PRESIDENTE. La seduta è aperta.
VALERIA VALENTE, legge il processo verbale della seduta del 19 maggio 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amoddio, Artini, Baretta, Bindi, Cicchitto, Coppola, Damiano, Epifani, Fico, Gentiloni Silveri, Giorgis, Mazziotti Di Celso, Meta, Scanu, Sereni e Sottanelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Berretta e Burtone n. 2-01597 e alle interrogazioni Burtone n. 3-02791 e Catanoso n. 3-03033 che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
FILIPPO BUBBICO, . Grazie, signor Presidente. Rispondo congiuntamente all'interpellanza dell'onorevole Berretta e alle interrogazioni degli onorevoli Burtone e Catanoso, che richiamano l'attenzione su un tema già oggetto in passato di discussione in quest'Aula, sempre in sede di sindacato ispettivo, vale a dire la sicurezza all'interno delle strutture sanitarie siciliane e in particolar modo degli ospedali di Catania.
PRESIDENTE. Il deputato Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza e alla sua interrogazione.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, io dichiaro la mia soddisfazione per la risposta articolata, puntuale, lunga, dettagliata del Vice Ministro. Il Vice Ministro ha voluto dare una forte opinione e il proprio impegno rispetto a quella che è la gravità della situazione che si è determinata in diversi presidi ospedalieri di Catania. Parliamo di fatti gravissimi che si sono verificati, noi sappiamo che i responsabili delle aggressioni sono stati individuati, alcuni sono in stato di custodia cautelare e ci sarà un processo. Noi chiediamo che vengano puniti rispetto agli episodi e ai reati così gravi che hanno commesso. Parliamo di ospedali, signor Vice Ministro, parliamo di reparti di pronto soccorso, sono luoghi in cui i cittadini si recano quando temono per la propria vita, sono luoghi in cui arrivano cittadini che hanno avuto incidenti, che si trovano in gravi condizioni e il medico ha la funzione di salvare la vita, eppure, in questi reparti, si sono verificati, in diversi ospedali di Catania, episodi di violenza.
PRESIDENTE. Prima di passare la parola al collega Catanoso, saluto studenti e docenti dell'Istituto tecnico Enrico Fermi di Tivoli che seguono i nostri lavori dalla tribuna.
FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Grazie, Presidente. Signor Vice Ministro, grazie per la risposta attenta che fa capire che è stato compreso il significato della nostra interrogazione. Però, mi lasci dire che il problema esiste, lei sa che esiste da tanto tempo, che negli ultimi mesi è diventato un vero problema di sopravvivenza per chi lavora e per chi vive da paziente negli ospedali, quindi per entrambi, e questo è diventato un problema che fa parte di un sistema in crisi. Il problema socio economico in cui versa la nostra terra di Sicilia è tale che cose del genere diventano all'ordine del giorno, come si è potuto vedere.
PRESIDENTE. Il Vice Ministro Filippo Bubbico ha facoltà di rispondere all'interrogazione Tentori e Cova 3-03034 .
FILIPPO BUBBICO,. Grazie, Presidente. Voglio subito precisare che rispondo per il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali; non ho specifica competenza al riguardo, però, da quello che ho potuto verificare, l'ufficio legislativo e il Ministero dell'agricoltura hanno prodotto un approfondimento che, mi auguro, possa risultare soddisfacente.
PRESIDENTE. Il deputato Cova ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
PAOLO COVA. Grazie, signor Presidente. Grazie Vice Ministro, per la presenza e per aver garantito la risposta. La ringrazio e ringrazio anche il Ministero per la risposta. L'interrogazione era abbastanza datata però è importante avere avuto la risposta. Alcune vicende sono cambiate e le ha accennate anche il Vice Ministro nella sua risposta. La ripartizione dei fondi, fatta con decreto ministeriale perché non c'è stato l'accordo in Conferenza Stato-regioni, ha aiutato proprio le APA della regione Lombardia dando un contributo maggiore. Come giustamente diceva il Vice Ministro, quello che è mancato in questi anni nella regione Lombardia è stato tutto il contributo che la stessa regione Lombardia doveva dare. Il taglio netto dei fondi operato dalla regione Lombardia ha comportato problemi e difficoltà. Pertanto chiedo e credo che sia opportuno che il Ministro continui a garantire una ripartizione maggiore dei fondi per la regione Lombardia perché - continuo a dirlo e l'abbiamo detto con la collega Tentori - il 41 per cento dei controlli funzionali di tutta l'Italia avvengono in regione Lombardia e la ripartizione dei fondi nazionali è solo al 28 per cento, per cui c'è proprio una sproporzione in questo. Mi permetto tuttavia di sottolineare anche l'altro aspetto, accennato anche dal Vice Ministro nella sua risposta, che è quanto sta avvenendo in questo periodo, vale a dire la riorganizzazione di tutto il sistema dell'AIA e di tutto il sistema delle APA. Il Ministero su tale vicenda deve vigilare perché ci sono finanziamenti pubblici. Noi sappiamo che questo sistema delle APA e delle AIA e tutto il sistema dell'assistenza tecnica e della consulenza aziendale hanno svolto un ruolo fondamentale per l'agricoltura italiana negli anni scorsi. Ma in questi anni hanno perso il mordente che avevano negli anni scorsi e la riorganizzazione, soprattutto in regione Lombardia, sta penalizzando le associazioni provinciali. Ultimamente abbiamo assistito al grave atto del commissariamento dell'APA di Cremona e delle APA di Milano, Pavia, Lodi, Lecco che si erano già riorganizzate. Tante volte la chiusura e la riorganizzazione non vuol dire provocare maggiore efficienza perché queste APA provinciali già lavoravano bene, già stavano svolgendo la propria funzione in modo organico per cui avevano già messo in atto tutto un procedimento eppure c'è stato un commissariamento. Credo che su questo il Ministero debba veramente vigilare perché accentrare e accorpare tante volte non significa portare ad un miglioramento del servizio presso gli allevatori e presso gli agricoltori. Se dobbiamo andare poi a vedere, ognuno di noi sa che abbiamo assistito al commissariamento delle APA, ad esempio quella di Cremona che aveva un bilancio positivo, quando abbiamo il centro genetico gestito dall'AIA che ogni anno produce buchi e perdite. A questo punto mi aspetto che vengano valorizzate le realtà che effettivamente danno un risultato agli agricoltori e, dove effettivamente c'è una reale inefficienza si intervenga duramente, ma ciò non sta avvenendo. È vero, l'AIA e le APA sono entità private, ricevono un finanziamento pubblico, però su questo ritengo che sia necessario prestare molta attenzione da parte del Ministro e da parte del Ministero proprio perché noi abbiamo sostenuto in questi anni il tema della consulenza aziendale, lo riteniamo fondamentale e avere dati certi e informazioni certe per gli allevatori può essere un grande risultato per gli stessi allevatori e per tutta l'economia italiana. Ringrazio comunque il Vice Ministro per la risposta e mi ritengo soddisfatto.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alli, Boccia, Guerra, Merlo e Molea sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi e colleghe, vorrei un attimo di attenzione per una commemorazione sulle vittime dell'attentato di Manchester .
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, le chiederei a nome del nostro gruppo, se il Governo, nel più breve tempo possibile, potesse venire a riferire in Aula sulla situazione, anche nel nostro Paese, del rischio terrorismo. Dico questo, oltre ovviamente in relazione ai drammatici fatti che lei ha appena ricordato - e la ringrazio per questo -, anche per l'allarme lanciato pochi minuti fa dal direttore generale dell'Organizzazione per la proibizione di armi chimiche, che lancia l'allarme sul possibile rischio di attentati con l'utilizzo di armi chimiche in Europa. Le chiedo questo perché penso sia giusto che l'Aula sia informata e possa dibattere su questo tema.
PRESIDENTE. D'accordo, la ringrazio. Il Governo è presente, vedremo di avere quanto prima un riscontro.
MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Presidente, a nome del mio gruppo parlamentare, chiedo l'inversione dell'ordine del giorno, a norma dell'articolo 41 del Regolamento. Nello specifico, chiediamo che il punto 6, l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, venga messo come primo punto all'ordine del giorno.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Presidente, mi associo a questa richiesta, anche perché l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta tarda ormai da oltre un anno e mezzo. C'era stato un accordo per approvarla definitivamente entro il 24, credo che per causa dei lavori parlamentari non debba slittare ulteriormente, quindi mi associo alla richiesta dei colleghi del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Io ho già i nominativi dei deputati che hanno chiesto di parlare, sia contro che a favore, quindi do la parola al deputato Enrico Borghi, che ha chiesto di parlare contro.
ENRICO BORGHI. Signora Presidente, noi stiamo affrontando un provvedimento che ha visto un forte lavoro istruttorio in sede di Commissione e di Comitato dei nove, e siamo in condizione di poter dire che qualora i gruppi dell'opposizione, segnatamente i colleghi del MoVimento 5 Stelle, interrompessero il percorso ostruzionistico che ci ha portati sin qui, saremmo in grado di calendarizzare nel più rapido tempo possibile il provvedimento che è stato richiesto. Quindi, la nostra proposta e richiesta di lavoro è quella di passare immediatamente all'esame del provvedimento, perché siamo in condizione di poterlo licenziare nel giro di poche ore, se stiamo al merito e non introduciamo elementi che nulla hanno a che vedere con le singole specificità del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Presidente, come ormai tutti sanno, tutti i gruppi politici presenti in quest'arco parlamentare sono a favore di realizzare questa Commissione d'inchiesta il prima possibile. Emendamenti alla mano, quindi secondo questo quest'accordo generalizzato che c'è tra noi, in quindici minuti, rinunciando alle eventuali dichiarazione di voto, riusciremmo a licenziare finalmente quello che è il provvedimento che vuole fare luce sui vari crac bancari, dalle popolari a Banca Etruria e Monte dei Paschi di Siena. In 15 minuti potremmo già cominciare a realizzare quella che è una Commissione, che altrimenti rischia di andare in fumo, perché, come si sta paventando, se si dovesse andare a votare ad ottobre, non ci sarebbero neanche i tempi tecnici per realizzare la prima seduta, e sarebbe l'ennesima presa in giro, l'ennesima ingiustizia nei confronti delle vittime di questi crac bancari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 4144-A: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette; e delle abbinate proposte di legge nn. 1987-2023-2058-3480.
