ENRICO GASBARRA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Balduzzi, Capezzone, Cirielli, Antonio Martino, Mogherini, Gianluca Pini e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 (e relativa nota di variazioni).
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge di stabilità e di bilancio e il relatore per la maggioranza sul disegno di legge di stabilità e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica mentre gli altri relatori vi hanno rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di bilancio nel testo della Commissione e della relativa Nota di variazioni. Ricordo che, dopo l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti, l'esame degli ordini del giorno e la votazione finale del disegno di legge di bilancio avranno luogo, ai sensi dell'articolo 123, comma 3, del Regolamento, dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità e della seconda Nota di variazioni, che dovrà essere presentata dal Governo.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,15.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 con l'annessa tabella 1 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Invito i colleghi a prendere posto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 con l'annessa tabella 1.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 con l'annessa tabella 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, con l'annessa tabella 2.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'annessa tabella 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, con l'annessa tabella 3.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 con l'annessa tabella 4 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 con l'annessa tabella 4.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 con l'annessa tabella 5, al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 con l'annessa tabella 5.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 con l'annessa tabella 6, al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 con l'annessa tabella 6.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 con l'annessa tabella 7, al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7 con l'annessa tabella 7.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 con l'annessa tabella 8, al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8 con l'annessa tabella 8.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 con l'annessa tabella 9 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9 con l'annessa tabella 9.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 con l'annessa tabella 10 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA ROMANO, . Signor Presidente, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Marcon, il parere del relatore di minoranza ?
GIULIO MARCON, . Signor Presidente, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Quindi, il parere è contrario del relatore per la maggioranza e favorevole del relatore di minoranza. Il Governo ?
STEFANO FASSINA, . Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Al relatore di maggioranza, quindi contrario.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per attestare che i componenti della I Commissione presenti hanno «perso» tre voti per licenziare il parere utile per consentire queste votazioni. Volevo che questo risultasse ad attestazione dell'impegno dei componenti della stessa I Commissione che, quindi, sono giunti alla terza votazione.
PRESIDENTE. Presidente Sisto, come è noto, gli orari dell'Aula sono chiari, però appena abbiamo avuto contezza che la Commissione era in corso, abbiamo aspettato che i colleghi arrivassero in Aula ed abbiamo permesso loro di votare, come le è buon testimone il collega Bianconi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.
STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, con i prossimi quattro emendamenti parliamo dell'articolo relativo alle risorse del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Dal capitolo fondi da ripartire noi proponiamo un'allocazione differente delle risorse, volta a favorire, in particolare, il trasporto ferroviario locale, il diritto alla mobilità, la sicurezza della navigazione, il diritto alla mobilità locale e la sicurezza dei mari e dei porti. Questo lo abbiamo fatto perché riteniamo essere queste le priorità e perché anche nel lavoro di Commissione, spesso condotto in maniera unitaria, sono emersi come i temi fondamentali per la sicurezza del nostro Paese e per il rilancio del trasporto pubblico locale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta Tab. 10.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Signor Presidente, siccome lei è responsabile della gestione dell'Aula e siccome la Commissione Affari costituzionali ha perso le prime due o tre votazioni per l'espressione del parere sulla legge di stabilità e sul bilancio, le chiediamo di valutare la possibilità di rifare le prime due o tre votazioni perse. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta Tab. 10.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
LAURA CASTELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Signor Presidente, solo per lasciare agli atti che il MoVimento 5 Stelle sull'emendamento Quaranta Tab. 10.1 avrebbe voluto votare favorevole ma si è sbagliato. Quindi, che rimanga agli atti che il MoVimento 5 Stelle sull'emendamento Quaranta Tab. 10.1 è favorevole.
PRESIDENTE. È una precisazione più di tipo politico che tecnico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta Tab. 10.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 con l'annessa tabella 11 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11 con l'annessa tabella 11.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 con l'annessa tabella 12 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12 con l'annessa tabella 12.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 con l'annessa tabella 13 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13 con l'annessa tabella 13.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 con l'annessa tabella 14 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14 con l'annessa Tabella 14.
Dichiaro aperta la votazione.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Articolo 30, comma 5; e la pregherei di dare una risposta, se possibile. «Salvo autorizzazione espressa del Presidente della Camera, le Commissioni non possono riunirsi nelle stesse ore nelle quali vi è seduta dell'Assemblea. In relazione alle esigenze dei lavori di questa, il Presidente della Camera può sempre revocare le convocazioni delle Commissioni». Ciò significa, Presidente, che siccome i membri della Commissione affari costituzionali hanno perso tre voti, o la Commissione doveva chiudersi o l'Aula doveva aspettare. Quindi, le chiedo per cortesia o di ripetere la votazione o di dare una risposta .
PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, la votazione è stata fatta, il risultato è stato proclamato. È di tutta evidenza che le convocazioni della Commissione vengono fatte in subordine a quelle dell'Aula, tant’è vero che io ho modo di pensare che la Commissione sia stata convocata prima della convocazione dell'Aula. Purtuttavia, i lavori si sono protratti, questo può accadere, di solito l'Assemblea sconvoca le Commissioni quando questo accade oppure cerca di permettere in qualche modo, quando è a conoscenza – l'Assemblea o la Presidenza – di questo fatto, di rendere compatibili entrambe le cose. In questo caso non è successo, però è evidente che tra la convocazione dell'Assemblea e quella della Commissione ha prevalenza quella dell'Assemblea.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo solo dirle che ovviamente lei ha risposto come era necessario e doveroso al collega Toninelli, però il collega Toninelli pone un problema reale, che è accaduto anche quando io ho presieduto, che va risolto. È del tutto evidente che i funzionari delle Commissioni devono sapere sapendo anche applicare il Regolamento, che nel momento in cui è convocata l'Aula a una determinata ora devono essere conclusi i lavori, perché questo è successo addirittura durante il voto di fiducia, nonostante il Presidente avesse comunicato che le Commissioni dovevano essere sconvocate, che si è continuato a tenere convocate le Commissioni.
Questo non può accadere, perché lei ovviamente dice giustamente, non può essere diversamente, che il voto non può essere ripetuto perché è un voto regolare, ma resta il fatto che siccome chi convoca le Commissioni e i funzionari che assistono come noi in Aula, così in Commissione, sanno come vanno le cose, devono sapere che purtroppo quando c’è l'Aula le Commissioni devono essere sconvocate.
PRESIDENTE. Questo è assolutamente giusto e peraltro attiene a un problema di organizzazione dei lavori delle Commissioni in relazione ai lavori dell'Aula che è noto e che certamente interesserà la Presidenza e la Conferenza dei presidenti di gruppo. In ordine alle responsabilità dei funzionari, io credo che le responsabilità siano sempre in capo al ruolo politico, quindi ai presidenti delle Commissioni.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, con la preghiera, dopo l'intervento dell'onorevole Sisto, di poter andare avanti con i nostri lavori.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, solo perché ho la netta sensazione che, così ragionando, si voglia penalizzare coloro che nelle Commissioni devono doverosamente espletare il loro compito di redazione dei pareri utili per l'Aula, e questo è paradossale. I deputati che sono impegnati per consentire all'Aula di poter compiutamente deliberare sui provvedimenti, mi sembra che da questo ragionamento ne escano penalizzati, il che, consentitemi, a fronte dell'impegno mostrato dal relatore Balduzzi e dalla I Commissione per redigere in tempi record e intollerabili un parere così complesso, mi sembra che sia profondamente ingiusto.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Sisto, è di tutta evidenza che le Commissioni hanno il dovere di essere convocate nei tempi che si prevede possano essere utili per esprimere il parere, prima che l'Aula inizi le votazioni.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Signor Presidente, la soluzione è molto semplice e la si trova nell'articolo 57 comma 1, «Quando si verifichino irregolarità, il Presidente, apprezzate le circostanze» – e mi sembra, mi lasci dire, che le circostanze ci sono e sono abbondanti da parte di tutte le forze politiche – «può annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta». Questa è una soluzione semplicissima che la invitiamo a rispettare .
PRESIDENTE. Grazie onorevole Toninelli, è di tutta evidenza che l'articolo che lei cita è relativo alle irregolarità, ma questa non è una irregolarità, questa è stata una sovrapposizione ma non c’è nessuna irregolarità, perché è dovere della Presidenza, ad esempio, far votare i colleghi che sono in Aula, ma non aspettare che arrivino tutti i colleghi prima di poter votare. Comunque, è apprezzabile il tentativo.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 al quale non sono state presentate proposte emendative.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Signor Presidente, siccome riteniamo che il passaggio sia un passaggio di fondamentale importanza e che siano già stati fatti due richiami al Regolamento, in particolare all'articolo 30, comma 5, e all'articolo 57, comma 1, riteniamo purtroppo, Presidente, che la sua affermazione che non ci sia stata irregolarità non sia corretta. Se infatti il parere era vincolante – e il parere della Commissione lo era – significa che quest'Aula, in quanto vincolante, doveva attendere che quel parere venisse licenziato. L'irregolarità c’è stata e di conseguenza il voto deve essere ripetuto. In alternativa, Presidente, se lei non vuole ripetere il voto, chiedo che venga convocata per questo passaggio la Giunta per il Regolamento e che questa dia un parere chiaro ed ufficiale, per evitare che in futuro si ripetano situazioni di questo tipo
PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, il suo richiamo riguarda un parere che è relativo al disegno di legge di stabilità. Le ricordo che noi stiamo votando il disegno di legge di bilancio.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1865-A: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico e degli emendamenti ad esso presentati .
Avverto che nel fascicolo degli emendamenti non sono pubblicati gli emendamenti che riproducono proposte emendative già dichiarate inammissibili in Commissione, quelli ritirati nonché quelli decaduti per assenza del presentatore in sede referente.
Avverto, inoltre, che, prima dell'inizio della seduta, l'emendamento Ciprini 1.500 è stato ritirato dalla presentatrice.
Avverto che la Commissione Affari costituzionali ha espresso il prescritto parere sul testo del provvedimento e sugli emendamenti allo stesso riferiti. Tale parere è in distribuzione
A norma dell'articolo 120, comma 5, la Presidenza non ritiene ammissibili, per carenza o inidoneità della copertura, le seguenti proposte emendative: Librandi 1.450 e Liuzzi 1.451 che dispongono la soppressione di norme cui è ascritto maggior gettito; Zanetti 1. 676 che, sopprimendo il comma 522-, elimina la disposizione, contenuta anche nel testo iniziale del provvedimento, che pone parzialmente a carico dei comuni il finanziamento del fondo di solidarietà comunale, per un importo pari a 4.717 milioni di euro annui; Polverini 1.135, che prevede la detraibilità delle commissioni previste sulle modalità di pagamento disposte dal comma 31- ed è quindi suscettibile di determinare effetti di minor gettito non quantificati e non coperti.
