PRESIDENTE. La seduta è aperta.
GIOVANNI SANGA, legge il processo verbale della seduta del 6 marzo 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro dello Sviluppo economico, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro dell'Interno.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Lupi ed altri n. 3-02885.
MAURIZIO LUPI. Grazie, signor Presidente. Saremo rigorosi, ma spero molto chiari. Insieme ai colleghi Scopelliti e Calabrò abbiamo presentato questa interrogazione, partendo dai recenti fatti di cronaca che hanno visto, riportati sui giornali nazionali, i dati che preoccupano, almeno credo, le persone di buonsenso e di responsabilità: l'abuso della droga tra i giovani era noto, ma diventa un'emergenza continua e addirittura questa emergenza coglie il primo luogo dove la formazione, l'educazione e l'incontro tra i giovani avviene, che è la scuola. Per questo noi riportiamo delle statistiche che, per questioni di tempo, non ridico.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Grazie Presidente. Onorevole Lupi, il problema dell'uso e dell'abuso di droghe e sostanze stupefacenti investe sicuramente anche il mondo della scuola, ed è infatti pienamente condivisibile il quadro da lei riferito riguardo al ruolo che le scuole devono svolgere verso un'efficace opera di prevenzione. Proprio sulla prevenzione si incentra l'azione di contrasto che il sistema formativo può mettere in atto. Occorre che la scuola interagisca con le famiglie, con le altre istituzioni e amministrazioni a ciò deputate, per fornire modelli educativi e stili di vita, e soprattutto per fare acquisire ai nostri ragazzi conoscenza e consapevolezza dei danni che derivano da queste sostanze e dalla dipendenza da esse. Quanto più l'attività messa in campo dalla scuola riesce a coordinarsi con quella delle famiglie e di tutta la società, tanto più il processo educativo contribuirà ad arginare questo fenomeno.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare, per due minuti.
MAURIZIO LUPI. Ringrazio il Ministro perché, anche se nel breve tempo dato per la risposta, ha sottolineato come il Ministero su questo aspetto, proprio anche per le sue competenze, abbia non solo acceso un faro, ma stia intervenendo.
PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fedriga ed altri n. 3-02886 di cui è cofirmatario, per un minuto.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente. Governo: ultimamente avete molta paura di affrontare il giudizio del popolo dopo la batosta del referendum costituzionale e ciò vi ha portati a essere un Governo, di fatto, tappezzeria della CGIL quando avete varato il decreto che abrogava i proprio per non effettuare questo nuovo referendum. I erano uno strumento contrattuale indispensabile per il settore turistico, alberghiero, per quello ricettivo, per l'agricoltura, per le famiglie, per tutte quelle famiglie che devono accudire i propri anziani, i propri bimbi, i propri malati. C'è stato un abuso dei derivante dalle vostre leggi che ne hanno ampliato le fattispecie, però non erano da cancellare, erano da modificare.
PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO POLETTI,. Grazie Presidente. Grazie onorevole, il decreto-legge n. 25 del 2017, adottato dal Consiglio dei ministri lo scorso 17 marzo, dispone l'abrogazione degli articoli 48, 49 e 51 del decreto legislativo n. 81 del 2015 relativi alla disciplina del lavoro accessorio. Il decreto prevede inoltre che i buoni richiesti per prestazioni di lavoro accessorio, richiesti prima del 17 marzo, data di entrata in vigore del decreto, possano essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017.
PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO SIMONETTI. Il Ministro ha risposto come avevo chiesto di non rispondere, cioè leggendoci la favola di Hansel e Gretel. Sostanzialmente, lei ci dice che una nota del Ministero può sostituire una legge, cioè, con un decreto-legge, che ha valore gerarchico di secondo grado, perché vorrei spiegare al Governo che ci sono le leggi costituzionali, le leggi, i decreti-legge, i decreti legislativi, poi le leggi regionali, poi ci sono i regolamenti governativi e infine le circolari, ma lei non ha neanche fatto una circolare, non ha neanche fatto un'interpretazione, non ha fatto un'ordinanza, ha fatto un comunicato stampa. Quindi, di fatto, i consulenti del lavoro hanno evidenziato questa problematica, tutti l'hanno vista, e ciò porterà alla legalizzazione del lavoro nero, perché, di fatto, quando ci sarà l'ispettore del lavoro che andrà a sanzionare - non essendoci più la norma che dà la possibilità di emettere la sanzione da 400 a 2.400 euro come era prima - si vedrà, di fatto, impotente di fronte al lavoro nero.
PRESIDENTE. L'onorevole Laforgia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02887 per un minuto.
FRANCESCO LAFORGIA. Grazie, Presidente. La nostra interrogazione è molto semplice e riguarda il fatto che la legge di bilancio 2017 ha stanziato un fondo che giornalisticamente prende il nome di Fondo Renzi che ha una dotazione di 44 miliardi di euro e che serve per infrastrutturare il Paese in diversi aspetti, dalla ricerca al dissesto idro-geologico, alla mobilità e ai trasporti. Il punto è che, per rendere attuativo e implementare questo fondo, occorre emanare uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su indicazione del Ministro interrogato e di concerto con i Ministri interessati, ma, ad oggi, non c'è ancora la trasmissione di alcuno di questi schemi e noi vorremmo capirne le ragioni.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie, Presidente. La disposizione normativa istitutiva del Fondo prevede che per il finanziamento dei programmi di investimento e lo sviluppo delle infrastrutture le risorse finanziarie iscritte sullo stesso siano ripartite con uno più DPCM su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati. Gli schermi dei decreti sono trasmessi alle Commissioni parlamentari competenti, le quali esprimono il parere entro 30 giorni dalla data dell'assegnazione; decorso tale termine, i decreti possono essere adottati anche in mancanza del predetto parere. Con i medesimi decreti sono individuati gli interventi da finanziare e i relativi importi, indicando, ove necessario, le modalità di utilizzo dei contributi, anche attraverso operazioni con oneri di ammortamento a carico del bilancio dello Stato, con la Banca Europea degli Investimenti, Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, con la Cassa depositi e prestiti e con i soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività bancaria, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica. Per definire la proposta di riparto del Fondo, il MEF ha avviato una serie di interlocuzioni con le singole amministrazioni, a seguito delle quali i Ministeri hanno formulato le proprie richieste in relazione a specifici interventi da finanziare nell'ambito delle rispettive competenze. Tali richieste, che in molti casi sono pervenute solo molto di recente e per un importo complessivo largamente superiore alla disponibilità del Fondo, hanno necessitato di una puntuale fase istruttoria, al fine di pervenire, in tempi brevi, alla formulazione di una proposta di riparto compatibile con le risorse disponibili e che tenga conto delle priorità negli interventi.
PRESIDENTE. L'onorevole Laforgia ha facoltà di replicare, per due minuti.
FRANCESCO LAFORGIA. Grazie, Presidente. Io ringrazio il signor Ministro ma noi abbiamo un'urgenza davanti a noi, appunto, e cioè quella di infrastrutturare il Paese sul piano materiale e immateriale. Lo dico perché, alle nostre spalle, anche nella cronaca più recente, ci sono vicende tragiche ed è lontana da me l'idea di volerle strumentalizzare, ma dobbiamo misurarci con quei passaggi drammatici; penso al crollo di quel cavalcavia sull'autostrada A14 tra Loreto e Ancona, che ha provocato la morte di due persone, due feriti gravi, che fa il paio con un'altra vicenda che si è verificata soltanto quattro mesi fa in Brianza, con un morto e sei feriti. Noi abbiamo la necessità di rammendare radicalmente questo Paese sul piano della infrastrutturazione pubblica che, peraltro, è l'unica chiave che conosciamo per far ripartire il Paese sul piano occupazionale e dello sviluppo economico. Per cui noi pensiamo che quella debba essere l'ossessione positiva del Governo: mettere in campo, finalmente, investimenti di questo genere; dobbiamo sottrarci, lo dico non per polemica, dalla sindrome del mamma, cioè di essere molto preoccupati della implementazione, anzi, dello stanziamento di un fondo e dell'annuncio di quello stanziamento e di essere, invece, un po' meno preoccupati dell'implementazione. Noi, invece, faremo la nostra parte, su questo, e vigileremo, anche per sottrarci all'idea che fondi di questo genere siano utilizzati per materie oggetto di procedure di infrazione, che devono essere un'altra partita. Per cui acceleriamo su questo, noi faremo la nostra parte e vigileremo .
PRESIDENTE. L'onorevole Laffranco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta e Laffranco n. 3-02888 di cui è cofirmatario, per un minuto.
PIETRO LAFFRANCO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, quando un Governo procede al rinnovo dei consigli di amministrazione delle principali società a partecipazione pubblica, l'Eni, l'Enel, Finmeccanica Leonardo, le Poste, l'Enav, dovrebbe usare criteri di massima trasparenza. Ora, io sono molto curioso di conoscere la sua risposta in merito alla nostra domanda, perché la nostra sensazione è che il suo Governo, lei e il Presidente Gentiloni vi siate semplicemente piegati ai provenienti dall'ex segretario del PD, Matteo Renzi, senza tenere in alcuna considerazione la cosa più importante, cioè le strategie di politica industriale di questi stessi gruppi, gettando preoccupazione tra gli azionisti e anche tra i mercati, come le borse hanno dimostrato nelle ore scorse.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie, Presidente. I nominativi che compongono le liste di rinnovo degli organi sociali di Enav, Enel, Eni, Leonardo e Poste Italiane sono stati individuati secondo una procedura di selezione svolta con il supporto di primarie società di consulenza per la selezione e il reclutamento manageriale, sulla base di criteri di professionalità e secondo prassi di uso comune di mercato, in linea con quanto disposto da una specifica direttiva. Le linee guida per la selezione dei candidati riguardano gli elementi caratterizzanti i consigli d'amministrazione in scadenza, la numerosità dei componenti il consiglio, il mix di requisiti e competenze professionali richiesti ai consiglieri, le caratteristiche professionali ideali per i presidenti e gli amministratori delegati.
PRESIDENTE. L'onorevole Laffranco ha facoltà di replicare, per due minuti.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, signor Ministro, la sua risposta burocratica e formale non solo non ci convince, ma ci lascia fermi nei nostri convincimenti: avete proceduto ad una spartizione partitocratica, anzi anche correntizia all'interno del principale partito di maggioranza; avete lottizzato tutto, compresi i collegi dei revisori contabili, quelli che in qualche modo dovrebbero garantire i mercati; e oggi mettete in grandi ambasce il futuro della politica industriale italiana. Soprattutto siamo preoccupati per il futuro economico e finanziario di queste aziende, alle cui porte ci sono banche d'affari interessate all'acquisto dei principali gioielli della nostra industria pubblica. Allora, signor Ministro, noi non faremo sconti su questo tema: vigileremo, vigileremo che nuove nomine non servano ad avere dei fedeli servitori di del Governo, perché forse qualcuno è stato cacciato perché magari non ha partecipato al salvataggio di MPS o alla vicenda Pioneer. Ma noi vigileremo perché non vi consentiremo di utilizzare queste nomine per regolare questioni interne al vostro Governo e alla vostra maggioranza.
PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02889 per un minuto.
STEFANO FASSINA. Presidente, siamo al terzo giro di ristrutturazione di Alitalia nell'arco di meno di dieci anni. Un decennio che ha prodotto risultati industriali, sociali, finanziari agghiaccianti: 12 mila licenziamenti e interventi regressivi sulle condizioni del lavoro, enorme impatto sulla spesa pubblica, un mediamente inadeguato e ben ricompensato alla fine del mandato, assenza cronica di investimenti e di credibili piani industriali; e ora, da ultimo, nel terzo giro, altri 2.500 licenziamenti, tagli sugli stipendi di importo insostenibile, oltre il 30 per cento in alcuni casi, ed una continua opacità, nebulosità in termini di piani industriali. Allora il quesito è molto chiaro al Governo: è disponibile alla nazionalizzazione di Alitalia, o a rilevare una quota significativa di capitale affinché vi possa essere un credibile piano di sviluppo?
