PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA ROSSOMANDO, legge il processo verbale della seduta del 21 marzo 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amoddio, Boccia, Bueno, Capelli, Catania, Dambruoso, De Micheli, Dellai, Fedriga, Ferrara, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Galati, Giorgis, Lorenzo Guerini, Locatelli, Losacco, Lupi, Mannino, Marcon, Mazziotti Di Celso, Nicoletti, Palmieri, Pes, Piepoli, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Schullian, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4286-A: Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge
CHIARA BRAGA, . Grazie, Presidente. Io inizierei dagli emendamenti accantonati all'articolo 1, quindi dall'inizio del fascicolo.
PRESIDENTE. Quindi dall'emendamento 1.160 Carrescia?
CHIARA BRAGA, . Parere favorevole, sì.
PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti 1.57 Polidori e 1.103 Pellegrino?
CHIARA BRAGA, . Su questi, Presidente, c'è un invito al ritiro, perché assorbiti, in qualche modo ricompresi nella riformulazione di un seguente 1.152. Comunque, su questi due invito al ritiro.
PRESIDENTE. Sì, poi c'è un subemendamento 0.1.51.1 della Commissione.
CHIARA BRAGA, . Scusi, può ripetere? Non ce l'ho nel fascicolo.
PRESIDENTE. È il subemendamento della Commissione 0.1.51.1.
CHIARA BRAGA, . Queste sono accantonate.
PRESIDENTE. Va bene, questi due sono accantonati, questo e l'emendamento 1.51 Laffranco. Giusto?
CHIARA BRAGA, . Anche questo è accantonato, così come l'identico 1.50 Squeri.
PRESIDENTE. Perfetto, i due identici 1.50 Squeri e 1.105 Pellegrino, anche questo accantonato. Siamo all'emendamento 1.152 Colletti.
CHIARA BRAGA, . Sull'emendamento 1.152 Colletti parere favorevole con riformulazione.
PRESIDENTE. Scusate colleghi, è molto complicato seguire, anche per gli uffici. Se potete almeno tenere basso il tono della voce. Prego, onorevole Braga, legga la riformulazione dell'1.152.
CHIARA BRAGA, . Sostituire il comma 2- con il seguente: La notificazione e la comunicazione delle ordinanze di demolizione e di messa in sicurezza di beni di proprietà privata, di cui all'articolo 54, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, emesse nell'esercizio delle attività di protezione civile volte alla prevenzione dei rischi e al soccorso …
PRESIDENTE. Colleghi, per favore… Onorevole Binetti… Tra l'altro, scusate, chi non è del Comitato dei nove, se può andare seduto al posto è molto meglio, guardate, mi fate un favore. Prego, onorevole Braga.
CHIARA BRAGA, . … al soccorso delle popolazioni sinistrate e a ogni altra attività necessaria e indifferibile diretta al contrasto e al superamento dell'emergenza e alla mitigazione del rischio connesso agli eventi sismici verificatisi dal 24 agosto 2016 nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, compresa la notificazione di cui all'articolo 28, comma 6, ultimo periodo, del decreto-legge 189/2016, come modificato dal presente decreto, si effettuano per pubblici proclami in caso di rilevante numero dei destinatari, di difficoltà nell'identificazione dei medesimi ovvero qualora i tempi richiesti dalle modalità ordinarie risultano incompatibili con l'urgenza di procedere. In ogni caso copia dell'atto è depositata nella Casa comunale a disposizione degli aventi diritto e pubblicata nei siti Internet istituzionali del comune, della provincia e delle regioni interessati.
PRESIDENTE. Bene, grazie onorevole Braga. Andiamo avanti. Siamo all'emendamento 1.163 Colletti.
CHIARA BRAGA, . Sull'1.163 Colletti invito al ritiro, perché assorbito dalla riformulazione di cui sopra.
PRESIDENTE. Emendamento 1.115 Castiello.
CHIARA BRAGA, . Invito al ritiro, perché assorbito nella riformulazione.
PRESIDENTE. Emendamento 1.113 Colletti.
CHIARA BRAGA, . Invito al ritiro, perché è assorbito dalla riformulazione di cui sopra.
PRESIDENTE. Bene, ci fermiamo qui o andiamo avanti?
CHIARA BRAGA, . Possiamo procedere.
PRESIDENTE. Siamo all'emendamento 5.12 Massimiliano Bernini.
CHIARA BRAGA, . Invito al ritiro.
PRESIDENTE. Emendamento 5.47 Fabrizio Di Stefano.
CHIARA BRAGA, . L'emendamento 5.47 Fabrizio Di Stefano viene ricompreso nell'emendamento Ginoble 5.301, che viene riformulato, perché riguarda lo stesso tema, cioè quello della realizzazione della nuova residenza studentesca nella città Teramo.
PRESIDENTE. Quindi, c'è una proposta di riformulazione dell'emendamento Ginoble 5.301, che potrebbe anche assorbire come detto.
CHIARA BRAGA, . Certo, leggo la riformulazione dell'emendamento Ginoble 5.301. Dopo il comma 2-, aggiungere il seguente: “Al fine di contrastare il fenomeno dello spopolamento studentesco nella città di Teramo a causa degli eventi sismici, è assegnato all'azienda per il diritto allo studio universitario di Teramo un contributo di 3 milioni di euro per l'anno 2017 per la realizzazione della nuova residenza studentesca. Al relativo onere si provvede per l'anno 2017 mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 134, della legge 11 dicembre 2016, n. 232”.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 7.17 Castiello e 7.102 Pellegrino?
CHIARA BRAGA, . Su questi, Presidente, c'è un parere favorevole, con una riformulazione, che le leggo: al comma 2, lettera dopo il numero 2), aggiungere il seguente: “3. Dopo il comma 6 è inserito il seguente 6-: Al di fuori delle ipotesi disciplinate dai precedenti commi, ai fini della ricostruzione degli edifici di interesse architettonico, artistico e storico, nonché di quelli aventi valore anche simbolico appartenenti ad edilizia storica, le attività di demolizione e contestuale rimozione delle macerie devono assicurare, ove possibile, il recupero dei materiali e la conservazione delle componenti identitarie, esterne ed interne, di ciascun edificio, secondo le modalità indicate dal decreto ministeriale di cui al comma 5”.
PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 7.0101 Luigi Di Maio?
CHIARA BRAGA, . L'articolo aggiuntivo Luigi di Maio 7.0101 è accantonato, mentre sull'emendamento 7-.101 Baldelli, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento Mariani 9.102 è ritirato. Prego.
CHIARA BRAGA, . L'articolo aggiuntivo 10.01 Tancredi è accantonato, mentre sull'emendamento 11.100 Carrescia il parere è favorevole. Sull'emendamento 11.113 Castiello la Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario, così come sui successivi emendamenti 11.61 Fabrizio Di Stefano, 11.59 Laffranco, 11.54 Fabrizio Di Stefano, 11.1 Pastorelli, 11.58 Fabrizio Di Stefano, 11.26 Sibilia, 11.71 Taglialatela, 11.114 Castiello, 11.62 Fabrizio Di Stefano, 11.31 Castiello.
PRESIDENTE. Poi c'è il subemendamento della Commissione 0.1.17-.100.1, ma anche su questo c'è da dare il parere della Commissione bilancio, quindi è accantonato?
CHIARA BRAGA, . Sì, è accantonato. Anche l'emendamento 17-.100 Colletti è accantonato, perché è relativo...
PRESIDENTE. ...e anche quello successivo, 17-.102 Mariani...
CHIARA BRAGA, . Sì, esatto.
PRESIDENTE. Lo stesso vale per l'emendamento 18.700 della Commissione...
CHIARA BRAGA, . Sì, esatto, accantonato in attesa del parere della Commissione bilancio. Sull'articolo aggiuntivo 18.028 Fabrizio Di Stefano c'è un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Anche il subemendamento 18-.0100 Baldelli è accantonato, perché non c'è il parere della V Commissione (Bilancio).
CHIARA BRAGA, . Sì. Sugli emendamenti 19.100 Massimiliano Bernini e 19.101 Fassina c'è un invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 19.102 Mariani il parere è favorevole. Sull'emendamento 19.2 Pellegrino c'è un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. L'emendamento 19.105 Melilli è ritirato.
CHIARA BRAGA, . Sugli emendamenti 19.4 e 19.3 Pellegrino, nonché sugli identici emendamenti 19.103 Fabrizio Di Stefano e 19.104 Giulietti c'è un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 20.0100 Dallai è ritirato.
CHIARA BRAGA, . Sugli identici articoli aggiuntivi 20.06 Zaratti e 20.0101 Pellegrino, così come sugli identici articoli aggiuntivi 20.07 Zaratti e 20.0102 Pellegrino, nonché sugli identici articoli aggiuntivi 20.08 Zaratti e 20.0103 Pellegrino, e sull'articolo aggiuntivo 20.012 Fabrizio Di Stefano c'è un invito al ritiro o parere contrario. Sul 20-.100 Mariani il parere è favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento 20-.700 della Commissione è accantonato, perché manca il parere della V Commissione (Bilancio).
CHIARA BRAGA, . Anche l'emendamento 20-.101 Vacca è accantonato. Sugli emendamenti 20-.102 e 20-.103 Vacca c'è un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Va bene, poi vediamo. Il successivo emendamento 21.100 Melilli è ritirato.
CHIARA BRAGA, . Sugli identici emendamenti 21.6 Zaratti e 21.101, così come sugli identici emendamenti 21.7 Melilla e 21.102 Pellegrino, e sugli identici emendamenti 21.10 Melilla e 21.103 Pellegrino, nonché sull'emendamento 21.11 Zappulla c'è un invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 21-. 100 Carra?
CHIARA BRAGA, . Invito al ritiro.
PRESIDENTE. Emendamento 21-.600 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento?
CHIARA BRAGA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 21-.100 Massimiliano Bernini?
CHIARA BRAGA, . Invito al ritiro.
PRESIDENTE. Comunico all'Aula che sono stati altresì ritirati dal presentatore gli emendamenti 1.163 e 1.113 Colletti.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Questo metodo di lavoro è quello che ci induce a dire, accanto a tutta un'altra serie di considerazioni che poi faremo in dichiarazione finale, che questo provvedimento non va. Non si capisce per quale motivo io debba ritirare ben due emendamenti, perché accanto a questo c'è anche il 20-.0100. Ce n'è uno solo - che guarda caso è a firma di un parlamentare del gruppo di maggioranza, precisamente del Partito Democratico - che va bene, che era identico in partenza e che è stato nel frattempo, in corso d'opera, modificato e riadattato secondo le esigenze della bilancio. Ma siccome qui dovremmo essere tutti i rappresentanti del popolo, quindi tutti uguali, si poteva tranquillamente concordare e dire a tutti coloro che su questo argomento erano intervenuti che andava riformulato secondo una diversa disposizione della Commissione bilancio. Ma evidentemente si guarda più alla forma che alla sostanza, e la forma quale è? La forma è che poi deve avere un nome e un cognome ben preciso, che evidentemente deve essere identificato e appiccicato; il nome e cognome di un parlamentare del Partito Democratico.