ENRICO BORGHI, . Signora Presidente, confermerei l'accantonamento dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti, e chiederei di proseguire dall'emendamento 4.477 Busto, sul quale c'eravamo fermati la volta precedente. I pareri sono già stati resi.
PRESIDENTE. Il Governo aveva già reso i pareri?
SILVIA VELO,. Sì, avevo già espresso i pareri: concordo con il relatore.
PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
GIANNA MALISANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNA MALISANI. Grazie, Presidente. Ritiro l'emendamento 4.302 da me presentato che, ricordo, deriva dal parere espresso dalla Commissione cultura sul provvedimento in esame, perché c'è stata un'apertura della Commissione competente verso il tema che viene inserito di fatto nel successivo articolo 24. Infatti, l'articolo 24 introduce una modifica nella delicata disciplina dell'autorizzazione paesaggistica di competenza statale (ricordo l'articolo 9 della Costituzione) che viene sottratta alle soprintendenze e attribuita all'ente parco che deve avere un piano per il parco approvato e contenente valori paesaggistici riferiti alla disciplina del codice dei beni culturali ma, a nostro avviso, deve anche contemplare nell'organico le competenze adeguate alla tutela del paesaggio perché parliamo di paesaggio che rappresenta il risultato di millenni di storia in cui civiltà e culture diverse si sono succedute e intersecate, plasmando il territorio con la costruzione di antichi borghi, tecniche di coltivazione, terrazzamenti con muri a secco, modificandone la morfologia e l'aspetto, costituendone l'identità culturale. Quindi non è possibile né corretto svolgere valutazioni e individuare misure per la sua salvaguardia senza tener conto della profonda compenetrazione tra lavoro dell'uomo e ambiente naturale. Il paesaggio è forse il bene più fragile e più prezioso che dobbiamo tutelare in questo Paese. È per questo che sono necessarie adeguate competenze tecnico-scientifiche e personale qualificato in materia di tutela del paesaggio di cui a questo punto riparleremo durante l'esame dell'articolo 24.
SERENA PELLEGRINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, vorrei fare mio l'emendamento 4.302 Malisani proprio perché, per tutte le cose che ella ha detto e ha esplicitato in maniera chiara e inequivocabile, sicuramente è stata fatta un'apertura da parte della Commissione nell'articolo 24. E come sa, purtroppo le trattative, per quello che riguarda questo genere di argomenti, sono sempre molto complesse; invece, per dare sfogo alle attività produttive, che generalmente camminano sulle gambe del fossile, oppure del cemento, si sta pochi minuti. Qui stiamo parlando di un patrimonio enorme all'interno delle aree protette, che riguarda i beni archeologici, i beni architettonici, culturali: insomma, qualcosa che noi abbiamo definito in maniera molto semplice “la bellezza dell'Italia”, e che dovrebbe fare la nostra ricchezza, e non soltanto in termini materiali, ma anche in termini culturali e immateriali. Pertanto, Presidente, lo faccio mio.
SALVATORE MICILLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVATORE MICILLO. Presidente, soltanto per sottoscrivere anche noi questo emendamento.
ENRICO BORGHI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, . Solo per chiarire all'Aula che la richiesta di ritiro è legata al fatto che la scelta che la Commissione ha compiuto è quella di non affidare alla legge la determinazione delle dotazioni organiche dei singoli enti parco. Per cui si condivide l'osservazione che è stata fatta presente e il motivo per il quale si è andati nella direzione che è stata ricordata; ma abbiamo già chiesto ad altri colleghi su altre casistiche di ritirare emendamenti con una dizione specifica e particolare alla qualificazione professionale in altri campi, e quindi per coerenza manteniamo la richiesta di invito al ritiro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, comprendo la logica delle dichiarazioni del collega relatore Borghi, ma non le condivido. È del tutto evidente che noi nella legge dobbiamo inserire delle norme di carattere generale che siano tese a salvaguardare quelle figure professionali e quelle attenzioni che sono indispensabili alla gestione di quell'area protetta, che è ricca di beni ambientali, archeologici e artistici, di tante cose; e che quindi le figure professionali adeguate alla valorizzazione e al mantenimento e alla conservazione di questi beni sono assolutamente indispensabili, specialmente in questo caso. Qui non c'entrano nulla le piante organiche, che ovviamente sono appannaggio degli enti amministrativi parco, che le predisporranno in relazione appunto a quelle che sono le normative di legge e ai propri bisogni: c'entra il fatto di stabilire un principio, e io penso che per questo l'emendamento debba essere votato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ENRICO BORGHI, . Presidente, articolo aggiuntivo 4.0600 della Commissione: parere favorevole.
SILVIA VELO,. Favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
ENRICO BORGHI, Grazie, signora Presidente. Parere favorevole sull'emendamento 5.800 della Commissione, sul quale le chiederei poi la cortesia…
PRESIDENTE. Mi indica la pagina del fascicolo, per favore?
ENRICO BORGHI, A pagina 25. Su questo emendamento le chiedo poi la cortesia di poter illustrare all'Aula qualche considerazione.
PRESIDENTE. Quando ci arriviamo, però.
ENRICO BORGHI, Su tutte le altre proposte emendative c'è un invito al ritiro fino all'emendamento 5.600 della Commissione, a pagina 29, sul quale il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Va bene; il parere è favorevole sull'emendamento 5.600 della Commissione.
ENRICO BORGHI, Dopodiché, invito al ritiro fino all'emendamento 5.900, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-del Regolamento, a pagina 33 del fascicolo, su cui il parere è favorevole.
ENRICO BORGHI, Su tutti gli altri invito al ritiro fino al 5.601 della Commissione, a pagina 43.
PRESIDENTE. Emendamento 5.601?
ENRICO BORGHI, Esatto. Infine, a pagina 47, c'è un parere favorevole sull'emendamento 5.302 Mazzoli. Su tutti gli altri vi è una richiesta di invito al ritiro.
SILVIA VELO,. Parere conforme al parere del relatore.
PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti 5.500 Pagani, a pagina 21 nel fascicolo, 5.201 Giovanna Sanna, a pagina 22, 5.218 Fiorio, a pagina 33, 5.18 Fiorio, a pagina 33, 5.501 Pagani, a pagina 34, 5.502 Pagani, a pagina 38, 5.223 Ginoble, a pagina 39, 5.503 Pagani, a pagina 48, 5.235 Venittelli, a pagina 23 e 5.236 Venittelli, a pagina 25, sono stati ritirati.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie Presidente. Questo è un punto su cui abbiamo discusso già la settimana scorsa e l'emendamento che presentiamo a questo articolo intende sopprimere tutta quella parte che va ad ampliare la disciplina del regolamento dei parchi anche alle cosiddette aree contigue. Ci sembra completamente assurdo affidare al regolamento del parco norme e funzioni che sono e che attengono soltanto alla potestà concorrente delle regioni e dei comuni. Da questo punto di vista ricordiamo quelle che possono essere le regolamentazioni delle tipologie di edilizia, ad esempio, il turismo, le attività artigianali, quelle commerciali, pastorali e agricole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Vorrei l'attenzione dell'Aula su questo emendamento: c'è un problema grosso nelle aree protette che deriva dalla grande moltitudine di cinghiali. Sappiamo bene che è un problema grosso e importante e che attacca soprattutto le attività produttive, quelle dell'agricoltura e dell'allevamento. Noi facciamo all'interno di questa norma anche lo specifico di tenere a bada il numero dei cinghiali all'interno delle aree protette. Chiediamo però anche che non si faccia allevamento di cinghiali, perché è una contraddizione in termini: se noi andiamo a chiedere l'abbattimento dei cinghiali è paradossale che diamo anche la facoltà di allevare questa specie. Ci stupiamo che questo emendamento non venga accolto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Voglio sottoscrivere questo emendamento. Voteremo favorevolmente perché anche a noi sembra completamente ragionevole pensare che nel momento in cui si pone come discrimine il fatto di avere un eccesso di cinghiali, nello specifico, e quindi la necessità di dell'abbattimento, sia obbligatorio fermare il ripopolamento. Quindi voteremo favorevolmente su questo emendamento.
ENRICO BORGHI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Per chiarire all'Aula che durante il lavoro di Commissione è stato introdotto uno specifico articolo 9- che stabilisce il divieto di introduzione della specie cinghiale in tutto il territorio nazionale. Per cui appare assolutamente pleonastico l'approvazione di un emendamento, come quello proposto, tenuto conto del fatto che il testo, in altra parte, già lo prevede.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Avevo deciso di non intervenire perché aspettavo da parte del relatore la puntualizzazione, ma è una puntualizzazione che non puntualizza, lo devo dire. Un conto è il divieto di introduzione della specie su tutto il territorio nazionale, un conto è vietare l'allevamento di cinghiali all'interno delle aree protette. Sono due cose diverse. Io penso che la norma è più stringente nelle aree protette a ragione, perché nelle aree protette si prevedono i piani di contenimento della specie cinghiale che sta causando così tanti danni nel nostro Paese, a maggior ragione è vietato l'allevamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.