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
CARLO CALENDA,. Il quesito è chiaro, la risposta dev'essere altrettanto chiara. No, le linee guida che il Governo ha seguito sin dall'inizio sono state le seguenti: Alitalia è e deve rimanere una compagnia privata, e l'impatto per il bilancio dello Stato deve essere ridotto al minimo indispensabile. Ciò non solo per rispettare le regole europee, ma soprattutto perché abbiamo numerose evidenze di quali siano stati in passato i risultati anche della gestione pubblica dell'azienda, e i costi conseguenti sostenuti dai contribuenti italiani. Secondo: Alitalia è un'azienda importante per un Paese che vive di e di turismo, e il Governo intende conseguentemente supportare, nei limiti di quanto sopra detto, il processo di ristrutturazione e di rilancio, e vigilare sull'attuazione del piano industriale.
PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di replicare, per due minuti.
STEFANO FASSINA. Ministro, apprezzo la franchezza; ovviamente non siamo soddisfatti delle sue risposte. I contribuenti in Alitalia hanno versato una valanga di miliardi in questi anni, col risultato che la situazione è sempre peggiorata, e quei contribuenti hanno dovuto continuare a versare risorse: come credo sarà inevitabile, se va avanti la sciagurata iniziativa che è oggi in corso, con 2.500 licenziamenti. Vede, Ministro, sarebbe utile che prima o poi si facesse anche un bilancio delle responsabilità: non siamo arrivati per un accidente della storia a questa situazione. Dove si è sbagliato? Etihad è arrivata nel 2014: quale piano industriale aveva allora? Perché quel piano industriale, che aveva allora, non ha funzionato? Perché si è svenduta un'attività importante come quella della manutenzione, un gioiello, AMS, che è stato dilapidato? Vede, se noi non affrontiamo questi nodi, non usciamo da questa situazione! Quindi credo che il Governo dovrebbe rivedere la sua posizione, perché i danni al Paese possono essere molto superiori in un quadro di inazione e di deresponsabilizzazione come quello che abbiamo davanti.
PRESIDENTE. L'onorevole Tripiedi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02890 .
DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, Ministro, qui è il caso di una follia tutta italiana: un'azienda che riceve 12 milioni di euro di finanziamento pubblico, e decide di utilizzarli per andare in Polonia. Questa è una follia: delocalizzare le produzioni, nonostante l'azienda abbia degli utili magnifici! Quindi cerchiamo di capire il Ministro cosa intenda fare innanzi a questo sciacallaggio - perché io lo chiamo sciacallaggio - di aziende che hanno degli utili, ricevono finanziamenti pubblici, e decidono di delocalizzare.
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
CARLO CALENDA,. Come ho avuto modo di ricordare l'8 marzo, in occasione del mio intervento qui presso la Camera, il Ministero dello sviluppo economico ha in corso un tavolo di confronto con la partecipazione dell'azienda, per trovare una soluzione per la situazione creata dall'annuncio di voler licenziare 180 addetti mantenendo in Italia le sole attività commerciali e di ricerca, nelle quali operano poco più di 50 persone. Come è noto, K-Flex è una multinazionale che opera in dieci Paesi, con oltre 1.500 addetti, e pertanto non è un'azienda in crisi.
PRESIDENTE. L'onorevole Tripiedi ha facoltà di replicare.
DAVIDE TRIPIEDI. Grazie Presidente, grazie Ministro, siamo parzialmente soddisfatti, perché qui siamo innanzi a un problema politico reale. Questa azienda sta rispettando la norma e dobbiamo far sì che queste aziende diventino illegali perché non è accettabile che, con i soldi degli italiani, questi vadano a fare soldi all'estero per far lavorare i lavoratori in Polonia. È una follia tutta all'italiana, Ministro! Ma non siamo qui per dividere, siamo qui per cercare di creare un'unione, per fermare questa azienda che decide di delocalizzare e, soprattutto, per sollecitare il Ministro a fare una norma che vieti a un'azienda, che riceva un finanziamento pubblico, di delocalizzare. Non è accettabile! Dobbiamo sensibilizzare questa Europa che non esiste più e dobbiamo cercare di fare delle norme. Tra l'altro, voi del Partito Democratico avete la maggioranza in Europa e, quindi, dovete voi cercare di trovare la soluzione politica per porre fine a questo dramma. Quindi, noi, Ministro, saremmo lieti di darvi una mano per far sì che queste aziende che delocalizzano vengano fermate immediatamente, perché qui c'è la vita di 187 persone licenziate senza alcun motivo, innanzi a un'azienda che ha dei bilanci da favola e innanzi a una vergogna, perché questo non è un imprenditore, questi qui sono dei prenditori tutti all'italiana e noi dobbiamo fare di tutto per fermarli . Ministro, non voglio veramente creare divisione, ma dobbiamo far sì che la politica ponga un freno a questo sciacallaggio .
PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02891 per un minuto.
COSIMO LATRONICO. Grazie, signor Presidente. Per chiedere al Governo e al Ministro se il Governo è a conoscenza del grave allarme che si vive in Puglia, in Basilicata, nel Mezzogiorno, per le condizioni del lago del Pertusillo. Siamo intervenuti più volte per denunciare la grave situazione di questo ecosistema, che coincide col Parco nazionale della Val d'Agri, che è a ridosso di 27 pozzi di petrolio ed è a pochi chilometri dal più grande centro di estrazione petrolifera in terraferma d'Europa. E' stata registrata una serie di anomalie che hanno determinato nel lago 150 milioni di metri cubi d'acqua che alimentano il circuito idrico potabile della Puglia e della Basilicata e irrigano più di 30 mila ettari di terreno in questi territori.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gianluca Galletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIAN LUCA GALLETTI,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Latronico, così come l'onorevole Matarrese e l'onorevole Vico, che dopo mi interrogheranno sullo stesso argomento.
PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di replicare per due minuti.
COSIMO LATRONICO. Grazie, signor Ministro, per questa risposta. Ovviamente io non sono soddisfatto, signor Ministro, perché io le pongo un tema - e poi i colleghi faranno ugualmente - che è di portata grandiosa. È un tema di portata grandiosa che emerge dagli atti parlamentari. La Commissione speciale sui rifiuti, la Commissione di indagine, è stata in Basilicata negli ultimi mesi e le ha lasciato un rapporto che è allarmante. Da questo rapporto, per dirla in breve, emerge che, in concomitanza con il più grande centro petrolifero d'Europa, abbiamo l'assenza di un sistema di monitoraggio - sono le parole consegnate dalla Commissione parlamentare - sistematico. Nonostante gli accordi di programma stipulati venti anni fa dal Governo e dalla regione, noi non siamo in presenza, signor Ministro, di un sistema di monitoraggio a ridosso delle matrici: acqua, aria e terra! E noi rincorriamo gli episodi facendo degli di campioni e non sappiamo in che direzione e a che titolo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
COSIMO LATRONICO. Concludo, Presidente. Il tema dell'acqua è quello più esclusivo: si possono fare anche dei controlli per tranquillizzare l'opinione pubblica. Noi non siamo soddisfatti.
PRESIDENTE. L'onorevole Matarrese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02892 per un minuto.
SALVATORE MATARRESE. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, l'invaso del Pertusillo è un invaso di grande rilevanza, perché ha un uso plurimo: interessa sia la rete irrigua della Puglia e della Basilicata sia l'irrigazione sia l'utilizzo a fini energetici. Sono apparse delle evidenti tracce di inquinamento dovute a macchie scure di larga estensione nel bacino, sono state fatte analisi da laboratori privati che hanno evidenziato un consistente inquinamento; sono state fatte altre analisi da laboratori dell'ARPA, che evidenziano la non presenza di inquinamento, anzi, queste macchie vengono attribuite alla presenza di alghe e microrganismi. Io credo che per i cittadini sia fondamentale comprendere ed avere chiarezza, soprattutto dallo Stato, se questo è un bacino che debba ritenersi inquinato o meno, anche perché in una precedente interrogazione in Commissione ambiente è stata riportata una dichiarazione della prefettura che evidenziava uno stato di attenzione su un pozzetto dell'ENI. Quindi, questo evidenzia, appunto, l'interazione tra le attività estrattive e il bacino in questione. Quindi, credo che la chiarezza sia fondamentale per i cittadini.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIAN LUCA GALLETTI,. Fermo restando quanto ci ha riferito in merito all'attività di verifica e controllo svolta dall'ARPAB sullo stato qualitativo delle acque dell'invaso del Pertusillo, si fa presente che, a seguito dei sondaggi effettuati, la contaminazione da idrocarburi dovuta alla fuoriuscita accidentale da uno dei propri serbatoi di stoccaggio del greggio non è stata riscontrata al di fuori del perimetro del Cova e che è stata avviata anche #Sitengonoilprivilegio…
PRESIDENTE. Mi scusi, Ministro. Per favore, togliete quei cartelli! Colleghi, vi prego, non mi costringete a richiamarvi all'ordine #Sitengonoilprivilegio!
PRESIDENTE. Colleghi, sono obbligato ad interrompere lo svolgimento del e rimetterò la questione all'Ufficio di Presidenza. Mi scuso con tutti i colleghi: la scorrettezza che è stata fatta dal MoVimento 5 Stelle nei confronti di tutti gli altri colleghi che sarebbero dovuti intervenire in diretta televisiva è un fatto unico, del quale, ovviamente, si occuperà l'Ufficio di Presidenza, ma non ci sono le condizioni.
PRESIDENTE. Colleghi, con riferimento a quanto accaduto durante lo svolgimento del l'episodio sarà sottoposto all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza, perché adotti i provvedimenti di sua competenza .
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Amoddio, Boccia, Michele Bordo, Bueno, Capelli, Cimbro, Dambruoso, De Micheli, Dellai, Fico, Fontanelli, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Locatelli, Losacco, Manciulli, Marcon, Antonio Martino, Merlo, Palladino, Pes, Pisicchio, Ravetto, Realacci, Rigoni, Rosato, Schullian, Sottanelli, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4286-A: Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, su cosa, scusi?
FABIO RAMPELLI. Per un richiamo al Regolamento.
FABIO RAMPELLI. La comunicazione che lei ha fatto poco fa in ordine a quanto accaduto nel corso dello svolgimento del vorrei che si arricchisse di un elemento che riguarda in particolare coloro i quali, tra cui chi parla, è stato costretto da un comportamento deprecabile a rinunciare al proprio diritto di parola. Ora, a me non interessa quale sanzione eventualmente sarà comminata a coloro i quali del MoVimento 5 Stelle per l'ennesima volta ci hanno propinato l'unica cosa che sanno fare, cioè raccontare falsità per prendere qualche voto in più, perché, se dovessero stare al tema, non sarebbero capaci. Intendo che venga rispettato il mio diritto di parola, che non voglio venga utilizzato da altri e men che meno possa essere conculcato da altri . Gente della mia generazione ha fatto gli anni Settanta e questo diritto lo ha difeso con le unghie e con i denti, anche di fronte alla violenza. Io non accetto che quattro straccioni mettano …
PRESIDENTE. No, onorevole Rampelli. Onorevole Rampelli!
FABIO RAMPELLI. Io non accetto che quattro straccioni mettano in discussione il mio diritto di parola. Quindi, chiedo alla Presidenza di fare in modo che il mio quello di Fratelli d'Italia, venga ripristinato in aggiunta nella seduta del prossimo mercoledì. Anche questo vorrei che rientrasse nella discussione dell'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Va bene, grazie, onorevole Rampelli, riferirò. È chiaro che impedire lo svolgimento di un'attività istituzionale in Aula, ledendo un diritto dei gruppi, per di più di opposizione, non è una cosa ordinaria; quindi, l'Ufficio di Presidenza la prenderà in esame nella sua serietà e gravità, e prendo anche nota della sua richiesta di recuperare il che non ha potuto svolgere.
RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.
RICCARDO FRACCARO. Articoli 8 e seguenti.
PRESIDENTE. Quindi, sul Regolamento, va bene.
