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Venerdì 13 Giugno 2025 ore 09:30
AULA, Seduta 493 - Interpellanze urgenti
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna ha avuto luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti sui seguenti argomenti:
iniziative di competenza in ordine al reinserimento lavorativo dei dipendenti delle società Softlab e Tech Rain nella zona di Caserta (Alifano - M5S); dati relativi all'organizzazione del voto dei cittadini italiani all'estero anche in relazione alle recenti tornate elettorali e criteri per la ripartizione delle risorse economiche tra i consolati (Toni Ricciardi - PD-IDP); chiarimenti in ordine alla nomina della commissione d'accesso di cui all'articolo 143 del Testo unico sugli enti locali in relazione a infiltrazioni criminali nel comune di Ramacca (Barbagallo - PD-IDP); chiarimenti in merito a misure di vigilanza e monitoraggio sul territorio italiano in relazione alla vicenda del mandato di arresto emesso nei confronti della cittadina italo-brasiliana Clara Zambelli, nonché in merito alla richiesta di cittadinanza italiana da parte dell'ex Presidente della Repubblica federale brasiliana Jair Bolsonaro e di alcuni dei suoi congiunti (Bonelli - AVS); chiarimenti in merito agli obblighi dell'Italia in relazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del Presidente Putin e di ulteriori cittadini russi (Serracchiani - PD-IDP); iniziative di competenza, anche di carattere normativo, a tutela della magistratura in relazione a campagne di delegittimazione (Calderone - FI-PPE); iniziative di competenza volte a garantire la partecipazione ad eventi culturali in Italia dello scrittore franco-algerino Kamel Daoud (Quartapelle Procopio - PD-IDP); elementi e iniziative in merito alla manutenzione e riqualificazione delle infrastrutture viarie, con particolare riguardo al territorio di Chieti (Torto - M5S); orientamenti in ordine allo sviluppo dell'eolico offshore e iniziative di riforma del sistema di produzione di energia da fonti rinnovabili (Bonelli - AVS).
Per il Governo sono intervenuti: la Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto; il Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli; la Sottosegretaria di Stato per l'Interno, Wanda Ferro.
iniziative di competenza in ordine al reinserimento lavorativo dei dipendenti delle società Softlab e Tech Rain nella zona di Caserta (Alifano - M5S); dati relativi all'organizzazione del voto dei cittadini italiani all'estero anche in relazione alle recenti tornate elettorali e criteri per la ripartizione delle risorse economiche tra i consolati (Toni Ricciardi - PD-IDP); chiarimenti in ordine alla nomina della commissione d'accesso di cui all'articolo 143 del Testo unico sugli enti locali in relazione a infiltrazioni criminali nel comune di Ramacca (Barbagallo - PD-IDP); chiarimenti in merito a misure di vigilanza e monitoraggio sul territorio italiano in relazione alla vicenda del mandato di arresto emesso nei confronti della cittadina italo-brasiliana Clara Zambelli, nonché in merito alla richiesta di cittadinanza italiana da parte dell'ex Presidente della Repubblica federale brasiliana Jair Bolsonaro e di alcuni dei suoi congiunti (Bonelli - AVS); chiarimenti in merito agli obblighi dell'Italia in relazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del Presidente Putin e di ulteriori cittadini russi (Serracchiani - PD-IDP); iniziative di competenza, anche di carattere normativo, a tutela della magistratura in relazione a campagne di delegittimazione (Calderone - FI-PPE); iniziative di competenza volte a garantire la partecipazione ad eventi culturali in Italia dello scrittore franco-algerino Kamel Daoud (Quartapelle Procopio - PD-IDP); elementi e iniziative in merito alla manutenzione e riqualificazione delle infrastrutture viarie, con particolare riguardo al territorio di Chieti (Torto - M5S); orientamenti in ordine allo sviluppo dell'eolico offshore e iniziative di riforma del sistema di produzione di energia da fonti rinnovabili (Bonelli - AVS).
Per il Governo sono intervenuti: la Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto; il Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli; la Sottosegretaria di Stato per l'Interno, Wanda Ferro.
XIX LEGISLATURA
493^ SEDUTA PUBBLICA
Venerdì 13 giugno 2025 - Ore 9,30
Svolgimento di interpellanze urgenti (vedi allegato).
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Sull'ordine dei lavori
- Interpellanze urgenti (Svolgimento)
- Iniziative di competenza in ordine al reinserimento lavorativo dei dipendenti delle società Softlab e Tech Rain nella zona di Caserta - n. 2-00629
- Dati relativi all'organizzazione del voto dei cittadini italiani all'estero anche in relazione alle recenti tornate elettorali e criteri per la ripartizione delle risorse economiche tra i consolati - n. 2-00625
- Chiarimenti in ordine alla nomina della commissione d'accesso di cui all'articolo 143 del Testo unico sugli enti locali in relazione a infiltrazioni criminali nel comune di Ramacca - n. 2-00630
- Chiarimenti in merito a misure di vigilanza e monitoraggio sul territorio italiano in relazione alla vicenda del mandato di arresto emesso nei confronti della cittadina italo-brasiliana Carla Zambelli, nonché in merito alla richiesta di cittadinanza italiana da parte dell'ex Presidente della Repubblica federale brasiliana Jair Bolsonaro e di alcuni dei suoi congiunti - n. 2-00631
- Chiarimenti in merito agli obblighi dell'Italia in relazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del Presidente Putin e di ulteriori cittadini russi - n. 2-00601
- Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, a tutela della magistratura in relazione a campagne di delegittimazione - n. 2-00623
- Iniziative di competenza volte a garantire la partecipazione ad eventi culturali in Italia dello scrittore franco-algerino Kamel Daoud - n. 2-00627
- La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 11,35.
- Sull'ordine dei lavori
- Si riprende lo svolgimento delle interpellanze urgenti
- Elementi e iniziative in merito alla manutenzione e riqualificazione delle infrastrutture viarie, con particolare riguardo al territorio di Chieti - n. 2-00628
- Orientamenti in ordine allo sviluppo dell'eolico offshore e iniziative di riforma del sistema di produzione di energia da fonti rinnovabili - n. 2-00624
- Annunzio della nomina di un Sottosegretario
- Sui lavori dell'Assemblea
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FRANCESCO BATTISTONI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 86, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta in corso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signora Presidente. Le notizie che giungono in queste ore dall'Iran, sull'attacco militare che Israele ha fatto in Iran, pongono una serie di interrogativi e anche di questioni profondamente inquietanti su un aumento dell'militare di un conflitto e di una guerra che si possono ampliare oltre gli attuali confini che abbiamo e che stiamo vedendo in Medio Oriente, purtroppo con la carneficina a cui stiamo assistendo a Gaza, un vero e proprio sterminio del popolo palestinese.
Dinanzi a questa violazione continua del diritto internazionale, fuori da una logica che dovrebbe vedere le Nazioni Unite garantire il diritto internazionale e l'ONU che è stato profondamente delegittimata dagli attori oggi in corso, che stanno determinando una guerra con l'apertura di scenari estremamente inquietanti e profondamente preoccupanti, chiediamo un'urgente informativa del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani (sappiamo che in questo momento il Governo è riunito proprio per valutare gli scenari in corso riguardo a questo conflitto).
Noi troviamo del tutto inaccettabile che l'Italia continui a cooperare militarmente con Israele e questo è un problema che deve essere assolutamente affrontato in maniera netta e risoluta dal Governo italiano, e non solo dal Governo italiano ma da tutti i Governi del mondo.
La guerra si sta ampliando ed è uno scenario inquietante. Non vogliamo assolutamente assistere - per noi, per i nostri figli, per le generazioni che verranno - di essere responsabili, coloro i quali nulla hanno fatto per evitare un conflitto di una terza guerra mondiale, quella che Papa Francesco chiamava piccole guerre mondiali. Dobbiamo assolutamente intervenire e fermare questa logica della guerra, delle armi, che porta solo a conflitti. Voglio anche dire, a tal proposito, che questa volontà da parte del Governo italiano di raggiungere il 5 per cento del PIL delle spese per armamenti è una scelta folle, non solo perché sottrarrà risorse alla spesa sociale e sanitaria nel nostro Paese, ma perché alimenterà la logica del conflitto: armi chiamano armi e armi chiamano guerre e guerre chiamano guerre.
Noi abbiamo bisogno, invece, di una politica della diplomazia della pace, quella che oggi non sta accadendo, lasciando il criminale Netanyahu a fare quello che desidera in quello scenario geografico e geopolitico usando armi senza che la comunità internazionale voglia dire qualcosa. Pertanto, chiedo un'urgente informativa del Ministro degli Affari esteri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Anche noi del MoVimento 5 Stelle ci associamo a questa richiesta di informativa urgente al Ministro degli Affari esteri. È dell'ultima ora - lo diceva anche il collega che mi ha preceduto - una notizia oltremodo inquietante: un bombardamento effettuato da Israele su siti militari e nucleari situati in Iran, per l'appunto.
Ebbene, noi abbiamo un'altra notizia alquanto inquietante: proprio ieri c'è stato un colloquio tra la Premier Meloni e Rutte, il Segretario generale della NATO, che ha portato a un accordo, all'aumento delle spese militari al 5 per cento del PIL. Si sottraggono soldi alla sanità, alla ricerca e a tutto quello che serve ai cittadini per precipitare il nostro Paese in un clima di guerra, un clima inquietante, e il Paese non vuole la guerra (torno a sottolineare questa annotazione che a me sembra estremamente importante).
Noi abbiamo più volte fatto delle marce per la pace. I pacifisti vengono visti come persone fastidiose, dei fastidiosi utopisti che vivono per l'appunto in un progetto fatto di fiori e di belle cose. Non è vero, signora Presidente. Grazie allo spirito della pace si sono evitati tanti, tanti conflitti. Io voglio ricordare le parole di Paolo VI - si è parlato di Francesco, ma la Chiesa è stata, anche per il passato, sensibile al tema della pace - che alle Nazioni Unite disse: “”, perché si conoscono i disastri che la guerra comporta.
Ebbene, noi dobbiamo cercare di fermare assolutamente questo clima di guerra e chiediamo, noi del MoVimento 5 Stelle, un'informativa urgente perché ci venga detto con chiarezza cosa sta succedendo e se c'è la potenzialità di un conflitto che coinvolga anche il nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Membri del Governo, anche noi ci associamo alla richiesta, perché nell'ultima ora sembra di assistere a un'quotidiana su tutti i fronti. La situazione è veramente delicata e l'auspicio che abbiamo è che si possa finalmente avere uno da parte di questo Governo che lavori per avere una posizione dell'Italia, non di maggioranza.
Per questa ragione auspichiamo che ci sia un'informativa urgente, una presa di posizione chiara e netta nei confronti di quello che purtroppo sta accadendo con il Governo Netanyahu.
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente delle richieste di informativa appena giunte dai gruppi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Alifano ed altri n. 2-00629 .
Chiedo alla deputata Alifano se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, onorevole, ha 15 minuti.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, signora Presidente, sarò anche più breve. Sottosegretaria Bergamotto, vedo che lei è presente in Aula e a lei mi rivolgo, ovviamente, tramite la Presidenza. Io vorrei inquadrare meglio la questione che oggi ci occupa e inserire questo tema in un contesto più ampio, perché solo inserendolo in un contesto più ampio si può avere la giusta misura di quello che sta accadendo nel mio territorio, la provincia di Caserta. Questo lo dico non per spirito polemico, che le assicuro in questo momento non mi anima, ma giusto per cercare una soluzione. I quesiti che io pongo - le dico già, le preannuncio - richiedono risposte urgenti, date con urgenza, anche perché c'è un mondo fuori da questo palazzo, che aspetta da noi, che siamo qui dentro, che vengano date delle risposte e anche in tempi rapidi, soprattutto quando si parla di lavoro.
Ora, io le rammento dei dati che lei sicuramente già conosce e che sono drammatici. I dati occupazionali del mio territorio, della mia regione, la Campania, restano assolutamente allarmanti. Noi abbiamo il 41 per cento della disoccupazione giovanile, ma, di fatto, anche la parte di popolazione giovanile che lavora ha dei contratti che spesso non danno tutele vere e proprie. Le do anche un altro dato: nel settore dell'industria, dal 2023 al 2024, c'è un meno 8,6 punti percentuali di occupazione. L'occupazione, quindi, è scesa quasi del 9 per cento, e non va meglio per chi un lavoro già ce l'ha, vista la diminuzione in termini reali dei salari, un altro dato. Sono dati che ho tratto da Svimez, ma anche da Istat e anche da interessanti di Bankitalia: 5,7 punti percentuali in meno, in termini di salario reale. Quindi, l'inflazione sussiste ancora, erode i guadagni degli italiani e morde particolarmente le popolazioni meridionali.
Ancora un altro dato: nel Mezzogiorno il involontario. Parliamo di quelli che lavorano, che spesso sono costretti a un per l'appunto, involontario. Ebbene, la percentuale - udite, udite - è del 72,9 per cento, cioè c'è una quota importante della popolazione lavorativa che non sceglie il , lo subisce.
E, ancora, un altro dato: nel 2023, 13,3 milioni di cittadini italiani vivono in famiglie che hanno almeno una delle tre condizioni che determinano il rischio povertà, ossia la bassa intensità di lavoro. E di questi 13,3 milioni, i sei decimi vivono nel Mezzogiorno. Parliamo, quindi, di 7,7 milioni di individui. Questo è il quadro, un quadro allarmante. È una popolazione che soffre di deprivazione morale e materiale, che ha difficoltà nel mondo del lavoro e che spesso è costretta all'emigrazione. E veniamo a un altro punto dolente: secondo proiezioni statistiche attendibili, nel 2080 la popolazione del Mezzogiorno si dimezzerà.
Questo è il quadro, ma nulla viene fatto per contrastare questi fenomeni che, è vero, hanno una matrice antica, ma che, però, non vengono affrontati nel debito modo. Abbiamo parlato poco prima di una richiesta di informativa urgente: questo Paese viene proiettato in un clima di guerra, mentre non si affrontano con la dovuta attenzione i problemi che riguardano i cittadini, i problemi di ogni giorno.
E, allora, in questo quadro drammatico che ho voluto fare - mi sembra giusto proiettare questa vicenda in questo insieme -, c'è la vicenda dei lavoratori della Softlab, un'azienda che assorbì, anni fa, gli esuberi di un'altra azienda, la Jabil, tuttavia senza reinserirli mai ed effettivamente nel mondo della produzione. La Softlab nacque nel 2018 - come penso che lei sia a conoscenza, che lei sappia - con lo scopo di ricollocare i lavoratori impiegati presso lo stabilimento di Marcianise della Jabil. La Jabil è una multinazionale, con sede statunitense, ed è specializzata, tra l'altro, nel settore dell'elettronica, quindi un settore all'avanguardia, un settore che non dovrebbe conoscere crisi. Eppure, i vertici della Jabil hanno deciso di chiudere lo stabilimento di Marcianise e, piano piano, di ricollocare i lavoratori in esubero.
Lo stabilimento di Marcianise è specializzato nella produzione di schede elettroniche per le telecomunicazioni. Quindi, ovviamente, anche questo è un campo assolutamente aperto, che dovrebbe portare lavoro: e, invece, no. Che cosa è successo? Facciamo sempre questa piccola cronistoria. La Jabil siglò un accordo oneroso con Softlab, come dicevo prima, perché assorbisse parte dei lavoratori in esubero e versò a Softlab, per effettuare questa operazione, un contributo di ben 80.000 euro a dipendente, quindi una somma considerevole. Ciononostante, già nel 2020 Softlab dichiarava di aver bisogno della cassa integrazione, cioè, giusto all'indomani dell'accordo, già Softlab decise che non era possibile continuare la produzione, pur avendo, tuttavia, intascato le somme.
In prosieguo, che cosa è successo? Nel 2023 interviene Invitalia, che concede a Softlab un prestito agevolato di - udite, udite bene - 12 milioni di euro, erogato dal Fondo grandi imprese in difficoltà. Quindi, altri soldi - soldi pubblici, tra l'altro - che finiscono nelle mani dell'amministrazione Softlab; soldi pubblici che non si sa, però, che fine abbiano fatto. E, ora, a tre anni dalle ultime assunzioni che sono state fatte, Softlab o, meglio, la società che da essa è derivata - perché, poi, c'è stato un cambio nell'assetto societario, c'è stata un'eredità che adesso gestisce una nuova società, sempre del gruppo Softlab - è intenzionata a chiudere i battenti.
È una situazione drammatica e, allora, si chiede alla Sottosegretaria che è qui presente, se si intenda agire in tempi brevi per tale situazione, come dicevo prima, anche in virtù del contesto economico assolutamente drammatico. Ebbene, qui, noi del MoVimento 5 Stelle chiediamo se c'è l'intenzione di avviare delle interlocuzioni con le imprese del territorio, il nostro territorio, quelle che residuano; c'è stata una vera e propria desertificazione industriale che, come dicevo prima, incide tantissimo sul tessuto sociale ed economico della mia terra. Ebbene, io, a nome del MoVimento 5 Stelle, chiedo se vi è un'intenzione di avviare delle interlocuzioni con altre imprese che sono interessate nel settore IT o ICT (quindi dell'oppure dell', giusto per spiegare la sigla), per poter finalmente ricollocare - si parla di 140 dipendenti e, dunque, 140 famiglie - questi lavoratori che, ahimè, vivono in uno stato di sofferenza e che a fine anno saranno definitivamente licenziati.
C'è un'ultima cosa che voglio rammentare. C'è stata una protesta pacifica, qualche giorno fa, presso la sede di Confindustria di Caserta. Dico pacifica perché i nostri lavoratori chiedono solo una cosa, quello che è un diritto garantito dalla Costituzione: il lavoro
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere.
