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Mercoledì 31 Marzo 2010 ore 15:00
Seduta di assemblea numero 303 della XVI legislatura
Resoconto stenografico
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Seduta di assemblea numero 303 della XVI legislatura del 31/03/2010
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Annunzio di un messaggio del Presidente della Repubblica per il riesame del disegno di legge n. 1441-quater-B
- Interrogazioni a risposta immediata (Svolgimento)
- Iniziative per contrastare il fenomeno delle indebite erogazioni dei trattamenti di invalidità civile - n. 3-00988
- Intendimenti del Governo in ordine all'avviso comune delle parti sociali relativo all'istituto dell'arbitrato in materia di controversie di lavoro - n. 3-00989
- Orientamenti del Governo in merito alla proroga della concessione relativa all'autostrada A22 Modena-Brennero - n. 3-00990
- Chiarimenti in merito ai finanziamenti necessari per completare l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria - n. 3-00991
- Iniziative di competenza del Ministro dello sviluppo economico in relazione all'andamento dei prezzi dei carburanti - n. 3-00992
- Iniziative di competenza del Governo in relazione alla situazione dello zuccherificio del Molise e per il rilancio del settore bieticolo-saccarifero - n. 3-00993
- Rinvio dello svolgimento di interpellanze urgenti
- Ordine del giorno della prossima seduta
, legge il processo verbale della seduta dell'8 marzo 2010.
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Brancher, Brugger, Casero, Cirielli, Colucci, Cota, D'Alema, Di Stanislao, Gregorio Fontana, Franceschini, Gidoni, Martini, Mazzocchi, Pescante, Ravetto, Rugghia, Saglia, Sardelli, Stucchi, Tabacci e Urso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna. Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell' al resoconto della seduta odierna.
. Comunico che il Presidente della Repubblica, a norma dell'articolo 74 della Costituzione, con messaggio in data 31 marzo 2010, ha chiesto alle Camere una nuova deliberazione sul disegno di legge n. 1441--B: Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro. La lettera inviatami dal Presidente della Repubblica è la seguente: «Onorevole Presidente, le trasmetto il messaggio con il quale chiedo alle Camere una nuova deliberazione ai sensi dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione, in ordine alla legge: «Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro», approvata dalla Camera dei deputati il 28 ottobre 2008, modificata dal Senato della Repubblica il 26 novembre 2009, nuovamente modificata dalla Camera dei deputati il 28 gennaio 2010 e definitivamente approvata dal Senato della Repubblica il 3 marzo 2010. Voglia gradire i sensi della mia più alta considerazione». Il messaggio è del seguente tenore: «Onorevoli parlamentari, mi è stata sottoposta per la promulgazione la legge recante: «Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro».
. Bravo Presidente! Era ora che facesse sentire la sua voce!
. Ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento il messaggio (Doc. I, n. 1), che sarà stampato e distribuito, è trasmesso alla XI Commissione (Lavoro). Alla stessa Commissione è assegnato in sede referente il predetto disegno di legge 1441--D con il parere delle Commissioni I e II articolo 73 comma 1- del Regolamento), IV ( articolo 73 comma 1- del Regolamento), V, VI, VII ( articolo 73 comma 1- del Regolamento), VIII, IX, X, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.
. L'onorevole Vanalli ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Cota n. 3-00988 concernente iniziative per contrastare il fenomeno delle indebite erogazioni dei trattamenti di invalidità civile di cui è cofirmatario.
. Signor Presidente, l'articolo 80 del decreto-legge n. 112 del 2008 prevede che l'INPS attui nell'anno 2009 un piano straordinario di 200 mila verifiche dei titolari di invalidità civile. Secondo quanto riportato sul quotidiano del 30 giugno 2009 le verifiche fino ad allora condotte dall'INPS avevano portato alla revoca del 13 per cento delle pensioni, con punte di quasi il 22 per cento in Sardegna, il 19 per cento in Calabria, il 15 per cento in Campania e Puglia. La legge del 3 agosto 2009, n. 102, recante contrasto alle frodi in materia di invalidità civile, per risolvere l'annosa questione dei falsi invalidi ha previsto, con decorrenza 1o gennaio 2010, che le commissioni mediche dell'ASL siano integrate anche da un medico dell'INPS quale membro effettivo. Tale scelta di modifica legislativa combinata con il numero delle invalidità civili in costante crescita (30 per cento in più del 2004 ed una spesa annua di circa 15 miliardi di euro) lascerebbe presupporre un qualche comportamento arbitrario da parte dei medici ASL nel riconoscimento della sussistenza o meno dei requisiti.