CHIARA BRAGA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA, . Grazie, Presidente. Rubo un attimo di attenzione ai colleghi, tramite lei, perché su questo emendamento ho l'opportunità di chiarire un aspetto del nostro metodo di lavoro. Come ha avuto modo di dire anche nell'espressione del parere su questi emendamenti, l'emendamento 5.47 nei suoi contenuti di merito è totalmente assorbito e ricompreso nell'emendamento successivo che è stato riformulato. Voglio segnalare, come già avevo avuto modo di dire al collega Di Stefano, che l'emendamento 5.47 aveva il parere contrario della Commissione bilancio, perché privo di copertura, e, quindi, a questo punto, avremmo dovuto in qualche modo per forza respingerlo, a meno di presentare un nuovo emendamento della Commissione che avrebbe comportato un allungamento dei tempi semplicemente per respingere tutti e due gli emendamenti. Io credo che su questa questione, che so essere particolarmente cara ai colleghi che hanno seguito questo decreto e che vengono dal territorio abruzzese, in particolare dalla provincia di Teramo, questo provvedimento sia da registrare come estremamente positivo per il raggiungimento del risultato, e per il fatto che, grazie a un lavoro congiunto, che prescinde - mi scuserà il collega Di Stefano - dalla titolarità della prima firma, ma piuttosto attiene al merito della questione, grazie al lavoro svolto in Commissione e in Aula dal Parlamento, siamo riusciti a dare una risposta importante alla popolazione studentesca della città di Teramo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, noi non siamo affatto soddisfatti del tentativo di spiegazione offerto appena un minuto fa dalla relatrice. Ci pare singolare che un emendamento precedente ad uno chiaramente successivo risulti assorbito dal successivo. È evidente che, così come diceva l'onorevole Di Stefano, c'è la volontà, da parte della maggioranza, di ascriversi un merito che dovrebbe appartenere, invece, a tutto il Parlamento, su un tema del genere. Per inciso, vorrei ricordare che c'è una proposta emendativa gemella, sempre a firma dell'onorevole Di Stefano - si tratta della proposta 20-.0100 -, sulla quale non è vero che c'è un parere contrario della Commissione bilancio. Dite la verità: anche su questi temi volete fare propaganda politica, escludendo gli emendamenti di una parte politica e, magari, copiandoli e approvandoli con i voti soltanto della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Presidente, mi dispiace che una questione di forma e di rapporti parlamentari, su cui non entro, sta, insomma, un po' offuscando un risultato importante che otteniamo, invece, dopo giorni di lavoro, e che credo sia - nessuno può negarlo - merito di tutto il Parlamento e di tutti i parlamentari.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola agli altri colleghi e prima che gli studenti se ne vadano, saluto gli studenti e le studentesse dell'Istituto comprensivo “Padre Pio” di San Sossio Baronia, in provincia di Avellino, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Io non so di che cosa oggi abbia da essere allegro, contento e da gioire, il collega Tancredi, visto il modo in cui è stato partorito questo decreto. Se ce la vogliamo veramente dire tutta, allora hanno ragione i colleghi Laffranco e Di Stefano, che mi hanno preceduto, perché lo abbiamo anche ribadito in Commissione: molti emendamenti, che sono stati formulati dai gruppi dell'opposizione, che avevano buonsenso e che entravano nel merito delle questioni che più interessano e stanno a cuore ai cittadini terremotati, sono stati accantonati, sono stati bocciati e poi, guarda caso, è arrivata una riformulazione - e questo è accaduto in più di qualche occasione, da parte della Commissione o da parte del Governo - che preferiva - è vero - far precedere la firma di qualche parlamentare di maggioranza anziché di quelli dell'opposizione. Quindi, noi ci siamo visti realmente - ed è un dato di fatto - svilire la nostra funzione di parlamentari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà. Faccio presente che intervengono prima i deputati dei gruppi che non hanno parlato; i deputati dei gruppi che hanno già parlato interverranno a titolo personale, onorevole Laffranco. Prego.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Questo è un emendamento sicuramente importante; è importante il segnale e non può che avere il voto di tutti. Però, per correttezza istituzionale, in un contesto di discussione in Commissione, quando diversi colleghi presentano proposte emendative sullo stesso argomento, con la quantizzazione anche di risorse, sempre in riferimento alla situazione degli studenti e del diritto allo studio a Teramo, sarebbe stato molto, molto, molto più democratico, molto più corretto istituzionalmente e nel rispetto di tutti che fosse l'intera Commissione a riformularle, come Commissione, così come in molte altre Commissioni accade - soprattutto nella Commissione bilancio accade spesso e ben volentieri una situazione del genere -, piuttosto che intestarsi, che cosa? Le briciole, perché dopo la situazione non si modifica affatto, non è che qualcuno guadagna qualche voto rispetto a tutta questa situazione. Per questo motivo, io penso che si poteva pure fare a meno di continuare a cavillare su questi aspetti, sulle primogeniture o meno. Non era proprio il caso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, poi mi spiegherà perché ho dovuto attendere; visto che quando uno fa gli interventi sul Regolamento ci viene chiesta la norma, lei poi mi dovrà dire qual è la norma regolamentare (che non c'è).
PRESIDENTE. È una prassi regolamentare, infatti.
PIETRO LAFFRANCO. Ecco, quasi lo sapevo…
PRESIDENTE. Prego, onorevole Laffranco. Non se la prenda.
PIETRO LAFFRANCO. No, si figuri se me la prendo. Tanto comunque era meglio che io parlassi alla fine e, tra l'altro, è stato anche utile che lei salutasse gli studenti, perché devono continuare ad assistere a questa seduta perché è molto istruttiva. È molto istruttiva perché dimostra che, prima di prendere delle decisioni politiche, bisognerebbe accertarsi della serietà degli interlocutori. Io di solito sono stato abituato, sull'onda di un antico motto latino: “”, però pare che non tutti la pensino così.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Ha finito il tempo.
PIETRO LAFFRANCO. Tanto piacere…
PRESIDENTE. No, tanto piacere lei non può risponderlo! Finché si scherza si scherza, però lei ha finito il tempo e, quindi, concluda. Concluda…
PIETRO LAFFRANCO. Si è svegliata male?
PRESIDENTE. No, io mi sono svegliata benissimo, onorevole.
PIETRO LAFFRANCO. No, la vedo male.
PRESIDENTE. Onorevole Laffranco, la richiamo all'ordine.
PIETRO LAFFRANCO. Figuriamoci…
PRESIDENTE. Si rivolga con rispetto all'Aula e alla Presidenza, al di là della persona che in questo momento ha la Presidenza.
PIETRO LAFFRANCO. Sì, va bene. Ho fatto una proposta…
PRESIDENTE. Concluda. Deve concludere. Finisca la proposta.
PIETRO LAFFRANCO. L'ha capita? Io l'ho finita…
PRESIDENTE. Finisca la proposta, onorevole Laffranco!
PIETRO LAFFRANCO. È perché lei era impegnata a riprendermi e non ascoltava. Ho proposto che vengano riaccantonati l'emendamento 5.47 Fabrizio Di Stefano, il successivo 5.301 Ginoble e anche l'articolo aggiuntivo del collega Di Stefano.
PRESIDENTE. La ringrazio.
TOMMASO GINOBLE. Grazie, Presidente. Ammetto di aver ascoltato con una forma di stupore un po' l'intervento del mio collega Di Stefano, con il quale in questi giorni peraltro mi sono trovato a interloquire spesso su un problema così importante come quello di una struttura residenziale studentesca per la città di Teramo. Ma Di Stefano, l'emendamento che ti viene richiesto di ritirare, per essere assorbito dal mio, è lo stesso che anche io ho presentato e, di fronte al diniego dei Ministeri competenti, ho pensato che fosse giusto accontentarsi di meno, perché lei sa benissimo che noi avevamo chiesto ben 9 milioni e una forma di riserva all'interno della legge n. 338 del 2000, ma questo non è stato possibile. Con maggiore umiltà abbiamo pensato che fosse giusto accontentarci di iniziare i lavori di una struttura per un'università, ancorché giovane ma prestigiosa come quella di Teramo, priva di qualunque posto di edilizia studentesca residenziale.
PRESIDENTE. Mi rivolgo alla relatrice: c'è una proposta formale di accantonamento degli emendamenti 5.47 Fabrizio Di Stefano, 5.301 Ginoble e del successivo, a prima firma Di Stefano. Se la relatrice accoglie la proposta di accantonamento, andiamo avanti; altrimenti, metto in votazione la proposta di accantonamento e chiedo ai colleghi di parlare uno a favore e uno contro. Non ho capito perché non arriva nessuna… onorevole Laffranco, la prego.
CHIARA BRAGA, . Presidente, io li accantono. Raccolgo la richiesta di accantonamento, che avviene tramite lei. Valuteremo nella riunione del Comitato dei nove, se è possibile farlo.
PRESIDENTE. Va bene. Allora, sono accantonati.
ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Solo per supportare ancora di più il mio emendamento, che, oltretutto, è un emendamento simile, se non uguale, a un altro emendamento di una collega del PD, Mariani, che ha anche presentato in Commissione, che ci è stato richiesto molto dai territori dei comuni, i quali, purtroppo, non hanno i soldi per poter fare le valutazioni sulla vulnerabilità antisismica degli immobili, soprattutto scuole, proprio perché queste valutazioni, in base alla legge, non costituiscono investimento, e, quindi, vanno in conto capitale. Il mio quesito - ma immagino che sia anche il quesito della collega del Partito Democratico che ha presentato l'emendamento, quindi c'è una convergenza, in questo caso, di opinioni - è relativo a quali siano le motivazioni per non poterlo accettare, se vi sono motivazioni di bilancio o altro, e quindi ringrazio, eventualmente, il Governo per la risposta.
CHIARA BRAGA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA, . Grazie, Presidente. Questo emendamento dell'onorevole Colletti, che, peraltro, era stato posto anche da altri colleghi, lo abbiamo valutato con particolare attenzione, perché ci è stato posto anche nel corso delle audizioni e credo sia un tema che merita anche un'ulteriore istruttoria e approfondimento, e mi sento di rivolgere questo invito anche al Governo. Il motivo dell'invito al ritiro e del parere contrario è perché la disposizione è suscettibile di determinare effetti sul debito e la classificazione di questo tipo di spese come spese di investimento risulta incoerente con i criteri dettati dal Sec 2010 a livello europeo; quindi, per questo motivo, siamo stati costretti, in questa fase, a formulare un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Arriviamo a un articolo importante del decreto, che è quello inerente i versamenti tributari e ambientali. La proposta che arriva nel decreto da parte del Governo è una proposta, a nostro giudizio, molto limitata. Nei precedenti decreti più volte avevamo sollevato l'esigenza di arrivare, ovviamente, alla predisposizione di una come abbiamo già discusso ieri sera; ipotesi bocciata anche in questo decreto, con un annuncio che si farà nel prossimo, perseguendo quella politica degli annunci che tanto conosciamo, che era stata perpetuata dal Governo Renzi e che, evidentemente, prosegue nel Governo fotocopia Gentiloni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FABRIZIO DI STEFANO. Presidente, se si fosse accorta della mia richiesta, avrei ritirato l'emendamento, perché c'era già stato un intervento della Commissione analogo (in quello precedente, intendo dire) che andava a valutare il danno indiretto, e quindi l'avrei ritirato. Intervengo su questo per ribadire che, benché sia stato introdotto l'emendamento della Commissione che ho apprezzato, del presidente in particolare, sul danno indiretto, resta un che io ho detto dall'inizio, ed è quello di tutto ciò che è fuori cratere. Sull'indiretto è stato anche in parte recepito, ma io credo che manchi una parte sostanziale. Nonostante questo, io ritiro anche questo emendamento, perché comunque lo spirito viene ricompreso in quello della Commissione.
PRESIDENTE. Questo è ritirato, onorevole, ho capito bene? Sì.
CARLO SIBILIA. Questa proposta del MoVimento 5 Stelle viene da una necessità che nasce anche dall'esperienza di chi oggi come me, provenendo dall'Irpinia, ancora vive le difficoltà di un territorio che è stato colpito dal terremoto del 1980. A distanza di 37 anni, sappiamo benissimo e conosciamo benissimo quali sono le conseguenze di una catastrofe così devastante; e siccome riteniamo che il Governo in questo provvedimento sia stato molto avaro con chi poi dovrà ricominciare una vita produttiva su quel territorio, stiamo proponendo di aumentare il tempo, il periodo nel quale vengono concesse le sospensioni dei pagamenti delle imposte sui redditi: parliamo dell'Irpef, dell'Ires, eccetera. È una cosa fondamentale, perché crea respiro e dà delle certezze alle piccole e medie imprese. È evidente che questa è misura necessaria, anche qualora non doveste approvarla adesso, e nell'immediato futuro vi renderete conto che ci sarà questa necessità, perché di sicuro il tessuto produttivo, a un anno dal sisma, non potrà mai recuperare al 100 per cento; quindi chiediamo di dare un tempo certo alle piccole e medie imprese colpite dalle catastrofi quali il terremoto, e dare la possibilità a queste imprese di avere la certezza di un ampliamento della sospensione del pagamento delle imposte sui redditi. È un qualcosa che le popolazioni ci chiedono, che può dare effettivamente un sollievo e far capire che lo Stato è vicino. Dopodiché, le coperture, a parte che le abbiamo già indicate, ma sono semplicemente relative ad un ampliamento di questa misura, che tuttavia è già prevista nel decreto-legge. Quindi, chiediamo semplicemente di aumentare il tempo, che tanto, prima o poi, dovrete fare: o lo fate adesso in questa misura - e sarebbe un bene, perché diamo una certezza alle piccole e medie imprese locali colpite dal terremoto - oppure sicuramente vi troverete a farlo in un altro provvedimento di legge. Agiamo subito, agiamo in questo momento, votando a favore di questo emendamento .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, a noi fa specie che su un articolato così importante, che a nostro avviso - diceva bene la collega Saltamartini - affronta quello che è il problema vitale, esistenziale dei cittadini terremotati, delle imprese, delle aziende, e che riguarda appunto il pagamento di tributi e di imposte, questa maggioranza, questo Governo non abbia avvertito la sensibilità di andare incontro ad esigenze dei cittadini attraverso quelli che potevano essere sgravi fiscali, che potevano in qualche modo alleggerire il peso forte che i comuni e le popolazioni hanno sulle loro spalle. Si è pensato a fare altro. Si è pensato a Casa Italia, si è pensato a reperire fondi dalla Presidenza del Consiglio per creare un dipartimento – ne abbiamo parlato ieri – vergognoso, che è un pasticcio, un carrozzone. Quando invece devono essere affrontati i problemi economici, finanziari dei cittadini, tutto tace.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare. Passiamo ai voti.
