PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FABRIZIO CECCHETTI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1458-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'Interno.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno. Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/1458-A/34 Stumpo e che risulta accantonato l'ordine del giorno n. 9/1458-A/49 Zaratti. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/35 Ghio, sul quale il rappresentante del Governo ha espresso parere favorevole, ove riformulato. Ha chiesto di parlare la collega Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Accolgo la riformulazione, chiedo però che l'ordine del giorno venga posto in votazione. Voglio esprimere ancora un concetto su questo tema…
PRESIDENTE. Colleghi, scusate, cerchiamo di entrare in Aula in silenzio, perché la collega Ghio sta facendo la dichiarazione di voto sul suo ordine del giorno, riformulato dal Governo, che ha chiesto di porre in votazione. Se riusciamo a fare silenzio, la sentiamo, altrimenti diventa impossibile.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Accettiamo la riformulazione, ma chiediamo che l'ordine del giorno sia posto in votazione. Ma voglio esprimere ancora un concetto perché su questo tema noi avremmo voluto che fosse fatto di più. La riformulazione dell'ordine del giorno lega la proroga del sistema di accoglienza diffusa, portato avanti dai comuni in questi anni, alla valutazione della compatibilità di bilancio. È una formula che il Governo usa spesso e che non garantisce - come sappiamo - con certezza il raggiungimento dell'obiettivo. In questo caso, però, si tratta di non garantire la certezza del raggiungimento dell'obiettivo a 8.000 donne, famiglie e bambini che, dal 1° gennaio, senza questa proroga, non avranno più un luogo in cui abitare, né una scuola da frequentare. Questa proroga riguarda l'impegno e il lavoro di 200 comuni che hanno puntato sull'accoglienza diffusa, che ha dato vita a percorsi di integrazione sociale ed economica, quelli sì reali, più efficaci ed umani della gestione dell'accoglienza a cui abbiamo assistito negli scorsi mesi. L'ANCI, come dicevo…
PRESIDENTE. Collega Ghio, aspetti perché non riusciamo proprio a sentire la sua voce. Finché non c'è silenzio, lei non riprenda, così almeno magari diamo l'idea che, se vogliamo andare avanti, bisogna stare in silenzio. Ce la facciamo colleghi? Prego, collega Ghio.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Però, chiederei al Governo di ascoltarmi.
PRESIDENTE. Liberiamo i banchi del Governo, per cortesia. Stamattina siamo un po' indisciplinati. Prego, collega Ghio.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Dicevo che noi avremmo voluto fosse fatto di più perché il vincolo alla compatibilità di bilancio significa un impegno parziale…
PRESIDENTE. Liberiamo i banchi del Governo. Collega Furgiuele, liberiamo i banchi del Governo. Non ce la facciamo stamattina. Prego, collega Ghio.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie. Dicevo che l'ANCI, l'Associazione nazionale dei comuni, da diversi mesi, per la precisione da giugno, ha chiesto risposte sulla prosecuzione di questi progetti e i comuni coinvolti ad oggi non hanno notizie certe. La preoccupazione dei sindaci e delle sindache che conoscono bene le loro comunità è alta, perché sanno che, se in questi giorni, o fra qualche settimana, non ci sarà certezza reale della prosecuzione, occorrerà trovare collocazione abitativa, scolastica e di vita a migliaia di persone, che già hanno avuto grandi sofferenze. Ieri, ho iniziato il mio intervento raccontandovi di Iwinosa proveniente dalla Nigeria, che ha 6 anni e frequenta la prima elementare in un piccolo comune dell'entroterra del nostro Paese. Io accetto la riformulazione e chiedo di porre in votazione il mio ordine del giorno, però vi chiedo di dare concretezza e celerità a questo impegno, per dare risposta alle tante bambine e ai tanti bambini come lei - perché a 6 anni non è umano dover ricominciare da capo per la seconda volta - e per dare risposta ai tanti comuni, che tengono salda con fatica e con impegno l'integrazione nelle nostre comunità e che meritano una risposta celere e concreta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere quest'ordine del giorno, a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/35 Ghio, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/36 Roggiani, su cui vi il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/36 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/37 Soumahoro. Ha chiesto di parlare il collega Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno nasce dalla storia di Hubert, Umberto in italiano, un giovane proveniente dal Camerun. I suoi genitori vivono in Italia da anni e, dopo tanti anni di lavoro e di sacrificio, pagando le tasse, lavorando la mamma come badante e il papà come operaio, si sono ritrovati oggi privi della possibilità di rinnovare il loro permesso di soggiorno. Hubert, raccontandomi la loro storia, aggiunge: “Oggi sono diventato invisibile, perché oggi i miei genitori a loro volta sono invisibili”. La storia di Hubert ci riporta alla necessità, al bisogno e alla capacità, in quanto parlamentari della Repubblica, di immergerci all'interno di una realtà, molto spesso lontana da ciò che noi immaginiamo, perché la storia dei genitori di Hubert è la storia di 5 milioni di persone che nel nostro Paese per l'anno 2022 ha dichiarato 64 miliardi di euro, versando oltre 9,6 miliardi di tasse. Questa è la storia degli imprenditori migranti. Per questo motivo, quest'ordine del giorno chiede al Governo due impegni. Il primo è volto a tutelare i genitori di Hubert che hanno lavorato per anni nel nostro Paese e oggi, a causa della crisi, si sono ritrovati nell'impossibilità di rinnovare il loro permesso di soggiorno.
Il secondo impegno riguarda la situazione di un insieme di persone “invisibilizzate”: dargli la possibilità di uscire da quella condizione di persone “invisibilizzate” con il rilascio di un permesso.
Concludo, Presidente, in altre epoche e mi riferisco all'anno 2002, l'ex Ministro del Lavoro Roberto Maroni avrebbe dato una risposta ai genitori di Hubert, avrebbe dato una risposta all'insieme delle lavoratrici e dei lavoratori e avrebbe dato una risposta a quell'insieme di imprenditori, di famiglie che nel nostro Paese hanno alle proprie dipendenze chi una badante, chi una colf, chi un bracciante e oggi chiedono, a gran voce, al Governo e qui mi riferisco, per il suo tramite, al Sottosegretario, che sicuramente della complessità dei processi migratori ne sa molto. Concludo, citando Emile Durkheim: cerchiamo di trasformare la nostra capacità di immergersi nella realtà per ricavare dal dolore, dalle sofferenze delle persone che noi rappresentiamo delle possibilità di legalità per dovere di Stato
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/37 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Colleghi, devo chiedere un attimo di pazienza, sospendiamo cinque minuti.
La seduta riprenderà alle 10.12.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Grazie della pazienza, colleghi .
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/38 Pastorino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/39 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/40 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1458-A/41 Bonelli è inammissibile.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/42 Mari, per la parte ammissibile, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/43 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1458-A/44 Piccolotti è inammissibile.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/45 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1458-A/46 Ghirra è inammissibile.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/47 Zanella, su cui il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. In queste ore, la maggioranza ci ha più volte additato come dei cattivi, dei malevoli, che abbiamo osato, come ci diceva, nella dichiarazione di fiducia il relatore di Fratelli d'Italia, dire che questi articoli sono abominevoli, in particolare l'articolo sui minori non accompagnati, che prevede che, in situazione di momentanea mancanza di strutture, si possa derogare, pensando che i numeri sono altissimi, come ci siamo detti ieri. Sono 23.500 i minori non accompagnati e sono solo 6.150 le strutture SAI.
Però fatemi dire che qui siamo davanti davvero all'assurdo, per questo chiedo al Governo di ripensare il parere su quest'ordine del giorno. Chiedo al Governo di capire perché è contrario a fornire ai minori non accompagnati condizioni di accoglienza adeguate alle loro esigenze, anche attraverso l'allestimento di nuove strutture in spazi attualmente disponibili. Cosa c'è di strano in questa frase? Il Governo mi dica cosa avete in testa , visto che avete addirittura negato la possibilità di scegliere queste deroghe solo se ci sono le condizioni umane. Ma cosa vi scandalizzate a fare quando vi diamo dei disumani? Li avete chiamati carichi residuali, avete fatto la guerra alle ONG, avete addirittura calpestato la dignità del disastro di Cutro, di quella che è una vera strage di Stato. Allora, ditemi perché c'è un parere contrario a questo impegno. Mi si dica perché, invece di evitare di infliggere sofferenze ai minori, si vuole esattamente continuare su questo solco. Noi vi chiediamo di evitare ulteriori sofferenze. Stiamo parlando di ragazzi che hanno attraversato spesso deserti, valichi, mari da soli, da soli.
Non ho ulteriori parole, non so più come convincervi, ma non so davvero dove sia finita la vostra umanità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/47 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/48 Evi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1458-A/49 Zaratti è accantonato. Il Sottosegretario vuole dare il parere, prego.
NICOLA MOLTENI,. Parere contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente, davvero speravo in un parere diverso. Avevo visto che il Governo aveva deciso di accantonare e speravo ci fosse una riflessione, anche dopo l'applauso che alcuni deputati del centrodestra hanno fatto mentre intervenivo parlando dei bambini che, fortunatamente, sono stati liberati in Israele, in queste ore.
Mi aspettavo che ci fosse un gesto di umanità e di compassione anche nei confronti dei bambini che, dall'altro lato del fronte della guerra, in Cisgiordania e a Gaza sono vittime di violenze indicibili e muoiono sotto le bombe. Sappiamo che ci sono madri che stanno scrivendo i nomi dei propri figli sulle loro gambe, perché ritengono quasi certa la loro morte e vogliono essere sicure di ritrovare i corpi. Sappiamo che gli ospedali non funzionano più. Abbiamo visto immagini e video incredibili, di una violenza intollerabile, di bambini che esalano il loro ultimo respiro da soli, sui pavimenti degli ospedali.
Allora, avrei voluto che, per un attimo, questa sofferenza immane entrasse in quest'Aula e che ci fosse un gesto umano di aiuto nei loro confronti, e invece niente. Il cinismo della guerra evidentemente ha preso, anche questa volta, le menti e i cuori di chi ci governa e, quindi, a nome di tutto il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno e chiedo a tutti i deputati, a prescindere dall'opinione del Governo, di fare un esame di coscienza e di dare un voto libero, un voto per far sì che bambini a cui stiamo rovinando la vita anche quando rimangono in vita, a cui le bombe stanno a volte menomando arti e stanno cambiando completamente il destino, possano essere accolti in Italia e curati in ospedali e in strutture degne di questo nome.
Quindi, chiedo davvero al Parlamento di votare in coscienza e di approvare quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/49 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/50 Bordonali e n. 9/1458-A/51 Iezzi.
IGOR IEZZI(LEGA). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Chiede di parlare sul suo ordine del giorno n. 9/1458-A/51? Il parere del Governo è favorevole.
IGOR IEZZI(LEGA). Sì, è favorevole. Ringrazio il Sottosegretario per il parere favorevole…
PRESIDENTE. Quindi, lo votiamo?
IGOR IEZZI(LEGA). Voglio metterlo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/51 Iezzi, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/52 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/53 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1458-A/54 Alfonso Colucci.
Ha chiesto di parlare il collega Alfonso Colucci. Ne ha facoltà, per un minuto e mezzo, perché era già intervenuto.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Ricapitoliamo: ieri il Governo ha espresso un parere negativo sull'ordine del giorno a firma della presidente Boldrini con il quale si chiedeva lo stanziamento di risorse a favore delle donne vittime di violenza accertata dai servizi sanitari, e questo rimane davvero inspiegabile, considerando la necessità di svolgere un'efficace politica contro la violenza sulle donne. Dall'altro lato, oggi il Governo esprime parere negativo su quest'ordine del giorno, che chiede di impegnare il Governo a garantire il rispetto dell'ordinamento giuridico nazionale e comunitario, le convenzioni internazionali e pattizie, includendo tra i soggetti vulnerabili i rifugiati LGBT+.
PRESIDENTE. Liberiamo i banchi del Governo? Liberiamo i banchi del Governo? Liberiamo i banchi! Collega Nazario Pagano, liberiamo i banchi del Governo: gliel'ho detto tre volte. Prego, collega Alfonso Colucci.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Naturalmente questo spezzare il filo del discorso rende più farraginoso il mio intervento. A garantire, dicevamo, il rispetto dell'ordinamento giuridico includendo tra i soggetti vulnerabili i rifugiati LGBT+ e tutti coloro che, per condizioni personali, rischiano persecuzioni e discriminazioni nei Paesi d'origine.
Non capiamo davvero perché anche su quest'ordine del giorno, che è di semplice, di mera, di intuitiva civiltà, il Governo esprima parere contrario. Quindi, come , invito il Governo a rivalutare, a esprimere un parere positivo e chiedo che l'Assemblea voti quest'ordine del giorno, ma è, appunto, una .
PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti da parte del Governo. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/54 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1458-A/55 Penza: parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, collega?
PASQUALINO PENZA(M5S). Grazie, Presidente. Chiedo se sia possibile risentire la riformulazione.
PRESIDENTE. Sottosegretario, qual è la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/55 Penza?
NICOLA MOLTENI,. Ovviamente, il parere è contrario sulle premesse. Poi, il dispositivo è così riformulato: “impegna il Governo a continuare a corrispondere alle accresciute esigenze connesse all'espletamento dei compiti istituzionali delle Forze di Polizia e ad innalzare i relativi livelli di presenza e di operatività, valutando la possibilità, anche finanziaria, di procedere al potenziamento degli organici e di incrementare i relativi riconoscimenti economici”.
PRESIDENTE. Collega, accetta la riformulazione?
PASQUALINO PENZA(M5S). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, seppure molto limitativa rispetto all'ordine del giorno che si era presentato, anche limitando, comunque, tutte le premesse. Ad ogni modo, riteniamo di dover anche chiedere il voto su quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/55 Penza, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/56 Donno. Ha chiesto di parlare il deputato Donno. Ne ha facoltà.
LEONARDO DONNO(M5S). Grazie, Presidente. Siamo di fronte all'ennesimo provvedimento inutile di un Governo che sta dimostrando, ancora una volta, tutta la sua incapacità. Sul tema dell'immigrazione il centrodestra credo abbia fatto promesse di ogni genere, le ricorderanno tutti: dal blocco navale, urlato in tutte le salse, siamo passati allo sblocco navale, forse era questo quello che intendevano. Siamo di fronte all'aumento degli sbarchi in maniera esponenziale: infatti, dal 1° gennaio 2023 fino ad oggi siamo a 151.384 immigrati sbarcati nel nostro Paese, solo a novembre 7.286. Non soddisfatti della figuraccia collezionata non solo sul piano interno ma, soprattutto, sul piano internazionale, la Premier Meloni ha ben pensato di risolvere tutti i problemi con un accordo con la Tunisia, che poi si è rivelato ovviamente un altro . Si è passati poi all'accordo con l'Albania, con riferimento al quale ci siamo presto resi conto che, tra l'altro, l'Italia paga per portare i migranti in un altro Stato, quando non si è nemmeno sicuri che gli stessi possano rimanere nelle strutture, pagate con i soldi del nostro Paese, quindi anche il viaggio di ritorno è sempre a carico dei cittadini italiani. In pratica ogni volta che questo Governo fa annunci, poi accade l'esatto contrario. Allora fareste bene, colleghi, a pensare prima di parlare e, soprattutto, di agire, perché gli italiani credo si stiano accorgendo delle vostre prese in giro. O forse pensavate che andare avanti a colpi di e di propaganda fosse veramente la scelta giusta? Il problema è che non avete fatto i conti evidentemente con la vostra impreparazione e inadeguatezza e il decreto in discussione, oltre a non risolvere il problema, si rivela anche disumano, perché i migranti si ritroveranno in strutture nelle quali viene raddoppiata la capienza, senza alcun adeguamento degli spazi. State permettendo in pratica che si ritrovino ammassati: io non so se vi rendiate conto. Come potete solo lontanamente immaginare di fare una cosa del genere? E ancora più grave poi, Presidente, è che i minori dovranno soggiornare nelle strutture dove si trovano gli adulti, mentre noi pensiamo che servano strutture differenti rispetto a quelle degli adulti. Vi è una serie di misure che sono una follia. Queste, per esempio, sono norme che si pongono in netto contrasto con la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e contro la nostra Costituzione; addirittura, siete arrivati a chiedere la cauzione di 5.000 euro affinché i migranti non rimangano nei centri per il rimpatrio. Chiedete i soldi a gente disperata, un po' come gli scafisti: che cosa cambia, qual è la differenza? Non lo abbiamo ancora compreso.
Concludo, Presidente: state calpestando i diritti delle persone che, invece, dovreste accudire e delle quali dovreste avere un'attenzione particolare. Queste persone vanno accolte in maniera concreta e dignitosa, come dovrebbe fare un Governo serio. Purtroppo, evidentemente, seri non siete. Allora, basta con questa logica dell'emergenza che produce solo decreti inadeguati, come vediamo. La vostra furia ideologica vi rende ridicoli quando svela il vostro vero volto, quello, purtroppo, Presidente, di un Governo incapace che non sa come gestire il fenomeno dell'immigrazione e, purtroppo, a pagarne le spese sono tutti i cittadini italiani .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/56 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/57 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/58 Amato sul quale il parere è favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei riascoltare la riformulazione per favore.
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario Molteni.
NICOLA MOLTENI,. La riformulazione è la seguente: “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, nel sistema nazionale di accoglienza dello straniero, adeguati strumenti informativi e di sostegno psicologico per i minori e gli adolescenti (…), poi prosegue con tutto il resto. Quindi, toglieremmo dal dispositivo le parole “in particolare”.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario. Collega Amato?
GAETANO AMATO(M5S). Accetto la riformulazione del Governo anche perché ritengo sia davvero importante dare un sostegno a questi ragazzi che arrivano e che si ritrovano proiettati in un mondo che non conoscono. Io ho avuto modo di visitare Ellis Island dove arrivavano i nostri immigrati negli Stati Uniti e, solo per qualche attimo, mi sono messo nei loro panni. Ho immaginato cosa si potesse provare ad arrivare in un luogo sconosciuto, senza possibilità economiche e senza capire quello che dicono gli altri intorno a te. Quindi, il fatto di poter aiutare questi ragazzi - perché di ragazzi stiamo parlando, anche se li vogliamo considerare adulti, ma di ragazzi si tratta - lontani dalle loro terre, dare loro un apporto psicologico, nonché la possibilità di capire cosa fare e di cominciare a comprendere la lingua che stanno ascoltando credo sia davvero importante. Quindi, ringrazio l'impegno del Governo e spero sia una valutazione positiva quella che il Governo darà a quest'ordine del giorno. Per cui accetto, però chiedo anche che sia messo ai voti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/58 Amato, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/59 Tucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/60 Scutella'. Ha chiesto di parlare la collega Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente. Quando una forza politica si presenta alle elezioni e dice di essere pronta a governare un Paese stila un programma politico, fatto di diversi punti. Ora, obiettivamente, senza voler giudicare nessuno, ci sta che tutti i punti non vengano realizzati, ma fallire miseramente su quelli che sono i cavalli di battaglia ci vuole veramente coraggio. Voi, su questo tema, sull'immigrazione, avete miseramente fallito La cosa più grave è che, nonostante il fallimento, non vi fermate mai a pensare: “forse, potremmo fare diversamente, forse, potremmo agire diversamente, forse, potremmo dare soluzioni”. Assolutamente no! Fallite e poi sistematicamente raccontate una bugia: vi vantate di una vittoria che non esiste. Adesso io le do le prove, Presidente, perché leggo la dichiarazione di uno degli esponenti di maggioranza, uno che fa parte dello stato maggiore del partito di Fratelli d'Italia, un luogotenente, il quale dichiara testualmente: “Grazie alla Meloni abbiamo evitato che gli sbarchi fossero molti di più, il blocco navale funziona” .
Ecco, deputato Donzelli, lei mi deve spiegare…
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, collega…
ELISA SCUTELLA'(M5S). Per il suo tramite, Presidente, il deputato Donzelli, che non vedo in Aula, mi deve spiegare, dov'è e se esiste, questo blocco navale! È che non funziona! Non esiste! Non funziona! Quindi, questa è tutta “fuffa”. E a proposito di “fuffa”, le racconto un'altra cosa, Presidente: il 17 settembre la von der Leyen arriva a Lampedusa e la politica di destra, gli esponenti di destra gridano a una nuova epoca comunitaria, perché finalmente l'Italia si fa sentire. Questo, il 17 settembre.
Presidente, sa in che data è stata effettuata la famosa telefonata dei comici russi alla Presidente Meloni? Il 18 settembre! In quella data la Presidente Meloni diceva di non essere considerata, in Europa . Questa è la “fuffa”, questo è quello che raccontate al Paese. Avete preso i voti sul blocco navale e sull'immigrazione. Ci avete preso i voti e, adesso, non avete il coraggio di raccontare la verità ...
PRESIDENTE. Si rivolga sempre alla Presidenza, collega…
ELISA SCUTELLA'(M5S). Mi rivolgo a lei, Presidente, e, per tramite suo, alla maggioranza: dovete raccontare la verità e, se non la raccontate voi, la raccontiamo noi, non vi preoccupate.
Io, in quest'ordine del giorno, chiedevo semplicemente un superamento del regolamento di Dublino . So che questo non piace alla maggioranza, che urla, però, la soluzione è semplicissima, non c'è bisogno di inventare grandi mosse, bisogna semplicemente fare, tra l'altro, quello che avete detto voi: andare in Europa, battere i pugni e dire che noi siamo l'Italia e ci facciamo sentire, e creare un superamento del regolamento di Dublino, ovvero, per i non addetti ai lavori, una ridistribuzione in tutti i Paesi, in modo che ci sia una distribuzione differente dei migranti. Ma, questo, non lo fate; ve lo suggeriamo e ci date il parere contrario. Allora, Presidente, quando si va al voto, quando si fa la campagna elettorale si dice: bloccheremo l'immigrazione, elimineremo il reddito di cittadinanza e creeremo tanto lavoro. Se, poi, non fa neanche una delle due cose, allora, forse, questo Governo dovrebbe guardarsi allo specchio e pensare di dimettersi e andarsene a casa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Presidente, vorrei intervenire anch'io su quest'ordine del giorno, perché è particolarmente importante. Se non ci fosse un parere contrario del Governo e della maggioranza, sarebbe un primo atto vero, reale ed efficace per contrastare il problema dell'immigrazione. Di fronte al fatto che gli sbarchi in Italia sono triplicati rispetto a due anni fa, sarebbe importante fare qualcosa di concreto che non sia solo nascondere la polvere sotto il tappeto per 28 giorni, mandando 3.000 immigrati in Albania che, poi, dovranno venire in Italia, perché non avete fatto neanche un accordo con i Paesi di provenienza. È particolarmente importante. Cos'è il regolamento di Dublino? È quell'accordo scellerato, eredità del Governo di centrodestra, eredità del Governo Berlusconi, che ci portiamo avanti da dieci anni, anzi da vari decenni, secondo il quale la responsabilità di gestire le pratiche relative alle domande d'asilo è competenza esclusiva del Paese di primo approdo. Ecco, chi ha firmato questo regolamento, chi ha voluto che ci fosse questa regola in Europa ha fatto l'opposto dell'interesse del nostro Paese ! Diciamolo in maniera chiara, perché ce lo portiamo avanti da decine di anni!
Ora, se vogliamo affrontare il problema dell'immigrazione, occorre un accordo europeo d'intervento nei Paesi di origine e l'Italia, da sola, non ce la può fare. Come si fa ad avere un accordo europeo importante d'intervento nei Paesi d'origine, se non c'è in precedenza un accordo di ridistribuzione degli immigrati che arrivano nel nostro Paese? Perché, fintanto che il problema dell'accoglienza è un problema italiano, mi dite com'è possibile convincere i europei a un intervento nei Paesi di origine dei flussi migratori ?
La Presidente Meloni distingue tra flussi primari e flussi secondari: bisogna intervenire sui flussi primari. D'accordo, ma fin tanto che non abbiamo condiviso con gli altri Paesi europei il problema dell'accoglienza dei flussi primari, non ci sarà mai una determinazione politica per intervenire direttamente nei Paesi di origine dei flussi! Questo è il problema, questa è l'ipocrisia, la vostra ipocrisia !
Anche perché siete andati tutti, in tutte le televisioni, in tutte le occasioni possibili per dire che bisogna riformare il regolamento di Dublino, che voi stessi avete fatto…
PRESIDENTE. Collega, si rivolga sempre alla Presidenza.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). E, adesso, che siamo in Aula a votare su un impegno del Governo per sostenere, appunto, il superamento del regolamento di Dublino, esprimete parere contrario. Ma, allora, esprimete parere contrario all'interesse del nostro Paese. Per questo motivo, chiaramente, il nostro voto sarà a favore e tutta l'indignazione rispetto a questo parere contrario, invece, la lasciamo ai cittadini .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/60 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/61 Bruno. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/61 Bruno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/62 Caso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Signora Presidente, mi conferma il parere contrario su quest'ordine del giorno?
PRESIDENTE. Sì, il parere del Governo è contrario.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie. Nonostante ciò, questa volta voglio fare un plauso alla maggioranza, voglio ringraziare il Governo Meloni che, con i continui fallimenti sull'immigrazione, ha dimostrato, ancora una volta, che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Com'era quella storia? La ricordiamo tutti: blocco navale, porti chiusi, espulsioni subito. E, invece, chiaramente, gli sbarchi sono raddoppiati. Allora, viene da chiedersi dove siano finite le infallibili soluzioni di questo Governo, dove siano finiti i pugni duri, dove siano finite le dirette dai porti siciliani del Ministro dello Spot e della propaganda, Salvini; dove sono finiti ?
Ovviamente, non chiedeteci di prendere sul serio gli accordi Italia-Albania, l'ennesimo fumo negli occhi, l'ennesima operazione di questo tipo, che si va a unire, ovviamente, a tutti quei provvedimenti di urgenza sull'immigrazione che a nulla sono serviti, a nulla sono serviti, se non a provare a dare l'impressione che qualcosa si stesse facendo: disposizioni - ricordiamolo - anche spezzettate, infilate nei provvedimenti più disparati, fino ad arrivare a questo decreto, ora in discussione. Questo decreto introduce una nuova fattispecie di maggiorenni a tutti gli effetti, ovvero i minori stranieri non accompagnati, che appaiono - lo ripeto - essere di almeno 16 anni, minori ai quali, secondo questo decreto, si può dedicare un trattamento al pari e insieme agli adulti, negli stessi centri di cui, lo ricordiamo sempre, in questo decreto è prevista la possibilità del raddoppio della capienza. Sono gli stessi centri in cui già avete soppresso i servizi di orientamento legale, di mediazione linguistica, di assistenza psicologica ed è in questa situazione, in questo contesto che, secondo voi, anche i minori devono essere accolti in queste situazioni. Si tratta di minori che, ricordiamolo, “appaiono” essere di almeno 16 anni, appaiono, sì, perché l'accertamento dell'età, in assenza di documenti, cioè nella maggior parte dei casi, è, come dire, maccheronica? Scientificamente non sussistente? Falsa?
Ricordiamo, poi, che i minori non accompagnati sono una grossa, grossissima fetta del flusso migratorio, grossissima fetta, numeri che sono preoccupanti e che dovrebbero consigliare un'attenzione maggiore e delle tutele maggiori. E invece si va, come spesso accade per questo Governo, in direzione opposta. Si continuano a contrarre ulteriormente i diritti e le tutele e, anziché auspicare una situazione migliore, come tante cose che sono state fatte, si va a peggiorare. Con quest'ordine del giorno, signora Presidente, vorremmo porre rimedio in parte a quello che si sta tentando di fare. Quello che chiediamo è, nei casi in cui questi minori non accompagnati, apparentemente superiori ai 16 anni d'età, dovessero finire insieme agli adulti, che il Governo si impegni a prevedere almeno delle sezioni dedicate, effettivamente separate e autonome. Quindi, pure se sono costretti a coabitare temporaneamente, di prevedere che i minori siano separati e, soprattutto, di prevedere l'erogazione di servizi di assistenza sanitaria, sociale e psicologica, di mediazione linguistico-culturale, di orientamento legale e al territorio. Cose che sembrerebbero normali e ovvie, ma, a quanto pare, per voi non lo sono. Cose che hanno un compito preciso: separare l'umanità dalla disumanità
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Per esprimere il voto favorevole anche del nostro gruppo a quest'ordine del giorno, per le motivazioni che in questi giorni, in realtà già da ieri, anche i colleghi hanno richiamato, sulla necessità di riconoscere una tutela e salvaguardare soprattutto i minori rispetto alle norme propagandistiche e disumane che sono state introdotte con questo decreto. Condividiamo, tra l'altro, gli intenti che l'ordine del giorno fa propri, tra cui quello di prevedere, tra l'altro, una rete di reale assistenza a favore dei minori e, quindi, in particolar modo, l'assistenza sociale e psicologica, la mediazione linguistica e culturale, e l'orientamento legale e al territorio. Pensiamo che non si possano tradire questi princìpi e anche le Convenzioni internazionali. Non è solo una questione politica o di parte, ma si tratta di princìpi universali che, in quanto tali, dovrebbero essere applicati e riconosciuti dal nostro Paese, ossia quello che ricordava, proprio poco fa, il collega Caso: distinguere l'umanità dalla disumanità. Distinguere una serie di diritti universali, che dovrebbero essere riconosciuti a chi è più fragile e più debole, i minori in primo luogo, e che, invece, queste norme, così come sono state disegnate, non fanno in alcun modo. E quindi, con convinzione, esprimeremo un voto favorevole a quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Anch'io chiedo di sottoscrivere quest'ordine del giorno a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. L'abbiamo sottolineato in diverse circostanze anche ieri durante il voto sulla fiducia: l'articolo 5, che è quello che prevede la promiscuità nella gestione dei minori non accompagnati, è certamente l'articolo più abominevole di questo decreto. La previsione che i minori, nel caso non ci siano posti a loro dedicati, possano essere, direi, “reclusi” insieme a persone adulte è una lesione dei diritti di ragazze e ragazzi. Anche perché sappiamo benissimo quanto siano sottodimensionati i SAI: attualmente, a fronte di 23.500 minori presenti nel nostro Paese, sono solo 6.550 i posti disponibili, ed è del tutto evidente che con nuovi arrivi sarà necessario, ai sensi di questa nuova norma oscena che state approvando, trattenerli insieme a persone adulte, andando ad aggravare la situazione già fortemente compromessa dalla loro stabilità a seguito dei viaggi che li hanno condotti fino alle nostre coste. Credo che il film ben descriva la situazione di queste ragazze e questi ragazzi che arrivano nel nostro Paese senza i genitori, spesso dopo viaggi terribili e tremendi in cui hanno subito violenze, vessazioni e deprivazioni di qualunque genere. E davvero penso che il nostro Paese debba almeno garantire loro, una volta che arrivano sui nostri territori, un'accoglienza adeguata, accompagnata da un supporto psicologico che consenta loro di godere di una vita futura più serena e degna, rispetto a quella che hanno affrontato per arrivare da noi .
PRESIDENTE. Deputata Ferrari? Per sottoscriverlo. Prima di passare alla votazione, saluto le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Università degli Studi di Genova, impegnati nella giornata di formazione presso la Camera, che assistono ai nostri lavori dalle tribune
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/62 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/63 Torto. Ha chiesto di parlare il collega Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. Oltre a richiedere di apporre la firma, volevo chiedere se era possibile sapere dal Governo la motivazione di questa contrarietà.
PRESIDENTE. Naturalmente, se il Governo vuole intervenire, può farlo. Non intende intervenire, quindi le devo dire solo parere contrario.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Perfetto, la ringrazio. Allora, potrei cominciare il mio intervento ripetendo quello che ho detto ieri: uno, ma buono. Poteva essere fatto un decreto-legge sull'immigrazione e buono, non questo spezzettamento. Il problema è che tutti questi interventi non sono risolutivi. In più, in questo intervento sappiamo che c'è questa nuova norma del “quasi maggiorenne”, per la quale dobbiamo distinguere se un sedicenne possa essere portato e possa essere inserito in questi centri, dove i minori dovrebbero essere tenuti separati. Peccato che il decreto Cutro va a sopprimere i servizi di orientamento legale, mediazione linguistica e assistenza psicologica, che, proprio per le persone di giovane età, sono necessari. Il problema è che la maggioranza, la destra, è molto focalizzata - e qua sto esprimendo un dato di fatto, non un parere - sulle forme di repressione e inasprimento delle pene, ma non sulle forme risolutive dei problemi. Siete un po' così: questa è la vostra forma. Se voi foste portati a cercare di risolvere il problema, come diceva prima il collega, avreste cercato di modificare il Trattato di Dublino, perché è il primo punto di partenza nel momento in cui noi cerchiamo di reprimere e inasprire le pene, ma non andiamo a placare i problemi iniziali e non li risolviamo mai. Un po' come state facendo per quanto riguarda la violenza sulle donne: ne parlate, si approva il codice rosso-, in realtà è solo un inasprimento di pene, ma non volete fare la cosa più importante, cioè l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole, perché, se non si insegna ai bambini da piccoli, continueremo ad avere problemi. E qua state facendo la stessa cosa con i migranti. Io mi sarei aspettato, Presidente, di sentire dal Governo: noi stiamo esprimendo parere contrario, in quanto quest'ordine del giorno è pleonastico. Nella realtà, a questo punto, non lo è, perché quest'ordine del giorno altro non fa che chiedere al Governo di fare quello che dovrebbe fare. Cioè, si crea una commissione che deve definire l'incremento della capienza dei centri? E qua noi cosa chiediamo? Di adeguare l'erogazione e la qualità dei servizi di accoglienza, garantire l'effettiva separazione degli spazi e delle sezioni dedicate ai minori e assicurare quei servizi di assistenza, perché questi sono i centri per i rimpatri, ma se poi dopo non ci saranno i rimpatri, queste persone entreranno in Italia. E allora noi dobbiamo cercare di eliminare eventuali problemi successivi.
