PRESIDENTE. La seduta è aperta.
CATERINA PES, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amoddio, Boccia, Bonafede, Matteo Bragantini, Causin, Centemero, Coppola, Dambruoso, Ferranti, Fico, Fontanelli, Galati, Garofani, Guerra, Lauricella, Locatelli, Manciulli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Meta, Migliore, Pannarale, Portas, Ravetto, Rosato, Rossomando, Sanga, Schullian, Simone Valente, Valeria Valente e Venittelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Occhiuto ed altri n. 1-01687, Marchi ed altri n. 1-01705, Melilla ed altri n. 1-01708, Simonetti ed altri n. 1-01709 D'Incà ed altri n. 1-01710, Rampelli ed altri n. 1-01711, Tancredi e Bosco n. 1-01712 e Paglia ed altri n. 1-01713 concernenti iniziative in ordine ai criteri di ripartizione del fondo di solidarietà comunale, anche nell'ottica dell'attuazione della riforma del federalismo fiscale .
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo, onorevole Morando, ha facoltà di esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
ENRICO MORANDO,. Grazie, signor Presidente. Rapidissimamente, due osservazioni che servono per motivare i pareri che poi rapidamente esprimerò sulle diverse mozioni. Tutte le mozioni sollevano il problema della, da molte mozioni considerata eccessiva, gradualità nell'abbandono del criterio della spesa storica e, quindi, l'eccessiva gradualità e lentezza del processo di adozione del criterio cosiddetto perequativo.
PRESIDENTE. Scusi un attimo, Vice Ministro, un chiarimento. Nella riformulazione che lei fa, al punto lei inserisce la richiesta, sostanzialmente, di modificare i livelli essenziali . Siccome qui c'è un riferimento all'articolo 117, che parla esattamente dei livelli essenziali, dobbiamo togliere il riferimento articolo 117?
ENRICO MORANDO,. Sì, credo che sarebbe ragionevole dire - non avevo fatto caso a questo particolare, lei ha ragione e mi scuso -, credo che sarebbe preferibile dire “la definizione dei livelli qualitativi delle prestazioni, utilizzando la previsione legislativa di ancorarne” eccetera.
PRESIDENTE. Perfetto, quindi togliamo il riferimento all'articolo 117. Prosegua, grazie. Scusi, Ministro.
ENRICO MORANDO, . Vale questo punto anche per…mi pare che ero arrivato adesso alla mozione Melilla, vero, quella successiva?
ENRICO MORANDO,. Al punto 2) della mozione Melilla n. 1-01708, chiederei di sostituire, anche in questo caso, l'aggettivo “essenziali” con “qualitativi standard”, in maniera tale che la frase diventi “tese a individuare livelli qualitativi standard delle prestazioni”, e al punto 3) degli impegni al Governo, poiché la dizione “degli spazi finanziari a favore” risulta, credo, anche un po' generica, e in ogni caso tradisce la finalità per cui il proponente ha scritto il punto 3), credo che sarebbe preferibile, e quindi chiedo di modificare la dizione: invece di “degli spazi finanziari a favore” scrivere “della autonomia finanziaria del sistema delle autonomie”. Se è chiaro, proseguo con il punto successivo.
PRESIDENTE. Assolutamente sì.
ENRICO MORANDO,. Siamo alla mozione Simonetti n. 1-01709 . In questo caso, per gli impegni al Governo il parere è favorevole al punto 1), è contrario al punto 2) ed è favorevole al punto 3) di questa mozione, qualora, dopo le parole “strumenti normativi” si accettasse di inserire “ulteriori rispetto a quelli già adottati nel settembre 2016” e poi prosegue “di riparto del fondo di solidarietà” e così via. A queste condizioni, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Lo vediamo dopo, onorevole D'Incà.
ENRICO MORANDO,. Per quello che riguarda il punto 1), mi sono dimenticato di ricordare che, anche in questo caso, la proposta è di scrivere “ad assumere iniziative per la definizione dei livelli qualitativi standard delle prestazioni”, sulla base del consiglio del Presidente, togliendo il riferimento all'articolo 117 della Costituzione, che prevede i livelli essenziali delle prestazioni. Se i proponenti accettano di modificare così il testo, il parere è favorevole al punto 1); se invece non l'accettassero, e sarebbe perfettamente legittimo, il parere è contrario anche sul punto 1). Per quello che riguarda la mozione Rampelli n. 1-01711, il parere è contrario sulla parte in premessa ed è invece favorevole sulla parte impegnativa.
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, non voglio interromperla, ma dobbiamo con gli uffici renderci conto della situazione. Quindi, questa sua precisazione comporta che tutte le premesse delle altre mozioni lei le considera accolte, sostanzialmente favorevoli.
ENRICO MORANDO,. Sì, non l'ho precisato.
PRESIDENTE. Così siamo tranquilli, grazie.