RICCARDO FRACCARO. Presidente, ovviamente, come ha sentito, siamo stati criticati fortemente. Prendo atto del fatto che lei con solerzia abbia deciso di portare i fatti avvenuti durante il in Ufficio di Presidenza; volevo semplicemente mettere agli atti che noi, con altrettanta solerzia, ci preoccuperemo di raccontare agli italiani che oggi vi siete tenuti l'ennesimo schifoso privilegio …
PRESIDENTE. Stava sul Regolamento, onorevole.
RICCARDO FRACCARO. …mentre fuori ci sono le persone…
PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, va bene, grazie. Ovviamente, ci sono anche altri gruppi, che non hanno potuto svolgere il che si sono rivolti alla Presidenza perché questa situazione venga esaminata. Ora darei la parola alla relatrice per chiedere i pareri.
MARIANO RABINO. Chiedo di parlare.
MARIANO RABINO. Sull'ordine dei lavori, Presidente. Al pari del collega Rampelli e al pari - non ho chiesto loro l'autorizzazione - dei colleghi Catania e Matarrese, che sono stati fraudolentemente e vergognosamente mortificati nelle loro prerogative, io dico, Presidente, che lei non ha fatto solo bene a sollecitare con solerzia che l'Ufficio di Presidenza esamini questa situazione. Io denuncio lo squadrismo fascista a cui ho assistito durante il perché, Presidente, in quest'Aula non sono ammessi gli spettacoli circensi. C'è il Circo Massimo e ci sono i teatri di Roma per gli spettacoli di . È inaccettabile…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Allora, onorevoli colleghi, è chiarissimo. No, non sono stata io a togliere la parola.
MARIANO RABINO. Volevo concludere, Presidente.
PRESIDENTE. Concluda, però, rapidamente, onorevole Rabino.
MARIANO RABINO. Oggi, Presidente, moltissimi sindaci, amministratori, cittadini d'Italia non hanno potuto assistere, su temi di rilevante gravità, alle risposte dell'Esecutivo per lo squadrismo fascista di questa indegna gazzarra cinquestellina, grillina o pentastellata che sia. È una vergogna Presidente!
ANDREA CECCONI. Presidente, lo deve riprendere!
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Presidente, credo …
PRESIDENTE. Onorevole Cecconi, la prego! Onorevoli colleghi, ho dato la parola a tutti e la darò a tutti quelli che l'hanno chiesta sul Regolamento. L'ha chiesta l'onorevole Rosato e poi la darò a lei, onorevole D'Uva . Onorevole Cecconi, la richiamo all'ordine! Onorevole Rosato, prego.
ETTORE ROSATO. Presidente, avrei voglia anch'io - molta voglia anch'io - di fare un intervento appassionato e urlato dicendo quello che penso rispetto a quello che è accaduto oggi in Aula e a quello che è accaduto davanti e dentro l'Ufficio di Presidenza. Considero quanto abbiamo visto gravissimo, sotto il profilo politico, sotto il profilo istituzionale e anche sotto il profilo dei rapporti tra persone civili che in quest'Aula devono rappresentare il popolo italiano e gli interessi del popolo italiano, e penso che l'atteggiamento del gruppo del MoVimento 5 Stelle faccia tutto tranne questo. Ma non faccio questo tipo di intervento, Presidente, io svolgo un richiamo al Regolamento perché noi abbiamo di fronte
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate fare gli interventi, perché poi tocca anche a voi. Poi devo dare la parola a uno di voi. Prego, onorevole Rosato.
ETTORE ROSATO. Noi abbiamo di fronte la conversione di un decreto, il decreto-legge sul terremoto, che dovrebbe richiamare tutti noi ad avere un atteggiamento di merito sulla questione che è qui . E io dico che noi siamo più interessati degli altri ad aprire un dibattito su come questi signori si sono comportati in Aula e fuori dall'Aula, ma non lo facciamo adesso, perché oggi noi abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di occuparci del decreto sul terremoto . Quando avremo finito il decreto sul terremoto, Presidente, gradirei che ci sia il modo di confrontarsi sulle regole civili di come si sta insieme in politica e nella società. Mi auguro che le decisioni che l'Ufficio di Presidenza deve assumere in merito ai comportamenti che sono verificati siano decisioni serie, molto precise, puntuali e rapide, perché quello che è accaduto è una cosa di una gravità immensa, che noi non risolviamo con un intervento qui in Aula…
ETTORE ROSATO. Presidente, voglio utilizzare i miei cinque minuti, anche perché ho capito che lei vuole dare un altro intervento sul Regolamento a un gruppo che ha già parlato sul Regolamento.
PRESIDENTE. Prima c'è Melilla.
ETTORE ROSATO. Quindi la pregherei, Presidente, di consentire, nel merito delle decisioni che lei sempre in maniera saggia fa - e mi consenta di ringraziare anche il presidente Giachetti per come ha gestito la fase difficile di prima - che quest'Aula riprenda ad occuparsi del decreto sul terremoto .
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signora Presidente, in modo anch'io molto pacato, il collega Rosato…
FRANCESCO D'UVA. Qual è l'articolo del Regolamento?
PRESIDENTE. Onorevole D'Uva, la prego!
GIANNI MELILLA. Articolo 8 del Regolamento.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Melilla.
GIANNI MELILLA. Il collega Rosato, ha anticipato una questione che avrei voluto anch'io dire: alle quattro e mezzo dovevamo iniziare la discussione per la conversione in legge di un decreto-legge che le popolazioni interessate stanno aspettando, ed è grave che al Parlamento sia stato impedito di farlo; mi auguro che subito dopo andremo in questo senso.
PRESIDENTE. Allora, ancora sul Regolamento, eccezionalmente, il secondo intervento del MoVimento 5 Stelle, però vi pregherei di stare sul Regolamento. Prego, onorevole D'Uva.
FRANCESCO D'UVA. Presidente, non è eccezionalmente, per il semplice fatto che l'intervento è stato chiamato mentre qualcuno, facendo un richiamo al Regolamento ha detto in quest'Aula delle parole abbastanza gravi e la Presidenza non l'ha richiamato. Sto parlando di “squadristi e fascisti”, Presidente - .
FRANCESCO D'UVA. Quindi, Presidente, la prego cortesemente - e chiudo perché c'è il decreto “terremoto” da votare - di richiamare tutti i deputati, non soltanto quelli del MoVimento 5 Stelle !
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, l'invito a tutti i colleghi è di porre fine a questa discussione in via immediata, per poi riprenderla; diamo precedenza al decreto-legge. Con l'autorità della Presidenza, Presidente, ci conceda di proseguire con l'esame del decreto-legge.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese, questo mi consente di dare subito la parola alla relatrice, Chiara Braga. Prego, onorevole. Mi dica lei come procedere, perché avevamo degli emendamenti accantonati.
CHIARA BRAGA, . Presidente, io proseguirei a dare i pareri sugli articoli, dal 7 in poi. Se lei è d'accordo, potrei dare un'indicazione sintetica con un parere di invito al ritiro, altrimenti contrario, per tutte le proposte emendative riferite agli articoli che richiamo, tranne quelle che richiamerò, su cui c'è un parere diverso.
PRESIDENTE. Va bene, però dica i numeri di pagina delle proposte emendative su cui esprime un parere non sintetico, perché altrimenti non le ritroviamo.
CHIARA BRAGA, . Sì. Allora, articolo 7: su tutti gli emendamenti, invito al ritiro o parere contrario, tranne sull'emendamento 7-.100 Oliverio, a pagina 8, su cui vi è parere favorevole, e accantonando gli emendamenti 7.17 Castiello e l'identico 7.102 Pellegrino, a pagina 7 e 8. Poi, chiedo che siano accantonate anche le proposte emendative 7.0101 Luigi Di Maio, a pagina 8, e 7-.101 Baldelli a pagina 9.
PRESIDENTE. Va bene. Tutti gli altri?
CHIARA BRAGA, . Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Sta bene. Che succede? Ha finito? È rimasto ancora qualcosa? Prego.
CHIARA BRAGA, . Presidente, diciamo che, con grave errore, ho dimenticato di dare un parere favorevole su un emendamento a prima firma Sereni, a pagina nove. Aspetti, un attimo…
PRESIDENTE. Mi ero distratta.
CHIARA BRAGA, . A pagina 9 del fascicolo, parere favorevole sugli identici emendamenti 7-.104 Colletti e 7-.106 Sereni.
PRESIDENTE. Vogliamo andare anche sugli articoli, onorevole? Se lei è pronta lo possiamo fare.
CHIARA BRAGA, . Sì, Presidente. All'articolo 8, su tutte le proposte emendative invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Io avrei, come una presegnalazione, l'emendamento 11.102 Pastorelli, a pagina 29; è accantonato?
CHIARA BRAGA, . Sì, Presidente, è accantonato; è esatto.
PRESIDENTE. E, invece, l'emendamento della Commissione, su cui c'è parere favorevole?
CHIARA BRAGA, . È a pagina 38: emendamento 11.700 della Commissione. Poi, sempre a pagina 38, parere favorevole sull'emendamento 11.111 Borghi, mentre sono accantonati, oltre all'emendamento 11.102 Pastorelli di cui abbiamo già detto, anche gli emendamenti 11.47 Ricciatti, a pagina 37, e 11-.103 Vacca, a pagina 51.
PRESIDENTE. Sta bene. Per tutti gli altri invito al ritiro o parere contrario, come sta dicendo. Passiamo all'articolo 12.
CHIARA BRAGA, . Sull'articolo 12, l'emendamento 12.36 Oliverio, a pagina 57, è accantonato; questo emendamento è uguale all'emendamento…
PRESIDENTE. Aspetti un attimo, mi scusi. Scusi, l'emendamento 12.36 Oliverio è a pagina?
CHIARA BRAGA, . Emendamento 12.36 Oliverio, a pagina 57, identico all'emendamento 12.103 Massimiliano Bernini: accantonati.
PRESIDENTE. Scusi. A me risulta un emendamento 14.100…
CHIARA BRAGA, . Sì, mi scusi. Emendamento 14.100 Mariani, parere favorevole. Invece, su tutti gli altri invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Andiamo avanti.
CHIARA BRAGA, All'articolo 17, intanto sto controllando che sull'articolo 16 non vi siano altri emendamenti…
PRESIDENTE. Sull'articolo 16 non ci sono emendamenti. Quindi, passiamo all'articolo 17.
CHIARA BRAGA, All'articolo 17, parere favorevole sull'emendamento 17-.102 Mariani, a pagina 97.
PRESIDENTE. A pagina 97, versione corretta. Noi avevamo una segnalazione di accantonamento.
CHIARA BRAGA, Sì, del precedente: 17-.100 Colletti. C'è un invito al ritiro perché la formulazione su cui ho dato parere favorevole è quella corretta.
PRESIDENTE. È l'emendamento che per me era accantonato. È l'emendamento 18.58 Tancredi? Allora, legge la riformulazione.
CHIARA BRAGA, Sì, Presidente. “Dopo il comma 5, aggiungere il seguente: 5-. Al comma 2 dell'articolo 3 del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n. 160, sono apportate le seguenti modificazioni: dopo le parole: “pari a 2,0 milioni di euro”, aggiungere le seguenti: “nonché un contributo di 500.000 euro finalizzato alle spese per il personale impiegato presso gli uffici territoriali per la ricostruzione”; 5-. Ai maggiori oneri derivanti dall'applicazione del precedente comma 5- si provvede a valere sulle risorse di cui all'articolo 7-, comma 1, del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2013, n. 71, e successivi rifinanziamenti”.
PRESIDENTE. Tutti gli altri?
CHIARA BRAGA, Su tutti gli altri invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. L'articolo 19 è tutto accantonato?
CHIARA BRAGA, Sì, tutti gli altri articoli sono accantonati.
CHIARA BRAGA, Sì, Presidente, sono d'accordo. Inoltre, credo di avere erroneamente dimenticato di accantonare un emendamento all'articolo 18.
PRESIDENTE. Va bene, aspettiamo un secondo. Intanto, il Governo può esprimersi sui pareri già dati dalla relatrice.
