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Mercoledì 29 Gennaio 2014 ore 10:00
AULA, Seduta 162 - IMU, immobili pubblici e Banca d'Italia: sì definitivo
Resoconto stenografico
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La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (C. 1941).
La Camera è convocata per:
Giovedì 30 gennaio 2014 alle ore 13
La Camera è convocata per:
Giovedì 30 gennaio 2014 alle ore 13
XVII LEGISLATURA
162^ SEDUTA PUBBLICA
Mercoledì 29 gennaio 2014 - Ore 10
Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1188 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato). (C. 1941)
Relatori: CAUSI, per la maggioranza; BUSIN, di minoranza.
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- Lettura Verbale
- Sul processo verbale
- Presidente BOLDRINI Laura
- Deputato GALLINELLA Filippo (M5S)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato FICO Roberto (M5S)
- Deputato COMINARDI Claudio (M5S)
- Deputato ALBERTI Ferdinando (M5S)
- Deputato BONAFEDE Alfonso (M5S)
- Deputato PESCO Daniele (M5S)
- Deputato BATTELLI Sergio (M5S)
- Deputato RUOCCO Carla (M5S)
- Deputato DI VITA Giulia (M5S)
- Deputato TERZONI Patrizia (M5S)
- Deputato VILLAROSA Alessio Mattia (M5S)
- Deputato CRIPPA Davide (M5S)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato BARBANTI Sebastiano (M5S)
- Deputato FRUSONE Luca (M5S)
- Deputato SIBILIA Carlo (M5S)
- Deputato TONINELLI Danilo (M5S)
- Deputato SCAGLIUSI Emanuele (M5S)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato SCAGLIUSI EMANUELE (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato PISANO Girolamo (M5S)
- Deputato DALL'OSSO Matteo (M5S)
- Deputato BRESCIA Giuseppe (M5S)
- Deputato MANTERO Matteo (M5S)
- Deputato PARENTELA Paolo (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato GALLO Luigi (M5S)
- Deputato BASILIO Tatiana (M5S)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato SPESSOTTO Arianna (M5S)
- Deputato VALLASCAS Andrea (M5S)
- Deputato DA VILLA Marco (M5S)
- Deputato ZOLEZZI Alberto (M5S)
- Deputato BERNINI Massimiliano (M5S)
- Deputato BENEDETTI Silvia (M5S)
- Deputato BIANCHI Nicola (M5S)
- Deputato COZZOLINO Emanuele (M5S)
- Deputato TOFALO Angelo (M5S)
- Deputato DELLA VALLE Ivan (M5S)
- Deputato MARZANA Maria (M5S)
- Deputato LOREFICE Marialucia (M5S)
- Deputato CORDA Emanuela (M5S)
- Deputato BARONI Massimo Enrico (M5S)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato GRILLO Giulia (M5S)
- Deputato COLONNESE VEGA (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato TRIPIEDI Davide (M5S)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Missioni
- Sull'ordine dei lavori
- Preavviso di votazioni elettroniche.
- Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento
- Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 133 del 2013: Disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato) (A.C. 1941) (Seguito della discussione ed approvazione)
- La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,45
- Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 133 del 2013: Disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato) (A.C. 1941) (Seguito della discussione ed approvazione)
- S. 1188 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato). (C. 1941)
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1941
- S. 1188 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato). (C. 1941)
- La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 13,40
- Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 133 del 2013: Disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato) (A.C. 1941) (Seguito della discussione ed approvazione)
- S. 1188 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato). (C. 1941)
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1941
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato FEDRIGA Massimiliano (LNA)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato DI SALVO Titti (SEL)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato PALESE Rocco (FI-PdL)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato CORSARO Massimo Enrico (FdI)
- Deputato ROMANO Andrea (SCpI)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato TONINELLI Danilo (M5S)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Sull'ordine dei lavori
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Sull'ordine dei lavori
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Votazione O.d.g. - A.C. 1941
- Esame ordini del giorno - A.C. 1941
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1941
- S. 1188 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato). (C. 1941)
- La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 19,40
- Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 133 del 2013: Disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato) (A.C. 1941) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Ordine del giorno della seduta di domani
RICCARDO FRACCARO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Vedo anche altre mani alzate, quindi il deputato Gallinella, che è il primo, potrà parlare per cinque minuti, gli altri per un minuto. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, intervengo perché ieri, mentre stavo svolgendo la mia dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 9/1941/120, a mio nome, ho anche parlato un po’ di tutto il decreto-legge e, nello specifico, mi sono permesso di ricordare che questo decreto-legge contiene tre argomenti molto diversi: la svendita – per noi – della Banca d'Italia, la dismissione del patrimonio immobiliare dello Stato e anche la questione della mini-IMU. Io mi sono permesso di ricordare all'Aula che sarebbe stato opportuno che il Governo ritirasse il decreto-legge perché contiene appunto queste tre cose molto diverse e discutibili e che il giorno dopo presentasse subito un decreto-legge relativo solo all'IMU.
In questo momento di chiarimento lei, Presidente Boldrini, sulla sua pagina ha commentato, durante la seduta, la questione che, se questo decreto-legge non sarà approvato, l'IMU la dovrebbero pagare gli italiani, accusando, dicendo che il pagamento dell'IMU è legato in qualche modo a questo decreto-legge. Questo ha creato non poco imbarazzo e anche molti turbamenti nelle persone che ci vedono da casa. Sono contento che molti seguano i lavori dell'Aula anche via Internet...
PRESIDENTE. Questo non interessa il processo verbale però. Gli interventi sono motivati se riferiti al processo verbale.
FILIPPO GALLINELLA. È importante... arrivo subito al tema, Presidente. Praticamente mi hanno scritto, dicendo: perché Gallinella ha detto che questo decreto-legge non è legato all'IMU, quando il Presidente Boldrini ti ha smentito ? Io dico «no»: il Presidente Boldrini, a mio avviso, ha omesso dei dettagli, la verità, perché, se avesse chiarito lei, Presidente, il pensiero che l'IMU non è legato a questo decreto-legge... perché, questa mattina, il Consiglio dei ministri avrebbe potuto varare un decreto-legge sull'IMU e non si sarebbe creato questo turbamento fra le persone . Io volevo chiarire questo pensiero, con il quale ritengo corretta la mia osservazione mentre ritengo scorretta la sua osservazione, perché è stata imprecisa sulla questione decreto-legge, IMU, Banca d'Italia, pagamento dell'IMU da parte dei cittadini.
Quindi, ieri sera, leggendo i commenti ed i messaggi, mi sono trovato un po’ danneggiato dal suo intervento e, quindi, oggi mi sono permesso di intervenire sul processo verbale perché lo volevo chiarire all'Aula e anche a tutte le persone che ci guardano da casa, proprio perché non ci sembra corretto il suo intervento durante la discussione su un tema come quello.
Quindi, mi auguro, visto che lei comunque è la terza carica dello Stato e rappresenta un po’ tutti gli italiani, che lei magari si astenga nel corso della votazione dall'esprimere giudizi di questo tipo, anche perché lei dovrebbe essere imparziale. Nel suo commento ha parlato anche di «tagliola», quindi capisce che ha creato non pochi turbamenti all'interno di noi, che siamo l'opposizione, sul fatto che, in qualche modo, si potesse paventare l'idea che oggi venisse interrotta la nostra discussione.
Quindi, questo intervento mira a chiarire la posizione, che ritengo corretta, e la mia osservazione che l'IMU non si può legare solo a questo decreto-legge e soprattutto chiarire a chi ci ascolta che in questo caso lei, secondo me, ha fatto un peccato di omissione di informazioni.
Concludo, Presidente, augurandomi che, nel futuro, si evitino questo tipo di scivoloni, anche perché danneggiano le opposizioni, in questo caso l'opposizione del MoVimento 5 Stelle, che giustamente fa la propria battaglia su temi che ritiene importanti.
Concludo, ricordando che non si può mettere insieme la «svendita-regalo i soldi» alle banche con l'IMU, con questa pillola dell'IMU, che fa da cavallo di Troia, alla fine, nel cuore degli italiani perché si potrebbero affrontare questi temi in maniera separata.
Quindi, Presidente Boldrini, questo era solo un confronto per chiarire, a seguito della sua osservazione, perché molte persone sono rimaste un po’ turbate da questo tipo di segnalazione.
Io la ringrazio, Presidente e mi auguro che le cose possano migliorare .
PRESIDENTE. Si faccia dire come è andata la riunione dei presidenti di gruppo dal suo capogruppo prima di esprimere questi pareri. Chi la pensa diversamente da lei, non fa scivoloni, la pensa diversamente.
Ha chiesto di parlare il deputato Fico. Ne ha facoltà, per un minuto.
ROBERTO FICO. Signora Presidente, volevo fare una precisazione in merito al mio intervento di ieri per far comprendere meglio agli italiani il fatto che, se noi votiamo «sì» a questo decreto, regaliamo 7 miliardi e mezzo alle banche private e facciamo risparmiare un po’ di IMU agli italiani.
Se votiamo «no» a questo decreto...
PRESIDENTE. Lei deve rettificare qualcosa sul processo verbale ?
ROBERTO FICO. Sì, devo specificare l'argomento perché non si era compreso bene ieri rispetto al mio intervento. Se votiamo «no» quindi che cosa succede ? Succede che gli italiani non risparmiano un po’ di IMU, però tutto lo Stato risparmia 7 miliardi e mezzo di euro.
Quindi, la cosa più giusta e logica da fare, secondo me, è scorporare questo decreto, quindi votare «no» ai 7 miliardi e mezzo rubati alla Banca d'Italia e votare «sì» al decreto IMU scorporato.
PRESIDENTE. Deputato, concluda.
ROBERTO FICO. Un Governo che non fa questo è un Governo irresponsabile.
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Signora Presidente, innanzitutto vorrei specificare il mio pensiero rispetto a dei dati che avevo dato sulla disoccupazione giovanile. In realtà, la disoccupazione giovanile è attorno al 41, 6 per cento, quattro punti in più rispetto al 2012. Ci sono 351 mila persone in più che non riescono a trovare lavoro e, in totale, siamo al 12,7, dati che, rispetto al novembre del 1977, non si erano mai verificati prima.
Vorrei chiudere: forse lei avrà difficoltà a crederci, ma noi, Presidente, abbiamo profondo rispetto per lei, quindi confidiamo nella sua serietà. Quindi, le faccio una supplica: la prego, non metta la «tagliola» a questo decreto . Veramente, glielo dico con il cuore in mano: non lo faccia, non lo faccia !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberti. Ne ha facoltà.
FERDINANDO ALBERTI. Signora Presidente, volevo chiarire il mio discorso di ieri perché forse non si è capito, infatti la questione è stata sollevata anche dal collega, di cui non ricordo il nome, dal professore Buttiglione. Noi non siamo contrari al fatto di aiutare il sistema bancario perché sappiamo benissimo che il sistema bancario è alla base del sistema economico. Il problema è che noi aiutiamo le banche, ma chi ci garantisce che, una volta che diamo quei 7,5 miliardi di euro «regalati» alle banche, poi questi finiscono al sistema economico ? È questo che manca ! Se voi ci rassicurate che avviene anche questo secondo passaggio, siamo prontissimi ad approvare questo decreto.
Il problema è che non è così, mi spiace ma non è così: mille miliardi di euro sono arrivati dalla Banca centrale europea e niente, neanche un euro, è arrivato alle piccole e medie imprese.
Mi associo al collega per quanto riguarda la supplica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Signora Presidente, specifico il mio pensiero, ieri espresso nella dichiarazione di voto sul mio ordine del giorno, in cui effettivamente c'era stata una valutazione che andava fuori dai limiti della dichiarazione di voto sull'ordine del giorno stesso e riguardava, in realtà, l'ordine dei lavori perché in quel momento contestavo anche il Partito Democratico per aver votato sfavorevolmente rispetto alla nostra richiesta di sospensione dei lavori.
Le dico, Presidente, che però probabilmente questo errore è motivato dal fatto che ci sono circostanze come quella che stiamo vivendo in questi giorni in questa Camera in cui la procedura si mescola con la sostanza e diventa sostanza.
Il nostro diritto a fare gli interventi è, nella sostanza, il nostro diritto all'opposizione. Io sono sicuro che lei è molto sensibile rispetto a questo nostro diritto, Presidente, e sono certo, in cuor mio, che non ci sarà nessuna «tagliola» e non perché...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bonafede. Ha terminato il tempo.
Ha chiesto di parlare il deputato Daniele Pesco. Ne ha facoltà.
DANIELE PESCO. Signor Presidente, ieri ho commesso un errore e chiedo che venga modificato il verbale, se possibile. Ho detto che la tassa sulla plusvalenza dovrebbe essere del 20 per cento e in realtà è del 16 per cento, ma in realtà dovrebbe essere più alta – diciamolo – perché non ha senso che le tasse sul lavoro, per esempio, arrivino fino a percentuali molto più alte e invece la tassa sulle plusvalenze è solo al 16 per cento. Io ho detto 20, considerando e pensando che fosse, appunto, almeno a quei livelli. In realtà, appunto, è al 16 per cento.
Volevo intervenire anche sulle cose dette dal professor Buttiglione, riferite al fatto che dare soldi alle banche in questo caso fa bene e che questo decreto fa bene alle banche, in quanto dà più soldi alle banche. In realtà, non ho potuto esprimermi, ma avrei voluto farlo nel mio enunciato. Direi che una cosa è la circolazione della moneta, che è regolata con regole proprie ...
PRESIDENTE. Concluda !
DANIELE PESCO. ...un'altra cosa è, invece, una dazione a gratis di soldi...
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha terminato il suo tempo.
Ha chiesto di parlare il deputato Sergio Battelli. Ne ha facoltà.
SERGIO BATTELLI. Signor Presidente, vorrei fare un piccolo chiarimento su quanto detto da me ieri. Durante il mio intervento ho dichiarato che i tassi di interesse attivi, per i conti privati dei cittadini, rendono circa la 0,001 per cento. In realtà, ho fatto un piccolo errore, omettendo uno zero. La cifra giusta è lo 0,0001 per cento. Quindi, non vorrei mai che le banche private si potessero offendere e venissero accusate di applicare interessi a favore dei cittadini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carla Ruocco. Ne ha facoltà.
CARLA RUOCCO. Signor Presidente, anch'io volevo correggere e spiegare meglio la nostra posizione nei confronti dell'IMU, della mini IMU e delle tasse immobiliari. In realtà ieri, infatti, nell'intervento – e con questo mi riferisco al verbale – non ho forse esplicitato bene. Oggi il Governo, come ha fatto con il decreto n. 151 a dicembre e come per prassi fa, può emanare un decreto per l'abolizione della rata dell'IMU, subito, anche perché – ricordiamolo – gli acconti che sono stati chiesti a copertura sono già stati versati. Quindi, intanto per prassi il Governo opera in questo modo: quando decade un decreto, ne fa un altro, che regola alcune situazioni intermedie che si sono venute a creare per effetto del decreto-legge decaduto.
Quindi, non è assolutamente vero che la questione IMU è collegata con la questione Bankitalia. Fate come avete fatto venti giorni fa con il decreto-legge n. 151...
PRESIDENTE. Concluda !
CARLA RUOCCO. ...che il «salva Roma» è decaduto e avete preso un pezzo del «salva Roma» e lo avete messo ...
PRESIDENTE. Ha terminato il suo tempo.
Ha chiesto di parlare la deputata Giulia Di Vita. Ne ha facoltà.
GIULIA DI VITA. Signor Presidente, riguardo al resoconto stenografico a pagina 129 vorrei chiarire due pensieri, che magari ho espresso in maniera errata. Quando mi riferisco alla Banca centrale, siccome ho praticamente letto il parere della BCE, la dicitura generica «Banca centrale» fa riferimento, chiaramente, alla Banca d'Italia. Vorrei che venisse precisato, appunto per chiarire meglio il messaggio.
Inoltre, faccio anche riferimento al fatto che la BCE, quindi per bocca di Mario Draghi, ha, per così dire, tirato le orecchie al Ministro Saccomanni. Quindi, vorrei che passasse bene il messaggio che l'ex governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha tirato le orecchie all'ex direttore generale della Banca d'Italia su un provvedimento che fa sempre riferimento, appunto, alla Banca d'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patrizia Terzoni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA TERZONI. Signora Presidente, io volevo fare una correzione a pagina 90, riga 18, della prima colonna del resoconto stenografico. Ieri il Partito Democratico si è tanto scandalizzato per una parola, ma non si è scandalizzato per il fatto che, dopo tre mesi dalla pubblicazione in della legge di conversione del decreto-legge n. 102, ancora non è stato fornito l'elenco, da parte della Cassa depositi e prestiti, delle banche per accedere al mutuo da parte dei cittadini, ma si è scandalizzato per un congiuntivo.
Quindi, vorrei cambiare la parola «ascolterebbe» con «ascoltasse», perché, altrimenti, non dormirebbero un'altra notte sonni tranquilli, mentre io mi scandalizzerei di più per il fatto che il Governo si è tanto vantato di aiutare i cittadini ad accedere a mutui attraverso il plafond casa e, invece, dopo tre mesi dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, questo ancora non è successo. E di questo il Partito Democratico non si è affatto scandalizzato, quando ci sono cittadini che non hanno più una casa, mentre loro una casa ce l'hanno e quindi forse a loro non interessa del resto d'Italia, che non ha un tetto...
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, io in quest'Aula mi sento perseguitato, principalmente dalla sua collega, la Sereni, perché ieri mi ha bloccato dicendomi: onorevole Villarosa, non la stavo ascoltando, ma lei sta usando delle parole non consone; mi è stato segnalato, quindi se ho sbagliato e lei non ha detto una parolaccia vorrei cancellarlo.
Io la invito a leggere il resoconto e a trovare una parolaccia nel mio discorso. Forse: le riserve sono nostre ? Quella è una parolaccia forse. Non so, quindi le chiedo cortesemente di fare questa correzione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, durante l'intervento che ho tenuto ieri, avevo fatto un passaggio con riferimento al discorso del collega Buttiglione in precedenza, però, per ragioni di tempo, ieri lo avevo espresso in maniera poco chiara. Volevo spiegare meglio, in realtà, proprio le sue parole, cioè quelle che, con questa misura, stiamo prendendo una misura che aiuta a rafforzare il capitale di alcune banche. Per cui è evidente che, quando qualcuno dice: no, non stiamo facendo un favore alle banche, le dichiarazioni del collega Buttiglione sono in senso stretto. Aggiungo, vista la lezione di economia del professore Causi, a fine seduta, che in qualche modo anche lui stesso ha riportato le stesse identiche parole, ribadendo che stiamo aiutando le banche del sistema finanziario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barbanti. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Dopo il verbale se non le dispiace, onorevole Buttiglione. Stiamo andando avanti con gli interventi sul processo verbale adesso. L'intervento sul Regolamento, se non le dispiace, preferirei farlo alla fine degli interventi sul verbale. La ringrazio. Barbanti, vada avanti, prego.
SEBASTIANO BARBANTI. Devo ancora iniziare, signor Presidente. Giusto una cosa: mi informano che non si vede lo della Camera, quindi se volete indagare.
PRESIDENTE. Va bene, grazie, vada con il suo intervento. Prego.
SEBASTIANO BARBANTI. Se mi attiva il microfono. Per precisazione, perché non vorrei che passasse un messaggio sbagliato. Ieri ho fatto riferimento ai trentasei mesi durante i quali i quotisti possono detenere anche quote eccedenti il 3 per cento, ovviamente è riferito anche alla maturazione dei dividendi che sono a 6 per cento. Ecco, la precisazione che volevo fare, per dovere di cronaca, era che questi dividendi sono fino ad un 6 per cento. È ovvio che noi pensiamo che il 6 per cento verrà applicato, perché chi stabilisce l'entità di questo dividendo è il Consiglio superiore della Banca d'Italia, quindi anche i soci, per cui è naturale pensare che i soci stessi siano interessati e abbiano tutto l'interesse affinché questa aliquota venga posta al massimo e quindi incassare i 450 milioni che meritano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Frusone. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Signor Presidente, mi scusi per la voce. Dopo il mio intervento di ieri, ci sono state alcune domande che mi sono giunte dalla rete e da lì ho capito appunto di non essermi espresso correttamente.
Mi riferisco alla fine del mio discorso, quando dicevo che, per capire che questo capitale finanziario non ha comprato i partiti che da vent'anni governano questo Paese, per toglierci i dubbi, potevano ritirare questo decreto, ripubblicizzare la Banca d'Italia, togliere le mani dall'acqua pubblica e da tutte le aziende che danno profitto e abolire, insieme, l'IMU.
Quindi, mi hanno detto: ma, scusate, per abolire l'IMU ci vuole una nuova proposta di legge ? No, io questo non avevo precisato e voglio farlo qui: il Governo può immediatamente adottare un nuovo decreto, che ha efficacia immediata, e quindi non vi è assolutamente alcun pericolo di dover pagare la seconda rata dell'IMU. Quindi, questo sta tutto al Governo...
PRESIDENTE. Concluda.
LUCA FRUSONE. ...anche perché il Governo poteva tranquillamente adottare un decreto solamente per la seconda rata dell'IMU...
PRESIDENTE. Concluda.
LUCA FRUSONE. ...e non fare assolutamente nulla...
PRESIDENTE. Ha terminato il suo tempo, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Signor Presidente, volevo semplicemente chiarire il mio pensiero, perché, finendo la mia argomentazione di ieri, non sono riuscito a dire che l'operazione di speculazione che è stata fatta su UniCredit, che è arrivata a tassi del 18.249 per cento, è stata proposta da Alessandro Profumo e dai suoi compagni per attuare l'aumento di capitale sociale fino a tre miliardi di euro anche per la banca italiana Monte dei Paschi di Siena, che è stato approvato un mese fa dall'assemblea dei soci con rinvio da gennaio a maggio-giugno 2014.
Quindi, la mia domanda finale era: questo megamodello di megaspeculazione, sperimentato per UniCredit, si ripeterà per il Monte dei Paschi di Siena, con buona pace delle autorità di vigilanza ed ordinamentali, oppure pensiamo di mettere qualche argine a questo genere di speculazioni bancarie ? Forse perché il PD ha qualche interesse all'interno della banca del Monte dei Paschi di Siena e abbiamo rinviato questa speculazione perché, forse, Renzi doveva mettere all'interno...
PRESIDENTE. Concluda.
CARLO SIBILIA. ...del consiglio di amministrazione delle persone...
PRESIDENTE. Ha terminato il tempo, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Signor Presidente, volevo riprendere il mio intervento fatto ieri relativo all'articolo 86, comma 8, del Regolamento, perché vi sono circa tre imprecisioni. La prima quando ripercorrevo i lavori di martedì, tra lunedì e martedì, lunedì notte e martedì mattina, della Commissione sulla legge elettorale, perché, Presidente, vennero dati gli emendamenti, per la prima volta, ai membri della Commissione non alle 23, ma alle 22,30.
Immagino che per lei questo sia importante: così, con questa mezz'ora in più di tempo, magari si potrà fare un'altra seduta notturna, far fare un'altra seduta notturna, magari anche sabato e domenica. Dopodiché, devo fare una correzione anche su un altro passaggio, ovverosia su quando ho indicato di voler firmare, da parte del MoVimento 5 Stelle, alcuni emendamenti ritirati dal PD. In realtà, volevo specificare che questi emendamenti riguardavano le preferenze, in particolare.