ENRICO MORANDO,. Ho cercato di andare all'essenziale. La mozione successiva, se non vado errando, è la mozione Tancredi e Bosco n. 1-01712. Anche in questo caso, al punto 2) della parte impegnativa della mozione, in merito all'espressione “copertura dei livelli essenziali delle prestazioni”, propongo ai firmatari della mozione di sostituire l'aggettivo “essenziali” con “qualitativi standard”. E, sempre al punto 2), di aggiungere la parola “anche” prima di “mediante”. Il testo attuale recita “per finanziare mediante risorse statali”.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Noi crediamo che il tema che viene portato in discussione oggi da queste mozioni sia un tema centrale, che va anche ben al di là rispetto al problema della ripartizione dei fondi destinati ai comuni per quelli che da oggi chiameremo i livelli qualitativi standard delle prestazioni. Crediamo che sia un tema che è figlio di una discussione in atto in questo Paese da tantissimo tempo, che deriva dalla riforma federalista del 2001; riforma federalista che, in maniera intelligente dal punto di vista concettuale, propose la definizione dei costi standard di talune prestazioni fornite alla collettività e tarò queste prestazioni sul livello qualitativo e sul livello di spesa delle regioni considerate più virtuose.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, signor Presidente. le mozioni in esame sparpagliano sul tavolo le più eterogenee criticità della ripartizione del Fondo di solidarietà comunale, tutte comunque denunciando che l'atteso federalismo fiscale è ad un punto morto. Le censure per lo più si attestano sul piano applicativo, mentre dovremmo più radicalmente ammettere che esse sono gli amari frutti di un federalismo stravolto. L'IMU era stata così denominata perché avrebbe dovuto essere proprio un'imposta municipale unica, ma ormai, come documentano gli scritti del professor Antonini, conta la vertiginosa bellezza di 200.000 aliquote e di 97.000 detrazioni diverse per una catalogazione degli immobili con 9.700 modelli comunali differenti. Ottomila comuni, da Milano fino a Morterone con i suoi 34 abitanti, possono variamente stabilire detrazioni e aliquote. Si trovano persino agevolazioni del 50 per cento per chi adotta un cane randagio fino a una forte detrazione per chi ha in casa un disabile con invalidità superiore al 100 per cento. Dare questo tipo di autonomia ai comuni non è federalismo: è piuttosto l'inferno fiscale e il caos locale ha paradossalmente generato come punto d'ordine un più forte centralismo. Così l'IMU finisce per assicurare ai comuni meno risorse della vecchia ICI perché questa imposta si dice comunale ma è il Governo centrale a trattenere e redistribuire la gran parte del suo gettito. Quindi, ribaltando il principio di responsabilità che è il fondamento stesso di ogni riforma federalista, il sindaco ci mette la faccia potendo usare ed abusare di quella iperbolica e superficiale autonomia di cui si è detto ma i soldi li prende lo Stato che in parte li ridistribuisce con le conseguenti sperequazioni tracciate nelle mozioni. Allora proprio tali aporie devono farci coscienti di essere giunti agli antipodi del federalismo fiscale nonché di aver tradito gli scopi per cui era nato questo tributo locale che avrebbe dovuto permettere la tracciabilità fiscale e politica: tu, sindaco, mi chiedi queste tasse che vanno a te e io ti misuro poi con il voto. Venendo ora per cenni al merito delle sperequazioni denunciate, i testi proposti sembrano aver dimenticato, con un'appena accennata eccezione di cui si dirà, una delle principali cause della iniqua ripartizione del Fondo di solidarietà comunale ovvero la impazzita situazione del catasto italiano, base di calcolo dell'imponibile IMU. In particolare, secondo il decreto del Presidente del Consiglio del 10 settembre 2015, il Fondo di solidarietà comunale viene ripartito anche considerando le cosiddette capacità fiscali dei comuni. Tuttavia, essendo la base imponibile IMU costituita dal valore catastale degli immobili, la capacità fiscale di un comune dipende da tale valore catastale che però accusa differenze macroscopiche tra i territori della nazione. Quindi i criteri di distribuzione del Fondo penalizzano enormemente i comuni che in autonomia e con modalità virtuose hanno provveduto all'aggiornamento delle rendite catastali rapportandole a valori di mercato giacché ad essi viene applicata una supposta maggior capacità fiscale che comporta minori trasferimenti dal Fondo di solidarietà. Questo effetto distorsivo viene poi amplificato dalla struttura orizzontale del Fondo stesso in forza della quale comuni apparentemente ricchi, ma solo perché i valori immobiliari dei relativi territori sono stati rivalutati, devono perequare nei confronti dei comuni che appaiono poveri solo perché le stime dei gettiti IMU derivano da rendite catastali basse, se non persino simboliche. Almeno fino al 17 marzo scorso il Governo negava questo enorme problema: infatti ad una interrogazione proposta a proposito del contenzioso che il comune di Padova ha avviato contro lo Stato, denunciando l'ingiusta ripartizione del Fondo a causa dell'abnorme diversità dei valori catastali, il Governo rispondeva laconicamente affermando - cito la risposta - che non si ravvisano situazioni di ingiustizia a danno dei comuni che hanno provveduto alla revisione delle rendite. Al contrario, però, nel dispositivo della mozione proposta oggi da autorevoli deputati del PD, finalmente si chiede proprio il superamento progressivo del tra valori di mercato e valori catastali così ammettendo che quanto denunciato da alcuni comuni, come Padova, è un problema tutt'altro che secondario e a cui il Governo dovrà ora almeno favorire - citando la riformulazione - un immediato seppur parziale rimedio. Per questo aspetto la componente Civici e Innovatori per l'Italia voterà a favore della relativa mozione, astenendosi invece su proposte che appaiono eccessivamente generiche o, a volte, a dir poco pretenziose come le richieste di ulteriori trasferimenti per aree che già godono di situazioni privilegiate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murgia. Ne ha facoltà.
