione con alle spalle una collezione di icone e immagini sacre che neanche la cattedrale di Santa Sofia ad Atene - non voglia aiutare associazioni che, caritatevolmente, si prendono cura di esseri umani. Se lo chiedessi io, posso comprendere e immagino pensereste che ci sia un principio ideologico, ma lo chiedono le prefetture, Sottosegretario Molteni. C'è una nota della prefettura di Torino che chiede al Governo di aiutare il Rifugio Fraternità Massi di Oulx. Non abbiamo chiesto un impegno economico, abbiamo chiesto semplicemente un sostegno a queste attività, molto spesso - lo ripeto - guidate da associazioni che fanno riferimento proprio a quel mondo del cattolicesimo vero, quello che applica i principi evangelici dell'accogliere gli stranieri.
Quindi, Presidente, faccio un ultimo tentativo: chiedo al Governo di accantonare quest'ordine del giorno, magari per fare una telefonata e provare a verificare se sia vero che la prefettura di Torino ha chiesto quello che ho chiesto anche io .
PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, intende accantonare? Non ho capito, chiedo scusa. Parere contrario.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/78 Berruto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/79 Gianassi vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Tra le molte ragioni che ci inducono ad avere un'obiezione radicale verso la decretazione del Governo in questa materia, vi è anche la scelta di utilizzare, a nostro giudizio in modo improprio, inutile e, talvolta, dannoso rispetto agli scopi che si prefigge, la materia penalistica. In effetti, il decreto interviene sui reati di trasporto di persone in violazione delle norme sull'immigrazione e prevede un aumento della cornice edittale.
L'analisi della storia della scienza giuridica mostra che, molto spesso, questi interventi di aumento della cornice edittale si rivelano inutili, perché, se i problemi sono complessi, è difficile immaginare che, banalizzandoli nelle risposte con il semplice aumento della cornice edittale, possano essere risolti. E ciò a maggior ragione se, per il reato di promozione, direzione e trasporto delle persone, l'aumento della cornice edittale è di un anno, per la promozione, la direzione e l'organizzazione del trasporto delle persone in violazione delle norme sull'immigrazione, con la ricorrenza delle circostanze aggravanti, anche qui, l'aumento è di un anno: nel primo caso, anziché 5 anni, ora sono 6 anni di pena massima; in questo secondo caso, anziché 15 anni, sono 16 anni di pena massima. E anche il nuovo reato, che di fatto raccoglie previsioni già previste dalle circostanze aggravanti della norma precedente, prevede, sì, una pena massima di 30 anni, ma che ricorreva anche con l'applicazione delle circostanze previste dalla norma previgente e oltre, ovviamente, non è possibile andare per le previsioni del nostro ordinamento.
Se è vero, com'è stato detto in quest'Aula anche dalla maggioranza, che le organizzazioni criminali che operano a livello transnazionale sono ben consapevoli delle normative nazionali, appare assai difficile immaginare che l'aumento di un anno delle pene della cornice edittale possano disincentivarle. E, se non è una questione di approccio politico, basterebbe analizzare i fatti: il decreto è in vigore da due mesi e vi è prova, dunque, che questo aumento della cornice edittale non ha sortito l'effetto sperato, se il Governo stesso riconosce che è stato necessario approvare lo stato di emergenza.
Però con l'ordine del giorno andiamo oltre e diciamo che, con la previsione di questa nuova fattispecie, che pecca, secondo noi, per genericità e, dunque, è poco coerente con il principio di tassatività, non è prevista l'esclusione della responsabilità espressa per coloro che effettuano operazioni di salvataggio in mare. Ovviamente, è un obbligo di una democrazia compiuta riconoscere che non vi sia rischio per chi effettua operazioni di salvataggio in mare di incorrere nella responsabilità penale, ma c'è anche un obbligo giuridico, internazionale e nazionale, che lo prevede, a partire dalla Convenzione internazionale sul diritto del mare di Montego Bay.
Per questo, poiché noi pensiamo che vi sia un rischio, attraverso interpretazioni estensive, di estensione della responsabilità anche per coloro che effettuano operazioni di salvataggio, poiché nella nuova fattispecie delittuosa non vi è l'accompagnamento della causa di giustificazione, che altrove, invece, nel nostro ordinamento è prevista, per l'appunto per chi effettua attività di soccorso e assistenza umanitaria in mare, con l'ordine del giorno abbiamo riproposto un emendamento presentato dal gruppo del Partito Democratico al Senato con il quale chiediamo semplicemente al Governo di chiarire, anche in un successivo atto, anche con un'interpretazione autentica, che questa nuova disposizione non si applichi e non estenda la responsabilità penale anche a chi interviene per garantire aiuti, soccorso e assistenza umanitaria in mare.
Di fronte a questo, sono possibili tre orientamenti: o si pensa che, invece, sia opportuno estendere la responsabilità penale anche a chi effettua operazioni di soccorso e si vota contro quest'ordine del giorno; o si pensa che sia ingiusto, gravemente ingiusto, estendere la responsabilità penale e, allora, si vota a favore di quest'ordine del giorno; se vi fosse chi pensa che non vi sia questo rischio nella norma per com'è scritta, non vi sarebbe, comunque, ragione di votare contro l'ordine del giorno, che chiarisce che non vi è responsabilità penale per chi effettua operazioni di soccorso.
Pertanto, restano in campo solo due opzioni: o si pensa sia ingiusto estendere la responsabilità penale a chi effettua operazioni di salvataggio e si vota a favore di quest'ordine del giorno, oppure si ritiene che sia accettabile il rischio del processo penale per chi effettua operazioni di salvataggio e si vota contro l'ordine del giorno che stiamo presentando.
Noi chiediamo al Governo di ravvedersi e alla maggioranza di votare a favore per chiarire un fatto di civiltà che nessuno, apertamente e palesemente, in quest'Aula, ha messo in discussione: non si rischi di sottoporre a responsabilità penale chi effettua operazioni di salvataggio .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/79 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/80 Serracchiani, vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per suo tramite e, in qualche modo, ricollegandomi a quello che diceva poc'anzi il collega Gianassi, con quest'ordine del giorno vorremmo dare un suggerimento al Governo, perché il decreto cosiddetto Cutro contiene, in alcune sue disposizioni, appunto, delle disposizioni di natura penale. Però con le disposizioni di natura penale non si scherza e ci sono delle regole che sono, soprattutto e principalmente, regole costituzionali. Una di queste regole, che è il principio di tassatività della fattispecie penale, indicato all'articolo 25 della Costituzione, imporrebbe, infatti, di formulare, non in modo indeterminato una fattispecie penale, ma di farlo in modo specifico.
Il suggerimento che noi diamo è proprio di evitare che, dopo la definitiva approvazione del decreto Cutro, si possano instaurare molte e numerose controversie e procedimenti legali proprio su un tema così delicato, come quello su cui tutta la maggioranza e il Governo hanno fatto, nella sostanza, la propaganda maggiore, cioè, come veniva detto, l'aumento delle pene edittali, ma anche la previsione di nuovi reati. Nella previsione di nuovi reati, però, lo si fa non solo in modo generico e non tassativo, ma anche senza introdurre quelle cause di giustificazione che chiarirebbero - come spiegava benissimo il collega Gianassi -, ad esempio, quando siamo di fronte al trasporto illecito di persone e, quindi, applichiamo la norma penale oggi prevista e quando, invece, facciamo semplicemente quel soccorso in mare che deve essere garantito da molte norme, nazionali e internazionali. È un suggerimento.
Come bene ha fatto il collega Rotondi a sollevare la questione di legittimità costituzionale per uno degli aspetti del decreto Cutro, questo è un aspetto ulteriore che suggeriamo al Governo di prendere in considerazione prima che partano le controversie legali, prima che ci si accorga che questa norma contravviene al principio di tassatività previsto dall'articolo 25 della Costituzione. Insomma, Presidente, tra un condono e l'altro, ogni tanto, ci scappa anche un reato e questo è quello che sta facendo il Governo da un po' di tempo. Ma, almeno, scrivetele bene le norme penali, perché non vorremmo che accadesse quello che è accaduto quando avete tolto con un colpo solo il reddito di cittadinanza, togliendo anche il reato che, ad esempio, colpiva quelle persone che approfittano del reddito di cittadinanza che, ad oggi, non sono più punibili e anche le sentenze di condanna in via definitiva che sono state applicate a queste persone oggi vengono meno. Se proprio volete prevedere dei reati, almeno scrivete bene le norme .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/80 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/81 Bakkali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/82 Zan vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, lo abbiamo ribadito, credo, in tutti gli ordini del giorno che abbiamo presentato, ovvero che l'eliminazione della protezione speciale, il restringimento dei diritti, di fatto, di cui non godranno le persone che arriveranno in Italia, costituisce una lesione diretta dell'articolo 10 della Costituzione. Con quest'ordine del giorno, in particolare, poniamo l'attenzione sulle persone che vengono perseguitate in base al loro orientamento sessuale e alla loro identità di genere. Anche qui, purtroppo, troviamo un muro di gomma e la totale indisponibilità ad ascoltare e, direi, a comprendere.
In 71 Paesi nel mondo essere omosessuale e transessuale costituisce un reato; in molti Paesi c'è la pena capitale, si viene uccisi per il proprio orientamento sessuale, per la propria identità di genere. Eppure, voi continuate dritti sulla vostra strada, sulla vostra propaganda e sopprimete le disposizioni introdotte dal decreto n. 130 del 2020 e, quindi, quel riferimento all'orientamento sessuale e all'identità di genere tra i motivi di persecuzione per i quali non si possono disporre l'espulsione e il respingimento.
Questo comporterà, ovviamente, il respingimento di persone per il loro orientamento sessuale, farle tornare in base a quegli accordi bilaterali che poi non avete, perché farete fatica a rimpatriare la maggior parte delle persone di cui state parlando e di cui vi fate vanto. Ma sottolineate un punto fortemente discriminatorio e ingiusto che prevede che le persone, che non corrispondono alle caratteristiche che voi volete perché possano accedere alla protezione, vengano respinte o a queste persone venga rifiutata la protezione.
Quindi, di nuovo, vi ripetiamo questo dato: in 71 Paesi nel mondo essere omosessuali, avere un'identità di genere diversa comporta il rischio di morte o di incarcerazione. Vi chiediamo, ancora una volta, di tornare sui vostri passi, di rivedere il parere anche rispetto a quest'ordine del giorno e di rispettare quanto meno le leggi e i trattati internazionali che l'Italia ha sottoscritto .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/82 Zan, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/83 Dori vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di cambiare il proprio parere su quest'ordine del giorno che parla di rispetto dei diritti umani in Libia, di accordi Italia-Libia, del Italia-Libia, del finanziamento della guardia costiera libica. Non possiamo fingere di non sapere, di non conoscere quel sistema supportato e finanziato dall'Europa e soprattutto dall'Italia, veri e propri campi di concentramento di persone straniere, gestiti dal Governo libico. Anche Papa Francesco ha parlato di .
I libici rappresentano un'infamia per l'Italia e per l'Europa intera. Al loro interno vengono rinchiuse, in modo coatto, persone straniere considerate clandestine dai libici: uomini, donne e bambini. Non sono in prigione criminali, non si finisce lì per avere commesso qualcosa, ma per essere qualcosa, cioè essere clandestini, non avere i documenti amministrativi per trovarsi in quel luogo. Non sono soltanto campi di concentramento, ma anche campi di lavoro.
Il lavoro forzato, infatti, è normato dalla legge libica ed è la pena inflitta agli stranieri clandestini. Questi campi sono composti da uno o più capannoni di lamiera, le finestre sono poche, alte e hanno le sbarre. C'è sempre una cella delle torture, è l'anticamera della morte. Nella cella delle torture c'è anche una sedia elettrica, con elettrodi e legacci per bloccare i torturati. Il cibo che viene fornito è insufficiente al mantenimento in vita dei reclusi. Non ci sono letti, si dorme per terra, tutti ammassati, e l'Unione europea dimentica con troppa facilità i valori su cui si fonda.
