PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO AMITRANO, legge il processo verbale della seduta del 10 gennaio 2022.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Enrico Borghi, Brescia, Butti, Casa, Comaroli, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Giachetti, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lupi, Maggioni, Magi, Migliore, Molinari, Mura, Perantoni e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 131, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Jessica Costanzo. Ne ha facoltà.
JESSICA COSTANZO(MISTO-A). Grazie, Presidente. A nome di Alternativa, chiediamo che il Governo venga a riferire urgentemente in Aula su due temi cruciali, legati al decreto-legge che è stato emanato lo scorso 5 gennaio, riguardo al consenso informato e, vista l'estensione dell'obbligo vaccinale agli 50, alla responsabilità da parte dello Stato, quindi a un eventuale indennizzo in caso di effetti collaterali o reazioni avverse da vaccino.
Avremmo sicuramente potuto depositare un'interrogazione in tempi normali ma, nel momento in cui il Parlamento è stato completamente esautorato dal suo potere, ci troviamo costretti a chiedere che il Governo venga urgentemente a riferire perché il decreto-legge è già in vigore e, tra l'altro, è da mesi che sorvola su questi temi. Anche nella conferenza stampa dello scorso lunedì, sia il Premier sia il Ministro Speranza non hanno proferito verbo su questi temi e nemmeno i giornalisti, quelli ammessi, hanno fatto domande in tal senso. E pensare che si tratta di due nodi cruciali che, tra l'altro, alimentano, se vogliamo dire così, proprio dei focolai tra il Governo e quelli che voi definite, in maniera molto semplicistica, i no-vax.
Non siamo noi a dirlo - tanto meno Alternativa - ma lo stesso presidente del Codacons, e cito testualmente le sue parole: “La vaccinazione era, fino ad oggi, volontaria e lasciata alla libera scelta dei singoli” ma con l'introduzione dell'obbligo “è evidente che il consenso informato in vigore oggi non è più legittimo e deve essere modificato eliminando qualsiasi clausola che escluda responsabilità da danni da vaccino”. Il presidente del Codacons ha già anticipato che, se non ci sarà una risposta da parte dello Stato, ci sarà una pioggia di ricorsi, a dimostrazione ulteriore che, purtroppo, questo COVID lo stiamo combattendo più nelle aule dei tribunali che nelle sedi opportune. Evidentemente, per migliaia di persone che non si sentono più tutelate e ascoltate dalle istituzioni - e più che migliaia, purtroppo per voi, sono ancora milioni - i ricorsi sono l'ultima spiaggia e questo dimostra il clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni.
A nostro parere, per invertire la rotta servirebbe maggiore trasparenza che faccia emergere la verità perché trattare questi due temi cruciali come il consenso informato e l'indennizzo, e quindi la presa di responsabilità dello Stato, sarebbe un piccolo passo di lealtà che lo Stato dimostra verso il popolo che, ricordatevi bene, è comunque sempre ancora detentore della sovranità
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.
GIORGIO TRIZZINO(MISTO). La ringrazio, Presidente. La tranquillizzo perché non intervengo, questa volta, per richiamare l'Aula e la Presidenza per non essere riusciti a calendarizzare il provvedimento sul tema della morte volontaria assistita, come peraltro ampiamente previsto dal sottoscritto nei mesi precedenti.
Questa volta, invece, voglio richiamare l'attenzione del Governo rispetto a un ritardo che sembra esserci nella somministrazione di questo nuovo vaccino Novavax, che, come sappiamo, è un vaccino a base proteica, che contiene piccolissime particelle che sono ottenute da una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike del Coronavirus, e sfrutta la tecnica delle proteine che si ricombinano, già conosciuta peraltro in altri vaccini come quello per il meningococco e l'epatite B. Questo vaccino prevede due somministrazioni e, in questo momento in cui l'Organizzazione mondiale della sanità ci comunica che, di qui a qualche mese, metà della popolazione europea e mondiale sarà contagiata e sarà affetta da questa nuova variante del Coronavirus, io credo che sia imprescindibile ed estremamente urgente provvedere alla velocizzazione delle somministrazioni di questi vaccini che, tra l'altro, prevedono due dosi di somministrazione con iniezione intramuscolare, come lei ben sa.
I dati disponibili hanno dimostrato che questo vaccino ha un'efficacia del 90 per cento nel prevenire il COVID e doveva arrivare qui in Italia a gennaio, ma non abbiamo alcuna notizia in merito e quasi certamente ci sarà un ritardo. Io vorrei capire: un ritardo dovuto a cosa? Vorrei che il Governo ci tranquillizzasse, perché non se ne parla molto e questo potrebbe essere, invece, il mezzo, lo strumento per convincere quella popolazione riottosa alla vaccinazione - io sono certo che sarà così - a vaccinarsi.
Noi dobbiamo chiedere che questo ultimo strumento che abbiamo a disposizione venga immesso al più presto e pertanto questo mio intervento ha questa finalità: chiedere al Governo che ci dia notizie nel merito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO(PD). Signor Presidente, la ringrazio. Forse ancora intriso dello spirito che aleggiava ieri in quest'Aula quando abbiamo commemorato la figura di David Sassoli, che è sembrato per un'ora interrompere certe nostre polemiche, mi riferisco a dei fatti molto gravi occorsi in piazza del Duomo a Milano nei giorni scorsi, e cioè al ripetersi di qualche terribile episodio, nella notte di Capodanno, di violenza sessuale di gruppo. Così la definisce l'inchiesta che la Polizia di Stato della questura di Milano e la magistratura della procura di Milano stanno conducendo e che ha portato, nelle scorse ore, all'identificazione, mi pare, di circa 18 persone che sono state perquisite, che avrebbero compiuto questi terribili, osceni atti di aggressione verso donne sole nella notte di Capodanno, sia allo scopo di ciò che viene richiamato sotto la valenza di violenza sessuale sia, forse, allo scopo del furto.
Dice oggi un bellissimo articolo di Chiara Valerio su , citando un saggio di Luigi Zoja che si chiama : “(…) dal tramonto del patriarcato non emerge una società con maggiori caratteristiche femminili, che si suppongono più attente alla relazione e al sentimento. Il mondo post-moderno e post-patriarcale non è affatto post-maschile. Casomai valorizza qualità pre-paterne del maschio: quelle di lottatore (contro i concorrenti), di cacciatore (di femmine, ma anche di successo e di reddito, richieste da una vita economica sempre più competitiva)”. E, poi, il saggio continua.
Poche ore dopo l'accaduto, la segretaria provinciale del Partito Democratico di Milano, la nostra collega, amica e compagna Silvia Roggiani, ha commentato quel terribile avvenimento, che, poi, tutte le forze politiche hanno commentato a Milano, con parole che richiamavano, appunto, la questione della cultura del patriarcato. Il collega Morelli, sottosegretario per le Infrastrutture, ha criticato le parole del segretario del Partito Democratico, ma, sotto il dell'onorevole Morelli, sono comparse offese, ingiurie e invito allo stupro per la segretaria del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani. Il sottosegretario Morelli si è, poi, scusato e dissociato dalle parole che sono emerse sotto il suo .
Ma il problema non sono solo le scuse, secondo me in parte tardive, ma comunque che sono venute, del sottosegretario Morelli: il problema è che, all'indomani della denuncia di un tentativo di violenza sessuale, ad una donna che commenti con le sue idee, che io condivido, una possibile origine - come si vede anche una saggista oggi cita le stesse parole - di quello che succede ogni giorno sotto i nostri occhi, cioè il moltiplicarsi di tentativi o, purtroppo, di realizzazioni di violenza sessuale, sotto quella critica a quelle parole, si auguri alla persona che enuncia queste parole e questo giudizio di essere a sua volta stuprata.
È un terribile cancro quello che emerge continuamente nella nostra cultura, per cui, se una donna parla e non si è d'accordo con lei, se si vuole aggiungere violenza alle proprie parole, estremismo alle proprie parole, la si accusa, anzi, le si augura di essere, a sua volta, stuprata.
Alla segretaria del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani tutta la nostra solidarietà. Io penso che tutti noi dovremmo essere investiti dal fatto che, quando accade questo sotto i nostri - può capitare a chiunque, a me è capitato in quest'Aula di esprimere solidarietà a Giorgia Meloni perché sotto di altri c'erano ingiurie simili nei suoi confronti, a Matteo Salvini, perché sotto che lo riguardavano erano espresse violenze e ingiurie inqualificabili - dovremmo tutti noi aumentare il grado della nostra responsabilità verso chi, con le parole, sui , esprime violenze inaccettabili, ancora di più quando si parla di violenza sessuale nei confronti di donne .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR GIANCARLO IEZZI(LEGA). Grazie, Presidente. Io credo di non dover precisare all'onorevole Fiano la stima che ho nei suoi confronti, perché questa è nota, e quindi mi unisco, ovviamente, alla solidarietà espressa nei confronti della segretaria del Partito Democratico della città metropolitana, se non erro, di Milano. I messaggi che ha ricevuto sono indecenti, volgari, da condannare, da perseguire in alcuni casi, se si supera, come è stato fatto in questo caso, un certo limite. Però mi duole che certe argomentazioni vengano usate solo in alcuni casi, mi duole che si usino questi fatti per strumentalizzare una vicenda e fare un attacco politico, perché il collega Morelli, che non ha certo bisogno di essere difeso dal sottoscritto, si è limitato a fare un in cui riportava la frase della segretaria del Partito Democratico, con questo commento: “Nessuna gestione dell'immigrazione, ma, se succede qualcosa, è colpa della società?”.
Non mi sembra che fosse un attacco volgare nei confronti del segretario del Partito Democratico, era una normale critica politica; sotto questo si è, poi, scatenata - come sempre succede - una serie di commenti, alcuni di questi erano volgari. Se l'avessi saputo l'avrei fatto, però non vorrei portare all'attenzione di tutti voi le decine, centinaia, migliaia di messaggi di morte al segretario della Lega Matteo Salvini. Io stesso - l'ho detto in Commissione affari costituzionali -, una volta, qualche tempo fa, quando ero stato accusato con il cosiddetto emendamento Iezzi, di aver quasi tentato di cancellare il referendum sulla presunta legalizzazione della cannabis, sono stato oggetto di una serie di che, addirittura, auspicavano il mio passaggio da piazzale Loreto. Ma non è che ho usato questa argomentazione per puntare il dito contro chi aveva parlato di emendamento Iezzi, perché era normalissima critica politica e, se l'avessi fatto, avrei strumentalizzato una vicenda.
Quindi, a me dispiace che il collega Fiano abbia usato questa vicenda per puntare il dito contro il collega Morelli, perché il collega Morelli non ha fatto nulla di male. Che sia un luogo dove tutti pongono, sottolineano, rendono evidenti i propri istinti più bestiali è un problema che, oramai, è conosciuto; ma che la politica e alcuni esponenti politici, ogni volta, usino un per condannare, con un tornaconto personale, questa vicenda e non, invece, prendere atto che c'è un fenomeno che coinvolge tutti e che, tante volte, ha coinvolto tanti nostri esponenti politici, io lo trovo scorretto.
Quindi, semmai, l'unica cosa tardiva che c'è stata è stata la presa d'atto delle violenze a Capodanno nella città di Milano da parte del Partito Democratico e da parte dell'Amministrazione Sala, che, per giorni, sono stati silenti di fronte a una situazione indegna che è successa in pieno centro a Milano, come in silenzio, per giorni, è stato il Ministro Lamorgese che, forse, avrebbe dovuto spendere una parola. Se c'è un colpevole ritardo, è da attribuire a loro, non certo all'onorevole Morelli o a chi si permette di fare delle legittime critiche politiche. Sono davvero dispiaciuto di questo attacco, perché credo che non sia questo il modo per risolvere i problemi. Prendiamo atto che a Milano c'è un problema di sicurezza, parliamo di questo e rimaniamo su temi un po' più seri .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT(IV). Grazie, Presidente. Ovviamente, a nome del gruppo di Italia Viva, la solidarietà a Silvia Roggiani e a tutte le persone che vengono, puntualmente e sistematicamente, attaccate sui da leoni da tastiera. Ieri, in un momento in cui l'Aula commemorava David Sassoli - non sto a raccontare, perché immagino che tutte le forze politiche abbiano fatto questo richiamo con i loro -, alcuni dubitavano, addirittura, sulla natura della morte del collega Sassoli, mettendo in correlazione teorie no-vax con quello che gli stava accadendo. Stiamo subendo di tutto e stiamo vedendo di tutto nei . Credo che nessuna forza politica sia di per sé responsabile, ma è vero che, in questi anni, alcune forze politiche - io mi riferisco ai colleghi della Lega, nessuno in particolare, tutti inclusi - hanno soffiato sui leoni da tastiera per cercare di abbattere il nemico alle porte, che era il proprio avversario politico, più che con le idee, con gli insulti e le menzogne. Le non sono di oggi: noi, come Italia Viva, abbiamo chiesto una Commissione d'inchiesta sulle perché noi ne siamo stati vittime all'ennesima potenza, e lo sanno benissimo i colleghi del Partito Democratico che, con noi, hanno vissuto una stagione di nei nostri confronti.