Avverto che il Presidente della Commissione Bilancio, deputato Francesco Boccia, ha trasmesso alla Presidenza le seguenti lettere:
«Onorevole Presidente,
Le segnalo l'esigenza di apportare alcune correzioni al testo del disegno di legge 1865-A, dovute alla presenza di errori materiali contenuti nel resoconto sommario delle sedute della V Commissione. Si tratta, in particolare, della necessità di inserire il comma 353- nel disegno di legge, concernente l'istituzione di un tavolo di lavoro tra funzionari del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ANAS e rappresentanti dei comitati dei passi carrai, risultante dall'approvazione di un emendamento, avvenuta nel corso della seduta del 16 dicembre scorso che non è stata riportata dal resoconto sommario della seduta medesima; della necessità di sostituire al comma 167- del testo l'espressione “emittenza radiotelevisiva pubblica o privata” con la seguente: “emittenza radiotelevisiva locale” – si tratta di un errore derivante da un refuso contenuto nel testo dell'emendamento del relatore volto ad introdurre il comma in esame che faceva riferimento all'emittenza radiotelevisiva “totale” interpretata come emittenza radiotelevisiva pubblica o privata, laddove tutto il dibattito svoltosi in Commissione sul punto faceva invece riferimento all'emittenza locale –; della necessità di precisare, al comma 130-, che il fondo a cui si fa riferimento è quello del quinto periodo del comma 11 dell'articolo 23 del decreto-legge n. 95 del 2012, dato che la norma in questione ha ad oggetto una pluralità di fondi.
Di tali questioni ho informato puntualmente il Comitato dei nove che ne ha preso atto e le ha unanimemente condivise».
La seconda lettera:
«Onorevole Presidente,
facendo seguito alla mia precedente missiva in data odierna, Le segnalo l'esigenza di apportare un'ulteriore correzione al testo del disegno di legge 1865-A, dovuta alla presenza di un errore materiale contenuto nel resoconto sommario della seduta della V Commissione del 17 dicembre scorso. Si tratta, in particolare, della necessità di modificare la lettera del comma 288- sostituendo le parole: “le maggiori entrate incassate rispetto a quanto previsto a legislazione vigente, derivanti dalle attività” con le seguenti: “l'ammontare di risorse che, in sede di nota di aggiornamento al documento di economia e finanza si stima di incassare quali maggiori entrate rispetto alle previsioni scritte nel bilancio dell'esercizio in corso derivanti dall'attività”.
Di tale modifica ho informato puntualmente il Comitato dei nove, che ne ha preso atto e la ha unanimemente condivisa».
La Presidenza prende atto di tali correzioni, derivanti da errori materiali, delle quali il Comitato dei nove ha preso atto, che si intendono incluse nel testo del provvedimento.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Signora Presidente, siccome vi è in Aula il Ministro Franceschini, e credo che sia in Aula per porre la questione di fiducia rispetto alla legge di stabilità – sono un ragazzo perspicace –, volevo dire a lui che in questi ultimi due giorni, fra la Commissione e l'Aula di ieri, noi abbiamo rivendicato un'incompatibilità e un'illegittimità del testo finale della legge di stabilità rispetto alla normativa che ne prevede la stesura: lo riteniamo difforme ed illegittimo rispetto a quella normativa.
Per aiutare il Governo, ma soprattutto per evitare che il presidente della Commissione bilancio si assuma la totale responsabilità di questo testo dal punto di vista della legittimità, il gruppo della Lega è disponibile a ritirare tutti gli emendamenti e a tenerne solamente 7 o 8, affinché servano per «ripulire» il testo finale e renderlo conforme alla legge che ne stabilisce la stesura. Questa disponibilità ovviamente affinché voi non mettiate la fiducia.
Se ciò non avverrà, le dico subito che noi, come gruppo, scriveremo al Capo dello Stato perché sia lui a verificare la compatibilità tra il testo sul quale voi metterete la questione di fiducia e la normativa che ne prevede la stesura .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, anche il gruppo di Forza Italia pone le stesse questioni poste adesso dal collega deputato della Lega. Noi riteniamo cioè che, facendo seguito anche al comportamento responsabile che il gruppo di Forza Italia ha assunto con le sue componenti all'interno della Commissione bilancio durante la discussione dei due provvedimenti, anche in questa sede, non solo per le motivazioni che sono state testé espresse, ma anche e soprattutto per consentire il varo di un provvedimento importante, che noi contestiamo per intero nel merito, ma che riteniamo che abbia un valore istituzionale per il Paese, in maniera responsabile noi anche ritireremo tutti i nostri emendamenti, tranne 10 o 15, per poter consentire una ristrutturazione, una messa a punto migliore di quello che è il testo che è stato prodotto dalla Commissione. In questa maniera la nostra richiesta e il nostro auspicio è che il Governo non metta la fiducia sul provvedimento.
