PRESIDENTE. La seduta è aperta.
FERDINANDO ADORNATO, legge il processo verbale della seduta del 27 ottobre 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baldelli, Baretta, Bernardo, Bindi, Capezzone, Cenni, D'Ambrosio, Dal Moro, Damiano, De Menech, Dell'Aringa, Epifani, Galati, Kronbichler, Antonio Martino, Mazziotti Di Celso, Giorgia Meloni, Meta, Orfini, Paglia, Pes, Francesco Saverio Romano, Ruocco, Santerini, Sandra Savino, Scanu, Schullian, Sereni, Sibilia, Tancredi, Taranto, Tofalo, Turco, Vazio, Vignali, Vignaroli, Villarosa, Zanetti e Zoggia sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prime interrogazioni all'ordine del giorno Massimiliano Bernini ed altri n. 3-03335, Terzoni ed altri n. 3-02815 e Terzoni e Busto n. 3-03337, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente .
ANGELO RUGHETTI,. Grazie, Presidente. Prima di rispondere nel merito alle interrogazioni molto utili, anche perché vengono dopo un periodo molto particolare che ha interessato il nostro Paese, volevo cogliere questa occasione per esprimere il più sincero ringraziamento del Governo per tutte le forze, i Vigili del fuoco in particolare, che hanno operato in questo periodo per garantire la sicurezza dei territori, messa a dura prova da un susseguirsi di avvenimenti che hanno caratterizzato, purtroppo, tutta la nostra estate pregressa e, ultimamente, anche in Piemonte, ma di questo parleremo dopo.
PRESIDENTE. Il deputato Massimiliano Bernini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione. Ha cinque minuti.
MASSIMILIANO BERNINI. Sì, grazie, Presidente, grazie sottosegretario. Prima di dichiararmi soddisfatto o meno, alcune precisazioni. L'articolo 9 del decreto legislativo n. 177 - attribuzioni al Corpo nazionale dei vigili del fuoco di specifiche competenze del Corpo forestale dello Stato - parla di coordinamento delle operazioni di spegnimento d'intesa con le regioni, anche per quanto concerne l'impiego dei gruppi di volontariato antincendio AIB. Confrontiamo questo passaggio con quello che dice, invece, la legge 21 novembre del 2000, n. 353, che sarebbe la legge-quadro in materia di incendi boschivi, che all'articolo 7, comma 5, riporta testualmente: le regioni assicurano il coordinamento delle operazioni a terra anche ai fini dell'efficacia dell'intervento dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi boschivi.
MASSIMILIANO BERNINI. …in uno dei periodi più siccitosi e più aridi del secolo: un cambiamento radicale di sistema antincendio boschivo in uno dei periodi più pericolosi.
MASSIMILIANO BERNINI. Va bene. Io quindi, Presidente, non mi posso dichiarare assolutamente soddisfatto.
PRESIDENTE. La deputata Patrizia Terzoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione. Ha cinque minuti.
PATRIZIA TERZONI. Presidente, onestamente non mi ritengo neanche io soddisfatta di questa risposta, perché voglio fare un appunto: all'inizio il sottosegretario ha ringraziato il Governo per quello che è successo in questo periodo, e poi i vigili del fuoco, eccetera. Io onestamente ringrazio i vigili del fuoco, ringrazio gli ex membri del Corpo forestale dello Stato transitati sia nei vigili del fuoco che nei carabinieri, ma non posso ringraziare il Governo, perché è proprio a causa di questo Governo e delle leggi che ha adottato, il decreto legislativo n. 177 del 2016, cosiddetto Madia, che si sono creati tutti questi problemi. A parte questa interpretazione della norma con cui bisogna fare chiarezza con le regioni, e così via, censurabile è proprio la fretta e furia di sopprimere un Corpo forestale, che faceva da anni il lavoro di coordinamento, di spegnimento degli incendi, sia in via preventiva sia con lo spegnimento attivo sul territorio, contrasto, quindi, insieme con le regioni. È solo grazie ad esso che abbiamo avuto dati ben più leggeri negli anni passati!
PATRIZIA TERZONI. …che stavano lì a spegnere gli incendi e a tutelare il territorio italiano, e grazie a questo Governo questo non è più possibile. Quindi, noi non ci riteniamo soddisfatti, e c'è bisogno di agire immediatamente per cercare di riparare i danni, perché l'estate prossima è fra un anno, ma ci vuole molto più tempo per riparare i danni: bisogna farlo e da subito, senza aspettare il nuovo Governo, ma da subito.
PRESIDENTE. Il deputato Mirko Busto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Terzoni e Busto n. 3-03337, di cui è cofirmatario, per cinque minuti.
