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Mercoledì 10 Luglio 2013 ore 10:00
Seduta di assemblea numero 50 della XVII legislatura
Resoconto stenografico
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Seduta di assemblea numero 50 della XVII legislatura del 10/07/2013
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- Lettura Verbale
- Missioni
- La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 13,40
- Preavviso di votazioni elettroniche.
- Sull'ordine dei lavori
- La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15,05
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
- Iniziative in materia di protezione internazionale dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti in Italia - n. 3-00190
- Chiarimenti in merito alla nomina del prefetto De Gennaro a presidente di Finmeccanica e iniziative normative per rendere più stringenti gli obblighi previsti dalla legge n. 215 del 2004 in materia di conflitti di interessi - n. 3-00191
- Iniziative per accelerare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni in attuazione del decreto-legge n. 35 del 2013 - n. 3-00192
- Chiarimenti in merito alle modalità di espulsione e rimpatrio della moglie e della figlia di Mukhtar Ablyazov, dissidente politico kazako - n. 3-00193
- Iniziative per una tempestiva soluzione della vicenda dei due militari italiani sottoposti a procedimento giudiziario in India - n. 3-00194
- Iniziative finalizzate ad un piano straordinario per la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani - n. 3-00195
- Intendimenti del Governo per il contrasto all'evasione fiscale - n. 3-00196
- Iniziative per agevolare l'intervento dei privati nel settore dei beni culturali - n. 3-00197
- Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo
- Ordine del giorno della seduta di domani
ANNA ROSSOMANDO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Schullian è in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Colleghi, è in corso la Conferenza dei presidenti di gruppo, anche riguardo ai nostri lavori. Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà non appena sarà terminata la Conferenza dei presidenti di gruppo.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di cinque minuti previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi richiamo alle ragioni già espresse dal presidente del gruppo del PdL, professor Renato Brunetta, in Conferenza dei presidenti di gruppo, stamani, per ricordare l'esigenza del gruppo del PdL di continuare la propria assemblea del gruppo, questione che è stata peraltro oggetto di una seconda Conferenza dei presidenti di gruppo, che si è testé conclusa, Presidente, e nella quale si è registrato un consenso importante, seppur non unanime, su una nostra proposta, che è quella di rinviare a domani tutti i punti all'ordine del giorno previsti per la seduta odierna, fuorché il punto 7, che reca lo svolgimento del .
Poiché in Conferenza dei presidenti di gruppo non si è raggiunta l'unanimità su questa proposta, vengo a chiederle, Presidente, di porla in votazione e di lasciare decidere a questo punto alla maggioranza dell'Assemblea con voto mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi.
PRESIDENTE. Poiché sono state avanzate diverse richieste di intervento sulla proposta avanzata dall'onorevole Baldelli, darò la parola, ai sensi degli articoli 41, comma 1, e 45 del Regolamento ad un deputato per ciascun gruppo per non più di cinque minuti ciascuno.
Ha chiesto di parlare il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, colleghe e colleghi, la richiesta che ci viene avanzata dal gruppo del PdL, sia attraverso le parole del deputato Baldelli sia del presidente Brunetta nella precedente Conferenza dei presidenti di gruppo, non è ricevibile. Non è ricevibile perché è una richiesta che è completamente estranea alle motivazioni interne ai lavori della nostra Camera, non è ricevibile perché viene proposta in termini minimalisti, non voglio usare parole diverse da questa.
In questa Aula e fuori da quest'Aula, invece, c’è stata una richiesta esplicita di bloccare i lavori del Parlamento in nome e per conto di una specie di lutto nazionale che sarebbe quello della convocazione di un'udienza della Cassazione e lutto nazionale non può essere sicuramente per questo Parlamento ! Ci viene chiesto a mezzo stampa di interrompere i lavori parlamentari su una vicenda tanto delicata come quella del decreto sull'Ilva, sul quale io, invece, propongo che l'Aula non solo respinga questa richiesta di moratoria, sospensione, rinvio, chiamatela come volete, in realtà volete solo andare fuori da quest'Aula a dire che il Parlamento si è piegato a Silvio Berlusconi e alle sue esigenze ! Noi allora non accetteremo questa idea, per tenere in piedi questa strana maggioranza, secondo la quale le istituzioni possono essere messe al servizio di quello che è una convenienza politica. Care colleghe e cari colleghi, è necessario che ciascuno di noi si assuma in primo luogo la responsabilità individuale, senza pensare alle minacce da voi formulate anche attraverso una candidata ad un'alta istituzione di questa Camera, la deputata Santanchè che ha detto: «o c’è moratoria o crisi di Governo». E ci sia la crisi di Governo, se il Governo si deve reggere su questo compromesso al ribasso, se ci deve essere una volontà da parte vostra di condizionare tutti i nostri lavori. Io preferisco guardare alle cittadine e ai cittadini di Taranto e dell'Italia e dare loro le risposte che voi non solo non siete in grado ma non volete dare.
Qui non si tratta più di un conflitto di interessi, si tratta di un conflitto di poteri e noi difenderemo il potere del Parlamento e la sua autonomia e indipendenza !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, noi comprendiamo che c’è un'esigenza di comunicazione di cose che accadono fuori di quest'Aula da parte di tanti gruppi, esigenza di comunicazione che evoca fatti che a noi, in questa Aula, non interessano.
Noi abbiamo una preoccupazione, invece, di merito, che è il merito collegato ai provvedimenti all'esame di quest'Aula, che sono provvedimenti per noi importanti, seri, che il nostro gruppo è impegnato ad approvare in linea con il patto di Governo che è stato sottoscritto.
Dopo un giorno di ostruzionismo, che ieri abbiamo subito da parte del MoVimento 5 Stelle, che si è dimenticato in quell'occasione dei cittadini di Taranto, dei lavoratori dell'Ilva, di tutti coloro che sono impegnati e interessati a questo provvedimento noi oggi ci troviamo in una situazione diversa da quella che è stata descritta. Noi siamo contrari, e lo abbiamo detto a chiare lettere in Conferenza dei presidenti di gruppo, sulla stampa e lo continueremo a dire, a qualsiasi tentativo di blocco delle istituzioni di qualsiasi tipo e da chiunque proposto ! Ma con la stessa chiarezza noi siamo per acconsentire a una richiesta che il capogruppo Brunetta ha posto in termini molto corretti e molto concreti all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo VendutiVergogna...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
ETTORE ROSATO... in cui ha presentato la richiesta di...
PRESIDENTE. Colleghi, lasciatelo finire !
ETTORE ROSATO... come è accaduto in molte altre situazioni, di consentire che ci sia una riunione di gruppo congiunta.
Io ricordo semplicemente che poche settimane fa ad analoga richiesta che è stata presentata dal nostro gruppo tutta l'Aula ha acconsentito cortesemente che noi potessimo svolgere lavori importanti per il nostro partito. Pertanto, noi voteremo a favore di questa richiesta che è relativa solo...
ALESSANDRO DI BATTISTA. Volevate la fiducia !
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate terminare per favore, poi dopo prenderete la parola. Prego vada avanti, deputato Rosato !
ETTORE ROSATO. Semplicemente, per concludere Presidente la ringrazio, per dire che noi acconsentiamo alla richiesta che arriva del gruppo del PdL di poter svolgere la loro assemblea del gruppo e di riprendere domani i lavori sul decreto sull'Ilva, recuperando quel principio – che mi sembra anche altri gruppi hanno confermato – di recuperare il tempo che oggi stiamo perdendo nella prima giornata utile, cioè fin da lunedì .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Bonafede. Ne ha facoltà . Per favore, colleghi ! Prego, deputato Bonafede.
ALFONSO BONAFEDE. Più volte, Presidente, abbiamo chiesto a quest'Aula, in più occasioni, quanto ancora le istituzioni di questo Paese siano drammaticamente asservite alle sorti giudiziarie di Silvio Berlusconi e più volte non c’è stata data alcuna risposta. C’è stato un silenzio spesso assordante, ma la risposta che viene data oggi in quest'Aula è ancora più assordante, perché drammatica, perché oggi votando a favore della sospensione, anche solo di un minuto, dei lavori parlamentari noi stiamo scrivendo una delle pagine più buie della storia della democrazia di questo Paese !
Io francamente – forse perché sono un neofita come tanti di noi qui – non capisco nemmeno di cosa stiamo parlando e non capisco, come probabilmente non lo capiscono i cittadini italiani, come il PD – e mi riferisco a tutti i presenti qui dentro – possa solo pensare di accusare il MoVimento 5 Stelle perché porta dentro quest'Aula delle proposte che possono anche non essere condivise ma che si svolgono nelle normali dinamiche di quest'Aula.
E cerca attraverso le istituzioni, che sono tutelate dalla Costituzione, di portare avanti la voce di alcuni cittadini che, forse, non è condivisa da tante parti di questo Parlamento ma che, comunque, merita rispetto. E allora con quale metro di giudizio potete portare delle accuse al MoVimento 5 Stelle e, poi, accettare di sospendere per un pomeriggio, per un giorno i lavori di quest'Aula per permettere al PdL di riunirsi e riflettere sul fatto che sia stata fissata un'udienza ?