Al termine, poi, richiamavo la necessità di una convocazione...
PRESIDENTE. Concluda.
DANILO TONINELLI. ...della Giunta per il Regolamento, che, come sempre, lei, Presidente, non solo non ha dato...
PRESIDENTE. Lei ha terminato il suo tempo, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare il deputato Scagliusi. Ne ha facoltà.
EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, vorrei specificare due punti: ieri, mentre facevo la mia correzione sul processo verbale, è passato qui di fianco un deputato di «sciolta civica», o quello che resta, Piepoli...
PRESIDENTE. No, no, si deve attenere al processo verbale, ai contenuti del processo verbale. Se deve riconsiderare quello che ha detto ieri nella seduta, a cui si riferisce il processo verbale, va bene; altrimenti, no.
EMANUELE SCAGLIUSI. Chiedo una rettifica: nel processo verbale manca quello che il collega mi ha detto e si è sentito anche in video. Il collega si è avvicinato a me e ha detto: «Studiate, studiate, la prossima volta studiate meglio», riferito a me e toccandomi anche con la mano. Questo nel processo verbale non c’è. Io voglio dire al collega che, se egli avesse studiato, sarebbe qui a fare ostruzionismo con noi .
PRESIDENTE. D'accordo, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare il deputato Pisano. Ne ha facoltà.
GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, vorrei soltanto fare una considerazione sulla base dell'intervento finale dell'onorevole Causi, che noi abbiamo in Commissione, è anche lui in Commissione finanze. Vorrei specificare che, forse, non si è chiarito molto bene il nostro pensiero sui vari interventi che ci sono stati.
In realtà, il passaggio di capitale dalla riserva della Banca d'Italia ai fondi delle quote dei soci non è affatto un'operazione trasparente per i cittadini, in quanto quel passaggio comporta una rivalutazione di proprietà che non sono più disponibili per la Banca d'Italia, ed è per questo che, poi, queste, mettendole sul mercato, saranno comprate.
Il passaggio che manca nella descrizione dell'onorevole Causi è proprio il discorso che alla fine queste banche proprietarie, non riuscendo più a vendere le quote nei trentasei mesi che hanno di tempo, finiranno per rivendere la stessa Banca d'Italia. Quindi in realtà ci sarà un doppio passaggio di capitale dalle riserve della Banca alle quote...
PRESIDENTE. Concluda !
GIROLAMO PISANO. ...che poi andranno in favore delle banche
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO. Buongiorno Presidente. A pagina 7 del resoconto ho detto: «Buongiorno Presidente, guardi, ricordandole sempre l'appello che avevo fatto alla dottoressa onorevole Presidente di Camera Boldrini, che tutte le minacce fatte lasciano una traccia (...)». Vorrei rettificare che questa traccia è un identificativo univoco che mostra l'ubicazione territoriale di dove si trova la persona quando commenta. Visto che ho ricevuto minacce di morte, sono andato alla polizia, li ho denunciati, e dal giorno dopo hanno smesso di importunarmi. Volevo solo farglielo presente, perché in questa maniera, magari, ha consapevolezza della polizia e del loro lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuseppe Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, quando mi riferisco all'eliminazione dell'IMU, dico: «In questo decreto-legge c’è l'abolizione della seconda rata dell'IMU». Vorrei che la frase fosse rettificata e fosse inserita la parola «parziale», perché è parziale l'eliminazione della seconda rata dell'IMU che state facendo con questo decreto. Mi ripeto qualche rigo dopo, quando dico: «In questo caso, è quindi probabilmente urgente l'annullamento della seconda rata dell'IMU»: anche qui vorrei che fosse inserita la parola «parziale».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Signor Presidente, ieri, durante la mia dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, ho detto, parlando di lei: «(...) la Presidente Boldrini fa una valutazione politica, peraltro erronea e quindi evidentemente mente o sbaglia», per quanto riferito al suo messaggio di in cui lei diceva che se questo decreto decadesse gli italiani dovrebbero pagare l'IMU. Vorrei chiarire questo pensiero: ritengo che nel suo ruolo di Presidente della Camera lei non debba fare valutazioni politiche di questo tipo e soprattutto mente disinformata sui fatti, perché, secondo lo statuto del contribuente, se avviene una modifica legislativa – la volevo informare, Presidente, se no poi continua ad essere disinformata – una modifica sulla legislazione in corso su un termine scaduto...
PRESIDENTE. Concluda !
MATTEO MANTERO. ...si applica la norma più favorevole al contribuente. Di conseguenza, i contribuenti, i cittadini, non devono pagare niente.
PRESIDENTE. La ringrazio, ha terminato il tempo.
Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Parentela. Ne ha facoltà.
PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, volevo segnalare che durante il mio intervento di ieri, quando parlavo degli equilibri verso le banche, la mia non era un'affermazione, ma una domanda. Sul resoconto invece la frase è riportata come se si trattasse di un'affermazione, precisamente quando dico «(...) ai consiglieri delle succursali della Banca d'Italia gli utili della Banca stessa». Va aggiunto quindi un punto interrogativo. Vorrei poi evidenziare un altro fatto: quando parlavo del gatto e la volpe – quindi, mi riferivo a Renzi e Berlusconi – sul resoconto è riportato: applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico. Non credo che abbiano battuto le mani i deputati del PD. Hanno battuto le mani i deputati del MoVimento 5 Stelle, a meno che i deputati del PD non confermavano che io avessi ragione sul gatto e la volpe e sul fatto che si fa una legge elettorale nella sede del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, ieri affermavo che se il Presidente avesse messo la tagliola sarebbero state «le prove tecniche di una dittatura». Nello stenografico poi segue: «». A me pare che più che commenti fossero urla quelle dei deputati del gruppo Partito Democratico.
Poi affermavo che i due boss «Renzusconi e il delinquente» avevano avviato una verso il totalitarismo. Anche qui si scrive: «». Invece a me sembravano più delle urla.
Io vorrei semplicemente chiarire che tutto...
PRESIDENTE. Concluda.
LUIGI GALLO. ...questo processo potrebbe permettere al delinquente la prossima legislatura di andare al potere e governare senza che...
PRESIDENTE. Grazie. È terminato il tempo.
Ha chiesto di parlare la deputata Basilio. Ne ha facoltà.
TATIANA BASILIO. Signor Presidente, con riferimento a pagina 69 dello stenografico, quando il mio collega Sergio Battelli ha illustrato il suo ordine del giorno, il Presidente di turno – che mi sembra fosse Baldelli – dice: «Collega Battelli, mi perdoni se la interrompo. Gli onorevoli Bernini e Basilio sono pregati di non esporre cartelli, devo richiamarvi... Prego. Prego, continui.».
Ora, signor Presidente, mentre il mio collega illustrava l'ordine del giorno, io sono stata richiamata proprio per questo motivo, ma le devo dire che non stavo esponendo questo cartello, perché, se avessi voluto esporre il cartello, come noi siamo abituati quando facciamo un'azione eclatante in Aula, avrei fatto questo Giù le mani dalla Banca d'Italia, ma così non è stato.
PRESIDENTE. Tolga il cartello.
TATIANA BASILIO. Sì, sì, lo tolgo, volevo solo fare vedere che non ho fatto questo, ma che semplicemente ero seduta al mio posto ed il cartello era appoggiato allo scranno. Poi, malauguratamente, siccome il mio collega Sergio che stava illustrando l'ordine del giorno era davanti a me...
PRESIDENTE. Concluda.
TATIANA BASILIO. ...probabilmente ero inquadrata e, quindi, il cartello è stato inquadrato, ma non era mia intenzione esporlo.
PRESIDENTE. È terminato il tempo. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.
ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, anch'io vorrei rettificare alcune cose del mio intervento sul mio ordine del giorno n. 9/1941/102.
A pagina 113 dello stenografico di seduta, alla sesta riga, dove è scritto «volto a modificare le numerose criticità presenti nel decreto-legge» vorrei sostituire «numerose» con «numerosissime».
Poi, alla diciassettesima riga, dopo le parole «pur consapevoli dello scarso valore» vorrei aggiungere le parole «, praticamente nullo,», che questi ordini del giorno rivestono per il Governo.
Alla trentatreesima riga vorrei sostituire «numerosi» con «numerosissimi». Poi vorrei correggere un errore, alla nona riga partendo dal basso della seconda colonna, dove c’è scritto «più disponibili altresì» io avevo detto «più disponibili a dire sì».
PRESIDENTE. È terminato il tempo. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare la deputata Grillo. La deputata Grillo ? Non c’è. Benissimo, andiamo avanti. Ha chiesto di parlare il deputato Villascas. Ne ha facoltà.
ANDREA VALLASCAS. Signor Presidente, intervengo semplicemente per segnalare una piccola correzione.
Quando dico: «mentre i due “Eva” della sinistra», vorrei che fosse corretto con «mentre le due “Eva” della sinistra» o in alternativa con «i due volti di Eva», perché era semplicemente una citazione cinematografica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Da Villa. Ne ha facoltà.
MARCO DA VILLA. Signor Presidente, faccio riferimento allo stenografico, al mio intervento alle pagine 87 e 88, intervento al quale il collega Rocco Buttiglione, poi, approfittando della dichiarazione di voto, mi rispondeva personalmente.
In questo caso tengo a dire al collega Buttiglione che anche se gli interventi dei miei colleghi non sono stati magari così precisi e puntuali nelle indicazioni come il mio, certo questo è un peccato veniale rispetto alle informazioni che vengono date da stampa e giornali in merito al MoVimento 5 Stelle e al perché si sta facendo questo ostruzionismo, che non è certo per far pagare l'IMU agli italiani, ma è per bloccare questo provvedimento sulla Banca d'Italia.
Ecco, questo è assolutamente da precisare e da chiarire, in particolare in riferimento all'intervento del professor Buttiglione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà
ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, nel mio intervento di ieri forse non si è capito che volevo intendere che già gli enti pubblici hanno problemi con la gestione dei propri flussi di cassa e, quindi, dei loro immobili. Adesso, una delle storture di questo decreto-legge, a mio parere, è proprio che in qualche modo si cerca di valorizzare, ma con la vendita o con la svendita, alcuni immobili pubblici.
Addirittura a Mantova questo è successo anche per altri beni pubblici, come la fermata dell'autobus. Non solo il comune, ma anche la provincia è in questo affare. Adesso si sta costruendo un parcheggio al posto della fermata dell'autobus. Per costruirlo sono stati tolti 200 parcheggi già pubblici, per costruire poi sopra un albergo, e adesso verranno tolti gli ultimi parcheggi pubblici vicino alla stazione di Mantova, ed è uno scandalo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, anch'io ieri sera ho omesso una parte, a mio avviso, importante – piccola, ma importante – nel mio intervento. Quando parlo di dati ISTAT, che vedono la ricchezza nazionale suddivisa in maniera iniqua, quindi quando dico che il 46,6 per cento della popolazione italiana detiene il... o meglio, che il 90 per cento della popolazione italiana è costretta a dividersi il 50 per cento della ricchezza restante, questo aspetto io non lo ho specificato. E vorrei che venisse aggiunto nel mio intervento nel resoconto stenografico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Benedetti. Ne ha facoltà.
SILVIA BENEDETTI. Signor Presidente, nella mia dichiarazione di voto sugli ordini del giorno parlo di indeterminatezza della norma, che è diretta a facilitare il processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, sia dello Stato che degli altri enti territoriali.
Volevo fare alcune precisazioni su quello che ritengo essere elemento di indeterminatezza per il provvedimento. Ad esempio, non viene indicata la superficie massima condonabile che, a nostro avviso, dovrebbe essere non superiore a 750 metri cubi. Poi non vengono indicate le tipologie di intervento condonabili, sicché rischiano di essere ricomprese nella sanatoria anche ristrutturazioni edilizie pesanti, che, invece, a nostro avviso, andrebbero escluse. Sul piano temporale poi non viene indicato quali sono i manufatti abusivi passibili di sanatoria, che, sempre a nostro avviso, dovrebbero essere solo quelli realizzati non oltre il termine del 31 ottobre 1983...
PRESIDENTE. Concluda.
SILVIA BENEDETTI. ...cioè il termine di cui alla legge n. 47 del 1985.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Bianchi. Ne ha facoltà.
NICOLA BIANCHI. Signor Presidente, intervengo per esprimere meglio il concetto, perché a pagina 76 del resoconto stenografico, riga 36, dove dico: «lo Stato vende al privato l'immobile», il concetto che volevo esprimere meglio è che lo Stato vende al privato l'immobile, però poi – come è capitato molte volte – lo Stato stesso va a prendere in affitto lo stesso immobile pagandolo cifre fuori mercato, e questo davvero è un'assurdità che noi volevamo segnalare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, la mia correzione riguarda un'espressione che ho usato ieri nella dichiarazione di voto relativa all'ordine del giorno n. 9/1941/85. Ho parlato di «», espressione riportata sia alla pagina 93 che alla pagina 94. Io vorrei correggere l'espressione in «revisione della spesa» o «riduzione della spesa», perché «», come tutti i termini inglesi utilizzati in questo Parlamento, alla fine sono solo una truffa, non vengono mai attuati.
Questo vorrei che fosse cambiato per rendere più chiara l'espressione agli italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Tofalo. Ne ha facoltà.
ANGELO TOFALO. Signor Presidente, volevo rispecificare quanto specificato ieri. Durante la dichiarazione di voto sul mio ordine del giorno facevo riferimento ad un certo «Vincenzino l'abusivo».
Ebbene, l'ormai quasi ex sindaco di Salerno – avevo detto ieri – si aggrappava alla poltrona fino alla fine come una piovra, come molti altri politici purtroppo stanno facendo in questi decenni. Credevo di aver detto un'altra cosa; in realtà, vedendo il resoconto stenografico, ho pensato ma non ho detto una cosa e la volevo aggiungere adesso: boia chi molla, Presidente Boldrini, boia chi molla, e noi non molleremo fino alla fine !
PRESIDENTE. Perfetto, la ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Della Valle. Ne ha facoltà.
IVAN DELLA VALLE. Signora Presidente, ieri, dopo il mio richiamo al Regolamento, la Presidente mi risponde che l'eventuale richiesta di intervento, dopo il richiamo, spetta al deputato, non certo alla Presidenza, che non può concedere la parola quando il deputato non la chiede.
La Presidenza ha mentito, perché io ho chiesto la parola ed ho fatto quel richiamo perché non mi era stata data. Ma d'altronde abbiamo l'abitudine ad avere delle Presidenti che mentono, dei Presidenti della Camera bugiardi, che mentono sapendo di mentire ! Lei lo sa bene, vero ?
GIANNI MELILLA. Mascalzone ! Mascalzone ! Mascalzone ! Si vergogni !
PRESIDENTE. Onorevole Melilla, per favore.
Ha chiesto di parlare la deputata Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA. Grazie, Presidente, io purtroppo mi ritrovo ad intervenire sul processo verbale di ieri, visto che anche ieri, nel chiarire il pensiero espresso nell'intervento dell'altro giorno, non ho concluso, visto che mi è stato ancora una volta staccato il microfono. Per cui vorrei terminare la frase del mio intervento. Dicevo che quello che si sta attuando è l'ennesimo esproprio a danno dei cittadini e si sta nel frattempo, invece, facendo un regalo alle banche, che si unisce a tanti altri regali che nei vari decreti il Governo ha confezionato per amici, gruppi di potere e che continua instancabilmente a proteggere e favorire .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente, ieri sono intervenuta sul processo verbale e quindi chiedo di intervenire sullo stesso, poiché non ho avuto il tempo di finire il concetto che volevo esprimere. Allora, nella parte in cui dico: cosa ci si poteva aspettare dal Governo delle furberie illegali, dei favori alle che rifinanziano le guerre e acquistano gli ?, allora vorrei che fosse aggiunto quanto segue: «nonostante in campagna elettorale avessero fatto ben altre promesse. Pertanto, i cittadini e i loro elettori sono stati presi in giro per l'ennesima volta» .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Corda. Ne ha facoltà.
EMANUELA CORDA. Signora Presidente, ieri io ho espresso questo concetto, parlando appunto di questo decreto, e ho detto che il discorso vergognoso della Banca d'Italia viene edulcorato dall'eliminazione della rata IMU. In realtà basterebbe – e sarebbe semplicissimo – fare un decreto appositamente per l'IMU, che ha tutte le caratteristiche d'urgenza, caratteristiche che invece non ha, appunto, la tematica della Banca d'Italia. Per questo, questo ennesimo decreto è assolutamente incostituzionale e vergognoso ! Se voi doveste appunto scrivere un nuovo decreto per la rata IMU noi ve lo voteremmo subito, anche domani se possibile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Signora Presidente, in merito al mio intervento del pomeriggio, a pagina 65 del resoconto stenografico, in merito al condono edilizio che era oggetto del mio ordine del giorno, c’è un errore. Riporto le parole: «Noi abbiamo un'attenzione costante. È inutile che il PD e PdL si straccino le vesti dicendo: il nuovo condono edilizio... questo è un condono edilizio degno del meglio giocatore di poker». No: la mia parola era «del miglior giocatore di poker». Forse non si era sentito bene. Anche dopo viene ripetuto: «E l'ultima mano l'ha fatta adesso il Governo dicendo: noi valuteremo positivamente questo ordine del giorno». Quindi, chiedo che venga modificato «meglio» con «migliore», perché evidentemente non si è sentito bene quando ho parlato.
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di intervenire Giulia Grillo, che io ho chiamato prima. Dunque, di regola sarebbe decaduta dall'intervento. Le do trenta secondi in via eccezionale. Prego.
GIULIA GRILLO. Grazie Presidente, scusi, ero al bagno. Volevo semplicemente ribadire il mio ordine del giorno di ieri in cui chiediamo, appunto, di prevedere uno sgravio sull'IMU dei terreni agricoli...
PRESIDENTE. Sul verbale, sul verbale deve intervenire, se ha un intervento sul verbale !
GIULIA GRILLO. Sì, volevo correggere il verbale di ieri riguardo al mio intervento e aggiungere, appunto, che ritengo fondamentale il voto negativo dei colleghi e, quindi, naturalmente, porterò questo anche nei miei colloqui con i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colonnese... la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.
VEGA COLONNESE. Grazie Presidente, soprattutto per avermi dato il giusto sesso. Intervengo sulla pagina 2 del resoconto perché non è chiara la mia intenzione. Noi qui stiamo lottando per salvare la Banca d'Italia, invece qui si riferisce solo a eventuali bugie dette, a reali bugie dette dal PD e dal delegato d'Aula del PD. Quindi, vorrei che venisse specificato che il MoVimento 5 Stelle sta lottando per la salvezza della Banca d'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, volevo fare delle precisazioni. Ieri ho detto che gli articoli 4 e 5 del provvedimento in titolo si riferiscono alla della Banca d'Italia, modificando il quadro normativo concernente il capitale della Banca d'Italia, nonché le disposizioni relative alla sua organizzazione. Volevo fare questa precisazione e vorrei cercare...
PRESIDENTE. La ringrazio.
DAVIDE TRIPIEDI. Presidente !
PRESIDENTE. Prego, prego.
DAVIDE TRIPIEDI. Ho capito «La ringrazio» e pensavo...
PRESIDENTE. Prego, prego, continui.
DAVIDE TRIPIEDI. Volevo fare un appello a lei, veramente con tutto il cuore: eviti di mettere la «tagliola» perché non è democrazia ! Si deve cercare di rispettare anche le opposizioni, anche se so che abbiamo avuto dei problemi, ma noi la rispettiamo con grande cuore. Io la stimo veramente, Presidente. Cerchi di rispettare le opposizioni.
PRESIDENTE. La ringrazio, se non le rispettassi, non staremmo qui a parlare.
Allora, con queste osservazioni, il processo verbale si intende approvato. No ! No ! No !
Non avevo le vostre iscrizioni a parlare. Il processo verbale si intende approvato. Bisogna prenotarsi in tempo utile... mi dispiace !
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Michele Bordo, Caparini, Cicchitto, Cirielli, D'Ambrosio, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Epifani, Fontanelli, Losacco, Merlo, Meta, Mogherini, Gianluca Pini, Realacci, Schullian, Tabacci, Venittelli e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna .
I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’ al resoconto della seduta odierna.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io vorrei sottoporle ...
PRESIDENTE. Il deputato Fedriga vorrebbe fare un intervento. Consentitegli di parlare. Prego, onorevole Fedriga.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Io vorrei sottoporle una questione di cui abbiamo discusso anche ieri sera in quest'Aula, e so che ne avete discusso nell'Ufficio di Presidenza nella giornata di ieri. Come sa meglio di me, ieri sera, alle ore 22, sono stati sospesi i lavori di quest'Aula per svolgere i lavori della I Commissione affari costituzionali per quanto riguarda la legge elettorale. Io vorrei farle presente che, durante la Commissione stessa, non si è svolto un voto che sia uno, è stata fatta la discussione sul complesso degli emendamenti nella quale la maggioranza di fatto ha portato avanti un autostruzionismo per non passare ai voti. Quindi, le faccio presente che quest'Aula è stata sospesa non per portare avanti la legge elettorale ma affinché la maggioranza, all'interno di quella Commissione, facesse autostruzionismo.
Quest'oggi, leggendo le sue dichiarazioni, almeno di ieri, c’è il rischio che la Presidenza sia costretta a mettere la cosiddetta «ghigliottina». Quindi, vorrei farle presente, affinché lei prenda coscienza del fatto che, se avverrà per la prima volta nella storia che un Presidente metta la «ghigliottina», la responsabilità non è da imputare ai gruppi di opposizione, che erano disponibili – come ho detto ieri sera a quest'Aula – a fare una seduta fiume e a chiudere anche la lunga discussione che stiamo portando avanti all'interno di quest'Aula.
Ma la colpa è da ricercarsi – e la colpa che purtroppo ricadrà sulle sue spalle –, ma è a causa di Renzi e Berlusconi, che vogliono utilizzare la sua figura e la Presidenza della Camera per cercare di portare avanti degli interessi elettorali, con questa legge elettorale, bloccando di fatto all'Aula la possibilità di lavorare e, oltretutto – oggi lo constatiamo – con il nulla di fatto in I Commissione. È una responsabilità che ha tutta la maggioranza, che hanno i principali esponenti della maggioranza, e mi dispiace – glielo dico prima di tutto da un punto di vista umano – che lei sarà costretta, a causa loro, ad essere il primo Presidente nella storia della Camera a mettere la «ghigliottina»
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta cosa c’è ? Sto per dare il preavviso e poi vi darò la parola.
Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Aveva chiesto di intervenire il deputato Toninelli. Poi c'era il deputato Corsaro.
