PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNALISA PANNARALE, legge il processo verbale della seduta del 27 luglio 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castelli, Castiglione, Catania, Causin, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Coppola, Costantino, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Maria, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Gandolfi, Garofani, Gasparini, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Lorenzo Guerini, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Meta, Migliore, Morassut, Orlando, Pes, Pisicchio, Portas, Quaranta, Rampelli, Ravetto, Realacci, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Speranza, Tabacci, Tidei, Tofalo, Simone Valente, Valeria Valente, Velo, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che il vicepresidente del gruppo parlamentare Misto, Giovanni Monchiero, in rappresentanza della componente politica “Civici e Innovatori”, con lettera pervenuta in data 2 agosto 2017, ha reso noto che la nuova denominazione della componente è: “Civici e Innovatori per l'Italia”.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 3 agosto 2017, il deputato Roberto Caon, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, componente FARE!-PRI, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 3 agosto 2017, il deputato Enrico Costa, iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha chiesto di aderire alla componente politica FARE!-PRI.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 5 settembre 2017, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, Andrea Cecconi, ha reso noto che l'assemblea del gruppo ha eletto presidente in sua sostituzione, a decorrere dall'11 settembre 2017, l'onorevole Andrea Colletti
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
ANNALISA PANNARALE, legge:
PRESIDENTE. A questo punto, per consentire l'ulteriore decorso dei termini regolamentari di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.
PRESIDENTE. Colleghi e colleghe, vorrei un attimo di attenzione da parte vostra, per favore, perché vorrei fare una commemorazione. Prego i colleghi e le colleghe di prendere posto, grazie.
PRESIDENTE. . Colleghe e colleghi, come sapete, nella notte tra il 9 e il 10 settembre si è abbattuto su Livorno un violento nubifragio, che ha causato otto vittime. Di fronte a questa tragedia, la Camera dei Deputati si stringe attorno a coloro che hanno perso i familiari e gli amici ed esprime un sincero ringraziamento a quanti si sono generosamente prodigati nelle operazioni di soccorso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, la mia è una richiesta sull'ordine del giorno, ritenendo che il primo punto all'ordine del giorno possa essere sicuramente rinviato a dopo la trattazione di altri punti dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole La Russa. Quindi, lei mi chiede di procedere a una votazione.
GIUSEPPE GUERINI. Grazie, Presidente. In maniera molto sintetica respingiamo al mittente, con tutta serenità, la richiesta dell'onorevole La Russa, laddove, mi sia consentito di fare un paio di semplici osservazioni…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, è possibile abbassare il tono della voce? Vi pregherei di consentire l'intervento del deputato Guerini.
GIUSEPPE GUERINI. …sull'assoluta tempestività di questo provvedimento, che è calendarizzato oggi come primo punto all'ordine del giorno, per una serie di motivazioni, anche in riferimento ai fatti di cronaca che hanno punteggiato le scorse settimane, ma in linea generale, perché credo che sia un'esigenza sentita e condivisa da larga parte di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente, appunto volevo fare presente se chiedeva se c'era qualcuno che voleva parlare a favore, dato che non aveva chiesto sull'ordine dei lavori…
PRESIDENTE. Ci era sembrato che lei fosse la persona che intendeva parlare a favore…
EDMONDO CIRIELLI. Se lo chiede, magari lo chiedo io. Però…
PRESIDENTE. Se lei non intende parlare a favore non è un problema.
EDMONDO CIRIELLI. Non mi voglio sostituire al ruolo del Presidente, ci mancherebbe.
PRESIDENTE. Prego, vada pure avanti adesso.
EDMONDO CIRIELLI. Intervengo innanzitutto per ricordare alla collega - e non so come si chiama dato che non ho sentito il suo nome - che veramente la proposta di legge che persegue in maniera più forte il reato di truffa agli anziani, che è un emergenza sociale, porta come primo firmatario e ha come prima proposta di legge quella di Cirielli e di Fratelli d'Italia (giusto così per la cronaca e anche per i verbali).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3343-A: Introduzione dell'articolo 293- del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge, nel testo della Commissione.
FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Intanto, mi corre l'obbligo, Presidente, di sottolineare - l'abbiamo fatto spesso e volentieri, ma sempre, spero che lo apprezzerà, con il massimo garbo - che non capiamo la ragione della dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti presentati da noi e che ci siamo visti in buona sostanza costretti a segnalare un emendamento in maniera, se possibile, impropria, nella misura in cui - lo rammento a quest'Aula - abbiamo ritenuto che aprire questa finestra sulla fattispecie di reati di opinione in ordine alla diffusione di materiale di propaganda giudicata ideologicamente o culturalmente antitetica rispetto alle regole del confronto civile, pacifico e democratico, non possa mettere il paraocchi a chi ha proposto questa legge o al Governo che la sta avallando, perché, oggi, abbiamo comunque nella medesima definizione, sotto lo stesso titolo, dei pericoli decisamente più concreti. Ci riferiamo, per esempio, questo è l'emendamento che ci è stato dichiarato inammissibile, al reato, che abbiamo chiesto di introdurre già in altri provvedimenti, di integralismo islamico, con tutto quello che ne consegue, che non è soltanto una definizione teorica, astratta, ma è il complesso di difficoltà, di fragilità e di pene che viene fatto pagare a tutti coloro i quali sono, di fatto, sottomessi all'integralismo islamico.
PRESIDENTE. Invito i relatori ad esprimere il parere. Relatore Verini, prego.
WALTER VERINI, . Grazie, Presidente. Per facilitare anche il compito, dico che noi esprimiamo parere favorevole sull'emendamento 1.70 della Commissione...
PRESIDENTE. Mi dice la pagina, per favore.
WALTER VERINI, . Non ce l'ho, Presidente, chiedo scusa...
PRESIDENTE. Allora aspetti...
WALTER VERINI, . È l'ultimo, comunque, credo.
PRESIDENTE. Ah, non ce l'abbiamo, va bene, quindi è l'1...
WALTER VERINI, . È l'emendamento 1.70 della Commissione...
PRESIDENTE. Quindi parere favorevole?
WALTER VERINI, . Sì, precisando, Presidente, che per un mero errore di stampa, nel testo, anziché “richiamando”, si deve intendere “richiamandone”.
PRESIDENTE. Adesso il relatore di minoranza, deputato Ferraresi, prego.
VITTORIO FERRARESI, . Grazie, Presidente. Emendamento 1.1 Sisto: ci rimettiamo all'Aula perché ovviamente abbiamo emendamenti successivi che possono provare a modificare il testo. Emendamento 1.38 Ferraresi: parere favorevole, così come sull'emendamento 1.2 Ferraresi. Emendamento 1.24 Parisi: parere favorevole, così come sugli emendamenti 1.5 e 1.26 Ferraresi. Parere favorevole anche sull'emendamento 1.21 Parisi e sull'emendamento 1.25 Mazziotti Di Celso...
PRESIDENTE. C'è l'emendamento 1.70 della Commissione.
VITTORIO FERRARESI, . Sull'emendamento 1.70 della Commissione ci rimettiamo all'Aula, così come pure - mi scusi - sull'emendamento 1.25 Mazziotti Di Celso.
PRESIDENTE. Abbiamo anche l'articolo aggiuntivo 1.030 Rampelli.