Il fatto di prendere tempestivamente le distanze da chi insulta altri colleghi deve essere la ragion d'essere di tutti noi che facciamo politica con passione, amando il territorio, cercando di dare soluzioni e, anche lì, secondo me, dovremmo anche imparare a essere avversari politici e non nemici, avere idee diverse, ma cercare di renderci maturi nell'affrontare il dibattito politico, più che col dileggio dell'avversario, con sano e profondo confronto delle idee.
Riprendo quello che è stato detto ieri proprio sulla morte di David Sassoli: la mancanza di un uomo così perbene, mite, che ha saputo fare della gentilezza la sua capacità d'essere, la sua ragion d'essere nella politica, ha lasciato un vuoto ancora più grande rispetto a molti altri che urlano, insultano e fanno di questa modalità di fare politica una cifra per distruggere l'avversario più che per svolgere un civile confronto politico.
Mi auguro che quello che è successo in questi giorni e in queste ore a tutte le forze politiche non possa più capitare. Dunque, ci dobbiamo assumere noi un impegno in prima persona a condannare e a depennare le persone che sotto i nostri commentano in modo simile le azioni degli avversari politici .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, immagino sempre sul medesimo argomento, l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI(FDI). Grazie, Presidente. Anche Fratelli d'Italia si unisce alla solidarietà per la segretaria del Partito Democratico di Milano, Silvia Roggiani, che è stata oggetto di commenti veramente assurdi e ingiustificabili. Questo non significa, ovviamente, che ci debba essere una responsabilità del collega Morelli, che ha fatto un relativamente a un grave fatto che ha sconvolto tutti noi milanesi nel profondo delle nostre coscienze nella notte di Capodanno. Infatti, vedere delle ragazze, nel luogo simbolo di Milano, disturbate, palpeggiate e circondate è stato veramente un brutto momento.
Ha ragione la collega Fregolent quando dice che lo sforzo comune deve essere - però, quello di tutti noi - di vigilare, perché ormai sui è diventato molto facile bersagliare tutti. Quindi, c'è questa tendenza assurda su quello che doveva essere un mezzo tecnologico, anche per aiutare le persone, per cercare di intervenire e per connettersi per il bene comune, che sta diventando, invece, uno strumento di odio, di accuse e di insulti, anche minacce di morte. Questo, naturalmente, coinvolge trasversalmente tutte le parti politiche.
Ieri abbiamo commemorato David Sassoli e credo che in quel momento il Parlamento abbia dimostrato unità e coesione. Adesso lo sforzo deve essere nel concreto, su quello che accade tutti i giorni, perché le nostre coscienze non potranno mai essere tranquille fino a quando ci saranno violenti che accusano qualcuno con minacce, spesso anche di morte. Quindi, la politica non sottovaluti queste inclinazioni, che ormai sono nella nostra quotidianità, e si impegni per cercare di superare una violenza subdola, effettuata dietro una tastiera, che colpisce tutti e soprattutto i più deboli .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Perego Di Cremnago. Ne ha facoltà.
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO(FI). Grazie, Presidente. Ci tenevo a esprimere la solidarietà del nostro gruppo al segretario cittadino del Partito Democratico, Silvia Roggiani, per gli insulti che le sono stati rivolti su . Credo che sia ormai giunto il momento di mettere in atto tutti quegli strumenti normativi che impediscono la diffusione dell'odio e delle in questo grande strumento che ha stravolto la comunicazione nel nostro Paese e nel mondo e in cui, però, ancora oggi vige una totale anarchia. Credo che non sia più rinviabile un passaggio nel quale vengono imposte delle regole sulle condotte che gli utenti dei intraprendono, soprattutto quando vengono diffusi messaggi d'odio.
Però, è altrettanto vero - e ci tenevo a sottolinearlo - che quanto è accaduto a Milano, nella notte di Capodanno, non può passare inosservato. La nostra città - lo dico da milanese innamorato di Milano - è stata sfregiata, sotto le guglie del Duomo, da un branco di violenti e questo dovrebbe farci riflettere visto che ancora nel 2021 delle ragazze non possono festeggiare serenamente la notte di Capodanno sotto il Duomo perché un branco di violenti le assale. Credo che questa ferita non si possa rimarginare con l'oblio, col dimenticarsene due giorni dopo e far finta che non sia successa. Quindi, non è soltanto un tema di sicurezza: questo è un tema di educazione ed è un tema di degrado della nostra società, sul quale la classe politica ha il dovere di intervenire per fermare questa spirale d'odio, per fermare i femminicidi, che ancora colpiscono le nostre donne nel nostro Paese, e per fermare le violenze. Credo che sia nostro dovere trarre lo spunto da questi gravi episodi perché non si ripetano più .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Grazie, signor Presidente. Per associarci alla solidarietà nei confronti della segretaria del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani. Io credo che questa vicenda, ancora una volta, richiami la necessità che la politica innanzitutto svolga e ritorni a svolgere anche un lavoro di educazione, e nell'educazione c'è anche l'educazione alla civiltà. Per cui, è vero che spesso nei nostri non necessariamente ci sono insulti ed elementi negativi, però non possiamo non guardare - e io credo che su questo dovrebbe esserci una responsabilità collettiva da richiamare - né possiamo ignorare quello che sotto i nostri viene commentato. L'odio che si sta diffondendo a piene mani, un odio che anche questa vicenda ultima legata alla pandemia ha ulteriormente incrementato, non può non richiamare anche la nostra responsabilità. Noi dovremmo essere più responsabili degli altri da questo punto di vista e credo che da qui debba uscire con forza una condanna nei confronti degli odiatori e degli odiatori, gli - non soltanto, quindi, nei confronti di chi costruisce campagne ad arte per iniettare nel sistema per avvelenare i pozzi della democrazia e del libero dibattito nel Paese - e dobbiamo essere anche più puntuali e cercare di intervenire.
Credo che da questo punto di vista non ci sia soltanto il ruolo della magistratura e della polizia postale, ma debba esserci un richiamo forte anche alla responsabilità nostra collettiva. Dobbiamo fermare, dobbiamo cercare di rallentare e dobbiamo cercare di isolare questa montante campagna d'odio che alla fine sta distruggendo le condizioni di una libera convivenza e di un libero dibattito nel nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà. È sempre sullo stesso argomento?
GUIDO GERMANO PETTARIN(CI). Sì, Presidente, sempre sullo stesso argomento, grazie.
Presidente e colleghi, prima di tutto ci associamo, come gruppo di Coraggio Italia, alla più totale solidarietà per quanto riguarda ciò che è accaduto alla segretaria del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani. L'odio: questo è il tema. Siamo in un momento di odio e non è da sottovalutare pensando che stiamo affrontando gli odiatori da tastiera. No! C'è un'atmosfera di odio e di degrado estremamente montante. Nella civilissima Milano accade ciò che abbiamo visto. Nella civilissima Trieste, da poco individuata come città in cui vi è la migliore qualità della vita per l'anno scorso, vi sono episodi di sangue ripetuti e di violenza inenarrabile. Non possiamo non interrogarci su questo né possiamo limitarci a pensare che lo affrontiamo solamente con azioni repressive, perché questa non è questione di repressione; questa è una questione di decadenza sociale della nostra civiltà.
Quindi, cogliamo l'occasione per richiamare questa attenzione e sperare che tutti quanti insieme, con i Ministri competenti, la potremo approfondire per poter assumere dei provvedimenti veramente idonei .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà. Sullo stesso argomento?
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Sì, grazie Presidente, è sullo stesso argomento. Anche noi, come gruppo MoVimento 5 Stelle, ci teniamo ad esprimere la nostra solidarietà alla segretaria del PD Roggiani per gli insulti sessisti che ha subito. Le donne sono quotidianamente oggetto di attacco da parte di questa società patriarcale e il processo culturale di miglioramento e di emancipazione femminile deve continuare e deve partire soprattutto dalle istituzioni.
Quello che è accaduto a Milano nella notte di Capodanno è assolutamente intollerabile: delle ragazze non possono avere paura di camminare, fare una passeggiata la sera, per paura di essere molestate e palpeggiate. Questa è assolutamente una circostanza che capita in realtà poi spesso e deve essere condannata a gran forza e con gran voce dalle istituzioni. Sicuramente l'attenzione deve essere mantenuta sempre molto alta perché le nostre ragazze, le donne e ogni persona deve poter essere libera di esprimersi nella nostra società come meglio crede, senza aver paura di subire una violenza . Quindi rinnovo la nostra solidarietà e spero nella massima attenzione da parte delle istituzioni perché davvero queste situazioni sono da condannare fermamente e non sono più accettabili in una società moderna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 196-721-1827-A: Disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi.
Ricordo che nella seduta del 10 gennaio si è conclusa la discussione generale e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati .
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere , che è in distribuzione.
In particolare, tale parere reca 3 condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, la componente Alternativa del gruppo Misto è stata invitata a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto alla materia trattata dal provvedimento, l'articolo aggiuntivo 2.0100 Forciniti, non previamente presentato in sede referente, volto a disciplinare il conflitto di interessi del decisore pubblico.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Su che cosa?
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Volevo capire per quale motivo viene ritenuto non pertinente con il testo il mio emendamento 2.0100, che tra l'altro figura anche nel fascicolo, quindi ero convinto di poterlo discutere e metterlo ai voti.
PRESIDENTE. L'ho spiegato, ma glielo rispiego molto volentieri. Il suo emendamento è estraneo rispetto alla materia trattata dal provvedimento, cioè in Commissione non si è parlato del tema che lei ha posto nell'emendamento, e quindi per questo motivo è stato reso inammissibile ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e ai sensi dell'articolo 89, comma 1.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
VITTORIA BALDINO, La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.200 della Commissione e 1.100 Ciaburro.
DEBORAH BERGAMINI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Palmieri, ha un problema e non riesce a votare? Sta arrivando il funzionario in soccorso. Onorevole Palmieri, ancora in difficoltà? Non possiamo cambiare il computer dell'onorevole Palmieri? Procedo, onorevole Palmieri? La recupero sul prossimo e vediamo di sistemare.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Ciaburro, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
VITTORIA BALDINO, La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.1 Fornaro e parere contrario sull'emendamento 2.101 Forciniti.
PRESIDENTE. Il Governo? Un attimo, onorevole Forciniti, prima sentiamo il Governo.
DEBORAH BERGAMINI,. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Forciniti, penso voglia intervenire sul suo emendamento: quando è il momento. Adesso possiamo andare avanti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Fornaro, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Se evitiamo di fare le riprese in Aula, grazie.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.101 Forciniti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Grazie, Presidente. È un tentativo di provare a rendere un po' meno blando questo testo. Sinceramente sono abbastanza amareggiato, perché la Presidenza mi ha appena detto che parlare di conflitto di interessi, quindi disciplinare incompatibilità fra chi svolge ruoli decisionali politici e chi porta interessi rilevanti economici e patrimoniali non è pertinente con quello che stiamo facendo. Noi oggi stiamo parlando di trasparenza nei processi decisionali; stiamo fingendo di parlare di trasparenza, in realtà, perché ovviamente questo testo è un pannicello caldo che non avrà alcun effetto pratico e concreto. E la Presidenza, che, secondo me, in maniera politica - in realtà per salvare la maggioranza - decide di non ammettere alla discussione e alla votazione il mio emendamento, si sta assumendo la responsabilità di dire che parlare di conflitto di interessi non è pertinente con quello che stiamo facendo oggi.
PRESIDENTE. Onorevole, stia però sull'emendamento, perché la spiegazione è stata data.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). No, non è stata data alcuna spiegazione!
PRESIDENTE. L'argomento introdotto da lei era estraneo. Non è una decisione politica, ma tecnica.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Ma dire che è estraneo, non è una spiegazione! Chiunque può inventarsi che una cosa sia estranea...Invece non è estraneo.
PRESIDENTE. Estraneo in quanto non trattato. È stato presentato al di fuori di quello che aveva approvato la Commissione.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Ma io stavo arrivando al punto.
PRESIDENTE. Tenga il punto del suo emendamento.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Se mi fa parlare, ci stavo arrivando. Però, questa premessa mi serviva per dire che il testo è blando e lo state rendendo ancora più blando, impedendo, per l'ennesima volta, a questo Parlamento, di provare a trasformare uno, una banderuola, una bandierina in qualcosa di concreto. Presentiamo gli emendamenti quelle rare volte che non mettete la fiducia e ce li dichiarati inammissibili! Quindi, questo mi serviva per dire che, in questo contesto totale di delegittimazione del Parlamento, che prende pieghe sempre più assurde, giorno dopo giorno, almeno adesso abbiamo quest'altro emendamento, che, bontà vostra, ci fate discutere. Magari, se non vengo interrotto è meglio.
Chiediamo che vengano aggiunti al testo anche gli enti controllati, perché non ha senso dire che per decisori intendiamo i rappresentanti degli enti pubblici e, poi, tagliamo fuori quelli controllati, che di fatto comunque possono essere importanti anche per decisioni politiche che vengono prese. Quindi, non capiamo il senso di tenere fuori da questo testo, che di per sé è blando, gli enti controllati, coloro i quali hanno incarichi dirigenziali negli enti controllati. Quindi, chiediamo almeno che questa minima cosa di buon senso possa essere aggiunta al testo. La ringrazio, Presidente, perché, almeno questo ce lo fa discutere e votare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Il parere è contrario sugli emendamenti 3.105 Prisco, 3.100, 3.102 e 3.103 Forciniti.
