PRESIDENTE. La seduta è aperta.
GIOVANNI SANGA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Bellanova, Matteo Bragantini, Caparini, Causin, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fico, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Locatelli, Losacco, Marazziti, Marcon, Marotta, Monchiero, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rossomando, Schullian, Tabacci e Turco sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Allasia ed altri n. 1 presentata al disegno di legge n. 4452: Conversione in legge del decreto-legge 2 maggio 2017, n. 55, recante misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia S.p.A.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame della questione pregiudiziale presentata .
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Grazie al Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Nicolò Romano. Ne ha facoltà.
PAOLO NICOLO' ROMANO. Grazie Presidente. Avevamo lasciato, appena due anni fa, Alitalia nelle mani dell'ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che con esultanza ci invitava ad allacciare le cinture perché Alitalia decollava veramente. Abbiamo tutti visto invece come, al contrario, Alitalia sia precipitata verso l'abisso del suo ennesimo fallimento. Purtroppo, per quanta enfasi si possa mettere nelle parole, se a governare aziende ci lasci gli stessi che l'hanno depauperate in tutti questi anni difficilmente le cose possono migliorare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie Presidente. Forza Italia si asterrà su questa pregiudiziale di costituzionalità legata al varo del prestito ponte per consentire la vita di Alitalia fino all'ottobre 2017. Si asterrà perché ritiene che comunque Alitalia abbia una valenza fondamentale per il trasporto nazionale, come compagnia di bandiera, evidentemente punto di riferimento tra le compagnie di bandiera nel mondo. Una realtà su cui la nostra parte politica ha lavorato in modo rilevante negli anni scorsi ritenendo che fosse una priorità del Paese, una priorità che noi andiamo a ribadire anche oggi essere fondamentale nella prospettiva di uno sviluppo, che il nostro Paese non ha agganciato, degno di questo nome.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Brandolin. Ne ha facoltà.
GIORGIO BRANDOLIN. Grazie Presidente. Questo disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 55 del 2017 reca - lo ricordo -: misure urgenti per assicurare continuità del servizio svolto da Alitalia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Stefano Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Approvare la pregiudiziale di costituzionalità presentata dalla Lega Nord vorrebbe dire distruggere le residue possibilità di salvare un'attività di interesse nazionale, un servizio pubblico. Vorrebbe dire colpire attività economiche importanti dirette e indirette.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. Con decreto del Ministero dello sviluppo economico, il 2 maggio 2017, è stata disposta l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria e la nomina del collegio commissariale della società Alitalia - Società Aerea Italiana Spa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vincenzo Garofalo. Ne ha facoltà.
VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Il nostro gruppo parlamentare, Alternativa Popolare, voterà contro la pregiudiziale presentata al decreto-legge recante misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia. Voterà contro intanto perché questo è un intervento assolutamente consentito in tema di legislazione europea sugli aiuti di Stato. E voterà contro perché è un intervento diretto per salvaguardare l'operatività della società Alitalia.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3671--A: Delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza ; e dell'abbinata proposta di legge n. 865.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
GIANLUCA BENAMATI, . Presidente, all'articolo 1 abbiamo due emendamenti, l'emendamento Da Villa 1.1 e l'emendamento Civati 1.2. Per l'emendamento Da Villa 1.1 parere favorevole, per l'emendamento Civati 1.2 invito al ritiro o parere contrario.
TERESA BELLANOVA,. Parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
GIANLUCA BENAMATI, . Presidente, do i pareri riservandomi successivamente eventualmente di motivarli a richiesta.
PRESIDENTE. Sì. L'emendamento Civati 2.1 c'è ancora, è l'emendamento Ricciatti 2.6 che è ritirato.
GIANLUCA BENAMATI, . Emendamento Civati 2.1, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. E anche qui, solo l'emendamento Civati 2.2 sopravvive.
GIANLUCA BENAMATI, . Lo stesso dell'emendamento Civati 2.1: emendamento Civati 2.2, invito al ritiro o parere contrario.
TERESA BELLANOVA,. Parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIORGIO AIRAUDO. Grazie, Presidente. Francamente, attraverso lei vorremmo capire perché viene chiesto il ritiro e si dà un parere contrario a questo emendamento - e questo intervento vale anche per l'-, nel caso questo non venisse accolto -, che propone la cosa più ovvia e più semplice da fare, cioè tutelare l'occupazione nei casi di amministrazione straordinaria. Chiunque abbia affrontato casi di questo tipo sa che il valore che resta in quelle imprese sottoposte ad amministrazione straordinaria è il valore, la professionalità e la competenza degli uomini e delle donne che vi lavorano. L'idea che non si preveda che si tuteli innanzitutto l'unico valore che hanno quelle aziende, perché l'unico interesse che possono avere è nella professionalità e nelle conoscenze di quelle forze lavoro, è francamente inspiegabile. Si ha molto la sensazione di come si è fatto, purtroppo, a lato del con la riduzione degli ammortizzatori in riferimento ai fallimenti, cioè si vogliano liberare i i marchi, gli immobili, scaricando i lavoratori senza protezione sociale. E devo dire che mi colpiscono anche quei ragionamenti che vengono sussurrati, cioè sul fatto che la Ragioneria ci direbbe che non ci sarebbero le coperture. Francamente, se non c'era copertura per difendere l'occupazione, i posti di lavoro e quell'attività industriale che si difendono sui corpi, sulla storia, sul cervello degli uomini e delle donne che vi lavorano, per cos'altro volete trovare i soldi? Allora, noi pensiamo che questo emendamento sia il minimo sindacale, lo dico sinceramente, sia il “sei politico” per qualunque iniziativa voglia volgere a tutelare le imprese che vanno in amministrazione straordinaria attraverso gli uomini e le donne che vi lavorano, non attraverso gli interessi e gli affari che ci si possono fare sopra. Quindi noi ci auguriamo che venga cambiato il parere o che, comunque, l'Aula faccia cambiare il parere.
GIANLUCA BENAMATI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI, . Sì, Presidente, come promesso, motivo i pareri, quando necessario. In questo caso ci sono due emendamenti simili, che ricopiano, nel caso dell'emendamento 2.1, un emendamento che è stato prima accettato e poi espunto dal testo della Commissione per un parere contrario della Commissione bilancio, e devo dire che quanto ho sentito si sarebbe evitato se ci fosse stata una partecipazione attenta ai lavori della Commissione, che sono stati molto approfonditi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Intervengo solo perché avevo bisogno di un chiarimento; mi scuso, non avendo partecipato alle attività della Commissione, però qualcosa almeno del bilancio penso di capire e, ormai, anche delle procedure parlamentari. Io mi chiedo e chiedo alla Commissione bilancio, che, peraltro, mi risulta si sia espressa in termini molto più dubitativi di quanto qui viene detto, su una legge delega, cioè su una legge che non produce un'immediata cogenza, che vuole? Esattamente ci spieghi: che vuole? Perché questa, al massimo, dovrebbe intervenire nel momento in cui si va a produrre il decreto legislativo, in cui il legislatore potrebbe dire: non posso adempiere alla quanto richiesto alla lettera perché richiede una copertura finanziaria che non abbiamo. Ma dare una delega al Governo sulla base di un'indicazione politica, di tenere presente anche questo, sulla base di cosa sarebbe impossibile? Io vorrei che la Commissione bilancio lo spiegasse o spiegasse, altrimenti, perché prende ordini dalla Ragioneria dello Stato, senza mai essere in grado…
GIOVANNI PAGLIA. …di fare un minimo di ragionamento politico. Mai. Piegati alla Ragioneria dello Stato e incapaci di motivare. Se non è così, la Commissione bilancio si faccia viva, per favore
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. In aggiunta a quello che ha appena detto il mio collega Paglia, vorrei sottolineare un punto: le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici, quando si tratta di fare interventi, vengono sempre rinviate e subordinate a presunte esigenze finanziarie. Stiamo parlando, appunto, di una legge delega: se i colleghi del Partito Democratico hanno davvero a cuore il punto, la soluzione è piuttosto semplice, si è fatta tante volte. Si introduce un fondo per affrontare l'incertezza della potenziale spesa e si condiziona l'utilizzo degli ammortizzatori sociali di cui parla l'articolo nell'ambito delle risorse del fondo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Ci è ben chiaro quello che le colleghe e i colleghi di Sinistra Italiana hanno rappresentato all'interno di quest'Aula, perché il tema della costruzione di ammortizzatori sociali per i lavoratori coinvolti nelle imprese in amministrazione straordinaria è stato il mio gruppo parlamentare ad avanzarlo, mostrando tutte le perplessità e le preoccupazioni per i destini di quelle lavoratrici e di quei lavoratori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Io intervengo in qualità di componente e di vicepresidente di opposizione della Commissione bilancio, per tranquillizzare, signor Presidente, la collega che mi ha preceduto, per il suo tramite, perché l'iter procedimentale rispetto alla situazione del raccordo tra la Commissione bilancio e la Ragioneria dallo Stato c'è, eccome. Ci mancherebbe! E c'è anche un grande lavoro istruttorio, ma ci sono le disposizioni di legge, tra cui l'articolo 81 dalla Costituzione, che bisogna rispettare: o si ha la cultura che, in base al rispetto all'articolo 81 della Costituzione, ci deve essere un visto di regolarità contabile, oltre che quello chiaramente legislativo - non c'è dubbio -, oppure siamo fuori luogo. Evidentemente deve essere - e questo, signor Presidente, va risollecitato in un contesto di nuova regolamentazione dei lavori -, perché che le Commissioni di merito legittimamente propongono tutte le disposizioni legislative di questo e dell'altro mondo, non c'è dubbio, ma per fortuna che in questo Paese ancora c'è l'unico baluardo che è rimasto rispetto alla spesa pubblica - relativamente al controllo, ovviamente, non alla discrezionalità - ed è la Ragioneria generale dello Stato. Infatti, se riusciamo anche a delegittimare quel baluardo, alla fine, poi, altro che occorrerebbe chi sa che cosa in questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Camani. Ne ha facoltà.
VANESSA CAMANI. Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare ai colleghi come una delle finalità che, attraverso questa legge delega, abbiamo esattamente inserito tra i criteri e i principi direttivi, ai quali il Governo si dovrà attenere per rimodulare la disciplina dell'amministrazione straordinaria, è la salvaguardia della continuità produttiva e dell'occupazione, sia diretta che indiretta.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Passiamo quindi ai voti.
