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Giovedì 21 Marzo 2013 ore 15:00
Seduta di assemblea numero 2 della XVII legislatura
Resoconto stenografico
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Seduta di assemblea numero 2 della XVII legislatura del 21/03/2013
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- Missioni
- Annunzio dell'elezione del Presidente del Senato
- Gruppi parlamentari (Annunzio della costituzione e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento)
- Votazione per l'elezione di quattro Vicepresidenti, di tre Questori e di otto Segretari
- In ricordo del Capo della Polizia Antonio Manganelli
- La seduta, sospesa alle 19,55, è ripresa alle 22,40
- Comunicazione del risultato della votazione per l'elezione di quattro Vicepresidenti, di tre Questori e di otto Segretari
- Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento
- presidente BOLDRINI Laura
- VERINI Walter (PD)
- CICCHITTO Fabrizio (PdL)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- BRUNETTA Renato (PdL)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- MOGHERINI Federica (PD)
- CAPARINI Davide (LNA)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- BALDELLI Simone (PdL)
- LUPI Maurizio (PdL)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- CAPARINI Davide (LNA)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato CAPARINI DAVIDE (LEGA NORD E AUTONOMIE)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato CAPARINI DAVIDE (LEGA NORD E AUTONOMIE)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- BALDELLI Simone (PdL)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- LUPI Maurizio (PdL)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- BRUNETTA Renato (PdL)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Deputato BRUNETTA RENATO (IL POPOLO DELLE LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Presidente BOLDRINI LAURA
- Su un lutto del deputato Giuseppe Romele
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, la deputata Bergamini è in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Risulta pertanto in missione un solo deputato, il cui nominativo sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato mi ha inviato, in data 16 marzo 2013, la seguente lettera:
«Onorevole Presidente,
mi pregio informarLa che, nella seduta odierna, il Senato della Repubblica mi ha eletto Presidente e che, nella seduta stessa, ha avuto luogo il mio insediamento.
Con i migliori saluti.
Pietro Grasso». .
PRESIDENTE. Chiedo al deputato segretario provvisorio di dare lettura dell'apposito elenco.
LORENA MILANATO, legge:
comunico che, ai sensi dell'articolo 14, commi 1 e 4, del Regolamento, si sono costituiti i seguenti gruppi parlamentari, con la riserva di procedere successivamente alle nomine dei componenti mancanti dei rispettivi uffici di presidenza o comitati direttivi, nomine delle quali sarà data comunicazione all'Assemblea:
PRESIDENTE. Chiedo al deputato segretario provvisorio di dare lettura dell'elenco.
LORENA MILANATO, legge:
comunico inoltre che è stata autorizzata, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, del Regolamento, la formazione delle seguenti componenti politiche nell'ambito del gruppo parlamentare Misto:
Maie-Movimento Associativo italiani all'estero (in rappresentanza del movimento MAIE), cui aderiscono i deputati Ricardo Antonio Merlo, Renata Bueno e Mario Borghese (richiesta pervenuta in data 20 marzo 2013). Il deputato Ricardo Antonio Merlo ne è stato designato rappresentante;
Centro Democratico, cui aderiscono i deputati Bruno Tabacci, Pino Pisicchio, Carmelo Lo Monte, Roberto Capelli e Aniello Formisano, eletti nelle liste dell'omonimo movimento politico (richiesta pervenuta in data 21 marzo 2013). Il deputato Aniello Formisano ne è stato designato rappresentante;
Minoranze Linguistiche, cui aderiscono i deputati Daniel Alfreider, Renate Gebhard, Mauro Ottobre, Albrecht Plangger e Manfred Schullian, eletti nella lista SVP nella circoscrizione Trentino-Alto Adige (richiesta pervenuta in data 21 marzo 2013). Il deputato Daniel Alfreider ne è stato designato rappresentante.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per schede per l'elezione di quattro Vicepresidenti, di tre Questori e di otto Segretari.
Conformemente alla prassi relativa alle votazioni per schede, la chiama sarà effettuata secondo l'ordine alfabetico. A ciascun deputato saranno consegnate tre schede per l'elezione rispettivamente dei Vicepresidenti dei Questori e dei Segretari .
A norma dell'articolo 5, comma 2, del Regolamento, ciascun deputato può scrivere sulla propria scheda non più di due nomi per i Vicepresidenti e per i Questori e non più di quattro per i Segretari.