In riferimento poi alla situazione e in base alle decisioni del Governo ci riserviamo poi di fare ulteriori valutazioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signora Presidente, intervengo per confermare che anche Fratelli d'Italia riterrebbe assolutamente inopportuno e fuori dalla regolarità dei rapporti istituzionali se il Governo dovesse decidere di porre la questione di fiducia sulla legge più importante dello Stato, la legge di stabilità, dopo aver posto già la fiducia, in sede di prima lettura, al Senato della Repubblica, espungendo cioè in questo modo tutti e due i rami del Parlamento dalla possibilità di discutere ed eventualmente modificare ed emendare il testo di legge.
Ma se questa è una considerazione di ordine generale, Presidente, tale considerazione vale ancora di più sotto il profilo della legittimità dell'atto che viene proposto oggi all'attenzione dell'Assemblea, in quanto, per quanto è stato già anticipato dai colleghi Guidesi e Palese, ci corre l'obbligo di segnalare come con la legge del 2009 la Repubblica italiana si dotò di una nuova normativa per la legge di bilancio dello Stato, per evitare quello che ormai era il malcostume determinatosi nell'approvazione delle leggi finanziarie.
Ricordiamo tutti come ogni volta che era in discussione una legge finanziaria, tutti i titoli di giornale e le trasmissioni televisive parlavano del cosiddetto assalto alla diligenza, cioè ricordavano come all'interno di una legge che doveva contenere i saldi del bilancio dello Stato ciascuno cercasse, all'ultimo momento, furbescamente, di inserire la normetta che gli consentiva di poter tornare a casa e farsi bello con questo o quell'ente, con questa o con quella realtà, con questo o con quel gruppo di interesse che ne aveva manifestato la necessità e portare a casa il risultato clientelare.
Quindi, ci fu una riforma della legislazione, concordata anche con le modalità di approvazione delle leggi finanziarie con l'Unione europea, che ci fece passare dalla legge finanziaria alla legge di stabilità, quella che oggi siamo chiamati a votare, legge di stabilità che doveva avere, per norma, la caratteristica di contenere solo norme di carattere ordinamentale, quindi la definizione degli assetti di bilancio e delle necessità di intervento per finanziare la spesa pubblica ma che, all'interno dello stesso, non ci dovesse essere alcun percorso di particolarità.
La prima lettura di questo provvedimento al Senato, signor Presidente, ci ha invece reso un testo che era peggiore delle vecchie leggi finanziarie, peggiore delle tanto vituperate «leggine mancia», perché quelle almeno avevano una dimensione certa, 100-150 milioni che dovevano essere destinati a microinterventi sul territorio. Qui c’è la legge più importante dello Stato, quella che è stata depositata dal Governo all'Unione europea prima ancora che depositarla nel Parlamento nazionale, per farsi dire dall'Unione europea se eravamo stati bravi o no a seguire i compiti che ci erano stati dettati. Poi, una volta acquisita la bollinatura dell'Unione europea abbiamo consentito che il Parlamento, nella sua prima lettura al Senato, stravolgesse quella norma inserendo tutte quelle disposizioni che si prevedeva venissero inserite all'epoca della legge finanziaria e che oggi non potrebbero essere inserite nella legge di stabilità.
Non solo, non solo, onorevole Presidente – questo le chiedo di poter garantire: la pari dignità tra i due rami del Parlamento –, è stato correttamente indicato dal presidente della Commissione bilancio della Camera dei deputati a tutti i colleghi membri che lui non avrebbe accettato la presentazione di emendamenti pari a quelli che, invece, erano entrati nel testo nella fase della prima lettura, perché è prassi consolidata che la serietà del lavoro della Commissione bilancio della Camera dei deputati non accetti di inficiare il testo del disegno di legge con interventi di interesse particolare. Se questo ha condizionato in senso positivo il lavoro dei membri della Commissione, non altrettanto è stato fatto dal Governo e dalla maggioranza di Governo, onorevole Presidente. Infatti, gli emendamenti del Governo e gli emendamenti che il Governo, per il tramite del relatore di maggioranza, hanno depositato, cambiando ulteriormente il testo del disegno di legge di stabilità, hanno fatto sì che si aggiungessero alle cosiddette «marchette» del Senato anche quelle che il Governo ha deciso – il Governo non i parlamentari, il Governo – di inserire in fase di seconda lettura. Il che ci rappresenta oggi il fatto che dovremmo essere chiamati a discutere non di una legge di stabilità ma di una vecchia legge finanziaria alla quale si sono sommate quattro o cinque o sei «leggi mancia» del vecchio periodo.
PRESIDENTE. Deputato Corsaro, deve concludere.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Concludo, onorevole Presidente, nel dire che c’è una cosa sola che può esser fatta per restituire legittimità a questo provvedimento. Il Governo deve cancellare – ripeto: cancellare – tutte le norme che sono inserite in questo provvedimento che non siano di carattere ordinamentale, sia quelle che ha aggiunto nella fase di lettura della Commissione bilancio della Camera sia quelle che sono state improvvidamente votate in prima lettura al Senato. Se questa è l'unica condizione perché questo atto non sia impugnabile – e annuncio che, in difetto, Fratelli d'Italia si farà carico di impugnare la legittimità di questa legge di stabilità – se il Governo dà questa disponibilità, rinunciando evidentemente a porre la fiducia su un testo legittimo, Fratelli d'Italia, come già hanno annunciato Lega e Forza Italia, è disponibile a cancellare e a ritirare tutti gli emendamenti e a consentire una reale discussione sul vero disegno di legge di stabilità. In difetto evidentemente ho già annunciato quali saranno i nostri atti conseguenti.