PAOLA DE MICHELI,. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Vediamo se ritroviamo la proposta emendativa all'articolo 18 che è stata accantonata. Dobbiamo finire di esprimere pareri… Un attimo. Onorevole Braga, poiché non è immediato… Se l'ha ritrovata, me lo dica.
CHIARA BRAGA, . Articolo aggiuntivo 18.028 Fabrizio Di Stefano.
PRESIDENTE. A quale pagina?
CHIARA BRAGA, . A pagina 110 e chiedo di accantonare anche l'emendamento 18.68 Melilli.
PRESIDENTE. Dunque, accantoniamo l'articolo aggiuntivo 18.028 Fabrizio Di Stefano a pagina 110 e l'emendamento 18.68 Melilli a pagina 101. Quest'ultimo però a me risultava ritirato prima dell'apertura della seduta.
FABIO MELILLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO MELILLI. Mi scusi, Presidente, comprendendo naturalmente la difficoltà del lavoro della Commissione e dei gruppi, ho ritirato tutti gli emendamenti da me presentati. Sull'emendamento 18.68, però, mi perdoni ma, poiché ci sono comuni che non riescono ad assumere nemmeno un dipendente a sei mesi dal sisma, vorrei ascoltare prima le motivazioni del Governo, dopodiché assumerò la decisione se ritirarlo oppure no.
PRESIDENTE. Sta bene. Diciamo che c'è stato un errore materiale e quindi consideriamo l'emendamento 18.68 Melilli accantonato. A questo punto passiamo all'esame degli emendamenti. Onorevole Braga, quindi ora ricominciamo dall'emendamento 7.15 Pastorelli perché quelli precedenti, che erano accantonati, rimangono accantonati. Dunque, siamo a pagina 6 del fascicolo.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Questo emendamento va di fatto a recuperare quanto lo stesso Governo aveva già deciso all'inizio del provvedimento, cioè consentire una gestione unitaria da parte del commissario straordinario dell'intero ciclo dei rifiuti, perché lo sgombero delle macerie nei paesi terremotati è un problema che va affrontato in maniera unitaria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo è un emendamento di buonsenso a costo praticamente zero e questa vicenda del terremoto potrebbe manifestarsi anche come un ciclo virtuoso e dare in questo modo l'avvio alla vera economia circolare di cui sempre parliamo e ci riempiamo la bocca in tutte le trasmissioni televisive e poi, nel momento in cui c'è da prendere atto e poterla per davvero realizzare, si esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti, a meno che non sia ritirato anche l'identico emendamento 7.20 Zaratti. Prima di porlo in votazione, devo farle presente che la sua collega ha detto che presenterà un ordine del giorno e, se l'emendamento poi dovesse essere respinto… Sta bene. Prendo atto che i presentatori ritirano l'emendamento Zaratti 7.20.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Brevemente intervengo su questo emendamento, il cui oggetto viene ripreso anche nei successivi emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 7.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, intervengo per dichiarare il voto favorevole su questo emendamento, perché è un emendamento di buonsenso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente, intervengo sia per questo che per il successivo 7-.104, che vede invece il parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Questo emendamento, che noi voteremo favorevolmente, ripercorre un po' altri analoghi, che abbiamo presentato, che troveremo più avanti e su cui magari eviteremo di intervenire, visto che lo facciamo già in questo momento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Anche noi vogliamo annunciare il nostro voto favorevole a questo emendamento e anche noi approfittiamo di questo emendamento, firmato dal collega Colletti - perché ce ne sono stati altri che affrontano questo tema -, per fare un ragionamento, che è quello legato alle risorse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Al di là del fatto che c'è il parere contrario della Commissione bilancio su questo emendamento, è chiaro che le considerazioni dei colleghi sarebbero condivisibili in teoria. Però, dobbiamo dire intanto, Presidente, che qui ci troviamo a pochi mesi e di fronte a un'emergenza enorme, che riguarda un'area vastissima e su cui abbiamo dato prime misure di diritti, che sono senza precedenti: il risarcimento del 100 per cento della prima casa e della seconda casa, dentro e fuori dal cratere. E anche per le aziende si è fatto molto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ADRIANA GALGANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Il nostro emendamento mirava a ridurre la soglia di ammissibilità per il contributo per il danno indiretto, perché la soglia prevista dal Governo, del 40 per cento, era decisamente troppo alta. Infatti, per un'azienda turistica perdere il 40 per cento del fatturato in sei mesi equivale a voler dire che è sulla soglia della chiusura. Il nostro emendamento mirava a portare questa soglia al 20 per cento. Non abbiamo ottenuto questo risultato, il Governo ha deciso comunque di ascoltare anche la nostra richiesta, accogliendo gli emendamenti successivi 7-.104 e 7-.106, perciò li sottoscrivo e ritiro il mio emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo allora agli emendamenti identici 7-.104 Colletti e 7-.106 Sereni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carrescia. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO CARRESCIA. Grazie, Presidente. Vorrei rimarcare l'importanza di questi emendamenti, perché l'introduzione del risarcimento del danno indiretto è importante per l'economia di quei territori, perché riguarda un territorio che è fortemente caratterizzato dalla presenza di tantissime piccole e medie imprese, soprattutto nel settore del commercio, del turismo e dell'artigianato.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Presidente, per sottoscrivere questo emendamento e per sottolineare che esso va incontro ad una volontà convergente di diversi gruppi parlamentari di ampliare la platea dei beneficiari, anche perché la questione del danno indiretto anche in Commissione era stata sollevata da diversi emendamenti di diversi colleghi, e quindi credo che meriti la sottoscrizione, nel caso specifico mia, ma io lo faccio a nome politicamente dell'intero gruppo, ma credo che si aggiungeranno anche le firme di diversi colleghi dei territori interessati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Semplicemente per dire che con il presente emendamento vorremmo estendere alla ricostruzione privata quanto già previsto anche per la ricostruzione pubblica attraverso l'articolo 8, e cioè quella possibilità di partecipare agli affidamenti per la ricostruzione pubblica per gli operatori economici che hanno presentato domanda di iscrizione all'anagrafe.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CRISTIAN IANNUZZI. Grazie, Presidente. Se ho capito bene, c'è il parere negativo della relatrice, giusto?
CRISTIAN IANNUZZI. Semplicemente, con questo emendamento chiedo di aggiungere una postilla per subordinare l'inizio dei lavori all'effettivo rilascio del certificato antimafia; quindi, mi sorprende che la relatrice, la maggioranza e il Governo siano contrari e chiederei un ripensamento. Comunque lo metto al voto e chiedo che l'Aula lo voti positivamente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, questo è un emendamento per il quale mi è sembrato veramente grave il fatto di non essere stato accolto, perché raccoglieva un'istanza presentata dal commissario Errani, che più volte ha detto che non è possibile immaginare che ci sia l'accaparramento degli incarichi progettuali. Ebbene, quando ho presentato questo emendamento, ho fatto una proposta che mi sembrava quasi paradossale, ovvero che non vi fossero 25 milioni di euro in due uniche mani. Venticinque milioni di euro sono tantissimi, per un professionista, ma evidentemente qui non si tratta solo di un professionista, qui si tratta, come al solito, degli incarichi che vengono dati alle società di progettazione e le società di capitale, perché è impossibile che un solo progettista abbia un incarico di questo tipo. Errani diceva che non è possibile fare l'accaparramento delle progettazioni, esattamente come non si devono fare gli accaparramenti per quello che riguarda le imprese e le commesse delle imprese: giusto, giustissimo, perché bisogna distribuire il lavoro. Questo emendamento non è stato accolto, nonostante un tetto così alto di importo, che, lo ripeto, è pari a 25 milioni di euro; neanche è stata proposta una riformulazione, niente, c'è stato assolutamente lo sbarramento. A questo punto direi che forse tutti i professionisti possono restituire il loro timbro al Ministro della giustizia e diamo lavoro solo ed esclusivamente alle società di capitale, le quali in questa circostanza, per l'occasione, hanno avuto la deroga di poter partecipare anche agli appalti privati e non solo agli appalti pubblici. Complimenti!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Presidente, vorrei sottoscrivere questo emendamento, data l'importanza. È fondamentale votare favorevolmente, perché si eviterebbe quello che è successo, ad esempio, per gli incarichi di progettazione dopo il terremoto de L'Aquila laddove vi sono state plurime inchieste della magistratura successive a quegli incarichi di progettazione dati a pochissimi professionisti o pochissime imprese. Concentrare la progettazione in realtà significa fare un favore a quelle imprese che hanno connessioni o connivenze con, ad esempio, le pubbliche amministrazioni o, in caso, anche gli uffici di ricostruzione, con il potere politico all'interno delle pubbliche amministrazioni; vuol dire far guadagnare una marea di soldi a pochi e far fallire quei piccoli, liberi professionisti che non hanno dei santi in paradiso.
PRESIDENTE. Onorevole Rosato, mi scusi…
ANDREA COLLETTI. Almeno vorrei capire dal capogruppo Rosato e dal sottosegretario la possibilità di accantonarlo per farlo verificare meglio. Qual è il problema? Il problema sono queste che tengono ad accentrare questi incarichi o semplicemente che non si è visto bene questo emendamento? Il problema è che il Governo si è impuntato nel voler dare gli incarichi sempre ai soliti noti? Presidente, credo che quest'Aula meriti una risposta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, un analogo emendamento era stato presentato dal MoVimento 5 Stelle in Commissione, e l'atteggiamento del Governo è sempre lo stesso. Non riusciamo a capire se i problemi non li vedete oppure - forse abbiamo già compreso fin troppo bene - non li volete vedere. È evidente che nemmeno dagli errori imparate, perché la faccenda de L'Aquila è ormai nota a tutti: lì c'è stato un accaparrarsi di incarichi e poi i pochi noti che si son presi gli incarichi li hanno fatti fare ad altri, sottopagandoli e facendoli in maniera oscena, anche con sentenze anche dei casi e indagini della magistratura. Oggi vi stiamo chiedendo semplicemente di porre almeno un limite ai tetti di incarichi che il singolo professionista o la società possono percepire. Perché non riusciamo a vedere che è un tentativo di evitare l'accentramento di poteri nelle mani di pochi? Perché non riuscite a dare parere favorevole a questo emendamento? È un emendamento di buonsenso, ma forse mancate proprio di quello .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, anche noi, a nome del gruppo della Lega, vogliamo sottoscrivere l'emendamento presentato dalla collega Pellegrino. Realmente siamo basiti, perplessi, non riusciamo a capire l'atteggiamento del Governo rispetto ad un emendamento di buonsenso; effettivamente il commissario Errani ha più volte ribadito questo punto fondamentale. Non riusciamo a comprendere, visto che per un decreto del genere, ma in generale su tutti i punti in cui si discute di incarichi, appalti e quant'altro, il criterio della trasparenza e della legalità dovrebbe essere fondamentale, il pilastro portante di un provvedimento legislativo o comunque di un'azione di Governo. Per cui, veramente ci fa specie che il Governo, rispetto ad un emendamento del genere, che concentra, è vero, l'attività in mano ad un gruppo omogeneo, un gruppo di persone che è chiaramente non dia la possibilità invece di aprire e creare una concertazione più allargata. Quindi chiediamo anche noi con forza che questo emendamento venga accantonato, che si possa ridiscutere nel merito e che possa poi il Governo esprimere un parere favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento, così come al successivo - su cui non interverrò -, che porta anche la nostra firma e che è dello stesso tenore. Quello successivo riguarda soltanto la ricostruzione privata, questo riguarda sia quella pubblica che quella privata. È un emendamento di buonsenso, una logica di buonsenso, quella di cercare di evitare una concentrazione eccessiva, laddove poi inevitabilmente questa concentrazione porta a una redistribuzione successiva a cascata degli incarichi, che poi evidentemente non verranno eseguiti con la stessa attenzione così come dovrebbero essere fatti. Allora, è un emendamento di buonsenso, così come - ripeto - quello successivo, per entrambi i quali annuncio il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Presidente, l'emendamento della collega Pellegrino risponde a un'esigenza - con un metodo rispettabile - a cui però è stata già data risposta da un'ordinanza del commissario Errani, che limita a 30 la possibilità degli incarichi per i professionisti e a più 30 per le professioni specialistiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io voglio intervenire perché, durante l'intervento del collega Colletti, ho visto il membro del Governo parlare ma ovviamente non c'era nessuno, nessun altro deputato di fronte a lei. Quindi, probabilmente era al telefono con l'auricolare e non vorrei che al membro del Governo fosse sfuggita la richiesta del collega di accantonare questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN IANNUZZI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per sottoscrivere l'emendamento.