VITTORIO FERRARESI, . Un attimo perché non ce l'ho.
PRESIDENTE. Sì, perché è stato segnalato dopo che abbiamo reso inammissibile quello che era stato... è l'ultimo a pagina 7, l'ultimo proprio, l'ultimo del fascicolo.
VITTORIO FERRARESI, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Il parere del Governo, per favore.
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signora Presidente. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti Ferrari 1.52 e Ventricelli 1.30 sono stati ritirati dai presentatori.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, la richiesta di un emendamento soppressivo da sottoporre all'attenzione dell'Aula nasce da una consapevolezza di ordine generale: questa è la peggiore legislatura di tutti i tempi dal punto di vista dell'introduzione di norme nel nostro codice penale. Dico la peggiore perché si può anche ritenere che sia necessario rispondere a delle esigenze con norme incriminatrici, ma per fare questo ci vuole una logica di sistema. Noi abbiamo introdotto quella che io voglio definire un po' goffamente una sorta di obesità del sistema penale, cioè un sistema penale gonfio di norme, che non risente di una scelta logica a seconda delle esigenze che derivano dalla consapevolezza dell'antigiuridico e della necessità di sanzionare, ma - che in qualche maniera politicamente possono avere un qualsivoglia significato - che debbono avere una traduzione penalistica, perché se non c'è pena e non c'è reato non c'è rilevanza. Cioè, il sistema penale viene utilizzato come una sorta di serbatoio di consenso che a tutti i costi deve essere sfottuto perché possa esprimere comunque un giudizio di riprovazione che non ha nessun addentellato nel sistema penale, meno che mai nella consapevolezza dell'antigiuridico; e questa è una norma che ha proprio questa caratteristica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, intervengo per riprendere il ragionamento del collega Sisto e per ribadire che ogni qual volta si mette mano alla norma penale non si può prescindere dal tema della determinatezza di ciò che in una norma penale viene incluso, ovvero, come diceva il collega Sisto poco prima di me: ciascun cittadino deve sapere che cosa può fare e che cosa non può fare, e soprattutto, più ancora di quello che deve sapere il cittadino, il magistrato deve sapere che cosa è chiamato a perseguire e che cosa invece esula dall'ambito dell'applicazione delle sue potestà. Presidente, chi ha redatto questa proposta di legge di tutto si è occupato meno che di garantire la determinatezza del contenuto di questa norma. Ciò perché, se l'intento fosse stato quello di colpire un'area di pensiero - al netto del fatto che questo già qualifica e qualificherebbe la veridicità dell'autodefinizione di tutore e custode della democrazia che alberga in chi ha ideato e sottoscritto questa proposta di legge -, ci troveremmo di fronte ad una proposta in cui si colpisce - leggo dal testo - chi propaganda le immagini e i contenuti propri del partito fascista e del partito nazionalsocialista tedesco.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Concludo, Presidente. Anche qui, in termini di indeterminatezza, parliamo dei contenuti propri di un partito che devono essere perseguiti: non esiste un partito, né quelli di settant'anni fa, Presidente, né quelli di cinquant'anni fa, né quelli di oggi né quelli di domani in cui sia oggettivabile il contenuto. Allora, o il contenuto è esattamente e solamente quello che sta nella testa di chi, per farsi una pubblicità a poche settimane dal voto, ha deciso di redigere questo testo, oppure il contenuto non è oggettivabile e non è consegnabile alla magistratura perché ne faccia…
PRESIDENTE. Grazie. Vi prego di stare nei tempi, colleghi.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Io ho letto durante l'estate alcuni editoriali, editoriali di persone che, sicuramente, non possono essere inserite tra intellettuali o commentatori politici che fanno riferimento a una cultura di destra o a una cultura fascista. E quello che ho letto credo sia molto interessante. Soprattutto ha risvegliato anche alcuni ricordi di tante iniziative, che anche in gioventù alcuni di noi hanno fatto, rispetto a quello che è il principio che regola questa legge, che la maggioranza sta proponendo, ossia quello di ampliare il reato d'opinione, pensando così di togliere di mezzo quelli che sono reputati scomodi, quelli che non condividono in tutto e per tutto le proprie idee e le idee di chi ovviamente propone questa legge, pensando così di potersi in qualche modo presentare al pubblico, ai cittadini e agli elettori, pensando di avere risolto e chiuso definitivamente una pagina della storia. Ecco, vorrei dire, a queste persone che stanno promuovendo la legge, che quella pagina di quella storia è già stata chiusa e, laddove ce ne fosse stato ancora bisogno di entrare nel merito, sono state fatte due leggi molto importanti, la Scelba e la Mancino, che hanno definitivamente messo uno a quel periodo storico.
BARBARA SALTAMARTINI. …ma soprattutto è indecente, perché volete mettere ancora una volta il bavaglio, non a chi commette un reato…
PRESIDENTE. Grazie deputata.
BARBARA SALTAMARTINI. …ma a chi si limita magari a qualche attività commerciale
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà, ma prima di dare la parola, devo avvertire che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame e che, quindi, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari ad un terzo di quello originariamente previsto. Prego, deputato La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Sarà che mi viene da ridere: abbiamo fatto solo un intervento, abbiamo esaurito il tempo! Capisco, comincia già una certa limitazione della libertà di pensiero. Comunque non avrei bisogno di tempo, perché questa legge non vieta soltanto il parlare, non vieta soltanto il dire, lo scrivere, il pensare, il raffigurare, il disegnare, il dipingere, lo scolpire cose che non piacciono a questo regime politico, ma vieta anche - è un'innovazione incredibile, lo ha scritto molto bene oggi Giorgia Meloni in un comunicato - la gestualità. Ma si è mai visto al mondo un provvedimento, che nega la gestualità, che ti dice come devi muovere il tuo corpo? Perché il provvedimento dice che è vietata, non solo la distribuzione eccetera, ma anche la gestualità che richiama. Per cui, d'ora in poi, state attenti ad alzare la mano oltre la spalla, state attenti a mettere le mani sui fianchi, state attenti a camminare con la gamba alzata orizzontalmente quando camminate, state attenti ad accentuare il mento. Se voi accentuate il mento, potete essere passibili di due anni di galera! Perché l'accentuare il mento richiama certamente quel mostro, che fu Benito Mussolini. Vergogna
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Io, contrariamente ai colleghi, ringrazio il collega Fiano per questa proposta di legge, perché così impedisce alla destra di fare quello che abbiamo fatto per troppi anni: liberarci dai cretini per portare avanti i concetti. Ma c'erano i cretini con la mano alzata e allora i concetti non venivano bene fuori. Ci dà una mano, perché pulisce un po' lo scenario dagli imbecilli. Io lo ringrazio e lo ringrazio anche perché, uno dei miei preferiti, disse una cosa, che oggi è validissima. Non è Longanesi, come molti pensano, è Ennio Flaiano, il quale disse che in Italia i fascisti si dividono in due grandi categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente, io solo per dire ai colleghi di sinistra che, oltre a votare contro questa norma che è sbagliata, perché conculca la libertà, la prossima legislatura, quando saremo maggioranza, la farò abrogare. Ma non per un fatto di simpatia o di volere restituire a questa società regimi totalitari, ma per difendere anche la vostra libertà, per impedire che questo pericoloso precedente possa un domani servire a comprimere le vostre idee.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Io non sono d'accordo con chi ha sostenuto che le norme che ci accingiamo a votare siano generiche. L'articolo unico in discussione, invece, è molto preciso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie Presidente, solo per evidenziare che, mentre noi ci troviamo quasi alle soglie della terza guerra mondiale, con un dittatore - che non è di questa ideologia che noi qui condanniamo, ma di tutt'altra ideologia - che fa le prove generali per i missili nucleari, mentre noi ci troviamo con uno Stato islamico - che non è di questa ideologia, ma di ben altra ideologia - alle porte, che troppo spesso, molto spesso, fin troppo ci sta entrando in casa, noi, questo Governo, questa maggioranza ha paura dell'oggettistica.