Infatti stiamo parlando di questo: del fatto che è stata fissata un'udienza a Silvio Berlusconi. Bene, io non giudico il fatto, come non lo giudica probabilmente nessuno, il fatto che vogliano riunirsi e riflettere: lo facciano di domenica ! Lo facciano di sabato ! Lo facciano anche di lunedì che tanto, qui, il lunedì non si vede mai nessuno ! Ma non lo facciano mentre il Paese ci sta chiedendo una risposta che sia frutto di un dibattito anche lungo, a volte anche travagliato ma non possiamo fermarci, il Paese non ci concede questo tempo. Non ci concede uno spazio di riflessione che sia differente da quelle che sono le esigenze del Paese; io vi dico – noi vi diciamo – che quando la giustizia e le istituzioni sono completamente asservite, quando il loro funzionamento è subordinato alle sorti di una sola persona, questo è l'inizio della morte della democrazia questo è un colpo di Stato a tutti gli effetti e, purtroppo, a norma di legge perché questo Parlamento voterà la sospensione e tutto tornerà in quella dimensione di legge che non è più legge perché ha perso ogni e qualsiasi allacciamento, ogni e qualsiasi collegamento al concetto di giustizia ! Noi voteremo contro la sospensione e questo dovrebbe essere ovvio in qualsiasi forma di democrazia moderna. Chi voterà a favore della sospensione, se ne prenderà la responsabilità perché in quel momento voterà contro le esigenze dei cittadini italiani !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, Fratelli d'Italia si assume la responsabilità di votare a favore della sospensione in piena coscienza gli amici del MoVimento 5 Stelle avranno la bontà di ascoltarmi... consapevole che questo impedirà oggi di proseguire i lavori sull'Ilva, un provvedimento importantissimo, atteso dai lavoratori, un provvedimento che comunque non sarebbe andato avanti, legittimamente impedito nel suo prosieguo dall'ostruzionismo pervicace dei colleghi del MoVimento 5 Stelle Non facciamo cioè perdere niente ai lavoratori. Non è questa però la ragione per cui votiamo a favore. Questa è la ragione per cui non accettiamo i toni apparentemente drammatici con cui il collega che mi ha preceduto ha posto l'alternativa tra il votare a favore o contro questo provvedimento. Chi è qui da un po’ di tempo sa benissimo Troppo !... da troppo tempo, bene, purtroppo non lo decidete voi, lo continuano a decidere i lavoratori e gli elettori italiani ! Voi ci siete da poco ma molti di voi ci staranno pochissimo Bravo ! !
PRESIDENTE. Continui per favore, deputato La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Se mi lasciate proseguire, signor Presidente, poi mi fa recuperare.
PRESIDENTE. Prego, prosegua.
IGNAZIO LA RUSSA. Il motivo che chi è qui da un po’ o da tanto o da troppo tempo sa, è che, quando una parte politica chiede una sospensione non per una settimana, non per tre giorni, per un giorno o, a volte, è capitato anche per due o tre con i congressi, c’è sempre stato un accoglimento della richiesta perché la democrazia è anche questo: il rispetto per la possibilità degli altri di assumere delle valutazioni e delle decisioni.
Questo rispetto Fratelli d'Italia ce l'ha e – noi lo diciamo con franchezza – ce l'ha anche perché considera che non si tratta dell'anticipo di una sentenza, si tratta dell'influenza che la questione giudiziaria che investe Berlusconi ha sulla politica.
Così come a me pare evidente che la politica non abbia e non influenzi le sentenze, non è altrettanto chiaro, anzi è chiaro il contrario, sul fatto che invece le sentenze stiano fortemente influenzando il corso della politica, questa è la realtà . Nel bene, nel male, ma lo stiano influenzando. E allora legittimamente il Popolo della Libertà ci chiede di poter riflettere e oggi chi, come noi, non ha votato come la maggioranza il Presidente della Repubblica, pur stimando moltissimo, forse più di tanti altri, il Presidente Napolitano, chi come noi ha votato contro la formazione di questo Governo, smentendo chi pensava che fossimo un partito creato per le elezioni e per raccogliere qualche voto, chi come noi ha fatto l'ostruzionismo contro lo svuotacarceri, pur con i nostri 9 deputati, più, percentualmente, chi di deputati ne ha molti di più, chi come noi quindi non ha motivo di fare scelte per partito preso – e lo ha dimostrato – oggi sente il dovere di dire chiaro e tondo che non si fa un gioco ipocrita, magari nella riunione dei capigruppo essendo abbastanza accondiscendenti – lo dico agli amici dirimpettai – per poi venire qui a fare i comizi o pensando di coprire qualche manchevolezza di fondo con un atteggiamento di contrasto con il PD, come è avvenuto con l'intervento di poco prima.
Noi siamo sereni, siamo sinceri – e ho finito – e siamo in grado di dire agli amici del Popolo della Libertà: abbiamo assolutamente il convincimento che sia un vostro diritto chiederci un breve rinvio e da parte nostra sia un dovere concedervelo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, abbiamo riunito il nostro gruppo e abbiamo preso atto della situazione che si è venuta a creare e della richiesta del Popolo della Libertà. Quindi abbiamo deciso di votare a favore di questa richiesta e siamo fiduciosi sul fatto che ci sarà da parte di tutti l'impegno a garantire il corretto funzionamento delle istituzioni e ci rimettiamo alla Presidenza della Camera e alla Conferenza dei presidenti di gruppo per il recupero del tempo di oggi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgetti. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, le confesso che intervengo con un certo imbarazzo su questa vicenda e credo soprattutto vi sia l'imbarazzo di tanti colleghi del Partito Democratico; è l'imbarazzo di chi di fronte ad una grave crisi politica che si sta svolgendo fuori dall'aula, dal tempio della democrazia, dal Parlamento, non trova di meglio che di chiedere il la sospensione dei lavori del Parlamento. Credo che sia una grave ferita. Non la possiamo ridurre ad una semplice richiesta della convocazione di un'assemblea di gruppo, come si cerca faticosamente di fare in questi frangenti. Io penso che la maggioranza ha la possibilità di decidere quando, che cosa e come votare. In questo momento la maggioranza decide di non votare. Chiedo alla maggioranza di evitare i predicozzi di circostanza, quando l'opposizione cerca semplicemente di fare il proprio lavoro. Eviti di dirci che perdiamo tempo inutilmente quando il Paese, i lavoratori e le imprese chiedono che noi siamo qua a lavorare e a deliberare per loro.
Credo che in questo momento la maggioranza (PdL, PD, Scelta Civica per l'Italia) chieda semplicemente di votare non un minuto, ma una giornata di raccoglimento in memoria della democrazia parlamentare. Noi voteremo contro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, io intervengo utilizzando il tempo della mia componente del gruppo, ma non esprimendo ovviamente l'intero parere da parte del gruppo. Non mi permetto di esprimerlo, ma sento il bisogno di dichiarare il mio voto. Io non credo sia opportuno equiparare l'ostruzionismo, che un po’ a turno tutti hanno posto in essere in quest'Aula, in modo che serva per dare legittimità ad atti esterni a quest'Aula. Io credo che, con questo voto, si rischia di legittimare un fatto giudiziario e portarlo all'altezza di un fatto politico. Io credo che la politica debba continuare, come molti di voi avete dichiarato appunto sulla stampa, a dichiarare la piena e totale indipendenza della magistratura e degli giudiziari rispetto alla politica.
Per altri fatti di questo genere mi ricordo che non è mai stata chiesta, pur non essendo vecchio di quest'Aula, la sospensione dei lavori dell'Aula, che ricordo avviene anche in un momento difficile del Paese, triste del Paese, che necessita di interventi importanti, immediati, che devono dare risposte alla crisi economica, culturale – e permettetemi se questo voto passerà – anche etica del nostro Paese. Per cui esprimo tutto il mio dissenso e voterò contro la richiesta del PdL per il semplice motivo che, quando si chiede il rinvio per un fatto politico, come quelli congressuali o legati alle vicende degli atti in discussione, credo che sia un atto dovuto dare risposte ai gruppi che chiedono di poter approfondire, riunire il gruppo, fare assemblee e quant'altro, ma qui stiamo legittimando un'azione di pressione nei confronti di un'altra istituzione dello Stato che merita e deve essere lasciata autonoma e indipendente .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta avanzata dal deputato Simone Baldelli.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, Presidente, mi faccia parlare...
PRESIDENTE. D'Ambrosio, ho già indetto la votazione e comunque avete già parlato uno per gruppo
GIUSEPPE D'AMBROSIO. A titolo personale...
PRESIDENTE. Non esiste il titolo personale
CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, per un richiamo al Regolamento, si può chiedere anche durante la votazione...
PRESIDENTE. Io ho già indetto la votazione, dunque dobbiamo andare avanti con la votazione, poi dopo facciamo il richiamo .
