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Mercoledì 28 Gennaio 2009 ore 09:30
Seduta di assemblea numero 122 della XVI legislatura
Resoconto stenografico
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Seduta di assemblea numero 122 della XVI legislatura del 28/01/2009
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Mozioni Borghesi ed altri n. 1-00073, Stracquadanio ed altri n. 1-00078, Vietti ed altri n. 1-00080 e Baretta ed altri n. 1-00081: Iniziative per fronteggiare la crisi economica e finanziaria in atto (Seguito della discussione)
- Preavviso di votazioni elettroniche
- La seduta, sospesa alle 10, è ripresa alle 10,25
- Ripresa discussione
- Svolgimento
- Saluto del Presidente agli studenti in aula
- Ripresa discussione
- Inversione dell'ordine del giorno
- Mozioni Livia Turco ed altri n. 1-00071, Delfino ed altri n. 1-00079, Mura ed altri n. 1-00082 e Laura Molteni ed altri n. 1-00084: Iniziative a sostegno dei diritti delle persone con disabilità (Seguito della discussione)
- Sull'ordine dei lavori
- Ripresa discussione
- Svolgimento
- Ripresa dichiarazioni di voto
- Intervento del Governo
- Votazione mozione n. 1-00071
- Esame mozione
- Votazione mozione n. 1-00079
- Votazione mozione n. 1-00082
- Votazione mozione n. 1-00084
- Svolgimento
- Sull'ordine dei lavori
- presidente FINI Gianfranco
- CICCHITTO Fabrizio (PdL)
- Presidente FINI GIANFRANCO
- EVANGELISTI Fabio (IdV)
- Presidente FINI GIANFRANCO
- Deputato EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI)
- Presidente FINI GIANFRANCO
- Deputato EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI)
- SERENI Marina (PD)
- VIETTI Michele Giuseppe (UdC)
- DIMA Giovanni (PdL)
- Presidente FINI GIANFRANCO
- Comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 29, della legge 25 luglio 2005, n. 150 (Seguito)
- Svolgimento
- Ripresa esame
- Replica e parere del Ministro della giustizia
- Dichiarazioni di voto
- Dichiarazione di voto, a titolo personale
- Votazioni
- Esame Risoluzione
- Votazioni
- Svolgimento
- La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15,10
- Interrogazioni a risposta immediata (Svolgimento)
- Sull'ordine dei lavori
- La seduta, sospesa alle 15,15 è ripresa alle 15,40
- Ripresa svolgimento interrogazioni a risposta immediata
- Rapporto tra azione di Governo e programma elettorale - n. 3-00333
- Iniziative per garantire una corretta registrazione informatica dei rapporti di lavoro - n. 3-00334
- Intendimenti del Governo in merito al centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa - n. 3-00335
- Misure a sostegno della popolazione di Lampedusa e politiche del Governo in tema di contrasto all'immigrazione clandestina - n. 3-00336
- Iniziative per garantire la sicurezza sulle linee ferroviarie, con particolare riferimento al ripristino del doppio macchinista e alla verifica delle cause dei recenti incidenti verificatisi sui treni ETR - n. 3-00337
- Problematiche inerenti la situazione idrogeologica della Calabria - n. 3-00338
- Per fatto personale
- La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,25
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Per un richiamo al Regolamento e sull'ordine dei lavori
- Sulle dimissioni del deputato Giancarlo Pittelli
- Svolgimento
- Introduzione
- Interventi
- Presidente FINI GIANFRANCO
- PITTELLI Giancarlo (PdL)
- Presidente FINI GIANFRANCO
- Deputato PITTELLI GIANCARLO (POPOLO DELLA LIBERTA')
- LABOCCETTA Amedeo (PdL)
- GIACHETTI Roberto (PD)
- TASSONE Mario (UdC)
- BELCASTRO Elio Vittorio (Misto-MpA)
- BRIGANDÌ Matteo (LNP)
- EVANGELISTI Fabio (IdV)
- LEHNER Giancarlo (PdL)
- Votazione
- Svolgimento
- Mozioni Pollastrini ed altri n. 1-00070, Mura ed altri n. 1-00083 e Cicchitto, Cota, Iannaccone ed altri n. 1-00085: Iniziative per prevenire e contrastare la violenza sessuale e di genere (Seguito della discussione)
- Sull'ordine dei lavori
- Ripresa discussione
- Svolgimento
- Ripresa esame
- Parere del Governo
- Dichiarazioni di voto
- Dichiarazione di voto, a titolo personale
- Comunicazione
- Votazione mozione
- Votazione mozione n. 1-00070
- Votazione mozione n. 1-00083
- Votazione mozione n. 1-00085
- Svolgimento
- Mozione Soro ed altri n. 1-00054: Iniziative volte alla presentazione delle dimissioni da parte del sottosegretario di Stato Nicola Cosentino (Seguito della discussione)
- Disegno di legge: Misure contro gli atti persecutori (A.C. 1440-A) ed abbinate (A.C. 35-204-407-667-787-856-966-1171-1231-1233-1252-1261) (Seguito della discussione)
- Misure contro gli atti persecutori. (1440-A) (FAS) e delle abbinate proposte di legge: BRUGGER ed altri; CIRIELLI; CONTENTO; LUSSANA; CODURELLI ed altri; PISICCHIO; MURA ed altri; SANTELLI; POLLASTRINI ed altri; SAMPERI ed altri; MUSSOLINI ed altri; BERTOLINI ed altri. (35-204-407-667-787-856-966-1171-1231-1233-1252-1261)
- Ripresa esame - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame articoli - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame articolo 1 - A.C. 1440 ed abb.-A
- Sul complesso degli emendamenti - A.C. 1440 ed abb.-A
- Pareri del relatore e del Governo - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1440 ed abb.-A
- Votazione Emendamenti - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Comunicazione - A.C. 1440 ed abb.-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Esame emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- CAPANO Cinzia (PD)
- Deputato DI PIETRO ANTONIO (ITALIA DEI VALORI)
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- Deputato DI PIETRO ANTONIO (ITALIA DEI VALORI)
- Deputato CONTENTO MANLIO (POPOLO DELLA LIBERTA')
- FERRANTI Donatella (PD)
- ROSSOMANDO Anna (PD)
- LUSSANA Carolina (LNP)
- MELCHIORRE Daniela (Misto-LD-R)
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- LENZI Donata (PD)
- CONCIA Anna Paola (PD)
- Votazione Emendamento - A.C. 1440 ed abb.-A
- Misure contro gli atti persecutori. (1440-A) (FAS) e delle abbinate proposte di legge: BRUGGER ed altri; CIRIELLI; CONTENTO; LUSSANA; CODURELLI ed altri; PISICCHIO; MURA ed altri; SANTELLI; POLLASTRINI ed altri; SAMPERI ed altri; MUSSOLINI ed altri; BERTOLINI ed altri. (35-204-407-667-787-856-966-1171-1231-1233-1252-1261)
- Calendario dei lavori dell'Assemblea (febbraio 2009) e conseguente aggiornamento del programma
- Giunta per le autorizzazioni (Modifica nella costituzione)
- Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo
- Ordine del giorno della seduta di domani
, legge il processo verbale della seduta di ieri.
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Brancher, Brugger, Donadi, Leone, Lo Monte, Migliavacca, Migliori, Milanato, Palumbo, Romani, Soro, Stefani e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00073 Stracquadanio ed altri n. 1-00078, Vietti ed altri n. 1-00080 e Baretta ed altri n. 1-00081 concernenti iniziative per fronteggiare la crisi economica e finanziaria in atto . Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta del 5 dicembre 2008, sono state presentate le mozioni Vietti ed altri n. 1-00080 e Baretta ed altri n. 1-00081, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso e tenendo conto del fatto che nell'Ufficio di Presidenza è in corso un'importante discussione sui meccanismi per assicurare la personalità del voto, sospendo la seduta che riprenderà alle 10,20.
. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
, . Signor Presidente, per poter dare una risposta esaustiva alle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00073 Stracquadanio ed altri n. 1-00078, Vietti ed altri n. 1-00080 e Baretta ed altri n. 1-00081, concernenti le linee di intervento sulla politica economica, ritengo sia importante e necessario fare un quadro di sintesi ma esaustivo dell'azione del Governo in questi mesi, dall'inizio della crisi economica che ha colpito i mercati finanziari mondiali ad oggi. Innanzitutto è necessario precisare che, come è stato detto in questi mesi nei vari dibattiti sulla politica economica che si sono svolti nel Paese e in quest'aula, l'azione del Governo si pone all'interno di un quadro macroeconomico che riteniamo fondamentale per perseguire le nostre linee. Questo quadro ha come obiettivo prioritario la stabilizzazione triennale dei conti pubblici e del bilancio pubblico. Ciò non tanto perché vi è una mania del mantenimento di questo obiettivo, ma perché il fatto di riuscire a raggiungere l'azzeramento del deficit rispetto al PIL con gli impegni presi in sede internazionale e in sede comunitaria, diventa un elemento fondamentale per la credibilità finanziaria del nostro Paese sui mercati internazionali. Un Paese come il nostro, che ha il terzo debito pubblico al mondo e che subisce pesantemente l'impatto degli interessi del debito pubblico sui conti complessivi del Paese, deve fare della credibilità finanziaria internazionale, in un mercato aperto come quello dei titoli del debito pubblico, una delle priorità, se non la priorità fondamentale per poter proseguire a fare una politica economica interessante. Sicuramente l'evolversi della situazione dei mercati finanziari, con l'inserimento di nuovi competitori nel mercato finanziario internazionale (come abbiamo detto vi sono Paesi che, a fronte di questa crisi finanziaria, cominciano ad emettere nuovi titoli del debito pubblico e quindi diventano competitori su questo mercato nei confronti dello Stato italiano), porta al fatto di dover fare della credibilità finanziaria l'obiettivo principale; inoltre, la percezione sia dei mercati internazionali sia dei singoli investitori, che devono investire nel debito pubblico italiano, diventa un dato importante. Per questo, come dicevo, l'obiettivo prioritario è quello del contenimento dei conti e del mantenimento degli obiettivi adottati in sede internazionale. Il secondo obiettivo quadro, come abbiamo detto sempre in questi mesi, è quello per cui tutte le azioni di politica economica devono essere concordate in sede internazionale. Sapete che ormai la crisi è globalizzata, che i mercati finanziari sono globalizzati, che il mercato industriale è globalizzato: serve un'azione concordata in sede internazionale per affrontare la crisi; serve un'azione concordata in sede europea ed in questa logica il nostro Paese sta lavorando. Con queste ipotesi quadro stabilite ed all'interno di questo quadro, il Governo ha individuato quattro priorità fondamentali su cui si sta muovendo: innanzitutto, la salvaguardia dei posti di lavoro, con il potenziamento e l'estensione di strumenti di tutela del reddito, in caso di disoccupazione o sospensione del lavoro. Nel decreto-legge n. 185 del 2008, che è stato approvato ieri al Senato ed è stato approvato da questa Camera nel mese di gennaio, sono state inserite novità su questo tema, estendendo la platea dei possibili utilizzatori degli ammortizzatori sociali ed inserendo una norma quadro che permette al Governo di dialogare e confrontarsi con le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e le regioni, in questi giorni, per definire una linea di intervento utile al Paese. Noi riteniamo che questo sia uno degli obiettivi su cui nel 2009 si deve svolgere l'azione politica ed economica. Mi sembra che su questa linea si stia lavorando e si stia lavorando in modo proficuo. Sicuramente il Governo ritiene che, sul discorso degli ammortizzatori sociali, valutando la situazione mese per mese e passo dopo passo, non debbano esserecompiuti passi falsi e che certamente nessun lavoratore debba essere lasciato in situazioni di difficoltà. Un secondo punto di intervento (anche questo contenuto nel provvedimento n. 185 del 2008) riguarda il sostegno alle imprese e alle famiglie. Sintetizzando, il sostegno alle famiglie è stato realizzato attraverso il familiare e la quota cospicua di assegni familiari che è stata inserita nel decreto-legge n. 185 del 2008. Inoltre, sono stati realizzati una serie di altri interventi a sostegno delle imprese attraverso elementi di semplificazione dell'azione delle imprese stesse e di inizio di riduzione della pressione fiscale, specialmente in alcuni campi ben specifici. Per ora, si tratta di una riduzione ridotta, perché è inserita sempre nell'ambito di un quadro complessivo di salvaguardia dei conti pubblici. Il Governo ritiene, altresì, che, in questa fase, debba essere svolta un'azione di avvio di grandi opere, perché l'investimento infrastrutturale diventa fondamentale per poter uscire da questa crisi. Nel medio termine, infatti, il Governo punta a mobilitare risorse mediante lo sblocco di uno di investimenti ed un uso attivo della Cassa depositi e prestiti. Una terza linea di intervento è stata quella relativa alla salvaguardia del risparmio: sia il decreto-legge n. 185 del 2008, sia il decreto-legge di emergenza convertito in legge in precedenza intervengono in questo campo. Anche queste linee sono state concordate e vengono attuate, in Italia, attraverso un rapporto intenso di collaborazione con la Banca d'Italia e, all'estero, attraverso un rapporto con Ecofin e gli organismi internazionali. Come quarta linea di intervento, il Governo ritiene che questa fase debba e possa essere utilizzata, nel medio periodo, per riuscire a risolvere tutta una serie di elementi e di mali strutturali storici del nostro Paese, che possono e devono essere affrontati per poter uscire in modo migliore dall'attuale situazione di crisi. Il sostegno all'investimento nelle aree con minor sviluppo, ad esempio, può essere uno dei punti determinanti per uscire dalla crisi. Con le citate quattro linee di intervento, nell'ambito di un quadro definito (quello di cui ho parlato in precedenza, relativo alla salvaguardia dei conti pubblici), il Governo esprime parere contrario sulla mozione Borghesi ed altri n. 1-00073 sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00080 e sulla mozione Baretta ed altri n. 1-00081. Riteniamo, infatti - lo abbiamo detto nel dibattito di questi giorni e lo ripetiamo in questa sede - che allentare, in questa fase, i meccanismi del Patto di stabilità, anche a fronte di un piano di rientro previsto entro il 2011, rischia di dare un impatto negativo sui mercati e di essere percepito negativamente dai mercati stessi. Pertanto, anche se è previsto un mantenimento del termine per il 2011, un allentamento rischia di dare, nell'immediato, un segnale negativo che, in questo momento, non possiamo sopportare. Infine, il Governo esprime un giudizio positivo e, quindi, un parere favorevole sulla mozione Stracquadanio ed altri n. 1-00078, a condizione che il secondo capoverso del dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare l'opportunità di ulteriori misure per dare attuazione alle deliberazioni della Camera dei deputati assunte il 19 novembre 2008, al fine di rendere gli studi di settore fiscalmente equi ed efficaci, attraverso una rappresentazione reale delle condizioni economiche e finanziarie del Paese». Inoltre, la prima parte del terzo capoverso del dispositivo dovrebbe essere riformulata come segue: «a valutare l'opportunità di rivisitare, per gli enti locali virtuosi che rispettino il Patto di stabilità (...)», fino alla fine del periodo.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, alcune settimane fa questa Camera si è già espressa sulla mozione Stracquadanio ed altri n. 1-00062, concernente le detrazioni fiscali per i redditi da lavoro dipendente e da pensioni e misure di finanza pubblica per la riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e a favore delle persone che perdono il lavoro. Questa mozione, che il Movimento per l'Autonomia ha contribuito a stilare, impegnava il Governo ad adottare tutti i provvedimenti necessari assunti dal G20, dall'Econfin e dall'Eurogruppo e ad approvare una serie di provvedimenti di attuazione delle misure a sostegno del reddito delle famiglie meno abbienti già approvate dal Parlamento, in particolar modo la . Altresì, la mozione impegnava il Governo a rendere permanenti le misure di salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie previste nel cosiddetto decreto ICI e a predisporre un provvedimento comprendente misure necessarie e urgenti di sostegno alle famiglie e alle imprese con l'obiettivo di incrementare la crescita del prodotto interno lordo, fermi restando gli obiettivi di finanza pubblica. Nel frattempo, questa Camera ha votato il cosiddetto decreto-legge anticrisi sul quale il Movimento per l'Autonomia ha espresso una posizione di dissenso. In questo primo scorcio di legislatura è emerso, infatti, un dato inconfutabile: il risanamento del Paese sta passando attraverso il sacrificio del Mezzogiorno. Ciò è in netto contrasto con quanto è sostenuto da esperti economici e rilevato da numerosi studi di settore, secondo i quali solo incentivando le politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno si può concretamente garantire un'opportunità di crescita economica per l'intero Paese. Le proposte emendative da noi presentate puntavano ad una concreta riduzione del divario tra nord e sud attraverso provvedimenti che - se accolti - avrebbero avvicinato l'economia meridionale a quel tasso potenziale di crescita dal quale è ancora lontana e che sarebbe lecito attendersi da aree così ricche di risorse inutilizzate. Se il Governo le avesse recepite, le nostre proposte avrebbero inciso in modo determinante su due problematiche particolarmente penalizzanti: la difficoltà di accesso al credito avvertita dal nostro tessuto imprenditoriale e il forte divario infrastrutturale. Il piano anticrisi adottato dall'Esecutivo non è ancora rispettoso degli impegni assunti con il sud del Paese. Infatti, i tagli operati sulla dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate confermano la tendenza del Governo ad adottare provvedimenti non efficaci e non sempre corrispondenti a finalità di sviluppo per il Mezzogiorno. Sulla mozione Stracquadanio ed altri n. 1-00078, da noi sottoscritta, il Movimento per l'Autonomia esprimerà un voto favorevole, avendo particolarmente apprezzato - tra l'altro - l'impegno che il Governo assume per l'introduzione di meccanismi di fiscalità di vantaggio per favorire gli investimenti nelle aree di minor sviluppo. Al riguardo, crediamo valga la pena sottolineare che due degli emendamenti al decreto-legge anticrisi presentati dal Movimento per l'Autonomia prevedevano l'istituzione di un fondo di garanzia per il microcredito, destinato a finanziare l'avvio di nuove imprese da parte di soggetti disoccupati residenti nelle regioni meridionali, e il sostegno a nuovi investimenti produttivi nelle aree svantaggiate del sud Italia attraverso il meccanismo del credito d'imposta. Il Movimento per l'Autonomia, preannunciando che esprimerà voto favorevole sulla mozione Stracquadanio ed altri n. 1-00078, ribadisce l'auspicio che per il futuro vi sia un'inversione di rotta del Governo rispetto alle istanze del Mezzogiorno e vigilerà affinché le aspettative delle popolazioni del sud non vengano disattese