WALTER VERINI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI, . Grazie, Presidente. Io sento il bisogno di intervenire a questo punto, per precisare alcune cose e, naturalmente, avendo ribadito il parere contrario all'emendamento soppressivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Io credo che intanto, quando si interviene, bisogna riferirsi al testo e, quindi, le leggi sono due: c'è la “legge Scelba” e anche la “legge Mancino” che oggi puniscono tutte le condotte che hanno un'offesa nei confronti di queste vittime, un'offesa concreta che non è la sensibilità - attenzione - perché la sensibilità può essere danneggiata e messa in serio rischio da diverse condotte. Le condotte penali, però, colpiscono le cose più gravi ed in questo momento nel nostro Paese sono già disciplinate da due leggi importanti che, secondo la Corte di cassazione, sono punite e punibili oggi, oggi e non con questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Come ho detto, ci siamo astenuti sul voto precedente perché diamo una possibilità a questo Parlamento di scrivere una norma, dal mio punto di vista e dal nostro punto di vista, più corretta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Purtroppo, questo Parlamento mi sembra che stia vivendo un dibattito surreale su una proposta di legge surreale e, purtroppo, dico che il Partito Democratico sta utilizzando i drammi del Novecento, le lacrime del Novecento per fare campagna elettorale in vista delle elezioni politiche e reputo che questa sia una cosa indegna. Reputo che sia una cosa indegna trattare una materia così delicata in modo così fazioso. Io mi vedo contrario e credo che i cretini si contrastino con le idee e non con delle leggi folli come questa. Ma dico di più: è folle perché non va nemmeno a considerare tutti i drammi del Novecento. Io vengo da un territorio martoriato, martoriato, dove ogni anno il 25 aprile c'è qualcuno che va in piazza con la bandiera italiana e la stella rossa di Tito, malgrado i morti del nostro Paese su quel confine. Ma di quello si può parlare, con quella bandiera si può andare in piazza, secondo il Partito Democratico, e nulla fa . Ma io oggi, Presidente, non sto chiedendo di impedire per legge a quelle persone di andare in piazza, perché io avrò sempre il diritto e mi batterò sempre con la voce e le parole delle persone che capiscono i drammi che ha vissuto quella gente e dirò a quelle persone: “Imbecilli, non sapete quante persone sono morte per quella folle ideologia comunista titina”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Bene ha dichiarato il collega Ferraresi che il testo è abbastanza scritto male. Ora, lui che cosa propone? Propone, appunto, di recepire la filosofia del progetto di legge, che condivide, a questo punto, ma di scrivere meglio il testo. Soprattutto, aggiungo io, salvando una legge che ha una dignità, per come è fatta e per chi l'ha fatta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. La ringrazio, Presidente. Se non altro, la veemenza degli interventi che ascoltiamo, a parte quello, molto sereno, dell'onorevole Verini, dice che le questioni che trattiamo con questo testo di legge, evidentemente, hanno, ancora oggi, una loro fortissima pregnanza. Io sento il dovere, rispetto a questo emendamento, intanto, di alcuni chiarimenti al collega Ferraresi che ha ripreso, nel suo emendamento, parti del testo di legge che avevamo presentato. Il primo è che la legge Scelba, nella quale lui propone di inserire quel testo, è una legge applicativa della XII disposizione finale e transitoria della Costituzione e, in quanto tale, è stata considerata nella stragrande maggioranza delle sentenze che sono intervenute su condotte di questo tipo. La stragrande maggioranza delle sentenze che, in Italia, hanno condannato atti o condotte che possono essere fatte risalire ad apologia o propaganda dell'ideologia fascista, come prevista all'articolo 4 della legge del 1952, non hanno condannato quelle condotte, in quanto le stesse non potevano essere fatte risalire al principio fondante della XII disposizione, ovvero la riorganizzazione del partito fascista e, in questo, la magistratura è stata coerente con la legge che è stata scritta per dare attuazione a quella disposizione, che, altrimenti, sarebbe rimasta transitoria. È per questo, anche, oltre che per altre ragioni, che nasce l'esigenza di una legge diversa; perché questa legge è sganciata da quella radice e da quella genesi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Scusi, Presidente, ma l'interpretazione che l'estensore della legge dà è, invero, soggettiva, perché ha ragione l'onorevole Sannicandro che evidentemente è un avvocato con un qualche spessore, perché qui c'è scritto: chiunque propaganda anche solo attraverso la produzione; il che significa che produrre un'effigie del Duce su una bottiglia di Lambrusco costituisce in sé propaganda. Così c'è scritto, se non volevate dire questo, lo dovevate dire in un altro modo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. No, collega Fiano, non ci siamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Solo per dire che siamo contrari a questo emendamento, che dimostra che i 5 Stelle hanno una cultura esattamente di sinistra come gli altri movimenti che lo hanno proposto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. A titolo personale perché condivido quello che ha detto l'onorevole Cirielli, però rilevo che anche quello che hanno chiesto i deputati del MoVimento 5 stelle, cioè almeno di non considerare reato quando il comportamento avviene a fini artistici o culturali, mi pare che non venga accolto, neanche questo, dalla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signora Presidentessa. L'emendamento 1.38 Ferraresi soffre di un difetto che ha la stessa legge, perché non è stabilito che la propaganda debba, come dovrebbe, essere propaganda fatta pubblicamente. Lasciando così il testo, sia della norma sia dell'emendamento, qui si punisce comunque la propaganda anche fatta non pubblicamente e, quindi, senza quegli effetti che la stessa propaganda dovrebbe impedire, cioè la propaganda fatta in salotto, da persona singola a persona singola. È una bruttissima legge ed è un brutto emendamento.
MARCELLO TAGLIALATELA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Sì, Presidente, per chiedere di votare l'emendamento per parti separate e, quindi, di votare separatamente la parte ultima dell'emendamento, quella nella quale si fa riferimento a escludere come elemento di reato la propaganda a fini culturali per intenderci, quindi l'ultimo capoverso. E quindi chiedo la votazione parti separate.
PRESIDENTE. La seconda parte non ha un'autonomia di per sé, se non è legata alla prima. Quindi, eventualmente, bisognerebbe fare le parti separate sulla lettera e la lettera che sono nella prima parte, ma non separare la prima parte dall'ultima, perché l'ultima non è autonoma dalla prima.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sì, deputato La Russa, però aspetto una risposta su questo... ah, lei mi dà la risposta?