GIANLUCA BENAMATI, . Presidente, intervengo qui, anche se non richiesto, per motivare il parere su questi tre emendamenti, perché il tema sotteso a questi emendamenti è un
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
TERESA BELLANOVA,. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3671--A/1 Nesi fino a: “la crisi di grandi imprese”.
PRESIDENTE. Quindi, chiede di sopprimere tutta l'altra parte dell'ordine del giorno?
PRESIDENTE. Quindi, è favorevole con riformulazione, sopprimendo la parte da dove ha detto fino alla fine.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3671--A/1 Nesi si accetta la riformulazione? Sì.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Voteremo a favore di questa proposta di legge, che è una delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, perché prevede in sé una semplificazione delle attuali procedure.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Nastri. Ne ha facoltà.
GAETANO NASTRI. Grazie Presidente. Il disegno di legge all'esame dell'Assemblea, chiamata ad esprimersi oggi con il voto finale in prima lettura, contiene disposizioni in materia di riforma della disciplina delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza. Non vi è dubbio che, specie alla luce delle ultime, e aggiungo prevedibili, condizioni disastrose che riguardano l'Alitalia, il tema d'amministrazione straordinaria costituisce un argomento quanto mai significativo e importante per il ruolo che questo strumento ha svolto negli ultimi anni di profonda crisi per il salvataggio di pezzi importanti del tessuto produttivo nazionale e per la salvaguardia dell'occupazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, con l'applicazione di questo disegno di legge delega il legislatore si pone nel solco già tracciato dal decreto-legge n. 83 del 2015, che ha il pregio di sostenere, con incisivi ma non risoluti interventi, il perseguimento di un'emersione tempestiva della crisi di impresa che limiterebbe le perdite dell'intero tessuto economico oltre che consentire, laddove è possibile, il risanamento aziendale a beneficio della preservazione dei valori aziendali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Adriana Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie, signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il tema dell'amministrazione straordinaria è quanto mai significativo e importante per il ruolo che questo strumento può svolgere per il mantenimento di aziende importanti nel nostro tessuto nazionale e per la salvaguardia dell'occupazione diretta e indiretta. Lo sforzo maggiore della riforma è quello di dare coerenza sistematica a una disciplina che oggi è stratificata in diversi interventi normativi; ha l'importante obiettivo di contemperare le esigenze dei creditori e l'interesse pubblico alla conservazione del patrimonio e alla tutela della occupazione diretta e indiretta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Giovanni Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Quando si cominciò, si normò la prima volta in materia di insolvenza di grande impresa, dei grandi gruppi entrati in crisi industriale, che si dovevano accompagnare - diciamo provare ad accompagnare - verso la continuità produttiva, era il 1979 e viene da dire che era un'altra Italia. Aveva una cosa in comune, allora, con quella di oggi, cioè una crisi molto profonda, che andava, in qualche modo, a rideterminare quelli che erano gli equilibri finanziari ed economici all'interno del Paese e in cui ci si poneva l'obiettivo, evidentemente condivisibile, di far sì che un momento di crisi profonda non lasciasse dietro di sé un deserto industriale. Era un'Italia, però, molto diversa, perché era un'Italia in cui le grandi imprese esistevano, le grandi imprese erano centrali all'interno del sistema produttivo nazionale, erano imprese che avevano un legame forte con la politica e, comunque, potevano essere indirizzate, in qualche modo, da parte della politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Presidente, Governo, colleghi, il tema della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza è oggi più che mai di attualità: sappiamo quello che sta vivendo l'Alitalia, per la quale, dopo l'esito negativo del referendum, si è aperta la procedura di amministrazione straordinaria, con la nomina di tre commissari da parte del Ministero dello sviluppo economico; conosciamo la storia dei casi più grandi di crisi aziendali degli ultimi quindici anni, dal Parmalat all'Alitalia appunto, e all'Ilva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Raffaello Vignali. Ne ha facoltà. Non è presente: si intende che vi abbia rinunziato.
TEA ALBINI. Presidente, il disegno di delega per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza trae origine dal lavoro della cosiddetta commissione Rordorf, e nasce essenzialmente dal bisogno di riordino sistemico ed organico delle procedure, diventate nel tempo farraginose e ampiamente modificate da quelle originarie risalenti al 1942. Il Governo ha dato risposta alle sollecitazioni e alle raccomandazioni europee sulle procedure di insolvenza richiamate dalla Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale, a cui hanno aderito anche Stati non europei, compresi gli Stati Uniti; ed è in tema di reciprocità, riconoscendo provvedimenti giurisdizionali dei vari Paesi, che questo atto si inserisce fra l'altro nell'ampia attività legislativa di revisione di tutte le procedure concorsuali: in particolare, qui si parla della crisi delle imprese, definendo i profili delle procedure finalizzate a favorire la composizione stragiudiziale della crisi, a facilitare il risanamento, la ristrutturazione del debito oltre che a ridurre le incertezze e la discrezionalità interpretativa. Questo provvedimento sul tema dell'amministrazione straordinaria delle imprese in stato di insolvenza tende a superare la frammentarietà della disciplina attuale, riconducendo a sintesi le norme che mirano al recupero e al risanamento delle aziende in crisi, aiutato, come dicevamo, dalle novità normative introdotte anche in sede europea. Si istituisce, nell'ambito del fallimento e dell'insolvenza delle imprese, un insieme normativo utile all'imprenditoria, agli investimenti e all'occupazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Giammanco. Ne ha facoltà.
GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. L'istituto dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese, introdotto nel 1979 accanto alle altre procedure concorsuali tradizionali per evitare il fallimento di imprese di rilevante interesse pubblico, è stato oggetto nell'ultimo decennio di una serie di interventi legislativi che hanno modificato l'originario impianto normativo. Il quadro complessivo che ne è seguito è certamente complesso e si caratterizza per la compresenza di diversi modelli procedurali, il cui discrimine applicativo è dato dalla presenza o meno di determinati requisiti di ammissione alla procedura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Andrea Vallascas. Ne ha facoltà.
ANDREA VALLASCAS. Grazie, Presidente. Nell'annunciare l'astensione del MoVimento 5 Stelle su questo provvedimento, desidero illustrare le nostre valutazioni su questa riforma organica della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, valutazioni così come sono maturate nel corso dei lavori in Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Angelo Senaldi. Ne ha facoltà.
ANGELO SENALDI. Grazie, Presidente. Arriviamo oggi alla votazione finale di un provvedimento che tratta di un argomento posto in agenda dalla Commissione attività produttive già all'inizio di ottobre 2015, prima della proposta del Governo dello scorso anno, proprio a significare la consapevolezza, da parte del Parlamento, della necessità di revisione complessiva e condivisa delle procedure di amministrazione straordinaria per grandi imprese in stato di insolvenza.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già Approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, n. 3844-A: Iniziative per preservare la memoria di Giacomo Matteotti e di Giuseppe Mazzini.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
GIULIA NARDUOLO, . La Commissione esprime parere favorevole su tutti e tre gli emendamenti.
ANTIMO CESARO,. Conforme ai pareri espressi dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
ANTIMO CESARO,. Grazie, Presidente. Allora…
PRESIDENTE. Le chiamo io gli ordini del giorno. Ordine del giorno Palese n. 9/3844-A/1.
PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole. Ordine del giorno Rocchi n. 9/3844-A/2.
ANTIMO CESARO,. Parere favorevole, con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di (…)”. Al secondo capoverso: “a utilizzare presso la Domus mazziniana anche docenti di scuola (…)”. Il terzo capoverso non è accolto.
PRESIDENTE. Ordine del giorno Amato n. 9/3844-A/3.
ANTIMO CESARO,. Accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno Nesi n. 9/3844-A/4.
ANTIMO CESARO,. Accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno Tinagli n. 9/3844-A/5.
PRESIDENTE. Ordine del giorno Palese n. 9/3844-A/1: parere favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per i rapporti con il Parlamento, la Ministra della salute, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, la Ministra dell'istruzione dell'università e della ricerca e il Ministro dell'economia e delle finanze.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Melilla ed altri n. 3-03004.
GIANNI MELILLA. Grazie. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha richiesto, in questi giorni, ai familiari delle vittime del terremoto dell'Aquila la restituzione dei risarcimenti avuti. Avete così riaperto una ferita dolorosa. Vi chiediamo di ripensarci e voglio per questo motivo leggervi le parole di una mamma, Maria Grazia Piccinini, che ha perso in quel terremoto la figlia, Ilaria Rambaldi, che studiava all'Aquila: “Ciò che mi fa più male in tutto questo” - ci dice questa mamma - “è sapere che lo Stato mi è contro. Nel caso che mi riguarda, lo Stato si è fatto carico dei cittadini solo dopo la tragedia e nulla ha fatto prima. Anzi, dopo ha risarcito e indennizzato tutto e tutti, con una sola eccezione: i morti.
GIANNI MELILLA. Per le vittime c'è stato solo il calvario dei processi, tanti, lunghi e incerti…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Melilla…
GIANNI MELILLA. …sia nell'esito che nella realizzabilità. Lo Stato capisca che infierire su anime doloranti…
PRESIDENTE. Melilla, deve concludere.
GIANNI MELILLA. …non è onorevole”.
PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ANNA FINOCCHIARO,. Grazie, Presidente. In seguito al sisma verificatosi nella città dell'Aquila nel 2009, l'autorità giudiziaria ha avviato un processo penale nei confronti degli allora componenti della commissione grandi rischi. In tale procedimento i famigliari delle vittime si sono costituiti parte civile nei confronti degli imputati e della Presidenza del Consiglio, in qualità di responsabile civile. In primo grado, il tribunale dell'Aquila, con sentenza n. 380 del 2012, ha condannato i componenti della commissione. I capi civili della sentenza hanno altresì condannato la parte pubblica al pagamento di una provvisionale alle parti civili, oltre alle spese legali.
PRESIDENTE. Concluda, Ministro.
ANNA FINOCCHIARO,. …tenendo presente - concludo subito, Presidente - anche le possibili responsabilità contabili. Nella vicenda, dunque, non è stata adottata alcuna scelta di carattere discrezionale e ancor meno di ordine politico, e, anzi, il Governo sta considerando, data la peculiarità del caso, tutte le possibili forme di rinuncia, riduzione o dilazione delle richieste che siano compatibili con i limiti di legge.
PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIANNI MELILLA. Signora Ministra, ho speranza che le sue ultime parole spingano il Governo a ripensare a quello che ha fatto. Avete riaperto una ferita, spinti da una mentalità burocratica e disumana. Vi è una complessa vicenda processuale, tra l'altro in corso in sede civile per i risarcimenti, e il problema è che sono passati otto anni senza che si definiscano i risarcimenti per le vittime del terremoto. Tornate sui vostri passi con ragionevolezza e umanità, non ci sono atti dovuti dinanzi al dolore di migliaia di famigliari che è riesploso, e quindi vanno ricercate tutte le vie per sanare questa vicenda, come vi ha anche chiesto il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente.
PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03005 per un minuto.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Il vasto rogo nell'azienda di rifiuti Eco-X del 5 maggio a Pomezia, per estensione e rilevanza dell'inquinamento provocato, rientra oggettivamente tra i delitti di disastro ambientale previsti dalla legge sugli ecoreati. Sono stati registrati dall'ARPA valori oltre la norma di PM10 e confermata la presenza di amianto; siamo in attesa di conoscere i dati relativi agli idrocarburi policiclici aromatici e alle diossine. Il silenzio delle istituzioni dopo le denunce dei cittadini e le richieste di immediato intervento ha come esito questo disastro. La salute dei cittadini, Ministro, e dell'ambiente - Ministro Galletti, approfitto anche della sua presenza - è prioritaria, e la richiesta di notizie certe e di azioni a tutela della sanità pubblica è un obbligo. Attendiamo, quindi, da lei una corretta informazione sulla composizione della nube tossica e sulla salute della popolazione esposta all'inquinamento.
PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
BEATRICE LORENZIN,. Grazie, Presidente. Vorrei approfittare di questa occasione per dare, appunto, delle comunicazioni puntuali proprio in questa sede, che è quella del Parlamento italiano, sul gravissimo incendio che c'è stato a Pomezia. Fin dalle primissime ore sono stata in contatto con il sindaco e la regione Lazio, abbiamo allertato le direzioni generali del Ministero, l'Istituto superiore di sanità, l'Istituto zooprofilattico, tutti gli enti pubblici preposti alla gestione dell'emergenza, e, ovviamente, anche i carabinieri dei NAS, che sono intervenuti immediatamente.
PRESIDENTE. Concluda, Ministra.
BEATRICE LORENZIN,. …il pascolo e l'utilizzo di foraggi esposti per gli animali, nonché per mantenere gli animali chiusi nelle stalle. Inoltre, è stata data indicazione che i prodotti ortofrutticoli coltivati al di fuori di detta area debbano essere accuratamente lavati prima del consumo. L'ASL Roma 6 ha poi riferito, allo scopo di fornire puntuale e aggiornata informazione alla popolazione, che sono state pubblicate nell' del sito dell'azienda tutte le precauzioni da adottare e i consigli più utili. Purtroppo, il mio tempo è concluso; comunque, lascio l'interrogazione nel dettaglio ai colleghi interroganti.
PRESIDENTE. L'onorevole Fassina, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.
STEFANO FASSINA. Grazie, Ministro. Noi valutiamo con grande attenzione le risposte che lei ha fornito. È evidente che le preoccupazioni rimangono, da persone responsabili; credo rimangano anche a lei, da Ministro responsabile, preoccupazioni su una vicenda che ha ancora degli elementi di incertezza. Ha riconosciuto che alcune analisi non sono ancora disponibili. Stamattina l'ex procuratore di Civitavecchia, Gianfranco Amendola, ha fatto un bell'intervento su un giornale nel quale ha richiamato il principio fondamentale che vige in materia ambientale, che è il principio di prevenzione. Nel momento in cui si ha incertezza, è utile prevenire e, magari, eccedere nella prevenzione, piuttosto che farsi trovare in difetto.
PRESIDENTE. L'onorevole Scopelliti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03006 per un minuto.
ROSANNA SCOPELLITI. Presidente, signor Ministro, 300 tonnellate di rifiuti giacciono lungo le strade di Roma, 15 mila tonnellate di rifiuti sono ancora ferme in impianti di trattamento meccanico-biologico non funzionanti, contribuendo a rendere la situazione in città insostenibile.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIAN LUCA GALLETTI,. Presidente, ringrazio gli onorevoli Scopelliti e Mottola per aver presentato un'interrogazione su un problema così di attualità.
PRESIDENTE. Concluda, Ministro.
GIAN LUCA GALLETTI,. …e sono raddoppiati negli ultimi mesi. Ecco, credo che noi non possiamo più perpetuare una situazione di questo genere, che rischia oltretutto di portarci in breve tempo ad infrazione UE. Detto questo, il mio Ministero, come ho detto dai primi giorni,…
PRESIDENTE. Grazie, Ministro.
GIAN LUCA GALLETTI,. …è a disposizione del comune di Roma per ogni aiuto possibile in questo senso.
PRESIDENTE. L'onorevole Mottola, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Ministro, Presidente, colleghi, non posso che dichiararmi insoddisfatto per questa risposta, perché io mi aspetto qualcosa di più dal Governo, che decida se non è il caso di fare un commissariamento e di intervenire su questo, perché, come ogni cittadino romano, sono particolarmente turbato; vorrei dire un'altra parola, che forse è l'unica che si adatta, ma credo che in quest'Aula non si possa dire.
PRESIDENTE. L'onorevole Schullian ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03007 per un minuto.
MANFRED SCHULLIAN. Presidente, non avrò bisogno del minuto: l'interrogazione mira solo ad avere informazioni sullo stato attuativo del collegato agricolo.
PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
MAURIZIO MARTINA,. Presidente, onorevoli deputati, con l'approvazione del collegato agricolo, al termine di un lungo e approfondito lavoro del Parlamento, noi abbiamo raccolto la sfida di innovare e sviluppare un settore cruciale per l'intera economia italiana, su alcuni assi portanti: semplificazione, tutela del reddito, ricambio generazionale e riorganizzazione delle filiere. Numerose sono le deleghe al Governo preordinate al riordino di diversi settori di fondamentale importanza. Il Ministero, anche di concerto con gli altri dicasteri interessati, si è da subito attivato per una pronta attuazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Schullian ha facoltà di replicare.
MANFRED SCHULLIAN. Presidente, l'interrogazione voleva sottolineare l'importanza delle tematiche che sono state demandate al Governo, e speriamo col Governo che si riesca ad adempiere alle deleghe.
PRESIDENTE. L'onorevole Romanini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliverio ed altri n. 3-03008 di cui è cofirmatario, per un minuto.
GIUSEPPE ROMANINI. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, con i cambiamenti climatici il territorio italiano si mostra sempre più fragile, colpito da ondate eccezionali di maltempo con conseguenti danni ingenti all'agricoltura, alle aziende ortofrutticole e zootecniche.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Martina, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
MAURIZIO MARTINA,. Grazie Presidente. Onorevoli deputati, stiamo lavorando per potenziare gli attuali strumenti assicurativi a disposizione delle aziende del settore primario e favorire una più ampia diffusione degli stessi sul territorio, proprio nel senso delle indicazioni che venivano anche dall'interrogante. Per questo è stata disposta una revisione del testo del decreto legislativo n. 102 del 2004. Con la riforma si punta ad integrare e ammodernare gli strumenti di gestione del rischio in agricoltura in linea con quelli già previsti dalla normativa comunitaria dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020, dando spazio alle polizze assicurative innovative a copertura del ricavo aziendale. Per contrastare il fenomeno sempre più frequente della volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli sui mercati nazionali e internazionali, abbiamo approvato il Piano assicurativo agricolo nazionale 2017, che ha introdotto per la prima volta in Europa la sperimentazione, come sapete, della polizza ricavo per il settore cerealicolo che noi intendiamo estendere a breve anche per il settore risicolo. Per la gestione di questo strumento sono stati stanziati dal Governo 10 milioni di euro, i primi 10 milioni di euro, che si aggiungono ai fondi approvati dal Ministero con l'obiettivo di rafforzare i contratti di filiera.
PRESIDENTE. L'onorevole Taricco, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
MINO TARICCO. Grazie Presidente. Io ringrazio il Ministro per le informazioni che ci ha fornito, soprattutto nell'ultima parte, che era una delle questioni che volevamo sentirci dire, perché è chiaro ciò che è successo nel mese di aprile un po' in tutte le regioni italiane; facciamo prima ad elencare quelle nelle quali non ci sono stati problemi che non quelle nelle quali ci sono stati problemi. Le stime che sono state fatte ci dicono che hanno causato danni per oltre 100 milioni di euro soltanto quelle brinate che ci sono state. Se poi andiamo a vedere negli anni quanto questa tipologia di situazione ha causato danni, i numeri diventano altissimi. Sicuramente il Fondo di solidarietà nazionale ha degli spazi di intervento limitati, legati al fatto che laddove ci sono, ad oggi, assicurazioni rimangono complesse le tipologie di intervento, ma c'è da notare che, proprio negli ultimi anni, a causa delle complessità a cui il Ministro nella sua risposta faceva riferimento, abbiamo avuto significative riduzioni sulle assicurazioni, soltanto tra il 2006 e il 2014 siamo a oltre il 26 per cento di riduzione del monte complessivo assicurato.
PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03009 .
TIZIANA CIPRINI. Al di fuori dei confini nazionali operano, da anni, patronati che fanno capo ai maggiori sindacati come CGIL, CISL, UIL e ACLI. Svolgono un'attività importante di consulenza fiscale, assistenza e tutela nei confronti dei connazionali per il disbrigo delle pratiche pensionistiche, dichiarazioni di redditi, eccetera. In Svizzera, però, 70 lavoratori italiani sono stati truffati da un funzionario della CGIL, tale Antonio Giacchetta, direttore a Zurigo del patronato Inca, che ha sottratto circa 12 milioni di euro di contributi versati per anni dai nostri connazionali in territorio elvetico per crearsi la pensione integrativa. Faccio presente che questi patronati ricevono finanziamenti pubblici dal Ministero del lavoro attraverso una valutazione con sistema a punti che tiene conto dell'organizzazione degli uffici e del volume di attività. L'attività sospetta di patronato gestito da Giacchetta sarebbe stata segnalata più volte al Ministero del lavoro che avrebbe dovuto svolgere attività ispettive e di controllo al fine di stroncare la truffa.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Poletti, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO POLETTI,. Grazie Presidente e grazie onorevole. Innanzitutto tengo a precisare che il controllo e la vigilanza del Ministero del lavoro sugli istituti di patronato hanno ad oggetto l'attività e l'organizzazione e la rispondenza di questi alle finalità previste dal legislatore ai fini della ripartizione delle risorse destinate al finanziamento di questi istituti. Esula pertanto dall'ambito del controllo del Ministero del lavoro l'operato dei dipendenti dei singoli patronati, atteso che, pur svolgendo gli stessi attività di pubblico interesse, non sono enti pubblici, ma persone giuridiche di natura privata che svolgono la loro attività per effetto di uno specifico mandato conferito dall'assistito.
PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di replicare, per due minuti.
TIZIANA CIPRINI. Ministro, lo sa bene che il sistema dei controlli presso i patronati all'estero fa acqua da tutte le parti; lo sa perché l'esposto in cui i pensionati truffati denunciavano falsificazioni continue è giunto sulla sua scrivania. Sa, ma non reprime, eppure il suo Ministero finanzia un giro d'affari di circa 40 milioni di euro l'anno che, dal 2001 ad oggi, ha fruttato oltre mezzo miliardo ai soliti noti - INCA-CGIL, INAS-CISL, ITAL-UIL e ACLI -, che si spartiscono i finanziamenti pubblici in regime di monopolio.
TIZIANA CIPRINI. Il sindacato ritorni, piuttosto, al suo ruolo originario di tutela dei lavoratori: basta a questi finanziamenti pubblici senza alcun controllo pubblico, stop ai bilanci opachi senza obbligo di trasparenza e stop a quel legame di operosi interessi che coniuga politica e sindacati, come da proposta del MoVimento 5 Stelle. Ministro, è ora che lei si assuma le responsabilità nei confronti di questi pensionati truffati
PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03010 per un minuto.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Vede Ministro, noi siamo sempre stati contrari all'Ape e abbiamo votato contro la manovra finanziaria che lo prevedeva, però, di fatto, voi l'avete previsto ed è diventato legge. Stante il fatto che, all'attualità, chi vuole accedere all'Ape - che sono i disoccupati, gli invalidi, i parenti che hanno dei familiari con disabilità a carico - non possono farlo per la vostra inerzia nel redigere i decreti attuativi. C'è un palleggio fra il Governo e il Consiglio di Stato e, di fatto, tutto è fermo, c'è uno stallo.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simonetti, anche per il rispetto dei tempi.
GIULIANO POLETTI,. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole, la legge di bilancio per il 2017 ha previsto, come è noto, in via sperimentale fino al 31 dicembre 2018, due nuovi istituti: l'anticipo finanziario a garanzia pensionistica (Ape volontaria) e l'indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia (Ape sociale). Si tratta di due istituti assolutamente innovativi che hanno richiesto, per la loro adozione, accertamenti complessi anche in ragione del novero e della qualità dei soggetti coinvolti nella loro attuazione - INPS, banche e assicurazioni - e nel cui iter di adozione si è ritenuto altresì di dare luogo ad un confronto con le organizzazioni sindacali che, prima del varo della legge di bilancio, avevano sottoscritto il protocollo nel quale era prevista l'introduzione degli istituti in questione. L'allungamento dei tempi di adozione dei decreti si giustifica, dunque, in ragione della complessità di cui si è appena detto.
PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Alla parte più importante dell'interrogazione il Ministro non ha dato risposta, cioè non c'è la certificazione del diritto pensionistico per chi vorrà accedere all'Ape volontaria. Questo significa sostanzialmente che se, da qui al 2018, il Governo o chi verrà alzerà l'età pensionabile, ci saranno delle persone che avranno dovuto accendere un mutuo per avere una flessibilità. Le ricordo, Ministro, che la vera flessibilità non si fa con un accordo con le banche e con le assicurazioni facendo pagare un mutuo al 2,7 per cento, che è un tasso enormemente superiore a qualsiasi tipo di aliquota di tasso di mutuo che normalmente un cittadino può fare per un mutuo ipotecario immobiliare (perché li danno all'1 per cento). Voi, per mandare in pensione le persone, fate fare loro un mutuo ventennale, che sarà pari a 40-50 mila euro, al tasso del 2,7 per cento. Quindi, l'accordo con le banche lo potevate anche evitare facendo una vera riforma, la riforma della “legge Fornero”, senza andare a disturbare i lavoratori con un palleggio fra INPS, banche, Governo per l'accensione di un mutuo.
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03011 per un minuto.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente e buongiorno, Ministro. Partiamo da un presupposto, Ministro: avete già decapitato nella legge di stabilità 2014 i patronati; ora ci state provando anche con i centri di assistenza fiscale. Allora, Ministro, la domanda è molto semplice: lei sa che, dal 15 maggio, i CAF, allo stato dell'arte attuale, non effettueranno più le pratiche necessarie, per i cittadini di una determinata fascia sociale, evidentemente, per quanto riguarda l'indicatore ISEE.
WALTER RIZZETTO. In particolare, l'oggetto del contendere è effettivamente il rimborso economico spettante ai CAF che mi pare ovvio il Ministero in questo momento non vuole concedere. Vorrei semplicemente essere rassicurato su questo.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO POLETTI,. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole, con riferimento alle questioni sollevate, sottolineo che il regolamento ISEE, di cui al decreto n. 159 del 2013, prevede espressamente che l'INPS possa stipulare apposite convenzioni con i centri autorizzati per l'assistenza fiscale - i CAF - per le imprese, per i lavoratori dipendenti e i pensionati ai soli fini della trasmissione delle dichiarazioni sostitutive uniche e per l'eventuale assistenza nella compilazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare per due minuti.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Vede Ministro, lei mi è particolarmente simpatico perché in tutte le risposte che dà, è molto rassicurante, quasi come se arrivasse Natale a maggio di quest'anno e non a dicembre. Il problema è che non mi ha risposto. Nel senso che io oggi mi sarei aspettato una risposta secca: sì o no? Questi fondi al CAF verranno dati o non verranno dati? Dopodiché, Ministro, lei lo sa meglio di me, sicuramente capisco la posizione che lei deve
WALTER RIZZETTO. Chiudo, grazie Presidente. ...in seno a questo incontro, dire in modo ufficiale e non ufficioso: il Ministero, il Governo paga i CAF, affinché l'ISEE venga fatto gratuitamente ai cittadini meno abbienti.
PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03012 per un minuto.
ROBERTO CAPELLI. Onorevole Ministra, siamo tutti coscienti, ma a volte non sempre adeguatamente conseguenti, delle molteplici problematiche che attanagliano il mondo della scuola. Non ultima tra queste è la grave carenza di personale negli uffici scolastici regionali. In particolare, in Sardegna siamo di fronte a scoperture superiori al 50 per cento del personale sulla dotazione organica complessiva, fino ad arrivare al 60 per cento tra i funzionari. Viste le reiterate sollecitazioni e gli impegni da lei assunti, signora Ministra, in particolare quello del 16 gennaio ultimo scorso nel corso dell'incontro con le rappresentanze sindacali, le chiedo quali iniziative di tipo strutturale sono state successivamente assunte o intende assumere per affrontare con urgenza la situazione di grave carenza di personale che le ho rappresentato nella interrogazione in discussione.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Grazie, onorevole Capelli, la ringrazio davvero, mi dà modo di illustrare le misure che questo Ministero sta ponendo in atto per ovviare alla situazione di carenza di organico del personale in servizio presso l'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna, che è stato da lei segnalato.
PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha facoltà di replicare per due minuti.
ROBERTO CAPELLI. Non posso che dichiararmi soddisfatto degli impegni presi e delle scadenze prospettate: che possano dare una soluzione strutturale alla problematica che ho evidenziato, perché sempre di più, signora Ministra, ripartire dall'istruzione è fondamentale. Infatti, intervenire sullo squilibrio evidente in merito ai trasferimenti finanziari degli Atenei sardi, intervenire sull'andamento del tasso di dispersione scolastica tra i più alti d'Italia - maglia nera è la Sicilia con il 25 per cento, seguita immediatamente dopo dalla Sardegna con il 24,7 per cento di dispersione scolastica - e ridare fiducia e coscienza ai nostri giovani sul fatto che sull'istruzione e sulla conoscenza è basato il futuro del nostro Paese, se non del mondo intero, come ci insegna il passato e come ci insegna la storia, bene, questi problemi non possono essere stralciati dal fatto che, se a tutto questo si aggiungono le gravi carenze del sistema, chiamiamolo per semplificare, organizzativo della macchina scolastica e dell'istruzione, sarà difficile raggiungere dei risultati. Credo che, comunque, con questi presupposti troverà il pieno sostegno perché la soluzione sia per l'intero Paese, non solo per la Sardegna, che comunque, purtroppo, si contraddistingue per le altre negatività, che le ho illustrato, sempre del mondo della scuola.
PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03013 per un minuto.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Ministro, l'Istituto statale per sordi di Roma, istituito nel 1786, nel tempo ha assunto le funzioni di centro di eccellenza sulla sordità. Fra le sue attività si ricorda quella della formazione per operatori in grado di interagire con questo tipo di disabilità. Nella mia interrogazione n. 5-10564, ricordavo le gravi difficoltà economiche che sta vivendo e che derivano dal suo mancato riordino. La risposta che mi è stata fornita faceva presagire il rapido riesame della questione degli istituti atipici e la definitiva soluzione. Considerata la gratuità delle prestazioni che offre questo centro e le politiche di integrazione che il Governo difende e promuove, non ritiene che sia il caso di valutare un finanziamento straordinario in attesa del Regolamento del Governo, che consenta al suddetto istituto di proseguire le sue attività e di salvare ventuno lavoratori, precari da diciassette anni, visto che sono ormai senza stipendio da tre mesi?
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Onorevole Vezzali, la ringrazio in quanto mi dà modo di chiarire e aggiornare quanto già esposto lo scorso 16 marzo in occasione della discussione in Commissione cultura di analoga interrogazione a sua prima firma.
PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARIA VALENTINA VEZZALI. La ringrazio, Ministro, per la risposta e alla luce di quanto espresso nelle sue ultime righe, mi ritengo parzialmente soddisfatta. L'Istituto statale per sordi di Roma è in attesa da vent'anni dell'emanazione del Regolamento di riordino e a seguito della mia interrogazione e della rassicurante risposta che oggi lei ha sottolineato, fornita lo scorso 16 maggio, il 27 aprile scorso c'è stato un davanti alla sede del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per chiedere di avviare la procedura e nel contempo un finanziamento straordinario per consentire all'Istituto di non cessare l'attività. Non credo sia utile rimandare decisioni; il tempo da solo non sistema le cose. Credo, invece, che una soluzione ponte, come da lei auspicato alla fine della sua risposta, o affrontare questo problema sia una questione di volontà più che di opportunità. Mi preme ricordare che in politica non sempre si riescono a fare grandi cose, ma dalla somma e dall'attenzione per quelle piccole si valuta l'operato di chi ci governa. E l'attenzione, se è rivolta a persone più deboli, rende più nobile l'impegno.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Ventun posti di lavoro non cambiano le statistiche sull'occupazione, ma ventun lavoratori dimenticati - e mi avvio alle conclusioni - si sommano al numero di quelli che manifestano malessere, che il lavoro l'hanno perso, che non lo cercano e non lo trovano. Per quello che è riuscito a fare questo centro nei lunghi anni della sua storia, credo che debba e possa meritare l'attenzione che chiede, mi auguro, alla luce delle disposizioni normative indicate, che si possa salvare in tempi rapidi.
PRESIDENTE. L'onorevole Brunetta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03014 per un minuto.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, signor Ministro, il tema è la nomina del dottor Profumo quale nuovo amministratore delegato di Leonardo Spa. Il mio non ha alcuna animosità né alcun pregiudizio. Il 1° marzo 2017, il dottor Profumo viene rinviato a giudizio dal tribunale di Lagonegro per usura bancaria in MPS, partecipata del MEF. Il 16 marzo, lei, signor Ministro, approva una nuova direttiva che svuota il codice deontologico sugli amministratori delle partecipate, voluto dal Governo Monti e poi confermato dalla direttiva Saccomanni, che recepiva un orientamento a riguardo del Senato. La svolta era nel senso di cancellare i criteri che prevedevano l'ineleggibilità, proprio in caso di delitti previsti dalle norme che disciplinano l'attività bancaria e finanziaria. Il 18 marzo, lei, signor Ministro, nomina Profumo quale nuovo AD di Leonardo Spa; il 21 aprile, il tribunale di Milano dispone nei confronti di Profumo un provvedimento di imputazione coatta per i reati di falso in bilancio e manipolazione informativa in MPS.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
RENATO BRUNETTA. Signor Ministro, era proprio necessario nominare il dottor Profumo nuovo AD di Leonardo Spa? Perché lei ha cambiato il codice deontologico due giorni prima? Perché lo ha cambiato?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie, Presidente, grazie, onorevole Brunetta. Il Ministero dell'economia e delle finanze, come lei ricordava, ha depositato la lista dei candidati per il rinnovo del CDA di Leonardo in data 7 aprile scorso nel rispetto dei termini e delle modalità previste dalla normativa in materia. La lista del Ministero contiene anche il nominativo del dottor Alessandro Profumo che potrà ricoprire la carica di amministratore delegato della società a seguito di specifica delibera del consiglio di amministrazione che sarà nominato dalla prossima assemblea. La designazione del dottor Profumo scaturisce dalla valutazione effettuata a valle del processo di selezione svolto, in linea con quanto disposto dalla direttiva del Ministro dell'economia e delle finanze sulle procedure di individuazione dei componenti degli organi sociali nelle società partecipate dal Ministero, con il supporto di primarie società di consulenza per la selezione e il reclutamento manageriale e sulla base di criteri di professionalità e secondo prassi di uso comune di mercato. La direttiva Saccomanni, emanata nel 2013, prevede l'inserimento negli statuti delle società controllate dal Ministero, della cosiddetta clausola etica, in materia di requisiti di onorabilità dei componenti degli organi sociali della società che dispone la non eleggibilità o decadenza dalla carica per coloro che hanno ricevuto un decreto di rinvio a giudizio per alcuni specifici reati. Nel caso specifico di Finmeccanica, oggi Leonardo, il Ministero ha richiesto alla società, nel marzo 2014, di sottoporre all'assemblea, convocata per l'approvazione del bilancio 2013 e per il rinnovo delle cariche sociali, l'inserimento nello statuto della clausola etica. L'assemblea del 15 maggio 2014 non ha approvato la modifica in esame, per la quale era richiesto, a norma di statuto, il voto favorevole di almeno i tre quarti del capitale presente in Assemblea e pertanto lo statuto della società non è stato modificato. Lo Statuto rinvia alle norme del Testo unico della finanza per quanto attiene alle disposizioni in materia di eleggibilità e decadenza dei componenti del consiglio d'amministrazione, prevedendo che non possa essere eletto chi risulta condannato con sentenza definitiva, salvi gli effetti della riabilitazione per alcuni specifici reati.
PRESIDENTE. L'onorevole Brunetta ha facoltà di replicare, per due minuti.
RENATO BRUNETTA. Signor Ministro, non prendiamoci in giro: il problema non è Finmeccanica, è lei. Finmeccanica non ha recepito il codice deontologico. Il 16, Finmeccanica designerà. Il problema è la designazione del Governo. Lei ha indicato il giorno 18 marzo 2017 il dottor Profumo quale nuovo amministratore delegato di Leonardo Spa, sapendo che era stato rinviato a giudizio a Lagonegro, e avendo cambiato due giorni prima la direttiva “Saccomanni”, eliminando quella parte sui delitti delle norme che disciplinano l'attività bancaria e finanziaria, guarda caso; una modifica che si potrebbe dire . Il 21 aprile, per soprammercato, il tribunale di Milano dispone nei confronti di Profumo un provvedimento di imputazione coatta per i reati di falso in bilancio e manipolazione informativa in MPS, banca partecipata dallo Stato, dal suo Ministero. Oggi lei ci deve spiegare - non ce l'ha spiegato, perché il problema non è di Finmeccanica -, perché ha cambiato il codice deontologico degli amministratori a soli due giorni dalle designazioni, una sorta di mossa . E in ogni caso, lei conferma questa designazione in vista del 16? Il problema non è di Finmeccanica, è del Governo, è suo, che ha nominato Profumo amministratore delegato di Finmeccanica, dopo aver cambiato il codice deontologico, conoscendo, prima e dopo, i provvedimenti dell'autorità giudiziaria. Nessuna acrimonia nei confronti del dottor Profumo, nessuna animosità, però, non c'era nessun altro in grado di poter fare con credibilità nazionale ed internazionale l'amministratore delegato di Finmeccanica, signor Ministro ?
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Bellanova, Caparini, Capelli, Antimo Cesaro, Cicchitto, Dambruoso, Epifani, Garofani, Locatelli, Lupi, Manciulli, Marcon, Nicoletti, Pisicchio, Rampelli, Schullian, Tabacci, Valeria Valente e Venittelli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito del decesso del deputato Maurizio Baradello avvenuto in data 9 maggio 2017, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, nella seduta odierna - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 -, che il candidato che, nell'ordine progressivo della stessa lista n. 16 - Scelta Civica con Monti per l'Italia nella medesima I Circoscrizione Piemonte 1, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Ernesto Auci.
PRESIDENTE. . Care colleghe e cari colleghi, quest'anno ricorre l'ottantesimo anniversario della morte di Antonio Gramsci. Socialista e poi tra i fondatori del Partito Comunista, di cui divenne segretario nel 1926, Gramsci fu membro della Camera dei deputati tra il 1924 e il 1926, l'anno in cui venne arrestato. Intervenne in questa nostra Aula una sola volta, il 16 maggio 1925, durante la discussione di un disegno di legge contro le società segrete, denunciando che quel provvedimento non era tanto volto a colpire la massoneria quanto le organizzazioni dell'opposizione antifascista. Gramsci fu interrotto dai deputati fascisti almeno trenta volte, di cui diciotto dallo stesso Mussolini, che pochi mesi prima, il 3 gennaio 1925, nell'Aula della Camera, aveva dichiarato di assumersi - cito - “la responsabilità politica, morale, storica del delitto Matteotti”. Il delitto Matteotti, come è noto, provocò la protesta dei deputati aventiniani, ma Gramsci e i comunisti, ritenendo inefficace quella scelta, nel novembre del 1924 decisero di riprendere posto tra i banchi del Parlamento e di proseguire da lì la loro opposizione al regime. Arrestato nel 1926, nel 1928 Gramsci fu condannato dal tribunale speciale a vent'anni di reclusione. Le sue condizioni di salute, già precarie, si aggravarono durante la detenzione. Si spense all'alba del 27 aprile 1937, poco dopo la scarcerazione, che avvenne per amnistia.
CHIARA GRIBAUDO. Presidente, onorevoli colleghi, sono trascorsi ottant'anni dalla morte di Antonio Gramsci. Il 27 aprile scorso, data di questo doloroso anniversario, la Camera ha inaugurato una mostra, quella che ricordava poco fa, dei suoi scritti: una piccola importante parte dell'immensa eredità che ha lasciato a tutti noi. Si tratta di un ricchissimo bagaglio concettuale studiato, tradotto e approfondito in tutto il mondo, da lui utilizzato per interpretare la complessità della società civile, i meccanismi di potere, le dinamiche dei processi di modernizzazione con le indimenticabili pagine su americanismo e fordismo. Le sue idee, a partire da quella di egemonia, sono tanto attuali da continuare a permeare il discorso contemporaneo prestandosi ad un imprescindibile confronto per ogni ideologia anche opposta o diversa da quella marxista di cui Gramsci era orgogliosamente figlio. Noi dunque non ricordiamo soltanto la morte di un martire dell'antifascismo, membro eletto di questa Camera dello Stato italiano, arrestato in violazione dell'immunità parlamentare e detenuto per undici anni fin quasi alla morte. Non ci rassegniamo all'idea del logoramento della sua eredità intellettuale nel corso di questi ottant'anni. Al contrario oggi onoriamo la memoria di Antonio Gramsci, rivendicando le qualità del suo pensiero anticipatore, aperto, originale e non dogmatico. Onoriamo la sua vivacità e curiosità intellettuale e il suo rigore; onoriamo l'amore assoluto per la libertà di un uomo che ha sacrificato la vita per le sue idee senza mai chinare il capo dinnanzi alla dittatura fascista. Celebriamo un uomo le cui opere rappresentano nel contempo un classico della cultura italiana ed internazionale ed una fonte inesauribile di strumenti di interpretazione della complessa realtà contemporanea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grande. Ne ha facoltà.
MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. La storia di Gramsci, oggi che sappiamo e dobbiamo comprendere la grande lezione che il Novecento ci ha lasciato in eredità, racconta la vicenda di un uomo prima che di un politico, un uomo libero, un uomo tollerante, un uomo italiano. Se dicessimo che Gramsci ha contribuito a sensibilizzare il sentimento della libertà, i cuori degli italiani saremo forzi ingrati perché il messaggio che ci arriva dalla sua opera è più autentico, più profondo, senza dubbio universale. Egli ha liberato lo spirito dell'uomo, lo slancio vitale, la ricerca della verità. Tante volte ci cimentiamo nell'impresa titanica di ricercare la parola chiave che possa schiuderci il sentiero per la descrizione più efficace di un ideale, di un'epoca, più semplicemente delle ragioni per cui un uomo sacrifica la propria vita. La parola che più di tutte può raccontare lo sforzo di Antonio Gramsci è tolleranza: un concetto semplice che solo apparentemente richiede un esercizio modesto. Eppure, dov'è oggi la tolleranza e quanti ne sono capaci? Più del pugnale e più del coraggio rivoluzionario di chi ha liberato il nostro Paese con le armi, lo strumento con cui realmente e definitivamente si vince la guerra contro i fascismi che pure si rinnovano ed assumono diverse forme, stili e linguaggi è sempre la comprensione del prossimo, del diverso, del più lontano: comprendere per arricchirci, per progredire, per imparare la scienza che trasforma l'odio in curiosità, in una irresistibile attrazione per le differenze e le asimmetrie, in una mano costantemente tesa verso il più debole e il più povero, l'ultimo perché la miseria non deve essere una meta ideale ma deve piuttosto valere come un monito, come un mostro da sconfiggere contro cui oggi noi tutti con forza dobbiamo lottare. Per questo noi sappiamo che Gramsci oggi forse, più di ogni altro, è un padre della patria e mai quanto nel nostro tempo ci parla e continua ad insegnare la sua lezione come fosse ancora vivo perché vivo è il suo ricordo nel cuore più bello dell'Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Verso Antonio Gramsci forte oppositore alla dittatura fascista non possiamo che avere rispetto. Dal Gramsci politico tutto ci separa. Come scrisse don Gianni Baget Bozzo nel 2008 “Tutto il nuovo del comunismo italiano sta in lui. E quel “nuovo” è la chiave della penetrazione del PCI nella cultura italiana, nelle professioni, nelle istituzioni, nella magistratura: la rivoluzione attraverso la conquista della società civile e non attraverso il suo annullamento, come pensava Lenin”. Com'è noto per Gramsci il Partito Comunista doveva avvicinarsi al potere, conquistando le casematte cioè esercitando un'egemonia culturale attraverso la scuola, le case editrici, i giornali, la magistratura. Viviamo ancora gli effetti negativi dell'applicazione di questa concezione. Scrive Dino Messina il 24 aprile su “Togliatti aveva ben valutato il valore degli scritti di Gramsci. Essi sarebbero stati la base teorica per la costruzione della “via italiana al socialismo”. Ma naturalmente le parti scomode sarebbero rimaste in archivio. Così i “ e le “” di Gramsci ebbero due vite: la prima sotto l'attenta sorveglianza togliattiana, per servire la causa del partito comunista più forte d'Occidente. La seconda, più libera, come contributo di un grande teorico italiano alla comprensione della complessità occidentale.”
PRESIDENTE. Grazie, deputato Palmieri.
ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente, ottant'anni fa moriva un gigante del pensiero, il fondatore del Partito Comunista, la figura che più di tutte ha influenzato la cultura del movimento operaio a cavallo tra i due secoli, in Italia e nel mondo.
PRESIDENTE. Grazie, deputato Scotto.
FABRIZIO CICCHITTO. Presidente, in due minuti è quasi impossibile ricordare Gramsci.
PRESIDENTE. Grazie, deputato Cicchitto.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signora Presidente, gli ottant'anni dalla morte di Antonio Gramsci, la cui statura culturale, morale e intellettuale viene giustamente riconosciuta da tutti, offrono l'occasione per riflettere, come è giusto anche che sia, sulla situazione attuale, su come sia cambiata fortemente la società italiana in questi ottant'anni e su come sia cambiata anche la sinistra in questi ottant'anni.
PRESIDENTE. Grazie, deputato Invernizzi.
GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente, Nel 1927, dal carcere di San Vittore, Gramsci scriveva alla moglie su Nansen, il grande esploratore norvegese. Avendo osservato - scrive Gramsci - che sulle spiagge della Groenlandia si ritrovano alberi e detriti che dovevano essere di origine artica, Nansen pensò di poter raggiungere il Polo facendo trasportare la sua nave dai ghiacci. Così si lasciò imprigionare dai ghiacci e per tre anni e mezzo la sua nave si mosse solo in quanto si spostavano i ghiacci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Sono consapevole come non sia facile una riflessione breve per ricordare Antonio Gramsci.
PRESIDENTE. Può cambiare microfono, deputato, che questo fa rumore. Se cambia microfono, è meglio, grazie.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Sono consapevole come non sia facile ricordare con una riflessione Antonio Gramsci. Da sardo, provo a ricordarlo con una sua frase, che è stata utilizzata dal Partito comunista di Torino, per la commemorazione che si svolgerà il 27 di aprile. Dice Gramsci, il 24 di agosto, in una lettera alla madre: i combattenti non devono essere compianti, perché hanno lottato, non perché costretti, ma perché così hanno scelto consapevolmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Oggi commemoriamo, a ottant'anni dalla sua morte, Antonio Gramsci, un teorico della politica, ma soprattutto un politico pratico, un combattente, come lo definì Palmiro Togliatti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.
GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. Noi non solo rendiamo omaggio a questa grande figura di martire, di combattente e di antagonista privato della libertà e che divenne simbolo di straordinaria capacità di resistenza morale e stoica operosità in condizioni fisiche disperate. Noi sappiamo che il nostro Paese gli deve rendere omaggio, perché non è possibile oggi misurarci con le sfide del declino della democrazia e della stanchezza della democrazia, facendo a meno o saltando la lezione di Gramsci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Murgia. Ne ha facoltà.
BRUNO MURGIA. Signora Presidente e colleghi, a ottant'anni dalla morte, Antonio Gramsci è diventato un'icona globale: dagli Stati Uniti all'Australia, l'intellettuale, tra i fondatori del Partito Comunista, è citato, approfondito e studiato come non mai.
PRESIDENTE. Termina così la commemorazione di Antonio Gramsci.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, n. 3844-A.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Come socialista sono davvero contenta dell'iniziativa per preservare la memoria di Matteotti e di Mazzini. È una proposta presentata dal segretario del PSI Riccardo Nencini come secondo firmatario al Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molea. Ne ha facoltà.
BRUNO MOLEA. Grazie, signora Presidente. La proposta di legge in esame intende preservare e valorizzare la memoria di due figure eccellenti della storia politica italiana: Giacomo Matteotti e Giuseppe Mazzini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Murgia. Ne ha facoltà.
BRUNO MURGIA. Signora Presidente, grazie. Noi voteremo “sì” anche a questo provvedimento, anche se si tratta di due personaggi ovviamente diversi. Pensiamo che senza memoria non ci sia futuro. Matteotti ovviamente è diverso da Mazzini: Mazzini fu fondatore risorgimentale dell'Italia; l'altro, socialista, vittima di una assolutamente inaccettabile violenza politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Anche noi voteremo favorevolmente su questo provvedimento. Naturalmente sono due figure molto diverse, ma ambedue emblematiche per tanti aspetti: Mazzini, padre della patria per certi aspetti, con un senso universale del destino italiano; Matteotti, un modello, soprattutto per noi parlamentari, un modello di politico onesto e coraggioso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente, sottosegretario, colleghi, oggi abbiamo l'occasione, in un momento politico particolare, di ricordare le due figure di Giacomo Matteotti e Giuseppe Mazzini. Questo provvedimento, che li vede accomunati dalla necessità di preservare e diffondere il patrimonio storico-culturale che ci hanno lasciato ed i luoghi che li hanno ospitati, cade in un periodo difficile per la storia dell'Europa e della nostra democrazia, strattonate dalle derive che, a vario titolo, animano il dibattito e dividono i cittadini, troppo spesso esasperati dalle quotidiane difficoltà. Due profili diversi, ma che hanno avuto il medesimo rigore di fronte all'importanza della questione morale. Per entrambi andava difesa la valenza etica della politica, che consentisse di realizzare una forte solidarietà sociale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Non c'è dubbio che voteremo a favore di questo provvedimento: un provvedimento commemorativo, non c'è dubbio, per il novantesimo anniversario della morte, perché si prevedono una serie di iniziative rispetto a quello che è questo evento, ma soprattutto altamente storico ed educativo della memoria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serena Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo Sinistra Italiana Possibile voterà a favore di questa proposta di legge che stabilisce significative iniziative per preservare la memoria di Giacomo Matteotti e di Giuseppe Mazzini. Questa proposta di legge era stata pensata in funzione del novantesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti, celebrato nel 2014, e, purtroppo, approda in Aula in ritardo rispetto agli intendimenti dei proponenti. A mitigare almeno in parte i ritardi dell'iter parlamentare c'è il fatto che dalla XII Commissione della Camera sono stati inseriti nuovi importanti articoli, quali la dichiarazione di monumento nazionale della casa museo Giacomo Matteotti e le nuove disposizioni inerenti la Mazziniana di Pisa, in particolare riferite alla composizione del consiglio di amministrazione e alla gestione dell'istituto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.
STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Da tempo denunciamo una mancanza di programmazione da parte di questa maggioranza nell'affrontare provvedimenti di questo tipo; da tempo denunciamo un metodo che non ci trova d'accordo e che ha prodotto solo una serie di provvedimenti a singhiozzo che, a volte, possono sembrare estemporanei e dai contenuti molto diversi e, addirittura, magari, altre volte, completamente estranei gli uni agli altri. Ed è questo un po' l'episodio del provvedimento che è discusso qui, in Aula, oggi. Quindi, per una questione di un metodo che da tempo sosteniamo non essere il nostro e che da tempo sosteniamo non essere corretto, annuncio il voto di astensione del nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Come ha detto la collega Locatelli, di Matteotti molti italiani conoscono solo, o quasi solo, il gesto eroico del famoso discorso in difesa della democrazia e contro il fascismo pronunciato in quest'Aula, che, poi, lo portò al martirio e alla morte. Poco si sa, poco si conosce, invece, dell'uomo politico, della sua opera, delle sue idee, delle sue lotte. Matteotti fu una figura originale, singolare, e questa originalità fu colta anche ad osservatori come Pietro Gobetti e Gaetano Salvemini. Da un lato, egli era un riformista turatiano, in polemica molto forte con i massimalisti e i comunisti dell'epoca, però contemporaneamente era un riformista intransigente, sia nelle lotte sociali che avvennero in quegli anni nel Polesine, sia successivamente nella lotta al fascismo. Questa intransigenza la riservò anche a tendenze collaborative con il fascismo, che esistevano anche nel mondo liberale e cattolico e nello stesso mondo socialista e della sinistra italiana. Fu una figura quindi originalissima; fu una figura che seppe interpretare qui a Roma, ma soprattutto nella sua terra e nel Polesine, il riformismo delle opere concrete. Era un uomo che si sporcava le mani, che metteva la sua conoscenza e la sua scienza giuridica a disposizione dei più deboli, dei poveri, degli operai. Organizzò le lotte sindacali in agricoltura nel Polesine; organizzò le società di mutuo soccorso, per dare risposte concrete ed organizzate ai più poveri, i servizi di assistenza legale che lui offriva gratuitamente agli operai. Insomma, una figura davvero originale sul piano politico, per il coraggio di contrapporsi sia al massimalismo di sinistra sia al fascismo, ma anche un grande organizzatore di opere e di risposte concrete sul territorio. Quindi è molto importante quello che stiamo facendo oggi, cioè aiutare e finanziare tutte le iniziative e le attività di studio, le attività di organizzazione dell'archivio, della memoria e delle opere di una figura così importante e fondamentale per la storia della nostra democrazia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto alla deputata Luisa Bossa. Ne ha facoltà.
LUISA BOSSA. Presidente, io anticipo il voto favorevole di Articolo 1. Sono state dette già molte cose sulle due figure, io non voglio ripeterle, quindi, al di là del dato tecnico, normativo, su cui ci sono le relazioni che esplicano nel dettaglio i passaggi, in questa fase a me preme sottolineare l'importanza politica di questa decisione. L'ideale di giustizia sociale, di coraggio, di fedeltà alla legge e allo Stato, la lungimiranza culturale di Matteotti e l'alto valore simbolico del suo stesso esempio di vita, quello di un uomo che parla alla Camera e sa che pagherà un prezzo, ma va avanti e procede, affronta a testa alta il destino di martire delle libertà, sono così importanti da poterli considerare costitutivi della Repubblica italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Gentile Presidente, siamo già in ritardo con questa proposta di legge, e nemmeno la finiremo oggi, perché deve tornare al Senato, quindi è inutile perdere tempo: annuncio il voto favorevole di Forza Italia. Lamento, come hanno fatto altri colleghi che sono intervenuti prima di me, che uno stanziamento di 300.000 euro per un solo anno sia un dato assolutamente insufficiente, per continuare un'opera di memoria che, se non alimentata, diventa una memoria che sta in soffitta ed appartiene al passato, mentre noi siamo per una memoria che sia presente e che quindi ci aiuti ad evitare che il futuro ci riporti a vivere situazioni che abbiamo visto in passato e che hanno coinvolto, nel caso in cui parliamo, Giacomo Matteotti. Quindi mi fermo qui e confermo il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.
SIMONE VALENTE. Presidente, io non sto a sottolineare, come è già stato fatto da alcuni colleghi, l'importanza dei due personaggi che sono citati in questa legge, a cui viene dato un riconoscimento molto ampio di valori e di principi che, anche con grande intento, alcuni colleghi vogliono portare avanti. Devo dire che molto spesso questo tipo di proposta di legge nasce proprio con le migliori intenzioni, assolutamente condivisibili, c'è da fare però un appunto, che è quello che ormai il MoVimento 5 Stelle avanza ogni qual volta si presenta un testo simile, ovvero un appunto di metodo, perché, se alcune proposte sono assolutamente condivisibili, non lo è l'approccio con cui andate - la maggioranza - ad inserire alcune proposte che spesso sono eterogenee, che spesso sono iniziative di celebrazioni, di festival o di contributi a fondazioni ed associazioni che vengono fatte con legge invece che seguire un processo che potrebbe essere quello ministeriale, con una distribuzione dei fondi e dei criteri oggettivi, che ogni volta noi auspichiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI. Grazie, signora Presidente. “La memoria è un possente strumento per capire e rispondere alle sollecitazioni del presente”: con queste parole del professor Amos Luzzatto la relatrice del provvedimento, la collega Giulia Narduolo, pochi giorni fa ha concluso il suo intervento in discussione sulle linee generali e ho voluto iniziare la mia dichiarazione di voto proprio con questa frase perché penso che questo sia il tema principale, al di là delle questioni di metodo che sono state citate, posto oggi in quest'Aula dall'approvazione della proposta di legge diretta a preservare la memoria di Giacomo Matteotti e Giuseppe Mazzini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Nei pochi istanti che ci toccano come gruppo, volevo solo sottolineare il piacere che c'è stato nell'ascoltare le testimonianze sul valore della politica alta che hanno impersonato sia Mazzini sia Matteotti perché è stata una politica nella quale le idee sono andate di pari passo con la testimonianza concreta della loro vita. Forse l'auspicio che a livello di Parlamento mi auguro maggiormente è che ognuno di noi sappia ritrovare questo collegamento che non è più possibile recidere e che invece è proprio esattamente quanto ci chiedono i cittadini. È anche molto bello che la presente proposta di legge parli all'obbligo dello studio, della riflessione, dell'approfondimento in una cultura che spesso si ferma agli aspetti più emozionali. È chiaro che Matteotti ci emoziona ancora come ci emoziona la vita di Mazzini cioè la vita di chi paga di persona, fino in fondo, fino al prezzo finale della propria esistenza per testimoniare il valore delle idee in cui crede. Credo che contestualmente questo possa essere per noi un invito a ripensare una politica alta e per i più giovani ad immergersi nello studio di coloro che sono considerati a modo loro veramente il Pantheon di un pensiero democratico e di un pensiero in cui le virtù repubblicane occupano il primo posto.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Marcon ed altri n. 1-01589, Capezzone ed altri n. 1-01600, Caso ed altri n. 1-01601, Melilla ed altri n. 1-01602, Brunetta n. 1-01604, Guidesi ed altri n. 1-01609 e Rampelli ed altri n. 1-01626 concernenti la questione dell'inserimento del cosiddetto nei Trattati europei, nonché le politiche economiche e di bilancio dell'Unione europea.
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
ENRICO MORANDO,. Grazie signora Presidente, la questione essenziale che accomuna tutte le risoluzioni che sono state presentate è quella che riguarda l'iscrizione o meno del cosiddetto nell'ordinamento giuridico permanente dell'Unione, diciamo cioè l'integrazione del nei trattati.
PRESIDENTE. Sì, mi deve dare i pareri su tutte adesso.
ENRICO MORANDO,. Sì, sì, adesso le do i pareri su tutte, perché dirò che su tutte le altre il parere è contrario.
ENRICO MORANDO,. Faccio una proposta, ai proponenti la mozione Melilla ed altri n. 1-01602 del gruppo Articolo 1, nel senso di chiedere loro - in funzione di un parere favorevole del Governo anche su quella mozione - di espungere dalla parte impegnativa del loro testo il punto 3), che riguarda l'impegno a far adottare dalla Germania una certa politica economica e fiscale. Ritengo che questo sia, per così dire, un po' al di fuori della portata degli impegni accettabili da parte del Governo italiano. Altra cosa è discutere in sede comunitaria, con gli altri Governi, circa la necessità che i Paesi in adottino politiche fiscali espansive; un'altra cosa è accettare, come impegno praticabile da parte del Governo italiano, questa indicazione. Ma le altre due indicazioni, contenute in questa mozione, primo firmatario Melilla, sono dal Governo condivise. Sulla parte di premessa di questa mozione, il Governo ha diffuse riserve, ma in ogni caso, se venisse accolta la proposta di espungere il punto 3), il parere sarebbe favorevole, oltre che sulla mozione Rosato, anche sulla mozione che ha come primo firmatario Melilla.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Signor Vice Ministro, il Governo sa, nel consenso o quasi sempre nel dissenso, la serietà con la quale cerchiamo di ascoltare le tesi, che ci vengono proposte. Il Vice Ministro sa anche che, da questi banchi di questa opposizione di Direzione Italia, sono sempre venute delle proposte e, nel nostro piccolo, una visione, non degli non degli ma il tentativo di inserire queste proposte in un'architettura complessiva. Una premessa e tre considerazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente. Buongiorno, Vice Ministro. Vice Ministro, era partito molto bene il suo intervento, nel senso che mi sembrava quasi alimentato da un fiato anti europeista. Solo che dopo si è chiuso male. Nel senso, Vice Ministro, che lei ha dato parere favorevole alla mozione del capogruppo, collega Ettore Rosato. Vado agli impegni di questo tipo di documento: “a sostenere in sede europea l'opposizione all'incorporazione del contenuto del nell'ordinamento giuridico dell'Unione europea”.
WALTER RIZZETTO. Quindi, per quanto ci riguarda - e chiudo, Presidente -, noi daremo voto favorevole a tutte le proposte che arriveranno a dire e che diranno, di fatto, essendoci scritto in queste mozioni, che il deve sparire una volta per tutte dai nostri radar.
ENRICO MORANDO,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Voleva cambiare un parere, mi pare, vero? Allora, facciamolo subito.
ENRICO MORANDO,. No, il parere non volevo cambiarlo, però volevo proporre in omaggio all'osservazione che ho fatto sulla mozione che ha come primo firmatario Melilla, una soluzione diversa da quella proposta dalla mozione; qualora venisse accolta, allora il parere potrebbe essere favorevole.
PRESIDENTE. Va bene. Il proponente ha già detto che accetta. La ringrazio.