Piepoli, Paris, D'Attorre, Chaouki... Chi altro deve votare ? Chaouki ha un problema... Rotondi... Hanno votato tutti ? Chaouki... Qualcuno può assistere il deputato Chaouki ? Non riesce a votare... ha votato.
PRESIDENTE. Resta quindi inteso che oggi... sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.
I questori...
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Giancarlo Giorgetti e Pisicchio sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei ministri.
PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Migliore n. 3-00190, concernente iniziative in materia di protezione internazionale dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti in Italia di cui è cofirmatario.
NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, il diritto d'asilo nel nostro Paese è sostanzialmente negato, come dimostrano numerosi pronunciamenti europei e numerosi pronunciamenti di tribunali, che hanno più volte contestato all'Italia il trattamento disumano nei confronti dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
La situazione dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) italiani, in tutto il territorio, è caratterizzata da una condizione strutturale di sovraffollamento. I tempi di attesa per ricevere una risposta in merito alle procedure di asilo sono spesso lunghissimi, estenuanti e, comunque, di molto superiori ai limiti che la legge impone. Ogni anno, l'assenza di un intervento strutturale finisce per riprodurre un'emergenza che potrebbe essere evitata. Il Mediterraneo è diventato, in questi anni, il più grande cimitero a cielo aperto, come ci ha ricordato, con parole forti e coraggiose, Papa Francesco da Lampedusa.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
NICOLA FRATOIANNI. Per questo, le chiediamo che cosa intenda fare il Governo per intervenire complessivamente sul sistema di protezione e per dare a questo Paese la dignità che merita .
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, ha facoltà di rispondere.
ENRICO LETTA, . Signor Presidente, al collega Fratoianni e al collega Migliore voglio dire che dopo il calo del 2012, nei mesi scorsi, si è verificata una ripresa degli sbarchi sulle nostre coste: dall'inizio del 2013, sono stati 145. È indubbio che questa accelerazione trovi nelle trasformazioni geopolitiche del Mediterraneo una delle sue cause. Il flusso migratorio, infatti, interessa oggi, soprattutto, profughi provenienti da Paesi in condizioni di grave instabilità politica. La spinta a lasciare la propria terra deriva, spesso, dal bisogno sacrosanto di sottrarsi a persecuzioni o conflitti. Italia ed Europa devono insieme mettere a punto interventi all'altezza di una sfida epocale come questa, e, quindi, in primo luogo, l'accelerazione del processo comunitario per l'istituzione di un sistema europeo comune di asilo, che preveda uno uniforme in tutta l'Unione per i titolari di protezioni internazionali e che permetta loro di muoversi liberamente contando sulla solidarietà degli Stati membri. In secondo luogo, l'instabilità dei Paesi del Mediterraneo richiede l'intensificazione degli sforzi per pacificare quelle aree del continente. In particolare, l'Italia ha messo in campo proprie iniziative recentemente, di concerto con i Paesi amici, per supportare la stabilizzazione di Stati cruciali come la Libia, per esempio. Il vertice a Roma del 4 luglio scorso, proprio con il Governo libico, ha sbloccato molte importanti decisioni.
Malgrado questa pressione migratoria, in Italia è stata garantita ed è garantita l'assistenza medica e psicologica agli stranieri; sempre ci si è avvalsi della preziosa collaborazione delle organizzazioni umanitarie al fianco del Ministero dell'interno. Quanto a Lampedusa, è in atto un sistema di continuo alleggerimento della pressione sull'isola, con il trasferimento verso i Centri di assistenza per richiedenti asilo in Italia.
Oltre ai Centri, è in funzione il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati basato su una fitta rete di solidarietà civile, assicurata dalle convenzioni con gli enti locali. Questo sistema, che ha già dato ottima prova di sé durante l'emergenza in Nord Africa, è stato incrementato di 1.500 nuovi posti e il nostro obiettivo è conseguire, entro l'anno prossimo, un ulteriore aumento, che porterà ad accogliere circa 8 mila persone.
Altro impegno è velocizzare le procedure di esame delle domande di protezione umanitaria e di richiesta di asilo. Lo scorso 8 luglio sono state approvate dal Senato disposizioni per fronteggiare l'emergenza e raddoppiare le capacità operative delle commissioni territoriali.
Sono state poi velocizzate le procedure con l'informatizzazione della trasmissione delle istanze alle commissioni territoriali stesse. Preciso, infine, che la legislazione nazionale sulla protezione internazionale è di diretta derivazione comunitaria in quanto attuazione delle direttive europee sul diritto di asilo e recepisce, quindi, tutte le garanzie procedurali fissate a livello europeo. Il processo continuerà con il prossimo recepimento delle ultime due direttive comunitarie sull'asilo inserite nel disegno di legge di delegazione europea; ciò costituirà, senz'altro, collega Fratoianni, l'occasione per valutare, anche a livello di Parlamento, un riassetto dell'intera materia e questo anche alla luce delle parole profonde e del gesto straordinario che Papa Francesco ha compiuto ieri l'altro, lanciando a tutti noi un messaggio che dobbiamo recepire con il massimo impegno .
PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di replicare, per due minuti.
NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, la ringrazio per la risposta e la ringrazio anche per essere tornato in quest'Aula dopo che gli ultimi suoi due predecessori avevano smesso con la pratica della risposta del Presidente del Consiglio al ; tuttavia devo dirle che non sono soddisfatto di questa risposta. Ci sono alcuni elementi, che lei ha posto, che indicano un qualche tentativo di reazione, ma questa reazione, ancora una volta, non ha nessun taglio strutturale; ancora una volta si tratta il fenomeno dell'immigrazione come un fenomeno che quasi si produce come se fosse un evento improvviso. Ogni anno ci dite, ci raccontate i numeri che quotidianamente aggiornano il conto degli sbarchi, ma questi numeri sono il segno di un dato strutturale, di un fatto che non può essere considerato un'emergenza e che, invece, costantemente, si riproduce, viene riprodotta, si autoriproduce. Ci vuole un intervento di altro tipo, va cambiato il punto di vista. Questo, lo voglio ricordare, è il Paese del «fora da i ball», è il Paese in cui esponenti politici, quotidianamente, ci raccontano che sarebbero contenti se un barcone affondasse; questo è il Paese che ha fondato la politica sull'immigrazione sull'idea dell'esclusione e del respingimento. Ecco, noi vorremmo che questo punto di vista fosse rovesciato, che ai CARA (Centri di accoglienza per i richiedenti asilo), ai grandi luoghi concentrazionari fossero sostituiti piccoli centri a basso impatto per i migranti e per gli operatori, dove non possa più succedere, come a Bari, qualche giorno fa, dove, un banale motivo, una rissa, ha provocato la morte di un migrante, il ferimento di altri migranti e il rischio per l'incolumità di chi lavora. Vorremmo un Paese nel quale i respingimenti collettivi fossero un lontano ricordo e invece sono una realtà che ancora oggi, spesso, in molti porti, si riproduce. Vorremmo un Paese nel quale, quando si discute di rapporto con i Paesi vicini, del Mediterraneo, fossero chiari i termini di questo rapporto. Vorremmo sapere i contenuti dell'accordo che il precedente Governo ha stipulato nuovamente con la Libia e di cui, invece, non si sa niente. Vorremmo sapere, ancora, i tratti degli accordi che, allora, il Governo Berlusconi fece proprio con Gheddafi e con la Libia, accordi che facevano di quel Paese un luogo di contenimento delle spinte migratorie, senza nessuna tutela per i diritti umani dei migranti che da lì partivano e lì venivano, invece, bloccati. Ecco, vorremmo che su questo cambiasse completamente l'impostazione; vorremmo un Paese che non respingesse più i migranti e respingesse, magari, invece, gli assalti alla democrazia parlamentare come quelli a cui abbiamo assistito, oggi, in quest'Aula .
PRESIDENTE. Il deputato Nuti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00191, concernente chiarimenti in merito alla nomina del prefetto De Gennaro a presidente di Finmeccanica e iniziative normative per rendere più stringenti gli obblighi previsti dalla legge n. 215 del 2004 in materia di conflitti di interessi .
RICCARDO NUTI. Signor Presidente del Consiglio dei ministri, il prefetto Gianni De Gennaro, ex capo della polizia ai tempi della repressione del G8 di Genova, ex commissario straordinario per l'emergenza dei rifiuti a Napoli, successivamente promosso direttore del dipartimento per l'informazione e la sicurezza (i servizi segreti) e poi, nell'ultimo Governo Monti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega ai servizi segreti, è stato recentemente nominato presidente di Finmeccanica. A proposito di Finmeccanica, travolta da scandali, pensiamo che abbia bisogno di una notevole guida e anche competenza. La famosa legge Frattini sul conflitto di interessi prevede che il titolare di cariche di Governo non possa, per dodici mesi dal termine della carica di Governo, ricoprire incarichi nei confronti di enti di diritto pubblico, anche economici, nonché di società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta. Su Finmeccanica emergerebbe che non avrebbe contratti e appalti prevalenti con i servizi segreti. Un tentativo forse troppo elegante di aggirare la della legge.