BRUNO MURGIA. Grazie, Presidente. Signor Vice Ministro, mi sarei sorpreso se lei avesse accettato la base del ragionamento che facciamo in questa nostra mozione Rampelli ed altri n. 1-01711 perché lei è molto ottimista quando dice che nel 2021 arriveremo al cento per cento della spesa perequativa. Nel frattempo noi sosteniamo che dalla spesa storica alla spesa perequativa vi siano enormi problemi per i comuni e molte disparità tra il mondo del nord e tutto il resto. Questo non significa avere una visione per la quale bisogna utilizzare ulteriori risorse spese a pioggia come è sempre stato, però occorre sicuramente una maggiore attenzione anche alla luce dei che si terranno in Lombardia e nel Veneto nel prossimo periodo. Vi sono molti comuni che, con alcuni vincoli anche imposti dall'Europa, hanno una enorme difficoltà a spendere risorse soprattutto nel campo della spesa sociale e dunque per arrivare a livelli qualitativi standard crediamo che ci siano ancora enormi difficoltà. Continuiamo a pensare che vi siano differenze tra regioni forti e regioni deboli. Io non ho poi il mito del Mezzogiorno anche come oggetto di discussione culturale e politica ma ritengo che vi siano comunque differenze. Faccio anche un esempio che riguarda la mia Sardegna. Il CNEL e l'Istituto Tagliacarne hanno stabilito quali sono i infrastrutturali e devo dire che, guardando i dati, sono molto interessanti e anche più o meno drammatici. Le do alcune cifre, signor Ministro: sulle reti energetiche se poniamo l'Italia a 100, abbiamo il Mezzogiorno al 64,5 per cento e la Sardegna al 35 per cento; sulle reti stradali facciamo l'Italia 100, Mezzogiorno 87 e Sardegna 35; nelle reti ferroviarie - in questo caso il dato è ancora più drammatico – se l'Italia è a 100, il Mezzogiorno a 87 e la Sardegna a 15,08. Sulle infrastrutture economiche e sociali - dice l'Istituto Tagliacarne con il CNEL - se l'Italia è a 100, il Mezzogiorno è a 84 - quindi un po' c'è riequilibro - e la Sardegna a 66. Cosa significa? Lei accetta la nostra proposta di impegno. Noi riteniamo che soprattutto per quanto riguarda la spesa sociale, la spesa per gli asili nido, in particolare per l'istruzione si debba fare molto di più, più in fretta e meglio perché vi sono comunque comuni che hanno enormi difficoltà anche per la crisi ovviamente che ha attanagliato i nostri territori ma non solo l'Italia ovviamente. Noi chiederemo la votazione per la parte di premessa, che è la parte più politica e ovviamente accogliamo l'impegno del Governo soprattutto per realizzare tale distribuzione più equa. La nostra visione è sempre quella di una Italia unita che possa crescere con maggiore solidarietà e quindi rafforzare il quadro della unità nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vezzali che però, non essendo in Aula, s'intende che vi abbia rinunciato.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Innanzitutto ritengo che debba essere chiarito in premessa che, come sempre, c'è un convitato di pietra in dibattiti come questi che hanno a che fare con la modalità attraverso cui vengono distribuite e redistribuite le risorse destinate ai nostri comuni: il comitato di pietra è la situazione finanziaria generale cui gli enti locali sono stati costretti negli ultimi anni. Ricordo che ci sono stime che parlano, a partire dal 2010 ad arrivare ad oggi, sostanzialmente di oltre 10 miliardi di euro di tagli solo sul sistema dei comuni. Ora è chiaro che concentrarsi sempre solo ed esclusivamente su questo, credo sia un po' il limite sella mozione da cui è partito il dibattito di oggi, la mozione Occhiuto ed altri n. 1-01687. Se vogliamo discutere non di come si restituiscono ai comuni le risorse indispensabili al loro ordinario funzionamento - dico ordinario funzionamento: quindi non sto parlando di servizi aggiuntivi - ma ci limitiamo a discutere di come redistribuire la povertà rimasta, noi abbiamo un problema di fondo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Presidente, Vice Ministro, oggi lei ha coniato una nuova visione che va nella scia iper-centralistica del suo partito. Tanto la mozione del PD non cita il federalismo fiscale e non cita l'esperienza comune della scorsa legislatura, quando assieme si varò la legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale che iniziava a dare uno spiraglio di futuro a questo Paese; tanto il suo nuovo conio della modifica autonoma dall'articolo 117, che è stato un inizio di barlume di federalismo approvato addirittura da voi nel 2001, oggi cancella, nel silenzio ovattato di quest'Aula, anche la definizione di livelli essenziali delle prestazioni, che lei ridefinisce come livelli qualitativi standard delle prestazioni. Sono piccoli messaggi, questi, ma che denotano la dirompente volontà di mantenere uno Stato iper-centralista a seguito della riforma costituzionale, che però è stata sonoramente bocciata lo scorso dicembre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. La ringrazio, Presidente. Cercherò di esporre la mozione molto brevemente anche perché è una mozione molto facile da comprendere, con contenuti molto semplici, rimando ad essa per tutte le questioni di dettaglio.