ENRICO ZANETTI. Grazie, Presidente. Il è stata una risposta ad una situazione di progressivo e veloce deterioramento della situazione economica e dei conti di molti Paesi; una risposta che poteva avere una sua efficacia, anche prospettica, nella misura in cui fosse stata accompagnata da un'altrettanta pervasività sul piano regolamentare, normativo e dei trattati, in ordine agli aspetti opposti a quelli che sono i vincoli, e cioè le opportunità che derivano dall'essere tutti soci di una casa comune, piuttosto che tutti padroni della propria piccola singola abitazione, e quindi gli aspetti di solidarietà, gli aspetti di mutualità, gli aspetti di opportunità, la concentrazione sulla crescita, con riguardo a quei Paesi all'interno dell'area euro che crescono sotto la media europea e per i quali è necessario prevedere forme di aiuto, piuttosto che, indipendentemente da questo fattore, forme di vincolo e di contenimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Intanto vorrei dire questo: nel parere che ha dato il Vice ministro ci sono molti elementi di ambiguità e io penso anche di ipocrisia politica, perché quando si dà il parere favorevole a una sola mozione, di fatto, con l'aggiunta di quella di Articolo 1-MDP e si nega il parere favorevole a mozioni che contengono principi e obiettivi simili, si fa un gesto di strumentalità politica e si evita di affrontare il merito. E questo da una persona seria come Il Vice ministro Morando non me lo sarei aspettato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guido Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Noi, oggi, per l'ennesima volta tentiamo, attraverso gli strumenti parlamentari che abbiamo, in questo ringrazio il collega Marcon, sostanzialmente, di fare un dibattito su un pezzetto dei problemi che abbiamo con l'Unione europea; parliamo del e, orgogliosamente, oggi, noi rivendichiamo il fatto che quel giorno il nostro movimento fu l'unico a votare contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà. Deputato Tancredi, si affretti, è il suo turno. Prego, deve fare le scale, eccolo, ci siamo.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Non rinuncio, ma sarò breve e non utilizzerò tutto il tempo che mi è concesso. Intanto, per annunciare che il nostro gruppo voterà la mozione a prima firma Rosato e firmata anche da noi e tutte le mozioni, comunque, che avranno il parere favorevole del Governo. Il nella narrazione di questi anni… potrei avere un bicchier d'acqua, per favore.
PRESIDENTE. Sì, con calma, con calma, per carità, che già abbiamo avuto dei precedenti, in quest'Aula.
PAOLO TANCREDI. Non si preoccupi.
PRESIDENTE. La prego, non si affretti, faccia con calma, tanto il suo intervento è più breve del previsto.
PAOLO TANCREDI. Condividiamo, quindi - e ci rimettiamo alla mozione di maggioranza -, tutte quelle misure e tutte le azioni che dovrà fare il Governo italiano in sede dell'Unione per arrivare a questo appuntamento della revisione del così come pensiamo sia impossibile non prevedere che il non entri all'interno dei trattati, seppur corretto. Da questo punto di vista, però, è bene anche fare alcune precisazioni. Il Governo Renzi, il Governo precedente è stato protagonista di una stagione di negoziato importante con l'Europa che ha portato alla revisione di importanti parametri, certo, forse, piccoli, al discorso della flessibilità, ebbene, quel Governo, nel momento in cui portava avanti questo forte negoziato ha rispettato i parametri legati agli impegni che il Governo italiano aveva preso anche nella firma di quel regolamento, del del - e via dicendo. Gli obiettivi di medio termine, seppur - come si dice nella mozione - evidentemente prociclici, in un momento in cui la crisi era già matura, noi li abbiamo comunque corretti, ma seguendo le procedure previste all'interno dei trattati e dei regolamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianni Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signora Presidente, nel dibattito generale sulla mozione abbiamo avuto modo di sviluppare le nostre convinzioni su questo importante tema, quindi mi limiterò in questo intervento innanzitutto a manifestare il mio apprezzamento per l'analisi che ci ha fornito il Viceministro Morando e per la scelta di non procedere all'incorporamento del nei Trattati europei, come Italia, e sostenere appunto una opposizione abbastanza coraggiosa e condivisibile. Naturalmente, ci aspettiamo poi una coerenza dei comportamenti rispetto a tutto ciò che caratterizza la scelta del nostro Governo nell'ambito europeo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia ha presentato la mozione Brunetta n. 1-01604 riguardante la vicenda del nella quale chiede di poter tornare all'impianto originale del Trattato di Maastricht e di intervenire, attraverso strumenti legislativi, mediante i quali poter lavorare per smontare una situazione generale che noi evidentemente vogliamo ribadire come una situazione grave che penalizza oggi il nostro Paese e che sostanzialmente ha determinato un sistema complessivo di vincoli che oggi mette un freno grave allo sviluppo dell'Italia; mette un freno grave anche alla prospettiva di risanamento dei conti pubblici e soprattutto pone un problema, come ricordava prima l'onorevole Melilla - rassicurandolo sul fatto che nessuno di noi ha intenzione di mettere in discussione l'Europa, non certamente il nostro gruppo - di fatto della disaffezione da parte dei cittadini nei confronti dell'Unione europea, determinata prioritariamente dalle vicende che caratterizzano i nostri cicli economici che dimostrano che tali vincoli sono insensati e irrazionali, con velocità diverse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Presidente, siamo qui oggi per parlare del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla nell'Unione economica e monetaria, conosciuto da tutti come e siamo qui proprio perché l'articolo 16 di questo Trattato dice che esso, entro i cinque anni dall'entrata in vigore del Trattato stesso, dovrà essere inserito, in base a una valutazione dell'esperienza maturata, all'interno dell'ordinamento giuridico dell'Unione europea, e la scadenza appunto coincide con quest'anno, il 2017.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
VINCENZO CASO. …rivedere completamente quali sono gli obiettivi dell'Unione europea e facciamolo chiedendolo alle persone
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fanucci. Ne ha facoltà.
EDOARDO FANUCCI. Grazie Presidente. In quest'occasione parliamo del e, riprendendo le parole dell'onorevole Caso, ho un'immagine del suo intervento: il periodo 2013-2017, questi cinque anni alla fine dei quali spetta anche a noi, in questa sede, grazie alla discussione sulle mozioni in esame, dover trarre conclusioni sul Trattato e sui trattati ai quali il è collegato. E tali conclusioni non possono essere positive. Il tagliando che noi andiamo a fare oggi al a cinque anni dalla sua introduzione, è un tagliando che vede più ombre rispetto alle luci. Noi vogliamo segnalarlo con un intervento dal forte valore politico e simbolico, un segnale chiaro all'Europa che non ci piace, che il non può entrare, così com'è oggi, nell'ordinamento giuridico dell'Unione europea che deve trarre le conseguenze da questa nostra conclusione, deve adeguare gli strumenti e modificarli che non significa cancellarli, non significa uscire dall'Europa, non vuol dire che noi ce ne andiamo via a gambe levate da questo sistema. Noi questo sistema lo vogliamo cambiare dalle fondamenta.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO MORASSUT. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT. Grazie, Presidente. Quanto è accaduto, questa notte, nel quartiere di Centocelle a Roma, lascia sgomenti. Una bottiglia incendiaria lanciata contro un camper che sostava nel parcheggio di un centro commerciale ha ucciso una ragazza di vent'anni e due bambine di otto e quattro anni, di origine rom. Elisabeth, Angelica e Francesca, vivevano in quel camper insieme ai genitori e ad altri otto fratelli e sorelle. Un gesto inequivocabilmente doloso, come da poco confermato dalle autorità inquirenti che dovranno accertarne la matrice; assicurare alla giustizia il colpevole di questa orribile strage spetta alla magistratura che dovrà accertare se si è trattata di una vendetta interna alla comunità rom o di un atto di razzismo, ma, certo, non possiamo tacere il clima entro un cui questo atroce delitto si consuma, la marginalità in cui è costretta a vivere la maggior parte delle persone rom nella capitale e, spesso, in tutt'Italia.
PRESIDENTE. La Presidenza si associa al cordoglio per la morte di queste tre ragazzine. Veramente, mi auguro che presto venga fatta chiarezza su quanto accaduto.
VINCENZO CASO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Presidente, nel DEF di quest'anno abbiamo avuto una novità che è quella degli indicatori di benessere sostenibile. Fin dall'inizio abbiamo avuto dubbi sull'applicazione di questi strumenti, nel senso che, pur condividendo l'idea, il metodo con cui è stato fatto è stato sicuramente molto strano, nel senso che il Governo ha utilizzato degli indicatori che sembravano più fatti per far bella figura, diciamo così, che non con una seria analisi scientifica ed economica. In particolar modo, nei giornali di oggi, ritroviamo un articolo a firma Franco Mostacci, in cui ci dice di un errore che è stato compiuto all'interno del DEF, in particolar modo per il fatto che è stato fatto un confronto; il MEF metteva a confronto il reddito medio disponibile pro capite a prezzi correnti, quindi, includendo l'inflazione, con il PIL pro capite a prezzi costanti, quindi, praticamente facendo un confronto fra due indicatori assolutamente impari.
PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. Intervengo per sollecitare una risposta a una mia interrogazione parlamentare, la n. 4-16366, in merito alla truffa perpetrata sulle tariffe dell'acqua della regione Calabria e della Sorical Spa a danno dei comuni e di tutti i cittadini calabresi. Nessun adeguamento tariffario poteva essere applicato ai comuni calabresi da parte di Sorical, ciò nonostante, al 31 dicembre 2008, l'aumento applicato ai comuni calabresi è stato del 22 per cento per l'acqua fornita a gravità e del 26 per cento per l'acqua fornita per sollevamento. Nel luglio del 2009, la Corte costituzionale emette la sentenza n. 246 con la quale ribadisce, rispondendo anche ad un ricorso della stessa regione Calabria, che la disciplina della tariffa del servizio idrico integrato è competenza legislativa esclusiva dello Stato. La Corte dei conti, inoltre, della Calabria, in una famosa relazione, evidenzia l'errata conversione della tariffa iniziale da lire in euro e la mancata applicazione di una delibera regionale che avrebbe fissato la tariffa iniziale a prezzi più bassi di quelli previsti nella convenzione di affidamento, con relativo maggiore fatturato per la società. I responsabili politici di questa truffa non solo sono a piede libero, anzi, oggi ricoprono importanti poltrone nella politica calabrese.
EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Grazie, Presidente. A Milano, per la terza volta in pochi giorni, un circolo del Partito Democratico, il circolo Venturini, dopo che già era successo al circolo Vicentino e al circolo Fratelli Cervi, è stato vandalizzato, imbrattato con delle scritte, deturpato e danneggiato. Noi a Milano, insieme alla giunta, perseguiamo una linea politica che tiene insieme diritti e doveri, accoglienza e sicurezza, non ci faremo intimidire da chi vuole farci tornare indietro, con la violenza, da questa idea di governo dei problemi. Non ci faremo intimidire da chi pensa, con una scritta, di volerci far cambiare idea. Chiediamo alle autorità inquirenti e alle forze dell'ordine, rapidamente, di individuare coloro che si sono macchiati di questo ennesimo atto di violenza contro la democrazia .
PRESIDENTE. Esprimo la solidarietà della Presidenza al Circolo che è stato colpito da questa violenza.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.