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Giovedì 28 Gennaio 2010 ore 09:30
Seduta di assemblea numero 275 della XVI legislatura
Resoconto stenografico
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Seduta di assemblea numero 275 della XVI legislatura del 28/01/2010
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- Lettura Verbale
- Sul processo verbale
- Missioni
- Sull'ordine dei lavori
- Disegno di legge: Delega al Governo in materia di lavoro - (A.C. 1441-quater-C) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- Preavviso di votazioni elettroniche.
- La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,15
- Ripresa discussione - A.C. 1441-quater-C
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- Ripresa esame - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 30 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Esame emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto articolo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 30 - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 31 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 32 - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto articolo - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 32 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 33 - A.C. 1441-quater-C
- Sul complesso degli emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Esame emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- Saluto del Presidente agli studenti in aula
- Ripresa discussione - A.C. 1441-quater-C
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- Ripresa dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Esame emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto articolo - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto articolo a titolo personale - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 33 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 34 - A.C. 1441-quater-C
- Sul complesso degli emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1441-quater-C
- Ripresa sul complesso degli emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto articolo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 34 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 35 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 35 - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 36 - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 37 - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 38 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 39 - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 39 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 40 - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 40 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 41 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Esame emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 41 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 42 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 42 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 43 - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto articolo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 43 - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 44 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 45 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 45 - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 46 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 47 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 48 - A.C. 1441-quater-C
- Sul complesso degli emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto articolo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 48 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 49 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 49 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 50 - A.C. 1441-quater-C
- Sul complesso degli emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1441-quater-C
- Sul complesso degli emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Esame emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1441-quater-C
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo
- La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 14,35
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Ripresa discussione - A.C. 1441-quater-C
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- Ripresa esame articolo 50 - A.C. 1441-quater-C
- Ripresa sul complesso degli emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Esame emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto emendamento a titolo personale - A.C. 1441-quater-C
- Esame emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto emendamento a titolo personale - A.C. 1441-quater-C
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto emendamento a titolo personale - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto emendamento a titolo personale - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto articolo - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto articolo a titolo personale - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 50 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 51 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Esame emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 51 - A.C. 1441-quater-C
- Esame articolo 52- A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto articolo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 52 - A.C. 1441-quater-C
- Ripresa esame articolo 29 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazione di voto emendamento a titolo personale - A.C. 1441-quater-C
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- Saluto del Presidente
- Ripresa discussione - A.C. 1441-quater-C
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- Votazione Emendamenti - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 29 - A.C. 1441-quater-C
- Ripresa esame articolo 47 - A.C. 1441-quater-C
- Parere del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Emendamento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione Articolo 47 - A.C. 1441-quater-C
- Esame ordini del giorno - A.C. 1441-quater-C
- Parere del Governo ordini del giorno - A.C. 1441-quater-C
- Esame ordini del giorno - A.C. 1441-quater-C
- Votazione O.d.g. - A.C. 1441-quater-C
- Esame ordini del giorno - A.C. 1441-quater-C
- Votazione O.d.g. - A.C. 1441-quater-C
- Esame ordini del giorno - A.C. 1441-quater-C
- Votazione O.d.g. - A.C. 1441-quater-C
- Esame ordini del giorno - A.C. 1441-quater-C
- Vice Presidente LUPI MAURIZIO
- FEDRIGA Massimiliano (LNP)
- Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali VIESPOLI Pasquale
- Vice Presidente LUPI MAURIZIO
- PEDOTO Luciana (PD)
- Vice Presidente LUPI MAURIZIO
- LENZI Donata (PD)
- Vice Presidente LUPI MAURIZIO
- Relatore CAZZOLA Giuliano
- GIACHETTI Roberto (PD)
- Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali VIESPOLI Pasquale
- Votazione O.d.g. - A.C. 1441-quater-C
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1441-quater-C
- Coordinamento formale - A.C. 1441-quater-C
- Intervento - A.C. 1441-quater-C
- Votazione finale ed approvazione- A.C. 1441-quater-C
- Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (1441-quater-C) (FAS)
- La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17
- Interpellanze urgenti (Svolgimento)
- Tempi e modalità per la presentazione delle domande relative al «Programma per giovani ricercatori», stabiliti dal decreto ministeriale del 27 novembre 2009 - n. 2-00584
- Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di subappalto di lavori nelle zone terremotate dell'Abruzzo - n. 2-00565
- Elementi e iniziative in merito al recente crollo di un muro perimetrale nell'ambito degli scavi archeologici di Pompei, denunciato dall'associazione ambientalista Italia nostra - n. 2-00592
- Iniziative a favore dei dipendenti del gruppo Mediaset, con particolare riferimento all'esternalizzazione del reparto «Trucco, acconciatura e sartoria» - n. 2-00589
- Iniziative a favore dei lavoratori dell'Ordine S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli, con particolare riferimento all'applicazione della procedura di cassa integrazione in deroga - n. 2-00591
- Calendario dei lavori dell'Assemblea (febbraio 2010) e programma dei lavori (marzo 2010)
- Ordine del giorno della prossima seduta
, legge il processo verbale della seduta di ieri.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, prendo la parola a norma del comma 3, dell'articolo 32 del Regolamento. Sfogliando il resoconto stenografico della giornata di ieri, vorrei lasciare agli atti, integrando il processo verbale della giornata di oggi, che nell'ambito di un momento concitato dalla nostra seduta, vi sono state delle mie affermazioni nei suoi confronti che sono sicuramente sopra le righe e delle quali, formalmente, le vorrei chiedere scusa, perché penso che non sia in discussione, ovviamente, la nostra amicizia, che è un fatto personale, né la stima che nutro nei suoi confronti per la gestione dell'Aula, che non può esser messa in discussione da quello che a volte accade quando viviamo momenti concitati. D'altra parte, lei stesso ha riconosciuto il tema che con le mie affermazioni è stato mal posto. Credo che sarebbe utile che l'Ufficio di Presidenza trovasse modo di occuparsene, perché il tema di come procedere nel momento in cui rimangono delle votazioni aperte è utile per le garanzie di tutti, sia della maggioranza che dell'opposizione. Colgo anche l'occasione per un'ulteriore precisazione a seguito di un intervento che ha svolto ieri il collega Baldelli in chiusura di seduta allorché ha equiparato, anche questo è sicuramente vero, la gestione da parte della Presidenza del nostri lavori per quello che riguarda le iscrizioni a parlare e gli interventi svolti magari a seguito di votazioni aperte che sono state revocate per consentire a dei deputati di intervenire. Vorrei semplicemente dire che ricordo bene - era un'occasione in cui lei presiedeva - la polemica che era stata sollevata da alcuni deputati dell'opposizione riguardante il fatto che lei avesse concesso la parola ad un membro del Comitato del nove in un'occasione. Ovviamente anche qui lei ha l'assoluta responsabilità di gestione di questi interventi. Vorrei soltanto che rimanesse agli atti che non vi è equiparazione rispetto a quel giorno, perché quel giorno fu alzata la mano per intervenire e lei poteva probabilmente averla vista o meno. In questa occasione, proprio per facilitare il lavoro della Presidenza e degli Uffici, il Partito Democratico ha consegnato la lista degli iscritti a parlare un giorno prima dell'inizio della discussione. Quindi, non è che non è stata vista la richiesta ed è stata fatta una correzione, che ovviamente può capitare dato il momento concitato della seduta. Noi più che iscrivere delle persone a parlare il giorno prima, e fare in modo che possano esercitare il loro diritto di parola, ovviamente non possiamo fare. Purtroppo, ciò che è accaduto ieri non è minimamente equiparabile, perché ieri eravamo ampiamente iscritti prima dell'inizio dei lavori e soprattutto della discussione in esame.
. La ringrazio, onorevole Giachetti, per le sue parole. Ribadisco che ritengo opportuno che l'Ufficio di Presidenza possa essere coinvolto ed interessarsi riguardo al tema di come regolamentare la prima votazione del mattino e la prima votazione del pomeriggio. Preso atto, quindi, delle osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bonaiuti, Brancher, Brugger, Brunetta, Caparini, Cicchitto, Colucci, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Franceschini, Gibelli, Jannone, Lo Monte, Lombardo, Lusetti, Martini, Meloni, Menia, Leoluca Orlando, Palumbo, Pescante, Roccella, Sardelli, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, in ordine a quanto affermato adesso del collega Giachetti sulla paragonabilità delle due situazioni, credo che, a prescindere dal modo in cui un collega si iscrive a parlare, sia per alzata di mano o per un'iscrizione che preventivamente viene recapitata alla Presidenza da parte del gruppo, la paragonabilità delle situazioni sia nella sostanza, ovvero nel rispetto che va garantito alla Presidenza di turno sempre e comunque. Anche prendendo atto delle scuse del collega Giachetti, le esprimo, Signor Presidente, a nome dell'intero gruppo del PdL, solidarietà per l'attacco che risulta dal resoconto stenografico, per quelle parole che, purtroppo, sono state rivolte alla Presidenza durante il suo turno nel corso della seduta di ieri.
. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro. Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'articolo 27. Dovremmo pertanto passare all'esame dell'articolo 29 e dei relativi emendamenti. Ha chiesto di parlare il relatore onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, nel parere della V Commissione (Bilancio) tra le osservazioni troviamo scritto: «con riferimento all'articolo 29, comma 5, si valuti se la prevista riduzione del numero di anni di permanenza nel grado di capitano per l'avanzamento di anzianità al grado di maggiore, disposta per i soli ufficiali in servizio permanente effettivo dell'Arma dei carabinieri ma già prevista per gli ufficiali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, possa dar luogo a disallineamenti rispetto alla vigente disciplina relativa agli ufficiali del Corpo della guardia di finanza e delle forze di polizia». Si pone pertanto un problema delicato, che peraltro è stato sottoposto alla Commissione di merito - come lei sa, come i colleghi sanno - in Aula (quando già si era praticamente portato il provvedimento in Assemblea). Trattandosi appunto di una questione delicata sono in corso da ieri alcuni approfondimenti, per cui chiederei - signor Presidente - di accantonare per un momento l'esame dell'articolo 29 e procedere oltre.
. Colleghi, il relatore ha chiesto l'accantonamento dell'articolo 29 e, conseguentemente, di tutte le proposte emendative ad esso riferito.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, siamo d'accordo con il relatore per l'accantonamento.
. Sta bene. Accantoniamo l'articolo 29. Dobbiamo pertanto passare all'esame dell'articolo 30 e dei relativi emendamenti.
. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,10.
. Ricordo che prima della sospensione della seduta sono stati accantonati l'articolo 29 e le proposte emendative allo stesso riferite.
. Passiamo all'esame dell'articolo 30, e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata. Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, è stato presentato un solo emendamento, Lo Presti 30.1 sul quale la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, con l'incoraggiamento a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno che ritengo sarà accettato - almeno me lo auguro - da parte del Governo.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore e il Governo sin d'ora manifesta la disponibilità a valutare positivamente un ordine del giorno presentato dall'onorevole Lo Presti.
. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Lo Presti 30.1 formulato dal relatore.
. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e comunico di aver già presentato un ordine del giorno. Ringrazio il Governo per la disponibilità ad accoglierlo.
. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Lo Presti 30.1 lo ritira. Passiamo alla votazione dell'articolo 30. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole della Lega all'articolo 30. Infatti quest'ultimo salvaguarda i giovani che entrano per attività sportive all'interno delle Forze armate, delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Dunque ritengo che sia una norma di buon senso che, oltretutto, era già stata approvata dal Senato mentre all'interno della Commissione lavoro della Camera è stata semplicemente modificata una parola per rendere più chiara la norma, cioè da «arruolato» si è passati alla parola «reclutato» nell'ultimo capoverso che recita: «il personale reclutato ai sensi del presente articolo non può essere impiegato in attività operative sino al compimento del diciottesimo anno di età». Dunque preannuncio il voto favorevole della Lega Nord Padania e ringrazio il Presidente per avermi dato la facoltà di parlare.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Centa. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 30 per sottolineare l'importanza di questa apertura per il reclutamento degli atleti e delle atlete nel nostro Paese: aver aperto il reclutamento in questo modo a coloro che hanno da 17 sino a 35 anni di età. Infatti nel nostro Paese, con il sistema sport che abbiamo, è fondamentale l'apporto, il supporto e l'organizzazione attraverso i gruppi sportivi militari di cui il nostro sport ha la disponibilità e che fa in modo che più del 70 per cento degli atleti, ad esempio i 109 atleti che partiranno per Vancouver per le prossime Olimpiadi tra pochissimi giorni, siano appartenenti ai gruppi sportivi militari. Questo per dire che cosa? Non solo c'è un'organizzazione fondamentale che garantisce la sicurezza e la capacità di poter preparare i nostri ragazzi e le nostre ragazze al meglio, ma addirittura offre la tranquillità o comunque esprime l'indirizzo, la strada e la consapevolezza che gli atleti non solo svolgono l'attività sportiva ma possono essere inquadrati nella strada di un futuro lavoro, di una sicurezza e di una tranquillità. Questo articolo, quindi, amplia la possibilità di sviluppo in particolare per alcuni sport dove ovviamente l'età è più giovane o per altri dove l'età per il reclutamento è sino ai 35 anni. Io ringrazio, perché avendo fatto questo per sei anni come appartenente al gruppo sportivo della forestale, devo dire che per un atleta che rappresenta il suo Paese, l'Italia, essere membro e componente di un corpo sportivo militare è un grandissimo onore, ma soprattutto è un equilibrio, è una consapevolezza di far parte veramente appieno del proprio Paese .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luciano Rossi. Ne ha facoltà, per un minuto.
. Signor Presidente, anch'io voglio associarmi all'intervento, totalmente condiviso, svolto dalla collega Di Centa, come peraltro avevo già fatto in Commissione difesa, per evidenziare una meritata attenzione nei confronti dei gruppi militari. Dunque, finalmente, si ha il raggiungimento di un grande obiettivo, nell'interesse superiore del nostro Paese e non solo all'interno del nostro Paese, ma per l'immagine vincente dell'Italia nel mondo .
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 31, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 32, al quale non sono state presentate proposte emendative. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, le tre disposizioni che voteremo in sequenza (gli articoli 32, 33 e 34) si inquadrano in un unico progetto, quello di limitare in maniera sostanziale la possibilità di accesso alla giustizia del lavoro. Infatti, i diritti dei lavoratori possono essere limitati direttamente o attraverso una restrizione della loro giustiziabilità, e questa è la strada che si è prescelta in questo caso. È una norma - lo dico al relatore Cazzola - che purtroppo abbiamo già votato noi in questa stessa forma e rispetto alla quale forse sarebbe necessario un supplemento di attenzione. Peraltro in questa norma noi delimitiamo in maniera troppo rigida la possibilità del giudice di valutare il contenuto effettivo del contratto, in relazione anche alle modalità di svolgimento del rapporto materialmente svoltosi. Questa è una prerogativa del giudice che non può essere delimitata: in questo senso già la Corte costituzionale si è pronunciata più volte e si è pronunciata con una sentenza molto importante, la n. 115 del 1994, magistralmente commentata da Massimo D'Antona (ed io suggerirei la lettura di questa pronuncia e del relativo commento). Nella norma che ci apprestiamo a votare - e chiedo che qualcuno mi spieghi cosa significhino queste parole - è previsto che il giudice deve tener conto delle «fondamentali regole del vivere civile e dell'oggettivo interesse dell'organizzazione». Cosa si intende per «fondamentali regole del vivere civile e dell'oggettivo interesse dell'organizzazione»? Signor Presidente, con questa norma, si vorrebbe, in linea teorica, limitare il ruolo del giudice e, invece, si apre lo spazio ad una discrezionalità e ad un'incertezza che danno luogo a forti dubbi sul modo stesso di formulare la norma e di legiferare. In questo senso, a mio avviso, sarebbe opportuna una riflessione aggiuntiva. Per questo, esprimiamo la nostra netta contrarietà all'articolo in oggetto.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, la norma al nostro esame è in seconda lettura: infatti, è stata approvata dal Senato nel testo votato dalla Camera in prima lettura, quindi non poteva essere modificata. Faccio notare che al giudice, con questa norma, non si limitano gli ambiti di intervento, ma si apre un'autostrada. Sinceramente, stanti le posizioni della mia parte politica, se avessi potuto modificare questo articolo, probabilmente, avrei avuto dei problemi proprio sul punto a cui faceva riferimento l'onorevole Berretta. Vorrei chiamare a testimonianza gli illustri avvocati e giuristi che sono presenti in quest'Aula. Infatti, quando si dice che un giudice tiene conto delle fondamentali regole del vivere civile e dell'oggettivo interesse dell'organizzazione, mi sembra che, sostanzialmente, gli si dica: caro giudice, puoi benissimo agire a tua discrezione nel valutare quali sono i motivi del licenziamento. Quindi, non si tratta di una diminuzione dei poteri del giudice, ma di un ampliamento o, comunque, di un'invarianza dei poteri che il giudice ha a disposizione nel valutare il licenziamento.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate . Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei fornire un chiarimento all'Assemblea sull'articolo in oggetto. Innovando quanto finora disposto dal codice di procedura civile, con questo articolo si stabilisce che il lodo sia impugnabile di fronte alla Corte d'appello, solo ove ciò sia stato previsto nel mandato per la risoluzione arbitrale della controversia. Questo appare particolarmente grave, se letto in combinato disposto con la previsione dell'obbligatorietà dell'arbitrato. L'obbligatorietà dell'arbitrato, infatti, impedisce alle parti - in particolare, a quella più debole, cioè ai lavoratori - di adire il giudice in primo grado, se non è esplicitamente ed espressamente previsto nella clausola compromissoria che il lodo sia impugnabile. Pertanto, si tratta di una scelta che va fatta sempre al momento della sottoscrizione del contratto di lavoro. Signor Presidente, a nostro avviso, quest'ultima previsione presenta aspetti di palese incostituzionalità, data l'asimmetria che esiste tra le parti contrattuali e, soprattutto, mancando un obbligo per chiunque di comunicare al lavoratore che, se vuole conservare la di rivolgersi alla magistratura, deve scriverlo nero su bianco prima. Per questi motivi, noi dell'Italia dei Valori dichiariamo il voto contrario all'articolo 33 del provvedimento in oggetto.
. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, desidero intervenire sul complesso delle proposte emendative, in quanto proprio le prime due che saremo chiamati a votare - ossia, gli emendamenti Berretta 33.17 e gli identici emendamenti Berretta 33.18 e Paladini 33.19 - intervengono, rispettivamente, sulle parole «a livello territoriale» e «su base nazionale». Ne abbiamo già discusso in relazione all'articolo 8, concernente la questione dei marittimi. Si tratta di un punto sul quale, al contrario, credo vi sia, all'interno della norma uscita dal Senato, assolutamente un principio di buon senso: infatti, come ho avuto modo di sostenere anche durante la discussione sulle linee generali avvenuta lo scorso lunedì, riuscire a dare una rappresentanza reale dei lavoratori, portata avanti da chi vive il territorio, il sindacato del territorio, e conosce, dunque, da vicino le problematiche dei lavoratori, può arricchire e rendere più incisiva l'azione. Ciò riguardava, appunto, l'articolo 8 e in questa direzione ritengo sia importante andare. Infatti, sull'articolo 33, precisamente al comma 1, capoverso articolo 410, terzo comma, per quanto riguarda la conciliazione e l'arbitrato, si dice che «La commissione è composta dal direttore dell'ufficio (...)»; segue, quindi, tutto l'elenco: «da un magistrato collocato a riposo, in qualità di presidente, da quattro rappresentanti effettivi e da quattro supplenti (...)»; finisce, quindi, l'elenco e conclude dicendo che essi sono designati: «dalle rispettive organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello territoriale». Pertanto, se l'arbitrato avviene in quel territorio per un determinato problema, non vedo veramente il senso dell'emendamento Berretta 33.17, che mi sembra più che altro una presa di posizione quasi più teorica, dettata più da preconcetti che da un reale interesse del lavoratore. Oltretutto, vorrei sottolineare che, proprio in questi giorni, abbiamo avuto modo di vedere che anche le rappresentanze sindacali dei sindacati più rappresentativi a livello nazionale, non sono poi così veritiere. Dunque, ritengo che da parte di tutta l'Aula sia dovuta una certa cautela nel dire che a livello nazionale vi sono le massime garanzie per i lavoratori e che a livello territoriale ciò non avviene. Inoltre, collegandomi a questo articolo e alle proposte emendative ad esso riferite, come è stato detto più volte sia all'interno della Commissione che in quest'Assemblea, vorrei anche aggiungere quanto sia, ovviamente, importante pensare, affrontando questi problemi, anche ad una seria riforma della rappresentatività sindacale. Proprio su questo, ieri, nell'Ufficio di presidenza della Commissione lavoro, abbiamo deciso la calendarizzazione di una proposta dell'opposizione, sollecitata dall'onorevole Damiano, volta a rivedere questa tematica. Tengo, dunque, a ribadire la nostra posizione, che è volta a valorizzare il sindacato territoriale, a valorizzare chi conosce i lavoratori e i lavori che svolgono, per cui le decisioni non vengono prese esclusivamente dall'alto, oppure da rappresentanti di sindacati che, magari, sono riconosciuti a livello nazionale (con molti dubbi, tengo a ripetere, viste le notizie che la cronaca ci ha riportato negli ultimi giorni) e, invece, a livello territoriale, hanno una rappresentatività che assolutamente non rispecchia la volontà dei lavoratori né la reale composizione del corpo di chi opera in quell'azienda, in quanto, appunto, vengono estromessi tutti i sindacati che, nell'azienda, realmente operano. Ciò vale, chiaramente, sia per l'emendamento Berretta 33.17, che vuole sopprimere le parole «a livello territoriale», e ancora di più per gli identici emendamenti Berretta 33.18 e Paladini 33.19, i quali, al contrario, vogliono sostituire le parole «a livello territoriale» con le parole «su base nazionale». Pertanto, su questo, è chiaro che la Lega non potrà valutare favorevolmente questi emendamenti e, quindi, seguirà le linee dettate dal relatore e dal Governo già durante la riunione del Comitato dei nove che ha dato questo tipo di indicazione .
. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 33 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Berretta 33.17, sugli identici emendamenti Berretta 33.18 e Paladini 33.19, sugli emendamenti Paladini 33.1, Berretta 33.2, Beretta 33.3, Damiano 33.4 e Porcino 33.5. La Commissione invita i presentatori al ritiro degli emendamenti Delfino 33.6 e Poli 33.7, altrimenti il parere è contrario. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Damiano 33.8 e Paladini 33.9, sugli emendamenti Damiano 33.10, Borghesi 33.11 e Damiano 33.12, mentre invita i presentatori al ritiro degli emendamenti Delfino 33.13 e Delfino 33.14, altrimenti il parere è contrario. Infine, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 33.15 e invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Delfino 33.16, altrimenti il parere contrario.
. Il Governo?
, Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo alla votazione dell'emendamento Berretta 33.17. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
. È già intervenuto sul complesso degli emendamenti!
. Se l'emendamento non è il suo può parlare.
. Signor Presidente, intervengo per ribadire la posizione che ho già avuto modo di esprimere. L'emendamento Berretta 33.17, infatti, chiede proprio di sopprimere le parole «a livello territoriale» che noi, invece, riteniamo importanti. Dopo il discorso che è stato fatto, avrei anche potuto capire, pur non condividendolo, il concetto espresso anche dal Partito Democratico durante la discussione sull'articolo 8, ma adesso, sull'articolo 33 e dopo quello che ho potuto dire durante la discussione sul complesso degli emendamenti, mi auguro che possa rivedere la propria posizione. Qui parliamo delle conciliazioni presso le commissioni, che sono una rappresentanza del territorio in cui esse queste insistono, poiché operano proprio in quel territorio. Lo ripeto, mentre per l'articolo 8 potevo capire la vostra posizione non condividendola, qui, invece, non riesco neanche a capirla e mi sembra che più che altro rappresenti una volontà dettata semplicemente da un preconcetto verso la parola «territorio», che io giudico invece un arricchimento per tutti noi, visto che da dei territori proveniamo e li rappresentiamo anche in quest'Aula.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonino Foti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, nell'intervento di ieri l'onorevole Damiano auspicava che la nascita di nuovi sindacati sul territorio non fosse in contraddizione con la logica dei sindacati nazionali, giudicando necessario che questi rispettino gli accordi senza stipularne altri sul territorio che prevedano nuove competenze e nuovi organismi in grado di ledere la rappresentanza nazionale. A me sembra che fra novità di maggior interesse di questo provvedimento vi sia proprio questa modifica del processo del lavoro e del tentativo di conciliazione preliminare prevista dagli articoli 410 e 409 del codice di procedura civile come condizione di procedibilità. Peraltro, le commissioni di conciliazione sono istituite presso la direzione provinciale del lavoro. Come ricordava l'onorevole Fedriga, la commissione è composta dal direttore dell'ufficio stesso o da un suo delegato o da un magistrato collocato a riposo, in qualità di presidente, da quattro rappresentanti effettivi e da quattro supplenti dei datori di lavoro. Inoltre, ne fanno parte anche quattro rappresentanti effettivi e quattro supplenti dei lavoratori, designati dalle rispettive organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, anche a livello territoriale, e questo mi sembra un aspetto rilevante. Quindi, mi sembra che questo non leda i diritti dei sindacati nazionali.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, volevo semplicemente spiegare un aspetto. L'emendamento in esame si riferisce al livello territoriale e, dunque, ad un aspetto estremamente importante, perché i sindacati maggiormente rappresentativi al livello nazionale ormai sono CGIL, CISL, UIL e nessun altro, perché si tratta dei sindacati ormai consolidati. Ora è possibile ed ipotizzabile che vi siano, in una certa regione o in una certa zona dello Stato, nord, centro, sud - e ve ne sono - dei sindacati che sono certamente maggiormente rappresentativi, forse anche più della CGIL, CISL e UIL per il semplice motivo che loro non si contano, mentre gli altri si contano numericamente e sono presenti sul territorio. Pertanto, crediamo che questi debbano essere inseriti. Ci opponiamo, dunque, alla soppressione di queste parole e prego i colleghi di riflettere un momento su questo punto.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Berretta 33.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. Onorevole De Micheli... onorevole Laratta... non funziona? È totale... provi, onorevole Laratta. L'onorevole Sardelli ha votato... onorevole Murer... l'onorevole Laratta non riesce a votare... aspetti l'arrivo del tecnico, onorevole Laratta... altri che non riescono a votare? L'onorevole Laratta ha votato? Bene.
