PRESIDENTE. La seduta è aperta.
RICCARDO FRACCARO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Carbone, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Fico, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Laforgia, Marcon, Piccoli Nardelli, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Tabacci, Velo e Venittelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 4144-A: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette; e delle abbinate proposte di legge nn. 1987-2023-2058-3480.
ENRICO BORGHI, . La ringrazio, signor Presidente. Tenuto conto del fatto che questa mattina si è riunito il Comitato dei nove e ha proposto una nuova riformulazione di alcuni emendamenti relativi all'articolo 2, le vorrei chiedere di riprendere i nostri lavori da dove ci siamo interrotti ieri sull'articolo 5, segnatamente dall'emendamento busto 5.416 e successivi, mantenendo l'accantonamento dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti.
PRESIDENTE. Va bene, riprendiamo l'esame dell'articolo 5, i pareri sono stati resi ieri.
ENRICO BORGHI. Grazie, Presidente. Tenuto conto del fatto che stiamo riprendendo i lavori sull'articolo 5 e che questo articolo ha introdotto, grazie al lavoro proficuo della Commissione e del Comitato dei nove, uno dei passaggi salienti di questa proposta di riforma di legge, che peraltro è stato anche oggetto di un ampio dibattito nel Paese - su questi temi abbiamo sentito numerose prese di posizione da parte di portatori di interessi, associazioni, mondo della cultura, mondo delle istituzioni, mondo dell'informazione, che si è interessato a lungo rispetto a questo tema -, noi stiamo entrando all'interno di un passaggio discriminante della concezione culturale che ci ha portati sin qui ad esprimere diverse prese di posizione e anche diversi voti.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ENRICO BORGHI. In particolare nella riformulazione - e mi avvio alla conclusione, signor Presidente - dell'emendamento Venittelli noi abbiamo precisato che le regioni debbono attribuire una priorità - nell'affidamento e nella pianificazione delle risorse dei POR - proprio all'attuazione di questo articolo. Riteniamo quindi assolutamente coerente l'articolo 5 con la nuova riformulazione dell'articolo 2; e in questo senso approfitto della circostanza per esprimere l'auspicio che la Commissione bilancio, tenuto conto del fatto che abbiamo risolto i problemi che ci erano stati sollevati, possa finalmente licenziare il testo finale di quel tipo di emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Presidente, con questo emendamento 5.86 si mira a risolvere la situazione che si determina a seguito dell'attuale procedura che prevede l'approvazione del regolamento solo a seguito dell'approvazione del piano del parco, con tempi spesso lunghissimi. In pratica, al comma 1, lettera numero 5), capoverso comma 6, aggiungere in fine i seguenti periodi: in attesa del regolamento definitivo l'Ente parco può approvare regolamenti stralcio per la disciplina di materie specifiche e omogenee per tipologia e problematiche, al fine di garantire un'immediata gestione e un efficace controllo, anche prevedendo le opportune sanzioni. I regolamenti stralcio devono essere coerenti con le norme di salvaguardia e, a seguito dell'adozione del piano del parco, con le disposizioni di questo. I regolamenti di stralcio sono approvati con la procedura del regolamento prevista dal presente articolo e, salvo eventuali modificazioni, vengono in esso ricompresi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PIETRO LAFFRANCO. Sollecitato da tutti, intervengo per illustrare brevemente questo emendamento, che è un po' in linea con altri emendamenti che noi abbiamo presentato, Presidente, perché numerosi enti locali hanno manifestato il loro disappunto per lo scarso coinvolgimento in una serie di decisioni che riguardano il proprio territorio. E, quindi, il nostro emendamento, per non essere lunghi, mira, appunto, a reintrodurre il coinvolgimento degli enti locali, introducendo l'intesa con questi stessi, purché, naturalmente, facciano riferimento al territorio interessato. A nostro avviso, è un emendamento migliorativo, che non stravolge il senso delle norme e meritava, secondo noi, un parere diverso, e quindi favorevole, da parte sia del relatore che del Governo, ma vedo che non si manifesta questa attenzione nei confronti degli enti locali. Dovremo riferire di nuovo, nei colloqui che abbiamo con i comuni, come la maggioranza e il Governo non siano per nulla intenzionati a coinvolgerli nei processi decisionali, lasciandoli soltanto ai gestori degli enti parco, e quindi a quegli organi che sono non eletti, ma nominati, in linea con il momento e la moda di questo periodo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. In presenza delle aree contigue, che sono quei territori antistanti i parchi, è fondamentale, appunto, l'adozione di misure di mitigazione delle attività più impattanti in particolare nei confronti della fauna selvatica, che nel parco trova un'importante possibilità di sostentamento, rifugio e riproduzione. Nello stesso tempo, occorre evitare che il territorio del parco stesso venga ridotto a ruolo equivalente a quella zona di ripopolamento del parco stesso e venga ridotto a suolo di cacciatori. Il territorio del parco non può essere una cittadella sotto l'assedio dei fucili né deve essere ostacolata la capacità di relazione degli animali selvaggi che si sono riprodotti nell'area protetta. Aprire la caccia nelle aree contigue significa, innanzitutto, fare entrare le doppiette all'interno del parco stesso, con il rischio di alterare l'equilibrio della biodiversità ivi presente e di non raggiungere la protezione degli animali protetti da convenzioni internazionali; in secondo luogo, ostacolare il radicamento di diverse specie che si sentirebbero in tal modo minacciate e, in terzo luogo, appunto, incentivare di fatto il fenomeno del bracconaggio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Anch'io penso che questo sia un opportuno aiuto a rendere migliore questa proposta di legge. L'emendamento infatti parla delle aree contigue ai parchi ed è del tutto evidente che le aree contigue servono, anche dal punto di vista della gestione della fauna, a fare in modo che le specie, che ovviamente non conoscono i limiti geografici e i confini fatti dagli uomini, possano liberamente circolare in una zona ambientalmente definita. Allora, quello che noi chiediamo è che anche nelle aree contigue sia previsto il divieto di caccia, perché ovviamente altrimenti noi correremmo il rischio che le aree protette diventino una specie di zone di ripopolamento per quanto riguarda i cacciatori, che si possono appostare ai confini del parco e poi cominciare la strage degli animali. Dunque, noi chiediamo che questo divieto venga esteso anche alle aree contigue.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Mi unisco a quanto detto dai miei colleghi nel fare notare l'importanza di questo emendamento. Le aree contigue sono aree che noi possiamo definire, ma che di fatto non può definire la fauna. La fauna vive nelle aree del parco e questa è una delle ultime zone dove sopravvive, con un ecosistema ricco e capace di ospitare la fauna selvatica. Questo confine immaginifico e immaginario che c'è tra l'area protetta e l'area contigua ovviamente è un nostro sistema di divisione e l'animale non può certo saperlo. Noi non vogliamo che le aree contigue diventino semplicemente delle zone di ripopolamento e cattura. Su questo mi permetto anche di chiedere alla maggioranza ma anche all'altra parte, agli esponenti vicini al nuovo Partito Animalista fondato anche da Berlusconi, di prendere una decisione chiara in questa direzione, votando favorevolmente su questo emendamento.
SERENA PELLEGRINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per dire che sottoscrivo l'emendamento del collega Zaratti dal momento che il mio sono stata costretta a non segnalarlo, visto che l'accordo era di presentare solo un certo numero di emendamenti.
ENRICO BORGHI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Grazie, signor Presidente. Sono costretto a dovere ribadire all'Aula il contenuto delle mie osservazioni sul punto già riferite ieri e che evidentemente non sono state colte o probabilmente non sono stato in grado di spiegarmi. Noi stiamo parlando della riforma della legge n. 394 del 1991 e, cioè, la legge di riforma dei parchi. Questi interventi mirano, surrettiziamente o esplicitamente, in realtà a modificare un'altra normativa, che è la legge n. 157 del 1992 che regola l'attività venatoria nel nostro Paese. La Commissione, dopo un lungo dibattito e recependo il lavoro fatto dal Senato, ha ritenuto di doversi mantenere nel solco dell'impostazione originaria e, cioè, non quella di riaprire una discussione infinita sul significato, la regolamentazione e l'esercizio dell'attività venatoria nel Paese, quanto, invece, sulla regolamentazione all'interno delle aree protette e su questo punto ha mantenuto l'impianto originario della legge n. 394, perché - lo vorrei chiarire in particolare - quando si parla di aree contigue e di enti parco nazionale - l'ho detto ieri e lo ribadisco oggi - stiamo parlando esclusivamente di un'area nel nostro territorio nazionale, che è l'area contigua dell'ente Parco Cilento e Vallo di Diano istituita nel 2001 dalla regione Campania.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Solo per risottolineare quello che abbiamo fin qui chiarito ovvero che trovandosi in aree contigue, noi cerchiamo di mitigare il più possibile la presenza di cacciatori anche in queste aree, perché crediamo che sia fondamentale la presenza di mitigazione dell'attività più impattante sull'area del parco, in particolare nei confronti della fauna selvatica che nel parco trova una importante area di sostentamento, rifugio e riproduzione. Con questo emendamento vogliamo ridurre ancora di più questa attività all'interno del parco e nelle zone contigue, vorremmo avere una zona di ripopolamento e non di cattura nella quale la fauna selvatica è ad esclusiva disposizione dei cacciatori.
ENRICO BORGHI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Presidente, ieri l'Aula si è lungamente esercitata attorno al tema delle estrazioni petrolifere nei parchi. Segnalo ai presentatori, che segnatamente ieri hanno contestato il relatore e la maggioranza di avere applicato una regolamentazione che vieta, fatte salve alcune condizioni, l'estrazione degli idrocarburi nei parchi, che, se noi approvassimo questo emendamento, ripristineremo o creeremo le condizioni giuridiche per l'esercizio dell'attività di prelievo di idrocarburi all'interno dei parchi, perché leggo testualmente: “nel regolamento del parco sono inoltre previste misure di disciplina delle attività estrattive”. Va da sé che, se io disciplinino le attività estrattive, le autorizzo. Quindi, inviterei a ritirarlo quanto meno per una coerenza rispetto a tutto quello che ci siamo sentiti dire ieri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Vogliamo che passi un concetto, adesso, a prescindere dal fatto che si applichi alle aree contigue di un solo parco nazionale. Però delle linee generali, una rivisitazione delle norme, direi che dopo svariati anni possiamo anche metterla in piedi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Al di là delle questioni di lana caprina su come è scritto un emendamento, su quali sono le parole, la questione è di volontà politica perché la forma si trova, basta modificarla, si cerca di trovare una riformulazione che vada nella direzione corretta, che è quella di evitare che nelle aree contigue si possa esercitare la caccia.