MIRKO BUSTO. È ovvio dire che non possiamo essere soddisfatti, perché la sua risposta è una risposta che sulla carta ha un senso: su un pezzo di carta è una risposta che ha una sua logica, ma purtroppo quello che noi abbiamo osservato quest'estate e abbiamo osservato nelle ultime settimane in Piemonte è un dato di fatto, non è un pezzo di carta, non è una qualsiasi argomentazione! Noi abbiamo visto una riforma che è stata contestata, è stata contestata duramente dalle persone che ne erano interessate, che hanno chiaramente espresso che questo poteva creare delle difficoltà, poteva creare delle confusioni, poteva creare una situazione di criticità nel contrastare un'emergenza che in questo periodo storico è particolarmente difficile, che è quella degli incendi, dato il periodo di siccità. Noi, come diceva Terzoni, l'abbiamo denunciato a febbraio; è chiaro che non siamo stati gli unici, siamo stati in tanti a denunciarlo, ma noi l'abbiamo denunciato con un atto politico che è un'interrogazione, e il compito dell'opposizione è segnalare al Governo, attraverso gli atti di sindacato ispettivo, le criticità.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Galgano n. 3-02957 .
DAVIDE FARAONE,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante perché mi consente di fornire taluni chiarimenti sui due episodi, purtroppo con esito increscioso, che si sono verificati nel corso di quest'anno, a breve distanza tra di loro, presso l'Ospedale San Carlo di Potenza. Chiaramente, in questo momento posso rispondere riportando i soli elementi informativi pervenuti dalla regione Basilicata, che ha fornito le informazioni richieste sulla base dei documenti disponibili presso la struttura, vale a dire le schede di dimissioni ospedaliere, i verbali di accettazione del pronto soccorso e le schede di denunce delle cause di morte. Devo far presente, infatti, che le cartelle cliniche sono state poste sotto sequestro giudiziario da parte della magistratura, che sta svolgendo tutte le necessarie indagini, come peraltro ricordato dall'onorevole interrogante. Per quanto concerne il decesso della signora Croce, di anni 70, il direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Carlo ha comunicato che la paziente è stata trasportata dal 118 al pronto soccorso del medesimo Ospedale lo scorso 2 aprile, in stato soporoso con emiplegia e cianosi.
PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.
ADRIANA GALGANO. Grazie Presidente, grazie sottosegretario Faraone. Mi dichiaro soddisfatta perché emerge nella sua risposta la collaborazione che è avviata tra la procura e l'Ospedale per avere delle certezze rispetto a quanto è accaduto, delle certezze che noi dobbiamo alle famiglie, alle povere famiglie dei due deceduti, ma, soprattutto, a tutti i cittadini della provincia di Potenza che hanno come riferimento l'ospedale, che hanno il diritto di sapere che vanno in un ospedale dove è certo che verranno curati bene. Credo che sia interesse anche del Governo continuare a seguire questa vicenda, in modo che tutto sia chiarito, anche nell'interesse dell'Ospedale San Carlo di Potenza, che è un ospedale che recentemente è assurto agli onori della cronaca per aver trattato un doppio aneurisma con successo, ne hanno parlato i giornali internazionali.
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Crivellari n. 3-03203 e n. 3-03278 . Le interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
DAVIDE FARAONE,. Grazie. Ringrazio l'onorevole interrogante poiché, con l'atto ispettivo in esame, per quanto esso faccia specifico riferimento al territorio della provincia di Rovigo, mi viene consentito di illustrare le iniziative adottate in via più generale dal Ministero della salute per far fronte alla propagazione del virus “”. Innanzitutto, desidero dare piena assicurazione che la situazione segnalata dall'interrogante è ben nota al Ministero della salute. Il virus è un “Flavivirus” trasmesso da insetti vettori ed attualmente presente nel territorio italiano. Il suo ciclo biologico è caratterizzato dalla trasmissione tra zanzare ed alcune specie di uccelli selvatici. Attraverso la puntura delle zanzare il virus può passare dalla popolazione aviaria ai mammiferi e all'uomo.
PRESIDENTE. Il deputato Crivellari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alle sue interrogazioni.
DIEGO CRIVELLARI. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Faraone per la risposta. Come veniva evidenziato nelle sue parole, si tratta, quando parliamo di West Nile, di una problematica che in questi anni è diventata molto pesante in alcuni territori, tra i quali ricordo ovviamente la mia provincia, quella di Rovigo.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Migliore, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Bazoli n. 3-03081 .
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signor Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in discussione l'onorevole interrogante, dopo avere riconosciuto e valutato con favore l'impegno di questi anni e gli sforzi compiuti per portare il sistema esecutivo penale italiano ai livelli dei più evoluti modelli europei, richiama i risultati raggiunti attraverso riforme che hanno consentito di stabilire finalmente anche in Italia un rapporto equilibrato tra l'esecuzione della pena in carcere e quella alternativa alla detenzione. Gli ottimi risultati conseguiti si sono inevitabilmente tradotti in un aumento esponenziale del numero di condannati sottoposti a misure alternative, con conseguente necessità di affrontare il tema dell'adeguatezza per sopportare i nuovi e accresciuti carichi di lavoro delle strutture e degli organici dell'amministrazione della giustizia nel settore dell'esecuzione penale esterna.