LARA RICCIATTI. Signora Presidente, noi con questo emendamento vorremmo esonerare tutte quelle famiglie che vivono all'interno del cratere dal pagamento delle tasse universitarie dei propri figli. Durante l'ultima dichiarazione di voto sullo scorso provvedimento, avanzai una proposta: era presente per il Governo la Ministra Finocchiaro e dissi alla Ministra che ogni studente costretto a cessare i propri studi universitari per via del fatto che la propria famiglia non era più nelle condizioni di potersi permettere il figlio all'università, avrebbe rappresentato una sconfitta totale per tutte le istituzioni. Ricordo che la Ministra, peraltro, in Aula, annuiva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Presidente, ho ascoltato con molta attenzione l'intervento della collega. Brevemente, sottoscrivo anch'io questo emendamento, perché lo ritengo veramente di una grande attenzione e di grande sensibilità e su questo richiamo all'attenzione tutta l'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere, a nome del gruppo della Lega, l'emendamento Ricciatti. Riteniamo che sia un emendamento di buonsenso, che realmente possa andare incontro alle reali esigenze dei cittadini, ma soprattutto di questi giovani, che, anche per il danno di carattere psicologico che hanno subito, non sono nelle condizioni - o meglio le famiglie, non sono nelle condizioni - di poter affrontare spese e oneri maggiori. Per cui, chiediamo con forza anche noi al Governo e, quindi, alla relatrice che si possa accantonare e rivedere questo emendamento, in modo tale da trovare una soluzione che possa andare incontro alle esigenze di tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento, ma anche per fare una richiesta formale di accantonamento, perché poi sarà a breve convocata, comunque, la Commissione bilancio, per poter stanziare la necessaria copertura finanziaria. Io do per scontato che questo è un altro elemento cardine essenziale per venire veramente incontro alle popolazioni che hanno avuto un danno così grave e che sono senza la possibilità di avere un tessuto produttivo. Il lavoro è stato tutto distrutto, le aziende piccole e grandi, le aziende agricole, quindi le famiglie da dove prendono i soldi per poter mantenere la tassazione alle facoltà universitarie degli iscritti di quelle popolazioni e di quei comuni totalmente distrutti? Questo è un intervento necessario, e io invito non solo il Governo, ma anche l'intera maggioranza, ad accogliere la proposta di accantonamento e a trovare qualche milione di euro per poter fare la copertura.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare, non so se la relatrice intenda accogliere la proposta di accantonamento. Onorevole Braga?
CHIARA BRAGA, . Sì, grazie Presidente. Io accolgo la richiesta di accantonamento fatta dai colleghi per un ulteriore approfondimento, anche se, come diceva la proponente Ricciatti, il tema è proprio quello della quantificazione, quindi non so se in questo tempo che abbiamo riusciremo a risolvere questo aspetto. Comunque, sì, accetto l'accantonamento.
PRESIDENTE. Grazie, quindi questo è accantonato. Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.51 Pellegrino. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
CHIARA BRAGA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA, . Presidente, su questo emendamento avevo dato un parere favorevole, ma non avevo letto la riformulazione.
PRESIDENTE. C'è una riformulazione?
CHIARA BRAGA, . Sì. Il parere è favorevole solo per la prima parte, quella che fa riferimento al comma nove, mentre vi è un invito al ritiro per la parte del conseguentemente.
FABIO MELILLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO MELILLI. Presidente, solo per dirle che ho letto tardi - e me ne scuso - l'elenco che lei ha fatto delle proposte di ritiro: io ho ritirato tutti gli emendamenti, ma non il 21.100; solo questo.
PRESIDENTE. Va bene. Allora, la riformulazione è accettata dal proponente.
CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Questo emendamento è un tentativo di mettere un freno e di aggiustare le mitomanie dell'ormai defunto Governo Renzi, perché cerca di risollevare quelli che sono gli errori e le nefandezze di questa pseudo rottamazione delle cartelle di Equitalia. Errori e nefandezze che tutto questo Parlamento conosce alla perfezione e che ha anche votato all'unanimità in una risoluzione che il MoVimento 5 Stelle ha presentato in Commissione. Quindi, siamo tutti d'accordo su questo emendamento, perché la Commissione ha già dato questo parere. Avete già fatto una proroga, tra l'altro facendo un accrocco legislativo, ma va bene così, nel senso che avete prorogato il termine per la rottamazione al 21 aprile 2017, nonostante abbiate dichiarato inammissibili gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle. Ma non ci interessa prenderci il merito, l'importante è risolvere il problema per le piccole e medie imprese e per chi voglia utilizzare la rottamazione, questo istituto, per alleviare un po' le problematiche delle cartelle di Equitalia.
PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e le studentesse dell'Istituto di istruzione superiore “Giovanni Falcone” di Asola, in provincia di Mantova, che ci assistono dalle tribune .
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI,. Presidente grazie, solo per confermare ai colleghi presentatori di questo emendamento che il Governo provvederà, così come peraltro si è già impegnato fare in Commissione, con una norma immediatamente attuativa, quindi nel prossimo decreto, in modo tale che non si debbano aspettare i tempi della conversione per rispondere a questa esigenza che anche noi rileviamo essere assolutamente urgente, insieme anche ad altre esigenze relative alle scadenze.
PRESIDENTE. Onorevole Sibilia?
CARLO SIBILIA. È chiaro, evidente, che risulta difficile per noi del MoVimento 5 Stelle riuscire a fidarci completamente di queste parole (avendo già ottemperato agli impegni, quindi votato favorevolmente), ma un po' questo problema legislativo effettivamente va sottolineato, perché è assurdo che non si riesca a inserirlo in questo momento, dal momento in cui già è stata fatta la proroga della n. 193 del 2016. Resta il fatto che ci auguriamo che non disattendiate, ancora una volta, gli impegni da qui a qualche giorno, avendone preso la responsabilità davanti al Paese .
PRESIDENTE. Mi scusi, non è chiarissimo, lo ritira? No.
CARLO SIBILIA. Presidente, questo è un emendamento di assoluto buonsenso che mette in luce tutte le sconfitte della politica su altri precedenti terremoti. Parliamo di una cosa molto semplice e comprensibile a tutti e, soprattutto, che ci fa indignare tutti. Lo ripeto: io provengo da uno dei territori teatro di un famosissimo terremoto, quello del 23 novembre 1980, e ancora oggi in Irpinia c'è il commissario al terremoto dell'Irpinia. Sono passati 37 anni e questa persona, che cambia di volta in volta, che si nasconde, perché non sappiamo neanche come si chiama il commissario al terremoto dell'Irpinia, c'è ancora. L'avete prorogato nel “mille proroghe” e questa persona prende 100.000 euro all'anno, non sappiamo esattamente per fare cosa. 100.000 euro che, tradotto in casette per i terremotati, fa quattro casette circa, se vogliamo considerare il prezzo unitario di 25.000 euro. Fate un calcolo semplicissimo: 37 per 4 diventano circa un centinaio di casette per i terremotati. Questa è un'esasperazione, è un paradosso, è un esempio esagerato, ma noi possiamo, mai ancora una volta, avere, dopo 37 anni, il commissario al terremoto dell'Irpinia? Questo emendamento lo vuole cancellare, una volta per sempre, e usare questi 100.000 euro che regaliamo a una poltrona in un altro modo, magari sollevando qualche famiglia e prendendo qualche casetta per i terremotati. Mi sembra un emendamento di buonsenso e non stiamo chiedendo nulla di strano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento e per informare, signora Presidente, anche i colleghi e il Governo che, nel contesto dei 37 anni, c'è stato un momento veramente molto critico per la ricostruzione del terremoto dell'Irpinia e il Governo dell'epoca - non ricordo quale ma se non mi sbaglio il primo Governo Prodi - nominò il prefetto Carlo Schilardi come commissario per il terremoto dell'Irpinia per chiudere un po' tutte le situazioni (ed è rimasto 5-6 anni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. È il caso di dire: un commissario è per sempre. Questa è una delle poltrone più longeve d'Italia, devo dire. Anch'io, con mio grandissimo stupore, confesso la verità: sono campana e ho vissuto sulla mia pelle il terremoto del 1980. Ero una ragazzina, ma ricordo con grande lucidità tutta la fase terremoto, la fase di ricostruzione, e credo che a noi ci sia bastato De Mita. Arrivare ad oggi e avere ancora un commissario, dopo 37 anni, è una cosa vergognosa. Io desidero incontrarlo; chiederò chi sia costui, che ruolo ha, cosa svolge, perché a mio avviso dalla conoscenza del territorio l'Irpinia ha le sue difficoltà, ha i suoi problemi, ma va avanti e - voglio dire - non si è fermata al terremoto del 1980.
PRESIDENTE. Prima di mettere in votazione questo emendamento, salutiamo gli studenti e le studentesse del liceo scientifico “Guglielmo Cameli” di Teramo, gli studenti di Vicenza, che sono qui in visita, e gli studenti dell'istituto tecnico “Atestino” di Este. Tutti sono in ascolto e presenti in Aula nelle tribune. Li salutiamo .
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Io rimango stupito francamente che dobbiamo anche discutere di questo emendamento, perché il buonsenso avrebbe voluto che già in Commissione si doveva accoglierlo senza alcun problema. Sottolineo la stessa formulazione: “un commissario”. Il commissario si nomina per la straordinarietà degli eventi e 37 anni di straordinarietà di eventi mi sembrano assolutamente assurdi. Dopo, non ci meravigliamo che cresca l'antipolitica quando si vedono certe cose.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, credo che questo sia un momento per rimediare ai disastri fatti nella scorsa legge del mille proroghe, e, segnaliamo il fatto che dopo 37 anni per la ricostruzione dell'evento del terremoto dell'Irpinia abbiamo ancora un commissario, quindi anche agli studenti presenti oggi sarebbe interessante far notare, come per 37 anni, noi stiamo continuamente pagando un commissario alla ricostruzione per far cosa e soprattutto non sappiamo nemmeno chi è; quindi, magari se il Governo oggi in Aula ha la cortesia di fornirci nome e generalità di chi è oggi commissario, perché, dopo 37 anni, noi vediamo questo passaggio, dal Governo Spadolini al Governo Minniti come Ministro dell'interno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Famiglietti. Ne ha facoltà.
LUIGI FAMIGLIETTI. Prendo la parola, Presidente, e la ringrazio per questo, per dare delle precisazioni dovute all'Aula, e cioè che anche quest'anno nel mille proroghe è stata prorogata la funzione di questo commissario, ma non è previsto alcun onere aggiuntivo. Questo commissario sovrintende su più di 70 opere pubbliche, che, purtroppo, non sono state ancora completate, che riguardano un territorio molto ampio, che comprende la Basilicata, la Lucania e la Campania, più di 70 opere. E i 100 mila euro per il funzionamento dell'ufficio non sono stati stanziati quest'anno, ma sono delle economie che fanno parte degli appalti che hanno riguardato queste opere; quindi, non c'è nessun onere aggiuntivo. C'è stata una relazione di questo commissario che ha precisato che gli oneri per il funzionamento, 100 mila euro l'anno, pari a 200 euro per ogni milione gestito, sono tratti da economie sui lavori, quindi con autogestione. Tra l'altro, il compenso del sottoscritto è pari ad un terzo del costo di un direttore generale e 100 mila euro per il funzionamento prevedrebbero l'autosufficienza dell'ufficio, quindi l'acquisto delle strumentazioni, apparecchiature, corrispettivo e missione del commissario, materiale di consumo e tutto quanto il resto.
PRESIDENTE. Onorevole Cera, lei è iscritto a parlare dopo l'onorevole Famiglietti, la prego.