Il terrore nei libici passa attraverso vari stadi fisici e psicologici, che comprendono torture indicibili. Quando qualcuno scappa da un libico, le guardie lo rincorrono sparando. In molti sono morti così, la morte e la tortura non sono nemmeno celate, anzi, le guardie non ne fanno mistero. C'è chi è stato fucilato per avere rifiutato i lavori forzati, chi per avere rifiutato di andare a combattere in guerra. In tutto questo, l'Italia tiene ancora in vita il Italia-Libia, un accordo del 2017 che prevede che il Governo italiano fornisca aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche per ridurre i flussi migratori, alle quali viene affidata la sorveglianza del Mediterraneo attraverso la fornitura di motovedette, di un centro di coordinamento marittimo e di attività di formazione.
Ma le parole sulla carta non corrispondono poi alla realtà. Omissioni di soccorso, respingimenti, detenzioni arbitrarie, stupri, violenze: ecco a cosa sono sottoposti i migranti e i rifugiati in Libia, e non possiamo restare in silenzio di fronte a tutto questo. Il prevede il sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica attraverso fondi, mezzi e addestramento. Continuare a supportarla non solo equivale a contribuire direttamente al respingimento di uomini, donne e bambini, ma anche a sostenere questi centri di detenzione.
Dal 2017 all'ottobre 2022 quasi 100.000 bambini, donne e uomini sono stati intercettati in mare dalla guardia costiera libica, per poi essere riportati in un Paese che sappiamo non essere sicuro.
Essere una persona migrante in Libia significa essere costantemente a rischio di essere arrestato, detenuto, abusato, picchiato e sfruttato; significa vedersi spogliati di ogni diritto e non ricevere alcuna tutela.
L'Unione europea, con i suoi Governi nazionali, continua a distogliere lo sguardo dal paesaggio infernale delle condizioni dei migranti rimpatriati in Libia. Le accuse di remissività dell'Unione europea nei confronti delle forze libiche sono arrivate anche dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni, l'agenzia delle Nazioni Unite che monitora il fenomeno migratorio e offre assistenza ai Governi coinvolti.
L'atteggiamento europeo è chiaro: se il problema non è sulla mia costa, il problema non è mio, resti dall'altra parte. Amnesty International ha già accusato le condotte criminali della guardia costiera libica, come il danneggiamento e il capovolgimento delle imbarcazioni, pur di bloccare i migranti che cercano di lasciare le acque territoriali della Libia. Quindi, chiedo, anzitutto, al Governo di cambiare parere e, comunque, in ogni caso, il voto favorevole di tutti i gruppi che abbiamo qui, in Aula .
PRESIDENTE. Dal gruppo Partito Democratico è stata richiesta la votazione per parti separate dell'ordine del giorno n. 9/1112/83 Dori, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo; e, quindi, in caso di approvazione, le premesse.
Chiedo, dunque, al Governo se intenda confermare il parere espresso sull'ordine del giorno n. 9/1112/83 Dori. Lo conferma.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/83 Dori, limitatamente al dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Essendo stato respinto il dispositivo, non si procederà alla votazione delle premesse.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/84 Borrelli, vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Vorrei leggere l'impegno che abbiamo chiesto al Governo: “a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare tutte le misure necessarie a garantire che sia rispettato l'obbligo di fornire informazioni giuridiche e procedurali ai richiedenti protezione internazionale accolti nei centri di cui all'articolo 9, comma 1 (…)”. Quindi, il parere negativo è sul fatto di fornire informazioni.
Vorrei fare alcune considerazioni, poiché, insieme al collega Bonelli, in quei giorni della tragedia sono stato a Steccato di Cutro; nei giorni precedenti, c'erano stati i colleghi Mari e Fratoianni. Siamo andati sul posto e una delle cose di cui, come Paese, ci dobbiamo maggiormente vergognare è che, in molti momenti, in quasi tutte le situazioni, a fare da intermediari e a dare una mano erano associazioni di volontari. Invece, mancavano il prefetto e il questore, mancava chi parlasse con le famiglie delle vittime, mancava chi desse loro spiegazioni chiare sulle vicende riguardanti i loro familiari.
Riteniamo che anche questo elementare servizio andrebbe dato, a prescindere, a chiunque, anche a chi, nella propria vita, ha fatto errori gravissimi. Si tratta di avere la possibilità di ricevere informazioni, di avere un interprete, qualcuno che spieghi e che aiuti a capire. Non vogliamo dare neanche questo! Trovo assurdo il parere negativo del Governo su un ordine del giorno, tra l'altro, super blando. È una posizione non solo incomprensibile ma, a tratti, disumana, perché dare un supporto a queste persone, dal mio e dal nostro punto di vista, è un dovere. Non farlo è un atto ulteriore di inutile crudeltà
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/84 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/85 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/86 Grimaldi vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Per noi è impossibile accettare l'idea di stralciare le premesse che, tra l'altro, sono solo dati che dimostrano le tesi dell'impegno, cioè che bisognerebbe far di tutto per favorire un'accoglienza in strutture di piccole dimensioni. I dati ci dicono che non c'è un'emergenza reale e, soprattutto, i numeri lo dimostrano. Il Governo ci chiede di cancellare quei numeri, che sono numeri ufficiali del Ministero e, anziché impegnarsi a favorire un'accoglienza, magari nelle strutture diffuse, di fatto, si impegna a “valutare l'opportunità di”. Noi valutiamo l'opportunità di dirvi “no”, di chiedere il voto all'Aula e di farvi prendere tutte le vostre responsabilità
PRESIDENTE. L'onorevole Grimaldi non ha accettato la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/86 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Salutiamo l'Istituto comprensivo Ceretolo, di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna
Mi arriva l'informazione che potrebbe esserci un accordo per la ratifica, nel senso di esaminarla adesso entro le 13, piuttosto che nel pomeriggio… Non c'è l'accordo, va bene.
Allora, poiché l'ordine del giorno della seduta odierna prevede che, alle ore 13, abbiano inizio le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta, sospendo fino a tale ora la seduta, che riprenderà alle ore 13.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
Saluto studenti, studentesse e docenti dell'Istituto comprensivo “Salvo D'Acquisto” di Cerveteri, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge già approvato dal Senato n. 1112.
Ricordo che, prima della sospensione della seduta, si sono concluse le votazioni sugli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, leggendo il testo di questo decreto, sembra di essere di fronte a un testo scritto da un sistema di intelligenza artificiale al quale sia stata tenuta nascosta la Costituzione, una sorta di ChatGPT, nutrita esclusivamente delle peggiori che circolano in rete sul tema dell'immigrazione, dalla sostituzione etnica, alla protezione speciale come un all'attività delle ONG, che fanno salvataggio in mare, come un .
Ma a questa ipotetica ChatGPT, che, però, a mio avviso, il Governo ha utilizzato per la stesura di questo decreto, è stata tenuta nascosta la Costituzione e il sistema di convenzioni internazionali, che dovrebbero essere alla base del lavoro di questo Parlamento.
Nella commozione generale che è seguita alla tragedia di Cutro, avvenuta ormai quasi due mesi fa (50 giorni fa), avevamo ascoltato dal Governo una promessa rivolta agli italiani, cioè la promessa di combattere l'immigrazione irregolare, favorendo l'immigrazione regolare, la promessa di difendere e di tutelare meglio le persone vittime del traffico di esseri umani.
Diciamo chiaramente oggi che, forse, è meglio che smettiate di chiamare questo provvedimento decreto Cutro, che tutti quanti smettiamo di chiamarlo decreto Cutro perché, in questo modo, infanghiamo la memoria delle vittime di quella terribile tragedia. Infatti, in questo provvedimento del Governo non c'è nulla di quello che era stato promesso: non si favorisce l'immigrazione regolare, anzi, si continua a perseverare con un meccanismo rigido e inefficace, quello del decreto flussi, accentrandolo di più nella Presidenza del Consiglio; non si favorisce la possibilità - e ci dica il Governo che cos'è che impedisce di fare questo - di regolarizzare persone che sono nel nostro Paese e che dimostrano di avere, ad esempio, un datore di lavoro pronto ad assumerle e di avere un radicamento effettivo. Qual è l'interesse nazionale che voi tutelate, negando questa possibilità?
Poi, si colpisce il sistema di accoglienza, quello diffuso, quello che fornisce più servizi dedicati all'integrazione, all'inclusione e alla formazione. Si va verso il modello dei CAS. Si vogliono moltiplicare i CPR e addirittura si va verso il modello più diffuso degli e, su questo, il Governo, in Commissione, non ci ha risposto. Quegli , nel momento in cui non sono più solo luoghi di identificazione, ma luoghi in cui si attende la risposta alla richiesta di protezione, sono luoghi di detenzione, di una detenzione illegittima che non prevede le garanzie previste dalla Costituzione, cioè la convalida, oltre le 48 ore, di un magistrato.
Su tutte queste questioni, il Governo dimostra di aver tradito le promesse fatte nei giorni della commozione per la tragedia di Cutro e, soprattutto, dimostra di non avere strumenti giuridici, politici e neanche culturali per affrontare una grande sfida che è quella del governo dell'immigrazione, che è anche una grande opportunità, e questo lo ha detto il Governo stesso nel Documento di economia e finanza e lo abbiamo sottolineato nella nostra relazione di minoranza. Serve investire nell'accoglienza e nell'inclusione attraverso il lavoro, perché l'immigrazione è il principale strategico che abbiamo per intervenire sul rapporto tra debito e PIL da qui ai prossimi 40 o 50 anni.
Non lo diciamo noi: lo ha detto questo Governo, ma si è smentito, presentando questo decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, oggi è una giornata fondamentale, perché approviamo un provvedimento significativo che, finalmente, dà una risposta strutturale a un problema importante per il nostro Paese e per i nostri cittadini, un problema che, da molti anni, non soltanto riempie le cronache del dibattito politico, ma che, per troppo tempo, ha riempito di un fragoroso silenzio le discussioni in seno all'Unione europea.
L'Unione europea è sempre pronta a misurare il diametro delle nostre mozzarelle di bufala, ma un po' meno a farsi carico della difesa dei propri confini che, lungo la rotta dei flussi migratori, incrociano, per ampi tratti, i confini dello Stato italiano.
Ebbene, la prima buona notizia è che l'Unione europea ha iniziato a porsi il problema dell'immigrazione che, con ogni evidenza, la riguarda. Infatti, un Governo, consapevole degli interessi nazionali e con la determinazione di volerli perseguire, ha saputo imporre il tema delle migrazioni all'ordine del giorno.
Dispiace che, in questi mesi, invece di far fronte comune a Bruxelles e a Strasburgo, una parte della sinistra non abbia perso occasione, in Europa, per infangare il nostro Paese. E pensare, signor Presidente, che lo stesso Papa Francesco, così spesso evocato quando si parla di accoglienza, ha lanciato un appello alle istituzioni comunitarie a non lasciare sola l'Italia, un appello che il Governo italiano e la maggioranza che lo sostiene hanno fatto proprio, ma di fronte al quale l'opposizione, invece, si è voltata dall'altra parte.
Ma quella che ci giunge dall'Europa, signor Presidente, è solo la prima buona notizia. La seconda, che ci riguarda ancora più direttamente, è che andiamo ad approvare oggi un provvedimento che segna un cambio di paradigma, un provvedimento che ci porta fuori da un approccio di emergenza permanente e inizia a dare risposte programmatiche a un problema che, come dicevo prima, è ormai strutturale. Basta, quindi, con azioni di pura demagogia, per cui il centrodestra è dipinto sempre contro tutto e tutti.
Anche in questo caso, abbiamo dovuto scontrarci, però, con le contraddizioni delle opposizioni, con quelle contraddizioni di una sinistra che predica un'accoglienza illimitata, ma rifiuta la logica della programmazione, con lo strabismo di una sinistra che si erge a paladina dei diritti umani, della solidarietà e della pari dignità fra le persone, ma poi, con un approccio che tradisce una strisciante venatura razzista, vorrebbe scaricare sui Paesi poveri i lavori un po' meno alla moda e i figli che gli italiani non fanno più. Infatti, colleghi, parlare di natalità, secondo alcuni sarà pure reazionario, ma qualcuno, le pensioni, dovrà pure pagarle.