PRESIDENTE. Prendo atto delle osservazioni di carattere politico svolte dai gruppi, alle quali risponderà il Governo. Desidero solo precisare, dal punto di vista della Presidenza, che il testo licenziato dalla Commissione è pienamente legittimo, essendo stato approvato secondo le norme prescritte dal nostro Regolamento.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Semplicemente, gentile Presidente, per confermare formalmente quello che informalmente avevamo già annunciato ieri, e cioè che siamo disponibili a ritirare tutti gli emendamenti, come Sinistra Ecologia Libertà, e mantenerne solamente alcuni per permettere di dibattere il testo in Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Sorial. Ne ha facoltà.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, io intervengo ora perché, dopo aver sentito le sue parole, purtroppo rimango un po’ rammaricato perché, in realtà, dopo i lavori che abbiamo avuto in questi giorni in Commissione bilancio, dopo i lavori che ci sono stati in prima lettura al Senato, non è di difficile comprensione per alcuno capire che in realtà questo testo del disegno di legge di stabilità va contro un'altra legge votata da questo Parlamento: la legge di contabilità.
Allora c’è un problema fondamentale, perché non possiamo licenziare, questo Parlamento – seppure illegittimo il Parlamento per intero – non dovrebbe e non potrebbe licenziare una legge di stabilità – una finanziaria, così come veniva chiamata – che va in palese contrasto contro altre norme dello Stato e altre norme delle istituzioni. Noi, allora, vogliamo rendere partecipi di questo ragionamento tutti i deputati qui presenti e far capire loro, anche a chi non si è presentato in Commissione bilancio in questi giorni, che uno dei motivi fondamentali per cui questo disegno di legge di stabilità è contrario alle norme dello Stato italiano è per il fatto che ci sono all'interno delle norme localistiche e microsettoriali, che sono espressamente vietate direttamente dalla legge di contabilità.
Per questo motivo – e sono innumerevoli – il testo che viene oggi presentato in quest'Aula è in realtà un testo illegittimo. Poi, politicamente, si può dire tutto quello che vogliamo, ma in realtà i dati sono questi e i fatti sono questi. Voi siete molto più bravi di noi a utilizzare i giochi di parole e quindi, probabilmente, potrete dichiarare che è legittimo, e cose di questo genere, ma in realtà così non è.
Per questo motivo, noi, responsabili del nostro ruolo, dichiariamo che nel momento in cui il Governo e la maggioranza, che hanno fatto questi giochi in questi giorni, nel momento in cui volessero togliere tutte queste «marchette» dal testo che è stato approvato in Commissione bilancio, dal testo che viene qui a noi presentato, allora in tal caso noi saremmo più che disponibili a valutare la riduzione dei nostri emendamenti presentati, e favorire così un dibattito sereno e tranquillo in Aula, ma su un testo legittimo, perché qualsiasi altra discussione in Aula su un testo che in realtà viola le regole e viola la legge, vorrebbe dire avere a che fare e parlare con dei delinquenti, e io con dei delinquenti non parlo . E quindi, per questo motivo noi riproponiamo...
PRESIDENTE. Onorevole Sorial, onorevole Sorial...la richiamo !
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente Sereni, lei è stata partecipe dei nostri lavori in Commissione e sa benissimo qual è stata la nostra posizione in merito e qual è stata la nostra battaglia proprio su questi interventi ad hoc per aziende, che hanno visto, tra l'altro, una strana maggioranza: sembra che, per l'appunto, i partiti della maggioranza si fossero riconvertiti, tutto ad un tratto, alle leggi e che fino a ieri facevano credere di combattere.
Ecco, proprio per questo motivo, nel caso in cui il qui presente Ministro Franceschini decidesse di fare una pressione, questa volta di positiva, nei confronti del resto del Governo e della maggioranza per togliere tutte queste schifezze che sono all'interno del testo, noi in quel caso saremmo più che favorevoli e siamo qui a piena vostra disponibilità per togliere tutti gli emendamenti, o per limitarli, in modo da poter discutere serenamente questo testo e poterlo portare a una discussione sana, qui, all'interno di questo nostro Parlamento
PRESIDENTE. Onorevole Sorial, sul tema ho già espresso l'opinione della Presidenza.
Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti... Ha, chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Gitti. Sareste pregati di farvi vedere un pochino prima, ma va bene.
Prego, ne ha facoltà.
GREGORIO GITTI. Signor Presidente, è un intervento a titolo personale. Sono un giurista e insegno...
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori ?
GREGORIO GITTI. Sull'intervento appena svolto. Sono un uomo di legge e insegno diritto in una università: non tollero che in quest'Aula ci si rivolga con espressioni che costituiscono fattispecie di reato non coperte nemmeno dall'articolo 68 .
PRESIDENTE. Onorevole Gitti...
GREGORIO GITTI. Vorrei che il Presidente facesse rispettare...
