RICCARDO FRACCARO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Nicola Bianchi, Michele Bordo, Bruno, Catalano, Cicu, Coppola, De Lorenzis, Dell'Orco, Di Gioia, Di Lello, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofalo, Liuzzi, Meta, Migliore, Mogherini, Pes, Ragosta, Ravetto, Sani, Speranza e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
RICCARDO FRACCARO, legge:
PAOLO PASSOLUNGHI, da Codogno (Lodi), chiede:
interventi per evitare le interruzioni dei servizi di riscaldamento e di erogazione della corrente elettrica sui treni (462) – alla IX Commissione (Trasporti);
la soppressione della cosiddetta «tessera del tifoso» (463) – alla VII Commissione (Cultura);
una riforma della legge elettorale con l'introduzione del voto di preferenza (464) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'abrogazione del sesto periodo del comma 2 dell'articolo 126- del codice della strada, in materia di sanzioni per l'omessa comunicazione dei dati del conducente in caso di contestazione differita (465) – alla IX Commissione (Trasporti);
la messa a disposizione di una banca dati dei precedenti parlamentari (466) – alla Giunta per il Regolamento;
l'aumento delle ore di insegnamento di latino e lingua inglese nei licei scientifici (467) – alla VII Commissione (Cultura);
interventi per garantire l'accesso al servizio di gratuito in tutti i comuni italiani (468) – alla IX Commissione (Trasporti);
PAOLA TONONI, da Poggio Berni (Rimini), chiede interventi urgenti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici dei comuni di Poggio Berni e di Torriana dai rischi idrogeologico e sismico (469) – alla VIII Commissione (Ambiente);
FABIO CAVALCA, da Parma, chiede una nuova legge elettorale, con l'abolizione delle soglie di sbarramento e del premio di maggioranza e la reintroduzione delle preferenze (470) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'operato dell'INPS (471) – alla XI Commissione (Lavoro);
l'abrogazione dell'articolo 59 della Costituzione in materia di senatori a vita e la trasformazione del Senato in Camera delle Regioni (472) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
NIVES BIASOTTI, da Villanova di Camposiero (Padova), chiede nuove norme in materia di imposta sul valore degli immobili all'estero (473) – alla VI Commissione (Finanze);
MARIA CARINI, da Piacenza, chiede che le Camere non approvino provvedimenti di amnistia o di indulto (474) – alla II Commissione (Giustizia);
MICHELE VECCHIONE, da Alatri (Frosinone), chiede la previsione di riserve di posti, nell'ambito dei concorsi pubblici, per i figli degli appartenenti a ciascuna categoria produttiva e sociale (475) – alla XI Commissione (Lavoro);
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
nuove norme in materia di comunicazione delle emergenze meteorologiche e sismiche (476) – alla VIII Commissione (Ambiente);
misure per il potenziamento delle attività ispettive sugli automezzi dell'azienda di trasporto pubblico COTRAL (477) – alla IX Commissione (Trasporti);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede:
misure per il potenziamento dei controlli di polizia nelle stazioni della metropolitana di Roma (478) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
nuove norme limitative in materia di associazioni massoniche (479) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
TOMMASO BADANO, da Sassello (Savona), chiede norme per favorire il rientro dei capitali detenuti all'estero (480) – alla VI Commissione (Finanze);
SIMONA SCHIRINZI, da Cellino San Marco (Brindisi), e numerosi altri cittadini chiedono che non siano costruiti impianti di produzione di energia elettrica da biomasse nel territorio del comune di Cellino San Marco (481) – alla XIII Commissione (Agricoltura);
LUIGI PERRONE, da Roma, e altri cittadini chiedono interventi a sostegno delle istanze di ampi settori del popolo ucraino per istituzioni democratiche e rappresentative (482) – alla III Commissione (Affari esteri);
LAURA GIRARDELLO, da Ronciglione (Viterbo), e altri cittadini chiedono di introdurre nella Costituzione l'obbligo di esame delle proposte di legge popolari da parte del Parlamento (483) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
GABRIELLA CUCCHIARA, da Roma, chiede l'abolizione del secondo grado di giudizio nei processi penali e civili (484) – alla II Commissione (Giustizia);
SALVATORE ACANFORA, da Roma, chiede: l'ampliamento della programmazione culturale della televisione pubblica, a scapito di quella politica (485) – alla VII Commissione (Cultura);
nuove norme in materia di collocamento e compensi dei calciatori (486) – alla VII Commissione (Cultura);
l'istituzione di una Commissione di inchiesta sulla morte di Aldo Moro (487) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
provvedimenti per la riduzione del carico fiscale e il miglioramento dei rapporti tra fisco e cittadini (488) – alla VI Commissione (Finanze).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1885-A: Conversione in legge del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate.
Ricordo che nella seduta del 14 gennaio 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunziato.
ERMETE REALACCI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, . Signor Presidente, volevo chiedere a lei e all'Aula: noi abbiamo appena ricevuto un parere molto articolato dalla Commissione bilancio, il provvedimento come sapete è importante, ma anche complesso. Io penso che abbiamo bisogno almeno di tre quarti d'ora per esaminarlo, quindi penso che poi i lavori possano iniziare regolarmente alle 11,30.
PRESIDENTE. Se questa è la proposta e non vi sono obiezioni, la Presidenza ne prende atto.
A questo punto do lettura delle inammissibilità, cosa della quale la Commissione potrà giovarsi anche per articolare meglio i propri lavori e non perdere tempo su proposte emendative che la Presidenza ha ritenuto inammissibili, successivamente la seduta riprenderà alle ore 11,30.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.300 e 2.300, che sono in distribuzione e in riferimento ai quali risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione – colleghi, per favore – del termine per la presentazione di subemendamenti.
Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative già dichiarate inammissibili in sede referente: Marzana 1.83; Terzoni 1.68; Micillo 1.73; Taglialatela 1.01; Fico 1.05; Russo 1.06; Grimoldi 2.264; Russo 2.05; Russo 2.07; Russo 2.08; De Rosa 3.11; Micillo 3.22; Zolezzi 3.23; Zolezzi 3.35; Russo 3.04; Nesci 5.12; Busto 5.13; De Rosa 6.8; De Lorenzis 7.202, limitatamente alla parte consequenziale, analoga all'articolo aggiuntivo... colleghi, se evitiamo di urlare, onorevole Airaudo, onorevole Melilla, colleghi, per favore ! Dicevo, l'emendamento De Lorenzis 7.202, limitatamente alla parte consequenziale, analoga all'articolo aggiuntivo De Lorenzis 7.04 già dichiarato inammissibile in Commissione; Marzana 7.27; De Lorenzis 8.02; Nesci 8.06; De Lorenzis 9.01; Nesci 9.03.
Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 96-, comma 7, del Regolamento, le seguenti ulteriori proposte emendative, non previamente presentate in Commissione, in quanto relative a materie estranee rispetto al contenuto del decreto-legge in esame ed a quello degli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in sede referente: Taglialatela 2.270, volto a prevedere che la regione Campania possa avvalersi di personale di società firmatarie di accordi di programma con la pubblica amministrazione; Taglialatela 2.271, recante un'autorizzazione di spesa per la ricollocazione del personale dei consorzi di bacino; Formisano 2.272, volto ad istituire e disciplinare un ulteriore organismo – in particolare un'Autorità di vigilanza sull'emergenza ambientale – rispetto a quelli previsti dal testo in esame; De Lorenzis 8.0201, relativo al divieto di approvvigionamento di acqua potabile per uso industriale da parte dell'Ilva e delle altre aziende che operano nel SIN di Taranto; De Lorenzis 9.200, volto a garantire il mantenimento per quattro anni del reddito dei lavoratori in caso di cessione di complessi aziendali o di ristrutturazione economica; analoga previsione reca l'articolo aggiuntivo De Lorenzis 7.0200 che, per la restante parte, riproduce il contenuto dell'articolo aggiuntivo 7.04, dichiarato inammissibile nel suo complesso; Petraroli 9.202, volto ad estendere alle imprese di interesse strategico nazionale la disciplina delle visite di cui all'articolo 67 della legge n. 354 del 1975: tale proposta emendativa, oltre a riguardare materia estranea rispetto a quelle oggetto del provvedimento, concerne tutte le imprese di interesse nazionale, laddove il decreto in esame reca una disciplina circoscritta all'Ilva di Taranto.
A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,30.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 2.301, che è in distribuzione, e in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione dei termini per la presentazione dei subemendamenti.
Avverto inoltre che gli emendamenti Matarrese 7.52 e 7.42 sono stati ritirati dal presentatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione .
Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia .
Avverto che il parere della Commissione bilancio reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4- del Regolamento.
Se nessuno chiede di intervenire sugli emendamenti, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
Non vedo il rappresentante del Governo... Ecco il Ministro.
Bene, invito quindi il relatore per la maggioranza, onorevole Bratti, ad esprimere il parere della Commissione.
ALESSANDRO BRATTI, . Signora Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Zan 1.202... devo dire anche il nome del primo firmatario o basta il numero ?
PRESIDENTE. Se lo fa come favore, facciamo prima.
ALESSANDRO BRATTI, . La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti De Rosa 1.2, Zaratti 1.3, Russo 1.200, Di Gioia 1.203, Busto 1.6, Grimoldi 1.11 e Russo 1.9 e 1.13.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento De Rosa 1.14, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: : «destinati all'agricoltura» aggiungere le seguenti: « o utilizzati ad uso agricolo anche temporaneo, negli ultimi vent'anni».
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Busto 1.15 e 1.208 e Zan 1.24, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Russo 1.34 e 1.35, Grimoldi 1.36 e De Rosa 1.37, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 1.701, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Marazziti 1.205, Vignaroli 1.207 e Russo 1.30.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Russo 1.85. Il parere è contrario sugli emendamenti Russo 1.86, Busto 1.40, De Rosa 1.41 e Busto 1.45.
Il parere della Commissione è favorevole sull'emendamento Terzoni 1.59, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: : «agroalimentare ma esclusivamente a colture diverse», aggiungere le seguenti: «in considerazione delle capacità fitodepurative».
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pellegrino 1.46 e Luigi Gallo 1.48. La Commissione esprime un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti De Rosa 1.53 e Russo 1.201, perché sono cose già fatte, dette e recepite. La Commissione esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Russo 1.92 e 1.54, Marazziti 1.206, Russo 1.56 e De Rosa 1.63.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Busto 1.69 e 1.72 e Fico 1.74. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Busto 1.79, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.300, mentre esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.702, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, e 1.703, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Grimoldi 1.204 e Russo 1.95, sugli articoli aggiuntivi Silvia Giordano 1.04 e Russo 1.07 e sull'emendamento Grimoldi 2.1.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Busto 2.4, purché riformulato nel seguente modo: «tutela e bonifica nei terreni» aggiungere le seguenti: «nelle acque di falda e nei pozzi».
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Di Gioia 2.257, Luigi Gallo 2.5 e De Rosa 2.9; esprime parere favorevole sull'emendamento 2.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, ed esprime parere contrario sugli emendamenti Luigi Gallo 2.20, Russo 2.200, Antimo Cesaro 2.259, Russo 2.17, Sibilia 2.22 e 2.24.
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Pellegrino 2.254 e Zaccagnini 2.34, purché riformulati nel seguente modo: : «La Commissione deve, inoltre, prevedere, nell'ambito degli interventi di bonifica e riequilibrio dell'ecosistema, l'utilizzo di sistemi naturali rigenerativi e agroecologici attraverso piante con proprietà fitodepurative previste dalla legislazione vigente».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.701, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zaratti 2.41, purché riformulato nel seguente modo: : «Tra i soggetti attuatori degli interventi di bonifica, sono individuate anche le società partecipate della regione che operano in tali ambiti». La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Micillo 2.40 e Luigi Gallo 2.43.
Sull'emendamento De Rosa 2.267 vi era un parere contrario della Commissione bilancio, l'abbiamo ripresentato come Commissione, quindi vi è un invito al ritiro, perché la Commissione lo fa proprio e lo ripresenta in quanto tale.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Colonnese 2.251 e raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 2.301. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Russo 2.252, raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 2.300, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 2.703, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Grimoldi 2.262 e Russo 2.253 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 2.704, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Russo 2.48 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 2.705, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Zan 2.52, Grimoldi 2.49, Russo 2.56 e 2.263.
La Commissione chiede l'accantonamento dell'emendamento 2.706, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, per approfondimenti.
PRESIDENTE. L'emendamento Luigi Gallo 2.290 è collegato al 2.706, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, quindi lo deve accantonare insieme.
ALESSANDRO BRATTI, . Va bene, Presidente.
La Commissione esprime, poi, parere contrario sull'emendamento Zaratti 2.255, formula un invito al ritiro dell'emendamento Zan 2.256, esprime parere favorevole sull'emendamento 2.707, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento. La Commissione esprime parere contrario sulle proposte emendative Grimoldi 2.64 e Russo 2.03.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Russo 2.02, chiede l'accantonamento dell'emendamento 2-.700 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Fico 3.5 e Grimoldi 3.37.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Grimoldi 3.201, purché riformulato nel seguente modo: nonché paglia
La Commissione esprime parere contrario sui seguenti emendamenti: Russo 3.18, Zaratti 3.25 e 3.26 ed esprime parere favorevole sugli emendamenti 3.700 e 3.701, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Russo 3.40.
La Commissione esprime parere contrario sulle proposte emendative Russo 3.42, Tofalo 3.36, Russo 3.43, 3.200 e 3.02, Grimoldi 5.1, 5.3, 5.4 e 5.5, Zaratti 5.7.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 5.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
Siamo all'articolo 6 e la Commissione esprime parere contrario sui seguenti emendamenti: De Rosa 6.1, Zaratti 6.2 e formula un invito al ritiro dell'emendamento Zaratti 6.202 altrimenti il parere è contrario. Il parere è contrario, poi, sui seguenti emendamenti: Busto 6.200, Zaratti 6.5, Busto 6.201.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 6.700 e 6.701, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento De Lorenzis 7.1, sugli identici emendamenti Zan 7.2 e Silvia Giordano 7.3 e sugli emendamenti Zan 7.200 e 7.8.
Sull'emendamento De Lorenzis 7.202, che è stato dichiarato in parte inammissibile, il parere è contrario sulla parte reputata ammissibile.
Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Furnari 7.201.
La Commissione esprime parere favorevole sul proprio emendamento 7.300.
La Commissione esprime parere contrario sui seguenti emendamenti: Zan 7.203, Zaratti 7.204, Zolezzi 7.10, sugli identici emendamenti Zan 7.11 e Colonnese 7.12, sugli emendamenti Colonnese 7.13, Spessotto 7.205 e 7.206, Zan 7.14, Spessotto 7.208, sugli identici emendamenti Zan 7.16 e De Rosa 7.17 e sugli identici emendamenti Zan 7.18 e Fico 7.58; sugli emendamenti Zaratti 7.19, De Rosa 7.21, Crippa 7.23 e 7.28, Zaratti 7.26, sugli identici emendamenti De Lorenzis 7.29 e Zan 7.30, sugli emendamenti Furnari 7.210 e Zan 7.211, sugli identici emendamenti Zan 7.212 e De Lorenzis 7.213; sugli emendamenti De Lorenzis 7.214, Crippa 7.35 e 7.36 e sugli identici emendamenti Crippa 7.37 e Zan 7.38, nonché sull'emendamento Zaratti 7.40.
Gli emendamenti Matarrese 7.52 e 7.42 sono stati ritirati.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Zaratti 7.215 e 7.216, mentre esprime parere contrario sull'emendamento De Lorenzis 7.49.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento De Lorenzis 8.202, mentre esprime favorevole sull'emendamento De Lorenzis 8.203 con la seguente riformulazione: aggiungere, infine, le parole: «e in contraddittorio con l'ARPA Puglia. I costi delle analisi effettuate dall'ARPA Puglia sono a carico dell'Ilva spa». Conseguentemente, al medesimo capoverso, al medesimo comma, lettera f), aggiungere, infine, le parole: «solo dopo essere analizzati dall'ARPA Puglia con i costi delle analisi a carico dell'Ilva spa».
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento De Lorenzis 8.200, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Zolezzi 8.207 con la seguente riformulazione: : «Con le medesime modalità si procede alla rimozione dei rifiuti contenenti amianto e al conferimento dei medesimi rifiuti nelle discariche, di cui all'allegato 2 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, e alla contestuale mappatura dei materiali contenenti amianto presenti nello stabilimento».
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Zolezzi 8.206, De Lorenzis 8.204 e 8.205, Zaratti 8.6 e Furnari 8.208, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 8.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento. Infine la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti De Rosa 8.209, Ciprini 9.2 e De Lorenzis 9.3, 9.1 e 9.4.
Volevo solo dire questo, signor Presidente: non deve far spaventare il notevole numero dei pareri contrari perché in realtà, come ho avuto occasione di dire nel corso della discussione sulle linee generali, dei 350 emendamenti circa che sono stati presentati in Commissione, di cui una cinquantina inammissibile, più della metà sono stati, tra direttamente accolti, riformulati o fatti propri dal relatore, in verità accolti. Quindi io vorrei sottolineare ancora una volta il lavoro di concertazione proficuo – al di là delle idee diverse dei singoli gruppi su alcune questioni importanti – che è stato fatto in sede di Commissione e con l'ausilio sempre presente del Ministro dell'ambiente, che ha mantenuto esattamente tutti i punti su cui si era impegnato durante la discussione in Commissione.
Quindi questo lo volevo sottolineare perché non vorrei che tutta questa sfilza di pareri contrari fosse politicamente letta non in maniera corretta.
PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo ?
ANDREA ORLANDO, Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Vorrei inoltre riprendere la sottolineatura che ha fatto. Abbiamo cercato in sede di Commissione di accogliere, perché eravamo convinti anche della fondatezza di questi emendamenti, il numero più alto possibile degli emendamenti venuti da tutti i gruppi. Credo che questo abbia rafforzato il provvedimento nel suo insieme e pertanto le valutazioni negative sugli emendamenti ulteriormente presentati sono anche una difesa del lavoro comune che è stato svolto in Commissione da tutti i gruppi
PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere.
MASSIMO FELICE DE ROSA, Signor Presidente, visto che non abbiamo ancora ricevuto il fascicolo con la numerazione degli emendamenti che recepiscono le condizioni delle Commissione bilancio, esprimeremo i pareri volta per volta.
PRESIDENTE. Non sarebbe possibile perché questo è un decreto-legge, quindi dovrebbe intanto...
MASSIMO FELICE DE ROSA, Aspettiamo il fascicolo...
PRESIDENTE. Il fascicolo è in distribuzione, intanto può esprimere i pareri sugli altri emendamenti. Cominciamo; se vi sono emendamenti che ritiene di dover accantonare, ne accantoniamo l'espressione del parere.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Esprimerò il parere sugli emendamenti che ho a disposizione e accantoniamo gli altri.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Zan 1.202 e Zaratti 1.3.
