PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ROBERTO CAPELLI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Bonafede, Matteo Bragantini, Brunetta, Caparini, D'Alia, Dambruoso, Dellai, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Galati, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, La Russa, Lauricella, Locatelli, Manciulli, Mannino, Marcon, Antonio Martino, Mazziotti Di Celso, Migliore, Palma, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Sanga, Sani, Schullian, Sottanelli, Tabacci, Valeria Valente, Venittelli, Vignaroli e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3785-A/R: Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa; e delle abbinate proposte di legge nn. 2892-3380-3384-3419-3424-3427-3434-3774-3777.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Se nessuno interviene per illustrarli, chiederei al sottosegretario Migliore di esprimere il parere sugli ordini del giorno. Prego.
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signora Presidente.
PRESIDENTE. La ringrazio. Quindi cominciamo dall'ordine del giorno n. 9/3785-A/R/1 Nesi, accolto come raccomandazione. Deputato Nesi, lo accoglie? Nesi non è in Aula. Allora vado avanti, perché non c'è un cenno di riscontro.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Sottosegretario, io ho ascoltato le motivazioni con le quali lei ha bocciato questo ordine del giorno. Mi sembrano delle motivazioni che sono esattamente al contrario rispetto a quanto io ho cercato - abbiamo cercato - di andare quantomeno a dare come indicazione. Non stiamo a ripetere molte volte quanto un ordine del giorno votato in quest'Aula può essere pesante. Era semplicemente un'indicazione, da parte del nostro gruppo, da parte mia, nei confronti dell'Esecutivo, per un motivo molto semplice, perché lei sa perfettamente, meglio di me, che in Italia, ad esempio, esiste il Garante dei detenuti. Che cosa fa il Garante dei detenuti? In modo generale e in modo abbastanza ampio, va ad applicare quelli che sono i diritti dei detenuti e va ad esserne proprio il garante (e da qui l'etimologia del termine). Allora, noi immaginiamo e ci riferiamo - ma non soltanto noi, perché basta leggere un giornale - anche ai cosiddetti “diritti delle vittime”, anche facendo menzione del Fondo di cui lei ha parlato prima e anche ricordando un emendamento, mi pare del collega Ferraresi, che chiaramente noi ieri abbiamo votato proprio rispetto al Fondo stesso, e abbiamo cercato di dare un'indicazione di massima - di massima! - affinché si vada a legiferare e a normare questa figura che noi chiamiamo garante delle vittime; ci sembra infatti assolutamente assurdo che in Italia esista un garante dei detenuti ma non esista un garante delle vittime, che molto spesso sono trattate peggio dei detenuti rispetto al Fondo, rispetto alle modalità e rispetto al solo fatto che una persona a cui è resa un'offesa e che si difende - abbiamo parlato molto in questi due giorni di legittima difesa - molto spesso, ad esempio, deve affrontare delle spese ampie, anche in termini di avvocato e anche in termini legali, oltre al fatto che questa persona subisce uno psicologico molto, molto importante.
DONATELLA FERRANTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI, . Presidente, evidentemente non pretendo che tutti conoscano i numerosi provvedimenti che sono stati varati in questa legislatura con il lavoro della Commissione giustizia, alla Camera e Senato, e del Governo. In particolare, onorevole Rizzetto, mi rivolgo, tramite la Presidenza, a lei, perché ovviamente il tema della tutela delle vittime ci sta molto a cuore. L'ordine del giorno è molto generico perché, come ha detto il Governo, non si capisce bene a quali vittime e a quali reati si riferisca, peraltro. Ma poiché noi ci siamo presi a cuore la tutela di tutte le vittime, oltre che soprattutto le vittime di reati di violenza, è stato varato in questa legislatura un decreto legislativo, nel 2015, che attua la direttiva europea del 2012. La tutela delle vittime è una tutela che vede vari gradi di intervento, che vede vari gradi di assistenza nelle prime fasi processuali e non solo e che si completa con il Fondo di indennizzo per i reati violenti, che va poi, diciamo, a completare il quadro dei vari fondi per le vittime dell'usura e di altri reati gravi e gravissimi che lo Stato ha ritenuto di dover tenere particolarmente presenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore su questo ordine del giorno del collega, ma per suo tramite, Presidente, mi consenta un paio di osservazioni. Dunque, noi sottrarremmo delle preziose risorse, onorevole Ferranti, istituendo il garante per le vittime dei reati? Voi sottraete preziose risorse inventandovi il garante dei detenuti. Ma chi se ne frega dei detenuti, mi scusi ! Cioè, noi diciamo che quelli che commettono dei reati devono essere tutelati - i loro diritti poverini, mannaggia, ci mancherebbe - e potremmo anche al limite essere vagamente d'accordo - molto vagamente - e