Le schede eventualmente recanti un numero di nomi superiore a quello fissato saranno dichiarate nulle. La nullità del voto riguardante uno dei nominativi indicati non comporterà automaticamente la nullità del voto riguardante l'altro o gli altri nominativi.
Le preferenze espresse in favore di deputati aventi lo stesso cognome non saranno considerate valide ove non rechino anche il nome del deputato ovvero quantomeno la lettera iniziale del nome o il gruppo di appartenenza. Saranno eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti.
Per agevolare il computo dei voti ogni deputato deporrà le schede in tre urne distinte, collocate al di fuori della cabina di voto. Nella seduta odierna, per quanto concerne la chiama e, in generale, lo svolgimento della votazione, le funzioni di Segretari saranno svolte dai quattro Segretari provvisori già individuati nella seduta del 15 marzo. Le operazioni di scrutinio saranno invece effettuate da dodici deputati estratti a sorte ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del Regolamento.
Estraggo quindi a sorte i nomi dei dodici deputati componenti la commissione di scrutinio. Vorrei pregare i deputati che saranno sorteggiati, che sono presenti in Aula, di voler dare un cenno di assenso.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione e invito la commissione di scrutinio a procedere nella sala dei Ministri allo spoglio delle schede.
PRESIDENTE. Vi chiedo ora, colleghi e colleghe deputati, a conclusione della nostra operazione di voto e prima di recarmi alla camera ardente, di ricordare insieme un uomo che ha servito, con grande dedizione, le istituzioni : il prefetto Antonio Manganelli, Capo della polizia di Stato, che ieri ci ha lasciato e al quale sabato sarà dato l'ultimo saluto.
Una vita dedicata a lottare in modo strenuo contro la criminalità. Un attaccamento al dovere che non è venuto meno neanche negli ultimi tempi, quando la malattia lo aveva già colpito. Un poliziotto che aveva saputo rifondare la credibilità delle istituzioni, mostrando la non comune capacità di chiedere scusa. Vi chiedo di tributargli l'omaggio di un minuto di silenzio .
ANGELINO ALFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELINO ALFANO. Signor Presidente, la ringraziamo per avere concesso questo ricordo e questo momento importante all'Aula, che consente a tutti noi di ricordare un uomo che si è connotato per avere sempre servito le istituzioni senza mai essersi servito delle istituzioni.
Ricordiamo la sua passione, il suo sorriso, la sua competenza, la sua onestà, nel contrastare la criminalità organizzata. Potrei citare tanti ricordi personali, nei miei tre anni da Ministro della giustizia, di collaborazione, le telefonate per l'arresto dei boss latitanti, la sua intuizione e il suo contributo nella creazione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, il contributo alle norme di contrasto alla alla mafia, alla camorra. Ricorderei solo una parte della sua biografia, perché la sua biografia è troppo complessa per essere ricordata in due minuti. Quello che vi è di certo è che il nostro Paese perde un grande servitore e nella memoria di questo Paese resterà nitido il ricordo di un uomo che è stato un grande italiano, un vero italiano, che con passione ha combattuto ciò che disonora l'Italia .
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, aggiungo anche il nostro cordoglio alle parole espresse da lei e dal collega Angelino Alfano per un uomo che ha saputo e che ha dimostrato, in anni di onorato servizio a vantaggio della nostra collettività, un grande senso dello Stato.
Come lei ha ricordato, nella sua carriera da poliziotto, da funzionario di polizia, da questore, da prefetto e poi da responsabile di tutte le forze di polizia in questo Paese, ha servito con grande senso dello Stato, con grande senso delle istituzioni, con grande determinazione, con grande coraggio, anche affrontando, nella sua lunga e dolorosa malattia, la consapevolezza delle fatiche che stava sopportando, tenendo sempre a mente la grande responsabilità che aveva in un periodo difficile per il nostro Paese e in un periodo così complesso.