Prego, onorevole Toninelli, ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente, per ricordarle che ieri anche il mio gruppo parlamentare, a seguito dell'intervento del collega Fedriga su questo argomento appena trattato, ha ribadito e confermato la richiesta di una seduta notturna, che riguardava il decreto-legge oggi in trattazione. Anche noi ci accodiamo a quanto detto, ovverosia al fatto che la calendarizzazione e l'organizzazione dei lavori relativamente alla legge elettorale si è allungata a causa esclusivamente della maggioranza, la quale, invece che depositare gli emendamenti agli orari pattuiti, li ha depositati molte ore dopo e che non ha permesso alle minoranze... E lei, Presidente, le devo sempre ricordare, ma purtroppo, ahimè, vedo sempre di più che sta tutelando non le minoranze, ma la maggioranza. Le minoranze devono avere la possibilità, i tempi minimi garantiti per poter affrontare nel merito tutti gli emendamenti Forse lei non si è accorta, Presidente – lo ha fatto in notizie stampa, in interviste, nelle quali sollecitava una forte celerità nella produzione di una legge tanto importante per il livello e la qualità della nostra democrazia, quale la legge elettorale –, ma le ricordo che la scelleratezza di aver calendarizzato per il 29 di gennaio, nella prima Conferenza dei presidenti di gruppo, la legge elettorale, ha comportato una stretta infinita all'interno dei lavori dell'Aula.
Se a ciò abbiniamo che la maggioranza non ha mai voluto condividere con le minoranze i temi in trattazione sulla legge elettorale, perché sono stati definiti al di fuori del Parlamento, capisce in quale situazione inaccettabile noi ci troviamo a lavorare. Dopo due notturne di lunedì e di ieri notte, noi ci troviamo stasera, per la prima volta, dopo una pantomima di ieri, nella quale la maggioranza hanno allungato il brodo lavorando fino alle 2,30 e parlando del nulla su un complesso di emendamenti che nulla riguardavano, perché gli accordi li stanno facendo al di fuori del Parlamento, stanotte, per la terza notte, ci dobbiamo trovare a trattare, anzi, iniziamo a trattare per la prima volta circa 250 emendamenti, con la previsione, da lei avallata, Presidente, e sta difendendo il Governo e la maggioranza...
PRESIDENTE. Ha terminato il suo tempo, la ringrazio !
Vi prego di attenervi ... di attenervi al tema d'Aula. Queste discussioni sulla Commissione non si tengono in Aula !
DIEGO DE LORENZIS. È sull'ordine dei lavori ! Ma come si permette !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro ... due minuti, due minuti...
ALESSANDRO DI BATTISTA. Vergogna ! Vergogna !
PRESIDENTE. ...ognuno ha due minuti ! Abbiamo un'agenda molto fitta. Prego, deputato Corsaro.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, deve anche concederci e riconoscerci la difficoltà di prendere la parola, perché per dovere e per rispetto istituzionale cerchiamo di esprimerci, evidentemente, evitando di ricorrere al turpiloquio, ma, per quello che sta vivendo l'Aula, diventa davvero difficile trovare le aggettivazioni corrette sotto il profilo lessicale con le quali esprimere il disgusto e il disappunto.
Perché non solo quello che hanno detto il collega Fedriga e il collega del MoVimento 5 Stelle corrisponde al vero rispetto alla circostanza che si è improvvidamente deciso di chiudere i lavori dell'Aula ieri alle 22, evitando una richiesta, formalizzata anche dal gruppo di Fratelli d'Italia durante i lavori per bocca dell'onorevole Totaro, di provvedere a convocare la seduta notturna, ciò che ci avrebbe consentito di proseguire fino alla mezzanotte, o, addirittura, la cosiddetta seduta fiume, in modo tale che, nel corso di tutta la notte che ci ha diviso da ieri sera a questa mattina, si sarebbe potuta svolgere tutta la serie di interventi che erano iscritti a parlare.
Ciò non è stato determinato semplicemente perché si vuole parallelamente portare avanti una doppia truffa: quella ai danni delle tasche degli italiani, ai quali viene sottratto il patrimonio di Banca d'Italia e le riserve auree che sono ivi contenute, e quello nei confronti del diritto costituzionale ed istituzionale, perché si cerca con una manfrina, tutta fatta al di fuori di questo Parlamento, di portare avanti una legge di riforma del sistema elettorale, sulla quale non c’è evidentemente nessuna intesa neanche tra quelli che sbandierano il raggiungimento di un accordo sui giornali.
E a proposito dei giornali, onorevole Presidente, mi rivolgo direttamente a lei perché non si presti a questa vergogna di cui si parla e si vocifera, che potrebbe avvenire nel corso dei prossimi minuti, se lei dovesse per davvero, per la prima volta, diventare il primo Presidente della Camera che toglie il diritto ai parlamentari di portare avanti la loro richiesta. A proposito dei giornali...
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Mi appello alla sua sensibilità politica e, concludo, Presidente. Lei si renderà conto che oggi il primo quotidiano nazionale dedica tutto il titolo di prima pagina e la pagina numero due...
PRESIDENTE. Concluda.
MASSIMO ENRICO CORSARO. ... a rivolgersi solo al rischio che decada il provvedimento sull'IMU senza ...
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Andiamo avanti. Ha chiesto di parlare il deputato Ruzzetto. Allora, deputato Rizzetto...
WALTER RIZZETTO. No, Rizzetto, grazie Presidente.
PRESIDENTE. Prego, deputato Rizzetto.
WALTER RIZZETTO. Intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 8, comma 1, Presidente: io le ricordo che lei ha violato l'articolo 32, commi 2 e 3, nel senso che parecchi deputati del MoVimento 5 Stelle, durante il processo verbale, per rettificare o per chiarire il proprio pensiero avevano alzato la mano. Tra l'altro, l'assistente che è alla sua sinistra aveva fatto un cenno di sì con il capo – l'assistente parlamentare che lei ha alle sue spalle, oltre che essere Segretario generale, come mi ricordano –, e non ci è stata data la parola sul processo verbale, che lei ha chiuso.
Quindi, di fatto, Presidente, lei ha violato l'articolo 32, nello specifico il comma 3. Chiederemo, tra l'altro, le registrazioni di questo e, se questo dovesse essere vero, creerebbe un precedente non indifferente rispetto al Regolamento stesso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Nesci. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI. Presidente, non so se l'hanno informata, ma io sono la delegata d'Aula di questo gruppo e avevo diritto a parlare, visto che avevo chiesto la parola molto tempo prima. Vorrei delle spiegazioni a nome del gruppo, perché noi avevamo diritto di parola, a norma dell'articolo 32 del Regolamento, perché abbiamo il diritto di rettificare o chiarire il nostro pensiero espresso nelle sedute precedenti. Lei ha fatto finta di niente, a meno che non ci sta obbligando a mettere sotto accusa i commessi che non vedono le nostre mani alzate. Quindi, ci dica cosa dobbiamo pensare: se lei non è stata leale nel prendere le prenotazioni di parola o se, per caso, dobbiamo obbligarci a chiedere ai commessi spiegazioni. Anche perché lei, a norma dell'articolo 8 del Regolamento, deve garantire il buon andamento dei lavori: non lo sta facendo, soprattutto, sta facendo forzature, una dopo l'altra e, ovviamente, si prenderà la responsabilità delle sue azioni. Vogliamo subito delle spiegazioni e, soprattutto, siccome ha dato il preavviso di venti minuti per il voto, sa bene che deve sospendere l'Aula .
PRESIDENTE. Il deputato Toninelli ha chiesto di parlare su cosa ? Perché sull'ordine dei lavori ha già parlato.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Ieri, come le ho ricordato nella rettifica del mio intervento, ho fatto un richiamo al Regolamento che si concludeva con una richiesta di convocazione di una Giunta, in quanto nella Commissione dell'altro ieri è avvenuta una grave violazione regolamentare, articolo 86, comma 8: ovvero, sui circa 50 emendamenti ritirati da parte del Partito Democratico e presentati poche ore prima – che hanno obbligato noi a lavorare di notte per subemendarli –, non ci è stata data la possibilità dal presidente di Commissione di farli nostri.
Se, come è indicato da questo articolo, il ritiro è stato consentito da parte dei presentatori, alla stessa stregua doveva essere consentita la possibilità di farli nostri nella stessa sede, anche se – abbiamo ribadito – questo passaggio regolamentare riguarda esclusivamente l'Assemblea. Abbiamo chiesto esplicitamente che venissero bloccati i lavori in sede referente da parte della Commissione o, in alternativa, una convocazione della Giunta per il Regolamento per trattare l'argomento di specie. Non abbiamo avuto risposta alcuna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato n. 1941: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/1941/125.
In attesa del decorso dei termini di preavviso, sospendo la seduta fino alle 11,35.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno
Passiamo all'ordine del giorno Lorefice n. 9/1941/126, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marialucia Lorefice. Si intende, quindi, che insista per la votazione. Prego, deputata Lorefice, ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente, sì, insisto per la votazione, e vorrei anche fare la mia dichiarazione di voto sull'ordine del giorno.
Il Governo ha espresso parere contrario su questo ordine del giorno, ma io invito comunque tutti i presenti a votarlo favorevolmente. Chiediamo al Governo di adottare tutte quelle iniziative di sua competenza, anche di natura legislativa, perché i soggetti che svolgono attività di impresa attraverso società controllate in settori non bancari, e nemmeno finanziari, non vengano autorizzati ad acquisire partecipazioni quando la quota dei diritti di voto detenuta complessivamente sia superiore al 15 per cento, o quando ne potrebbe comunque conseguire il controllo della banca. È a tali fini che la Banca d'Italia individua i diritti di voto e gli altri diritti rilevanti.
Sappiamo che per il Governo gli ordini del giorno non hanno alcuna rilevanza; ma il nostro è un invito: un invito a riconsiderare le vere priorità di questo Paese, che non sono di certo le banche.
State dando via la Banca d'Italia all'insaputa dei cittadini, fate loro credere che il decreto-legge si occupi solo della parziale cancellazione della rata dell'IMU. Pensate che proprio noi avevamo proposto a questa maggioranza di cancellare persino la mini-IMU tassando il gioco d'azzardo.
Il trucco è sempre lo stesso: nello stesso decreto-legge mettete insieme iniziative diverse, dando risalto a quelle che ritenete più opportune, in questo caso l'abolizione dell'IMU, in modo che le altre vengano approvate all'insaputa dei cittadini. E, di solito, sono vere e proprie indecenze: proprio come l'aumento di capitale della Banca d'Italia, l'aumento degli utili agli azionisti e la possibilità di vendere le quote anche ai soggetti stranieri.
Perché la cosa assurda è proprio questa: la Banca d'Italia è un istituto pubblico, ma è proprietà privata e i suoi azionisti sono le banche. I ricavi di Bankitalia sono i proventi che derivano dalla gestione della moneta circolante che ci gira la Banca centrale europea. Sono soldi pubblici che per il 60 per cento vanno allo Stato e per il 40 per cento finiscono nelle riserve nazionali.
Pensavate di essere furbi; e forse lo siete stati, perché fino ad ora nessuno poteva sbugiardarvi. Ma adesso è finita ! Quanti, quanti cittadini hanno avuto fiducia in voi, e voi come li avete ricambiati ? Prendendoli in giro, rimbalzandovi le colpe gli uni con gli altri per poi approdare alla larghe intese, e fare insieme persino la legge elettorale.
Quello che ci auguriamo è che questo ordine del giorno venga preso in seria considerazione, che il Governo, questo Parlamento lo approvino. Basta con i soliti giochetti usati per evitare di prendere seriamente gli impegni chiesti: frasi come «a valutare la possibilità di». Ma scusate, che senso ha introdurre una frase del genere in un ordine del giorno ?
Vogliamo impedire che i cittadini vengano presi in giro per l'ennesima volta, vorremmo che finalmente si cominciasse a pensare davvero a loro, gli unici di cui dovremmo occuparci, per i quali dovremmo lavorare e dai quali dovremo farci perdonare per tutti gli orrori commessi e di cui oggi sono le uniche vittime. Vedete, questo nostro ostruzionismo non è una cosa inutile: è la nostra protesta per cercare di bloccare lo scempio al quale avete dato vita.
Vogliamo lo stralcio degli articoli che riguardano la rivalutazione delle quote della Banca centrale: vogliamo che il regalo venga fatto ai cittadini italiani, che ritorniate sui vostri passi, invece di continuare ad andare a braccetto con concessionari di assicurazioni, banche, speculatori e colossi dell'energia fossile. Per una volta, fate in modo che siano gli italiani gli unici a contare sul serio !
I rappresentanti del Governo, la maggioranza, hanno detto che il loro intento è sanare un torto involontariamente commesso ai danni dei soci della Banca; ma i torti causati volontariamente a famiglie, disoccupati, esodati, cassintegrati, anziani, alle generazioni presenti e future, questi chi li sana ? Questa è la domanda alla quale il Governo dovrebbe rispondere, questo è il problema al quale bisognerebbe trovare soluzione, queste sono le vere emergenze del Paese.
E concludo. Concludo il mio intervento con una proposta costruttiva, Presidente, perché è errato il messaggio secondo il quale vorremmo far pagare l'IMU agli italiani.
Facciamo domani stesso un decreto solo sull'abolizione dell'IMU, statene sicuri, noi lo voteremo; ma voi farete altrettanto ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/1941/126, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
PATRIZIA TERZONI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, con riferimento agli articoli 41 e 10.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, durante gli interventi sul processo verbale, il deputato Buttiglione aveva fatto una richiesta per richiamo al Regolamento. L'articolo 41 recita...
PRESIDENTE. Ha rinunziato.
PATRIZIA TERZONI. No, non ha rinunciato, gli ha detto che avrebbe parlato alla fine dell'intervento sul processo verbale. Quindi, «I richiami al Regolamento o per l'ordine del giorno o per l'ordine dei lavori o per la posizione della questione o per la priorità delle votazioni hanno la precedenza sulla discussione principale». Mentre l'articolo 10 recita: «I questori curano collegialmente il buon andamento dell'amministrazione della Camera, vigilando sull'applicazione delle relative norme e delle direttive del Presidente».
Ora, siccome è una seduta alquanto difficile, me ne rendo conto, in teoria i questori dovrebbero darle una mano. Quindi, mi chiedo perché i questori non intervengano ad aiutarla in questa seduta, specialmente quando siamo andati contro l'articolo 41 prima e anche adesso e, precedentemente, quando hanno chiesto la parola loro e, invece, è stata data a Totaro. Quindi, chiedo perché i questori non vigilino sull'applicazione di queste norme e non la aiutino a portare avanti l'Assemblea.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Terzoni.
A questo punto abbiamo l'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/1941/127, su cui c’è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, naturalmente non lo ritiro e vorrei intervenire sul mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sì, prego, lo immaginavo, era già iscritto.
CRISTIAN IANNUZZI. Naturalmente, il mio gruppo spera che questo provvedimento, che questo decreto-legge decada e quindi che gli ordini del giorno non servano, comunque nel caso in cui non decada spero che questa Aula possa prendere in considerazione di votare a favore dell'ordine del giorno in questione.
Questo ordine del giorno chiede al Governo di adottare provvedimenti per ritornare alla separazione tra banche commerciali e banche d'affari. Le banche commerciali hanno il compito principale di accettare depositi e di concedere prestiti ad imprese e famiglie. Questo tipo di banche fungono da sostegno per l'economia reale. Ciò che noi dovremmo tutelare in questa istituzione è appunto l'economia reale, quella fatta di beni e servizi, di panettieri, di artigiani, di piccole e medie imprese e di tutti coloro che svolgono una funzione tangibile, che danno un contributo reale alla società e che svolgono un ruolo utile alla collettività.
Le banche d'affari invece sono intermediari finanziari che operano esclusivamente nel finanziamento e nell'investimento in capitale di rischio. L'operato di questi istituti ha esasperato il capitalismo fino a ridurre l'economia ad un fatto di numeri su uno schermo. I numeri corrono così veloci che niente riesce a stargli dietro – lo schermo è diventato autonomo oramai –, la vita reale con il lavoro e i beni di servizio e i cittadini ne vengono schiacciati. I numeri della finanza falciano il Paese con la disoccupazione, il taglio della spesa, la perdita del potere d'acquisto e l'aggravio del debito pubblico.
Inoltre, gli istituti bancari sono diventati così grandi ormai, che il loro fallimento viene considerato una catastrofe per tutti i settori del Paese, una eventualità tanto disastrosa che le istituzioni giustificano l'utilizzo del denaro dei contribuenti per evitarne il fallimento. Le banche dunque possono correre enormi rischi, tanto poi c’è lo Stato, c’è la collettività a coprirne le eventuali perdite. Lo Stato invece dovrebbe tutelare i risparmiatori e le attività dell'economia reale, allontanandole e distinguendole da quelle legate all'investimento e alla speculazione sui mercati finanziari, nazionali e internazionali.
Questa crisi si è infiltrata nella società ed ha la sua radice nelle disfunzioni e nelle storture del sistema bancario e finanziario. Il Governo continua a perpetrare gli errori del passato, promuovendo provvedimenti che tutelano gli interessi delle banche d'affari a discapito di quelli di tutti i cittadini.
Con questo ordine del giorno dunque il MoVimento 5 Stelle chiede al Governo di adottare provvedimenti finalizzati alla separazione tra banche commerciali e banche d'affari, lasciando dunque gli speculatori alla loro sorte senza compromettere l'economia sana, l'economia fatta di lavoro e beni reali e non permettendo che i crediti finiscano nel grande gioco dell'azzardo della finanza speculativa.
Votiamo dunque, colleghi, questo ordine del giorno per tornare a fare l'interesse dei cittadini e non quello delle banche .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, solo per dire che in tutti i Paesi del mondo la banca è un elemento fondamentale per il funzionamento dell'economia reale: quando una grande banca fallisce, milioni di piccoli imprenditori e di operai perdono il lavoro.
Proprio per questo, in tutti i Paesi del mondo esiste una regolamentazione specifica e delle norme le quali regolano l'attività delle banche e cercano di prevenire possibili fallimenti. In Europa, in questo momento, proprio di questo stiamo discutendo: l'Unione bancaria mira a creare un sistema che permetta di venire incontro a banche in difficoltà a spese del sistema bancario e non...
PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, mi scusi, ma abbiamo verificato che lei ha parlato ieri e ha esaurito il suo tempo. Mi spiace, ma devo seguire le regole. Mi spiace.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/1941/127.
Dichiaro aperta la votazione.
MARTA GRANDE. Signor Presidente, l'ordine del giorno a mio nome impegna il Governo ad adottare, per quanto di competenza, le iniziative legislative affinché la Banca d'Italia autorizzi preventivamente l'acquisizione, a qualsiasi titolo, di partecipazioni di una banca che comportano il controllo o la possibilità di esercitare un'influenza notevole sulla banca stessa o che attribuiscono una quota dei diritti di voto o del capitale almeno pari al 5 per cento, tenuto conto delle azioni o quote già possedute.
I due punti che questo ordine del giorno vuole stigmatizzare sono relativi alla ridefinizione della della Banca d'Italia attraverso gli articoli 4 e 5, che vogliono modificare il quadro normativo concernente il capitale della Banca d'Italia e la sua organizzazione. Riteniamo, infatti, che sia assolutamente incondivisibile l'uso del decreto-legge su una questione tanto delicata quanto strategica e che, piuttosto, avrebbe dovuto essere oggetto di un più ampio e approfondito dibattito.
Sebbene questo dibattito ostruzionistico probabilmente non è la modalità migliore per affrontare temi relativi alla Banca d'Italia o argomenti così delicati come l'IMU, specialmente in questo periodo storico, allo stesso tempo è l'unico strumento in possesso per l'opposizione per potere argomentare le nostre criticità, da una parte, e per potere sottolineare un che, secondo la nostra opinione, non è il più consono.
Sono oramai tre giorni che andiamo avanti con questo ostruzionismo per sottolineare e per porre l'attenzione su questi temi, che altrimenti cadrebbero in un articolo di fondo pagina senza attenzione. Sono tre giorni che continuiamo a cercare di fare capire che questo tipo di intervento non può passare in secondo piano, che non si può decidere su questioni di tale portata con un decreto-legge.
Sono anche mesi che continuiamo a chiedere coerenza, che cerchiamo di fare luce sulle vere responsabilità di questi atti. Viene chiesto a noi di comportarci responsabilmente, quando la responsabilità – e questo è strettamente legato al mio ordine del giorno – è del Governo, che decide di accostare l'IMU alla Banca d'Italia, così poi da potere giustificare la sua approvazione, chiaramente scaricando la responsabilità di ogni ritardo sulle opposizioni, che in virtù dell'urgenza non dovrebbero sottolineare le maggiori criticità.
Pertanto, questo ordine del giorno vuole non solo sottolineare una contraddizione tra gli intenti e i modi di questo Governo, ma soprattutto la contraddizione di questo Paese: si crea la presunta emergenza e la scadenza per potere intervenire. Procrastinare e agire nell'urgenza non può essere la via giusta, come non può esserlo il continuo uso della fiducia. Non siamo noi a rallentare i lavori parlamentari, è questo Parlamento a non essere totalmente onesto con il Paese.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grande n. 9/1941/128.
Dichiaro aperta la votazione.
MARIA MARZANA. Signor Presidente, stiamo vedendo che questo Governo non riesce a fare a meno di sfornare decreti-legge, per giunta disomogenei. Direi che soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo. Difatti in questi giorni ci stiamo trovando a discutere degli argomenti più diversi, IMU, patrimonio immobiliare e banche private. Sì, perché la Banca d'Italia è composta per il 95 per cento da banche e assicurazioni private. Non contento, questo Governo, con l'avallo della maggioranza, ha blindato il decreto per affrettarne l'esame e ha millantato che la mancata conversione avrebbe rappresentato un esborso ai danni degli italiani.
Innanzitutto, vorrei chiarire che il Governo potrebbe immediatamente emanare un decreto per abolire la seconda rata dell'IMU, in secondo luogo, vorrei precisare che il vero esborso per i cittadini è rappresentato dai 7 miliardi e 500 milioni di soldi pubblici che passano nelle casse delle banche private. Poi vorrei richiamare l'attenzione anche sui e sulle loro responsabilità, visto che continuano a tacere alla cittadinanza ciò che sta davvero accadendo, una scandalosa riforma della Banca d'Italia, supervalutando il valore delle quote detenute dalle banche private.
Il mio ordine del giorno mira proprio a ricalcolare il valore di queste quote, in modo da rendere questo valore più congruo. Quindi, vi invito a votarlo, se tenete a riconquistare un briciolo di credibilità. Ciò che di fatto si sta facendo è eliminare qualsiasi speranza che la legge n. 262, la cosiddetta legge sul risparmio, del 2005, che indica esplicitamente che la Banca d'Italia è un istituto di diritto pubblico, diventasse realtà. Infatti, per disciplinare le modalità del trasferimento delle partecipazioni delle banche allo Stato, si sarebbe dovuto varare un regolamento entro il 2008, ma ad oggi non era stato ancora fatto. A nostro avviso, quindi, sarebbe stato plausibile emanare urgentemente il regolamento per attuare questo trasferimento, visto che da allora sono trascorsi altri cinque anni e, invece, si sta facendo il contrario.
Accentuando con il decreto la natura privata della Banca d'Italia, infatti, i profitti non verranno redistribuiti allo Stato, ma agli azionisti. Infatti, visto che il primo comma dell'articolo 39 dello statuto della Banca d'Italia stabilisce che ai partecipanti sono distribuiti i dividendi per un importo fino al 6 per cento del capitale, un conto è calcolare il 6 per cento su 156 mila euro, distribuendo utili alle banche pari a 9.360 euro, e un altro è calcolarlo su 7,5 miliardi di euro, ottenendo per gli istituti di credito un dividendo di 450 milioni di euro.