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei dire al signor sottosegretario che questa mattina ci ha davvero impressionato con effetti speciali nel momento in cui non ha prestato attenzione alle nostre mozioni. È vero che esse rappresentano un impegno ma sono anche una presa di coscienza del lavoro svolto in questi mesi dalle opposizioni e - mi permetta - anche dalla sua stessa maggioranza e che nel loro dispositivo indicano delle strade completamente diverse da quelle che il Governo ha fin qui percorso. Parto da una dichiarazione che il suo, il nostro, lo dico tra virgolette, Presidente del Consiglio ha recentemente rilasciato, cioè che questa crisi non è un dramma. Certamente non lo è per lui ma lo è per centinaia di migliaia di famiglie che non arrivano più alla seconda o alla terza settimana del mese. Con quale coraggio, con quale spudoratezza si può arrivare a tanto? Come si può non definire un dramma la situazione di un Paese in cui fonti assolutamente attendibili (ISTAT, Unione europea, Banca d'Italia) dicono esattamente questo: che il fatturato dell'industria è sceso, negli ultimi mesi, del 13,9 per cento; la produzione industriale è diminuita di oltre il 10 per cento, contro una media europea pari al 7,7 per cento; le esportazioni sono in forte calo; il prodotto interno lordo, che prima veniva fotografato addirittura con un più 0,5 per cento e poi con un meno 0,5 per cento, veleggia ora, tranquillamente, nelle previsioni, verso il meno 2 per cento; il debito è ritornato a galoppare (siamo ormai intorno al 109-110 per cento); il sfiora, già ora, il 4 per cento del PIL. I nuovi ordinativi industriali soprattutto, signor sottosegretario, ci preoccupano. Anche in questo caso c'è un differenziale negativo ulteriore tra noi e la media dell'Unione europea: si tratta del 22,8 per cento in Europa contro il 27,2 per cento nel nostro Paese. Voi avete risposto semplicemente con una manovrina da poco più di 5 miliardi di euro. Per carità, tutto serve in una situazione come questa, ma si tratta di misure assolutamente insufficienti e inidonee a offrire risposte. Le ricordo, signor sottosegretario, che il Piano europeo di ripresa economica impegnava - e l'hanno sottoscritto tutti i Paesi membri, compresa l'Italia - le parti a destinare risorse pari all'1,2 per cento del PIL. La rimanente parte, pari allo 0,3 per cento, necessario per arrivare a un punto e mezzo del PIL, sarebbe stata messa dall'Unione europea. Si tratta, quindi, di oltre 20 miliardi di euro: c'è un differenziale negativo pesantissimo cui, in qualche modo, occorre far fronte. A pagare saranno, ancora una volta, naturalmente, le fasce più deboli: i lavoratori dipendenti, i pensionati e soprattutto i precari ma anche i lavoratori autonomi e le piccole imprese. Il famiglia, pari a 2,4 miliardi di euro, è sicuramente in linea con le indicazioni date e gli impegni assunti nel confronti dell'Unione europea, ma è assolutamente insufficiente rispetto alla gravità della crisi. Dieci giorni fa, signor sottosegretario, ho partecipato a una riunione promossa dall'organizzazione sindacale dei lavoratori del gruppo FIAT e del suo indotto. A Torino, peraltro, erano invitati tutti i parlamentari piemontesi o comunque della medesima provincia e, ahimè, ci siamo presentati soltanto in sei, per lo più dell'opposizione. In quella sede è emerso che ci sono, oggi, 1,9 milioni di automobili in meno prodotti dal gruppo FIAT nel mondo, di cui 600 mila pezzi in meno nella sola Italia, il che vuol dire il 1200 per cento in più della cassa integrazione per la fascia operaia e il 1500 per cento in più per gli impiegati. Quindi, signor sottosegretario - la richiamerei all'attenzione - quelle famiglie e quei lavoratori porteranno a casa, in queste settimane, 700, 750 o 800 euro al mese. Mi dica lei come possono arrivare a fine mese con tali cifre? Ieri c'è stato un incontro (un altro si terrà oggi) tra Governo e FIAT: sono stati promessi interventi per 260-290 milioni di euro, ma altri Paesi hanno già dichiarato che interverranno per sostenere il settore complessivo dell'automobile con un miliardo o un miliardo e mezzo di euro.Quindi è chiaro, il risultato è questo ma noi vogliamo finalizzarlo esattamente come avviene negli Stati Uniti per investimenti produttivi ecocompatibili: lo ha annunciato il neopresidente degli Stati Uniti. Recentemente, qualcuno della vostra maggioranza diceva che i soldi ci sono: ciò è vero per chi ha approfittato del (il cambio lira-euro), chi ha sfruttato il lavoro nero e chi ha evaso. Lei sa a quanto ammonta! Quali sono stati i provvedimenti che avete adottato? Cancellare con un colpo di spugna quello che aveva fatto il Governo Prodi per tentare di risalire la china e di attuare una vera e seria lotta all'evasione fiscale, con il drastico divieto di usare il denaro contante o in materia di emissione di assegni non trasferibili, di iscrizione del codice fiscale sugli assegni inferiori ai 5 mila euro, e tracciabilità di tutti i compensi superiori a 500 euro. Voi avete sostanzialmente dato di nuovo fiato all'evasione fiscale ed i risultati sono questi, li ha fotografati la Banca d'Italia: le entrate sono cresciute, è vero, ma in realtà l'aumento è concentrato tutto nei primi mesi dell'anno 2008. L'aumento poi è dovuto quasi esclusivamente all'IRPEF, non all'IVA e ciò vuol dire che i lavoratori dipendenti pagano, continuano a pagare mentre l'IVA è calata addirittura di 3 miliardi di euro anche se i consumi nel 2008 sono aumentati. Un consulente della Banca d'Italia scrive così: « Per favorire gli evasori il Governo accetta il rischio di ostacolare le indagini contro i patrimoni di mafiosi, bancarottieri e speculatori ». Questo è il vostro risultato! E allora cosa si prefigura di qui alle prossime settimane quando la crisi si farà sentire ancora più pesantemente? Scontri sociali! Sì, signor sottosegretario, onorevole Ministro che non c'è, Presidente del Consiglio che non c'è! Non bastano i «», «», la tenuta di Kakà nella squadra del Milan, o l'acquisto di Beckham per cambiare gli animi! Ne vedremo delle belle - si fa per dire - nelle nostre piazze! Anche perché, signor sottosegretario, chi non ce la fa più in qualche modo si aggiusterà, ed allora ecco che una classe dirigente seria lo deve prendere in considerazione. Con che cosa? Con il sostegno al reddito: prevedere delle risorse aggiuntive recuperando il con sgravi fiscali per i redditi più bassi; con l'aumento degli assegni familiari e delle detrazioni per le famiglie con figli a carico; con il sostegno alle imprese: più risorse per il fondo di competitività e sviluppo; inoltre con la revisione (l'hanno chiesta anche i componenti della sua maggioranza) degli studi di settore. Perché continuate a dire di no in un momento così drammatico? Gli studi di settore vanno adeguati alle mutate condizioni di redditività che ci sono. Con quali soldi? Vi abbiamo anche indicato dove prenderli: occorre recuperare subito gli oltre 5 miliardi di euro da coloro che non hanno pagato il condono dopo avervi aderito. Signor sottosegretario, signor Presidente, il Ministro delle economia e delle finanze ha l'obbligo di andare a recuperare questi denari, altrimenti la Corte dei conti deve intervenire chiedendone conto a chi non fa il suo dovere ossia al Ministro stesso. Occorrerebbe poi utilizzare i risparmi sugli interessi relativi al debito.
. La prego di concludere.
. Ecco questi sono i nostri suggerimenti che abbiamo indicato nella nostra mozione. Lezioni da coloro che, invece, hanno favorito l'evasione fiscale, che hanno favorito l'indebitamento e che adesso si definiscono predicatori di uno standard etico non le accettiamo; non accettiamo lezioni da parte di coloro che hanno depenalizzato il falso in bilancio! Ecco perché, signor Presidente...
. La prego di concludere.
. ...il gruppo Italia dei Valori esprimerà voto favorevole, non soltanto sulla mozione a prima firma Borghesi, ma anche che su quella a prima firma Vietti e su quella a prima firma Baretta .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevole sottosegretario Casero, la sua sbrigativa, ma chiara presa di posizione sulle mozioni ci risolve ogni problema nel senso che noi, a nostra volta, esprimeremo voto favorevole sulla mozione Vietti ed anche su quelle Borghesi ed altri e Baretta ed altri e che, a malincuore, esprimeremo voto contrario sulla mozione Stracquadanio ed altri. Tra l'altro vorrei osservare come il fatto che quest'Aula sia così impegnata a discutere di mozioni, che non sono il massimo strumento parlamentare, significhi che siamo ridotti a questo spazio. La discussione vera, infatti, quella che si dovrebbe svolgere sulla produzione legislativa, in realtà è fortemente condizionata, per non dire espropriata, dall'iniziativa del Governo che da quando è entrato in carica utilizza decreti-legge apponendo su di essi, ormai di regola, la questione di fiducia. Questo è un problema perché è chiaro che riduce l'attenzione, fra l'altro in contrasto con quello che sta accadendo nel Paese perché non c'è bisogno che qualcuno oggi ci ricordi che si tratta di una crisi di portata epocale: è così. Noi non abbiamo certo aspettato a considerare il passaggio dal profitto alla rendita garantita da mercati opachi attraverso deregolamentazioni selvagge per evidenziare, anche negli anni scorsi, un pericolo che era presente, così come non c'è dubbio che a livello mondiale è stato in qualche modo ordito un colpo di Stato da parte dei optionisti. Detto questo, però, signor sottosegretario, la invito a valutare di spendere il vostro prestigio, considerato che più volte il Presidente del Consiglio ha segnalato che l'Italia è in cima al prestigio internazionale. Lei prima ha affermato che la manovra che è stata adottata dal Governo era prevalentemente rivolta alla stabilizzazione triennale dei conti pubblici; orbene, perché non cominciate a ragionare in sede europea sulla qualità del debito pubblico contrapposto alla qualità del debito delle famiglie? Le famiglie italiane, infatti, sono le meno indebitate in Europa, il loro debito è attorno al 33-34 per cento, mentre quello delle famiglie di altri Paesi europei è molto più elevato, ad esempio il debito delle famiglie inglesi è sopra il 100 per cento. Perché non iniziate a ragionare in sede europea sul fatto che guardare al semplice debito pubblico sul PIL non dà la misura esatta dell'indebitamento aggregato di un Paese? Questo fornirebbe un motivo non solo per far ragionare i mercati finanziari, ma anche per adottare delle politiche adeguate perché, signor sottosegretario, quando le banche inglesi vengono nazionalizzate o si realizzano interventi pesanti di altri Paesi europei sulle banche, non si fa altro che trasferire quel debito delle famiglie sul debito pubblico, non c'è un'altra spiegazione. Se io acquisto una banca che non è in grado di far fronte al monte di crediti che ha concesso perché le famiglie sono indebitate, va da sé che salvando quella banca, di fatto, sposto al livello del debito pubblico il peso di un debito delle famiglie in quanto tale. Come mai non cominciate a far breccia in Europa adottando questo ragionamento che qualche economista inizia finalmente a far affiorare (non utilizzando il prestigio di cui gode il Ministro dell'economia) spiegando anche che forse bisognerebbe procedere verso una rinegoziazione delle stesse logiche di Maastricht? Questo è un ragionamento molto serio, non è un ragionamento buttato lì, tanto per dire qualcosa. Credo, inoltre, e l'ho sostenuto molto tempo fa, che sia arrivato il momento in sede europea di utilizzare le riserve delle Banche centrali, che non sono vincolate all'euro, per lanciare un grande prestito di dimensione europea a sostegno degli investimenti per grandi opere pubbliche. Ritengo che sia una decisione che si possa compiere, perché non vi muovete in questa direzione? A cosa servano le riserve nelle mani delle Banche centrali quando non sono più finalizzate alla difesa della moneta perché vi è stato un superamentodelle monete nazionali? È così difficile fare ragionamenti di questa natura che potrebbero consentire di dare elasticità al sistema? Voi, in verità, in questi mesi avete sottovalutato la questione. Nei giorni scorsi ho ascoltato il Ministro Tremonti affermare che di fronte ad una crisi di queste proporzioni è difficile immaginare formule risolutive e che dal 2007-2008 si è tentato di tutto: si sono ridotti i tassi di interesse, ci sono state iniezioni di liquidità, si sono tentate manovre fiscali, salvataggi bancari, piani di opere pubbliche - mi riferisco agli altri Paesi - e ciononostante la crisi non è stata arginata; anzi, tutte queste azioni sono state bruciate con una grande rapidità. Nessuno di questi interventi ha avuto effetti risolutivi, anzi, come ho spiegato precedentemente, in alcuni Paesi abbiamo assistito ad un'esplosione del debito pubblico che ha finito per pubblicizzare parte del debito dei privati. A mio avviso Il Ministro Tremonti ha avuto la forza di fare un'affermazione importante: la soluzione non è economica ma giuridica; una diversa cifra di regole che contengono principi e valori morali. È veramente un'affermazione di grande rilievo, che io sottoscrivo. Ma con quale credibilità potete richiamare il Paese ad un soprassalto etico se i vostri comportamenti sono di ben altra natura? Voi avete visto in questi giorni come è finita la vicenda di Alitalia: gli azionisti e gli obbligazionisti sono azzerati. Gli azionisti, infatti, hanno perso tutto esattamente come in altri casi che avevano fatto scuola, ad esempio nel caso delle stangate a molti risparmiatori italiani degli anni Duemila. Gli obbligazionisti non prenderanno niente perché con quei fondi dormienti che voi avete sovrastimato in due miliardi di euro (che in realtà sono ridotti a meno di 800 milioni di euro e che avete già impegnati per la in realtà voi avete creato un sacco di illusioni. Inoltre, con questa operazione i viaggiatori sulla tratta Milano-Roma capiscono qual è il vantaggio dell'italianità: per questa tratta il costo del biglietto di sola andata è di 325 euro. Non so se si rende conto di cosa stiamo parlando: 325 euro per andare da Milano a Roma. Credo che questa è la stecca che viene fatta pagare ai consumatori italiani ed è inaccettabile. I colleghi della Lega dicevano che Malpensa andava difesa perché i biglietti sono al nord, ma i biglietti che sono a nord vengono staccati a 325 euro sulla tratta Roma-Milano perché il nuovo monopolista, colui che ha preso anche le ali di Air One, è in grado di far volare in una condizione di monopolio assoluto, avendo voi scritto sul decreto-legge che l'Antitrust non deve intervenire in questa materia. Allora come si fa a richiamare ad un soprassalto etico e a parlare di patti generazionali se il significato delle vostre azioni è di questa natura con il caso Alitalia costato 4 miliardi di euro! Non so chi è bugiardo; il Presidente del Consiglio talvolta è bugiardino, ma non può pensare di dire che questa è una colossale bugia perché questa è la constatazione reale. L'operazione complessiva, infatti, è costata ai contribuenti italiani 4 miliardi di euro (più del doppio della perché dovevamo difendere la nazionalità di un gruppo di imprenditori che non so in realtà quanto coraggiosi siano. Per ora i viaggiatori pagano un biglietto salatissimo e se questa è la vostra campagna di italianità, questa è totalmente sbagliata in quanto va nella direzione opposta degli interessi generali del Paese . Se la vostra politica, invece di assolvere le questioni di interesse generale, persegue dei particolarismi così evidenti, come fate a chiamare ad un soprassalto di eticità il Paese? Quest'estate ci avete ammorbato con la storia di Robin Hood, ma in realtà voi non avete preso ai ricchi per dare ai poveri, in quanto avete fatto esattamente il contrario. Oggi c'è il problema di affrontare il patto generazionale per le giovani generazioni e per i precari che perdono il lavoro e che non hanno la copertura della cassa integrazione guadagni. Queste cose non si possono fare con le noccioline, ma sipossono fare se si richiama il Paese e coloro che magari sono già andati in pensione ad accettare un confronto di natura sociale su materie così delicate.
. La invito a concludere.