noi sottrarremmo fondi? Ma voi dovete vergognarvi di queste cose, dovete vergognarvi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI. Presidente, io non entro nel merito dell'ordine del giorno e lo ha già spiegato la presidente Ferranti. Sono scandalizzato, però, dalle parole dell'onorevole Laffranco, come avvocato prima di tutto, perché le parole che ha detto sono contro la Costituzione. Chi se ne frega dei detenuti? Ma non ti vergogni ? Ma siamo un Paese democratico? Chiedilo a qualche collega del tuo gruppo, che fa l'avvocato in modo forte e serio, se veramente si può usare una terminologia di questo tipo nella Camera dei deputati. Io credo che dovresti chiedere scusa non ai detenuti ma alla nostra Costituzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Vedi, caro collega, bisogna ascoltarle bene le parole: non è “chi se ne frega dei detenuti” ma chi se ne frega se togli una piccola risorsa destinata ai legittimi diritti dei detenuti : Non ha detto questo!… intende dire questo e lo dico io, comunque (. Ma smettetela…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Lasciamo parlare il deputato La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Vi scaldate solo quando c'è da difendere i legittimi diritti di chi viola la legge e, invece, siete freddi quando c'è da difendere le vittime. Questa è la verità della vostra problematica . Quando c'è da difendere le vittime, mille problemi, mille discussioni, mille quesiti. Invece, applauso a scena aperta per chi ha detto: ma chi se ne frega se dobbiamo ridurre di qualche lira le risorse per i diritti dei detenuti a favore delle vittime, se non c'è. Io credo che non bisogna ridurre niente, cioè ci sono gli uni e gli altri. Il dato, però, è che i diritti dei detenuti sono tutelati e i diritti delle vittime no. Questo esce da quest'Aula .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Noi socialisti siamo sempre stati garantisti e contrari alla giustizia fai da te. L'esempio negativo degli Stati Uniti, dove è lecito l'uso e l'abuso delle armi per difendersi, che ha prodotto vittime innocenti, dovrebbe essere un monito per quanti in quest'Aula propongono provvedimenti che porterebbero il Paese verso quella situazione. Siamo stati d'accordo con il lavoro iniziale svolto dalla Commissione, che ha respinto fermamente la proposta originaria presentata dalla Lega; purtroppo, i nuovi emendamenti, a nostro parere, hanno introdotto altre criticità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Grazie, Presidente, colleghi, la questione della legittima difesa è sicuramente un argomento di grande attualità, di interesse sociale, oltre che di particolare dibattito, in merito al quale questo Parlamento sarebbe dovuto intervenire già da tempo; lo facciamo con ritardo, ma ci aspettavamo di farlo almeno bene. La sicurezza, come ci viene ricordato spesso, non è una questione di destra e di sinistra; destra e sinistra, però, individuano dei percorsi per garantire la sicurezza dei cittadini, e questi percorsi sono molto ma molto diversi tra loro. Leggo dichiarazioni di qualcuno che afferma che l'attuale normativa assicura già il giusto equilibrio e che non vanno strumentalizzati i singoli episodi.
GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Di già? …anche se l'effetto non sarà certamente quello che tutti ci aspettavamo. La colpa dell'agente è sempre esclusa quando l'errore è conseguenza del grave turbamento psichico causato dalla persona contro la quale è diretta la reazione. Resterà in ogni caso, caro Presidente e cari colleghi, alla valutazione del giudice stabilire la sussistenza di queste condizioni di natura psicologica. Si insiste nell'inversione dell'onere della prova, per cui chi ha subìto una violenza e ha reagito per evitare peggiori offese deve dare pure la prova di essere stato in condizioni di turbamento psicologico. Noi riteniamo che questa norma non va bene, che bisogna fare di più, ed ecco perché la componente di Direzione Italia - Conservatori e Riformisti voterà contro questa proposta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, sono tornato nei banchi dell'opposizione, nei banchi del mio gruppo, che orgogliosamente insiste nel dire che questa legge, tanto attesa dall'opinione pubblica… Lo dico ai colleghi di sinistra, che hanno cercato di sottostimare l'attesa che c'è nell'opinione pubblica, tra la gente, di una norma che possa consentire a chi viene aggredito nella sua intimità, nella sua casa, nella sua abitazione o nel suo posto di lavoro, una legge che consenta a chi subisce l'onta di un'intromissione violenta nella propria abitazione di difendersi liberamente, senza dover dopo sottostare ad un puntiglioso esame del suo comportamento millimetro per millimetro, senza dover subire un lungo, doloroso processo che si aggiunge alla sofferenza patita senza colpa da chi si trova nella sfortunata condizione di subire una rapina, in casa o nel luogo di lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Monica Faenzi. Ne ha facoltà.