Allora, volevamo far giungere, anche noi, le nostre parole di cordoglio alla famiglia, ai suoi uomini, che gli volevano bene, gli erano affezionati, lo chiamavano «Capo» con un senso di appartenenza, non solo con un senso di gerarchia. E vogliamo fare arrivare anche noi, da parte del nostro gruppo e del nostro partito, parole di commozione
NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Anche il gruppo della Lega Nord si unisce ovviamente al cordoglio per la scomparsa di Antonio Manganelli e vogliamo ricordare Antonio Manganelli con le parole e con il pensiero di colui il quale ha conosciuto e ha collaborato per tre anni e mezzo al Ministero dell'Interno proprio con Antonio Manganelli, ovvero l'attuale governatore della Lombardia Roberto Maroni: Antonio Manganelli è stato un grande servitore dello Stato, è stato un grande uomo di Stato, è stato un grande uomo. E quindi credo che in questo momento, sicuramente particolare, anche da parte del gruppo della Lega Nord ci si associa nel ricordo di un uomo che ha dedicato la propria vita per la sicurezza del nostro Paese, ottenendo risultati importanti, straordinari, con grande senso dello Stato, con grande abnegazione, dedicando la propria vita al tema della sicurezza. E quindi tutto il gruppo della Lega Nord si associa al cordoglio di questa Aula
NICHI VENDOLA. Chiedo di parlare
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICHI VENDOLA. Un dolore grande, Signor Presidente, un dolore sincero. Antonio Manganelli ha lottato sempre. Contro la criminalità organizzata. Contro le mafie. In questi ultimi anni, contro quella malattia. L'ha affrontata a viso aperto, l'ha sfidata, l'ha raccontata. È difficile trovare le parole giuste quando scompare una persona che è riuscita ad essere Capo della Polizia e a mantenere quelle doti di umanità, di cordialità, di simpatia, di serenità d'animo, di equilibrio. Ricorderemo Antonio Manganelli come uno dei più raffinati investigatori antimafia, come un servitore della democrazia e non come un servo del potere. Avremo nostalgia di un uomo che ha saputo anche, a nome e per conto della Polizia di Stato, chiedere scusa quando la Polizia di Stato è stata coinvolta in episodi disdicevoli. Ricorderemo soprattutto questa attenzione che egli ha sempre avuto per ogni singolo poliziotto, per ogni singolo essere umano. Essere Capo della Polizia e avere il culto dei diritti delle persone è stato veramente il miracolo laico che ha compiuto un uomo che oggi salutiamo con dolore .
LORENZO DELLAI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Signora Presidente, anche il nostro gruppo parlamentare sia associa alle sue parole e a quelle dei colleghi e desidera esprimere un ricordo veramente commosso del prefetto Manganelli. Lo ricordiamo, come è stato detto, come un grande servitore dello Stato, come una persona che ha concorso in maniera determinante ad affermare la cultura della sicurezza, della legalità e lo ricordiamo anche come persona che ha affrontato con coraggio le ultime fasi della sua vita. Esprimiamo dunque alla famiglia e a tutta la comunità della Polizia dello Stato il nostro ricordo e la nostra commozione. Io penso anche che sia utile cogliere da parte nostra, nell'avvio di questa legislatura, all'interno di questa Aula che rappresenta la comunità nazionale, il fatto che quando ci riferiamo alle istituzioni ci riferiamo anche a tanti servitori dello Stato che svolgono con grande correttezza e con grande impegno il loro lavoro. Penso che questo ricordo ci aiuti anche a fare, noi, meglio il nostro lavoro
ROBERTA LOMBARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, il gruppo parlamentare della Camera MoVimento 5 Stelle esprime il proprio cordoglio per la morte del Capo della Polizia di Stato Antonio Manganelli.
In questa sede vogliamo rendere onore all'onestà intellettuale di Manganelli, che il 26 luglio 2011 intervenne sul per rispondere ad una lettera aperta relativa alle inaccettabili violenze accadute nella scuola «Diaz» di Genova.
Vogliamo ricordare Manganelli con le sue stesse parole espresse in quella sede: «È prioritaria l'esigenza di ripristinare il corretto rapporto tra cittadino e poliziotto, laddove questo risultasse incrinato per qualsiasi ragione. Il rapporto corretto, diretto e partecipato tra cittadini e Polizia di Stato è alla base della nostra idea di legalità e rispetto delle leggi in uno Stato di diritto e democratico».