DEBORAH BERGAMINI,.
Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.105 Prisco.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO(FDI). Grazie Presidente, molto brevemente, è stato oggetto di ampia discussione anche in Commissione. Il tentativo con cui Fratelli d'Italia si è approcciata a questo provvedimento è stato assolutamente costruttivo, portando una serie di emendamenti, tra l'altro, per la gran parte accolti. Questo è uno dei punti nevralgici, laddove ad essere portatori di interessi particolari sono i rappresentanti dei Governi stranieri. Un conto sono i rapporti istituzionali, un conto sono i rapporti politici tra dei partiti alleati, un conto è quando Governi stranieri hanno incontri con i decisori politici, soprattutto quando le economie dei Governi stranieri, come quella cinese, gestiscono direttamente l'economia del proprio Paese e, quindi, di fatto svolgono una sorta di rappresentanza anche di interessi particolari. Non riesco a capire - anzi forse lo capisco - il perché vi sia un accanimento contro questo tipo di emendamento che punta a garantire trasparenza anche rispetto a questa serie di rapporti, che politici non sono, che istituzionali, quelli con i ministri, non sono, ma che, di fatto, sono un'attività di nell'interesse di economie straniere. E noi abbiamo l'obbligo, il dovere morale ed etico di difendere l'economia nazionale e gli interessi dell'Italia
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.105 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.100 Forciniti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Non capiamo la di escludere da questo - di per sé molto blando - registro dei lobbisti i rappresentanti delle confessioni religiose. Ora è chiaro che parliamo di tutte le confessioni religiose, non una in particolare. È chiaro che anche i rappresentanti delle confessioni religiose possono legittimamente portare degli interessi. Parliamo spesso di regime di tassazione privilegiato, parliamo di qualsiasi altra cosa che possa riguardare la legislazione nazionale o comunque la pubblica amministrazione. Allora, per quale motivo decidiamo di non portare, sotto questo minimo standard di trasparenza, anche i rapporti fra decisori politici e rappresentanti delle confessioni religiose? Qual è la per cui si ritiene che questo tipo di attività di rappresentanza di interessi non debba essere trasparente? A parte che comunque nulla sarà trasparente, perché questo testo è un pannicello caldo e niente impedirà al lobbista di turno di chiamare direttamente il Ministro o chi per lui e di incontrarsi al di fuori di questo registro. Quindi, già stiamo facendo una cosa che è uno . Ma, almeno, in questoche state facendo per dire di avere portato trasparenza nei processi decisionali, mettiamo qualcosina che sia più concreta. Altrimenti, non solo è uno t: è uno blando, ancora più blando
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Forciniti, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Forciniti, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo, ora, all'emendamento 3.103 Forciniti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Presidente, io vorrei che qualcuno mi spiegasse, magari, la relatrice o qualcuno della maggioranza, per quale motivo noi andiamo a istituire questo registro dei lobbisti, dei rappresentanti di interessi e, poi, scriviamo, però, che i rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali possono continuare a operare al di fuori di esso; parliamo, per esempio, di Confindustria o di quello che spesso può costituire proprio un vero conflitto di interessi potenziale, quando ci sono interessi anche economici e patrimoniali molto rilevanti. Allora, come si fa anche solo a pensare di fare un testo sulla rappresentanza di interessi e tenere fuori le organizzazioni imprenditoriali, che spesso sono quelle che premono di più, dal loro punto di vista anche legittimamente, sul decisore politico? Quindi, noi stiamo facendo un testo fasullo, che già di per sé è fasullo, e ci stiamo dimenticando – dimenticando fra virgolette - di mettere quella che probabilmente è la cosa più importante. Parliamo delle organizzazioni imprenditoriali che ogni giorno fanno pressione su ciascuno di noi, attraverso attraverso richieste di incontro, attraverso gli eventi che organizzano, e noi, che stiamo facendo qualcosa già di per sé inutile con questo registro dei lobbisti, teniamo fuori tutto questo settore della rappresentanza degli interessi da questo minimo di trasparenza base che stiamo provando a introdurre.
Allora, c'è una persona qualsiasi in quest'Aula che si alza e mi spiega qual è la di questa cosa che avete messo in questo testo? Una, non è che chiedo tanto, una; poi, dopo poi vi posso anche dare ragione – dico ok, avete ragione voi - ma mi spiegate qual è la , la relatrice me la spiega?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO(MISTO). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento del collega Forciniti che, come ben ha spiegato, è l'unico che interviene nel merito di questo provvedimento sostenendo come sia aria fritta; noi stiamo spendendo un giorno dei nostri lavori parlamentari, mentre ancora non si preparano i ristori per tutti coloro che hanno dovuto chiudere le loro imprese, rispetto a un innalzamento dei costi di luce e gas, rispetto al psicologo che non c'è, noi stiamo perdendo tempo con un provvedimento che, nei fatti, è nobile nella sua funzione, nella sua finalità, ma è totalmente inutile, perché questo registro dei lobbisti può essere facilmente non considerato. Pensiamo solo che - come ricordava prima il collega Forciniti - se un qualsiasi lobbista vuole chiamare direttamente un Ministro lo potrà fare.
Ma questo emendamento nel merito cosa ci dice? Almeno di provare ad inserire in questo registro anche le associazioni come Confindustria, per esempio, che ovviamente fanno un'attività di lobbismo enorme, se pensiamo che, forse, proprio il Presidente emerito Draghi è frutto di un lobbismo totale su questo Parlamento da parte di Confindustria. Allora ormai è chiaro…
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, onorevole Sodano. Deve concludere.
MICHELE SODANO(MISTO). Che rimanga agli atti che questo Parlamento non funziona, non lavora e approva provvedimenti spot, determinati a fare un po' di pubblicità….
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Sugli emendamenti 4.29 Mollicone e 4.100 Forciniti, il parere è contrario. Sull'emendamento 4.200 della Commissione il parere è favorevole. Sugli emendamenti 4.110 Prisco, 4.101 e 4.102 Forciniti e 4.111 Prisco, il parere è contrario.
Sull'emendamento 4.201 della Commissione il parere è favorevole. Sugli emendamenti 4.103, 4.104 e 4.105 Forciniti, 4.112 Prisco e 4.107 Forciniti il parere è contrario. Sull'emendamento 4.202 della Commissione il parere è favorevole.
DEBORAH BERGAMINI,. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.29 Mollicone.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Presidente, colleghi, un attimo di attenzione, perché questo emendamento è un po' il cuore della proposta che, con i colleghi Prisco, Montaruli e Fratelli d'Italia, ho cercato, come indirizzo, di portare in maniera positiva a questa proposta di legge e cioè di non allocare, come sappiamo fa il provvedimento, il registro presso l'Antitrust. La regolamentazione è sicuramente necessaria e su questo siamo tutti d'accordo; tuttavia, colleghi, la natura obbligatoria, senza sanzioni da un lato e premialità dall'altro, genererà un incentivo di fatto, come sappiamo, a eludere la norma. Nel corso delle audizioni relative all'atto in esame, numerose associazioni, la FERPI, con il professor Comin, fra gli altri, hanno ribadito la necessità di coinvolgere attivamente il Consiglio dell'economia e del lavoro dato il ruolo consultivo che ha per il Parlamento e il Governo e a cui è già preposto dalla Costituzione.
Avevamo presentato il medesimo emendamento in sede referente e ha generato, come sappiamo, un ampio dibattito, in senso anche favorevole in Commissione. Il lavoro di Commissione ha poi fatto sì che un componente del CNEL, infatti, venisse integrato, quindi su proposta di Fratelli d'Italia, nel Comitato di sorveglianza che, sinceramente, colleghi, ha un nome che inquieta, trattandosi di un organismo che dovrebbe regolamentare semplicemente il rapporto di rappresentanti di categorie e che ha compiti sanzionatori nei confronti degli iscritti al registro, dove però siedono, colleghi, e lo dico all'ala più garantista della maggioranza, sempre con uno spirito estremamente giustizialista, un magistrato della Corte di cassazione e un magistrato contabile.
Come ha rilevato anche l'OCSE, colleghi, non Fratelli d'Italia, il disegno di legge presentato ha uno sbilanciamento in termini di obblighi per le associazioni dei portatori di interesse, siano esse soggetti privati, imprese o ONG. Nelle democrazie moderne, colleghi, l'indirizzo politico è costituito da una pluralità di attori e portatori di singole istanze, che il decisore pubblico, nella definizione dell'interesse generale, è chiamato, appunto, a sintetizzare, non a criminalizzare.
Per cui riteniamo che questa sia una ulteriore, ultima, affinché la proposta di Fratelli d'Italia, che è stata accolta parzialmente in Commissione - di questo ringraziamo, l'ho già fatto in fase di discussione generale - possa essere riproposta in Aula e accettata, perché sarebbe la naturale allocazione del registro del portatore di interesse presso un organismo a cui, oltretutto, si darebbe un significato operativo. Inoltre, si toglierebbe, colleghi, quest'ombra di malizia, di presunzione di colpevolezza nei confronti di chi fa un legittimo lavoro che si svolge in tutta Europa e in tutto il mondo e che molti colleghi, magari dopo questa legislatura, ambirebbero fare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.29 Mollicone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo ora all'emendamento 4.100 Forciniti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). La ringrazio molto, Presidente. Intervengo semplicemente per chiedere che almeno questa autorità, questo comitato che viene istituito sia posto sotto l'ANAC anziché l'Autorità garante della concorrenza e del mercato perché ci sembra più adeguato al ruolo che dovrà svolgere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.110 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.102 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.111 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.201 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.103 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.104 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.105 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.112 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.107 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.202 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Sugli emendamenti 5.100 Ciaburro e 5.101 Ciaburro il parere è contrario.
DEBORAH BERGAMINI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Sull'emendamento 6.100 Forciniti il parere è contrario.
DEBORAH BERGAMINI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Sugli emendamenti 7.100 Forciniti e 7.101 Forciniti il parere è contrario. Sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, il parere è favorevole.
DEBORAH BERGAMINI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Sull'emendamento 8.100 Caretta il parere è contrario. Sull'emendamento 8.200 della Commissione il parere è favorevole.
DEBORAH BERGAMINI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Sugli emendamenti 9.100 Forciniti e 9.101 Forciniti il parere è contrario.
DEBORAH BERGAMINI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.100 Forciniti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Grazie, Presidente. Se noi riteniamo giusto che i rappresentanti di interessi non possano corrispondere alcuna somma di denaro ai decisori pubblici - e, ovviamente, io lo ritengo giusto e tutti noi lo riteniamo giusto -, allo stesso modo dovremmo ritenere giusto che sia sbagliato anche solo promettere denaro o altre utilità. Allora, io vorrei capire qual è la di prevedere che un portatore di interessi possa promettere una somma di denaro ad un decisore pubblico dopo l'approvazione dell'emendamento, dopo il raggiungimento dell'obiettivo, però non sia consentito dargliela prima; cioè, se la è quella di evitare inquinamenti nel processo decisionale attraverso la dazione di denaro o altre utilità, anche la promessa è idonea a inquinare il processo decisionale. Mi sembra proprio che qui siamo nel campo della logica elementare.
Allora, qui c'è una chiusura pregiudiziale per qualsiasi cosa arrivi dall'opposizione, perché qui siamo in buona fede, provando a migliorare questa cosa che avete fatto, che non servirà praticamente a nulla negli aspetti concreti. Io vorrei, anche per una questione di rispetto, secondo me, verso le opposizioni che fanno un lavoro, presentano gli emendamenti, provano, almeno, in buona fede a fare qualcosa, che qualcuno mi spiegasse per quale motivo il rappresentante di interessi non può dare denaro al decisore politico, ma glielo può promettere, senza che questo comporti una violazione di questa già blanda cosa che avete fatto. C'è una logica o, in questa totale demenzialità nella quale è piombato questo Paese, non esiste più la possibilità nemmeno di fare le cose ovvie e ragionevoli? Perché, se è così, ce lo dite, ce ne andiamo e ci risparmiamo tanto lavoro inutile, se c'è un muro pregiudiziale a qualsiasi cosa, anche minima, di buonsenso, che proviamo a fare nell'interesse di questo Paese e non certo nostro, di bottega .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Sugli emendamenti 11.100 e 11.101 Forciniti, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Intanto le chiedo anche il parere sull'articolo aggiuntivo 11.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
VITTORIA BALDINO, Il parere è favorevole.
DEBORAH BERGAMINI,. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.101 Forciniti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
Invito la relatrice ad esprimere il parere.
VITTORIA BALDINO, Sull'emendamento 12.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, il parere è favorevole.
DEBORAH BERGAMINI,. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
DEBORAH BERGAMINI,. Presidente, poiché ho ricevuto gli ordini del giorno pochi minuti fa, ho bisogno di una breve pausa per poterli valutare di 10 minuti.
PRESIDENTE. Poiché 10 minuti sono difficili da gestire, facciamo alle 11,15. Va bene, sottosegretario? Perfetto. Sospendo la seduta che riprenderà alle 11,15.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Forciniti, facciamo dare i pareri al Governo e poi la faccio intervenire.
Sottosegretaria, è pronta con i pareri? Ha bisogno di qualche secondo ancora? Bene, passiamo ai pareri sugli ordini del giorno. Abbiamo l'ordine del giorno n. 9/196-A/1 Prisco.