. Concludo, signor Presidente. Per fare ciò bisogna davvero volare in alto sul tema dell'eticità, tuttavia questo è l'argomento sul quale voi non avete nulla di nuovo da dire al Paese perché spesso avete dato al Paese gli esempi sbagliati .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'attuale situazione economica è molto grave, in quanto siamo di fronte ad una crisi importante sotto l'aspetto economico. I dati sul PIL e sul rapporto deficit-PIL del 2009 sono negativi per la gran parte dei Paesi europei. Nel 2009 l'Italia crescerà per meno 2 per cento e così vale per la Germania. Il rapporto deficit-PIL per l'Italia sforerà il famoso dato del 3 per cento. Paesi europei come la Spagna supereranno il 6 per cento, mentre la Francia supererà il 5 per cento. Vi sono dati negativi sull'Irlanda che sono addirittura in doppia cifra. Siamo di fronte ad una crisi economica epocale. Qualcuno l'ha voluta definire come la prima crisi mondiale nell'era della globalizzazione. Secondo noi è sbagliato: questa è la vera crisi della globalizzazione. Se, ad oggi, tiriamo le somme tra i dati positivi e quelli negativi della globalizzazione, la Lega ha molti dubbi nel capire se vincano i dati positivi o quelli negativi. D'altronde, siamo oggi facili profeti. Il primo partito in questo Paese, nelle piazze e in queste Aule a parlare contro i rischi della globalizzazione, del libero mercato eccessivo, della finanza sregolata e del mercatismo è stata la Lega: quando dieci, quindici anni fa noi lo affermavamo, venivamo descritti come persone fuori dal mondo, medievali, che non capiscono quanto è importante lo sviluppo e il dinamismo dell'economia mondiale. Quando parlavamo di dazi, eravamo descritti come persone che non conoscono la realtà economica. Oggi - è notizia di questi giorni - l'America aumenta ancora i propri dazi sull'Europa e l'Europa sembra voler quasi compiere delle ritorsioni. Oggi la situazione economica è questa: la globalizzazione è stata aiutata anche dall'Europa (noi per primi abbiamo parlato della stupidità del Patto di Maastricht), che si è lasciata invadere da prodotti sotto costo e senza regole e stabiliva le regole per le proprie industrie, per i propri artigiani e per i propri lavoratori: si è trattato di un'Europa piena di regole al suo interno e di un'Europa che, invece, si faceva invadere da beni e merci e anche da finanza senza regole al suo interno. La crisi di questa Europa è stata ed è tutt'oggi complice di questa globalizzazione senza regole, senza regolamenti e senza limiti. Non si tratta solo di una globalizzazione dei beni e dei mercati, ma essa riguarda anche la finanza. Oggi la tossicità dei derivati all'interno del sistema economico mondiale in termini di valore supera quello dell'economia mondiale. Se oggi vi sono mercati messi in crisi dalla questione dei derivati e della loro tossicità, ciò è dovuto alla mancanza di regole nel mondo della finanza e in quello dell'economia. Mancavano regole nell'economia dei beni e dei servizi e sono mancate regole anche nel mondo della finanza. In questa realtà, quali erano le posizioni del centrosinistra di un tempo? Oggi, forse, l'Italia è favorita dal fatto che le proprie piccole e medie imprese e le proprie imprese familiari hanno tenuto di fronte a questa crisi. Dieci anni fa i «Soloni» del centrosinistra ci dicevano che le piccole e medie imprese non servivano a niente, dovevano unirsi e dovevano fare sistema (perché davanti alla globalizzazione servivano poche impreseunite, essendo le piccole imprese destinate a sopperire). Ciò valeva anche per le banche e per tanti settori. Oggi, se andiamo a vedere cosa accade in Inghilterra, questo Paese piange il fatto di non avere più industrie ed imprese, perché ha creduto nel bene della finanza. Per fortuna, in Italia le nostre piccole imprese sono rimaste ed hanno tenuto, perché altrimenti il nostro sistema economico, oggi, sarebbe più in crisi di quanto sia in realtà. Di fronte a questa situazione, un Governo che ha il terzo debito pubblico mondiale (ma non è la terza potenza mondiale) può fare quello che può, sulla base dei vincoli del Patto di Maastricht. Abbiamo introdotto aiuti per le famiglie, il famiglia, la e l'intervento sul prezzo dell'energia, nell'ultimo provvedimento. Fortunatamente è calato il prezzo delle materie prime energetiche e, quindi, i cittadini hanno potuto vedere calare di un terzo il costo del loro approvvigionamento. Non nascondiamo, però, molte perplessità su alcuni aspetti. Una proposta della Lega che prevedeva di lasciare il famiglia solo ai cittadini italiani è stata accantonata a seguito della presa di posizione di alte cariche istituzionali di questo Parlamento, ma vedremo che da qui a qualche settimana saremo imbarazzati, perché il famiglia, purtroppo, andrà anche a favore degli extracomunitari. Noi sappiamo che sono le famiglie italiane ad avere più necessità di questo e di questi soldi. Purtroppo, la posizione della Lega è sempre stata tacciata come razzista, estremista e qualunquista e non è passata, però ne pagheremo le conseguenze, quando magari gli italiani si arrabbieranno, vedendo che il famiglia andrà troppo a favore degli extracomunitari. Sulle imprese, è stato fatto ciò che si poteva fare in questo momento, non nascondendo da parte nostra alcune criticità: vanno bene l'IVA per cassa, l'eliminazione di alcuni adempimenti introdotti dal Governo Prodi (come l'elenco clienti e fornitori o la questione degli assegni), la deduzione IRAP, la cancellazione della commissione massimo scoperto, così come voluto dalla Lega. Tuttavia, signor Presidente, sugli studi di settore, dobbiamo dire che il Governo è stato alquanto dubbioso. La posizione della Lega, che per prima ha rivendicato una modifica della questione degli studi di settore, partendo dagli indici di normalità economica introdotti dal Governo Prodi e dall'inasprimento dei parametri, purtroppo al momento non è passata. Non accettiamo le lezioni del centrosinistra, perché sono stati loro ad introdurre e ad inasprire in modo considerevole, con indici di normalità economica, gli studi di settore. Dal Governo ci aspettavamo e ci aspettiamo di più nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Non può esserci solo un ordine del giorno, pur importante, accettato da quest'Aula, ma occorre una volontà normativa e legislativa di intervenire, perché le piccole e medie imprese oggi sono in difficoltà. In questo provvedimento, noi abbiamo aiutato le banche, che danno un aiuto alle imprese (questo va bene), si parla di aiuti alle auto, ma la Lega su questo ha qualche perplessità. Non si possono aiutare le banche e il settore automobilistico e non aiutare anche le piccole e medie imprese, perché è lì che c'è il cordone che unisce la forza economica di questo Paese. Quindi, questi sono gli aspetti che noi attendiamo, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, in interventi seri da parte del Governo. Non possiamo accettare che in Padania, nelle nostre regioni produttive, chi ha dato un mandato importante a questo Governo si veda sottovalutato nelle sue proposte e nelle sue esigenze. Oggi, sulla questione degli studi di settore, più del 50 per cento delle piccole e medie imprese non sono congrue, stando alle normative oggi in vigore. In definitiva, preannunziamo il nostro voto favorevole sulla mozione Stracquadanio ed altri n. 1-00078 e contrario sulle altre, però attendiamo un provvedimento importante da parte del Governo sugli studi di settore, così come sul patto di stabilità. Non possiamo pensare che ilcomune di Roma, portando un emendamento all'ultimo minuto, nel corso dell'esame di un decreto-legge, si veda salvato dal patto di stabilità, mentre gli altri comuni virtuosi, soprattutto quelli padani, debbano sottostare a queste regole Ci sono regole e devono valere per tutti. Soprattutto, il comune di Roma non può entrare a gamba tesa nel corso dell'esame di un decreto-legge, affermando che le regole per esso non valgono, mentre valgono per gli altri comuni. Anche su questo aspetto, attendiamo segnali importanti, così come aspettiamo segnali importanti per le piccole realtà economiche presenti nelle zone disagiate. Non si può pensare che le realtà economiche urbane siano le stesse delle realtà economiche di montagna. Per questo, signor Presidente, la Lega voterà a favore della mozione Stracquadanio ed altri n. 1-00078, mentre esprimerà un voto contrario sulle altre mozioni
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, è una buona cosa che il susseguirsi irregolare talvolta del calendario dei lavori parlamentari ci consenta di ritornare a parlare delle difficoltà economiche e sociali del nostro Paese, anche dopo che la discussione sul decreto anti-crisi si è conclusa in entrambi i rami del Parlamento. Il rischio che corriamo, infatti, è che, a causa del succedersi pressante dell'ordine del giorno della Camera, procediamo spediti di provvedimento in provvedimento, finendo per accantonare via via argomenti che mantengono invece una priorità straordinaria. La crisi economica che stiamo attraversando è certamente, in questa fase storica, la priorità del Paese; essa colpisce ogni giorno di più le famiglie, i lavoratori e le imprese, che sono costretti a misurarsi con un'emergenza che non ha precedenti recenti. Temiamo, purtroppo, che questa priorità ci accompagnerà almeno per tutto il 2009 e, da non escludere, per buona parte del 2010; per fronteggiarla, servono coraggio, determinazione e fiducia nelle persone e nel futuro. Non torno, in questa occasione, sull'analisi della crisi, se non per dire che si avverte la necessità che su questa analisi resti viva la discussione politica e sociale. Infatti, sono già troppi i segnali tesi a rimuovere le cause che ci hanno portato alle difficoltà attuali e sono troppe le tentazioni, non tanto a guardare oltre, il che è giusto, ma a farlo senza correggere i clamorosi errori che hanno portato l'economia globale ad accartocciarsi su stessa, lasciando dietro di sé la scia di problemi che ormai avvertiamo nella quotidianità delle nostre vite. Il punto essenziale che non va dimenticato è che gli effetti finanziari della crisi sono già l'esito di un'errata distribuzione del reddito, che ha indotto per anni milioni di famiglie e di persone, a partire dagli Stati Uniti d'America, ma ben presto anche nel resto del mondo, ad indebitarsi per mantenere gli stili di vita, i consumi ed il bene primario dell'abitazione. In tutto l'Occidente sviluppato, cioè, si è finanziato il debito. Abbiamo vissuto - diciamolo con sincerità - in una disuguaglianza crescente, ma, in ogni caso, al di sopra delle possibilità che il nostro grado di sviluppo consentiva. La responsabilità della finanza si inserisce in questo disequilibrio, in quanto, anziché mitigare questi fenomeni, li ha esaltati. La crisi dei mutui ha rappresentato l'innesco di una miscela esplosiva accumulata per anni. Tutto ciò pesa sul nostro destino: abbiamo visto, infatti, come l'impetuosità di questa crisi abbia travolto i consolidati sistemi di regolazione dei mercati finanziari e produttivi, con quale rapidità torni a mordere la disoccupazione e si diffonda l'indigenza; a tutto ciò bisogna reagire. La crisi rimette in discussione i parametri, ma anche i luoghi comuni della costruzione della gestione dell'economia edella società, sicché l'urgente e necessaria risposta all'emergenza non deve essere fine a se stessa, ma inquadrata in una visione strategica che ci assicuri un'ottica di prospettiva. È bene non dimenticarlo, perché dalla crisi non possiamo uscirne bene, se non apportiamo correttivi strutturali a questo stato di cose. In questo senso, molti, e noi tra questi, parlano della crisi anche come un'opportunità. Dobbiamo saper cogliere la complessità di questa situazione per costruire un futuro migliore. Fortunatamente, cresce la coscienza che l'economia non sia un ambito neutro, a sé stante, e cresce la percezione che le risposte coinvolgono l'insieme del modello economico sociale. Basti pensare all'intreccio, sempre più stringente, tra la crisi economica e i vincoli ambientali; è proprio il dibattito sugli aiuti al settore automobilistico, che coinvolge la discussione dei Governi di tutti i grandi Stati, che sta rendendo concreto agli occhi di milioni di consumatori il fatto che esista un rapporto diretto tra lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale e che trovare il bandolo di questa trascurata ed imbrigliata matassa è decisivo per decidere la qualità dell'uscita dalla crisi, con provvedimenti che siano, al tempo stesso, non «anti», ma «pro» impresa. Mi auguro che questa strada sia seguita nelle prossime ore anche dal nostro Paese. Basti pensare ai disequilibri territoriali tra aree sviluppate ed aree depresse: la distorsione operata dal Governo in questi mesi dei fondi FAS è un'occasione sprecata, che allontana la possibilità di rispondere all'esigenza inderogabile di unificare il Paese, condizione decisiva per vincere la sfida competitiva che dopo la crisi ripartirà e non ammetterà convogli in ritardo. È esattamente quello che sta facendo il Governo tedesco, che sta dichiaratamente gestendo le difficoltà per rafforzare l'intero apparato industriale, per portarlo ad essere, dopo la crisi, uno tra i più robusti del pianeta. Penso, a questo proposito, alla nostra piccola e piccolissima impresa, ai distretti industriali del nord e del centro Italia, strutture portanti del nostro apparato industriale, soggiogate dalle strettoie di un credito esoso. Penso alla riconversione dell'edilizia esistente, sia pubblica che privata, che rappresenta una grande opportunità; ed è una fortuna che abbiamo recuperato, per nostra iniziativa, quella norma incentivo del 55 per cento che il Governo aveva cancellato. Penso infine, ma non ultimi, ai lavoratori, siano essi dipendenti o precari, autonomi o imprenditori, esposti alle intemperie, soprattutto quelli privi di protezione sociale. Esiste, insomma, l'esigenza di una strategia di respiro in grado di guardare oltre la crisi. Questa strategia il nostro Governo non ce l'ha. Dobbiamo dedicare le migliori energie al definirla, non richiudiamoci in posizioni di parte. Ciò che con la mozione in esame chiediamo al Governo è di assumere la gravità della crisi in tutta la sua portata, di reagire, di non sfuggire alla sfida che abbiamo di fronte. La crisi non è una condanna diabolica, non è il mostro dei videogiochi al quale soccombere: sottovalutarla o esaltarla ha lo stesso effetto, una colpevole impotenza. Ci ha sorpreso davvero e molto ascoltare le dichiarazioni che solo l'altro ieri il Ministro Tremonti ha rilasciato, con le quali riduce la crisi ad un fatto di ordinaria amministrazione e di scarso peso o significato. Sappiamo bene che per il nostro Paese, anche per i suoi ritardi, può avere un impatto meno traumatico di altri, ma sappiamo anche quali sono i dati che ogni giorno ci vengono scodellati e che l'onorevole Veltroni ha illustrato in Aula in occasione della dichiarazione di voto sul decreto-legge anticrisi: i dati sulla produzione industriale, sulla cassa integrazione e la disoccupazione, sulla crisi dei consumi. A questa realtà bisogna rispondere adesso, non domani, non tra un anno. La crisi del 1929, l'unico parametro che abbiamo, è durata cinque anni; è da presumere che la rapidità dei fenomeni contemporanei renda tutto più accelerato: da qui la valutazione che questa crisi puòdurare due anni. Ma da qui anche l'urgenza di intervenire subito: non c'è tempo per due tempi. Ecco perché uniamo nella nostra valutazione la prospettiva strutturale alla quale, sia pur brevemente, ho accennato, all'esigenza di dare risposte immediate, urgenti, rispetto alle quali l'azione del Governo è inadeguata e insufficiente. La nostra mozione ha questo scopo, signor Presidente e signor rappresentante del Governo: quello di invitarvi ad andare oltre questa situazione, a non sottovalutare la posta in gioco e ad adottare efficaci provvedimenti. Sulla stessa impostazione si muovono le mozioni dei colleghi Borghesi e Vietti, e annuncio pertanto il nostro consenso a queste mozioni, mente deludente ci è parsa la mozione di maggioranza, che non coglie questo necessario salto di qualità. Per farlo, il nostro Paese deve seguire la traccia che l'Unione europea ha prospettato nell'intervento anticrisi. Cito la UE per non far confronti, date le dimensioni, con l'America e la Cina, che pure costituiscono un punto di riflessione. Ma con la Spagna, la Francia, la Germania, l'Inghilterra dobbiamo ben confrontarci: esse sono i nostri e nostri con loro costruiamo il futuro della comunità nella quale vivranno i nostri figli. La Commissione europea ha raccomandato di mettere in circolo almeno un punto e mezzo di PIL, di adottare criteri specifici di tipo sociale, industriale e fiscale. Riprendiamo, signor sottosegretario, rappresentanti del Governo, quel piano, vediamone le possibilità di applicazione in Italia, ma non arrendiamoci alle difficoltà interne, che pure conosciamo.
. La invito a concludere.