. Signor Presidente, l'esigenza che rappresentiamo con questo emendamento è di garantire, nel momento in cui si compone una commissione di conciliazione che ha compiti molto rilevanti ai fini della chiusura di controversie in materia di lavoro, che vi siano all'interno di tali commissioni rappresentanti delle organizzazioni che hanno una diffusione territoriale nazionale. È ovvio che la garanzia della nazionalità, che peraltro viene utilizzata in tante norme nel nostro ordinamento giuridico, non ultimo l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori, è una garanzia della serietà della diffusione e della reale rappresentatività di quella organizzazione sindacale. Per tale ragione già ieri ci siamo espressi con gli onorevoli Boccuzzi e Damiano in senso assolutamente contrario rispetto a questa legittimazione di organizzazioni sindacali territoriali, non determinate né definite e il cui peso non si capisce come si dovrebbe determinare e pesare. Riteniamo che questa deriva che si sta intraprendendo sia assolutamente negativa e determini anche un'incertezza a livello territoriale ai fini della determinazione dei soggetti da coinvolgere nelle commissioni di conciliazione. Per questa ragione, abbiamo proposto l'emendamento che tende a sostituire le parole: a livello territoriale, con le seguenti: su base nazionale. È ovvio che un sindacato nazionalmente presente in tutto il territorio è un sindacato che garantisce maggiormente l'esercizio di queste importanti e rilevanti funzioni.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per confermare il voto favorevole del mio gruppo su questa proposta emendativa. Su un altro articolo del provvedimento in esame avevamo già manifestato chiaramente la convinzione che la frammentazione del mondo del lavoro nella sua rappresentanza non sia un dato positivo, soprattutto per quanto concerne gli istituti normativi, contrattuali ed economici di base. Questa è la ragione, sinteticamente espressa, ma concreta, che ci pone nella condizione di votare favorevolmente sulla proposta emendativa in esame.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, nuovamente le proposte emendative in esame, dal mio punto di vista, peggiorano ancora di più la situazione rispetto all'emendamento Berretta 33.17 perché non solo si intende sopprimere le parole: «a livello territoriale», ma si intende sostituire tali parole con le seguenti: «su base nazionale». Come diceva giustamente il collega Brigandì, questo vuol dire semplicemente andare a tutelare e garantire i privilegi di quelle organizzazioni che, malgrado non abbiano un'adeguata rappresentanza territoriale, hanno semplicemente un «bollino» di cui, lo ripeto, sono molto dubbioso. Infatti, si è visto che è molto difficile contare quanti siano gli iscritti e chi rappresentino realmente. Si va solo a tutelare quei sindacati, garantendo loro una serie di privilegi e si escludono, invece, quelli che hanno un consenso dei lavoratori sul territorio semplicemente perché probabilmente non sono così vicini a qualche componente politica presente in quest'Aula. Noi dovremmo avere il coraggio di dire che rappresentano i lavoratori coloro che realmente prendono i voti sul territorio nel quale devo andare a trattare. Non stiamo parlando delle contrattazioni a livello nazionale, ma stiamo parlando di una funzione che avviene e si esaurisce all'interno di un territorio. Quindi, posso capire che bisogna tutelare coloro che per anni hanno fatto manifestazioni a nostro favore e contro i nostri nemici, ma detto questo, abbiamo anche una responsabilità verso i lavoratori e verso una rappresentatività dei lavoratori. Non si può sempre cercare di portare avanti misure che favoriscano i nostri amici a scapito invece, non della parte politica avversa, ma dei cittadini di quel dato territorio.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei invitare l'onorevole Fedriga a non scambiare lucciole per lanterne Continua a dire che noi saremmo contrari alla costituzione di sindacati territoriali rappresentativi, ma non è vero. L'onorevole Fedriga, però, dovrebbe sapere che nascono nel territorio sindacati di comodo che hanno l'unico scopo di abbassare le tutele dei lavoratori Siamo stanchi di questa polemica insulsa! Per questo siamo contrari a questa tendenza che la Lega vuole imporre a livello legislativo sul sindacato territoriale
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, credo che il collega, che ha parlato prima, si renda conto dell'enormità del concetto, nel senso che l'importanza del territorio è fuori discussione e il problema del decentramento, anche negoziale e contrattuale, è esattamente all'ordine del giorno della linea dei sindacati italiani tutti. Aggiungo anche che, quando si parla di sindacati rappresentativi, lo dico in questa «Sala», non ci sono solo CGIL, CISL e UIL come è stato detto, ma anche CISAL e UGL che, in quanto firmatari di contratti nazionali, sono considerati rappresentativi. Essi, però, hanno una valenza nazionale e non si chiudono soltanto in un territorio. Quali sono i criteri con i quali si valuta la reale rappresentatività? Il numero degli iscritti? Il numero dei voti? I sindacati oggi considerati rappresentativi hanno dei criteri e se abbandoniamo questi criteri creiamo un buco
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, così come è stato detto che ci possono essere sindacati di comodo, nello stesso modo diciamo che ci sono sindacati, specie sul territorio padano, che sono di altro comodo. Si tratta di sindacati che hanno scarsissima rappresentatività nelle aziende. Viceversa, in alcune aziende la rappresentatività è data dal nostro sindacato e con una o due persone hanno le rappresentanze aziendali e percepiscono i denari - unica espressione al mondo - senza dover fare i bilanci.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, vorrei che noi cercassimo di essere obiettivi e in qualche modo anche responsabili, perché si rappresenta una situazione che è assolutamente sopra le righe. Faccio presente che sono le direzioni provinciali del lavoro che debbono, a livello territoriale, individuare quali sono i sindacati maggiormente rappresentativi. Quindi, la pubblica amministrazione ha il dovere dell'imparzialità. Non è che possiamo pensare che ci sia una direzione provinciale del lavoro connivente con i sindacati di comodo, anche perché la rappresentanza a livello territoriale deve essere in qualche modo non solo verificata, ma anche riscontrata come rappresentatività maggiore. Quindi, abbiamo la garanzia di una pubblica amministrazione che opera nel territorio e che valuta le forze sociali del territorio. Abbiamo comunque la garanzia che le organizzazioni territoriali debbono essere maggiormente rappresentative e, a prova dei fatti, le organizzazioni territoriali maggiormente rappresentative sul territorio sono le stesse che lo sono a livello nazionale. Vorrei domandare ai colleghi dell'opposizione se vi sembra giusto che un iscritto a un sindacato che non sia maggiormente rappresentativo sul piano nazionale (magari a un sindacato che sta crescendo o che è venuto fuori negli ultimi anni) debba farsi rappresentare dai sindacati che lo sono a livello territoriale, magari in una vertenza delicata come è quella della conciliazione e dell'arbitrato su taluni suoi diritti fondamentali.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonino Foti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, è vero, come diceva l'onorevole Damiano, che ci potrebbero essere dei sindacati costituiti e di comodo, ma proprio per questo è necessario, come diceva anche l'onorevole Cazzola, che ci siano gli organismi preposti a controllare, esercitando il loro ruolo, che questo non avvenga. Mi sembra strano che dopo non ci si fidi degli organismi istituiti dal nostro ordinamento. Quindi, penso che questo emendamento potrebbe solo peggiorare l'esistente perché molto spesso anche i sindacati nazionali non sono presenti in quei territori e in quelle aziende dove maggiormente gli organismi presenti sul territorio possono rappresentare lavoratori.
. Saluto gli studenti del corso di formazione per amministratori locali dell'Università di Roma Tre, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune . Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei far riflettere su un punto. La norma che si introduce sulla territorialità rischia di aumentare la conflittualità e il non funzionamento delle commissioni di conciliazione. Infatti, vorrei fare una domanda molto semplice: come fa la pubblica amministrazione a identificare quale è il sindacato maggiormente rappresentativo sul territorio? Sulla base di quali dati, di quali valutazioni oggettive? Attenzione: questa è una norma che rischia di complicare il funzionamento di queste commissioni e, facendo ciò, vi assumete una grande responsabilità. Lo voglio dire ai colleghi della Lega: attenzione perché potrebbero anche emergere sindacati legati solo a lavoratori extracomunitari. Attenzione: voi fate una norma che peggiorerà la situazione delle commissioni di conciliazione. Di questo vi assumete una grande responsabilità!
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, come gruppo dell'Unione di Centro non possiamo non intervenire su un argomento di tale importanza; certamente l'onorevole Delfino ha già illustrato la posizione dell'UdC, ma dopo che si è sviluppato il dibattito vorremmo meglio precisare il nostro punto di vista. Noi riteniamo che il tentativo di costituire sindacati territoriali di dimensione ridotta - o surrettizi, di organizzazioni anche a carattere categoriale, e perché no politico - possa ridurre il potere contrattuale dei sindacati. I cosiddetti «sindacati gialli» sono un fenomeno che nelle economie progredite si pongono come una questione politica di carattere generale. Abbiamo visto in alcuni settori - ad esempio in quello dei trasporti, specialmente quello aereo - come la costituzione di sindacati piccoli abbia indebolito la forza dei lavoratori.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Berretta 33.18 e Paladini 33.19, non accettati dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Facciamoli votare da casa!
. Con il televoto... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
. Signor Presidente, con il comma 9, di cui chiediamo la soppressione, si introduce nel nostro ordinamento una forma di arbitrato pressoché obbligatorio. In sostanza, signor Presidente, si delega alle organizzazioni sindacali e, in assenza di accordo in sede sindacale, al Ministero, di predisporre delle regole che varranno per tutti i contratti individuali che verranno stipulati. Con questa norma, quindi, si espropria pressoché del tutto la giurisdizione ordinaria in materia di lavoro, assegnando tutte le controversie alla giurisdizione di arbitri privati. Si tratta di una norma, anch'essa, di cui non sfuggono a nessuno i profili di illegittimità costituzionale, che darà luogo a contenzioso su contenzioso, che rischia di indebolire le tutele dei lavoratori e che viola in maniera palese il diritto di tutti i nostri cittadini italiani di accedere alla giurisdizione ordinaria. Forse apparirà ultroneo, ma è utile ricordare cosa prevede l'articolo 24 della nostra Costituzione, che attribuisce a tutti i cittadini il diritto di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. Con questa norma si indeboliscono le tutele dei lavoratori, si impedisce l'accesso alla giustizia ordinaria e si creerà un contenzioso anche in ordine alla possibilità di accesso alla giustizia. Si tratta di un pasticcio, che è stato, peraltro, commesso al Senato; in quella sede si è peggiorata in maniera macroscopica la norma che era stata votata dalla nostra Camera dei deputati. Credo che sia utile ritornare al precedente .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e anche a supporto di quello che ha detto il collega che mi ha preceduto. In realtà, non so dove si voglia andare veramente e se poi faccia comodo al Parlamento e anche al Governo e alla maggioranza andare a comprimere i diritti dei lavoratori. A un certo punto, ci sarà un momento in cui, attraverso questa continua limitazione dell'esercizio dei diritti e questo svuotamento progressivo della giurisdizione, si creerà un conflitto sociale così grave, la cui responsabilità certamente non avrà il nome dell'opposizione. Questa è una linea che si sta tentando in tutti i provvedimenti che la maggioranza sta portando all'esame del Parlamento: riguarda il lavoro, la materia di aggiudicazione degli appalti, la questione della mediazione civile. Si sta svuotando la giurisdizione.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, Signor Presidente, vorrei veramente invitare l'opposizione a non drammatizzare questioni che non meritano un giudizio così severo. I partiti della maggioranza sono forze popolari, che prendono il voto anche dei lavoratori, per cui hanno interesse alle sorti, ai diritti e alla condizione dei lavoratori. Signor Presidente, voglio ricordare che intraprendere il percorso della conciliazione e dell'arbitrato con questa norma non sarà più obbligatorio, ma facoltativo, per cui si incammineranno su questo percorso stragiudiziale le persone che decideranno di farlo. Tra l'altro, non potranno neanche più farsi rappresentare, ma soltanto assistere, perché dovranno essere presenti nell'assumere questo percorso. Vorrei ricordare che, per quanto riguarda la contrattazione collettiva, quelle che possono introdurre clausole compromissorie nei contratti collettivi (ed esse possono essere introdotte solo dalla contrattazione collettiva o negli accordi interconfederali, e non devono essere le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale, che alcuni minuti fa sono state individuate come le salvatrici della patria. Vorrei anche ricordare che la clausola compromissoria dev'essere certificata da apposite autorità; per cui credo che possiamo tranquillamente sperimentare una via stragiudiziale per alleggerire i contenziosi in materia di lavoro, un percorso stragiudiziale che in Italia finora ha sempre fallito. Noi cerchiamo soltanto di renderlo volontario, più agile e più fruibile.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, nel corso dell'iter dell'esame del provvedimento abbiamo certamente partecipato con spirito costruttivo alla definizione dell'articolato, soprattutto tenendo presente quanto più volte è stato rappresentato dalla maggioranza, cioè l'esigenza di semplificare e nello stesso tempo di non far venir meno le tutele a garanzia dei lavoratori. Dobbiamo però onestamente dire che nel passaggio al Senato con alcuni emendamenti tale finalità non è stata maggiormente avvicinata: si è allontanata. Rispetto a ciò, quindi, vuoi per il tema dell'individuazione del riferimento nazionale delle organizzazioni sindacali più rappresentative, vuoi per il tema degli aspetti procedurali (sul quale noi già nella lettura precedente avevamo evidenziato un palese indebolimento di tutte le tutele del lavoratori), pur avendo ascoltato con molta attenzione, anche per la sua indubbia competenza il relatore, l'onorevole Cazzola, noi non riteniamo che il complesso delle norme e quella in esame con questi identici emendamenti vadano nella direzione che abbiamo auspicato. Annuncio quindi il voto favorevole del gruppo UdC agli emendamenti in discussione.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Damiano 33.8 e Paladini 33.9, non accettati dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Signor Presidente, l'articolo 33, nel suo complesso, contiene un coacervo di norme tutte tese a rendere più difficile l'accesso alla giustizia in materia di lavoro. Si tratta di una norma che denota complessivamente un accanimento fuori luogo. Peraltro, si tratta di una giustizia che ha alcune caratteristiche che costituiscono dei pilastri del nostro ordinamento giuridico: mi riferisco alla gratuità. L'elemento della gratuità, ovvero la possibilità di accedere in maniera gratuita alla giustizia del lavoro, è uno dei pilastri del nostro ordinamento giuridico, è una delle peculiarità che si insegnano all'università, che si assumono come vanto del nostro ordinamento. Introdurre questa modifica sostanziale, ovvero devolvere alla giurisdizione degli arbitri gran parte delle controversie, e introdurre in sede di contratto individuale delle clausole compromissorie che vincoleranno il lavoratore ai fini dell'accesso alla giustizia (prevedendo, quindi, un arbitrato obbligatorio a pagamento, nel quale gli arbitri non saranno più vincolati al rispetto delle norme di legge e del contratto collettivo, ma potranno decidere secondo equità) costituisce una vera e propria rivoluzione copernicana del sistema di tutela del lavoro in sede giudiziaria. Questo tema avrebbe meritato ben altro confronto. Si tratta di una norma che è stata inserita attraverso un emendamento al Senato. Credo che questo ramo del Parlamento dovrebbe svolgere una valutazione aggiuntiva e avrebbe bisogno di valutare in maniera più attenta gli effetti di una scelta così rilevante. Inoltre, ai fini anche di un rapporto tra istituzioni più corretto, ritengo che queste scelte vadano prese in ossequio a principi che più volte ha affermato la Corte costituzionale. Sul punto, la Corte ha sempre ritenuto che fosse possibile prevedere la via arbitrale, ma che dovesse essere sempre conservata la possibilità delle parti di scegliere la via giudiziaria. Questa scelta non è più consentita, è preclusa ai lavoratori e, quindi, si pone in netto contrasto con i principi contenuti all'articolo 24 e 102 della nostra Costituzione, che sono palesemente violati dal comma 9 dell'articolo 33 in questione
. Essendo stata avanzata specifica richiesta del gruppo Partito Democratico, che ha esaurito il tempo a sua disposizione, la Presidenza concede un ampliamento dei tempi per l'esame di questo provvedimento in ragione di un terzo di quelli originariamente previsti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, poco fa l'onorevole Cazzola ha affermato: anche noi abbiamo nel nostro elettorato dei lavoratori. Credo che anche i lavoratori elettori della vostra maggioranza conosceranno sulla loro pelle quali saranno gli effetti di questa normativa, introdotta, come sempre, in maniera surrettizia nell'ambito di un collegato alla manovra di finanza pubblica, con cui si stravolge il sistema giudiziario. Qui, anziché pensare a riformare la giustizia e le procedure, si tolgono e si comprimono i diritti dei cittadini. Forse che questa sia la via per risparmiare delle risorse e per focalizzarle verso gli arbitrati privati? Questo è quello che alla fine emergerà.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonino Foti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, complessivamente questo articolo comporta una notevole novità che riguarda una modifica del processo del lavoro. Nello specifico tale disposizione fa venir meno l'obbligatorietà del tentativo di conciliazione preliminare (prevista dall'articolo 410 del codice di procedura civile) come condizione di procedibilità della domanda giudiziale, e ritengo sia una novità importante. Peraltro - lo diceva l'onorevole Berretta - con proposta emendativa del Partito Democratico (ma anche del Popolo della Libertà) è stata inserita la gratuità della difesa del lavoratore nel processo del lavoro. I giudici possono compiere la valutazione sul presupposto di legittimità, ma non possono discostarsi da quanto previsto dalle parti in sede di certificazione, anche se questo avviene in deroga a quanto previsto dalle leggi e dai contratti vigenti. Presentata la richiesta di intervento da parte del lavoratore, lo stesso sarà avvertito quindi della possibilità di definire la lite mediante il cosiddetto strumento conciliativo. Pertanto, è richiesto il consenso del lavoratore per l'utilizzo di questo stesso strumento. A me sembra che le commissioni di conciliazione (che sono istituite dalla Direzione provinciale del lavoro e sono composte dal direttore generale, da un magistrato - o un suo delegato - collocato a riposo in qualità di presidente, da quattro rappresentanti effettivi e da quattro supplenti del datore di lavoro) siano una garanzia. Le commissioni peraltro, quando se ne ravvisi la necessità, affidano il tentativo di conciliazione a proprie sottocommissioni presiedute dal direttore della Direzione provinciale del lavoro, oppure da un suo delegato, che rispecchiano sempre la composizione prevista. In ogni caso per la validità della riunione è necessaria la presenza del presidente, di almeno di un rappresentante dei datori di lavoro e di una rappresentanza dei lavoratori.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, come ha già ricordato l'onorevole Berretta, noi avremo con questo articolo un risultato profondamente negativo, perché si rende più complesso l'accesso alla giustizia. La seconda fonte di preoccupazione l'abbiamo espressa in precedenza per quanto riguarda poi la territorializzazione del sindacato. Se qualcuno, che ci accusa di voler rappresentare i sindacati nazionali, ha intenzione di far sorgere dei sindacati di territorio, che non hanno legittimità, deve dirlo con chiarezza. Del resto non va sottaciuto il fatto che la stessa associazione degli avvocati giuslavoristi ha rappresentato tutta la sua preoccupazione di fronte a queste normative .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, questo articolo, che certamente impatta in modo rilevante su tutta la problematica della conciliazione e dell'arbitrato, ci ha visto nell'iter dell'esame del provvedimento con una posizione attenta a valutare anche le indicazioni che venivano da larghe parti del mondo del lavoro, ma anche del mondo degli esperti del lavoro (segnatamente i consulenti del lavoro). Quindi voglio esprimere una valutazione generale nella quale noi rileviamo ancora un insufficiente sforzo da parte del Governo e della maggioranza a migliorare il testo secondo alcune indicazioni che avevamo puntualmente portato avanti. Nello stesso tempo vorrei dare atto che sul tema specifico dei consulenti del lavoro vi è stata una qualche disponibilità che ha consentito di favorire una norma che dia la possibilità e la garanzia ad operatori che certamente hanno qualità professionali per potere offrire il loro contributo nel processo dell'arbitrato e della conciliazione. Sotto questo profilo, quindi, ritengo che aver recuperato questo elemento sia un dato positivo. Considerato il complesso del provvedimento, tuttavia, anche per una chiusura che vi è stata su tutta una serie di emendamenti che noi abbiamo sostenuto in questo passaggio parlamentare, non posso che confermare il voto contrario dell'UdC.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, credo che stiano trovando degli di parte. Infatti sono state esposte tutta una serie di considerazioni che non rispondono al vero. Mi spiego: si è parlato di gratuità del processo del lavoro, quasi che si andasse di fronte ad un giudice del lavoro per celebrare un processo e questi non potesse condannare alle spese o quasi che gli avvocati che si occupano di diritto del lavoro non avessero diritto alla propria parcella. Il fatto che io sia qui vivo e vegeto è la dimostrazione che non è vero, dal momento che mi occupo professionalmente principalmente di cause di lavoro. Semplicemente il processo del lavoro, ai sensi della vecchia legge del 1970, molto elementarmente, ha fatto sì che non si versassero gli emolumenti che normalmente vengono versati per ogni singola causa. Questo non significa che non vi sia il carico delle spese o le parcelle degli avvocati. Se le associazione sindacali si rivolgono a degli avvocati i quali alla fine non emetteranno parcella, così come non la emettono davanti al giudice ordinario, non la emettono nemmeno davanti ad un eventuale arbitro. Il discorso serio è che il tentativo preliminare davanti alla relativa commissione per la conciliazione certamente non è stata voluta dal centrodestra ma dal centrosinistra. Per quale motivo? Perché evidentemente si vuole rafforzare l'ala sindacalista che pervade quel tipo di politica. Quindi si è introdotto il tentativo preliminare della conciliazione di fronte all'ufficio provinciale del lavoro, appesantendo un processo che nasce come un processo leggero che dovrebbe durare sessanta giorni. In realtà se voi andate in un qualsiasi tribunale (infatti i termini per gli avvocati e per le parti sono quasi sempre perentori, ma quelli per i giudici sono sempre ordinatori) il processo che in teoria dovrebbe avere una durata di sessanta giorni dura anni. Se voi andate al tribunale di Milano, un processo del lavoro in primo grado ha una durata media di ventitré anni.
. È evidente, quindi, che la necessità di trovare una soluzione più snella è una necessità che vediamo rispecchiata in questo articolo. Badate bene, in questo caso non siamo di fronte ad un momento in cui il lavoratore, quando firma, lo fa sostanzialmente rinunciando alla propria eventuale capacità di agire in giudizio in favore di un soggetto voluto dal datore di lavoro. Qui siamo di fronte ad un meccanismo preciso e dettagliato che prevede arbitri che siano veramente terzi e, quindi, offrano le stesse garanzie di terzietà del giudice con la differenza che fanno durare il processo molto poco. Un'ultima osservazione: questo giudizio celebrato di fronte agli arbitri, cioè l'ammissibilità di una clausola compromissoria, è un giudizio che non nasce dalla volontà singola del datore di lavoro o del lavoratore - facciamo un contratto di questo tipo - ma nasce da una contrattazione collettiva di carattere nazionale. Pertanto mi sembra abbastanza strano che oggi la sinistra contesti un meccanismo che è voluto e che sarà voluto con la necessaria adesione di fronte ai sindacati in cui evidentemente nutre fiducia. Per questi motivi noi voteremo a favore dell'articolo in esame.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Pelino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, volevo sottolineare che tra le novità di questo articolo vi è il venir meno dell'obbligatorietà del tentativo di conciliazione preliminare, previsto quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale secondo l'articolo 410 del codice di procedura civile, che dice che chi intende proporre in giudizio una domanda relativa ai rapporti previsti dall'articolo 409 del codice di procedura civile può promuovere, anche tramite l'associazione sindacale alla quale aderisce o conferisce mandato, un previo tentativo di conciliazione presso la commissione di conciliazione individuata secondo i criteri di cui all'articolo 413 del codice di procedura civile.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà, signor relatore.
, . Signor Presidente, la ringrazio per il «signore». Vi è qualcuno in quest'Aula che è pronto a dichiarare che la CISL, il sindacato fondato nel 1950 da Giulio Pastore, è un sindacato giallo, un sindacato che non ha interesse alla causa dei lavoratori, un sindacato che in questi anni non si è mai comportato come doveva comportarsi un sindacato nel fare il suo mestiere? Se vi è qualcuno «parli adesso o taccia per sempre», come si dice nei matrimoni americani. Do lettura di un dispaccio dell' del 15 gennaio, che riporta una dichiarazione di Giorgio Santini, che - onorevole Berretta, lei lo sa - è un segretario di quella che è stata la sua organizzazione e tra l'altro appartiene anche alla corrente degli ex carnitiani di cui lei era leader prima di diventare deputato. Ebbene, Giorgio Santini dichiara all' il 15 gennaio quanto segue: «Rileviamo positivi miglioramenti negli emendamenti al disegno di legge lavoro presentati oggi in Commissione alla Camera e che recepiscono alcune delle considerazioni del sindacato». Lo dichiara in una nota il segretario della CISL Giorgio Santini, che giudica apprezzabile l'aver recuperato il confronto con le parti sociali ed il collegamento alla contrattazione collettiva nelle procedure di conciliazione e di arbitrato, relativamente alla clausola compromissoria. Onorevole Ferranti, noi siamo un partito ed una maggioranza che è d'accordo con questa organizzazione sindacale, con quanto dichiarato da un sindacalista specchiato e da un'organizzazione sindacale che non ha niente da rimproverarsi .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, volevo dire all'onorevole Cazzola di non usare strumentalmente una dichiarazione giusta del sindacalista Santini per fare una polemica politica. Il sindacalista Santini difende una tradizione: la tradizione di lasciare alle parti sociali la possibilità di regolarsi il loro rapporto. Voi, con questo intervento, devastate questo principio. Poi lo correggete attraverso piccole formule e con la vicenda del livello territoriale vi inventate, onorevole Cazzola, ben più di cento indici di rappresentatività. Non citi la CISL per coprire un errore e un articolo sbagliato: si assuma le sue responsabilità !
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, ho ascoltato parole piuttosto pesanti sull'articolo in oggetto. Credo che dovremmo ricondurre il confronto ad una logica che, seppure di contrapposizione, non ha per oggetto quanto affermato da alcuni colleghi dell'opposizione. Non si vuole devastare il processo del lavoro e ritengo che, anche con sobrietà, l'onorevole Cazzola, nel citare le dichiarazioni del segretario della CISL, abbia dato la misura delle dimensioni della questione. Con le norme in esame, il Governo e la maggioranza hanno inteso dare un incentivo alla composizione extragiudiziale - cioè alla conciliazione e all'arbitrato - all'interno del processo del lavoro, perché, evidentemente, questo alleggerisce il contenzioso giudiziario.
. La invito a concludere.
. Oltre a ciò, credo che debbano essere accantonate sia derive ideologiche che atteggiamenti pregiudiziali, affinché si possa affrontare la questione in maniera serena, rispettando la legittima contrarietà dell'opposizione sul tema. È, però, assolutamente scorretto dire che, in questo caso, si vuole scardinare il processo del lavoro o si vuole lavorare costruendo sindacati di comodo.
. Deve concludere.
. Non si tratta di questo. È necessario riuscire a comporre, il più possibile in modo extragiudiziale, il contenzioso, che pure è importante e che riguarda il mondo del lavoro e il contenzioso individuale.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, dopo aver ascoltato questo dibattito, che si è svolto anche con toni accesi, tengo a sottolineare che, in realtà, vengono introdotte modifiche, con riferimento alle quali non nutro assolutamente la preoccupazione che è stata espressa dai rappresentanti dell'opposizione in questo Parlamento. Come ha sottolineato il relatore - oltretutto, toccando un aspetto molto preciso dell'articolo in oggetto - si parla, addirittura, della facoltà di accedere alla conciliazione da parte dei lavoratori e, quindi, di poter procedere, altrimenti, direttamente in via giudiziale.
. La invito a concludere.
. Quindi, non capisco assolutamente - e concludo, signor Presidente - l'allarmismo lanciato dall'opposizione, dettato anche dal pensiero che questa maggioranza e questo Governo vogliano lavorare quasi contro i lavoratori. Mi sembra, invece, che abbiano previsto misure di tutela.
. Deve concludere.
. Anche in occasioni in cui il lavoratore era da tutelare, l'abbiamo tutelato - e concludo - attraverso forti investimenti in ammortizzatori sociali, e intervenendo tempestivamente per contrastare la crisi. Pertanto, accusare questa maggioranza di lavorare contro i lavoratori, mi sembra assolutamente una posizione strumentale.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei chiedere alla maggioranza di ascoltare con attenzione le questioni portate dai colleghi in questa sede. Ho sentito citare la dichiarazione di un sindacalista stimabilissimo della CISL. Ebbene, signor Presidente, vorrei che venissero citate in Aula anche le dichiarazioni di alcuni costituzionalisti ed avvocati italiani, che esprimono preoccupazioni per quanto sta accadendo con riferimento al processo del lavoro: infatti, le parti sono ineguali, in molte realtà vi sono soggetti deboli, ed eliminare la possibilità di un facile accesso significa condannare le parti più deboli al silenzio. Vi inviterei a valutare che su tutto ciò pesa anche l'ombra di un processo breve, che potrebbe incidere pesantemente anche su delicatissimi processi concernenti le morti sul lavoro. Pertanto, su questi temi è meglio non scherzare. È necessario avere tutte le dichiarazioni e tutti i testi possibili, perché penso che le questioni qui portate siano molto serie e non possano essere liquidate con un'alzata di spalle
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e delle proposte emendative ad esso presentate . Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, questo articolo fa parte della terna di articoli - 32, 33 e 34 - che interviene sulle questioni più propriamente collegate a questo tipo di provvedimento, cosiddetto collegato al lavoro. A questo punto, vorrei appellarmi all'anima popolare della maggioranza, quella a cui faceva riferimento l'onorevole Cazzola. A quest'anima popolare vorrei dire che, con questo articolo, si colpiscono i lavoratori che hanno contratti con un termine: ossia, i contratti a termine, le collaborazioni, i contratti a progetto e tutte quelle tipologie contrattuali che ci siamo divertiti a definire. Vi sono tre nuclei nell'articolo: nel primo, si estende l'applicazione della legge n. 604 del 1966 anche a queste forme contrattuali. Pertanto, ai vostri lavoratori, ai figli che avete e che hanno contratti a termine, sarà il caso che diciate che, dal momento in cui passerà questa legge in poi, essi dovranno contestare eventualmente il licenziamento o l'illegittima posizione del termine, entro 60 giorni dalla chiusura del rapporto di lavoro, altrimenti non potranno più farlo. Pensate cosa significa questo nei contratti a termine! Abbiamo letto tutti della signora campana che aveva contestato il contratto a termine: si era rivolta al giudice, lavorava in un'industria tessile e il giudice l'aveva reintegrata al lavoro. Tuttavia, il datore di lavoro le aveva detto: andrà a lavorare a Nuova Delhi! Ebbene, questa lavoratrice non avrebbe avuto alcun tipo di riconoscimento, perché il contratto a termine...