PRESIDENTE. Mi scusi. Colleghi, dobbiamo abbassare un po' la voce, gentilmente. Prego
PAOLO TANCREDI. …l'obiettivo dell'autonomia e della responsabilità fiscale in capo alle amministrazioni locali e agli enti locali e la misurazione della qualità dell'azione degli amministratori con dei livelli standard qualitativi delle prestazioni decisi a livello centrale deve rimanere nel mirino del Governo e del Parlamento, sia in questo scampolo di legislatura sia nei prossimi anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Albini. Ne ha facoltà.
TEA ALBINI. Grazie, Presidente. Il Fondo di solidarietà comunale per il 2017 presenta modifiche relativamente marginali sul complesso delle risorse disponibili e, pertanto, la dotazione complessiva del Fondo è sostanzialmente identica a quella del 2016. Le assegnazioni riconosciute a ciascun comune variano in qualche caso in misura significativa per effetto della progressiva applicazione dei criteri perequativi basati sui fabbisogni e sulle capacità fiscali standard, avviata nel 2015 con la percentuale del 20 per cento aumentata al 30 nel 2016 e ora portata al 14.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Albini. Io vorrei pregare i colleghi… Onorevole Chiarelli, onorevole Palese, io vi prego; potete uscire. Sta parlando una collega; non è necessario stare in Aula a fare discussioni. Se state in Aula, ascoltate o parlate a bassa voce. Prego.
TEA ALBINI. Mentre, per le spese non fondamentali, si sarebbe coperto parzialmente con un fondo perequativo orizzontale, basato sulla capacità fiscale per abitante. Ma una cosa così articolata aumenta di fatto lo squilibrio fra comuni del nord e centro Italia e quelli del sud, perché è del tutto evidente che, se non vengono risolte le differenze territoriali, la ripartizione del Fondo in larga massima sulla spesa storica o sulle capacità fiscali continua a penalizzare il Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Scusi. Onorevole Marantelli, la potrei pregare gentilmente… Grazie.
TEA ALBINI. Sarebbe quantomeno auspicabile che chi pensa o dispone degli strumenti per la definizione di regole e comportamenti sapesse realmente di cosa stiamo parlando.
ENRICO MORANDO,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO MORANDO,. Io avevo proposto, a proposito della mozione Occhiuto, di sostituire la parola: “rovesciare”, al punto primo dell'impegno del Governo, con l'espressione: “attenuare gli effetti del”. I proponenti, e io sono d'accordo, mi dicono che preferirebbero che il termine: “rovesciare” fosse sostituito dal verbo: “rimodulare”. Io non ho obiezioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Intanto, grazie, Presidente e grazie anche al Governo e al Vice Ministro per la sua cortesia e il garbo con cui affronta queste vicende, sapendo che oggi non discutiamo della grande questione meridionale; oggi discutiamo di una cosa un po' più piccola, un po' più semplice, discutiamo di una vicenda che sa dell'incredibile, di una vicenda che nella sua realtà è molto più avanti rispetto alla più vivida immaginazione e che dovrebbe indurre tutti, a cominciare dal Governo, a fermarsi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Incà. Ne ha facoltà.
FEDERICO D'INCA'. Presidente, colleghi, la discussione in atto sulle mozioni in materia di funzionamento del fondo di solidarietà comunale e di attuazione del federalismo fiscale ci offre un'ottima occasione di confronto per valutare le problematiche conseguenti alla parziale realizzazione della riforma prevista dalla legge n. 42 del 2009 evidenziate nei testi delle mozioni presentate. I correttivi contenuti negli impegni delle mozioni in esame sono necessari ed è importante trovare soluzioni immediate per dare risposte ai comuni che da anni lamentano la mancanza di risorse sufficienti per assolvere alle funzioni assegnate loro dalla riforma. Nei tempi bui della crisi e della recessione è noto in quali misure i comuni abbiano contribuito in modo sostanzioso al risanamento della finanza pubblica, con elevati tagli di spesa e imposte in concomitanza al fenomeno di erosione della base imponibile per via dell'aumentata pressione fiscale erariale e per la perdita dei posti di lavoro.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole D'Incà. Colleghi tutti, per favore! Prego.
FEDERICO D'INCA'. Auspichiamo che queste mozioni siano l'occasione per dare l'impulso all'Esecutivo affinché adotti i dovuti provvedimenti per completare la riforma fiscale. Tutti i sindaci, trasversalmente, ci chiedono di essere messi in condizione di governare. Non lo dobbiamo fare per loro, ma per i cittadini di tutti quei comuni in situazioni di disagio che, nonostante la pressione fiscale elevata, non possono usufruire di assistenza e servizi di qualità idonei a soddisfare questa domanda. Gli effetti distorsivi dell'attuale sistema perequativo, per i quali si chiedono correttivi tramite le mozioni, non rappresentano il fulcro dei problemi qui evidenziati, ma la conseguenza della deviazione dal percorso federalista, perché, come le mozioni evidenziano, la sottrazione dei fondi e risorse ai comuni è stata più elevata rispetto alla riduzione degli sprechi della spesa storica, per anni non ancorata ai fabbisogni.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole D'Incà. Colleghi, bisogna abbassare il tono della voce per favore!