L'approccio che ha ispirato questo provvedimento, quindi, è un approccio esattamente opposto ed è significativo che l'esame in quest'Aula si svolga nella stessa settimana nella quale il Governo ha sostituito il reddito di cittadinanza con un provvedimento che aiuta le persone realmente bisognose, ma favorisce il lavoro per chi è in grado di lavorare.
Con la stessa idea, sul fronte delle migrazioni, finalmente è stata adottata una logica di programmazione ordinata. Si è compiuta una rivoluzione copernicana rispetto all'idea della sinistra per la quale si dovrebbe lasciare entrare tutti, ma senza il rispetto di nessuno. Noi, invece, vogliamo far entrare chi ne ha diritto e coloro ai quali possiamo offrire una reale opportunità. Questo è il rispetto dei diritti umani e delle persone.
Signor Presidente, proprio per rendere più efficiente la programmazione dei flussi d'ingresso per motivi di lavoro, questo decreto ha introdotto una programmazione dei flussi per il triennio 2023-2025, con l'obiettivo di attuare una strategia di più ampio respiro, al fine, da un lato, di meglio intercettare le esigenze del mercato del lavoro e, dall'altro, di consentire la promozione di iniziative di più lungo periodo con i Paesi di provenienza.
A tal fine, si è usciti da quel sistema dell'emergenza per approdare a una gestione ordinata e programmata dei flussi, che tenga conto della domanda e dell'offerta del lavoro e dei basilari principi di sostenibilità. Sono state semplificate le procedure per gli ingressi regolari e inasprite le pene per quei trafficanti di morte che speculano sui bisogni altrui e portano sulla coscienza le troppe vite spezzate lungo le rotte del mar Mediterraneo. Sono stati razionalizzati gli strumenti normativi che disciplinano le modalità di ingresso e di accoglienza, perché, quando i numeri delle misure straordinarie arrivano a doppiare quelli degli ingressi ordinari, è evidente che il sistema è distorto e qualcosa non va.
È stata, insomma, messa in campo una strategia finalmente di ampio respiro, che consente, da un lato, di intercettare meglio le esigenze del mondo del lavoro e, dall'altro, di governare adeguatamente i flussi regolari e promuovere iniziative di più lungo periodo con i Paesi di provenienza.
Questo Governo e questa maggioranza vogliono sicurezza e fermezza; vogliamo aprire le porte del nostro Paese a coloro che vogliono realmente venire a lavorare in Italia e adottare politiche di premialità per quei Paesi che insieme a noi, Italia ed Europa, lottano contro l'immigrazione clandestina. Nei giorni scorsi, vorrei ricordarlo, il presidente della Confcommercio ci ha detto che c'è bisogno, nel nostro Paese, solo nel settore del commercio e del turismo, di 230.000 lavoratori. Una recente indagine della Camera ci ha detto che, solo per le figure professionali di colf e badanti, abbiamo bisogno di 25.000 persone. In quest'Aula, il Ministro Lollobrigida ci ha detto che abbiamo bisogno di 100.000 lavoratori nel settore dell'agricoltura. Su questa strada, quindi, sono impegnati il Governo e la maggioranza, a costruire e consolidare percorsi di ingresso legale in Italia - ripeto, legale, in Italia - contrastando, al tempo stesso, i traffici, della cui portata criminale non si parlerà mai a sufficienza, forse perché parlarne contribuirebbe a mettere fine a quella narrazione distorta dei buoni e dei cattivi che ha inquinato il nostro dibattito politico e che non trova alcun riscontro nella realtà. Al contrario, come già detto, è proprio la retorica dell'accoglienza illimitata a nascondere un suprematismo mentale dagli accenti neocoloniali, che vorrebbe far entrare tutti perché gli immigrati ci servono a fare quello che noi italiani non vogliamo fare più, purché poi stiano alla larga dalle nostre ville in riva al mare. Noi vogliamo fare l'opposto; noi vogliamo riconoscere alle persone la loro dignità e favorire l'ingresso regolare a coloro i quali siamo in grado di offrire realmente un'opportunità, con criteri professionali e professionalizzanti, che non considerano gli immigrati masse di manodopera a basso costo da colonizzare, ma persone da immettere in percorsi adeguati.
Signor Presidente, colleghi, noi compiamo oggi un passo importante verso la liberazione del tema migratorio dalla morsa deformante dell'ideologia; vogliamo utilizzare un approccio rispettoso e pragmatico, che ci porti ad analizzare i dati sull'offerta di lavoro forniti dalle organizzazioni di categoria e a programmare anche un potenziamento dei flussi, se ce n'è bisogno, senza immettere fiumi di persone alle quali non siamo in grado di garantire una prospettiva, con tutto ciò che ne consegue, anche e soprattutto in termini di sicurezza. Vogliamo assicurare razionalità alle regole, per far sì che non un solo profugo non trovi asilo, ma anche che strumenti normativi mal congegnati non si trasformino in cavalli di Troia per aggirare le leggi. Vogliamo stroncare i traffici che si nascondono dietro la retorica della solidarietà e che comportano solo sfruttamento, disperazione e morte. Vogliamo, infine, approcciare in maniera strutturale il tema dello sviluppo del Sud del mondo, quel Piano Mattei per il continente africano che rivela una visione e una prospettiva di futuro.
Noi non siamo quelli che cercano nei Paesi poveri chi venga a lavorare in Italia, mentre lasciamo i giovani a casa, a percepire il reddito di cittadinanza. Noi non siamo quelli che fanno entrare tutti per dare una prospettiva a nessuno. Noi guardiamo al Sud del mondo come un luogo di cui contribuire a promuovere lo sviluppo. Noi siamo con Papa Francesco, per il quale l'Italia non può essere lasciata sola. Noi siamo con Benedetto XVI, che ci ricordava che, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare. Noi siamo con Giovanni Paolo II, che affermava che il diritto primario dell'uomo è di vivere nella propria terra.
Signor Presidente, non saremo mai con gli scafisti, non saremo mai con gli sfruttatori; siamo parte di una comunità internazionale, che vogliamo indurre ad assumersi le proprie responsabilità. Siamo parte di un Governo e di una maggioranza che rispettano le persone, e lo dimostrano ogni giorno.
Per questo, signor Presidente, il gruppo di Noi Moderati voterà convintamente a favore di questo provvedimento e assicura piena collaborazione per programmare una politica dei flussi che sappia premiare chi rispetta le regole e dare accoglienza a chi ha la possibilità di costruire in Italia una vita davvero dignitosa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, signor Sottosegretario, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, nei giorni della strage di Cutro, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si dichiarò particolarmente offesa e indignata perché, a suo dire, qualcuno aveva messo in discussione la commozione di una madre. Io, né allora, né oggi, ho messo in discussione la commozione di alcuno o di alcuna; non sarebbe stato nelle mie possibilità, né nel mio modo di intendere la politica. Dico oggi, però, signora Presidente, che, se quella commozione era allora autentica, questo decreto, a cui il Governo ha dato il nome di una strage che poteva e doveva essere evitata, anche dalle nostre istituzioni, ne è il tradimento; è il tradimento sì, di una commozione, che avrebbe dovuto produrre, come risposta a quella strage, un intervento in grado di implementare la capacità di ricerca e di soccorso, di aumentare gli spazi di integrazione e di inclusione, di rendere effettivamente efficace la lotta ai trafficanti di uomini, di donne e di bambini, quella caccia che è stata solennemente dichiarata fino ai limiti del globo terracqueo e che si è rivelata, ancora una volta, il rovesciamento più vile della realtà, nella quotidiana ricerca di accordi che, invece, si consolidano, giorno dopo giorno, proprio con chi quel traffico di uomini, donne e bambini lo organizza con costanza e continuità.
Vede, signora Presidente, le parole molto spesso aiutano a svelare la sostanza delle questioni materiali; la trama del linguaggio, l'ordine del discorso sono uno specchio assai utile per indagare ciò che sta sotto al rumore di fondo. E, allora, proviamo a metterle in fila le parole che caratterizzano la propaganda che accompagna questo decreto e, più complessivamente, la propaganda che accompagna, da troppi anni, l'iniziativa della destra e delle destre e, talvolta, non solo della destra e delle destre, su un tema così rilevante come quello dell'immigrazione.
Il primo punto: aiutiamoli a casa loro è la parola d'ordine, non facciamoli partire, così riusciremo a impedire che le morti continuino ad aumentare. Ebbene, volete aiutarli a casa loro? Ed è per questo che, alla prima legge di bilancio, tagliate i fondi alla cooperazione internazionale decentrata? Voi volete aiutarli a casa loro? Ed è per questo che questo Governo - come molti Governi, per la verità, che l'hanno preceduto - continua a incrementare, nella bilancia commerciale, le voci relative al commercio di armamenti, anche con quei Paesi che oggi, nel mondo, continuano ad alimentare guerre dalle quali uomini donne e bambini continuano a fuggire? Voi volete aiutarli a casa loro? Ma infatti è per questo che avete scelto di investire nuovamente, con decisione e determinazione, in politiche energetiche che guardano al fossile e che contribuiscono ad alimentare, ad aggravare quella crisi climatica che produce nuove, enormi e disperate schiere di profughi, i profughi climatici, quelli che scappano non perché sono perseguitati per motivi religiosi o perché cadono sulla loro testa le bombe che noi continuiamo a vendere, ma perché i loro Paesi sono semplicemente ormai inabitabili, non si può più coltivare e raccogliere nulla che consenta che la vita possa andare avanti, anche nella dimensione più umile. Ma di quelli a voi non frega niente, sono quelli che definite con disprezzo migranti economici, come se chi fugge perché non ha nulla da mettere sotto i denti, per sé e i propri cari, non fosse meno o più disperato di chi fugge dalle bombe e dalla guerra.
Vedete, signor Ministro, signor Sottosegretario, le parole sono importanti: avete dichiarato appunto guerra ai trafficanti, una dichiarazione solenne - ricordiamo la Presidente del Consiglio -, un po' bizzarra, per la verità, ma molto solenne: li cacceremo in tutto il globo terracqueo; a proposito, a che punto siete con questa caccia? Oggi, il generale Haftar è a Palazzo Chigi e, nei mesi scorsi, il Ministro dell'Interno aveva amichevolmente incontrato Trabelsi. Bidja era stato, a suo tempo, con altri Governi, per la verità - ed è bene ricordarlo a tutti e a tutte - accolto con tutti gli onori, come un interlocutore ufficiale. La verità è che, con i trafficanti di uomini, donne e bambini, continuiamo a fare affari e accordi; cominciamo con i libici, quelli della cosiddetta guardia costiera, che continuiamo a sovvenzionare, ad istruire.
Ad istruire a cosa? Alla cattura di povere persone in fuga. Sono catture che finiscono con il ritorno in quei della disperazione che sono i centri di accoglienza, che voi continuate ad assegnare a chi non può svolgere un ruolo di ricerca e soccorso, per ragioni stabilite, non da noi, non dall'opposizione in questo Parlamento, ma dalle convenzioni internazionali.
Volete cacciare i trafficanti ma continuerete a fare accordi - continuiamo a fare accordi, continua a farli l'Europa e non solo il nostro Paese - con i dittatori sparsi per il mondo. Li facciamo col dittatore turco, a cui l'Europa, da anni, paga miliardi, ogni anno, perché si occupi degli affari sporchi, e li facciamo oggi con i tunisini. Andiamo in Tunisia, ma non diciamo una parola, in Tunisia, sul rispetto dei diritti umani fondamentali, salvo promettere nuovi fondi e nuove risorse perché da lì qualcuno, al posto nostro, si occupi di impedire le partenze.
Poi, combattere la clandestinità. Questa parola orribile andrebbe sostituita, almeno per decenza, con la parola “irregolarità”. Chi è qui in condizioni di irregolarità lo è non per colpa sua e non per scelta sua; la sua è una condizione che vive come vittima e come vittima andrebbe trattata, con cura ed accoglienza. La volete combattere quella parola orribile, “clandestinità”, ma in realtà non fate che rafforzare, affinare e rendere più efficiente la macchina che la produce, che la alimenta, che ne ingrossa le file, a partire dalla prima delle norme che regolano le nostre politiche su una materia così complessa come quella dell'immigrazione, quella Bossi-Fini che è in vigore da troppi anni e che, da troppi anni, troppi Governi non hanno saputo o voluto cambiare .