. La prego di concludere.
. Sono già passati quattro minuti? Signor Presidente, io avrei a disposizione quattro minuti.
. Come atto di cortesia l'ho avvertita quando è giunta al termine del tempo che il suo gruppo mi ha segnalato...
. Io avevo quattro minuti, d'accordo, comunque...
. Per il resto, può parlare anche fino a 5 minuti. Per la Presidenza, questi sono i termini a disposizione di ogni deputato.
. Concludo rapidamente: volevo dire che questa signora non avrebbe potuto fare opposizione e contestare il licenziamento, perché ha aspettato che l'azienda richiamasse le sue colleghe e non aveva richiamato lei. Ciò accade in tutti i luoghi di lavoro: richiamano dopo mesi e il vincolo presente nel contratto a termine è: «ti richiamo se non fai storie», per cui non avrebbe potuto contestare il licenziamento. Inoltre, non avrebbe potuto nemmeno avere la reintegra, perché l'ultima «chicca» è questa: questa norma non ha il coraggio di modificare la legislazione - i decreti legislativi n. 368 del 2001 e n. 276 del 2003 - dove vengono definite queste tipologie e dove si dice che, se il contratto a termine è fasullo, una persona viene assunta a tempo indeterminato. In questa norma non si modificano quelle leggi, ma si dice: il giudice potrà soltanto definire un rimborso di qualche mensilità per questi lavoratori. Anche il Servizio studi di questa Camera aveva detto: sarà il caso di dire esplicitamente che questa indennità è alternativa alla reintegra. Non avete avuto nemmeno il coraggio di dirlo veramente. Pertanto, mi appello alla vostra anima popolare, al vostro rapporto con gli elettori, che hanno tutti figli, fratelli e sorelle che hanno contratti a termine ...
. Basta, hai finito il tempo!
. Fatemi dire un'ultima cosa: rispetto a questa crisi, questo provvedimento è ridicolo! Infatti, nessun centro studi, nessun esperto, nessun documento ufficiale individua la poca flessibilità del mercato del lavoro e la concorrenza sui costi come elementi per uscire da questa crisi !
. A titolo di spiegazione per i colleghi che poco fa rumoreggiavano sul tempo: ogni deputato ha diritto, nei suoi interventi in questa fase, a cinque minuti. Io ho scampanellato prima di tale termine, perché il gruppo cui appartiene l'onorevole Gatti mi ha chiesto, come atto di cortesia, per salvaguardare la ripartizione complessiva dei tempi al suo interno, di avvertirla quando stavano per scadere i due minuti. L'onorevole Gatti ha ritenuto di continuare utilizzando tutto il tempo a sua disposizione, evidentemente l'ho lasciata continuare. Si tratta di un problema interno al gruppo, sul quale la Presidenza non può e non deve interferire. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, in questo articolo, in particolare nei commi 5, 6 e 7 si stabilisce che il datore di lavoro che usa male i contratti a tempo determinato, cioè che usa contratti a tempo determinato non potendoli usare, non dovrà più assumere il lavoratore a tempo indeterminato, ma se la caverà pagando un'indennità. Questa norma era già stata presentata nel decreto-legge n. 112 del 2008 e vorrei ricordare al Governo che il fatto che la ripresenti qui è la prova che non riguardava poche persone impiegate alle Poste, come ci era stato detto l'anno scorso, quando il decreto-legge n. 112 del 2008 fu presentato. Questa norma è già stata battezzata norma «ammazzaprecari», ma, soprattutto, è già stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta, con una sentenza del 2009. Ricordo i giudizi anche di autorevoli esponenti del Governo; ricordo, ad esempio, che il Ministro Meloni disse come questa norma fosse discriminatoria perché regolava, in modo diverso, situazioni di fatto identiche. Ebbene, qui ritroviamo la stessa disposizione che viene riproposta con la sola modifica di farla valere non soltanto per i giudizi in corso, ma anche per quelli futuri. Mettendomi nella mente del legislatore, credo che questo sia il modo che pensate di utilizzare per aggirare il giudizio della Corte, ma vi consiglio di leggere bene le argomentazioni della Consulta, argomentazioni complesse e diverse che hanno messo in luce come la norma fosse assolutamente irragionevole e illogica, perché non entra nel sistema giuridico in modo coerente. Infatti, voi non state cambiando direttamente le regole sul contratto a tempo determinato - peraltro questo non potete farlo, perché le norme sul contratto a tempo determinato sono diretta emanazione di una direttiva europea - e pensate in questo modo di aggirare la direttiva e la sentenza della Consulta. Io trovo e temo per voi che nel merito questa norma, anche scritta così, rimanga incostituzionale. Al di là delle argomentazioni giuridiche, vorrei anche appellarmi alla sensibilità di alcuni colleghi della maggioranza. L'onorevole Di Biagio, ad esempio, si è astenuto in Commissione su questi commi e la Lega Nord in origine aveva presentato un emendamento soppressivo. Ebbene, è a voi che mi appello, perché, al di là delle argomentazioni giuridiche, noi qui stiamo rendendo impossibile la vita dei lavoratori che da due anni vivono nella più totale incertezza del diritto, la vita di quei lavoratori che con fatica hanno intrapreso un giudizio di lavoro, che non sanno quale sarà l' finale di tale giudizio, che devono pagarsi gli avvocati e che, per di più, da due anni vivono l'angoscia insopportabile di non sapere neanche, qualora vincessero il giudizio, qual è la normativa vigente e quindi cosa li aspetta. Per tutte queste ragioni mi auguro che, soprattutto rispetto ai commi 5, 6 e 7, alcuni colleghi della maggioranza possano votare con noi gli emendamenti soppressivi
. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Gatti 34.1, sugli identici emendamenti Damiano 34.2 e Delfino 34.3 nonché sugli identici emendamenti Damiano 34.4 e Delfino 34.5. Il parere è altresì contrario sull'emendamento Damiano 34.6, sugli identici emendamenti Damiano 34.7 e Delfino 34.8 e, infine, sugli emendamenti Damiano 34.9 e 34.10.
. Il Governo?
, Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gatti 34.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. Onorevole Iannuzzi... onorevole Lupi, Presidente, anche lei vittima della macchina... fate votare l'onorevole Lupi... finalmente ha votato... l'onorevole Marco Carra ha votato. Ci siamo tutti?
. Signor Presidente, come ieri ci ricordava il relatore Cazzola, approviamo questo provvedimento a distanza di un anno e qualche mese dall'ultima volta in cui lo abbiamo affrontato. Sembra quasi che quest'anno sia passato invano e che nulla sia successo. Invece non è così: la crisi finanziaria ed economica è diventata anche occupazionale. In questa crisi, si è manifestata una macroscopica falla nel nostro sistema, in cui centinaia di migliaia di lavoratori precari, una moltitudine senza voce, è rimasta abbandonata a se stessa, alla propria solitudine, alla propria disperazione, specie nel Mezzogiorno. Nulla si è fatto per tutelare queste categorie e questi lavoratori, per correggere le asimmetrie del nostro mercato del lavoro. Anzi, con questo disegno di legge si riducono le tutele di tutti i lavoratori, ma in particolare si colpiscono i lavoratori precari. Lo hanno detto bene le onorevoli Gatti e Madia: fino ad oggi un lavoratore a termine, che è illegittimamente stato utilizzato con l'apposizione di un termine, nel nostro diritto vigente avrebbe avuto diritto ad una stabilizzazione del proprio impiego. Con questo disegno di legge si riducono le tutele dei lavoratori a termine e gli si assicura al più una indennità, peraltro irrisoria. Si tratta di una norma inaccettabile, peraltro in contrasto con una esplicita decisione della Corte costituzionale su una norma pressoché identica. È una norma iniqua, lesiva dei diritti dei lavoratori, che noi contrastiamo e per questo voteremo contro.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi 35.1.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Borghesi 35.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 35.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Chiedo di parlare.
. Onorevole Donadi, le darò la parola al termine della votazione... Onorevole Merloni... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
. Signor Presidente, intervengo per farle rilevare che un collega, credo l'onorevole Minasso, sta votando da mezz'ora per due. Le chiedo di farlo interrompere perché credo che sia una cosa piuttosto sconfortante .
. Ma come si fa?
. La cosa è senz'altro disdicevole, io però non l'ho vista e, quindi, non posso né confermare né smentire quanto da lei detto. Ovviamente, applicherò la massima attenzione a partire da questa votazione.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, forse il collega che è intervenuto non sa che io sono qui dalle 9,30 in Aula a votare. Quindi, forse non mi ha visto, eppure sono abbastanza grosso. Lo invito a prendersi un ulteriore paio di occhiali .
. Chiedo di parlare.
. Nuovamente l'onorevole Donadi chiede di intervenire. Io godo di questa dotta disputa. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente forse l'onorevole Raisi è dotato del dono dell'invisibilità, ma c'era un collega, che, in sua assenza, riusciva a votare per sé e per lui. Come ciò sia possibile chiedo alla Presidenza di accertarlo .
. Prima di tutto la Presidenza dovrebbe accertare se la cosa è avvenuta oppure no. Questo mi pare francamente impossibile, perché gli accertamenti sul passato che non ricade nella mia... Non posso vedere quello che è accaduto nel passato, ma solo quello che avviene nel presente. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 36, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 37, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 38, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 39, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 40, al quale non sono state presentate proposte emendative. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'articolo in esame richiama gli argomenti citati in un articolo precedente. Mi rivolgo al collega Cazzola, collega da sempre: una delle questioni di fondo riguardanti i rapporti fra il sindacato (che egli stesso ha citato prima degli interventi) e il legislatore - questione sulla quale questo Governo ha fatto proclami - è quella relativa ad un intervento discreto del legislatore sulle materie sindacali, che affidi il più possibile alla regolazione, agli avvisi comuni e alla capacità del sindacalismo il compito di predisporre, assieme alle controparti naturali, interventi e percorsi anche di previsione giuridica. Lo sanno bene il collega Cazzola ed il sottosegretario Viespoli, i quali sanno anche che si tratta di una delle questioni sulle quali c'è anche un dibattito trasversale. Collega Cazzola, si può dire tutto, ma non che il provvedimento in esame non sia invece un intervento pervasivo sulle questioni sindacali. Ciò che mi sorprende non è tanto l'atteggiamento di alcuni suoi colleghi, ma il fatto che non si ammetta e non si riconosca che forse bisognava avere un atteggiamento più prudente ed avere più coraggio di affidarsi alla negoziazione tra le parti sociali, evitando un intervento complessivamente così pervasivo da parte del legislatore .
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 41 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Gnecchi 41.1. Faccio un caldo appello all'onorevole Gnecchi perché ritiri questo emendamento, e lei capisce perché faccio questo caldo appello.
. Il Governo?
, Signor Presidente, il Governo fa proprio l'appello del relatore e chiede all'onorevole Gnecchi di valutare la possibilità di ritirare l'emendamento 41.1 a sua prima firma.
. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Gnecchi 41.1.
. Signor Presidente, voglio che sia chiaro che non possiamo, ovviamente, accedere all'invito al ritiro, nel senso che quello che stiamo per votare è un articolo - il 41- in cui si prevede l'obbligo di versamento delle ritenute previdenziali. Noi vogliamo, invece, che si riconosca a tutti i lavoratori, compresi quelli a progetto e ai titolari di collaborazioni coordinate e continuative, i contributi anche qualora il datore di lavoro, il committente, non versi i contributi. È una regola che viene riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti. Siccome su questo articolo, ovviamente, vi era un problema di copertura di spesa, l'emendamento serviva per la ricerca di tale copertura, perché sappiamo che anche molti colleghi, soprattutto quelli della Commissione lavoro, sarebbero d'accordo su questa richiesta. Infatti, è assolutamente indispensabile che anche i lavoratori a progetto si vedano la contribuzione accreditata anche qualora il committente non la versi, cosa che ormai vale per tutti i lavoratori dipendenti normali. È ovvio che per noi l'importanza dell'emendamento era rispetto alla ricerca di fondi. Qualora tutta la maggioranza fosse d'accordo nel votare comunque l'articolo e la copertura figurativa, l'emendamento chiaramente sarebbe inutile, ma, fino a quando non sappiamo se esso viene votato da tutti, dobbiamo mantenere l'emendamento.
, Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, il problema sta nel comma 2, cioè nella copertura che viene trovata per risolvere questo problema del comma 1, che è avvertito, credo, da tutto il Parlamento: vi sono stati ordini del giorno, vi è, addirittura, una risoluzione in Commissione. Il fatto è che la strada trovata nel comma 1 incrementa le tasse sulla produzione, tra l'altro in un momento difficile per un settore dell'economia come questo. Capisco lo sforzo che hanno fatto l'onorevole Gnecchi e l'opposizione nel trovare una copertura finanziaria; però, è il tipo di copertura che è stata trovata che crea più problemi di quanti non ne risolva.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, è singolare questa unanimità sul primo comma, questa larga convergenza da parte della Commissione lavoro su questa norma, che pure ha un carattere alto di equità verso prestatori di lavori subordinati o a progetto, convergenza che si accompagna alla motivazione che sostanzialmente la copertura non va. A me pare che in sede di Commissione, condividendo la critica su questo tipo di copertura, vi fosse stata una disponibilità del relatore e del Governo a verificarne una idonea. Giacché a noi preme - e lo dico con forza - sottolineare oggi un diritto che più volte, come ha ricordato il relatore, l'onorevole Cazzola, è già stato riconosciuto attraverso atti ispettivi, ordini del giorno e iniziative di questo tenore, noi, pur avendo grandissime perplessità e una contrarietà di fondo sulla copertura indicata, voteremo a favore dell'emendamento in esame.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gnecchi 41.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 42 e delle proposte emendative ad esso presentate . Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gnecchi 42.1, nonché sull'emendamento Paladini 42.2.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gnecchi 42.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 43, al quale non sono state presentate proposte emendative. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ieri partecipando qui in Aula alla commemorazione del Giorno della memoria mi sono rimaste impresse le parole di Elie Wiesel quando ha detto che ognuno di noi dovrebbe portare avanti una testimonianza, dovrebbe essere testimone nella resistenza a sopraffazioni, soprusi e violenze. Ebbene, io voglio essere oggi testimone delle prepotenze e delle prevaricazioni che stiamo registrando nel nostro Paese. Lunedì scorso sono stato sotto Palazzo Chigi con i lavoratori della ex Eutelia, sotto la pioggia: erano lavoratori che non hanno più un diritto. È soprattutto questo linguaggio che dobbiamo cercare di riconquistare, il linguaggio dei diritti, un linguaggio che troppo spesso abbiamo dimenticato, perché è sulla tenuta dei diritti dei cittadini che si misura la tenuta di uno Stato democratico. Voglio dirvi addirittura una cosa incredibile: a questi lavoratori della ex Eutelia (gruppo Omega) era stato promesso che sarebbero state confermate tutte le commesse di lavoro, comprese quelle della Camera dei deputati. È incredibile non solo che noi deputati della Repubblica permettiamo che qui alla Camera i contratti di tali lavoratori non siano stati oggetto di rinnovo e mantenuti a tempo indeterminato, senza salvaguardare il futuro di quei lavoratori che lavoravano per Eutelia; ma addirittura, per alcuni di questi lavoratori che si trovano qui oggi alla Camera dei deputati a lavorare per noi, sono stati rinnovati contratti con delle condizioni vessatorie.
. Onorevole Barbato, la invito ad attenersi al tema del quale si sta occupando l'Aula .
. Questi lavoratori sono qui con un salario del 30 per cento in meno rispetto a quello percepito prima presso le aziende che lavoravano per la Camera dei deputati, ed è un continuo taglio di diritti: stiamo tornando al Medioevo dei diritti caro Presidente, e concludo soprattutto ricordandovi che...
. Onorevole Barbato, o lei torna al tema, o sarò costretto a toglierle la parola.
. Mi permetto semplicemente di chiedere di avviare una politica che salvaguardi i diritti, in particolare i diritti dei lavoratori
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che sia una volgarità inaccettabile che qualcuno banalizzi la Shoah con problemi sindacali. Credo che questa volgarità e questa prova di ignoranza profonda debbano essere stigmatizzate; non è possibile, né accettabile !
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 44, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 45 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata . Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 45.200.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 45.200 della Commissione, accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 46, al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, sull'articolo 47 c'è una condizione soppressiva da parte della V Commissione (Bilancio), però io chiedo di accantonare tale articolo perché è in atto una riconsiderazione: il Governo ha adempiuto alle richieste della V Commissione, ha potuto presentare la documentazione in ordine alle preoccupazioni che la V Commissione esprimeva. Quindi, abbiamo avuto anche dei contatti informali con la presidenza della Commissione bilancio e ci sono le condizioni probabilmente perché sia rivisto il parere della stessa Commissione bilancio e perché sia eliminata quindi la richiesta di soppressione dell'articolo. Chiederei, pertanto, di accantonare tale articolo e di procedere oltre nell'esame del provvedimento.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, sono d'accordo con il relatore in quanto si tratta di un articolo che al Senato ha visto l'unanimità dell'Assemblea. Si tratta di una questione significativa e importante, e credo che vi siano tutte le condizioni, tornando in Commissione bilancio, di un approfondimento tale da recuperare un parere favorevole.
. Se non vi sono obiezioni la proposta si intende accettata e quindi l'articolo 47 e ovviamente anche la proposta emendativa ad esso riferita sono accantonati.
. Passiamo all'esame dell'articolo 48 e delle proposte emendative ad esso presentate . Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'articolo in esame ha - come capita spesso in questi provvedimenti collegati - una sua complessità, però vorrei soffermarmi in particolare sul problema del differimento dei termini per l'esercizio delle deleghe in materia di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione e di apprendistato. Il tema delle deleghe è un tema estremamente complesso. Quello che mi preoccupa è che il Governo Prodi (il Governo precedente) ha lasciato in eredità all'attuale Esecutivo deleghe importanti. Una l'abbiamo esaminata all'inizio, quella sui lavori usuranti, e questa che stiamo esaminando è quella sugli ammortizzatori sociali. Ora noi riteniamo (e ci sono emendamenti che vanno in questa direzione) che l'esercizio di questa delega debba avvenire in tempi ravvicinati. Noi non comprendiamo il fatto per il quale il Governo voglia un ulteriore allungamento dei tempi. Mi domando politicamente, in una situazione di crisi come l'attuale - abbiamo di fronte a noi i casi della FIAT che mette in cassa integrazione trentamila lavoratori, il rischio della chiusura dello stabilimento Alcoa di Portovesme e di Fusina in Veneto e il caso di Eutelia che è ancora in sospeso -, come mai il Governo non pretende di accelerare l'esame di questa delega sugli ammortizzatori sociali dal momento che perdere ulteriore tempo sarebbe un danno per il Paese? Dunque invito caldamente l'Assemblea a considerare le esigenze di prevedere per la delega tempi ravvicinati. Non vorremmo trovarci di fronte ad una maggioranza e ad un Governo sordi alla questione delle tutele sociali nel momento della crisi e molto attente a calendarizzare le leggi . Noi questo scambio non lo vogliamo accettare. Ed è per questo che credo che, nel momento in cui affrontiamo su questo collegato una discussione estremamente delicata, dobbiamo anche sapere che il Paese ci guarda, il Paese ci osserva: la distanza tra la politica e il Paese si può accorciare se la politica dimostra di voler affrontare i temi reali delle persone. Ignorare il problema degli ammortizzatori sociali, non rendere giustizia all'esigenza di accorciare i tempi dell'esercizio di una delega che, voglio ricordare, è già stata rimandata - ed è questa la seconda volta -, vuol dire non ottemperare anche alle dichiarazioni autorevoli di un membro del Governo secondo le quali si ritiene di dovere intervenire. Mi domando per quale motivo il Ministro Sacconi pensa che quando parliamo di ammortizzatori sociali si tratti di aspettare le elezioni regionali. Non vedo alcun nesso. Dobbiamo avviare immediatamente questa discussione. È un caso che il Partito Democratico nella Commissione lavoro abbia chiesto e ottenuto, grazie al presidente e alla nostra pressione, di incardinare le quattro proposte di legge del Partito Democratico riguardanti gli ammortizzatori sociali a partire dall'inizio di febbraio. Tale decisione deve essere accompagnata dalla volontà di accorciare il tempo dell'esercizio di queste deleghe e dare finalmente attuazione alla logica di tutele universali a protezione dei lavoratori, perché non dobbiamo mai dimenticare che nella situazione attuale vi sono, secondo i dati della Banca d'Italia, quasi due milioni di lavoratori che non hanno tutela alcuna. Accelerare sarebbe un fatto di convergenza politica unitaria di cui quest'Aula deve tenere assolutamente conto. Il Paese ci guarda: mettiamo in primo piano le questioni sociali !
. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 48 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, anzitutto, prima di esprimere il parere vorrei ricordare che, in sostanza, con questa norma si sono riaperti i termini della delega di cui alla legge n. 247 del 2007, una legge dell'allora Ministro Damiano, concedendo al Governo un tempo adeguato di 24 mesi per intervenire con decreti legislativi in una materia così complessa e così ampia. Ciò non toglie che il Governo possa agire indubbiamente prima. Passando agli emendamenti, il Governo esprime parere contrario sugli emendamenti Porcino 48.1 e Damiano 48.2. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Delfino 48.3. Il parere è invece contrario sugli emendamenti Borghesi 48.4, Damiano 48.5 e 48.6, Delfino 48.7 e Paladini 48.8.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Porcino 48.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Signor Presidente, ci accingiamo a votare l'articolo 48, che, come ricordava l'onorevole Damiano, concerne la delega al Governo in materia di ammortizzatori sociali. Il provvedimento è tornato all'esame dell'Assemblea in terza lettura: al Senato, il termine per l'esercizio della delega in oggetto è stato posticipato, portando la scadenza al 1o gennaio 2011. Come ha ricordato il relatore, onorevole Cazzola, nel Protocollo del del 23 luglio 2007, si convenne tra Governo e organizzazioni dei lavoratori e delle imprese di riformare gli ammortizzatori sociali. La legge n. 247 del 2007 della scorsa legislatura recepì quell'accordo, che prevede, appunto, l'esercizio della delega. In Commissione, il relatore, rispetto al testo, ha proposto un'ulteriore modifica, che fissa in ventiquattro mesi dall'entrata in vigore del provvedimento in oggetto, i termini per l'esercizio della delega. Pertanto, si tratta di una proroga, di un ulteriore rinvio. Signor sottosegretario - mi rivolgo a lei, perché non abbiamo avuto occasione di avere in Aula il Ministro Sacconi, certamente impegnato in altre sedi - non è vero che non avete avuto tempo. Siete al Governo da venti mesi, all'interno di una crisi che ha prodotto un aumento della disoccupazione: vi sono due milioni di disoccupati e vi è stato un ricorso senza precedenti alla cassa integrazione ordinaria e speciale che ha interessato oltre un milione di lavoratori. Ci sono, tuttavia, lavoratori e lavoratori che non hanno tutele, né diritti: sono quelli a tempo determinato, quelli flessibili, sono quei 400 mila lavoratori che non si sono visti rinnovare il contratto, e questo mentre nel Paese abbiamo, invece, lavoratori che hanno tutele e condizioni diverse. C'è una cosa che non ci possiamo permettere: che i giovani si scoraggino e non vedano la possibilità di realizzarsi e di avere un'occupazione e una vita degna del loro Paese, del nostro Paese. Sono parole tratte dal discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sono riforme non più rinviabili. Questo provvedimento è un'occasione persa. Qui stava e sta la vera riforma del Paese. Qui stava la sfida a riformare e cambiare il Paese. Questa era la priorità del Paese, altro che processo breve e legittimo impedimento. Invece di impegnare quest'Aula a parlare di questi provvedimenti, vi invitiamo a venire qui, a discutere dei problemi dei lavoratori. Per questo motivo abbiamo presentato diverse proposte di legge sugli ammortizzatori sociali, sul superamento della precarietà, sull'occupazione femminile. Siamo disponibili e interessati al confronto. Invece, il Governo cosa fa? Rinvia. Proroga. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha affermato che il 2010 sarà l'anno delle riforme: bene, iniziamo dagli ammortizzatori sociali, dal mercato del lavoro. Per questo motivo, voteremo contro il testo che prevede un ulteriore rinvio di questo provvedimento .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'articolo in esame, peraltro modificato al Senato, riapre i termini temporali per l'esercizio di alcune deleghe già conferite dalla legge 24 dicembre 2007, n. 247, scaduti il 1o gennaio 2009. In particolare, esso riguarda la revisione della disciplina degli ammortizzatori sociali, il riordino della normativa in materia di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione e di apprendistato, nonché la revisione della disciplina in materia di occupazione femminile. Rispetto alla data iniziale, il testo proposto al Senato proroga il periodo di tempo a 36 mesi, portando la scadenza al 1o gennaio 2011. Nei nostri emendamenti abbiamo detto che volevamo un tempo certo dalla partenza di questa nuova proroga, ma non riteniamo che altri strumenti legislativi, evocati anche da altri colleghi, possano affrontare in termini adeguati e temporalmente certi queste materie rispetto alle quali noi accusiamo già gravi ritardi nell'adempimento alle direttive europee. Pertanto, per quanto riguarda il nostro voto su questo articolato, non avendo il Governo accolto le precisazioni che volevamo in ordine alla questione dei tempi certi per poter ottenere l'attuazione di questa delega, ci asterremo.