MONICA FAENZI. Grazie, Presidente. Il gruppo Scelta Civica-ALA voterà a favore del provvedimento all'esame dell'Assemblea il cui testo iniziale, stravolto in Commissione giustizia, è stato devo dire finalmente migliorato, anche se all'ultimo momento, grazie alle proposte emendative approvate che ampliano la possibilità di difesa per il cittadino in caso di aggressioni notturne e di violenza. Senza queste modifiche introdotte in corsa si rischiava infatti di peggiorare fortemente le dimensioni attuali del fenomeno legato alla criminalità comune, dei furti nelle abitazioni, delle violenze, delle aggressioni e dei furti negli esercizi commerciali. Siamo convinti infatti che il testo iniziale giunto in Aula lo scorso anno e successivamente rispedito non senza forti polemiche in Commissione, poiché il tema era tra quelli fortemente scottanti che scaldano le campagne elettorali, avrebbe comunque svuotato la proposta di legge originaria presentata dalla Lega Nord alla quale è stata in seguito abbinata anche quella a mia firma, peraltro di identico contenuto, nel frattempo assegnata alla Commissione. Siamo infatti dell'opinione che l'impianto complessivo del testo, senza le ultime correzioni introdotte, sarebbe andato nella direzione opposta rispetto a quanto i comuni cittadini oggi chiedono sull'istituto della legittima difesa, istituto che, allo stato dell'arte, mette loro stessi, nel momento che tentano di difendersi, nella stessa condizione dei criminali. Le modifiche introdotte all'articolo 52 del codice penale, anche grazie alle mediazioni che ci sono state in queste ore, considerano invece legittima la difesa se l'aggressione avviene di notte e con violenza su persone o cose e questo concetto lo condividiamo pienamente. Il concetto di legittima difesa quindi si amplia e viene di conseguenza espressamente introdotto il concetto di aggressione, specificando che essa deve avvenire naturalmente di notte. Era quindi, a nostro avviso, più che urgente e necessario introdurre sul tema norme che fossero in grado di tutelare di più chi si difende in casa propria. I dati nazionali allarmanti e in aumento imponevano infatti da tempo l'esigenza di intervenire in maniera netta e più rigorosa. È stato perso infatti troppo tempo, bisogna dirlo, anche perché il Censis e altri istituti di ricerca sociale in un'indagine non troppo retrodatata ci ricordano come l'aumento record di furti sia più che raddoppiato negli ultimi dieci anni con una crescita pari al 126,7 per cento, in particolare poi quelli commessi negli ultimi anni che risultano essere 689 ogni giorno, uno ogni due minuti. Oggi quindi, a nostro avviso, l'approvazione della proposta di legge, sebbene in prima lettura, costituisce una buona occasione per venire incontro alle richieste che provengono dalla maggior parte degli italiani e che si identificano proprio nella richiesta di incrementare i loro livelli di sicurezza all'interno delle proprie dimore. Prevedere soltanto, come indicava il testo originario approvato in Commissione giustizia attraverso un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo unico della proposta originaria, che non si è puniti solo se viene provato che si è agito per errore e in stato di grave turbamento psichico, lasciando peraltro ampi margini di discrezionalità al giudice, avrebbe infatti alimentato un caos interpretativo nell'applicazione della legge nettamente in controtendenza rispetto a quanto la gente comune oggi invece chiede alle istituzioni e anche a noi legislatori. Ma, secondo voi, esistono casi di cittadini che, vedendosi aggrediti nelle proprie abitazioni, non si sentono turbati? O situazioni nelle quali l'inclusione dei criminali nelle dimore domestiche lascia del tutto indifferente chi si trova dentro la propria casa e che sta per essere derubato o, peggio, violentato?
PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Faenzi, magari io sono “signora Presidente” e non “signor Presidente”, grazie.
STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, signora Presidente. Evidentemente anche noi, come Civici e Innovatori, abbiamo sostenuto con convinzione il testo che oggi arriva in Aula e che chiaramente ha prospettato tutta una serie di difficoltà e di equilibri da raggiungere tra le varie posizioni in gioco.
PRESIDENTE. Vorrei salutare una classe del liceo Maddalena di Canossa che è presente in Aula e partecipa ai nostri lavori dalla tribuna. Grazie, di essere qui .
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Noi siamo entrati in quest'Aula con due scenari, da una parte, il alla Tarantino, voluto dalla Lega e devo dire, anche, da un manipolo di arditi fuori tempo massimo, dall'altra parte, un attenuato, voluto dal Partito Democratico. Ne usciamo, però, alla fine, con un unico condiviso scenario texano; ogni fatto di cronaca che, come abbiamo visto, per fortuna, è abbastanza raro, porta con sé il rinnovamento di una sfida apparente, perché, poi, nella realtà, si amplia, come abbiamo visto, invariabilmente, passaggio parlamentare dopo passaggio parlamentare, il perimetro di esercizio dell'uso legale delle armi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Lo dico subito, in modo chiaro e inequivocabile, questa legge è una truffa ! È una truffa legalizzata a danno delle persone perbene, delle persone oneste e delle vittime dei reati.