Esprimiamo così il nostro cordoglio alla famiglia e vogliamo ricordare così Antonio Manganelli
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, sospendo la seduta fino al termine delle operazioni di scrutinio, così io mi recherò alla camera ardente.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di quattro Vicepresidenti:
Presenti e votanti 615
WALTER VERINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI. Signor Presidente, grazie di avermi dato la parola anche se a quest'ora tarda. In questi giorni personalità, alcuni esponenti politici, tra cui il nostro collega Ivan Scalfarotto, e organi d'informazione hanno denunciato all'opinione pubblica e all'attenzione delle istituzioni il caso di un detenuto, un detenuto affetto da sclerosi multipla con emiparesi spastica emisoma destro che lo obbliga a deambulare con il solo uso del bastone. È un detenuto che soffre anche di ipertensione arteriosa e di una grave insufficienza renale cronica prossima alla dialisi, di diabete mellito. È affetto anche da una pregressa angina con interessamento ai tre vasi coronarici, da una progressiva mielopatia compressiva del midollo cervicale che aggrava l'emiparesi del braccio destro, una fenomenologia tipica delle malattie come la sclerosi multipla. A questo detenuto sono stati negati gli arresti domiciliari e in questi giorni è rinchiuso nel reparto detentivo dell'ospedale Pertini. Giace nello stesso letto dove morì Stefano Cucchi, uno dei casi più terribili e inquietanti dell'inferno carceri in Italia.
Questo detenuto ha un nome famoso e importante, Angelo Rizzoli, ma non parliamo di un nome, parliamo di un uomo, di una persona, una persona gravemente malata. Noi rispettiamo sinceramente la magistratura e la sua autonomia, ma questo non ci impedisce, non ci può impedire, di denunciare situazioni come questa. Penso anch'io che negare i domiciliari a una persona in queste condizioni sia incredibile. L'impressione è quella di un accanimento immotivato e privo di umanità. Queste cose – e concludo – riguardano in questo momento Angelo Rizzoli, ma saranno decine e decine i casi di giustizia non giusta, di abnorme carcerazione preventiva, di permanenza in carcere in condizioni bestiali come più volte il Presidente della Repubblica, Napolitano e le istituzioni europee hanno denunciato. Ed io considero un segnale di straordinario rilievo l'annuncio che proprio oggi Papa Francesco ha fatto di recarsi per il Giovedì santo nel carcere minorile di Casal del Marmo.
Per questo, Presidente, la prego di raccogliere l'appello di tante persone, a partire da quello, particolarmente significativo, di Ilaria Cucchi, e di rappresentare, urgentemente, questi sentimenti in tutte le sedi proprie; sentimenti che, credo, siano condivisi da tutti, da tutta l'Aula, sulla situazione del detenuto Angelo Rizzoli nel quadro della drammatica situazione delle carceri italiane, non degna di un Paese civile .
FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il mio intervento sarà più breve perché condivido pressoché interamente quello che ha detto poco fa l'onorevole Verini. Aggiungo anche che il sottoscritto e il presidente Brunetta hanno un elemento in più da aggiungere; infatti, oggi, ci siamo recati presso il reparto detentivo del Pertini e abbiamo visitato il dottor Angelo Rizzoli. L'immagine e l'impressione che abbiamo avuto è stata violentissima e la domanda che mi sono posto, che ci siamo posti è che se l'istituto degli arresti domiciliari non si applica nei confronti di una persona che è nelle condizioni drammatiche in cui si trova il dottor Angelo Rizzoli, non capisco più il senso di questo istituto, il senso di questa norma; ciò, soprattutto, per una fattispecie per di più così complessa, dal punto di vista medico, come è stata enumerata poco fa dall'onorevole Verini. Rispetto a questo si va oltre le polemiche che tradizionalmente intervengono fra di noi sul tema giudiziario e ci si attiene ad una questione che lei, Presidente, aveva anche posto nel suo intervento di apertura dei nostri lavori relativa alla condizione dei detenuti, al di là del nome, ma in questo caso non c’è soltanto un nome, c’è una persona che si trova in una condizione drammatica già di per sé, anche se non fosse ristretto in una situazione carceraria, figurarsi nella situazione in cui si trova.
Dobbiamo anche, aggiungo, alla coscienza dei medici del Pertini, che hanno rilevato un peggioramento delle condizioni di Angelo Rizzoli, se sono potuti intervenire perché, altrimenti, oggi, sulla base di quello che si era stabilito, Angelo Rizzoli sarebbe stato portato in un carcere; ciò in una situazione nella quale lui è stato visto per un attimo dal GIP e non è stato ancora interrogato dal pubblico ministero il quale, a quanto sembra, attraversa un periodo di studio per cui non si applica sull'argomento. Signor Presidente, la prego di farsi interprete di una situazione che è aberrante e che per di più evoca il caso Cucchi. Va a merito della sorella di Cucchi il fatto che lei si stia battendo proprio sul tema del dottor Angelo Rizzoli perché, al di là delle posizioni politiche, delle storie personali, dei nomi e così via, ci troviamo in una condizione di assoluta disumanità che richiede un intervento immediato, anche perché il deterioramento della situazione di questa persona è un deterioramento che si coglie ad occhio nudo ed è stato colto correttamente dai medici del Pertini .
PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, condivido in pieno queste preoccupazioni e mi farò carico di interessarmi di questo presso il Governo.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, nella Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, 20 marzo, unanimemente, gli stessi presidenti avevano chiesto che il Governo riferisse sull'ultimo Consiglio europeo, sulla crisi bancaria a Cipro e sulla vicenda dei Marò come si era andata configurando dopo la decisione del Governo Monti di non riconsegnare all'India i Marò stessi, contravvenendo agli accordi intercorsi fino ad allora.
La Presidente, oggi pomeriggio, ci ha comunicato che il Governo riferirà sulla vicenda del Consiglio europeo, al Senato mi pare alle ore 15, e presso quest'Aula alle ore 17,30, posponendo gli altri due argomenti nei giorni successivi. Fin qui la normalità rispetto a un calendario ed a una sequenza di eventi. Nel tardo pomeriggio di oggi veniamo a conoscenza di una notizia sconcertante: il Governo, contravvenendo alla decisione presa, ha deciso di restituire, riconsegnare, i nostri Marò all'India; devo dire con una decisione incomprensibile. Ripeto ancora, sconcertante ! Ciò ci porta a fare delle valutazioni amare circa la credibilità di questo Governo, circa la confusione mentale di questo Governo, che produce danni al nostro Paese. Danni di credibilità, danni materiali (pensiamo a tutta la vicenda Finmeccanica), danni nell'opinione pubblica nazionale, internazionale e indiana (pensiamo ai nostri interessi in India), ma soprattutto – e la cosa è ancora più grave – danni ai nostri due Marò che, dopo questo giro di valzer, si ritrovano in una condizione assolutamente debole nei confronti delle autorità giudiziarie indiane e nei confronti dell'opinione pubblica indiana.
A questo punto, la sequenza temporale del riferire del Governo in quest'Aula non può essere quella che si era ipotizzata nella normalità degli eventi. Per questo noi chiediamo che al più presto, lunedì, il Presidente del Consiglio – non questo o quel Ministro o questo o quel sottosegretario – venga a riferire in quest'Aula, perché questa è la responsabilità del Presidente Monti. Deve dar conto di tutta questa vicenda, soprattutto delle ultime, gravissime, inaudite, sconcertanti azioni che questo Governo ha compiuto sulla pelle, intanto, innanzitutto e soprattutto, dei nostri Marò, ma soprattutto e anche per la credibilità del nostro Paese che, oso dire, mai aveva toccato un livello così basso negli ultimi decenni .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Brunetta. Ci sono altri due interventi su questo tema: ha facoltà di parlare l'onorevole Mogherini Rebesani.
FEDERICA MOGHERINI. Signor Presidente, sarò molto breve, anche vista l'ora e la giornata pesante che abbiamo avuto tutti noi. Intervengo soltanto per dire che ci associamo alla richiesta fatta che il Governo riferisca al più presto in Aula sulla vicenda dei Marò, sottolineando che non crediamo siano soltanto gli sviluppi delle ultime ore il tema, ma tutta la sua genesi, la sua origine triste, tristissima, nelle acque in cui si svolse l'iniziale tragedia. Parte da lì il tema.
Crediamo sia indispensabile che il Governo riferisca, perché nelle ultime due, tre settimane effettivamente c’è stata un'assenza – ovvia – di comunicazione del Governo alle Camere, prima perché le Camere erano sciolte e poi, in questi ultimi giorni, per altri motivi. Non è soltanto l'accelerazione di queste ultime ore a preoccuparci, ma soprattutto quello che è successo nelle ultime settimane rispetto a questa vicenda che è rimasto poco chiaro, e che, pensiamo, vada non soltanto reso esplicito in sede istituzionale, ma anche e possibilmente indirizzato con un atto di indirizzo, appunto, di queste Camere ad un Governo che sta operando in nome e in rappresentanza di tutta la nazione .
DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, anche la Lega Nord chiede che il Governo al più presto – l'occasione di lunedì potrà essere auspicata quanto necessaria – riferisca alle Camere per quanto riguarda la decisione di riconsegnare i nostri militari alle autorità indiane, una decisione che denota perlomeno incompetenza, in quanto è stata presa con evidente superficialità, mettendo in grave difficoltà la posizione dei nostri militari nei confronti delle autorità indiane e anche coprendo di ridicolo il nostro Paese. Inoltre, volevamo anche capire i tempi e le modalità, sempre sull'ordine dei lavori, per quanto riguarda la richiesta avanzata dal nostro gruppo di sapere quando sarà possibile addivenire a un completamento dell'Ufficio di Presidenza così com’è previsto dall'articolo 5 del nostro Regolamento in modo tale che quest'ultimo sia a tutti gli effetti completo e quindi possa addivenire a successive deliberazioni in quanto, come è noto al Presidente, ad oggi alcuni gruppi presenti in quest'Aula non hanno avuto modo, con la recente votazione, di essere rappresentati.
PRESIDENTE. Mi rendo conto di queste istanze e quindi mi farò carico di fare delle dovute sollecitazioni per fare in modo che il Governo venga a riferire prima possibile, quindi esporrò questo bisogno di accelerare con i tempi.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Baldelli.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, siccome credo che il Vicepresidente Lupi abbia in mente di intervenire anche in relazione all'ultimo argomento toccato dal collega Caparini cedo volentieri il posto al collega Lupi.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Lupi, ha facoltà di parlare.
MAURIZIO LUPI. Grazie Presidente, ringrazio anche l'onorevole Baldelli. Il mio è un richiamo al Regolamento, perché lei correttamente nell'annuncio del risultato delle votazioni che si sono appena svolte ha sottolineato che, come previsto dall'articolo 5 del Regolamento, commi 3 e 4, non siamo nel pieno del funzionamento dell'Ufficio di Presidenza, proprio perché, lo sottolineo, siamo all'insediamento di questo Ufficio di Presidenza, al suo primo atto, e quindi il fatto che almeno un gruppo, che è regolarmente costituito, non sia rappresentato nell'Ufficio di Presidenza ovviamente non da atto alla formazione completa di questo Ufficio di Presidenza.
Contemporaneamente lei, però, ha annunciato di aver convocato domani mattina l'Ufficio di Presidenza stesso; è evidente che le due cose sono in contraddizione l'una con l'altra, e glielo dico proprio per l'esperienza che ho fatto in questi cinque anni, l'aver apprezzato cosa vuol dire nelle istituzioni, come il Parlamento, il rispetto puntuale dei Regolamenti, perché non sarà una forma se è previsto che nell'Ufficio di Presidenza siano rappresentati tutti i gruppi regolarmente costituiti ed eletti e quindi in rappresentanza del nostro popolo. Ovviamente ricordo che c’è sempre stata non solo questa consuetudine, appena eletto l'Ufficio di Presidenza di convocarlo – ma proprio perché era nel suo pieno completamento – nella giornata immediatamente vicina alla elezione dello stesso. Qui però siamo in un caso assolutamente diverso e affermare che ci sia una convocazione formale dell'Ufficio di Presidenza quando questo non è nel suo pieno completamento e quindi nella sua piena funzionalità, mi sembra creare un precedente per il Parlamento, non in funzione dell'eventuale cortesia, ovviamente, del fatto che domani ci si possa trovare anzitutto per fare gli auguri a lei – non l'abbiamo ancora fatto – e farseli vicendevolmente, ma per entrare nel pieno funzionamento del lavoro anche formale, a partire dalle sue comunicazioni e dal modo con cui l'Ufficio di Presidenza vorrà organizzare il proprio lavoro e darsi le proprie priorità. Credo che domani non possa essere assolutamente convocato un Ufficio di Presidenza, ma che si debba, come ha detto l'onorevole Caparini, procedere urgentemente, anche perché abbiamo tante cose importanti da affrontare, alla convocazione di una Assemblea della Camera per l'elezione e il completamento dell'Ufficio di Presidenza, così da procedere poi formalmente al tutto.
Quindi, non è solo una richiesta formale la mia, ma è una richiesta sostanziale. Dal mio punto di vista e, quindi, dal punto di vista del nostro gruppo, domani non può essere convocato alcun Ufficio di Presidenza ma, ovviamente, siamo, invece, disponibili a qualsiasi incontro informale che si volesse fare con lei, anche per iniziare, magari, non solo a conoscerci, ma anche a discutere. Ma, il tutto può essere solo nella pura informalità e non nella pienezza della convocazione dell'organo.