LUIGI FAMIGLIETTI. Dopodiché, da parlamentare irpino, mi sento di dire che queste opere comunque vanno completate; sicuramente ci sono stati anche degli sprechi, e non sta a me difendere la gestione della ricostruzione in Irpinia, però voglio dire che queste opere attendono di essere completate e spero che nel più breve tempo possibile vengano completate .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Giusto per essere precisi - lo dico al collega che mi ha preceduto - sono sempre 100 mila, da qualsiasi parte arrivino, perché comunque sono sempre soldi dello Stato, a dimostrazione che i carrozzoni nascono e non finiscono più. A dimostrazione di quello che ho detto ieri sera, c'è il rischio che i carrozzoni, nascendo, muoiano dopo un secolo. È il momento di chiudere con questa storia, sappiamo che la ricostruzione nell'avellinese e nelle altre zone - io abito più o meno a 70 chilometri, 100 chilometri da quella zona - si è conclusa da un bel po' di tempo. D'altra parte, soldi non ne arrivano più, per quello che so io; per cui, gli unici soldi che arrivano sono, probabilmente, a un fortunato vincitore, e noi speriamo, con la votazione di oggi, di poter applicare la legge Fornero, non quella di prolungare, ma quella di anticipare il tempo del pensionamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, intervengo in maniera telegrafica, perché la discussione mi sembra assurda, data l'ovvietà di ciò che stiamo discutendo, una proposta assolutamente di buonsenso. L'intervento dell'onorevole Famiglietti non lo comprendo, non è una giustificazione. Il fatto che non ci siano oneri aggiuntivi non significa che non spendiamo comunque 100 mila euro per un commissario, a 37 anni da quello che è successo. È un compito che può essere tranquillamente svolto dal prefetto, possiamo risparmiare questi soldi, far svolgere il compito dal prefetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, non solo per sottoscrivere l'emendamento, soprattutto in considerazione del fatto che, in sede di conversione in legge della legge di stabilità, avevamo presentato un emendamento che prevedeva esattamente l'abrogazione della figura del commissario per il terremoto dell'Irpinia, ma anche per sottolineare poche cose: immaginare che vi siano ancora opere pubbliche che devono essere completate dopo 37 anni penso che sia la dimostrazione del più clamoroso fallimento delle strutture commissariali. E, infatti, il Governo, ieri, sostanzialmente, ne ha varata una nuova, perché la creazione del dipartimento, con una spesa di circa 4 milioni di euro - ovviamente, partiamo quest'anno con questa spesa, partiamo, ovviamente, in senso eufemistico - è la dimostrazione di come, purtroppo, il vizio continua.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, signora rappresentante del Governo, penso che il vero scandalo di questa vicenda non sia tanto il fatto che siano impegnati ancora 100 mila euro e che li si voglia ridurre, anche, forse, giustamente, a 30 mila. Il vero scandalo è il fatto che, dopo 37 anni, ci sia ancora un commissario . Ora, che di fronte alle emergenze sia necessario nominare un commissario, così come è accaduto rispetto al recentissimo sisma di cui stiamo parlando, è una cosa ovvia, è una cosa giusta, perché c'è l'emergenza ed è necessario che ci sia qualcuno che possa gestire questa fase di emergenza.
PRESIDENTE. Onorevole Galgano… Onorevole Galgano, mi scusi…
FILIBERTO ZARATTI. Legate appunto all'ordinaria amministrazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.
CARLA RUOCCO. Giusto una precisazione, perché ci siamo fatti un po' di conteggi sulla base di quello che prima ha detto il deputato Famiglietti. Perché lui ha detto che questo povero commissario, dopo appena 37 anni che percepisce 100 mila euro, avrebbe soltanto 200 euro per ogni milione gestito: dato che lui percepisce, ripeto, 100 mila euro, lui gestirebbe 500 milioni di euro l'anno. Per 70 opere, sono ben 7 milioni di euro ad opera! La vergogna è che, dopo 37 anni, queste fantomatiche opere non solo non siano completate, ma non siano neanche controllate! Allora, dato che lui dice anche che questi 100 mila euro non costano nulla alla collettività perché sarebbero in economia, potrebbe anche rimetterci di tasca sua, dal momento che non costano nulla semplicemente perché provengono dai risparmi di qualche altra cosa.
CARLA RUOCCO. Risparmiasse, e ce li mette lui!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rotondi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO ROTONDI. Presidente, nemmeno io so chi sia il commissario in questione, però troverei surreale che questa mattinata dedicata a spizzichi e bocconi al ricordo di una tragedia che, come la collega Castiello, anch'io ho vissuto in prima persona, essendo cittadino di Avellino, pur non avendo nessun interesse elettorale nella città dove non sono eletto; però, lo scandalo - lo dico ai colleghi - non è che esista ancora il commissario in questione, o la modesta cifra che complessivamente è stanziata per la sopravvivenza di questo commissario, confermato da tutti i Governi da 37 anni a questa parte. Lo scandalo è la distrazione con cui si osserva la circostanza che la ricostruzione dal 1980 non è stata ancora completata! Chiunque voglia fare una gita turistica nella città di Avellino, può osservare i buchi da case cadute non nelle periferie, ma lungo il corso della città. Voglio aggiungere che il Governo di cui ha fatto parte…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
GIANFRANCO ROTONDI. …ha commissionato – concludo - uno studio svolto da tecnici e i risultati non sono stati resi pubblici per evitare allarme sociale. Lo studio denunciava la consumazione totale del cemento di strutture qualificate antisismiche, ed è di questi giorni la chiusura di una scuola media nella città di Avellino.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rotondi.
GIANFRANCO ROTONDI. Grazie, Presidente, ma permetta che, oltre alle castronerie sui costi della politica…
PRESIDENTE. No, deve concludere, onorevole… Onorevole Rotondi, ha finito il suo tempo.
GIANFRANCO ROTONDI. …ci sia qualche osservazione anche sui rischi che la politica corre in questo…
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, prego. Su cosa? Ah scusi, no, ha ragione lei: c'era stata una richiesta formale, scusi. È che nell'affastellarsi… C'era stata una richiesta formale del deputato Brescia di accantonamento per cui, se non si accantona - e mi pare che non ci sia questa volontà - io devo metterla in votazione, con un intervento a favore e uno contro.
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Presidente, mi fa piacere che alla fine si sia creato comunque un momento nel quale c'è stato interesse intorno all'argomento.
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Il Governo ha chiesto di parlare, quindi prima di mettere in votazione l'eventuale accantonamento, sentiamo la proposta del Governo. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI,. Presidente, rispetto alla richiesta che è anche maturata e condivisa da tanti gruppi sull'intervento della proroga del commissario condivido con voi le ragioni per le quali abbiamo prorogato ancora il commissario sul terremoto in Irpinia. C'è ancora un importante ed imponente contenzioso…
PRESIDENTE. Mi scusi, però, sottosegretaria. Scusi, perché lei ha perso un momento del passaggio. Solo per capirci: se c'è una disponibilità all'accantonamento, allora accantoniamo, e quindi dobbiamo… Lei adesso sta entrando nel merito, vero?
PAOLA DE MICHELI,. Mi sono persa questo passaggio. Volevo rispondere ad alcune delle obiezioni che ho sentito dai colleghi. Se non è così… C'è un motivo per cui è stato prorogato, ecco. Volevo spiegarlo, solo questo.
PRESIDENTE. No, io penso che, se non c'è la disponibilità all'accantonamento, prima votiamo l'accantonamento o meno, e poi eventualmente il Governo prenderà la parola sul merito.
PAOLA DE MICHELI,. Presidente, le chiedo scusa per prima.
PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Sibilia, prima di darle la parola, consentitemi di salutare gli studenti dell'Istituto comprensivo “Principe di Piemonte” di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta .
CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. È chiaro che dopo 37 anni di proroga evidentemente qualche motivo ci sarà, se avete continuato a prorogare l'esistenza del commissario . Resta il fatto che, in base alle leggi che vengono citate all'interno dell'emendamento in maniera molto puntuale e che sono state tra l'altro verificate dagli uffici della Camera, c'è scritto che la struttura costa 100 mila euro, quindi c'è questo costo. Non diciamo che non costa nulla, la struttura del commissario costa 100 mila euro, quindi le scuse che ci vengono riportate dal Governo sono anche un po' imbarazzanti …
PRESIDENTE. Onorevole Rosato…
CARLO SIBILIA. Sono banali e imbarazzanti. Quindi, onestamente, facciamoci tutti un esame di coscienza. Abbiamo…
PRESIDENTE. Onorevole Rosato…
CARLO SIBILIA. Abbiamo cancellato la possibilità di accantonare questo emendamento…
PRESIDENTE. Onorevole Rosato, la sto richiamando.
CARLO SIBILIA. Non abbiamo voluto fare un'ulteriore riflessione e questo lo posso capire, o meglio siamo abituati a tutto, avete sfasciato un Paese, figuriamoci se adesso ci mettiamo a sindacare su una proroga di un commissario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Io ho chiesto di parlare per due motivi: primo, perché tramite lei vorrei dire al collega, che ci ha spiegato che 100 mila euro in fondo non è una spesa perché era denaro pubblico risparmiato dal lavoro, che intanto il denaro pubblico non esiste, perché il denaro che viene speso per le cose pubbliche è tutto denaro tolto dalle tasche dei privati. Quindi, è denaro di tutti noi qui, non c'è denaro pubblico. E il fatto di risparmiare e siccome si risparmia si possa spendere ugualmente è un fatto, non so se è di sinistra, sicuramente insulso, perché se si risparmia, si risparmia.
PAOLA DE MICHELI,. Tra il Governo e Internet si fidi di noi!
MAURIZIO BIANCONI. Se il costo è di 100 mila, è di 100 mila. Non è che poi, mi scusi - anche qui, segno dell'inefficienza totale -, quando si protrae un problema, si deve pigliare il vice commissario o il commissario: ci sono le prefetture. Io sono per l'abolizione di questa casta, che è l'unica vera casta che esiste in Italia; sono i prefetti che non fanno un cavolo e spendono un sacco di soldi, macchine - non si sa quante sono -, le sedi, i segretari: non servono assolutamente a niente. Ma dal momento che ci sono, facciamogli fare qualcosa. C'è una cosa che va avanti da trent'anni, c'è un problema, si piglia il prefetto e ci si mette, o un viceprefetto. Facciamoli lavorare, altrimenti qui c'è soltanto una superfetazione di stipendi, di posti, di super burocrati, di prebende. Questa è una prebenda che va avanti dalla finanziaria del 2003. Quindi ci accolliamo, anche come centrodestra a suo tempo, tutta la nostra responsabilità in questa ma se non si cambiano queste cose, non c'è niente che ci possa salvare. Grazie .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Io ho ripresentato questo emendamento. L'avevo già fatto con il decreto cosiddetto “per il Sud” e all'epoca fu approvato un ordine del giorno con cui si disse, da parte del Governo: “Bene, lo affrontiamo insieme a tutto il resto”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI. Presidente, ci pare che le questioni sollevate dal collega Palese abbiano una loro fondatezza e tengano conto di alcune esigenze oggettive che sono state rappresentate sia pure all'interno di un contesto che parla obiettivamente di altre questioni e che non ci consente in questa fase di poterle affrontare in maniera risolutiva, come pure avremmo voluto fare. Nell'esprimere un appello al Governo di tenere in considerazione in altra sede le questioni sollevate, chiederei al collega di trasfondere l'emendamento in ordine del giorno, tenuto conto del fatto che, in termini politici, condividiamo l'esigenza di una risoluzione e vorremmo evitare che l'articolo aggiuntivo posto in votazione determinasse un problema di relazioni tra le forze politiche.
PRESIDENTE. A questo punto però chiedo al presentatore se intende ritirarlo e trasfonderlo in ordine del giorno. Onorevole Palese, può comunicare solo questo e non posso farla intervenire due volte sullo stesso articolo aggiuntivo a meno che non intervenga il Governo, riaprendo in questo caso la discussione. Prego, onorevole Palese.
ROCCO PALESE. Se c'è l'impegno del Governo ad approvare un ordine del giorno da inserire nel decreto degli enti locali, perché mi fu detto all'epoca…
PRESIDENTE. La ringrazio.
ROCCO PALESE. …noi cediamo in questo. Se c'è tale impegno del Governo lo ritiro ovviamente.
PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, onorevole Palese, mi sta comunicando che lo ritira perché il Governo ha dato segno pubblicamente di essere d'accordo. A questo punto l'articolo aggiuntivo 11.05 Palese è ritirato.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
ENRICO BORGHI. Per sottoscriverlo.