PRESIDENTE. Il collega Bazoli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ALFREDO BAZOLI. Sì, grazie Presidente. Io sono molto soddisfatto della risposta del sottosegretario Migliore, perché mi pare che ci sia la piena consapevolezza delle difficoltà che vivono oggi gli uffici dell'esecuzione penale esterna - in particolare quello di Brescia, come è stato giustamente sottolineato, è uno di quelli che ha il carico di lavoro più impegnativo, anche in rapporto al numero di dipendenti -, e c'è il riconoscimento che dal rafforzamento degli uffici dell'esecuzione penale esterna passa anche l'efficacia delle riforme che noi abbiamo messo in campo in questi anni; riforme che io credo siano molto positive perché hanno trasformato il nostro sistema penale italiano, allineandolo ai sistemi più evoluti, in particolare con un equilibrio diverso tra la sanzione detentiva e le misure alternative alla detenzione, e quindi avvicinandoci e allineandoci alle esperienze migliori e più evolute da questo punto di vista. Però è vero che, se si vuole in incamminarsi e, quindi, intraprendere e continuare a camminare su questa strada, occorre rafforzare quella parte dell'amministrazione della giustizia, che oggi, da questo punto di vista, soffre una evidente difficoltà, in particolare sono gli uffici che gestiscono le misure alternative alla detenzione.
PRESIDENTE. Prima di sospendere la seduta saluto studenti e docenti dell'istituto “Massimo Stanzione” di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, che seguono i nostri lavori.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Cicchitto, Fraccaro, Miccoli, Morassut, Piso, Rigoni, Rossomando e Sani sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Martelli ed altri n. 1-01716, Carfagna ed altri n. 1-01727, Binetti ed altri n. 1-01732, Saltamartini ed altri n. 1-01733, Brignone ed altri n. 1-01734 Vezzali ed altri n. 1-01735, Galgano ed altri n. 1-01736, Spadoni ed altri n. 1-01737, Rizzetto ed altri n. 1-01739, Bechis ed altri n. 1-01740, Di Salvo, Gebhard, Scopelliti ed altri n. 1-01742 e Santerini e Dellai n. 1-01745 concernenti iniziative per prevenire e contrastare la violenza contro le donne.
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo, il sottosegretario Gennaro Migliore, ad esprimere il parere sulle mozioni e risoluzioni presentate.
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signora Presidente. Nell'illustrare i pareri relativi alle mozioni e alle risoluzioni faccio solo una premessa metodologica: siccome sono mozioni molto articolate, chiedo già scusa all'Aula per eventuali questioni di dettaglio, per evitare che su una materia così delicata ci possano essere dei fraintendimenti.
PRESIDENTE. Diventa il punto 1), quindi?
GENNARO MIGLIORE,. Chiediamo la soppressione, perché assorbito dal punto 1). Grazie e scusi, Presidente.
PRESIDENTE. Prego, era per seguire.
GENNARO MIGLIORE,. Poi, il punto successivo sul fascicolo, il punto 3), andrebbe riformulato come segue: “a proseguire iniziative” invece che “ad assumere”; il punto 4) andrebbe riformulato con: “a proseguire” invece che “ad assumere”; sul punto 5) il parere è contrario, mentre sul punto 6) il parere è favorevole; sul punto 7) favorevole con la seguente riformulazione: “promuovere l'eliminazione del delitto di cui all'articolo 612- del codice penale dal novero dei reati suscettibili di estinzione in seguito a condotte riparatorie ai sensi dell'articolo 162- del codice penale”; propongo la soppressione del punto 8) perché è assorbito dal punto 1).
PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario Migliore, speriamo di aver colto tutti i passaggi. Lei è stato molto chiaro.
BARBARA SALTAMARTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI. Presidente, ringrazio il sottosegretario, che per oltre trenta minuti ci ha voluto illustrare le riformulazioni, ma lei, Presidente, capirà che, rispetto a un argomento così delicato, dove anche le parole hanno un peso importante, pensare di aver capito, nella lettura seppur eccellente del sottosegretario, tutto quello che è stato smontato delle tante mozioni che ha stravolto, è un po' difficile.
WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, sempre sull'ordine dei lavori, mi associo alla richiesta fatta dalla collega Saltamartini, perché io stesso ho cercato di seguire tutte le riformulazioni, scrivendole su questo foglio, però, sono sincero - e ringrazio comunque il sottosegretario per la chiarezza, quanto meno espositiva -, non sono riuscito fisicamente a scrivermele tutte.
PRESIDENTE. Va bene, mi è chiaro. Ci sono altri interventi su questo argomento? No.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE,. Signora Presidente, volevo chiederle ulteriori venti minuti per consentirci di stampare materialmente le riformulazioni, in modo tale da renderle disponibili all'Aula.