. Passiamo, dunque, ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 48. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 49 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 49.300, in ottemperanza a una condizione della Commissione bilancio.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 49.300, accettato dalla Commissione e dal Governo, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 50 e delle proposte emendative ad esso presentate . Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, siamo sempre più spinti dal Governo e da questa maggioranza verso scelte parziali su temi specifici, dove regna la demagogia delle parole vuote e prive di una visione di insieme, di una visione di prospettiva. Onorevoli colleghi, anche oggi, con l'emendamento all'articolo 50 che di fatto riduce l'obbligo di istruzione, ci troviamo innanzi all'ennesima scelta parziale al ribasso, che va a toccare i nostri figli, e non possiamo e non dobbiamo tacere - come potrebbe fare un padre sbrigativo e irruente - quando viene affermato: tu non hai voglia di studiare, allora ti mando a lavorare. Comprendo bene l'inesattezza di questa affermazione nel caso specifico, ma non ho voluto sottilizzare proprio per suscitare il vostro ascolto e porvi la domanda: ci chiediamo come mai il ragazzo non studia? Su questa norma alcune testate giornalistiche qualche giorno fa affermavano che oggi in Italia sono circa 126 mila i ragazzi tra i 14 e i 17 anni che abbandonano i percorsi di istruzione e formazione professionale senza conseguire una qualifica o un titolo di studio, mentre solo il 20 per cento degli studenti apprendisti fa attività didattiche e, di conseguenza, acquisisce competenza e istruzione. Ci domandiamo il perché? Ve lo siete domandato il perché, quando avete trovato la strada e il modo della delegificazione per giustificare la stesura dei regolamenti governativi che stravolgeranno la scuola superiore di secondo grado con le classi sempre più numerose, la riduzione delle ore di lezione, l'azzeramento delle risorse per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e il taglio delle sperimentazioni dei laboratori? Non è stato possibile domandarci il perché, occorreva tagliare e si è tagliato. Si è tagliato anche il dibattito parlamentare, grazie ai costanti voti di fiducia. Cosa vi aspettate, onorevoli colleghi, dai nostri ragazzi, una piena partecipazione? Vi chiedo di guardare i fatti; i fatti, onorevoli colleghi, attestano che avete trovato soluzioni facili a problemi complessi. Colleghi, stiamo parlando del nostro futuro, del futuro dei nostri figli e non possiamo eticamente ragionare di rimessa. Elevare l'obbligo di istruzione fino a sedici anni, come d'altra parte già previsto in quasi tutti i Paesi europei, è stata una lungimirante previsione normativa della legge n. 296 del 2006, la prima legge finanziaria dell'ultimo Governo Prodi che, prima di cadere, stava anche predisponendo gli strumenti per renderlo effettivo. Non è corretto ragionare al ribasso perché quello che serve è migliorare il nostro sistema di istruzione e formazione professionale. Una riforma della scuola, oltre a non dover ridurre risorse, ha bisogno di tempo, di approfondita comprensione e di condivisione per andare a tagliare dove sono configurabili sprechi. Per contro, occorre investire nell'innovazione e si devono stanziare risorse per la scuola stessa. Dobbiamo pensare a realizzare una scuola bella, accogliente, che davvero sia in grado di non lasciare indietro nessuno perché, come ci insegnano i più insigni pedagogisti, nessun ragazzo è inadatto ad apprendere. Occorre, però, investire in seri progetti di alternanza scuola-lavoro, in nuove metodologie didattiche, in una forma integrata con il programma scolastico per il vero funzionamento e l'apprendimento degli studenti e non di alcuni o solo di quelli che non hanno voglia di studiare, ma di tutti. Del resto l'ISFOL, nel suo rapporto annuale, attesta che occorre investire nelle persone e nelle competenze per sconfiggere l'inattività, attraverso attività autenticamente formative quali la didattica, la teoria e la pratica dell'insegnamento. Mandare i ragazzi che non studiano a fare gli apprendisti a 15 anni non è una soluzione dinanzi al fallimento educativo che sarà sempre più evidente. Cosa dovremmo fare per i nostri 126 mila ragazzi al fine di non vederli sulle strade? Vi è uno sforzo di prospettiva per le nuove generazioni da parte di questo Governo o si seguono solamente le indicazioni di mercato, quando anche il mercato si mostra asfittico e a corto di prospettive di medio e lungo periodo? Allora, onorevoli colleghi, fermiamoci nell'operare continue scelte parziali che vanno a rendere sempre più complicato il quadro e cerchiamo di ragionare in prospettiva. Troveremo soluzioni non solo per affrontare l'emergenza, ma anche strutturali. Apriamo un serio dibattito - lo torno a ripetere - intorno al nostro sistema di istruzione, anche se so di chiedere la luna dopo le numerose scelte operate in intransigente solitudine dal Governo. Tuttavia, debbo per onestà intellettuale e per mandato rivolgervi questo ennesimo invito: fermatevi e ritirate questa disposizione .
. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, con il provvedimento che stiamo esaminando di fatto verrà modificato l'articolo 48 del decreto legislativo n. 276 del 2003 e, quindi, si modificherà anche l'articolo 1, comma 622, della legge n. 296 del 2006, comma che stabiliva che l'istruzione obbligatoria andava impartita per almeno dieci anni e l'età per l'accesso al lavoro, quindi, veniva elevata conseguentemente da 15 a 16 anni. Ricordo che a scuola accogliemmo bene il provvedimento dell'allora Ministro Fioroni e lo ritenemmo un'occasione in più per seguire la formazione dei nostri ragazzi. Ora con l'emendamento che si andrà ad approvare - e che è già stato approvato in Commissione lavoro - di fatto è stato ridotto di un anno sia il limite per l'obbligo scolastico, sia l'età minima per lavorare. Certo a ciò fa eco l'affermazione che chi non ha voglia di studiare può andare a lavorare. Tuttavia, non è così facile né così semplice. Le stesse aziende chiedono da tempo alla scuola dei giovani più preparati e i giovani possono uscire più competenti e preparati dalla scuola stessa proprio se studiano discipline quali la matematica, l'inglese, l'informatica e tutto ciò che occorre per entrare in un qualsiasi settore produttivo. In fondo, è questo che ci chiede il mondo del lavoro e non è di certo togliendo i giovani dalla scuola che li si induce poi a saper fare quanto richiesto. Al contrario, secondo noi dell'Italia dei Valori, bisogna tenere più tempo i ragazzi a scuola per farli uscire preparati e soprattutto per prepararli a quello che il mondo del lavoro ci chiede. Quindi la conoscenza di un lavoro, unita alle competenze che la scuola sa offrire, aiutano maggiormente questo processo di formazione che il mondo del lavoro stesso sta chiedendo alla scuola. Questo i componenti della Commissione lavoro e della maggioranza avrebbero dovuto tenerlo presente. In sostanza, quindi, si andrà a decretare che l'obbligo di istruzione si possa assolvere anche nei percorsi di apprendistato e, di fatto, si potrà entrare nel mondo del lavoro a 15 anni. Vi chiedo: secondo voi questo varrà come stare a scuola? Nel sistema scolastico la preoccupazione maggiore è quella di far fronte ai disagi che i ragazzi incontrano durante il proprio percorso formativo. Tali disagi spingono i ragazzi, il più delle volte, a scegliere la soluzione più semplice per loro, la più facile, vale a dire l'abbandono della scuola. I fattori di rischio che sembrano favorire l'abbandono scolastico sono riconducibili sicuramente a fattori socio-ambientali ed anche personali e familiari. Sicuramente allontanando i ragazzi dalla scuola non si dà la possibilità alla scuola stessa di affrontare e superare quelle che sono veramente le cause dell'abbandono scolastico. Quindi, consegnare i giovani di 15 anni ai sistemi formativi extrascolastici significa lasciarli da soli e con tutte le problematiche che si trascinano dietro. A nostro avviso - si tratta esattamente della posizione contraria alla vostra - bisogna aumentare l'offerta formativa, stabilire maggiori risorse per la realizzazione dei percorsi di adempimento dell'obbligo di formazione professionale, o meglio, offrire più scelte all'interno della scuola e magari perfezionare le scuole professionali e il triennio degli istituti tecnici. Non è di certo il mondo produttivo a dover risolvere il problema dell'abbandono scolastico. È la scuola che se ne è fatta sempre carico e deve continuare ad essere la scuola a mettere in atto tutte le strategie possibili per fare in modo che i ragazzi non abbandonino la scuola stessa. Con l'apprendistato si potrà prendere un titolo di studio, ma vi chiedo: due anni di lavoro potranno mai sostituire due anni trascorsi nella scuola? Alcuni hanno fatto l'esempio della scuola della Germania, noi invece facciamo l'esempio della scuola inglese che negli ultimi dieci anni ha raddoppiato la spesa per la formazione professionale, l'ha riorganizzata e ha stimolato anche le aziende stesse ad investire sulla formazione professionale. Sapete benissimo che il nostro Paese non rispetterà il Trattato di Lisbona, perché il Governo continua a tagliare le risorse destinate alla formazione e alla scuola. Vedete, la scuola ha un grande valore sociale e questo dovreste tenerlo presente. Si tratta del valore della relazione tra docente e studente, tra studenti stessi, del rispetto delle regole, della cooperazione, della collaborazione tra docenti e studenti, ma anche dell'accettazione dell'altro, del diverso ed anche di quella che chiamiamo la convivenza civile e l'educazione alla cittadinanza. Se viene approvato l'articolo 50 di certo andremo a compiere un passo indietro, perché mandare via dalla scuola un ragazzo già solo un anno prima significa negargli la possibilità di apprendere quegli elementi che gli potrebbero servire nella vita quotidiana. L'Italia dei Valori vi invita a riflettere su questo e soprattutto vi chiede di non sottrarre i ragazzi alla scuola
. Ha chiesto di parlare l'onorevole Capitanio Santolini. Colgo l'occasione per annunciare che il gruppo dell'Unione di Centro ha sostanzialmente esaurito il tempo a sua disposizione, residuando solo due minuti. Tuttavia, la Presidenza concede - su richiesta - un ampliamento dei tempi per l'esame di questo provvedimento, in ragione di un terzo di quelli originariamente previsti. L'onorevole Capitanio Santolini ha facoltà di parlare.
. Signor Presidente, cercherò di essere breve, però ci tenevo ad intervenire. Chiederei anche l'attenzione del collega Cazzola, il quale ha scritto pochi giorni fa un articolo dal quale si desume che chi si oppone ad un provvedimento del genere non ha a cuore il futuro dei ragazzi e si rifiuta di ampliare l'offerta formativa e la possibilità dei ragazzi stessi di lavorare prima piuttosto che aspettare i 16 anni per fare dei percorsi diversi. Sembrava che noi fossimo i portatori dell'antico, del vecchio, delle cose sorpassate e che non fossimo sufficientemente moderni per applicare alla lettera la legge Biagi, che, come è noto, prevede tre forme successive di apprendistato e di approfondimento di questo settore. Ciò non è vero ed è un'accusa che noi rifiutiamo perché nessuno di noi discute la serietà e la bontà dell'apprendistato e nessuno di noi si sogna di discutere la legge Biagi che, a suo tempo, abbiamo approvato. Il problema è che qui si fa una grandissima confusione e questo non aiuterà la scuola italiana. Cerco di spiegarmi: Fioroni, con un atto che noi potevamo anche discutere, ma che comunque ha ritenuto di fare, ha portato a 16 anni l'obbligo per l'istruzione. Ciò ha lasciato un buco nero di raccordo tra la formazione professionale e l'apprendistato perché non c'è stata la possibilità o il tempo o la volontà di sistemare questo comparto. Adesso succede che i relatori vogliono abbassare di un anno l'obbligo della formazione per mandarli all'apprendistato. In alcune regioni c'è la formazione professionale regionale, soprattutto nelle regioni del nord, in cui ragazzi quando escono dalla scuola media vanno direttamente a fare formazione professionale, fanno i tre anni e poi escono con un titolo. In questo caso, invece, nel sud, soprattutto nelle zone più disagiate e meno fortunate, la formazione professionale regionale non c'è. Quindi, i ragazzi sono costretti ad andare negli istituti professionali statali nazionali che sono stati cambiati con la riforma Gelmini, perché ha cancellato la qualifica dopo tre anni e, quindi, i ragazzi debbono frequentare per forza per cinque anni. Se questi ragazzi vogliono andare a fare gli apprendisti, l'istituto professionale non è una risposta, dal momento che prevede 5 anni e neanche tre. Domando all'onorevole Cazzola: come fa a scrivere sul giornale che questi ragazzi una volta che hanno frequentato un anno in una scuola qualunque - perché così scrive - a 15 anni possono andare a fare l'apprendistato? Ma è possibile che noi prevediamo per legge che i ragazzi debbano stare per un anno in una scuola qualunque, sapendo che poi la abbandoneranno perché vogliono andare a fare gli apprendisti? Quindi, noi definiamo dei ragazzi che sono ancora prima di cominciare la scuola e che si autodefiniscono come un fallimento scolastico di un anno per poi approdare all'apprendistato. Mi rendo conto che si tratta di una questione che può sembrare tecnica e molto sottile e che molti colleghi questi provvedimenti non li seguono e, quindi, non possono capire l'importanza di questo emendamento. Però, francamente ci sembra assurdo che noi prevediamo un anno di di questi ragazzi in attesa che inizino a frequentare corsi di formazione professionale. Allora noi diciamo che questo provvedimento doveva essere fatto ben diversamente, non inserendolo in una proposta che contiene di tutto e di più, con un colpo di mano. Dico ciò perché non c'è stata la possibilità di discutere e approfondire il problema, anche nelle Commissioni competenti. Quindi siamo profondamente preoccupati perché non c'è la risposta a questo anno di limbo a cui noi condanniamo i nostri ragazzi e aumentiamo pasticcio su pasticcio. Il nostro giudizio è profondamente negativo, sul metodo e sul merito .
. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boccuzzi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'approvazione di questa disposizione riporterebbe l'obbligo di istruzione verso i 14 anni, cioè alla situazione di quarant'anni fa, da cui gli impegni di Lisbona chiedevano al contrario agli Stati membri di uscire. Mentre gli altri Stati europei stanno andando verso un obbligo a 18 anni, l'Italia come i gamberi cammina all'indietro. Con questo emendamento l'obbligo di istruzione si assolverebbe anche con l'apprendistato che, come si sa, è un vero e proprio contratto di lavoro per il quale sono previste ore da dedicare alla formazione, ma che nulla ha a che vedere con un percorso scolastico. La legge n. 296 del 2006 ha spostato il limite per iniziare a lavorare dai 15 ai 16 anni, e quindi, dal momento che l'apprendistato presuppone un rapporto di lavoro al di sotto dei 16 anni, cioè dentro la fascia dell'obbligo di istruzione, non è possibile lavorare e neppure fare l'apprendista. Ora con questa disposizione si tende ad azzerare del tutto la possibilità di tenere dentro un percorso squisitamente formativo esattamente quegli studenti che, più deboli culturalmente e socialmente, hanno bisogno di acquisire saperi e competenze per uscire dalla loro iniziale condizione di emarginazione. La scuola tornerebbe ad essere così quell'ospedale che cura i sani e respinge i malati, come Don Milani già denunciò negli anni Sessanta .
. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, l'onorevole Capitanio Santolini ha chiamato in ballo un mio articolo. È molto difficile che io accusi qualcuno di non essere moderno o di non essere però voglio ricordare all'onorevole Santolini che non ho nessuna difficoltà a misurarmi anche sul piano tecnico. Voglio ricordare che questa norma - l'emendamento 50.201 della Commissione - è stata incardinata nell'articolo 48 del decreto attuativo della legge Biagi, il quale recita nel titolo: «Apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione». Se voi non aveste fatto la legge Fioroni, portando la scuola dell'obbligo a 16 anni, questo sarebbe stato un percorso per accedere alla scuola che tiene insieme un alto contenuto formativo e di lavoro, arrivando a 18 anni. Noi abbiamo fatto semplicemente una norma di raccordo, che chiama in causa le regioni, nel senso che la norma non si applica se non c'è l'intesa con le regioni e se non si sono sentite le parti sociali. Quindi, per favore, non criticate la nostra caricatura, criticate le nostre posizioni .
. Colleghi, un momento di attenzione. Onorevole Baldelli, lei si è iscritto a parlare, ma siamo giunti alle 13,30, cioè al termine che avevamo prestabilito. Prendo atto che il collega preferisce parlare alla ripresa. Grazie. Secondo le intese intercorse dobbiamo ora sospendere la seduta, che riprenderà alle ore 14,30 con il seguito dell'esame del provvedimento.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, questa notte, ad Ischia, si sono verificati scontri anche abbastanza violenti fra alcuni abitanti e le forze dell'ordine e ci sono anche stati diversi feriti. Tema del dibattere era la demolizione di un'abitazione abusiva, che dovrebbe essere rimossa in quanto non sicura secondo le forze dell'ordine. Non voglio entrare nel merito della questione, ma voglio ricordare cosa accadde in quest'Aula quando il sottosegretario Menia venne a presentarci il piano sul dissesto idrogeologico del nostro Paese. Il sottosegretario Menia parlò lungamente e io intervenni a nome del Partito democratico, ricordando al sottosegretario l'interrogazione parlamentare che avevo presentato in merito al monte Vezzi. Dopo il crollo del monte Vezzi avevo chiesto che dalla Protezione civile, guidata da Bertolaso, arrivassero finalmente i fondi per rimettere in sesto il territorio; fondi che non erano arrivati. Un anno dopo, l'interrogazione parlamentare era rimasta senza risposta e, nel frattempo, si è verificato anche il crollo di Casamicciola. È passato ulteriore tempo da quell'intervento in Aula del sottosegretario e da quel mio sollecito alla risposta all'interrogazione da me presentata. Nel frattempo, il dibattito si è aperto perché intervenne all'epoca il presidente della Commissione ambiente, l'onorevole Alessandri, il quale affermò che il problema in quelle zone non era il dissesto idrogeologico, ma l'abusivismo edilizio, sostenendo che «voi della sinistra che amministrate lì lo sapete bene». Cosa accade in questo momento? Accade che al Senato è stato presentato un emendamento ad un provvedimento in discussione in cui si prevede un condono edilizio, che naturalmente sarebbe applicabile anche ad Ischia, per tutte le case costruite prima del 2003. Chiedo alla maggioranza di mettersi d'accordo, perché da un lato la Lega ci dice che non è un problema di dissesto idrogeologico, ma che bisogna bloccare l'abusivismo, dall'altro il PdL, al Senato, sostiene che bisogna regolarizzare l'abusivismo ed approvare un condono edilizio. Soprattutto, ci sono gli amministratori locali - approfitto della presenza del sottosegretario Menia in Aula - che non hanno ancora visto un centesimo. Quindi, più che presentare un'interrogazione e sollecitarne la risposta... Adesso siamo al secondo sollecito: se al terzo sollecito si vincesse una risposta, ne formulerei anche un terzo, altrimenti ditemi voi cosa devo fare.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo solo per pregare la Presidenza di sollecitare il Ministero della giustizia a dare riscontro ad una mia interrogazione a risposta scritta presentata l'8 ottobre 2008. Si tratta di un'interrogazione relativa alla situazione di emergenza degli organici sia dei magistrati sia del personale amministrativo del tribunale dei minorenni di Venezia, che serve appunto il Triveneto. Credo che in quindici mesi, per dare riscontro ad un atto di sindacato ispettivo così importante, in una materia così delicata come quella della giustizia minorile, il Ministro, i suoi uffici avrebbero dovuto trovare il tempo per effettuarlo. Colgo l'occasione di questo sollecito per ricordare che fra due giorni nei distretti delle corti d'appello italiane si aprirà l'anno giudiziario; in particolare, sulla stampa del Veneto, il presidente della corte d'appello ha rilevato come sia drammatica la situazione degli organici del distretto della corte d'appello di Venezia, fanalino di coda sia per i magistrati in organico sia per i magistrati assegnati, in un territorio che chiede risorse umane per la giustizia civile e penale. Mi auguro che il Ministro risponda quanto prima a questa mia domanda .
. Ovviamente, la Presidenza provvederà a far pervenire al Ministro competente la giusta domanda della collega.
. Chie do di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, volevo rispondere all'onorevole Sarubbi sul tema dell'abusivismo edilizio. Spero che si tenga conto soprattutto degli abusi edilizi nelle zone protette del Paese, perché vengo da un convegno in cui abbiamo parlato di sviluppo e di innovazione, del del . Vediamo come lo scempio di costruzioni abusive ha distrutto il sud Italia, rendendolo un posto non più appetibile per il turismo internazionale per ovvie ragioni. Spero che questo ennesimo abuso non sia un incentivo a distruggere dei parchi nazionali, come, per esempio, tutte le isole Eolie, che sono patrimonio dell'Unesco, e non sia un incentivo a ricominciare con una cementificazione selvaggia e la distruzione di un patrimonio che, se salvaguardato, avrebbe una ricaduta economica positiva sul Paese. Mi riservo di prendere una posizione a questo proposito.
. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 14,30.
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Brancher, Brugger, Caparini, Casero, Cicchitto, Colucci, Cota, Craxi, Crosetto, D'Antoni, Donadi, Franceschini, Gibelli, Leo, Lo Monte, Martini, Mazzocchi, Menia, Migliavacca, Leoluca Orlando, Pescante, Roccella, Sardelli, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna.
. Riprendiamo il seguito dell'esame del disegno di legge collegato in materia di lavoro. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 49 e sono iniziati gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 50.
. Proseguiamo, quindi, con gli interventi sul complesso delle proposte emendative. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'articolo 50, con le sue proposte emendative, apre una questione che è stata già affrontata in maniera molto approfondita in Commissione, e che è tornata ad essere oggetto di attenzione da parte dell'Assemblea nel corso della discussione sulle linee generali, caratterizzando peraltro gli interventi di molti colleghi. Mi riferisco, in particolare, ad uno degli elementi che hanno attirato l'attenzione dell'opinione pubblica, dei giornali, vale a dire l'emendamento, a prima firma del relatore Cazzola, approvato dalla maggioranza in Commissione sul tema dell'apprendistato. Vi è stata una polemica abbastanza forte, da parte dell'opposizione e di una parte del sindacato, riguardo a questo argomento. Proprio in occasione della discussione sul complesso degli emendamenti, credo che sia opportuno spendere qualche parola sulla vicenda, perché vi è una questione di fondo di natura culturale, di approccio al tema, che va affrontata. Intanto lo ha già specificato l'onorevole Cazzola, in un intervento di parziale replica, questa mattina: quella di cui si discute non è una norma che cala dall'alto in maniera improvvisata; è invece una norma che si concilia, da un lato, con l'obbligo di istruzione fino al sedicesimo anno di età, e, dall'altro, con un'altra norma, già prevista nel nostro ordinamento, vale a dire quella dell'articolo 48 del decreto legislativo attuativo della delega contenuta nella legge n. 30 del 2003, ossia la cosiddetta legge Biagi. Si tratta dunque di una tipologia di apprendistato non inventata dalla maggioranza in questa occasione, ma già prevista e bene incardinata all'interno della normativa dell'articolo 48 del suddetto decreto legislativo. Di che cosa si tratta? Si tratta del fatto, signor Presidente e colleghi, che la legge cosiddetta Biagi prevede tre forme di apprendistato; nell'ambito di queste tre forme una è quella che corrisponde al diritto-dovere di istruzione e formazione: vale a dire che si contemplava già nell'impianto del decreto legislativo (in particolare, lo ripeto, nell'articolo 48), un tipo di apprendistato che fosse prevalentemente formativo rispetto agli altri apprendistati. È vero, si tratta di un contratto di apprendistato, di un contratto di lavoro, e quindi è di per sé una forma di lavoro; ma è anche vero che proprio nell'origine e nella per cui è stato previsto, questa forma di lavoro diventa veicolo e strumento essa stessa di formazione. A chi è indirizzato? Possiamo infatti parlare in linea puramente teorica di tanti argomenti, ma nel caso specifico, andando alla concretezza del fatto, abbiamo la possibilità di comprendere a chi si indirizza questa norma. Essa si indirizza, signor Presidente, ai 126 mila ragazzi tra i 14 e i 17 anni i quali si trovano nella condizione di non adempiere all'obbligo di istruzione anteriore al 16o anno di età, o perché una volta conseguito un diploma di licenza media non si iscrivono a un ciclo secondario superiore o perché, dopo aver affrontato il primo anno delle scuole superiori, abbandonano la scuola e quindi entrano in quel limbo che non vede, da un lato, l'occupabilità di questi giovani, dall'altro, impedisce loro di ottenere un diploma e un titolo di studio. Abbiamo di fronte a noi una realtà difficile, cioè un tasso di dispersione e di abbandono scolastico importante al quale bisogna pur dare una risposta. Non avendo il legislatore la facoltà di recuperare questi ragazzi in questo momento e avendo come alternative alla permanenza a casa in ozio o al lavoro nero non altro che un'ipotesi di formazione e di contratto, evidentemente quella che si percorre è la strada più realistica e anche di maggior buon senso. Crediamo di avere un tasso di abbandono importante e grave: facciamo compagnia, da questo punto di vista, nell'Unione europea, a Paesi come la Romania e la Bulgaria. Esso è pari al 5,4 per cento: si tratta di una cifra importante sulla quale riflettere. Crediamo che questa formula possa essere applicata concretamente. Teniamo presente che questo genere di contratto formativo di apprendistato previsto dalla legge Biagi non è mai stato applicato se non nella provincia di Bolzano, che pure è una provincia con delle specificità ben concrete e nella quale esiste una tradizione di avviamento al lavoro importante. Crediamo tuttavia che le regioni possano riconquistare in qualche modo un ruolo, dal momento che tale ruolo viene fatto salvo in questo caso anche - perché no? -, coinvolgendo altri attori e operatori. Penso al mondo salesiano dove c'è un grande impegno nella professionalizzazione, negli istituti professionali. Diceva Don Bosco: «l'intelligenza nelle mani dei ragazzi». Ci sono ragazzi che hanno l'intelligenza nelle mani. Dobbiamo offrire loro la possibilità di intraprendere un percorso che sia, da un lato lavorativo e, dall'altro, formativo perché non è vero e non possiamo più pensare che il lavoro non sia qualcosa di così alto, nobile e culturalmente formativo che, se concepito in una certa materia, non possa dare un titolo di studio. Questa formula, nella sua triennalità, fa conseguire un titolo di studio proprio a quei ragazzi che non lo possiedono. Abbiamo 350 mila lavoratori con la terza media, privi di altri titoli di studio. Dobbiamo trovare formule per cui questi lavoratori non solo guadagnino una professionalità sempre maggiore, ma abbiano anche la possibilità di acquisire un titolo di studio maggiore, di poter crescere e di potersi formare. Credo che, da un lato, le precisazioni dell'onorevole Cazzola siano state importanti, esemplificative e chiare, dall'altro, che si debba ristabilire su questo tema un confronto tutt'altro, che ideologico e pregiudiziale. Troppo spesso abbiamo affrontato il quadro che riguarda la formazione e il lavoro in maniera ideologica e pregiudiziale, considerando che prima ci debba essere lo studio e poi il lavoro e che in una società come la nostra non debbano interagire ed intersecarsi le strade della formazione e di una formazione continua o che quella del lavoro non possa e non debba essere una strada anch'essa utilizzabile in quanto formativa. Aggiungo ancora che un percorso di studi di alto profilo, acquisito in massa come fosse una conquista del vecchio sistema - ad esempio i percorsi liceali di massa o quelli universitari di massa spesso umanistici che spesso non danno sbocco occupazionale - rappresenta un meccanismo che purtroppo diventa una sacca all'interno della quale si crea precariato da un lato e disagio dall'altro. Crediamo, pertanto, che se è vero che il lavoro nobilita è vero altresì che insegna. Questo genere di apprendistato, in maniera assolutamente concreta, né ideologica né pregiudiziale, è un modo per fare imparare un mestiere a tanti ragazzi che, come ci dimostrano i dati, non hanno voglia di studiare, ma hanno voglia di lavorare. Bisogna poter offrire loro la possibilità di lavorare, di studiare, di formarsi e di conseguire un diploma perché troppo spesso questi ragazzi vengono abbandonati a loro stessi e come unica alternativa hanno di fronte a loro - poiché provengono da condizioni di disagio - il lavoro nero o la disoccupazione. Questa disposizione affronta dunque un tema che riguarda giovani del sud spesso provenienti da ceti disagiati, ed evidentemente si tratta di una misura che viene decisa nei confronti dei più deboli; è un qualche cosa che nell'immaginario collettivo corrisponde a qualcosa di sinistra: cogliete anche voi l'occasione per fare, ogni tanto, qualcosa di sinistra .
. Prendo atto che l'onorevole Quartiani, che aveva chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti, vi rinunzia. Nessuno altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Onorevole Cazzola, la seguiamo, ci dica.
, . Signor Presidente, sono qua, pronto, sul pezzo !
. Oltre che per l'onorevole Baldelli, c'è un applauso anche per lei.
, . La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Gatti 50.1, 50.2, 50.3, 50.4, 50.5, 50.6 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 50.200. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 50.7, Gatti 50.8 e 50.9 mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 50.201. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Ghizzoni 50.10 e Delfino 50.11, nonché sull'emendamento Paladini 50.12. Signor Presidente, a me risulta che l'emendamento Bobba 50.13 sia stato ritirato, dico bene?
. L'emendamento Bobba 50.13 non è stato ritirato ma eventualmente, qualora venisse approvato l'emendamento della Commissione, risulterebbe assorbito. La invito quindi ad esprimere il parere anche su di esso.
