PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta del 5 maggio 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Buttiglione, Coppola, Damiano, De Menech, Epifani, Fico, Gelli, Gentiloni Silveri, Giorgis, Antonio Martino, Mazziotti Di Celso, Meta, Scanu, Schullian, Sereni e Sottanelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e una interrogazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza all'ordine del giorno Martelli ed altri n. 2-01589 .
GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signor Presidente. Milagro Sala, fondatrice e dell'organizzazione sociale argentina Tupac Amaru, oltreché deputata del Parlasur, è detenuta illegalmente, insieme ad altri componenti del movimento sociale, dal 16 gennaio 2016. Nonostante gli appelli di Amnesty International e una risoluzione da parte del gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie delle Nazioni Unite, continua ad essere la prima prigioniera politica del Governo del Presidente Macrì.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianclaudio Bressa, ha facoltà di rispondere.
GIANCLAUDIO BRESSA,. Grazie, Presidente. In merito al caso della detenzione dell'attivista argentina Milagro Sala, vorrei innanzitutto assicurare che la Farnesina, anche attraverso l'ambasciata d'Italia a Buenos Aires, ha seguito la vicenda sin dagli inizi, ovvero dal giorno in cui Milagro Sala è stata arrestata con l'accusa di sedizione e istigazione alla violenza.
PRESIDENTE. L'onorevole Martelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza. Ha dieci minuti.
GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signor Presidente. Apprendo, e su questo ovviamente esprimo la mia soddisfazione rispetto alla risposta del sottosegretario Bressa, che comunque c'è un impegno da parte del Governo italiano, attraverso la rappresentanza diplomatica italiana a Buenos Aires, della quale si conosce l'impegno rispetto ai diritti umani e il lavoro fatto in questi anni che è sicuramente innegabile, rispetto a far sì che la vicenda di Milagro Sala, per i profili indicati dal gruppo di lavoro dei diritti umani delle Nazioni Unite, arrivi a una soluzione positiva e, quindi, si arrivi anche ad immaginare un rilascio oppure una scarcerazione per quel tipo di reati contestati.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianclaudio Bressa, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gagnarli ed altri n. 3-03002 .
GIANCLAUDIO BRESSA,. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo di cui all'oggetto, l'onorevole interrogante svolge un attento e puntuale della vicenda, rappresentando correttamente il quadro normativo riguardante la disciplina degli ambiti territoriali di caccia toscani. Tuttavia, il quadro tracciato non tiene conto del successivo intervento normativo posto in essere dalla regione Toscana con la legge regionale 9 agosto 2016, n. 56. In particolare, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 124 del 2016, ha dichiarato incostituzionale l'articolo 11, commi 2 e 3, della legge regionale n. 3 del 1994, come modificato dalla legge regionale n. 32 del 2015, affermando che il principio contenuto nell'articolo 14 della legge quadro 11 febbraio 1992, n. 157, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma per il prelievo venatorio”, secondo il quale gli ambiti territoriali di caccia devono avere dimensioni subprovinciali, va considerato uno standard di tutela ambientale e come tale rientra nelle competenze esclusive e va rispettato dalle regioni. La Corte ha, pertanto, dichiarato illegittime le norme della regione Toscana che individuavano gli ATC regionali in comprensori di dimensioni sovraprovinciali.
PRESIDENTE. L'onorevole Gagnarli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
CHIARA GAGNARLI. Grazie Presidente, grazie sottosegretario, in realtà non mi dichiaro soddisfatta in quanto la risposta, effettivamente, giunge tardiva rispetto a quella che era l'interrogazione di settembre 2016, quindi quando ancora non era stata rimodificata la legge regionale.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento di una interpellanza e una interrogazione all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Boccia, Ferrara, Fraccaro, Lorenzo Guerini, Guerra, Piccoli Nardelli, Francesco Saverio Romano, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
BARBARA SALTAMARTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI. Presidente, approfitto dell'inizio della seduta per chiederle ufficialmente che i Ministri competenti vengano al più presto in Aula per svolgere un'informativa urgente sul terribile incendio che si è sviluppato a Pomezia nella società Eco X, che ad oggi sta assumendo dei tratti ancora più inquietanti, visto che la procura di Velletri ha accertato la presenza di filamenti di amianto, quindi con un possibile rischio serio per la salute pubblica ma anche per le coltivazioni, che in quella zona sono molto numerose; un rischio quindi non solo per la salute, ma anche di natura economico, per tutta la realtà circostante l'area di Pomezia e non solo, visto che la nube è arrivata anche a lambire alcune realtà territoriali del comune di Roma.
PRESIDENTE. La ringrazio. Trasmetterò la sua richiesta al Governo. Sospendo adesso la seduta, che riprenderà alle ore 14,25.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Rosato ed altri n. 1-01508, Binetti ed altri n. 1-01558, Cominardi ed altri n. 1-01559, Rampelli ed altri n. 1-01561, Ricciatti ed altri n. 1-01562, Palese ed altri n. 1-01571, Allasia n. 1-01607, Catalano ed altri n. 1-01608, Civati ed altri n. 1-01619, Baldassarre ed altri n. 1-01622 e Palmieri e Occhiuto n. 1-01623 in materia di robotica ed intelligenza artificiale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
TERESA BELLANOVA,. Grazie, Presidente. L'argomento oggetto delle mozioni in esame riveste una particolare importanza per il Governo. La transizione verso processi produttivi robotizzati e automatizzati va analizzata e affrontata sotto due principali aspetti: da un lato, essa offre grandi opportunità di sviluppo attraverso la creazione di nuova ricchezza e maggior benessere, derivanti da una maggiore produttività diffusa, il soddisfacimento di nuovi bisogni mediante l'introduzione di nuovi prodotti, maggiore efficienza dei processi produttivi dovuta ad una forte spinta delle innovazioni di processo; dall'altro lato, ogni rivoluzione tecnologica costituisce una sfida alla sostenibilità sociale ed economica del sistema, soprattutto in relazione agli eventuali effetti negativi che digitalizzazione e automazione potrebbero avere sulla quantità e la qualità dell'occupazione.