PRESIDENTE. C’è prima l'emendamento De Rosa 1.2.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . L'emendamento De Rosa 1.2 mi risultava già ritirato, ma eventualmente lo ritiriamo adesso.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Esprimo parere favorevole sull'emendamento Zaratti 1.3, mentre invito al ritiro dell'emendamento Russo 1.200. Il parere è favorevole sugli emendamenti Di Gioia 1.203, Busto 1.6 e Grimoldi 1.11. Formulo un invito al ritiro sugli emendamenti Russo 1.9 e 1.13, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti De Rosa 1.14, Busto 1.15 e 1.208. Esprimo parere contrario sull'emendamento Zan 1.24, mentre invito al ritiro degli emendamenti Russo 1.34 e 1.35...
PRESIDENTE. Mi scusi il parere sull'emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86 comma 4- del Regolamento non lo può esprimere adesso perché non lo ha visto. È corretto ?
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Esatto. Quindi, invito al ritiro degli emendamenti Russo 1.34 e 1.35, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 1.36, De Rosa 1.37, Marazziti 1.205 e Vignaroli 1.207. Invito al ritiro degli emendamenti Russo 1.30, 1.85 e 1.86. Il parere è favorevole sugli emendamenti Busto 1.40, De Rosa 1.41, Busto 1.45 e Terzoni 1.59.
Esprimo parere contrario sull'emendamento Pellegrino 1.46, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Luigi Gallo 1.48 e sugli identici emendamenti De Rosa 1.53 e Russo 1.201. Invito al ritiro degli emendamenti Russo 1.92 e 1.54, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Marazziti 1.206. Invito al ritiro dell'emendamento Russo 1.56, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti De Rosa 1.63, Busto 1.69 e 1.72, Fico 1.74, Busto 1.79 e Grimoldi 1.204. Invito al ritiro dell'emendamento Russo 1.95. Esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Silvia Giordano 1.04, mentre invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Russo 1.07. Il parere è contrario sull'emendamento Grimoldi 2.1, mentre è favorevole sugli emendamenti Busto 2.4, Di Gioia 2.257, Luigi Gallo 2.5, De Rosa 2.9 e Luigi Gallo 2.20. Invito al ritiro dell'emendamento Russo 2.200, mi astengo sull'emendamento Antimo Cesaro 2.259 e formulo un invito al ritiro sull'emendamento Russo 2.17. Il parere è favorevole sugli emendamenti Sibilia 2.22 e 2.24...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole De Rosa, mi ha colto di sorpresa, mi deve dire qual è il parere sull'emendamento Antimo Cesaro 2.259.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Sì, mi scusi, Presidente, su questo emendamento mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. Sta bene. Eravamo arrivati all'emendamento Sibilia 2.24. Andiamo avanti.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Sì. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Pellegrino 2.254 e Zaccagnini 2.34, nonché sugli emendamenti Zaratti 2.41, Micillo 2.40 e Luigi Gallo 2.43. Il parere sull'emendamento De Rosa 2.267 è favorevole, anzi lo ritiro, visto che ne è stato presentato uno di identico contenuto dalla Commissione.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Esprimo parere favorevole sull'emendamento Colonnese 2.251, mentre invito al ritiro dell'emendamento Russo 2.252. Esprimo parere contrario sull'emendamento Grimoldi 2.262, mentre invito al ritiro degli emendamenti Russo 2.253 e 2.48. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Zan 2.52 e contrario sull'emendamento Grimoldi 2.49. Invito al ritiro degli emendamenti Russo 2.56 e 2.263. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Luigi Gallo 2.290, Zaratti 2.255, Zan 2.256 e Grimoldi 2.64. Invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Russo 2.03.
PRESIDENTE. C’è prima l'emendamento Formisano 2.272.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Mi risulta inammissibile.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Esprimo un invito al ritiro sugli articoli aggiuntivi Russo 2.03 e 2.02. Il parere è favorevole sugli emendamenti Fico 3.5, Grimoldi 3.37.
Esprimo parere contrario sull'emendamento Grimoldi 3.201. Invito al ritiro dell'emendamento Russo 3.18, mentre sull'emendamento Zaratti 3.25 mi rimetto all'Aula. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Zaratti 3.26 e invito i presentatori a ritirare gli emendamenti Russo 3.40 e 3.42.
Esprimo parere favorevole sull'emendamento Tofalo 3.36 e invito al ritiro delle proposte emendative Russo 3.43, 3.200 e 3.02. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 5.1, 5.3, 5.4 e 5.5, Zaratti 5.7, De Rosa 6.1, Zaratti 6.2 e 6.202, Busto 6.200, Zaratti 6.5, Busto 6.201 e De Lorenzis 7.1. Il parere è altresì favorevole sugli identici emendamenti Zan 7.2 e Silvia Giordano 7.3, nonché sull'emendamento Zan 7.200. Sull'emendamento Zan 7.8 mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Furnari 7.201...
PRESIDENTE. C’è l'emendamento De Lorenzis 7.202, che è parzialmente inamissibile.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Sì, il parere sull'emendamento De Lorenzis 7.202 è favorevole. Inoltre, il parere è favorevole sugli emendamenti Furnari 7.201, 7.300 della Commissione, Zan 7.203, Zaratti 7.204 e Zolezzi 7.10. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Zan 7.11 e Colonnese 7.12, nonché sugli emendamenti Colonnese 7.13, Spessotto 7.205 e 7.206, Zan 7.14 e Spessotto 7.208. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Zan 7.16 e De Rosa 7.17, nonché sugli identici emendamenti Zan 7.18 e Fico 7.58, Zaratti 7.19, De Rosa 7.21 e Crippa 7.23 e 7.28.
Sull'emendamento Zaratti 7.26 mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti De Lorenzis 7.29 e Zan 7.30, nonché sugli emendamenti Furnari 7.210, Zan 7.211 e sugli identici emendamenti Zan 7.212 e De Lorenzis 7.213. Il parere è altresì favorevole sugli emendamenti De Lorenzis 7.214, Crippa 7.35 e 7.36, nonché sugli identici emendamenti Crippa 7.37 e Zan 7.38. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Zaratti 7.40, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Zaratti 7.215 e 7.216.
Il parere è favorevole sugli emendamenti De Lorenzis 7.49, 8.202, 8.203 e 8.200, nonché sugli emendamenti Zolezzi 8.207 e 8.206 e De Lorenzis 8.204 e 8.205. Sull'emendamento Zaratti 8.6 mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Furnari 8.208, De Rosa 8.209, Ciprini 9.2, De Lorenzis 9.3 e 9.4.
PRESIDENTE. C’è prima l'emendamento De Lorenzis 9.1, dopo l'emendamento De Lorenzis 9.3
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Sì, il parere è favorevole sull'emendamento De Lorenzis 9.1. Ma questo emendamento, De Lorenzis 9.1, non è inammissibile ?
PRESIDENTE. Mi risulta che l'emendamento De Lorenzis 9.1 sia ammissibile.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Il parere è favorevole sugli emendamenti De Lorenzis 9.1 e 9.4.
PRESIDENTE. Abbiamo finito.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . Le altre proposte emendative sono tutte inammissibili.
PRESIDENTE. Non so se le sono arrivati gli emendamenti relativi al parere della Commissione bilancio e se vuole esprimere i pareri su quelli.
MASSIMO FELICE DE ROSA, . No, su questi emendamenti daremo i pareri volta per volta.
PRESIDENTE. Qual è il parere dell'altro relatore di minoranza, l'onorevole Grimoldi ?
PAOLO GRIMOLDI, . Signor Presidente, anche a me manca ancora l'integrazione con gli emendamenti relativi al parere della Commissione bilancio.
Comunque, il parere è contrario sugli emendamenti Zan 1.202, Zaratti 1.3, Russo 1.200 e Di Gioia 1.203. Il parere è favorevole sugli emendamenti Busto 1.6, Grimoldi 1.11, Russo 1.9 e 1.13 e De Rosa 1.14. Il parere è contrario sull'emendamento Busto 1.15, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Busto 1.208 e Zan 1.24.
Dovrebbe esserci poi l'emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86 comma 4- del Regolamento su cui il parere è favorevole. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Marzana 1.83, Russo 1.34 e 1.35. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 1.36, De Rosa 1.37, nonché sugli emendamenti 1.701, da votare ai sensi dell'articolo 86 comma 4- del Regolamento, Marazziti 1.205 e Vignaroli 1.207. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Russo 1.30 e 1.85. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Russo 1.86.
PRESIDENTE. Mi scusi sull'emendamento Vignaroli 1.207 l'ho persa per strada. Ha detto favorevole ?
PAOLO GRIMOLDI, Sì, signor Presidente, parere favorevole. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Busto 1.40, De Rosa 1.41 e Terzoni 1.59. Esprimo parere contrario sull'emendamento Pellegrino 1.46.
PRESIDENTE. Sull'emendamento Busto 1.45 ?
PAOLO GRIMOLDI, . Sull'emendamento Busto 1.45 il parere è contrario ed esprimo parere contrario anche sull'emendamento Luigi Gallo 1.48. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Russo 1.201 e 1.92. Esprimo parere contrario sull'emendamento Russo 1.54, parere favorevole sull'emendamento Marazziti 1.206, parere contrario sugli emendamenti Russo 1.56, De Rosa 1.63 e Busto 1.69, parere favorevole sull'emendamento Busto 1.72, parere contrario sugli emendamenti Fico 1.74 e Busto 1.79, parere favorevole sull'emendamento Grimoldi 1.204, parere contrario sull'emendamento Russo 1.95.
Esprimo parere contrario sugli articoli aggiuntivi Silvia Giordano 1.04 e Russo 1.07. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 2.1 e Busto 2.4. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Di Gioia 2.257, Luigi Gallo 2.5, De Rosa 2.9, Luigi Gallo 2.20, Russo 2.200, Antimo Cesaro 2.259, Russo 2.17, Sibilia 2.22 e 2.24.
Esprimo parere favorevole sull'emendamento Zaccagnini 2.34. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Zaratti 2.41, Micillo 2.40, Luigi Gallo 2.43, Colonnese 2.251 e Russo 2.252. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 2.300 della Commissione e Grimoldi 2.262. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Russo 2.253 e 2.48 e Zan 2.52.
Esprimo parere favorevole sull'emendamento Grimoldi 2.49. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Russo 2.56 e 2.263 e Luigi Gallo 2.251.
PRESIDENTE. Aspetti. Ce n’è uno prima che mi pare che il relatore di maggioranza aveva chiesto di accantonare. Emendamento Luigi Gallo 2.290 ?
PAOLO GRIMOLDI, . Posso andare avanti ?
PRESIDENTE. Sì, sull'emendamento Luigi Gallo 2.290 non ho capito. Mi sa che lo abbiamo saltato con lei, per questo glielo chiedo.
PAOLO GRIMOLDI, . Non ce l'ho.
PAOLO GRIMOLDI, . Non ho lo stesso fascicolo, lo guarderò più tardi.
PAOLO GRIMOLDI, . Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Zaratti 2.255, Zan 2.256 e Grimoldi 2.64. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 2.03. Esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Russo 2.02. Esprimo parere contrario sull'emendamento Fico 3.5. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 3.37 e 3.201 e Russo 3.18. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Zaratti 3.25 e 3.26. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Russo 3.40. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Russo 3.42, Tofalo 3.36 e Russo 3.43. Sull'emendamento Russo 3.200 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 3.02.
PRESIDENTE. L'emendamento Grimoldi 5.1 ?
PAOLO GRIMOLDI, . Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 5.1 e 5.3. Esprimo altresì parere favorevole sugli emendamenti 5.200, Grimoldi 5.4, 5.201, Grimoldi 5.5, nonché sugli emendamenti 5.202, 5.204 e Zaratti 5.7...
PRESIDENTE. Aspetti, perché lei ci sta citando degli emendamenti che noi non abbiamo più. Allora, sugli emendamenti Grimoldi 5.3, 5.4 e 5.5 il parere è favorevole. Sull'emendamento 5.7 ?
PAOLO GRIMOLDI, . Sull'emendamento Zaratti 5.7 mi rimetto all'Assemblea, mentre il parere è contrario sugli emendamenti De Rosa 6.1, Zaratti 6.2 e 6.202, Busto 6.200, Zaratti 6.5 e Busto 6.201. Il parere è favorevole sugli emendamenti 6.700, da votare ai sensi dell'articolo 86 comma 4- del Regolamento e 6.701, da votare ai sensi dell'articolo 86 comma 4- del Regolamento, mentre il parere è contrario sugli emendamenti De Lorenzis 7.1, Silvia Giordano 7.3, Zan 7.200 e 7.8, Furnari 7.201...
PRESIDENTE. Per quanto riguarda l'emendamento De Lorenzis 7.202, vi è una parte ammissibile.
PAOLO GRIMOLDI, . Il parere è contrario, mentre è favorevole sull'emendamento 7.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Poi vi è l'emendamento Zan 7.203.
PAOLO GRIMOLDI, . Il parere è contrario, così come sull'emendamento Zolezzi 7.10.
PRESIDENTE. Vi è l'emendamento Zaratti 7.204.
PAOLO GRIMOLDI, . Il parere è contrario, così come sugli emendamenti Zolezzi 7.10 e Zan 7.11, mentre è favorevole sull'emendamento Colonnese 7.13. Il parere è contrario sugli emendamenti Spessotto 7.205 e 7.206, Zan 7.14, Spessotto 7.208, Zan 7.16 e 7.18, Zaratti 7.19, De Rosa 7.21, Crippa 7.23 e 7.28, Zaratti 7.26. Sull'emendamento Furnari 7.210...
PRESIDENTE. No, prima vi sono gli identici emendamenti De Lorenzis 7.29 e Zan 7.30.
PAOLO GRIMOLDI, . Il parere è contrario, mentre è favorevole sull'emendamento Furnari 7.210. Il parere è contrario sugli emendamenti Zan 7.211 e 7.212, De Lorenzis 7.214, Crippa 7.35, 7.36 e 7.37, Zaratti 7.40, 7.215 e 7.216, De Lorenzis 7.49, 8.202 e 8.203. Il parere è favorevole sull'emendamento De Lorenzis 8.200, mentre è contrario sugli emendamenti Zolezzi 8.207 e 8.206, De Lorenzis 8.204 e 8.205, Zaratti 8.6, Furnari 8.208, De Rosa 8.209, Ciprini 9.2 e De Lorenzis 9.3, 9.1 e 9.4. Ho finito.
Se posso, anche io, comunque, devo sottolineare, come ha detto il relatore, che, nonostante la mole degli emendamenti, registro che parecchi di essi sono stati accolti in Commissione, dove vi è stato un proficuo lavoro; poi, anche durante l'esame del provvedimento, ci ritorneremo nel dettaglio.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Zan 1.202. Sarà complicatissimo dire quali sono i pareri dei relatori, perché, con tre relatori, uno di maggioranza e due di minoranza, non so come faremo.
ALESSANDRO BRATTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI, . Signor Presidente, volevo fare una precisazione, che mi è stata segnalata. Nel fascicolo vi è un errore: l'emendamento Pellegrino 2.254, sul quale ho chiesto una riformulazione, nell'ultima riga fa una specifica relativamente alla «canapa indiana». La proponente non aveva previsto la parola «indiana» e, viste le discussioni che vi sono oggi, sarebbe il caso di eliminare l'aggettivo «indiana» e lasciare solo la parola «canapa».
PRESIDENTE. Vi è un altro emendamento, che era considerato identico, l'emendamento Zaccagnini 2.34, che contiene la parola «indiana». Lei mi sta dicendo questo ?
ALESSANDRO BRATTI, . Esatto, però l'emendamento della collega Pellegrino non la conteneva.
PRESIDENTE. Quindi, gli emendamenti Pellegrino 2.254 e Zaccagnini 2.34 non sono più identici e la riformulazione è relativa all'emendamento Pellegrino 2.254 ?
ALESSANDRO BRATTI, . La riformulazione è relativa a tutti e due gli emendamenti.
PRESIDENTE. A tutti e due. Quindi, la riformulazione è unica, ma l'emendamento non era identico. Va bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zan 1.202.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, abbiamo presentato questo emendamento perché i tempi previsti dal decreto-legge per effettuare la mappatura e la perimetrazione dei terreni agricoli inquinati sono estremamente ridotti. Visti i tempi ristretti, le indagini per individuare i siti inquinati si dovranno basare principalmente su indagini indirette, come il rilevamento, che è uno strumento molto utile, ma non necessariamente consente di individuare tutte le situazioni di contaminazione.
I terreni inquinati della Campania, e in particolar modo della «Terra dei Fuochi», necessiterebbero in realtà di indagini dirette sui terreni di attività di caratterizzazione dei siti. Con questo emendamento, quindi, data l'urgenza di garantire la sicurezza agroalimentare della regione, proviamo ad affiancare alle previste attività di mappatura e di bonifica previste in questo decreto-legge, che hanno un carattere sostanzialmente emergenziale, vista ovviamente anche la loro tempistica, un contestuale, ma più serio ed efficacie piano di mappatura e bonifica dei siti inquinati, svolto attraverso indagini dirette sui terreni. A tal fine c’è uno stanziamento di 80 milioni di euro per un triennio. E chiediamo che entro novanta giorni venga emanato il regolamento appositamente finalizzato a queste opere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata richiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 1.202, con il parere contrario della Commissione, del relatore di minoranza Grimoldi e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
Dichiaro aperta la votazione.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, questo provvedimento è una elegia alle competenze, alla scienza, e da più parti si rileva come sia necessario coinvolgere nelle scelte strategiche chi di queste cose se ne intende, e ovviamente l'accademia prima fra altri.
Mi pare singolare che le università campane, che hanno straordinaria competenza ed anche tradizione importante (penso, ad esempio, alla facoltà di agraria, ma penso anche ai corsi di laurea in ingegneria ambientale), mi sembra abbastanza singolare e strano che quelle eccellenze e quelle competenze non siano appieno utilizzate e coinvolte direttamente nella stesura di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.
VEGA COLONNESE. Signora Presidente, io dichiaro di nuovo quello che il MoVimento 5 Stelle ha già dichiarato sia in Commissione sia durante la discussione generale qui in Aula: il MoVimento 5 Stelle ha deciso di non votare – quindi, non di astenersi, ma di non votare – gli emendamenti presentati da Russo e Cesaro. In questo caso noi vediamo solo emendamenti votati da Russo. Come già dichiarato in Aula, noi ci rifacciamo soprattutto alle intercettazioni ambientali in cui Russo dichiarava di voler cambiare i connotati rivolto ad un proprio elettore.
Quindi, se vogliamo cambiare le cose in Campania, addirittura con un decreto regionale, bisogna cambiare anche le persone che rappresentano la Campania .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Manfredi. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO MANFREDI. Signora Presidente, per quanto riguarda l'emendamento Russo 1.200 volevo dire che noi, durante il dibattito in Commissione, abbiamo presentato – io e il collega Iannuzzi – un emendamento che consentiva di valorizzare il lavoro dei dipartimenti sanitari e agrari in materia di agraria, ambiente e sanità sia dell'università che degli enti di ricerca. È stata accolta la riformulazione del relatore che ci ha proposto in Commissione, perché in quella sede abbiamo annunciato un ordine del giorno, a prima firma mia e poi del collega Iannuzzi e di altri colleghi di altri gruppi che hanno annunciato l'adesione, affinché questa specifica venga fatta, ma non per creare una nicchia, ma perché le convenzioni in essere con questi dipartimenti e queste facoltà ci sono già e questo comporterebbe logicamente un risparmio di risorse ed una velocizzazione delle operazioni.