PRESIDENTE. Togliete questo striscione! Toglietelo immediatamente! Prego gli assistenti parlamentari di togliere questo striscione . Forza, deputati, collaborate. Togliete lo striscione, deputati della Lega Nord. Deputati della Lega Nord, non è ammesso esporre striscioni in quest'Aula, grazie. Togliete questi cartelli. Vada a concludere, deputato. Il tempo è scaduto.
NICOLA MOLTENI. Presidente, la nostra legge non vuole alimentare le paure; la nostra legge vuole essere una risposta alle paure dei cittadini. Ci accusano di voler incentivare l'uso delle armi, Presidente. Noi non vogliamo armare i cittadini, ma vorremmo disarmare i criminali .
PRESIDENTE. Grazie, deputato. Concluda.
NICOLA MOLTENI. Concludo, Presidente. Invece, noi siamo dalla parte delle persone oneste e perbene come Stacchio, come Zancan, come Sicignano, come Birolo, cittadini che hanno rischiato la propria vita per difendere la propria abitazione e la propria roba .
PRESIDENTE. Adesso saluto gli studenti della classe III media della scuola “San Paolo delle Suore Angeliche”, di Milano, che sono qui presenti e assistono ai nostri lavori. Benvenuti ragazzi e ragazze .
ANTONIO MAROTTA. Grazie, signora Presidente. Si è parlato molto nel percorso di questo provvedimento e si è parlato anche del tempo impiegato per arrivare a questo momento definitivo del voto finale.
PRESIDENTE. Concluda, deputato, è ben oltre il suo tempo.
ANTONIO MAROTTA. …o addirittura di panico - ho concluso - può mettere in condizioni di escludere la colpa nei casi che abbiamo indicato. Questo era secondo noi, e siamo orgogliosi di averlo fatto, l'unico intervento che poteva essere fatto sull'articolo 52. Ecco perché preannunciamo il nostro voto favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente ed egregi colleghi, è stato esposto uno striscione poc'anzi dai colleghi della Lega Nord su cui era scritto: la difesa è sempre legittima. Era uno striscione la cui esposizione ci esime da un lungo dibattito giuridico, perché riassume bene la posizione della Lega; comunque, dedico alcuni minuti proprio al testo da loro proposto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mariastella Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Presidente, la legittima difesa è una battaglia rilevantissima, perché riguarda la vita dei cittadini, la loro quotidianità, ma è anche alla base del rapporto fiduciario fra lo Stato e i cittadini; e devo dire che, leggendo gli ultimi episodi di cronaca, mi metto nei panni dei cittadini e penso che abbiano avuto la sensazione di uno Stato più disponibile a lasciar correre la sanzione nei confronti di chi commette dei crimini che a tutelare il diritto di difesa. E purtroppo quest'Aula, che quantomeno in questi giorni si è occupata del tema, è arrivata però sulla palla con un colpevole ritardo di due anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. La prima premessa che si deve fare sull'argomento è la seguente: è lo Stato che deve assicurare la sicurezza e la giustizia ai cittadini, non il contrario. Quindi è lo Stato, il Governo che si deve muovere per fare in modo che i cittadini siano più sicuri attraverso maggiori investimenti per le forze dell'ordine, per le strutture, per la formazione, per gli equipaggiamenti, per i presidi territoriali e maggiore investimento sulla giustizia, sul personale amministrativo, sui giudici, sugli strumenti e non tagliando le intercettazioni come vuole fare questo Governo che con il processo penale che approderà in Aula tra poco andrà a dire che i costi per le intercettazioni devono avere un taglio del 50 per cento indipendentemente dallo strumento che si utilizzerà per arrivare al taglio: devono essere tagliati del 50 per cento. Ciò è inaccettabile perché è vero che le denunce sono in diminuzione ma solo ed esclusivamente perché il cittadino non ha più fiducia nello Stato, perché sa che la sua sicurezza e la sua giustizia non sono garantiti dallo Stato e dal Governo del Partito Democratico e da Alfano che in questi anni non ha fatto altro che depenalizzazioni, svuota-carceri e provvedimenti che vanno contro la certezza della pena e contro la vicinanza dello Stato alle vittime. Ne è un'ipotesi ancora una volta l'emendamento a nostra prima firma che è stato bocciato e che intendeva modificare il Fondo per le vittime dei reati violenti che è un fondo che deve stare vicino alla vittima nel caso in cui il colpevole di un crimine grave nei confronti suoi e della sua famiglia non sia trovato, non sia assicurato alla giustizia o sia nullatenente e quindi non possa risarcire la vittima. In questo momento sono state aperte due procedure di infrazione: la legge dello scorso anno del Partito Democratico è intervenuta per cercare di salvarsi la faccia ma ha istituito un fondo che è accessibile solo - attenzione - da chi ha un reddito inferiore a 11.500 euro - ripeto: 11.500 euro - e quindi non solo c'è una discriminazione dal punto di vista reddituale ma è previsto solo per le spese assistenziali e le spese sanitarie, quindi non per tutto il danno. Inoltre se la vittima ha ricevuto 10 euro da un'assicurazione o da un altro ente non potrà accedere a questo fondo, e, ancora, se la vittima ha concorso anche colposamente non potrà ricevere un euro. Questa è proprio una vergogna, perché è una vergogna che la vittima possa ricevono un affronto tale nei confronti suoi e di un familiare, ma anche che, nel caso in cui il criminale non abbia risarcito la stessa, o sia scappato e non sia stato trovato e, quindi, assicurato alla giustizia, non possa ricevere l'aiuto e la vicinanza dello Stato, non è da Paese civile. Meritiamo una nuova procedura di infrazione per questo, che pagheranno i cittadini italiani !