PRESIDENTE. Il parere sulle premesse?
TERESA BELLANOVA,. Il Governo esprime parere favorevole su tutte le premesse.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PAOLA BINETTI. Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, dirò poche cose e chiedo l'autorizzazione a consegnare la mia dichiarazione di voto data la stringatezza assoluta dei tempi di cui disponiamo.
PRESIDENTE. È autorizzata.
PAOLA BINETTI. Come ho già detto presentando la mozione in Aula qualche settimana fa, il mio interesse personale in questo campo denso di sviluppi tecnico-scientifici, oltre che economici, è dettato prevalentemente dalle enormi opportunità che la robotica e l'intelligenza artificiale applicati alla teleriabilitazione hanno permesso di offrire a persone con disabilità di diverso grado, consentendo loro di recuperare ampi spazi di autonomia personale. È nato così un nuovo settore scientifico, la neuro-robotica, che ha permesso di creare piattaforme robotiche indispensabili per la ricerca di base in neuroscienze di sistemi che consentono diagnosi precoci di disturbi del neuro-sviluppo e di sistemi robotici che possono essere indossati secondo un concetto innovativo di intelligenza strutturale che si porta addosso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baldassarre. Ne ha facoltà.
MARCO BALDASSARRE. Grazie, Presidente. Con la nostra mozione n. 1-01622 abbiamo voluto tentare una collaborazione sui temi con altri soggetti politici e questo atto è figlio della collaborazione tra Alternativa libera e il Partito dei pirati. Secondo noi questo è uno degli argomenti più importanti di cui dovremmo occuparci, importanza non compresa appieno da questa classe politica ancorata al passato, mentre qui stiamo parlando del presente e di un futuro che, volenti o nolenti, irromperà nella nostra società. La linea proposta dalla nostra mozione è che gli Stati dovranno muoversi negli anni a venire in varie direzioni: servizi delle tecnologie per semplificare la vita e le iniziative dei cittadini in particolare riducendo drasticamente la burocrazia; intraprendere profonde riforme fiscali ispirate a principi di redistribuzione della ricchezza e salvaguardare la sicurezza, la e la democrazia. Nel settore privato robotica, automazione ed intelligenza artificiale sono ormai diventati di uso quotidiano, mentre per quanto concerne la pubblica amministrazione, siamo ancora all'età della pietra. Se abbiamo obiettivi comuni, quali snellimento e semplificazione, eliminazione di corruzione e clientelismo, eliminazione dell'inefficienza burocratica, abbiamo il dovere di prendere decisioni che implicano in qualche modo la sostituzione dell'uomo con meccanismi automatici soprattutto nel settore della pubblica amministrazione. Siamo ormai abituati ad alcuni strumenti diventati di uso quotidiano: Google, Facebook, Apple, Amazon ed altri colossi, che operano nel settore del e della tecnologia, stanno concentrando nelle mani di pochi soggetti una mole di dati e di informazioni che generano squilibri molto pericolosi per la democrazia stessa. Proprio per tale ragione riteniamo necessario proporre la creazione di piattaforme cooperative ossia imprese che utilizzano piattaforme informatiche analoghe a quelle dei grandi marchi che conosciamo ma gestite direttamente dai lavoratori che redistribuiscono i profitti tra di loro. Dobbiamo fare i conti con dati che non possiamo ignorare ma che dobbiamo oggi tenere in considerazione. Perdiamo giorno dopo giorno migliaia di posti di lavoro dove l'automazione sostituisce la catena di montaggio, i risponditori automatici, i Bot, sostituiscono i ; le casse automatiche sostituiscono i cassieri e i casellanti; i droni sostituiscono i corrieri - potrei andare avanti a lungo - con un novecentesco che non tiene il passo. Sempre più ci domandiamo cosa possiamo fare nel concreto per ridare il lavoro a chi lo ha perso a causa delle tecnologie. La causa di tutto ciò non è solo perché la manodopera costa meno all'estero ma è anche per via del processo tecnologico che permette ad una persona di fare il lavoro che prima avrebbero fatto in dieci. Ed è un processo che non può essere invertito. Questo dovrebbe essere grandioso per l'economia ma non lo è affatto per chi perde il proprio lavoro. D'altro lato, gli Stati che investono maggiormente nelle nuove tecnologie sono anche quelli che hanno maggiore ritorno in termini produttivi, occupazionali e sociali. Infatti, i temi legati alle innovazioni tecnologiche devono essere trattati congiuntamente con il . In un futuro dove il lavoro verrà svolto in misura sempre maggiore da macchine o da che spazio lasciamo alle persone? Quindi proponiamo un reddito di base sovvenzionato dalla produzione automatizzata in modo che chi lavora ottenga di più ma chi non trova lavoro sia comunque integrato socialmente e possa trascorre una vita dignitosa e libera da paure esistenziali.