FAUSTA BERGAMOTTO,. Grazie, Presidente e grazie anche, onorevole Alifano, per la descrizione di tutta la vicenda che riguarda la zona di Marcianise e che, ovviamente, non si riferisce unicamente alla questione Softlab, ma anche Jabil e un po' a tutte le questioni molto, molto delicate di quel territorio, ma che noi stiamo seguendo, come lei sa, con molta, molta attenzione. Ovviamente le do una risposta proprio in merito a quella che è la domanda dell'interpellanza.
Come le è noto, presso il Ministero delle Imprese e del è attivo un Tavolo di crisi sulla vertenza che attualmente coinvolge le società Softlab Tech e Tech Rain. Nell'ambito di tale tavolo sono stati organizzati molteplici incontri plenari per monitorare la situazione ed individuare possibili soluzioni per la salvaguardia e la tutela dei lavoratori. Tra questi, si annoverano i tavoli di crisi del 20 giugno 2024, del 27 novembre 2024, del 17 dicembre del 2024, del 4 febbraio 2025, del 6 marzo 2025, del 15 maggio 2025 e del 30 maggio 2025. Quindi, tavoli molto serrati su questa vicenda.
A partire da febbraio 2025, gli uffici tecnici del MIMIT hanno avviato un percorso in sinergia con il Ministero del Lavoro, con Sviluppo Lavoro Italia e con la regione Campania finalizzato proprio a favorire il reimpiego dei lavoratori della Softlab Tech e Tech Rain, anche attraverso un'attività di profilazione e di eventuale adeguamento delle competenze professionali di tutti i dipendenti coinvolti. Il percorso intrapreso prevede il coinvolgimento di alcune aziende del territorio casertano - proprio come lei stava, appunto, dicendo poc'anzi - che sono in fase di espansione produttiva, e quindi potenzialmente in grado di assorbire parte della forza lavoro di Softlab.
L'attività posta in essere vede inoltre il pieno coinvolgimento della Confindustria territoriale di riferimento e il raccordo con le organizzazioni sindacali presenti in azienda. Le parti continueranno a incontrarsi periodicamente presso il nostro Ministero per monitorare lo stato di avanzamento delle iniziative poste in essere ed intervenire tempestivamente con i correttivi utili, qualora necessario.
L'impegno del Ministero delle Imprese e del è orientato anche alla tutela dei lavoratori rispetto alle spettanze vantate nei confronti della Softlab Tech e, a tal riguardo, si evidenzia che, su invito del Ministero, è stato attivato un confronto locale tra azienda e rappresentanze dei lavoratori finalizzato, appunto, al raggiungimento di un accordo che preveda il saldo dei crediti di tutti i lavoratori entro il mese di ottobre del 2025. Confermo, dunque, il massimo impegno del Ministero che rappresento al fine del raggiungimento della migliore soluzione possibile, in termini occupazionali e di tutela, in favore dei lavoratori di Softlab Tech e di Tech Rain.
PRESIDENTE. La deputata Alifano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza. Ha dieci minuti.
ENRICA ALIFANO(M5S). No, grazie, Presidente. Penso proprio che non siamo assolutamente soddisfatti di questa risposta, anzi, noi invece chiedevamo proprio maggiori precisazioni. Il suggerimento che era stato dato nel corpo dell'interpellanza era proprio sapere se ci sono, in tempi brevi, delle interlocuzioni con imprese, però non viene data alcuna risposta - tramite lei, Presidente - Sottosegretaria, perché di fatto non viene detto né se c'è un cronoprogramma, né quali imprese sono coinvolte. Viene detto semplicemente “stiamo facendo delle interlocuzioni con le imprese”. Ma questo è quello che chiedeva la sottoscritta: state facendo interlocuzioni?
Ma bisogna anche rispondere in modo preciso, non essere assolutamente vaghi. Mi dispiace, ma questa risposta è assolutamente vaga, e poi le preannuncio, Sottosegretaria, sempre tramite la Presidenza, che noi saremo qui a ottobre del 2025 per rendere conto, per chiedere “la resa dei conti” e per sapere con precisione se effettivamente poi si è giunti a un perfezionamento di queste intese. Io voglio rammentare che ci sono 140 famiglie che si ritrovano adesso senza lavoro, magari con dei figli che studiano, con un mutuo da pagare e con le difficoltà di ogni giorno, difficoltà che affliggono, ahimè, i cittadini fuori da questo palazzo e che noi dobbiamo portare all'interno di questo palazzo, perché qui dobbiamo trovare delle soluzioni concrete.
Poi - mi rivolgo alla Sottosegretaria sempre tramite lei, signora Presidente - lei ha fatto un accenno a Jabil. Ebbene, Jabil ha un problema che ugualmente non si riesce assolutamente a risolvere. Stiamo parlando di 406 lavoratori che, ovviamente, temono la sorte dei loro colleghi che sono andati a Jabil e che sono stati letteralmente presi in giro, perché non hanno mai lavorato di fatto, sono passati dalla cassa integrazione alla disoccupazione vera e propria. E allora sono ben restii ad arrivare a una composizione, visto e considerato che non viene data nessuna garanzia seria nemmeno a loro.
Ora, quello che noi chiedevamo è, per l'appunto, un'interlocuzione con delle imprese perché venga approntato un piano industriale credibile, serio. Voglio ancora rammentare che è stato staccato un assegno di 10 milioni di euro da Invitalia per Softlab e questi soldi dove sono finiti? Questi soldi, che potevano essere impiegati a fini produttivi, dove sono finiti? Non c'è nessun tipo di controllo sulle risorse pubbliche.
Signora Presidente, non ci può assolutamente soddisfare questa risposta. E comunque torno a dire: noi saremo qui a ottobre, preannuncio l'appuntamento con la Sottosegretaria a ottobre del 2025, per vedere quali sono i risultati e cosa ha fatto in concreto il MIMIT, perché preannuncio - e mi auguro di essere smentita dai fatti, perché l'interesse dei lavoratori viene prima di ogni altra cosa, a mio parere - che il risultato sarà un bel nulla (
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Toni Ricciardi ed altri n. 2-00625 .
Chiedo al deputato Toni Ricciardi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Sì, prego, ha 15 minuti.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretario Silli, membri del Governo, a dir la verità, Sottosegretario, voglio cambiare l'attacco del mio intervento e le racconto un fatto accaduto ieri. Ieri sono stato invitato da una delegazione di rappresentanti della politica tedesca di centrodestra e di centrosinistra sparsi un po' per il mondo. Abbiamo fatto una di 90 minuti e mi hanno invitato sa per fare cosa, Sottosegretario? Per raccontare la bontà della legge n. 459 del 2001, vantando come l'Italia si fosse dotata più di altri Paesi, e addirittura più della Francia, di una legge elettorale che consentisse alla diaspora italiana di essere rappresentata nel mondo.
Sottosegretario, guardi, i tedeschi sfiorano i 5 milioni - , mi dicevano - e chiedevano: ma voi come votate? Come siete rappresentati? Lei che è eletto in Europa, eccetera, eccetera, eccetera. Ora, Sottosegretario, lei sa che in materia di leggi elettorali potremmo scrivere la storia della Repubblica. Ogni tornata, quasi ogni legislatura si sente costretta a dover adeguare le leggi elettorali, e ogni volta, in molti casi, lo si fa a ridosso della scadenza elettorale, perché si cerca, a volte in maniera corretta, molte volte sbagliando, di limare le storture della rappresentanza democratica.
Paradossalmente noi viviamo in un ordinamento nel quale vige una legge, la n. 459 del 27 dicembre 2001, che è immediatamente applicabile sempre. Si può andare al voto in un qualsiasi momento e la legge è sempre applicabile. Eppure, spiegavo ieri ai miei colleghi tedeschi come la richiesta della rappresentanza non è che sia stata un percorso semplice. La prima richiesta avviene nel 1908, dove si chiede la necessità, vista già l'avviata diaspora da almeno 30 anni da questo Paese, che ci siano forme di rappresentanza per gli italiani all'estero.
Anche durante le fasi costituenti ci fu il dibattito forte dove si chiese di avere le prime forme di rappresentanza. Bisognerà attendere il 2001 e l'applicabilità della norma, per la prima volta, nel 2006.
Con questo nostro atto di sindacato ispettivo, siamo qui a chiederle, Sottosegretario, se tutto sia andato bene durante la fase organizzativa e nell'espletamento di un diritto fondamentale, quale quello del voto. Infatti, si sono tenute qualche giorno fa le votazioni per i quesiti referendari e - glielo dice uno che per mesi ha fatto campagna referendaria, ha girato, ha iniziato già da tempo autenticando le firme all'estero, perché a volte si trovano addirittura difficoltà nell'autenticazione, ma - ho riscontrato, però, centinaia e centinaia di casi di persone che, in primo luogo, non sapevano che si votasse e, in secondo luogo, addirittura non hanno ricevuto il plico, nonostante avessero sollecitato più volte la macchina diplomatica o consolare.
Perché le dico questo? Perché, Sottosegretario, lei sa che l'articolo 17, comma 3, della legge elettorale, la legge n. 459, prevede che, ai fini dello svolgimento della campagna elettorale, le rappresentanze diplomatiche e consolari sono tenute ad adottare iniziative atte a promuovere la più ampia comunicazione politica tramite giornali e periodici italiani editi all'estero, nonché attraverso altri mezzi di informazione in lingua italiana o comunque rivolti alle comunità italiane all'estero, nel rispetto della parità di accesso e di trattamento per tutti i soggetti politici.
Onestamente, Sottosegretario, non mi pare di avere nemmeno vagamente intravisto forme di comunicazione e di pubblicità. Lei mi potrà rispondere: sa, onorevole Ricciardi, alla fine la comunicazione referendaria anche in questo Paese è andata com'è andata. Però, il vero sa dov'è ed è per questo che stamattina noi siamo qui? È che sono anni che si butta la croce sul voto degli italiani all'estero, sono anni che assistiamo allo scienziato o alla scienziata di turno che alza la voce immaginando che sia tutto un sistema da riformare o se si vuole, Sottosegretario, qualcosa da abolire, perché è più un fastidio che altro, sono più risorse spese e bruciate che altro.
Allora, noi vorremmo sapere, esattamente in questa sede: l'ammontare preciso dei fondi stanziati per la tornata referendaria dell'8 e 9 giugno; i criteri utilizzati per la loro ripartizione tra i consolati, perché abbiamo consolati in collocazioni geografiche diverse, con realtà diverse, con densità di comunità di italiane e di italiani all'estero diverse; ancora, Sottosegretario, l'eventuale presenza di direttive o, se vuole, di circolari, in un Paese che, come sa - l'avrà sentito dire tante volte -, è un Paese governato più dalle circolari interne che dalle leggi; soprattutto, noi vorremmo sapere, Sottosegretario, l'ammontare complessivo del riparto dei fondi che sono stati stanziati per questa tornata elettorale e lo vorremmo sapere anche mettendolo in raffronto a quanto è stato stanziato nel 2022 e a quanto è stato stanziato per le elezioni europee del 2024, che, come sappiamo e come ella sa meglio di chiunque altro vista la responsabilità che ricopre, hanno una modalità di funzionamento del voto diversa.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli, ha facoltà di rispondere.
GIORGIO SILLI,. Onorevole Ricciardi, è sempre un piacere rispondere alle sue interrogazioni perché danno la possibilità, spesso, di uscire anche dal seminato, quanto meno da quello che nei Ministeri ti riportano.
Vorrei fare una piccola riflessione politica che si incardina perfettamente in quelle che sono le sue richieste. Per l'ultimo referendum, io ho scambiato alcune idee con alcuni colleghi proprio riguardo alla potenziale affluenza, che in Italia si profilava come un'affluenza bassissima e così è stato, e invece dissi: attenzione, perché tra gli italiani all'estero sicuramente, in proporzione, l'affluenza sarà maggiore, ed è stata maggiore più che altro in Sud America e meno in Nord America (ci sono dei numeri interessanti). Questo perché? Perché, al di là della comunicazione e della comunicazione sui il voto all'estero prevede che si ricevano le schede elettorali a casa e che tu possa votare e rispedirle sostanzialmente indietro. Questo che cosa significa? Significa che se ti arriva una scheda sul tavolino, dove c'è lo svuota tasche, accanto alla porta, tu torni, vedi la scheda e dici: va bene, voto; si tratta solamente, poi, di andare a imbucare questa scheda. Quindi, per assurdo vi è stata, probabilmente, molta più facilità e molta più probabilità di voto tra gli italiani all'estero che non tra gli italiani, che, invece, avrebbero dovuto recarsi al seggio.
Leggo la risposta, dandole dei numeri e faccio un'ultima chiosa mia personale politica. Dunque, per l'organizzazione del voto all'estero, in occasione dei recenti referendum abrogativi, sono stati assegnati alla rete consolare oltre 29 milioni di euro. Tanti? Troppi? Pochi? Sicuramente sono tanti soldi. L'importo è stato utilizzato, in particolare, per le spese connesse ai servizi logistici, come il trasporto del materiale votato all'interno di un Paese con più sedi consolari, per la stampa del materiale elettorale e per le campagne informative. A titolo di comparazione, in occasione delle elezioni politiche del 2022, erano stati assegnati agli uffici consolari circa 25 milioni di euro. Il dato delle elezioni europee del 2024, per cui sono stati stanziati circa 4,5 milioni di euro, non è comparabile in considerazione delle diverse modalità di voto. Ricordo, infatti, che alle elezioni europee i connazionali all'estero non votano per corrispondenza, ma vengono costituiti seggi esclusivamente nei Paesi membri dell'Unione.
Per il referendum in questione sono stati, inoltre, stanziati 350.000 euro aggiuntivi, così ripartiti: per le attività di manutenzione, sviluppo, aggiornamento e messa in sicurezza degli applicativi informatici utilizzati per la corretta gestione del voto; per l'acquisto e l'invio ai consolati del materiale di sigillatura e dei sacchi necessari per il confezionamento delle bolgette diplomatiche; per le spese connesse alla stampa, presso il Poligrafico dello Stato, del materiale elettorale per le sedi impossibilitate ad effettuare la stampa per il servizio di sorveglianza presso l'aeroporto di Fiumicino delle buste votate.
Come da normativa vigente, la ripartizione alle singole sedi delle risorse finanziarie disponibili è stata effettuata sulla base dei preventivi di spesa trasmessi da ogni ufficio consolare. Ciascun consolato ha, quindi, rappresentato al Ministero degli Affari esteri il proprio fabbisogno finanziario, in considerazione del numero di elettori della propria circoscrizione e dei costi locali dei servizi necessari agli adempimenti normativi: stampa del materiale elettorale, spedizione del plico e invio delle buste votate in Italia con corriere diplomatico accompagnato. Sembra una stupidaggine, ma lo stesso francobollo, lo stesso costo della spedizione della scheda votata cambia da Paese a Paese. Quindi, alla Farnesina, sostanzialmente, riceviamo delle richieste, dei preventivi, suddivisi per area, sulla base di tutto quello che le ho elencato fino ad adesso.
Come è avvenuto nelle precedenti tornate elettorali, la Farnesina ha diramato opportune istruzioni alla rete diplomatico-consolare, anche con esplicito riguardo alla campagna informativa. A tutti gli uffici consolari è stato chiesto di dare ampio spazio alle informazioni necessarie al corretto svolgimento del voto nei propri canali informativi - siti istituzionali, profili , testate locali -, nonché attraverso il coinvolgimento dei comitati degli italiani all'estero.
Fin dalla pubblicazione del decreto di indizione dei referendum la Farnesina ha pubblicato regolarmente contenuti sul proprio portale istituzionale e sui profili ufficiali, mentre in parallelo tutti i siti delle sedi diplomatiche e consolari, così come i loro profili , sono stati costantemente alimentati con aggiornamenti sulle modalità di partecipazione e sulle scadenze.
Uno sforzo informativo che ha coinvolto quindi tutte le sedi consolari, in particolare quelle con il maggior numero di connazionali residenti. I consolati hanno inoltre osservato - e mi avvio a concludere -, anche in questa tornata elettorale, aperture straordinarie per consentire la consegna di duplicati elettorali a coloro che accidentalmente non avessero ricevuto entro il 25 maggio il plico originario.
A conferma dell'intenso lavoro svolto dalla rete consolare e della diffusione capillare delle informazioni sulla modalità di voto, il tasso medio di affluenza riscontrato all'estero è stato pari al 23,88 per cento, con picchi del 38-39 per cento in alcuni Paesi dell'America latina, per esempio. Dato ben più alto, ben più alto, di quello registrato nei referendum abrogativi: nel 2022, il 16 per cento e il 19 per cento nel 2016.
Desidero, infine, cogliere l'occasione per ringraziare il personale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e di tutte le amministrazioni dello Stato per quello che hanno fatto. Io sono profondamente e intimamente convinto che questo meccanismo di voto per gli italiani all'estero non funziona: costa troppo e, come dire, si espone a brogli costantemente, ahimè (in questa tornata referendaria non ne ho notizia ma, in passato, ve ne sono stati tantissimi) e, soprattutto, confrontando, come io sto facendo, i sistemi elettorali per le cosiddette diaspore - vedo che ridete fra di voi ma vorrei che ascoltaste perché io non la vedo da un punto di vista politico, sto parlando da un punto di vista tecnico -, io mi sono impegnato a fare una serie di incontri con i miei colleghi, rappresentanti di Governi, che hanno una grandissima - chiamiamola così - diaspora. Ed è stato veramente affascinante perché molti Governi hanno meccanismi di voto completamente diversi rispetto al nostro.