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI,. Presidente, ho capito perfettamente la richiesta ma, per le ragioni che ha esposto il collega Tancredi, ritengo che non sia necessario accantonare perché questi limiti sono già previsti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gregori. Ne ha facoltà.
MONICA GREGORI. Grazie, Presidente. Io voglio rispondere a quanto detto poc'anzi dal collega. Noi ribadiamo l'importanza dell'emendamento, perché questo emendamento è stato chiesto proprio dalla rete dei professionisti. Inoltre, è vero che c'è un'ordinanza, ma noi non vediamo, a questo punto, quale sia il problema di scendere da 30 a 25 e, anzi, noi avremmo un ulteriore risparmio che potrebbe essere investito, comunque, sempre all'interno di questo decreto per altre questioni come, ad esempio, sulla sicurezza delle scuole, dove in realtà non è stato fatto poi così tanto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, il fatto che il Governo rimandi al collega Tancredi… per carità: la fonte è autorevole, però quello che noi oggi abbiamo qui posto, all'interno di quest'Aula, è una problematica che è sotto gli occhi di tutti e quindi, sottosegretario De Micheli, vuole spiegare perché a tutti i professionisti d'Italia voi andrete a vietare, di fatto, di partecipare a queste gare e darete in mano ai soliti pochi noti gli appalti in questione? Quindi, si va a riaccentrare in mano a pochi che poi subappalteranno, magari tramite qualche procedura anche tipo in stile Groupon, visto che ormai ci abituate anche un po' a tutto. Potete provare a pensare che c'è un meccanismo diverso che valorizza quello che un professionista fa, visto che tra l'altro ci stiamo occupando di problematiche abbastanza evidenti di tutela dell'interesse collettivo e dell'incolumità pubblica e non stiamo parlando di vendita di noccioline.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carrescia. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO CARRESCIA. Presidente, semplicemente per significare all'Assemblea quello che è emerso nel corso dell'audizione con la rete delle professioni, cioè che questa ordinanza del commissario, che è la n. 12 del 17 gennaio di quest'anno, è nata sulla base di un accordo tra il commissario e la rete delle professioni. Poi, che possa essere migliorata non lo escludo, perché tutto è possibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Questo decreto dovrebbe contenere misure utili per dare sollievo e una risposta concreta alle esigenze di chi ha subito dei danni per il terremoto. Purtroppo, sappiamo benissimo che questo decreto non contiene misure di questo genere; contiene misure parziali e, secondo noi, infinitesimali rispetto alle reali esigenze di chi ha subito dei danni. Ebbene, quello che abbiamo fatto con questa proposta è una cosa innovativa che unisce tre strumenti fondamentali e utili per dare veramente delle risposte concrete. Gli strumenti sono: i finanziamenti a fondo perduto, il e il terzo strumento praticamente è riferito alla possibilità di avere una detrazione fiscale. Ebbene, unendo questi tre strumenti riusciamo veramente a dare un aiuto concreto alle persone che hanno subito un danno dal terremoto.
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI,. Solo per chiarire che la proposta, così com'è stata presentata, in seguito ad un lavoro di istruttoria che abbiamo svolto, non è assentibile perché, in realtà, in termini di costi complessivi per la finanza pubblica, avrebbe costi importanti. Tuttavia, il Governo sta ragionando su un modello che è simile a quello descritto dall'onorevole Pesco rispetto alle eventuali possibilità di cessione del credito da parte degli incapienti e di particolari categorie sulla parte relativa agli altri incentivi fiscali, non quelli ovviamente del terremoto, perché in quel caso, come già ci siamo detti sia in quest'Aula che nell'Aula del Senato, non c'è bisogno di alcuna cessione, ma quelli relativi all'eco- e alle misure antisismiche che sono quelli che valgono per tutto il resto del Paese e non per le aree da ricostruire.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, grazie. Vorrei spiegare un attimo l'articolo aggiuntivo, perché nel parere della X Commissione (Attività produttive) ci sono tre punti che riguardano il turismo e, quindi, una parte che concerne gli strumenti di incentivazione dei committenti di iniziative di turismo congressuale, strumenti che, tuttavia, a mio avviso non garantiscono un rilancio di quelle attività. Un altro aspetto chiede di valutare e inserire disposizioni con misure di indennizzo per valutare i danni indiretti dalla perdita di reddito dovuta alla sospensione totale o parziale dell'attività e un ultimo punto che valutava l'inserimento di promozione turistica all'interno dei canali televisivi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Credo che questa sia una norma di buonsenso con pochi costi aggiuntivi e su cui invito ad una riflessione, da parte del Governo e della relatrice, perché ci sono alcune decine, forse non si arriva a cento persone, che, pur avendo dovuto rinunciare alla propria abitazione, perché la stessa si trova in condizioni oggettivamente non abitabili, tant'è che sono stati raggiunti da decreto sindacale di sgombero, non trovandosi nel cratere e quindi nelle stesse condizioni di chi invece è dentro il cratere, non gode dei benefici che, invece, giustamente, vengono riservati a quelli che hanno analoga situazione all'interno del cratere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CHIARA BRAGA, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. È in grado di darci il parere sul 10.01, forse?
CHIARA BRAGA, No, rimane accantonato. Vorrei chiederle se possiamo accantonare anche tutti gli emendamenti all'articolo 11, perché su alcuni emendamenti abbiamo una riflessione e la votazione di alcuni potrebbe pregiudicare l'approvazione di altri.
PRESIDENTE. Va bene. Li accantoniamo tutti, compreso quello su cui aveva dato parere favorevole, l'emendamento 11.100.
CHIARA BRAGA, Sì, tutti all'articolo 11.
PRESIDENTE. Va bene. Quindi andiamo alle proposte emendative presentate all'articolo 12, a pagina 51.
CHIARA BRAGA, Siccome l'articolo 11- è un articolo aggiuntivo, quegli emendamenti li possiamo votare.
PRESIDENTE. Va bene. Allora partiamo da pagina 50, 11.52 Laffranco.
CHIARA BRAGA, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA, Grazie Presidente. Sull'emendamento 11.103 Vacca, che era accantonato, devo esprimere un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.
GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Quest'emendamento era semplicemente per chiedere che, nella sospensione dei mutui - prevista e introdotta con emendamento in Commissione ambiente -, che attualmente prevede soltanto la sospensione della quota capitale, si aggiungesse anche la quota degli interessi.
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI,. Onorevole Vacca, come sa, abbiamo istruito tutti, uno per uno, gli emendamenti. La moratoria che è introdotta dall'11 allarga i soggetti che possono avere diritto alla sospensione del mutuo, anche a coloro che non hanno avuto danni.
PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.
GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Con questo emendamento chiediamo un'altra cosa semplice, ovvero l'esonero dal pagamento delle tasse universitarie e della tassa di iscrizione che si paga per gli ultimi due anni della scuola superiore. Per chi? Ovviamente per gli studenti che risiedono nei comuni del cratere. Quindi è un provvedimento che riguarda direttamente i comuni ricompresi nel cratere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Solo brevemente, perché vorrei motivare questo emendamento e anche quelli precedenti della collega Pellegrino, solo per ricordare un po' all'Aula che l'incapacità di questo Governo è stata quella di non rendersi conto nemmeno lontanamente che, dopo il disastro del terremoto, i tecnici abilitati nelle schede AeDES non bastavano per andare a fare quel tipo di verifiche che erano necessarie per poter intervenire in maniera tempestiva e rapida.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, è così come descritto dal collega Crippa, che evidenzia la questione in maniera molto chiara.
SERENA PELLEGRINO. Noi oggi ci ritroviamo in una situazione di questo tipo, appunto esattamente come descritto dal collega: una parte di professionisti che hanno dato il loro contributo in modo volontario, altri, invece, che sono stati chiamati successivamente perché era necessaria la loro prestazione professionale.
CHIARA BRAGA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA, . Signor Presidente, io credo che la questione, per la sua rilevanza, meriti qualche attimo di attenzione da parte dell'Aula. Noi abbiamo discusso di questo tema sia durante l'esame in Commissione sia rivalutando con la massima attenzione gli emendamenti presentati dai colleghi. Voglio precisare che l'apporto fondamentale dei tecnici che hanno concorso anche nella gestione di questa emergenza, nello svolgere la propria azione di tecnici agibilitatori, avviene all'interno di un quadro di regole che è già ben definito e consolidato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Questo emendamento, Presidente, e i successivi che verranno, appunto, e che purtroppo non hanno trovato un parere favorevole da parte del Governo, intendono sottoporre all'attenzione di quest'Aula quello che è un problema serio che vivono tutte le aziende zootecniche e agricole, che, purtroppo, sono state colpite dal sisma, sia da quello dell'agosto scorso sia da quello di gennaio e - non solo - anche dai fenomeni meteorologici, quali quelli della neve, che si sono appunto verificati in queste regioni.
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI,. Grazie, Presidente. Onorevole Castiello, solo per dirle che il parere contrario su questo emendamento è dovuto al fatto che l'emendamento approvato in Commissione e presentato dalla relatrice estende la riforma votata nella legge di stabilità per il 2016 - all'epoca si chiamava così -, in particolare quella che va dai commi 422 e seguenti, facendola valere anche per l'agricoltura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Sottoscrivo l'emendamento 15.3 Zaccagnini e lo ritiro perché fa parte della questione che diceva la relatrice cioè che gli argomenti sono state ricompresi nell'emendamento 15.700 della Commissione.
MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Ritiriamo anche noi l'emendamento 15.6 a mia prima firma e quindi votiamo quello della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 15.101 Antezza per il quale vale la medesima considerazione.
MARIA ANTEZZA. Presidente, ritiro anch'io l'emendamento 15.101 a mia prima firma in quanto assorbito dal 15.700 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Brevemente, come è noto nell'Italia centrale vi sono due parchi nazionali tra i più grandi d'Italia perché si tratta di una delle zone più ricche dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. Naturalmente il sisma e l'eccezionale nevicata della seconda decade di gennaio hanno provocato seri problemi a tutte le attività, comprese quelle legate al turismo ambientale, al turismo naturalistico ed anche alle strutture ricettive che sono presenti in questi due parchi nazionali. Basti pensare ai tanti rifugi montani e alla sentieristica. È necessario dare un aiuto a questi parchi nazionali: questo è l'intento di questo emendamento. Teniamo conto che, quando noi istituiamo delle aree protette, non vogliamo assolutamente imbalsamare il territorio: noi vogliamo stare dalla parte delle popolazioni, tutelando un bene importante come appunto quello dei parchi nazionali. C'è il presidente della Commissione ambiente che conosce questa materia molto meglio di me.