DEBORAH BERGAMINI,. Il parere è favorevole, a condizione che siano premesse all'impegno le seguenti parole: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/196-A/2 Mollicone, il parere è favorevole con queste riformulazioni: espunzione degli ultimi quattro punti delle premesse ed espunzione delle lettere e dell'impegno.
PRESIDENTE. Quindi, favorevole con questa riformulazione.
DEBORAH BERGAMINI,.
Ordini del giorno n. 9/196-A/3 Ciaburro e n. 9/196-A/4 Caretta, favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene.
Onorevole Forciniti, su cosa interviene? Così vediamo dove collocarla.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). È un richiamo al Regolamento, Presidente, articoli 8 e seguenti.
PRESIDENTE. Un richiamo al Regolamento? Prego.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Allora, è successo questo poco fa in quest'Aula. Con molta diligenza, stamattina sono andato a prendere il fascicolo degli emendamenti appena arrivato in quest'Aula.
PRESIDENTE. Mi fate ascoltare l'onorevole Forciniti, per piacere?
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Sì, ai colleghi, perché credo interessi un po' tutti noi, maggioranza e opposizione, perché quello che è appena successo mi sembra un “filino grave” (giusto un “filino grave”). Io stamattina sono andato a prendere il fascicolo degli emendamenti con molta diligenza lì sul banco, dai bravi e sempre molto gentili assistenti dell'Aula, e nel fascicolo non c'erano emendamenti né all'articolo 11 né all'articolo 12, né c'erano altri foglietti aggiuntivi o qualsivoglia altra cosa lì sul banco dove è possibile prendere gli emendamenti.
All'improvviso, 30 secondi prima della chiusura, arrivano queste proposte emendative aggiuntive 11 e qualcosa e 12 e qualcosa, che nessuno di noi aveva in Aula. Sfido chiunque di voi a sapere cosa ha votato poco fa…
PRESIDENTE. Ho capito, onorevole.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). …perché nessuno li aveva in quest'Aula…
PRESIDENTE. È chiaro, è chiaro!
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). No, Presidente, voglio dirla questa cosa. Nessuno li aveva in quest'Aula, né tanto meno io li avevo (nessuno della maggioranza li aveva). Nessuno di voi sa cosa ha votato quest'Aula dieci minuti fa ! Ve lo dico io, perché là sotto c'erano due foglietti per 400 che siamo qui dentro (c'erano due foglietti e, tra l'altro, erano ancora lì). Io, per scrupolo, sono andato a prenderli dopo la votazione, giusto per capire cosa mi avevate fatto votare e ve lo dico che cos'era.
Allora, noi abbiamo stabilito - avete stabilito tutti quanti, soprattutto voi di maggioranza - che, in ragione delle nuove competenze attribuite all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la pianta organica della medesima autorità è incrementata in misura, comunque non superiore a 30 unità, determinata con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze. Per fare questo, perché 30 persone all'AGCM non sono gratis, si aumenta l'aliquota del contributo di cui all'articolo 10, commi 7- e 7-, della legge 10 ottobre 1990 n. 287. Cioè, quest'Aula al buio, senza avere questo emendamento, ha deliberato un aumento di una tassa, di un'aliquota, per mettere 30 persone all'AGCM e nessuno l'aveva in quest'Aula (nessuno!). Lei, Presidente, mi dimostri il contrario. Se sto dicendo una sciocchezza, mi dimostri il contrario. Mi dimostri che una sola persona in quest'Aula aveva questo emendamento, perché non è vero e nessuno lo aveva.
Allora, legittimamente, se vuole, il Parlamento può mettere anche 100 persone all'AGCM, anche 200, anche tutti i soldi del bilancio dello Stato li può mettere se vuole, ma questa cosa dov'era? In Commissione non c'era e nel fascicolo non c'era. Spunta stamattina improvvisamente e nessuno l'aveva e tutti l'avete votata, senza sapere cosa diavolo stavate votando. Allora, io chiedo se questo è il modo di proseguire questi lavori.
Questa votazione va invalidata, perché nessuno li aveva in quest'Aula e nessuno sapeva cosa aveva votato .
PRESIDENTE. Capisco la sua domanda, ma la risposta è contenuta nello iniziale che ho letto in apertura. L'ho ripreso per scrupolo . Onorevole Forciniti, lei ha parlato: per democrazia, l'ho fatta parlare e adesso sente le mie osservazioni (poi vediamo).
Quindi, io stamattina, appena è cominciata la seduta, ho informato che la Commissione bilancio, essendosi riunita poco prima, aveva deliberato in Commissione - non è una surrettizia idea di qualcuno - le condizioni e le condizioni erano in distribuzione e, infatti, mi sono accertato in questo momento che erano in distribuzione . Questa non è una prassi straordinaria ma è la normalità, cioè la mattina la Commissione fa la riunione e si annuncia nello : “La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione. In particolare, tale parere reca tre condizioni” - le leggo lo che ho letto questa mattina che ho davanti e che poi potrà recuperare, perché questa è la verità - “volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento”, come ho sempre diligentemente ricordato prima di porle in votazione. Quindi, la questione è chiusa e non può essere riaperta.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). E' un'altra questione, Presidente!
PRESIDENTE. La Commissione bilancio si è riunita stamattina e ha deliberato in seduta. Noi l'abbiamo annunciato nello e le abbiamo poste in votazione. Il problema è risolto.
Onorevole Prisco, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/196-A/1? Sì. Onorevole Mollicone, accetta la riformulazione? Sì. Ordini del giorno n. 9/196-A/3 Ciaburro e n. 9/196-A/4 Caretta, favorevole.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Onorevole Trano, chiede di parlare? Su che cosa, onorevole Trano? Ho malinteso. Allora le chiedo scusa.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento ai sensi degli articoli 8 e seguenti.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Forciniti.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Questi fogli qui stamattina non erano lì sul banco (per chiunque volesse prenderli non c'erano). Ce n'erano due copie e noi siamo in 400. Come si può, con le misure anti-COVID, pensare che tutta l'Aula si rechi a prendere questi fogli (là sotto ce n'erano due, tra l'altro)? Se tutti 400 li avessimo voluto leggere non c'erano i fogli. Quindi, come fa a dire che questi erano in distribuzione? Ce n'erano due copie là sotto, due ce n'erano! Come fa a dire che questo è stato messo in distribuzione? È un falso! Lei sta dichiarando il falso! Questo non è stato messo in distribuzione…
PRESIDENTE. Io la richiamo a moderare i termini, perché qui nessuno dice il falso. Quindi, lei può dire quello che vuole, ma nessuno - e lei non si può permettere - di dire alla Presidenza che qualcuno qui dice il falso ! È inaccettabile! Faccia il suo intervento e prosegua.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Lei non può dire…
PRESIDENTE. Faccia il suo intervento in dichiarazione di voto.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Lei non può dire che questo è stato messo in distribuzione perché non è vero! Non è vero che questo è stato messo in distribuzione, perché io sono andato a fare la fila…
PRESIDENTE. Cominci l'intervento o sono costretto a toglierle la parola. Faccia l'intervento!
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Io ho finito il richiamo al Regolamento e adesso per la dichiarazione di voto, mi chiami.
RAFFAELE TRANO(MISTO-A). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Trano?
RAFFAELE TRANO(MISTO-A). Presidente, articoli 8 e seguenti. La questione è un pochino seria e cerchiamo un attimo di metterla anche in un preciso ordine. Questa mattina…
PRESIDENTE. Io, però, ho già dato una risposta, onorevole Trano, e non posso ritornare su una risposta che ho dato.
RAFFAELE TRANO(MISTO-A). Presidente, le sto dicendo che…
PRESIDENTE. Mi spiace. È stata chiara e l'auspicio è evidente per tutti.
RAFFAELE TRANO(MISTO-A). Presidente, se mi consente un secondo, almeno per inquadrare bene la fattispecie.
PRESIDENTE. Siamo in dichiarazioni di voto finale. Quindi…
RAFFAELE TRANO(MISTO-A). È un richiamo al regolamento. Siccome questa mattina si è riunita la Commissione bilancio - è stata convocata ieri sera -, non tutti hanno potuto recarsi a seguire questi lavori. Lei stamattina ha fatto lo in cui indicava che c'era la possibilità di inserire questo ulteriore emendamento, però noi le stiamo dicendo un'altra cosa, cioè che sui banchi degli assistenti parlamentari non era presente l'emendamento che avremmo voluto leggere.
Quindi vorremmo essere edotti prima di venire qui e poter poi almeno essere in grado di intervenire sulla votazione di questo emendamento. Questo stiamo dicendo, Presidente.
PRESIDENTE. È tutto chiaro, onorevole, è tutto chiaro.
RAFFAELE TRANO(MISTO-A). Le stiamo dicendo che c'è stata una mancanza da parte di chi doveva stampare…
PRESIDENTE. Ho verificato, per mezzo dei funzionari, che l'emendamento era in distribuzione, ho avvisato nello quindi, casomai fosse stato carente di una copia, poteva assolutamente dirlo, però noi lo abbiamo detto fin dall'inizio.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà .
No, vuole intervenire, onorevole Forciniti? Pensavo avesse concluso il suo intervento, si capisce molto poco. Onorevole Forciniti, faccia il suo intervento. Mi dispiace, onorevole, ma si capisce poco di quello che vuole fare. Mi dica cosa vuole fare: vuole fare l'intervento o non vuole fare l'intervento? Vogliamo stare qui a ragionare di questa…
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Ho detto chiaramente prima che volevo fare un richiamo al Regolamento! Ora, se lei me lo concede, vorrei fare la dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Benissimo. Allora, senza indugio, proceda a fare il suo intervento. Prego onorevole, per dichiarazione di voto.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Grazie, grazie, molto gentile. Allora, è chiaro che in questo momento noi abbiamo uno scenario in questo Paese che è disastroso. La democrazia se ne sta andando a rotoli, letteralmente a rotoli, c'è un Presidente del Consiglio che fa e disfa a suo piacimento, ci sono decreti-legge a profusione, che vengono fatti uno ogni settimana e che si smentiscono l'un l'altro e poi l'altro ancora e poi l'altro ancora, mentre il Parlamento è indietro di tre o quattro decreti. La gente, disperata, non sa se il giorno dopo potrà andare a mangiare una pizza o potrà prendere un treno, c'è gente che fa abbonamenti e poi li deve disdire, perché le regole cambiano di giorno in giorno, e noi qui siamo a vendere la frottola ai cittadini che stiamo rendendo…
PRESIDENTE. Mi fate gentilmente ascoltare l'onorevole Forciniti?
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). …il processo decisionale più trasparente. Noi stiamo dicendo alle persone che, siccome mettiamo un registro per i lobbisti, questo Paese diventerà più trasparente e ci sarà un processo decisionale che sarà limpido, pulito come una casa di vetro. Questa è l'ipocrisia mondiale che state vendendo a questo Paese. Allora, è evidente che noi stiamo parlando di qualcosa che, tra l'altro, già esisteva, quindi partiamo da questo presupposto, perché già c'erano registri per i portatori di interessi dislocati nei vari Ministeri. Quindi ogni Ministero già ne aveva uno. Adesso noi mettiamo questo registro, che accentra tutto quanto e non si capisce che novità o che innovazione ci dovrebbe essere rispetto a un regime di trasparenza che di fatto già c'era.
Ma la cosa più ridicola, se vogliamo, è che, per quanto ci sia scritto nella legge che i portatori di interessi sono tenuti a iscriversi a questo registro, non c'è una sanzione. Quindi chiunque, qualunque portatore di interesse potrà alzare la cornetta, prendere il telefono, chiamare il Ministro o il parlamentare o chi vuole lui, mettersi d'accordo per fare un incontro per parlare di quello che vogliono, e quindi, di fatto, questa iscrizione sarà facoltativa, perché chiunque potrà continuare a esercitare l'attività di come gli pare al di fuori di questa cosa blanda che avete istituito. Ma, al di là di questo, anche in un contesto di una cosa blanda, che non è altro che uno per voi, vi siete dimenticati, per esempio, di inserire i portatori di interessi imprenditoriali, le organizzazioni imprenditoriali, per esempio Confindustria, che non saranno minimamente vincolati da questo testo, che già di per sé è molto blando.
Allora, è evidente poi che la cosa più grave, e in questo, Presidente, veramente condanno il suo atteggiamento, perché lei ha censurato una discussione sul conflitto di interessi che era perfettamente pertinente con questo tema, lei ha dichiarato inammissibile un mio emendamento che si proponeva di disciplinare anche alcune incompatibilità, perché, se il tema è quello della rappresentanza di interessi, non ha senso disciplinare il rapporto fra lobbisti e politici se poi permettiamo ai lobbisti di diventare, essi stessi, politici e di andare al Governo, come magari in questo caso sta succedendo perché abbiamo un Governo che chiaramente è formato da banchieri, da gente che non sta certo facendo gli interessi del popolo italiano.