. Queste difficoltà attengono alla dimensione del debito pubblico: non ci stanchiamo di ripetere - mi riferisco anche alle osservazioni che ha fatto questa mattina il sottosegretario - che la strada del risanamento del debito è un obiettivo che non solo condividiamo, ma che è il perno della politica economica. Sul reddito, sull'impresa, sul lavoro, capitoli che abbiamo lungamente illustrato, è quindi necessario intervenire: il senso della nostra mozione è esattamente questo. Non ci sfugge, signor Presidente, la complessità e la difficoltà di questa fase, ma vediamo finalmente la politica tornare in gioco. È il nostro momento, è il momento che nessuno possa dire che le istituzioni e il Governo hanno lasciato soli i propri concittadini .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, innanzitutto ringrazio il Governo per aver voluto formulare i suoi pareri in un quadro di riepilogo della situazione internazionale e della situazione economica del Paese, e di averci offerto le sue valutazioni in questa fase, ora che il decreto-legge anticrisi è definitivamente legge dello Stato con l'approvazione da parte del Senato avvenuta ieri. Come primo firmatario della mozione - ma parlo a nome di tutti i firmatari - accolgo le richieste del Governo in ordine alla riformulazione di quei due passaggi del dispositivo, che mi sembra contribuiscano a meglio precisare il contenuto della mozione presentata dalla maggioranza. Mi intratterrò pochi minuti, ma credo che dovremmo fare alcune semplici riflessioni rispetto alle quali vorrei rispondere ai colleghi. In primo luogo, questa mozione nasce a seguito della proposizione da parte di un gruppo di opposizione - quello dell'Italia dei Valori - di una mozione che ripercorreva esattamente ciò che avevamo detto nel dibattito che si è chiuso il 19 novembre. Non sta a me dare lezioni di metodo all'opposizione, ma vorrei che sfruttassimo meglio le opportunità che il Regolamento offre sia alla maggioranza, sia all'opposizione, per evitare di ripetere i dibattiti tre o quattro volte. Oggi ci siamo infattiripetuti le cose che ci siamo detti il 19 novembre e che abbiamo ripetuto a lungo durante tutto l'arco della discussione sul decreto-legge «anticrisi»: non è utile al Parlamento ripetersi, non è utile alla credibilità delle istituzioni impiegare così il tempo di quel lavoro che i cittadini ci hanno delegato a fare. Non posso però non svolgere alcune considerazioni su ciò che hanno detto, nei loro interventi, i colleghi (e voglio iniziare dai colleghi dell'opposizione). Al collega Baretta voglio dire una cosa: io non sono il difensore d'ufficio del Ministro Tremonti - che sa difendersi molto bene da sé -, ma affermare che il Ministro Tremonti consideri questa crisi come ordinaria amministrazione equivale a dire che la pioggia sale dalla terra al cielo. Se c'è qualcuno che - in Europa e non solo in Italia -, quando ancora non c'era alcuna previsione sullo scenario finanziario internazionale, ha messo in guardia rispetto al fatto che si sarebbe abbattuta una crisi paragonabile - si disse - a quella del 1929 (e il Ministro veniva accusato finanche dalla nostra parte politica di un certo eccesso di catastrofismo) e questo sia il Ministro Tremonti credo che sia universalmente noto e da riconoscere. Tremonti è stato il primo a parlare in Europa della crisi di un modello di crescita del PIL che si basava sulle crescite apparenti della finanza e non su quelle reali della produzione, cercando di riportare tutti noi con i piedi per terra in un mondo in cui la ricchezza si crea come si è sempre creata, ossia producendo beni e servizi dedicati alla produzione e alla fruizione dei beni, e non moltiplicando la ricchezza come facevano il gatto e la volpe con Pinocchio (cosa che è accaduta spesso - anzi troppo spesso - sui mercati, avendone poi il contraccolpo che, quando si scopre che i danari in terra non germinano la pianta del danaro, allora si è perso reddito e non lo si è creato). Da parte nostra - e da parte del Governo - vi è stata sempre quindi una straordinaria attenzione alla crisi, e bisognerebbe avere la consapevolezza - lo ha detto in parte bene il collega Fugatti - che la struttura economica del Paese, che era stata accusata di mostrare arretratezza finanziaria e strutturale, ha consentito di subire un impatto minore dalla crisi, perché, come ha detto il collega Tabacci nel suo intervento, le nostre famiglie sono «patrimonializzate» e non indebitate. Noi non abbiamo avuto l'impatto sul sistema finanziario che ha conosciuto e sta conoscendo, ad esempio, la Gran Bretagna. Ma non si dica, collega Tabacci, che queste riflessioni non le abbiamo portate in Europa, perché siamo stati i primi a chiedere all'Europa di riconsiderare Maastricht alla luce complessiva del debito pubblico e del debito privato, e su questo stiamo lavorando. La propaganda non giova, così come non giova, collega Cambursano, la cattiva propaganda che lei ha fatto. Lei che è stato alla Cassa depositi e prestiti sa bene che a fronte di quei 5-6 miliardi di euro di risorse immediatamente mobilitati, ve ne sono altri 75 disponibili per le infrastrutture che il nostro piano sta mobilitando attraverso le delibere del CIPE, e sa bene che quelli saranno investimenti infrastrutturali reali . Mi permetta di dire, inoltre, che bisognerebbe smetterla con la storia della terza settimana, in merito alla quale, per far capire quanto sia frusta e stantia, cito una canzone di Lucio Battisti del 1972: «il carretto passava e quell'uomo gridava gelati, al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti». È una realtà storica, non potete speculare su questa vicenda.
. Ma che cosa stai dicendo?
. «Al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti»: era il 1972! Una realtà che non potete evocare voi che avete sostenuto un Governo che, avendo due anni di PIL in crescita, ha pensato bene a fare solo una cosa: portare via la crescita reale dell'economia con le tasse !Non avete credibilità su questo punto. Basta con questa demagogia della terza settimana! Le ultime considerazioni le rivolgo ai colleghi di maggioranza. Voglio ricordare al collega Iannaccone, che ringrazio per il riconoscimento che ha dato alla mia mozione, che il programma della nostra coalizione prevedeva sette missioni, e una di queste si chiama sud. Il sud è un pilastro per il Popolo della Libertà e per la sua alleanza con i movimenti federalisti del sud e del nord Il sud è presente nel programma di Governo in ogni atto. Le risorse del FAS che noi abbiamo spostato con la deliberazione del Parlamento erano indisponibili per progetti non in atto. È vero che quel Fondo era destinato a infrastrutture, ma noi non abbiamo nessun progetto esecutivo. Sarebbe stato irresponsabile da parte nostra fare debito, quando avevamo in cassa qualche risorsa. Ricostituiremo il FAS via via che i progetti diventeranno esecutivi e mobiliteremo le risorse europee e nazionali ai fini dello sviluppo infrastrutturale del Paese.
. La invito a concludere.
. Su questo è d'accordo tutta la coalizione, sia che riguardi il nord, sia che riguardi il sud. Vi è - credo che anche nelle parole dell'onorevole Fugatti fosse presente - la convinzione che si possano prevedere degli investimenti infrastrutturali per i comuni virtuosi. I comuni virtuosi - come chiediamo nella mozione - che non hanno debito e che non fanno debito per la spesa corrente potranno non essere chiamati al rispetto ragionieristico del patto di stabilità, perché se si investe sulle infrastrutture comunali, e sovracomunali, si genera lavoro, ricchezza e sviluppo; e tutto ciò è presente nella mozione che il Governo ha accettato. Onorevoli colleghi, invito tutti a votare a favore di questa mozione nella consapevolezza che molto di quello che noi oggi deliberiamo è già previsto nel provvedimento anticrisi e su quello che ancora non è previsto (compresa la parte degli studi di settore su cui siamo in sintonia totale di riportarli alla realtà economica di questa fase del Paese) noi, come maggioranza, abbiamo una consonanza piena che viene riconfermata su ogni passaggio, dalla stipula del programma a oggi. Su questo, maggioranza e Governo stanno ben lavorando.
. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto. Saluto gli studenti della scuola media paritaria Antonia Maria Verna di Acerra (provincia di Napoli), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune .
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Borghesi ed altri n. 1-00073 non accettata dal Governo.
. Presidente, aspetti a chiudere le votazioni, ci sono due deputati che votano per tre!
. Grazie onorevole Colombo. Mi raccomando, ognuno voti per sé. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baretta ed altri n. 1-00081, non accettata dal Governo.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intendo chiedere alla Presidenza e all'Assemblea di svolgere un'inversione tra il secondo e il terzo dei punti all'ordine del giorno, anticipando le mozioni concernenti iniziative a sostegno dei diritti delle persone con disabilità in luogo delle mozioni concernenti iniziative per prevenire e contrastare la violenza sessuale e di genere. Se la Presidenza avesse la volontà di verificare, credo che potrebbe esserci il consenso dell'Aula sulla richiesta d'inversione.
. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. .
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Livia Turco ed altri n. 1-00071 Delfino ed altri n. 1- 00079, Mura ed altri n. 1-00082 e Laura Molteni ed altri n. 1-00084, concernenti iniziative a sostegno dei diritti delle persone con disabilità . Ricordo che nella seduta di venerdì 12 dicembre 2008 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni all'ordine del giorno.
. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Eugenia Maria Roccella, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
, . Signor Presidente, desidero innanzitutto esprimere un ringraziamento a tutti i colleghi intervenuti nell'ambito delle varie mozioni su questo tema, poiché hanno impegnato la Camera in una discussione e in un confronto importante che deve investire l'intera società italiana. Le mozioni in esame affrontano varie criticità su cui si misura il nostro sistema di protezione sociale. Emergono infatti, nei diversi testi, esigenze specifiche di corretta applicazione di leggi in vigore, così come la necessità di incrementare in alcuni ambiti le pari opportunità per i cittadini del nostro Paese, tenuto conto dei peculiari bisogni di ciascuno. La persona disabile viene contestualizzata con riferimento al mondo del lavoro, nella scuola, come soggetto titolare di diritti inalienabili da realizzarsi anche attraverso un insieme di regole oggi rafforzate dalla Comunità internazionale grazie alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite. La Convenzione adottata il 12 dicembre 2006 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, entrata in vigore il 3 maggio 2008 a livello internazionale e richiamata in tutte le mozioni, rappresenta uno strumento che mira a promuovere, tutelare e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone disabili, nonché a promuovere il pieno rispetto per la loro dignità in tutti gli ambiti della vita civile. Fa piacere ricordare che il nostro Paese ha svolto un ruolo di primo piano nei negoziati e nella redazione del testo. In esso, infatti, sono contenute molte delle proposte elaborate dalla delegazione italiana, in particolare la definizione di disabilità nonché i riferimenti al ruolo della famiglia ed alla cooperazione internazionale. Coerentemente l'Italia è stata tra i primi firmatari della Convenzione del protocollo opzionale lo scorso 30 marzo 2007. Questo Governo ha approvato il disegno di legge di ratifica nel Consiglio dei ministri dello scorso 28 novembre. È stato quindi pienamente mantenuto l'impegno assunto dal Governo di riavviare con la massima tempestività l'iter di approvazione e di portarlo a compimento nel più breve tempo possibile. In questo momento il provvedimento è in votazione al Senato. L'istituzione dell'osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità contenuta nel disegno di legge di ratifica risponde concretamente al tanto atteso organismo collegiale dove poter rappresentare esigenze spesso molto diverse per definire in modo condiviso le risposte più adeguate. Si tratta di uno strumento di partecipazione attiva che sia in grado di garantire un coordinamento efficace nelle politiche degli interventi su tutto il territorio nazionale, secondo la richiesta delle associazioni dei disabili: niente su di noi senza di noi. I compiti assegnati all'osservatorio vanno tutti nella direzione di darenuovo impulso alle politiche per la disabilità attraverso modalità operative improntate all'inclusione sociale e alla diretta partecipazione delle persone con disabilità in relazione alle abilità e potenzialità di ciascuna. Quanto ai molteplici aspetti problematici presentati nelle varie mozioni, vorrei anzitutto sottolineare come l'aver concentrato nel Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali le diverse competenze amministrative costituisca uno strumento utile per combattere la frammentarietà degli interventi e la disomogeneità che hanno connotato spesso molta parte delle risposte sulla disabilità in questi decenni. Il Ministro Sacconi con il Libro verde ha voluto lanciare una grande consultazione per coinvolgere attivamente il maggior numero di persone e associazioni sull'obiettivo di una vita buona nella società attiva in vista della definizione di un nuovo modello di . Il Libro verde si propone di superare le logiche improntate talvolta a principi riparatori e meramente assistenzialistici che hanno contribuito ad alimentare i fattori di disuguaglianza sociale non producendo efficaci politiche. Questa trasformazione appare oggi più che mai urgente tenuto anche conto delle rapide trasformazioni demografiche e delle crescenti esigenze che vengono dalle persone in condizione di fragilità nel contesto di una grave crisi economica internazionale.
, . La stessa congiuntura economica, tuttavia, ci pone di fronte alla necessità di stabilire vincoli di bilancio particolarmente stringenti. A maggior ragione ci appare giusto sottolineare come il Governo abbia cercato di mantenere i trasferimenti sociali complessivi alle regioni nel Fondo nazionale per le politiche sociali e nel Fondo per la non autosufficienza del 2008 e 2009 su livelli non troppo dissimili dal 2007. In particolare nel 2008 rispetto al 2007, la quota regionale del Fondo nazionale politiche sociali si è ridotta da 956 milioni a 656 milioni ma contemporaneamente al Fondo per le non autosufficienze, istituito dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono state assegnate risorse finanziarie per il triennio 2007-2009 nella misura di 100 milioni per il 2007, 300 per il 2008 e 400 per il 2009. Le risorse relative al Fondo da ultimo citato sono state ripartite alle regioni e alle province autonome individuando alcune aree prioritarie di intervento in favore delle persone non autosufficienti: punti unici di accesso all'informazione e alle prestazioni, presa in carico individualizzata e accertamento multidimensionale, rafforzamento dell'assistenza domiciliare. Con riferimento allo specifico profilo del diritto al lavoro dei disabili è importante aprire una riflessione su come favorire la piena attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68, volta a promuovere l'inserimento e l'integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. Tale normativa, infatti, pur essendo stata introdotta quasi dieci anni fa registra ancora disomogeneità nella sua attuazione a livello territoriale. I dati più recenti tuttavia evidenziano che i numeri riguardanti il collocamento mirato hanno segnato nel 2007 valori in crescita. Le informazioni acquisite confermano positivi incrementi che riguardano sia il versante dell'offerta di lavoro sia gli avviamenti al lavoro. La legge 24 dicembre 2007, n. 247, ha introdotto ulteriori strumenti per favorire il collocamento. È stato inoltre reintrodotto il meccanismo previsto dall'articolo 14 del decreto legislativo n. 276 del 2003, per favorire una maggiore partecipazione delle persone disabili al mercato del lavoro, attraverso il ricorso alla cooperazione sociale. Sono in corso inoltre progetti per promuovere l'utilizzo della nuova classificazione sulla disabilità ICF nei procedimenti di accertamento della disabilità. Tale strumento di valutazione, già sperimentatonell'iter di accertamento ai fini lavoristici, potrà rappresentare, quando utilizzato in maniera più diffusa, un'importante innovazione nel settore dell'inserimento lavorativo, essendo basato sulla valorizzazione delle potenzialità e abilità del lavoratore disabile. Relativamente alle questioni che attengono più in particolare al mondo della scuola, il Ministero dell'istruzione è da tempo impegnato a realizzare la piena integrazione degli allievi disabili: anche questo è un ambito che pone l'Italia certamente all'avanguardia nel contesto internazionale. È stato ricostruito l'osservatorio sull', che grazie alla partecipazione attiva delle associazioni interessate, in stretto rapporto con la scuola, ha il compito di approfondire tutte le tematiche concernenti l'integrazione degli alunni diversamente abili, per avere il quadro esatto delle criticità e per accogliere nuove proposte. Con riguardo in particolare al numero degli allievi per classe e dei docenti, sono stati autorizzati per il corrente anno i costi di sostegno necessari a sostenere tutti gli allievi disabili nella misura indicata dall'apposita certificazione. A livello nazionale, sono stati confermati tutti i posti di sostegno funzionanti nell'anno scolastico 2007-2008, complessivamente 90.882 posti. Per il potenziamento dell'offerta formativa, a favore dell'integrazione scolastica degli allievi disabili, annualmente, con i fondi della legge n. 440 del 2007, sono assegnati finanziamenti. L'impiego che di tali risorse fanno le scuole è oggetto di monitoraggio da parte del Ministero dell'istruzione. Per quanto riguarda l'integrazione nelle università degli studenti diversamente abili, la normativa vigente prevede un fondo di finanziamento ordinario che, a partire dal 1999, ha assicurato complessivamente oltre 33 milioni di euro. Relativamente alla formazione universitaria a distanza, si fa presente che sono state accreditate in Italia 11 università telematiche abilitate a rilasciare titoli aventi lo stesso valore legale delle università statali e non statali e soggette alle stesse regole in vigore per le università convenzionali. Questo sistema di insegnamento si rivela particolarmente importante proprio per gli studenti con disabilità. Per quanto concerne il profilo dell'assistenza sanitaria, presso la direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero che rappresento, è stato istituito in data 5 novembre il tavolo di lavoro sugli interventi sanitari di riabilitazione in favore delle persone con disabilità, che si è insediato lo scorso 14 gennaio. I principali obiettivi del tavolo sono la definizione di un concetto unico di disabilità, la definizione di criteri per la realizzazione del punto unico di accesso, l'elaborazione di linee guida che orientino l'accertamento delle condizioni di disabilità sulla valutazione funzionale, realizzata con l'utilizzo della metodologia ICF, l'individuazione di percorsi riabilitativi sulla base di criteri di efficienza, efficacia ed appropriatezza, anche attraverso la revisione delle linee guida sulla riabilitazione, l'elaborazione e l'aggiornamento dei codici dei dispositivi e il relativo repertorio dell'assistenza protesica. Concludendo, nel confermare l'impegno del Governo a rafforzare la propria azione per la promozione dei diritti delle persone disabili, l'abbattimento di tutte le barriere culturali, ambientali e sociali, così come indicato nella Convenzione delle Nazioni Unite, si ritiene di accogliere la mozione di maggioranza Laura Molteni ed altri n. 1-00084, perché in linea con l'impegno del Governo, con le azioni già in essere e maggiormente coerente con il processo di consolidamento di politiche attive, in un quadro di federalismo fiscale. Mi dispiace che su un tema come questo, su cui sarebbe utile privilegiare i punti di condivisione, si sia arrivati a più mozioni separate, ma, pur nell'apprezzamento degli obiettivi comuni, il Governo ritiene di non poter accogliere le mozioni presentate rispettivamente dall'onorevole Livia Turco ed altri n. 1-00071 Delfino ed altri n. 1-00079 e Mura ed altri n. 1-00082, che propongono alcune scelte di indirizzo politicosulla materia della disabilità, che il Governo ritiene non condivisibili o ridondanti rispetto alla propria azione. Come abbiamo detto, è necessario oggi ripensare il e trovare soluzioni innovative, sia per ottimizzare le poche risorse disponibili, sia per adeguare le politiche ad una situazione sociale, demografica e culturale profondamente cambiata.