Poi, sistematicamente siete al lavoro, perché la verità, signor Ministro, è che il vostro è un obiettivo chiaro, non è un incidente di percorso, non è un difetto di competenza. Verrebbe la voglia di chiederselo: perché colpire le cose che funzionano, perché intervenire sulle poche cose che vanno bene, perché fare scelte che inevitabilmente aumenteranno il disgoverno del sistema? Perché questo è il vostro obiettivo. Oggi colpite la protezione speciale come ieri avevate colpito lo SPRAR, le poche cose che funzionano, che consentono di ridurre l'area dell'illegalità, dell'irregolarità, dell'opacità, l'area dell'invisibilità.
Allora, l'obiettivo è chiaro: continuare a costruire l'emergenza. Altro che fuoriuscita dall'emergenza, altro che assunzione, finalmente, della dimensione strutturale di questo enorme e complicato, complicatissimo fenomeno, peraltro antico come il mondo! Costruire l'emergenza, renderla permanente, alimentarla per legittimare la vostra narrazione tossica. Sì, la vostra è una narrazione tossica, avvelena le vene del Paese, alimenta l'insicurezza, costruisce paura. Voi investite sulla paura, siete imprenditori della paura. In questi anni, avete investito tutte le vostre azioni sulla paura e sull'incertezza per una ragione precisa, perché questo vi consente di continuare a fare dell'immigrazione un serbatoio straordinario per le vostre speculazioni elettorali. Avete talmente lavorato al rovesciamento di senso delle parole che siete riusciti a raccontare - arrivo alle conclusioni, Presidente, molto rapidamente - che chi salva le vite è in realtà un criminale, e coloro che si organizzano in supplenza delle istituzioni, che dovrebbero invero svolgere quel lavoro con una missione istituzionale di ricerca e soccorso, li avete trasformati in criminali, li avete messi al centro del mirino. Avete immaginato multe, avete immaginato meccanismi che complicano la possibilità di salvare: non potete fare più di un salvataggio, dovete andare nel posto più lontano. Tutto questo con un unico obiettivo: rendere più difficile la presenza, al centro del Mediterraneo, in quell'enorme cimitero a cielo aperto del mondo che è il Mediterraneo centrale, di chi, in assenza del vostro intervento, si organizza per salvare le vite. A loro dovreste dire: grazie per il lavoro di supplenza che svolgete; noi lo facciamo quotidianamente.
L'immigrazione è un grande fenomeno strutturale. Per dare una risposta bisogna fare il contrario di quel che avete fatto finora e che, per la verità, non solo voi avete fatto finora. Bisogna cancellare la Bossi-Fini, bisogna stracciare l'infame con la Libia, bisogna istituire corridoi umanitari pubblici, un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro; bisogna chiudere quei non luoghi della detenzione e della disperazione che sono i CPR e bisogna investire le risorse destinate al controllo e alla repressione in politiche di inclusione e integrazione.
Questo significa costruire sicurezza per tutti e tutte, questo significa affrontare in modo strutturale un grande fenomeno strutturale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). La ringrazio, signora Presidente. Ministro, Sottosegretario, sentendo e seguendo il dibattito di questi giorni - ma non è la prima volta che mi capita - mi sono chiesto quanto sarebbe bello, oltre che proficuo, affrontare in quest'Aula un dibattito libero, un dibattito vero sul tema dell'immigrazione. Forse, solo l'intelligenza artificiale riuscirebbe a spurgare i dibattiti che facciamo dalla ideologia, dalle falsità, dagli imbrogli che vengono proposti e che fanno deviare le ragioni di una politica migratoria, del contenimento e della gestione della politica migratoria, rispetto alla ossessione ideologica con la quale ci dobbiamo misurare ogni giorno.
Vorrei dire quanto sarebbe utile e bello affrontare un dibattito su questi temi magari ripartendo dalla storia dell'emigrazione di questo Paese. Ciascuno di noi, ciascuna nostra famiglia ha sicuramente avuto un'esperienza in questo senso. Questo noi non ce lo dobbiamo dimenticare, quando affrontiamo temi di questo tipo.
Vorrei dire che sarebbe anche bello affrontare questo dibattito, come dire, mantenendo un minimo di onestà intellettuale. Mi rivolgo, in particolare, a un collega che ritengo intelligente e anche serio, come il collega Iezzi, che ieri è intervenuto - ma è intervenuto anche oggi un collega di Fratelli d'Italia - e che ci viene a riproporre il tema dell'“andatelo a dire alla ragazza che è stata violentata”, e via dicendo. È ovvio che noi abbiamo un problema di sicurezza nelle nostre stazioni e in determinati ambiti. Ma se lei è intellettualmente onesto - e lei lo è, onorevole Iezzi - sa perfettamente che questo non riguarda il tema dell'immigrazione, ma riguarda il tema della sicurezza e dell'ordine pubblico, che investe spesso molto di più gli italiani di quanto non riguardi gli stranieri. Lei sa perfettamente che le violenze contro le donne e le violenze familiari avvengono esattamente dentro il nucleo familiare, spesso e volentieri, e sono tante le persone italiane che delinquono nel nostro Paese. Non bisogna intervenire? Certo che bisogna intervenire, ma è disonestà intellettuale mettere questo insieme al fenomeno migratorio. Lo dico - lo ripeto - perché è una persona che rispetto, ma so che, inevitabilmente, quando c'è un dibattito ideologico, porta qui dentro argomenti che dovrebbero essere lasciati a casa.
Veniamo al decreto, signora Presidente. Molti lo hanno ricordato, quindi cominciamo dal nome. Onorevole Molteni, signor Ministro, signor Sottosegretario, il provvedimento si chiama “decreto Cutro”. L'unico particolare - ripeto, molti lo hanno detto - è che con Cutro non c'entra praticamente nulla. Non c'entra neanche - se voi lo aveste voluto fare, come si fa con i decreti in cui si mettono dentro tante cose - per cercare perlomeno di intervenire sulle cose che non hanno funzionato in occasione della tragedia di Cutro.
Il punto di fondo è che la natura emergenziale di questo decreto, a seguito della tragedia di Cutro, è semplicemente ridicola perché non stiamo arginando le invasioni barbariche sulle nostre coste. I numeri parlano chiaro sotto questo punto di vista. Dovremmo piuttosto riuscire a gestire l'ordinario nei nostri porti mentre, ad oggi, la catena delle responsabilità nella morte di 94 migranti sulle coste della cittadina calabrese, a cui accostate ingiustamente questo decreto, nonostante l'informativa, è ancora tutta da chiarire. Ne porta il nome. Qualcuno si aspettava che ci sarebbe stato almeno qualcosa, una norma al riguardo. Io non penso, come qualcuno ha detto, che c'è una responsabilità diretta del Governo. Però, sicuramente il Governo ha la responsabilità di capire che cosa non ha funzionato rispetto a quello che è successo, e questo non avviene.
Vorrei dirle - onorevole Molteni, mi rivolgo a lei non solo per la conoscenza e l'amicizia di anni - che voi continuate a sfornare decreti (questo è il secondo) assolutamente in linea con la vostra campagna elettorale, per cui dovete far vedere i pugni duri, dovete far vedere l'intransigenza e i rigori. Siamo passati dai blocchi navali, poi ci si è resi conto che i blocchi navali non è facilissimo farli. Forse qualcuno avrà pensato: facciamo i muri pure noi, però, diciamo, i muri sulle coste non è conveniente farli.
Quindi, evidentemente, qual è la realtà, signor Sottosegretario? Che voi imbrogliate, come avete fatto in campagna elettorale, perché sapete che non c'è verso di impedire a delle persone disperate, che scappano per disperazione, di mettersi in moto per cercare di migliorare la loro qualità della vita. Non ce la fate.
Io dico all'onorevole Bergamini o all'onorevole Bicchielli, che ho sentito dire: “noi non possiamo accoglierli tutti”. D'accordo, non possiamo accoglierli tutti, ma quelli che partono arrivano! Voi avete fatto l'operazione sulle ONG per aggiungere un po' di cinismo e quasi godere del fatto che, anziché portarli al porto più vicino, li devono portare 400 miglia più lontano. Ve ne siete accorti voi e se n'è accorto chi in questo momento ci sta ascoltando e ha guardato i servizi in televisione, che sono aumentati i barchini che autonomamente venivano qui e magari ne moriva qualcuno in più in mare, che è aumentato il lavoro della Guardia costiera, piuttosto che della Capitaneria di porto. Continuano ad arrivare e voi lo sapete! Sapete perfettamente che questo decreto, così come il precedente, non cambierà di una virgola il fatto che la gente disperata scappa e viene nel nostro Paese !
Qual è il problema, semmai? Capire come gestirlo. Ma non lo impedirete, non lo state impedendo. Si continua a dire: noi non possiamo accogliere tutti. Li state accogliendo tutti. Stanno arrivando e siccome non si possono ammazzare in mare, qualcuno purtroppo, anzi parecchi muoiono in mare, ma una volta che sono arrivati non è che li possiamo cancellare, non è che li possiamo, come dire, sciogliere nella soda caustica, neanche se voi annunciate che farete un decreto per cui ci sarà l'ergastolo per chiunque arriva illegalmente nel nostro Paese. Non li fermerete. Perché scappano dalla guerra. Perché, signor Sottosegretario, scappano dalla fame, dalla povertà. Non è differente, in termini di disperazione, scappare dalla fame, scappare dalla povertà, scappare dai cambiamenti climatici e da quello che comportano in quei Paesi. È gente disperata che, nella propria disperazione, sa che affronta un rischio, un pericolo, anche quello di morire in mare, ma che non rimane lì.
E allora noi come facciamo? Quando sento l'onorevole Bergamini dire: “non possiamo accoglierli tutti”, d'accordo, non possiamo accoglierli tutti e cosa facciamo? Come arrestiamo questi flussi? Lei mi vuole dire che li arrestiamo, per esempio, eliminando la protezione speciale? Lo hanno chiarito tutti, ma anche questo lo sapete anche voi; per questo vi dico che voi imbrogliate anche il vostro elettorato, perché sapete che state mettendo in campo delle norme che il problema serio della gestione dell'immigrazione non lo riusciranno a risolvere. Con la protezione speciale voi state semplicemente, da un giorno all'altro, trasformando in irregolari quelli che, attraverso la protezione speciale, magari, avevano dei permessi di lavoro ed erano integrati e soprattutto fate in modo che arrivino ancora più clandestini. Perché, lo sapete, arrivano e continuano ad arrivare. Continuate, come è giusto che sia, nonostante siate il Governo di destra, quello del rigore e compagnia bella, per forza ad accoglierli nei nostri porti. Perché lei non mi verrà a dire, signor Sottosegretario, che la politica dei respingimenti è in grado di competere con il numero di arrivi che ci sono.
E mi domando, signor Sottosegretario, tra un mese, due mesi, quando gli sbarchi saranno non di centinaia di persone, ma di migliaia di persone che, inevitabilmente, con il mare più calmo… Ma lei lo sa! Io sono quasi solidale, nel senso che io so che voi siete consapevoli di questo. Il problema è che, invece di continuare a seguire la strada demagogica delle campagne elettorali e dei decreti che sono solo propaganda perché non hanno nulla che riescano a fermare - si tratta di un fenomeno che, io riconosco, non è semplice da fermare, anzi, tutti sappiamo che non è semplice da fermare -, voi continuate ad alimentare insicurezza, paura, eccetera eccetera. Ma sono cose che vi torneranno addosso, perché quando tra un mese, anziché 100, 200, 300, ne arriveranno 1.000, 1.500, che cosa vi inventerete? Quale altro decreto vi inventerete? Ho finito il tempo? Un minuto. Che cos'altro vi inventerete per cercare di dirottare il dibattito dall'unico che abbiamo, e cioè capire qual è il modo attraverso cui gestire un fenomeno che sta crescendo? Non è l'invasione. Se noi dovessimo essere come siete stati voi in altri momenti, io adesso le dovrei dire: ma come, vi state facendo invadere, siete al Governo da un anno, avete fatto due decreti, siete degli incapaci, andate a casa! No, perché noi siamo consapevoli della complessità del fenomeno. Ma non lo si risolve prendendo in giro tutti con decreti che servono solo a piantare un'ennesima bandierina.