Ma voglio chiarire un passaggio: le riserve ammontano a circa 23 miliardi di euro e derivano dall'accantonamento di una quota, il 40 per cento dell'utile, derivante dall'attività di emissione della moneta. Queste non sono di proprietà dei soci privati, ma di proprietà dello Stato. Di fatto adesso una parte, 7,5 miliardi, sarà data ai privati per aumentare il loro capitale, piuttosto che lasciarla nelle disponibilità dello Stato italiano, e quindi della collettività.
Dicevo che le riserve, quindi, sono dello Stato, eppure già dal 1999 si introdusse un dividendo massimo del 4 per cento calcolato sulle riserve. Si autorizzava, quindi, a distribuire ai soci privati parte di ciò che a loro non spettava. Dal 1999 ad oggi i dividendi sulle riserve, però, sono sempre stati al di sotto del limite massimo del 4 per cento, e questo per i banchieri è un motivo sufficientemente valido per andare a bussare alla porta del Ministro Saccomanni e pretendere un giusto indennizzo quantificato nella modica cifra di 7,5 miliardi di euro.
Ecco perché il Governo interviene urgentemente, procedendo per decreto-legge alla rivalutazione delle quote di Banca d'Italia, per rimediare ad un danno fatto ai soci della nostra Banca centrale.
Ammettiamo per un attimo che questo sia giusto e dovuto, ammettiamo che effettivamente un danno è stato compiuto e che, pertanto, un rimedio debba essere concesso. Ma allora, chiedo a questo Governo, perché non rimediare al diabolico errore compiuto nella «riforma Fornero», restituendo ai «quota 96» del comparto scuola un diritto leso, negato, offeso, quello della pensione ?
Perché non restituire agli esodati la dignità di lavoratori o pensionati, anche questa strappata dalla disastrosa «riforma Fornero» ? Perché non rimediare alle innumerevoli ingiustizie compiute ai danni dei lavoratori del personale della scuola ? Mi riferisco alle ferie dei precari, agli scatti stipendiali.
Per non parlare dei tagli che stanno penalizzando tantissimo l'offerta formativa dei nostri studenti. Tutti diritti sanciti per legge e demoliti da questo Governo e da quelli che lo hanno preceduto, con l'unico scopo di fare gli interessi dei banchieri !
PRESIDENTE. Prendo atto che si insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/1941/129, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
DANILO TONINELLI. Signor Presidente, ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto, all'ennesimo diluvio o profluvio di decreti-legge su questo Parlamento, il quale non ha ancora approvato una legge di iniziativa parlamentare; cosa che testimonia, nei fatti, una certezza che esiste da anni, ovverosia che la funzione legislativa, costituzionalmente garantita, è oramai spostata, di fatto, completamente, dal Parlamento al Governo, e purtroppo e ahimè vediamo come in altre sedi, quali, ad esempio, la Giunta per il Regolamento, si vuole trasformare una situazione di fatto in una situazione di diritto.
Addirittura, dal 30 novembre ad oggi – 30 novembre, data di pubblicazione in di questo decreto-legge – ben nove, come appena detto, sono stati i decreti depositati. Riguardo a questo decreto, in particolare, abbiamo sentito e abbiamo già accennato al fatto che lei, Presidente, ha annunciato – speriamo, sommessamente, non lo farà – la cosiddetta «ghigliottina parlamentare».
Noi, Presidente, le diciamo che ci sono soluzioni alternative ad un'aberrazione, ad una disgrazia per la democrazia quale potrebbe essere una «ghigliottina parlamentare», che non ha precedenti, ed è ovvio che non abbia precedenti, perché il decreto non è un atto costituzionalmente obbligato, ovverosia che deve essere – come invece, purtroppo, abbiamo letto in un suo su – approvato e convertito in sessanta giorni. Non lo deve essere, non deve esserlo, perché decreti sono scaduti, sono sempre scaduti, ed è un passaggio del procedimento legislativo assolutamente normale.
Noi le facciamo, però, una proposta, prima di entrare nel merito di questa mia dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, ovverosia vi sono due alternative molto chiare, e la prego di ascoltarmi. L'una è di spacchettare il decreto, di prendere quella parte relativa all'IMU, che, tra l'altro, è la parte i cui rapporti giuridici sono già insorti a seguito della vigenza del decreto stesso, e di scorporarla da quella truffa della seconda parte, quale è la vendita alle banche e l'ulteriore privatizzazione della Banca d'Italia.
Questa è una prima soluzione. Vi sono però altre soluzioni. Ce n’è un'altra, in particolare, che purtroppo non abbiamo neanche mai sentito nominare, se non da parte del capogruppo che rappresenta il mio gruppo parlamentare nella Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, ovverosia il fatto che le Camere, una volta scaduti i sessanta giorni per la conversione di un decreto-legge, possono regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti. Ciò significa, Presidente – e il MoVimento 5 Stelle le dà la totale disponibilità – che se questo decreto scadesse, noi l'indomani, in sede legislativa in Commissione e in pochi giorni, approveremmo un provvedimento che abolisce l'IMU perché, le ricordo, siamo la forza politica che realmente e sostanzialmente, e non per un mero consenso elettorale, sta portando avanti questa battaglia per l'abolizione.
Ebbene, queste mie due richieste verranno confermate nella Conferenza dei presidenti di gruppo che pensiamo verrà convocata anche oggi e sono una soluzione per permettere, appunto, che i rapporti giuridici sorti con questo decreto a seguito e relativamente all'IMU possano essere confermati.
Abbiamo capito, di conseguenza, che il Governo si sta nascondendo dietro questa continua produzione di natura legislativa. All'urgenza ci si arriva perché non si fanno le cose nei tempi e nei modi giusti, questa è la verità. Ci troviamo troppo spesso a sentire parole nelle quali si colpevolizza il Parlamento per la lentezza. Se le ho appena detto che sono nove i decreti depositati dal 30 novembre ad oggi, capite bene come è assolutamente normale che uno di questi decreti possa scadere. Le chiediamo quindi, Presidente, che lei si faccia portavoce, in quanto garante di quest'Aula, delle prerogative del Parlamento e delle minoranza e che tuteli, quindi, il Parlamento, a discapito invece di una forzatura, ormai diventata un fatto, da parte del Governo.
Il risultato è che in questa materia si producono provvedimenti malfatti, che più che rappresentare dei decreti-legge, rappresentano dei veri e propri ordini del giorno. Se voi andate a leggere le decine di decreti-legge che sono stati approvati da parte di questo Governo, essi si avvicinano molto di più alla stesura di un qualsiasi ordine del giorno che ad un vero e proprio atto normativo definitivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/1941/134, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori per chiedere formalmente una sospensione dei lavori per circa un'ora, per permettere al nostro gruppo parlamentare di riunirsi. Nella nostra assemblea decideremo se sospendere o meno l'ostruzionismo. Quindi, nell'interesse di tutti chiedo di concederci questa sospensione. Sappiamo quanto gravosa sia la situazione in questo momento, e sappiamo che pende su di noi anche questa «ghigliottina». Quindi, vorremmo avere l'opportunità di decidere tutti insieme se continuare con questa azione o meno. Se gentilmente ci concedete questa occasione, una riunione giusto di un'ora, vi ringraziamo.
PRESIDENTE. A questo punto devo acquisire il parere dell'Aula, chiaramente.
Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io, o meglio il nostro gruppo, vuole intendere questo non come un ennesimo atto per tentare di prendere tempo, ma come un tentativo legittimo di riflessione all'interno di un gruppo, che peraltro forse poteva essere fatto in un altro momento. Ma noi riteniamo che questa è una richiesta legittima e, fidandoci sull'impegno che questo non faccia perdere un'altra ora, siamo d'accordo
PRESIDENTE. Allora, se non ci sono obiezioni...
Ha chiesto di parlare la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, scusi, ci tenevo a dire la nostra opinione. Noi siamo d'accordo. Ricordiamo che quando noi abbiamo chiesto per il nostro congresso di anticipare il voto di un'ora o due non c’è stato concesso. Ma noi siamo molto attenti alle richieste delle discussioni democratiche, per cui siamo d'accordo comunque
PRESIDENTE. D'accordo, la ringrazio. Se non ci sono altre obiezioni da parte dei gruppi...
Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, nessuna obiezione, anche noi aderiamo, nella consapevolezza che fuori di quest'Aula tanti cittadini attendono risposte. Ritengo che questo momento possa essere sfruttato dal gruppo dei colleghi del MoVimento 5 Stelle in senso positivo. Questo è l'augurio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Domenico Rossi. Ne ha facoltà.
DOMENICO ROSSI. Signor Presidente, a nome del gruppo Per l'Italia, noi accogliamo la richiesta. Peraltro, corre l'obbligo di sottolineare evidentemente che questa è – a nostro avviso deve essere – una prova di correttezza sia da parte di chi consente, ma soprattutto da parte di chi chiede nei confronti degli altri gruppi. Questa prova di correttezza ci pone dei dubbi, perché questa riflessione poteva essere svolta tranquillamente dal MoVimento 5 Stelle ieri o durante la nottata. Però non possiamo non sottolineare che questo è anche a nostro avviso un gesto di indubbia valenza, se porta ad una positività e ad una soluzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, nel dire che anche noi siamo ovviamente favorevoli a che ci sia una sospensione per consentire al gruppo del MoVimento 5 Stelle – ma evidentemente in questo senso anche a tutti gli altri gruppi – di valutare come proseguire il proprio atteggiamento d'Aula, mi permetta, onorevole Presidente, di puntualizzare che questa pausa di sospensione evidentemente non può condizionare l'esito delle valutazioni che ciascun gruppo farà nella libera espressione delle valutazioni politiche.
Mi spiace, mi spiace molto, avere sentito in questa sede il rappresentante di Forza Italia, l'onorevole Palese, che ha preso la parola come per richiamare il pericolo che incomberebbe sulla testa degli italiani qualora non venisse convertito in legge questo decreto, come se il problema per davvero, come sta cercando falsamente di segnalarci la stampa, fosse quello della conversione del blocco della seconda rata dell'IMU. È un provvedimento, questo, che il Governo potrebbe reiterare domani mattina, con un decreto sostitutivo nel tempo utile di circa 45 secondi.
Ciò di cui oggi stiamo parlando è, invece, la volontà di questo Governo, figlio, complice, servo della massoneria e degli gnomi della finanza nazionale ed internazionale, di svendere la Banca d'Italia e di regalare le riserve auree. Questo è il tema di cui stiamo parlando !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.
MARIANO RABINO. Signor Presidente, anche il gruppo di Scelta Civica per l'Italia acconsente alla richiesta avanzata dal gruppo MoVimento 5 Stelle.
Io mi auguro, però, davvero che in sede di Giunta per il Regolamento, nelle prossime settimane, il tema di arrivare ad una nuova disposizione per i provvedimenti su cui il Governo pone la fiducia, così come avviene per il Senato, e non si apra poi, dopo il voto di fiducia, questo carosello di ordini del giorno, di voti e di ostruzionismo, diventi davvero una priorità, la priorità assoluta .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13,30.
PRESIDENTE. Andiamo avanti con l'ordine del giorno Busto n. 9/1941/135, accolto come raccomandazione.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo, deputato Toninelli ?
DANILO TONINELLI. Sull'ordine dei lavori, Presidente.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Signora Presidente, riporto a nome del mio gruppo parlamentare l'esito dell'assemblea che ci avete permesso di effettuare in questa ora, in seguito all'attività ostruzionistica legittima che stiamo portando avanti. Lo faccio indicandole due proposte che fa il MoVimento 5 Stelle.
La prima proposta è in punta di diritto, ovverosia: l'articolo 77 della Costituzione, ultimo comma, dice, riguardo ai decreti-legge non convertiti nei sessanta giorni, che le Camere possono regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti. Noi sappiamo, Presidente, che questo decreto, che riguarda l'IMU e che riguarda Banca d'Italia, ha rapporti giuridici insorti vigenti che riguardano esclusivamente l'IMU. Noi stiamo elaborando in questi minuti – e sarà pronta nei prossimi minuti – una proposta di legge sanatoria, che chiediamo che venga immediatamente calendarizzata dalla Commissione competente e chiediamo che venga lavorata in sede deliberante . In pochi giorni ci sarà una legge ordinaria, approvata da quest'Aula, che riguarderà l'IMU e che non farà pagare l'IMU agli italiani. Questo è quanto dice la Costituzione. Questa è la prima proposta, Presidente.
La seconda proposta che facciamo a quest'Aula riguarda invece il cosiddetto «spacchettamento» di questo decreto eterogeneo, ovverosia diciamo: prendiamo la parte per cui dei rapporti giuridici sono insorti, cioè l'IMU, stralciamola lasciando decadere il decreto e rendiamola un emendamento da incollare all'interno di un qualsiasi altro decreto attualmente in trattazione in quest'Aula. È una prassi che è già stata utilizzata e ci permetterà di dare vigenza ulteriore ai rapporti giuridici relativi all'IMU.
In alternativa a queste due mie proposte, Presidente, le chiedo di convocare immediatamente una Conferenza dei presidenti di gruppo ...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
DANILO TONINELLI. Il MoVimento 5 Stelle sarà costretto ad andare avanti con quello che è l'ultimo baluardo rimasto per questa democrazia parlamentare, ovverosia l'ostruzionismo .
PRESIDENTE. Bene, i gruppi e il Governo sono presenti, quindi sta a loro dare seguito alla sua proposta, non certo alla Presidenza. Allora, io direi di continuare i nostri lavori. Dicevo che eravamo all'ordine del giorno Busto n. 9/1941/135, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. È un ordine del giorno, Presidente. Con questo decreto il Governo promuove una nuova stagione di dismissione selvaggia dei beni dello Stato, con il fine unico di far cassa, raschiando il fondo del barile dello Stato per far fronte alla voragine crescente del debito pubblico.
Forse vale la pena ricordare che, da quando il Paese è stato messo in mano ai tecnici – e mi riferisco al glorificato professor Monti, almeno prima glorificato – il debito pubblico è inesorabilmente cresciuto e con esso sono cresciuti i dati della disoccupazione, che ha raggiunto cifre che ricordano periodi bellici. È proprio ribadendo con forza il concetto di debito pubblico che si stanno svendendo questi veri e propri di proprietà del tesoro, cioè della collettività, cioè nostri, perché pagati con le tasche dei cittadini. Secondo le vostre teorie servirebbero a ridurre il macigno che sta schiacciando noi tutti, quel debito pubblico causa di tutti i mali finanziari ed economici attuali: la disoccupazione, la mancanza di consumi, i tagli al alla sanità, all'istruzione e via dicendo.
Peccato che, a seguire queste ricette suicide, il Paese Italia stia affogando e finirà per sparire come soggetto indipendente e sovrano, per far posto ad un'entità non ben definita, ma sicuramente sempre più in mano di capitali privati, che avranno a cuore il loro proprio profitto e non certo il bene comune del Paese e dei cittadini.
Dopo due anni di Governi tecnici e un anno di Governo Letta, oculati nei conti, di austerità, lacrime e sangue, tagli e sacrifici per famiglie e persone, la cifra del debito pubblico è aumentata, non è nemmeno rimasta stazionaria. Qua non si tratta di una crisi, ma di una truffa internazionale, che assume anche la forma del vero e proprio strozzinaggio, un meccanismo perverso ben congegnato che rende il debito semplicemente inestinguibile.
In nome di questa truffa si scrivono «decreti pasticcio» come questo, che hanno poco di emergenziale e, per fare confusione e mischiare le carte in tavola, uniscono nello stesso atto temi diversi e complessi come l'IMU e la questione della Banca d'Italia. Ma veniamo al tema specifico dell'ordine del giorno vale a dire l'articolo 3 del decreto-legge in questione... si potesse parlare con un pochino meno di rumore di fondo, per cortesia... io continuo...
PRESIDENTE. Colleghi, c’è l'esortazione del deputato Busto ad avere un po’ più di attenzione, per favore, prego.
MIRKO BUSTO. L'articolo 3 del decreto-legge in questione contiene norme dirette a facilitare il processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, dello Stato e degli enti territoriali. Al comma 2- si prevede che, alcune aree pubbliche che vengono mantenute in proprietà dello Stato, siano vincolate ad aree naturali protette. Praticamente lo Stato Italia, da quando è parte della zona euro, non è più in sostanza un vero e proprio Stato. Somiglia sempre più ad un'azienda, un imprenditore in fallimento che, pur di salvare economicamente la propria famiglia, inizia a vendersi tutto, le case di cui dispone, al punto che pure la stessa famiglia che doveva salvare, in realtà è in vendita. Tempo fa il Presidente Letta ha parlato di terra promessa.
Se venisse in Aula un giorno a spiegarci come sarà fatta quella terra promessa, che fine farà lo Stato italiano nella terra promessa e, proprio perché ha usato quel termine, vorremmo sapere di chi sarà la proprietà di quella terra. Potremo ancora dire di vivere in un'Italia nostra o dovremo pagare il pedaggio a qualcuno anche per fare una passeggiata in riva al mare o nel parco che, ahinoi, fu pubblico ? È questa la vostra terra promessa ? In quest'ottica questo Governo, diretta emanazione degli accordi bancari europei, pur di avere liquidità fresca, sangue fresco – verrebbe da dire – per i «mercati squali», vende i propri immobili per poi pagare gli affitti ai privati i quali spesso sono i soliti amici o gli amici degli amici, i soliti che guadagnano a danno della collettività. In questo scempio organizzato, l'ordine del giorno in esame si prefigge di difendere almeno quelle aree oggi pubbliche destinate a parco. Chiediamo al Governo di avviare immediatamente le relative procedure istitutive al fine di proteggere le aree pubbliche destinate a parco. Perché quella terra non è promessa, ma è già nostra .
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Siamo in votazione, onorevole Fedriga, quindi le do un minuto. Se per lei va bene, altrimenti dopo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, dopo il voto.
PRESIDENTE. Dopo il voto, d'accordo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/1941/135, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, a questo punto per due minuti. Prego.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Ho fatto un affare ! Signor Presidente, volevo farle presente che io solleciterei il Governo a rispondere alla proposta avanzata dal MoVimento 5 Stelle che mi sembra di assoluto buonsenso .
Riuscirebbe in questo modo a soddisfare quanto lei ha scritto ieri, Presidente, sul suo profilo ovvero andare ad eliminare il rischio che i cittadini debbano pagare la seconda rata dell'IMU. Quindi, lei non sarebbe più costretta a mettere la «ghigliottina», i lavori dell'Aula andrebbero avanti in modo normale e magari su Banca d'Italia avremmo il modo di discutere in modo approfondito senza un decreto-legge sul quale verrà messa la «tagliola» e prima è stata messa la fiducia. Mi sembra una misura che tutti i colleghi potrebbero apprezzare: salvaguardiamo prima i nostri cittadini, poi per salvaguardare le banche pensiamoci con calma e discutiamone insieme
PRESIDENTE. La ringrazio. Come saprà dal suo presidente di gruppo si è parlato a lungo di questo tema, ieri, nella Conferenza, e io oggi ho appena sollecitato il Governo. Dunque, altro penso di non poter fare in questo momento.
Ha chiesto di parlare la deputata Di Salvo. Prego, ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Grazie Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Naturalmente noi, il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà dall'inizio – e ha anche presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità in questo senso – ha chiesto al Governo di fare esattamente questo, cioè di separare gli argomenti dando vie diverse: una legislativa, Banca d'Italia, e una d'urgenza, poi sull'IMU noi pensiamo altre cose, ma non è questo il punto. Il punto è lo strumento. Il Governo oggi ha la possibilità, ancora oggi, di rispondere positivamente a una domanda, che è molto larga dentro il Parlamento, di evitare cioè che tutto si scarichi e si concluda in un momento, che diventa un momento di tensione che non risolve alcun problema. Per cui anche noi invitiamo il Governo a riflettere veramente su quello che si sta consumando qui
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Di Salvo e ricordo anche a lei che abbiamo discusso a lungo, infatti, su questo tema, che era uno dei temi più sentiti nella nostra Conferenza dei presidenti di gruppo.
Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Sì, grazie, Presidente. Noi prendiamo atto con grande favore che lei ha sollecitato poco fa il Governo a dare una risposta importante. Indipendentemente da quello che è emerso nella discussione in Conferenza dei presidenti di gruppo, anche in quest'Aula, a più riprese, moltissimi colleghi di vari gruppi hanno posto questo problema sulla eventuale praticabilità, cioè di stralciare la parte che riguarda l'IMU – tanto per intenderci la seconda parte dell'IMU – da parte del Governo, indipendentemente dagli altri suoi provvedimenti.
Noi vorremmo che il Governo, così come lei ha sollecitato in maniera molto opportuna poco fa, si pronunciasse sulla praticabilità del percorso, che anche qui è stato richiamato dal rappresentante del MoVimento 5 Stelle, da noi, da vari e anche dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Sostanzialmente è la parte più consistente anche rispetto al proseguo dei lavori e io mi auguro che, una volta che si chiarisca questo aspetto dal punto di vista procedimentale, possa anche contribuire, questo, non solo a dare la possibilità al mio gruppo di avere una scelta in maniera molto più opportuna rispetto a quella attuale, ma anche a tanti altri colleghi e, forse, anche al prosieguo dei lavori, perché, se è praticabile, è un conto, se non è praticabile in maniera oggettiva e inconfutabile, molto probabilmente le cose dovrebbero poi...cioè ognuno si assume le responsabilità .
PRESIDENTE. Onorevole Palese, ieri, infatti, io ho rivolto un appello a tutti i gruppi e al Governo perché prevalga il senso di responsabilità in merito al prosieguo dei lavori, esattamente questo.
Ha chiesto ora di intervenire il deputato Corsaro. Prego, ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, onorevole Presidente, intervengo per segnalare da parte di Fratelli d'Italia la condivisione alla richiesta avanzata dal collega Toninelli e poi, a seguire, dagli altri che si sono succeduti sul fatto che il tema della opportunità, non solo politica ma sostanziale, di espungere dal testo sul quale stiamo lavorando in questo momento la parte che riguarda il blocco della seconda rata di pagamento dell'IMU e vedere quale sia lo strumento immediato per far salvi gli effetti. Ciò esattamente al pari di quanto questo stesso Governo ha fatto non più di un mese fa, quando nella pausa di interruzione tra il Natale e il capodanno decisero di far venir meno il decreto «salva Roma», che – voglio ricordarle, Presidente – era un decreto che, al pari di questo, era stato approvato nell'altro ramo del Parlamento con apposizione del voto di fiducia da parte del Governo, il quale, improvvisamente, nella fase di lettura nel secondo ramo del Parlamento aveva deciso di «tirarlo via».
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Io mi rendo conto, signor Presidente – e concludo – che non possiamo caricare di eccessiva responsabilità le pur autorevoli spalle del sottosegretario Baretta, che sta svolgendo, nei limiti di quello che gli è possibile fare, il suo ingrato compito, ma non sarebbe inopportuno – e in questo mi rivolgo alla sua autorevole funzione, signora Presidente – che in questa fase così delicata, in Aula, potesse essere ascoltato il già direttore generale della Banca d'Italia, perché è lui che, occasionalmente, adesso ricopre la carica di Ministro dell'economia e delle finanze...