FEDERICO D'INCA'. È una campanella che suona a vuoto. Se ci fosse Olivetti, le definirebbe le campane che suonano, ma non è in quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Grazie, Presidente. Dopo alcuni anni torniamo a parlare di federalismo fiscale: penso che sia una buona notizia e un segnale, insieme a quelli che ci vengono dall'economia con crescita del PIL e dell'occupazione sensibilmente superiori alle attese anche se ancora insufficienti, che stiamo uscendo dalla fase più acuta della peggiore crisi economica che ha travolto l'Italia degli ultimi ottant'anni.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione della proposta di legge n. 2305-A/R recante disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge, già approvati dal Senato, nn. 4638 e 4639: Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016; Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2017.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge n. 4638 recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
COSIMO LATRONICO. Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo…
PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Latronico. Colleghi, ci saranno delle dichiarazioni di voto. Quindi, pregherei gentilmente tutti coloro che non intendono ascoltare di uscire e di consentire a chi parla di farlo in una condizione accettabile. Prego, onorevole Latronico.
COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, rappresentante del Governo, l'assestamento 2017 ed il rendiconto sono gli ultimi documenti che fotografano i risultati della politica economica dei Governi Renzi e Gentiloni. Abbiamo ascoltato di frequente la valorizzazione di piccoli segnali di inversione di rotta nei confronti della crescita, trascurando di considerare l'abisso che c'è tra i ritmi di crescita dei Paesi europei e quelli che si registrano in Italia. Le principali economie europee hanno ormai raggiunto i livelli di precrisi ed hanno tassi di crescita nettamente superiori al nostro. In Italia, invece, mancano almeno 6 punti e mezzo di punti di PIL rispetto al 2008. Negli ultimi otto anni abbiamo assistito alla chiusura di 158 mila imprese nel settore dell'artigianato e del commercio e negli ultimi nove anni abbiamo perso un milione di posti di lavoro.
COSIMO LATRONICO. Su tutto ciò, noi di Direzione Italia - concludo Presidente - continueremo a portare avanti le nostre iniziative liberali, troveremo chi insieme a noi deciderà di sostenerle per dare un nuovo slancio al Paese
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Noi dell'UDC voteremo a favore di questo Rendiconto di bilancio. Voteremo a favore di questo Rendiconto di bilancio, anche se non abbiamo buoni rapporti con questo Governo in questa fase, perché segna un punto importante nel riequilibrio dei conti dello Stato. Non siamo ancora in condizione di ridurre il debito, forse un pochino col prossimo bilancio, però abbiamo smesso di accumularlo: è un primo grande risultato. Votiamo a favore, però, con una grande preoccupazione: la spesa non è diminuita, o se diminuisce in alcuni settori, diminuisce per una compressione artificiale, manca un ridisegno del perimetro dello Stato, che ci sia uno Stato che costi di meno e sia più efficiente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Io inizierei facendo un piccolo appunto sull'ordine dei lavori. Mi sembra di ricordare che, in circostanze analoghe, le dichiarazioni di voto sull'approvazione del Rendiconto e sull'assestamento si usasse farle congiunte. Oggi non è andata così, Presidente, e la cosa mi stupisce un po', pensavo che ci fosse un accordo in tal senso. Dall'animazione che agita i banchi della Presidenza, direi che forse questo dubbio non è solo mio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nastri. Ne ha facoltà.
GAETANO NASTRI. Grazie, Presidente. L'Assemblea è chiamata ad esprimersi con riferimento ai disegni di legge oggetto di esame congiunto, che riguardano il Rendiconto generale dello Stato e di assestamento che, rispettivamente, rappresentano, da una parte, lo strumento attraverso il quale il Governo adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria, e, dall'altra, l'aggiornamento degli stanziamenti del bilancio, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.
PRESIDENTE. Chiedo scusa. Onorevole Buttiglione. Grazie.
GAETANO NASTRI. … in maniera, a mio avviso troppo frettolosa, perché il valore a mio avviso, non solo di merito, ma anche politico, dei due documenti che rappresentano la premessa più importante rispetto alla sessione di bilancio che si sta per aprire e che porterà il Paese verso il momento elettorale. Quindi, a maggior ragione i documenti al nostro esame hanno un valore politico che credo debba essere sottolineato in modo adeguato. Ciò detto, mi preme innanzitutto sottolineare come il gruppo Fratelli d'Italia voterà convintamente contro il Rendiconto e l'assestamento del bilancio al nostro esame. Siamo convinti, infatti, della bocciatura non solo di questi due singoli provvedimenti, ma anche, naturalmente, della politica economica e fiscale di questo Governo e di quelli precedenti, che si sono susseguiti in modo più o meno legittimo dal 2013. Si inseriscono in un quadro generale di decisioni assunte per l'economia e la società del nostro Paese nettamente sbagliate e controproducenti, anche attraverso azioni basate sull'aumento della pressione fiscale, anche in modo sconsiderato, che hanno depresso l'economia e la domanda interna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà. Non lo vedo in Aula; si intende che vi abbia rinunziato.