. Onorevole Vanalli, la prego di concludere.
. Si chiede pertanto di sapere quanti siano i falsi trattamenti di invalidità ad oggi accertati, quali iniziative il Ministero intenda promuovere per il recupero delle somme indebitamente percepite e se non ritenga di adottare misure per la richiesta di risarcimento del danno erariale nei confronti dei responsabili.
. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
, . Signor Presidente, faccio presente in primo luogo che gli accertamenti effettuati dall'INPS ai sensi della normativa vigente hanno la finalità di verificare la permanenza o meno dello stato invalidante, nonché dei requisiti reddituali previsti per poter fruire delle provvidenze economiche. Ed è proprio in considerazione dell'eventualità che nel tempo lo stato invalidante possa modificarsi in senso migliorativo o peggiorativo che è stato previsto l'istituto della revisione. In particolare, nel caso della revisione relativa ad una prestazione concessa a seguito di accertamento sanitario espletato in sede amministrativa, ha rilevanza soltanto la situazione attuale del diritto restando viceversa irrilevante la pregressa situazione. Per tali motivi i giudizi di non conferma dei requisiti sanitari emersi nel corso del piano straordinario di verifiche per il 2009 non possono essere assimilati a giudizi di falsa invalidità per colpa o per dolo come conseguenza connessa in termini di responsabilità. Ciò premesso, per quanto concerne le attività di verifica svolte dall'INPS, informo che le stesse sono state effettuate nei confronti dei titolari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, e disabilità. Inoltre, con la legge finanziaria per l'anno 2010 è stato previsto un programma di 100 mila verifiche aggiuntive nei confronti dei titolari dei benefici economici di invalidità civile. Come emerge dai dati forniti dall'istituto, alla data del 30 marzo la non conferma dei requisiti sanitari ha riguardato 18.840 casi, pari all'11,25 per cento del totale, con percentuali variabili tra il 5,81 per cento della Toscana e il 19,27 per cento della Campania. Ciò ha dato luogo o alla revoca del beneficio o alla sua trasformazione in una prestazione economicamente meno favorevole. Aggiungo infine che un'ulteriore significativa quota di revoche è conseguita alla mancata presentazione a visita di cittadini regolarmente convocati. Resta comunque fermo l'obbligo di denuncia da parte dell'istituto per le conseguenti azioni di responsabilità in caso di revoca per insussistenza dei requisiti nei casi in cui vengono rilevati elementi di responsabilità per danno erariale.
. L'onorevole Vanalli, ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, signor Ministro, sono soddisfatto della risposta e del lavoro di accertamento da parte del Governo e del Ministero. In ogni caso sono amaramente contento nel constatare che un malvezzo denunciato dalla Lega da parecchi anni si stia rivelando tale: troppa gente sta approfittando delle casse pubbliche per garantirsi un reddito senza lavorare e questo a danno soprattutto di chi poi effettivamente ha bisogno di un riconoscimento per un'invalidità. Così come tanta gente procaccia questi riconoscimenti in cambio di favori per garantirsi un ritorno economico e alcune volte politico. L'invito naturalmente è di continuare sulla strada delle verifiche e degli accertamenti, come è stato fatto finora, per cercare di porre fine a questa attività dei furbi di turno. Devo comunque sottolineare, infine, le ragioni della Lega quando individuava nel sud d'Italia l'area dove tali pratiche sono più frequenti. Non è un motivo di orgoglio dirlo in quest'Aula, ma una constatazione del fatto che il più delle volte le nostre indicazioni vengono sottovalutate e strumentalizzate. L'altro ieri però la gente ha fatto vedere cosa pensa della Lega e delle sue argomentazioni .
. Onorevole Barbato, si taccia per favore.
. L'onorevole Cazzola ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00989, concernente intendimenti del Governo in ordine all'avviso comune delle parti sociali relativo all'istituto dell'arbitrato in materia di controversie di lavoro .
. Signor Presidente, signor Ministro, noi abbiamo presentato un'interrogazione sul tema della conciliazione e dell'arbitrato di cui all'articolo 31 del collegato lavoro, interrogazione che ho depositato agli atti. L'avevamo fatto per chiedere al Governo quali fossero gli intendimenti dopo l'avvenuta sottoscrizione da parte delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali di un avviso comune riguardante la materia della risoluzione del rapporto di lavoro alla luce delle nuove norme. La lettera del Capo dello Stato, testé letta dal Presidente della Camera, interviene anche su questo argomento e dunque a maggior ragione il tema risulta di particolare rilevanza, e credo anche di interesse dei colleghi, e assume nello stesso tempo anche maggiore importanza il quesito che abbiamo sottoposto alla sua cortese attenzione.
. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.
, . Signor Presidente, il Governo nel prendere atto del rinvio al Parlamento del collegato lavoro alla legge finanziaria 2009 sottolinea che il Presidente della Repubblica ritiene (lo cito) che «l'introduzione nell'ordinamento di strumenti idonei a prevenire l'insorgere di controversie e a semplificare e ad accelerarne le modalità di definizione può risultare certamente apprezzabile e merita di essere valutata con spirito aperto». Cosa che certamente non è avvenuta da parte di quella sinistra politica e sindacale che ancora una volta, di fronte alle idee di Marco Biagi, ha usato un linguaggio pericoloso e inaccettabile. Con riferimento ai rilievi di merito e opportunità sollevati dal Presidente della Repubblica a questo proposito ci pare che i punti di riflessione siano tre. Primo: una più precisa definizione dell'arbitrato di equità; secondo: i limiti entro cui ammettere la possibilità per le parti di concordare il rinvio agli arbitri di futuri contenziosi all'atto dell'assunzione e terzo: lo spazio di intervento sostitutivo del Ministro del lavoro in caso di mancato accordo tra le parti sociali. Il Governo auspica un rapido esame parlamentare circoscritto alle materie segnalate, anche al fine di consentire la tempestiva attuazione di importanti deleghe, come quella in materia di lavori usuranti. Nel merito dei rilievi si osserva quanto segue. In primo luogo, l'arbitrato di equità si realizza nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento che per il Governo già includevano i principi regolatori della materia del lavoro come richiesto dal messaggio e come tali, quindi, questi possono essere esplicitati. In secondo luogo, il Governo ribadisce la propria fiducia verso la contrattazione collettiva a cui la legge assegna il compito di far entrare in vigore l'arbitrato coniugando le ragioni dei lavoratori e delle imprese in modo che la scelta delle parti sia sempre libera e responsabile. In considerazione di ciò il Parlamento potrebbe recepire in legge i contenuti della dichiarazione comune dello scorso 11 marzo con cui tutte le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, tranne la CGIL - è di questi giorni l'adesione anche della Lega delle cooperative - hanno già chiaramente delimitato la clausola compromissoria all'atto dell'assunzione del lavoratore escludendola nel caso di licenziamento. In terzo luogo, tanto il Governo esprime fiducia nei confronti di un sistema sussidiario libero e pluralistico di contrattazione collettiva, che esso potrebbe diventare anche formalmente la sede esclusiva di regolamentazione delle clausole compromissorie lasciando al Ministro del lavoro il compito di convocare le parti. In questo vi è tutta la filosofia della regolazione del lavoro perseguita dal Governo e da quasi tutti gli attori sociali, come si è evidenziato negli accordi sul nuovo modello contrattuale e sulla partecipazione dei lavoratori. Come ha insegnato Marco Biagi, un moderno statuto dei lavori si compone di essenziali diritti, regolati dalla legge in termini generalizzati, e da una più ampia rete di tutele flessibilmente concordate tra le parti sociali nei diversi settori o territori tenendo conto delle effettive condizioni del lavoratore e dell'impresa.
. L'onorevole Cazzola ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, a scanso di equivoci, per noi - credo di parlare a nome del mio gruppo - le forme di risoluzione stragiudiziale delle controversie di lavoro sono una cartina di tornasole dell'evoluzione di un sistema di relazioni industriali, come peraltro tutta la lettura delle esperienze internazionali sta a dimostrare anche al di fuori del nostro Paese. È quindi assolutamente meritevole e da incoraggiare l'intendimento del Governo di rafforzare tali procedure.
. Pertanto, noi insistiamo e incoraggiamo il Governo a proseguire su questa strada - ovviamente terremo conto delle autorevoli osservazioni che sono state svolte - anche per affrontare il problema di un contenzioso giudiziario il cui sovraccarico - questo è bene che lo si tenga nella dovuta considerazione - è il contrario del «fare giustizia», del rendere giustizia, prima di tutto ai lavoratori. Quindi, siamo convinti che le intenzioni del Governo vadano nella direzione di offrire ai lavoratori un'opportunità in più e non delle tutele minori. Pertanto, nel dichiararmi soddisfatto della risposta del Ministro, credo che insieme saremo in condizione, Governo e Parlamento, di affrontare e risolvere i problemi emersi e lo faremo nell'esame parlamentare che mi auguro si possa svolgere tra breve .