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARCO BALDASSARRE. Concludo. Altra situazione critica a cui dovremmo prestare massima attenzione è la difesa della sicurezza e della dei cittadini soprattutto con l'avvento dell'. Come disse lo scienziato Stephen Hawking, l'intelligenza artificiale potrebbe essere la cosa migliore oppure la peggiore mai accaduta all'umanità…
MARCO BALDASSARRE. Concludo, è l'ultima frase. In una società complessa come la nostra dominata dagli estremi spetta al legislatore lungimirante guidare il cambiamento, facendo in modo che la società si diriga verso l'estremo migliore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. In un minuto non mi sembra di poter fare una dichiarazione di voto per quello che meriterebbe il problema della mozione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente, buongiorno, sottosegretaria. Dunque, Presidente, noi qui stiamo trattando, sempre nell'ambito, ovviamente, del tema lavoro, rispetto ad un alveo che chiamasi robotica. Il Parlamento italiano, forse per la prima volta in questi quattro anni, cerca di sottolineare quanto questo possa essere, da una parte, un'opportunità, ma, dall'altra parte, anche un'evidente punto di caduta rispetto al mondo del lavoro; dobbiamo accorgerci, necessariamente, dobbiamo renderci conto, Presidente, necessariamente, che il futuro del lavoro sarà, di fatto, in mano, sottosegretaria, alla cosiddetta intelligenza artificiale, cosa che, personalmente, a me - ma questo, voglio dire, è un aspetto del tutto, lo rinnovo, personale - non è che entusiasmi proprio moltissimo, ma ciò, probabilmente, tra le frange della politica significa essere considerati retrogradi e conservatori. È anche vero, Presidente, che, in Italia, ad oggi, c'è una disoccupazione, definiamola, “classica”, attorno all'11 e mezzo per cento e una disoccupazione giovanile attorno al 35 o 36 per cento. Quindi, ecco, probabilmente, dovremmo, in modo trasversale e politico, trattare questo tema anche in funzione del fatto che c'è poco da dire, nel prossimo futuro, probabilmente, la cosiddetta intelligenza artificiale, i cosiddetti robot, qualche posto di lavoro lo porteranno via.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Capelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAPELLI. Grazie Presidente. Io credo in un approccio diverso su queste mozioni che mi fa ricordare che negli anni andati, quando l'automobile ha rimpiazzato il cavallo, si diceva che si sarebbe ridotto drasticamente il numero dei maniscalchi, degli allevatori, senza considerare invece che ha portato alla nascita di nuove professioni, quali i meccanici, i gommisti, i ricambisti, i venditori e quant'altro. Ecco perché preferisco un altro approccio nel trattare queste mozioni oggi all'ordine del giorno. Qualche attento lettore degli atti della Camera potrebbe anche ironizzare sul tema in discussione citando Isaac Asimov che della robotica è il geniale, fantasioso, cantore nei suoi straordinari libri dedicati ai robot, dotati addirittura di leggi inderogabili, o quasi, e capaci di una loro specifica razionalità posta al servizio dell'uomo. Quel lettore degli atti della Camera però sbaglierebbe e di grosso ad ironizzare su un tema che non è solo il nostro futuro prossimo, ma ormai il nostro presente. Sbaglierebbe anche chi ritenesse il Parlamento non il luogo adatto ad una discussione così tecnica e poco attinente ai temi trattati dalle Camere. Se infatti il Parlamento non vuole trasformarsi, ancor più di quanto già non sia, in un votificio dove l'attività sia solo regolamentata da voti e concernente temi in apparenza di immediata spendibilità, è necessario che tratti soprattutto nelle mozioni, atti sin troppo sottovalutati, anche di temi che pur essendo, come detto, il nostro presente, non appaiono di così immediata attualità ai più distratti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi con più di 8,6 milioni di robot esistenti, il campo della robotica recentemente definito come l'industria in più rapida crescita in tutto il mondo ci chiediamo sempre più spesso che volto assumerà il futuro guidato dai . I sono pertanto da temere o da accogliere? Una delle tecnologie di maggiore impatto sul mondo del lavoro sarà proprio, nei prossimi anni, la robotica. L'ONU ha fatto sapere che i sostituiranno il 66 per cento delle professioni, per cui non possiamo non tenere presente tutti questi dati. Secondo diverse analisi, non necessariamente si tratterà di distruzione di posti di lavoro ma di trasformazione delle professionalità, che potrebbe anche riportare a casa alcune attività negli anni scorsi delocalizzate, oltre a migliorare i luoghi di lavoro e l'impatto ambientale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ivan Catalano. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Quando parliamo di quarta rivoluzione industriale, industria 4.0, Internet delle cose, parliamo di innovazioni scientifiche e tecnologiche che influenzano la vita di tutti noi. L'innovazione, come motore del cambiamento in atto, modifica lo scenario economico, sociale e persino culturale. Con insistenza si sente parlare di come intelligenza artificiale e trasformeranno il mondo del lavoro: è cambiato il modo di produrre, di consumare e di acquistare beni e servizi. Non possiamo ignorare gli sviluppi dell'elettronica e dell'intelligenza artificiale, l'automazione di molte attività, i nelle fabbriche e gli negli uffici. Non possiamo ignorare che questo processo riguarderà settori progressivamente sempre più ampi dell'economia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Giuseppe Civati. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CIVATI. Grazie, signor Presidente. Io comincio proprio dalla questione delle riformulazioni che accettiamo, segnalando, però, due questioni di carattere politico molto rilevanti. La prima è che ci rendiamo conto che questo Governo non si possa permettere e non intenda permettersi il reddito minimo e, quindi, di certo non intendiamo introdurlo in questa discussione, ma ci pare una questione rilevante anche nell'ambito della discussione che stiamo facendo quest'oggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Presidente, Governo, colleghi, le tecnologie innovative che soltanto fino a qualche anno fa erano relegate al mondo della fantascienza sono oggi una realtà che sta prendendo sempre più spazio nelle industrie dei maggiori Paesi e ad economia avanzata, modificando un'organizzazione del processo produttivo tanto da segnare la nascita di una nuova era industriale. I dati delle vendite mondiali dei robot industriali nel 2015 confermano che il settore sta vivendo una fase di espansione, raggiungendo, come conferma il rapporto presentato al gli oltre 150 miliardi di dollari nel 2020. Già nei prossimi anni, il settore industriale sarà supportato dalla crescente domanda di soluzioni che interessano altri comparti, dalla medicina alla difesa e ai servizi alla persona. Un di sviluppo interessante della tecnologia è raggiunto nel settore dei robot collaborativi, ossia di applicazioni capaci di affiancare l'uomo nell'espletamento della sua attività, nel quale, in Italia, operano aziende che vantano un ruolo di primo piano nel panorama mondiale, in cui sono oltre 4.000 le aziende attive nella produzione di robot o sono interessate nella filiera produttiva. L'Italia è il sesto mercato mondiale dei dispositivi robotici e il secondo in Europa, con una nel settore della ricerca e dell'innovazione. I centri di ricerca italiani di robotica rappresentano infatti dei poli di eccellenza a livello mondiale, il cui il valore supera quello industriale, e sono tra i promotori dei più ambiziosi progetti di ricerca robotica in Europa.