, . La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Bobba 50.13, altrimenti il parere è contrario. La Commissione formula, inoltre, un invito al ritiro degli emendamenti Delfino 50.14 e 50.15, altrimenti il parere è contrario. La Commissione esprime infine parere contrario sugli emendamenti Gatti 50.16, Porcino 50.17 e Damiano 50.18.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gatti 50.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, questo è un emendamento soppressivo dell'intero articolo. Si tratta di un articolo complicato che contiene, oltre alla misura su cui si sono espressi tutti i deputati che mi hanno preceduto in questa discussione, quella relativa allo spostamento indietro dell'obbligo formativo e di istruzione per i ragazzi del nostro Paese, anche un'altra serie di misure che, a mio avviso, sono allo stesso modo gravi. I primi commi dell'articolo, per esempio, sono relativi all'organizzazione delle agenzie di intermediazione del lavoro: si allarga moltissimo la possibilità che associazioni di vario genere aprano agenzie di questo tipo, generando una situazione, a mio avviso, di grande degrado e poco controllo del mercato del lavoro. Vi faccio notare che, laddove si allarga la possibilità per associazioni di diverso tipo di aprire un'agenzia di intermediazione del lavoro, viene specificato che bisogna rispettare alcuni criteri; mi sono accorta però che mancava una lettera nell'elenco dei criteri ed ho potuto constatare che si rispettano tutti i criteri, tranne il fatto di avere locali adeguati e personale adeguatamente formato per svolgere questo lavoro. Allora questo fatto mi preoccupa moltissimo. Noi abbiamo un problema nell'incrociare le necessità del mondo produttivo con quelle del lavoro nel nostro Paese, e questo non mi sembra il modo di risolverlo .
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gatti 50.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Presidente!
. Chiedo scusa: revoco l'indizione della votazione, perché l'onorevole Fioroni aveva già chiesto di intervenire. Prego, onorevole Fioroni, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto sull'emendamento 50.201 della Commissione.
. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione gli interventi del relatore e di tanti colleghi della maggioranza, che hanno parlato dell'obbligo di istruzione. A me preoccupa che in questo dibattito - credo solo per superficialità, non certo per sciatteria e non voglio pensare neanche per ignoranza, intesa come l'ignorare ciò di cui stiamo parlando - si faccia confusione: l'obbligo di istruzione che qui si abroga non è l'obbligo scolastico. Non stiamo parlando di ragazzi che sono costretti a 16 anni a stare in classe con le catene legate ai banchi, ma stiamo parlando di quel biennio che deve consentire ai nostri figli di essere posti nella condizione di avere saperi, competenze ed apprendimenti che gli assi previsti dalla Comunità europea consentono a tutti i ragazzi degli altri Paesi europei. L'obbligo di istruzione già oggi è svolto all'interno di percorsi di istruzione e formazione e nel rapporto tra scuola e lavoro. L'unica cosa certa è che questo obbligo di istruzione è un obbligo di istruzione che costa. Siamo il Paese che ha meno diplomati, meno laureati e meno giovani con qualifiche professionali. Oggi, vi assumete la responsabilità di dare ai nostri ragazzi una povertà ancora maggiore di saperi e di competenze, per renderli, domani, poveri nella vita, quando nel mercato del lavoro non avranno possibilità di svolgere alcuna attività e saranno i nuovi poveri della vita. Sapete bene che, se i nostri giovani non saranno posti in condizione di poter sperimentare insieme il sapere e il saper fare, non saranno in grado di uscire da quella disaffezione che hanno oggi e che non li porta a raggiungere quei titoli di studio che sono indispensabili. Il 21 per cento dei nostri figli, che viene disperso dall'istruzione, necessita di una scuola che non è la vostra scuola, non è la scuola che risparmia: non vi sono più i 40 milioni di euro per aiutare la sperimentazione a fare scuola anche nel mercato del lavoro; avete tolto i 240 milioni di euro che servivano per i percorsi triennali. Oggi, scegliete la strada più semplice e sostenete che il contratto di apprendistato è in grado di dare ai nostri ragazzi quei saperi e quelle competenze che gli altri Paesi europei consentono di raggiungere con 500 o 600 ore di lezione. Pensate che tutto questo si possa fare modificando una norma, un provvedimento collegato che riguarda il lavoro, senza metterci neanche una lira. Questa è la scuola che domani renderà i nostri figli disoccupati e ancora più poveri. In quest'Aula, due anni e mezzo fa, abbiamo commemorato due ragazzi di quindici anni che erano morti in un sottoscala, mentre svolgevano un particolare tipo di apprendistato: producevano materassi per due euro al giorno. In quell'occasione, abbiamo detto che quella non poteva essere la prospettiva per i nostri figli. Oggi, imbocchiamo una china pericolosa, perché non vogliamo dare le risorse all'istruzione, affinché ciò possa avvenire. Il semplice fatto che si privino i nostri figli dell'istruzione con un provvedimento fatto e voluto dal Ministero del lavoro e dal Ministero dell'economia, senza che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca possa dire una sola parola, e senza che abbia la capacità di impegnarsi perché a quei ragazzi di quindici e sedici anni venga dato ciò che gli altri Paesi europei danno, rappresenta un'involuzione del nostro progresso civile e sociale. Che ciò avvenga nell'indifferenza generale, forse, farà guadagnare a qualcuno qualche lira in più, ma toglierà un altro pezzo di futuro ai vostri figli. Pensateci, mentre approvate questo scempio !
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, l'emendamento della Commissione in oggetto segnala un problema vero - quasi 130 mila ragazzi sotto i sedici anni sono fuori dalla scuola e non sono al lavoro -, ma ne dà una soluzione poco meditata, sbagliata ed inefficace. Vorrei ricordare all'onorevole Baldelli che già con il comma 622 della legge finanziaria sono stati introdotti percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, peraltro sperimentati solo in cinque regioni, nelle quali la dispersione scolastica è stata ridotta significativamente.
. La invito a concludere.
. Peccato che quei percorsi siano stati, in parte, definanziati da questo Governo e che non si sia proseguito su quella strada. Adesso, con 120 ore di formazione, si vorrebbe far conseguire l'obbligo scolastico. È veramente una soluzione inaccettabile e sbagliata, un modo di affrontare un problema vero senza una risorsa in più. Non si può percorrere questa strada
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà, per un minuto.
. Signor Presidente, vorrei ricordare all'onorevole Cazzola che non stiamo parlando di formazione professionale demandata alle regioni, ma stiamo parlando di istruzione, di obbligo di istruzione Stiamo togliendo ai nostri ragazzi questo. Come ha detto anche poco fa l'onorevole Fioroni, noi stiamo togliendo ciò che in tutta l'Europa viene dato. Vi sono molte altre strade, come l'alternanza scuola-lavoro o nuove metodologie didattiche. Vi è la possibilità di recuperare questi ragazzi! Nessun ragazzo è incapace di apprendere, se frequenta la scuola giusta, se vi è una scuola in cui vogliamo investire: questo è il nostro futuro.
. La invito a concludere.
. Colleghi, un anno fa ho presentato, ad esempio, un ordine del giorno, che è stato accolto dal Governo, concernente una nuova metodologia didattica: l'apprendimento-servizio. Possiamo sviluppare tante soluzioni, davvero, non rendiamoci responsabili di questo
. Avverto che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Come da prassi, tuttavia, sarà consentito ai deputati appartenenti a tale gruppo di svolgere brevi interventi della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, al problema vero della dispersione scolastica qui si dà una soluzione peggiore del male: aboliamo un anno di scuola e buonanotte. Lo scopo non dichiarato è quello di ridurre, senza se e senza ma, l'offerta scolastica, anziché provare a migliorarla e a renderla più adeguata ai ragazzi in fuga dalla scuola. Si riesce a far discutere a vanvera il Parlamento e i giornali di una alternanza tra scuola e lavoro che è strutturalmente priva di adeguata legislazione e finanziamento e quindi non esisterà mai nella realtà, rivelando che questo provvedimento è l'ennesima bufala ideologica, atta a mascherare la riduzione della spesa pubblica dell'istruzione. Per fortuna, le famiglie e molte realtà educative pubbliche e private, specialmente quelle strutturalmente più vicine ai ragazzi in difficoltà con la scuola dell'obbligo, come i Salesiani di cui parlava l'onorevole Baldelli, sanno bene che ogni battaglia contro la dispersione scolastica richiede maggiori, non minori, risorse e controlli pubblici e non cadono perciò in questa trappola. Non ci cadiamo neanche noi, che voteremo contro.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, abbiamo già espresso con l'intervento della collega Capitanio Santolini il nostro punto di vista. Riteniamo che sia estremamente incongruo l'utilizzo di un provvedimento in cui si affronta una materia diversa inserendovi un argomento dalle implicazioni e dai risvolti educativi, culturali e sociali di grande rilevanza. Riteniamo anche che sia scorretto avviare un argomento di questa dimensione senza una preventiva discussione e un approfondimento nelle Commissioni di cui fanno parte parlamentari competenti, anche senza una serie di audizioni, che aiuterebbero a capire meglio il problema. Non neghiamo nel merito la questione. Sappiamo che in Europa e in Italia, ad esempio nella provincia di Bolzano, vi sono delle esperienze dove il contratto di apprendistato è collegato in modo organico al percorso della formazione professionale. Riteniamo, quindi, che non si possa dare un messaggio che potrebbe risultare negativo rispetto alla crescente domanda di istruzione e di formazione di cui il nostro Paese ha bisogno per mobilitare al massimo il suo capitale umano. Altro problema, invece, sarebbe stato affrontare questa tematica nell'ambito del riordino del sistema educativo, di istruzione e di formazione, creando, come abbiamo sempre sostenuto, un sistema flessibile e aperto, che consenta a tutti di sentirsi a proprio agio e nella condizione di poter realizzare la propria vocazione. Concludo, signor Presidente, esprimendo il nostro accordo all'assolvimento dell'obbligo nell'istruzione e nella formazione, ma non riteniamo che questo emendamento dia le garanzie di percorsi formativi adeguati.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, il collega Baldelli poco fa ha citato i ragazzi che hanno l'intelligenza nelle mani e ha sostenuto che il nostro approccio ideologico impedirebbe loro di acquisire un titolo. Il problema, collega, non è tanto quello di acquisire un titolo, quanto di permettere a tutti questi ragazzi, a sedici anni, di acquisire competenze e saperi che sono fondamentali per la loro vita adulta, che si gioca nella società della conoscenza, dove le mani sono importanti, ma non sono sufficienti. Allora, per «fare qualcosa di sinistra», collega, dovremmo assolutamente stralciare questa norma e insieme riscrivere un progetto alternativo, per consentire davvero pari opportunità di formazione e di istruzione, e ci dovremmo mettere anche un po' di risorse. Non vi chiedo un gesto di sinistra, ma uno di coerenza.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, non abuserò del tempo a disposizione dei colleghi. Voglio solo ricordare che su questo argomento la Camera sarà anche investita di un ordine del giorno, che reca la firma di tutti i membri del Comitato dei nove, a maggiore garanzia dell'operazione che si sta compiendo. Tuttavia, voglio ricordare ai colleghi che la maggioranza di centrodestra ha già fatto la riforma della legge Biagi. Si tratta di una riforma che prefigura tre gradi di apprendistato: un primo livello di apprendistato per l'espletamento dell'obbligo di istruzione e formazione (e non parlo, onorevole Fioroni, di obbligo scolastico, ma di obbligo di istruzione e formazione, come è scritto nel titolo dell'articolo 48); un secondo livello, che è l'apprendistato professionalizzante; infine, un terzo livello, che è l'apprendistato di alta formazione, che può portare il lavoratore giovane non solo ad acquisire un diploma di qualifica, ma addirittura ad una laurea e al dottorato di ricerca. Questa è la riforma che ha fatto il Governo di centrodestra, questa è la riforma della legge Biagi! Voglio aggiungere che se lei non si fosse messo di traverso, con questi due anni che non hanno portato a nulla, probabilmente il giovane avrebbe avuto maggiori vantaggi .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Coscia. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, devo dire che mi dispiace ancora una volta che l'onorevole Cazzola cerchi di mischiare le carte su un tema che è di una delicatezza straordinaria, perché stiamo parlando di ragazzi di 15 anni, che devono avere pari opportunità insieme agli altri. Si tratta, per lo più, di ragazzi che vivono in famiglie con varie problematiche e, magari, anche loro hanno dei problemi. Dunque, come si risolve il problema? Assecondando la loro fuga dalla scuola o lavorando perché si trovino le condizioni di percorsi formativi anche individualizzati per riportarli a fare quello che la loro età richiede e non di andare in un contesto di lavoro? A quell'età i ragazzi non devono lavorare ma, semmai, devono avere l'opportunità di mettere insieme i saperi e i saper fare e di poter sviluppare tutte le loro intelligenze. In caso contrario viene messo in discussione il loro futuro. Di questo stiamo parlando e, dunque, mi appello di nuovo ai colleghi, perché siano pienamente consapevoli che stiamo parlando di questo.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, l'esperienza di oggi in Aula mi fa compiere un curioso viaggio tra il passato e il presente. Nel passato non posso dimenticare che la minaccia peggiore che si faceva e che era nelle mani dei genitori contro il ragazzo che non voleva studiare a 15 anni era: «ti mando a lavorare!». Era una minaccia per dire che avrebbe interrotto il privilegio di continuare a studiare! La seconda è che, come direttore dell'istituto di cultura di New York, il governatore dello stato di New York mi chiamò a far parte del scolastico per quello Stato . Lo chiamava...
. Onorevoli colleghi, per cortesia. Mi scusi, onorevole Colombo, deve avere il diritto di poter terminare il suo intervento. L'onorevole Colombo sta svolgendo il suo intervento. Se qualcuno vuole dissentire, può alzare la mano e chiedere la parola. Può proseguire il suo intervento, onorevole Colombo.
. Signor Presidente, stavo dicendo che il governatore Cuomo lo chiamava il italiano. Era fatto - e per questo chiedeva la partecipazione del direttore dell'IIC, l'Istituto italiano di cultura - per incentivare gli studenti di di New York a non abbandonare la scuola a 15 anni, usando lo strumento del liceo classico italiano da inserire nel delle scuole medie americane. L'abbandono della scuola è sempre stato visto come un pericolo. È impossibile che una destra voglia realizzare questa idea di ragazzi nelle strade a 15 anni. È impossibile.
, . Ma ci sono adesso i ragazzi per strada! Vatti a fare un giro a Scampia!
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pes. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, voglio sollevare l'attenzione solo su un altro punto di riflessione. Parlate di scuola europea e sostenete la necessità di lasciare l'obbligo scolastico a 16 anni. L'Europa ci chiede di preparare i ragazzi e di attribuire loro dei profili di uscita che sono fondamentali per l'Europa e per il Trattato di Lisbona. Con l'introduzione dell'apprendistato inserito in questo modo, ossia con la possibilità di far andare i ragazzi a lavorare a 15 anni, non garantite questi profili di uscita e mettete così la scuola italiana nelle condizioni di fare in modo che cresca una categoria di paria a soli 15 anni
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, volevo soltanto chiedere ai colleghi se hanno letto l'ultimo rapporto Isfol, dove si parla dell'apprendistato e degli scarsissimi risultati che sta dando e del fatto che solo il 17 per cento delle persone in apprendistato riceve una formazione e che questi contratti arrivano raramente alla qualifica. Ci stiamo assumendo una responsabilità gravissima: stiamo dicendo che esiste un modo per essere poveri in questo Paese e rispetto alla dispersione scolastica stiamo alzando le braccia. Questa è una vergogna !
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei dire al relatore che ha fatto riferimento alla legge Biagi - legge discutibile per molte parti ed utile per altre - che c'è una contraddizione in quello che sta facendo questo Governo. Infatti, da una parte, avete chiesto che la formazione professionale risulti capace di assolvere all'obbligo scolastico (formazione professionale alle regioni e quindi potenziamento e qualificazione). Giusta o sbagliata che sia questa è una realtà. Non si capisce per quale motivo dobbiate però adesso pensare a un gradino sotto, ossia scegliere di nuovo la strada per i tagliati fuori. È contraddittorio rispetto alle vostre scelte, signor sottosegretario, non rispetto all'idea del Partito Democratico. Infatti ancora una volta abbassate il livello sociale di un gradino, dopo che avete tentato di innalzarlo. Vorrei che faceste chiarezza tra di voi, a meno che non abbiate in mente il fatto che i ricchi abbiano una scuola e i poveri, come sempre, è meglio che siano tagliati fuori
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo per dire che l'Italia è uno dei Paesi in cui c'è maggiore diseguaglianza e quella più iniqua è proprio la difficoltà nell'accesso al sapere. Questo Governo, che già sta smantellando in modo drammatico la scuola pubblica, con questo articolo non fa altro che procedere in tale direzione. Infatti, state indebolendo sino a farlo quasi scomparire l'obbligo formativo. Cos'altro è, se non lo smantellamento e la cancellazione dell'obbligo formativo, il permettere di farlo in apprendistato? Altro che promozione del merito e pari opportunità di cui vi riempite costantemente la bocca nei giornali, qui dentro e fuori. Inoltre, sapete benissimo che quei ragazzi e quelle ragazze, a cui questa norma incivile è rivolta, sono i ragazzi più fragili, sia come contesto che come strumenti a loro disposizione. Con questa norma state bloccando definitivamente l'ascensore sociale e qualunque possibilità di mobilità sociale e state condannando e abbandonando centinaia di migliaia di giovani al loro destino
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà. Avverto che anche il gruppo dell'Italia dei Valori esaurisce con questo intervento il tempo a sua disposizione. La Presidenza concede, su richiesta, un ampliamento dei tempi per l'esame di questo provvedimento al gruppo dell'Italia dei Valori in ragione di un terzo di quello originariamente previsto.
. Signor Presidente, voglio solo fornire alcuni dati a conferma anche di quello che ha sostenuto poco fa l'onorevole Gatti. Si tratta di dati importanti. L'Isfol, l'istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, ha certificato che attualmente solo il 17 per cento dei ragazzi apprendisti svolge l'attività di formazione esterna, peraltro obbligatoria, oltre a lavorare. Gli altri lavorano e basta. I contratti di apprendistato nelle forme oggi previste sono stati 644 mila nel 2008 e rappresentano uno dei più tradizionali strumenti di ingresso nel mercato del lavoro, anche perché consentono ai datori di lavoro consistenti vantaggi. Si possono inquadrare i giovani a livelli retributivi più bassi rispetto al lavoro effettivamente svolto e godere di forti sgravi contributivi. I nostri ragazzi, lontani dalla scuola, lo riconfermo, saranno lasciati soli con tutte le problematiche che si trascinano
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, vorrei rivolgere solo una domanda in venti secondi. Si rende conto il Governo che - quando andrà bene - questo provvedimento favorirà solo l'anticipo di un anno dell'ingresso al sud di molti ragazzi nel mondo del lavoro nero ?
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, ho trovato molto interessante un intervento dell'onorevole Ghizzoni sul tema del talento che non può stare solo nel cervello e nelle mani, ma è il tema di una formazione completa. L'accusa che trovo più sbagliata, tra quelle rivolte ai colleghi del Partito Democratico e delle opposizioni, è di uno schema ideologico in questa contestazione. Lo schema ideologico sta in una privatizzazione integrale, che questo provvedimento sottende, dei tribunali, del precariato e oggi di questo tema delicato della scuola, signor Presidente. La privatizzazione integrale di uno Stato è una grande questione. Mi rivolgo ad alcuni colleghi del centrodestra che sul tema dello Stato, della comunità, della Nazione e della formazione hanno svolto importanti riflessioni. Vorrei che almeno su questo tema trovassero il modo - astenendosi o votando a favore - di manifestare il dissenso su una questione non riducibile a un tema di schieramento tra maggioranza e opposizioni .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, sono sorpreso dall'approccio ideologico dell'onorevole Cazzola. Il problema che abbiamo in Italia come economia e come scuola: un ritardo grave sui nuovi saperi. Non è adeguato il nostro mondo della produzione, non è adeguata la nostra scuola. Pensare che l'istruzione, come ha detto lei, assolve l'obbligo con l'apprendistato? Significa negare il futuro al nostro Paese!
. Onorevole Lulli, la prego di concludere.
. Questo è il punto più delicato e più grave, perché voi congelate questa situazione. È vero che c'è chi ha l'intelligenza nelle proprie mani, ma il problema di oggi è che dobbiamo, per le nostre mani e per le nostre teste, avere possesso dei nuovi processi di sviluppo, cosa che non abbiamo .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Froner. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, volevo sottolineare anch'io, come i miei colleghi, come sia anomalo quanto viene sostenuto dalle richieste della maggioranza, in quanto il 40 per cento dei ragazzi italiani che hanno solo la terza media lavora solamente in modo precario oppure è condannato alla disoccupazione, mentre allo stesso tempo abbiamo bisogno di 100 mila dipendenti specializzati e qualificati, secondo anche i dati di Confindustria e siamo costretti a cercarli all'estero. Allora è chiaro che, per migliorare la formazione dei nostri ragazzi, c'è bisogno almeno di alcune decine di migliaia di euro che voi non solo non mettete a disposizione, ma togliete ai nostri ragazzi e alla loro possibilità per il futuro .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, intervengo per un minuto per dire che può essere molto pericoloso immaginare di abbassare l'età scolastica in questo modo se ci si ricorda di quante persone con limiti cognitivi o anche di espressività molte volte vengono facilmente dai genitori spinte al lavoro piuttosto che facendole condividere o socializzare in un percorso scolastico e, quindi, facendole evolvere. Per questo dico che occorre una attenzione particolare anche ai cosiddetti famosi «mattacchioni» che poco tali sono, ma che dentro la scuola trovano servizi e strutture che in altre situazioni non potrebbero mai trovare .
. Passiamo ai voti. Avverto che, ove fosse approvato l'emendamento 50.201 della Commissione, risulterebbero assorbiti gli identici emendamenti Ghizzoni 50.10 e Delfino 50.11, nonché preclusi gli emendamenti Paladini 50.12, Bobba 50.13, Delfino 50.14 e Delfino 50.15. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 50.201 della Commissione, accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Signor Presidente! Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
. Sta bene. Revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Gatti, ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, intervengo velocemente, so che i tempi sono esauriti. Volevo dire a tutti che con questo emendamento noi chiediamo che venga cancellata la norma della finanziaria che ha reinserito la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato. Caro onorevole Cazzola, su questa soppressione era stata d'accordo anche la Confindustria e tutti i sindacati. Non capisco il perché di questa protervia: è una forma di lavoro veramente poco civile.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 50.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Signor Presidente, intervengo solo per consegnare alla riflessione della maggioranza che il Ministro dell'istruzione si sarà trovato sul tavolo in questi giorni il rinnovo, con la provincia di Bolzano e con la scuola di lingua tedesca, di un percorso quinquennale di apprendistato. In quella convenzione - già approvata in precedenza e che dovrà essere rinnovata - ci sono le risorse, i contenuti e i metodi per aiutare a combattere la dispersione scolastica, non rinunciando a dare ai nostri ragazzi apprendimenti e competenze che tutti gli altri colleghi europei avranno. C'è un limite, però: quella convenzione costa. La provincia di Bolzano ci ha messo i soldi, lo Stato italiano fino a ieri i soldi ce li ha messi, speriamo che continui a farlo. L'onorevole Cazzola deve sapere che questo non è mettersi di traverso, è evitare che i ragazzi di Bolzano possano vivere queste esperienze mentre i ragazzi italiani possono avere magari solo un lavoro, mal pagato, poco pagato, per pochi anni, e rimanere ignoranti di quelle competenze che potrebbero dare loro il futuro lavoro della vita .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, considerato che la provincia di Bolzano viene spesso citata come esempio, solo per aggiungere che la stessa provincia ha una scuola professionale pubblica da sempre, non istituita solo ed esclusivamente rispetto ai percorsi di apprendistato. L'apprendistato, da sempre, quindi anche prima del decreto legislativo n. 276 del 2003 e prima dell'obbligo di istruzione e formazione professionale, ha sempre previsto l'obbligo di formazione nei percorsi di apprendistato fuori dall'azienda, in una scuola di formazione professionale pubblica. Dunque, tutti i contratti di apprendistato, da sempre, prevedono anche l'obbligo di formazione extra aziendale in una scuola pubblica .
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 50, nel testo emendato. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 51 e delle proposte emendative ad esso presentate . Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Gatti 51.1 e Paladini 51.2, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Lo Presti 51.3. Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Damiano 51.4.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Gatti 51.1 e Paladini 51.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Chiedo di parlare.
. Scusate colleghi, revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Lo Presti, ne ha facoltà.
. Signor Presidente, io posso anche ritirare il mio emendamento, come in effetti farò, però volevo sottolineare all'Aula che si tratta di un emendamento che raccoglie il parere del Comitato per la legislazione e che mira sostanzialmente a migliorare la tecnica legislativa che in questo caso è stata usata in modo inappropriato. Vorrei richiamare l'attenzione soltanto sul fatto che l'emendamento non ha un contenuto che stravolge la norma prevista dal Governo, ma serve semplicemente a invertire la tecnica perché noi, in questo caso, interveniamo con una norma per modificare un regolamento. Sarebbe più opportuno che si autorizzasse il Governo a modificare il regolamento ed è questo il senso dell'emendamento. Accedo ovviamente all'invito al ritiro formulato dal relatore, tuttavia voglio sottolineare questo aspetto in quanto servirebbe un po' più di attenzione per migliorare la tecnica legislativa nel suo complesso .
. Prendo atto che l'emendamento Lo Presti 51.3 è stato ritirato. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 51.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 52 e delle identiche proposte emendative ad esso presentate Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Damiano 52.1, Delfino 52.2 e Porcino 52.3.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Poiché sono stati presentati tre emendamenti interamente soppressivi dell'articolo 52, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo. Passiamo quindi alla votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, vorrei sottolineare come in questo articolo, così come nell'articolo 34, si cambiano le sanzioni per chi ha usato male una forma di lavoro, in questo caso le collaborazioni coordinate e continuative. Quindi, il datore di lavoro, che entro il 30 settembre ha offerto un rapporto di lavoro subordinato al lavoratore, se la cava versando da due a sei mensilità. Qui però i punti critici sono due: la data assolutamente illogica del 30 settembre che crea discriminazioni e, inoltre, è da sottolineare che il rapporto di lavoro di natura subordinata non per forza è un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Ciò significa che, ancora una volta come purtroppo mi pare vada di moda in questo periodo, si rischia di intervenire su giudizi in corso .
. Passiamo ai voti. Ricordo che, essendo stati presentati tre emendamenti interamente soppressivi dell'articolo 52, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 52. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate . Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dell'emendamento 29.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e del suo emendamento 29.200. Per quanto riguarda la questione che in qualche modo ha impedito alla Camera di votare ieri il suddetto articolo ed i suoi emendamenti, cioè il problema delle altre categorie che sono escluse dal provvedimento, verrà presentato un ordine del giorno che sollecita il Governo a rimediare a questo inconveniente entro trenta giorni e di cui parleremo quando si passerà all'esame degli ordini del giorno.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
. Passiamo alla votazione dell'emendamento 29.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, visto che è una questione molto delicata, vorrei gentilmente sottoporre a lei e ai colleghi onorevoli tale questione, che per noi è molto importante. Noi non siamo contrari agli allineamenti, alla qualificazione del personale e alla eliminazione della disomogeneità nelle forze di polizia, però qui bisogna parlare di metodo. Infatti, è incomprensibile come in questo articolato si possa parlare di questa disciplina e delle discipline di cui abbiamo parlato in questi giorni, lavori usuranti e misure contro il lavoro sommerso, inserendo un articolo riguardante le aspettative e l'avanzamento degli ufficiali dell'Arma. Come è noto, tale argomento è oggetto di esame della Commissione difesa, dove si stanno discutendo tutti i progetti sul riordino delle carriere. Ora è veramente singolare che vi presentiate in Aula con una vera e propria riforma degli ufficiali dell'Arma, ma solo degli ufficiali dell'Arma, dimenticandovi che da mesi si sta lavorando per riallineare tutti i comparti, ma soprattutto i ruoli. Da anni gli agenti aspettano il VI livello, insieme ai colleghi carabinieri, della forestale, della polizia penitenziaria e della Guardia di finanza. Da anni si aspetta la riforma dei sovrintendenti, degli ispettori, dei brigadieri e dei marescialli, che attendono le unificazioni, gli avanzamenti, ma vedo che a questi ruoli non si è pensato oggi in quest'Aula, come non si è pensato che questo modo di procedere da furbetti del quartiere è l'ideale per creare tensioni, rivalità, incomprensioni, demotivazione tra i vari ruoli e le varie forze di polizia. Nessuna considerazione e nessuna sollecitudine per taluni ruoli e invece tanta per altri, cioè per gli ufficiali. Ma non c'è solo questo: questa questione è nota anche all'interno dello stesso ruolo. Esiste da anni una discriminazione e un pregiudizio tra ruolo ordinario e ruolo speciale. Ebbene, anche questa volta si vuole perpetrare l'ennesima beffa tra gli stessi ufficiali, di serie A e di serie B, poiché a uguali mansioni, uguali incarichi e uguali responsabilità corrisponde un avanzamento diverso, perché figli di un Dio minore. Al comma 5, si sostiene che gli ordinari debbano essere promossi da capitano a maggiore in sette anni, precedentemente in nove anni, mentre per il ruolo speciale si prevede la riduzione da dodici a dieci anni. La stessa differenza... Capisco che non vi interessa, lo comprendo...