LUCA PASTORINO. Grazie, Presidente. Il decreto di assestamento per l'anno 2017 al nostro esame prevede un peggioramento del saldo netto da finanziare di 21,9 miliardi per variazioni per atto amministrativo, c'è scritto così nella relazione. Quindi, tradotto in italiano, si tratta dell'impatto di 20 miliardi di euro su tale saldo del decreto n. 237 del 2016, che il Governo ha chiamato “salva risparmio”, ma che sarebbe più corretto chiamare “salva banche”, il quale ha comportato un incremento dell'acquisizione di attività finanziarie per tale somma, ovvero per oltre 20 miliardi. L'assestamento è stato poi aiutato, per così dire, dalla riduzione della spesa per interessi per circa 2 miliardi e dall'aumento delle entrate per circa 3 miliardi, dovuto alla ripresina in corso. Le spese sono state ridotte di circa un miliardo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Premetto che la nostra sarà un'unica dichiarazione di voto sui due provvedimenti come da prassi. Inizio dalla questione che riguarda la crescita, la tanto paventata crescita da parte della maggioranza e del Governo soprattutto in questo ultimo periodo facendo riferimento anche alla vicina presentazione e discussione del DEF che avverrà la prossima settimana. Se fosse vero che le riforme del Governo hanno aiutato la crescita, la comparazione dei dati di crescita dello Stato italiano rispetto agli altri Stati europei non dovrebbe essere questa. Il Paese cresce circa un terzo rispetto agli altri Paesi europei e, se utilizzassimo la stessa argomentazione che usano la maggioranza e il Governo, potremmo dire che effettivamente le riforme che hanno fatto i Governi di centrosinistra sono state un limite alla crescita se comparate agli altri Paesi europei. Di sicuro hanno dato un po' di spunto e un po' di aiuto seppur piccolo…
PRESIDENTE. Gentilmente il banco del Governo…
GUIDO GUIDESI. …il superammortamento inserito in Industria 4.0 per gli investimenti; la rimodulazione e la riconferma degli incentivi che riguardano sia l'efficientamento energetico che la ristrutturazione edilizia. La previsione dei piani individuali di risparmio ha agevolato sicuramente chi li ha fatti, disponendo sostanzialmente una cancellazione dell'imposta di successione e storicamente ricordiamo quante discussioni politiche ci sono state sulla questione ma, raccogliendo molta liquidità, non hanno ancora aiutato gli investimenti nelle aziende e, da quel punto di vista, ci sarà da disporre sicuramente qualcosa all'interno legge di stabilità. Inoltre c'è stato il rientro dei capitali che ha portato attraverso un condono - lo chiamiamo così in maniera molto semplicistica ma quello è - alcune entrate nel bilancio e la rottamazione delle cartelle di Equitalia che anche in questo caso è una scelta che politicamente abbiamo condiviso ma francamente non è sicuramente coerente rispetto a quanto si è professato a suo tempo, quando le parti erano invertite in quest'Aula.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GUIDO GUIDESI. Sulla produttività, e concludo: noi siamo il Paese con la produttività più bassa, e la produttività non è dettata solo dalle prestazioni lavorative, ma dal fatto che non si sono ancora risolti i gravosi impedimenti che ci sono nelle attività economiche, riguardo alla giustizia, riguardo alla burocrazia, e riguardo soprattutto alla centralizzazione della spesa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Presidente, intanto annuncio il voto favorevole di Alternativa Popolare sia sul rendiconto che sul documento successivo, che è quello dell'assestamento di bilancio. Anch'io voglio tenermi sulle linee generali e non scendere nei dettagli, e magari utilizzare anche un po' meno del tempo che mi è concesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. Signor Vice Ministro, onorevoli colleghi, il Parlamento fa bene a discutere in modo approfondito questi provvedimenti, perché esercitiamo una funzione costituzionale molto delicata e importante, quella di controllare l'operato dell'Esecutivo per verificare, appunto, se il Governo abbia dato seguito in modo corretto alla gestione finanziaria prevista dalla legge di bilancio annuale, approvata nello scorso anno. Noi voteremo a favore perché riscontriamo, quindi, questa correttezza nella attuazione delle leggi di bilancio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Forza Italia voterà convintamente contro il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'anno per l'esercizio finanziario 2016 e voterà contro l'assestamento del bilancio del 2017 producendo un'unica dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Cariello, ho saltato l'onorevole Auci. Le dispiace se facciamo parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Auci, poi le ridò la parola? Grazie.
ERNESTO AUCI. Grazie, Presidente. Cercherò di essere rapido, con alcune osservazioni veloci. È ben vero, come ho sentito prima, che oggi non si discute di questioni di merito per quel che riguarda bilancio e assestamento, ma ho sentito prima che, effettivamente, si è parlato molto di politica economica, si sono dette delle cose sulla crescita, si sono fatte valutazioni su come stiamo andando e su cosa si dovrebbe fare. Ora, io vorrei puntualizzare alcuni dati che possono essere utili per impostare la nostra discussione e anche le nostre divergenze su dati reali. In prima cosa, la crescita; noi stiamo crescendo a buon ritmo, come avete visto sono state aggiornate continuamente le previsioni in rialzo. Il rispetto al resto dell'Europa non si è mantenuto uguale, ma è diminuito; oggi, noi cresciamo meno del resto dell'Europa, ma cresciamo i due terzi del resto d'Europa e non meno della metà, com'era prima. Quindi, stiamo colmando gradualmente il . Sta andando bene l', sta andando discretamente la domanda interna, si stanno riprendendo gli investimenti, specie quelli privati. Abbiamo una crescita abbastanza sana e importante, basata soprattutto sull'industria, quindi, dobbiamo eventualmente pensare a cosa fare per rafforzare ancora la crescita dell'industria. Le politiche economiche fatte in questi anni, pur con qualche inevitabile errore, se volete, sono state, quindi, corrette; ci hanno portato lungo un sentiero abbastanza stretto a riacciuffare la crescita internazionale, abbiamo potuto aumentare l'occupazione di ben un milione di unità, anche se ci sono molti contratti a termine, ma i contratti a termine non sono precariato, sono una forma di, se volete, prudenza, in vista di non chiarezza sulle prospettive future. E, come avete visto da analisi internazionali negli ultimi tempi, la non chiarezza non è dovuta a questioni economiche, ma soprattutto ad incertezze politiche; quindi, questo Parlamento dovrebbe pensarci in maniera molto approfondita.