PRESIDENTE. Il collega Tancredi non è in Aula: s'intende che vi abbia rinunziato.
LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Iniziamo questo pomeriggio, ma immagino che non saremo nelle condizioni di mettere la parola “fine” a un percorso all'interno di quest'Aula, se volete sotto certi aspetti inedito, perché questo è il primo momento ufficiale in cui la politica inizia a confrontarsi con tutto il tema della robotica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto al collega Antonio Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Inizio il mio intervento facendo mie le parole dell'intervento della collega Ricciatti, soprattutto le parole conclusive, cioè questo da un lato è un punto di partenza, è il calcio di inizio di una riflessione che deve riguardare il Parlamento, il Governo, le forze politiche ma in realtà l'intera società italiana ed europea e, oserei dire, anche mondiale ed è una questione che non riguarda solo Industria 4.0. Lo dico al Viceministro Bellanova: non è unicamente questo che è in gioco. La nostra mozione e le mozioni di tutti in realtà pongono con chiarezza questo punto al centro, cioè la questione in questo caso è molto più grande, coinvolge il fatto che viviamo un'era inedita nella quale la tecnologia non è arrestabile, a meno di pensare che possa accadere un'ecatombe globale che ci riporti indietro non di decenni ma di secoli o di millenni ed è quindi necessario prepararci tutti a fare i conti con un dato di realtà ineludibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Claudio Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Ci troviamo di fronte ad una rivoluzione di carattere tecnologico che non ha pari. È vero la scorsa rivoluzione industriale, la più importante, ha sostituito i cavalli; la differenza è che qua si andrà a sostituire le persone perché l'intelligenza artificiale ha la caratteristica di sostituire e di svolgere funzioni che sono prettamente umane. Un'intelligenza artificiale è in grado di comunicare, di apprendere o, meglio ancora, di auto-apprendere; è in grado, addirittura, di manipolare oggetti. Alla Federico II di Napoli, per esempio, hanno sperimentato un robot, Robotic Dynamic Manipulation, RoDyMan, così viene definito, che è un robot in grado, addirittura, di fare delle pizze, quindi, di manipolare degli oggetti con una struttura modificabile, che si modifica nel momento. Quindi, in quel momento l'intelligenza artificiale deve avere la capacità di adattarsi all'imprevisto. Ma parliamo anche di molto sofisticati, parliamo di disintermediazione; per esempio, noi tutti, qui, conosciamo benissimo, immagino quello che è l', le assicurazioni quindi, tutti gli sportelli fisici che vengono superati grazie a dei che hanno una funzione in sostanza di interfaccia direttamente con l'utenza; si parla di milioni e milioni di posti di lavoro.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CLAUDIO COMINARDI. Inseguiteci, facciamolo insieme, facciamolo per la collettività tutta. .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Carrozza. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA CARROZZA. Grazie Presidente. Onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la mozione sulla robotica e l'intelligenza artificiale in discussione oggi in Aula è finalizzata a porre all'attenzione del Governo il tema della nascente quarta rivoluzione industriale e il suo potenziale impatto sulla nostra vita, sul lavoro e, più in generale, sulla società. La terza rivoluzione industriale, quella della microelettronica, dell'automazione industriale e di Internet, è giunta alla sua maturazione, si parla della fine della legge di Moore per dire che la spinta alla miniaturizzazione dei di microelettronica e l'aumento della velocità di processo di una singola istruzione sono arrivate alla loro maturazione definitiva e ci si aspetta una discontinuità tecnologica per il futuro. Il capitale è alla ricerca di un ciclo espansivo di nuove tecnologie abilitanti e sta promuovendo lo sviluppo di proprietà intellettuale, basti pensare a Google Alphabet, Facebook o SpaceX, che sono diventati i protagonisti di programmi di ricerca fondamentali e di battaglie legali spietate, come quella in questi giorni fra tra Alphabet e Uber su brevetti e segreti industriali della guida autonoma.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Pagano ed altri n. 1 presentata al disegno di legge n. 4451: Conversione in legge del decreto-legge 29 aprile 2017, n. 54, recante disposizioni urgenti per rafforzare i dispositivi di sicurezza connessi allo svolgimento del vertice dei Paesi del G7.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame della questione pregiudiziale presentata .
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, la Lega è contraria alla conversione in legge del decreto-legge 29 aprile 2017, n. 54, recante disposizioni urgenti per rafforzare i dispositivi di sicurezza connessi allo svolgimento del vertice dei Paesi del G7, per un insieme di motivazioni. Certamente comprendiamo bene le ragioni di Stato e anche la necessità di saper affrontare un appuntamento così importante sotto un profilo alto, da un punto di vista istituzionale, però è evidente che a noi non stanno bene tante cose. Una di queste è sicuramente il fatto che è stata utilizzata una decretazione d'urgenza. Siamo contrari perché la Costituzione disciplina in maniera molto chiara l'intervento del Governo sulla decretazione d'urgenza, dice in maniera evidente quali sono gli elementi su cui bisogna articolare un provvedimento legislativo che faccia leva esattamente sull'imprevedibilità dell'evento stesso, ma non mi pare proprio che siamo in presenza di queste fattispecie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scopelliti. Ne ha facoltà.