. L'onorevole Brugger ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00990, concernente orientamenti del Governo in merito alla proroga della concessione relativa all'autostrada A22 Modena-Brennero .
. Signor Presidente, signor Ministro, l'autostrada del Brennero è attualmente in gestione alla società Autostrade del Brennero Spa, società partecipata in maggioranza dalla regione Trentino-Alto Adige e dalle province autonome di Trento e Bolzano, con una concessione che andrà in scadenza nel 2014. Le province autonome di Trento e Bolzano hanno più volte, nel corso del 2009 e nel 2010, richiesto chiarimenti formali al Governo in ordine al ruolo della autostrada A22 e, in particolare, alle notizie informali relative alla presunta volontà di non prolungare la concessione della società Autostrade del Brennero Spa e al fatto che entro questo mese l'ANAS intenda indire una gara per la A22, secondo quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2010, che prevede l'avvio delle procedure ad evidenza pubblica per l'individuazione dei nuovi concessionari. Le province autonome di Trento e Bolzano ritengono indispensabile un confronto istituzionale con il Governo in ordine al ruolo della A22, in relazione all'infrastruttura ferroviaria del Brennero. Si chiede, pertanto, quali siano gli orientamenti del Governo anche in sede europea in ordine all'autostrada del Brennero. Inoltre, se il Governo intenda procedere con una proroga della concessione o, diversamente, nel caso di gara, intenda vincolare la nuova concessione alla garanzia del cofinanziamento dell'opera della galleria di base e degli accessi ferroviari.
. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
, . Signor Presidente, come correttamente anche l'onorevole Brugger ha ricordato nella sua interrogazione, la legge finanziaria per l'anno 2010 ha previsto, all'articolo 2, che per le tratte autostradali in concessione (per le quali la scadenza della concessione è prevista entro il 31 dicembre 2014) la società ANAS, entro il 31 marzo 2010, avvii le procedure ad evidenza pubblica per l'individuazione dei concessionari ai quali, allo scadere delle convenzioni vigenti, è affidata la concessione. La concessione di costruzione e gestione con la concessionaria autostrada del Brennero Spa rientra nell'ambito di applicazione di questa disposizione, in quanto il relativo atto convenzionale verrà a scadenza il 30 aprile 2014. Nel corso del corrente anno si procederà, a seguito dell'istruttoria svolta dall'ANAS, all'aggiornamento della vigente convenzione e alla revisione del piano economico, come previsto dalle disposizioni normative vigenti. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, ritiene necessario un maggiore approfondimento delle delicate e complesse problematiche derivanti dall'applicazione della innovativa norma prima ricordata. Conseguentemente, è stata rappresentata all'ANAS l'opportunità di un differimento delle determinazioni al riguardo, affinché vengano compiute tutte le necessarie valutazioni di natura tecnica e giuridica preordinate all'avvio delle procedure per l'affidamento del contratto di concessione in scadenza. Posso confermare, comunque, l'orientamento già assunto dal Governo relativo alla previsione dell'obbligo per il concessionario di destinare una quota dei proventi dei pedaggi alla realizzazione dell'infrastruttura ferroviaria del Brennero. Rappresento, infine, all'onorevole Brugger, la massima disponibilità del Governo ad un confronto istituzionale con le province di Trento e di Bolzano per l'esame e la valutazione di tutte le problematiche connesse sia alla convenzione di concessione dell'autostrada A22, sia all'infrastruttura ferroviaria del Brennero.
. L'onorevole Brugger ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, signor Ministro, mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta nel senso che credo sia di grande attualità questa interrogazione, tra l'altro sostenuta anche dalle colleghe Gnecchi e Froner e dai colleghi Bressa e Holzmann. L'interrogazione sostanzialmente ha come attualità anche la lettera del presidente della provincia di Trento Dellai che chiede chiarimenti su come proseguire nella procedura. Francamente noi riteniamo l'autostrada del Brennero, in questo caso in modo particolare l'infrastruttura ferroviaria, del tutto strategica sotto il profilo della tutela dell'ambiente e delle prospettive di crescita e di sviluppo dei nostri territori. Pertanto, vorremmo comunque essere sempre coinvolti come enti locali e come territori interessati in tutte le decisioni. Chiaramente noi preferivamo la soluzione migliore, ovvero quella del prolungamento della concessione perché in questo modo noi, anche come enti locali territoriali, eravamo comunque coinvolti. Se, però, come sostiene il Ministro, si va nella direzione del bando di gara, allora è importante avere un po' di tempo e ci conforta il fatto che noi non abbiamo una scadenza nei prossimi giorni, ma che ci sia la possibilità del confronto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Per noi è assolutamente essenziale che, come diceva il Ministro, una quota prevalente dei proventi realizzati dalla nuova concessione venga, comunque, destinata al rinnovo della infrastruttura ferroviaria e, quindi, alla galleria e tratta di accesso .