ERMETE REALACCI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, . Come il collega Melilla sa, condivido questo punto di vista e peraltro questo è un terremoto in cui l'area del cratere coincide largamente con i due Parchi nazionali dei Monti Sibillini e del Gran Sasso e Monti della Laga. Tutti i comuni dei Sibillini e buona parte dei comuni del Gran Sasso e Monti della Laga, che sono quasi tutti piccoli comuni - lo dico al collega Borghi - sono compresi nel cratere. Detto questo non vorrei - vale anche per altri interventi - che l'inseguire singoli punti faccia perdere di vista la filosofia che si è seguita nel provvedimento in esame. Infatti in esso già, al di là del rimando al testo che discuteremo e che è corretto, si sono introdotte novità importantissime rispetto al testo che veniva dal Governo cioè ci sono risorse aggiuntive per i parchi e soprattutto ci sono 15 unità previste per i due parchi per permettere di rafforzare questa attività che non è solo legata alla protezione della natura ma è un'idea di sviluppo. Per questo chiedo al collega Melilla e alla collega Pellegrino, proprio per valorizzare le novità che sono state introdotte nel decreto-legge peraltro con un voto unanime della Commissione, di ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Melilla ritira l'emendamento 15.9.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente, velocissima: questo è un emendamento che riguarda l'istituzione delle zone franche, che è simile agli emendamenti che sono stati ritirati o votati poco fa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente, prima la collega Saltamartini parlava di alcuni emendamenti bocciati e i nostri sono stati bocciati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Sì Presidente, perché forse è il caso di prenderci qualche minuto e riflettere su che cosa è successo: nella prima giornata di seduta della Commissione ambiente, arriva la notizia che i saldi di finanza pubblica non bastano per mettere due soldi su quello che è stato chiamato “zone franche”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente, il mio gruppo parlamentare aveva presentato svariate proposte di istituzione di zone franche e noi abbiamo scelto di ritirare gli emendamenti che abbiamo presentato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, intervengo su questo argomento e su questi emendamenti concernente l'istituzione delle zone franche, perché, già nella discussione sulle linee generali, ho evidenziato - e lo ribadisco - che è uno dei punti cruciali per la ripresa delle zone distrutte.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, in maniera telegrafica. Quest'emendamento, che purtroppo non viene accolto, ha un'analogia con quanto già fatto per il terremoto - che lei purtroppo ben conosce - del 1997. Avrebbe previsto, per le imprese del turismo, un contributo in conto capitale per le micro, piccole e medie imprese del turismo, artigianato, commercio e servizi che fossero in grado di dimostrare una perdita di fatturato rispetto alla media abituale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente, rapidamente, vista l'ora, ma per sottolineare un punto essenziale di differenziazione tra come il Governo Berlusconi intervenne nel 2009 sul sisma de L'Aquila e come si interviene adesso. Chi ha avuto la casa lesionata, danneggiata, ma può essere comunque ancora abitata, deve comunque essere messo nelle condizioni, specie se ha un reddito basso, di potersela aggiustare, perché una spesa di 5-10 mila euro per molte persone non rappresenta un impegno, ma per tantissime rappresenta un vero e proprio scoglio. E, allora, non trascurare queste categorie di persone per questa categoria di intervento credo sia determinante per capire la diversa sensibilità di approccio alla tematica della ricostruzione. Mi fermo qui, ma credo che tutti abbiano capito il senso del mio intervento e, soprattutto, quello di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CHIARA BRAGA, . Li accantoniamo entrambi.
PRESIDENTE. Li teniamo accantonati, benissimo, andiamo oltre. È ritirato l'emendamento 18.25 Castiello.
CHIARA BRAGA, . Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Melilli.
FABIO MELILLI. Sì, Presidente, mi scusi, ho ritirato numerosissimi emendamenti, ma ho la necessità di precisare il senso di questa proposta, perché credo che noi abbiamo anche un po' il dovere di dimostrare che non siamo molto lontani da quello che succede nella vita reale. La proposta riguarda la possibilità dei comuni di assumere personale, cosa che è stata decisa nel decreto n. 189, non era stata decisa nel primo provvedimento. Quella proposta è stata fatta - io non so chi ne sia l'autore materiale - creando una serie di difficoltà che di fatto impediscono ai comuni, e parlo naturalmente per la mia provincia, Amatrice ed Accumoli, di assumere chicchessia. L'articolo 50 del decreto n. 189 dà facoltà a quei comuni di assumere, attingendo a graduatorie vigenti.
PRESIDENTE. Relatrice, ritiene di confermare l'accantonamento oppure permane il parere?
CHIARA BRAGA, . Presidente, su questo argomento abbiamo discusso molto - il collega Melilli lo sa, perché l'abbiamo fatto anche in Commissione - ed è stato fatto anche un supplemento di istruttoria. Se il Governo non ha altri elementi da indicare per un ulteriore approfondimento, che ovviamente, a questo punto, io non credo di poter più esperire, non ho motivi per cambiare il parere.
PRESIDENTE. Bene, mi pare che anche il Governo non muti il parere. Onorevole Melilli, ritira l'emendamento?
FABIO MELILLI. Sì, ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti.
ROCCO PALESE. Presidente, penso che l'Aula abbia adesso assistito ad un gravissimo errore fatto dal Governo. Cioè, noi abbiamo avuto una denuncia formale - ed è così - che i ritardi nella ricostruzione del terremoto e nella situazione degli atti è per una carenza di personale, che è cosa vera, reale, l'ha detto anche il commissario Errani più volte. Ci troviamo davanti ad una situazione, di interpretazione o meno, che purtroppo blocca tutto. Penso che, siccome questo è un problema ineludibile, perché se non andiamo avanti il decreto non cammina, cioè non viene attuato, il Governo si faccia carico di tirar fuori una nuova formulazione come Comitato dei nove, stasera o domani, perché il problema è reale.
PRESIDENTE. Onorevole Palese, le chiedo scusa: lei sta riferendosi all'emendamento…
ROCCO PALESE. Presidente, ha ragione…
PRESIDENTE. Mi pare di aver capito. Io l'ho fatta parlare lo stesso, ha espresso il concetto…
CHIARA BRAGA, . Rimane accantonato.
PRESIDENTE. Sta bene, quindi passiamo a pagina 105 del fascicolo, al subemendamento 0.18.0500.2 De Rosa.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, noi ci chiediamo cosa c'entri la realizzazione del progetto Casa Italia all'interno del decreto “terremoto”, visto che è qualcosa che dobbiamo discutere più approfonditamente e capire anche dove piazzare quest'unità, perché, all'interno della Presidenza del Consiglio, ci sembra il posto sbagliato. A un certo punto, ci chiediamo a cosa servano i Ministeri, se diamo certe funzioni a questa famosa, fantomatica Casa Italia, di cui non sappiamo bene quali siano i compiti, perché sono talmente generici che andiamo dalla riqualificazione energetica alla valorizzazione e tutela del territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Non c'è dubbio che questa norma e quello che propone questa norma sono stati già ampiamente contestati anche in Commissione, con invito al Governo di riflettere e di ritirarla, perché questa norma è un pugno negli occhi - e non solo negli occhi - di tutte le persone terremotate. Non c'è dubbio! Cioè, un conto è …
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Palese. Onorevole Centemero, onorevole Centemero, sta parlando un collega davanti a lei. Prego.
ROCCO PALESE. Non c'è dubbio che, per così come è formulata, è anche una cosa completamente diversa da quella che l'ex Presidente del Consiglio aveva annunciato, con Renzo Piano e quant'altro. Qui si istituisce - e mi piacerebbe riuscire a capire e a sapere se effettivamente ve ne sia il bisogno - un nuovo Dipartimento all'interno della Presidenza del Consiglio, come se ce ne fossero pochi. Sono più di 4 mila le persone che lavorano lì dentro, al di là di tutti i Ministeri. Tutto questo è compatibile con il decreto-legge n. 95 del 2012 del Governo Monti, con cui 7.500 dirigenti e funzionari dovevano essere collocati in disponibilità e trasferiti altrove perché era una delle condizioni nella trattativa per uscire dalla procedura di deficit eccessivo? È evidente che questa norma contrasta, al di là del costo, proprio col buonsenso, contrasta con il resto del decreto e con i contenuti del decreto. Non c'entra niente!
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Palese.
ROCCO PALESE. …di valutare in maniera positiva un decreto che pure serve alle zone terremotate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Anche noi interveniamo per ribadire l'offesa che questo Governo sta facendo al lavoro duro e faticoso che è stato fatto su questo decreto in Commissione e in quest'Aula e mi meraviglia come anche la Commissione stessa, i membri di maggioranza, non si siano ribellati rispetto alla presentazione di un emendamento del genere che dice “Casa Italia”; voi volete fare il “casino Italia”, perché, nel momento in cui fate un carrozzone del genere, è sempre, come dire, un : i carrozzoni, le assunzioni, si bandiscono concorsi, si appostano delle risorse economiche e finanziarie.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassiamo un po' il tono della voce?
GIUSEPPINA CASTIELLO. … responsabilmente abbiamo votato tutti gli emendamenti della maggioranza perché il merito era importante. Nel momento in cui si parlava di provviste, di dare una mano, nel momento in cui si parla di sgravi fiscali, noi siamo qui a combattere per poter dare risposte concrete e serie a quelle popolazioni. Che cosa fa il Governo? Arriva con un emendamento che non c'entra nulla con questo decreto e, anzi, che offende non solo chi ha provato in qualche modo a migliorarlo, ma offende i tanti uomini della Protezione civile, delle forze dell'ordine che sono stati lì, in quei territori e che ancora ci sono, a lavorare in condizioni negative, senza attrezzature, senza strutture.
PRESIDENTE. Colleghi, siccome ho tutta una serie di colleghi che hanno chiesto di parlare - e ovviamente lo faccio solo in termini di collaborazione - voglio ricordare a tutti che stiamo in questo momento sul subemendamento 0.18.0500.2 De Rosa.
MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, anch'io intervengo per dichiarare di ritenermi assolutamente contrariato nel metodo e nel merito di questo emendamento che il Governo un po' sottobanco, diciamocelo colleghi, ha depositato ieri in Commissione ambiente, quindi fuori dallo spirito di collaborazione che tutti i gruppi hanno dimostrato e hanno profuso in questo provvedimento. Quindi, ieri sera è arrivato, un po' di soppiatto, questo emendamento che istituisce questo Dipartimento.
MASSIMILIANO BERNINI. Però, il problema è questo: perché creare un'altra struttura, perché creare un appesantimento ulteriore in seno al Consiglio dei Ministri? Perché per esempio non fare una…
PRESIDENTE. Onorevole Bernini, deve concludere.
MASSIMILIANO BERNINI. …meno onerosa cabina di regia? Veramente ritarate questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Io stavo riflettendo qualche attimo fa. Con l'emendamento precedente, che il collega del PD ha dovuto ritirare, c'era l'accorato appello di un uomo del territorio che diceva: “C'è bisogno di nuova linfa nella pubblica amministrazione maciullata dal terremoto” e il Governo, non me ne voglia - tra l'altro è anche giustificato; io ho fatto l'amministratore e so le difficoltà che si trovano per reperire un impiegato, un qualsiasi impiegato -, risponde, costringendo il collega a ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE. Onorevole Cera, siamo in un'altra fase del dibattito la pregherei di concludere.
ANGELO CERA. Io sto parlando - mi perdoni, Presidente - del subemendamento 0.18.0500.2 De Rosa.
PRESIDENTE. Lei stava facendo riferimento ad emendamenti che sono stati esaminati prima.
ANGELO CERA. No, non mi sto riferendo: sto collegando le due cose. Presidente, mi faccia parlare perché lei è sempre puntuale e bisogna che qualcuno puntualizzi il suo comportamento.
PRESIDENTE. Le è rimasto un minuto e venti secondi.
ANGELO CERA. Non si preoccupi. Sottolineo proprio l'illogicità di quello che accade: da un lato, si forma un nuovo carrozzone, dall'altro lato, si pongono le amministrazioni comunali del territorio e del cratere nel “fai da te” cioè a continuare a fare nulla.
PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Paglia, lei interviene a titolo personale?
GIOVANNI PAGLIA. Perché a titolo personale, Presidente?