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente, colleghi, rappresentante del Governo. Intervengo oggi in Aula per annunciare il voto contrario di Alternativa Popolare alla pregiudiziale presentata al decreto-legge in esame. Il provvedimento contiene, infatti, delle misure urgenti e necessarie, quindi nel pieno rispetto dell'articolo 77 della Costituzione, dirette ad incrementare i dispositivi di sicurezza del Paese, al fine di garantire un ordinato e sicuro svolgimento del vertice dei Capi di Governo dei Paesi del G7 che si terrà a Taormina il 26 e 27 maggio prossimi. Cari colleghi, con la sicurezza non si scherza, e, proprio in ragione delle eventuali possibilità di attacchi terroristici o atti criminali legati alle minacce sempre più frequenti portate dai gruppi armati terroristici che hanno già colpito in Europa e nel mondo, viene implementato di 2.900 unità il contingente di personale delle Forze armate impiegato per l'evento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. Ritengo di condividere l'idea di fondo di questa pregiudiziale per cui non si riscontrano i motivi dell'urgenza, essendo il G7 di Taormina un evento già in programma da molto tempo e su cui ci sarebbe stato tutto il tempo necessario per potere fare una valutazione sia rispetto alle condizioni di sicurezza sia rispetto a quello che poteva servire fare in vista di questo evento e di questa occasione. E poi, nel merito anche di quello che sarà il decreto, al netto della decretazione d'urgenza, che, a nostro avviso, nasconde in qualche modo la volontà di non affrontare una discussione e un dibattito serio su che cosa si svolgerà a Taormina e su quali sono le misure prese da questo Governo rispetto alla sicurezza dell'evento del G7, la verità, a nostro avviso, è che questo dispiegamento di forze, in realtà, più che a prevenire la minaccia terroristica, sia per chi conosce la conformazione del sito di Taormina sia per chi sa qual è il dispiegamento di forze, anche militari, non solo del nostro Paese in quel territorio, mi pare che sia, invece, più un dispositivo di protezione rispetto all'ordine pubblico e alla paura di contestazioni che quel vertice può avere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giovanni Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Come capita con ogni proposta di conversione di decreto-legge, anche questa volta assistiamo al rito della pregiudiziale. Mi limiterò, quindi, a due sole parole, e potrei anche limitarmi a due parole rituali, visto che il rito è sempre lo stesso e si nutre sempre dei medesimi argomenti. In questo caso, però, no: vorrei offrire un piccolo spunto a quest'Aula, un piccolo spunto di riflessione su come è organizzato in modo strano il nostro Stato, perché noi possiamo discutere fino alla nausea se sia urgente o non urgente assumere iniziative per un evento di importanza mondiale, internazionale, che si svolgerà fra quindici giorni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vincenzo D'Arienzo. Ne ha facoltà.
VINCENZO D'ARIENZO. Presidente, onorevoli colleghi, nella pregiudiziale viene soprattutto lamentato il ritardo con il quale, pur conoscendo l'importante appuntamento da ottobre dell'anno scorso, non si è agito prima per mettere in campo i dispositivi di sicurezza necessari per il prossimo G7: in particolare - l'abbiamo sentito anche prima - il collega Pagano si riferiva al fatto che il provvedimento era a conoscenza da tempo, e quindi si poteva evitare la decretazione d'urgenza. Non nascondiamocelo, lo abbiamo visto più volte anche in questa legislatura, che, a fronte della difficoltà di portare avanti iniziative di legge, spesso si è percorsa la corsia preferenziale dei decreti-legge, della decretazione d'urgenza; ma questo provvedimento non rientra in queste casistiche, ed ha caratteristiche tali, attesi i pochi giorni che mancano (il prossimo vertice è a fine maggio), da consentire l'unica risposta possibile, la decretazione d'urgenza. Infatti, sebbene la localizzazione del sito di Taormina sia stata decisa ancora in ottobre, è a tutti evidente che non era possibile prima stabilire, visto anche il contesto storico nel quale insistiamo, quali erano le modalità per affrontare le questioni legate alla sicurezza, se non con un provvedimento come questo, appunto, a carattere d'urgenza. Peraltro il decreto-legge, come si legge chiaramente, tratta un solo aspetto; pure importante, ma comunque è un solo aspetto: solo quello relativo alla sicurezza del vertice.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bruno Murgia. Ne ha facoltà.
BRUNO MURGIA. Signor Presidente, Governo, non è una novità che il Governo ricorra alla decretazione d'urgenza: l'abbiamo vista per moltissimi provvedimenti, è un metodo che a noi francamente non piace. Tra l'altro sappiamo da molto tempo che sarebbe stato necessario rafforzare le norme di sicurezza in vista del G7 a Taormina con tutti i capi di Stato, e dunque ricorrere alla legislazione ordinaria sarebbe stato per noi l'ottimale. Però vi sono alcune cose che sono contenute nel decreto-legge che ci vedono favorevoli: il fatto, appunto, che si rafforzi la sicurezza nelle strade siciliane, anche a partire da quell'operazione “Strade sicure” che ci vide protagonisti con i Governi di centrodestra, e in particolare con l'allora Ministro della difesa La Russa, ci spinge in qualche modo a proporre un voto di astensione a questa pregiudiziale - pur essendo d'accordo col collega Pagano per l'impostazione generale e per questo sistema che il Governo, con la decretazione d'urgenza, mette sempre in campo .
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito alla discussione della proposta di legge n. 3558-A: Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista; tuttavia, la Commissione bilancio non ha ancora espresso il prescritto parere sul testo e sugli emendamenti presentati, e quindi il provvedimento non potrà essere esaminato nella seduta odierna. Anche al fine di valutare quando iscrivere nuovamente il provvedimento all'ordine del giorno, chiedo al vicepresidente della Commissione bilancio, deputato Palese, quando la Commissione da lui presieduta potrà esprimere il parere. Prego, collega Palese.
ROCCO PALESE, . Presidente, la relazione tecnica non è stata ancora fornita dal Ministero dell'interno, debbono incrociare e verificare i dati con il Ministero dell'economia e delle finanze.
PRESIDENTE. Alla luce degli orientamenti espressi dal vicepresidente della Commissione bilancio, il seguito della discussione della proposta di legge n. 3558-A “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista” si intende rinviato alla prossima settimana.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Santerini, Cimbro, Scopelliti ed altri n. 1-01435, Altieri ed altri n. 1-01536, Molteni ed altri n. 1-01537, Quartapelle Procopio, Monchiero, Locatelli ed altri n. 1-01547 e Rampelli ed altri n. 1-01554 concernenti iniziative volte all'identificazione dei migranti deceduti nella traversata del Mediterraneo .