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
VITTORIO FERRARESI. Perché, quando si tratta dei diritti e delle vittime, dei cittadini non possiamo scrivere delle norme che creano ulteriori problemi agli stessi. Per questo il MoVimento 5 Stelle voterà contrario, per questo il MoVimento 5 Stelle aveva una proposta alternativa e per questo noi vogliamo tutelare le vittime, ma anche scrivere le norme con decenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Walter Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI. Grazie, Presidente. Mi chiedevo durante queste ore e questi giorni e sollevo, qui, questo interrogativo: è possibile, quando si tratta di temi così delicati usare ancora parole che si chiamano serietà, responsabilità, delicatezza? Io voglio credere di sì, anche se, quanto abbiamo ascoltato in queste ore, in questi due giorni, in quest'Aula, mi pare che siano elementi e cose che depongano al contrario. Però voglio crederlo, perché è l'atteggiamento che abbiamo tenuto noi del Partito Democratico davanti ad atteggiamenti speculari, opposti, naturalmente non li metto sullo stesso piano, però, per esempio, io penso che sia sbagliato, sia pericoloso, ma non solo perché siamo alla vigilia di competizioni elettorali, ma penso che sia sbagliato, sia pericoloso per tutti strumentalizzare, quando ci sono, le paure dei cittadini oppure amplificarle quando queste paure sono percepite oppure, addirittura, suscitarle quando queste paure non esistono, non ci sono. E tutto questo è ancora più grave perché si tiene questo atteggiamento - farò qualche polemica anch'io, ma la voglio fare invitando, se possibile, ad una riflessione - non per tutelare la sicurezza dei cittadini, che credo dovrebbe stare a cuore a tutti, ma semplicemente per qualche presunto pugno di voti in più.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, la presidente della II Commissione (Giustizia), la deputata Donatella Ferranti, per una proposta di correzione di forma. Prego, Presidente. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI, . Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore...
DONATELLA FERRANTI, . Propongo all'Assemblea, a nome del Comitato dei nove, che abbiamo riunito questa mattina, la seguente correzione di forma, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento. Al titolo, le parole: “Modifica all'articolo 59 del codice penale” sono sostituite dalle seguenti: “Modifiche agli articoli 52 e 59 del codice penale”. Se consente, Presidente, il relatore Ermini voleva fare un piccolo, brevissimo, ringraziamento.
PRESIDENTE. Sì, velocemente relatore Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI, Molto velocemente, per ringraziare tutti i componenti della Commissione giustizia, i componenti di questo ramo del Parlamento, per ringraziare Molteni e La Russa, che sono stati i relatori di minoranza, con cui abbiamo avuto anche dei momenti di forte scontro, ma sempre nei limiti della correttezza e molto costruttivi. Grazie davvero a tutti.
PRESIDENTE. Grazie relatore Ermini.
NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.
NICOLA MOLTENI. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Presidente, in merito alla correzione formale del testo che ha appena annunciato, io credo che la modifica non sia una modifica semplicemente formale. Il testo parlava di “Modifica all'articolo 59 del codice penale”; la modifica che è stata apportata - la correzione del testo - è totalmente sostanziale, perché all'articolo 59 si aggiunge anche, proprio perché è stato completamente stravolto l'articolo 52, anche l'articolo 52. Quindi, non è una minima correzione formale del testo, è di merito ed è assolutamente sostanziale. Io chiedo alla Presidenza, e a lei Presidente, di effettuare una verifica, eventualmente sospendendo la seduta, chiedendo alla presidenza e al Comitato dei nove di poter fare una verifica, anche con gli uffici, perché la modifica è sostanziale e di merito.