PRESIDENTE. Onorevole Gitti, la Presidenza aveva già richiamato l'onorevole Sorial. Non c'era bisogno che lei intervenisse ulteriormente.
GREGORIO GITTI. Non abbastanza. Anche ieri è già successo con un'eccessiva cautela e un'eccessiva...
PRESIDENTE. Lei stia tranquillo, grazie. La Presidenza aveva già richiamato l'onorevole Sorial. Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Marguerettaz. Ne ha facoltà.
RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, come lei sa, come i colleghi sanno, il mio ruolo qui più che politico è un ruolo istituzionale. Io sono qui unico rappresentante della regione autonoma Valle d'Aosta e, quindi, sono qui innanzitutto per rappresentarne la situazione, le esigenze e il particolarismo. I parlamentari valdostani – io e il senatore Laniece – abbiamo cercato di rappresentare questo stato di cose con una serie di emendamenti a questo provvedimento; emendamenti tutti all'insegna di un'unica parola: non è la parola «privilegio», non è la parola «marchetta» – anche se volgare, molto spesso ricorre in quest'Aula –, ma è una parola ben più nobile: è la parola «equità». Tutti i nostri emendamenti al disegno di legge di stabilità volevano portare una maggiore equità. Allora, vorrei qui riproporre alcuni di questi temi, perché, nel corso dei lavori della Commissione bilancio, devo dire che, nei confronti degli emendamenti da noi presentati, il Governo è stato, purtroppo, troppe volte contraddittorio. Quindi, mi auguro che i temi che riproporrò brevemente rimangano a futura memoria, perché purtroppo ci sono tutta una serie di problemi che, alla conclusione di questo iter sul disegno di legge stabilità, rimangono, ahimè, aperti.
Partiamo da un primo tema: la ferrovia. Dicevo, l'equità. Qui è bene dirlo: non sarebbe stato equo – e, poi, vedremo perché – imputare alla regione Valle d'Aosta un'ulteriore spesa di 23 milioni per i servizi ferroviari, che davvero lasciano molto a desiderare, come ben sa il sottosegretario Legnini. Noi abbiamo una linea ferroviaria datata di oltre un secolo, sulla quale non solo non si è investito un euro in tutti questi decenni, ma, anzi, si è disinvestito parecchio nel corso degli anni. Quindi, dicevo, non sarebbe stato equo, così come prevedeva in origine questo provvedimento, mettere questo ulteriore addebito alla regione Valle d'Aosta. Qui devo dare atto al Governo e, in particolare, al sottosegretario Legnini di essere tornato indietro, accettando quello che è stato il nostro emendamento di cancellazione di questa norma.
Sulla ferrovia rimane aperta anche la questione dei 521 milioni nel triennio dati in un primo tempo al Senato alla regione Valle d'Aosta per il collegamento ferroviario con il Piemonte; adesso, siamo ancora in attesa di chiarezza, perché la voce è cambiata. Noi speriamo che questi soldi dati oggi a RFI vengano, comunque, investiti su questa tratta che davvero merita un investimento.
Secondo tema: come dicevo, sempre l'equità. Caro Presidente, non è equo, così come purtroppo prevede la finanziaria, che la regione Valle d'Aosta, così come altre realtà che si pagano il servizio sanitario, non chiedono un euro allo Stato per gestire la loro sanità, debbano con questa finanziaria compartecipare alla riduzione del Fondo sanitario nazionale. Non è equo. E ci è dispiaciuto che questo emendamento che avevamo presentato non sia stato accolto, tra l'altro, dicendo che era mancante di copertura, quando, in realtà, la copertura finanziaria non era necessaria perché il saldo rimaneva invariato, lo si spalmava diversamente.
Terzo tema: l'intesa. Qui bisogna mettersi d'accordo, perché non è equo, nemmeno su questo, che il Governo invochi il principio dell'intesa quando ne ha necessità e, invece, lo disconosca quando non gli serve.
Due esempi: quando il Governo ha avuto necessità di invocare il principio dell'intesa ? Sulla questione del riparto tra le regioni a statuto speciale, «giallo» di cui parlerò dopo, e quando invece la disconosce ? Quando, altro emendamento bocciato, noi avevamo chiesto di affermare il principio dell'intesa sull'accertamento del maggior gettito. Lì non serviva, ma il tema del riparto della tra le regioni a statuto speciale grida vendetta. A parte il pasticcio prima del parere favorevole, poi il discorso che questo emendamento è stato espunto perché, appunto, mancava l'intesa con le regioni, rimane il problema sul tavolo. Non è pensabile che una regione di 120 mila abitanti debba farsi carico del 10 per cento della spesa complessiva delle regioni a statuto speciale. Mi auguro che il Governo prenda in mano questa situazione.
PRESIDENTE. Onorevole Marguerettaz, concluda.
RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Mi avvio a concludere, signora Presidente; per quanto riguarda la questione del Patto di stabilità, un miliardo di euro, è stato detto, per i comuni. Come sapete la regione Valle d'Aosta non ne beneficerà perché ha un rapporto diverso su questa questione; io mi auguro e chiedo formalmente un impegno al Governo su due cose: innanzitutto, appunto sul Patto di stabilità, che ci si impegni per un'intesa, per un allentamento del Patto di stabilità nei confronti della nostra regione, tenuto conto di quello che dicevo prima. Seconda cosa: che si impegni il Governo, come accennavo, ad una revisione del criterio di riparto della tra regioni a statuto speciale.