ALESSANDRO BRATTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI, . Signora Presidente, intervengo molto brevemente, perché nella dicitura che abbiamo utilizzato in Commissione – introduzione del tema degli enti di ricerca – gli organismi scientifici sono compresi tutti. Poi è evidente che ci sono già convenzioni in essere in Campania ed è evidente che le peculiarità specifiche delle università campane, quelle che sono delle eccellenze, verranno assolutamente considerate. Quindi, non è che c’è una preclusione ideologica. Quindi, formulo un invito al ritiro per non votare contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA. Signora Presidente, mi vedo costretta ad intervenire dopo le simpatiche – chiamiamole così, perché dovrebbero essere chiamate in realtà gravissime – affermazione della collega Colonnese, che nonostante sia campana – voglio sottolinearlo – non ha presentato emendamenti volti a migliorare il provvedimento, così come invece ha fatto Forza Italia grazie al lavoro dei colleghi Russo e Castiello.
Ebbene, l'intercettazione a cui fa riferimento la simpatica collega – vorrei sottolineare – non esiste, nessuno l'ha mai ascoltata, e lo stesso PM che ha avviato l'indagine a cui si fa riferimento ha chiesto ed ottenuto l'archiviazione per il collega Paolo Russo a soltanto 20 giorni dalla formulazione di ipotesi di reato.
La verità è una ed una soltanto, Presidente: il MoVimento 5 Stelle è in sofferenza perché Forza Italia li ha scavalcati nel merito portando avanti un'azione che ha avuto come obiettivo, centrato e riuscito, quello di migliorare nel merito un provvedimento che è stato presentato in Aula come uno come un contenitore – l'ho detto più volte – di titoli di giornale, che grazie all'azione di Forza Italia invece è diventato un provvedimento in grado di affrontare l'emergenza della «Terra dei fuochi».
Concludo ricordando al MoVimento 5 Stelle una regola basilare della democrazia: il giudizio politico e personale sui parlamentari lo danno gli elettori...
PRESIDENTE. Onorevole Carfagna, deve concludere.
MARIA ROSARIA CARFAGNA. ... nel caso di Paolo Russo questo giudizio è stato espresso favorevolmente, nel loro caso, ahimè, non ancora...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARIA ROSARIA CARFAGNA. ... ma li aspettiamo al varco .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, sono sempre meravigliata di quando qualcuno si alza per dire che noi non entriamo nel merito e poi perde cinque minuti del tempo a parlare solo di un altro partito e non a parlare di cose serie . In ogni caso, vorrei dire anche un'altra cosa che sarebbe fondamentale, ma veramente fondamentale: che le persone, prima di parlare, si informassero e venissero nelle Commissioni pertinenti a vedere quanti emendamenti il MoVimento 5 Stelle e soprattutto la sottoscritta, Vega Colonnese, come tutti i campani, hanno presentato per cercare di migliorarlo, questo decreto. Oltretutto, noi abbiamo cercato anche di inserire una pena per chi ha inquinato; ma tanto, a voi, che ve ne frega ? Tanto chi ha inquinato fa parte anche del vostro partito. Di cosa stiamo parlando ? Oltretutto, l'onorevole Russo non è stato indagato perché questo Parlamento non l'ha permesso ! Ed è stato anche indagato per associazione mafiosa. Non parliamo senza sapere le cose e soprattutto, se volete parlare, per cortesia, almeno cercate di dire la verità. È fin troppo semplice cercare di risolvere il problema quando chi parla l'ha creato questo problema. Smettiamola !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà... per un minuto, scusatemi, ma non me ne ero accorta nemmeno per la collega Carfagna.
CARLA RUOCCO. Capisco perfettamente che i partiti stanno solo dietro ai sondaggi. Noi purtroppo stiamo dietro alla salute di milioni di cittadini che sono in sofferenza, sono gli unici in sofferenza per la scellerata gestione dei rifiuti in Campania ! Vergognatevi ! Avevate Cosentino, avevate, avete ancora i peggiori che hanno scritto le peggiori pagine della storia della mia regione ! Chiudete la bocca !
PRESIDENTE. Siamo all'inizio, la materia è, per definizione, «calda», però cerchiamo di andare avanti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tofalo. Ne ha facoltà.
ANGELO TOFALO. Signor Presidente, semplicemente per mettere a verbale e ricordare che in quest'Aula questi decreti, in materia ambientale, relativi alla «Terra dei fuochi», sono già arrivati, e ricordo che, proprio sull'ordine del giorno relativo ad un ampliamento di una cosa fatta dallo stesso Ministro, una cosa positiva, cioè bloccare per due anni l’ dei rifiuti in Campania, la deputata salernitana Carfagna sbandò sulla sedia, dopo che io la nominai, perché non sapeva nemmeno cosa stava votando ! Allora, certe persone forse è meglio che tornino a fare le veline e le al posto di distruggere la Campania e la salute dei cittadini ! Vergogna !
PRESIDENTE. Onorevole Tofalo... siccome siamo proprio agli inizi di questo provvedimento, che è tanto importante e tanto urgente, fino a pochi minuti fa – lo dico, avendo semplicemente registrato – fino a pochi minuti fa, molti degli interventi, anche il relatore di minoranza, hanno riconosciuto che è stato fatto un buon lavoro in Commissione. Cerchiamo di fare in modo che questo lavoro in Commissione, in Aula possa avere una approvazione. Altrimenti, il lavoro in Commissione è inutile.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castiello. Ne ha facoltà. A lei, onorevole Russo, non posso ridare la parola, perché ha già parlato. Per fatto personale, vediamo dopo.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, vedete, la cosa più assurda è che le colleghe anonime, perché non ricordo il nome: sono campane, ma non le ho mai viste in prima fila a...
PRESIDENTE. Vale anche per lei questo richiamo a non cercare la provocazione, onorevole Castiello. Vale per tutti.
GIUSEPPINA CASTIELLO. ... dare vita ad un solo atto concreto per la regione Campania. Presidente, se li richiama all'ordine, perché alle mie spalle mi impediscono di parlare...
PRESIDENTE. Dovete far parlare tutti i deputati che chiedono la parola ...
Bianconi, calma. È iscritta dopo di lei l'onorevole Santelli. Bianconi, lo so che non ha bisogno del microfono, però non approfitti di questa sua potestà. Prego, onorevole Castiello... sta impedendo all'onorevole Castiello di parlare, deputato Bianconi, per favore.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Siamo qui in quest'Aula ad affrontare un problema delicato e serio, che riguarda la salute dei cittadini, perché a noi interessa quello. Chi vive in quelle zone, chi vive in Campania, in questo momento ci sta ascoltando, ci guarda per capire in che modo vogliamo risolvere il problema. Per cui fare una demagogia su qualcosa che non esiste, perché il Movimento 5 Stelle ...
DEBORAH BERGAMINI. Presidente, non sente cosa dicono ?
PRESIDENTE. Io non sento una parola e il rumore viene tutto dalla sua parte ... ho capito, non si sente nulla, sta parlando l'onorevole Castiello, volete fare ascoltare quello che dice ? Non si sente nulla ... è di qua !
GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, il problema sono i toni che arrivano da quest'area qui sono i toni aggressivi...
PRESIDENTE. Allora, colleghi, lasciate parlare la deputata Castiello, che, ovviamente, ha già sforato il tempo, ma l'abbiamo interrotta quindici volte, quindi...
GIUSEPPINA CASTIELLO. Il MoVimento 5 Stelle, poiché non vuole far approvare questo decreto, perché si sono resi conto che non hanno dato vita ad una sola azione seria rispetto ai problemi di cui stiamo parlando, devono oggi perdere tempo utilizzando demagogia, ma la gente sa il lavoro che si svolge in quest'Aula, conosce anche la dignità e l'onestà dei parlamentari di quest'Aula. Io li aspetto al varco, al voto, con le preferenze: tutti a casa ! Tutti a casa !
PRESIDENTE. Non mi sembra un dibattito attinente al tema.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Jole Santelli ... Avete alzato le mani in molti, io sto andando secondo un ordine, scusate... aveva chiesto prima la parola la deputata Santelli; se lei rinuncia, facciamo parlare qualcun altro... la deputata Gelmini ? Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gelmini. L'onorevole Santelli si è ritirata. Prego, onorevole Gelmini, ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, noi ci aspettiamo da parte sua un intervento risoluto rispetto ad offese inaccettabili che sono state rivolte alla nostra collega Mara Carfagna O c’è, da parte sua, la consapevolezza della gravità e dell'inaccettabilità di queste accuse e la necessità di un intervento forte o noi usciamo, tutti, dall'Aula
PRESIDENTE. Colleghi, hanno chiesto di parlare ancora dei colleghi, però, se posso rispondere all'onorevole Gelmini, io penso che il linguaggio che si usa qui dentro – lo dico sempre, lo dico a tutti i colleghi – debba essere sempre rispettoso del ruolo dei parlamentari, dei singoli parlamentari.
Anche io ho ascoltato, e credo che non siano parole condivisibili e accettabili quelle rivolte alla deputata Carfagna abbiate pazienza... io sto cercando di tenere l'Aula, abbiamo iniziato a votare da 30 secondi, sto cercando di ottenere un risultato per tutti, perché tutti i deputati e le deputate che hanno partecipato al lavoro in queste settimane, in questi giorni, sul decreto-legge «Terra dei fuochi - emergenze ambientali» hanno riconosciuto il lavoro svolto.
Allora, io richiamo... non mi ricordo più il deputato che ha usato... Tofalo, ecco, era il deputato Tofalo, che ha usato un argomento non congruo e non accettabile nei confronti della deputata Carfagna, perché è così. Richiamo tutti, richiamo tutti, non solo il deputato Tofalo, richiamo tutti ad usare qui dentro argomenti attinenti alla materia. Siamo in fase di discussione degli emendamenti. Chi ha la parola intervenga sugli emendamenti e non su altre materie, estranee all'oggetto del decreto. Comunque, io penso che abbia ragione chi ritiene, appunto, che il linguaggio, in particolar modo l'espressione usata nei confronti della deputata Carfagna, non sia accettabile in quest'Aula.
Adesso hanno chiesto di parlare molti colleghi. Io avevo iscritto l'onorevole Palese e l'onorevole Bergamini, non so se vogliono ancora intervenire. Prendo atto che vi rinunziano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Signor Presidente, solo per dire che io sono assolutamente sconvolta, perché qui i partiti come PD, Forza Italia, PdL o quello che rimane di loro, si indignano per la citazione di un lavoro dignitoso come la velina normalmente pagato
PRESIDENTE. Deputata Castelli ! Deputata Castelli, non ha la parola !
LAURA CASTELLI. ... e non perché i rifiuti sono gestiti dalla camorra ! E, poi, Presidente, scusi...
PRESIDENTE. Le tolgo la parola, deputata Castelli.
PRESIDENTE. Le tolgo la parola, deputata Castelli, non ci siamo capiti allora.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, anche io ero scioccato dal fatto che lei ci richiamasse perché un nostro deputato...
PRESIDENTE. Sì, deputato Villarosa...
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. ... ha richiamato l'ex lavoro di un'altra deputata.
PRESIDENTE. No, no, no. Non era questo. Scusate...
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Quindi, non possiamo dire che lavoro fanno gli altri deputati ?
PRESIDENTE. Scusi, deputato Villarosa, non è questo il modo di affrontare una discussione politico-istituzionale.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. E lei è la Presidente che non ha difeso le accuse che ha ricevuto la nostra collega Vega Colonnese ? La ringrazio.
ERMETE REALACCI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Presidente, siamo stanchi ! Non è possibile andare avanti così !
PRESIDENTE. Deputato Bianconi, deputato Bianconi...
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento !
PRESIDENTE. Ho dato la parola al presidente Realacci: il richiamo al Regolamento lo farà dopo, deputato Sorial. Ormai avevo dato la parola al presidente Realacci, vediamo se ci può aiutare. Prego, presidente Realacci.
MAURIZIO BIANCONI. Sospenda la seduta !
ERMETE REALACCI, . Signor Presidente, non so se posso aiutare, io so qual è stata l'ispirazione del lavoro che abbiamo fatto in Commissione con tutti i gruppi politici, rafforzando molto questo decreto. La bussola è stata l'interesse dei cittadini della Campania e della Puglia. Capisco che ragioni di polemica politica possono portare quest'Aula a trasformare qualsiasi provvedimento in un provvedimento in cui si discute a prescindere di cose che non hanno attinenza con il testo. È stato un lavoro intenso, e io penso che alcune delle misure previste in questo provvedimento siano molto attese da quelle popolazioni. Chi si scandalizza e si indigna, si indigni per l'incapacità della politica di affrontare questi temi. E noi oggi stiamo provando a farlo. Quindi, rivolgo un invito a tutti al senso di responsabilità, perché un provvedimento atteso arrivi in porto e perché non si trovi qui ogni occasione per fare una campagna elettorale, che, poi, non è attualmente in corso .
PRESIDENTE. Grazie, presidente Realacci, la ringrazio, perché condivido molto il suo appello, non so se quest'Aula è in grado di coglierlo. Però anche io penso che la Presidenza abbia il dovere non solo di rispettare la dignità dei singoli parlamentari, ma anche di far lavorare quest'Aula e di renderla produttiva. Ci preoccupiamo sempre di quale sia l'impatto delle nostre discussioni qui dentro, non ci preoccupiamo mai se queste discussione sono o no produttive. Io penso che debbano essere produttive. Questa è stata la mia preoccupazione. Non pretendo di essere perfetta nell'interpretazione del Regolamento, però – e lo dico prima di dare la parola ora ad un deputato che ha chiesto di intervenire per un richiamo al Regolamento – si sappia che il Regolamento serve per far funzionare la Camera, non per rendere la Camera impraticabile.
Ha chiesto, ora, di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Sorial. Ne ha facoltà.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente. Con tutta la tranquillità che posso avere in questo momento – e ne ho tanta, mi creda –, faccio un richiamo al Regolamento. Potrei citarle gli articoli 8 e seguenti, ma sarò molto preciso: parto dal presupposto dall'articolo 59, seconda riga, dalla quarta parola. Lei ha tutta la possibilità e la facoltà, come sappiamo dal Regolamento, di togliere la parola, però, ultimamente, negli ultimi giorni, purtroppo, ci siamo resi conto che con una certa – mi permetta di dire – faziosità toglie la parola nei momenti meno opportuni, come nel caso precedente ha fatto proprio con la deputata Castelli. Non mi sembra che quest'ultima abbia offeso nessuno, ma ha ribadito il fatto che non ci si potesse indignare per aver citato un lavoro come quello delle «veline». Io capisco, Presidente, che con tanta...
ANGELO CERA. È insopportabile, Presidente !
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Io sono molto tranquillo, Presidente...
PRESIDENTE. Deputato Cera, faccia finire il deputato Sorial. Deputato Cera...
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente, le ricordo che, come in questo caso...
ANGELO CERA. Bisogna avere una tolleranza zero !
PRESIDENTE. Deputato Cera, la richiamo ! Deputato Cera !
GIRGIS GIORGIO SORIAL. ... può richiamarlo all'ordine con l'articolo 59, Presidente.
PRESIDENTE. Lo sto facendo ! La Presidenza per adesso la gestisco io, lei sta facendo un richiamo al Regolamento, va bene ?
GIRGIS GIORGIO SORIAL. L'importante è che venga gestita perfettamente.
PRESIDENTE. Concluda il suo richiamo al Regolamento, lo ripeto, concluda il suo richiamo al Regolamento...
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Lei ha detto che non la gestisce in maniera perfetta, noi aspiriamo a che venga gestita in maniera perfetta, attenendosi a quello che è l'unico Regolamento per ora attivo all'interno della Camera dei deputati. Noi sappiamo che voi, molto velocemente, volete prendere questo libro e stracciarlo, per non permettere alle opposizioni di fare opposizione, e questa è una cosa indegna di questo Parlamento, ma finché vige questo Regolamento, chiediamo che venga rispettato e che la Presidenza, in questo caso nella persona dell'onorevole Sereni, non si permetta di togliere la parola in maniera così oggettiva e soggettiva nei confronti dei deputati che fanno solo delle segnalazioni e invece la tolga a chi, come in questo caso e come nel caso di Bianconi...
PRESIDENTE. Deputato Sorial, concluda il suo richiamo al Regolamento, deve concludere.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Mi lasci segnalare agli atti che l'onorevole Bianconi si è riferito alla deputata Carla Ruocco – che campana sa e ha visto morire le persone in Campania – dicendole: «rotta in culo». Se questo viene accettato da questa Presidenza, allora viene accettato tutto !
PRESIDENTE. Deputato Sorial, se questo è un richiamo al Regolamento, io non so più dove siamo...
Ha chiesto di parlare il deputato Taglialatela. Su cosa, deputato ? Su cosa vorrebbe parlare, onorevole Taglialatela ? Lei vorrebbe parlare sull'emendamento... non ha torto, ma ho ancora iscritto a parlare Luigi Gallo... sempre sull'emendamento ? Prendo atto che rinunzia.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.
ANTIMO CESARO. Signora Presidente, vorrei riflettere insieme ai colleghi e portare anche una testimonianza, se può servire, proprio dalla cosiddetta «Terra dei fuochi». Io sono residente in un Paese che è al centro della «Terra dei fuochi» e davanti a famiglie che hanno congiunti ammalati di tumore, davanti alla notizia ora battuta dall'agenzia di 200 mila tonnellate intombate in quel territorio martoriato che è l'alto casertano, andando ad incidere sulla falda acquifera, in considerazione dell'attenzione delle popolazioni residenti sui nostri lavori e delle risposte che si attendono dalla serietà del nostro impegno, invito veramente tutti a riflettere solo ed esclusivamente sui contenuti di questo decreto-legge, che ha visto un buon lavoro in Commissione e mi auguro possa avere un buon lavoro in Aula, mettendo da parte faide politiche, voglia di protagonismo e inutili attacchi personali.
Lavoriamo sui contenuti, perché le popolazioni della «Terra dei fuochi» ci stanno guardando ! E attendono serietà e concretezza dalla nostra azione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sibilia sull'ordine dei lavori ? No ? Bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Signora Presidente, invito gli onorevoli colleghi che presentano emendamenti e che hanno certamente prodotto uno sforzo considerevole in Commissione, e spero che possano farlo anche in Aula, ad attenersi alle questioni che sono state adesso richiamate dal collega Cesaro e che preoccupano la maggior parte dei cittadini campani. Avere un atteggiamento provocatorio nella esposizione degli emendamenti, sono convinto che, certamente, non porti nessun vantaggio al miglioramento del testo ed anche alla possibilità di poter esaminare con attenzione gli emendamenti presentati. Sappiamo benissimo che gli emendamenti sono molti, che mirano tutti ad un obiettivo che è certamente un obiettivo condiviso. Io penso di potere racchiudere e sintetizzare la condivisione di quest'Aula nell'evitare che nel futuro si possano verificare le stesse situazioni che fino ad oggi hanno caratterizzato in negativo la Campania, ma non solo la Campania.