Lo si risolve cercando il modo attraverso il quale gestire questa partita. Non ho tempo, vorrei dire, però, che uno dei modi è sicuramente quello di coinvolgere l'Europa. Io sono d'accordo con lei, però le vorrei dire che non è che l'Europa, signor Sottosegretario, riesce a fare quello che non riusciamo a fare noi, non è che impedisce che queste persone arrivino. Il ruolo dell'Europa è sicuramente quello di una maggiore partecipazione, per esempio, nella redistribuzione e integrazione di queste persone. Lei fa così, ma è chiaro che, se voi pigliate a calci in bocca l'Europa dalla mattina alla sera, poi glielo spiegate voi a quelli per quale motivo dovrebbero darvi una virgola in più per aiutarvi in una cosa su cui, al momento, grazie a voi e alle scelte che avete fatto voi, Governo di centrodestra - a Berlino, ci siamo capiti -, l'avete fatto voi, non l'abbiamo fatto noi, vi siete incaprettati.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Il problema dell'immigrazione è un problema molto serio, va gestito in modo serio e soprattutto non dicendo bugie e truffando la gente, dal punto di vista ovviamente della polemica e dell'informazione. Chiudo, signora Presidente...
PRESIDENTE. Sì, dovrebbe concludere, grazie.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Quando poi sento, qui dentro, qualcuno dire che uno dei problemi è la Bossi-Fini, che bisognava cambiarla e via dicendo, io penso che qui dentro bisogna fare le cose con più umiltà, perché se la Bossi-Fini non è stata cambiata, non è stata cambiata innanzitutto dai Governi di centrosinistra che avevano avuto la possibilità di cambiarla. E le dico una cosa in più…
PRESIDENTE. Deve proprio concludere.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Ho finito, Presidente. Rispetto alla gestione dell'immigrazione nel nostro Paese, c'è un problema di non adeguata capacità di integrazione, che riguarda tutto il Paese e tutte le sue articolazioni. E anche su questo c'è una responsabilità sicuramente dei Governi di centrosinistra e di tanti altri soggetti che potevano lavorare in questo senso…
PRESIDENTE. Grazie, siamo troppo oltre, collega.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Ho finito, Presidente. Forse, se lasciamo l'ideologia e andiamo sulle cose più concrete, da qualche parte possiamo arrivare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO(FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, questo che siamo chiamati a votare oggi non è un decreto contro l'immigrazione, ma è un intervento legislativo per renderla regolare, ordinata e legale. Chi alimenta, com'è stato fatto anche poco fa, la contrapposizione, ma sarebbe meglio chiamarla banalizzazione, per cui la maggioranza che governa il Paese è contro l'immigrazione, mentre l'opposizione lavora per l'accoglienza, non sta rendendo un buon servizio alla verità. Invece, ancora una volta, discutiamo di un tema così delicato e di un provvedimento che regola il fenomeno migratorio, facendo il tagliando a vecchie regole che hanno dimostrato evidentemente di non funzionare più, in un clima pesante e fortemente ideologizzato.
Forza Italia da quasi trent'anni persegue una sola strategia, che è quella dell'umanità e della fermezza: accoglienza, ma rispetto delle regole. L'immigrazione non è un nemico o qualcosa che è possibile evitare, ma è un fenomeno epocale che deve essere governato, piuttosto che subìto. Noi siamo consapevoli dell'enorme impatto che ha sull'economia, sulla società e sulla cultura del nostro Paese. Sappiamo bene che, quando scriviamo nuove leggi come facciamo oggi, generiamo effetti su uomini, donne e bambini. Sì, parliamo di bambini, colleghi, i coetanei dei nostri figli, quelli che sono morti nel tragico naufragio di Cutro, partiti con i genitori che avevano immaginato per loro un futuro migliore e rimasti ostaggio di assassini che li hanno condotti a una morte orribile.
Allora noi cosa possiamo fare per onorare al meglio almeno la loro memoria, noi, qua, nella Patria del diritto? Innanzitutto, ciò che stiamo già facendo. Il nostro sistema giudiziario ha assicurato alla giustizia gli assassini che si sono resi responsabili di questa strage e che sono sopravvissuti. Venerdì mattina, alle 10, presso la frontiera di Tarvisio, le autorità italiane hanno arrestato il quinto scafista, responsabile di quel viaggio che si è poi tramutato nel tragico naufragio. Il cittadino turco è stato identificato nei pressi di Graz dalla squadra mobile e dalla Guardia di finanza di Crotone ed è finito dove dovrà espiare la sua lunga pena, grazie al Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia. A queste donne e a questi uomini, come ai Carabinieri della locale stazione, che quella tragica notte si sono gettati in acqua senza paura al buio, a quelli della Guardia costiera di Agrigento, che hanno salvato sabato scorso Ismaele di soli 6 mesi, rimasto orfano dopo l'ennesimo naufragio, dobbiamo riconoscenza e attenzione. E lo facciamo proprio provando a fornire a chi è in prima linea strumenti più efficaci, aggiornando regole che non hanno funzionato o che non sono più adatte alle circostanze di oggi.
È proprio per questo che il decreto aumenta fino a 30 anni di reclusione le pene per chi causa morte o lesioni mentre trasporta clandestinamente migranti. Sono, forse, loro, gli scafisti, l'ultima ruota del carro di queste organizzazioni criminali, come hanno detto i colleghi poco fa? Ma certo che sono l'ultima ruota del carro, ma la legalità, cari colleghi, si persegue partendo proprio dal basso, anche dal basso.
Cari colleghi, questo decreto non cancella la protezione umanitaria e non impedirà a chi ha diritto a venire in Italia per salvarsi la vita di farlo. Abbiamo individuato, per la prima volta chiaramente, chi ha diritto a una tutela speciale e chi, invece, dovrà passare per i canali tradizionali, evitando che si abusi della protezione speciale, com'è capitato in questi ultimi anni.
Attenzione, se noi togliamo il rumore di fondo della strumentalità, non c'è una maggioranza che oggi impone il suo testo all'opposizione: il decreto che votiamo oggi è frutto anche di un confronto con l'opposizione. Tra gli articoli ce n'è uno, il cui merito non abbiamo alcun imbarazzo ad attribuire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: parliamo dell'estensione della protezione delle donne immigrate costrette a matrimoni forzati dai loro familiari. Forniamo loro, alle sorelle della povera Saman, la possibilità di liberarsi. Grazie ai colleghi per questa proposta . È su questo terreno che si combatte l'estremismo, è con questi strumenti che svuotiamo il brodo di coltura di quelle comunità che pensano di sovrapporre le loro consuetudini aberranti al nostro sistema legale , un sistema che riconosce libertà e pari dignità e che è frutto di lotte decennali da parte delle donne italiane.
Lo diciamo da sempre, l'Italia deve - non può, deve - accogliere tutti gli immigrati che il suo sistema è capace di integrarle. Noi non vogliamo chiudere le frontiere, le apriamo per chi viene a lavorare e dare un contributo che sarà importantissimo al nostro sistema economico e sociale. Lo abbiamo scritto noi stessi nel DEF e ce lo avete rinfacciato, quasi avessimo fatto noi un errore. E, invece, lo ripeto qui: l'aumento dei flussi migratori in Italia avrà un impatto positivo fino a 30 punti percentuali sul debito pubblico, sosterrebbe lo sviluppo economico e aumenterebbe, contestualmente, la domanda di prestazioni assistenziali sanitarie.
Signor Presidente, durante questo dibattito, lo hanno ricordato i colleghi dell'opposizione, buttandola lì come se fosse un'incoerenza, qualcosa di cui dovremmo vergognarci e, invece, questo gruppo è orgoglioso che siano stati i Governi a trazione Forza Italia a promuovere negli ultimi venti anni le principali regolarizzazioni di immigrati e lavoratori , quelle donne e quegli uomini che gestiscono le nostre case e custodiscono i nostri figli o i nostri genitori - ciò che abbiamo di più prezioso - e decine di migliaia di altri lavoratori subordinati.
Insomma, sull'immigrazione noi non andiamo dietro a nessuno perché siamo più avanti e l'architrave dell'integrazione per noi è il lavoro. Per questa ragione, con il decreto che votiamo oggi semplifichiamo le norme per l'immigrazione legale e avviciniamo domanda e offerta; aumentiamo di un anno la durata del permesso di soggiorno per il lavoro a tempo determinato, indeterminato e anche per quello autonomo; introduciamo una procedura semplificata per l'arrivo di lavoratori stranieri e acceleriamo il rilascio dei nulla osta al lavoro subordinato.
Cari colleghi, oggi non licenziamo un provvedimento contro l'immigrazione, facciamo ciò che ci esortava a fare un ex Ministro dell'Interno che tutti dovrebbero conoscere bene: il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano che, il 7 aprile del 2011, disse: “Dobbiamo dare agli immigrati delle risposte in base alle nostre possibilità”. Ecco, queste sono le nostre possibilità. Per le ragioni che vi ho illustrato, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi deputati, rappresentanti del Governo, siamo profondamente preoccupati per questo provvedimento sull'immigrazione. Il decreto-legge Cutro dimostra oggi la totale mancanza di una visione programmatica del Governo e della maggioranza su un tema tanto delicato, qual'è quello dell'immigrazione. Davvero, in quelle pagine, dimostrate nero su bianco la vostra incapacità di gestire il fenomeno migratorio, avete addirittura presentato un decreto-legge, un provvedimento d'urgenza e avete anche posto la fiducia, così comprimendo la discussione e le valutazioni che in questo Parlamento tutti noi siamo chiamati a fare. Presidente, noi non siamo stati eletti per pigiare il bottone del voto, siamo stati eletti per lavorare al bene comune .
Fermeremo i migranti con blocchi navali, torri, torrette, muri nel mare: guardate che queste sono le parole della vostra compagine di destra, voi, quelli che in campagna elettorale eravate pronti per gli italiani. Ma fateci il favore , oggi la realtà è sotto gli occhi di tutti: abbiamo sbarchi quadruplicati, mentre la Premier Meloni rincorre gli scafisti in tutto il globo terracqueo ! Presidente Meloni, piuttosto che girare miseri televisivi, si impegni nello studio di serie politiche migratorie e provi anche a riscoprire nel cuore un po' di umanità
Muoviamo da un principio: il tema dell'immigrazione non tollera l'approccio ideologico che ne dà questo Governo. La maggioranza vuole abolire la protezione speciale. Mi rivolgo ai cittadini: cittadini, sapete cos'è? È quel permesso che favorisce il ricongiungimento familiare per coloro che hanno già, in Italia, una propria rete familiare, personale e che, quindi, più facilmente si integrano nel tessuto sociale e culturale italiano. Ma chiedo alle destre: fateci capire, dite che vi sta tanto a cuore l'identità culturale italiana e, poi, negate il permesso proprio a coloro che meglio possono integrarsi ? È una insanabile contraddizione!
Vi ricordo che la Premier Meloni ha sostenuto che l'Italia, unica in Europa, ha la protezione speciale. Non è vero, basta con queste bugie, basta con le falsità, ben 18 Paesi europei prevedono forme di protezione speciale. L'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo proclama il diritto fondamentale della persona alla vita privata e familiare - è da esso che discende la protezione speciale - ma, cosa più importante di tutte, la nostra Costituzione pone l'uomo e l'umanità al centro di ogni legge. Rispondetemi: la consolidata giurisprudenza della Corte di cassazione e della Corte europea dei diritti dell'uomo, che riconosce il fondamento costituzionale della protezione speciale, voi la conoscete ?
L'abolizione della protezione speciale è un vero e proprio atto di inciviltà: i migranti che l'hanno ottenuta, da domani, non potranno più restare legalmente in Italia, da domani, essi diventeranno irregolari, saranno costretti o ad accettare un lavoro in nero o a diventare manovalanza della criminalità organizzata. E fa davvero specie che un siffatto risultato venga da chi, come voi, vorrebbe ergersi a tutore della sicurezza.