Chiediamo al Governo se ritenga di aver valutato compiutamente tutti i profili di incompatibilità formale e sostanziale, sia con riferimento a quanto espressamente previsto dalla legge sia con riferimento alla correttezza e alla trasparenza nell'azione di Governo, e se non ritenga comunque di adottare iniziative normative per rendere più stringenti gli obblighi della legge n. 215 del 2004.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, ha facoltà di rispondere.
ENRICO LETTA, . Signor Presidente, rispondo al collega Nuti dicendo che la candidatura del prefetto Giovanni De Gennaro alla presidenza di Finmeccanica è stata individuata dal Ministero dell'economia e delle finanze sulla base di criteri e procedure ispirati ai principi della direttiva del 24 giugno scorso, adottata, appunto, dal Ministero dell'economia d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri e recependo le indicazioni contenute nella mozione Tomaselli, approvata dal Senato ad ampia maggioranza il 19 giugno scorso. In particolare, quella direttiva ha individuato le tappe di un processo trasparente e oggettivo di valutazione dei requisiti di onorabilità e professionalità richiesta agli amministratori per eliminare la designazione di tutti i candidati. A tal fine il Governo ha deciso di dotarsi di un Comitato per la trasparenza nelle nomine pubbliche, composto da tre personalità indipendenti: Cesare Mirabelli, Presidente emerito della Corte costituzionale; Vincenzo Desario, direttore generale onorario della Banca d'Italia e Maria Teresa Salvemini, consigliere del CNEL. È questa una scelta innovativa contro ogni opacità e per garantire la massima trasparenza nell'azione delle nomine pubbliche da parte del Governo.
L'istruttoria sulle candidature è stata svolta dal Dipartimento del tesoro che si è avvalso del supporto di due società specializzate nel reclutamento di entrambe scelte, ovviamente, con specifica pubblica procedura di selezione. L'istruttoria ha portato alla compilazione di una lista di nominativi sulla quale è stato acquisito il parere favorevole del Comitato con decreto del 24 giugno scorso, in attuazione della direttiva a cui facevo riferimento. Il Comitato, nel valutare i requisiti del prefetto De Gennaro si è basato anche sull'apposito parere espresso dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Autorità che il 1o luglio 2013 ha escluso l'incompatibilità in quanto il precedente incarico governativo dello stesso De Gennaro non presentava gli elementi di connessione e prevalenza richiesti dall'articolo 2, comma 4, della legge n. 215 del 2004. Dunque, riassumendo: sulla base dell'istruttoria svolta, del parere del Comitato per la trasparenza nelle nomine pubbliche, il Ministro dell'economia e delle finanze, nell'ambito delle sue funzioni, ha designate il prefetto De Gennaro, unitamente all'ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, quali candidati del Ministero. Sui due nominativi è stata da ultimo acquisita la prescritta intesa da parte del Ministro dello sviluppo economico.
Aggiungo che, contestualmente, come sapete, si è deciso di confermare Alessandro Pansa amministratore delegato di Finmeccanica che, esattamente come De Gennaro e Minuto Rizzo, rimarrà in carica sino al completamento del triennio di gestione in corso, cioè fino all'aprile del 2014.
PRESIDENTE. Il deputato Massimo Artini, che ha sottoscritto l'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, rilevo nella sua risposta una quasi non risposta. In particolare, lei ci viene a dire che non c’è un conflitto di interessi, anche perché la legge Frattini è assolutamente fumosa nella definizione del conflitto e, quindi, dà la possibilità a chiunque di non essere in conflitto di interessi. La cosa ancora più incresciosa è quali competenze ha allora De Gennaro per sedere a capo di una delle più grandi dell'industria italiana. Io le vorrei ricordare, Presidente, che Gianni De Gennaro è stato negli anni pesantemente discusso. Durante l'incresciosa vicenda della Diaz era a capo della Polizia. Il suo ruolo nel caso – definito da la più grande sospensione dei diritti umani in un Paese occidentale – è stato da un punto di vista morale assolutamente rilevante .
Non poteva non sapere quello che stava succedendo la sera del 21 luglio 2001. E anche se questi reati sono in prescrizione è perché l'Italia ha sì ratificato la Convenzione contro la tortura, ma non l'ha introdotta come reato penale. In qualsiasi altro Paese quest'uomo sarebbe stato assegnato ad incarichi di minore importanza, se non passato al pensionamento .
Invece abbiamo assistito ad una progressione di carriera straordinaria, diventando una delle figure più forti e più temute della Seconda Repubblica. Quanti santi ha in paradiso De Gennaro, per potersi permettere di accedere senza problemi a questa carica ?
E non ci convince, in ogni caso, una persona che forse capirà molto di servizi segreti, Presidente, ma niente di politica industriale, perché in tutti gli anni di lavoro nell'amministrazione non l'ha mai fatto. Il nostro timore è che si voglia con questa scelta la dismissione delle produzioni civili di Finmeccanica che sono centrali per noi, con un interesse esclusivo verso gli armamenti. Su Finmeccanica, sulla gestione di De Gennaro le assicuriamo, Presidente, una rafforzata vigilanza, vi staremo col fiato sul collo ! È in gioco il destino dell'industria italiana e anche della nostra democrazia. Grazie
PRESIDENTE. Il deputato Brunetta ha facoltà di illustrare... la sua interrogazione n. 3-00192, concernente iniziative per accelerare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni in attuazione del decreto-legge n. 35 del 2013
PRESIDENTE. Colleghi, per favore è possibile continuare
PRESIDENTE. Dobbiamo continuare i nostri lavori, per favore
PRESIDENTE. Per favore, abbiamo capito. Presidente Di Maio può collaborare, per favore, perché ci sia un andamento tranquillo dei lavori ? Presidente Di Maio, la richiamo al suo ruolo. Prego, Presidente Di Maio.
LUIGI DI MAIO. Presidente, io le ricordo che lei sta presiedendo l'Aula, non io, in questo momento
PRESIDENTE. Allora, nel ricordare che non siamo a teatro ma in un'Aula parlamentare vorrei continuare i lavori. Vi prego di attenervi alle regole. Per favore ! Deputato Renato Brunetta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, prego.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, la mia non è una semplice interrogazione quanto un appello: chiedo che lei direttamente si occupi del decreto «pagamenti della pubblica amministrazione». Vede, questo decreto, che stanzia 20, più 20, più 10 miliardi tra il 2013 e il 2014, approvato da questo Parlamento, presentato dal precedente Governo, d'accordo con l'Unione europea, può essere la chiave perché la nostra economia possa uscire dalla crisi. Purtroppo però, come sempre, la nostra burocrazia, a livello centrale e a livello periferico, sta mettendo i bastoni tra le ruote alle varie fasi di implementazione del decreto stesso.
Io le chiedo, la supplico, intervenga lei direttamente a far sì che questi pagamenti vengano effettuati, che le singole fasi di implementazione siano realizzate e se possibile anticipare al 2013 anche la del 2014. Avremmo effetti positivi tanto sull'economia italiana, l'occupazione, gli investimenti, ma anche sul gettito, tali da risolvere anche tanti problemi di copertura.
Se ne occupi lei direttamente, signor Presidente
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Letta, ha facoltà di rispondere.
ENRICO LETTA, . Al collega Brunetta voglio dire che il Governo considera il tema del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione come la base essenziale perché la ripresa economica arrivi nel nostro Paese nell'ultimo trimestre di quest'anno 2013. È in questa prospettiva che si sta agendo, quindi, su un duplice binario. Da una parte, dare pronta e rapida attuazione a quanto già previsto nel decreto che anche lei ha citato, che dispone il pagamento di debiti per 40 miliardi.
In secondo luogo, verificare ogni spazio utile a consentire l'accelerazione e il completamento del pagamento di tutti i debiti delle amministrazioni pubbliche maturati al 31 dicembre 2012.
Quanto al primo punto, il pagamento dei debiti procede infatti laddove previsto, e sono state già rese disponibili alle amministrazioni le diverse di pagamento. Il Ministero dell'economia e delle finanze è impegnato in un'attività di monitoraggio e di impulso rispetto alle attività affidate alla responsabilità delle amministrazioni territoriali. Seguo personalmente, e seguirò passo passo la questione, pronti ad intervenire per rimuovere ogni ostacolo che si sovrapponesse.
Quanto al secondo tema, è utile prima di tutto rilevare che il decreto prevede entro il 15 settembre il completamento da parte delle amministrazioni della ricognizione dei debiti maturati alla data del 31 dicembre e non ancora estinti, cosicché a quella data il Governo avrà dati certi relativi all'ammontare dei debiti. Lo stesso decreto prevede poi nell'ambito della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, da presentare entro il 20 settembre prossimo, una relazione sullo stato di attuazione. La disponibilità di dati certi relativi all'ammontare complessivo dei debiti è ovviamente la base perché si possano poi definire le iniziative che dovranno assumersi nei mesi di settembre e di ottobre.
Voglio comunque porre qui in evidenza che, proprio perché siamo convinti della centralità del tema, già nei prossimi giorni procederemo a valutare tecnicamente le modalità operative più opportune al fine di accelerare e completare il pagamento dei debiti pregressi, e verificare, anche con le autorità europee gli spazi disponibili, nel rispetto degli obiettivi generali di finanza pubblica.