Allora, in un momento in cui voi li avete messi al Governo, i lobbisti, ci venite a vendere la frottola che con il registrino bello, buono e bravo della trasparenza questo Paese diventerà una casa di vetro. In questo Paese non c'è più democrazia, non c'è più niente di niente, e, se noi non pensiamo a fare qualcosa di serio e di concreto, come per esempio disciplinare alcune incompatibilità, non risolveremo mai questo problema. Allora, mi chiedo, per esempio, perché il MoVimento 5 Stelle, che ha fatto del conflitto di interessi una sua battaglia, abbia rinunciato oggi a mettere questo tema sul tavolo. Ho preso una parte di quel testo sul conflitto di interessi che già era stato approvato in Commissione affari costituzionali, il testo base, ho presentato un emendamento e nemmeno mi è stato permesso di discuterne perché è stato dichiarato inammissibile. Questo è il livello di democrazia, questa è la trasparenza che state millantando al di fuori. State distruggendo la democrazia e le istituzioni, e poi volete pure prenderci in giro, dicendo che state rendendo i processi decisionali più trasparenti. Almeno abbiate il buonsenso e il pudore di non venire a prenderci in giro con queste cose inutili, blande, tra l'altro con la chiusura ermetica di chi nemmeno è pronto ad accettare un consiglio, comunque a provare a migliorare questo testo, perché ci è stato impedito, avete dichiarato inammissibile l'emendamento più importante del nostro fascicolo. Allora, se c'è una chiusura a prescindere, ce lo dite, smettiamo di lavorare, ce ne andiamo e facciamo prima, perché in questo modo è veramente umiliante vedere il Parlamento che lavora così. Noi, quindi, non possiamo dare legittimazione politica a questa bandierina, a questo che state mettendo in piedi, e ci asterremo, perché questo provvedimento è inutile. Abbiamo anche provato a migliorarlo e ce lo avete impedito .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Signor Presidente, signora sottosegretaria, mi si lasci dire, in premessa, che ho compreso e ho trovato anche argomentazioni spesso ragionevoli negli interventi del collega Forciniti, sulle questioni dell'eccesso di decretazione d'urgenza. Tutta questa polemica rispetto a un provvedimento che, invece, è di origine parlamentare francamente mi sfugge, me ne sfugge la se non quella di poter sempre cercare di lanciare al di fuori di quest'Aula un messaggio negativo sulla nostra attività. Credo, che alla fine - lo dico con rispetto al collega Forciniti -, ciò rischia di essere un che finisce per ritornare poi sulle teste di tutti, nessuno escluso.
Nel merito, intanto credo che vada ringraziata, per la pazienza certosina, la relatrice, la collega Baldino, e tutta la Commissione. Questo è un provvedimento che ha visto impegnata, anche con l'ascolto delle opposizioni, tutta la Commissione. Ricordo che è un provvedimento che nasce di iniziativa parlamentare e che mette insieme diverse proposte di legge, a prima firma della collega Fregolent, della collega Madia e del collega Silvestri, e quindi, inevitabilmente, è un punto di mediazione anche da punti di partenza differenti. Credo, ed è il nostro giudizio finale, che sia un buon punto di mediazione. Certamente è un tema su cui da molto tempo si discuteva, non solo in Italia, evidentemente. In altre legislazioni si è più avanti rispetto alla regolamentazione delle cosiddette ; noi ci arriviamo con un po' di ritardo, meno alla Camera, perché va ricordato che, nella scorsa legislatura, la Giunta per il Regolamento approvò un documento che andava in questa direzione. Quindi, se la domanda è se c'era necessità di un provvedimento come questo, la risposta è affermativa, così come evidentemente non è pensabile che di per sé la norma, così come su altre materie, ma specificamente su questo, possa risolvere tutto.
Il tema è la trasparenza, il corretto rapporto e anche una regolamentazione che vada nell'interesse di chi svolge la propria attività di in maniera corretta, perché ve ne sono, di agenzie e società come queste; spesso sotto l'etichetta , invece, si nascondono attività meno corrette, per usare un eufemismo. Quindi, è giusto iniziare a discernere il grano dal loglio, cioè chi svolge questa attività deve farlo in trasparenza, rispondendo anche a una serie di elementi che sono contenuti in questa normativa.
Dicevo che non può essere un provvedimento definitivo, che risolve il problema. Il rapporto tra i rappresentanti e i soggetti che sono stati indicati giustamente nella legge e il mondo esterno evidentemente non può rientrare tutto in questo tipo di normativa, però è un segnale; è un segnale che tutto deve provare a rientrare, lo ripeto, all'interno di un criterio di trasparenza, di correttezza. Alla luce del sole, ci possono essere rapporti tra la politica, le istituzioni e i portatori di interesse; non c'è da scandalizzarsi, fa parte di un corretto esercizio della democrazia.
L'importante è che ci si fermi, ovviamente, rispetto al tema della corruzione o, comunque, anche con riferimento alle blandizie e a tutto quello che può stare entro un rapporto non corretto. Credo, quindi, si sia individuato nel registro uno strumento che possa aiutare rispetto alla trasparenza. L'individuazione dell'Anac come soggetto detentore e gestore pare una cosa corretta. Se ne è discusso molto in Commissione, perché immediatamente Anac è ricollegato al tema della corruzione e, troppo spesso, l'attività di è stata equiparata o comunque vista come un'attività rispetto alla corruzione, mentre, con questo provvedimento, in qualche modo definiamo ciò che è corretto nell'attività di e poniamo da un'altra parte ciò che invece è in qualche modo un comportamento non corretto. Quindi, in conclusione, questo è un tentativo che necessita, come per altri provvedimenti e altre materie, di aver dietro una cultura: quella della trasparenza, della legalità, perché, senza cultura di trasparenza, senza cultura di legalità, possiamo fare tutte le norme che vogliamo, ma sono tutte aggirabili. Quindi, questo è uno sforzo che noi consideriamo nella giusta direzione e, davvero ringraziando ancora il lavoro della relatrice della Commissione e, per tutti, il presidente, esprimo e annuncio il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.
GUIDO GERMANO PETTARIN(CI). Presidente, colleghe, colleghi, Governo, nel 1974 un film che io adoro, aveva una bellissima vignetta: ad un certo punto veniva nominato il cognome di Frau Blücher e, immediatamente, dei nitriti di terrore all'esterno venivano registrati e terrorizzavano la situazione. La parola “rispetto al nostro sistema fa un po' questo effetto. Il gruppo di Coraggio Italia ritiene che le non siano Frau Blücher e, di conseguenza, saluta con estremo sollievo l'arrivo in quest'Aula di questo provvedimento. Naturalmente ringraziamo moltissimo soprattutto la Commissione per gli sforzi fatti, perché è stato uno sforzo gigantesco, e ringraziamo il Governo per l'appoggio che ha dato a questa attività.
Ricordo che il provvedimento ha radici comunitarie e anche radici risalenti. Il Parlamento europeo stesso, il Consiglio dell'Unione europea e la Commissione europea hanno firmato il 20 maggio del 2021 l'accordo interistituzionale su un registro per la trasparenza obbligatorio. Ma noi abbiamo paura di queste situazioni e, di conseguenza, ci mettiamo un po' di più, purtroppo, tanto di più. La Commissione affari costituzionali aveva avviato già nella seduta dell'11 dicembre 2019 l'esame delle proposte di legge n. 196 e collegate. Non ci abbiamo messo poco, ma, per fortuna, ci siamo arrivati. Il testo definito dalla Commissione prevede prima di tutto l'istituzione di un registro per la trasparenza dell'attività di rappresentanza di interessi. È essenziale, anche perché vengono chiarite delle motivazioni per cui si ritiene necessario, anzi indispensabile, che vi sia questo strumento. Infatti, l'oggetto dell'intervento legislativo è la disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi - leggo testualmente -, intesa come contributo alla formazione delle decisioni pubbliche, svolta dai rappresentanti di interessi particolari nell'osservanza della normativa vigente, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni e con obbligo di lealtà verso di esse.
Il legislatore non è onnipotente, i legislatori non possono essere tuttologi: se lo fossero, sarebbe meglio cambiassero mestiere, perché vorrebbe dire che non vivrebbero nella realtà. È indispensabile che il legislatore, nell'iter che conduce all'esame delle norme e poi alla loro predisposizione e pubblicazione, una volta approvate, senta i soggetti che vivono il delle problematiche, che portano contributi, che portano elementi di conoscenza, che danno modo al decisore - non mi sento di dire solo decisore politico - al decisore legislatore, di individuare la strada, la migliore, da percorrere per arrivare al risultato che ci si prefigge.
Il risultato che oggi portiamo e che esaminiamo forse non è il massimo, ma è certamente un passo importantissimo verso la direzione che abbiamo evidenziato. Di conseguenza, annuncio con piacere il voto favorevole di Coraggio Italia su questo provvedimento e spero che le parole Frau Blücher non creino più nitriti di terrore da nessuna parte
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT(IV). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, gentili colleghi, innanzitutto, mi preme ringraziare - e non è un ringraziamento formale - la Commissione affari costituzionali, il presidente Brescia e la relatrice Baldino per aver fatto un'opera di sintesi - mi permetto di dirlo io - faticosa, dati gli interessi comuni che hanno spinto alcuni di noi a presentare delle proposte di legge e ad arrivare ad una mediazione, partendo da posizioni diverse. Ringrazio anche i colleghi che hanno presentato proposte di legge e che hanno, anche loro, rinunciato, come abbiamo fatto noi d'Italia Viva, ad un pezzo della loro visione per arrivare ad un traguardo storico, quello di avere per la prima volta nel nostro Paese una legge che disciplina, in modo trasparente, il rapporto che da sempre esiste tra politica e portatori di interessi. Non è un rapporto che nasce oggi nella modernità, è un rapporto antico, ma oggi questa trasparenza ha un interesse preminente. Con la fine del finanziamento pubblico dei partiti e un modello più americano per quanto riguarda la possibilità della politica di finanziarsi, è giusto che gli elettori, al momento della scelta nella cabina elettorale, abbiano contezza in maniera trasparente di chi finanzia chi, di chi c'è dietro ad ogni partito come finanziatore pubblico. Insomma, si arriva ad un modello americano, dove, se io scelgo Obama, faccio un esempio, scelgo le energie rinnovabili e, se scelgo Trump, sempre per rimanere nel mondo dell'energia, scelgo quelle petrolifere. Semplifico ovviamente, perché la realtà è sempre molto più complicata e diversificata, però, almeno, si ha la possibilità di dare un elemento di trasparenza a chi ci deve poi scegliere come rappresentanti delle istituzioni. Per questo, nel 2018, ho presentato per prima - e poi altri colleghi si sono accodati e hanno fatto altrettanto - una legge sui portatori di interesse. La parola “” non deve spaventare: esistono, aiutano i decisori finali a dare quegli elementi tecnici di conoscenza per capire se un provvedimento ha efficacia oppure no. Quindi, questa accezione negativa, che solo nel nostro Paese ha questa parola, speriamo che con questa legge si superi definitivamente.
L'Unione europea già nel 2005 ha legiferato in materia. Noi arriviamo non ultimi, perché, come ricordava il collega Fornaro, alla Camera dei deputati la scorsa legislatura, ma anche in alcuni Ministeri - penso per esempio al MiSE -, c'è stata un'autoregolamentazione sulla materia, e anche in alcune regioni. Da lì, la seconda esigenza che mi ha portato a scrivere una proposta di legge: si rischiava l'eccessiva frammentazione e autoregolamentazione di ogni singola istituzione su cosa e su come fare per la necessaria trasparenza tra i decisori politici e i portatori di interessi. Si aveva bisogno di una cornice comune, di una cornice definitiva, di una cornice che fosse un elemento di aiuto anche per quegli enti locali che si apprestano a legiferare autonomamente. La battaglia, come ho detto, in Commissione è stata dura e difficile e ha visto anche toni aspri. Io chiedo scusa se a volte sono stata io stessa ad esagerare i toni, ma si partiva dal principio di non considerare l'attività dei portatori di interesse per forza un'attività negativa, un'attività che porta in sé corruzione, che porta in sé decisioni sbagliate, che porta in sé un oscurantismo che non esiste.
Per questo, il registro pubblico pone fine a qualsiasi possibilità di ipocrisia e di problematicità: ci si iscrive e si è tracciati in maniera trasparente, esattamente come succede nell'Unione europea. Abbiamo previsto, noi di Italia Viva, un emendamento che escludeva le formazioni sindacali e le formazioni di imprenditori dall'essere considerate portatori di interessi. Qui, in quest'Aula, forse da persone che non hanno proprio partecipato al dibattito in Commissione, sono pervenute delle critiche aspre in merito a questa decisione; ringrazio, invece, chi è poi arrivato alla nostra stessa conclusione. Non c'è, qui, la possibilità di distinguere tra buone e cattive e tra portatori di interessi buoni e portatori di interessi cattivi: una volta regolamentati, tutti i portatori di interessi hanno istanze positive. La differenza consta nel fatto che le formazioni sindacali ed imprenditoriali sono previste nella nostra Costituzione, hanno un interesse più ampio e collettivo rispetto alle singole imprese e alle singole società di portatori di interessi e anche la formazione dei loro vertici avviene attraverso una formazione più simile a quella delle forme politiche tradizionali, con congressi, con votazioni e con un dibattito pubblico e non solamente, come per quelle private, a seconda di chi abbia portato più clienti e abbia avuto più risultati positivi. Per questo, ci sembrava obbligatorio escluderle, non dando agli altri una valenza negativa ma preservando quello che la nostra Carta costituzionale prevede.