ERMETE REALACCI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente, noi facciamo delle leggi che poi ci servono anche per lavorare nei territori. Io vorrei che fosse chiaro a tutti i colleghi che la norma che abbiamo approvato ieri vieta le trivellazioni nuove nei parchi e nelle aree contigue. Questa norma permette di farle se regolamentate. Invito i colleghi alla coerenza perché questo è un enorme passo indietro che non consentirebbe a quelli di noi che stanno sul territorio di andare nel Vallo di Diana, nei parchi, eccetera, a dire che sono contro le trivellazioni e sono per la regolamentazione; è un'altra cosa. Cerchiamo anche di valorizzare i risultati ottenuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Devo dire che per quanto riguarda la formulazione di questo emendamento sul punto relativo alla disciplina delle attività estrattive io credo abbia ragione il relatore e abbia ragione il presidente Realacci. Naturalmente l'intenzione dei proponenti è di migliorare un testo, ma su queste invece lo peggioriamo significativamente, perché è del tutto evidente che se assegniamo al regolamento del parco la possibilità di disciplinare attività estrattive nei parchi e nelle aree contigue, queste devono essere previste. Invece, anche alla luce delle della battaglia che molti di noi hanno fatto nella giornata di ieri intorno alla possibilità di vietare in modo definitivo e totale le attività estrattive all'interno delle aree protette, io credo che questa parte debba essere eliminata.
PRESIDENTE. Sì, si può fare, perché sono due concetti autonomi, quindi possiamo votarlo per parti separate.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, mi pare che qui non vi sia più la problematica di prima; voglio appunto capire se cambia l'argomento, anche perché è stata citata - tra gli organi di controllo che parteciperanno - l'ISPRA. Però, anche qui, non facciamo come con l'Anac, cui cerchiamo di dare adesso tutti i ruoli. Infatti, se diamo dei ruoli a questi enti, comunque sottoposti al controllo dello Stato, che forniscono un servizio ai cittadini, dobbiamo dargli anche i fondi per fare questi controlli, dobbiamo dargli il personale per fare questi controlli, e il personale adatto. Allora dobbiamo iniziare a capire se vogliamo farle realmente le cose o se facciamo semplicemente delle dichiarazioni- anche all'interno delle leggi- di forma. Credo che ciò sia fondamentale, visto che stiamo attenti a qualunque tecnicismo degli emendamenti, stiamo attenti a qualunque cosa, e mi chiedo se i relatori abbiano verificato se effettivamente, per esempio, ISPRA potrà dare fattivamente una mano senza avere alcun finanziamento (con i bilanci che si trovano in questo momento, col fatto che non hanno neanche il personale per riuscire a far uscire le agenzie, il sistema agenziale, su tutto il territorio nazionale a fare i controlli). Queste sono cose fondamentali: come possiamo pensare che aiutino nei controlli - anche per regolamento del parco - piuttosto che nella regolazione della caccia? Allora, chiediamo sicuramente che ci sia una tutela delle aree parco e delle aree contigue rispetto alla caccia e alla pesca, perché questa tutela è fondamentale per il nostro territorio, per l'ecosistema e per la sua sostenibilità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ENRICO BORGHI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, . Presidente, intervengo per segnalare all'Aula che, qualora venisse approvato questo emendamento, si consentirebbe la ricerca di idrocarburi nelle aree contigue.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Presidente, ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.250 Pellegrino, sul quale i pareri sono contrari. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Presidente, con l'emendamento 5.87 Terzoni chiediamo due sostanziali ragioni: la prima, che si limiti l'apertura delle aree contigue ai soli soggetti residenti nei comuni del parco dell'area contigua, perché sono coloro che nell'istituzione appunto del parco hanno più fortemente avvertito il divieto dell'attività venatoria, trattandosi del loro tradizionale territorio; la seconda, che l'apertura a tutti i soggetti aventi facoltà di accesso all'ambito territoriale di caccia comprenda l'area contigua di caccia. Essa appare impropria, e perciò viene soppresso, dal momento che l'argomentazione dell'attività venatoria ha l'unico scopo di garantire la conservazione della fauna del parco. D'altro canto, la presenza della regione assicura l'equilibrio dando regolamentazione. Estendere la possibilità della caccia nelle aree contigue a tutti i cacciatori significa distruggere totalmente l'equilibrio degli animali all'interno del parco, che sarebbero assediati dai fucili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Brevemente, Presidente, per dire che noi voteremo contro questo emendamento, non perché siamo contro, nello specifico, all'emendamento, perché in sede di discussione in Commissione l'abbiamo introdotto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Credo che questo possa essere un grandissimo passo avanti se fosse approvato dall'Aula, perché prevede che nelle aree contigue dei parchi si possa creare una vera rete ecologica, che presenti peculiarità ambientali e faunistiche da salvaguardare non solo in base a quanto previsto dall'articolo 32 della presente legge, ma anche dalle direttive “Habitat” e “Uccelli”. Si verrebbe a creare una sorta di cintura, che permette il passaggio tra le aree protette e le aree non protette di contiguità e che non ci sia soltanto un unico parco in tutta Italia che lo possa prevedere. In questo modo abbiamo salvaguardato anche le aree protette da quella linea di demarcazione che non debba essere solo ed esclusivamente una sorta di linea politica, ma che sia anche una linea naturale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Qui chiediamo che il parere dell'ISPRA sia vincolante per quanto riguarda le decisioni soprattutto sul regolamento, la parte dell'attività venatoria, perché, se chiediamo agli ambiti territoriali di caccia, la regione e l'Ente parco, rischiamo di avere uno sbilanciamento verso chi è a favore, magari, della caccia, essendoci l'ambito territoriale di caccia, ma non abbiamo rappresentato l'organo scientifico, che dovrebbe darci anche i parametri su cui basare un'eventuale caccia all'interno dei parchi, a cui noi siamo contrari, ma che almeno sia un parere vincolante quello dell'ISPRA, altrimenti rischiamo che inserirlo solamente rimanga sempre un esercizio di stile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate .
ENRICO BORGHI, Presidente, su tutti invito al ritiro, fatto salvo l'emendamento 6.206 Venittelli se riformulato.
ENRICO BORGHI, Devo leggerlo o è in distribuzione?
PRESIDENTE. Ci legga la riformulazione.
ENRICO BORGHI, La riformulazione è la seguente, leggo tutto l'articolo: “In presenza del piano del parco e del regolamento del parco approvati e vigenti, le cui previsioni sono state recepite dai comuni nei rispettivi strumenti urbanistici, gli interventi di natura edilizia da realizzare nelle zone di cui all'articolo 12, comma 2, lettera sono autorizzate direttamente dagli enti locali competenti, salvo che l'intervento non comporti una variazione degli strumenti urbanistici vigenti, dandone preventiva comunicazione all'ente parco, che, entro trenta giorni, può esprimere il proprio motivato diniego”. Viene cassato il periodo: “in caso di non conformità il direttore del parco annulla il provvedimento autorizzatorio entro trenta giorni dal ricevimento”.
SILVIA VELO,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. L'articolo 6 e, in particolare, l'articolo 10 superano, appunto, il meccanismo del silenzio-assenso nel rilascio del nullaosta da parte dell'ente parco per intervenire all'interno del parco e si prevede che decorsi sessanta giorni dalla richiesta del nullaosta, prorogabili di ulteriori trenta giorni da parte del direttore, l'interessato possa agire dinanzi al TAR competente per chiedere l'accertamento dell'obbligato dell'amministrazione di provvedere, ai sensi del articolo 31, previste specifiche forme di pubblicità sia in caso di rilascio che di diniego del nullaosta.
PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce.
SALVATORE MICILLO. …e rende la legge anche per il futuro indipendente dalle variazioni che dovrebbero intervenire.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Ritiro i miei due emendamenti 6.402 e 6.403.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.12 Castiello.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Questo emendamento intende ripristinare quella che è la formula del silenzio-assenso per quanto riguarda il rilascio dei nullaosta da parte degli enti parco, che era già prevista nella legge n. 394 del 1991. Questa riforma, invece, ne prevede l'ingiustificata soppressione. Parliamo di rilascio di concessioni che riguardano autorizzazioni, quindi impianti e interventi da attuare all'interno dei parchi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Su questo emendamento noi votiamo contro proprio perché siamo fermamente convinti che il silenzio-assenso abbia prodotto negli anni la devastazione, purtroppo, del nostro patrimonio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Vogliamo anche noi dire che siamo contrari a questo emendamento, perché col silenzio-assenso rischiamo che magari una mancanza di personale e di tempo dell'amministrazione pubblica, come all'interno dell'ente parco, conducano allo sfruttamento errato del territorio. Quindi, sembra quasi un giochetto fatto apposta: da una parte depotenzio le amministrazioni, gli enti pubblici e gli enti di controllo; dall'altra, do il silenzio-assenso; a questo punto è anarchia totale. Nessuno può controllare, stare dietro - per esempio, le soprintendenze - a tutte le richieste, e automaticamente tutto viene avallato e tutto viene mandato avanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Questo concetto, questo istituto, del silenzio-dissenso è talmente orribile sotto il profilo giuridico da non dover nemmeno essere presentato in quest'Aula. Significa che l'amministrazione può facilmente disinteressarsi di tutto e ciò va contro una serie di risultati della giurisprudenza e della dottrina che sono codificati nel nostro ordinamento sul piano pratico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SIMONE VALIANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE VALIANTE. Per sottoscrivere l'emendamento, grazie.
PRESIDENTE. Sta bene. Venittelli accetta la riformulazione? Sì, bene.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, volevo chiedere se poteva essere riletta la riformulazione.
PRESIDENTE. Prego, la parola al relatore Borghi.
ENRICO BORGHI, . La proposta è di abrogare il periodo finale, di cui do lettura: “In caso di non conformità, il direttore del parco annulla il provvedimento autorizzatorio entro 30 giorni dal ricevimento”; e di sostituirlo, dopo le parole “dandone preventiva comunicazione all'ente parco”, con le seguenti parole: “entro 30 giorni può esprimere il proprio motivato diniego”. Questo in considerazione del fatto che non rientra fra i poteri della direzione del parco annullare un provvedimento autorizzatorio, che è competenza dall'amministrazione comunale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate .
ENRICO BORGHI, . Presidente, parere favorevole sugli identici emendamenti 7.2 Zaccagnini e 7.3 Laffranco, a pagina 36 del fascicolo, per gli altri invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Quindi, questo è l'unico parere favorevole, sul resto vi è per tutti un invito al ritiro o parere contrario. Il Governo?