Questi non devono essere centri di detenzione in cui le persone devono essere buttate e lasciate lì, ma bisogna assicurare condizioni umane di trattamento. Visto che il Sottosegretario annuisce con la testa, doveva dire che quello che è scritto in quest'ordine del giorno è pleonastico e non esprimere un parere contrario, perché altrimenti io capisco che non verrà assicurata e garantita la separazione. Ecco perché vorrei chiedere al Governo di rivedere la posizione su un ordine del giorno come questo. Il Sottosegretario dovrebbe dire: “sì, è quello che faremo e quindi esprimiamo parere favorevole”. Quindi, state dicendo che questi centri per i rimpatri e questi centri per i migranti che verranno creati, ancora una volta, qui, in Italia, non saranno centri in cui si assicurano le condizioni minime, tutto qui. Esprimendo parere contrario su un ordine del giorno come questo o come quello relativo a Dublino, di fatto, non state facendo altro che dire che si continueranno a creare situazioni che non verranno risolte. Quindi, probabilmente vedremo, ancora una volta, altri decreti per i migranti che non risolveranno assolutamente nulla.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. Volevo innanzitutto apporre la mia firma a quest'ordine del giorno e poi fare una breve dichiarazione di voto e, più che altro, rivolgere una domanda ai colleghi della maggioranza.
Vorrei chiedere ai colleghi se qualcuno di loro ha figli che appaiano essere di almeno 16 anni - perché questo c'è scritto nella norma - e se pensano a come potrebbe essere per questi figli, che appaiono avere almeno 16 anni, affrontare una traversata in mare nelle condizioni che possiamo leggere e immaginare e poi, una volta arrivati in un Paese che dovrebbe appartenere all'Unione europea e dovrebbe essere un Paese emancipato, essere accolti in centri la cui capienza - è scritto nella norma - verrà probabilmente raddoppiata, insieme agli adulti. Questa è la condizione in cui si potrebbero trovare i nostri figli di 12, 13 o 14 anni, che appaiono essere sedicenni. Tutto questo nella previsione di raddoppiare la capienza di centri - che già avevano vissuto grandi difficoltà con la capienza ordinaria negli anni scorsi - ed eliminando qualsiasi assistenza di carattere psicologico.
Quindi, io non mi limito a chiedere al Governo di rivedere il contenuto dell'ordine del giorno, in cui - lo ripeto - chiediamo di adeguare l'erogazione e la qualità dei servizi di accoglienza, di garantire un'effettiva distinzione tra gli adulti reali e gli adulti presunti, che di fatto sono fanciulli, e di ripristinare l'assistenza sanitaria, sociale e psicologica, ma chiediamo soprattutto al Governo di parlare con i suoi prefetti, perché il raddoppio delle capienze dei centri crea problemi all'interno, li crea alle Forze dell'ordine, che avranno difficoltà a gestire la sicurezza interna a questi centri, ma anche la sicurezza del territorio circostante ai centri.
Quindi, tenete conto di quello che è scritto in quest'ordine del giorno, ma tenete soprattutto conto dei ragazzi che, dopo tante e gravi difficoltà, riusciranno ad arrivare nel nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Onorevole, mi dispiace, ha già parlato due volte, quindi non posso darle la parola.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/63 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/64 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/65 Barzotti.
Ha chiesto di parlare la collega Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Con questo provvedimento, la maggioranza e il Governo attestano, per l'ennesima volta, la loro assoluta incapacità nella gestione del fenomeno migratorio . Tutti gli interventi fatti quest'anno, così frastagliati e incoerenti, ci fanno vergognare . Vi dovete vergognare voi per primi, per quello che state facendo…
PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza!
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Parlo, per suo tramite, Presidente; mi scusi, ha ragione. Purtroppo, quando si legge che, per la questione migratoria, gli sbarchi sono raddoppiati e la maggioranza, per risolvere il problema, raddoppia la capienza dei centri, ci sembra che veramente non ci siano molte parole per esprimere tutta questa incapacità. Raddoppiare la capienza dei centri senza intervenire supportando con adeguate risorse, con adeguati finanziamenti e con adeguate strutture, porta inesorabilmente a problemi di igiene legati allo stipare tutte queste persone all'interno degli stessi posti.
Io veramente non capisco come voi possiate stare sereni facendo questo tipo di operazioni e disciplinando in questo modo così raffazzonato e così disumano una tematica di questa delicatezza . Ma ovviamente, alla maggioranza e a questo Governo non interessa se le persone più fragili e le persone in difficoltà si trovano nelle condizioni di essere aiutate, non interessa assolutamente. Per questo motivo, anche con quest'ordine del giorno, noi chiediamo una cosa molto semplice e ci dispiace vedere che, ancora una volta, il parere su quest'ordine del giorno è contrario.
Noi chiediamo semplicemente che queste persone non vengano lasciate in balia dei tempi della pubblica amministrazione, ma che venga apposto un termine certo, nel momento in cui vengono richiesti i permessi di soggiorno per motivi di lavoro. Evidentemente, noi crediamo che un termine sia doveroso e, laddove questo termine manchi, chiediamo che il Ministero non sia di ostacolo al rilascio del permesso, perché evidentemente il silenzio non può costituire un motivo ostativo al rilascio del permesso di soggiorno, poiché queste persone non possono essere lasciate, né in balia di loro stesse, né in balia di uno Stato inerte che, spesso e volentieri, si accanisce contro i più fragili e contro le persone che hanno bisogno, tradendo il mandato democratico che è stato dato dai cittadini, perché uno Stato è tale, prima di tutto, perché supporta e interviene dove ci sono fragilità. Per queste ragioni, voteremo assolutamente a favore di quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/65 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/66 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/67 Lomuti c'è un parere favorevole con riformulazione. Collega Lomuti, accetta la riformulazione? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/67 Lomuti, con il parere contrario del Governo…
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/67 Lomuti c'è un parere contrario sulle premesse ovviamente, che sono di critica nei confronti del Governo, e un parere favorevole secco sull'impegno, che attiene ai corridoi umanitari europei e quindi sull'impegno ovviamente il parere del Governo è assolutamente favorevole.
PRESIDENTE. Va bene. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Ci è sempre sconosciuta la ragione per cui il Governo addirittura toglie le premesse che sono i nostri presupposti politici. Quindi, è evidente che è strumentale. Se siete d'accordo sull'impegno e quell'impegno ha quei presupposti non capiamo perché ogni volta dovete depennare le nostre premesse. Quindi, mettiamo ai voti così com'è
PRESIDENTE. Naturalmente, hanno tutto il diritto di rigettare la riformulazione del Governo, qualunque essa sia.
Ha chiesto di intervenire il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). Presidente, ci sono questioni di merito che credo attengano all'interesse generale. Io invito i colleghi del MoVimento 5 Stelle a prendere in considerazione le questioni di interesse generale. In questo caso, la questione di interesse generale è che ci sia un impegno del Governo sui corridoi umanitari e non una discussione di merito sulla politica sull'immigrazione, cosa che stiamo facendo, giustamente, per tutta la mattina. Perché mettere in difficoltà questo Parlamento, maggioranza e opposizione, quando c'è una cosa su cui si è d'accordo, cioè i corridoi umanitari? Perché metterlo in difficoltà? Non lo capisco, non trovo un motivo per farlo. Possiamo discutere di tutt'altro - a parte il dibattito sugli ordini del giorno che considero una cosa da superare, lo dico così, come uno sforzo da fare tutti insieme - ma se ci sono elementi politici che hanno valenza, anche fuori da quest'Aula e fuori anche dai confini nazionali, io penso che dobbiamo fare uno sforzo e trovare soluzioni che ci accomunino .
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie Presidente. Mi ricordo che, fino a quando non c'è stata la scissione, lo stesso intervento, cioè sul fatto che le premesse vengono sempre cancellate da questo Governo, lo fece il collega Giachetti che pose una questione di metodo . Non è possibile che il Governo su un ordine del giorno, addirittura, vada a eliminare le premesse.
Detto questo, sul merito c'erano gli emendamenti su questo argomento, che il Governo ha respinto. Quindi, se tutti crediamo nei corridoi umanitari e sappiamo che c'è al riguardo un ordine del giorno che, tra l'altro, viene stravolto perché le premesse spiegano e vanno ad integrare l'impegno, perché questo Governo non ha approvato l'emendamento del MoVimento 5 Stelle che era depositato in Commissione? Invece, sono stati tutti bocciati. Quando si deve prendere un impegno vero e serio che porta concretamente una soluzione immediata, il Governo fugge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Ziello. Ne ha facoltà.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere la votazione per parti separate dell'ordine del giorno, su premessa e dispositivo .
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il deputato Dell'Olio sottoscrive l'ordine del giorno in esame.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/67 Lomuti, limitatamente al dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Essendo stato approvato il dispositivo, pongo in votazione le premesse.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/67 Lomuti, limitatamente alle premesse, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/68 Auriemma.
Collega Auriemma, ha fatto già due interventi ma può dirmi se accetta o meno la riformulazione, senza fare dichiarazioni.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Non ho qualche secondo?
PRESIDENTE. Non è una questione di tempo, purtroppo, perché ha già fatto due interventi.
Intanto, mi dica se accetta o meno la riformulazione e poi la dichiarazione, se chiede di votare, magari la può fare qualcun altro.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Volevamo un attimo riascoltarla.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/68 Auriemma, prego Sottosegretario.
NICOLA MOLTENI,. Presidente, la riformulazione è: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, ai fini di un equo riconoscimento, nonché allo scopo di allineare progressivamente la misura delle retribuzioni per i servizi resi dagli appartenenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, negli orari notturni, festivi e durante le particolari festività, alle indennità corrisposte agli appartenenti alle Forze di polizia, di prevedere un incremento degli importi e a individuare i destinatari delle specifiche indennità”. Il parere è contrario sulle premesse.
PRESIDENTE. Collega Auriemma, mi dice se accoglie o meno la riformulazione?
CARMELA AURIEMMA(M5S). Presidente, non possiamo accettarla, però volevo, giusto per un secondo …
PRESIDENTE. Deve farla fare a qualcun altro la dichiarazione di voto.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Mi perdoni, la dichiarazione di voto la fa il collega Penza.
PRESIDENTE. Prego, collega Penza. È il secondo intervento, ma lei ha tempo.
PASQUALINO PENZA(M5S). Grazie, Presidente. Ieri, con una nota, il Consiglio dei Ministri è intervenuto proprio in merito ai Vigili del fuoco, su questo tema. La riformulazione “a valutare la possibilità di” è sempre una limitazione, così come è una limitazione, ogni volta, togliere le premesse, che sono parte integrante. Noi vediamo sempre un continuo fuggire o un girare attorno del Governo su temi importanti, come la sicurezza e i corpi dello Stato, e non vediamo mai una presa di impegno o un interesse, non lo vediamo mai andare dritto al problema, vediamo sempre un girarci attorno. Questa è la problematica, forse questo Governo non riesce in qualche modo a inquadrare l'Italia, con i suoi problemi e le sue difficoltà. Ancora una volta ci troviamo davanti all'incapacità di comunicare con il Parlamento e con la sua maggioranza. Questo è quello che noi come MoVimento 5 Stelle vogliamo dire
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Signora Presidente, intervengo per sottoscrivere quest'ordine del giorno, se la collega Auriemma lo consente, e per sottolineare un aspetto molto semplice. So che il collega Molteni è sensibile rispetto all'argomento. Noi abbiamo, oggettivamente, una disparità all'interno delle articolazioni dei corpi dello Stato e quella disparità colpisce innanzitutto il Corpo nazionale dei vigili del fuoco che ha una specificità molto forte e che è accompagnato molto spesso da una retorica condivisa - diciamoci la verità - da tutte le forze politiche, nel momento in cui si determinano grandi disastri. Però, quando cala sulle retribuzioni, e persino sulla previdenza, questa disparità è profondamente ingiusta, perché è ingiusto che sugli straordinari notturni un Vigile del fuoco guadagni tre volte di meno di un poliziotto o di un carabiniere. È profondamente ingiusto. Dunque, non capisco - invito il Governo a modificare il parere - perché dopo tanto tempo - ovviamente, non attribuisco la responsabilità soltanto a questo Governo - si continui a insistere con il “valutare di”. Dite per una volta una parola chiara .
PRESIDENTE. Prendo atto che il collega Alfonso Colucci sottoscrive a nome dell'intero gruppo MoVimento 5 Stelle.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/68 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Signor Sottosegretario, ricordo che non avendo accettato la riformulazione la presentatrice, il parere è contrario.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/69 Carmina.
Ha chiesto di intervenire la deputata Carmina.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, il mio ordine del giorno contiene una richiesta di assoluto buonsenso che avrebbe consentito al Governo di porre rimedio a una gravissima situazione di lesione dei diritti dei cittadini e dei migranti, che si verifica nella desolata provincia di Agrigento, scelta come capro espiatorio, come punto di riferimento di tutta la vicenda dell'immigrazione italiana.
È di ieri la notizia di ulteriori due maxi-sbarchi con 832 migranti, di cui già la metà sono stati trasferiti a Porto Empedocle, mentre gli altri verranno trasferiti in giornata. Devo dire, per chi non lo avesse letto, che la richiesta riguarda l'impegno del Governo a fronteggiare la gravissima situazione sanitaria nell'isola di Lampedusa e per la popolazione dei bacini territoriali limitrofi, in modo da consentire la tutela del diritto alla salute e alle cure, perché, oltre alla questione migratoria, la provincia di Agrigento sconta un altro primato negativo, che è quello della peggiore situazione dell'ASP, sanitaria, di tutta Italia, si può dire. È stata oggetto, fra l'altro, per chi ha avuto modo di guardarla, della trasmissione di domenica sera, con le proteste in atto nella provincia di Agrigento, che vede la mancanza di ben 174 medici ospedalieri. Ebbene, in questa situazione, cosa si chiedeva? Di provvedere a bandire procedure concorsuali straordinarie, anche in deroga ai vincoli assunzionali, per assicurare l'integrale copertura dei posti previsti nella propria dotazione organica, con particolare riferimento al personale medico e infermieristico.
Badate bene che è una responsabilità grande questa del Governo, perché pare assurdo che il Governo italiano, che manderà o pagherà i medici per provvedere alle cure dei migranti in Albania, quindi attenziona questa situazione specifica in un altro Paese, invece abbandoni i cittadini meridionali della provincia di Agrigento, pur chiamandoli alla stessa funzione e al sacrificio rispetto a tutto il resto d'Italia. Dovrebbe essere una competenza straordinaria che assume su di sé il Ministero.
Pensate che vi è altro, oltre a tutto quello che abbiamo subito grazie alla di questo Governo quest'estate; qualcuno mi spiegherà, se i migranti possono essere portati in Albania, quando la distanza è da Trapani a Genova e potevano essere trasportati da Lampedusa in altri porti d'Italia e non gravare tutta la situazione su Lampedusa e sulla provincia di Agrigento , perché ciò non è stato fatto. Ebbene, su questa situazione creata ad arte, per scelta determinata di questo Governo, che ci ha abbandonati, noi neppure abbiamo il diritto alle cure, così come i migranti, mentre, se andiamo in Albania, vorrà dire che le persone sono trattate meglio in Albania che non in Italia. Questo si chiedeva. Quindi, non so se posso chiedere al Governo di rivedere questa posizione, perché, alla fine, mi sembra tanto che in fondo noi siamo solo meridionali e veniamo solo dopo i migranti. Un ragazzo migrante, alla mia ispezione all'Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, disperato, bussava sul muro perché stava male e nessuno lo assisteva. Diceva: ma almeno in Africa ci curano. Questa è la situazione, ed è vergognoso che un'Italia che partecipa al G8, che è fra le grandi potenze industriali, non sia in grado di garantire la salute e tratti i cittadini, soprattutto della provincia di Agrigento, come cittadini di serie C .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Iacono. Ne ha facoltà.
GIOVANNA IACONO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Intervengo anch'io su quest'ordine del giorno, condividendo tutte le preoccupazioni della collega Ida Carmina, che proviene, come me, dall'ultima provincia di questo Paese, il Sud del Sud, come è stato più volte definito. Condivido le sue preoccupazioni per una sanità ormai ridotta sul lastrico. Tra l'altro, sono di ieri le dichiarazioni del nostro presidente della regione, Renato Schifani, che, ancora una volta, per l'ennesima volta, dichiara di avere soluzioni che, dal nostro punto di vista, appaiono strampalate e inadeguate a risolvere questa situazione di emergenza sanitaria che coinvolge soprattutto la provincia di Agrigento.
I dati forniti ci dicono che c'è una carenza nella sola provincia di Agrigento di 174 medici, che chiaramente non possono far fronte alla situazione sanitaria provinciale, che è aggravata anche dalla presenza dei nostri fratelli e delle nostre sorelle immigrate che arrivano, come primo approdo, a Lampedusa e poi vengono trasferiti nel posto più vicino, cioè Porto Empedocle e nelle tendopoli improvvisate quest'estate, soprattutto da questo Governo, nella nostra provincia.
Quindi, intervengo per sottoscrivere, se la collega Carmina me lo consente, quest'ordine del giorno, condividendone i contenuti e invitando anch'io il Sottosegretario, per il suo tramite, signora Presidente, a rivedere il parere contrario su quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Approfitto di questo spazio per fare una considerazione. Noi siamo qui, in Aula, sicuramente per portare avanti leggi che siano positive per tutti, per tutta la nostra comunità, questa è la base. Solitamente non attacco, non vi colpevolizzo, ma cerco di farvi ragionare sulle cose. Voi presumete maggiorenne o minorenne; vi rendete conto di quello che si nasconde sotto questa cosa? È una cosa molto grave. Il Garante dell'infanzia è stato chiaro: quando abbiamo davanti un ragazzo che arriva in Italia, difficilmente dirà che è un minorenne. I minorenni diranno che sono maggiorenni quasi sempre, e questo cosa significa? Che quindi saranno eliminate le tutele dei minorenne. Ma perché farà questo? Perché chi viene in Italia cerca lavoro. Quindi, un minorenne dirà che è maggiorenne, gli uomini perché cercheranno lavoro, le donne perché cercheranno lavoro. Ma, diciamocelo chiaramente, quando arrivano le donne in Italia, e sono minorenni a volte, che tipo di lavoro possono trovare? Trovano persone che le sfruttano. Qui stiamo parlando di prostituzione è giusto dire questa parola, perché non dobbiamo nasconderci. Una minorenne dirà che è maggiorenne e sarà coinvolta in certe situazioni molto critiche, quindi assumiamoci questa responsabilità, rendendoci conto che sarà privata dei diritti e della tutela dei minorenni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Sottoscrivo, a nome di tutto il gruppo, quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/69 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/70 Cantone.
Ha chiesto di parlare il collega Cantone. Ne ha facoltà.
LUCIANO CANTONE(M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, chiedo un contributo straordinario per i comuni siciliani che sono direttamente coinvolti nella gestione dei migranti. Faccio fatica a comprendere come possa essere contrario il parere a quest'ordine del giorno, visto che la vostra spasmodica ricerca di soluzioni nel globo terracqueo ha portato poi a un Accordo con l'Albania per dare 16 milioni di euro subito, che diventano 80 milioni in 5 anni, più 100 milioni come fondo di garanzia.
Quindi, davvero non capisco come si possa essere contrari a quest'ordine del giorno. Per suo tramite, Presidente, vorrei fare i complimenti al Governo e a tutta la maggioranza per essere passati dal blocco navale al blocco di un treno, per far scendere il Ministro che teme la sostituzione etnica .
PRESIDENTE. La collega Carmina chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/70 Cantone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/71 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1458-A/72 Onori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto. Sottosegretario, gentili colleghi, gentili colleghe, chiedo la vostra attenzione, se è possibile, perché vorrei parlare con voi di quest'ordine del giorno, specialmente alla luce degli eventi che nel nostro Paese abbiamo vissuto nelle ultime settimane e non solo, purtroppo, ovviamente mi sto riferendo alla dilagante e non sotto controllo tendenza alla violenza contro le donne. Che cosa chiediamo al Governo? Leggo testualmente: chiediamo che si adottino “iniziative, anche legislative, che prevedano modalità di accesso e procedure semplificate al fine di agevolare il rilascio dei visti di ingresso in Italia alle donne provenienti da Paesi di origine in cui sia vietato o non garantito l'effettivo esercizio delle libertà democratiche nonché siano in atto forme di discriminazione contro esse”. Allora, di che cosa parliamo? Cerchiamo di essere concreti. Se dovessimo enucleare, intanto, tre parole chiave dal testo di quest'ordine del giorno probabilmente sarebbero “donne”, “libertà” e “futuro”. Ma, dicevo, proviamo a essere concreti e andiamo a vedere di che cosa esattamente stiamo parlando. Amnesty International ci aggiorna, a settembre 2023, a un anno dallo scoppio delle proteste in Iran, sulla situazione in questo Paese. Ricordiamo tutti come solo un anno fa Mahsa Amini per non aver indossato in maniera opportuna il proprio velo è morta. In Iran la risposta delle autorità a seguito delle proteste che si sono verificate dopo questo atto è stata feroce. Amnesty International ha raccolto le prove di centinaia di uccisioni illegali, decine di migliaia di arresti arbitrari, torture, stupri delle detenute, intimidazioni nei confronti delle famiglie delle vittime della repressione e, nonostante mesi di proteste contro il velo obbligatorio, le autorità non solo non hanno accolto le richieste di cambiamento ma hanno addirittura ripristinato le operazioni di Polizia in nome della morale e introdotto una serie di altre misure che privano dei loro diritti le donne e le ragazze. Quali sono queste nuove misure? Questi nuovi provvedimenti discriminatori comprendono il sequestro delle automobili, il divieto di accesso al lavoro, il divieto di accesso all'istruzione, il divieto di accesso alle cure mediche, ai servizi bancari e ai trasporti pubblici per le donne che non indossano il velo. La persecuzione si rafforza nelle aule di tribunale, dove le donne sono costantemente messe sotto processo e condannate al carcere, a pagare delle multe e a sottoporsi a punizioni degradanti come, ad esempio, lavare i cadaveri. Questa è la tipologia di realtà a cui si fa riferimento nel contesto dell'impegno proposto attraverso quest'ordine del giorno. Poi, non possiamo non menzionare - e probabilmente qui riceverò maggiore attenzione da parte dell'Assemblea - quella che è stata richiamata più volte in queste ultime settimane: parliamo della Convenzione di Istanbul, ovvero la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. È detta Convenzione di Istanbul perché è stata fatta l'11 maggio 2011, nonostante la Turchia, per paradosso, sia stato il primo Paese a recedere. Purtroppo, mi manca poco tempo. Termino, dichiarando il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle e chiedendo al Governo, anche se mi piacerebbe chiederlo direttamente alla Presidente Meloni per suo tramite, Presidente, se l'Italia è un soggetto attivo nell'impegno europeo per la tutela dei diritti delle donne oppure le nostre parole terminano l'8 marzo e il 25 novembre. Il MoVimento 5 Stelle ha presentato un'interrogazione su come il Governo intenda agire in merito alla Convenzione di Istanbul, a cui aspettiamo risposta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Semplicemente perché per noi quest'ordine del giorno è molto importante e vorrei sottoscriverlo come gruppo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/72 Onori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1458-A/73 Ascari. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Per sottoscrivere l'ordine del giorno se, ovviamente, i colleghi del MoVimento 5 Stelle lo consentono, e per dire proprio due cose, appellandomi, anche qui, alla sensibilità del Governo. Qui parliamo di lavoratori e lavoratrici degli uffici immigrazione e degli sportelli unici, cioè parliamo di persone che da anni maneggiano dati sensibilissimi e che, invece, sono condannati, come tanti altri loro colleghi nel settore pubblico, alla precarietà, a contratti intermittenti, a contratti che scadono. Noi abbiamo incontrato in questi mesi i comitati di queste lavoratrici e di questi lavoratori e pensiamo che sia un vero e proprio scandalo che il Dicastero dell'Interno tenga tante persone, che svolgono una funzione così importante dopo, credo, 3 o 4 decreti sull'immigrazione, ancora con contratti instabili. Quindi, chiediamo di cambiare il parere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie. Per sottoscrivere e per fare la dichiarazione di voto su quest'ordine del giorno, perché bisogna fare una considerazione molto importante: se fossimo a parti inverse, cioè la maggioranza di oggi fosse l'opposizione, e noi avessimo fatto quella scelta strana e assurda di creare un CPR in Albania spendendo alla fine quasi 180 milioni di euro, voi vi sareste attaccati alle sedie e avreste morso i banchi e, invece, oggi state zitti. Qui noi parliamo di finanziamenti: prima abbiamo parlato di finanziamenti ai comuni che hanno veramente problemi con il primo approdo e non avete votato l'ordine del giorno; qui abbiamo i problemi di persone che devono gestire una marea di documenti, che rappresenta un altro problema importante per la gestione dei migranti, e non fate nemmeno lo sforzo di approvare un ordine del giorno che va in tal senso. Invece, buttiamo soldi per spostare il problema migranti in Albania quando non riuscite a risolverlo in casa. Siete veramente inutili nel risolvere questo problema e avete anche cambiato tutta la vostra prospettiva di risoluzione di questo problema. Complimenti e spero che in fondo voi vi vergogniate di quello che state facendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà per due minuti e mezzo.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Come per altri ordini del giorno è incomprensibile il parere contrario del Governo su quest'ordine del giorno della collega Ascari e di altri colleghi in cui si chiede di potenziare gli uffici immigrazione e gli sportelli unici. Sappiamo bene - e ne abbiamo parlato anche durante la scorsa legge di bilancio o in altri provvedimenti - della necessità di rinnovare i contratti ai tanti professionisti che lavorano già negli uffici e che si occupano di garantire un servizio a chi arriva nel nostro Paese.
Sappiamo quanto le attese, anche per ottenere il permesso di soggiorno, determinino irregolarità e situazioni precarie anche tra tante e tanti che attendono di avere una risposta rispetto alla possibilità di ottenere il diritto di asilo nel nostro Paese. Quindi, confido davvero che ci sia un ripensamento rispetto al parere su quest'ordine del giorno e che comunque l'Aula possa votarlo favorevolmente. Chiedo di sottoscriverlo a nome del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra
PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti da parte del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/73 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/74 Pellegrini.
Ha chiesto di parlare il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Nel meraviglioso mondo della destra è tutto facilmente risolvibile, e anche i problemi più complessi hanno, a loro dire, a dire della destra, una soluzione semplice. Quindi, per esempio, durante la pandemia - lo ricorderete tutti - di fronte ai problemi economici di tanti italiani, dicevano: “E che ci vuole? Diamo a tutti 1.000 euro con un ”. Questo quando erano all'opposizione. Poi, quando sono al Governo, danno 300 euro per tutto l'anno, ossia un euro al giorno, senza vergogna.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Sempre durante la pandemia c'era chi voleva salvaguardare la salute degli italiani e, invece, loro avevano la soluzione pronta: “Apriamo tutto, niente mascherine”, che chiamavano museruola. “Apriamo tutto, poi chiudiamo tutto”: dicevano davvero tutto e il contrario di tutto.
Poi, arriviamo ai tempi più recenti: c'è la guerra in Ucraina, purtroppo, che preoccupa tutti. Qual è la loro soluzione? Semplice: “La facciamo continuare”. È difficile convincere i due belligeranti a intrattenere negoziati di pace, perché, altrimenti “come li convinciamo ? Diamo loro il reddito di cittadinanza”, come diceva la Meloni in Senato?
La verità è che, se vogliamo guardare in faccia la realtà, senza fare facili , dobbiamo ammettere che siamo di fronte a un problema enorme. Ci sono migrazioni che hanno proporzioni bibliche e che devono essere affrontate con provvedimenti organici: tutto il contrario di quello che sta facendo questa maggioranza che continua a limitarsi agli .
Abbiamo sentito per anni parlare di blocco navale come soluzione, ripeto testualmente, “più logica e più semplice”. Poi, ovviamente, vanno al Governo e questo blocco navale non lo possono fare - perché non si poteva fare - e, quindi, arriva il doppio dei migranti rispetto all'anno scorso. Ma a che serviva il blocco navale? A fermare la cosiddetta sostituzione etnica. Hanno fatto campagne elettorali per anni utilizzando questo concetto, che è proprio dei suprematisti, cioè dei razzisti; poi, ovviamente, quando sono andati al Governo, hanno un po' sfumato le posizioni.
Purtroppo, non avevano avvisato Lollobrigida che ha continuato ad usarle . Lollobrigida è una figura mitologica, metà Ministro, metà cognato , non lo avevano avvisato che era arrivato al Governo, quindi lui ha continuato a usarle; però - gliene ne do atto - si è scusato. Ha detto: “No, mica sono razzista, sono ignorante”. Quindi, ovviamente noi ci teniamo un ignorante, per sua stessa ammissione, come Ministro.
SALVATORE CAIATA(FDI). Da quale pulpito…
PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia, colleghi.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Quindi, i migranti, Presidente, sono raddoppiati. Dobbiamo trovare una soluzione facile: “Facciamo i CPR in Albania, così non li vediamo”. Anche se costa molto di più farli e ci sarà un andirivieni tra l'Italia e l'Albania, semmai vedranno davvero la luce. Però, questa è la soluzione semplice.
Poi c'è un'altra genialata! Bellissima! Si istituisce la figura del minore adulto. Se a occhio hai sedici anni, sei automaticamente adulto, quindi vai nei centri di accoglienza riservati agli adulti, in barba a ogni norma e a ogni convenzione internazionale ! Però, loro hanno la soluzione facile in tasca.
Tutto questo non farà che causare una serie di contenziosi infiniti. Oltre all'aspetto umano che è quello che più ci preoccupa, non farà che aumentare i costi, quindi le casse dello Stato ne avranno detrimento. Proprio per questo avevamo presentato quest'ordine del giorno: per incrementare le attività ispettive, di controllo e di monitoraggio nei CPR. E avevamo appunto chiesto al Governo di impegnarsi in questa direzione e di informare poi le Camere. Io faccio un appello, tramite lei, Presidente, a questa destra: “Rimanete umani” !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/74 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/75 Vaccari sul quale vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Rossi. Ne ha facoltà.
ANDREA ROSSI(PD-IDP). Presidente, chiedo intanto di sottoscrivere quest'ordine del giorno e di intervenire per dichiarazione di voto, cercando di interloquire, se possibile, con il Sottosegretario per proporne anche un'eventuale riformulazione.
Diversi colleghi, in questi due giorni, hanno evidenziato come uno dei temi più preoccupanti, più difficoltosi, messi in campo da questo decreto, sia quello relativo al rapporto soprattutto con i minori. Vi è preoccupazione anche rispetto a questa potenziale promiscuità per quasi cinque mesi nei centri di detenzione. Quindi, al netto ovviamente del dibattito che ha portato in questa sede anche a posizioni diverse e contrapposte, vorrei innanzitutto sperare che tutti noi siamo consapevoli che, dietro alle vite di queste persone, ci sono storie umane di sofferenza e anche di speranza. Di fronte a tutte le valutazioni che sono state fatte, quest'ordine del giorno, Sottosegretario, non faceva altro che provare a riportare un minimo di trasparenza, nulla di più nulla di meno; una trasparenza per capire e avere dati sul numero delle presenze eventuali dei minori in queste strutture.