SILVIA BENEDETTI. Grazie, Presidente. Relativamente alla questione, sono d'accordo con quanto appena detto dal collega Zaratti, appunto: l'emendamento in sé non va in contraddizione poi con l'articolo successivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.
CHIARA GAGNARLI. Sì, grazie Presidente, a sostegno di questo emendamento, in quanto rispetto effettivamente alla norma votata con il collegato agricolo risulta molto più stringente, in quanto nel collegato agricolo avevamo lasciato uno spazio per l'allevamento nelle aziende faunistico-venatorie e nelle aziende turistico-venatorie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.53 Pellegrino, su cui i pareri sono contrari.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Questo emendamento, come quelli di una serie che verrà dopo, appunto a mia firma, a nome del gruppo della Lega, riguardano la parte che va a sopprimere quindi e vieta la caccia, l'attività venatoria, all'interno dei parchi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MIRKO BUSTO. Sì grazie, questo emendamento sta cercando di aumentare i divieti che riguardano le attività impattanti che si sono sviluppate di recente negli ultimi anni, che sono appunto la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, la prospezione e la ricerca di tale coltivazione, il sorvolo di velivoli e di droni e in più cerca di dare una maggiore certezza, una maggiore forza al divieto di attività venatoria, che è già presente nel nostro ordinamento all'articolo 21 della legge n. 157 del 1992 e implicitamente, in questa stessa legge, si è ritenuto però di renderlo più esplicito e sottolinearne la centralità, collocandolo al primo posto in questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Utilizzo questo emendamento proprio per ribadire la contrarietà per la prospezione e la coltivazione degli idrocarburi e la ricerca degli idrocarburi all'interno delle zone parco, che è così fino ad oggi, cioè in questo momento è così all'interno della legge, ma che tra poco andremo a modificare, perché naturalmente quello che era stato recepito in Commissione poi andremo a modificarlo in Aula, con un colpo di mano all'ultimo minuto; vorrei poi ribadire che in queste uniche isole felici, dove dovremmo tutelare la biodiversità, esplicitare il divieto della caccia non mi sembra una richiesta così folle .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ENRICO BORGHI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Allora, devo revocare la votazione, c'era il relatore che voleva intervenire: prego, ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, . Per un chiarimento che chiedo venga anche acquisito agli atti, con riferimento anche ad altri emendamenti di colleghi, che poi sono stati ritirati, e per precisare due aspetti, tenuto conto del fatto che su quest'aspetto vi è stato anche un dibattito di carattere pubblico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ENRICO BORGHI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI, Sì, grazie, per illustrare all'Aula il lavoro che la Commissione ha condotto su questo specifico punto, affinché si possa fare una valutazione compiuta, rispetto al percorso con il quale siamo arrivati sin qui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. È spiacevole constatare che, quando si arriva a un punto importante di convergenza da parte di tutta una serie di forze politiche su un punto qualificante di una legge, così come è accaduto in questo caso: perché, lo ricordava bene il relatore Borghi, c'erano quattro gruppi che in questa legge volevano inserire una norma stringente che impedisse lo sfruttamento minerario all'interno dei parchi e delle aree protette, e si è trovata una sintesi che effettivamente rende impossibile questo sfruttamento, che peraltro è talmente ovvio sia in palese contraddizione con qualunque piano di conservazione della natura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, questa strategia come si collega con la Strategia energetica nazionale, come si collega con la lotta ai cambiamenti climatici, il cambio di paradigma, gli investimenti che devono andare verso le rinnovabili, se continuiamo a tutelare chi fa affari col petrolio? Questo non lo facciamo solo in aree non tutelate, ma nelle aree di maggior tutela del nostro Paese! Non è che non abbiamo vissuto i momenti dello “sblocca Italia”, quando di notte, arrivava De Vincenti a dire che si doveva dare la priorità a certi tipi di impianti passando sopra al volere dei cittadini, dei territori, e fregandosene della Costituzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, aggiungo alle parole del collega De Rosa due riflessioni, perché il collega Borghi ci ha abituati a parole nel nulla già in passato. Ricordo a tutta l'Aula le amplissime considerazioni espresse da lui sulla fantastica creazione delle : dovevano essere delle zone dove era vietato qualsiasi atto di trivellazione. Tant'è che è talmente inutile quella situazione, per cui oggi ci troviamo ancora a discutere in quest'Aula, che possiamo vietare o non vietare le trivellazioni petrolifere!
DAVIDE CRIPPA. Collega Borghi, il Parco del Ticino sta aspettando un parere chiaro su questa situazione !
PRESIDENTE. Intanto saluto gli studenti e i docenti della scuola media “Paolo Uccello” di Firenze, qui presenti e stanno assistendo ai nostri lavori . Ben arrivati. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, nessuna demagogia per descrivere questo emendamento così come proposto dalla Commissione. Sì, è vero: l'emendamento Iannuzzi, che ho sottoscritto anche io, che vieta le prospezioni all'interno delle aree protette ci metteva al riparo. In realtà che cosa accade? Che da quel momento in poi, come ho detto anche l'altro giorno, cominciano le trattative, le trattative tra altri con il Governo; e quindi accade che si cerca di trovare un piccolo spiraglio per continuare ad effettuare le trivellazioni all'interno delle aree protette. Tant'è che in un emendamento successivo, che mi sarà bocciato perché mi è stato dato parere favorevole, io dico che almeno dal 2020 si interrompa, a prescindere che ci sia o meno petrolio o gas all'interno delle aree protette.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Micillo. Ne ha facoltà.
SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. Superato l'articolo 4, in cui si parlava, appunto, di competenza che volevamo inserire all'interno dei parchi, perché noi crediamo assolutamente che i nostri parchi siano patrimonio culturale internazionale; inoltre loro hanno aggiunto che si possono tranquillamente fare esercitazioni dei militari; inoltre adesso si aggiungono anche le trivellazioni da fare nei nostri parchi. Allora, Presidente, credo che sia impossibile concepire che all'interno di un nostro parco nazionale si attui una trivellazione per esplorazione di petrolio. È il contrasto più grande che ci possa essere in questo momento, petrolio e ambiente, petrolio e cambio dei nostri parchi. Ecco, credo che sia ancora una volta la dimostrazione di come vorremmo tutelare i nostri parchi, e, invece, dall'altra parte, ci propongono ancora petrolio e trivellazioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Non voglio rivolgermi a quest'Aula, perché qui tutti sanno che i partiti, e in particolare il Partito Democratico, sono finanziati dalle . In particolare, è evidente, con questa ulteriore marchetta, che il Partito Democratico va a braccetto con i petrolieri, come già dimostrato con lo scandalo dell'ex Ministro dello sviluppo economico Guidi. Mi rivolgo ai ragazzi che stanno qui in platea e agli italiani fuori, perché devono rendersi conto che questa ipocrisia deve finire. Non è possibile, da una parte, stipulare degli accordi per la tutela ambientale e per la tutela della salute pubblica e poi farne carta straccia. Ricordo che oggi ENI ha ammesso di aver sversato diverse sostanze tossiche nell'invaso del Pertusillo, in Basilicata, in Val d'Agri. Quello è un territorio protetto e quell'acqua, che oggi è stata ormai confermato essere inquinata, dà da bere a 4 milioni di pugliesi e a tutta l'attività agricola in Puglia. Quindi, rendetevi conto del crimine che voi state facendo ai vostri cittadini italiani
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.
SILVIA BENEDETTI. Dunque, nella legge n. 394 del 1991, in sostanza, si prevedono dei divieti per le attività e le opere che possono compromettere il paesaggio e gli ambienti naturali, nonché la fauna e la flora in essi esistenti. Quindi, in teoria, vorrei chiedere anche ai cittadini che ci stanno seguendo se per loro rientra in questa categoria, ad esempio, un'attività di estrazione di idrocarburi, se possono essere attività che compromettono, appunto, il paesaggio, l'ambiente, la flora e la fauna. Io credo di sì. A parte il fatto che era lapalissiano nella legge del 1991, adesso, nella nuova legge, secondo il PD, leggiamo questa fantastica schizofrenia normativa: nel territorio dei parchi e nelle aree contigue sono vietate le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi – attenzione, attenzione - fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti. Se questa non è schizofrenia normativa, non so come chiamarla .
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento..
PRESIDENTE. Deputato Crippa, sul Regolamento? Ho ancora molti interventi, però, se è sul Regolamento, prego.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Mi scusi, ma, a questo punto, è una considerazione sul Regolamento che abbiamo fatto la settimana scorsa rispetto a un emendamento, il 5.800, che è proprio questo che oggi abbiamo in esame. Visto che è lei direttamente presente, vorrei segnalarle questo fatto: l'emendamento in questione della Commissione ha avuto una condizione obbligatoria della Commissione bilancio ed aveva, prima di questa dichiarazione da parte della Commissione bilancio di necessità per poter approvare il provvedimento, una serie di subemendamenti.
PRESIDENTE. Credo che questo tema fosse stato già sollevato da lei in precedenza in Aula, era Presidente di turno la Presidente Sereni; non posso che confermare quanto già illustrato all'Aula dalla Presidente Sereni. Di fatto, il parere espresso dalla Commissione bilancio, che ha condizionato, come lei segnalava, il parere favorevole sul testo del provvedimento all'approvazione dell'emendamento 5.800 della Commissione, poiché era condizionato, quindi sono decaduti i subemendamenti a quest'ultimo riferiti, cioè a quell'emendamento.
COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, la ringrazio. Credo che questo sia un tema nodale, che va al di là della vicenda dell'emendamento in sé. In fondo, l'emendamento prova a mettere una toppa a una decisione che era stata presa che aveva fatto discutere il Paese, cioè l'idea che nei parchi nazionali non si potesse fare attività mineraria. Questo è quello che si diceva. Si può essere a favore o contro, però poi magari si è scoperto che gli insediamenti petroliferi più significativi che ci sono in Italia coincidono con parchi nazionali.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
COSIMO LATRONICO. …se ha qualcosa da dire su questo tema al Parlamento e al Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Io ho ascoltato con piacere gli interventi, perché è evidente che la strategia energetica non c'è in questo Paese, almeno questo Governo non ha una strategia energetica che cerchi di superare l'utilizzo delle fonti fossili. Ciò è evidente ed è evidente anche da questo piccolo emendamento, un piccolo emendamento che sembra proprio scritto per aiutare le piccole aziende in difficoltà come l'ENI, per esempio, che in Val d'Agri, come si ricordava adesso, ha appena perso 400 tonnellate di petrolio e contaminato 6 mila metri quadrati, 6 mila metri quadrati in cui c'è anche una diga, la famosa diga del Pertusillo, da cui attinge acqua l'agricoltura e non solo l'agricoltura ma anche gli esseri umani che la bevono.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, ricordo ciò che è successo in Basilicata, con questa perdita di oltre 400 metri cubi di petrolio realizzata da una società sì multinazionale ma con base italiana, l'ENI. Ma dobbiamo pensare che abbiamo chi trivella in Italia e che è all'estero, con sedi negli Stati Uniti, e l'interesse e l'amore per il nostro territorio è ancora minore (hanno appunto attività anche nelle zone di parco nazionale). Forse questo Governo non pensa che stiamo parlando di parchi ma forse di parcheggi e bisogna, appunto, asfaltare tutto, come è successo in Basilicata. Pensa che non siamo in un territorio privilegiato ma in un gioco, in un gioco d'azzardo come al solito. Penseranno a “parco dalla vittoria”, penseranno a “vicolo stretto”, penseranno di avere il monopolio sulla nostra vita e sulla nostra salute. Non finiamo in un vicolo stretto, ma questo Governo porta tutti in un vicolo cieco.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Parentela. Ne ha facoltà.
PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. È chiaro, quando si scrivono questi tipi di emendamenti, qual è la volontà della maggioranza che, per l'ennesima volta, getta la maschera dell'ipocrisia. Allora, “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti” vuol dire continuare a calpestare e a devastare i nostri parchi.
PAOLO PARENTELA. Ora, invito la maggioranza a ritirare subito questa schifezza di emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Placido. Ne ha facoltà.
ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. Io vorrei dire al collega relatore - e lo dico non provocatoriamente - che se l'interpretazione autentica di attività strettamente conseguenti è quella che lui ci ha detto qui e non altro, ovvero messa in sicurezza e ripristino, che il Governo lo scriva, tanto per cominciare, perché siamo abituati - e per ultimo lo ha ricordato la collega Pellegrino - a tutta una serie di artifizi che dallo “sblocca Italia” in poi, fino alle deroghe date entro le 12 miglia, hanno consentito ripetutamente alle compagnie petrolifere in questo Paese di fare quello che hanno voluto.
ANTONIO PLACIDO. …non si saprebbe neppure come e dove bonificare. Volete replicare questa “buona” prassi portandola ad altri parchi ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nesci. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Già una mano misteriosa recentemente ha tolto poteri all'ANAC durante l'esame del decreto correttivo del codice degli appalti. Adesso con lo stesso metodo vediamo che misteriosamente questa volta viene introdotta una norma che permetterà di poter trivellare nei parchi e nelle aree protette. Allora, per quanto riguarda i potere all'ANAC c'è la possibilità, nella “manovrina” in questi giorni, di recuperare questo errore del Governo. Ma adesso mi chiedo se questa maggioranza e questo Governo intendano ritirare questa vergognosa norma che mette ancora una volta in pericolo le nostre bellezze ambientali a favore, ovviamente, di attività speculative e lucrative che non hanno di certo portato ricchezza ad una regione povera come la Basilicata, già dilaniata da queste attività.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tino Iannuzzi. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI. Grazie, Presidente. Il gruppo del PD in Commissione ambiente si è molto battuto per introdurre nella riforma il divieto di ricerche, di prospezioni e di estrazioni di idrocarburi nei parchi e nelle relative aree contigue. Penso che tutta la nostra discussione deve muovere da questo dato, perché proprio sulla proposta emendativa da noi presentata si realizzò un consenso molto forte in Commissione, vedendo nella nostra proposta l'ipotesi più compiuta e più adeguata nella fattispecie per introdurre questo divieto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Grazie Presidente. Anche se si parla di pozzi esistenti, in questo emendamento rimane a mio avviso un ossimoro di fondo mettendo insieme, tentando di coniugare, le attività estrattive con le aree protette. Su questo punto bisogna essere molto chiari: le attività estrattive, in modo particolare di idrocarburi, sono incompatibili con la protezione dell'ambiente, con la tutela della flora, con la tutela della fauna, eccetera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dell'Orco. Ne ha facoltà.
MICHELE DELL'ORCO. Allora, anche qui state dimostrando ulteriormente che questo Governo, e questa maggioranza, sono il Governo sicuramente delle banche, sicuramente dei Rolex (vedo che siete grandi appassionati), ma anche dei petrolieri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pesco. Ne ha facoltà.
DANIELE PESCO. Grazie Presidente. Siamo di fronte ad un'altra azione decisa del PD a vantaggio dei soliti petrolieri. Petrolieri che abbiamo viste in azione in Basilicata, Tempa Rossa, abbiamo visto anche nel lago del Pertusillo, lago inquinato per le attività estrattive in corso, ma soprattutto per i mancati controlli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brugnerotto. Ne ha facoltà.
MARCO BRUGNEROTTO. Grazie Presidente. È quasi disarmante, però allo stesso tempo anche avvincente, vedervi come usate le parole, proprio come sapete aggiungere quelle due, tre parole su un emendamento che possano stravolgerlo totalmente e dare di fatto la possibilità di trivellare i parchi. Fate così con i parchi, come con altre cose. Per esempio, nel Veneto, che state devastando con le sostanze perfluoroalchiliche che lasciate tranquillamente inserire nel terreno, le lasciate sversare nel terreno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vignaroli. Ne ha facoltà.
STEFANO VIGNAROLI. Grazie Presidente. Ci risiamo: il Governo e il PD perdono il pelo, ma non il vizio: o sono banche, oppure come in questo caso, di nuovo i petroliferi. C'è stato già un referendum in cui, nonostante sia stato boicottato da Renzi e dal Governo, 13 milioni di persone hanno detto “no” al petrolio e noi ce lo ritroviamo in tutte le salse praticamente, anche in questo provvedimento sui parchi che è totalmente incompatibile. Proprio ieri, in Commissione, parlavamo della Val d'Agri: è bastato un buco, un buco piccolino, di un millimetro in un serbatoio, per sversare 600 tonnellate di petrolio nel terreno. Quindi, il futuro non è il petrolio, ma sono le rinnovabili e mettere poi in questo emendamento...
STEFANO VIGNAROLI. …“strettamente conseguenti” che cosa vuol dire? Basta fare anche un'altra trivellazione, un altro impianto e collegarlo per dichiararlo strettamente correlato, quindi va eliminato questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO. Sì grazie Presidente, anch'io intervengo chiedendo diciamo il ritiro di questo emendamento, anche perché ogni tanto il Governo forse dovrebbe anche un po' fare pace con se stesso.
LUCA PASTORINO. Lo dico perché mi sembra che ci stiamo un po' contraddicendo, quindi anch'io mi unisco all'invito al ritiro di questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, con questo emendamento la maggioranza, cioè il Partito Democratico, autorizza sostanzialmente le attività estrattive, le autorizza nei nostri parchi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.
ROBERTA LOMBARDI. Grazie Presidente, per il suo tramite io inviterei la famosa manina che nottetempo ha introdotto l'ennesimo emendamento-marchetta a costituirsi prima che arrivi la magistratura, tanto abbiamo scoperto che facilmente si risale poi all'identità della persona che va a svolgere queste attività nottetempo e soprattutto io inviterei, sempre per il suo tramite, i colleghi dei partiti del Governo a non buttarsi via così, giù, così per poco: una volta c'era una sana abitudine, che almeno ci si vendeva per un appartamento a propria insaputa, piuttosto che un conto cospicuamente fornito in un paradiso fiscale; adesso insomma abbiamo visto che la politica si deprezza da sola e si accontenta anche di una semplice regalia come un orologio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Qualche dato sui posti di lavoro: con le trivellazioni si creano meno di 500 posti per miliardo; il risparmio energetico comporta invece la creazione di 18.000 posti per miliardo investito, mentre la valorizzazione degli enti parco per finalità turistiche comporterebbe la creazione di 100.000 posti di lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.
ARIANNA SPESSOTTO. Presidente, io non so con quale coraggio i colleghi del PD intervengano in Aula dicendo che in Commissione hanno dato una grande battaglia per tutelare le aree protette e parchi, quando poi in Aula ci arrivano con questi emendamenti, cioè non è che sia tanto difficile leggere il significato di questo emendamento: si parla di far salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti, quindi è chiaro, c'è poco da dire, qui si autorizza a mantenere le attività estrattive in corso e anche a farne di nuove se serve.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lupo. Ne ha facoltà.