SILVIA VELO,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.8 Castiello. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Presidente, l'articolo 7, in particolare questo emendamento, il 7.9 Terzoni, circoscrive l'obbligo di indennizzo per i danni provocati dalla fauna selvatica ai soli eventi che si verificano nei confini del parco, e prevede che l'ente parco istituisca a tal fine un apposito capitolo di bilancio. Come dicevo, l'emendamento 7.9 Terzoni, che modifica l'articolo 15 della legge parchi, precisa che l'ente parco è tenuto ad indennizzare i danni provocati dalla fauna selvatica all'interno del parco, non già dalla fauna selvatica del parco, come prevede appunto la disciplina vigente. L'emendamento intende ulteriormente circoscrivere l'obbligo di indennizzo alle attività agricole e produttive.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate .
ENRICO BORGHI, . Presidente, per quanto riguarda l'articolo 8, c'è un parere favorevole sugli identici emendamenti 8.6 Bargero e 8.76 Castiello, a pagina 43.
PRESIDENTE. Sul resto parere contrario?
ENRICO BORGHI, . No, ce ne sono degli altri.
PRESIDENTE. Allora andiamo avanti.
ENRICO BORGHI, . Benissimo. La Commissione esprime sull'emendamento 8.206 Castiello parere favorevole con riformulazione di cui do lettura: “al comma 1, capoverso 1-, sopprimere le parole: in sede di prima applicazione;
SILVIA VELO,. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.73 Castiello, a pagina 37.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Siamo giunti al cuore del provvedimento perché la novità eclatante che si trova nella riforma è l'imposizione di fatto delle cioè stiamo parlando praticamente di una tassa che grava su tutti i canoni concessori. Quindi mi riferisco alle concessioni idroelettriche, alle attività estrattive, ai passaggi di oleodotti e metanodotti, a tutti i beni demaniali, quindi a tutte le attività che già di fatto sono esistenti all'interno dei parchi e che già danno un contributo ambientale per il recupero della naturalità. C'è stato un emendamento proposto dal relatore in Commissione che ha trasformato questa statuizione in attivandola per gli anni successivi: sappiamo che lo scopo è trovare risorse che debbono servire per i finanziamenti dei parchi ma tuttavia si tratta anche di incrementare i fondi ministeriali per le aree protette. Quindi si va a determinare una centralizzazione che sicuramente va a danno degli enti concessori all'interno dei parchi perché riteniamo che l'autofinanziamento stesso dei parchi deve avvenire attraverso lo sviluppo del turismo sostenibile e quindi anche promuovendo i prodotti tipici del luogo. D'altronde questi oneri aggiuntivi creano un aumento di costo proprio sulla produzione e la gestione delle attività presenti all'interno dei parchi creando una fortissima discriminazione tra gli operatori del settore e, quindi, diminuiscono anche la redditività di società che operano all'interno e che operano sul mercato. Quindi si crea una paralisi forte della concorrenza tra le varie società. Inoltre tale circostanza disincentiva proprio gli investimenti che sono finalizzati al miglioramento degli impianti che sono già presenti e quindi anche al raggiungimento dei traguardi ambientali secondo le migliori tecnologie disponibili.
ENRICO BORGHI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, . Grazie, Presidente. Ringrazio la collega Castiello della presentazione dell'emendamento 8.73 che ci consente .di illustrare all'Aula la con la quale si è pervenuti alla determinazione dell'articolo 8 e, in particolare, al lavoro di modifica che la Commissione ha esercitato rispetto al testo che ci è stato trasmesso dal Senato, il quale ha introdotto all'interno di questo corpo giuridico un principio molto importante cioè il fatto che i titolari di concessioni derivanti dallo sfruttamento di risorse naturali all'interno delle aree protette siano tenuti a corrispondere in funzione dell'impiego per finalità di mercato del capitale naturale che è loro concesso tant'è vero che il fondamento giuridico sulla base del quale il legislatore intende applicare questo tipo di contribuzione è il titolo di concorso alle spese per il recupero ambientale e della naturalità. Quindi vi è un nesso causale molto stringente tra l'imposizione fiscale che viene richiesta e la valorizzazione e la tutela e la riproducibilità del capitale naturale ad essa sottesa.
PRESIDENTE. Prima di indire la votazione, saluto studenti e docenti dell'Istituto comprensivo Via Casale del Finocchio di Roma che seguono i nostri lavori dalle tribune . Dichiaro aperta la votazione…Revoco l'indizione della votazione.
FILIBERTO ZARATTI. Presidente, mi scuso io perché mi sono prenotato in ritardo: non è una sua responsabilità.
PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore!
FILIBERTO ZARATTI. Non perché non sia giusto, Presidente, il fatto che ovviamente chi è titolare di una concessione all'interno dell'area protetta possa contribuire - diciamo così - al danno anche ambientale che sta causando a quell'aria protetta e alla natura che in quel momento è tutelata e conservata da una legge dello Stato, ma perché è del tutto evidente che il meccanismo potrebbe diventare un meccanismo assolutamente distorto: destinare la vita delle aree protette dei parchi all'introito relativo alle . L'ente gestore non avrebbe più interesse a tutelare la natura e la conservazione della biodiversità in molti casi, proprio perché ha bisogno di quei danari e di quei soldi che deriverebbero dalle . Si genererebbe un meccanismo sbagliato, un corto circuito, che fondamentalmente non determina il fatto che l'ente parco possa liberamente e autonomamente svolgere le funzioni alle quali la legge lo demanda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo è un altro dei punti sostanziali di questa legge, uno dei punti che ci ha fatto discutere moltissimo, perché non è questione soltanto di essere degli ambientalisti o meno, ma di tenere al nostro capitale naturale. Io penso che, se i parchi fossero delle banche, noi li avremmo già salvati più e più volte. In realtà, invece, questo è semplicemente un capitale naturale. Non ci sono compensazioni, in prima battuta, che possano comunque dare e restituirci il capitale naturale che costoro, con molta disinvoltura, vanno a erodere. Noi abbiamo mangiato tutti gli interessi in questi settant'anni e adesso stiamo veramente erodendo pezzi enormi di capitale. Non ci sono compensazioni - lo dicevo prima -, perché purtroppo che cosa accade?
PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore!
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Mi dispiace che i colleghi non siano così interessati a questo argomento. Poi dopo, quando si ritrovano sul territorio e i sindaci si arrabbiano e dicono che in questo Parlamento non si fanno delle leggi a favore del territorio, hanno ragione e in questo momento anche loro sono particolarmente disattenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, ribadisco che su questa questione delle noi stiamo andando a vedere ciò che riguarda i titolari di concessioni di derivazione d'acqua, i titolari di autorizzazione all'esercizio di attività estrattive, i titolari di concessioni di coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, i titolari di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, i titolari di autorizzazione all'esercizio di oleodotti e metanodotti, i titolari di concessioni per pontili per ormeggio imbarcazioni, insomma stiamo andando a vedere tutte quelle concessioni all'interno dei parchi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Consentitemi solo di esprimere una considerazione di massima riguardo alla parola “capitale”, “capitale naturale”. Noi adesso affronteremo nel merito, con i nostri emendamenti, il concetto che è stato espresso, perché riteniamo che possa essere migliorato. In questo concordo con quanto detto poc'anzi dai colleghi e dal collega De Rosa, ma la parola “capitale naturale” io non riesco proprio a mandarla giù. “Capitale” è un concetto che si connette bene a un capitale economico, a del denaro, qualcosa di reversibile, un processo; ma quando parliamo di un processo naturale, la parola “capitale” non è efficace, perché crea una metafora illusoria: che tu possa sostituire un processo, ripristinare un processo naturale ripagandolo con un capitale, compensandolo con una . E questo è falso, perché un servizio ecosistemico ha dei tempi di riproduzione, dei tempi di creazione, e anche una sua caratteristica di insostituibilità, perché fornisce servizi indispensabili per la nostra sopravvivenza: ciò rende impossibile una sua valutazione in termini economici e una sua compensazione con il concetto di . Questo in generale; dopo nello specifico con gli emendamenti.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
MIRKO BUSTO. Questo emendamento modifica l'impostazione che è stata portata avanti anche poi con il lavoro in Commissione, che è stato comunque migliorativo. Chiede in particolare di destinare l'80 per cento dei proventi delle al Fondo nazionale, e soltanto il 20 per cento invece ai PAI, ai parchi nello specifico. Questo appunto per evitare di mettere il parco nella condizione di essere più “morbido” nell'accettare possibili interventi, impianti che possono produrre danni all'ambiente, per ottenere dei fondi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SALVATORE MICILLO. Siamo sull'emendamento 8.208, giusto, Presidente?
SALVATORE MICILLO. Questo emendamento è anch'esso una parte di un emendamento precedente ed è finalizzato ad evitare, per quanto possibile, che gli enti gestori, nella loro azione di contrasto nei confronti di attività autorizzate e impianti esistenti che producono o possono produrre danni all'ambiente, vengano condizionati dalla prospettiva di ottenere delle entrate.