PRESIDENTE. Onorevole Lupi, ha ragione. Difatti, non si intendeva avviare formalmente i lavori, ma fare un'informativa. Non prenderemo nessuna decisione domani.
DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, l'informativa – mi scusi – non la trovo nel Regolamento. O è una convocazione formale o è una convocazione informale.
PRESIDENTE. Noi l'avevamo comunicato già e quello che posso dirle è che noi non prenderemo decisioni. Dunque, qual è il problema che osta ?
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, a tutela del gruppo che mi pregio di rappresentare, dato che l'Ufficio di Presidenza, a norma del Regolamento ha i pieni poteri nel momento in cui tutti i gruppi sono rappresentati, ovviamente mi preoccupo di tutelare i diritti dei miei colleghi che rappresento ed essere certo che quella di domani sarà qualsiasi cosa, ma non una convocazione dell'Ufficio di Presidenza, a cui il mio gruppo ha diritto, in base al Regolamento, di partecipare.
PRESIDENTE. Quando noi l'abbiamo convocato non vi è stata nessuna obiezione a questo.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, la convocazione è avvenuta nel momento in cui ha proclamato l'Ufficio di Presidenza. Prima, come lei ben sa, non è possibile convocare alcunché, perché non vi erano eletti. Mi scusi, ma questo è un punto che mi sembra lapalissiano e che mi sembra quasi superfluo sottolineare. Non vorrei offendere la sua intelligenza.
PRESIDENTE. Dunque, penso che la prassi ci possa consentire questo. Le faremo avere anche un'informazione documentata sui precedenti. Domani, riterrei di procedere con questo incontro, nel quale noi non prenderemo alcuna decisione.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, prima di fare un intervento sull'ordine dei lavorimi unisco all'intervento del collega Lupi sul richiamo al Regolamento, nel senso che a questo punto non si è capito se quello di domani è, probabilmente, un Ufficio di Presidenza oppure è una riunione informale che il Presidente fa con i componenti eletti dell'Ufficio di Presidenza, ma non è una riunione dell'Ufficio di Presidenza. Se così è, mi pare di capire che non vi sia questione. Se dovesse essere, invece, una convocazione dell'Ufficio di Presidenza rileva la questione sollevata dal collega Lupi. Quindi, su questo punto la invito a darci un elemento di chiarezza.
Quanto, Presidente, all'intervento che intendevo svolgere sull'ordine dei lavori, era semplicemente per consegnare a quest'Assemblea, brevissimamente, per trenta secondi, due parole in memoria di Pietro Mennea che oggi ci ha lasciato, a 61 anni. È stato un atleta, un campione nazionale, è stato un uomo anche impegnato nelle istituzioni, poiché ha ricoperto l'incarico di deputato europeo. Una persona il cui nome risuona familiare nel cuore di tante generazioni di italiani che lo hanno visto segnare record mondiali (penso a Città del Messico, nel 1979). Si tratta di una figura che è stata trasversalmente ricordata nella giornata di oggi con grande, grande affetto da parte di esponenti delle istituzioni, della società civile e del mondo sportivo.
PRESIDENTE. Io ritengo che domani ci sia questa convocazione dell'Ufficio di presidenza e che, come detto, io mi farò garante che non prenderò nessuna decisione.
MAURIZIO LUPI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI. Mi spiace, Presidente, iniziare in questo modo, ma, con tutto il rispetto per la sua persona e per il ruolo che interpreta, la forma è sostanza e lo dico anche a chi ci può ascoltare a quest'ora: qui non stiamo facendo cavilli giuridici. Nel Parlamento poi si approvano provvedimenti importanti. Noi rappresentiamo l'Italia in questo caso e approveremo leggi e l'Ufficio di Presidenza dovrà ovviamente occuparsi di questioni importantissime. Se si tratta di una riunione informale noi siamo assolutamente disponibili – io e credo di parlare anche a nome del collega, il Questore Fontana – a partecipare ad una riunione informale. Se si tratta di una riunione formale dell'Ufficio di Presidenza convocato ai sensi del Regolamento, le diciamo sin d'ora – senza alcuno sgarbo istituzionale e con tutto il profondo rispetto, ovviamente, per la sua persona – che non ci sentiamo di partecipare all'Ufficio di Presidenza. Quando, ovviamente, questo sarà convocato nel pieno della sua consistenza, benissimo, inizieremo a lavorare come previsto e come potremmo fare (giorno, notte, quando lei lo riterrà più opportuno).