. Onorevole Paladini, si rivolga al Presidente. Ha ancora 1 minuto e 45 secondi a disposizione.
. Comprendo che non interessa. Signor Presidente, questa è una marchetta molto importante. Così deve essere chiamata, con termine tecnico. Caro Presidente, il ruolo speciale è composto da 1.500 ufficiali dell'Arma e vi è analoga composizione per quello ordinario; quindi, è moralmente ingiusto continuare in questo modo, premesso che tutti i partecipanti al ruolo speciale provengono dai marescialli e dagli ufficiali di complemento. Nell'articolato, poi, si eliminano gli avanzamenti per merito comparativo, prevedendo solo l'assoluto, e cioè l'anzianità, creando così problemi anche con le altre forze di polizia. I COCER si sono dichiarati contrari a questo, ma comprendo, perché questo provvedimento è stato preparato dal legislativo dell'Arma, per cui non interessa l'omogeneità tra le varie forze di polizia. Questa marchetta, così come l'ho chiamata, è inaccettabile, signor Presidente. Se vi fosse solo il minimo buon senso, questo articolato andrebbe stralciato e inviato alla Commissione di competenza, affinché questo Parlamento faccia da legislatore in una materia delicata nell'interesse del Paese e delle forze di polizia, che devono avere la stessa attenzione, ma penso che opterete per la solita soluzione pasticciata, presentando un ordine del giorno .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rugghia. Ne ha facoltà per un minuto.
. Signor Presidente, con un minuto è un po' difficile intervenire in maniera organica sulla vicenda. Voglio dire solo questo: ci aspettavamo di più dal relatore dopo l'accantonamento dell'articolo 29. Continuiamo a ritenere che sia necessario lo stralcio del comma 5 per molte delle ragioni che ha sostenuto efficacemente il collega che mi ha preceduto. Non si può pensare soltanto alle condizioni migliori per determinare l'aumento di grado degli ufficiali dei carabinieri, se non si tiene in considerazione una situazione che riguarda non soltanto i carabinieri, ma anche le altre Forze armate, la Guardia di finanza e la Polizia di Stato. Ogni situazione, infatti, è diversa dall'altra: vi sono molti disallineamenti e vi sarebbe bisogno di garantire condizioni di parità. Vi è una legge, e concludo, di cui è stato avviato l'iter in questo Parlamento: quella sul riordino delle carriere. Sarebbe stato opportuno trasferire lì tutta questa materia per una discussione organica; così non è stato fatto, perché si vuole procedere in un modo che non garantisce l'equità, ma crea soltanto, ancora di più, delle disuguaglianze .
. Approfitto dell'occasione per salutare una delegazione di parlamentari indonesiani, accompagnati dall'ambasciatore indonesiano a Roma, Mohamad Oemar, che sta assistendo ai nostri lavori . Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame dell'articolo 47 e delle proposte emendative ad esso presentate . Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il parere che è in distribuzione, con il quale ha riesaminato l'articolo 47 ed ha espresso una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Tale condizione sarà posta in votazione, ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, come emendamento 47.301. Risulta conseguentemente revocata la condizione espressa con il parere reso in data 26 gennaio 2010, che era volta alla soppressione dell'articolo 47, e pertanto l'emendamento 47.300 non sarà posto in votazione. Nessun chiedendo di parlare sull'articolo 47 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
, . Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 47.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Ringrazio la Commissione bilancio ed il Ministero dell'economia e delle finanze.
. Passiamo alla votazione dell'emendamento 47.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, che recita: «, fermo restando che, in tal caso, non è dovuta la prestazione economica di malattia a carico dell'ente previdenziale». Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 47.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Avverto che l'ordine del giorno Moffa n. 9/1441--C/1 deve intendersi a prima firma dell'onorevole Cazzola. Avverto inoltre che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento in esame, l'ordine del giorno Angeli n. 9/1441--C/24 in materia di assunzione di ispettori del Corpo forestale dello Stato. L'onorevole De Biasi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1441--C/19.
. Signor Presidente, sarò davvero brevissima. Vorrei soltanto esprimere molta soddisfazione e ringraziare le colleghe della maggioranza, l'onorevole Milanato e l'onorevole Pelino, e l'onorevole Sesa Amici del gruppo del PD, perché con me hanno rappresentato l'idea di una specificità ed un'autonomia delle pari opportunità fra uomini e donne all'interno del Comitato di garanzia che viene previsto nella legge. Mi sembra un passo in avanti molto importante, che sancisce che le donne non sono una debolezza fra le altre, ma sono una forza ed un'autonomia nella società .
. L'onorevole Pedoto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1441--C/29.
. Signor Presidente, vorrei chiedere al Governo e al relatore di rivedere la loro posizione nei riguardi dei dirigenti medici universitari. Ricordo che i medici universitari hanno gli stessi doveri dei loro colleghi medici ospedalieri, uno stato giuridico diverso e in più compiti di didattica e di ricerca oltre a quelli di assistenza. Ribadisco che, ove non venisse accettato questo ordine del giorno, costoro saranno fuori e si verificherà la situazione della quale si è già parlato ampiamente in quest'Aula per cui, all'interno di una stessa struttura, due colleghi coetanei, uno ospedaliero, l'altro universitario, andranno in pensione il primo a settant'anni e il secondo a cinquantotto.
. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
, . Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Cazzola n. 9/1441--C/1, a condizione che il dispositivo sia rimodulato nel senso di impegnare il Governo a tener conto dell'esperienza di AlmaLaurea al fine di una possibile collaborazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441--C/2 ed invita al ritiro dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1441--C/3, altrimenti il parere è contrario, anche perché si tratta di una competenza regionale. Il Governo accetta gli ordini del giorno Frassinetti n. 9/1441--C/4 e Mattesini n. 9/1441--C/5. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/1441--C/6 e non accetta l'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/1441--C/7. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1441--C/8, a condizione che il dispositivo sia riformulato come segue: «impegna il Governo ad operare sulla scia della decisione dell'assemblea CESE al fine di evitare che la flessibilità si trasformi in precarietà anche attraverso un'organica riforma degli ammortizzatori sociali». È una rimodulazione peraltro concordata. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Damiano n. 9/1441--C/9.
. C'è uno scambio di amorosi sensi tra l'onorevole Damiano e il sottosegretario...
, . Il Governo accetta l'ordine del giorno Rampi n. 9/1441--C/10, a condizione che il primo capoverso del dispositivo sia riformulato come segue: «impegna il Governo a rafforzare le iniziative per sostenere l'effettiva promozione delle pari opportunità delle donne nei luoghi di lavoro, consentendo, peraltro, di raggiungere in tempi brevi gli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona». Il Governo si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Moffa n. 9/1441--C/11, perché si tratta di un ordine del giorno molto articolato e complesso. Mi permetto soltanto una battuta, se mi consente, signor Presidente. Il Governo è consapevole di avere, a volte, limiti che sconfinano nell'ignoranza, ma non ignora né il Titolo V della Costituzione né la differenza tra le parole «può» e «deve». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Delfino n. 9/1441--C/12 e non accetta l'ordine del giorno Compagnon n. 9/1441--C/13. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ciccanti n. 9/1441--C/14 ed accetta gli ordini del giorno Poli n. 9/1441--C/15 e Tassone n. 9/1441--C/16. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Capitanio Santolini n. 9/1441--C/17 e Codurelli n. 9/1441--C/18. Il Governo accetta l'ordine del giorno De Biasi n. 9/1441--C/19 ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno De Camillis n. 9/1441--C/20, Miotto n. 9/1441--C/21 e Lenzi n. 9/1441--C/22. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fedriga n. 9/1441--C/23, purché riformulato espungendo dal dispositivo il riferimento al termine di trenta giorni, che ritiene non sia usuale, anche perché non si tratterebbe di un termine perentorio. Il Governo accetta gli ordini del giorno Marinello n. 9/1441--C/25, Duilio n. 9/1441--C/26, Follegot n. 9/1441--C/27 e Rugghia n. 9/1441--C/28. Infine, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pedoto n. 9/1441--C/29.
. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cazzola n. 9/1441--C/1, accettato dal Governo, purché riformulato, e che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441--C/2, accettato dal Governo. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1441--C/3, formulato dal Governo.
. Signor Presidente, avevo concordato in via informale con il sottosegretario Viespoli una soluzione diversa, che mi pare però non sia stata accolta.
. Sottosegretario Viespoli, la prego di prestare attenzione.
. Come dicevo, in via informale avevo segnalato al sottosegretario Viespoli una modifica del dispositivo dell'ordine del giorno da me presentato, ma mi pare che l'osservazione che ha fatto è di totale reiezione dell'ordine del giorno stesso. Se è così, insisto per la votazione.
. Il Governo?
, . Signor Presidente, se formalizziamo la modifica di cui abbiamo discusso in via informale...
. Sottosegretario Viespoli, deve essere lei a proporre la riformulazione.
, . Signor Presidente, ho già proposto la riformulazione...
. Sì, ma la deve proporre all'Assemblea.
, . La proposta di riformulazione rispetto al dispositivo dell'ordine del giorno in esame è quella di impegnare il Governo ad aprire un tavolo con le regioni, al fine di dare indicazioni alle ASL per individuare le misure organizzative onde evitare di disperdere il patrimonio di lavoratori per i quali sono scaduti i contratti a tempo determinato.
. Sta bene. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1441--C/3, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Frassinetti n. 9/1441--C/4 e Mattesini n. 9/1441--C/5, accettati dal Governo. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/1441--C/6, accolto dal Governo come raccomandazione.
. Signor Presidente, accetto l'accoglimento come raccomandazione da parte del Governo e non insisto per la votazione, ma a tale riguardo intendo solamente esprimere tutta la mia completa insoddisfazione per questa decisione.
. Sta bene. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/1441--C/7, non accettato dal Governo.
. Signor Presidente, l'ordine del giorno che abbiamo presentato e che purtroppo il Governo non ha accettato mirava a sostenere la scuola pubblica soprattutto con maggiori risorse per evitare proprio la dispersione scolastica, ad aumentare le spese per la formazione professionale e a stimolare le imprese ad investire proprio sulla scuola. Purtroppo abbiamo provato a farvi riflettere, ma non ci siamo riusciti: ve ne assumerete tutte le responsabilità, ma soprattutto vi accorgerete che la scelta è sbagliata e che ad essere penalizzati saranno propri i ragazzi che appartengono alle aree più disagiate, ed in particolare alle classi più svantaggiate. State commettendo un errore e quindi, signor Presidente, insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/1441--C/7.
. Sta bene. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/1441--C/7, non accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Signor Presidente, chiedo al sottosegretario Viespoli di riconsiderare la sua opinione e di esprimere un parere favorevole sull'ordine del giorno da me presentato. Stiamo parlando di spese di giustizia, e abbiamo convenuto in Commissione lavoro pubblico e privato su un'interpretazione che è favorevole ai cittadini. Si tratta di sapere che dobbiamo andare ancora di più in quella direzione a protezione dei più deboli. Quindi, sottosegretario Viespoli, mi raccomando.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, credo che la riflessione dell'onorevole Damiano debba trovare da parte mia e da parte del Governo un parere positivo, quindi esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno in esame .
. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Damiano n. 9/1441--C/9, accettato dal Governo. Prendo atto che l'onorevole Rampi accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441--C/10, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Moffa n. 9/1441--C/11, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Moffa n. 9/1441--C/11, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
. Signor Presidente, capisco la posizione del Governo, però chiedo se sia possibile una proposta di riformulazione che preveda un termine, invece che di trenta giorni, di sessanta giorni, e che comunque mantenga un limite temporale dell'impegno.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, ritenevo che la formulazione scelta facesse riferimento a un termine inferiore ai 30 giorni. Se vuole propongo questo tipo di riformulazione.
. Quindi c'è l'accordo sui sessanta giorni. Sta bene. Prendo atto che l'onorevole Fedriga accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441--C/23, accettato dal Governo, purché riformulato.
. Chiedo di parlare.
. Questo ordine del giorno non viene posto in votazione, non posso darle la parola...
. Signor Presidente, volevo intervenire sull'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/1441--C/22.
. Nessuno mi aveva segnalato il suo intervento. Le chiedo scusa. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione rispettivamente degli ordini del giorno Marinello n. 9/1441--C/25, Duilio n. 9/1441--C/26, Follegot n. 9/1441--C/27, Rugghia n. 9/1441--C/28, accettati dal Governo. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Pedoto n. 9/1441--C/29, accolto come raccomandazione dal Governo.
. Signor Presidente, mi dispiace molto che l'onorevole Cazzola non abbia cercato di far accettare questo ordine del giorno. Si tratta di medici universitari pubblici. Questa disparità di trattamento è stata già ammessa anche dal relatore, e si dispiace anche lui, in prima persona, del fatto che abbiamo un sistema previdenziale che è diventato come il vestito di Arlecchino. Questa disparità dovrebbe essere sanata. Anche in Senato è stato approvato un analogo ordine del giorno. In questo caso mi dispiacerebbe molto accontentarmi di un accoglimento come raccomandazione e quindi insisto per la votazione. Sono medici universitari pubblici.
. Allora, viene chiesto il voto...
. Presidente, me la dà la parola o no?
. Stavo dicendo che viene chiesto il voto sull'ordine del giorno Pedoto n. 9/1441--C/29 e aveva chiesto di intervenire anche l'onorevole Cazzola. Se aspetta gliela do certamente la parola: prego, onorevole Lenzi, ha facoltà di parlare.
. Signor Presidente, non mi risulta che uno si debba iscrivere a parlare quando si tratta del proprio ordine del giorno, che il relatore ed il Governo dicono accolto come raccomandazione: dovrebbe esservi l'abitudine di chiedere se uno è d'accordo, in modo che si possa rispondere «sì» oppure «no» senza iscriversi a parlare. Sul mio ordine del giorno io non avrei accolto la raccomandazione e avrei insistito per la votazione. Se invale questa abitudine, va a finire che anche gli ordini del giorno diventano ancor meno significativi di quello che già adesso sono.
. Mi scusi, onorevole Lenzi, con tutto il rispetto, se lei andrà a rivedersi il resoconto stenografico con calma io, come è d'abitudine sugli ordini del giorno, quando viene espresso un parere dal Governo (accolto come raccomandazione, favorevole o parere contrario), ho detto: «ordine del giorno Lenzi: accolto come raccomandazione. Va bene?». E ne ho preso atto. Posso non avere visto che lei ha alzato la mano, ma lei la mano la deve alzare per segnalare l'intenzione di intervenire. Ovviamente ho dato per scontato che le andava bene il parere del Governo di accoglimento come raccomandazione. Se non l'ho vista le chiedo scusa.
, . Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, . Signor Presidente, sinceramente volevo dire che non ho competenza ad esprimere un parere favorevole su un ordine del giorno: spetta al Governo.
. Ci mancherebbe altro! Il Governo ha già espresso il suo parere, poi lei è libero di votare come desidera.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, volevo dire all'onorevole Cazzola che era evidente che la collega Pedoto, sapendo qual è stata l'influenza del relatore in tutto questo dibattito e nei voti decisivi, ha chiesto all'onorevole Cazzola di spendere una parola. Magari potrebbe farlo e ci aiuterebbe a superare un' di questo tipo, magari convincendo anche il Governo.
. Il Governo intende intervenire?
, . Signor Presidente, innanzitutto ringrazio l'onorevole Giachetti per il garbo nei confronti dell'autonomia del Governo e dell'autonomia di chi parla e comunque, al di là del parere dell'onorevole Cazzola, ribadisco la mia posizione, che è coerente con quella che sulla materia il Governo ha espresso dal Senato fino ad oggi.
. Quindi, il parere del Governo, non avendo l'onorevole Pedoto accettato l'accoglimento come raccomandazione, è contrario. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pedoto n. 9/1441--C/29, non accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà . Chiedo scusa, non iniziamo il solito rito dell'Assemblea: l'onorevole Iannaccone ha diritto di intervenire. Prego, onorevole Iannaccone.
. Signor Presidente e onorevoli colleghi, il gruppo parlamentare Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia voterà a favore del disegno di legge delega n. 1441--C, recante deleghe al Governo in materia di lavori usuranti. Questo disegno di legge costituisce un primo passo verso la necessaria riforma del sistema lavoro e verso una maggiore tutela dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. L'iter di approvazione, come ha avuto già modo di ricordare il relatore Cazzola, è stato particolarmente lungo, se si pensa che in prima lettura il provvedimento è stato licenziato dalla Camera nell'ottobre del 2008, per poi restare più di un anno al Senato. Nonostante le lungaggini, abbiamo apprezzato lo spirito di collaborazione che si è registrato nel corso del dibattito tra maggioranza ed opposizione, un confronto teso unicamente a garantire l'elaborazione di un testo che possa rappresentare concretamente una svolta nelle politiche del nostro Paese. D'altronde, siamo convinti della necessità di queste norme e ci rallegriamo del fatto che la Camera possa finalmente approvarle definitivamente. Abbiamo condiviso, in particolare, l'articolo 1 del provvedimento in oggetto, concernente la riapertura dei termini di attuazione della delega, che potrà consentire ai lavoratori adibiti a mansioni usuranti di fruire dei previsti benefici pensionistici. Si tratta di misure che hanno accolto i contenuti del Protocollo su previdenza, lavoro e competitività approvato nel luglio del 2007 e recepito, nella scorsa legislatura, dalla legge n. 247 del 2007. Inoltre, abbiamo apprezzato il contenuto dell'articolo 2 del provvedimento, teso ad istituire un polo della sicurezza e della salute dei lavoratori, così come suggerito dalla Commissione bicamerale di vigilanza sugli enti previdenziali nella scorsa legislatura e - come ci ricordava sempre l'onorevole Cazzola - ribadito da un ordine del giorno presentato in quest'Aula e accolto dal Governo pochi mesi fa. Abbiamo altresì preso atto dell'approvazione di un emendamento all'articolo 2 del provvedimento in oggetto, che dovrebbe aiutare l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ad espletare le proprie funzioni. La lettera del comma 1 dell'articolo 2, infatti, in prima lettura, prevedeva la ridefinizione del rapporto di vigilanza tra il Ministero del lavoro e gli enti e gli istituti vigilati, prevedendo per il Ministero del lavoro la possibilità di emanare indirizzi e direttive nei confronti degli enti sottoposti alla sua vigilanza. Con la modifica introdotta al Senato, si attribuisce all'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro la possibilità di emanare specifiche direttive all'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro sulla materia della sicurezza dei luoghi di lavoro. Siamo dell'avviso che l'INAIL sia un istituto chiamato a svolgere un ruolo molto importante, con una specificità che riteniamo vada mantenuta e rafforzata attraverso il riconoscimento di maggiori poteri nella valutazione dell'indice di pericolosità dei luoghi di lavoro. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Noi Sud è un partito politico nato da poco, che conta, però, sulla presenza di quattro deputati ed un sottosegretario. Nasce come forza politica del sud, che punta a restituire centralità alla questione meridionale e a ribadirne la dimensione nazionale.
. La invito a concludere.
. Cogliamo questa occasione per ricordare a quest'Assemblea il drammatico problema che riguarda, in modo particolare, il sud: la disoccupazione giovanile. Riteniamo che questo provvedimento dovrà precederne altri e dare risposte concrete in questa direzione. È per questo che il gruppo Noi Sud esprimerà un voto favorevole .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in oggetto è un collegato alla finanziaria concernente la materia del lavoro, al cui interno è stato inserito di tutto, compreso il tema delle forze dell'ordine (come abbiamo visto prima). Sono state conferite al Governo molte deleghe, specialmente quelle che riguardano l'annosa questione relativa al pensionamento anticipato dei lavoratori che svolgono lavori usuranti, che ci auguriamo sia risolta al più presto. Rispetto alla crisi questo provvedimento è ridicolo. Se parliamo, poi, di alcuni temi, quali il contratto di lavoro a tempo determinato, c'è stato un palese aggiramento delle direttive europee, senza tenere conto delle sentenze amministrative e costituzionali, la cui mancata applicazione ha penalizzato sempre più i lavoratori. La situazione rimane penalizzante anche in tema di misure contro il lavoro sommerso e le pari opportunità. Con l'articolo 33, poi, avete completato l'opera contro i lavoratori, dai quali pretendete una firma in bianco affinché si sottopongano al lavoro. La problematica che riguarda la conciliazione e l'arbitrato è complessa e la sovrapposizione degli stessi soggetti crea problemi anche all'interno di questi due modelli. Tra l'altro l'arbitrato, così come proposto, è incostituzionale, in quanto è obbligatorio e non dà nemmeno la possibilità di ricorrere in via giudiziaria. La consuetudine di inserire di tutto e di più e di trattare i temi più svariati in uno stesso provvedimento fa parte di questo Parlamento e fa capire quanto siano pasticciati i provvedimenti che vengono proposti. Oggi abbiamo spaziato dalla formazione al precariato, dove abbiamo subito un vero e proprio impianto ideologico. Abbiamo parlato di questioni importanti, importantissime, che non solo non abbiamo risolto, ma che abbiamo anche aggravato. Ciò che per noi è importante e che abbiamo cercato di far capire in quest'Aula, attraverso la presentazione di emendamenti, ma soprattutto, da ultimo, con l'esame dell'articolo 29, sono i problemi relativi al riordino delle carriere delle forze dell'ordine, dei soggetti che dovevano essere tutelati e del problema del ruolo speciale e del ruolo ordinario della stessa Arma, che avrebbe dovuto essere affrontato con un riordino e che, invece, abbiamo dovuto affrontare qui, con il solito pressappochismo, la solita superficialità e il solito modo di dare prebende o di fare cose che assolutamente non dovrebbero essere fatte da un Parlamento che dovrebbe essere e dovrebbe garantire a tutti i lavoratori pari dignità. Invece, anche oggi in questo Parlamento abbiamo visto approvare delle norme per le quali alcuni lavoratori, seppure di diversi ruoli, hanno sovrastato altri lavoratori, oppure hanno visto un'attenzione molto forte verso alcuni lavoratori a dispetto di altri. Voteremo contro questo provvedimento e diciamo «no»: «no» alle corsie preferenziali, «no» ai provvedimenti pasticciati come questo, «no» a questo modello di politica.
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame contiene numerose e complesse disposizioni che, nell'iter che si è svolto prima alla Camera, poi al Senato e oggi nuovamente alla Camera, si sono ampliate e sulle quali, fin dal primo passaggio, avevamo espresso un voto di astensione. In questo secondo passaggio alla Camera il provvedimento è stato discusso - lo vogliamo rilevare in sede di dichiarazione di voto finale - in un clima di disponibilità, collaborazione e attenzione da parte della maggioranza, del relatore e anche del Governo. Apprezziamo il lavoro di approfondimento che è stato fatto, anche se non possiamo tralasciare che alcune questioni fondamentali sulle quali ci siamo soffermati, previste dagli articoli 8, 33, 34 nonché all'articolo 50, in particolare, ci hanno lasciato ancora con la convinzione che tante ulteriori criticità potevano essere superate. Nel preannunciare che chiederò al Presidente di poter depositare successivamente una memoria più articolata della nostra dichiarazione di voto finale, voglio solo sottolineare la nostra posizione, in particolare su alcuni articoli, a partire dall'articolo 1 (che è quello sul rinnovo della delega per quanto attiene ai lavori usuranti). Per quanto riguarda gli articoli 4 e 5, abbiamo rilevato che vi sono state delle posizioni in parte positive e in parte che potevano, come diremo nella memoria che depositeremo agli atti, ulteriormente essere affrontate. Abbiamo trovato un altro elemento di insoddisfazione negli articoli 10 e 11, perché interferiscono con un'iniziativa legislativa in corso di esame al Senato. Ci sembra che favorire e creare delle condizioni diverse per gli istituti universitari anche a statuto speciale sia una questione che obiettivamente non possa essere accolta. Riteniamo, invece, positivo l'articolo 20 per quanto attiene al riconoscimento normativo della specificità delle Forze armate, delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Riteniamo ulteriormente un elemento adeguato quello affrontato nell'articolo 29, pur con le carenze riscontrate. Tuttavia, abbiamo preso atto con soddisfazione dell'ordine del giorno per superare le diversità tra le diverse forze dell'ordine. In sostanza, riteniamo che il provvedimento, così come è stato articolato, meriti sicuramente di essere ridotto nei contenuti ulteriormente per riferirsi esclusivamente e particolarmente ai temi della nostra Commissione. Ci siamo anche astenuti sull'articolo 48 - lo voglio ricordare - che dà un ulteriore tempo al Governo per l'esercizio della delega relativa ai decreti legislativi sugli ammortizzatori sociali, sull'occupazione, eccetera. La nostra sollecitazione è soprattutto rivolta a dare una forte indicazione al Governo affinché si attivi maggiormente per il lavoro. Stiamo vivendo infatti una condizione di grande difficoltà occupazionale e sociale. Pertanto, credo che le misure a sostegno del lavoro e dei lavoratori che si trovano in difficoltà e in cassa integrazione - e visto che il Governo più volte ha ribadito che ci sono le risorse - debbano essere ulteriormente intensificate. Per tutte queste ragioni, signor Presidente, abbiamo rilevato elementi positivi ed elementi non condivisibili che ci inducono, comunque, in coerenza con quanto abbiamo fatto in prima lettura e al Senato, ad esprimere un voto di astensione. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
. Onorevole Delfino, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, in questo provvedimento abbiamo toccato punti importanti, come la questione dei lavori usuranti, non risolta da tanto tempo, e la questione della formazione professionale, dove siamo riusciti a coniugare le esigenze dell'istruzione con quelle, appunto, della formazione professionale. Abbiamo toccato temi come quelli, per esempio, contenuti nell'emendamento che la Lega ha proposto in Commissione e che è stato finalmente approvato per parificare i vigili del fuoco volontari con quelli che sono in servizio permanente in caso di infortunio grave o malattia. Siamo riusciti ad introdurre alcune piccole norme già al Senato e le abbiamo difese qui alla Camera per valorizzare i sindacati territoriali, a differenza di quanto è stato detto in quest'Aula. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto, preannunciando il voto favorevole del gruppo della Lega Nord
. Onorevole Fedriga, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, come hanno detto alcuni colleghi che mi hanno preceduto, siamo costretti ad assistere ad un paradosso, ossia ad apprezzare in modo particolare un fatto normale: che si è potuto discutere. Lo si è fatto in Commissione e lo si è fatto in Aula. Dovrebbe essere un fatto normale, ma diventa straordinario visto l'atteggiamento del Governo, che tende a far discutere poco il Parlamento e a giocare sui voti di fiducia. Credo che sia sbagliato isolare il giudizio sul disegno di legge A.C. 1441- dal complesso delle politiche, come ho più volte detto, che il Governo ha realizzato sui temi del lavoro. Direi che questo provvedimento - rispetto al quale voteremo contro - è l'ultimo anello di una catena. Mi auguro che sia l'ultimo, ma temo che questo Governo continuerà con un lavoro di cesello a colpire tutta una serie di tutele del lavoro, diminuendole. Mi voglio soffermare brevemente quindi sull'azione complessiva del Governo, uno «smontaggio» del Protocollo del 2007, voluto con le parti sociali e votato da cinque milioni di lavoratori e pensionati, e l'indebolimento di punti particolari di tutela. Si parla tanto di lotta al lavoro nero, ma come dimenticare che dal momento dell'insediamento di questo Governo si è abolita l'obbligatorietà di dare il cartellino di riconoscimento nei cantieri? C'è solo l'obbligo per il lavoratore, ma non più per l'impresa. Si è cancellata la responsabilità solidale in capo al committente negli appalti per la trasparenza contributiva. Abbiamo addirittura assistito ad un intervento per spostare in avanti la comunicazione dei dati approvati con il disegno di legge A.C. 1441 nel settore turistico e nel pubblico impiego. C'è un capolavoro: non si applicano le sanzioni collegate ai problemi contributivi se c'è volontà di non occultare il rapporto di lavoro! Sfido chiunque a dare una traduzione giuridica di una formula così barocca e così ambigua che lascerà spazio, ovviamente, ad una libera interpretazione da parte delle imprese. Abbiamo avuto in alcuni casi un ritorno indietro evidente. Questo Governo reintroduce lo cancellato con la volontà delle parti sociali, da Confindustria e sindacati nella legislatura precedente. Si reintroduce il (il lavoro a chiamata), allargando quindi la precarietà e non combattendo la precarietà che va a danno dei nostri figli. Si è inoltre manomesso tutto il dispositivo di garanzia per quanto riguarda la conferma dei contratti a termine. Allora, tutto questo non può essere dimenticato, perché se dovessimo semplicemente valutare questo provvedimento in sé, per le poche cose buone che siamo riusciti ad apportare, non comprenderemmo compiutamente il significato dell'azione complessiva del Governo. Qui si va oltre. Voglio anche aggiungere che quando parliamo dell'articolo 8 e delle deroghe a livello territoriale possibili da parte di un sindacato territorialmente rappresentativo - insisto su questo punto - può darsi che vogliamo fare un favore a coloro che pensano di avere i sindacati territoriali (forse il sindacato della Lega), non rappresentativi e che avrebbero un potere non corrispondente al vero insediamento. Ciò costituirebbe potenzialmente la possibilità di una contrapposizione tra buoni contratti e cattivi contratti e tra contratti regolari e contratti pirata. Voglio ricordare che lo stesso concetto di territorialità si applica alle regole della conciliazione e dell'arbitrato. Siamo arrivati su questo all'introduzione di un arbitrato obbligatorio a pagamento. Sappiamo che tradizionalmente in Italia il diritto del lavoro, sin dalla sua nascita, ha riconosciuto come parte debole, nel rapporto tra lavoratore e datore di lavoro, il lavoratore, che in questo caso non è più la parte debole, ma viene messa sullo stesso piano dell'impresa. Tutto questo va contro gli interessi dei lavoratori e dei più deboli. Per non parlare dell'apprendistato, che è stato qui oggetto di una lunga discussione, nella quale si è confuso il tema dell'istruzione con quello della formazione. Abbiamo presentato anche un ordine del giorno come modesto argine, ma credo che tutto questo ci deve fare molto riflettere, perché stiamo andando in una direzione di abbassamento delle tutele e dei diritti che i lavoratori pagheranno caro, soprattutto in una situazione di crisi come l'attuale. Certamente abbiamo ottenuto qualche risultato. È stato frutto di una discussione, di una convergenza, di una disponibilità che voglio apprezzare, ma non cambia il segno, né di questo provvedimento, né della politica del Governo. Per quanto riguarda i lavori usuranti (qualcuno diceva che non si arriverà ad applicarlo e lo chiedo al Governo: siamo al secondo rimando di delega) spero che nei prossimi tre mesi si arrivi all'applicazione di una norma di delega del Governo Prodi, già coperta dal punto di vista delle risorse. Apprezzo il fatto che abbiamo equiparato i vigili del fuoco volontari a quelli in servizio, che abbiamo cancellato l'articolo 25 sul riscatto dei periodi di congedo di maternità o parentali fuori dal rapporto di lavoro. Abbiamo respinto il tentativo che voleva rimettere questo articolo. Abbiamo poi vinto in Assemblea sull'articolo 10, che, a fronte del pensionamento di ricercatori, prevede la stabilizzazione e l'assunzione di ricercatori a tempo indeterminato per diminuire finalmente - noi, come opposizione, abbiamo dato un contributo su questo - il precariato nella ricerca, piuttosto che fare il contrario come sta facendo questo Governo. Parimenti, si è chiarita la gratuità del processo del lavoro e l'ordine del giorno accolto dal Governo cerca anche di intervenire sulla questione che riguarda la gratuità di tutti i gradi, compreso il grado della Cassazione. Credo che su tutte queste norme abbiamo assolutamente bisogno di riflettere per il bene comune in un momento di crisi che riguarda soprattutto i lavoratori. Infine, voglio concludere dicendo che la cosa che mi ha stupito (mentre sui lavori usuranti si è fatto un lavoro di rimando della delega molto ristretto nei prossimi tre mesi) è che c'è stato un diniego da parte del Governo e della maggioranza sulla nostra richiesta di accelerare l'attuazione della delega sugli ammortizzatori sociali. Non crediamo che i tempi lunghi favoriscano, soprattutto in una situazione come questa. Ma, di fronte ad una situazione di crisi che nel 2009 vede quasi un miliardo di ore di cassa integrazione, che equivalgono all'estromissione dal mondo del lavoro di 450 mila lavoratori a tempo pieno, come si può non pensare che sia maturo il tempo della discussione? Per fortuna in Commissione lavoro abbiamo chiesto come Partito Democratico di calendarizzare le nostre quattro proposte di legge su questo argomento per unificarle e ciò è stato accettato dal presidente. Concludendo, noi abbiamo chiesto - ed è stato anche questo acclarato - che ci sia una discussione in Assemblea su queste nostre proposte di legge che riguardano gli ammortizzatori sociali e questa è calendarizzata per la fine del mese di febbraio, perché questo significa rendere un servizio al Paese. La differenza tra noi e la maggioranza è questa: voi avete fretta di portare il legittimo impedimento, mentre noi abbiamo fretta di portare gli ammortizzatori sociali per dare una risposta ai problemi concreti delle famiglie e dei lavoratori in un tempo di crisi che potrebbe compromettere per un lungo periodo i livelli occupazionali e il potere d'acquisto delle famiglie di questo Paese .