ENRICO BORGHI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Presidente, ringrazio il collega Micillo perché dà l'occasione di potere precisare all'Aula un aspetto significativo che va proprio nella direzione di evitare il rischio da lui paventato. La modifica introdotta dalla Commissione introduce un Fondo perequativo al quale conferiscono i gettiti derivanti dall'applicazione di questa norma e sulla base del quale il 70 per cento degli oneri derivanti verranno attribuiti in sede centrale e suddivisi in via perequativa ai parchi e solo un 30 per cento rimarrà al parco interessato. Questo, a nostro giudizio, evita l'innesco di quel meccanismo al quale il collega faceva riferimento e, quindi, in questo senso l'invito al ritiro va nella direzione di ritenere già esaustivo il lavoro compiuto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. Questo emendamento fissa un limite per le centrali a biomasse all'interno dei parchi che stanno devastando tutto il Paese e con questo emendamento prevediamo una potenza massima di 500 chilowatt e un raggio di approvvigionamento delle biomasse di 10 chilometri. Ovviamente, diamo la possibilità agli impianti esistenti di adeguarsi nell'arco di due anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, le centrali a biomasse possono avere anche un senso se, appunto, svolgono la funzione di smaltire qualcosa, prodotto localmente soprattutto per autoconsumo. Il problema è che si sono gonfiate e spesso si sono fatte grosse centrali grazie anche agli incentivi. Adesso chiedere che almeno all'interno dei parchi ci sia un limite, che credo abbiamo lasciato anche molto largo, e che si vada verso una riduzione delle centrali più grosse all'interno dei parchi, è fondamentale, anche perché spesso queste centrali, come ha già ben detto il mio collega, ammazzano l'agricoltura. Con gli incentivi che si danno alla centrale è talmente conveniente questo che pago il contadino affinché produca qualcosa per la centrale e non produca più qualcosa che magari era un prodotto tipico, un qualcosa di peculiare del territorio, mantenendo una certa sostenibilità anche della zona e una tradizione. Quindi, queste centrali sovradimensionate e sovraincentivate rischiano di uccidere il nostro territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Per sostenere questo emendamento del collega Parentela. Anch'io sono convinto che le centrali a biomasse, se al servizio delle piccole comunità, possono essere assolutamente positive, ma il fatto però che l'approvvigionamento possa avvenire su una proposta di filiera corta credo che sia fondamentale. La filiera corta, da questo punto di vista, è assolutamente strategica, perché la centrale a biomasse che può approvvigionarsi nell'intorno del territorio in cui è collocata, ovviamente può mettere in moto anche un meccanismo assolutamente virtuoso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Sono d'accordo con quello che è stato detto poc'anzi. Il concetto è: qual è la funzione prioritaria del parco? Certamente è tutelare una risorsa naturale, tutelare la biodiversità, quindi in quest'ottica, nell'ambito delle attività che si svolgono dentro al parco, si può pensare di fare un'attività di recupero energetico e di produzione di biomassa. Si può pensarlo, ma questa attività deve essere subordinata alla funzione principale del parco che è quella di proteggere la risorsa naturale. E per fare questo, e per rallentare, fermare anzi, le distorsioni che il sistema di mercato ha spesso determinato nel creare impianti speculativi, è necessario introdurre una dimensione massima dell'impianto e anche, come è stato previsto correttamente da questo emendamento del collega Parentela, un raggio di approvvigionamento della biomassa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo è in coerenza con quanto si è detto precedentemente ovvero che all'interno delle aree protette non ci devono essere prospezioni ovvero l'attività estrattiva. L'abbiamo detto con un emendamento Iannuzzi. È stato proposto questo emendamento, l'abbiamo sottoscritto tutti, tutti convinti: non ci devono essere attività estrattive.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, sottoscriviamo l'emendamento. Sicuramente sarebbe una battaglia che dimostra qual è la direzione che si vuole prendere. A parole, molte volte è stato detto “lotta ai cambiamenti climatici”, “cambiamo paradigma”, “andiamo verso le fonti rinnovabili”, però anche gli accordi internazionali dicono questo e li abbiamo firmati anche noi. Allora, mi chiedo cosa facciamo a fare tutti i convegni che ci sono, un giorno sì e un giorno no, sulla lotta ai cambiamenti climatici, sull'approvvigionamento da fonti rinnovabili, sullo smettere di utilizzare fonti fossili, perché non possiamo più permettercelo, non tanto perché non vogliamo, semplicemente il pianeta non se lo può più permettere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Presidente, questo emendamento è molto interessante, perché quello che prevede è essenzialmente che vengano chiusi i pozzi nella Val d'Agri, che sono attualmente quelli sfruttati. Dobbiamo ricordarci la cronaca degli ultimi mesi: 400 milioni di tonnellate di petrolio dispersi; 6.000 gli ettari contaminati da perdite di petrolio, compreso il Lago del Pertusillo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Micillo. Ne ha facoltà.
SALVATORE MICILLO. Presidente, con questo emendamento - che sottoscriviamo - della collega Pellegrino, potremmo aprire un dibattito di giorni, mesi, anni, per capire esattamente cosa vuole e dove vuole andare questo Parlamento. Infatti, parlare di chiusura, da qui al 2020, significa avere un arco temporale per poter ragionare insieme su quali possano essere le tantissime alternative, per poi non dover di nuovo parlare di disastri ambientali come sono successi in passato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, sono abituato ad ascoltare il dibattito, soprattutto quando autorevolmente interviene il relatore della legge, e ieri ho ascoltato l'onorevole Borghi in relazione alla questione delle attività estrattive, sul famoso emendamento 5.800, nel quale appunto venivano fatte salve le attività esistenti all'interno delle aree protette e tutte le attività conseguenti. Su quello c'è stato un lungo dibattito, e c'è stata una divergenza di opinione tra di noi, perché, dal nostro punto di vista, quella era una formulazione ambigua. Ci è stato spiegato che, invece, non era ambigua, perché effettivamente si interrompevano tutte le attività estrattive senza alcun ampliamento, ma soltanto le attività conseguenti a quelle estrattive in essere. Allora non comprendo per quale motivo venga dato parere negativo a questo nostro emendamento, che dice che dall'entrata in vigore della presente disposizione è vietato qualunque ampliamento degli impianti e delle attività in oggetto di concessioni di cui al presente articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, l'onorevole Zaratti mi ha preceduto e ha detto esattamente le parole che avrei voluto dire io. Ieri c'è stato un bel dibattito tra me e il presidente Realacci - non ovviamente in maniera formale, ma informale -, e siccome il più delle volte abbiamo delle linee convergenti, c'è stata, dal suo punto di vista, la garanzia a che non sarebbero stati fatti nuovi pozzi di petrolio o di estrazione. Ho detto al presidente Realacci che spero di perderla questa scommessa; allora oggi vorrei che il presidente garantisse, non soltanto a me, in separata sede, ma davanti a tutti i cittadini che, nel vigore della presente disposizione, è vietato qualunque ampliamento degli impianti e delle attività oggetto di concessione di cui al presente articolo. Ebbene sono fermamente convinta che non ci saranno ampliamenti perché gli estrattori non hanno intenzione di farlo: non credo ovviamente, questo non sarà perché, se questo emendamento non dovesse essere approvato, l'apertura - come dicevo ieri - ovvero la famosa zeppa nella porta sarà continuamente aperta e queste multinazionali faranno le loro varianti ai programmi di lavoro esattamente come stanno facendo oggi all'interno delle 12 miglia.
ENRICO BORGHI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, . Intervengo per chiarire che l'invito al ritiro è riferito al fatto che l'emendamento in questione non afferisce al titolo dell'articolo 8, che introduce modalità fiscali su attività di natura economica, ma la proposta afferisce alle modalità autorizzative delle medesime e quindi l'emendamento avrebbe dovuto essere presentato in altre parti della proposta di legge e contemplando modifiche di altre normative. Questo per chiarezza, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Vorrei sottoscrivere l'emendamento 8.216 Pellegrino e inoltre vorrei chiedere al collega Borghi perché non accogliere comunque tale richiesta nel suo significato. C'è una questione di forma? Benissimo, anche qua si può presentare una riformulazione; si può cercare di cogliere nella sostanza l'emendamento, tenuto conto del dibattito che c'è stato l'altro giorno in quest'Aula riguardo alla necessità di garantire che non ci siano nuove perforazioni, nuove trivellazioni, nuove prospezioni all'interno dei parchi italiani. Quindi non capisco questo attaccarsi, questo trincerarsi dietro ad una questione di forma quando la questione di sostanza è chiara ed evidente. C'è da prendere una decisione: vogliamo dire che nei parchi italiani non sarà più possibile, sia come è stato fatto nell'emendamento precedente, creare nuovi sistemi di ricerca di idrocarburi oppure, senza stabilire un termine come in questo emendamento, mettendo fine alle nuove ricerche e agli ampliamenti delle preesistenti? Vogliamo fare un po' di chiarezza o vogliamo continuare a nasconderci dietro le questioni di forma e dietro le questioni vaghe? Qui c'è bisogno di dare una risposta chiara perché la situazione è grave. L'abbiamo ricordato prima: la situazione della Val d'Agri è grave e in più va sancito, va garantito un principio fondamentale ossia che i parchi sono zone che hanno come finalità quella di garantire e di proteggere l'ambiente, il patrimonio naturale e la biodiversità. Quindi tale finalità con l'estrazione minerale e l'estrazione petrolifera non ha nulla a che vedere: chiariamolo una volta per tutte.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Come già fatto in precedenti analoghe circostanze, la Presidenza consentirà lo svolgimento per ciascun emendamento di un breve intervento per illustrare la posizione del gruppo della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Noi non vogliamo le trivellazioni almeno all'interno dei parchi nazionali. Ci è stato detto però con un emendamento della maggioranza in Commissione che dovevamo trivellare e comunque consentire alle trivellazioni già presenti di andare avanti con tutti annessi e connessi e c'è stata un'interpretazione del collega Borghi che diceva: no, ma noi non intendiamo comunque ampliare le trivellazioni. Ebbene allora noi stiamo dicendo adesso con l'emendamento 8.216 Pellegrino, che abbiamo sottoscritto, di metterlo nero su bianco, dal momento che prima sembrava un'interpretazione della norma che avete scritto male. Ripeto: mettiamolo nero su bianco. Non va bene come è scritto o non va bene il punto in cui è inserito? Bene, se c'è veramente la volontà di stabilire, come avete detto e non volete rimangiarvi la parola su questo, che non ci saranno ampliamenti di quanto esiste, perché questo si chiede, chiedo di accantonare eventualmente l'emendamento…
MASSIMO FELICE DE ROSA….riformulatelo e diteci dove inserirlo e noi saremo ben disponibili a votarlo
PRESIDENTE. Lei sta chiedendo formalmente un accantonamento?
ENRICO BORGHI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, . Esprimo parere contrario all'accantonamento.
PRESIDENTE. Può intervenire un deputato a favore e uno contro. C'è qualcuno che intende intervenire a favore dell'accantonamento?
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Ritengo che l'accantonamento sarebbe opportuno perché in quest'Aula veramente ogni giorno si impara qualcosa. Per la prima volta oggi ho imparato dal collega Borghi che questo emendamento, per così dire, sarebbe stato giusto se fosse stato collocato in un altro articolo. Ora io penso che questo emendamento sia giusto e credo che lo sia, perché stiamo chiedendo semplicemente di non ampliare gli impianti già esistenti, cosa sulla quale siamo tutti d'accordo. Ora ritengo che il problema della collocazione dell'emendamento si possa risolvere. Per questo ritengo che l'accantonamento sia una cosa giusta. Invito davvero la maggioranza e, a nome suo, ovviamente il relatore a ripensarci. Non credo che ciò non sia possibile in una discussione come quella che abbiamo fatto oggi e nei giorni precedenti, tenuto conto anche dello spirito con il quale abbiamo collaborato: io mi sono alzato almeno un paio di volte oggi per riconoscere al relatore e al presidente che avevano ragione su un emendamento presentato e, quindi, voglio dire, non ho problemi perché stiamo nel merito. Ma il merito qui ci dice che approvare questo emendamento fa chiarezza rispetto anche all'emendamento che ieri abbiamo approvato e che pure tante polemiche ha scatenato. Ripeto: fa chiarezza e non sarà necessaria, caro collega Borghi, alcuna interpretazione autentica per poter interpretare quella norma se noi approvassimo questo emendamento. Per questo ripeto che l'accantonamento è una cosa giusta; si può lavorare quindi per collocare l'emendamento nel modo migliore nel testo in modo che sia razionale ed organico ma certo bocciare un emendamento come questo semplicemente perché non è collocato nell'articolo giusto ad avviso del relatore è veramente un elemento molto grave che danneggia gravemente anche la proposta di legge che stiamo approvando.