PRESIDENTE. Scusi, avevamo calcolato l'intervento dell'onorevole Pellegrino. Lei interviene sul subemendamento 0.18.0500.2 De Rosa? Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Intervengo sul subemendamento 0.18.0500.2 De Rosa per esprimere la nostra posizione di voto a favore. È evidente che, votando a favore di questo subemendamento, si cerca di impedire un atto profondamente sbagliato da parte della maggioranza. Cosa sia il Progetto Casa Italia in Italia nessuno lo sa. Rimane uno slogan più o meno fortunato lanciato dal Presidente del Consiglio che poi, come molte delle azioni del precedente Presidente del Consiglio, si è perso nella nebbia del non fatto ed è rimasto sospeso per aria e ogni tanto torna fuori. In questo caso, però devo dire torna fuori nel modo peggiore, nel modo di cui la politica credo dovrebbe un po' vergognarsi perché, se noi proviamo a raccontare ad un qualsiasi italiano che noi stiamo andando ad istituire un dipartimento “Per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell'azione strategica del Governo connesse al (…)”, qualunque italiano in età adulta, forse anche prossimo all'età adulta, capisce una cosa molto semplice, cioè che lo si sta prendendo in giro. Qui si fa una cosa molto semplice: con la scusa del terremoto, con la scusa di un progetto di cui nulla si sa e di cui inviterei la maggioranza ad argomentare se è in grado di dire qualcosa a proposito ma non lo è, intanto si assumono una ventina di persone a chiamata diretta da parte del Governo di cui alcuni con ruolo dirigenziale, con 1.300.000 euro di costi. È utile? È utile che, per l'ennesima volta, il Governo voglia fare un'infornata di fedelissimi stipendiati dallo Stato in assenza di qualsiasi funzione che non sia il vuoto del coordinamento strategico?
PRESIDENTE. Per favore, lasciamo il Governo nelle condizioni di seguire. Non sostare davanti al banco del Governo.
GIOVANNI PAGLIA. Se avesse, io credo, un sussulto di dignità lo capirebbe anche quest'Aula. Ne avete già fatte tante negli ultimi giorni, ne avete fatte tante. Avete già fatto arrabbiare molte persone - penso al Senato, penso a Minzolini - con votazioni che nessuno ha capito. Volete andare avanti così? Volete andare avanti a votare, a costo della pubblica amministrazione e quindi a costo dei contribuenti emendamenti, provvedimenti che servono esclusivamente alle vostre clientele? Fatelo. Però non chiamatela buona politica: questa è la politica peggiore, è la politica che genera l'antipolitica ed è quella contro cui francamente noi ci battiamo qui dentro, continueremo a batterci fuori e di questo vi accusiamo esplicitamente. Non ce n'era bisogno e io credo che ciò offenda anche profondamente chi ha subito un dramma come il terremoto e che si vede oggi mettere all'interno di un provvedimento già insufficiente di suo anche l'ennesimo sfregio di cui si poteva francamente fare a meno
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Mi scusi, Presidente, colgo l'occasione sulla votazione di questo subemendamento per chiederle quale fu l'istruttoria legata all'ammissibilità dell'articolo aggiuntivo presentato dal Governo perché se basta inserire le parole “anche a seguito degli eventi sismici” possiamo normare “la qualunque”. Basta saperlo e ai prossimi decreti noi mettiamo “anche per” e cerchiamo di capire se effettivamente con quell'“anche per” la Presidenza e quindi adesso Presidente Giachetti mi rivolgo a lei ma…
PRESIDENTE. Ed io la sto ascoltando per darle una risposta.
DAVIDE CRIPPA. …ed è evidente che è una richiesta che deve essere estesa ad una valutazione che hanno fatto gli uffici perché non vorremmo che l'“anche per” sia una condizione per cui da domani posso andare ad emendare “la qualunque” inserendo “anche per” cioè evidentemente quello che si va a fare articolando dopo… Presidente, le chiedo in questo caso di parlare per un richiamo al Regolamento e quindi non un minuto come intervento a titolo personale perché le sto chiedendo una valutazione regolamentare…
PRESIDENTE. Io modifico volentieri il titolo del suo intervento: lei ha esordito, dicendo che approfittava della dichiarazione di voto sul subemendamento per pormi un altro problema. Comunque vada avanti, onorevole Crippa.
DAVIDE CRIPPA. La ringrazio per la concessione. A questo punto chiederei la valutazione di ammissibilità dell'articolo aggiuntivo originario del Governo perché fondamentalmente non riesco a comprendere se davvero basti mettere le parole “anche per” al fine di andare sostanzialmente a sostituire quelli che dovrebbero essere i compiti, come già detto in precedenza anche dai colleghi De Rosa e Bernini, già attribuiti ai Ministeri e ad altre funzioni istituzionali. Quindi vi pregherei di rivederlo perché mi sembra un tentativo del Governo di far passare un concetto per andare ad istituire un organo che ovviamente c'entra marginalmente se non nulla con quello che è l'argomento oggi oggetto di discussione inserendo un “anche per”. Magari una risposta convincente lei me la dà e io mi rassereno. Qualche sospetto però ce l'ho.
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, io mi posso impegnare a darle una risposta: il fatto che sia convincente, come può immaginare, dobbiamo essere almeno in due a ritenerlo. Peraltro onorevole Crippa, come lei sa, se in Aula vi sono emendamenti che vengono posti in votazione è perché vi è stato un vaglio di ammissibilità da parte della Presidenza che li ha ritenuti ammissibili. Tuttavia, venendo incontro alle sue esigenze, sono pronto a illustrare le mie considerazioni che ovviamente lei potrà ritenere e valutare come crede.
ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente, a parte che non mi sembra che sia stato molto convincente, perché fra poco ci diranno che anche il salvataggio di Minzolini al Senato è stato causato o sarà causato dagli eventi sismici; quello che mi preme dire, Presidente, è che in Commissione ci hanno detto che il Governo non aveva soldi per inserire nel cratere sismico dei paesi abruzzesi che hanno subìto ingentissimi danni a causa del terremoto, paesi oltretutto che portano una popolazione di 4.000 abitanti, come ad esempio Basciano e Penna Sant'Andrea o paesi più grandi come Penne, però il Governo, in quei pochi giorni, ha trovato un milione e mezzo di euro per dare lavoro magari a qualche amichetto di Renzi all'interno di questo Dipartimento.
ANDREA COLLETTI. Ora mi sembra una cosa davvero poco seria e davvero banchettare sulle spoglie dei cittadini quello di dare soldi a dirigenti chiamati…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Colletti.
ANDREA COLLETTI. …direttamente dal Governo piuttosto che ai cittadini terremotati, io proverei un po' di vergogna sinceramente .
PRESIDENTE. Indìco… Colleghi, però vi pregherei di prenotarvi per tempo, perché è la terza volta che pongo in votazione.
IVAN DELLA VALLE. Io mi chiedo veramente se nessuno si vergogna a utilizzare una disgrazia come quella del terremoto …
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Per favore! Grazie.
IVAN DELLA VALLE. …per inserire una marchetta del genere, per creare l'ennesimo carrozzone, per fare l'ennesimo marchettificio, l'ennesima assunzione di gente: non vi vergognate a utilizzare la scusa del terremoto…
PRESIDENTE. Si rivolga al Presidente, onorevole Della Valle.
IVAN DELLA VALLE. …per fare una marchetta del genere? Io, fossi in voi, mi vergognerei, perché…
PRESIDENTE. Si deve rivolgere al Presidente, si rivolga a me.
IVAN DELLA VALLE. …queste persone hanno sofferto, hanno dei problemi e voi utilizzate milioni per fare un carrozzone inutile: vergognatevi - !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente, sì, per dichiarare il voto contrario del nostro gruppo su questo emendamento così come riformulato.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Saltamartini: colleghi, dobbiamo abbassare la voce però!
BARBARA SALTAMARTINI. … perché l'emendamento del Governo, nel non esplicitare, cioè nel dire e non dire, nell'usare virgole qua e là, di fatto crea un Dipartimento - bisogna dirlo una volta per tutte e avere l'onestà intellettuale, da parte del Governo, di affermarlo - crea di fatto una sostituzione della Protezione civile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Giusto, Presidente, per fare un rettifica al nostro voto, del gruppo di Sinistra italiana, dell'emendamento precedente: purtroppo per errore abbiamo votato contro, in realtà invece noi volevamo votare a favore del subemendamento De Rosa e quindi chiedo che venga messo agli atti.
PRESIDENTE. Rimane agli atti onorevole Pellegrino.
SERENA PELLEGRINO. Per quello che riguarda invece questo subemendamento, è stato un subemendamento che si è infilato in Commissione subito dopo essere arrivato l'emendamento da parte del relatore e del Governo. E perché? Perché la Protezione civile è insorta, perché ha creduto che le venisse portata via una porzione, diciamo, delle loro competenze e quindi è stata messa una sorta di pezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Scusi, Presidente, perché a pensar male però delle volte… Quindi uno, rileggendo meglio e in maniera più approfondita questo emendamento, si chiede se per caso questo è un tentativo di cercare di salvare le liti che il Partito Democratico o quello che ne resta o quello che ne hanno fatto insomma, quello spezzatino che non è più comprensibile, cerca di mettere a posto. Perché Presidente? Perché forse certe dichiarazioni, certi fuori onda, certe telefonate che sono uscite sui giornali per esempio di Errani hanno fatto sobbalzare qualcuno e quindi c'è forse qualche sinergia impazzita e forse è il caso di rimettere tutto sotto la Presidenza del Consiglio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, questo articolo aggiuntivo è stato discusso abbondantemente prima, e molti colleghi mi sono passati vicino e mi hanno detto: “Ma di che cosa si tratta? Perché io non ho proprio capito ancora”. Ho detto: guarda che se lo leggi attentamente, capisci perfettamente di cosa si tratta. Ebbene, nell'illustrazione che è stata svolta per giudicare l'ammissibilità di questo emendamento, è stato molto chiaro. È evidente di che cosa si tratta: che questa Casa Italia dovrebbe fare praticamente Mago Merlino, diceva il nostro Presidente del Consiglio; ma probabilmente è impossibile fare Mago Merlino, neanche per 24 Superman come vengono assunti all'interno di questo dipartimento (perché di fatto si tratterà di un dipartimento), quattro dirigenti e venti invece non dirigenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, signora rappresentante del Governo, devo dire che visto l'andamento della discussione in Commissione del decreto-legge cosiddetto terremoto, sono rimasto stupito - mi permetta di definirla così - della forzatura del Governo nel depositare all'ultimo momento questo articolo aggiuntivo. Davvero, signora sottosegretaria, non ce n'era bisogno!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Presidente, se nel metodo lei ha chiarito, anche se non mi ha convinto, le motivazioni per cui anche questo articolo aggiuntivo è tecnicamente ammissibile, ma poi ci si deve spiegare perché tanti altri ammissibili non sono, quando abbiamo…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Di Stefano: colleghi, così non va. Gentilmente dovreste abbassare il tono dalla voce. Prego, onorevole Di Stefano.
FABRIZIO DI STEFANO. Dicevo, anche se poi tecnicamente tanti altri che, a mio avviso, sono molto più ammissibili sono stati esclusi, ma è nel merito che non ci convince.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Direi che l'orario del dibattito su questo emendamento del Governo consente a chi voleva nascondere un pochettino i contenuti dell'emendamento di continuare a farlo, e questa è già la prima valutazione che dobbiamo fare. La seconda è una valutazione dal punto di vista politico: se il progetto, come si diceva prima, presentato in pompa magna da Matteo Renzi, di Casa Italia è tutto qua, risolto in un emendamento presentato all'ultimo in Aula dal Governo, allora prendiamo atto che quella era l'ennesima frottola raccontata al Paese.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Guidesi. Colleghi, o abbassiamo la voce o io sospendo la seduta, decidiamo. Sospendo la seduta e poi si va avanti; quindi, per favore, per rispetto di tutti, e lo dico a tutti quelli che fanno capannello. Hanno tutti diritto di parlare in quest'Aula e in modo decente: questo non è un modo decente. Prego, onorevole Guidesi.
GUIDO GUIDESI. Discussione, dicevo, sia in Commissione ambiente che in Commissione bilancio, con l'obiettivo di migliorare il provvedimento, ed è stata una discussione anche lunga e anche con dei contenuti alti; e, poi, tutto questo lavoro viene sostanzialmente macellato dal Governo, che porta qua un emendamento con un evidente marchettificio, perché, oltre all'assunzione di personale in più rispetto alla Presidenza del Consiglio, qua ci ballano 3 milioni di euro, che in Commissione bilancio, per esempio, non sapevamo dove andare a prendere per dare qualcosa in più al provvedimento e agli obiettivi del provvedimento.
PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, so che la stanno disturbando. Grazie.