CHIARA BRAGA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA, . Lo accantoniamo, Presidente.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Molto brevemente: con questo emendamento, così come con il precedente, noi cerchiamo di porre una problematica, alla quale, il Governo, prima o poi, dovrà dare delle risposte ovvero quella di individuare una soglia minima dell'indice di vulnerabilità al di sotto della quale le scuole, ma in generale un edificio pubblico, non è frequentabile, non è agibile.
GIUSEPPE ZAPPULLA. Presidente, pur brevemente, ritengo utile e opportuno intervenire per spiegare all'Aula, a tutti i colleghi, che io ed altri onorevoli colleghi, anche di altri gruppi, insistiamo da un po' di tempo su questo tema non perché ci siamo fissati, ma perché c'è una reale ingiustizia che viene ad essere determinata. Chiedo pertanto al Governo di cambiare il parere negativo perché è del tutto evidente che rischia di presentarsi non solo come una posizione inaccettabile ma, addirittura, come una sorta di provocazione - e non parlo certo né di me né dei colleghi - soprattutto per quelle tante persone, contribuenti leali, che attendono da circa vent'anni il riconoscimento di un diritto. Stiamo parlando, per conoscenza di tutti, del cosiddetto “terremoto di Santa Lucia”, cioè quello che nel 1990 colpì in particolar modo tre province della Sicilia orientale: Siracusa, Catania e Ragusa; stiamo parlando di una legge del 2002, e successive modifiche e integrazioni; stiamo parlando di centinaia di sentenze favorevoli per i lavoratori, comprese diverse ordinanze della Corte di cassazione che riconoscono il diritto al rimborso, di quanto versato in eccedenza, appunto, nel biennio 1990-1992, anche ai lavoratori dipendenti. L'emendamento, in buona sostanza, punta a chiarire e a superare ogni interpretazione, cancellando ogni contenzioso giudiziario e superando un'interpretazione, da parte dell'Agenzia delle entrate, che prevede il rimborso solo ai sostituti d'imposta, violando anche il principio di uguaglianza previsto dalla Costituzione.
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo scusa un solo minuto per specificare che il problema nasce dalla norma del 2002 che ha avuto interpretazioni, da vari pezzi - diciamo - così dello Stato, tra loro difformi. In realtà, una finale interpretazione univoca non è ancora arrivata. Il Ministero dell'economia e delle finanze ha dato il massimo della disponibilità all'onorevole Zappulla e a tutti i presentatori dell'emendamento - penso a una lunga interlocuzione con l'onorevole Berretta in merito - e grazie a questo lavoro intanto in questa legislatura il Governo precedente ha stanziato 90 milioni per questi rimborsi, perché in realtà la norma era stata fatta nel 2002 ma non c'erano i soldi per erogare i rimborsi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ERMETE REALACCI. Presidente, solo un minuto. Questo emendamento, che appunto è ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, è figlio di un emendamento che è stato sottoscritto da molti colleghi e votato all'unanimità dalla Commissione. È indebolito, ma il senso rimane. Dice sostanzialmente che, con un atto di trasparenza ma anche un atto molto efficace, i versamenti destinati nell'8 per mille ai beni culturali per i prossimi dieci anni saranno destinati al restauro e alla ricostruzione dei beni culturali danneggiati dall'insieme dei sismi che hanno colpito l'Appennino centrale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CHIARA BRAGA, . Grazie, Presidente. Chiediamo la sospensione dei lavori per un'ora.
PRESIDENTE. Sta bene. Allora, accettiamo questa proposta. La seduta è sospesa fino alle ore 14.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Amoddio, Bueno, Capelli, Dambruoso, De Micheli, Dellai, Di Gioia, Fedriga, Garofani, Giachetti, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Locatelli, Lupi, Marcon, Miotto, Molea, Pes, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga, Schullian, Sottanelli, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
ERMETE REALACCI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, . Grazie, Presidente. Per chiedere un quarto d'ora, perché dobbiamo recepire una richiesta della Commissione bilancio e devo convocare il Comitato dei nove, qui, in sala Governo.
PRESIDENTE. E sia, la seduta è sospesa; la riprendiamo alle ore 14,15.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 4286-A: Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017.
CHIARA BRAGA,Sì, grazie, Presidente. Allora, sul subemendamento 0.1.51.1 parere favorevole.
PRESIDENTE. Nella nuova formulazione.
CHIARA BRAGA,Nella nuova formulazione.
CHIARA BRAGA,Sull'emendamento 1.51 Laffranco, parere favorevole. Gli identici emendamenti 1.50 Squeri e 1.105 Pellegrino sono assorbiti dall'accoglimento dei due emendamenti precedenti.
PRESIDENTE. Ci deve dare comunque il parere.
CHIARA BRAGA, Invito al ritiro.
CHIARA BRAGA,. Sugli emendamenti 5.47 Fabrizio Di Stefano e 5.301 Ginoble c'è un parere favorevole su entrambi, con la seguente riformulazione: dopo il comma 2- aggiungere il seguente 2- al fine di contrastare il fenomeno dello spopolamento studentesco nella città di Teramo a causa degli eventi sismici, è assegnato all'Azienda per il Diritto allo Studio Universitario di Teramo un contributo di 3 milioni di euro per l'anno 2017 per la realizzazione della nuova residenza studentesca. Al relativo onere si provvede per l'anno 2017 mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 134, della legge 11 dicembre 2016, n. 232.
PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto, se venisse accolta la riformulazione di entrambi gli emendamenti, avremmo degli emendamenti a questo punto identici, che sono il 5.47 Fabrizio Di Stefano e il 5.301 Ginoble.
CHIARA BRAGA,. Chiedo, poi, di mantenere accantonato l'articolo aggiuntivo 7.0101 Luigi Di Maio.
PRESIDENTE. Va bene. Immagino che sull'articolo aggiuntivo 10.0700 della Commissione il parere sia favorevole.
CHIARA BRAGA,. È favorevole, e quindi un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo 10.01 Tancredi.
PRESIDENTE. Onorevole Tancredi, ritira? Perfetto. Sul subemendamento 0.11.701.100 della Commissione immagino il parere sia favorevole?
CHIARA BRAGA,. Favorevole
PRESIDENTE. Sull'emendamento 11.701 della Commissione immagino parere favorevole?
PRESIDENTE. Emendamento Ricciatti 11.47? L'onorevole Ricciatti lo ritira.
CHIARA BRAGA,. Su questi, Presidente, se non sono stati ritirati dai proponenti, c'è un invito al ritiro.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Presidente, ritiro l'emendamento e chiedo al Governo se è possibile presentare un ordine del giorno sul tema.
PRESIDENTE. Lei può presentarlo senza chiedere il permesso al Governo. Può chiedere semmai al Governo se sia intenzionato a dare un parere favorevole a un ordine del giorno con lo stesso indirizzo e, a questo punto, poi è un'interlocuzione tra lei e il Governo. Però, poi ce lo dica se lo ritira. È ritirato? Sta bene, è ritirato.
CHIARA BRAGA, . Sull'emendamento Colletti 17-.100 formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Mariani 17-.102 parere favorevole. Emendamento 18.700 della Commissione, parere favorevole. Articolo aggiuntivo Baldelli 18-.0100… Scusi, signor Presidente, perché a sua firma: a me risultava già votata, questa proposta emendativa, se no c'è un invito al ritiro.
PRESIDENTE. No, risultava accantonato. Era stato accantonato nella seduta di ieri. Era inizialmente stato…
CHIARA BRAGA, . Va bene. Quindi, c'è un invito al ritiro perché è confermato il parere contrario della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Parere favorevole sull'emendamento così com'è?
CHIARA BRAGA, . Scusi, no, c'è una riformulazione, Presidente. Mi stavano parlando nell'orecchio, scusi. Le leggo la riformulazione: “Al comma 4, dopo le parole ‘classificate 1 e 2', aggiungere le seguenti: ‘con priorità per quelli situati' ”.
PRESIDENTE. Sta bene, questo resta accantonato.
PAOLA DE MICHELI,. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Anche l'onorevole Longo aveva intuito.
PIERGIORGIO CARRESCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO CARRESCIA. Presidente, semplicemente per aggiungere la mia firma a questo emendamento, perché con la modifica apportata in Commissione coglie un emendamento che era stato presentato in Commissione da parte mia e dei colleghi del Partito Democratico delle Marche: positivamente consente alle imprese di delocalizzare la propria attività anche oltre i confini comunali.
PRESIDENTE. Anche l'onorevole Palese lo sottoscrive. Ovviamente possono essere sottoscritti anche prima di metterli in votazione.
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Presidente, per sottoscriverlo.
ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento, però vorrei anche far presente che c'è stato bisogno di mezz'ora di discussione per far riformulare al Governo, e anche alla maggioranza, questo emendamento. Avremmo potuto evitarci mezz'ora di discussione solo per forse il “piccio” di qualche deputato della maggioranza, che voleva portare a casa questo emendamento a sua prima firma.
GIULIO CESARE SOTTANELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI. Presidente, non ho sentito il mio nome. Siccome era anche firmato da me, volevo solo una conferma.
PRESIDENTE. Si dice solo il primo firmatario, onorevole Sottanelli. Se lei è il primo firmatario bene, se non è il primo firmatario…
GIULIO CESARE SOTTANELLI. No, ero il secondo.
PRESIDENTE. Allora il secondo, mi dispiace, ma è abbandonato nell'anonimato come il resto dei firmatari.
MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. L'emendamento in esame - volevo rendere edotta l'Aula - fa parte di una delle condizioni del parere favorevole della Commissione agricoltura votato all'unanimità. Ritengo che in questo decreto-legge la grande assente sia proprio l'agricoltura italiana, in modo particolare la zootecnia delle zone colpite dai vari sismi che si sono susseguiti in questi mesi. Ritiro questo emendamento per dare la possibilità al collega di presentare un ordine del giorno, però ritengo veramente grave il fatto che questo grande elemento di coesione sociale, che è proprio l'agricoltura e la zootecnia, sia stato poco rappresentato, poco preso in considerazione all'interno di questo decreto-legge, nonostante le istanze che sono arrivate da parte di molte associazioni di categoria e da parte di molti allevatori ed agricoltori. Quindi, ritiro l'emendamento 12.103 da me presentato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 17-.100 Colletti.
ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Sinceramente sono abbastanza meravigliato dal parere negativo del Governo e della relatrice, tant'è vero che la medesima relatrice aveva proposto una riformulazione da me accolta favorevolmente. È stato detto in Commissione bilancio dal Governo che non c'era la copertura economica per questo emendamento, affermazione falsissima perché l'articolo 17- del decreto-legge, aggiunto in Commissione, anch'esso non ha copertura economica proprio perché rispetto agli oneri di bilancio questo emendamento e questo decreto-legge è totalmente neutro, ovvero lo Stato non “caccia” un euro per questo emendamento. Dunque, Presidente, vorrei capire perché il Governo, perché il partito di maggioranza non ha alcuna intenzione di approvare questo emendamento che riguarda - lo dico chiaramente - l'ospedale di Penne, una città che oltretutto lo stesso Governo e lo stesso partito di maggioranza, anzi i partiti di maggioranza, perché riguarda sia il PD sia NCD, non hanno voluto inserire all'interno del cratere sismico nonostante i danni obiettivi che ha subito. Con questo emendamento noi avremmo salvato l'ospedale di Penne, che ricade nel bacino di influenza del cratere sismico, dalla scure della riorganizzazione della regione Abruzzo che sta chiudendo ospedali e presidi ospedalieri in tutta la regione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Presidente, quello cui stiamo assistendo francamente ha dell'inverosimile. Qui si era trovato l'accordo sulla riformulazione di un emendamento con una riformulazione della Commissione già scritta e adesso c'è un passo indietro giustificato da un presunto intervento e veto della Commissione bilancio. Dobbiamo dirlo a quelle persone, a quelle mamme che sono andate a partorire e hanno rischiato di perdere i bambini perché non possono più partorire a Penne e sono costrette a fare un'ora, un'ora e mezza di macchina per far nascere i propri figli. Andiamo a dire loro che per un veto della Commissione bilancio - un veto di un sottosegretario di questo Governo che non vuole che un intervento risolutivo sia a nome del MoVimento 5 Stelle - andiamolo a dire a quelle persone che sono costrette a mettere a rischio la propria vita e quella dei propri bambini perché non vuole che si approvi una norma a nome del MoVimento 5 Stelle
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Vengo chiamato in causa molto volentieri e accetto l'invito del collega Colletti anche perché un mio analogo emendamento ha avuto sorte più repentina: fu bocciato ormai da una settimana quando improvvisamente si capì che c'era solo un emendamento che poteva andare bene e, guarda caso, era a firma di un collega del Partito Democratico. Credo che questa scelta sia di natura prettamente politica e condivido le lamentele del collega Colletti e credo che questa scelta dipenda dal presidente della regione Abruzzo che, come ha fatto una perimetrazione a suo piacimento e a sua volontà, così ha fatto anche un intervento su questo argomento. È evidente che tecnicamente, se fosse passato l'emendamento, questo andava poi valutato dalla commissione di monitoraggio e forse solo allora si poteva tranquillamente esprimere un parere negativo o positivo ed eventualmente motivarlo in virtù e in ragione di sostanziate motivazioni e non così, lasciato ad una Commissione; rientrando in costi della regione Abruzzo e non della sanità nazionale, non dovevano essere di pertinenza della Commissione. Per cui è chiaro che voteremo a favore di questo emendamento, anche se penso invano.
FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Se è possibile sapere dal Governo il perché del parere negativo.
PRESIDENTE. Il parere negativo è della Commissione e il Governo ha espresso parere conforme, però, lei, legittimamente, ha la possibilità di chiedere…
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. …e il Governo, infatti, interviene. Prego, onorevole De Micheli.
PAOLA DE MICHELI,. È particolarmente oneroso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. L'onorevole Colletti aveva dimenticato di menzionarmi, però sa benissimo come su Penne abbiamo svolto battaglie comuni e, quindi, voterò questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Presidente, il Governo laconicamente ci ha detto che è particolarmente oneroso. Ora, in euro, questo “particolarmente oneroso” quanto vale? 10 euro, 100, mille, 100 mila, 500 mila, un milione, un milione e mezzo? Vale meno di “Casa Italia” ovvero della marchetta a favore di dirigenti chiamati con chiamata diretta o vale di più? Ma, soprattutto, da un punto di vista di bilancio, io mi domando: ma l'articolo 17-, che introduce una deroga uguale a quella che vuole introdurre il MoVimento 5 Stelle, visto che non ha copertura di bilancio, come mai non è particolarmente oneroso e, invece, una deroga fatta dal MoVimento 5 Stelle diventa magicamente senza una cifra, particolarmente onerosa?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, con riferimento all'intervento del sottosegretario De Micheli - che, ricordo, ha competenze governative in materia economica e, quindi, teoricamente, dovrebbe essere anche colei che ci motiva i pareri in Commissione bilancio, che porta avanti i pareri nella Commissione bilancio -, le osservazioni fatte poc'anzi dal collega Colletti evidenziano come, quando si tratta di alcuni emendamenti o articoli proposti dalla maggioranza, non c'è necessità di copertura, mentre l'estensione ad un altro ospedale pregiudica il parere favorevole della Commissione bilancio: solo per quel tipo di ospedale. Io credo che qui vi sia anche da fare un'istruttoria, credo alquanto doverosa, per quanto attiene gli uffici che, in qualche modo, potrebbero portarci…sospendo la discussione magari…
PRESIDENTE. No, no, continui. Il Governo rientra. Credo che stia cercando di capire se…
DAVIDE CRIPPA. …nel senso che spesso non vengono portati all'istruttoria a livello di parere di Commissione bilancio e che, purtroppo, hanno sempre una certa attinenza verso una propensione governativa. Noi vorremmo comprendere ora se veramente in altri casi, come quelli elencati poco fa dal collega Colletti, non c'è necessità di copertura e come mai - ce lo dica il sottosegretario De Micheli - solo su questo, solo su un ampiamento, c'è una necessità economica. Solo qui è particolarmente oneroso? Ce lo spieghi, così, magari, riesce ad illuminarci e riusciamo a comprendere quale sia la se non è una di ragione politica e questo sarebbe veramente - veramente - pessimo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Un velocissimo chiarimento perché rimanga a verbale. Qui si finanziano gli uffici territoriali: voglio chiarire che - parliamo del terremoto dell'Aquila del 2009 -, con 2 milioni di euro, gli uffici territoriali dentro il cratere sono già finanziati con un finanziamento congruo. Questi 500 mila euro dovrebbero essere destinati agli uffici fuori cratere, per precisazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Noi riteniamo che questo articolo aggiuntivo, su cui è stato dato parere contrario da parte della Commissione bilancio per problemi di copertura, sia un articolo aggiuntivo estremamente rilevante, anche perché ben sappiamo che i sindaci che sono coinvolti purtroppo dalle vicende che riguardano il presente provvedimento, in qualità di autorità comunali di Protezione civile, hanno la necessità di verificare quelle che sono le attività e gli aggiornamenti dei piani di emergenza comunale e per fare questo c'è la necessità, spesso, di sottoscrivere dei contratti di lavoro a tempo determinato o in via di collaborazione coordinata e continuativa negli interventi che sono evidentemente necessari per poter affrontare quelle che sono le questioni connesse alla Protezione civile.
CHIARA BRAGA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA, . Accolgo la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, questo è accantonato.
PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato, da ultimo, approvato l'emendamento 20-.101 Vacca.
CHIARA BRAGA, Presidente, la Commissione esprime su tutte e tre le proposte emendative un invito al ritiro o altrimenti parere contrario.
PAOLA DE MICHELI,. Conforme.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7.0101 Luigi Di Maio: c'è un invito al ritiro o parere contrario. Immagino che l'invito al ritiro non sia accettato; che cosa facciamo colleghi, lo poniamo in votazione?
LAURA CASTELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Giusto per lasciare agli atti che abbiamo cercato di lavorare molto su questa proposta emendativa e ci dispiace che non trovi l'accoglimento. Ci impegneremo per portarlo nei prossimi decreti, visto che ne arriveranno altri. Crediamo che sia una misura che vada fatta e che possa dare davvero respiro. Quindi, ci auguriamo che possa davvero trovare accoglimento il prima possibile.
PRESIDENTE. Per chiarezza, a questo punto, quindi lo poniamo in votazione lo stesso, collega Castelli? Lo poniamo in votazione.
PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 18-.0100 Baldelli c'è un invito al ritiro o parere contrario.
ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Grazie Presidente, in considerazione del fatto che questa proposta emendativa, pure col parere favorevole della Commissione, ha avuto poi un parere contrario da parte della Commissione bilancio, noi lo ritiriamo, anche se ci pare che sia un'occasione che si perda perché questo articolo aggiuntivo avrebbe potuto dare un po' di ossigeno a tanti comuni che in ordine alla necessità di predisporre piani di protezione civile hanno necessità di una proposta emendativa del genere. Quindi, la ritiriamo, ma ci piacerebbe che il Governo si impegnasse, avendo già dato il proprio parere favorevole a questo emendamento in Commissione, a trovare allocazione ad una norma del genere nel prossimo decreto enti locali.
PRESIDENTE. La ringrazio, quindi è ritirato. L'emendamento 21.100 Melilli è ritirato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
PAOLA DE MICHELI,. Mi scusi, Presidente, ne è arrivato uno adesso. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/1 Catanoso ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/2 Mongiello con la riformulazione: impegna il Governo a valutare la possibilità di intraprendere. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/3 Fusilli, togliendo il terzo impegno e modificando l'ultimo impegno aggiungendo dopo le parole: della rete, trasmissione dell'energia elettrica, e, dopo la parola: Distributore, e l'Autorità per l'energia e il gas. Con questa riformulazione, accolto come raccomandazione. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/4 Manzi, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/5 Narduolo e sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/6 Rampi.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/15 Ottobre, che non è una data, ma è l'ordine del giorno?
PAOLA DE MICHELI,. Parere contrario. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/16 Coscia, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/17 Palese e sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/18 Carra, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/19 Morani con la riformulazione: impegna il Governo a valutare la possibilità di attivarsi presso il Commissario. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/20 Binetti e sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/21 Di Vita, favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/22 Lorefice con la riformulazione: a valutare la possibilità di garantire. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/23 Nesci con la riformulazione: a valutare la possibilità di attivarsi. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/24 Vacca con la riformulazione: a valutare la possibilità di stanziare. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/25 Crippa con la riformulazione: a valutare la possibilità di adottare. Poi, al posto della parola: marchio, scrivere: logo di certificazione della sicurezza sismica.
PRESIDENTE. Lo stabilisce lei.
PAOLA DE MICHELI,. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/29 Sibilia con la riformulazione: a valutare la possibilità di assumere ogni genere di iniziativa. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/30 Gallinella con la riformulazione: a valutare la possibilità di prevedere.
PRESIDENTE. Però, chiedo scusa, lo consideriamo comunque favorevole con riformulazione?
PAOLA DE MICHELI,. Sì, va bene.
PRESIDENTE. No, questo me lo deve dire lei, non è che sto perorando.
PAOLA DE MICHELI,. Allora, invito al ritiro, perché c'è già. Scusi, mi hanno messo questa riformulazione. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/35 De Rosa con la riformulazione: a valutare la possibilità di promuovere. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/36 Castelli con la riformulazione: impegna il Governo a valutare la possibilità di realizzare nell'affidamento delle opere, e, dopo la parola: ecologici, aggiungere: compatibilmente con le condizioni imposte dalla gestione dell'emergenza. Nel secondo dispositivo, togliere: nei bandi si individuano, e, dopo la parola: avvenuta, nell'ambito della realizzazione dei lavori di urbanizzazione. Comunque, poi queste riformulazioni ve le fornisco.
PRESIDENTE. Basta che ne prendano atto gli interessati. Vanno lette, perché queste devono rimanere agli atti.
PAOLA DE MICHELI,. Poi le fornisco agli interessati. Parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/37 Massimiliano Bernini, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/38 Marcon con la riformulazione: a valutare la possibilità di richiedere. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/39 Pellegrino con la riformulazione: a valutare la possibilità di, togliere tutto dalle parole: le procedure, fino a: scolastici, e aggiungere: introdurre criteri premiali per le progettazioni più qualificate che applichino, eccetera. Con questa riformulazione, parere favorevole. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/40 Tino Iannuzzi con la riformulazione: a valutare la possibilità di. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/41 Dallai con la riformulazione: a valutare la possibilità di finanziare la realizzazione. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/42 Carrescia, accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/43 Carella, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/44 Venittelli.
PRESIDENTE. Il parere è contrario o è accolto come raccomandazione?
PAOLA DE MICHELI,. Il parere è contrario: sull'impegno degli ordini del giorno già previsto in una legge il parere è contrario perché ci sono già.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno è n. 9/4286-A/70 Romele.
PAOLA DE MICHELI,. È lo stesso testo?
PRESIDENTE. Il primo firmatario è Romele.
PAOLA DE MICHELI,. Ha cambiato firmatario. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/70 Romele.
PRESIDENTE. C'è un palese conflitto di interessi, ma mi rendo conto che non posso fare diversamente.
PAOLA DE MICHELI,. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/72 Alberto Giorgetti purché sia riformulato aggiungendo “ a valutare la possibilità di” prima di ciascun impegno del dispositivo: “adottare”, “adottare” e “relazionare”.
PRESIDENTE. Diciamo allora che il parere del Governo è favorevole con riformulazione perché l'istituto del consiglio non l'abbiamo ancora introdotto. Quindi atteniamoci agli schemi.
PAOLA DE MICHELI,. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/97 Monchiero.
PRESIDENTE. Con questa riformulazione, quindi, è favorevole.
PAOLA DE MICHELI,. Sull'ordine del giorno Crimi n. 9/4286-A/99, con la formula: “a valutare la possibilità di”, parere favorevole.
PRESIDENTE. Quindi vi è una riformulazione. Ordine del giorno Santelli n. 9/4286-A/101…
PAOLA DE MICHELI,. Scusi, mi è appena arrivato, adesso lo leggo.
PRESIDENTE. Onorevole Palese, non ci si metta pure lei, già abbiamo necessità di guadagnarlo, il tempo.
PAOLA DE MICHELI,. Bene, parere favorevole. Sono finiti, giusto?
PRESIDENTE. Sì, se Dio vuole sì, anche perché sono 101…
ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, intanto, dichiaro che il gruppo di Forza Italia accoglie le riformulazioni, però, anche per agevolare una discussione più ordinata dei lavori, vorrei chiedere alla Presidenza, ma anche al Governo, anzi, soprattutto, al Governo, siccome ho visto che su alcuni ordini del giorno il Governo ha dato parere contrario asserendo che la ragione del parere contrario risiedeva nella circostanza che questi ordini del giorno recavano impegni già contenuti in norme approvate, a maggior ragione sarebbe auspicabile che questi ordini del giorno non avessero pareri contrari; sarebbe, come dire, una contraddizione anche rispetto alla norma approvat, e si trasformassero, almeno, in raccomandazioni. Questo ci consentirebbe anche di proseguire in modo più ordinato i lavori, facendo una cosa, forse, che dal punto di vista parlamentare è anche più logica.