IGNAZIO LA RUSSA. Sì, stavo illustrando questo insieme al collega. La frase: “Il presente comma non si applica quando le immagini contenuti o i beni abbiano unicamente carattere storico, culturale, artistico o architettonico” vive benissimo da sola. Per cui se viene approvata questa parte, insieme naturalmente, ove venisse approvata, anche la parte precedente della lettera si può fare; se no, solo tutta la lettera separatamente dalla lettera
PRESIDENTE. Su questo concordiamo: è la lettera che si può fare.
IGNAZIO LA RUSSA. Secondo noi si può fare anche solo l'ultima parte, però va bene anche tutta la lettera non cambia niente.
PRESIDENTE. Va bene, allora, separandola, verrebbe che la prima parte termina con la lettera e la seconda parte è la lettera e quello che ne consegue.
VITTORIO FERRARESI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su cosa?
VITTORIO FERRARESI, . Volevo solo fare un chiarimento tecnico sul mio emendamento e anche da relatore. Il pubblicamento è ovviamente implicito al richiamo del presupposto del pericolo di ricostruzione della Scelba e quindi si riferisce a quello, ma poi, se il problema è appunto che il presente comma non si applica in queste ipotesi, dico al collega La Russa, che c'è un emendamento successivo che appunto cita questa dizione, elimina il secondo periodo oppure aggiunge questa frase, quindi non so, dopo valutate voi.
PRESIDENTE. Va bene, allora se andiamo avanti con le parti separate, se siamo d'accordo e se conferma questa richiesta, passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, su questo emendamento del collega Ferraresi, l'1.5, è necessario spendere una parola di favore, perché in questo emendamento si cerca - a mio avviso efficacemente - di dare una direzione percepibile di pericolo concreto alla condotta in modo che derivi pericolo di riorganizzazione del partito fascista. Cioè, tutte queste condotte isolatamente prese non possono avere un significato di rilevanza penale tanto da legittimare un intervento sanzionatorio così incisivo. Il pericolo concreto è che questi segnali, che questi segni siano finalizzati ad un'attività che possa essere in concreto percepibile come penalmente rilevante e meritevole di intervento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, anche qui, non me ne vorrà il collega Ferraresi se difendo i suoi emendamenti, ma mi sembra anche questo un intervento di assoluto buonsenso. Infatti, analizziamo il contenuto della norma e chiediamoci quali sono i paradossi che possono essere connessi. Sia ben chiaro, nessuno di noi fa problemi di direzione della norma, ma di tecnica di impostazione della fattispecie incriminatrice. Il contenuto potrebbe essere qualsiasi, ma una norma penale deve avere le sue caratteristiche. Quando io leggo “chiunque propaganda le immagini o i contenuti o del partito” - che potrebbe essere qualsiasi partito – “ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso (…)”, mi chiedo: se io vado a casa di qualcuno e dovessi vedere per avventura un segno, un'immagine, un dato, posso denunciarlo? Posso in qualche modo rivelare una condotta che non è pubblica all'esterno e far scattare questa norma incriminatrice? Quel “pubblicamente” significa che deve avere una rilevanza, se no davvero si corre il rischio di entrare nella testa di ciascuno - anche un pensiero teoricamente potrebbe essere tale -, e si arriverebbe al paradosso che la sanzione penale potrebbe andare a colpire un pensiero molto intenso, tanto è labile questa fattispecie. Neanche si richiede che “pubblicamente”, vedete quanto è intrisa di ideologia, qualsiasi fosse, questa norma! È una norma che punisce anche l', quello che io posso fare a casa mia! Presidente, lo dico con molta franchezza, pensiamo a questa norma applicata nella quotidianità: in aule giudiziarie già stracolme e in difficoltà inseriamo una norma di questo genere, che si presta a di tutto e di più. Penso che la maggioranza dovrebbe riflettere profondamente, non sul significato politico, ma sulla barbarie giuridica di questo modo di procedere, laddove in nome di un'ideologia si vanno a punire condotte che mai nessuno ha osato punire, mai nessuno!
DONATELLA FERRANTI,Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI,È veramente particolare l'atteggiamento sempre di alcuni colleghi. In particolare, adesso sentivo l'intervento del collega Sisto, che qualsiasi norma che non abbia scritto lui è sempre barbarica. Quindi, francamente ci lascia molto perplessi. Tra l'altro, l'idea stessa di propaganda, ovviamente non riguarda gli . Lo stesso concetto di propaganda implica un'attività pubblica. Tanto è vero che l'articolo 4 della legge Scelba, quando parla di apologia del fascismo, parla di chiunque fa propaganda. E non ha avuto bisogno mai assieme alla parola “propaganda” di mettere “pubblicamente”. Il “pubblicamente” abbiamo ritenuto di inserirlo e c'è nella legge. Tra l'altro, quello che dispiace è che negli interventi non si tiene conto, in nessun conto, degli emendamenti presentati, dei pareri dati, dell'emendamento della Commissione, del fatto che la Commissione ha cercato di tener conto anche dei pareri espressi dalle altre Commissioni, per cercare di determinare meglio la condotta. Quindi, il testo finale richiama la propaganda, chi fa comunque propaganda, richiamando - lì abbiamo messo “pubblicamente” - pubblicamente la simbologia e la gestualità. Perché, quando si usano dei gesti che si richiamano a quelli utilizzati dal partito fascista, è ovvio che deve essere una manifestazione pubblica. Perché, a casa mia, faccio il segno del saluto fascista, lo faccio dentro casa mia e certo non è reato. Mentre la propaganda è in sé. Poi verrà fuori, nel testo finale approvato con gli emendamenti della Commissione, che la propaganda deve riguardare, non le immagini, non l'oggettistica, ma i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signora Presidentessa. Veda, la presidentessa della Commissione giustizia, a mio parere, ricorda male l'articolo 4 più volte citato, perché lì è scritto espressamente “pubblicamente esalta”, al primo comma. E la propaganda è un'aggravante prevista dal secondo comma: la pena è aumentata se il fatto è commesso col mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione o di propaganda. E, quindi, deve essere, secondo la legge Scelba, pubblica. È aumentata la pena, se è fatta anche col mezzo della stampa. La propaganda in sé non è contenuta nel comma quarto, perché non è definita. E, quindi, la propaganda, in Italia, nell'italiano, può essere pubblica o può essere anche privata. Questo per il rispetto di quello che si scrive e di quello che si dice
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Murgia. Ne ha facoltà.
BRUNO MURGIA. Presidente, per confermare il voto di astensione del gruppo di Fratelli d'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. A titolo personale, Presidente. Il concetto della presidente della Commissione cade, anche perché all'articolo 1 c'è scritto chiaramente “anche solo attraverso la produzione (…) o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia (…)”. Quindi, distingue: la simbologia deve essere pubblica, invece una fotografia può essere tenuta anche in casa. Io che ho la foto di mio padre vestito con la divisa da fascista, dovrò nasconderla quando lei verrà a trovarmi, perché altrimenti incorrerei in un reato grave. L'onorevole qui a fianco a me, che ha il nonno che ha nella foto del cimitero la divisa fascista, dovrà cambiarla, perché sennò bisognerà riesumarlo, per vedere se ha anche la divisa fascista nella bara. Grazie per questa legge, ci faremo la campagna elettorale con la gente di buonsenso!