Quando io racconto che il nostro sistema di voto - per il voto importantissimo, ad esempio, che è quello delle politiche - si basa sull'invio delle schede elettorali per posta ordinaria a un indirizzo, che spesso non è neanche verificatissimo, che queste schede vengano votate non si sa bene come, dove, perché, e che queste schede vengano rispedite o riconsegnate indietro con un sistema postale pressoché normale, questi sgranano gli occhi e dicono: ma veramente riuscite a gestire alla perfezione di questo processo, soprattutto pensando che gli italiani all'estero sono sette milioni ma, soprattutto, che sono - come dire - spalmati in tutti i continenti? Ed io dico sì, fino adesso siamo riusciti a gestirlo, però io credo che sia arrivato il momento di fare una riflessione aggiuntiva e cercare di migliorare il meccanismo, renderlo più semplice anche per i votanti italiani all'estero, renderlo - perché no? - magari meno costoso e, soprattutto, blindarlo di fronte a quelli che sono stati gli scandali enormi di brogli che ci sono stati anche nell'ultima tornata elettorale delle elezioni politiche.
PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Guardi, ringraziando per l'umana cortesia e la stima personale il Sottosegretario, sono totalmente, completamente e profondamente insoddisfatto, e, Presidente, se posso aggiungere, anche abbastanza indignato per quanto ho ascoltato. Perché mi verrebbe da dire, Sottosegretario, che nonostante voi, 1.300.000 italiani nel mondo hanno votato; nonostante voi, queste persone hanno reclamato un diritto; e nonostante voi, le persone si sono recate a votare, soprattutto in America Latina, per lo schifo che avete fatto sulla cittadinanza e che continuate a fare.
Ma arriviamo al punto, Sottosegretario. È intollerabile, è inaccettabile che un componente di un Governo democratico venga in quest'Aula a rivendicare, a denunciare, che il costo dell'espletamento del momento democratico più alto di una democrazia - ovvero, il voto popolare - costi troppo. E allora facciamoli i conti, Sottosegretario.
Io non so chi le ha preparato la relazione, ma lei è più informato di me perché vive il territorio, io lo so e lei sa che io apprezzo lo sforzo che ella compie sempre. Detto questo, non ci prendiamo in giro. Le reti diplomatico-consolari vi hanno chiesto il doppio dei soldi, il doppio! I preventivi superavano i 50 milioni di euro. Gliene avete dati, in prima istanza, 24 milioni e mezzo, meno delle politiche del 2022, e non teniamo in considerazione l'inflazione, l'aumento dei costi, le guerre, tutte quelle argomentazioni che questo Governo utilizza ogni volta per dire alle italiane e agli italiani che non ci sono i soldi. E allora questa è una vergogna! Lei non può venire qui, questa mattina, a dirci che costano troppo perché voi i soldi non li avete mandati. Ci sono consolati che hanno stampato a debito, sul proprio onore personale. Io ringrazio tutti i funzionari, gli addetti, i contrattisti della rete diplomatico-consolare nel mondo perché hanno fatto i salti mortali. I salti mortali!
E ancora, Sottosegretario, ma come si fa a venire qui a dire che i plichi vengono inviati a indirizzi non ben definiti? Ma chi li controlla questi indirizzi? Chi dovrebbe fare il riallineamento dati? Chi non fornisce i soldi per farlo in una maniera adeguata? E Sottosegretario, ma perché non affrontate, una volta per tutte, questa disputa tra il MAECI e il Viminale? Per chi non lo sapesse, il proprietario del dato è il Viminale, il MAECI deve gestirlo ma non può modificarlo. Non riesco a capire, noi stiamo vivendo in un Paese che si sta avviluppando nella follia narrativa massima. Una cosa non funziona, o meglio, una cosa non funziona perché io non la so gestire, perché io non ci voglio mettere le risorse - non ci posso mettere risorse, già funzionerebbe meglio, Sottosegretario - allora dico che non va bene, e va cancellata.
Sottosegretario, lei sa, come lo so io, il 65 per cento delle risorse investite per il voto degli italiani all'estero vengono spese in Italia per i seggi. E allora non ci venite a dire - perché è intollerabile, Sottosegretario, e mi scuso per i toni, ma questa cosa non si fa, non si può sentire - che un voto democratico costi troppo. Se ci sono i brogli, e non lo voglio mettere in politica, andiamo a vedere chi ha fatto quei brogli, allora. Perché sono stanco di sentire questo da parte di una banda di personaggi che parlano, danno fiato alle trombe senza sapere. Chi li ha fatti questi brogli, Sottosegretario? Facciamo così, lei si faccia un'idea e viene qui con l'elenco dei partiti e delle persone. Secondo me ci divertiamo. E allora è questo il tema? Non è questo il tema. Il tema è esattamente capire perché voi avete formalmente, consciamente e volutamente boicottato il voto referendario per gli italiani all'estero. Questa è la verità! Perché quando centinaia di persone non riescono nemmeno ad avere il duplicato, è un problema; quando i consolati non hanno i soldi per stampare le schede, è un problema; quando i consolati devono comprare le buste più piccole per fare entrare dentro le cinque schede e le buste non si chiudono, è un problema; quando si brucia un milione di euro in Venezuela perché si sbaglia la matrice di trasferimento dei plichi e viene buttato un milione di euro, Sottosegretario, ma perché non ci sono i dati elettorali del Venezuela? Perché in Venezuela le schede sono state buttate, e perché?
E, allora, il problema dov'è? È il costo del voto degli italiani all'estero? Sono le ipotetiche truffe? O il problema è che una macchina non si vuole gestire? O forse il problema è che, come state facendo con i servizi alla cittadinanza, si vuole creare il caos, per poi dire che, eventualmente, quel servizio, lo affidiamo all'esterno, perché forse è più utile e forse accontentiamo pure qualche amico?
E ancora, Sottosegretario (ma questo poi me lo spiegherà in un altro momento), ma come è possibile che si stanzino 24 milioni e mezzo e poi si faccia un ulteriore stanziamento, perché avete capito che siete andati in emergenza di ulteriori 5 milioni, e si arriva a 29 milioni e mezzo (le cifre che lei poc'anzi ci ha dato), con un aumento verticale della popolazione, che non è dato dall'acquisizione di cittadinanza? Guardi, Sottosegretario, in Svizzera i nuovi elettori aventi diritto sono aumentati di 50.000, nel Regno Unito di 40.000, in Germania di altri 40.000 e le sto citando i 3 Paesi europei del mio collegio, dove c'è il maggior numero di italiani nel mondo.
Allora, mi pongo una domanda, Sottosegretario (ma questa forse la vedremo in un'altra puntata): ma com'è possibile che in Svizzera, su 532.000 elettori, votano 101.000, nel Regno Unito, su 398.000, votano 98.000 e in Germania, su 711.000, votano 106.000? Ho capito che nei principali Paesi ci attestiamo a quota 100.000. Non le pare strano, Sottosegretario? Non le pare strano che in quei Paesi, che hanno sempre avuto un alto tasso di partecipazione e numeri significativi, questi numeri si siano improvvisamente riallineati? Com'è possibile? Sarà il fato? Sarà il fato o, per lei che è molto credente, sarà stato l'aldilà.
Allora, Sottosegretario, senta a me, come si dice dalle mie parti: che dobbiamo parlare del voto degli italiani all'estero, siamo d'accordissimo; che dobbiamo introdurre alcune modifiche, ci mancherebbe. Ma se qualcuno, perché già so, si azzardasse solo a immaginare di avviare un iter di modifica della legge elettorale, che - lo ricordo a me stesso -, se c'è una cosa che è di materia parlamentare esclusiva, è la legge elettorale, Sottosegretario, non vi azzardate a immaginare decreti! Non vi azzardate a immaginare di alimentare ancora la questione dei costi, perché, Sottosegretario, le posso garantire - ripeto, le posso garantire - che faremo un'opposizione senza quartiere. Voi dovete mettervi in testa di dover rispettare, non a chiacchiere, ma nei fatti un secolo e mezzo di storia. Dovete avere la dignità, se siete classe dirigente, di rispettare e di garantire i diritti a queste persone.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Barbagallo ed altri n. 2-00630 .
Chiedo al deputato Barbagallo se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Sottosegretario Ferro, all'esito dell'attività investigativa condotta nell'ambito dell'operazione Mercurio, lo scorso 24 febbraio è stata data esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del tribunale di Catania, nei confronti di 19 soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e scambio elettorale politico-mafioso.
A seguito della sottoposizione a misura cautelare detentiva dell'allora sindaco e dell'allora vicepresidente del consiglio comunale di Ramacca, il prefetto di Catania, opportunamente, ha immediatamente disposto la sospensione dalla carica dei predetti amministratori locali, ai sensi dell'articolo 11, comma 2, del decreto legislativo n. 235 del 2012.
Il successivo 3 marzo, il sindaco di Ramacca ha rassegnato le proprie dimissioni, a cui sono seguite anche quelle della maggioranza assoluta dei consiglieri del consiglio comunale.
Lo scorso 2 maggio, in quest'Aula, in risposta a un'interpellanza urgente, il Governo, proprio la Sottosegretaria Ferro, ha reso noto che, in conseguenza degli esiti dell'operazione Mercurio, la situazione del comune di Ramacca è stata oggetto di apposito esame nel corso di un Comitato provinciale per l'ordine e per la sicurezza pubblica, esteso anche alla partecipazione del procuratore distrettuale antimafia di Catania, e che, in tale sede, nell'ambito delle attività di monitoraggio degli enti locali della provincia di Catania, si è condiviso di chiedere al comandante provinciale dei Carabinieri una relazione dettagliata e approfondita sulla situazione del comune di Ramacca, interessando anche le articolazioni dell'Arma dei carabinieri che hanno condotto l'attività d'indagine, ciò al fine di valutare l'eventuale richiesta di delega all'esercizio dei poteri di accesso presso il citato comune per la verifica di eventuali collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso o forme di condizionamento degli stessi ai sensi della normativa vigente.
Nel frattempo, prima dell'esito delle suddette verifiche da parte del comandante provinciale dei Carabinieri, e nonostante l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei 19 soggetti, tra cui sindaco e vicesindaco, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso e scambio elettorale politico-mafioso, il comune di Ramacca è stato inserito inopinatamente tra gli enti che hanno avuto le elezioni nella tornata elettorale del 26 e il 27 maggio.
In questa tornata elettorale, sono stati rieletti diversi amministratori che già facevano parte della precedente amministrazione colpita dal provvedimento dell'autorità giudiziaria. In base ai dati in nostro possesso, signora Presidente, e mi rivolgo anche al Governo, circa un terzo degli amministratori attualmente in carica erano già in carica nella precedente amministrazione.
Quindi, all'esito di queste premesse, chiediamo al Governo se il comandante provinciale dei Carabinieri abbia prodotto la richiesta relazione dettagliata e approfondita sulla situazione del comune di Ramacca e se sia stata nominata la commissione ispettiva, di cui all'articolo 143 del testo unico n. 267 del 2000 (il testo unico degli enti locali).
Nel caso invece in cui non fosse stata nominata la commissione, chiediamo quali siano le motivazioni che hanno determinato questo ritardo nella sua nomina, tenuto conto della gravità dei fatti successi, e se non ritenga che la mancanza dell'accesso ispettivo stia determinando una violazione dei principi di trasparenza e di imparzialità della pubblica amministrazione, ai sensi del dettato costituzionale.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO,. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, come ricordato dagli onorevoli interpellanti, all'operazione di polizia giudiziaria, denominata Mercurio, ha fatto seguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal GIP del tribunale di Catania nei confronti del sindaco e del vicepresidente del consiglio comunale di Ramacca e di altri 17 soggetti a vario titolo ritenuti responsabili di reati gravi. Il prefetto di Catania ha disposto la sospensione dalla carica dei predetti amministratori locali, ai sensi dell'articolo 11, comma 2, del decreto legislativo n. 235 del 2012, e il 3 marzo scorso il sindaco e la maggioranza dei consiglieri comunali rassegnavano le dimissioni dalla carica.
La situazione del comune di Ramacca era stata oggetto di apposito esame nel corso di un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, esteso anche alla partecipazione del procuratore distrettuale antimafia, tenutosi il 20 marzo 2025. In tale occasione, il consesso, alla luce degli elementi contenuti nell'ordinanza del GIP del 24 febbraio 2025, aveva convenuto sull'opportunità di acquisire, a cura del comando provinciale dei Carabinieri, una relazione dettagliata e approfondita sulla situazione del comune di Ramacca, interessando anche le articolazioni dell'Arma dei carabinieri che avevano condotto le attività di indagine.
Ciò al fine di valutare con maggiori elementi l'eventuale richiesta di delega all'esercizio dei poteri di accesso presso il citato comune, per verificare possibili collegamenti, diretti o indiretti, degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso o di forme di condizionamento degli stessi, ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000 (testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).
Alla luce degli aggiornamenti informativi comunicati dal locale Comando provinciale dei carabinieri lo scorso 8 maggio si è tenuta un'ulteriore riunione tecnica di coordinamento delle Forze di Polizia, alla quale hanno partecipato il procuratore generale della Repubblica presso la corte d'appello, il procuratore distrettuale antimafia e il responsabile territoriale della DIA. In tale occasione è stata unanimemente condivisa l'opportunità di svolgere presso il comune di Ramacca gli accertamenti e le ispezioni previste dal citato articolo 143, comma 2, del testo unico.
Pertanto, la prefettura di Catania, opportunamente, con nota del 9 maggio scorso, nell'imminenza della recente tornata elettorale, ha interessato i competenti uffici del Ministero dell'Interno. La richiesta in questione è attualmente in fase di approfondimento, anche tenuto conto degli esiti della suddetta tornata elettorale. Contemporaneamente, la prefettura di Catania sta operando un attento e costante monitoraggio rispetto all'ente locale interessato. Aggiungo al testo scritto, ovviamente, anche al quesito, con riferimento alla preoccupazione del collega rispetto alla trasparenza, signor Presidente, credo che, ahimè, purtroppo, quando si parla di situazioni di questo tipo, al di là dell'appartenenza o comunque dello schieramento politico e civico, è sempre un fallimento e, soprattutto, un'onta per la comunità tutta.
Posso assicurare personalmente - dal mio accento altoatesino, come comprenderà - che tanti sono i comuni che, soprattutto in alcuni territori, vedono l'arrivo delle commissioni di accesso per una necessità importante, quella di sancire che lo Stato c'è, che ci sono delle regole, che la criminalità deve rimanere fuori, ancor di più il voto di scambio, perché la politica dovrebbe esercitare, attraverso i ruoli istituzionali soprattutto, quell'idea di una politica fatta senza né padrini, né padroni.
Quelli che il Viminale sta facendo, insieme a tutti gli attori che sono stati fin qui citati - non ultimo, ovviamente, la DIA, non ultima la procura distrettuale antimafia, insieme all'Arma dei carabinieri - sono accertamenti meticolosi, per i quali le date mi sembra non siano molto distanti; l'ultima nota riguarda il 9 maggio. Arriveremo fino in fondo, come abbiamo fatto, senza guardare da nessuna parte, né lo schieramento, né certamente le appartenenze politiche.
PRESIDENTE. Il deputato Barbagallo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. Ha dieci minuti.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria Ferro per la relazione puntuale e dettagliata. Ovviamente le notizie ci soddisfano, siamo preoccupati e c'è un po' di ansia anche per quello che dovrà accadere nelle prossime settimane. Confidiamo che il Ministero definisca il procedimento nel più breve tempo possibile, ma, in quest'Aula, non resisto a non fare alcune considerazioni, Sottosegretaria. La prima: la regione siciliana per forza avrebbe dovuto indire le elezioni?
Proprio alla luce delle dimissioni del sindaco, serviva un momento di decantazione della città, dei partiti politici, dei candidati, un momento in cui andavano verificate e accertate alcune responsabilità. Credo che questo sia un primo . La circostanza che il governo della regione siciliana, all'indomani delle dimissioni del sindaco, abbia fissato immediatamente le elezioni è un fatto inusuale e su cui il legislatore dovrebbe fare una riflessione e, se permette, Sottosegretaria, anche il Governo da questo punto di vista, perché, in casi come questi, andrebbero attivati anche i poteri sostitutivi nei confronti dei governi delle regioni che adottano provvedimenti, come in questo caso, a nostro giudizio, scellerati.
Un fatto nuovo rispetto a quanto ha affermato il Governo oggi in Aula e che affido alle riflessioni della Sottosegretaria Ferro è che c'è, in base ai nostri dati, che non hanno il crisma dell'ufficialità, circa un terzo degli amministratori che coincidono con la passata amministrazione. Questo è un fatto che, nella valutazione del provvedimento finale che adotterà il Governo, a nostro giudizio, non può non avere un peso rilevante proprio in ordine ai fatti, anche in ordine alla continuità tra le due amministrazioni, in un periodo onestamente così breve. Perché il sindaco si è dimesso il 2 marzo, siamo ancora a metà giugno e c'è, a nostro giudizio, anche un'evidente continuità tra gli amministratori.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Bonelli ed altri n. 2-00631 .
Chiedo al deputato Bonelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signora Presidente. Signora Sottosegretaria Ferro, il 14 maggio 2025 il Tribunale supremo federale del Brasile ha condannato all'unanimità, a 10 anni di reclusione, la deputata, poi ex deputata, federale, Carla Zambelli, per l'invasione del sistema del Consiglio nazionale di giustizia, con l'obiettivo di inserire nel sistema documenti falsi, tra cui anche un mandato d'arresto per un giudice della Corte suprema federale brasiliana, Alexandre de Moraes. Tra l'altro, durante le elezioni del 2022, la allora deputata ha propagato sulle urne elettroniche e sull'applicazione suggerendo manipolazioni contro il Presidente eletto Lula.