PRESIDENTE. Va bene, allora il Governo dice che va bene, poi ci dirà quali di questi, allora, vengono trasformati in raccomandazioni.
LARA RICCIATTI. Ritiriamo l'ordine del giorno n. Zaratti 9/4286-A/34 ed accogliamo tutte le riformulazioni che il Governo ha proposto.
PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno Zaratti n. 9/4286-A/34 è ritirato. Viene accolto l'invito al ritiro. Perfetto. Ci comunicano che anche l'ordine del giorno Ottobre n. 9/4286-A/15 è ritirato. Quindi, ordine del giorno Catanoso n. 9/4286-A/1, favorevole. Ordine del giorno Mongiello n. 9/4286-A/2, prendo atto che viene accolta la riformulazione. Ordine del giorno Fusilli n. 9/4286-A/3, accolto come raccomandazione, in quanto accolta la riformulazione. Favorevoli sono gli ordini del giorno Manzi n. 9/4286-A/4, Narduolo n. 9/4286-A/5 e Rampi n. 9/4286-A/6. È accolta la riformulazione dell'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/4286-A/7. Ordine del giorno Giulietti n. 9/4286-A/8 parere favorevole. Ordine del giorno Gallo n. 9/4286-A/9, favorevole. Ordine del giorno Nesi n. 9/4286-A/10, favorevole. Ordine del giorno Marzano n. 9/4286-A/11, accolto come raccomandazione. Va bene.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo impegno era sui tempi di pagamento delle strutture alberghiere. Visto che è una problematica che emerge che la gestione delle strutture alberghiere non riceve pagamenti rispetto ai tempi corretti dei pagamenti che dovrebbero essere sanciti, noi chiedevamo di adottare urgentemente. Ecco mi chiedete di espungere “urgentemente”. Io credo che le altre parti che riguardano la riformulazione, le posso anche accettare, però l'urgenza deriva dal fatto che, in realtà, questi soggetti, oggi, stanno pagando in ritardo e, quindi, se l'impegno diventa blando, allora, a questo punto, l'urgentemente viene meno. Io tenderei a mantenerlo per dare una risposta a quegli albergatori che oggi ricevono i pagamenti dopo novanta, cento, centoventi giorni e possono andare, in questo modo, anche a cumulare redditi presunti e non percepiti, per poi fare tutta una serie di pagamenti rispetto a tassazioni nazionali o regionali.
PRESIDENTE. Se accetta la riformulazione, va bene, è favorevole. Allora, diciamo che è cambiata la riformulazione che lei, però, accetta, e a questo punto è favorevole.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Mi scusi, Presidente, sull'intervento degli ordini del giorno n. 9/4286-A/25 e n. 9/4286-A/26. In realtà il mio intervento era sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/26 Vallascas. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/4286-A/25 era accettata così com'era. Quella dell'ordine del giorno n. 9/4286-A/26 parlava di “urgentemente”, quindi accettiamo la correzione della riformulazione. Ma i due numeri erano invertiti. Ok? Quindi, con l'intervento che ho fatto, in realtà, accettavo l'ordine del giorno n. 9/4286-A/25 così come era e l'ordine del giorno n. 9/4286-A/26 era quello che poi è stato, perché l'argomentazione se no non corrisponde all'ordine del giorno presentato. Tutto qui.
PRESIDENTE. Ok, quindi se il Governo è consapevole di questa inversione di ordini del giorno... Va bene, lo è per definizione.
ORESTE PASTORELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente e signora sottosegretaria, io le chiedo di poter rivedere il parere su questo ordine del giorno, perché si tratta di una deroga provvisoria e del tutto eccezionale.
PAOLA DE MICHELI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI,. Buongiorno Presidente, sarebbe accoglibile solo come raccomandazione eventualmente. Può andar bene? Grazie.
PRESIDENTE. Allora, è accolto come raccomandazione.
PIETRO LAFFRANCO. Sì, grazie, Presidente, brevemente: questo ordine del giorno che mi ero permesso di presentare era soprattutto il tentativo di chiedere un segnale al Governo, rispetto alla necessità assoluta che c'è di fare oggetto le aree colpite dal terremoto di particolari attenzioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PAOLA DE MICHELI,. Presidente, la proposta di riformulazione sarebbe la seguente: “impegna il Governo, una volta riconosciuto l'eventuale stato d'emergenza nazionale, ad adottare”, e poi togliere la parte successiva alle parole “gennaio 2017”, quella che equipara i poteri di ordinanza; quelle tre righe vanno tolte.
PRESIDENTE. D'accordo. Ho già avuto il cenno di riscontro del gruppo, quindi la riformulazione è accettata. Andiamo avanti.
ADRIANA GALGANO. È accolta. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Andiamo avanti. L'ordine del giorno Monchiero n. 9/4286-A/97 è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno Ricciati n. 9/4286-A/98 vi è la proposta di una riformulazione: è accettata la riformulazione. Sull'ordine del giorno Crimi n. 9/4286-A/99 vi è la proposta di una riformulazione: va bene. Ordine del giorno Occhiuto n. 9/4286-A/100: vi è una riformulazione. Sull'ordine del giorno Santelli n. 9/4286-A/101 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, signora rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, a distanza di pochi mesi torniamo a confrontarci con la ricostruzione dei centri urbani colpiti dai recenti eventi sismici. Sarà un percorso lungo e difficile, rispetto al quale il nostro dovere è quello di mettere a disposizione gli strumenti e le soluzioni migliori nel minor tempo possibile. Del resto, la grave situazione in cui versano i territori del cratere non richiede soltanto l'afflusso di ingenti risorse economiche, ma esige che tutte le procedure e le scadenze vadano incontro alle necessità delle popolazioni interessate. Il rischio, infatti, è quello che le regole, da strumento di garanzia, si trasformino in un ostacolo o, peggio, in vere e proprie ingiustizie. Ciò non dovrà accadere per nessun motivo. Non si sta dicendo che in questi frangenti la legalità sia un valore minore, ma non si deve neanche commettere lo sbaglio di applicare a situazioni di emergenza procedure e regole pensate per situazioni ordinarie. Solo se si adotta questa prospettiva e questa cautela, si potrà amministrare e tutelare l'interesse generale, senza sacrificare le legittime aspettative dei cittadini che vivono nelle zone terremotate, i quali attendono dalle istituzioni un sostegno immediato, puntuale e concreto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Noi dell'UDC voteremo a favore di questo provvedimento: è un dovere inderogabile di solidarietà verso quanti sono stati colpiti da questo terremoto e il modo di far loro sentire la vicinanza della nazione italiana e, insieme con la vicinanza della nazione italiana, dobbiamo sottolineare anche la solidarietà dell'Europa, delle istituzioni europee e dei popoli europei in questa drammatica circostanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Noi siamo al terzo provvedimento d'urgenza per venire incontro alle popolazioni e ai territori colpiti da una grave tragedia e penso che questo intervento non sarà sufficiente; già si preannuncia un quarto intervento che riguarda i terremoti, senza parlare, poi, degli interventi che sono comunque stati compresi e inseriti all'interno della legge di stabilità e, successivamente, anche nel cosiddetto decreto Sud.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, siamo al terzo decreto-legge sul terremoto e si preannuncia un quarto decreto-legge sul terremoto. Se la logica non difetta in chi parla e in chi ascolta già in questo susseguirsi di decreti-legge c'è la misura del fallimento del Governo - prima Renzi, poi Gentiloni - rispetto alla capacità di affrontare l'evento sismico del 24 agosto, poi quello di ottobre, infine quello di gennaio.
PRESIDENTE. Concluda, deputato Rampelli.
FABIO RAMPELLI. …O di imporre le zone franche urbane per una ripresa economica che il Centro Italia si aspetta da tutto il Parlamento e non soltanto dal Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Signora Presidente, come sappiamo, l'Italia è da sempre interessata dai terremoti di forte intensità, solo nel ventesimo secolo ben sette sono quelli che hanno superato i 6,5 gradi Richter, terremoti disastrosi, che hanno mietuto migliaia di vittime e lasciato ferite profonde sul territorio. Negli ultimi quarant'anni, solo i danni economici causati dagli eventi sismici sono stati pari a circa 80 miliardi di euro, a cui si aggiungono i danni incalcolabili al nostro patrimonio storico, artistico e monumentale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Adriana Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Signora Presidente, rappresentanti del Governo e colleghi, questo decreto segue il raggiungimento di traguardi importanti nella gestione del dopo terremoto: aumenta, infatti, il sostegno alle popolazioni colpite, rende le procedure più snelle e più veloci e finalmente crea condizioni e opportunità per il futuro sociale ed economico di Umbria, Abruzzo, Marche e Lazio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sottanelli. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI. Grazie, Presidente. Signora onorevole sottosegretario, il gruppo di Scelta Civica voterà a favore di questo provvedimento, innanzitutto perché va a migliorare, ad ampliare, a snellire le misure contenute nel decreto n. 189, che fu emanato a seguito del terremoto del 24 di agosto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, onorevoli colleghi, sicuramente questo non sarà l'ultimo decreto-legge che discuteremo sull'emergenza terremoto che ha devastato Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo. Sarà necessario reperire altre risorse, sistemare le procedure per assistere le popolazioni interessate, avviare veramente la ricostruzione, far riprendere le attività economiche, recuperare il patrimonio storico artistico andato distrutto o danneggiato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Come è stato già detto, tra breve quest'Aula approverà il terzo decreto-legge sul terremoto che ha colpito il Centro Italia e non sarà l'unico, perché, come il Governo ha già annunciato, si appresta a vararne sicuramente un altro, che speriamo e ci auguriamo non sia come quello che viene approvato quest'oggi.