PRESIDENTE. Va bene. Quindi, 20 minuti, poi, però, i presentatori e le presentatrici dovranno valutarle, quindi realisticamente penso che prima delle 17,30 non ci aggiorniamo.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, Presidente. Voglio solo precisare, a coloro i quali è stato destinato il fascicolo con le riformulazioni, che devono tenere conto solo delle riformulazioni che io ho esplicitamente proposto in Aula. Per quelle su cui ho dato in Aula precedentemente il parere favorevole non si tenga conto della riformulazione perché ovviamente è stata solo, diciamo, una ribattitura, dato che non potevamo rifare tutto il fascicolo daccapo. Tenete conto solamente dei pareri che io ho esplicitamente detto “riformulati”, mentre quelli favorevoli sono favorevoli anche se voi leggete, sulla scheda che avete, proposta di riformulazione.
PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario, per aver chiarito questo punto.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. È difficile intervenire su questo tema per l'ennesima volta. Infatti, si rischia di essere ripetitivi ma certi concetti…
PRESIDENTE. Scusi, deputata. Credo che non vada bene il suo microfono. Se può spostarsi di postazione, perché da quel microfono non riusciamo a seguirla.
PIA ELDA LOCATELLI. Difatti si era acceso e poi si è spento.
PRESIDENTE. Benissimo, grazie. Prego.
PIA ELDA LOCATELLI. Dicevo che è difficile intervenire su questo tema per l'ennesima volta perché si rischia di essere ripetitivi, ma certi concetti vanno ripetuti. Per anni la violenza sulle donne è stata considerata un fatto privato; adesso, finalmente, ci si è accorti della dimensione di questo tragico fenomeno che da questione di donne è diventato un fatto pubblico che riguarda tutti e tutte. Un primo passo, certo, ma quanti passi sono ancora necessari per fare quanto ci chiede la Convenzione di Istanbul, il nostro primo atto legislativo e il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. Tuttavia, le violenze continuano e ci sentiamo impotenti perché l'elenco delle cose da fare è lungo. Ne abbiamo indicate alcune nella nostra risoluzione che sono state - mi pare - accettate per la grandissima parte dal sottosegretario e dal Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Eleonora Bechis. Ne ha facoltà.
ELEONORA BECHIS. Grazie, signora Presidente. Fatti di cronaca sempre più frequenti ci hanno portato nuovamente a discutere in quest'Aula di contrasto alla violenza sulle donne. Purtroppo, stiamo andando ad impegnare un Governo che ormai sta concludendo il suo mandato e spero che oggi non si faccia solo una becera campagna elettorale ma che si prendano dei provvedimenti immediati. Infatti, vorrei ricordare che, dietro ai numeri e alle statistiche, ci sono storie vere di donne che ogni giorno subiscono violenza, lesioni, ferite permanenti, gravidanze indesiderate, malattie sessualmente trasmissibili e omicidi e anche suicidi ne sono le conseguenze. Si consumano sul posto di lavoro, sui mezzi pubblici, per strada, dentro le mura domestiche.
PRESIDENTE. Prima di passare la parola alla deputata Binetti, vorrei salutare gli studenti e i docenti dell'istituto di istruzione superiore “Alessandro Manzoni” di Mistretta, in provincia di Messina, e anche gli studenti e i docenti dell'istituto superiore statale “Gino Luzzatto” di Portogruaro. Ben arrivati, ragazzi e ragazze. Ben arrivati alla Camera .
PAOLA BINETTI. Presidente, torna oggi nell'Aula di Montecitorio il dibattito sulla violenza contro le donne. Molte e diverse le mozioni presentate ma tutte dicono, con chiarezza, che nessun alibi può essere lasciato a chi, a qualsiasi titolo, ritenga legittimo scaricare le sue frustrazioni, la sua aggressività e la sua impotenza sulle donne. Diverse sono le soluzioni proposte dalle varie mozioni, ma anche in questo caso emerge con fermezza come ci sia un punto unificante nell'assoluta solidarietà femminile che meritano le donne che sono state oggetto di violenza. Non è più tollerabile il minimizzare anche i piccoli gesti della violenza domestica che graffiano l'anima e minano l'autostima delle donne, facendo insorgere in loro un oscuro senso di colpa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fucci. Ne ha facoltà.