. L'onorevole Iannuzzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00991, concernente chiarimenti in merito ai finanziamenti necessari per completare l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria .
. Signor Presidente, signor Ministro, l'ammodernamento e la messa in sicurezza dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria costituisce senza dubbio nella politica infrastrutturale del Paese una priorità di assoluta valenza nazionale. Per queste ragioni, occorre velocizzare al massimo i lavori, ma anche garantire in tempi certi e ravvicinati tutti i finanziamenti che occorrono per completare l'autostrada entro questa legislatura, obiettivo indifferibile, visto che negli ultimi dieci anni i lavori hanno registrato passi avanti significativi, ma hanno anche accumulato troppi ritardi e tanti rinvii. Tuttavia, per realizzare le tratte ancora in fase di progettazione dell'autostrada, pari a circa settantacinque chilometri, occorrono almeno 2 miliardi e 600 milioni di euro. Per questo, noi sollecitiamo ancora una volta il Governo ad adottare decisioni rapide e tempestive su questo fronte per assicurare tutte le risorse, in assenza delle quali non potrà essere completata l'autostrada del Mezzogiorno
. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
, Signor Presidente, onorevole Iannuzzi, sin dal dicembre del 2001, data di avvio del piano delle infrastrutture strategiche previsto dalla legge obiettivo, nata da una precisa volontà del Governo Berlusconi, l'asse autostradale Salerno-Reggio Calabria è stato uno dei progetti chiave della rete di infrastrutture del nostro Paese. Ciò è ampiamente testimoniato. Cito due elementi: innanzitutto, le decisioni assunte dal Ministero delle infrastrutture, d'intesa con l'ANAS, sulla riorganizzazione dei lotti funzionali del tracciato, per i quali si è passati da oltre settanta micro lotti a soli sei macro lotti; in secondo luogo, le numerose delibere del CIPE che sempre in questi anni hanno approvato i singoli progetti ed hanno garantito adeguate risorse finanziarie. Ricordo che il progetto generale di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria comprende cinquantotto interventi, inclusi i nuovi svincoli richiesti dagli enti territoriali. Di questi interventi: trenta, per una estensione complessiva di circa centonovantatre chilometri, risultano allo stato ultimati; diciotto, per un'estensione complessiva di circa centottanta chilometri, sono in esecuzione; altri dieci, per un'estensione complessiva di circa settanta chilometri, risultano in fase di avanzata progettazione. Da ultimo, relativamente all'aspetto finanziario, l'intera opera di ammodernamento dell'asse autostradale della A3 ha un costo di 10,2 miliardi di euro. Di questi 10,2 miliardi la copertura finanziaria ha già raggiunto la soglia di 7,1 miliardi di euro. Secondo quanto rappresentato dal Ministero delle infrastrutture, i 3 miliardi restanti sono relativi ad interventi il cui stato progettuale si trova ancora in una fase preliminare, tale da non consentire un'adeguata previsione. Quindi, del volano globale di 10,2 miliardi di euro, le opere già completate sono pari a 960 milioni di euro, 5,7 miliardi di opere sono in corso e 3,4 miliardi sono relativi ad opere in corso di progettazione. In conclusione, come spero di avere dimostrato con questi dati, onorevole Iannuzzi, il Governo conferma di attribuire all'ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria il rilievo essenziale per lo sviluppo del Mezzogiorno e dell'intero Paese e proseguirà con determinazione nelle ricordate attività, finalizzate ad una celere conclusione dell'opera.
. L'onorevole Iannuzzi ha facoltà di replicare.