Noi abbiamo una realtà, che è quella della cronaca che i giornali riportano ogni giorno, dei ritrovamenti di rifiuti tossici che devono ovviamente essere rimossi, per consentire che la vita possa proseguire in un futuro nel quale le preoccupazioni per la salute siano cancellate, e dobbiamo anche dimostrare che quest'Aula è qualcosa di diverso rispetto a quella precedente. Dobbiamo dimostrare che quest'Aula sia nelle condizioni di poter individuare i problemi e di poter trovare le soluzioni. Io sono convinto che questo sia il criterio con il quale ci dobbiamo muovere. Dobbiamo attribuire alla Commissione, ai gruppi parlamentari ovviamente, al Governo, una volontà che è una volontà sicuramente in positivo, e dobbiamo poter consentire alle persone che ci ascoltano e che attendono scelte del Parlamento di capire come queste scelte possano incidere positivamente sul loro futuro.
È evidente che la credibilità delle scelte è anche in ragione della capacità con la quale noi faremo comprendere cosa stiamo votando e i motivi per i quali stiamo votando questo tipo di provvedimenti e sugli emendamenti. Quindi io mi rivolgo veramente a tutta l'Aula. Io rappresento un partito di opposizione e personalmente ho presentato nel corso degli ultimi anni almeno una decina di esposti alla magistratura e di interrogazioni parlamentari sulle modalità che hanno determinato nel passato la tragedia che oggi è chiara a tutti. Ma a me interessa di più trovare le soluzioni, e sono convinto che Fratelli d'Italia sia soprattutto un partito che da opposizione vuole portare un contributo affinché le soluzioni siano chiare. Questo è un provvedimento che per essere condiviso deve apparire chiaro anche a coloro verso i quali è diretto, quindi le popolazioni.
PRESIDENTE. Onorevole Taglialatela, sta intervenendo sull'emendamento Russo 1.200...
MARCELLO TAGLIALATELA. Assolutamente, la posizione sull'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, sull'emendamento, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Signor Presidente, forse il mio intervento era più opportuno sull'ordine dei lavori, ma non cambia nulla nel merito, perché in realtà io volevo solo intervenire per ristabilire un attimo quello che era il senso del nostro intervento e quindi anche la nostra scelta politica sugli altri emendamenti che verranno. Quelli a firma Paolo Russo a noi creano un imbarazzo, nel prendere una scelta; in merito agli emendamenti firmati da Paolo Russo, perché, leggo testualmente: il deputato Paolo Russo...
PRESIDENTE. Onorevole Sibilia...
CARLO SIBILIA. Sto solo chiarendo !
PRESIDENTE. Ma questo è un modo per riaprire quella discussione che abbiamo appena chiuso !
CARLO SIBILIA. La sto chiudendo, Presidente. La sto chiudendo, in modo tale che non si ripresenti in futuro anche sugli altri emendamenti. Vorrei soltanto ricordare che il deputato Russo è stato intercettato in colloqui ambientali e telefonici con Mautone – secondo gli inquirenti vicino ai della zona – durante le indagini sulla ramificazione della camorra dell'agro nolano. I PM hanno firmato nei suoi confronti un'informazione di garanzia per violazione della legge elettorale e per concorso esterno in associazione mafiosa. Alla fine la procura ha chiesto l'archiviazione per questa seconda accusa; Russo resta però indagato nello stesso procedimento per violazione della legge elettorale.
PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, ha finito il suo tempo. Grazie.
Ha chiesto di parlare sull'emendamento – qui non ci capiamo – l'onorevole Zaratti. Lo dico adesso, prima di dare la parola all'onorevole Zaratti: l'opinione dei deputati del MoVimento 5 Stelle, su questo punto che lei ha citato, Sibilia, è stata espressa e ha dato luogo ad un dibattito in quest'Aula. Questo dibattito, per quanto mi riguarda, è chiuso, non riprenderò questo tema, perché è stata data una risposta da alcuni membri del gruppo di Forza Italia.
Il deputato Paolo Russo ha chiesto di parlare per fatto personale e darò la parola al deputato Paolo Russo a fine seduta, come da Regolamento, però non ripetete questo argomento. Abbiamo capito che c’è un'opinione dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle che riguarda tutti gli emendamenti firmati dal deputato Paolo Russo, abbiamo capito.
Adesso non può essere questo l'oggetto della nostra discussione. L'oggetto della nostra discussione è il contenuto del decreto che voi state esaminando.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente ...
ANDREA CECCONI. Presidente non può fare quello che vuole lei...
ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. No colleghi, non sto dicendo questo, sto dicendo un'altra cosa e cioè che voi dovete consentire a questa Aula di lavorare. Ora ha la parola il deputato Zaratti, al quale già l'avevo data. Dopo la darò al deputato Bonafede.
FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, io volevo intervenire nel merito dell'emendamento perché questa è stata una delle questioni che abbiamo affrontato e discusso lungamente in Commissione e credo che il coinvolgimento degli enti di ricerca e delle istituzioni di ricerca campane sia un elemento essenziale e importante per acquisire quella mole di dati che sono necessari per mettere in campo davvero un'opera di risanamento di quei territori.
È del tutto evidente che il lavoro che noi abbiamo fatto in Commissione, lo diceva il presidente Realacci e io concordo, non può correre il rischio di essere vanificato da uno scontro in Aula che c'entra poco con il merito del provvedimento. Un provvedimento, io voglio ricordare, che poi al di là delle singole questioni e delle opinioni che ognuno di noi avrà sui singoli emendamenti, per prima volta nella storia del nostro Paese interviene in modo organico in un'area che ha subito una grave emergenza ambientale. Non è successo mai prima che si facesse un provvedimento di questo genere come quello sulla Terra dei fuochi.
Da questo punto di vista io ho notato in Commissione una collaborazione importante da parte di tutti i gruppi, da parte del MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, opposizioni e naturalmente la maggioranza.
Ora quello sforzo, che è stato teso a cercare di risolvere i problemi dei cittadini della Terra dei fuochi corre il rischio davvero di diventare invece il pretesto per l'ennesimo scontro che ovviamente si basa su altre motivazioni.
Io voglio soltanto dire questo: io mi sono candidato alle elezioni per fare il parlamentare, per fare il deputato della Repubblica e i cittadini, alcuni, mi hanno dato fiducia. Se avessi voluto fare il concorso in magistratura per diventare giudice avrei fatto un'altra cosa. Pertanto, i colleghi deputati che sono qui come deputati della Repubblica, che presentano emendamenti, questi io li valuto nel merito, voterò a favore o voterò contro e in questo caso ovviamente ci asterremo sull'emendamento del deputato Russo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonafede per richiamo al regolamento. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, secondo quanto stabilito dall'articolo 8, secondo comma del Regolamento e anche dei principi basilari di qualsiasi democrazia del mondo: «In applicazione delle norme del Regolamento, il Presidente dà la parola, dirige e modera la discussione, mantiene l'ordine, pone le questioni, stabilisce l'ordine delle votazioni, chiarisce il significato del voto e ne annunzia il risultato».
Non vedo scritto da nessuna parte che il Presidente decide quello di cui devono parlare i singoli deputati È inammissibile quello che lei ha detto, ha superato ogni limite in questo senso, perché la Presidenza..., non mi permetterei mai di criticare un collega di questo Parlamento che non sia d'accordo con quello che questo gruppo o ciascun parlamentare esprime Ma il Presidente che a un certo pronto toglie la parola perché ritiene che il deputato stia dicendo una cosa che non è fondata, è veramente da «Repubblica delle banane», ma nemmeno forse quella.
Allora, poiché il collega Sibilia nella fattispecie stava motivando, com’è nel suo diritto fare, il suo voto rispetto all'emendamento... e può anche non condividerlo, Presidente, ma per il collega Sibilia e per altri deputati del MoVimento 5 Stelle sapere chi è il firmatario di un emendamento può essere anche una motivazione per una scelta politica, e sulla politica e sulle scelte politiche ogni deputato decide liberamente. Per cui, Presidente, la invito ad intervenire nei limiti dei suoi poteri .
PRESIDENTE. Risponderò alla fine, perché ha chiesto di parlare sempre per richiamo al Regolamento anche il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo, rispondendo anche al collega che evidentemente ha letto il Regolamento fino all'articolo 8, con riferimento all'articolo 59, secondo il quale lei non ha solo il potere, ma ha il dovere di richiamare i colleghi quando interrompono strumentalmente la discussione del merito del provvedimento. Noi siamo strumentalmente impossibilitati ad andare avanti a discutere un provvedimento su cui questo Parlamento è impegnato nell'interesse della collettività. E quindi i richiami continui, che sono fatti in maniera provocatoria ai colleghi sulla firma degli emendamenti, sul merito degli emendamenti, sui mestieri dei colleghi che hanno firmato, sono strumentali e lei deve impedire che questo impedisca i lavori dell'Aula.
Dopo di che io penso che, da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, ci sia un attacco nei suoi confronti che noi consideriamo inaccettabile . Non dipende da questa seduta, è da tutte le sedute ! E richiamo anche i colleghi del 5 Stelle, perché da parte nostra non c’è mai stato simile atteggiamento nei confronti della Presidenza quando questa viene assunta da un deputato del suo gruppo, anche quando le decisioni sono strumentali e hanno visto soccombere i diritti del nostro gruppo parlamentare.
Quindi, credo che, se vogliamo riprendere la discussione in termini pacati, da parte nostra, come è stato dimostrato fino adesso nell'ambito di questa discussione, e riprendendo le parole del presidente Realacci che ha richiamato il senso di questo emendamento, vada ripreso uno stile che ha caratterizzato anche i lavori della Commissione. Ma non possiamo accettare che ci sia una strumentalità di atteggiamenti nei confronti dei nostri deputati, della Presidenza e del lavoro che stiamo facendo .
PRESIDENTE. Rispondo alle questioni riguardo al Regolamento. Vorrei citare al collega Bonafede l'articolo 39 del Regolamento, al comma 3, che recita: «Il Presidente può, a suo insindacabile giudizio, interdire la parola ad un oratore che, richiamato due volte alla questione, seguiti a discostarsene». Ritengo che in quest'Aula in alcuni interventi ci si sia discostati dalla materia all'ordine del giorno e noi dobbiamo proseguire con l'esame del decreto-legge, anche perché mi pare che anche il gruppo del MoVimento 5 Stelle abbia prodotto un risultato in questa discussione. Penso allora di aver interpretato correttamente il Regolamento, e in ogni caso mi richiamo a questo articolo che vi ho appena letto.
Ha chiesto la parola l'onorevole Cera. È sull'emendamento, onorevole ? Se non parla dell'emendamento le tolgo la parola: glielo dico prima, così lei non si inquieta. Prego. Per che cosa ?
ANGELO CERA. Per richiamo al Regolamento. Articoli 8, 9, 10, fino a... Tutti quanti. Tutti !
PRESIDENTE. Prego. Scusi, pensavo che volesse intervenire sull'emendamento. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Signor Presidente, intervengo per chiarire una cosa. Per la prima volta questo Parlamento si sta interessando e risolvendo un problema gravissimo, drammatico, per delle popolazioni che muoiono per la delinquenza, soprattutto per l'insipienza della politica. Per alcuni momenti...
PRESIDENTE. Onorevole Cera, mi ha chiesto la parola per richiamo al Regolamento e adesso parla della Terra dei fuochi. Non ci sto capendo più nulla !
ANGELO CERA. Allora voglio dire ai colleghi dei 5 Stelle che quando un problema è posto a soluzione, il branco si muove !
PRESIDENTE. Grazie, basta così.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su cosa ?
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, sul suo richiamo al Regolamento. Perché lei...
PRESIDENTE. Sul mio richiamo al Regolamento no. Io ho risposto ad un richiamo al Regolamento.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Poco fa a Cera non ha chiesto l'articolo e lo ha fatto parlare.
PRESIDENTE. È registrato che lui ha detto: 8, 9 e seguenti, senza che io glielo chiedessi, ma ormai va di moda, però non è questo il problema.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Controlleremo anche questo. Volevo rispondere per fatto personale al deputato Rosato che l'intervento è strumentale...
PRESIDENTE. No, no, no, per fatto personale parla alla fine, come il deputato Paolo Russo. No, non ha la parola, onorevole Villarosa.
MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, articoli 8 e seguenti.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, soltanto per dirle – e glielo dico io che non sono particolarmente disciplinato – che lei per noi presiede nella maniera più opportuna possibile, nelle difficoltà...
PRESIDENTE. Nelle condizioni date si direbbe ...
MAURIZIO BIANCONI. No, nelle difficoltà che molti di noi le creiamo, quindi le rinnoviamo a nome di tutto il gruppo di Forza Italia la nostra stima e diamo atto della sua obiettività nel presiedere .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bianconi.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Russo 1.200 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore di maggioranza.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Gioia 1.203.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, vorrei esprimere una considerazione generale perché sul provvedimento comunque siamo contrari. Noi riteniamo si tratti di un provvedimento che interviene nel modo giusto sulla Terra dei fuochi per i problemi di carattere ambientale e sanitario. Abbiamo cercato anche di essere collaborativi in Commissione sulle risorse che vengono destinate per questo intervento e per questa emergenza. La cosa sulla quale siamo critici però è che non è che esiste un'unica emergenza ambientale e sanitaria in questo Paese, che è la Terra dei fuochi; ne esistono diverse, esiste il problema dell'amianto ad Alessandria, il problema della diossina a Seveso, il problema di Porto Marghera e noi abbiamo sempre detto che sarebbe stato più utile intervenire in modo organico per affrontare tutti i problemi irrisolti, alcuni dei quali non durano da uno, due o cinque anni ma da cinquant'anni, di tutto il Paese. Ovviamente nei provvedimenti passati, analoghi a questo, i colleghi della maggioranza hanno sempre presentato dei bellissimi ordini del giorno dove veniva detto: no, tranquillo, hai ragione ma adesso non abbiamo le risorse, il provvedimento non è quello giusto, il mese prossimo vedrai che ce ne occupiamo. Tutte le volte va così, tutte le volte invece che un mese ne passano diversi e a Porto Marghera, ad Alessandria o a Seveso aspettano da cinquant'anni, mentre in altre zone del Paese si interviene . Detto questo, venendo al merito dell'emendamento specifico, noi perché su questo...
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare l'onorevole Grimoldi !
PAOLO GRIMOLDI. Perché noi su questo emendamento specifico siamo contrari ? Perché il decreto interviene, con una normativa sul territorio della regione Campania con delle questioni, tra l'altro, per certi versi opinabili, poi ci arriveremo, tipo che la confisca dei beni alla malavita per tutte le regioni del Paese – ad esempio, anche per la Sicilia – rientra nel fondo nazionale e qui si era cercato invece di far sì che le confische fatte per la regione Campania fossero le uniche confische che venivano reinvestite esclusivamente in Campania, invece che nel fondo nazionale come per tutte le altre regioni di questo Stato d'Italia.
Nell'emendamento specifico si chiede di estendere tutto quello che è stato predisposto in questo decreto per la fattispecie e le caratteristiche specifiche della Terra dei fuochi per la regione Campania anche alla regione Puglia, perché il decreto tratta anche dell'emergenza dell'Ilva di Taranto. Noi crediamo invece che non si possa intervenire soltanto per due realtà, già siamo critici su una, non possiamo farlo per due. O lo facciamo per tutto il territorio nazionale e predisponiamo gli stessi strumenti per intervenire e le stesse risorse, con un decreto che si occupi di tutto il territorio nazionale e di tutte le emergenze, altrimenti non si può pensare che vi siano dei cittadini di serie A e dei cittadini di serie B, e delle emergenze, magari sull'onda dell'opinione pubblica e della partecipazione emotiva, che i possono dare, maggiormente degne di nota rispetto ad altre.
Ciò, anche perché vi sarebbe un minimo parametro di carattere cronologico per rispetto a quelle emergenze che, invece che da qualche anno, aspettano da un cinquantennio.
Quindi, noi su questo emendamento siamo contrari e sugli altri, che trattano quanto ho già cercato di anticipare, ci riserviamo di intervenire volta per volta.
ANDREA ORLANDO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO, . Signor Presidente, vorrei chiedere ai proponenti il ritiro di questo emendamento. Il provvedimento affronta nello specifico un'eccezionalità che è data dal combinato di una serie di discariche abusive, di incendi e roghi tossici nonché di una crisi, che questa ha provocato sul settore agricolo di quella zona, e degli effetti sanitari di cui abbiamo discusso.
L'estensione di questo provvedimento ad altre aree rischierebbe di snaturarne la finalità. Ci sono invece provvedimenti che possono accogliere l'istanza che proviene dai proponenti. Mi riferisco al collegato ambientale, che è di prossima lettura da parte di questo ramo del Parlamento, e mi riferisco al Piano per la bonifica delle discariche abusive e al Piano per la bonifica delle discariche che è di prossimo varo da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Per cui, chiederei ai proponenti il ritiro dell'emendamento, assumendo l'impegno a cercare una risposta in quelle sedi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare uno dei cofirmatari, l'onorevole Di Lello. Ne ha facoltà.
MARCO DI LELLO. Signora Presidente, non restiamo insensibili alle parole e soprattutto agli impegni del Ministro Orlando.
È evidente che il senso di questo emendamento era quello di allargare intanto alle emergenze della Puglia – penso innanzitutto alla vicenda della discarica della contrada Martucci – un livello di attenzione che riconosciamo essere uno dei punti più significativi del provvedimento che stiamo votando oggi.
Per me è importante l'impegno assunto dal Ministro, per me e per l'intera delegazione socialista, quindi, in tal senso, raccogliamo l'invito e ritiriamo l'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Busto 1.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, il problema dei rifiuti in Campania – perché su questa parte ci stiamo concentrando adesso – è dovuto alla corruzione, alla connivenza e alla presenza della malavita organizzata. Ma la connivenza e la corruzione stanno all'interno delle amministrazioni, stanno all'interno degli enti, anche pubblici, e stanno all'interno della politica.
Noi vogliamo che il coordinamento, che è la testa di questo impianto di controllo e di mappatura, sia fatto da un ente che riteniamo più affidabile sicuramente di AGEA: il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. AGEA è uno degli enti che, in questo momento, è sotto inchiesta della Guardia di finanza. A un ente del genere, con delle persone che sono state indagate e coinvolte nell'inchiesta sulla P3 e la P4, a questa Agenzia vogliamo affidare il coordinamento di una situazione che si è venuta a creare proprio per le connivenze e la corruzione delle agenzie pubbliche e dello Stato, sostanzialmente in Campania.