PRESIDENTE. Passiamo a i voti.
FABRIZIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie Presidente, il mio emendamento nasce da una riflessione profonda, che ho avuto modo di fare questa estate, anche sentendo qualche sua giusta e opportuna riflessione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.29 Fabrizio Di Stefano, su cui vi è parere contrario di Commissione e Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Volevo semplicemente dire: prima ho citato degli episodi che riguardano tutti i regimi totalitari; allora perché limitare soltanto all'efferatezza e agli atti efferati di un certo regime totalitario e non di altre ideologie, che hanno composto e hanno compiuto altrettanti misfatti? Per questo io pensavo che bisognava includere nella terminologia tutti i regimi totalitari e non soltanto alcuni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Murgia. Ne ha facoltà.
BRUNO MURGIA. Confermiamo il voto favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, perché? Non abbiamo tempo, cosa ci costringe a fare per parlare almeno un minuto! Grazie, comunque.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giuditta Pini. Ne ha facoltà.
GIUDITTA PINI. Grazie Presidente, cercherò di rispondere a questi quesiti anche portandoci diciamo al tema e a quello che c'è scritto nell'emendamento. In questa discussione, molto interessante devo dire, soprattutto da un punto di vista storico e sociologico, cioè come si può reinventare e rivedere la storia all'interno di un'Aula parlamentare, omettiamo un piccolo fatto: questo piccolo fatto è il motivo per cui noi siamo qui oggi ed è il motivo per cui è stata scritta ed è nata la nostra Costituzione, e cioè, a voler dire, il regime fascista. Il regime fascista c'è stato nel nostro Paese ed è venuto quando Mussolini, assieme al Partito Nazionale Fascista e alle sue camicie nere, arrivò e pose fine a quel sistema liberale che prima sentivo nominare. Bene, il partito fascista - Mussolini - portò l'Italia in guerra a fianco di Hitler e portò diciamo a una serie di sciagure, che se volete possiamo anche elencare, ma che sono disponibili in tutti i libri di storia, che dovremmo avere tutti più o meno letto. Perché? Che cosa successe?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Garnero Santanchè. Ne ha facoltà.
DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie, Presidente. A parte che non riesco a capire come mai c'è così grande passione su questa proposta di legge, mentre invece i problemi degli italiani sono assolutamente altri, ma il non volere questo emendamento ci dà proprio la rappresentazione plastica che si vuole colpire soltanto una parte della storia, trattando la storia con assoluta superficialità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente, io credo che il collega La Russa non volesse parlare di storia, ma volesse parlare di concretezza. La storia la conosciamo tutti e proprio per questo la Corte costituzionale si è espressa più volte nell'interpretazione del concetto e, peraltro, la Costituzione, richiamata un po' improvvidamente, non a caso confina alle disposizioni transitorie e finali quella normativa, perché allora c'era un problema. La legge penale, a differenza della storia e della Costituzione, punisce fatti concreti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Anche qui lo sforzo di questo emendamento è quello di esplicitare la possibilità di percepire la lesività delle condotte in concreto. Quando si dice di sopprimere le parole da: “anche solo” fino a: “chiaramente riferiti” si tende, evidentemente, ad eliminare la parte puramente ideologica di questa norma, la parte più pericolosa, la parte incerta, la parte che espone ad interpretazioni cioè quella che non dà la certezza della condotta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Presidente, la ringrazio; io occuperò solo pochi secondi, perché ho ascoltato con attenzione le argomentazioni giuridiche del collega Sisto, che con tanta puntualità ha evidenziato le carenze di questa proposta di legge e anche le motivazioni politiche che altri colleghi hanno messo in evidenza in quest'Aula, come il collega Di Stefano o il collega La Russa. Vorrei tranquillizzarli, perché, per fortuna, la maggioranza non è tutta radicale e un po' ottusa come quella che c'è qui alla Camera; c'è anche quella più ragionevole del Senato che, ad esempio, pochi minuti fa ha deciso di rinviare lo . Avverrà anche per questa legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, solo per sensibilizzare, al di fuori della polemica, la maggioranza su quello che stiamo votando. L'emendamento precedente, io invito i deputati di maggioranza a leggerlo, dice che viene perseguito chi propaganda i relativi metodi sovversivi del sistema democratico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, ci sono alcuni emendamenti che non esito a definire divertenti, perché non c'è niente di più divertente che emendare un testo inutilmente, dando l'impressione che questo emendamento possa essere migliorativo; ma chi ha un minimo di dimestichezza con i processi ermeneutici interpretativi delle norme penali, o, in genere, dell'interpretazione, sa distinguere un intervento utile e un intervento assolutamente superfluo. Infatti, Presidente, con questi due emendamenti si chiede di eliminare la parola: “solo”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. La ringrazio, Presidente. Per il suo tramite, il presidente Sisto ha usato, in amicizia, parole forti nei confronti dell'estensore della legge. Con diversa tonalità, quindi senza nessuna forza, suggerisco una migliore lettura del testo, così come modificato sinora dall'approvazione degli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Sì, grazie, rapidissimamente, solo perché il collega Sisto, all'inizio di questo esame, ha richiamato il parere della Commissione affari costituzionali. Questo emendamento, così come due o tre degli altri, riflettono esattamente le osservazioni della Commissione affari costituzionali, che peraltro abbiamo anche ampiamente discusso con l'onorevole Sisto; quindi, mi stupisce adesso la contrarietà a un emendamento lungamente discusso e approvato in un testo che il presidente Sisto ha giustamente - e lo ringrazio – richiamato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Io intervengo per fare alcune considerazioni in merito non tanto ai minimi emendamenti correttivi che si stanno proponendo, probabilmente per indirizzare il tiro rispetto all'introduzione di una nuova fattispecie di reato che io, credo, porterà a gravi problemi interpretativi esattamente nel momento in cui la magistratura sarà chiamata a dare una lettura e un'applicazione a questi nuovi reati, se mai dovessero entrare in vigore. Io mi permetto, però, Presidente, di fare una considerazione molto più generale, non solo con riferimento a questo reato, ma alla visione complessiva del sistema giustizia che chi oggi propone questo disegno di legge ha.