Penso che il lavoro che è stato fatto sia un punto di partenza molto importante. Ovviamente, tutti i lavori possono essere migliorati, non pensiamo di aver fatto la madre di tutte le leggi ma pensiamo di aver messo un piccolo granello verso la trasparenza della politica, una trasparenza che è richiesta oggi ancora di più, proprio per la mancanza del finanziamento pubblico dei partiti, a tutti coloro che vogliono fare politica in modo elevato, per evitare anche solo che ci siano dubbi, anche solo che si inneschino dubbi sulla bontà dell'azione politica.
Per questo, ringrazio veramente chi ha seguito con me questo lavoro, in particolare il collega Marco Di Maio, il mio gruppo, Italia Viva, che mi ha lasciato veramente carta bianca su questo argomento, il Governo, la sottosegretaria Bergamini che ci è stata veramente vicino, il Ministro Brunetta e i suoi uffici che ci hanno dato una guida, il presidente Brescia e la collega Baldino per avere interpretato nel modo più equo e giusto una visione, quella di non punire chi fa come mestiere il portatore di interessi, rendendo questa attività trasparente in modo definitivo, in modo tale che, da oggi, nessuno si potrà più tirare indietro verso un modo diverso anche di intendere le decisioni. Per questo, Italia Viva voterà favorevolmente alla proposta di legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO(FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia si asterrà su questo provvedimento, augurandosi che al Senato possano essere apportate altre modifiche in grado di trasformare quella che, oggi, appare sostanzialmente come una norma manifesto in un provvedimento, invece, concreto e capace di rendere trasparente ed efficiente la formazione dei processi decisionali. Questo serve all'Italia e non solamente a un partito politico per fare propaganda. D'altronde, anche questo provvedimento, come molti altri, non potrebbe non essere frutto di un compromesso al ribasso, quando in una maggioranza debbono convivere le istanze ipergarantiste di alcune forze politiche con quelle ipergiustizialiste di altre forze politiche. Il compromesso al ribasso però parrebbe non accontentare pienamente nessuno e, soprattutto, rischia di non essere quell'innovazione capace di cambiare le cose.
Questa proposta di legge parte, nel suo testo originale, nel suo testo base, da un principio e da un presupposto sbagliati, cioè quelli di voler regolamentare una professione invece di regolamentare un processo decisionale nella sua interezza; questo sì, certamente, aiuterebbe la democrazia a funzionare meglio e in totale trasparenza. Fratelli d'Italia sposa la causa della trasparenza dei processi decisionali - ci mancherebbe altro! - tant'è che si batte ormai in solitaria anche per difendere le prerogative democratiche contro l'esautorazione, di fatto, del ruolo del Parlamento che sta avvenendo in quest'epoca in cui, sotto la maschera dell'emergenza, si stanno sacrificando e si sono sacrificati i diritti, i baluardi del sistema democratico e repubblicano e sono stati sacrificati soprattutto in Italia, più che in altre democrazie occidentali, che dovrebbe invece essere la culla della civiltà del diritto occidentale. La norma in oggetto ruota, di fatto, intorno a due punti di riferimento: il famigerato registro della trasparenza e quella sottesa presunzione di delinquenza degli italiani, che è un po' il marchio di fabbrica del MoVimento 5 Stelle e di parte della sinistra, di chi svolge un lavoro come i cosiddetti rappresentanti degli interessi ma anche dei professionisti che, direttamente o indirettamente, si trovano ad essere rappresentanti di interessi, come gli avvocati, i commercialisti, i tecnici. Poi, magari, su questo, se c'è tempo, ci torno. Il presupposto è che ci deve essere per forza qualcosa di torbido nelle attività del genere umano e questo sinceramente, rispetto agli italiani, che l'hanno dimostrato anche nel periodo di pandemia, non mi sembra accettabile e non mi sembra giusto .
Il primo punto, quello del registro della trasparenza, rischia di essere un'operazione di facciata in mancanza dei presupposti di reciprocità e premialità tra rappresentanti di interessi e decisori politici, perché non emerge un vantaggio nel far tracciare il rapporto di trasparenza. In questo caso, si rischia che, poi, questo testo si trasformi sostanzialmente in una copertura rispetto all'elusione, perché come sappiamo bene - lo ha detto bene in discussione generale il collega Mollicone - la regola sugli incontri e le sedi è facilmente superabile, perché questi si possono svolgere all'esterno delle sedi istituzionali.
Il secondo punto, che ricordavo prima, è quello del sotteso pensiero che vi sia una sorta di delinquenza presunta negli italiani, siano essi i portatori di interessi, siano essi gli ex politici, per esempio. Tuttavia, se non si consente a questi, per un certo periodo, cessato il mandato politico, di svolgere alla luce del sole questa attività, lo si consente, invece, ai rappresentanti dei Governi stranieri che hanno interessi particolari, ovviamente, rispetto ai rapporti istituzionali . Come dicevo, si parte sempre dal solito assunto di torbidità della politica, di un certo populismo per cui uno vale uno, meglio, come nel caso di specie, se non vale niente, perché le esclusioni da cui si è partiti - e poi ci torno - sono quelle che sostanzialmente consentivano di fare questo lavoro, quello del rappresentante di interessi, a chiunque non avesse mai fatto nulla nella sua vita.
Io comunque ci tengo a ringraziare la Commissione, il sottosegretario Bergamini e la relatrice, perché è stato fatto un importante lavoro di avvicinamento verso la realtà nel testo uscito dalla Commissione, considerando la figura del lobbista come un lavoro, per chi lo vuol fare in modo trasparente ed onesto, ma si sono evitate, anche grazie all'impegno di Fratelli d'Italia e del centrodestra, alcune storture folli; penso alla questione che prevedeva che fossero considerati lobbisti, per esempio, i rappresentanti delle confessioni religiose . Voi lo vedete il parroco di un paese che va a parlare al sindaco, che so, delle luminarie di Natale, come un lobbista portatore di interessi - chissà quali - economici e rilevanti? Piuttosto, mi sembrava una norma - che è stata fortunatamente corretta, grazie all'emendamento di Fratelli d'Italia e grazie al buonsenso dei commissari - che sottendesse, qualcuno ha tentato di riportarla, una sorta di anticlericalismo militante; altro che Don Camillo e Peppone!
Il medesimo ragionamento vale per la previsione che considerava i rappresentanti sindacali e datoriali, le cosiddette associazioni di categoria, come portatori di interessi particolari, quando quanto gli uni quanto gli altri contribuiscono ai processi decisionali collettivi, rappresentando interessi chiaramente generali e quindi politici, riconosciuti dalla Carta costituzionale, e guai se la politica non si confrontasse con i corpi intermedi e con le associazioni di categoria ! Anche questo, grazie alla battaglia di Fratelli d'Italia e del centrodestra in Commissione, si è potuto correggere; sarebbero stati portatori di interessi individuali le associazioni di categoria e dei lavoratori se venissero, come in questi giorni, a ricordare alla politica che la mancanza di scelte in politica energetica e i rincari delle bollette potrebbero determinare un grave colpo alle imprese e, quindi, al mondo del lavoro italiano ? Ve lo domando, colleghi, perché Fratelli d'Italia è talmente d'accordo nel rendere trasparenti tutti i rapporti di formazione delle decisioni che, mentre qualcuno proponeva di rendere portatori di interessi le associazioni di categoria e i rappresentanti dei religiosi, ha proposto un emendamento, incredibilmente bocciato anche da quest'Aula, che mirava, invece, a includere nel caso in cui a rappresentare gli interessi particolari fossero i rappresentanti di Governi stranieri, e questo evidentemente esula dai rapporti istituzionali tra i Ministri, tra i Governi o tra partiti politici alleati. Sì perché, colleghi, ne va dell'interesse nazionale, soprattutto in ambito economico e di sicurezza nazionale; vale tanto per i rapporti, per esempio, con la dittatura venezuelana di Maduro che, stando a rivelazioni giornalistiche e inchieste della magistratura, non si capisce per quale interesse, se fosse confermato, abbia finanziato qualche importante movimento politico italiano, ma noi siamo garantisti e lo siamo con tutti e sempre sarà, nel caso, la magistratura a verificare questi fatti; per non parlare, ovviamente, dei rapporti con il Governo cinese, come se l'economia cinese, che è per lo più diretta dallo Stato, non abbia interessi in Europa o in Italia; magari non vi sarà mai niente di opaco in questi rapporti, ma se il rappresentante del Governo cinese incontra i di partiti della più ampia rappresentanza parlamentare del nostro Paese - magari, per carità, sono del comico Grillo, magari sono semplicemente comunisti, come i parlamentari del MoVimento 5 Stelle -, io vorrei saperlo, perché mi interessa sapere molto più quali sono gli interessi economici della Cina in Italia piuttosto che cosa va a fare il parroco dal sindaco del paese .
Concludo, Presidente. Noi non pensavamo che questo fosse, ovviamente, l'emendamento più corretto, ma il punto politico credo che sia chiaro e mi auguro che il Senato possa correggerlo, come possa correggere l'autorità detentrice del registro; noi abbiamo fatto - il collega Mollicone l'ha spiegato, in precedenza -, nel corso della fase emendativa, una proposta terza che rappresentasse pienamente il mondo del lavoro e dell'economia, come quella del CNEL; è stata fatta una scelta differente, in parte recuperata con un componente nel comitato indicato dal CNEL, mi auguro che possa essere ulteriormente corretta al Senato, nella direzione da noi proposta.
Quindi, Presidente, se c'è da regolare i processi decisionali in maniera trasparente, che portino un valore aggiunto alla nostra democrazia, ovviamente troverete la disponibilità di Fratelli d'Italia a confrontarsi ancora in modo costruttivo, come abbiamo fatto in questi mesi, senza criminalizzare nessuno, nessuno che, onestamente, lecitamente fa il proprio lavoro, compresi i portatori di interessi privati, e concludo davvero, Presidente; se l'intento è, invece, quello di costruire tribunali del popolo o ulteriori orpelli burocratici per ingessare i processi decisionali, vi ricordiamo, e vi ricorderemo, che è quello che non serve all'Italia e quindi lo combatteremo
.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO(FI). Grazie, Presidente. Credo che il primo elemento da evidenziare rispetto al provvedimento che oggi l'Aula si accinge a licenziare sia quello della sua partenza. Questo provvedimento è una delle occasioni non frequenti in cui noi siamo chiamati a pronunciarci su un disegno di legge di iniziativa parlamentare e questa volta il dato della presenza e del lavoro all'interno del Parlamento è ulteriormente rafforzato proprio dal lavoro condotto in Commissione rispetto ai testi proposti, anche rispetto al testo nel quale sono confluite le iniziali proposte, come testo unificato, che è stato oggettivamente rivisitato, rimodulato, modificato.
Credo che questo elemento vada evidenziato proprio in ragione del tema che il disegno di legge affronta, vale a dire la regolamentazione della rappresentanza di interessi e, quindi, il rapporto tra i protagonisti della vita economica, della vita sociale - perché chiaramente questo è un provvedimento ad ampio spettro - e i decisori, e quindi il processo decisionale. Siamo, cioè, in presenza di valori e interessi di rilevanza costituzionale, rispetto ai quali è buona regola sempre muoversi con grande prudenza, con grande cautela e quindi anche con grande attenzione, nella regolamentazione, perché naturalmente il sacrificio della libertà di iniziativa economica o il sacrificio rispetto a talune decisioni assunte dal soggetto pubblico può essere chiesto, imposto esclusivamente in ragione di un superiore interesse pubblico, che nel nostro caso è rappresentato appunto dalla esigenza di rendere trasparente e, per certi versi, tracciabile l'attività di confronto, l'attività propulsiva, di stimolo, di sollecitazione, ma anche ovviamente di proposta che può venire dal mondo delle professioni, dal mondo del lavoro, dal mondo associativo, da ambienti culturali e il processo decisionale in senso stretto.
L'altro aspetto che è stato salvaguardato, in particolar modo nel lavoro emendativo, è stato quello della proporzionalità della misura scelta per tutelare l'interesse pubblico, in questo caso tutta la regolamentazione della materia, a partire dalla istituzione di un albo specifico, a quelli che sono gli adempimenti posti a carico dei soggetti iscritti e dei soggetti destinatari dell'attività di rappresentanza, ossia i decisori pubblici, quindi la proporzionalità delle misure scelte e le limitazioni che ne sono derivate alla ovviamente piena ed esclusiva libertà del mercato per i profili strettamente economici, ma anche delle attività politico-istituzionali per quanto riguarda quelli i profili decisionali che attengono ad aspetti di natura sociale. Quindi, si tratta di un una materia assolutamente delicata, estremamente complessa; e ciascuna di queste misure è stata poi molto motivata nel dibattito in Commissione, anche per quanto riguarda gli emendamenti proposti. Devo dire che c'è stato il temperamento di una visione iniziale che ispirava talune di queste disposizioni, eccessivamente restrittive e che riflettevano una visione non sempre condivisibile del rapporto che deve esistere tra il mondo dell'economia in senso lato e il mondo politico, quindi il mondo istituzionale chiamato a decidere su tanti settori, su tante materie, anche estremamente sensibili, una visione che forse risente di retaggi culturali statalisti, una visione che spesso ha obbedito anche a – diciamo- accentuazioni di lettura di tipo poco garantista. Quindi, il nostro lavoro è stato tutto proteso in questa direzione e rivendico anche a Forza Italia il merito di avere contribuito alla definizione di un provvedimento che rappresenta, alla fine, una soluzione pur sempre di compromesso, ma sufficientemente equilibrata, sufficientemente temperata rispetto ai profili che abbiamo in precedenza ricordato. È stata così, per esempio, modificata la definizione di rappresentanti di interessi, cercando di non comprimere eccessivamente le possibilità e l'accesso a questa attività, che viene per la prima volta regolata nel nostro Paese in una visione unitaria. Esistono già precedenti settoriali di singole amministrazioni o di singoli comparti che si sono autodeterminati in questo campo e hanno definito alcune regole, a volte affidate a codici deontologici, altre volte affidati a circolari o a raccomandazioni diramate dall'amministrazione centrale alle sedi e alle articolazioni periferiche sulla condotta che i singoli dirigenti e funzionari dell'amministrazione sono chiamati a tenere, ma questo, ripeto, è il primo intervento che, in modo organico, in modo complessivo, affronta la materia.