Per questo, il Tribunale superiore elettorale le ha inflitto pesanti multe, ordinandone la rimozione dei contenuti. Sempre nel 2022 ha inseguito, armata, un suo oppositore politico a San Paolo, puntandogli addosso una pistola, circostanza per le quali adesso è sotto processo. Nel gennaio 2025, il Tribunale regionale elettorale di San Paolo ha annullato il suo mandato, dichiarandola ineleggibile per 8 anni. Per sottrarsi alla giustizia, la Zambelli il 25 maggio ha lasciato il Brasile per recarsi a Miami, negli Stati Uniti, dove, intervistata dalla CNN, ha dichiarato quanto segue: “Ho un passaporto italiano, potete anche mettermi alle calcagna l'Interpol, non mi faranno uscire dall'Italia (...). Sono cittadina italiana e sono intoccabile lì, a meno che la giustizia italiana non mi arresti”, concludendo che verrà in Italia perché: “L'assistenza sanitaria qui negli Stati Uniti è molto costosa (...), in Italia è più economica”.
L'Interpol, il 5 giugno, alle ore 12,45, ha emesso la nota rossa di richiesta d'arresto internazionale nei confronti della Zambelli. Il 5 giugno, Zambelli, da quanto ci risulta anche da fonti di Polizia di Stato riportate dall'agenzia di stampa , è atterrata all'aeroporto di Fiumicino alle ore 11,10, proveniente dall'aeroporto di Miami. Nonostante fosse nota già dal 2 giugno la sua intenzione di recarsi in Italia, la ricercata Zambelli è entrata nello scalo aeroportuale dell'aeroporto di Roma-Fiumicino ed ora è irreperibile, non si sa dove sia.
Ricordo, signora Sottosegretaria, che esiste un Trattato di cooperazione, firmato a Roma tra il Governo italiano e brasiliano il 17 ottobre 1989, che stabilisce le procedure per l'estradizione di persone tra l'Italia e il Brasile. Proprio ieri, l'ambasciatore brasiliano Mosca ha depositato la richiesta di estradizione, come prevede la procedura, al Ministero degli Affari esteri della Farnesina. Detto questo, vorrei far presente che esistono, presso i tribunali brasiliani, dei processi, e un processo è in corso, tra l'altro, per l'ex Presidente della Repubblica federale brasiliana, Jair Bolsonaro, per attentato alle istituzioni democratiche, e, quindi, per un . Ebbene, vorrei chiedere, quindi, a questo punto le formulo immediatamente le domande, signora Sottosegretaria: quali sono le ragioni che non hanno consentito il fermo di polizia e, in ogni caso, di adottare le misure di vigilanza e monitoraggio della ricercata Zambelli?
L'ho saputo io che non sono un poliziotto, figuriamoci se la Polizia non sappia che una ricercata stava alla CNN e che alcuni giorni prima aveva dichiarato “sto arrivando in Italia”. Per quale ragione non si è determinata una vigilanza e non si è determinato l'arresto, nel momento in cui la nota rossa dell'Interpol è diventata operativa, ovvero il mandato di arresto internazionale?
Chiediamo, dunque, se lei sia a conoscenza, se il Governo sia a conoscenza di eventuali coperture e sostegni che garantiscono a Carla Zambelli il soggiorno in Italia, considerato che la magistratura brasiliana ha chiuso tutti i conti correnti e tutte le possibilità di finanziamento, di avere risorse economiche.
Chiediamo, inoltre, quali provvedimenti urgenti intenda adottare il Governo per ottemperare alle disposizioni previste dalla legge n. 144 del 1991, che stabiliscono le procedure per l'estradizione di persone tra l'Italia e il Brasile, nello specifico nei confronti della Zambelli, specificando che già esistono casi di doppia cittadinanza su cui si è ottemperato all'estradizione; ci sono ben due casi da questo punto di vista.
Le chiedo, altresì, se l'ex Presidente della Repubblica federale brasiliana, Jair Bolsonaro, abbia chiesto o ottenuto la cittadinanza italiana e quali componenti della sua famiglia abbiano chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana, specificatamente Eduardo Bolsonaro, Flavio Bolsonaro, Carlos Bolzonaro e Renan Bolsonaro; e se non ritenga il Governo di adottare iniziative di carattere normativo, volte a modificare, con il primo provvedimento utile, la legge n. 91 del 1992, considerato, ovviamente, che avete provveduto a restringere i limiti per l'adozione della cittadinanza italiana. Ma su questo punto vi siete tenuti ben da parte, tra l'altro, nell'accogliere un nostro emendamento riguardante coloro i quali hanno commesso reati gravissimi, come attentati alle istituzioni democratiche, e altri reati di questo genere, vi siete ben guardati dal dire “sì, accogliamo questo vostro emendamento”. Pertanto, nella fattispecie, vorremmo sapere se, al primo provvedimento utile, intendiate modificare la legge che prima vi ho citato per chi è stato condannato per delitti di o tentato , di crimini contro l'umanità e di istigazione a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici o sociali costituiti negli Stati democratici. Quindi, attendo la sua risposta.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Interno, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, l'onorevole interpellante fa riferimento alla vicenda relativa alla deputata brasiliana, nonché cittadina italo-brasiliana, Carla Zambelli Salgado, eletta nel 2022 all'interno del partito “PL-SP”.
Dopo la sua elezione, la predetta è stata dichiarata ineleggibile per otto anni dal tribunale regionale elettorale di San Paolo, con annullamento del suo mandato, e condannata dal Tribunale supremo federale del Brasile a dieci anni di reclusione. In seguito, il 25 maggio scorso, la signora Zambelli avrebbe lasciato il Brasile per recarsi dapprima a Miami e poi in Italia, rendendosi in seguito irreperibile.
Al riguardo, all'esito dell'istruttoria condotta attraverso le Forze di polizia, è stato appurato che la signora Zambelli Salgado risulta aver viaggiato sul volo proveniente da Miami e giunto a Roma il 5 giugno scorso, alle ore 11,40, con passaporto valido rilasciato dalle autorità consolari italiane a San Paolo. Dall'analisi del rischio connessa alla pre-verifica delle liste passeggeri attraverso il sistema API/PNR, il nominativo della signora Zambelli non ha trovato nessun riscontro positivo nelle banche dati nazionali e internazionali delle Forze di polizia (SDI, SIS, Interpol).
Il mancato riscontro positivo è dipeso dal fatto che la richiesta di pubblicazione, da parte delle competenti autorità brasiliane, di una di Interpol, volta a diffondere, a livello mondiale, la richiesta di arresto ai fini estradizionali, è stata approvata da Interpol lo stesso 5 giugno, poi pubblicata alle ore 16,24 (ora italiana) dello stesso giorno e, infine, resa visibile agli uffici centrali nazionali Interpol alle successive ore 16,46.
Il divario temporale tra l'arrivo della signora Zambelli e la diffusione della notifica Interpol non ha consentito alle autorità di Polizia di frontiera italiane di procedere all'arresto in quanto, all'atto del controllo, risultava priva di precedenti di polizia sul territorio nazionale e di evidenze sfavorevoli rinvenibili agli atti.
Gli accertamenti di polizia finora svolti - e tuttora in corso - non hanno consentito, al momento, di individuare la localizzazione della signora Zambelli.
Proseguono, tuttavia, le attività volte al suo rintraccio - anche tramite la cooperazione internazionale di polizia con le autorità brasiliane - e gli elementi finora raccolti dalla DIGOS di Roma sono stati condivisi con la procura della Repubblica.
Per quanto riguarda l'ex Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha comunicato che alle autorità italiane non risulta pervenuta alcuna istanza di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte del medesimo.
I suoi figli Flavio, Eduardo e Carlos hanno, invece, avviato il relativo procedimento con l'ambasciata d'Italia in Brasile, e lo hanno concluso con esito positivo, ottenendo la cittadinanza italiana: Flavio ed Eduardo nel 2023, mentre Carlos nel 2024.
In punto di diritto, il Ministero degli Affari esteri ha poi precisato che il riconoscimento della cittadinanza italiana , in base alla normativa tuttora vigente, non prevede alcuna valutazione discrezionale da parte dell'amministrazione procedente, ma solo l'acclaramento che gli interessati abbiano i requisiti stabiliti dalle norme in materia.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza, per 10 minuti.
ANGELO BONELLI(AVS). Signora Presidente, non è che sono soddisfatto, sono sconcertato, sconcertato dalla gravità delle affermazioni che questo Governo ha comunicato al Parlamento. Ma ci rendiamo conto di quello che è stato poc'anzi detto? Una ricercata che tutti sapevano che stava per venire in Italia: signora Sottosegretaria questa è una vergogna inaudita. Il Governo, il Ministero dell'Interno sapeva che la ricercata Carla Zambelli stava arrivando in Italia - chiaro? - e non avete attivato misure di monitoraggio e vigilanza perché sapevate - il Ministero dell'Interno sapeva - che stava per arrivare la notizia di mandato di arresto internazionale, e si sono utilizzate cinque ore: l'aereo atterra alle 11,40, il tempo di scendere, di prendere il bagaglio e la signora Carla Zambelli ancora alle ore 12,40 stava nell'aeroporto internazionale di Fiumicino. Non avete ritenuto di fare una vigilanza per capire dove questa signora è andata e, oggi, lei viene nel Parlamento italiano a dire che la Polizia italiana non sa dov'è Carla Zambelli, ricercata dai tribunali brasiliani?
Io al posto suo mi vergognerei, abbia pazienza, è inammissibile, state facendo fare una vergogna alla Polizia italiana che non si merita; ma il punto è che qualcuno gliel'ha detto di non monitorare la deputata Zambelli. Perché, se io fossi stato Ministro dell'Interno, di fronte a questo caso, avrei chiamato il capo della Polizia e avrei detto: sta per arrivare una ricercata con reati molto gravi che possono minare anche le relazioni diplomatiche tra il Brasile l'Italia. Monitorate questa signora, perché, quando arriverà poi il mandato di arresto internazionale, provvederemo ad eseguirlo.
Lei, adesso, ci dice che su una ricercata internazionale il Governo italiano non sa. Allora io adesso ho capito da chi partono le coperture: siete voi che state dando le coperture a questa signora che sta in Italia. Siete voi che state dando le coperture, perché - ed è abbastanza chiaro a noi, da parte nostra, lo sanno tutti - i legami politici che ci sono, in particolar modo, quelli tra la Lega e il partito di Jair Bolsonaro sono evidenti. Signora Sottosegretaria, questa cosa è di una gravità inaudita. Andremo in fondo su questa vicenda, perché sta scoppiando un caso uguale a quello di Almasri. Ci sta dicendo, è venuta a dire che non sapete dove è. Ma stiamo scherzando? Mettete la vigilanza ai ragazzi di 16 anni, 18 anni, di Ultima Generazione, li seguite anche quando vanno a letto e, poi, arriva una ricercata internazionale e non sapete dov'è? Ma è incredibile tutto questo, è veramente incredibile.
E la Presidente Meloni si sta assumendo una responsabilità politica, diplomatica, incredibile, perché l'Italia non può diventare il paradiso dei ricercati, dei golpisti o di criminali, perché una che dice “io ho la cittadinanza italiana e sono intoccabile” è inaccettabile, signora Sottosegretaria. E so che anche lei la penserebbe nella stessa maniera, perché questo varrebbe anche per chi ha solo la cittadinanza italiana, perché nessun cittadino italiano è intoccabile davanti alla legge e non lo è nemmeno Carla Zambelli intoccabile davanti alla legge.
Prendo atto che Flavio Bolsonaro, Eduardo Bolsonaro e Carlos Bolsonaro oggi sono cittadini italiani, coloro i quali, senza alcun problema, durante le attività di sommossa per il , il tentato su cui oggi c'è un processo, erano ampiamente schierati. Ma noi vogliamo trasformare veramente l'Italia nel dare la cittadinanza a soggetti di questo genere? Perché non volete modificare la legge, che introduca dei requisiti chiari? Lo fate per altri, per i poveri cristi; invece, per i potenti, gli amici dei vostri partiti di maggioranza, come il partito di Salvini, allora tutto a posto.
Signora Sottosegretaria, concludo dicendo che ovviamente non sono assolutamente soddisfatto, ma oggi sappiamo - il mondo sa, i brasiliani sanno, la stampa brasiliana sa, il Governo brasiliano sa - che il Governo italiano ha consentito alla deputata Carla Zambelli di entrare in Italia, lasciandola entrare senza monitorarla e oggi fate finta di non sapere dov'è, perché io sono convinto che voi sapete dov'è ma non la volete arrestare.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Serracchiani ed altri n. 2-00601 .
Chiedo al deputato Toni Ricciardi se intenda illustrare l'interpellanza di cui è cofirmatario o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, ha 15 minuti.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Signora Sottosegretaria Ferro, siamo dinanzi a una notizia che, se fosse confermata, sarebbe alquanto sconvolgente e preoccupante. In data 17 marzo 2023 la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del Presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, per crimini di guerra. L'articolo 2 della legge n. 237 del 2012, recante norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale, attribuisce al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il compito di ricevere le richieste provenienti dalla Corte e darvi seguito, concordando la propria azione, ove ritenga che ne ricorra la necessità, con altri Ministri o organi dello Stato. Ancora, Sottosegretaria, l'articolo 4 della stessa legge stabilisce che il Ministro della Giustizia dà corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale trasmettendole al procuratore generale presso la corte d'appello di Roma perché vi dia esecuzione.
A noi risulta - e credo che lei abbia avuto anche modo di vederle, Sottosegretaria -, come riportato da alcuni organi di stampa, che il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non avrebbe trasmesso alla procura generale di Roma le carte richieste dalla Corte penale internazionale, avvalendosi di una decisione politica che ha, di fatto, bloccato l'operatività del mandato di arresto internazionale. D'altronde, se vediamo i precedenti, Sottosegretaria, mi sembra che, da questo punto di vista, il Ministro Nordio - sorrido perché la cosa è di una gravità tale - sia in linea, però, con quanto fatto con Almasri. Diciamo che questo Governo ha un po' di difficoltà a recepire le decisioni, i mandati di arresto e di cattura provenienti dalle corti penali internazionali per crimini di guerra - cioè, stiamo parlando di crimini di guerra, di crimini contro l'umanità -, ma ancora più grave, ad avviso nostro, sarebbe la mancata trasmissione alla procura generale di Roma delle carte richieste dalla Corte penale internazionale per altri cinque ricercati internazionali, come la commissaria per i diritti dei bambini, inseguita dallo stesso provvedimento emanato contro Putin, il tenente generale già comandante dell'aviazione e delle forze aeree, l'ammiraglio di Marina, ex Ministro della Difesa e altri soggetti.
Noi siamo qui questa mattina, Sottosegretaria, a sapere: se quanto riportato dagli organi di stampa corrisponda effettivamente alla verità e, nel caso, quali siano state le motivazioni specifiche che hanno portato il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a non trasmettere alla procura generale di Roma, come legge e trattati internazionali prevedono, la documentazione richiesta dalla Corte penale internazionale; ancora, Sottosegretaria, se tale decisione è stata condivisa con qualcuno, è stata condivisa con il Ministero degli Affari esteri, e quale sia stata la valutazione che voi, come Governo, avete fatto nel non rispettare gli obblighi internazionali derivanti dall'adesione dell'Italia allo statuto di Roma - ricordiamolo: di Roma - della Corte penale internazionale; soprattutto, Sottosegretaria - e chiudo -, se il Governo non ritenga che tale decisione possa compromettere la credibilità dell'Italia nel sistema di giustizia penale internazionale e se il Governo italiano, di grazia, almeno una volta, voglia rispettare gli obblighi della cooperazione giudiziaria internazionale.
PRESIDENTE. La Sottosegretario di Stato, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO,. Grazie, signora Presidente. Anticipo già l'insoddisfazione che sarà manifestata dal collega nella risposta, sia per la brevità, ma credo che in questi casi risposte brevi e concise non diano spazio ad ulteriori interpretazioni.
Parto dall'ultima richiesta del collega interrogante, su quello che riguarda la credibilità di questo Paese. Io credo che tutto si possa dire sul lavoro di questo Governo, ma non che non si lavori per ridare sempre maggiore credibilità al Paese Italia, perché lo meritano gli italiani e perché lo merita la nostra storia.
Rispetto alla cooperazione, io credo che, invece, sia un Governo che stia lavorando mantenendo fede a degli impegni, che sono impegni relativi anche a quanto le norme richiedono, ma rispetto all'interrogazione, che è un tema certamente molto importante, per quello che ci riguarda le notizie di stampa, a cui si riferisce il testo appena esposto dal collega, sono destituite di ogni fondamento. Non sono state assunte iniziative nei confronti delle autorità della Federazione russa, di cui alle richieste di cooperazione pervenute dalla Corte penale internazionale, in quanto non sono mai transitate nel territorio italiano, né mai si è avuta notizia che fossero in procinto di farvi ingresso. La presenza delle persone o il loro imminente ingresso nel territorio dello Stato sono condizioni essenziali per i provvedimenti conseguenti e, soprattutto, per rispettare quei rapporti di cooperazione e certamente anche la parte che riguarda gli obblighi internazionali della Corte penale, di cui faceva cenno proprio il collega.
PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Guardi, Presidente, io la dico così: sono, ovviamente, insoddisfatto, siamo insoddisfatti. Da un lato, che cosa debbo dire? Apprezzo l'onestà intellettuale della Sottosegretaria Ferro quando dice: per tenere buoni i rapporti, per noi, in un certo qual modo, è meglio non “sconcicare” il cane che dorme. Però, dall'altro lato, Sottosegretaria, glielo dico veramente con il massimo rispetto istituzionale che le porto: ma si può dire che, non essendo previsto il transito o l'arrivo di queste persone sul suolo italiano, allora noi non procediamo e il Ministro Nordio si può arrogare il diritto di non procedere a trasmettere la documentazione alla procura di Roma ed essere pronti nell'eventualità? È come se noi dicessimo, Sottosegretaria, che il reato del furto noi non lo prevediamo nel nostro ordinamento e, casomai, lo prevederemo solo nel momento in cui si dovesse manifestare il furto.
Io resto, in tutta onestà, abbastanza interdetto; cioè, voi siete il Governo che con l'ultimo DL Sicurezza ha dato una torsione democratica a questo Paese.