ERNESTO AUCI. Presidente, non era ancora…
PRESIDENTE. Onorevole Auci, lei aveva saltato il turno, io le ho restituito il tempo. Lei mi ha detto che avrebbe parlato cinque minuti, io l'ho avvisata a sei minuti: manca un minuto ai cinque minuti. Questo è per la chiarezza di tutti.
ERNESTO AUCI. Grazie. Quindi, per quel che riguarda l'Europa dobbiamo partecipare al tavolo della ricostruzione dell'Europa facendo bene quello che dobbiamo fare. Circa il futuro, il nostro compito è rafforzare la competitività, riprendendo la strada delle riforme. Le poche o molte riforme che abbiamo fatto, in questo periodo, ci hanno aiutato e portato a questi livelli di crescita. Se sapremo riprendere la strada delle riforme e partecipare attivamente a quella che è la ricostruzione dell'Europa che si preannuncia, noi potremo rafforzare la crescita anche negli anni futuri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello, con il quale mi scuso per prima. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Non c'è problema, Presidente, grazie. Come dicevo, oggi si discutono due documenti contabili e ragionieristici: è paradossale sentire come la discussione si stia portando sul confronto delle politiche economiche. Non è, a nostro avviso, questa la sede su questi due documenti, che semplicemente devono racchiudere in maniera ragionieristica quella che è stata la visione di politica economica di questo Governo e dei Governi precedenti. Quindi, non si fa altro che prendere atto di quelli che sono i numeri che dovrebbero rispondere alle previsioni che i Governi hanno voluto inserire nei documenti economici degli anni precedenti e nelle leggi di bilancio, su cui, realmente, in quella sede, ci si confronta sui temi e sulle visioni di politica economica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto fare una valutazione di metodo. Noi abbiamo fatto un esame tradizionale del Rendiconto, sostanzialmente in Commissione bilancio e in modo rapido, anche per farlo prima delle prossime importanti scadenze: la Nota di aggiornamento al DEF e la legge di bilancio; non è l'esame sull'insieme delle entrate e delle spese e sui risultati ottenuti in ogni comparto della pubblica amministrazione, coinvolgendo tutte le Commissioni, che abbiamo disegnato riformando la legge di contabilità.
MAINO MARCHI. E questo vale anche per l'istruzione universitaria; cioè noi abbiamo investito su questo settore, passando da 49 miliardi a 53 nel 2016.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame degli articoli del disegno di legge n. 4369, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2017.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, con le annesse tabelle, e delle proposte emendative ad esso presentate .
MARCO MARCHETTI, . Presidente, rispetto all'articolo 1, su tutti gli emendamenti c'è un invito al ritiro o parere contrario.
ENRICO MORANDO,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
ENRICO MORANDO,. Grazie, signor Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4639/1 Fossati; mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4639/2 Martelli; esprime parere favorevole sui seguenti ordini del giorno n. 9/4639/3 Melilla, n. 9/4639/4 Albini, n. 9/4639/5 Guidesi, n. 9/4639/6 Allasia, n. 9/4639/7 Borghesi, n. 9/4639/8 Grimoldi e n. 9/4639/9 Invernizzi. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/4639/10 Molteni, n. 9/4639/11 Pini, n. 9/4639/12 Rondini e n. 9/4639/13 Saltamartini. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/4639/14 Simonetti, n. 9/4639/15 Borghi e n. 9/4639/16 Palese.
PRESIDENTE. A questo punto vorrei sapere dai colleghi, in particolare della Lega, se consideriamo accolti e, quindi, non si insiste per la votazione degli ordini del giorno sui quali il Governo ha espresso parere favorevole; mentre presumo che votiamo soltanto gli ordini del giorno sui quali il Governo ha espresso parere contrario. Sta bene.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Dellai, Fico, Garofani, Laforgia, Mannino, Marcon, Pisicchio, Portas, Rampelli, Sanga e Sottanelli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che alle ore 14,15 era convocata la Commissione bilancio per l'espressione del parere sul testo e sulle proposte emendative presentate al testo unificato delle proposte di legge recante disposizioni concernenti la coltivazione e la somministrazione della a uso medico.
EDOARDO FANUCCI, . Grazie, Presidente. Le confermo quanto da lei annunciato con riferimento al progetto di legge recante disposizioni concernenti la coltivazione e la somministrazione della ad uso medico. Il Governo ha depositato agli atti della Commissione bilancio, la nostra Commissione, in data odierna, una nota della Ragioneria generale dello Stato che evidenzia alcuni profili problematici dal punto di vista finanziario. Alla luce dei predetti rilievi, la Commissione non ha potuto esprimere il proprio parere, ma ha, tuttavia, deliberato di chiedere al Governo la predisposizione, nel termine di quattro giorni, di una relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009.