È semplicemente una questione di buonsenso: se noi partiamo con questo tipo di agenzia, l'AGEA, che gestisce tutto il coordinamento sulla mappatura e la caratterizzazione, partiamo già male.
Questo è uno dei punti fondamentali, per cui perde senso tutto il resto del lavoro che abbiamo fatto. Abbiamo svolto un grande lavoro in Commissione e siamo riusciti a lavorare nel merito, però abbiamo lasciato dei punti importantissimi indietro.
Questo punto non può passare sotto tono come un punto secondario.
Passo alla seconda critica. Con una direttiva ministeriale viene scelta l'Agea e, quindi, viene snaturato, prima ancora che arrivi in Commissione, il ruolo del Parlamento, perché non abbiamo potuto decidere su questa funzione. Adesso ci si dice che è troppo tardi. Ma, se io ho potuto decidere solamente dopo è logico che sarà troppo tardi, ma ciò non toglie che io devo avere la possibilità e il diritto, come deputato, di modificare questa cosa.
Per questo noi vogliamo che questo emendamento sia votato favorevolmente dall'Aula, per sanare questa situazione, che altrimenti toglie credibilità a tutto il decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, innanzitutto mi lasci dire, sulla replica del Ministro di poc'anzi, che non pretendevo una normativa per i problemi ambientali dei siti del Nord, ma magari qualche risorsa anche per quei territori non è che ci farebbe proprio schifo.
Detto questo e venendo, invece, al merito dell'emendamento Busto 1.6, la questione qui è che noi crediamo, innanzitutto, che è giusto che chi coordina gli interventi previsti in questo decreto sia il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per motivi di democrazia e di rappresentatività, cioè che ci sia qualcuno, che sia rappresentante politico, che risponda di quanto si andrà a fare, a coordinare sul territorio della regione Campania, perché se invece che alla politica diretta noi deleghiamo sempre altri enti poi gli eventuali meriti sono sempre di tutti ma, peggio, le eventuali colpe non sono mai di nessuno. Quindi, questo emendamento, non nostro, lo condividiamo per questi motivi di merito.
Detto questo, c’è anche una considerazione, però, generale per la quale condividiamo questo emendamento. Io mi ricordo che quando si è insediato il Presidente del Consiglio Monti alla prima conferenza stampa che ha fatto, sostenuto dai partiti che lo sostenevano che sappiamo tutti, la prima cosa che ha detto è: «Io farò la ». Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, di non ne abbiamo vista traccia. Si è insediato un altro Governo e appena insediato ha detto: «Noi faremo la perché noi, invece, siamo più determinati dei tecnici. Noi siamo tosti perché qui c’è di mezzo la rappresentanza diretta degli eletti dal popolo, della politica». Ormai anche in questo caso, di questo nuovo Governo, di acqua sotto i ponti ne è passata, però di non ne abbiamo ancora visto traccia.
Perché dico questo ? Perché l'ente che verrebbe delegato a coordinare quanto previsto da questo decreto è uno degli enti che, quando mai dovesse arrivare lontanamente la dovrebbe essere abolito, soppresso. Quindi, o la è una parola magica che tutti quanti quelli che vanno a governare dicono, perché forse è una delle soluzioni percorribili per i problemi di bilancio di questo Paese ma poi nessuno ha il coraggio politico di farla, oppure evidentemente viene delegato un ente assolutamente già classificato come inutile. Questo emendamento chiede semplicemente di lasciare che chi controlla e chi coordina sia il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare invece di un ente di cui è prevista la soppressione o così almeno dovrebbe essere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, tenere le fila del lavoro secondo noi è molto importante e mettere allo stesso livello diversi enti e diversi Ministeri per un provvedimento così importante non è efficace, anche perché bisogna muoversi davvero in una direzione piuttosto rapida.
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha a che fare con altri enti, come l'Ispra, e ha a che fare anche con la Commissione ambiente e, si spera a breve, con la Commissione bicamerale sugli illeciti legati al ciclo dei rifiuti. È, a nostro parere, l'entità che dovrebbe tenere le fila, per quanto riguarda le bonifiche e i biomonitoraggi. A nostro parere, invece, è l'Istituto superiore di sanità che deve tenere le fila per la parte sanitaria. Però, ci deve essere un'organizzazione dei lavori. Sono questi un po’ i contenuti su cui abbiamo puntato in realtà da mesi e che hanno portato ad approvare anche la parte relativa allo e alla riproposizione dello studio «Sentieri».
Questo anche per rispondere a chi dice che sui contenuti non siamo andati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, l'occasione di questo emendamento mi consente di precisare che io sono più fortunato di altri, perché sono stato indagato e meno male. Guai se non ci fosse chi indaga, perché non ci sarebbe chi giudica e chi archivia, come nel mio caso, in fase preliminare.
PRESIDENTE. Torni all'emendamento, onorevole Russo.
PAOLO RUSSO. Questa Camera non ha mai negato alcuna richiesta, semmai ha invitato il PM a formulare una corretta richiesta e il PM che aveva formulato un'ipotesi di reato...
PRESIDENTE. Onorevole Russo, la richiamo alla materia.
PAOLO RUSSO. Vengo al merito. E quel PM ha prontamente ritirato la richiesta ed ottenuto l'archiviazione rispetto a tutte le ipotesi delle fattispecie ipotizzate.
PRESIDENTE. La invito ad attenersi all'emendamento su cui sta parlando.
CARLO SIBILIA. Lui può parlare ed io devo stare zitto !
PRESIDENTE. Sto richiamando il deputato Russo.
PAOLO RUSSO. Qual è il desiderio dei colleghi ? Quello di tentare di buttarla in caciara. Veniamo al merito. Non vorrei che il tentativo di buttarla in caciara rappresenti quella cinica volontà di strumentalizzare la sofferenza ed il disagio e i drammi della nostra gente, per cui mai si vuole una soluzione, altrimenti cessa la vostra cinica rendita di posizione . Guardate, sull'emendamento vi faccio un esempio, poi verranno anche quelli successivi.
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.
PAOLO RUSSO. Sulla presenza dei militari prima hanno detto sì, poi hanno detto no, poi hanno detto sì a 800 e non a 850, un po’ stanchi, un po’ incerti, un po’ dubbiosi, forse semplicemente un po’ incompetenti e un po’ teleguidati. Non mi spegneranno, non spegneranno la mia voce libera a difesa dei miei territori, non lasciando ad alcun altro quel diritto di rappresentanza .
PRESIDENTE. Allora, deputato Russo, io le avevo detto che per fatto personale avrebbe parlato a fine seduta, ovviamente considero questo intervento per fatto personale e non parlerà a fine seduta. Rimane il fatto che tutti gli interventi che fate debbono concentrarsi sull'argomento in discussione, che è il decreto-legge.
Ha chiesto di parlare sull'emendamento il relatore Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI, . Signor Presidente, molto brevemente, ma per essere chiaro. Innanzitutto l'Agea coordina un comitato tecnico e lo coordina in ragione del fatto che, visto che tutti i gruppi tra l'altro hanno chiesto che prima di fare nuovi accertamenti si raccolgano quelli esistenti, in termini di mappatura e di conoscenza del territorio, questo è l'organismo, bello, brutto, largo, grande, che oggi detiene il . Quindi, questo è il motivo per cui gli è stato dato il coordinamento.
Tra l'altro, il lavoro di Agea, se si legge il decreto, è già finito, perché il decreto ha una tempistica e questa raccolta di dati di fatto è già esaurita. Quindi, non c'entra nulla la commistione e il mescolare gli indirizzi politici che poi verranno presi per le ulteriori fasi di indagine e di mappatura, che sono previste dall'articolo 2 ed il cui coordinamento – diciamo – è dato da un gruppo composto da tutti i diversi Ministeri, quindi c’è una testa politica, come giustamente veniva chiesto negli interventi di prima, ma l'Agea non c'entra niente.
Quindi, questo lo volevo dire: il lavoro di Agea è già finito, non voglio entrare neanche nel merito di alcune considerazioni. Mi premeva solo specificare qual è l'attività di questo comitato tecnico e il perché è stato dato a questo organismo il coordinamento.
GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, sugli articoli 8 e seguenti.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, lei ha permesso al deputato di esprimersi e non ha permesso ai deputati del MoVimento 5 Stelle di farlo, utilizzando evidentemente due pesi e due misure Ora, nonostante ci siano interventi bipartisan di tutti i partiti per difendere il suo ruolo istituzionale, quando noi facciamo questi richiami al Regolamento e al suo ruolo, non lo facciamo per il puro piacere di attaccarla, ma perché esigiamo giustizia in quest'Aula
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, grazie della possibilità di parlare che mi dà. Volevo solo ricordare che Agea è l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, è un ente statale che svolge le funzioni di organismo di coordinamento per pagare i soldi che vengono dalla UE agli agricoltori. Quindi, voteremo favorevolmente all'emendamento Busto 1.6, perché, quando si parla di ambiente, di tutelare l'ambiente, il ministro competente è il Ministro dell'ambiente, e non il Mipaaf, su questo punto .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, su questo emendamento, tutti quanti ricordiamo la polemica di qualche tempo fa su una nota azienda del Nord che ha pubblicizzato la provenienza dei propri prodotti – erano pomodori, nel merito, se non ricordo male – esclusivamente dalla regione Emilia-Romagna, dalla regione Piemonte, dalla regione Lombardia e dalla regione Veneto.
Il logo pubblicitario e quant'altro avevano dato adito a delle polemiche, ma l'intento di questa azienda era quello di dire: «Noi non lavoriamo e non vendiamo prodotti agricoli che vengono da territori inquinati o che sono, per certi versi, riportati alle cronache mediatiche per la vicenda della Terra dei fuochi e quant'altro».
Perché dico questo ? Perché, oltre ai telerilevamenti per andare a monitorare lo stato dell'inquinamento fin qui fatti – è anche per questo che prima, Presidente, dicevo che in Commissione, comunque, vi è stato veramente un atteggiamento di ampia collaborazione, e questo emendamento è uno dei rimasugli, se vuole, che rimane degli elementi sui quali abbiamo cercato di dialogare –, questo emendamento, nel merito, chiede che vengano effettuati anche dei sondaggi, degli scavi, delle perforazioni, dei carotaggi, delle analisi fisiche e chimiche dei campioni di suolo, al fine di tutelare al meglio i cittadini campani residenti e i prodotti agricoli che lì vengono prodotti, tra l'altro, soprattutto, di attinenza sulle acque di falda, per poter acquisire la giusta conoscenza dello stato di fatto della situazione.
Io non comprendo, visto che abbiamo stanziato delle risorse e abbiamo deciso di intervenire, per quale motivo non decidiamo di andare a fare tutte le analisi del caso, soprattutto sulle acque di falda, per non dovere, magari, poi scoprire, in differita di mesi o di anni, che gli interventi che abbiamo fatto e per i quali abbiamo investito delle risorse sono stati nulli, perché non abbiamo fatto tutte le analisi e tutte le valutazioni che dovevamo fare, ma ci siamo fermati soltanto al primo quello dei telerilevamenti.
Quindi, l'emendamento va nella direzione di approfondire le analisi su quei territori, a tutela primaria dei residenti dei territori medesimi, nei quali verrebbero appunto fatte ulteriori analisi chimiche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, ritiriamo gli emendamenti 1.9 e 1.13 a mia prima firma.
PAOLO GRIMOLDI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Grimoldi, non può intervenire sugli emendamenti ritirati. Interverrà dopo su qualcos'altro.
Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 1.14, sul quale c’è una riformulazione. Chiedo ai presentatori se accettano la riformulazione.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Su questo emendamento accettiamo la riformulazione. Siamo contenti che sia stata considerata anche l'opzione di valutare se, sotto le case che sono state costruite negli ultimi venti anni nelle zone interessate della «Terra dei Fuochi», fare i controlli, perché altrimenti potremmo trovare popolazione residente direttamente sopra ai rifiuti senza saperlo mai. Quindi, verifichiamo anche in queste zone. Siamo contenti che il Governo abbia recepito la nostra proposta.
PRESIDENTE. Avendo accolto la riformulazione, questo emendamento si voterà dopo l'emendamento Russo 1.56. Adesso, nel merito, se lei vuole intervenire, onorevole Grimoldi, le do la parola.
PAOLO GRIMOLDI, . Signor Presidente, io innanzitutto sull'emendamento di prima volevo dire che potevo magari farlo mio. Volevo solo dire sull'emendamento di prima, che è stato ritirato, che va bene che sia stato ritirato. L'emendamento dei colleghi Russo e Castiello andava esattamente nella direzione del medesimo emendamento poco prima esposto, dove sostanzialmente si chiedevano ulteriori analisi dei territori, dei terreni, delle acque e quant'altro del territorio della regione Campania, a maggior sicurezza dei residenti.
Venendo, invece, all'emendamento De Rosa 1.14 riformulato...
PRESIDENTE. Io avevo un parere favorevole nella formulazione originaria.
PAOLO GRIMOLDI, . Il parere lo so, volevo soltanto motivarlo, nel senso che anche noi siamo concordi con l'utilizzo di uso agricolo con carattere temporaneo, visto l'intervento e la forma del decreto-legge in oggetto. Quindi, esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Voteremo l'emendamento De Rosa 1.14, dopo l'emendamento Russo 1.56, a pagina 9 del fascicolo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Busto 1.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Signora Presidente, con questo emendamento in realtà si vuole riuscire ad intervenire con il decreto non solo sui terreni destinati all'agricoltura, ma anche sulle discariche autorizzate in Campania e sui terreni del Parco Nazionale del Vesuvio.
Perché credo e crediamo che sia importante inserire anche questi terreni nelle analisi di monitoraggio e di bonifica ? Perché la storia campana ha avuto dell'incredibile, anche negli aspetti legislativi.
Io voglio informare l'Aula che nel Parco Nazionale del Vesuvio ci sono un'ex discarica SARI, invaso A, invaso B e invaso C, ci sono le discariche abusive Pozzelle 1 e Pozzelle 2, ci sono 460 ecoballe depositate su terra nuda, c’è nella zona di Ottaviano-Somma la discarica «La Marca», nella zona di Ercolano la discarica «Amendola-Formisano»: tutte discariche abusive nel Parco Nazionale del Vesuvio.
Ma perché io inserisco anche discariche autorizzate ?
Perché se noi non abbiamo la memoria corta in questo Paese ricordiamo cosa è accaduto nella precedente legislatura: è accaduto che con il decreto-legge n. 90 del 2008 del Governo Berlusconi si inseriva la possibilità, in emergenza – questa parola che vi piace tanto per poter fare tutto – di mettere nelle discariche autorizzate una serie di prodotti che venivano semplicemente nel decreto definiti da dei codici, i codici CER.
In questi codici CER che cosa era nascosto ?
C'erano ceneri pesanti e leggere, fanghi prodotti da trattamento chimico-fisico: sono tutte sostanze nocive, pericolose. Se le andate a leggere nelle tabelle CER ve ne accorgerete.
E queste dove sono state messe ? In discariche speciali ? Sono state trattate adeguatamente ? No, sono state portate nelle discariche autorizzate per i rifiuti urbani, e chi affronta la cosa dal punto di vista tecnico si può rendere conto che non hanno la capacità di riuscire ad intervenire per assimilare rifiuti che invece sono pericolosi, sono rifiuti speciali.
Allora oggi ci troviamo che le discariche in Campania, oltre che nel Parco Nazionale del Vesuvio, le troviamo anche in altri posti.
Nel parco metropolitano delle colline di Napoli, la famosa discarica di Chiaiano, che era l'unica area boschiva, detta selva Chiaiano, nell'area di Napoli: lì ci avete fatto una bella discarica.
Poi c’è la discarica di Pianura, a 50 metri dalla riserva naturale degli Astroni, oasi WWF.
Allora, se noi non affrontiamo nel complesso quello che è accaduto in Campania ed approviamo questo decreto per ripulirci la faccia, i problemi resteranno nei comuni di queste zone, dove ci sono state le discariche autorizzate e dove si è sversato di tutto, e nei comuni che sono adiacenti al Parco Nazionale del Vesuvio, dove ci sono le interdittive dei sindaci che non fanno prelevare l'acqua dai pozzi per innaffiare i propri terreni, terreni che magari erano utilizzati ad uso personale.
Allora io mi chiedo: le persone che hanno i terreni in questa zona devo pagare le colpe di questa politica, che non solo gli fa morire i parenti, li fa ammalare, ma distrugge anche la falda acquifera ed il territorio di parchi nazionali e di zone verdi che dovevano essere pensati per portare sicuramente un altro segnale alla popolazione ?
Io credo, quindi, di votare con coscienza questo emendamento, perché bisogna capire che il tema in Campania è molto complesso, molto più complesso rispetto a quello che si disegna oggi, qui, in quest'Aula e in questo decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, più che altro le chiedo come mai questo emendamento non è stato dichiarato inammissibile, perché, altrimenti, la mia volontà emendativa sarebbe andata nella direzione che, non so, oltre che il Parco Nazionale del Vesuvio io ci mettevo un bell'emendamento sul Parco Valle del Lambro, piuttosto che le discariche autorizzate, di quali aree ? Perché, a questo punto, se vogliamo spaziare sui territori, penso che qui, in quest'Aula, ogni singolo rappresentante abbia ulteriori territori da aggiungere all'interno di questo provvedimento, nella speranza poi, tra l'altro, che arrivino i relativi fondi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, vogliamo esprimere un parere positivo su questo emendamento che è stato presentato dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, perché riteniamo che proprio la logica dell'intervento che stiamo mettendo in campo si basa su una situazione di eccezionalità; una eccezionalità appunto che si chiama «Terra dei fuochi» e che ha determinato la necessità di intervenire con un decreto. Non sarebbe stata necessaria una norma di questo genere perché, come noi sappiamo, sia i parchi nazionali sia le discariche autorizzate sono soggetti ai controlli previsti dalla legge ma, trattandosi di una situazione eccezionale, mi pare del tutto evidente che le discariche di quella zona devono essere sottoposte ad un ulteriore controllo, perché così come si è sversato illegalmente in tanti luoghi della regione Campania, contemporaneamente sappiamo che è possibile – e forse è sicuro – che in molte discariche sono stati sversati illegalmente rifiuti speciali su discariche normali.