Come pure è stata modificata l'iniziale definizione del decisore pubblico, cercando, ovviamente, anche qui, di far prevalere valutazioni di equilibrio e sollevando dalla classificazione i rappresentanti istituzionali che operano in contesti territoriali limitati o rispetto a comunità demograficamente contenute, per le quali un eccesso di regolamentazione sarebbe apparso poco aderente alla realtà. E così, ancora, sono stati esclusi dall'applicazione di questa normativa, come è stato ricordato anche in alcuni degli interventi che mi hanno preceduto, i rappresentanti delle confessioni religiose riconosciute, nonché i rappresentanti delle organizzazioni sindacali ed imprenditoriali. Così come, ad esempio, è stato affrontato il delicatissimo tema dei rappresentanti dei movimenti politici e delle forze politiche, proprio per contenere quanto maggiormente possibile l'impatto che, sull'esercizio di attività che hanno una valenza costituzionale, quindi una tutela rafforzata, questa normativa era destinata ad avere.
Certamente è un primo passo, non ancora tutti gli aspetti sono stati adeguatamente e significativamente affrontati, è stato delineato un quadro d'insieme, è stata demandato poi agli organi costituzionali per il Parlamento e anche alle autonomie regionali e alle realtà istituzionali a statuto speciale e al loro potere di autoregolamentazione, il recepimento di queste norme di indirizzo o, comunque, di orientamento generale dell'attività normativa.
Dunque per la prima volta, ripeto, siamo in presenza di un intervento organico, complessivo, che ci pone in linea anche con gli altri Paesi, non solo europei ma del mondo occidentale, in cui l'attività di è normalmente regolamentata, è un'attività ritenuta assolutamente ordinaria, normale, compatibile con quelli che sono i processi decisionali. Quindi abbiamo anche allontanato, con un passo in avanti significativo dal punto di vista culturale, questo sospetto e questa ombra che sempre è aleggiata in passato rispetto all'attività di lobbismo come qualcosa che fosse, se non immediatamente illecita, molto prossima al confine con l'illecito. Ci siamo liberati di questo retaggio antico che deriva, forse, dalla storia meno recente del nostro Paese, ma che tante scelte in passato ha condizionato e ha orientato, e tanti ritardi ha fatto accumulare anche alla nostra organizzazione della pubblica amministrazione e, più in generale, delle attività di regolazione, penso per esempio a tutti i settori di erogazione di servizi pubblici che sono ovviamente destinati ad impattare sulla vita quotidiana di milioni e milioni di nostri concittadini. Dunque, dicevo, un passo in avanti verso la modernità, verso una visione molto più equilibrata, una visione molto più serena e, credo, questo nell'interesse di tutti, in primo luogo nell'interesse della democrazia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raciti. Ne ha facoltà.
FAUSTO RACITI(PD). Grazie, signor Presidente. La legge che oggi ci apprestiamo ad approvare in questo ramo del Parlamento, inevitabilmente, solo per il titolo e per il riferimento alle evoca ombre oscure e interessi opachi. Sarà quindi preliminarmente bene chiarire che con questa legge noi non interveniamo nel campo del finanziamento privato della politica, né in quello delle norme che riguardano i reati di corruzione elettorale o di traffico di influenze. Noi facciamo un altro tipo di operazione con questa norma, e cioè quella di provare a colmare un vuoto legislativo rimasto aperto per tanti anni: da un lato, la rappresentanza di interessi di carattere generale, che per Costituzione è affidata non solo ai partiti, ma alle organizzazioni sindacali, alle organizzazioni datoriali, cioè a tutto quell'insieme di organizzazioni che si prefiggono obiettivi di interesse generale; dall'altra parte, il contrasto agli interessi di carattere illecito.
Tra queste due colonne d'Ercole c'era un vuoto e dentro questo vuoto, nel corso di questi anni, sono cresciute delle esperienze: sia la società che il mercato si sono mossi con grande efficacia, creando nuove figure professionali, nuove professioni collaterali al mondo a cavallo tra la comunicazione, la politica e la rappresentanza di interessi. Sono emerse professionalità nuove, che hanno - diciamola tutta, diciamo la verità - anche colmato un vuoto di elaborazione su temi specifici, su singoli argomenti, lasciato nel corso degli anni da forze politiche sempre più indebolite nella loro capacità di relazione con la società e di analisi di temi specifici.
Questo settore emergente è emerso nei limiti di una normativa estremamente restrittiva per quello che riguarda il finanziamento privato della politica e in assenza di strumenti di finanziamento pubblico veri, significativi. Fino a questo momento si è sostanzialmente normato da solo, si è autoregolato, si è dotato di una propria deontologia professionale, cercando di circoscrivere i propri limiti, di dotarsi di regole d'ingaggio, di prestare attenzione a non superare i limiti dell'etica pubblica.
Mancava una norma che si prefiggesse l'obiettivo di regolare quello che nel tempo è diventato un mercato e che, come ogni mercato non regolato, è soggetto a tendenze che possono essere distorsive e che, nel caso specifico, sono tendenze che tendono ad amplificare: da un lato, il rischio di una concentrazione eccessiva, in un numero di società molto ristretto, della capacità di relazione con i decisori politici; e dall'altro, per quello che riguarda la nostra parte di mondo, una impermeabilità o una difficile accessibilità ai decisori politici per i soggetti che operano all'interno di questo mercato.
L'istituzione di un registro dei rappresentanti di interessi e la codificazione del loro rapporto con i legislatori consente di ovviare a questo doppio problema, aprendo davvero il mercato della rappresentanza di interessi e garantendo davvero la piena accessibilità, a pari condizioni, ai decisori politici.
Il percorso che ci porta in Aula oggi non è stato un percorso particolarmente comodo e particolarmente semplice, perché, come dire, ha interrogato e ha costretto le forze politiche e i gruppi parlamentari a confrontarsi con una riflessione di merito, ma anche di carattere più generale circa il modo di adempiere le proprie funzioni, il rapporto tra istituzioni e società, il rapporto tra politica e società, il rapporto tra politica e interessi privati.
Questo ci ha obbligato, intanto, a operare una distinzione tra la rappresentanza di interessi che si muove, per funzione costituzionale, in una logica di interesse generale, e la rappresentanza di interessi legittimi, ma di carattere diverso, di carattere privato; ci ha obbligato ad una riflessione sulla necessaria trasparenza e leggibilità, da parte dei cittadini, del rapporto tra questi interessi e noi e coloro i quali siedono nel ramo di Governo; ci ha obbligato a individuare e calibrare strumenti che limitino o normino il ricorso alle porte girevoli tra attività di governo e attività di rappresentanza di interessi.
Il dialogo parlamentare, il confronto serrato e l'analisi di merito delle questioni che questa legge ci ha obbligato ad affrontare ci consentono oggi di avere in Aula una legge equilibrata, una legge necessaria, ma, soprattutto, una legge giusta. Di questo credo che vada dato atto alla Commissione affari costituzionali, ma, soprattutto, ai relatori che, con cura e attenzione, hanno scommesso sul dialogo parlamentare e sulla revisione di un testo che venisse incontro a punti di vista, a volte, anche aspramente diversi.
Certo, approviamo una legge che interviene su uno solo degli aspetti del rapporto tra società e politica: lo facciamo in assenza di un vero sistema di finanziamento pubblico dei partiti, lo facciamo dentro un clima di demonizzazione del finanziamento privato alla politica, lo facciamo senza una legge attuativa dell'articolo 49 della Costituzione, lo facciamo dopo un lungo ciclo di revisioni della legge elettorale, che ha finito per approfondire il solco che separa politica e cittadini, rappresentanza di interessi e partiti. Da questo punto di vista, la legge che oggi è in approvazione è stata una felice eccezione dentro una maggioranza che ha privilegiato il lavoro sui due argomenti che, fino a ora, hanno reso necessaria l'unità nazionale e, cioè, la stesura e l'attuazione del Piano di ripresa e resilienza e la gestione della pandemia da COVID-19. Questa legge rappresenta, appunto, un'eccezione a questo programma di lavoro della maggioranza, che ha reso la sua elaborazione particolarmente difficile e problematica, perché protagonista di questo lavoro è stato il Parlamento, più che il Governo, la maggioranza nel rapporto con l'opposizione, ma, comunque, il Parlamento più che il Governo, ma ha segnato una controtendenza sia per l'argomento trattato, sia per il modo nel quale lo ha trattato, e io credo che sia una controtendenza felice da accogliere ed accompagnare.
Oggi noi abbiamo bisogno, più che mai, di impostare un ragionamento politico e un lavoro del Parlamento sulla necessità, se davvero non vogliamo tornare al tipo di confronto politico a cui ci siamo abituati in questi ultimi anni, di affrontare un tema istituzionale che è aperto e che non è più rimandabile dopo la scelta che con il referendum è stata presa, che questo Parlamento ha assunto, del taglio del numero dei parlamentari. In una società plurale dove gli interessi si organizzano, organizzano pensiero, comunicazione, organizzano centri studi, propongono emendamenti al legislatore, propongono leggi, noi abbiamo bisogno, certo, di una normativa che strutturi queste attività, ma abbiamo bisogno, soprattutto - concludo, Presidente -, di arrivare ad un momento in cui restituiamo a questa pluralità di voci anche la voce dei portatori di interesse generale e della democrazia che si organizza in partiti. Per tutte queste ragioni, a nome del mio gruppo, dichiaro il voto favorevole a questa legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR GIANCARLO IEZZI(LEGA). Grazie, Presidente. Arriviamo oggi, finalmente, dopo anni, a legiferare su un tema, quello della rappresentanza di interessi, che è molto vivo nel nostro Paese, un settore in piena attività, in piena attività oggi e in piena attività da anni, che, quindi, necessitava di una regolamentazione. Infatti, oggi diamo finalmente delle regole attraverso un registro dei rappresentanti di interessi e attraverso norme connesse che, finalmente, regolano il rapporto che c'è tra i protagonisti della nostra vita sociale, culturale, economica e i decisori pubblici, cioè coloro che, momentaneamente, sono stati indicati per ricoprire alcune cariche di tipo politico e amministrativo.
Il dibattito in Commissione è stato un dibattito molto articolato, dove si sono confrontate e, in alcuni casi, anche scontrate, due visioni diverse, non solo sul provvedimento, ma io direi, addirittura, sulla società e sul modo di vedere la società: da una parte, una visione liberale, che vede nei rappresentanti di interesse una ricchezza per la nostra democrazia, persone, ruoli, organismi che possono portare un contributo all'approfondimento, che è sempre utile ai decisori pubblici, e nel nostro caso ai parlamentari, per poter decidere, un passaggio decisivo nel processo decisionale e nella formazione delle leggi; dall'altra parte, invece, una visione un po' più giacobina, che vede, in questo tipo di attività e nel mondo politico generale, sempre un sospetto, quasi che fosse un'attività da limitare, da controllare e da mettere in un recinto, in un periodo molto limitato, perché sicuramente fanno qualcosa di sbagliato, ed è una visione che discende dalla visione più generale, dalla visione della società per cui gli italiani sono sempre delinquenti fino a prova contraria. Ovviamente noi, come Lega, ci iscriviamo alla prima visione della società, cioè quella che vede negli italiani una risorsa per il nostro Paese, come è ovvio che sia, e nei rappresentanti di interessi una ricchezza che può essere portata all'interno di un processo che, poi, porta alla formazione delle leggi.
In questo dibattito, che è stato lungo ed articolato, per nostra fortuna è, poi, prevalsa la prima visione, cioè quella che vede, così come noi, questo settore, il cosiddetto lobbismo, che è diventata una parola quasi negativa, come una ricchezza nella nostra vita democratica, perché è un sostegno a tutti coloro che sono impegnati nella difficilissima attività di decidere sulla cosa pubblica. Quindi ci fa particolarmente piacere che, all'interno del percorso che abbiamo fatto in Commissione - ripeto, un percorso articolato, a volte anche dibattuto, a volte anche con un confronto duro e serrato -, siano passati alcuni emendamenti, alcuni cambiamenti che hanno riportato la discussione in un alveo di maggiore rispetto nei confronti di tutti, nei confronti della politica - che ribadisco essere, per quanto mi riguarda e per come la vede il mio movimento, una delle più alte forme di volontariato civico e civile - e dei rappresentanti di interessi.