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i disabili sono ben 400 milioni e l'80 per cento di essi vive nella parte più povera del pianeta. Termini come «barriere architettoniche», «protesi», «tecnologie» e concetti come diritti, autonomia e garanzie sono sogni irrealizzabili per molti di loro. Per molti versi, la loro esperienza è differente da quella degli oltre due milioni e 600 mila disabili italiani, ma, purtroppo, per alcuni versi, vi sono aspetti che li accomunano. Abbiamo accolto con particolare attenzione le parole espresse dal segretario generale dell'ONU che, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, ha chiesto di fare molto di più per spezzare il cerchio della povertà e della disabilità, esortando i Governi ad assicurare che le persone con disabilità e le organizzazioni che li rappresentano siano parte integrante di ogni fase dello sviluppo. In questo modo, possiamo promuovere l'integrazione e aprire la strada ad un futuro migliore per tutti nella società. Dello stesso tenore l'alto richiamo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che, in occasione di detta ricorrenza, ha rivolto un messaggio, sottolineando come la crisi economica rischia di colpire gli anelli più deboli della nostra società, in particolare chi vive una situazione di disabilità. È importante che, pure in una fase di innegabile difficoltà per la finanza pubblica - ha scritto il Capo dello Stato - le esigenze di sostegno e di supporto delle persone con disabilità e dei loro familiari non siano sottovalutate. Proprio in questo periodo di crisi, nel quale tanti cittadini italiani sono chiamati ad affrontare nuovi problemi, questa parte della nostra cittadinanza deve sommare i nuovi problemi agli antichi e il risultato può essere troppo pesante in assenza di supporti adeguati. Diamo atto al Governo di aver mostrato una particolare sensibilità nell'accogliere prontamente l'appello del segretario generale delle Nazioni Unite, approvando nel Consiglio dei ministri del 28 novembre 2008 il disegno di legge che ratifica la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, firmata il 30 marzo 2007 a New York. Per le tante persone e per le tante famiglie che vivono in condizioni di particolare disagio, la Convenzione rappresenta un passo fondamentale nel percorso di riconoscimento dei diritti di cittadinanza e delle libertà. Diamo atto al Governo di aver così contribuito a dare un nuovo impulso alle politiche di inclusione per i disabili, istituendo un Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Il Movimento per l'Autonomia, in questi primi mesi di legislatura, ha più volte posto all'attenzione dell'Esecutivo le difficoltà che sono chiamate ad affrontare le famiglie con uno o più componenti disabili, in particolare nel Mezzogiorno del Paese. Per quanto ci riguarda, chiediamo di rilanciare la discussione sull'urgenza dell'attuazione dei principi e delle misure contenute nella Convenzione ONU nelle regioni meridionali. Infatti, da ogni analisi e da ogni studio fatto in ogni regione del sud, emergono preoccupanti criticità rimaste irrisolte dal punto di vista dei diritti, dei servizi essenziali e di tutti i percorsi necessari ad una vera inclusione nella società delle persone con disabilità. In tal senso, abbiamo chiesto, più volte, al Governodi varare provvedimenti di sostegno alla famiglia in generale, con particolare attenzione a quelle che si trovano con un familiare disabile a carico. La nostra pressante richiesta di una nuova politica infrastrutturale e di maggiori risorse per l'edilizia pubblica nasce anche dall'esigenza di una più efficace opera di abbattimento delle barriere architettoniche, particolarmente presenti nelle nostre strutture pubbliche meridionali. Signor Presidente, il Movimento per l'Autonomia sosterrà questa mozione che abbiamo contribuito a stilare, con l'auspicio che i provvedimenti che il Governo si impegna ad assumere tengano in particolare considerazione la situazione di svantaggio nella quale versa il sud del Paese e delle conseguenze che si ripercuotono sulle persone che vivono condizioni di disabilità.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi, il dibattito sulle mozioni riguardanti le iniziative a sostegno dei diritti delle persone con disabilità ci dà l'occasione di affrontare questioni rilevanti che attengono alla qualità della vita di queste persone. Si tratta spesso di temi complicati e di non facile soluzione che si estendono dalla sfera dei diritti a quella della vita quotidiana e che incidono sulla pelle non solo dei cittadini italiani portatori di ma anche delle loro famiglie, alle quali in troppi casi è demandata la parte più consistente di ogni forma di assistenza. Troppo spesso, infatti, ci si limita a fornire un'assistenza minima che, pur nel solco del «meglio che niente», non è - ovviamente - sufficiente a mettere i nostri concittadini diversamente abili nella condizione di fruire pienamente dei loro diritti, che pure lo Stato riconosce. Così, se nella scuola il bambino è assistito in maniera soddisfacente fin dalle elementari, il grado di sostegno tende a diminuire sempre di più man mano che lo studente prosegue la sua carriera di studi, azzerandosi completamente a livello universitario. I quattrocento euro scarsi che vengono riconosciuti come sostegno da parte dello Stato non bastano certo a coprire neppure in parte i costi che una famiglia è costretta a sostenere per accudire in maniera adeguata un parente disabile nella propria casa. Vi è poi l'assurda vicenda del nomenclatore tariffario delle protesi, ovvero dell'elenco di protesi ed ausili che il Servizio sanitario nazionale rimborsa integralmente, ma che non viene aggiornato ormai da più di dieci anni. Tale strumento, pertanto, risulta in gran parte inutile, dal momento che la tecnologia applicata alla creazione di strumenti a sostegno delle persone disabili ha - fortunatamente - fatto passi da gigante: la conseguenza è che le protesi migliori e più funzionali (di conseguenza anche le più costose), non essendo riportate all'intero del nomenclatore tariffario, sono, purtroppo, tutte a carico dei disabili e delle loro famiglie. Il gruppo dell'Italia dei Valori ha ritenuto questa di oggi un'occasione preziosa per discutere e confrontarsi a trecentosessanta gradi sul tema dei diritti e del sostegno ai cittadini con diverse abilità ed è per questo che abbiamo presentato una mozione che sia nelle premesse, sia negli impegni non fa sconti al Governo, ma lo incalza in maniera stringente, in particolare sulle risorse economiche da impiegare. L'Italia dei Valori, in particolare su questo tema, non insegue la polemica a tutti i costi, ma non è neppure intenzionata a limitarsi a generiche dichiarazioni di principio, a formulazioni più o meno vaghe che ci avrebbero permesso di portare a casa l'approvazione di una mozione nella quale si poteva leggere tutto e quindi niente, ma che non sarebbe stata in grado di fare chiarezza e non avrebbe permesso ai cittadini italiani di capire come il Governo intende affrontare in maniera concreta i problemi con cui tutti i giorni si confronta chi è portatore di oppure i suoi familiari. Sarebbe ipocrita non ammettere che si tratta essenzialmente di una questionerelativa all'impiego di risorse economiche e dunque su questo si deve discutere e proporre soluzioni concrete, altrimenti - mi rivolgo al sottosegretario - ogni altra argomentazione mostra i limiti della vacuità. Siamo consapevoli, infatti, che stiamo attraversando la peggiore crisi economica mondiale dal 1929, ma ciò non può essere una giustificazione, perché (come ha giustamente evidenziato il Presidente della Repubblica) i cittadini disabili, in questa situazione, sono costretti ad affrontare i nuovi problemi portati dalla crisi, sommandoli però a quelli che già si portavano dietro. Il risultato, quindi, può essere troppo pesante in assenza dei supporti adeguati. Con risorse sempre limitate rispetto ai fini da realizzare, la funzione principale più nobile della politica è proprio quella di compiere delle scelte anche difficili, dalle quali scaturisce il modello di società che si vuole realizzare. L'Italia dei Valori, dunque, esprime un giudizio fortemente negativo sulla politica sociale del Governo, le cui iniziative, fino ad oggi, risultano del tutto insoddisfacenti. È, infatti, opportuno ricordare che la legge finanziaria per il 2009 ha tagliato di 271 milioni di euro il Fondo per le politiche sociali rispetto alla legge finanziaria precedente del governo Prodi. Il Fondo per le non autosufficienze, istituito dalla legge finanziaria per il 2007, sempre opera del precedente governo Prodi, e poi incrementato dalla legge finanziaria per il 2008, risulta per quest'anno finanziato soltanto per il 2009, mentre per gli anni a venire non sappiamo francamente che cosa succederà. Per di più, il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, all'articolo 40, ha svincolato le imprese che vogliano concorrere a bandi pubblici o intrattenere rapporti di concessione o convenzione con la pubblica amministrazione, dall'obbligo di presentare apposita certificazione che attesti il rispetto di quanto previsto dalla legge 23 marzo 1999, n. 68. Vi è, poi, il disegno di legge delega in materia di lavoro, attualmente all'esame del Senato, che prevede modifiche in senso restrittivo ai permessi concessi dalla legge n. 104 del 1992 ai soggetti portatori di handicap o ai familiari di questi. Si tratta dell'esemplificazione di provvedimenti che delineano una politica molto chiara adottata dal Governo, una politica che non ha tra le sue priorità le persone che hanno bisogno di assistenza come i disabili. Signor Presidente, le chiedo scusa. Finora ho provato ma è difficile, se non mi aiuta.
. Vorrei invitare i colleghi a tenere un comportamento consono all'Aula e ad ascoltare chi parla. Siamo qui per ascoltarci vicendevolmente.
. La ringrazio, signor Presidente. Non pretendo tanta attenzione e tanto ascolto ma almeno la possibilità di terminare il mio intervento, sono quasi alla fine. Mi è impossibile non fare un rapido accenno all'atto di indirizzo emanato dal Ministro Sacconi, quello inviato a tutte le regioni lo scorso 16 dicembre, in merito alla condotta che le strutture pubbliche e private del Servizio sanitario nazionale sono obbligate a tenere nei confronti delle persone in stato vegetativo persistente. Si tratta di un chiaro atto di prevaricazione politica, dettata da motivi di natura esclusivamente ideologica, nella tragica e triste vicenda di Eluana Englaro. Fortunatamente, quel provvedimento è stato superato dalla recente sentenza del TAR Lombardia che ha confermato il diritto costituzionale di rifiutare le cure, in quanto diritto di libertà assoluto. Esso rappresenta, quindi, una vittoria del diritto contro l'arroganza e l'invadenza della politica nella vita delle persone e delle famiglie. Lo voglio dire: l'Italia dei Valori si dissocia con forza da questa politica e da questi atteggiamenti e propone, invece, un salto di qualità per quanto riguarda l'assistenza ai disabili. Chiediamo, dunque, di incrementare sensibilmente le risorse destinate alle non autosufficienze, prevedendo, a tal fine, un impegno di spesa pluriennale, di incrementare le risorse delFondo per le politiche sociali e di prevedere forme di assistenza personale autogestita, al fine di potenziare e migliorare le attuali forme di assistenza sanitaria. Prima di concludere ritengo necessario anche fare un rapido accenno al tema sollevato dalla mozione Delfino ed altri n. 1-00079 e dall'illustrazione che ne ha svolto, in discussione sulle linee generali, l'onorevole Capitanio Santolini. Si tratta della mancata firma, da parte del Vaticano, della Convenzione ONU sui diritti delle persone disabili. Si tratta di un punto sul quale ci troviamo in dissenso: non possiamo essere d'accordo con il documento e le argomentazioni sostenute dall'UdC del quale complessivamente abbiamo, però, apprezzato lo sforzo. Si è invocato, a ragione, il riconoscimento del diritto di nascere anche per le persone disabili, un diritto che la Convenzione non nega assolutamente. La discriminazione si sarebbe, invece, avuta se gli articoli 23 e 25 della Convenzione ONU non fossero stati redatti nella forma attuale. Il primo di tali articoli, infatti, stabilisce, tra l'altro, il diritto delle persone con disabilità a decidere liberamente e responsabilmente circa il numero ed il momento in cui avere figli e il diritto ad un'educazione appropriata in materia di procreazione e pianificazione familiare. Il secondo articolo, il 25, invece prevede che gli Stati firmatari assicurino alle persone disabili l'accesso a tutte le cure per la salute disponibili per gli altri cittadini e tra queste cita anche la salute universale e riproduttiva. Si tratta dunque di principi che non stravolgono nulla, ma che riconoscono anche ai disabili quanto le legislazioni dei singoli Stati riconoscono da molto tempo ai cittadini normodotati.
. La prego di concludere.
. Concludendo, il gruppo Italia dei Valori esprimerà voto favorevole oltre che sulla propria mozione anche sulla mozione Livia Turco ed altri ed esprimerà voto favorevole, pur con le riserve che ho appena espresso, sulla mozione Delfino ed altri e orientativamente il gruppo è determinato a votare contro la mozione Molteni ed altri .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le chiedo subito se si può avere un po' di silenzio perché è di una difficoltà tremenda ascoltarsi.
. Non rendiamo più difficile il nostro compito che è già difficile. Vorrei invitare i colleghi, per favore, ad avere un attimo di attenzione per ascoltare coloro che parlano. Se avete questioni urgenti da trattare potete farlo fuori dall'Aula. Prego, onorevole Argentin.
. Signor Presidente, credo che inizierò questa mia dichiarazione di voto dicendo con molta chiarezza che ringrazio il sottosegretario ed il Governo per l'intervento fatto. Infatti, con il suo intervento il sottosegretario ha finalmente fatto capire che non è assolutamente un Governo che sulle questioni importanti ragiona in maniera ma è vero il contrario. Quando le cose non stanno come dite voi, «sfigati» o non «sfigati», voi votate diversamente da noi. Pertanto il fatto che ogni partito abbia presentato una mozione la dice lunga sul fatto che ogni partito ha il suo consenso in mezzo ai disabili ed ha idea che questi votino e si differenzino. Signor sottosegretario, sicuramente il suo è un grande passo culturale: quello di far capire che tra i diversi ci sono i diversi. Però proprio perché tra i diversi ci sono diversi credo che sia necessario dire che nella vostra mozione della maggioranza parlate un po' di «aria fritta» ossia non fate un cenno ai soldi. Lei mi insegna che per fare le cose bisogna parlare di finanziamenti. Siamo tutti d'accordo che vanno eliminate le barriere architettoniche, che i ragazzi vanno inseriti nelle scuole e ancora siamo d'accordo sull'inserimento allavoro, ma se non mettiamo un euro per fare queste cose probabilmente non le faremo mai. Pertanto, con grande onestà intellettuale, le dico che è meglio non parlarne proprio. Perché perdere tempo? Avete chiesto l'inversione dell'ordine del giorno perché probabilmente c'è da dire più sull'argomento donne mentre l'argomento disabili si può contenere ben stretto fino alle 12,30. Nessuno ha chiesto di evitare tale inversione, ma il motivo è talmente chiaro: voi parlate ancora di portatori di quando portatore di è un termine che non ha più senso di esistere. Noi riceviamo gli non li portiamo in questa società! Lo scalino è l' che incontriamo, la nostra carrozzina non è un per nessuno! Ed ancora parlate di qualcosa che non ha senso ossia parlate delle persone disabili che vengono inserite nei posti di lavoro (vediamo la legge n. 68 del 1999 e l'osservatorio in essa previsto) ed ancora parlate di tutto ciò che si rivolge al mondo della disabilità capace di intendere e volere. Voi non avete l'idea che il mondo dei disabili non è fatto solo di quelli in carrozzina, belli, biondi e con gli occhi azzurri, ci sono quelli brutti e cattivi che non piacciono a nessuno e che sono quelli con ritardo mentale e cognitivo e di loro dobbiamo avere, prima di tutto, la responsabilità e il riconoscimento. Voi, invece, non fate un cenno al dopo di noi, né ai livelli assistenziali iniziali: questo vuol dire che avete un'idea perversa della disabilità. Non vogliamo nulla che sia in qualche modo garantito perché vi fa sentire più buoni. Risolvete i vostri problemi in altro modo, noi ce li risolviamo con le battaglie, non con la demagogia, né tanto meno con strumenti di intervento che dicono tutto e non dicono nulla. Non pensare di rifinanziare la legge n. 328 del 2000 di Livia Turco è un fatto assolutamente di una gravità enorme perché voi avete rifinanziato questa legge, ma non avete immaginato che la gente non muore solo perché è disabile, continua a vivere, e quindi poi si verifica un aumento demografico anche in relazione a questi temi . Gli aumenti vanno anche previsti nelle scuole; invece, non vi siete occupati neanche del problema per quanto concerne gli insegnanti di sostegno. È vero, avete garantito l'attuale, ma l'attuale non è soddisfacente rispetto a problematiche che si manifesteranno e che tuttora sono presenti. Abbiamo tutelato gli operatori sociali, abbiamo pensato a un contratto di lavoro per loro? Nessuno ha detto una parola su questo, ma se loro non vengono difesi noi diventiamo un mercato di serie B, esattamente come siamo stati fino ad oggi. Colleghi, discutere della legge n. 13 del 1989 e non prevedere finanziamenti agli enti locali la dice ben lunga. Voi non avete messo neanche un centesimo sulla legge n. 13 né sul decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996; è una vergogna perché le barriere architettoniche non sono solo un problema dei disabili, sono un problema anche degli anziani, dei bimbi ! Vergognatevi, non ci venite a dire oggi che la pensate come noi, che siamo un argomento ! A voi dei disabili non ve ne fotte nulla! Dimostrate ciò perché il sottosegretario si è permesso di dire che noi abbiamo parlato di contenuti ridondanti, ma cosa dice?
. Sottosegretario, l'ascolti!
. Ma lei ha idea di cosa sia la disperazione, sa dov'è la conoscenza del limite? Sa cosa vuol dire per un genitore morire e non potersi permettere neanche di morire? Credo che questo sia assolutamente grave, così come voi non avete neanche pensato cosa significa aver sete, avere un bicchiere di acqua di fronte...