Sulla base di questi impegni poi, chiaramente, decideremo il nostro atteggiamento sull'eventuale questione di fiducia che sarà posta.
PRESIDENTE. Si sono così conclusi gli interventi sul complesso degli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il coordinamento dell'attività di Governo, Dario Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI, Signora Presidente, ho ascoltato le valutazioni dei gruppi parlamentari di opposizione e il richiamo ripetuto, con toni diversi, a presunte illegittimità del testo nella versione che è stata approvata dalla Commissione bilancio. Penso che, ovviamente, sia giusta e utile una riflessione sul fatto che il disegno di legge di stabilità che ha segnato un punto di rottura, anche dal punto di vista normativo, rispetto alle leggi finanziarie via, via nel corso degli anni – quindi non è un problema di quest'ultimo anno – rischia di riavvicinarsi alla vecchia legge finanziaria nella parte di lavoro parlamentare. Le critiche che sono state fatte, e che io non condivido, sono critiche non al testo iniziale del Governo, ma sono critiche al lavoro che hanno fatto, con piena legittimità, le Commissioni bilancio di Senato e Camera.
Penso che questa riflessione sia una riflessione utile; penso anche che in prospettiva, dentro un disegno di riforme costituzionali che spero si affronteranno, bisognerebbe rivedere la stessa natura del rapporto della legge di stabilità, essendo l'atto più importante del Governo, nel rapporto con il Parlamento, nell'iter parlamentare di approvazione che, a mio avviso, ma è una mia personale opinione, potrebbe anche essere differenziato rispetto ai normali disegni di legge del Governo, ma ci sarà tempo per ragionarne.
In questo quadro, devo dire, se ci fosse stato da parte dei gruppi parlamentari di opposizione un ragionamento di riduzione volontaria degli emendamenti per far esprimere l'Aula e per evitare la posizione della questione di fiducia, sarebbe stato possibile affrontare questo ragionamento, ma poiché tutti i gruppi – sebbene non tutti nello stesso modo – hanno condizionato il ritiro degli emendamenti alla denuncia di presunte illegittimità nel testo o «marchette» o schifezze – mentre, invece, gli emendamenti sono stati legittimamente approvati dalla Commissione bilancio dentro le procedure ordinarie e con tutti i requisiti di ammissibilità superati secondo le regole attuali, e prevalentemente di iniziativa parlamentare, una parte di iniziativa del Governo – in questo quadro è evidente che non esistono le condizioni per una modifica di atteggiamento.
Io credo, anzi, che il lavoro della Commissione sia stato un lavoro positivo, equilibrato, in qualche caso anche con un dibattito acceso – posso dire così, Presidente – con il Governo, come è sempre capitato nelle occasioni precedenti. Il testo che esce è il testo che ha voluto la Commissione bilancio e, come ho detto all'inizio di questa esperienza di Governo, nel caso in cui noi fossimo stati necessitati ad apporre il voto di fiducia – cosa che, ricordo, il Governo Letta ha fatto, con questa volta, cinque volte, rispetto, per esempio, alle ventisei volte del Governo precedente, nello stesso arco temporale, quindi con una riduzione anche dal punto di vista numerico – lo avremmo fatto sempre sul testo della Commissione.
I parlamentari che sono qui per la prima legislatura possono non sapere o non ricordare che in precedenza i diversi Governi, in misura diversa tra loro, spesso sono ricorsi allo strumento del maxiemendamento – anche in questo ramo del Parlamento – correttivo o integrativo dei lavori della Commissione. Avevamo detto all'inizio di questo percorso che, nel caso noi avessimo deciso di apporre il voto di fiducia l'avremmo fatto integralmente sul testo della Commissione, senza modifiche, anche come è avvenuto al Senato, contenendo nel testo su cui abbiamo messo la fiducia delle norme su cui il Governo aveva dato parere contrario in Commissione, risultando battuto nei lavori della Commissione stessa. Questo è quello che io credo sia il modo, anche a norme vigenti – che andranno modificate, io spero –, di evitare quel meccanismo eccessivo di utilizzo del voto di fiducia su un maxiemendamento correttivo che spesso cambiava i lavori del Parlamento.
Per queste ragioni, signor Presidente, a nome del Governo io pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 1865-A, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (cosiddetta legge di stabilità 2014), nel testo della Commissione e come risultante dalle correzioni testè comunicate dalla Presidenza all'Assemblea.
PRESIDENTE. A seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 13,15 presso la biblioteca del Presidente per definire l'articolazione del dibattito fiduciario. La seduta riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo testé svoltasi, si è convenuto che, a seguito della posizione della questione di fiducia sul disegno di legge n. 1865 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014), la votazione per appello nominale avrà inizio domani a partire dalle ore 12,10, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 10,30.
Il termine di presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 10 di domani, venerdì 20 dicembre.
Sabato 21 dicembre, alle ore 12, avranno luogo le dichiarazioni di voto finale del disegno di legge n. 1866 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016, con ripresa televisiva diretta, previo esame e votazione della seconda Nota di variazioni. Seguirà la votazione finale del disegno di legge di bilancio.