Non si vuole far sì che ci sia una trasmissione mensile al Parlamento? La vogliamo far diventare trimestrale o semestrale? Però, che almeno ci sia la possibilità di addivenire a una riformulazione per far comprendere anche l'entità del problema. Lo stiamo facendo rispetto a una pubblicazione quotidiana su Internet degli sbarchi che avvengono all'interno del nostro territorio. Non comprendo e non comprendiamo, non tanto la pubblicazione su Internet, ma perché non ci possa essere in quest'Aula, in questo Parlamento, la possibilità di una trasmissione - torno a ripetere, se non mensile, almeno trimestrale o semestrale - dei dati rispetto alla permanenza dei minori stranieri non accompagnati in questi centri di accoglienza non per minori.
È un dato, torno a ripetere, di trasparenza e non riesco a comprendere quale sia il motivo ostativo di questo giudizio. Veramente chiedo a questo Governo lo sforzo di dimostrare e di farci capire che non ci sono altre ragioni, se non una semplice svista, rispetto al parere espresso sull'ordine del giorno, e quindi torno a chiederle una possibile riformulazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega e portare una riflessione rispetto al tema che pone quest'ordine del giorno, come tanti discussi tra ieri e oggi. Mi riferisco alla necessità di uno strumento per misurare gli effetti delle politiche che state mettendo in atto.
Qui vi chiediamo una relazione ma, giunti al quarto decreto sul tema migratorio, a un certo punto inizieranno ad arrivare dati e numeri, se veramente, dopo il decreto ONG, quello che avete sottolineato come sia davvero così .
Quanti scafisti avete rincorso, preso e fermato in giro per il globo terracqueo? In questo decreto fate qualcosa che probabilmente non pensavamo fosse possibile, siete andati oltre su un tema, su un terreno che proviamo tutti quanti, ognuno per il suo ruolo, a tutelare, ossia l'interesse superiore del minore. Superiore a cosa? Vi do un consiglio di lettura e di visione, è una ricerca della professoressa Mariagrazia Contini, una pedagogista dell'università di Bologna, che ha fatto questa ricerca sul tema dell'adultizzazione dell'infanzia, di come nella nostra società, nel consumismo, il tema della spettacolarizzazione dei corpi sia arrivato a mettere a repentaglio la sicurezza e il ruolo dell'infanzia nella nostra società.
Contini ci dice una cosa all'inizio di questo studio, ovvero che i bambini, i minori sono sempre esistiti, ciò che non esisteva prima del Seicento era l'infanzia, la concezione che, oltre alla condizione anagrafica, quella dell'infanzia, quella dei minori fosse una condizione esistenziale, che aveva bisogno di particolari tutele e diritti: qualità della vita, salute, educazione, promozione ed emancipazione.
Ecco, avete aggiunto a un percorso culturale, che probabilmente avete vinto, ma che dobbiamo contrastare in maniera quotidiana, il tema della disumanizzazione, perché a forza di disumanizzarla, questa categoria dei migranti, ci sono finiti in mezzo anche i minori, anche i bambini e anche le bambine.
Quindi, vi richiamiamo, non solo, a non agire ulteriori sprechi d'infanzia, ma a non agire sprechi di umanità, perché quello che c'è in gioco è l'interesse superiore del minore, che è stato tutelato dopo un percorso civile costruito in tanti Paesi del mondo, che ha portato alle convenzioni, a darci diritti che tutelassero la condizione dell'infanzia. Voi andate a toccare proprio lì. Ecco, vi chiediamo uno strumento di misurazione rispetto a quello che andate a fare su un terreno delicatissimo. Non ce lo date, probabilmente, altre organizzazioni misureranno, e noi al loro fianco, quanto danno e quante discriminazioni continuerete a fare e a portare avanti su questa categoria di persone.
Approverete, probabilmente, anzi, sicuramente, questo decreto, ma saremo lì a controllare quello che avverrà all'interno di questi centri, dopo questo ennesimo decreto “propaganda” che va a ledere i diritti e che non risolve alcun problema di quello che è un vostro cavallo di battaglia, ma sul quale vi state dimostrando assolutamente inefficaci .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Presidente, intervengo per sottoscrivere quest'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, perché ci pare davvero paradossale che si voglia negare a questo Parlamento persino un elemento di conoscenza e di approfondimento, come una relazione dettagliata, che tenga conto del numero delle presenze e del tempo di permanenza dei minori stranieri non accompagnati all'interno dei centri d'accoglienza.
È gravissimo, perché qualsiasi elemento di governo e, in particolare, di buon governo dovrebbe essere suffragato da dati, numeri e analisi. Dati e numeri che non dovrebbero essere negati all'opinione pubblica e non dovrebbero essere negati, in alcun modo e in alcun caso, all'istituzione che legifera su questi temi.
Allora, viene davvero naturale - lo dico, Presidente, per il suo tramite, al Sottosegretario - chiedersi per quale ragione si arrivi al punto di negare una relazione su quanto accade nei centri d'accoglienza. Ci andiamo convincendo che la ragione per cui quest'ordine del giorno ha parere negativo è, per l'appunto, che, nei prossimi mesi, si vuole tentare di nascondere la realtà della brutalità delle norme che oggi stiamo approvando, si vuole tentare di nascondere gli effetti, si vuole tentare di nascondere all'opinione pubblica che, in Italia, ad oggi, ci sono 23.500 minori stranieri non accompagnati, un numero che probabilmente aumenterà, quando i posti disponibili nel sistema di accoglienza e integrazione sono solo 6.150.
Oggi, approviamo alcune norme, sapendo che la maggior parte dei minori - migliaia e migliaia - finirà nei CPR. E fa davvero paura che, oltre a essere chiaro questo elemento di consapevolezza, sia chiaro, con il voto su quest'ordine del giorno, anche che il Governo intende nascondere e ingannare l'opinione pubblica sui reali effetti di queste norme .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/75 Vaccari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/76 De Maria, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Presidente, capisco il parere contrario sulle premesse, non lo condivido, ma lo capisco. Abbiamo ribadito la nostra valutazione su questo provvedimento, in particolare rispetto ai diritti dei minori, come hanno fatto tanti colleghi anche negli interventi che mi hanno appena preceduto. Però, l'impegno è di altro tipo, perché chiede di trasmettere al Parlamento, con cadenza bimestrale, una relazione dettagliata sul numero di presenze all'interno dei diversi centri di accoglienza e dei CPR, anche indicando quale sia la capienza massima, cioè chiediamo un coinvolgimento del Parlamento anche puramente informativo.
Ora, credo che il Parlamento dovrebbe essere davvero coinvolto nel governo di questo tema così complesso, anche per sostenere, se necessario, l'azione del Governo. Questa volontà di non coinvolgere e nemmeno di informare il Parlamento la trovo veramente molto discutibile, perché credo, invece, che ci sia un'esigenza di trasparenza e di democrazia, ma anche di coinvolgimento di tutto il nostro sistema istituzionale che, invece, dovrebbe richiedere un coinvolgimento pieno del Parlamento, in questo caso, fornendo questo tipo di informazioni .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/76 De Maria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/77 Furfaro, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non mi sorprende il parere contrario, non solo, sul mio ordine del giorno, ma di fronte a tutti i tentativi di umanizzare o migliorare questo decreto. Non mi sorprende l'atteggiamento del Sottosegretario della Lega che, in due giorni, non si è degnato di rispondere a una sollecitazione dell'opposizione e non mi sorprende, perché questo decreto non aiuterà a gestire l'immigrazione, non farà arrivare meno migranti, non salverà le vite di chi attraversa il mare per disperazione e, tanto meno, di quelli che scappano da guerre e persecuzioni. Non servirà a niente, servirà a riempire, però, il vostro cinismo, quello di chi gioca sulla pelle delle persone per costruire nemici da dare in pasto a chi sta male.
In un Paese in cui non si fanno più figli, in cui i poveri sono sempre più poveri, in cui le disuguaglianze aumentano, in cui 4 milioni di persone non riescono a curarsi, perché non hanno più i soldi per farlo o perché le liste d'attesa sono troppo lunghe, l'ultima grande invenzione del vostro Governo è di mettere bambini e bambine che arrivano da soli, cioè senza genitori, senza parenti, senza nessuno, nei centri per adulti.
Non bastavano i , la carne coltivata, la farina di insetti, il contante, il POS, le donne incinte da mandare in carcere, il blocco navale: le numerose follie cui avete costretto un intero Paese a discutere per un anno intero; ora, pure la ferocia, l'accanimento sui minori, sui bambini che arrivano sulle nostre coste dopo sofferenze fisiche e psichiche indicibili. Certo, è l'ennesima arma di distrazione di massa per distrarre le persone dai problemi della loro quotidianità. Ma non è solo quello. Il vostro accanimento sulle persone più fragili è un'idea di società cattiva e malsana, un'idea di società in cui agli italiani più poveri date in pasto chi sta peggio di loro, come se fossero la causa dei loro mali.
Ma la causa della povertà degli italiani siete innanzitutto voi, non sono i minori che arrivano sulle nostre coste soli e disperati. Sottosegretario, lo dico tramite il Presidente, anche se non vi torna, non sono nemmeno i bambini che hanno la pelle nera. La Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza sancisce il diritto per tutti i bambini ad essere infanti, ad essere bambini, a godersi il tempo libero, il gioco, la spensieratezza. Questo diritto vale per tanti, ma non per tutti. Sa, non valeva per Ahmad e Samir, due ragazzini ospitati dalla Caritas di Roma, che non hanno potuto godersi questo diritto: sono scappati da persecuzioni e da violenze, hanno vissuto la guerra in Mali, la prigionia in Tunisia, hanno subito torture fisiche e psicologiche; poi, per scappare da torture immotivate e documentate con video, hanno rischiato la vita attraversando il mare, hanno assistito alla morte di alcuni loro amici, delle uniche persone che avevano fatto con loro quel percorso. Il loro viaggio è terminato dopo un anno e mezzo a Lampedusa e ora sono stati accolti dalla Caritas. Questi ragazzini, che hanno bisogno di cure e di supporto psicologico, volete metterli assieme agli adulti in centri inadeguati, loro e altre migliaia di minori. Una cattiveria inutile e contraria al diritto internazionale, per bambine e bambini, ragazze e ragazzi che non hanno una madre o un padre a cui dare la mano, a cui tenersi stretti nei momenti più bui. Ma cosa vi hanno fatto le bambine e i bambini? Perché usare questa violenza su di loro?
Sì, violenza, perché non è, forse, violenza mettere bambini soli, che hanno bisogno di essere protetti e accolti, in strutture non idonee? Non è violenza farli nascere e crescere in carcere per le colpe della loro madre? Non è violenza negargli la possibilità di vivere sereni con i propri genitori, perché, magari, sono una coppia omogenitoriale? Non è violenza parlare di famiglia e, poi, alzare l'IVA sui prodotti per l'infanzia o tagliare i posti per i nidi?
Ieri, vi abbiamo visti in massa, lo dico tramite il Presidente, dal capogruppo Foti a tutti i fratelli e le sorelle d'Italia, in una sede di un'associazione. Bene, troverete anche noi sempre dalla parte di chi condanna violenza e atti vandalici, ma per questo vi chiediamo davvero di fare una manifestazione vita, non solo esprimendo solidarietà rispetto a serrande imbrattate, ma tutelando e accogliendo dei bambini, come la dignità della nostra Patria richiede .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente, vorrei sottoscrivere le parole, l'intervento, l'ordine del giorno dell'onorevole Furfaro e intervengo anche per rivolgere un appello al Governo e a quest'Aula. Nel momento in cui - lo abbiamo visto pochi minuti fa, quando c'è stata un'iniziativa della collega Auriemma e, poi, l'intervento di Ziello - ci sono temi come quello dei corridoi umanitari, così come quello che tocca quest'ordine del giorno, sarebbe importante mandare messaggi che unifichino il Paese da quest'Aula e non solo confrontarci sulle differenze e sulle distanze. L'ha proposto, pochi ordini del giorno fa, il collega Ziello: se vi fosse la disponibilità del Governo, almeno nella parte dell'impegno di quest'ordine del giorno, sarebbe possibile anche procedere a un voto per parti separate. Lo riteniamo veramente indispensabile su questo tema. Rileggo l'impegno dell'ordine del giorno dell'onorevole Furfaro: “impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di rivedere le disposizioni che consentono la possibilità di tenere i minori non accompagnati che arrivano sulle nostre coste in centri per adulti poiché chiunque abbia meno di 18 anni è un minorenne e ha diritto a vivere e ad essere protetto e accolto come tale, difeso dai rischi di abusi, sostenuto nel proprio sviluppo, senza condizioni e senza distinzioni, come affermato dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza”.
Ebbene, non avere la possibilità di un voto favorevole almeno su questo impegno significherebbe essere contrari a questo principio. Io veramente rivolgo un appello anche al Governo e al Parlamento: non votiamo questo principio sacrosanto.
PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, rispetto all'istanza?
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/77 Furfaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/78 Pastorella, sul quale il parere è favorevole previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Nel ringraziare davvero il Governo per l'attenzione che ha voluto dedicare a quest'ordine del giorno, vorrei, però, chiedere un'ulteriore riflessione rispetto alla riformulazione proposta.
PRESIDENTE. Quindi, non l'accetta?
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Non l'accettiamo, ma intervengo nell'ottica di provare a trovare una sintesi, che ci auguriamo possa essere possibile. Noi comprendiamo il fatto che le premesse siano state considerate non assumibili da parte del Governo, ci mancherebbe altro; avevano un giudizio - che noi confermiamo - estremamente negativo sull'intero provvedimento, ma questo non può essere condiviso con la maggioranza. Lo comprendiamo anche perché sappiamo cosa comporti il fatto che, nella riformulazione, si sia espunta la parte che indicava il reperimento di ulteriori risorse. Qui mi permetto di dire che, in realtà, poi, il Governo, tramite la Ministra Roccella - noi gliel'abbiamo sempre riconosciuto -, nell'ultima legge di bilancio, in modo estremamente meritevole, aveva aumentato la destinazione delle risorse per il Piano anti-tratta - ma comprendiamo che qui non lo si volesse richiamare -, è anche un'azione positiva fatta dal Governo. Ma a quel punto, nel “valutare l'opportunità di rafforzare” il modo per poter sostenere, individuare i bisogni dei minori stranieri non accompagnati, delle donne vittime di violenza, delle vittime di tratta, quel “valutare l'opportunità di” va ad indebolire in modo cristallino l'impegno che, invece, il Governo stesso, in più occasioni, ha dichiarato di voler portare avanti, ossia l'attuazione di un contrasto forte, netto, senza sconti alla tratta degli esseri umani, a sostegno delle donne vittime di violenza e anche, nell'ambito delle convenzioni di cui il Governo è portatore, dei minori non accompagnati, nella tutela dei loro diritti fondamentali. Quel “valutare l'opportunità di” non è per noi accettabile come riformulazione, perché significa fare un passo indietro, dal nostro punto di vista, rispetto all'impegno che l'Italia si è assunta sia a livello nazionale sia a livello internazionale, ma anche per la stessa maggioranza, per lo stesso Governo rispetto, ripeto, a una posizione politica che la Ministra Roccella ha più volte richiamato. Quindi, inviterei a rivedere questa riformulazione nella parte relativa a “valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI,. Lo accantoniamo, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Per sottoscriverlo, se la collega Bonetti è d'accordo, e per associarci alla richiesta di poter trovare una formulazione che veda concorde anche il Governo.
PRESIDENTE. Essendo accantonato l'ordine del giorno n. 9/1458-A/78 Pastorella, passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/79 Bonetti, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Anche quest'ordine del giorno parla di minori stranieri non accompagnati. Riportiamo la possibilità di accogliere i minori di età non inferiore a 16 anni in centri di accoglienza e in strutture temporanee riservate agli adulti. Però, poi sappiamo tutti dell'esistenza della Convenzione dei diritti dell'infanzia e adolescenza, delle Nazioni Unite, che esclude la possibilità di inserire un minore all'interno di strutture dedicate agli adulti e prevede anche una tutela speciale.
È veramente fondamentale riaffermare la necessità prevista anche dalla normativa europea in materia. I minori non accompagnati che presentano domanda di protezione internazionale debbono essere collocati in strutture idonee, con personale formato. Nello stesso articolo 5, però, poi, si prevede la possibilità di aumentare la capienza del 50 per cento nel caso non ci siano strutture adeguate. Certamente c'è il rischio di sovraffollamento, anche con un aumento del 50 per cento, non soltanto per i minori, ma se crediamo che i minori, tutti i minori, abbiano dei diritti, allora dobbiamo trovare risorse finanziarie e anche collocazioni, seppure con un forte ritardo, perché ormai è noto, signor Presidente e Governo, quanti sono i minori, di qualsiasi età, che debbono essere accolti.
Io non chiederò al Governo un cambio di parere, perché credo non ci sarà questo cambio, vorrebbe dire che cambia il paradigma e che si pensa che l'accoglienza dei minori debba essere gestita in modi diversi. Noi, nel nostro impegno, chiediamo al Governo di coinvolgere le amministrazioni locali, il Terzo settore e gli enti religiosi, e di stanziare più risorse. Amo dire, ma perché me ne occupo, che il territorio offre opportunità e ricchezze. E per me, che vivo i territori, rendermi conto degli spazi che ci sono, attraverso adeguati rapporti con i sindaci e con le associazioni, aprirebbe assolutamente un mondo. E mi chiedo, allora, perché il Governo non si possa rivolgere ad ANCI, UNCEM e UPI per costruire dei progetti di accoglienza di minori, magari in quelle terre che hanno anche strutture educative da offrire, centri di formazione professionale, quei territori che stanno vivendo una sorta di abbandono, dove davvero i minori sarebbero ben accolti nelle nostre scuole e nelle nostre strutture. Io sono certa dell'apertura che verrebbe data al Governo, sia da ANCI, che da UNCEM e UPI, su questi temi. Permetteremmo ai nostri minori, ai minori che arrivano… io li chiamo nostri perché sono comunque i nostri figli. Pensiamo ai nostri figli in un centro di accoglienza stipato di persone, a quale tipo di infanzia e di adolescenza possono vivere. Ma pensiamo anche alle minori - questo è successo in un caso di mia conoscenza - che sbarcano, vengono attenzionate e non arrivano neppure al centro di accoglienza, perché i loro percorsi sono altri.
Allora, noi, come gruppo di Azione, crediamo che il futuro che deve essere riservato ai minori debba essere altro, come pure l'attenzione e, ovviamente, i diritti che spettano loro, esattamente come per i nostri figli .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/79 Bonetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/80 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/81 Boschi c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Abbiamo avuto modo, anche nel lungo confronto in Commissione con il Sottosegretario, di stigmatizzare più volte la scelta del Governo di penalizzare i minori attraverso questo decreto-legge, in modo particolare attraverso la previsione che consente adesso al Governo di prevedere, se così si può dire, un'accoglienza per i minori nei centri per gli adulti. Ovviamente, noi non condividiamo questa impostazione del Governo, ma non semplicemente per una questione etica, morale, politica, definitela come volete, ma per una questione strettamente giuridica: questa disposizione è contraria a tutte le convenzioni internazionali, a tutti i trattati e alle direttive europee, che sono norme di rango primario nel nostro Paese e che non possono essere bypassate attraverso questa previsione del Governo.
Cosa chiediamo con quest'ordine del giorno? Una cosa molto semplice: che il Governo quantomeno monitori quello che sta avvenendo, perché il Governo ci ha detto che la norma che va a penalizzare in modo così grave i diritti dei minori serve a fare fronte a una situazione di emergenza, che non ci sono alternative possibili - questo è quello che ci ha spiegato il Governo - e che, quindi, in via emergenziale, si mandano nei centri per gli adulti. Allora, noi chiediamo di monitorare l'applicazione di questa norma e tornare indietro, correggendo quello che evidentemente non funzionerà, soprattutto per garantire che almeno i tempi siano i più ristretti possibile e le modalità le più idonee a garantire, anche in una condizione emergenziale, i minori. Ma soprattutto, chiediamo un impegno vero e concreto del Governo a realizzare il prima possibile i centri di prima e seconda accoglienza e di accoglienza straordinaria.
Se il Governo dà un “no” secco a quest'ordine del giorno, perché non c'è nemmeno un'ipotesi di riformulazione, di parziale accoglimento, di valutazione dell'opportunità di, cosa ci sta dicendo questo Governo? Che, in realtà, non è una scelta emergenziale, quella di mandare i minori nei centri per gli adulti, né temporanea, in una fase di flussi inaspettati, ma è una scelta strategica, è una scelta volontaria, è una vostra visione, che avevate già, peraltro, palesato anche nel decreto-legge Caivano, dove già avevate previsto norme che si applicassero anche ai minori, estendendo reati anche ai minori, dove oggi non sono previsti, anche per i quattordicenni. Perché? Perché voi considerate bambini di serie A e bambini di serie B: i bambini di serie A sono quelli italiani, sono quelli che vengono da buone famiglie; i bambini di serie B sono quelli che nascono all'estero o in contesti sociali disagiati. Con loro va benissimo alzare il pugno duro, far vedere che il Governo per loro non ha alcun margine di speranza e alcuna tutela per i loro diritti. L'importante è fare la voce grossa con i più deboli. Anche in questo caso state dimostrando che non avete minimamente senso del rispetto dei diritti dei minori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Per sottoscriverlo, anche a nome del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/81 Boschi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/82 De Monte, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/83 Giachetti c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà, per 2 minuti.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Con questo decreto-legge, o meglio, con un emendamento su cui hanno lavorato a lungo, per giorni e giorni, il relatore, con il collega Iezzi e con il solerte aiuto del Governo, si comprime ulteriormente il diritto di difesa.
Perché, che cosa si fa? Si prevede, in caso di espulsione degli stranieri, che non si possano più nemmeno liquidare le spese di giustizia agli avvocati che assistono gli stranieri nei procedimenti, nemmeno laddove siano ammessi al gratuito patrocinio. Quindi, si certifica che gli avvocati devono lavorare gratis nel caso di stranieri. Ora, ditemi voi quali avvocati potranno accettare incarichi di questo tipo, se non quelli che lo fanno chiaramente mossi anche da uno spirito valoriale ed etico e che hanno alle spalle anche la possibilità di permetterselo. Chiaramente occorrono anche professionisti che, dovendo vivere del proprio lavoro, abbiano risorse sufficienti ad assistere gratuitamente gli stranieri.
Perché dobbiamo sacrificare e comprimere un diritto di difesa, che la nostra Costituzione garantisce per tutti? Perché sono stranieri, e allora per loro va bene che il diritto di difesa non sia esercitato. Attenzione, perché introduciamo un principio che poi potrebbe estendersi a chiunque: quello per cui il gratuito patrocinio non veda più alcun tipo di ristoro economico, di liquidazione delle spese di giustizia. E, soprattutto, ancora una volta, sulle spalle degli stranieri si vanno a ledere diritti fondamentali come quello di ottenere giustizia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Nel chiedere di poter sottoscrivere l'ordine del giorno a prima firma del collega Giachetti, mi associo alle considerazioni svolte dall'onorevole Boschi. Vorrei anche aggiungere che la modifica fatta su questo punto, durante l'esame in Commissione affari costituzionali, tocca una materia evidentemente estranea a quella del provvedimento in origine e, quindi, questo emendamento avrebbe dovuto essere dichiarato inammissibile.
Ma al di là di ciò, poiché questa è una materia attuativa della direttiva dell'Unione europea, il Governo non dovrà poi sorprendersi quando questa norma - introdotta in maniera lesiva delle prerogative del Parlamento, perché l'emendamento doveva essere dichiarato inammissibile - comunque sarà disapplicata. Quindi, ancora una volta, su questo tema poi sentiremo il Governo accusare la magistratura - che è obbligata a disapplicare le norme in contrasto con il diritto europeo - di essere anti italiana e anti patriottica .
PRESIDENTE. L'onorevole Serracchiani sottoscrive quest'ordine del giorno. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Signor Presidente, per associarmi alla richiesta che è stata rivolta dai colleghi a riconsiderare questa valutazione, perché è evidente che questa norma è incostituzionale. È evidente che è un'ulteriore manifestazione della cultura ispiratrice di queste norme, cioè il diritto penale del nemico: voi individuate degli avversari sociali e a loro applicate un diritto penale e una procedura penale diversi da quelli che applicate agli altri cittadini.
Non pretendo di dissuadervi da questa strada sulla quale vi siete messi a camminare; il punto, però, è questo: per colpire i vostri presunti nemici, colpite anche i vostri amici, o almeno quelli a cui state chiedendo i voti. Infatti, voi avete fatto un gran lavoro, in alcuni casi anche condivisibile, per tutelare e per cercare di tenere in considerazione i professionisti, in particolare gli avvocati. Ora, io vi vorrei spiegare che “gratuito patrocinio” vuol dire che il patrocinio è gratuito per l'imputato, non perché l'avvocato lavora gratuitamente; e comprimere ulteriormente le risorse e la possibilità di accedere ai fondi che sono destinati in generale a giovani professionisti o a professionisti che in qualche modo integrano la loro attività con questo tipo di esercizio, è un colpo alla professione.
Quindi, se non lo volete fare perché avete a cuore la Costituzione - abbiamo abbastanza evidenza che questo non è uno scrupolo tra i principali che vi fate -, se non vi ponete il tema di avere un diritto penale che risponda al principio dell'articolo 2 della Costituzione, almeno ponetevi il problema di non colpire dei giovani professionisti che talvolta vi hanno persino votato, evidentemente sbagliando .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere quest'ordine del giorno, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, e per aggiungere che noi in Commissione abbiamo fatto ostruzionismo proprio perché riteniamo assurdo che il gratuito patrocinio, un diritto sancito dalla nostra Costituzione, venga tradito in questo modo.
Voglio aggiungere una considerazione, da persona che è sempre stata in prima linea nelle battaglie contro la criminalità e contro la delinquenza. Il diritto al gratuito patrocinio viene riconosciuto anche ai boss della mafia, della camorra e ai peggiori criminali, e trovo incredibile che oggi mettiamo sotto i piedi un diritto costituzionale sacrosanto. È una cosa su cui va fatta un'attenta riflessione, perché creiamo un precedente assurdo .
Aggiungo un'altra cosa: dobbiamo stare attenti perché poi il rischio che corriamo di mandare in corto circuito le istituzioni è molto grave, perché è evidente che non possiamo privare le persone di diritti elementari. Poi, se il giudizio sarà negativo è un altro paio di maniche, ma dare la possibilità a una persona di potersi difendere è un fatto sostanziale per una società che abbia il termine “civile” nel suo DNA.
Per questo invito a riflettere su questo tema così sensibile, così importante e così drammaticamente attuale; altrimenti - perdonatemi - chi sbandiera ogni giorno la parola “garantismo” eviti di ripeterla in quest'Aula .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/83 Giachetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/84 Loperfido c'è un parere favorevole del Governo, va bene. Passiamo all'unico ordine del giorno accantonato, il n. 9/1458-A/78 Pastorella. Chiedo al Sottosegretario Molteni il parere.
NICOLA MOLTENI,. Presidente, su quest'ordine del giorno il Governo propone la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a continuare a rafforzare la capacità di individuare (…)”.
PRESIDENTE. Onorevole Pastorella accetta la riformulazione?
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Presidente, accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/78 Pastorella, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Colleghi, dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto finale. Tuttavia, poiché nella seduta di ieri è stato convenuto che la parte antimeridiana della seduta odierna termini alle ore 13 e, tenuto conto del numero degli iscritti a parlare, tale fase potrebbe avere una durata pari a un'ora e 40 minuti, sospendo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15 per le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale. Si proseguirà poi con il seguito della discussione delle mozioni in materia di politiche per il clima.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1458-A.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Presidente, +Europa non ha partecipato al voto sulla fiducia, come è avvenuto anche per gli altri provvedimenti di conversione di decreti su cui è stata messa la fiducia, perché non intendiamo avallare in alcun modo, e anzi intendiamo in tutti i modi opporci, anche in sede parlamentare, alla cancellazione del Parlamento che sta avvenendo attraverso l'uso non solo reiterato, ma direi ormai totalizzante, della decretazione d'urgenza e della posizione della questione di fiducia in fase di conversione.
Esprimo, invece, una dichiarazione di voto contraria sul provvedimento, perché noi ci troviamo di fronte incredibilmente al terzo decreto, solamente quest'anno, sulla materia dell'immigrazione. A questi tre decreti va aggiunta una serie di altre misure normative che sono state emanate dal Governo all'interno di altri provvedimenti che avevano come oggetto principale altre materie. La domanda che noi poniamo - è una domanda retorica che poniamo al Governo, ma anche alla Presidenza della Camera e all'opinione pubblica -, enfatizzandola, è quale sia la ragione della necessità e dell'urgenza delle norme che il Governo ha introdotto sulla materia dell'immigrazione attraverso questo decreto.
A noi sembra che l'unica urgenza, che ormai è divenuta un'emergenza, sia proprio l'incapacità del Governo di approcciare la materia complessa del governo dei flussi migratori con un approccio minimamente razionale e ragionevole. Quello che c'è all'interno di questo decreto ha dell'incredibile.
Sottosegretario Molteni e Sottosegretario Prisco, qual è la ragione di necessità e urgenza di ampliare la capienza dei centri di accoglienza, e farlo con un atto formale, ma virtuale, burocratico?
Da un giorno all'altro voi dite che, nelle strutture in cui fino a ieri entravano e potevano essere accolte 100 persone, con questo decreto potranno esserne accolte 150. Qual è la ragione di necessità e urgenza di calpestare tutti quei criteri di agibilità, quei criteri semplicemente di compatibilità di quegli ambienti con un certo numero di persone, quei criteri che garantiscono i requisiti di igiene e di sanità? Ma voi, Sottosegretari, siete stati in visita recentemente ad alcuni di questi centri? Avete visto come questi centri, che hanno la capienza di 200 persone, già ora ne contengono 600? Avete visto come in questi centri vengono allestite tende della Protezione civile, all'esterno, per accogliere altre persone? All'interno di queste tende, ve lo testimonio perché ne ho visti più di uno, ci sono 8 brandine. Per scendere da una brandina bisogna salire su quella accanto e, quando ho chiesto al personale dell'ente gestore e alla prefettura come si scalderanno queste persone d'inverno, mi è stato detto con delle stufe, vivaddio, con delle stufe, che saranno messe all'aperto, nelle pozzanghere, in luoghi dove c'è la neve.
Questa sarebbe l'urgenza di cui si deve occupare il Governo, non moltiplicare la capienza di questi centri con atti burocratici che ovviamente non risolvono le problematiche effettive che hanno queste strutture. Ma qual è la necessità, qual è l'urgenza di cancellare l'accesso al gratuito patrocinio per le persone migranti che potevano accedere per legge al gratuito patrocinio per fare ricorso contro il diniego delle loro domande? Qual è la necessità e urgenza?
Lo abbiamo segnalato anche questa mattina, quando abbiamo discusso e votato gli ordini del giorno. Peraltro, avete fatto questo intervento con un emendamento che la presidenza della Commissione affari costituzionali avrebbe dovuto considerare inammissibile, perché è del tutto estraneo alla materia del provvedimento e contrario a una direttiva europea.
Quindi ci sarà ancora una volta un giudice che disapplicherà questa norma e voi urlerete ai giudici che ce l'hanno con il Governo, ai giudici…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Poiché l'attenzione per il Parlamento è ormai arrivata a un livello mai così basso, mai visto prima, almeno chiediamo che l'attenzione per quello che diciamo, nella speranza che possa essere udito e compreso dal Governo stesso, vi sia nella fase delle dichiarazioni di voto.
Dicevo, qual è la motivazione di necessità e urgenza di avere reso così sommaria la valutazione dell'età dei minori stranieri, di averla resa una misurazione e non quell'approccio multidisciplinare che era previsto dalla norma? Una norma che nel nostro Paese c'era e che funzionava, e che voi intendete smontare. Qual è la motivazione per aumentare la permanenza dei ragazzi minori e delle ragazze minori all'interno di centri per adulti? A me dispiace, ma l'unica motivazione che vedo - dispiace doverlo riconoscere - è un approccio cinico che contiene anche un disprezzo per i cittadini stranieri, nell'illusione, che voi nutrite, che questo possa funzionare come dissuasione per non fare arrivare queste persone. Questo è un approccio fallimentare e sta arrivando il momento, dopo più di un anno che siete al Governo, di valutare i risultati delle vostre politiche sull'immigrazione.
Qual è stato il risultato della criminalizzazione delle ONG, il primo decreto che avete emanato? Qual è stato il risultato del cosiddetto decreto Cutro, con quelle misure sulla protezione speciale? Non c'è stato alcun risultato, se non l'accanimento afflittivo nei confronti di queste persone. Voi direte: “qual è l'alternativa?”. Qualcuno, ascoltando questo dibattito, può chiedersi: “qual è l'alternativa?”. L'alternativa dovrebbe essere quella di riformare la normativa sull'immigrazione nel nostro Paese in modo rigoroso, assolutamente rigoroso, cioè lavorare per aumentare i rimpatri volontari e non volontari, cosa che voi non avete fatto e sulla quale non avete raggiunto risultati, e contemporaneamente lavorare per aumentare gli ingressi regolari nel nostro Paese e le regolarizzazioni di cittadini nel nostro Paese a determinate, rigorose condizioni.