Per questo penso che, visto che ci troviamo a mettere in campo un provvedimento così articolato, così importante, così significativo, fare un'ulteriore caratterizzazione, un'ulteriore indagine nelle discariche autorizzate e in quella parte del territorio campano che è il Parco Nazionale del Vesuvio che, come è stato detto, è stato oggetto di tanti interventi dal punto di vista dello smaltimento dei rifiuti, sarebbe una cosa opportuna, una cosa utile che darebbe sicurezza ai cittadini sulla serietà dell'intervento che stiamo mettendo in campo e che ci darebbe sicurezza che appunto quelle discariche, seppur autorizzate, effettivamente rispondono a quei principi e a quelle caratteristiche previste dalla legge, e che in quei luoghi non sono sotterrati illegalmente rifiuti speciali e pericolosi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, solo per dire che non capivo l'intervento del collega Grimoldi della Lega, perché stiamo parlando di rifiuti, stiamo parlando di Campania. Il nostro emendamento mi sembra attinente, stiamo parlando appunto di andare a caratterizzare delle aree che comunque sono già sotto l'attenzione del Governo. Quindi, le aree delle discariche autorizzate e del Parco Nazionale del Vesuvio sono zone dove sappiamo che ci sono sversamenti, sappiamo che anche nelle discariche autorizzate sono stati conferiti rifiuti che non erano autorizzati come conferimento nelle discariche presenti in Campania. A questo punto, chiediamo semplicemente di estendere a queste aree e, quindi, è completamente attinente al discorso compreso nel decreto.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole De Rosa. Non l'ho detto prima al microfono, l'ho detto separatamente all'onorevole Grimoldi, in ogni caso questo emendamento aveva già superato il vaglio di ammissibilità in Commissione ed era già stato presentato e discusso in Commissione, quindi non c’è stato un nuovo vaglio da parte della Presidenza in questa fase.
Ha chiesto di parlare sull'emendamento il relatore Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI, . Solo per precisare che sui contenuti – l'aveva già ricordato il Ministro Orlando – siamo d'accordo. Sono tanti i territori devastati in questo Paese che meritano di essere osservati, caratterizzati così come prevede la legge, messi in sicurezza e bonificati.
Però, vorrei ricordare una volta per tutte, per le prossime discussioni, che questo è un decreto-legge emergenziale che riguarda, anche nei contenuti, la possibilità di discriminare quelle che sono aree idonee a un certo tipo di agricoltura a quelle che non lo sono. Questo era l'intento iniziale del decreto. Per cui, tutta un'altra serie di questioni che sono state sollevate, che ci sono e che nessuno vuole disconoscere, non possono essere affrontate con questo strumento normativo. Solo questo era il tema e il motivo del parere contrario, non tanto perché non si riconosca che ci sono problematiche anche in altre aree importanti della Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, comprendo le preoccupazioni del relatore Bratti, però riteniamo anche noi che queste aree – tutte le aree del Vesuvio – sono molto critiche. Per cui, noi di Forza Italia siamo favorevoli all'emendamento e, quindi, lo voteremo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Paglia ed altri n. 1, Barbanti ed altri n. 2 e Brunetta ed altri n. 3, presentate ai sensi dell'articolo 96-, comma 3, del Regolamento, al disegno di legge n. 1941: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia .
Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale Giorgia Meloni ed altri n. 4, che è in distribuzione .
A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà ai sensi dell'articolo 96-, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
Il deputato Giovanni Paglia ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.
GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, io comincio col dire che credo esista in quest'Aula una condivisione diffusa sull'inopportunità politica dell'operazione che si compie con questo decreto intorno alla Banca d'Italia. Ora io proverò, se ci riesco, a spiegare perché esistono anche ottime ragioni per considerare il provvedimento anche contrario alla prassi costituzionale, nella speranza che non si voglia arrivare da qui al giorno della votazione a chiudere gli occhi sia davanti alle ragioni del diritto, che a quelle di merito. Lo dico al Parlamento, cui spetta la decisione, e anche al Governo, perché da una proposta avventata si può sempre recedere. Non sarebbe, d'altronde, la prima volta che accade nemmeno in questa legislatura. Voglio qui ricordare il caso più eclatante e più recente: quello del ritiro del decreto «salva Roma», imposto dal Capo dello Stato dopo aver ravvisato l'estrema eterogeneità sopravvenuta durante il dibattito nelle materie contenute.
Qui l'estrema eterogeneità non ha bisogno di sopravvenire, dato che è insita nel decreto fin dal titolo: l'IMU, la dismissione di immobili pubblici e la Banca d'Italia. Io invito chiunque di voi a spiegarmi quale sia il nesso che leghi la riforma ordinamentale della nostra Banca centrale al pasticcio dell'IMU, ed entrambi – uniti o separatamente – alla modifica delle norme che regolano l'alienazione del patrimonio immobiliare.
Voi state chiedendo a questo Parlamento di intervenire su un organo costituzionale, una delle istituzioni fondamentali del Paese, e indirettamente dell'Unione europea, senza che sia di fatto nemmeno possibile una discussione reale e l'adozione di emendamenti, sotto il velato ricatto dell'IMU che gli italiani dovrebbero pagare qualora il decreto decadesse. Questo, io credo, non è serio, non è moralmente accettabile e non è rispettoso di questo Parlamento, né del Paese e della possibilità che il Paese, appunto, riceva un'informazione adeguata all'importanza di ciò di cui stiamo cominciando a parlare.
Veniamo al requisito della necessità e urgenza. Che vi fosse necessità di intervenire sull'assetto di Banca d'Italia è fuori discussione, dato che dal 2005 è vigente in questo Stato una legge che ne prevede il passaggio al Tesoro delle quote di proprietà. Che tale necessità fosse urgente, però, al punto da dover intervenire per decreto, dopo che per otto anni si è disattesa una legge, e dopo che a una mia interrogazione di novembre si è risposto che si era ancora in fase di analisi, che appunto tale necessità fosse urgente è impossibile da credere per chiunque.
Non è intervenuta d'altronde nessuna novità nelle ultime settimane, tale da rendere necessario e urgente un intervento, a meno che non si voglia pensare che l'urgenza fosse dettata dalla necessità di trovare le risorse necessarie a coprire il buco di bilancio lasciato dall'abolizione dell'IMU, e che quindi questo decreto sia collegato, in realtà, alla previsione di tassazione delle rivalutazioni delle partecipazioni. In questo caso, il collegamento funzionale con l'IMU ci sarebbe, e forse anche l'urgenza, però dovreste ammettere che stiamo intervenendo su un organo costituzionale per fare cassa, e questo sarebbe veramente troppo. Sarebbe probabilmente troppo anche per l'Unione Europea, dopo che già avete offeso la Banca centrale, violando di fatto la sua prerogativa di emettere un parere in tempo utile su provvedimenti ordinamentali che coinvolgano gli istituti centrali.
La BCE ha ricevuto la richiesta di consultazione il 22 novembre, il decreto è stato approvato il 27 novembre e il 27 dicembre la BCE emette il parere, e ci ricorda, tra l'altro, che gli Stati membri dell'Unione sarebbero tenuti a sospendere l'iter legislativo, in attesa, appunto, della sua espressione. L'Italia non solo non lo ha fatto, ma ha cambiato il provvedimento in un punto estremamente sensibile, quello relativo alla nazionalità dei possibili azionisti, a parere già acquisito. È, quindi, facile prevedere che questo Parlamento dovrà fra pochi mesi subire l'umiliazione di dover di nuovo intervenire sulla materia, per tornare sui suoi passi, finendo per rinfocolare anche i sentimenti antieuropei, come sempre accade quando prima si solletica il nazionalismo, e poi si è costretti a cambiare idea.
Al di là del merito, io dubito infatti che nel momento in cui si decide di affidare al mercato la proprietà di un istituto e stante la dimensione comunitaria di questo mercato, si possa poi introdurre un vincolo nazionale alla detenzione delle quote, tanto più all'interno di un ambito come quello degli istituti finanziari, sempre meno caratterizzati da una chiara identificabilità della matrice nazionale. Spiegatemi, ad esempio, se un primario istituto di credito come BNL debba essere considerato o meno italiano, perché tale è in virtù della sua residenza, ma non in virtù della catena di controllo. E, tuttavia, BNL azionista della Banca d'Italia lo è già oggi, e non fra i minori, fra l'altro.
Perché, in effetti, non è corretto parlare di privatizzazione, a proposito di questo provvedimento, dato che la nostra Banca centrale era già partecipata prevalentemente da soggetti privati, bancari e assicurativi. Però questo era un da sanare, derivante non da una scelta originaria in questo senso, ma indirettamente dalla privatizzazione del sistema bancario effettuato negli anni Novanta, che la legge del 2005 risolveva appunto nella direzione di un ritorno alla matrice pienamente pubblicistica della proprietà, in accordo, almeno a mio parere, con la nostra Costituzione e con la tradizione continentale.
È, infatti fuori discussione che gli utili prodotti dalla Banca d'Italia siano tali in ragione della propria funzione, e non della propria azione su un mercato, e che, quindi, come tali appartengano al popolo italiano nella sua interezza. E se la situazione precedente a questo decreto, caratterizzata da una distribuzione di dividendi quasi simbolica, poteva anche essere tollerata, la situazione cambia decisamente quando agli azionisti si garantisce una rendita annua certa vicina ai 450 milioni di euro.
É troppo infatti pretendere che allo Stato, e solo allo Stato, vengano distribuiti gli utili originati da attività che sono tutte di natura strettamente pubblicistica, indipendentemente da distinzioni che si vogliano forzatamente trovare ? Utili che, peraltro, vengono appunto elevati ad un livello che sarebbe interessante per qualsiasi cittadino italiano, ma che vengono per legge riservati alle sole banche e assicurazioni, creando per le azioni un mercato sì, libero, apparentemente, ma molto ristretto.
È accettabile, anche sul piano costituzionale, perché di questo parliamo oggi, che un bene pubblico venga privatizzato, ma che alla sua privatizzazione possa partecipare solo una platea selezionata di soggetti, che tra di loro non hanno nulla in comune, se non il ramo di attività ? Questo sarebbe un punto da chiarire, dato che siamo in sede di pregiudiziale. Una volta che si sia adottata la scelta del mercato, rendendo negoziabili liberamente le azioni, e parlando addirittura di permettendo che per questa via le partecipazioni oggi detenute dalle banche siano, quindi, considerate un attivo reale, come è possibile, in una tale situazione, restringere l'accesso a tale mercato solo a banche, assicurazioni e altri soggetti finanziari ? Io mi chiedo: perché non può accedervi il signor Rossi ? O, qualora si ritenga che la particolarità del soggetto interessato, cioè Bankitalia, necessiti una particolare solidità degli azionisti, perché non si limita l'accesso alla negoziazione secondo parametri oggettivi e universali, anziché secondo la natura del soggetto a cui è riservata, cioè le banche ? Sulla base, immagino, di una tradizione nazionale che ha sempre visto appunto banche e le assicurazioni come azioniste. Però quella tradizione era esattamente il punto da risolvere, non una situazione da perpetuare, limitandoci, solo, ad una maggiore frammentazione delle quote; frammentazione peraltro tutta virtuale, dato che non esistono, almeno a modestissimo parere di chi parla, soggetti nazionali realmente interessati a rilevare da Banca Intesa e Unicredit, perché parliamo di Banca Intesa e Unicredit, non del mondo, le loro quote eccedenti. Non esistono anche perché il prezzo a cui queste quote sarà trattato, in realtà non è determinato dal mercato, stante la clausola che impone a Bankitalia stessa l'onere di rilevarle qualora non esistano soggetti privati disposti a farlo.
Allora, in un regime costituzionale e in quadro continentale che prevedono spazi propri, con regole proprie, per lo Stato e per il mercato, per l'interesse generale e per quello privato, io vorrei sapere, qui, da quale parte del muro ci troviamo ? Esattamente dalla parte che non dovrebbe esistere, ovvero quella in cui il mercato è distorto e garantito nei privilegi che si determinano con questa distorsione dalle leggi dello Stato. In questo Paese accade spesso, ma sarebbe bene tenerne fuori almeno le istituzioni fondamentali della Repubblica come la Banca centrale, che ha bisogno di essere indipendente, non .
Per questo noi cominciamo oggi a fare al Parlamento e al Governo una richiesta con tutta la forza che potremo mettere in campo e così continueremo a fare fino all'ultimo minuto in cui questa discussione andrà avanti. Chiediamo che venga stralciata da questo provvedimento la parte relativa a Banca d'Italia perché si possa rimettere la discussione ad un disegno di legge ordinario. Restituiamo a noi stessi e al Paese il diritto ad una discussione informata, fatta nei tempi e nei modi corretti, se ne abbiamo la forza. Noi non abbiamo intenzioni dilatorie, come non le abbiamo mai avute da quando questo Parlamento è insediato, abbiamo solo, come sempre, il desiderio di poter intervenire nel merito, peraltro questo desiderio sappiamo essere condiviso dalla maggioranza di quest'Aula, ne siamo certi.
Credo che mai come in questo caso la fretta sia solo cattiva consigliera, ma non solo cattiva consigliera, sia anche latrice di cattivi pensieri. Quei cattivi pensieri che in democrazia non dovrebbero mai albergare .
PRESIDENTE. Il deputato Alessio Villarosa ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Barbanti ed altri n. 2.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, è la prima volta che presento una questione pregiudiziale e vi posso assicurare che già sono rammaricato. Spero davvero di riuscire a farmi capire da tutti, il tema lo avete reso complicato per tutti i cittadini dopo anni di strategiche modifiche normative. La politica sembra ormai complicata e noiosa, ma non lo è. La verità è che qualcuno la rende appositamente noiosa e oscura. Credo che un buon politico debba riuscire a farsi capire da tutti cittadini. Secondo l'articolo 67 noi rappresentiamo tutti i cittadini, e non solo chi ci ha eletto, incostituzionalmente, direi. Quindi, perché usare termini difficili ? Le nostre idee devono essere limpide, chiare e accessibili a tutti.
La normalità, l'umiltà e la comprensione, questi devono essere i nostri traguardi. Abbiamo quasi sempre presentato una pregiudiziale, perché quasi sempre nei vostri atti c’è qualcosa di incostituzionale. Ci toccherà quindi chiedere, poi, il parere alla Corte, per tutti questi decreti che avete emanato finora; dopo otto anni ci risponderà e sicuramente ci darà ragione, ma i danni ormai saranno belli e fatti, e noi, come accade da anni, ormai, saremo lì piegati a raccogliere i vostri cocci, che ormai avranno fatto danni enormi, esattamente come accade da tanti anni, da troppi anni. Sono rammaricato, sì. Sono rammaricato. Volete sapere perché ? Perché so che qualsiasi cosa vi dirò – infatti vedo... attenzione in quest'Aula – voi la boccerete, e la boccerete solo perché è del MoVimento 5 Stelle. Sapete che andrebbe promossa e non bocciata, ma qui a volte si gioca, e si gioca con la pelle nostra, di noi cittadini.
Io vi dirò cose ovvie, cose certe. Io vi dirò la verità, vi dirò che voi non potete farlo, la Costituzione non ve lo permette. L'articolo 76 parla chiaro, parla molto molto chiaro: «L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti. E voi cosa fate ? Ve ne fregate.
Quindi, quest'articolo della Costituzione dice che a voi la potestà legislativa non spetta. Quindi, decreti-legge non ne potete fare, giusto ? E voi fate finta di non sentire. Qualcuno mi può spiegare perché ? Nessuno. Lasciando perdere le ratifiche, le istituzioni di Commissioni parlamentari e le mozioni, che comunque sono atti che dovete scrivere voi, noi ad oggi abbiamo approvato circa venticinque leggi. Quindi, i cittadini, in questo momento, staranno pensando che ci saranno circa venti, ventidue leggi del Parlamento e tre, cinque decreti-legge, in base alla Costituzione; sapete, cittadini, qual è la verità ? È il contrario. È il contrario: venti, ventidue decreti-legge, tre, cinque leggi di iniziativa parlamentare.
Non pensavo davvero tutto questo, prima di arrivare qui; non credevo ci fosse questo disprezzo verso la nostra Costituzione. Scandali ne sentivo e ne sento tuttora di continuo. Le trasmissioni di denuncia hanno materiale per secoli interi, ma pensavo venisse fatto tutto nel rispetto delle regole, almeno di quelle costituzionali. Ingenuo ! Subito dopo l'articolo 76 c’è l'articolo 77, che vi dà una minima possibilità, e vi dice: «Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta sotto la sua responsabilità, atti aventi forza di legge» e via dicendo.
Allora, qualcuno mi spieghi: perché c’è la necessità e l'urgenza per un provvedimento simile ? Mi riferisco alla rivalutazione delle quote della Banca d'Italia; naturalmente poi con i nostri soldi, non con i soldi dei proprietari delle quote, le banche, ma con i nostri. Ma su questo ci torneremo successivamente. Lo so che non ci credete, cari colleghi, ma vi spiego anche questo. Eravamo al fatto che i decreti-legge il Governo li deve adottare, ma solo se ci sono necessità e urgenza. Si tratta, appunto, di qualcosa d'urgente, di necessario, immediato. Ci sono dei problemi, ad esempio, sulla mini IMU, che capiamo, c’è una scadenza immediata. Allora sì, in quel caso si possono adottare e mi trovate assolutamente d'accordo. Ma qui stiamo parlando di un provvedimento atteso dal dopoguerra. L'ultima rivalutazione è avvenuta nel 1936, quasi cento anni fa, e ora dobbiamo farlo in sessanta giorni. In più, ci dite che questo provvedimento è blindato e che non accetterete nessuna modifica ? Questa volta non avete neanche la scusa dell'Europa, perché di solito ci dite: ce lo chiede l'Europa ! Oggi non potete dire neanche questo, perché neanche l'Europa è d'accordo. Infatti, loro ci hanno «bacchettato» più volte dicendoci che anche in casi di necessità, estremità e urgenza le autorità nazionali non sono esonerate dall'obbligo di consultare la BCE e darle il tempo sufficiente a consentire di esprimere il suo parere. Il riferimento è al decreto legislativo n. 38 del 2005.
Questa consultazione è arrivata alla BCE il 22 novembre e il decreto-legge è stato approvato il 27 novembre dopo cinque giorni. La BCE ci ha «bacchettato» richiamando il Ministero, dicendo che l'emanazione del decreto senza la pronuncia del parere da parte della BCE stessa equivale ad un caso di non consultazione.
Quindi, vi prego, smettetela di raccontarci chiacchiere; quando facciamo proposte di buon senso, smettetela di dirci che non si possono fare perché ce lo chiede l'Europa, anche ora ce lo chiede l'Europa. Questa è una porcheria e farlo così è una dittatura.
Dov’è il Presidente della Repubblica in questo momento ? Lui stesso dichiarava con lettera del 15 luglio 2009: »provvedimenti eterogenei nei contenuti e frutto di un clima di concitazione e di vera congestione sfuggono alla comprensione della opinione pubblica – giustamente – e rendono sempre più difficile il rapporto tra il cittadino e la legge». Il cittadino non riesce più a capire niente. E continua: »È doveroso ribadire oggi che è indispensabile porre termine a simili prassi”. Dov’è il Presidente della Repubblica ?
Eppure a fine dicembre era pronto a far decadere un decreto, un decreto che non voleva nessuno però: il decreto sugli enti locali. Su tutti gli altri decreti che non necessitano di urgenza e che contengono milioni di temi eterogenei – vietato anche questo – che non c'entrano niente l'uno con l'altro, perché non li facciamo decadere ? Perché il Presidente della Repubblica non li fa decadere ? Cosa c'entra la mini IMU con la Banca d'Italia ? Oppure questo anticipo che dovranno fare le banche del 128 per cento ha a che fare con la riforma della Banca d'Italia per coprire la mini IMU ?