State introducendo un reato al giorno, un altro po' diventa reato anche parlare ai passeri di San Francesco, e ci venite a dire che non avete avvertito la necessità e la preoccupazione - lo dico per farmi capire da chi ci ascolta, quei pochi folli che ci possono ascoltare a quest'ora da fuori - di mettere quantomeno a posto le carte, di esser pronti, ove mai questa fattispecie si dovesse concretizzare, perché voi ipotizzate che Vladimir Putin e i soggetti sui quali ricade questo provvedimento non possano avere intenzione di transitare in Italia.
Glielo dico, Sottosegretaria, perché noi ancora oggi cerchiamo di capire cosa diavolo sia successo con Almasri. Un'idea ce la siamo fatta, ma è esattamente in una maniera preventiva, di sostegno e di aiuto all'immagine. Lei in premessa ha detto: noi lavoriamo per l'immagine perché la storia… Noi siamo tutti d'accordo, noi lavoriamo tutti per l'onore e per l'immagine di questa nostra Repubblica. E se fa brutta figura il Governo, Sottosegretaria, facciamo brutta figura tutti, perché è il Governo della nostra Repubblica. Io posso anche politicamente contrastarlo, ma sempre il Governo del mio Paese è.
Allora, mi permetto - di solito la formula di rito è: Presidente, suo tramite -, Sottosegretaria, suo tramite, dica al Ministro Nordio di occuparsi ogni tanto di qualche vicenda e faccenda delicata, perché probabilmente noi renderemmo un servizio all'immagine del nostro Paese sa come, Sottosegretaria? Se evitassimo che le opposizioni fossero costrette a venire in Aula a chiederle: ma scusate, avete rispettato gli obblighi di un trattato, di una Corte, di un principio del diritto internazionale nel quale questa Repubblica si riconosce, non fosse altro perché è stato siglato a Roma? Guardi, le sto anche dando l'patriottico, da questo punto di vista.
Sottosegretaria, io continuo a sorridere, perché mi sembra veramente una recita a soggetto, questa vicenda. Noi vi invitiamo veramente a mettervi mano con seria, seria attenzione, perché credo che il clima geopolitico internazionale - quello che sta accadendo negli ultimi due anni e in queste ore - necessiti di tanta prevenzione e sicurezza preventiva in questo Paese. Insomma, noi non possiamo essere impreparati nei confronti dei criminali di guerra, non possiamo essere impreparati rispetto a quello che accade sullo scenario internazionale e non possiamo continuare a nicchiare, a fare l'occhiolino a tutti coloro che hanno calpestato la democrazia nel mondo, immaginando che poi l'Italia sia la patria disponibile ad accogliere loro, mentre scalcia chi ne avrebbe pieno e profondo diritto.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Calderone ed altri n. 2-00623 .
Chiedo al deputato Enrico Costa se intenda illustrare l'interpellanza di cui è cofirmatario o se si riservi di intervenire in sede di replica. Si riserva.
La Sottosegretaria di Stato, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Le modalità e i toni utilizzati per esprimere quello che potrebbe essere un legittimo dissenso rispetto alla pronuncia giudiziale sono inaccettabili in uno Stato di diritto come il nostro.
Il diritto di critica dei provvedimenti giudiziari trova un limite immanente nel rispetto della funzione giudicante e della dignità della persona.
Sebbene la sindacabilità dell'attività del giudice da parte di altri interpreti del diritto, dei giuristi e della società debba essere riconosciuta nel modo più ampio possibile, quale strumento di controllo democratico dell'esercizio dell'attività istituzionale esercitata in nome del popolo italiano, è tuttavia essenziale un bilanciamento tra le libertà individuali e il rispetto dell'ordine giuridico.
La nostra Carta costituzionale, infatti, a garanzia della fondamentale libertà della decisione, sancisce con altrettanta inviolabilità l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati a svolgere quotidianamente la loro rilevante delicata funzione. Per lo stesso motivo sono penalmente punibili le espressioni che eccedono il limite della continenza, consistendo non già in un dissenso motivato espresso in termini misurati e necessari, bensì in un attacco personale lesivo della dignità morale e intellettuale della persona.
PRESIDENTE. Il deputato Enrico Costa ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza.
ENRICO COSTA(FI-PPE). Sì, grazie, Presidente. Io sono soddisfatto della risposta che è stata data perché ha colto il profilo generale sul quale si è innestata questa interpellanza. Il tema, al di là del caso specifico indicato nell'interpellanza, è un tema di grande rilievo e attiene alle modalità con cui viene recepita mediaticamente una sentenza di assoluzione. Oggi, se noi andiamo ad analizzare come i giornali e i recepiscono la sentenza di assoluzione, vediamo due reazioni: o c'è il silenzio, o c'è l'allarme. Da una parte, la sentenza di assoluzione è mediaticamente dall'altra, può essere recepita come una forma di denegata giustizia.
Attenzione, perché si genera questa reazione? Si genera questa reazione perché la sentenza di assoluzione, mediaticamente, rompe un copione già scritto, ed è un copione già scritto durante le indagini preliminari, perché mediaticamente la vera sentenza - frutto di un processo capovolto, perché il processo dovrebbe essere quello in cui la vera sentenza arriva dopo tre gradi di giudizio o comunque pronunciata da un giudice - è quella che arriva durante le indagini preliminari, con le contestazioni, pronunciata non da un giudice ma da un pubblico ministero. Capovolta in questo senso: capovolta soggettivamente e capovolta oggettivamente. Quello che interessa ai è questo, sono le contestazioni. E la sentenza mediatica delle indagini preliminari è sempre una sentenza di condanna, perché quella pronunciata dal pubblico ministero con le contestazioni è sempre una sentenza di condanna, frutto anche di quel giudiziario posto in essere dalle procure per legare e rafforzare le loro inchieste attraverso un con l'opinione pubblica: trasmettono e trasferiscono il loro prodotto, non facendo percepire che è un prodotto provvisorio perché fatto di contestazioni che possono essere capovolte attraverso una difesa o apportando degli elementi di prova a discarico. No, non lo fanno percepire in questo senso, lo fanno percepire come fosse oro colato. E la stampa lo recepisce - perché sono notizie - come oro colato.
E una persona che è innocente e che si trova in questo meccanismo, anche con un'assoluzione, difficilmente riesce a recuperare l'immagine, la credibilità e la reputazione, perché quella condanna mediatica delle indagini preliminari si consolida nel corso del tempo. Quando si spengono i riflettori mediatici, il giudice riacquista una sua valenza e una sua forza, perché diciamo la verità: quando ci sono i riflettori mediatici, durante le indagini preliminari, questi riflettori illuminano il pubblico ministero e l'azione del pubblico ministero, quindi esclusivamente le accuse. Se durante le indagini preliminari il giudice prova a dire di “no” - a dire di “no” a una richiesta di intercettazioni, a dire di “no” a una richiesta di custodia cautelare, a dire di “no” a una proroga di indagini preliminari, a dire di “no” a una richiesta di rinvio a giudizio -, viene travolto mediaticamente, perché viene accusato di interrompere il naturale corso della giustizia.
Lo abbiamo visto in molti casi, perché le procure hanno una forza mediatica, attraverso il legame che si creano con l'opinione pubblica attraverso i , che schiaccia il giudice. Allora, cosa fa il giudice? Lo vediamo statisticamente: zero dinieghi sulle autorizzazioni, sulle proroghe, sulle ordinanze, sui rinvii a giudizio. Fa come l'opossum, l'ho detto, si finge morto per difendersi, per non essere travolto, per non essere schiacciato durante le indagini. Il giudice, invece, quando si spengono i riflettori, durante la fase del processo, riacquista una sua forza e una sua centralità.
Anche perché molti pubblici ministeri pensano che la loro attività sia esaurita con la contestazione delle indagini preliminari, con l'ordinanza; si disinteressano, molto spesso, anche della fase del processo, mandano dei sostituti, mandano i magistrati onorari, i PM onorari. Si disinteressano perché la condanna mediatica è quello a cui ambivano. Ecco, riacquista il giudice la sua forza e noi abbiamo, nel nostro Paese, il 50 per cento di assoluzioni. Molto spesso queste assoluzioni sono frutto di processi che non avrebbero neanche dovuti essere celebrati, avrebbero già dovuti essere interrotti durante la fase delle indagini preliminari con dei proscioglimenti, con delle archiviazioni all'udienza preliminare.
Questo non avviene per le ragioni che ho detto prima. Arrivano le assoluzioni e mediaticamente, per giungere al punto, qual è l'effetto che creano sui queste assoluzioni? O di scandalo, perché i avevano ovviamente costruito una sorta di condanna mediatica durante le indagini preliminari e devono riavvolgere il nastro. E allora fa scandalo e c'è un tiro al bersaglio sui giudici che hanno assolto. Prendono dei frammenti della motivazione, li mettono insieme, tre parole in croce e attaccano, come nel caso indicato nell'interpellanza.
E, quindi, abbiamo dei collegi giudicanti che vengono attaccati perché, in buona sostanza, avrebbe perso la giustizia, secondo questa ricostruzione. Non si dice che, invece, c'era semplicemente una contestazione dell'accusa, c'è una difesa che è intervenuta e il giudice, terzo e imparziale, che ha assunto una decisione. Questo non si dice. Oppure altra strada: quella del silenzio. Quindi o c'è l'allarme o c'è il silenzio, non si parla dell'assoluzione.
Voi andate a confrontare i casi che hanno un effetto mediatico durante le indagini, andate a confrontare lo spazio che i giornali, tutti, danno alla fase delle indagini preliminari, all'accusa, alle intercettazioni, alle ordinanze, e lo spazio che viene dato alle assoluzioni, quando ci sono le assoluzioni in quei procedimenti. È uno spazio sproporzionatamente e assolutamente ridotto. Per questo ho presentato una proposta di legge e spero che possa essere analizzata a breve in Commissione giustizia, ne abbiamo chiesto la calendarizzazione, sulla base della quale l'indagato che sia stato archiviato o l'imputato che sia stato assolto può richiedere alla testata giornalistica, al direttore, di avere, per la notizia dell'assoluzione o dell'archiviazione, dedicato lo stesso spazio e la stessa evidenza che è stata data alla fase delle indagini, se lo richiede, se lo richiede.
Nel caso in cui questa richiesta venga rigettata o non si adempia a questa richiesta, può rivolgersi al Garante per la tutela dei dati personali, che, con un provvedimento, impone alla testata giornalistica di adempiere. È una proposta di legge che abbiamo presentato, spero che possa essere analizzata e portata avanti già in questa legislatura, perché altrimenti il nostro processo, il nostro procedimento penale è assolutamente sbilanciato. Non voglio andare oltre sul tema del rafforzamento della figura del giudice durante la fase delle indagini preliminari, andando a toccare la riforma costituzionale, la separazione delle carriere e altri profili, che, però, avranno un'incidenza su questo percorso.
Quello che è importante è che le sentenze vengano rispettate tutte, non soltanto quelle di condanna. Perché nel nostro Paese, mediaticamente, la sentenza di condanna è una sentenza nella quale si è fatta giustizia; la sentenza di assoluzione è un qualcosa che lascia mediaticamente l'amaro in bocca. Non è così, perché, se noi dobbiamo rispettare il procedimento penale, il procedimento penale ha una fase di indagini preliminari, ma ha una fase anche dibattimentale, molto spesso, che determina una decisione giudiziaria che va rispettata, anche quando è di assoluzione.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Quartapelle Procopio e Braga n. 2-00627 . Chiedo alla deputata Quartapelle Procopio se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Sì, ne ha facoltà per 15 minuti.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei portare all'attenzione dell'Aula questa mattina il caso di Kamel Daoud, che è un importante scrittore, intellettuale, giornalista, di nazionalità francese e algerina. Vincitore del più prestigioso premio letterario francese, il Premio Goncourt, lo scorso anno, è stato invitato in Italia alla rassegna culturale de La Milanesiana per presentare il suo ultimo romanzo “Urì”, pubblicato da una casa editrice italiana. Su di lui pendono due mandati di arresto internazionali emessi dall'Algeria e, secondo quanto risulta da giornali italiani, notizie mai smentite dal Governo, sembrerebbe che questi mandati di cattura nei suoi confronti pesino sulla sua decisione di partecipare alla rassegna letteraria de La Milanesiana.
Daoud è stato condannato per cosiddette presunte violazioni della cosiddetta “Carta per la riconciliazione nazionale” e per avere utilizzato in forma narrativa una vicenda personale reale. A quanto ci risulta, stiamo parlando non di crimini nel senso comune del termine, ma di quelli che in Italia noi classifichiamo come reati di opinione. Non avendo risposte rispetto agli articoli di giornale nati dalla sua vicenda, Kamel Daoud sembrerebbe aver deciso di non venire in Italia, perché teme di poter essere arrestato e portato, estradato in Algeria.
Ora, l'interpellanza di questa mattina dà l'opportunità al Governo di chiarire se c'è una volontà del Governo italiano di procedere all'esecuzione della richiesta di estradizione da parte dell'Algeria. Abbiamo visto in vari casi, a livello internazionale, anche recentemente, che esiste una discrezionalità del potere politico italiano nell'eseguire o lasciar cadere mandati di arresto di questo tipo. Noi abbiamo un Governo che tante volte si è dichiarato difensore dell'Occidente: tra gli elementi costitutivi della nostra identità occidentale c'è la libertà di pensiero, e, quindi, poter dire quello che si vuole, nel rispetto, ovviamente, degli altri, ma poter dire quello che si vuole e non dover, per questo, incorrere in pesanti condanne penali, tanto più se di queste condanne penali viene chiesta un'esecuzione a livello internazionale.
Per cui offro al Governo l'opportunità di chiarire: Kamel Daoud può venire in Italia oppure no? Ribadisco, stiamo parlando di un importante intellettuale francese e algerino. ed è importante chiarire la sua posizione.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Preliminarmente, si precisa che il Ministero della Giustizia non ha avuto notizie della presenza dello scrittore algerino Kamel Daoud sul territorio italiano, né risultano aperte al momento procedure a suo carico. Si rappresenta che, sulla base della vigente normativa in materia, non essendoci accordi bilaterali di estradizione tra Italia e Algeria, nel caso di avvio di un'eventuale procedura estradizionale passiva nei confronti di Kamel Daoud, la stessa sarebbe regolata dalla cortesia internazionale a condizione di reciprocità.
Si ricorda infine che, ai sensi dell'articolo 13 del codice penale, l'estradizione non è ammessa se il fatto oggetto della domanda di estradizione non è previsto come reato dalla legge italiana e dalla legge straniera e che, ai sensi dell'articolo 698 del codice di procedura penale, l'estradizione non può essere concessa per un reato politico quando vi sia “ragione di ritenere che l'imputato o il condannato verrà sottoposto ad atti persecutori o discriminatori (…) ovvero a pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti”.
PRESIDENTE. La deputata Quartapelle Procopio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Se fossi Kamel Daoud, non mi sentirei proprio sicura, non me ne voglia la Sottosegretaria Ferro.
È vero: Kamel Daoud non si trova in Italia in questo momento, però è noto - anche attraverso questa interpellanza - che è prevista la sua partecipazione, in presenza o da remoto, ad un'importante manifestazione culturale, ossia la rassegna letteraria La Milanesiana, che si terrà a luglio a Pavia. Quindi, non è presente oggi, ma vorrebbe venire in Italia e vorremmo che ci fosse chiarezza sulla possibilità che lui venga in Italia senza che il Governo italiano esegua il mandato penale richiesto dall'Algeria.
La risposta della Sottosegretaria, purtroppo, non fuga, al cento per cento, i dubbi, nel senso che parte dal presupposto che Kamel Daoud non si trovi in Italia e che al Governo non sia noto alcun procedimento a suo carico. Se il Governo italiano volesse garantire, al cento per cento, la libertà di Kamel Daoud di esprimere le proprie opinioni e di viaggiare in Italia, al posto della Sottosegretaria, avrei detto non c'è problema che Kamel Daoud viaggi in Italia, perché questo Governo, il vostro Governo, non intende eseguire il mandato, nel caso in cui le autorità algerine chiedessero l'esecuzione del mandato.
La risposta della Sottosegretaria, purtroppo, non è così chiara. E, purtroppo, resta nel vago, quando gli elementi fattuali ci sono: la presenza di Daoud è prevista e il mandato esiste.
Ci troviamo, in quest'Aula, in una situazione molto bizzarra, nel senso che, in due interpellanze precedenti, il collega Toni Ricciardi ha chiesto alla Sottosegretaria che cosa farebbe il Governo se Vladimir Putin si presentasse a un confine terrestre o aereo del nostro Paese. E la risposta che la Sottosegretaria ha dato è stata molto indeterminata. Quindi, ci troviamo in una situazione bizzarra, in cui il bilancio delle due interpellanze di questa mattina, che casualmente trattano, di fatto, lo stesso argomento, dice che per Putin può essere che, venendo in Italia, nessuno esegua il mandato della Corte penale internazionale; per Kamel Daoud non si sa se possa venire in Italia, a fronte del fatto che è stato condannato per un reato di opinione, in un Paese, l'Algeria, dove un altro prominente scrittore e intellettuale, Sansal, in questo momento, è in carcere con una condanna a 5 anni, per un caso che, ancora una volta, è legato a un reato d'opinione. Quindi, stiamo parlando non di un paese dove queste cose non avvengono, ma di un caso dove un prominente scrittore algerino è già in carcere, con una pesante condanna, e di una contesa tra la Francia e l'Algeria per la liberazione di quello scrittore.
Quindi, sinceramente, mi sarei aspettata un atteggiamento diverso da parte del Governo. Lo dico con tutta la franchezza possibile: non condivido tutto quello che Kamel Daoud scrive o pensa, lo ritengo però un intellettuale molto interessante, proprio perché non condivido tutto quello che lui scrive o pensa. E ritengo sia importante che, rispetto a un Governo, che si fa difensore dell'Occidente - la Presidente del Consiglio dei ministri, negli Stati Uniti, ha detto che dobbiamo rendere l'Occidente di nuovo grande; e che cos'è l'Occidente, se non anche la difesa della libertà individuale e della libertà di pensiero? -, questo scrittore potesse prendere la parola in Italia.