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MASSIMO ENRICO CORSARO. ...che dovrebbe venirci a raccontare se per davvero è disposto a mandare tutto «a carte quarantotto», pur di servire quelli che erano i suoi datori di lavoro !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Romano. Poi, direi di chiudere, perché dobbiamo andare avanti con gli ordini del giorno. Prego.
ANDREA ROMANO. Grazie Presidente, dunque, io non penso che ci sia in quest'Aula un partito che più di Scelta Civica abbia criticato il percorso che ha portato alla confusione che regna nel campo della tassazione sulla casa. Lo abbiamo detto anche ossessivamente e siamo anche contenti di averlo detto, con più coerenza di altri partiti ...
PRESIDENTE. Continui, onorevole Andrea Romano, continui.
ANDREA ROMANO. Ci sono dei comici che vogliono commentare...
PRESIDENTE. Prego, prego, vada avanti.
ANDREA ROMANO. Detto questo, dobbiamo anche, io credo, rispettare il volere di questa Camera dei deputati che, qualche giorno fa, si è espressa con un voto di fiducia sul complesso del provvedimento. Allora, se si tratta di sfruttare le maglie di un Regolamento nefasto che, per fortuna, sta per essere rinnovato, per carità, lo capisco, ognuno si sceglie la sua tattica parlamentare, e questa è la tattica parlamentare di alcuni gruppi che sono qua; però, in questo caso, noi crediamo che si tratti di rispettare la volontà della Camera. Noi abbiamo votato la fiducia al Governo su questo provvedimento e, a questo punto, il provvedimento deve essere varato. Quindi, dobbiamo prendere una decisione nei tempi definiti da questo provvedimento .
PRESIDENTE. Passiamo ora all'ordine del giorno Cariello n. 9/1941/136.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa ?
DANILO TONINELLI. Per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Noi siamo in votazione, io vorrei ... Sì, però, non possiamo interrompere continuamente. Quindi, adesso io le do la parola in questo momento per un richiamo al Regolamento e, poi, andiamo avanti. Prego.
DANILO TONINELLI. Però le chiedo di prendere atto anche dei richiami, con delle risposte alle richieste che le facciamo. In questo caso, intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 13. Abbiamo sentito le voci di molti rappresentanti dei partiti all'interno di quest'Aula, dei gruppi parlamentari. L'articolo 13 dice – evidentemente, speriamo lei abbia ascoltato e ne abbia preso atto – che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata dal Presidente della Camera, ogniqualvolta lo ritenga utile, anche su richiesta di un solo gruppo parlamentare.
Ecco, noi riteniamo che questo sia un momento importante, lei ha annunciato un qualche cosa che non ha precedenti nella nostra democrazia parlamentare – quella «ghigliottina» parlamentare –, le abbiamo, e abbiamo a quest'Aula presentato due soluzioni fattibili, in maniera molto rapida, di soluzione di un problema che riguarda la parte dell'IMU. Le chiediamo di prendere atto delle richieste non solo nostre, ma di una parte ampia di quest'Aula e di valutare l'utilità della convocazione, a norma di Regolamento, articolo 13, della Conferenza dei presidenti di gruppo .
PRESIDENTE. Io ho preso atto di questa richiesta di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo. La richiesta è stata recepita, faremo sapere quando faremo una Capigruppo. Ora andiamo avanti con gli ordini del giorno. Io direi di andare avanti con l'ordine del giorno Cariello n. 9/1941/136.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Signor Presidente, intendo metterlo in votazione, ma mi preme fare una premessa, perché ormai il dialogo è puramente politico. C’è un precedente e, visto il valore che in questo Parlamento si dà agli ordini del giorno, vorrei richiamare un ordine del giorno a mia firma, sottoscritto e accolto dal Governo il 21 novembre 2013, cioè nove giorni prima che questo decreto fosse emanato. Bene, quell'ordine del giorno imponeva e impegnava il Governo, che lo ha accolto, nella presentazione di tutti i decreti-legge, da sottoporre all'approvazione del Parlamento, ad inserire nel relativo preambolo tutti i riferimenti normativi che impongono al Governo di intervenire con le disposizioni di quel decreto.
Bene, guardiamo a questo decreto, perché qui il Governo si è preso un impegno politico che sta disattendendo. Nel preambolo di questo decreto viene citata la prima parte, e si fa riferimento all'IMU e a tutti gli articoli che hanno giustificato un intervento sull'IMU, ma veniamo, invece, alla parte in cui si chiede di intervenire sulla Banca d'Italia.
Testualmente: considerata la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre nuove disposizioni in materia di disciplina del capitale della Banca – e già le nostre pregiudiziali in termini di necessità e urgenza hanno dimostrato che non ce n'erano, ma veniamo al dunque dei riferimenti normativi, che non ci sono – dalla partecipazione ad esso e degli organi rappresentativi dei soggetti partecipanti, al fine di superare le incertezze interpretative in ordine alla natura della partecipazione stessa e al suo contenuto economico, anche in vista dell'imminente partecipazione della Banca d'Italia al sistema unico europeo di supervisione bancaria... Bene, signori, qual è la norma applicata che ha giustificato il vostro intervento in materia ? Qui è stato disatteso, ancora una volta, un impegno politico tra il Governo e il Parlamento. Quindi, questa è una questione che – considerando anche la discussione che stiamo avendo – è un'aggravante rispetto a quanto il Governo sta attuando. Quindi, vi invito a riconsiderare nella maniera opportuna, attraverso una Conferenza dei presidenti di gruppo, quello che il MoVimento 5 Stelle e tante altre forze politiche hanno presentato.
Ma veniamo all'ordine del giorno. L'ordine del giorno in questione interviene, appunto, sull'articolo 3, comma 2, del decreto, dove si parla di dismissioni, dismissioni che possono in alcuni casi anche interessare le proprietà dello Stato vincolate ad aree naturali protette. Con quest'ordine del giorno vogliamo impegnare il Governo affinché ci sia un pieno coinvolgimento dei cittadini nella definizione di quelle che sono le aree naturali protette e dell'eventualità che queste aree non vengano dismesse, non soltanto includendo gli enti territoriali o le regioni attraverso una pura formalità, ma attraverso un reale e pieno coinvolgimento dei cittadini che riconoscono in queste aree un patrimonio pubblico che va tutelato e non va dismesso al primo offerente .
PRESIDENTE. Il deputato Allasia ha chiesto di parlare su questo ordine del giorno. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori, più che altro.
PRESIDENTE. No, era sull'ordine del giorno. Mi hanno detto sull'ordine del giorno.
STEFANO ALLASIA. Parlo sull'ordine del giorno, va bene. Come vuole.
PRESIDENTE. No, non deve parlare a tutti i costi. Mi hanno detto che lei voleva parlare sull'ordine del giorno. Se non ha nulla da dire, passiamo ai voti.
STEFANO ALLASIA. Cose ne ho da dire, non si preoccupi, perché è avvenuto un fatto che tanti di noi conoscono, un evento che avrà ripercussioni sul territorio nazionale e grosso modo, in particolare, sul territorio piemontese e torinese. È già stata data notizia a mezzo che la sede legale della FIAT, la Fabbrica Italiana Automobili Torino, sarà in Olanda.
Ciò avrà una ripercussione economica e fiscale non indifferente sul nostro territorio, sul nostro Paese, perciò chiedo che alla prossima Conferenza dei presidenti di gruppo, che sarà a breve, si possa calendarizzare al più presto un'audizione urgente dei Ministri Zanonato e Saccomanni, in Aula, per riferire in merito perché è un'azienda nazionale che ha percepito negli ultimi vent'anni milioni e milioni di euro dallo Stato, per non dire miliardi. Abbiamo necessità di capire quale sarà il futuro di questa azienda a livello occupazionale e anche quali sono le raccomandazioni che ci potrà dare il Ministro in merito .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cariello n. 9/1941/136, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Signor Presidente, sottosegretario, il voto sugli ordini del giorno presentati dal MoVimento 5 Stelle, ed in particolare su questo ordine del giorno a mia firma, sarà favorevole. Sarà favorevole perché esprimono quegli emendamenti che noi avremmo voluto poter discutere democraticamente in Aula e votare. Sì, votare: solo che la ritenete una richiesta estrema, o magari populista. Ma le voglio far notare, Presidente, che stiamo parlando di democrazia che da tutti qui dovrebbe essere tutelata e garantita, soprattutto poi da chi la inserisce nel nome del proprio partito.
Invece no: blindatura, fiducia, blindatura, fiducia. Basta ! Basta ! Abbiate il coraggio di intraprendere una discussione con le forze di opposizione, con noi del MoVimento 5 Stelle; oppure abbiate il coraggio di andare nella vostra amata TV o nei giornali che vi sponsorizzano a dire che voi temete il confronto, perché voi temete la discussione con chi non esegue ordini lobbistici ma segue la voce dei cittadini o gliene dà una.
Siamo stati collaborativi in Commissione finanze, e voi ci avete comunque bloccato ponendo la fiducia: perché a voi evidentemente piace sporcare, e vi infastidisce chi vuole pulire. Dovevate soltanto eliminare la seconda rata IMU, e siete riusciti a creare un decreto-legge che è l'ennesima schifezza. Avete messo nello stesso calderone il caos IMU-mini-IMU, che tra l'altro era risolvibile, con la vendita del patrimonio pubblico e il malaffare Bankitalia. Tutto ciò con coperture inesistenti, che utilizzate per ogni decreto-legge, coperte a loro volta dalla clausola di salvaguardia, che come ogni decreto-legge ricade sui cittadini, o con un aumento delle accise, o con l'aumento degli acconti IRES: acconti che con questo decreto-legge arrivano al 102,5 per cento, insostenibile !
Lo avete detto anche voi che con questo decreto-legge aiutate le banche. Quando penserete di aiutare le piccole e medie imprese italiane ?
Con il mio ordine del giorno chiedo che il Governo si impegni ad adottare, per quanto di competenza, le iniziative legislative affinché, per salvaguardare le aree pubbliche da destinare a parco, siano previste delle misure di salvaguardia fin dalla loro individuazione da parte degli enti pubblici locali. Quindi lo pongo in votazione, signora Presidente, perché non vedo il problema nel votarlo favorevolmente.
Il problema non è neanche nel MoVimento 5 Stelle, che secondo alcuni esponenti della maggioranza, ed in particolare del PD, vorrebbe far pagare l'IMU. Falsità smentita innanzitutto dal fatto che abbiamo presentato già da tempo una proposta di legge, a prima firma Barbanti, per eliminare l'IMU sulla prima casa; smentita dal nostro comportamento in Commissione e dal nostro emendamento che copriva addirittura la mini-IMU, sgravando ancora di più i cittadini, inserendo una tassa sui giochi. Emendamento non votato dal PD, che ci accusa di voler far pagare eventualmente l'IMU. Quindi, per esempio l'onorevole Rosato, che si è espresso in tal senso, dovrebbe farsi delle domande prima di dare a tutti delle risposte.
Il vero problema, signor Presidente, è che, oltre all'IMU e alla mini-IMU, Partito Democratico, Nuovo Centrodestra e Scelta Civica, chiamasi maggioranza, sono favorevoli all'ennesimo condono, all'aumento eccessivo degli acconti IRES (e poi andate in TV a dire che state diminuendo la pressione fiscale) e alla rapina tramite Bankitalia.
Riprendendo un'assurdità sentita ieri in Aula, è per tutto questo che voi state approvando che bisognerebbe chiedere scusa e non per i nostri cartelli in cui chiediamo di tenere giù le mani da Banca d'Italia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/1941/137, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
PAOLA CARINELLI. Sì, signor Presidente. Nell'attesa che il Governo si faccia carico di quello che buona parte del Parlamento ha proposto e nell'attesa che, magari, il ministro Franceschini si ricordi di essere Ministro per i rapporti con il Parlamento e si faccia vedere in Aula, io procedo con l'illustrazione del mio ordine del giorno, anzi in realtà con una dichiarazione di voto.
Il mio ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione e sinceramente sono molto sorpresa perché non capisco perché venga accolto solo come raccomandazione e non come formulazione piena.
Quello che chiede il mio ordine del giorno mi sembra, infatti, facilmente condivisibile. L'ordine del giorno da me proposto impegna il Governo ad adottare, per quanto di competenza, le iniziative anche legislative affinché nella istituzione delle nuove aree parco sia garantita la cogestione e la partecipazione dei cittadini attraverso il ricorso allo strumento della comunità del parco, da inserire all'interno dello statuto dell'ente di gestione.
L'ordine del giorno in questione si riferisce all'articolo 3, comma 2-, secondo il quale il Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, nell'ambito dei beni immobili di proprietà dello Stato, procede all'individuazione dei beni di rilevante interesse ambientale in ordine ai quali ritenga prioritario mantenere la proprietà dello Stato ed avviare procedimenti rivolti all'istituzione di aree naturali protette.
In via preliminare, occorre chiarire cosa si intende per area naturale protetta o come parco. Infatti, non tutto ciò che comunemente viene chiamato «parco» corrisponde giuridicamente ad un'area naturale protetta, la quale, perché possa assumere tale qualificazione, necessita di un particolare, complesso e specifico iter amministrativo di individuazione.
Per individuare correttamente quali sono le aree naturali protette occorre far riferimento alla legge quadro n. 394 del 1991 che è la fonte normativa di settore. La legge n. 394 del 1991 definisce la classificazione delle aree naturali protette e istituisce l'elenco ufficiale delle aree protette.
Per quanto riguarda i parchi e la loro gestione (che è il punto su cui si concentra l'ordine del giorno in questione), occorre specificare che il parco è gestito dall'ente parco, soggetto a personalità di diritto pubblico, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'ambiente. Sono organi dell'ente parco: il presidente, il consiglio direttivo, la giunta esecutiva, il collegio dei revisori dei conti e, appunto, la comunità del parco.
Occorre, inoltre, precisare che il regolamento del parco disciplina l'esercizio delle attività consentite; il piano del parco, invece, è lo strumento attraverso il quale viene perseguita la tutela dei valori naturali e ambientali, la promozione dello sviluppo sostenibile dei territori interessati.
La comunità del parco, a cui ci riferiamo, promuove le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle comunità residenti nel parco e nei territori adiacenti mediante la elaborazione di un piano pluriennale economico e sociale. La comunità del parco è, infatti, organo consultivo e propositivo dell'ente parco ed esercita le seguenti funzioni: designa con scrutinio palese cinque rappresentanti per la formazione del consiglio direttivo dell'ente parco provvedendo a segnalarli al Ministro dell'ambiente; delibera su tutti gli atti e materie che per legge competono alla comunità del parco e, in particolare, previa espressione di motivata valutazione del consiglio direttivo dell'ente parco, sul piano pluriennale economico e sociale, vigilando sulla sua attuazione; esprime parere obbligatorio sul bilancio preventivo e sul conto consuntivo dell'ente parco, sul regolamento del parco, sul piano del parco e su altre questioni richieste da almeno un terzo dei componenti il consiglio direttivo dell'ente parco; partecipa alla definizione dei criteri riguardanti la predisposizione del piano del parco indicati dal consiglio direttivo; esprime parere obbligatorio sullo statuto dell'ente parco e sulle eventuali revisioni; adotta il proprio regolamento interno che viene sottoposto all'approvazione del consiglio direttivo.
Questa premessa forse è un po’ lunga, però era doverosa per capire cosa si intende per aree naturali protette e per capire la loro importanza.
Quello che auspichiamo è che nell'istituzione delle nuove aree parco sia garantita la cogestione e la partecipazione dei cittadini attraverso il ricorso allo strumento della comunità del parco. Ci sembra una richiesta facilmente condivisibile, non capisco perché l'ordine del giorno venga accolto solo come raccomandazione e non con parere favorevole. Chiediamo, quindi, che venga accolto in forma piena, oppure lo poniamo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carinelli n. 9/1941/138.
Dichiaro aperta la votazione.
PIER PAOLO BARETTA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA, Signor Presidente, cambio il parere da raccomandazione a favorevole.
PRESIDENTE. A questo punto, insiste per la votazione, deputato Caso ?
VINCENZO CASO. Signor Presidente, sì, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Signor Presidente, l'ordine del giorno a mia firma riguarda l'articolo 3 del provvedimento, che detta disposizioni dirette a semplificare la procedura relativa alla vendita a trattativa privata, anche in blocco, degli immobili pubblici.
Il decreto-legge è stato parzialmente modificato al Senato, che ha inserito il comma 2 all'articolo 3, appunto, in cui si dà la possibilità, da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di individuare, nell'ambito dei beni immobili di proprietà dello Stato, beni di rilevante interesse ambientale da avviare a procedimenti rivolti all'istituzione di aree naturali protette.
In relazione al comma citato, l'ordine del giorno che illustro impegna il Governo ad adottare, per quanto di competenza, iniziative anche legislative finalizzate alla salvaguardia di aree pubbliche da destinare a parco e chiede che siano previste misure di salvaguardia fin dalla loro individuazione da parte degli enti pubblici locali.
La contraddizione è che poi, all'interno di questo articolo, si parla di riduzione del consumo di suolo, quando però all'interno dello stesso articolo, il comma 1 appunto dell'articolo 3, nient'altro è che l'ennesimo condono edilizio. Vero che ci avete detto che quelli sono beni pubblici, per cui non c’è bisogno di questo condono. Io non ci metterei la mano sul fuoco, ma neanche un dito, e penso neanche voi, considerando che questo condono l'avete inserito, e abbiamo visto anche come lo Stato spesso va contro le proprie leggi, come è accaduto, ad esempio, nella legge di stabilità.
Detto questo, Presidente, è un po’ chiaro a tutti che la finanza pubblica è in chiara difficoltà. Quello che però fa strano è che, con questa svendita del patrimonio pubblico, si tenta di racimolare ogni risorsa disponibile nell'immediato. Questo forse è anche dovuto al fatto che, con la firma che avete posto al quest'anno serviranno 50 miliardi di euro.
Lo fate cercando di racimolare nell'immediato il più possibile, come se domani non ci fosse futuro. Questo sinceramente spaventa, perché sembra davvero che così non avremo proprio un futuro. Non riesco a capire come lo immaginate questo futuro se oggi svendiamo gli immobili, se oggi svendiamo la Telecom o le Poste, mentre sento spesso – lo diceva spesso anche il Presidente Letta – che invece lo Stato si dovrebbe comportare come il buon padre di famiglia. Un buon padre di famiglia non guarda solo al domani, ma guarda ai figli e ai nipoti, e lo Stato dovrebbe andare invece anche oltre e guardare alle future generazioni.
Voi siete invece quelli che, come futuro dell'Italia, ad esempio in ambito energetico, guardate nei prossimi trent'anni al TAP, pensando che fra trent'anni il futuro energetico dell'Italia sia ancora il gas. Questo è veramente, ma veramente preoccupante.
Venendo poi alla questione dell'IMU, penso che ormai anche con le dichiarazioni iniziali del nostro collega Toninelli sia chiara la nostra proposta per non far pagare l'IMU. Voi, oggi, già solo con questo decreto, farete pagare la cosiddetta mini-IMU, quando sapete benissimo che noi, in Commissione finanze, avevamo proposto di abolire anche questa mini-IMU tassando il gioco d'azzardo, quello che chiedevano i vostri sindaci, i sindaci del Partito Democratico dell'Emilia-Romagna.
Per quanto poi riguarda la Banca d'Italia, vorrei ancora una volta ribadire che, oltre ai 7,5 miliardi, vi è anche lo sconto vergognoso sull'imposta sostitutiva che è stata portata al 12 per cento e che permetterebbe alle banche di rientrare dalle imposte dovute in soli due anni grazie anche ai dividendi fissati al 6 per cento.
Ribadisco ancora, infine, che è assolutamente inaccettabile lo strumento del decreto-legge su una questione delicata e strategica che avrebbe dovuto essere oggetto di ampio e approfondito dibattito nelle sedi opportune.
D'altronde, Presidente, concludo: di cosa ci vogliamo meravigliare se anche sulla legge elettorale i parlamentari della maggioranza e anche dell'opposizione-maggioranza che rientrano e riescono, calano il capo e si fanno dettar legge da due soggetti esterni al Parlamento ?
PRESIDENTE. Deputato, concluda.
VINCENZO CASO. Uno di questi, Presidente, vi ricordo che è stato cacciato da questo Parlamento...
PRESIDENTE. Il suo tempo è scaduto. La ringrazio.
ANGELO CERA. Presidente, il rispetto dei tempi !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caso n. 9/1941/139.
Dichiaro aperta la votazione.
PIER PAOLO BARETTA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA, . Signora Presidente, su questo ordine del giorno mi rimetto all'Assemblea.
Aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castelli, ma non è presente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli n. 9/1941/140.
Dichiaro aperta la votazione.
IVAN CATALANO. Signor Presidente, l'ordine del giorno che stiamo per votare è molto semplice. Riguarda l'articolo 3 del presente decreto e riguarda la dismissione dei beni dello Stato. L'ordine del giorno tende ad impegnare il Governo affinché, per quanto di sua competenza, possa, anche tramite degli impegni a livello legislativo, far sì che la sanatoria possa essere concessa solamente in caso di assenza di irregolarità e in occasione soltanto di restauro e risanamento conservativo dell'edificio. È un ordine del giorno molto semplice e banale e non vedo il motivo per cui il Governo debba dare parere contrario. Invito, dunque, l'Assemblea a votarlo in maniera favorevole.
Inoltre, volevo fare una considerazione riguardo al decreto, nella parte riguardante la Banca d'Italia, e la volevo rivolgere a tutti i deputati che sono più o meno convinti dell'appartenenza dell'Italia alla zona della moneta unica. Privandoci di una banca pubblica, l'Italia si priva della possibilità del ritorno alla moneta nazionale, anche in una futura previsione di uscita dalla zona euro, perché, dal momento in cui il nostro Parlamento potrebbe decidere, in futuro, di volere uscire dalla moneta unica, non disporrebbe più di una banca nazionale pubblica per l'emissione monetaria. Questa è una cosa su cui riflettere, oltre a tutte le altre argomentazioni poste dai miei colleghi al riguardo. Quindi, chiedo all'Aula di votare favorevolmente su questo ordine del giorno, in base a quanto adesso ho detto .
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Catalano n. 9/1941/141.
Dichiaro aperta la votazione.
ANDREA CECCONI. Grazie Presidente, mi ero preparato un discorso pacato, tranquillo e sereno da fare oggi in seduta, però visti gli avvenimenti, quello che è successo oggi in Aula e quello che ha fatto lei ieri sui mi devo un attimo ricredere e chiedere anche forse delle spiegazioni a lei, Presidente, perché ieri il collega della Lega Fedriga ha illustrato qui in Aula il suo sul che spiegava il perché del suo atteggiamento nei riguardi della millantata «tagliola» che vorrebbe mettere a questo provvedimento.
Io gradirei lasciare agli atti quello che ha scritto, in modo che i cittadini lo possano sentire e possano anche valutare il suo operato.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno ! La riporto all'ordine del giorno. Se vuole intervenire, intervenga sull'ordine del giorno !
ANDREA CECCONI. Signor Presidente, mi dispiace molto che lei è sempre così restia a rispondere alle richieste che le provengono dall'opposizione. Non risponde alla domande fatte sul Regolamento, non risponde alle richieste fatte dal gruppo parlamentare riguardo alla possibile ipotesi...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno !
ANDREA CECCONI. ... alla possibile ipotesi di uscita da questo e francamente questo comportamento è piuttosto irritante...
PRESIDENTE. Allora, o lei parla sull'ordine del giorno o non c’è motivo che lei abbia la parola.
ANDREA CECCONI. Passo all'ordine del giorno, Presidente, e passo al merito del decreto.
PRESIDENTE. Prego.
ANDREA CECCONI. Concludo questo argomento dicendo che forse da parte sua sarebbe il caso di dare una risposta...
PRESIDENTE. Lei parli sull'ordine del giorno, non mi porti a toglierle la parola, parli sull'ordine del giorno.
ANDREA CECCONI. Non si preoccupi, Presidente, passo all'ordine del giorno, perché questa questione degli ordini del giorno tutte le volte che l'affrontiamo in sede di decreto è francamente abbastanza paradossale. Sentiamo una serie di rettifiche da parte del Governo (accettano, non accettano, valutano l'opportunità di...), però evidentemente il Governo e il Saccomanni, che oggi è il Ministro dell'economia, ma fino a ieri era presidente di Bankitalia, hanno valutato bene l'opportunità di fare un regalo ad inizio anno ai suoi compagni di merende. Infatti, non è vero che i soldi verranno, come è stato detto in quest'Aula, dal libero mercato. Le azioni sono degli azionisti di Bankitalia, che non verrà quotata alla banca di Milano, ma queste banche riceveranno un dividendo di gran lunga superiore e venderanno le loro azioni a banche private italiane e anche straniere, perché il controllo può essere anche straniero, regalandogli un bel gruzzoletto, facendo passare le azioni da pochi centesimi, da pochi euro, a diverse migliaia di euro.
Io mi sono sempre riproposto di non depositare più un ordine del giorno in seduta, proprio perché ritengo che l'istituto dell'ordine del giorno sia completamente inutile, visto che dall'inizio della legislatura a dicembre, degli 911 ordini del giorno approvati e accolti dal Governo solo nove sono stati poi applicati Ora mi chiedo che senso abbia fare tutte queste discussioni su «approvare, non approvare o valutare l'opportunità di...», quando il Governo se ne frega altamente e, fra ordini del giorno e mozioni, non applica nessuna direttiva che questo Parlamento gli dà. Questo, secondo me, signor Presidente, è un suo compito. È sua la responsabilità di innalzare il livello parlamentare e il rispetto di quest'Aula affinché il Governo faccia quello che l'Aula gli dice. Ritornando al discorso dell'ordine del giorno e dell'opposizione che stiamo facendo, lei sta cercando in tutti i modi di evitare l'ostruzionismo...
PRESIDENTE. Sì, ma non si capisce quale sia questo ordine del giorno, abbia pazienza. Vuole parlare nel merito di questo ordine del giorno o del mio comportamento ? Perché non è più chiaro cosa lei voglia fare. Sono quattro minuti che parla di altro, abbia pazienza. Lei ha ancora un minuto, vuole parlare dell'ordine del giorno ?
ANDREA CECCONI. Voglio parlare dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. La invito a farlo.
ANDREA CECCONI. Guardi, l'ordine del giorno è depositato e lo può leggere tranquillamente. Parla della sanatoria edilizia che è inserita in questo decreto, un altro scandalo, oltre a quello della Banca d'Italia, tutto mascherato dalla seconda rata dell'IMU. Siccome questa è una cosa secondo noi incresciosa – e la proposta uscita da questo gruppo è stata palesata dal mio collega Toninelli –, io chiedo prima di tutto al Governo di rivedere il suo parere su questo ordine del giorno, perché dire che si possono condonare gli edifici pubblici, anche se sono stati di fatto messi sotto sequestro da parte della magistratura o comunque accusati ... dirigenti pubblici che hanno causato un illecito, ci pare una decisione alquanto singolare da parte di questo Governo, che ha detto che di condoni non ne avrebbe mai fatti
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/1942/142.
Dichiaro aperta la votazione.
PIER PAOLO BARETTA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA, . Signor Presidente, mi rimetto all'Aula.
GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa chiede di parlare ?
GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ha due minuti.
GIANLUCA VACCA. Le ricordo che il Regolamento, per quanto riguarda gli ordini del giorno, specifica che ogni deputato ha a disposizione cinque minuti per intervenire sul proprio ordine del giorno o può anche intervenire per dichiarazione di voto su due ordini del giorno, sempre per un totale di cinque minuti.
Io, prima che lei mettesse in votazione il precedente ordine del giorno, ho alzato la mano, e i commessi penso mi abbiano visto e le abbiano riferito il mio nome, perché, siccome mi avanzavano alcuni minuti dalla dichiarazione di voto che ho fatto ieri, volevo intervenire in dichiarazione di voto su questo ordine del giorno, che ritengo particolarmente significativo.
Lei, però, non mi ha dato la parola. Quindi...
PRESIDENTE. Mi sono accorta, quando già eravamo in fase di votazione, che lei aveva alzato la mano. Mi dispiace, però eravamo già in fase di votazione.
GIANLUCA VACCA. Allora, la invito ad essere un po’ più attenta e, magari, a guardare meglio l'Aula. La prossima volta che alzo la mano, magari...
PRESIDENTE. Magari, anche lei alzi la mano un po’ prima. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, il decreto-legge n. 133 del 2013 ha come oggetto la revisione normativa sulla tassazione degli immobili, a partire dall'abolizione della seconda rata dell'IMU dovuta per l'anno 2013, la modifica della disciplina in materia di alienazione di immobili pubblici e, infine, una serie di disposizioni normative sulla Banca d'Italia. Entrando nel dettaglio dell'articolato, l'articolo 3 del decreto in esame contiene norme dirette a facilitare il processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, quello dello Stato, ma anche quello degli enti territoriali.
Con questo ordine del giorno noi chiediamo che il Governo si impegni ad adottare, per quanto di competenza, le iniziative, anche legislative, finalizzate a far sì che, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, i comuni, le province, le regioni, le amministrazioni statali e i tutti soggetti pubblici provvedano ad inviare al Ministero dell'economia e delle finanze l'elenco delle proprietà immobiliari private con contratto di locazione passivo, con specificazione dei canoni e degli oneri sostenuti per la locazione.
Faccio anch'io un appello accorato a lei, Presidente: lei, che è garante di tutti e che proviene da un gruppo di opposizione, certamente si rende conto di quanto sia fondamentale tutelare i diritti delle minoranze. È molto spiacevole che tutti i giornali di oggi riportino la notizia, falsa, che il MoVimento 5 Stelle vuole far pagare l'IMU agli italiani; proprio il MoVimento 5 Stelle, che ha presentato una proposta di legge per l'abolizione dell'IMU sulla prima casa, un emendamento per coprire la mini-IMU e, poco fa, ha formulato due diverse proposte in questo senso, che potrebbero essere messe in atto subito.
Già solo il termine «tagliola» è un termine violento, che ci fa paura e che non può non suscitare in noi una legittima reazione di incredulità e di rifiuto . L'appello che le rivolgo è dunque questo...
PRESIDENTE. Colleghi !
SILVIA CHIMIENTI. Faccia un atto di coraggio ed eviti di imbavagliarci e di impedirci di svolgere il nostro ruolo di opposizione. Quanto sta avvenendo in questi giorni è a dir poco assurdo, ma, d'altra parte, è da quando siamo arrivati che assistiamo a questo spettacolo indecoroso. Il Parlamento è stato svuotato delle sue prerogative, si continuano ad approvare «decreti macedonia» estemporanei, che altro non sono che delle pezze apposte maldestramente su situazioni degenerate completamente.
Decidete, mese per mese, giorno per giorno, ora per ora, su provvedimenti che dovrebbero essere studiati, programmati e condivisi anche con le opposizioni e con i cittadini. Sono dieci mesi che fate il bello e il cattivo tempo in questo Palazzo, prendendo puntualmente decisioni che vanno contro l'interesse e il bene del Paese. Perseverate a sommare errori su errori e date a noi sempre più argomenti da sciorinare quando torniamo sui territori nel fine settimana e raccontiamo ai cittadini quanto avviene qui dentro e di quali danni vi rendete responsabili.
I cittadini italiani se ne stanno sempre più rendendo conto e noi riceviamo ogni giorno centinaia, migliaia di messaggi di sostegno e di incoraggiamento, che ci danno la conferma che le battaglie che stiamo portando avanti qui dentro, giorno dopo giorno, sono battaglie giuste, necessarie, condivise da migliaia di persone. Qualche minuto fa ho letto un messaggio di un cittadino che recitava: «Grazie a tutti i ragazzi del MoVimento 5 Stelle. Continuate così, siete la nostra ultima speranza» .
La sensazione che abbiamo...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, fatela finire. Prego, onorevole Chimienti, vada avanti.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, la sensazione che abbiamo è quella di essere anche la vostra ultima speranza, l'ultima che vi viene data per cambiare rotta, per iniziare a occuparvi del bene dell'Italia dopo averla ridotto sul lastrico, dopo avere lavorato alacremente per far perdere a tutti la fiducia in voi, dopo avere sprecato, per non dire rubato, milioni e milioni di denaro pubblico, a ogni livello.
Dal Piemonte alla Sicilia ci sono quindici regioni sotto inchiesta con consiglieri di tutti i partiti accusati di peculato, truffa, uso illecito di fondi e di rimborsi alle regioni, dalle mutande alle pecore, dai cornetti ai profumi, dai 50 centesimi di accesso ai bagni pubblici ai Suv, dai biglietti per lo stadio alle munizioni per la caccia, dagli ovetti Kinder alle adozioni a distanza, dalla toilettatura del cane alla tassa sui rifiuti.
Noi del MoVimento 5 Stelle siamo diversi, e siamo diversi non perché voi siete tutti ladri e noi siamo tutti onesti: siamo diversi perché abbiamo tolto i soldi dalla politica e non rischiamo di essere indotti in tentazione. Sono mesi che vi chiediamo di seguire il nostro esempio per riportare un po’ di moralità nelle istituzioni .
ANGELO CERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Cera, un secondo, mi lasci procedere con la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/1941/143.
Dichiaro aperta la votazione.
TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno è stato presentato a scopo meramente «costruzionistico» per far sì che la svendita di Bankitalia venisse stralciata dal provvedimento relativo all'abolizione della seconda rata dell'IMU, tanto attesa da noi cittadini. L'inganno è sempre lo stesso, ovvero mettere insieme una cosa negativa, la svendita di Bankitalia, e una positiva, per mettere alle strette le opposizioni e indurre il voto favorevole. Pochi cittadini, complice la stampa eterodiretta, si sono resi conto che in questo decreto si è messa volutamente in secondo piano la questione Banca d'Italia. Per argomenti così importanti, che riguardano gli interessi degli italiani, il Governo avrebbe dovuto agire con altri strumenti, che non sono quelli di emanare un decreto-legge ma quelli di presentare un disegno di legge vero e proprio a riguardo. È indubbio che il Governo ha pasticciato sui tempi. Doveva mettere il provvedimento in discussione martedì pomeriggio e invece lo ha fatto giovedì. Il si poteva lavorare e non l'ha fatto. Lunedì e martedì si poteva fare la «seduta fiume» e ora invece siamo a rischio di «tagliola». Per la verità, abbiamo già avuto un assaggio di «tagliola» questa mattina, quando – sì, sì, nell'ordine del giorno – ci avete tagliato i nostri interventi sul processo verbale. Vogliamo però comunque ringraziare il Governo e la Presidenza per tutto questo, perché abbiamo imparato...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno !
TIZIANA CIPRINI. ... una nuova procedura, nell'ordine del giorno, che è la «tagliola»...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno, deputata !
TIZIANA CIPRINI. ... che è la «tagliola» una parola che non avevamo mai sentito prima in settant'anni di storia della Repubblica italiana. Si tratta di un potere speciale, di uno strumento...
PRESIDENTE. Credo che lei debba andare nel merito dell'ordine del giorno come tutti gli altri. Quindi la prego di attenersi alle regole.
TIZIANA CIPRINI. Presidente, io capisco che lei ami tagliare...
PRESIDENTE. Parli sull'ordine del giorno, per favore, deputata !
TIZIANA CIPRINI. Io capisco che lei ami particolarmente «tagliare» la parola. Io vado avanti. Si tratta di uno strumento limite di esclusiva competenza del Presidente della Camera che permette di bypassare il Regolamento e porre...
PRESIDENTE. Allora, voi avete già discusso. O entra nel merito dell'ordine del giorno o io sono tenuta a toglierle la parola. Decida lei.
TIZIANA CIPRINI. È sul complesso.
PRESIDENTE. Siamo in dichiarazioni di voto, forse le è sfuggito. Dichiarazioni di voto.
TIZIANA CIPRINI. La Camera, premesso che il decreto-legge in esame ha come oggetto la revisione della normativa sulla tassazione degli immobili... Presidente, ravvedo un certo ciarpame politico... quindi, vorrei continuare.
PRESIDENTE. Se si attiene all'ordine del giorno può continuare.
TIZIANA CIPRINI. Certo... la seconda rata IMU, dovuta per l'anno 2013, la modifica della disciplina in materia di alienazione di immobili pubblici e, infine, una serie di disposizioni normative sulla Banca d'Italia. L'articolo 3 del decreto-legge contiene norme dirette a facilitare il processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, quello dello Stato, ma anche quello degli enti territoriali.
Pertanto, impegniamo il Governo a non mettere la «tagliola» a questo provvedimento per dar voce alle opposizioni, ricordando che noi capiamo la sua difficile posizione, Presidente, di essere seduta su una poltrona rovente, perché sarebbe il primo Presidente della Camera nella storia italiana che...
PRESIDENTE. Allora, per l'ultima volta o parla dell'ordine del giorno o io le tolgo la parola. Ha ancora un minuto, decida lei cosa vuole fare. Abbia rispetto di quest'Aula !
TIZIANA CIPRINI. Lei abbia rispetto di tutti gli italiani !
PRESIDENTE. Abbia rispetto di quest'Aula !
TIZIANA CIPRINI. Riscontriamo un diktat da parte del sistema «Renzusconi», che sta dettando le tappe alla Camera per varare la legge...
PRESIDENTE. Bene, la ringrazio. Basta !
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/1941/144, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
MASSIMO ARTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa, deputato Artini ?
MASSIMO ARTINI. Per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Revoco la votazione. Prego, deputato Artini.
MASSIMO ARTINI. Grazie Presidente, questa è la seconda volta che mi impedisce di fare la dichiarazione di voto, come il collega Vacca, anche prima...
PRESIDENTE. Le sto dando l'opportunità di fare la dichiarazione di voto. Prego.
MASSIMO ARTINI. E io con gentilezza inizio a fare il ragionamento e spero di tranquillizzare tutta l'Aula, perché andrò, come ha richiesto lei e come è da Regolamento, nel merito dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. La ringrazio.
MASSIMO ARTINI. Prego. In particolare rimango stupito dal parere contrario – arriverò poi alla fine della mia dichiarazione – espresso dal Governo su questo ordine del giorno.
Lo ricordo anche a me stesso, il presente decreto-legge ha come oggetto la revisione della normativa sulla tassazione degli immobili ed in particolare l'abolizione della seconda rata dell'IMU dovuta per l'anno 2013 – in particolare gli articoli 1 e 2 –, la modifica della disciplina in materia di alienazione di immobili pubblici – l'articolo 3, che riguarda espressamente questo ordine del giorno – e, infine, in una maniera assolutamente incredibile, una serie di disposizioni normative sulla Banca d'Italia, che altro non sono che una vera e propria riforma della Banca centrale.
In particolare, il comma 1 dell'articolo 3 recita che ai fini della valorizzazione degli immobili pubblici, in relazione ai processi di dismissione finalizzati ad obiettivi di finanza pubblica, anche allo scopo di pervenire a nuove urbanizzazioni e di ridurre – non si capisce come – il consumo di suolo, le disposizioni di cui al sesto comma dell'articolo 40 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, si applicano anche nelle alienazioni di immobili di cui all'articolo 11- del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito in legge 2 dicembre 2005, n. 248. Per esse la domanda di sanatoria di cui al citato sesto comma dell'articolo 40 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, può essere presentata entro un anno dall'atto di trasferimento dell'immobile.
L'articolo 40, infatti, cosa indicava ? Indicava la parte di estensione del condono edilizio. Infatti, si diceva: nelle ipotesi in cui l'immobile rientri nelle previsioni di sanabilità di cui al capo IV della presente legge e sia in oggetto di trasferimento derivante da procedure esecutive, la domanda di sanatoria può essere presentata entro centoventi giorni dall'atto di trasferimento dell'immobile, purché le ragioni di credito per cui si interviene o procede siano di data anteriore all'entrata in vigore della stessa legge.
Considerando, inoltre, che l'articolo 31 della medesima legge n. 47 del 1985, che limita la facoltà di richiesta di sanatoria ai soli immobili e fabbricati realizzati entro il 1o ottobre 1983, e che tale riferimento – a nostro avviso – importante, non è esplicitato nella formulazione dell'articolo 3 del presente decreto-legge.
Quindi, preso atto dell'assoluta indeterminatezza della norma, che non esprime tra l'altro se si possono condonare abusi in area vincolata, ci si chiede, in questa situazione, di fare una cosa con questo ordine del giorno, cioè di demandare alle regioni la definizione di un pagamento a titolo di oblazione. Questa, signora Presidente, indubbiamente è una cosa che mi fa rimanere stupito del fatto che il Governo indichi su questo un parere contrario, perché negli anni dal 1974 ad oggi abbiamo avuto circa 12 condoni sia fiscali che edilizi ed hanno portato l'Italia ad essere una catastrofe da un punto di vista urbanistico.
Aggiungere questa norma, senza nemmeno mettere un minimo di quella che è una valutazione economica del danno che potrebbe derivare da questa sanatoria, è quello su cui ci si aspettava che il Governo avrebbe dato parere favorevole.
Quindi invito gli altri colleghi a votare a favore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Sì signora Presidente, perché ho ancora il tempo io a disposizione, giusto ?
PRESIDENTE. Prego.
GIANLUCA BUONANNO. Innanzitutto la volevo ringraziare, perché quando lei presiede l'Aula io mi sento più tranquillo e a mio agio rispetto agli altri Vicepresidenti.
Volevo parlare appunto dell'IMU e ne volevo parlare più che altro come amministratore locale.
PRESIDENTE. Però si attenga all'ordine del giorno per favore.
GIANLUCA BUONANNO. Io la ringrazio signora Presidente, però ogni volta che io parlo con lei mi tratta tutto bello tranquillo, mi fa anche dei complimenti. Poi, quando siamo qua davanti a tutti, mi tratta male.
PRESIDENTE. Proceda, proceda onorevole Buonanno.
GIANLUCA BUONANNO. Io sinceramente come la tratto privatamente la tratto anche qua davanti a tutti.
PRESIDENTE. Perfetto, però sull'ordine del giorno, la prego.
GIANLUCA BUONANNO. Sì, se posso parlare.
Intendevo dire che, come amministratore locale, signora Presidente, tutta la vicenda dell'IMU – e quindi ovviamente vado anche all'ordine del giorno – è stata, per dirla alla Fantozzi, una grande boiata.
Perché ? Perché chi fa l'amministratore locale, non chi siede magari in questi banchi – ce ne sono tanti di amministratori locali, di tanti colori politici – quando uno fa l'amministratore locale e non fa esclusivamente il politico, si rende conto di che cosa significa avere a che fare con le persone, che ti chiedono delle risposte, mentre il Governo ha fatto, in tutti questi mesi, solo dei gran pasticci. Infatti, ancora fino ad oggi non capiamo bene cosa dovranno fare gli amministratori locali. Non avevamo capito neanche alla fine del 2013. È nata poi la mini IMU, che 2.400 comuni hanno fatto pagare ai propri concittadini, dopo che il Governo aveva promesso – e qui sì che Letta dovrebbe dare le dimissioni – che tutto quello che riguardava l'IMU non sarebbe più gravato sui cittadini.
E invece ci si è trovati ad avere a che fare con un Governo che prima ha detto una cosa e poi ne ha fatta un'altra, con il risultato finale che chi ha tirato fuori i soldi sono stati i cittadini, non certamente il Governo e neanche le amministrazioni locali.
In questo caso, signora Presidente, siamo partiti da un'IMU dove gli amministratori locali si sono visti anche conteggiare, da pagare, le scuole e i municipi ad esempio e da lì è nato tutto un problema che si è susseguito nel corso dei mesi.
Allora nel mio intervento vorrei solo sottolineare che sarebbe bene, da parte del Governo, che quando decide di fare determinati provvedimenti, avesse la capacità di interloquire meglio e di decidere meglio con chi fa l'amministratore locale, e non di parlare solo con i burocrati di Stato, che alla fine non capiscono un tubo di quello che succede tutti i giorni nei municipi e non sanno che cosa significa per la gente avere la confusione, e non vedersi code chilometriche, come sono capitate ancora in questi giorni...
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno, onorevole Buonanno.
GIANLUCA BUONANNO. Se io fossi stata una donna lei queste cose non me le avrebbe dette, perché lei, come al solito, se parla un uomo la vede in una maniera, se parla una donna fa in maniera diversa, perché io qua dentro, in questa Camera, mi sento veramente, dopo quello che ho sentito oggi, ieri e l'altro ieri, un inglese, perché rispetto a quello che dico io, altri dicono ben di peggio.
Quindi mi tratti come mi tratta in privato anche in pubblico, ripeto, faccia la stessa cosa.
Io quando sono in privato le faccio i complimenti come glieli faccio in pubblico.
PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, la sto esortando ad attenersi all'ordine del giorno.
GIANLUCA BUONANNO. E io sto esortando lei ad ascoltare ciò che le dico...
PRESIDENTE. Prego, continui, ma sull'ordine del giorno.
GIANLUCA BUONANNO. ...perché, siccome lei rappresenta comunque...
PRESIDENTE. Continui sull'ordine del giorno.
GIANLUCA BUONANNO. ...siccome lei rappresenta i deputati, le voglio significare che si stanno emanando leggi che, invece di andare a favore dei cittadini, vanno contro i cittadini, vanno contro la gente. E poi non si può riempire la bocca dicendo che noi siamo vicino alla gente quando in realtà queste cose qua sono solo delle bastonate alla gente. E se ci sono un Governo e un Presidente del Consiglio, come ci sono attualmente, che dovrebbero andare a casa, questo è il Governo del signor Enrico Letta perché fa delle cose che neanche mio figlio che ha dieci anni farebbe così male. Questo è il succo di quello che è il mio intervento. La esorto, quindi, d'ora in avanti, a questo punto, visto che mi tratta così, a darmi del lei anche fuori dalla Camera.
PRESIDENTE. Bene, la ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vacca. Ne ha facoltà, per tre minuti.
GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, tre minuti ?
PRESIDENTE. Sì.
GIANLUCA VACCA. Quindi, ieri, ho parlato due minuti ? Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Sì, quindi tre minuti, essendo cinque i minuti a disposizione.
GIANLUCA VACCA. Sì, cinque meno due fa tre.
PRESIDENTE. Prego, continui.