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
FILIPPO BUBBICO,. Grazie signor Presidente.
PRESIDENTE. Grazie. Quindi, tutte le premesse su cui non ha detto nulla le intendiamo con parere favorevole. Grazie mille.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie signor Presidente. Quasi oscurati dalle polemiche recenti attorno alle attività delle ONG, che con l'occasione vorrei definire preziose e insostituibili, ci sono i numeri delle vittime dei tentativi di migrazione verso l'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Una delle cose più difficili davanti a un problema drammatico, come quello che stiamo affrontando con queste mozioni, è proprio l'effettiva consistenza dei numeri. Sono numeri per i quali ci sono degli scarti interessanti, che potrebbero sembrare semplicemente degli scarti statistici, se non fosse che, a ognuno di questi numeri, corrisponde una vita umana, corrisponde una famiglia, corrisponde una speranza, corrisponde del dolore, corrisponde un'identità precisa, corrispondono dei diritti che si acquisiscono esattamente nel momento in cui si viene alla vita, il diritto alla propria identità e il diritto al riconoscimento di quest'identità, come recita la Carta dei diritti universali dell'uomo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Altieri. Ne ha facoltà.
TRIFONE ALTIERI. Grazie Presidente. Purtroppo i numeri di chi perde la vita nell'attraversare il Mar Mediterraneo, nel cercare di approdare alle coste italiane, alle coste dei Paesi dell'Europa meridionale, crescono a dismisura. Quando abbiamo presentato questo atto erano poco più di 400, ad oggi, nei primi quattro mesi del 2017, oltre mille immigranti al momento sono dispersi, quindi è lecito pensare che al momento ci siano oltre mille uomini, donne e bambini, morti nel tentativo di quella traversata gestita dagli scafisti criminali. Criminali che stanno creando un incredibile sulla sofferenza di questa gente, che in molta parte viene, quantomeno, facilitato da una risposta dell'Europa che manca, che è assolutamente assente. Quindi, di fronte all'assenza di un contrasto, viene facile pensare che quel è diventato un grande affare per questi criminali. È notizia di ieri: ormai mandano in mare aperto centinaia di migranti senza nemmeno avere uno scafista, a poche miglia dalle coste libiche addirittura tolgono il motore a queste imbarcazioni, lasciando centinaia di persone su barche, che forse ne potrebbero trasportare solo poche decine, in balia del mare, senza timoniere e senza motore. Noi possiamo ritenere ancora oggi che questa sia un'attività da tollerare? Noi dobbiamo cercare di rispondere proprio nella memoria anche di tutte queste persone che, spinte dal bisogno, perdono la vita nel Mediterraneo e dobbiamo rispondere chiedendo alle Nazioni Unite e all'Unione europea di dare immediata esecuzione alla fase 3 di EUNAVFOR Med, perché dobbiamo essere capaci di bloccare questo della morte che parte dalle coste libiche per arrivare al nostro Paese. Non possiamo rimanere in silenzio, non possiamo accettare che anche il salvataggio da parte di determinate organizzazioni non governative operato a poche miglia dalle coste libiche finisca per favorire il degli scafisti, perché è diventato troppo facile e troppo redditizio questo criminale. Per questo chiediamo in questa mozione che l'Italia faccia di tutto per avviare la fase 3 dell'operazione EUNAVFOR Med, per arrivare a contrastare questo della morte lì, alle partenze, perché il problema non è come l'ha voluto affrontare l'Unione europea, cioè da dove arrivano i migranti, ma il vero problema è da dove partono i migranti e come bloccare questo criminale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie Presidente. Colleghi deputati, rappresentante del Governo, noi ovviamente sosterremo, anche con questa dichiarazione di voto, la mozione presentata da Fratelli dell'Italia, insieme a tutte le mozioni che hanno la medesima natura e i medesimi obiettivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Milena Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Presidente, il 18 aprile 2015 un peschereccio azzurro con la riga bianca, partito dalla spiaggia di Guarakouzi a est di Tripoli, è affondato a circa 100 chilometri dalla Libia. Trasportava quasi 800 persone, in gran parte adolescenti africani, di cui ne sono sopravvissuti forse 28. Come ben sappiamo, non era il primo naufragio e non è stato l'ultimo nel dramma del Mediterraneo: in quello di Lampedusa, che ha scosso le coscienze del mondo, erano morti 368 migranti il 13 ottobre 2013, giorno che il Parlamento italiano ha scelto per ricordare le vittime del mare. Fanno parte della schiera dei circa 30 mila migranti morti in mare negli ultimi 15 anni, uno su 35 nel 2017, nel viaggio tra la Libia e l'Italia. Una strage di cui si fa cenno sulla stampa e si parla in quest'Aula, ma di fatto taciuta, soffocata dalle ambiguità e dall'interesse di chi ultimamente ha anche messo in discussione il generoso soccorso delle ONG nel Mediterraneo che hanno salvato 46 mila persone, non proponendo soluzioni ma aumentando il tasso di cinismo che ciascuno di noi è tentato di coltivare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bruno Molea. Ne ha facoltà.