LOREDANA LUPO. Grazie Presidente, intervengo perché ho provato a ragionare secondo quella che poteva essere la logica della maggioranza. Io ho ascoltato profondamente le parole del collega, quando tentava di difendere l'emendamento, però rimango interdetta, perché lui parla di effetti finanziari negativi. Effetti finanziari negativi: quindi noi anteponiamo sempre tutto rispetto a questi famosi effetti finanziari negativi. Però il denaro ci dà da mangiare? O ce lo dà la biodiversità? O ce lo danno le acque pulite? Perché noi dobbiamo decidere e fare i conti con la realtà: è arrivato il momento di invertire la rotta. Questo pianeta non ce la fa più, dobbiamo trovare delle risorse alternative e continuare a discutere di un emendamento del genere, all'interno di una legge che deve portare il futuro delle nostre generazioni a compimento è veramente aberrante. Quindi io mi auguro che la maggioranza sia in grado di ritirarlo e di formulare qualcosa di realmente corretto per il futuro dei nostri giovani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente, quindi la dei petrolieri è arrivata anche qui, in questo decreto che dovrebbe parlare di parchi ed aree protette. Vede, un giorno magari leggeremo sui giornali le ricostruzioni di scambi magari di mail o telefonate tra le società petrolifere e Ministri, come è avvenuto in passato, e uffici dei Ministri, come appunto è avvenuto in passato, sempre se voi ovviamente non bloccate prima, in tempi rapidi, la pubblicazione delle intercettazioni, cosa che appunto volete fare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, io chiedo solo, per coerenza, di rivedere quanto meno il nome di questa legge, il titolo di questa legge, perché noi dovremmo discutere di aree protette, di tutelare il nostro ambiente, ma con questo emendamento si va a snaturare il senso che si dovrebbe dare a questi provvedimenti legislativi, quindi è un assurdo.
ERMETE REALACCI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Io a volte faccio fatica, colleghi. C'è un problema di politiche energetiche e bisogna andare verso il risparmio energetico e verso le rinnovabili. Ne parleremo: bisogna anche farle fare le rinnovabili, non bloccare dappertutto. C'è un problema sui parchi. Finora era vietato nei parchi fare attività di estrazione? No, non era vietato. Con questo passaggio viene vietato, c'è una sola eccezione: io pozzi esistenti. Perché quest'eccezione è stata messa per iscritto? Per me era pleonastica: noi non possiamo agire sul passato e attualmente i pozzi esistenti stanno in un solo parco, quello della Val d'Agri. Credo che siano quattro i pozzi esistenti. E siamo stati costretti a metterla, perché veniva detto che, se noi non avessimo messo quest'eccezione, l'articolo 81 avrebbe fatto saltare tutta la norma. Così com'è - e prima non c'era e attualmente non c'è in nessun parco e in nessun'area contigua una ricerca o un'estrazione - la norma dice che, nel territorio dei parchi e delle aree contigue, le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi è vietata. Questo dice la norma. Se i colleghi pensano che, dopo questo passaggio, sarà possibile, per esempio, nell'area contigua del parco del Cilento, Vallo di Diano, fare delle estrazioni…
ERMETE REALACCI. …lo dicano e verificheremo se è vero. Altrimenti, stanno dicendo delle cose che non corrispondono a verità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.
ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente. Quest'emendamento riguarda molto da vicino un'attività di prospezione di ricerca di idrocarburi che riguarda anche il mio territorio, in particolare il territorio dei comuni di Comacchio, di Argenta, di Alfonsine e di Ravenna. È stato approvato in quei territori, da diversi comuni, un ordine del giorno contro la prosecuzione di quest'attività. Si chiama “La Stefanina” e si pone nettamente in contrasto con le esigenze di tutela di un ambiente protetto, a ridosso di diversi parchi regionali e di zone, appunto, di tutela della biodiversità. Esiste un brocardo giuridico che tutti conoscono: . Purtroppo, in questo caso è stata scritta una norma bizantina, ambivalente, polisensa, dolosamente opaca, tanto che il Partito Democratico si è sentito in dovere di dare un'interpretazione autentica preventiva. Ecco, io credo che, a forza di trivellare, questa volta avete toccato il fondo. L'ambiente e i cittadini vi chiederanno di pagare il conto
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberti. Ne ha facoltà.
FERDINANDO ALBERTI. Grazie Presidente, velocemente rispondo al presidente Realacci. La questione non è il numero di pozzi, non è il singolo pozzo, ma dobbiamo andare a vedere l'area di sfruttamento già autorizzata. Bisogna andare a vedere questo. E bisogna dire quante ce ne sono, perché con questa proroga si potrà andare domani a realizzare nuovi pozzi, che non coincidono. È già successo e non coincidono esattamente i pozzi con le aree già autorizzate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, chiaramente, se il Partito Democratico ha l'ardire di non ritirare quest'emendamento, voteremo contro quest'emendamento.
PRESIDENTE. Magari un linguaggio un po' più appropriato, perché più volte ha ribadito questo.
WALTER RIZZETTO. Presidente, può verificare su qualsiasi dizionario che il mio linguaggio non è stato assolutamente offensivo.
PRESIDENTE. Sì, però, siamo in un'Aula parlamentare, deputato Rizzetto. La prego, concluda.
WALTER RIZZETTO. Bene, Presidente. Allora concludo, dicendo che questa proposta emendativa renderebbe il Partito Democratico un minimo più credibile in quest'Aula in termini proprio di coerenza rispetto a quanto hanno detto. Dunque, fareste bene a ritirarlo e se non lo ritirate mi attendo di vedere pure qualche luce verde tra i banchi della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Io comprendo l'imbarazzo del presidente della Commissione, però mi pare evidente che quelle parole che danno spazio alle più diverse interpretazioni - e cioè: “attività ad esse collegate” - sono certamente improprie in una legge.
MARCELLO TAGLIALATELA. Non penso che il gruppo di Fratelli d'Italia abbia utilizzato tutto il suo tempo, Presidente.
MARCELLO TAGLIALATELA. Non penso. Però controlli, gli uffici…
PRESIDENTE. Lei sta parlando a titolo personale, dunque lei ha già finito il minuto.
MARCELLO TAGLIALATELA. No, io sto parlando…
PRESIDENTE. Perché ha parlato il suo collega prima. Quindi, la invito a concludere velocemente, grazie.
MARCELLO TAGLIALATELA. Va bene. Spero, quindi, che il Governo faccia marcia indietro eliminando l'emendamento, che lascia una zona grigia…
MARCELLO TAGLIALATELA. …ad una legge che ha bisogno di certezze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO. Presidente, sa, io sarà che sono intimidito, visto che è il primo intervento che faccio dopo i 25 giorni di espulsione, ma mi trovo un po' in affanno, perché questo è un emendamento avanzato alla “proposta di legge parchi” da parte della Commissione, che ne ha appunto valutato prima che questo provvedimento venisse in Aula; e la Commissione stessa non ha avuto il tempo di inserirlo in Commissione, quando era in Commissione. Sembra quasi che un petroliere sia venuto di notte a metterlo ! Non lo so, faccio per dire; io mi immagino, lo immagino, perché se no è impossibile una cosa del genere: che senso può avere? Non so, è il “salva petroliere”; magari loro fanno parte dei petrolieri e io non lo so, magari andrò da loro a far benzina . Che cosa posso dire?
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
MATTEO DALL'OSSO. E noi possiamo concludere; ma come facciamo a concludere? Cioè, ma come si fa? È un cioè è fuori contesto, non ci sta a dir nulla, ma nulla proprio !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Presidente, per il suo tramite vorrei avanzare una proposta al collega Realacci. Dice che c'è solo un esempio di trivellazioni attive in un'area protetta; ebbene, introduciamo allora un emendamento in cui si stabilisce che “solo il pozzo attivo”, così si taglia la testa al toro e non ci saranno nuove trivellazioni, se proprio lo volete fare. In questo modo lasciate invece che sia aperta la ricerca anche di nuovi pozzi, che non è esplicitamente esclusa da questo emendamento. Si tratta semplicemente di puntualizzare, se proprio lo volete fare; magari vi regaleranno uno Swatch anziché un Rolex, però fatelo lo stesso! Questa è l'apertura . Quindi…
PRESIDENTE. Allora grazie.
EMANUELE COZZOLINO. È già passato il minuto?
EMANUELE COZZOLINO. Va bene. Poi, sempre un appello all'onorevole Realacci: viene da un'associazione ambientalista e ci ha militato per molti anni. Non so cosa pensi di questa cosa. Ha difeso il referendum contro le trivelle, tenutosi in un periodo fuori dai soliti periodi elettorali e in modo che fosse boicottato da tutti; con la sua associazione ambientalista ha difeso quel referendum votando per l'abolizione delle trivellazioni libere dello “sblocca Italia”. Ecco, voti in coerenza con la sua appartenenza magari anche storica,…
EMANUELE COZZOLINO. … e modifichi questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferarresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Presidente, non è la prima norma che questo Parlamento scrive male. Forse proprio per questo motivo: perché la mancanza di chiarezza, la mancanza di trasparenza, soprattutto a livello giuridico, è un danno che si fa alla cittadinanza tutta, perché si sa che dove c'è l'inghippo, dove c'è una norma poco chiara, la possono utilizzare in mille modi e, come si dice, ovviamente, trovare l' per fare del male alla collettività.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Presidente, siamo di fronte all'ennesimo emendamento che arriva in volata, e arriva così, senza capire una logica; anche perché è l'emendamento stesso che non ha la logica, perché qui ancora non c'è nessuno che chiarisce cosa vuol dire: “quelle ad esse strettamente conseguenti”. Perché siamo sempre al solito discorso: la “marchetta” a favore del petroliere di turno si annida proprio nell'avverbio, nella norma scritta male, nell'incertezza, nell'equivoco, che dà uno spiraglio a chi paga le campagne elettorali dei partiti e del Partito Democratico e poi prova a far valere le proprie ragioni, magari in tribunale.
PRESIDENTE. Concluda, deputato. Concluda.