GIANLUCA VACCA. La ringrazio Presidente. Intervengo su questo ordine del giorno perché non sono potuto intervenire su quell'altro, non avendomi lei visto, in quanto anche questo lo ritengo particolarmente importante. Certo, chiedere a un Parlamento in cui i capi dei partiti principali, almeno della maggioranza, che fanno la legge elettorale, sono uno pregiudicato e l'altro condannato in primo grado per danno erariale, di approvare un ordine del giorno dove si stabilisce un principio che chi sbaglia paga... infatti, questo ordine del giorno praticamente che cosa chiede ? Chiede che chi ha commesso un abuso edilizio e, quindi, in base al decreto-legge può avere il rilascio della sanatoria, debba pagare quanto meno un'oblazione che è stabilita dalla legge della regione in cui si trova l'immobile. Certo è un principio di giustizia, è un principio di equità, è un principio che in un altro Paese sarebbe il minimo richiesto. Questa, però, è una classe politica che va avanti a sanatorie, una classe politica, ovviamente, che va avanti a condoni.
Ricordo che in questo Parlamento ci sono ancora una quarantina di persone, tra Camera e Senato, che hanno dei procedimenti giudiziari in corso che vanno appunto dall'essere indagato all'essere già condannato. Faccio un appello, quindi, a questo Parlamento, affinché riveda la posizione su questo ordine del giorno, perché già prevedere una sanatoria sugli abusi edilizi è a nostro avviso qualcosa di inammissibile, ma oltretutto prevederla senza neanche un corrispettivo da pagare o quantomeno una sanzione o quantomeno una partecipazione al danno che il singolo ha arrecato alla collettività con l'abuso che ha commesso nei giorni, nei mesi o negli anni precedenti, ci sembra un principio inaccettabile. Visto che il tempo sta per scadere, rivolgo di nuovo l'appello, sia al Governo a rivedere il suo giudizio, che a tutto il Parlamento di votare secondo coscienza e di leggere bene questo ordine del giorno .
MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Corsaro, ha esaurito il tempo.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Mi dia la parola.
PRESIDENTE. No, ha esaurito il suo tempo, non posso darle la parola.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori alla fine, siamo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/1941/144, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, in questo ordine del giorno ribadiamo sempre lo stesso concetto, anche scritto in modo un po’ più formale, ma il concetto è semplice. Ossia stiamo regalando 7,5 miliardi a quelle banche che sono azioniste della Banca d'Italia, a quelle banche che hanno come amministratori delegati persone che alcuni di quelli seduti in questi banchi conoscono benissimo come, ad esempio, Bazoli Giovanni, che non solo è un caro amico del PD ma è anche un parente di alcuni di loro; in particolare ci sono persone, come ad esempio Alfredo Bazoli, che è un deputato del PD, prima in quota Bersani poi, ovviamente come molti altri....
PRESIDENTE. L'ordine del giorno, per favore, l'attinenza con l'ordine del giorno...
SILVIA GIORDANO. Purtroppo, signor Presidente, è attinente. Per un semplice fatto...
PRESIDENTE. Prego, allora, vada all'ordine del giorno.
SILVIA GIORDANO. Grazie, quindi continuo. Oltretutto costui era prima in quota Bersani e ora è in quota Renzi. Poi abbiamo un'altra un parente in Scelta Civica...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno ce lo vuole spiegare ?
SILVIA GIORDANO. Stiamo regalando 7,5 miliardi alle banche. L'ordine del giorno voglio chiarirlo benissimo, perché voglio far capire a tutti come in realtà ci sia un conflitto di interessi incredibile, perché questo Governo, con questa maggioranza, non solo sta regalando dei soldi alle banche azioniste della Banca d'Italia ma se li stanno regalando a loro stessi, perché quelli che votano sono i parenti di chi è amministratore delegato di queste banche. Rendiamocene conto ! E questo, signor Presidente, mi dispiace tantissimo ma è attinente, è fin troppo attinente perché questo è il decreto-legge, non è il decreto IMU. Non si parla solo di questo. Lo so che noi siamo abituati benissimo a fare questi decreti-legge «macedonia». Ricordiamoci il decreto-legge...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Colletti n. 9/1941/145, però... La richiamo a rifarsi all'ordine del giorno Colletti n. 9/1941/145.
SILVIA GIORDANO. ...che parla della Banca d'Italia...
PRESIDENTE. Benissimo.
SILVIA GIORDANO. Azionisti della Banca d'Italia sono le altre banche che anche ricordiamo: Monte dei Paschi di Siena, ricordiamolo, la vostra banca, avete creato uno scandalo con il Monte dei Paschi di Siena. Oltretutto altra azionista della Banca d'Italia citata qui nell'ordine del giorno è l'INPS, che ha come presidente Mastrapasqua, un altro vostro amico che è indagato per una serie di cartelle gonfiate ma che ha ben venticinque posti, venticinque poltrone. Per non parlare poi della moglie che è anche in Rai, e che anche lei ha altrettante poltrone. Parliamone, per non parlare di altri azionisti della Banca d'Italia, ancora qui citata nell'ordine del giorno come, ad esempio, sono le Assicurazioni generali al cui interno abbiamo anche Lottomatica. Ricordiamoci cos’è Lottomatica: è una delle concessionarie del gioco d'azzardo che ha avuto lo sconto da questo Governo a pagare un quarto della multa che doveva pagare, da miliardi si è passati 100 milioni, da 7,6 miliardi siamo passati a 100 milioni che doveva pagare. Oltretutto Lottomatica, sempre per un conflitto di interessi non troppo chiaro ...
PRESIDENTE. Lei ha chiesto la parola per dichiarazione di voto: o lei si attiene a questo o io le tolgo la parola, la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno Colletti n. 9/1941/145.
SILVIA GIORDANO. Sto parlando sulla Banca d'Italia presente nell'ordine del giorno, signor Presidente. Il Decreto-legge è sulla Banca d'Italia, non è colpa mia, signor Presidente.
PRESIDENTE. Lei si attenga all'ordine del giorno !
SILVIA GIORDANO. Ma mi sto attenendo.
PRESIDENTE. No, non si sta attenendo all'ordine del giorno.
SILVIA GIORDANO. Disposizioni normative...
PRESIDENTE. Rispetti quest'Aula !
SILVIA GIORDANO. Lo sto leggendo !
PRESIDENTE. Allora si attenga all'ordine del giorno.
SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, mi lasci finire. Disposizioni normative sulla Banca d'Italia. L'ordine del giorno lo devo chiarire e lo devo specificare, nel momento in cui si parla di Banca d'Italia. Se sta cercando, è a pagina 72 nei primi tre capoversi dove si parla di «disposizioni normative sulla Banca d'Italia». Dobbiamo capire che cos’è la Banca d'Italia ! Vogliamo chiarire che stiamo dando 7,5 miliardi a voi stessi perché i parenti stanno qui. Di cosa stiamo parlando ? Lottomatica, oltre a essere tra le azioniste, è anche presente tra quelli che finanziava VeDrò – l'ormai defunta VeDrò, ringraziando il cielo – sempre dopo che ha dato i migliori esponenti al Governo tra cui, ricordiamo, talmente migliori che ha dato anche la De Girolamo.
PRESIDENTE. Deputata Silvia Giordano, concluda.
SILVIA GIORDANO. Va bene, signor Presidente. Io purtroppo capisco, sono allibita quanto lei, perché anche per me sembra così assurdo pensare che una cosa del genere sia in un ordine del giorno, addirittura in un decreto-legge: purtroppo è così. Sono scandalizzata anch'io e la inviterei a scrivere anche questo sul .
PRESIDENTE. Il deputato Colletti ci parlerà forse, in dichiarazione di voto, del suo ordine del giorno n. 9/1945/145 ?
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, come lei ben saprà, stiamo votando il decreto IMU-Bankitalia ed è per questo che noi abbiamo presentato così tanti ordini del giorno. Noi avremmo preferito, magari, un decreto-legge solo sull'IMU e non anche su Bankitalia, perché, ovviamente, non capivamo il motivo di mettere insieme queste due cose che nulla c'entrano, se non per dei meri motivi di bilancio, ovvero non c’è la copertura IMU, svendiamo Bankitalia per avere la copertura IMU di un miliardo di euro. E questo ci mette abbastanza in apprensione, anche per i risultati economici che avremo nel prossimo anno.
Noi già sappiamo che c’è l'abolizione dell'IMU, ma, in realtà, non c’è l'abolizione di tutta l'IMU, perché vi siete tenuti ovviamente la mini-IMU; mini-IMU su cui noi avevamo proposto una copertura, ovvero con l'aumento della tassazione sulle ma che hanno rifiutato. Ci dispiace molto e non capiamo veramente il perché, se non per evidenti collusioni tra partiti, Governi e concessionari di .
Questo ordine del giorno è molto similare anche ad un emendamento che abbiamo discusso in precedenza – ormai sembra essere passato molto tempo – sul decreto-legge «Terra dei fuochi», poiché riguarda delle eventuali segnalazioni dei cittadini su eventuali immobili da mantenere pubblici. Noi sappiamo che con questo provvedimento, con questo decreto-legge stiamo altresì svendendo il nostro patrimonio pubblico. La cosa più assurda è che non sappiamo neanche a chi lo svenderemo, poiché se svendo semmai ai dei privati cittadini che si vogliono comprare magari anche la loro prima casa potrebbe essere una questione molto positiva. In realtà, la norma in questione prevede una svendita in blocco, ovvero come far fare affari ai soliti «palazzinari», e qui Scarpellini . Purtroppo, troppo spesso, lo Stato ci ha rimesso con le cosiddette cartolarizzazioni di immobili pubblici e, lo sappiamo bene, con le famose società che avevano sede addirittura in Lussemburgo. Quindi, lo Stato italiano ha fatto addirittura una società di diritto lussemburghese per svendere il patrimonio pubblico. E questo proprio perché ci teniamo alla sovranità nazionale. Grazie Tremonti per questo.
Ad ogni modo, noi riteniamo che in prima fila, sempre sulle cosiddette dismissioni, ci debbano essere i cittadini, poiché loro in prima fila vivono la città, vivono il loro complesso residenziale e sanno benissimo cosa può servire alla società e cosa no, spesso molto meglio di quelli che ci comandano. Non capiamo perché il Governo ci abbia dato un parere contrario: ci sembra sinceramente una opinione di buonsenso quella di attuare una sorta di federalismo di segnalazione: permettiamo ai cittadini, a chi è più in basso nella scala piramidale del potere, di segnalare all'alto, agli enti territoriali, ma anche allo Stato, cosa è da svendere – o vendere, sarebbe meglio – e cosa, invece, è da tenere.
Nel passato abbiamo visto che altri, ad esempio, enti previdenziali hanno svenduto i propri immobili, che poi hanno riaffittato a peso d'oro, avendo oltre tutto un chiarissimo finanziario in merito. Tale modalità, in realtà, si ripete, e si ripete già dai primi anni Novanta, ovvero già dalle svendite di Stato effettuate, ad esempio, all'epoca, dal Governo di centrosinistra, da quelle famose Autostrade, che sono state svendute per un tozzo di pane e che noi cittadini, con le tariffe o con le tasse, come io amo dire, perché in realtà sono delle tasse occulte, stiamo ricomprandoci, rimanendo di proprietà nominalmente di quei privati che hanno foraggiato la politica, come, ad esempio, Benetton e Toto.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANDREA COLLETTI. Qui rischiamo di andare a finire sempre nello stesso calderone: ovvero svendere delle quote, svendere patrimonio pubblico, a «palazzinari» che, poi, ricompenseranno coloro che hanno fatto, magari, questo decreto-legge o che hanno votato questo decreto-legge, attraverso il finanziamento pubblico oppure attraverso la famosa quota del – mi sembra – 2 per mille – adesso dovrebbe essere stato messo – sul finanziamento pubblico ai partiti, apparentemente «abolizione» da parte Governo Letta, ma che, in realtà, rientrerà dalla finestra.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANDREA COLLETTI. Appunto per questo, chiedo al Governo, che so essere così interessato a dare la parola ai cittadini, di cambiare il parere su questo ordine del giorno e, quindi, magari, di dare se non parere favorevole, perché capiamo che essendo del MoVimento 5 Stelle possa essere duro, almeno di rimettersi alla volontà dell'Aula. Con questo la ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Colletti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno, che ha ancora trenta secondi del suo tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Davvero solo trenta ?
PRESIDENTE. Prego...
GIANLUCA BUONANNO. Allora, cerco di essere più velocemente pregnante. Le volevo dire che il Ministro Saccomanni, casualmente prima direttore della Banca d'Italia, visto che parliamo della Banca d'Italia, oggi che è Ministro ne ha combinate di tutti i colori. L'unico che ha sbloccato per i dipendenti della Banca d'Italia gli stipendi è stato lui. Adesso con questa operazione della Banca d'Italia è stato lui. Io guardo il tenente Colombo da quando era bambino, se gli indizi sono quelli, lui è veramente colui che dalla Banca d'Italia viene qui, fa i porci comodi della Banca d'Italia e i risultati sono questi...
PRESIDENTE. Va bene, d'accordo, grazie.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colletti n. 9/1941/145, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, cosa c’è ?
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signora Presidente, per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Guardi, veramente io vorrei rimandare, se possibile...
MASSIMO ENRICO CORSARO. Onorevole Presidente, l'articolo 41 prevede che i richiami al Regolamento o per l'ordine del giorno o per l'ordine dei lavori o per la posizione della questione o per la priorità delle votazioni hanno la precedenza sulla discussione principale.
PRESIDENTE. Sì, ma decide il Presidente, come lei ben sa. Allora, la inviterei ad andare oltre.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Certo, Presidente. Io la invito a seguire sia il Regolamento che la prassi che fino a qui lei stessa ha rispettato nel caso in cui un parlamentare chieda un intervento sull'ordine dei lavori...
PRESIDENTE. Siamo in una fase ostruzionistica, lei lo sa... lei sa che cosa vuol dire.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Peraltro io le avevo chiesto di poter parlare sull'ordine dei lavori perché avverto la necessità di chiedere un'interpretazione del Presidente della Camera esattamente sull'argomento di cui è investita oggi l'Aula. Per cui credo di poter avere una richiesta accolta su una formulazione di un intervento sull'ordine dei lavori che, come lei sa, non è particolarmente ostruzionistico, perché si esaurisce al limite in un minuto.
PRESIDENTE. Allora, sull'ordine dei lavori, onorevole Corsaro, posso chiederle di rimandare dopo gli ordini del giorno, così che poi lei potrà intervenire. Adesso io vorrei andare avanti con le votazioni.
MASSIMO ENRICO CORSARO. La domanda che intendo porle riguarda il lavoro che noi stiamo compiendo adesso, quindi, se lei me la fa porre alla Presidenza una volta che i lavori sono ultimati diventa ultroneo il mio intervento.
PRESIDENTE. Adesso andiamo avanti. Ordine del giorno Della Valle n. 9/1941/146, accolto dal Governo come raccomandazione.
PIER PAOLO BARETTA, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA, . Signora Presidente, se permette lo dico per tutti gli ordini del giorno accolti come raccomandazione o favorevoli: mi rimetto all'Aula, salvo per l'ordine del giorno Tinagli n. 9/1941/167, su cui confermo il parere favorevole con riformulazione.
PRESIDENTE. Va bene. Andiamo avanti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Valle. Ne ha facoltà.
IVAN DELLA VALLE. Grazie Presidente, per non essere interrotto vado proprio a leggere l'impegno per dire il voto favorevole a questo ordine del giorno. «Impegna il Governo ad adottare, per quanto di competenza, le iniziative legislative affinché le procedure di dismissione prevedano la più ampia trasparenza sulla struttura finanziaria delle operazioni di compravendita degli immobili pubblici, con particolare riferimento alla pubblicazione degli atti, informazioni, documenti utili alla conoscenza dei passaggi di titolarità del patrimonio pubblico e alla valutazione degli effetti sulla finanza pubblica (...)». Perché chiediamo questa trasparenza e questa informazione ? Perché purtroppo abbiamo un problema di informazione in questo Paese. Titolo del : «IMU, torna lo spettro della seconda rata, corsa alla Camera per salvare il decreto». Con una bella foto della Presidente della Camera. : «L'ostruzionismo grillino rischia di far tornare l'IMU».
PRESIDENTE. Si attenga all'ordine del giorno.
IVAN DELLA VALLE. Sull'ordine del giorno ci ritorno, perché si parla di informazione e dell'importanza della trasparenza. – non poteva mancare –: «Ostruzionismo del MoVimento 5 Stelle, può tornare la seconda rata IMU».
Se noi andiamo a vedere quest'ordine del giorno, il rischio è che si facciano dei provvedimenti e nel frattempo si nascondano, ad esempio, le operazioni di compravendita degli immobili pubblici. E poi ci troviamo sui giornali questi titoli. Noi non vogliamo assolutamente far pagare l'IMU agli italiani, vogliamo bloccare quello che è nascosto dentro questo decreto, cioè la svendita di Banca d'Italia. Ma i giornali dicono il contrario.
Allora, se il Governo appoggia questo ordine del giorno e chiede trasparenza e maggiore informazione su tutti questi rischi, probabilmente questi giornali non potranno titolare in questo modo e non potranno fare una falsa informazione, come sono abituati a fare tutti i giorni. Quindi, chiedo a tutta l'Aula di approvare questo ordine del giorno, come farà il nostro gruppo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Valle n. 9/1941/146, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
VEGA COLONNESE. Signor Presidente, questo ennesimo decreto-legge che ci viene propinato dal Governo è un altro broglio mascherato dall'urgenza di eliminare l'IMU, perché si vuole far credere agli italiani che questo decreto contenga solo questo, invece prevede l'alienazione di immobili pubblici e una consistente riforma della Banca d'Italia. Riguardo al primo punto abbiamo una confusione totale e si pensa che con il calcolo della differenza fra l'importo pagato con l'aliquota base e l'importo dovuto con la nuova aliquota, mini-IMU, finisce la vita dell'IMU, ma l'imposta da pagare, alla fine della fiera, non scompare. Quindi, in fondo in fondo l'IMU sopravvive sotto altro nome, poiché l'imposta unica comunale si articola, da una parte, nell'imposta municipale propria (IMU), dovuta dal possessore di immobili escluse le abitazioni principali, e, dall'altra, nel tributo per i servizi indivisibili, TASI, a carico sia del possessore sia dell'utilizzatore, e nella tassa sui rifiuti, TARI, destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a carico dell'utilizzatore.
Quindi, è tutta una finzione-realtà, quella di eliminare l'IMU. Il decreto prevede anche di supplire, con una clausola di salvaguardia, alle minori eventuali entrate che si sarebbero potute avere in relazione agli incassi dovuti alla sanatoria sui giochi - (600 milioni di euro) e dalla maggiore IVA incassata dopo l'accelerazione dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione (altri 950 milioni di euro).
La clausola è scattata il 30 novembre, e l'Agenzia delle dogane ha disposto l'aumento dal marzo delle accise su birra, benzina e gasolio; ma non dimentichiamo che il decreto prevede anche un aumento dell'IRES e IRAP per le imprese. Non ci pare quindi che questo provvedimento sia tanto un vantaggio per gli italiani: qui mi sembra che consista proprio in un imbroglio ai danni dei cittadini.
Ma altra questione, oltre alla vergogna relativa alla svendita della Banca d'Italia, è l'alienazione degli immobili pubblici ad uso non prevalentemente abitativo, anche in blocco. Il mio ordine del giorno riguarda proprio questo, e nello specifico l'articolo 3 del decreto-legge detta disposizioni in materia di dismissioni di immobili pubblici semplificando la procedura relativa alla vendita a trattativa privata. In particolare, si prevede al comma 2-, e successivi, che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con il Ministero dell'economia e delle finanze, individuano i beni che ritengano debbano essere pubblici; poi li comunicano all'Agenzia del demanio, che procede sospendendo le eventuali procedure di dismissione. Quindi le procedure di vendita, secondo tale disposizione, devono essere ultimate previa verifica da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sull'eventuale valore storico dei beni, ed eventualmente di altri Ministeri interessati. Per i beni non ritenuti da tutelare, e quindi da dismettere, invece non è prevista comunicazione e motivazione.
Con questo ordine del giorno, in ordine al fatto e alle ragioni che portano alla dismissione dei beni pubblici, che sono di primaria importanza, chiediamo che il Governo si impegni ad introdurre iniziative, anche legislative, affinché la decisione relativa alla dismissione dei beni venga motivata in tempi brevi dal Ministero dei beni e delle attività culturali e dal Ministero dell'ambiente.
Una cosa che questo decreto-legge, come tutti gli altri che sinora sono in discussione hanno causato, hanno causato una sana indignazione da parte del popolo italiano: dopo anni e anni di rassegnazione finalmente il popolo partecipa !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colonnese n. 9/1941/148.
Dichiaro aperta la votazione.
DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, non la farò innervosire e citerò ovviamente il mio ordine del giorno. Mi permetta però di fare un piccolo preambolo: vorrei che coloro che siedono e sono stati eletti nei partiti si vergognassero, perché non fate gli interessi degli italiani. Vorrei anche che si vergognassero...
PRESIDENTE. Però non faccia il comizio: vada all'ordine del giorno.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, le ho detto che quello che sto chiedendo è una dichiarazione ovviamente politica, ed è attinente...
PRESIDENTE. Ma questa è la dichiarazione di voto: non siamo qui a fare dichiarazioni politiche ! È una dichiarazione di voto ! Prego, faccia la dichiarazione di voto.
DIEGO DE LORENZIS. È strettamente attinente all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Allora, il suo ordine del giorno!
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, il decreto-legge che stiamo votando fa due regali sostanzialmente: modifica la disciplina in materia di alienazione di immobili pubblici (leggasi: condono), e una serie di disposizioni normative sulla Banca d'Italia (leggasi: regalo ai banchieri). All'articolo 3 del decreto-legge ci sono norme dirette a facilitare il processo di dismissione del patrimonio pubblico, quello dello Stato, quello degli italiani.
Tra l'altro, si compie anche un vizio perché si tende, con questa norma, anche a regolamentare quelli che sono i patrimoni degli enti territoriali. Noi chiedevamo di impegnare il Governo ad adottare iniziative affinché l'acquisizione degli immobili pubblici non possano essere effettuate da soggetti pubblici o privati aventi sede in paradisi fiscali – quei paradisi fiscali dove spesso vanno a finire i patrimoni di chi finanzia le campagne elettorali di questi partiti – o che abbiano usufruito negli ultimi vent'anni di procedure di scudo fiscale per il rientro di capitali illecitamente esportati e detenuti all'estero, che grazie al voto del PD del 2009 sono potuti rientrare, mentre le imprese italiane pagavano tasse ben più alte.
Ancora, Presidente, a proposito dello scudo fiscale è opportuno ricordare agli italiani che nel 2009 c'erano degli assenti eclatanti di quella che doveva essere una opposizione all'epoca altrettanto finta come quella di SEL di oggi. Tra gli assenti colpevoli c'erano: Ileana Argentin, Paola Binetti, Gino Bucicchio, Angelo Capodicasa...
PRESIDENTE. Senta...
DIEGO DE LORENZIS. ... Enzo Carra...
PRESIDENTE. ... il suo ordine del giorno di che cosa parla ? Lei lo vuole illustrare o no ?
DIEGO DE LORENZIS. Assolutamente sì.
PRESIDENTE. Allora lo illustri !