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, stiamo affrontando in terza lettura un passaggio importante del disegno di legge collegato alla finanziaria, il 1441-. Il collegato iniziale è stato spacchettato nell'agosto del 2008 in tre diversi disegni di legge collegati: il primo riguardava il processo civile, il secondo riguardava il tema dell'energia e dell'internalizzazione delle imprese, il terzo - che stiamo esaminando in questo momento - riguarda il mondo del lavoro, pubblico e privato, e contiene al proprio interno delle norme importanti, di grande rilievo; era stato affrontato dalla Camera dei deputati nell'ottobre 2008 in prima lettura. Si tratta di un provvedimento che era stato licenziato da questo ramo del Parlamento, che nasce con 18 articoli e arriva a questa terza lettura con 52 articoli. Alcune norme sono state superate dai fatti, come quelle sul pubblico impiego - che poi sono state assorbite nella riforma del Ministro Brunetta - che riguardavano la cosiddetta stabilizzazione dei precari nel pubblico impiego; altre norme sono state modificate e altre sono state abolite. Le norme che hanno avuto una lettura conforme da parte della Camera e del Senato non sono state oggetto dell'esame né della Commissione, né di quest'Aula. Ci sono dei temi importanti, ci sono due deleghe assai rilevanti in questo provvedimento. La prima riguarda i lavori usuranti, tema sul quale si è tornati in Commissione attraverso un lavoro importante e delicato per alcuni aspetti, peraltro confortato anche dal parere della Commissione bilancio sui criteri che, a fronte delle disponibilità finanziarie, individuino delle priorità tra coloro che siano i beneficiari di questo trattamento previdenziale differenziato. In secondo luogo, la questione degli ammortizzatori sociali, che pure è una questione aperta da molto tempo; è una questione importante su cui si rinnova la delega e che quindi in questa fase dovrebbe avviarsi verso un percorso di conclusione. Un'altra questione che in qualche modo ci ha divisi è quella dell'apprendistato. Abbiamo avuto modo di affrontarla nel corso dell'articolo 50 del provvedimento, su cui ci siamo confrontati poco fa. Noi manteniamo la nostra impostazione, anzi ha fatto bene la Commissione a incastonare quel genere di apprendistato nel quadro dell'articolo 48 del decreto legislativo n. 726, perché evidentemente è quello l'ambito normativo nel quale si inquadra. Si è fatto salvo, peraltro, l'obbligo dell'istruzione fino al sedicesimo anno di età. C'è poi tutta la materia che riguardava il processo del lavoro. Il Governo e la maggioranza hanno inteso accelerare questo processo favorendo le composizioni extra giudiziali nel processo del lavoro: da un lato con l'arbitrato, dall'altro con meccanismi di conciliazione che alleggeriscono il contenzioso. Se da un lato ci sono relazioni industriali e collettive che devono essere partecipate, sono importanti da questo punto di vista, dall'altro lato il contenzioso privato deve essere agevole e rapido. L'ex Ministro Damiano ci ha detto che progressivamente la maggioranza con i suoi provvedimenti sta indebolendo le tutele per i lavoratori più deboli e sta abbassando la guardia di fronte al tema delle violazioni delle norme sulla sicurezza del lavoro, sul diritto del lavoro e sui diritti dei lavoratori. Non è così. Proprio oggi in Consiglio dei ministri a Reggio Calabria il Ministro Sacconi, insieme a tutto il Governo, ha annunciato un piano straordinario contro il lavoro nero: 550 ispettori impegnati in controlli in 20 mila aziende del sud nel settore agricolo e nel settore edilizio. Questi sono fatti, ministro Damiano ! Ancora, il Ministero del lavoro ci dà dei dati molto chiari in ordine ai risultati, non ai formalismi o alle carte burocratiche che erano state promosse in passato. Risultati veramente concreti di fronte alla lotta al lavoro nero. Aumentano del 483 per cento le verifiche, i risultati e le truffe agli istituti scoperte. Aumenta il dato dei controlli per la sicurezza: più 50,3 per cento di accertamenti, perché c'è un lavoro ispettivo che viene fatto. Diminuiscono i reati formali, ma vengono accertati sempre di più e sempre con maggiore impegno e costanza i reati sostanziali che mettono a repentaglio la sicurezza e i diritti dei lavoratori: questi sono fatti, sono i fatti del Governo Berlusconi. Noi non abbassiamo la guardia, ex Ministro Damiano e opposizioni, la teniamo ben alta. Ringraziamo per la collaborazione che c'è stata i colleghi dell'UdC presenti nella Commissione e anche i colleghi di tutta l'opposizione che hanno avuto modo di convergere su quei provvedimenti e su quelle norme che abbiamo ritenuto possibile condividere, anche quando proposte dall'opposizione e accompagnate da alcuni emendamenti del relatore. Voglio ringraziare, infine, a nome del Popolo della Libertà, il sottosegretario Viespoli per avere seguito con competenza e attenzione l'esame di questo provvedimento . Voglio ringraziare anche - me lo permettano i colleghi - il relatore Cazzola, sulla cui straordinaria competenza credo ci sia un giudizio unanime da parte di quest'Aula: è stato ed è per noi un punto di riferimento, e non solo la sua competenza, ma anche la sua onestà intellettuale fanno onore al gruppo del Popolo della Libertà .
. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
, Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà.
, Signor Presidente, vorrei rivolgere un ringraziamento di pragmatica a lei, ai suoi colleghi, al Governo, all'opposizione, alla maggioranza, al presidente della Commissione e a tutti i funzionari.
. La ringrazio, onorevole Cazzola, dei ringraziamenti non formali.
. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito. .
. Passiamo alla votazione finale. Passiamo, dunque, ai voti. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1441--C, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.
. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
. L'onorevole Garavini ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00584, riguardante tempi e modalità per la presentazione delle domande relative al «Programma per giovani ricercatori», stabiliti dal decreto ministeriale del 27 novembre 2009 .
. Signor Presidente, con il decreto ministeriale del 23 settembre 2009, n. 45, si sono destinati 6 milioni di euro al Programma per giovani ricercatori, con l'intento di favorire con contratti a tempo determinato il rientro nelle università italiane di giovani ricercatori che operano stabilmente all'estero. Con il successivo decreto del 27 novembre 2009, si sono andati a delineare i criteri di selezione delle richieste e di reclutamento e si è stabilito che le domande devono essere presentate entro e non oltre il 29 gennaio 2010, ovvero nella giornata di domani. Questo decreto è stato, però, inserito sul sito in modo tale da far sì che questo termine di 30 giorni previsto dal decreto si sia ulteriormente ridotto, lasciando quindi agli eventuali interessati soltanto pochi giorni per potersi candidare. Tra i requisiti richiesti è prevista la presentazione di tutta una serie di documentazioni che include, tra l'altro, anche il ricorso a lettere di presentazione da parte di istituti stranieri. Operando questi ricercatori all'estero e dovendo comprovare una documentazione che richiede anche il rapporto con importanti istituti di ricerca all'estero, la nostra richiesta al Ministero è di prolungare i termini per la presentazione delle domande.
. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di rispondere.
, . Signor Presidente, il decreto ministeriale 27 novembre 2009, relativo al Programma per giovani ricercatori Rita Levi Montalcini, finalizzato a favorire l'internazionalizzazione dell'università italiana offrendo a giovani studiosi stranieri ed italiani impegnati all'estero l'opportunità di svolgere attività didattica e di ricerca in Italia, è stato registrato dalla Corte dei conti il 16 dicembre, pubblicato sul sito del Ministero in data 21 dicembre 2009 ed il giorno successivo è stata aperta la procedura informatica per la presentazione delle domande. Con l'avviso, cui fa riferimento l'onorevole interrogante, apparso nell'area notizie del citato sito in data 19 gennaio 2010, si è inteso fornire chiarimenti in merito al programma, nonché richiamare l'attenzione sul nuovo termine di scadenza per la presentazione delle domande, previsto per il 27 dicembre 2009, cioè entro e non oltre trenta giorni dalla data della pubblicazione del decreto, e prorogato al 29 gennaio 2010. Tale proroga è stata disposta esclusivamente al fine di consentire agli interessati in possesso dei requisiti (titolo di dottore di ricerca o equivalente conseguito da non più di sei anni e che, alla data del 27 novembre 2009, risultino stabilmente impegnati all'estero da almeno un triennio in attività didattica o di ricerca), un più ampio lasso di tempo per la preparazione della documentazione necessaria anche in considerazione del periodo di festività natalizie. Infine, si fa presente che non sono previste ulteriori proroghe al termine del 29 gennaio 2010.
. L'onorevole Garavini ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, ci rincresce molto che da parte del Ministero non ci sia stata la disponibilità alla proroga ulteriore dei termini. È vero che c'era stata questa iniziale proroga, però poi, tra la pubblicazione sul sito Internet del Ministero e la scadenza effettiva del bando, intercorrono soltanto dieci giorni. Quindi, ci si può immaginare come per i ricercatori operanti all'estero risulti particolarmente complicato rispettare queste scadenze. Ci viene da temere che non vi sia assolutamente l'intenzione di favorire il rientro dei ricercatori italiani dall'estero, quando invece ce ne sarebbe un bisogno straordinario e potrebbero dare un apporto notevole anche proprio in termini di internazionalizzazione del sistema della ricerca italiana. Per attestare quanto sto dicendo, ci tengo semplicemente a riportare alcuni dati del Censis, secondo il quale in Italia soltanto l'1,4 per cento dei dottorandi di ricerca hanno avuto esperienze all'estero. In Inghilterra questa percentuale ammonta invece al 30 per cento. Allora, il rientro di cervelli italiani che hanno svolto e adempiuto in modo spesso estremamente prestigioso il ruolo di ricercatore all'estero potrebbe essere per l'appunto un apporto straordinario a tutto il sistema della ricerca italiana. Noi viviamo nell'era della conoscenza, addirittura vi sono Paesi che si litigano i ricercatori che possano dimostrare di avere avuto esperienze di ricerca in altri Paesi. Si parla così spesso dell'era della cioè della battaglia globale per i cervelli, dove appunto ci si rincorre per attrarre cervelli da oltre confine. Trentasei Paesi, tra cui le principali economie del mondo, hanno messo in campo politiche mirate ad attrarre cervelli dall'estero; invece, in Italia continuiamo a non dare assolutamente rilievo al tema e all'ambito della ricerca. Questo Governo dovrebbe capire che l'investimento nella ricerca è vitale per il progresso dell'intero Paese; invece, nello specifico, prevedendo questi limiti anche temporali, signor sottosegretario, è praticamente impossibile - intendo rimarcarlo - ottenere tre istituti che siano disposti ad accogliere i candidati in così brevi tempi. È un regolamento che quindi rischia di favorire persone che hanno forti contatti personali, semmai di parentela, con istituti ed università italiane e sfavorisce invece candidati, anche stranieri, che abbiano pochi contatti personali in Italia. Per giunta, i requisiti richiesti nei tempi stretti di fatto penalizzano candidati che hanno lasciato da tempo l'Italia e hanno diluito i loro contatti con istituti italiani, cioè quelli che in genere sono diventati più indipendenti scientificamente e sono quindi capaci di produrre progetti validi e competitivi. Per questi candidati non è possibile ottenere una serie di documentazione in così poco tempo. Quindi, il bando contiene una norma che favorisce persone con forti contatti personali e sfavorisce, invece, candidati potenzialmente molto validi dal punto di vista scientifico.
. L'onorevole Garavini ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00565, concernente ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di subappalto di lavori nelle zone terremotate dell'Abruzzo .
. Signor Presidente, con il decreto-legge 12 aprile 2006, n. 163, concernente il Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, si è stabilita una serie di obblighi, relativi alla stazione appaltante, per esempio il fatto che i concorrenti, all'atto dell'offerta, debbano indicare i lavori che intendano subappaltare, oppure il fatto che l'affidatario provveda al deposito del contratto di subappalto presso la stazione appaltante almeno venti giorni prima della data di effettivo inizio dell'esecuzione dei lavori, oppure il fatto che si debba, al momento del deposito del contratto di subappalto, trasmettere la certificazione attestante i requisiti richiesti, così come pure l'obbligo di esporre all'interno del cantiere tutta una serie di cartelli che indichino i nominativi di tutte le imprese subappaltatrici. Sono, però, state riscontrate irregolarità nei subappalti attribuiti a L'Aquila, che vanno contro le indicazioni dei vari obblighi a cui attenersi. Si è verificata la presenza di ditte sospette e la non corretta esposizione di cartelli, in particolare per le ditte subappaltatrici. Nel corso di una serie di ispezioni, che sono state fatte nei cantieri del Progetto «Case», sono state rilevate ben 132 posizioni non corrispondenti agli obblighi previsti dal decreto prima enunciato, tant'è che le forze di polizia hanno riscontrato la necessità di procedere ad approfondimenti per verificare eventuali violazioni delle disposizioni preannunziate; sei ditte erano state direttamente deferite all'autorità giudiziaria e per un'ulteriore ditta è stata revocata l'autorizzazione al subappalto attraverso il ritiro della certificazione antimafia. Signor sottosegretario, vogliamo sapere se l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 novembre 2009, n. 3820, recante ulteriori interventi diretti a fronteggiare gli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo, nel momento in cui dispone che le autorizzazioni rilasciate dal dipartimento della Protezione civile per il subappalto dei lavori hanno efficacia dalla data di presentazione delle relative domande, non costituisca un abuso di potere, vanificando gli accertamenti e le verifiche che le stesse forze dell'ordine avevano ritenuto, invece, di portare avanti.
. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di rispondere.
, . Onorevole Garavini, con riferimento all'interpellanza urgente presentata dalla signoria vostra, si fa presente quanto segue. Le società aggiudicatarie degli appalti e le imprese subappaltatrici coinvolte negli interventi per la ricostruzione in Abruzzo, a seguito del sisma del 6 aprile 2009, sono state oggetto di numerose verifiche, in ottemperanza a quanto stabilito dalla vigente normativa. Le suddette verifiche hanno riguardato la richiesta del certificato del casellario giudiziario generale, civile e penale, del certificato dei carichi pendenti dei soggetti che ricoprono cariche sociali all'interno della società aggiudicataria o subappaltatrice ex articolo 39 del decreto del Presidente della Repubblica n. 313 del 2002, nonché la richiesta dell'informativa antimafia ex articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 252 del 1998 alla prefettura de L'Aquila, come disposto dalle linee guida del Ministero dell'interno. Altre verifiche sono state effettuate relativamente al regolare pagamento di imposte e di tasse e all'adempimento dell'obbligo di assunzione dei lavoratori diversamente abili. Inoltre, ai sensi dell'articolo 27, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 2000, recante «regolamento istituzionale del sistema di qualificazione per gli esecutori dei lavori pubblici, ai sensi dell'articolo 8 della legge n. 109 del 1994 e successive modificazioni», sono stati compiuti, presso il casellario informatico dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, i controlli da parte della stazione appaltante per individuare le imprese nei cui confronti sussistessero cause di esclusione dalle procedure di affidamento dei lavori pubblici. Si precisa, altresì, che, al fine di garantire la trasparenza di tutti i procedimenti necessari alla realizzazione degli interventi, è stato inserito nel decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, un apposito articolo - l'articolo 16 - relativo alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata negli interventi per l'emergenza e, in particolare, nella ricostruzione della regione Abruzzo. Tale articolo ha demandato al prefetto de L'Aquila il coordinamento e l'unità di indirizzo di tutte le attività volte alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'affidamento e nell'esecuzione di contratti pubblici, nonché nelle erogazioni e concessioni di provvidenze pubbliche, connessi agli interventi per l'emergenza e la ricostruzione. Inoltre, ha posto, a supporto dello stesso prefetto, il Comitato di coordinamento per l'Alta sorveglianza delle grandi opere, costituito ai sensi dell'articolo 180, comma 2, del Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo n. 163 del 2006). In base al comma 4 dello stesso articolo 16, al predetto Comitato è stato affidato il compito di definire le linee guida per i controlli antimafia sui contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, anche in deroga a quanto previsto dal regolamento sulle certificazioni antimafia di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 252 del 1998. A seguito di una modifica, inserita in sede di esame del suddetto decreto-legge n. 39 del 2009 dal Senato, anche gli eventuali subappalti e subcontratti, derivanti dal contratto pubblico, sono oggetto di controllo. In proposito, è opportuno considerare che gli interventi preliminari alla realizzazione dei nuclei abitativi, detti «Case», contemplano una serie sequenziale di lavorazioni, opere, allestimenti provvisionali e forniture (scavi, fornitura di calcestruzzo reso in opera e di inerti, di materiale di carpenteria, opere di movimento terra, eccetera) per i quali può considerarsi notoria una particolare accentuazione del rischio mafioso. Nella medesima disposizione, al comma 5 dell'articolo 16, è stata prevista la tracciabilità dei flussi finanziari, al fine di una maggiore efficacia dei controlli antimafia nei contratti pubblici, nei successivi subappalti e subcontratti, aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture e nelle erogazioni e concessioni di provvidenze pubbliche. Tutto ciò si realizza attraverso la costituzione, presso il prefetto competente per territorio, di elenchi di fornitori e prestatori di servizi non a rischio di inquinamento mafioso, cui possono rivolgersi gli esecutori dei lavori oggetto del decreto-legge in esame, e la previsione dell'obbligo di relazione semestrale al Parlamento in merito ai risultati conseguiti. Relativamente all'obbligo di tracciabilità, su impulso del Dipartimento della Protezione civile, le imprese hanno provveduto all'apertura di appositi conti correnti dedicati all'appalto ed al subappalto, pena la sospensione dei pagamenti in corso, riportando il Codice unico di progetto su tutte le fatture e su tutti i documenti amministrativi e contabili, connessi ai lavori per gli interventi di ricostruzione post-sisma. Nell'evidenziare che al 16 dicembre 2009 erano coinvolte, negli appalti del Dipartimento della Protezione civile, ben 189 ditte appaltatrici e 1.513 ditte subappaltatrici e fornitrici, si fa presente che l'adozione della disposizione citata dall'onorevole interpellante si è resa necessaria al fine di consentire una rapida realizzazione delle opere, considerata la straordinaria necessità ed urgenza di fornire un ricovero alla popolazione colpita dal sisma e di evitare possibili pregiudizi negativi, dovuti all'inevitabile dilatazione dei tempi tecnici necessari per il rilascio delle autorizzazioni previste dall'articolo 118 del decreto legislativo n. 163 del 2006, a causa dell'enorme mole di richieste pervenute dalle imprese. In merito agli effetti prodotti dalla stessa disposizione, si sottolinea che essa si limita ad anticipare l'efficacia degli atti autorizzativi comunque emanati, senza pregiudicare in alcun modo le ordinarie attività di accertamento delle forze dell'ordine, e quindi nel rispetto del citato articolo 118. Infine, secondo quanto riferito dalla procura della Repubblica presso il tribunale de L'Aquila - Direzione Distrettuale Antimafia, la vicenda collegata ai subappalti non autorizzati, rilevati durante gli accessi sui cantieri disposti dal prefetto, ha dato origine a 13 procedimenti penali, attualmente pendenti nella fase delle indagini preliminari. Si segnala altresì, come precisato dal procuratore distrettuale Antimafia de L'Aquila, che alcune delle ditte subappaltanti hanno presentato richiesta di autorizzazione il giorno stesso del suddetto accesso.
. L'onorevole Garavini ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, signor sottosegretario, purtroppo non siamo contenti neppure di questa seconda risposta. L'ordinanza del Presidente del Consiglio del 12 novembre scorso ha delle conseguenze gravi: nella ricostruzione in Abruzzo si sono inserite anche delle aziende in forte odore di mafia e questa - lo deduciamo anche dalla sua risposta, signor sottosegretario - è una realtà che il Governo non vuole affrontare. Il Governo cerca ancora una volta di continuare a raccontare la favola della ricostruzione in Abruzzo in cui tutto procede per il meglio: questo è l'unico motivo dell'ordinanza in oggetto con la quale si attua un colpo di spugna nei confronti di almeno 132 subappalti sospetti che corrispondono a commesse per circa un miliardo di euro. L'ordinanza, infatti, con l'articolo 2, comma 1, elimina retroattivamente il reato di subappalto non autorizzato, rendendo inutilizzabili le prove già raccolte dalle forze dell'ordine su almeno 132 ditte non in regola. Questo, signor sottosegretario, è un regalo alle aziende sospette, mafiose ed è uno schiaffo vero e proprio alle tante aziende oneste e ai tanti operai onesti che con il loro lavoro stanno ricostruendo l'Abruzzo. Nell'ordinanza si dice che le autorizzazioni rilasciate dal Dipartimento della Protezione civile per il subappalto dei lavori relativi alle strutture abitative e scolastiche hanno efficacia dalla data di presentazione delle relative domande, il che vuol dire che si cancella uno dei capisaldi della normativa sui subappalti. In base al cosiddetto «decreto Abruzzo» del 28 aprile, le ditte aggiudicatarie devono comunicare alla stazione appaltante, quindi alla Protezione civile, i nomi e la documentazione delle ditte cui intendano assegnare i lavori. La Protezione civile ha l'obbligo di controllare la catena dei subappalti e ha 30 giorni di tempo per autorizzare l'inizio dei lavori. Quest'ultimo passaggio però non è avvenuto o almeno non sempre: lo dimostra il fatto che, a seguito di controlli eseguiti sui cantieri del «Progetto case», sono state individuate queste ditte non in regola sulle quali le forze dell'ordine hanno disposto accertamenti per il reato di subappalto non autorizzato. Come dicevo prima, sei aziende sono state deferite direttamente all'autorità giudiziaria, ad una di esse è stato ritirato il certificato antimafia e un'ulteriore azienda è risultata essere socio di elementi riconducibili alla criminalità organizzata siciliana. Signor sottosegretario, in Abruzzo ci troviamo di fronte ad una situazione gravemente compromessa dal fortissimo rischio di infiltrazioni mafiose nei subappalti. Glielo posso assicurare dal momento che anche come Commissione antimafia siamo andati in missione a L'Aquila proprio a seguito del sisma e la magistratura ci ha illustrato una realtà, non solo per il presente ma anche per l'immediato futuro, estremamente preoccupante: le mafie cercano di mimetizzarsi, inserendosi in associazioni temporanee di imprese a fianco di aziende pulite, usano prestanomi puliti, approfittano di certificati antimafia regolari. È certo difficile scovarle, ma è basilare cercare di farlo per evitare che si approprino di tutti i finanziamenti pubblici stanziati per il dopo terremoto. Sarebbe grave se la Protezione civile, anziché adempiere al suo dovere di controllo e di vigilanza, cercasse di nascondere palesi inadempienze, attraverso un'ordinanza retroattiva che la esonera da ogni colpa, denuncia e critica. L'emergenza e quella stessa necessaria rapida esecuzione delle abitazioni che lei, signor sottosegretario, citava non possono e non devono servire da alibi per giustificare una gestione autoritaria e semmai scorretta della cosa pubblica. Se è vero che il super commissario può agire in deroga a tutte le leggi in materia ambientale e paesaggistica, della difesa del suolo, igienico-sanitarie e così via, è anche vero che ci troviamo in uno Stato democratico in cui chi esercita funzioni istituzionali è chiamato a non abusare del proprio potere e a garantire il massimo della legalità, della trasparenza e della correttezza. Nella ricostruzione non deve contare la voglia del Governo di dare un'immagine glorificante del proprio operato ma solo gli interessi degli abruzzesi e gli abruzzesi chiedono giustamente che aziende pulite facciano un lavoro pulito così da garantire loro una vita sicura in abitazioni sicure. L'effetto di questa ordinanza, signor sottosegretario, è il contrario: essa va contro gli interessi delle tante aziende oneste e dei cittadini abruzzesi.