PRESIDENTE. Prendo atto di quanto rappresentato dal vicepresidente Fanucci.
PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data 27 settembre 2017, il presidente della Commissione finanze ha rappresentato che l'ufficio di presidenza della Commissione ha concordato in ordine all'esigenza di chiedere il rinvio a lunedì 16 ottobre dell'inizio dell'esame in Assemblea del testo unificato della proposta di legge n. 3411 in materia di compensazione e certificazione dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, previsto dal vigente calendario dei lavori a partire lunedì 2 ottobre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Melilla. Non lo vedo.
ANNA GIACOBBE. Grazie, Presidente. Intervengo per sollecitare la risposta all'interrogazione, al Ministro dello sviluppo economico, n. 3-03197 del 28 luglio 2017, sulle prospettive industriali della Piaggio Aero e delle sue attività produttive nel territorio ligure. interrogazione nella quale chiediamo quali iniziative intenda adottare il Governo per garantire che l'azienda mantenga gli impegni presi con le istituzioni e le organizzazioni sindacali, considerato il livello strategico delle attività svolte da Piaggio Aero. L'azienda ha più volte, a più riprese, annunciato di voler cedere le attività della divisione motori; è di ieri la notizia divulgata dall'agenzia Reuters, secondo la quale la proprietà di Piaggio Aero intenderebbe vendere il ramo d'azienda che produce a un consorzio cinese a sostegno statale. L'ultimo incontro con le parti presso il MISE risale all'agosto 2016. Il Governo ha titolo ad esercitare per Piaggio i poteri speciali nei settori della difesa e della sicurezza ed è, quindi, urgente che si dia conto alle istituzioni locali e alle organizzazioni dei lavoratori dei criteri che il Governo intende seguire nell'esercizio di quei poteri, per garantire che l'azienda mantenga gli impegni assunti con l'accordo di programma del 2014.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Patrizia Maestri. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MAESTRI. Presidente, voglio solamente richiamare l'attenzione del Parlamento e del Governo sull'annunciata chiusura da parte della direzione aziendale dello stabilimento Froneri di Parma, una multinazionale con sede in Gran Bretagna, nata nell'ottobre del 2016, come fra Nestlé e R&R Ice Cream, specializzata nel settore del gelato, del surgelato e del settore lattiero caseario refrigerato. Fra le sedi produttive di Froneri vi è, appunto, lo stabilimento di Parma, ex Nestlé, adibito al confezionamento di gelati, e nel quale sono impiegati 180 lavoratori fissi che nel periodo stagionale diventano 250. Nonostante l'azienda, nel luglio di quest'anno, abbia smentito alle RSU le prime voci circa l'imminente intenzione di Froneri Italia di cessare l'attività, ieri il dell'azienda ha comunicato alle RSU l'intenzione, quindi, di chiudere lo stabilimento e avviare la conseguente procedura di licenziamenti collettivi. Immediatamente i lavoratori presenti hanno dichiarato lo stato di agitazione, il blocco degli straordinari e delle flessibilità, ed hanno dato mandato ai sindacati di intraprendere tutte le iniziative utili per l'annullamento delle procedure di licenziamento e l'avvio di un confronto. Il sito produttivo ex Nestlè di Parma è parte integrante del patrimonio industriale e provinciale di Parma, ed è inserito in quella filiera di produzione alimentare di cui la città emiliana è simbolo dell'Italia nel mondo. La sua chiusura avrebbe conseguenze non trascurabili sull'industria parmense e sui livelli occupazionali, determinando la perdita di oltre 200 posti di lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Ribaudo. Ne ha facoltà.
FRANCESCO RIBAUDO. Presidente, come lei sa, il prossimo mese di ottobre si aggiorneranno le graduatorie del personale ATA, e c'è un'incongruenza, una discriminazione, per quanto riguarda il riconoscimento del punteggio per coloro che hanno lavorato appunto nei centri di formazione professionale. A tale scopo ho presentato un'interrogazione - e a questo punto diventa urgente avere una risposta da parte del Governo la n. 3-03150, del 10 luglio 2017, che è volta proprio a chiedere al Governo quali iniziative intenda assumere per capire qual è il riconoscimento dei titoli di servizio per il personale degli istituti parificati e nei centri di formazione professionale. Rammento e ricordo che, mentre per gli insegnanti questo punteggio viene riconosciuto nelle graduatorie, per il personale ATA non viene riconosciuto, quindi c'è una discriminazione di fatto, perché di fatto lavorano nello stesso comparto, quindi dovremmo capire che cosa è successo. Quindi, ne sollecito appunto la risposta, proprio perché dal 1° ottobre i lavoratori devono sapere cosa possono scrivere nelle relative istanze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Achille Totaro. Ne ha facoltà.
ACHILLE TOTARO. Presidente, volevo suo tramite far presente e ricordare al Governo, al Ministro degli affari esteri, Alfano, e al Ministro della Giustizia, la tragica vicenda di Niccolò Ciatti: un ragazzo di ventidue anni che nel mese di agosto è stato massacrato di botte e ucciso davanti a una discoteca a Lloret de Mar, in Spagna, vicino Barcellona.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.