Con questo decreto, il Governo Meloni crea illegalità, caporalato, sfruttamento, lavoro nero . Questo decreto contiene disposizioni contro i minori stranieri, sopprime l'assistenza psicologica ai migranti, smantella il Sistema di accoglienza e integrazione, l'unico sistema di accoglienza dei migranti effettivamente pubblico, strutturato, non emergenziale, di cui il nostro Paese era - parlo al passato - dotato, ma, nel contempo, inserite una norma che tutela la donna vittima di costrizione al matrimonio, riconoscendole il permesso di soggiorno. Una norma di civiltà, di cui la nostra deputata Stefania Ascari è la madrina e di cui vi siete appropriati con un emendamento al Senato a firma Gasparri. Una norma di civiltà, onorevole Russo, che si trova scomoda in un provvedimento così incivile.
Per non parlare, poi, del pasticcio che avete combinato con l'articolo 7-, che potrebbe precludere la tutela costituzionale del ricorso contro le decisioni di inammissibilità. Una norma incostituzionale. Siete dilettanti !
Avete proclamato lo stato di emergenza, proprio voi che gridavate allo scandalo quando il presidente Conte dichiarò lo stato di emergenza per la pandemia da COVID-19: la pandemia!
Non ci sono parole. Diciamo la verità ai cittadini: cittadini, mi rivolgo a voi, a voi che dovete sapere che questo decreto ha lo scopo di generare in tutti noi un sentimento di tensione e di paura verso i migranti. Le destre vogliono così coprire la propria incapacità di governo e preparare il terreno ad altre più gravi limitazioni dei diritti fondamentali della persona .
Non ve lo con-sen-ti-re-mo! Voglio ora fornire alle destre un piccolo vocabolario di base, è fatto di parole quali dimensione europea del tema migratorio, visione programmatica di medio-lungo termine, solidarietà, integrazione, protezione, pari diritti, diritti alla salute, cooperazione internazionale. Usatelo questo vocabolario! E vi dico, se non siete in grado di cogliere l'utilità dell'integrazione culturale dei migranti, almeno rendetevi conto del contributo dei migranti al nostro sviluppo economico e benessere. Lo avete certificato voi nel DEF, il vostro Documento di economia e finanza stima che un incremento del 33 per cento dei migranti in Italia comporterebbe la diminuzione del debito pubblico di oltre 30 punti al 2070.
Lo avete detto, anzi, lo avete scritto voi! L'INPS ha certificato che la contribuzione dei migranti alla spesa pensionistica produce un attivo in Italia di ben 6-7miliardi.
Se ne avete l'autorevolezza, andate in Europa, fate riconoscere la dimensione europea del fenomeno migratorio, così come fece nel 2018 e per la prima volta il Presidente Conte. Negoziate il superamento del Regolamento di Dublino, che affida la gestione del fenomeno migratorio esclusivamente al Paese di primo approdo. Lavorate in Europa per l'equa suddivisione dei migranti tra i vari Paesi. Bisogna lavorare al progressivo superamento della legge Bossi-Fini, creare forme di , di permessi di soggiorno per la ricerca di un lavoro, di permessi di soggiorno per lo studio.
Ma dobbiamo darvi noi le soluzioni ? Arrivo a concludere, Presidente, con un'ultima riflessione: secondo questo decreto, il migrante non potrà arrivare; se dovesse arrivare, comunque non potrà rimanere; se dovesse rimanere, sarà comunque privo del permesso di soggiorno, non troverà accoglienza e, in ogni caso, non potrà lavorare regolarmente, non potrà avere un futuro. E allora, e in conclusione, che dire? Benvenuti, migranti. Siete pronti ad essere marginali, sfruttati, senza futuro? Pronti a diventare manodopera della criminalità organizzata? Questo è il decreto Cutro, questo è il Governo Meloni, e pertanto il MoVimento 5 Stelle voterà convintamente contro !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR IEZZI(LEGA). Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, la realtà è una sola: oggi, finalmente, nel nostro Paese tornano buonsenso, regole e civiltà . Il via libera definitivo di questo decreto, come corretto dalle modifiche approvate in Senato e grazie anche all'aiuto dei molteplici e insistenti contributi che arrivano da varie direzioni, rappresenta una tappa fondamentale verso il ritorno a un Paese normale, un Paese che ha delle regole che sa e vuole far rispettare, che riesce a coniugare solidarietà, umanità, rigore contro la delinquenza e sicurezza.
Oggi l'Italia torna a guardarsi allo specchio senza più vergognarsi, con l'orgoglio di essere un grande e democratico Paese . Sappiamo benissimo che quello che stiamo compiendo è un primo passo, altri ne serviranno, e soprattutto questo cammino non potremo farlo da soli. Tutti sappiamo che i prossimi mesi rischiano di essere terribili sul fronte della pressione migratoria.
Le tensioni in Tunisia, in Sudan, la guerra del grano, il problema energetico sono tutte variabili che renderanno più complesso un fenomeno che rischia di esplodere nella sua gravità. Le previsioni ci dicono che, se non si interviene anche economicamente nei Paesi del Nord Africa, si rischia l'arrivo di centinaia di migliaia di immigrati. E allora ci chiediamo perché, giustamente, 8 anni fa l'Europa è intervenuta stanziando oltre 10 miliardi per finanziare la Turchia e fermare l'immigrazione dai Balcani, e invece oggi non si cerca di aiutare la Tunisia, che rappresenta di gran lunga il principale Paese di partenza di clandestini verso l'Italia.
Non vogliamo pensare che le preoccupazioni tedesche valgano più di quelle italiane; che, quando c'è da aiutare la Germania, ci si faccia in quattro mentre, se l'aiuto lo chiede l'Italia, ci si gira dall'altra parte . Noi comunque non possiamo aspettare. È vero che l'agenda europea sul tema è cambiata, è vero che le priorità italiane sono diventate anche quelle europee, ma non basta. Il rischio che il nostro Paese corre da qui a qualche settimana è troppo grande per accontentarsi di rassicurazioni e parole alle quali non seguono i fatti.
L'Europa si deve svegliare. In questa direzione vanno i numerosi incontri bilaterali svolti dal nostro Governo con i Paesi coinvolti in questo fenomeno, sia con i Paesi europei sia con quelli africani. Per questo il decreto che stiamo discutendo è finalmente una buona notizia. Ripristinare le regole: la filosofia che ispira questo provvedimento è chiara, l'immigrato che vuole venire nel nostro Paese per lavorare lo può fare seguendo i canali regolari. In questa direzione vanno le norme che rendono la programmazione dei flussi triennale, che semplificano la vita delle imprese che chiedono manodopera, che premiano i Paesi che collaborano con l'Italia.
Sì, il messaggio che vogliamo mandare dall'altra parte del Mediterraneo è che collaborare con noi conviene, e che ci sono regole da rispettare e criminali da colpire, a cominciare dalla criminalità organizzata, da chi gestisce il traffico di esseri umani, dagli scafisti. Ieri abbiamo sentito parole terrificanti su questo tema.
Il MoVimento 5 Stelle, durante la dichiarazione di voto sulla fiducia, ha letteralmente detto (cito dal resoconto stenografico), che è “propagandistico (…) prevedere sanzioni penali elevatissime per gli scafisti” che “sono l'ultimo anello della catena, e anche il più debole, che porta gli immigrati in Italia e spesso sono disperati fra i disperati, spesso annegano”.
Alla faccia dell'onestà , siamo passati alla santificazione degli scafisti. Noi invece pensiamo che gli scafisti, veri e unici responsabili della strage di Cutro, siano criminali, assassini, che rappresentino il peggio del mondo. Mai, mai, lo dico sinceramente, avrei pensato che in questo Parlamento qualcuno avrebbe avuto il coraggio di schierarsi con loro, ma il MoVimento 5 Stelle riesce sempre a scavare il fondo del barile della disumanità .
Parlavo di messaggi da lanciare oltre il Mediterraneo. Sia chiaro a tutti, quindi, che oggi entrare nel nostro Paese illegalmente non conviene più. In questo contesto, rientra il fortissimo ridimensionamento della protezione speciale, un risultato che abbiamo perseguito con coerenza, nello spirito dei decreti Salvini. Per questo siamo soddisfatti che il nostro progetto di legge, già incardinato in I Commissione, sia stato assorbito negli emendamenti approvati dal Senato. Nel nostro Paese si entra per lavorare, se c'è la possibilità, o perché si ha il diritto di farlo. Il rispetto dell'articolo 10 della nostra Costituzione, che lega i diritti dello straniero alle norme internazionali, è garantito dall'asilo politico e dalla protezione sussidiaria, ed entrambi discendono da leggi internazionali.
La protezione speciale allargata, invece, è un regalo del Partito Democratico, una vera e propria sanatoria, utile solo a regalare un permesso a chi non ha nessun diritto di stare qui. Un in Europa, perché nessun Paese ha osato offrire ai clandestini una scappatoia così semplice. Non è un caso se, nei Paesi europei che le hanno, le protezioni regolate da norme nazionali toccano solo un numero minoritario di stranieri, mentre in Italia la protezione speciale supera di gran lunga le altre, da complementare è diventata prioritaria.
Una scappatoia, quindi, da regalare ai clandestini, che permette poi anche di ottenere un permesso di lavoro. Peccato che, però, meno del 6 per cento dei permessi speciali si sia trasformato in un lavoro vero e proprio, a dimostrazione che non è un pezzo di carta che favorisce l'integrazione.
Il risultato di queste politiche lo vediamo tutti i giorni nelle nostre città, nel silenzio della sinistra, ma i numeri sono numeri nella loro neutralità: a Milano il 73 per cento degli arrestati per rapine commesse sulla pubblica via è straniero e, per i furti con destrezza, la percentuale arriva al 95 per cento! La vostra strada è fallimentare e, se usciste ogni tanto dalle d'alta moda, nelle quali vi recate con il per camminare nelle periferie delle città, ve ne accorgereste! Ma io sono sicuro che lo sapete anche voi. L'unico momento di sincerità che mostrate quando parlate di immigrati è quando li definite risorse. In effetti, per molte associazioni e cooperative gli immigrati sono stati davvero una risorsa che negli anni, prima dell'arrivo di Salvini, fruttava oltre 5 miliardi di euro. A questo serve elargire permessi, fare corsi e dare in gestione alle associazioni! Tutto per voi è finalizzato a incrementare il dell'accoglienza, per noi no! La dignità delle persone, italiani e immigrati, viene prima del profitto delle vostre associazioni. Per questo servono le regole e chi non le rispetta deve essere rimpatriato; ecco perché vogliamo i CPR, che garantiscono il 50 per cento dei rimpatri di quanti sono lì trattenuti. Non temete, state certi che non verranno rimandati nei Se questo fosse stato il nostro scopo, li avremmo affidati a qualche cooperativa gestita da familiari di qualche parlamentare eletto con i voti della sinistra, dove gli immigrati sarebbero stati messi a pane e acqua!
Questo decreto nasce dopo la tragedia di Cutro, che speravo vi avesse insegnato qualcosa, invece, avete solo strumentalizzato morti e dolore. Siete arrivati anche a infangare il lavoro di chi in mare rischia la propria vita per salvare quella altrui, a cominciare dalla Guardia costiera, con il misero scopo di scatenare la magistratura contro Matteo Salvini. Anche qui noi siamo differenti dalla sinistra: mentre loro salivano sulla nave di Carola Rackete e speronavano una motovedetta della Guardia di finanza, noi stavamo e stiamo al fianco degli uomini e delle donne della Guardia costiera , della Guardia di finanza, dei Carabinieri, della Polizia e dell'Esercito, sempre, sempre, sempre dalla parte della legalità, della dignità e dei nostri concittadini !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. In questi giorni ho avuto modo di riflettere a fondo sulla discussione svoltasi prima al Senato, poi in Commissione e adesso qua, in Aula alla Camera. In apertura di questo intervento, che faccio a nome di tutto il PD, non posso nascondere l'amarezza mia personale e di tutti noi e l'indignazione che troviamo di fronte a un decreto come questo, un decreto che - per usare solo le parole che possono essere usate in quest'Aula - non possiamo che definire vergognoso, ipocrita, biecamente demagogico e vigliacco !