. Presidente, per favore! Al banco del Governo c'è una conferenza !
. Certamente non gli interessa, ma vedi Roberto come spesso...
. Invitiamo il Governo ad essere attento all'oratore, ma anche ai colleghi a non affollarsi per parlare con il Governo.
. Colleghi, lo dico molto francamente: che il Governo se ne freghi l'ha dimostrato, non ce lo insegna oggi. Io mi prendo oneri e onori di quanto dico, mi assumo la responsabilità di aver fatto delle affermazioni, di avere denunce o quello che credete, ma ascoltatemi bene: non accetto gli insulti all'intelligenza di centinaia di persone che hanno creduto, che hanno votato e che hanno dato un'intesa diversa. Voi avete istituito l'Osservatorio, mi parlate dell'Osservatorio, sono anni che c'è l'Osservatorio, ma non abbiamo mai concluso nulla, né a destra né a sinistra, signori miei ! Voi parlate ancora del fatto che bisogna parlare di lavoro in base alla legge n. 68 del 1999, onorevole Porcu, mi rivolgo a lei, che è una persona sensibile e capace: ma lei lo sa che la legge n. 68...
. Non parlate alla sottosegretaria! .
. Calma! Ma chi sei?
. Vorrei ricordare che esiste una Presidenza di quest'Aula che non ha bisogno di interventi suppletivi .
. Onorevole Porcu, lei mi insegna che la legge n. 68 è rivolta alle persone che hanno bisogno di un collocamento mirato. Tuttavia, lei mi insegna anche che il collocamento mirato ha bisogno di sostegni non solo con le imprese ma anche con gli operatori che sono intorno a questo sistema. Dove sono i soldi? Voi avete dato una per il sociale dando 40 euro per la famosa quarta settimana, ma avete dato i soldi alla sanità nel Lazio anche se è di sinistra? No, perché è di sinistra e centinaia di persone non avranno più la riabilitazione nel Lazio. Avremo speso male i soldi, ma vogliamo dircelo francamente che centinaia di persone dal prossimo mese non avranno la riabilitazione e che voi non avete idea cosa significa prevenire? Volete, infatti, soltanto eliminare le barriere architettoniche e non costruire senza barriere architettoniche. Ciò significa prendersi la responsabilità di imporre, anche le loro autonomie, alle scuole di geometri, alle architetture e a tutto ciò che realmente ha un senso e costruire senza dover poi reintervenire e ripagare. L'assistenza domiciliare non è rivolta solo alle persone con gravi difficoltà. Voi continuante a dare a pioggia assistenza a chiunque, soltanto in base a una visita che dice che vi è il 100 per cento di disabilità, ma nessuno si preoccupa di vedere cosa sono disabilità e autonomia. Si tratta di altra storia! Comunque vi assicuro che non sono maestra di vita di nessuno, ma parlo di un'esperienza di dodici anni come delegata per l'handicap a Roma e un po' le stimmate le porto addosso. Non per un incidente o perché comunque c'è il disabile di serie A e di serie B, ma credetemi che vi è una grande differenza tra i diversi: quelli che possono far parte di una casta (vedi me che sono qui a gridare e dire quello che penso) e tanti altri che sono ancora chiusi in casa anche grazie a voi .
. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo per chiederle scusa perché evidentemente lei ha ragione in quanto vi è un Presidente. Tuttavia, colgo l'occasione per dire che il sottosegretario deve sapere che non accetta conversazioni quando le sista parlando con tanto calore, con tanta passione e con tanto impegno su un argomento così importante. È un po' come la buona educazione: è indispensabile che ciò accada. Le chiedo scusa Presidente perché lei non può provvedere a tutto, ma era un intervento quasi inarrestabile perché vedere che ricomincia una conversazione mentre l'onorevole Argentin sta parlando in modo molto importante e su un tema molto importante era doloroso .
. Onorevole Colombo, è doloroso per tutti e io avevo già richiamato (lo faccio di nuovo) da un lato il Governo all'attenzione dall'altro, poiché non sono i sottosegretari che invitano al proprio banco, i deputati a cercare altra occasione per comunicare con il Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, oggi possiamo esprimere e ribadire con forza il nostro impegno per il pieno riconoscimento dei diritti alle persone diversamente abili. Il nostro Paese ha sviluppato nel tempo una crescente assunzione di responsabilità per promuovere misure sempre più significative e puntuali per il raggiungimento della piena uguaglianza dei diritti delle persone diversamente abili alle condizioni di tutti gli altri cittadini. Occorre continuare su questo cammino senza cadute di tensione e realizzando una costante crescita di attenzione alle diverse specificità della disabilità. C'è costantemente una profonda consapevolezza dell'esigenza di sviluppare una mentalità sempre nuova e sempre più inclusiva, che realizzi le condizioni per un'integrazione vera, dignitosa e capace di superare le difficoltà, anche e non solo fisiche, che le persone diversamente abili avvertono nei loro confronti. La mia mozione, come le altre oggi in esame, offre un'occasione importante per svolgere una riflessione seria e approfondita, come già aveva sottolineato, nel suo intervento illustrativo, la collega Capitanio Santolini, ma soprattutto per riaffermare in modo corale la condivisione dei diritti dei disabili, così come sono sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che riconosce la dignità, il valore ed i diritti uguali e inalienabili per tutti i membri della famiglia umana, in qualunque condizione essi si trovino. Il nostro Paese ha pienamente accolto la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Con la nostra mozione non abbiamo voluto adottare un approccio semplicemente celebrativo, ma abbiamo posto al Governo la richiesta di una verifica puntuale sullo stato di attuazione della legislazione nazionale e su quella europea e sui servizi a disposizione dei disabili. Anche sulla realtà dei presidi, delle attività e degli interventi a livello locale, riteniamo necessario attivare un attento monitoraggio. Rimane forte la necessità di procedere ad una migliore integrazione dei disabili: siamo convinti, infatti, che molto rimanga ancora da fare per garantire alle persone diversamente abili i diritti in tutti gli ambiti della vita sociale, perché, come diceva lei, signor sottosegretario, rimangono forti criticità. Mi consenta, quindi, di esprimere un certo rammarico, ma, poiché tutto deve ancora compiersi, ho sempre fiducia nel dialogo: ho letto attentamente le altre mozioni presentate, ossia la mozione Molteni ed altri n. 1-00084, accettata dal Governo, e le altre che invece non sono state accettate. Credo che su un tema come quello della disabilità vi sia l'esigenza di una naturale e inevitabile convergenza: seggo in questi banchi ormai da tanti anni, ma non ho mai riscontrato, sulle politiche della disabilità, un confronto in termini di indirizzo così diversificato. Non ho nulla da dire all'appassionato intervento della collega Argentin, ma certamente mi pare che cercare e ricercare un'intesa su questo tema sia un segno di civiltà, uno sforzo che effettuiamo per dare un messaggio altrettanto significativo e fondamentale achi ci sta ascoltando, a chi legge gli atti parlamentari ed a tutto il mondo delle famiglie delle persone interessate. Pertanto, non vedo la necessità, almeno per quanto riguarda la mia mozione n. 1-00079, di trovare una posizione disarticolata rispetto dalla mozione Molteni ed altri n. 1-00084, accettata dal Governo. Per questo motivo, invito sommessamente l'Aula, i colleghi parlamentari e quanti, su questo tema, abbiano discusso in questo Parlamento (e non solo), a guardare con questo occhio e con questa disponibilità ad un lavoro che deve essere il più possibile coeso ed attento a cogliere gli aspetti che unificano e a non fare del tema della disabilità, contenuto nelle mozioni in esame, un tema di scontro politico. Pertanto, la mia richiesta è che il Governo possa rivedere il suo parere e consentire all'Aula almeno di esprimersi con grande libertà, affinché ogni parlamentare, nella sua coscienza, possa valutare se, nella nostra mozione, di cui sono primo firmatario a nome del gruppo dell'Unione di Centro, ci siano elementi che contrastano. Francamente, ho ascoltato con molta attenzione il suo intervento (ho preso anche degli appunti). I temi che lei ha toccato sono quelli che trattiamo noi nella nostra mozione, sui quali impegniamo il Governo, dal tema del lavoro, a quelli della scuola, dell'assistenza e della centralità della famiglia. Sappiamo - lo diceva molto bene la collega Luisa Capitanio Santolini - che soltanto nella regione Veneto ci sono tanti disabili (tante persone con diversa abilità e persone anziane) tenuti in famiglia, quanti quelli ricoverati in istituti. Quindi, ciò vuol dire che la famiglia è una risorsa sulla quale puntare non solo per un'esigenza di maggiore attenzione ed umanità verso la persona con disabilità, ma anche e soprattutto per riconoscere che la famiglia diventa un elemento centrale per fare un che sia, come discutiamo in questi giorni in relazione al libro verde del Ministro Sacconi, profondamente innovato e modernizzato. Per queste ragioni, di fronte all'appello, che veniva anche dalla collega Argentin, che ascoltiamo e viviamo quotidianamente, mi auguro che questo Parlamento, per quanto riguarda gli impegni che il Governo ha assunto esprimendo il suo parere favorevole su una mozione, in quanto non contrastanti con gli impegni che nella nostra mozione poniamo al Governo, possa andare al di là, esprimendo un senso univoco e una forte volontà comune, per realizzare una politica per le persone diversamente abili che riconosca e promuova veramente tutti i diritti di cui le nostre persone diversamente abili hanno bisogno. In questo senso, non entriamo nel dettaglio delle nostre proposte, ma, rispetto a un tema molto attuale, quello della centralità nella scuola delle persone diversamente abili, riteniamo soltanto di dire e raccomandare al sottosegretario che ci sia anche un rapporto con il Ministro dell'istruzione, affinché ci sia una certa continuità del docente di sostegno per la persona diversamente abile. Altrimenti, se ogni anno il docente cambia, si creano sicuramente dei problemi. Concludo, signor Presidente, signor sottosegretario, augurandomi che l'appello che noi rivolgiamo per un voto ampio sulla nostra mozione sia raccolto e ci sia una diversa valutazione, perché credo che questo sarebbe un segnale forte, da parte del Parlamento, nei confronti di tutte le persone diversamente abili e delle loro famiglie
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo sulla mozione a prima firma Livia Turco n. 1-00071 per preannunciare il voto favorevole dei deputati radicali, perché la mozione cerca di evidenziare la sequenza che esiste quando si parla di disabilità e termini troppo spesso sovrapposti ed utilizzati in maniera impropria. Nel suo significato più ampio l' non è il deficit, non è la limitazione, bensì è l'effetto del deficit e della limitazione. Questa distinzione è di fondamentale importanza, perché la discriminazione che esiste, che grava su una persona disabile, non è nella sua condizione di disabilità, ma è nell'ambiente sociale in cui una persona si trova a vivere e ad esistere. Il mio punto di riferimento, per non far confusione, perché non possiamo permetterci di farla, è il suggerimento che proviene dall'Organizzazione mondiale della sanità per definire il concetto di ; segue, cioè, la sequenza che va dalla malattia e menomazione alla disabilità e all'. La malattia, dovremmo saperlo tutti, è un processo patologico; la menomazione è la perdita a carico di alcune funzioni, che possono essere fisiologiche, anatomiche o psicologiche. La disabilità, invece, che consegue ad una menomazione nella capacità di svolgere un'azione o un'attività nel modo ritenuto normale per una persona sana, è, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, l'oggettivazione della menomazione. In parole molto semplici, una malattia può produrre in una persona un danno e una menomazione; un incidente può produrre in una persona un danno ed una menomazione; il danno e la menomazione possono causare una disabilità. Certamente, la disabilità crea il presupposto per l', ma non sempre la disabilità si trasforma in . L', infatti, si realizza solo quando l'ambiente in cui vive la persona disabile presenta barriere architettoniche, legislative, ideologiche, psicologiche, socioculturali e geografiche, che impediscono alla persona il proseguimento della vita nella società. Questi concetti, cari colleghi, devono essere impressi nelle nostre menti, da un lato, perché consentono di superare la terminologia di origine prevalentemente medica, dall'altro lato, perché sottolineano che la malattia o la disabilità creano solo - ripeto: solo - il presupposto per l', ma è l'ambiente a generarlo. È una mozione che guarda alla persona con disabilità non come ad una persona da assistere, ma ad una persona cui fornire l'ambiente ideale e tutte le strumentazioni per continuare ad operare nella società al meglio delle sue capacità. Quando si fa la prima scelta di considerare una persona con disabilità solo come una persona da assistere (troppo spesso la politica finisce per farlo, e non si sottrae neanche una parte del mondo dell'associazionismo), gli interventi sono solo di tipo assistenziale e finiscono con l'escludere la persona anche dal mondo produttivo, oltre che sociale e politico. È questa la mia e la nostra impostazione, contraria alla posizione del Governo e di quanti, nel mondo della politica e nella politica, hanno accusato Luca Coscioni, un soggetto attivo in politica, di essere stato strumentalizzato dai suoi compagni radicali. Lo dicano quegli stessi politici ad Umberto Bossi, che continua, anche ora, ad esercitare la sua passione per la politica, avendo gli strumenti per farlo! L'impostazione di questa mozione è di far sì che le menomazioni non si trasformino in ; a tale scopo, tutti gli strumenti contenuti nella nostra mozione devono essere indirizzati ad abbattere - e sono indirizzati ad abbattere - le barriere esistenti e ad evitare che nuove vengano erette. Per quanto riguarda la mozione a prima firma dell'onorevole Delfino, non possiamo sostenerla, in quanto i sottoscrittori chiedono al Governo, e leggo testualmente, di rispettare le ragioni della mancata sottoscrizione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità da parte della Santa Sede di fronte al rischio di legittimazione dell'aborto. Questa è una vera e propria invenzione da parte della Santa Sede e di quei politici che sostengono questa posizione. Chiedo proprio ai firmatari di questa mozione dove ed in quale parte dell'articolo 25 della Convenzione si sostenga l'aborto. Non possiamo sostenere tale mozione, a meno che i firmatari non sopprimano questo capoverso. Se, invece, leggo la mozione a prima firma Molteni, quella della maggioranza, non possiamo sostenerla, perché è davvero molto debole, laddove impegna il Governo a valutare l'opportunità di intervenire in modo strutturale al fine di rielaborare un sistema di agevolazioni fiscali unico che supporti le persone diversamente abili e le loro famiglie. Ma come si fa a sollecitare il Governo a «valutare l'opportunità»? La questione disabilità riguarda milioni di cittadini e non possiamo lasciare passare altro tempo; le persone con disabilità non possono aspettare altro tempo. Leggo tra i firmatari di questa mozione nomi di colleghi che stimo e con i quali lavoriamo e condividiamo alcuni aspetti della nostra attività, come l'onorevole Porcu, l'onorevole Barani, l'onorevole Di Virgilio, o anche l'onorevole Paglia, ma ho la responsabilità, abbiamo la responsabilità di opporci alle politiche sociali che tendono a ricondurre la questione della disabilità all'interno del nucleo familiare, e soprattutto a gravare sulla figura femminile, perché non attuano la presa in carico del paziente disabile, limitando di fatto tutti gli spazi di socializzazione e di vita. Basta con l'uso improprio del termine disabilità, così come è stato fatto dal Ministro Sacconi e dal sottosegretario Roccella riferendosi ad un caso come quello, tanto discusso, di Eluana Englaro. Troppo spesso in questi mesi viene utilizzata arbitrariamente dagli esponenti della maggioranza e del Governo la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. L'articolo 25 della Convenzione vieta di discriminare i disabili in materia di assistenza sanitaria, di prestazione e di cibo; ebbene, una persona non disabile ha diritto di rifiutare, in base all'articolo 32 della Costituzione, qualsiasi trattamento. Se Eluana fosse cosciente, potrebbe rifiutare sondini ed alimentazione; poiché è disabile in uno stato di incoscienza, viene discriminata. Dunque, si vieta di applicare le regole che valgono per i «normali» ai disabili, facendo una plateale discriminazione e violando l'articolo 25 della Convenzione ONU. Vogliamo che la politica garantisca a tutti, attraverso scelte ed azioni una vita degna di essere definita tale, ma non bastano le belle affermazioni dell'esistenza di un diritto, perché tale non è se non è accompagnato da risorse ed interventi certi. Dobbiamo fare nostro - e concludo - l'impegno di Luca Coscioni, perché dai corpi dei malati si colpisca il cuore della politica .