PRESIDENTE. Deputata, si avvii a concludere perché è già oltre il suo tempo.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Concludo, dichiarando il voto di astensione da parte della Lega
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Grazie, signora Presidente. Francamente rimango perplesso di fronte ad alcune affermazioni: per carità, le critiche sono tutte legittime, c'è ancora molto da fare, nessuno poteva pensare che avremmo realizzato una norma esaustiva su tutte le problematiche e i bisogni delle popolazioni colpite dal terremoto. Ma quando sento dire che già il fatto che siamo al terzo decreto-legge testimonia l'inefficienza della nostra azione normativa, beh mi chiedo se qualche collega è proprio completamente all'oscuro di quello che sta accadendo in Abruzzo, nelle Marche, in Umbria e nel Lazio, cioè in quella particolare parte perché questi eventi hanno colpito, signora Presidente, un particolare territorio del nostro Paese e una convergenza di quattro regioni, precisamente il confine in cui confluiscono quattro regioni diverse. Ebbene, gli eventi del 24 agosto hanno causato dei danni che non sono paragonabili a quello che è successo dopo il 30 ottobre, in cui c'è stato un ampliamento enorme del cratere, delle zone colpite e, soprattutto, non possono aver ricompreso quello che è successo il 18 di gennaio, in cui alle quattro scosse sopra la magnitudo 5 della scala Richter si è unito un evento di proporzioni straordinarie di tipo meteorologico. Quindi, se per esempio l'onorevole Rampelli, che ha sostenuto questo, era in grado già a ottobre e novembre di prevedere quello che sarebbe successo il 18 gennaio, beh lui aveva capacità divinatorie che questo Governo e questa maggioranza non potevano avere. Invece, questo decreto è proprio collegato alla prosecuzione di un impianto normativo che era stato posto in essere dopo il 24 di agosto, ma anche all'inclusione di alcune novità rispetto alle esigenze, ai fabbisogni al mutare della situazione. Perché, oggi, vede Presidente, questo cratere, che forse è il più largo che si è mai disegnato nella storia delle norme di reazione a una calamità naturale, descrive, in realtà in maniera grezza, una realtà molto complessa, molto difforme; andiamo da paesi e comunità, come quelle di Amatrice, di Accumuli, di Visso, di Castelsantangelo sul Nera, che sono rase al suolo, che hanno dato un contributo di vite umane terribile e che, oggi, vivono dei problemi di sopravvivenza, ad altre comunità, come quella, per esempio, della mia città, Teramo, che se voi guardate le cartine e fate un po' la mappa degli epicentri è un po' concentrica, praticamente baricentrica a tutti gli epicentri che ci sono stati, che non ha avuto, naturalmente, e non ha quei bisogni che ci sono oggi ad Amatrice per intenderci, ma purtroppo si trova ad affrontare altre emergenze: grande paura, lo spopolamento di oltre metà della popolazione, che adesso sta rientrando, problemi sugli edifici, problemi sulle infrastrutture e dopo gli eventi nevosi, il concomitarsi del maltempo con il terremoto ha causato anche dei danni che oggi sono del tutto evidenti per il dissesto idro-geologico. Ecco, quindi, perché abbiamo fatto tre decreti, non perché abbiamo sbagliato a fare il primo, anzi io rivendico che il primo decreto è un decreto importante, anche esso innovativo, noi diamo il 100 per cento per la prima e la seconda casa; questo è stato garantito immediatamente alle popolazioni colpite, è importante anche dal punto di vista psicologico. Il Governo e la maggioranza hanno garantito immediatamente alle popolazioni colpite il 100 per cento sulla prima e sulla seconda casa, sia dentro che fuori dal cratere. Questa è una misura che è stata posta già nei decreti di cui nessuno ha parlato ma che è fortemente innovativa e migliorativa anche rispetto a interventi del passato. Così come stiamo erogando, grazie alle norme che hanno permesso di coprirlo, contributi di autonoma sistemazione in migliaia; la collega Pellegrino prima citava la popolazione residente negli alberghi della costa o quella residente nelle strutture provvisorie, si è dimenticata la parte più importante, la popolazione che è oggetto, oggi, di contributo di autonoma sistemazione. Qui non siamo più a migliaia, ma siamo nell'ordine delle decine e decine di migliaia ed è una testimonianza di come, oggi, questi territori hanno bisogno di un ritorno, di una riattrazione che riporti al loro interno interesse sia economico che sociale. Quindi è una misura senza precedenti che noi, lo rivendico, in questo passaggio alla Camera, abbiamo fortemente migliorato, introducendo anche qui delle norme importanti, innanzitutto l'ampliamento del cratere. L'ampliamento del cratere si è verificato solo nella regione Abruzzo, perché la regione Abruzzo è quella più colpita proprio dagli ultimi eventi del 18 di gennaio ed è logico, Presidente, perché il cratere è una descrizione approssimativa di quello che è lo stato di un evento come un terremoto.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
PAOLO TANCREDI. Altre norme importanti sono i contratti di sviluppo, quella sull'Università di Teramo è una norma importantissima, non ho tempo di descriverla, ma riguarda la casa dello studente e, appunto, è una norma attrattiva, cioè riporta gli studenti a Teramo, cosa importante. Voglio, però, ringraziare, il presidente Realacci; prima di tutto volevo dire alla collega Castiello che non è vero che abbiamo lavorato due notti, noi facciamo audizioni, abbiamo cominciato con le audizioni tre settimane fa, abbiamo audito notevoli soggetti; il presidente, innanzitutto, ho verificato che conosce il mio territorio in maniera eccellente e per questo lo ringrazio, ma poi è stato l'ispiratore di una norma importante, quella dell'8 per mille, che anche quella è una grande sfida per il nostro territorio, una sfida a cui devono rispondere i nostri sindaci e la nostra classe dirigente, così come ringrazio la relatrice, l'onorevole Braga, anche lei impegnatissima, e poi il sottosegretario De Micheli che ha fatto un grande lavoro fin dall'inizio, fin dalle audizioni dei sindaci. Devo dire che ha trattato questo decreto non in maniera burocratica, ma è entrata davvero nelle norme e, quindi, nelle richieste e nei bisogni che avevano le popolazioni colpite dal terremoto. Per tutto questo, Presidente, annuncio il voto favorevole del mio gruppo a questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianni Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente, il Parlamento si è impegnato in modo intenso e positivo nella conversione in legge di questo decreto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Presidente, è davvero con grande rammarico che mi vedo costretto a prendere la parola a nome del gruppo che rappresento e annunciare il nostro voto contrario a questo decreto. Spiegherò in questi minuti perché voteremo contro. Un decreto, quello emanato dal Governo, che era davvero scarno, davvero vuoto, davvero senza contenuti. Abbiamo lavorato molto in Commissione, con l'esame di molti emendamenti, ma mai - dico mai! - tenendo atteggiamenti ostruzionistici; anzi, abbiamo anche ritirato tanti emendamenti, proprio perché la nostra volontà era quella di migliorare il provvedimento, non di bloccarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Grazie, Presidente. Fin dalla prima scossa di terremoto, quella del 24 agosto, il MoVimento 5 Stelle è sempre stato presente e vicino alle popolazioni per portare le loro istanze a chi spesso non sa e non vuole ascoltare. Abbiamo fatto richieste continue al Governo per fare velocemente e in modo efficiente tutto ciò che serve per far sentire davvero la presenza dello Stato in quei territori. Uno Stato che soccorre ai propri cittadini, costi quel che costi, perché loro sono la cosa più importante e devono avere la priorità assoluta. Questo è il motivo per il quale siamo tutti qui dentro: per svolgere quella missione e mi spiace, Presidente, ma quel “costi quel che costi” lo Stato e le istituzioni non lo dimostrano più, non l'hanno dimostrato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sereni. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Grazie, signora Presidente. Colleghi, rappresentanti del Governo, consentitemi una considerazione prima di entrare nel merito del decreto: siamo alle prese con una situazione di eccezionale gravità. Io vorrei che noi avessimo tutti la stessa consapevolezza, siamo di fronte ad una dimensione straordinaria, sia sotto il profilo quantitativo, che sotto il profilo qualitativo: quattro regioni, 140 comuni, un'area molto vasta coinvolta da questa calamità naturale e delle aree interne che già prima del sisma avevano problemi di spopolamento e di difficoltà. Pensiamo al numero delle scosse, le ha ricordate il collega Melilla: 59.000 scosse di cui nove pari o superiori al quinto grado. Pensiamo alla dinamica dei sopralluoghi, alla durata di questo evento sismico, cominciato ad agosto e ancora in corso, 142.000 sopralluoghi, richieste per oltre 200.000 istanze. Pensiamo al sovrapporsi di diverse calamità naturali: il terremoto, ma anche un'eccezionale ondata di maltempo, pensiamo alle migliaia e migliaia di persone che sono state e sono assistite ancora oggi dalla Protezione civile e dal commissario. Vorrei dire al collega Fabrizio Di Stefano che non c'è nessuno senza un tetto sopra la testa in questo momento: non ce n'è nessuno in nessuna delle quattro regioni colpite dal terremoto . Perché richiamo all'attenzione nostra, di tutti noi questa dimensione straordinaria del problema che abbiamo davanti? Perché questo non è il primo provvedimento e non sarà l'ultimo, cari colleghi, non potrà mai essere l'ultimo perché siamo di fronte ad un problema gigantesco con il quale dovremo fare i conti in tutta questa legislatura e anche in quella successiva, chi tornerà in queste Aule, perché il problema è molto grande, è molto serio e ci sono migliaia di famiglie, migliaia di imprese, molti, moltissimi soggetti che sono coinvolti. Non siamo stati fermi però e non siamo fermi. Ha lavorato la Protezione civile, ha lavorato il commissario, hanno lavorato i 140 sindaci coinvolti, hanno lavorato le regioni, ha lavorato il Parlamento, ha lavorato il Governo. Se vogliamo guardare alle risorse - onorevole Castelli, mi stupisco di lei - con questo decreto-legge aggiungiamo poco (53 milioni di risorse aggiuntive) ma intanto con il primo decreto tra minori entrate, cioè tasse che non vengono pagate, e maggiori spese abbiamo messo 922 milioni di euro; con la legge di bilancio per 2017 abbiamo messo 7 miliardi e 100 milioni di euro; con il decreto-legge n. 244 del 2016 abbiamo messo altri 32 milioni di euro; con cinque delibere del Consiglio dei ministri abbiamo messo altri 230 milioni di euro. Non sono pochi: non basteranno, ma non sono affatto pochi, perché dovete dire cose non vere ai cittadini? I cittadini non hanno bisogno di essere spaventati hanno bisogno di soluzioni concrete. Le risorse ci sono: le dobbiamo usarle bene e dobbiamo usarle nei tempi previsti ma ne serviranno altre e serviranno altre norme perché scopriremo altri problemi strada facendo. Chiunque ha fatto l'amministratore perfino di un condominio, figuriamoci di un comune sa che i problemi si scoprono camminando, si scoprono facendo le cose, non leggendo sui si scoprono andando lì e cercando di trovare momento per momento le soluzioni migliori. Ed è per questo - consentitemi di dire - mi stupisce moltissimo che Forza Italia abbia deciso di votare contro il provvedimento. Mi stupisce moltissimo perché abbiamo lavorato su questo decreto-legge molto bene, tra Governo e Parlamento c'è stato un grande dialogo, tra maggioranza e opposizione c'è stato un grande dialogo e c'è stato un grande ascolto del territorio coinvolto dal terremoto. Abbiamo ascoltato decine di soggetti economici, sociali, istituzionali che operano in quel terremoto.
PRESIDENTE. Mi ha chiesto di parlare il presidente Realacci per un breve ringraziamento.
ERMETE REALACCI. È stato un lavoro intenso e positivo. Il provvedimento è stato molto rafforzato. Come hanno detto in molti, è solo un primo provvedimento, però quelli che voteranno questo provvedimento dimostrano con i fatti di essere al fianco dei comuni e dei territori colpiti, danno una mano a un'Italia che affronta l'emergenza e guarda al futuro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per i dovuti ringraziamenti la sottosegretaria De Micheli. Prego.
PAOLA DE MICHELI,. Vi ho ascoltato con grande attenzione per tre settimane, vi chiedo 25 secondi. Sono state tre settimane molto intense e anche complicate; ci tengo moltissimo a ringraziare gli uffici della Commissione ambiente, della Commissione bilancio, gli uffici dell'Aula, anche i commessi, il mio Ministero, il Ministero dell'economia e delle finanze e la Ragioneria che hanno supportato il lavoro che abbiamo fatto in queste settimane, i commissari, tutti i colleghi deputati, di maggioranza e anche tutti i colleghi dell'opposizione che ci hanno sopportato, il presidente Realacci e la relatrice Chiara Braga con veramente grandissima, grandissima, stima. La ricostruzione è una salita molto ripida, lo ripeto, molto ripida. Ma oggi facciamo un altro passo avanti importante, grazie al Parlamento. Questo per noi è di buon auspicio per le prossime decisioni .
PRESIDENTE. Allora, colleghi, prima di passare alla votazione finale, come abbiamo concordato, vorrei la vostra attenzione per una commemorazione … Scusate, colleghi, stiamo parlando di una commemorazione delle vittime dell'attentato di Londra e vi chiedo rispetto!
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Sui vitalizi vorrei spiegare - non tanto a chi fa della menzogna un metodo di lotta politica violenta, ma all'opinione pubblica, vittima di una campagna sistematica di odio e disprezzo per i parlamentari - che i vecchi vitalizi non ci sono più. Dal 2012, le pensioni dei parlamentari sono calcolate con il metodo contributivo come per tutti i lavoratori italiani. Oggi, per avere la pensione, un deputato versa 918 euro al mese per cinque anni, pari a 55.080 euro. Un lavoratore con uno stipendio medio di 1.200 euro al mese versa, ogni mese, 110 euro, che in quarant'anni sviluppano 52.876 euro; non vale quanti anni si versa, ma quanto si versa. L'accusa che il parlamentare va in pensione con cinque anni di contributi è una fesseria. Il sistema contributivo consiste proprio in questo: dare una pensione che si calcola con un algoritmo di quanto si è versato.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
GIANNI MELILLA. Perché questa casa ha radici solide ma se viene bombardata può anche crollare.
MARCO BALDASSARRE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BALDASSARRE. Presidente, il fatto che il Senato abbia deciso di salvare Minzolini dalla decadenza è già un fatto molto grave, visto che la legge Severino prevede la decadenza di diritto per i condannati in via definitiva.
PRESIDENTE. Allora, guardi, lei mi ha scritto una lettera - mi ha scritto una lettera ieri o oggi? Ieri - in cui lei mi chiede di sollevare, lei vuole sollevare un conflitto con l'altro ramo del Parlamento.
RAFFAELLO VIGNALI. Grazie Presidente, molto velocemente e semplicemente per sollecitare due miei atti di sindacato ispettivo, due interpellanze: la n. 2-01628, relativa all'IRAP per le imprese di trasporto che abbiano stipulato contratti di servizio con l'ente pubblico e la n. 2-01682, che riguarda la chiusura di 9 corpi di ballo su 12 negli enti lirico-sinfonici italiani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.