Vigliacco - e lo ripeto: vigliacco - perché è pura e semplice propaganda, giocata senza scrupoli sulla pelle dei più fragili, sulla pelle di chi vive il dramma dell'emigrazione forzata e sulla pelle di tanti italiane e tanti italiani che subiranno le conseguenze indirette delle scelte dissennate inserite nel provvedimento. Davanti a tutto questo noi diciamo “no”! Noi ci ribelliamo a questa logica e, ancora prima che come rappresentanti delle istituzioni, ci ribelliamo come donne e uomini liberi ! Siamo liberi dai vostri pregiudizi, liberi dal vostro odio verso chi è diverso, liberi dalla paura che voi provate sempre ad amplificare, per usarla a vostro vantaggio, liberi di pensare che una società più giusta sia possibile e che valga la pena di battersi per realizzarla, liberi e consapevoli.
Siamo consapevoli delle difficoltà che comporta la gestione dei fenomeni migratori in una società complessa, come la nostra, e anche in un mondo con drammatici squilibri economici e sociali, un mondo in cui in questo momento ci sono 23 guerre ad alta intensità (un Paese su 8 al mondo) e 59 conflitti a varie intensità (il 30 per cento di tutte le Nazioni del mondo), un mondo in cui ci sono più di 100 milioni di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani. Se a questo numero aggiungiamo anche i migranti per crisi alimentari, climatiche ed economiche, si arriva alla cifra drammatica e incredibile di 280 milioni. Si tratta di 280 milioni di persone - non numeri, persone! - che in gran parte noi non vediamo neanche, perché rimangono all'interno dei propri Paesi o nei Paesi confinanti, che sono poveri o poveri quasi esattamente come i loro.
I nostri valori, la nostra consapevolezza della complessità del contesto che ci circonda e la nostra razionalità sono i criteri che ci hanno guidato, quando abbiamo fatto il decreto Immigrazione del 2020, con cui abbiamo realizzato sostanzialmente un obiettivo: abbiamo cancellato i decreti Salvini !
Lo abbiamo fatto perché quei decreti erano indegni per un Paese moderno e civile e perché erano contrari non solo all'umanità ma anche agli interessi concreti del nostro Paese. Quando abbiamo sostanzialmente ripristinato la protezione umanitaria, chiamandola speciale e allargando quella piccola che c'era, l'abbiamo fatto esattamente perché non è accettabile che non ci siano spazi di riconoscimento della presenza sul territorio di persone con permesso di soggiorno, persone che, se dovessero tornare nel loro Paese, rischierebbero tantissimo mentre qua sono integrate e hanno vincoli familiari. Quella protezione umanitaria non ce la siamo inventata noi, esiste in questo Paese, anzi, esisteva in questo Paese, fin da 1998. Siete voi che vent'anni dopo l'avete tolta! Altro che non esisteva e ve la siete inventata! E noi cosa abbiamo fatto? Voi dite che abbiamo allargato la speciale. Esattamente, abbiamo allargato la speciale, perché voi l'avevate pensata e costruita per non farci passare nessuno !
Solamente un dato: negli anni precedenti, alla sua abolizione, la protezione umanitaria permetteva il riconoscimento dei permessi di soggiorno in questo Paese, a circa il 20-25 per cento delle persone. Quando è stata tolta, è stata riconosciuta la protezione speciale all'1,2 per cento. In questo momento, siamo tornati a una soglia inferiore a quella precedente e siamo attorno al 18 per cento. Vi chiederete: ma noi ne riconosciamo troppe? No, è esattamente la media europea. L'Europa ovvero i Paesi europei riconoscono circa il 40 per cento di permessi sulle domande che vengono presentate. Era quel 40 per cento che avevamo prima dei decreti Salvini ed è quel 40 per cento che abbiamo adesso. Con quei decreti noi eravamo scesi sotto il 20 per cento, il che si traduce dal 2018 al 2019, nell'arco di un solo anno, in 26.000 persone irregolari in più, che altrimenti si sarebbero viste riconosciute una protezione.
Voi fingete con questo decreto di garantire canali regolari - tra l'altro con delle innovazioni che faccio veramente fatica a definire tali, come la programmazione triennale, che già c'era prima, per esempio, o le scuole di formazione all'estero che si potevano già fare: con una mano sbandierate quella bandiera e con l'altra fate esattamente il contrario. Producete irregolarità e continuate a produrre irregolarità, perché siete convinti che da lì possiate trarre un beneficio elettorale Questo è il punto! Voi volete avere la gente fantasma nelle città, nelle piazze e in giro per le strade italiane, per poi fare la campagna elettorale su quelli che voi avete cacciato nell'irregolarità, sperando che vadano nell'illegalità! Credo che ciò sia inaccettabile. In quell'occasione, quando abbiamo cancellato i decreti Salvini, ci siamo chiesti: per quale motivo in questo Paese chi ha un permesso di soggiorno di altro genere non lo può convertire in un permesso di soggiorno per lavoro, se un lavoro ce l'ha e se è regolare?
Mi sembra una cosa logica. Vuol dire dare più prospettiva di vita alle persone, vuol dire dare più stabilità, vuol dire garanzie di maggiore integrazione, vuol dire dare una prospettiva alle famiglie. E voi cosa fate, visto che pensate esattamente questo? Lo togliete, perché voi non volete che le persone si integrino, non volete metterle nelle condizioni di dare il meglio di sé e di realizzarsi, perché per voi è necessario colpevolizzare continuamente il tema dell'immigrazione.
Ricordo solamente un paio di cose che abbiamo fatto allora e che voi adesso state smontando: abbiamo riconosciuto dei diritti ai migranti climatici e a quelli per ragioni di salute. Non dico niente. Nel momento in cui uno toglie garanzie a chi ha problemi di salute o a chi scappa perché non ha più un campo da arare io sinceramente non mi sento di aggiungere niente .
Avevamo messo mano all'accoglienza per renderla più limitata nei suoi insediamenti, più diffusa sul territorio. Voi avevate tolto soldi al sistema dell'accoglienza. Voi siete quelli che hanno tolto l'assistenza psichiatrica, non permettendo l'accesso al sistema di prima accoglienza alle persone che arrivavano dai campi libici, dai . Voi siete questo , e altro è quello che provate a raccontare; adesso ho sentito “democrazia e umanità”: sì, perfetto!
Abbiamo fatto una cosa e voi l'avete smontata, perché qui qualcuno ha giustamente detto, con un'intuizione corretta, che questo è il terzo decreto Salvini. No, questo è il quarto decreto Salvini, perché ne avevate fatti due, uno sulle ONG e uno sul tema dell'immigrazione, e poi ne avete fatti altri due, il decreto ONG di pochissimo tempo fa e, oggi, questo decreto Immigrazione. Lo chiedo al resto della maggioranza: ma siete contenti? Ho sentito le parole del collega di Forza Italia che andavano in un'altra direzione. Essersi piegati alla volontà della Lega e aver accettato questa logica vi rende tranquilli? Io sinceramente, se fossi in voi, tranquillo non sarei.
Poi, fatemi dire una cosa: state un po' attenti, ragazzi, sulla Costituzione, perché ormai mi sembra un vizio. Adesso l'articolo 7, comma 3. Dovete rifare un altro CDM e spero non a Cutro. Se non altro, magari potreste farlo in una facoltà di giurisprudenza, perché è anticostituzionale. Gasparri ha provato al Senato a togliere gli obblighi internazionali e i vincoli costituzionali e qualcuno dall'alto ve l'ha impedito. È la stessa cosa che avete fatto già in altre due occasioni, quando il Colle vi richiamò formalmente e avete dovuto fare marcia indietro. Qualcuno, l'altro giorno, mi diceva che non c'era urgenza per quei decreti. Certo che c'era, perché c'era una lettera formale del Presidente della Repubblica. Io penso che di queste cose vi dovreste vergognare. Il rischio, però, è che se ne debba vergognare l'Italia .
PRESIDENTE. Deputato, deve concludere.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Ma fatemi dire - scusi, Presidente, concludo - una cosa finale. Davanti a tutto questo scempio il nostro primo pensiero non può che andare a loro, ai tantissimi, donne, uomini e bambini, che sono morti in fondo al mare quel 26 febbraio vicino alla costa di Cutro. Cutro da allora dovrebbe essere un nome che fa risvegliare in tutti noi i sentimenti più profondi e che dovrebbe portare a riflettere. Invece, voi avete sfregiato quel nome, usandolo come titolo per un decreto che avete riempito della peggiore propaganda contro i migranti e contro il diverso in generale; voi, che di fronte allo sconcerto degli italiani per quello che era appena accaduto, siete andati a Cutro a fare un CDM blindato, come se foste voi quelli in pericolo, ma non avete avuto il coraggio di visitare le bare e di guardare negli occhi i familiari sopravvissuti.
PRESIDENTE. Concluda : “Tempo!”.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Chiudo. Sapete perché non l'avete fatto? Perché vi sareste trovati faccia a faccia con la cruda realtà, con la dura verità così com'è, mentre voi vivete dei vostri racconti e dei vostri “noi e loro”, della logica della pericolosa invasione.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Chiudo. Mi dia solamente dieci secondi.
PRESIDENTE. Siamo troppo oltre, collega. Deve chiudere.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Voi questo siete e voi così vorreste trasformare l'Italia, ma noi e tanti altri, dentro e fuori da qui, non ve lo permetteremo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI(FDI). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, Governo, certo avrebbe fatto piacere ascoltare almeno un po' di autocritica, visto che sono decenni che la litania di un approccio sbagliato all'immigrazione va avanti.
Io prendo a pretesto i numeri, perché i numeri a volte aiutano. I numeri aiutano a comprendere le criticità con cui si è chiamati a misurarsi. Ben 4.000 immigrati sono sbarcati in Sicilia negli ultimi due giorni. L'Alto Commissario ONU per i rifugiati ci fa questo quadro dell'accoglienza tra i Paesi del Mediterraneo negli ultimi tre mesi: Malta, un solo immigrato; Spagna, 3.800; Grecia, 3.200; Italia, 20.500. Numeri! Da gennaio ad aprile 2023, in Italia sono arrivati 31.300 immigrati, pari a più 300 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022.
Se dovesse mantenersi questo andamento, alla fine dell'anno avremo la cifra record di 450.000 arrivi (più o meno). Se dovesse confermarsi questa tendenza per i prossimi dieci anni, avremo 4,5 milioni di migranti. In cinquant'anni la progressione diventa impressionante (in più vanno aggiunti gli arrivi delle rotte balcaniche). Numeri di fronte ai quali occorre serietà e responsabilità , perché noi siamo qui per interpretare il presente ma anche per leggere il futuro. E quando il futuro è drammatico va gestito e contenuto, e non assecondato.
Conseguentemente, deflagrerebbero i costi dell'accoglienza. Non basterebbero i 4 miliardi impegnati da voi qualche anno fa - lo 0,25 per cento del PIL - e saliremmo fino a decine di miliardi e al 2,5 per cento del PIL. E dovremmo aggiungere l'assunzione di migliaia di agenti di Polizia, di Polizia penitenziaria e di Guardia costiera, nonché l'acquisto di motovedette. Dovremmo costruire nuove carceri, perché un altro numero, che non è forse chiaro in quest'Aula, è la percentuale di immigrati ospiti delle nostre case circondariali. La media europea è del 25 per cento mentre l'Italia sta al 40, dietro solo alla Svizzera, che ha il 70 per cento, e alla Grecia, che ha il 60 per cento. I migranti non desideravano questa prospettiva. Crediamo che le condizioni in cui si trovano, quelle che la sinistra gli ha garantito in questi decenni, li abbiano indotti a delinquere, perché non c'è integrazione nella demagogia.