GUIDO GUIDESI. …impegnarsi per migliorarlo e con un obiettivo comune. Questa cosa cancella tutto il lavoro fatto, perché viene fuori una roba che nasconde il vero obiettivo del Governo, che sta in questo emendamento. Capisco la stanchezza, capisco la confusione, capisco tutto, capisco anche l'orario; quello che non capisco è un atteggiamento di questo tipo, che è un atteggiamento un po', tra virgolette, da chi non vuol far sapere qualcosa che viene discusso alle nove e mezza di sera, e, per lo meno nel rispetto di quelle persone, forse questa cosa ve la potevate proprio risparmiare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Noi siamo entrati in queste Aule con il motto “nessuno deve rimanere indietro”, e questo vale ancora di più per le popolazioni terremotate. Ci viene il dubbio che altri siano entrati con il motto “cerca di piazzare l'amico e scappa”, perché qui noi abbiamo mostrato serietà e impegno in questo lavoro, abbiamo trovato anche un rapporto di dialogo, in certi momenti, con il sottosegretario, però poi ci troviamo all'ultimo minuto piazzato questo emendamento del Governo, con una spesa di 4 milioni di euro, che mi crea quattro posizioni, e forse più, nuove all'interno di Palazzo Chigi. Sapete benissimo che il personale che piazziamo all'interno di questo palazzo, un palazzo dove le spese in questi anni sono solamente aumentate, è personale che poi ci portiamo avanti a vita, perché non riusciamo più a eliminare posizioni dirigenziali, soprattutto per i tipi di contratti che ci sono a Palazzo Chigi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Presidente, colleghi, il dibattito sul terremoto è un dibattito serio, peraltro è un dibattito che ci porteremo avanti per anni. A volte si dice questo è il terzo decreto: penso che avremo molti provvedimenti, non solo quelli finanziari, che il Governo dovrà ulteriormente rafforzare; credo che se ne occuperà anche la prossima legislatura, perché siamo di fronte a una sfida che non ha pari negli ultimi decenni dell'Italia, quanto a effetto sulle popolazioni, sui territori, sul nostro patrimonio. Io condivido una cosa, tanto per franchezza, di quelle dette dai colleghi - molti colleghi hanno detto cose ragionevoli, altre sono propaganda che ci abbassano come livello di discussione -, mi pare che lo dicessero il collega Guidesi, il collega Zaratti ed anche altri: è stato un errore presentare in questa maniera questo tipo di proposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, 1,1 miliardi è la cifra che sarebbero costate le casette di legno: tanti soldi; 220 potrebbero arrivare dai vitalizi, che oggi non avete voluto cancellare. La maggioranza non li ha cancellati, ricordiamocelo quello che oggi avete fatto . E oggi, con questo emendamento volete spendere 4 milioni per creare una struttura fuori dal controllo parlamentare e dal controllo dei cittadini! Fare politica vuol dire stare vicino ai cittadini! Le casette di legno sono state bandite da un appalto Consip, quella Consip per cui è indagato un Ministro di questo Governo, e non si ritira! Voi dovete avvicinavi ai cittadini, se volete fare politica. Ritirate questo emendamento vergognoso !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Presidente, credo che un provvedimento di questo tipo nasca o dovrebbe nascere dal presupposto che la nostra Protezione civile, tanto osannata fino ad oggi - perché è l'unica cosa seria che abbiamo messo in campo fino ad oggi -, in qualche maniera è contestata. Oggi stiamo creando un carrozzone che si andrà esattamente a sovrapporre a quelli che sono i compiti della Protezione civile. Noi avremo uno scaricabarile di responsabilità che non sarà prevenzione, ma irresponsabilità per i danni che avremo da questo provvedimento. Per cui credo - non me ne abbia il presidente Realacci - che potevamo fare tranquillamente a meno di questo provvedimento, irrobustendo ancora di più la nostra Protezione civile - irrobustirla! -, magari mettendo all'interno di quella struttura delle persone esperte, non creando una sovrapposizione di compiti, perché questo stiamo facendo questa sera, né più né meno!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Latronico. Ne ha facoltà.
COSIMO LATRONICO. Presidente, condivido molto di quanto ha sostenuto poco fa il collega presidente Realacci, e per questa ragione pregherei la maggioranza, il relatore e il Governo di riflettere perché questo provvedimento ha trovato una coesione forte all'interno del Parlamento, prima nelle Commissioni di merito e poi nell'Aula parlamentare. Credo che abbiamo superato ogni difficoltà anche di posizione, perché c'è un tema grandissimo che riguarda la ricostruzione nelle realtà terremotate e questo clima di coesione io credo che meriti rispetto da parte di tutti e, quindi, che il Governo abbia voluto introdurre una forzatura, perché è un emendamento del Governo in un dibattito parlamentare che ha visto tutte le parti assumersi una quota di responsabilità, veramente è inspiegabile e dà adito anche a retropensieri - che so - e se il Governo non ha scelto una via masochistica dovrebbe poterci ripensare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, io esamino la questione da un altro punto di vista. Questo emendamento sostanzialmente che dice? Il Governo dice: “Fatemi assumere un certo numero di persone e ho anche le risorse”, ma per fare che cosa? Né in questo testo di legge né in altri trovo che cosa bisogna fare, perché questa Casa Italia è un'entità non definita legislativamente. Il manuale per la redazione degli atti normativi che noi utilizziamo nel Comitato per la legislazione, per esempio, vieta di fare in una legge riferimenti a qualche cosa che nella legge non c'è. Cosa è Casa Italia? Dobbiamo ricorrere domani a quello che ci ha così sapientemente detto l'onorevole Realacci? Ecco, lui sta dando un contenuto laddove un contenuto non c'è. Questa non è una legge: è una truffa legislativa, tanto per capirci bene tecnicamente parlando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. In effetti un riferimento c'è e sta nella scheda della struttura di missione contenuta nel sito dalla Presidenza del Consiglio, dove si dice che Casa Italia ha per compito particolare quello di rafforzare il sistema di prevenzione del Paese. Però, vorrei ricordare al presidente Realacci, che lo sa meglio di me, che alcuni giorni fa, quando abbiamo approvato la legge delega sulla Protezione civile, in ben tre punti, la lettera la lettera e la lettera del comma 1 dell'articolo 1 della legge delega, si dice che il compito strategico della Protezione civile è fare la prevenzione. Qui non si capisce, c'è una schizofrenia: a distanza di pochi giorni facciamo una legge delega in cui si dà alla Protezione civile il compito di fare la prevenzione e poi si mette un emendamento, in un decreto sul terremoto, in cui si dà ad un'altra struttura il compito di fare la prevenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Io vorrei intervenire sgomberando il campo da tutta una serie di attributi che non mi sembra aiutino a comprendere quello di cui si discute. Non accetto nessun invito ad esercitare la vergogna da parte di chi oggi ha inscenato in quest'Aula un episodio veramente sconcertante, di pura propaganda e che è giunto al di là del limite di qualsiasi tolleranza . E vorrei anche sgomberare il campo, per un attimo, dalla preoccupazione sulle 40 assunzioni definendole “marchette”, oppure sollevando il dubbio che questi assunti, anziché essere dei tecnici di comprovato valore, saranno gli amici degli amici, come purtroppo anche questo è stato detto in quest'Aula. Se ad ogni provvedimento le minoranze accusano la maggioranza di esercitare il favoritismo è difficile mantenere in quest'Aula chiarezza di vedute per poter legiferare bene.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LARA RICCIATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Ritiro tutte le proposte emendative riferite all'articolo 18 presentate dal mio gruppo parlamentare.
SERENA PELLEGRINO. Chiedo venia. Al 18.031 il nostro gruppo parlamentare vota favorevolmente.
PRESIDENTE. Però non mi faccia interrompere una votazione, me lo può dire anche dopo, onorevole Pellegrino. Va bene, prendiamo atto.
RAFFAELLA MARIANI. Grazie, Presidente, solo se per sottolineare e far presente al Governo che questo emendamento riguardava altri territori del nostro Paese colpiti dagli eventi meteorologici per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 gennaio 2017. In questo senso chiederemmo al Governo di esprimere un intendimento di poter venire incontro anche ai territori che hanno avuto questi casi di emergenza.
PAOLA DE MICHELI,. Io confermo che l'applicazione delle norme della legge di stabilità per il 2016 dal comma 422 e seguenti, che abbiamo utilizzato in questo decreto per il maltempo che ha colpito l'Abruzzo nel mese di gennaio, sono assolutamente vigenti anche per tutti gli altri stati d'emergenza nazionali dichiarati dal Consiglio dei ministri. Pertanto attraverso il meccanismo…
PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, la ringrazio per la precisazione. Immagino che lei accolga la richiesta dell'onorevole di occuparsene eventualmente con un altro atto che vedremo dopo.
ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente, siamo arrivati agli emendamenti che intendono inserire alcuni comuni che hanno subito notevoli danni a seguito dei terremoti non solo di gennaio, ma anche di ottobre e di agosto e che non vennero inserite, all'epoca, negli allegati 1 e 2 del decreto-legge n. 189 del 2016.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie Presidente, anche per aver indovinato questa volta finalmente il mio nome.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Di Stefano, scusi: no colleghi, proprio non è possibile! Prego.
FABRIZIO DI STEFANO. …evidentemente, anche andando contro quello che aveva annunciato pubblicamente, anzi votato in consiglio regionale - un consiglio straordinario - e che invece, rimodulato in questa formula, ci preoccupa. Ci preoccupa perché il presidente della regione Abruzzo dovrebbe dire con quali criteri di valutazione popolazioni con realtà - parliamo di comuni certo di poche centinaia di abitanti – con financo il 10 per cento della popolazione che è sfollata per le calamità, non rientrano e, anche a guardarla orograficamente e geograficamente, la cartina di quella parte d'Abruzzo non si capisce come al centro di questo cratere alcuni comuni non trovino posto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, anch'io intervengo su questo emendamento, e non lo faccio sui successivi, che portano la mia firma e che in pratica elencano i comuni che non sono rientrati nel cratere. Restiamo fortemente perplessi rispetto a questo dato, perché come dicevano i colleghi che mi hanno preceduta poc'anzi, si tratta di comuni piccoli, si tratta di pochi abitanti: non stiamo parlando di milioni di abitanti! E allora è vero, si trovano risorse economiche per finanziare Casa Italia, per creare un carrozzone, e poi non si dà risposta alle esigenze di questi comuni, di questi cittadini, che fino ad oggi, fino a stamane hanno cercato, hanno sollecitato, hanno chiamato i gruppi parlamentari e hanno cercato un contatto con il Governo per dire: non ci abbandonate, non siamo cittadini di serie B. Invece è quello che ha fatto il Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIANNI MELILLA. Presidente, brevemente, su questo emendamento abbiamo già discusso ieri…
PRESIDENTE. Scusi un attimo, onorevole Melilla. Chiedo scusa, accanto all'onorevole che sta proprio lì, si potessimo abbassare un po'… Prego.
GIANNI MELILLA. Su questi emendamenti abbiamo discusso anche ieri, e abbiamo registrato una volontà negativa da parte del Governo. Io mi limito soltanto a dire che questi paesi hanno avuto gli stessi danni di paesi che sono stati inseriti nel cratere sismico, e a loro non appare razionale e giusta la scelta che il Parlamento in questo momento sta facendo. Spero in un ravvedimento operoso, perché ci sono le possibilità per aiutare, magari con altri strumenti legislativi, questi paesi. Ritengo comunque un'ingiustizia il fatto che non siano stati inseriti nel cratere sismico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANDREA COLLETTI. Presidente, mi dispiace dover parlare di questo emendamento qui a quest'ora, e magari anche disturbare l'Aula e il Governo. Con questo emendamento chiediamo l'inserimento all'interno degli allegati - quindi, in realtà, all'interno di quello che è un cratere sismico - del comune di Penne, un comune di 12.000 abitanti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, con lettera pervenuta in data odierna, ha reso noto che l'assemblea del gruppo, in data 21 marzo 2017, ha deliberato di modificare la denominazione dello stesso gruppo in “Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile”.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.