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laura Molteni. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, parlando di disabilità bisogna guardare la società con uno sguardo di insieme. E, allora, ci si accorge che il problema della non autosufficienza sta assumendo oggi nel nostro Paese toni sempre più allarmanti sotto il profilo sociale ed economico, a causa, da un lato, dell'innalzamento dell'età media, e quindi del progressivo invecchiamento della popolazione, e dall'altro anche dell'elevato numero di incidenti sulle strade oltre che sui luoghi di lavoro. Partendo da queste considerazioni, un numero sempre più alto di persone farà i conti, prima o poi, con una perdita di capacità o una disabilità: molti di noi in futuro saranno persone con una qualche disabilità. L'invecchiamento della popolazione, se da un lato indica che vi è stato uno sviluppo notevole del nostro Paese per quanto concerne la cura, l'assistenza delle persone, da un altro, però, evidenzia la necessità di programmare oggi, con una lungimiranza di almeno dieci anni, risposte concrete a crescenti bisogni concreti. Inoltre, se da un lato la persona disabile è destinataria per legge di una serie di tutele correlate alla sua condizione clinica, psichica e alle sue potenzialità residue, da un altro le istituzioni hanno l'inderogabile compito di porre il relativo nucleo familiare nelle condizioni di espletare al meglio il suo difficile compito educativo, di sostegno, di cura e socializzazione. Valorizzare la famiglia significa anche aiutarla con interventi mirati, in modo da favorire il processo di autonomia e di integrazione sociale del familiare diversamente abile. A tal fine deve essere adottata ogni misura necessaria perché sia garantito il riconoscimento all'individuo della non autosufficienza, per garantire alle persone disabili un progetto di vita individualizzato, certo, che comprenda sia le prestazioni sociosanitarie ed assistenziali, sia un sistema di protezione e assistenza globale; un progetto di vita individualizzato che ponga come obiettivo focale il benessere fisico, psichico ed emotivo della persona diversamente abile, e che sfrutti ogni sua capacità di relazionarsi con l'ambiente e le persone. Progetti che devono essere elaborati in stretta collaborazione con la famiglia del disabile non autosufficiente, nell'ottica del massimo rispetto del principio di autodeterminazione e di libera gestione delle attività familiari, e che prevedano anche l'assistenza domiciliare, il trasporto alla struttura diurna, le attività ricreative, le politiche scolastiche, le politiche per la casa e per il lavoro. Si deve mirare ad un'inversione di mentalità: investire nel sociale e sulla famiglia in termini corretti, su progetti individualizzati e con obiettivi a breve, medio e lungo termine, con modalità e tappe di verifica significa, da un lato, rispondere alle preoccupazioni del «dopo di noi», dall'altro, a contenerne e ridurne nel tempo i maggiori costi derivanti, ad esempio, dall'eventualità di residenzializzazione della persona disabile. Non possiamo parlare di persone non autosufficienti senza parlare, contemporaneamente, di famiglie con persone non autosufficienti. La difficoltà oggi è anche quella di veder realizzati nella pratica quotidiana i buoni principi sanciti dalla legge n. 104 del 1992, che garantisce i permessi lavorativi ai familiari di persone disabili che necessitano di assistenza. Inoltre, le famiglie che in buona parte per la presenza di una persona con grave disabilità possono venire sconvolte sul piano emotivo, affettivo, relazionale e organizzativo, altrettanto possono essere sconvolte sul piano economico. Nei fatti concreti, a fianco della spesa pubblica sussiste un'uscita economica costante direttamente a carico degli invalidi, delle persone disabili stesse e delle loro famiglie, di cui difficilmente si parla. Le voci di spesa più rilevanti sono quelle per l'assistenza, la riabilitazione ed ausili non sempre inclusi nel nomenclatore tariffario. A tale riguardo, voglio ricordare che l'onorevole Martini - che, ancor prima di essere sottosegretario di Stato al lavoro, alla salute e alle politiche sociali, da sempre si impegna a favore delle persone disabili e delle loro famiglie - nel suo Dicastero ha attivato una con l'INAIL (mi riferisco al portale SuperAbile), e il 14 gennaio ultimo scorso ha insediato il tavolo di lavoro sugli interventi sanitari di riabilitazione in favore delle persone con disabilità. Principali obiettivi del tavolo sono: la definizione di un concetto unico di disabilità, il concetto di presa in carico integrata, la definizione di criteri per la realizzazione di un sistema di sostegno che faccia leva sul punto unico di accesso responsabile dell'accoglienza della persona disabile e dell'attivazione di percorsi di valutazione, l'individuazione, infine, di percorsi riabilitativi tenendo conto dei principi di appropriatezza, qualità ed equità, nonché il monitoraggio per le procedure di prescrizione ed erogazione. La proposizione di questi obiettivi, basati sulla centralità della persona, sulla centralità dei bisogni del singolo e sulla presa in carico globale della persona diversamente abile, rappresenta concretamente un'evoluzione del pensiero corrente sugli interventi per la disabilità, basati sulla tradizionale tendenza a partire dalle risorse collettive per poi arrivare agli stanziamenti a favore del singolo. In merito, il Servizio sanitario nazionale deve erogare servizi che siano più flessibili e vicini al cittadino con disabilità e assicurare percorsi individuali di assistenza che diano risposte efficaci e mirate alle diverse esigenze di ognuno, attuandopolitiche socio-sanitarie che costruiscano attorno alla persona disabile una buona qualità della vita. Anche il delicato tema del «dopo di noi» va affrontato con più concretezza, cercando di aiutare le persone disabili sul piano del raggiungimento dell'autonomia e della riscoperta delle potenzialità e delle capacità residue, affinché queste persone possano essere - e tornare ad essere - protagoniste della propria vita. Oggi, spesso, non solo la persona disabile ha notevole difficoltà oggettiva a trovare l'inserimento nella vita lavorativa, ma talvolta - benché inserita nella vita lavorativa - rischia di non esserlo pienamente. Per questo motivo, bisogna favorire sempre più, a tutti i livelli istituzionali, l'istruzione scolastica, potenziare e valorizzare le attività di formazione, predisporre percorsi di inserimento lavorativo attraverso la promozione di circoli virtuosi tra bisogni insoddisfatti, qualificazioni professionali e sviluppo occupazionale. In merito, oltre a valorizzare le persone disabili anche per le loro professionalità specifiche, sarà utile coinvolgere le aziende nell'individuazione e nell'acquisizione delle competenze più richieste dal mercato. Chiediamo dunque al Governo l'impegno a rielaborare un sistema di agevolazioni fiscali che supportino le persone diversamente abili e le loro famiglie e ad adottare una completa e puntuale verifica dell'attuazione della legge n. 68 del 1999 in merito alle norme per il diritto al lavoro delle persone disabili. L'altro impegno che chiediamo è quello di promuovere servizi integrati in grado di sostenere l'inserimento della persona disabile nel contesto lavorativo. Voglio evidenziare che la condizione di disabilità riguarda tutti, non solo le persone che ne sono colpite e le loro famiglie, ma anche la comunità e le istituzioni, che devono operare in stretta collaborazione e ai diversi livelli di responsabilità. Per questo è importante che vi sia un maggior coordinamento delle organizzazioni del terzo settore per dare anche una piena attuazione al principio di sussidiarietà orizzontale, per una piena e più concreta collaborazione di queste organizzazioni e associazioni con tutti gli enti, in particolare con gli enti locali. Il Governo ha dato un nuovo impulso alle politiche di inclusione per la disabilità e ai principi di dignità e di integrità della vita e della persona attraverso l'istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Voglio ricordare ai cittadini del Paese che non tutti nascono disabili, ma che potenzialmente tutti possiamo diventarlo per un incidente, una malattia, un evento traumatico particolare, per un breve periodo o per il resto della vita, e non per questo deve venir meno il principio del rispetto e di dignità delle persone in quanto tali. Oggi, purtroppo, non ci troviamo soltanto di fronte al permanere di barriere architettoniche, ma anche di fronte a barriere ben più ardue da superare (barriere culturali, mentali, ideologiche, barriere ancora più pericolose di quelle architettoniche), se non addirittura, nei casi più gravi, di fronte all'indifferenza e al cinismo di chi sfrutta il falso di disabile. Mi voglio riferire a fatti concreti: falsi invalidi, a Napoli un'intera famiglia composta da venti persone beneficiava di pensioni di invalidità senza averne diritto, con indennizzi indebitamente ottenuti relativi a ottantadue pensioni di invalidità per un valore di 3,7 milioni di euro; notizia del 26 giugno 2007, falsi invalidi, a Palermo, ventidue arresti, con un danno all'erario per 100 milioni di euro, la banda operava da cinque anni, ognuno aveva il proprio ruolo, vi era lo «spicciafaccende» che contattava gli aspiranti invalidi e li istruiva sul da farsi, l'età dei beneficiari della pensione è quasi tutta sotto i trenta anni, lo di invalido era stato addirittura riconosciuto ad interi nuclei familiari; ad Angri, Salerno, falsificavano le schede di bambini disabili costringendo i genitori a firmare molti più fogli di presenza di quante erano le sedute effettuate per intascare così forti rimborsi dal serviziosanitario nazionale (senza poi dimenticare gli abusi legati ai automobilistici).
. La invito a concludere.
. A fronte di ciò vogliamo che si apra una vera, e propria, assidua caccia ai falsi invalidi. Solo mascherando i falsi invalidi, e colpendo l'utilizzo delle invalidità con gli ammortizzatori sociali si aiuta il mondo della disabilità, si recuperano risorse che possono essere reinvestite sulla disabilità stessa. Parimenti vanno combattuti i casi di cattiva gestione, di malasanità, o vere e proprie delinquenze che si traducono in sprechi e perdite per il sistema sanitario nazionale. Se da un lato, vanno aiutate e sostenute concretamente le famiglie, dall'altro, va impostata a 360 gradi una battaglia culturale e mediatica, a partire dalla scuola, che riporti ai principi ispiratori della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità: il diritto di nascere, il rispetto della dignità intrinseca, il rispetto per l'autonomia individuale (compresa la libertà di compiere le proprie scelte), l'indipendenza delle persone, la non discriminazione, la piena ed effettiva partecipazione ed inclusione all'interno della società, il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone con disabilità, come parte della diversità umana e dell'umanità stessa, la parità di opportunità, l'accessibilità, la parità tra uomini e donne, il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità, il rispetto per i diritti dei bambini con disabilità a preservare la propria identità. Noi, oggi, ci apprestiamo a votare a favore della nostra mozione, mentre voteremo contro quelle della sinistra perché vanno verso indirizzi diversi rispetto a quelli che ha posto il Governo su questo tema e dei quali siamo pienamente soddisfatti. Si tratta di indirizzi diversi che portano ad impegni di spesa diversi.
. Onorevole Molteni, la prego di concludere.
. Voteremo contro queste mozioni, visto che vanno in direzioni diverse, invece ci asterremo sulla mozione Delfino ed altri n. 1-00079 che non prevede impegni diversi, per quanto riguarda le spesa, rispetto a quelli promossi dal Governo in questa legislatura Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.
. Onorevole Molteni, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, con la presentazione di questa mozione abbiamo inteso sollecitare il Governo a promuovere una politica coerente, e puntuale, verso le persone con disabilità e le loro famiglie, come hanno ricordato le onorevoli Ileana Argentin, Maria Antonietta Farina Coscioni e Paola Binetti, e gli altri che hanno preso la parola nel corso del dibattito. La vita di queste persone, le loro fatiche, i loro problemi sono parte della nostra vita, sono una componente fondamentale del nostro Paese, devono essere una priorità dell'azione del Governo e di tutte le istituzioni. Tante volte, invece, questo persone, le loro famiglie, si trovano sole nelle loro fatiche e anche nei loro successi, sole nella domanda di aiuto e nella capacità di rispondere ai loro problemi. È questa solitudine che dobbiamo superare per il rispetto che dobbiamo alle persone, per gli elementari valori della dignità umana, della qualità della convivenza umana nella nostra società, e anche per la qualità dello sviluppo del nostro Paese. Stiamo parlando infatti di duemilioniottocentomila persone che non solo hanno bisogno di assistenza ma che in primo luogo sono portatrici di abilità, dicompetenze troppe volte mortificate. Credo sia utile adottare il punto di vista e l'indirizzo dell'Unione europea, vale a dire di valutare il contributo che le persone disabili possono dare alla crescita economica e all'occupazione del nostro Paese sulla base dell'Agenda sociale europea. Per questo l'inserimento scolastico e l'inserimento lavorativo sono le leve fondamentali per valorizzare le abilità di tutte le persone e consentire loro di concorrere allo sviluppo del Paese. Voglio qui rammentare il rispetto che noi dobbiamo nei confronti di alcuni strumenti legislativi impegnativi, come la Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità, che il nostro Paese è chiamato a ratificare, oppure come l'indirizzo dell'Unione europea che sollecita ogni Paese a una politica organica verso la disabilità basata su tre pilastri: la legislazione e le iniziative miranti a combattere le discriminazioni e che garantiscano i diritti individuali, l'eliminazione degli ostacoli di natura ambientale che impediscono ai disabili di sfruttare le loro capacità, e le considerazioni dell'aspetto della disabilità in tutte le politiche comunitarie. Onorevole sottosegretaria, io mi auguro che non siano queste le «ridondanze» a cui lei faceva riferimento, perché noi nella nostra mozione abbiamo ritenuto di enfatizzare il richiamo a questi due importantissimi provvedimenti come la Convenzione dell'ONU e la politica dell'Unione europea, e che lei invece non ha richiamato. Così come voglio dire che nella nostra mozione non vi sono «impegni stravaganti» (ai quali avrebbe alluso adesso l'onorevole Laura Molteni), in quanto gli impegni si riferiscono alla puntuale applicazione delle leggi vigenti, il minimo che si possa chiedere ad un Governo che si rispetti. Abbiamo ritenuto che vi fosse il dovere di presentare questa mozione per richiamare la puntuale applicazione delle leggi vigenti, perché queste leggi sono state «massacrate» dalla finanziaria che avete appena proposto e votato e se per caso non vi ricordate del «massacro» che voi avete recato alle politiche sociali nella vostra legge finanziaria allora ve lo ricordo: meno 660 milioni, con un taglio trasversale al Fondo per le politiche sociali, al Fondo per la famiglia, per le pari opportunità, al Fondo contro la violenza; vi ricordi altresì il non rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza. In questo caso è stato detto che ci vuole lungimiranza. Abbiamo invece di fronte la miopia più assoluta, perché, oltre ai fondi sulla non autosufficienza stanziati dal Governo Prodi, nella legge finanziaria noi non abbiamo traccia di impegno per i prossimi anni, ed è stato detto che questa è la questione cruciale del futuro. Nello stesso modo nessun riferimento è stato fatto all'applicazione di leggi e di normative, come l'articolo 22 della legge quadro sulle politiche sociali che si riferisce in particolare alle famiglie con disabilità gravi e gravissime, quelle meravigliose famiglie che hanno inventato, con la loro esperienza, servizi come il «dopo di noi» che non è stato minimamente richiamato e che non vi proponete di rifinanziare.