PRESIDENTE. Prendo atto che nessuno intende intervenire contro.
ANTONIO PLACIDO. Presidente, trovo davvero provocatorio ed irritante l'atteggiamento che la maggioranza assume in relazione alle questioni connesse alla richiesta di accantonamento così come su quella di ieri. Qui non si può continuare a trattare un'intera regione e i parlamentari che la rappresentano come se avessero l'anello al naso. Ieri ci si è rifiutati di aggiungere la riga che avrebbe contenuto la sostanza dell'interpretazione autentica, limitando le attività connesse al ripristino, messa in sicurezza e manutenzioni; oggi ci viene detto che non si può prendere in considerazione l'ipotesi di evitare che siano pensabili ampliamenti. Non è possibile che si continui a perpetrare ai danni dei cittadini di una regione già pesantemente provata sul piano ambientale…
ANTONIO PLACIDO. …imbrogli di tale portata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, la Ministra della Salute e il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Leva ed altri n. 3-03040.
DANILO LEVA. Presidente, signor Ministro, il gasdotto TAP rappresenta un'opera di grande impatto ambientale che interessa un'area ad alto valore paesaggistico. Il progetto nel Salento ha dato vita, nel corso degli anni, a forti perplessità e mobilitazioni da parte di cittadini, comitati, istituzioni locali, che chiedono di spostare l'approdo dell'opera per non deturpare un'area, quella delle coste di San Foca, caratterizzata dalla presenza di un patrimonio inestimabile, che la rende unica sotto il profilo ambientale. Già tempo addietro 94 sindaci della zona hanno dato voce alle istanze del territorio, chiedendo di aprire un dialogo con il Governo centrale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DANILO LEVA. L'interrogazione nasce per questo motivo: per capire quali siano le iniziative di competenza che il Governo intende intraprendere, al fine di prevedere l'apertura di un tavolo istituzionale con le parti interessate e i diversi soggetti coinvolti nella vicenda.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANNA FINOCCHIARO, Presidente, rispondo ai quesiti posti dagli onorevoli interroganti sulla base degli elementi fornitimi dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANNA FINOCCHIARO,. Il Ministero dell'ambiente considera dunque esaustivo il complesso iter istruttorio seguito, che ha tenuto conto anche degli elementi rappresentati dagli onorevoli interroganti.
PRESIDENTE. L'onorevole Matarrelli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
TONI MATARRELLI. Presidente, la risposta del Ministro non ci soddisfa affatto, perché la questione che abbiamo posto è una questione politica: che la burocrazia avesse fatto il suo corso lo sapevamo già, e che le carte fossero tutte a posto, insomma, era abbastanza noto.
TONI MATARRELLI. …rispetto a questa collocazione ci pare uno schiaffo in faccia ai salentini .
PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03041 per un minuto.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, ieri, con un'iniziativa inaccettabile e grave sul piano costituzionale, una struttura del suo Ministero ha rescisso la convenzione tra la Biblioteca nazionale centrale e l'associazione Avaca, che per anni ha fornito volontari per servizi essenziali. Ventidue persone attraverso un hanno perso il lavoro; sì, lavoro, perché quelli che vengono chiamati ipocritamente volontari sono in realtà lavoratori, “scontrinisti” si sono definiti, perché ricevono 400 euro al mese dopo aver presentato degli scontrini. È stata una sostanziale ritorsione per il disvelamento che hanno fatto della loro realtà.
PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
DARIO FRANCESCHINI,. Signor Presidente, sin dal 1993, con la legge n. 4, la cosiddetta legge Ronchey, e poi con l'articolo 112 del codice dei beni culturali, è previsto che il Ministero possa stipulare con associazioni di volontariato aventi finalità culturali delle convenzioni per l'utilizzo di volontari a supporto del personale dell'amministrazione. I volontari devono lavorare a titolo gratuito; pertanto, né a loro né all'associazione è dovuto alcun compenso da parte, in questo caso, della biblioteca, fatti salvi i casi di rimborsi spese di cui all'articolo 4 della legge quadro. In base all'articolo 5, sempre la biblioteca rimborsa in modo forfettario all'associazione le spese sostenute per l'attività e il funzionamento, comprese quelle di copertura assicurativa e il resto.
PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di replicare, per due minuti.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente, grazie, signor Ministro. No, non siamo soddisfatti delle sue parole. Nessuno chiede o propone di violare le norme di legge, ci mancherebbe altro; chiediamo che le leggi vengano rispettate tutte, comprese quelle che riguardano i diritti dei lavoratori. Lei sa bene che sta parlando di uomini e donne che hanno svolto funzioni essenziali. La legge non è stata rispettata nel momento in cui quelle persone stavano dentro i turni previsti nella biblioteca, e, purtroppo, non è un caso isolato, ci sono tanti altri casi che non riguardano soltanto le biblioteche. Secondo punto, l'innovazione normativa che lei propone, che può essere anche condivisibile, non può dimenticare il pregresso.
PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-03042 di cui è cofirmatario, per un minuto.
BRUNO MURGIA. Grazie, signor Presidente. Ministro, come sappiamo, la riforma del suo Ministero dà un certo potere ai direttori dei principali musei e anche la capacità e la forza di poter attrarre finanziamenti, che sono sicuramente utili. Parliamo, quindi, della Galleria degli Uffizi di Firenze, che ha una grande raccolta, come sappiamo, un museo unico al mondo.
PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
DARIO FRANCESCHINI,. Grazie, Presidente. L'onorevole Rampelli mi dà l'occasione di rispondere sul tema della organizzazione delle mostre, in particolare degli Uffizi. Il nuovo direttore ha posto in essere un nuovo sistema di gestione e valutazione dei prestiti, con dei parametri molto rigidi in materia di conservazione delle opere, ponendo anche un tetto massimo ai prestiti, e sottolinea di avere separato le valutazioni di tipo curatoriale, che sono svolte, evidentemente, da storici dell'arte, da quelle di conservazione, che sono svolte da funzionari restauratori interni all'istituto ed esperti di vari settori dell'opificio delle pietre dure.
PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di replicare per due minuti.
BRUNO MURGIA. Presidente, non avevo dubbi che la risposta del Ministro sarebbe stata quella che avrebbe potuto fornire il direttore. Io citerò un articolo sicuramente di un esperto, che non è amico del Ministro Franceschini, tanto meno nostro, che è quello di Montanari, che in un suo articolo su riportava: “L'opificio delle pietre dure ha scritto agli uffici che i rischi a cui andrebbero incontro a seguito di un loro spostamento potrebbero cambiare sostanzialmente lo stato di conservazione”; e ancora: “Esporre le opere a rischio di sollecitazioni meccaniche, che possono provenire da un lungo viaggio e da un cambiamento di clima, potrebbe essere molto rischioso”. La contrarietà dell'opificio era così radicale che nessuno dei restauratori ha comunicato di volere partecipare al viaggio.
PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03043 .
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Nella nostra interrogazione facciamo riferimento a quello che abbiamo appreso da notizie di stampa in merito al decreto che dovrebbe condurre all'obbligatorietà delle vaccinazioni, decreto che prevede delle sanzioni molto pesanti nei confronti delle famiglie che non sottopongono i figli alle vaccinazioni.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
BEATRICE LORENZIN,. Presidente, rispondo evidenziando, anche in questa sede, che il provvedimento legislativo d'urgenza, approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso, era necessario per garantire in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale un adeguato livello di prevenzione per la salute pubblica e, in particolare, per la salute dei nostri figli. Ecco perché il decreto-legge estende il numero delle vaccinazioni obbligatorie portandole delle originarie 4 a 12 che saranno - voglio sottolinearlo - gratuite per tutti i minori di età compresa tra gli zero e i 16 anni, i quali dovranno vaccinarsi secondo le indicazioni del calendario vaccinale relativo al loro anno di nascita.
PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di replicare per due minuti.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Noi non ci riteniamo soddisfatti perché, intanto, premetto che noi non siamo contrari alle vaccinazioni oggetto del decreto annunciato (fra l'altro, annunciato a mezzo stampa, e poi entreremo nel merito di quello che è stato deciso quando ci sarà data la possibilità di discuterne). Però, noi riteniamo che la copertura vaccinale si poteva comunque garantire anche attraverso una campagna di informazione adeguata e non si dovesse necessariamente ricorrere alla coercizione dell'obbligatorietà. In particolare, come abbiamo scritto anche nella premessa della nostra interrogazione, riteniamo che le misure sanzionatorie siano sproporzionate, assolutamente sproporzionate, con l'eccesso della sanzione amministrativa fino a 7.500 euro e la sospensione della potestà, anche se lei ci dice che probabilmente a quella sanzione si ricorrerà in pochissimi casi. Non ci sentiamo tranquilli. Nel testo, almeno per quanto abbiamo letto sulla stampa, rimane la possibilità della sospensione della potestà genitoriale che per noi rimane intollerabile.
MARCO RONDINI. La patria potestà dovrebbe essere tolta in situazioni del genere e non alla famiglia che magari decide di non fare vaccinare il figlio.
PRESIDENTE. L'onorevole Scopelliti ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03044 .
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Ministra, tramite questa interrogazione vorrei fosse fatta chiarezza su una questione molto importante per la sanità calabrese e per i nostri bambini. Il decreto adottato nel novembre 2013 per la struttura commissariale della sanità calabrese, d'intesa con il Dipartimento tutela salute, avente come oggetto la costituzione del reparto di terapia intensiva ad alta specialità pediatrica, risulta ad oggi ancora inattuato nonostante l'avvenuto stanziamento di risorse economiche per l'avvio della formazione di personale specialistico. Parliamo di una struttura essenziale per le urgenze pediatriche più complesse, al servizio di un'utenza di circa 2-3 milioni di abitanti che sono costretti tuttora a rivolgersi a delle strutture fuori regione.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
BEATRICE LORENZIN,. Ringrazio l'onorevole Scopelliti perché mi consente di fornire una buona notizia alla popolazione calabrese in ordine alla ormai imminente apertura di una fondamentale struttura di terapia intensiva pediatrica: entro questa stessa settimana verrà adottato il decreto del commissario di individuazione presso l'ospedale Hub di Cosenza dei posti letto da destinare alla terapia intensiva pediatrica. Il tavolo tecnico istituito presso la struttura commissariale che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Garante per l'infanzia della regione Calabria e i direttori di strutture complesse di pediatria, neonatologia e terapia intensiva neonatale provenienti dalle strutture sanitarie specialistiche del territorio, ha infatti ormai risolto le problematiche relative agli aspetti logistici ed organizzativi, nonché di gestione e formazione del personale coinvolto.