Ad esempio, quando un cittadino è irregolare e ha un datore di lavoro pronto ad assumerlo deve avere la possibilità di regolarizzarsi. Questo è l'interesse del nostro Paese, della nostra economia, quello che ci chiede il sistema produttivo. Purtroppo, invece, voi state insistendo con un approccio, ripeto, cinico che esprime il disprezzo nei confronti di queste persone.
L'impianto di questo decreto, inutilmente cinico, fatto di norme affastellate, che vanno a diminuire le garanzie delle persone migranti che sono nel nostro Paese, non aumenterà la sicurezza dei cittadini italiani, non aumenterà il numero di rimpatri. Aumenterà solamente la situazione di conflitto, la situazione di marginalità sociale e aumenterà il livello della vostra propaganda.
È lo stesso impianto propagandistico, che non avrà risultati, inefficace, dell'Accordo che state portando avanti con l'Albania. Ancora non avete chiarito, nonostante la marcia indietro che il Governo ha fatto, riconoscendo, vivaddio, che serve un'autorizzazione alla ratifica da parte del Parlamento, a cosa serviranno quei centri, perché delle due, l'una. Se le persone che saranno lì rinchiuse - peraltro, in base al nostro ordinamento, i richiedenti asilo non devono essere rinchiusi, semmai, in base alla legge, dovrebbero avere e godere dei servizi di accoglienza - riceveranno il riconoscimento della protezione, dovranno essere riportate in Italia.
Se, invece, avranno un diniego alla loro domanda di protezione, dovranno comunque essere riportati in Italia. Quindi, tutta questa costruzione retorica - concludo, Presidente - e questa necessità anche di modificare la nostra normativa, che valuteremo nel dettaglio durante tutto l'iter di autorizzazione alla ratifica di quel provvedimento, sarà semplicemente un atto costosissimo, completamente inutile e completamente propagandistico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Elena Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi e signori Sottosegretari, state per approvare l'ennesimo decreto-legge Immigrazione: sì, perché, da quando è arrivato il Governo Meloni, fate decreti-legge solo su due temi: vi inventate nuovi reati, aumentando le pene, o fate decreti-legge inutili sull'immigrazione, perché non c'è nessun'altra emergenza nel Paese, giusto? Perché fare un decreto-legge per le liste d'attesa in sanità, o per la situazione di emergenza nei pronto soccorso? Segnalo che a Roma, nei pronto soccorso, ci sono persone che stanno da 45 giorni su una barella in attesa di andare in reparto. O perché intervenire sulle famiglie, che non riescono a pagare le rate dei mutui, o il carrello della spesa - anzi vedete bene di aumentare l'IVA sui prodotti per l'infanzia e per le donne - e casomai mettere mano alla benzina? Perché andare dietro alle misure del Governo Draghi, quando possiamo farla pagare così tanto agli italiani che si devono spostare in auto? No, intervenite solo sull'immigrazione e, del resto, avete fatto tutta la campagna elettorale sull'immigrazione; con Meloni e Salvini al Governo gli italiani potevano dormire sonni tranquilli: blocco navale, chiusura dei porti, rimpatri immediati, mai più migranti irregolari nelle stazioni delle nostre città. E, invece, un bel bagno di realtà: dal 1° gennaio di quest'anno, con il Governo Meloni, gli sbarchi ad oggi - fonte il Ministero dell'Interno - sono 152.216 e l'anno non è ancora finito: sono raddoppiati gli sbarchi rispetto all'anno scorso e sono triplicati rispetto a due anni fa. Fate raddoppiare gli sbarchi, ma in compenso bloccate il rientro dei cervelli in Italia, quella è l'unica migrazione che siete in grado di bloccare. Allora, cosa fate di fronte al fallimento delle vostre politiche sull'immigrazione? Decreti-legge su decreti-legge. Avete cominciato a inizio anno con il decreto-legge ONG: la Presidente Meloni ha annunciato che avrebbe percorso tutto il globo terracqueo per inseguire i trafficanti di esseri umani; risultato 152.216 immigrati irregolari. Poi è arrivato il decreto-legge Cutro perché, a fronte della tragedia di decine di persone morte in mare, il Governo ha risposto: “Chi si mette in mare lo fa a proprio rischio e pericolo. Dobbiamo dare l'idea che l'Italia sia a tolleranza zero. Non partite e avvisate nei Paesi di origine che non ci si deve mettere in mare”, risultato 152.216 immigranti irregolari con il Governo Meloni. Poi gli accordi con la Tunisia che, nelle sei settimane successive, hanno duplicato gli arrivi dalla Tunisia rispetto alle 6 settimane precedenti e, ciliegina sulla torta, i fantomatici accordi con l'Albania, che sono una fantastica campagna in vista delle Europee per la Meloni, che deve rosicchiare punti su Salvini, che la incalzava sull'immigrazione, una campagna elettorale gigantesca pagata milioni di euro dai cittadini italiani. Se mai dovessero essere realizzati quei centri, accoglieranno al massimo 3.000 migranti in Albania, più o meno gli sbarchi di due giorni a Lampedusa: solo ieri nel nostro Paese sono arrivati 832 migranti irregolari, ripeto: 832 soltanto nella giornata di ieri, questo è il successo delle politiche del Governo Meloni-Salvini. E allora? Allora c'è l'Europa: è l'Europa che non ci consente di parlare di nuove politiche migratorie e di cambiare gli accordi di Dublino. Ma chi in Europa ve lo impedisce? I vostri alleati, i Governi polacco e ungherese, i vostri amici, quelli che in Europa fanno parte del partito della Meloni. La leader Meloni non riesce a convincere i suoi alleati a votare a favore delle misure proposte dal Governo italiano in Europa, perché chi mette il veto sono i vostri alleati in Europa. Allora, cosa vi è rimasto da fare? Attaccare i più deboli tra i deboli, i più fragili, i minori stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro Paese. Con questo decreto-legge, avete toccato il fondo: i minori stranieri non accompagnati sono bambini e bambine che arrivano nel nostro Paese senza i genitori, senza un adulto di riferimento, soli, dopo aver attraversato il deserto, dopo essere stati in dei centri in Libia o in Tunisia in condizioni drammatiche, affrontando un viaggio disperato. Voi li avete visti? Ci avete parlato? Io sì: sono stata nei centri anti-tratta, sono stata anche sulle navi che bloccavate nei porti, quando a Palazzo Chigi c'era il del progressismo, Giuseppe Conte, e sono stata attaccata dai vostri seguaci sui con offese e minacce di ogni tipo. Parlateci o, se non volete guardare in faccia quelle persone, almeno andate al cinema e guardate un bellissimo film, come che vi può raccontare tanto di quelle storie e di quelle persone. Nonostante quelle vite e quei traumi che quei bambini hanno già vissuto, voi li sottoponete a degli esami disposti dall'autorità di Polizia, sulla base di un'autorizzazione orale del tribunale, che non hanno nessuna base scientifica, che hanno un margine di errore di due o tre anni, che sono invasivi, che avvengono senza quell'approccio multidisciplinare e senza il supporto di un mediatore culturale, di uno psicologo, e che non sono gli esami davvero seri che invece prevedeva la legge sui minori non accompagnati del 2017, la legge Zampa, a cui abbiamo lavorato quando eravamo al Governo, a cui ho lavorato, insieme all'onorevole Zampa. Non era un liberi tutti, c'erano i controlli anche lì, solo che quella legge aveva una base scientifica e una tutela dei diritti dei minori che voi cancellate. E, non contenti, mettete i minori nei centri per gli adulti, che ovviamente aumentate anche nella capacità del 50 per cento, così da farli vivere in condizioni ancora peggiori. Come pensate che vivranno quei minori nei centri, in totale promiscuità con gli adulti, senza un supporto linguistico, psicologico e senza una formazione professionale? Come usciranno da lì, in aggiunta ai traumi che hanno già vissuto, sperando che non subiscano abusi? Saranno facile preda della criminalità organizzata o cresceranno con quel risentimento e con quella rabbia, in cui facilmente poi trova terreno fertile anche l'estremismo. Voi state predisponendo le condizioni per far accadere in Italia quello che già è successo in Francia e in Belgio, nelle periferie, nelle . Noi vi abbiamo indicato una soluzione diversa e l'abbiamo portata avanti fino a che siamo stati al Governo: un euro in sicurezza e un euro in cultura. Occorre investire nell'educazione, nella formazione e nell'accesso al mondo del lavoro per questi ragazzi.
Guardate, il Governo in Commissione ci ha detto che, se ha dovuto mettere i bambini, i minori, nei centri per gli adulti è perché non esistono gli spazi nei centri destinati ai minori, come prevedeva la legge del 2017. Allora non si guarda più all'interesse superiore del minore, come chiede la direttiva europea del 2013 e come chiedono le convenzioni internazionali, ma si guarda all'interesse superiore del prefetto. Peccato però che, dopo la legge del 2017, pochi mesi dopo, è cambiato il Governo, è arrivato il primo Governo giallo-verde quello Conte-Salvini. Da allora ad oggi, la Lega è stata al Governo ininterrottamente, tranne un anno e lei, Sottosegretario Molteni, è stato Sottosegretario al Ministero dell'Interno ininterrottamente (tranne un anno) dal 2018 ad oggi. Allora, chi doveva realizzarli quei centri di accoglienza, se non voi, che siete stati al Governo, se non lei, che è stato Sottosegretario al Ministero dell'Interno? Non cercate alibi, quando parlate con i prefetti o con i sindaci in difficoltà. E ancora oggi avete negato a un nostro ordine del giorno l'impegno a costruire nuovi centri di accoglienza per i minori di prima e seconda accoglienza, perché non volete affrontare e risolvere il problema. Guardate, spesso le forze di Governo scendono in piazza dicendo che vogliono difendere i valori occidentali. Vi svelo un segreto: tra i valori occidentali ci sono anche il rispetto e la tutela dei diritti dei minori; tra i valori occidentali ci sono anche l'accoglienza, l'integrazione e il multiculturalismo, non solo per le radici cristiane che sono alla base dei valori occidentali - Gesù stesso è stato migrante -, ma per i tanti sostenitori di Fratelli d'Italia che giustamente vivono nell'orgoglio della storia romana. Anche il mito fondativo di Roma è la storia di discendenti di migranti, è la storia dei discendenti di Enea, che ha lasciato la Turchia (Troia), peregrinato per tutto il Mediterraneo, fino a arrivare nel Lazio. I nostri valori sono valori di accoglienza. E allora ricordiamoci la storia di un bambino che non ha un nome, un bambino che veniva dal Mali, che ci ha ricordato il Presidente Mattarella, che tiene nelle sue stanze un'immagine che ricorda la storia di quel bambino, che noi abbiamo letto grazie al medico che ha effettuato l'autopsia sul corpo di quel bambino, recuperato in mare dopo un naufragio. Aveva 14 anni e hanno trovato, cucita sulla giacca, la pagella scolastica: arrivava in Italia portando tutto quello che poteva avere in dote, la voglia di studiare, di impegnarsi ed i suoi risultati a scuola. Lui purtroppo non ce l'ha fatta, ma noi vorremmo che altri bambini e altre bambine, altre ragazze e ragazzi possano avere un futuro e possano averlo anche nel nostro Paese. Voi state cancellando il diritto al futuro di quei bambini. Noi siamo convinti che i diritti dei minori non siano diritti minori. Per questo, convintamente, come Italia Viva, voteremo contro questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Quando si parla di immigrazione, due sono le parole che dovremmo immediatamente avere nella nostra testa: solidarietà e responsabilità. Non sempre è semplice bilanciare i diversi principi, ma è necessario - e lo diciamo sempre come Noi moderati - accogliere i migranti che scappano da guerre, da persecuzioni, da fame, e contrastare l'immigrazione clandestina. Non sono azioni che si contrappongono, ma sono azioni complementari. Per questo noi crediamo moltissimo nella regolamentazione del fenomeno migratorio. È quello che sta facendo il Governo, è quello che sta facendo la maggioranza e crediamo che sia la strada per contrastare l'immigrazione clandestina.
Il decreto all'attenzione dell'Aula di quest'oggi tiene in forte considerazione qual è il ruolo del nostro Paese, che molte volte non è il paese di destinazione, ma il paese di transito di immigrati, che purtroppo certe volte non arrivano neanche nel nostro Paese e il Mediterraneo diventa, in questo caso, il cimitero di tanta speranza di chi si allontana da enormi difficoltà. Quindi, l'Italia è una tappa e il decreto tiene in considerazione quest'aspetto e nel rapporto di approfondimento semestrale sui minori stranieri non accompagnati la Direzione generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali riporta non solo dati, ma le storie che invito molti colleghi a leggere, a entrare nel vivo dei drammi e delle situazioni spaventose in cui si trovano molti immigrati, fra questi, tanti giovani. A me hanno colpito le storie di Hussnain, Issa, Mohamed, Rahman. Leggere attraverso queste storie la speranza e la fiducia nei loro occhi per cercare un futuro migliore, una prospettiva diversa rispetto al Paese e al continente dove sono nati. Qui entra in gioco la solidarietà e la responsabilità, come Nazione, come popolo, come italiani.
Ci troviamo ad intercettare le traiettorie di vita di questi ragazzi lontani da ogni riferimento e legame familiare o comunitario. È una grande responsabilità quella che abbiamo, ancor di più immaginando cosa hanno dovuto affrontare per arrivare qui e cosa, in realtà, stanno cercando, perché su una cosa dobbiamo essere chiari: non sempre coloro che arrivano nel nostro Paese trovano quel futuro migliore che stavano cercando. Certo, per chi scappa da una guerra ritrovarsi in un qualsiasi territorio privo di conflitti è già un passo in avanti, ma credere che chiunque sia arrivato in Italia abbia migliorato le proprie condizioni di partenza è frutto di superficialità e forse anche di un certo provincialismo. Al netto del fatto che non possiamo non considerare doveroso salvare ogni vita in difficoltà in mare e che ogni vita persa rappresenta un dolore atroce, ancor di più quando si tratta della vita di bambini, dobbiamo sempre tener presente che accoglienza non è una coperta calda dopo un naufragio: accoglienza è solidarietà e responsabilità. L'Italia si è dotata di una normativa specificatamente rivolta ai minori stranieri, che prevede una tutela rafforzata tra cui il divieto assoluto di respingimento alla frontiera e un percorso di accoglienza diverso per minori ai quali può essere riconosciuto il permesso di soggiorno per minore età o per motivi familiari.
Allora, questo decreto va oltre e tiene conto di alcuni dati forniti dal rapporto semestrale sugli MSNA che fanno capire bene in che contesto ci stiamo muovendo. I minori stranieri non accompagnati presenti in Italia al 30 giugno 2023 sono quasi 21.000. L'86,6 per cento è composto da maschi, di questi oltre l'80 per cento ha fra i 15 e i 17 anni; quasi la metà - il 44,7 per cento - dichiara di avere proprio 17 anni. Se guardiamo agli arrivi dei primi mesi di quest'anno e ai minori di genere maschile, quasi il 73 per cento ha oltre 16 anni. È interessante notare che la proporzione per fasce di età quando si guarda le bambine è totalmente invertita, con quasi il 47 per cento sotto i 14 anni. Voglio attirare l'attenzione su questi dati per dire che una tutela rafforzata per i minori ha senso se può davvero essere riservata a coloro che ne hanno bisogno, altrimenti ad essere danneggiati sono proprio i minori.
Altri dati. Nel 2022, sono spariti più di 13.000 minori stranieri dall'Italia, quasi il doppio dell'anno precedente. Rappresentano oltre il 75 per cento dei giovani di cui si perdono le tracce in Italia e sono, per la stragrande maggioranza, tra i 15 e i 17 anni. Se quasi il 75 per cento dei minori italiani spariti sono ritrovati, per gli stranieri non si arriva nemmeno al 30 per cento. Nella migliore delle ipotesi questi ragazzi sono riusciti a proseguire clandestinamente il loro viaggio. L'Italia non era mai stata, come ci siamo detti in tanti casi, la loro meta e speriamo possano avere raggiunto familiari, amici e congiunti. Ma le ipotesi peggiori sul loro destino sono molte, troppe, agghiaccianti: accattonaggio, droga, pedofilia, prostituzione, traffico di organi. Le maglie delle reti criminali in cui possono finire questi ragazzi non lasciano molte possibilità di scampo. Abbiamo ancora la presunzione di pensare, sentendo questi dati, che avvolgerli in una coperta al loro arrivo sia sufficiente? Non dovremmo, invece, arrivare alla consapevolezza che è necessario concentrare l'impegno all'accoglienza verso coloro che realmente scappano da guerre, persecuzioni e fame e concentrare l'impegno all'accoglienza verso chi siamo davvero in grado di accogliere.
Dobbiamo comprendere che non siamo in grado di accogliere tutti; su questo, dobbiamo tutti riflettere, altrimenti si rischia solo di strumentalizzare e di avere posizioni ideologiche. Dobbiamo riservare le tutele destinate a minori, a chi davvero ne ha diritto, perché non basta a farli entrare in Italia, per poi guardarli finire di nuovo, ancora una volta, nelle mani della criminalità, prima dei trafficanti di esseri umani poi, chissà, pedine oggetto di dinamiche più grandi di loro, dinamiche di cui non possiamo più renderci complici nemmeno girandosi dall'altra parte. Questo è coniugare solidarietà e responsabilità.
Non siamo però solo nel campo dei valori. C'è la politica estera e questo Governo su quest'aspetto sta lavorando molto. Ricordiamo la presenza del Presidente della Commissione europea von der Leyen a Lampedusa - che ha preso impegni chiari e che finalmente ha definito i confini italiani come confini europei - e l'accordo con altri Paesi; credo che emblematico sia quello con l'Albania, dove finalmente si è sancito il principio che si intervenga nei Paesi di origine. Quest'iniziativa certamente è un approccio al tema immigrazione completamente diverso rispetto al passato e si è compreso che c'è anche una strada nuova che solo il Governo di centrodestra, il Governo Meloni, la maggioranza e il centrodestra hanno intrapreso.
Entrando nel merito del decreto, nella definizione puntuale di alcuni aspetti di questo nuovo approccio al fenomeno migratorio che ho descritto poco fa, il provvedimento all'attenzione dell'Aula modifica, per esempio, la disciplina relativa alla procedura speciale di trattazione della richiesta di una domanda di protezione internazionale reiterata, cioè successiva rispetto a una prima domanda di protezione già presentata e già rigettata, definitivamente, nel merito. Infatti, la presentazione della richiesta non interromperà la procedura di allontanamento dal territorio nazionale, salvo che il questore rilevi nuovi elementi rilevanti ai fini del riconoscimento della protezione internazionale o del divieto di espulsione.
Nell'ambito del procedimento di riconoscimento della protezione internazionale, inoltre, si interviene, modificando la disciplina dell'allontanamento ingiustificato del richiedente delle strutture di accoglienza e, infine, si interviene proprio sull'accoglienza dei minori non accompagnati e delle donne con l'obiettivo di rafforzare le tutele.
In conclusione, Presidente, credo che un ultimo ragionamento sia da dedicare a ciò che ancora possiamo fare: solidarietà, responsabilità, ma anche futuro. Forse uno sforzo in più dovrebbe farlo, per cominciare a ragionare a come trasformare l'immigrazione in un valore. La storia ci insegna che, molte volte, l'immigrazione, anche se con partenze dolorose, è arrivata ad essere un grande valore, arricchendo i Paesi di accoglienza. Pensiamo all'Italia, un Paese di emigranti, oggi è per loro, per quelli che sono stati costretti dalle circostanze del momento a lasciare l'Italia per raggiungere altri Paesi che ci possiamo sentire italiani in tantissimi posti del mondo. C'è un po' di Italia in tutto il mondo. Si, è vero, siamo un Paese al centro delle rotte dei migranti, ma siamo stati a lungo un Paese di migranti. Non dimentichiamocelo e raccogliamo la storia dei nostri italiani all'estero per imparare.
Come forza politica, ci appartengono i principi di solidarietà e responsabilità, che dovrebbero sempre guidare l'accoglienza dei migranti, in particolare dei più giovani. È per questo che condividiamo l'approccio al fenomeno migratorio del Governo, che ritroviamo anche in questo testo.
Quindi, a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati, esprimo il voto favorevole sulla conversione di questo decreto-legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Da anni si utilizzano i fenomeni migratori come un giacimento vero di consenso. È anche un'arma per non parlare di profitti, sfruttamento e diseguaglianze. Si è fatto credere a tanti disoccupati, precariamente occupati e sottoccupati che la loro insicurezza sia figlia di chi è arrivato, appunto, attraversando deserti, mari e valichi e la Presidente Meloni, diciamoci la verità, con il suo Vicepresidente Salvini hanno capitalizzato questo consenso e fatto anche a gara fra loro per un decennio proprio urlando a quell'invasione, omettendo i numeri, quando governano come oggi, o stilando un vero bollettino di guerra, quando erano all'opposizione.
Per chi ci ascolta e vuole parlare di realtà do un dato: l'80 per cento delle persone migranti viene accolta da Paesi in via di sviluppo. Ma c'è un altro numero che mi ronza in testa da quando ho letto un libro di Gabriele Del Grande. Sapete quanti sono quelli che non sono arrivati? Quanti giacciono sepolti in fondo al cimitero del Mediterraneo, mangiati da pesci e accatastati sopra le tubature dei gasdotti? Ce lo dicono i dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, Agenzia delle Nazioni Unite: sono 55.127 le persone morte o scomparse lungo le rotte migratorie, in questi ultimi anni. Di queste, oltre 26.000 persone hanno perso la vita sulle tre rotte del Mediterraneo.
Voi avete una risposta anche a questo: non partite, restate a casa, fatevi andare bene una vita senza prospettive, senza futuro, senza lavoro, tanto a chi non ha niente non manca niente. Fatevi andare bene la fame, la siccità, la mancanza di acqua da bere, la morte dei figli per stenti. Siete abituati a patire e allora tollerate anche questo: tollerate la guerra, la tortura, l'omicidio dei vostri cari, perché bisogna chiedersi a chi - e lo diciamo da anni; soprattutto anche il regime dei visti di Schengen vieta di entrare in Europa - è rivolta anche più crudelmente la Bossi-Fini, in vigore da un ventennio? Ai ceti poveri e prevalentemente non bianchi dei Paesi a medio e basso reddito di Africa, Asia e Caraibi. I più vulnerabili, i più poveri, i più bisognosi: sono quelli che vengono respinti dai consolati e a cui non restano che i barconi di contrabbando dai porti franchi del Nordafrica e della Turchia.
Vedete, negli ultimi 30 anni hanno attraversato il Mediterraneo 3,5 milioni di viaggiatori senza visto, ma anche questo fa parte di una grande ipocrisia, perché anche fra le persone che lasciano le proprie esistenze c'è una frontiera razziale e sociale. Come diceva il compianto Luca Rastello, c'è chi la frontiera se la porta addosso come un cerchio rosso sul braccio, con scritto: io non posso entrare. Per queste persone la frontiera non è più un luogo; è una colpa, una condanna, qualcosa che chi ha avuto la sfortuna di incontrare non si toglierà mai di dosso e a questi figli di un Dio minore, colpevoli, quasi sempre, del reato di negritudine, sperate di rendere la vita ancora più impossibile e intollerabile, anche perché la realtà è che non sapete, né potete, ridurre i flussi. Quindi, rinchiusi in luoghi fuori dal diritto e dalla vista del mondo, perché non possiedono un permesso di entrata nella nostra fortezza, li volete ancora più invisibili, più fortificati, magari dimenticati per 18, infiniti, mesi dentro i nostri CPR.
Al posto dei coccodrilli foraggiate, con le nostre tasse, eserciti stranieri da consigliare a regimi dittatoriali, con cui traffichiamo in armi, gas e petrolio. L'esternalizzazione delle frontiere, i CPR, i sultani come Erdogan e i tiranni come Saied sono il ritratto di questa sconfitta, della sconfitta anche dell'Europa, e sono il parco divertimenti di questa destra. Ora, con quest'ultimo “decreto vergogna”, così come abbiamo detto, per quanto non piaccia ai fratellini d'Italia, vorreste addirittura cacciare persone che vivono in Italia da più di 5 anni, titolari, magari, di contratto di lavoro e alloggio, per supposti gravi motivi di ordine pubblico a discrezione del Ministro dell'Interno o per gravi motivi di pubblica sicurezza, su decisione del prefetto. Rendete più difficile ai migranti stabilizzati in Italia il ricongiungimento con la propria famiglia e raddoppiate i parametri di capienza delle strutture di accoglienza. Senza umanità, come avete detto negli ordini del giorno. Significa più risorse per ampliarle e renderle idonee? No. Significa che nello stesso spazio si può stipare il doppio di persone, come se fossero merci.
Presidente, sa cosa ci fa più rabbia? Hanno firmato il cosiddetto decreto ONG, hanno firmato il cosiddetto decreto Cutro, producendo e amplificando quelle irregolarità che dicono di voler contrastare, condannando all'illegalità migliaia di persone. Sono stati sempre loro - e bisognerebbe dirlo, in qualche modo - a partorire la legge Bossi-Fini, che ha trasformato in irregolare l'umano, l'umano desiderio di mobilità di chi cerca altrove condizione di vita migliore. Sempre loro erano al Governo nel 2003 quando avrebbero avuto l'occasione di mettere in discussione il regolamento di Dublino 2, che ha mantenuto l'imposizione ai richiedenti asilo di fermarsi nel porto di primo approdo. Lo hanno approvato senza fiatare. Lo ricordiamo: sono sempre loro e addirittura alcuni Ministri sono sempre gli stessi.
Gridate, sbraitate, ma da anni siete i veri protagonisti delle politiche dell'immigrazione. Chi, a differenza nostra, che eravamo - tutti noi - all'opposizione, ha avuto responsabilità di Governo ha sbagliato a non cancellare le norme, a non cambiarne davvero il segno o peggio - come Minniti e i decreti giallo-verdi dimostrano - ha subito la vostra egemonia, imbellettando le vostre politiche. Per questo probabilmente vi sentite così forti, vi divertite così tanto che la vostra creatività ferve. Siamo oltre lo spostamento della frontiera, siamo all'esportazione dei migranti stessi, diciamo pure alla deportazione. L'Accordo con l'Albania non è altro che questo: vìola il diritto internazionale, che vieta i respingimenti collettivi, viola il regolamento di Dublino, perché i migranti hanno il diritto di essere accolti dallo Stato europeo dove giungono e, se sono raccolti in mare da navi italiane, il territorio di accoglienza deve essere l'Italia.
Ma c'è una vulnerabilità nella vulnerabilità e voi volete colpire anche quella: nel 2020 i migranti nel mondo erano circa 281 milioni di persone e di questi 36 milioni sono minori. Molti hanno perso i genitori, i fratelli, le sorelle e gli amici. Hanno assistito ad atti di violenza indicibili. Al 31 ottobre, i minori stranieri non accompagnati in Italia erano quasi 24.000, come ricordava la collega Ghirra, ma i posti dedicati alla loro accoglienza sono poco più di 6.000. Allora, dove vanno tutti gli altri, vi chiediamo? Dove vanno? In strutture straordinarie? Vale a dire, come avete appena detto, non adeguate? Pasto e posto letto, sì, ma totale assenza di supporto psicologico, formazione ed educatori. Le strutture di prima accoglienza sono sature, ma voi, invece di garantire il servizio, cosa fate? Sbattete ragazzine e ragazzini soli insieme ad adulti fino a 90 giorni. In situazione di momentanea mancanza di strutture di accoglienza per minori, incluse quelle temporanee, il prefetto può ordinare l'inserimento del minore di età non inferiore ai 16 anni in una sezione speciale dei centri di accoglienza. Sovraffollamento, promiscuità, nessuna tutela per chi è indifeso, per chi, fuori dal circuito dell'accoglienza, rischia di diventare facile preda di sfruttatori e di trafficanti. Ma che vi importa, perché sempre animali al macello sono per voi, anzi a 16 anni sono bestie già adulte. Loro crescono prima che ne abbiamo viste tante, eppure voi ve ne fregate (non saprei usare altro termine).
Allora, si possono anche sottoporre a rilievi dattiloscopici, fotografici, antropometrici, accertamenti sanitari e radiografici. Per curarli? Macché, no: per stabilire se stanno davvero cercando di fregarci, se sono dei finti minori. I giovani e i giovanissimi che saranno colti a dichiarare il falso, perché, anziché 15 anni, ne hanno magari 19, saranno subito espulsi.
Sapete di chi state parlando? State parlando di bambini e adolescenti che hanno sofferto l'indicibile, che hanno bisogno di sicurezze e hanno il diritto a ricostruire la propria vita, bambini come i vostri, come i nostri, che lo ammettiate oppure no. Ho finito, Presidente. Siete anche fuorilegge, visto che il decreto Accoglienza del 2015 si fonda sul principio che il minore non accompagnato non possa in nessun caso essere trattenuto o accolto presso i centri di accoglienza. Ignorate l'articolo 31 della Costituzione sulla protezione dell'infanzia e anche la Convenzione dell'ONU. La vostra è una vera e propria persecuzione. Vedete, accoglienza non è una coperta calda dopo un naufragio, avete appena detto; le coperte, vi ricordo, le hanno portate i cittadini dopo la strage di Cutro ! Li avete chiamati carichi residuali e manco le bare siete riusciti a pagare di questo naufragio di Stato. Avete il cuore in cenere, l'anima magra e noi, anche questa volta, vi diciamo con il nostro cuore la rabbia di un “no”, un “no” che crede in un solo pianeta, in una sola umanità da salvare, tutta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Presidente, Sottosegretario, colleghe e colleghi, sarebbe troppo comodo, facile, iniziare questo intervento, richiamando all'assurdità normativa dell'ennesimo decreto d'urgenza da convertire, dopo un voto di fiducia, su un tema per il quale la maggioranza è stata eletta, promettendo politiche sistemiche e strutturali, quale quello dell'immigrazione. Io, invece, anche un po' contravvenendo allo stile che ho sempre cercato di mantenere in questi interventi istituzionalmente importanti, vorrei invitare tutti noi a riflettere sul significato profondo dell'atto che stiamo per compiere attraverso questo voto. È vero, la legge deve essere in grado di dare una risposta generale e, quindi, ogni qualvolta noi ci soffermiamo sulle singolarità particolari per definire la dimensione legislativa universale, rischiamo di compiere un errore, ma è anche vero che ogni legge non può essere disincarnata dagli effetti che ha sulla vita delle persone. Allora, per una volta, colleghe e colleghi, proviamo a sentire nella nostra anima e, mi permetto di dire, da mamma, anche nella nostra fisicità, la sensazione di un ragazzino di 14, 15 o 16 anni che arriva, dopo aver attraversato il mare, sulle coste italiane, non conoscendo la nostra lingua, solo, senza i genitori. Io ho due figli di 14 e di 18 anni e provo a immaginare cosa sia per un bambino della loro età arrivare in un Paese straniero, sognando un futuro del quale nemmeno possono conoscere i contorni, sentire la paura, magari, dopo aver subito violenze e torture per poter arrivare su queste coste e ritrovarsi in un contesto nel quale, invece che essere accolto in modo strutturale da un gruppo di persone, con quell'approccio multidisciplinare che la legge ad oggi prevede, prevedeva, di presa in carico, con gli aiuti psicologici, viene sottoposto, perché si è in troppi, a una valutazione fisica del proprio corpo, senza nemmeno magari capire che cosa stia accadendo e, poi, lasciato per 45 giorni in un luogo provvisorio, senza la presa in carico. Addirittura, penso magari a una ragazzina di 16 anni, a un ragazzino di 16 anni in un contesto in mezzo ad adulti di altre nazionalità con i quali magari nemmeno riesce a parlare. Vi rendete conto il tale livello di disperazione che noi andremo a mettere su queste persone ? Allora, io credo che per una volta la domanda - a chi giova tutto questo? - ce la dobbiamo porre. Sicuramente, non giova a queste bambine e a questi bambini, perché per la normativa internazionale sono bambine e sono bambini. Allora, uno dice: va bene, ma la legge non deve fare un atto di umanità. Eh, no, colleghe e colleghi, perché noi l'abbiamo ratificata la Convenzione ONU sui diritti per l'infanzia e l'adolescenza che impone, all'articolo 2 e all'articolo 3, che quei diritti noi li dobbiamo tutelare per tutte le bambine e tutti i bambini, anche quelli che arrivano nella nostra Nazione dopo aver attraversato il mare. E non sono gli “uno” o i “due” dei 152.000 che oggi sono sbarcati sulle nostre coste; sono delle cittadine e dei cittadini a cui noi, dalla nostra umanità, dobbiamo garantire questi diritti. E con questo provvedimento stiamo contravvenendo al diritto internazionale che noi in prima linea abbiamo voluto, sostenuto e di cui - lasciatemelo dire - ci siamo riempiti la bocca una settimana fa, il 20 novembre. Quella celebrazione, con l'approvazione di questo decreto, oggi, assume il volto di un'ipocrisia, che anestetizza le nostre coscienze e non impone, invece, la responsabilità di dare una risposta strutturale e necessaria. Allora, credo che da un Governo che ritiene, giustamente, anche, che l'immigrazione debba essere un fattore sistemico, la risposta deve essere quella di implementare il sistema di accoglienza, proprio per i minorenni e non aumentare o raddoppiare la capienza di strutture già esistenti senza nemmeno verificare che ci sia l'agibilità per poterlo fare, significa aumentare il numero di posti del sistema SAI destinato ai minorenni nel nostro Paese. Certo, servirà tempo, ma siete stati voi a dire che avreste risolto il problema. Nel 2015 e 2016, gli sbarchi erano stati anche più di quelli di adesso, si era arrivati a un numero tra i 160.000 e i 180.000, perché non c'è stata l'emergenza allora? Perché c'erano a disposizione 190.000 posti di accoglienza nel sistema, posti che sono stati successivamente smantellati, durante il Conte 1 e, poi, via, via, si sta cercando di ampliarli di nuovo. L'anno scorso abbiamo gestito, l'abbiamo fatto insieme, Sottosegretario, l'arrivo dei minori non accompagnati dall'Ucraina, abbiamo gridato all'invasione? Abbiamo inserito questi bambini e queste bambine nelle famiglie, nelle strutture di accoglienza anche straordinarie, facendo una fatica anche straordinaria, nominando un Commissario e li abbiamo inseriti nelle scuole. Questa è l'umanità che l'Italia deve saper dimostrare e non lo può fare solo per dei bambini che arrivano dall'Ucraina, deve essere il nostro stile, strutturale e sistemico. È chiaro che la questione dell'immigrazione va affrontata, poi, in modo ampio, integrato. Anche per quanto riguarda l'allontanamento di chi ha il permesso di soggiorno prolungato, ne capiamo le ragioni, ma finché, oggi, non ci rendiamo conto che siamo un Paese con una presenza di irregolari che sono di fatto strutturalmente previsti dal sistema legislativo che abbiamo, non faremo un passo avanti. Certo, occorre un dialogo forte e serio con l'Europa e un'assunzione di responsabilità europea, ma occorre anche prendere in mano due leggi del nostro Paese che devono essere modificate e messe in campo. In primo luogo, va cambiata la “Bossi-Fini”, perché noi dobbiamo permettere agli immigrati di arrivare nel nostro Paese con reali percorsi di inserimento lavorativo; e questo ce lo chiede non solo l'umanità che ho richiamato prima, ma ce lo chiedono le nostre imprese che in questo momento hanno bisogno di manodopera che non hanno, soprattutto le imprese del Nord. In secondo luogo, occorre rivedere la legge sulla cittadinanza, che deve essere ampliata nella possibilità di integrare davvero seriamente, per esempio nel percorso scolastico, questi bambini e queste bambine che arrivano nel nostro Paese o che nascono nel nostro Paese.