Questo per correttezza, in modo che sia chiaro, che sia messo agli atti, perché non può fare precedente quello che sta accadendo. Non credo ci siano precedenti – poi magari lo rivedremo domani mattina –, nel Parlamento, di una convocazione di un Ufficio di Presidenza non successivamente, ma all'atto dell'insediamento. È evidente che, laddove ci sia stata la costituzione di nuovi gruppi all'interno della legislatura che si sono costituiti successivamente, non si poteva sospendere l'attività dell'Ufficio di Presidenza che si era già costituito regolarmente, tanto è vero che l'attività è proseguita e si è integrata, nel tempo opportuno e nel calendario, con l'integrazione degli altri rappresentanti dei gruppi nell'Ufficio di Presidenza. Ma questo è il primo atto costitutivo di questa legislatura. C’è stata la sua elezione a Presidente e il secondo atto, che noi stiamo compiendo, che abbiamo compiuto, è l'elezione dell'Ufficio di Presidenza. Se riteniamo che tutto questo non conti più nulla possiamo anche deciderlo, nel senso che possiamo decidere che i Regolamenti non contano nulla, che la forma non conta nulla, che l'Ufficio di Presidenza non conta nulla. Tutto quello che vogliamo. Ma io le ricordo – e l'avevo apprezzato – che nel suo discorso di insediamento lei ha fatto innanzitutto una grande difesa dell'istituzione che noi rappresentiamo. La si difende con la passione, la si difende con la correttezza, con l'attenzione a quello che il Paese è, ma la si difende anche difendendo la storia che questa istituzione ha e apprezzando e imparando il valore dei Regolamenti, come io l'ho imparato facendo il Vicepresidente tutte le volte che l'opposizione lo richiamava e interveniva in questa Aula. Questa è la nostra posizione, non ha nulla di polemico, ma ha semplicemente la voglia di sottolineare la forza di questa istituzione. Poi, ognuno decida quello che vuole e se ne assuma la responsabilità. Noi ci assumiamo la nostra responsabilità – e glielo dico e concludo il mio intervento – di partecipare ad una riunione informale, di non partecipare ad una riunione, che non può esserci, dell'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Vorrei sottolinearle che la Presidenza ha agito correttamente e che comunque io prendo atto delle sue considerazioni.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, vorrei capire quale è la sua determinazione a questo riguardo. C’è stato un preciso intervento, una precisa motivazione e si è chiesto – penso in maniera assolutamente rispettosa – che, se la convocazione sarà informale, potrà essere accettata, ma non potrà essere accettata se sarà formale.
Sarebbe estremamente grave che si iniziasse la vita di questa legislatura con un incidente di questo tipo.
PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, non è un incidente: ci sono dei precedenti e io le ho garantito che non prenderemo decisioni. Qual è il problema se ci sono i precedenti e se le garantisco che non prenderemo decisioni ?
RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, ha fatto una domanda, posso rispondere ?
PRESIDENTE. Sì, ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, penso che il vicepresidente Lupi abbia ben esposto le ragioni formali e sostanziali per le quali noi richiediamo che la convocazione dell'Ufficio di Presidenza sia a titolo assolutamente informale.
Se questo non sarà, noi saremo costretti a non partecipare, ovvero i nostri due rappresentanti dell'Ufficio di Presidenza non parteciperanno e, per così dire, questa legislatura inizierà con un conflitto, perché questo diventa un conflitto, signora Presidente. Diventa un conflitto che penso non possa essere risolto da precedenti che, a detta del vicepresidente Lupi e da me condivisa, non possono rappresentare una giustificazione di questo comportamento della Presidenza.
Quindi, con tutto il rispetto che le è dovuto, le sto chiedendo di considerare la convocazione dell'Ufficio di Presidenza di domani a titolo del tutto informale. A titolo del tutto informale lei potrà fare tutte le informative che ritiene, in attesa che si configuri nella sua pienezza l'Ufficio di Presidenza con la partecipazione dell'altra rappresentanza del gruppo della Lega Nord.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Brunetta, prenderò atto di queste considerazioni.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Giuseppe Romele è stato colpito da un grave lutto: la perdita del fratello.
La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.