E su questo mi sarei aspettata una risposta di carattere politico, una difesa da parte del Governo della possibilità che in Italia venga udita una voce di questo tipo, che è una voce controversa, ma ben vengano gli intellettuali controversi nel 2025! Come riusciamo a capire il mondo in una situazione così complessa, se non ascoltando e discutendo con persone che hanno pensieri eclettici, non normalizzati, complessi, che ci fanno pensare, che ci fanno discutere? Questo è il valore della presenza di Kamel Daoud in Italia e, secondo me, c'è anche un altro valore politico nella sua vicenda. Il valore politico è proprio questo: questo Governo è in grado di garantire che sul suolo nazionale italiano sia garantita la libertà di pensiero a tutti, a partire da intellettuali scomodi, che ci mettono in frizione con qualche Governo amico o presunto tale, oppure no? Per noi viene prima la libertà di pensiero e il valore di chi esprime posizioni complesse oppure vengono prima i rapporti, il Piano Mattei, il gas, il controllo dei migranti con l'Algeria, cose a cui subordiniamo invece i nostri valori? Questa era l'occasione per il Governo di dire chiaramente e politicamente dove sta. In un mondo agitato e pericoloso, in cui tutti agiscono con la forza bruta, l'Italia poteva ergersi a paladino della libertà di pensiero.
Purtroppo, Sottosegretaria - e non ne faccio un suo demerito, nel senso che lei risponde per alcuni Ministeri, non è strettamente competenza del Ministero dell'Interno -, è una questione politica, dove avrei voluto vedere il Ministro della Cultura esprimersi, dove avrei voluto vedere il Ministro degli Esteri esprimersi, avrei voluto vedere persino la Presidente del Consiglio dei ministri esprimersi e dire che l'Italia è un Paese libero che accoglie chiunque pensi e che, con le parole e con il proprio lavoro intellettuale, mette a disposizione un patrimonio. Questa risposta, questa mattina, non è arrivata. E ribadisco, se io fossi Kamel Daoud, non so se verrei in Italia.
Siccome La Milanesiana si terrà tra pochi giorni, all'inizio di luglio, a Pavia, vedremo se, da parte del Governo, arriverà una chiarezza più cristallina rispetto a questa vicenda, perché altrimenti, purtroppo, mi tocca sottoscrivere quello che ha scritto un giornalista importante, Mattia Feltri, su . Mattia Feltri sottolineava come questo Governo sia sovranista, cioè dice che in Italia vale il diritto italiano, tranne nel momento in cui si fanno applicare leggi di paesi non liberali, che però ci servono per ragioni di amicizia o di vicinanza, presunta vicinanza, come appunto nel caso dell'Algeria. Cioè siamo sovranisti, cioè che siete sovranisti finché vi conviene. Nel momento in cui si tratta di entrare in urto con un Paese, che è un Paese importante del Mediterraneo, allora forse il sovranismo, il rispetto dei principi, il rispetto delle leggi che vigono in Italia vigono per quasi tutti, tranne che per i personaggi scomodi. E davvero avete perso un'occasione.
Io spero e consegno alla Sottosegretaria - so che lei è davvero un collegamento prezioso con l'attività di Governo - questa richiesta: che ci sia una dichiarazione politica chiara, da parte di uno dei Ministri che tanto si sono spesi per difendere la libertà di pensiero contro il , contro il pensiero unico della sinistra, ma quando si tratta di un intellettuale che non è facilmente incasellabile, né nella sinistra, né nella destra… Lo ribadisco: non condivido tutte le tesi di Daoud, ma voglio andare ad ascoltarlo insieme ad altri, voglio discutere le sue idee, proprio perché ci tiene scomodo.
Ecco, le consegno la richiesta di avere una dichiarazione chiara, perché altrimenti ci tocca pensare che vale la libertà di pensiero, finché questa libertà di pensiero non urta qualcosa o qualcuno, e che quindi il sovranismo è un sovranismo a targhe alterne.
PRESIDENTE. A questo punto, facciamo una breve pausa tecnica, quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,35. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Prendo la parola per una precisazione sulla richiesta - che questa mattina rappresentanti del mio gruppo, ma anche di altri gruppi, hanno già fatto, tramite lei - di un'informativa urgente del Governo sulla situazione in Medio Oriente.
Noi siamo estremamente preoccupati di quello che sta avvenendo. Abbiamo letto con stupore e rammarico - mi viene da dire - le parole del Ministro e Vicepremier Tajani, che ha polemizzato, ha trovato il modo di polemizzare, in queste ore, con le opposizioni. Noi chiediamo che ci sia un'informativa urgente. Respingiamo con nettezza quelle parole che giudichiamo offensive e gravi nei confronti delle forze di opposizione, ma anche del Parlamento. E ribadiamo il fatto che, di fronte a una situazione così drammatica su cui chiediamo che il nostro Paese svolga e prenda un'iniziativa diplomatica nell'ambito della comunità internazionale, tutti lavorino, come noi chiediamo, per creare il massimo consenso e la massima unità possibile attorno a questo momento drammatico. Credo che questo dovrebbe essere l'intendimento e la volontà, prima di tutto, di chi guida oggi il Governo italiano. Per questo, qualunque parola di polemica nei confronti delle opposizioni è inaccettabile.
Noi siamo qui, questa mattina, lo saremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni nel momento in cui - ci auguriamo presto - il Governo verrà in Aula a confrontarsi con il Parlamento, e quindi con il Paese, su questa situazione, per dire come si sta monitorando, cosa si sta facendo e quali iniziative, chiare e nette, intenda prendere il Governo italiano. Ma non possiamo lasciare passare che una richiesta sacrosanta e doverosa, che dovrebbe essere prima di tutto nell'interesse del Governo, venga derubricata come un fatto di polemica nei confronti delle opposizioni.
La situazione drammatica non lo consente e noi non lo consentiamo, anche per difendere la dignità di quest'Aula, di questo Parlamento .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Braga, per la precisazione sulla vostra richiesta di informativa.
Ha chiesto di parlare il collega Bonelli. Immagino voglia associarsi a questa precisazione, avendo già chiesto un'informativa urgente a inizio seduta. Prego, ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Molto diligente rispetto al Regolamento, però, signora Presidente, essendo stato il primo a chiedere l'informativa, faccio presente che non mi sono svegliato adesso. Voglio dire al Ministro Tajani di misurare le parole rispetto a una situazione che è estremamente preoccupante. Abbiamo fatto una richiesta civile all'interno di quello che è previsto dal Regolamento.
Non ci siamo svegliati adesso; se dovessi, invece, far presente chi si è svegliato adesso, allora dovrei dire che, proprio ieri, il Ministro Tajani, incontrando il suo omologo tedesco, aveva dichiarato che non ci sono segnali imminenti di attacchi di Israele all'Iran. Adesso, io non so chi si è svegliato. Io sono sveglio, non so se il Ministro Tajani lo è egualmente, in relazione anche alle sue dichiarazioni.
Torniamo a dire che quello che sta accadendo è un fatto molto grave, c'è un rischio di un'amplificazione del conflitto. Invito il Ministro Tajani ad avere rispetto per le opposizioni e ad usare un linguaggio misurato e coerente con la situazione drammatica che stiamo vivendo nello scenario internazionale
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bonelli, per questa precisazione. Mi pare di capire che l'onorevole Torto voglia a sua volta associarsi, sempre per precisare la richiesta d'informativa già giunta a inizio seduta. Prego.
DANIELA TORTO(M5S). Grazie, Presidente. Proprio per questo mi accodo alle parole dei colleghi precedenti. Abbiamo richiesto l'informativa nel primo momento utile e possibile, attraverso la nostra collega Alifano, e unendoci alle parole del collega Bonelli. Qui non si tratta di svegliarsi tardi o presto, qui si tratta di un Ministro, Tajani, che continua a dormire, perché noi non abbiamo neanche chiesto questa informativa oggi. Sono mesi, forse anni, che noi chiediamo al Ministro di svegliarsi e di non girare il volto di fronte alla tragedia che si sta consumando in Medio Oriente, in Palestina e al genocidio a Gaza.
Quindi, si svegli il Ministro Tajani, la smetta di dormire e di offendere le opposizioni. Perché se trova il tempo, in questo momento, per offendere le opposizioni, davvero non è al posto giusto
PRESIDENTE. Come ho già detto a inizio seduta, ovviamente riferisco al Presidente delle richieste di informativa ulteriormente precisate.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Torto ed altri n. 2-00628 .
Chiedo alla deputata Torto se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, onorevole, ha 15 minuti.
DANIELA TORTO(M5S). Grazie, Presidente. Signora Sottosegretaria, quest'oggi voglio portare il grido di un territorio intero, che si sente abbandonato da tempo. Porto la voce dei cittadini di Chieti, dei cittadini della Val Pescara, di tutto l'Abruzzo e, molto probabilmente, mi farò portavoce di tanti cittadini che lanciano un grido di aiuto ogni mattina che si svegliano e si mettono in macchina, prendono il loro motoveicolo, la loro automobile, e attraversano le strade italiane. Perché qui siamo costretti a vivere i nostri spostamenti su strada con la paura, con l'incubo, che possa verificarsi qualcosa di irreparabile. Quando usciamo di casa, ci facciamo il segno della croce e chiediamo che Dio ce la mandi buona. Però non si può vivere così. Non si può vivere così, perché oggi dobbiamo denunciare un Governo, questo Governo, che troppo spesso dimentica i suoi territori e che risulta cieco e muto fino a quando il pericolo non si materializza.
Il 2 giugno, dieci giorni fa, nella galleria Tricalle della strada statale 656, sono venute giù porzioni intere di intonaco cementizio, con un'armatura metallica all'interno; queste porzioni si sono praticamente staccate dal soffitto della galleria per schiantarsi sulla carreggiata. Vede, Sottosegretaria, non erano piccoli frammenti, erano intere sezioni di materiale pericoloso. Pensi un po' che per mettere in sicurezza quella galleria, nei giorni successivi, sono state rimosse 90 tonnellate di materiale. Ora, immagini se anche solo una piccola porzione di questo materiale fosse precipitata su un motociclista, su un'autovettura, su una famiglia, che si trovava quel giorno a passare di lì.
Sottosegretaria, io non glielo dico da osservatore esterno, perché quella mattina, in quella galleria, c'ero anch'io e ho potuto essere testimone oculare della paura e dello spavento di tanti altri cittadini che erano lì con me. Devo dire che noi siamo salvi grazie a una coincidenza fortunata: quel giorno c'era poco traffico, forse. Però, se fosse andata diversamente, sarebbe bastato un piccolo scarto temporale e spaziale e oggi noi saremmo qui a parlare di qualcosa di più grave.
Allora, io mi chiedo se è questa la garanzia che offre un Governo ai propri cittadini. No, non può essere questa. Perché, Presidente, la sicurezza dei cittadini sulla strada non può essere affidata alla sorte. Che fa? Ce la giochiamo a dadi? Ce la giochiamo a carte? La sicurezza dei cittadini si affida alla manutenzione, alla prevenzione, alla vigilanza, alla responsabilità e quel giorno di vigilanza non ce n'è stata, di responsabilità men che meno, figuriamoci di manutenzione.
La strada statale 656 è un'arteria importantissima, perché collega Chieti alla A14, alla A25, collega Chieti ai presidi ospedalieri, collega Chieti all'università. Quindi, quell'arteria è attraversata da famiglie, da lavoratori, da studenti, da migliaia di cittadini ogni giorno, dai comuni della Majella. Eppure, ci facciamo una domanda: ci sono dei controlli efficienti? Evidentemente, no. Ci sono state delle manutenzioni preventive? Evidentemente, no. Ci sono state segnalazioni di pericolo? Mai, nessuna.
E, attenzione, Sottosegretaria, perché il problema non è soltanto in quella galleria: nella carreggiata adiacente, nel senso opposto di marcia, la galleria prosegue, c'è un'altra parte di sottopasso, e lì le infiltrazioni d'acqua sono evidenti da anni ad occhio nudo, eppure nessuno è intervenuto. Allora, mi chiedo: che cosa state aspettando? Perché le cose basta vederle, basta volerle vedere, per intervenire. Allora noi ci siamo chiesti: da quanto tempo ANAS non effettua dei controlli su quel sottopasso? Da quanto tempo non si interviene con una manutenzione ordinaria o straordinaria? Perché si è dovuti arrivare al punto di dire: c'è qualcosa che non va perché è venuto giù un pezzo di intonaco? Perché si interviene sempre e soltanto dopo?
E questa, signora Sottosegretaria, non è un'eccezione, questa è la fotografia delle infrastrutture stradali della provincia di Chieti e dell'intero Abruzzo. Perché le dico questo? Perché, soltanto a pochi chilometri da quella galleria, ci sono cavalcavia ammalorati, come, per esempio, quello che sussiste sull'asse attrezzato all'altezza di Dragonara, un cavalcavia che doveva essere abbattuto, eppure rimane lì, quasi a dire agli automobilisti: guardate che, quando passate qua sotto, dovete avere paura. Nessuno fa niente. Alberi inclinati, che rischiano di crollare sulle carreggiate, ad esempio, dello scorrimento veloce da Guardiagrele a Francavilla; a Francavilla, la galleria San Silvestro, per cui ho depositato diverse interrogazioni. Eppure, anche lì, sono venute giù le pareti e nessuno ancora fa nulla. È stato risistemato qua e là, però chissà come andrà a finire.
Le strade attendono da anni di passare in gestione ANAS. Sottosegretaria, noi abbiamo una strada, cosiddetta Strada della Pace - se non fosse il fosso dell'inferno, perché ormai ci sono crateri d'asfalto su cui i cittadini continuano ad inciampare, a dir poco, in maniera metaforica - che, addirittura, è una strada ancora consortile e sulla quale ogni ente rimpalla la propria responsabilità. Eppure c'è una richiesta della sottoscritta affinché questa strada passi ad ANAS. Ma sono anni.
Le parlo dei cantieri interminabili sulla A14? Basta venire per poterli vedere e rendersi conto che per fare pochi metri impiegheremmo ore. Mentre tutto questo accade, noi cittadini ci siamo chiesti: il Governo che cosa fa?
Il Governo, mentre accade tutto questo, pensa di investire su opere faraoniche, su opere inutili come il ponte sullo Stretto: un'opera irrealizzabile che toglie, però, risorse alle infrastrutture che dovrebbero essere messe in sicurezza e che esistono già sul nostro territorio. Qui mancano quindi i fondi per garantire la manutenzione di quello che c'è, dell'esistente, mentre Salvini se ne va in giro a giocare al piccolo grande costruttore delle scatole LEGO. Questa non è politica infrastrutturale. Questa, Sottosegretaria, è pura propaganda e però davvero sulla pelle dei cittadini non c'è prezzo e i cittadini per queste cose la faranno poi pagare cara perché non tollerano più perché non possono accettare che venga sacrificata la sicurezza delle famiglie per logiche di manciate elettorali.
Concludo, Presidente: oggi non sono qui per sentirmi dire sempre le stesse promesse, per ascoltare rassicurazioni di facciata. No, perché oggi in questo Parlamento porto le richieste chiare e legittime dei cittadini italiani.
Allora, oggi, nel caso specifico, vogliamo sapere quali sono stati i controlli eseguiti prima del crollo nella galleria Tricalle; vogliamo sapere quali interventi sono in programma adesso e pretendere un piano straordinario, serio, rapido, di monitoraggio e di manutenzione di tutte le gallerie, di tutti i sottopassi, di tutti i ponti abruzzesi perché lo meritiamo, perché l'Abruzzo merita di più, perché l'Italia merita di più. Vogliamo risorse vere, adeguate, certe, non briciole di disavanzo di bilancio.
Questa volta, Presidente, non ci saranno alibi perché ci verrà detto chiaramente se qualcuno vuole fare il passo indietro sui famosi ponti sullo Stretto di Messina e poi lasciare le nostre terre sgretolarsi sotto le ruote degli automobilisti. Purtroppo, la prossima volta potrebbe non bastare la fortuna: bisogna intervenire prima di un nuovo cedimento perché in quel caso, nel caso in cui si verificasse un secondo episodio, ebbene, non possiamo parlare più di fatalità, ma parliamo di responsabilità diretta e parleremo di negligenza istituzionale. Credo che non ci sarà una seconda occasione, quindi mi aspetto una risposta seria, coraggiosa e con un grande senso del dovere .
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, con riguardo ai quesiti posti dagli onorevoli interroganti rappresento quanto segue. In premessa, evidenzio che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti è costantemente impegnato a garantire la funzionalità di tutte le strade, da quelle statali a quelle regionali, provinciali e comunali, nella consapevolezza che la manutenzione è un presupposto indispensabile per la sicurezza della circolazione.
Per le infrastrutture stradali, il contratto di programma MIT-ANAS contempla un crescente impegno economico per l'esecuzione dei programmi di ammodernamento e potenziamento della rete gestita, prevedendo, solo per l'anno 2025, una spesa per manutenzioni corrispondente a circa un miliardo di euro sull'intera rete di competenza. Tali risorse sono impiegate sulla base di predefiniti criteri di priorità.
Al fine di consentire il progressivo adeguamento anche per le strade non ricomprese nella competenza ANAS, sono attualmente in corso di attuazione programmi pluriennali a favore degli enti territoriali. A tal proposito - credo che questo sia un fatto fondamentale e importante, anche da trasferire all'esterno di quest'Aula -, il MIT ha promosso, lo scorso 3 giugno, un incontro con l'ANCI, l'UPI e il MEF, all'esito del quale è stata elaborata una proposta per reintegrare i 350 milioni di fondi destinati alle province per gli anni 2025-2026, che sarà inserita nel primo provvedimento utile. Tali risorse saranno vincolate al rispetto di una serie di adempimenti, finalizzati alla massima velocizzazione dei cantieri per evitare che le stesse rimangano inutilizzate.