PRESIDENTE. Deputato Molteni, il Comitato dei nove si è riunito, la presidente Ferranti già lo ha detto, c'è un adeguamento del titolo alla norma, per me è formale e dunque io riterrei, dopo che è anche stato vagliato dagli uffici, di procedere in questo senso. La ringrazio.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Si oppone alla…?
MASSIMILIANO FEDRIGA. No, Presidente, solo per chiarire. Io spero che questo valga anche come precedente. Se c'è un testo dove il titolo del testo stesso dice: “Modifiche all'articolo 59”, si presentano degli emendamenti, dove si modifica l'articolo 52, vengono dichiarati ammissibili e dopo si modifica il titolo, e questo è dichiarato ammissibile, a noi va benissimo, ma lo riteniamo un precedente.
ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sempre su questo ambito, deputato Sannicandro? Prego.
ARCANGELO SANNICANDRO. Per ricordare che, quando io ho sollevato questo problema in occasione di altre leggi, mi è stato risposto che avevo omesso di fare uno specifico emendamento. Qui non si tratta di un fatto formale. Io prendo atto di quello che oggi accade e mi riservo, quando capiterà, di ricordarlo che oggi abbiamo consentito che sia una modifica formale questa modifica del titolo senza emendamento.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Presidente, siamo in una situazione del tutto anomala, perché erano proposte di legge dell'opposizione, che prevedevano appunto la modifica all'articolo 52, in via originaria e prevalente. La maggioranza ha stravolto questo testo - lo ha ricordato bene l'onorevole Gelmini -, ha ritenuto di andare sull'articolo 59 e il testo in Aula prevedeva solo quella modifica. Cosa sarebbe corretto fare a questo punto? O meglio, cosa sarebbe stato corretto? L'emendamento della Commissione, che modificava l'articolo 52, avrebbe dovuto contenere un “conseguentemente si modifica il titolo”. Questo non è accaduto. Questo è stato l'errore commesso dalla Commissione. A questo punto, Presidente, mi rendo conto che il titolo non corrisponde più al disegno di legge e la soluzione che propongo, che è prevista dal nostro Regolamento, è di non dare per acquisita la proposta della presidente Ferranti, ma di sottoporla alla votazione dell'Aula. In questo modo si rimedia a quella che doveva essere una modifica espressa del titolo, conseguenza della decisione, fatta dalla maggioranza, di tornare sui propri passi.
PRESIDENTE. Deputato Vito, infatti, la correzione formale giustamente era proprio su questo, sull'aggiunta del “conseguentemente”. Comunque, se voi mi chiedete formalmente e c'è opposizione, io la metto in votazione, non ho problemi.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, onorevole Presidente. Il tema mi pare un po' più serio e un po' più foriero di conseguenze rispetto alla semplice sottoposizione allo scontato voto dell'Aula, perché la variazione, che probabilmente lei si appresta a consentire in questa sede, inficerà la credibilità di qualunque decisione in senso opposto, che ella dovesse decidere di assumere o consolidare in provvedimenti successivi.
PRESIDENTE. Deputato Corsaro, visto che questa proposta era stata presentata dalla presidente Ferranti, a nome del Comitato dei nove, dove non c'era stata opposizione alcuna, io ritenevo che questo ragionamento fosse già stato fatto da tutti in Comitato dei nove. Se così non è, facciamola più facile, mettiamola in votazione, perché evidentemente non tutti i gruppi erano presenti al Comitato dei nove. Quindi, io la metto in votazione per recepire le sensibilità di coloro che non erano presenti al Comitato dei nove.
DONATELLA FERRANTI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI, . Presidente, perché risulti che il Comitato dei nove, su questo punto, è stato convocato ieri sera, non solo con messaggio, ma con telefonata a tutti i gruppi, e stamattina chi è venuto non ha fatto opposizione.
PRESIDENTE. Comunque, in ogni caso, pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di correzione di forma comunicata dalla presidente Ferranti a nome del Comitato dei nove.
FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Presidente, intervengo sull'articolo 8 relativo alla gestione dell'Aula, perché mi deve perdonare ma noi abbiamo fatto una richiesta. Io e il collega Ferraresi volevamo parlare, in dichiarazioni di voto, per spiegare il nostro voto. Purtroppo, lei da questo lato non guarda o se guarda non si accorge delle mani alzate e…
PRESIDENTE. Deputato D'Uva, può accettare il fatto che voi abbiate alzato la mano più tardi?
FRANCESCO D'UVA. Lei, Presidente, può accettare il fatto che io prima finisca di parlare e poi mi risponde?
PRESIDENTE. Però, lei mi sta dando una responsabilità che io non ho su questo, perché se lei decide dopo di parlare, dopo che io ho dichiarato aperta la votazione, non è la mia responsabilità.