In particolare, due cambiamenti, secondo me, sono degni di nota all'interno di questo provvedimento, che, inspiegabilmente, hanno scatenato una reazione di critica - uso un termine molto in voga in questo periodo -, una reazione avversa da parte di quei giornali che sono sempre stati sostenitori e , invece, di un provvedimento più duro, cioè la norma sul raffreddamento e la norma sui sindacati e le associazioni di categoria. In particolare, secondo me, la modifica di questi due argomenti ha dato una ricchezza al provvedimento che noi stiamo approvando. Perché? Perché hanno cambiato quella visione colpevolista che qualcuno ci voleva far passare. Nel caso del raffreddamento, era evidente il tentativo di dire che chi lavora in politica, chi porta il proprio contributo all'interno della vita democratica di questo Paese lo fa perché ha qualche interesse da difendere e, quindi, la sua posizione va congelata, va congelata per anni. E, quindi, si era previsto che coloro che fanno parte degli organi decisionali - quindi, parlamentari, membri di Governo, ma non solo - dovessero essere non raffreddati, ma congelati all'interno del proprio ruolo e, per anni, non poter ricoprire quei ruoli che, invece, a un italiano normale sono consentiti, quindi non poter essere iscritti nell'albo e nel registro dei portatori di interesse. Per fortuna questa norma è stata tolta, il parlamentare avrà - come è ovvio che sia - gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino italiano e, quindi, alla fine del suo mandato da parlamentare, potrà ricoprire, se lo vorrà, se ne avrà la fortuna, se ne avrà la possibilità e la capacità, il ruolo di rappresentante di interessi.
Ed i membri di Governo - più che un raffreddamento sarebbe stata, nel loro caso, la cancellazione di un diritto - alla fine avranno una sospensione di un solo anno che impedirà di passare direttamente da Ministro o da membro del Governo a rappresentante di interessi.
L'altra norma, forse ancora più clamorosa, era quella che voleva inserire nel perimetro di questo provvedimento i sindacati e le associazioni di categoria. Io credo che qui vi siano due questioni che ostacolano questa visione: la prima è data dal fatto che la nostra Costituzione riconosce a queste realtà un ruolo diverso e non si può pensare che un'associazione come un sindacato possa essere paragonata ad un qualsiasi rappresentante di interessi. Questo non perché lo diciamo noi ma perché lo dice proprio la stessa Costituzione che riconosce un ruolo particolare e decisivo all'interno dei processi decisionali a queste realtà. Poi, vi è un altro motivo che a me pare ovvio, ma che ad ascoltare il dibattito invece per alcuni non lo è: non si può mettere sullo stesso piano chi difende legittimamente - legittimamente - gli interessi di una singola azienda e chi difende magari gli interessi di tutta una categoria, che sia quella dei commercianti o degli esercenti o degli agricoltori o dei lavoratori dipendenti. È chiaro che difendere una di queste categorie - lo si può fare bene o lo si può fare male, si può portare avanti il proprio lavoro con responsabilità o con irresponsabilità - e impegnarsi per portare miglioramenti ad una di queste categorie vuol dire portare miglioramenti a tutta la società, perché è evidente che le ricadute che colpiscono una di queste categorie poi si riverberano su tutto il mondo economico e sociale. Quindi, era giusto toglierle dal perimetro di questa legge per riconoscere loro un ruolo diverso, cosa che è stata fatta.
Per questo motivo, per ciò che ho detto prima, il voto della Lega sarà favorevole, ringraziando tutti per il contributo che hanno dato alla discussione. Devo dire che in questo mi unisco a quanto detto dal collega capogruppo di LeU, un po' stupito da alcune critiche che sono state avanzate sul modo di andare avanti su questo provvedimento. Questo è un provvedimento che è stato lungo, dibattuto, con momenti anche di tensione, ma è stato un provvedimento di natura parlamentare, nato nelle Aule del Parlamento. Ha seguito l'iter che dovrebbe seguire qualsiasi provvedimento, con l'impegno da parte di tutti - da parte del Governo, della relatrice e dei proponenti dei testi di legge - sul fatto di fare un testo unico, di lavorare sugli emendamenti, di trovare una sintesi tra forze di maggioranza diverse e di trovare, comunque, un punto di contatto anche con le opposizioni. È stato il lavoro che deve fare il Parlamento e criticare questo tipo di lavoro nella sua metodologia credo sia un clamoroso autogol da parte di alcune forze politiche che insistono in questo. Quindi, complimenti a tutti per il lavoro che è stato fatto e ribadisco il voto favorevole della Lega su questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Da quando sono in Parlamento ho avuto più volte la possibilità e l'onore di rappresentare il MoVimento 5 Stelle nelle sue dichiarazioni di voto e nei suoi passaggi politici tra un Governo e l'altro e anche in fasi molto importanti. Riconosco che oggi, però, provo un'emozione particolare nel fare questa dichiarazione di voto, perché conosco benissimo l'attesa della società civile, conosco lo sforzo che è stato fatto da questo Parlamento e capisco tutto quello che c'è stato dietro per far approvare questa legge in Aula. Io so che, quando la politica per trent'anni non fa una cosa, è perché non la vuole fare e, ovviamente, il fatto che il MoVimento 5 Stelle sia la prima forza di maggioranza relativa in questa legislatura non è assolutamente un caso. Prima di oggi, infatti, circa 80 proposte di legge in trent'anni non solo non sono mai state approvate in Aula ma non sono nemmeno mai state oggetto di discussione. Quindi, è un qualcosa, evidentemente, che la politica stava trascurando.
Prima il collega Pettarin, di Coraggio Italia, ha fatto un passaggio su un film, , riconducendo un meme storico di quel film, per quanto riguarda la dottoressa Frau Blücher, al lobbismo. C'è un altro meme importante di quel film che probabilmente dobbiamo ricordare in questa occasione, ossia “si può fare”. Detto questo, stiamo parlando di una legge che regola i rapporti di pochi ma che, ovviamente, riguarda la vita quotidiana di tutti e, se il Senato porterà a compimento questa legge, all'Italia sarà restituito un prestigio in ambito internazionale, anche perché oggi stiamo dando seguito a tante parole che la politica ha detto nelle varie trasmissioni televisive. Ci siamo sempre dimostrati preoccupati per l'avanzare dell'astensionismo, riconducendolo alla mancata partecipazione dell'elettorato alla vita politica. Siamo sempre stati preoccupati del PNRR e abbiamo sempre detto che è un treno che non passerà più. Di questo poi voglio ringraziare anche il Presidente Conte che ha portato in questo Paese questa possibilità. Allora, quale strumento migliore, rispetto a queste preoccupazioni, della legge sul lobbismo? È un qualcosa che restituisce il senso di partecipazione alla cittadinanza e soprattutto anche di trasparenza a quella che è la fase applicativa della spesa del nostro futuro, ovvero 200 miliardi.
Questa è la via giusta e questo probabilmente è anche il senso del MoVimento 5 Stelle in questo Parlamento: fare cose che il Parlamento non riusciva a fare senza il MoVimento 5 Stelle. Per anni ogni parte della società civile, degli addetti ai lavori e delle istituzioni ha sempre sottolineato questa assenza. L'Europa, che abbiamo tanto inneggiato, non sa più come dircelo, non sa veramente più come dircelo. L'OCSE, il Greco (il gruppo anticorruzione del Consiglio d'Europa) e l'OSCE; ad un certo punto praticamente mancano solo i piccioni viaggiatori per poterci dire: “Oh, sveglia Italia! Sono trent'anni che vi state scordando un pezzo di partecipazione, un pezzo importante della vostra vita politica”.
Sugli addetti ai lavori vorrei fare un passaggio anche rispetto al collega Prisco che in qualche modo ha attaccato il MoVimento 5 Stelle di voler criminalizzare gli addetti ai lavori: collega, se si vuole rappresentare qualcuno, lo si deve prima ascoltare. Se lei fosse venuto almeno in una audizione rispetto agli addetti ai lavori avrebbe notato che, seppure con un po' più di anzianità, perché sono sempre gli stessi, con un po' meno capelli in testa e un po' più bianchi, alla trentesima volta che li abbiamo convocati si sono espressi tutti a favore rispetto a questa legge, proprio perché è nel loro interesse essere separati da chi non fa questo lavoro professionalmente, ovvero il faccendiere di turno.
Ovviamente, anche la società civile in questo senso ci ha sempre stimolato e ha sempre fatto petizioni. L'ultima, che mi ha colpito perché in pochi giorni è arrivata a più di 50.000 firme, era semplicemente per dirci: “Ma quand'è che ci fornite un'agenda digitale per vedere i vostri incontri e per vedere quali sono le influenze che subite per regolamentare la nostra vita? Quand'è che ci fornite un registro per vedere quali sono gli addetti ai lavori riconosciuti e quali no?”. Queste sono tutte cose che sono contenute in questa legge, che è molto importante e che ovviamente presenta ancora qualche criticità, perché - non lo voglio nascondere - l'elemento della mediazione per il MoVimento 5 Stelle è stato sicuramente un passo indietro qualitativo. Lo dico con chiarezza, perché voglio anche che rimanga agli atti: per noi, ad esempio, Confindustria non doveva essere esclusa dal registro dei portatori di interessi e, quindi, in questo senso è stato per noi un elemento di mediazione al ribasso, però è stato necessario affinché questa legge trovasse compimento in Aula e riuscisse in qualche modo a fornire quegli strumenti importanti allo Stato per essere presente in tutti i territori del Paese. Tutte cose, quindi, che sono state molto importanti per il MoVimento 5 Stelle sin dall'inizio di questa legislatura che ha messo l'elemento programmatico di questa legge anche nel contratto di Governo del “Conte 1” (il contratto di Governo con la Lega).
Oggi mi voglio rivolgere anche ai miei colleghi, ai sostenitori, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché oggi abbiamo fatto un passo molto importante, abbiamo affermato un principio che fa parte della nostra casa culturale, che la trasparenza e la partecipazione non sono una minaccia . Questo abbiamo avuto la forza di portarlo in un Parlamento che per trent'anni si è rifiutato di fare anche solo una discussione, e questa è stata una grande vittoria .
Colleghi, fuori da qui io e il presidente Brescia, la collega Baldino e anche la collega Fregolent, abbiamo partecipato a una conferenza stampa e ci siamo prestati ad un gioco, anche di zemeckisiana memoria. The Good Lobby, un'associazione molto importante nel campo, che ovviamente stimolava questa legge, ha fatto un giornale. L'ho portato qui, è un giornale datato 2041: si chiama ed è il primo giornale che tratta di tutti gli effetti del PNRR senza questa legge. Sapete perché hanno fatto questo gioco? Sapete perché hanno fatto questa pagina di giornale? Perché sanno perfettamente quali sono le analisi di impatto rispetto ai Paesi che hanno questa legge e che dicono una cosa incontrovertibile, inappellabile: dove c'è una legge che regola i rapporti di interesse, la qualità dei provvedimenti, e quindi anche della vita delle persone, è migliore , e questo è qualcosa che dobbiamo tenere a mente. Se il Senato riuscirà a tramutare questo in legge, questo giornale, questa pagina non verrà mai scritta, ciò che è anche la nostra volontà.
Dichiaro, ovviamente, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà, per un minuto.
MICHELE SODANO(MISTO). Grazie, Presidente. Già immagino le interviste: “Approvata la legge contro i lobbisti”. In realtà, anche un bambino si accorgerebbe che questo è un provvedimento perché non c'è alcuna sanzione per il lobbista che non si iscrive al registro dei lobbisti. Quindi, come voi mi insegnate, se non c'è la sanzione, non c'è la legge. Dunque, un altro . Piuttosto, perché non ci concentriamo a fare una buona legge sul conflitto di interessi, così vietiamo ai capi di partito di ricevere 80 mila dollari dal regime saudita ? Così, magari, impediamo che il re del conflitto di interessi in Italia diventi Presidente della Repubblica? Una legge seria sul conflitto di interessi no, eh?
Allora, per chiudere, vi dico una cosa: non c'è legge che possa limitare la corruzione, è l' della politica che deve cambiare perché, se ci fosse una visione chiara, pulita, di servire questo Paese, non servirebbero leggi contro il conflitto di interessi o contro il lobbismo, e noi dovremmo dare l'esempio ogni giorno.
Concludo, Presidente: oggi, in Conferenza Stato-Regioni si sta approvando un decreto che regala alle case farmaceutiche il settore della canapa industriale, un settore che di farmaceutico non ha nulla, e questo è l'esempio di come svendiamo ogni nostro e impediamo ai liberi cittadini di proseguire una libera impresa, per regalarla ai soliti monopolisti. Questo è il lobbismo che voi accettate, ricevete e perpetuate !
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di intervenire la relatrice, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, per una proposta di correzione formale. Quindi, la ascoltiamo, così la sentiamo tutti.
VITTORIA BALDINO, Grazie, Presidente. È una proposta di correzione di forma. All'articolo 4, al comma 7, sopprimere le parole: “all'esito della procedura di consultazione pubblica”. La proposta è volta a coordinare la formulazione del secondo periodo del comma 7 dell'articolo 4 con quella del primo periodo dello stesso comma 7, che già prevede la previa consultazione pubblica sul regolament