DIEGO DE LORENZIS. L'ho illustrato...
PRESIDENTE. Lo illustri adesso !
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, se lei fosse stata attenta e avesse ascoltato...
PRESIDENTE. No, perché io ho davanti il suo ordine del giorno...
DIEGO DE LORENZIS. ... saprebbe che il mio ordine del giorno...
PRESIDENTE. ... e non parla di questo il suo ordine del giorno...
DIEGO DE LORENZIS. ... parla di paradisi fiscali...
PRESIDENTE. ... parla di alienazione di immobili !
DIEGO DE LORENZIS. ... e di scudo fiscale...
PRESIDENTE. No ! Allora, c’è l'ho sotto gli occhi il suo ordine del giorno !
DIEGO DE LORENZIS. Parla di scudo fiscale ! Parla di scudo fiscale ! Legga, impari !
PRESIDENTE. Allora, entri nel merito !
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, il mio ordine del giorno, come ho illustrato, parla di paradisi fiscali e di scudo fiscale e quindi è possibile fare un cenno ai parlamentari presenti in questa Aula affinché votino il mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Bene, continui.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, dicevo che all'epoca alcuni parlamentari, alcuni dei quali siedono ancora in questi banchi, hanno votato a favore dello scudo fiscale che oggi nell'ordine del giorno in qualche modo chiediamo non venga usufruito per chi compra gli immobili della dismissione statale presente nel decreto.
Ancora, Presidente, in questo decreto, con questo condono ovviamente, voi state regalando alle e ai poteri finanziari privati quella che è proprietà degli italiani e quindi li state derubando e li state spogliando; non solo il controllore, cioè la Banca d'Italia, diventa controllata dalle banche private e commerciali, e questo ovviamente è una differenza che voi arbitrariamente, in maniera assolutamente cosciente, tendete ad attuare: confondete il controllore con il controllante.
Pertanto, scrivete l'ennesimo condono per i grandi poteri che acquisiranno questo patrimonio.
PRESIDENTE. Concluda.
DIEGO DE LORENZIS. Ho quasi concluso, Presidente. Noi non siamo soltanto indignati e arrabbiati, noi siamo coscienti, siamo coerenti, siamo informati e siamo anche non violenti...
PRESIDENTE. Concluda. Ha esaurito il suo tempo.
DIEGO DE LORENZIS. La prossima volta sul tetto non saliremo noi per salvare la Costituzione ma vorrete salirci voi per prendere gli elicotteri e fuggire alla...
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/1941/149.
Dichiaro aperta la votazione.
DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, sì, intendo intervenire per dichiarazione di voto. Prima mi permetta di portare il saluto dei due marò che ieri e l'altro ieri abbiamo incontrato a New Delhi . È stata una missione compatta di tutto il Parlamento, loro hanno apprezzato questo, chiedono di poter ritornare in Italia il prima possibile e vogliono un'azione concreta da parte nostra.
Tolto questo, tornando invece all'ordine del giorno, ovviamente come lei sa questo decreto-legge prende in esame la revisione della normativa sulla tassazione degli immobili a partire sia dalla seconda rata dell'IMU dovuta per l'anno 2013, sia la modifica della disciplina in materia di alienazione di immobili pubblici e infine una serie di disposizioni normative sulla Banca d'Italia. Ovviamente ora, se scendiamo più nel particolare e andiamo sull'articolo 3 del decreto-legge, esso contiene delle norme dirette a facilitare il processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, quello dello Stato quindi, ma anche quello degli enti territoriali.
Quello che noi chiediamo con l'ordine del giorno e, quindi, impegniamo il Governo ad adottare, per quanto di competenza – quindi c’è da parte nostra anche una certa elasticità – le iniziative legislative affinché siano esclusi dalla trattativa per l'acquisto degli immobili pubblici i soggetti che siano stati condannati o abbiano procedimenti in corso per reati fiscali o tributari.
Come può vedere, questa forse è una di quelle prerogative che, oltre ad essere dal MoVimento 5 Stelle, dovrebbe essere vista come una cosa ottimale da parte di ogni gruppo politico, ecco perché noi chiediamo che questo ordine del giorno sia accolto ma non come raccomandazione, come inizialmente era stato espresso, ma che venga accolto da quest'Aula, perché c’è un senso di onestà morale, di legalità e di giustizia all'interno di questo ordine del giorno. Non possiamo permetterci che qualcuno che abbia dei procedimenti penali o che sia stato condannato possa appropriarsi di dismissioni pubbliche, è come cedere la nostra casa ad un delinquente. Questo non deve essere possibile, pertanto chiediamo un voto unanime su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/1941/150, sul quale il Governo si è rimesso all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, sì, chiedo di parlare per dichiarazione di voto. Signor Presidente, l'altro giorno abbiamo parlato con la Vicepresidente Sereni di coerenza nel PD, che viene a mancare ultimamente, se ce n’è mai stata. Adesso volevo parlare di credibilità.
PRESIDENTE. Io la richiamo ad attenersi all'ordine del giorno.
MASSIMO FELICE DE ROSA. È legato all'ordine del giorno e al...
PRESIDENTE. Partiamo dall'ordine del giorno, per favore.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Per prendere certi provvedimenti bisogna avere una certa credibilità, quindi quel partito del Monte dei Paschi di Siena, il partito de «abbiamo una banca» questa credibilità non mi sembra ce l'abbia. Il partito di Letta, Letta quello che manda i «pizzini» a Monti parlando di miracolo.
PRESIDENTE. No, ma possiamo andare all'ordine del giorno ?
MASSIMO FELICE DE ROSA. Sì, ma è legato, perché sono colleghi nel Bilderberg, dove ci sono tutti i banchieri, dove si fanno gli interessi delle banche. Dunque, questa credibilità non possiamo darla a questo partito.
Ma andiamo all'ordine del giorno. L'ordine del giorno è sul condono. Allora, parliamo dei danni già fatti da questo Governo sul territorio. Io le dico che urbanisti ed esperti hanno rilevato, in questi mesi, come dalle semplificazioni volute con il «decreto del fare» si originano, a livello regionale, preoccupanti effetti sulla pianificazione locale. È successo con il piano casa in Veneto, la seconda regione per cementificazione dopo la Lombardia, che vedrebbe esplodere ulteriore edificazione in aree già densamente edificate, soprattutto di villini e capannoni industriali. La legge regionale, infatti, è impostata prevedendo un sostanziale esproprio del controllo dei comuni e l'accentramento dei poteri dello sviluppo urbanistico, che sono sempre stati di competenza delle amministrazioni comunali. A Milano, invece, si sono verificati numerosi casi di trasformazione senza mantenimento della sagoma, con cui è stato possibile alzare l'originale altezza di un piano ad altezze molto superiori.
Il coordinamento dei comitati italiani per la vivibilità urbana, in particolare il coordinamento dei comitati milanesi e il laboratorio «Carte in regola» di Roma, giudicano le nuove norme come una cancellazione dei cosiddetti standard urbanistici, fra cui la distanza minima di 10 metri che è il pilastro fondamentale di tutela della civile convivenza e dell'igiene nei tessuti abitativi urbani italiani. Si corre il rischio di scardinare le regole di tutela a difesa del paesaggio e dei beni culturali. Aggiungono che potrebbe svilupparsi, come già successo in passato, una densificazione edilizia esagerata che, se replicata legalmente, altererebbe ulteriormente il già precario equilibrio urbanistico della città.
L'errore è chiaro. La semplificazione edilizia sarebbe utile se limitata a favorire solo la riqualificazione energetica degli edifici. In caso contrario, invece, diventa il veicolo di uno sviluppo edilizio ancora più disordinato e opprimente, che modifica la costruzione di eco-mostri, fenomeno largamente presente in Lombardia a causa di norme regionali troppo permissive che hanno consentito di derogare altezze, volumi e sagome degli edifici preesistenti, dando vita a un vero e proprio edilizio.
I comitati si oppongono e chiedono la tutela in particolare del vincolo di sagoma nelle ristrutturazioni. A favore si è anche espresso l'Istituto nazionale di urbanistica, INU, che ne ha ribadito l'importanza. Ma, contro questo vincolo si erano mossi, invece, i costruttori e con la legge sopraccitata è stato soppresso: questo grazie anche al Ministro Lupi e a Comunione e Liberazione. Dobbiamo ringraziarlo proprio per tutte le deroghe che sta dando per l'edilizia.
Abbiamo sentito le vostre scuse per fare passare queste norme all'epoca del «decreto del fare». Poi, abbiamo visto fermarsi il discorso sul consumo di suolo che sembrava essere imminente, urgente, ma tuttora non si muove di un passo. Ora, avete il coraggio di ripresentarvi con un decreto che contiene un condono mirato agli edifici pubblici e recuperato dall'era craxiana (addirittura Craxi siete andati a riesumare, dopo Berlusconi d'altra parte).
Senza ritegno ponete la fiducia e forse la «tagliola». Tutto questo con l'avallo di SEL, la finta opposizione, stampella del Governo nei momenti che contano. Siete ancora grati, probabilmente, dei deputati che vi ha regalato il premio di maggioranza quando eravate in maggioranza, giusto ? Fino a che punto pensate che gli italiani siano fessi ?
PRESIDENTE. Si rivolga a me, per favore.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Tutti vi stanno avvisando ...
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore ! Continui. Si rivolga a me.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Certo, Presidente, questo vale anche per lei. Tutti vi stanno avvisando dei gravi errori che fate consapevolmente le associazioni, gli ordini professionali, i cittadini e il MoVimento 5 Stelle. Quando arriverà il conto non avrete più scuse. Sarete spazzati via da questo Parlamento e saranno i cittadini a farlo !
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/1941/151.
Dichiaro aperta la votazione.
SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, questo ordine del giorno parla di dismissioni degli immobili pubblici e di condono edilizio, due cose che piacciano, per un motivo o per l'altro, sia alla sinistra sia alla destra che anche al centro. Insomma, piacciano un pochino a tutti, diciamo. Sostanzialmente forse ci si scorda che con il condono si richiamano abusi edilizi che a loro volta richiamano catastrofi idrogeologiche.
Cito testualmente alcune parti dell'ordine del giorno. Questo decreto-legge contiene norme dirette a facilitare il processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico dello Stato ed anche degli enti territoriali. Questo passaggio è molto importante. Inoltre estende il condono edilizio agli immobili pubblici acquistati dai privati. Questo va un po’ in contrasto anche con l'articolo 118 della Costituzione, perché in questo modo regioni ed enti locali sono costretti a subire, invece che a governare, le destinazioni urbanistiche del territorio.
Allora con questo ordine del giorno il MoVimento 5 Stelle va ad impegnare il Governo ad adottare ogni provvedimento normativo diretto a restituire agli enti territoriali la capacità di Governo del territorio, anche mediante l'attribuzione delle possibilità di escludere parti del proprio territorio dall'applicabilità della nuova forma di condono edilizio.
Questo è un impegno che noi consideriamo assolutamente di buonsenso, perché capiamo che l'intento del Governo sia quello di fare cassa in tempi immediati miopemente, perché sul lungo periodo la strategia è perdente – questa cosa va sottolineata –, perché la natura riprende i propri spazi e lo fa con tanto di morti e danni miliardari. In questo sono complici sia le politiche del Governo, come nel caso di questo decreto, sia le scelte di molti amministratori locali che ragionano soltanto in termini elettorali, dove l'orizzonte temporale massimo, quando va bene, è limitato a cinque anni, la durata di un'amministrazione, mentre la natura ovviamente si muove su tempi di ritorno ben più ampi, ma poi presenta il conto con gli interessi.
Noi però abbiamo bisogno di credere che non tutti gli amministratori degli enti territoriali siano collusi o scriteriati. Dobbiamo pensare che ci sono anche amministratori e pianificatori più attenti ed oculati. Ed ecco, quindi, il senso del nostro ordine del giorno: se il Governo centrale è così miope, non vede lontano e pensa solo a far cassa nell'immediato, gli amministratori e i pianificatori territoriali sono sul loro territorio e si suppone che ne conoscano le criticità ambientali ed idrogeologiche, si suppone che abbiano un legame più diretto con la cittadinanza.
D'altronde, tecnicamente le zone esposte al rischio di elevata pericolosità sono ben note, in molti casi addirittura si saprebbe anche quali sarebbero gli interventi più efficaci da adottare, ma regolarmente non si riesce ad intervenire attivamente a causa di una carenza strutturale dei fondi. Ed ecco che entra in gioco il nostro ordine del giorno: almeno, se proprio non si riesce ad intervenire attivamente – e si è visto anche ultimamente con la legge di stabilità, in cui si sono riuscite a trovare soltanto briciole per il dissesto idrogeologico – almeno interveniamo passivamente.
Anche se non abbiamo la possibilità economica di intervenire direttamente, almeno diamo la possibilità agli enti territoriali più responsabili, più attenti, più giudiziosi, di difendersi da questa che è una vera e propria aggressione del territorio, restituendo loro la possibilità di governare il loro territorio in modo da garantire la sicurezza e l'incolumità dei loro cittadini e del tessuto produttivo del loro territorio .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/1941/153, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, non accetto la riformulazione e chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Prego.
GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, gentili colleghe, egregi colleghi, siamo qui a cercare di convincere il Governo ad accettare ordini del giorno che diano un minimo di ad un decreto che unisce l'IMU e la svendita della Banca d'Italia: un coacervo orfano di raziocinio. Ebbene, su questo decreto siete riusciti ad ottenere dalla vostra Europa bacchettate sulle mani sia sul metodo sia nel merito del provvedimento.
Nella relazione della BCE, la tiratina di orecchie di Mario Draghi al suo ex collega Saccomanni, rinominato «Saccodanni», che prima di diventare Ministro, ricordiamolo, sedeva al vertice della Banca d'Italia, parte dell'eurosistema, è lampante. Quando l'Unione europea impone l’, vi crogiolate nel «ce lo chiede l'Europa»; quando, invece, arrivano i rimbrotti perché quello che state ostinatamente perpetrando può comportare un trasferimento di risorse finanziarie agli azionisti, ovvero alle banche private, citando testualmente dalla relazione della BCE, fate orecchie da mercanti.
Nel chiedervi di approvare il mio ordine del giorno, che punta all'affidamento in locazione, e non alla vendita, dei terreni a vocazione agricola di proprietà dello Stato e degli enti locali ai giovani imprenditori agricoli, vi invito, per una volta, almeno, in questo Parlamento, a non utilizzare l'agricoltura come un settore da cui pescare per recuperare i denari da elargire a destra e a manca, ma a sostenerla per garantire un futuro roseo a quel poco vero che ci rimane, ovvero l'agroalimentare .
Per questo abbiamo bisogno di un ricambio generazionale, di una visione del futuro del settore, concedendo ai giovani imprenditori e agricoltori il primo insediamento. Insomma, regalate alle banche private, togliete risorse ad altre misure e settori e spacciate questo andazzo, grazie alla vostra stampa, come un provvedimento che, se decade, costringe gli italiani a pagare la seconda rata dell'IMU. Voglio ricordare a lei, Presidente, e a tutti gli italiani che affermare che il MoVimento 5 Stelle, lottando per far decadere questo decreto, farà pagare l'IMU agli italiani è semplicemente una menzogna !
Falsità, inganni, menzogne, bugie, false minacce: questo è il vostro modo di operare, questo è il vostro modo di essere onorevoli ! Potevate appoggiare l'emendamento del MoVimento 5 Stelle in Commissione finanze per l'abolizione anche della mini-IMU, coprendolo con un aumento del prelievo sul gioco d'azzardo, e lo avete bocciato . Il Governo, poi, il giorno in cui decade un decreto, può emanarne un altro che regolamenti le situazioni intermedie, proprio come avete già fatto il 30 dicembre scorso con il «salva Roma» decaduto, e non volete farlo.
Il collega Toninelli vi ha appena illustrato l'alternativa dello spacchettamento e non si è ancora capito cosa volete fare. Vi ha anche proposto la possibilità di una legge di iniziativa parlamentare, da approvare in pochissimo; anche qui, non si sa ancora nulla.
Questo giocare alle falsità, alle menzogne, non vi fa onore, e non fa onore a lei, Presidente, così stimata e apprezzata nel mondo soprattutto dai più deboli e indifesi.
Vi chiedo, dunque, di votare favorevolmente il mio ordine del giorno per rendervi un minimo onorevoli in quest'Aula .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/1941/154.
Dichiaro aperta la votazione.
SALVATORE MICILLO. Signor Presidente, no, non accetto. Utilizzare risorse pubbliche per rafforzare il sistema bancario-creditizio italiano: questa è la sintesi del decreto-legge. Ma vediamo nello specifico come viene strutturato questo passaggio agli istituti di credito italiani. Gli strumenti utilizzati sono sostanzialmente due: il primo strumento è l'aumento del capitale della Banca d'Italia che si ripercuote nella distribuzione dei dividendi; il secondo strumento è l'acquisto da parte della stessa Banca d'Italia delle quote di partecipazione superanti il 3 per cento del capitale sociale della stessa Banca.
Per comprendere il primo meccanismo citato è necessario fare delle precisazioni. Il capitale di Banca d'Italia, attualmente posseduto dalle maggiori banche italiane, viene aumentato dagli attuali 156.000 euro fino a 7,5 miliardi di euro. Ma chi beneficia di questo aumento di capitale ? I soci, naturalmente.
Tuttavia, non dobbiamo ragionare secondo le logiche civilistiche che governano le società per azioni di diritto civile. Infatti, la Banca d'Italia è un istituto di diritto pubblico e pertanto i meccanismi che ne regolano il funzionamento sono diversi rispetto ai meccanismi civilistici. L'operazione in parola si figura, infatti, come un vero e proprio trasferimento di ricchezza da parte dello Stato e a favore delle banche socie, trasferimento di ricchezza che vale 7,5 miliardi di euro.
A fronte di questo trasferimento di ricchezza, le banche socie di Bankitalia dovranno pagare un'imposta sostitutiva del 12 per cento sull'incremento che le loro partecipazioni hanno avuto. Ma chi paga questo aumento di capitale ? È presto detto: è la stessa Banca d'Italia. Le quote di Bankitalia davano il diritto a percepire i dividendi nella misura fissata dallo statuto, pari al 10 per cento del capitale sociale. Tradotto in soldoni significa una distribuzione di dividendi per una cifra pari a circa 15.000 euro, 10 per cento di circa 156.000 euro. Pertanto, quindi, un aumento del capitale sociale fino a 7,5 miliardi si ripercuote in modo corrispondente sui dividendi che i soci hanno diritto di percepire.
Il decreto del Governo stabilisce che tali dividendi possono arrivare fino al 6 per cento del capitale sociale: tradotto in termini monetari significa aumentare i dividendi da circa 150.000 fino a circa 450 milioni di euro, il 6 per cento di 7,5 miliardi di euro. In cambio di tutto questo, le banche pagheranno, come detto, un'imposta sostitutiva del 12 per cento sulla plusvalenza. Pertanto, nelle casse dello Stato entrano immediatamente 900 milioni, il 12 per cento di 7,5 miliardi, a fronte di una minore entrata di 450 milioni annui a partire dal prossimo anno.
Il secondo strumento attraverso il quale il Governo regala liquidità alle banche è il seguente. Il decreto-legge prevede, una volta effettuato l'aumento di capitale, un limite massimo alle singole quote della Banca d'Italia che ogni singolo socio può possedere, limite individuato nel 3 per cento del capitale della Banca. Questo significa che molte quote dovranno essere vendute dai soci di Bankitalia e tali quote potrebbero finire in mano a soggetti controllati da banche straniere. In altre parole, si rischia un altro colpo alla nostra sovranità economica. Banche tedesche potranno diventare socie di Bankitalia.
«La BCE prende atto che la possibilità per la Banca d'Italia di effettuare tali operazioni può comportare un trasferimento di risorse finanziarie agli azionisti». Queste parole non sono mie, sono del presidente della BCE Mario Draghi, il quale così si è espresso a pagina 5 del parere che è stato inviato relativamente all'operazione in oggetto. In sostanza, la BCE richiama l'attenzione sul potenziale costo a carico della Banca centrale di quella operazione a favore dei suoi azionisti.
Praticamente Bankitalia si è impegnata al riacquisto delle proprie azioni nel caso in cui le banche non dovessero trovare acquirenti sul mercato. A quale prezzo avverrà il riacquisto ? Non è immaginabile che, dopo aver stimato il valore in 7,5 miliardi di euro, Bankitalia acquisti le azioni a un prezzo inferiore.
Questo passaggio merita, però, attenzione. Qualora non mi fossi spiegato bene, l'acquisto da parte della Banca d'Italia delle quote di partecipazione eccedenti il limite del 3 per cento sarà un costo a carico dello Stato...
PRESIDENTE. Concluda. Il suo tempo è scaduto, concluda.
SALVATORE MICILLO. A pagare sarà il bilancio dello Stato, cioè i contribuenti, visto che, sempre da statuto, gli utili di Bankitalia non distribuiti ai soci vengono versati allo Stato stesso .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/1941/155.
Dichiaro aperta la votazione.
FEDERICA DAGA. Signor Presidente, questo ordine del giorno parla dei principi di trasparenza e di pubblicità dei dati. Infatti, l'ordine del giorno dice che si impegna il Governo ad adottare, per quanto di competenza, le iniziative, anche legislative, finalizzate a rispettare gli obblighi di pubblicità e trasparenza delle retribuzioni e degli emolumenti del Governatore della Banca d'Italia e dei membri del direttorio. A tal fine, qualsiasi forma di compenso, qualsiasi titolo corrisposto ai predetti soggetti deve essere conoscibile mediante pubblicazione sul sito Internet istituzionale della Banca d'Italia.
Quindi, parliamo di pubblicità dei dati e di trasparenza. Ciò è anche previsto da quello che è il testo unico degli enti locali, che non viene purtroppo rispettato in alcune parti di sua competenza. Gli enti locali sono quelle amministrazioni più vicine alla cittadinanza e nei confronti dei cittadini è prevista la pubblicità dei consigli comunali, anche se non viene garantita questa pubblicità.
Faccio un esempio, che mi auguro non sia ripetuto in altri comuni o enti locali in genere. È quello di Roma.
A Roma si è travisato, nel tempo, un articolo del testo unico che dice che, in casi straordinari e in caso di eventi particolari, l'aula viene limitata agli ingressi. In pratica il presidente del consiglio può limitare gli ingressi del pubblico e in sala Giulio Cesare è possibile far entrare solamente due persone, due cittadini per ogni consigliere comunale presente in quel momento in aula. Viene presa una lista di nomi su un foglio volante – purtroppo questo era il sistema – che viene messo al vaglio del presidente del consiglio comunale, che dà o meno il permesso di entrare. Questo significa che, se non conosci un consigliere comunale, in sostanza non puoi avere accesso alla seduta di consiglio. E questo succede tutte le volte che il consiglio tratta di temi cari ai movimenti e ai cittadini e si tratta poi di invarianza al piano regolatore (lo abbiamo visto nelle ultime sedute), dismissione di patrimonio pubblico, vendita dei servizi pubblici locali, vendita dell'acqua, vendita e non svendita, perché non esistono i saldi sui beni comuni.
Ora, il TUEL, il testo unico, prevede appunto la pubblicità del consiglio, e magari, dico io, ci fosse la diretta su tutti i siti degli enti locali, l