In questo decreto manca completamente una programmazione, territorio per territorio, regione per regione. Come pensate che i comuni, insieme ai prefetti, possano dare una risposta alla richiesta di sicurezza, se noi oggi andiamo a raddoppiare le persone previste dentro ai centri di accoglienza e di prima accoglienza. Ma vi immaginate in quei comuni, quei sindaci e quei prefetti a quale rischio per la sicurezza delle loro comunità possono essere sottoposti? Dovrebbe arrivare dalla maggioranza una risposta a queste istanze, che tra l'altro le vostre regioni, le regioni che voi governate, pongono e pongono con forza.
Poi, parliamoci chiaramente, arriviamo all'approvazione di questo decreto, dopo un dibattito lungo in Commissione, dove queste cose - la necessità di implementare i posti per i minori, la necessità di cambiare le regole del riconoscimento, la necessità di strutturare e rafforzare il sistema SAI attraverso un dialogo interistituzionale, che coinvolga anche il terzo settore, gli enti religiosi, i comuni - non ve l'ha chiesto l'opposizione unita, ve l'ha chiesto l'Autorità nazionale garante per l'infanzia e l'adolescenza, ve l'ha chiesto l'UNHCR, ve l'ha chiesto l'UNICEF, ve lo ha chiesto la Fondazione Migrantes della CEI!
Questi soggetti non rappresentano alcun campo largo, che non esiste; non sono le opposizioni unite: c'è un Paese che, con voce corale, vi sta dicendo fermatevi, perché il modo con cui un Paese tratta i più piccoli è il modo con cui questo Paese si presenta al futuro proprio e dell'intera umanità! Sappiate rendere ragione di una responsabilità che finora non avete dimostrato, cambiate passo, perché l'Italia non può permettersi di fermarsi e tornare indietro nella prossima umanità. Per questo, per tutte queste ragioni, Presidente, il gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-voterà in modo contrario a questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nazario Pagano. Ne ha facoltà.
NAZARIO PAGANO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, desidero iniziare la mia dichiarazione di voto con un ringraziamento per il lavoro portato avanti in queste settimane in Commissione affari costituzionali. Grazie, ovviamente, ai commissari per il loro senso di responsabilità, la loro dedizione, la loro serietà. Un grazie, però, voglio dirlo anche a lei, Sottosegretario Molteni, perché è stato sempre presente, costante, per tante ore di discussione e, soprattutto, perché posso testimoniare che ha profuso veramente tanto della sua volontà, della sua intenzione, della passione che ci ha messo anche per venire incontro alle istanze di chi non apparteneva alla sua parte politica. E questo dimostra la passione con la quale lei svolge il suo lavoro, quindi ha tutto il mio apprezzamento ! Un grazie anche, però, va alle opposizioni, per il confronto spesso franco, talvolta aspro, ma mai banale.
Mi rivolgo a lei, signor Presidente: da presidente della I Commissione non intendevo, non intendo e non intenderò mai ridurre gli spazi di una opposizione seria e coscienziosa. Quando si è reso necessario ridurre i tempi della discussione, ho comunque fatto in modo che ogni gruppo potesse esprimersi su ciascun emendamento, con tempi ridotti, ma che potesse esprimersi. Come presidente ho degli obblighi e dei ritmi da far rispettare e i gruppi di minoranza devono esserne, e ne sono, consapevoli, contemperando la loro sacrosanta volontà di svolgere attività di opposizione con le esigenze oggettive che la Commissione deve avere per giungere a conclusione dei suoi lavori.
Personalmente, sento forte la responsabilità di far sì che il Parlamento abbia un ruolo sempre più rilevante e che la Commissione, dove si svolge gran parte del lavoro parlamentare e dove si può meglio discutere del destino dei provvedimenti, più che in Aula, come è previsto dall'articolo 72 della nostra Costituzione, svolga fino in fondo, nel migliore dei modi, il proprio lavoro. E mi impegno proprio per questo motivo anche in sede di Giunta per il Regolamento, affinché si possa dare più spazio al lavoro delle Commissioni, perché è lì che la maggior parte del lavoro sui provvedimenti viene svolto ed è lì che bisogna esercitare il massimo dell'impegno. È per questo che penso che qualche modifica al nostro Regolamento in tal senso si debba portare avanti e debba essere portata a conclusione, così come penso che il ricorso alla decretazione d'urgenza da parte del Governo, ovviamente, debba essere contemperato con un maggiore investimento dell'iniziativa parlamentare.
Ma passiamo al provvedimento. Credo che l'unico modo che abbiamo per affrontare correttamente il tema dell'immigrazione sia quello di cambiare prospettiva, paradigma. Siamo di fronte a un fenomeno strutturale che sta accompagnando il mondo e lo accompagnerà anche in futuro. E un grande problema strutturale ha bisogno di politiche strutturali e non emergenziali, ha bisogno di un continuo aggiornamento delle misure di accoglienza, ma anche di quelle di protezione. Da qui, l'impegno del Governo, che Molteni ha perfettamente rappresentato, e del Parlamento nel dare risposte a una situazione in continua evoluzione, che richiede il nostro costante impegno. In ballo non c'è solo il futuro del nostro Paese, ma dell'Europa intera e delle risorse umane, economiche e di visione che sapremo mettere in campo. Questo decreto arriva dopo l'eccezionale afflusso di migranti del 2023 e delle conseguenze che ne derivano sul piano dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Se abbiamo il dovere di accogliere chi scappa da guerre, da carestie, chi fugge insieme ai propri figli o chi li lascia partire da soli nella speranza di offrire loro un futuro migliore, abbiamo, allo stesso tempo, il dovere di decidere chi entra in Italia e, quindi, chi entra, di fatto, in Europa. Questo compito è nostro, non possiamo delegarlo a scafisti privi di scrupoli ! Nostro dovere è anche fare in modo che queste persone non finiscano nelle maglie delle organizzazioni criminali implicate nel traffico di stupefacenti e in altri crimini. Ecco perché, con questo provvedimento, rafforziamo le Forze armate, l'Arma dei carabinieri, il Corpo della guardia di finanza, con interventi di supporto logistico e approvvigionamento di beni e mezzi, con 9 milioni di euro l'anno per i primi e 4 per gli ultimi ed è per questo che aumentiamo con 15 milioni di euro per il 2023 le risorse destinate agli straordinari per la Polizia e di oltre 2 milioni quelle per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Queste cose non vanno dimenticate.
Il tema della sicurezza chiama in causa i nostri comuni, i nostri territori. Sappiamo che i sindaci sono in prima linea, lo sanno anche i sindaci di sinistra, lo sanno, quindi, anche i parlamentari di sinistra, perché è a loro che si rivolgono; anche loro hanno bisogno di avere un aiuto, perché è su di loro che gravano i grandi flussi migratori. È una funzione delicatissima ed essenziale per gli equilibri nazionali ed internazionali. Da qui, l'incremento di 400 unità delle Forze armate nell'ambito dell'operazione “Strade sicure” e nelle stazioni ferroviarie per garantire legalità e tranquillità ai cittadini e, ovviamente, anche ai turisti che vengono in Italia.
Il richiamo ai sindaci mi permette di toccare un altro punto dirimente, un punto che è stato molto controverso e combattuto in Commissione e, cioè, quello dei minori stranieri non accompagnati, che, voglio ribadirlo, sono e saranno sempre la nostra priorità, perché meritano tutta la nostra attenzione e la nostra tutela , lo abbiamo detto in Commissione, lo ha detto, devo dire, anche il Sottosegretario. Solo in condizioni di straordinaria emergenza, in occasione di flussi particolarmente elevati e ravvicinati, su richiesta dei prefetti, potranno, per un periodo limitato di tempo, essere accolti insieme agli adulti. Ma non è questa la finalità del provvedimento, la regola è che i minori stiano separati dagli adulti e che non vi sia promiscuità. È solo un fatto di assoluta eccezionalità e assoluta straordinaria emergenza , se sindaci, anche di sinistra, hanno chiesto questo, perché sono loro, insieme ai prefetti, ad aver chiesto al Governo questo provvedimento.
E, a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, non posso non citare un passaggio che ci sta - voglio usare il plurale - molto a cuore e che parla della nostra volontà di combattere ogni forma di violenza. Durante i lavori della Commissione, la maggioranza ha sostenuto un ordine del giorno importantissimo - se avessimo potuto, l'avremmo accolto come emendamento, ma non c'è stata questa possibilità -, che impegna il Governo ad individuare percorsi di assistenza e supporto sempre più efficienti per le giovani donne immigrate che hanno subito violenza.
La legalità degli ingressi è una garanzia anche per loro e, per questo, vogliamo lavorare per aprire canali legali, con flussi regolari e ordinati, indispensabili anche per andare incontro alle esigenze del nostro sistema produttivo. Non dimentichiamo mai che l'economia per questo Paese è fondamentale.
Resto, poi, convinto del fatto che i fenomeni non potranno essere contrastati efficacemente finché l'Unione non avrà sviluppato una reale politica migratoria, in coerenza con i principi dell'equa ripartizione degli oneri e della solidarietà che sono iscritti nei Trattati, che, però, purtroppo, non vengono mantenuti. Al tempo stesso, occorre rafforzare gli strumenti di contrasto dei reati connessi al traffico di migranti e migliorare lo scambio di informazioni fra i Paesi, perché questo, purtroppo, spesso manca. Non possiamo allora più consentire di entrare in Italia a chi si è macchiato in patria di gravi reati - ma bisognerebbe saperlo prima, quindi la Rete è fondamentale contro le persone - e prevediamo, per questo, l'espulsione di chi li commette sul nostro suolo. Siamo disposti ad accogliere a braccia aperte chi intende sposare le nostre leggi, i nostri valori, le nostre tradizioni, chi si vuole realmente integrare e non chi mantiene la propria identità, la propria cultura separate dalla nostra, talvolta in contrasto.
Non possiamo in alcun modo permetterci di accettare coloro che non rispettano i princìpi fondanti della nostra democrazia. Questo Governo si sta muovendo a 360 gradi per portare avanti una politica complessiva sul tema delle migrazioni.
Vado a concludere. Dal rafforzamento della collaborazione con i Paesi amici a quella con i Paesi di origine e transito: è da lì che nascono la Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni, lo scorso luglio, il Protocollo con l'Albania e il Piano Mattei.
Il provvedimento che stiamo per votare è parte integrante di questo lavoro, un sostegno legislativo importante per chi chiede protezione e una sponda fondamentale per governare in maniera più efficace l'immigrazione regolare e combattere quella irregolare.
Vogliamo un'Italia più sicura, vicino ai propri territori, alle famiglie e alle imprese, garantendo legalità, certezza del diritto, attenzione ai più fragili e vulnerabili, una sempre maggiore integrazione per chi arriva nel nostro Paese.
L'intento che Forza Italia sostiene da sempre in modo convinto, contribuendo a disegnare soluzioni e strategie d'azione, è quello di continuare a tracciare un percorso organico, coerente, incisivo e ambizioso. È per questo motivo che annuncio il voto favorevole a questo decreto-legge da parte dell'intero gruppo di Forza Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ida Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, ci risiamo. In pochi mesi, ancora una volta, il Parlamento è investito del terzo decreto-legge adottato con urgenza, avente ad oggetto la materia migratoria. Il Governo pensa forse che gli italiani giudicheranno la vostra capacità di gestire il fenomeno migratorio, su cui avete incentrato tutta la vostra campagna elettorale, in base al numero dei decreti che sfornate in continuazione o dei bislacchi accordi migratori che firmate con Paesi extraeuropei? Per non parlare del famoso Piano Mattei per l'Africa: che ci sia, ciascuno lo dice; ma cosa sia, cosa contenga e con quali soldi finanziarlo, nessuno lo sa. Non pensate che i cittadini, che non sono poi così sprovveduti, giudicheranno, invece, la qualità dei vostri provvedimenti e la loro efficacia concreta? Gli propagandistici funzionano e hanno funzionato, non c'è che dire, avete la maggioranza. In campagna elettorale, però. Altrimenti, il fallimento è garantito, così come lo sta garantendo questo Governo, con il raddoppio degli sbarchi e i rimpatri al palo: oltre 150.000 sbarchi, 4.000 rimpatri e una gestione allucinante durante questa estate.
Certo, l'imbarazzo è comprensibile, la rincorsa ai provvedimenti anche. Dopo anni di propaganda, passati ad alimentare la paura dell'uomo nero e a far credere agli italiani di aver pronte facili soluzioni, sbandierando blocchi navali subito, porti chiusi, espulsioni di massa e rimpatri immediati, l'impatto con la realtà ha un effetto devastante. L'immigrazione è la vera Caporetto del Governo Meloni. Ma la campagna elettorale è finita, siete stati eletti per governare, non per fare campagna elettorale permanente. E, sommessamente, mi permetto: finitela con questo atteggiamento vittimistico, non è sempre colpa degli altri. Ci sono problemi da affrontare, grandi e piccoli, e voi avete il dovere e la responsabilità di affrontarli per il bene degli italiani, che vi hanno dato questa possibilità. Così, nell'impossibilità di mantenere la principale delle vostre promesse elettorali, state adottando una pletora di provvedimenti e di misure inutili, di accordi bislacchi e poco o niente risolutivi. Insomma, continuate con misure pubblicitarie, che danno il senso di un Governo sconfitto, confuso, in affanno, lungi dall'avere un orizzonte politico chiaro, che mostra di non avere idee risolutive e procede a casaccio, in modo raffazzonato, per tentativi che via via hanno mostrato, nei fatti, la loro inutilità e il loro ulteriore fallimento. Ma certamente, si tratta di provvedimenti che si muovono nel solco di una direttrice comune. Qual è questa direttrice? Un accanimento quasi persecutorio nei confronti delle persone migranti. Provvedimenti, tutti, volti a un inasprimento normativo delle possibilità di accesso e permanenza in Italia, delle condizioni di vita dei migranti, una limitazione costante di diritti umani universali, una “cosificazione” della persona migrante, non più essere umano da accogliere e tutelare, ma problema da eliminare, anche se minore. Un solco nel quale si è alzata e si va alzando, progressivamente, l'asticella della crudeltà e della disumanità.
Andiamo all'analisi dei risultati. Con il decreto ONG, che limita la possibilità di intervenire in sede di salvataggio da parte delle organizzazioni non governative, criminalizzate come del fenomeno migratorio, diteci: gli sbarchi sono diminuiti oppure sono solo aumentati i morti annegati a causa della mancanza e della limitazione di soccorso? Con il decreto Cutro abbiamo preso gli scafisti nel globo terracqueo, decreto con cui si diminuisce la possibilità di avvalersi della protezione umanitaria. Parliamo di protezione umanitaria e si aumenta la detenzione nei CPR fino a 18 mesi. Il decreto Cutro ha scoraggiato le partenze? Triplicare la permanenza dentro i CPR aumenterà i rimpatri o si limiterà a tenere in condizione di detenzione persone che non hanno commesso reati, triplicando, peraltro, i costi per gli italiani? E poi il decreto Sud, da realizzare subito, con almeno 20 CPR, di cui uno in ogni regione: i CPR hanno visto la luce oppure sono stati contrastati dai presidenti delle regioni, che non li vogliono nel loro territorio, a partire dai presidenti delle regioni di centrodestra? Naturalmente, c'è la Sicilia, che ne ha ben 3, sacrificata per tutti nel silenzio connivente del suo presidente.
E così, per non scontentare nessuno, il pannicello caldo dell'Accordo con l'Albania, al meglio inutile e costosissimo, al peggio illegale. Ma non era più semplice chiamare l'Europa alle proprie responsabilità e convincere i Paesi ostili, quelli delle destre nazionaliste, che è giusta ed essenziale una redistribuzione automatica, poiché non possiamo fare tutto da soli e siamo al confine più esposto dell'Europa?
Quanto al decreto in esame, secondo la relazione illustrativa, si è reso necessario e urgente, in ragione dell'eccezionale afflusso di migranti verificatosi nel 2023 e delle conseguenze che ne derivano sul piano dell'ordine e della sicurezza pubblica. Ma credete che sia emergenza vera o è solo una gestione inadeguata? Perché nel 2016 si è toccato il massimo degli sbarchi in Italia, oltre 181.000, e siamo ben lontani da quel numero, ma non si è determinata alcuna emergenza. Anche questo decreto si muove nel solco dei precedenti: dopo aver attaccato i disperati che arrivavano per mare, cercando tutti i modi per aumentare i casi di espulsione, restringendone i diritti e limitando le libertà, ora ci si rivolge ai titolari di permesso di lungo periodo, persone che sono in Italia da più di 5 anni e che hanno lavoro e alloggio, le quali vengono sottoposte alla minaccia permanente dell'espulsione da parte del Ministro dell'Interno.
Naturalmente, tutte norme volte a diminuire il diritto di difesa e la possibilità di reingresso dei migranti, persino quando sono persone offese dai reati e vorrebbero tornare in Italia per difendere la loro posizione. In ogni caso, in virtù di questo eccezionale flusso, si raddoppiano i parametri di accoglienza nelle strutture in caso di arrivi consistenti e ravvicinati, praticamente ciò che si è verificato quest'estate. E rispetto a questa evenienza, che ha assunto contorni drammatici per alcune comunità del Sud Italia, mentre il Governo ha dichiarato lo stato d'emergenza per l'immigrazione, dando la stura alla possibilità di adottare provvedimenti direttamente da parte dei prefetti con le requisizioni e l'utilizzo anche delle caserme militari o di qualsiasi altro stabile, quale coniglio esce dal Consiglio del Governo? : è tutto facile, con una mera dichiarazione formale, i centri, che valevano per 100, ora, è legale, valgano per 200.
Ma è questa la risposta di un Governo degno di questo nome? Ma avete idea di cosa significhi il raddoppio sistematico dell'afflusso in caso di arrivi consistenti e ravvicinati , con la possibile diffusione di virus ed epidemie, con la calca, le risse, le botte, le manganellate e la gente esasperata che fugge inevitabilmente da questo inferno? Non considerate le difficoltà del personale nel gestire situazioni e i conflitti fra etnie? Voi non lo sapete, ma i migranti litigano fra loro: i tunisini litigano con i sud-sahariani perché hanno visioni diverse.
Ma il Governo dà il peggio di sé quando affronta la questione dei minori considerati con cinismo impressionante. Lungi dal considerare il minore quale soggetto vulnerabile, da tutelare e da proteggere sempre e dovunque, assumendo provvedimenti solo nel suo prioritario interesse - questo è ciò cui siamo obbligati in virtù della ratifica della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ossia operare sempre e solo nel loro effettivo interesse -, noi, invece, prevediamo la possibilità, in casi straordinari, di inserirli in questi centri anche super affollati. Parliamo di minori stranieri non accompagnati, cioè di gente che è arrivata qua e che ha perso il padre e la madre, magari annegati, o che è stata imbarcata dai genitori disperati, perché nessuno affida un minore alla rotta più pericolosa del Mediterraneo con la possibilità che muoia, se non è disperato. Non solo: si prevedono rilievi antropometrici per accertamenti sanitari, anche radiografici, invasivi e, comunque, dall'esito incerto, contro la generale presunzione di minore età sempre prevista della Convenzione ONU.
PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per favore.
IDA CARMINA(M5S). Tutto questo perché? Perché, in realtà, questo Governo non ha capito una cosa, ossia che non può sempre andare dietro a questi provvedimenti spot, raffazzonati, cinici e crudeli, ma deve imprimere una svolta. La gente lo ha capito: non si può fermare l'immigrazione. Invece che uno svantaggio, una cosa negativa, facciamone una risorsa, perché questo è. Diciamo finalmente alla gente la verità: se noi siamo cristiani - e questa Repubblica è fondata sui valori del cristianesimo -, non possiamo esimerci dal trattare ogni essere umano con umanità ed equilibrio nel rispetto della dignità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR IEZZI(LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, credo sia importante capire prima di tutto il contesto nel quale stiamo operando e per questo vorrei iniziare, ricordando Thomas Perotto: se n'è discusso poco nel nostro Paese. Si tratta di un ragazzo di appena 16 anni, di origine italiana. Qualche giorno fa, era nel suo piccolo paesino, nella Francia profonda; pensava di trascorrere una serata serena, stava partecipando al ballo d'inverno. Si divertiva tranquillo con gli amici. Era una di quelle feste che servono per cementare quel senso di comunità che caratterizza molte realtà europee. Una serata normale finita, purtroppo, con la sua morte, ucciso da un'orda di aggressori, una ventina, armati di coltelli e di . Come ha detto un membro dell'Esecutivo d'Oltralpe, si trattava di giovanissimi, tutti di nazionalità francese, ma non ce n'è uno che abbia un cognome francese; tutti arabi, naturalizzati, evidentemente all'oscuro delle ridicole teorie della sinistra italiana sullo che dovrebbe magicamente portare all'integrazione chiunque ottenga la cittadinanza . Loro integrati, evidentemente, non lo erano e odiavano tutto e tutti: la società che li aveva accolti e i loro vicini, soprattutto quelli di pelle bianca. Un massacro etnico, perché, secondo tutti i testimoni e i resoconti giornalistici, gli aggressori, mentre accoltellavano chiunque passasse loro vicino, gridavano di voler uccidere i bianchi. Odio allo stato puro, esattamente come quello dell'uomo che si è appostato fuori da una scuola, a Dublino, e ha accoltellato tre bambini e una maestra con un furore senza senso che ha poi scatenato una rivolta per le strade della città. Sembra si tratti di un algerino e, guarda un po', anche lui è naturalizzato. In Italia non è diverso, questo è quello che abbiamo in casa e per questo servono regole.
Oggi noi - e con “noi” intendo non solo l'Italia, ma tutta l'Europa - abbiamo a che fare con quest'odio. Noi agiamo in questo contesto e con questi fenomeni dobbiamo fare i conti. Subiamo flussi massicci di ingressi irregolari, la guerra in Ucraina, la crisi del grano, il terrorismo palestinese che rischia di far saltare il Medio Oriente, l'instabilità nordafricana: tutti eventi che contribuiscono a rendere ancora più pericolosa la pressione alle nostre frontiere. Frontiere che tutti, ormai, dovrebbero considerare come frontiere europee.
Nell'attesa che l'Europa metta in campo misure serie, non possiamo stare con le mani in mano. Come ho già detto anche in altre occasioni, l'Italia è un grande Paese e quando ha fatto da sola i risultati li ha ottenuti. Basti ricordare l'esperienza al Viminale di Matteo Salvini , capace di ridurre gli sbarchi e azzerare i morti nel Mediterraneo. E questo, nonostante una parte della magistratura sia politicizzata. Siamo l'unico Paese dove un magistrato, prima, scende in piazza con la bandiera rossa contro i decreti Sicurezza e, poi, si mette la toga per andare in tribunale e giudicare quei provvedimenti contro i quali ha protestato . Mi sembra evidente che Palamara ha insegnato ben poco al nostro Paese.
Con questo provvedimento, aggiungiamo un altro tassello alla nostra azione per prevenire e contrastare l'immigrazione irregolare. Se il MoVimento 5 Stelle, a un certo punto, ha preferito abbandonare la Commissione per andare a dormire - perché il lavoro, evidentemente, da quelle parti fa paura -, il PD ha portato avanti uno strenuo ostruzionismo, tanto duro quanto inutile. Non ci ha sorpreso: da sempre, quando tentiamo di bloccare il dell'accoglienza, dobbiamo affrontare la loro opposizione. In questi giorni, hanno messo in dubbio la nostra dignità, la nostra umanità, le nostre coscienze: quello che ci distingue da voi è il nostro voler rimanere umani. Avete scelto la disumanità invece del rispetto delle leggi. Ci hanno accusato di ferocia, di violenza sui minori, di disinteressarci dei loro diritti, di essere indifferenti ai morti nel Mediterraneo. Loro pensano di avere la verità in tasca, Sottosegretari. Loro, e solo loro, sanno distinguere il giusto dallo sbagliato, il bene dal male. Quante volte, Sottosegretario, le hanno chiesto, in Commissione, di riscrivere la lista dei Paesi sicuri? La Libia per loro non è sicura, la Tunisia, ovviamente, non è un Paese sicuro; per loro anche l'Albania, che è membro della NATO e in procinto di entrare nella UE, non è sicura, nonostante sia guidata da un Partito Socialista che, per inciso, a quanto sembra, conta più del Partito Democratico . Nelle cancellerie europee ancora ridono per l'assurda richiesta avanzata da uno sprovveduto parlamentare del Partito Democratico di escludere il Partito Socialista albanese dal PSE .
Insomma, nessun Paese è sicuro, tranne noi, che, quindi, dobbiamo accogliere tutti, ovviamente ospitandoli nelle strutture gestite dalle coop e lautamente pagate dallo Stato.
Sottosegretario, invece io, provocatoriamente, la vedo diversamente e le chiedo: l'Italia è veramente un Paese sicuro? Perché quello che succede, a leggere i giornali, sembrerebbe contro questa convinzione.
Le leggo quello che è successo in alcune cooperative negli ultimi mesi. : “Poco cibo, niente luce, così trattavano i ragazzi. Io? Mai visto lo stipendio. Mi avevano promesso tante cose. Un contratto, un lavoro, uno stipendio. Ho lavorato sei mesi. Niente contratto e niente stipendio. Ma la cosa che mi fa male è avere visto quei ragazzi trattati così: poco da mangiare, tante volte senz'acqua, luce e riscaldamento. Il , invece che ogni giorno, solo ogni tanto”. : niente acqua calda, i minori muoiono di freddo; la denuncia: poco cibo, nessun vestito di ricambio, non hanno niente da mangiare, i ragazzi sono abbandonati a se stessi, è come fossero in carcere; dei minorenni che vivono nella struttura non hanno neanche i vestiti per cambiarsi, non gli danno il , sono al freddo, come fanno ora che è iniziato l'inverno ? : la Coop non pagava gli affitti. : case fatiscenti, sulla Coop denunce ignorate. : dentro la coop dello scandalo i migranti - e questa è l'accoglienza di cui si parla? - dormono a terra tra escrementi e sporcizia .
Nel 2022, vedere questi poveretti buttati per terra, al freddo, tra gli escrementi di gatti e cani, fa stringere il cuore. Non si possono vedere esseri umani trattati in questo modo” . : “I soldi sparivano all'estero e nelle stanze dei migranti c'erano freddo, blatte e topi. Questo è il capitolo inclusione” : “I soldi dei migranti spesi per i safari; fatture per operazioni inesistenti della Jambo nata per aiutare le donne vittime di violenza”. Ricordiamoci del 25 novembre. : “I soldi per i migranti finivano in vestiti di lusso”. : “Bambini senza acqua e cibo; l'ex dipendente della coop: lavoravo in nero, aspetto ancora lo stipendio, loro sempre in abiti di marca”. : “Un locale in Ruanda; hotel e vestiti di lusso, quella società gestita per delinquere”. Infine, solo perché non ho tempo: “Spese pazze sulla pelle dei migranti; la coop maltrattava gli ospiti; fondi pubblici investiti in hotel di lusso e gioielli”. Vedete, questo è quello che succede nel mondo dell'accoglienza quando il profitto prende il sopravvento e purtroppo a certe realtà non mancano le coperture politiche, se è vero che i vertici di certe coop sono stati addirittura premiati, anni fa, dal Presidente della Camera e se, per difenderli, ci si è inventati anche il diritto all'eleganza, ovviamente a spese degli ultimi e degli sfruttati.
No, cara sinistra, non siete proprio nelle condizioni di fare la morale a noi, di darci lezioni di umanità . Prima, almeno, dovreste farvi un esame di coscienza che per voi - mi rendo conto - sarebbe lungo e complicato. Quindi, con questo decreto facciamo ancora un passo in avanti, sia sul fronte dell'accoglienza e del rispetto delle regole sia sul fronte della sicurezza, rafforzando Strade sicure e investendo risorse. La Lega voterà convintamente a favore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Tramite lei, grazie anche al collega Iezzi …
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi…
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). …che ci ha aggiornato sulla sua lettura su cooperative, immigrati magrebini, vestiti di marca. Si è dimenticato di parlare del decreto, ma questo è un dettaglio dentro quest'Aula forse potrà farlo in un'altra occasione.