Ci volete prendere per i fondelli ? A noi e ai tanti milioni di cittadini là fuori ? No di certo.
La Corte Costituzionale più volte si è espressa in questo senso: nel 1995, nel 2012 e nel 2013, ma nulla è cambiato. Ma in questo Paese per far rispettare le leggi che cosa bisogna fare ?
Anche gli articoli 53 e l'articolo 81 della Costituzione. Andiamo al 53: la disposizione lo viola palesemente. Se i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva è ingiusto aumentare a dismisura gli oneri fiscali a carico sempre dei soliti poi, privando gli stessi, in violazione di ogni tutela costituzionale, delle loro esigue disponibilità – qualcosa sarà rimasto a questi cittadini, chiediamogli anche quello che gli è rimasto a questi cittadini – soprattutto nel contesto di crisi economica nel quale viviamo.
Perché forse i cittadini non lo sanno, ora parlo un attimo a loro, perché sono certo che non lo sanno, ci pensiamo noi a dirglielo, siamo qui per questo. Cari cittadini se dovessero mancare i fondi per questo decreto, lo sapete dove verranno presi ? Dalle nostre tasche. Perché il comma 6 dell'articolo 2 dispone l'aumento, a decorrere dal 1o gennaio 2015, delle accise e l'aumento, per i periodi d'imposta 2013 e 2014, degli acconti IRES ed IRAP.
Quindi capito cittadini, mentre la classe politica va in giro a dire di essere i paladini antitasse, e vi ho fatto poco fa l'elenco di tutte le tasse, questo è... il modo giusto di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale. Anche questo articolo, l'articolo 3 della Costituzione non viene rispettato.
L'articolo 81 della Costituzione non viene anch'esso rispettato, perché l'onere quantificato nel limite massimo di 3,7 milioni di euro si presupponeva dovesse scadere al 15 gennaio, pagato il 16, e invece andrà al 24 gennaio.
Questi sono i vostri lavori geniali e illegittimi ma noi nonostante le vostre bocciature continueremo a presentarle le nostre pregiudiziali, perché guardate non è poco. Noi per molti cittadini là fuori siamo i veri portavoce. Non è poco. Grazie a noi sul tetto in difesa della Costituzione, in Aula la notte a fare ostruzionismo perché voi volevate con metodi dittatoriali cambiare la Costituzione in quei momenti ne sono certo qualcuno la fuori si è sentito rappresentato.
Quando eravamo gli unici a presentare le mozioni di sfiducia Cancellieri e Alfano e di nuovo Cancellieri.
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, deve concludere.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Qualcuno là fuori, ne sono certo, si è sentito rappresentato. Là fuori qualcuno si è sentito rappresentato quando restituiamo lo stipendio o quando rinunciamo al rimborso elettorale.
Quando ogni volta che non rispettate la Costituzione e ci appellate – mi scusi, Presidente – «moralisti del cazzo», ebbene sì, ne sono certo, milioni di italiani si sentono rappresentati.
PRESIDENTE. Non la scuso, onorevole Villarosa. Anzi la richiamo.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Quindi anche se voi boccerete questa pregiudiziale, se avrete il coraggio di bocciarla, beh, io saprò che molta gente là fuori lo sa, sa che io sono dalla parte giusta e sa che voi ...
PRESIDENTE. Grazie, ha concluso il tempo.
Il deputato Cosimo Latronico ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Brunetta ed altri n. 3, di cui è cofirmatario.
COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, colleghi, signor rappresentante del Governo, il gruppo di Forza Italia ritiene in maniera convinta che il disegno di conversione all'esame di quest'Aula, in ordine alla verifica dei presupposti di necessità e di urgenza richiesti dall'articolo 77 della Costituzione, nonché dei requisiti stabiliti dalla legislazione vigente, non abbia i presupposti di costituzionalità. Il provvedimento contiene, infatti, numerose criticità riconducibili alla mancanza dei requisiti previsti dalla cosiddetta clausola di eccezionalità imposta dalla Carta costituzionale, le cui disposizioni peraltro incidono su ambiti materiali differenti e presentano un contenuto, complessivamente difforme ed eterogeneo.
Si tratta di un decreto-legge che rappresenta la sintesi negativa, a nostro parere, di un modo di procedere e di un approccio nella legiferazione da parte del Governo che prosegue da troppi mesi in maniera inaccettabile, assai discutibile e costituisce la conferma di una delle ragioni per le quali il gruppo di Forza Italia ha deciso di revocare la fiducia a questo Governo. Siamo di fronte ad un complesso di norme che intervengono su ambiti così disomogenei che si rilevano sin dal titolo del decreto-legge: dall'organizzazione della Banca d'Italia alla sua alla garanzia delle funzioni istituzionali e di vigilanza dell'Istituto, agli aumenti delle addizionali nel settore creditizio, finanziario e assicurativo, alla dismissione di edifici pubblici, sino alle misure fiscali relative all'abolizione dell'IMU. Un impianto dunque che prevede misure del tutto estranee e disorganiche ai requisiti di omogeneità espressamente richiamati dall'articolo 15, comma 3, della legge n. 400 del 1988, e in più occasioni dalla Corte Costituzionale.
Un provvedimento che delude sia per il suo significato politico di merito, che nella sua formulazione impropria dal punto di vista costituzionale. Se da un lato la parte che riguarda l'IMU riveste un seppur condivisibile carattere di straordinaria necessità ed urgenza, altrettanto non si può dire per l'aspetto concernente sia le dismissioni degli immobili pubblici che per il quadro normativo complessivo inerente l'assetto di della Banca d'Italia. Nell'ambito delle norme relative al medesimo Istituto di vigilanza, si ravvisa infatti l'evidente incongruità dell'accostamento di queste disposizioni a provvedimenti di sospensione o abolizione del pagamento di una rata di un tributo per i cittadini contribuenti proprietari della prima abitazione.
Ciò detto, appare inconfutabile come a tal fine siano state pesantemente disattese le sentenze della Corte costituzionale, la n. 171 del 2007, n. 128 del 2008 e la più recente n. 22 del 2012, che innovando la giurisprudenza in tema di presupposti della decretazione d'urgenza, hanno considerato la non omogeneità del contenuto del decreto-legge un indice della possibile insussistenza del requisito della straordinaria necessità ed urgenza. Il Governo senza un minimo dibattito politico su un tema così decisivo, come veniva rilevato anche da altri colleghi, con implicazioni sul sistema bancario rilevanti, ha scelto la via del decreto-legge per affrontare la riforma per certi versi storica dell'assetto proprietario e della della Banca d'Italia.
La consapevolezza dell'importanza dell'Istituto di vigilanza, così come la salvaguardia dell'intero sistema bancario italiano, anche nell'ambito di una prospettiva innovativa dell'Unione bancaria europea, avrebbero meritato infatti una discussione della materia più approfondita e in maniera a se stante. Ne discende che la scelta della decretazione d'urgenza nell'ambito delle norme concernenti la Banca d'Italia conferma la scarsa considerazione da parte del Governo e della maggioranza nei confronti delle prerogative del Parlamento, proprio per la delicatezza e le implicazioni dell'argomento.
Un'ulteriore considerazione, certamente di non secondaria importanza, che ribadisce l'evidente insussistenza dei presupposti di costituzionalità, è lo stesso risultato della votazione avvenuta nella Commissione affari costituzionali del Senato, che ha esaminato il provvedimento in prima lettura.
Lo stesso organo parlamentare, esprimendo il voto contrario sul decreto-legge, ha sottolineato come il provvedimento all'esame, in particolare, contenga, come peraltro sostenuto in precedenza, disposizioni sulla Banca d'Italia e sulla dismissione di edifici pubblici del tutto estranee rispetto alle misure fiscali relative all'abolizione dell'IMU.
Ricordo all'Assemblea un'ulteriore e sintomatica considerazione che, come dire, sintetizza un quadro generale di evidente opacità istituzionale. Mi riferisco alle dichiarazioni del sottosegretario Baretta, il quale nel corso dell'esame del decreto-legge in prima lettura ha sostenuto – sue parole – che «in considerazione degli impegni parlamentari relativi all'esame del disegno di legge di stabilità e dell'esigenza di provvedere entro il 31 dicembre 2013 all'indispensabile approvazione, il Governo abbia ritenuto preferibile accorpare disposizioni effettivamente disomogenee in un unico provvedimento». Ammissioni per certi versi imbarazzanti che in definitiva rafforzano la convinzione del nostro gruppo di un metodo inaccettabile da parte del Governo che, sempre più (una volta su tre ormai) affronta questioni che richiedono riforme organiche di natura economico-fiscale di così pesante rilievo, attraverso lo strumento della decretazione d'urgenza, proseguendo in prassi applicative distorsive del dettato costituzionale.
Concludo, Signor Presidente, non senza ricordare come il decreto-legge disattenda il messaggio inviato dal Presidente Napolitano alle Camere lo scorso 27 dicembre 2013. Nel suo richiamo il Presidente della Repubblica aveva invitato entrambi i rami del Parlamento ad attenersi, nella valutazione dell'ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge, a criteri di stretta attinenza allo specifico oggetto degli stessi e alle relative finalità, anche adottando, se necessario, le opportune modifiche dei Regolamenti parlamentari. L'omogeneità di materia che risulta essere insufficiente nel decreto-legge in esame, nel quale si accorpano tre ambiti così differenti – interventi in materia di abolizione d'imposta municipale, revisione dei criteri per la vendita degli immobili e dei terreni demaniali e, infine, la Banca d'Italia – viola pertanto sia il contenuto del richiamo del Presidente della Repubblica che i presupposti di costituzionalità richiesti.
In definitiva, signor Presidente, chiediamo che l'Aula, ai sensi dell'articolo 96 del Regolamento, deliberi di non procedere all'esame dell'A.C. 1941.
PRESIDENTE. Il deputato Corsaro ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Giorgia Meloni n. 4, di cui è cofirmatario.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, non è una novità, siamo di fronte all'ennesimo decreto presentato da questo Governo nel quale di tutta evidenza mancano i requisiti che consentirebbero al Governo di adottare un provvedimento d'urgenza. Manca il requisito di omogeneità, perché questo provvedimento si occupa della cosiddetta «mini IMU», delle modalità di pagamento e di conguaglio dell'imposta entro il 16 gennaio, si parla di acconti d'imposta, si parla di valorizzazione degli immobili di carattere pubblico, si parla di capitale e sistema di governo della Banca d'Italia, argomenti quindi tutt'affatto diversi tra loro, che hanno ambiti di applicazione, beneficiari e destinatari, tempi di sviluppo e di modalità totalmente differenti gli uni dagli altri.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Sulla questione della Banca d'Italia, soprattutto, oltre ad esserci una carenza del requisito di omogeneità, manca il criterio di necessità e urgenza, manca perché non c’è, dalla lettera delle disposizioni contenute in questo decreto, alcun provvedimento attinente la ridefinizione del capitale e della della Banca d'Italia che debba sortire degli effetti nel brevissimo periodo – requisito questo fondamentale perché il Governo possa decidere di adottare lo strumento del decreto-legge – e perché viene rilevato dalla stessa Banca Centrale Europea che, come si sa, ha il potere di controllo e di coordinamento delle attività delle banche nazionali – per l'Italia evidentemente la Banca d'Italia – proprio per questo suo ruolo dovrebbe essere avvisato con tempo sufficiente di valutazione riguardo a tutte le modifiche che i Governi nazionali intendono disporre sulla gestione delle banche nazionali.
Ebbene, con una lettera del 27 dicembre, la Banca centrale europea rammenta di essere stata formalmente investita dal Governo italiano della volontà di cambiare la della Banca d'Italia con una lettera del 22 novembre e di avere appreso che il Governo italiano aveva approvato il decreto in una riunione del Consiglio dei ministri il 27 novembre, cinque giorni dopo, di fatto rendendo assolutamente impossibile alla Banca centrale europea, massimo istituto di governo del sistema bancario, la possibilità anche solo di prendere atto delle carte sulle quali il Governo italiano voleva investire il Parlamento.
Ma vede, signor Presidente, il tema vero di cui si tratta e per il quale Fratelli d'Italia ha presentato la questione pregiudiziale rispetto all'inapplicabilità di questo decreto-legge, attiene certamente a una questione di forma e quindi alla mancata adattabilità dei presupposti per i quali il Governo può accedere alla via accelerata del decreto d'urgenza, ma riguarda soprattutto una questione di merito, rispetto alla quale io voglio evocare, sollecitare e chiedere il conforto dell'attenzione soprattutto dei colleghi di maggioranza, in particolare dei colleghi del Partito Democratico, che non sono tanti in questo momento in Aula, ma certamente sono sufficientemente autorevoli per poter esprimere una riflessione e una valutazione su questo tema.
Io mi interrogo rispetto ai colleghi del Partito Democratico se per davvero loro siano convinti, nell'assolvere al compito del parlamentare di maggioranza, che turandosi il naso deve comunque far passare tutto quello che il proprio Governo propone, se per davvero pensano che sia giusto che il Governo italiano provveda con il sistema della decretazione d'urgenza e quindi senza la possibilità di espressione di una valutazione dell'atto e delle conseguenze dello stesso da parte del Parlamento; se davvero il Partito Democratico sia convinto che con una decretazione d'urgenza si possa estendere la natura dei soci della Banca d'Italia, che fino ad oggi erano solo le casse di risparmio, le banche di interesse nazionale e che da oggi diventano le assicurazioni, i fondi pensione, diventano le banche di natura strettamente privatistica; se per davvero il Partito Democratico ha abbandonato qualsiasi ruolo della difesa pubblica da accettare che con un atto di imperio del Governo, con la presentazione di un decreto nel periodo delle vacanze di Natale, si decida che la Banca d'Italia viene privatizzata e si tolga addirittura al Parlamento la possibilità di discutere, nei tempi e nei modi dovuti, se un patrimonio di tutti gli italiani deve diventare questione di affare privato.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Mi chiedo se i colleghi del Partito Democratico possano davvero accettare che aumenti la commerciabilità delle quote – perché questo è previsto all'interno di questo decreto – di possesso e di proprietà della Banca d'Italia. È previsto un aumento del capitale sociale da 176 mila euro – 176 mila euro ! – a 7 miliardi e mezzo di euro, consentendo ai nuovi soci la possibilità di ottenere un dividendo sugli utili fino alla misura massima del 6 per cento annuale, il che significa che viene consentita la possibilità di distribuire fino a 450 milioni di euro l'anno ai nuovi soci di natura privata, di natura privata.
A questo si applica un'imposta agevolata, per il plusvalore della quota posseduta, che comporta un beneficio, per gli attuali soci, di potere ottenere, pagando solo una tassa del 12 per cento un plusvalore che consentirà loro negli anni, in modo indefinito, di potere meglio contrattare l'alienazione delle proprie quote, che varranno molto di più e che renderanno molto di più, e di poter ottenere un rendimento immediato dalla loro partecipazione attuale per l'elevazione della percentuale di attribuzione della redditività che viene considerata.
Per poter incassare subito, spiccioli, 900 milioni frutto dell'applicazione del 12 per cento di imposta ai 7,5 miliardi di nuovo capitale, per poter incassare subito 900 milioni, spiccioli, questo Governo regala un plusvalore di 7,5 miliardi agli attuali azionisti e consente loro di potere portare a casa 450 milioni l'anno di utili distribuiti. Si perde, in tutto questo, il carattere di nazionalità della Banca d'Italia, perché nel momento in cui si apre la compagine sociale alla partecipazione e alla presenza di banche private, di fondi privati, di assicurazioni, che essendo legittimamente istituti di carattere privatistico altrettanto legittimamente potranno al loro interno avere una serie di alienazioni e di scambi di proprietà tanto da diventare essi stessi soggetti, sia pure geograficamente di natura italiana, di proprietà e di capitale anche esclusivamente estero, tutto questo con il sotterfugio di un decreto, per la conversione del quale mancano oramai poco più di otto giorni e per il quale, quindi, la Camera dei deputati non avrà neanche il tempo di arrivare alla valutazione dei possibili emendamenti che tutte le forze politiche, a partire da quelle della maggioranza, sentiranno di dover produrre.
Ecco, per davvero, ai colleghi della maggioranza, ritorno a dire, e in particolare ai colleghi del PD – perché non mi fa specie che il figlio di Bilderberg, i portatori degli interessi delle banche, della finanza, dell'eurocrazia, della massoneria, il professor Monti e i suoi accoliti siano i principali sostenitori di questa fase di privatizzazione surrettizia della Banca d'Italia – chiedo appunto, ancora da ultimo, ai colleghi del Partito Democratico, al sottosegretario Baretta, che dovrebbe rappresentare in questa sede il Governo: ma per davvero pensate che sia corretto svendere e regalare la proprietà della Banca nazionale, per quattro spicci, agli interessi di chi evidentemente gestirà la Banca d'Italia, non per la tutela e lo sviluppo del patrimonio degli italiani, ma per meglio speculare e per meglio mettere la nostra economia nelle condizioni di dover sottostare ai degli altri ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Petrini. Ne ha facoltà.
PAOLO PETRINI. Signor Presidente, in relazione alle diverse pregiudiziali che sono state presentate, vado veloce sulle questioni che non riguardano la rivalutazione del capitale della Banca d'Italia. Sembra abbastanza ovvio quali siano le motivazioni di necessità e di urgenza che abbiano portato il Governo a emanare un decreto che riguarda la scadenza della seconda rata IMU, quindi la sospensione della seconda rata IMU, così come naturalmente anche della dismissione del patrimonio pubblico, visti i 500 milioni già previsti nella legge di stabilità che, naturalmente, avevano bisogno di una normativa a cui potersi ancorare.
Riguardo alla seconda rata IMU, noi naturalmente riteniamo che questa abbia tutti i caratteri della necessità e dell'urgenza, soprattutto per quel che riguarda la sospensione del termine, un termine che certamente difficilmente potrebbe essere sospeso solo per alcuni contribuenti e non per altri, pur consapevoli di quelli che sono stati i rilievi su quella che è una non equità nell'applicazione della stessa imposta in relazione alle rendite catastali che, naturalmente, poi saranno soggette a cambiamento con la delega fiscale.
Voglio però ricordare che questo decreto contiene anche la proroga dei termini di pagamento non solo per la mini IMU, ma anche per le addizionali IRES di banche e assicurazioni, che sono state aumentate dell'8,5 per cento in termini di competenza e sono state aumentate del 27,5 per cento in termini di cassa, per quel che riguarda gli acconti.
Cito queste questioni perché poi sono anche esse collegate alla questione Banca d'Italia, che è la questione centrale che viene rilevata dalle diverse pregiudiziali presentate. Siccome ritengo che siano state dette delle bugie in relazione sia allo stato di fatto sia a quello che il Governo ha proposto con questo decreto, tengo a sottolineare che la Banca d'Italia è sempre stata proprietà delle banche, prima pubbliche – lo sappiamo molto bene – e poi private, ma non per l'intervento di questa norma, ma per i cambiamenti che nel corso del dopoguerra ci sono stati in Italia. E poi per i processi di concentrazione che hanno interessato tutte le società di credito, abbiamo oggi una compagine sociale squilibrata all'interno della stessa Banca d'Italia. Una compagine sociale che questo decreto va a riequilibrare, perché la rende appunto più equilibrata, facendo sì che tutti non possano avere più del 3 per cento, con il cambiamento che è intercorso in Senato, del capitale sociale della Banca d'Italia. Quindi, una proprietà più diffusa delle quote e una concentrazione che poi vede anche ampliarsi la platea dei partecipanti.