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Voglio ribattere che da sempre mi batto affinché non si implementi il codice penale di ulteriori reati, ma non è che ogni intervento che devo fare, lo devo fare in tal senso. Tra l'altro, ho già accennato al fatto che questa legge è gravemente lacunosa sotto il profilo della educazione delle giovani generazioni degli italiani ai valori dell'antifascismo. Ho citato la legge Scelba: la legge Scelba si affidava a norme penali, infatti è vietata la ricostituzione del Partito Fascista, come ho già detto prima, era prevista la confisca dei beni, è prevista poi l'apologia del fascismo, le manifestazioni fasciste e via discorrendo, però alla fine conclude: pubblicazioni sull'attività antidemocratica del fascismo, e si impegna, il Governo dell'epoca, a operare affinché i cittadini conoscessero fino in fondo che cosa fosse stato il fascismo e quali erano i danni che aveva prodotto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo su questo emendamento per segnalare come, nell'ambito del dibattito, la discussione sui singoli emendamenti non possa prescindere da talune affermazioni che ho ascoltato. Ho ascoltato nell'intervento che mi ha preceduto, sugli identici emendamenti 1.51 Gasparini e 1.27 Ferraresi, che le norme penali devono educare le giovani generazioni ai valori etici; e questa è una norma che non educa. Ma rammenterò, per un mero refuso culturale, che, quando la norma penale educa all'etica, non è una norma democratica. Lo Stato etico, per definizione, è lo Stato che travolge la democrazia. Ecco l'equivoco di fondo, ecco la confessione stragiudiziale che riviene da insospettabili commentatori e chiosatori in quest'Aula. È una norma che non svolge la funzione di educare le giovani generazioni allo Stato etico, perché questo è il diritto penale, secondo voi: l'educazione dei giovani allo Stato etico. Io credo che davvero c'è da sorridere, se non ci fosse da piangere, di fronte a questo tipo di approccio! E ricorderò al presidente Mazziotti Di Celso, con cui abbiamo sempre un'interlocuzione di grande franchezza, che l'emendamento in questione è rispetto all'ottimo parere dalla I Commissione, che criticava e ha criticato pesantissimamente il principio di determinatezza di questa norma, che rimane il vero fulcro negativo di questa fattispecie. Cioè, è una fattispecie proprio priva di qualsivoglia connotazione di condotta penalmente rilevante, tanto estesa, tanto è diffusa e tanto è incontrollabile; altro che questo emendamento sul “solo”! Certo, fa parte del pacchetto, ma questo emendamento, il “solo”, non è certamente un richiamo puntuale a quel parere. Per concludere la valutazione su questo emendamento, dico che qualche volta, forse, meglio il “solo” che così male accompagnato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Presidente, questo emendamento, che tra l'altro ha avuto il parere contrario della Commissione, verrà ritirato, quindi non è necessario che il Presidente Sisto vada a scomodare lo Stato etico, perché non mi pare che stiamo dicendo che in questo caso lo Stato debba comportarsi esattamente come avrebbe fatto lo Stato fascista dell'epoca, cioè promuovendo su larga scala un'opera culturale di convincimento delle giovani generazioni che, quello sì, avrebbe fatto temere la definizione di Stato etico. Quello che avrei chiesto con questo emendamento è semplicemente di poter prevedere per questo tipo di reato dei lavori di pubblica utilità anziché la reclusione.
PRESIDENTE. Allora passiamo alla votazione dell'emendamento 1.39 Ferraresi, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, sfrutto la dichiarazione di voto sull'emendamento 1.39 Ferraresi anche in relazione a quanto appena sostenuto dalla collega che mi ha preceduto, che reputo estremamente pericoloso. Infatti, inizialmente noi abbiamo contestato la norma per la vaghezza, pensando che ci fosse buona fede ma che la vaghezza in sé fosse data da un'incompetenza da parte dei colleghi di maggioranza, ma quanto ha detto la collega che mi ha preceduto è stato molto chiaro: l'intento è quello di tacciare come fascista chiunque non la pensi come loro, quindi di punire chiunque non la pensi come loro, perché il populismo addirittura è stato tacciato di fascismo, e quindi deve essere perseguitato! Siamo al delirio! Siamo al delirio assoluto! Siamo a chi vuole fare il processo a chi non la pensa come il PD e come la sinistra! Allora, forse, questa vaghezza e questa indeterminatezza della norma non è casuale, è voluta, perché così si potrà perseguitare chiunque lontanamente possa essere additato come chi non la pensa come il PD e quindi essere considerato fascista, quindi essere perseguitato, quindi essere denunciato e finire sotto processo. Quanto ha detto la collega, se pur arrivando a una conclusione differente, cioè non arrivando alla reclusione, come diceva, fa emergere quello che nasconde la norma, e per questo ci preoccupa, per questo questa indeterminatezza diventa estremamente pericolosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. Un su questo emendamento, che propone, per l'ultima volta, il perimetro della norma che si sta discutendo. Credo che debba essere accolto. La Commissione e il relatore devono cogliere l'opportunità di riprecisare questo perimetro, perché, vede, Presidente, il relatore qualche minuto fa, nell'esemplificare quali sarebbero i contenuti propri del fascismo, ha testualmente detto: ci può essere un delinquente, che va in giro a predicare oggi razzismo, xenofobia, odio contro il diverso e la società aperta. Ora, questi atteggiamenti possono costituire altre fattispecie penali o più semplicemente esecrabili opinioni politiche, ma non possono essere considerate propaganda del regime fascista.
PRESIDENTE. Passiamo a i voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signora Presidente. Gli ordini del giorno n. 9/3343-A/1 Nesi e n. 9/3343-A/2 Marzano sono accolti.
PRESIDENTE. Grazie. Quindi abbiamo pareri favorevoli e solo una riformulazione. Chiedo se il presentatore accolga la riformulazione. Sì, la accoglie.
DONATELLA FERRANTI, . Presidente, è necessario effettuare una breve riunione del Comitato dei nove, perché, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.53 Ferrari, è necessario apportare una correzione di forma al titolo.
PRESIDENTE. Va bene, allora, in Sala ministri forse è più facile.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente, confesso di aver provato una certa esitazione di fronte alla proposta del collega Fiano di introdurre nel codice penale l'articolo 293-, non certo per una sorta di timidezza nell'opporci all'ideologia fascista in tutte le sue manifestazioni - noi socialisti non dobbiamo certo dare prova di antifascismo, due nomi per tutti: Giacomo Matteotti e Sandro Pertini - ma ci siamo interrogati se fosse necessario introdurre un nuovo reato a fronte delle due leggi che già intervengono sul tema: la legge Scelba e la legge Mancino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Grazie, Presidente e scusi, temo di essere ripetitivo, ma non posso esimermi dal notare come sia davvero incomprensibile che in presenza di problematiche di grande rilievo sociale che riguardano l'occupazione, la sicurezza, i disastri geologici, le tante vertenze in piedi, non per ultimo la gestione migranti, si voglia occupare il tempo che residua della legislatura per affrontare questioni di natura esclusivamente ideologica, a mio parere assolutamente inopportune, inutili e soprattutto con la volontà di limitare la libertà di espressione. Perché alla fine di questo si tratta: come è stato già assegnato da altri colleghi, si vuole approvare un provvedimento illiberale, fazioso, che non risolve alcuna questione se non il morboso desiderio di una sinistra che vive una sindrome di inferiorità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente, come gruppo noi – l'ho anche più volte detto all'onorevole Fiano - non ritenevamo indispensabile questa legge, le cui fattispecie trovano già in parte tutela, ma sicuramente, anche se non essenziale, non la riteniamo liberticida. Abbiamo trovato sinceramente abbastanza ridicoli gli attacchi: una parte è venuta - e non sorprende - da gruppi che sono costantemente alleati politicamente di movimenti illiberali – e cito CasaPound - che probabilmente sono tra quelli più contrari a questa norma; poi sono gli stessi gruppi che in quest'Aula hanno sostenuto un emendamento in base al quale chi faceva propaganda jihadista o meglio era imputato di propaganda jihadista doveva finire al 41-, quindi se io dico di radere al suolo Israele da islamico vado al 41- con l'imputazione, se dico di farlo in quanto nazista probabilmente non prendo neanche una sanzione, pure con la sentenza passata in giudicato, quindi la coerenza diciamo che fa un po' di difetto. La realtà è che qui, grazie alle correzioni che la