Comunque, lo ripeto anch'io. Un anno di Governo e quattro decreti sull'immigrazione fanno uno a trimestre, come le vecchie pagelle. Di più, voi avete introdotto la norma incivile sulla cauzione di 5.000 euro per non finire in un centro di accoglienza, fino a quell'Accordo con l'Albania che costerà molto, complicherà tanto e non risolverà nulla. La realtà è che non sapete come gestire quella che da molti anni oramai battezzate come un'emergenza ma che un'emergenza non è perché appartiene a questo nostro tempo, come l'acqua al mare, e per questo chiede uno sguardo coerente sul piano umano, con i nostri principi di civiltà. Voi sapete cosa noi pensiamo sulla gravità di queste norme ed è una gravità che, calpestando la Costituzione, colpisce lo Stato di diritto. Lo fate sulle modalità di espulsione nei casi di persone presenti da anni in Italia, integrate nel lavoro e nella casa. Da domani potranno venire espulse a discrezione del Ministro dell'Interno per supposti gravi motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato. In alcuni casi, la misura sarà disposta direttamente dal prefetto. Ancora, le misure restrittive sul diritto di difesa del soggetto espulso, in questo caso con una violazione di ben tre sentenze della Corte costituzionale. Soprattutto, in una misura inedita voi colpite i più fragili. È stato detto molte volte in quest'Aula, in queste ore, in questi giorni: minori stranieri non accompagnati. È una terminologia che sa molto di polvere e di burocrazia ma parliamo di sedicenni, partiti spesso dal girone più infernale del mondo, lì dove si muore di fame o di guerra, e che, dopo mesi o anni, rischiano di essere collocati in un centro per adulti, con una promiscuità che le leggi e le norme europee oggi vietano. Come hanno spiegato i colleghi Mauri, Bonafe', Boldrini e Ciani, che ringrazio, non basta giustificarsi dietro le sezioni separate, perché dentro quelle strutture i movimenti non sono controllabili. Allora, in questa furia emergenziale, colleghi, dov'è, dov'è rimasto, dove si è perduto l'interesse superiore del minore? Il tema, secondo noi, è che a essere sbagliata è la premessa, l'idea che quelle ragazze e quei ragazzi, di per sé, costituiscano un pericolo. L'abbiamo appena ascoltato dalle parole dei banchi che adesso rumoreggiano: costituiscono un pericolo in sé e giungono da noi per inquinare la purezza della Nazione o per delinquere o per attentare alla nostra sicurezza. È incredibile, guardate - in questo brusio d'Aula io lo dico lo stesso -, come voi possiate cancellare le storie, le biografie di questi giovanissimi, di questi innocenti, colleghi, perché questo sono. Innocente viene dal latino, significa che non può nuocere, che non può fare del male , come quel ragazzino - lo ha ricordato la collega Boschi poco fa - con la pagella cucita nel giubbino. A casa sua, se aveva una casa, una madre, una sorella, una zia devono aver pensato: ha solo questa pagella, ma se la porta capiranno che vuole solamente studiare, no? O come quella creatura, colleghi, annegata il 5 ottobre di 10 anni fa nella tragedia di Lampedusa. L'hanno ripescata e, ai piedi, aveva delle scarpe di vernice, di quelle che si usano nei giorni della festa, perché partendo la madre aveva spiegato che in una casa nuova ci si va vestiti bene. Ecco, voi a questa che ci inchioda alle nostre coscienze, replicate con il sospetto.
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi, ascoltiamo l'onorevole Cuperlo . Sto chiedendo, per cortesia, di ascoltare il collega. Per cortesia, colleghi.
Prego, onorevole Cuperlo.
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). Grazie, Presidente, anche perché stiamo parlando della vita e della morte di persone umane
Voi pensate che questi arrivino qua e fingano di essere minorenni, e cosa fate? Anziché creare dei CAS dedicati o una collaborazione con i comuni, cambiate le norme sul riconoscimento della minore età. Voi stabilite che si può procedere anche in modo sbrigativo a quel riconoscimento con margini di incertezza nell'ordine di alcuni anni, però quando di anni tu ne hai 16 un pugno di mesi ti cambia il destino. Stamane avete persino respinto un ordine del giorno che diceva, Sottosegretario Molteni: tornate qui tra sei mesi o un anno con un rapporto sull'impatto di queste misure. Avete detto di no ed è un “no” che parla per voi. Avete smantellato il sistema SPRAR, la forma più efficace di accoglienza diffusa con l'impegno di oltre mille comuni. Ora ai comuni destinate qualche risorsa per la gestione dei rifiuti, norma apprezzabile ma qualcosa vuol dire se l'unico pensiero per quel patrimonio di solidarietà è garantire un nella gestione dell'immondizia.
Sottosegretario Molteni, colleghi, vado a concludere. I profughi forzati nel mondo sono 114 milioni. Vent'anni fa erano meno della metà. 114 milioni è quasi il doppio degli italiani e non è neppure vero che questa marea umana voglia venire tutta in Europa. L'85 per cento di chi fugge da Paesi africani in Africa vuole comunque rimanere, il che imporrebbe un piano decennale di aiuti alla cooperazione, quella voce che voi tagliate e che sola può aiutare i popoli angosciati. Vedete, si evoca spesso il populismo ma il populismo non ha bisogno di un popolo, gli serve un pubblico. Ecco, voi questo lo avete capito e voi da anni gestite l'immigrazione, voi usate l'immigrazione come un palcoscenico a favore del vostro pubblico. I numeri, le vite, le storie, la fatica, il dolore e la speranza sono calibrati sulla misura del consenso ed è la ragione del brusio di quest'Aula dai banchi della maggioranza ed è la ragione - lo ha ricordato il collega Fornaro - che spiega gli 805 del capo della Lega nel 2020 e gli 8 - dicasi 8 - che ha dedicato al tema in questo 2023, col dettaglio che gli sbarchi, rispetto ad allora, si sono triplicati Alla fine di tutto questo, però, sapete il punto qual è? Il punto è che un corpo sepolto in fondo al Mediterraneo non sarà mai un dividendo elettorale. Ha ragione chi lo ripete: non capisco la barca che galleggia con fatica, se guardo solamente la barca. È così, per ogni barca c'è un prima e c'è un dopo. Voi da anni non vi occupate del prima, voi da un anno, con questa bulimia di decreti, non vi occupate del dopo. Avete campato anni, forse avete anche vinto le elezioni , e state oggi sui banchi del Governo, parlando di blocco navale, frontiere murate.
Mentivate a voi stessi, ma non eravate soli, questo no, ve lo riconosciamo, perché la tentazione di costruire muri sempre più alti è vasta, a Est, tra i Paesi baltici e la Russia, a Sud, tra Austria e Slovenia, Ungheria e Serbia, Macedonia e Grecia, Bulgaria e Turchia; poi controlli, respingimenti, tra Francia e Gran Bretagna, Italia e Croazia, con la pantomima ridicola della sospensione di Schengen, al confine orientale. In totale sarebbero 1.800 chilometri di nuovi muri anti migranti costruiti in Europa da quando il muro più celebre e odiato del Novecento è crollato nel cuore di Berlino.
Il paradosso è che una parte della vostra maggioranza, quelli del brusio, applaude quando, altrove, nelle urne, vincono i nemici dell'Italia e di una politica di integrazione, anche nella responsabilità dell'accoglienza e della distribuzione Ma questo, lasciatevelo dire, colleghi della maggioranza, è davvero un fenomeno piuttosto curioso. Diciamo che voi siete dei veri patrioti ma lo siete con le Patrie degli altri ! Non vedete il dramma, la fatica di chi cerca solamente un luogo capace di accoglierlo, almeno di salvarlo, di tendergli una mano, un salvagente; invece, voi punite quelli che il salvagente glielo lanciano.
Chiudo davvero Presidente. Alla domanda: “Chi è il mio prossimo?” Gesù risponde con la parabola sull'uomo aggredito lungo il sentiero da Gerusalemme a Gerico. Da 2000 anni il mondo è dinanzi alla scelta su chi debba prevalere sopra quel sentiero: se il sacerdote, il levita o il samaritano. Noi non pretendiamo da voi la risposta, ci basterebbe soltanto che rammentiate la domanda. E, tramite lei, al collega Iezzi vorrei dire che alla frase appena recitata in quest'Aula: “non possiamo stare con le mani in mano”, forse, lui, la maggioranza e questo Governo dovrebbero rispondere, guardando a quel numero, 25.000 corpi sepolti in fondo al Mediterraneo, che mai vedranno una sepoltura.
Tra qualche minuto voterete il quarto decreto di una lunga serie: peggiorerà le cose e, a febbraio, marzo tutt'al più, con il primo caldo e il mare clemente, tornerete qui con un quinto decreto per fermare l'emergenza che non c'è. Ci troverete dove siamo adesso, al nostro posto, convinti, a differenza vostra, che ogni confine non per forza separi ma abbia la potenza di unire. Confine, la fine che ho in comune con l'altro, non che dall'altro mi separa, in fondo è la più profonda differenza tra la destra e tutto quello che destra non è e che si può chiamare in molti modi: tolleranza, solidarietà, rispetto o, se preferite, si tratta solamente dello spirito che dovrebbe unire questi banchi, quando si parla del destino di milioni di persone, ma in quel caso non servirebbero parole, basterebbero la pietà verso i fragili e un senso di umanità. Cercateli se potete e, semmai vi capitasse di trovarli, portateli in quest'Aula e l'Italia, assieme a noi, ne renderà merito. Purtroppo, quel giorno sembra drammaticamente lontano e anche per questo ancora una volta tra pochi minuti noi voteremo no
PRESIDENTE. Saluto il Presidente della Repubblica del Paraguay, Santiago Peña Palacios, accompagnato dal Presidente della Camera, onorevole Lorenzo Fontana, che oggi è in visita ufficiale alla Camera dei deputati, assieme a una delegazione che comprende il Presidente della Camera dei senatori, il presidente della Corte suprema di giustizia e il Ministro degli Affari esteri
Ha chiesto di parlare la deputata Kelany. Ne ha facoltà.
SARA KELANY(FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il dibattito su questo provvedimento, per utilizzare un eufemismo, è stato aspro e, ogni volta che si affronta, in particolare, il tema dell'immigrazione, da parte delle opposizioni, è, devo dire, cieco, ideologico, tutto tranne che costruttivo.
Ancora una volta, dall'altro lato di questo emiciclo, abbiamo dovuto ascoltare offese, abbiamo dovuto ascoltare insulti, improperi, che sono andati ben oltre quello che consente una sana dialettica politica. Presidente, prima ancora di entrare nel merito devo, mio malgrado, spendere qualche minuto per dire: basta ! Per dire: basta! Non lo volete fare per amore di Patria, fatelo per amore di verità, non lo volete fare per amore di verità, fatelo almeno per amore della vostra dignità! Basta ! Non è più accettabile, non è più accettabile, non è più accettabile… non ho utilizzato parole sconvenienti, quindi vi prego, state in silenzio.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Ma che dici!
PRESIDENTE. Per cortesia, no, colleghi, colleghi, per cortesia.
SARA KELANY(FDI). Non è più accettabile dicevo che ogni volta il dibattito sul tema immigrazione sia spostato sul campo delle ingiurie, sul campo della xenofobia, sul campo del razzismo
PRESIDENTE. No, no, colleghi, ascoltiamo.
SARA KELANY(FDI). Che faccio, aspetto ? Non metto mai davanti la mia storia personale quando sono in quest'Aula, mai! Ma questa volta me ne corre l'obbligo, colleghi. Me ne corre l'obbligo, perché non è serio, anzi oserei dire che è ridicolo accusare di razzismo chi viene da un vissuto di immigrazione come il mio E qualche volta, Presidente, occorrerebbe ristabilire il decoro all'interno di quest'Aula.
L'onorevole Grimaldi ha parlato a me, a noi, di “reato di negritudine”, io dico che questo è inaccettabile ! Tuttavia, una ragione c'è a questo modo di fare opposizione e sta nel fatto che la violenza verbale monta tutte le volte che non si hanno argomenti, tutte le volte che occorre nascondere i propri fallimenti. L'attività intensa e costante di questo Governo sul tema immigrazione sta mettendo queste opposizioni di fronte al loro immobilismo decennale. Per anni hanno subito - e dico volutamente - un fenomeno che noi oggi governiamo e quello che gli brucia di più è che ci stiamo riuscendo !
Ci stiamo riuscendo, come dimostrano i numeri, colleghi, in flessione, come dimostra la capacità del cambio di passo dell'Italia in Europa e nel mondo. Questo decreto costituisce solo l'ultimo tassello di una serie di provvedimenti assunti dal Governo Meloni sin dal suo insediamento. Nessuno prima di noi aveva fatto tanto per la regolamentazione dell'immigrazione. È un fenomeno che ha assunto, quest'ultimo anno, dimensioni eccezionali e questo è accaduto per una serie di ragioni che sono state ricordate anche dai miei colleghi precedentemente: l'instabilità saheliana, il conflitto russo-ucraino, l'instabilità libica che perdura, la crisi tunisina. Ecco, noi ci siamo trovati a dover gestire una vera e propria emergenza e lo abbiamo fatto seguendo le linee del programma, intervenendo sul fronte del diritto interno, dando, via via, ordine a una disciplina, le cui maglie, diciamo, erano state rese assai lasche dalla sinistra, nei dieci anni precedenti, intervenendo sul fronte della politica estera e di raccordo con i Paesi dell'Unione europea, affrontando il fenomeno migratorio in senso globale per eliminare alla radice la causa della pressione migratoria.
I numeri degli sbarchi del 2023, lo ribadisco, checché ne diciate, se non vi fosse stata questa intensa attività del Governo sarebbero stati ancora più impattanti e noi registriamo un calo di sbarchi nei mesi di ottobre e di novembre rispetto ai mesi precedenti; la rotta dalla Tunisia ha segnato un netto crollo, non so se volete contestare anche le affermazioni della commissaria UE agli affari interni, Ylva Johansson, che ha appena dichiarato che c'è stato un calo dell'80- 90 per cento dopo la sottoscrizione dell'accordo tra UE e Tunisia !
Sul fronte della normazione interna questo decreto arriva dopo quelli necessari, precedenti, che sono stati già ricordati: quello sulle ONG, dopo il decreto Cutro, con il quale è stata data una stretta all'orrida pratica della tratta degli esseri umani. Ad ogni decreto è stato un tuonare sulla pretesa mancanza del rispetto delle norme di diritto internazionale, di diritto europeo, della Costituzione. Come da tradizione, anche in questo caso si sono sollevate le stesse identiche litanie. E oggi arriva in conversione questo decreto e si ripete il copione, ma qual è la verità? Cosa abbiamo fatto di così disumano, che viola le norme di diritto internazionale?
Ve lo elenco, vediamo un attimo: con questo decreto noi garantiamo espulsioni più rapide per motivi di sicurezza, dunque significa che, se un immigrato, anche con permesso di soggiorno, delinque viene espulso Noi consentiamo che chi si sia macchiato di reati gravi, come mutilazioni genitali femminili, deturpazioni del viso, non possa fare ingresso sul territorio nazionale. Questa è la violazione del diritto umano
Diamo una stretta alle domande reiterate di protezione internazionale che erano utilizzate per eludere i provvedimenti di espulsione, acceleriamo i tempi per i ricorsi, per processare rapidamente le pratiche di allontanamento, deroghiamo, in ragione dell'emergenza, ai limiti di capienza per i centri governativi, tutto in conformità alla normativa europea e di diritto internazionale.
E poi che facciamo? Che onta: aiutiamo i comuni, che più soffrono per l'aumento degli sbarchi, con misure a discarico dei tributi sui rifiuti. Mi soffermo, Presidente, un attimo sui comuni per chiedere, suo tramite, alle sinistre: ma con i vostri sindaci ci parlate? Perché sembra che abbiate un comunicativo, perché, mentre ripetete - e l'avete ripetuto ora - che l'emergenza non c'è, i vostri sindaci ripetono che l'emergenza c'è. I vostri governatori dicono di no, i vostri amministratori locali dicono di sì. Mettetevi d'accordo, fate gli stati generali dell'immigrazione, perché, verosimilmente, dovete trovare una linea univoca , in modo da farci capire. L'emergenza c'è e noi la stiamo affrontando.
Veniamo al tema più spinoso, cioè i minori non accompagnati. Abbiamo fatto cosa? Abbiamo osato stabilire che, per godere delle tutele e delle cautele previste per i minori non accompagnati, occorre essere davvero minori d'età. Guarda un po'! E come lo stabiliremo? Con verifiche obiettive nel caso vi sia il dubbio che il soggetto sbarcato possa essere o meno maggiorenne. Dunque, vi prego: smettetela di parlare di bambini a cui vengono negati diritti, perché è una bugia ! Chi dichiara falsamente la minore età non deve poter godere delle tutele previste per i bambini e per gli adolescenti . Semmai trovo scandaloso l'inverso, cioè trovo scandaloso che, sino ad oggi, la sinistra non abbia pensato a porre un freno a questo scempio e abbia lasciato che uomini venticinquenni potessero essere trattati come minorenni, rubando, di fatto, fondi e posti a bambini inermi ! Chi avrà diritto a ottenere le tutele previste per i minori le otterrà, ma l' di dichiararsi minorenni per restare in Italia, da oggi, non potrà più essere utilizzato .
Presidente, in chiosa - e concludo -, al di là della retorica innescata dalle sinistre, questi sono provvedimenti di buonsenso e pragmatici di cui avevamo bisogno, che vanno nella direzione che il Presidente del Consiglio indica sin dal suo insediamento, che questa maggioranza indica sin dall'inizio della legislatura: in Italia si entra solo legalmente. Io ringrazio il Sottosegretario Molteni, ringrazio i componenti della Commissione che hanno svolto un lavoro veramente duro per esitare questo provvedimento di fronte a una minoranza sorda e cieca e di fronte a tutte le esigenze della Nazione.
Dunque, nel dichiarare il voto favorevole, se ve ne fosse bisogno, del gruppo di Fratelli d'Italia, continueremo convintamente - ripeto - a sostenere questo principio: in Italia si entra solo legalmente e non arretreremo di un millimetro di fronte alle vostre millanterie. Non arretreremo di un millimetro, andremo avanti, torneremo a restituire all'Italia sicurezza e a chi arriva in Italia legalmente noi - e non gli altri - torneremo a restituire la dignità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente …
PRESIDENTE. Colleghi! Per favore, colleghi!
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Esattamente 73 anni fa - era il 1950 - venne imposto il sistema segregazionista in Sudafrica, che non era legato al colore della pelle. Infatti, coloro i quali venivano repressi, venivano repressi per motivi, sì, legati al colore della pelle, ma erano gay, erano neri, erano indiani, erano i figli di quel Sudafrica dove un sistema chiamato che in significa “dividere”, “separare”, ha imposto un sistema che andava oltre la dimensione del mero, del puro discorso di deriva razzista, ma riguardava l'essere umano o l'essere disumano, perché con Mandela c'erano i bianchi e i neri a lottare insieme e, dall'altra parte, c'era un sistema disumano, proprio come quando, in Italia, tanti anni fa, venivano adoperate le leggi razziali.
Allora, concludo, Presidente, ricordando a tutta quest'Aula che quei neri in Sudafrica nel nome dell' e nel nome della segregazione venivano descritti come la macchia nera, ma in Italia la macchia nera produce oltre 150 miliardi di euro di prodotto interno lordo, la macchia nera sono oltre un milione di bambini nati e cresciuti in Italia senza cittadinanza, la macchia nera sono quasi un milione di imprenditori migranti, la macchia nera sono 5 milioni di persone.
Concludo, Presidente. Questa norma non è una sfida a chi abita o vive in Italia; questa norma è una sfida al mondo, perché è una norma che non permetterà di costruire quei provvedimenti capaci di consentire le espulsioni, perché sono gli Stati che danno il nullaosta e, Presidente, concludo, rivolgendomi al Governo per il suo tramite, dicendo che questa lotta è una lotta tra un passato arcaico e un presente che parla di complessità, quel presente che parla di un mondo fatto di bianchi, neri e gialli capaci di vivere insieme e non con chi ha lo sguardo rivolto verso il passato, proprio gli stessi che attaccavano ieri gay e meridionali. Per questo voto “no” .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1458-A:
"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'Interno".
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Cappelletti. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, sentiamo l'onorevole Cappelletti sull'ordine dei lavori. Prego.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori perché venga a riferire in Parlamento, possibilmente con urgenza, il Ministro Pichetto Fratin sulla questione della fine del mercato tutelato.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Si susseguono anche in queste ore, infatti, le agenzie su questa nuova cosiddetta tassa Meloni sulle bollette. Il Ministro Salvini avrebbe dichiarato, tra gli altri: “Conto di poter rimediare a un errore che ci siamo trovati davanti”.
Eppure di occasioni per rimediare a questo errore il Governo ne ha avute tante, anzi tantissime. Non mi riferisco solo agli emendamenti o agli ordini del giorno delle opposizioni, che sono stati tutti bocciati anche negli ultimi giorni, ma mi riferisco anche ai moltissimi emendamenti della maggioranza che sono stati tutti ritirati per non incorrere esattamente nella stessa sorte. Quindi, se si tratta di un errore, perché non vi è stato posto rimedio nel Consiglio dei ministri di ieri che ha adottato l'ennesimo provvedimento sull'energia pro fonti fossili?
Presidente, il problema è che gli italiani ancora non sanno nulla della fine del mercato tutelato e del fatto che sia in arrivo la tassa Meloni sulle bollette, come regalo di Natale, peraltro, visto e considerato il periodo .
Viene data la colpa all'Europa, eppure la direttiva indica il termine nel 2025 e, addirittura, gli accordi sul PNRR manco citano le forniture del gas. Poi, non mi pare che su un tema così importante, che riguarda 10 milioni di persone, ci sia stata la stessa necessaria determinazione da parte del Governo che abbiamo visto, ad esempio, a tutela dell'interesse dei balneari. Anche lì c'era una direttiva europea, ma chi se ne frega, bisogna tutelare il nostro serbatoio elettorale . Lì, non esiste l'Europa.
In conclusione, Presidente, mentre tutti i Paesi europei stanno mettendo al riparo famiglie e imprese dalle oscillazioni del costo dell'energia, il nostro Paese si prepara a fare l'esatto contrario. Non è questo il momento per togliere una tutela così delicata per milioni di famiglie e imprese. Venga, dunque, il Ministro Pichetto Fratin a riferire in Aula sullo stato delle interlocuzioni con Bruxelles, anche alla luce dell'ordine del giorno approvato proprio in quest'Aula, che lo invitava con sollecitudine a procedere in questa direzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Signor Presidente, intervengo per chiedere, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, l'informativa del Governo, in questo caso, del Ministro competente, perché la decisione di ieri del Consiglio dei ministri è gravissima, è un danno gravissimo contro le famiglie italiane. Di questo si rendono conto anche le forze di maggioranza, che evidentemente, in grande imbarazzo, hanno dovuto ritirare gli emendamenti sulla proroga del mercato tutelato. Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di 10 milioni di famiglie che dall'anno prossimo vedranno aumenti considerevoli delle bollette. Tanto per dare un ordine di grandezza dei numeri, signor Presidente, ci troviamo in una situazione in cui da luglio del 2021 a settembre, ottobre del 2023 la differenza tra il mercato tutelato e il mercato libero in termini di prezzi è del più 117 per cento; la differenza di prezzo nel mercato del gas è del più 50 per cento.
Quello che avete realizzato con questa decisione è un elemento che porterà a determinare un massacro sociale nel nostro Paese. Dovete dirlo agli italiani, noi lo diciamo, non ne avete avuto il coraggio e la forza, ma la domanda è: perché non si è avuta la forza di prorogare il mercato tutelato? Non è vero quello che dice il Ministro Fitto: perché ce lo chiede l'Europa. Anche perché il limite è spostato molto in avanti e anche perché la Presidente Meloni, quando si tratta di non ratificare il MES, non lo fa; quando si tratta, ad esempio, come poc'anzi ha detto chi mi ha preceduto, di violare le direttive europee, come la Bolkestein, non hanno problemi a farlo; quando si tratta di tutelare, invece, i redditi delle famiglie italiane, non lo fate.
Sapete quale sarà la conseguenza, deputati e deputate della maggioranza, che vedo distratti, signor Presidente, per il suo tramite? È che ENI, ENEL ed altre, nel 2024, aumenteranno ulteriormente, se dovessimo proiettare il prezzo del gas e dell'elettricità di oggi, di 8 miliardi di euro i profitti. Se noi andiamo a vedere, oggi, nei primi nove mesi del 2023, certificati dai bilanci, siamo già a 18 miliardi di euro in più. L'anno prossimo, grazie a questa norma che non avete voluto approvare, avremo 8 miliardi di euro di utili in più per queste società energetiche.
Ecco, è un fatto di una gravità inaudita e il Ministro Pichetto Fratin, per quanto ci riguarda, dovrebbe venire in Aula a rendere conto al Parlamento e agli italiani di una decisione che porterà veramente a un bagno di sangue le famiglie italiane l'anno prossimo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Presidente, anche il gruppo del Partito Democratico si associa alla richiesta di un'informativa urgente del Ministro Pichetto Fratin. Del resto, ricordo, Presidente, che la settimana scorsa, su iniziativa del gruppo del Partito Democratico, in Commissione attività produttive, si è svolta un'audizione dell'Istat e dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente esattamente su questo e segnalo che, anche in quell'occasione, è emerso quanto ancora gli utenti non siano a conoscenza di quello che è il passaggio di gennaio, anche perché non è stata fatta quella campagna di informazione su cui si era impegnato il Governo e che si doveva svolgere nei mesi passati.
Così come, ricordo, Presidente, che il presidente dell'ARERA ha scritto a questo ramo del Parlamento a luglio, alla Commissione attività produttive, segnalando come, dopo l'approvazione dell'emendamento sulla cosiddetta clausola sociale al decreto Lavoro, la stessa ARERA non fosse in grado di preparare adeguatamente le scadenze per le aste di dicembre e ha riconfermato che esiste un problema di questo tipo. Ma, soprattutto, Presidente, è evidente il rischio di un aumento indiscriminato dei prezzi. Noi nell'audizione abbiamo chiesto il raffronto sul primo semestre del 2013 dei costi tra il mercato libero e il mercato tutelato, dati che non sono ancora stati segnalati, e ricordo, Presidente, che sempre la settimana scorsa l'Antitrust ha comminato sanzioni per 15 milioni di euro per pratiche commerciali aggressive a dieci società che indebitamente hanno fatto aumentare i prezzi delle bollette.
Ora, è tale la preoccupazione sul rischio dell'aumento dei prezzi, che nella discussione sul decreto Bollette praticamente tutti i gruppi parlamentari hanno presentato emendamenti, quindi, anche i gruppi di maggioranza, per prorogare la scadenza della maggior tutela. Stamattina, il Partito Democratico ha rilanciato la proposta di una proroga, visto che è di ieri la decisione del Consiglio dei ministri di procedere con le aste, quindi nessuna proroga, e la segretaria nazionale, Elly Schlein, ha fatto la proposta della proroga ancora questa mattina e un effetto lo ha avuto, visto che il Ministro Salvini ha dichiarato, poco dopo, di essere disponibile a una proroga e che si tratta di un errore.
Allora, intanto, quando ci sarà l'informativa, il Ministro Salvini ci potrà dire dov'era durante il Consiglio dei ministri che ha preso questa decisione .
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Ma, soprattutto, Presidente, se Salvini è di questa opinione e se non hanno cambiato opinione i colleghi della maggioranza che hanno presentato quegli emendamenti per la proroga, allora, possono ancora intervenire, visto che lo spazio e il tempo ci sono. L'informativa è urgente, perché il Governo fa ancora in tempo a fermare le aste, prorogare la scadenza e, soprattutto, evitare la tassa Meloni sulle bollette .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.
MARCO OSNATO(FDI). Presidente, la ringrazio. Io credo che sia sempre una buona cosa quando un Ministro, anche quando richiesto, venga in Aula a rispondere alle richieste di questo Parlamento, a interrogazioni, a interpellanze, a richieste di informative, per cui i capigruppo, insieme alla Presidenza, valuteranno eventuali necessità, però, io non vorrei che la presenza solo del Ministro Pichetto Fratin limitasse un po' l'approfondimento dei temi che l'onorevole Cappelletti ha voluto evidenziare nel suo intervento.
Allora, forse, mi sentirei di proporre - da qui la mia proposta sull'ordine del giorno - di ampliare la discussione e chiedere alla Commissione competente, che ritengo sia la Commissione attività produttive, la X, di fare delle audizioni su questo tema, magari chiamando l'allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che fece la proposta di legge, poi approvata, di uscire dal mercato tutelato.
O, magari chiamando l'allora Presidente del Consiglio, onorevole Conte, che, quando sottoscrisse il PNRR, sottoscrisse il fatto che si sarebbe usciti dal mercato tutelato come condizione per accedere al PNRR . Perché, vedete, non è che quando ci dice che ce lo chiede l'Europa, poi, dopo, ci venite a dire “no, non dovete incolpare l'Europa”. In questo caso, nessuno incolpa l'Europa, ma incolpiamo voi delle scelte che avete fatto negli anni passati . E oggi, pian pianino, stiamo mettendo in ordine alcune scelte che avete fatto come ineluttabili rispetto a quello che l'Europa proponeva. Crediamo che, in Europa, si stia sicuramente in un modo paritario, ma che si possa e si debba concordare e, dialetticamente e serenamente, valutare tutto.
Presidente, credo che l'intervento dell'onorevole Cappelletti tenda a evidenziare una sua dimenticanza di quello che anche la sua forza politica ha fatto negli scorsi anni. Bene, Presidente, se può riferire all'onorevole Cappelletti che noi, ma più segnatamente, gli italiani, non ce lo siamo dimenticato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Squeri . Su cosa? Non è un dibattito sull'informativa richiesta.
LUCA SQUERI(FI-PPE). Vorrei intervenire sul dibattito che si è aperto…
PRESIDENTE. No, non è un dibattito. Se chiede un'informativa, anche lei si associa alla richiesta di informativa, va bene, però non è un dibattito, mi perdoni, in base al Regolamento.
LUCA SQUERI(FI-PPE). Non posso dare un'interpretazione sull'oggetto che è stato discusso adesso in Aula?
PRESIDENTE. No, ripeto, non è un dibattito. Se si associa alla richiesta di informativa…
LUCA SQUERI(FI-PPE). Sì, mi associo.
PRESIDENTE. …se aggiungiamo elementi all'informativa ci sta, se è una considerazione, non ci sta. Scusi la franchezza, però mi dica: il suo intervento è per associarsi alla richiesta di informativa?
LUCA SQUERI(FI-PPE). Sì, è così.
LUCA SQUERI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Il dibattito è su un argomento molto importante e di grande attualità: la mancata proroga del mercato tutelato. Se ne parla dal Governo Renzi, poi abbiamo avuto il Governo Conte, il Governo Draghi. Secondo me, è paradossale che, in questo dibattito, quasi emerga che il mercato libero sia a danno dei consumatori e a tutela delle aziende. Non è così.
Il mercato libero, in un mondo normale, è la possibilità per i consumatori di avere la scelta rispetto a una concorrenza che le aziende fanno e, dunque, poi, compiere una scelta consapevole secondo quello che ritengono più conveniente. È chiaro che stiamo parlando di un mercato particolare, per cui non tutto è riconducibile a questa teoria semplice.
Nello specifico, la non proroga riguarda, di fatto, circa 10 milioni di utenti, diciamo la metà, perché una metà rimane, comunque, in un contesto tutelato, per cui fino al 2025 ci sarà una fase graduale e sarà sempre l'ARERA a stabilire la tariffa; per l'altra metà, ci sarà l'ingresso in un mercato libero, contraddistinto dalla difficoltà - e questo è vero - dei consumatori di andare a fare una scelta consapevole. È già stato detto - qui umilmente lo ribadisco ma, poi, vedremo, a mio avviso, che sarà confermato anche dal Governo -, che questa scelta consapevole sarà la fase successiva alle aste, per cui la gestione delle aste consentirà di fare un'opera di comunicazione che possa mettere in condizione questi 5 milioni di utenti di fare una scelta consapevole.
Questo è l'iter che si è voluto dare a un argomento difficile, anche questo ereditato dall'inefficacia - fatemi dire - dei Governi precedenti e, dunque, è un altro di quegli argomenti che questo Governo ha dovuto gestire, a mio avviso, portandolo avanti con coerenza, senza fare proroghe, sapendo, però, che ci sarà un periodo successivo che consentirà ai consumatori di fare una scelta consapevole. Concludo, dicendo che, in audizione, abbiamo sentito il presidente dell'Autorità Besseghini. Proprio io gli ho fatto la domanda se non ritenesse che, a seguito delle aste, il prezzo conseguente sarebbe stato inferiore a quello del mercato tutelato. La risposta è stata: se prendiamo le esperienze precedenti, sì, sarà così.
Se, poi, andate a leggere - non sto qui adesso a descriverla - una tabella, una paginata che oggi ha fatto , mettendo a confronto le tariffe del mercato libero rispetto a quello tutelato - concludo, Presidente - vedrete che i numeri del mercato libero sono migliori per l'utente rispetto a quello tutelato, certo conseguenza di una scelta consapevole.
Dunque, la richiesta di un'informativa è appoggiata e sono certo che il Ministro verrà qui a spiegare il perché di una scelta coerente con quello che deve essere un percorso iniziato anni fa e, finalmente, portato a conclusione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ilaria Fontana ed altri n. 1-00207, Bonelli ed altri n. 1-00216, Braga ed altri n. 1-00217 e Cortelazzo, Mattia, Zinzi, Semenzato ed altri n. 1-00219 in materia di politiche per il clima e impegni per la 28a conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP28) di Dubai .
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 20 novembre 2023, è stata presentata la mozione Cortelazzo, Mattia, Zinzi, Semenzato ed altri n. 1-00219, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.