. Signor Presidente, signor Ministro, la sua risposta suscita grande preoccupazione. Il completamento della Salerno-Reggio Calabria è una questione di interesse nazionale che riguarda le comunità della Basilicata, della Calabria e della Campania, ma assicura soprattutto il collegamento efficiente della Sicilia e del Mezzogiorno con il centro ed il nord. Allora, su questa linea occorre un impegno del Governo intensissimo e senza sosta. Da un lato, bisogna accelerare i cantieri aperti, dall'altro, bisogna definire le progettazioni e gli appalti, superando con determinazione ostacoli e difficoltà burocratiche. Soprattutto, va aggredito e risolto finalmente il nodo cruciale dei finanziamenti che ancora occorrono per completare l'autostrada. Da questo punto di vista, il Governo deve adottare scelte nette e tempestive. Invece, dall'inizio della legislatura, abbiamo assistito ad una serie costante e massiccia di decurtazione dei fondi FAS destinati al Mezzogiorno. Più di 20 miliardi di euro sono stati sottratti al sud e sono stati indirizzati verso le finalità più diverse, tutte lontane dallo sviluppo del sud, alcune scandalose, come il finanziamento delle multe per le quote latte nelle regioni del nord. Anche nel campo delle infrastrutture, avete deciso soltanto di destinare 1 miliardo e 800 milioni di euro al ponte sullo stretto di Messina, progetto sicuramente non prioritario, faraonico e dispendioso, mentre rimangono al palo le infrastrutture e le ferrovie meridionali. Il Governo, ed in particolare il Ministro Matteoli, che anche oggi, quando si parla della Salerno-Reggio Calabria (come qualche settimana fa, quando in quest'Aula si è parlato della Napoli-Bari), è assente, deve adottare decisioni immediate, anche ripristinando quel finanziamento di 190 milioni di euro per il raccordo Mercato San Severino-Salerno che collega le autostrade Caserta-Roma e Salerno-Reggio Calabria che era previsto nella scorsa legislatura ed è stato cancellato con il decreto-legge n. 112 del 2008 dal Ministro Tremonti. Noi attendiamo nel 2010, finalmente, il finanziamento integrale per il completamento della Salerno-Reggio Calabria. Su questo fronte, dal Governo, dopo tanti annunci e tanti proclami, attendiamo finalmente fatti concreti e tangibili .
. L'onorevole Compagnon ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00992, concernente iniziative di competenza del Ministro dello sviluppo economico in relazione all'andamento dei prezzi dei carburanti .
. Signor Presidente, signor Ministro, il prezzo della benzina è un tormentone da tanto tempo. La situazione si può sintetizzare con i costi al barile e i costi alla pompa. Nel 2008 il barile costava 147 euro e alla pompa la benzina, la verde, poi si possono fare le dovute proporzioni per le altre, costava 1,5 euro. Oggi il barile costa 82 euro (era sceso anche a 30), mentre alla pompa il costo è uno 1,4 e continua ad aumentare. Considerato che il prezzo al consumo della benzina è dato dal costo industriale più IVA più accise e che il costo industriale nel nostro Paese è già superiore di circa 4,4 centesimi rispetto alla media europea, fino adesso non si è fatto niente per tutelare i consumatori. Chiedo al Governo cosa intenda fare per controllare le compagnie petrolifere, affinché non facciano quello che vogliono, come appare, ma soprattutto quali iniziative intenda porre in essere a fronte di questa situazione di grave difficoltà che, per ora, mi pare non sia stata affrontata.
. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
, . Signor Presidente, cercherò di dimostrare all'onorevole Compagnon come la tematica dell'andamento dei prezzi dei carburanti sia stata costantemente seguita dal Governo, e in particolare dal Ministero dello sviluppo economico. Ricordo a tal proposito, che, nel giugno del 2008, il Ministero ha istituito un tavolo permanente di confronto sul mercato petrolifero, per trovare, attraverso un confronto con gli operatori e le categorie interessate, soluzioni in grado di incidere sulla struttura organizzativa del settore. Si intende così ridurre la distanza del costo industriale dei prodotti petroliferi tra l'Italia e gli altri Paesi europei. Nel corso dell'attività del tavolo si è giunti all'adozione di una metodologia di analisi dell'andamento dei prezzi e del confronto con i 15 Paesi dell'area euro che tiene conto anche delle promozioni e delle offerte commerciali di benzina e gasolio. Nell'ultima riunione, specificamente tenuta il 19 gennaio scorso, l'attenzione si è focalizzata sulle proposte di strumenti attuativi per la riforma del mercato dei prodotti petroliferi, della logistica e della rete di distribuzione dei carburanti. In particolare, circa l'andamento dei prezzi dei carburanti, il tavolo si è espresso sulla necessità di fare chiarezza sul tema della cosiddetta doppia velocità mediante una verifica da condurre tramite il Garante per la sorveglianza dei prezzi. La metodologia proposta dal tavolo è stata poi quella di procedere con l'elaborazione di una riforma condivisa anche attraverso una ripartizione in quattro gruppi di lavoro più ristretti. Tali gruppi di lavoro hanno tenuto una serie di riunioni in data 3, 5 e 12 febbraio e 3 marzo del 2010. In questi incontri sono emersi elementi condivisi per la riforma dell'intera filiera, basati sulla necessità di agire per la salvaguardia e per fornire un maggiore orientamento al mercato dei settori della raffinazione, della logistica e della distribuzione dei prodotti petroliferi. Ciò, onorevole Compagnon, andando proprio incontro a quanto da lei richiesto; per raggiungere, cioè, l'obiettivo fondamentale della riduzione del cosiddetto «stacco Italia», cioè per incidere proprio sulla differenza tra il prezzo industriale medio dei carburanti nel nostro Paese e quello medio europeo. Mi auguro così di averle testimoniato l'impegno che il Governo sta esercitando anche in questo settore.
. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.
. Signor Ministro, non metto in discussione l'impegno, che sono certo che c'è stato, ma l'aumento della benzina non colpisce certo chi ha macchine come la Ferrari, ma la stragrande maggioranza degli italiani che lavora, che viaggia per lavoro e per studio, che va ogni tanto anche in vacanza e che ha già difficoltà a far quadrare il proprio bilancio. È chiaro che in questo momento vi sono delle difficoltà, allora avanzo due proposte (e non mi interessa dire se sono soddisfatto o meno). Le proposte sono nel senso che il tavolo temporaneo deve diventare un'agenzia di controllo vera rispetto a ciò che succede con le compagnie petrolifere, ma soprattutto esistono accise che incidono per quasi 0,5 euro e che riguardano la guerra di Abissinia, la crisi del Canale di Suez, il disastro del Vajont, l'alluvione di Firenze, il terremoto del Belice e quello del Friuli, la missione in Bosnia già conclusa ed il terremoto nell'Irpinia del 1980. Il Governo cominci a togliere queste accise almeno nei momenti di difficoltà, perché non sono nemmeno giustificabili: credo infatti che in un periodo come questo, già di crisi generalizzata, qualche segnale debba essere dato. Ora la campagna elettorale è finita, è terminata, non servono né né grandi proclami: cerchiamo di fare qualcosa di concreto. Avete parlato delle riforme che farete nei prossimi tre anni: bene, siamo disponibili ma iniziamo a dare intanto qualche segnale necessario a fare stare meglio gli italiani, che mediamente stanno peggio degli altri perché quelli che non stanno bene ogni giorno debbono anche fare i conti con un costo del carburante che aumenta, come ricordavo all'inizio, senza una logica giustificazione. Pertanto, signor Ministro, la ringrazio della risposta ma le chiedo in questa nuova fase di dimostrare volontà dando un segnale forte, prima di tutto riducendo le accise - oltre che controllando le compagnie petrolifere - nell'interesse dei consumatori italiani.
. L'onorevole Di Giuseppe ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Pietro n. 3-00993, concernente iniziative di competenza del Governo in relazione alla situazione dello zuccherificio del Molise e per il rilancio del settore bieticolo-saccarifero di cui è cofirmataria.
. Signor Presidente, Ministro, il gruppo dell'Italia dei Valori ha presentato sia in Commissione sia in Assemblea diversi emendamenti ed ordini del giorno - e questo l'ex Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali lo sa - pregando il Governo di reperire i fondi da destinare ai quattro zuccherifici rimasti in attività (dobbiamo ricordare anche che altri quindici zuccherifici sono stati chiusi e che quegli stessi zuccherifici stanno aspettando un piano di riconversione che pare non sia ancora arrivato). Abbiamo appreso che nel decreto-legge sugli incentivi non vi è traccia degli 86 milioni di euro a sostegno del settore bieticolo-saccarifero; oltretutto, uno di questi zuccherifici - quello di Termoli - presenta una situazione societaria che è a dir poco confusa, molto contorta e non chiara. Il gruppo dell'Italia dei Valori desidera che il Governo intervenga a tal proposito: come dire, Ministro, prima di imprecare al buio vorremmo fosse fatta chiarezza e questa deve farla il Governo. Per tali ragioni, chiediamo al Governo che venga fatta chiarezza su quella situazione societaria e, soprattutto, se e come intenda reperire gli 86 milioni di euro per garantire l'attività dei quattro zuccherifici rimasti aperti.
. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
, . Signor Presidente, effettivamente nell'interrogazione dell'onorevole Di Pietro illustrata adesso dall'onorevole Di Giuseppe si affronta la questione relativa al settore bieticolo-saccarifero, in particolare la situazione dello zuccherificio nel Molise. Per quanto attiene al finanziamento degli aiuti nazionali per il 2009 e il 2010 a favore del comparto per il rilancio del settore bieticolo-saccarifero, il problema è stato affrontato nel corso delle passate settimane nell'ambito di vari tavoli di settore convocati presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Lo scorso 3 marzo, nell'ultima riunione del comitato interministeriale istituito proprio al fine di fronteggiare la crisi del settore bieticolo-saccarifero, è stato confermato, a nome del Governo, l'impegno a stanziare gli aiuti nazionali autorizzati dalle normative comunitarie per i complessivi 86 milioni di euro relativi agli anni 2009 e 2010 da destinarsi con le medesime modalità già adottate per le campagne precedenti (è un impegno da lei richiesto che le posso, quindi, confermare). Nel corso della medesima riunione, il Ministro Zaia ha comunicato di aver individuato la necessaria copertura finanziaria a valere su fondi di competenza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Lo stesso Ministero, ci comunica che sta valutando, quindi, l'intenzione di procedere al perfezionamento dell'aiuto, probabilmente proprio mediante uno specifico emendamento da inserire, in fase di conversione, al decreto-legge che lei ha citato, il n. 40 del 25 marzo 2010, attualmente all'esame delle Commissioni riunite, proprio presso la Camera dei deputati, VI (finanze) e X (attività produttive). Infine, per quanto riguarda, onorevole Di Giuseppe, la situazione societaria dello zuccherificio del Molise, che pure fa parte della sua interrogazione, il Ministero delle politiche agricole ci comunica che non esercita alcuna competenza nell'ambito del rapporto societario in oggetto, ma, se richiesto dalla regione Molise, il Ministero si rende, fin d'ora, disponibile a convocare un tavolo di discussione tra le varie parti.
. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.
. Signor Ministro, sapevamo anche noi che voi vi eravate presi l'impegno di stanziare questi fondi, il problema è che con «pane e impegno» i bieticoltori non mangiano, si stanno mangiando le bietole che non riescono a dare allo zuccherificio; questo è il problema. Ci sono quattro zuccherifici, tra cui quello di Termoli che è il più grosso, che non hanno possibilità di avere un futuro. I bieticoltori non hanno più la possibilità di campare e di vivere perché non sanno a chi dare le bietole. Stabilito questo, abbiamo chiesto alla regione, e a voi, di intervenire come previsto già dalla Commissione europea. L'altro giorno l'assessore regionale Nicola Cavaliere - o è bugiardo lui, o è bugiardo Zaia - ritornando dalla Commissione ha detto: «nella prossima seduta del Consiglio dei ministri verrà discussa e approvata la proposta di finanziamento degli 86 milioni di euro (...)». Quindi, uno dei due ci ha detto una «balla». Allora, vi segnalo una cosa: noi dell'Italia dei Valori, questa proposta di inserirlo come emendamento in sede di prossima conversione del decreto-legge, l'abbiamo già presentata. Vi preghiamo, lo dico al Governo, di esprimere un parere positivo e, soprattutto, di confermare quell'individuazione di fondi che il Ministero delle risorse agricole ha detto che ci vuol mettere, ma che da due anni non ci mette. La seconda questione è la seguente: non può aspettare lei di chiedere alla regione Molise se vuole avere un aiuto per capire chi sono i suoi soci. Noi denunciamo qui, pubblicamente, gli interessi privati, anche aventi rilevanza penale, di esponenti della regione Molise ed esponenti privati che gestiscono quello zuccherificio, perché la regione Molise ha indebitamente non esercitato il diritto di prelazione, consegnando la parte privata a soggetti plurifalliti e plurinquisiti per bancarotta fraudolenta Attualmente, il tutto fa capo ad un ragazzino di 20 anni di Cipro che non sa delle bietole neanche che cosa si deve fare. Per questa ragione la prego, signor Ministro, di accertare i fatti come stanno, altrimenti vi è una responsabilità contabile e penale anche del Governo su questo tema
. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
. Avverto che lo svolgimento delle interpellanze urgenti Zaccaria n. 2-00647 e Iannaccone n. 2-00658, all'ordine del giorno della seduta odierna, per accordi intercorsi tra il Governo e i presentatori, è rinviato ad altra seduta.
. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.