BENEDETTO FRANCESCO FUCCI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo a nome della componente Direzione Italia per dichiarare il voto favorevole alle mozioni in esame. Il tema da esse trattato non può che trovarci concordi. Le cronache recenti sono preoccupanti e segnalano il crescere del fenomeno dei femminicidi che preoccupa in modo estremo. Gli impegni diretti al Governo e il contenuto delle mozioni ci trovano concordi. Certamente occorre notare come il faro dell'attenzione mediatica sia acceso da tempo sul fenomeno delle violenze sulle donne: purtroppo però poco è cambiato. Non vi è dubbio, a nostro avviso, che l'elemento educativo abbia e debba avere grande importanza a partire dal momento della formazione a scuola. Desidero inoltre, colleghe, in qualità di medico, richiamare l'attenzione in questa sede su forme di violenza inaccettabili che avvengono anche al di fuori delle tristi situazioni in ambito familiare o nell'ambito di rapporti sentimentali che purtroppo trascendono in qualcosa di deplorevole di cui tanto, troppo spesso, leggiamo sui giornali. Penso alla vicenda ancora recente di una dottoressa di turno in una guardia medica in provincia di Catania selvaggiamente aggredita di notte: casi del genere sono divenuti nel tempo sempre più frequenti tanto da assumere i caratteri di una vera e propria emergenza che mette giustamente in apprensione il personale di guardia in varie parti d'Italia. Chiediamo, cogliendo questa opportunità, attenzione a un fenomeno dalle caratteristiche molto specifiche. In conclusione, signor Presidente e onorevoli colleghi, ribadisco il voto favorevole della componente Direzione Italia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Distaso. Ne ha facoltà.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Nel breve tempo che ho a disposizione vorrei richiamare semplicemente alcuni concetti riguardo alle mozioni su cui stiamo discutendo, in particolare ne ho apprezzata una che richiamerò. Ma ricordiamoci anche la genesi giuridica e legislativa dei provvedimenti che poi sono oggi alla nostra attenzione: la direttiva comunitaria da cui è conseguita la legge n. 122 del 2016 e poi il decreto ministeriale a firma dei Ministri Orlando e altri del 31 agosto, pubblicato il 10 ottobre, che ha dato origine a casi davvero estremi e che sicuramente andranno rivisti nel codice penale e di procedura penale. Ho apprezzato il punto 7 della mozione Carfagna ed altri n. 1-01727 laddove si richiede di “adottare ogni opportuna iniziativa legislativa volta ad escludere che nella fattispecie di cui all'articolo 612- del codice penale (…)” - reati di e altri - “in materia di atti persecutori, sia applicabile l'istituto previsto all'articolo 162- del codice penale, relativo all'estinzione del reato per condotte riparatorie”. È impossibile che si estingua un reato con una manciata di migliaia di euro: lo dobbiamo a una legislazione sbagliata e frettolosa. Credo che chi ha approvato la legge di riferimento e il decreto ministeriale conseguente se ne dovrebbe assumere responsabilità e correre quanto prima ai ripari nell'interesse, ritengo, di principi unanimemente condivisi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie Presidente, membri del Governo, colleghi. Le violenze fisiche, sessuali e psicologiche contro le donne rappresentano un abuso contro i diritti umani. Nonostante l'impegno di tanti di noi è un abuso che viene purtroppo ancora perpetrato in grande misura. I dati delineano una realtà orribile che, nelle sue punte più efferate, ci viene rappresentata quotidianamente dai mezzi di comunicazione. L'Agenzia dei diritti fondamentali dell'Unione Europea ha presentato a Bruxelles il nuovo rapporto sulla violenza contro le donne.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente Boldrini. Buonasera al Governo. Dunque, Presidente, solo nel 1993 le Nazioni Unite si sono espresse rispetto alla eliminazione della cosiddetta violenza contro le donne e cito quanto le Nazioni Unite all'epoca certificarono ovvero ogni atto di violenza fondata sul genere, che provoca un danno o una sofferenza fisica, sessuale, psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione, la privazione arbitraria della libertà, sono da punire. Solo nel 1993, quindi in epoca piuttosto recente.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
WALTER RIZZETTO. Concludo, grazie. Per cui abbiamo chiesto dei maggiori per quanto riguarda i centri antiviolenza, che funzionano poco e male, purtroppo, ancora ad oggi in Italia, oltre che un maggiore coordinamento tra assistenti sociali, forze dell'ordine, centri antiviolenza e struttura per l'assistenza legale. Voteremo - e chiudo, Presidente - chiaramente a favore di tutte le mozioni che assomigliano alla nostra.
PRESIDENTE. Do il benvenuto anche al liceo statale “Guacci” di Benevento, che è qui con noi. Benvenuti
MARIO SBERNA. Grazie, signora Presidente. Le donne, rispetto agli uomini, sono sempre state oggetto di atteggiamenti discriminanti. Per quanto oggi si possa affermare che gli sforzi per contrastare questo odioso e turpe fenomeno sono continui e sempre più incisivi, rimane il dato che nel ventunesimo secolo esiste ancora tanta violenza contro le donne, che va combattuta con più forza e più strumenti culturali, sociali e politici, tra i quali, evidentemente, anche quelli contenuti nella nostra mozione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputato Valentina Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Governo, colleghi, arginare il fenomeno della violenza contro le donne deve assumere carattere prioritario, poiché l'alto numero di casi che vengono evidenziati dai rappresenta una vera emergenza nazionale. Non possiamo fermarci solo a parlarne, ma è il momento di assumere posizioni ferme e decise.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Beatrice Brignone. Ne ha facoltà.