BRUNO MOLEA. Signor Presidente, le mozioni oggi all'ordine del giorno affrontano una problematica a se stante dentro la grande questione dei flussi migratori che, negli ultimi anni, hanno investito l'Europa. Ripropongono all'attenzione di quest'Aula una tragedia di dimensioni enormi, che chiama in causa la responsabilità morale del nostro Paese, dell'Europa, dell'intera comunità internazionale e di chiunque abbia a cuore il valore della dignità umana. Accanto alla storia drammatica delle migliaia di esseri umani che affrontano la traversata del Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna pur di fuggire alla miseria, alle guerre e alla violenza, c'è la tragedia di chi non ce la fa, dei morti annegati, dei tanti dispersi sui fondali del Mediterraneo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. La tragedia che si sta consumando nel nostro mare è una tragedia senza proporzioni. Ci troviamo davanti a un fenomeno che ha trasformato il Mar Mediterraneo in un cimitero; i numeri di questa tragedia ci parlano di una guerra in atto, di un genocidio lento. Dal 2014 a oggi si contano oltre 10 mila morti nel Mediterraneo. Capite bene che non parliamo di incidenti di percorso, ma parliamo di una tragedia che si consuma tutti i giorni, fino a ieri, quasi in un clima da assuefazione rispetto alla nostra opinione pubblica. Ricordo ancora l'impatto che ha avuto la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 sulla nostra opinione pubblica e guardo oggi alle notizie che ci portano a una tragedia che ha le stesse proporzioni, identiche, di quella avvenuta il 3 ottobre a Lampedusa, che lascia assolutamente indifferente buona parte della nostra opinione pubblica e anche di questo Parlamento, che trasforma una discussione che dovrebbe riguardare prima di tutto la memoria e la giustizia in una discussione quasi da campagna elettorale.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al collega Rondini, sono presenti in Aula e assistono ai nostri lavori dalle tribune un gruppo di studenti e docenti del Liceo scientifico “Dante Alighieri” e del Liceo classico “Duni-Levi” di Matera. Rivolgo loro un saluto da parte mia e di tutta l'Assemblea .
MARCO RONDINI. Presidente, al 24 gennaio 2017 sarebbero già 13.288 i morti e dispersi in mare; una cifra tuttavia assolutamente sottostimata, perché in realtà il numero sarebbe molto molto più elevato: ipotesi che trova d'accordo anche il procuratore di Catania, che oggi abbiamo audito in Commissione d'inchiesta sul sistema d'accoglienza. Solo nel 2016 sarebbero quasi 5 mila le vittime dei naufragi, una cifra che non solo rappresenta un record rispetto agli anni precedenti, ma è in continua crescita, proprio dal 2013, e dopo soprattutto l'avvio dell'operazione : dai 3.500 morti e dispersi del 2014 ai 3.800 del 2015, sino al record dei 5.000 morti nel 2016. Cifre, come dicevo prima, che non danno la dimensione reale del fenomeno, perché sono assolutamente sottostimate.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARCO RONDINI. La vostra politica in materia di immigrazione è un incentivo per i trafficanti di carne umana. La vostra politica è un disastro su tutti i fronti
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Scopelliti. Ne ha facoltà.
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie Presidente. Il gruppo parlamentare di Alternativa Popolare voterà a favore della mozione dell'onorevole Santerini e da me sottoscritta, concernente le misure per l'identificazione dei migranti deceduti nella traversata del Mediterraneo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Michele Piras. Ne ha facoltà.
MICHELE PIRAS. Grazie Presidente. Potrà sembrare che non c'entra niente e, invece, c'entra molto, a nostro avviso e a mio avviso. In questi giorni, con alcuni miei colleghi, con dei cooperanti e con dei collaboratori, siamo stati in Libano, che è un Paese del quale da troppo tempo nel nostro Paese non si parla.
PRESIDENTE. Avverto che la mozione Santerini, Cimbro, Scopelliti ed altri n. 1-01435 è stata testé sottoscritta dal deputato Palazzotto che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il quarto firmatario. La mozione è stata, altresì, sottoscritta da tutti gli altri deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile.
SANDRA SAVINO. Grazie Presidente. Signor Presidente e onorevoli colleghi, negli ultimi quindici anni oltre 3.000 persone sono morte, cercando di attraversare il Mediterraneo, vittime in gran parte sconosciute; il 60 per cento di loro resta infatti senza nome e senza un'identità. È un aspetto poco conosciuto, eppure particolarmente diffuso delle drammatiche migrazioni verso l'Europa. Nel 2015 sono decedute in mare, cercando di raggiungere i Paesi europei, 3.771 persone, inoltre il 77 per cento delle morti si è verificato nel Mediterraneo centrale, ossia nella rotta che collega la Libia all'Italia e a Malta, mentre 805 migranti sono morti nel Mediterraneo orientale in Turchia e in Grecia, infine nella rotta che collega il Maghreb alla Spagna sono stati registrati all'incirca 74 decessi. Stando ai dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, nel 2016 il numero è cresciuto fino a 5.022. Nel corso del 2016 il tasso di mortalità per ogni migrante che ha attraversato il Mediterraneo è praticamente triplicato. Tra le ragioni dell'aumento della mortalità vi è sicuramente il fatto che quella fra le coste del Nord Africa e l'Italia è diventata la rotta più frequentata d'Europa, dopo la chiusura della cosiddetta rotta balcanica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Fabiana Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Affronterei anch'io volentieri il tema dell'immigrazione in senso ampio, così come è stato fatto da molti colleghi in quest'Aula; ma visto il “decreto Minniti” che ha posto una pietra tombale su quelle che erano le proposte dell'opposizione evito - e anche su quelle che erano le mozioni approvate dall'opposizione da parte di questo Governo -, e mi limito a fare brevemente una dichiarazione di voto sulla mozione che concerne l'identificazione dei migranti deceduti nel nostro Mar Mediterraneo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paolo Beni. Ne ha facoltà.
PAOLO BENI. Grazie, Presidente. Affrontiamo con queste mozioni un tema di drammatica attualità: le decine di migliaia di esseri umani che affrontano la traversata del Mediterraneo su mezzi di fortuna, pur di fuggire alle guerre e alle violenze. Molti, purtroppo, non ce la fanno. Come è stato ricordato, sono migliaia ogni anno i morti, e ancora di più i dispersi di cui non è possibile recuperare i corpi. Si stima che circa 40 mila persone negli ultimi vent'anni siano annegate nel tentativo di raggiungere le nostre coste. L'anno scorso sono state 5 mila; nei primi mesi di quest'anno siamo già oltre mille. Dunque, una strage! Sono stime, appunto, perché di dati ufficiali non ve ne sono e neanche le testimonianze dei soccorritori e dei superstiti consentono di ricostruire con precisione.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Ho chiesto la parola perché oggi, purtroppo, sono 39 anni di una tragedia incredibile della storia della Repubblica. Sono tanti 39 anni dalla morte di Aldo Moro, ma non sono serviti a darci completa verità su quel tragico evento. Intorno alle ore 13 del 9 maggio 1978, in via Caetani, nel centro di Roma, tra via delle Botteghe Oscure e Piazza del Gesù, con il ritrovamento del corpo di Aldo Moro si concluse tragicamente la vicenda del sequestro avviata il 16 marzo con la strage di cinque uomini di scorta in via Fani, a cui va anche il nostro caro ricordo; 55 giorni durante i quali tutto quello che accadeva era facilmente intuibile, ma una inquietante cortina di omissioni, reticenze e depistaggi continua ad impedire la piena conoscenza della verità.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce!