. L'onorevole Bossa ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00592, concernente elementi e iniziative in merito al recente crollo di un muro perimetrale nell'ambito degli scavi archeologici di Pompei, denunciato dall'associazione ambientalista Italia nostra .
. Signor Presidente, secondo una denuncia dell'associazione Italia Nostra in data 18 gennaio 2010 sarebbe avvenuto un crollo all'interno degli scavi di Pompei, con gravi danni a resti, affreschi e muri. Il crollo sarebbe avvenuto in prossimità di via dell'Abbondanza, nell' adiacente alla Casa dei casti amanti, nel corso dei lavori di recupero di questo insediamento archeologico. L'incidente sarebbe stato causato dallo smottamento, a causa della pioggia, di un terreno friabile su cui era poggiato un mezzo meccanico che sarebbe franato insieme al terreno, finendo su un altro muro perimetrale e danneggiando, così, sezioni importanti degli scavi archeologici. Sull'incidente non sarebbe stata prodotta tempestivamente la relazione al responsabile della Direzione delle antichità, in modo da accertare subito l'entità degli eventuali danni ai reperti. La notizia del crollo sarebbe stata comunicata alla Direzione delle antichità solo dopo la denuncia alla stampa dell'associazione ambientalista Italia Nostra, peraltro ridimensionandone la portata e parlando di un ridotto smottamento, con il crollo di un muro perimetrale che non avrebbe interessato affreschi, né importanti resti. A detta di chi ha visionato i luoghi nelle ore immediatamente successive allo smottamento, sarebbero in realtà crollati trenta metri di muro perimetrale e venti metri sottostanti, trascinando pareti con affreschi e danneggiando anche porzioni di resti, e solo per caso non ci sono state vittime, dal momento che nel cantiere al momento della frana, essendo notte, non erano al lavoro gli operai. Il crollo potrebbe essere la conseguenza di lavori avviati frettolosamente, senza quella cautela che generalmente si adopera per interventi in siti archeologici, che per loro natura sono a rischio frane. A detta di tecnici esperti, dislocare mezzi meccanici e pesanti su terreni instabili all'interno di un'area archeologica, senza un preventivo sondaggio della stabilità dei luoghi, può causare un incidente di questo tipo che, quindi, non apparirebbe come l'effetto di un imprevisto, ma come l'immaginabile conseguenza di una imperizia. L'area archeologica di Pompei è sottoposta dal luglio del 2008 a commissariamento straordinario da parte del Governo e attualmente commissario straordinario è il dottor Marcello Fiori. Interpello, dunque, il Ministro per sapere: se il Governo sia stato informato in tempo sul grave fatto avvenuto negli scavi di Pompei di cui in premessa; se corrisponda al vero che la frana ha provocato il crollo di trenta metri di muro perimetrale e di venti metri di muro sottostante con danneggiamenti ad affreschi e resti archeologici; se corrisponda al vero che non è stata allertata subito la Direzione delle antichità per visionare il luogo del crollo e stimare gli eventuali danni; se e quali accertamenti siano stati compiuti sulla dinamica dell'incidente e se esso sia collegato ai lavori in corso alla Casa dei casti amanti; se prima del posizionamento dei mezzi pesanti siano state compiute le dovute verifiche sulla staticità dei luoghi a tutela della sicurezza dei lavoratori e dell'integrità del sito; se e quali provvedimenti il Governo intenda assumere per evitare che altri incidenti del genere possano avvenire e affinché si possa, finalmente, procedere ad una valorizzazione e al rilancio dell'intera area archeologica che il lungo commissariamento, più che agevolare, sembra allontanare.
. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di rispondere.
, . Signor Presidente, con riferimento all'interpellanza urgente di cui in oggetto si rappresenta quanto segue: in data 14 gennaio 2010, alle ore 9 circa del mattino, a seguito delle incessanti e violenti piogge protrattesi per diversi giorni e nonostante la chiusura totale con tavole di ponte sul fronte della scarpa che delimita ad ovest il vicolo tra le 11 e 12 della Regio IX di Pompei, si è verificato uno smottamento di terreno nell' 11 (non ancora scavata e limitrofa a quella del cantiere dei cosiddetti Casti Amanti) che, in alcuni punti, ha spezzato le tavole e danneggiato i pilastri di sostegno della copertura di cantiere, provocando danni alla stessa copertura, costituita da lastre di onduline. A seguito di un approfondito sopralluogo, il direttore degli scavi di Pompei, lo stesso giorno, ha dato comunicazione dell'accaduto al soprintendente ed al commissario delegato per l'emergenza nell'area archeologica di Napoli e Pompei, stilando una relazione nella quale si comunicava che: il cedimento ha coinvolto per alcuni metri anche il muro perimetrale dell'isolato; i tecnici operanti sul cantiere dei Casti Amanti sono prontamente accorsi per far attuare con la dovuta ed impellente urgenza misure idonee per rimuovere la situazione di pericolo; per ragioni di sicurezza, al momento, non era possibile accedere alla parte bassa del cantiere per procedere a sopralluoghi accurati ed accertare l'effettiva consistenza dei danni subiti dalle strutture archeologiche, tenuto conto che il movimento del terreno avrebbe potuto continuare; non si registravano danni a persone; non appena possibile l'accesso in sicurezza all'area interessata dallo smottamento, sarebbe stata approntata una dettagliata relazione; occorreva prontamente rimuovere le terre ancora presenti sulla spalla dell' IX 11 al fine di alleggerirne la pressione. Contestualmente all'intervento del direttore degli scavi, anche il direttore dei lavori ha immediatamente impartito le necessarie prescrizioni all'impresa operante nel cantiere dei Casti Amanti al fine della messa in sicurezza dell'area interessata dallo smottamento. In data 25 gennaio si è proceduto ad effettuare, in sicurezza, il sopralluogo atto ad accertare la consistenza di eventuali danni ai beni di interesse archeologico. Pertanto, in data 26 gennaio è stata stilata una relazione più dettagliata, trasmessa alla direzione generale delle antichità, a firma del direttore dei lavori e del direttore degli scavi, nonché responsabile del procedimento e dell'intervento, che ha permesso di stimare i danni subiti dalle strutture archeologiche e nella quale si confermano la dinamica dell'evento citato e gli interventi di messa in sicurezza adottati. In tale relazione si segnala esclusivamente il danneggiamento di alcuni tratti di muro perimetrale privo di intonaco e, ovviamente, di affreschi. Dai sopralluoghi effettuati e dal rapporto si evince che non sussiste alcuna relazione tra i lavori in corso alla dei Casti Amanti e l'evento franoso che è da ascriversi esclusivamente alle copiose infiltrazioni piovose dei giorni precedenti all'accaduto e alla natura dei terreni dell'area vesuviana che, come noto, essendo di origine vulcanica, sono purtroppo spesso causa di eventi dannosi. Infatti, anche negli anni precedenti, purtroppo, si sono verificati modesti crolli ed eventi franosi nell'area degli scavi. È attualmente in corso un'attività di monitoraggio dei rischi naturali per eventuali situazioni analoghe di rischio disposta dal commissario delegato per l'emergenza nell'area archeologica di Napoli e Pompei ed è stato attivato, da alcuni giorni, sempre su richiesta del commissario, un servizio meteorologico di previsioni anche a breve termine per l'area di Pompei, al fine di poter prevenire e, laddove possibile, mitigare le situazioni di rischio di natura idrogeologica all'interno dell'area degli scavi. La gru al servizio del cantiere dei Casti Amanti, che è stata impiegata per garantire maggiore sicurezza degli operatori per l'intervento di sostituzione delle coperture, ormai fatiscenti, del preesistente cantiere, era posizionata non all'interno dell'area archeologica riportata alla luce, bensì nei terreni agricoli ancora oggi esistenti nella parte non scavata di Pompei e limitrofi alla Casina dell'aquila. È da precisare che, prima del posizionamento della gru nell'area citata, sono state effettuate le dovute verifiche sulla staticità dei luoghi, tenendo conto, in particolare, della prospezione geognostica relativa ai terreni di interesse, eseguita per conto della Soprintendenza nell'anno 2002, dalla quale si evince che la resistenza del terreno nell'area in oggetto è tale da sopportare un carico dieci volte superiore a quello della gru zavorrata e a pieno carico utilizzata per il cantiere dei Casti Amanti. È da notare, inoltre, che su tali terreni, storicamente utilizzati da coloni agricoli dell'area vesuviana con il consenso dell'amministrazione, le attività di coltivazione avvengono ordinariamente anche con il passaggio di mezzi meccanici. Per quanto riguarda le iniziative dirette alla valorizzazione e rilancio dell'area - cui si riferiscono gli onorevoli interpellanti - faccio presente che è stato recentemente approvato il programma predisposto dal commissario delegato, che prevede, finalmente, un piano realistico di messa in sicurezza, promozione e valorizzazione dell'area archeologica di Pompei, Ercolano e delle altre aree vesuviane. Il commissario delegato, dei 40 milioni di euro a disposizione provenienti dai fondi non ancora utilizzati dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, ha già impiegato ben 37 milioni di euro per fronteggiare la situazione di pericolo in atto, con attività di restauro e di eliminazione del degrado. In tale contesto, si sta intervenendo, tra l'altro, proprio sul cantiere dei Casti Amanti le cui attività di scavo, iniziate nel 1987, hanno prodotto sino ad oggi straordinari risultati scientifici, arricchendo in modo significativo il livello di conoscenza su Pompei e sul mondo romano. Tale cantiere versava da oltre dieci anni in stato di progressivo abbandono, con il rischio di compromettere non solo la staticità della struttura di cantiere, ma anche la doverosa tutela e conservazione degli ambienti, compresi affreschi e mosaici già scavati. Infatti, il commissario delegato ha predisposto, in data 3 dicembre ultimo scorso, gli atti per i primi interventi di messa in sicurezza. Il cantiere, entro la fine di febbraio 2010, ultimati i lavori, verrà aperto al pubblico e costituirà il primo esempio di «cantiere-evento» in un'area archeologica in cui i visitatori potranno assistere in diretta alle attività di scavo e di restauro. Oltre all'apertura del sopracitato cantiere, il piano di rilancio prevede, tra gli altri, una serie di interventi di valorizzazione e rilancio dell'area archeologica: realizzazione di una stagione teatrale in collaborazione con il Teatro San Carlo di Napoli presso il Teatro grande di Pompei (in corso di restauro); apertura al pubblico di nuove e complessi monumentali; illuminazione degli scavi e visite notturne; visita multimediale alla di Giulio Polibio; restauro dell' e realizzazione di un ; percorsi facilitati per le persone con difficoltà motorie; protocollo con il santuario della Beata vergine del Rosario per la definizione di servizi di comune interesse; riqualificazione e decoro degli elementi di arredo urbano; mostra didattica per le scuole su Pompei ed il Vesuvio; soluzione al problema del randagismo mediante una campagna di adozione; realizzazione di un sistema di videosorveglianza dell'area ai fini della sua salvaguardia; riorganizzazione e ottimizzazione dei servizi di custodia e guardiania; organizzazione di un sistema di servizi di accoglienza al turista mediante la realizzazione di percorsi tematici, servizi per le famiglie con bambini, aree attrezzate di sosta e percorsi verdi; rete finalizzata alla fruizione di contenuti multimediali da parte dei turisti. Questo piano di rilancio, già in corso di concreta realizzazione, pur in una situazione territoriale davvero difficile, sta producendo i suoi primi risultati positivi anche in termini di flussi turistici. Infatti, è stato registrato un incremento degli ingressi sia nel mese di dicembre, grazie anche all'iniziativa dei concerti tenuti negli scavi per Natale e Capodanno, sia nel mese di gennaio, sino alla data del 26 gennaio, pari rispettivamente al 14,7 per cento e all'8 per cento, se confrontati con gli analoghi periodi dell'anno precedente.
. L'onorevole Bossa ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, dispiace molto che il Ministro Bondi non abbia ritenuto di offrire a questa interpellanza la giusta considerazione venendo qui a rispondere su fatti gravissimi su cui sono puntati gli occhi della comunità internazionale. Pompei è una delle aree più visitate al mondo. Come sapete tutti, è iscritta nell'elenco dei beni considerati dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Evidentemente, però, non è abbastanza perché il Governo la consideri. Il crollo dei giorni scorsi ha qualcosa di incredibile sia per come è maturato, sia per l'alone di mistero che per giorni ha aleggiato sulla vicenda, autorizzando sospetti e timori che qualcosa di più grosso e rilevante si sia mosso e che per ragioni oscure a noi incomprensibili si sia deciso di tacere. Ci chiediamo perché dal giorno dell'accaduto, il 14 gennaio, si manda la relazione alla Direzione delle antichità il 26 gennaio: sono passati 12 giorni. Noi, naturalmente, non ci accontenteremo, mi perdoni, signor sottosegretario, della versione ufficiale o di risposte di comodo; andremo avanti e approfondiremo la vicenda fino ad averla chiara fino in fondo. Il dato davvero preoccupante è che quel crollo è solo l'ultimo episodio di una lunga storia di degrado dell'area archeologica di Pompei e anche di altri siti di rilevanza straordinaria di tutta la zona vesuviana. Di fronte a quel pezzo di patrimonio sprecato e abbandonato si è tentato di porre rimedio con un commissariamento, si è dichiarato lo stato di emergenza e si è inviato a Pompei un commissario straordinario nominato dal Governo. È stato prima mandato il prefetto Profili, recentemente scomparso, poi a marzo dello scorso anno addirittura il vice capo della Protezione civile Fiori, che sarebbe dovuto rimanere quattro mesi, ma è ancora lì e ci rimarrà almeno fino al luglio prossimo. Ma cosa hanno prodotto questi due anni di commissariamento? Negli scavi sono stati aperti ristoranti, punti vendita di gestiti da grandi società, che immagino stiano realizzando lauti profitti e sono stati fatti, com'è nello stile di questo Governo, annunci altisonanti e cerimonie ad uso dei . Elenchi, semplicemente, come anche stasera è stato fatto qui. La sensazione è che la vicenda dei commissariamenti, che riguarda purtroppo anche altre aree archeologiche e numerose sovrintendenze, sia solo uno stratagemma per erodere pezzi di potere locale e controllare politicamente luoghi, servizi e azioni che altrimenti dovrebbero essere gestiti con procedure ordinarie. Non ci siamo, allora, signor sottosegretario, non ci siamo. Per l'immenso patrimonio culturale e storico del nostro Paese e dell'area vesuviana in particolare bisogna fare di più, bisogna fare meglio e bisogna fare bene, perché è anche da lì che passano la dignità dell'Italia nel mondo e le possibilità di rilancio economico del Mezzogiorno
. L'onorevole Paladini ha facoltà di illustrare l'interpellanza Di Pietro n. 2-00589, concernente iniziative a favore dei dipendenti del gruppo Mediaset con particolare riferimento all'esternalizzazione del reparto «Trucco, acconciatura e sartoria» di cui è cofirmatario.
. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo presentato questa interpellanza urgente rivolta al Ministro del lavoro e delle politiche sociali per avere conoscenza in merito alla vicenda dei dipendenti del gruppo Mediaset che, nei giorni scorsi, hanno protestato per l'esternalizzazione del reparto trucco, acconciatura e sartoria. Si tratta di 56 persone tra Roma e Milano che lavorano per il gruppo televisivo da anni, alcuni addirittura dalla fondazione del gruppo nel 1980. Le due giornate di sciopero effettuate nel mese di gennaio 2010 dagli addetti al reparto hanno visto la partecipazione per solidarietà dei loro colleghi che lavorano in produzione, nel montaggio e dei . I giornalisti delle testate del gruppo in un'assemblea svoltasi il 19 gennaio 2010, hanno rinnovato la propria solidarietà. I giornalisti hanno tolto la loro firma da tutti i servizi del 20 gennaio 2010 e nel loro comunicato i comitati di redazione hanno scritto: «i giornalisti si uniscono alla richiesta dei lavoratori dell'azienda di recedere dal progetto e di offrire ulteriori elementi di chiarezza a garanzia del percorso di sviluppo strategico e delle scelte produttive, organizzative ed occupazionali». Infatti, la cessione di tali reparti a un'altra società viene vista come l'anticamera del licenziamento o, comunque, come la minaccia di un futuro alquanto incerto. Infatti, i 3.796 dipendenti del gruppo Mediaset temono, malgrado le rassicurazioni della dirigenza del gruppo, che questa esternalizzazione sia solo l'inizio di un processo di smembramento più generale del gruppo stesso. I dipendenti Mediaset sono così suddivisi: 1.870 sono dipendenti della Rti, 1.165 di Videotime, 517 di Elettronica industriale, 220 gli amministrativi, 24 quelli di Mediashopping. Il 72 per cento sono impiegati, il 14 per cento quadri, il 9 per cento giornalisti e il 5 per cento dirigenti. La gran parte del personale lavora a Milano (il 67 per cento), il 23 per cento a Roma e il restante 10 per cento nelle altre sedi. Il reparto trucco, acconciatura e sartoria sarà ceduto alla Pragma service srl, un'azienda che, a quanto risulta agli interpellanti, ha appena 11 mila e 500 euro di capitale sociale. Pertanto, i lavoratori e le organizzazioni sindacali temono che i lavoratori coinvolti nell'esternalizzazione siano destinati a perdere i benefici del contratto integrativo aziendale, tenendo presente che la realtà esterna alla RAI e a Mediaset consiste spesso in una totale deregolamentazione, nella pratica del lavoro nero, mal pagato, nella diffusione del precariato, nella mortificazione delle professionalità e nell'impoverimento delle retribuzioni. Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, aveva assicurato, alla vigilia delle festività natalizie, che nessuno rischiava il proprio posto di lavoro in un'azienda sana come Mediaset. Il vicepresidente, Piersilvio Berlusconi, di recente ha annunciato l'acquisto di due emittenti televisive in Spagna, sottolineando la buona salute imprenditoriale del gruppo. Dopo l'incontro del 14 gennaio 2010 con le organizzazioni sindacali, Mediaset ha confermato la sua volontà di procedere alla cessione del reparto citato e la delegazione sindacale ha dichiarato la propria contrarietà al progetto, obiettando che l'incertezza sugli sviluppi futuri della capacità produttiva del gruppo potrebbe fare ritenere la cessione di un ramo un elemento rivelatore di una strategia di progressive esternalizzazioni. Pertanto, si vuole sapere quali sono le iniziative che il Ministro intenda assumere per salvaguardare la stabilità dell'occupazione dei lavoratori citati e se non intenda convocare le parti al fine di ottenere dal gruppo Mediaset la presentazione di un piano industriale nel quale siano indicate chiaramente le scelte produttive, organizzative ed occupazionali del gruppo stesso.
. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere.
, . Signor Presidente, con riferimento all'atto ispettivo a prima firma dell'onorevole Di Pietro, inerente la situazione occupazionale dei dipendenti del gruppo Mediaset addetti ai servizi trucco, acconciature e sartoria, passo ad illustrare le informazioni acquisite presso i competenti uffici periferici dell'amministrazione che rappresento. Il 5 gennaio 2010, il gruppo Mediaset ha avviato la procedura per la cessione del ramo di azienda trucco, acconciatura e sartoria. Il 22 gennaio scorso si è tenuto, presso la sede Mediaset di Cologno Monzese, un incontro tra l'azienda e le organizzazioni sindacali di categoria, nel corso del quale le parti hanno convenuto in ordine alla necessità di approfondire ulteriormente la situazione aziendale in parola. A tal fine, i rappresentanti aziendali hanno accolto la richiesta di proroga dei termini, previsti dalla vigente normativa per l'espletamento delle procedure di consultazione, avanzata dalle organizzazioni sindacali. Queste ultime, dal canto loro, hanno dichiarato di sospendere lo stato di agitazione. Sono stati, quindi, programmati ulteriori incontri, il primo dei quali si terrà il prossimo 29 gennaio, cioè domani, con l'intento di confrontarsi sulle garanzie e le tutele da riservare ai lavoratori interessati dall'operazione di esternalizzazione. La situazione non risulta, quindi, ancora del tutto definita. Colgo comunque l'occasione per rassicurare gli onorevoli interpellanti in ordine all'attenzione del Governo sulla vicenda aziendale in questione, garantendo la piena disponibilità a monitorare la situazione e a valutare, qualora richiesto, eventuali proposte e soluzioni finalizzate ad una adeguata tutela dei lavoratori coinvolti e delle loro famiglie, anche con l'eventuale convocazione delle parti.
. L'onorevole Paladini ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, la nostra interpellanza, molto articolata, riguardava aspetti molto specifici e soprattutto era volta a sapere quali iniziative intenda assumere il Governo per salvaguardare la stabilità dell'occupazione dei lavoratori citati. Al di là della convocazione delle parti, fatta in maniera occasionale, era logico che ci interessava che oggi vi fosse una risposta in riferimento al futuro di questi lavoratori, soprattutto rispetto a quanto da noi asserito, ossia se il reparto trucco, acconciatore e sartoria sarà ceduto alla Pragma Service srl. È chiaro che per questi lavoratori, che fanno parte di un gruppo così importante, trovarsi in una società in cui vi sono appena 11.500 euro di capitale sociale, sarebbe una brutta avventura, anche perché vi sarebbero meno di 15 dipendenti. Quindi, vi è tutta una serie di situazioni da considerare. Volevamo anche sapere se esisteva questo modello di pratica del lavoro nero, mal pagato, la diffusione del precariato, la mortificazione delle professionalità e l'impoverimento delle retribuzioni. Si tratta di tutta una serie di considerazioni che sono molto forti (lo capisco e lo comprendo, anche trattandosi dell'azienda del Presidente del Consiglio). Quindi sicuramente sono temi molto importanti, ma pensiamo che nei prossimi mesi, purtroppo a discapito dei lavoratori e come è avvenuto oggi con il provvedimento che abbiamo varato, ne vedremo delle belle.
. L'onorevole Gibelli ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00591, concernente iniziative a favore dei lavoratori dell'Ordine S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli, con particolare riferimento all'applicazione della procedura di cassa integrazione in deroga .
. Signor Presidente, questa è una triste vicenda che riguarda un gruppo di persone che hanno prestato un'opera non solo economica, ma anche sociale, in un'importante struttura della provincia di Milano in territorio lodigiano, a San Colombano al Lambro, presso un ospedale dal nome Fatebenefratelli (nome glorioso) che, in realtà, nell'ultimo periodo sta vivendo - per scelte economiche discutibili, ma non è oggetto dell'interpellanza - sofferenze che saranno pagate completamente da questi lavoratori sulla loro pelle. Si tratta di lavoratori che hanno atteso un tavolo di trattativa che, a detta dei sindacati, con un atteggiamento assolutamente responsabile, avrebbe dovuto trovare una soluzione utile alla struttura, a loro e alle loro famiglie ed utile anche alla tradizione di un'importante struttura come il Fatebenefratelli. In realtà, pare che le intenzioni siano molto diverse fino al punto che, in maniera clamorosa, negli ultimi giorni un numero importante di dipendenti è in attesa di alcune lettere di licenziamento assolutamente ingiustificate, anche in attesa dell'attuazione di un decreto-legge che abbiamo approvato noi e che è oggetto di questa interpellanza. Quindi, mi rivolgo al Governo per sapere a che punto è l'iter, se queste persone possono avere speranza di poter accedere alle misure che abbiamo adottato per rendere concreta un'iniziativa del Governo assolutamente condivisibile e che in realtà praticamente viene elusa e rimandata. Così si mette in difficoltà un numero importante di famiglie che non meritano di essere trattate in questo modo.
. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Viespoli, ha facoltà di rispondere.
, . Signor Presidente, l'onorevole Gibelli, nel presente atto parlamentare, sollecita l'attenzione sulla vicenda occupazionale del personale dell'Ordine di San Giovanni di Dio Fatebenefratelli della sede di San Colombano (Lodi) impiegato presso il reparto che si occupa di disabili psichiatrici. In particolare, l'onorevole interpellante chiede di conoscere lo stato di attuazione della normativa recata dal decreto-legge n. 78 del 2009, in materia di interventi di sostegno al reddito, in vista di un eventuale riconoscimento ai lavoratori in questione. Sulla questione in argomento sono state richieste notizie ai competenti uffici dell'amministrazione che rappresento e della regione Lombardia con le seguenti risultanze. Preliminarmente faccio presente che i lavoratori di cui trattasi, non rientrando per la particolare qualifica del datore di lavoro, nell'ambito di applicazione della legge n. 223 del 1991, possono accedere ai benefici di integrazione salariale, cosiddetta in deroga alla vigente normativa (interventi gestiti a livello regionale). In proposito, mi pare opportuno specificare che, trattandosi di questioni inerenti lavoratori situati in un'unica regione (Lombardia), le relative procedure vengono gestite dalla regione medesima sulla base di accordi annualmente stabiliti con il Ministero del lavoro. Con riferimento a quanto richiesto nel presente atto parlamentare, in ordine al decreto interministeriale di attuazione dell'articolo 1, commi 1-4 del decreto-legge n. 78 del 2009 che si riferisce, in particolar modo, all'incentivo da riconoscere ai lavoratori sospesi e percettori di integrazione salariale utilizzati in progetti di formazione o riqualificazione, a carico del datore di lavoro, faccio presente che il medesimo è attualmente al vaglio della Corte dei conti per il prescritto controllo. Da ultimo, informo, sulla base di quanto comunicato dagli uffici regionali, che l'Ordine, nello scorso anno, ha avviato una trattativa per definire un intervento in materia di ammortizzatori sociali e che, ad oggi, a seguito di una serie di incontri tra le parti, sarebbe prossima la sottoscrizione di un accordo inerente l'avvio di una cassa integrazione in deroga per i lavoratori in argomento. Per la giornata di domani, venerdì 29 gennaio, è stato fissato un ulteriore incontro tra le parti, nell'intento di giungere alla sottoscrizione di un accordo nei termini sopra indicati.
. L'onorevole Gibelli ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, la risposta del sottosegretario mi convince nella parte che riguarda l'attuazione di un provvedimento di legge importante. Il fatto che si sia qui ufficialmente ammesso che presso la Corte dei conti esiste questo provvedimento in realtà ci conforta, però mi auguro che i tempi siano sufficientemente brevi per poter usufruire di questo importante strumento. Resta fermo che, se questo tavolo annunciato oggi per la giornata di domani produrrà effetti, essi andranno calibrati sulla notizia e l'informazione che le ho reso, sul fatto che, dopo aver abbandonato il tavolo, sono state prodotte lettere di licenziamento per un numero di persone importante che andrebbe nella direzione opposta a questa trattativa. Mi riserverò, nonostante mi possa dichiarare soddisfatto delle informazioni e mi auguro, ma non ho dubbi, che la Corte dei conti, come dicevo, faccia il suo dovere, nel caso in cui ci siano ulteriori resistenze, di presentare un ulteriore atto di sindacato ispettivo per essere informato dal Governo sulla piena applicabilità delle disposizioni normative che sono state oggetto di questa discussione. Ciò è nell'interesse di un numero importante di famiglie che, dopo avere ottenuto per mesi una serie interminabile di rassicurazioni, si sono viste recapitare a casa delle lettere di licenziamento assolutamente senza preavviso, con un atteggiamento quasi intimidatorio che non fa onore a questa struttura, che si è gloriata negli anni di un servizio pubblico onorevole e che oggi, invece, segna una pagina nera.
. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze all'ordine del giorno.
. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di febbraio 2010:
. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.