PRESIDENTE. L'onorevole Scopelliti ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Grazie Ministro per la risposta che devo dire ci conforta, soprattutto per la soluzione di un problema che veramente era molto critico per la nostra regione. Come già accennato, lo ricordava anche lei, e segnalato anche dal Garante per l'infanzia della regione, la Calabria necessita di una struttura che permetta di affrontare le emergenze pediatriche senza costringere i calabresi a recarsi fuori dalla regione. La gestione dell'urgenza pediatrica, la precocità e l'adeguatezza della presa in carico assistenziale, sono fattori prognostici essenziali ed è per questo che l'identificazione rapida del bambino critico è fondamentale per l'avvio di un trattamento necessarie presso la struttura più idonea e soprattutto nel minor tempo possibile.
PRESIDENTE. L'onorevole Matteo Bragantini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03045 .
MATTEO BRAGANTINI. Grazie, onorevole Presidente. Onorevole Ministro, l'ospedale Magalini di Villafranca è stato distrutto dall'incendio nell'anno 2003 e i lavori per la sua ricostruzione sono ancora in corso.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
BEATRICE LORENZIN,. L'interrogazione riguarda una problematica di carattere locale di esclusiva competenza regionale in quanto, come è noto, sono le regioni ad occuparsi dell'organizzazione dei servizi sanitari. Rispondo pertanto limitandomi a riferire gli elementi forniti dalla regione Veneto per questa interrogazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Matteo Bragantini ha facoltà di replicare, per due minuti.
MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Ministro, per la precisione, però il rammarico è che non c'è ancora una data. Si continua a rinviare, perché ricordiamo che i lavori erano già stati iniziati nel 2012. È vero che ci sono stati vari cambiamenti della normativa, però, quando si parla di sanità, quando si parla di edilizia, quando si parla di pubblico, purtroppo si allungano sempre i tempi e la colpa non è mai di nessuno.
PRESIDENTE. L'onorevole Sberna ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gigli e Sberna n. 3-03046 .
MARIO SBERNA. Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, già nell'interpellanza urgente n. 2-00800 evidenziavamo come il meccanismo di azione di EllaOne, sia prevalentemente antiannidamento. L'AIFA tuttavia continua a dire che il farmaco possa essere disponibile in farmacia senza prescrizione medica per le maggiorenni e che il foglietto informativo riporti che il farmaco inibisce l'ovulazione, cosa che non è vera. Uno studio recentissimo tra l'altro ha dimostrato ampiamente che l'ovulazione avviene, il concepimento dunque può seguire, ma il figlio non può annidarsi e sopravvivere e questo appunto è incompatibile con la normativa vigente. L'AIFA sta raccontando una menzogna sui suoi fogliettini, perciò le chiediamo quali tempestive iniziative intenda adottare sull'AIFA per tutelare il diritto della donna a una corretta informazione sugli effetti dei medicinali, fondamentale per garantire una procreazione cosciente e responsabile e per effettuare scelte anche a tutela della loro salute.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
BEATRICE LORENZIN,. Presidente, rispondo all'interrogazione ricordando che, come Ministro della salute, ho sempre sottolineato l'importanza di una procreazione cosciente e responsabile, quindi della necessità di assicurare ad ogni donna il miglior livello di consapevolezza in merito a scelte così intime ed importanti per la vita propria e dei propri figli. Tra i contraccettivi d'emergenza si colloca il farmaco che agisce da modulatore del recettore del progesterone, impedendo le gravidanze principalmente mediante la prevenzione o il ritardo dell'ovulazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIAN LUIGI GIGLI. Signora Ministro, ci consenta di dire ancora una volta che siamo profondamente insoddisfatti. Siamo profondamente soddisfatti perché lei continua a parlare, fin dal suo di contraccezione di emergenza: questo farmaco non è un contraccettivo! Lo dicono gli studi che hanno portato alla registrazione, lo dice lo studio, recentissimo, pubblicato il 17 marzo, che abbiamo appena citato, il quale dimostra, con evidenza di dati, che in nessun caso è stata bloccata l'ovulazione, in tutti i casi è stato invece bloccato l'annidamento, perché viene alterata la parete dell'endometrio. Viene impedito l'annidamento!
PRESIDENTE. L'onorevole Francesco Saverio Romano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03047 per un minuto.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, signor Ministro, il Presidente del Consiglio Gentiloni, nel corso della sua di visita a Pechino, ha espresso il suo apprezzamento per l'intenzione da parte del Presidente della Repubblica popolare cinese di inserire i porti italiani tra gli scali marittimi sui quali investire come terminali della cosiddetta “via della seta”, che rappresenta un'importantissima iniziativa internazionale di sviluppo infrastrutturale tra l'Asia e l'Europa, e che è in grado di determinare una spinta essenziale di connettività e relazione tra i due continenti. Lo stesso Presidente Gentiloni ha altresì sottolineato come la posizione privilegiata dell'Italia, al centro del Mediterraneo, e il grande potenziale dei porti e la logistica della penisola siano in grado di collegare rapidamente e con maggiore facilità il resto d'Europa per i traffici delle merci che provengono dalla Cina. In questo disegno politico manca il Mezzogiorno, manca la Sicilia, perché i porti indicati sono stati quelli di Genova e Trieste. Vogliamo capire se il Governo - lo chiediamo al Ministro -, anche in considerazione da quanto affermato dai Governi cinese ed italiano, possa reintrodurre Palermo come portuale.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO,. Presidente, onorevole, il Mediterraneo è sempre più centrale nelle rotte globali e nelle strategie degli operatori portuali, specialmente dopo l'apertura ed il raddoppio del Canale di Suez. Abbiamo investito molto sui porti del Mezzogiorno, al fine di accelerare i cantieri che da troppi anni sono fermi, e abbiamo anche favorito la stipula del protocollo d'intesa tra il provveditorato di Palermo e l'Autorità portuale, per recuperare i ritardi sulle due principali opere che interessano lo scalo, cioè la stazione marittima e il bacino di carenaggio. Inoltre, abbiamo un piano triennale approvato in questo porto, come in altri porti, che prevede risorse per i dragaggi e per aumentarne la competitività in generale.
PRESIDENTE. L'onorevole Francesco Saverio Romano ha facoltà di replicare, per due minuti.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Presidente, non sono soddisfatto. Mi sembra che il Governo sia con i piedi nel passato e non guardi al futuro, basta considerare che l'Italia ha l'esigenza di intercettare, lungo la rotta Suez-Gibilterra, questo grande flusso commerciale e quest'opportunità economica. Poiché queste grandi navi immense non riusciranno più a passare da Panama, e sono tutte indirizzate - non soltanto quelle che provengono dalla Cina, ma dall'Asia intera - verso Suez, se vogliono fare per portare le loro merci nell'Atlantico non possono che trovare un portuale nel Mediterraneo basso, non in quello alto, perché sarebbe troppo sconveniente arrivare fin su a Genova e Trieste per poi tornare indietro.
PRESIDENTE. L'onorevole Dell'Orco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03048 per un minuto.
MICHELE DELL'ORCO. C'è un'inchiesta giudiziaria che sta cercando di far luce su una presunta sacca di corruzione che collega l'azienda Liberty Lines con alcuni vertici di Governo e che ha portato alle dimissioni del sottosegretario Vicari che risulta indagata per il favore concesso ad alcuni armatori di un importante sgravio fiscale poi ricompensato con un Rolex. La Vicari ha inoltre detto - queste sono proprio le sue parole - “Ci sono ministri che hanno preso non uno ma addirittura tre Rolex e sono ancora in carica”. Per noi questa è affermazione gravissima e vorremmo sapere chi sono questi altri Ministri che avrebbero preso i Rolex. L'indagine inoltre sembrerebbe coinvolgere anche i membri dello del sottosegretario e il Ministro De Vincenti in merito al ruolo ricoperto da quest'ultimo nell'acquisizione da parte della Liberty Lines della Siremar S.p.a. Quindi riteniamo doveroso che lei ci dia dei chiarimenti…
MICHELE DELL'ORCO. …perché in questo Paese banchieri, petrolieri e in questo caso ricchi armatori da un giorno all'altro ricevono milioni di euro in sgravi fiscali e tutto - pare - per un semplice orologio.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie, Presidente. Grazie onorevole, posso dirle di sicuro che non sono io che ho ricevuto tre Rolex, per il resto ci penserà la magistratura, non lo so. Non so a cosa faccia riferimento il sottosegretario Vicari. Di certo è che posso ricostruirle in maniera corretta la procedura di formazione della legge di bilancio che prevede che ogni Ministero invii le proprie proposte al Ministro dell'economia e delle finanze. In questo ambito il nostro Ministero ha inviato 50 proposte al Ministero dell'economia e delle finanze per l'istruttoria e vi era anche la proposta relativa alla modifica dell'aliquota IVA per il trasporto marittimo, richiesta che da anni è sul tavolo perché fatta dalle associazioni e non da un singolo armatore. Nel disegno di legge di bilancio presentato dal Governo, comunque, la proposta normativa non è inserita, come risulta dall'Atto Camera n. 4127. Nella successiva fase di esame parlamentare risulta invece presentata una proposta emendativa, l'articolo aggiuntivo 7.01 poi approvato dalla IX Commissione trasporti della Camera, e tale proposta risulta trasmessa per l'esame alla Commissione bilancio della Camera dove è stata approvata con una diversa formulazione e con la relativa copertura finanziaria. Pertanto la questione è oggetto dell'indagine della autorità giudiziaria, affidiamo a loro il chiarimento con molta serenità sapendo che questo è stato un procedimento parlamentare perché la proposta non era contenuta nell'atto di bilancio presentato dal Governo.
PRESIDENTE. L'onorevole Fico, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.
ROBERTO FICO. Grazie, Presidente. Ministro, al di là del tecnicismo e del modo con cui si forma la legge di bilancio, il problema è la gravità di ciò che accade anche all'interno del Governo, anche del Governo precedente: il figlio di Lupi che ottiene un Rolex, il sottosegretario Vicari che avrebbe spinto un emendamento in cambio di un Rolex per far sì che gli armatori pagassero meno IVA.