. Quindi noi siamo molto amareggiati di questa occasione persa. Speravamo, onorevole Delfino, che questa potesse essere l'occasione di un'ampia convergenza in Parlamento sul tema della disabilità, ma che fosse una convergenza non ipocrita, non parolaia, che fosse di pochi ma almeno concreti impegni. Invece, ci troviamo con una mozione della maggioranza che colpisce proprio per la sua genericità e che non fa riferimento ad impegni del Governo su nessun fatto concreto, e che serve come copertura ad una finanziaria che - come dicevo prima - ha massacrato i fondi per le politiche sociali. Per questo vi è la nostra amarezza, ma devo dire cara sottosegretaria, anche la nostra preoccupazione, dopo aver sentito il suo intervento, perché lei ha dato parere contrario alla nostra mozione facendo riferimentoad argomenti ridondanti o a cose non condivisibili. Avrebbe potuto dirci quali sono gli argomenti ridondanti e quali sono gli aspetti non condivisibili, visto che abbiamo fatto riferimento concreto a leggi vigenti che devono essere applicate. Inoltre ci dispiace non aver sentito nulla di concreto per l'inserimento lavorativo, norma messa anch'essa in discussione con le modifiche apportate dalla legge Brunetta; sul sostegno per i bambini che frequentano la scuola e sull'abbattimento delle barriere architettoniche. Le uniche cose concrete che lei ci ha ricordato sono gli osservatori, che non si negano a nessuno, e la conferma che le risorse sono poche. Ma c'è un punto sul quale mi colpisce molto il silenzio del sottosegretario del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ed è il riferimento ai livelli essenziali di assistenza sanitaria, i LEA. In questa sede è stata richiamata - l'ha fatto l'onorevole Molteni - l'importanza che hanno gli ausili e le protesi per le persone disabili. Ebbene da dieci anni non si procedeva all'aggiornamento del nomenclatore tariffario. Quell'aggiornamento era stato fatto ed era incluso nel nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sui livelli essenziali di assistenza. Voi avete ritirato quel decreto perché ovviamente bisogna sempre prendere le distanze da ciò che ha fatto il Governo precedente, nonostante quel decreto fosse stato condiviso con le associazioni e con le regioni. Ma non avete soltanto ritirato quel decreto. Abbiamo ricevuto annunci su annunci da parte del sottosegretario Fazio secondo i quali era pronto il decreto sui LEA e, invece, abbiamo letto che i malati di SLA recentemente hanno protestato, nei giorni scorsi, rispetto al fatto che questo decreto-legge non c'è. Non c'è il decreto sui LEA in campo sanitario che contempla gli ausili e le protesi che sono fondamentali per le persone disabili perché voi, oltre ai tagli alle politiche sociali, avete operato un taglio di 5 miliardi per i prossimi anni alla sanità e ai livelli essenziali di assistenza . Per questo motivo non emanate il decreto LEA, perché dovete mettere nero su bianco che cosa significano in questo caso 5 miliardi in meno e dovete rispondere all'associazione dei disabili: è inutile che convochiate tavoli se poi ciò che avete da portare sono 5 miliardi in meno che conteranno, eccome, nell'aggiornamento del nomenclatore tariffario quando si tratta di finanziare protesi e ausili che sono diritti essenziali per le persone con disabilità. Per tali ragioni con molta amarezza e con viva preoccupazione prendiamo atto di questa politica del Governo parolaia, sciatta, propagandistica. Votiamo contro la mozione Laura Molteni ed altri n. 1-00084 e voteremo a favore delle altre mozioni .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porcu. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, c'è stato un tempo, per fortuna trascorso e consegnato definitivamente al passato, in cui il dramma della disabilità, dell' veniva vissuto in silenzio nel segreto delle mura domestiche. Era il tempo nel quale avere a casa un familiare disabile voleva dire vivere una condizione di vergogna sociale e di grave, drammatico dramma umano. In quel tempo il silenzio e la riservatezza erano i criteri nei quali le famiglie vivevano questo tipo di problemi. È venuto poi il tempo nel quale, onorevoli colleghi, a questo silenzio, a questa indifferenza, a questa non visibilità della disabilità nella società si è sostituito un criterio caritatevole di beneficenza, di concessione di alcuni aiuti, un criterio assistenziale portato avanti soprattutto dalle organizzazioni umanitarie e dai centri religiosi. Questo tempo è durato abbastanza nel nostro Paese. Poi è venuto il tempo dell'uscita da questo circuito di riservatezza e di assistenza, è venuto il tempo nel quale le associazioni dei disabili e i disabili stessihanno preteso che la società passasse da una considerazione esclusivamente umanitaria-assistenziale a una considerazione di vera e propria fruizione di diritti di cittadinanza, civili e sociali per le persone disabili. Ho avuto la fortuna, signor Presidente, di vivere molti di questi passaggi storici e quindi, quando con la memoria vado ai primi anni della mia infanzia, nelle scuole dove non vi era alcuna legge che prevedesse l'integrazione scolastica dei bambini disabili e avendo vissuto io quel periodo, so bene adesso valutare quanto sia stato grande il passo che questa nostra società ha compiuto, per merito certamente di avveduti legislatori di sensibilità sociale crescente, ma anche per il fatto naturale del percorso dei tempi e per il fatto che di certe problematiche si sono fatte carico direttamente le persone disabili, non delegandole più a nessuno, nemmeno alle famiglie. Vorrei che tutti quanti noi, nel momento in cui ci apprestiamo oggi a votare le mozioni in esame e nel momento in cui aspettiamo con ansia che venga qui recepita dal Parlamento italiano la Convenzione emanata dalle Nazioni Unite sui diritti delle persone disabili in campo internazionale, non mancassimo mai di guardare al nostro passato, per vedere quanta strada è stata fatta. Ora noi dovremmo passare, cari colleghi, da uno stadio in cui i diritti delle persone disabili sono riconosciuti e tutti quanti si impegnano perché siano rafforzati e mantenuti, a un ulteriore momento: l'ulteriore passaggio è quello del futuro, quello di considerare la disabilità una risorsa per la società, una risorsa e un passaggio storico. Infatti, fino ad ora la società doveva dare qualcosa ai disabili e alle loro famiglie, mentre adesso sono i disabili che possono dare qualcosa alla società. Questa è la nostra frontiera e vale la pena, cari amici, di non dividerci su altre questioni. Bisogna cambiare registro, bisogna andare avanti in questo senso: la disabilità non è più un peso, ma è una risorsa per la società, può dare molto in termini materiali. Infatti, voi sapete bene - mi rivolgo ai colleghi che provengono dalle esperienze imprenditoriali, sociali e lavorative di questo Paese - che un disabile assunto per i diversi lavori che può fare, se è assunto in maniera corretta, se è inserito bene, se è aiutato, ha una capacità di lavoro e una voglia di lavorare e di impegnarsi per il bene comune spesso e volentieri superiori a chi disabile non è. Questa penso che sia una grande verità. Dunque, noi diciamo che se il disabile viene aiutato e viene inserito bene può dare molto alla società, anche in termini morali oltre che materiali. In una società che prevede canoni esistenziali edonistici, canoni esistenziali che prevedono la perfezione fisica e la ricchezza economica, la persona disabile, che coscientemente, coerentemente e onestamente conduce la sua vita, può dare un grande esempio di dignità umana, può dare un grande esempio di valori morali alti, può dare un grande esempio di partecipazione alla vita sociale per il bene di tutti quanti. Questi sono grandi valori che non ci sentiamo assolutamente di dimenticare mai. Guardate, cari amici: la questione dei finanziamenti delle leggi sull' è una questione vecchia. Non mi sembra, carissima amica onorevole Argentin, che nemmeno i Governi passati, di qualunque colore essi fossero, si siano distinti particolarmente nel mettere a disposizione risorse a favore dei disabili. Vi sono stati degli alti e dei bassi, ma dobbiamo fare una cosa. Mi rivolgo all'onorevole Turco con grande realismo: onorevole Turco, siamo all'inizio di una legislatura che, probabilmente, avrà una lunga durata. Ebbene, questo Parlamento si è insediato soltanto da pochi mesi e ha realizzato una sola manovra finanziaria, in un periodo, peraltro, caratterizzato da una gravissima crisi internazionale, di una grandezza - checché voi riteniate - che non si è mai vista prima. Signor Presidente - e concludo - penso che, in base a ciò che sapremo fare nel corso degli ulteriori anni di questa legislatura, sperando che la situazione economica mondiale migliori, avremo a disposizione le risorse necessarie. Pensiamo chesi possa realizzare una grande opera di attenzione, anche economica e finanziaria, che, non ho difficoltà ad ammettere, per adesso, è stata carente da parte del Governo in carica. Signor Presidente, penso che vi sia sempre una grande domanda che ci dobbiamo porre. Il dilemma, il mistero della disabilità coinvolge tutti quanti. Ritengo che la prima questione che oggi dobbiamo affrontare - noi che abbiamo condotto le battaglie sociali per i disabili - sia quella di chiedere che la società, non solo le istituzioni, ma tutta la società, accetti che vi siano delle persone sofferenti nella psiche, nel fisico e nei sensi e che queste persone abbiano la possibilità di esprimersi ad alto livello nella società. Cari amici, il primo diritto è quello alla vita e all'esistenza delle persone disabili e ad una vita dignitosa. Penso che non dobbiamo mai dimenticare che, anche in un corpo brutto, vi è un'anima bella
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei cogliere l'occasione di un dibattito così importante su un tema che, credo, dovrebbe toccare tutti i parlamentari che sono seduti all'interno di quest'Aula e tutte le persone che si impegnano nell'attività politica, per esprimere alcune mie brevissime riflessioni in merito ad un tema che, certamente, meriterebbe di essere affrontato non all'interno del dibattito concernente una mozione. Al riguardo, sappiamo bene, infatti, quanta forza possa avere, in termini di spinta nei confronti degli atti concreti da realizzare nella legislazione italiana e nell'individuazione di risorse e di politiche, in grado di far compiere veramente a questo Paese un grande salto culturale nel rapporto dell'integrazione e del rispetto delle persone disabili. Purtroppo, siamo costretti ad intervenire, utilizzando questi strumenti, quando, invece, andrebbe attivata e riattribuita a questo Parlamento la possibilità di ragionare sulle leggi e sulle politiche economiche e sociali, a proposito delle quali, invece, il dibattito è fortemente strozzato e non consente di intervenire. Credo che un'azione forte di un Governo e di una classe dirigente dovrebbe essere, innanzitutto, quella culturale. È vero che in questo Paese, negli ultimi venti anni, si sono compiuti molti passi in avanti nella cultura di integrazione e di accettazione, ma credo che siamo ancora molto indietro, anche in confronto ad altri Paesi europei. Siamo molto indietro per quanto concerne l'integrazione ed il rispetto e siamo molto indietro dal punto di vista delle politiche sociali e dei servizi che vengono offerti alle famiglie e alle persone disabili. Un'attenzione concreta alle famiglie dovrebbe essere al centro di una considerazione, in particolare, per chi, all'interno della propria casa, ha disabili gravi e gravissimi. Purtroppo, le attenzioni dello Stato, delle regioni, dei comuni e del settore pubblico sono assolutamente insufficienti. Così, quella famiglia, ventiquattro ore al giorno, 365 giorni l'anno, senza feste, senza alcuna possibilità, si trova sola ad affrontare e a portare avanti un gesto d'amore nel sostenere e nell'aiutare quella persona disabile grave e gravissima. Gli interventi che vengono realizzati sono assolutamente insufficienti se consistono nell'assistenza domiciliare per un'ora o due al giorno, senza pensare al bisogno di un forte aiuto e di un forte sostegno di integrazione e di rapporto. Penso, in particolare, al provvedimento che da molte legislature si trova in questo Parlamento presso la Commissione competente: si tratta del provvedimento che aiuta a riconoscere il lavoro che i familiari svolgono, sostenendo ed assistendo le persone disabili gravi e gravissime, provvedimento che, seppure veda tutti d'accordo e seppure sia stato sottoscritto da tutti i partiti, si trova ancora presso la XI Commissione (lavoro) e non viene fatto andare avanti, mentre potrebbe trattarsi di un piccolo intervento, di una goccia di sostegnoper le tante famiglie che si trovano nella condizione di assistere il proprio figlio o la propria figlia disabile grave o gravissimo, sostituendosi allo Stato, ai servizi sanitari e ai servizi sociali. Circa la questione dei diritti, si è parlato tanto dei diritti sul lavoro, delle pari opportunità, della possibilità di potersi muovere all'interno della città, di poter andare al teatro o negli edifici pubblici. Tutto questo, ancora oggi, non è riconosciuto in questo Paese, perché ancora oggi le barriere architettoniche e le barriere culturali - che sono nella classe dirigente di questo Paese - non vengono abbattute; dobbiamo compiere un grande sforzo per denunciare tali questioni. I servizi domiciliari sono assolutamente insufficienti, così come le risorse a disposizione dei comuni e delle regioni, che sono assolutamente insufficienti a garantire un sostegno, un vero servizio e la possibilità di integrazione e di pari opportunità. È dagli anni settanta che si parla di integrazione socio-sanitaria e ci troviamo ancora nella fase sperimentale. I comuni sono lasciati soli ad affrontare un problema che è più grande di loro. Credo che si debbano rivedere complessivamente le politiche sociali in questo settore, perché un Paese moderno, un Paese vero, un Paese che guarda al suo futuro dà un aiuto, un sostegno vero all'integrazione a chi merita di riceverlo; si tratta di una questione vera che troppe volte viene sottaciuta e dimenticata e che viene ricordata soltanto nel corso di particolari dibattiti. Concludo, signor Presidente, parlando del «dopo di noi», una questione importante in un Paese che si ritiene civile. Il «dopo di noi» oggi esiste solo grazie ad associazioni di volontariato e di familiari che si sono messi insieme e hanno creato questa opportunità, con pochi interventi da parte delle istituzioni: pochi interventi o nulla da parte dello Stato, pochissimi da parte delle regioni e dei comuni. Il «dopo di noi» è un grande segno di civiltà volto a dare la possibilità, anche a chi non è autosufficiente e a chi non ha la possibilità di vivere in maniera autonoma, di guardare al futuro e, per quei genitori, di potere avere una speranza, che è quella di dare assistenza e futuro ai propri figli
. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il sottosegretario, Eugenia Maria Roccella, per una precisazione.
, Signor Presidente, vorrei ribadire che il Governo ha prestato piena attenzione a tutti gli interventi svolti e che, come abbiamo detto, dispiace che si sia arrivati a mozioni separate, in tal modo non privilegiando i possibili punti di condivisione. Per questo motivo, raccogliendo l'appello lanciato dall'onorevole Delfino, il Governo ritirerebbe il parere contrario alla mozione di cui egli è firmatario, Delfino ed altri n. 1-00079, qualora i firmatari accettino di riformulare il terzo capoverso del dispositivo, sostituendo le parole: «a rispettare le ragioni della mancata sottoscrizione della Convenzione da parte della Santa Sede» con le seguenti parole: «a considerare le ragioni della mancata sottoscrizione della Convenzione da parte della Santa Sede». Se accetta di riformularla, il Governo, su questa mozione, si rimette all'Assemblea.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Livia Turco ed altri n. 1-00071 non accettata dal Governo.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, questa mattina, in una manifestazione in corso a piazza Farnese, rivolgendosi al Presidente della Repubblica, l'onorevole Di Pietro ha detto: «lei dovrebbe essere l'arbitro e a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi». Poi ha aggiunto: «il silenzio è mafioso e per questo io non voglio rimanere in silenzio». Desidero esprimere la mia solidarietà e la solidarietà del mio gruppo al Presidente Napolitano di fronte a questo volgare attacco
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, è un vecchio giochino della politica non soltanto quello di estrapolare una frase dal contenuto e dal senso della manifestazione ...
. Onorevoli colleghi, vi prego di lasciar proseguire l'onorevole Evangelisti, al quale mi permetto di far osservare che non mi sembra un giochino.
. Signor Presidente, la ringrazio ma le sue considerazioni poi avrà modo di farle, immagino, mi lasci intanto concludere il mio intervento.
. È quello che ho fatto!
. Signor Presidente, ha già anticipato delle conclusioni.
. Certo.
. Non mi sembra corretto.
. Credo che non stia a lei valutare la correttezza del Presidente.
. In questo caso sì, perché è un fatto personale.
. Sta a me valutare...
. Lei prima mi lascia parlare...
. Onorevole Evangelisti...
. Lei prima mi lascia finire il mio intervento!
. Onorevole Evangelisti, ho pregato i colleghi di non disturbarla e di consentirle di svolgere il suo intervento e ha pienamente il diritto di farlo. Credo altresì di avere il diritto di mettere in evidenza che iniziare il suo intervento, dopo quello che ha detto il presidente Cicchitto e l'applauso che ha salutato le parole del presidente Cicchitto, con un'espressione che non appartiene propriamente al protocollo parlamentare, non mi sembra comportamento tale da consentire a lei di dare lezioni all'Aula. Ciò detto, può proseguire .
. Io non ho la presunzione di dare lezioni né all'Aula né tanto meno a lei, signor Presidente, ma correttezza per correttezza lei mi fa completare il mio intervento e, se poi lei vorrà replicare, chiosare, intervenire, non potrà che farmi grande onore. Detto questo, ripeto: è un giochino nel senso di un artificio dialettico che fa riferimento e affonda le sue radici nella retorica più adusa in quest'Aula e anche fuori di essa. Estrapolare una frase e da questo trarre un'offesa al Presidente della Repubblica è un atteggiamento vergognoso Dunque, l'onorevole Cicchitto dovrebbe vergognarsi di quello che ha detto, perché l'onorevole Di Pietro non ha offeso il Presidente della Repubblica, ha fatto un altro intervento. Egli ha detto: chiediamo al Presidente della Repubblica, con grande rispetto, che sia arbitro e spesso noi, rispettosamente, non apprezziamo i suoi silenzi. In ogni caso, signor Presidente della Repubblica, siamo qui, in una piazza: è lecito che dei cittadini italiani, in una piazza, possano non essere silenti? Perché il silenzio è un atteggiamento mafioso e noi silenziosi non ci vogliamo stare! Lui, Di Pietro, non sta zitto
. Dite la verità!
. Egli non ha invitato il Presidente della Repubblica a fare silenzio, è stato rispettoso ed in questo senso non ho nessun dubbio e nessuna difficoltà ad esprimere da quest'Aula ogni forma di solidarietà al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché la mia non è una solidarietà pelosa al Presidente della Repubblica che mi onoro di aver conosciuto e di aver votato in quest'aula
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, credo che la difesa del Presidente della Repubblica da parte dell'Aula parlamentare che lo ha votato sia, non solo un obbligo, ma persino un'ovvietà. Per chi come noi, è stato in quest'aula a lavorare da questa mattina non è possibile ricostruire le parole e i fatti; diciamo che, comunque, per quanto ci riguarda il Presidente della Repubblica rappresenta la nazione e rappresenta il popolo italiano e chi lo dovesse attaccare con parole che sono qui risuonate o con altre ha, per quanto ci riguarda, la nostra condanna e la nostra critica. Per questo ci associamo alla solidarietà espressa al Presidente Napolitano
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, non è questa l'occasione credo per fare processi a nessuno e non sappiamo se e cosa ha detto l'onorevole Di Pietro. Certamente per quanto ci riguarda l'occasione non può essere perduta per esprimere la nostra piena solidarietà nei confronti del Capo dello Stato che non è soltanto arbitro imparziale, ma è anche garante del corretto funzionamento delle istituzioni democratiche di questo Paese e svolge, e ha sempre svolto il suo ruolo con grande saggezza, con grande equilibrio e con rigoroso rispetto dei propri compiti come la Costituzione li ha delineati. Ci fa piacere che ci sia stato questo soprassalto di orgoglio nazionale e di solidarietà nei confronti del Capo dello Stato e ci auguriamo che questo capiti sempre, sia quando il Capo dello Stato dice qualcosa che è nella linea, nelle corde e nella sensibilità della nostra parte politica e anche quando, magari, dice qualcosa che non lo è
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei ricordare a quest'Aula che effettivamente il silenzio è mafioso. In occasione dell'aggressione che lei ha ricevuto all'università La Sapienza l'unico gruppo che non è intervenuto per esprimere a lei ed all'Aula la solidarietà è stato proprio il gruppo dell'Italia dei Valori! Silenzio mafioso!
. Leggi bene le agenzie!
. Se non ci sono altri interventi, come mi pare, penso di poter affermare che l'applauso corale con cui l'Assemblea ha salutato l'intervento dei colleghi che esprimevano solidarietà al Capo dello Stato sia la più evidente dimostrazione di come il Presidente della Repubblica rappresenti non soltanto ai sensi della Costituzione l'intera nazione, ma rappresenti anche la dimostrazione di come la Camera dei deputati ritenga, e non potrebbe essere altrimenti, l'attuale Presidente della Repubblica garante dei diritti e dei doveri dei cittadini e rispettoso e al tempo stesso solerte difensore di quelle che sono le prerogative del Parlamento. Non è certo questa la sede per intentare processi; è questa comunque la sede per ribadire, e l'Aula certamente l'ha fatto, che è lecito, come è più che naturale in una democrazia, il diritto sacrosanto alla critica politica, ma che mai quel diritto può travalicare il rispetto che si deve a chi rappresenta tutta la Nazione, al di là del fatto che sia stato espressione di un voto unanime o meno del Parlamento che lo ha eletto .