Lo ripeto, in conclusione: sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione c’è un impegno diretto mio e di tutto il Governo, per fare il possibile affinché si possa in tempi brevi accelerare il pagamento dei debiti già definiti dal decreto-legge n. 35 del 2013 e completare il pagamento dell'intero ammontare dei debiti pregressi. Ne va della stessa serietà dello Stato nel rapporto con i cittadini: cittadini ai quali non possono essere più richiesti impegni, se poi il primo a non rispettarli è lo Stato stesso .
PRESIDENTE. Il deputato Renato Brunetta ha facoltà di replicare.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, nel dirmi soddisfatto, mi preme sottolineare un punto, che è forse essenziale.
Qui non stiamo parlando solo di soldi, di pagamenti, di fatture. Qui stiamo parlando di una cosa molto più importante: stiamo parlando della riconciliazione tra lo Stato e i cittadini. Lo Stato che per troppo tempo ha disatteso gli impegni, i suoi obblighi, materiali, economici nei confronti del mondo delle imprese, degli occupati, dei cittadini, accumulando, giocando sul debito, sui ritardi di pagamento, quasi che questo fosse uno strumento di finanza pubblica.
Ebbene, questo deve finire, deve finire una volta per tutte. E in questa occasione, il decreto pagamenti, 40, 50 miliardi che possono anche raddoppiare con l'aiuto del sistema bancario, è l'azione di riconciliazione dello Stato nei confronti dell'economia, nei confronti delle imprese, nei confronti dei nostri lavoratori. Vede, oggi nessuno paga nessuno: lo Stato non paga, le imprese non pagano i loro fornitori, i lavoratori vengono messi in cassa integrazione, c’è disoccupazione, i giovani non trovano lavoro. È un circuito perverso ! Noi abbiamo la possibilità di rompere questo circuito con la massima forza e con la massima dignità. L'Europa ci dà tempo fino al 2015, perché dopo non sarà più possibile usare questa flessibilità.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
RENATO BRUNETTA. Presidente del Consiglio, ancora una volta: se ne occupi lei direttamente, con una presso la Presidenza del Consiglio, ne faccia un tema centrale della sua azione politica, non solo economica, ma morale .
PRESIDENTE. Il deputato Nicola Molteni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Giancarlo Giorgetti n. 3-00193, concernente chiarimenti in merito alle modalità di espulsione e rimpatrio della moglie e della figlia di Mukhtar Ablyazov, dissidente politico kazako di cui è cofirmatario.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, Presidente Letta, con questa interrogazione le chiediamo questo: nella notte tra il 29 e il 30 maggio cinquanta agenti della Digos hanno fatto irruzione in un'abitazione privata a Roma e hanno arrestato e prelevato due donne di cui una bambina di soli sei anni – queste due donne sono rispettivamente la moglie e la figlia di un dissidente kazako oppositore al regime dittatoriale del Kazakistan – per presunti, poi non confermati da due sentenze del tribunale di Roma e del tribunale del riesame di Roma, vizi nel passaporto.
Le due donne sono state trattenute in un CIE e nell'arco di soli tre giorni sono state rimpatriate nel loro Paese, in spregio e in violazione dei diritti umani e delle norme presenti nel nostro Paese. Il Governo ha dimostrato grande conflittualità e grande incapacità nella gestione di questa vicenda.
Noi con questa interrogazione le chiediamo due cose, in primo luogo di fare chiarezza sulla gestione da parte del Governo e sul conflitto che vi è stato tra i Ministri nella gestione di questa indecente vicenda, in secondo luogo le chiediamo se, quanti e quali sono i casi di immigrati clandestini presenti nel nostro Paese rimpatriati ed espulsi nell'arco di tre giorni.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, ha facoltà di rispondere.
ENRICO LETTA, Signor Presidente, al collega Molteni e al collega Giorgetti, che hanno presentato questa interrogazione, voglio rispondere così: i fatti a cui si riferisce l'interrogazione, avvenuti, come è stato detto dal collega Molteni, tra i giorni del 29 e 31 maggio scorsi fra Casal Palocco e il CIE di Ponte Galeria, sono stati oggetto nelle ultime settimane di varie ricostruzioni giornalistiche nonché di primi accertamenti amministrativi e giurisdizionali. Il contrasto tra le une e gli altri fa emergere evidenti punti di contrasto, rendendo ineludibili ulteriori approfondimenti. In particolare, sembra trasparire un evidente stacco tra la correttezza formale dei vari passaggi in cui si è articolata questa intricata vicenda e crescenti interrogativi sostanziali che ruotano attorno ai tempi e ai modi attraverso i quali si sono sviluppati gli avvenimenti.
Gli interrogativi da sciogliere quindi ci sono e appare del tutto legittimo che essi vengano posti e soprattutto, naturalmente, che trovino le risposte dovute, in primo luogo nelle sedi istituzionali, tanto più in un Paese come il nostro, massimamente attento al funzionamento pieno di tutte le prerogative dello Stato di diritto, un Paese che vuole garantire al tempo stesso diritti e sicurezza.
Il coinvolgimento nella vicenda di una minore, inoltre, rende il tutto ancora più delicato. Per questi motivi ho disposto un'accurata e articolata indagine interna alla quale stanno lavorando in modo pronto e collaborativo i Ministeri e tutte le istituzioni dello Stato coinvolti, i risultati di questa indagine interna saranno resi noti al più presto al Parlamento e alla pubblica opinione perché, voglio dirlo molto chiaramente, non saranno tollerati ombre e dubbi .
PRESIDENTE. Il deputato Molteni ha facoltà di replicare.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, Presidente Letta, la sua risposta non ci soddisfa completamente, è evidente l'imbarazzo suo e del suo Governo alla luce di come è stata gestita questa vicenda. Le ricordo che due donne sono state espulse, sono state rimpatriate, sono emerse delle chiare posizioni di conflittualità tra membri del suo Governo, bene il fatto che lei voglia fare luce e chiarezza su questa vicenda.
Rimane il fatto che, con riferimento invece alla seconda domanda che noi le abbiamo posto, lei non ha assolutamente risposto. Inconfutabile è il fatto che queste due donne siano state individuate, arrestate, allontanate, espulse e rimpatriate dal nostro Paese, tra l'altro mettendo a rischio la vita di queste due donne, di cui una bambina minore, nell'arco di soli tre giorni.
Nel nostro Paese ci sono tanti immigrati clandestini socialmente pericolosi che sono raggiunti da decreti di espulsione rispetto ai quali i decreti di espulsione stessi non vengono applicati, rimangono e permangono per giorni, settimane, mesi, forse anche anni nel nostro Paese. Quindi, noi invitiamo lei e il suo Governo a dare applicazione alla normativa riguardante l'immigrazione clandestina, sia con riferimento al reato di immigrazione clandestina sia con riferimento alla legge Bossi-Fini, sempre e in ogni momento.
A maggior ragione, noi le ricordiamo questa vostra necessità, soprattutto laddove membri del suo Governo hanno più volte ribadito la volontà e la necessità di abrogare il reato di immigrazione clandestina e di abrogare la legge Bossi-Fini. Non ci sono cittadini «di serie A» e cittadini «di serie B».
Prenda atto, alla luce di questa vicenda, che noi non riusciamo ad estradare Battisti, non riusciamo a riportare a casa i due marò e cacciamo fuori dal nostro Paese due povere donne. Prenda atto di questa situazione e si attivi immediatamente per dare una risposta democratica e civile al nostro Paese !
PRESIDENTE. La deputata Giorgia Meloni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00194, concernente iniziative per una tempestiva soluzione della vicenda dei due militari italiani sottoposti a procedimento giudiziario in India .
GIORGIA MELONI. Signor Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia è costretto a interrogare, ancora una volta, il Governo sulla scandalosa vicenda dei nostri due fucilieri di Marina, indebitamente detenuti in India. Sono ormai 17 mesi che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone attendono dalla nazione che servono con dignità un atto concreto, che invece non arriva. Sarebbe umiliante per noi in quest'Aula dover ricordare la sequela di soprusi che l'Italia ha dovuto accettare da parte dell'India perché tutti sanno che i fatti che vengono contestati ai nostri due fucilieri di Marina sono accaduti in acque internazionali e tutti sanno che, secondo il diritto internazionale, dovrebbero essere giudicati in Italia e non in India e, come se non bastasse, negli ultimi giorni, importanti fonti giornalistiche hanno reso noti alcuni elementi che sembrerebbero scagionare definitivamente i nostri due militari e dimostrare che le accuse che vengono loro rivolte sono totalmente pretestuose.
Quello che vogliamo chiederle, Presidente Letta, è cosa il Governo italiano intenda fare per salvaguardare un minimo di dignità sua, della nazione che rappresenta, e riportare a casa i nostri militari.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta ha facoltà di rispondere.