ALFONSO BONAFEDE. …e le faccio male per consentire a quella persona di avere uno spiraglio per far valere le ragioni che schiacciano i diritti dei cittadini .
PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto, come avevamo già concordato, sospendiamo l'esame del provvedimento, per procedere in questo orario, come avevamo concordato, alla commemorazione del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci. Poi continueremo con il provvedimento.
PRESIDENTE. . Colleghe e colleghi, come sapete ricorre oggi, 23 maggio, il venticinquesimo anniversario della strage di Capaci. In questa occasione, vorrei insieme a voi rendere omaggio a Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo, a Paolo Borsellino, vittima il 19 luglio 1992 dello stesso efferato disegno mafioso, come pure ai componenti delle rispettive scorte, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Questi attentati hanno suscitato dolore e commozione, non soltanto nelle persone che li amavano e li stimavano, ma in tutti gli italiani e le italiane: un sentimento profondo, non attenuato dallo scorrere del tempo, e accompagnato dalla riconoscenza, la riconoscenza per il loro sacrificio, nonché dalla consapevolezza del valore della loro testimonianza, umana e professionale.
ROSY BINDI. Grazie, Presidente, grazie per avere scelto di dedicare questo tempo al ricordo di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Non sono passati invano questi 25 anni che ci separano dalla strage di Capaci e di via D'Amelio; non sono passati invano perché, con le parole di Giovanni Falcone, possiamo dire che alla loro scuola abbiamo imparato a guardare dentro, ci siamo affacciati sull'orlo del precipizio, dove nessuno si era voluto avventurare, perché ogni scusa era buona per rifiutare di vedere, per minimizzare, per spaccare il cappello e le indagini in quattro, per negare il carattere unitario di Cosa Nostra. In questi 25 anni alla loro scuola abbiamo imparato a conoscere la mafia, e nessuno oggi può negare che la mafia esista, anche quando cambia luoghi di insediamento, anche quando cambia ambienti dove corrompe, anche quando si sposta geograficamente fuori dall'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giulia Sarti. Ne ha facoltà.
GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Molti pensano che dopo 25 anni tutto sia stato accertato: Giovanni Brusca che attivò il telecomando per fare esplodere la carica, tutti i mafiosi esecutori materiali della strage di Capaci condannati insieme ai boss; una classica strage di mafia, insomma. E invece no, dietro a quella strage, così come dietro a quella di via d'Amelio e alle bombe del 1993, ancora oggi ci sono processi in corso e tanti, tantissimi elementi di prova che non sono stati adeguatamente considerati ancora dalle sentenze. Perché tre giorni dopo l'attentato si è trovato sul luogo della strage, tra l'asfalto dilaniato, un foglietto che faceva risalire al Sisde e al braccio destro di Bruno Contrada, Lorenzo Narracci? Oppure, cosa ci faceva un Ducato bianco e finti operai in tuta che deviavano il traffico presenti in quel tratto di autostrada proprio la mattina prima della strage, quando le aziende di manutenzione stradale hanno chiarito che non vi erano lavori in corso?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Credo che il 1992, quando lo rileggeranno gli storici dei prossimi decenni, sarà ricordato come l'anno in cui è cominciata la sconfitta della mafia. L'anno delle bombe, l'anno di Falcone e Borsellino, l'anno che doveva uccidere la speranza, oltre che gli esseri umani, si è rivelato l'anno in cui la mafia ha dato, con la sua inaccettabile ferocia, alla Sicilia e all'Italia intera una nuova e determinante forza di reazione, il coraggio di dire basta. Dopo la stagione delle stragi è esplosa la rabbia dei siciliani onesti, è stata cancellata per sempre ogni connivenza, ogni omertà diffusa, ogni comoda accondiscendenza. Uccidendo Falcone e Borsellino, la mafia ha ucciso due simboli della Sicilia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Fava. Ne ha facoltà.
CLAUDIO FAVA. Grazie, signora Presidente. Io ho un dubbio che non oggi, in questa Camera, ma questo Paese abbia imparato a ricordare male Falcone e Borsellino in questi 25 anni, come se li avesse lentamente ma inesorabilmente piegati a una specie di mitologia privata in cui ciò che conta è la loro morte, il loro presunto eroismo, la loro necessaria diversità da tutti noi. Li ricordiamo con pietà e loro forse vorrebbero essere ricordati con verità; ricordiamo la loro morte e loro vorrebbero essere ricordati per come vissero e per come si batterono contro le mafie; li ricordiamo oggi a Palermo con lacrime e bandiere, festeggiando l'arrivo di una allegra e inconsapevole nave della legalità, e forse avremmo bisogno di utilizzare altre parole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, Falcone fu una grande figura di magistrato; decisivo nella lotta alla mafia capì che la mafia è una struttura unitaria e ha una direzione strategica. Il maxiprocesso fu la prima vera vittoria nella lotta alla mafia. Egli la colpì anche attraverso i pentiti che usò in modo assai rigoroso, liquidando ogni operazione strumentale come dimostrò il “caso Pellegriti”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Attaguile. Ne ha facoltà.
ANGELO ATTAGUILE. Presidente, in questa pagina di storia, una fra le più nere del nostro Paese, sono morti, oltre a Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e tre agenti della scorta. Come ricordano le parole di Giovanni Falcone, la lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a fare il proprio dovere, senza ipocrisie o interessi personali, da parte di tutte le istituzioni, dalla magistratura alla politica e alle forze dell'ordine, dando certezza al diritto e senza la cultura del sospetto; bisogna distinguere le valutazioni dalle prove giudiziarie. Era un garantista e nel momento in cui si avanzava un'accusa nei confronti di personaggi di un certo spessore diceva: “O hai elementi concreti oppure è inutile azzardare ipotesi indagatorie e ipotesi di contestazione di reato che si risolvono a favore di una crescita di prestigio nei confronti del soggetto che diventerà vittima della giustizia del nostro Paese”.
ANGELO ATTAGUILE. …che le istituzioni locali si impegnino correttamente nelle proprie funzioni. Dobbiamo fare tesoro degli insegnamenti di Falcone e Borsellino anche alle prossime competizioni elettorali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Dopo 25 anni dalle stragi in cui hanno perso la vita Falcone, Borsellino, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, il ricordo del loro sacrificio deve guidarci ogni giorno. Falcone e Borsellino ci hanno indicato la via da seguire: non bisogna mai allentare la presa, mai sottovalutare la mafia ma con intransigenza e ostinazione bisogna continuare sempre a combattere i gangli della criminalità mafiosa, la complicità, le complicità e le ambiguità che allignano anche nella parte malata della nostra politica e delle nostre istituzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Grazie Presidente. Mi piace poter dare il contributo per il mio gruppo, Civici e Innovatori, perché ricordiamo la figura di un magistrato, magistrato che ha vissuto sulla propria pelle tutte le cose che ho sentito dire, in particolare da Claudio Fava. Mi è piaciuto che abbia ricordato che la mia ex collega Ilda Boccassini ricordava quanto sia stato un magistrato sempre sconfitto, Falcone. È vero, non gli hanno mai riconosciuto - mai riconosciuto! - il valore della qualità del suo lavoro, e per mille ragioni: senz'altro per una fisiologica e naturale competitività professionale che apparteneva agli altri magistrati che gli stavano intorno; senz'altro per una inclinazione alla delegittimazione di un personaggio che stava rischiando di rovinare equilibri che proprio in Sicilia non potevano essere toccati. Ma quello che trovo davvero più inaccettabile è stato il tentativo di sovrapposizione di piani, per cui è stato possibile associare, tenendo i piani, invece che ben separati e distanti, sovrapposti uno sull'altro, la figura di Giovanni Falcone a quella necessariamente politica e posizionata del Ministro che lo aveva voluto. Per cui si diceva facilmente che se Martelli, che era socialista e che voleva una certa rilettura della figura della magistratura, aveva chiamato Falcone, allora Falcone condivideva completamente quella che era la visione e l'obiettivo della politica del Ministro della giustizia dell'epoca.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.