Io credo, tra l'altro, che vada spiegato bene anche il funzionamento precedente regolato dallo statuto della Banca d'Italia, dove – ricordiamo – tutti i partecipanti al capitale sociale, al di là di una quota simbolica di 15 mila 600 euro, che di fatto era equivalente al 10 per cento dell'intero valore del capitale sociale, potevano vedere la distribuzione di circa il 4 per cento delle riserve statutarie, che ammontava a 560 milioni di euro, mentre oggi abbiamo una possibilità massima di 450 milioni di euro.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PAOLO PETRINI. Abbiamo una plusvalenza naturalmente dall'aumento a 7 miliardi e mezzo che va ad appannaggio del pubblico, perché attraverso questo 12 per cento, che è una media delle imposte che il Governo avrebbe potuto applicare...
PRESIDENTE. Onorevole Petrini, deve concludere. Ha esaurito i suoi cinque minuti.
PAOLO PETRINI. ... incassa, in maniera tale da poter utilizzare queste risorse per necessità pubbliche. In definitiva, la Banca d'Italia chiarisce definitivamente le questioni relative alla proprietà e alla sussistenza del suo capitale sociale fuori da un delirio mediatico che ha sempre investito questo tipo di problema. L'erario incassa delle entrate derivanti dalle plusvalenze, le banche si ricapitalizzano attraverso un meccanismo che non pesa sul bilancio dello Stato. Non pesa sul bilancio dello Stato e questo...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Petrini, ha concluso.
Ha chiesto di parlare il deputato Pagano. Ne ha facoltà. Anche lei ha cinque minuti, mi raccomando, deputato.
ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, la tranquillizzo, utilizzerò anche meno dei cinque minuti che mi sono stati dati e cercherò soprattutto di far notare all'Assemblea un po’ le caratteristiche fondanti di questo provvedimento, che è stato giudicato incostituzionale, almeno nelle pregiudiziali e da parte di molti interventi, ma che francamente ci sorprende non poco, stante la linearità che invece lo stesso riesce in maniera quasi inequivocabile a definire.
Provo a spiegare bene. Il provvedimento ha tre ambiti: uno in materia di IMU, l'altro in materia di dismissione degli immobili pubblici e l'altro in materia di assetto della Banca d'Italia. Analizziamoli uno per uno. In materia di IMU, si abolisce la seconda rata di pagamento per l'anno 2013 per una serie di immobili indicati nelle norme in esame, salvo l'obbligo di versamento di una quota di imposta dovuta per il 2013 nei comuni che hanno deliberato aumenti rispetto alle norme statali. Stabilisce, quindi, disposizioni in materia di acconti di imposta e in materia di dismissione di immobili pubblici, semplificando la procedura relativa alla vendita a trattativa privata, anche in blocco. Cito questo per dire che mi pare che vi sia una linearità assoluta sul Titolo che stiamo trattando.
Il Titolo secondo, invece, riguarda la Banca d'Italia. Si riferisce, infatti, al capitale della Banca, ribadendo la natura della Banca d'Italia di istituto di diritto pubblico, Banca centrale della Repubblica italiana e parte integrante del Sistema europeo di banche centrali. Inoltre, se ne afferma l'indipendenza nell'esercizio dei suoi poteri e nella gestione delle sue finanze. Detta, quindi, disposizioni concernenti gli organi, in particolare disponendo che né l'assemblea dei partecipanti né il consiglio superiore della Banca d'Italia abbiano alcuna ingerenza nella materia relativa all'esercizio delle funzioni istituzionali dell'istituto.
Inoltre, reca norme sulla composizione del predetto consiglio superiore e sui requisiti dei partecipanti e contiene varie disposizioni, in particolare in materia di abrogazioni e norme di coordinamento concernenti il nuovo assetto e la della Banca d'Italia. Quindi, anche qui, mi pare di poter cogliere un'assoluta linearità, e alcuni interventi che ho sentito in quest'Aula, oggi, risultano assolutamente decontestualizzati.
Terzo ambito, le disposizioni finali, in cui si precisa che gli incrementi di accise su birra, prodotti alcolici intermedi e alcol etilico previsti a copertura di alcune norme di tutela dei beni culturali e al finanziamento del nel settore cinematografico si riferiscono ad aliquote di accisa come successivamente rideterminate nell'articolo 25 del decreto-legge. Quindi, una cosa già vista mille volte nell'impostazione tecnica che, ovviamente, la caratterizza.
Da una prima valutazione, quindi, le misure contenute nel provvedimento in questione potrebbero far rilevare una mancanza di omogeneità delle disposizioni adottate e delle materie su cui esso interviene, ma questo solo per una visione superficiale, perché, se si considera, invece, con maggiore attenzione l'intera gamma delle misure e delle materie e le finalità che il provvedimento intende perseguire, ben si comprende come, invece, esso intervenga rispettando pienamente le disposizioni dell'articolo 77 della Costituzione, che parla esattamente di criteri di urgenza e di opportune necessità. Pensiamo, ad esempio, alle scadenze relative al pagamento delle imposte sulle abitazioni. Non dimentichiamo, inoltre, che la Corte costituzionale è intervenuta con toni critici nei confronti dell'eterogeneità delle norme inserite nei provvedimenti, è vero, però tale Corte costituzionale ha ribadito che le misure inserite nel decreto-legge possono essere non omogenee purché accomunate da uno scopo unitario.
L'illegittimità costituzionale delle norme, quindi, sussiste quando esse siano del tutto estranee allo scopo e alle finalità del decreto-legge che le contiene, ed è per questo motivo che noi del Nuovo Centrodestra ribadiamo la legittimità costituzionale di questo provvedimento, il cui contenuto non può essere minimamente messo in discussione né in termini di centralità e di importanza né, tantomeno, in termini di rispetto di quanto previsto dall'articolo 77 della Costituzione .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano. È stato di parola sui tempi.
Ha chiesto di parlare il deputato Filippo Busin. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, parlerò anche meno. Il nostro gruppo si trova d'accordo su molte parti delle questioni pregiudiziali che sono state presentate, soprattutto nei temi comuni sollevati, che riguardano la mancanza dei presupposti di straordinarietà, necessità ed urgenza delle norme presentate, secondo l'articolo 77 del dettato costituzionale, e sulla presenza nello stesso provvedimento di contenuti assolutamente non omogenei, come espressamente richiamato dalla normativa vigente.
Come richiamato anche dalla questione pregiudiziale posta dal gruppo di Forza Italia, non sono stati neanche rispettosi del recente richiamo del Presidente della Repubblica, il quale dichiarava che provvedimenti eterogenei e frutto del clima di concitazione e congestione rendono difficile la comprensione all'opinione pubblica e rendono difficile il rapporto tra il cittadino e le leggi.
Nello specifico soprattutto con riferimento alle parti che riguardano la Banca d'Italia e l'agevolazione per le dismissioni di immobili pubblici, a nostro parere, con questo provvedimento, si sottraggono al dibattito parlamentare temi che, al contrario, dovrebbero essere di sua competenza, confermando implicitamente che il ruolo del Parlamento è stato svalutato ed è stato relegato a corte di registrazione delle decisioni del Governo. Questo, come detto, rileva soprattutto per le norme agli articoli 4, 5 e 6, che disciplinano l'assetto proprietario e la della Banca d'Italia, tema che, al contrario, a nostro avviso, per rilevanza, andrebbe altrimenti approfondito e discusso in questa Assemblea. A questo proposito appaiono irrituali anche la modalità e i tempi con cui è stato richiesto il parere alla Banca centrale europea, richiesta che è pervenuta solo cinque giorni prima dell'approvazione del provvedimento in Consiglio dei ministri; tale parere della Banca centrale europea, poi, è arrivato a parlamentare già avviato. A seguito poi dello stesso parere, è emerso chiaramente che il valore rivalutato del capitale sociale della Banca d'Italia varrà solo da gennaio 2015: quindi, nessun beneficio, in vista degli imminenti a cui saranno sottoposte le nostre banche, nessun beneficio in termini di maggiore concessione di credito alle imprese e alle famiglie che andrebbe a sollevare quel problema drammatico che stiamo vivendo e che probabilmente si acuirà anche per il 2014, relativo al . Quindi, un elemento ulteriore e decisivo, forse, per valutare la mancanza dei presupposti di necessità e di urgenza, almeno per quando riguarda questa parte del provvedimento, e chiedere quindi lo stralcio degli articoli che riguardano la Banca d'Italia.
Nello specifico delle questioni sollevate dagli altri gruppi parlamentari, non condividiamo l'accenno critico della pregiudiziale proposta da SEL in tema di IMU. La mancanza di proporzionalità dell'IMU sulla prima casa rispetto alla capacità contributiva era invece, a nostro parere, un motivo in più per chiederne la cancellazione. Questo ovviamente soprassedendo poi sul fatto che la revisione dei tributi locali sugli immobili abbia poi riproposto, nei provvedimenti che andremo a discutere in futuro, gli stessi errori e elementi di incostituzionalità presenti nell'IMU sulla prima casa.
Per le suddette motivazioni ci asterremo sulla questione pregiudiziale proposta da SEL e voteremo invece a favore delle altre tre .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gaetano Piepoli. Ne ha facoltà.
GAETANO PIEPOLI. Signor Presidente, a nome del gruppo Per l'Italia, noi respingiamo le questioni di incostituzionalità sul decreto. Diciamo con franchezza che comprendiamo il senso complessivo di alcune delle questioni che, in particolare, i colleghi di SEL hanno sollevato nella loro mozione, ma che attenendo innanzitutto a un dibattito che riguarda in generale le fisionomie dei modelli circa il rapporto tra Stato e economia, tra Stato e mercato, certamente meritano approfondimenti che non possono essere ridotti nel merito della questione relativa a questo decreto.
Noi pertanto respingiamo le pregiudiziali di incostituzionalità e facciamo fondamentalmente nostre, per ragioni di sintesi, le argomentazioni che già il collega del Partito Democratico ha avanzato su ciascuna delle tre grandi componenti di questo decreto.
Nello stesso tempo non ci sfugge la dimensione tormentata che è all'origine anche delle contraddizioni che hanno accompagnato il dibattito sulle materie in esame e, in particolare, la commistione tra promesse elettoralistiche e usura della gestione della stessa esperienza di Governo in questa materia. E vorremmo qui concludere riaffermando con molta franchezza la nostra piena solidarietà al Ministro dell'economia Saccomanni per il senso di equilibrio, di pazienza e di tolleranza con cui ha accettato anche la dimensione mediatica e talvolta, mi si consenta di dire, volgare, di valutazione dello sforzo della gestione dell'esperienza del suo Ministero
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
Passiamo ai voti. Prego i colleghi di prendere posto. Chiamiamo i colleghi che sono fuori dall'Aula, avvertendoli che si sta per votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Paglia ed altri n. 1, Barbanti ed altri n. 2, Brunetta ed altri n. 3 e Giorgia Meloni ed altri n. 4.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Benedetto Francesco Fucci è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
COSIMO PETRAROLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Signora Presidente, Gabriele era un ragazzo semplice ed onesto, semplice ed onesto nel senso più profondo del termine. Gabriele non aveva un lavoro, perché tanti lo perdono e pochi ne ritrovano uno nuovo, anche in un territorio ricco come lo è la provincia di Varese.
Gabriele era un ragazzo altruista, perché io e lui insieme, per diverse notti, al freddo, andavano in giro per le strade di Varese ad attaccare i manifesti elettorali per le elezioni nazionali che hanno costituito questo Parlamento. Ricordo bene: arrivava la sera tardi con l'auto della madre, parcheggiava sotto casa mia ed insieme, muniti di colla e di rullo, partivamo per il faticoso notturno. Il freddo comunque non frenava il nostro desiderio di cambiare questo Paese, di dare speranza a chi come noi fatica ad immaginare un futuro, un lavoro dignitoso, un progetto di vita.
Sono sincero: non eravamo amici nel senso più nobile del termine. Ma in quelle notti Gabriele mi ha raccontato un po’ della sua vita: era malinconico; il sabato non usciva perché senza soldi; era anche orgoglioso, tanto che a 29 anni non voleva essere un peso per i suoi; mi raccontava di voler andare in Sicilia a coltivare le arance (la Sicilia è la terra di origine dei suoi genitori); aveva anche un cuore sensibile, si alterava quando qualcuno gettava a terra i mozziconi di sigaretta; partecipava alla fiaccolata contro le mafie tenuta nella sua città.
Gabriele era un attivista del MoVimento 5 Stelle di Varese. Era, adesso non è più, perché si è tolto la vita nella sua macchina, nella macchina della madre, la stessa che parcheggiava sotto casa mia. Solo, nel silenzio, Gabriele ha preso questa decisione. Ha preso un laccetto da elettricista, di quelli che si possono stringere ma non si possono allentare.
Ora è difficile per le persone che lo conoscevano e soprattutto per i familiari adeguarsi a questa indifferenza, questa indifferenza del suo stesso Stato, della sua stessa patria, che lo ha accolto alla nascita, lo ha cresciuto, ma poi lo ha abbandonato.
Quindi mi rivolgo a questo Governo: generalmente usiamo parole molto dure quando non condividiamo il vostro operato, l'operato dei partiti e della malapolitica di questi ultimi vent'anni, certamente sì, vi ha resi anche responsabili, ma come sono responsabile anch'io, come sono responsabili anche gli attivisti di Varese, perché non ci siamo accorti di nulla. Non ci siamo accorti del disagio che provava.
Per concludere, mi rivolgo nuovamente al Governo, mi rivolgo alla Presidente Boldrini e a lei Presidente anche, mi rivolgo a Napolitano: prendetevi anche tutti i meriti e tutte le glorie, ma per Dio calendarizzate al più presto la nostra proposta di legge per il reddito minimo garantito. Non solo per chi ha perso il lavoro, ma anche e soprattutto per chi il lavoro non l'ha mai avuto. Prendetevi cura del vostro popolo, prendetevi cura dei vostri figli .
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signora Presidente e colleghi deputati, lo scorso 10 dicembre è deceduto Luciano Maneggia, sindaco del comune di Pero. Il 13 dicembre si sono svolte le esequie religiose, durante le quali la comunità di Pero si è stretta intorno ai familiari e intorno al suo sindaco. Venerdì scorso l'amministrazione comunale e i cittadini hanno ricordato la figura di Maneggia in una cerimonia laica al centro civico.
Luciano Maneggia aveva 59 anni ed ha dedicato la vita alla famiglia ed alla comunità a cui apparteneva da cinquant'anni, iniziando l'attività politica nel 1976 come militante del Partito Comunista Italiano, per poi essere negli anni Ottanta consigliere comunale e assessore e poi dedicarsi all'attività lavorativa, sempre nella stessa azienda dove, grazie alla sua professionalità e dedizione, ha potuto ottenere continui riconoscimenti di carriera.
Sono gli anni della contestuale attività sindacale nella CGIL, seguendo la regola antica di essere sempre i migliori nel fare il proprio lavoro per lottare con maggiore forza e credibilità per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori.
Nel 1997 il ritorno all'impegno amministrativo, come assessore, fino al 2007, gestendo la realizzazione del polo esterno Fiera Milano, uno sforzo enorme per un comune piccolo a fronte di una trasformazione tanto imponente. E poi sindaco eletto nel 2007 e riconfermato nel 2012 e poi la malattia affrontata con forza, dignità, riserbo, non venendo mai meno alla propria funzione e continuando a seguire l'attività amministrativa dal letto di ospedale e nelle ultime settimane da casa. Maneggia mancherà e mancherà molto ai familiari, agli amici, ai cittadini di Pero e a quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato come amministratore onesto, preparato, competente, infaticabile e come militante e dirigente politico appassionato e intelligente.
Signor Presidente, in questo tempo in cui c’è dato vivere, in cui la politica, per proprie responsabilità, certo, e per il clima che si è creato, è vista come lontana, inutile, per taluni disprezzabile, le istituzioni sono oggetto di continuo logoramento nella propria autorevolezza, Luciano Maneggia ha tenuto fede agli ideali di gioventù, di partecipazione democratica, equità, moralità nella gestione della cosa pubblica. Ha seguito fino in fondo l'insegnamento che chi ha incarichi pubblici restituisce con il proprio impegno il mandato di fiducia ricevuto dagli elettori.
Anche per questo Luciano Maneggia ci mancherà, per quello che ha testimoniato con tanta forza ogni giorno, anche nei giorni della malattia. Ha servito la sua comunità, le istituzioni, lo Stato. Per questo sono convinto che sia giusto che quest'Aula ricordi la sua storia e il suo contributo .
FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, volevo rendere noto che durante le festività natalizie l'ufficio del direttore amministrativo del nostro gruppo parlamentare è stato aperto. Sono stati violati i sigilli del suo computer e crediamo sia stata estratta la memoria per poi essere reinserita. Questo è un fatto gravissimo. Non è la prima volta che avviene una violazione dei nostri uffici. Siamo al terzo episodio, dopo che anche i PC di due componenti dell'ufficio legislativo sono stati forzati. E dire che questi uffici dovrebbero essere garantiti dalla massima sicurezza. Noi non abbiamo nulla da nascondere, lo sapete, soprattutto sulla gestione amministrativa del gruppo che è totalmente trasparente. Infatti, trovate sul nostro sito, sul noto sito «» tutti i rendiconti del gruppo e anche dei singoli deputati, anche se non eravamo tenuti a renderli pubblici. Ci chiediamo, quindi, chi sia interessato a conoscere questi dati e a che scopo e cosa intenda fare la Presidente Laura Boldrini in merito a questa vicenda che, a nostro avviso, è scandalosa. Non ci risulta che sia mai capitata ad altre forze politiche una cosa del genere. Presidente, le chiediamo di predisporre tutte le garanzie possibili a protezione della sicurezza dei nostri uffici e a tutela delle nostre attività parlamentari .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Incà, la Presidenza della Camera è al corrente della questione da lei sollevata dal momento che il suo gruppo ha interessato di quanto accaduto gli uffici competenti. Il Collegio dei questori e il Comitato per la sicurezza svolgeranno le opportune verifiche, anche ovviamente attraverso un'interlocuzione con la presidenza del gruppo MoVimento 5 Stelle. Per quanto concerne la questione della sicurezza degli uffici del suo gruppo e in generale dei gruppi parlamentari, ricordo che la sorveglianza del Palazzo avviene sulla base di specifici protocolli di sicurezza che hanno un carattere generale e, nell'area da lei indicata, un carattere specifico. Comunque il lavoro del Collegio dei questori e del Comitato per la sicurezza sarà sicuramente utile e necessario nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.