ENRICO LETTA, . Signor Presidente, l'ho detto nel discorso programmatico sul quale il Governo ha avuto la fiducia, e lo ribadisco qui oggi: la soluzione positiva, con il rientro in patria dei fucilieri di Marina Latorre e Girone è un impegno del nostro Governo.
Subito dopo la nascita del Governo, abbiamo formato un Comitato tra ministri per evitare i problemi di coordinamento – chiamiamoli così – che in passato ci sono stati. Subito, nella prima riunione del Comitato, abbiamo nominato Staffan De Mistura inviato speciale della Presidenza del Consiglio per gestire questa vicenda. De Mistura si è recato tre volte in India per seguire sul posto l'inchiesta negli ultimi settanta giorni. La sua attività e i contatti con le autorità indiane stanno ricostituendo quel capitale di fiducia che è indispensabile nelle fasi cruciali del processo che stanno per aver luogo. La sua azione è accompagnata da quella paziente di tutti i soggetti coinvolti, a partire dal nostro ambasciatore a Delhi.
Il nostro obiettivo resta chiudere la questione in modo rapido ed equo. Come sapete, oggi Latorre e Girone risiedono presso la residenza del nostro ambasciatore a Nuova Delhi, ricevono visite dei propri familiari, la fase inquirente si sta svolgendo speditamente, come volevamo, per far sì che il processo possa celebrassi immediatamente dopo e concludersi in tempi brevi.
Secondo quanto riferito dai difensori indiani dei fucilieri, tutti i testi indiani sono già stati interrogati dall'autorità inquirente, come pure lo è stato il comandante italiano della e, a breve, dovrebbe esserlo anche il vice comandante. Si stanno poi discutendo con le autorità indiane le modalità di espulsione dei quattro commilitoni di Latorre e Girone che erano imbarcati con loro. Oggi stesso, è stata resa la testimonianza di Latorre e Girone, i cui dettagli sono stati concordati dal collegio di difesa indiano, in coordinamento con i nostri avvocati dello Stato.
Nella testimonianza si è ribadito che essi operavano sull’ come agenti dello Stato, nell'ambito di quanto previsto dalla legislazione italiana e dal diritto internazionale consuetudinario e pattizio vigente.
Nel processo – lo ribadiremo subito come punto di principio – la richiesta è di esercitare la nostra giurisdizione sul caso, come dimostrano l'apertura di due distinti procedimenti da parte della magistratura italiana penale e militare, e di far valere l'immunità giurisdizionale dei fucilieri in quanto agenti dello Stato nell'esercizio delle rispettive funzioni.
Come è noto, la Corte suprema indiana, nella sentenza del 18 gennaio, da una parte, non ha accolto queste due petizioni, dall'altra, ha lasciato alla Corte speciale appositamente istituita il compito di deliberare non solo sul merito, ma a monte, sulla stessa giurisdizione.
Ribadisco la nostra vicinanza alle famiglie dei fucilieri, che ho avuto modo di incontrare di persona e che stanno dimostrando dignità e compostezza che fa loro onore.
Sopratutto ribadisco l'impegno a far di tutto per arrivare ad una soluzione della questione. Quando accadrà, dovremo certo confrontarci per bene su come è stata gestita fin dall'inizio questa vicenda. Oggi dobbiamo evitare polemiche e strumentalizzazioni, strumentalizzazioni che – lo ricordo a tutti – rischierebbero di compromettere il buon esito della vicenda e questo chiaramente – lo so – non lo vuole nessuno dentro e fuori quest'Aula .
PRESIDENTE. La deputata Meloni ha facoltà di replicare.
GIORGIA MELONI. Signor Presidente, Presidente Letta, come pensa che potremmo dirci soddisfatti di questa risposta ? Lei ci viene a raccontare quanto dura il procedimento in India, quando il vero tema, come tutti sappiamo, è che quel procedimento non dovrebbe svolgersi in India e tante altre cose si potrebbero dire. Io ho da fare una domanda, perché – mi dispiace dirlo – noi siamo stati molto duri nei confronti del Governo Monti per come aveva gestito questa vicenda, ma alla goffaggine del Governo Monti voi avete risposto con il nulla assoluto ed è in qualche maniera quello che abbiamo ascoltato in questa Aula. La domanda è: che cos'altro deve accettare l'Italia prima di vedere un sussulto di dignità da parte del proprio Governo ? Noi vogliamo aspettare che questi due militari vengano condannati all'ergastolo, per esempio, per provare a rispondere ? Il tema è un altro: noi abbiamo gli strumenti per far valere le nostre ragioni sul piano internazionale.
Uno degli strumenti che avremmo dovuto attivare dall'inizio era coinvolgere le organizzazioni sovranazionali delle quali facciamo parte. L'ho detto e lo ripeto: noi non facciamo parte dell'Unione europea solamente per prendere ordini dalla Merkel e non facciamo parte della NATO solamente per mandare i nostri ragazzi a morire in Afghanistan. Noi facciamo parte di queste organizzazioni anche per avere solidarietà dai nostri alleati nei momenti di difficoltà. Questo è un tema che io penso lei dovrebbe porre a livello internazionale, perché non lo farà nessun altro. Penso, allo stesso modo, che noi dovremmo richiamare il nostro ambasciatore da Nuova Delhi, così evitiamo anche di fargli fare altre figuracce, e che dovremmo rimandare indietro l'ambasciatore indiano, così gli evitiamo di farsi raccontare altre menzogne.
Il punto è: noi non intendiamo recedere di un passo su questo tema, perché è questione che riguarda non solamente la vita dei due nostri militari; è questione che riguarda la dignità di questa nazione e non è primo il caso di umiliazione che l'Italia deve subire. È stato ricordato e lo ribadisco della incapacità di questo Stato di farsi riconsegnare dalla Francia prima e dal Brasile poi quell'assassino pluricondannato di Cesare Battisti, che oggi, per paradosso, rischia di essere cacciato dal Brasile per una questione di passaporti falsi.
Allora, qual è il punto ? Il punto è: il popolo italiano non merita queste umiliazioni. E le dico di più, mi consenta la provocazione in chiusura: se il polso che muove gli armamenti delle nostre Forze armate deve essere così debole, allora sì, forse vale la pena di risparmiare i soldi degli e utilizzare quelle risorse per acquistare una bella partita di spaghetti e mandolini
PRESIDENTE. Il deputato Martella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Speranza ed altri n. 3-00195, concernente iniziative finalizzate ad un piano straordinario per la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani di cui è cofirmatario.
ANDREA MARTELLA. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, desidero anch'io innanzitutto esprimere il nostro apprezzamento per la sua presenza oggi in Aula. Non accadeva da anni – mi pare sei – che il Presidente del Consiglio fosse presente ad un Si tratta di un segnale di rispetto e di attenzione nei confronti del Parlamento, che noi vogliamo sottolineare.
Il suo Governo, che noi sosteniamo con convinzione, è nato per riformare le istituzioni e la politica e per riconquistare l'Italia ad un ruolo da protagonista in Europa e per combattere la crisi sociale e la recessione economica. Tra le emergenze assolute che lei, fin dall'inizio, ha posto c’è quella della disoccupazione giovanile, che in Italia riguarda quasi un giovane su due. Un obiettivo difficile, ma non impossibile, che non è più un miraggio, soprattutto dopo i risultati ottenuti al recente vertice europeo con lo stanziamento di un miliardo e mezzo di euro per l'Italia, che potrà essere autorizzato nel 2014 e nel 2015 e che diventerà più credibile se noi sapremo utilizzare e ampliare questo Fondo sociale europeo e migliorare i criteri di assegnazione.
Non solo, è necessario – ed è questa la domanda che noi le rivolgiamo – che il Governo realizzi un piano straordinario di politiche attive per il lavoro, per favorire l'assunzione di giovani e che contempli non sono incentivi e sgravi fiscali, ma contempli anche un incentivo alla domanda di lavoro nei settori più ricettivi. È questo che noi le chiediamo di illustrarci: le iniziative che il Governo vorrà fare per uscire dalla crisi in questo momento.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, ha facoltà di rispondere.
ENRICO LETTA, . Signor Presidente, al collega Martella e al collega Speranza voglio rispondere che, come hanno detto, il lavoro, e in particolare il lavoro per i giovani, è stato, fin dall'inizio, al centro dell'attenzione di questo Governo. Nei primi 70 giorni di vita del Governo abbiamo approvato un piano nazionale straordinario per l'occupazione giovanile, mettendo in campo la decontribuzione totale per le nuove assunzioni di giovani.
Abbiamo messo lì un intervento, il primo dopo molto tempo, contro la povertà estrema nel nostro Paese, un intervento specifico, con un emendamento apposito, sul tema dell'aiuto ai lavoratori disabili, il tema del rapporto con la formazione, le borse di mobilità e altri interventi che la collega Carrozza ha proposto nel piano nazionale.
Contemporaneamente, l'Italia ha partecipato alla stesura del piano europeo che il Consiglio europeo del 27 e 28 giugno ha approvato; un piano europeo fondamentale, che adesso dobbiamo applicare in Italia. In autunno comincerà questa seconda fase di interventi.