BEATRICE BRIGNONE. Signora Presidente, quella volta che all'esame di storia il “prof” mi disse: “Signorina, fa caldo, perché non ha messo una gonna?”; quella volta che un uomo ha cercato di trascinarmi nell'androne di un palazzo: “È colpa tua, sei troppo carina”, avevo dieci anni; quella volta che, a una cena elegante, uomini stimati raccontavano le loro vacanze da turisti sessuali con le bambine nell'ilarità generale; quella volta che trovai il coraggio di raccontare ai miei amici che il mio ragazzo mi picchiava e i più non dissero nulla; quella volta che, per salvarmi dalle botte, andai alla polizia e mi dissero di tornare a casa, che i litigi sono normali; quella volta che mi comprai una finta fede nuziale per smettere di ricevere in ufficio; quella volta che il mio capo ottantenne mi ha costretta in un angolo per guardarmi e palparmi. Queste sono alcune, pochissime, delle migliaia di testimonianze seguite alla campagna lanciata dalla e giornalista Giulia Blasi, che invitava a raccontare in un con l' #quellavoltache ti hanno molestato e non hai denunciato. In poche ore, sono arrivate centinaia, migliaia di testimonianze, comprese quelle di tantissime che “quella volta” fa ancora troppo male per parlarne; a queste si aggiungono innumerevoli adesioni alla campagna virale #Metoo nel raccontare le molestie subite e decine sono le testimonianze, arrivate anche a me, di amiche, conoscenti, sconosciute, studentesse, manager, commesse, insegnanti, addette alle pulizie, commercianti, modelle, bagnine, casalinghe, disoccupate, politiche, donne ricche, donne povere, donne forti, donne fragili, donne emancipate, donne insicure. Nessuna è immune, basta essere donne.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Barbara Saltamartini. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il tema che stiamo affrontando è un tema molto importante, un tema anche molto delicato. Lo dicevo prima, quando ho chiesto la parola sull'ordine dei lavori: è un tema che merita massima attenzione anche alle parole che vengono usate, posto che le parole sono come pietre, in certe occasioni, soprattutto in questa. E proprio in tal senso, questo tema, che ha visto quest'Aula diventare protagonista, quando in molte occasioni si è trovata a votare all'unanimità, pur nelle differenze, testi che avevano a cuore e che, soprattutto, prevedevano interventi precisi e mirati al contrasto della violenza sulle donne, agli atti persecutori, alle molestie, ma, soprattutto, anche interventi che prevedevano il giusto riconoscimento di quegli organismi, quelle associazioni che svolgono un lavoro fondamentale sul territorio, di prevenzione, di ascolto e di aiuto a chi ha subìto una violenza, purtroppo, oggi, quel clima è stato totalmente dimenticato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rosanna Scopelliti. Ne ha facoltà.
ROSANNA SCOPELLITI. Presidente, colleghi, il gruppo parlamentare di Alternativa Popolare voterà a favore delle mozioni che abbiamo sottoscritto. Come sappiamo, gli episodi di violenza sulle donne hanno assunto nel nostro Paese dei toni sempre più allarmanti; lo dicono i numeri, ma soprattutto lo dicono le storie di coloro che hanno denunciato, e lo dicono allo stesso modo anche i silenzi e i volti tumefatti di chi è vittima e non ha avuto possibilità o coraggio di denunciare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giovanna Martelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signora Presidente. È un passaggio importante quello di oggi in questo luogo, in questa legislatura che vede tra i suoi primi atti la ratifica della Convenzione di Istanbul. È un lavoro importante fatto dai gruppi per portare, a prescindere dalle posizioni differenti, la propria posizione sul fenomeno della violenza maschile contro le donne. È chiaro che ci sono delle differenze culturali e delle differenze di approccio. I temi sono stati toccati trasversalmente passando dal tema dell'educazione con la necessità di procedere celermente all'attuazione del comma 16 dell'articolo 1 della “Buona scuola”, la rete di protezione e sostegno delle donne, il tema del linguaggio, fondamentale per il riconoscimento delle donne nella vita pubblica, e il disequilibrio che c'è nelle regioni in termini di offerta di servizi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie, Presidente. La mozione n. 1-01727 che oggi abbiamo presentato all'attenzione di quest'Aula speravamo potesse rappresentare un'occasione importante per fare una riflessione condivisa sulla condizione femminile nel nostro Paese con particolare riferimento alla tematica della violenza di genere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente, grazie anche al sottosegretario Migliore, che ci ha deliziato con un bel teatrino, qui, per due ore, prima di darci delle riformulazioni decenti; sempre sul pezzo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT. Grazie, signora Presidente, componenti del Governo, il tema della violenza maschile contro le donne è un tema che è uscito, per fortuna, dalla sfera privata e, grazie ad atti come la Convenzione di Istanbul, è entrato a far parte della violazione dei diritti umani fondamentali. La Convenzione di Istanbul, la cui la ratifica è stato uno dei primi atti compiuti da questo Parlamento, ha introdotto un nuovo paradigma nel definire la violenza contro le donne e ha dato impulso a politiche pubbliche di contrasto della stessa; in particolare, ha fatto emergere la correlazione tra l'assenza della parità di genere ed il fenomeno della violenza, e la necessità di politiche antidiscriminatorie che favoriscano l'effettiva parità fra i sessi, al pari di misure atte alla prevenzione e al contrasto alla violenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Giulia Di Vita. Ne ha facoltà.
GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare che, oltre quattro anni fa, proprio quest'Aula approvava all'unanimità delle mozioni sulle azioni di contrasto alla violenza sulle donne. Era il giugno 2013 e, se oggi andiamo a leggere gli impegni contenuti nelle mozioni che invece andremo a votare, appunto, quest'oggi, sono esattamente gli stessi. Questo dimostra che, praticamente, in quattro anni e mezzo non è stato fatto nulla.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GIULIA DI VITA. … che lamenta una scarsa trasparenza e scarsa vigilanza.
PRESIDENTE. La ringrazio, ha terminato il suo tempo, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Cari colleghi e care colleghe, vorrei un attimo di attenzione dell'Assemblea. Come già saprete il Vicepresidente Simone Baldelli è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
MAURO OTTOBRE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Se i colleghi per favore potessero uscire in silenzio in modo che il collega Ottobre possa parlare.
MAURO OTTOBRE. Gentile Presidente e onorevoli colleghi, è morta nella notte di domenica scorsa a Roma la contessa Maria Fede Caproni di Taliedo, figura forte e carismatica figlia di quel Gianni Caproni, ingegnere aeronautico, imprenditore e pioniere dell'aviazione italiana. La contessa Caproni è stata da sempre animatrice di infinite iniziative culturali, nota in tutto il mondo per il dinamismo che l'ha contraddistinta sino all'ultimo. La famiglia Caproni originaria di Arco di Trento impiantò le sue prime attività aeronautiche a Trento, allora nell'Impero austroungarico. Gianni Caproni si trasferì poi in Italia, proprio nella zona della brughiera e della Malpensa: qui volò il 27 maggio 1910 il il capostipite dell'industria aeronautica italiana. Nel 1940 Gianni Caproni ricevette il titolo nobiliare di conte di Taliedo dal nome della località di Milano dove si era insediata la principale fabbrica con il simbolo Caproni. La signora Timina Guasti, mamma di Maria Fede, affiancò la passione per gli aeroplani della sua famiglia e si occupò delle prime raccolte di documenti, libri, immagini e cimeli, contribuendo nel 1927 alla fondazione del Museo dell'aeronautica tanto voluto da suo marito, dove venne esposta la prima collezione aeronautica al mondo costituita negli anni Venti. Il museo è il più antico esempio di museo aziendale nazionale e, al tempo stesso, la più antica istituzione aeronautica al mondo. Il museo ebbe un nuovo impulso quando passò come preziosa eredità nelle mani della contessa Maria Fede…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MAURO OTTOBRE. … grazie alla quale lo conosciamo per quello che è oggi: il Museo dell'aeronautica Gianni Caproni di Trento, una realtà molto importante nell'ambito dei musei europei e un'eccellenza nella conservazione dei velivoli storici, divenuto oggi patrimonio pubblico non più alienabile dopo l'acquisizione per intero da parte della provincia autonoma di Trento.
MAURO OTTOBRE. Concludo, Presidente. Era per me importante ricordare in questa sede la contessa Caproni di Taliedo in quanto figura simbolo di un'epoca in cui il valore del sacrificio, dell'ingegno e della passione hanno reso grande il nostro Paese.
MICHELE DELL'ORCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE DELL'ORCO. Grazie Presidente, volevo intervenire per sollecitare un'importante interrogazione a risposta scritta, la n. 4-18340 che, se non erro, domani dovrebbe essere convertita in interrogazione in Commissione per velocizzare l'iter - considerato a quante interrogazioni rispondete - sulla Vapor Europe di Sassuolo e sui trenta lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Per risolvere la situazione dell'azienda di Sassuolo il Ministero acceleri i tempi per la convocazione delle parti e si impegni ad impedire che questa multinazionale, come tante altre, delocalizzi altrove. Chiediamo inoltre al Governo di attivarsi per fare in modo che nei bandi delle maggiori aziende di trasporto che operano in Italia siano inseriti vincoli di al fine di garantire la produzione di parte dei treni in Italia. Si parla di trenta famiglie, trenta persone che probabilmente perderanno il posto di lavoro: tra un decreto sulle intercettazioni e un altro, vorrei che vi occupaste anche di cose concrete perché la legislatura non è finita ).
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. Sono passati cento anni da quando il treno piombato di Lenin arrivò alla stazione Finlandia della città che per settant'anni prese il suo nome, Leningrado, dando il via agli eventi che portarono alla rivoluzione di ottobre. Il 7 novembre del 1917, secondo il calendario gregoriano, i guidati dal partito di Lenin, presero il potere politico, cambiarono il corso della storia del Novecento. Da quella rivoluzione nacque il movimento comunista internazionale che ancora oggi ispira la politica di tanti Stati, a partire dal più grande per popolazione e forza economica, la Repubblica popolare cinese. L'idea di quella rivoluzione era quella di Marx - proletari di tutto il mondo, unitevi - e il primo atto di quella rivoluzione fu la pace.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Melilla.
GIANNI MELILLA. Vorrei concludere, caro Presidente, con le parole di una grande comunista, Rossana Rossanda: il comunismo ha sbagliato, certo, ma non era sbagliato il comunismo .
PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, per favore, onorevole Corsaro! Grazie.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Vorrei segnalare alla Presidenza che un documento, pubblicato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas il 2 novembre e giunto alla Camera nella giornata di ieri, ad oggi non è ancora stato consegnato formalmente ai deputati membri delle Commissioni di riferimento.
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Crippa. Come le è stato già detto per le vie brevi, l'atto è arrivato, come lei ha ricordato, nella giornata di ieri e da quest'oggi è stato messo a disposizione della Commissione. Nella prassi della Camera, non c'è la consegna a ogni deputato degli atti che arrivano: è a disposizione della Commissione e, ovviamente, ogni deputato può consultarlo. Aggiungo peraltro che, come lei ha ricordato, facciamo riferimento a un provvedimento che sarà discusso domani, quindi c'è il tempo, per tutti coloro che sono interessati, per vederlo.
DIEGO ZARDINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DIEGO ZARDINI. Grazie Presidente. Intervengo per segnalare un fatto increscioso, che è accaduto a Verona domenica pomeriggio, dove un gruppo di trenta tifosi del Napoli ha assalito un bar in pieno centro a Verona. È stato un atto particolarmente grave, perché dentro a quel bar, che è frequentato generalmente dai tifosi dell'Hellas Verona, erano presenti delle famiglie e anche dei bambini ed è stato proprio un vero quasi tempistico, dove due furgoni hanno bloccato un importante corso della città, per impedire che ci fosse il raggiungimento da parte delle forze dell'ordine. Sono intervenuti con oggetti contundenti, devastando quel bar e mettendo sottosopra un pezzo di città. La gravità è stata acuita anche dal fatto che le forze dell'ordine, appunto, sono intervenute solo tardivamente e dal fatto che c'era già da tutta la mattinata una serie di eventi, che facevano segnalare la pericolosità di questi tifosi.
MONICA GREGORI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MONICA GREGORI. Grazie Presidente. Dopo più di cinque anni fuori da quest'Aula e circa quattro anni di interpellanze e interrogazioni all'interno di quest'Aula, oggi arriva, finalmente, una sentenza importante, una giornata importante, che ribadisce i valori della nostra Costituzione. È la sentenza che condanna il sindaco di Affile e due assessori per apologia al fascismo, per avere costruito il monumento al gerarca fascista Rodolfo Graziani, che fu il macellaio dell'Etiopia, fu colui che firmò le leggi razziali. Certo, è stata una sentenza importante ed è stata la vittoria di una battaglia. Ma noi ne vorremmo fare un'altra di battaglia, quella dell'abbattimento del mausoleo al Graziani. Per questo ho chiamato immediatamente il segretario provinciale del Lazio, chiedendo una manifestazione proprio ad Affile in merito a ciò, una manifestazione aperta ovviamente a tutti coloro che hanno sempre creduto nei valori dell'antifascismo, una manifestazione per dire che…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Gregori.
MONICA GREGORI. …forse - concludo -, se la politica in questo caso verrà prima dei giudici, sarà una cosa sicuramente importante
SERENA PELLEGRINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Non le sottrarrò il tempo in più che ho dato all'onorevole Gregori. Prego, ha un minuto.
SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. Sono a sollecitare un'interrogazione orale al Ministro Minniti, depositata il 2 agosto 2017, n. 3-03201 relativa alla grave situazione in cui versa la città di Gorizia da mesi, a causa della mala gestione dei richiedenti asilo, costretti a pernottare all'aperto nei parchi cittadini e lungo le rive dell'Isonzo. E ora, a causa del maltempo, trovano riparo sotto la galleria pubblica Bombi, perché mancano le strutture dove accogliere queste persone, che sono in attesa di presentare la loro richiesta di asilo alla locale commissione territoriale. Sono privi di strutture igieniche e solo la disponibilità di privati cittadini volontari gli garantisce la sopravvivenza. Il sindaco di Gorizia continua a rifiutare qualsiasi tipo di intervento, per dare accoglienza ai migranti e garantire loro condizioni di vita umane e di sicurezza igienico-sanitaria. Anche l'ordine dei medici, Presidente, della provincia di Gorizia ha scritto al sindaco ed esprime preoccupazione per le inaccettabili condizioni dei migranti, mettendo a disposizione anche la loro professionalità. Noi sollecitiamo il Ministro a rispondere immediatamente a questa interrogazione
MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie Presidente. Come lei sa, come tutti sappiamo, è prassi che, ad ogni tornata elettorale, vi sia un'attenzione mediatica rispetto ai candidati e alle cariche. E, in particolare, siamo abituati a vedere, nelle riprese televisive trasmesse dai telegiornali e nelle comunicazioni dei giornali e dei quotidiani, le immagini dei singoli candidati, presidenti, sindaci e quant'altro, mentre si recano alle urne a votare.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Corsaro, ovviamente questo può essere fatto attraverso un atto di sindacato ispettivo, al quale ovviamente risponderà il Ministro.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.