Con riferimento ai quesiti posti dagli onorevoli interpellanti riguardanti la rete stradale abruzzese, si forniscono i seguenti elementi di risposta, anche sulla base delle informazioni acquisite da ANAS.
Ricordo che la strada statale 656 “Val Pescara-Chieti”, che collega la città di Chieti con lo svincolo dell'autostrada A14 Adriatica, è rientrata nella gestione di ANAS dal 12 settembre 2018. A partire dal 2022, la citata società ha effettuato lavori per un importo di circa 16 milioni di euro per interventi manutentivi straordinari, già ultimati e in corso di esecuzione. In particolare, si è intervenuto sulle principali opere d'arte presenti, tra le quali alcuni viadotti, per un importo complessivo di un investimento di 5,7 milioni di euro, con interventi strutturali e di miglioramento sismico.
Con specifico riguardo alla galleria artificiale Tricalle, a doppia canna e di larghezza pari a 120 metri, si evidenzia che la società ANAS ha riferito di aver effettuato periodicamente ispezioni sul manufatto, anche se lo stesso non rientra nell'ambito di cogenza del decreto ministeriale n. 247 del 1° agosto 2022 - “Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio delle gallerie esistenti”, in quanto di lunghezza inferiore a 200 metri.
Circa l'episodio avvenuto lo scorso 2 giugno, relativo al distacco di una parte dell'intonaco della galleria, si evidenzia che la società ha ritenuto di dover disporre la chiusura al traffico della canna interessata dal distacco, così da poter procedere alla demolizione completa dell'intonaco, realizzato nel periodo precedente al subentro nella gestione da parte di ANAS. Infatti, le analisi eseguite dal gestore a ridosso dell'evento hanno certificato l'assenza di aderenza fra l'intonaco e il rivestimento e il substrato su cui lo stesso è applicato. Di conseguenza, già il 5 giugno scorso, ANAS ha consegnato i lavori in somma urgenza per la demolizione dell'intonaco su circa 1.440 metri quadri di superficie; interventi che sono proseguiti ininterrottamente sino alla riapertura del traffico, avvenuta alle ore 14 di venerdì 6 giugno, a quattro giorni dall'evento. Attualmente sono previsti ulteriori lavori di finitura e ripristino, con chiusure solo notturne della galleria.
Vale la pena evidenziare che i controlli disposti anche sull'altra canna della galleria non hanno rilevato dissesti strutturali delle opere portanti e hanno evidenziato che l'intonaco presenta spessori e pesi nettamente più contenuti, con buoni valori di aderenza. Alla luce delle risultanze di tali analisi, non si è resa necessaria la chiusura dell'altra canna e l'avvio di interventi di demolizione dell'intonaco.
Con riguardo agli investimenti complessivi per interventi di manutenzione programmata sulla rete statale abruzzese, si rappresenta che, nel periodo 2022-2025, gli stessi ammontano a circa 533 milioni di euro, di cui 190 milioni per interventi già ultimati; 156 milioni per interventi in corso di esecuzione; 34 milioni per interventi di prossimo avvio. Ulteriori 153 milioni sono destinati a interventi di progettazione.
Si specifica inoltre che, su un totale di 1.446 chilometri di strade statali gestite da ANAS in Abruzzo, l'estesa della rete presente nella provincia di Chieti è pari a 373 chilometri, di cui 159 chilometri rientrati nelle competenze di ANAS dal settembre 2018. In particolare, nel territorio della provincia di Chieti sono presenti 256 ponti e viadotti (per un'estesa complessiva pari a 25,9 chilometri) e 31 fornici di gallerie naturali o artificiali (per un'estesa complessiva pari a 10,2 chilometri).
Gli interventi messi in campo per il territorio provinciale, per un totale di circa 162 milioni di euro, hanno riguardato tutti gli stradali: dalle pavimentazioni alle barriere di sicurezza, dalla segnaletica verticale e orizzontale alle opere idrauliche, dalle opere d'arte minori a quelle maggiori. In particolare, sono stati ultimati interventi relativi a lavori di manutenzione programmata per 101,78 milioni di euro; sono in corso di esecuzione lavori per 35,26 milioni di euro; sono di prossimo avvio interventi per 14 milioni. Ulteriori 11 milioni sono destinati a interventi di progettazione.
Quanto fin qui esposto conferma l'impegno del MIT per la realizzazione di interventi volti a garantire una rete stradale più sicura ed efficiente a servizio dei territori. Però fatemi aggiungere qualcosa, considerato, insomma, che ognuno di noi viene da un'esperienza precedente. La mia è stata un'esperienza all'insegna, per tanti anni, forse troppi, qualcuno penserebbe, all'interno degli enti locali, e credo che, purtroppo, c'è un tema. Intanto, rispetto alle cifre che ho letto e che sono state messe in campo, non si può assolutamente parlare di spiccioli, soprattutto in un'epoca in cui certamente le risorse non sono a fiume, ma si sta facendo quello che credo sia importante fare per rendere la transitabilità delle infrastrutture all'altezza di questo nostro tempo.
Anche perché sappiamo perfettamente che è un Paese dalla lunga tradizione, dalle radici profonde, dalla storia immensa, ma è anche un Paese che abbiamo ricevuto, non soltanto noi, anche chi ci ha preceduto, probabilmente, vecchio nelle infrastrutture, nei controlli, nella possibilità che spesso è stata data agli enti locali di poter agire. E guardi, Presidente, tramite lei, senza alcuna forma di polemica, non credo che ci sia la volontà di non fare controlli o meno. C'è la necessità di avere le giuste risorse, di poter mettere in campo e dare gli strumenti, penso alle vituperate province.
Sono stata un presidente di una provincia con delega ai lavori pubblici, quindi riesco anche a comprendere le difficoltà di alcune tempistiche, ma nello stesso tempo pensiamo che c'è stata una riforma che ha massacrato le province, quegli “enti inutili” che in qualche modo, invece, facevano da raccordo tra lo Stato, la regione e i comuni. Che significa, in qualche modo, rimettere oggi in campo 350 milioni di euro per poter proprio intervenire sulla viabilità. E ci fu quella maledetta legge che trasferì in molti casi alle province, dallo Stato, tante strade, ma quelle strade dovevano essere accompagnate anche dalle risorse per poter intervenire.
Oggi si sta facendo un percorso all'inverso. Tornare indietro non è semplice, perché, anche quando parliamo di riportare le province al vecchio schema, perché, purtroppo, lo schema della legge Delrio è stato un massacro assoluto, non soltanto per chi amministra, ma anche per i cittadini che abitano nei territori provinciali, in qualche modo dobbiamo confrontarci con una norma che non vede più le stesse deleghe e funzioni, che non vede più le stesse risorse né umane, né strumentali, né economiche. E allora parto dal presupposto che proprio non mi piace mai speculare, perché credo che, quando succedono queste cose, purtroppo, bisogna stare e sentirsi tutti responsabili di un Paese antico, straordinario, che guarda al futuro, ma con delle infrastrutture certamente non del terzo millennio.
E mi sento anche di dire che, se andiamo a vedere, soltanto digitando su Google - io ho digitato 9, potevo digitare 20 anni, adesso ho fatto quella dei 10 -, e oltre, ahimè, al tristissimo ricordo che ci riporta al ponte di Genova, penso al ponte di Caprigliola, penso a Torino-Savona con l'autostrada A6 - parliamo dal 2018 -, penso all'autostrada A14 nel 2017, penso nel 2016 al collasso del cavalcavia. Per far comprendere, ovviamente, che rimettere in sesto - cosa che si sta tentando di fare, credo con il contributo di tutti, perché penso che su questo non ci possa essere una divisione, non ci possa essere chi è felice se crolla un ponte o se non c'è la manutenzione - credo che sia un impegno comune.
Non si può parlare assolutamente e mi sento, Presidente, di respingere al mittente, pur avendo apprezzato l'impegno della collega, quando si parla di negligenza istituzionale. Sulle strade camminano i nostri figli - io non ne ho -, i nostri genitori, i nostri fratelli, quindi c'è l'interesse, ovviamente, di rendere un Paese all'avanguardia, sicuro e, certamente, un Paese che possa confermare anche quella storia che ha visto, ovviamente, grandi imprese. Non sempre le imprese sono grandi, perché qua, nella relazione, se leggiamo in modo veloce, come magari ho fatto io, si parla di un'impresa che precedentemente, quando ancora non era in ANAS la strada, probabilmente, io amo dire, metteva al posto del cemento il latte di mandorla. Penso, per esempio, che la strada ritorna da poco tempo all'ANAS rispetto, ovviamente, al lavoro e ai lavori da eseguire.
E allora mi sento solo di chiudere ringraziando - ovviamente, non è il Ministero che rappresento, ma mi sta fortemente a cuore per la partita degli enti locali che guido al Viminale - e c'è la consapevolezza che tutti quanti dobbiamo essere vigili e attenti, che certamente in questo Paese non spetterà soltanto alle risorse del MEF, piuttosto che al Ministro di turno, poter invertire totalmente la tendenza, ma spetterà agli imprenditori sani e onesti, ai lavoratori sani e onesti, a quel gioco di squadra che, per quanto mi riguarda, può far vincere questo campionato.
Si sta facendo, lo abbiamo fatto con risorse ingenti. Su questa parte su cui lei, onorevole interpellante, ovviamente ha chiesto chiarimenti assolutamente giusti, questi sono arrivati con una relazione dettagliata, che sarà anche mia cura - so che sarà nel resoconto - poterle poi consegnare a fine Aula.
PRESIDENTE. La deputata Torto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza. Ha dieci minuti, onorevole.
DANIELA TORTO(M5S). Sì, grazie, Presidente. Intanto, no. Come si può essere soddisfatti se qui la sicurezza ai cittadini viene garantita se la galleria è lunga 200 metri e non se è lunga 120 metri? Ma stiamo scherzando? La sicurezza delle persone si misura sui metri di una galleria? Mi dispiace, sinceramente, che ci sia la Sottosegretaria a prendersi la responsabilità di un Ministero che non è il suo. Però, visto che poi ci sono state anche delle considerazioni personali, Sottosegretaria, lei capisce che non sono queste le risposte che si aspettano i cittadini.
Perché noi in questa interpellanza chiedevamo delle risposte precise e puntuali, che non sono arrivate. Cioè, le abbiamo chiesto quali controlli sono stati eseguiti prima del cedimento in galleria Tricalle. E ci è stato detto che dal 2022 ANAS è venuta, si è fatta un'ispezione e ha detto: “mah, qua sta tutto tranquillo, andiamo avanti”. E ci ha detto che la galleria adiacente ha queste infiltrazioni d'acqua, ma che vuoi che siano?
Possiamo andare avanti. Per me è abbastanza grave ed è caduta, in realtà, la maschera. Io parlo, a questo punto, al fantasma di Salvini, che, magari, le siede vicino. Se lei gli tira pure un orecchio, Sottosegretaria, farà solo bene. Perché, vede, ancora una volta ci viene confermato che i soldi ci sono e sono stati tutti investiti sul ponte sullo Stretto, e non sulle nostre strade. È inutile che ci venite a dire: “eh, no, qui non abbiamo messo delle briciole di bilancio, qui i soldi proprio scarseggiano”. Ma che cosa? Se poi trovano miliardi, il Ministro Salvini trova miliardi per costruire un ponte sullo Stretto di Messina, che non serve a nulla.
Lei, da calabrese, lo sa; in cuor suo, lei questo lo sa. Non serve a nulla ed è pericolosissimo! Non ci sono progetti attendibili, nei banchi di questo Governo non si studia prima di fare le proposte! E lei, dice bene, è una Sottosegretaria attenta, e quindi mi dispiace ancor di più che lei oggi difenda un Ministro che gioca a fare il piccolo e grande costruttore, di LEGO, però, sulla vita delle persone. Mi scuso per questi toni, però noi cittadini abbiamo bisogno di risposte concrete e non di propaganda di facciata, glielo dicevo prima.
E guardi, vi piacciono tanto le grandi opere, quelle da vetrina, perlomeno per il Ministro Salvini è così, e poi voi appoggiate questo Governo, quindi, evidentemente, siete costretti a seguirlo, però, le dico io, il Paese ha bisogno di una vera, grande opera, che è quella dell'ammodernamento e della manutenzione della rete viaria. Volete togliere i soldi da questo ponte sullo Stretto e metterli sulla nostra rete viaria italiana? Visto che anche voi dite: “sì, è vero, le nostre strade si sgretolano”. E allora? Ci siete voi al Governo. Fate, distinguetevi da quelli che vi hanno preceduto. Lo avete detto: “siamo più bravi”. Dimostratelo!
Le dico anche un'altra cosa, Sottosegretaria. Noi, grazie ai Governi Conte e al lavoro che abbiamo fatto in quegli anni, abbiamo messo a disposizione delle vere risorse, soprattutto per i piccoli comuni, per la rigenerazione urbana, e sono state utilizzate, ma non sono bastate. Purtroppo, però, quei Governi Conte non ci sono più. Oggi ci siete voi e avete paralizzato tutto.
I tagli dei fondi alle province li avete annunciati e fatti voi! Ma ce ne siamo dimenticati? E quindi è grave quando ci si viene a dire che invece ci sono fondi, che verranno riprogrammati sulle province: ma solo qualche mese fa li avete tagliati! Ma che facciamo, giochiamo a dare e togliere, qui? C'è la vita dei cittadini in ballo. E io vorrei dire al Ministro Salvini, e se vuole poi, anche lei, Sottosegretaria, la invito a venire a fare un giro con me in Abruzzo, però non sull'auto blu: prenderemo la mia macchina, guiderà il Ministro Salvini e potrà vedere, da solo, personalmente, che cosa significa rientrare in Abruzzo e farsi i giri sulle strade abruzzesi. Vedremo se poi avrà ancora il coraggio di dire che la priorità di questo Governo è un Ponte sullo Stretto di Messina.
E poi, se proprio avete tutta questa frenesia da cantiere - che poi i cantieri che dovete portare avanti sono quelli ottenuti, grazie a Dio, con i fondi del PNRR, che non sono sicuramente arrivati in Italia grazie a voi, ma grazie al coraggio del Presidente Conte e del MoVimento 5 Stelle, e ve lo ricorderemo sempre -, allora cominciate a rimboccarvi le maniche. Non volete fare la rete viaria? Beh, mettete mano alla rete idrica - parliamo di infrastrutture: fatelo! -, un'infrastruttura che cade a pezzi, che perde acqua ovunque e che piega, praticamente, tutti i comuni addirittura ad arrivare a calendari di turnazione dell'erogazione idrica. Soltanto qualche settimana fa è arrivato il calendario dell'interruzione dell'acqua per molti comuni, ogni estate è sempre la stessa cosa. Poi ci dobbiamo sentire il Presidente di regione in quota Fratelli d'Italia, Marco Marsilio, che dice: ragazzi, qua mo' mandiamo due autobotti e risolviamo il problema. Ma non è così! Sono sette anni che è al governo della regione Abruzzo, non ha alzato un dito e ogni estate si ripresenta lo stesso problema. Allora, mettete mano a questo cantiere, il cantiere per distribuire un bene primario, essenziale, pubblico, che tutti i cittadini meritano: l'acqua.
E vado avanti perché, Presidente, qui non si riesce proprio a garantire la sicurezza, a garantire i beni essenziali. Non si vuole fare, è una volontà politica, perché poi, se c'è la volontà di fare ponti sullo Stretto, ci sono i soldi. E quindi smentisco le la risposta che è stata scritta alla Sottosegretaria e che la Sottosegretaria, purtroppo, ha dovuto leggere e intestarsi, oggi, in quest'Aula. Torno sul tema dell'emergenza nazionale, che è quella della sicurezza stradale. Non è più efficiente quello che si sta facendo, perché bisogna intervenire anche su un altro aspetto, quello di ridurre drasticamente gli incidenti. Qualcosina è stato fatto, ma bisogna fare di più, perché, molto probabilmente, questi incidenti, dovuti all'alta velocità e a comportamenti irresponsabili, rientrano anche nelle competenze del Governo e, dunque, nelle responsabilità del Governo nel saperle gestire. Quindi servono controlli seri, efficaci, che fermino le forti corse folli sulle nostre strade.
Io approfitto di questo momento anche per stringermi al dolore delle famiglie colpite da un incidente, soltanto pochi giorni fa, proprio sulla SS 656, a cinque chilometri dalla galleria in questione. Sono state spezzate quattro vite: tre anziani fratelli, che viaggiavano probabilmente per ritornare a casa, e un giovane. Ora, sarà stata colpa della velocità? Evidentemente sì, perché su quel tratto, Sottosegretaria - purtroppo, lo sanno tutti gli abruzzesi -, corrono tutti e bisogna intervenire per dissuadere quella folle corsa, che molto spesso ancora non riusciamo a contrastare. Purtroppo, dalle foto delle auto immagino che la velocità sia stata uno dei problemi e delle cause.
Allora, al di là dei colori politici, io, in quest'Aula, mi spoglio di qualunque vestito e resto con quello del rappresentante del popolo: lavoriamo unitamente per la sicurezza dei nostri cittadini, perché io le garantisco, avendolo vissuto in prima persona, che c'è paura, che si prova spavento. Non ricordavo in quel momento neppure dov'ero, quando sono uscita da quella galleria, per fortuna, e così tanti altri cittadini che erano lì. Quindi, io mi scuso per questi toni, che si colorano anche di emotività, però la nostra città ancora piange queste morti e ancora è scossa da questo spavento. Servono più mani tese e meno pacche sulle spalle, e io confido nel contributo della Sottosegretaria, ma diffido fortemente e completamente del contributo che il Ministro Salvini sta portando a questa Nazione .