Si tratta, ovviamente, di applicare bene le misure che sono a disposizione, ma adesso, previo un grande accordo e una grande discussione con le parti sociali, dovremo mettere in campo un piano di «attacco» più complessivo, che riguarderà i giovani e non soltanto i giovani, perché non dobbiamo dimenticarci che la disoccupazione nel nostro Paese tocca, purtroppo, tutte le fasce di età.
Il che vorrà dire: un piano sull'applicazione della cosiddetta «garanzia per i giovani», in Italia fondamentale perché, quando si esce dalla scuola o dall'università, il momento di avvicinamento al lavoro è sempre più lontano e avvicinarlo è fondamentale; l'utilizzo dei fondi strutturali 2014-2020, spostandoli il più possibile verso il Fondo sociale europeo e verso l'occupazione; il tentativo di interventi generalizzati per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo, che rimane per noi il faro degli interventi per dare più lavoro e per battere la disoccupazione; infine, il tema del riequilibrio rispetto alle disuguaglianze crescenti nel nostro Paese.
Negli ultimi anni le disuguaglianze sono cresciute. Le disuguaglianze hanno voluto dire allontanamento dalle opportunità. Noi dobbiamo favorire, quindi, una crescita dei livelli di istruzione ed il recupero di relazioni territoriali diverse, che rendano possibile quello che in Italia, purtroppo, oggi non è possibile: che chi viene da una famiglia sfortunata dal punto di vista delle occasioni possa maturare, fino in fondo, l'applicazione del principio costituzionale per cui può farcela anche lui.
Questo è uno degli impegni principali che mi prendo qui e uno degli impegni principali per i quali il nostro Governo vive e lavora .
PRESIDENTE. Il deputato Speranza ha facoltà di replicare.
ROBERTO SPERANZA. Grazie, signor Presidente del Consiglio. Le sue parole ci convincono e mi pare che aprano una fase nuova ed importante per il nostro Paese. Io voglio dirlo con forza: per la prima volta, dopo molti anni, si torna a mettere al centro la questione del lavoro, si torna a farlo in Italia e si torna a farlo, per merito dell'Italia, in Europa.
Io penso che questo sia un risultato che dobbiamo sapere rivendicare tutti con assoluto coraggio. Voglio dirlo perché ne abbiamo già discusso in quest'Aula, quando i nostri deputati 35, in maniera trasversale, con tutti i gruppi parlamentari impegnati, ci hanno chiesto di mettere al centro la questione di una generazione che rischia di non farcela più, che non vede più una opportunità per il proprio futuro.
Allora io credo che noi dobbiamo avere la forza e il coraggio di ripartire da qui, perché i segnali che arrivano sono buoni, ma bisogna fare di più e bisogna metterci ancora più spinta. In politica, Presidente Letta, molto spesso siamo circondati da numeri, da cifre, ogni giorno. Io voglio dirle una cosa con forza: non ci interessano alcune cifre, alcuni numeri; quelli, per esempio, che, nelle ultime ore, le agenzie di uno dei simboli di una stagione finanziaria da chiudere, declinano per questo Paese.
Ci interessano quei numeri che, invece, riguardano le vite delle persone: quattro giovani su dieci senza lavoro, cinque giovani su dieci senza lavoro nel sud del nostro Paese. E allora, Presidente, continui su questo terreno. Basta inutili polemiche, questo non ci interessa.
Basta con urla scomposte dei soliti, che non servono a nulla. Continui testardamente, perché i fatti sono più forti delle parole, e io sono convinto che le generazioni del domani potranno dare ragione all'impegno che noi stiamo mettendo in questi giorni
PRESIDENTE. Il deputato Pino Pisicchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00196 concernente intendimenti del Governo per il contrasto all'evasione fiscale .
PINO PISICCHIO. Signora Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, parliamo di tasse e di ricchezza. Il nostro Paese si trova a vivere un singolare paradosso. Secondo Bankitalia è tra i primi 20 per ricchezza ; il suo mercato, peraltro, dei beni di lusso, è il primo in Europa, con 15 miliardi di euro e addirittura il patrimonio netto delle famiglie sarebbe, secondo la Bundesbank, pari a 164 mila euro, il triplo delle famiglie tedesche. Eppure in giro non si respira aria di grande opulenza. Al contrario, i segnali sono tutti di un progressivo impoverimento. C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo: il buco nero dell'evasione fiscale, valutato, secondo alcuni osservatori, attorno ai 155 miliardi di euro.
Cosa intende fare il Governo per affrontare in modo strutturale la piaga dell'evasione ed evitare che il peso fiscale gravi sempre sui soliti noti ? Grazie.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, ha facoltà di rispondere.
ENRICO LETTA, Grazie, Presidente e ringrazio il collega Pisicchio per questa interrogazione. Poco meno di un mese fa, quando in Consiglio dei ministri abbiamo approvato il «decreto fare», ho parlato dell'impegno di questo Governo per una lotta senza quartiere all'evasione fiscale. Lo confermo oggi. Non partiamo da zero: negli ultimi anni i risultati di questa lotta sono stati di gran lunga migliori rispetto al passato. Il gettito 2012 dell'attività di contrasto all'evasione, tra tributi erariali e non erariali, è stato di 12,5 miliardi di euro. Nel 2006 eravamo a poco più di quattro miliardi.
Vogliamo fare però ancora meglio, sia con interventi immediati, sia con azioni di più ampio respiro. Le direttrici sono due: da un lato, intensificare l'attività di contrasto agli illeciti per incidere in maniera strutturale sul fenomeno dell'evasione, dall'altro, migliorare il rapporto tra fisco e contribuenti.
Proprio il «decreto fare» contiene norme che ridisegnano il rapporto dei cittadini con il fisco e il ruolo di Equitalia, perché il fisco deve essere amico dei cittadini, soprattutto di quelli che sono in difficoltà. Ma in un'economia globalizzata una azione efficace di contrasto all'evasione fiscale non può limitarsi a misure interne. L'evasione fiscale ha una significativa dimensione internazionale, e in sede internazionale va combattuta. L'Italia, insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, ha avviato un progetto pilota per lo scambio automatico di informazioni fiscali, contro i paradisi fiscali e utilizzando un modello di accordo basato su quello che gli stessi Paesi hanno elaborato con il Stati Uniti.
Quanto, infine, allo strumento specifico del «contrasto di interessi», noi vogliamo costantemente estendere forme di applicazione e sperimentazione del contrasto di interessi. Questo, in particolare, abbiamo cominciato a farlo attraverso l'impegno di un altro degli interventi di questi settanta giorni di lavoro del Governo, quello sulle ristrutturazioni, sull'ecobonus, sull'arredo e sugli elettrodomestici. Perché dico questo ? Perché il fatto che lì sia necessario, da parte di chi ristruttura, acquista, ovviamente usare tutti gli strumenti per dimostrare e per, fiscalmente, essere a posto, è un modo per far emergere attività, per far emergere attività economica che molto spesso, in passato, era attività in nero.
Sono premiate le imprese in regola. È un modo per dare impulso a una azione, appunto, quella del contrasto di interessi, che vogliamo estendere e che attraverso questi sei mesi straordinari, che dureranno fino a dicembre, di impegno per le ristrutturazioni, di impegno per le ristrutturazioni ecologicamente compatibili, di impegno straordinario a favore della nostra industria nazionale dell'arredo, degli elettrodomestici, insomma, a favore della casa, noi crediamo che questo aiuti anche la lotta all'evasione fiscale, l'emersione del lavoro nero e di tanto, troppo nero che c’è nel nostro Paese
PRESIDENTE. Il deputato Pino Pisicchio ha facoltà di replicare.
PINO PISICCHIO. Grazie, Presidente Letta, per la sua puntuale risposta. Il problema è che la pressione fiscale si è fatta davvero insostenibile e colpisce in modo diretto chi ha un impiego fisso e i pensionati. L'82 per cento del fisco poggia su queste categorie con un onere del 53 per cento.
Di contro, secondo attendibili rilevazioni, abbiamo un'evasione in Italia del 27 per cento del PIL contro il 16 tedesco e il 15 francese. In materia di fisco, sono convinto, non esistono Paesi virtuosi e Paesi viziosi. Esistono buoni e cattivi strumenti di controllo e di dissuasione, capaci di produrre effetti oppure no. Come ha ricordato recentemente la Corte dei conti, la lotta all'evasione in Italia ha avuto un andamento ondivago e non sempre efficace. Non abbiamo bisogno di una per controllare i cittadini e, ancor meno, di nuove tasse per rimpinguare l'erario. Abbiamo bisogno – questo sì – di strumenti che inducono a comportamenti virtuosi. Alcuni li ha citati, Presidente Letta, ma c’è anche la possibilità per i contribuenti di dedurre, detrarre le spese per far emergere buona parte della base imponibile che oggi è evasa. Il meccanismo del cosiddetto contrasto di interessi. Su questa piattaforma io credo vada concepita una riforma strategica del fisco che semplifichi e riduca la pressione sui cittadini onesti, i quali, oggi, purtroppo, continuano a portare il carico della mancata risposta dello Stato sul piano delle imposte.