Commissione ha adottato e che riflettevano fortunatamente - e ne sono lieto - anche gli emendamenti da me presentati, è sanzionata soltanto la propaganda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente, io credo che questa legge abbia un grande significato politico: sta dimostrando che Renzi e il suo partito sono antifascisti. Chi diceva che erano di destra, chi diceva che si volevano alleare con Berlusconi: non è vero. Avete visto? È un partito di sinistra, antifascista, sta veramente rottamando tutti gli accendini, tutti i portachiavi, tutti i simboli del disciolto e mai tanto vituperato partito fascista. Certo, poi ci si incoraggia, io ho rispetto per il relatore e conosco la sua storia personale, come conosco la storia personale di tanti assassinati dai partigiani, con i parenti assassinati dopo la fine della guerra, e a lui dico: capisco perché hanno scelto te, capisco, sei la loro foglia di fico, non gliene frega niente dell'antifascismo e del fascismo, è una specie di ritinteggiatura, di sinistra, di un partito allo sbando qual è il Partito Democratico. E allora prendiamola sul ridere o drammaticamente facendo finta di ridere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, l'UDC si asterrà su questa votazione, perché ci sembra che troppo forti siano state le pressioni ideologiche nel dibattito in un senso o in un altro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Milena Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Si è discusso oggi pomeriggio in quest'Aula se non si rischi di dire che tutto è fascismo e questo naturalmente non sarebbe opportuno dirlo, ma così come sarebbe altrettanto pericoloso dire che nulla è fascismo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Parisi. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Presidente, colleghi, confesso che questa legge non mi piace e mi piace ancor meno di questa legge parte del dibattito che si è sviluppato nel Paese, non tanto qui, in quest'Aula, ma nel Paese, intorno a questa proposta di legge. Non mi piace prima di tutto l'attacco, gli attacchi volgari e personali che sono stati rivolti al proponente di questa legge, al collega Fiano, che è un collega stimabile e che stimo; non mi piace l'iscrizione d'ufficio nel partito dei reduci o dei destrorsi di chi, invece, pone problemi di natura diversa, che pone problemi di un approccio liberale a un tema così delicato, quale è quello della libertà di opinione e non mi sono piaciuti alcuni argomenti che ho ascoltato, ne dirò alcuni, anche da parte di chi si oppone a questa legge.
MASSIMO PARISI. Sono 9 minuti, Presidente, immagino mi voglia avvertire che mi resta un minuto. Allora, io voterò convintamente contro questa legge. Anche se capisco le ragioni, vorrei che non ci fosse fra queste ragioni quella che in qualche modo è stata sommessamente da qualcuno evocata - non tanto sommessamente, sommessamente l'ho io evocata -, ossia la ricerca di un'identità. Io capisco che militando in certi partiti, in questo momento, in una crisi generale del sistema e anche della politica e delle ideologie, si sia alla ricerca di nuove identità, ma davvero pensate che bisogna cercarle guardando indietro, anziché guardando avanti ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. La mia generazione è cresciuta con l'ammonimento di un vizio occulto nell'ordinamento dello Stato repubblicano: quei 62 prefetti su 64 provenienti dai propri ruoli negli anni della dittatura, quei 120 questori su 135, quei 139 vicequestori, quella cultura permanente in settori delle forze di polizia e delle Forze armate, fino alle preoccupazioni di golpe pensati o tentati; culture sopravvissute in un contesto internazionale funzionale, fatto di regimi palesi anche in Europa e di organizzazioni occulte, che hanno mescolato la loro storia con quella delle strategie e dei fatti di sangue più drammatici della nostra storia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Presidente, questa legge non mi piace, questa legge non ci piace e voteremo convintamente contro; ma non ci è piaciuto neanche il dibattito che si è sviluppato all'interno di quest'Aula, sia per le cose che sono state dette in maniera manifesta, sia per alcune affermazioni che sono state indirettamente fatte, laddove, parlando di fascismo, si è citato il populismo con un richiamo diretto o indiretto alla nostra forza politica. Lo dico subito, Presidente: la Lega Nord non è alleata con CasaPound, la Lega Nord non è alleata con Forza Nuova, forze politiche che partecipano democraticamente alle tornate elettorali del nostro Paese, presenti democraticamente nell'arco democratico e costituzionale del nostro Paese. Hanno loro idee, loro principi, che io rispetto, ma sono forze politiche che non hanno nulla a che vedere con la Lega Nord.
PRESIDENTE. Si rivolga a me.
NICOLA MOLTENI. Non siamo né fascisti né razzisti. Questo non l'accetto, per la storia politica che la Lega ha sempre rappresentato; una storia politica di civiltà e di democrazia all'interno di questo Paese. La Lega è la forza politica più vecchia, più anziana presente all'interno di questo Paese. Anzi, noi abbiamo controllato, nel corso degli anni, con le nostre battaglie politiche, alcune spinte che probabilmente avrebbero rasentato schegge estremiste. Quindi, non accettiamo queste semplificazioni, non accettiamo queste equazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, signora Presidente.
PRESIDENTE. Scusi, deputato Marotta. Deputata Santerini, per favore, non si rivolga direttamente al deputato Molteni. Deputato Marotta, prego.
ANTONIO MAROTTA. Alternativa Popolare voterà a favore della proposta di legge, relativa all'introduzione dell'articolo 293 del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Il gruppo Articolo 1-MDP voterà a favore del progetto di legge all'esame dell'Aula, perché in questo momento storico pensiamo che sia necessario un passo avanti verso una precisa definizione normativa di condotte concrete che mettano in discussione le basi della Repubblica e il dettato costituzionale, esplicitamente antifascista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Signora Presidente e onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia ha già avuto modo, nel corso della discussione generale e nel corso del dibattito che si è sviluppato in quest'Aula, di manifestare la propria contrarietà al testo in esame, testo che introduce nel codice penale una nuova disposizione, che punisce chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, anche attraverso la produzione, distribuzione diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli ad essi chiaramente riferiti ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vittorio Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Presidente, il primo giorno di ritorno qui alla Camera dei deputati - lo dico sinceramente - sentivamo proprio la necessità, con le alluvioni che ci sono state, con le migliaia di persone che non hanno diritto alle cure mediche, quelle migliaia di persone che oggi fuggono dall'Italia perché non hanno un lavoro e perché non hanno la speranza, di assistere, oggi in mattinata, a un dibattito basato sulla scritta su un obelisco o sul reato di propaganda nazifascista, che già esiste nel nostro ordinamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. La ringrazio, signora Presidente, e ringrazio tutti i colleghi che in quest'Aula ho ascoltato. Vorrei astenermi da qualsiasi polemica e, anzi, ringrazio tutti gli interventi che ho sentito, anche i più critici, sul testo della legge che portiamo adesso al voto. Io penso che una parola sottenda al dibattito che qui abbiamo ascoltato e quella parola, così sacra nel cuore della democrazia, è: “libertà”.
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, cosa c'è?
LA RUSSA. Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tze Tung….
PRESIDENTE. No, no, non possiamo fare questo tipo di interventi ().