MARIANO RABINO. Grazie Presidente. Difficile non cadere nella retorica nel commemorare due eventi drammatici che hanno segnato la storia d'Italia. Difficile non ricorrere a frasi fatte, espressioni abusate, logiche, che sarebbero stati tardive persino nell'orazione funebre. Non sarebbe ipocrisia quella di cui furono accusati alcuni magistrati che avevano osteggiato in vita Giovanni Falcone e che si erano recati comunque alle sue esequie, sarebbe per l'appunto retorica, vana ricerca dell'effetto, il contrario dello stile e dell'essenza di Falcone e Borsellino. Proprio quest'ultimo, poco dopo la strage di Capaci e poco prima di quella di via d'Amelio, disse: se proprio deve morire il pool antimafia deve morire davanti a tutti, non deve morire in silenzio: e così accadde. La mafia in un estremo gesto di sfida cambio modalità di azione passando dalle armi tradizionali alle bombe e falciò oltre ai due valorosi magistrati, la moglie di Falcone e ben otto agenti di scorta. Furono le bombe messe da un nemico che aveva dichiarato guerra allo Stato, alla giustizia, a due dei suoi uomini migliori. Questo furono nonostante tutto e tutti, perché in vita Falcone e Borsellino furono ostacolati, contestati, visti di pessimo occhio da settori della magistratura e della politica, colpevoli di eccessivo zelo e di troppa autonomia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dellai. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Grazie, signora Presidente. Il nostro gruppo si associa alle sue parole e a quelle del Presidente Mattarella. Non può essere in nessun modo rituale o formale il ricordo di Falcone e di Borsellino, così come di tutti i servitori dello Stato, di tutti i cittadini che hanno pagato con la vita o di quelli che anche oggi, anche in questo momento, stanno pagando con grandi sacrifici la loro fedeltà alla giustizia e il loro coraggio di dire “no” alla prepotenza. Con il loro determinante contributo, la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata ha fatto importanti passi avanti, sia sul piano operativo sia su quello della coscienza civile. Si è dimostrato che Falcone aveva ragione quando sosteneva che esse non sono invincibili. Lo diceva come magistrato efficiente, riservato, rispettoso dei ruoli, e lo diceva come cittadino. Tuttavia, sappiamo che ancora la strada è lunga ed è tutta in salita e che ancora in moltissime, troppe occasioni i cedimenti, i compromessi, la rassegnazione e la confusione tra diritti e favori prevalgono sulla rigorosità, soprattutto in situazioni di crescente difficoltà economica e di marginalità sociale e a fronte di una pubblica amministrazione troppo spesso lontana e inefficace.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Giovanni Falcone è stato un grande magistrato. È stato un grande magistrato e anche un magistrato scomodo perché combatteva contro le mafie e non contro la mafia, combatteva contro la mafia criminale ma combatteva anche contro la mafia politica e aveva introdotto una valutazione, un metro di giudizio, che puntava a sgomberare quella zona grigia che indubbiamente in quegli anni, 25 anni fa, stava disegnando in maniera buia la storia della nazione, la storia dell'Italia. Ha avuto il coraggio di mettersi contro i poteri forti, non solo i poteri della criminalità organizzata ma anche quelli della politica, che non sempre ha avuto dalla sua parte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Non c'è dubbio che due stagioni terribili hanno fatto vacillare veramente la tenuta dello Stato e della Repubblica: una è quella del terrorismo, culminata con il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro, e l'altra è la lotta alla mafia intrapresa da due eroi, Falcone e Borsellino, culminata purtroppo con le stragi di Capaci e di via D'Amelio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Baldassarre. Ne ha facoltà.
MARCO BALDASSARRE. Grazie Presidente. Tra maggio e luglio 1992 11 servitori dello Stato sono stati trucidati dalla mafia nelle vie di Palermo. Una mattanza, una mattanza voluta da Cosa Nostra per eliminare i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che scatenò una reazione dell'opinione pubblica e dello Stato senza precedenti. È grazie a quei martiri che la lotta alla mafia ha fatto strada e il senso di legalità è germogliato in Sicilia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente. Signora Presidente e onorevoli colleghi, i deputati dell'UDC si uniscono al cordoglio e alla memoria e alla gratitudine nazionale nei confronti di Falcone, di Borsellino, degli agenti uccisi insieme con loro, di quelli che sono stati i loro maestri della generazione precedente, alcuni dei quali anch'essi son caduti sotto i colpi della mafia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Grazie signora Presidente, noi socialisti siamo particolarmente affezionati alla figura di Giovanni Falcone e fin da subito gli abbiamo riconosciuto, nell'opera di contrasto alla mafia, una grande capacità innovativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Ministra Anna Finocchiaro, a cui do volentieri la parola. Ne ha facoltà.
ANNA FINOCCHIARO,. Grazie Presidente. Il Governo si associa a questo momento di ricordo di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, di Francesca Morvillo e degli agenti della scorta trucidati insieme a loro. Vorrei dire sostanzialmente solo una cosa, in questo tempo, in cui a misurare il valore di un'esistenza proponiamo un unico metro, che è il metro del successo, e lo proponiamo anche alle giovani generazioni, come metro della costruzione della propria esistenza, talvolta addirittura della propria identità. Fa bene ricordare un uomo come Falcone che, come hanno detto alcuni dei deputati intervenuti prima, fra tutti Claudio Fava, non è stato un uomo di successo. E il successo non è il metro per valutare il valore della sua esistenza. Al contrario è stato lo smacco, il tradimento e la mortificazione, addirittura, che hanno segnato quella vita, come è accaduto anche ad altri, e non solo magistrati, uccisi dalla mafia.
PRESIDENTE. Termina così la commemorazione per il venticinquesimo anniversario delle stragi di Capaci e di via d'Amelio.
PRESIDENTE. Riprendiamo la votazione dell'emendamento 5.800 della Commissione.
STELLA BIANCHI. Grazie Presidente. Sul merito dell'emendamento, riprendo quello che ha già detto il presidente Realacci. Noi introduciamo un divieto che non era previsto in precedenza e nel testo dell'emendamento è piuttosto chiaro anche per tutti i colleghi - credo basta leggerlo - “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti”. Posto che, naturalmente, lavoriamo per arrivare il prima possibile a zero emissioni nette, però, Presidente, in realtà vorrei soprattutto riportare alla sua memoria quanto ha detto la collega Roberta Lombardi nel suo intervento e farle una preghiera, un invito, chiederle una cortesia per suo tramite. Infatti, la collega Lombardi ha parlato di corruzione: i membri della Commissione ambiente che hanno firmato questo emendamento sarebbero stati corrotti. Ecco, Presidente, se la collega Lombardi ha elementi specifici, io le chiederei di andare in procura: nomi, cognomi ed episodi. Naturalmente pronta a rispondere per reato di diffamazione, in caso, rinunciando chiaramente alla sua immunità
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
GIROLAMO PISANO. Grazie Presidente. Su tutta la discussione che si è qui svolta, riguardo a questa modifica del testo che è uscito dalla Commissione, il collega Iannuzzi ha chiarito che il problema nasce anche e soprattutto da un parere della Ragioneria dello Stato, che parla di un non ben specificato ammanco nel gettito fiscale. Secondo quello che sono riuscito a ricostruire, si parla di alcune decine di milioni di euro. Vorrei ricordare che un punto per mille della tassazione sul portafoglio titoli vale 200 milioni di euro. Non credo che la salute pubblica possa essere compromessa per l'1 per mille di una tassazione sui titoli di chi li ha in portafoglio. Quindi, invito anche il Governo a riflettere su queste cose, anche perché la Costituzione mette prima la salute e poi successivamente, eventualmente, il bilancio dello Stato.
ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO FICO. Grazie Presidente, vorrei prima di tutto chiedere, a questo punto, al collega Realacci, tramite lei, se possiamo accantonare quest'emendamento, visto che è tanto discusso, anche perché negli anni abbiamo assistito a male interpretazioni di emendamenti, che poi sono stati usati in altro modo. Io mi ricordo, uno su tutti, che in quest'Aula sono stati votati i Cip 6, i certificati verdi, quando c'erano i miliardi di euro, che venivano smistati alle energie.
PRESIDENTE. C'è una richiesta formale di accantonamento, ho bisogno del parere da parte del relatore.
ENRICO BORGHI, Parere contrario.
PRESIDENTE. Chi parla a favore dell'accantonamento? Nessuno. Chi parla contro? L'onorevole De Rosa ha chiesto di parlare a favore. Cerchiamo di essere reattivi. Prego, onorevole De Rosa.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, scusi non ero così reattivo, ma è questione di due secondi, insomma.
PRESIDENTE. Infatti, ho detto, proviamoci.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo, appunto, l'accantonamento, ma più che altro per riflettere. Visto che c'è stata un'interpretazione, che ha dovuto dare il relatore per primo, noi chiediamo semplicemente: ci vogliamo sedere un attimo al tavolo? Abbiamo tempo fino a domani, perché tanto andremo sicuramente fino a domani a votare questa proposta di legge. Sediamoci intorno al tavolo e definiamo queste attività, che devono proseguire comunque, per non fare un danno alle casse dello Stato, con termini tecnici, in modo che ognuno di noi non passa poi interpretare, ma ci siano delle norme chiare. Non mi sembra che stiamo chiedendo la luna. Stiamo chiedendo di andare nella stessa direzione. Per carità, preserviamo il bilancio dello Stato, ma mettiamo dei termini tecnici, in modo che non sia interpretabile la norma e che non ci troviamo in situazioni, in cui poi il pensiero che viene in mente al MoVimento 5 Stelle sia quello che il PD ha qualche interesse dietro.
PRESIDENTE. Qualcuno chiede di parlare contro? Non mi pare.
MATTEO MANTERO. Presidente, se quello che ci ha detto il presidente Realacci prima di interrompere, se il presidente Realacci è in buona fede, se quello che ci ha detto corrisponde realmente alle intenzioni del PD e del Governo, allora è chiaro che questo emendamento va riscritto, allora è chiaro che ci dobbiamo fermare un attimo e rimettere mano a questo emendamento, perché questo emendamento così com'è lascia delle zone grigie pericolosissime. Riusciamo per una volta ad essere chiari, a scrivere le cose come andrebbero scritte per evitare interpretazioni negative? Perché se insistiamo ad andare avanti in questa direzione, se instiamo ad andare avanti con l'emendamento così come è scritto, è chiaro che queste zone grigie sono lasciate volontariamente per consentire di continuare a trivellare i nostri parchi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MATTEO MANTERO. Concludo invitando i colleghi a considerare che stiamo arrivando al termine della legislatura, e vorrei invitare a non lasciare quest'ulteriore macchia…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Mantero.
MATTEO MANTERO. …di petrolio sul loro mandato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stefano. Ne ha facoltà. Non è in Aula: s'intende che vi abbia rinunziato.
MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, per far capire il conflitto interno, e anche etico, che dovrebbe riguardare la maggioranza in questo momento, noi stiamo parlando fondamentalmente anche di : non è possibile ancora una volta vedere che l'atteggiamento della maggioranza è quello di essere burro fuso rispetto alle trivellazioni delle ; mentre, nel momento in cui si chiede una chiusura a livello di parchi protetti della possibilità di fare trivellazioni e di levare ogni ambiguità, allora vi dimostrate granitici. Forse, forse dovete invertire qualche ordine degli addendi, relativamente a come interpretate l'etica del vostro mandato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i deputati dell'UDC sono gli eredi di una grande battaglia che abbiamo condotto sul territorio in occasione del referendum, nella quale abbiamo preso degli impegni con i nostri elettori e con la popolazione. Io capisco benissimo le ragioni dei colleghi del Partito Democratico, e non vorrei che la nostra presa di posizione fosse intesa come il cedimento ad accuse demagogiche, che andrebbero assai meglio provate: ricordando anche il grande esempio di Falcone, che non faceva accuse che non fossero documentate. Tuttavia noi abbiamo un impegno con la popolazione: sappiamo che la popolazione sente come assolutamente preponderante la vocazione turistica di queste aree, ed è preoccupata dal fatto che attività di trivellazione ulteriori possano compromettere questa vocazione, sulla quale hanno costruito, con enorme fatica ed enorme lavoro, il loro benessere. Noi pertanto voteremo contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.
CARLA RUOCCO. All'inizio della seduta abbiamo chiesto che fosse votata immediatamente la Commissione d'inchiesta per i reati sui reati bancari, finanziari. Bastava un quarto d'ora, un quarto d'ora di tempo per mandare avanti una Commissione che potesse far luce sui crimini finanziari; e avete coperto questi crimini, votando invece a pioggia questi emendamenti che dall'altra parte incentivano i crimini ambientali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.
SAMUELE SEGONI. Presidente, questo emendamento ha il classico marchio di fabbrica del Partito Democratico: da una parte sembra vietare qualcosa, le trivellazioni nelle aree protette; in realtà con una dicitura bizantina e interpretabile, per stessa ammissione di alcuni esponenti del Partito Democratico che hanno preso parola - “attività ad esse conseguenti”, ad esempio, queste parole non ben interpretabili -, dà il via libera a queste trivellazioni. Quindi, al Governo si potrebbe chiedere che fine ha fatto la politica energetica di transizione, gli impegni sui cambiamenti climatici e su un nuovo modello di economia. Lo dico io: al di là degli annunci, degli impegni, degli interventi che pur ci sono, poi quando si arriva al dunque, come in questo caso, si vuole ancora puntare tutto sulle energie fossili.
ANDREA VECCHIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA VECCHIO. Signor Presidente, io le chiedo di voler riprendere l'onorevole Ferraresi, che in un suo intervento precedente ha definito questo Parlamento “criminale”. Criminale potrei essere io, ma non credo che il Parlamento nella sua interezza si possa considerare criminale. Quindi, io chiedo che venga censurata questa sua espressione .
PRESIDENTE. Onorevole Vecchio, come lei sa posso censurare quello che io ascolto; quindi, non sono in grado di dire che cosa ha detto l'onorevole Ferraresi.
FEDERICA DAGA. Presidente, come in una storia spunta così, all'ultimo, il salvataggio di quelle attività di mercato globale che tanto male fanno alla salute dell'ambiente. La solita manina magica, che sa più di diabolico che di divino: trivelliamo nei parchi e nelle aree protette. Già è stato detto: questo emendamento era una condizione obbligata per arrivare in Aula, e per interpretazione questo testo può insinuare la possibilità di bucare ovunque; si tratta, quindi, di parole un po' troppo generiche. Con questo emendamento si firma un assegno in bianco ai petrolieri: e dico io, perché non circoscriverlo in modo chiaro a questo punto? Io mi ripeto: questa legislatura è stata la più devastante dal punto di vista ambientale; e se provate amore per l'ambiente, se provate amore per la natura o se provate amore per il genere umano, dovreste almeno ritirare questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Presidente, l'Italia è il Paese di navigatori, di poeti e di santi. Riguardo ai navigatori, come è noto, il settore non sforna più illustri nocchieri. Come poeti, invece, siamo insuperabili: basti pensare che il petrolio si coltiva e gli impianti si dicono di coltivazione (gioco semantico). Riguardo ai santi non ci rimane che affidarci a loro, nel caso in cui le coltivazioni vadano male.
COSIMO PETRAROLI. …e al sottosegretario Vicari. Quindi, anch'io mi associo alla richiesta di ritirare l'emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Al di là della formalità dell'emendamento, che effettivamente apre alle società petrolifere, a me preme far riferimento a quella che è stata ormai un'ammissione da parte della stessa società italiana del petrolio, che ha ammesso che ci sono stati degli sversamenti. Ma io tempo fa, in discussione su un altro decreto, in quest'Aula dissi chiaramente al Governo di verificare quanto già era stato dichiarato, per esempio, dall'Acquedotto pugliese per quanto riguarda i costi di potabilizzazione dell'acqua. È evidente che le società che trattano le nostre acque, come in questo caso la diga del Pertusillo, stanno subendo dei costi elevatissimi e sempre più crescenti per portarci l'acqua alle stesse condizioni di potabilizzazione. Questo è un chiaro ed evidente segno dell'inquinamento di tutte le falde; quindi, non c'era bisogno di una dichiarazione da parte della società per poter indagare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Folino. Ne ha facoltà.
VINCENZO FOLINO. Grazie, Presidente. Mi rifaccio a quanto già detto dal collega Latronico circa le scelte di carattere generale, le contraddizioni così profonde di questo testo e di questo emendamento, se non viene ritirato. Venti anni orsono, quando partirono le estrazioni petrolifere in alcune aree del Mezzogiorno, in Basilicata particolarmente, in contemporanea si mise in campo una strategia di tutela della natura e dell'ambiente con i parchi naturali. Abbiamo diversi parchi: il Parco della Val d'Agri, quello del Pollino, il Parco del Cilento. Adesso, con questo emendamento, con il combinato disposto del cosiddetto “sblocca Italia”, tutta questa strategia di tutela dell'ambiente viene completamente cassata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Volevo, se possibile, intervenendo su questo emendamento, allargare il discorso alle considerazioni che prima venivano fatte, portando una serie di tesi a quanto affermato anche da numerosi nostri colleghi. Innanzitutto, volevo segnalarle che il parere che è uscito dalla Commissione X, di cui era la relatrice la collega del Partito Democratico Bargero, segnalava come, all'articolo 5, la Commissione di merito dovesse in qualche modo segnalare i provvedimenti autorizzativi ad essi conseguenti o connessi. Quindi, di fatto hanno recepito una condizione che è stata messa dalla Commissione X, attività produttive, ma peggio ancora, perché, durante quella discussione, e c'è a testimonianza di ciò un parere che ci fu inviato in via preliminare della deputata Bargero, c'era un punto, che vedremo poi all'articolo 8, come emendamento con un firmatario, quindi abbiamo un nome e cognome di chi è che oggi porta avanti gli interessi dell'ENI all'interno di queste Aule parlamentari, nel tentativo di non far pagare le alle compagnie petrolifere, ma di trasferire il pagamento dalle regioni ai parchi, e quindi non facendo pagare nulla ai soggetti titolari delle estrazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. A pagina 82 dell'ordinanza del processo Piramidi leggo che un Viceministro dello sviluppo economico nel 2014 incontrò Carmelo Paratore. Qualche mese dopo Paratore ricevette un appalto per gestire dei rifiuti. Paratore ora è stato messo in galera, accusato di essere mafioso e di essere il braccio economico del clan Santapaola. In questo emendamento si toglie il vincolo per sorvolare i parchi con gli aerei. Abbiamo parlato di qualcosa accaduta 25 anni fa e Santapaola è stato anche condannato per la strage di Capaci. Ora io credo che Falcone non vorrebbe passare sopra questo Parlamento lì dov'è, perché non si fiderebbe .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, solo per ribadire un punto fondamentale: che dopo tutte le richieste di dialogo, dicendo che noi siamo congelati, che non facciamo dibattito e che non siamo disposti a discutere, voglio ricordare che su tutti i punti non c'è alcuna apertura da parte della maggioranza, assolutamente. Col MoVimento 5 Stelle che rappresenta i cittadini non si discute; si discute con il partito di Dell'Utri. Ebbene, sono scelte e poi gli italiani vedranno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede che nei parchi, poiché sono per definizione dei soggetti che sono utili e indispensabili per tutelare la fauna e la biodiversità, non sia accettabile derogare al divieto di uccidere o disturbare le specie animali presenti ma che, quindi, la gestione faunistica si attui solo attraverso interventi incruenti e non letali, come è indicato anche dopo, nell'emendamento all'articolo 9.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Volevo sottolineare questo nostro subemendamento. Stiamo parlando del fatto che il parco possa ricomprendere siti militari e noi vorremmo per le decisioni rispetto a questi siti, invece del concerto con il Ministero della difesa - che ovviamente risulta essere assolutamente vincolante - un più semplice “sentito”. Ora che l'ente parco debba naturalmente rapportarsi al Ministero della difesa in relazione a questi siti, credo che sia un elemento di grande saggezza e certamente comprensibile, ma che addirittura il parco - che è comunque l'ente gestore di quella area protetta che è stata istituita per finalità legate alla conservazione - debba essere subordinato al parere del Ministero della difesa, io credo che questo sia assolutamente sbagliato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gasparini. Ne ha facoltà.
DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Grazie Presidente. La sindaca di Cinisello Balsamo, Siria Trezzi, la sindaca di Sesto San Giovanni, Monica Chittò, la vicesindaca di Cesano Boscone, Mara Rubichi, hanno ricevuto minacce di morte e offese vergognose in rete dopo aver firmato con altri 76 sindaci il protocollo che sancisce un'alleanza strategica tra Stato e poteri locali per l'accoglienza diffusa dei migranti, un impegno importante, come ha sottolineato il ministro Minniti, perché integrare, mentre si accoglie, permette di creare politiche di sicurezza per il presente e per il futuro, perché chi è integrato difficilmente diventa un punto di rottura della società.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.