FRANCESCO D'UVA. Presidente, lei probabilmente ha il potere di parlare mentre parlo io.
FRANCESCO D'UVA. Mi deve perdonare, ma non so quanto sia carino ed educato farlo. Io vorrei prima finire l'intervento e poi mi risponde.
PRESIDENTE. Prego, deputato. Vada avanti.
FRANCESCO D'UVA. La ringrazio. Stavo dicendo, Presidente, che noi abbiamo chiesto di intervenire. Lei non ci ha dato la parola, non ci ha visto, questo non lo so, però queste cose noi le riteniamo inaccettabili.
ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa intende intervenire, deputato Sannicandro?
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, per dichiarazione di voto. Sulla votazione che lei sta proponendo.
PRESIDENTE. Le dichiarazioni di voto sono finite. Noi abbiamo già votato.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
ELIO VITO. Signora Presidente, grazie. Forza Italia voterà a favore su questa importante proposta della collega Quartapelle, che condividiamo. Si tratta di dare un riconoscimento importante e doveroso da parte del nostro Paese a quei giovani che si arruolarono nell'esercito britannico come volontari e diedero un importante contributo alla liberazione del nostro Paese dalla dittatura nazifascista.
PRESIDENTE. Nessuno ha chiesto di parlare in senso contrario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Caso ed altri n. 1, Marcon ed altri n. 2, Saltamartini ed altri n. 3 e Brunetta ed altri n. 4 presentate al disegno di legge n. 4444: Conversione in legge del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo.
PRESIDENTE. Passiamo alle questioni pregiudiziali presentate.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Questo decreto è palesemente incostituzionale. Ancora una volta siamo di fronte ad un abuso dell'utilizzo del decreto-legge da parte del Governo, ad una forzatura del precetto costituzionale e dell'equilibrio dei poteri. Dico ancora una volta perché ricordo a tutti che ci troviamo in un contesto in cui l'80 per cento delle leggi approvate nel corso della legislatura è di iniziativa governativa e in cui il Parlamento si limita ormai ad essere un mero esecutore delle scelte dell'Esecutivo. La Corte costituzionale, sin dalla sentenza n. 171 del 2007, ha dichiarato chiaramente l'illegittimità costituzionale delle leggi di conversione che manchino del presupposto del decreto convertito e ha configurato l'eterogeneità dei contenuti del decreto-legge come elemento sintomatico della mancanza dei presupposti costituzionali di adozione del provvedimento d'urgenza.
PRESIDENTE. Il deputato Paglia ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Marcon ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.
GIOVANNI PAGLIA. Ogni tanto è utile, purtroppo, presentare una pregiudiziale di costituzionalità anche solo per ricordare a noi stessi e all'Aula come si dovrebbe legiferare nello spirito della Costituzione e nello spirito dei reciproci ruoli assegnati a Parlamento e Governo, e come, invece, si faccia nella realtà.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIOVANNI PAGLIA. Infine - chiudo su questo, perché non si può non richiamare, ma anche solo ormai diventa una nota di colore, perché… -bisognava assolutamente inserire la di golf, perché al primo tentativo è andata male, al secondo tentativo è andata male, al terzo tentativo è andata male: proveremo a farla andare male anche questa volta! Però francamente, Governo, diventa imbarazzante anche nei rapporti con il Parlamento, che una misura sempre e comunque stralciata, su cui il Parlamento si è già espresso, ha già detto che non la vuole, che non ritiene corretto finanziare con decine di milioni di euro di soldi pubblici un torneo di golf in locazione privata… Eppure, evidentemente Lotti, a quanto pare, il Ministro per lo sport, ha investito di questa missione il suo orientamento di fine legislatura e ci prova, ci prova e ci riprova e, questa volta, a quanto pare, per il momento ce l'ha fatta, ma vedremo…
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
GIOVANNI PAGLIA. …di far cambiare idea alla Camera .
PRESIDENTE. Il deputato Simonetti ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Saltamartini ed altri n. 3, di cui è cofirmatario.
ROBERTO SIMONETTI. Presidente, è chiaro che questa nostra pregiudiziale ha un valore sostanzialmente politico: un valore sostanzialmente politico perché è chiaro che noi lo riteniamo incostituzionale, ma il dato politico è che nella legislazione del Paese ultimamente, negli ultimi anni, si prevede troppe volte l'uso dalla decretazione d'urgenza rispetto a quanto prevede la Costituzione, che all'articolo 70 definisce che la funzione legislativa spetta alle Camere.
PRESIDENTE. Onorevole Giancarlo Giorgetti! È andato di là per disturbare l'onorevole Simonetti, lei. Lo dica!
ROBERTO SIMONETTI. No, non mi disturba mai, l'onorevole Giorgetti, anzi… Non disturba mai.