Avverto, altresì, che, in data odierna, sono state presentate le mozioni Ruffino ed altri n. 1-00220, Manes ed altri n. 1-00221 ed una nuova formulazione della mozione Braga ed altri n. 1-00217. I relativi testi sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo, altresì, il parere sulle mozioni presentate. Prego, Vice Ministra Gava.
VANNIA GAVA,. Grazie, Presidente. Sulle mozioni Ilaria Fontana ed altri n. 1-00207, Bonelli ed altri n. 1-00216 e Braga ed altri n. 1-00217 il parere è contrario.
Sulla mozione Cortelazzo, Mattia, Zinzi, Semenzato ed altri n. 1-00219, il parere è favorevole, con piccola modifica all'impegno 16), che viene così riformulato: “a fornire regolarmente ogni elemento utile sui progressi compiuti in relazione agli impegni assunti in vista della COP28, coinvolgendo attivamente il Parlamento, informare le parti sociali e la società civile sulla realizzazione degli impegni assunti”. Sulle mozioni Ruffino ed altri n. 1-00220 e Manes ed altri n. 1-00221, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà. Può intervenire qualcun altro, ovviamente del proprio gruppo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Mi scusi, Presidente. Chiedo se sia possibile chiedere la cortesia ai colleghi di posticipare l'intervento del collega Del Barba, altrimenti purtroppo siamo costretti a rinunciare. Se non ci sono obiezioni da parte dei colleghi.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, io lo sposto più avanti. Se ci sono obiezioni… Ecco, sta entrando l'onorevole Del Barba. Abbiamo recuperato. Prego, onorevole Del Barba.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, abbiamo davanti a noi delle mozioni che si ripropongono annualmente, relativamente a un tema importante per questo Parlamento e per le generazioni future. Parliamo di quello che, come Nazioni, come parlamentari e come uomini, dobbiamo fare per la tutela del nostro pianeta e del clima e per garantire ai nostri figli lo stesso livello di benessere che a noi è stato garantito.
Dal 2015, abbiamo finalmente una bussola per questo lavoro. Dal 2015, anche in modo inaspettato, la definizione di sostenibilità è uscita dalla vaghezza e dalla generalità in cui si trovava dopo i lavori della commissione Brundtland, che indicava uno stato teorico da raggiungere, e si è incanalata in obiettivi precisi, chiari, individuabili in tutte le Nazioni, declinabili in tutte le culture. Questo è stato un grande passo in avanti. Dal 2015, questi obiettivi hanno visto la politica, gli Stati e le istituzioni impegnarsi per la loro graduale attuazione, per la definizione, luogo per luogo, di come tali obiettivi potessero trovare una , una declinazione graduale per il loro raggiungimento. Dal 2015, abbiamo questa speranza che, però, la prossima COP28 - già ci viene annunciato dai rapporti che stiamo leggendo e dai documenti preparatori - in qualche modo infrangerà, gettando una doccia fredda rispetto a questa speranza. Ma è da tempo che la lentezza con cui si sta procedendo verso questi obiettivi è evidente agli occhi di tutti ed è da tempo evidente agli occhi di tutti che, probabilmente, anche il metodo utilizzato per procedere verso questi obiettivi sta fallendo.
Allora, cari colleghi, nel prepararci a COP28, io credo che sia venuto il momento di riflettere accuratamente rispetto al fatto che, se il 2015 ci ha consegnato una speranza, perché sono stati finalmente definiti alcuni obiettivi da raggiungere, questi otto anni ci hanno consegnato un fallimento. Allora, ce lo dobbiamo dire proprio in queste circostanze, proprio perché da questo fallimento si debba uscire e non vi si rimanga ipocritamente, come faremo, probabilmente, magari analizzando nel dettaglio i singoli punti di queste mozioni, per scoprire le differenze politiche relativamente all'una misura piuttosto che all'altra. Il tema, infatti, non è qui, il tema non sta sulla differenza, che probabilmente avremo, relativamente al concetto delle compensazioni, il tema non sta nella misura, se si debba o meno triplicare o raddoppiare la capacità di energia rinnovabile messa a disposizione del pianeta, ma il tema, a mio avviso e a nostro avviso, sta nel ruolo che la politica e il mercato devono e dovranno esercitare per imprimere velocità a questo processo. Noi non dobbiamo più limitarci a partecipare come comparse a queste grandi internazionali, sperando che, in modo più o meno magico o automatico, la definizione degli obiettivi, seppur benvenuta e seppure abbia rappresentato una svolta, possa di per sé, automaticamente, risolvere i conflitti che, inevitabilmente, obiettivi così ambiziosi generano tra Nazioni e tra attori che competono nel mercato globale. Allora, cari colleghi, credo che dobbiamo accingerci a questo nuovo importante appuntamento con un tasso di realismo superiore. Dobbiamo, ad esempio, fare autocritica rispetto a come noi - perché ognuno deve partire da se stesso - interiorizziamo questi temi, non in momenti straordinari e importanti come questo, in cui riflettiamo esattamente sulla cadenza annuale di quello che stiamo facendo, ma quando legiferiamo, perché, signori, nel momento in cui parliamo di cambiamento climatico e andiamo a leggere gli obiettivi e la portata ambiziosa che ci siamo dati, è chiaro che tutta la nostra azione legislativa ne deve risentire. È chiaro che, allora, anche il cambiamento di nome del CIPE può essere un modo per ricordarci questa trasversalità o un modo per ribadire l'ipocrisia di alcuni momenti e di alcuni passaggi. È chiaro che anche quello che abbiamo fatto nella scorsa legislatura, mettendo l'ambiente in Costituzione, può essere un piccolo modo per dare centralità a questi temi o anche un grande ritardo nel momento in cui manchiamo l'occasione di mettere lo sviluppo sostenibile in Costituzione. È chiaro che, nel momento in cui andiamo a rivedere la composizione delle nostre commissioni, per Regolamento, la centralità o meno che assegniamo ai temi della sostenibilità e del cambiamento climatico sono esattamente gli elementi che ci consentono di distinguere tra ipocrisia e cambio di passo.
Colleghi, quello che voglio dire è che, a livello istituzionale, le cose non stanno andando bene, non si stanno affrontando gli ovvi conflitti che un programma così ambizioso mette sul tavolo. Sicuramente, quello che nelle mozioni viene ricordato, in preparazione di COP28, in particolar modo la creazione di fondi per superare questi , potrà contribuire ad accelerare il passo, ma fintanto che nelle nostre Assemblee questi temi non diverranno centrali, questi saranno sforzi destinati solo a produrre buona letteratura. Ho detto che, però, gli elementi su cui dobbiamo insistere sono due: l'elemento delle istituzioni, su cui bisogna uscire dall'ipocrisia e, dall'altra parte, l'elemento del mercato. Io credo che, anche qui, anche guardando all'elemento del mercato, nella nostra attività legislativa abbiamo grandi occasioni per trasferire quell'eccezionalità della preparazione a COP28 dentro la quotidianità di legislatori che pensano all'evoluzione del mercato. Guardate, una l'abbiamo già in casa in questo momento: all'interno della legge delega europea, proprio il relatore e la maggioranza hanno presentato un emendamento per il recepimento della direttiva CSRD. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che le istituzioni, in questo caso l'Europa, stanno facendo la loro parte per trasformare anche il mercato e l'impegno del mercato sul fronte della lotta al cambiamento climatico. Allora noi possiamo, in questo caso, recependo la CSRD, farla nostra, non solo con un emendamento che assegna al Governo, di fatto, carta bianca per il recepimento, ma aprendo una vera discussione. Io voglio farlo oggi, in quest'Aula, dopo che l'Intergruppo per lo sviluppo sostenibile lo ha fatto la scorsa settimana con un convegno dedicato al tema, aprendo una vera discussione su come non sia un mero recepimento burocratico. Infatti, cari colleghi, è qui che noi cadiamo e determiniamo il tra gli obiettivi che vogliamo raggiungere e la realtà: nel momento in cui andiamo a fare le leggi ordinarie e quotidiane, ma che servono a cambiare il funzionamento delle istituzioni - ricordavo prima la Costituzione e lo sviluppo sostenibile - e il funzionamento del mercato. Noi abbiamo una grande opportunità, cioè tornare da Dubai, non con l'ennesima ambizione rinnovata ma frustrazione pronta per l'anno successivo, ma con la convinzione che questi obiettivi che si stanno allontanando possono essere avvicinati dal nostro lavoro quotidiano, con la convinzione che le istituzioni devono essere più puntuali e più coerenti ma che la vera differenza la si fa nel mercato, la vera differenza la fa chi produce beni e servizi e li distribuisce ai cittadini.
Concludo, Presidente. Sia da monito quello che ci verrà raccontato a COP28. Sia per noi legislatori, prima di tutto, la chiara indicazione che così non si può continuare. Non possiamo continuare a riempire bellissime mozioni di obiettivi e poi dimenticarcene nella quotidianità.
L'occasione, per noi che crediamo in un mercato e in una democrazia liberale, è di coinvolgere i cittadini attraverso le loro imprese, i cittadini consumatori, dentro questa dinamica. Anche nelle mozioni si chiede di coinvolgere la cittadinanza. Certo, bene che lo facciano le istituzioni, ma la cittadinanza partecipa in modo attivo a questa rivoluzione attraverso la sua partecipazione al mercato. E la conversione della prossima direttiva CSRD è per noi il banco di prova più importante .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, tra due giorni inizierà, a Dubai, la COP28, ovvero la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima oggetto della mozione che ci apprestiamo a votare. Si tratta di un vertice in cui i leader mondiali, i Capi di Stato e i delegati provenienti da 198 Paesi (quest'anno, circa 70.000 persone) si riuniranno per parlare di clima e negoziare soluzioni volte a risolvere la crisi climatica e ambientale in corso.
Proprio lo scorso 17 novembre, la temperatura media globale giornaliera ha superato, per la prima volta, quella dell'era preindustriale di più di 2 gradi Celsius, la soglia massima prevista dall'Accordo di Parigi del 2015 (COP21): un campanello di allarme che deve spingere tutti i Paesi a intervenire prima che sia troppo tardi.
L'Italia farà la sua parte e porterà ai tavoli le proprie istanze e proposte. La mozione di maggioranza che voteremo indica, a nostro avviso, la giusta direzione da seguire. È chiaro che, per rendere efficace qualunque accordo e mettere in pratica proposte, sarà imprescindibile la partecipazione dei principali Paesi climalteranti. In termini di emissioni globali di CO2 da fonti fossili, la Cina rappresenta il 33 per cento e gli Stati Uniti il 12,5 per cento.
La sfida è, quindi, globale e non solo la responsabilità di affrontarla riguarda tutti, ma è chiaro che serve uno sforzo collettivo per raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra ritenuti i principali responsabili del riscaldamento globale per tutelare le biodiversità, l'integrità degli ecosistemi e, naturalmente, la salute umana.
La nostra azione è imperativa poiché siamo chiamati a fronteggiare sfide climatiche senza precedenti che richiedono un impegno concreto e mirato.
In primo luogo, con la mozione ribadiamo l'importanza di promuovere un dialogo internazionale sui cosiddetti contributi determinati a livello nazionale, colmando il divario tra gli obiettivi dichiarati e l'effettiva realtà emersa dalle ultime ricerche scientifiche.
In secondo luogo, occorre dare effettiva attuazione al Fondo , già previsto dalla COP27, finanziato dai Paesi più ricchi e destinato a compensare perdite e danni causati dai cambiamenti climatici nelle Nazioni più povere che ne sono meno responsabili e che, comunque, vogliono indirizzarsi verso una crescita ecosostenibile, onde non vanificare i nostri sforzi. Se, ad esempio come spesso avviene, questi Paesi per industrializzarsi permettono l'abbattimento delle foreste, ciò avrà un impatto negativo sul cambiamento climatico: non solo aumenterà l'anidride carbonica immessa in atmosfera con l'incremento dell'effetto serra, ma si ridurrà anche il potere lenitivo dei boschi, con conseguenze in termini di dissesto idrogeologico e di desertificazione; fenomeni che, come sappiamo, hanno un impatto diretto sulla popolazione. Occorre, quindi, dare incentivi e compensazioni affinché ciò non avvenga, senza tuttavia che la parte più povera del mondo debba rinunciare alla sua crescita.
L'impegno finanziario risulta cruciale. Saranno incrementati finanziamenti per la transizione ecologica nei Paesi in via di sviluppo, raggiungendo l'obiettivo dei 100 miliardi di dollari fino al 2025 per definire, poi, i nuovi obiettivi 2025. Questo, unito allo 0,7 del PIL destinato agli aiuti allo sviluppo, di cui il 50 per cento deve essere impegnato proprio nella lotta al cambiamento climatico, costituisce un chiaro impegno tangibile.
Considerato il peso che, di fatto, riveste, riteniamo inoltre opportuno, per quanto possibile, orientare il sistema finanziario globale verso investimenti coerenti con gli obiettivi climatici, eliminare gradualmente i combustibili fossili e implementare l'articolo 2, punto 1, lettera dell'Accordo di Parigi relativo alla riduzione ed eliminazione dei sussidi alle fonti fossili. Ciò dovrà avvenire in maniera economicamente e socialmente sostenibile e rispettando il principio della neutralità tecnologica, senza inseguire le ideologie dettate da specifici interessi di parte, né, ad esempio, quelli dei produttori di auto elettriche, che spingono da un lato, né quelli dei produttori di petrolio, che frenano dall'altro e che, in maniera abbastanza singolare, ospitano il consesso di cui parliamo.
La protezione delle biodiversità e pratiche agronomiche sostenibili devono essere integrate nei nostri piani, così come la piena operatività del fondo mutualistico AgriCat per sostenere le aziende agricole contro i cambiamenti climatici. Dobbiamo individuare azioni specifiche per le aree del nostro Paese a rischio idrogeologico, coinvolgendo i cittadini e, in particolare, i giovani nei processi decisionali ambientali. Sarà poi fondamentale, per garantire trasparenza e una corretta attribuzione di responsabilità, promuovere una rendicontazione periodica delle attività poste in essere.
In conclusione, onorevoli colleghi, questa mozione ci chiama all'azione globale e a orientare le nostre scelte, perseguendo nel medio periodo l'obiettivo della sostenibilità totale, ambientale, ma anche economica e sociale, non dimentichiamolo. L'Italia deve essere nel fronteggiare la crisi climatica, non solo per il bene del nostro Paese e del pianeta e nell'interesse delle future generazioni, ma anche perché sicuramente la transizione ecologica offre e offrirà grandi opportunità di sviluppo che non possiamo lasciarci sfuggire. Il nostro impegno dovrà essere tangibile e generare un impatto concreto.
Con quest'auspicio annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angelo Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. In premessa del mio intervento - non me ne voglia la Vice Ministra Gava, che è persona certamente autorevole -, sarebbe stato importante che il Ministro Pichetto Fratin, che si recherà a Dubai, fosse venuto in quest'Aula ad ascoltare la Camera, il Parlamento, sulle indicazioni che vengono rispetto a un evento internazionale così importante. Questo, però, è il simbolo dell'attenzione che questo Governo rivolge a una questione importante, su cui questa maggioranza e questo Governo si spendono sempre con parole di una retorica vuota e anche pericolosa.
Quante volte abbiamo sentito la Premier Meloni darci qui lezioni su cosa sia l'ambientalismo pragmatico e l'ideologia ? Bene, allora diciamo chiaramente che il biglietto da visita con cui questa maggioranza, questo Governo, questo Ministro - e avremo modo di dirglielo, raccontarglielo e ricordarlo anche nelle sessioni internazionali - si presentano alla Conferenza sul clima è la riapertura delle trivelle nel golfo di Napoli, di Sorrento, di Venezia, nelle isole Egadi: una vergogna incredibile ! Cioè, avete avuto il coraggio di approvare, alcuni giorni prima che iniziasse la Conferenza sul clima, la riapertura delle trivellazioni in luoghi che, dal punto di vista ambientale, sono veri e propri gioielli delicati. Lo ribadisco: il golfo di Sorrento, di Napoli, di Venezia, le isole Egadi! Tutto ciò, ancora una volta, per portare su un piatto d'argento il nostro Paese a queste energetiche che, oltre a spolpare i conti correnti degli italiani, vogliono aggredire fino all'ultimo le risorse naturali del nostro Paese.
Ma non paghi di tutto ciò, sempre nel decreto Energia, che avete approvato ieri, prevedete anche la realizzazione di nuovi rigassificatori. Ed ecco che compaiono le procedure semplificate per Porto Empedocle e Gioia Tauro. Volete trasformare l'Italia in un del gas.
Allora, dite le cose come stanno. Il vostro ambientalismo falso, ingannevole e bugiardo significa semplicemente continuare a far dipendere il nostro Paese dalle fonti fossili, non solo non dando una risposta alla crisi climatica. Noi, di Alleanza Verdi e Sinistra, vediamo che cos'è il vostro pragmatismo: è il pragmatismo di fare aumentare i profitti delle società ! Siete bravissimi!
Mai e poi mai, nessuno sarebbe riuscito a far aumentare i profitti delle società come state facendo voi. Lo avete fatto dal 2021, 2022 e 2023, a vari livelli, con quelli che si sono intercambiati ai vari Governi e devo dire, a onor del vero, tranne Fratelli d'Italia, ma Fratelli d'Italia ha ampiamente recuperato il ritardo, dando un regalo incredibile all'ENI, sanando gli extraprofitti delle società energetiche per 8,4 miliardi di euro. Noi l'aspettiamo la Premier Meloni, perché lo deve dire agli italiani e alle italiane. Lei deve spiegare - tanto brava nella retorica e anche, a volte, a fare comizi fuori luogo, quando è in Parlamento - la ragione per la quale la tassa del Governo Draghi non l'avete voluta applicare, mentre avete chiesto sacrifici enormi agli italiani e alle italiane. A me sembrerebbe una barzelletta, devo dire, e francamente faccio fatica a pensare che oggi un Ministro della Repubblica come Salvini intervenga dicendo che non abbiamo prorogato il mercato tutelato, perché c'è stato un errore. La domanda è - signor Presidente della Camera, io non ho mai fatto il Ministro -: quando si riunisce il Consiglio dei ministri cosa fanno? Giocate a Risiko? Non lo so, con grande rispetto, perché se un Ministro della Repubblica dice che la mancata proroga è un errore, che è una cosa cosi grossolana, vuol dire che fanno tutt'altro che governare il Paese.
Vedete, a Dubai si gioca - e anche noi siamo estremamente preoccupati, da questo punto di vista, - una parte consistente del futuro del nostro Pianeta, ma quando andremo là, il punto è che noi andremo con questo biglietto da visita, ovvero tutta una serie di contratti che sono stati fatti da ENI e altri, penso ad esempio, quello fatto nel Qatar alcuni giorni fa per conferire 1,5 miliardi di metri cubi anno di gas liquido fino al 2053. Alla faccia della decarbonizzazione nel 2050. Non avete alcuna volontà politica di affrontare politiche sul clima rigorose. Del resto, e poi passeremo alle proposte del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, sono basito nel leggere nella mozione della maggioranza a questo punto, che dice - lo leggo proprio perché sia chiaro il punto 7 - “a valutare la possibilità che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano allineate all'impegno della COP26 di Glasgow 2021”. Lo traduco per chi non è molto addetto ai lavori. Si tratta, in sintesi, del ruolo che la SACE, l'ente che, di fatto, dà i prestiti finanziari nel nostro Paese per gli investimenti all'estero, dal punto di vista energetico, non dovrebbe, perché abbiamo sottoscritto un impegno, ovvero di non investire sulle fonti fossili all'estero; invece, questo Governo continua a fare in modo che la SACE continui a investire miliardi di miliardi di euro in Africa, in aree, dal punto di vista ambientale e anche dal punto di vista dei conflitti sociali, molto delicate, per prendere idrocarburi. Capiamo che volete il Piano Mattei e noi lo ribadiamo, come Alleanza Verdi e Sinistra: il Piano Mattei è un piano che cozza contro gli obiettivi climatici ed è una forma di nuovo colonialismo, perché volete andare lì a prendere il gas facendo pensare chissà quale risorse darete al popolo africano, che già ha subito una forte forma predatoria dal punto di vista delle risorse naturali.
Noi, invece, pensiamo che bisogna cambiare assolutamente registro ed ecco perché riteniamo - cosa che non è assolutamente presente nella mozione della maggioranza - di investire in maniera molto forte per arrivare a triplicare l'installazione delle energie rinnovabili nel nostro Paese, quello di lavorare per avere una legge sul consumo di suolo, sullo stop al consumo di suolo. È, infatti, inammissibile che ogniqualvolta ci sono tragedie, ogni volta ci venite a raccontare che non è il momento delle polemiche. Poi passa, va in cavalleria e tutti si dimenticano degli impegni che hanno preso.
Allora, francamente, quella di dare al Paese una legge contro il consumo di suolo, che dica stop al consumo di suolo, una legge che parli di investimenti e direzioni gli investimenti per quanto attiene al tema dell'efficienza energetica, che avvii i processi di conversione industriale per rendere più efficace il nostro sistema industriale, anche dal punto di vista della riduzione della dissipazione energetica, che affronti il tema degli allevamenti intensivi, che è un elemento fondamentale. Siamo stati qui a discutere della carne coltivata e nessuno affronta una questione fondamentale che attiene anche la sicurezza alimentare, ma anche la sicurezza climatica, che è di costruire un'agricoltura totalmente diversa, che superi gli allevamenti intensivi, che hanno una responsabilità enorme dal punto di vista dell'emissione della CO2.
Dopodiché, c'è anche una questione fondamentale. Molte volte ci avete detto e avete raccontato: chi paga? Che la transizione ecologica ha un costo per i settori sociali più deboli. Diciamo una cosa con molta chiarezza: la crisi climatica già oggi determina un impatto forte sul nostro Paese, sulla nostra finanza pubblica. Pensate, solo in Emilia-Romagna 9 miliardi di euro e se vi affrettaste con i sindaci e il presidente della regione per dare una risposta a quella regione, che è stata dimenticata, non sarebbe assolutamente male. Ma c'è un problema che riguarda la giustizia sociale nell'affrontare la crisi climatica, ovvero che oggi i grandi inquinatori, chi ha accumulato grandi extraprofitti - in Italia siamo arrivati a 70 miliardi, in 3 anni -, devono dare il loro contributo. Voi avete sanato tutto ciò e l'altra questione è che chi ha di più in questo Paese deve contribuire per far fare un salto di qualità al nostro Paese e aiutare i settori sociali più deboli. È per noi inammissibile che 62 iper-miliardari nel nostro Paese, che hanno un patrimonio di 232 miliardi di dollari, non possano dare un contributo. Ecco, noi chiediamo che ci sia un contributo di solidarietà per il clima, per costruire un fondo sociale per il clima, per costruire il reddito di formazione e avviare al lavoro verso le nuove tecnologie i lavori legati all'ambiente, alla transizione ecologica nuove generazioni e formarle e anche per ricollocare chi il lavoro oggi lo perde. Ma non avete una strategia industriale; avete solo la strategia di fare la guerra all'Europa…
PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per favore.
ANGELO BONELLI(AVS). ...sulle questioni climatiche - e concludo, signor Presidente -, volete fare le elezioni europee basandoci su questo, andate a Dubai, presentandovi con questo biglietto da visita, ovvero di un Governo nero, non solo dal punto di vista politico, ma nero come il carbone e il petrolio
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Signor Presidente, Governo, colleghi, ammetto una certa sorpresa nel aver ascoltato il parere sulla nostra mozione, una bocciatura per la quale è difficile trovare un senso. Forse il tema è il nucleare? Il punto è molto chiaro, ma soprattutto per una maggioranza che parla di nucleare e con il Ministro Pichetto Fratin, che dice io sono disponibile a ospitare la prima centrale a Torino, o il Ministro Salvini, che candida Milano per la prima centrale nucleare. Eppure, è veramente una caratteristica del gruppo di Azione sui temi ambientali lavorare con grande serietà. Ci sfuggono queste motivazioni, ma non per questo arretreremo rispetto ai punti che per noi sono più importanti, mi vien da dire che è soltanto comodo cassare tutto per non entrare nel merito e magari per non renderci conto che ci sono cose che condividiamo, aspetti che sono importanti e che potremmo portare avanti insieme, per rafforzare le nostre politiche. Ribadisco che l'importanza, la vitalità e l'ineludibilità di questi temi ci vedranno sempre in prima linea.
Torniamo a Dubai, dove si terrà la ventottesima Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico e proprio alla ventottesima edizione della conferenza è necessario constatare di aver fallito lo scopo di ridurre le emissioni dei gas climalteranti, le quali, al contrario di quanto avremmo auspicato, continuano ad aumentare. Questo è il grave problema che dobbiamo affrontare.
La quantità di emissioni in atmosfera, dalla prima conferenza sul cambiamento climatico ad oggi, è pari, infatti, al totale di tutte le emissioni dei secoli precedenti, dalla rivoluzione industriale in poi. Il 2022 ha segnato il picco storico dei consumi di carbone, 8 miliardi di tonnellate, e di petrolio, più di 100 milioni di barili al giorno, oltre che delle emissioni di gas climalteranti e abbiamo quasi la certezza che i dati del 2023 potrebbero essere peggiori.
Con riferimento invece all'Unione europea, i consumi dell'Unione europea rappresentano circa il 10 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica, includendo anche le emissioni dovute alle importazioni, alla luce di un PIL che equivale al 15 per cento di quello mondiale. In tale ambito, le stesse emissioni dell'Unione europea, a differenza di quelle di molti altri Paesi, sono calate in modo netto a partire dagli anni Novanta. Però, la Cina ha quadruplicato, in questi ultimi venti anni, i suoi consumi energetici, raggiungendo la cima della classifica dei Paesi per emissioni di gas serra in valore assoluto, mentre a livello è ancora lontana dagli Stati Uniti. Solo pochi giorni fa l'India ha annunciato un piano per la costruzione entro il 2032 di centrali a carbone per un totale di 80 gigawatt e, con il progressivo sviluppo dei Paesi più poveri, a partire dall'Africa e dall'India, il di emissioni è destinato a crescere. Nonostante i progressi fatti, le fonti rinnovabili continuano a coprire meno del 5 per cento del totale dell'energia primaria consumata nel mondo. Ciò significa che lo sforzo finanziario dei Paesi più ricchi deve essere allineato rispetto all'impatto che gli investimenti possono realisticamente produrre in relazione agli obiettivi globali che, a tale livello, vanno perseguiti per il bene degli ecosistemi e degli esseri umani.
Secondo i dati contenuti negli scenari dell'Agenzia internazionale dell'energia, sono necessari investimenti per centinaia di miliardi proprio affinché si producano risultati apprezzabili. Per fare questo è necessario anche che si concentrino negli Stati più poveri, a partire dall'adeguamento delle reti elettriche di tali Paesi, anche con riferimento ai nuovi fabbisogni dettati dalla transizione energetica. È anche necessario investire nella ricerca tecnologica, a partire dai sistemi di sequestro del carbonio e di stoccaggio, nei modelli di produzione alimentare meno impattanti dal punto di vista energetico e nella riforestazione. È fondamentale che si promuova il dialogo tra le parti per adottare ogni iniziativa volta a incrementare, entro il 2025, i finanziamenti per l'adattamento climatico, come stabilito dalla COP26 di Glasgow.
Contestualmente, dobbiamo concentrare gli investimenti nei Paesi in via di sviluppo, considerato il maggiore impatto di tali investimenti sugli obiettivi prefissati. È qui che davvero fatico a capire il parere contrario. Sto leggendo la mozione che abbiamo presentato e tutte le altre, ma non riesco, in schiettezza, a farmene una ragione; poi, cercheremo di capirla.
Inoltre, è necessario incrementare le risorse da destinare alla ricerca tecnologica nei settori della cattura, trasporto e stoccaggio di anidride carbonica, nonché in qualsiasi altro settore ad alto impatto di emissioni, a partire da quello della produzione alimentare. Poi occorre confermare gli impegni assunti con la dichiarazione di Glasgow sulle foreste e l'uso dei suoli. In questo caso credo che avremo la massima convergenza al fine di arrestare e invertire la deforestazione e il degrado del suolo. Abbiamo anche inserito, come quarto punto, l'impegno a sostenere il ruolo fondamentale del nucleare nella transizione ecologica verso gli obiettivi di neutralità climatica come vera alternativa alle fonti fossili. Devo dire che, come gruppo Azione, siamo stati tra i primi a parlare di nucleare e continuiamo a farlo, lo facciamo soprattutto con i giovani che partecipano ai nostri incontri e che sono molto attenti a questa tematica.
Rivolgo una richiesta al rappresentante del Governo presente, quella di rivedere il parere, perché davvero non ci sarebbero motivazioni per un parere contrario. Sono andata a ricercare queste cose anche nella mozione della maggioranza e, in schiettezza, le ho trovate. Allora, credo ci debba essere una coerenza che, in questo momento, non stiamo trovando ma, per la stima che certamente mi lega al rappresentante del Governo presente, stima personale, chiedo una revisione di questo parere perché, altrimenti, anche la maggioranza dovrà darsi un voto contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Vice Ministro, colleghi, fra pochi giorni inizierà la ventottesima Conferenza delle Nazioni Unite relativa ai cambiamenti climatici, che già nasce nel quadro di crescenti tensioni internazionali. La sede dei negoziati internazionali sarà in uno Stato, gli Emirati Arabi Uniti, che non solo è il settimo produttore al mondo di petrolio ma intende anche incrementarne la produzione. Non a caso, nei giorni scorsi sono scoppiate le polemiche per le accuse rivolte al presidente della COP28 e capo della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti ma anche tra l'Agenzia internazionale per l'energia e l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio le frizioni non sono mancate, essendo la prima stata accusata dall'OPEC di ipocrisia, pressapochismo e scorrettezza.
Resta forte anche l'incertezza su come interverranno, e con quali intenzioni, le due superpotenze globali, Cina e Stati Uniti, che sono anche i primi due Stati al mondo per emissione di CO2. Le intenzioni annunciate da Trump, in caso di vittoria alle elezioni del 2024, sono quelle di smantellare la politica ambientalista di Biden che, a parte gli slogan, non ha portato a risultati positivi. Si dovranno fare i conti anche con l'India, al terzo posto nella graduatoria, negoziatore ostico e allergico a fughe in avanti sull'addio del carbone.
L'obiettivo minimo della Conferenza di Dubai è tenere in vita il processo di Parigi 2015 e il suo traguardo principale è contenere ben al di sotto dei due gradi l'aumento delle temperature medie globali di fine secolo rispetto ai livelli pre-industriali. Qui però dobbiamo anche considerare la situazione geopolitica che, negli ultimi periodi, si sta verificando nel mondo.
Saranno valutati i progressi fatti verso gli obiettivi dell'accordo di Parigi dai Paesi membri della Convenzione quadro del cambiamento climatico, che include anche una verifica della loro validità per raggiungere gli obiettivi. Dovrebbero essere rese operative le nuove modalità di finanziamento delle azioni per affrontare perdite e danni correlati agli effetti avversi dei cambiamenti climatici, incluso un fondo, come era stato richiesto da COP27, per supportare i Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili alle perdite e ai danni correlati a tali effetti. Mi preme citare le dichiarazioni del Ministro Pichetto Fratin in sede pre-COP28, che poi sono quelle di Forza Italia, il quale ha parlato di “equità e realismo per un'azione climatica ambiziosa”, sottolineando la necessità di “coniugare la lotta al cambiamento climatico con le esigenze dello sviluppo”. Queste dichiarazioni sono state fortemente contestate dall'opposizione che le giudica superficiali e inconsistenti. Viceversa, corrispondono alla realtà dei fatti: darsi obiettivi sempre più avanzati, senza avere poi né la capacità né le risorse per attuarli, produce risultati opposti. Chiudere alla produzione nazionale di gas - che pure al momento fa parte della tassonomia verde dell'Unione europea - e chiudere al nucleare ha generato il paradossale ritorno al carbone.
Per fortuna si è riusciti a realizzare il TAP, nonostante l'opposizione del Governo di sinistra della regione Puglia, gasdotto che continua a darci 10 miliardi di metri cubi l'anno, altrimenti il nostro patrimonio forestale, che tutti vogliamo e dobbiamo preservare, sarebbe sotto la pressione di tutte quelle persone che hanno bisogno di riscaldarsi. Perché, vedete, noi possiamo parlare delle azioni da intraprendere per arrivare a fine secolo con una temperatura non eccessivamente più alta, ma alle persone interessa di più arrivare a fine mese.
All'insegna dell'equilibrio e della necessità di coniugare la lotta al cambiamento climatico con le esigenze di sviluppo, la nostra mozione indica al Governo l'avvio di un percorso nazionale di graduale riduzione ed eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, da realizzare secondo modalità compatibili con lo sviluppo economico e sociale del Paese. Doveroso e di buonsenso. Questo perché il percorso verso la generazione elettrica da fonte rinnovabile è tutt'altro che agevole. Con le ultime modifiche dell'Accordo verde europeo si è arrivati al 42,5 per cento di generazione rinnovabile al 2030. Saranno necessari più metalli, più energia, ovvero, alla fin fine, più emissioni.