ROCCO PALESE. …il delitto Moro e della sua scorta è ancora senza risposta definitiva e l'Italia istituzionale si ritrova intorno alla sua memoria e torna sicuramente a chiedere di continuare a cercare quella verità, chiarendo certamente moventi e anche avvenimenti che vanno oltre quanto gli esecutori, purtroppo, da quello che è scritto, ascrivibile alle Brigate rosse, fecero. Va riscontrato, signor Presidente, l'ottimo lavoro in questo senso che sta facendo la Commissione Fioroni, con grande impegno e con un grande contributo alla ricerca della dignità che chiede il Paese in maniera veramente molto forte, e quindi a cui va il ringraziamento e anche un incitamento a continuare per ricercare in via definitiva questa verità .
GERO GRASSI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GERO GRASSI. Presidente, per ricordare insieme due vittime del 9 maggio 1978: Aldo Moro, Presidente del Consiglio, presidente della Democrazia Cristiana, della tradizione cattolico-democratica, e Giuseppe Impastato, giornalista della tradizione comunista. Impastato era figlio di un mafioso, si ribellò alla mafia, tentò di lottare per la democrazia e il peggiore Stato tentò di farlo passare per suicida. No, fu ucciso da Tano Badalamenti, uno dei capi della mafia di quel paese. Tano Badalamenti era anche un noto frequentatore del Bar Olivetti, che si trova in via Fani, lì dove il 16 marzo fu rapito Aldo Moro. A distanza di 39 anni, il Partito Democratico, il gruppo del Partito Democratico, li ricorda entrambi, perché i morti sono tutti uguali. Non serve la fama, il potere, la cultura, la ricchezza; noi ricordiamo due vittime, una della mafia, l'altra vittima di un delitto di abbandono, che continua ancora oggi e al quale noi ci ribelliamo .
COSIMO LATRONICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, la ringrazio dell'opportunità che mi dà, ma, suo tramite, vorrei denunciare una situazione gravissima. L'ENI, l'Ente nazionale per gli idrocarburi, ha ammesso che nel periodo compreso tra febbraio e agosto del 2016 ha sversato 400 tonnellate di petrolio nell'area del centro ENI di Viggiano, Basilicata. È del tutto evidente la inadeguatezza del sistema di monitoraggio all'altezza della complessità del processo produttivo per prevenire disastri ambientali come questi. Pensate che, a distanza di quindici mesi, signor Presidente, non si conoscono le quantità di olio sversato, la superficie interessata ed inquinata, la causa effettiva di questa prolungata anomalia.
TIZIANA CIPRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Intervengo in merito all'inchiesta del mensile “, che ha documentato la presenza di tracce di cocaina nel bagno del Parlamento adiacente l'Aula in un giorno di ordinaria votazione. Sottolineo come la risposta del portavoce della Presidente Boldrini sia stata del tutto insufficiente, poiché si è limitata a precisare che l'accesso ai bagni di Montecitorio non è riservato esclusivamente ai deputati: circostanza senz'altro vera, ma scaricare la colpa su presunti esterni non mette al riparo l'istituzione Parlamento dal danno di credibilità e di onorabilità recato dal consumo di droghe pesanti al proprio interno. Infatti a mio avviso rimane un fatto grave che in un Parlamento supersorvegliato dalle forze dell'ordine, con addirittura piantoni agli ingressi, riescano ad entrare sostanze stupefacenti. Sarebbe bastato approvare le mie proposte del 2015 e del 2016, di prevedere per i parlamentari e controlli con cani antidroga dinanzi agli ingressi della Camera, per evitare ogni imbarazzo. Non è accettabile continuare ad offrire ai cittadini il quadro di un Parlamento con oltre la metà dei deputati che si oppongono a questo genere di controlli, peraltro già ampiamente previsti dalla legge per numerose categorie professionali. Mi appello quindi alla signora Presidente Boldrini affinché intervenga in maniera ferma per stigmatizzare e prevenire il consumo di droghe pesanti all'interno dei locali del Parlamento, senza puerili arrampicate sugli specchi .
PRESIDENTE. La ringrazio. Come lei stessa ha citato dalla nota dell'ufficio stampa della Camera, la veridicità e l'effettiva l'attendibilità di analisi come quella citata sono da verificare.
ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Presidente, capisco che siamo tutti stanchi dopo un pomeriggio di lavoro, ma era necessario che io segnalassi questa grave difficoltà che nella città di Roma si sta creando negli ultimi giorni, e cioè l'inottemperanza della raccolta di immondizia che costringe i disabili a camminare per strada, e non più sui marciapiedi. Io sono qui a ricordare che il diritto alla mobilità è di tutti, e che l'immondizia non può essere una nuova barriera architettonica: anche perché da parte della sindaca Raggi c'era stata una grande attenzione nel suo programma per eliminarle, e invece oggi ci ritroviamo con lei che per prima si disinteressa della questione. Dalle ultime agenzie viene infatti fuori che lei non può far nulla se non con Zingaretti, presidente del Lazio, quando invece scopriamo che Zingaretti può dare soltanto alcune indicazioni, ma che il progetto deve arrivare dalla città: ci rendiamo conto che tutto ciò è impossibile! Per cui mi fermo qui, ma ricordo a Virginia Raggi con grande umiltà, ma determinazione, che non dimenticasse di fare la sindaca, e di dare accessibilità a tutti i suoi cittadini.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.