PRESIDENTE. L'onorevole Catalano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03049 per un minuto.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Ministro, da qualche mese a questa parte ricevo segnalazioni da parte di noleggiatori con conducente in merito ad alcuni atteggiamenti vessatori da parte delle forze dell'ordine che, usando le maglie larghe dell'articolo 85, comma 4, del codice della strada, arrivano con facilità a ritirare la carta di circolazione del veicolo, compromettendo quindi l'attività professionale del noleggiatore. I noleggiatori sono sempre stati alle regole, a differenza di altre categorie che sono arrivate quasi a lanciare bombe carta davanti al Parlamento per vedere riconosciuti i loro interessi e vogliono continuare a restare nelle regole e ad agire nella legalità. Però l'atteggiamento da parte delle forze dell'ordine è arrivato ad un punto di inammissibilità e quindi occorre riformare al più presto l'articolo 85, comma 4. Con questa interrogazione chiedo appunto che cosa intende fare il Governo.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie, Presidente. Grazie onorevole, com'è noto nello specifico settore del trasporto pubblico non di linea - taxi e NCC - è in esame un'apposita delega al Governo inserita nel disegno di legge n. 2085, la legge annuale per il mercato e la concorrenza, che è già stata approvata in seconda lettura al Senato e che presto approderà per l'approvazione definitiva - speriamo - qui alla Camera. Il disegno di legge prevede espressamente la delega al Governo per la revisione della disciplina che lei segnala essere carente ed essere oggetto di interpretazione variabile ossia della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea, prevedendo tra i principi e i criteri direttivi proprio la necessità di adeguare il sistema sanzionatorio per le violazioni amministrative, individuando sanzioni efficaci, dissuasive e proporzionate alla gravità della violazione anche al fine di contrastare i fenomeni di abusivismo che sono quelli che realmente inquinano il mercato. Quindi stiamo già lavorando ad un testo di decreto legislativo allo scopo di presentare uno schema alle categorie, alla rappresentanze dei consumatori e degli utenti nonché alle regioni e agli enti locali che, non dimentichiamo, sono protagonisti delle autorizzazioni anche dei noleggi con conducente e, non appena sarà approvata la delega, saremo certamente pronti per bruciare i tempi e provare a dare un po' più di ordine a questo settore che lei segnala giustamente essere oggetto di molti problemi.
PRESIDENTE. L'onorevole Catalano ha facoltà di replicare per due minuti.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Mi auguro che, nello schema di decreto che intendete presentare alle Commissioni competenti, vi siano realmente norme per il contrasto dell'abusivismo perché, da ciò che si legge nelle bozze che circolano anche attraverso la stampa, non sono previste delle vere norme contro l'abusivismo perché, ad esempio, non viene trattato il discorso delle autorizzazioni delle licenze e della compravendita delle stesse. Quindi, mi auguro che le norme contenute nello schema stabiliscano veramente la lotta all'abusivismo e il riordino del settore, che la delega vi concederà, sia un'opportunità che il Governo vorrà cogliere per mettere mano al settore, per aggiornarlo ai tempi rispetto a quanto sta accadendo, per sopprimere e non ripresentare le norme già censurate dall'Antitrust in ogni decreto mille-proroghe che questo Parlamento ogni anno ha approvato. Mi auguro che si intervenga immediatamente con l'esercizio della delega sulle modifiche dell'articolo 85 per renderlo proporzionale agli atti che veramente vengono commessi in violazione della legge e che la sanzione accessoria, il ritiro della carta di circolazione, sia prevista soltanto per fatti gravi e non anche per piccole violazioni, lasciando per queste ultime soltanto la sanzione pecuniaria.
PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03050 per un minuto .
SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente Giachetti. Ministro Delrio, sappiamo che i comuni hanno pochi soldi e spesso utilizzano le multe come uno strumento per far cassa, in particolare attraverso la strumentazione dell'autovelox che, proprio secondo il codice della strada, è sottoposto a due obblighi ben precisi: da parte delle amministrazioni di presentare al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti una relazione telematica sui proventi che arrivano da questo strumento mentre da quello che a noi risulta solo 300 comuni su 8.000 presentano la relazione; il secondo obbligo è destinare le quote di competenza delle amministrazioni che arrivano attraverso lo strumento dell'autovelox alla sicurezza stradale e sappiamo che sono moltissimi i comuni che destinano ad altro, quindi sottraendo risorse importanti alla sicurezza stradale, questi soldi. A gennaio del 2016 la Camera ha approvato una mozione proposta da Forza Italia proprio su questi due obblighi. Io non so se il Governo se ne sia dimenticato, noi no.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie, Presidente, grazie, onorevole Baldelli. No, il Governo non se ne è dimenticato, ma è vero che abbiamo un grande problema di adesione dei comuni a questa normativa. Abbiamo cercato di sollecitare, ma il sullo stato di attuazione delle disposizioni, di cui all'articolo 142, commi 12-, e del codice della strada, appunto, è stato inviato, per gli anni 2013, 2014 e 2015, distinto tra comuni e province, solo da 300 soggetti. Questo è un numero molto esiguo di che evidenzia, anche, una forte criticità applicativa della norma, senza la possibilità di applicare sanzioni efficaci.
PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente Giachetti. Signor Ministro, lei ci dice che cerca di sollecitare, ma esattamente un anno fa noi abbiamo posto un proprio a lei, Ministro Delrio, su questo stesso tema, se lo ricorda che cosa ci ha risposto? Ci ha risposto che stava predisponendo lo schema di decreto insieme al Ministero dell'interno per favorire e rendere più stringente la rendicontazione dell'ammontare complessivo degli stessi proventi. Lo stava predisponendo un anno fa. Le sanzioni amministrative, ci diceva, giustamente, non possono essere assolutamente un mezzo per fare cassa e far quadrare i bilanci; ce lo diceva un anno fa, signor Ministro. Dobbiamo aspettare l'anno prossimo per ritrovarci nella stessa identica situazione di oggi? I cittadini non sono un bancomat; si può scegliere da che parte stare, se stare dalla parte dei cittadini tartassati o se stare dalla parte di quei comuni che violano il codice della strada e che, così facendo, sottraggono risorse importanti alla sicurezza stradale. Allora, anche per chi ci segue da casa, sostenere queste battaglie è molto semplice, lo si può fare in tre modi: lo si può fare con un voto libero e consapevole, che è la prima grande forma di sostegno, lo si può fare attraverso i facendo circolare le informazioni vere che ci sono su questo tema e conducendo una battaglia importante, anche attraverso questi canali, e lo si può fare, anche, sostenendo i partiti che fanno questa scelta di occuparsi dei diritti dei cittadini, lo si può fare anche sostenendoli economicamente, mettendo una firma, visto che siamo in un periodo in cui si fa la dichiarazione dei redditi, e destinando il 2 per mille a quei partiti che dimostrano di essere dalla parte dei cittadini. Forza Italia lo sta facendo e si aspetta un sostegno, visto che il finanziamento pubblico dei partiti è finito e ci sono norme che, purtroppo, impediscono anche ai finanziatori privati di sostenere adeguatamente determinati partiti e determinate forze politiche. I cittadini sanno da che parte stiamo.
PRESIDENTE. L'onorevole Valeria Valente ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03051 per un minuto.
VALERIA VALENTE. La presente interrogazione è per portare, appunto, all'attenzione del Governo e del Ministro la grave situazione di crisi e le difficoltà dell'indotto legato ad Alitalia. Sono note a tutti le vicende che hanno riguardato da ultimo Alitalia, la nostra compagnia di bandiera, forse sono meno note le situazioni in cui versano le compagnie e le società che lavorano nell'indotto. Si tratta di aziende importanti, distribuite su tutto il territorio nazionale, molte nel Mezzogiorno, che vedono legata la loro attività, la loro prospettiva di vita, molto spesso, proprio a quello che sarà il futuro di Alitalia. Oggi, addirittura molte di queste aziende vivono semplicemente e quasi esclusivamente delle commesse di Alitalia e addirittura alcune di esse oggi non vedono nemmeno onorati i contratti in essere.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie, Presidente, grazie onorevole. Lei solleva una problematica molto seria che è quella della capacità dell'azienda Alitalia di far fronte ai suoi impegni verso i fornitori e verso le aziende dell'indotto. Ovviamente, vi è nota l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria della società Alitalia, ai sensi della legge Marzano, e vi è noto che il Governo ha cercato di nominare immediatamente i commissari straordinari per procedere, appunto, insieme, all'erogazione di un prestito oneroso per far procedere l'azienda a mantenere tutte le obbligazioni e a mantenere soprattutto la regolarità dei voli, a garantire i servizi ai cittadini, ad impedire che si perdesse valore nell'azienda e, quindi, anche nell'indotto. Quindi, il nostro primo passo è stato quello di consentire la continuità aziendale e, adesso, siamo all'apertura dei bandi, come sapete, per la manifestazione di interesse.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Lello, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARCO DI LELLO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro, anche a nome della collega Valente e dei colleghi sottoscrittori; noi abbiamo ancora vivo il ricordo di quello che accadde ad Alitalia nel 2008. Presunti capitani coraggiosi, 4 miliardi di debiti spalmati sulla collettività, su tutti quanti noi, ricordiamo bene il Governo di centrodestra, ammortizzatori sociali extra strong, paghe per stare a casa; dopo meno di dieci anni ci siamo ritrovati al punto di partenza, altro che rotte intercontinentali, signor Ministro, sembra quasi un gioco dell'oca, per cui siamo ritornati lì da dove si era ripartiti con una società che perde decine di milioni al mese. Nel frattempo abbiamo avuto processi, condanne per ex manager, per azionisti. Io credo e noi crediamo che il Governo abbia fatto molto bene a scegliere un'altra strada, siamo molto fiduciosi di quello che si potrà fare. È giusto sottolineare, in questa sede, l'attenzione massima per tutti quei soggetti che sono a valle di Alitalia, e che ricordava prima la collega, dell'indotto. Garantire i non garantiti è esattamente l'opposto di quello che ha fatto il Governo Berlusconi-Tremonti nove anni fa. Io credo e sono convinto che questo sia il giusto spirito riformista e siamo convinti che dal Governo ci sarà massimo sostegno a tutela, innanzitutto, dei soggetti deboli, perché a pagare non siano sempre i soliti.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Catania, Dambruoso, Di Gioia, Ferrara, Fraccaro, Giorgis, Lorenzo Guerini, Locatelli, Manciulli, Marcon, Pisicchio, Realacci, Sanga, Sani, Speranza, Tofalo, Velo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 4144-A: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette; e delle abbinate proposte di legge nn. 1987-2023-2058-3480.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Pellegrino 8.58 e Busto 8.70.