Se dovessimo seguire la modellistica indicata, il necessario approvvigionamento di minerali critici per la loro costruzione richiederebbe una quantità di materie prime mai estratta prima dal genere umano.
La storia dell'energia fino a oggi ci ha mostrato che non si è mai verificata una transizione energetica, ma sono solo state aggiunte nuove fonti di energia.
Nonostante la clamorosa spinta dell'Unione europea, le imprese eoliche del vecchio continente falliscono, perché non dispongono di materiali, minerali e terre rare a prezzi competitivi. D'altro canto, per aprire una miniera in Italia occorrono ben 17 anni e come conseguenza abbiamo i pericoli di monopolio cinese su eolico, fotovoltaico e batterie.
Vede, Presidente, la nostra mozione impegna il Governo a farsi promotore di iniziative nelle sedi internazionali, volte a indirizzare il sistema finanziario globale e le sue istituzioni a sostenere investimenti coerenti con gli obiettivi climatici o a introdurre clausole climatiche nei finanziamenti concessi, anche sulla scorta del principio di neutralità tecnologica.
In questi giorni la BCE ha inviato una lettera a circa 20 istituti europei minacciando sanzioni per i ritardi nella valutazione dell'impatto dei rischi climatici e ambientali nei loro portafogli. Noi non condividiamo questa sua impostazione: noi intendiamo favorire gli investimenti verdi, non vietare gli investimenti nelle attività che hanno impatto ambientale. Sta qui la differenza culturale fra la nostra impostazione e quella che guida il governo dell'Unione in questo momento . Contestualmente, i costi della produzione di idrogeno sono cresciuti a dismisura. L'idrogeno verde Europa sarebbe più economico del gas solo se quest'ultimo costasse circa 240 euro a megawattora. Eppure, l'Unione europea si è data l'obiettivo di sviluppare una produzione locale di idrogeno verde di 10 milioni di tonnellate entro il 2030 e ha previsto anche quote di consumo obbligatorie. In teoria ci sono centinaia di progetti che, però, nella maggior parte dei casi, esistono solo sulla carta.
Vogliamo essere fiduciosi e confidiamo che l'evoluzione tecnologica abbassi i costi.
Dunque, abbiamo inserito il relativo impegno nella nostra mozione e ritroviamo le disposizioni in materia nel decreto Energia, approvato proprio ieri dal Governo di centrodestra.
In conclusione, la mozione del centrodestra è incentrata su misure possibili e soprattutto reali: colmare il divario tra gli obiettivi di Parigi 2015 e la situazione attuale; rendere operative le modalità di finanziamento delle azioni per affrontare perdite e danni correlati agli effetti avversi dei cambiamenti climatici, incluso un fondo per supportare i Paesi in via di sviluppo più vulnerabili (questa è la vera battaglia); adottare iniziative per il raggiungimento dell'obiettivo di una quota pari allo 0,7 per cento del prodotto interno lordo in aiuti allo sviluppo, destinando il 50 per cento di queste risorse alla lotta al cambiamento climatico; sostenere un passaggio graduale di riduzione ed eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, da realizzare secondo modalità compatibili con lo sviluppo economico e sociale del Paese; integrare nei piani nazionali di mitigazione il rafforzamento dei piani per la difesa della biodiversità, nel quadro della relativa strategia al 2030, la piena attuazione delle misure sui serbatoi di carbonio agroforestali, le incentivazioni per la sostenibilità del sistema agricolo e per lo sviluppo delle buone pratiche agronomiche, ma anche le misure sulle emissioni della climatizzazione degli immobili, soprattutto quelli residenziali, perché proprio da qui arrivano quelle più dannose e numerose.
Poi occorre individuare, in particolare, le azioni e le politiche di mitigazione e adattamento del territorio con considerazione specifica per quelle aree del Paese sottoposte a più forte rischio idrogeologico o soggette con frequenza a eventi meteorologici estremi; stimolare la coscienza critica delle persone, nonché la loro partecipazione ai processi decisionali in ambito ambientale, soprattutto da parte dei giovani, quei giovani che con coscienza e intelligenza vogliono dire la propria parola rispetto al tema ambientale e non quelli che vanno a imbrattare i monumenti (da troppo ne vediamo le conseguenze).
La nostra impostazione generale è che si debbano usare tutte le possibili tecnologie per raggiungere l'obiettivo. In questo consiste il principio della neutralità tecnologica, che è il principio guida di questo Governo, sia per quanto riguarda gli interventi per la riduzione delle emissioni sia per quanto riguarda gli obiettivi di sicurezza energetica del nostro Paese.
A fronte della complessità della situazione, la mozione di centrodestra cerca di rappresentare un punto di equilibrio senza fughe in avanti. Sarebbe piaciuto che tutto il Parlamento italiano andasse a Dubai con un'unica mozione. Spiace vedere, però, da parte dell'opposizione, ancora un'ideologia troppo estrema, che non serve certo al nostro Paese ma, soprattutto, non serve a mitigare i cambiamenti climatici .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Saluto la Vice Ministra. Siamo alla vigilia della COP28, una conferenza sul clima alla quale partecipano più di 200 Nazioni e i cui lavori partiranno il 30 novembre e termineranno il 12 dicembre. Sul tavolo dei negoziati, come ogni anno, si farà il bilancio dei progressi fatti in termini di riduzione delle emissioni sulla base dei stabiliti dagli accordi di Parigi. I dati, però, che stanno circolando ormai da mesi, non sono per nulla rassicuranti. Non si tratta di spargere allarmismi, come dice qualcuno, ma di vedere le cose come stanno, di ascoltare e di fidarsi, con cognizione di causa, di quello che ci dice la scienza.
L'orologio climatico indietreggia senza sosta e non da oggi, non da questo momento, e questo è un dato di fatto che non possiamo assolutamente ignorare. L'emergenza climatica è prima di tutto un problema sociale globale che esige risposte comunitarie. Non agire è un gesto immorale: sapete per chi? Nei confronti proprio di quel principio che è l'equità intergenerazionale, ovvero la capacità di assicurare alle future generazioni le stesse risorse e possibilità a disposizione di quelle attuali.
Il rapporto stilato dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici proprio sul bilancio globale stima che, nel 2030, le emissioni globali di gas serra aumenteranno dell'8,8 per cento rispetto al 2010 e diminuiranno del 2 per cento rispetto al 2019. Nonostante le previsioni, però, siano migliori di quelle fatte dal rapporto precedente, la Convenzione quadro ci dice anche una cosa chiarissima: ribadisce che, senza correzioni di rotta, l'aumento delle temperature a fine secolo sarà tra 2,1 e 2,8 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali e questo dato, purtroppo, è ben al di sopra di quanto pensavamo di scongiurare tanti anni fa.
Sempre nell'ottica di non spargere allarmismi ma per dare alcuni dati tangibili a tutti, in Brasile, per la prima volta nella storia, la settimana scorsa sono già stati superati i 2 gradi centigradi di aumento, quindi la temperatura media globale. La rotta non l'abbiamo invertita, purtroppo, perché, da una parte, ci sono i Paesi grandi emettitori e, dall'altra, invece, le economie più fragili, quelle dei Paesi in via di sviluppo che hanno bisogno - e questo lo dico tra virgolette - di inquinare e - sempre tra virgolette mi permetto di dire - di emettere al pari dei Paesi ricchi per uscire dalla povertà e ambire anche loro alla crescita economica. Anche questo è un dato di fatto che, dopo 27 COP, non possiamo non prendere in considerazione e il quest'anno sarà proprio su questo, per far sì che si vadano a sciogliere alcuni nodi e si vadano a individuare alcune soluzioni capaci di superare l'.
Noi abbiamo quattro grandi economie, l'India, la Cina, gli Stati Uniti e l'Unione europea, e se domani queste quattro economie decidessero, in maniera autonoma, di puntare alla neutralità climatica entro il 2050, sarebbero un traino così forte, così potente da invertire veramente il delle emissioni globali e spingere gli altri Paesi a fare lo stesso. Allora, perché non viene fatto, cosa stanno aspettando? Perché perdere tempo non possiamo più permettercelo, la verità è che è mancato e manca il coraggio ed è mancata e manca una visione politica .
Dopo l'Accordo di Parigi, che è stato ratificato nel 2015, le COP hanno smesso di portare risultati concreti e incisivi, proprio perché non c'è stata la volontà di predisporre piani che portassero veramente a una riduzione delle emissioni, quindi, siamo andati fuori traiettoria, con soluzioni così inadeguate che se non agiamo ci porteranno, purtroppo, dritti verso un aumento di 3 gradi nel corso di questo secolo, altro che Accordi di Parigi. Le COP sono e rimangono indispensabili e fondamentali a indicarci la rotta da seguire, ma - e questo è importante - quella rotta la dobbiamo saper declinare con obiettivi puntuali nei programmi nazionali. Gli sforzi si devono fare per allineare le politiche ambientali, sociali ed economiche dei nostri Governi senza lasciare indietro imprese, territori, cittadini e cittadine, anche perché i cambiamenti climatici rischiano di produrre, a catena, nei prossimi anni… Presidente, chiedo ai colleghi alla mia sinistra di abbassare la voce, perché ho difficoltà ad ascoltarmi. Chiedo scusa ma, veramente, faccio fatica…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia… Prego, onorevole, continui.
ILARIA FONTANA(M5S). Come dicevo, gli sforzi si devono fare per allineare le politiche ambientali, economiche e sociali dei nostri Governi senza lasciare indietro imprese, cittadini e territori, visto che i cambiamenti climatici rischiano di produrre, a catena, nei prossimi anni, un aumento delle disuguaglianze. Parlavamo di coraggio, di un coraggio che dovremmo fare nostro, più coraggio, ad esempio, per costruire una per l'abbattimento delle fonti fossili, più coraggio per eliminare tutti i SAD, i sussidi ambientalmente dannosi, più coraggio per dare un chiaro mandato alle società partecipate dallo Stato ad allineare i propri piani di sviluppo all'obiettivo di un grado e mezzo.
Di sicuro, non è lo stesso coraggio avuto ieri dal Consiglio dei ministri, che ha portato sul tavolo un decreto Energia, che è un ennesimo decreto inutile, ambientalmente insostenibile, un decreto che ha la firma di Giorgia Meloni sulla furia cieca di questo Governo nei confronti, purtroppo, delle famiglie. È questo il coraggio di cui abbiamo bisogno? C'è un'ipocrisia galoppante, purtroppo; vediamo in quest'Aula una maggioranza che parla di quant'è bello l'ambiente e di cosa si deve fare per tutelare e salvaguardare l'ambiente; a parole, tutti d'accordo, poi, però, peccato che quando dalle parole si deve passare ai fatti questa maggioranza non abbia perso occasione per proporre soluzioni inaccettabili, indifendibili e inadeguate .
Il coraggio lo si deve esercitare in un altro modo e qual è il coraggio che serve per invertire il paradigma e per cercare di fermare quelle lancette dell'orologio climatico? Il coraggio, ad esempio, di non bloccare le energie rinnovabili, facendo ostracismo alle direttive europee, penso alla direttiva sulle auto , penso alla direttiva sulle case , quindi, all'efficientamento energetico dei nostri edifici. Il coraggio di portare avanti una vera economia circolare, che metta al centro soluzioni veramente virtuose per i cittadini e per le imprese, per la salute e per l'ambiente. Il coraggio di non vedere la biodiversità come una minaccia, ma come elemento chiave nella lotta al cambiamento climatico; di intraprendere un percorso serio di decarbonizzazione, perché questa è una sfida urgente e, signori, non è più negoziabile . Il coraggio di vedere le comunità energetiche rinnovabili come una vera soluzione democratica per tutti e tutte e di tutelare il nostro mare dalle microplastiche e dalla plastica. Poi, la butto lì, come idea, partiamo dai decreti attuativi della legge Salvamare che ancora stanno lì appesi. Il coraggio di non ostacolare il percorso verso la neutralità climatica e di incentivare una vera transizione ecologica che sia giusta, partecipata e inclusiva.
Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di un alfabeto ambientale, un alfabeto nuovo, un lessico nuovo, che ci serve per superare negazionismo e incertezza. L'emergenza climatica ha bisogno di visione e di scelte coraggiose, di governanti in grado di affrontare la crisi climatica come un problema reale, sociale e globale, non solo ambientale, perché deve essere vista con una visione d'insieme. Se oggi in quest'Aula stiamo parlando di cambiamenti climatici, di COP28, di impegni che come Parlamento diamo al Governo per affrontare i negoziati, è soltanto grazie al MoVimento 5 Stelle che, fortemente, ha voluto la calendarizzazione in quest'Aula di questi temi . Papa Francesco, che, tra l'altro, parteciperà alla COP, ci dice, con una forza immensa, che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Non c'è dubbio che l'impatto del cambiamento climatico danneggerà, purtroppo, sempre più, la vita di molte persone e famiglie e, oggi, parlare di resilienza climatica significa anche aprire alla resilienza sociale, non solo, per garantire la sopravvivenza delle generazioni presenti e future, ma anche per iniziare a costruire un futuro di pace. Restare attaccati alle fonte fossili non porterà altro che disparità, instabilità geopolitiche e guerre.
Su questi temi dovrebbe esserci unità di intenti, perché quando si parla di tutela dell'ambiente, delle generazioni future, della salute e della pace, si parla di qualcosa che non dovrebbe avere bandiere politiche. Eppure, avete bocciato tutte le nostre mozioni, le mozioni delle opposizioni, senza entrare nel merito, senza assolutamente entrare nel merito dei temi. Vi siete fermati ai cognomi, questo avete fatto e il bello è che questa maggioranza a noi dice che siamo ideologici quando parliamo di transizione ideologica rivolti alla maggioranza, cerchiamo invece di capire chi è che fa vera transizione ideologica. Siamo veramente al teatro dell'assurdo . Serve visione e serve coraggio; qui, non vediamo né visione né coraggio e non si fanno purtroppo passi avanti e ciò è sotto l'occhio di tutti, quotidianamente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elisa Montemagni. Ne ha facoltà.
ELISA MONTEMAGNI(LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Vice Ministro Gava, per essere qui, oggi, con noi. Ci tengo fin da subito, tramite lei, Presidente, a recapitare un messaggio al collega Bonelli. Il Vice Ministro Gava sarà presente alla COP28 e lo sarà per quasi tutta la durata del tempo, di conseguenza, io credo che rappresenti benissimo questo Parlamento e che oggi, essendo qui, insieme a noi, sia la portatrice perfetta delle istanze di quest'Aula.
Sempre tramite lei, Presidente, vorrei rivolgermi alla collega Ruffino, la quale, nella mozione, ha inserito il tema del nucleare, forse non accorgendosi che in quest'Aula abbiamo già votato una mozione sul nucleare, una mozione fortemente voluta dalla maggioranza e, magari, nemmeno rendendosi conto che la mozione stessa di oggi non è l'atto adatto per inserire la questione, perché alla COP28 non si parlerà di nucleare e, quindi, tutto quanto detto, oggi, in realtà, è già stato smentito dalla mozione votata e anche dall'ordine del giorno stesso.
Noi, cari colleghi, abbiamo, in realtà, gli stessi obiettivi, anche se da chi mi ha preceduto questo non traspare, anzi. Come sempre, si vuol far trasparire questa realtà distorta del centrodestra che odia l'ambiente, del centrodestra non attento alla nostra Terra, non attento al territorio, non attento a tutto quello che sarà il futuro per i nostri figli.
Ebbene, intanto voglio fare notare all'opposizione che ciascuno di noi ha dei figli e che ciascuno di noi della Lega, ma penso della maggioranza, ha tutto l'interesse a lasciare un mondo migliore ai nostri figli e che gli stessi obiettivi vostri che noi ci prefiggiamo distano semplicemente per una questione: il realismo. Noi vogliamo perseguire la strada del realismo, perché dobbiamo farci delle domande quando parliamo di ambiente. Se vogliamo andare avanti per slogan e continuare a dire che il centrodestra è brutto e cattivo possiamo continuare a farlo, ma la realtà dei fatti è che noi, a differenza vostra, pensiamo, sì, all'ambiente, ma dobbiamo anche pensare alle ricadute sulla società e sull'economia del nostro Paese , perché se noi mettiamo in pratica tutto quanto, , pensando solo all'ambiente, ci ritroveremo domani con le nostre aziende chiuse, aziende - e voglio fare un esempio - che già si sono sforzate in passato, mi viene in mente il tema del riciclo, per adattarsi ad alcune normative e che oggi, magari, possono vedersi stravolta l'idea del riciclo con quella del riuso.
Allora, se portiamo avanti un concetto. è quello di “sì, lo vogliamo fare”, ma con le tempistiche giuste, con un programma che sia elastico, con scadenze intermedie flessibili, proprio per consentire a chi nel nostro Paese fa impresa di adeguarsi e di mettersi al passo con i tempi, ma senza rischiare la chiusura che, di conseguenza, priverebbe tanti cittadini del posto di lavoro.
A voi sembra una novità quella del lavoro, ma non lo è assolutamente, è un tema estremamente centrale. E l'Europa, come voi tutti sapete, è per quanto riguarda l'azione sul clima, lo è anche grazie agli sforzi che l'Italia ha fatto, lo è nonostante ci sia un periodo non semplice dal punto di vista energetico ed economico - ci siano sono due guerre in corso che, purtroppo, colpiscono tutti quanti - e ancora dobbiamo combattere con le ricadute del COVID.
Quindi, lo sforzo fatto dall'Europa è importante, ma lo sforzo deve essere globale. Qualcuno che mi ha preceduto citava, ad esempio, la Cina. Credo che potremo arrivare all'obiettivo se tutti i Paesi faranno la loro parte, perché se la farà solo l'Italia o la farà solo l'Europa, l'obiettivo non verrà centrato. Cosa rischieremo, invece? Rischieremo di mettere in ginocchio l'economia, quindi rischieremo sforzi economici troppo elevati per le nostre imprese, maggior costo del lavoro e una distorsione della concorrenza, che non permetterebbe alle nostre aziende di sopravvivere. Quindi, se il centrosinistra vuole questo, vuole fare delle nostre imprese e delle nostre aziende, bene, lo dica pubblicamente, perché, nelle mozioni che ho letto dell'opposizione, non leggo da nessuna parte le tutele delle imprese, le leggo solo nella mozione della maggioranza.
Il fatto che si debba bilanciare la difesa dell'ambiente con le possibilità che abbiamo di portare avanti le politiche sul nostro territorio, evidentemente, interessa solo al centrodestra, evidentemente agli altri non interessa, se le aziende chiudono e questo, devo dire la verità, mi dispiace molto.
Cosa chiediamo noi, visto che ci viene anche imputato di fare solo la lotta all'Europa? Chiediamo anche che l'Europa sia presente, finanziando la transizione , aiutando le imprese ad adeguarsi e mettendoci in condizione di poter usufruire delle nuove tecnologie per creare posti di lavoro e per rispondere alle richieste fatte a livello internazionale. Lo sviluppo di nuove tecnologie, come abbiamo scritto in mozione, riguarda anche cattura, trasporto e stoccaggio della CO2. Per noi è una questione estremamente importante finanziare e cercare di perseguire la via dello sviluppo delle nuove tecnologie perché, tramite quelle, possiamo dare risposte non solo all'ambiente, ma anche, come dicevo prima, all'economia del nostro Paese.
Agevolare o escludere aziende piccole per noi è fondamentale, perché non impattano dal punto di vista delle emissioni climalteranti, ma sono quelle che tengono insieme il nostro Paese. Se abbiamo una visione, come ci viene imputato in quest'Aula, contro il clima e contro l'ambiente, probabilmente qualcun altro ce l'ha contro le imprese e contro le aziende. Io penso, invece, che questo Governo sia sulla strada giusta, perché la lotta ai cambiamenti climatici, ai gas serra e alle emissioni si fa tramite tanti piccoli provvedimenti che, in un anno, hanno avviato un percorso all'interno di questa maggioranza e all'interno di questo Governo.
Penso che, oggi, essere qui, nuovamente, a disquisire su chi è il buono e chi è il cattivo non faccia assolutamente il bene di nessuno. Credo che sarebbe stato utile, oggi, trovare un punto d'incontro per rendere il nostro Governo ancora più forte su quel tavolo internazionale e cercare di portare a casa il maggior risultato possibile per l'ambiente, per i nostri figli, ma anche per le nostre imprese, perché il futuro dei nostri figli passa dall'ambiente, ma passa anche dai posti di lavoro, ricordatevelo, colleghi dell'opposizione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Care colleghe e cari colleghi, rappresentante del Governo, la COP28 sul clima, che inizierà tra due giorni, è uno degli appuntamenti più importanti di questi anni per fare il punto su come gli Stati stanno affrontando le emergenze climatiche e ambientali del pianeta.
È emersa, in questi giorni, dal dibattito sul tema la valenza politica di questo appuntamento, che chiama in causa la responsabilità degli Stati, le scelte pratiche che devono essere messe in campo per quello che si configura come un conto alla rovescia prima del disastro. Sì, uso la parola “disastro”, è un termine forte, perché ormai è sotto gli occhi di tutti che, se non affronteremo con misure straordinarie e con un impegno costante l'emergenza climatica, non potremo che fare il conto delle vittime e dei danni provocati da eventi climatici estremi dalle dimensioni sempre più devastanti.
Anche il nostro Paese, lo sappiamo bene, è esposto a episodi sempre più frequenti che minacciano l'ambiente, ma, soprattutto, l'umanità e, quindi, il nostro sistema economico e produttivo. Solo nell'ultimo anno, da Ischia alla Romagna, fino alla Toscana di qualche settimana fa, sarebbe lungo l'elenco di tragedie che hanno ferito un territorio fragile e troppo a lungo maltrattato. Allora, quello di cui discutiamo oggi, colleghi, non sono temi per addetti ai lavori, riguardano la nostra esistenza e il nostro destino e, per questo, è bene che il Parlamento, anche se un po' distratto, si pronunci e dia indicazioni al Governo su come agire. E sarebbe opportuno - lo voglio dire - che il Governo fosse rappresentato a Dubai, all'appuntamento della COP28, ai massimi livelli e con la massima responsabilità.
Devo dire anche, signor Presidente, che mi sarei aspettata dal Governo ben altro atteggiamento rispetto alle mozioni nostre e a quelle presentate dalle altre opposizioni. Ho sentito, poco fa, anche le parole della collega, che auspicava un incontro di intenti da parte di tutte le forze politiche. Scusate, ma chi l'avrebbe dovuta ricercare quest'unità di intenti? Il Governo, la maggioranza e, invece, vediamo che, alle nostre mozioni, è stato opposto un “no” pregiudiziale, anche su impegni esattamente identici a quelli contenuti nella mozione della maggioranza.
Ma, in fondo, è chiaro: a voi non interessa discutere, entrare nel merito, prendersi impegni al riguardo, a voi non interessa questo appuntamento. A Dubai, invece, ci saranno i dei grandi Paesi, ci sarà Papa Francesco che, dopo i suoi richiami continui alla cura della casa comune, non si fa certo spaventare dal fatto che questo appuntamento si svolga - lo sappiamo bene - in uno dei Paesi di maggiore produzione al mondo di petrolio e che i colloqui verranno gestiti, ahimè, da uomini legati ad aziende altamente inquinanti.
Quest'anno, infatti, la COP28 a Dubai è un passaggio cruciale nel percorso globale per il contenimento e per il contrasto del cambiamento climatico, sarà la prima occasione in cui veramente si farà una valutazione complessiva degli obiettivi dell'Accordo di Parigi, del punto in cui siamo arrivati e permetterà di valutare l'efficacia delle politiche adottate finora e a capire dove bisogna agire con più determinazione e più urgenza per intensificare gli sforzi. Si tratterà - questo è l'auspicio - di una riflessione collettiva sulle promesse mantenute e su quelle, troppe, ancora in sospeso, con un obiettivo chiaro, però: mantenere quell'obiettivo al di sotto della soglia critica di aumento delle temperature globali di 1,5 gradi centigradi entro la fine del secolo. Si discuterà di molti altri temi, dall'attuazione dell'obiettivo sull'adattamento, alla creazione di un fondo per le perdite e i danni destinato ai Paesi in via di sviluppo e, poi, sulle questioni centrali dell'accelerazione della transizione energetica globale e su come riorganizzare l'architettura finanziaria globale per sostenere finanziamenti per il clima, in particolare per i Paesi più vulnerabili; sulla trasformazione dei sistemi alimentari e, quindi, sul settore agricolo, che sappiamo essere fondamentale, per aumentarne la resilienza, per ridurre le emissioni; sulle modalità per affrontare l'instabilità e l'insicurezza, che sono sempre più legate alla crisi climatica. E, poi, altri temi come, ad esempio, la protezione della natura e la grande connessione sulla salute umana.
A questo appuntamento, ognuno dovrà fare la propria parte, a partire dall'Europa, che alla COP28 si presenta, ormai, da diversi anni, con il biglietto da visita di indiscusso della transizione verso le emissioni zero. È l'unica economia avanzata, lo sappiamo, ad avere ridotto le emissioni di gas serra, dal 1990, del 28 per cento ed è l'unica ad avere messo in campo, soprattutto in questi ultimi anni, un pacchetto di obiettivi, di politiche e di misure molto ambizioso e perfettamente allineato con le indicazioni della comunità scientifica, dal , che sappiamo prevede la neutralità climatica entro il 2050, a un taglio di emissioni nette entro il 2030 del 55 per cento.
E, poi, in termini di realizzazione della transizione energetica e di accompagnamento della trasformazione del nostro sistema produttivo. È un tema fondamentale, questo: come accompagnare la sostenibilità ambientale e la crescita, lo sviluppo economico, in una logica di equità e di sostenibilità, perché questi due aspetti possano marciare insieme, senza che a pagare il costo della transizione siano le parti più fragili e più esposte della società. Allora, forte di un protagonismo in Europa, a partire anche dalla posizione negoziale che è stata approvata dal Consiglio europeo e dal Parlamento, noi, nella nostra mozione, abbiamo chiesto al Governo una serie di impegni molto chiari: di sostenere questa globale per l'uscita ordinata da tutte le fonti fossili, per l'eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, per l'espansione delle energie rinnovabili, delle reti elettriche, dei sistemi di stoccaggio e dell'efficienza energetica; e poi di raddoppiare velocemente il taglio dei consumi e di triplicare la capacità di energia rinnovabile installata. Si tratta di impegni importanti, che richiedono consapevolezza della posta in gioco. Devo dire che abbiamo letto la mozione della maggioranza e confesso che, per alcuni punti, ne siamo stati anche favorevolmente colpiti. Ne cito alcuni: l'Italia condivide l'orientamento comunitario per incrementare la decarbonizzazione dell'economia, promuovendo un patto verde per le imprese e i cittadini, che consideri l'ambiente come motore economico. Oppure: promuovere il dialogo tra le parti per innalzare l'ambizione globale sui contributi a livelli nazionali, al fine di colmare il divario tra gli obiettivi dichiarati e lo stato dei fatti emerso dagli ultimi contributi scientifici. Ecco, chissà se, tra le tante generiche e ambigue parole che abbiamo letto, purtroppo, in questa mozione, se, dopo quello che avete scritto e che vi ho letto, smetteremo finalmente di ascoltare, da Ministri e da altri autorevoli esponenti dei partiti maggioranza, che le cause del cambiamento climatico sono ancora incerte, oppure che c'è ancora dibattito nella comunità scientifica . Basta! Basta con questo negazionismo climatico strisciante a cui continuate irresponsabilmente a dare voce.
Certo stupisce che, di fronte a una mozione di oltre 3.000 parole, non vengano mai citate quelle fondamentali: energie rinnovabili. Non c'è questa parola ! Voi continuate ad essere un Governo nemico dello sviluppo delle energie rinnovabili, forse per avvantaggiare o sostenere soluzioni incomprensibili, fuori dal tempo, che non hanno alcuna possibilità vera di realizzazione. Non fate nulla per accelerare lo sviluppo e l'installazione della potenza prevista. Ritardate l'emanazione dei decreti attuativi sulle comunità energetiche e ritardate tutta una serie di adempimenti che sono, invece, fondamentali. Non si può essere ambigui o contraddittori nelle scelte che, proprio in questi giorni, state continuando a fare. Iniziate a cancellare quel taglio di 240 milioni che avete messo nella manovra di bilancio per il Fondo italiano per il clima Di questo discuterete alla COP28. Come fate a presentarvi con una legge di bilancio che taglia proprio quelle risorse che servono esattamente per accompagnare gli obiettivi internazionali su clima e ambiente? E poi, come farete a presentarvi all'appuntamento della COP con un DL Energia, approvato ieri, che, oltre a prevedere di fatto quella che oggi abbiamo definito la tassa Meloni, con la decisione di non prorogare l'uscita dal mercato di maggiore tutela, torna ancora una volta ad allargare le maglie per le coltivazioni di idrocarburi nel nostro Paese, cioè le fonti fossili, addirittura prevedendo, nel decreto-legge che avete approvato, che queste si vedranno riconosciuto un costo di produzione maggiorato, con un congruo tasso di remunerazione con la scusa delle imprese energivore? Smettete, soprattutto, di tentare di demolire in Europa ogni sforzo per accelerare e governare la transizione ambientale ed energetica. Non è con i rinvii e i ritardi, di cui vi fate protagonisti, che si proteggono le imprese e i cittadini e si accompagna la nostra economia nella transizione.
Di fronte al disinteresse evidente nei confronti dei problemi ambientali e climatici, quel disinteresse che osteggia e rinvia la discussione di una legge nazionale sul consumo di suolo, che ritarda l'approvazione di un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che in quest'anno ha visto evocare ancora tante, tante volte nuovi condoni e nuove sanatorie, oggi avete l'occasione, grazie proprio all'ancoraggio alle proposte europee, lo voglio sottolineare, di rappresentare alla COP28 la spinta più forte ad affrontare la crisi climatica e salvaguardare il Paese. Non è un'impresa facile, me ne rendo conto, soprattutto per un Governo e una maggioranza che faticano ancora a riconoscere la centralità e l'importanza di questo tema. Bisogna avere in mente un'idea di futuro non egoista e la consapevolezza che ogni azione che compiamo oggi avrà una conseguenza sulle nostre generazioni e su quelle che verranno. E bisogna guardare in faccia la realtà, cosa che vi ostinate a non fare. C'è già, oggi, chi paga il prezzo altissimo della crisi climatica: sono i più fragili, i più poveri, quelli che non possono permettersi di scegliere dove abitare e quale aria respirare Non esiste giustizia climatica senza giustizia sociale.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). È il tempo di essere coraggiosi e di prendersi impegni coerenti. Nessuno può tirarsi indietro: non può farlo l'Italia, non può farlo l'Europa e non può farlo nemmeno il vostro Governo, nonostante l'ambiguità e il disinteresse che anche oggi avete dimostrato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauro Rotelli. Ne ha facoltà.
MAURO ROTELLI(FDI). Grazie, Presidente. Un saluto va al Sottosegretario Ferrante e anche alla Vice Ministra Gava, che ha seguito i lavori fino adesso e che tornerà, penso, a breve in Aula. Ci sapranno rappresentare bene alla COP di Dubai, sapranno rappresentare la maggioranza e il Governo italiano, come ha detto la collega Montemagni. Intanto, Presidente, volevo provare a dare un apporto per cancellare un po' di questa narrazione, che io ritengo assolutamente sbagliata e falsa rispetto all'atteggiamento della maggioranza e del Governo di centrodestra della nostra Nazione. Infatti, attraverso la votazione di quest'atto, intendiamo dimostrare non soltanto l'adesione, ma anche il ruolo attivo che il Governo italiano avrà nel contrasto al cambiamento climatico globale in un appuntamento internazionale rilevante, ma anche, cogliendo l'occasione, provare a fornire un contributo alla posizione che l'Italia porterà alla COP28. La lotta al cambiamento climatico e all'aumento delle temperature, causa di perdite di vite e gravi danni in tutto il pianeta, meritano la discussione nella sede più prestigiosa delle nostre istituzioni, quindi nel Parlamento, Presidente, e pensiamo che questo sia veramente il nostro biglietto da visita, non altri biglietti da visita che ci sono stati affibbiati, ma che nulla c'entrano con l'attività e la forza del Governo italiano .
Credo sia onesto intellettualmente riconoscere che, sin dall'elezione del nuovo Parlamento e dall'insediamento del Governo, l'azione in difesa dell'ambiente e della rimodellazione del nostro sistema produttivo per consumare meno energia, sia stata portata avanti senza