PRESIDENTE. La deputata Adriana Galgano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dellai n. 3-00197, concernente iniziative per agevolare l'intervento dei privati nel settore dei beni culturali di cui è cofirmataria.
ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, è sotto gli occhi di tutti lo stato...
PRESIDENTE. C’è un problema al suo microfono, un attimo. Faccio ripartire il tempo, prego.
ADRIANA GALGANO. La ringrazio. Signor Presidente del Consiglio, è sotto gli occhi di tutti lo stato di degrado in cui versano siti e monumenti del nostro importante patrimonio storico-artistico. In questi giorni il Ministro Bray ha lanciato l'allarme sui tagli al bilancio del Ministero dei beni e delle attività culturali. Le chiediamo, fermo restando il ruolo decisionale dello Stato e le competenze delle soprintendenze, se non ritenga opportuno di creare iniziative che facilitino l'ingresso dei privati nel finanziamento e anche nelle professionalità che riguardano questo importante settore.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha facoltà di rispondere.
ENRICO LETTA, . Signor Presidente, ringrazio la collega Galgano. I privati e il finanziamento della cultura: molto se ne discute nel dibattito pubblico da qualche tempo, poco si enfatizza invece un dato di fatto. Già oggi tanta parte della gestione degli istituti e dei luoghi della cultura è affidata ai privati o, meglio, alle imprese private di gestione dei servizi aggiuntivi e strumentali.
Si tratta di strumenti essenziali per l'apertura al pubblico e la valorizzazione dei beni culturali: servizi che, però, vanno gestiti sicuramente meglio e con un maggiore impegno da parte del sistema. Molte concessioni, ad esempio, sono in proroga. Su questo posso annunciare qui che il Ministero sta per varare le nuove linee guida da portare subito al vaglio dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici per prevenire contenziosi paralizzanti. Ci saranno dunque presto le gare per il rinnovo e l'ammodernamento delle attuali gestioni con l'affidamento delle concessioni in molti musei e aree archeologiche. È la strada giusta per rilanciare qualità dei servizi e turismo, controllo gestionale e semplificazione delle regole.
Del resto l'apporto economico diretto dei privati è molto facilitato dai recenti interventi normativi che hanno chiarito che le imprese e i cittadini che vogliono fare elargizioni liberali a favore della cultura, possono farlo senza intralci burocratici, versando la donazione direttamente al Ministero con vincolo di scopo e senza procedure selettive da svolgere. Quanto alle sponsorizzazioni una procedura di scelta, invece, lì è prevista, per quanto molto semplice e veloce, procedura del resto necessaria anche in base al diritto europeo per garantire pubblicità, trasparenza, non discriminazione. Diverso è il caso delle forme più complesse di partenariato pubblico-privato di tipo istituzionale che si traducano nella creazione di apposite fondazioni o altri organismi di stabile e duratura.
Sono percorsi già sperimentati (penso al Museo egizio di Torino), che tuttavia richiedono di essere valutati caso per caso.
Infine, il capitolo del regime di vantaggio fiscale per chi investe nella cultura: già oggi esiste, come sapete, un regime di detrazioni fino al 19 per cento e di deduzioni, anche totali ma entro un annuo, per le persone fisiche e giuridiche, così come esiste – lo abbiamo prorogato per tutto il 2014, avremmo voluto fare di più, ma questa è la situazione nella quale ci troviamo – il sistema di credito di imposta per la produzione cinematografica.
Sono comunque misure che vogliamo rafforzare e razionalizzare, perché l'investimento e la valorizzazione della cultura e dei beni culturali sono decisivi per il rilancio dell'Italia. Su questo il Governo si impegna a ricercare tutte le soluzioni percorribili, fermi restando naturalmente i limiti delle compatibilità finanziarie generali.
Signora Presidente, siccome è l'ultima risposta che do oggi, voglio confermare all'Aula e al Parlamento la mia disponibilità e la mia ferma intenzione di far sì che questa presenza al da parte del Presidente del Consiglio non ritorni fra sei anni, ma sia invece una presenza costante nei prossimi mesi, perché credo che sia un modo questo di tenere un rapporto tra Parlamento e Governo effettivamente corretto .
PRESIDENTE. Grazie, Presidente Letta, allora contiamo sulla sua presenza. La deputata Galgano ha facoltà di replicare.
ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, la ringraziamo per la risposta. Noi crediamo che la conservazione del patrimonio storico ed artistico sia un importante indice della cultura di un Paese, oltre ad essere naturalmente la base per lo sviluppo del turismo. Allora per questo ci permettiamo di segnalare un'iniziativa della Spagna: la Spagna, che ha un patrimonio artistico inferiore al nostro, ogni anno identifica i siti prioritari e su quei siti prioritari consente ai privati di finanziare e di detrarre il 90 per cento di quello che hanno finanziato e, grazie a questa iniziativa, hanno fatto veramente dei miracoli. Quindi, ci rendiamo conto che il limite è impegnativo, però certamente in relazione ad importanti priorità è una cosa che noi le chiediamo di valutare.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. A seguito della deliberazione dell'Assemblea di questa mattina, l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di ambiente, salute e lavoro, e dei successivi argomenti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.
ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, oggi è il 10 di luglio. Intervengo citando le parole di un operaio; nel 2002, un operaio della Montedison di Mantova, che si rivolgeva al sindaco di Mantova, il sindaco Burchiellaro: «Signor sindaco, prima di morire una cosa gliela devo dire: nell'inceneritore di Mantova abbiamo bruciato la roba di Seveso». Oggi è il 10 luglio ed appunto ricorre l'anniversario del tragico evento di Seveso, in cui fu dispersa una quantità importante di diossina. Non si sa neanche bene quanta fosse: 10 chili, 100 chili. È importante ricordarlo perché ha provocato lutti, ha provocato sofferenze, morbilità nella zona, tumori, tumori sentinella. La stessa cosa avvenne poi appunto nella stessa zona di Mantova, dove pare fosse stata in qualche modo utilizzata questa cosa. È importante ricordarlo perché è un esempio di depravazione industriale, dove non si sa neanche bene cosa producesse lo stabilimento Icmesa di Seveso. Molti sospettano che producesse materiale che potesse avere un utilizzo bellico.
È importante ricordare questa data perché stiamo discutendo in questi giorni con grande serietà il decreto sull'Ilva. Sappiamo bene di sicuro che il quantitativo di diossina emessa dallo stabilimento dell'Ilva, anche se con una tempistica più refratta, è paragonabile a quello emesso dall'impianto di Seveso. Pertanto sarà importante davvero cercare tutti insieme di migliorare il decreto, con grande serietà e, appunto, con volontà di costruire .
ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, le chiedo scusa per un minuto, velocissimamente. Volevo sottolineare e ricordarle – visto che venerdì e sabato ci sarà la Conferenza nazionale sulla disabilità a Bologna – che si avvicina l'estate – o meglio, siamo in estate – ma tutti gli stabilimenti balneari e tutte le spiagge libere di questo Paese rimangono totalmente inaccessibili per più del 93 per cento dei disabili, cosicché sembra che i soldi dei disabili quasi non vengano considerati neanche in un periodo di crisi. Le chiedo, quindi, come Presidente, di porre l'attenzione su questo tema, soprattutto visto che c’è questa occasione in cui i ministri si confronteranno insieme sulla disabilità e con l'associazionismo. Altrimenti, parleremo sempre e solo di assistenza e di soldi da dare ai disabili, mentre, invece, i disabili vorrebbero divenire protagonisti di questo mondo mettendo nel circuito economico anche i loro soldi .
TIZIANO ARLOTTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TIZIANO ARLOTTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in data 15 maggio ho depositato un'interrogazione, sottoscritta anche dalla collega Petitti, rivolta al Ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato, per chiedere di ripristinare al più presto la qualità del segnale del digitale terrestre su tutto il territorio della provincia di Rimini e di garantire così il servizio pubblico televisivo RAI, nonché per chiedere eventuali interventi riparatori a tutela degli utenti. Ad oggi l'interrogazione resta senza risposta da parte del Ministro, però, nel frattempo, in Emilia-Romagna il passaggio al digitale terrestre, pur essendo avvenuto da più di due anni, ancora continua a creare numerose e diffuse proteste.
Rai Way nei mesi scorsi ha avviato un intervento sugli impianti friulani attivando una nuova configurazione di rete che dovrebbe consentire a regime la cessazione della diffusione del che genererebbe problemi di interferenza nel territorio riminese. Nel frattempo, però, permane questo grave disagio, non solo per i cittadini e, in particolare, per la popolazione anziana, ma anche per le migliaia di turisti che trascorrono le vacanze nella nostra riviera e che non possono usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo. Le istituzioni locali e le associazioni dei consumatori hanno già più volte segnalato il problema. Chiedo, pertanto, al Governo di assumere tutte le iniziative al fine di assicurare il più rapido ripristino delle opportune condizioni qualitative del segnale televisivo in tecnica digitale su tutto il territorio. E mi auguro anche di avere in tempi più rapidi la risposta da parte del Governo.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.