PRESIDENTE. A lui è tutto concesso… prego, collega, continui…
ROBERTO SIMONETTI. L'articolo 77 della Costituzione prevede la possibilità che, in casi di necessità e urgenza, il Governo possa emanare provvedimenti che hanno forza di legge provvisoria, ma il dato politico è che molte volte questi decreti vanno a intasare il Parlamento e la funzione legislativa del Parlamento; il Governo impone successivamente la questione di fiducia; impone la propria visione; impone all'Aula di non essere quindi più un'istituzione legislativa, ma un'istituzione confermativa. Molte volte addirittura nei decreti-legge si inseriscono deleghe. Quindi, si ha un decreto-legge, che si vota con fiducia e che contiene una delega al Governo, quindi un esautoramento totale della funzione legislativa e del ruolo politico e istituzionale delle Camere.
PRESIDENTE. L'onorevole Alberto Giorgetti ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Brunetta ed altri n. 4, di cui è cofirmatario.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Forza Italia propone all'Aula di approvare la questione pregiudiziale per bloccare l'iter dell'esame del disegno di legge n. 4444, che rappresenta la cosiddetta manovrina di correzione dei conti pubblici che il Governo ha voluto organizzare in un modo che riteniamo incostituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Credo che, nel chiarire le ragioni per le quali non riteniamo fondate le purtroppo consuete doglianze in materia di costituzionalità dei decreti-legge, qualunque essi siano, e che, quindi, anche questa forma di intervento stia diventando un rito, tristemente, ripetitivo, purtroppo, bisogna, invece, ammettere che, in questo caso, l'urgenza del provvedimento - e sottolineo il purtroppo - è del tutto conclamata. Infatti, il piccolo squilibrio dei conti verificatosi con la finanziaria di fine anno non è stato approvato a livello europeo e l'Europa ci chiede di rientrare; si tratta dello 0,2 per cento del bilancio, si tratta di un'entità tale che non dovrebbe autorizzare ipotesi catastrofiche, nemmeno particolari inquietudini, però, si tratta di un errore che va assolutamente corretto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Le pregiudiziali presentate rilevano, innanzitutto, il presunto carattere eterogeneo del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, signora Presidente. Il gruppo parlamentare di Alternativa Popolare voterà contro le pregiudiziali relative al decreto-legge n. 50 del 2017, concernente disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo. Si tratta di un provvedimento che reca norme diversificate, accomunate dallo scopo ultimo di introdurre misure finanziarie dirette al contenimento della spesa pubblica e richieste dall'Unione europea. La Consulta ha rilevato come la straordinarietà del fatto di presentare decreti-legge sia riconducibile ad una pluralità di situazioni - eventi naturali, comportamenti umani ed altri fatti -, in relazione alle quali non sono configurabili rigidi parametri valevoli per ogni ipotesi. D'altra parte, la stessa giurisprudenza della Corte costituzionale ha confermato come l'urgente necessità di provvedere può riguardare una pluralità di materie accomunate da una natura unitaria delle fattispecie disciplinate ovvero anche dall'intento di fronteggiare situazioni straordinarie, complesse e variegate che richiedono interventi oggettivamente eterogenei, afferenti, pertanto, a materie diverse, ma indirizzati all'unico scopo di approntare rimedi urgenti alle situazioni straordinarie venutesi a determinare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Siamo consapevoli che questo decreto-legge presenti profili di illegittimità per la evidente eterogeneità dei suoi contenuti; del resto, vari Presidenti della Repubblica hanno sempre sostenuto che i decreti-legge devono insistere su materie omogenee.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, rappresentante del Governo, sappiamo tutti che si tratta, in questa circostanza, nell'esame del decreto-legge, di una risposta tardiva e pasticciata a una richiesta di correzione da parte della Commissione europea, misure aggiuntive che servirebbero, dal punto di vista del Governo, a correggere lo scostamento significativo da avvicinamento all'obiettivo di medio termine sul debito pubblico. È un auspicio, quello che l'Europa avrebbe richiesto, mirando più che altro a una correzione di tipo strutturale, che invece viene colpita solo parzialmente con questa manovrina da 3,4 miliardi, di cui avremo la possibilità di discutere nel merito, di qui alle prossime ore, ai prossimi giorni.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
PRESIDENTE. Avverto che il seguito dell'esame delle mozioni in materia di robotica ed intelligenza artificiale è rinviato alla prossima settimana e sarà collocato al primo punto all'ordine del giorno della seduta di martedì 9 maggio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Intervengo per segnalare uno sciopero della fame e della sete, che sta facendo il dottor Giuseppe Serravezza, siamo al settimo giorno. È stato ricoverato all'ospedale di Casarano, perché sono intercorsi, nel frattempo, seri problemi di salute, ovviamente a causa di questo sciopero della fame e della sete.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.