Poi, ci sono altri dati. I trafficanti di uomini sono nel continente africano la classe sociale ricca. Un viaggio verso l'Italia sappiamo che costa tra i 3.000 e gli 8.000 euro. I morti annegati accertati negli ultimi dieci anni sono 25.000 e quelli stimati quasi il doppio. Numeri! Il Mediterraneo si è trasformato nella più grande fossa comune della storia contemporanea.
Ogni migrante costa agli italiani 35 euro al giorno e i problemi sociali che determina altrettanto, più del doppio del reddito di cittadinanza, tanto per lanciare un segnale. I bambini costano 100 euro al giorno, cioè 3.000 euro al mese. I bambini sono pochi, perché il 90 per cento degli immigrati è composto, sempre come tutti sappiamo, da uomini di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che non fuggono da guerre e persecuzioni ma dalla fame e dalla povertà. Già, la povertà! Solo in Africa le persone considerate sotto la soglia di povertà sono 400 milioni (dati UNHCR). Se potessero, si trasferirebbero tutti in Europa attraverso l'Italia. In percentuale, centinaia di migliaia morirebbero nella traversata. Un'epopea!
Le persone che partono per paradosso non sono le meno povere e possono permettersi di pagare gli scafisti. Sono i più giovani e robusti, i più intraprendenti e istruiti. Solo una quota esigua, come sappiamo, è fatta di bambini e donne. A noi spetta il compito di salvarli tutti e ci possiamo riuscire solo fermando le partenze . Il resto sono chiacchiere da inconcludente assemblea di condominio.
Dall'Africa vanno via i migliori, per riassumere, gli unici che potrebbero determinare l'emancipazione dalle tirannie e da certo neocolonialismo turbo-liberista di certo Occidente, costruendo, con il nostro aiuto, la stagione del benessere e dello sviluppo. Restano i disabili, gli analfabeti, gli anziani, le mamme e i bambini su cui, invece, dovremmo indirizzare la nostra vera solidarietà.
Ringraziamo, al riguardo, i tanti missionari e le tante ONG che non sono proprietarie di intere flotte, ma svolgono la loro opera meritoria e caritatevole per portare cibo, medicinali, istruzione, lavoro e i tanti italiani che, attraverso la beneficenza, le foraggiano; non c'è Soros dietro di loro, ma la gente generosa che adotta a distanza, senza mai conoscerli, i propri figli potenziali; grazie davvero! Pensate a quante cose avremmo potuto realizzare lì con le decine di miliardi spesi, avremmo potuto costruire intere città, numeri! Pensavamo, con tutti i soldi che ci avete messo sopra, che il circuito dell'accoglienza almeno fosse perfetto e, invece, buona parte dei CARA sono allo sbando: il cibo è scadente, i letti a castello vengono coperti con asciugamani, per trasformarli in cabine per cambiarsi; i soldi dati per le spese minute non gli bastano e si rivolgono al lavoro nero; quando non lo trovano, passano al circuito della criminalità, sfruttati dagli uni e dagli altri, altro che solidarietà; questa condizione ha il retrogusto pessimo del razzismo più cinico ! Non siete nelle condizioni di darci lezione, neanche su questo!
E quando qualche vostro illustre esponente, dotato di intelligenza e senso dello Stato - mi riferisco al Ministro Minniti - ha invertito la rotta lo avete isolato e mandato a occuparsi di altro , ma ora siamo arrivati noi . Siamo ancora qui, a tendervi la mano e a chiedervi di fare insieme questa battaglia, che non è di destra e non è di sinistra, come dimostrano Scholz e Macron; è una giusta battaglia per non svuotare l'Africa dalle energie migliori e per non mettere in ginocchio l'Italia e l'Europa. È necessario riformare la protezione speciale allargata, eliminare la sua convertibilità in permesso di lavoro, posto che sono sempre i numeri a darci la prua bussola: sul 20 per cento totale di persone che ottiene questa condizione, solo il 5 per cento trova lavoro, il che significa che il 95 per cento rimane nei centri di accoglienza senza averne titolo, oppure finisce nella marginalità sociale.
Occorre inasprire le pene per scafisti e trafficanti di morte, che diffondono video per proporre viaggi crociera; fingete di non saperlo? È la riprova che la sinistra italiana è prigioniera della sindrome da ZTL e dell'armocromismo . La realtà le è, vi è indigesta ! Occorre negare il permesso di soggiorno a chi torna nel Paese d'origine e aumentare l'immigrazione regolare e fare in modo che a ogni immigrato corrisponda un lavoro, perché è l'unica garanzia di integrazione e di dignità alla persona; essere implacabili con chi delinque, difendere i cittadini italiani che vogliono vivere in serenità, in special modo quelli che già soffrono per la mancanza cronica di servizi nelle periferie delle città o nelle province dove si innescano quotidiane guerre tra poveri, non è la ZTL; sicurezza e legalità non sono vezzi piccolo-borghesi, non l'avete ancora imparato. Occorre realizzare i CPR e rendere tempestivi i rimpatri di chi non ha diritto a stare qui: altra idea di Marco Minniti; esattamente ciò che prevede questo decreto. Ma, di più, il Presidente Meloni ha coinvolto Bruxelles, siamo fiduciosi; fatto sta che oggi l'agenda europea è l'agenda Meloni, è un segno di discontinuità che non si può trascurare, così come le relazioni bilaterali per dare seguito alla strategia dello sviluppo; la presenza del Governo in Tunisia, Algeria, Egitto, Etiopia, la tessitura degli accordi, la proposta di un Piano Mattei per investimenti nel Sud del mondo; i risultati arriveranno perché sono chiare le idee che vengono messe in campo. I flussi migratori sono un fenomeno strutturale? In parte, sì. In parte, sono frutto di assolute emergenze; possono essere una risorsa solo se gestiti nella legalità - perché non c'è alcuna Nazione al mondo che abbia, come volete voi, legalizzato l'immigrazione irregolare -, garantendo il rispetto delle nostre conquiste, del nostro diritto.
La sinistra, al contrario - e vado a concludere -, ha come lasciato intendere che chi viene da noi può fare quello che vuole: nelle scuole niente crocifissi, nelle mense menù etnici, segregazione delle donne e violenza, nel silenzio assordante del femminismo , catena di occupazione di immobili cambiando addirittura le leggi per favorirle; si insegna a delinquere !
Con questo provvedimento mettiamo un'altra pietra sulla strada di un'accoglienza giusta , per assistere chi rispetta le regole e riportare a casa sua chi le trasgredisce , per dare servizi agli immigrati regolari o ai profughi…
PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.
FABIO RAMPELLI(FDI). E concludo… E non a coloro che vogliono gestire il dell'immigrazione.
Un intervento si conclude spesso con una citazione. La frase che riprendo oggi è emblematica, inserita in una intercettazione: “Si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga”. Bene, nell'Italia che stiamo costruendo non avrà più posto tra le frasi celebri.
Noi sosteniamo questo provvedimento con convinzione; non ridarà certo la vita alle vittime di Cutro, ma ci auguriamo che possa risparmiarla a migliaia di altri esseri umani indifesi .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Aboubakar Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, in particolare...
PRESIDENTE. No, no, no, collega, lei non interviene sull'ordine dei lavori, interviene per dichiarazione di voto. Si è iscritto per dichiarazione di voto.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Per dichiarazione di voto. Mi scuso, Presidente. Ritengo e penso che, mai come oggi, nel nostro Paese e in quest'Aula, abbiamo tutti la responsabilità, ragionando da persone animate da una forma profonda di lungimiranza, di affrontare temi come questi che stiamo discutendo oggi in un'ottica che non sia legata a quella della propaganda di turno. Ricordo che la nostra Costituzione stabilisce che la legge deve generare legalità e, se nel nostro Paese abbiamo oggi quelle condizioni richiamate dai vari interventi dei colleghi, è semplicemente perché, dagli ultimi vent'anni, abbiamo una legge che si chiama Bossi-Fini che, anziché creare legalità, crea illegalità.
Concludo dicendo che sono reduce da una Conferenza importantissima, dove ho portato la voce del nostro Paese non in un'ottica di contrapposizione, alle Nazioni Unite, e non mi hanno mai chiesto quale fosse attualmente una determinata deriva; ho detto che questo è un Paese che pone al centro il rispetto dell'articolo 10 della nostra Carta costituzionale, che stabilisce che il nostro ordinamento deve dare il passo all'impianto generale dell'ordinamento internazionale. A tal proposito, questa norma che stiamo adesso votando va in contrasto con quella statuizione.
Concludo davvero, Presidente, dicendo una cosa a me stesso e, soprattutto, a quest'Aula: a Ginevra, all'ONU non mi hanno chiesto dove ero collocato nel 2018, quando si lottava contro il caporalato. Se oggi c'è, nel nostro Paese, una legge sul caporalato è merito di chi ha lottato ed è partito, in particolar modo, con i braccianti ed ero lì quando altri dicevano “La pacchia è finita”. A Ginevra, all'ONU, non mi hanno chiesto dei 49 milioni; ho detto che questo è un Paese sovrano, ma la sovranità è antirazzista, prima di tutto.
Voto assolutamente contro, “no” a questo provvedimento , in quanto è un provvedimento che non mira a tutelare i diritti e, soprattutto, quando lottavamo per la comunità LGBTQ, altri erano lì a stigmatizzarli; ero a lottare con gay e lesbiche, mentre altri li stigmatizzavano insieme ai neri. Questa è l'Italia antifascista, antirazzista, e sempre lotteremo per la dignità dell'Italia - !
ANGELO BONELLI(AVS). Presidente, non è possibile!
PRESIDENTE. Mi perdoni, purtroppo, io non ho visto… in questo momento, collega, poi magari mi dice, intervenendo…
ANGELO BONELLI(AVS). Si possono avere opinioni diverse ma un deputato va rispettato...
PRESIDENTE. Assolutamente. Io ero voltata dall'altro lato, quindi vi chiedo scusa. Sicuramente, se ci sono stati dei gesti inconsulti, li sottoporremo al Presidente, com'è giusto che sia, onorevole.
Vi chiedo un attimo, colleghi, perdonatemi. Ne approfitto per salutare lo della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d'America, Kevin McCarthy, che oggi è in visita ufficiale alla Camera dei deputati, insieme a una delegazione, composta da altri 7 membri, del Congresso degli Stati Uniti. Benvenuti . Benvenuti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1112:
S. 591 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare" .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del progetto di legge, approvato, in un testo unificato, dal Senato, n. 859: «Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno» e dell'abbinata proposta di legge n. 567.
Ricordo che nella seduta del 26 aprile si è conclusa la discussione generale e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 2, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 4, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 5, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 6, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 7, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 8, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 9, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 10, al quale non sono stati presentati emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'esame dell'articolo 11.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Chiedo al relatore e al rappresentante del Governo di esprimere i pareri sui subemendamenti e sull'articolo aggiuntivo.
PAOLO FORMENTINI, . Sui subemendamenti c'è un invito al ritiro o parere contrario, sull'articolo aggiuntivo 11- parere favorevole.
PRESIDENTE. Quindi sull'articolo aggiuntivo il parere è favorevole.
Il Governo?
GIORGIO SILLI,. Sui subemendamenti 0.11.0100.1, 0.11.0100.3 e 0.11.0100.2 il parere è contrario mentre sull'articolo aggiuntivo 11.0100 del Governo il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.11.0100.1 Onori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.11.0100.3 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.11.0100.2 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0100 del Governo, con il parere favorevole della Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GIORGIO SILLI,. Sull'ordine del giorno n. 9/859/1 Billi, il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/859/2 Zoffili è ultroneo, perché superato dall'emendamento del Governo approvato.
PRESIDENTE. Quindi è contrario?
GIORGIO SILLI,. Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/859/3 Candiani, il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: all'alinea, dopo le parole: “impegna il Governo”, aggiungere le seguenti parole: “a valutare la possibilità di introdurre rispettivamente”; al numero 1), espungere le parole: “ad attivare”; al numero 2), espungere la parola: “attivare”. Capisco che sia un po' complesso.
PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole con riformulazione.
GIORGIO SILLI,. Sull'ordine del giorno n. 9/859/4 Gusmeroli, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a tenere conto delle richieste di collaborazione che dovessero pervenire per ridare impulso alle attività della stessa istituzione, al