MIRKO BUSTO. Questo emendamento concerne i marchi di qualità dei prodotti che vengono prodotti, appunto, all'interno dei parchi e chiede che venga istituito un sistema, un regolamento che sia valido per tutti i parchi, perché attualmente quello che emerge dalla lettura del testo è che ciascun parco deve, in sé, elaborare un regolamento per questo tipo di marchi. Ciò creerebbe una situazione in cui vi sono grandi differenze tra marchi che vengono definiti ecologici e di qualità e, quindi, ciascun parco può definire il proprio concetto di ciò che è ecologico e ciò che è di qualità. Quindi, ci sembra opportuno che vengano stabiliti dei criteri, invece, più generali per tutti quanti i parchi, in modo da garantire un'uniformità e una maggiore coerenza nella validazione e nella valutazione di un marchio ecologico generale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, di solito, quando si stabilisce un marchio di qualità si danno anche i criteri per cui quella qualità è certificata. Si demanda tutto a chi, poi, dovrà gestire questo marchio di qualità: quindi, vuol dire che lo stesso prodotto con il marchio di qualità di un parco sarà diverso da un prodotto con il marchio di qualità di un altro parco, magari con una gara al ribasso a concedere più facilmente il marchio di qualità, in modo che si possa commerciare meglio il prodotto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Questi sono emendamenti per tutelare e valorizzare le produzioni locali, prevedendo agevolazioni da parte dell'ente gestore. Quindi, se già vogliamo fare i marchi senza nessun criterio, almeno agevoliamo le produzioni locali all'interno del parco.
ENRICO BORGHI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, . Era solo per segnalare un problema di copertura che ci è stato fatto rilevare anche dalla V Commissione. Quindi, le finalità degli identici emendamenti sono anche comprensibili, ma, naturalmente, in presenza di questi rilievi siamo costretti a chiedere un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Colgo l'occasione per fare nuovamente un ragionamento in quest'Aula. È evidente che qualunque tipo di legge, qualunque tipo di scelta che facciamo per favorire, in questo caso, le attività all'interno delle aree protette, ma in altre occasioni su altri argomenti, vanno necessariamente ad incidere un pochettino sulla borsa, perché, come mi diceva sempre mia nonna, le nozze con i fichi secchi non si possono fare. In questo caso, non è che possiamo pensare di agevolare le attività interne alle aree protette, senza dare alcuna forma di agevolazione, dando nessun incentivo. È ovvio che è impossibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo emendamento va nella direzione del sostegno delle attività locali, ma, soprattutto, di quelle attività virtuose o, meglio, quelle a cui bisognerebbe dare il marchio di qualità all'interno delle aree protette. Se ne fa un gran parlare nei convegni, Presidente, però, poi, nel momento in cui si arriva all'atto pratico, in cui si chiede di stabilire che gli enti parco possano regolamentare tutto questo, non va bene. Non lo comprendiamo, anche perché è a costo zero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, io non riesco a capire effettivamente il silenzio dei relatori e della maggioranza su questa cosa, perché non ha senso. È come se il Governo mi desse il permesso, a casa mia, di fare un marchio di qualità e io metto un bel marchio biologico su tutto quello che cucino. Questo è assurdo, perché mi scrivo io la regola, mi scrivo io il marchio, mi faccio un bel bollino e, poi, vendo ai consumatori. Prendo in giro i consumatori!
ENRICO BORGHI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, . La ringrazio, Presidente. Come già è capitato nel corso di altri emendamenti, si ha la sensazione che, ogni volta che qualcuno presenta un emendamento, si inizi dall'anno zero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Io leggo il testo del comma 1, capoverso 1-, che dice che l'ente gestore è tenuto a predisporre uno o più regolamenti per attività o servizi omogenei recanti i requisiti minimi di qualità e di ecocompatibilità da garantire, nonché a svolgere attività di controllo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.226 Pellegrino, su cui i pareri sono contrari.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Sì, grazie Presidente, solo per ricordare all'Aula che, meno di un mese fa, abbiamo approvato in quest'Aula una legge che andava un po' a regolamentare quello che era il settore del prodotto biologico, perché chiaramente chi fa politica, quindi chi governa, deve porsi anche l'obiettivo di valorizzare quella che è l'economia e, quindi, in questo caso, quelli che sono i prodotti e i marchi di qualità delle produzioni del nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.227 Castiello, su cui i pareri sono contrari.
SALVATORE MICILLO. Sì, grazie Presidente, con questo emendamento 8.66 appunto si propone l'istituzione di un apposito fondo, presso il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, in cui affluiscano tutte le entrate degli enti gestori, tali da essere ripartite dal Ministero stesso per il finanziamento di progetti atti alla conservazione della biodiversità, con particolare riguardo alle spese e gli protetti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate .
ENRICO BORGHI, Su tutti invito al ritiro.
PRESIDENTE. Invito al ritiro o parere contrario. Il Governo?
SILVIA VELO,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Allora, siamo all'emendamento 9.68 Laffranco. Il parere è contrario. Nessuno interviene. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Vorrei che queste parole, che adesso vado a leggere, rimessero proprio agli atti della Camera, visto che con oggi la discussione di questa legge si chiuderà e non sappiamo quando la riapriremo, perché abbiamo ancora molti emendamenti da discutere e sicuramente andrà in coda a tutte le emergenze della Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie. Per definire una specie che in qualche modo può avere una proliferazione problematica, tale specie deve essere studiata, magari devono essere studiati gli aspetti ambientali che la fanno proliferare, deve essere studiato anche semplicemente il fatto che, se provo a ridurla con la caccia, con l'eliminazione fisica, magari tale specie aumenta la sua prolificità. Bisogna studiare chiaramente: mettendo a dirigere i parchi persone senza competenze specifiche questo non si farà mai e questo è il principale limite del testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giammanco. Ne ha facoltà.
GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. Intervengo per apporre la mia firma all'emendamento 9.203 Pellegrino e per sottolineare che esso non introduce di fatto alcun tipo di divieto, ma mette appunto la nostra gestione faunistica in linea con le direttive comunitarie, in linea con la rete Natura 2000 e con le direttive sull' naturale e sui volatili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Vorrei intervenire su un aspetto che, a mio avviso, è importante. I nostri parchi nascono per una ragione, non è che improvvisamente il legislatore è partito con l'idea di fare i parchi naturali: per difendere la bellezza certamente, per difendere il panorama e il paesaggio certamente ma anche per difendere un elemento molto, molto importante costituito dalla biodiversità dei nostri parchi. Noi sappiamo che l'Italia è un'eccellenza. Per quanto riguarda la proprietà dei beni archeologici e artistici è il primo Paese al mondo. Ma non tutti sanno che l'Italia è anche il primo Paese al mondo per quanto riguarda la biodiversità e quest'ultima è difesa dai parchi naturali, dalle aree protette nazionali e regionali: quindi noi difendiamo la biodiversità.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Sinistra Italiana ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza e che la Presidenza consentirà lo svolgimento per ciascun emendamento di un breve intervento per illustrare la posizione del gruppo della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. È chiaro che emerge una visione della gestione del parco che non ci è propria e in questo articolo viene proposta la possibilità che la gestione faunistica sia fatta dalle doppiette, essenzialmente dai fucili dei cacciatori.
ENRICO BORGHI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Grazie, signora Presidente; ringrazio i presentatori di questo emendamento e coloro i quali lo hanno sottoscritto, perché ci danno la possibilità di poter illustrare all'Aula, nella sua compiutezza e cercando di stare il più possibile sul merito delle questioni, di che cosa stiamo discutendo; perché sono naturalmente comprensibili l'enfasi e l'attitudine a stimolare le emozioni più profonde, ma bisognerebbe, anche, compiere un esercizio un po' naturale per chi si assume delle responsabilità di legislatore, e cioè leggere quanto si sta votando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Torniamo al fulcro della questione: caccia nei parchi. La sostanza è: ci sono voluti cinque minuti per darci l'interpretazione del relatore, come sta avvenendo spesso in questa legge, perché non è chiara, assolutamente. Anzi, in questo caso è abbastanza chiara, qua si dice che possiamo prendere anche persone autorizzate, vuol dire che prendiamo un cacciatore, gli facciamo fare un corso e la mandiamo dentro un parco a cacciare per fare controllo faunistico. Qual è la sostanza? È come prendere un bambino, mandarlo in un negozio di caramelle e dire: non mangiarne, mettile solo a posto. Allora, ci stiamo prendendo in giro? Noi stiamo trovando il cavallo di Troia per fare entrare i cacciatori all'interno del parco, questa è l'unica spiegazione che abbiamo . E se non vogliamo investire nei parchi e non vogliamo investire negli enti di ricerca, ditelo, ma non aprite ai mercenari all'interno dei parchi, non aprite ai mercenari !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Minnucci. Ne ha facoltà.
EMILIANO MINNUCCI. Signora Presidente, io capisco le ragioni della propaganda, ma a tutto c'è un limite. Ora, io ho presentato anche due emendamenti che ritirerò, trasformerò in un unico ordine del giorno su questo tema, il collega Borghi è stato esaustivo, ma, insomma, una chiosa, un commento va fatto.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
EMILIANO MINNUCCI. Vado a concludere. Abbiamo una questione che riguarda cittadini, agricoltori in modo particolare che vengono impegnati e vedono i propri …
PRESIDENTE. Deputato, la devo fermare, è ben oltre il suo tempo, la ringrazio.
MAGDA CULOTTA. Grazie, Presidente. Anch'io intervengo su questo emendamento, perché questa è una questione che sta molto a cuore a diverse realtà italiane, in particolare, ovviamente, parlo per quella che mi riguarda più da vicino che è l'area del comprensorio delle Madonie. Anch'io avevo presentato degli emendamenti sul punto, che ritirerò; i miei erano all'articolo 11, quindi, colgo anche l'occasione per raccogliere quello che sarà l'invito al ritiro del relatore e poi del Governo, su un tema che è diventato veramente un dramma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 9, del Regolamento.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione ed invito i deputati segretari a procedere allo spoglio delle schede.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
PRESIDENTE. Passiamo ora ad alcune comunicazioni riferite all'articolazione dei lavori dell'Assemblea per la prossima settimana, su cui hanno convenuto tutti i gruppi.
PRESIDENTE. Comunico che con lettere in data odierna i deputati Vincenzo Piso ed Eugenia Roccella, già iscritti alla componente politica del gruppo parlamentare Misto-USEI-Idea hanno dichiarato di aderire alla componente parlamentare del gruppo Misto-UDC. Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in data odierna, ha comunicato di aver accolto la richiesta. Conseguentemente, la componente politica USEI-Idea è da ritenersi sciolta, essendo venuto meno il requisito minimo di tre deputati richiesto per la formazione di componenti politiche in seno al gruppo Misto.
PRESIDENTE. Comunico che la giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha eletto segretario il deputato Enzo Lattuca, in sostituzione del deputato Antonio Moscatt, dimessosi da tale carica.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.