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Bonelli ed altri 2-00624.
Chiedo al deputato Bonelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Ha 15 minuti.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signora Presidente. Signora Sottosegretaria, lei saprà che il costo dell'energia, nel nostro Paese, ha raggiunto livelli insostenibili, non solo per le imprese, ma per le famiglie italiane. La povertà energetica, che aumenta anche la povertà assoluta nel nostro Paese, ormai, secondo i dati dell'Istat, coinvolge 2,7 milioni di famiglie italiane. È un dato estremamente rilevante. Nel 2024, i prezzi all'ingrosso dell'elettricità in Italia sono stati in media di 100 euro MWh, contro la media dell'Unione europea di 84,7 euro MWh. Questo dato incide fortemente sul tema della competitività produttiva del nostro Paese, ma anche della sostenibilità economica e sociale nelle famiglie italiane, che sono costrette a pagare prezzi estremamente elevati. Da qui, ovviamente, negli ultimi tre anni, un aumento di extraprofitti da parte delle società energetiche, interessate dall'acquisto e distribuzione del gas, sia per fornire energia, sia per fornire energia elettrica: hanno raggiunto cifre che mai sono state conseguite, e mi riferisco agli extraprofitti, oltre 100 miliardi di euro.
Detto questo, signora Sottosegretaria, io oggi sono qui a chiederle, innanzitutto, quale sia l'iniziativa del Governo riguardo all'applicazione del nuovo regime transitorio di calcolo del costo dell'energia, basato sullo , che è in vigore dal 1° gennaio 2025. In realtà, c'è un intervento di ARERA, che sta rimandando al 1° gennaio 2026 l'entrata a regime di questi prezzi zonali. Mentre le sto parlando, signora Sottosegretaria, è possibile verificare, ad esempio, quanta energia elettrica nel nostro Paese si sta producendo da rinnovabili, e il dato è importante. Per esempio, signora Sottosegretaria, lei è donna del Sud, come anch'io sono un uomo del Sud, non di nascita, ma ho i genitori che provengono dalla Sicilia, terra di sole, terra di grandi risorse naturali. Ebbene, la copertura da fonti rinnovabili, mentre io sto parlando con lei, in Basilicata e in Puglia insieme, è pari al 124 per cento. Sa che cosa significa? Significa che la Basilicata e la Puglia, in questo momento, stanno producendo più del fabbisogno e hanno un quota del 24 per cento. In Calabria si è raggiunto praticamente il 100 per cento. In Sicilia, in questo momento, alle ore 11, siamo al 68 per cento. In Sardegna siamo al 100 per cento. Nel Centro-Sud, nel Centro-Nord e nel Nord le cifre si equivalgono e siamo al 55 per cento. Questo, dal punto di vista della formazione del prezzo, costituirebbe un elemento importante nell'abbassamento, se noi riuscissimo a separare la formazione del prezzo da quello del gas, che è quello che, purtroppo, essendo la fonte marginale, ancora tiene il prezzo su. Però, questo non avviene, perché, se applicassimo le tariffe zonali, gli italiani pagherebbero molto, molto meno il costo dell'energia. Allora viene un dubbio: chi è che rema contro l'applicazione delle tariffe zonali, che consentirebbero di diminuire il costo dell'energia, con un ritorno molto importante dal punto di vista economico e della competitività produttiva per le nostre imprese, e anche per far abbassare il costo dell'energia a tante famiglie? Noi sappiamo - immagino che lo sappia anche lei - che ci sono tante famiglie povere nel nostro Paese, specialmente anziani, che durante l'inverno non accendono i riscaldamenti.
Facevano un po' come facevano le nostre nonne: si mettevano le coperte, mettevano, magari, i piedi su un qualcosa di più caldo o si mettevano la borsa dentro le coperte.
Non li accendono perché hanno paura del costo dell'energia, hanno paura del costo delle bollette. Per fare questo noi abbiamo bisogno di implementare gli obiettivi delle energie rinnovabili che, purtroppo, il Governo, con alcuni provvedimenti del Ministro dell'Agricoltura Lollobrigida, ha drammaticamente fermato. Ma nonostante ciò, il sistema sta andando avanti, perché il futuro è rinnovabile, nonostante questo Governo abbia disatteso l'esito di un referendum volendo reintrodurre il nucleare, il cui costo dell'energia, prodotta appunto dal nucleare, è enormemente più caro di quello di cui stiamo parlando. Pensi che i dati dell'Agenzia internazionale per l'energia indicano che il costo del nucleare è di 170 euro al megawattora.
Però, la questione è che noi, invece, vogliamo aumentare significativamente - e sollecitiamo che il Governo aumenti significativamente - la potenza da FER installata nel nostro territorio, ma per fare questo è necessario che ci siano anche modifiche normative che consentano lo sblocco degli allacci che intervengono nei luoghi dove ci sono i blocchi dovuti alla saturazione virtuale dei punti di connessione e dei ritardi nelle procedure di allaccio alla rete, i cui tempi, comunicati da Terna o da Enel Distribuzione, in alcuni casi - pensi, signora Sottosegretaria - arrivano a 1.212 giorni. È qualcosa che può aiutare il nostro Paese a fare un salto in avanti verso il futuro, migliorando la qualità della vita, dando una risposta e abbassando il costo dell'energia drasticamente, rendendo più competitiva la nostra economia, creando posti di lavoro e diminuendo drasticamente il costo delle bollette, ma questo non si fa. Da un lato, invece, si ferma l'applicazione di quello che prevede l'Europa con le tariffe zonali e, dall'altro, si rallentano fortemente gli obiettivi delle rinnovabili.
Quindi, le questioni per le quali io oggi la interrogo sono: se il Governo preveda di rendere ufficiale la scelta dei porti destinati allo sviluppo dell'eolico ; quali sono gli obiettivi di sviluppo dell'eolico al 2040 e al 2050; quali iniziative intende prendere il Governo per riformare l'attuale sistema di connessione alla rete degli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile, superando la criticità e la saturazione virtuale della rete; se non ritenga, allo scopo - sempre il Governo - di minimizzare le infrastrutture di rete necessarie, di adottare iniziative di competenza volte a favorire la realizzazione di impianti ibridi (eolico, più fotovoltaico, più sistemi di accumulo) connessi sotto lo stesso punto di connessione; se non ritenga - cosa estremamente importante, infine - di intervenire affinché si dia applicazione alle tariffazioni zonali, che sono una svolta, una vera e propria rivoluzione.
Questo Governo ha nelle mani la possibilità di fare un qualcosa di positivo per gli italiani dal punto di vista dell'energia per quanto attiene all'abbassamento del costo, però, purtroppo, devo constatare che questo Governo, invece, sta bloccando l'applicazione delle tariffe zonali, che abbasserebbe il costo dell'energia.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti dell'università degli studi di Salerno di Fisciano, in provincia di Salerno, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
La Sottosegretario di Stato, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, in relazione ai temi posti dall'onorevole interrogante, si evidenzia che, al fine di ridurre il significativo di prezzo dell'energia elettrica che il nostro Paese sconta - anche in altri campi - rispetto ad altri mercati europei, il Governo si è impegnato sin da subito, attraverso varie misure strutturali, ad accelerare lo sviluppo di nuova capacità da fonti rinnovabili, in modo da consentire ai consumatori di accedere ai benefici, anche di costo, della transizione energetica, e al sistema Paese una maggiore indipendenza energetica.
Per quanto riguarda il rilievo sulla disciplina delle connessioni alla rete elettrica, il Governo è consapevole che il fenomeno della saturazione virtuale sta notevolmente rallentando l'ingresso nel mercato di nuovi impianti a fonte rinnovabile. Per raggiungere gli importanti obiettivi posti al 2030, stiamo affinando una specifica proposta normativa che ha lo scopo di introdurre un cambio di paradigma e di avviare un processo virtuoso con evidenti benefici in termini di efficienza allocativa delle risorse, accelerando, al contempo, la realizzazione delle iniziative rinnovabili.
Il Gestore del sistema di trasmissione nazionale dovrà razionalizzare il processo, progettando soluzioni complessive più efficienti. Il rilascio delle soluzioni di connessione avverrà attraverso una cosiddetta , durante la quale i proponenti potranno liberamente operare la scelta della soluzione di connessione da loro preferita nell'ambito dell'offerta resa disponibile da Terna. Sarà compito di ARERA aggiornare le condizioni tecniche, procedurali ed economiche del nuovo processo di connessioni proposto.
Per quanto riguarda la risorsa , il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica ha concluso il processo di individuazione delle autorità portuali idonee per lo sviluppo degli investimenti nel settore della cantieristica navale per la produzione, l'assemblaggio e il varo di impianti eolici . Ad oggi il decreto di individuazione di tali aree demaniali è all'attenzione del Ministero dell'Economia per l'acquisizione del prescritto parere di concerto.
Per quanto riguarda, invece, l'individuazione delle aree idonee in mare per eolico , il MASE sta partecipando attivamente all'attività di implementazione di tre piani di gestione dello spazio marittimo, nei quali saranno inserite tali aree.
Con riferimento a quanto osservato dall'interrogante, in merito al percorso di superamento del PUN sul mercato all'ingrosso dell'energia elettrica, si tratta di una riforma importante che, anche in considerazione della crescente penetrazione nel mercato della generazione da fonti rinnovabili intermittenti, potrà contribuire a definire condizioni di mercato funzionali allo sviluppo di una maggiore flessibilità, anche lato domanda, grazie ai segnali di prezzo zonali.
Con la delibera n. 304 del 2024 di ARERA è stata disciplinata, tra l'altro, l'applicazione del meccanismo transitorio di perequazione richiamato. La medesima delibera ha previsto, data la complessità del processo e tenuto conto delle osservazioni pervenute durante la consultazione pubblica, di rinviare ad un successivo provvedimento le modalità di superamento della componente perequativa, disponendo altresì che tali modalità saranno rese note con un anticipo di almeno 24 mesi.
Definire i criteri di tale superamento è, infatti, un'attività complessa che richiede di bilanciare diverse esigenze per tenere conto, come indicato dal decreto 18 aprile 2024, del contributo alla flessibilità e all'efficienza del sistema da parte delle diverse categorie di clienti finali.
Inoltre, sarà altresì importante rendere note le modalità di superamento con sufficiente anticipo per consentire a tutti i soggetti coinvolti (operatori di mercato, gestori di rete, gestore del mercato e consumatori finali) di disporre del tempo necessario per l'adeguamento dei sistemi informativi e procedure operative funzionali ad un passaggio efficace e consapevole ai prezzi zonali.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà, per dieci minuti, di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signora Presidente. No, sono insoddisfatto e sono preoccupato, perché di fatto, su un punto principale e fondamentale, che attiene alla vita della stragrande maggioranza delle famiglie italiane, di quelle che - devo dire - contano gli euro a fine mese per la bolletta elettrica, per quella del gas e via dicendo, non è una bella notizia quella che lei oggi ha fornito al Paese, signora Sottosegretaria.
Su ARERA - la cui funzione dovrebbe essere sottoposta a maggiore attenzione, considerati i numerosi conflitti di interessi che la investono - trovo francamente singolare che nell'autorità che deve gestire e regolare il sistema elettrico del nostro Paese vi siano membri di consigli di amministrazione oppure esponenti o dirigenti di società energetiche. Penso che doveva essere determinata una sorta di incompatibilità, da questo punto di vista, di chi assolve queste funzioni importanti in nome dell'interesse pubblico e, però, ha rappresentato interessi di un certo tipo.
Questo è un problema, signora Sottosegretaria. Infatti, questo sembrerebbe un discorso tecnico, anche per chi ci sta ascoltando, attraverso il sito , ma cerco di far capire che cosa significhi - perché l'autorità dipende da voi e il Ministero ha le funzioni per sollecitare anche con opportuni provvedimenti legislativi - il fatto che oggi, nonostante le rinnovabili vadano lentamente, mentre sto parlando, in Puglia e in Basilicata, il 124 per cento dell'energia elettrica prodotta è da rinnovabili, ovvero eolico e fotovoltaico. Se applicassimo alle famiglie della Basilicata e della Puglia quel prezzo che viene prodotto in questo momento, avremmo un abbassamento di almeno il 50 per cento del costo dell'energia. Capite che cosa significa per i portafogli delle famiglie pugliesi? Analogamente, in Calabria, in Sardegna e poi a seguire.
Allora, perché si vuole fermare l'applicazione delle tariffe zonali, che determinerebbe una sorta di competitività, di andare verso le rinnovabili, che hanno un costo basso? È molto semplice, lo capiscono tutti: siccome il sole e il vento sono fonti gratuite, nessuno le deve pagare. Io posso usare il sole, invece il petrolio lo devo comprare, il gas lo devo comprare. Ecco il profitto dove si determina.
Allora bisogna capire se la politica energetica di questo Paese si schiera dalla parte dell'interesse pubblico, delle famiglie, che non possono essere salassate. Come le ho detto nel mio intervento introduttivo, abbiamo famiglie, specialmente famiglie di persone anziane, che non accendono i riscaldamenti d'inverno, che usano al minimo l'elettricità e il gas, non solo perché sono famiglie povere o hanno pensioni minime, signora Sottosegretaria, ma anche perché il costo dell'energia è insostenibile. Quindi, anche da questo punto di vista, mentre volete con determinazione incredibile… Voglio dire e l'ho detto più volte alla Presidente Meloni che confonde l'autonomia energetica con altre questioni: non vorrei fare il professorino, non mi piace, però vorrei ricordare che, l'autonomia energetica in un Paese la si conquista, se si dispone di fonti energetiche, ovvero il gas, il petrolio o l'uranio, se si vuole fare il nucleare. E, in realtà, quando la Presidente Meloni ha detto “porteremo il nucleare in Italia, così pagheremo l'energia più bassa e saremo autonomi dal punto di vista energetico”, se fossi andato all'università a fare un esame, il professore mi avrebbe detto: caro Bonelli te ne torni a casa, studia, perché, l'autonomia energetica, in Italia, non la costruisce in questa maniera. La puoi costruire però, essendo noi il Paese del sole e del vento, utilizzando questi.
E poi, sul nucleare, mi scusi, l'ho detto prima: 170 euro a megawattora costa il nucleare nella media europea. Oggi paghiamo, sul dato del PUN, 105 euro a megawattora, ma perché dovremmo pagare un'energia più di quanto oggi la paghiamo con soldi che sono totalmente pubblici per finanziare le costruzioni di centrali?
Allora, sono molto preoccupato, signora Sottosegretaria, perché il rinvio dell'applicazione delle tariffe zonali è una bruttissima notizia per le famiglie italiane, per le imprese, per i loro conti, per i bilanci familiari, perché significa continuare a salassare famiglie e imprese. Vi siete assunti una responsabilità. Io se avessi avuto una responsabilità di Governo, avrei operato in maniera tale che ARERA non decidesse della vita delle persone, di milioni, della stragrande maggioranza delle famiglie italiane, portandole verso una situazione di gravi difficoltà economiche, favorendo - e concludo -, in questo modo, signora Sottosegretaria, le grandi società energetiche, che hanno realizzato profitti enormi dal gas e della vendita del petrolio per fare energia e riscaldare le nostre case.
Allora, qui si vede da che parte si sta: c'è chi sta dalla parte dell'interesse pubblico e c'è chi sta dalle parti delle energetiche, che stanno prendendo profitti a non finire.
Concludo. Se la ricorderà la bellissima poesia di Bertolt Brecht su chi costruì le piramidi: chi fece le piramidi? Le fecero i faraoni oppure gli schiavi che portavano i massi per fare le piramidi? Ecco, la questione è questa. Chi ha fatto i profitti delle società energetiche ENI ed ENEL? La capacità del oppure le famiglie e i pensionati che sono stati costretti a vedersi raddoppiate e triplicate le bollette?
A voi, diciamo, la responsabilità di invertire - ma, oggi, lei ha dato dimostrazione di non voler invertire - questa strada e di condannare gli italiani, almeno per i prossimi anni, a pagare bollette salate.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 12 giugno 2025, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera: “Onorevole Presidente, La informo che il Presidente della Repubblica, su mia proposta, con decreto in data odierna, ha nominato Sottosegretario di Stato per la Presidenza del Consiglio dei ministri il sig. Luigi Sbarra. Cordiali saluti. Giorgia Meloni”.
PRESIDENTE. Avverto che, con distinte lettere, in data 12 giugno 2025, i presidenti delle Commissioni trasporti, attività produttive e giustizia hanno rappresentato l'esigenza - sulla quale hanno convenuto all'unanimità gli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni medesime - di posticipare, rispettivamente: a lunedì 23 giugno l'avvio della discussione in Assemblea, attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 16 giugno, del disegno di legge n. 2316 recante disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale; al prossimo calendario dei lavori l'avvio della discussione in Assemblea, attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 23 giugno, della proposta di legge n. 1693 recante modifica dell'articolo 609- del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso.
Conseguentemente, secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame del disegno di legge n. 2316 non sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute previste per la prossima settimana e la relativa discussione generale sarà collocata quale primo argomento all'ordine del giorno della seduta di lunedì 23 giugno, mentre il seguito dell'esame sarà iscritto a partire dalla seduta di martedì 24 giugno, sempre quale primo argomento all'ordine del giorno.
Secondo le medesime intese, nella giornata di lunedì 23 giugno, ove le discussioni generali non si concludano entro le ore 15, le stesse proseguiranno dopo la conclusione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, con eventuale prosecuzione notturna.
Infine, sempre secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame della proposta di legge n. 1693 non sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute previste per il periodo dal 23 al 27 giugno.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
S. 1467 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2025, n. 55, recante disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF dovuti per l'anno 2025 (Approvato dal Senato). (C. 2448)
: GIORDANO.
2.