È stato richiesto che il Governo renda due informative urgenti, sull'evasione di un detenuto presso il carcere di Genova che usufruiva di un permesso premio e sul trattamento riservato ai migranti nel Centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa, come emerso in un recente filmato trasmesso dalla RAI. La prima di tali informative avrà luogo venerdì 20 dicembre alle ore 9.
FRANCA BIONDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCA BIONDELLI. Signor Presidente, alcuni giorni fa ci ha lasciato un esponente del Partito Democratico novarese, Paolo Pedrizzetti. In un tragico incidente domestico sono venuti a mancare lui e la moglie Raffaella, che ha tentato di salvarlo nel suo ultimo gesto d'amore. Pedrizzetti era conosciuto non solo per la sua attività di architetto, ma anche per una fotografia scattata a Milano in via De Amicis nel 1977, che divenne il simbolo degli anni di piombo: una foto che immortala l'istante esatto in cui un dimostrante, con il volto coperto dal passamontagna, ginocchia piegate e braccia tese, è pronto a sparare ad altezza d'uomo.
Per quella foto scattata ricevette molte minacce da parte dei terroristi, ma egli consegnò ugualmente il rullino alla polizia e a tutti i giornali. È stato consulente per lo sviluppo dei nuovi prodotti per la comunicazione di importanti gruppi industriali. È stato il fondatore del circolo democratico di Arona nel 2007. Di lui ricordiamo la serietà, il coraggio e l'equilibrio nonché la capacità di coinvolgere giovani e non giovani nella politica, stigmatizzando sempre ogni forma di violenza.
Siamo tutti ancora sgomenti per la tragedia, allo stesso tempo siamo sicuri che il territorio non lo dimenticherà. Grazie Paolo per il tuo impegno profuso in questi anni, sarai sempre nel nostro cuore .
PRESIDENTE. Avevano chiesto di intervenire gli onorevoli Totaro e Cova, ma non li vedo in Aula...
NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, ha già dato lei la notizia, e il mio intervento era rivolto affinché vi fosse l'informativa da parte del Ministro della giustizia con riferimento ai fatti che si sono verificati a Genova, ovvero in merito all'evasione di un pericolosissimo che è ancora in questo momento evaso. Si tratta di una persona – questo – che ha goduto di un permesso nonostante abbia commesso ben tre omicidi e si sia macchiato in questo periodo, in questi anni, di ben sei evasioni.
Crediamo che sia opportuno, lei lo ha annunciato e sappiamo che domani mattina il Ministro della giustizia riferirà in merito a questo gravissimo e inaudito fatto. Sarà domani mattina ovviamente l'occasione per poter avere cognizione dei fatti e soprattutto per poter avere un accertamento di quelle che sono le responsabilità con riferimento a un fatto gravissimo, soprattutto e in modo particolare alla luce del fatto che proprio in questi giorni è stato approvato e emanato dal Consiglio dei Ministri l'ennesimo decreto-legge «svuota carceri»: segno che le politiche premiali, di beneficio e di sconti di pena nei confronti dei detenuti e dei criminali rischiano e potrebbero rischiare di portare a vicende come quella di Genova.
GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, visto che ha annunciato che ci sarà da parte del Governo un'informativa sui fatti di Lampedusa, volevo però anticipare un mio pensiero personale su quello che è successo nel centro di Lampedusa. Ma lo dico perché ci sono stato più volte in quel centro di accoglienza e ho avuto notizia che il direttore di questo centro è stato rimosso. Io non sono né parente né amico del direttore del centro, che si chiama Federico Miragliotta, che io invece credo sia una persona in gamba, che ha gestito bene quel centro, di cui mi sembra che sia da sei anni direttore. Io ho visto un centro, quando sono andato, che non è certo un campo di concentramento come qualcuno ha voluto estremizzare.
E dico di più: quel filmato che ha fatto così scandalo, io non lo trovo così scandaloso, perché quando arrivano centinaia di persone alla volta e c’è il pericolo della scabbia, non penso che ci possa essere una Spa a disposizione per tutti ed evidentemente, per poter immediatamente andare a tutelare tutti quelli che lavorano, anche le persone italiane che ci lavorano dentro – perché ci sono tante persone che ci lavorano dentro – è evidente che devono trovare un metodo. E non era un metodo da campo di concentramento.
Quindi io mi prendo la responsabilità di dire – mi lasci concludere signor Presidente – che secondo me si è esagerato moltissimo su questo fronte.
Vorrei anche ricordare che tutte queste persone ricevono indumenti, mangiano a colazione, pranzo e cena, ricevono schede telefoniche internazionali e non mi sembra che vengano trattati come nei campi di concentramento, che è ovviamente una cosa lontana da tutti noi. E ci sarebbero milioni di italiani, invece, che queste cose le vorrebbero, nel senso di ricevere quello che lo Stato italiano dà a questi clandestini che arrivano e invece questo non accade.
Quindi piantiamola di fare sempre delle esagerazioni...
GIANLUCA BUONANNO. ... per poi vedere, in fondo, che tanti parlano ma non sono mai andati in quel centro, non capiscono niente di che cosa succede in quel centro e sarebbe magari meglio che, invece di stare nei salotti con champagne e caviale, andassero a vedere e verificare.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.