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per una proposta di correzione di forma ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, la presidente della II Commissione, Ferranti. Prego.
DONATELLA FERRANTI, . Grazie, Presidente. Propongo all'Assemblea, sentito il Comitato dei nove, la seguente correzione di forma ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la proposta di correzioni di forma illustrata dalla presidente della Commissione giustizia si intende accolta dall'Assemblea.
PRESIDENTE. Rimane, altresì, stabilito che la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, ci sono un sacco di postazioni accese dove però non c'è nessuno a votare! Controlli!
PRESIDENTE. Dove? Chi sono? Ma hanno lasciato le minuzie, presidente
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative relative all'applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein sarà collocato al quarto punto all'ordine del giorno nella seduta di domani, dopo il seguito della discussione della relazione della Commissione parlamentare per le questioni regionali, l'assegnazione in sede legislativa della proposta di legge n. 3831 ed abbinate e il seguito della discussione della relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.
PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta, l'Aula si sta svuotando, magari fatelo silenziosamente.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola a fine seduta per portare alla sua attenzione, dell'Aula e del Governo per il suo tramite la gravissima situazione che si è venuta a creare sull'intero territorio del Salento a causa dei danni provocati dalla sul comparto olivicolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Segoni. Ne ha facoltà, per un minuto.
SAMUELE SEGONI. Presidente, oggi stiamo commemorando le vittime di Livorno e commemorare in quest'Aula, secondo me, significa anche cercare errori e rimuoverli. Io ho il coraggio di dire che quei morti potevano essere evitati, anzi dovevano essere evitati. Analizziamo l'accaduto, al di là di tutte le polemiche, secondo me fondate sull'urbanizzazione e sulle opere che non hanno funzionato. È caduta una quantità di pioggia enorme; con i limiti della scienza e della tecnologia era stata prevista, quindi fin qui tutto è andato bene, poi iniziano i problemi, qualcosa si è perso per la strada nella filiera delle procedure di protezione civile: l'amministrazione locale non ricollega il codice “colore arancione” ad un pericolo reale e la cittadinanza rimane all'oscuro dell'allerta, e comunque sarebbe stata in larga parte all'oscuro dei comportamenti che in queste situazioni possono salvare la vista, come evitare di dormire in seminterrati in una zona a rischio allagamento. Vado a concludere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Parisi. Ne ha facoltà, per due minuti.
MASSIMO PARISI. Presidente, intervengo anch'io a proposito dei fatti di Livorno, una tragedia per la quale è difficile trovare aggettivi. Certo, è accaduto un fatto enorme, con otto morti, di cui quattro della stessa famiglia, e oltre 1 miliardo di danni stimati a una città che ancora paga gli affetti catastrofici di un evento di questa natura. Un evento imprevedibile, certo - in tre ore è caduta tanta acqua quanta ne cade mediamente in otto mesi -, ma quello che è certo è che sono fatti inaccettabili, perché è inaccettabile che nel 2017 in Italia si muoia di pioggia. Abbiamo commemorato qui, in quest'Aula, oggi pomeriggio, le vittime, e credo che sia giusto e corretto che tutte le istituzioni della Repubblica manifestino la loro vicinanza, la loro solidarietà e il loro cordoglio, ma è altrettanto giusto e corretto l'appello a evitare in questa fase polemiche e dibattiti politici sul tema e sull'accaduto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tea Albini. Ne ha facoltà, per due minuti.
TEA ALBINI. Presidente, quello che è successo a Livorno mi fa ricordare l'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. Io c'ero, da allora sono passati cinquant'anni ed è lo stesso dramma, la stessa disperazione, le stesse lacrime. Verrebbe da chiedersi se, in questi cinquant'anni e dopo tutte le alluvioni che si sono ripetute negli anni ed in tutta Italia, la tutela del nostro territorio sia uscita dalla priorità e dalle scelte che la politica dovrebbe compiere. Abbiamo l'occasione a breve di trovare adeguati spazi e risorse nella prossima legge di bilancio, ma dovremmo fare in modo di facilitare gli interventi e gli investimenti a cura degli enti territoriali. È necessario che le risorse siano spendibili, con procedure semplificate anche nella definizione della progettazione e nell'affidamento dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Deborah Bergamini. Ne ha facoltà, per un minuto e mezzo.
DEBORAH BERGAMINI. Presidente, a nome di Forza Italia voglio esprimere tutto il cordoglio e la commozione per le otto vittime morte nel fango della città di Livorno e per i loro familiari. Sono struggenti le storie di Roberto Ramacciotti, morto per salvare il nipotino, o di Martina Bechini, sposata da pochissimo. Sono storie struggenti che veramente spezzano la città di Livorno, una città forte, una città speciale, ma che sicuramente rimarrà tagliata, ferita, da questo dramma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Grazia Rocchi. Ne ha facoltà, per due minuti.
MARIA GRAZIA ROCCHI. Presidente, anch'io voglio ricordare i fatti di Livorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorelli, per un minuto. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Seppur anomali piogge e temporali non possono e non devono rappresentare per un Paese moderno causa di grande pericolo, lo Stato deve investire nella messa in sicurezza dei territori, ma allo stesso tempo le amministrazioni locali devono impiegare le risorse, concesse per scongiurare fenomeni come quelli di Livorno. I cambiamenti climatici saranno sempre più intensi e l'Italia non può farsi trovare impreparata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Spadoni, per due minuti. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. In questi giorni siamo continuamente tempestati dalle notizie dei due casi di stupro, nelle città di Firenze e Rimini. Crimini ignobili ed efferati, che rendono ancora più evidente la grave, ma preesistente, situazione in cui versa il nostro Paese. Un Paese dove ogni due giorni una donna viene uccisa dal compagno o dal marito, da un fidanzato, da un convivente o da un ex. Si tratta di una tematica o meglio problematica molto importante e trasversale, che coinvolge ogni sfera della vita di ciascun cittadino. La violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani, una minaccia al godimento delle libertà fondamentali, ai sensi del diritto internazionale generale e delle convenzione sui diritti umani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cera, per un minuto. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Lo scorso 9 agosto, in una brutta giornata di sole, San Marco in Lamis, il mio comune, è stato sconvolto da una tragedia, l'omicidio dei fratelli Aurelio e Luigi Luciani, vittime innocenti di una guerra di mafia, che insanguina da molto tempo la provincia di Foggia.
ANGELO CERA. Questo Parlamento, Presidente, faccia sentire la sua voce unanime contro ogni forma di criminalità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signora Presidente, intervengo per sollecitare una risposta del Governo ad un'interrogazione, che abbiamo presentato e che riguarda il riconoscimento dello stato di calamità per la siccità, che riguarda numerose regioni. Comprendo che possa apparire, dopo il dibattito, in stridente contraddizione, perché i colleghi hanno giustamente posto solidarietà nei confronti della comunità colpite tragicamente. E anch'io esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza alle famiglie, però io credo che sia giusto dare una risposta ad una crisi, che si è aperta in numerosi territori e che riguarda il mondo dell'agricoltura e della zootecnia. C'è stata una stagione difficilissima e oggi le aziende sono in difficoltà. Ecco perché chiediamo una risposta ferma dal Governo e puntuale e, speriamo, al più presto
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.